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P.S.R. 2007-‐2013– MISURA 124 Dgr n. 745 del 15/03/2010
PROGETTO DI RICERCA E SVILUPPO TECNOLOGICO Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nei settori
agricolo, alimentare e forestale
PROGETTO CoCaL:
CONCIMAZIONE CON SUBSTRATO DI FUNGAIA PER IL
MANTENIMENTO DEL CARBONIO DEI SUOLI AGRARI
RELAZIONE DI SINTESI
I PARTNERS:
− Università degli Studi di Padova Dipartimento di Agronomia
Animali Alimenti Risorse Naturali e Ambiente DAFNAE –
Legnaro (PD)
− Società Cooperativa FUNGAMICO
− O.P. CONSORZIO FUNGHI DI TREVISO S.C.A.P.A.
− Società Cooperativa Agricola FUNGHI VALBRENTA
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Obiettivi Gli obiettivi del presente progetto possono essere suddivisi in obiettivi generali e obbiettivi specifici come di seguito elencato.
Tra i primi il progetto si prefigge di mettere a punto tecniche agronomiche in grado di mantenere la fertilità dei suoli agrari con particolare riferimento a quelli utilizzati in maniera intensiva per la produzione di orticole e di ridurre le emissioni di anidride carbonica per mezzo dell’incorporamento nei terreni di sostanza organica non facilmente decomponibile.
Tra gli obiettivi specifici i principali possono essere individuati nella caratterizzazione delle matrici derivanti dalla coltivazione di diversi tipi di funghi (essenzialmente prataiolo “Agaricus bisporus” o “Agaricus ortensis” e pleuroto “Pleurotus Ostreatus” Jacq.:Fr – Kummer), nella valutazione ambientale dell’uso di tali matrici (rilasci di nutrienti, miglioramento della fertilità ecc.), nella messa a punto di idonei itinerari agronomici per l’utilizzo di tali matrici e nell’identificazione delle più opportune dosi da utilizzare in funzione delle principali specie orticole.
Anche per quanto riguarda i benefici ottenibili con il presente progetto è possibile identificare una parte generale (benefici per l’ambiente) e una parte specifica (benefici per i singoli attori della filiera).
La messa a punto delle più idonee tecniche agronomiche/colturali per l’impiego del letame di fungaia permetterà di aumentare la sostenibilità sia economica che ambientale sia dei produttori di funghi che degli utilizzatori della matrice permettendo, nel lungo periodo, un aumento dello stoccaggio del carbonio nei suoli, un innalzamento della fertilità dei terreni nonché una riduzione della pressione ambientale. Altro aspetto molto importante è legato alla possibilità I singoli attori della filiera otterranno un grande beneficio da progetto essenzialmente perché verrà resa loro disponibile una matrice organica disponibile con continuità nell’arco dell’anno, di grande valore ambientale ed agricolo. Per i fungicoltori la ricerca, una volta condotta, permetterà di garantire una collocazione rispettosa dell’ambiente e con buone potenzialità economiche qualora potesse venire venduta.
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Materiali e metodi Caratterizzazione dei substrati In questa prima fase sono state selezionate 11 aziende, di cui 9 facenti parte della O.P. Consorzio Funghi di Treviso, dislocate nel territorio Veneto (Tab. 1). I tipi di substrato sottoposti alle analisi sono riconducibili a 4 tipologie:
-‐ a-‐pp, formato da paglia e pollina; -‐ a-‐pl, formato da pollina e letame; -‐ a-‐ppl, formato da paglia, pollina e letame; -‐ p-‐p, formato da sola paglia.
Sono stati effettuati due campionamenti (autunno 2013 e primavera 2015) e, nel caso dell’autunno 2013, le caratteristiche del substrato sono state valutate in tre momenti durante la coltivazione dei funghi (Fig. 1):: in “entrata”, cioè prima dell’inizio della coltivazione, “fine 2^ volata”, al termine del secondo ciclo di coltivazione e “fine 3^ volata”, con cui si conclude il ciclo di coltivazione, quando il substrato si può considerare “spento” e viene quindi destinato allo smaltimento. Sui substrati sono state effettuate le analisi che consentono di valutare i principali parametri chimico-‐ fisici.
Nello specifico, il contenuto di sostanza secca è stata analizzato secondo la metodica ufficiale EN 13040; successivamente il contenuto di sostanza organica è stato ottenuto secondo la metodica ufficiale EN 13039. Per quanto riguarda il contenuto di azoto, è stato utilizzato il metodo Kjeldahl. La determinazione del pH viene eseguita secondo la metodica ufficiale EN 13037. La determinazione della conducibilità elettrica è stata eseguita seguendo la metodica ufficiale EN 13038. Per la determinazione degli Figura 1. Substrato su letti di coltivazione.
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anioni e dei cationi, si è provveduto alla preparazione del campione secondo la metodica ufficiale EN 13652 e l’analisi è stata condotta tramite cromatografia ionica. Oltre alle analisi sopra esposte, è stata individuata la quantità di alcuni metalli pesanti, solubilizzando un’aliquota di substrato in acido cloridrico puro, portando a volume con acqua demineralizzata, e procedendo all’analisi con ICP (spettrometria di massa a plasma accoppiato induttivamente). Successivamente alla caratterizzazione dei substrati, sono state individuate tre aziende utilizzatrici di altrettanti diversi substrato. Sono state ripetute le analisi sui substrati scelti da destinare alle prove in pieno campo, in modo da avere dati certi sui quantitativi da spandere nelle varie tesi di concimazione. Le tesi di concimazione sono state disposte in campo secondo uno schema sperimentale a split plot, come riportato in figura 2. Per ogni tipo di substrato spento di fungaia, sono state messe a confronto un T0 (testimone non concimato) con le tesi T50 in cui il 50% del fabbisogno di N richiesto dalla coltura è stato soddisfatto con la concimazione minerale e il restante 50% tramite l’apporto di substrato spento di fungaia, con la tesi T100 in cui il 100% del fabbisogno di N è stato apportato tramite substrato spento di fungaia e una TMIN in cui l’azoto è stato apportato interamente tramite la concimazione minerale
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Prove in pieno campo -‐ Lattuga I diversi substrati esausti sono stati confrontati tra loro, oltre che essere messi a confronto con un testimone non concimato (verifica della fertilità residua del suolo) e con una tesi che riceverà una concimazione minerale in una prova di pieno campo. I trattamenti che verranno applicati faranno riferimento a diverse combinazioni di concimazione minerale e/o mista e/o organica. Il parametro di riferimento che verrà considerato sarà l’apporto di N che normalmente viene impiegato per ogni coltura, mantenendo uguali gli apporti di P e K. Per tutti e 3 i cicli colturali condotti (lattuga, porro e pomodoro da industria) la preparazione del terreno ha previsto un’aratura superficiale di circa 15-‐20 cm con lo scopo di interrare infestanti, aumentare la porosità e la capacità di ritenzione idrica. Successivamente è stato distribuito il substrato di fungaia e concimi nelle varie parcelle precedentemente individuate e con i rispettivi dosaggi. Lo schema sperimentale a split prot con tre ripetizioni realizzato su terreno argilloso-‐limoso, ha previsto il confronto fra le seguenti tesi realizzate su parcelle di 20 m2: -‐testimone non concimato (T0); -‐tesi trattata con concimi minerali (TMIN), 100% del fabbisogno in azoto è stato apportato in forma minerale; -‐tesi trattata con substrato a dose intermedia (T50), 50% del fabbisogno in azoto apportato in forma minerale e 50% con substrato di fungaia; -‐tesi trattata con substrato a dose alta (T100), 100% del fabbisogno in azoto apportato con substrato di fungaia. Nella prova sono stati impiegati substrato provenienti da 3 aziende produttrici di funghi presenti nella Regione Veneto che presentavano diversa composizione. La distribuzione dei fertilizzanti è stata effettuata manualmente con i quantitativi riportati nelle tabelle 2 (lattuga), 3 (porro) e 4 (pomodoro).. Per le tesi in cui l’apporto di fosforo e potassio non era completamente soddisfatto tramite substrato, si è effettuata un’integrazione minerale con urea (46%), perfosfato triplo (46%) e solfato di potassio (47%). A fine trapianto si è proceduto con irrigazione per aspersione al fine di ottimizzare l’attecchimento delle plantule. In prossimità della raccolta, per ciascun trattamento, sono state individuate le aree di saggio e, a maturazione commerciale, è stata effettuata la raccolta recidendo le pianta al colletto o estirpando il bulbo intero (porro). Per ogni area di saggio le varie piante raccolte sono state contate e pesate ed è stata inoltre quantificata la frazione di scarto e la quota commerciabile. Sui campioni freschi e secchi sono state poi condotte le diverse analisi qualitative.
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Analisi statistica adottata per tutte le prove condotte in campo Lo schema sperimentale a split plot con tre ripetizioni ha previsto il confronto tra 12 tesi derivate dalla combinazione fattoriale di 3 tipi di substrato spento di fungaia x 4 tesi di concimazione. L’elaborazione statistica dei dati ottenuti è stata effettuata con ANOVA e la separazione delle medie è stata realizzata mediante il Test HSD di Tukey.
Tesi (SF tipo PP)
Apporto di fertilizzanti SF (t/ha) N (kg/ha) P2O5 (kg/ha) K2O (kg/ha)
SF minerale SF minerale SF minerale T0 0 0 0 0 0 0 0
TMIN 0 0 80 0 60 0 110 T50 3 40 40 11 49 25 85 T100 6 80 0 22 38 50 60 Tesi
(SF tipo PPL) Apporto di fertilizzanti
SF (t/ha) N (kg/ha) P2O5 (kg/ha) K2O (kg/ha) SF minerale SF minerale SF minerale
T0 0 0 0 0 0 0 0 TMIN 0 0 80 0 60 0 110 T50 3 40 40 12 48 28 82 T100 6 80 0 23 37 56 54 Tesi
(SF tipo PL) Apporto di fertilizzanti
SF (t/ha) N (kg/ha) P2O5 (kg/ha) K2O (kg/ha) SF minerale SF minerale SF minerale
T0 0 0 0 0 0 0 0 TMIN 0 0 80 0 60 0 110 T50 4,3 40 40 14 46 27 83 T100 8,6 80 0 28 32 54 56
Tabella 2. Apporto dei macronutrienti tramite substrato spento di fungaia (SF) e fertilizzanti minerali per le diverse tesi a confronto per la prova di lattuga.
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Tesi
(SF tipo PP) Apporto di fertilizzanti
SF (t/ha) N (kg/ha) P2O5 (kg/ha) K2O (kg/ha) SF minerale SF minerale SF minerale
T0 0 0 0 0 0 0 0 TMIN 0 0 150 0 60 0 180 T50 9,5 75 75 43,4 16,6 84,8 95,2 T100 19 150 0 86 0 168,7 11,3 Tesi
(SF tipo PPL) Apporto di fertilizzanti
SF (t/ha) N (kg/ha) P2O5 (kg/ha) K2O (kg/ha) SF minerale SF minerale SF minerale
T0 0 0 0 0 0 0 0 TMIN 0 0 150 0 60 0 180 T50 12,3 75 75 52,5 7,5 92,5 87,5 T100 24,6 150 0 105 0 185 0 Tesi
(SF tipo PL) Apporto di fertilizzanti
SF (t/ha) N (kg/ha) P2O5 (kg/ha) K2O (kg/ha) SF minerale SF minerale SF minerale
T0 0 0 0 0 0 0 0 TMIN 0 0 150 0 60 0 180 T50 10 75 75 35,2 24,8 69,7 110,3 T100 20 150 0 70,4 0 139,3 40,7
Tabella 3. Apporto dei macronutrienti tramite substrato spento di fungaia e fertilizzanti minerali per le diverse tesi a confronto per la prova di porro.
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Tesi
(SF tipo PP) Apporto di fertilizzanti
SF (t/ha) N (kg/ha) P2O5 (kg/ha) K2O (kg/ha) SF minerale SF minerale SF minerale
T0 0 0 0 0 0 0 0 TMIN 0 0 150 0 100 0 200 T50 11 75 75 100 0 72,5 127,5 T100 22 150 0 100 0 145 55 Tesi
(SF tipo PPL) Apporto di fertilizzanti
SF (t/ha) N (kg/ha) P2O5 (kg/ha) K2O (kg/ha) SF minerale SF minerale SF minerale
T0 0 0 0 0 0 0 0 TMIN 0 0 150 0 100 0 200 T50 5,8 75 75 38,5 61,5 96 104 T100 11,6 150 0 77 23 143,7 56,3 Tesi
(SF tipo PL) Apporto di fertilizzanti
SF (t/ha) N (kg/ha) P2O5 (kg/ha) K2O (kg/ha) SF minerale SF minerale SF minerale
T0 0 0 0 0 0 0 0 TMIN 0 0 150 0 100 0 200 T50 10 75 75 26,2 73,8 65 135 T100 20 150 0 52,5 47,5 130 70
Tabella 4. Apporto dei macronutrienti tramite substrato spento di fungaia e fertilizzanti minerali per le diverse tesi a confronto per la prova di pomodoro
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Risultati Caratterizzazione dei substrati – primo ciclo Dalle analisi eseguite sui campioni di substrato, è emerso che non ci sono delle significative variazioni dei principali parametri fatta eccezione per il contenuto di alcuni metalli pesanti, per i quali sono state riscontrate tendenze differenti. Nello specifico si è potuto apprezzare un incremento della percentuale di sostanza secca del substrato in uscita, rispetto a quello in entrata, soprattutto nei substrati a-‐pp e a-‐ppl. La percentuale di sostanza organica ha subito un decremento in tutti i substrati utilizzati, anche se meno accentuato per quanto riguarda il substrato a-‐ppl, il quale si mantiene comunque su livelli più elevati. Il pH è leggermente più alto nei substrati in uscita, ma non tale da destare preoccupazione per il suo successivo utilizzo in pieno campo. Valori di conducibilità elettrica più bassi si riscontrano nel substrato a-‐ppl. Tendenzialmente tale parametro aumenta tra il substrato in entrata e quello in uscita per tutti i tipi di matrice considerati. Il rapporto C/N si attesta su valori di 15 per i substrati a-‐pl e a-‐pp. Il substrato a-‐ppl presenta valori leggermente più elevati, dovuti probabilmente alla presenza di tutte le matrici organiche all’interno del substrato. Per quanto riguarda cloruri, sodio e potassio possiamo notare valori costanti tra il substrato in entrata e il substrato esausto. Solfati, nitrati, magnesio e calcio presentano un aumento dei valori, seppur non significativo, nel substrato in uscita rispetto a quello all’inizio del ciclo di coltivazione. L’aumento più evidente riguarda il calcio, che quasi raddoppia per il substrato a-‐pl dall’inizio alla fine del ciclo di coltivazione, quasi certamente dovuto alla presenza di carbonato di calcio che viene addizionato al in sede di preparazione per la coltivazione degli champignon e che viene rilasciato gradualmente nel tempo. I fosfati, di contro, subiscono un dimezzamento del loro contenuto, tra il substrato in entrata e quello alla fine del ciclo di coltivazione, in tutte le matrici considerate. I metalli pesanti considerati sono stati cadmio, cromo, rame, nichel, piombo e zinco, i valori ottenuti nel substrato “fine 3^ volata” sono stati confrontati con i tenori massimi consentiti per gli ammendanti come da D. Lgs. n. 75 del 29 aprile 2010, risultando ampiamente inferiori ai limiti di legge. Nello specifico il cadmio resta costante in tutti i substrati considerati; anche il cromo diminuisce, fatta eccezione per il substrato a-‐pp per il quale si segnala un lieve aumento. Si segnala, ad ogni modo, che l’analisi fa riferimento al cromo totale. Rame, nichel e zinco tendono a rimanere piuttosto costanti mentre per il piombo si nota un aumento più evidente nel substrato a-‐pp e molto più contenuto nel substrato a-‐pl, mentre il substrato a-‐ppl segnala una diminuzione, seppur trascurabile. I livelli di fosforo presentano valori in lieve diminuzione dalla fine della seconda volata all’uscita del substrato.
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Il potassio diminuisce leggermente per il substrato a-‐pl, mentre presenta valori in crescita contenuta per gli altri substrati. Caratterizzazione dei substrati – secondo ciclo Nella primavera del 2015 è stato effettuato un secondo ciclo di caratterizzazione dei substrati utilizzati dalle fungaie per la coltivazione dello champignon. Oltre a verificare la costanza dei parametri, si è voluto verificare anche se il prelievo in diversi periodi dell’anno ha prodotto differenze degne di nota. Il capitolo successivo verrà dedicato al confronto dei substrati nelle due diverse annate e stagioni, mentre si seguito si riferisce delle differenze tra le matrici in prova. I valori di sostanza secca rilevati presentano valori differenti. I substrati a-‐pl e a-‐pp hanno fornito rispettivamente valori pari a 33,47 e 34,27% mentre il substrato a-‐ppl ha fornito il valore più elevato (quasi 50%). Valori così differenti sono giustificati dal fatto che questo parametro è il meno oggettivo tra tutti quelli considerati, in quanto è dipendente dalla gestione della singola fungaia (tempi e modalità di bagnatura del substrato), ma anche, in maniera più banale, dal tempo intercorso dallo scarico della camera di coltivazione ed il prelevamento del campione per l’analisi. Il contenuto di sostanza organica risulta ottimo registrando valori percentuali elevati per il substrato a-‐ppl (63,87%) e via via più contenuti per i substrati a-‐pp (59,59%) e a-‐pl (55,30%). Tale matrice, a fronte delle percentuali registrate, risulta ben fornita di sostanza organica. I valori di pH non presentano differenze tra i diversi tipi di substrato considerati, attestandosi su 6,3. La conducibilità elettrica mostra tenori non troppo elevati: il maggiore (6,53 mS/cm) è stato riscontrato nel substrato a-‐ppl. Gli altri substrati sono inferiori a 5,6 mS/cm. Il contenuto percentuale di azoto totale si attesta attorno al 2%. Per i diversi tipi di substrato non sussistono discostamenti degni di nota. Per quanto riguarda il rapporto C/N risulta il medesimo per tutti i substrati considerati. Caratterizzazione dei substrati – confronto Andando a confrontare i dati ottenuti nei due momenti di prelievo, è emerso che i valori non si discostano eccessivamente nelle due annate e nelle due stagioni. In particolare, il contenuto di sostanza secca risulta costante nei diversi tipi di substrato e nei due momenti di analisi, fatta eccezione per il contenuto di sostanza secca del substrato a-‐ppl, che nel 2015, risultato nettamente maggiore rispetto al 2014, probabilmente dovuto alle motivazioni riguardanti la gestione e i tempi di stoccaggio accennati nel paragrafo precedente. Andamento crescente, ma di entità trascurabile, è stato riscontrato nei parametri sostanza organica e pH nelle due annate a confronto. Nello specifico il contenuto di
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sostanza organica ha presentato un aumento medio di circa il 4% tra il 2014 e il 2015; per quanto riguarda il pH, l‘aumento medio è stato di circa il 6%. Nei riguardi del contenuto di azoto totale questo rimane abbastanza costante sia nei diversi tipi di substrato che nei diversi periodi di prelievo e analisi, evidenziando un lieve scostamento di circa 0,1%. Infine il rapporto C/N aumenta per i substrato a-‐pp e a-‐ppl mentre diminuisce per il substrato a-‐pl, anche se le variazioni riscontrate risultano comunque contenute. Prove in pieno campo – Lattuga Prendendo in considerazione gli aspetti ponderali e, in particolare, la produzione di biomassa totale, si sono riscontrate differenze significative solo per l’effetto principale della concimazione. In particolare il testimone non concimato (T0) ha ottenuto il valore minore pari a 33,3 t/ha con valori crescenti passando da TMIN a T100 a T50 con 45,5 t/ha. Tale risultato è legato alla forma di distribuzione dell’azoto. A livello statistico solo T50 e T0 si sono differenziati, in particolare T50 ha fornito produzione di biomassa totale maggiore del 26,8% rispetto a T0. La resa commerciale per ettaro è stata influenzata dalla concimazione . Soprattutto passando da T0 agli altri trattamenti si è registrato un incremento dei valori raggiungendo i massimi livelli in T50 con 34,9 t/ha. T0 è risultato il minore perché non sono stati forniti nutrimenti e la pianta ha potuto beneficiare solamente della fertilità residua del terreno. T50 risulta essere ancora la condizione più vantaggiosa per la lattuga anche se non si è differenziata da T100 e TMIN. Quest’ultimo risultato mette in evidenza la maggiore quota di scarto che è stata ottenuta per T50. Considerando la percentuale di sostanza secca i valori fra le tesi a confronto non si sono differenziati né in relazione ai tipi di substrato, né alla modalità di concimazione. Quest’ultimo fattore ha tuttavia presentato un apparente decremento dei valori da T0 alle tesi concimate che hanno presentato concentrazione di sostanza secca compresa tra il 5 e il 6%. La concentrazione di azoto rilevata nella pianta ha presentato valori piuttosto stabili e prossimi al 3% in tutti i trattamenti differenziandosi solamente nell’ambito della modalità di concimazione dove T0 ha presentato i valori più contenuti a causa dell’assenza di concimazione e anche al possibile dilavamento dell’azoto presente nel terreno in seguito alle intense precipitazioni avvenute durante il ciclo colturale. Considerando infine l’efficienza d’uso dell’azoto (NUE) registrata per i diversi trattamenti, l’impiego di diversi tipi di substrato spento di fungaia ha influito sull’efficienza d’uso dell’azoto (grafico 29). In particolare PP e PPL hanno manifestato la maggiore efficienza probabilmente in seguito alla presenza di pollina al loro interno. Tale componente, infatti, tende a rilasciare in tempi più rapidi i macronutrienti
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contrariamente a quanto avviene per paglia e letame. la modalità di concimazione, invece, non ha influito significativamente sul NUE presentando mediamente valori prossimi a 0.3. Considerando le analisi svolte sulla concentrazione di anioni e cationi, si sono osservate differenze significative a carico di alcuni elementi sia in funzione del tipo di substrato che della modalità di concimazione. Il contenuto di nitrati è risultato più elevato nelle piante ottenute con PL seguito da PPL e PP. Anche il contenuto di ammonio è risultato più elevato nelle tesi PL e PPL probabilmente in seguito alla presenza di letame. Il contenuto di cloruri è risultato ridotto nelle piante del trattamento TMIN e T0 e aumenta con il quantitativo di substrato apportato, passando da T50 a T100. Nel testimone totalmente organico si è registrato infine un quantitativo doppio rispetto a TMIN. Sempre in funzione della concimazione si sono osservati scostamenti significativi sul contenuto di nitrati nella pianta. In particolare i campioni di T0 hanno fornito, come atteso, il minor contenuto mentre TMIN ha il valore maggiore pari a 5579 mg/kg ps, molto inferiori ai limiti di legge. Sia per il contenuto di fosfati, sia per il contenuto di calcio si sono ottenuti valori simili e senza differenze significative. Invece per il contenuto di solfati, a livello statistico, il trattamento T0 si è differenziato notevolmente da T50, T100 e T MIN e il valore più alto si è ottenuto con T100. Per quanto riguarda il sodio sul peso secco, il valore più basso si è raggiunto con T0 mentre è aumentato aumentando Anche il contenuto di magnesio risulta influenzato dal tipo di concimazione, dove il testimone non concimato ha valori inferiori mentre in T50 e TMIN si sono osservati valori superiori del 15,7 e 12.7%, rispettivamente.. Prove in pieno campo – Porro La produzione totale non è stata influenzata dall’applicazione dei diversi tipi di SF, anche se risultati maggiori si sono ottenuti dal SF costituito da pollina e letame. Si sono invece osservate differenze significative in relazione ai trattamenti di concimazione effettuati. T0, come atteso, è stata la tesi che ha riportato i valori produttivi più ridotti, mentre le altre tesi hanno riportato valori analoghi e superiori alle 20 t/ha. In particolare la buona produzione di TMIN e T100 possono essere state determinate dalla prontezza d’azione della concimazione minerale e degli elementi disponibili del SF in seguito a mineralizzazione durante il lungo ciclo colturale che caratterizza il porro, nonostante le condizioni meteorologiche non siano state favorevoli. La produzione commerciale delle tesi concimate non si è differenziata fornendo valori intorno a 18 t/ha. Il valore più contenuto è stato registrato nel testimone non concimato, mentre la tesi T100 ha eguagliato la produzione della concimazione
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minerale. La tesi con concimazione mista ha registrato valori intermedi. La biomassa di scarto (grafici 35 e 36) è stata pressoché analoga in tutte le tesi concimate, i valori rilevati in T50 e T100 erano più alti rispetto al testimone. Il diametro delle piante non ha presentato variazioni in funzione del tipo di substrato utilizzato. Significative differenze invece sono state riscontrate tra le modalità di concimazione. TMIN ha prodotto piante dal calibro più elevato, con risultati decrescenti passando per T50, T100 e infine T0, dovuto con buone probabilità alla prontezza d’azione dei concimi minerali che hanno contribuito ad un maggiore sviluppo nelle fasi iniziali della coltivazione. Per quanto riguarda gli aspetti qualitativi, nell’ambito dei diversi tipi di SF non si sono riscontrate differenze significative mentre la concimazione minerale ha favorito un maggior accumulo di azoto organico rispetto alle altre tesi, mentre T50 e T100 non si discostano dal controllo non concimato. La concentrazione dei diversi anioni e cationi presenti nella pianta non hanno evidenziato scostamenti di rilievo. Prove in pieno campo – Pomodoro Le rese agronomiche riguardanti il pomodoro hanno evidenziato un quantitativo di biomassa totale su circa 50 t/ha, non mostrando differenze significative per quanto riguarda il tipo di substrato utilizzatoregistrando invece della variazioni, anche significative a livello di trattamento di concimazione. La tesi minerale ha mostrato i valori più elevati (66 t/ha): la tesi non concimata ha prevedibilmente fornito i valori più bassi, mentre le tesi T50 e T100 hanno mostrato valori intermedi e non diversi da quelli di T0 (49 t/ha e 54 t/ha rispettivamente). Il peso delle bacche mature non ha prodotto variazioni significative dal punto vista statistico, nè per quanto riguarda i tipi di substrato nè per le modalità di concimazione, anche se delle differenze sono comunque apprezzabili. Nello specifico il substrato a-‐pp ha fornito il quantitativo più elevato (116 t/ha) mentre per quanto riguarda la modalità di concimazione, la tesi in cui il 100% del fabbisogno di azoto è stato fornito con il substrato spento di fungaia ha dato il valore maggiore, superando di poco le 120 t/ha. Le altre tesi di concimazione hanno fornito valori progressivamente minori. Il peso delle bacche invaiate è costante tra i diversi tipi di substrato utilizzati, mentre presenta delle differenze anche se non significative, tra le varie tesi di concimazione. In particolare la tesi T50 ha presentato i valori minori (quasi 28 t/ha), mentre le altre tesi presentano valori analoghi (mediamente 40 t/ha), suggerendo una buona potenzialità di maturazione e quindi di incremento di valore delle bacche mature eseguendo una raccolta scalare del prodotto.
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Per quanto riguarda il quantitativo delle bacche immature, analogamente agli altri pesi registrati, non si sono riscontrate differenze significative nell’utilizzo dei diversi tipi di substrato spento di fungaia. Le varie tesi di concimazione hanno, invece, fornito risultati significativamente diversi. La tesi minerale ha registrato i valori più elevati (oltre 21 t/ha), valore che suggerisce una ulteriori potenzialità produttive della tesi, ma con un aumento della scalarità della produzione. Le bacche sovramature hanno fornito valori significativamente non diversi per quanto riguarda i diversi tipi di substrato, anche se il dato ottenuto dal substrato a-‐ppl risulta inferiore di circa il 17% rispetto agli tipi considerati. Le tesi di concimazione , anch’esse significativamente non diverse, evidenziano delle differenze apprezzabili. La tesi non concimata ha fornito i dati più elevati, fatto dovuto con buone probabilità alla carenza di nutrienti che ha spinto la pianta a maturare velocemente, per non incorrere in ulteriori stress nutrizionali e compromettere la produzione delle bacche. La tesi T50 ha registrato i valori più bassi (poco più di 14 t/ha), mentre le tesi minerale e la T100 hanno fornito valori intermedi.
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Conclusioni Dal punto di vista dei risultati analitici, il progetto ha permesso di aumentare in maniera molto importante le conoscenze relative all’utilizzo agronomico in orticoltura dei diversi substrati esausti di fungaia. Dalle prime prove sulla caratterizzazione dei substrati prelevati da tutte le aziende partecipanti il progetto sono emerse le buone caratteristiche agronomiche delle matrici e una bassa variabilità di tali caratteristiche tra i diversi fungicoltori. Le differenze legate alla preparazione delle tre diverse tipologie di substrato sono apparse non molto marcate facendo ipotizzare il possibile utilizzo di tutte e tre le matrici senza distinzione alcuna. Le principali differenze rilevate sui diversi compost sono state tra l’inizio del ciclo di produzione dei funghi e le prime volate mentre le caratteristiche chimiche rilevate al termine della seconda e terza volata sono state pressoché simili. Dal punto di vista operativo, l’unica caratteristica non propriamente positiva è l’elevato contenuto in acqua che rende particolarmente oneroso il trasporto delle elevate quantità di substrato necessario ad eguagliare le diverse concimazioni minerali che normalmente vengono adottate. Sulla base dei risultati agronomici ottenuti, è stata messa in evidenza la possibilità agronomica di utilizzare le matrici studiate in una successione orticola di pieno campo. Fermo restando che per ottenere risultati ancora più probanti e sicuri, sono necessari ulteriori studi (soprattutto su altre specie), è stata dimostrata la possibilità di utilizzare queste matrici con prevalente effetto fertilizzante piuttosto che ammendante. Sulla base dei risultati ottenuti sono infatti stati definiti i livelli ottimali di substrato che risulta necessario distribuire al fine di sostituire la fertilizzazione minerale favorendo un miglioramento dei suoli evitando al contempo pericolosi eccessi di nutrienti nel suolo che potrebbero venire dilavati. La scelta oculata delle specie ha permesso inoltre di mettere in evidenza la validità e utilità delle matrici testate sia in periodo primaverile con specie a ciclo breve sia durante l’autunno inverno sia in primavera estate con una specie a ciclo lungo (pomodoro da industria). I risultati su quest’ultima specie sono ancora incompleti dato che tutte le analisi di laboratorio sugli aspetti qualitativi verranno condotte in un prossimo futuro. Va precisato che, visto la graduale e lenta messa a disposizione nel tempo dei nutrienti da parte della sostanza organica, è ipotizzabile che nel tempo l’effetto positivo dell’impiego del substrato esausto di fungaia sia sempre maggiore.
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Prodotti della Ricerca Prodotto Numero Tesi di laurea 2
Brochure divulgativa 1
Articolo su Informatore Agrario 1
Riunione fungicoltori (3)
Presentazione a convegni Internazionali
(III ISHS Symposium on Organic Matter Management and Compost Use in Horticulture-‐ Murcia SP)
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Articoli su Atti di
(III ISHS Symposium on Organic Matter Management and Compost Use in Horticulture-‐ Murcia SP)
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Giornata divulgativa di chiusura del Riunione finale di Convegno
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(Circa 60 partecipanti)
Il materiale è disponibile anche al seguente link:
http://www.ricofpd.it/cocal.html
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P.S.R. 2007-‐2013– MISURA 124 Dgr n. 745 del 15/03/2010
PROGETTO DI RICERCA E SVILUPPO TECNOLOGICO Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nei settori
agricolo, alimentare e forestale
PROGETTO CoCaL:
CONCIMAZIONE CON LETAME DI FUNGAIA PER IL MANTENIMENTO DEL CARBONIO DEI SUOLI AGRARI
Università degli Studi di Padova Dipartimento di Agronomia Animali Alimenti Risorse Naturali e Ambiente DAFNAE – Viale dell’Università, 16 Legnaro (PD) www.ricofpd.it
O.P. CONSORZIO FUNGHI DI TREVISO S.C.A.P.A. 31036, Istrana (TV) Via Martiri della Libertà, 31 www.consorziofunghitreviso.it
Società Cooperativa Agricola FUNGHI VALBRENTA Via Latifondi, 16/A 36020 CISMON DEL GRAPPA (VI) www.funghivalbrenta.it
Fungamico soc. coop. Via Pisona, 9 37063 -‐ Isola della Scala (VR) www.fungamico.it STUDIO TECNICO DR. ROBERTO FAVA Largo Tiepolo 29 -‐ 36051 Creazzo (VI)