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Date post: 26-Mar-2016
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Strumenti per una nuova ecologia del quotidiano: il gruppo di lavoro Accurat BonelliVele Agenzia di progetti Francesco Librizzi Studio Parcodiyellowstone con la consulenza di Antonello Matarazzo, Yasuhiro Morinaga La proposta progettuale sul futuro di Auletta nasce dalla collaborazione tra progettisti di natura diversa: siamo architetti, designer, urban planner, sociologi ed artisti. L’interazione tra le competenze si è andata sviluppando in risposta all'esigenza di un approccio multidisciplinare che ci permettesse di guardare da piu’ prospettive integrate il territorio, le sue specificità e gli scenari possibili. Riteniamo che il processo di riqualificazione di un territorio così complesso che sembra non essere consapevole delle sue risorse, debba prevedere un livello di comprensione dello status quo e previsione del domani che superi la mera costruzione dello spazio fisico per abbracciare una visione globale del modello di vita. Il gruppo è formato da professionisti che operano in territorio campano, nazionale ed internazionale, per mettere in forma un contributo più ampio. Di seguito la relazione di progetto. Indice 1. Quadro interpretativo 2. Territorio come risorsa 3. Obiettivi progettuali 4. Una nuova ecologia del quotidiano 4.1. Definizione 4.2. Strategie 4.2.1. vivibilità 4.2.2. accoglienza 4.2.3. eredità 4.2.4. energia 4.3. Modello partecipativo 4.4. Modello gestionale 4.5. Modello energetico 4.6. Strumenti 4.7. Workshop 4.8. Fattibilità
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Strumenti per una nuova ecologia del quotidiano: il gruppo di lavoro

Accurat

BonelliVele Agenzia di progetti

Francesco Librizzi Studio

Parcodiyellowstone

con la consulenza di Antonello Matarazzo, Yasuhiro Morinaga

La proposta progettuale sul futuro di Auletta nasce dalla collaborazione tra progettisti di natura diversa: siamo architetti, designer, urban planner, sociologi ed artisti. L’interazione tra le competenze si è andata sviluppando in risposta all'esigenza di un approccio multidisciplinare che ci permettesse di guardare da piu’ prospettive integrate il territorio, le sue specificità e gli scenari possibili.

Riteniamo che il processo di riqualificazione di un territorio così complesso che sembra non essere consapevole delle sue risorse, debba prevedere un livello di comprensione dello status quo e previsione del domani che superi la mera costruzione dello spazio fisico per abbracciare una visione globale del modello di vita. Il gruppo è formato da professionisti che operano in territorio campano, nazionale ed internazionale, per mettere in forma un contributo più ampio. Di seguito la relazione di progetto.

Indice 1. Quadro interpretativo 2. Territorio come risorsa 3. Obiettivi progettuali 4. Una nuova ecologia del quotidiano

4.1. Definizione

4.2. Strategie 4.2.1. vivibilità 4.2.2. accoglienza 4.2.3. eredità 4.2.4. energia

4.3. Modello partecipativo 4.4. Modello gestionale 4.5. Modello energetico

4.6. Strumenti

4.7. Workshop

4.8. Fattibilità

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1. Quadro interpretativo I sistemi e le infrastrutture necessari a supportare la nostra quotidianità sono innumerevoli. Alcuni sono sempre evidenti altri sono costituiti da relazioni e pratiche più difficili da distinguere dallo sfondo, benché spesso siano progettati. Questi emergono come figure, quando qualcosa smette di funzionare: il terremoto del 1980 è stato uno di quei momenti in cui i sistemi entro i quali svolgiamo le nostre attività quotidiana hanno mostrato la propria presenza e insieme la propria fragilità; le crisi che oggi investono l’economia, il mondo della finanziaria, la politica, l’ambiente ne sono un ulteriore esempio. Questo progetto vuole divenire invisibile, vuole essere integrato nella cultura del luogo, essere assorbito dallo sfondo, ma anche mostrare una resilienza nuova, post-industriale, post-trauma: miriamo a realizzare un numero di "strumenti per un ecosistema del quotidiano" immaginando una comunità resiliente del presente, consci che il futuro è diventato una forma sospetta. Guardando alla complessità di un mondo sempre più interconnesso e insieme alla forza di un contesto così peculiare e irriducibilmente locale come quello di Auletta, abbiamo cercato di aprire le scatole della società amministrata, per poi rimetterne insieme il maggior numero di affascinanti frammenti in ricostruzioni che vedono al centro i cittadini. Lo storico inglese Arnold Toynbee (1889-1975) nel suo A Story of History sostiene che il benessere di una civiltà dipende dalla sua capacità di rispondere creativamente alle sfide, umane e ambientali; il futuro non è determinato dal passato e una civiltà può scegliere di agire nel modo migliore e più saggio di fronte alle difficoltà o alle catastrofi: il terremoto che ha scosso l'Irpinia nel 1980 e le crisi che scuotono il mondo occidentale in questi anni sono quindi occasioni per metterci di fronte a delle scelte. Fortunatamente il mondo contemporaneo, che pure ci offre numerose e profonde sfide - molte portate dai processi stessi di innovazione - mostra nuove e straordinarie forze che possono essere allineate. I primi temi che abbiamo individuato per il presente e il futuro prossimo di Auletta riguardano la vivibilità del territorio, l’attrattività e la necessaria accoglienza, l’eredità di saperi, tradizioni e traumi, il consumo di risorse e la produzione di energia. Affrontare questi temi comporta il fatto che il design non possa restare sui tavoli da disegno o entro i confini delle discipline; le discipline vengono abbandonate, in favore di uno scambio progettuale, integrante, inclusivo: il progetto per un ecosistema del quotidiano non è studiato solo da designer, ma da persone che utilizzano la parola "progettare", riferendosi a sistemi, organizzazioni, organismi, programmi, modi di vita. Un passo importante è quindi rinunciare alla nozione binaria di cliente / progettista, accettando una pratica trasversale di risoluzione dei problemi in cui i cittadini hanno una parte sempre più importante; i processi di progetto e trasformazione divengono distribuiti, plurali e collaborativi. Il risultato è che il design diviene allo stesso tempo più modesto e più ambizioso: i progettisti prendono il loro posto nella società, come cittadini che collettivamente immaginano il proprio futuro. L'effetto di queste nuove condizioni, di un design fondamentalmente collaborativo, è la distribuzione di potenziale, di capacità, che permette il contributo di chiunque. Il progetto del benessere di una società, non deve essere una ambizione utopica, ma un progetto ed un obiettivo pratico. Noi ci prendiamo il rischio di fare proposte, forti del fatto che questa ecologia del quotidiano non è una proiezione futuristica, ma sta già accadendo.

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Una nuova ecologia del quotidiano per Auletta può dispiegarsi solo in un processo, lungo un percorso in cui le attivazione di dispositivi, materiali e immateriali, siano orchestrate e articolate in modo sapiente e sensibile, in modo distribuito nel tempo e diffuso nello spazio.

Il risultato è una partitura temporale di azioni e dispositivi - spazi, oggetti, servizi ed eventi - che nell'insieme sono in grado di realizzare un rinnovato ecosistema, di far emergere nuovi modi di vita, nuove idee di benessere, nuove forme della quotidianità, flessibili e capaci di auto-sostenersi nella lunga durata. 2. Territorio come risorsa Auletta è un comune di c. 2500 abitanti in Provincia di Salerno, un borgo su un promontorio, ferito dal terremoto del 1980. L'abitato è fiancheggiato a valle dal Fiume Tanagro che attraversa tutto il territorio fino ad incrociarsi con l'affluente Fiume Bianco nei pressi dell'area industriale di Buccino, inoltre ricade nell'area perimetrata del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Nonostante la indiscussa bellezza del paesaggio e la favorevole posizione geografica, vicino alla Certosa di Padula e alle Grotte dell’Angelo, Auletta non riesce ad attuare flussi turistici tali da poter essere economicamente rilevanti. Nonostante il forte impegno di soggetti territoriali come il Museo Mida, il flusso di presenze ad Auletta risulta poco sviluppato perché dal turismo si traggano reali benefici economici e di sviluppo occupazionale. Ciò, come sottolinea il Bando di Concorso, trova ragione in due aspetti: la scarsa conoscenza del territorio e della sua potenziale offerta da parte del bacino di utenza. Questo è principalmente dovuto alla scarsa lungimiranza delle istituzioni che – negli anni passati - hanno privilegiato l’industrializzazione, sovvenzionata, di aree a prevalente vocazione agricola che con la crisi si sono trovate spiazzate e prive di risorse. Promuovere turisticamente le aree interne è un’operazione lunga e può dare risultati a lungo termine: il primo passo per una promozione turistica efficace è la proposta di un ambiente sano, pulito e armonico.

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Auletta e i comuni confinanti: un patrimonio da 21.851 abitanti Fa parte della comunità montana Tanagro- Alto e Medio Sele cui appartengono anche Caggiano, Salvitelle, Buccino. Rientra nella perimetrazione del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano insieme a Petina, Polla, Sicignano degli Alburni. Il tracciato della ferrovia Sicignano- Lagonegro connette Petina con Auletta, Pertosa e Polla.

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Auletta e il blu Il Tanagro lungo 92 km, dai romani chiamato Tanager, fiume negro, per la natura ferrosa dei minerali che contiene era considerato una divinità dalle popolazioni agricole- pastorali. A Pertosa è attiva, lungo il corso d’acqua, una centrale idroelettrica ad acqua fluente che ha una potenza netta efficiente 18.40MW/ h. A completare il quadro inerente una delle risorse più interessanti del territorio aulettano, la presenza di circa 20 sorgenti ed una piovosità media annua di 1600 mm. Da queste indagini scaturiscono le attività ipotizzate in progetto per lo sfruttamento della risorsa a zero impatto sull’ambiente come la collocazione di piccolo idroelettrico e cisterne per raccolta e deputazione acque meteoriche.

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Auletta e il verde Questo è il paese dell'olio d'oliva, di cui vanta una grande produzione. Circa 790 aziende agricole producono olive, uva, carciofi bianchi, fagioli, rafani, ciliegie, cereali, foraggi. Le azioni immaginate per valorizzare l’ agricoltura sono tese ad ottimizzare la risorsa mettendo in rete i produttori perchè possano meglio rispondere alla domanda di prodotti di qualità da parte dei consumatori e a mettere in forma piccole architetture rurali. Si tratta di strutture in grado di produrre energia da fonte rinnovabile ed accogliere spazi di servizio all’agricoltura: gli eco- capanni

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Auletta e il turismo Sono presenti diverse iniziative legate alle attività ludico-sportive come rafting, speleoraft, canyoning e pesca. Le grotte (dell’ Angelo, della Signora, dell’Acqua) sono inserite in un percorso di visita e accolgono circa 100.000 visitatori all’anno.Vi sono resti archeologici sia ad Auletta che nei comuni limitrofi, principalmente a Buccino. Ma, mentre queste sono risorse note e in qualche misura utilizzate la linea ferrata Sicignano- Lagonegro, chiusa nel 1987 ed ufficialmente non soppressa, è il vero asso nella manica per l’intero territorio. Il binario è ancora presente lungo tutta la tratta: la linea serve Pertosa (grotte) e Padula (certosa), il percorso attraversa altri siti di interesse turistico ed è alla base di una delle azioni- dispositivo ipotizzate per implementare la presenza di turisti non giornalieri che possano contribuire ad un reale sviluppo economico- occupazionale dell’area.

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Auletta e gli aulettesi La popolazione è diminuita di quasi mille unità negli ultimi 70 anni a causa del fenomeno di emigrazione verso l’esterno. Il trend della popolazione nel 2001/2010 è di -1,3%. L’età media aumenta: nel 2010 è di 43 anni. Ogni mille abitanti ne nascono 6,1 e ne muoiono 10,2. Tra gli obiettivi della proposta progettuale quello di “riportare a casa” i giovani che ad oggi lavorano fuori dalla loro terra “attirandoli” con nuove occasioni occupazionali e una qualità della vita ottimale basata sull’insegnamento della cultura contadina e nuovi modi di vita sostenibili.

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3. Obiettivi progettuali Il contesto territoriale di Auletta e lo scenario contemporaneo, esprimono la volontà di una sostenibilità sociale, economica e ambientale a lungo termine. Un desiderio di rilancio dopo l’abbandono significa volere intraprendere un processo complesso, molto lungo e delicato. L’orientamento alla realizzazione di un ecosistema localizzato, flessibile e sostenibile deve innanzi tutto fissarsi degli obiettivi pratici, al fine di migliorare per prima la vivibilità del territorio. Entro questo orientamento, ci poniamo alcuni più piccoli obiettivi. Obiettivi legati allo sviluppo di dispositivi sia materiali che immateriali a supporto delle attività locali e della vita quotidiana dei residenti, come il lavorare, il socializzare, il nutrirsi. Ciascun dispositivo deve portare con sé una proposta gestionale convincente. Questo renderà il dispositivo stesso credibile e fattibile, cin grado di tener conto della processualità del progetto, dei suoi attori. Solo così gli interventi potranno essere valutati secondo indicatori di sostenibilità sociale, ambientale ed economica. L’obiettivo è quindi quello di generare dal presente un ecosistema di pratiche e servizi capace di auto-sostenersi e rinnovarsi nel futuro. Per superare le difficoltà tipiche delle istituzioni tradizionali, i servizi che progettiamo sono aperti, decostruiti per essere poi rimontati e riportati all’unità quando visti tramite lenti nuove. Ragioniamo in termini di potenziale distribuito, di sostegno alle capacità delle istituzioni attraverso un’attenta strategia gestionale. Vogliamo dunque realizzare un progetto che: - migliori la qualità di vita della comunità - sia facilmente gestibile dall’Amministrazione comunale - sviluppi e rafforzi il turismo - generi delle importanti ricadute territoriali - sia sostenibile sotto ogni punto di vista: ambientale, economico, sociale e culturale 4. Una nuova ecologia del quotidiano 4.1 Definizione Un progetto strategico e a lungo termine per il rilancio di un territorio non deve produrre un’idea rigida e statica di quello che sarà il futuro, quanto piuttosto individuare un modello metodologico capace di aggiornarsi ciclicamente, adattandosi ai cambiamenti e alle instabilità tipiche del mondo contemporaneo. L'ecosistema del quotidiano che immaginiamo e che vogliamo sviluppare per Auletta, sarà il risultato di una molteplicità di eventi, di scelte consapevoli che avranno luogo alle più diverse scale spaziali e temporali. All'interno di questo complesso e dinamico organismo emergeranno nuovi modi di vita, nuove idee di benessere, nuove forme della quotidianità. La transizione verso la sostenibilità passerà anche, e forse soprattutto, dal come e dal quando queste forme di vita quotidiana sapranno trovare nuove direzioni verso cui orientare la propria ricerca di benessere. Questo progetto mostra e propone esempi di una visione di ciò che è possibile e facile trasformare nel campo della sostenibilità quotidiana, promuove e approfondisce tematiche progettuali legate alla promozione di stili di vita sostenibili e alla generazioni di soluzioni promettenti su cui basarsi.

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Dando visibilità a come potrebbe essere la vita quotidiana in una città sostenibile, si vuole indagare come nello spazio della contemporaneità, possano co-evolvere comportamenti, domanda di prodotti, servizi produttivi e offerta di soluzioni. La nostra ricerca è di proposte immaginifiche ma concrete, per uno spostamento dai prodotti ai sistemi, esplorando alternative che conducono all'esperienza più che al consumo, come modo per ottenere il cambiamento, senza dover convincere le persone a consumare di meno o a compromettere la loro nozione di benessere. La nostra figurazione di comunità sostenibile adotta quindi il punto di vista e la metodologia operativa della dimensione quotidiana dell'esistenza, in cui il mondo è visto da chi lo abita. I progetti di vita degli abitanti di Auletta divengono parte del nostro progetto, l'agenzia inventiva e i momenti adattivi di ciascun attore sociale. Nella prospettiva della sostenibilità come sopra definita, la necessità di reinventare il quotidiano si amplifica enormemente e le funzioni elementari dell'esperienza di tutti i giorni si presentano come interrogativi cui dare risposta diventa una sfida progettuale: come potrebbe essere a vita quotidiana in una società sostenibile? Come ci si prende cura di sé e degli altri, si lavora, si studia, ci si muove? Come si coltiva una rete di rapporti personali e sociali, si stabilisce una relazione non distorta con l'ambiente? Questo progetto delinea alcuni scenari possibili e alternative praticabili, immaginando ciò che non c'è, a partire dalle risorse disponibili, per provare a realizzarlo. La costruzione del futuro sostenibile e virtuoso corrisponde a un processo sociale, complesso e di apprendimento, fatto di un vasto intreccio di iniziative in cui si procede per successi parziali, errori, effetti imprevisti, imparando dall'esperienza. Iniziative in cui tutti hanno un ruolo e in cui tutti con diverse responsabilità e potere giocano la loro partita. La progettualità diffusa è coltivata e promossa. Si può operare su questo terreno con gli strumenti del design, facilitando lo sviluppo e la diffusione capillare di capacità progettuali e di contesti che ne favoriscano l'applicazione. Il quotidiano, oltre ad essere un sistema su cui è possibile operare con strategie d'intervento dal basso, è anche il terreno di coltura di forme di innovazione sociale diffusa e dell'emergere di nubi sistemi di prodotti e servizi. Operare sul quotidiano implica dunque partire dall'osservazione delle persone nei loro contesti, dalle loro domande e invenzioni comportamentali. Significa considerare le scelte delle imprese e le politiche degli enti pubblici, partendo da una scala micro per poter generare effetti macro. Una quotidianità sostenibile dovrà basarsi su una nuova sequenza di soluzioni. Si parte dal definire i risultati attesi per poi facilitare la strutturazione di reti di persone, prodotti e infrastrutture con cui raggiungerli. La concezione e lo sviluppo di soluzioni sostenibili richiede l'impiego di un appropriato sistema di strumenti concettuali e operativi. Un sistema flessibile, per certi versi liquido, in grado di aggiustarsi nel tempo, cogliendo le opportunità che di volta in volta si presentano e arginando le criticità che possono manifestarsi lungo il percorso.

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4.2 Strategie Le strategie adottate per raggiungere gli obiettivi descritti appartengono a quattro aree tematiche: vivibilità, accoglienza, eredità ed energia. Vivibilità La vivibilità di un luogo ha caratteri sia ambientali che sociali, è definita dal benessere dei cittadini che abitano tale luogo ed è – nello scenario post-industriale contemporaneo – il presupposto a qualunque ulteriore sviluppo. Abbiamo riconosciuto diverse problematiche e dispiegato un numero di strategie volte ad affrontarle. Per prima cosa è stato individuato il Parco a Ruderi come sito nevralgico per la trasformazione del tessuto, attraverso la localizzazione flessibile di funzioni urbane strategiche private e pubbliche. Ciò consente il contenimento del consumo di suolo e una densificazione qualitativa del centro storico, che vede così rinnovarsi un patrimonio urbanistico e architettonico di pregio. Una seconda area fondamentale per migliorare la vivibilità di Auletta è definita dal sistema della mobilità: molti dei dispositivi studiati sono volti a diminuire la mobilita obbligata verso altri centri per trovare servizi e prodotti attualmente difficilmente rintracciabili all’interno del Comune di Auletta. Una terza area di intervento nella direzione della vivibilità riguarda la riqualificazione degli spazi aperti, che perseguiamo attraverso l’istituzione di nuovi elementi urbani, tra il pubblico e il privato, e con la definizione di eventi ciclici che possano reinterpretare e riscoprire il carattere pubblico di piccoli spazi sociali altrimenti invisibili. Oltre alle operazioni nel centro storico, anche la tutela e la valorizzazione del paesaggio agricolo e naturale rientrano in queste aree di intervento. Una quarta area sempre legata alla vivibilità riguarda il potenziamento e il riequilibrio dell’offerta di servizi di interesse pubblico tramite la riqualificazione ed integrazione di poli di servizi all’interno della città, dal carattere innovativo e collaborativo. Le attività localizzate nel territorio di Auletta sono quindi attività riguardanti il lavoro, la formazione, l’intrattenimento e l’erogazione dei servizi, svolte in forma decentrata e integrata con le aree residenziali che, in questo modo, collaborano a generare un nuovo senso del luogo. L’utilizzo di tecnologie come la connessione a banda larga e il wifi pubblico favoriscono il decentramento e la ricomposizione delle attività e dei servizi, connessi a livello globale, ma radicati localmente, capaci di promuovere circuiti locali di persone, materiali ed energia. Accoglienza Un tema fondamentale per il rilancio di Auletta e del suo territorio è il turismo. Accoglienza significa, quindi, prima di tutto attrattività e poi capacità ricettiva, in un ambiente in cui il benessere diventa il carattere principale. Il territorio di Auletta è già un richiamo per un numero discreto di turisti. Tuttavia Auletta nella visione proposta diviene attraente su due ulteriori livelli: sul piano della quotidianità costruendosi come laboratorio di sostenibilità, o meglio di resilienza; sul piano puntuale degli eventi attraendo persone da un bacino internazionale mostrando la propria produzione sociale e materiale, in eventi che ne riassumano il carattere innovativo.

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Eredità Auletta eredita molto dal proprio passato: meraviglie, ma anche catastrofi. Con il termine eredità qui identifichiamo sia il patrimonio storico e culturale di tutto il territorio circostante, che la storia non scritta delle persone del luogo, il sapere del loro fare e del loro operare strumenti con maestria sempre più rara, la memoria di fatti e accadimenti che hanno scosso la terra come le vite dei cittadini irpini. Il tema della memoria, in particolare, in un luogo così ricco e così profondamente segnato dalla propria storia, è estremamente delicato e del tutto irrinunciabile per una ripartenza vera. Il tema dei saperi ambientali è poi fondamentale per capire il valore de Energia Il tema dell’energia è dettato dai tempi, ma anche dalle grandi risorse in termini di produzione energetica pulita che ha tutta l’Italia Meridionale. In particolare, per garantire un processo di trasformazione equilibrato, la produzione di energia elettrica è una risorsa importantissima, sulla quale è possibile fare delle previsioni attendibili. La soluzione efficace in questo momento è il “Conto Energia”, un programma europeo di incentivazione per la produzione di elettricità mediante impianti energetici alternativi permanentemente connessi alla rete elettrica. 4.3 Modello partecipativo Tradizionalmente un progetto di riqualificazione urbana è inteso come prodotto, come una mappa rigida che fissa dei vincoli, che siano strutture o funzioni, riferiti ad aree precise. Nel nostro caso si pensa invece di attivare un processo. Un processo che vede le persone come risorsa imprescindibile su cui costruire l’equilibrio complessivo. Le persone non sono qui considerate solo come una delle componenti del sistema ma piuttosto come il sistema stesso. Le loro attività, le capacità relazionali, le pratiche di condivisione saranno fondamentali nel decretare il successo dell’iniziativa. Se la partecipazione attiva della comunità all’interno dei sistemi previsti dall’ecosistema è il cardine su cui è costruito l’intero processo, si prevede anche di implementare un’intensa attività di ascolto del territorio. Il tema dell’ascolto è imprescindibile per ogni politica legata allo sviluppo del territorio. Le aree coinvolte dall’ascolto sono le stesse che ci prefiggiamo come obiettivi progettuali: la vivibilità - e quindi la presenza di funzioni urbane strategiche, la qualità degli spazi aperti, la tutela e la valorizzazione del paesaggio agricolo e naturale, l’offerta di servizi di interesse pubblico – l’accoglienza – e quindi il turismo, l’attrattività e la ricettività. Come ascoltare il territorio? Il momento del workshop sarà il primo passo. Incontrare le diverse realtà locali, le persone che ogni giorno vivono il territorio per acquisire le informazioni necessarie a sviluppare il progetto nella maniera appropriata. Ci immaginiamo di far partire proprio in quel momento delle prototipazioni alla micro-scala di alcuni interventi del progetto al fine di acquisire i commenti dei presenti e di iniziare diffondere l’idea di ecosistema. Sperimentare in modo circostanziato una pratica è molto utile per capire il riscontro, e le reazioni dei cittadini ai diversi stimoli. Una volta avviata la fase di realizzazione sarà importante organizzare una serie di incontri aperti, contestualmente alle occasioni in cui la comunità si raccoglie per la festa, per comprendere le considerazioni degli abitanti in merito al funzionamento dell’ecosistema. Occasioni in cui

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informare e, al tempo stesso, essere informati dalle realtà locali. Dai resoconti di tali momenti di aggregazione sarà infatti possibile estrarre tutti quegli elementi (positivi e negativi) riferiti al territorio. L’ascolto diventa dunque parte del progetto. Le opinioni, le considerazioni, le segnalazioni dei cittadini devono essere visti ed utilizzati come risorsa, non tanto per immaginare una politica di partecipazione convenzionale, quanto piuttosto come un aiuto alla costruzione di una conoscenza profonda rispetto alle criticità e alle eventuali soluzioni spontanee che si presentano alla scala del territorio. Un processo di ascolto che non è mai finito e definitivo, un processo che va ripetuto, affinato e migliorato costantemente, un work in progress che muta al mutare della vita nel territorio. 4.4 Modello gestionale Immaginare un nuovo ecosistema del quotidiano per Auletta significa ragionare in termini di equilibrio. Questo può avvenire solo prendendo in considerazione sin da subito il tema gestionale. Il progetto che stiamo proponendo vuole generare un cambiamento. Nessun cambiamento, che abbia al centro le persone, può realmente verificarsi se non si tiene in considerazione il fattore tempo. C’è bisogno di tempo per avvicinarsi a nuove strutture, per cambiare delle pratiche quotidiane o per vedere un luogo come una nuova destinazione turistica. Pensando ad Auletta, ai suoi abitanti, ai turisti che si vorrebbero attrarre ci vengono delle domande. Come sarà l’area del Parco a Ruderi tra un anno? E tra cinque, quando i progettisti se ne saranno andati? La comunità si servirà realmente delle strutture realizzate o queste saranno semplicemente una nuova voce di costo nel bilancio comunale? I turisti troveranno ad Auletta quei servizi e quel clima di ospitalità che li porterà a tornarci in seguito? E’ molto difficile per il soggetto pubblico andare a risolvere problemi di tipo gestionale una volta che la progettazione è terminata, una volta che la realizzazione delle strutture è stata completata. La strada corretta è quella opposta. Progettare nuovi spazi, strutture e servizi in virtù di come questi potranno essere gestiti dalla comunità locale. La gestione dunque diventa parte integrante del progetto. O meglio diventa vincolo imprescindibile su cui costruire l’intero apparato progettuale, che si parli di edifici, di spazi pubblici o di servizi per abitanti e turisti. In Tools for Conviviality (1973), libro-manifesto per la creazione di una nuova società conviviale, Ivan Illich (1926-2002) evidenzia come la relazione dall’uomo allo strumento sia progressivamente divenuta una relazione dallo strumento all’uomo. Secondo Illich un sistema incentrato sulla macchina non può funzionare sul lungo periodo, in quanto le persone non possono conformarsi alle sue esigenze. Solo ribaltando la struttura che regola il rapporto tra uomo e strumento si può arrivare ad una nuova forma di benessere. Il progetto di un nuovo ecosistema del quotidiano per Auletta si propone un obiettivo molto semplice: aiutare la comunità a costruire nuovi strumenti. Strumenti, pensati in funzione delle reali esigenze della cittadinanza e delle istituzioni locali, che potranno essere utilizzati per soddisfare bisogni e desideri (che si tratti di energia, di nuovi spazi relazionali, di convivialità, di cultura, di turismo).

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Non si tratta dunque di immaginare il progetto di riqualificazione del Parco a Ruderi come un prodotto (un insieme di strutture e funzioni preconfezionate da calare sul territorio) per attrarre nuovi turisti quanto piuttosto come un processo (un insieme di azioni e di micro-cambiamenti volti a facilitare il soddisfacimento dei bisogni) da attivare localmente. La contemporaneità ha reso evidente quanto il peso dei costi di gestione sia di gran lunga superiore a quello di realizzazione. Troppo spesso nuovi servizi funzionano parzialmente, o nel caso peggiore non funzionano proprio, perché il soggetto pubblico non dispone delle risorse necessarie per manutenerli in maniera corretta. Biblioteche nuove di zecca che non possono essere aperte perché in fase di progettazione non si era considerato il costo dei bibliotecari. Grandi parchi realizzati senza avere idea di quanto costi manutenere un metro quando di verde ogni anno. E’ per questo che il modello gestionale diventa uno degli elementi portanti del progetto. Ogni dispositivo è stato immaginato in relazione alla sua possibile modalità di gestione. Molti dei nuovi interventi sono di tipo diffuso. Si evita di realizzare una nuova struttura in cui inserire una funzione (ad esempio un nuovo albergo), appoggiandosi a strutture già esistenti per diffondere quella funzione sul territorio (ad esempio delle stanze degli ospiti). Molti dei nuovi interventi sono gestiti direttamente dal cittadino. Il servizio pubblico è gestito dal privato, evitando l’impiego di risorse per nuovi dipendenti comunali. Metti una connessione wifi, un centinaio di libri e l’abbonamento a due quotidiani nazionali in una bar del centro ed ecco la biblioteca del futuro, completamente gestita dal privato. Il proprietario del bar di sicuro venderà più panini e caffè. Vantaggi per tutti. Molti dei nuovi interventi sono di tipo sistemico. I singoli interventi si supportano vicendevolmente, creando i presupposti affinché il sistema complessivo funzioni correttamente. Il museo è pensato, nella sua versione fisica, per ospitare oggetti che si sono rotti inaspettatamente. Alcuni di questi, dopo essere stati esposti, passeranno a dei laboratori artigianali per tornare ad una nuova vita. Molti dei nuovi interventi sono portatori di nuove microeconomie. I dispositivi sono dunque pensati per generare nuove forme di reddito. Vendere l’energia ricavata dagli impianti idroelettrici e fotovoltaici, creare microeconomie agricole vendendo prodotti direttamente al vicino di casa, commercializzare i cibi che si sanno meglio cucinare. Molti dei nuovi interventi sono fondati sul concetto di accesso. Condividere risorse, senza esserne proprietari in maniera esclusiva, significa utilizzarle in modo più flessibile ed efficiente, evitando sprechi di tempo e di soldi. La banca del tempo consente di barattare il tempo dedicato ad una qualche attività, la condivisione di utensili consente di risparmiare soldi e spazio in garage, le residenze su rotaia consentono di condividere con i paesi limitrofi le strutture idonee ad ospitare turisti e visitatori. Abbiamo dunque strutturato un modello gestionale, e di conseguenza progettuale, in modo da ridurre l’impatto economico che il soggetto pubblico dovrà sostenere in termini di manutenzione dei dispositivi. Al contempo tale sistema ci consente di bilanciare i costi (che seppur ridotti grazie a scelte progettuali intelligenti esistono) con la creazione di inedite microeconomie e nuove forme di produzione di reddito.

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4.5 Modello energetico Al fine di garantire un processo di trasformazione equilibrato e consentire al Comune di Auletta una gestione efficace dei nuovi spazi, edifici e servizi è necessario garantire al soggetto pubblico un incasso annuale fisso, indipendente da entrate più variabili generate dalle ricadute territoriali del progetto. Come fare? La soluzione più semplice e immediata attualmente in Italia è il “Conto Energia” nome comune assunto dal programma europeo di incentivazione per la produzione di elettricità mediante impianti energetici alternativi (fotovoltaico, mini e micro-eolico) permanentemente connessi alla rete elettrica. In Italia il Conto Energia prevede il riconoscimento, per un periodo di venti anni, di una tariffa incentivante per ogni kWh prodotto da sistemi energetici operanti in regime di scambio sul posto: l’energia prodotta viene conteggiata da un apposito contatore, installato in loco, prima di essere immessa nella rete di distribuzione nazionale, da cui viene successivamente prelevata dall’utente stesso per la copertura del proprio fabbisogno energetico. L’energia in esubero immessa nella rete viene “immagazzinata” e rimane fruibile dall’utente per i tre anni successivi, nei periodi in cui l’impianto non è in funzione (notte, manutenzione…) o la produzione risulta minore del fabbisogno (maltempo). Al ricavo derivante dal riconoscimento della tariffa incentivante, l’utente che investe nella realizzazione di un impianto alternativo di energia deve sommare il risparmio effettivo sulla bolletta della corrente: al termine dei venti anni in cui godrà dell’erogazione degli incentivi, l’utente continuerà ad immettere corrente nella rete e a prelevarla gratuitamente a seconda delle proprie esigenze, pagando eventualmente la sola parte di energia utilizzata e non prodotta, o potrà scegliere di vendere al Gestore la parte di energia non utilizzata. Ad esempio, se il Comune di Auletta riuscisse ad istallare sul suo territorio 200 KW di tecnologiche alternative, riuscirebbe, con una spesa di 350.000 € circa, ad accumulare ogni anno una cifra di circa 140.000 € garantita per venti anni dal GSE (il gestore dei servizi energetici nazionale). I 200Kw potranno essere suddivisi per diverse tipologie tecnologiche. Ad esempio: - 150Kw-fotovoltaico, possono essere installati su una superficie di circa 1000 mq distribuita sui tetti degli edifici pubblici o su aree pubbliche coperte. - 50Kw micro-idro turbine,16 turbine da 3 Kw distribuite lungo il corso del fiume. Il flusso d’acqua che scende mette in rotazione la turbina producendo energia meccanica; questa energia fa girare un generatore che la trasforma in energia elettrica. Un impianto micro-idro sfrutta l'energia potenziale posseduta dalla corrente di un corso d'acqua. Per gli impianti di dimensioni molto ridotte (2-3kW), la turbina, che è il componente principale di un impianto, può alloggiare direttamente nel corso d'acqua. Questo tipo di approccio è interessante perché permetterebbe al Comune ricavare ogni anno una cifra per gestire i differenti dispositivi localizzati sul territorio, e di fatto aumentare il grado di soddisfazione di abitanti, visitatori e turisti. 4.6 Strumenti Un insieme di primi strumenti vuole produrre nuove condizioni, assecondando un design fondamentalmente collaborativo, in cui la distribuzione di potenziale e di capacità permette il contributo di chiunque.

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Il benessere di una società non deve essere una ambizione utopica, ma un obiettivo e un progetto pratico. Noi ci prendiamo il rischio di fare proposte, consapevoli del fatto che questa ecologia del quotidiano non è una proiezione futuristica, ma sta già accadendo. Il momento del workshop diventa lo strumento di innesco, ascolto, ed aggiustamento della strategia, dove una selezione di dispositivi viene prototipata per un uso temporaneo. Di seguito sono elencati gli strumenti progettati, per la cui descrizione si prega di far riferimento alle tavole allegate. BANCA DEL TEMPO Come possiamo aumentare le relazioni tra i vicini in una società che diventa individualizzata? BIBLIOTECA NEL BAR Come azzerare i costi di gestione di una biblioteca e mantenere luoghi accoglienti in cui consultare libri e riviste? BICICLETTE LIBERE Come può il trasporto pubblico diventare più flessibile e adattarsi ai bisogni come la mobilità privata? CABINA DEGLI STRUMENTI CONDIVISI Come possono le dinamiche del web 2.0 ottimizzare l’uso delle risorse e rendere una cittadina più sociale e low-cost, invece che hi- tech? IL CAMPO IN CASA Come avvicinare i prodotti della terra ai consumatori legando l’agricoltura alla tavola e mantenendo l’orto rigoglioso? CUCINE DIFFUSE Come organizzare dei pasti eccezionali senza una cucina da ristorante? ABACO DELLE BIODIVERSITÀ Come realizzare un archivio e una vetrina della biodiversità, che siano operativi, mantenuti, ma senza costi di gestione? ARREDO URBANO FAI DA TE Come reinventare il confine tra spazio domestico e suolo pubblico, luogo denso di relazioni? SERRE FOTOVOLTAICHE Come può il trasporto pubblico diventare più flessibile e adattarsi ai bisogni come la mobilità privata? MUSEO DELLE COSE ROTTE Come può un trauma farsi metafore positiva, insieme intima e inclusiva? STANZE DEGLI OSPITI Come coordinare le stanze degli ospiti di un intero paese e permettere una accoglienza low cost? LAVATOIO LENTO Come ritrovare un tempo sociale nelle azioni di tutti i giorni – come nel fare il bucato?

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MICROZOO Come documentare e condividere la biodiversità nella comunità e con un pubblico più ampio? SALA DA TÈ Come unire l'accessibilità all'acqua con i saperi ambientali locali? MICROMULINO Come produrre energia dal fiume senza impattare sul paesaggio? MICROCINEMA Come dare un valore architettonico, artistico e sociale a ciò che è assente? RESIDENZE SU ROTAIE Come valorizzare il nastro interrotto che attraversa paesaggi e collega centri? CAPANNO DELLE PRODUZIONI Come unire i caratteri diffusi del paesaggio rurale, le pratiche lavorative e i nuovi bisogni energetici? UFFICIO DI VICINATO Come rispondere alle esigenze lavorative dei residenti direttamente nelle comunità? FABLAB Come coniugare il sapere artigiano locale con le necessità di progetto e produzione contemporanee? FESTIVAL DEI MODI DI VITA Come fare di un laboratorio del quotidiano una piattaforma aperta? SISTEMA DELL’ACQUA PIOVANA Come raccogliere l’acqua che cade sulle ampie superfici non sfruttate del paesaggio campano? 4.7 Workshop Il momento del workshop diventa lo strumento di innesco, ascolto, ed aggiustamento della strategia. # innesco A tutti gli effetti il momento di workshop, la seconda fase del concorso, potrebbe configurarsi come reale sperimentazione sul campo di questa nuova ecologia del quotidiano. Immaginiamo che la partitura temporale di dispositivi e azioni possa iniziare proprio da qui. In un momento condiviso con i cittadini, la spiegazione del nuovo ecosistema è seguita dalla messa in scena di sei prime azioni leggere e flessibili. ...l'abaco delle biodiversità un primo piccolo giardino allestito in un luogo centrale e simbolico di Auletta, le piante interrate in vasi mobili e trasportabili, che invoglieranno la prima adozione da parte dei cittadini ...il museo delle cose rotte

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la collezione inizia da subito: attraverso un archivio mobile o con la predisposizione di un luogo fisico ad hoc, le esperienze degli "oggetti interrotti" degli abitanti si manifesta, ed inizia la creazione della storia condivisa. ...le cucine diffuse perché non immaginare che, già in una prima giornata sperimentale, i luoghi del parco a rudere si facciano collettori di esperienze culinarie condivise? Gli abitanti verranno invitati ad incontrarsi, per poi ordinare pasti preparati nelle cucine di diverse famiglie di Auletta. La condivisione di un momento conviviale. ...il fablab ma anche il fablab, che potrebbe innescarsi direttamente nel laboratorio di un artigiano che abbia voglia di iniziare ad insegnare come dare o ridare vita agli oggetti. ...e le bici libere ed anche, in maniera molto semplice, le prime biciclette potranno essere messe a disposizione e localizzate in punti strategici per alcuni primi giri panoramici. ...il microcinema la giornata del workshop si concluderà poi con una proiezione al microcinema "Matta-Clark", in cui verranno condivisi in un unico luogo le esperienze diffuse della giornata e gli "scenari futuri" # ascolto ed aggiustamento L'importanza di questo primo passo non è marginale, è il primo momento di sperimentazione collettiva sotto la direzione artistica e progettuale del gruppo di lavoro, e fungerà da collettore di informazioni, pareri, commenti e reazioni che porteranno all'affinamento dell'intero sistema. I momenti di sperimentazione collettiva, sono da intendersi infatti come occasioni che possono, anzi devono, essere ripetute in modo da alimentare virtuosamente l'intero sistema. Tra i dispositivi proposti, sono quindi molto importanti per il sistema i momenti di ascolto che prevediamo: il Festival dei Modi di Vita sopra tutti. Operazioni che ciclicamente prevediamo di organizzare sul territorio e con i cittadini per riconoscere le pratiche che hanno preso piede, per concludere quelle che naturalmente si esauriscono e per innescare quelle che ancora non immaginiamo. 4.8 Fattibilità Ragionando in termini di ecologia del quotidiano, il progetto nasce e vive grazie alle presenza di una molteplicità di strumenti collocati in maniera diffusa sul territorio. L’attivazione di tali strumenti vuole portare ad un nuovo concetto di sostenibilità locale, declinabile sotto diversi punti di vista: ambientale, economico, sociale, culturale, turistico. Diventa pertanto fondamentale andare ad illustrare la parte riferita alla fattibilità della proposta. I costi Trattandosi di un progetto che prevede l’attivazione di ventiquattro strumenti, o se si preferisce dispositivi, non ci pareva particolarmente sensato andare a definire dei costi specifici. Riteniamo poco realistico allocare dei numeri già definiti con precisione in funzione di un qualche tipo di parametrazione standard. Gli interventi sono troppi e di natura troppo differente per ragionare in tal modo. Inoltre procedendo in questo senso non si terrebbe conto delle opportunità da poter cogliere sul territorio e delle criticità che potrebbero emergere dal territorio stesso.

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Ci è sembrato dunque più opportuno individuare degli intervalli di costo (frutto delle nostre precedenti esperienze di progettazione a diversi livelli: architettonico, energetico, di sistemi di servizio), entro i quali inserire il costo di realizzazione e di gestione annua di ogni dispositivo. Gli intervalli di costo individuati sono: 0 - 5.000 euro 5.000 - 15.000 euro 15.000 - 30.000 euro 30.000 - 50.000 euro 50.000 - 75.000 euro 75.000 - 150.000 euro 150.000 - 250.000 euro La realizzazione di tutti gli strumenti attivati dal progetto è compresa in un intervallo di costo che va da 755.000 euro a 1.310.000 euro. Il gruppo di progetto si impegna a realizzare l’intero sistema al costo di 1.000.000 di euro. Tale costo sarà spalmato su un arco temporale di trenta mesi. Il costo annuo per la gestione di tali strumenti è compreso in un intervallo che va da 155.000 euro a 380.000 euro. Parlando di gestione ci riferiamo ai costi riferiti alle persone, alla manutenzione e alle forniture necessarie per garantire il corretto funzionamento dei diversi dispositivi. Per un quadro dettagliato dei costi dei singoli dispositivi si veda il paragrafo 4.6 Strumenti. I ricavi Il progetto prevede anche delle entrate fisse, indipendenti dalle ricadute economiche che si avranno sul territorio in termini turistici e/o culturali. Riteniamo questo aspetto molto importante. Garantire al Comune un’entrata fissa che consenta di coprire buona parte dei costi di gestione. Grazie a due degli strumenti proposti, i micromulini e le serre fotovoltaiche, il Comune di Auletta potrà vendere energia pulita incassando una cifra decisamente importante: circa 100.000 euro per il primo anno e circa 140.000 dal secondo anno in avanti (da quando cioè il sistema energetico sarà completamente a regime). Queste entrate sono garantite per un arco temporale di venti anni. E’ importante poi considerare tutte quelle ricadute economiche che il progetto andrà a garantire al soggetto pubblico, al territorio e ai suoi abitanti. L’attivazione di una serie di microeconomie domestiche e alla scala locale, le economie di risparmio dovute al consolidamento di pratiche di condivisione, le entrate generate dal turismo che beneficerà del sistema dell’accoglienza ritenuto centrale all’interno della proposta. Riassumendo in numeri, avremo per il progetto a regime le seguenti voci: Costo di realizzazione euro 1.000.000 Costo di gestione (annuo) euro 155.000 - 380.000 Ricavo per la vendita di energia pulita (annuo) euro 140.000 L’ecosistema immaginato per Auletta non è un progetto rigido, calato dall’alto. E’ piuttosto un processo, un percorso che nel tempo verrà affinato grazie al coinvolgimento di stakeholder locali e della cittadinanza.

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Per questo motivo, la sua struttura è flessibile, per certi versi liquida. Un sistema capace di acquisire nuove informazioni, di raccogliere i contributi delle persone, di leggere e cogliere le opportunità che di volta in volta si presentano. Un progetto di riqualificazione urbana che attraverso una serie di piccoli aggiustamenti ripetuti nel tempo, andrà a conferire un equilibrio armonioso del tutto, anche e soprattutto sotto il profilo economico.


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