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C H R I S T E N S E N A R M S C A - 1 5 R E C O N T U N G S T E N C A L . . 2 2 3 R E M I N G T O N
La piattaforma AR15 è una di
quelle che ha subìto il maggior
numero di imitazioni e decli-
nazioni. Senza raggiungere i numeri
dell’altro grande classico americano
del XX secolo, la pistola 1911, di AR15
se ne sono visti moltissimi, in una suc-
cessione di varianti che hanno esteso
le potenzialità del progetto a campi e
settori che Eugene Stoner non avrebbe
mai immaginato. Da arma prettamente
militare quale è tuttora (modifiche e
miglioramenti hanno portato all’ado-
zione da parte delle forze armate USA
della quarta generazione, chiamata
M16A4), quella ideata dal progettista
statunitense ha visto il succedersi di
numerose versioni anche sul mercato
civile dove è denominata AR15. Negli
anni le numerose versioni sono andate
a soddisfare una platea di appassionati
estremamente ampia, dal cacciatore di
piccola selvaggina al tiratore di poligo-
no. Forte di questa diffusione e di una
crescente domanda di AR15 di qualità
– specie negli Usa ma sempre più anche
nel Vecchio Continente –, Roland Chri-
stensen ha deciso di concentrarsi nella
realizzazione di una serie di modelli di
altissima qualità.
Una storia americana
La storia del marchio americano Chri-
stensen Arms, di cui Roland è il fon-
datore, è quella tipica di chi ha saputo
individuare un’opportunità e coglierla
al volo. Mr Christensen, infatti, pur
essendo sempre stato un appassionato
d’armi e di tiro, ha iniziato la sua vita
professionale nel settore delle protesi
fondando, nel 1984, la Applied Com-
posite Technology. La sua profonda
conoscenza dei materiali compositi e
lo studio incessante che applicherà in
questo specifico settore lo porteranno a
brevettare numerosi progetti innovativi
sia nel settore delle protesi sia, per la
contiguità data dall’impiego dei mede-
simi materiali, nel settore aerospaziale.
Il suo curriculum, disponibile sul sito
del settimanale di finanza ed economia
, parla del suo presente lavorativo come
direttore di Freedom Innovation, altra
azienda attiva nel settore medicale dal
2002, ma dimentica di raccontare che
Christensen nel 1995 decise di ap-
Ditutto,dipiùSe un grande classico del settore militare e un’azienda che fa dellaricerca dell’eccellenza un punto di principio si incontrano, non può chenascere qualcosa d’interessante. La conferma arriva dalla carabinasemiautomatica Christensen Arms CA-15 Recon che, pur ispirandosiall’arma d’assalto delle forze armate statunitensi, centra nuovi obiettivinel settore civile più esigente
testo diMatteoBrogi,
foto di Gianluigi Guiotto
L’otturatore in chiusura con il dust cover aperto, in condizione di arma pronta al fuo-
co. L’adozione del dust cover, caratteristica peculiare della piattaforma AR15/M16,
costituisce un bonus in condizioni d’impiego operativo particolarmente gravose
L’impugnatura in gomma è prodotta da
Hogue; presenta una scolpitura media
che facilita la presa anche amano umida
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a ripetizione semplice ad otturatore
e la linea Modern Sport Rifle (MSR)
che include alcune variazioni sul tema
AR15 e AR10 che, come nelle armi
a destinazione militare, differiscono
principalmente per il calibro adotta-
to (il .223 Remington o 5,56 Nato il
primo, .308 Winchester o 7,62
Nato il secondo). L’arma di
cui proponiamo la recensione,
questa volta statica, è quella in
calibro minore denominata dal
produttore CA-15 Recon.
L’interpretazione Christensen
della piattaforma AR15 pre-
senta due versioni: la Recon
(termine inglese che corri-
sponde all’italiano “ricogni-
zione”) e la DMR (acronimo
che definisce un Designated
Marksman Rifle, un fucile per
tiratore scelto). Entram-
bi i modelli proposti
da Christensen, però,
non sono l’ennesima
rivisitazione dell’arma
di Stoner ma un con-
centrato di tecnologia
dei materiali, un eser-
cizio quasi parossistico
delle migliori pratiche
industriali, un’aggrega-
zione di componenti di
prim’ordine tra quelli
presenti sul mercato
della componentistica
e dell’after market.I CA-15 sono armi
plicare le conoscenze maturate sul
campo come ingegnere anche al settore
delle armi. In quell’anno realizzò infatti
una canna per arma da fuoco innova-
tiva che destò non poco sgomento tra
i nemici del mondo armiero: attorno a
un’anima in acciaio, che riporta la riga-
tura, compare infatti un’ampia sezione
in fibra di carbonio che fece ritenere
a qualche osservatore superficiale che
fosse stata realizzata una canna in gra-
do di passare inosservata i controlli
aeroportuali di sicurezza. Da lì a poco
verrà fondata la Christensen Arms.
Una gamma variegataLa gamma attuale dell’azienda america-
na include la gamma quasi completa di
modelli 1911 (Government, Comman-
der, Officer, manca solo l’allestimento
Mustang), un’ampia offerta di carabine
raffinatissime, di fattura semi-
custom, in vendita a prezzi...
coerenti con la ricerca dell’ec-
cellenza che ne ispira la fattura.
Un fucile “spaziale”Il CA-15 che abbiamo foto-
grafato è importato da Bigna-
mi, distributore ufficiale del
marchio sul mercato italiano,
e presenta una serie di carat-
teristiche richieste espressa-
mente dall’importatore; in ef-
fetti, tutte le armi Christensen
– come abbiamo già avuto
modo di scrivere – sono semi-
custom e presentano una se-
rie di parametri che possono
essere scelti autonomamente
dall’acquirente. Bignami, per
semplificare la cosa e gestire
con razionalità le importazioni, ha
deciso di focalizzare la sua attenzione
commerciale su un prodotto sceglien-
done le caratteristiche a monte.
Cominciamo la nostra trattazione dai
materiali, primo elemento che distin-
gue il CA-15 dalla stragrande maggio-
Il punto rosso d’impo-
stazione tattica Meop-
ta M-RAD con punto
da 3 MOA è una scelta
coerente con la desti-
nazione dell’arma e
potrebbe avere impie-
ghi interessanti anche
in campo venatorio
Il freno di bocca non è amovibile; sua funzione è
quelladi evitare chesi creino turbolenzenelmo-
mento in cui il proiettile abbandona la rigaturaSul lato sini-
stro, applicata
al lower recei-
ver che contie-
ne il meccani-
smo di scatto,
è collocata la
s i c u ra ma -
nuale; come
optional è pos-
sibile averla in
configurazione
ambidestra
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ranza di piattaforme AR15 presenti
sul mercato. Christensen ha optato per
una lega d’alluminio “aerospaziale”
per il lower receiver (la carcassa infe-
riore) e un acciaio stainless per l’upper
receiver, realizzandoli
dal pieno mediante
fresatura e rifinendoli
mediante un tratta-
mento al tungsteno che
conferisce all’arma una
colorazione abbastanza
inusuale e, soprattutto,
una finitura superficia-
le estremamente resi-
stente alle sollecitazioni
chimiche e meccaniche.
Peculiare di quest’arma è
l’astina, realizzata in fibra
di carbonio, che porta
applicate due lunghe slitte
Picatinny idonee all’ap-
plicazione dei più svariati
accessori. Sui due lati
dell’astina sono presenti
6 fori che consentono il
montaggio di ulteriori
slitte nel caso si volesse
proprio esagerare. L’ar-
ma che abbiamo provato
rappresenta la versione
Rifle, con astina lunga,
ma è da segnalare che sul
catalogo del produttore
sono presenti due versioni
con astine più corte (4 e 3
fori) denominate rispetti-
vamente Mid e Carbine; a
ciascuna astina è associato
un particolare modello di
calcio telescopico prodot-
to, comunque, sempre da Magpul: C-
TR, ACS e STR in sequenza le sigle che
li contraddistinguono. In tutti e tre i
casi, l’impugnatura a pistola è un mo-
dello in gomma morbida della Hogue.
Funzionamento classico
Il sistema di funzionamento del CA-15
Recon è quello tipico del progetto ori-
ginario, a presa di gas regolabile, a pi-
stone. Quattro le posizioni della valvola
che consentono di regolare
l’afflusso del gas destinato al
riarmo; guardando la valvola
frontalmente, si identificano
una posizione a “ore 12” che
lascia la valvola completamen-
te aperta e libera di funzionare
in modalità semiautomatica;
a “ore 1” è la posizione da im-
postare quando si impieghi un
silenziatore o si spari a raffica
(ipotesi di scuola sull’arma
visionata che, essendo desti-
nata al mercato civile, monta
spegni-fiamma fisso e sistema
semi-auto); a “ore 3” portiamo
la valvola in posizione di chiu-
sura: i gas non vengono spillati
dalla canna e pertanto l’arma
funziona a ripetizione ordina-
ria; infine, a “ore 9” abbiamo
la posizione che permette di
sganciare il tappo della presa-
gas per effettuare le periodiche
operazioni di pulizia.
Molto interessanti le opzioni
che Christensen offre in ter-
mini di scatto: il suo Recon è
infatti disponibile con mecca-
nismo LTM (Lock Tech Match)
proprietario, Geissele, AR Gold
di American Trigger Corpora-
tion e Timney, con quest’ulti-
mo scelto da Bignami (che ne
è importatore) per ilmercato
nazionale.Richiede una
Vista dall’alto della
manetta di armamen-
to e del forward assit;
entrambi i comandi
hanno dimensioni tali
da rendere l’arma fun-
zionale in ogni condi-
zione d’impiego
Il calcio è del tipo telescopico. Quello presentato
sulla Recon con canna da 16” è il modello CTR.
Altre configurazioni sono disponibili su richiesta
Il caricatore è prodotto da Troy Industries e pre-
sentaunacaratteristica finiturachene favorisce il
maneggio in qualsiasi situazione ambientale
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re degno di attenzione, negli Usa è proposto
anche con cameratura ibrida .223 Wylde, in
grado di accettare sia il .223 Remington sia il
5,6 mm Nato. Ne sono previste versioni (ma
per ora solo negli Stati Uniti) in .204 Ruger,
pressione di sgancio di circa 1.500
grammi e, a secco, dimostra doti da primo
della classe. Per quanto riguarda la scelta del
calibro, il Recon importato è camerato nel
classicissimo .223 Remington ma, particola-
6,8 mm Remington SPC, 6,5 mm Grendel e
.300 AAC. Una scelta, anche nei calibri, per
niente scontata e in linea con l’esigenza di
proporre qualcosa di nuovo che vada oltre
gli standard conosciuti.
La suola del caricatore presenta un appiglio
cuiscopoèquellodi facilitare lapresaquando
il caricatore sia contenuto nella giberna
Dettaglio della leva
di armamento rea-
lizzata da BCM Gun-
fighter, produttore di
componenti di qualità
Christensen Arms CA-15 Recon cal. .223 Remington
Nella foto il lato sinistro
del fucile ChristensenArmsCA-
15Recon cal. .223Remington
La canna... in carbonio
La realizzazione della canna avviene arrotolando
intorno a un’anima sottile d’acciaio inox tornita
e lappata a mano, all’interno della quale sono ri-
portate le rigature necessarie alla stabilizzazione
del proiettile, numerosi fogli di fibre di carbonio
disposti con varie angolazioni. Al profilo bull, ad
ampia sezione, che la contraddistingue, corri-
spondono un peso contenuto e altre caratteristi-
che meccaniche che non fatichiamo a definire di
eccellenza. Il carbonio, infatti, è 5 volte più rigido, 5 volte più leggero e 4 volte più resistente dell’acciaio per unità di peso; queste
sue caratteristiche, in combinazione con quelle fisiche dell’animametallica, fanno sì che le canne Christensen siano assai più ri-
gide rispetto ad una canna convenzionale di pari peso (particolare che riduce la torsione incrementando la precisione dell’arma),
abbiano un coefficiente di dilatazione termica prossimo allo zero (garantisce costanza di prestazioni, colpo dopo colpo), favorisco-
no la dissipazione del calore, estendono la vita operativa di un buon 25% (dati dichiarati dal produttore). Sembra quasi superfluo
aggiungerlo ma è doveroso farlo: la canna è di tipo Match Grade e garantisce una precisione che, in tutte le versioni, rientra nel
minuto d’angolo. La migliore scelta del munizionamento trasforma questo CA-15 Recon in un’arma sub MOA che può trovare
molte destinazioni inaspettate. Il catalogo 2014 del produttore informa che la canna è disponibile in tutte le lunghezze comprese
tra quelle tipica di un’arma SBR (Short Barreled Rifle che, se non andiamo errati, nel mondo AR15 dovrebbe corrispondere a
11,5”) ai più classici 24 pollici; al vivo di volata, in ogni caso, è applicato uno spegni-fiamma.
L’astina porta applicate due slitte Picatinny ed altrettante le si possono appli-
care sui lati per ospitare ulteriori accessori; l’astina dell’arma provata, con
canna da 16 pollici, è di tipo lungo ma esistono aste di dimensione inferiore.
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Meccanica robusta
Per quanto riguarda il resto della mec-
canica, il CA-15 adotta soluzione piut-
tosto tradizionali pur se realizzate con
la massima perizia meccanica. L’arma è
dotata di un porta-otturatore trattato al
nickel boron, una finitura superficiale
che garantisce massima resistenza alle
sollecitazioni meccaniche (è addirittu-
ra più resistente della finitura Tenifer
delle pistole Glock, che già si attesta a
64 punti della scala HRC) e la miglior
fluidità di movimento, caratteristiche
che aumentano l’affidabilità dell’arma
riducendo la necessità degli interventi
di pulizia. La leva di armamento mag-
giorata (sistema forward assist) è pro-
dotta da BCM Gunfighter, il pulsante
di sgancio del caricatore (ambidestro) è
di tipo maggiorato, prodotto da Wilson
Combat, il caricatore è il modello mil-
spec Pmag (Polymer magazine) di Troy
Industries; presenta corpo in polimero
resistente ed è dotato, superiormente,
di un cappuccio protettivo amovibile
per la salvaguardia delle munizioni
contenute e, in basso, di un fondello
sporgente che ne facilita l’estrazione
dalla giberna. Ampie sezioni squamate
ne facilitano la presa in tutte le condi-
zioni ambientali. Tra i numerosi optio-
nal che possono andare ad arricchire la
dotazione dell’arma, e di cui abbiamo
in parte già parlato, sono presenti vari
tipi di calciature, il comando della sicu-
ra in posizione ambidestra e disparati
livelli di finitura; oltre alla Tungsten
dell’arma fotografata, ve ne sono di
esteticamente ricercate (Burnt Bronze,
Silver, Black, Green, Flat Dark Earth) e
allestimenti camo (Natural Gear Gray,
True Timber, Reaper, Desert Digital).
L’arma che abbiamo fotografato mon-
tava un punto rosso Meopta, sempre
prodotto d’importazione Bignami,
d’impostazione tattica: il modello M-
RAD con punto da 3 MOA già dotato
di sgancio rapido. In questo allestimen-
to si presta a un’ampia gamma d’im-
pieghi a distanze medio-brevi quali po-
trebbero essere il tiro in poligono a 100
metri o la caccia di piccoli predatori in
battuta. Compiti più gravosi le sono
preclusi per le limitazioni imposte dal
calibro ma non si deve dimenticare che
il produttore prevede altre camerature
per la sua carabina; nei calibri 6,5 mm
sarebbe più che adeguata all’ingaggio
di ungulati di media dimensione anche
se, a livello prettamente “stilistico”, ge-
neralmente il cacciatore di queste prede
preferisce puntare su armi d’imposta-
zione più tradizionale.
Un’ultima considerazione riguarda il
prezzo che, nell’allestimento presentato,
supera di gran lunga quello già alto della
versione base proposta in America. Non
dobbiamo comunque dimenticare che
questo CA-15 Recon è tra le migliori rea-
lizzazioni presenti sul mercato e che, oltre
a fornire prestazioni di assoluta levatura,
ben si presta al collezionismo.CM
Costruttore: ChristensenArms,
www.christensenarms.com
Importatore: Bignami,
tel. 0471 803.000,
www.bignami.it
Tipo: carabina
semiautomatica a presa di gas
Modello: CA-15 Recon
Calibro: .223 Remington
Sistemadi scatto:Timney
Organi dimira:assenti
Sicurezze: sicura manuale
Lunghezza canna:16”
(406 mm)
Finitura:al Tungsteno
Materiali:acciaio, lega
leggera, fibra di carbonio,
calciatura in polimero
Peso:2.810 g
¤ PREZZO INDICATIVO: 5.085 euro
Asinistra: il pulsante di
sgancio del caricatore,
maggiorato, è disponibile
su entrambi i lati della car-
cassa inferiore