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Rassegna stampa attacco oppioidi - Impact Dolore · signori della droga. Hal Rogers, presidente...

Date post: 18-Feb-2019
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RASSEGNA STAMPA Articoli di attacco agli oppioidi
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RASSEGNA STAMPA

Articoli di attacco agli oppioidi

Sommario

TESTATA DATA LETTORI

Quotidiani

AVVENIRE 14/09/2012 387.000

IL FATTO QUOTIDIANO 23/10/2012 n.d.

CORRIERE DELLA SERA (2 articoli) 28/10/2012 3.353.000

Periodici

GENTE 01/10/2012 2.880.000

SETTE - ALLEGATO CORRIERE DELLA SERA

19/10/2012 522.800

Web

CORRIERE.IT 23/09/2012 1.067.931

AMERICA24.COM 23/09/2012 n.d.

GIORNALETTISMO.COM 27/10/2012 n.d.

TOTALE 9 8.210.731TOTALE 9 8.210.731

Fonte dati: Audipress, Anes, Auditel, Audiradio, Au diweb

Quotidiani

AVVENIRE (1/2)Data: 14 Settembre 2012

Lettori: 387.000

AVVENIRE (2/2)Data: 14 Settembre 2012

Lettori: 387.000

IL FATTO QUOTIDIANO (1/2)Data: 23 Ottobre 2012

Lettori: N.D.

TERAPIA DEL DOLORE, HOSPICE INSUFFICIENTI E OPPIACEI TABÙ: SEUNA LEGGE NON BASTA

I centri non bastano e non c'è coordinamento tra medici di famiglia, specialisti estrutture sul territorio. Così il paziente che ha sofferenze croniche resta da solo esenza una guida. Nonostante esistano norme precise: "Ogni cittadino ha diritto acure palliative e assistenza“Hospice e centri di terapia del dolore aperti in numero insufficiente rispetto alleeffettive necessità della popolazione, farmaci oppiacei che continuano a rimanereancora quasi un tabù, soprattutto per i medici. E poi manca il coordinamento tramedico di famiglia, specialista e strutture sul territorio, lasciando così spesso ilpaziente da solo e senza una guida. E’ questa la realtà che si trova ad affrontare inItalia una persona che soffre di dolore cronico, anche se da due anni c’è unaItalia una persona che soffre di dolore cronico, anche se da due anni c’è unalegge, la 38/2010, che dice chiaramente che ogni cittadino ha diritto ad accederealle cure palliative e alla terapia del dolore nell’ambito dei livelli essenziali diassistenza. A dirlo non sono solo le associazioni dei malati, ma anche i medici e idati del ministero della Salute.L’ultimo caso è quello dell’ospedale Sacco di Milano, il cui ambulatorio di Terapiadel Dolore, dalla scorsa primavera, per offrire un servizio migliore con le risorse adisposizione sempre più risicate, ha deciso di concentrare la propria attività suipazienti già in carico all’ambulatorio (circa 500) e quelli visitati dagli specialistidell’ospedale Sacco che necessitano anche della cura del dolore, non più dunqueagli esterni. Del resto, anche il libro bianco dell’associazione Nopain rileva un calodelle strutture più attrezzate. Anche se è aumentato il numero complessivo deicentri, passati da 158 nel 2009 a 190 nel 2012, di cui 161 pubblici, si tratta per lopiù di strutture di primo livello, adatte a curare solo le forme di dolore più lieve,mentre quelle di terzo livello, in grado di trattare tutte le forme di dolore difficile,sono lievemente diminuite. Su scala nazionale risultano 0,78 strutture totali diterapia del dolore per 250 mila residenti rispetto al precedente di 0,66; ma solo0,21 strutture avanzate di terzo livello per 250mila residenti. E nelle 190 strutturecomplessive operano 360 medici dedicati, cioè 1,4 ogni 250mila abitanti. Un po’poco.Eppure di dolore cronico in Italia ne soffrono in tanti. Le stime parlano del 26%della popolazione italiana, cioè 15 milioni di persone. Secondo i datidall’International association for the study of pain un italiano su quattro si rivolge almedico a causa del dolore e l’Italia è, dopo la Norvegia, il Paese con la più altaincidenza in Europa.

IL FATTO QUOTIDIANO (2/2)Data: 23 Ottobre 2012

Lettori: N.D.

Non c’è solo il dolore oncologico, che colpisce 200mila persone, ma anche mal dischiena e mal di testa, responsabili della metà delle visite dal medico di medicinagenerale. Il dolore cronico, poi, non sempre viene diagnosticato rapidamente.Come rivela un’indagine dell’Osservatorio nazionale sulla salute della donna avolte possono volerci 56 mesi, e in alcuni casi addirittura 23 anni, dalla comparsadei sintomi.Per quanto riguarda le terapie somministrate, i medicinali più prescritti continuanoa rimanere i non oppiacei. Secondo la relazione al Parlamento 2012 del ministerodella Salute sull’accesso alle cure palliative e terapia del dolore, nel 2011 per glioppioidi forti si è registrato, rispetto ad altri paesi europei (che comunque hannolivelli medi molto più alti del nostro) un aumento nei consumi, pari a 1,17 euro prolivelli medi molto più alti del nostro) un aumento nei consumi, pari a 1,17 euro procapite. Andamento simile anche per gli oppioidi deboli, dove il valore medio italianodi consumo pro-capite è di 0,78 euro. I farmaci non oppioidi rimangono però i piùprescritti, con un valore pro-capite 11,7 volte maggiore rispetto a quello deglioppiacei deboli e 7,8 volte maggiore degli oppiacei forti. E questo perché, secondoMarzio Bevilacqua, direttore della Terapia antalgica dell’Ospedale dell’Angelo diMestre (Venezia), “c’è un po’ di oppiofobia anche fra i medici di base, e in generalesi fa ancora fatica a considerare il dolore come un sintomo importante”.Tuttavia non manca qualche segnale positivo. Il più importante è che la rilevazionedel dolore nella cartella clinica dei pazienti ricoverati in ospedale sta diventandosempre più diffusa (l’attitudine dei medici a misurarlo è passata dal 47,8% al77,4% secondo uno studio della Federazione dei medici internisti Fadoi). E l’altro èche i cittadini sono più informati sui centri di terapia contro il dolore. La loroconoscenza é salita dal 27,9 per cento al 44 per cento e si evidenzia un maggiorcoinvolgimento del terapista del dolore nella gestione della sintomatologia, dal5,8% al 27%. Certo, la strada per avere un’assistenza adeguata e capillare sulterritorio è ancora lunga, ma se i cittadini saranno più consapevoli dei loro diritti,potranno anche reclamarli per essere curati nel modo a cui hanno diritto.

CORRIERE DELLA SERA (1° articolo, 1/3)

Data: 28 Ottobre 2012

Lettori: 3.353.000

CORRIERE DELLA SERA (1° articolo, 2/3)

Data: 28 Ottobre 2012

Lettori: 3.353.000

CORRIERE DELLA SERA (1° articolo, 3/3)

Data: 28 Ottobre 2012

Lettori: 3.353.000

CORRIERE DELLA SERA (2° articolo)

Data: 28 Ottobre 2012

Lettori: 3.353.000

Periodici

GENTE (1/2)Data: 1 Ottobre 2012

Lettori: 2.880.000

GENTE (2/2)Data: 1 Ottobre 2012

Lettori: 2.880.000

SETTE – ALLEGATO CORRIERE DELLA SERA

Data: 19 Ottobre 2012

Lettori: 522.800

Web

CORRIERE.IT (1/2)Data: 23 Settembre 2012

Utenti unici: 1.067.931

L'OVERDOSE DI ANTIDOLORIFICI? NEGLI STATI UNITI RADDOPPIA TI IMORTI PER L'USO DI ANALGESICI

Secondo uno studio della Brandeis University i painkiller uccidono più dell'eroina edella cocaina. Attivati programmi di monitoraggio

MILANO – L’acronimo è PDMP (Prescription Drug Monitoring Programme) e sono,come suggerisce il nome, appositi programmi di monitoraggio per controllare laprescrizione dei farmaci analgesici, divenuta ormai talmente disinvolta nell’Americaprofonda da causare un fenomeno preoccupante: la morte da overdose di farmaci.ALLARME PAINKILLER - I cosiddetti painkiller, per quanto utili e preziosi quandoeffettivamente necessari, uccidono più delle droghe classiche e devastanti comeeroina e cocaina, come sottolinea uno studio della Brandeis University, e un nuovoeroina e cocaina, come sottolinea uno studio della Brandeis University, e un nuovoesercito di farmaco-dipendenti si sta formando negli Stati Uniti. Dietro non ci sonospacciatori o circuiti illegali, ma medici tranquillizzanti che prescrivono farmaci lecitie puliti e corporation potentissime. Peccato che queste medicine uccidano piùdell’eroina e della cocaina e che i dottori, con troppa facilità, ne raccomandinol’uso in casi inadeguati o non veglino a sufficienza sui tempi di utilizzo.I PDMP – I programmi di monitoraggio sono in aumento. Alla fine del 2001 gli statiautorizzati a creare programmi di monitoraggio sulla prescrizione di painkillererano sedici e in soli 11 anni gli stati americani che si sono dotati di PDMP sonodiventati 49. Sintomo che il problema ha dimensioni macroscopiche, ma anche cheinizia a esserci una sensibilità a questo proposito e la coscienza che qualcosadeve cambiare. Trentasettemila morti per overdose da analgesici negli Usa solo inun anno sono del resto decisamente troppi per non destare preoccupazione. In unrecente articolo dall’evocativo titolo «Vital Signs Prescription Painkiller Overdose inthe US», a cura dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) di Atlanta(USA), si parla addirittura di un raddoppio delle morti per abuso di analgesici conobbligo di prescrizione medica: nel decennio compreso tra il 1999 e il 2009 negliStati Uniti si è passati, infatti, da circa 20.000 morti a 37.000.ALLARME EPIDEMIA - Un’epidemia di droghe legali che non risparmia nessuno euna lotta per certi versi più difficile da mettere in atto rispetto alla battaglia contro isignori della droga. Hal Rogers, presidente dell’House Appropriations Committeelo definisce un fenomeno che sta devastando le famiglie dell’America profonda,celato e protetto dal volto della legalità. Le conclusioni dello studio contemplanoanche all’interno di questi programmi di monitoraggio della prescrizione dei farmaciuna alfabetizzazione rivolta ai medici relativamente ai farmaci analgesici.

CORRIERE.IT (2/2)Data: 23 Settembre 2012

Utenti unici: 1.067.931

E’ evidente che dietro alla manica larga nel prescrivere queste medicine spessoc’è anche una disinformazione sulle «istruzioni per l’uso».DIVERSITA’ DI POLITICHE – Il report della Brandeis University enfatizza ancheuna significativa diversità tra le politiche dei vari stati che causa a sua volta scenaridifferenti. Negli stati che raccolgono i dati sulla somministrazione controllata difarmaci analgesici e ansiolitici in modo più efficiente e capillare, per esempio, sirileva un tasso inferiore di doctor shopping (così gli americani chiamano lefrequenti visite dal medico al fine di ottenere una prescrizione). Infine va ricordatoche quando questi programmi funzionano coinvolgono anche altre categorie oltreche quando questi programmi funzionano coinvolgono anche altre categorie oltreai medici (come farmacisti o polizia) e aiutano a individuare i cosiddetti pill mills(ovvero i circuiti di distribuzione illegale delle medicine).Emanuela Di Pasqua

23 settembre 2012 | 15:44© RIPRODUZIONE RISERVATA

AMERICA24.COMData: 23 Settembre 2012

Utenti unici: N.D.

OVERDOSE DA ANTIDOLORIFICI IN USA FANNO PIÙ VITTIME DI COCAI NAED EROINA

[ Salute ] Lo dice uno studio della Brandeis UniversityStefania Arcudi

Negli Stati Uniti l'abuso di antidolorifici fa più vittime delle overdose di eroina ecocaina messe insieme. E' quanto emerge da uno studio del Prescription DrugMonitoring Programma Center of Excellence della Brandeis University, che haorganizzato una serie di programmi per monitorare l'utilizzo dei farmaci vendutidietro prescrizione medica.Secondo il rapporto, che cita dati del Centers for Disease Control and Prevention,le overdose da antidolorifici sono triplicate tra il 1999 e il 2008, mentre le vendite diantidolorifici sono cresciute del 300 oer cento dal 1999. Nel 2009 il numero dipersone uccise da avvelenamento da farmaci ha superato per la prima volta quellodi vittime di incidenti stradali. L'abuso di antidolorifici, stando al rapporto, costaogni anno circa 72,5 miliardi di dollari alle assicurazioni."Si assiste a una diffusione su larga scala di abusi di medicinali, un fenomeno chesta devastando le famiglie americane e privando gli stati di manodopera e denaro",ha commentato Hal Rogers, presidente della commissione stanziamenti dellaCamera dei deputati, ma secondo John Eadie, direttore del Centro, "agired'anticipo è il modo migliore per combattere gli abusi di antidolorifici". Alla fine del2001, dice il rapporto, 16 stati hanno avviato programmi di monitoraggio sull'usodei farmaci venduti con prescrizione medica. La cifra è orgressivamente salitanegli undici anni successivi e ora sono 41 gli Stati americani che hanno programmidi questo tipo.

GIORNALETTISMO.COMData: 27 Ottobre 2012

Utenti unici: N.D.

GLI ANTIDOLORIFICI USATI COME DROGA

27/10/2012 - L’allarme dall’Australia e dagli Stati Uniti: ecco il medicinale usato persballarsi

Dall’Australia e dagli Stati Uniti arriva un’allarme sull’abuso di un farmaco utilizzatocome una sorta di droga che starebbe mietendo un numero record di vittime aseguito di overdose.I DATI - L’ossicodone è, infatti, un antidolorifico noto anche come “Oxycontin” cheviene utilizzato dai pazienti che soffrono di dolori cronici anche se la gran partedelle vittime sono persone di metta età. Il farmaco era utilizzato specificamente per i pazienti oncologici, ma diversi anni fa ha cominciato ad essere regolarmenteprescritto a chiun que soffriva di dolore cronico e l’uso è aumentatovertiginosamente e quai fuori controllo. Mentre i tassi di prescrizione di morfinasono crollati, l’ossicodone ha segnato una crescita del 152% in sei anni. La drogasono crollati, l’ossicodone ha segnato una crescita del 152% in sei anni. La drogaè comunemente preparata mediante lo schiacciamento di pasticche la cui polverev iene iniettata in vena. Intorno alla vendita di questo farmaco si è creato unfiorente mercato nero che è anche un business lucrativo. Basti pensare che dauna compressa di 80 grammi di ossicodone può essere venduta in strada per 50dollari, mentre una scatola intera a di $1.400, mentre fiorisce su internet il mercatoillegale transazionale che consente l’acquisto anche di questi tipi di farmacioppiacei senza alcuna prescrizione medica.ESEMPI - Gli esperti sono convinti che gli utilizzatori non hanno ancora compresola potenza e la dannosità del farmaco. Secondo studi, l’ossicodone è una volta emezzo più forte dell’eroina, riduce la respirazione rendendolo potenzialmentemortale e gli effetti sono più potenti di altri sedativi come l’alcool ed il Valium. Ilfarmaco sarebbe, infatti, dietro l’impressionante escalation di overdosi accidentalinegli Stati Uniti. Basti pensare che quando il celebre attore Heath Ledger futrovato morto in un appartamento di New York, il suo corpo conteneva un cocktaildi farmaci tra cui ossicodone, Valium e Xanax.CIFRE - Non si conoscono le cifre in Italia visto che già nel 2009 il pericolo delladiffusione di antidolorifici che vengono utilizzati per finalità diverse da quelle per cuivengono prescritte ai malati cronici è stato oggetto di attenzione anche medianteinterrogazioni parlamentari al precedente governo che non ci risulta abbia datonessuna risposta in tal senso, ma Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello deiDiritti”, ricorda ancora una volta che in rete risulta ancora semplice acquistarequesti farmaci, mentre nei forum i giovani continuano a scambiarsi informazionicon tanto di testimonianze sul cosiddetto “ sballo “ con tutti i consigli utili perl’acquisto. Ed allora, riteniamo utile che il Ministero della salute avvii un’inchiestaurgente per verificare se l’uso di antidolorifici oppiacei sia sotto controllo prima chel’emergenza segnala in altri Paesi possa riguardare anche il nostro.


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