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Red sigsauer1911ssrail 2013

Date post: 22-Jul-2016
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testo e foto di Matteo Brogi La Sig Sauer 1911 SS Rail e il modello TCO, che dalla SS si distingue per la presenza di una canna da 4 pollici e un quarto 20-25Armi Shop Sig Sauer 1911 - 6 paggCS6.indd 20 27/02/13 12.22
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testo e foto di Matteo Brogi

La Sig Sauer 1911 SS Rail e il modello TCO, che dalla SS si distingue per la presenza di una canna da 4 pollici e un quarto

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D opo le celebrazioni del cen-tenario, si potrebbe pensare che a proposito del modello

1911 tutto è stato detto e fatto. Niente di più sbagliato. Nonostante l’indigestione di varianti celebrative, repliche, versioni più o meno fedeli al disegno originale di J. M. Browning, questo specifico segmento di merca-to dimostra una vitalità che altri han-no perso da tempo. Complici la qua-lità intrinseca della meccanica 1911, un ritorno di fiamma per quest’arma e il calibro a essa associato da parte di reparti speciali e specifiche agenzie americane, la semiautomatica che ha monopolizzato il XX secolo vive una seconda giovinezza (sempre che non sia la terza o la quarta) grazie al pubblico più tradizionalista. L’incredi-bile offerta commerciale che interessa il modello, per di più, ne estende le possibilità d’impiego a sempre nuovi contesti operativi con l’inevitabile ri-torno d’attenzione da parte di reparti

alla ricerca di armi dalle caratteristiche molto particolari. È, per esempio, il caso della polizia di Los Angeles, che recentemente ha autorizzato i propri ufficiali al porto in servizio della 1911 regalando involontariamente ai tanti

produttori in circolazio-ne l’azione di marketing più efficace che un bravo pubblicitario potesse concepire.Quando nel 2003 Sig Sauer

presentò la sua linea di 1911, all’epo-ca battezzate GSR (Granite Series Rail), nessuno si stupì più di tanto. Il produttore europeo andava infatti a inserirsi in una nicchia sempre in espansione che presentava una garan-

zia di successo commercia-le in un’epoca non ancora viziata dagli stravolgimenti economici e finanziari che avrebbero turbato i sonni di molti, produttori e ac-quirenti, a partire dal 2008. La nuova arma portava – in un segmento mai calcato prima dal marchio – le caratteristiche della produ-zione Sig Sauer (all’epoca Sigarms): solidità, preci-sione, perfezione formale. Il prodotto, che l’anno successivo avrebbe vinto il riconoscimento di arma dell’anno assegnato dalla

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Tributo all’archetipo della semiau-tomatica moderna, il modello 1911 di Sig Sauer ne rappresenta un’in-terpretazione dalla forte persona-lità. La tradizionale attenzione ai particolari del marchio europeo fa di quest’arma uno dei possibili punti d’arrivo dello sviluppo del disegno di Browning

A sinistra: il carrello presenta una sezione sostanzialmente diversa da quella del mod. 1911 classico. Il disegno ap-pare più massiccio ma le forme restano stondate per facilitare porto ed estrazione. In questa immagine è visibile il bushing d’impostazione classica

A destra: la finestra d’espulsione è più ampia del modello 1911 originale; è visibile l’unghia dell’estrattore elastico esterno, che anche in questo caso non era pre-visto nel disegno di Browning. L’aspet-to dell’arma risulta meno pulito ma la funzionalità e l’efficacia di queste scelte sono fuori discussione

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Shooting Industry Academy of Excellence, era assemblato interamen-te negli Stati Uniti, nella fabbrica di Exeter in New Hampshire, utilizzando componentistica made in Usa. Sig si era affidata al canadese Matt McLearn, armaiolo dal 1993 con la sua McLearn’s Custom Machine, tiratore USPSA e IPSC e già campione del mondo con una semiautomatica di sua produzio-ne, che portò in Sig Sauer la propria esperienza. Successivamente, McLearn tornò ad impegnarsi in un’avventura imprenditoriale indipendente fon-dando la M2I Custom Tactical, che oggi produce armi e si occupa della customizzazione di componenti per il tiro sportivo.

LA riceTTA Di McLeArn L’armaiolo canadese prevedeva per la nuova pistola una serie di componenti di prima fascia, scelti con grande atten-zione tra quelli dei pochi produttori in grado di rispettare le rigide specifiche di Sig Sauer: fusti e carrelli di Caspian Arms, accessori di Grider Precision, minuterie EGW, cani e bushing di Per-formance Engeneering, molle Wolff Springs, canne Storm Lake, impugna-ture Herrett’s o Falcon, caricatori ACT e, per concludere, mire Novak. L’arma che usciva da questo sforzo congiunto rappresentava la quin-tessenza dell’americanità e il meglio che un produttore non statunitense potesse offrire con una qualità custom ad un prezzo da produzione industria-le. La GSR, che venne declinata in più varianti, si attestava intorno ai 1.000 dollari, una cifra non paragonabile agli articoli entry level ma neppure con-frontabile con le armi custom di altri marchi, decisamente più costose. Con lo sviluppo industriale dello stabilimen-to di Exeter (che da semplice centro di assemblaggio si stava trasformando già dagli anni ‘90 in centro produttivo), il progetto 1911 di Sig si trasforma e il marchio europeo passa alla pro-duzione in proprio di una variante dell’arma di Browning. Qui comincia la storia della pistola che abbiamo avuto l’occasione di provare nel poligono dell’importatore italiano.

Tocchi Di MoDerniTàÈ difficile farsi sorprendere da un’arma che è stata oggetto di tante varianti, migliorie e mutazioni genetiche in un secolo di storia. E la 1911 SS Rail pre-sentata, ormai da qualche anno, da Sig Sauer non farebbe eccezione se non coniugasse un’anima tradizionalista al limite del reazionario, data dall’impie-go di acciai della migliore qualità per

tutti i suoi componenti, all’adozione di un accessorio che rappresenta una delle tendenze più recenti tra le armi corte, una slitta Picatinny che molto bene si integra al disegno originale. Questa sorta di strabismo temporale induce a vedere in questo modello il tentativo di arrivare a una sintesi finale della 1911, dove il meglio delle tecniche produttive e

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Sopra: il grilletto dal classico disegno di ini-zio Novecento. L’arma è dotata di sola azione singola, come convie-ne a questa tipologia di semiautomatiche

A sinistra: la sicura dorsale costituisce un corpo unico con il beavertail che rappre-senta l’elsa superiore dell’impugnatura

A destra in alto:anche la tacca è assicurata al fusto mediante un incastro e un grano di fissaggio; la collima-zione è facilitata dalla presenza di tre punti bianchi. La linea di mira sviluppa 165 mm

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delle migliorie suggerite dall’este-so impiego operativo dell’arma si affiancano a una veste raffinata, in grado di fornire la migliore resistenza possibile all’impiego in condizioni ambientali estreme. Ne emerge però, almeno a parere di chi scrive, più un oggetto da collezione che non un’arma da porto quotidiano cui, almeno che non si sia alla ricerca di qualche elemento di distinzione, sarà più probabile destinare esecuzioni più modeste. Nell’impiego militare e di law enforcement, per di più, è prevedibile che alla SS Rail vengano preferite declinazioni dell’arma con finiture meno pregiate sia per un sostanziale aspetto economico (la brunitura o la parkerizzazione sono più economiche) sia per inevitabili vantaggi operativi (nonostante l’arma presenti una bella finitura opaca, nell’impiego tattico quella nera è certamente più funzionale di quella

bianca). A questo genere di richieste possono rispondere molto meglio al-tre esecuzioni disponibili nello stesso catalogo Sig Sauer.Il modello 1911 SS Rail è molto legato alla tradizione del disegno di Browning ma da questo si discosta per tre ordini di motivi, il primo di carattere estetico. L’arma presenta un fusto e, soprattutto, un carrello

più massiccio dell’originale, e più largo: ciò produce un incremento ponde-rale di circa 80 grammi rispetto a un ipotetico modello standard ottenuto dalla rilevazione statistica delle 1911 in circolazione. Più massiccia e meno tondeggiante dell’arma originale, la Sig Sauer non presenta comunque spigoli vivi per facilitare porto ed estrazione. La seconda differenza con il disegno di Browning riguarda la presenza di un generoso estrattore esterno, che qualche purista potrebbe non apprez-zare ma che certamente rappresenta una miglioria rispetto all’originale in termini di efficacia. La terza variante è da individuare nel disegno della finestra d’espulsione, in questo caso molto più marcata che nell’arma originale; anche questa modifica rappresenta un vantaggio in termini di funzionalità e introduce, se possibile, una minore incidenza d’inceppamenti dovuti a un difetto di estrazione ed espulsione del bosso-lo spento. Poi, certo, a stravolgere l’estetica dell’arma c’è la slitta di

A destra: l’impu-gnatura si avvale di due pannelli di noce molto ben fatti che ripor-tano il nome del produttore; sui due lati della stessa sono rica-vate zigrinature di passo differen-te che facilitano la presa

Dal 2003, anno del suo lancio, la gamma 1911 di Sig Sauer ha subìto numerosi aggiornamenti. Ai modelli GSr, sette quelli non più in produzione, se ne sono aggiunti di nuovi che portano a 32 le varianti disponibili. Se le caratteristiche tecniche restano sostanzialmente le stesse, a variare sono le finiture, proposte in un ampio ventaglio di opzioni, alcune di dubbio gusto, ciascuna delle quali prevede una destinazione diversa dell’arma e, quindi, una differente dotazione. Da notare, in particolare, le

varianti in calibro .22 Lr con piena funzionalità (mod. 1911-22), pensate per l’allenamento e il tiro informale. Per commemorare il centesimo anniversario del disegno, nel 2010 Sig Sauer ha introdotto la nuova gamma traditional che comprende 5 versioni, tutte con il profilo del carrello di design round top tradizionale. tra queste, la versione match elite Stainless è la prima nell’offerta del produttore ad essere camerata in un calibro diverso dal classico .45 AcP, segnatamente in 9 mm e in .40 S&W.

Le 1911 di Sig Sauer

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cui si è parlato e che la moda fa sentire come un’esigenza imprescin-dibile per un’arma contemporanea. La sua adozione, congiuntamente al nuovo disegno del carrello, fa sì che la SS Rail non possa essere ospitata dalle fondine generiche pensate per il mod. 1911.

coSTruzione ATTenTA La fattura dell’arma è molto accura-ta e presenta tolleranze ridottissi-me, caratteristica che in poligono si traduce in una precisione superiore alla media. Tutti i processi produt-tivi denotano grande attenzione al risultato finale anche sotto il punto di vista formale; tutte le parti, mac-chinate dal pieno per asportazione di materiale, sono pulite e prive dei tipici segni dell’utensile identificabili in prodotti forse non di minor affi-dabilità ma certo di minor pregio. Il fusto presenta guide tradizionali per lunghezza, caratteristica che non inficia l’accuratezza dell’arma e ne consente lo smontaggio da campo secondo la procedura standard, senza il ricorso a strumenti o meto-di inusuali e poco pratici. La chiusura è quella standard di Browning con

l’asola mobile applicata alla canna e la serie d’intagli in positivo e nega-tivo ricavati su bascula e cielo del carrello che garantiscono il vincolo tra questi due componenti nella fase iniziale del rinculo. Tradizionale anche l’accoppiamento anteriore tra carrello e canna, demandato all’azione del bushing, e il sistema di recupero, affidato a una classica molla elicoidale su un corto guida-molla. A livello di sicurezza, la decli-nazione 1911 di Sig Sauer prevede la normale dotazione di sicure dorsale e manuale cui si affianca la sicura automatica al percussore presente

su tutte le pistole di produzione mo-derna. Per quanto invece riguarda la componentistica, il produttore ha deciso di seguire la tradizione per il grilletto e di affidarsi, invece, alle tendenze moderne per il cane, che presenta un profilo correttamente arcuato e un’asola di alleggerimento molto contemporary style. Le mire si avvalgono di mirino e tacca a tre pun-ti Trijicon innestati a coda di rondine; la presenza di un grano di fissaggio sulla tacca lascia intendere che è possibile effettuare variazioni del punto d’impatto in deriva anche se la mancanza di un comando microme-

Sopra: lo svincolo della canna è attuato mediante l’azione della camma mobile applicata alla parte inferiore della canna stessa. Il cielo del carrello, oltre a dimostrare la qualità del processo produttivo, mette in mostra il dispositivo di sicura automatica al percussore

Sopra:il rail presenta 3 scanalatu-re trasversali in grado di ospitare una gamma pressoché infinita di accessori di puntamento. La sua presenza condiziona il disegno del carrello, al quale però risulta perfettamente integrato

Sopra: il caricatore della SS Rail a confronto con quello del modello TCO; l’incremento dell’autonomia è ottenuto a scapito dell’estetica con l’applicazione di un’estensione in plastica del pad

sig sauer 1911 ss rail Cal. .45 aCPCostruttore: Sig Sauer, www.sigsauer.comImportatore: Bignami, tel. 0471 803.000, www.bignami.itModello: 1911 SS RailTipo: pistola semiautomatica a chiusura geometricaCalibro: .45 ACPCaricatore: 8 colpiSistema di scatto: azione singolaPercussione: cane esterno,

percussore inerzialeOrgani di mira: mire fisse a tre puntiSicurezze: sicura dorsale, sicura manuale e sicura automatica al percussoreLunghezza canna: 127 mmLunghezza totale: 221 mmMateriale del fusto: acciaioFinitura: inossidabile opacaPeso: 1.180 grammi

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trico consente di operare solo con una certa approssimazione.Caratteristica interessante di quest’arma, specie se paragonata alle altre due cui è stata messa a con-fronto nelle immagini, è la presenza di un caricatore da 8 colpi nel tradi-zionale calibro .45 ACP; la cartuccia in più è ammessa grazie all’adozione di una prolunga costituita da un pad in plastica sovradimensionato.La finitura superficiale applicata è un trattamento opaco che conferisce all’acciaio inossidabile impiegato un’aura di arma di lusso e professio-nale al tempo stesso. L’impugnatura offre una doppia serie di cuspidi sia nella parte anteriore, dove la trama presenta un passo di 25 lpi (linee per pollice) che sul dorso, dove il passo è meno fine (20 lpi). Questi rilievi e la zigrinatura dei pannelli delle guancette concorrono a forni-re una presa salda in tutti le situazio-ni d’impiego.

LA provA A fuocoLa 1911 di Sig Sauer è un’arma di forte personalità, specie nella versione con rail, che può piacere o lasciare insoddisfatti. Non si pro-

pone, infatti, come alternativa a chi è alla ricerca di un clone dell’arma di Browning in quanto le modifiche estetiche che sono state apportate la differenziano in modo sostanziale. Essa porta con sé quelli che sono i pregi riconosciuti del mondo del fab-bricante elvetico-tedesco con alcuni interventi interpretativi decisamen-te interessanti. Alla prova a fuoco l’arma non delude, specie per quanto riguarda la precisione. Lo scatto ci ha però sorpreso in negativo; non netto quanto ci saremmo aspettati, presenta un collasso di retro-scatto un po’ troppo lungo per chi è abi-tuato agli standard Sig. È, comun-que, eccellente se lo si rapporta al modello di riferimento, cioè un’arma d’impostazione militare. La massa del complesso facilita l’assorbimento del rinculo e il rapido ritorno in punteria così come l’impugnatura, perfetta, consente una presa veramente gradevole e contribuisce al conteni-mento del rilevamento allo sparo. Il beavertail (lett. “coda di castoro”, la sicura dorsale) alto e correttamente dimensionato contribuisce, infine, ad una presa che più agevole non potrebbe essere.

L’arma nello smontaggio da campo

Sotto: una serie di 5 colpi sparati a due mani senza appoggio

alla distanza di 15 metri con munizionamento commerciale Geco con palla FMJ da 230 grani

L’autore durante la prova a fuoco

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