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RELAZIONE E BILANCIO al 31 DICEMBRE 2012 · Il 13 luglio Moody’s è intervenuta per la seconda...

Date post: 06-Jun-2020
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RELAZIONE E BILANCIO al 31 DICEMBRE 2012
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RELAZIONE

E

BILANCIO

al

31 DICEMBRE 2012

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Relazione e Bilancio

Al 31 Dicembre 2012

Banca di Valle Camonica

Società per Azioni

Capitale Sociale Euro 2.738.693,00

Registro Imprese CCIAA Brescia n. 00283770170

Sede Sociale e Direzione: Piazza Repubblica, 2 - 25043 Breno (BS)

Appartenente al “Gruppo Bancario Unione di Banche Italiane”

Aderente al Fondo Interbancario per la Tutela dei Depositi e al Fondo Nazionale di Garanzia

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Indice Cariche Sociali e Direzione Generale ............................................................................ 4 Articolazione territoriale del Gruppo UBI Banca ........................................................... 5 Il Rating ....................................................................................................................... 6 Principali dati e indicatori ........................................................................................... 8 Relazione sulla Gestione .............................................................................................. 9

Lo scenario di riferimento ............................................................................................. 10 L’attività della Banca di Valle Camonica nel 2012 .......................................................... 22 Il sistema di controllo interno ....................................................................................... 26 Prospetti di bilancio riclassificati ................................................................................... 28 L’attività di ricerca e sviluppo ....................................................................................... 42 Rapporti contrattuali con Società del Gruppo ................................................................ 44 Altre informazioni ......................................................................................................... 45 Fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell’esercizio ................................................... 68 Evoluzione prevedibile della gestione ............................................................................. 68 Proposte all’assemblea .................................................................................................. 69

Prospetti Contabili ..................................................................................................... 71 Stato Patrimoniale ........................................................................................................ 72 Conto Economico ......................................................................................................... 73 Prospetto della Redditività Complessiva ........................................................................ 74 Prospetto delle variazioni del Patrimonio Netto .............................................................. 75 Rendiconto Finanziario ................................................................................................. 77

La Nota Integrativa .................................................................................................... 78 Parte A - Politiche Contabili ....................................................................................... 79

A.1 - Parte Generale .................................................................................................. 79 Sezione 1 Dichiarazione di conformità ai principi contabili internazionali .............. 79 Sezione 2 Principi generali di redazione ................................................................ 79 Sezione 3 Eventi successivi alla data di riferimento del bilancio ............................ 84 Sezione 4 Altri aspetti .......................................................................................... 84 Elenco dei principi IAS/IFRS omologati dalla Commissione Europea ....................... 89

A.2 - Parte relativa alle principali voci di bilancio ....................................................... 92 A.3 - Informativa sul fair value ................................................................................ 113

Parte B - Informazioni sullo stato patrimoniale ........................................................ 117 Parte C - Informazioni sul conto economico ............................................................. 160 Parte D - Redditività complessiva ............................................................................ 179 Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura .................... 180

Sezione 1 Rischio di credito ............................................................................... 180 Sezione 2 Rischi di mercato ............................................................................... 206 Sezione 3 Rischio di liquidità ............................................................................. 233 Sezione 4 Rischi operativi .................................................................................. 240

Parte F - Informazioni sul patrimonio ...................................................................... 247 Parte G - Operazioni di aggregazione riguardanti imprese o rami d’azienda ............. 253 Parte H - Operazioni con parti correlate ................................................................... 254 Parte I - Accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali ................... 258 Parte L - Informativa di settore ................................................................................ 259 Allegati al Bilancio d’esercizio ................................................................................. 260 Articolazione territoriale .......................................................................................... 265 Relazione della Società di Revisione ........................................................................ 290 Relazione del Collegio Sindacale .............................................................................. 292

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Cariche Sociali e Direzione Generale

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

Presidente Maiolini P.I. Gianfranco (*) Vice Presidente Gregorini Dott. Martino (*) Consigliere Segretario Ghetti Dott. Massimo (*)

Consiglieri Brunori Dott. Ruggero (*), Degrandi Rag. Bruno (*), Medda

Dott. Ettore Giuseppe (*), Nolli Dott. Mario, Rizzi P.I.

Giovanmaria Giacomo, Tempini Dott. Egidio

(*) componenti del Comitato Esecutivo

COLLEGIO SINDACALE

Presidente Landriscina Dott. Francesco

Sindaci effettivi Farisoglio Rag. Angelo

Nulli Dott. Giovanni Sindaci supplenti Monchieri Dott.ssa Ilenia

Sterli Dott.ssa Clara

DIREZIONE GENERALE

Direttore Generale Kuhn Rag. Stefano Vittorio (*) Vice Direttore Generale Tosana P.I. Pietro

SOCIETÀ DI REVISIONE

KPMG S.p.A.

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Articolazione territoriale del Gruppo UBI Banca

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Il Rating

Nel corso dell’anno, in parallelo con la percepita mancanza di coesione dei governi

nell’orientare la riforma della governance europea e nell’adeguare i meccanismi di gestione

della crisi nell’area euro, le tensioni sui debiti sovrani e le crescenti difficoltà dello scenario

macroeconomico hanno portato le agenzie di rating a rivedere, in più riprese, i giudizi assegnati all’Italia e alle banche italiane, fra le quali UBI Banca.

Il 27 gennaio 2012, nell’ambito di un intervento su sei Paesi dell’Eurozona (posti in Rating

Watch Negativo il 16 dicembre 2011), Fitch Ratings ha peggiorato il giudizio sull’Italia da

A+ ad A- (-2 notch), mantenendo l’Outlook Negativo.

Il successivo 6 febbraio l’Agenzia ha rimosso i Rating Watch Negativi attribuiti il 20 dicembre 2011, operando una nuova serie di tagli alle valutazioni sulle principali banche

italiane. Nel caso di UBI Banca, il rating a lungo termine ed il Viability Rating sono stati

ridotti da A-/a- a BBB+/bbb+ (-1 notch), sempre con Outlook Negativo.

Il 14 dicembre Fitch ha confermato i giudizi e l’Outlook Negativo sul nostro Paese

procedendo, il 29 gennaio 2013, alla revisione delle quattro principali banche italiane, tra le

quali UBI Banca, i cui rating (e relativi Outlook) sono stati tutti mantenuti invariati.

Il 13 luglio Moody’s è intervenuta per la seconda volta nel corso del 2012 sul rating del

debito sovrano italiano con una riduzione di due notch, da A3 a Baa2, mantenendo

l’Outlook Negativo. In considerazione della portata delle azioni sui rating delle banche

italiane già effettuate il precedente 14 maggio, i correttivi che l’Agenzia ha ritenuto di applicare per tenere conto dei nuovi giudizi sul debito governativo sono stati molto limitati

ed hanno interessato solo 10 istituti, tra i quali non figura UBI Banca.

Si ricorda che il 13 febbraio 2012, nell’ambito di un’estesa manovra sui rating sovrani di

nove Paesi europei, l’Agenzia aveva ridotto da A2 ad A3 (-1 notch) il giudizio sul debito a

lungo termine dell’Italia, confermando l’Outlook Negativo ed annunciando, il successivo 15

febbraio, una revisione per possibile downgrading di 114 istituzioni finanziarie operanti in 16 Paesi europei.

Per l’Italia la revisione si era conclusa il 14 maggio ed era stata accompagnata da una

generalizzata riduzione dei rating a lungo termine di 26 banche italiane, riduzione che nella

quasi totalità dei casi aveva riflesso un più basso giudizio di Moody’s sulla solidità intrinseca

delle singole istituzioni. Relativamente ad UBI Banca, il Bank Financial Strength Rating era stato portato da C- (baa1) a D+ (baa3), mentre il rating a lungo termine era sceso da A3 a

Baa2. In entrambi i casi, l’Outlook era stato mantenuto Negativo.

Il 3 agosto 2012 Standard & Poor’s ha diffuso i risultati di una revisione del sistema

bancario italiano (che ha riguardato 32 istituzioni finanziarie) per tenere conto delle

peggiorate prospettive sull’evoluzione del rischio di credito in un contesto di recessione potenzialmente più severo rispetto a quanto originariamente ipotizzato. In tale ambito il

rating a lungo termine di UBI Banca è passato da BBB+ a BBB (-1 notch), sempre con

Outlook Negativo.

Già il 10 febbraio 2012 - per effetto del declassamento di due notch del debito sovrano reso

noto il 13 gennaio (da A a BBB+ con Outlook Negativo) e del conseguente peggioramento del BICRA italiano (da 3 a 4) - l’Agenzia aveva attuato una serie di azioni negative su 37

istituzioni finanziarie italiane, tra le quali anche UBI Banca il cui rating a lungo termine era

stato ridotto da A- a BBB+ (-1 notch), con Outlook Negativo.

Le tabelle di seguito riportate riepilogano i giudizi di rating attualmente assegnati al Gruppo

dalle tre agenzie internazionali.

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(i) L’Issuer Credit Rating riflette il giudizio sul

merito creditizio intrinseco della banca unitamente ad una valutazione del potenziale futuro supporto che la banca potrà ricevere in caso di difficoltà (dal governo o dal gruppo di appartenenza).

Breve termine: capacità di ripagare il debito

con durata inferiore ad un anno (A-1+: miglior rating - C: peggior rating)

Lungo termine: capacità di pagamento degli

interessi e del capitale su debiti di durata superiore ad 1 anno (AAA: miglior rating – D: default)

(ii) Il SACP rappresenta il giudizio sul merito creditizio intrinseco della banca, in assenza di supporto esterno (da parte del governo o del gruppo di appartenenza). Viene ottenuto partendo da un “Anchor SACP” che sintetizza la valutazione dei rischi economici e industriali propri del settore bancario italiano, poi rettificato per tenere conto di specifici fattori della banca quali la patrimonializzazione, la posizione commerciale, l’esposizione al rischio, la

raccolta e la situazione di liquidità, valutati anche in ottica comparativa

(I) Capacità di rimborso del debito in valuta

locale a lungo termine (scadenza pari o superiore a 1 anno). Attraverso la metodologia JDA (Joint Default Analysis) questo rating associa alla solidità finanziaria

intrinseca (Bank Financial Strength Rating) la valutazione circa le probabilità di intervento, in caso di necessità, da parte di un supporto esterno (azionisti, gruppo di

appartenenza o istituzioni ufficiali) (Aaa: miglior rating - C: default)

(II) Capacità di rimborso del debito in valuta locale a breve termine (scadenza inferiore a 1 anno)

(Prime -1: massima qualità - Not Prime: grado speculativo)

(III) Questo rating non si riferisce alla capacità di rimborso del debito, ma prende in considerazione la solidità finanziaria intrinseca della banca (attraverso l’analisi di fattori quali l’articolazione territoriale, la diversificazione dell’attività, i fondamentali finanziari, l’esposizione al rischio), in assenza di supporti esterni

(A: miglior rating – E: peggior rating)

(IV) Il Baseline Credit Assessment rappresenta l’equivalente del Bank Financial Strength Rating nella scala

tradizionale dei rating a lungo termine.

(1) Capacità di rimborso del debito nel breve

termine (durata inferiore ai 13 mesi) (F1+: miglior rating – D: peggior rating)

(2) Capacità di fronteggiare puntualmente gli impegni finanziari nel lungo termine indipendentemente dalla scadenza delle

singole obbligazioni. Questo rating è un indicatore della probabilità di default dell’emittente

(AAA: miglior rating - D: default)

(3) Valutazione della solidità intrinseca della

banca, vista nell’ipotesi in cui la stessa non possa fare affidamento su forme di sostegno esterno (aaa: miglior rating - f: default).

(4) Giudizio sull’eventuale probabilità, adeguatezza e tempestività di un intervento esterno (da parte dello Stato o di azionisti istituzionali di riferimento) nel caso la banca si trovasse in difficoltà (1: miglior rating - 5: peggior rating)

(5) Questo rating costituisce un elemento informativo accessorio, strettamente correlato al Support Rating, in quanto identifica, per ogni livello del Support Rating, il livello minimo che, in caso di eventi negativi, potrebbe

raggiungere l’Issuer Default Rating.

STANDARD & POOR’S

Short-term Counterparty Credit Rating (i) A-2

Long-term Counterparty Credit Rating (i) BBB

Stand Alone Credit Profile (SACP) (ii) bbb

Outlook Negativo

MOODY'S

Long-term debt and deposit rating (I) Baa2

Short-term debt and deposit rating (II) Prime-2

Bank Financial Strength Rating (BFSR) (III) D+

Baseline Credit Assessment (BCA) (IV) baa3

Outlook (deposit ratings) Negativo

Outlook (Bank Financial Strength Rating) Negativo

FITCH RATINGS

Short-term Issuer Default Rating (1) F2

Long-term Issuer Default Rating (2) BBB+

Viability Rating (3) bbb+

Support Rating (4) 2

Support Rating Floor (5) BBB

Outlook (Long-term Issuer Default Rating) Negativo

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Principali dati e indicatori (in milioni di euro)

B A N C A D I VA LLE C A M ON IC A S .p .A . 3 1/ 12 / 2 0 12 3 1/ 12 / 2 0 11

D A TI P A TR IM ON IA LI, EC ON OM IC I, OP ER A TIVI E D I S TR UTTUR A

Crediti vers o c liente la 1.7 9 9 1.890

di cui de terio rati 14 0 124

Racco lta dire tta da c liente la 1.7 19 1.613

Racco lta indire tta da c liente la , co mpres o il ris parmio as s icura tivo (a l va lo re di merca to ) 1.0 7 6 1.103

To tale ricchezza finanziaria 2 .7 9 5 2.716

P atrimo nio Netto (es c lus o utile di es erc izio ) 111 111

Utile de lla o pera tività co rrente a l lo rdo de lle impo s te 3 5

Utile de ll'e s e rc izio 1 1

Numero de i dipendenti e ffe ttivi 3 4 6 348

Numero s po rte lli bancari o pera tivi 6 6 66

IN D IC I D I S TR UTTUR A

Crediti vers o c liente la /racco lta da c liente la 10 4 ,6 6 % 117,18%

Racco lta ges tita (co mpres o as s icurazio ni)/racco lta indire tta 4 3 ,7 8 % 44,23%

IN D IC I D I R ED D ITIVITA ', EF F IC IEN ZA E P R OD UTTIVITA '

ROE (Utile de ll'e s e rc izio /P a trimo nio ne tto es c lus o utile de ll'e s e rc izio ) 1,0 4 % 0,66%

ROE a l ne tto de lle co mpo nenti no n rico rrenti 1,14 % 0,66%

COST/INCOME 1 (o neri o pera tivi/pro venti o pera tivi) 7 5 ,0 7 % 64,49%

COST/INCOME 1 a l ne tto de lle co mpo nenti no n rico rrenti 7 2 ,0 7 % 64,49%

COST/INCOME 2 (o neri o pera tivi + re ttifiche di va lo re s u c rediti/pro venti o pera tivi) 9 3 ,7 6 % 92,09%

COST/INCOME 2 a l ne tto de lle co mpo nenti no n rico rrenti 9 0 ,7 6 % 92,09%

Tax ra te 6 1,7 7 % 84,83%

Tax ra te no rmalizza to 7 3 ,5 1% 84,83%

Margine di inte res s e /pro venti o pera tivi 5 7 ,15 % 61,78%

Co mmis s io ni ne tte /pro venti o pera tivi 3 7 ,9 2 % 31,54%

Co mmis s io ni ne tte /s pes e de l pers o na le 9 9 ,9 0 % 92,10%

Rettifiche ne tte s u c rediti/c rediti vers o c liente la 0 ,6 0 % 0,96%

IN D IC I D I R IS C HIOS ITA '

So fferenze /c rediti vers o c liente la 4 ,15 % 2,79%

Crediti de te rio ra ti/c rediti vers o c liente la 7 ,7 8 % 6,56%

% co pertura s o ffe renze 3 3 ,5 1% 33,52%

% co pertura s o ffe renze a l lo rdo cance llazio ni 4 5 ,4 3 % 48,61%

% co pertura to ta le c rediti de te rio ra ti 2 5 ,3 2 % 22,87%

% co pertura c rediti in bo nis 0 ,5 6 % 0,55%

C OEF F IC IEN TI P A TR IM ON IA LI (*)

P atrimo nio di bas e /Attività di ris chio po ndera te 9 ,7 9 % 7,41%

P atrimo nio di vigilanza /Attività di ris chio po ndera te 12 ,0 1% 9,15%

(*) Le attività di rischio ponderate utilizzate per la determinazione dei coefficienti esposti comprendono lo sconto del 25% previsto per le Banche appartenenti ad un Gruppo Bancario che a livello consolidato rispetti il requisito minimo obbligatorio.

I ratios patrimoniali di dicembre 2012 non sono omogenei con il periodo di raffronto in quanto Banca d’Italia ha autorizzato il Gruppo all’utilizzo dei metodi avanzati come meglio specificato nella “Parte F – Informazioni sul patrimonio - 2.2- Adeguatezza patrimoniale” cui si rimanda.

Gli indicatori sono stati costruiti utilizzando i dati riclassificati riportati nel capitolo

“Informazioni sullo stato patrimoniale e sul conto economico riclassificati”.

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Relazione sulla

Gestione

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Lo scenario di riferimento

Nel corso del 2012, le decisioni della Banca Centrale Europea (BCE), le riforme nazionali e

quelle della governance economica europea hanno in larga misura dissipato il pessimismo

sulle prospettive della moneta unica che aveva aggravato la crisi dei debiti sovrani e portato

i premi al rischio sui titoli di Stato su livelli eccezionalmente elevati in alcuni Paesi dell’Area. In particolare, nel secondo trimestre il riemergere di nuove tensioni aveva alimentato un

effetto contagio crescente, sostenuto anche dalla percezione di una mancanza di coesione

dei governi nell’orientare la riforma della governance europea e nell’adeguare i meccanismi

di gestione della crisi nell’eurozona.

Alle perduranti criticità della Grecia erano andate ad aggiungersi le crescenti difficoltà del settore bancario spagnolo che, necessitando di un sostanzioso intervento pubblico, avevano

portato il governo a formalizzare la richiesta di fondi all’UE per la ricapitalizzazione delle

banche. Nell’ultima settimana di giugno poi anche Cipro aveva inoltrato formale richiesta di

aiuto alle Autorità europee a beneficio del proprio settore finanziario, gravato dal peso del

debito greco in portafoglio.

Il primo passo volto a scongiurare il rischio di disaggregazione dell’Area, spezzando il circolo vizioso tra rischio sovrano e banche, è scaturito dal vertice di Bruxelles del 28/29 giugno,

con l’annuncio da un lato di un sistema di vigilanza sulle banche unico, solidale ed

indipendente, e dall’altro di uno “scudo anti-spread”, fortemente voluto dall’Italia, aggiuntivo

rispetto agli interventi di puro salvataggio degli Stati in difficoltà da parte dell’European

Stability Mechanism (ESM). All’attenuazione delle tensioni ha concorso in maniera determinante l’ufficializzazione in

settembre da parte della BCE del piano di acquisti sul mercato secondario dei titoli di Stato

dei Paesi in difficoltà (Outright Monetary Transactions – OMT), dissipando così le incertezze

sull’effettiva realizzazione dello “scudo anti-spread”.

Nell’ultimo trimestre sono poi intervenuti ulteriori avvenimenti destinati a ripristinare la

fiducia sui mercati:

la ratifica, nel mese di ottobre, del trattato istitutivo dell’ESM che è pertanto divenuto operativo a fianco del meccanismo temporaneo EFSF;

la concessione alla Grecia di due anni in più, fino al 2016, per portare il rapporto deficit/Pil sotto il 3%1;

il favorevole esito dell’operazione di riacquisto di titoli del proprio debito in circolazione (buy-back) portata a termine in dicembre dal governo greco2 che ha consentito

l’approvazione del secondo versamento da parte dell’EFSF, pari a 49,1 miliardi di euro3;

il riconoscimento alla Spagna di aiuti per 37 miliardi di euro destinati alla ricapitalizzazione delle quattro banche nazionalizzate in difficoltà;

il raggiungimento tra i 27 Paesi dell’UE, il 12 dicembre, di un’intesa per l’istituzione di un meccanismo unico di vigilanza a livello europeo (Single Supervisory Mechanism – SSM) composto dalla BCE e dalle autorità nazionali di vigilanza dei Paesi aderenti

(quelli dell’Area euro ed eventualmente altre economie della UE). L’accordo, che dovrebbe essere pienamente operativo dal 1° marzo 2014, prevede una ripartizione di compiti tra la BCE che vigilerà direttamente sulle banche più significative (con attivi superiori ai 30 miliardi di euro o al 20% del Pil) e le banche centrali nazionali che controlleranno i rimanenti istituti, sempre però sotto la supervisione della BCE4. L’introduzione di un sistema di vigilanza unica consentirà una ricapitalizzazione diretta

I dati dello scenario di riferimento sono aggiornati al 27 febbraio 2013

1 Contestualmente è stato anche innalzato dal 120% al 124% l’obiettivo per il rapporto debito pubblico/Pil nel

2020. 2 L’operazione, riguardante titoli per un valore nominale di 31,9 miliardi, ha consentito una riduzione del debito di

circa dieci punti percentuali del Pil. 3 In dicembre sono stati erogati 34,3 miliardi, dei quali 16 per la ricapitalizzazione del sistema bancario e 11,3 per

l’operazione di buyback, mentre i restanti 14,8 miliardi saranno versati nel corso del primo trimestre 2013. 4 Si stima che con la suddivisione prevista dovrebbero essere circa 200 le banche sottoposte alla vigilanza diretta

da parte della Banca Centrale Europea, mentre 5.800 istituti saranno controllati dalle Autorità di vigilanza nazionali. La BCE avrà la possibilità di intervenire, in caso di necessità, anche sulle banche che non rientrano

nei compiti di vigilanza diretta, mentre le banche centrali, sulla base delle rispettive leggi nazionali, manterranno comunque i poteri relativi all’ottenimento delle informazioni e all’esecuzione delle ispezioni presso gli istituti.

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delle banche in difficoltà da parte dell’ESM, anziché il finanziamento degli Stati di appartenenza con conseguente aggravio della loro situazione debitoria. Durante la medesima riunione è stato inoltre deciso che l’EBA manterrà le proprie prerogative di controllo a livello di UE e ne è stata riformata la modalità di voto con un meccanismo a doppia maggioranza volto a tutelare anche i Paesi dell’UE che non fanno parte dell’Area euro e pertanto non aderiranno al sistema di vigilanza unica.

Il completamento dell’unione bancaria dovrebbe proseguire, entro giugno 2013, con il raggiungimento di un accordo in merito alla creazione di un fondo europeo di garanzia

dei depositi bancari e di un’agenzia per la liquidazione delle banche insolventi5.

I sopra citati

interventi hanno

avuto un ruolo rilevante nel

ridimensionamento

degli spread relativi

ai titoli di Stato dei

Paesi a rischio6. Come si evince dal

grafico, dopo

l’impennata di

luglio sopra i 500

punti base, lo

spread BTP-Bund è progressivamente

diminuito

chiudendo l’anno a

quota 3227. I

progressi sono

proseguiti pure nelle prime

settimane del nuovo

anno – anche in

virtù

dell’attenuazione del fenomeno di “flight to quality” a vantaggio del debito pubblico dei Paesi core che era in atto dall’inizio del 2011 – con una brusca inversione di tendenza dopo l’esito

della consultazione elettorale del 24/25 febbraio.

Il 1° gennaio 2013, infine, è entrato in vigore nell’Area euro il nuovo Patto di bilancio (Fiscal

compact) che prevede a carico dei Paesi membri l’obbligo di:

● introdurre nella propria legislazione una regola di pareggio del bilancio strutturale e di non deviare significativamente da questo, definito come Obiettivo di Medio

Termine;

● ridurre gradualmente l’eccedenza del debito rispetto al 60% del Pil8.

Tenuto conto del sempre più difficile contesto congiunturale e di aspettative inflazionistiche comunque contenute, le politiche monetarie adottate nel 2012 dalle Banche centrali dei

5 Sempre con riferimento alla regolamentazione europea in materia di banche, analogamente a quanto avvenuto

negli Stati Uniti, l’UE ha deciso di rinviare l’entrata in vigore delle regole patrimoniali introdotte da Basilea 3, inizialmente prevista per il 1° gennaio 2013. Il Comitato di Basilea ha inoltre rivisto gli standard di liquidità per

le banche, con particolare riferimento alla definizione di LCR, nel senso di una maggiore gradualità nel conseguimento della misura standard del 100% e di un ampliamento degli asset che potranno essere utilizzati nel calcolo del coefficiente.

6 La riduzione del costo di indebitamento della Spagna ha avuto l’effetto di rendere per il momento non

strettamente necessaria la richiesta di aiuti da parte del governo spagnolo all’ESM. 7 Secondo uno studio condotto dalla Consob nel 2012 l’effetto contagio per l’Italia è stimabile in circa 200 punti

base. 8 In particolare, dopo la chiusura delle procedure per i disavanzi eccessivi il patto prevede che i disavanzi debbano

convergere verso l’Obiettivo di Medio Termine a un certo ritmo e, con riferimento al debito, obbliga a ridurre l’eccedenza rispetto alla soglia del 60% del prodotto a un ritmo medio pari ad un ventesimo all’anno.

0

50

100

150

200

250

300

350

400

450

500

550

600

G F M A M G L A S O N D G F M A M G L A S O N D G F M A M G L A S O N D

Spread BTP-Bund decennali (2010-2012)

2010 2011

Grafico n. 1

Puntibase

2012

Fonte: Thomson Financial Reuters

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principali Paesi avanzati ed emergenti hanno continuato ad essere orientate verso il

sostegno alla crescita, sia intensificando il ricorso ad operazioni non convenzionali, sia allentando

ulteriormente,

dove possibile, le

condizioni

monetarie9.

La volatilità dei

mercati finanziari

ha condizionato

anche il mercato

dei cambi ed in particolare l’euro

che, rispetto alle

altre principali

valute

internazionali, ha mostrato un

indebolimento tra

marzo e agosto, in

concomitanza con

l’acuirsi della crisi

dei debiti sovrani, cui ha fatto seguito un

progressivo recupero.

Il grafico 2 e la tabella

evidenziano inoltre la

sensibile svalutazione

dello yen, nei confronti sia dell’euro che del

dollaro, intervenuta

nell’ultimo trimestre

dell’anno, quale

9 Nel mese di luglio la BCE ha ridotto di 25 punti base allo 0,75% il tasso di rifinanziamento principale, mentre,

sotto il profilo delle operazioni non convenzionali, ha introdotto in settembre il già citato OMT, programma di acquisto di titoli governativi sul mercato secondario che avrà per oggetto titoli di Stato aventi vita residua compresa tra 1 e 3 anni senza limiti di entità o di durata. Nella riunione di inizio dicembre infine è stato deciso il

prolungamento di tutte le operazioni di rifinanziamento mediante aste a tasso fisso con pieno accoglimento delle domande fino a quando ritenuto necessario e, in ogni caso, almeno fino all’inizio del luglio 2013.

La Federal Reserve è risultata piuttosto attiva sul fronte degli interventi non convenzionali con l’obiettivo di rendere più accomodanti le condizioni finanziarie, fino al conseguimento di un sostanziale miglioramento nel

mercato del lavoro: in giugno aveva deciso di prolungare sino a fine anno il programma “Operation Twist” rappresentato dall’acquisto di titoli di Stato con scadenza compresa tra 6 e 30 anni, da finanziarsi attraverso la vendita di titoli aventi scadenza inferiore ai tre anni; in concomitanza con la scadenza del precedente programma ha comunicato l’avvio da gennaio 2013 dell’acquisto a titolo definitivo di obbligazioni del Tesoro a lungo termine

al ritmo di 45 miliardi di dollari al mese; in settembre aveva inoltre avviato un nuovo programma di acquisto di Mortgage Backed Securities per 40 miliardi di dollari al mese senza limiti temporali. Sul fronte dei tassi la Fed ha poi legato la variazione dei tassi ufficiali a valori predefiniti dell’inflazione e della disoccupazione: in particolare i tassi di riferimento resteranno compresi nell’intervallo 0-0,25% fino a quando: il tasso di

disoccupazione rimarrà superiore al 6,5%; l’inflazione prevista su un orizzonte di uno-due anni non eccederà per più di mezzo punto percentuale l’obiettivo del 2%; le aspettative di inflazione di lungo termine continueranno ad essere ben ancorate.

Anche in Giappone la Banca centrale ha progressivamente ampliato da 70 a 101 miliardi di yen l’ammontare del

programma di acquisto di titoli pubblici, estendendone l’applicazione a tutto il 2013, ed ha inoltre fissato un obiettivo esplicito di inflazione al 2%; per il momento è stato invece confermato nell’intervallo 0-0,1% il tasso di riferimento.

Per quanto attiene alle principali economie emergenti: la Cina ha ridotto di 0,5 punti sia a febbraio che a maggio

2012il coefficiente di riserva obbligatoria, ora al 20%, mentre tra giugno e luglio anche il tasso sui prestiti bancari ha subito due riduzioni per complessivi 56 punti base al 6%; la Banca centrale del Brasile è risultata particolarmente attiva abbassando per ben sette volte tra gennaio e ottobre 2012 il tasso di riferimento dall’11% al minimo storico del 7,25%; la Reserve Bank of India ha ridotto in aprile il Repo di 50 punti base, effettuando

un ulteriore taglio di 25 punti base, al 7,75%, nel gennaio 2013; in controtendenza, la Banca centrale Russa ha invece operato in settembre un rialzo di 25 punti base all’8,25%.

dic-12

A

set-12

B

giu-12

C

mar-12

D

dic-11

E

Var. %

A/E

Euro/Dollaro 1,3194 1,2858 1,2658 1,3343 1,2945 1,9%

Euro/Yen 114,46 100,13 100,97 110,47 99,57 15,0%

Euro/Yuan 8,2200 8,0776 8,0416 8,4028 8,1449 0,9%

Euro/Franco CH 1,2074 1,2078 1,2004 1,2035 1,2133 -0,5%

Euro/Sterlina 0,8127 0,7950 0,8056 0,8331 0,8328 -2,4%

Dollaro/Yen 86,74 77,90 79,77 82,79 76,94 12,7%

Dollaro/Yuan 6,2301 6,2841 6,3530 6,2975 6,2939 -1,0%

Futures - Brent (in $) 111,11 112,39 97,80 122,88 107,38 3,5%

Indice CRB (materie prime) 295,01 309,30 284,19 308,46 305,30 -3,4%

Fonte: Thomson Financial Reuters

Principali cambi, quotazioni del petrolio (Brent) e delle materie prime

75

77

79

81

83

85

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93

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101

103

1,06

1,10

1,14

1,18

1,22

1,26

1,30

1,34

1,38

1,42

1,46

1,50

1,54

1,58

1,62

G F M A M G L A S O N D G F M A M G L A S O N D G F M A M G L A S O N D G F M A M G L A S O N D

Andamento del cambio euro-dollaro e dollaro-yen (2009-2012)

€/$ $/Yen (scala dx.)

Grafico n.2

2009 20112010 2012

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13

possibile strumento individuato dalle Autorità locali per il rilancio dell’economia nipponica.

Il quadro macroeconomico

Nel corso del 2012 l’economia mondiale è andata indebolendosi in ragione di una crescita

meno sostenuta di Stati Uniti e Paesi emergenti e dell’entrata in recessione di Giappone ed Area euro. All’interno di quest’ultima si è progressivamente accentuata la contrapposizione

tra Germania e Francia, caratterizzate da una seppur modesta crescita, e i Paesi periferici,

tra cui Spagna ed Italia, interessati da una profonda recessione.

In un contesto caratterizzato da persistenti squilibri nelle principali economie

industrializzate e perduranti tensioni geopolitiche in Medio Oriente, il ritmo di espansione

continuerà anche nei prossimi mesi a mantenersi contenuto, soprattutto nei Paesi avanzati, mentre dovrebbe risultare più vivace nei mercati emergenti10.

La congiuntura è stata caratterizzata da elevati livelli di disoccupazione, in ulteriore crescita

in Europa, e da moderate pressioni inflazionistiche, emerse nei mesi estivi in seguito al

rincaro dei prezzi delle materie prime, poi attenuatesi anche per effetto delle diminuite

aspettative di crescita. Il prezzo del petrolio di

qualità Brent, in

particolare, ha mostrato

una certa volatilità,

influenzato dalle

tensioni in atto nei Paesi produttori e

dall’embargo contro

l’Iran: dopo essere

risalite in marzo sopra i

125 dollari al barile, le quotazioni sono

bruscamente scese i 90

dollari in giugno – anche

in virtù dell’accresciuta

offerta di greggio – prima

di una nuova accelerazione in luglio e

agosto ed una

successiva

stabilizzazione intorno a quota 110 dollari negli ultimi tre mesi dell’anno.

Secondo le prime stime, nel quarto trimestre l’economia statunitense sembrerebbe essersi

fermata. Il Pil ha infatti mostrato una variazione congiunturale del -0,1% su base

annualizzata dopo il +3,1% dei tre mesi precedenti (+1,3% e +2% rispettivamente nel

secondo e primo trimestre).

Complessivamente, in media d’anno, il Pil degli Stati Uniti è comunque migliorato del 2,2%,

rispetto al +1,8% del 2011, sostenuto dalla domanda interna per consumi ed investimenti, nell’ambito dei quali è tornato positivo l’apporto del settore immobiliare; per contro è

risultato nullo il contributo dell’interscambio commerciale.

Sul mercato del lavoro le condizioni appaiono in lento e graduale miglioramento, con il tasso

di disoccupazione che a dicembre si è attestato al 7,8%, il livello più basso degli ultimi

quattro anni, sostanzialmente stabile da agosto dopo il trend decrescente registrato a partire dalla seconda metà del 2011 (8,5% a fine 2011). Il dato medio del 2012 (8,1%) si presenta in

diminuzione rispetto all’anno precedente (8,9%).

L’inflazione è andata riducendosi dal 3% del dicembre 2011 all’1,4% di luglio, recuperando

rapidamente fino al 2,2% di ottobre per poi riportarsi all’1,7% in dicembre; l’inflazione “core”

(al netto dei prodotti alimentari ed energetici), in modesta riduzione da giugno, ha chiuso

10 Secondo l’aggiornamento di gennaio 2013 delle stime del Fondo Monetario Internazionale, nell’anno in corso

l’economia mondiale dovrebbe crescere dell’1,4% (+1,3% nel 2012) sintesi di un +1,4% per i Paesi avanzati e di un +5,5% per le aree emergenti.

35

40

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G F M A M G L A S O N D G F M A M G L A S O N D G F M A M G L A S O N D G F M A M G L A S O N D

Andamento del prezzo del petrolio Brent (2009-2012) Grafico n. 3

2009 2010 2011 2012

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l’anno all’1,9% (2,2% a fine 2011). Il dato medio del 2012 si è attestato al 2,1% (3,2% nel

2011). Nei dodici mesi il saldo negativo della bilancia commerciale si è leggermente ridotto a 540,4

miliardi di dollari (-3,5%), beneficiando per lo più di un minor disavanzo nei confronti dei

Paesi Opec e del continente africano; per contro è ulteriormente aumentato il deficit verso la

Cina.

Le prospettive di crescita degli USA rimangono fortemente condizionate dall’esigenza di risanamento dei conti pubblici. Il 2 gennaio 2013, in extremis, è stata approvata una norma

temporanea che ha consentito di evitare il cosiddetto “fiscal cliff”, cioè l’insieme di aumenti

automatici di tutte le aliquote sui redditi personali e d’impresa e di tagli alla spesa pubblica

che avrebbe molto probabilmente condotto in recessione l’economia americana11.

Consuntivi e previsioni: Paesi industrializzati

Valori percentuali 2011 2012 2013(1) 2011 2012 2013

(1) 2011 2012 2013(1) 2011 2012 2013

(1) dic-11 dic-12

Stati Uniti 1,8 2,2 1,9 3,2 2,1 1,8 8,9 8,1 7,6 10,1 8,5 6,6 0-0,25 0-0,25

Giappone -0,6 1,9 1,0 -0,3 -0,1 0,2 4,5 4,3 4,3 8,9 9,1 9,1 0-0,10 0-0,10

Area Euro 1,4 -0,6 -0,3 2,7 2,5 1,8 10,2 11,4 12,2 4,2 3,5 2,8 1,00 0,75

Italia 0,4 -2,2 -1,0 2,9 3,3 2,0 8,4 10,6 11,6 3,9 2,9 2,1 - -

Germania 3,0 0,7 0,5 2,5 2,1 1,8 5,9 5,5 5,7 0,8 -0,1 0,2 - -

Francia 1,7 0,0 0,1 2,3 2,2 1,6 9,6 10,3 10,7 5,2 4,6 3,7 - -

Portogallo -1,6 -3,2 -1,9 3,6 2,8 0,6 12,9 15,7 17,3 4,4 5,0 4,9 - -

Irlanda 1,4 0,7 1,1 1,2 1,9 1,3 14,7 14,8 14,6 13,4 7,7 7,3 - -

Grecia -7,1 -6,4 -4,4 3,1 1,0 -0,8 17,7 24,7 27,0 9,4 6,6 4,6 - -

Spagna 0,4 -1,4 -1,4 3,1 2,4 1,5 21,7 25,0 26,9 9,4 10,2 6,7 - -

Regno Unito 0,9 0,0 0,9 4,5 2,8 2,6 8,0 7,9 8,0 7,8 6,3 7,4 0,50 0,50

, ,(1) Previsioni Fonte: European Economic Forecast e Statistiche uff iciali

Prodotto Interno LordoPrezzi al consumo

(tasso medio annuo)

Disoccupazione(tasso medio annuo)

Disavanzo (+) Avanzo (-)

Settore Pubblico (% del PIL)Tassi di riferimento

La Cina, seconda economia mondiale, ha conservato anche nel 2012 un elevato livello di

sviluppo, seppur su ritmi meno sostenuti rispetto al recente passato, con il Pil in aumento

del 7,8% su base annua (+9,3% nel 2011), quale sintesi di una progressiva decelerazione nei primi tre trimestri (+8,1%, +7,6%, +7,4%) e di un miglioramento nell’ultimo periodo (+7,9%).

Tutti i principali indicatori della domanda interna hanno fornito contributi significativi nei

dodici mesi: +20,6% per gli investimenti fissi, trainati dal comparto manifatturiero (+22%);

+14,3% per le vendite al dettaglio di beni di consumo; +10% per la produzione industriale

con picchi prossimi al +12% per il settore chimico e delle componenti per computer. Per quanto attiene all’interscambio commerciale, le esportazioni sono aumentate più delle

importazioni (rispettivamente +7,9% e +4,3%) determinando un surplus di 231 miliardi di

dollari che ha ulteriormente rafforzato le riserve valutarie, salite a fine 2012 a 3.310 miliardi

di dollari, oltre un terzo dei quali investito in titoli pubblici statunitensi.

L’inflazione è andata rallentando dal 4,5% del dicembre 2011 all’1,7% di ottobre, con un

parziale recupero sino al 2,5% di fine anno (2,6% il dato medio del 2012), trainato dalla componente alimentare (+4,2%).

Consuntivi e previsioni: principali Paesi emergenti

Valori percentuali 2011 2012 2013(1) 2011 2012 2013

(1) 2011 2012 2013(1) dic-11 dic-12

Cina 9,3 7,8 8,1 5,4 2,6 3,0 4,1 4,1 4,1 6,56 6,00

India 8,0 4,7 6,0 8,9 9,3 9,6 n.d. n.d. n.d. 8,50 8,00

Brasile 2,7 1,0 3,5 6,6 5,4 4,9 6,0 6,0 6,5 11,00 7,25

Russia 4,4 3,6 4,1 8,4 5,1 6,6 6,6 5,7 6,0 8,00 8,25

, , , , , ,(1) Previsioni Fonte: Prometeia, FMI e Statistiche ufficiali

Prodotto Interno Lordo Prezzi al consumo(tasso medio annuo)

Disoccupazione(tasso medio annuo)

Tassi di riferimento

11 Tale accordo proroga gli sgravi fiscali introdotti nel 2001 e nel 2003, con l’eccezione di quelli riguardanti gli

individui con redditi superiori a 400 mila dollari l’anno; per questi ultimi è stato stabilito un aumento dell’aliquota dal 35% al 39,6% e dell’imposta sul capital gain dal 15% al 20%. È stata invece confermata l’abolizione delle agevolazioni sui contributi previdenziali a carico dei lavoratori. Dal lato della spesa, sono stati

estesi di un anno i sussidi per i disoccupati di lungo periodo e i crediti d’imposta per le imprese che investono in ricerca e innovazione e nelle energie rinnovabili.

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Anche negli altri Paesi emergenti la dinamica economica ha continuato a moderarsi; nell’immediato futuro il ritmo di espansione è atteso in accelerazione mantenendosi però al di sotto dei livelli pre-crisi. Nel terzo trimestre il Pil dell’India è cresciuto del 2,9% in termini tendenziali (+3,8% e +5,6% nei trimestri precedenti), risentendo della domanda interna per consumi ed investimenti e del contributo negativo dell’interscambio commerciale, frutto di una maggiore dinamica delle importazioni rispetto all’export. A novembre la produzione industriale ha fatto registrare un calo tendenziale che si inserisce in un panorama per lo più negativo negli ultimi mesi. Il tasso d’inflazione, risalito al 10,6% a dicembre a causa del rincaro degli alimentari, è comunque previsto in diminuzione nel corso del 2013. Il Brasile ha reagito al rallentamento ciclico mondiale introducendo barriere sui movimenti di capitale per limitare l’apprezzamento della valuta, mentre alcuni prezzi interni sono stati amministrati per controllare l’inflazione (5,8% a dicembre) e gli stimoli al settore industriale

sono stati condizionati a interventi sul mercato del lavoro. Nel terzo trimestre il Pil russo ha accelerato al +0,8% su base congiunturale (+0,4% nel periodo precedente), grazie all’aumento degli investimenti e alla tenuta dei consumi che hanno sostenuto la crescita delle importazioni (+6,3% rispetto al secondo trimestre). Anche le esportazioni sono tornate ad aumentare dopo le variazioni negative dei primi due trimestri, seppure a ritmi contenuti. L’elevato prezzo del petrolio mantiene comunque consistente il surplus della bilancia commerciale, mentre da settembre l’inflazione è sostanzialmente stabile (6,6% a dicembre). A dicembre il tasso di disoccupazione si attestava al 5,3% (6,1% a fine 2011).

Il Giappone sta nuovamente vivendo una fase recessiva: nel quarto trimestre il Pil ha infatti

mostrato una riduzione congiunturale, la terza consecutiva, dello 0,1% (-1%, -0,2% e +1,5%

nei precedenti periodi), pur denotando qualche segnale di recupero dei consumi, più che compensato dalla flessione degli investimenti (ad eccezione della componente residenziale) e

delle scorte, nonché da un apporto ancora negativo, seppur in miglioramento, della

domanda estera netta.

A dicembre la produzione industriale è aumentata del 2,4% rispetto al mese precedente, ma

la variazione tendenziale, in ulteriore peggioramento, è risultata negativa per il settimo mese consecutivo (-7,9%). Dal rapporto Tankan di dicembre si evince come le aspettative per

l’intero settore industriale, ed in particolare per il comparto manifatturiero, permangano

negative con un lieve miglioramento solo per le piccole e medie imprese.

Il tasso di disoccupazione, stabile fino ad aprile, è sceso nei mesi successivi attestandosi in

dicembre al 4,2% (4,5% a fine 2011), mentre sul fronte dei prezzi persiste una situazione di

sostanziale deflazione (-0,1% a dicembre). Pur in presenza di un elevato livello di debito pubblico (221,2% del Pil la stima per il 2012),

il nuovo governo insediatosi in autunno ha predisposto un imponente piano di interventi

pubblici per complessivi 20 mila miliardi di yen incentrato su ricostruzione e prevenzione

sismica, misure per la competitività e welfare.

Anche l’Area euro si è confermata in recessione, con il Pil in flessione dello 0,6% in termini

congiunturali nel quarto trimestre (-0,1%, -0,2% ed invariato nei precedenti periodi). Tra

ottobre e dicembre il rallentamento ha interessato tutte le principali economie dell’Area

inclusa quella tedesca (-0,6%).

Complessivamente in media d’anno il Pil si è ridotto dello 0,6% (+1,4% nel 2011), quale

sintesi di un contributo negativo di investimenti fissi e consumi, a cui si è contrapposto un accresciuto apporto dell’interscambio commerciale frutto di un significativo calo dell’import.

A dicembre il trend su base mensile della produzione industriale è tornato positivo (+0,7%)

grazie al recupero di Germania e Italia, mentre resta negativa, seppur in miglioramento, la

dinamica tendenziale (-2,4%).

Il tasso di disoccupazione è progressivamente aumentato fino all’11,7% (10,7% a fine 2011) con situazioni di elevata criticità in alcuni dei Paesi più colpiti dalla crisi del debito: Grecia

(26,8% a ottobre), Spagna (26,1%), Portogallo (16,5%) e Irlanda (14,7%).

Sul fronte dei prezzi, negli ultimi mesi del 2012 l’inflazione, misurata dall’Indice Armonizzato

dei Prezzi al Consumo, si è attestata al 2,2%, livello minimo dell’anno, dopo la temporanea

risalita dei mesi estivi (2,6% ad agosto e settembre; 2,7% a fine 2011); l’indice depurato delle

componenti alimentari fresche ed energetiche è invece fermo all’1,6% da settembre dopo una

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lenta discesa dal 2% di fine 2011. In media d’anno l’inflazione è risultata pari al 2,5% (2,7%

nel 2011). Le prospettive economiche dell’Area euro restano condizionate dai rischi connessi alla lenta

attuazione delle riforme strutturali, ai possibili impatti delle tensioni in atto nei Paesi

produttori di materie prime e agli squilibri presenti nei principali Paesi industrializzati.

Questi fattori potrebbero ritardare la ripresa degli investimenti privati, dell’occupazione e dei

consumi.

Tra le principali economie dell’Area, l’Italia si sta confermando una delle meno dinamiche:

nell’ultimo trimestre infatti il Pil ha mostrato un calo congiunturale, il sesto consecutivo,

dello 0,9% (-0,2%, -0,7% e -0,8% nei precedenti trimestri). Il dato riflette un contributo

particolarmente negativo dei consumi ed una perdurante debolezza degli investimenti fissi,

pur a fronte di un favorevole apporto della domanda estera netta. Complessivamente in media d’anno il Pil è diminuito del 2,2% (+0,4% nel 2011). Al

peggioramento del quadro macroeconomico del 2012 hanno contribuito in larga parte

l’aumento del costo del credito ed il deterioramento della sua disponibilità, indotti

dall’inasprirsi della crisi del debito sovrano con l’innalzamento degli spread. Le misure di

correzione dei conti pubblici adottate nella seconda parte del 2011 per evitare un incontrollato peggioramento delle condizioni sui mercati finanziari hanno avuto un effetto

negativo sulla domanda, valutabile in un punto percentuale di crescita annua. Il

rallentamento della congiuntura internazionale e quello del commercio mondiale hanno

sottratto 0,6 punti percentuali, mentre un ulteriore impatto, di circa mezzo punto, è

attribuibile all’aumento dell’incertezza e al calo della fiducia delle famiglie e delle imprese,

che si sono riflessi su consumi ed investimenti. Per il 2013 è attesa ancora una variazione negativa del Prodotto Interno Lordo per l’effetto

indotto dal rallentamento dell’economia globale e della domanda estera nonché per gli

impatti delle misure di bilancio.

L’attività produttiva ha continuato a contrarsi come sintetizza l’andamento dell’indice della

produzione industriale (corretta per gli effetti del calendario), in diminuzione a dicembre del

6,6% su base tendenziale (sedicesimo calo consecutivo). In media d’anno la produzione industriale si è contratta del 6,7% rispetto al 2011, evidenziando in termini settoriali

variazioni negative per tutti i comparti ed in particolare per la “Fabbricazione di articoli in

gomma e materie plastiche” (-10,4%), la “Fabbricazione di apparecchiature elettriche” (-

10%), l’”Industria del legno, della carta e stampa” (-9,9%) ed il “Tessile” (-9,4%).

Anche la situazione sul mercato del lavoro appare in continuo peggioramento con il tasso di disoccupazione salito in dicembre all’11,2%, dal 9,5% di dodici mesi prima, con particolare

criticità per la fascia 15-24 anni (36,6%12). Il dato generale beneficia peraltro della presenza

degli ammortizzatori sociali che hanno visto un incremento del 12,1% nel ricorso alla Cassa

Integrazione Guadagni (CIG): complessivamente nel 2012 le ore autorizzate sono state pari a

1.090,6 milioni, contro i 973,2 milioni del 2011, avvicinando il picco di 1.197,8 milioni

raggiunto nel 201013. In tema di prezzi, l’inflazione, misurata dall’Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo, si è

mantenuta fino a settembre ampiamente sopra la soglia del 3%, con un picco al 3,8% in

aprile, scendendo poi fino al 2,6% in novembre e dicembre (3,7% a fine 2011) anche a causa

del venir meno degli effetti di natura statistica collegati all’aumento dell’IVA dell’autunno

2011. In media d’anno l’inflazione è risultata pari al 3,3% (2,9% nel 2011), con rialzi particolarmente significativi nei comparti “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili”

(+7,1%) e “Trasporti” (+6,5%).

La bilancia commerciale ha totalizzato un avanzo di 11 miliardi di euro, il più ampio dal

1999 (-25,5 miliardi nel 2011), beneficiando del significativo surplus generato dai prodotti

non energetici (+74 miliardi) riferibile per due terzi alla categoria dei beni strumentali. La

dinamica delle esportazioni, trainata dagli scambi con i Paesi extra UE, è stata positiva e pari al +3,7% (+11,4% nel 2011), mentre, per contro, le importazioni si sono

complessivamente ridotte del 5,7% (+9,3%), in particolare nella componente da Paesi UE.

Sulla base dei dati disponibili, i benefici derivanti dalle accresciute entrate fiscali dovrebbero

aver ridotto il rapporto deficit/Pil (al netto delle dismissioni mobiliari e dei prestiti dell’EFSF)

12 Il dato esprime l’incidenza dei giovani disoccupati sul totale dei giovani occupati o in cerca di occupazione. 13 Nel periodo gennaio-novembre 2012 sono state presentate 1.285.299 domande di disoccupazione (+14,5%

rispetto allo stesso periodo 2011) e 133.052 domande di mobilità (+17,8%).

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al 2,9% (3,9% nel 2011), in linea con l’impegno, assunto in ambito europeo, di conseguire il

pareggio di bilancio strutturale nel 2013; si sarebbe invece ulteriormente incrementato di oltre 6 punti percentuali, al 127% il rapporto debito/Pil, anche in considerazione della forte

contrazione dell’attività produttiva.

I mercati finanziari

L’andamento delle curve dei rendimenti

italiani riflette la progressiva riduzione nel

corso del 2012 della percezione del rischio

legato ai titoli pubblici del nostro Paese. Nei

primi sei mesi dell’anno la traslazione verso il basso della curva ha beneficiato della

liquidità generata dalle operazioni di LTRO

realizzate dalla BCE – in larga parte

destinata dagli intermediari all’acquisto di

titoli pubblici – come pure delle manovre correttive poste in essere dal Governo in un

contesto di attesa per una riduzione del

tasso di riferimento europeo, concretizzatasi

ad inizio luglio. L’ulteriore abbassamento

nel secondo semestre 2012 riflette invece la

ritrovata fiducia dei mercati dopo la dichiarazione di irreversibilità dell’euro

operata in luglio dal governatore della BCE, e l’annuncio in settembre del nuovo programma

di acquisti di titoli governativi sul mercato secondario.

Come evidenzia la tabella, l’andamento dei mercati

azionari pur risultando

nel complesso positivo ha

mostrato una forte

variabilità in corso d’anno:

al favorevole avvio dei primi tre mesi sono

seguite pesanti perdite tra

aprile e giugno; a partire

da luglio è iniziato un

lento recupero che è andato consolidandosi

negli ultimi mesi dell’anno

e nelle prime settimane

del 2013: negli Stati Uniti l’accordo raggiunto per evitare il “fiscal cliff” ha consentito agli

indici di recuperare addirittura i livelli precedenti allo scoppio della crisi; nell’Area euro i

titoli del settore bancario, in particolare, hanno beneficiato dell’allentamento e slittamento dei requisiti di liquidità previsti dalle regole di Basilea 3 e, soprattutto per le banche dei

Paesi periferici, della compressione dei rendimenti sui titoli di Stato. L’esito delle elezioni

politiche italiane di fine febbraio ha bruscamente portato sui mercati le preoccupazioni per

un possibile nuovo “effetto contagio”.

Dopo le pesanti flessioni registrate nel 2010 e nel 2011, i mercati gestiti da Borsa Italiana,

pur particolarmente penalizzati nel secondo trimestre, hanno chiuso l’anno con un

guadagno di circa l’8% su base annua.

La performance positiva è stata tuttavia accompagnata da una contrazione degli scambi

azionari, ridottisi sia in termini di numero (57,6 milioni; -15,9%) che di controvalore (506,1

miliardi; -28,7%) rispetto all’anno precedente. Per contro hanno raggiunto nuovi massimi storici gli scambi sul Fixed Income (MOT ed ExtraMOT) con circa 6,5 milioni di contratti

(+37,4%) per un controvalore di 326,1 miliardi (+57,7%), beneficiando anche delle tre

Andamenti dei principali indici azionari espressi in valuta locale

dic-12

A

set-12

B

giu-12

C

mar-12

D

dic-11

E

Var. %

A/E

Ftse Mib (Milano) 16.273 15.096 14.274 15.980 15.090 7,8%

Ftse Italia All Share (Milano) 17.175 15.999 15.185 16.999 15.850 8,4%

Xetra Dax (Francoforte) 7.612 7.216 6.416 6.947 5.898 29,1%

Cac 40 (Parigi) 3.641 3.355 3.197 3.424 3.160 15,2%

Ftse 100 (Londra) 5.898 5.742 5.571 5.768 5.572 5,9%

S&P 500 (New York) 1.426 1.441 1.362 1.408 1.258 13,4%

DJ Industrial (New York) 13.104 13.437 12.880 13.212 12.218 7,3%

Nasdaq Composite (New York) 3.020 3.116 2.935 3.092 2.605 15,9%

Nikkei 225 (Tokyo) 10.395 8.870 9.007 10.084 8.455 22,9%

Topix (Tokyo) 860 737 770 854 729 18,0%

MSCI emerging markets 1.055 1.003 937 1.041 916 15,2%

Fonte: Thomson Financial Reuters

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18

emissioni del BTP Italia, primo titolo obbligazionario legato all’inflazione italiana, che hanno

raccolto in totale oltre 27 miliardi di euro14. Borsa Italiana ha inoltre confermato la leadership europea per contratti scambiati sui

sistemi telematici sia su ETF Plus che sul MOT.

A fine anno le società quotate a Piazza Affari erano 323, in diminuzione rispetto alle 328 di

dodici mesi prima per effetto di 8 nuove ammissioni e di 13 revoche. La capitalizzazione

complessiva risultava invece in aumento a 365,5 miliardi di euro, dai 332,4 miliardi di fine 2011, equivalenti al 22,5% del Pil italiano.

Quale riflesso del diminuito controvalore degli scambi azionari in presenza di un’accresciuta

capitalizzazione, nei dodici mesi la turnover velocity15 si è ridotta al 138%, dal 214% di fine

2011.

Pur in un contesto complessivamente sfavorevole per il risparmio gestito, il settore dei fondi comuni d’investimento ha chiuso l’anno con una raccolta netta positiva per 1,2 miliardi16,

riflettendo una sempre più evidente contrapposizione tra i fondi di diritto estero (+15

miliardi), ormai rappresentativi del 69% del patrimonio gestito, e quelli di diritto italiano (-

13,8 miliardi).

In termini di tipologie, la raccolta netta è stata caratterizzata dal forte recupero dei fondi obbligazionari (+23 miliardi) a fronte di una sostanziale stabilità dei flessibili (+0,4 miliardi)

e di una contrazione, seppure di diversa intensità, per le altre categorie di prodotti: -12,6

miliardi per i fondi di liquidità, -7,1 miliardi per gli azionari, -2,5 miliardi per gli hedge e -1,3

miliardi per i bilanciati17.

Grazie al recupero delle quotazioni, a dicembre il patrimonio gestito aveva raggiunto i 482,2

miliardi di euro, in aumento rispetto ai 421,7 miliardi di fine 2011 (+14,4%), mostrando al proprio interno una ricomposizione a favore dei prodotti obbligazionari (saliti dal 43,4% al

51,6%) a fronte di una riduzione nella quota dei fondi di liquidità (dall’11,6% al 6,7%), ma

anche degli azionari (dal 22,3% al 20,6%).

0,50

1,00

1,50

2,00

2,50

3,00

3,50

4,00

4,50

5,00

5,50

6,00

6,50

7,00

7,50

G F M A M G L A S O N D G F M A M G L A S O N D G F M A M G L A S O N D

Andamento dei principali tassi a lungo termine (2010-2012)

US Treasury 10 anni BTP 10 anni Bund 10 anni

Grafico n. 5

2010 2011 2012

14 La terza emissione (ottobre 2012) è stata il più grande collocamento obbligazionario in Europa con oltre 18

miliardi raccolti nei quattro giorni di sottoscrizione sul MOT. 15 Indicatore che – rapportando il controvalore degli scambi alla capitalizzazione – segnala il tasso di rotazione delle

azioni. 16 Assogestioni, “Mappa trimestrale del Risparmio Gestito”, 4° Trimestre 2012. 17 Alla raccolta netta dei dodici mesi hanno concorso anche +1,3 miliardi riferiti alla categoria “Fondi non

classificati”.

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19

Il sistema bancario

L’attenuazione delle tensioni sui mercati del debito sovrano ha giovato alle condizioni della

raccolta per gli intermediari italiani che, seppur non ancora normalizzate, sono migliorate.

Per contro lo sfavorevole quadro congiunturale continua a riflettersi sia in una debole

domanda di credito da parte di imprese e famiglie, sia in un progressivo deterioramento

della qualità del credito.

Sulla base delle stime fornite da Banca d’Italia18, a fine dicembre il tasso di variazione

tendenziale della raccolta diretta (depositi di residenti e obbligazioni), si è confermato in

ripresa rispetto ai minimi dell’anno (-0,8% in maggio e luglio), ancorché di entità ancora

modesta (+1,6% a fronte del +1% di fine 2011). All’interno dell’aggregato è andata

gradualmente accentuandosi la contrapposizione tra la raccolta obbligazionaria (-6,8%; +3,2%19) e le altre forme tecniche (+6,2%; -0,2%20). Nell’ambito di queste ultime si evidenzia

una significativa crescita dei depositi con durata prestabilita fino a due anni (+87%) e delle

operazioni di pronti contro termine (+34,1%).

Con riferimento agli impieghi a residenti appartenenti al settore privato, le medesime rilevazioni di Banca d’Italia mostrano una flessione annua dell’1,8% (+2,9% a fine 2011),

dopo il minimo di novembre (-2,4%). In termini di destinatari emerge un generalizzato

indebolimento della quota destinata alle famiglie, nel complesso (-1,4% dal +4,4% del

dicembre 2011), come pure a livello di singole forme tecniche: credito al consumo (-6,9% dal

+2,7%), prestiti per l’acquisto di abitazioni (-0,6% dal +4,4%) e altri prestiti (-1% dal +4,9%).

La dinamica tendenziale dei crediti verso imprese appare ancor più negativa (-3,3% dal +3,1%), quale risultante di una flessione generalizzata che ha interessato le componenti sia

a breve (-1,9% dal +5,2%) – principalmente nel primo semestre – che a medio-lungo termine

(-4,1% dal +1,9%), soprattutto nella seconda parte dell’anno.

Dal punto di vista della rischiosità, dopo una fase di sostanziale stabilità nel primo trimestre, le sofferenze del settore privato al lordo delle svalutazioni hanno sperimentato

una rapida accelerazione – in particolare quelle verso società non finanziarie – raggiungendo

a dicembre i 124,7 miliardi di euro (+16,6% la variazione su base annua; +10,5% rispetto a

giugno), dei quali 40,4 miliardi relativi alle famiglie e 83,5 miliardi alle imprese. Il rapporto

sofferenze lorde del settore privato/impieghi al settore privato è salito nei dodici mesi di 1

punto percentuale attestandosi al 7,24% (6,24% a fine 2011), mentre quello relativo a sofferenze lorde del settore privato/capitale e riserve è passato al 33,46% (28,15%).

Anche le sofferenze nette, pari a 64,3 miliardi, sono risultate in aumento (+25% in termini

tendenziali; +18,9% da giugno), dopo aver toccato in marzo il minimo dell’anno (48,3

miliardi). Conseguentemente il rapporto sofferenze nette/impieghi totali si è portato al

3,33% dal 2,69% di fine 2011, mentre il rapporto sofferenze nette/capitale e riserve è salito al 17,26% (13,55%).

I titoli emessi da residenti in Italia nel portafoglio delle banche italiane a dicembre avevano

raggiunto 873,9 miliardi con un incremento nei dodici mesi di 203,3 miliardi (+30,3%),

riferibile per il 60% ad investimenti in titoli di Stato italiani (+121,5 miliardi dei quali +106,6

miliardi nel primo semestre) che hanno beneficiato dell’immissione di liquidità generata dalle due operazioni di rifinanziamento a lungo termine effettuate dalla BCE nel dicembre

2011 e nel febbraio 2012. Gli acquisti di titoli pubblici hanno interessato principalmente la

tipologia a medio-lunga scadenza (BTP e CCT; +90,1 miliardi, dei quali +67,9 miliardi nel

primo semestre) ed in misura più contenuta il comparto a breve termine (BOT e CTZ; +29,7

miliardi). Anche la dinamica degli “Altri titoli” è risultata positiva (+81,9 miliardi), sempre trainata

dalle obbligazioni bancarie (+86,9 miliardi) giunte a rappresentarne oltre il 70%.

18 Banca d’Italia, Supplemento del Bollettino Statistico “Moneta e Banche”, febbraio 2013. 19 Le variazioni sono state calcolata escludendo dalla raccolta obbligazionaria la quota che figura tra gli

investimenti del portafoglio titoli (voce “Altri titoli”). Al lordo di tale componente la raccolta in obbligazioni delle banche italiane evidenziava a fine dicembre una crescita su base annua del 5% (+13,4% a dicembre 2011).

20 Le variazioni sono state calcolate escludendo dai depositi gli importi connessi con operazioni di cessione di

crediti e con controparti centrali. Al lordo di tali componenti la raccolta costituita dalle diverse forme tecniche di deposito a fine dicembre evidenziava una crescita su base annua dell’8,3% (-3,8% a dicembre 2011).

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A dicembre, il tasso medio della raccolta bancaria da clientela calcolato dall’ABI21 (che include il rendimento dei depositi, delle obbligazioni e dei pronti contro termine in euro per

le famiglie e le società non finanziarie) risultava pari al 2,08% (2% a fine 2011). Il tasso

medio ponderato sui prestiti alle famiglie e alle società non finanziarie si era invece

progressivamente ridotto al 3,78% rispetto al picco raggiunto tra dicembre 2011 e gennaio

2012 (4,23%).

* * *

Oltre alle già citate evoluzioni in atto nella regolamentazione internazionale, il contesto

normativo di riferimento per le banche italiane è stato interessato nel corso del 2012 da

molteplici novità:

il 5 aprile la sentenza 78 della Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità dell’articolo 2, comma 61 del D.L. 225 del 29 dicembre 2010 (c.d. “Mille proroghe”) in

materia di anatocismo bancario. Il Decreto aveva introdotto una norma di

interpretazione autentica dell’art. 2935 C.C. che, per quanto riguarda la prescrizione

delle azioni legali relative ad operazioni in conto corrente, faceva decorrere il termine

decennale dal momento dell’annotazione della relativa operazione sul conto anziché dal

giorno della chiusura del conto corrente;

la Legge n. 62 del 18 maggio 2012 ha stabilito la costituzione presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) di un Osservatorio sull’erogazione del credito e

sulle relative condizioni da parte delle banche alla clientela, con particolare riferimento

alle imprese micro, piccole, medie e a quelle giovanili e femminili, nonché

sull’attuazione degli accordi o protocolli volti a sostenere l’accesso al credito dei

medesimi soggetti. L’Osservatorio monitora l’andamento dei finanziamenti erogati dal settore bancario e finanziario e delle relative condizioni potendo richiedere a Banca

d’Italia, anche su base periodica, dati sui finanziamenti erogati e sulle relative

condizioni applicate. La medesima Legge conferisce inoltre ai prefetti la possibilità di

segnalare all’Arbitro Bancario Finanziario specifiche problematiche relative ad

operazioni e servizi bancari e finanziari;

dal 1° giugno per le banche è divenuta obbligatoria l’offerta del conto corrente “di base” introdotto dal Decreto Legge del 20 gennaio 2012, n. 1 – convertito con Legge 24 marzo 2012, n. 28 – dopo che in data 28 marzo MEF, ABI, Poste Italiane e Associazione

Italiana Istituti di pagamento e di moneta elettronica ne avevano definito con apposita

convenzione le caratteristiche;

il 22 ottobre MEF ed ABI hanno siglato una convenzione che permette l’accesso da parte delle banche e degli intermediari finanziari alla piattaforma elettronica per la

certificazione dei crediti verso le amministrazioni pubbliche. Ciò garantisce l’opportunità

di un’immediata verifica dello stato del credito, velocizzando e semplificando le procedure di anticipazione o sconto per le imprese fornitrici della pubblica

amministrazione;

la Legge 134/2012 che ha convertito il Decreto 83/2012 (c.d. “Decreto Sviluppo”) ha introdotto, tra le altre, numerose novità in materia di risanamento d’impresa che vanno

a completare il lavoro di riforma della Legge Fallimentare avviato nel 2005 introducendo

un numero rilevante di disposizioni finalizzate a migliorare l’efficienza dei procedimenti di composizione delle crisi d’impresa. La nuova disciplina dovrebbe pertanto favorire in

modo significativo un’emersione anticipata ed una gestione pilotata dello stato di crisi,

nonché ampliare il ricorso al concordato preventivo e all’accordo di ristrutturazione ex

art. 182 bis Legge Fallimentare come strumenti volti a conseguire una composizione

negoziale della crisi;

Banca d’Italia in dicembre ha pubblicato un provvedimento recante disposizioni di vigilanza in materia di sanzioni e procedura sanzionatoria amministrativa. Il documento, entrato in vigore il 1° febbraio 2013 e fra i cui destinatari rientrano le

banche, stabilisce regole destinate a rendere nota la procedura sanzionatoria seguita

dall’Autorità nell’esercizio dei propri compiti di vigilanza in materia di sana e prudente

gestione dell’attività bancaria e finanziaria, di correttezza dei comportamenti, nonché di

21 ABI Monthly Outlook, “Economia e Mercati Finanziari e Creditizi”, febbraio 2013.

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prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di

attività criminose e di finanziamento del terrorismo.

Con riferimento in particolare ai soggetti quotati, si segnalano inoltre:

il D.Lgs. 91/2012, entrato in vigore il 17 luglio (in attuazione della Direttiva 2007/36/CE relativa all’esercizio di alcuni diritti degli azionisti di società quotate), che

ha modificato alcune norme sia del Codice Civile che del Testo Unico della Finanza al

fine di incentivare, facilitandola, la partecipazione dei soci alla vita della società;

il D.Lgs. 184/2012, entrato in vigore il 13 novembre (in attuazione della Direttiva 2010/73/UE per l’armonizzazione degli obblighi di trasparenza per gli emittenti quotati), che abrogando l’articolo 120 comma 3 del TUF, ha fatto venir meno l’obbligo di

comunicare, alla partecipata e alla Consob, l’acquisizione di partecipazioni superiori al

10% in Spa non quotate o in Srl. Sono inoltre stati cancellati gli obblighi, a carico dei

soggetti controllanti gli emittenti quotati, di comunicazione al pubblico delle

informazioni rilevanti e di tenuta dei registri delle persone che hanno accesso ad informazioni privilegiate.

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L’attività della Banca di Valle Camonica nel 2012

Linee strategiche e commerciali della Banca

Nel corso dell’anno 2012 l’attività commerciale è stata caratterizzata dai seguenti

andamenti.

Nell’ambito della Raccolta Diretta, con particolare riferimento al segmento

Medio/Lungo Termine, sono stati emessi 27 Prestiti Obbligazionari dei quali 14 emissioni a Tasso Fisso, 12 emissioni a Tasso Misto e una emissione con tipologia Step Up (Tasso Fisso

Crescente) per un totale di 180,38 milioni di Euro.

In particolare tra le 12 emissioni a Tasso Misto, tre emissioni per un totale di 32 milioni di

Euro fanno parte del progetto Social Bonds e rappresentano un percorso di sostegno al Terzo Settore che il Gruppo UBI Banca ha avviato in Italia nell’ultimo trimestre 2011. Tali

strumenti finanziari offrono al sottoscrittore l’opportunità di ottenere un buon ritorno

sull’investimento e contemporaneamente consentono alla Banca di devolvere parte

dell’importo raccolto a supporto di iniziative di interesse sociale

Sempre per il segmento della Raccolta Diretta e nell’ambito di specifiche campagne a

supporto della crescita della base clienti, in sintonia con la Capogruppo è proseguita

l’offerta dei Conti di Deposito, che rappresentano per il cliente un valido e sicuro strumento di investimento a breve termine senza costi di gestione, con una remunerazione certa e

definita nel tempo.

Nel corso del 2012 le operazioni di Pronti Contro Termine sono confluite in parte negli altri

classici strumenti a breve termine quali i Certificati di Deposito con durate da 3 a 11 mesi,

che sono infatti passati da un totale in essere al 31 dicembre 2011 pari a 8,95 milioni di

Euro a 114,56 milioni di Euro al 31 dicembre 2012.

E’ proseguito anche il collocamento dei Certificati di Deposito in divisa estera con

copertura a termine, che permette di offrire ai clienti un prodotto con tasso certo senza

rischi di cambio e con durata massima a 12 mesi.

Per il settore Bancassicurazione, la raccolta premi nel corso dell’anno 2012 è stata pari a

24,56 milioni di Euro, favorita in parte anche da mercati finanziari ancora fortemente

caratterizzati da una marcata volatilità.

Per il comparto Impieghi la Banca ha mantenuto anche per l’anno 2012 il proprio sostegno all’economia del territorio di sua competenza, con erogazioni per oltre 156

milioni di Euro di finanziamenti.

Sviluppo Territoriale e Risorse Umane

L’Istituto è presente in 4 province: Brescia, Bergamo, Sondrio e Como.

A fine esercizio la rete territoriale della Banca risulta composta da 2 Direzioni Territoriali che

comprendono 2 Corporate Banking Unit con 2 Corner, 1 Private Banking Unit e 66 Sportelli

di cui 12 Filiali Capofila, 14 Filiali Aggregate, 27 Filiali Ordinarie e 13 Minisportelli.

La Banca è stata interessata nel corso del 2012 da progetti riguardanti ristrutturazioni, trasferimenti e progetti speciali.

Nei mesi di novembre e dicembre, nell’ambito del programma di Ottimizzazione del

Funzionamento del Gruppo, sono stati attivati gli interventi mirati alla:

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- revisione dell’assetto organizzativo della Direzione Centrale con l’obiettivo di

semplificare il coordinamento e di razionalizzare ruoli ed attività con la riorganizzazione o l’istituzione delle strutture “Risorse Umane”, “Coordinamento

Organizzativo”, “Supporto Direzione Generale” e “Pricing e Pianificazione

Commerciale”;

- riqualificazione delle Filiali Aggregate di Cevo (BS) e Temù (BS) in Minisportelli,

facenti riferimento, rispettivamente, alla Filiale Madre di Cedegolo (BS) e di Ponte di Legno (BS).

Nel mese di aprile il Corner Corporate di Brescia collegato alla CBU di Franciacorta è stato

trasferito a Coccaglio (BS), mentre nel mese di ottobre la Filiale di San Pancrazio di Palazzolo

sull’Oglio (BS) è stata riallocata nei nuovi locali posti in Via XXV Aprile. Nel mese di luglio ha

inoltre cessato di operare la PBU di Franciacorta.

Il personale dipendente al 31 dicembre 2012 risultava composto da 341 risorse (-4 rispetto

al 2011) mentre quello effettivo è rimasto sostanzialmente invariato rispetto all’anno

precedente: 346 risorse di cui 253 maschi e 93 femmine. L’età media dei colleghi è di quasi

45 anni mentre l’anzianità media è di circa 18 anni.

Nel corso dell’anno sono stati effettuati circa 90 trasferimenti di cui 5 relativi a responsabili

di Unità Centrali e 16 di responsabili di Filiale.

Al 31 dicembre 2012 Banca di Valle Camonica non ha in essere alcun rapporto di

collaborazione, consulenza e/o contratti a progetto.

Il costo del personale al netto delle partite non ricorrenti ha subito una riduzione di circa il

2% rispetto al 2011.

Nel mese di settembre è stato promosso presso l’Eremo dei Santi Pietro e Paolo di Bienno (BS) l’annuale incontro con tutto il personale, evento che da alcuni anni consente di

trasmettere a tutte le risorse dati relativi all’andamento gestionale dell’Istituto, nonché del

Gruppo Bancario di nostra appartenenza e che costituisce un valido strumento per la

condivisione della mission aziendale.

Nel corso del 2012 è continuata la pianificazione dell’attività formativa che può essere così

sintetizzata:

continuazione del corposo programma di formazione assicurativa, relativo ai nuovi adempimenti previsti dal codice delle Assicurazioni Private (ISVAP) che disciplina

l’accesso all’attività di intermediazione assicurativa ed il suo esercizio;

partecipazione di 4 colleghi alla rilevazione del potenziale;

conclusione del percorso di “Abilitazione al ruolo di Responsabile di Filiale” con superamento del test finale e ottenimento dell’attestato per 6 colleghi;

svolgimento di Progetti formativi quali: Iseo Summer School, Antiriciclaggio, Valore in Rete (per Gestori Small Business, Account Manager Corporate, Private Banker), percorso Sviluppatori, Credito (valutazione, erogazione, gestione e monitoraggio), Pricing, Mass

Market Team, Antirapina e Primo Soccorso come emersi dalle esigenze del Gruppo o

della nostra Banca.

Complessivamente nell’anno 2012 sono stati effettuati 2116 giorni/uomo di formazione; di cui 752 giorni/uomo in autoformazione.

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Iniziative promozionali e di informazione

Durante l’anno 2012 la Banca di Valle Camonica ha sostenuto numerose iniziative sorte

nell’ambito dei territori di propria operatività, indirizzate alla valorizzazione delle culture

locali e promosse nei settori del sociale e dell’assistenza da vari soggetti attivi nei comparti

dell’educazione, della formazione, dello sport, del turismo, dell’assistenza sociale, della

ricerca scientifica, della spiritualità, della conservazione dei beni artistici e architettonici, della valorizzazione del patrimonio storico, folcloristico e culturale. La disponibilità da

sempre manifestata nei riguardi degli operatori impegnati in campo sociale e culturale

garantisce alla Banca di Valle Camonica un rapporto privilegiato con il territorio e una

immediata riconoscibilità del proprio marchio. Nel settore turistico la Banca ha sostenuto

diverse campagne promozionali indirizzate a far conoscere le stazioni sciistiche e turistiche

alpine, in collaborazione con gli operatori del settore, al fine di penetrare con maggiore incisività sui mercati nazionale e internazionale, far conoscere il territorio e guadagnare

nuova clientela. La Banca ha affiancato le iniziative messe in campo, sponsorizzando

l’attività delle società e degli imprenditori attivi nelle stazioni di villeggiatura e di sport

invernali. E’ stato ribadito l’impegno a promuovere la cultura del termalismo e del territorio,

mediante l’indizione di spettacoli, concerti, rappresentazioni, mostre, incontri. La Banca ha appoggiato l’organizzazione di fiere e di mostre mercato dell’artigianato, del lavoro, della

creatività e dei prodotti tipici locali (in particolare vini e gastronomia), mercatini di Natale,

notti bianche, sagre tradizionali e patronali, manifestazioni ideate da Pro-Loco, agenzie e

operatori turistici, sodalizi di promozione montana. In campo sportivo e ricreativo l’Istituto

ha sorretto l’attività di società e associazioni, con particolare riguardo a quelle rivolte a

favorire l’inserimento e a sviluppare le capacità dei soggetti diversamente abili. Sono stati erogati contributi per sostenere l’attuazione di competizioni (anche di risonanza nazionale)

di tiro al piattello, podismo, camminate, corse di ciclismo, tornei di calcio, pallavolo e

pallacanestro. Nei settori dell’assistenza e della solidarietà sono stati offerti contributi a

organismi socio-sanitari, associazioni operanti sul campo per il contenimento e la

risoluzione di situazioni di povertà e di emarginazione, ONLUS e istituzioni di volontariato,

parrocchie di montagna: da segnalare il concreto sostegno dato alla Fondazione della Comunità Bresciana per l’organizzazione di interventi a favore delle popolazioni colpite dal

terremoto che ha sconvolto l’Emilia.

Nella cornice di una progressiva realizzazione della piattaforma denominata “UBI Comunità”

che prevede una serie di servizi e di strumenti rivolti a fornire uno strutturato sostegno

bancario e creditizio al comparto delle organizzazioni non profit per lo sviluppo di iniziative di interesse sociale e per favorirne l’attività quotidiana, la progettualità e gli investimenti, la

Banca ha collocato tre Social Bond, i cui proventi sono stati in parte devoluti a titolo di

liberalità a favore di: ASL Vallecamonica-Sebino per l’acquisto della nuova apparecchiatura

di Risonanza Magnetica Nucleare installata presso il reparto di Radiologia dell’Ospedale di

Esine; Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale

Anffas Onlus di Sondrio, per un progetto specifico che ha come obiettivo primario quello di supportare le famiglie che si trovano a gestire al proprio interno la presenza di un familiare

disabile adulto, con tutte le difficoltà e gli ostacoli che derivano dal dispiegarsi giornaliero di

tale pesante situazione; Agricola Società Cooperativa Sociale Onlus (facente parte della

Cooperativa Sociale Arcobaleno di Breno) per la realizzazione di un innovativo progetto

denominato “4A -Autoefficacia- Autonomia- Autorealizzazione-in Agricoltura”, riguardante l’impiego lavorativo (mediante appositi percorsi terapeutici) di soggetti disabili e di persone

in difficoltà per motivi fisici, psichici, sociali o economici nella produzione diretta di prodotti

della terra nell’ambito di una fattoria in corso di insediamento nel territorio del comune di

Piancogno.

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In campo formativo la Banca ha fornito aiuti all’attività di scuole materne, oratori

parrocchiali e istituti scolastici, scuole primarie, università e centri di ricerca. Inoltre ha contribuito a sostenere le iniziative presenti sul territorio nel settore della comunicazione, in

particolare quelle che danno il giusto spazio all’informazione locale, alle culture della

montagna, ai valori etici ed educativi: da segnalare il sostegno a due borse di studio erogate

dalla Fondazione AIB-Liceo Guido Carli di Brescia e l’avvio di una programmazione che

prevede una serie di incontri di carattere culturale-formativo su varie tematiche economiche e creditizie presso gli Istituti scolastici superiori della Valle Camonica tenuti da funzionari

della Banca. Sotto il profilo culturale, sono stati erogati contributi a varie istituzioni e

associazioni impegnate a diffondere e a far conoscere la cultura, con particolare riferimento

ai contenuti di ambito camuno e bresciano, mediante corsi formativi, iniziative tematiche,

convegni e approfondimenti, ricerche scientifiche, conferenze, festival e stagioni teatrali,

campagne archeologiche. Speciale attenzione è stata riservata alla conoscenza dell’arte, al restauro di chiese, cappelle e palazzi storici, alla tutela delle bellezze ambientali, alle

iniziative culturali, quali incontri, seminari e congressi promossi da associazioni e circoli,

concerti e corsi di educazione musicale, proiezioni cinematografiche sullo sviluppo della

montagna, attività pubblicistiche e informative promosse da enti locali e da parrocchie. Sul

fronte della valorizzazione del patrimonio storico, artistico e culturale, la Banca ha fornito il proprio contributo al mantenimento e all’incremento dello specifico bando denominato

“Fondo territoriale di Valle Camonica”, promosso alcuni anni fa su iniziativa della

Fondazione della Comunità Bresciana, indirizzato a dare concreta realizzazione ad articolati

progetti di restauro e di conoscenza dei beni culturali. Un sostegno particolare è stato dato

alla manifestazione denominata “Santa Crus”, che si è tenuta il 20 e il 26 maggio all’interno

del centro storico del paese di Cerveno: si tratta di una sacra rappresentazione dal vivo e in costume che si effettua da oltre un secolo, a cadenza decennale, che trae ispirazione dal

locale grandioso santuario della Via Crucis (ricco di duecento statue a grandezza naturale) e

che coinvolge l’intera popolazione del luogo, con vasta risonanza anche oltre i confini della

Valle Camonica e partecipazione di alcune migliaia di spettatori (per l’occasione è stato

realizzato anche un DVD). Sotto il profilo della comunicazione, va osservato che,

periodicamente, vengono inseriti articoli su YOUBI che illustrano le iniziative della Banca di Valle Camonica nei vari settori della promozione del territorio.

A fine anno è stato pubblicato un dettagliato volume strenna che condensa e sviluppa

quanto già illustrato nei fascicoli promossi a partire dal 2003 nella serie “Insieme per

progredire”: in esso trova spazio il racconto delle principali vicende che hanno segnato la

lunga storia della Banca di Valle Camonica che ha celebrato il 140° anniversario di fondazione, essendo sorta -grazie alla volontà di una decina di liberi professionisti,

imprenditori e commercianti, guidati dall’ispirazione di quel grande protagonista del

movimento cattolico che fu l’avvocato Giuseppe Tovini- mediante atto notarile stipulato il 2

giugno 1872 nella cittadina di Breno, avviando la propria operatività il 20 ottobre

successivo. La ricerca si è soffermata a chiarire i vari passaggi di questo lungo cammino,

osservando che nel 1963 la Banca visse un momento di grande rilevanza, allorché entrò a far parte della Banca San Paolo di Brescia, pure fondata dall’avv. Tovini. La Banca San

Paolo effettuò questo intervento per “salvare la peculiarità istituzionale originaria della

nostra Banca, facendo in modo che venissero rispettate le caratteristiche che la legano

ancora oggi ai valori e alle tradizioni del luogo”: dominante preoccupazione fu, pertanto,

quella di tutelare la funzione e il ruolo ambientale dell’Istituto, nato con l’intento specifico di sostenere le imprese e le iniziative locali. Iniziò quindi una stagione che vide la Banca

impegnarsi, in continuità con la propria storia, a diventare strumento al servizio del

territorio camuno. Tale sviluppo vide un crescendo costante della Banca Valle in termini di

mezzi amministrati, di riserve accumulate, di espansione territoriale, nel bresciano e verso

la Franciacorta, nella Bergamasca, in Valtellina e Alto Lario.

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Il sistema di controllo interno

Modello di governance amministrativo finanziario adottato ai sensi della Legge

262/05

La legge 262 del 28 dicembre 2005 (e successive modifiche) “Disposizioni per la tutela del risparmio e la disciplina dei mercati finanziari” con l’inserimento nel TUF dell’art. 154 bis ha

introdotto nell’organizzazione aziendale delle Società quotate in Italia, la figura del Dirigente

Preposto a cui è affidata la responsabilità di predisporre la redazione della documentazione

contabile dell’impresa. La citata riforma si propone, fra gli altri obiettivi, quello di potenziare

il sistema dei controlli interni in relazione alla comunicazione finanziaria prodotta dagli

emittenti quotati.

Il Gruppo UBI Banca è tenuto all’applicazione del disposto normativo e a tal fine si è dotato di un impianto organizzativo e metodologico (modello di governance amministrativo finanziaria) che, inserito in un contesto di compliance integrata, consente di regolare in via

continuativa le attività inerenti alla verifica del livello di adeguatezza ed effettiva

applicazione dei presidi relativi al rischio di informativa finanziaria e, conseguentemente,

effettuare una corretta valutazione del sistema di controllo interno di riferimento.

Il modello sviluppato è stato formalizzato in uno specifico Regolamento Aziendale, emanato

con il Comunicato di Gruppo n. 166 dell’8 agosto 2008, che comprende anche il “Manuale

metodologico per il presidio del rischio di informativa finanziaria di cui alla Legge 262/05”

aggiornato e diramato con Circolare di Gruppo n. 44 del 25 gennaio 2013, con l’obiettivo di focalizzare maggiormente l’attenzione del Dirigente Preposto sulle aree più critiche mediante

la pianificazione delle attività di verifica in ragione della rischiosità assegnata ai diversi

processi rilevanti ai sensi della Legge 262/05 (c.d. approccio “Risk Driven”). Il modello citato

muove prioritariamente dall’individuazione del perimetro rilevante costituito dalle società del

Gruppo UBI Banca, dai conti e dai processi ritenuti significativi, ai fini della produzione

dell’informativa finanziaria, sulla base di parametri sia quantitativi, in relazione alla rispettiva contribuzione alle grandezze economico – patrimoniali rappresentate nel bilancio

consolidato, che qualitativi, in relazione alla complessità del business e alla tipologia dei

rischi impliciti. Sulla base di quanto sopra, la Banca è inclusa nel perimetro rilevante.

Individuato tale perimetro, si procede con la definizione dell’ambito di indagine del periodo

di riferimento mediante pianificazione delle attività di verifica annuali, pianificate semestralmente, in applicazione del citato modello “Risk driven” che prevede l’attribuzione di

un ranking di rischiosità ai processi. In ragione di tale modello si definiscono approcci di

analisi differenziati, pur garantendo sempre un adeguato livello di presidio sui processi

ritenuti più significativi, anche in ragione di elementi qualitativi desunti da: anomalie

riscontrate in analisi precedenti, livello di stabilità dei processi, analisi delle anomalie

riscontrate da altre funzioni di controllo ed informazioni acquisite per il tramite di apposite interviste a Chief Risk Officer, Chief Audit Executive e Chief Operating Office di Capogruppo.

Le attività di verifica svolte sull’adeguatezza del sistema di controllo interno posto a presidio

dell’informativa finanziaria prodotta sono sintetizzate in una apposita relazione, indirizzata

alla Banca, redatta dalla struttura specialistica interna alla Capogruppo in staff al Dirigente Preposto; in tale relazione è espresso un giudizio in merito all’idoneità complessiva delle

procedure amministrative e contabili a rappresentare in bilancio in modo corretto la

situazione patrimoniale, economica e finanziaria della Banca e per l’esercizio 2012 esprime

un giudizio di positività. Tale conclusione è supportata anche da specifiche attestazioni

interne, prodotte dagli organi delegati delle singole Società/outsourcer del Gruppo UBI

Banca come previsto dal “Sistema di attestazioni a cascata” contemplato nel modello di governance amministrativo finanziario definito.

La Direzione Generale della Banca rilascia apposita attestazione, su delega del Consiglio di

Amministrazione, alla Capogruppo mediante la quale si dichiara:

adeguatezza in relazione alle caratteristiche dell’impresa ed effettiva applicazione nel periodo delle procedure amministrative e contabili;

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veridicità, completezza e rispondenza alle scritture contabili dei dati patrimoniali, economici e finanziari e delle informazioni aggiuntive del bilancio individuale fornite

per l’elaborazione del bilancio consolidato e della relazione sulla gestione nonché per la descrizione dei principali rischi ed incertezze cui il Gruppo è esposto.

Ambiente di lavoro

Per quanto riguarda le tematiche disciplinate dal D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 (Tutela della

salute e sicurezza nei luoghi di lavoro) si rinvia al capitolo “Principali rischi e incertezze cui è esposta la Banca”, mentre gli aspetti di responsabilità ambientale sono trattati nell’ambito

dell’informativa sulla responsabilità sociale e ambientale contenuta nel capitolo “Altre

informazioni”.

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Prospetti di bilancio riclassificati

Informazioni sullo stato patrimoniale e sul conto economico Al fine di agevolare l’analisi dell’evoluzione economica della Banca ed in ottemperanza alla

Comunicazione Consob n. DEM/6064293 del 28 luglio 2006, fra i prospetti riclassificati è

stato inserito un apposito prospetto per evidenziare l’impatto economico dei principali eventi

ed operazioni non ricorrenti - essendo i relativi effetti patrimoniali e finanziari non

significativi - che si riassumono in:

anno 2012:

● oneri incentivi all’esodo;

● credito d’imposta anni pregressi.

Nei prospetti che seguono sono rappresentati gli schemi riclassificati di Stato Patrimoniale e di Conto Economico.

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Stato patrimoniale riclassificato

(in migliaia di euro)

31/12/2012 31/12/2011 Variazione Variazione %

annua

10. Cassa e disponibilità liquide 15.375 15.112 263 1,7

20. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 3.845 4.414 (569) (12,9)

40. Attività finanziarie disponibili per la vendita 1.392 791 601 76,0

60. Crediti verso banche 23.068 88.451 (65.383) (73,9)

70. Crediti verso clientela 1.798.703 1.889.840 (91.137) (4,8)

80. Derivati di copertura 8.979 7.181 1.798 25,0

90. Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica 8.012 5.900 2.112 35,8

100. Partecipazioni 784 783 1 0,1

110. Attività materiali 27.036 28.040 (1.004) (3,6)

120. Attività immateriali 6.899 6.899 - -

di cui: avviamento 6.899 6.899 - -

130. Attività fiscali 13.751 11.156 2.595 23,3

150. Altre attività 39.464 18.608 20.856 112,1

Totale dell'attivo 1.947.308 2.077.175 (129.867) (6,3)

VOCI DELL'ATTIVO

31/12/2012 31/12/2011 Variazione Variazione %

annua

10. Debiti verso banche 38.328 299.131 (260.803) (87,2)

20. Debiti verso clientela 882.589 917.619 (35.030) (3,8)

30. Titoli in circolazione 836.106 695.209 140.897 20,3

40.+ 50. Passività finanziarie di negoziazione e valutate al fair value 3.989 4.522 (533) (11,8)

60. Derivati di copertura 11.001 7.142 3.859 54,0

80. Passività fiscali 4.338 4.540 (202) (4,4)

100. Altre passività 48.611 27.195 21.416 78,7

110. Trattamento di fine rapporto del personale 7.839 7.093 746 10,5

120. Fondi per rischi e oneri: 2.083 2.903 (820) (28,2)

b) altri fondi 2.083 2.903 (820) (28,2)

130. Riserve da valutazione 11.331 11.828 (497) (4,2)

160.+170.+180 Capitale, sovrapprezzi di emissione e riserve 99.943 99.265 678 0,7

200. Utili d'esercizio 1.150 728 422 58,0

Totale del passivo e del patrimonio netto 1.947.308 2.077.175 (129.867) (6,3)

VOCI DEL PASSIVO E DEL PATRIMONIO NETTO

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Conto economico riclassificato

(in migliaia di euro)

31/12/2012 31/12/2011Variazione

annua

Variazione %

annua

10.- 20. Margine di interesse 33.208 40.671 (7.463) (18,3)

40. - 50. Commissioni nette 22.037 20.763 1.274 6,1

80.+ 90.+100.+110. Risultato netto dell'attività di negoziazione e di copertura (420) 48 (468) n.s.

190. Altri oneri/proventi di gestione 3.285 4.346 (1.061) (24,4)

Proventi operativi 58.110 65.828 (7.718) (11,7)

150a. Spese per il personale (23.805) (22.544) (1.261) 5,6

150b. Altre spese amministrative (18.131) (18.224) 93 (0,5)

170. + 180. Rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali (1.688) (1.685) (3) 0,2

Oneri operativi (43.624) (42.453) (1.171) 2,8

Risultato della gestione operativa 14.486 23.375 (8.889) (38,0)

130a. Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di crediti (10.862) (18.166) 7.304 (40,2)

130b. + c.+d. Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di altre attività/passività (245) (50) (195) n.s.

160. Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri (371) (359) (12) 3,3

Utile/perdita della operatività corrente al lordo imposte 3.008 4.800 (1.792) (37,3)

260. Imposte sul reddito d'esercizio dell'operatività corrente (1.858) (4.072) 2.214 (54,4)

290. Utile d'esercizio 1.150 728 422 58,0

VOCI DEL CONTO ECONOMICO

Metodologia di costruzione del conto economico riclassificato

Principali regole di classificazione:

● le commissioni di massimo scoperto iscritte alla voce 10 - 20 “Margine di interesse” (euro 12 mila al 31/12/2012 e 70 mila al 31/12/2011) - sono riclassificate nella voce

40 - 50 “Commissioni nette”;

● la penale di sconfino iscritta alla voce 10 - 20 “Margine di interesse” (euro 2.404 mila

al 31/12/2012 e 3.451 mila al 31/12/2011) - è riclassificata alla voce 190 altri

proventi/oneri di gestione;

● i recuperi di imposta iscritti alla voce 190 “Altri oneri/proventi di gestione” (euro 3.035 mila al 31/12/2012 e 3.469 mila al 31/12/2011) sono riclassificati a

riduzione delle imposte indirette incluse tra le altre spese amministrative;

● la voce rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali include le voci 170 e

180 dello schema contabile e le quote di ammortamento dei costi sostenuti per

migliorie su beni di terzi (euro 64 mila al 31/12/2012 invariato rispetto al 31/12/2011) classificate alla voce 190 dello schema obbligatorio;

● la voce altri proventi/oneri di gestione include la voce 190, al netto delle riclassifiche

sopramenzionate.

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Conto economico riclassificato al netto delle principali componenti non ricorrenti

(in migliaia di euro)

Incentivi all'esodoCredito d'imposta

anni pregressi

10.- 20. Margine di interesse 33.208 33.208 40.671 (7.463) (18,3)

40. - 50. Commissioni nette 22.037 22.037 20.763 1.274 6,1

80.+ 90.+100.+110. Risultato netto dell'attività di negoziazione e di copertura (420) (420) 48 (468) n.s.

190. Altri oneri/proventi di gestione 3.285 3.285 4.346 (1.061) (24,4)

Proventi operativi 58.110 - - 58.110 65.828 (7.718) (11,7)

150a. Spese per il personale (23.805) 1.745 (22.060) (22.544) 484 (2,1)

150b. Altre spese amministrative (18.131) (18.131) (18.224) 93 (0,5)

170. + 180. Rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali (1.688) (1.688) (1.685) (3) 0,2

Oneri operativi (43.624) 1.745 - (41.879) (42.453) 574 (1,4)

Risultato della gestione operativa 14.486 1.745 - 16.231 23.375 (7.144) (30,6)

130a. Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di crediti (10.862) (10.862) (18.166) 7.304 (40,2)

130b. + c.+d. Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di altre attività/passività (245) (245) (50) (195) n.s.

160. Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri (371) (371) (359) (12) 3,3

Utile/perdita della operatività corrente al lordo imposte 3.008 1.745 - 4.753 4.800 (47) (1,0)

260. Imposte sul reddito d'esercizio dell'operatività corrente (1.858) (480) (1.156) (3.494) (4.072) 578 (14,2)

290. Utile d'esercizio 1.150 1.265 (1.156) 1.259 728 531 72,9

VOCI DEL CONTO ECONOMICO 31/12/2012

Componenti non ricorrenti

31/12/2012

al netto delle

componenti non

ricorrenti

variazione % 31/12/2011 variazione

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Informazioni sullo stato patrimoniale riclassificato

Crediti e debiti verso banche

Al 31 dicembre 2012 il saldo dell’interbancario, al netto delle operazioni in pronti contro termine attivi effettuate con la Capogruppo, strettamente correlate con operazioni passive

con la clientela risulta negativo per 17,2 milioni di euro, contro 272,2 milioni registrati alla

data del 31 dicembre 2011.

La riduzione dell’aggregato è dovuta principalmente all’estinzione di tre depositi vincolati

passivi con la Capogruppo per 247 milioni di euro in essere al 31/12/2011; si segnala la

riduzione nei depositi attivi di 7,3 milioni di euro della riserva obbligatoria assolta in via indiretta per il tramite della Capogruppo, a seguito del recepimento del regolamento UE che

dispone un coefficiente di riserva pari all’1%, anziché al 2% come applicato nel periodo di

raffronto.

Posizione interbancaria netta

(valori in migliaia di euro)

A s s o lute %

C re dit i v e rs o ba nc he 2 3 .0 6 8 8 8 .4 5 1 (6 5 .3 8 3 ) (7 3 ,9 )

D e bit i v e rs o ba nc he 3 8 .3 2 8 2 9 9 .13 1 (2 6 0 .8 0 3 ) (8 7 ,2 )

P OS IZIONE INTER B A NCA R IA NETTA (15.260) (210.680) 195.420 (92,8)

(-) P ro nti co ntro termine a ttivi (1.959) (61.500) 59.541 (96,8)

P OS IZION E IN TER B A N C A R IA N ETTA (17 .2 19 ) (2 7 2 .18 0 ) 2 5 4 .9 6 1 (9 3 ,7 )

Va r. D ic e m bre '12 / D ic e m bre '113 1/ 12 / 2 0 12 3 1/ 12 / 2 0 11

Crediti verso clientela

Gli impieghi complessivi verso clientela si attestano a 1.798,7 milioni di euro, in

diminuzione di 91,1 milioni di euro (-4,8%) rispetto alla consistenza di fine anno 2011 in un contesto di mercato caratterizzato dal rallentamento dell’attività economica.

In riduzione i “Mutui” di 72,2 milioni (-6,1%) e i “Conti Correnti” di 41,7 milioni (-11,1%).

Si evidenzia l’incremento delle Carte di Credito e prestiti personali di 5,5 milioni (+38,7%), in

quanto a seguito della cessazione, a partire dallo scorso maggio dell’operatività di Banca 24-

7, l’attività di collocamento è effettuata direttamente dalla Banca. In lieve aumento gli “Altri finanziamenti” per 1,3 milioni (+0,7%), dove sono principalmente

classificati i finanziamenti per anticipi su effetti e documenti Sbf e le sovvenzioni non

regolate in conto corrente.

Ripartizione dei crediti verso clientela

(valori in migliaia di euro)

Assolute %

Conti correnti 333.949 375.664 (41.715) (11,1)

Pronti contro termine attivi - - - -

Mutui 1.120.178 1.192.376 (72.198) (6,1)

Carte di credito, prestiti personali e cessioni del quinto 19.848 14.315 5.533 38,7

Leasing finanziario - - - -

Factoring - - - -

Altre operazioni 184.739 183.492 1.247 0,7

Titoli di debito - - - -

Totale Crediti in Bonis 1.658.714 1.765.847 (107.133) (6,1)

Attività deteriorate 139.989 123.993 15.996 12,9

TOTALE CREDITI VERSO CLIENTELA 1.798.703 1.889.840 (91.137) (4,8)

31/12/2012 31/12/2011Var. Dicembre '12/Dicembre '11

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Situazione dei crediti per cassa al 31 Dicembre 2012

(valori in migliaia di euro)

Tipologie esposizioni/valoriEsposizione

lorda

Rettifiche di valore

complessive

Esposizione

netta

a) Sofferenze 112.328 37.640 74.688

b) Incagli 57.028 6.915 50.113

c) Esposizioni ristrutturate 12.339 2.472 9.867

d) Esposizioni scadute 5.749 428 5.321

Totale crediti deteriorati 187.444 47.455 139.989

e) Crediti in Bonis 1.668.091 9.377 1.658.714

TOTALE 1.855.535 56.832 1.798.703

Situazione dei crediti per cassa al 31 Dicembre 2011

(valori in migliaia di euro)

Tipologie esposizioni/valoriEsposizione

lorda

Rettifiche di valore

complessive

Esposizione

netta

a) Sofferenze 79.296 26.579 52.717

b) Incagli 65.731 8.104 57.627

c) Esposizioni ristrutturate 6.299 1.587 4.712

d) Esposizioni scadute 9.441 504 8.937

Totale crediti deteriorati 160.767 36.774 123.993

e) Crediti in Bonis 1.775.689 9.842 1.765.847

TOTALE 1.936.456 46.616 1.889.840

Dal punto di vista della qualità degli impieghi, i crediti deteriorati netti della Banca sono

risultati pari a 140 milioni di euro in aumento di 16 milioni rispetto al valore del 31

dicembre 2011 (+12,9%), in particolare:

le sofferenze nette, pari a 74,7 milioni di euro, sono aumentate del 41,7% rispetto al valore di fine anno precedente ed il loro rapporto rispetto agli impieghi complessivi è

pari al 4,2%;

i crediti incagliati passano da 57,6 a 50,1 milioni di euro in diminuzione del 13% e il loro rapporto rispetto agli impieghi è pari al 2,8%;

i ristrutturati sono pari a 9,9 milioni di euro in aumento di 5,2 milioni rispetto al 31 dicembre 2011;

i crediti scaduti ammontano a 5,3 milioni contro 8,9 milioni rilevati a fine anno 2011. Si ricorda che la normativa vigente sino al 31 dicembre 2011 prevedeva, per le

banche che effettuano le segnalazioni prudenziali secondo il metodo standard, di

riclassificare tra le deteriorate le sole esposizioni in sconfino tra i 90 e i 180 giorni

garantite da immobili; a partire dal 2012 tale previsione normativa è venuta meno, pertanto tutti gli sconfini superiori a 90 giorni vanno classificati nelle esposizioni

deteriorate; quindi calcolate applicando la nuova normativa, le esposizioni scadute al

31 dicembre 2011, ammontavano a circa 13,4 milioni di euro.

Il livello di copertura delle sofferenze è pari al 33,5% in linea rispetto al 31 dicembre 2011.

Considerando anche le cancellazioni delle esposizioni verso clienti assoggettati a procedure concorsuali, per le quali alla data del presente bilancio la procedura non si è ancora chiusa,

il livello di copertura delle sofferenze è pari al 45,43% contro il 48,61% circa del precedente

esercizio.

Il livello di copertura dei crediti incagliati è pari al 12,1% contro il 12,3% al 31 dicembre

2011. La dotazione di riserva generica della Banca (9,4 milioni di euro) presenta un livello di copertura dei crediti in bonis pari allo 0,56% in lieve aumento rispetto allo 0,55% di fine

2011. In generale la copertura delle attività deteriorate è ritenuta adeguata a fronteggiare le

perdite attese, anche in considerazione delle garanzie che assistono le posizioni.

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Attività finanziarie

Al 31 dicembre 2012, si evidenziano le seguenti dinamiche:

le “attività finanziarie di negoziazione”, pari a 3,8 milioni di euro, in diminuzione del 12,9% rispetto al fine anno precedente, sono costituite principalmente dai derivati

finanziari;

le “attività finanziarie disponibili per la vendita”, sono passate da 0,8 a 1,4 milioni di euro. L’incremento è da attribuirsi principalmente all’acquisto di CCT posti a garanzia

di emissione assegni circolari per un valore nominale di 0,5 milioni di euro e alla valutazione al fair value degli stessi a fine periodo;

i “derivati di copertura”, pari a 9 milioni di euro evidenziano un incremento di 1,8 milioni, ascrivibile pressoché interamente ai fair value positivi dei derivati su prestiti

obbligazionari (passati da 6,3 milioni di euro a 9); tale risultato risente dell’andamento

della curva dei tassi di fine dicembre 2012, che rispetto alla curva utilizzata al 31

dicembre 2011 presenta una sostanziale traslazione verso il basso, accentuata per le

scadenze a breve termine. Si precisa che la valutazione delle coperture dei Domestic

Currency Swap connessi all’emissione di Certificati di Deposito in Yen passa da positiva per 0,8 milioni al 31 dicembre 2011 a negativa, come meglio esplicitato

nell’analoga voce del passivo (vedi passività finanziarie);

l’adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica” ammonta a 8 milioni di euro contro gli 5,9 di fine anno e rappresenta l’adeguamento di fair value sui crediti verso la clientela oggetto di “macrohedging”.

Partecipazioni

La voce, al 31 dicembre 2012, è costituita dalle partecipazioni detenute in:

UBI Sistemi e Servizi S.c.p.A., pari al 1,44% del capitale, per un valore di bilancio di 0,8 milioni di euro;

Ubi Academy scrl, pari al 1,5% del capitale, per un valore di bilancio di 1,5 migliaia di euro.

Immobilizzazioni materiali

Le attività materiali, rappresentate da terreni e fabbricati, mobili e arredi, impianti elettronici ed attrezzature, ammontano ad euro 27 milioni con un decremento di 1 milione

dovuto essenzialmente all’ammortamento del periodo pari ad euro 1,6 milioni ed agli

acquisti per circa 0,6 milioni prevalentemente per personal computer, impianti di allarme e

di climatizzazione. Si segnala nel corso del 2012 il riscatto per fine contratto dell’immobile di

Dongo (CO), precedentemente detenuto in leasing.

Immobilizzazioni immateriali

Le immobilizzazioni immateriali sono costituite interamente da avviamento per un valore di

6,9 milioni di euro, invariato rispetto al 31 dicembre 2011. L’avviamento iscritto rappresenta

il corrispettivo pagato per benefici economici futuri derivanti dall’operazione di aggregazione

aziendale, avvenuta in data 1 luglio 2000, per conferimento di 11 filiali da parte del Banco di Brescia.

Altre attività

Le altre attività ammontano a 39,5 milioni, contro un saldo al 31 dicembre 2011 pari a 18,6

milioni circa.

L’andamento dell’aggregato è legato essenzialmente alla dinamica delle partite connesse alle operazioni di Covered Bond (27,2 milioni di euro contro 7,3 milioni al 31 dicembre 2011),

che rappresenta il disallineamento temporale tra gli incassi dei mutui oggetto di cessione

(esposti in bilancio nella voce 70 dell’attivo) e l’ammortamento dei finanziamenti alla Società

Veicolo.

Per maggiori informazioni si rimanda all’apposito paragrafo, più avanti nel presente

resoconto.

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Raccolta da clientela

Al 31 dicembre 2012 i mezzi amministrati della clientela si sono attestati a 2.794,6 milioni

di euro, in aumento di 78,3 milioni (+2,9%) rispetto alle consistenze di fine 2011.

Massa amministrata (valori in migliaia di euro)

Assolute %

Raccolta diretta da clientela 1.718.695 1.612.828 105.867 6,6

Debiti verso clientela 882.589 917.619 (35.030) (3,8)

Titoli in circolazione 836.106 695.209 140.897 20,3

Raccolta indiretta da clientela 1.075.927 1.103.470 (27.543) (2,5)

di cui: Risparmio gestito 471.029 488.057 (17.028) (3,5)

TOTALE MEZZI AMMINISTRATI CLIENTELA 2.794.622 2.716.298 78.324 2,9

Var. Dicembre '12/Dicembre '1131/12/2012 31/12/2011

Raccolta diretta

Al 31 dicembre 2012 la consistenza della raccolta diretta è risultata pari a 1.718,7 milioni di

euro, il 6,6% in aumento rispetto al valore di fine 2011.

I debiti verso la clientela, si sono attestati a 882,6 milioni di euro, evidenziando un

decremento di 35 milioni (-3,8%) rispetto alla consistenza di fine 2011. La riduzione è ascrivibile sostanzialmente ai Conti Correnti (-30,7 milioni pari al 3,7%).

Al decremento dei Pronti contro termine passivi (-58,6 milioni pari al 96,7%) si contrappone

l’incremento dei depositi vincolati (+57,8 milioni), imputabile alle buone performance del

“conto deposito”.

Ripartizione dei debiti verso clientela

(valori in migliaia di euro)

Assolute %

Conti correnti e depositi liberi 807.424 838.207 (30.783) (3,7)

Depositi vincolati 66.471 8.664 57.807 n.s.

Finanziamenti 2.803 61.562 (58.759) (95,4)

- Pronti contro termine passivi 1.969 60.541 (58.572) (96,7)

- Altri 834 1.021 (187) (18,3)

Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali - - - -

Altri debiti 5.891 9.186 (3.295) (35,9)

TOTALE DEBITI VERSO CLIENTELA 882.589 917.619 (35.030) (3,8)

31/12/2012 31/12/2011Var. Dicembre '12/Dicembre '11

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I titoli in circolazione pari a 836,1 milioni di euro registrano un incremento di 140,9 milioni di euro rispetto al 31 dicembre scorso.

Ripartizione dei titoli in circolazione

(valori in migliaia di euro)

Assolute %

Prestiti obbligazionari (A) 713.091 677.630 35.461 5,2

di cui Prestiti obbligazionari sottoscritti dalla Capogruppo 253.385 254.329 (944) (0,4)

Prestiti obbligazionari al netto p.o. sottoscritti dalla Capogruppo 459.706 423.301 36.405 8,6

Certificati di deposito (B): 123.015 17.579 105.436 n.s.

in euro 115.931 9.004 106.927 n.s.

in valuta (yen) 7.084 8.575 (1.491) (17,4)

altre valute - - -

TOTALE TITOLI IN CIRCOLAZIONE (A+B) 836.106 695.209 140.897 20,3

TOTALE TITOLI IN CIRCOLAZIONE al netto infragruppo 582.721 440.880 141.841 32,2

31/12/2012 31/12/2011Var. Dicembre '12/Dicembre '11

Le obbligazioni di propria emissione ammontano a 459,7 milioni di euro, contro un valore di

bilancio 2011 pari a 423,3 milioni.

Nel corso dell’esercizio sono stati emessi 27 nuovi prestiti obbligazionari destinati a clientela

ordinaria, per un nominale di 165,4 milioni, che hanno più che compensato i rimborsi per

131 milioni; inoltre nei primi due mesi del 2012 si è concluso il collocamento di un Po

emesso nel 2011 per 18 milioni.

I certificati di deposito sono aumentati passando da 17,6 milioni a 123 milioni. L’incremento

è essenzialmente ascrivibile alle sottoscrizioni di certificati di deposito in moneta di conto,

che portano l’aggregato a 115,9 milioni (+ 106,9 milioni rispetto al dato di fine esercizio

2011); risultano, invece in diminuzione i cosidetti CD “swappati”, denominati in Yen; il calo di 1,5 milioni è imputabile per 0,9 milioni all’effetto negativo del cambio e per 0,5 milioni

alla diminuzione dei volumi.

Raccolta indiretta

(valori in migliaia di euro)

Assolute %

- In amministrazione 604.665 59,4 611.896 58,3 (7.231) (1,2)

- Risparmio gestito 413.924 40,6 437.372 41,7 (23.448) (5,4)

Gestioni di Patrimoni Mobiliari 101.776 10,0 89.030 8,5 12.746 14,3

Fondi Comuni di investimento e Sicav 116.933 11,5 105.909 10,1 11.024 10,4

Prodotti assicurativi 195.215 19,2 242.433 23,1 (47.218) (19,5)

CLIENTELA ORDINARIA 1.018.589 100,0 1.049.268 100,0 (30.679) (2,9)

- In amministrazione 233 0,4 3.517 6,5 (3.284) (93,4)

- Risparmio gestito 57.105 99,6 50.685 93,5 6.420 12,7

CLIENTELA ISTITUZIONALE 57.338 100,0 54.202 100,0 3.136 5,8

TOTALE RACCOLTA INDIRETTA 1.075.927 1.103.470 (27.543) (2,5)

31/12/2012

A

Incidenza

%

Variazione A/BIncidenza

%

31/12/2011

B

Al 31 dicembre 2012 la raccolta indiretta da clientela ordinaria, ai valori di mercato, è

risultata pari a 1.018,6 milioni di euro, in diminuzione (-2,9%) rispetto al fine anno

precedente.

Il risparmio amministrato registra una riduzione di 7,2 milioni (-1,2%); in flessione di 23,5

milioni (-5,4%) anche il risparmio gestito. In particolare a fronte della riduzione di 47,2

milioni pari al 19,5% dei prodotti assicurativi, si contrappone un incremento delle gestioni

di Patrimoni Mobiliari di 12,7 milioni (+14,3%) e dei Fondi comuni di investimento e Sicav di

11 milioni (+10,4%).

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Nel comparto fondi comuni di investimento e Sicav l’ incremento è dovuto principalmente ai

buoni risultati dei collocamenti dei prodotti UBI SICAV di nuova emissione, che ha generato provvigioni per 1,1 milioni di euro secondo il seguente dettaglio:

Prodotto Collocato (Euro/000) Provvigioni (Euro/000)

Cedola Certa 17.860 464

Protezione Crescita 2017 2.778 75

Focus Italia 7.400 96

Mercati Emergenti 10.664 315

Ubi Global Dynamic Allocatio

6.664 178

45.366 1.128

Patrimonio netto

Il patrimonio netto al 31 dicembre 2012, al netto del risultato di periodo, evidenzia un saldo

di 111.273,9 migliaia di euro; le riserve da valutazione hanno determinato, nel periodo, un

assorbimento di patrimonio netto pari a 0,5 milioni di euro.

Per un maggior dettaglio informativo si rinvia all’apposito “Prospetto di variazione del

Patrimonio netto”.

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Informazioni sul conto economico riclassificato

Il margine di interesse si è attestato a 33,2 milioni, con una contrazione del 18,3% pari a 7,5

milioni rispetto al 2011.

Assolute %

Margine clientela 38.576 48.007 (9.431) (19,6)

Margine Tesoreria (5.764) (7.833) 2.069 (26,4)

Altri interessi 396 497 (101) (20,3)

TOTALE MARGINE D'INTERESSE 33.208 40.671 (7.463) (18,3)

31/12/2012 31/12/2011Var. Dicembre '12/Dicembre '11

Il margine clientela ammonta a 38,6 milioni in decremento del 19,6%; rispetto al 2011,

dovuto all’incremento del costo della raccolta e alla minore redditività degli impieghi a medio e lungo termine.

I volumi medi risultano in calo del 2,8% sugli impieghi verso clientela, mentre la raccolta

evidenzia un aumento dell’1,5%. Il margine di tesoreria ha dato luogo ad un flusso netto negativo pari a 5,8 milioni in

miglioramento di circa 2,1 milioni rispetto al 31 dicembre 2011; dovuto principalmente alla

riduzione dei depositi vincolati infragruppo e al riprezzamento dei Prestiti Obbligazionari Infragruppo. In riduzione anche gli impieghi in PCT verso la Capogruppo (correlati ad

analoga riduzione della raccolta da clientela su tale strumento).

Le commissioni nette ammontano a 22 milioni (+ 1,3 milioni di euro, pari al 6,1%) rispetto

all’analogo valore del 2011. Significativi incrementi riguardano il risparmio gestito (+0,8

milioni di euro), grazie al collocamento della Sicav Ubi (comparti Cedola Certa, Protezione e Crescita, Mercati Emergenti, Focus Italia e Global Dynamic Allocation) per 1,1 milioni di

euro (0,1 milioni al 31 dicembre 2011).

Buono l’apporto del comparto conti correnti (+1,4 milioni di euro), comprendenti la

commissione per messa a disposizione fondi, che passa da 4,5 a 6 milioni di euro.

A fronte di tale andamento positivo si registrano invece riduzioni nel comparto del risparmio amministrato (-0,7 milioni), imputabile sostanzialmente al minore collocamento e

sottoscrizione titoli pari a 0,3 milioni al 31 dicembre 2012 contro i 1,1 milioni a fine 2011.

L’attività di negoziazione e di copertura evidenzia un risultato negativo per 420 migliaia di

euro, a fronte di un risultato positivo di 48 migliaia di euro rilevato a dicembre 2011.

Le principali componenti di tale risultato sono le seguenti:

impatto negativo della copertura dei mutui a tasso fisso per circa 0,9 milioni, generato dall’effetto dell’estinzioni e rinegoziazioni del periodo nonché

dall’andamento della curva dei tassi a fine dicembre 2012, commentata in

precedenza. L’effetto della componente valutativa, iscritto alla voce 90 del conto

economico, è negativo per 0,5 milioni, mentre gli oneri registrati alla voce 80 per

l’unwinding delle coperture ammontano a 0,4 milioni. Nel periodo di raffronto

l’impatto della copertura dei mutui e degli unwinding aveva generato perdite per circa 0,5 milioni.

la copertura specifica dei prestiti obbligazionari ha invece generato plusvalenze per 284 migliaia di euro, ed utili da negoziazione per 161 migliaia di euro;

le operazioni di riacquisto di passività finanziarie ha avuto un impatto negativo per 410 migliaia di euro, iscritto a voce 100;

Gli altri oneri/proventi di gestione si attestano a 3,3 milioni di euro in diminuzione rispetto

a 4,3 milioni di euro dell’anno precedente (-1,1 milioni).

In tale voce viene rilevata la commissione di istruttoria veloce (CIV) entrata in vigore

dall’ottobre di quest’anno che sostituisce la penale di sconfino. Al fine di rendere omogenei i

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confronti è stata riclassificata nei proventi anche quest’ultima componente che rileva una

riduzione di ricavi di circa 0,4 milioni rispetto all’anno precedente. Si segnalano anche maggiori oneri afferenti ai programmi di covered bond (-150 mila euro);

nel 2011 avevano generato proventi per 110 mila euro mentre quest’anno hanno generato

costi per 40 mila euro.

A seguito delle suddette dinamiche, i proventi operativi sono risultati pari a 58,1 milioni in riduzione dell’ 11,7% rispetto al consuntivo di dicembre 2011, pari a 65,8 milioni.

Le spese per il personale ammontano a 23,8 milioni di euro, in aumento del 5,6% rispetto al

31 dicembre 2011. Escludendo la componente non ricorrente di 1,7 milioni di euro,

costituita da oneri per l’incentivo all’esodo pari a 2,4 milioni di euro e dal rilascio del premio

di anzianità pari a 0,7 milioni, la voce registra un decremento di 0,5 milioni di euro, pari al 2,1%.

La riduzione è dovuta principalmente all’evoluzione degli organici e al premio aziendale.

Le altre spese amministrative pari a 18,1 milioni di euro registrano una lieve flessione (-

0,5%) rispetto al periodo di raffronto. Il principale risparmio di spesa si rileva nel comparto “Canoni resi da Società del Gruppo” pari a -172 mila euro (-2,1%). Le principali variazioni

rispetto a dicembre 2011 riguardano gli oneri per recupero crediti, passati da 389 a 610

migliaia di euro, compensati da un significativo risparmio di 164 migliaia di euro nella voce

pubblicità e promozione.

Il maggior onere sulle imposte indirette è imputabile all’applicazione della nuova imposta

IMU, istituita a partire dal corrente anno, in luogo dell’ICI presente al 31 dicembre 2011 che ha comportato maggiori costi per circa 0,2 milioni. Per ulteriori dettagli si rimanda al

paragrafo relativo agli aspetti fiscali

Nella tabella seguente vengono indicate composizione e variazioni delle macrovoci

componenti l’aggregato.

Altre spese amministrative: composizione

(valori in migliaia di euro)

Assolute %

Affitti passivi (1.311) (1.335) 24 (1,8)

Servizi professionali e consulenze (433) (437) 4 (0,9)

Canoni di locazione HW, SW e altri beni (316) (305) (11) 3,6

Manutenzione HW, SW e altri beni (235) (247) 12 (4,9)

Conduzione immobili (1.122) (1.103) (19) 1,7

Manutenzione immobili ed impianti (559) (612) 53 (8,7)

Contazione, trasporto e gestione valori (532) (542) 10 (1,8)

Contributi associativi (180) (202) 22 (10,9)

Informazioni e visure (185) (184) (1) 0,5

Periodici e volumi (27) (26) (1) 3,8

Postali (518) (558) 40 (7,2)

Premi assicurativi (903) (909) 6 (0,7)

Pubblicità e promozione (176) (340) 164 (48,2)

Spese di rappresentanza (35) (58) 23 (39,7)

Telefoniche e trasmissione dati (768) (824) 56 (6,8)

Servizi in outsourcing (461) (402) (59) 14,7

Spese di viaggio (502) (468) (34) 7,3

Spese recupero crediti (610) (389) (221) 56,8

Stampati, cancelleria e mat. di consumo (132) (176) 44 (25,0)

Trasporti e traslochi (147) (158) 11 (7,0)

Vigilanza (125) (149) 24 (16,1)

Altre spese (19) (8) (11) n.s.

Canoni servizi resi da Società del Gruppo (8.081) (8.255) 174 (2,1)

Imposte indirette (3.789) (4.006) 217 (5,4) - -

Totale (21.166) (21.693) 527 (2,4)

Riclassifica "recuperi di imposte" 3.035 3.469 (434) (12,5) - -

TOTALE ALTRE SPESE AMMINISTRATIVE (18.131) (18.224) 93 (0,5)

31/12/2012 31/12/2011Var. Dicembre '12/Dicembre '11

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Le rettifiche di valore su attività materiali ed immateriali sono risultate pari a 1,7 milioni,

sostanzialmente in linea con il periodo di raffronto. Sono costituite da ammortamenti su attività materiali e migliorie su beni di terzi

Complessivamente, gli oneri operativi si attestano a 43,6 milioni di euro in aumento del 2,8% rispetto al periodo precedente. Il rapporto cost/income, calcolato rapportando gli oneri

operativi ai proventi operativi, è risultato pari al 75,1%.

Al netto delle componenti non ricorrenti gli oneri operativi ammontano a 41,9 milioni rispetto ai 42,5 milioni del 31 dicembre 2011, con un rapporto cost/income pari al 72,1%

(64,5% nel periodo di raffronto ).

Il risultato della gestione operativa si è dunque attestato a 14,5 milioni di euro (-38%) in

diminuzione di circa 8,9 milioni rispetto al medesimo periodo 2011. Al netto degli eventi non

ricorrenti risulta pari a 16,2 in riduzione del 30,6% pari a 7,1 milioni.

Le rettifiche nette di valore per deterioramento di crediti sono pari a 10,9 milioni, in forte

riduzione rispetto ai 18,2 milioni rilevati al 31 dicembre 2011. Nel 2012 sono state condotte rettifiche di valore su crediti non performing per circa 10,1 milioni, di cui 8,5 milioni sui

crediti in sofferenza e 1,1 milioni sui crediti incagliati e rettifiche collettive sui crediti in bonis per 0,8 milioni di euro.

Complessivamente il costo del credito si attesta allo 0,60%, rispetto allo 0,96% rilevato al 31 dicembre 2011.

Le rettifiche nette di valore per deterioramento di altre attività/passività sono pari a 245

mila euro rispetto a 50 mila euro del 31 dicembre 2011. Comprendono la valutazione dei

crediti di firma, che ammontano a 67,4 milioni di euro con un livello di copertura dell’1,03% e dalla valutazione degli impegni che ammontano a 66,2 milioni di euro con un livello di

copertura dello 0,06%.

La dinamica degli accantonamenti netti ai fondi rischi ed oneri ha portato ad un onere di

371 migliaia di euro sostanzialmente in linea con il dato del periodo di raffronto.

L’incremento è imputabile a maggiori accantonamenti per circa 140 migliaia di euro su cause del personale, per 112 mila euro per controversie legali e reclami e per 89 mila euro

per revocatorie.

L’utile lordo dell’attività corrente è pari a 3 milioni di euro, con un decremento di 1,8 milioni

rispetto al 31 dicembre 2011. Al netto delle componenti non ricorrenti l’utile lordo ammonta a 4,8 milioni, in linea con l’anno precedente.

Le imposte sul reddito d’esercizio dell’operatività corrente si attestano a 1,9 milioni di euro e

comprendono il credito d’imposta riferito agli anni 2007-2011, pari a 1,2 milioni di euro,

derivante dal beneficio fiscale per effetto della deducibilità dall’Ires dell’Irap relativa alle

spese del personale. Al netto di tale componente non ricorrente, le imposte ammontano a 3,5 milioni di euro. Il tax rate normalizzato è pari a 73,5% contro l’84,8% dell’analogo periodo 2011. Il

decremento è dovuto al diverso peso delle componenti negative di reddito non rilevanti ai fini

dell’IRAP, principalmente le rettifiche su crediti e dal beneficio di circa 0,4 milioni, introdotto

con il Decreto “Semplificazioni”, connesso alla deducibilità dall’IRES dell’IRAP relativa alle

spese del personale di competenza dell’anno corrente. Per ulteriori dettagli si rimanda al paragrafo “Altre Informazioni – Aspetti fiscali” e alle “Note

illustrative”, più avanti nel presente bilancio.

L’utile del periodo è pari a 1,2 milioni di euro (1,3 al netto delle componenti non ricorrenti),

a fronte di 0,7 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente.

In relazione agli andamenti sopra descritti, la gestione economica della Banca esprime un ROE (Return on Equity) pari all’1,04% circa (1,14% al netto degli eventi non ricorrenti); il

ROE consuntivo del periodo di raffronto era 0,66%.

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Per effetto delle variazioni delle riserve da valutazione registrate al 31 dicembre 2012, la redditività complessiva si è attestata a 0,7 milioni di euro, contro i 0,6 milioni nel medesimo

periodo del 2011.

*****

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L’attività di ricerca e sviluppo Le attività di ricerca e sviluppo - portate avanti in forma accentrata da UBI Sistemi e Servizi

- sono prevalentemente indirizzate a studiare la possibile applicazione delle novità

tecnologiche nei rapporti con la clientela, per migliorare ed ampliare l’offerta di

prodotti/servizi, come pure nei processi interni aziendali, per semplificarli e renderli più

spediti.

I filoni di maggiore interesse e/o potenzialità in questo momento sono rappresentati dal MOBILE INTERNET - soprattutto per quanto riguarda le opportunità che si stanno dischiudendo

nel settore dei pagamenti - e dalla DEMATERIALIZZAZIONE, in progressiva estensione a nuovi

ambiti operativi e a nuove funzioni, seppure in alcuni casi ancora in fase sperimentale.

Nel settore del Mobile Internet il 2012 ha visto da un lato l’arricchimento dei servizi di Home Banking con l’attivazione dell’intermediazione titoli; dall’altro, l’adeguamento degli

applicativi abilitanti a tutti i principali dispositivi e terminali esistenti: è stata attivata

un’applicazione specificamente dedicata ai tablet (andata ad aggiungersi a quelle già

disponibili per iPhone, Android e BlackBerry) mentre nel 2013 verrà rilasciata quella per la

piattaforma Windows Mobile.

Nei prossimi anni, la crescente diffusione di dispositivi mobili offrirà interessanti sviluppi nel campo del mobile payment, a beneficio sia dei consumatori che degli esercenti.

Per tale motivo il Gruppo UBI Banca ha avviato il Progetto UBI Mobile Payments, che prevede

la sperimentazione dei pagamenti attraverso la virtualizzazione di una carta di pagamento su SIM telefonica e l’utilizzo del telefono cellulare (smartphone NFC22 compliant) su POS

contactless23.

L’iniziativa è stata intrapresa in partnership con alcuni importanti operatori nel settore dei

sistemi di pagamento e della telefonia, con la città di Varese (nell’ambito dell’iniziativa

Varese Smart City) e con la LIUC Università Cattaneo, attraverso un progetto pilota che si

declinerà in tre fasi, la prima delle quali avviata a inizio 2013, cui seguirà, nel 2014, il lancio commerciale completo. Nel frattempo, al fine di incrementare i punti di accettazione abilitati

ai pagamenti mobile NFC, è stato avviato un piano per la progressiva migrazione degli

esercenti a POS contactless, in particolare nelle aree di Bergamo e Varese.

A beneficio degli esercenti, nel febbraio 2013, presso Banca Popolare di Bergamo, è partita la sperimentazione del Mobile POS, una tecnologia che permette di trasformare il proprio

smartphone o tablet in uno strumento per accettare pagamenti con carta di debito/credito

in mobilità. Per le caratteristiche di convenienza, infatti, il Mobile POS è in grado di venire

incontro alle esigenze di quei commercianti che oggi non hanno un volume di transazioni

sufficiente a coprire i costi fissi delle soluzioni POS tradizionali.

Nel corso del 2012 sono inoltre proseguite le iniziative sul fronte della dematerializzazione, portata avanti lungo due filoni:

quello documentale, con la progressiva estensione della digitalizzazione a nuovi ambiti

operativi. Sono stati infatti realizzati servizi informatici di visualizzazione, archiviazione

e trasporto di documenti in ambito Mutui, Gestione Campagne Commerciali (CRM), Fidi

e Immobili. L’estensione ha inoltre interessato le attività di sportello (in particolare per quanto riguarda le distinte di “bonifico multiplo”, “richiesta emissione assegni di

traenza e circolari”, “RIBA”, “RID” e “MAV”), con significativi risultati in termini di

efficienza e di monitoraggio dei processi, anche in ottica di rispetto delle tempistica

22 NFC: Near Field Communication. Ttecnologia che fornisce connettività wireless bidirezionale a corto raggio (fino

ad un massimo di 10 cm) per lo scambio di dati. 23 Terminale di ultimissima generazione che, oltre a garantire le funzionalità offerte dai POS da tavolo tradizionali,

consente di accettare carte provviste della stessa tecnologia attraverso il semplice avvicinamento della carta ad

un lettore di cui il POS è dotato (circa 4-5 cm); per movimenti di piccolo importo non richiede la firma né il PIN; la lettura è confermata da un segnale sonoro e luminoso emesso dal POS medesimo.

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stabilite dalla normativa PSD. La digitalizzazione delle pratiche ha parimenti riguardato

anche la gestione delle Sofferenze; quello della firma digitale , che permette di produrre documenti digitali sin dall’origine

(la c.d. dematerializzazione ab origine). La sperimentazione avviata a fine 2011 presso cinque filali pilota della Banca Popolare di Bergamo (Progetto Firma Grafometrica24) è

andata gradualmente estendendosi in corso d’anno, dalle iniziali operazioni di

versamento e di prelievo, a tutte le rimanenti attività di Sportello.

Un ulteriore ambito evolutivo verso il quale nel 2013 verranno indirizzate le attività di sviluppo del Gruppo riguarda infine il Remote selling. Forte del gradimento ottenuto con la

sottoscrizione on-line della Carta Enjoy, il Gruppo ha avviato iniziative evolutive verso la

firma digitale remota25 che permetterà di completare la sottoscrizione di documenti on-line

con l’appostazione di una firma a distanza, senza più la necessità di recapitare il documento

cartaceo sottoscritto.

24 La firma biometrica/grafometrica è una tecnologia che consente di inserire nei documenti una firma digitale

prodotta in modo naturale ovvero apponendo il tratto grafico (la firma) su un’apposita tavoletta in grado di “catturare” i cinque parametri caratteristici: il ritmo, la velocità, la pressione, l’accelerazione e il movimento

25 La firma digitale remota è una tipologia di firma digitale che si configura come un servizio on-line, accessibile via rete (Intranet e/o Internet), nel quale la chiave privata del firmatario viene conservata, assieme al certificato di

firma, all'interno di un server remoto sicuro da parte di un Certificatore Accreditato. Il firmatario viene identificato dal servizio e autorizza l'apposizione della firma tramite un meccanismo di sicurezza.

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Rapporti contrattuali con Società del Gruppo

Conformemente alla Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 emanata dalla Banca d’Italia, I°

aggiornamento del 18 novembre 2009, ed ai sensi dello IAS 24, il commento e le

informazioni relative ai rapporti patrimoniali ed economici con le imprese del Gruppo e parti

correlate è stato inserito in nota integrativa, parte H, alla quale si rimanda.

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Altre informazioni Informativa su azioni proprie e di Controllanti art. 2428 cc.

Si rileva che la Banca non ha effettuato, a valere sul portafoglio titoli di proprietà, operazioni

di acquisto e/o vendita di azioni proprie, né di quote della Controllante ed a fine periodo non

risultano in portafoglio né azioni proprie né azioni della Controllante.

Aspetti fiscali

Sintesi delle novità intervenute nell’esercizio

Nell’esercizio 2012 sono stati emanati alcuni provvedimenti che hanno interessato il settore

finanziario. Si sottolinea come, al di là delle disposizioni che hanno impatto diretto sulle

banche in qualità di contribuenti, continuano ad essere numerose le norme che pongono sugli intermediari finanziari obblighi– tipicamente sostituto d’imposta ovvero incaricato di

eseguire controlli e monitoraggi – e ruoli ausiliari alla Pubblica Amministrazione con pesanti

ricadute operative e organizzative. Essi necessariamente incidono nei rapporti con la

clientela e sono tali da comportare significativi oneri di adempimento anche dal punto di

vista economico: si tratta di un aggravio fiscale per così dire indiretto al quale il legislatore pare intenzionato a porre rimedio nell’ambito della c.d. semplificazione tributaria.

Si sintetizzano quindi di seguito i contenuti dei seguenti provvedimenti intervenuti nel

periodo.

DECRETO “SEMPLIFICAZIONI” – D.L. 16/2012 (conv. in Legge n. 44/2012)

IRAP: dal 2012 l’IRAP relativa al costo del lavoro (al netto delle deduzioni spettanti) è considerata quale imposta deducibile per intero ai fini IRES mentre rimane la deduzione

forfettaria nella misura del 10% dell’IRAP relativa agli interessi passivi laddove a loro

volta indeducibili in tutto o in parte.

La norma ha un’applicazione retroattiva con riferimento agli anni pregressi 2007-2011

per i quali la banca ha provveduto ad inviare la relativa istanza di rimborso nei termini e con le modalità stabilite dall’apposito provvedimento emanato dall’Agenzia delle

Entrate lo scorso 17 dicembre 2012.

Imposta di bollo sui prodotti finanziari: a partire dal 1° gennaio 2012 è stata estesa

l’applicazione dell’imposta di bollo dell’1 per mille (1,5 per mille a decorrere dal 2013) a

tutte le comunicazioni periodiche alla clientela relative a prodotti finanziari, ivi incluse

quelle attinenti a strumenti non soggetti ad obbligo di deposito, nonché ai depositi bancari e postali, anche se rappresentati da certificati. In proposito si segnala altresì

che solo nello scorso mese di dicembre sono state diramate le tanto attese

interpretazioni ufficiali dell’Amministrazione finanziaria che hanno consentito di

sciogliere taluni dubbi e che hanno meglio definito il quadro interpretativo per gli

intermediari chiamati ad applicare l’imposta (vedi oltre). Peraltro, la circostanza che la nuova misura dell’imposta decorra dal 1° gennaio 2012 comporta la necessità di un

ricalcolo degli addebiti già esposti alla clientela nel corso dell’anno.

DECRETO “SVILUPPO” – D.L. 83/2012 (conv. in Legge n. 134/2012)

Il decreto introduce alcune rilevanti novità non solo di carattere fiscale:

regime IVA delle locazioni e cessioni immobiliari: dal 26 giugno 2012 il regime naturale delle locazioni di immobili è quello di esenzione da IVA, a prescindere dalla

natura dell’utilizzatore e viene consentita l’opzione del locatore per l’imponibilità IVA, ciò

evidentemente sulla base della propria posizione complessiva ai fini IVA. Il predetto

regime di esenzione riguarda in particolare anche le locazioni di immobili strumentali,

intesi secondo la nozione catastale.

Per quanto di interesse della Banca, il predetto regime ha trovato, ove opportuno, applicazione già per i contratti in corso al 26 giugno 2012.

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Analogo regime di esenzione (salvo opzione del cedente per l’assoggettamento) si applica

dal 26 giugno 2012 anche alle cessione di immobili abitativi e non abitativi/strumentali effettuate da imprese non costruttrici.

strumenti di finanziamento per le imprese non quotate: sono state introdotte misure volte ad ampliare la possibilità delle imprese non quotate di emettere, anche in

forma dematerializzata, strumenti finanziari per la raccolta diretta sul mercato

domestico ed internazionale del debito a breve sotto forma di cambiali finanziarie ed a

medio-lungo termine attraverso l’emissione di obbligazioni collocabili e destinate a

circolare esclusivamente presso investitori qualificati. Tali emissioni devono essere assistite da uno “sponsor” individuato nelle banche, SGR, etc. sul quale gravano

obblighi patrimoniali e di garanzia sui titoli stessi.

Dal lato strettamente fiscale la norma riconduce le cambiali finanziarie al regime

tributario dei titoli similari alle obbligazioni, estendendo pertanto il regime dell’imposta

sostitutiva del D.Lgs 239/1996, sinora riservato alle obbligazioni delle banche e delle società quotate (c.d. “grandi emittenti”), alle obbligazioni e titoli similari negoziati in

mercati regolamentati o sistemi multilaterali di negoziazione emessi da società non

quotate.

Si ricorda che il regime previsto dal D.Lgs. 239/96 consente agli investitori esteri, al

verificarsi di determinate condizioni, di usufruire della immediata esenzione da ogni

ritenuta sui redditi di capitale percepiti.

Revisione della legge fallimentare per favorire la continuità aziendale: le modifiche normative introdotte hanno lo scopo di migliorare l’efficienza dei procedimenti di

composizione delle crisi d’impresa. In tale direzione si è intervenuti anche sul regime di

deducibilità fiscale delle perdite su crediti (v. art. 101 comma 5 del TUIR) ammettendo

la deducibilità: (i) delle perdite derivanti da accordi di ristrutturazione dei crediti di cui

all’art. 182-bis della Legge fallimentare oltre alla consuete procedure concorsuali; (ii) delle perdite su crediti prescritti e delle perdite su crediti di modesta entità se siano

decorsi sei mesi dalla scadenza di pagamento. Per i soggetti IAS adopter gli elementi

certi e precisi richiesti per la deduzione sussistono in caso di cancellazione dei crediti

dal bilancio operata in dipendenza di eventi estintivi.

Tale disposizione è priva a tutt’oggi di interpretazioni ministeriali soprattutto circa il

periodo d’imposta nel quale l’impresa può effettuare la deduzione rispetto all’avvio della procedura concorsuale nonchè sulla corretta interpretazione della locuzione “effetti

estintivi”.

LEGGE DI STABILITA’ per il 2013 (Legge n. 228/2012)

IVA: risulta di particolare interesse per la Banca il previsto aumento dal 1° luglio 2013 dell’aumento dell’aliquota ordinaria dell’IVA dal 21% al 22% salvo che dal riordino della

c.d. spesa sociale non risulti una copertura economica del disavanzo di cassa. Inoltre,

dal 1° gennaio 2013 sono assoggettate ad IVA le prestazioni di gestione individuale di

portafoglio e le relative prestazioni di intermediazione a seguito di una intervenuta

pronuncia della Corte di Giustizia UE.

Imposta sulle transazioni finanziarie: dal 2013 viene introdotta un’imposta sulle transazioni finanziarie (c.d. Tobin Tax) che va a colpire i trasferimenti di azioni/titoli partecipativi, nonché le operazioni su strumenti derivati e le c.d. negoziazioni ad alta

frequenza purché entrambe abbiano a riferimento azioni e/o titoli partecipativi seppur

in via prevalente e non esclusiva.

L’imposta, fissata nella misura dello 0,2% - 0,22% per il solo 2013 -, e ridotta alla metà

se la negoziazione avviene su mercati regolamentati, si applica a far tempo dal 1° marzo

2013 e colpisce il solo soggetto acquirente. Per quanto concerne i derivati, l’imposta è modulata in funzione del valore e della tipologia dei contratti, come specificato

nell’apposita tabella, e colpisce entrambi i contraenti a far tempo dal 1° luglio 2013.

Infine, per le c.d. operazioni ad alta frequenza, l’imposta dello 0,02% si applica

sull’ammontare annullato/modificato di talune operazioni finanziarie in un lasso di

temporale fissato e quantificato con un Decreto di prossima emanazione. L’imposta decorre dal 1° marzo ovvero dal 1° luglio in funzione della tipologia di transazione come

sopra descritta.

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La norma prevede un’ampia gamma di esenzioni, soprattutto per i c.d. market marker,

ed in ogni caso non riguarda strumenti obbligazionari o similari. Sono naturalmente attese istruzioni ed interpretazioni operative da parte dell’Agenzia data la rilevante

tecnicalità e varietà degli strumenti finanziari interessati. Ciò avrà, nuovamente, forti

impatti organizzativo/informatici e relazionali con la clientela.

Deducibilità riallineamenti attività immateriali: viene posticipata di cinque esercizi – dal 2013 al 2018 – la deducibilità degli ammortamenti sulle attività immateriali insite

nelle partecipazioni di controllo riallineate in via facoltativa secondo le previsioni del

D.L. 98/2011 conv. Legge 111/2011.

NORMATIVA “FATCA”

Con legge del 18 marzo 2010 il Senato U.S.A. ha introdotto il capitolo 4 al Codice Federale

dl’Imposta statunitense (comunemente noto come Foreign Account Tax Compliance Act – FATCA). La normativa è stata da ultimo integrata con il regolamento definitivo (Final

Regulations) del Dipartimento del Tesoro USA e dell’ Erario U.S.A. (Internal Revenue Service)

del 17 gennaio 2013 ed è previsto a breve il perfezionamento di apposito accordo

intergovernativo tra il Governo U.S.A. ed il Governo italiano in merito.

Tale normativa, che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2014, è finalizzata a contrastare

l’evasione delle imposte USA da parte di soggetti statunitensi imponendo a tal fine rafforzati obblighi di identificazione, documentazione della clientela – statunitense e non statunitense

-e dichiarazione all’Erario U.S.A. in capo agli intermediari finanziari non statunitensi.

Il Gruppo UBI ha in corso le necessarie attività di implementazione della normativa in

parola, onde poter acquisire lo status Fatca compliant.

DELEGA DI REVISIONE DEL SISTEMA FISCALE

Nonostante l’impegno di tutte le forze economiche il disegno di legge teso ad introdurre

nuovi criteri interpretativi/applicativi su rilevanti argomenti che interessano tutte le imprese

- quali l’abuso del diritto, la gestione del rischio fiscale nelle grandi società, il sistema

sanzionatorio, la deducibilità dei costi (perdite su crediti, ammortamenti, relazioni con soggetti esteri, etc.), il c.d. raddoppio dei termini di accertamento, la partiva IVA di Gruppo -

non è stato approvato dal Parlamento nei termini previsti. Restano perciò aperte talune delle

problematiche oggetto di contenzioso, non potendo escludere ulteriori contestazioni sulle

stesse materie dal momento che l’auspicata disciplina non è intervenuta.

Sul piano interpretativo appaiono di particolare rilievo i seguenti documenti:

Circolare AdE n. 11/E del 28 marzo 2012

La circolare fornisce - con effetto retroattivo al 1° gennaio 2012 - i chiarimenti operativi sulla

applicazione della riforma della tassazione delle attività finanziarie introdotte dal D.L.

138/2011 convertito in Legge 148/2012. Si tratta sostanzialmente del riallineamento al 20%

della ritenuta sui redditi finanziari. Il documento ha convalidato larga parte dei comportamenti/interpretazioni che la Banca

aveva avanzato e tuttavia ha imposto un significativo sforzo consulenziale nei confronti della

clientela segnatamente sugli aspetti transitori e di decorrenza della nuova normativa.

Circolare AdE n. 29/E del 5 luglio 2012

La circolare all’approssimarsi della scadenza - 16 luglio - del versamento della speciale

imposta di bollo sulle attività segretate introdotta dal Decreto Salvaitalia - D.L. 201/2011 -

ha fornito i necessari dettagli operativi agli intermediari incaricati della riscossione e

versamento del tributo. Si ricorda che laddove il cliente non renda disponibile l’importo

dovuto sarà effettuata apposita segnalazione nominativa all’Amministrazione finanziaria.

Circolare AdE n. 37/E del 28 settembre 2012

In prossimità della scadenza per la presentazione della dichiarazione dei redditi relativa al

periodo d’imposta 2011, l’Agenzia delle Entrate ha diffuso l’attesa Circolare esplicativa dei

meccanismi di trasformazione in crediti d’imposta delle imposte differite attive (DTA) iscritte

in bilancio relativamente alle svalutazioni di crediti non dedotte di cui all’art. 106, comma 3,

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del TUIR nonché al valore dell’avviamento e delle altre attività immateriali ove riallineate sul

piano fiscale. Ciò avviene in caso di perdita civilistica nonché in caso di perdite fiscali riconducibili alle predette componenti (art. 2, commi da 55 a 58, del D.L. n. 225/2010).

La circolare conferma la natura agevolativa della disposizione e l’applicazione obbligatoria

per le banche dal momento che la ratio della stessa è il rafforzamento patrimoniale di

vigilanza. Sull’argomento si è di recente pronunciata la Banca d’Italia – Prot. 21/12/2012 -

nei riguardi dell’ABI, e per converso indirettamente dell’Agenzia delle Entrate, circa la riconducibilità o meno nella norma di eventuali DTA su IRAP. In tale sede si afferma la

computabilità nel patrimonio di vigilanza determinato secondo i criteri di Basilea 2 delle

DTA su IRAP mentre le stesse andranno dedotte dal patrimonio di vigilanza secondo le

disposizioni previste nel regolamento di Basilea 3.

Circolare AdE n. 48/E del 21 dicembre 2012

La circolare non attiene direttamente il reddito d’impresa, bensì agli adempimenti che le

banche e società finanziarie sono tenute ad eseguire al fine dell’applicazione dell’imposta di

bollo su estratti conto e rendiconti inviati alla propria clientela a far tempo dal 1° gennaio

2012 e di cui si è detto in precedenza.

Sul piano applicativo scaturiscono rilevanti interventi organizzativi/amministrativi con effetti retroattivi nei rapporti economici con la clientela – vedi ricalcolo dell’imposta di tempo

in tempo determinata in assenza di istruzioni appropriate - .

Particolari ricadute derivano dalla detenzione in amministrazione di attività estere ovvero di

polizze assicurative per le quali vengono ampliate le casistiche in cui l’intermediario deve

svolgere il ruolo di sostituto d’imposta.

Accertamenti ispettivi

Nel periodo compreso tra il 15 dicembre 2011 ed il 16 marzo 2012 Banca d’Italia ha

condotto verifiche ispettive a carico del Gruppo ai sensi degli artt. 54 e 68 del D.Lgs.

385/1993 (Testo Unico Bancario), miranti a valutare l’adeguatezza delle iniziative assunte in

seguito alle evidenze emerse negli accertamenti del settembre 2010 in materia di rischi di liquidità, anche alla luce della particolare situazione dei mercati.

Il 14 maggio 2012 l’Organo di Vigilanza ha comunicato “Rilievi e osservazioni” in merito ai

suddetti accertamenti ed il successivo 13 giugno UBI Banca ha provveduto a fornire

puntuali riscontri sui singoli rilievi e osservazioni contenuti nel rapporto ispettivo.

Con comunicazione del 15 giugno 2012, Banca d’Italia ha disposto l’avvio, a carico del

Gruppo, di nuovi accertamenti (sempre ai sensi dei già citati artt. 54 e 68 del TUB) miranti a

valutare, con riferimento ai livelli di capitale previsti nell’esercizio EBA, una serie di

tematiche quali: risultati delle iniziative contenute nei capital plan, evoluzione del conto

economico e delle RWA (attività ponderate per il rischio), metodologie e prassi in uso per la

definizione dei livelli di provisioning sui crediti. Le verifiche si sono concluse il 24 agosto 2012.

Il 14 novembre 2012 l’Organo di Vigilanza ha comunicato “Rilievi ed osservazioni” in merito

ai suddetti accertamenti. Il successivo 19 dicembre 2012 UBI Banca ha provveduto a fornire

puntuali riscontri in merito alle indicazioni formulate nel rapporto ispettivo.

L’8 ottobre 2012 Banca d’Italia-UIF26 ha ufficializzato l’avvio a carico di UBI Banca di

accertamenti ispettivi in materia di segnalazione di operazioni sospette (art. 47, comma 1 del

D.Lgs. 21 novembre 2007, n. 231). Le verifiche sono state indirizzate all’organizzazione della

funzione antiriciclaggio e ad alcuni prodotti quali: carte di credito, carte prepagate e credito

su pegno.

Le attività in loco, iniziate il 9 ottobre, si sono concluse il 22 novembre 2012. In tale data non sono state comunicate manchevolezze, né irregolarità riguardo al complessivo sistema

dei controlli interni ed invece è stata consegnata una nota con la quale sono stati chiesti al

Delegato di Gruppo approfondimenti su aspetti operativi e una valutazione sulle modalità di

trattamento delle deleghe nelle operazioni di riscatto dei pegni. Il 20 dicembre sono stati

26 Unità di Informazione Finanziaria istituita presso la Banca d’Italia il 1° gennaio 2008 ai sensi del D.Lgs.

231/2007.

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forniti gli esiti dei predetti approfondimenti e valutazioni. Successivamente sono pervenute

ulteriori richieste, l’ultima delle quali è stata evasa il 28 gennaio 2013. In esito ai predetti accertamenti non risultano pervenute comunicazioni da parte dell’Organo

di Vigilanza.

Nell’ambito di un intervento a livello di sistema che ha coinvolto i primi 30 gruppi bancari

italiani, il 9 novembre 2012 Banca d’Italia ha avviato verifiche ispettive a carico del Gruppo UBI Banca ai sensi degli artt. 54 e 68 del D.Lgs. 385/1993, aventi per oggetto la valutazione

dell'adeguatezza delle rettifiche di crediti in default, nonché delle relative politiche e prassi

applicative.

L’ispezione che dovrebbe concludersi nei giorni immediatamente successivi alla data della

presente Relazione, ha interessato la Capogruppo e le Banche Rete, dal momento che le

società prodotto operanti nel parabancario (UBI Factor ed UBI Leasing) sono state oggetto di specifici interventi di verifica nella seconda parte del 2012.

Le attività ispettive dell’Organo di Vigilanza si inseriscono in un contesto economico di

riferimento che ha portato il costo del credito a 60 punti base, confermando comunque il

Gruppo UBI Banca tra i migliori in termini di qualità dell’attivo.

L’evoluzione strategico-organizzativa del Gruppo UBI Banca

In continuità con quanto già realizzato a partire dal 2010 (interventi sull’articolazione

territoriale, revisione del Modello distributivo commerciale, semplificazione del Modello di servizio alla clientela, dismissione di asset non strategici, razionalizzazione della struttura

partecipativa), il Gruppo, nel corso di un esercizio ancora complesso dal punto di vista congiunturale, ha attivato nuove leve destinate a comprimere ulteriormente e

immediatamente i costi di struttura.

Il 18 luglio 2012, con l’obiettivo di semplificare l’operatività, rendendola da un lato, più

snella e più rispondente alle esigenze del mercato, e dall’altro meno onerosa, in termini sia

di costi sia di prassi e processi procedurali, è stata annunciata una revisione strategico-organizzativa dell’intero Gruppo.

Di seguito il riepilogo delle linee essenziali:

a) l’attivazione di una serie di soluzioni organizzative tese a semplificare il funzionamento

del Gruppo a cui addivenire tramite:

● la revisione del dimensionamento complessivo della Rete di filiali con la chiusura di sportelli e minisportelli, la trasformazione di filiali in minisportelli, interventi di

razionalizzazione e semplificazione della struttura interna delle Banche Rete, della

Capogruppo e di UBI Sistemi e Servizi, nonché più efficaci modalità di interazione

fra la Capogruppo e le Banche Rete;

● una riduzione degli organici, attraverso l’utilizzo degli strumenti messi a disposizione

dalle vigenti previsioni di Contratto e di Legge, fra cui, prioritariamente, l’utilizzo dei Fondi di solidarietà per l’accompagnamento alla quiescenza e una maggiore

flessibilità in tema di orario di lavoro;

b) la riduzione di almeno il 20% dei costi afferenti alla Governance, agendo sul numero e

sugli emolumenti dei Componenti gli Organi Societari27

;

c) la revisione del Modello di servizio dedicato alla clientela Private e Corporate attraverso

la creazione di punti operativi di presidio unico per entrambe le tipologie di clienti, con la costituzione di nuovi Centri Private/Corporate (in linea di massima uno per ciascuna

Direzione Territoriale), in grado di proporre un’offerta integrata al tessuto

imprenditoriale tipico dei territori di riferimento del Gruppo e di favorire lo sviluppo di

ulteriori opportunità di ricavo.

La riduzione strutturale del costo del lavoro

Il 28 agosto 2012, con lettera alle Parti Sindacali, è stata avviata la procedura di legge e di

contratto relativa all’evoluzione tecnico strategica del Gruppo.

27 Interventi subordinati all’approvazione delle Assemblee delle singole realtà del Gruppo.

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In essa sono state approfondite le principali leve di intervento necessarie per realizzare un

forte recupero di efficienza e di redditività attraverso il rigoroso contenimento dei costi ed in particolare del costo strutturale del lavoro, altrimenti non più sostenibile in relazione sia

all’andamento dei ricavi, sia alle modifiche del sistema previdenziale introdotte dal “Decreto

Salva Italia”28, che condizionano il pieno conseguimento degli obiettivi dimensionali di

organico previsti nel Piano Industriale 2011/2013-2015.

Il confronto sindacale si è svolto dal 7 settembre fino al 17 ottobre 2012, – termine tecnico della procedura, conclusa senza un’intesa fra le parti – ed è poi proseguito dal successivo 21

novembre alla ricerca di possibili ambiti di condivisione. Nel frattempo UBI Banca ha

comunque dato avvio agli interventi di ottimizzazione del funzionamento di Gruppo più sotto

descritti.

Il 29 novembre 2012 il confronto con le Organizzazioni Sindacali si è concluso con la firma di un Accordo Quadro di Gruppo che ha definito le soluzioni normative, economiche e

gestionali da adottare per raggiungere il dichiarato obiettivo, stabilendo, fra l’altro,

l’attivazione di un piano di esodo anticipato, riguardante tutto il Personale di ogni ordine e

grado, per almeno 650 posizioni di lavoro, articolate sulle Società del Gruppo.

Anche al fine di attenuare le ricadute sul piano economico e sociale, si è altresì convenuto di

ricorrere agli strumenti di sostegno al reddito previsti dal D.M. 28 aprile 2000, n. 158 e

successive proroghe, modifiche e integrazioni (Fondo di Solidarietà del Personale del

Credito), attraverso:

• l’esodo anticipato, su base volontaria, per i dipendenti in possesso dei requisiti di legge

per avere diritto ai trattamenti pensionistici entro il 1° gennaio 2014 (“finestra” Inps non oltre il 1° gennaio 2014 compreso) e per i dipendenti che maturano il diritto alla pensione

successivamente al 1° gennaio 2014 ed entro il 1° gennaio 2018 (“finestra” Inps non oltre

il 1° gennaio 2018 compreso);

• la sospensione di attività o la riduzione dell’orario di lavoro fino ad un massimo di

220.000 giornate lavorative da attuarsi nel periodo 2013-2015, con corrispondente

riduzione del trattamento economico, anche avvalendosi delle prestazioni ordinarie di cui all’art. 5, 1° comma, lett. a), punto 2 del D.M. n. 158/2000.

Complessivamente gli obiettivi indicati a livello di Gruppo sono stati ampiamente raggiunti,

così come emerso nella fase di verifica con le Organizzazioni Sindacali firmatarie

dell’Accordo Quadro, conclusasi il 12 febbraio 2013. Nel periodo di adesione previsto sono pervenute 920 domande volontarie di esodo anticipato.

A fronte di tali maggiori richieste è stata firmata con le OO.SS. un’integrazione dell’Accordo

che prevede l’accoglimento di ulteriori domande, per un totale complessivo di 736 uscite

anticipate nel primo trimestre 2013, di cui 600 già perfezionate alla fine del mese di

gennaio.

Anche per quanto riguarda la riduzione/sospensione dell’orario di lavoro le richieste hanno

ampiamente superato il plafond delle 220 mila giornate disponibili. È stata pertanto

concordata con le Organizzazioni Sindacali l’accettazione delle domande nella misura

massima complessiva di 377.459 giornate, distribuite nel triennio 2013-2015, che saranno in parte finanziate dalle prestazioni del Fondo nazionale di sostegno al reddito.

Al fine di supportare il ricambio generazionale, con l’Accordo del 29 novembre 2012 era

stato condiviso un piano di stabilizzazione contrattuale e di assunzione di personale a favore

28 Legge 22 dicembre 2011 n. 214 di conversione del D.L. 6 dicembre 2011 n. 201: la riforma ha stabilito, in sintesi,

che, dal 1° gennaio 2012, l’età di pensionamento è fissata per tutti i lavoratori dipendenti a 66 anni. Il requisito

per il pensionamento sale a 62 anni nel 2012 per le dipendenti, a 63 anni e 6 mesi dal 2014, a 65 anni dal 2016

e infine 66 anni a partire dal 2018. La riforma ha modificato altresì il sistema pensionistico, cancellando la

possibilità di andare in pensione con le quote ed ha introdotto la pensione anticipata: in pratica si potrà andare

in pensione prima della vecchiaia solo se si raggiungono i 41 anni e un mese (donne) - elevati a 41 anni e due

mesi dal 2013 e a 41 anni e tre mesi dal 2014 - e i 42 anni e un mese (uomini) - elevati a 42 anni e due mesi dal

2013 e a 42 anni e tre mesi dal 2014. Questi limiti di età sono destinati a crescere ulteriormente in virtù del

meccanismo di aggancio alle speranze di vita.

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di 240 giovani in tre anni a partire dal 2013, cogliendo anche le opportunità offerte dal

Fondo nazionale per l’occupazione istituito in sede di rinnovo del CCNL. Il verbale di accordo sindacale sottoscritto il 12 febbraio 2013 ha previsto l’innalzamento di tale numero di

ulteriori 43 unità, per tenere conto delle maggiori uscite per esodo anticipato definite in

quella sede.

***

Nel periodo compreso tra la fine di giugno e i primi giorni di luglio presso le Banche Rete, la

capogruppo UBI Banca e UBI Sistemi e Servizi sono stati sottoscritti con le Organizzazioni

Sindacali gli accordi per il riconoscimento del premio aziendale (VAP) di competenza

dell’esercizio 2011 nell’ambito del quale – esaminati gli andamenti aziendali di periodo e

tenuto conto della situazione economica complessiva e specifica del settore del credito – si è convenuto sull’opportunità di attivare strumenti diversi ed innovativi, prevedendo, accanto alla modalità di erogazione “cash”, anche un’opzione “piano welfare” per destinare il

contributo di propria spettanza

al finanziamento di alcune

prestazioni di natura sociale (es.

spese di istruzione). Nel corso del mese di luglio sono stati

avviati analoghi confronti con le

OO.SS. presso le Società

Prodotto, conclusi con la

sottoscrizione dei relativi accordi.

Le politiche di remunerazione

e incentivazione

In merito alle politiche di remunerazione ed

incentivazione si rinvia alla

Relazione sulla remunerazione –

redatta ai sensi delle

“Disposizioni in materia di politiche e prassi di

remunerazione e incentivazione

nelle banche e nei gruppi

bancari” emanate da Bankitalia il 30 marzo 2011, nonché ai sensi degli artt. 123-ter del

TUF e 84-quater del Regolamento Emittenti.

La riduzione dei costi della Governance

Nell’ambito della revisione strategico-organizzativa annunciata in luglio è stata prevista

un’ottimizzazione dei costi della Governance. L’impegno in tal senso, da concretizzarsi

attraverso la riduzione sia del numero che degli emolumenti dei componenti degli Organi

Societari, è stato peraltro ribadito anche con una dichiarazione inserita nell’ambito dell’Accordo Quadro del 29 novembre 2012.

Coerentemente con quanto sopra il Consiglio di Sorveglianza, su proposta del Comitato

Remunerazione, ha deliberato di proporre all’Assemblea 2013 chiamata a nominare il nuovo

Consiglio di Sorveglianza, una riduzione del compenso annuo per la carica di Consigliere di

Sorveglianza, nonché dell’importo complessivo annuo per la remunerazione dei Consiglieri investiti di particolari cariche, poteri e funzioni. Ha inoltre formulato un’ipotesi di riduzione

della remunerazione del Consiglio di Gestione quale linea di indirizzo che a propria volta

dovrà trovare successiva puntuale conferma e definizione da parte del Consiglio di

Sorveglianza subentrante.

Per quanto concerne le altre realtà del Gruppo, il Consiglio di Gestione ha proceduto ad una

analisi delle disposizioni statutarie previste dalle Controllate in materia di composizione del Consiglio di Amministrazione e di cariche particolari; alla luce degli approfondimenti svolti

Piano esodi del Gruppo UBI Banca

Numero risorse

Società

Esodi previsti Accordo Quadro

29 11 2012

Esodi previsti Appendice Accordo

Quadro 12 2 2013

UBI Banca 41 55

UBI Sistemi e Servizi 103 131

Banco di Brescia 39 48

Banca Popolare di Bergamo 106 116

Banca Popolare Commercio e Industria 39 55

Banca Regionale Europea 57 83

Banca Popolare di Ancona 72 68

Banca di Valle Camonica 6 14

Banca Carime 187 150

Centrobanca - 7

UBI Leasing - 3

UBI Factor - 5

UBI Banca Private Investment - 1

Totale 650 736

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ha approvato la riduzione dei componenti degli organi sociali di alcune Società e la

conseguente modifica, ove necessaria, degli statuti di dette Società. Nei primi mesi del 2013 si è pertanto proceduto ad avviare l’iter, sottoponendo, ove previsto,

la relativa istanza all’Organo di Vigilanza.

Gli interventi come sopra programmati comporteranno una significativa riduzione dei

compensi complessivi corrisposti a livello di Gruppo, stimabile intorno al (20%).

Nel periodo compreso tra la fine di giugno e i primi giorni di luglio presso le Banche Rete, la

capogruppo UBI Banca e UBI Sistemi e Servizi sono stati sottoscritti con le Organizzazioni

Sindacali gli accordi per il riconoscimento del premio aziendale (VAP) di competenza

dell’esercizio 2011 nell’ambito del quale – esaminati gli andamenti aziendali di periodo e

tenuto conto della situazione economica complessiva e specifica del settore del credito – si è

convenuto sull’opportunità di attivare strumenti diversi ed innovativi, prevedendo, accanto alla modalità di erogazione “cash”, anche un’opzione “piano welfare” per destinare il

contributo di propria spettanza al finanziamento di alcune prestazioni di natura sociale (es.

spese di istruzione). Nel corso del mese di luglio sono stati avviati analoghi confronti con le

OO.SS. presso le Società Prodotto, conclusi con la sottoscrizione dei relativi accordi.

L’ottimizzazione del funzionamento di Gruppo

Dal punto di vista strutturale, la riduzione dei costi amministrativi rientra in un più ampio

programma denominato “Ottimizzazione del Funzionamento di Gruppo”, suddiviso e

realizzato in tre fasi distinte.

Con decorrenza 5 novembre 2012, sono state riviste le strutture di UBI Banca, di UBI

Sistemi e Servizi e delle Banche Rete con contestuale aggiornamento delle modalità di

interazione fra Capogruppo e Banca Rete, perseguendo l’obiettivo di una ancora maggior

specializzazione e focalizzazione nei rispettivi ruoli: la Capogruppo impegnata a svolgere, in

termini sempre più operativi, l’attività di indirizzo, coordinamento, supporto e monitoraggio

e le Banche Rete, nell’ambito delle proprie prerogative di governo, intensamente focalizzate sul presidio territoriale, sull’ottimizzazione delle capacità distributive e sul controllo dei

rischi ed in particolare del rischio di credito ed operativo. L’avvio della fase 1 (attivazione) del Programma si è articolata nei seguenti interventi:

• la revisione organizzativa della Capogruppo UBI Banca, con finalità di:

semplificazione, attraverso la razionalizzazione delle strutture e la riduzione dei riporti gerarchici;

ridistribuzione e aggregazione di attività per il conseguimento di maggiori sinergie e

miglioramenti nella gestione dei singoli processi;

omogeneità e rispondenza alle innovazioni contestualmente introdotte nell’assetto

organizzativo delle Banche Rete, soprattutto in ambito commerciale;

rifocalizzazione dei presidi in ambito rischi e crediti;

• l’adozione di un nuovo modello organizzativo per UBI Sistemi e Servizi, avente finalità

di:

semplificazione della struttura, ora articolata in Divisioni, Direzioni e Settori, con la

creazione di una specifica Divisione Business Services impostata su ambiti operativi

omogenei a quelli della Capogruppo, in modo da costituirne la primaria interfaccia;

organizzazione del lavoro in team e miglioramento di alcuni processi interni per ottenere maggiore fluidità operativa;

• la revisione della struttura organizzativa delle Banche Rete nei seguenti ambiti:

Commerciale, con la dismissione degli Staff Commerciali Retail/Corporate/Private e

il contestuale accentramento delle attività a supporto del business in Capogruppo,

tramite la costituzione di strutture di Supporto Rete dedicate per mercato (Retail e Private-Corporate);

Governo e Supporto, con l’istituzione di due nuove strutture: “Supporto Direzione

Generale”, per ottimizzare ed omogeneizzare la gestione di tutte le attività di supporto

alla Direzione, e “Risorse e Organizzazione”, quest’ultima in analogia e

complementarietà con la Capogruppo, al fine di favorire un maggior coordinamento

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nella gestione integrata della mobilità del personale infragruppo e una più efficace

esecuzione delle progettualità sviluppate. Il 10 dicembre 2012 si è dato seguito alla fase 2 del Programma (ottimizzazione rete sportelli),

che si riassume nell’annunciata serie di interventi sulla rete distributiva: da un lato, con la

chiusura di filiali e minisportelli interessati da sovrapposizioni territoriali; dall’altro, con la

riqualificazione di filiali di ridotte dimensioni in minisportelli. Tali azioni hanno interessato

Banca Popolare di Bergamo, Banco di Brescia, Banca Popolare Commercio e Industria,

Banca Regionale Europea, Banca Popolare di Ancona, Banca Carime e Banca di Valle

Camonica. Il 7 gennaio 2013, infine, è stata attuata la fase 3 (completamento) del Programma, con l’ultima

parte degli interventi previsti sulla filiera

commerciale delle Banche Rete finalizzati, oltre che alla semplificazione delle attività e dei ruoli

di coordinamento, al rafforzamento del presidio

cross-mercato, grazie allo sviluppo di un’offerta

dedicata e di nuove professionalità specializzate

per la clientela imprenditore-impresa.

In particolare, si è proceduto: alla dismissione

dell’Area Commerciale con contestuale riporto

diretto delle Direzioni Territoriali alla Direzione

Generale; alla dismissione dello Staff

Coordinamento Retail delle Direzioni Territoriali; nonché alla revisione dell’assetto distributivo,

con l’attivazione dei punti vendita integrati

denominati Private & Corporate Unity e la

contestuale dismissione delle preesistenti

Corporate Banking Unit e Private Banking Unit, e, in ambito Retail, con la revisione dei

gruppi di filiali (per le Banche che applicano il Modello Capofila/Aggregata) e la conseguente riportafogliazione della clientela Small Business/PMI sulle filiali ex Aggregate.

UBI Banca è il primo istituto italiano a coniugare i mercati del Private e del Corporate

Banking. Da tale integrazione è nata UBI Banca Private & Corporate Unity, un unico polo

destinato alla gestione, amministrazione e allo sviluppo del patrimonio delle famiglie e delle imprese. L’offerta risponde all’esigenza di combinare i servizi di consulenza alla persona con

l’approccio specialistico per l’azienda, grazie alla costituzione di apposite strutture e

all’impiego di team qualificati. Dal punto di vista del cliente imprenditore-impresa, la

creazione di valore sarà funzionale anche all’innovativo approccio di advisory integrato: per

il patrimonio personale (il Pro-Active Wealth Advisory®), per il passaggio generazionale

(Family Business Advisory®) e per l’azienda (Corporate Advisory). La nuova realtà conta al momento oltre 600 banker specializzati che operano in strutture

distribuite in tutta Italia.

Il piano di ricapitalizzazione richiesto dall’EBA

Sul fronte patrimoniale, il 20 gennaio 2012 UBI Banca ha presentato all’Autorità di

Vigilanza Nazionale il piano per il raggiungimento di un Core Tier 1 del 9% entro la fine del

giugno 2012, così come richiesto dalla European Banking Authority in base ai risultati

dell’esercizio sul capitale condotto sui dati al 30 settembre 2011 (di cui alla

Raccomandazione dell’8 dicembre 201129).

29 La Raccomandazione relativa alla costituzione di buffer temporanei di capitale per ristabilire fiducia sui mercati è

stata emanata dal Consiglio dei Supervisori dell’EBA l’8 dicembre 2011 al fine di affrontare la difficile situazione del sistema bancario dell’Unione Europea, in particolare con riferimento all’esposizione al rischio sovrano, e ripristinare condizioni di stabilità sui mercati. La Raccomandazione faceva parte di una serie di misure concordate in ambito UE e invitava le Autorità di vigilanza nazionali a richiedere alle banche incluse nel campione

di rafforzare il proprio capitale, costituendo un buffer temporaneo ed eccezionale tale da portare il coefficiente patrimoniale in termini di Core Tier 1 ad un livello almeno pari al 9% entro la fine di giugno 2012. Inoltre, alle

Centri Private & Corporate

31.1.2013

Unità di Private & Corporate 129

Private & Corporate Unit (PCU) (*) 50

Banca Popolare di Bergamo 13

Banco di Brescia 9

Banca Popolare Commercio e Industria 7

Banca Regionale Europea 7

Banca Carime 5

Banca Popolare di Ancona 7

Banca di Valle Camonica 2

Corner 79

Banca Popolare di Bergamo 26

Banco di Brescia 12

Banca Popolare Commercio e Industria 9

Banca Regionale Europea 4

Banca Carime 6

Banca Popolare di Ancona 22

Banca di Valle Camonica 2

(*) Il da to no n inc lude le 6 unità di UBI Banca P riva te Inves tment des tina te a lla s o la

c liente la priva te .

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Considerata la natura temporanea del rafforzamento richiesto, il piano di UBI Banca ha

escluso qualsiasi ipotesi di nuovo ricorso al mercato dopo l’importante operazione condotta nella primavera del 2011, facendo sostanzialmente leva, da un lato, sull’adozione dei modelli

interni avanzati per il calcolo del requisito patrimoniale sul rischio di credito corporate, e

dall’altro su ulteriori interventi di ottimizzazione degli attivi ponderati, nonché

sull’autofinanziamento.

Con provvedimento Banca d’Italia n. 423940 del 16 maggio 2012 il Gruppo UBI Banca ha ricevuto le autorizzazioni necessarie per l’utilizzo dei sistemi interni di rating avanzati

(metodo AIRB-Advanced Internal Rating Based) per il calcolo dei requisiti patrimoniali a

fronte del rischio di credito – segmento “esposizioni verso imprese” (Corporate) delle Banche

Rete e di Centrobanca – e dei rischi operativi (metodo AMA-Advanced Measurement

Approach) per il perimetro UBI Banca, UBI.S, Banche Rete e Centrobanca30.

Nella seconda parte del 2012 è stata avviata una nuova fase del progetto Basilea 2 che

prevede l’estensione dell’utilizzo dei sistemi interni di rating avanzati, a fronte del rischio di

credito, al segmento “esposizioni al dettaglio” (Retail) per i sottoportafogli “esposizioni

garantite da immobili residenziali” e “altre esposizioni al dettaglio verso imprese e piccoli

operatori economici”. In tale contesto sarà allargato anche il perimetro societario di applicazione dei modelli includendo anche UBI Banca.

L’obiettivo, soggetto alla preventiva autorizzazione da parte dell’Autorità di Vigilanza, è

quello di utilizzare i modelli Retail ai fini regolamentari nel corso del 2013.

Nell’ambito delle iniziative intraprese, rientra anche l’utilizzo delle Riserve da valutazione

rivenienti da operazioni di rivalutazione di immobili autorizzate da pregresse leggi speciali, per effettuare aumenti di capitale gratuiti, con l’obiettivo di rafforzare il Core Tier 1 ratio sia

delle Banche interessate, sia del Gruppo.

L'imputazione a capitale delle predette riserve (ai sensi dell’art. 2442 Codice Civile) comporta

infatti il trasferimento dei mezzi patrimoniali dal patrimonio supplementare al patrimonio di

base, con conseguente miglioramento della qualità del medesimo. L’intervento ha interessato due Banche nei seguenti termini:

- Banca Popolare di Ancona Spa: il 26 giugno 2012 è stato deliberato un aumento del

capitale sociale gratuito per 24.958.090,32 euro, mediante aumento da 5 a 6,02 euro

del valore nominale unitario delle azioni;

- Banca Regionale Europea Spa: il 27 giugno 2012 è stato deliberato un aumento del

capitale sociale gratuito per 117.220.087,01 euro, mediante aumento da 0,52 a 0,65 euro del valore nominale unitario delle azioni.

Gli interventi sopra-descritti sono avvenuti parallelamente ad azioni di riqualificazione e di

razionalizzazione degli attivi ponderati per il rischio, soprattutto sul fronte dei crediti verso

clientela, realizzati in termini selettivi, senza compromettere cioè il tradizionale sostegno del Gruppo all’economia dei territori, nonché alla propria clientela core.

Come confermato dall’EBA e da Banca d’Italia il 3 ottobre 2012 (in sede di annuncio del

risultato finale dell’esercizio), il Gruppo UBI Banca ha pienamente adempiuto alla

Raccomandazione di raggiungere un coefficiente patrimoniale in termini di Core Tier 1

superiore al 9% tenuto conto del buffer sui titoli Sovrani.

banche era richiesto un buffer eccezionale e temporaneo a copertura dell’esposizione nei confronti del debito sovrano, tale da riflettere la valutazione ai prezzi di mercato della fine di settembre 2011. Nonostante nel frattempo le quotazioni siano significativamente migliorate, l’ammontare del buffer di capitale richiesto a copertura del debito sovrano non è stato modificato.

Il campione iniziale delle banche partecipanti all’esercizio sul capitale comprendeva 71 intermediari; le sei banche greche sono state trattate secondo modalità distinte, tenuto conto della partecipazione della Grecia ad un programma di assistenza congiunto dell’Unione Europea e del Fondo Monetario Internazionale. Altre quattro banche appartenenti al campione originario (Oesterreichische Volksbank AG, Dexia, WestLB AG e Bankia) sono

monitorate separatamente, in quanto coinvolte in significativi processi di ristrutturazione. I risultati finali pubblicati hanno quindi coinvolto 61 banche.

30 Conformità ai requisiti quali-quantitativi stabiliti dalla normativa del modello interno avanzato (AIRB) per il calcolo del requisito patrimoniale a fronte del rischio di credito corporate e riconoscimento dello stesso ai fini

prudenziali, nonché la validazione relativa al modello avanzato (AMA) per il calcolo del requisito patrimoniale a fronte dei rischi operativi.

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Covered Bond

Nel corso dei precedenti esercizi il Gruppo UBI ha proceduto a realizzare un’ulteriore diversificazione delle proprie fonti di funding istituzionale effettuando alcune emissioni di

Obbligazioni Bancarie Garantite (Covered Bond) nell’ambito di un Programma di massimi 10

miliardi di euro pubblicato nel luglio 2008; tale programma, “multioriginator” , prevede a

regime la partecipazione di 10 Banche del Gruppo, fra cui Banca di Valle Camonica.

Garante delle emissioni è la società veicolo UBI Finance Srl, presso la quale è stato

costituito un portafoglio di mutui residenziali ceduti dalle Banche del Gruppo aderenti al

programma.

In tale ambito la Banca ha apportato un portafoglio complessivo di 263.945 migliaia di euro

pari al 2,35 % del totale (debito residuo capitale al 31/12/2012), come rappresentato nella tabella sottostante:

Programma di Covered Bond da 10 miliardi di euro

TIPOLOGIA DI CREDITI PORTAFOGLIO COMPLESSIVO

%

PORTAFOGLIO COMPLESSIVO 11.207.995 100,00%

Partecipazione banche orginator

% Partecipazione banche orginator

BANCA REGIONALE EUROPEA 1.752.630 15,64%

BANCO DI BRESCIA 2.296.720 20,49%

BANCA POP. BERGAMO 2.561.637 22,86%

BANCA POP. ANCONA 1.236.954 11,04%

BANCA POP. COMM. E INDUSTRIA 2.119.208 18,91%

BANCA CARIME 781.806 6,98%

BANCA DI VALLE CAMONICA 263.945 2,35%

UBI BANCA PRIVATE 195.095 1,74%

(*) Importo Debito residuo capitale al 31/12/2012- dati in migliaia di euro)

Nel corso del 2012 al programma da 10 miliardi è stato poi affiancato un secondo

programma di Covered Bond, di massimi 5 miliardi di euro, finalizzato ad effettuare

emissioni che saranno sottoscritte dalla stessa UBI Banca al fine di disporre di nuove poste

stanziabili presso gli istituti centrali.

Anche per questa seconda operazione è stata costituita una apposita Società Veicolo,

denominata UBI Finance CB2 Srl, con funzione di garante delle emissioni della nuova serie

di Covered Bond; ad UBI Finance CB2 vengono ceduti principalmente mutui commerciali e,

in aggiunta, mutui residenziali eleggibili ai fini di un’operazione di Covered Bond secondo la

normativa nazionale.

Nell’ambito di tale secondo programma la Banca ha apportato un portafoglio complessivo di

89.508 migliaia di euro pari al 3,26 % del totale (debito residuo capitale al 31/12/2012),

come rappresentato nella tabella sottostante:

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Programma di Covered Bond da 5 miliardi di euro

TIPOLOGIA DI CREDITI PORTAFOGLIO COMPLESSIVO

%

PORTAFOGLIO COMPLESSIVO 2.745.707 100,00%

Partecipazione banche orginator

% Partecipazione banche orginator

BANCA REGIONALE EUROPEA 515.505 18,77%

BANCO DI BRESCIA 571.689 20,82%

BANCA POP. BERGAMO 517.625 18,85%

BANCA POP. ANCONA 469.755 17,11%

BANCA POP. COMM. E INDUSTRIA 295.832 10,77%

BANCA CARIME 285.793 10,41%

BANCA DI VALLE CAMONICA 89.508 3,26%

UBI BANCA PRIVATE 00 0,00%

(*) Importo Debito residuo capitale al 31/12/2012- dati in migliaia di euro)

Riportiamo di seguito un prospetto riepilogativo delle emissioni di Covered Bond, relative ad entrambi i programmi, per l’ammontare in essere alla data della presente Relazione, e

facciamo rimando per ulteriori dettagli sull’operazione e sul ruolo svolto dalla Banca in seno

ai due Programmi Covered Bond, a quanto indicato in Nota Integrativa – Parte E – Sezione

1.1. Rischio di Credito – C.Operazioni di cartolarizzazione e cessione delle attività.

Programma Obbligazioni Bancarie Garantite da 10 miliardi UBI Banca - Emissioni in essere

N. serie ISIN Denominazione Data di

emissione

Data di

scadenza Capitale Cedola

1 (pubblica)

IT0004533896 UBI BANCA 3,625% CB due 23/9/2016

23/09/2009 23/09/2016 1.000.000.000 36.250.000

2 (pubblica)

IT0004558794 UBI BANCA 4,000% CB due 16/12/2019

16/12/2009 16/12/2019 1.000.000.000 40.000.000

3 (privata)

IT0004599491 UBI BANCA TV CB due

30/04/2022 30/04/2010 30/04/2022 215.909.092 1.010.766

4 (pubblica)

IT0004619109 UBI BANCA 3,375% CB due 15/09/2017

15/09/2010 15/09/2017 1.000.000.000 33.750.000

5 (pubblica)

IT0004649700 UBI BANCA 3,125% CB due 18/10/2015

18/10/2010 18/10/2015 500.000.000 15.625.000

6

(pubblica) IT0004682305

UBI BANCA 5,250%

CB due 28/01/2021 28/01/2011 28/01/2021 1.000.000.000 52.500.000

7 (pubblica)

IT0004692346 UBI BANCA 4,500% CB due 22/02/2016

22/02/2011 22/02/2016 750.000.000 33.750.000

8 (privata)

IT0004777444 UBI BANCA TV CB due

18/11/2022 18/11/2011 18/11/2022 250.000.000 3.900.100

9 (privata)

IT0004799331 UBI BANCA TV CB due

17/02/2014 22/02/2012 17/02/2014 250.000.000 1.700.563

10 (privata)

IT0004799349 UBI BANCA TV CB due

18/02/2014 22/02/2012 18/02/2014 250.000.000 1.700.563

11 (privata)

IT0004799091 UBI BANCA TV CB due

19/02/2014 22/02/2012 19/02/2014 250.000.000 1.719.250

Programma Obbligazioni Bancarie Garantite da 5 miliardi UBI Banca - Emissioni in essere

N. serie ISIN Denominazione Data di

emissione Data di

scadenza Capitale Cedola

1 (retained)

IT0004818701 UBI BANCA TV CB2

due 28/05/2018 28/05/2012 28/05/2018 1.800.000.000 10.074.060

2

(retained) IT0004864663

UBI BANCA TV CB2

due 29/01/2013 29/10/2012 29/10/2013 500.000.000 3.453.833

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Le carte e i sistemi di pagamento

La fusione per incorporazione di B@nca 24-7 in UBI Banca avvenuta il 23 luglio ha

determinato l’internalizzazione nella Capogruppo della gestione delle carte in essere e

dell’attività di emissione di nuove carte Libra e Kalìa, garantendo continuità nel servizio

offerto ai clienti che è anzi stato oggetto di interventi migliorativi nell’ambito dell’area

riservata dei siti www.cartalibra.it e www.cartakalia.it, divenuta accessibile anche tramite collegamento diretto dall’internet banking QUI UBI.

Ubi Academy

Il 2 luglio 2012 è nata UBI Academy, la nuova Corporate University, costituita in forma

consortile tra UBI Banca, le Banche Rete, UBI.S. e le principali Società prodotto, dedicata allo sviluppo manageriale delle persone che operano nel Gruppo UBI Banca.

La Banca, previa approvazione del Consiglio di Amministrazione, ha sottoscritto la

partecipazione dell’ 1,5% del capitale sociale.

Nella nuova Società, sono state riallocate le attività sino a quel momento svolte dal dismesso

Servizio Formazione di Capogruppo. UBI Academy, in attuazione degli indirizzi e delle linee guida delle politiche formative

definite dalla Capogruppo, ha per oggetto lo studio, la progettazione, la consulenza e la

prestazione di servizi per la formazione e lo sviluppo manageriale del personale delle Società

consorziate e/o servite, con l’obiettivo di arricchire le relazioni con il mondo accademico e le

realtà socio-culturali del territorio, sviluppare e sostenere i processi di cambiamento,

garantire l’allineamento di valori, strategie e persone nell’organizzazione, adeguare e far crescere le competenze presenti nel Gruppo attraverso nuove modalità didattiche, di

coinvolgimento e di responsabilizzazione degli individui.

Consorzio PattiChiari: gli Impegni per la Qualità

Nell’esercizio in esame è proseguito il coinvolgimento delle Banche del Gruppo aderenti al Consorzio PattiChiari nell’applicazione degli “Impegni per la Qualità” e nella diffusione

dell’educazione finanziaria.

Per quanto riguarda gli “Impegni per la Qualità” (alcuni dei quali sono stati oggetto di

specifici interventi di aggiornamento dovuti all’elevato dinamismo del contesto normativo di

riferimento), il monitoraggio dei risultati ha confermato livelli di conformità sempre più elevati, con positivi risvolti sui livelli di servizio concretamente garantiti alla clientela.

Nella seconda parte dell’anno sono stati pianificati ulteriori interventi di razionalizzazione

che consentiranno alla clientela, già dal 2013, di individuare in maniera ancor più chiara e

immediata le aree in cui si sviluppa il quadro dell’autoregolamentazione del settore (Conti

correnti a confronto, Trasferibilità dei servizi, Sicurezza delle operazioni, Assistenza al

credito), valorizzando l’impegno delle banche aderenti. Anche con riferimento alla diffusione dell’educazione finanziaria le Banche Rete hanno

continuato ad attivarsi, soprattutto nell’ambito delle attività didattiche rivolte agli studenti. I

brillanti risultati raggiunti, in termini sia numerici sia qualitativi, sono stati nuovamente

oggetto di esplicito riconoscimento da parte del Consorzio stesso.

Il contributo apportato già da diversi anni dal Gruppo alla divulgazione di temi finanziari intende rappresentare, oltre che una risposta concreta alla crescente domanda di

educazione finanziaria della collettività, anche un nuovo strumento per sviluppare una

relazione sempre più aperta e positiva con i territori presidiati.

Adempimenti in tema di protezione dei dati personali

Il Decreto Legge 9 febbraio 2012, n. 5 “Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di

sviluppo” (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 33 del 9 febbraio 2012), successivamente

convertito nella Legge 4 aprile 2012, n. 35, nell’ambito delle semplificazioni in materia di

dati personali (art. 45) ha previsto l’abolizione dell’obbligo di provvedere alla redazione e

all’aggiornamento annuale del Documento Programmatico sulla Sicurezza di cui all’art. 34

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del D.Lgs. n. 196 del 30 giugno 2003 e successive modifiche e integrazioni (c.d. Codice

Privacy). La novità introdotta, tuttavia, non ha eliminato l’obbligo del rispetto delle “Misure di

sicurezza” previste dal Titolo V del Codice Privacy, in capo a ciascun Titolare del

trattamento. A tal proposito, le Banche e le Società del Gruppo hanno mantenuto in essere

ed aggiornato la documentazione relativa all’elenco dei trattamenti dei dati personali

effettuati nello svolgimento delle rispettive attività, all’analisi dei rischi che incombono su tali dati, alle misure minime di sicurezza ed al relativo piano di miglioramento, alle verifiche

e ai controlli posti in essere e/o previsti con riferimento al rispetto delle predette misure in

vista della riduzione del rischio di distruzione o perdita dei dati, di accesso non autorizzato o

di trattamento non consentito o non conforme alle finalità della raccolta. Sono state altresì

adottate specifiche iniziative di formazione dedicata al presidio degli aspetti sopra

evidenziati.

La responsabilità sociale e ambientale

Corporate Governance

Il Codice Etico, approvato a fine 2010 dal Consiglio di Gestione e dal Consiglio di Sorveglianza di UBI Banca e successivamente da tutte le banche e società controllate

costituisce il principale riferimento per le politiche e le strategie di responsabilità sociale del

Gruppo. A fine 2011 è stato completato con l’adozione del Codice di Comportamento, che si

rivolge a tutti coloro i quali intrattengono un rapporto di lavoro con UBI Banca, su base sia

continuativa che occasionale con l’intento di fornire un quadro di principi e regole di

condotta con cui valutare, di volta in volta, le situazioni concrete e la conformità etica e normativa delle decisioni da prendere.

Nel corso del 2012 è stato completato il programma di formazione su Responsabilità Sociale

e Codice Etico avviato nel 2011, che ha coinvolto complessivamente oltre 2.000 responsabili

di unità operative centrali o di rete attraverso sessioni d’aula e oltre 11.000 dipendenti con

la modalità della formazione a distanza. Il piano formativo è stato strutturato con l’obiettivo

trasmettere in modo semplice e diretto le finalità e i contenuti più rilevanti del Codice Etico del Gruppo UBI, collegandoli ai più ampi temi della Responsabilità Sociale d’Impresa. Si è

così inteso supportare la declinazione della CSR nelle strategie di impresa e renderla fonte di

innovazione, reputazione e competitività.

Mercato

La Gestione del Business è improntata all’innovazione di prodotti e servizi, modelli di

approccio commerciale e processi distributivi in coerenza con le aspettative etiche, sociali ed

ambientali degli stakeholder e in attuazione dello scopo mutualistico e della vocazione

territoriale del Gruppo.

Nel corso dell’anno, oltre agli interventi in favore delle famiglie e delle imprese descritti

nell’informativa sull’attività commerciale, la novità più importante è Il lancio dei Social Bond UBI Comunità, prestiti obbligazionari che rappresentano un’importante innovazione a

livello di sistema, allineando l'Italia ai paesi europei più evoluti sotto il profilo della finanza

per il non profit; offrono ai sottoscrittori l’opportunità di ottenere un ritorno

sull’investimento (in linea con i tassi offerti dalla banca rispetto ad analoghi investimenti) e

nello stesso tempo contribuire al sostegno di iniziative ad alto impatto e valore sociale, promosse da soggetti pubblici e privati nei territori di riferimento; a livello di Gruppo sono

state complessivamente collocati 17 Social Bond per un controvalore di 198,54 milioni di

euro.

Interventi sociali

La gestione degli interventi sociali è tesa alla valorizzazione e al supporto della fitta trama di

organizzazioni senza scopo di lucro attive negli ambiti delle attività sociali, ricreative e

sportive, dell’assistenza e solidarietà, dell’istruzione e formazione, della cultura,

dell’università e ricerca, del recupero del patrimonio artistico e della tutela dell’ambiente.

Con il concorso della Capogruppo, delle Banche Rete, delle principali Società Prodotto e delle Fondazioni, nel 2012 il Gruppo ha erogato nel complesso 13,8 milioni di euro, sotto

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forma di donazioni e sponsorizzazioni. Ogni entità del Gruppo opera in autonomia, in

risposta alle esigenze rilevate e ritenute coerenti con i propri valori e obiettivi di responsabilità sociale.

Rinviando al Bilancio Sociale di UBI Banca per una panoramica delle attività svolte

nell’anno, si segnalano qui in particolare, i contributi devoluti a titolo di liberalità per 1

milione di euro grazie alle risorse raccolte dai Social bond di Ubi Comunità. Le erogazioni

sono state effettuate a favore di iniziative e progetti di enti e organizzazioni senza scopo di lucro operanti nei settori dell’assistenza e solidarietà (8), delle infrastrutture e servizi di

pubblica utilità (6), università e ricerca (1), sviluppo economico-territoriale (1).

Responsabilità ambientale

Il Gruppo, oltre a perseguire il pieno e sostanziale rispetto della normative vigente, si

propone di contribuire allo sviluppo economico sostenibile, dando così concreta attuazione anche ai principi del Global Compact, che ha sottoscritto.

La policy ambientale, approvata nel dicembre 2008, impegna il Gruppo a ridurre il proprio

impatto ambientale attraverso una gestione intelligente e responsabile sia degli impatti

diretti (ovvero degli impatti generati dall’attività dell’impresa attraverso il consumo di

risorse, la produzione di rifiuti e le emissione di sostanze nocive) sia degli impatti indiretti (ovvero degli impatti generati dai comportamenti posti in essere da soggetti terzi con i quali

la Banca intrattiene rapporti, come i clienti e i fornitori). L’Energy Manager e il Mobility

Manager di Gruppo, nominati rispettivamente nell’ambito della Direzione Real Estate di UBI

Sistemi e Servizi e dell’Area Risorse Umane di Capogruppo, sono i principali attori ai quali è

assegnato il compito di promuovere e sostenere l’attuazione della policy attraverso iniziative

mirate, in collaborazione con la Funzione Corporate Social Responsibility del Gruppo. Rispetto agli impatti ambientali diretti del Gruppo, i dati più importanti riguardano i

consumi di energia e di carta. Nel 2012 si è riconfermato l’utilizzo esclusivamente di energia

elettrica certificata da fonti rinnovabili (certificati RECS). I consumi totali di energia elettrica

sono stati 118.788.253 Kwh, inclusi 238.128 Kwh di energia prodotta dall’impianto

fotovoltaico installato a Jesi. I consumi di carta, sono stati pari a 1.698.982 kg. Con

riferimento agli impatti indiretti, il Gruppo è attivo da tempo in ambito commerciale attraverso l’offerta di finanziamenti “verdi”, ovvero di linee di credito finalizzate alla

realizzazione di investimenti per il risparmio energetico e per la diversificazione delle fonti

energetiche, alla soprattutto per la produzione di energia da fonti rinnovabili o a basso

impatto ambientale.

La policy ambientale di UBI Banca è stata premiata con il Green Globe Banking Award

2012.

Principali rischi e incertezze cui è esposto il Gruppo UBI Banca

Rischi

Il Gruppo UBI Banca attribuisce valenza primaria alla misurazione, gestione e controllo dei

rischi, quali attività necessarie a garantire una creazione di valore sostenibile nel tempo e a

consolidarne la reputazione sui mercati di riferimento.

In ottemperanza alle vigenti disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche (Circ.

263/2006 di Banca d’Italia), il Gruppo si è dotato di un processo per determinare le risorse patrimoniali adeguate – in termini attuali e prospettici – a fronteggiare tutti i rischi rilevanti

cui è o potrebbe essere esposto, (ICAAP - Internal Capital Adequacy Assessment Process).

In quest’ottica viene effettuata, in via continuativa, un’accurata identificazione dei rischi da

sottoporre a valutazione. L’attività d’individuazione dei rischi è finalizzata a verificare la

rilevanza dei rischi già oggetto di valutazione e a cogliere i segnali del manifestarsi di eventuali altre categorie. L’identificazione prevede una precisa definizione concettuale dei

rischi cui il Gruppo è esposto, l’analisi dei fattori che concorrono a generarli, nonché la

descrizione delle relative modalità di manifestazione. Tale attività è stata realizzata

attraverso un processo analitico centralizzato, integrato da un self assessment condotto con

riferimento a tutte le entità del Gruppo.

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Una volta completata l’attività di individuazione dei rischi rilevanti, il processo ICAAP

prevede la valutazione dei rischi individuati e la determinazione del capitale complessivo31

adatto a fronteggiarli (capital adequacy), in ottica corrente e prospettica. Per una migliore

valutazione dell’esposizione ai rischi, dei sistemi di attenuazione e controllo e

dell’adeguatezza di capitale, ci si avvale anche di prove di stress specifiche (mediante le quali

si valutano gli impatti su di un singolo rischio) e globali (mediante le quali si valutano gli

impatti su tutti i rischi contestualmente).

Il Gruppo UBI Banca si è dotato di un sistema di governo e di presidio dei rischi che

contempla gli ambiti organizzativo, regolamentare e metodologico al fine di garantire la

coerenza dell’operatività alla propria propensione al rischio.

Considerate la mission e l’operatività, nonché il contesto di mercato in cui si trova a operare, sono stati individuati i rischi da sottoporre a valutazione nel processo ICAAP, suddivisi nelle

categorie Primo Pilastro e Secondo Pilastro, così come indicato nella normativa di

riferimento.

I rischi di Primo Pilastro - già presidiati dal requisito regolamentare richiesto dalla Vigilanza

– sono i seguenti:

● rischio di credito (incluso rischio di controparte): rischio di subire perdite derivanti

dall’inadempienza di una controparte nei confronti della quale esiste un’esposizione

creditizia. E’ compreso nella definizione anche il rischio di controparte, che ne

costituisce una particolare fattispecie, rappresentando il rischio che la controparte di

una transazione avente a oggetto determinati strumenti finanziari risulti inadempiente prima del regolamento della transazione stessa;

● rischi di mercato: rischio di variazioni del valore di mercato degli strumenti finanziari

detenuti per effetto di variazioni inattese delle condizioni di mercato e del merito

creditizio dell’emittente;

● rischio operativo: rischio di subire perdite derivanti dall’inadeguatezza o dalla

disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni; rientrano in tale tipologia le perdite derivanti da frodi, errori umani, interruzioni

dell’operatività, indisponibilità dei sistemi, inadempienze contrattuali, catastrofi

naturali; è compreso il rischio legale.

In aggiunta ai rischi di Primo Pilastro, sono stati identificati rischi di Secondo Pilastro che si dividono a loro volta in:

● rischi definiti misurabili, per i quali sono state identificate metodologie quantitative

consolidate che conducono alla determinazione di un capitale interno o per i quali

possono essere definiti utilmente delle soglie o limiti quantitativi che consentono,

unitamente a misure di natura qualitativa, la definizione di un processo di

allocazione e monitoraggio; ● rischi definiti non misurabili, per i quali si ritengono più appropriate policy, misure

di controllo, attenuazione o mitigazione non esistendo approcci consolidati per la

stima del capitale interno utili ai fini del processo di allocazione.

I rischi di Secondo Pilastro oggetto di analisi sono i seguenti:

Rischi misurabili

● rischio di concentrazione: rischio derivante da esposizioni verso controparti, gruppi

di controparti connesse e controparti del medesimo settore economico o che esercitano la stessa attività o appartenenti alla medesima area geografica;

● rischio di tasso d’interesse: rischio attuale o prospettico di una variazione del

margine di interesse e del valore economico del Gruppo, a seguito di variazioni

inattese dei tassi d’interesse che impattano il portafoglio bancario;

31 Per la definizione di capitale complessivo si veda la Parte F, sezione 1, punto A. della Nota Integrativa.

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● rischio di business: rischio di variazioni avverse e inattese degli utili/margini rispetto

ai dati previsti, legati a volatilità dei volumi dovuta a pressioni competitive e situazioni di mercato;

● rischio partecipativo: rischio di variazione del valore delle partecipazioni non

consolidate integralmente;

● rischio immobiliare: rischio di variazione di valore delle immobilizzazioni materiali del

Gruppo.

Tra i rischi misurabili sono convenzionalmente inclusi anche quei rischi per i quali, pur non

esistendo approcci consolidati per la stima del capitale interno, sono definibili limiti

operativi di natura quantitativa, condivisi anche in letteratura, utili per la loro misurazione,

monitoraggio e attenuazione.

Tali rischi sono:

● rischio di liquidità: rischio di inadempimento ai propri impegni di pagamento che

può essere causato da incapacità di reperire fondi o di reperirli a costi superiori a

quelli di mercato (funding liquidity risk) o dalla presenza di limiti allo smobilizzo delle

attività (market liquidity risk) incorrendo in perdite in conto capitale;

● rischio di liquidità strutturale: rischio derivante da uno squilibrio tra le fonti di finanziamento e impiego.

Rischi non misurabili

● rischio di compliance: rischio di incorrere in sanzioni giudiziarie o amministrative,

perdite finanziarie rilevanti o danni di reputazione in conseguenza di violazioni di norme imperative (di legge o di regolamenti) ovvero di autoregolamentazione (statuti,

codici di condotta, codici di autodisciplina);

● rischio di reputazione: rischio di subire perdite derivanti da una percezione negativa

dell’immagine della banca da parte di clienti, controparti, azionisti della banca,

investitori, autorità di vigilanza o altri stakeholder;

● rischio residuo: rischio di subire perdite derivanti da un’imprevista inefficacia delle tecniche riconosciute per l’attenuazione del rischio di credito utilizzate dalla società

(es. garanzie ipotecarie).

Di seguito vengono rappresentati i rischi con potenziali impatti significativi per il Gruppo

UBI e le azioni che sono state poste in essere per mitigarli. I rischi diversi da quelli di seguito citati, di marginale rilevanza all’interno del Gruppo UBI Banca, non si ritiene

debbano subire variazioni significative nel corso dell’esercizio.

Rischio di credito

Il rischio di credito costituisce il rischio caratteristico di maggior rilevanza del Gruppo UBI

Banca: su base storica esso assorbe circa il 90% del capitale a rischio regolamentare.

L’anno 2012 ha visto l’economia italiana - su cui pesano il calo della domanda interna e gli

effetti delle manovre di stabilizzazione della finanza pubblica - permanere in stato di

recessione. Nonostante un certo miglioramento della domanda estera, anche il 2013

dovrebbe nel complesso mostrare - in termini di formazione del reddito nazionale - un segno negativo, continuando così a influenzare sfavorevolmente le condizioni operative del sistema

bancario. Il permanere delle difficoltà in cui si trova il sistema produttivo in generale e la

correlata crisi dei consumi hanno continuato ad influenzare negativamente la capacità delle

imprese e dei privati di far fronte ai propri impegni, mantenendo elevato il rischio di credito

e - di conseguenza - i flussi di credito anomalo.

In tale situazione di oggettiva difficoltà, il Gruppo UBI ha proseguito le iniziative avviate nel

2012 per il rafforzamento del processo di monitoraggio e di recupero del credito. In

particolare:

● prosegue l’attività “Qualità del Credito” con l’assegnazione di obiettivi per il

contenimento del portafoglio di anomalie creditizie bonis e default, tramite l’adozione

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di un approccio gestionale sul credito problematico, derivante dalla segmentazione

del portafoglio e dall’assegnazione di strategie/obiettivi alla rete distributiva; ● prosegue il programma “CR2 – Crediti Recupero e Regolarizzazione” che nel corso

del 2013 prevede:

● la messa a regime, terminata la fase pilota avviata a fine 2012, del nuovo

modello di monitoraggio del credito caratterizzato dall’introduzione della “PEM -

Pratica Elettronica di Monitoraggio” e del nuovo “Portale del Credito” su tutta la rete commerciale;

● il consolidamento del nuovo modello di recupero crediti avviato nel secondo

semestre 2012 che prevede la specializzazione delle strutture e delle risorse in

funzione del taglio e della tipologia del credito a sofferenza da recuperare.

Proseguirà inoltre l’attività di perfezionamento delle funzionalità del sistema

informativo dedicato all’attività di recupero crediti. Rischio di liquidità

I problemi di fiducia sui mercati istituzionali e interbancari, soprattutto a causa dei timori

sulla solvibilità di alcuni Stati sovrani, in un contesto di rallentamento della dinamica della

raccolta tradizionale, a causa del minor reddito disponibile delle famiglie, comporta il rischio di carenza di liquidità necessaria per finanziare gli impieghi caratteristici della Banca. In

tale contesto, operazioni di rifinanziamento dell’Eurosistema, hanno determinato un

allentamento delle tensioni sul funding.

In tale contesto il Gruppo ha affrontato la gestione della propria liquidità attivando

molteplici linee di intervento tra cui la partecipazione alle due operazioni di rifinanziamento

con durata triennale (Longer Term Refinancing Operation – LTRO) per garantire maggiore stabilità alla struttura del passivo in un contesto di mercato ancora lontano da condizioni di

“normalità”.

L’informativa di dettaglio sugli obiettivi e le politiche in materia di gestione del rischio

finanziario, nonché sull’esposizione del Gruppo al rischio di prezzo, al rischio di credito, al

rischio di liquidità e al rischio di variazione dei flussi finanziari – prevista dall’art. 2428 C.C. – è riportata nella parte E della Nota Integrativa, alla quale si rimanda.

Incertezze

L’incertezza è definita come un evento possibile il cui potenziale impatto, riconducibile a una delle categorie di rischio identificate sopra, non è al momento determinabile e quindi quantificabile.

Il Gruppo si trova ad operare in uno scenario macroeconomico caratterizzato da elevata

incertezza. Le tensioni sui debiti sovrani dei Paesi cosiddetti “periferici” di Eurolandia e le

conseguenti misure di correzione dei conti pubblici decise dai Governi maggiormente colpiti dalla crisi hanno acuito la fase di recessione in termini sia di entità della contrazione del

prodotto interno lordo sia di durata del periodo congiunturale negativo. Al riguardo, le

statistiche preliminari relative al 2012 hanno mostrato un calo del PIL italiano del 2.2%

rispetto all’anno precedente, con il dato particolarmente deludente registrato negli ultimi tre

mesi (-2.7% a livello tendenziale e -0.9% su base trimestrale, corrispondente al sesto calo

consecutivo). In dettaglio, la domanda interna risulta particolarmente debole sul fronte: (i) della spesa

pubblica, per via delle manovre governative di consolidamento fiscale finalizzate al rispetto dei parametri Ue sul deficit; (ii) della spesa per consumi, alla luce della progressiva ascesa

del tasso di disoccupazione (il quale è salito in dicembre all’11.2%, dal 9.5% del medesimo

periodo del 2011) e della flessione del reddito disponibile; (iii) della spesa per investimenti, la

quale riflette il modesto saggio di utilizzo della capacità produttiva e l’azione di contenimento dei costi da parte delle imprese durante la recessione.

Si segnala, tuttavia, che un parziale supporto al PIL italiano è giunto dalle esportazioni

nette, le quali riflettono la crescente domanda estera derivante dall’espansione dell’economia

mondiale. Ulteriori note positive sono emerse dalle intese intercorse a livello Ue a sostegno

dei Paesi in difficoltà, con particolare riferimento alla ristrutturazione del debito greco ed alle

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tranche di aiuti internazionali ad Atene, dall’accordo sul fiscal compact – volto a stabilizzare

i conti pubblici e riportare il rapporto Debito/PIL al 60% nel prossimo ventennio – e dagli interventi assunti dalla BCE. Quest’ultima da un lato ha offerto liquidità alle banche attraverso le operazioni di rifinanziamento con piena soddisfazione della domanda (full allotment), dall’altro ha favorito l’allentamento delle tensioni sui mercati finanziari mediante

l’attivazione dell’Outright Monetary Transactions (OMT), ovvero di un programma di acquisto

di titoli governativi finalizzato a ripristinare il corretto meccanismo di trasmissione degli

impulsi di politica monetaria. L’OMT richiede la presenza di specifiche condizioni, tra le

quali la richiesta formale da parte di un Governo e la contestuale sottoscrizione di un Memorandum of Understanding.

In un’ottica prospettica permangono molteplici elementi di incertezza, i quali potrebbero

manifestarsi con impatti riconducibili essenzialmente ai rischi di credito, di tasso di

interesse, di business e di reputazione, pur senza intaccare la solidità patrimoniale del Gruppo UBI.

In particolare, le principali incertezze individuate per l’esercizio 2013 attengono ai seguenti

aspetti: ● evoluzione del quadro macroeconomico. Le prospettive per l’economia italiana

risultano deboli anche per l’anno in corso, con il PIL atteso in ulteriore contrazione. La ripresa potrebbe avere inizio nel secondo semestre, ma i ritmi dovrebbero risultare particolarmente modesti. Gli ambiziosi target di bilancio definiti in sede Ue

si rifletteranno in una riduzione della spesa governativa ed un andamento negativo

potrebbe contraddistinguere anche i consumi delle famiglie in coerenza con le

pressioni al ribasso sui redditi e con l’assenza di aspettative di riassorbimento

dell’elevata disoccupazione. Un panorama migliore potrebbe caratterizzare gli investimenti da parte delle imprese, con particolare riferimento alla componente che

attiene a macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto, dove – anche per un raffronto

statistico di base con i periodi precedenti particolarmente deboli e con la necessità di

sostituzione di impianti obsoleti – si potrebbe assistere ad un’inversione

congiunturale (ma non tendenziale) entro la fine dell’anno. In tal senso, alcuni indici

anticipatori (PMI, fiducia di consumatori e imprese) hanno recentemente mostrano una stabilizzazione su livelli modesti che potrebbe preludere all’avvio di una nuova

fase congiunturale, sebbene caratterizzata da ritmi moderati.

Particolare attenzione andrà rivolta all’evoluzione dei mercati finanziari, la cui

dinamica avrà dei riflessi significativi – in positivo o in negativo – sull’economia reale.

La possibile progressiva riduzione delle turbolenze sui mercati finanziari in termini di spread dei titoli governativi avrebbe un effetto indiretto positivo sull’economia reale

anche per via del miglioramento delle condizioni di accesso al credito.

Il quadro macroeconomico per il 2013 dovrebbe pertanto risultare ancora debole e

soggetto a notevoli elementi di incertezza alcuni dei quali potrebbero avere origine

esogena. Si segnala, infatti, la presenza di pericoli per le esportazioni italiane – che al momento rappresentano il maggiore driver di sostegno al PIL – derivanti sia da

possibili tensioni sul fronte del mercato dei cambi, con particolare riguardo all’eventuale apprezzamento dell’euro in misura sensibile e duratura, sia dal

rallentamento della domanda internazionale sulla scia della moderazione dei ritmi di

espansione dell’economia mondiale. In tal senso, si evidenzia che l’aggiustamento

fiscale negli USA si rifletterà in una penalizzazione sul PIL statunitense stimabile in oltre l’1% (sebbene inferiore al 3.8% del cosiddetto fiscal cliff).

In conclusione, la debolezza dello scenario macro dovrebbe spingere la BCE ha mantenere una politica monetaria fortemente accomodante, con tassi d’interesse su

valori storicamente molto bassi che potrebbero comportare una contrazione del

margine di interesse rispetto all’anno precedente. È, inoltre, attesa per il 2013, una stabilità dei flussi di default sui livelli elevati raggiunti nel corso della crisi; l’elevato

stock di posizioni non in bonis formatosi negli anni precedenti, tuttavia, potrebbe

determinare impreviste necessità di ulteriori accantonamenti. ● incertezza del contesto politico. L’esito delle recenti elezioni politiche ha

profondamente deluso i mercati finanziari per via dei rischi per la stabilità del futuro

Governo e dei pericoli di non sufficiente sostegno parlamentare per

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l’implementazione delle necessarie politiche volte al risanamento dei conti pubblici

da un lato e degli interventi strutturali per la crescita economica dall’altro. Preoccupazioni in tale direzione sono state espresse anche dalle maggiori agenzie di rating, con Moody’s che ha giudicato negativamente il quadro politico uscito dalle

urne sia per il debito pubblico sia per le citate riforme strutturali e fiscali. Lo

scenario delineato prevede un periodo di elevata incertezza e la possibilità di un

ritorno al voto a breve. Alla luce di quanto emerso, il processo di rinnovamento

avviato dal precedente Governo potrebbe subire un deciso rallentamento, se non addirittura una fase di completo stallo o inversione, alla luce del considerevole

consenso ottenuto dalle forze euroscettiche. In considerazione dell’importanza

sistemica dell’Italia nell’ambito dell’Area euro i recenti sviluppi potrebbero riflettersi

negativamente sul merito di credito sia dell’Italia sia di altre economie europee

ancora sotto pressione. Non si esclude pertanto la possibilità di una perdita di fiducia degli investitori ed il rialzo dei rendimenti delle obbligazioni governative

italiane e degli altri Stati “periferici” dell’Eurozona, con particolare riferimento a

Portogallo e Spagna, riaccendendo la crisi dei debiti sovrani. Per Standard & Poor’s quanto avvenuto non ha effetti immediati sul rating dell’Italia. L’agenzia statunitense

sottolinea, tuttavia, la presenza di numerosi fattori di incertezza e ritiene che i

negoziati per raggiungere un accordo per un nuovo Esecutivo dureranno circa un mese. Lo scenario di base assume, tuttavia, che il processo di consolidamento fiscale

non devierà dall’attuale traiettoria. Il rischio maggiore concerne alla mancanza di

forza da parte del nuovo Governo per implementare importanti riforme strutturali in

grado di migliorare la prospettiva di crescita dell’Italia, lasciando l’economia debole

per un prolungato periodo di tempo. ● evoluzione del contesto normativo. Il contesto normativo è sottoposto a diverse

dinamiche di mutamento a seguito sia dell'emanazione di vari provvedimenti

normativi, a livello europeo e nazionale, con le relative disposizioni regolamentari di

attuazione, in materia di prestazione di servizi bancari (es. Tobin Tax, imposta di

bollo ecc.), sia di correlati indirizzi giurisprudenziali (ad es. in tema di forma,

contenuto e modifica dei contratti, interessi, altre voci di remunerazione degli

affidamenti e degli sconfinamenti, vendita di polizze assicurative). Tale scenario richiede un particolare sforzo sia interpretativo che attuativo e talvolta ha inciso

direttamente sui profili di redditività delle banche e/o sui costi per la clientela, Altri

effetti potrebbero derivare da una nuova Raccomandazione dell’EBA - annunciata

dall’Autorità non appena la CRR/CRD IV sarà approvata – che richiederà alle Banche

il mantenimento di un livello nominale di capitale minimo ● Il Gruppo UBI valuta nel continuo manovre per attenuare le conseguenze dei vari

provvedimenti, anche tramite il regolare e attento monitoraggio degli oneri operativi e

una costante ricerca di maggiore efficienza dei processi interni.

* * *

I rischi e le incertezze sopra illustrati sono stati oggetto di un processo di valutazione teso anche a evidenziare gli impatti di variazioni di parametri e condizioni di mercato sulla performance aziendale. Il Gruppo infatti è dotato di strumenti di misurazione dei possibili impatti di rischi e incertezze sulla propria operatività (in particolare attraverso analisi di sensitivity e prove di stress), che consentono, con tempestività e continuità, l’adeguamento delle proprie strategie – in termini di modello distributivo, organizzativo e di gestione/razionalizzazione dei costi – rispetto ai mutamenti del contesto di riferimento. I rischi e le incertezze sono altresì oggetto di costante osservazione attraverso il corpo normativo di policy di rischio adottate dal Gruppo: le policy vengono aggiornate in relazione a cambiamenti della strategia, del contesto e delle aspettative di mercato. L’attività di monitoraggio periodico delle stesse è finalizzata alla verifica del loro stato di attuazione e della loro adeguatezza. Le analisi svolte indicano che il Gruppo è in grado di fronteggiare i rischi e le incertezze a cui è esposto, confermando pertanto i presupposti della propria continuità.

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Rischi in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (D.Lgs.

81 del 9 aprile 2008)

La tematica è direttamente presidiata da una struttura della Capogruppo – allocata in staff

al Chief Operating Officer – alla quale è stato attribuito il compito di (i) presidiare la corretta

attuazione della normativa in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di

lavoro, (ii) assumere il ruolo formale di Servizio di Prevenzione e Protezione (SP&P) per le

Società del Gruppo relativamente alle quali sussista un contratto di service specifico, (iii) provvedere all’elaborazione e manutenzione dei Documenti di Valutazione dei Rischi e (iv)

svolgere il ruolo di “presidio specialistico di Compliance” al fine di assicurare la conformità

alla normativa di riferimento.

Nel corso del 2012 l’attività è stata focalizzata in particolare sui seguenti aspetti:

● l’individuazione di criteri innovativi per la gestione nel tempo dei livelli di conformità

raggiunti, in modo da inquadrare la definizione dei piani di miglioramento e delle priorità di intervento in un’ottica sempre più legata al fenomeno infortunistico

effettivamente riscontrato;

● l’attuazione del progetto di un sistema di gestione della salute e sicurezza (SGSL)

ispirato alle Linee Guida UNI-INAIL, attraverso un risk assessment di conformità dei

processi aziendali, l’elaborazione di un manuale di sistema ed una serie di procedure; ● l’evoluzione del processo valutativo dello stress lavoro correlato il quale, una volta

conclusa la fase di raccolta, analisi e comparazione dei dati oggettivi (i cosiddetti “eventi

sentinella”), è stato indirizzato verso l’ambito della percezione soggettiva;

● l’analisi dell’andamento dei fenomeni criminosi (rapine) che hanno un diretto impatto

sull’equilibrio psico-fisico del personale;

● l’adeguamento del piano formativo di Gruppo alle previsioni contenute nell’Accordo della Conferenza Stato Regioni,

al fine di garantire al Gruppo un livello di conformità tale da ridurre i rischi operativi,

reputazionali e di compliance connessi alla complessa ed interdisciplinare materia della

salute e della sicurezza.

Valutazione dei rischi, piano di miglioramento e fenomeni infortunistici

La campagna di puntuale eliminazione dei rischi segnalati dal Servizio di Prevenzione e

Protezione caratterizzati da magnitudo più elevate (16 e 12), condotta a partire dal 2011, ha

prodotto risultati significativi, contribuendo a far raggiungere al Gruppo livelli medi di

conformità e di assenza di gravi rischi per la salute molto apprezzabili.

È stato così possibile affrontare il tema dell’eliminazione progressiva dei rischi residui svincolandola da una metodologia ad oggi basata su regole e tabelle sostanzialmente

mediate dai criteri statistici adottati dall’INAIL per tutti i settori produttivi, per cercare di

renderla maggiormente connessa al fenomeno infortunistico effettivamente riscontrato, anno

per anno, nel Gruppo UBI Banca.

Nel corso del 2012 ha pertanto preso avvio un processo sperimentale di pianificazione degli

interventi rivolti alle magnitudo di rischio di minor entità finalizzata alla riduzione/eliminazione di quelle situazioni per le quali – indipendentemente dal valore

assoluto di magnitudo – sia possibile ipotizzare un nesso con il fenomeno infortunistico

effettivamente riscontrato, basandosi sulle evidenze statistiche raccolte circa la frequenza e

la gravità degli infortuni nei quali incorrono i dipendenti e/o i clienti e fornitori.

Particolare evidenza è stata conseguentemente attribuita, in relazione al riscontro statistico del precedente triennio, ai rischi che possono determinare cadute o inciampi (46% degli

infortuni avvenuti nei luoghi di lavoro), a fronte di dati meno significativi per quanto

riguarda gli urti contro arredi (16%) e gli schiacciamenti (19%), e le competenti strutture

della società consortile hanno focalizzato la loro attenzione sull’eliminazione degli stessi e su

modalità di progettazione finalizzate ad evitare l’insorgere ab origine di tali rischi.

Per quanto riguarda il fenomeno degli infortuni in itinere, che anche per il trascorso esercizio rappresentano circa l’80% del totale degli infortuni in cui sono incorsi i dipendenti,

va precisato che nullo o scarso risulta il potere di intervento aziendale per la sua riduzione,

anche in virtù della diffusione capillare sul territorio che contraddistingue il settore bancario

e la mancata copertura dell’intero territorio nazionale da una rete integrata di trasporti

pubblici; vengono comunque adottate specifiche policy per ridurre alla fonte i rischi da incidenti stradali, privilegiando l’utilizzo di mezzi di trasporto pubblico per gli spostamenti di

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servizio e mettendo a disposizione mezzi di trasporto collettivi dove sussistono fenomeni di

significativa mobilità legati ai processi di ristrutturazione aziendale. Progetto UNI - INAIL

Il “progetto UNI-INAIL” per l’adeguamento del Sistema aziendale di Gestione della Sicurezza

sul Lavoro (SGLS ) alle Linee Guida UNI INAIL prevede l’adozione di un modello di

organizzazione e gestione delle tematiche prevenzionistiche caratterizzato da principi di efficacia ed effettività rispetto al contesto organizzativo di Gruppo ed alla normativa di legge.

Esso mira ad ottenere non solo - quale obiettivo primario - una maggiore tutela rispetto al

rischio di commissione di reati in materia di prevenzione (D.Lgs. 231/2001), ma anche

significativi risparmi sul costo annuo del premio assicurativo contro gli infortuni, grazie alle

minori tariffe che INAIL riconosce alle aziende che dimostrano di avere adottato

comportamenti virtuosi in materia di prevenzione e protezione dai rischi sul lavoro. Nel 2012 è stato completato il risk assessment preventivo sulle aree/attività ritenute

sensibili in termini di rischio di non conformità, condotto in collaborazione con una società

di consulenza mediante interviste ai responsabili delle strutture di Gruppo coinvolte nella

gestione di tale problematiche; tale attività ha consentito di introdurre miglioramenti

procedurali già in corso d’opera e di sensibilizzare tutti gli attori coinvolti nei processi aziendali che abbiano impatto con l’ambito prevenzionistico in senso lato. Il risk assessment

non ha riscontrato situazioni di effettiva non conformità rispetto ai dettati normativi

evidenziando la necessità di procedere alla formalizzazione di una serie di prassi da tempo

già attuate al fine di pervenire al livello, anche documentale, richiesto dalle Linee Guida UNI

INAIL. È stata altresì predisposta la documentazione che costituirà il futuro impianto

normativo di Gruppo in materia di salute e sicurezza (Manuale di Sistema SGLS ed una serie di Procedure), già sottoposta per una condivisione alle competenti strutture

(Compliance, Legale ed Organizzazione) prima della presentazione agli Organi Deliberanti.

Evoluzione della metodologia di valutazione dello stress lavoro correlato

La valutazione dello stress lavoro-correlato prevede l’attuazione di un percorso metodologico,

avviato nel 2011, articolato in più fasi, tra di loro connesse e consequenziali. La prima di queste (cd. fase “preventiva”), vale a dire la raccolta, l’elaborazione ed il

confronto di dati oggettivi numericamente rilevanti (eventi sentinella, indicatori relativi al

contesto ed al contenuto lavorativo) si era sostanzialmente conclusa nel 2011.

Nel corso del 2012 la raccolta dei dati è stata aggiornata per poter disporre di un ambito

temporale più allargato. Laddove presenti i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS), sono stati organizzati incontri, utilizzando la metodologia del focus group, guidati da

una professionista psicologa per indagare – attraverso tale rappresentanza della popolazione

lavorativa – anche la percezione soggettiva sul fenomeno dello stress lavoro-correlato.

Stante la scarsa rilevanza statistica del campione, è stato avviato un progetto, in

collaborazione con la primaria società di consulenza che segue il Gruppo, che prevede

l’utilizzo di una piattaforma web attraverso la quale proporre ad ogni dipendente uno o più questionari, a compilazione volontaria, finalizzati alla raccolta di dati utili alla valutazione

dello stress percepito. Il processo così delineato garantirà, da un lato, l’anonimato dei

partecipanti all’iniziativa, dall’altro, la possibilità di ottenere riscontri aggregati per gruppi

omogenei di lavoratori (maschi e femmine, fasce di età, mansioni, etc.), in linea con le

previsioni di legge, nell’ottica di analizzare quei fenomeni che dovessero evidenziare significativi scostamenti dal livello medio di accettabilità del rischio.

Evoluzione della valutazione del rischio rapina

Il fenomeno criminoso delle rapine in banca ha avuto, in particolare per il nostro Gruppo ma

anche nell’intero settore, un trend positivo, con una notevole riduzione del numero di eventi tentati o perpetrati (-70% nel periodo 2008-2012, -20% nel solo 2012).

A fronte di questo trend confortante, in larga parte connesso alla capillare diffusione di

apparati di gestione temporizzata del contante evoluti (cosiddette ”macchine del cassiere”) ed

alla riduzione del contante immediatamente disponibile in caso di rapina, si assiste però –

anche per la differente tipologia di rapinatori, sempre più spesso organizzati in bande “professionali” – ad un costante aumento delle rapine condotte con modalità tali da rendere

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necessaria l’assistenza psicologica, in particolare quelle di lunga durata con sequestro

prolungato dei dipendenti. Le rapine considerate “gravi” nell’ottica dell’impatto sull’equilibrio psico-fisico del personale hanno infatti registrato nel tempo un’inversione di tendenza, con

un aumento inversamente proporzionale rispetto al fenomeno complessivo: il rapporto tra

rapine “gravi” e rapine totali, pari a circa il 21% nel 2008, è progressivamente salito al 30%

nel 2009, al 38% nel 2010, al 50% nel 2011, sino a giungere al 64% del 2012. I dati citati

attengono alle sole rapine (non furti di bancomat o altre attrezzature) con effettivo ingresso in filiale dei rapinatori. Fortunatamente, però non vi sono stati episodi di violenza fisica che

abbiano coinvolto il nostro personale.

Sul tema continua la collaborazione tra le strutture del Gruppo preposte a gestire le

tematiche della sicurezza, al fine di individuare e condividere nuove soluzioni – di natura

tecnica ed organizzativa – che assumano valore di deterrenza primaria dei fenomeni

criminosi, integrando efficacemente quanto sino ad oggi attuato per mantenere nel tempo i positivi risultati sin qui raggiunti.

Evoluzione del piano formativo in materia di salute e sicurezza

La formazione in materia di salute e sicurezza riveste un ruolo di primaria importanza in

ottica di prevenzione dei rischi. Nel corso del 2012 è stato emanato un provvedimento legislativo (Accordo sulla formazione in materia di salute e sicurezza stipulato in sede di

Conferenza Stato Regioni in attuazione del demando attribuito alla Conferenza Permanente

dall’art. 37 del D.Lgs. 81/2008) che ha comportato l’integrazione del catalogo formativo di

Gruppo già in essere per adeguarlo, per argomenti trattati e durata dei corsi, al nuovo

dettato normativo in materia prevenzionistica. Nelle more dell’entrata a regime definitiva di

tale “Accordo”, prevista ad inizio 2013, sono state adottate, ad integrazione del piano di corsi in aula già programmato, iniziative di sensibilizzazione rivolte a tutto il personale,

differenziate in ragione della diversa esposizione al rischio ovvero dei ruoli di responsabilità

ricoperti nell’organizzazione aziendale, erogate con metodologia e-learning; i corsi sono stati

individuati attingendo al catalogo formativo dell’Associazione di Categoria, particolarmente

idoneo a rappresentare la realtà operativa del settore del credito.

A fronte della delicatezza del ruolo del Preposto delle unità organizzative decentrate, al previsto corso di un’intera giornata da tempo a catalogo è stato affiancato un corso on-line

del catalogo ABI Formazione (“Il ruolo del preposto nella safety aziendale”). Il catalogo

formativo di Gruppo è stato altresì integrato da una sessione d’aula specificatamente rivolta

ai responsabili delle strutture di direzione centrale.

In tema di stress, per facilitare la diffusione della conoscenza e della consapevolezza del

personale su quale sia l’effettiva portata del disposto normativo in tema di stress lavoro-

correlato (e non sui fenomeni di stress in genere), è stato erogato a tutto il personale un

corso divulgativo, web based, espressamente elaborato per il settore bancario da un

esponente di spicco del mondo accademico in collaborazione con ABI Formazione.

Nell’ottica di accrescere la consapevolezza del personale sull’importanza di attuare

comportamenti coerenti e rispettosi della salute propria ed altrui – anche in attuazione dei

principi contenuti nel Codice Etico – nell’ambito del Corporate Portal è stata creata una

sezione espressamente dedicata alla salute e alla sicurezza nella quale sono facilmente

reperibili riferimenti normativi di legge ed aziendali, notizie sull’organizzazione della sicurezza nel Gruppo (es. piani di emergenza e percorsi di esodo da seguire), tutto il

materiale didattico utilizzato in aula nel corso delle iniziative formative, oltreché consigli ed

informazioni utili sui corretti stili di vita per mantenere un buon equilibrio psico-fisico.

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Fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell’esercizio

Si rimanda a quanto indicato nella “Parte A - Politiche contabili - Sezione 3 - Eventi

successivi alla data di riferimento del Bilancio”.

Evoluzione prevedibile della gestione

Nei primi mesi del 2013 il contesto congiunturale non ha fornito segnali di miglioramento

rispetto all’anno precedente.

L’attività della Banca è proseguita secondo le linee programmate rafforzando lo sforzo

commerciale ed il controllo della qualità del credito.

Nel mese di gennaio è stato completato il programma di Ottimizzazione del Funzionamento

del Gruppo con la revisione della Filiera Commerciale della Banca che ha previsto:

- la dismissione dell’Area Commerciale;

- l’attivazione del nuovo assetto organizzativo commerciale di Rete Private/Corporate,

con istituzione di Private & Corporate Unity, nuovi punti vendita integrati dedicati

alla gestione della Clientela Private e Corporate;

- revisione complessiva dei Gruppi di Filiale, con conseguente revisione della tipologia

Filiali (Capofila, Aggregate, Ordinarie) e revisione della classe creditizia delle Filiali.

L’Ottimizzazione del Funzionamento del Gruppo persegue l’obiettivo di una ancora maggiore

specializzazione e focalizzazione dei ruoli tra Capogruppo e Banca Rete: la Capogruppo

impegnata a svolgere, in modo maggiormente operativo, l’attività di indirizzo,

coordinamento, supporto e monitoraggio e le Banche Rete, nell’ambito delle proprie prerogative di governo, maggiormente focalizzate sul presidio territoriale, sull’ottimizzazione

delle capacità distributive e sul controllo dei rischi ed in particolare del rischio di credito ed

operativo.

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Proposte all’assemblea

Signori Azionisti,

sottoponiamo alla Vostra approvazione il Bilancio per l’esercizio 2012 in tutte le sue

componenti. Vi proponiamo inoltre, in conformità a quanto previsto dall’art. 26 dello Statuto

Sociale, di ripartire l’utile d’esercizio di Euro 1.150.013,03 come segue:

Utile Netto 2012 1.150.013,03

Utile da ripartire:

- a Riserva Straordinaria 1.150.013,03

* * *

Egregi Azionisti,

Il panorama internazionale è ancora dominato dagli effetti della crisi, iniziata più di tre anni

fa. L’economia reale appare sull’orlo della recessione e i mercati finanziari rivelano un

elevato tasso di volatilità. Di conseguenza, l’esercizio di bilancio 2012 manifesta le difficoltà

derivanti dalla congiuntura negativa. La crisi sta mordendo con particolare incisività le realtà economiche e sociali esistenti nei territori di operatività della nostra Banca,

tradizionalmente caratterizzati da strutturale fragilità.

La nostra Banca, sorta nel lontano 1872 per sovvenire le imprese e le iniziative attuate con

serietà e rettitudine, in modo da incoraggiare l’economia locale e favorire l’elevazione morale

ed economica della popolazione, intende continuare a stare vicina alla propria clientela, a

favorire le iniziative promosse con sano spirito imprenditoriale, a mettere in campo azioni

concrete volte a realizzare forme di sostegno nei riguardi dei settori colpiti dalla crisi. La

Banca si pone accanto alle piccole e medie imprese e agli artigiani, comprendendone i reali bisogni, manifestando attenzione alle famiglie e vicinanza alle organizzazioni di volontariato

e alle associazioni culturali. Perseguendo l’equilibrio nella gestione, in un’ottica di bene

comune, la Banca continuerà a sostenere lo sviluppo nei territori e nei mercati di propria

attività. Il qualificato sostegno della Capogruppo, l’impegno costante del Personale, la fiducia

che ci viene manifestata dall’affezionata Clientela consentiranno alla Banca di Valle Camonica di superare le attuali difficoltà del quadro generale, aprendo nuovi e promettenti

scenari di sviluppo.

Esprimiamo gratitudine ai membri del Collegio Sindacale, per la costante vicinanza.

Rinnoviamo espressioni di sincera stima ai Dirigenti Centrali della Banca d’Italia e ai

Dirigenti delle Filiali di Brescia, Sondrio, Bergamo e Como e ai loro Collaboratori.

Al Direttore Generale, Stefano Vittorio Kuhn, al Vice Direttore Generale, Pietro Tosana, ai

Dirigenti e a tutto il Personale va il nostro ringraziamento per il costante e qualificato

impegno professionale e per lo spirito di attaccamento all’Istituto.

Nel corso del 2012 sono scomparsi Ettore Mapelli, dipendente in servizio, e i collaboratori in

quiescenza Imperio Martinenghi, Gino Moglia e Bortolo Lino Rizzi: alle famiglie rinnoviamo

sentimenti di cordoglio.

* * *

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Egregi Azionisti,

il 25 luglio 2012 è mancato il nostro consigliere Notaio Dottor Giuseppe Camadini,

impegnato operosamente a favore di numerose iniziative economiche, sociali, educative e

culturali e attivo in vari campi. Egli è stato amministratore della Banca di Valle Camonica

per quasi 50 anni, dal 1963 alla scomparsa, dando allo sviluppo della Valle un prezioso contributo di capacità professionale e di autentica passione.

In data 18 settembre 2012 il Consiglio di Amministrazione, come previsto dall’art. 2386 c.c.,

ha provveduto, su specifica indicazione della Capogruppo, alla cooptazione di un nuovo

componente l’Organo Amministrativo nella persona del Dott. Ettore Giuseppe Medda, Vice

Direttore Generale di UBI Banca.

Pertanto Vi invitiamo a procedere, come previsto dall’ordine del giorno e dalla normativa vigente, a nominare un nuovo Amministratore che resterà in carica fino all’approvazione del

Bilancio al 31 dicembre 2013.

Breno, 5 marzo 2013

Il Consiglio di Amministrazione

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Prospetti Contabili

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Stato Patrimoniale (in unità di euro)

VOCI DELL' ATTIVO 31/12/2012 31/12/2011Variazione

annua

Variazione %

annua

10. Cassa e disponibilità liquide 15.374.600 15.112.494 262.106 1,73

20. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 3.844.526 4.413.891 (569.365) (12,90)

40. Attività finanziarie disponibili per la vendita 1.392.402 790.970 601.432 76,04

60. Crediti verso banche 23.068.488 88.451.239 (65.382.751) (73,92)

70. Crediti verso clientela 1.798.702.811 1.889.840.355 (91.137.544) (4,82)

80. Derivati di copertura 8.978.686 7.180.720 1.797.966 25,04

90. Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica 8.012.391 5.899.588 2.112.803 35,81

100. Partecipazioni 784.173 782.673 1.500 0,19

110. Attività materiali 27.035.794 28.040.161 (1.004.367) (3,58)

120. Attività immateriali 6.898.573 6.898.573 - -

di cui:

avviamento 6.898.573 6.898.573 - -

130. Attività fiscali: 13.751.144 11.155.622 2.595.522 23,27

a) correnti 2.468.411 2.347.206 121.205 5,16

b) anticipate 11.282.733 8.808.416 2.474.317 28,09

b1) di cui alla Legge 214/2011 9.916.511 7.437.828 2.478.683 33,33

150. Altre attività 39.464.772 18.607.701 20.857.071 112,09

Totale dell'attivo 1.947.308.360 2.077.173.987 (129.865.627) (6,25)

VOCI DEL PASSIVO E DEL PATRIMONIO NETTO 31/12/2012 31/12/2011Variazione

annua

Variazione %

annua

10. Debiti verso banche 38.328.128 299.130.997 (260.802.869) (87,19)

20. Debiti verso clientela 882.589.113 917.618.640 (35.029.527) (3,82)

30. Titoli in circolazione 836.106.028 695.209.087 140.896.941 20,27

40. Passività finanziarie di negoziazione 3.988.696 4.522.326 (533.630) (11,80)

60. Derivati di copertura 11.001.125 7.142.029 3.859.096 54,03

80. Passività fiscali: 4.338.422 4.539.654 (201.232) (4,43)

a) correnti 3.117.486 3.317.923 (200.437) (6,04)

b) differite 1.220.936 1.221.731 (795) (0,07)

100. Altre passività 48.610.528 27.195.129 21.415.399 78,75

110. Trattamento di fine rapporto del personale 7.838.987 7.092.705 746.282 10,52

120. Fondi per rischi e oneri: 2.083.369 2.903.082 (819.713) (28,24)

b) altri fondi 2.083.369 2.903.082 (819.713) (28,24)

130. Riserve da valutazione 11.331.289 11.827.677 (496.388) (4,20)

160. Riserve 69.309.457 68.631.786 677.671 0,99

170. Sovrapprezzi di emissione 27.894.512 27.894.512 - -

180. Capitale 2.738.693 2.738.693 - -

200. Utile d'esercizio 1.150.013 727.670 422.343 58,04

Totale del passivo e del patrimonio netto 1.947.308.360 2.077.173.987 (129.865.627) (6,25)

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Conto Economico (in unità di euro)

10. Interessi attivi e proventi assimilati 65.024.803 70.863.855 (5.839.052) (8,24)

20. Interessi passivi e oneri assimilati (29.399.936) (26.672.213) (2.727.723) 10,23

30. Margine di interesse 35.624.867 44.191.642 (8.566.775) (19,39)

40. Commissioni attive 22.991.139 21.619.029 1.372.110 6,35

50. Commissioni passive (966.098) (926.334) (39.764) 4,29

60. Commissioni nette 22.025.041 20.692.695 1.332.346 6,44

80. Risultato netto dell'attività di negoziazione 236.391 13.053 223.338 1.711,01

90. Risultato netto dell'attività di copertura (246.698) 199.926 (446.624) (223,39)

100. Utile (perdita) da cessione o riacquisto di: (409.590) (165.456) (244.134) 147,55

a) crediti - 13.683 (13.683) -

d) passività finanziarie (409.590) (179.139) (230.451) 128,64

120. Margine di intermediazione 57.230.011 64.931.860 (7.701.849) (11,86)

130. Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di: (11.107.077) (18.216.449) 7.109.372 (39,03)

a) crediti (10.862.318) (18.166.443) 7.304.125 (40,21)

d) altre operazioni finanziarie (244.759) (50.006) (194.753) 389,46

140. Risultato netto della gestione finanziaria 46.122.934 46.715.411 (592.477) (1,27)

150. Spese amministrative (44.970.765) (44.236.333) (734.432) 1,66

a) spese per il personale (23.804.796) (22.543.555) (1.261.241) 5,59

b) altre spese amministrative (21.165.969) (21.692.778) 526.809 (2,43)

160. Accantonamenti netti fondi per rischi e oneri (371.483) (358.702) (12.781) 3,56

170. Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali (1.624.085) (1.621.488) (2.597) 0,16

190. Altri oneri/proventi di gestione 3.851.188 4.300.305 (449.117) (10,44)

200. Costi operativi (43.115.145) (41.916.218) (1.198.927) 2,86

240. Utili (perdite) della cessione di investimenti 26 - 26 -

250. Utile (perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte 3.007.815 4.799.193 (1.791.378) (37,33)

260. Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente (1.857.802) (4.071.523) 2.213.721 (54,37)

270. Utile (perdita) della operatività corrente al netto delle imposte 1.150.013 727.670 422.343 58,04

290. Utile d'esercizio 1.150.013 727.670 422.343 58,04

Variazione %

annua VOCI 31/12/2012 31/12/2011

Variazione

annua

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74

Prospetto della Redditività Complessiva (in unità di euro)

31/12/2012 31/12/2011

10. Utile (perdita) di esercizio 1.150.013 727.670

Altre componenti reddituali a netto delle imposte

20. Attività finanziarie disponibili per la vendita 115.267 (44.733)

60. Copertura dei flussi finanziari (27.125) (6.607)

90. Utile (Perdita) attuariali su piani a benefici definiti (584.530) (125.988)

110. Totale altre componenti reddituali al netto delle imposte (496.388) (177.328)

120 Redditività complessiva (Voce 10+110) 653.625 550.342

Voci

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Prospetto delle variazioni del Patrimonio Netto Movimentazione al 31 Dicembre 2012

(in unità di euro)

riservedividendi e altre

destinazioni

Emissione

nuove

azioni

Acquisto

azioni

proprie

Distribuzione

straordinaria

dividendi

Variazione

strumenti di

capitale

Derivati su proprie

azioni

Stock

options

Capitale: 2.738.693 X 2.738.693 - X X - - X X X X X 2.738.693

a) Azioni ordinarie 2.738.693 x 2.738.693 - X X - - X X X X X 2.738.693

b) altre azioni - X - - X X - - X X X X X -

Sovrapprezzi di emissione 27.894.512 X 27.894.512 - X X - X X X X X X 27.894.512

Riserve: 68.631.786 - 68.631.786 677.670 X - - - - X - - X 69.309.456

a) di utili 68.631.786 - 68.631.786 677.670 - - - - - X X X X 69.309.456

b) altre - - - - X - - X - X - - X -

Acconti su dividendi

Riserve da valutazione 11.827.677 - 11.827.677 X X - X X X X X X (496.388) 11.331.289

Strumenti di capitale - X - X X X X X X - X X X -

Azioni proprie - X - X X X - - X X X X X -

Utile (Perdita) di esercizio 727.670 - 727.670 (677.670) (50.000) X X X X X X X 1.150.013 1.150.013

Patrimonio Netto 111.820.338 X 111.820.338 - (50.000) - - - - - - - 653.625 112.423.963

Patrimonio netto al

31/12/2012Variazioni di

riserve

Operazioni sul patrimonio netto

Redditività

complessiva

esercizio 2012

Esistenze al

31/12/2011

Modifica

saldi di

apertura

Esistenze al

01/01/2012

Allocazione risultato esercizio

precedente

Variazioni dell'esercizio

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Prospetto delle variazioni del Patrimonio Netto Movimentazione al 31 Dicembre 2011

(in unità di euro)

riservedividendi e altre

destinazioni

Emissione

nuove

azioni

Acquisto

azioni

proprie

Distribuzione

straordinaria

dividendi

Variazione

strumenti di

capitale

Derivati su proprie

azioni

Stock

options

Capitale: 2.738.693 X 2.738.693 - X X - - X X X X X 2.738.693

a) Azioni ordinarie 2.738.693 x 2.738.693 - X X - - X X X X X 2.738.693

b) altre azioni - X - - X X - - X X X X X -

Sovrapprezzi di emissione 27.894.512 X 27.894.512 - X X - X X X X X X 27.894.512

Riserve: 68.337.861 - 68.337.861 293.926 X - - - - X - - X 68.631.787

a) di utili 68.337.861 - 68.337.861 293.926 X - - - - X X X X 68.631.787

b) altre - - - - X - - X - X - - X -

Acconti su dividendi

Riserve da valutazione 12.005.005 - 12.005.005 X X - X X X X X X (177.328) 11.827.677

Strumenti di capitale - X - X X X X X X - X X X -

Azioni proprie - X - X X X - - X X X X X -

Utile (Perdita) di esercizio 1.574.302 - 1.574.302 (293.926) (1.280.377) X X X X X X X 727.670 727.670

Patrimonio Netto 112.550.373 X 112.550.373 0 (1.280.377) - - - - - - - 550.342 111.820.339

Patrimonio netto

al 31/12/2011Variazioni di

riserve

Operazioni sul patrimonio netto

Redditività

complessiva

esercizio 2011

Esistenze al

31/12/2010

Modifica

saldi di

apertura

Esistenze al

01/01/2011

Allocazione risultato esercizio

precedente

Variazioni dell'esercizio

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Rendiconto Finanziario in unità di euro)

METODO INDIRETTO 31/12/2012 31/12/2011

A. ATTIVITA' OPERATIVA

1. Gestione 19.315.879 24.753.670

- risultato d'esercizio (+/-) 1.150.013 727.670

- plus/minusvalenze su attività finanziarie detenute per la negoziazione e su attività/passività finanziarie valutate al fair value (-/+)(48.478) (41.857)

- plus/minusvalenze su attività di copertura (-/+) 246.698 (209.931)

- rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento (+/-) 14.591.402 18.216.449

- rettifiche/riprese di valore nette su immobilizzazioni materiali e immateriali (+/-) 1.624.085 1.621.488

- accantonamenti netti a fondi rischi ed oneri e altri costi/ricavi (+/-) (105.643) 371.525

- imposte e tasse non liquidate (+) 1.857.802 4.068.326

2. Liquidità generata/assorbita dalle attività finanziarie 118.986.940 32.325.297

- attività finanziarie detenute per la negoziazione 617.843 524.611

- attività finanziarie disponibili per la vendita (429.211) 1.754.598

- crediti verso banche: a vista (1.310.597) (2.294.854)

- crediti verso banche: altri crediti 66.693.348 53.448.907

- crediti verso clientela 76.868.150 (22.450.997)

- altre attivita' (23.452.593) 1.343.032

3. Liquidità generata/assorbita dalle passività finanziarie (137.369.496) (54.897.172)

- debiti v/banche a vista (8.680.834) (128.136.657)

- debiti v/banche altri debiti (252.122.036) 116.179.878

- debiti v/clientela (35.029.527) (60.715.715)

- titoli in circolazione 139.243.192 51.503.730

- pass.finanz.di negoziazione (533.630) (379.811)

- altre passività 19.753.339 (33.348.597)

Liquidità netta generata/assorbita dall'attività operativa (+/-) 933.323 2.181.795

B. ATTIVITA' DI INVESTIMENTO

1. Liquidità generate da 26 141.508

- vendite di att.materiali 26 141.508

2. Liquidità assorbita da : (621.243) (1.476.560)

- acquisti di partecipazioni (1.500) -

- acquisti di att.materiali (619.743) (1.476.560)

Liquidità netta generata/assorbita dall'attività d'investimento (+/-) (621.217) (1.335.052)

C. ATTIVITA' DI PROVVISTA

- distribuzione dividendi e altre finalità (50.000) (1.280.377)

Liquidità netta generata/assorbita dall'attività di provvista (+/-) (50.000) (1.280.377)

LIQUIDITA' NETTA GENERATA/ASSORBITA NELL'ESERCIZIO 262.106 (433.634)

Legenda: (+) Generata (-) Assorbita

Riconciliazione rendiconto finanziario

VOCI DI BILANCIO 31/12/2012 31/12/2011

Cassa e disponibilità liquide all'inizio dell'esercizio 15.112.494 15.546.128

Liquidità totale netta generata/assorbita nell'esercizio 262.106 (433.634)

Cassa e disponibilità liquide alla chiusura dell'esercizio 15.374.600 15.112.494

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La Nota Integrativa

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La nota integrativa

La nota integrativa è suddivisa nelle seguenti parti:

1) Parte A - Politiche contabili

2) Parte B - Informazioni sullo stato patrimoniale

3) Parte C - Informazioni sul conto economico 4) Parte D - Redditività complessiva

5) Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura

6) Parte F - Informazioni sul patrimonio

7) Parte G - Operazioni di aggregazione riguardanti impresa o rami d’azienda

8) Parte H - Operazioni con parti correlate 9) Parte I - Accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali

10) Parte L - Informativa di settore

Parte A - Politiche Contabili

A.1 - Parte Generale

Sezione 1 Dichiarazione di conformità ai principi contabili

internazionali

Il presente bilancio è redatto in conformità ai principi contabili IAS/IFRS emanati

dall’International Accounting Standards Board (IASB) e alle relative interpretazioni

dell’International Financial Reporting Interpretation Committee (IFRIC)32 omologati dalla Commissione Europea ed in vigore al 31 dicembre 2012, recepiti dal nostro ordinamento dal

D. Lgs. n. 38/2005 che ha esercitato l’opzione prevista dal Regolamento CE n. 1606/2002

in materia di principi contabili internazionali. Non sono state effettuate deroghe

all’applicazione dei principi IAS/IFRS.

Il bilancio contiene Stato Patrimoniale, Conto Economico, Prospetto della Redditività

Complessiva, Rendiconto Finanziario, Prospetto di variazione del Patrimonio Netto, Nota

Integrativa ed corredato dalla Relazione sull’andamento della gestione.

Il progetto di bilancio, approvato dal Consiglio di Amministrazione del 5 marzo 2013 che ha

autorizzato la diffusione pubblica dei dati essenziali, é sottoposto a revisione contabile da parte della società di revisione KPMG S.p.A.

Sezione 2 Principi generali di redazione

La redazione del bilancio è avvenuta in base ai criteri di valutazione, adottati nell’ottica della

continuità aziendale ed in ossequio ai principi di competenza, rilevanza dell’informazione,

nonché di prevalenza della sostanza economica sulla forma giuridica.

Il bilancio è redatto con chiarezza e rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione

patrimoniale, la situazione finanziaria, il risultato economico dell’esercizio, la variazione del

patrimonio netto ed i flussi di cassa.

Le informazioni riportate nel presente fascicolo di bilancio, se non diversamente specificato,

sono espresse in euro quale moneta di conto e le situazioni finanziarie, patrimoniali,

economiche, le note informative/commento e le tabelle esplicative sono esposte in migliaia di

32 Si veda, in proposito, l’ “Elenco dei principi IAS/IFRS omologati dalla Commissione Europea”. I principi ivi elencati,

nonché le relative Interpretazioni, sono applicati in funzione del verificarsi degli eventi da questi disciplinati a far tempo dalla data di applicazione obbligatoria dei medesimi, se non diversamente specificato.

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euro. I relativi arrotondamenti sono stati effettuati tenendo conto delle disposizioni indicate

da Banca d’Italia.

Gli schemi di bilancio utilizzati nel presente bilancio sono conformi a quelli definiti dalla

Circolare di Banca d’Italia n. 262/2005 e successive modifiche e integrazioni; essi

forniscono, oltre al dato contabile al 31 dicembre 2012, l’analoga informazione comparativa

al 31 dicembre 2011 (che non necessita modifiche rispetto ai dati pubblicati in tale bilancio) e non riportano le voci non valorizzate per l’esercizio corrente e precedente.

Ai fini della redazione del presente bilancio sono state inoltre osservate le previsioni di cui

alle seguenti lettere “roneate”, emanate da Banca d’Italia, mediante le quali l’Organo di

Vigilanza ha fornito precisazioni ad alcune richieste di chiarimenti pervenute nonché

richiesto ulteriori obblighi informativi:

● lettera n. 0125853/12 del 10 febbraio 2012;

● lettera n. 0204858/12 del 7 marzo 2012;

● lettera n. 0263122/12 del 23 marzo 2012;

● lettera n. 0677311/12 del 7 agosto 2012;

● lettera n. 046586/13 del 15 gennaio 2013.

Con particolare riferimento alle previsioni contenute, in tema di attività potenziali, nella lettera n. 0677311/12 del 7 agosto 2012, si segnala che nel rispetto di quanto prescritto dal

principio contabile internazionale IAS 37 il Gruppo UBI, analogamente alla prassi adottata

negli esercizi passati, valuta la presenza dell’eventuale rischio di soccombenza relativamente

al contenzioso per cui è richiesto il pagamento all’erario a seguito di provvisorie iscrizioni a

ruolo, mediante iscrizione di apposito fondo rischi allocato alla voce 120 del passivo patrimoniale “Fondi per rischi e oneri” con ciò non ravvisando nella contropartita dei

pagamenti le caratteristiche proprie delle attività potenziali come definite dal principio

contabile citato.

Tale interpretazione muove anche dalla constatazione che, a seguito della riforma della

riscossione33, il ricevimento della cartella di pagamento è atto “automatico”, che fa sorgere

l’obbligo al pagamento a prescindere dalla fondatezza della pretesa fiscale, che quindi, di per sé, non inficia la valutazione del rischio formulata. Di conseguenza, nella redazione del

presento bilancio, la contropartita delle somme versate a titolo provvisorio è intesa quale

deposito a garanzia iscritto nell’attivo patrimoniale alla voce 150 “Altre attività” a meno che

tale pagamento avvenga a fronte di una passività ritenuta probabile nel qual caso si procede

all’iscrizione nel conto economico alla voce 160 “Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri” ovvero all’utilizzo del fondo rischi laddove già stanziato.

Per completezza si segnala che nella redazione del presente fascicolo di bilancio si è inoltre

preso atto dei seguenti documenti:

● documento congiunto Banca d’Italia/Consob/Isvap n. 5 del 15 maggio 2012 in

materia di Trattamento contabile delle imposte anticipate derivante dalla Legge 214/2011;

● documento ESMA34 del 12 novembre 2012, “European common enforcement priorities

for 2012 financial statements” volto a promuovere un'applicazione omogenea degli

IFRS individuando alcune tematiche ritenute particolarmente significative per i bilanci

delle società quotate europee, anche in considerazione delle attuali condizioni di mercato.

Principi contabili

I principi contabili esposti nella Parte A.2, relativamente alle fasi di classificazione,

valutazione e cancellazione, sono sostanzialmente i medesimi adottati per la redazione del

bilancio relativo all’esercizio 2011, salvo per quanto eventualmente di seguito esposto negli

“Altri aspetti”.

33 In particolare il riferimento è all’ art. 29 del D.L. n. 78/2010. 34 European Securities Market Authority.

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L’applicazione di tali principi, nell’impossibilità di valutare con precisione alcuni elementi di bilancio, comporta talora l’adozione di stime ed assunzioni in grado di incidere anche

significativamente sui valori iscritti nello stato patrimoniale e nel conto economico.

Nel ribadire che l’impiego di stime ragionevoli è parte essenziale della predisposizione del

bilancio, si segnalano qui di seguito le voci di bilancio in cui è più significativo l’utilizzo di

stime ed assunzioni:

● valutazione dei crediti;

● valutazione di attività finanziarie non quotate su mercati attivi;

● valutazione di attività immateriali a vita utile indefinita di partecipazioni;

● quantificazione degli accantonamenti ai fondi rischi ed oneri;

● quantificazione della fiscalità differita;

● definizione della quota di ammortamento delle attività materiali ed immateriali a vita utile definita

● valutazione del fondo trattamento di fine rapporto.

Si evidenzia come la rettifica di una stima possa avvenire a seguito dei mutamenti nelle

circostanze sulle quali la stessa si era basata o in seguito a nuove informazioni o, ancora, di maggiore esperienza. L’eventuale mutamento della stima è applicato prospetticamente e

genera quindi impatto sul conto economico dell’esercizio in cui avviene il cambiamento ed,

eventualmente, su quello degli esercizi futuri.

A tal proposito si segnala che l’esercizio 2012 non è stato caratterizzato da mutamenti nei

criteri di stima già applicati per la redazione del Bilancio al 31 dicembre 2011.

*******

Con particolare riguardo all’evoluzione normativa dei principi contabili internazionali

IAS/IFRS si segnala quanto segue.

Principi contabili internazionali in vigore dal 2012

Nell’esercizio 2012 sono divenute obbligatoriamente applicabili le previsioni di cui al

Regolamento UE n. 1205/2011 che ha modificato l’IFRS 7 “Strumenti finanziari:

informazioni integrative” con particolare riguardo all’informativa integrativa in materia di

trasferimenti di attività finanziarie. Tali modifiche, che hanno trovato concreta applicazione

nella redazione del Bilancio al 31 dicembre 2012, hanno avuto impatto meramente in termini di informativa di bilancio.

Principi contabili internazionali con applicazione obbligatoria successiva al bilancio

2012

Nel corso dell’esercizio 2012, a chiusura del c.d. processo di endorsement dei principi

contabili internazionali da parte della Commissione Europea, sono stati emessi i seguenti Regolamenti comunitari:

1. Regolamento UE 475/201235:

apporta modifiche allo IAS 1 “Presentazione del bilancio” con riguardo al “Prospetto

della redditività complessiva” le cui voci vengono suddivise in:

voci che si riverseranno successivamente nel conto economico (es. riserva cash

flow hedge e riserva per valutazione AFS); e voci che non si riverseranno nel conto economico (es. riserva per utili/perdite

attuariali TFR).

introduce sostanzialmente una nuova versione dello IAS 19 “Benefici per i

dipendenti” che prevede, tra l’altro, l’eliminazione del c.d. “metodo del corridoio” per

la rilevazione degli utili/perdite attuariali, cambiamenti nella metodologia di determinazione degli interessi relativi alle attività dei piani e nella contabilizzazione

del c.d. “service cost”, nonché l’introduzione di nuovi requisiti in termini di

informativa;

35 Le relative previsioni sono obbligatoriamente applicabili dall’1/1/2013.

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2. Regolamento UE 1254/201236:

introduce gli IFRS 10 “Bilancio consolidato”, IFRS 11 “Accordi a controllo congiunto” e IFRS 12 “Informativa sulle partecipazioni in altre entità”; nonché

modifica gli IAS 27 “Bilancio consolidato e separato” e 28 “Partecipazioni in società

collegate”;

introducendo, in sostanza, alcune variazioni in merito alla regole che disciplinano la

redazione e l’informativa obbligatoria del bilancio consolidato e quelle del bilancio separato.

3. Regolamento UE 1255/201237:

introduce il principio contabile IFRS 13 “Valutazione al fair value” applicabile alle

attività e passività per le quali è prevista la valutazione al fair value (fatte salve

alcune specifiche eccezioni previste nell’ambito di applicazione del principio38

) ovvero

l’informativa di bilancio in merito al fair value delle stesse. Il principio rappresenta, nella sostanza, una guida comune da utilizzare per tutte le poste valutate al fair

value in ossequio alle previsioni degli IAS/IFRS introducendo un framework unitario

sulle modalità con cui il fair value deve essere misurato e richiede ulteriori disclosure

rispetto a quanto già previsto da altri principi contabili;

emenda lo IAS 12 “Imposte sul reddito” introducendo un’eccezione, al principio di

valutazione previsto dallo IAS 12 in materia di fiscalità differita, sotto forma di presunzione relativa per la quale il valore contabile di un investimento immobiliare

(leggasi immobili ex IAS 40) valutato con il modello del fair value sarebbe recuperato

attraverso la vendita e un’entità sarebbe tenuta a ricorrere all’aliquota fiscale

applicabile alla vendita dell’attività in parola;

emenda l’IFRS 1 “Prima adozione dei principi contabili internazionali”; introduce l’IFRIC 20 “Costi di sbancamento nella fase di produzione di una miniera a

cielo aperto”.

4. Regolamento UE 1256/2012:

emenda l’IFRS 7 “Strumenti finanziari: informazioni integrative”39 relativamente

all’informativa integrativa in materia di compensazione di attività e passività

finanziarie con particolare riguardo a:

tutti gli strumenti finanziari oggetto di compensazione secondo le previsioni

dello IAS 32;

quegli strumenti finanziari che sono soggetti a “master netting arrangements” - o

accordi similari - in modo da potere indicare agli utilizzatori gli effetti – o i

potenziali effetti – dei medesimi sulla posizione finanziaria dell’entità;

emenda lo IAS 32 “Strumenti finanziarie: esposizione nel bilancio”40 al fine di fornire

orientamenti aggiuntivi per ridurre incongruenze nell'applicazione pratica del

Principio in materia di compensazione di attività e passività finanziarie.

Infine, si segnala che in data 5 marzo 2013 è stato emanato il Regolamento UE 183/2013

che adotta talune modifiche all’IFRS 1 “Prima adozione degli International Financial Reporting Standard”41 in materia di esenzioni concesse ai neo-utilizzatori dei principi

IAS/IFRS in tema di finanziamenti pubblici concessi a un tasso di interesse inferiore a quelli

di mercato.

Per completezza informativa, con riguardo all’adozione dei nuovi principi ed emendamenti

che troveranno obbligatoriamente applicazione a partire dall’1 gennaio 2013, si ritiene che la medesima non dovrebbe comportare effetti significativi sul bilancio della Banca. In

particolare, relativamente alla stima degli effetti derivanti dall’adozione della nuova versione

36 Le relative previsioni sono obbligatoriamente applicabili dall’1/1/2014. 37 Le relative previsioni sono obbligatoriamente applicabili dall’1/1/2013. 38 A titolo esemplificativo si segnala che le previsioni dell’IFRS 13 non si applicano ai pagamenti basati su azioni

(IFRS 2), alle operazioni di leasing (IAS 17), nonché alle misurazioni simili al fair value (quali, a mero titolo esemplificativo, si il valore netto di realizzo delle rimanenze previsto dallo IAS 2 e il valore d’uso di cui allo IAS 36).

39 Le relative previsioni sono obbligatoriamente applicabili dall’1/1/2013. 40 Le relative previsioni sono obbligatoriamente applicabili dall’1/1/2014. 41 Le relative previsioni sono obbligatoriamente applicabili dall’1/1/2013.

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dello IAS 19 si rimanda a quanto esposto nella “Sezione 11” della “Parte B – Informazioni

sullo stato patrimoniale” della presente Nota Integrativa.

Le modifiche dello IAS 39

Il processo di revisione integrale dello IAS 39 è tuttora in itinere e, allo stato attuale, nessun

documento emesso dallo IASB è stato oggetto di omologazione da parte della Commissione Europea. Ricordando che in merito all’adozione obbligatoria delle nuove regole contabili, in data 16 dicembre 2011 lo IASB ha emesso l’amendment “Mandatory Effective Date of IFRS 9 and Transition Disclosures” che posticipa il termine in parola al 1° gennaio 2015, per ciò che

concerne le tre distinte fasi del progetto, si segnala quanto segue.

Fase I – Classification and Measurement

Nel mese di dicembre 2012 é stato pubblicato un Exposure Draft che prevede limitati

emendamenti alle precedenti versioni del principio, emesse rispettivamente nel novembre

2009 e nell’ottobre 2010. L’Exposure Draft propone l’introduzione di una terza categoria

classificatoria per le attività finanziarie, c.d. Fair Value/OCI, destinata ad accogliere gli

strumenti di debito che l’impresa può detenere sia con l’intento di incassare flussi contrattuali nonché con l’intenzione di rivenderli.

Fase II – Impairment methodology

Nel I trimestre 2013 è attesa la pubblicazione di un nuovo Exposure Draft sulla scorta delle

analisi e delle deliberazioni effettuate da parte dello IASB successivamente alla

pubblicazione, avvenuta nel gennaio 2011, del Supplementary Document. Tale metodologia di impairment dovrebbe essere applicata a tutte le attività finanziarie valutate al costo

ammortizzato, alle attività finanziarie che saranno iscritte nella succitata nuova categoria

Fair Value/OCI e agli impegni ad erogare e alle garanzie finanziarie non valutati al fair value

con impatto a conto economico.

Fase III – Hedge Accounting

In data 7 settembre 2012 é stato pubblicato, a seguito del processo di consultazione cui era

stato sottoposto l’Exposure Draft emesso in data nel dicembre 2010, uno Staff Draft relativo

al General Hedge Accounting, le cui previsioni sono sostanzialmente volte sia ad avvicinare

la rappresentazione contabile delle coperture alle logiche di risk management che

all’introduzione di un principio più centrato sull’obiettivo che si intende raggiungere per il tramite della copertura e sulle modalità realizzative di tale obiettivo.

In breve, le novità presentate dallo Staff Draft, sono così sintetizzabili:

● eliminazione dell’obbligatorietà di test quantitativi per la verifica dell’efficacia a favore

della scelta da parte dell’entità di un metodo quantitativo piuttosto che qualitativo,

applicato poi costantemente, in funzione di quello ritenuto più appropriato per catturare le caratteristiche rilevanti della relazione di copertura (nonché le

motivazioni sottostanti all’inefficacia della medesima);

● necessità, in caso di inefficacia, di ricalibrare le relazioni di copertura (c.d. rebalancing) agendo sulla posta coperta ovvero sullo strumento di copertura qualora

la strategia del risk management che ha instaurato la copertura rimanga invariata, in luogo della chiusura delle medesime (c.d. discontinuing);

● possibilità di coprire posizioni nette.

Per completezza si segnala che nel corso del 2013 è attesa la pubblicazione di un Discussion

Paper relativo al “Macro hedge accounting”, tema che nelle intenzioni dello IASB sarà

oggetto di emissione separata e successiva rispetto all’intero progetto dal quale scaturirà il

nuovo principio IFRS 9.

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Sezione 3 Eventi successivi alla data di riferimento del bilancio

In relazione a quanto previsto dallo IAS 10, si informa che successivamente al 31 dicembre

2012, data di riferimento del bilancio d’esercizio, e fino alla data in cui il progetto di bilancio è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione della Banca, non sono intervenuti fatti

tali da comportare una rettifica dei dati presentati in bilancio.

Modello UNITY

In seguito all’integrazione dei mercati Private e Corporate per la quale si rinvia alla “Relazione sulla Gestione – Altre informazioni – L’ottimizzazione del funzionamento di

Gruppo”, nel gennaio 2013 è nata la nuova struttura “UBI Banca Private & Corporate Unity”

che si caratterizza per l’unificazione e la razionalizzazione delle strutture private e corporate

precedentemente esistenti.

Manovra ALM

La strategia di copertura del rischio tasso di interesse nel Gruppo è stata storicamente

attuata tramite la copertura puntuale delle poste patrimoniali dell’attivo e del passivo a tasso fisso con la stipula di contratti derivati di tasso (“hedge puntuale”).

Con l’inizio del 2013 tale strategia è stata modificata ed orientata verso un modello di “natural hedge” che consente di gestire l'esposizione al rischio di tasso ricorrendo in misura

minore ai contratti derivati. Nelle prime settimane del nuovo anno – a parità sostanziale di

esposizione al rischio tasso – è stata pertanto operata una razionalizzazione delle coperture

attraverso la revoca contemporanea di parte delle relazioni di copertura dell'attivo e del

passivo.

La manovra descritta permetterà di conseguire i seguenti benefici: - una decisa semplificazione operativa unita ad una minore variabilità di conto

economico determinata dall'effetto delle valutazioni al fair value delle relazioni di

hedge accounting;

- un effetto positivo sulla voce 80 di Conto Economico – Risultato netto dell’attività di

negoziazione dovuto all’estinzione anticipata dei derivati di copertura aventi uno

sbilancio netto positivo;

- un beneficio sul margine finanziario dovuto sia al ripristino di una esposizione al tasso fisso in una situazione di tassi variabili bassi sia alla chiusura di maggiori

coperture dell’attivo rispetto al passivo;

- un impatto positivo in termini di riduzione degli attivi ponderati per il rischio di

credito e quindi un minor assorbimento di capitale.

Sezione 4 Altri aspetti

Incentivazione all’esodo

Il piano per la revisione della struttura organizzativa è oggetto di descrizione nel capitolo

“Altre Informazioni” della “Relazione sulla Gestione”.

Per quanto attiene gli aspetti più propriamente contabili relativi all’operazione, si evidenzia

che la procedura relativa alla trattativa sindacale si è conclusa in data 29 novembre u.s. con un accordo contenente previsioni che sostanzialmente contemplano una riduzione di

organico nonché forme di flessibilità e di riduzione/sospensione dell’orario di lavoro, queste

ultime in parte finanziate dalle prestazioni del Fondo nazionale di sostegno al reddito.

Successivamente, in data 12 febbraio 2013, si è conclusa la fase di verifica con le

Organizzazioni Sindacali in merito al piano di incentivazione all’esodo e di

riduzione/sospensione dell’orario di lavoro di cui al succitato accordo ed è stata firmata un’integrazione al medesimo che prevede l’accoglimento di ulteriori domande rispetto a

quanto preliminarmente previsto.

In relazione alla complessiva manovra che ha riguardato il personale, nella voce “Spese per

il personale” del conto economico dell’esercizio 2012, è stato rilevato un onere, al netto

dell’effetto di attualizzazione di euro 0,04 milioni, complessivamente pari a euro 1,7 milioni, oggetto di normalizzazione stante la natura non ricorrente del medesimo.

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Contabilizzazione della Commissione di Istruttoria Veloce (CIV)

La “Commissione di Istruttoria Veloce” (CIV), disciplinata dal comma 2 della Legge 23

dicembre 2011 (c.d. decreto “Salva Italia”)42, é un onere a carico del cliente che sia incorso

in uno sconfinamento senza l’autorizzazione della Banca ovvero oltre la somma affidata. Tale

onere, che è dovuto esclusivamente nei casi in cui la Banca, in base alle proprie procedure

interne, prima di autorizzare lo sconfinamento svolge un’istruttoria veloce43, sostituisce sostanzialmente, a far tempo dal 1° ottobre 2012, la “penale di sconfino” che era stata

introdotta nel corso del 2010 nelle more di un più ampio intervento sulle condizioni

applicate alla clientela.

Il relativo importo é determinato in misura fissa, espresso in valore assoluto, e commisurato ai costi sostenuti e, ai sensi della delibera CICR n. 644 del 30 giugno 2012, “non eccede i costi mediamente sostenuti dall’intermediario per svolgere l’istruttoria veloce e a questa direttamente connessi”; in altri termini i proventi di cui “Commissione di Istruttoria Veloce”

hanno sostanzialmente mera natura di recuperi di spese.

L’imputazione contabile della commissione in argomento è declinata dalla Lettera “roneata”

n. 46586/13 del 15 gennaio 2013 con cui la Banca d’Italia ha precisato che i proventi vanno

iscritti a conto economico alla voce 190 “Altri oneri/proventi di gestione” del bilancio bancario. Pertanto, negli schemi di bilancio al 31 dicembre 2012 la commissione di

istruttoria veloce, pari ad euro 0,6 milioni, è iscritta, a far tempo dal 1° ottobre 2012, a

conto economico alla voce “Altri oneri/proventi di gestione”. Il conto economico dei primi

nove mesi del 2012 e quello al 31 dicembre 2011, pubblicato per finalità comparative,

espongono rispettivamente tra gli “Interessi attivi e proventi assimilati” quanto riconducibile

alla Penale di Sconfino (euro 2.404 ed euro 3.451 migliaia) che, nel conto economico riclassificato, è ricondotta alla voce “Altri oneri/proventi di gestione” per permettere la

comparazione tra i due esercizi.

Trasformazione delle imposte differite attive (DTA) in crediti di imposta

Il D.L. 225/2010, convertito con modificazione nella Legge 10/2011, ha previsto che in

presenza di specifiche situazioni economico/patrimoniali – ovvero in caso di perdita

civilistica – le imprese possano trasformare in crediti verso l’Erario le imposte differite attive

iscritte nel proprio bilancio limitatamente alle seguenti fattispecie:

● differite attive relative ad eccedenze nella svalutazione di crediti (art. 106 TUIR); ● differite attive relative a riallineamenti di attività immateriali quali l’avviamento e i

marchi (art. 15 c.10, 10-bis e 10-ter D.L. 185/2008).

La Legge sopra richiamata è stata successivamente integrata dalla Legge 214/2011

estendendo la conversione delle DTA (Deferred Tax Asset), seppur con modalità differenti, alle situazioni di perdita fiscale, pur in presenza di utili civilistici.

Il tema è stato disciplinato sotto l’aspetto contabile dal Documento congiunto n. 5 emanato

da Banca d’Italia/Consob/Isvap in data 15 maggio 201244, nel quale viene evidenziato che la

disciplina fiscale citata sostanzialmente conferisce “certezza” al recupero delle DTA,

considerando di fatto automaticamente soddisfatto il test di probabilità di cui allo IAS 12

42 Ulteriormente modificata dal D.L. 24 gennaio 2012 n. 1 (“Decreto Liberalizzazioni”) e dal D.L. del 24 marzo 2012

n. 29, successivamente convertiti con la Legge 18 maggio 2012 n. 62. 43 L’ambito applicativo generale della CIV è il seguente:

● aperture di credito regolate in conto corrente, in base alle quali il cliente ha la facoltà di utilizzare e di ripristinare la disponibilità dell’affidamento;

● sconfinamenti nei contratti di c/c in assenza di apertura di credito;

● affidamenti e sconfinamenti a valere su conti di pagamento, concessi conformemente a quanto previsto ai sensi dell’art. 114-octies comma 1 lett. a) del TUB.

● sconfinamenti a valere su carte di credito. 44 A tal proposito si segnala che la Banca d’Italia, con Lettera n. 1093994/12 del 21 dicembre 2012, ha inoltre

fornito dei chiarimenti in merito al trattamento ai fini del patrimonio di vigilanza delle imposte anticipate alla luce della disciplina di conversione in crediti d’imposta in parola.

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par. 24 secondo cui l’attività fiscale differita è iscrivibile solo se è probabile che sarà

realizzato un reddito imponibile a fronte del quale la stessa potrà essere utilizzata. Di conseguenza, gli effetti della disciplina fiscale in parola non determinano alcuna

variazione nella classificazione contabile delle DTA, che continuano ad essere iscritte tra le

attività fiscali per imposte anticipate sino al momento della conversione, mediante la quale

le stesse divengono, in ossequio alle previsioni del D.L. 225/2010 e senza generare impatti a

conto economico, “attività fiscali correnti”.

Iscrizione credito per rimborso IRES dell’IRAP relativa al costo del lavoro

Il Decreto Legge 6 dicembre 2011, n. 201 (cd. decreto Salva Italia, convertito con

modificazioni dalla legge n. 214 del 22 dicembre 2011) e il Decreto Legge 2 marzo 2012, n.

16 (cd. Decreto semplificazioni fiscali) hanno previsto rispettivamente: a) la deduzione integrale, a decorrere dal periodo d’imposta 2012, dalla base imponibile

IRES, dell’IRAP dovuta in relazione alle spese per il personale dipendente e

assimilato, al netto delle deduzioni spettanti;

b) la possibilità di presentare, per gli anni pregressi (2007-2011), istanza di rimborso

dell’IRES, rideterminata per effetto della deducibilità dell’IRAP sul costo del lavoro.

In data 17 dicembre u.s., l’Agenzia delle Entrate con il provvedimento n. 2012/140973 ha

approvato il modello e le relative istruzioni riguardanti le modalità di presentazione delle

istanze di rimborso per i periodi d’imposta precedenti a quello in corso al 31 dicembre 2012,

in ossequio al comma 1-quater dell’art. 2 del D.L. n. 201/2011.

Tutto ciò premesso, nel bilancio 2012 si è provveduto ad iscrivere un credito nella voce 130 di Stato patrimoniale “Attività Fiscali” a fronte della rilevazione di minori imposte iscritte

nella voce 260 di Conto economico pari a 1,2 milioni di euro, in funzione dell’importo che

potrà essere richiesto a rimborso per le annualità 2007-2011.

Per completezza si segnala che il credito in parola, in funzione dell’indeterminatezza delle

relative date di rimborso, non è stato oggetto di attualizzazione.

Opzione per il consolidato fiscale

Il Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR) prevede la possibilità, per le società

appartenenti ad uno stesso gruppo, di determinare un unico reddito complessivo globale

corrispondente, in linea di principio, alla somma algebrica degli imponibili delle diverse società (controllante e società direttamente e/o indirettamente controllate in misura

superiore al 50% secondo certi requisiti) e, conseguentemente, di determinare un’unica

imposta sul reddito delle società del gruppo (c.d. “consolidato fiscale nazionale”, disciplinato

dagli artt. 117-129 del TUIR).

In virtù di questa opzione, la banca ha aderito al consolidato fiscale nazionale della

capogruppo UBI Banca e determinato l’onere fiscale di propria pertinenza trasferendo il corrispondente reddito imponibile alla Capogruppo.

Impairment test dell’avviamento

L’attenzione posta dai diversi enti di controllo e Vigilanza, nazionali ed internazionali, al tema impairment test del goodwill e degli intangibili a vita utile indefinita è ormai di tutta

evidenza, anche in considerazione delle attuali condizioni di mercato. Infatti molteplici sono

stati negli anni più recenti i documenti diffusi da tali enti e finalizzati a sensibilizzare al

pieno rispetto delle prescrizioni del principio IAS 36 “Riduzione di valore delle attività”,

anche in tema di informativa resa in bilancio.

In termini di riferimenti normativi, appaiono di particolare rilevanza, oltre al principio contabile internazionale già citato, i documenti di seguito elencati:

Documento congiunto Banca d’Italia/Consob/Isvap n. 4 del 3 marzo 201045

45 Il documento fa seguito alla Comunicazione congiunta Banca d’Italia/Consob/Isvap n. 2 del 6 febbraio 2009.

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Nello scritto le autorità ribadiscono la necessità del pieno rispetto delle prescrizioni IAS 36

in merito sia alla procedura di impairment test adottata che alle informazioni fornite nelle note al bilancio. Con specifico riguardo all’impairment test sull’avviamento, viene specificato

che: ““(…)sopratutto in assenza di idonei piani aziendali, si ritiene necessario che la

rispondenza della procedura di impairment test alle prescrizioni dello IAS 36 formi oggetto di

formale e consapevole approvazione da parte dell’organo di amministrazione, responsabile

della redazione dei bilanci della società. L’approvazione della procedura d’impairment da parte degli amministratori deve avvenire in via autonoma e anticipata rispetto al momento

dell’approvazione delle relazioni finanziarie. Ulteriore aspetto che occorre sottolineare è la

necessità che gli amministratori svolgano adeguate considerazioni in ordine all’esistenza di

segnali esogeni di perdita di valore, quali, ad esempio, quelli espressi dal mercato

finanziario, come la presenza di una capitalizzazione di mercato della società

significativamente inferiore al patrimonio netto contabile””.

Documento di consultazione OIV – Impairment test avviamenti in contesti di crisi finanziaria

e reale – linee guida

Il Discussion paper redatto dall’Organismo Italiano di Valutazione (OIV) è stato

definitivamente approvato lo scorso 22 giugno; esso fornisce, in un contesto caratterizzato da segnali esogeni di perdita di valore, linee guida relativamente alle valutazioni compiute ai

fini dell’impairment test dell’avviamento.

Documento ESMA

In data 12 Novembre 2012 l'ESMA ha emesso il Public Statement “European common

enforcement priorities for 2012 financial statements” volto a promuovere un'applicazione omogenea degli IFRS individuando alcune tematiche ritenute particolarmente significative

per i bilanci delle società quotate europee, anche in considerazione delle attuali condizioni di

mercato, e invitando gli emittenti ed i loro revisori a prendere in considerazione, ai fini della

predisposizione del bilancio al 31 dicembre 2102, le indicazioni ivi fornite.

Con di riferimento al test d’impairment dei non financial assets, l’ESMA chiede di prestare

particolare attenzione alla determinazione dei flussi di cassa futuri per la valutazione del goodwill e degli intangibili a vita utile indefinita raccomandando l’utilizzo di assunzioni che

rappresentino aspettative future realistiche, nonché all’adeguatezza dell’informativa in

merito alle CGU (Cash generating unit) individuate ai fini dell’impairment test per le quali

deve essere fornita disclosure di dettaglio relativamente a: assunzioni utilizzate, periodi di

previsione dei flussi di cassa, tassi di crescita e tassi di sconto applicati e in merito alla coerenza di tali assunzioni con l’esperienza passata.

La procedura di impairment test, le assunzioni sottostanti all’elaborazione dei dati

prospettici ed i relativi risultati sono descritti in Nota Integrativa alla “Sezione 12 – Attività

immateriali”.

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Informativa relativa alle esposizioni Sovrane

In conformità a quanto disposto dal principio contabile IFRS 7 e tenuto conto delle

indicazioni contenute nella Comunicazione Consob n. DEM/11070007 del 5 agosto 2011

(che a propria volta riprende il documento ESMA N. 2011/266 del 28 luglio 2011) in materia

di informazioni da rendere nelle relazioni finanziarie in merito al “debito Sovrano” 46, si

precisa che tali esposizioni detenute dalla Banca sono quasi esclusivamente nei confronti dello Stato Italiano come evidenziato nella tabella sotto riportata.

valori in migliaia di euro Valore di Bilancio

Italia 41.178

- Titoli di debito 1.382

- Crediti 9.833

- Garanzie e Impegni 29.963

Totale esposizione 41.178

Informativa per ESMA

Il 12 novembre 2012 l’European Securities and Markets Authority (ESMA) ha pubblicato il

documento n. 725/2012 finalizzato a rafforzare l’informativa finanziaria richiesta alle società

che adottano i principi contabili internazionali (IAS/IFRS). In tale ambito l’Autorità di

Vigilanza europea ha sollecitato una maggior trasparenza sulle esposizioni di rischio di credito rappresentate da titoli diversi dal debito sovrano.

Viene pertanto proposta una tabella riepilogativa dei titoli di debito complessivamente

iscritti nell’attivo patrimoniale della Banca (Attività finanziarie disponibili per la vendita,

Attività finanziarie detenute per la negoziazione, Crediti verso banche e Crediti verso

clientela).

Valore di

bilancioFair Value

Valore

Nominale

Valore di

bilancioFair Value

Valore

Nominale

Corporate LUSSEMBURGO 0 0 50 0 0 50

Corporate ITALIA 1 1 54 1 1 54

Corporate PAESI BASSI 0 0 50 0 0 50

Totale Corporate 1 1 154 1 1 154

Totale Titoli di debito 1 1 154 1 1 154

Totale Titoli di debito iscritti nell'attivo di

bilancio esclusi i Titoli di Stato

EMITTENTE Nazionalità

Attività finanziarie detenute per la

negoziazione

Infine, a completamento dell’informativa richiesta dall’ESMA, si precisa che a dicembre 2012 (così come a dicembre 2011), la Banca non ha in essere contratti derivati su crediti (Credit Default Product), né tantomeno ha operato su tali strumenti nel corso dell’esercizio, per

incrementare la propria esposizione ovvero per acquisire protezione.

46 Per “debito Sovrano” si intendono i titoli obbligazionari emessi dai governi centrali e locali e dagli enti governativi

nonché i prestiti erogati dagli stessi.

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Elenco dei principi IAS/IFRS omologati dalla Commissione Europea

IAS/IFRS PRINCIPI CONTABILI OMOLOGAZIONE

IAS 1 Presentazione del bilancio Reg. 1274/08, 53/09, 70/09,

494/09, 243/10, 149/11,

475/12, 1254/12, 1255/12

IAS 2 Rimanenze Reg. 1126/08, 1255/12

IAS 7 Rendiconto finanziario

Reg. 1126/08, 1274/08,

70/09, 494/09, 243/10, 1254/12

IAS 8 Principi contabili, cambiamenti nelle stime ed errori Reg. 1126/08, 1274/08,

70/09, 1255/12

IAS 10 Fatti intervenuti dopo la data di riferimento del bilancio Reg. 1126/08, 1274/08,

70/09, 1142/09, 1255/12

IAS 11 Commesse a lungo termine Reg. 1126/08, 1274/08

IAS 12 Imposte sul reddito Reg. 1126/08, 1274/08,

495/09, 475/12, 1254/12,

1255/12

IAS 16 Immobili, impianti e macchinari Reg. 1126/08, 1274/08, 70/09, 495/09, 1255/12

IAS 17 Leasing Reg. 1126/08, 243/10,

1255/12

IAS 18 Ricavi Reg. 1126/08, 69/09,

1254/12, 1255/12

IAS 19 Benefici per i dipendenti Reg. 1126/08, 1274/08, 70/09, 475/12, 1255/12

IAS 20 Contabilizzazione dei contributi pubblici e informativa sull’assistenza

pubblica Reg. 1126/08, 1274/08, 70/09, 475/12, 1255/12

IAS 21 Effetti delle variazioni dei cambi delle valute estere

Reg. 1126/08, 1274/08,

69/09, 494/09, 149/11, 475/12, 1254/12, 1255/12

IAS 23 Oneri finanziari Reg. 1260/08, 70/09

IAS 24 Informativa di bilancio sulle operazioni con parti correlate Reg. 632/10, 475/12,

1254/12

IAS 26 Fondi di previdenza Reg. 1126/08

IAS 27 (*) Bilancio separato Reg. 1254/12

IAS 28 (*) Partecipazioni in società collegate e joint venture Reg. 1254/12

IAS 29 Informazioni contabili in economie iperinflazionate Reg. 1126/08, 1274/08,

70/09

IAS 31 (**) Partecipazioni in joint venture Reg. 1126/08, 70/09,

494/09, 149/11, 1255/12

IAS 32 Strumenti finanziari: esposizione nel bilancio

Reg. 1126/08, 1274/08, 53/09, 70/2009, 495/09,

1293/09, 149/11, 475/12, 1254/12, 1255/12, 1256/12

IAS 33 Utile per azione Reg. 1126/08, 1274/08,

495/09, 475/12, 1254/12, 1255/12

IAS 34 Bilanci intermedi Reg. 1126/08, 1274/08, 70/09, 495/09, 149/11,

475/12, 1255/12

IAS 36 Riduzione di valore delle attività Reg. 1126/08, 1274/08, 69/09, 70/09, 495/09,

243/10, 1254/12, 1255/12

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IAS 37 Accantonamenti, passività e attività potenziali Reg. 1126/08, 1274/08,

495/09

IAS 38 Attività immateriali Reg. 1126/08, 1274/08, 70/09, 495/09, 243/10,

1254/12, 1255/12

IAS 39 Strumenti finanziari: rilevazione e valutazione

Reg. 1126/08, 1274/08,

53/2009, 70/09, 494/09, 495/09, 824/09, 839/09, 1171/09, 243/10, 149/11,

1254/12, 1255/12

IAS 40 Investimenti immobiliari Reg. 1126/08, Reg. 1274/08,

Reg. 70/09, 1255/12

IAS 41 Agricoltura Reg. 1126/08, 1274/08,

70/09, 1255/12

IFRS 1 Prima adozione dei principi contabili internazionali

Reg. 1126/09, 1164/09, 550/10, 574/10, 662/10, 149/11, 475/12, 1254/12,

1255/12

IFRS 2 Pagamenti basati sulle azioni

Reg. 1126/08, 1261/08,

495/09, 243/10, 244/10, 1254/12, 1255/12

IFRS 3 Aggregazioni aziendali Reg. 495/09, 149/11,

1254/12, 1255/12

IFRS 4 Contratti assicurativi Reg. 1126/08, 1274/08,

1165/09, 1255/12

IFRS 5 Attività non correnti possedute per la vendita e attività operative cessate

Reg. 1126/08, 1274/08, 70/09, 494/09, 1142/09,

243/10, 475/12, 1254/12, 1255/12

IFRS 6 Esplorazione e valutazione delle risorse minerarie Reg. 1126/08

IFRS 7 Strumenti finanziari: informazioni integrative

Reg. 1126/08, 1274/08, 53/09, 70/2009, 495/09, 824/09, 1165/09, 574/10, 149/11, 1205/11, 475/12,

1254/12, 1255/12, 1256/12

IFRS 8 Settori operativi Reg. 1126/08, 1274/08, 243/10, 632/10, 475/12

IFRS 10 Bilancio Consolidato Reg. 1254/12

IFRS 11 Accordi a controllo congiunto Reg. 1254/12

IFRS 12 Informativa sulle partecipazioni in altre entità Reg. 1254/12

IFRS 13 Valutazione del fair value Reg. 1255/12

SIC/IFRIC DOCUMENTI INTERPRETATIVI OMOLOGAZIONE

IFRIC 1 Cambiamenti nelle passività iscritte per smantellamenti, ripristini e

passività similari Reg. 1126/08, 1274/08

IFRIC 2 Azioni dei Soci in entità cooperative e strumenti simili Reg. 1126/08, 53/09,

1255/12

IFRIC 4 Determinare se un accordo contiene un leasing Reg. 1126/08, 70/09,

1255/12

IFRIC 5 Diritti derivanti da interessenze in fondi per smantellamenti, ripristini e

bonifiche ambientali Reg. 1126/08, 1254/12

IFRIC 6 Passività derivanti dalla partecipazione ad un mercato specifico – Rifiuti

di apparecchiature elettriche ed elettroniche Reg. 1126/08

IFRIC 7 Applicazione del metodo della rideterminazione ai sensi dello IAS 29

“Informazioni contabili in economie iperinflazionate” Reg. 1126/08, 1274/08

IFRIC 9 Rivalutazione dei derivati incorporati Reg. 1126/08, 495/09,

1171/09, 243/10, 1254/12

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IFRIC 10 Bilanci intermedi e riduzione di valore Reg. 1126/08, 1274/08

IFRIC 12 Accordi per servizi in concessione Reg. 254/09

IFRIC 13 Programmi di fidelizzazione della clientela Reg. 1262/08, 149/11,

1255/12

IFRIC 14 Pagamenti anticipati relativi a una previsione di contribuzione minima Reg. 1263/08, Reg.

1274/08, 633/10, 475/12

IFRIC 15 Accordi per la costruzione di immobili Reg. 636/09

IFRIC 16 Coperture di un investimento netto in una gestione estera Reg. 460/09, Reg. 243/10,

1254/12

IFRIC 17 Distribuzioni ai soci di attività non rappresentate da disponibilità liquide Reg. 1142/09, 1254/12,

1255/12

IFRIC 18 Cessioni di attività da parte della clientela Reg. 1164/09

IFRIC 19 Estinzione di passività finanziarie con strumenti rappresentativi di

capitale Reg. 662/10, 1255/12

IFRIC 20 Costi di sbancamento nella fase di produzione di una miniera a cielo

aperto Reg. 1255/12

SIC 7 Introduzione dell’Euro Reg. 1126/08, 1274/08,

494/09

SIC 10 Assistenza pubblica – Nessuna specifica relazione alle attività operative Reg. 1126/08, 1274/08

SIC 12 (**) Consolidamento – Società a destinazione specifica (Società veicolo) Reg. 1126/08

SIC 13 Imprese a controllo congiunto – Conferimenti in natura da parte dei

partecipanti al controllo Reg. 1126/08, 1274/08

SIC 15 Leasing operativo – Incentivi Reg. 1126/08, 1274/08

SIC 21 (***) Imposte sul reddito – Recupero delle attività rivalutate non

ammortizzabili Reg. 1126/08

SIC 25 Imposte sul reddito – Cambiamenti di condizione fiscale di un’impresa o

dei suoi azionisti Reg. 1126/08, 1274/08

SIC 27 La valutazione della sostanza delle operazioni nella forma legale del

leasing Reg. 1126/08

SIC 29 Informazioni integrative – Accordi per servizi di concessione Reg. 1126/08, 1274/08,

70/09

SIC 31 Ricavi – Operazioni di baratto comprendenti servizi pubblicitari Reg. 1126/08

SIC 32 Attività immateriali – Costi connessi a siti web Reg. 1126/08, 1274/08

(*) Sino alla data di prima applicazione dei principi IFRS 10, IFRS 11 e IFRS 12 rimangono applicabili i principi

nella versione ad oggi applicabile. (**) Principi applicabili sino alla data di prima applicazione dei principi IFRS 10, IFRS 11 e IFRS 12; a far tempo

da tale data tali principi sono da intendersi abrogati. (***) Tale interpretazione è da intendersi abrogata a far tempo dal 1/1/2013, data ultima di applicazione

obbligatoria dello IAS 12 come emendato con Reg. UE 1255/12.

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A.2 - Parte relativa alle principali voci di bilancio

Di seguito vengono indicati, per i principali aggregati di bilancio, i criteri di iscrizione,

classificazione, valutazione e cancellazione.

Attività e passività finanziarie detenute per la negoziazione

Definizione Attività e passività finanziarie detenute per la negoziazione

Un’attività o una passività finanziaria è classificata come posseduta per la negoziazione (c.d. Fair value Through Profit or Loss - FVPL), ed iscritta nella voce “20 Attività finanziarie

detenute per la negoziazione” o voce “40 Passività finanziarie di negoziazione”, se è:

acquisita o sostenuta principalmente al fine di venderla o riacquistarla a breve;

parte di un portafoglio di identificati strumenti finanziari che sono gestiti unitariamente e per i quali esiste evidenza di una recente ed effettiva strategia rivolta all’ottenimento di un profitto nel breve periodo;

un derivato (fatta eccezione per un derivato che sia designato ed efficace strumento di copertura - vedasi successivo specifico paragrafo).

Strumenti finanziari derivati

Si definisce “derivato” uno strumento finanziario o altro contratto con le seguenti

caratteristiche:

il suo valore cambia in relazione al cambiamento di un tasso di interesse, del prezzo di uno strumento finanziario, del prezzo di una merce, del tasso di cambio in valuta

estera, di un indice di prezzi o di tassi, del merito di credito o di indici di credito o di

altra variabile prestabilita;

non richiede un investimento netto iniziale o richiede un investimento netto iniziale minore di quanto sarebbe richiesto per altri tipi di contratti da cui ci si aspetterebbe

una risposta simile a cambiamenti di fattori di mercato;

è regolato a data futura. La Banca detiene strumenti finanziari derivati sia per finalità di negoziazione che per finalità

di copertura (per questi ultimi si veda successivo specifico paragrafo).

Strumenti finanziari derivati incorporati

Si definisce “strumento finanziario derivato incorporato” la componente di uno strumento ibrido (combinato) che include anche un contratto primario non derivato, con l’effetto che

alcuni dei flussi finanziari dello strumento combinato variano in maniera similare a quelli

del derivato preso a sé stante. Il derivato implicito viene separato dal contratto primario e

contabilizzato come un derivato a sé stante se e soltanto se:

le caratteristiche economiche ed i rischi del derivato incorporato non sono strettamente correlati alle caratteristiche economiche e ai rischi del contratto

primario;

uno strumento separato con le stesse condizioni del derivato incorporato soddisferebbe la definizione di derivato;

lo strumento ibrido (combinato) non è iscritto fra le attività o passività finanziarie detenute per la negoziazione.

Criteri di iscrizione

Gli strumenti finanziari “Attività e passività finanziarie detenute per la negoziazione” sono

iscritti rispettivamente:

al momento di regolamento, se titoli di debito o di capitale; o

alla data di sottoscrizione, se contratti derivati. Il valore di prima iscrizione è pari al costo inteso come il fair value dello strumento, senza

considerare eventuali costi o proventi di transazione direttamente attribuibili agli strumenti

stessi.

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Criteri di valutazione

Successivamente all’iscrizione iniziale, gli strumenti finanziari in questione sono valutati al fair value con imputazione delle variazioni riscontrate a conto economico nella voce “80

Risultato netto dell’attività di negoziazione”. La determinazione del fair value delle attività o

passività in parola è basata su prezzi rilevati in mercati attivi o su modelli interni di

valutazione generalmente utilizzati nella pratica finanziaria descritti come più dettagliatamente esposto nella Parte A.3.2 della Nota Integrativa “Gerarchia del fair value”.

Criteri di cancellazione

Le “Attività e Passività finanziarie detenute per negoziazione” vengono cancellate dal bilancio

quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle attività o passività

finanziarie o quando l’attività o passività finanziaria è ceduta con trasferimento sostanziale

di tutti i rischi ed i benefici derivanti dalla proprietà delle stesse. Il risultato della cessione di

attività o passività finanziarie detenute per la negoziazione è imputato a conto economico nella voce “80 Risultato netto dell’attività di negoziazione”.

Attività finanziarie disponibili per la vendita

Definizione

Si definiscono disponibili per la vendita (c.d. Available for Sale - AFS) quelle attività

finanziarie non derivate che sono designate come tali o non sono classificate come:

(1) crediti e finanziamenti (vedasi successivo paragrafo);

(2) attività finanziarie detenute sino alla scadenza (vedasi successivo paragrafo); (3) attività finanziarie detenute per la negoziazione e valutate al fair value rilevato a

conto economico (vedasi paragrafo precedente).

Tali attività finanziarie sono iscritte nella voce “40 Attività finanziarie disponibili per la

vendita”.

Criteri di iscrizione

Gli strumenti finanziari disponibili per la vendita sono iscritti inizialmente quando, e solo quando, l’azienda diventa parte nelle clausole contrattuali dello strumento, ossia al momento del regolamento, ad un valore pari al fair value generalmente coincidente con il

costo degli stessi. Tale valore include i costi o i proventi direttamente connessi agli

strumenti stessi.

L’iscrizione delle attività finanziarie disponibili per la vendita può derivare anche da

riclassificazione dal comparto “Attività finanziarie detenute sino alla scadenza” oppure, solo e soltanto in rare circostanze e comunque solamente qualora l’attività non sia più posseduta

al fine di venderla o riacquistarla a breve, dal comparto “Attività finanziarie detenute per la negoziazione”; in tale circostanza il valore di iscrizione è pari al fair value dell’attività al

momento del trasferimento.

Criteri di valutazione

Successivamente alla rilevazione iniziale le attività finanziarie disponibili per la vendita continuano ad essere valutate al fair value con imputazione a conto economico della quota

interessi (come risultante dall’applicazione del costo ammortizzato) e con imputazione a patrimonio netto nella voce “130 Riserve da valutazione” delle variazioni di fair value, ad

eccezione delle perdite per riduzione di valore, fino a quando l’attività finanziaria è eliminata,

momento in cui l’utile o la perdita complessiva rilevata precedentemente nel patrimonio netto deve essere rilevata a conto economico. I titoli di capitale per cui non può essere definito in maniera attendibile il fair value, secondo le metodologie esposte, sono iscritti al

costo.

La determinazione del fair value delle attività disponibili per la vendita è basata su prezzi

rilevati in mercati attivi o su modelli interni di valutazione generalmente utilizzati nella pratica finanziaria come più dettagliatamente descritto nella Parte A.3.3 della Nota Integrativa “Gerarchia del fair value”.

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Ad ogni chiusura di bilancio o di situazione infrannuale viene effettuata la verifica dell’esistenza di obiettive evidenze di riduzione di valore che, nel caso di titoli di capitale, si

ritengano inoltre significative o prolungate.

Con riferimento alla significatività della riduzione di valore, si è in presenza di significativi

segnali di impairment nel caso in cui il valore di mercato del titolo azionario risulti inferiore

di più del 35% rispetto al costo storico di acquisto. In questo caso si procede, senza ulteriori analisi, alla contabilizzazione dell’impairment a conto economico. Nel caso di riduzione di

valore di entità inferiore si contabilizza l’impairment solo se la valutazione del titolo

effettuata sulla base dei suoi fondamentali non confermi la solidità dell’azienda ovvero delle

sue prospettive reddituali. Con riferimento alla durevolezza della riduzione di valore, questa è definita come prolungata qualora il fair value permanga continuativamente al di sotto del valore del costo storico di

acquisto per un periodo superiore a 18 mesi: in tal caso si procede alla contabilizzazione

dell’impairment a conto economico senza ulteriori analisi. Nel caso di permanenza continuativa del fair value al di sotto del valore del costo storico di acquisto per periodi di

durata inferiore a 18 mesi, l’eventuale impairment da imputare a conto economico viene

individuato anche in considerazione del fatto che la riduzione di valore sia imputabile ad un

generalizzato andamento negativo di Borsa piuttosto che allo specifico andamento della singola controparte.

In presenza di perdite di valore, la variazione cumulata, inclusa quella precedentemente

iscritta a Patrimonio nella voce anzidetta, è imputata direttamente a conto economico nella

voce “130 Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di b) attività finanziarie

disponibili per la vendita”. La perdita di valore è registrata nel momento in cui il costo di acquisizione (al netto di

qualsiasi rimborso di capitale e ammortamento) di un’attività finanziaria disponibile per la

vendita eccede il suo valore recuperabile. Eventuali riprese di valore, possibili solo a seguito

della rimozione dei motivi che avevano originato la perdita di valore, sono così contabilizzate:

se riferite a investimenti in strumenti azionari, con contropartita diretta a riserva di patrimonio;

se riferite a investimenti in strumenti di debito, sono contabilizzate a conto economico nella voce “130 Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di b) attività finanziarie disponibili per la vendita”.

In ogni caso, l’entità della ripresa di valore non può eccedere il costo ammortizzato che lo

strumento, in assenza di precedenti rettifiche, avrebbe avuto a quel momento.

In funzione del fatto che la Banca applica lo IAS 34 “Bilanci intermedi” alle relazioni

finanziarie semestrali, con conseguente identificazione di un “interim period” semestrale, le

eventuali riduzioni di valore registrate vengono storicizzate in sede di chiusura del semestre.

Criteri di cancellazione

Le attività finanziarie disponibili per la vendita vengono cancellate dal bilancio quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle attività finanziarie o quando

l’attività finanziaria è ceduta con trasferimento sostanziale di tutti i rischi ed i benefici

derivanti dalla proprietà dell’attività stessa. Il risultato della cessione di attività finanziarie

disponibili per la vendita è imputato a conto economico nella voce “100 Utili (perdite) da

cessione o riacquisto di b) attività finanziarie disponibili per la vendita”. In occasione della cancellazione si procede inoltre all’azzeramento, contro conto economico, per la quota

eventualmente corrispondente, di quanto in precedenza imputato nella riserva di patrimonio

“130 Riserve da valutazione”.

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Crediti e Finanziamenti

Definizione

Si definiscono Crediti e finanziamenti (c.d. Loans and Receivables - L&R) le attività

finanziarie non derivate, aventi pagamenti fissi o determinabili, che non sono state quotate

in un mercato attivo. Fanno eccezione:

a) quelle che si intendono vendere immediatamente o a breve, che vengono classificate

come possedute per la negoziazione, e quelle eventualmente iscritte al momento della rilevazione iniziale al fair value rilevato a conto economico;

b) quelle rilevate inizialmente come disponibili per la vendita;

c) quelle per cui il possessore può non recuperare sostanzialmente tutto l’investimento

iniziale per cause diverse dal deterioramento del credito; in tal caso sono classificate

come disponibili per la vendita.

I Crediti e finanziamenti sono iscritti nelle voci “60 Crediti verso banche” e “70 Crediti verso

clientela”.

Criteri di iscrizione

I crediti e finanziamenti sono iscritti in bilancio inizialmente quando l’azienda diviene parte di un contratto di finanziamento ossia quando il creditore acquisisce il diritto al pagamento

delle somme contrattualmente pattuite. Tale momento corrisponde alla data di erogazione

del finanziamento.

L’iscrizione in questa categoria può derivare anche da riclassificazione dal comparto “Attività

finanziarie disponibili per la vendita” oppure, solo e soltanto in rare circostanze qualora

l’attività non sia più posseduta al fine di venderla o riacquistarla a breve, dalle “Attività finanziarie detenute per la negoziazione”. Il valore di iscrizione iniziale è pari al fair value dello strumento finanziario che corrisponde

all’ammontare erogato comprensivo dei costi o proventi direttamente riconducibili allo stesso

e determinabili sin dall’origine, indipendentemente dal momento in cui vengono liquidati.

Non sono inclusi nel valore di iscrizione iniziale tutti gli oneri che sono oggetto di rimborso

da parte della controparte debitrice o che sono riconducibili a costi interni di carattere amministrativo. Qualora l’iscrizione derivi da riclassificazione, il fair value dell’attività rilevato al momento

del trasferimento, è assunto quale nuova misura del costo ammortizzato dell’attività stessa. Nel caso di crediti e finanziamenti erogati a condizioni non di mercato, il fair value iniziale è

calcolato mediante l’applicazione di apposite tecniche valutative descritte nel prosieguo; in tali circostanze, la differenza tra il fair value così determinato e l’importo erogato è imputata

direttamente a conto economico nella voce interessi. I contratti di riporto e le operazioni di pronti contro termine con obbligo di riacquisto o di

rivendita a termine sono iscritti in bilancio come operazioni di raccolta o impiego. In

particolare, le operazioni di vendita a pronti e di riacquisto a termine sono rilevate in

bilancio come debiti per l’importo percepito a pronti, mentre le operazioni di acquisto a

pronti e di rivendita a termine sono rilevate come crediti per l’importo corrisposto a pronti.

Criteri di valutazione

I crediti e finanziamenti sono valutati al costo ammortizzato utilizzando il criterio

dell’interesse effettivo.

Il costo ammortizzato di un’attività o passività finanziaria è il valore a cui la stessa è stata

misurata al momento della rilevazione iniziale al netto dei rimborsi di capitale, aumentato o diminuito dall’ammortamento complessivo utilizzando il criterio dell’interesse effettivo su

qualsiasi differenza tra il valore iniziale e quello a scadenza, e dedotta qualsiasi riduzione (a

seguito di una riduzione di valore o di irrecuperabilità).

Il criterio dell’interesse effettivo è il metodo di calcolo del costo ammortizzato di un’attività o

passività finanziaria (o gruppo di attività e passività finanziarie) e di ripartizione degli interessi attivi o passivi lungo la relativa durata. Il tasso di interesse effettivo è il tasso che

attualizza esattamente i pagamenti o incassi futuri stimati lungo la vita attesa dello

strumento finanziario. Al fine della determinazione del tasso di interesse effettivo è

necessario valutare i flussi finanziari tenendo in considerazione tutti i termini contrattuali

dello strumento finanziario (per esempio, il pagamento anticipato, un’opzione all’acquisto o

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simili), ma non vanno considerate perdite future su crediti. Il calcolo include tutti gli oneri e

punti base pagati o ricevuti tra le parti di un contratto che sono parte integrante del tasso di interesse effettivo, i costi di transazione, e tutti gli altri premi o sconti.

Ad ogni data di bilancio o situazione infrannuale viene accertata l’eventuale obiettiva

evidenza che un’attività finanziaria o un gruppo di attività finanziarie abbia subito una

riduzione di valore. Tale circostanza ricorre quando è prevedibile che l’azienda non sia in grado di riscuotere l’ammontare dovuto, sulla base delle condizioni contrattuali originarie

ossia, ad esempio, in presenza:

a) di significative difficoltà finanziarie dell’emittente o debitore;

b) di una violazione del contratto, quale un inadempimento o un mancato pagamento

degli interessi o del capitale;

c) del fatto che il finanziatore per ragioni economiche o legali relative alla difficoltà finanziaria del beneficiario, estende al beneficiario una concessione che il

finanziatore non avrebbe altrimenti preso in considerazione;

d) della probabilità che il beneficiario dichiari procedure di ristrutturazione finanziaria;

e) della scomparsa di un mercato attivo di quell’attività finanziaria dovuta a difficoltà

finanziarie; f) di dati rilevabili che indichino l’esistenza di una diminuzione sensibile nei futuri

flussi finanziari stimati per un gruppo di attività finanziarie similari sin dal momento

della rilevazione iniziale di quelle attività, sebbene la diminuzione non possa essere

ancora identificata con le singole attività finanziarie nel gruppo.

La valutazione dei crediti non performing (crediti che, in funzione delle definizioni attribuite

da Banca d’Italia, si trovano in stato di sofferenza, incaglio, ristrutturati, esposizioni

scadute) avviene secondo modalità analitiche. La valutazione dei restanti crediti avviene

secondo tecniche collettive, mediante raggruppamenti in classi omogenee di rischio.

I criteri per la determinazione delle svalutazioni da apportare ai crediti non performing si

basano sull’attualizzazione dei flussi finanziari attesi per capitale ed interessi, tenendo conto delle eventuali garanzie che assistono le posizioni e di eventuali anticipi ricevuti. Ai fini della

determinazione del valore attuale dei flussi, gli elementi fondamentali sono rappresentati

dall’individuazione degli incassi stimati, delle relative scadenze e del tasso di attualizzazione

da applicare. L’entità della perdita risulta pari alla differenza tra il valore contabile

dell’attività e il valore attuale dei futuri flussi finanziari attesi, scontati al tasso di interesse effettivo originario.

La valutazione dei crediti performing riguarda portafogli di attività per le quali non sono

riscontrati elementi oggettivi di perdita e che pertanto vengono assoggettati ad una

valutazione collettiva. Ai flussi di cassa stimati delle attività, aggregate in classi omogenee

con caratteristiche simili in termini di rischio di credito, vengono applicate le percentuali di perdita desumibili dalle serie storico statistiche stimate, per le banche rete del Gruppo,

secondo la metodologia valutativa basata sulla normativa di Basilea 2, cui vengono

opportunamente applicati fattori correttivi al fine di esprimere una valutazione coerente con

quanto richiesto dal principio contabile di riferimento.

Le perdite di valore riscontrate sono iscritte immediatamente a conto economico nella voce “130 Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di a) crediti” così come i recuperi

di parte o tutti gli importi oggetto di precedenti svalutazioni. Le riprese di valore sono iscritte

sia a fronte di una migliorata qualità del credito tale da far sorgere la ragionevole certezza

del recupero tempestivo del capitale e degli interessi, secondo i termini contrattuali originari

del credito, sia a fronte del progressivo venir meno dell’attualizzazione calcolata al momento dell’iscrizione della rettifica di valore. Nel caso di valutazione collettiva, le eventuali rettifiche

aggiuntive o riprese di valore vengono ricalcolate in modo differenziale con riferimento a

ciascun credito in bonis alla data di valutazione.

Metodologie determinazione Fair value

Il fair value di crediti e finanziamenti a medio/lungo termine è determinato considerando i

flussi di cassa futuri, attualizzati al tasso di sostituzione ossia al tasso di mercato in essere

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alla data di valutazione relativo ad una posizione con caratteristiche omogenee al credito oggetto di valutazione. Il Fair value è determinato per tutti i crediti ai soli fini di informativa. Nel caso di crediti e finanziamenti oggetto di coperture efficaci, viene calcolato il fair value in

relazione al rischio oggetto di copertura per fini valutativi.

Criteri di cancellazione

I crediti e finanziamenti vengono cancellati dal bilancio quando scadono i diritti contrattuali

sui flussi finanziari dagli stessi derivanti, quando tali attività finanziarie sono cedute con trasferimento sostanziale di tutti i rischi ed i benefici derivanti dalla proprietà, nonché in

dipendenza di eventi estintivi secondo la definizione fornita dalla vigente normativa di

vigilanza. In caso contrario i crediti e finanziamenti continuano ad essere rilevati in bilancio,

sebbene la loro titolarità giuridica sia trasferita ad un terzo, per un importo pari al

coinvolgimento residuo.

Le attività in parola sono cancellate dal bilancio anche quando la Banca mantiene il diritto contrattuale a ricevere i flussi finanziari derivanti dalle stesse, ma contestualmente assume

l’obbligazione contrattuale a pagare i medesimi flussi ad un soggetto terzo.

Il risultato economico della cancellazione di crediti e finanziamenti, qualora derivante da

operazioni di cessione, è imputato a conto economico nella voce “100 Utili (perdite) da

cessione o riacquisto di a) crediti” ovvero, in occasione dei succitati eventi estintivi, nella voce “130 Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di a) crediti”. In tale ultimo

caso gli eventi estintivi sono contraddistinti da atti formali assunti dai competenti organi

aziendali dai quali risulta la definitiva irrecuperabilità totale o parziale dell’attività

finanziaria oppure la rinuncia all’attività di recupero per motivi di convenienza economica.

Derivati di copertura

Definizione

Le operazioni di copertura sono finalizzate a neutralizzare le perdite rilevabili su un

determinato elemento (o gruppo di elementi) attribuibili ad un determinato rischio tramite gli utili rilevabili su un diverso elemento (o gruppo di elementi) nel caso in cui quel

particolare rischio dovesse effettivamente manifestarsi.

La Banca pone in essere la seguente relazione di copertura, che trova coerente

rappresentazione contabile, e che è descritta nel prosieguo:

Fair value Hedge: l’obiettivo è quello di contrastare variazioni avverse del fair value

dell’attività o passività oggetto di copertura;

Cash Flow Hedge: l’obiettivo perseguito è quello di contrastare il rischio di variabilità

dei flussi finanziari attesi rispetto alle ipotesi iniziali.

I prodotti derivati stipulati con controparti esterne all’azienda sono designati come

strumenti di copertura.

Criteri di iscrizione

Gli strumenti finanziari derivati di copertura, al pari di tutti i derivati, sono inizialmente iscritti e successivamente misurati al fair value e sono classificati nella voce di bilancio di

attivo patrimoniale “80 Derivati di copertura” e di passivo patrimoniale “60 Derivati di

copertura”.

Una relazione si qualifica come di copertura, e trova coerente rappresentazione contabile, se

e soltanto se tutte le seguenti condizioni sono soddisfatte:

all’inizio della copertura vi è una designazione e documentazione formale della

relazione di copertura, degli obiettivi della società nella gestione del rischio e della strategia nell’effettuare la copertura. Tale documentazione include l’identificazione

dello strumento di copertura, l’elemento o l’operazione coperta, la natura del rischio

coperto e come l’impresa valuta l’efficacia dello strumento di copertura nel compensare l’esposizione alle variazioni di fair value dell’elemento coperto o dei flussi

finanziari attribuibili al rischio coperto;

la copertura è attesa altamente efficace;

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la programmata operazione oggetto di copertura, per le coperture di flussi finanziari, è altamente probabile e presenta un’esposizione alle variazioni di flussi finanziari che

potrebbe incidere sul conto economico;

l’efficacia della copertura può essere attendibilmente valutata;

la copertura è valutata sulla base di un criterio di continuità ed è considerata altamente efficace per tutti gli esercizi di riferimento per cui la copertura era

designata.

Metodologie di esecuzione test efficacia

La relazione di copertura è giudicata efficace, e come tale trova coerente rappresentazione contabile, se all’inizio e durante la sua vita i cambiamenti del fair value o dei flussi di cassa

dell’elemento coperto, riferiti al rischio oggetto di copertura, sono quasi completamente compensati dai cambiamenti del fair value o dei flussi di cassa del derivato di copertura.

Tale conclusione è raggiunta qualora il risultato effettivo si colloca all’interno di un

intervallo compreso tra 80% e 125%.

La verifica dell’efficacia della copertura avviene in fase iniziale, e ad ogni data di reporting,

mediante l’esecuzione del test prospettico volto a dimostrare l’attesa efficacia della copertura durante la vita della stessa.

Ulteriormente, con cadenza mensile, viene inoltre condotto il test retrospettivo su base

cumulata che si pone l’obiettivo di misurare il grado di efficacia della copertura raggiunto

nel periodo di riferimento e quindi verificare che nel periodo trascorso la relazione di

copertura sia stata effettivamente efficace.

Gli strumenti finanziari derivati che sono considerati di copertura dal punto di vista economico, ma che non soddisfano i requisiti per essere considerati efficaci strumenti di

copertura, sono registrati nella voce “20 Attività finanziarie detenute per la negoziazione”

ovvero “40 Passività finanziarie detenute per la negoziazione” e gli effetti economici nella

corrispondente voce “80 Risultato netto dell’attività di negoziazione”.

Se i succitati test non confermano l’efficacia della copertura, il contratto derivato, se non oggetto di cancellazione, viene riclassificato tra i derivati di negoziazione e lo strumento

coperto riacquisisce il criterio di valutazione di cui alla sua classificazione di bilancio.

Criteri di valutazione

Copertura di Fair value

La copertura di fair value è contabilizzata come segue:

l’utile o la perdita risultante dalla misurazione dello strumento di copertura al fair value è iscritto a conto economico nella voce “90 Risultato netto dell’attività di

copertura”;

l’utile o la perdita sull’elemento coperto attribuibile al rischio coperto rettifica il valore contabile dell’elemento coperto ed è rilevato immediatamente, a prescindere

dalla categoria di appartenenza dell’attività o passività coperta, a conto economico

nella voce anzidetta.

La contabilizzazione della copertura cessa prospetticamente nei seguenti casi:

1. lo strumento di copertura giunge a scadenza, è venduto, cessato o esercitato;

2. la copertura non soddisfa più i criteri per la contabilizzazione di copertura sopra

detti;

3. l’impresa revoca la designazione.

Qualora l’attività o passività coperta sia valutata al costo ammortizzato, il maggiore o minore valore derivante dalla valutazione della stessa a fair value per effetto della copertura

divenuta inefficace viene imputato a conto economico secondo il metodo del tasso di

interesse effettivo ovvero in caso di copertura di portafogli di attività e passività a quote

costanti qualora tale metodo non sia praticabile, oppure in un’unica soluzione qualora la

posta coperta sia stata oggetto di cancellazione contabile.

Le metodologie utilizzate al fine della determinazione del fair value del rischio coperto nelle attività o passività oggetto di copertura sono descritte nella Parte A.3.2 della Nota

Integrativa “Gerarchia del fair value”.

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Copertura di flussi finanziari

Quando uno strumento finanziario derivato è designato a copertura della variabilità dei flussi finanziari attesi da una attività o passività iscritta in bilancio o di una transazione

futura ritenuta altamente probabile, la contabilizzazione della copertura avviene nel

seguente modo:

gli utili o le perdite (della valutazione del derivato di copertura) connesse alla parte efficace della copertura sono registrate nell’apposita riserva di patrimonio

denominata “130 Riserve da valutazione”;

gli utili o le perdite (della valutazione del derivato di copertura) connesse alla parte inefficace della copertura sono registrate direttamente a conto economico nella voce “90 Risultato netto dell’attività di copertura”;

l’attività o passività coperta è valutata secondo i criteri propri della categoria di appartenenza.

Se una transazione futura si verifica comportando l’iscrizione di una attività o passività non

finanziaria, i corrispondenti utili o perdite imputati inizialmente nella voce “130 Riserve da valutazione” sono contestualmente stornati da tale riserva ed imputati quale costo iniziale

all’attività o passività oggetto di rilevazione. Qualora la transazione futura oggetto di

copertura comporti successivamente l’iscrizione di una attività o passività finanziaria, gli

utili o perdite associati che erano stati inizialmente rilevati direttamente nella voce “130

Riserve da valutazione” sono riclassificati a conto economico nello stesso esercizio o negli

esercizi durante i quali l’attività acquistata o passività assunta ha un effetto sul conto economico. Qualora una parte degli utili o perdite imputati alla predetta Riserva non sia

considerata recuperabile, è riclassificata a conto economico nella voce “80 Risultato netto

dell’attività di negoziazione”.

In tutti i casi diversi da quelli descritti in precedenza, gli utili o le perdite inizialmente imputati nella voce “130 Riserve da valutazione” sono stornati ed imputati a conto

economico con le stesse modalità ed alle stesse scadenze con cui la transazione futura

incide sul conto economico.

In ciascuna delle seguenti circostanze un’impresa deve cessare prospetticamente la

contabilizzazione di copertura:

(a) lo strumento di copertura giunge a scadenza o è venduto, cessato o esercitato (a

questo scopo, la sostituzione o il riporto di uno strumento di copertura con un altro

strumento di copertura non è una conclusione o una cessazione se tale sostituzione o

riporto è parte della documentata strategia di copertura dell’impresa). In tal caso,

l’utile (o perdita) complessivo dello strumento di copertura rimane rilevato direttamente nel patrimonio netto fino all’esercizio in cui la copertura era efficace e

resta separatamente iscritto nel patrimonio netto sino a quando la programmata

operazione, oggetto di copertura, si verifica;

(b) la copertura non soddisfa più i criteri per la contabilizzazione di copertura. In tal caso,

l’utile o la perdita complessiva dello strumento di copertura rilevata direttamente nel

patrimonio netto a partire dall’esercizio in cui la copertura era efficace resta separatamente iscritta nel patrimonio netto sino a quando la programmata operazione

si verifica;

(c) non si ritiene più che la programmata operazione debba accadere, nel qual caso

qualsiasi correlato utile o perdita complessiva sullo strumento di copertura rilevata

direttamente nel patrimonio netto dall’esercizio in cui la copertura era efficace va

rilevata a conto economico; (d) l’impresa revoca la designazione. Per le coperture di una programmata operazione,

l’utile o la perdita complessiva dello strumento di copertura rilevata direttamente nel

patrimonio netto a partire dall’esercizio in cui la copertura era efficace resta

separatamente iscritta nel patrimonio netto sino a quando la programmata operazione

si verifica o ci si attende non debba più accadere.

Se ci si attende che l’operazione non debba più accadere, l’utile (o la perdita) complessivo

che era stato rilevato direttamente nel patrimonio netto è stornato a conto economico.

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Copertura di portafogli di attività e passività

La copertura di portafogli di attività e passività (c.d. “macrohedging”) e la coerente

rappresentazione contabile è possibile previa:

identificazione del portafoglio oggetto di copertura e suddivisione dello stesso per scadenze;

designazione dell’oggetto della copertura;

identificazione del rischio di tasso di interesse oggetto di copertura;

designazione degli strumenti di copertura;

determinazione dell’efficacia.

Il portafoglio oggetto di copertura dal rischio di tasso di interesse può contenere sia attività

che passività. Tale portafoglio è suddiviso sulla base delle scadenze previste di incasso o di

“riprezzamento” del tasso previa analisi della struttura dei flussi di cassa. Le variazioni di fair value registrate sullo strumento coperto sono imputate a conto

economico nella voce “90 Risultato netto dell’attività di copertura” e nello stato patrimoniale

nella voce “90 Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica”

oppure “70 Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica”. Le variazioni di fair value registrate sullo strumento di copertura sono imputate a conto

economico nella voce “90 Risultato netto dell’attività di copertura” e nello stato patrimoniale attivo nella voce “80 Derivati di copertura” oppure nella voce di stato patrimoniale passivo

“60 Derivati di copertura”.

Partecipazioni

Definizione

Partecipazione controllata

Si definisce “controllata” la società in cui la Banca esercita il controllo. Tale condizione

esiste quando quest’ultima ha il potere di determinare, direttamente o indirettamente, le

scelte amministrative e gestionali dell’impresa così da poter ottenere i relativi benefici. Per determinare la presenza del controllo, è valutata la presenza di diritti di voto potenziali

esercitabili prontamente. Le partecipazioni in società controllate sono incluse nel bilancio

dalla data in cui si inizia ad esercitare il controllo e fino a quando questo rimane in essere.

Partecipazione collegata

Si definisce “collegata” la società in cui si detiene almeno il 20% dei diritti di voto o su cui la

partecipante esercita influenza notevole e che non è né una controllata né una controllata

congiunta per la partecipante. L’influenza notevole è il potere di partecipare alla

determinazione delle politiche finanziarie e gestionali della partecipata senza averne il

controllo o il controllo congiunto.

Partecipazione controllata congiuntamente

Si definisce “controllata congiuntamente” la società regolata da un accordo contrattuale con

il quale due o più parti intraprendono un’attività economica sottoposta a controllo

congiunto.

Criteri di iscrizione e valutazione

La voce include le partecipazioni in società direttamente controllate e/o collegate, nonché le

partecipazioni di minoranza in società controllate e/o collegate da/a altre società

appartenenti al Gruppo, iscritte in bilancio secondo il metodo del costo. Le partecipazioni di

minoranza detenute dalla Banca sono incluse nella voce “Attività finanziarie disponibili per

la vendita” il cui trattamento contabile è stato in precedenza descritto. Se esistono evidenze che il valore di una partecipazione possa aver subito una riduzione, si

procede alla stima del valore recuperabile della partecipazione stessa, tenendo conto del

valore attuale dei flussi finanziari futuri che la partecipazione potrà generare, incluso il

valore di dismissione finale dell’investimento. Nel caso in cui il valore di recupero risulti

inferiore al valore contabile, la relativa differenza, se ritenuta di natura durevole, è rilevata a

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conto economico. Qualora i motivi della perdita di valore siano rimossi a seguito di un

evento verificatosi successivamente alla rilevazione della riduzione di valore, vengono effettuate riprese di valore con imputazione a conto economico, nel limite del costo storico di

acquisto.

Criteri di cancellazione

Le partecipazioni vengono cancellate dal bilancio quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle attività finanziarie o quando sono cedute con trasferimento

sostanziale di tutti i rischi ed i benefici derivanti dalla loro proprietà.

Attività Materiali

Definizione attività ad uso funzionale

Sono definite “Attività ad uso funzionale” le attività tangibili possedute per essere utilizzate

ai fini dell’espletamento dell’attività sociale ed il cui utilizzo è ipotizzato su un arco

temporale maggiore dell’esercizio.

Definizione attività detenute a scopo di investimento

Sono definite “Attività detenute a scopo di investimento” le proprietà possedute con la

finalità di percepire canoni di locazione o per l’apprezzamento del capitale investito. Di

conseguenza, un investimento immobiliare si distingue dall’attività detenuta ad uso del

proprietario per il fatto che origina flussi finanziari ampiamente differenziati dalle altre

attività possedute dalla Banca.

Sono ricompresse tra le attività materiali (ad uso funzionale e detenute a scopo di

investimento ) anche quelle iscritte a seguito di contratti di leasing finanziario sebbene la

titolarità giuridica delle stesse rimanga in capo all’azienda locatrice.

Criteri di iscrizione

Le attività materiali, strumentali e non, sono iscritte inizialmente ad un valore pari al costo

(nella voce “110 Attività Materiali”), comprensivo di tutti i costi direttamente connessi alla

messa in funzione del bene ed alle imposte e tasse di acquisto non recuperabili. Tale valore è

successivamente incrementato delle spese sostenute da cui ci si aspetta di godere dei

benefici futuri. I costi di manutenzione ordinaria effettuata sull’attività sono rilevati a conto economico nel momento in cui si verificano di contro le spese di manutenzione straordinaria

(migliorie) da cui sono attesi benefici economici futuri sono capitalizzate ad incremento del

valore dei cespiti cui si riferiscono.

Le migliorie e le spese incrementative sostenute su beni di terzi dalle quali si attendono

benefici futuri sono iscritte:

se dotate di autonoma identificabilità e separabilità nella voce “110 Attività

materiali”, nella categoria più idonea, sia che si riferiscano a beni di terzi utilizzati in forza di un contratto di locazione che a beni detenuti in forza di un contratto di

leasing finanziario;

se non dotate di autonoma identificabilità e separabilità nella voce “110 Attività materiali”, ad incremento dell’attività cui si riferiscono, se utilizzate in forza di un

contratto di leasing finanziario ovvero nella voce “150 Altre attività” qualora riferite a

beni utilizzati per effetto di un contratto di locazione.

Il costo di un’attività materiale è rilevato come un’attività se, e soltanto se:

è probabile che i futuri benefici economici associati al bene affluiranno all’azienda;

il costo del bene può essere attendibilmente determinato.

Criteri di valutazione

Successivamente alla rilevazione iniziale le attività materiali strumentali sono iscritte al

costo, come sopra definito, al netto degli ammortamenti cumulati e di qualsiasi perdita di valore cumulata. Il valore ammortizzabile, pari al costo meno il valore residuo (ossia

l’ammontare previsto che si otterrebbe normalmente dalla dismissione, dedotti i costi attesi

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di dismissione, se l’attività fosse già nelle condizioni, anche di vecchiaia, previste alla fine

della sua vita utile), è ripartito sistematicamente lungo la vita utile dell’attività materiale adottando come criterio di ammortamento il metodo a quote costanti. La vita utile, oggetto

di periodica revisione al fine di rilevare eventuali stime significativamente difformi dalle

precedenti, è definita come:

il periodo di tempo nel quale ci si attende che un’attività sia utilizzabile dall’azienda o,

la quantità di prodotti o unità similari che l’impresa si aspetta di ottenere dall’utilizzo dell’attività stessa.

In considerazione della circostanza che le attività materiali possono ricomprendere

componenti di diversa vita utile, i terreni, siano essi a sé stanti o inclusi nel valore del

fabbricato, non sono soggetti ad ammortamento in quanto immobilizzazioni a cui è associata

vita utile indefinita. Lo scorporo del valore attribuibile al terreno dal valore complessivo

dell’immobile avviene, per tutti i fabbricati, in proporzione alla percentuale di possesso. I fabbricati sono per contro ammortizzati secondo i criteri sopra esposti.

Le opere d’arte non sono soggette ad ammortamento in quanto il loro valore è generalmente

destinato ad aumentare con il trascorrere del tempo.

L’ammortamento di una attività ha inizio quando la stessa è disponibile per l’uso e cessa

quando l’attività è eliminata contabilmente momento corrispondente alla data più recente

tra quella in cui l’attività è classificata per la vendita e la data di eliminazione contabile. Di conseguenza, l’ammortamento non cessa quando l’attività diventa inutilizzata o è ritirata

dall’uso attivo, a meno che l’attività non sia completamente ammortizzata.

Le migliorie e le spese incrementative sono ammortizzate:

se dotate di autonoma identificabilità e separabilità, secondo la vita utile presunta come sopra descritta;

se non dotate di autonoma identificabilità e separabilità, nel caso di beni utilizzati in forza di un contratto di locazione, secondo il periodo più breve tra quello in cui le

migliorie e le spese possono essere utilizzate e quello di durata residua della locazione tenendo anche conto di un eventuale singolo rinnovo ovvero, nel caso di

beni utilizzati in forza di un contratto di leasing finanziario, secondo la vita utile

attesa dell’attività cui si riferiscono.

L’ammortamento delle migliorie e delle spese incrementative su beni di terzi rilevate alla voce “150 Altre Attività” è iscritto alla voce “190 Altri oneri/proventi di gestione”.

Ad ogni chiusura di bilancio o situazione infrannuale si procede alla verifica dell’eventuale

esistenza di indicazioni che dimostrino la perdita di valore subita da un’attività. La perdita

risulta dal confronto tra il valore di carico dell’attività materiale ed il minor valore di recupero. Quest’ultimo è il maggior valore tra il fair value, al netto degli eventuali costi di

vendita, ed il relativo valore d’uso inteso come il valore attuale dei flussi futuri originati dal

cespite. La perdita viene iscritta immediatamente a conto economico nella voce “170

Rettifiche/Riprese di valore nette su attività materiali”; in tale voce confluisce anche

l’eventuale futura ripresa di valore qualora vengano meno i motivi che hanno originato la

precedente svalutazione.

Definizione e determinazione del fair value

Immobili

Il fair value viene determinato con riferimento al valore di mercato inteso come il miglior

prezzo al quale la vendita di un bene immobile potrà ragionevolmente ritenersi come

incondizionatamente conclusa contro corrispettivo in denaro, alla data della valutazione,

presupponendo:

che il venditore ed il compratore siano controparti indipendenti;

che la parte venditrice abbia la reale intenzione di alienare i beni;

che ci sia un ragionevole periodo di tempo (considerando la tipologia del bene e la situazione del mercato) per effettuare una adeguata commercializzazione, concordare

il prezzo e le condizioni necessarie per portare a termine la vendita;

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che il trend di mercato, il livello di valore e le altre condizioni economiche alla data di stipula del preliminare del contratto di compravendita siano identici a quelli esistenti

alla data della valutazione;

che eventuali offerte da parte di acquirenti per i quali la proprietà abbia caratteristiche tali da farla considerare come “fuori mercato” non vengano prese in

considerazione.

Le metodologie adottate ai fini della determinazione del valore di mercato si rifanno ai

seguenti metodi:

metodo comparativo diretto o del mercato, basato sul confronto fra il bene in oggetto ed altri simili oggetto di compravendita o correntemente offerti sullo stesso mercato o su piazze concorrenziali;

metodo reddituale basato sul valore attuale dei redditi potenziali di mercato di una proprietà simile, ottenuto capitalizzando il reddito ad un tasso di mercato.

I metodi di cui sopra sono stati eseguiti singolarmente ed i valori ottenuti tra loro

opportunamente mediati.

Determinazione valore terreno

La metodologia utilizzata per l’individuazione della percentuale del valore di mercato

attribuibile al terreno si è basata sull’analisi della localizzazione dell’immobile, tenuto conto

della tipologia costruttiva, dello stato di conservazione e del costo di ricostruzione a nuovo

dell’intero immobile.

Attività materiali acquisite in leasing finanziario

Il leasing finanziario è un contratto che trasferisce sostanzialmente tutti i rischi e i benefici

derivanti dalla proprietà del bene. Il diritto di proprietà può essere trasferito o meno al

termine del contratto.

L’inizio della decorrenza del leasing è la data dalla quale il locatario è autorizzato all’esercizio

del suo diritto all’utilizzo del bene locato e corrisponde quindi alla data di rilevazione iniziale

del leasing.

Al momento della decorrenza del contratto, il locatario rileva le operazioni di leasing finanziario come attività e passività nel proprio bilancio a valori pari al fair value del bene

locato o, se inferiore, al valore attuale dei pagamenti minimi dovuti. Nel determinare il valore attuale dei pagamenti minimi dovuti il tasso di attualizzazione utilizzato è il tasso di

interesse contrattuale implicito, se determinabile; in caso contrario viene utilizzato il tasso

di interesse del finanziamento marginale del locatario. Eventuali costi diretti iniziali

sostenuti dal locatario sono aggiunti all’importo rilevato come attività.

I pagamenti minimi dovuti sono suddivisi tra costi finanziari e riduzione del debito residuo. I

primi sono ripartiti lungo la durata contrattuale in modo da determinare un tasso

d’interesse costante sulla passività residua.

Il contratto di leasing finanziario comporta l’iscrizione della quota di ammortamento delle

attività oggetto di contratto e degli oneri finanziari per ciascun esercizio. Il criterio di

ammortamento utilizzato per i beni acquisiti in locazione è coerente con quello adottato per i beni di proprietà al cui paragrafo si rinvia per una descrizione più dettagliata.

Criteri di cancellazione

L’attività materiale è eliminata dal bilancio al momento della dismissione o quando la stessa

è permanentemente ritirata dall’uso e dalla sua dismissione non sono attesi benefici economici futuri. Le eventuali plusvalenze o le minusvalenze derivanti dallo smobilizzo o

dalla dismissione dell’attività materiale, pari alla differenza tra il corrispettivo netto di

cessione ed il valore contabile dell’attività, sono rilevate a conto economico nella voce “240

Utili (Perdite) da cessione di investimenti”.

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Attività immateriali

Definizione

E’ definita immateriale un’attività non monetaria, identificabile, priva di consistenza fisica

ed utilizzata nell’espletamento dell’attività sociale.

L’attività è identificabile quando:

è separabile, ossia capace di essere separata o scorporata e venduta, trasferita, data in licenza, locata o scambiata;

deriva da diritti contrattuali o altri diritti legali indipendentemente dal fatto che tali

diritti siano trasferibili o separabili da altri diritti e obbligazioni.

L’attività si caratterizza per la circostanza di essere controllata dall’impresa in conseguenza

di eventi passati e nel presupposto che tramite il suo utilizzo affluiranno benefici economici

all’impresa. La Banca ha il controllo di un’attività se ha il potere di usufruire dei benefici

economici futuri derivanti dalla risorsa in oggetto e può, inoltre, limitare l’accesso a tali benefici da parte di terzi.

I benefici economici futuri derivanti da un’attività immateriale possono includere i proventi

originati dalla vendita di prodotti o servizi, i risparmi di costo od altri benefici derivanti

dall’utilizzo dell’attività da parte della Banca.

Un’attività immateriale è rilevata come tale se, e solo se:

a) è probabile che affluiranno all’impresa benefici economici futuri attesi attribuibili

all’attività;

b) il costo dell’attività può essere misurato attendibilmente.

La probabilità che si verifichino benefici economici futuri è valutata usando presupposti ragionevoli e sostenibili che rappresentano la migliore stima dell’insieme di condizioni

economiche che esisteranno nel corso della vita utile dell’attività.

Il grado di probabilità connesso al flusso di benefici economici attribuibili all’utilizzo

dell’attività è valutato sulla base delle fonti d’informazione disponibili al tempo della

rilevazione iniziale, dando un maggior peso alle fonti d’informazione esterne.

La Banca considera attività immateriali l’avviamento.

Attività immateriale a vita utile definita

E’ definita a vita utile definita l’attività per cui è possibile stimare il limite temporale entro il

quale ci si attende la produzione dei correlati benefici economici. Attività immateriale a vita utile indefinita

E’ definita a vita utile indefinita l’attività per cui non è possibile stimare un limite prevedibile

al periodo durante il quale ci si attende che l’attività generi benefici economici per l’azienda.

L’attribuzione di vita utile indefinita del bene non deriva dall’aver già programmato spese

future che nel corso del tempo vadano a ripristinare il livello di performance standard dell’attività, prolungando la vita utile.

L’avviamento è considerato a vita utile indefinita.

Criteri di iscrizione

L’attività, esposta nella voce di stato patrimoniale “120 Attività immateriali”, è iscritta al costo ed eventuali spese successive all’iscrizione iniziale sono capitalizzate solo se in grado

di generare benefici economici futuri e solo se tali spese possono essere determinate ed

attribuite all’attività in modo attendibile.

Il costo di un’attività immateriale include:

il prezzo di acquisto incluse eventuali imposte e tasse su acquisti non recuperabili dopo aver dedotto sconti commerciali e abbuoni;

qualunque costo diretto per predisporre l’attività all’utilizzo.

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Criteri di valutazione

Successivamente all’iscrizione iniziale le attività immateriali a vita utile definita sono iscritte al costo al netto degli ammortamenti complessivi e delle perdite di valore eventualmente

verificatesi. L’ammortamento è calcolato su base sistematica lungo la miglior stima della vita

utile dell’immobilizzazione (vedasi definizione inclusa nel paragrafo “Attività Materiali”)

utilizzando il metodo di ripartizione a quote costanti.

Il processo di ammortamento inizia quando l’attività è disponibile all’uso e cessa alla data in

cui l’attività è eliminata contabilmente.

Le attività immateriali aventi vita utile indefinita (vedasi avviamento, così come definito nel

paragrafo successivo qualora positivo) sono iscritte al costo al netto delle eventuali perdite di

valore riscontrate periodicamente in applicazione del test condotto per la verifica

dell’adeguatezza del valore di carico dell’attività (vedasi paragrafo successivo). Per tali

attività, di conseguenza, non si procede al calcolo dell’ammortamento.

Nessuna attività immateriale derivante da ricerca (o dalla fase di ricerca di un progetto

interno) è oggetto di rilevazione. Le spese di ricerca (o della fase di ricerca di un progetto interno) sono rilevate come costo nel momento in cui sono sostenute.

Un’attività immateriale derivante dallo sviluppo (o dalla fase di sviluppo di un progetto

interno) è rilevata se, e solo se, può essere dimostrato quanto segue:

a) la fattibilità tecnica di completare l’attività immateriale in modo da essere disponibile

per l’uso o la vendita;

b) l’intenzione aziendale di completare l’attività immateriale per usarla o venderla;

c) la capacità aziendale di usare o vendere l’attività immateriale.

Ad ogni chiusura di bilancio o situazione infrannuale si procede alla verifica dell’esistenza

eventuale di perdite di valore relative ad attività immateriali. Tali perdite risultano dalla

differenza tra il valore d’iscrizione delle attività ed il valore recuperabile e sono iscritte, come

le eventuali riprese di valore, nella voce “180 Rettifiche/Riprese di valore nette su attività

immateriali” ad esclusione delle perdite di valore relative all’avviamento che sono iscritte

nella voce “230 Rettifiche di valore dell’avviamento”.

Avviamento

Si definisce avviamento la differenza tra il costo di acquisto ed il fair value delle attività e

passività acquisite nell’ambito di una aggregazione aziendale che consiste nell’unione di

imprese o attività aziendali distinte in un’unica impresa tenuta alla redazione del bilancio. Il

risultato di quasi tutte le aggregazioni aziendali è costituito dal fatto che una sola impresa, l’acquirente, ottiene il controllo di una o più attività aziendali distinte riferibili all’acquisito.

Quando un’impresa acquisisce un gruppo di attività o di attivi netti che non costituiscono

un’attività aziendale, questa alloca il costo dell’assieme alle singole attività e passività identificabili in base ai relativi fair value alla data di acquisizione.

Un’aggregazione aziendale può dare luogo ad un legame partecipativo tra capogruppo e

controllata nel quale l’acquirente è la controllante e l’acquisito una controllata dell’acquirente.

Tutte le aggregazioni aziendali sono contabilizzate applicando il metodo dell’acquisto (c.d.

purchase method).

Il metodo dell’acquisto prevede le seguenti fasi:

a) identificazione dell’acquirente (l’acquirente è l’impresa aggregante che ottiene il

controllo delle altre imprese o attività aziendali aggregate);

b) determinazione della data di acquisizione;

c) determinazione del costo dell’aggregazione aziendale inteso come il “corrispettivo”

trasferito dall’acquirente ai soci dell’acquisita;

d) allocazione, alla data di acquisizione, del costo dell’aggregazione aziendale mediante rilevazione, classificazione e valutazione delle attività identificabili acquisite nonché

delle passività identificabili assunte;

e) rilevazione dell’eventuale avviamento.

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Le operazioni di aggregazione realizzate con società controllate o appartenenti allo stesso gruppo sono contabilizzate in coerenza al riscontro della significativa sostanza economica

delle stesse.

In applicazione di tale principio, l’avviamento derivante da tali operazioni, è iscritto:

a) a voce 120 dell’attivo di stato patrimoniale nell’ipotesi di riscontro della significativa

sostanza economica; b) a deduzione del patrimonio netto in caso contrario.

Allocazione del costo di un’aggregazione aziendale alle attività acquisite e alle passività e passività potenziali assunte

L’acquirente:

a) rileva l’avviamento acquisito in un’aggregazione aziendale come attività; b) misura tale avviamento al relativo costo, in quanto costituisce l’eccedenza del costo

dell’aggregazione aziendale rispetto alla quota d’interessenza dell’acquirente nel fair value delle attività, passività e passività potenziali identificabili.

L’avviamento acquisito in un’aggregazione aziendale rappresenta un pagamento effettuato

dall’acquirente in previsione di benefici economici futuri derivanti da attività che non possono essere identificate individualmente e rilevate separatamente.

Dopo la rilevazione iniziale, l’acquirente valuta l’avviamento acquisito in un’aggregazione

aziendale al relativo costo, al netto delle perdite di valore accumulate.

L’avviamento acquisito in un’aggregazione aziendale non deve essere ammortizzato.

L’acquirente, invece, verifica annualmente se abbia subìto riduzioni di valore, o più

frequentemente se specifici eventi o modificate circostanze indicano la possibilità che potrebbe aver subito una riduzione di valore, secondo quanto previsto dall’apposito principio

contabile.

Il principio stabilisce che, un’attività (ivi incluso l’avviamento) ha subito una riduzione di

valore quando il relativo valore contabile supera il valore recuperabile, quest’ultimo inteso come il maggiore tra il fair value, dedotti i costi di vendita, ed il valore d’uso, definito dal par.

6 dello IAS 36. Ai fini della verifica di impairment l’avviamento deve essere allocato ad unità generatrici di

flussi finanziari, o a gruppi di unità, nel rispetto del vincolo massimo di aggregazione che

non può superare il segmento di attività identificato ai sensi dell’IFRS 8.

Avviamento negativo

Se la quota di interessenza dell’acquirente nel fair value (valore equo) netto delle attività,

passività e passività potenziali identificabili eccede il costo dell’aggregazione aziendale,

l’acquirente:

a) rivede l’identificazione e la misurazione delle attività, passività e passività potenziali

identificabili dell’acquisito e la determinazione del costo dell’aggregazione;

b) rileva immediatamente a conto economico l’eventuale eccedenza residua dopo la nuova misurazione.

Criteri di cancellazione

L’attività immateriale è cancellata dal bilancio a seguito di dismissione ovvero quando

nessun beneficio economico futuro è atteso per il suo utilizzo o dismissione.

Debiti, titoli in circolazione (e passività subordinate)

Le varie forme di provvista interbancaria e con clientela sono rappresentate nelle voci di

bilancio “10 Debiti verso banche”, “20 Debiti verso clientela”, “30 Titoli in circolazione”. In tali voci sono ricompresi anche i debiti iscritti dal locatario nell’ambito di operazioni di

leasing finanziario.

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Criteri di iscrizione

Le passività in questione sono iscritte in bilancio nel momento corrispondente all’atto della ricezione delle somme raccolte o all’emissione dei titoli di debito. Il valore a cui sono iscritte è pari al relativo fair value comprensivo degli eventuali costi/proventi aggiuntivi

direttamente attribuibili all’operazione e determinabili sin dall’origine, indipendentemente

dal momento in cui vengono liquidati. Non sono inclusi nel valore di iscrizione iniziale tutti

gli oneri che sono oggetto di rimborso da parte della controparte creditrice o che sono

riconducibili a costi interni di carattere amministrativo.

Criteri di valutazione

Dopo la rilevazione iniziale le passività finanziarie a medio/lungo termine sono valutate al

costo ammortizzato utilizzando il metodo del tasso di interesse effettivo così come definito

nei paragrafi precedenti.

Criteri di cancellazione

Le passività finanziarie sono cancellate dal bilancio quando estinte o scadute.

Il riacquisto di titoli di propria emissione comporta la cancellazione contabile degli stessi con

conseguente ridefinizione del debito per titoli in circolazione. L’eventuale differenza tra il

valore di riacquisto dei titoli propri ed il corrispondente valore contabile della passività viene iscritto a conto economico nella voce “100 Utili (Perdite) da cessione o riacquisto di d)

passività finanziarie”. L’eventuale successivo ricollocamento dei titoli propri, oggetto di

precedente annullo contabile, costituisce, contabilmente, una nuova emissione con

conseguente iscrizione al nuovo prezzo di collocamento, senza alcun effetto a conto

economico.

Attività e passività fiscali

Le attività e le passività fiscali sono esposte nello stato patrimoniale nelle voci “130 Attività

fiscali” e “80 Passività fiscali”.

Attività e passività fiscali correnti

Le imposte correnti dell’esercizio e di quelli precedenti, nella misura in cui esse non siano

state pagate, sono rilevate come passività; l’eventuale eccedenza rispetto al dovuto è rilevata

come attività.

Le passività (attività) fiscali correnti, dell’esercizio in corso e di quelli precedenti, sono

determinate al valore che si prevede di versare/recuperare nei confronti delle autorità fiscali,

applicando le aliquote fiscali e la normativa fiscale vigenti.

Le attività e passività fiscali correnti vengono cancellate nell’esercizio in cui le attività

vengono realizzate o le passività risultano estinte.

Attività e passività fiscali differite

Per tutte le differenze temporanee imponibili è rilevata una passività fiscale differita, a meno

che la passività fiscale differita derivi:

da avviamento il cui ammortamento non sia fiscalmente deducibile o

dalla rilevazione iniziale di un’attività o di una passività in un’operazione che:

non sia un’aggregazione di imprese e

al momento dell’operazione non influisca né sull’utile contabile né sul reddito imponibile.

Non sono calcolate imposte differite con riguardo a maggiori valori dell’attivo in sospensione

d’imposta relativi a partecipazioni e a riserve in sospensione d’imposta in quanto si ritiene,

allo stato, ragionevole che non sussistano i presupposti per la loro futura tassazione.

Le passività fiscali differite sono rilevate nella voce di stato patrimoniale “80 Passività fiscali

b) differite”.

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Per tutte le differenze temporanee deducibili è rilevata un’attività fiscale differita se sarà

probabile che sarà realizzato un reddito imponibile a fronte del quale potrà essere utilizzata la differenza temporanea deducibile, a meno che l’attività fiscale differita derivi da:

avviamento negativo che è trattato come ricavo differito;

rilevazione iniziale di un’attività o di una passività in un’operazione che: non rappresenta una aggregazione di imprese e

al momento dell’operazione non influenza né l’utile contabile né il reddito

imponibile.

Le attività fiscali anticipate sono rilevate nella voce di stato patrimoniale “130 Attività fiscali b) anticipate”.

Le attività fiscali anticipate e le passività fiscali differite sono oggetto di costante

monitoraggio e sono quantificate secondo le aliquote fiscali che si prevede saranno

applicabili nell’esercizio nel quale sarà realizzata l’attività fiscale o sarà estinta la passività fiscale, tenuto conto della normativa fiscale derivante da provvedimenti attualmente in

vigore.

Le attività fiscali anticipate e le passività fiscali differite vengono cancellate nell’esercizio in

cui:

la differenza temporanea che le ha originate diventa imponibile con riferimento alle passività fiscali differite o deducibile con riferimento alle attività fiscali anticipate;

la differenza temporanea che le ha originate perde rilevanza fiscale.

Le attività fiscali anticipate e le passività fiscali differite non vengono attualizzate e neppure,

di norma, tra loro compensate.

Accantonamenti a fondi per rischi ed oneri

Definizione

L’accantonamento è definito come una passività con scadenza o ammontare incerti.

Per contro, si definisce passività potenziale:

un’obbligazione possibile che scaturisce da eventi passati e la cui esistenza sarà confermata solamente dal verificarsi o meno di uno o più eventi futuri non

totalmente sotto il controllo della Banca;

un’obbligazione attuale che scaturisce da eventi passati, ma che non è rilevata perché:

non è probabile che per estinguere l’obbligazione sarà necessario l’impiego di

risorse finanziarie;

l’ammontare dell’obbligazione non può essere determinata con sufficiente attendibilità.

Le passività potenziali non sono oggetto di rilevazione contabile, ma solo di informativa, a

meno che siano giudicate remote.

Criteri di iscrizione e valutazione

L’accantonamento è rilevato in contabilità se e solo se:

vi è un’obbligazione in corso (legale o implicita) quale risultato di un evento passato e

è probabile che per adempiere all’obbligazione si renderà necessario l’impiego di risorse atte a produrre benefici economici; e

può essere effettuata una stima attendibile dell’importo derivante dall’adempimento dell’obbligazione.

L’importo rilevato come accantonamento rappresenta la migliore stima della spesa richiesta per adempiere all’obbligazione esistente alla data di riferimento del bilancio e riflette rischi

ed incertezze che inevitabilmente caratterizzano una pluralità di fatti e circostanze.

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L’importo dell’accantonamento è rappresentato dal valore attuale delle spese che si suppone

saranno necessarie per estinguere l’obbligazione laddove l’effetto del valore attuale è un aspetto rilevante. I fatti futuri che possono condizionare l’ammontare richiesto per

estinguere l’obbligazione sono tenuti in considerazione solo se vi è sufficiente evidenza

oggettiva che gli stessi si verificheranno.

Gli accantonamenti ai fondi per rischi e oneri includono il rischio derivante dall’eventuale contenzioso tributario.

Criteri di cancellazione

L’accantonamento viene stornato quando diviene improbabile l’impiego di risorse atte a

produrre benefici economici per adempiere l’obbligazione.

Operazioni in valuta estera

Definizione

La valuta estera è una valuta differente dalla valuta funzionale della Banca, che a sua volta è la valuta dell’ambiente economico prevalente in cui la Banca stessa opera.

Criteri di iscrizione

Un’operazione in valuta estera è registrata, al momento della rilevazione iniziale, nella valuta

funzionale applicando all’importo in valuta estera il tasso di cambio a pronti tra la valuta

funzionale e la valuta estera in vigore alla data dell’operazione.

Criteri di valutazione

A ogni data di riferimento del bilancio:

a) gli elementi monetari47 in valuta estera sono convertiti utilizzando il tasso di

chiusura; b) gli elementi non monetari48 che sono valutati al costo storico in valuta estera sono

convertiti usando il tasso di cambio in essere alla data dell’operazione; c) gli elementi non monetari che sono valutati al fair value in una valuta estera sono

convertiti utilizzando i tassi di cambio alla data in cui il fair value è determinato.

Le differenze di cambio derivanti dall’estinzione di elementi monetari o dalla conversione di

elementi monetari a tassi differenti da quelli ai quali erano stati convertiti al momento della rilevazione iniziale durante l’esercizio o in bilanci precedenti, sono rilevate nel conto

economico dell’esercizio in cui hanno origine.

Quando un utile o una perdita di un elemento non monetario viene rilevato direttamente nel

patrimonio netto, ogni componente di cambio di tale utile o perdita è rilevato direttamente

nel patrimonio netto. Viceversa, quando un utile o una perdita di un elemento non monetario è rilevato nel conto economico, ciascuna componente di cambio di tale utile o

perdita è rilevata nel conto economico.

Altre informazioni

- Accantonamenti per garanzie rilasciate e impegni

Gli accantonamenti su base analitica e collettiva relativi alla stima dei possibili esborsi

connessi all’assunzione del rischio di credito insito nelle garanzie rilasciate e negli impegni

assunti sono determinati in applicazione dei medesimi criteri esposti con riferimento ai

crediti.

47 Si definiscono “monetari” gli elementi rappresentati da importi determinati di valuta ovvero da attività e passività

che devono essere incassate o pagate per un importo determinato di valuta. La caratteristica di un elemento monetario è quindi il diritto a ricevere o un’obbligazione a pagare un numero fisso o determinabile di unità di

valuta. 48 Vedasi, a contrario, quanto detto per gli elementi “monetari”.

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Tali accantonamenti sono rilevati nella voce 100 “Altre passività” in contropartita alla voce

di conto economico 130d “Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di: altre operazioni finanziarie”.

- Benefici ai dipendenti

Definizione

Si definiscono benefici ai dipendenti tutti i tipi di remunerazione erogati dall’azienda in

cambio dell’attività lavorativa svolta dai dipendenti. I benefici ai dipendenti si suddividono

tra:

benefici a breve termine (diversi dai benefici dovuti ai dipendenti per la cessazione del rapporto di lavoro e dai benefici retributivi sotto forma di partecipazione al

capitale) dovuti interamente entro dodici mesi dal termine dell’esercizio nel quale i

dipendenti hanno prestato l’attività lavorativa;

benefici successivi al rapporto di lavoro dovuti dopo la conclusione del rapporto di lavoro;

programmi per benefici successivi alla fine del rapporto di lavoro ossia accordi in virtù dei quali l’azienda fornisce benefici successivi alla fine del rapporto di lavoro;

benefici a lungo termine, diversi dai precedenti, dovuti interamente entro i dodici mesi successivi al temine dell’esercizio in cui i dipendenti hanno svolto il lavoro

relativo.

Trattamento di Fine Rapporto

Criteri di iscrizione

A seguito della riforma della previdenza complementare, di cui al D.Lgs. 252/2005, le quote

di trattamento di fine rapporto del personale maturande a partire dal 1° gennaio 2007

configurano un “piano a contribuzione definita”.

L’onere relativo alle quote è determinato sulla base dei contributi dovuti senza applicazione

di alcuna metodologia di natura attuariale. Diversamente, il trattamento di fine rapporto del personale maturato sino al 31 dicembre

2006 continua a configurare un “beneficio successivo al rapporto di lavoro” della serie

“piano a benefici definiti” e, come tale, richiede la determinazione del valore dell’obbligazione

sulla base di ipotesi attuariali e l’assoggettamento ad attualizzazione in quanto il debito può

essere estinto significativamente dopo che i dipendenti hanno prestato l’attività lavorativa relativa.

L’importo contabilizzato come passività è pari a:

a) il valore attuale dell’obbligazione a benefici definiti alla data di riferimento del

bilancio;

b) più eventuali utili attuariali (meno eventuali perdite attuariali) contabilizzati in

apposita riserva di patrimonio netto; c) meno gli eventuali costi previdenziali relativi alle prestazioni di lavoro passate non

ancora rilevate; d) meno il fair value alla data di riferimento del bilancio delle eventuali attività poste a

servizio del piano.

Criteri di valutazione

La Banca, relativamente alla contabilizzazione degli utili/perdite attuariali, ha optato per la

rilevazione diretta a patrimonio netto tra le riserve da valutazione di tali componenti.

Gli “Utili/perdite attuariali” comprendono gli effetti di aggiustamenti derivanti dalla

riformulazione di precedenti ipotesi attuariali per effetto di esperienze effettive o a causa di

modificazioni delle stesse ipotesi.

Ai fini dell’attualizzazione viene utilizzato il metodo della “Proiezione unitaria del credito” che

considera ogni singolo periodo di servizio come dante luogo ad una unità addizionale di TFR

misurando così ogni unità, separatamente, per costruire l’obbligazione finale. Tale unità

addizionale si ottiene dividendo la prestazione totale attesa per il numero di anni trascorsi

dal momento dell’assunzione alla data attesa della liquidazione. L’applicazione di tale

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metodo prevede la proiezione degli esborsi futuri sulla base di analisi storiche statistiche e

della curva demografica e l’attualizzazione finanziaria di tali flussi sulla base di un tasso di interesse di mercato. Il tasso utilizzato ai fini dell’attualizzazione è determinato, con

riferimento ai tassi di mercato rilevati alla data di bilancio di titoli obbligazionari di aziende

primarie, come media dei tassi swap, bid e ask opportunamente interpolata per le scadenze

intermedie.

- Ricavi

Definizione

I ricavi sono flussi lordi di benefici economici derivanti dallo svolgimento dell’attività

ordinaria dell’impresa, quando tali flussi determinano incrementi del patrimonio netto

diversi dagli incrementi derivanti dall’apporto degli azionisti. Criteri di iscrizione

I ricavi sono valutati al fair value del corrispettivo ricevuto o spettante e sono rilevati in

contabilità quando possono essere attendibilmente stimati.

Il risultato di un’operazione di prestazione di servizi può essere attendibilmente stimato quando sono soddisfatte tutte le seguenti condizioni:

l’ammontare dei ricavi può essere attendibilmente valutato;

è probabile che i benefici economici derivanti dall’operazione affluiranno alla società;

lo stadio di completamento dell’operazione alla data di riferimento del bilancio può essere attendibilmente misurato;

i costi sostenuti per l’operazione e i costi da sostenere per completarla possono essere attendibilmente calcolati.

I ricavi iscritti a fronte della prestazione di servizi sono iscritti coerentemente alla fase di

completamento dell’operazione. I ricavi sono rilevati solo quando è probabile che i benefici economici derivanti

dall’operazione saranno fruiti dalla Banca. Tuttavia quando la recuperabilità di un valore già

ricompreso nei ricavi è connotata da incertezza, il valore non recuperabile, o il valore il cui

recupero non è più probabile, è rilevato come costo piuttosto che come rettifica del ricavo

originariamente rilevato.

I ricavi che derivano dall’utilizzo, da parte di terzi, di beni della società che generano

interessi o dividendi sono rilevati quando:

è probabile che i benefici economici derivanti dall’operazione saranno fruiti dall’impresa;

l’ammontare dei ricavi può essere attendibilmente valutato.

Gli interessi sono rilevati con un criterio temporale che consideri il rendimento effettivo del bene. In particolare:

gli interessi attivi comprendono il valore degli ammortamenti di eventuali scarti, premi o altre differenze tra il valore contabile iniziale per un titolo e il suo valore alla

scadenza.

gli interessi di mora sono contabilizzati nella voce 10 “Interessi attivi e proventi assimilati” per la parte ritenuta recuperabile.

I dividendi sono iscritti contabilmente in corrispondenza del diritto degli azionisti a ricevere il pagamento.

I costi o ricavi derivanti dalla compravendita di strumenti finanziari, determinati dalla differenza tra corrispettivo pagato o incassato della transazione ed il fair value dello

strumento sono iscritti a conto economico in sede di iscrizione dello strumento finanziario solamente quanto il fair value è determinato:

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facendo riferimento a transazioni di mercato correnti e osservabili del medesimo strumento;

attraverso tecniche di valutazione che utilizzano, quali variabili, solamente dati derivanti da mercati osservabili.

- Costi

I costi sono iscritti contabilmente nel momento in cui sono sostenuti nel rispetto del criterio

della correlazione tra costi e ricavi che derivano direttamente e congiuntamente dalle

medesime operazioni o eventi. I costi che non possono essere associati ai ricavi sono rilevati immediatamente nel conto economico.

I costi direttamente riconducibili agli strumenti finanziari valutati a costo ammortizzato e

determinabili sin dall’origine, indipendentemente dal momento in cui vengono liquidati,

affluiscono a conto economico mediante applicazione del tasso di interesse effettivo per la

definizione del quale si rinvia al paragrafo “Crediti e Finanziamenti”. Le perdite di valore sono iscritte a conto economico nell’esercizio in cui sono rilevate.

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A.3 - Informativa sul fair value

A.3.1 Trasferimenti tra portafogli

La banca non ha effettuato, né nell’esercizio in corso né in quello precedente, riclassifiche di

portafoglio delle attività finanziarie da categorie valutate al fair value verso categorie valutate

al costo ammortizzato con riguardo alle possibilità introdotte dal regolamento CE n.

1004/2008 della Commissione Europea.

A.3.2 Gerarchia del fair value

Il fair value utilizzato ai fini della valutazione degli strumenti finanziari è determinato sulla

base dei criteri, di seguito esposti, che assumono l’utilizzo di input c.d. osservabili o non

osservabili. Gli input osservabili sono parametri sviluppati sulla base di dati disponibili di mercato e

riflettono le assunzioni che i partecipanti al mercato dovrebbero usare quando prezzano lo

strumento finanziario; diversamente gli input non osservabili sono parametri per i quali non

sono disponibili dati di mercato e che sono quindi sviluppati sulla base delle migliori

informazioni disponibili relative alle assunzioni che i partecipanti al mercato dovrebbero

usare quando prezzano lo strumento finanziario.

Fair value determinato sulla base di input di livello1:

la valutazione si basa su input osservabili ossia prezzi quotati in mercati attivi per identici strumenti finanziari ai quali l’entità può accedere alla data di valutazione dello strumento. Il

mercato è definito attivo quando i prezzi espressi riflettono le normali operazioni di mercato,

sono regolarmente e prontamente disponibili e se tali prezzi rappresentano effettive e

regolari operazioni di mercato.

Fair value determinato sulla base di input di livello 2:

la valutazione viene effettuata attraverso metodi che sono utilizzati qualora lo strumento

non sia quotato in un mercato attivo e si basa quindi su input diversi da quelli di livello 1.

La valutazione dello strumento finanziario è basata su prezzi desumibili dalle quotazioni di

mercato di attività simili oppure mediante tecniche di valutazione per cui tutti i fattori significativi – spread creditizi e di liquidità – sono desunti da parametri osservabili sul

mercato. Benché si tratti dell’applicazione di una tecnica valutativa, la quotazione risultante

è sostanzialmente priva di discrezionalità in quanto i più rilevanti parametri utilizzati

risultano attinti dal mercato e le metodologie di calcolo utilizzate replicano quotazioni

presenti su mercati attivi.

Fair value determinato sulla base di input di livello 3:

la valutazione viene effettuata attraverso metodi che consistono nella valorizzazione dello

strumento non quotato mediante impiego di input significativi non desumibili dal mercato e

pertanto comportano l’adozione di stime ed assunzioni da parte del management.

La scelta tra i succitati metodi di determinazione del fair value non è opzionale dovendo i medesimi essere applicati in ordine gerarchico.

Livello 1

Sono considerati quotati in un mercato attivo i titoli azionari quotati su mercati

regolamentati, i titoli obbligazionari quotati sul circuito EuroMot e quelli per i quali sono

disponibili con continuità dalle principali piattaforme di contribuzione prezzi che rappresentino effettive e regolari operazioni di mercato verificatesi sulla base di un normale

periodo di riferimento, con scostamenti dei prezzi degli ultimi 5 giorni che si attestano in

intervalli ritenuti congrui.

Il fair value di questi strumenti è rappresentato dal prezzo di riferimento rilevato all’ultimo

giorno del mese sui rispettivi mercati di quotazione laddove disponibile e considerato

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attendibile; in caso contrario vengono, in ordine, considerati il prezzo ufficiale e, quindi, il

prezzo di apertura di Borsa. Sono considerati come quotati anche quei derivati per i quali è disponibile una quotazione

su un mercato attivo di riferimento (come ad esempio IDEM), in quanto considerati mercati

altamente liquidi; il loro fair value è rappresentato dal prezzo ufficiale di chiusura rilevato

all’ultimo giorno del mese sui rispettivi mercati di quotazione.

Livello 2

Qualora non si riscontrino prezzi rilevabili su mercati attivi, il fair value degli strumenti

finanziari è determinato mediante l’utilizzo di modelli valutativi che adottano input di

mercato. La risultante valutazione è quindi basata su fattori desunti dalle quotazioni

ufficiali di strumenti, nella sostanza paragonabili in termini di fattori di rischio, mediante

applicazione di una determinata metodologia di calcolo. Nell’ambito dei derivati, la quasi totalità dei medesimi è da ricondurre a strumenti Over the

Counter e pertanto vengono valutati mediante applicazione di modelli interni che utilizzano

input di mercato. Per quanto attiene le opzioni implicite nei prestiti obbligazionari

strutturati e nei rispettivi derivati di copertura, queste sono valutate mediante opportuni

modelli di pricing che prevedono l’utilizzo di input (quali curve dei tassi, matrici di volatilità e correlazioni, tassi di cambio) osservabili direttamente sul mercato. Le metodologie di

calcolo utilizzate permettono di replicare i prezzi di strumenti finanziari quotati su mercati

attivi senza porre ipotesi discrezionali che possono incidere sul prezzo finale.

Con riferimento ai titoli azionari iscritti nel portafoglio AFS, essi sono ricompresi nel livello 2

qualora valutati sulla base di metodi di valutazione (metodo delle transazioni dirette e

metodo delle transazioni comparabili) che considerano le operazioni avvenute sul titolo in un arco temporale ritenuto ragionevole rispetto al momento della valutazione o, in taluni casi,

tramite il metodo dei multipli di borsa di società comparabili e qualora il valore determinato

mediante i succitati metodi di valutazione non sia soggetto a rettifiche volte, ad esempio, ad

eliminare l’eventuale effetto del premio al controllo presente nelle succitate operazioni

considerate ai fini della valutazione.

Livello 3

Si definisce di livello 3 il fair value determinato mediante modelli valutativi che utilizzano

parametri non direttamente osservabili sul mercato e che quindi comportano stime ed

assunzioni da parte del management.

Sono compresi nel livello in parola gli Hedge Funds, per i quali sono state apportate rettifiche ai NAV ufficiali comunicati dalle società di gestione al fine di tenere in

considerazione il rischio di liquidità e/o di controparte; anche nel caso di quote di Fondi di

Private Equity un’eventuale rettifica dei NAV effettuata per tenere conto di situazioni di

particolare rischiosità comporta una classificazione nel presente livello della gerarchia del

fair value.

I derivati OTC di natura complessa (non ricompresi nel livello 2) sono valutati mediante modelli interni con implicite assunzioni; per essi si considera esplicitamente anche la

componente del rischio creditizio.

Per quanto attiene i titoli di capitale iscritti nel portafoglio AFS, essi sono valutati, in parte

residuale, attraverso metodi basati sull’analisi dei fondamentali della società partecipata

nonché, in via alternativa ed in ultima istanza, al costo; sono peraltro classificati nel livello 3 quei possessi azionari il cui fair value, seppur calcolato facendo riferimento alle tecniche di

valutazione descritte in merito al livello 2, è stato rettificato per eliminare, ad esempio,

l’eventuale effetto del premio al controllo presente nelle operazioni comparabili considerate

ai fini della valutazione.

Per la determinazione del fair value di 3° livello delle opzioni con sottostante partecipazioni

finanziarie è necessario ricorrere a modelli valutativi che presuppongono l’utilizzo di parametri non direttamente osservabili sul mercato e che, quindi, comportano stime e

assunzioni da parte del valutatore. In particolare la valutazione dello strumento viene

realizzata utilizzando un’opportuna metodologia di calcolo fondata su specifiche ipotesi

riguardanti:

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● lo sviluppo dei cash flow futuri, condizionati da eventi futuri cui possono essere

attribuite probabilità desunte dall’esperienza storica o sulla base di ipotesi di comportamento;

● determinati parametri di input, non rilevabili sui mercati attivi, che vengono stimati

attraverso strumenti finanziari osservabili sul mercato ma diversi dallo strumento

oggetto di valutazione.

Informazioni sui modelli di valutazione usati per titoli e derivati

Lo strumento target per il pricing dei titoli e dei derivati nel Gruppo UBI è l’applicativo

Mxg2000 di Murex. Tale procedura consente di accogliere tutti i fattori di mercato per la

valutazione degli strumenti finanziari.

La maggioranza dei market data viene acquisita dall’infoprovider Reuters, in parte in

modalità real time (in particolare prezzi, yield curves e cambi) e in parte ad orari prestabiliti (volatilità ATM per le Swaption e volatilità ATM e Smile Curves per i caps/floors). La

procedura viene inoltre alimentata on demand con una serie di parametri di mercato forniti

dal provider Bloomberg: correlazioni, dividend yield, volatilità degli indici e dei Forex.

Il calcolo del Fair Value avviene quotidianamente seguendo un preciso iter:

Alle 16.45 i parametri di mercato acquisiti da Mxg2000 in modalità real time (prezzi, curve di tasso e tassi di cambio) vengono cristallizzati e utilizzati come dati di

riferimento per il calcolo del Mark to Market; l’ultimo aggiornamento della giornata per le volatilità di Swaptions e Caps/Floors (ed eventualmente dei restanti dati di

mercato acquisiti on demand) è effettuato alle 16.45;

In fase di chiusura della giornata (che avviene a partire dalle 21.00), sono previste una serie di elaborazioni che estraggono da Mxg2000 diverse informazioni, tra le

quali il calcolo del MtM di riferimento per la giornata.

Il pricing delle attività finanziarie non quotate viene attualmente calcolato con l’applicativo

Risk Watch di Algorithmics. Per tali strumenti si procede all’attualizzazione dei flussi di

cassa futuri utilizzando tassi di interesse che tengano conto della specificità dell’emittente

(credit spread).

Gli strumenti derivati OTC su tassi e cambi e gli strumenti derivati a copertura di prestiti obbligazionari (con sottostanti di tipo tasso, e cambio) sono valutati con l’applicativo target

(Mxg2000). Le valutazioni vengono effettuate per tutti i contratti che possono essere prezzati

con modelli a formula chiusa. In particolare, i principali modelli di pricing utilizzati in

Mxg2000 per i derivati OTC sono: Black Yield, Black Fwd, Black Swap Yield, Cox Fwd,

Trinomial, Lnormal e CMS Convexity Analytical.

Gli strumenti derivati non gestiti in Murex, riferibili alle opzioni implicite nei prestiti

obbligazionari strutturati emessi e nei rispettivi derivati di copertura, vengono valutati con

modelli interni (modelli stocastici con simulazioni MonteCarlo).

Il pricing dei titoli del passivo non quotati “plain vanilla” e la componente “plain vanilla” dei titoli strutturati viene attualmente calcolato sul sistema target di Front Office Mxg2000.

I modelli di pricing implementati per titoli e derivati sono utilizzati con continuità temporale

e sono modificati solo in seguito a notevoli variazioni di mercato

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A.3.2.1 Portafogli contabili: ripartizione per livelli del fair value

Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3

1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 1 3.844 - - 4.414 -

2. Attività finanziarie valutate al fair value - - - - - -

3. Attività finanziarie disponibili per la vendita 1.382 - 10 781 - 10

4. Derivati di copertura - 8.979 - - 7.181 -

Totale 1.383 12.823 10 781 11.595 10

1. Passività finanziarie detenute per la negoziazione - 3.989 - - 4.522 -

2. Passività finanziarie valutate al fair value - - - - - -

3. Derivati di copertura - 11.001 - - 7.142 -

Totale - 14.990 - - 11.664 -

31/12/2012 31/12/2011

Attività/Passività finanziarie misurate al fair value

A.3.2.2 Variazioni annue delle attività finanziarie valutate al fair value (livello 3)

Non ci sono variazioni rispetto all’anno di raffronto.

A.3.2.3 Variazioni annue delle passività finanziarie valutate al fair value (livello 3)

Per la banca non esiste tale fattispecie.

A.3.3 Informativa sul c.d. “day one profit/loss”

L’informativa fa riferimento al paragrafo 28 dell’IFRS 7 che tratta le eventuali differenze tra il

prezzo della transazione ed il valore ottenuto attraverso l’utilizzo di tecniche di valutazione che emergono al momento della prima iscrizione di uno strumento finanziario e non rilevate

immediatamente a conto economico in base a quanto previsto dai paragrafi AG76 e AG76A

dello IAS 39.

Laddove si dovesse presentare tale fattispecie devono essere indicate le politiche contabili

adottate dalla banca per imputare a conto economico, successivamente alla prima iscrizione dello strumento, le differenze così determinate.

La banca non ha posto in essere operazioni per le quali emerge, al momento della prima

iscrizione di uno strumento finanziario, una differenza tra il prezzo di transazione ed il

valore dello strumento ottenuto attraverso una tecnica di valutazione interna.

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117

Parte B - Informazioni sullo stato patrimoniale

ATTIVO

Sezione 1 Cassa e disponibilità liquide - Voce 10 -

1.1 Cassa e disponibilità liquide: composizione

Totale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

a) Cassa 15.375 15.112

b) Depositi liberi presso Banche Centrali - -

Totale 15.375 15.112

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118

Sezione 2 Attività finanziarie detenute per la negoziazione - Voce 20 -

2.1 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione merceologica

Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3

A. Attività per cassa

1. Titoli di debito 1 - - - - -

1.1 Titoli strutturati - - - - - -

1.2 Altri titoli di debito 1 - - - - -

2. Titoli di capitale - - - - - -

3. Quote di O.I.C.R - - - - - -

4. Finanziamenti - - - - - -

4.1. Pronti contro termine - - - - - -

4.2 Altri - - - - - -

Totale A 1 - - - - -

B. Strumenti derivati

1. Derivati finanziari: - 3.844 - - 4.414 -

1.1 di negoziazione - 3.844 - - 4.414 -

1.2. connessi con la fair value option - - - - - -

1.3 altri - - - - - -

2. Derivati creditizi: - - - - - -

2.1 di negoziazione - - - - - -

2.2 connessi con la fair value option - - - - - -

2.3 altri - - - - - -

Totale B - 3.844 - - 4.414 -

Totale (A+B) 1 3.844 - - 4.414 -

Totale

31/12/2011Voci / Valori

Totale

31/12/2012

La voce è prevalentemente costituita dalle valutazioni positive dei contratti derivati di

negoziazione pareggiati. I dati esposti sono comprensivi dei ratei maturati.

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2.2 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione per debitori/emittenti

A. ATTIVITA' PER CASSA

1.Titoli di debito 1 -

a) Governi e Banche Centrali - -

b) Altri enti pubblici - -

c) Banche - -

d) Altri emittenti 1 -

2. Titoli di capitale - -

a) Banche - -

b) Altri emittenti: - -

- imprese di assicurazioni - -

- società finanziarie - -

- imprese non finanziarie - -

- altri - -

3. Quote di O.I.C.R. - -

4. Finanziamenti - -

a) Governi e Banche centrali - -

b) Altri enti pubblici - -

c) Banche - -

d) Altri soggetti - -

Totale A 1 -

B. STRUMENTI DERIVATI

a) Banche

- fair value 288 798

b) Clientela

- fair value 3.556 3.616

Totale B 3.844 4.414

Totale (A+B) 3.845 4.414

Voci / ValoriTotale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

2.3 Attività finanziarie per cassa detenute per la negoziazione: variazioni annue

Titoli di debito Titoli di capitale Quote di O.I.C.R. Finanziamenti Totale

Esistenze iniziali - - - - -

B. Aumenti 21.989 53 - - 22.042

B.1 Acquisti 21.938 53 - - 21.991

B.2 Variazioni positive di fair value 1 - - - 1

B.3 Altre variazioni 50 - - - 50

C. Diminuzioni (21.988) (53) - - (22.041)

C.1 Vendite (21.988) (53) - - (22.041)

C.2 Rimborsi - - - - -

C.3 Variazioni negative di fair value - - - - -

C.4 Trasferimenti ad altri portafogli - - - - -

C.5 Altre variazioni - - - - -

D. Rimanenze finali 1 - - - 1

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120

Sezione 3 Attività finanziarie valutate al fair value - Voce 30 -

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

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Sezione 4 Attività finanziarie disponibili per la vendita - Voce 40 -

4.1 Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione merceologica

Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3

1. Titoli di debito 1.382 - - 781 - -

1.1 Titoli strutturati - - - - - -

1.2 Altri titoli di debito 1.382 - - 781 - -

2. Titoli di capitale - - 10 - - 10

2.1 Valutati al fair value - - - - - -

2.2 Valutati al costo - - 10 - - 10

3. Quote di O.I.C.R. - - - - - -

4. Finanziamenti - - - - - -

Totale 1.382 - 10 781 - 10

Voci/Valori

Totale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

La variazione relativa agli “Altri titoli di debito” è dovuta all’acquisto di CCT per nominali 0,5 milioni di euro posti a garanzia dell’emissione di assegni circolari.

L’importo di 10 mila euro iscritto nei “Titoli di capitale – Valutati al costo”, invariato rispetto

al 31 dicembre scorso, rappresenta la partecipazione nella società G.A.L. Vallecamonica.

4.2 Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione per debitori/emittenti

Voci / Valori

1.Titoli di debito 1.382 781

a) Governi e Banche Centrali 1.382 781

b) Altri enti pubblici - -

c) Banche - -

d) Altri emittenti - -

2. Titoli di capitale 10 10

a) Banche - -

b) Altri emittenti: 10 10

- imprese di assicurazione - -

- società finanziarie - -

- imprese non finanziarie 10 10

- altri - -

3. Quote di O.I.C.R. - -

4. Finanziamenti - -

a) Governi e Banche centrali - -

b) Altri enti pubblici - -

c) Banche - -

d) Altri soggetti - -

Totale 1.392 791

Totale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

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122

4.3 Attività finanziarie disponibili per la vendita oggetto di copertura specifica

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

4.4 Attività finanziarie disponibili per la vendita: variazioni annue

Titoli di debito Titoli di capitale Quote di O.I.C.R. Finanziamenti Totale

Esistenze iniziali 781 10 - - 791

B. Aumenti 601 - - - 601

B.1 Acquisti 392 - - - 392

B.2 Variazioni positive di FV 172 - - - 172

B.3 Riprese di valore - - - - -

- imputate al conto economico - X - - -

- imputate al patrimonio netto - - - - -

B.4 Trasferimenti da altri portafogli - - - - -

B.5 Altre variazioni 37 - - - 37

C. Diminuzioni - - - - -

C.1 Vendite - - - - -

C.2 Rimborsi - - - - -

C.3 Variazioni negative di FV - - - - -

C.4 Svalutazioni da deterioramento - - - - -

- imputate al conto economico - - - - -

- imputate al patrimonio netto - - - - -

C.5 Trasferimenti ad altri portafogli - - - - -

C.6 Altre variazioni - - - - -

D. Rimanenze finali 1.382 10 - - 1.392

Sezione 5 Attività finanziarie detenute sino alla scadenza- Voce 50 -

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

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Sezione 6 Crediti verso banche - Voce 60 -

6.1 Crediti verso banche: composizione merceologica

Tipologia operazioni/ValoriTotale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

A. Crediti verso banche Centrali

1. Depositi vincolati - -

2. Riserva obbligatoria - -

3. Pronti contro termine - -

4. Altri - -

B. Crediti verso banche

1. Conti correnti e depositi liberi 6.900 5.589

2. Depositi vincolati 9.797 17.241

3. Altri finanziamenti: 6.371 65.621

3.1 Pronti contro termine attivi 1.959 61.500

3.2 Leasing finanziario - -

3.3 Altri 4.412 4.121

4. Titoli di debito - -

4.1 Titoli strutturati - -

4.2 Altri titoli di debito - -

Totale (valore di bilancio) 23.068 88.451

Totale (fair value ) 23.068 88.451

Il decremento della voce è dovuto principalmente ai pronti contro termine effettuati

esclusivamente con la Capogruppo e strettamente correlati con analoghe operazioni di

raccolta effettuate con la clientela.

Non sono presenti crediti verso Banche Centrali in quanto la Banca è stata autorizzata ad

assolvere gli obblighi di riserva in via indiretta per il tramite della Capogruppo. Il deposito costituito allo scopo è contenuto al punto “B.2 Depositi vincolati”, ammonta a 9.797 migliaia

di euro e risulta dimezzato rispetto al fine anno precedente a seguito del recepimento

regolamento UE che dispone un coefficiente di riserva pari all’1%, anziché al 2% (17.052

migliaia di euro al 31.12.2011).

Non risultano attività deteriorate tra i crediti verso banche.

6.2 Crediti verso banche oggetto di copertura specifica

Non sono presenti crediti verso banche oggetto di copertura specifica.

6.3 Leasing finanziario

Non sono presenti locazioni finanziarie con banche

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Sezione 7 Crediti verso clientela - Voce 70 -

7.1 Crediti verso clientela: composizione merceologica

Tipologia operazioni/Valori

Acquistati Altri Acquistati Altri

1. Conti correnti 333.949 - 39.092 375.664 - 26.388

2. Pronti contro termine attivi - - - - - -

3. Mutui 1.120.178 - 91.312 1.192.376 - 86.613

4. Carte di credito, prestiti personali e cessioni del quinto 19.848 - 535 14.315 - 578

5. Leasing finanziario - - - - - -

6. Factoring - - - - - -

7. Altri finanziamenti 184.739 - 9.050 183.492 - 10.414

8. Titoli di debito - - - - - -

8.1 Titoli strutturati - - - - - -

8.2 Altri titoli di debito - - - - - -

Totale (valore di bilancio) 1.658.714 - 139.989 1.765.847 - 123.993

Totale (fair value ) 1.737.285 - 139.989 1.830.342 - 123.993

Bonis

Deteriorati Deteriorati

Bonis

Totale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

La voce “mutui” comprende 352.641 migliaia di euro (di cui 8.306 migliaia deteriorati) di finanziamenti posti a garanzia delle emissioni di Covered Bond effettuate dalla Capogruppo,

i rispettivi importi al 31 dicembre 2011 erano di 190.708 e 3.966 migliaia di euro;

La voce “altre operazioni” comprende principalmente anticipi su effetti e documenti salvo buon fine, c/c anticipi, finanziamenti import/export e prestiti con piano di ammortamento.

7.2 Crediti verso clientela: composizione per debitori/emittenti

Acquistati Altri Acquistati Altri

1. Titoli di debito - - - - - -

a) Governi - - - - - -

b) Altri Enti pubblici - - - - - -

c) Altri emittenti - - - - - -

- imprese non finanziarie - - - - - -

- imprese finanziarie - - - - - -

- assicurazioni - - - - - -

- altri - - - - - -

2. Finanziamenti verso: 1.658.714 - 139.989 1.765.847 - 123.993

a) Governi 2.044 - - 201 - -

b) Altri Enti pubblici 7.790 - - 7.105 - -

c) Altri soggetti 1.648.880 - 139.989 1.758.541 - 123.993

- imprese non finanziarie 1.106.829 - 111.177 1.206.323 - 93.298

- imprese finanziarie 1.965 - 184 6.015 - 22

- assicurazioni - - - - - -

- altri 540.086 - 28.628 546.203 - 30.673

Totale 1.658.714 - 139.989 1.765.847 - 123.993

Totale

31/12/2012

Tipologia operazioni/Valori

Totale

31/12/2011

Bonis

Deteriorati

Bonis

Deteriorati

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7.3 Crediti verso clientela attività oggetto di copertura specifica

Tipologia operazioni/ValoriTotale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

1. Crediti oggetto di copertura specifica del fair value:

a) rischio di tasso di interesse 4.921 5.785

b) rischio di cambio - -

c) rischio di credito - -

d) più rischi - -

2. Crediti oggetto di copertura specifica dei flussi finanziari:

a) rischio di tasso di interesse - -

b) rischio di cambio - -

c) altro - -

Totale 4.921 5.785

La tabella si riferisce all’ammontare dei mutui coperti in microhedging acquisiti.

7.4 Leasing finanziario

Non sono presenti per locazione finanziaria verso banche.

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Sezione 8 Derivati di copertura - Voce 80 -

8.1 Derivati di copertura: composizione per tipologia di copertura e per livelli

L1 L2 L3 L1 L2 L3

A. Derivati finanziari - 8.979 - 387.624 - 7.181 - 366.110

1) Fair value - 8.979 - 387.624 - 6.346 - 358.195

2) Flussi finanziari - - - - - 835 - 7.915

3) Investimenti esteri - - - - - - - -

B. Derivati creditizi - - - - - - - -

1) Fair value - - - - - - - -

2) Flussi finanziari - - - - - - - -

Totale - 8.979 - 387.624 - 7.181 - 366.110

VN

31/12/2011

VN

31/12/2012

FV 31/12/2012 FV 31/12/2011

Legenda:

VN = valore nozionale L1 = livello 1

L2 = livello 2 L3 = livello 3

Il dato indicato al rigo A1 della tabella rappresenta il fair value positivo dei derivati di

copertura dei prestiti obbligazionari.

Al 31 dicembre 2011, l’importo di 835 mila euro, iscritto al rigo A2 derivati su “flussi finanziari” era costituito dal fair value positivo dei Domestic Currency Swap connessi

all’emissione di Certificati di Deposito in yen, al 31 dicembre 2012 è risultato negativo e

pertanto è esposto nell’analoga voce del passivo nella tabella 6.1.

8.2 Derivati di copertura: composizione per portafogli coperti e per tipologia di

copertura

Rischio

di tasso

Rischio

di cambio

Rischio

di credito

Rischio

di prezzoPiù rischi

1. Attività finanziarie disponibili

per la vendita- - - - - X - X X

2. Crediti - - - X - X - X X

3. Attività finanziarie detenute

sino alla scadenzaX - - X - X - X X

4. Portafoglio X X X X X - - X

5, Altre operazioni - - - - - - -

Totale Attività - - - - - - - - -

1. Passività finanziarie 8.979 - - X - X - X X

2. Portafoglio - - X

Totale Passività 8.979 - - - - - - - -

1. Transazioni attese X X X X X X - X X

2. Portafoglio di attività e

passività finanziarieX X X X X - X - -

Investimenti

esteri

Operazioni / Tipo di

copertura

Fair Value Flussi Finanziari

Specifica

Generica Specifica Generica

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Sezione 9 Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica - Voce 90 -

La Banca ha in essere degli strumenti di copertura generica di attività costituite da mutui.

9.1 Adeguamento di valore delle attività coperte: composizione per portafogli coperti

Adeguamento di valore delle attività coperte / ValoriTotale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

1. Adeguamento positivo

1.1 di specifici portafogli: 8.012 5.900

a) crediti 8.012 5.900

b) attività finanziarie disponibili per la vendita - -

1.2 complessivo - -

2. Adeguamento negativo

2.1 di specifici portafogli - -

a) crediti - -

b) attività finanziarie disponibili per la vendita - -

2.2 complessivo - -

Totale 8.012 5.900

9.2 Attività oggetto di copertura generica del rischio di tasso di interesse

Attività coperte 31/12/2012 31/12/2011

1. Crediti 89.018 45.302

2. Attività finanziarie disponibili per la vendita - -

3. Portafoglio - -

Totale 89.018 45.302

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Sezione 10 Le partecipazioni - Voce 100 -

Nel corso dell’esercizio il portafoglio partecipazioni non è stato oggetto di movimenti.

10.1 Partecipazioni in società controllate, controllate in modo congiunto o sottoposte

ad influenza notevole: informazioni sui rapporti partecipativi

Denominazioni SedeQuota di

partecipazione %

A. Imprese controllate in via esclusiva (*)

UBI SISTEMI E SERVIZI SCpA

Capitale Euro 36.149.948,64

in azioni da Euro 0,52 cad.

UBI ACADEMY Scrl

Capitale Euro 100.000

in azioni da Euro 1 cad.

B. Imprese controllate in modo congiunto

C. imprese sottoposte ad influenza notevole

Bergamo 1,50%

Brescia 1,44%

(*) Vengono comprese le partecipazioni in società del Gruppo ancorché di minoranza.

10.2 Partecipazioni in società controllate, controllate in modo congiunto o sottoposte

ad influenza notevole: informazioni contabili

DenominazioniTotale

attivo

Ricavi totali

(*)Utile (perdita)

Patrimonio

netto

(**)

Valore di

bilancio

A. Imprese controllate in via esclusiva

UBI SISTEMI E SERVIZI - Società consortile per azioni 235.697 (164) - 51.926 783

UBI Academy Scrl 1.131 1 - 100 2

0 - - - - -

B. imprese controllate in modo congiunto

0 - - - - -

C. Imprese sottoposte ad influenza notevole

0 - - - - -

Totale 236.828 (163) - 52.026 785

(*) Gli importi rappresentano il margine d'intermediazione.

(**) Il patrimonio netto comprende l'utile risultante dai progetti di Bilancio dell'esercizio 2012.

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129

10.3 Partecipazioni: variazioni annue

Totale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

A. Esistenze iniziali 783 783

B. Aumenti 2 -

B.1 Acquisti 2 -

B.2 Riprese di valore - -

B.3 Rivalutazioni - -

B.4 Altre variazioni - -

C. Diminuzioni - -

C.1 Vendite - -

C.2 Rettifiche di valore - -

C.3 Altre variazioni - -

D. Rimanenze finali 785 783

E. Rivalutazioni totali - -

F. Rettifiche totali - -

Gli acquisti sono relativi alla sottoscrizione dei numero 1.500 quote di UBI Academy.

Alla data di redazione del bilancio non sussistono impegni di alcun tipo relativi alle

partecipazioni.

10.4 Impegni riferiti a partecipazioni in società controllate

Non sono presenti impegni riferiti a partecipazioni in società controllate.

10.5 Impegni riferiti a partecipazioni in società controllate in modo congiunto

Non sono presenti impegni riferiti a partecipazioni in società controllate in modo congiunto.

10.6 Impegni riferiti a partecipazioni in società sottoposte ad influenza notevole

Non sono presenti impegni riferiti a partecipazioni in società sottoposte ad influenza

notevole.

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Sezione 11 Attività materiali - Voce 110 -

Le attività materiali della banca sono valutate al costo al netto degli ammortamenti come

precisato nella parte A della presente nota integrativa.

11.1 Attività materiali: composizione delle attività valutate al costo

Attività/valoriTotale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

A. Attività ad uso funzionale

1.1 di proprietà 21.291 21.849

a) terreni 7.223 7.111

b) fabbricati 10.936 11.230

c) mobili 968 1.108

d) impianti elettronici 713 699

e) altre 1.451 1.701

1.2 acquisite in leasing finanziario 1.599 2.193

a) terreni 600 750

b) fabbricati 999 1.443

c) mobili - -

d) impianti elettronici - -

e) altre - -

Totale A 22.890 24.042

B. Attività detenute a scopo di investimento

2.1 di proprietà 4.146 3.998

a) terreni 2.366 2.326

b) fabbricati 1.780 1.672

2.2 acquisite in leasing finanziario - -

a) terreni - -

b) fabbricati - -

Totale B 4.146 3.998

Totale (A+B) 27.036 28.040

11.2 Attività materiali: composizione delle attività valutate al fair value o rivalutate

Le attività materiali sono valutate al costo, pertanto non esiste la fattispecie.

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131

11.3 Attività materiali ad uso funzionale: variazioni annue

Terreni Fabbricati MobiliImpianti

elettroniciAltre Totale

A. Esistenze iniziali lorde 10.610 17.470 6.763 4.761 10.886 50.490

A.1 Riduzioni di valore totali nette (2.749) (4.797) (5.655) (4.062) (9.185) (26.448)

A.2 Esistenze iniziali nette 7.861 12.673 1.108 699 1.701 24.042

B. Aumenti 2 17 127 206 280 632

B.1 Acquisti 2 17 127 206 280 632

B.2 Spese per migliorie capitalizzate - - - - - -

B.3 Riprese di valore - - - - - -

B.4 Variazioni positive di fair value imputate a: - - - - - -

a) patrimonio netto - - - - - -

b) conto economico - - - - - -

B.5 Differenze positive di cambio - - - - - -

B.6 Trasferimenti da immobili detenuti a scopo di investimento - - - - - -

B.7 Altre variazioni - - - - - -

C. Diminuzioni (40) (755) (267) (192) (530) (1.784)

C.1 Vendite - - - - - -

C.2 Ammortamenti - (520) (265) (192) (523) (1.500)

C.3 Rettifiche di valore da deterioramento imputate a: - - - - - -

a) patrimonio netto - - - - - -

b) conto economico - - - - - -

C.4 Variazioni negative di fair value imputate a: - - - - - -

a) patrimonio netto - - - - - -

b) conto economico - - - - - -

C.5 Differenze negative di cambio - - - - - -

C.6 Trasferimenti a: (40) (232) - - - (272)

a) attività materiali detenute a scopo di investimento (40) (232) - - - (272)

b) attività in via di dismissione - - - - - -

C.7 Altre variazioni - (3) (2) - (7) (12)

D. Rimanenze finali nette 7.823 11.935 968 713 1.451 22.890

D.1 Riduzioni di valore totali nette (2.749) (5.303) (5.920) (4.253) (9.675) (27.900)

D.2 Rimanenze finali lorde 10.572 17.238 6.888 4.966 11.126 50.790

E. Valutazione al costo - - - - - -

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132

Gli ammortamenti sono calcolati sulla base della vita utile stimata del bene a partire dalla data di entrata in funzione.

La vita utile stimata in mesi per le principali classi di cespiti è sotto riportata.

Descrizione Ammortamento Vita Utile

Terreni relativi ad immobili NO Indefinita

Immobili - Immobili in Leasing SI Sulla base di perizia

Impianti di sollevamento e pesatura SI 160 mesi

Costruzioni leggere e scaffalature SI 120 mesi

Mobili e arredi diversi SI 120 mesi

Mobili e macchine ordinarie d'ufficio SI 100 mesi

Apparecchiature ATM SI 96 mesi

Mezzi forti e blindature prefabbricate SI 80 mesi

Macchinari, apparecchi e attrezzature varie SI 80 mesi

Macchinari vari, mobili e arredi SI 80 mesi

Banconi blindati o con cristalli blindati SI 60 mesi

Personal Computer SI 60 mesi

Attrezzatura mensa SI 48 mesi

Impianti interni speciali di comunicazione SI 48 mesi

Impianti di allarme SI 40 mesi

Impianti antincendio SI 40 mesi

Macchine Ufficio elettriche-elettroniche SI 30 mesi

Autoveicoli da trasporto SI 30 mesi

Autovetture SI 24 mesi

Piattaforme Tecnologiche Centrali SI 48 mesi

Tablet SI 60 mesi

Autovetture in leasing SI Sulla base della durata del contratto

11.4 Attività materiali detenute a scopo di investimento: variazioni annue

Terreni Fabbricati

A. Esistenze iniziali 3.098 3.227

A.1 Riduzione di valore totali nette (772) (1.555)

A.3 Esistenze iniziali nette 2.326 1.672

B. Aumenti 40 232

B.1 Acquisti - -

B.2 Spese per migliorie capitalizzate - -

B.3 Variazioni positive di fair value - -

B.4 Riprese di valore - -

B.5 Differenze di cambio positive - -

B.6 Trasferimenti da immobili ad uso funzionale 40 232

B.7 Altre variazioni - -

C. Diminuzioni - (124)

C.1 Vendite - -

C.2 Ammortamenti - (124)

C.3 Variazioni negative di fair value - -

C.4 Rettifiche di valore da deterioramento - -

C.5 Differenze di cambio negative - -

C.6 Trasferimenti ad altri portafogli di attività: - -

a) immobili ad uso funzionale - -

b) attività non correnti in via di dismissione - -

C.7 Altre variazioni - -

D. Rimanenze finali 2.366 1.780

D.1 Riduzione di valore totali nette (423) (1.127)

D.2 Rimanenze finali lorde 2.789 2.907

E. Valutazione al fair value 4.252 3.206

Totale

31/12/2012

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133

11.5 Impegni per acquisto di attività materiali (IAS 16/74.c)

Al 31 dicembre 2012 risultano evasi tutti gli ordinativi previsti in corso d’anno.

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134

Sezione 12 Attività immateriali - Voce 120 -

12.1 Attività immateriali: composizione per tipologia di attività

Durata definita Durata indefinita Durata definita Durata indefinita

A.1 Avviamento X 6.899 X 6.899

A.2 Altre attività immateriali - - - -

A.2.1 Attività valutate al costo: - - - -

a) Attività immateriali generate internamente - - - -

b) Altre attività - - - -

A.2.2 Attività valutate al fair value - - - -

a) Attività immateriali generate internamente - - - -

b) Altre attività - - - -

Totale - 6.899 - 6.899

Totale

31/12/2012

Totale

31/12/2011Attività/Valori

L’avviamento iscritto rappresenta quanto pagato dalla Banca a fronte della capacità

dell’unità oggetto di aggregazione di produrre benefici economici futuri per la Società

“aggregante”.

Procedura impairment test

In considerazione delle previsioni normative dello IAS 36, si riporta nel seguito la descrizione della procedura di impairment test dell’avviamento al 31 dicembre 2012.

Modalità allocazione avviamento

L’avviamento è allocato ad una unica CGU rappresentata dall’intera banca (escluse le

partecipazioni). Poiché l’avviamento genera flussi in maniera indistinta rispetto alla CGU, il test di impairment consiste nel confrontare il valore recuperabile dell’intera Banca (escluse le

partecipazioni) con il suo patrimonio netto (escluse le partecipazioni).

Valore recuperabile

Ai fini della stima del valore recuperabile si è fatto riferimento al valore d’uso.

La stima del valore d’uso si fonda sulle proiezioni dei flussi finanziari per il periodo 2013-

2017. Al pari di quanto riscontrato per l’esercizio 2011, il piano industriale in essere (2011-2015), ferme e salve le linee strategiche essenziali, non pare più consequenziale, nel

contesto in atto, dei flussi medi attesi. Per tale ragione, ai fini delle valutazioni, si fa uso

delle proiezioni basate sul budget del 2013 e sulle estrapolazioni per il periodo 2014-2017,

approvati dal Consiglio di Amministrazione della Banca, che recepiscono le più recenti

dinamiche macroeconomiche e regolamentari e fanno uso delle migliori previsioni a disposizione del management. In coerenza con il passato ed in linea con le previsioni dello

IAS 36, si è mantenuto un orizzonte temporale di medio periodo di 5 anni, quale periodo di

previsione esplicita. Si precisa che preliminarmente alla predisposizione del budget sono

state effettuate le opportune analisi per scostamento tra preconsuntivo 2012 e budget 2012

per cogliere le cause degli scostamenti e tenerne conto nelle nuove elaborazioni. I flussi

prospettici prevedono, con la dovuta prudenza, un graduale ritorno a condizioni normali di mercato nel medio termine.

In particolare, nell’elaborazione dei dati prospettici si sono utilizzate le seguenti assunzioni:

a) utilizzo di uno scenario che prevede un livello particolarmente compresso dei tassi di

mercato a breve termine fino alla fine del 2014 (tasso euribor a 1 mese pari a 0,10%)

ed un successivo graduale rialzo ; b) normalizzazione dei mercati di raccolta istituzionale e progressiva riduzione degli

spread di emissione fino ad un livello comunque superiore a quello previsto nel Piano

Industriale 2011-2015;

c) un sostanziale mantenimento dell’attuale livello degli impieghi ed una costante

crescita, anche se a livelli modesti, della raccolta complessiva da clientela ordinaria

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135

con attenuazione della pressione competitiva sul lato del pricing anche a seguito della

normalizzazione dei mercati di raccolta istituzionale; d) una graduale riduzione del costo del rischio (= rettifiche di valore nette per

deterioramento crediti / crediti clientela) che si mantiene comunque ad un livello

superiore a quello previsto nel Piano Industriale 2011-2015;

e) Il calcolo delle attività di rischio ponderate (RWA) tiene conto del beneficio derivante

dall’adozione dei modelli interni di rating (segmento corporate già in uso da giugno 2012 e segmento retail a partire dal 2013.

Di seguito i principali Target al 2017 utilizzati ai fini valutativi:

Crediti verso clientela cagr% 2012-2017

RWA Impieghi cagr% 2012-2017

Raccolta diretta cagr% 2012-2017

Risparmio gestito cagr% 2012-2017 Raccolta amministrata cagr% 2012-2017

Raccolta totale cagr% 2012-2017

Proventi Operativi cagr% 2012-2017

- di cui Margine interesse cagr% 2012-2017

- di cui Commissioni nette cagr% 2012-2017

Oneri operativi cagr% 2012-2017

Cost income anno 2017

Costo del credito anno 2017

Mark up medio 2017

Mark down medio 2017 Spread raccolta indiretta 2017

Ai fini della stima del valore in uso è stato utilizzato il criterio del Discounted Cash Flows

(DCF), che desume il valore recuperabile sulla base della somma tra:

1) il valore attuale dei flussi di cassa previsti per il periodo lungo il quale sono effettuate

le proiezioni (2013 – 2017) ad un tasso che esprime la rischiosità di tali flussi (il costo opportunità del capitale)

2) il valore attuale dei flussi di cassa realizzabili oltre il periodo di previsione esplicita (che definisce il c.d. terminal value), ottenuti capitalizzando il flusso di cassa

realizzabile oltre il periodo di previsione esplicita (dal 2018) ad un saggio espressivo

del differenziale tra il costo opportunità del capitale ed il saggio di crescita dei flussi

atteso nel lungo termine (2%). Il flusso di cassa realizzabile oltre il periodo di previsione esplicita muove dal flusso di cassa dell’ultimo anno (il 2017) rettificato:

a) in aumento, per tenere conto di una piena ricomposizione del portafoglio

impieghi a medio lungo termine a condizioni remunerative allineate a quelle

ottenute nel corso del 2012;

b) in diminuzione, per considerare la penalizzazione di reddito che caratterizzerà

gli esercizi successivi al 2017 sino all’integrale rimborso degli impieghi regolati a tassi inferiori rispetto a quelli correnti di mercato.

Il costo opportunità del capitale (cost of equity) è stimato coerentemente con quanto stabilito

dal principio contabile IAS 36 e dalle Linee Guida relative all’impairment test dell’avviamento

in contesti di crisi finanziaria e reale dell’Organismo Italiano di Valutazione (OIV), sulla base del modello “ Capital Asset Pricing Model”:

cost of equity = Risk Free + Beta x Equity Risk Premium

Il costo opportunità del capitale è pari alla somma tra il saggio risk free ed un premio per il

rischio corrispondente al prodotto tra il Beta del titolo ed il premio per il rischio complessivo del mercato (Equity Risk Premium).

La stima di costo opportunità del capitale proprio (coe) nel terminal value è passata da un

valore dell’11,45% dello scorso anno ad un valore del 10,74%. Il saggio di crescita dei redditi di lungo termine è assunto pari al 2% ed è stato mantenuto inalterato all’anno precedente.

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136

Pertanto il saggio di capitalizzazione (coe – g) al 31.12.2012 è pari all’ 8,74%, in riduzione

dello 0,71% rispetto alla misura assunta ai fini di impairment test lo scorso anno. La

riduzione del costo del capitale (coe) è da ricondurre quasi per intero alla riduzione di stima del saggio risk free, che passa da un valore del 3,11% dello scorso anno ad un valore del

2,44%.

Analisi di sensitività

Ai sensi dello IAS 36 è stata effettuata una analisi di sensitività volta ad identificare la variazione delle variabili chiave (costo opportunità del capitale, costo del rischio e cost income ratio) in grado di rendere il valore recuperabile eguale al valore di carico. Tale analisi

evidenzia come affinché si abbia un valore recuperabile allineato al valore contabile si debba

far uso alternativamente:

a) di una misura di costo del rischio (= rettifiche su impieghi verso clientela / impieghi

verso clientela) lungo tutto il periodo di piano ed oltre il periodo di previsione

esplicita superiore dello 0,67% rispetto a quella utilizzata; b) di un cost income ratio (= oneri operativi / proventi operativi) lungo tutto il periodo di

piano ed oltre il periodo di previsione superiore del 16,57% rispetto a quello utilizzato

nel piano;

c) di un costo opportunità del capitale superiore del 7,87% rispetto a quello utilizzato.

Esiti impairment test

Il test di impairment effettuato in applicazione della metodologia sopra riportata evidenzia

che il valore recuperabile dell’avviamento è sensibilmente superiore al suo valore contabile e pertanto non si riscontrano impairment loss.

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137

12.2 Attività immateriali: variazioni annue

Durata definita Durata indefinita Durata definita Durata indefinita

A. Esistenze iniziali 6.899 - - - - 6.899

A.1 Riduzione di valore totali nette - - - - - -

A.2 Esistenze iniziali nette 6.899 - - - - 6.899

B. Aumenti - - - - - -

B.1 Acquisti - - - - - -

B.2 Incrementi di attività immateriali interne X - - - - -

B.3 Riprese di valore X - - - - -

B.4 Variazioni positive di fair value - - - - -

- a patrimonio netto X - - - - -

- a conto economico X - - - - -

B.5 Differenze di cambio positive - - - - - -

B.6 Altre variazioni - - - - - -

C. Diminuzioni - - - - - -

C.1 Vendite - - - - - -

C.2 Rettifiche di valore - - - - - -

- Ammortamenti X - - - - -

- Svalutazioni - - - - - -

+ patrimonio netto X - - - - -

+ conto economico - - - - - -

C.3 Variazioni negative di fair value - - - - -

- a patrimonio netto X - - - - -

- a conto economico X - - - - -

C.4 Trasferimenti alle attività non correnti in

via di dismissione- - - - - -

C.5 Differenze di cambio negative - - - - - -

C.6 Altre variazioni - - - - - -

D. Rimanenze finali nette 6.899 - - - - 6.899

D.1 Rettifiche di valore totali nette - - - - - -

E. Rimanenze finali lorde 6.899 - - - - 6.899

F. Valutazione al costo - - - - - -

Altre attività immateriali: generate

internamente Altre attività immateriali: altre

31/12/2012Avviamento

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138

12.3 Altre informazioni

Si forniscono le seguenti ulteriori informazioni:

a) non vi sono impedimenti alla distribuzione agli azionisti delle plusvalenze relative

alle attività immateriali rivalutate; b) non vi sono attività immateriali acquisite per concessione governativa;

c) non vi sono attività immateriali costituite a garanzia di propri debiti;

d) non vi sono impegni per l’acquisto di attività immateriali;

e) non vi sono attività immateriali oggetto di operazioni di locazione.

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Sezione 13 Le attività fiscali e le passività fiscali - Voce 130 dell’attivo

e Voce 80 del passivo -

13.1 Attività per imposte anticipate: composizione

Ammontare delle

differenze

temporanee

Effetto fiscale

(aliquota IRES

27,5%, 5,57%

IRAP)

Ammontare delle

differenze

temporanee

Effetto fiscale

(aliquota IRES

27,5%, 5,57%

IRAP)

Imposte anticipate con contropartita a conto economico 40.685 11.239 32.577 8.777

- Crediti 36.792 10.118 27.534 7.572

- Attività materiali 994 320 1.713 286

- Fondi per rischi ed oneri 2.726 750 2.511 694

- Costi del Personale - - 767 211

- Altre minori 173 51 52 14

Imposte anticipate con contropartita a patrimonio netto 145 44 93 31

- Costi del Personale 83 23 - -

- Valutazione titoli e partecipazioni AFS 62 21 93 31

Totale imposte anticipate iscritte 40.830 11.283 32.670 8.808

Totale imposte anticipate iscrivibili 40.830 11.283 32.670 8.808

Totale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

13.2 Passività per imposte differite: composizione

Ammontare delle

differenze

temporanee

Effetto fiscale

(aliquota IRES

27,5%, 5,57%

IRAP)

Ammontare delle

differenze

temporanee

Effetto fiscale

(aliquota IRES

27,5%, 5,57%

IRAP)

Imposte differite con contropartita a conto economico 3.729 1.188 4.202 1.124

- Attività materiali in leasing 257 85 257 85

- Attività materiali 522 127 1.326 187

- Avviamento 2.950 976 2.360 781

- Costi del Personale - - 259 71

Imposte differite con contropartita a patrimonio netto 101 33 104 98

- Valutazione titoli e partecipazioni AFS 101 33 - -

- Costi del personale - - 104 98

Totale imposte differite iscritte 3.830 1.221 4.306 1.222

Totale imposte differite iscrivibili 3.830 1.221 4.306 1.222

Totale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

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140

13.3 Variazioni delle imposte anticipate (in contropartita del conto economico)

1. Importo iniziale 8.777 5.634

2. Aumenti 3.370 3.633

2.1 Imposte anticipate rilevate nell'esercizio 3.370 3.626

a) relative a precedenti esercizi 321 31

b) dovute al mutamento dei criteri contabili - -

c) riprese di valore - -

d) altre 3.049 3.595

2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali - 7

2.3 Altri aumenti - -

2.4 Operazioni di aggregazione aziendale - -

3. Diminuzioni (907) (490)

3.1 Imposte anticipate annullate nell'esercizio (907) (490)

a) rigiri (907) (490)

b) svalutazioni per sopravvenuta irrecuperabilità - -

c) mutamento dei criteri contabili - -

d) altre - -

3.2 Riduzioni di aliquote fiscali - -

3.3 Altre diminuzioni - -

a) trasformazione in crediti d'imposta di cui alla L. 214/2011 - -

b) altre - -

4. Importo finale 11.240 8.777

Totale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

13.3.1 Variazioni delle imposte anticipate di cui alla Legge 214/2011 (in contropartita

del conto economico)

1. Importo iniziale 7.438 4.516

2. Aumenti 2.946 3.195

3. Diminuzioni (467) (273)

3.1 Rigiri (467) (273)

3.2 Trasformazione in crediti d'imposta - -

a) derivante da perdite di esercizio - -

b) derivante da perdite fiscali - -

3.3 Altre diminuzioni - -

4. Importo finale 9.917 7.438

Totale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

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141

13.4 Variazioni delle imposte differite (in contropartita del conto economico)

Totale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

1. Importo iniziale 1.124 942

2. Aumenti 207 247

2.1 Imposte differite rilevate nell'esercizio 207 224

a) relative a precedenti esercizi 12 28

b) dovute al mutamento di criteri contabili - -

c) altre 195 196

2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali - 23

2.3 Altri aumenti - -

3. Diminuzioni (143) (65)

3.1 Imposte differite annullate nell'esercizio (143) (65)

a) rigiri (143) (65)

b) dovute al mutamento di criteri contabili - -

c) altre - -

3.2 Riduzioni di aliquote fiscali - -

3.3 Altre diminuzioni - -

4. Importo finale 1.188 1.124

13.5 Variazioni delle imposte anticipate (in contropartita del patrimonio netto)

1. Importo iniziale 31 5

2. Aumenti 36 26

2.1 Imposte anticipate rilevate nell'esercizio 36 26

a) relative a precedenti esercizi - -

b) dovute al mutamento di criteri contabili - -

c) altre 36 26

2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali - -

2.3 Altri aumenti - -

3. Diminuzioni (24) -

3.1 Imposte anticipate annullate nell'esercizio (24) -

a) rigiri (24) -

b) svalutazioni per sopravvenuta irrecuperabilità - -

c) dovute al mutamento dei criteri contabili - -

d) altre - -

3.2 Riduzioni di aliquote fiscali - -

3.3 Altre diminuzioni - -

4. Importo finale 43 31

Totale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

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142

13.6 Variazioni delle imposte differite (in contropartita del patrimonio netto)

Totale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

1. Importo iniziale 98 103

2. Aumenti 33 -

2.1 Imposte differite rilevate nell'esercizio 33 -

a) relative a precedenti esercizi - -

b) dovute al mutamento dei criteri contabili - -

c) altre 33 -

2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali - -

2.3 Altri aumenti - -

3. Diminuzioni (98) (5)

3.1 Imposte differite annullate nell'esercizio (98) (5)

a) rigiri (98) (5)

b) dovute al mutamento dei criteri contabili - -

c) altre - -

3.2 Riduzione di aliquote fiscali - -

3.3 Altre diminuzioni - -

4. Importo finale 33 98

13.7 Altre informazioni

Totale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

Acconti versati al Fisco 2.438 1.809

Credito d'imposta 30 538

2.468 2.347

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143

Sezione 14 Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione e passività associate - Voce 140 -

Per la Banca non esiste la fattispecie.

Sezione 15 Altre attività - Voce 150 -

15.1 Altre attività: composizione

Totale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

Partite connesse alle operazioni in Covered Bond 27.202 7.332

Altre attività - consolidato fiscale 4.957 3.477

Acconti imposta di bollo su documenti e atti bancari 3.121 3.339

Partite in corso di lavorazione 1.246 691

Migliorie su immobili di terzi 945 654

Competenze da incassare 542 920

Partite viaggianti 409 1.161

Scarti valuta su operazioni in cambi e portafoglio 298 -

Assegni tratti su terzi 13 10

Altre partite 731 1.024

TOTALE 39.464 18.608

Le partite connesse alle operazioni in Covered Bond rappresentano il differenziale tra il

prestito subordinato erogato alla società veicolo ed il debito verso la stessa che rappresenta il valore residuo dei crediti ceduti a garanzia.

I crediti per consolidato fiscale rappresentano gli acconti ed i crediti per imposte dirette

trasferiti alla Capogruppo in ossequio alla normativa del c.d. “consolidato fiscale nazionale”.

Le altre partite ricomprendono ratei e risconti non ricondotti per complessivi 99 mila euro.

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144

PASSIVO

Sezione 1 Debiti verso banche - Voce 10 -

1.1 Debiti verso banche: composizione merceologica

Tipologia operazioni/ValoriTotale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

1. Debiti verso banche centrali - -

2. Debiti verso banche 38.328 299.131

2.1 Conti correnti e depositi liberi 16.453 25.134

2.2 Depositi vincolati 6.321 257.010

2.3 Finanziamenti 13.139 16.097

2.3.1 Pronti contro termine passivi - -

2.3.2 Altri 13.139 16.097

2.4 Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali - -

2.5 Altri debiti 2.415 890

Totale 38.328 299.131

Fair Value 32.328 299.131

La voce “Conti correnti e depositi liberi” e “Depositi vincolati” è costituita principalmente da

rapporti accesi con le banche del Gruppo; la diminuzione di entrambe le voci è ascrivibile ai rapporti con la Capogruppo.

La voce “altri debiti” rappresenta i debiti di funzionamento.

1.2 Dettaglio della voce 10 “Debiti verso banche”: debiti subordinati

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

1.3 Dettaglio della voce 10 “Debiti verso banche”: debiti strutturati

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

1.4 Debiti verso banche oggetto di copertura specifica

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

1.5 Debiti per leasing finanziario

Non sono presenti debiti per locazioni finanziarie.

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Sezione 2 Debiti verso clientela - Voce 20 -

2.1 Debiti verso clientela: composizione merceologica

Tipologia operazioni /ValoriTotale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

1. Conti correnti e depositi liberi 807.424 838.207

2. Depositi vincolati 66.471 8.664

3. Finanziamenti 2.803 61.562

3.1 Pronti contro termine passivi 1.969 60.541

3.2 Altri 834 1.021

4. Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali - -

5. Altri debiti 5.891 9.186

Totale 882.589 917.619

Fair Value 882.589 917.619

L’incremento di 57.807 migliaia di euro dei depositi vincolati con clientela ordinaria è

attribuibile ai depositi a scadenza fissa denominati “Conto Deposito”; tale aumento è compensato dalla contrazione dell’aggregato dei Pronti contro Termine (-58.572 migliaia di

euro).

La voce “Altri debiti” è costituita prevalentemente da passività per assegni propri in

circolazione .

2.2 Dettaglio della voce 20 “Debiti verso clientela”: debiti subordinati

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

2.3 Dettaglio della voce 20 “Debiti verso clientela”: debiti strutturati

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

2.4 Debiti verso clientela oggetto di copertura specifica

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

2.5 Debiti per leasing finanziario

Totale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

Debito residuo verso società di leasing

- entro 1 anno 185 188

- tra 1 e 5 anni 649 769

- oltre 5 anni - 64

Valori contabili netti in migliaia di euro al 31 dicembre 2012:

Terreni 600

Fabbricati 1.002

Si forniscono informazioni in merito ai contratti di locazione finanziaria immobiliare

entrambi stipulati con UBI Leasing Spa relativi a:

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1) Stabile sito a Cazzago San Martino (Brescia) via A. Gallo n° 2, adibito ad uso

strumentale, con canone di locazione determinato in base alla durata di mesi 144, al suddetto canone è applicata un’indicizzazione pari all’Euribor tre mesi più uno

spread di 1,88% con periodicità mensile. Il contratto prevede, per detto immobile, la

facoltà di acquisto tra le parti al prezzo di riscatto di 4.735,64 euro oltre IVA.

2) Stabile sito a Bormio (Brescia) via Peccedi n°9 adibito ad uso strumentale, con

canone di locazione determinato in base alla durata di mesi 48, al suddetto canone è applicata un’indicizzazione pari all’Euribor tre mesi con periodicità trimestrale più

uno spread di 0,60%. Il contratto prevede, per detto immobile, la facoltà di acquisto

tra le parti al prezzo predeterminato di euro 11.500,00 migliaia oltre IVA.

Le scadenze dei contratti in essere sono previste entro aprile 2017.

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147

Sezione 3 Titoli in circolazione - Voce 30 -

3.1 Titoli in circolazione: composizione merceologica

Tipologia titoli/Valori Fair Value Fair Value

Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3

A. Titoli

1. obbligazioni 713.091 - 696.902 - 677.629 - 628.168 -

1.1 strutturate 245.653 - 230.691 - 240.756 - 202.569 -

1.2 altre 467.438 - 466.211 - 436.873 - 425.599 -

2. altri titoli 123.015 - 123.015 - 17.580 - 17.580 -

2.1 stutturati - - - - - - - -

2.2 altri 123.015 - 123.015 - 17.580 - 17.580 -

Totale 836.106 - 819.917 - 695.209 - 645.748 -

Totale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

Valore

Bilancio

Valore

Bilancio

Il valore di bilancio dei prestiti obbligazionari riservati alla Capogruppo ammonta a 253.385

migliaia di euro, in linea rispetto ai dati consuntivi 2011.

Le obbligazioni strutturate collocate presso la clientela sono prevalentemente del tipo step up/down e tasso fisso.

Gli altri titoli sono rappresentati da certificati di deposito in euro e in valuta; nel corso del

2012 la raccolta in certificati in moneta di conto si è incrementata di 106.927 migliaia di

euro, mentre i certificati in valuta, sostanzialmente rappresentati da CD denominati in Yen,

sono risultati pari a 7.084 migliaia di euro (-1.491 migliaia di euro rispetto a dicembre 2011); il calo è ascrivibile per 0,541 alla riduzione dei volumi e per 0,948 all’ andamento

negativo del cambio.

3.2 Dettaglio della voce 30 “Titoli in circolazione”: titoli subordinati

Denominazione Tasso Consistenza al

31/12/2012

IT0004346364 - BVC 08/18 TV% CALL 8/V SUB 1,68% 10.008

Il titolo sopra indicato è stato emesso in data 14 marzo 2008, ed ha una durata di dieci anni, con una facoltà di rimborso anticipato a favore dell’emittente dal quinto anno

dall’emissione. Il rendimento del titolo è indicizzato all’Euribor a tre mesi con uno spread

dell’1,50%, che sale al 2,30% qualora l’opzione call non venga esercitata. L’obbligazione, di

valore nominale pari a 10 milioni di euro, è stata integralmente sottoscritta dalla

Capogruppo.

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148

3.3 Titoli in circolazione oggetto di copertura specifica

Totale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

1. Titoli oggetto di copertura specifica del fair value: 374.759 368.963

a) rischio di tasso di interesse 374.759 368.963

b) rischio di cambio - -

c) più rischi - -

2. Titoli oggetto di copertura specifica dei flussi finanziari: 7.084 7.913

a) rischio di tasso di interesse - -

b) rischio di cambio 7.084 7.913

c) altro - -

Nella tabella sono riportati i valori di bilancio delle obbligazioni coperte dal rischio di tasso di interesse (indicate alla riga 1.a) e dei certificati di deposito in yen coperti in cash flow hedging (indicati alla riga 2.b).

Il fair value dei derivati di copertura è iscritto, a seconda del segno, nelle apposite voci

dell’attivo o del passivo dello Stato Patrimoniale.

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Sezione 4 Passività finanziarie di negoziazione - Voce 40 -

4.1 Passività finanziarie di negoziazione: composizione merceologica

L1 L2 L3 L1 L2 L3

A. Passività per cassa

1. Debiti verso banche - - - - - - - - - -

2. Debiti verso clientela - - - - - - - - - -

3. Titoli di debito - - - - - - - - - -

3.1 Obbligazioni - - - - - - - - - -

3.1.1 Strutturate - - - - X - - - - X

3.1.2 Altre obbligazioni - - - - X - - - - X

3.2 Altri titoli - - - - - - - - - -

3.2.1 Strutturati - - - - X - - - - X

3.2.2 Altri - - - - X - - - - X

Totale A - - - - - - - - - -

B. Strumenti derivati

1. Derivati finanziari X - 3.989 - X - 4.522 -

1.1 Di negoziazione X - 3.989 - X X - 4.522 - X

1.2 Connessi con la fair value option X - - - X X - - - X

1.3 Altri X - - - X X - - - X

2. Derivati creditizi X - - - X - - -

2.1 Di negoziazione X - - - X X - - - X

2.2 Connessi con la fair value option X - - - X X - - - X

2.3 Altri X - - - X X - - - X

Totale B X - 3.989 - X X - 4.522 - X

Totale (A+B) - - 3.989 - - - - 4.522 - -

Tipologia operazioni/Valori

Totale

31/12/2012

FVFV

Totale

31/12/2011

FV*VN FV* VN

Legenda:

FV = fair value

FV* = fair value calcolato escludendo le variazioni di valore dovute al cambiamento del merito creditizio

dell’emittente rispetto alla data di emissione. VN = valore nominale o nozionale

L1 = Livello 1 L2 = Livello 2 L3 = Livello 3

La voce è relativa alle valutazioni negative dei contratti derivati di negoziazione pareggiati

che trovano naturale contropartita nella corrispondente voce dell’attivo.

4.2 Dettaglio della voce 40 “Passività finanziarie di negoziazione”: passività

subordinate

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

4.3 Dettaglio della voce 40 “Passività finanziarie di negoziazione”: debiti strutturati

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

4.4 Passività finanziarie per cassa (esclusi “scoperti tecnici) di negoziazione:

variazioni annue

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

Sezione 5 Passività finanziarie valutate al fair value - Voce 50 - Per la Banca non esiste tale fattispecie.

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Sezione 6 Derivati di copertura - Voce 60 -

6.1 Derivati di copertura: composizione per tipologia di copertura e per livelli

gerarchici

L1 L2 L3 L1 L2 L3

A. Derivati finanziari - 11.001 - 153.497 - 7.142 - 129.973

1) Fair value - 9.895 - 146.411 - 7.142 - 129.973

2) Flussi finanziari - 1.106 - 7.086 - - - -

3) Investimenti esteri - - - - - - - -

B. Derivati creditizi - - - - - - - -

1) Fair value - - - - - - - -

2) Flussi finanziari - - - - - - - -

Totale - 11.001 - 153.497 - 7.142 - 129.973

VN

31/12/2011

Fair Value 31/12/2012 Fair Value 31/12/2011VN

31/12/2012

Legenda:

VN = valore nozionale L1 = Livello 1 L2 = Livello 2

L3 = Livello 3

Il dato indicato al rigo A1 della tabella rappresenta il fair value negativo dei derivati di

copertura dei mutui.

L’importo di 1.106 mila euro iscritto al rigo A2 derivati su “flussi finanziari” è costituito dal fair value negativo dei Domestic Currency Swap connessi all’emissione di Certificati di

Deposito in yen. Al 31 dicembre 2011, l’importo di 835 mila euro era iscritto nell’analoga

voce dell’attivo.

6.2 Derivati di copertura: composizione per portafogli coperti e per tipologia di

copertura

Rischio

di tasso

Rischio

di cambio

Rischio

di credito

Rischio

di prezzoPiù rischi

1. Attività finanziarie disponibili

per la vendita- - - - - X - X X

2. Crediti 891 - - X - X - X X

3. Attività finanziarie detenute

sino alla scadenzaX - - X - X - X X

4. Portafoglio x x x x X 8.995 X - X

5. Altre operazioni - - - - - X - X -

Totale Attività 891 - - - - 8.995 - - -

1. Passività finanziarie 9 - - X - X 1.106 X X

2. Portafoglio - - X

Totale Passività 9 - - - - - 1.106 - -

1. Transazioni attese X X X X X X - X X

2. Portafoglio di attività e

passività finanziarieX X X X X - X - -

Flussi Finanziari

Investimenti

esteri

Specifica

Generica Specifica Generica

Operazioni / Tipo di

copertura

Fair Value

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151

Sezione 7 Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica -Voce 70 -

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

Sezione 8 Passività fiscali -Voce 80 -

Fondo

imposte dirette

Saldo 31/12/2011 3.318

Accantonamento 1.961

Utilizzi per pagamento imposte (2.162)

Altre variazioni -

Saldo 31/12/2012 3.117

La tabella sopra riportata rappresenta la movimentazione delle passività fiscali correnti

avvenuta nell’esercizio. Si specifica che la Banca aderisce al c.d. “Consolidato fiscale nazionale”, ai sensi dell’art. 117 e seguenti del D.P.R. 917 del 22 dicembre 1986 e

successive modifiche ed integrazioni, pertanto crediti e debiti relativi all’IRES sono stati

trasferiti alla Capogruppo e vengono iscritti in bilancio tra le altre attività e passività; le

movimentazioni della tabella si riferiscono all’IRAP.

La composizione e la movimentazione delle passività fiscali differite sono esposte con le attività fiscali anticipate, alla sezione 13 dell’attivo.

Sezione 9 Passività associate ad attività in via di dismissione - Voce 90 - Per la Banca non esiste tale fattispecie.

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Sezione 10 Altre passività - Voce 100 -

10.1 Altre passività: composizione

Totale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

Altre passività - consolidato fiscale 3.208 4.743

Competenze e contributi relativi al personale 3.202 1.165

Debiti verso l'erario per ritenute da versare 3.450 2.266

Somme a disposizione della clientela 17 -

Partite in lavorazione 1.657 682

Debiti verso fornitori 2.926 3.057

Scarti valuta su operazioni in cambi e portafoglio commerciale 28.169 10.581

Partite viaggianti con le filiali 192 189

Deterioramento garanzie rilasciate e impegni 732 488

Altre partite 5.058 4.024

Totale 48.611 27.195

I debiti per consolidato fiscale sono costituiti dal debito verso la Capogruppo per l’imposta

sul reddito della società trasferita ai sensi della normativa sul “consolidato fiscale

nazionale”.

I debiti per competenze relative al personale includono il debito residuo verso INPS per oneri relativi ai piani di esodi incentivati, che ammonta a circa 2.454 migliaia di euro (212 mila

euro al 31 12 2011). Essi includono inoltre i debiti verso dipendenti per altre componenti

retributive ad erogazione differita.

Le altre partite ricomprendono ratei e risconti non ricondotti per circa 623 migliaia di euro.

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153

Sezione 11 Trattamento di fine rapporto del personale - Voce 110 -

11.1 Trattamento di fine rapporto del personale: variazioni annue

Totale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

A. Esistenze iniziali 7.093 7.027

B. Aumenti 1.125 309

B.1 Accantonamento dell'esercizio - -

B.2 Altre variazioni 1.125 309

C. Diminuzioni (379) (243)

C.1 Liquidazioni effettuate (379) (243)

C.2 Altre variazioni - -

D. Rimanenze finali 7.839 7.093

Le altre variazioni in aumento comprendono la perdita attuariale del periodo per 806

migliaia di euro contabilizzata, al netto del relativo effetto fiscale per euro 222 migliaia, a

“Riserva da Valutazione”. Sono altresi’ compresi gli oneri maturati nel corso dell’esercizio

contabilizzati a conto economico.

11.2 Altre informazioni

Prospetto di sintesi delle Basi Tecniche adottate per la valutazione del Fondo TFR

31/12/2012

Tasso di mortalità Sono state utilizzate le tavole RGS48 opportunamente modificate sulla base dei dati storici aziendali.

Tasso di turn over È’ stata utilizzata apposita tavola ricavata da opportune perequazioni dei dati storici aziendali degli ultimi anni.

Anticipazioni di TFR La probabilità di anticipazione è stata posta pari al 100%, mentre l’importo medio richiesto, determinato sulla base della norma civilistica introdotta con la Legge Finanziaria 2007, è stato stimato pari al 100%.

Tassi di inflazione Lo scenario inflazionistico che si prevede si possa attestare nel lungo periodo ha portato ad utilizzare un tasso pari al 2% annuale

Tassi di attualizzazione Per la valutazione al 31.12.2012 è stata utilizzata la curva dei tassi EUR composite A al 31 dicembre 2012.

31/12/2011

Tasso di mortalità Sono state utilizzate le tavole RGS48 opportunamente modificate sulla base dei dati storici aziendali.

Tasso di turn over È’ stata utilizzata apposita tavola ricavata da opportune perequazioni dei dati storici aziendali degli ultimi anni.

Anticipazioni di TFR La probabilità di anticipazione è stata posta pari al 100%, mentre l’importo medio richiesto, determinato sulla base della norma civilistica introdotta con la Legge Finanziaria 2007, è stato stimato pari al 100%.

Tassi di inflazione Lo scenario inflazionistico che si prevede si possa attestare nel lungo periodo ha portato ad utilizzare un tasso pari al 2% annuale

Tassi di attualizzazione Per la valutazione al 31.12.2011 è stata utilizzata la curva dei tassi EUR composite A al 31 dicembre 2011.

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Sezione 12 Fondi per rischi e oneri - Voce 120 -

12.1 Fondi per rischi e oneri: composizione

Voci / ValoriTotale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

1. Fondi di quiescenza aziendali - -

2. Altri fondi rischi e oneri 2.083 2.903

2.1 controversie legali 1.349 1.377

2.2 oneri per il personale 481 1.422

2.3 altri 253 104

Totale 2.083 2.903

I rischi per controversie legali riguardano principalmente contestazioni per cause legali da

clientela.

I fondi oneri per il personale sono costituiti da accantonamenti per premio aziendale e

accordi sindacali, passività ancora incerte nell’ammontare.

In particolare, in relazione ai rischi legali si veda anche quanto riportato nella sezione 4,

Parte E della presente Nota Integrativa.

12.2 Fondi per rischi e oneri: variazioni annue

Fondi di quiescenza Altri fondi Totale

A. Esistenze iniziali - 2.903 2.903

B. Aumenti - 1.037 1.037

B.1 Accantonamento dell'esercizio - 969 969

B.2 Variazioni dovute al passare del tempo - 18 18

B.3 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto - 43 43

B.4 Altre variazioni - 7 7

C. Diminuzioni - (1.857) (1.857)

C.1 Utilizzo dell'esercizio - (721) (721)

C.2 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto - - -

C.3 Altre variazioni - (1.136) (1.136)

D. Rimanenze finali - 2.083 2.083

Le principali voci in aumento dell’esercizio sono relative agli accantonamenti per rischi

connessi a cause legali per 357 migliaia di euro, revocatorie e altro per 150 migliaia di euro,

nonché a oneri futuri per il personale per 462 migliaia di euro.

Gli utilizzi si riferiscono principalmente al pagamento di oneri del personale per 470 migliaia

di euro e alla chiusura di cause legali per 250 migliaia di euro.

Le principali variazioni in diminuzione riguardano principalmente rilasci di fondi a fronte di

oneri del personale per 940 migliaia di euro e al rilascio di fondi accantonati a fronte di

contenzioso legale per 196 migliaia di euro.

12.3 Fondi di quiescenza aziendali a benefici definiti

Non sono presenti fondi di quiescenza aziendali a prestazione definita.

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12.4 Fondi per rischi e oneri - altri fondi

AccantonamentiAltre

variazioniUtilizzi

Altre

variazioni

Controversie legali 1.377 357 61 250 196 1.349

Oneri per il personale 1.422 462 7 470 939 482

Altri fondi 104 150 - - - 254

di cui per azioni revocatorie - 89 - - - 89

Totale 2.903 969 68 720 1.135 2.085

31/12/2011

Aumenti Diminuzioni

31/12/2012

Gli “altri fondi per rischi ed oneri - altri fondi” includono accantonamenti per revocatorie,

contestazioni e reclami su investimenti finanziari.

Le stime sono state effettuate analiticamente sulle singole posizioni, nel caso in cui la

controparte abbia già intrapreso un’azione giudiziaria sulla base del rischio potenziale

stimato su serie storico-statistiche od in caso di presenza di elementi oggettivi di rischio (es.

presenza di reclami), non ancora concretizzatisi in azioni giudiziarie. I fondi rischi sono stati

iscritti in bilancio al valore attuale, determinato in via analitica sulla singola controversia, tenendo conto delle differenti date in cui si prevede l’esborso finanziario.

Passività potenziali - contenzioso fiscale

Con riguardo alle annualità 1977 e 1980, l’Ufficio delle Imposte Dirette di Breno emetteva

avvisi di accertamento per maggiore IRPEG ed ILOR a fronte dei quali la Banca effettuava tempestivi ricorsi. Nel 1985, alla Commissione Tributaria di I° grado di Brescia, le cui

decisioni sono state oggetto di appello ed in esito al quale la Commissione Tributaria di II°

grado di Brescia confermava in parte i rilievi dell’Ufficio, dichiarando corretto l’accertamento

del maggior imponibile IRPEG ed ILOR con riguardo alla contestazione della deducibilità

integrale di taluni costi siccome non riferibili a ricavi interamente tassabili. Da tali pronunce

conseguiva la debenza di maggiori imposte per complessivi euro 51.000 circa, oltre sanzioni ed interessi (dal 1977 / 1980), da cui una passività potenziale complessiva di circa euro

112.000.

Avverso le decisioni di II° grado, l’Ufficio e la Banca hanno proposto ricorso alla

Commissione Tributaria Centrale di Roma. Quest’ultima, con decisioni del 14 e 15 luglio

2010, confermava la decisioni di II° grado parzialmente sfavorevoli.

Per l’effetto, stante le argomentazioni a favore della correttezza dell’operato della Banca, il 29 luglio 2011 (data di notifica a controparte) sono stati proposti ricorsi alla Corte di

Cassazione contro le pronunce della Commissione Tributaria Centrale.

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156

Sezione 13 Azioni rimborsabili - Voce 140 -

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

Sezione 14 Patrimonio d’impresa - Voci 130, 150, 160, 170, 180, 190 e 200 -

14.1 “Capitale” e “Azioni proprie”: composizione

Totale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

Nr azioni ORDINARIE 2.738.693 2.738.693

da nominale Euro cadauna 1,00 1,00

Nr azioni PROPRIE - -

da nominale Euro cadauna - -

Il capitale è interamente sottoscritto e versato ed è costituito da n. 2.738.693 azioni

ordinarie del valore nominale di un euro.

14.2 Capitale - Numero azioni: variazioni annue

Nel corso dell’esercizio non è stata rilevata alcuna variazione in merito al numero delle

azioni.

14.3 Capitale: altre informazioni

Diritti, privilegi e vincoli sulle azioni

Sulle azioni della banca non vi sono né privilegi né pegni e, per quanto riguarda i vincoli alla distribuzione dei dividendi e nel rimborso del capitale si rimanda al prospetto di riepilogo

delle voci di patrimonio netto distinte secondo l’origine e con l’indicazione della possibilità di

utilizzo e distribuibilità ai sensi dell’art. 2427 comma 1, n. 7 bis c.c. riportata più avanti

nella presente sezione.

14.4 Riserve di utili: altre informazioni

Le riserve di utili ammontano ad euro 69.309 migliaia con un incremento di 678

migliaia di euro per il riparto utili dell’esercizio precedente e sono costituite da :

• Riserva legale per euro 2.135 migliaia; • Riserva straordinaria euro 31.419 migliaia, al netto delle Riserve da First Time

Adoption (1.991 migliaia di euro);

• Riserva per utili/perdite attuariali al 31.12.2006 per 257 migliaia euro;

• Riserva statutaria euro 2.094 migliaia;

• Fondo Riserva Legge 124/1993 art. 13, per 15 migliaia di euro;

• Fondo Riserva Legge 461 del 23/12/1998, per 8.136 migliaia di euro; • Riserva speciale, per 20.968 migliaia di euro;

• Fondo Rischi Bancari Generali, per 6.270 migliaia di euro.

• Riserve negative da Fta per 1.956 migliaia di euro;

• Riserve negative costituite ai sensi dello Ias 37 e dello Ias 19 per 29 migliaia di

euro.

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Composizione del Patrimonio netto secondo origine, disponibilità e distribuibilità al 31/12/2012

per copertura

perditeper altre ragioni

A) CAPITALE

-Capitale sociale 2.739 - - 1.324 nessun utilizzo nessun utilizzo

B) RISERVE DI CAPITALE

-Riserva sovrapprezzo azioni 27.895 A B C 27.895 - nessun utilizzo (2)

C) RISERVE DI UTILI

- Riserva legale (3) 2.135 A B C 1.587 - nessun utilizzo nessun utilizzo

- Riserva straordinaria 44.097 A B C 44.097 - nessun utilizzo (4)

- Riserva statutaria 2.094 A B C 2.094 - nessun utilizzo nessun utilizzo

- Altre riserve 20.968 A B C 20.968 - nessun utilizzo nessun utilizzo

- Riserva D.Lgs. n. 124/93 15 A B - 15 nessun utilizzo nessun utilizzo

D) RISERVE DI ALTRA NATURA

- Riserva da valutazione Ias (6) 2.229 A B - 2.229 nessun utilizzo (5)

- Riserva di rivalutazione L. 72/83 1.623 A B - 1.623 nessun utilizzo nessun utilizzo

- Riserva di rivalutazione L. 413/91 8.524 A B - 8.524 nessun utilizzo nessun utilizzo

- Riserva di rivalutazione L. 350/03 67 - - - nessun utilizzo nessun utilizzo

- Riserva da val. strumenti fin. Dest. Vendita (6) (1.112) - - - nessun utilizzo nessun utilizzo

TOTALE 111.274 96.641 13.715

-Utile dell'esercizio 2012 1.150 - - - - -

TOTALE PATRIMONIO 112.424 96.641 13.715

IMPORTO POSSIBILITA' DI

UTILIZZAZIONE

QUOTA

DISPONIBILE

VINCOLO

FISCALE (1)

Riepilogo delle utilizzazioni effettuate

nei tre precedenti esercizi

Legenda:

A: per aumento di capitale

B: per copertura perdite C: per distribuzione ai soci

(1) Importi in sospensione d'imposta. (2) Tale riserva è integralmente distribuibile in quanto la riserva legale ha raggiunto il limite stabilito dall'art. 2430 c.c..

(3) La riserva legale ha raggiunto il limite stabilito dall'art. 2430 c.c. Oltre tale limite è dunque liberamente disponibile (4) Nel corso del 2005 la riserva straordinaria è stata ridotta per 3.975 mila euro al fine di coprire le riserve negative che si sono

originate in sede di passaggio ai principi contabili internazionali. (5) Nel corso del 2001, in sede di conversione all'Euro, tale riserva è stata imputata a capitale sociale per 1.324 mila euro. (6) Riserva vincolata ai sensi art.6 del D.lgs 28/02/2005 n.38.

14.5 Strumenti di capitale: composizione e variazioni annue

Non sono presenti strumenti rappresentativi del capitale.

14.6 Altre informazioni

Non sono presenti le fattispecie indicate dallo IAS1, paragrafo 136A, 137 e 80A.

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Altre informazioni

1. Garanzie rilasciate e impegni

Operazioni Importo

31/12/2012

Importo

31/12/2011

1) Garanzie rilasciate di natura finanziaria 23.612 22.578

a) Banche 2.877 3.043

b) Clientela 20.735 19.535

2) Garanzie rilasciate di natura commerciale 45.954 38.993

a) Banche 2.860 186

b) Clientela 43.094 38.807

3) Impegni irrevocabili ad erogare fondi 67.906 108.363

a) Banche 118 4.541

i) a utilizzo certo 118 4.541

ii) a utilizzo incerto - -

b) Clientela 67.788 103.822

i) a utilizzo certo 446 747

ii) a utilizzo incerto 67.342 103.075

4) Impegni sottostanti ai derivati su crediti: vendite di protezione - -

5) Attività costituite in garanzia di obbligazioni di terzi 351.691 189.928

6) Altri impegni - -

Totale 489.163 359.862

Il rischio di credito connesso a garanzie rilasciate ed impegni è valutato in modo analogo ai

crediti per cassa. La parte stimata di dubbio esito trova esposizione tra le “Altre passività”.

La quota di impegno verso il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi è esposta nella voce

“Garanzie rilasciate di natura finanziaria, punto a) Banche”.

L’importo inserito al punto 5) include il debito residuo dei mutui ceduti a garanzia dell’operazione di Covered Bond.

2. Attività costituite a garanzia di proprie passività e impegni

PortafogliImporto

31/12/2012

Importo

31/12/2011

1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione - -

2. Attività finanziarie valutate al fair value - -

3. Attività finanziarie disponibili per la vendita - -

4. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza - -

5. Crediti verso banche - -

6. Crediti verso clientela 375 563

7. Attività materiali - -

3. Informazioni sul leasing operativo

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

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4. Gestione e intermediazione per conto terzi

Tipologia serviziImporto

31/12/2012

1. Esecuzione di ordini per conto della clientela

a) Acquisti -

1. Regolati -

2. Non regolati -

b) Vendite -

1. Regolate -

2. Non regolate -

2. Gestioni di portafogli -

a) individuali -

b) collettive -

3. Custodia e amministrazione di titoli 1.207.022

a) titoli di terzi in deposito : connessi con lo svolgimento di banca depositaria (escluse le gestioni di portafogli) -

1. titoli emessi dalla banca che redige il bilancio -

2. altri titoli -

b) Titoli di terzi in deposito (escluse gestioni di portafogli): altri 1.205.351

1. titoli emessi dalla banca che redige il bilancio 456.408

2. altri titoli 748.943

c) titoli di terzi depositati presso terzi 1.028.133

d) titoli di proprietà depositati presso terzi 1.671

4) Altre operazioni 355.307

Il dato riportato al punto 4) “Altre operazioni” è relativo al controvalore delle operazioni di

trasmissione e raccolta ordini di acquisto e vendita, ricevute dalla Clientela ordinaria ed

eseguite per il tramite di Società del Gruppo.

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Parte C - Informazioni sul conto economico

Sezione 1 Gli interessi - Voci 10 e 20 -

1.1 Interessi attivi e proventi assimilati: composizione

Voci / Forme tecniche Titoli di Debito Finanziamenti Altre operazioniTotale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione - - - - -

2. Attività finanziarie disponibili per la vendita 68 - - 68 47

3. Attività finanziarie detenute fino alla scadenza - - - - -

4. Crediti verso banche - 336 - 336 1.646

5. Crediti verso clientela - 63.141 - 63.141 66.924

6. Attività finanziarie valutate al fair value - - - - -

7. Derivati di copertura X X 1.480 1.480 2.247

8. Altre attività x x - - -

Totale 68 63.477 1.480 65.025 70.864

La voce “Crediti verso clientela-finanziamenti” comprende interessi per 7.091 migliaia di euro maturati sui crediti ceduti a garanzia delle emissioni di Covered Bond (6.332 migliaia

di euro al 31 dicembre 2011);

L’ammontare degli interessi su attività deteriorate è pari a 4.515 migliaia di euro.

La penale di sconfino ammonta a 2.404 migliaia di euro (3.451 al 31 12 2011 – per maggiori informazioni si rimanda a quanto dettagliato nella “Nota Integrativa – Altri Aspetti –

Contabilizzazione della commissione di istruttoria veloce “CIV”).

1.2 Interessi attivi e proventi assimilati: differenziali relativi alle operazioni di

copertura

VociTotale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

A. Differenziali positivi relativi a operazioni di copertura: 8.358 10.776

B. Differenziali negativi relativi a operazioni di copertura: (6.878) (8.529)

C. Saldo (A-B) 1.480 2.247

Gli effetti economici delle operazioni di copertura, in conformità a quanto prescritto dalle

regole di compilazione del bilancio bancario, sono iscritti a conto economico per sbilancio

tra gli interessi attivi, in quanto i differenziali positivi sono in valore assoluto superiori ai

differenziali negativi.

1.3 Interessi attivi e proventi assimilati: altre informazioni

1.3.1 Interessi attivi su attività finanziarie in valuta

VociTotale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

Interessi attivi su attività finanziarie in valuta 250 182

1.3.2 Interessi attivi su operazioni di leasing finanziario

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

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1.4 Interessi passivi e oneri assimilati: composizione

Voci/Forme tecniche Debiti Titoli Altre operazioniTotale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

1. Debiti verso banche centrali - X - - -

2. Debiti verso banche (1.481) X - (1.481) (3.932)

3. Debiti verso clientela (8.715) X (18) (8.733) (5.784)

4. Titoli in circolazione X (19.186) - (19.186) (16.956)

5. Passività finanziarie di negoziazione - - - - -

6. Passività finanziarie valutate al fair value - - - - -

7. Altre passività e fondi X X - - -

8. Derivati di copertura X X - - -

Totale (10.196) (19.186) (18) (29.400) (26.672)

1.5 Interessi passivi e oneri assimilati: differenziali relativi alle operazioni di

copertura

Per tale fattispecie si rimanda a quanto indicato per il punto 1.2 della presente Sezione.

1.6 Interessi passivi e oneri assimilati: altre informazioni

1.6.1 Interessi passivi su passività in valuta

VociTotale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

Interessi passivi su passività in valuta (62) (61)

1.6.2 Interessi passivi su passività per operazioni di leasing finanziario

VociTotale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

Interessi passivi su passività per operazioni di locazione finanziaria (18) (22)

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162

Sezione 2 Le commissioni - Voci 40 e 50 -

2.1 Commissioni attive: composizione

Tipologia servizi/ValoriTotale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

a) garanzie rilasciate 767 694

b) derivati su crediti - -

c) servizi di gestione, intermediazione e consulenza: 7.157 7.067

1. negoziazione di strumenti finanziari 2 6

2. negoziazione di valute 150 263

3. gestioni di portafogli - -

3.1. individuali - -

3.2. collettive - -

4. custodia e amministrazione di titoli 213 220

5. banca depositaria - -

6. collocamento di titoli 2.057 2.059

7. attività di ricezione e trasmissione di ordini 698 563

8. attività di consulenza 9 8

8.1 in materia di investimenti 9 8

8.2 in materia di struttura finanziaria - -

9. distribuzione di servizi di terzi 4.028 3.948

9.1. Gestioni di portafogli 584 640

9.1.1. individuali 584 640

9.1.2. collettive - -

9.2. prodotti assicurativi 1.488 1.414

9.3. altri prodotti 1.956 1.894

d) servizi di incasso e pagamento 3.388 3.245

e) servizi di servicing per operazioni di cartolarizzazione - -

f) servizi per operazioni di factoring - -

g) esercizio di esattorie e ricevitorie - -

h) attività di gestione di sistemi multilaterali di negoziazione - -

i) tenuta e gestione dei conti correnti 4.686 4.779

j) altri servizi 6.993 5.834

k) operazioni di prestito titoli - -

Totale 22.991 21.619

La voce “Collocamento titoli” comprende commissioni per il collocamento di prestiti obbligazionari riconosciute da altre società per 12 migliaia di euro e dalla Capogruppo per

244 migliaia di euro (362 mila euro da altre società e 777 mila euro dalla Capogruppo al

31/12/2011).

Nella voce rientrano anche 1.127 migliaia di euro per commissioni da Ubi Sicav per i nuovi

prodotti “Cedola Certa”, “Protezione e crescita”, “Mercati Emergenti”, “Focus Italia” e Global Dynamic Allocation (49 mila euro nel 2011)

La riduzione della sottovoce “Distribuzione di servizi di terzi: altri prodotti” è principalmente

connessa alle commissioni rivenienti da Banca 24-7 che passano da 297 migliaia di euro a

74 migliaia di euro in seguito alla cessazione, a partire dallo scorso maggio, dell’attività di

collocamento dei finanziamenti ora erogati direttamente dalla Banca.

La voce “Altri servizi” comprende la Commissione di Messa a Disposizione Fondi per

complessivi 6.025 migliaia di euro, 4.529 migliaia nel precedente esercizio.

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Il dettaglio delle commissioni conseguite su altri servizi è riportato nella tabella sottostante.

Dettaglio commissioni "altri servizi"Totale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

- finanziamenti, mutui e CDF 6.412 4.973

- estero 165 201

- altre 416 660

Totale 6.993 5.834

2.2 Commissioni attive: canali distributivi dei prodotti e servizi

Canali/ValoriTotale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

a) Presso propri sportelli: 6.085 6.007

1. Gestioni di portafogli - -

2. Collocamento di titoli 2.057 2.059

3. Servizi e prodotti di terzi 4.028 3.948

b) Offerta fuori sede: - -

1. Gestioni di portafogli - -

2. Collocamento di titoli - -

3. Servizi e prodotti di terzi - -

c) Altri canali distributivi: - -

1. Gestioni di portafogli - -

2. Collocamento di titoli - -

3. Servizi e prodotti di terzi - -

I prodotti e servizi sono interamente collocati presso propri sportelli.

2.3 Commissioni passive: composizione

Servizi/ValoriTotale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

a) garanzie ricevute (10) (10)

b) derivati su crediti - -

c) servizi di gestione e intermediazione: (121) (149)

1. negoziazione di strumenti finanziari (97) (119)

2. negoziazione di valute (8) (10)

3. gestioni di portafogli: - -

3.1. proprie - -

3.2. delegate da terzi - -

4. custodia e amministrazione di titoli (16) (20)

5. collocamento di strumenti finanziari - -

6. offerta fuori sede di strumenti finanziari, prodotti e servizi - -

d) servizi di incasso e pagamento (830) (770)

e) altri servizi (5) 3

f) operazioni di prestito titoli - -

Totale (966) (926)

La voce “c) servizi di gestione e intermediazione” si riferisce principalmente a commissioni di

intermediazione riconosciute alla Capogruppo.

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Sezione 3 Dividendi e proventi simili - Voce 70 -

3.1 Dividendi e proventi simili: composizione

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

Sezione 4 Il risultato netto dell’attività di negoziazione - Voce 80 -

4.1 Il risultato netto dell’attività di negoziazione: composizione

Operazioni/Componenti redditualiPlusvalenze

(A)

Utile da

negoziazione

(B)

Minusvalenze

(C)

Perdite da

negoziazione

(D)

Risultato netto

[(A+B)-(C+D)]

Totale

31/12/2011

1. Attività finanziarie di negoziazione 961 533 - (176) 1.318 (514)

1.1 Titoli di debito 1 42 - - 43 42

1.2 Titoli di capitale - - - - - -

1.3 Quote di O.I.C.R. - - - - - -

1.4 Finanziamenti - - - - - -

1.5 Altre 960 491 - (176) 1.275 (556)

2. Passività finanziarie di negoziazione - - - - - -

2.1 Titoli di debito - - - - - -

2.2 Debiti - - - - - -

2.3 Altre - - - - - -

3. Attività e passività finanziarie: differenze di

cambioX X X X - -

4. Strumenti derivati 176 3.096 (209) (3.269) (1.082) 527

4.1 Derivati finanziari: 176 3.096 (209) (3.269) (1.082) 527

- Su titoli di debito e tassi di interesse 176 3.096 (209) (3.269) (206) (374)

- Su titoli di capitale e indici azionari - - - - - -

- Su valute e oro X X X X (876) 901

- Altri - - - - - -

4.2 Derivati su crediti - - - - - -

Totale 1.137 3.629 (209) (3.445) 236 13

Si precisa che nel rigo 1.5 - Altre e nel rigo 4.1, dettaglio “su valute ed oro”, sono comprese

rispettivamente le componenti negative e positive per circa 1.132 migliaia di euro, tra loro pareggiate, relative ai certificati di deposito “swappati” ed ai correlati domestic currency swap.

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Sezione 5 Il risultato netto dell’attività di copertura - Voce 90 -

5.1 Il risultato netto dell’attività di copertura: composizione

Componenti reddituali/ValoriTotale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

A. Proventi relativi a:

A.1 Derivati di copertura del fair value 3.197 3.682

A.2 Attività finanziarie coperte (fair value ) 2.199 3.689

A.3 Passività finanziarie coperte (fair value ) 1.180 3.074

A.4 Derivati finanziari di copertura dei flussi finanziari - -

A.5 Attività e passività in valuta - -

Totale proventi dell'attività di copertura (A) 6.576 10.445

B. Oneri relativi a:

B.1 Derivati di copertura del fair value (3.980) (6.805)

B.2 Attività finanziarie coperte (fair value ) (9) (142)

B.3 Passività finanziarie coperte (fair value ) (2.834) (3.298)

B.4 Derivati finanziari di copertura dei flussi finanziari - -

B.5 Attività e passività in valuta - -

Totale oneri dell'attività di copertura (B) (6.823) (10.245)

C. Risultato netto dell'attività di copertura (A-B) (247) 200

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Sezione 6 Utili (Perdite) da cessione/riacquisto - Voce 100 -

6.1 Utili (Perdite) da cessione/riacquisto: composizione

Utili Perdite Risultato netto Utili Perdite Risultato netto

Attività Finanziarie

1. Crediti verso banche - - - - - -

2. Crediti verso clientela - - - 33 (19) 14

3. Attività finanziarie disponibili per la vendita - - - - - -

3.1 Titoli di debito - - - - - -

3.2 Titoli di capitale - - - - - -

3.3 Quote di O.I.C.R - - - - - -

3.4 Finanziamenti - - - - - -

4. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza - - - - - -

Totale attività - - - 33 (19) 14

Passività finanziarie

1. Debiti verso banche - - - - - -

2. Debiti verso clientela - - - - - -

3. Titoli di circolazione 19 (429) (410) 47 (226) (179)

Totale passività 19 (429) (410) 47 (226) (179)

Voci/Componenti reddituali

Totale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

Sezione 7 Il risultato netto delle attività/passività finanziarie valutate al fair value - Voce 110 -

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

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Sezione 8 Le rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento - Voce 130 -

8.1 Rettifiche di valore nette per deterioramento di crediti: composizione

Rettifiche di valore Riprese di valore

Specifiche

A. Crediti verso banche - - - - - - - - -

- Finanziamenti - - - - - - - - -

- Titoli di debito - - - - - - - - -

B. Crediti verso clientela (1.011) (15.592) (794) 1.376 5.159 - - (10.862) (18.166)

Crediti deteriorati acquistati - - - - - - - - -

- Finanziamenti - - - - - - - - -

- Titoli di debito - - - - - - - - -

Altri crediti (1.011) (15.592) (794) 1.376 5.159 - - (10.862) (18.166)

- Finanziamenti (1.011) (15.592) (794) 1.376 5.159 - - (10.862) (18.166)

- Titoli di debito - - - - - - - - -

C. Totale (1.011) (15.592) (794) 1.376 5.159 - - (10.862) (18.166)

Totale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

Operazioni/Componenti

redditualiDi portafoglio

Di portafoglio

Da interessi Altre ripreseCancellazioni Altre

Specifiche

Da interessi Altre riprese

8.2 Rettifiche di valore nette per deterioramento di attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

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8.3 Rettifiche di valore nette per deterioramento di attività finanziarie detenute sino alla scadenze: composizione

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

8.4 Rettifiche di valore nette per deterioramento di altre operazioni finanziarie: composizione

Cancellazioni Altre Da interessi Altre riprese Da interessi Altre riprese

A. Garanzie rilasciate - (171) (71) - - - - (242) (119)

B. Derivati su crediti - - - - - - - - -

C. Impegni ad erogare fondi - - (3) - - - - (3) 69

D. Altre operazioni - - - - - - - - -

E. Totale - (171) (74) - - - - (245) (50)

Totale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

Operazioni/Componenti

reddituali

Rettifiche di valore Riprese di valore

Specifiche Di portafoglioSpecifiche

Di portafoglio

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Sezione 9 Le spese amministrative - Voce 150 -

9.1 Spese per il personale: composizione

Tipologia di spese/ValoriTotale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

1) Personale dipendente (22.876) (21.868)

a) Salari e Stipendi (14.834) (15.137)

b) Oneri sociali (3.877) (4.083)

c) Indennità di fine rapporto (891) (1.000)

d) Spese previdenziali - -

e) Accantonamento al trattamento di fine rapporto del personale (141) (130)

f) Accantonamento al fondo di trattamento di quescienza e obblighi simili: - -

- a contribuzione definita - -

- a benefici definiti - -

g) Versamenti ai fondi di previdenza complementare esterni: (580) (631)

- a contribuzione definita (580) (631)

- a benefici definiti - -

h) Costi derivanti da accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali - -

i) Altri benefici a favore dei dipendenti (2.553) (887)

2) Altro personale in attività (89) (24)

3) Amministratori e sindaci (539) (572)

4) Personale collocato a riposo - -

5) Recuperi di spese per dipendenti distaccati presso altre aziende 378 335

6) Rimborsi di spese per dipendenti di terzi distaccati presso la società (679) (415)

Totale (23.805) (22.544)

In base agli accordi sindacali raggiunti nel 2012, relativamente ai quali per maggiori

informazioni si rinvia alla “Relazione sulla Gestione- Altre informazioni – La riduzione

strutturale del costo del lavoro”, la voce di spesa “Altri benefici a favore dei dipendenti”

comprende:

2.455 migliaia di euro relativi ad incentivi all’esodo;

709 migliaia di euro corrispondenti al rilascio del premio di anzianità.

Posta la natura non ricorrente di entrambi gli eventi sopracitati, gli effetti sono stati oggetto di normalizzazione nell’ambito del Conto Economico.

9.2 Numero medio dei dipendenti per categoria

Totale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

1) PERSONALE DIPENDENTE 337 339

a. dirigenti 6 6

b. totale quadri direttivi 114 112

c. restante personale 217 221

2) ALTRO PERSONALE 12 12

Il numero dei dipendenti include il personale di altre società distaccato presso l’azienda ed

esclude i dipendenti dell’azienda distaccati presso altre società. Nella voce altro personale sono compresi gli amministratori ed i sindaci.

9.3 Fondi di quiescenza aziendali benefici definiti: totale costi

Non sono presenti fondi di quiescenza a prestazione definita.

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9.4 Altri benefici a favore di dipendenti

Totale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

Incentivi all'esodo, fondi sostegno al reddito e accordi sindacali (1.956) (187)

Spese relative ai buoni pasto (280) (201)

Spese assicurative (291) (352)

Altre spese (26) (147)

Totale (2.553) (887)

La voce ‘incentivi all’esodo, sostegno al reddito e accordi sindacali’ comprende:

incentivi all’esodo pari a 2.455 migliaia di euro ;

il rilascio del premio di anzianità pari a 709 migliaia di euro.

Si precisa che non sono presenti componenti di costo di cui allo IAS 19, paragrafi 131, 141 e

142.

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9.5 Altre spese amministrative: composizione

Tipologia servizi/ValoriTotale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

A. Altre spese amministrative (17.376) (17.687)

Affitti passivi (1.311) (1.335)

Servizi professionali e consulenze (434) (437)

Canoni locazione hardware, software ed altri beni (316) (305)

Manutenzioni hardware, software ed altri beni (234) (247)

Conduzione immobili (1.122) (1.104)

Manutenzione immobili e impianti (559) (612)

Contazione, trasporto e gestione valori (532) (542)

Contributi associativi (180) (202)

Informazioni e visure (185) (184)

Periodici e volumi (27) (26)

Postali (518) (558)

Premi assicurativi (903) (909)

Pubblicità e promozione (176) (340)

Rappresentanza (35) (59)

Telefoniche e trasmissione dati (769) (824)

Servizi di outsourcing (461) (402)

Spese di viaggio (502) (468)

Canoni service resi da società del Gruppo (8.081) (8.253)

Spese per recupero crediti (610) (389)

Stampati, cancelleria e mat. consumo (132) (176)

Trasporti e traslochi (147) (158)

Vigilanza (125) (149)

Altre spese (17) (8)

B. Imposte indirette (3.790) (4.006)

- Imposte indirette e tasse (282) (217)

- Imposte di bollo (2.889) (3.099)

- IMU / ICI (118) (54)

- Altre imposte (501) (636)

Totale (21.166) (21.693)

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Sezione 10 Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri

- Voce 160 -

10.1 Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri: composizione

Accantonamenti Riattribuzioni Accantonamenti nettiTotale

31/12/2011

Controversie legali (418) 196 (222) (359)

Altri fondi (149) - (149) -

di cui per azioni revocatorie (89) - (89) -

Totale (567) 196 (371) (359)

Gli accantonamenti netti del periodo hanno riguardato in particolare i fondi rischi su cause

legali da clientela.

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Sezione 11 Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali

- Voce 170 -

11.1Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali: composizione

Attività/Componente redditualeAmmortamento

(a)

Rettifiche di

valore per

deterioramento

(b)

Riprese di valore

(c )

Risultato netto

(a+b-c) 31/12/2011

A. Attività materiali

A.1 Di proprietà (1.591) - - (1.591) (1.578)

- Ad uso funzionale (1.467) - - (1.467) (1.469)

- Per investimento (124) - - (124) (109)

A.2 Acquisite in leasing finanziario (33) - - (33) (43)

- Ad uso funzionale (33) - - (33) (43)

- Per investimento - - - - -

Totale (1.624) - - (1.624) (1.621)

Sezione 12 Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali - Voce 180 -

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

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Sezione 13 Gli altri oneri e proventi di gestione - Voce 190 -

13.1 Altri oneri di gestione: composizione

Dettaglio Altri oneri di gestioneTotale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

Oneri per contratti di tesoreria agli enti pubblici (320) (271)

Canoni di locazione finanziaria (51) (104)

Oneri per interventi richiesti da F.I.T.D. (118) (80)

Oneri da Covered Bond (39) -

Ammortamento migliorie su beni di terzi (64) (64)

Altri (570) (115)

Totale (1.162) (634)

13.2 Altri proventi di gestione: composizione

Dettaglio Altri proventi di gestioneTotale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

Recupero imposta di bollo e imposta sostitutiva 3.035 3.469

Recupero spese ed altri ricavi su depositi e conti correnti 1.077 386

Proventi da Covered Bond - 110

Recupero pratiche estinte 205 62

Recupero di costi da società del gruppo 24 27

Fitti attivi su immobili 4 4

Altri proventi e recuperi di spese 668 876

Totale 5.013 4.934

Sbilancio oneri/proventi di gestione 3.851 4.300

La voce “Altri oneri di gestione – Altri ” comprende 110 migliaia di euro di erogazioni verso

enti benefici/assistenziali legate al collocamento dei c.d. “Social bond”.

La riduzione dei recuperi d’imposta è strettamente correlata all’andamento del costo per

imposte indirette, per le quali la Banca funge da sostituto, iscritto tra le “Altre spese

amministrative”.

Come previsto dalla normativa IAS, le operazioni di covered bond poste in essere dalla Banca

non consentono lo stralcio dal bilancio delle poste cedute; i crediti sottostanti le operazioni di covered bond, vengono rappresentati nell’attivo dello stato patrimoniale insieme ai crediti

propri della Banca, ed i relativi proventi sono rappresentati tra gli interessi; di conseguenza,

i rapporti con le Società Veicolo vengono rappresentati per sbilancio tra le altre attività (o altre passività a seconda del segno) e simmetricamente i relativi effetti economici vengono

rappresentati tra gli altri oneri e proventi di gestione.

La voce “Recuperi di spese e altri ricavi su depositi e conti correnti” comprende la

commissione di istruttoria veloce (CIV) pari a 608 migliaia di euro. Per maggiori informazioni

si rimanda alla “Nota Integrativa - Politiche Contabili - Sezione 4 - Altri aspetti.

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175

Sezione 14 Utili (Perdite) delle partecipazioni - Voce 210 -

14.1 Utili (Perdite) delle partecipazioni: composizione

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

Sezione 15 Risultato netto della valutazione al fair value delle

attività materiali e immateriali - Voce 220 -

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

Sezione 16 Rettifiche di valore dell’avviamento - Voce 230 - 16.1 Rettifiche di valore dell’avviamento: composizione

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

Sezione 17 Utili (Perdite) da cessione di investimenti - Voce 240 - Per la Banca non esiste tale fattispecie.

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Sezione 18 Le imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente - Voce 260 -

18.1 Imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente: composizione

Componenti reddituali/ValoriTotale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

1. Imposte correnti (-) (5.118) (7.035)

2. Variazione delle imposte correnti dei precedenti esercizi (+/-) 933 2

3. Riduzione delle imposte correnti dell'esercizio (+) - -

3.bis Riduzione delle imposte correnti dell'esercizio per crediti d'imposta di cui alla Legge n. 214/2011 (+) - -

4. Variazione delle imposte anticipate (+/-) 2.462 3.143

5. Variazione delle imposte differite (+/-) (135) (182)

6. Imposte di competenza dell'esercizio (-) (-1+/-2+3+/-4+/-5) (1.858) (4.072)

L’importo al punto 2. “Variazione delle imposte correnti dei precedenti esercizi” include il

credito di imposta per gli anni 2007-2011, derivante dalla deducibilità ai fini IRES dell’IRAP

relativa al costo del lavoro, considerato evento non ricorrente ed oggetto di normalizzazione

nel conto economico riclassificato.

Per maggiori informazioni si rimanda a quanto dettagliato nelle “Altre informazioni – Aspetti

fiscali” e nelle “Note Illustrative”.

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18.2 Riconciliazione tra onere fiscale teorico e onere fiscale effettivo di bilancio

Onere fiscale IRES teorico 3.008 (827) 27,50%

Variazioni in aumento permanenti

- interessi passivi non deducibili ex art.82 DL 112/08 870 (239) 7,95%

- altri oneri non deducibili 1.354 (372) 12,38%

Variazioni in diminuzione permanenti

- IRAP versata 2012 deducibile (1.379) 379 (12,60%)

- altre variazioni (104) 29 (0,95%)

- rimborsi IRES 2007-2011 mancata ded IRAP su costo del lavoro imponibile DL 185/08 art.6 e DL 201/11 art. 2 1.156 (38,44%)

Onere fiscale IRES effettivo 3.749 125 -4,16%

Onere fiscale IRAP teorico 3.008 (168) 5,57%

Variazioni in aumento permanenti

- costi del personale non deducibili ai fini IRAP 22.841 (1.272) 42,29%

- rettifiche di valore/perdite su crediti non deducibili ai fini IRAP 11.107 (619) 20,57%

- interessi passivi non deducibili ex art 82 DL 112/08 1.175 (65) 2,18%

- altri oneri non deducibili 3.358 (187) 6,22%

- accantonamenti vari non deducibili 371 (21) 0,69%

Variazioni in diminuzione permanenti

- cuneo fiscale (6.467) 360 (11,98%)

- altre variazioni 225 (13) (0)

- variazione imposte correnti 1 (0,03%)

Onere fiscale IRAP effettivo 35.618 (1.983) 65,92%

Totale onere fiscale effettivo IRES e IRAP 3.008 (1.858) 61,76%

IRES Imponibile IRES %

IRAP Imponibile IRAP %

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Sezione 19 Utile (Perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte - Voce 280 -

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

Sezione 20 Altre informazioni

Non vi sono fattispecie per le quali siano richieste altre informazioni.

Sezione 21 Utile per azione

Le azioni della Banca non sono negoziate su mercati finanziari, pertanto non viene fornita

l’informativa relativa all’utile per azione.

Si specifica che per l’esercizio 2011 non è stato distribuito alcun dividendo.

Anche per il 2012 la proposta di riparto, in corso di approvazione, non prevede la

distribuzione di alcun dividendo per ciascuna delle n. 2.738.693 azioni.

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Parte D - Redditività complessiva

Prospetto analitico della redditività complessiva

Importo LordoImposta sul

redditoImporto netto

10. Utile (perdita) di esercizio X X 1.150

Altre componenti reddituali

20. Attività finanziarie disponibili per la vendita: 172 (57) 115

a) variazioni di fair value 172 (57) 115

b) rigiro a conto economico - - -

- rettifiche da deterioramento - - -

- utile/perdite da realizzo - - -

c) altre variazioni - - -

30. Attività materiali - - -

40. Attività immateriali - - -

50. Copertura di investimenti esteri: - - -

a) variazioni di fair value - - -

b) rigiro a conto economico - - -

c) altre variazioni - - -

60. Copertura dei flussi finanziari: (40) 13 (27)

a) variazioni di fair value (40) 13 (27)

b) rigiro a conto economico - - -

c) altre variazioni - - -

70. Differenze di cambio: - - -

a) variazioni di valore - - -

b) rigiro a conto economico - - -

c) altre variazioni - - -

80. Attività non correnti in via di dismissione: - - -

a) variazioni di fair value - - -

b) rigiro a conto economico - - -

c) altre variazioni - - -

90. Utili (Perdite) attuariali su piani a benefici definiti (806) 222 (584)

100. Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto: - - -

a) variazioni di fair value - - -

b) rigiro a conto economico - - -

- rettifiche da deterioramento - - -

- utile/perdite da realizzo - - -

c) altre variazioni - - -

110. Totale altre componenti reddituali (674) 178 (496)

120. Redditività complessiva (Voce 10+110) X X 654

Voci

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Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura

Nel rispetto delle vigenti previsioni normative, il Gruppo UBI si è dotato di un sistema di

controllo dei rischi che regola in modo integrato le linee guida del Sistema dei Controlli

Interni, da intendersi come ambito organizzativo, regolamentare e metodologico a cui tutte le

società del Gruppo devono attenersi al fine di consentire alla Capogruppo di poter esercitare,

in modo efficace ed economico, le attività d’indirizzo e di controllo strategico, gestionale e tecnico-operativo.

La Banca collabora pro-attivamente all’individuazione dei rischi cui è soggetta e alla

definizione dei relativi criteri di misurazione, gestione e controllo.

I principi cardine ai quali fanno riferimento l’analisi e la gestione dei rischi del Gruppo, al

fine di perseguire una sempre più consapevole ed efficiente allocazione del capitale

economico e regolamentare, sono:

● rigoroso contenimento dei rischi finanziari e creditizi e forte presidio su tutte le

tipologie di rischio;

● utilizzo di logiche di sostenibile creazione del valore nel processo di definizione della propensione al rischio ed allocazione del capitale;

● declinazione della propensione al rischio del Gruppo con riferimento alle specifiche

fattispecie di rischio e/o specifiche attività in un corpo normativo di policy a livello di

Gruppo e di singola entità.

Nella presente Parte sono fornite le informazioni riguardanti i profili di rischio di seguito

indicati, le relative politiche di gestione e copertura messe in atto dalla Banca, l’operatività

in strumenti finanziari derivati:

a) rischio di credito;

b) rischi di mercato:

● di tasso di interesse, ● di prezzo,

● di cambio,

c) rischio di liquidità;

d) rischi operativi.

Per un quadro complessivo dei rischi e delle incertezze che gravano sulla Banca, si rimanda

allo specifico paragrafo della Relazione sulla Gestione, redatto in ottemperanza a quanto

previsto dal Decreto Legislativo n. 32 del 2 febbraio 2007, di attuazione della direttiva

2003/51/CE.

Sezione 1 Rischio di credito

Informazioni di natura qualitativa

1. Aspetti generali

Le linee strategiche, le policy e gli strumenti per l’assunzione e per la gestione del rischio di

credito sono definiti, nell’ambito della Capogruppo, dal Chief Risk Officer di concerto con il Chief Lending Officer e con il supporto e la condivisione delle strutture specialistiche

preposte.

Nell’elaborazione delle politiche a presidio dei rischi creditizi viene posta particolare

attenzione al mantenimento di un adeguato profilo rischio/rendimento e all’assunzione dei rischi coerenti con la propensione al rischio definita dall’Alta Direzione e, più in generale,

con la mission del Gruppo UBI.

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Le politiche a presidio dei rischi creditizi sono prioritariamente orientate al sostegno delle

economie locali, delle famiglie, degli imprenditori, dei professionisti e delle piccole-medie imprese.

La particolare attenzione posta al mantenimento delle relazioni instaurate con la clientela e

al loro sviluppo nel tempo rappresentano un punto di forza del Gruppo, favorendo

l’abbattimento di asimmetrie informative e offrendo continuità di rapporto e supporto alla

clientela stessa, in una prospettiva di lungo periodo. Anche nella perdurante e complessa fase congiunturale in atto, la Banca assicura

un’adeguata disponibilità di credito all’economia, aderendo fra l’altro agli “Accordi” stipulati

fra l’Associazione Bancaria Italiana, il Ministero delle Finanze e le Associazioni di categoria,

pur preservando la qualità degli attivi ed in particolare agendo con estrema selettività per

quanto riguarda le esposizioni “non core”.

Con specifico riferimento alla clientela “imprese” sono declinate e adottate regole creditizie

inerenti l’erogazione e la gestione del credito, che si traducono operativamente in interventi

che vanno dallo sviluppo al contenimento delle esposizioni. Tali regole si basano su una

pluralità di driver rappresentati da:

rating interno della controparte (rating medio ponderato in caso di gruppo economico), abbinato al grado di protezione fornito da eventuali garanzie accessorie;

quota di inserimento del Gruppo UBI sulla controparte / Gruppo Economico;

settore di attività economica di appartenenza della controparte / Gruppo Economico in ottica di:

● livello di rischiosità del settore;

● livello di concentrazione complessivo del Gruppo UBI sul singolo settore

economico (con verifica anche della concentrazione a livello di singola

Banca/Società).

Infine, viene prestata particolare attenzione alla definizione delle linee di trattamento dei

nuovi prodotti, elaborando adeguata informativa ai vertici aziendali circa il rispetto degli

obiettivi rischio/rendimento, calcolo dei tassi minimi di erogazione, qualità del prenditore,

garanzie ricevute e tassi di recupero attesi in caso di insolvenza.

2. Politiche di gestione del rischio di credito

2.1 Aspetti organizzativi

Nello svolgimento dell’attività tradizionale di intermediazione creditizia, la Banca è esposta al

rischio che i crediti erogati non vengano rimborsati dai prenditori alla scadenza e debbano

essere parzialmente o integralmente svalutati. Più in dettaglio, il profilo di rischio degli

impieghi è sensibile all’andamento dell’economia nel suo complesso, al deteriorarsi delle condizioni finanziarie delle controparti (mancanza di liquidità, insolvenza, etc.) o al

mutamento della loro posizione competitiva, ai cambiamenti strutturali o tecnologici delle

imprese debitrici, e ad altri fattori esterni (es. modifiche normative, deterioramento del

valore delle garanzie finanziarie ed ipotecarie legato all’andamento dei mercati). Un ulteriore

elemento di rischio cui si presta particolare attenzione, è il livello di diversificazione del portafoglio impieghi fra i diversi prenditori e fra i diversi settori in cui essi operano.

Il modello organizzativo in base al quale sono state strutturate le unità che presiedono

all’attività creditizia, presenta la seguente articolazione:

Strutture della Capogruppo di controllo accentrato e coordinamento;

Direzioni Generali delle Banche e delle Società controllate, dalle quali dipendono:

● Direzioni Crediti,

● Crediti territoriali, ● Filiali,

● Unità per la gestione della clientela Corporate (CBU),

● Unità per la gestione della clientela Private (PBU).

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Nel mese di Gennaio 2013 al fine di coniugare i servizi alla persona con l’approccio

specialistico per l’impresa è stato dato corso ad una riorganizzazione che ha portato all’istituzione di unità denominate Private & Corporate Unity dedicate alla gestione sia della

clientela Corporate che di quella Private.

Nel complesso le caratteristiche di tale modello organizzativo consentono una forte

omogeneità tra la struttura Crediti della Capogruppo e le analoghe strutture delle Banche

Rete, con conseguente linearità dei processi ed ottimizzazione dei flussi informativi. La concessione del credito risulta inoltre differenziata, a livello territoriale, per segmento di

clientela (Retail/Private/Corporate e Istituzionale) e specializzata per stato dello stesso: “in

bonis” (gestito dalle Unità Crediti Retail, Private e Corporate) e a default (gestito dalle Unità

di Credito Anomalo).

Nell’ambito delle Banche, inoltre, l’introduzione delle strutture organizzative dei Crediti

Territoriali decentrati, a supporto delle Filiali Retail, delle unità per la gestione della clientela Corporate e della clientela Private, garantisce l’efficace coordinamento e raccordo delle unità

operanti nel mercato di competenza. La Capogruppo, attraverso le strutture riferite al Chief

Lending Officer, Controllo Rischi e Sviluppo e Pianificazione Strategica e all’Audit di

Capogruppo e di Gruppo, presiede alla gestione delle politiche, al monitoraggio complessivo

del portafoglio, all’affinamento dei sistemi di valutazione, alla gestione del credito problematico ed al rispetto delle norme.

Per tutti i soggetti (singoli o gruppi economici) con affidamenti in essere presso le Banche e

Società del Gruppo (comprese le attività di rischio riconducibili al rischio emittente ed al

rischio derivati) complessivamente superiori ad euro 50 Milioni, la Capogruppo deve

deliberare un Limite Operativo da intendersi come limite massimo di affidabilità della

controparte stessa a livello di Gruppo UBI. Le Banche e le Società del Gruppo, inoltre, devono richiedere alla Capogruppo l’espressione

di un Parere preventivo consultivo non vincolante a fronte di combinazioni di: a) importi di

affidamento e b) determinate classi di rating interno.

Le strutture attraverso le quali si articolano le Banche e le Società prodotto assumono

competenze di ordine creditizio e commerciale, nonché responsabilità di controllo sull’attività svolta direttamente e su quella posta in essere dalle unità gerarchicamente

dipendenti. In particolare la responsabilità della gestione e del monitoraggio del credito in

bonis è attribuita, in prima istanza, ai Gestori di Relazione che intrattengono

quotidianamente il rapporto con la Clientela e che hanno l’immediata percezione di eventuali

segnali di difficoltà o di deterioramento della qualità del credito. Tuttavia, tutti i dipendenti delle Società del Gruppo sono chiamati a segnalare tempestivamente tutte le informazioni

che possano consentire il riconoscimento precoce di difficoltà o possano consigliare diverse

modalità di gestione dei rapporti, partecipando - di fatto - al processo di monitoraggio.

In seconda istanza l’unità organizzativa preposta al monitoraggio del rischio di credito -

denominata Presidio Monitoraggio Qualità del Credito - svolge attività di controllo, supervisione ed analisi delle posizioni “in bonis” sia in termini analitici che aggregati, con

intensità e profondità graduate in funzione delle fasce di rischio attribuite alle controparti e

della gravità delle anomalie andamentali rilevate. La struttura - non coinvolta nell’iter

deliberativo degli affidamenti - di propria iniziativa o su proposta, valuta e dispone (o

propone agli Organi decisori superiori quando la decisione eccede le proprie competenze) idonea classificazione peggiorativa di controparti “in bonis” chiedendo all’Area Crediti –

Servizio Crediti Italia di UBI Banca, nei casi previsti dal Regolamento Fidi, il rilascio di

parere preventivo non vincolante.

Il Servizio Politiche e Qualità del Portafoglio di UBI Banca ha compiti di coordinamento e

definizione delle linee guida per il monitoraggio del portafoglio crediti, di presidio nello

sviluppo degli strumenti di monitoraggio, di controllo delle policies crediti e di predisposizione della reportistica direzionale.

La gestione delle posizioni a “sofferenza” di tutte le Banche Rete del Gruppo UBI risulta

affidata all’Area Credito Anomalo e Recupero Crediti di UBI Banca, all’interno della struttura

riferita al Chief Lending Officer.

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Tale struttura è stata oggetto di un importante intervento organizzativo (completato nel

mese di dicembre), nell’ambito dell’implementazione del nuovo modello di gestione delle sofferenze, finalizzato al potenziamento dei processi di recupero del credito, tramite:

● l’introduzione di logiche di segmentazione e portafogliazione delle pratiche a

sofferenza, in funzione della dimensione e della complessità del credito;

● la specializzazione dei processi di recupero e delle strutture preposte, coerentemente

con i segmenti ed i portafogli individuati; ● il monitoraggio dei processi di gestione delle pratiche;

● l’assegnazione di obiettivi di recupero ai gestori e la valutazione dei risultati

conseguiti;

● l’attivazione di strategie mirate ad ottimizzare il recupero su specifici portafogli,

quali, per esempio, il ricorso a operatori immobiliari per la valorizzazione degli

immobili a garanzia dei finanziamenti ipotecari.

Nell’ambito di tale iniziativa, all’interno della sopracitata Area, sono stati creati tre servizi

specializzati su segmenti specifici:

● Servizio Recupero Piccoli Tagli, preposto alla gestione crediti in sofferenza

chirografari relativi a privati di importo inferiore ai 25.000 Euro; ● Servizio Recupero Crediti Rilevanti, specializzato nella gestione dei crediti in

sofferenza sia privati che imprese, di importo superiore a 1 mln di euro, o con valore

netto di bilancio superiore a 500.000 Euro. Sono ricondotte a tale servizio anche

specifiche tipologie di pratiche di particolare complessità (es. finanziamenti in pool,

ecc.);

● Servizio Recupero Crediti Privati e Aziende, preposto alla gestione delle altre tipologie di crediti che non risultano incluse nel perimetro dei due servizi di cui sopra. Tale

struttura risulta articolata in 6 Funzioni specializzate con criterio territoriale.

2.2 Sistemi di gestione, misurazione e controllo

La funzione Rischi di Credito della Capogruppo è responsabile della produzione

dell’informativa sui rischi di credito della Banca, volta a monitorare l’andamento della

rischiosità degli impieghi. I report - sottoposti trimestralmente all’attenzione del Consiglio di

Amministrazione della Banca - illustrano le distribuzioni per classi di rating interno, LGD e Perdita Attesa e quindi l’andamento della rischiosità media del portafoglio crediti, con focus

sul Mercato Corporate, ed il Mercato Retail, distintamente per le imprese e privati;

descrivono l’andamento dei tassi di decadimento degli impieghi; contengono una sezione

dedicata al monitoraggio trimestrale delle policy di concentrazione e di qualità del credito in

termini di distribuzioni degli impieghi e valori dei parametri di rischio.

Il complesso dei modelli che costituisce il Sistema di Rating Interni del Gruppo è gestito

dell’Area Rischi di Gestione con il supporto delle Area Crediti della Capogruppo.

Allo stato attuale la struttura prevede l’utilizzo di modelli automatici per le imprese medio-

grandi, per i privati e per le imprese di minori dimensioni

I modelli di rating e di LGD per le imprese medio-grandi sono stati oggetto di validazione da

parte dell’Autorità di Vigilanza nel corso del primo semestre 2012. Per i privati e le imprese

di minori dimensioni, all’interno delle attività relative al progetto Basilea 2, si segnala che

sono in corso le stime di una nuova generazione di modelli di rating e di stima della LGD per

il portafoglio regolamentare “Esposizioni al dettaglio” accompagnate dalle necessarie interazioni con l’Autorità di Vigilanza volte a ottenere nel corso del 2013 l’autorizzazione all’adozione di tali modelli per il calcolo del patrimonio di vigilanza con il metodo Internal

Rating Based Advanced. Il perimetro di validazione di tali modelli è relativo alle Banche

Rete,UBI Banca e Centrobanca.

Gli elementi principali di tale nuova generazione di modelli di rating riguardano:

lo sviluppo di nuovi modelli quantitativi di monitoraggio e di erogazione che valutano il merito creditizio delle imprese di minori dimensioni integrando valutazioni di tipo geosettoriale, economico-finanziarie, andamentali esterne ed interne;

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lo sviluppo di un nuovo modello quantitativo di monitoraggio che valuta il merito creditizio dei privati integrando valutazioni di tipo anagrafico e andamentali esterne

ed interne;

lo sviluppo di un nuovo modello quantitativo di erogazione mutui ai privati che valuta la rischiosità della controparte integrando valutazioni di tipo anagrafico e di

prodotto.

Con riferimento alla LGD retail si è provveduto alla stima di nuovi modelli per le Banche

Rete basati su serie storiche di riferimento aggiornate e su componenti di stima ristimate o

aggiornate.

All’interno delle Banche Rete, i processi del credito si articolano sulle informazioni veicolate

dal sistema di rating, come sotto dettagliato.

Le unità operative coinvolte nel processo di erogazione e rinnovo del credito utilizzano i

rating interni, che costituiscono elementi essenziali e imprescindibili delle valutazioni formulate in sede di istruttoria e revisione dei fidi; l’articolazione delle deleghe è definita

tenendo conto del profilo di rischio del cliente e della transazione così come rappresentato

dal rating e dalla Perdita Attesa, e gestita tramite l’applicativo della Pratica Elettronica di

Fido (PEF). I rating sono utilizzati anche nel monitoraggio del credito e nell’ambito sia del

sistema di reporting direzionale, sia dei flussi informativi resi disponibili alle strutture della

banca coinvolta nel processo del credito. L'attribuzione di una classe di rating diversa da quella calcolata dal Sistema di Rating

Interno in base ai modelli adottati avviene attraverso la proposta di un override sul rating.

Tali variazioni sono motivate dalla valutazione di informazioni non già considerate dal

modello di rating, non adeguatamente pesate dal modello o la cui influenza futura si intende

anticipare.

Per il processo di calcolo dell’impairment collettivo sui crediti – coerentemente con le

determinazioni prese dalla Capogruppo - viene utilizzata una metodologia basata sui rating

interni e sulle stime interne di perdita in caso di insolvenza (LGD).

Nel corso del 2012 inoltre, è proseguita l’attività di revisione, aggiornamento e adozione di policy e di regolamenti per la gestione del rischio di credito.

Di seguito vengono elencate le policy in essere, con un cenno ai principali contenuti.

● Policy a presidio dei Rischi Creditizi, che disciplina in un unico testo, le disposizioni relative al presidio di fattispecie di rischio di credito in precedenza trattate in diverse policy. In questa policy vengono normate le seguenti fattispecie:

● clientela ordinaria, che stabilisce norme, principi e limiti per la gestione del

credito a clientela ordinaria sulla base della disponibilità dei rating interni.

L’articolazione dei limiti si sostanzia in una serie di indicatori espressi in termini

di: allocazione di capitale, valori massimi di rischiosità (intesa come perdita

attesa massima e target), limiti di assunzione dei rischi in termini di

distribuzione delle esposizioni per classi di rating e in presidi qualitativi; ● controparti istituzionali e ordinarie residenti in Paesi a rischio, per le quali la

policy a presidio dei rischi e i relativi regolamenti attuativi e documenti di

declinazione limiti stabiliscono norme e principi per la gestione del credito

concesso a clientela istituzionale residente e non residente, nonché a clientela

ordinaria residente in Paesi a rischio. Come nel caso della clientela ordinaria, l’articolazione dei limiti si sostanzia in una serie di indicatori espressi in termini

di: allocazione di capitale, limiti di assunzione dei rischi in termini di

distribuzione delle esposizioni per classi di rating e Paese e in presidi qualitativi; ● rischio di concentrazione single name, che stabilisce limiti massimi di esposizione

sulla singola controparte, al fine di limitare i rischi di instabilità che

deriverebbero da elevati tassi di concentrazione degli impieghi sui grandi prenditori nel caso di un eventuale default degli stessi;

● Policy di offerta di mutui tramite intermediari, che disciplina le modalità di ricorso a reti esterne per l’offerta di mutui a clientela non captive, al fine di contenere potenziali rischi di credito, rischi operativi e rischi reputazionali;

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● Policy sulla portabilità, rinegoziazione, sostituzione ed estinzione anticipata dei mutui della clientela diretta delle banche reti, che fornisce le linee guida del Gruppo UBI per la realizzazione delle operazioni di portabilità attiva e passiva, di rinegoziazione, di sostituzione e di estinzione anticipata (parziale o totale) dei mutui, nell’ottica di garantire (anche attraverso la definizione di livelli minimi di servizio) la massima riduzione dei tempi, degli adempimenti e dei costi connessi, nonché di dotare il Gruppo degli opportuni processi e strumenti per il presidio dei rischi relativi (di credito, operativi e reputazionali);

● Policy sulla portabilità, rinegoziazione, sostituzione ed estinzione anticipata dei mutui intermediati, con riferimento all’operatività sui mutui intermediati sulla base di convenzioni tra le società/ banche del Gruppo e specifiche reti distributive;

● Policy sul rischio derivante da cartolarizzazioni, che definisce le linee guida che il Gruppo si pone con riferimento alla gestione del rischio derivante dalle attività di cartolarizzazione;

● Policy sul rischio residuo, che definisce gli orientamenti strategici relativi alla gestione del “rischio residuo” definendo il processo di controllo sull’acquisizione e utilizzo delle tecniche di attenuazione del rischio di credito per la mitigazione del rischio in oggetto.

● Policy in materia di controlli interni a presidio delle attività di rischio e dei conflitti di interesse nei confronti di soggetti collegati, che recepisce le disposizioni emanate da Banca d’Italia. La policy definisce le linee guida e i criteri per l’adozione da parte del Gruppo nel suo complesso e delle singole banche e società del Gruppo di opportuni assetti organizzativi, sistemi di controlli interni e specifiche politiche interne a presidio di tale rischio nei due ambiti definiti dalla normativa: limiti prudenziali e procedure deliberative.

● Policy a presidio del rischio partecipativo - il cui iter si è concluso a gennaio 2013 - che definisce opportuni presidi diretti a: contenere il rischio di un eccessivo immobilizzo

dell’attivo derivante da investimenti partecipativi in imprese finanziarie e non finanziarie e, con specifico riferimento alle imprese non finanziarie, promuovere una gestione dei rischi e dei conflitti di interesse conforme al criterio della sana e prudente gestione.

2.3 Tecniche di mitigazione del rischio di credito

La Banca impiega tecniche di mitigazione del rischio tipiche dell’attività bancaria

acquisendo dalla controparte, per talune tipologie di affidamenti, garanzie reali, immobiliari

e finanziarie, e garanzie personali. La determinazione dell’ammontare complessivo degli

affidamenti concedibili allo stesso cliente e/o gruppo giuridico ed economico tiene conto di

appositi criteri per la ponderazione delle diverse categorie di rischio e delle garanzie. In

particolare, al valore di stima delle garanzie reali vengono applicati “scarti” prudenziali, differenziati per tipologia di garanzia.

Le principali tipologie di garanzie reali accettate dal Gruppo sono rappresentate da:

● ipoteca reale,

● pegno.

Al fine di assicurare la sussistenza dei requisiti generali e specifici richiesti per il

riconoscimento a fini prudenziali delle garanzie reali, annoverate fra le tecniche di Credit

Risk Mitigation (CRM) – secondo quanto previsto dalla Circolare della Banca d’Italia n. 263

del 27/12/2006 e successivi aggiornamenti - il Gruppo UBI ha:

● ridefinito i processi del credito relativi alla raccolta e gestione delle garanzie. Con particolare riferimento alle garanzie ipotecarie, nelle Banche Rete è previsto l’obbligo

di inserimento, nell’apposito applicativo informatico a disposizione dei gestori, di tutti i dati relativi all’immobile necessari a rendere la garanzia eligible. Particolare

attenzione è stata posta all’obbligatorietà della perizia ed alla tempestività di

recupero delle informazioni ad essa inerenti, ivi comprese quelle notarili (estremi di

registrazione notarili), elementi determinanti per il perfezionamento della garanzia.

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● recuperato per le garanzie ipotecarie in essere tutte le informazioni necessarie ad

assicurarne l’ammissibilità in linea con le disposizioni di Basilea 2 in termini di requisiti specifici.

2.4 Attività finanziarie deteriorate

La classificazione del portafoglio problematico coincide con quanto disposto dalla normativa

e può essere così sintetizzata:

• crediti scaduti e/o sconfinanti in via continuativa,

• crediti ristrutturati,

• incagli, • sofferenze.

Oltre alle suddette classi, permane la fattispecie dei crediti problematici relativi al “rischio

paese” per esposizioni non garantite verso la clientela, istituzionale ed ordinaria,

appartenente a paesi definiti “a rischio” come definito dall’Organo di Vigilanza.

In particolare, per quanto riguarda gli “incagli”, al fine di ottimizzarne il presidio se ne effettua, ad esclusivo fine gestionale, una suddivisione fra le posizioni in cui la temporanea

situazione di obiettiva difficoltà si ritenga risolvibile in brevissimo tempo (entro 9 mesi), e le

restanti posizioni, per le quali si ritenga opportuno il disimpegno dalla relazione con un

recupero extragiudiziale entro un periodo di tempo superiore. Inoltre i “crediti scaduti e/o

sconfinanti in via continuativa” sono oggetto di controlli per determinarne, entro un limite massimo gestionale di 120 giorni, il rientro “in bonis” ovvero il passaggio ad altri stati di

credito anomalo.

La gestione dei crediti problematici è presidiata in funzione del relativo livello di rischiosità:

essa è in carico alle strutture organizzative preposte alla gestione del Credito Anomalo della

Banca per quanto riguarda i “crediti scaduti e/o sconfinanti in via continuativa”, gli “incagli”

ed i “crediti ristrutturati”; per quanto riguarda le posizioni a “sofferenza”, la gestione è in carico al Servizio Sofferenze a riporto dell’Area Crediti e Recupero Crediti della Capogruppo

presso la quale è stato completato il processo di accentramento gestionale.

La valutazione dell’adeguatezza delle rettifiche di valore avviene analiticamente, per singola

posizione, assicurando adeguati livelli di copertura delle perdite previste.

L’analisi delle esposizioni deteriorate viene costantemente effettuata dalle singole unità operative che ne presidiano i rischi e dalla Capogruppo.

La risoluzione da parte delle controparti dello stato di difficoltà è il fattore determinante per

il rientro delle posizioni ”in bonis”; tale evento è sostanzialmente concentrato nelle relazioni

con “crediti scaduti e/o sconfinanti in via continuativa” ed in quelle in “incaglio”.

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Informazioni di natura quantitativa

A. QUALITÀ DEL CREDITO

A.1 Esposizioni creditizie deteriorate e in bonis: consistenze, rettifiche di valore, dinamica, distribuzione economica e territoriale

A.1.1 Distribuzione delle esposizioni creditizie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori di bilancio)

Portafogli/qualità Sofferenze IncagliEsposizioni

ristrutturate

Esposizioni

scaduteAltre attività Totale

1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 6 9 - - 3.830 3.845

2. Attività finanziarie disponibili per la vendita - - - - 1.382 1.382

3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza - - - - - -

4. Crediti verso banche - - - - 23.068 23.068

5. Crediti verso clientela 74.687 50.113 9.868 5.321 1.658.714 1.798.703

6. Attività finanziarie valutate al fair value - - - - - -

7. Attività finanziarie in corso di dismissione - - - - - -

8. Derivati di copertura - - - - 8.979 8.979

Totale 31/12/2012 74.693 50.122 9.868 5.321 1.695.973 1.835.977

Totale 31/12/2011 52.716 57.719 4.712 8.937 1.866.583 1.990.667

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A.1.2 Distribuzione delle esposizioni creditizie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori lordi e netti)

Esposizione LordaRettifiche

specificheEsposizione Netta Esposizione Lorda

Rettifiche di

portafoglioEsposizione Netta

1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 15 (1) 14 X X 3.831 3.845

2. Attività finanziarie disponibili per la vendita - - - 1.382 - 1.382 1.382

3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza - - - - - - -

4. Crediti verso banche - - - 23.068 - 23.068 23.068

5. Crediti verso clientela 187.444 (47.455) 139.989 1.668.091 (9.377) 1.658.714 1.798.703

6. Attività finanziarie valutate al fair value - - - X X - -

7. Attività finanziarie in corso di dismissione - - - - - - -

8. Derivati di copertura - - - X X 8.979 8.979

Totale 31/12/2012 187.459 (47.456) 140.003 1.692.541 (9.377) 1.695.974 1.835.977

Totale 31/12/2011 160.869 (36.783) 124.086 1.864.921 (9.843) 1.866.581 1.990.667

Portafogli/Qualità

Attività deteriorate In bonis

Totale

(Esposizione netta)

Come previsto da lettera roneata di Banca d’Italia del 16 febbraio 2011, si fornisce il dettaglio, per portafoglio, delle “esposizioni in bonis” distinguendo tra esposizioni oggetto di rinegoziazione ed altre esposizioni, con un’analisi dell’anzianità degli scaduti.

Scaduti da fino

a 3 mesi

Scaduti da

oltre 3 mesi

fino a 6 mesi

Scaduti da

oltre 6 mesi

fino a 1 anno

Scaduti da

oltre 1 annoNon scaduti

Scaduti da fino

a 3 mesi

Scaduti da

oltre 3 mesi

fino a 6 mesi

Scaduti da

oltre 6 mesi

fino a 1 anno

Scaduti da

oltre 1 annoNon scaduti

1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione - - - - - - - - - 3.831 3.831

2. Attività finanziarie disponibili per la vendita - - - - - - - - - 1.382 1.382

3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza - - - - - - - - - - -

4. Crediti verso banche - - - - - - - - - 23.068 23.068

5. Crediti verso clientela 1.373 - - - 70.405 128.405 144 323 - 1.458.064 1.658.714

6. Attività finanziarie valutate al fair value - - - - - - - - - - -

7. Attività finanziarie in corso di dismissione - - - - - - - - - - -

8. Derivati di copertura - - - - - - - - - 8.979 8.979

Totale 31/12/2012 1.373 - - - 70.405 128.405 144 323 - 1.495.324 1.695.974

Portafogli/Qualità

Esposizione oggetto di rinegoziazione nell'ambito di Accordi Collettivi Altre esposizioni

Totale

(Esposizione netta)

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A.1.3 Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso banche: valori lordi e netti

Tipologie esposizioni/valoriEsposizione

lorda

Rettifiche di valore

specifiche

Rettifiche di valore

di portafoglio

Esposizione

Netta

A. Esposizione per cassa

a) Sofferenze - - X -

b) Incagli - - X -

c) Esposizione ristrutturate - - X -

d) Esposizione scadute - - X -

e) Altre attività 23.068 X - 23.068

Totale A 23.068 - - 23.068

B. Esposizione fuori bilancio

a) Deteriorate - - X -

b) Altre 366.961 X (4) 366.957

Totale B 366.961 - (4) 366.957

Totale A+B 390.029 - (4) 390.025

A.1.6 Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso clientela: valori lordi e

netti

Tipologie esposizioni/valoriEsposizione

lorda

Rettifiche di valore

specifiche

Rettifiche di valore di

portafoglio

Esposizione

netta

A. Esposizione per cassa

a) Sofferenze 112.328 (37.640) X 74.688

b) Incagli 57.028 (6.915) X 50.113

c) Esposizione ristrutturate 12.339 (2.472) X 9.867

d) Esposizione scadute 5.749 (428) X 5.321

e) Altre attività 1.669.473 X (9.377) 1.660.096

Totale A 1.856.917 (47.455) (9.377) 1.800.085

B. Esposizione fuori bilancio

a) Deteriorate 2.247 (383) X 1.864

b) Altre 133.511 X (346) 133.165

Totale B 135.758 (383) (346) 135.029

Totale A+B 1.992.675 (47.838) (9.723) 1.935.114

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A.1.7 Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle esposizioni deteriorate lorde

Causali/Categorie Sofferenze IncagliEsposizioni

ristrutturate

Esposizioni

scadute

A. Esposizione lorda iniziale 79.295 65.731 6.299 9.441

- di cui esposizioni cedute non cancellate - - - -

B. Variazioni in aumento 41.973 61.130 6.597 42.284

B.1 ingressi da esposizioni creditizie in bonis 3.512 34.573 316 41.952

B.2 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate 36.162 24.660 5.992 62

B.3 Altre variazioni in aumento 2.299 1.897 289 270

C. Variazioni in diminuzione (8.940) (69.833) (557) (45.976)

C.1 uscite verso esposizioni creditizie in bonis - (17.842) - (15.289)

C.2 cancellazioni (2.402) - - -

C.3 incassi (6.253) (11.438) (557) (4.462)

C.4 realizzi per cessioni (188) - - -

C.5 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate (97) (40.553) - (26.225)

C.6 altre variazioni in diminuzione - - - -

D. Esposizione lorda finale 112.328 57.028 12.339 5.749

- di cui esposizioni cedute non cancellate - - - -

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A.1.8 Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle rettifiche di valore complessive

Causali/Categorie Sofferenze IncagliEsposizioni

ristrutturate

Esposizioni

scadute

A.Rettifiche complessive iniziali (26.579) (8.104) (1.587) (504)

- di cui: esposizioni cedute non cancellate - - - -

B. Variazioni in aumento (16.864) (4.688) (976) (433)

B.1 rettifiche di valore (13.456) (3.799) (524) (373)

B.1 bis perdite da cessione - - - -

B.2 trasferimenti da altre categorie di esposizione deteriorate (2.767) (120) (452) (5)

B.3 altre variazioni in aumento (641) (769) - (55)

C.Variazioni in diminuzione 5.803 5.877 91 509

C.1 riprese di valore da valutazione 1.427 175 - 150

C.2 riprese di valore da incasso 1.974 2.517 91 200

C.2 bis utili da cessione - - - -

C.3 cancellazioni 2.402 - - -

C.4 trasferimenti ad altre categorie di esposizione deteriorate - 3.185 - 159

C.5 altre variazioni in diminuzione - - - -

D. Rettifiche complessive finali (37.640) (6.915) (2.472) (428)

- di cui: esposizioni cedute non cancellate - - - -

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A.2 Classificazione delle esposizioni in base ai rating esterni e interni

A.2.1 Distribuzione delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” per classi di rating esterni

Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 5 Classe 6

A. Esposizioni creditizie per cassa - - 1.382 - - - 1.821.772 1.823.154

B. Derivati - - - - - - 12.823 12.823

B.1 Derivati finanziari - - - - - - 12.823 12.823

B.2 Derivati creditizi - - - - - - - -

C. Garanzie rilasciate - - - - - - 421.258 421.258

D. Impegni a erogare fondi - - - - - - 67.906 67.906

E. Altre - - - - - - - -

Totale - - 1.382 - - - 2.323.759 2.325.141

Esposizioni

Classi di rating esterni

Senza rating Totale

Nella seguente legenda si espone la corrispondenza tra le classi di rating esterne indicate in tabella e le classi dalla società di riferimento

Moody’s.

Classe di Rating Rating Moody's

1 Aaa, Aa, Aa1, Aa2, Aa3

2 A, A1, A2, A3

3 Baa, Baa1, Baa2, Baa3

4 Ba, Ba1, Ba2, Ba3

5 B, B1, B2, B3

6

Caa, Caa1, Caa2, Caa3, Ca, C, DDD, DD,

D

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193

A.2.2 Distribuzione delle esposizioni per cassa e “fuori bilancio” per classi di rating interni

Rating 1 Rating 2 Rating 3 Rating 4 Rating 5 Rating 6 Rating 7 Rating 8 Rating 9 Rating 10 Rating 11 Rating 12 Rating 13 Rating 14

A. Esposizioni per cassa 17.729 31.942 90.740 102.537 248.539 67.146 166.862 392.003 108.421 201.840 95.841 42.637 42.163 10.890 203.865 1.823.155

B. Derivati - 2 9 625 238 21 976 231 101 976 21 254 5 - 9.363 12.822

B.1 Derivati finanziari - 2 9 625 238 21 976 231 101 976 21 254 5 - 9.363 12.822

B.2 Derivati creditizi - - - - - - - - - - - - - - - -

C. Garanzie rilasciate 677 3.143 3.437 11.251 5.292 1.524 13.631 8.630 1.973 7.074 2.494 724 311 3 361.094 421.258

D. Impegni a erogare fondi 2.051 1.850 1.725 2.576 3.328 2.706 6.494 8.573 979 6.102 232 317 530 - 30.443 67.906

E. Altre - - - - - - - - - - - - - - - -

Totale 20.457 36.937 95.911 116.989 257.397 71.397 187.963 409.437 111.474 215.992 98.588 43.932 43.009 10.893 604.765 2.325.141

EsposizioniSenza

ratingTotale

Classi di rating interni

Le classi di Scala Maestra sono costituite da intervalli di PD (Probabilità di Default) all’interno dei quali sono mappate le PD puntuali

corrispondenti alle singole classi dei diversi modelli di rating interno. Tale rappresentazione garantisce la confrontabilità delle esposizioni

relative a controparti valutate con diversi modelli di rating interno.

Le cinque classi di scala maestra meno rischiose presentano una concentrazione pari al 26,9% del totale delle esposizioni per cassa dotate di rating interno, mentre solo il 2,9% è concentrato nelle 2 classi più rischiose. La classe 5 e la classe 8 risultano le maggiori in termini di

esposizioni.

La classe “Senza rating” comprende le esposizioni deteriorate. Non sono presenti esposizioni cartolarizzate.

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A.3 Distribuzione delle esposizioni garantite per tipologia di garanzia

A.3.1 Esposizioni creditizie verso banche garantite

Ipoteche Leasing finanziarioGoverni e banche

centrali

Altri Enti

pubbliciBanche

Altri

soggetti

1. Esposizioni creditizie per cassa garantite

1.1. totalmente garantite 1.959 - - 1.959 - - - - - - - - - - 1.959

- di cui deteriorate - - - - - - - - - - - - - - -

1.2. parzialmente garantite - - - - - - - - - - - - - - -

- di cui deteriorate - - - - - - - - - - - - - - -

2. Esposizioni creditizie "fuori bilancio" garantite

2.1. totalmente garantite - - - - - - - - - - - - - - -

- di cui deteriorate - - - - - - - - - - - - - - -

2.2. parzialmente garantite - - - - - - - - - - - - - - -

- di cui deteriorate - - - - - - - - - - - - - - -

Totale (1)+(2)

Garanzie personali (2)

Titoli Altre garanzie realiGoverni e banche

centrali

Altri

soggetti

Crediti di firma

Altri derivati

Derivati su crediti

CLN Banche

Garanzie reali (1)

Valore

esposizione netta

Immobili

Altri Enti

pubblici

A.3.2 Esposizioni creditizie verso clientela garantite

Ipoteche Leasing finanziarioGoverni e banche

centrali

Altri Enti

pubbliciBanche

Altri

soggetti

1. Esposizioni creditizie per cassa garantite

1.1. totalmente garantite 1.425.230 3.290.807 - 54.062 1.232 - - - - - 1.325 3.015 5.395 1.720.494 5.076.330

- di cui deteriorate 121.351 302.188 - 492 15 - - - - - 50 1.442 - 252.955 557.142

1.2. parzialmente garantite 43.132 - - 9.603 384 - - - - - 1.195 826 220 17.908 30.136

- di cui deteriorate 4.245 - - 49 - - - - - - - - - 4.236 4.285

2. Esposizioni creditizie "fuori bilancio" garantite

2.1. totalmente garantite 60.206 49.530 - 12.079 198 - - - - - - 186 - 82.425 144.418

- di cui deteriorate 769 500 - 16 - - - - - - - - - 1.334 1.850

2.2. parzialmente garantite 2.372 - - 442 102 - - - - - - - - 1.007 1.551

- di cui deteriorate - - - - - - - - - - - - - - -

Valore

esposizione nettaTotale (1)+(2)

Altri derivatiAltri Enti

pubbliciBanche

Altri

soggetti

Garanzie personali (2)

Derivati su crediti

Garanzie reali (1)

Immobili

Crediti di firma

Governi e banche

centraliCLNTitoli Altre garanzie reali

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B. DISTRIBUZIONE E CONCENTRAZIONE DELLE ESPOSIZIONI CREDITIZIE

B.1 Distribuzione settoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio”verso clientela (valore di bilancio)

Esposiz

ione n

ett

a

Rett

ific

he v

alo

re

specif

iche

Rett

ific

he v

alo

re

di

port

afo

gli

o

Esposiz

ione n

ett

a

Rett

ific

he v

alo

re

specif

iche

Rett

ific

he v

alo

re

di

port

afo

gli

o

Esposiz

ione n

ett

a

Rett

ific

he v

alo

re

specif

iche

Rett

ific

he v

alo

re

di

port

afo

gli

o

Esposiz

ione n

ett

a

Rett

ific

he v

alo

re

specif

iche

Rett

ific

he v

alo

re

di

port

afo

gli

o

Esposiz

ione n

ett

a

Rett

ific

he v

alo

re

specif

iche

Rett

ific

he v

alo

re

di

port

afo

gli

o

Esposiz

ione n

ett

a

Rett

ific

he v

alo

re

specif

iche

Rett

ific

he v

alo

re

di

port

afo

gli

o

A. Esposizioni per cassa

A.1 Sofferenze - - X - - X 23 (131) X - - X 61.585 (30.027) X 13.080 (7.483) X

A.2 Incagli - - X - - X 162 (16) X - - X 35.603 (5.287) X 14.348 (1.611) X

A.3 Esposizioni ristrutturate - - X - - X - - X - - X 9.867 (2.472) X - - X

A.4 Esposizioni scadute - - X - - X - - X - - X 4.121 (355) X 1.200 (72) X

A.5 Altre esposizioni 3.426 X - 7.790 X (21) 1.965 X (9) - X - 1.106.827 X (7.161) 540.088 X (2.186)

Totale A 3.426 - - 7.790 - (21) 2.150 (147) (9) - - - 1.218.003 (38.141) (7.161) 568.716 (9.166) (2.186)

B. Esposizioni "fuori bilancio"

B.1 Sofferenze - - X - - X - - X - - X 889 (280) X 5 (3) X

B.2 Incagli - - X - - X - - X - - X 920 (100) X 18 (1) X

B.3 Altre attività deteriorate - - X - - X - - X - - X 32 - X - - X

B.4 Altre esposizioni 118 X - 29.963 X (21) 326 X - - X - 88.680 X (239) 14.078 X (86)

Totale B 118 - - 29.963 - (21) 326 - - - - - 90.521 (380) (239) 14.101 (4) (86)

Totale (A+B) 31/12/2012 3.544 - - 37.753 - (42) 2.476 (147) (9) - - - 1.308.524 (38.521) (7.400) 582.817 (9.170) (2.272)

Totale (A+B) 31/12/2011 5.513 - - 39.084 - (42) 6.353 (128) (34) - - - 1.419.424 (29.380) (8.058) 590.645 (7.487) (1.982)

Esposizioni/Controparti

Imprese non finanziarie Altri soggettiGoverni Altri enti pubblici Società finanziarie Società di assicurazione

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B.2 Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio”verso clientela (valore di bilancio)

Esposizione nettaRettifiche valore

complessiveEsposizione netta

Rettifiche valore

complessiveEsposizione netta

Rettifiche valore

complessiveEsposizione netta

Rettifiche valore

complessiveEsposizione netta

Rettifiche valore

complessive

A. Esposizioni per cassa

A.1 Sofferenze 74.687 (37.639) 1 (2) - - - - - -

A.2 Incagli 50.080 (6.915) 33 - - - - - - -

A.3 Esposizioni ristrutturate 9.867 (2.472) - - - - - - - -

A.4 Esposizioni scadute 5.321 (428) - - - - - - - -

A.5 Altre esposizioni 1.659.335 (9.372) 761 (5) - - - - - -

TOTALE A 1.799.290 (56.826) 795 (7) - - - - - -

B. Esposizioni "fuori bilancio"

B.1 Sofferenze 894 (282) - - - - - - - -

B.2 Incagli 938 (101) - - - - - - - -

B.3 Altre attività deteriorate 32 - - - - - - - - -

B.4 altre esposizioni 133.165 (346) - - - - - - - -

TOTALE B 135.029 (729) - - - - - - - -

Totale (A+B) 31/12/2012 1.934.319 (57.555) 795 (7) - - - - - -

Totale (A+B) 31/12/2011 2.060.206 (47.107) 813 (6) - - - - - -

ASIA RESTO DEL MONDO

Esposizioni/Aree geografiche

ITALIA ALTRI PAESI EUROPEI AMERICA

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B.3 Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio”verso banche (valore di bilancio)

Esposizione nettaRettifiche valore

complessiveEsposizione netta

Rettifiche valore

complessiveEsposizione netta

Rettifiche valore

complessiveEsposizione netta

Rettifiche valore

complessiveEsposizione netta

A. Esposizioni per cassa

A.1 Sofferenze - - - - - - - - -

A.2 Incagli - - - - - - - - -

A.3 Esposizioni ristrutturate - - - - - - - - -

A.4 Esposizioni scadute - - - - - - - - -

A.5 Altre esposizioni 22.720 - - - - - 348 - -

TOTALE A 22.720 - - - - - 348 - -

B. Esposizioni "fuori bilancio"

B.1 Sofferenze - - - - - - - - -

B.2 Incagli - - - - - - - - -

B.3 Altre attività deteriorate - - - - - - - - -

B.4 altre esposizioni 364.283 - 70 - - - 2.604 (4) -

TOTALE B 364.283 - 70 - - - 2.604 (4) -

Totale (A+B) 31/12/2012 387.003 - 70 - - - 2.952 (4) -

Totale (A+B) 31/12/2011 289.314 - - - - - 195 - -

ASIA RESTO DEL MONDO

Esposizioni/Aree geografiche

ITALIA ALTRI PAESI EUROPEI AMERICA

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B.4 Grandi rischi

Totale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

Numero posizioni 19 21

Esposizione 400.259 518.905

Posizione di rischio 274.927 289.448

Sono definiti “grandi rischi” le esposizioni d’importo nominale pari o superiori al 10% del

Patrimonio di Vigilanza. Le singole banche appartenenti a gruppi bancari sono sottoposte ad un limite individuale

pari al 40% del proprio Patrimonio di Vigilanza. Quest’ultimo limite è riferito alla “posizione

di rischio” ovvero l’esposizione ponderata secondo le regole previste dalla presente

disciplina.

Nelle posizioni di rischio sono inclusi rapporti in essere con la Capogruppo che

rappresentano il 12,87% dell’esposizione complessiva.

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C. OPERAZIONI DI CARTOLARIZZAZIONE E DI CESSIONE DELLE ATTIVITÀ

C.1 Operazioni di cartolarizzazione

Per la Banca non esiste la fattispecie.

C.2 Operazioni di cessione

Per la Banca non esiste la fattispecie.

C.3 Operazioni di Covered Bond

Programma di Obbligazioni Bancarie Garantite da 10 miliardi – “Programma

Residenziale”

Gli Obiettivi

Nell’esercizio 2008 il Consiglio di Gestione della Capogruppo UBI Banca ha deliberato di

procedere nella realizzazione di un programma di emissione di obbligazioni bancarie

garantite strutturato, finalizzato al beneficio in termini di funding contestualmente al

contenimento del costo della raccolta.

In particolare, il Consiglio di Gestione ha:

individuato gli obiettivi del programma;

individuato la struttura base di un’operazione di emissione di obbligazioni bancarie garantite alla luce della normativa, enucleando ed esaminando i principali elementi,

tra cui il portafoglio iniziale di crediti e i criteri di selezione dello stesso nonché la

struttura finanziaria dell’operazione ed i test;

valutato ed approvato gli impatti ed i necessari adeguamenti collegati di natura organizzativa, informatica e contabile. Tali adeguamenti sono stati realizzati per

garantire il corretto presidio dei rischi anche sulle singole banche partecipanti. Nella predisposizione delle relative procedure si è altresì tenuto conto dei requisiti fissati

dalla normativa emanata dalla Banca d’Italia;

valutato i rischi connessi con l’operazione di emissione di obbligazioni bancarie garantite;

valutato gli assetti organizzativi e gestionali della società veicolo al fine di verificare che i documenti contrattuali dell’operazione contenessero clausole atte ad assicurare

un regolare ed efficiente svolgimento delle proprie funzioni da parte della società

veicolo stessa;

valutato i profili giuridici, attraverso un’approfondita disamina delle strutture e degli schemi contrattuali impiegati, con particolare attenzione alle caratteristiche della

garanzia prestata dalla società veicolo e al complesso dei rapporti intercorrenti tra la

banca emittente, le banche cedenti e la società veicolo.

La struttura

La struttura base dell’operazione di emissione di obbligazioni bancarie garantite prevede che

vengano realizzate le seguenti attività:

Una banca (la Banca Cedente o Originator) trasferisce un insieme di asset aventi determinate caratteristiche ad un veicolo, formando un patrimonio segregato (cover pool);

La stessa banca cedente (qui come Banca Finanziatrice) eroga al veicolo un prestito subordinato finalizzato a finanziare il pagamento del prezzo di acquisto degli asset da

parte del veicolo;

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La banca (la Banca Emittente) emette obbligazioni bancarie garantite supportate da una garanzia primaria, non condizionata e irrevocabile emessa dal veicolo ad esclusivo

beneficio degli investitori detentori delle obbligazioni bancarie garantite e delle controparti di hedging coinvolte nella transazione. La garanzia è supportata da tutti gli

asset ceduti al veicolo e che fanno parte del cover pool.

La struttura che è stata adottata prevede peraltro che i portafogli che costituiscono il

patrimonio separato della società veicolo siano ceduti da più banche originator (le banche

cedenti) diverse dalla banca emittente.

Gli adeguamenti organizzativi e le procedure di controllo

Nell’ambito del processo iniziale di analisi organizzativa si è proceduto ad individuare

quattro macro processi ai quali sono state assegnate le principali attività collegate al

programma ed in particolare:

1. Rilevazione delle esigenze di liquidità ed approvazione dell’operazione da parte degli

organi competenti. Tale macro-processo prevede che le ipotesi di emissione di

obbligazioni bancarie garantite vengano valutate dai competenti comitati interni di UBI

Banca ed approvate nelle loro linee di indirizzo dal Consiglio di Gestione.

Successivamente, viene data informativa alle banche rete coinvolte che, sulla base

delle indicazioni ricevute dalla capogruppo, valutano l’opportunità prospettata e l’adesione all’emissione. In questo contesto, viene identificato l’Arranger che curerà

l’operazione, nonché attivate le strutture interne coinvolte.

2. Pianificazione e predisposizione dell’operazione. Tale macro-processo prevede che vengano verificati i criteri di estrazione e validati gli asset facenti parte del portafoglio

a garanzia dell’emissione interfacciandosi con le agenzie di rating e le società di

revisione, realizzate le attività propedeutiche alla corretta segregazione patrimoniale del portafoglio e alla cessione al veicolo e predisposti tutti i contratti relativi

all’operazione da parte di strutture interne ed esterne alla banca.

3. Gestione dell’operazione: Tale macro-processo prevede che vengano aperti i conti

correnti funzionali all’operatività del veicolo, erogato il finanziamento subordinato, stipulati i contratti derivati tra banche rete e società veicolo, determinata la “cascata dei pagamenti”, effettuati i test di efficacia sul portafoglio, individuate le quote dei

mutui destinate al reintegro del portafoglio a garanzia delle obbligazioni bancarie

garantite; tali attività vengono realizzate su base continuativa.

4. Controlli previsti dalla normativa: Tale macro-processo prevede l’allocazione dei

controlli interni ed esterni previsti dalla normativa in particolare per analizzare e

monitorare i requisiti per garantire la qualità e l’integrità degli attivi ceduti a garanzia del portafoglio, definire i test di efficacia e produrre i relativi report di sintesi, verificare

il rispetto dei limiti relativi a cessione di attivi idonei, verificare la copertura dei rischi

finanziari, verificare gli adempimenti da parte delle società cessionarie dagli obblighi

derivanti dalla garanzia prestata, verificare gli schemi e le strutture contrattuali

adottate, verificare la completezza dei controlli da effettuare da parte della

Capogruppo. Vengono inoltre predisposti controlli esterni per attestare la conformità

dei criteri di valutazione applicati dalla banca a quelli cui la stessa deve attenersi nella redazione del bilancio d’esercizio, nonché garantire la regolarità dell’operazione e

l’integrità della garanzia rilasciata per il rimborso delle obbligazioni bancarie garantite.

I rischi connessi con l’operazione:

L’elenco di rischi qui di seguito individuati è derivato dell’attuale quadro regolamentare

(comunitario ed italiano) e fa riferimento alle attuali metodologie delle agenzie di rating.

Le diverse tipologie di rischio sono ricondotte alle quattro seguenti macro categorie:

1. Rischio downgrade di UBI Banca, che comprende il rischio relativo ai contratti in

cui la Capogruppo UBI Banca è controparte.

2. Rischio legato ai mutui sottostanti (Collateral); L’emissione di Obbligazioni bancarie garantite poggia le basi del suo rating sul credit enhancement fornito dal

portafoglio di mutui ceduto a garanzia alla Società veicolo, I criteri delle agenzie di

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rating prevedono infatti che l’ammontare del portafoglio mutui a garanzia si mantenga su livelli più alti rispetto al valore delle obbligazioni emesse (c.d. over collateralization). Una diminuzione del livello di tale overcollateralization porterebbe

in primis a un downgrade dell’operazione e, nei casi più gravi, al default

dell’emittente, nel caso non fosse garantito il livello minimo previsto

contrattualmente e/o non fossero superati i test regolamentari. Per fronteggiare

questi rischi sono previsti diversi meccanismi all’interno del Programma, quali il Nominal Value Test e vari gradi di over-collateralisation, che mirano ad assicurare

che la società veicolo sia in grado di garantire integralmente le obbligazioni bancarie garantite emesse, anche a fronte di alcuni default sugli asset sottostanti; la

possibilità di apportare denaro liquido a garanzia delle emissioni (nei limiti del 15%

dell’importo complessivo degli attivi detenuti dalla società veicolo); la possibilità di inserire nel portafoglio anche asset con rating più elevato, come titoli RMBS di

elevato rating in conformità alla normativa o titoli governativi ed infine, per quanto

riguarda il rimborso del capitale a scadenza da parte della società veicolo (in caso di default di UBI Banca), è stata prevista la possibilità di estendere la scadenza delle obbligazioni bancarie garantite di un anno (c.d soft bullet maturity).

In ogni caso è previsto che, con cadenza periodica, le strutture preposte di UBI

Banca procedano alla verifica dell’adeguata disponibilità di mutui negli attivi dell

banche del Gruppo per garantire la dovuta overcollateralisation a fronte delle

Obbligazioni bancarie garantite già emesse e di quelli che saranno emesse negli anni

a venire. 3. Rischi connessi con la gestione del Programma nel continuo: il Programma

coinvolge alcuni soggetti terzi (l’Asset Monitor, i Bank Account Providers, i Trustees,

eventuali Swap Providers), per ciascuno dei quali sussiste il rischio che possa

divenire insolvente; al fine di limitare tale rischio sono state previste regole di

sostituzione delle controparti al ricorrere di determinati eventi. Il Programma richiede poi una gestione nel continuo di tematiche quali l’attività di servicing, l’attività di investimento, la gestione degli eventuali contratti di swap, il calcolo dei test

regolamentari e la produzione di reportistica; al fine di gestire i rischi operativi

correlati la Banca si è dotata inizialmente degli strumenti e processi sopra descritti, e

sui quali è in corso un ulteriore processo di revisione ed aggiornamento.

4. Rischi legali, fra i quali si segnala, per la particolare struttura “multi-originator” del Programma UBI Banca, il rischio di cross-collateralization: la partecipazione al

Programma di più Banche Originator fa sì infatti che tutte le Banche Cedenti concorrano, pari passu tra loro, quali creditori subordinati della Società veicolo e,

soprattutto, assumano l’obbligo di “curare” i test in caso di violazione degli stessi,

anche qualora la violazione non sia dovuta al portafoglio di propria pertinenza. Per

mitigare tale rischio, la documentazione contrattuale prevede che, qualora la Banca

Cedente tenuta ad reintegrare gli attivi non adempia a tale obbligo, sarà tenuta in prima istanza la Capogruppo ad integrare il portafoglio fino al raggiungimento del livello di over-collateralization richiesto, mentre le altre Banche Cedenti si troveranno

a dover integrare il portafoglio solo qualora anche la Capogruppo non vi provveda.

L’evoluzione del Programma Residenziale di Covered Bond UBI Banca

Il modello adottato per programma il residenziale di Obbligazioni bancarie garantite di UBI

Banca è la seguente: è stata costituita un’apposita società veicolo, UBI Finance s.r.l. che in

qualità di garante delle emissioni fatte da UBI Banca ha assunto un portafoglio di mutui

ipotecari residenziali ceduti dalle banche rete del Gruppo partecipanti al programma sia

come Banche Originator, che come Banche Finanziatrici.

Il ruolo di Master Servicer, di Calculation Agent, Liability Swap Provider ed Italian Account

Bank dell’operazione è svolto dalla Capogruppo, mentre quello di Paying Agent ed English

Account Bank è svolto da Bank of New York Mellon; il Rappresentante degli Obbligazionisti

è BNY Corporate Trustee Services Limited.

UBI Banca ha poi delegato alle Banche Originator, in qualità di Sub-servicer, le attività di servicing correlate alle gestione degli incassi e dei rapporti con la clientela relativi al

portafoglio ceduto da ciascun Originator (con esclusione dei rapporti passati a sofferenza,

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202

presi in carico dall’Area Crediti della Capogruppo); le banche cedenti svolgono inoltre anche il ruolo di controparti swap nei balance guarantee swap stipulati con la società veicolo al

fine di normalizzare i flussi di cassa generati dal portafoglio mutui.

Nell’ambito del modello sopra descritto, il Gruppo UBI Banca, ha avviato il programma da

dieci miliardi di emissioni di obbligazioni bancarie garantite nel luglio 2008 effettuando le

prime cessioni di mutui da parte di due banche del Gruppo, Banco di Brescia e Banca

Regionale Europea, per un valore complessivo, a tale data, di ca. 2 miliardi di euro. Successivamente, nel corso degli esercizi 2008 – 2010, tutte le banche rete del Gruppo sono

entrate a far parte del programma cedendo progressivamente quote dei propri attivi; ulteriori

cessioni di attivi sono state poi concluse in ciascuno degli esercizi successivi.

In particolare, nel corso dell’esercizio 2012, sono state effettuate due cessioni di attivi: la

prima, perfezionata in data 1 febbraio 2012, per complessivi 1,171 miliardi di euro, di cui circa 347 milioni ceduti dal Banco di Brescia, circa 452 milioni da Banca Popolare di

Bergamo, circa 280 milioni da Banca CARIME e circa 92 milioni da UBI Banca Private

Investment; la seconda, in data 1 ottobre 2012, per complessivi 1,411 miliardi di euro, di

cui ca. 225 milioni ceduti da Banca Regionale Europea, ca. 141 milioni ceduti dal Banco di

San Giorgio (successivamente fuso in Banca Regionale Europea), ca. 603 milioni da Banca

Popolare Commercio ed Industria, ca. 94 milioni da Banca di Valle Camonica e ca. 348 milioni di Banca Popolare di Ancona.

Alla data del 31 dicembre 2012 il portafoglio di mutui ceduto a garanzia delle emissioni, che

contabilmente è rimasto iscritto negli attivi di ciascuna banca cedente, ammontava ad oltre

11 miliardi di euro complessivi.

Nella tabella seguente si riporta, nel totale e per ciascuna Banca Originator, la distribuzione

del portafoglio (debito residuo capitale) per classe qualitativa dei crediti al 31/12/2012:

(Importo Debito residuo capitale - dati in migliaia di euro)

TIPOLOGIA DI CREDITI

PORTAFOGLIO COMPLESSIVO

DI CUI BRE

DI CUI BANCO DI

BRESCIA

DI CUI

BANCA POP.

BERGAMO

DI CUI

BANCA POP.

ANCONA

DI CUI BANCA

POP. COMM. E

INDUSTRIA

DI CUI BANCA

CARIME

DI CUI

BANCA DI VALLE

CAMONICA

DI CUI

UBI BANCA

PRIVATE

Crediti performing

9.623.411 1.501.944 1.859.876 2.241.142 1.068.919 1.879.089 685.356 224.333 162.752

Crediti

delinquent 1.377.407 214.985 387.368 267.803 152.683 212.735 78.645 35.632 27.557

Collateral Portfolio

(1+2)

11.000.818 1.716.929 2.247.244 2.508.945 1.221.602 2.091.823 764.001 259.966 190.309

Crediti

defaulted 207.177 35.701 49.477 52.692 15.352 27.385 17.804 3.979 4.786

Totale portafoglio

UBI Finance

11.207.995 1.752.630 2.296.720 2.561.637 1.236.954 2.119.208 781.805 263.945 195.094

Nel corso dell’esercizio 2012 tale portafoglio ha generato incassi complessivi per ca. 1,3

miliardi di euro, così ripartiti fra i portafogli dei diversi Originator:

(dati in migliaia di euro)

TIPOLOGI

A DI CREDITI

PORTAFOGLIO COMPLESSIVO

DI CUI BRE (*)

DI CUI

BANCO DI

BRESCIA

DI CUI

BANCA POP.

BERGAMO

DI CUI

BANCA POP.

ANCONA

DI CUI BANCA

POP. COMM. E

INDUSTRIA

DI CUI

BANCA CARIME

DI CUI

BANCA DI VALLE

CAMONICA

DI CUI

UBI BANCA

PRIVATE

incassi esercizio

2012

1.333.856 192.133 271.184 358.813 136.982 210.100 117.181 26.191 21.272

(*) inclusi gli incassi del portafoglio Banco di San Giorgio antecedenti alla fusione in BRE

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203

Nell’ambito dei 10 miliardi di emissioni previste dal Programma, nel corso degli esercizi

2009-2011 UBI Banca ha emesso Obbligazioni bancarie garantite per complessivi 5.750.000.000 di euro; nella tabella seguente si riportano le caratteristiche delle singole

emissioni:

N. serie ISIN Denominazione Data di

emissione Data di

scadenza Capitale(*) Cedola (**)

1 (pubblica)

IT0004533896 UBI BANCA 3,625% CB due 23/9/2016

23/09/2009 23/09/2016 1.000.000.000 36.250.000

2 (pubblica)

IT0004558794 UBI BANCA 4,000% CB due 16/12/2019

16/12/2009 16/12/2019 1.000.000.000 40.000.000

3 (privata)

IT0004599491 UBI BANCA TV CB due 30/04/2022

30/04/2010 30/04/2022 215.909.092 1.010.766

4 (pubblica)

IT0004619109 UBI BANCA 3,375% CB due 15/09/2017

15/09/2010 15/09/2017 1.000.000.000 33.750.000

5

(pubblica) IT0004649700

UBI BANCA 3,125%

CB due 18/10/2015 18/10/2010 18/10/2015 500.000.000 15.625.000

6 (pubblica)

IT0004682305 UBI BANCA 5,250% CB due 28/01/2021

28/01/2011 28/01/2021 1.000.000.000 52.500.000

7 (pubblica)

IT0004692346 UBI BANCA 4,500% CB due 22/02/2016

22/02/2011 22/02/2016 750.000.000 33.750.000

8 (privata)

IT0004777444 UBI BANCA TV CB due 18/11/2022

18/11/2011 18/11/2022 250.000.000 3.900.100

(*) Per le emissioni in ammortamento si riporta il capitale residuo alla data di riferimento del presente Resoconto (**) Per le emissioni a tasso variabile si riporta l'ammontare della cedola in corso alla data di riferimento del presente

Resoconto

Tutte le obbligazioni sopra indicate avevano ricevuto, all’emissione, il massimo rating da

parte di Fitch (AAA) e di Moody’s (Aaa).

Nel corso del primo trimestre 2012 sono poi state perfezionate tre nuove emissioni di Covered bond, a tasso variabile, per 250 milioni ciascuna che sono state riacquistate dalla

Capogruppo con la finalità di utilizzarle quali poste stanziabili in operazioni con la Banca

Centrale. Tali nuove emissioni hanno ricevuto inizialmente il rating AA+ (Fitch) e Aa2

(Moody’s).

Di seguito si riportano le caratteristiche di tali ultime emissioni:

N. serie ISIN Denominazione Data di

emissione

Data di

scadenza Capitale Cedola(*)

9 (privata)

IT0004799331 UBI BANCA TV CB due 17/02/2014

22/02/2012 17/02/2014 250.000.000 1.700.563

10 (privata)

IT0004799349 UBI BANCA TV CB due 18/02/2014

22/02/2012 18/02/2014 250.000.000 1.700.563

11 (privata)

IT0004799091 UBI BANCA TV CB due 19/02/2014

22/02/2012 19/02/2014 250.000.000 1.719.250

(*) le cedole sono trimestrali a tasso variabile; l’importo indicato si riferisce alle cedole in scadenza alla data di riferimento del presente Resoconto In merito al rating attribuito al Programma di Covered bond, ricordiamo che a partire dal

secondo semestre 2011, le tre Agenzie Moody’s, Fitch e Standard and Poor’s, quale effetto

del progressivo declassamento del rating dell’Italia, avevano intrapreso ripetute azioni di riduzione del rating della Banca. Per quanto riguarda l’operazione covered bond, anche se il

rating di un programma di obbligazioni bancarie garantite - proprio grazie alla particolare

struttura di tali operazioni - non è immediatamente e direttamente correlato al livello di

rating dell’emittente, dobbiamo segnalare che in seguito alle ulteriori azioni intraprese da

Fitch e Moody’s nel corso del 2012, anche il rating del Programma UBI Banca è stato ridotto

dal massimo rating attribuito inizialmente al livello di rating AA- per Fitch e A2 per Moody’s.

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204

Programma di Obbligazioni Bancarie Garantite da 5 miliardi – “Programma Retained”

Nel corso del primo semestre 2012 è stata perfezionata dal Gruppo UBI Banca la strutturazione di un nuovo programma di obbligazioni bancarie garantite, finalizzato ad emettere nuovi titoli obbligazionari che saranno “retained”, ovvero saranno sottoscritti dalla

stessa emittente UBI Banca e saranno utilizzati per la stanziabilità in Banca Centrale Europea andando a rafforzare il pool di attivi rifinanziabili a disposizione del Gruppo.

A tal fine è stata appositamente costituita una nuova società veicolo, denominata UBI Finance CB2 S.r.l., con funzione di garante delle emissioni della nuova serie di covered bond. Ad UBI Finance CB2 S.r.l. vengono ceduti dalle banche del Gruppo principalmente

mutui commerciali e, in aggiunta, mutui residenziali eleggibili per la normativa nazionale

ma non contemplati nelle metodologie delle agenzie di rating per il primo programma.

Infatti, diversamente da quanto effettuato in relazione al Programma Residenziale, il

Programma Retained non è oggetto di valutazione da parte delle agenzie di rating ma beneficia esclusivamente dei rating senior della Capogruppo UBI Banca. A valere su tale

programma, UBI Banca potrà emettere obbligazioni bancarie garantite per un importo

complessivo di tempo in tempo in essere non superiore ad Euro 5 miliardi.

Anche per questo secondo programma, il Consiglio di Gestione ha:

individuato gli obiettivi del programma e della prima emissione;

individuato la struttura base dell’operazione , esaminando il portafoglio iniziale di crediti e i criteri di selezione dello stesso nonché la struttura finanziaria

dell’operazione ed i test;

valutato ed approvato gli impatti ed i necessari adeguamenti di natura organizzativa, informatica, considerando che tali interventi erano già stati realizzati per garantire il

corretto presidio dei rischi relativi al primo programma;

valutato i rischi connessi con l’operazione di emissione di Obbligazioni Bancarie Garantite;

valutato gli assetti organizzativi e gestionali della società veicolo

valutato i profili giuridici del Programma.

Facciamo rimando a quanto indicato più sopra in merito al Programma Residenziale per

quanto riguarda gli aspetti strutturali, organizzativi ed i rischi dell’operazione, limitandoci a segnalare che, in considerazione della natura retained del programma da 5 miliardi e

dell’assenza di un rating specifico sulle emissioni, non sono stati al momento stipulati contratti di asset o liability swap ed il ruolo di Account Bank estera è svolto da UBI Banca

International anziché da Bank of New York Mellon.

L’evoluzione del Programma Retained di Covered Bond UBI Banca

Il portafoglio a garanzia delle emissioni del Programma Retained è stato ceduto in due tranches: in data 1 marzo 2012 sono stati ceduti i primi attivi da parte di Banca Regionale

Europea (circa 356 milioni di euro), Banca Popolare di Ancona (circa 512 milioni di euro),

Banca Popolare Commercio ed Industria (circa 332 milioni di euro) e Banca di Valle

Camonica (circa 101 milioni di euro), mentre il successivo 1 aprile è avvenuta la cessione di

attivi da parte di Banca Popolare di Bergamo (ca. 562 milioni di euro), Banco di Brescia (ca. 628 milioni di euro), Banco di San Giorgio (ca. 209 milioni di euro) e Banca CARIME (ca.

310 milioni di euro). Segnaliamo che UBI Banca Private ha aderito anch’essa al secondo programma di covered bond, ma non ha effettuato finora alcuna cessione di attivi..

Il portafoglio ceduto, che – come già per il primo programma - è rimasto contabilmente

iscritto negli attivi di ciascuna banca cedente, ammontava al 31 dicembre 2012 a 2,7 miliardi di euro complessivi.

Nella tabella seguente si riporta, nel totale e per ciascuna Banca Originator, la distribuzione

del portafoglio (debito residuo capitale) per classe qualitativa dei crediti al 31/12/2012

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(Importo Debito residuo capitale - dati in migliaia di euro)

TIPOLOGIA DI CREDITI

PORTAFOGLIO COMPLESSIVO

DI CUI BRE

DI CUI

BANCO DI

BRESCIA

DI CUI

BANCA POP. BERGAMO

DI CUI

BANCA POP.

ANCONA

DI CUI

BANCA POP. COMM. E

INDUSTRIA

DI CUI

BANCA CARIME

DI CUI

BANCA DI VALLE

CAMONICA

Crediti performing

2.316.044 447.207 455.304 455.536 362.115 269.052 251.609 75.221

Crediti delinquent

385.137 62.957 106.447 51.413 98.829 24.873 30.476 10.140

Collateral

Portfolio (1+2)

2.701.181 510.164 561.751 506.950 460.944 293.925 282.084 85.362

Crediti defaulted

44.526 5.341 9.938 10.675 8.811 1.907 3.708 4.146

Totale portafoglio

UBI Finance Cb 2

2.745.707 515.505 571.689 517.625 469.755 295.832 285.793 89.508

Anche per il portafoglio ceduto a UBI Finance CB 2, il Master Servicer UBI Banca ha delegato alle Banche Originator, in qualità di Sub-servicer, le attività di servicing correlate

alla gestione degli incassi e dei rapporti con la clientela relativi al portafoglio ceduto da

ciascun Originator, con esclusione dei rapporti passati a sofferenza, presi in carico dall’Area

Crediti della Capogruppo.

Di seguito si riporta l’ammontare delle somme complessivamente incassate su ogni portafoglio nel’esercizio 2012:

(dati in migliaia di euro)

TIPOLOGIA DI CREDITI

PORTAFOGLIO COMPLESSIVO

DI CUI BRE (*)

DI CUI BANCO DI BRESCIA

DI CUI BANCA POP. BERGAMO

DI CUI

BANCA POP.

ANCONA

DI CUI

BANCA POP. COMM. E

INDUSTRIA

DI CUI BANCA CARIME

DI CUI

BANCA DI VALLE

CAMONICA

incassi

esercizio 2012 324.030 60.350 68.278 54.364 53.164 42.732 32.059 13.082

(*) inclusi gli incassi del portafoglio Banco di San Giorgio antecedenti alla fusione in BRE (**) Programma attivo da marzo 2012

Nel corso del primo anno di vita del secondo programma, sono state fatte due emissioni di covered bond, per complessivi 2,3 miliardi di euro, delle cui riportiamo le caratteristiche

nella tabella seguente:

N. serie ISIN Denominazione Data di

emissione

Data di

scadenza Capitale Cedola (*)

1

(retained) IT0004818701

UBI BANCA TV CB2

due 28/05/2018 28/05/2012 28/05/2018 1.800.000.000 10.074.060

2 (retained)

IT0004864663 UBI BANCA TV CB2 due 29/01/2013

29/10/2012 29/10/2013 500.000.000 3.453.833

(*) le cedole sono a tasso variabile; l’importo indicato si riferisce alle cedole in scadenza alla data di riferimento del presente Resoconto

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206

D. MODELLI PER LA MISURAZIONE DEL RISCHIO DI CREDITO

In merito alla misurazione del rischio di credito, Il Gruppo UBI ha sviluppato un modello di Portfolio Credit Risk attraverso il motore di calcolo PCRE di Algorithmics: esso considera il

rischio complessivo di un portafoglio di crediti modellizzando e catturando la componente

derivante dalla correlazione dei default delle controparti, calcolando le perdite creditizie e il

capitale a rischio di credito a livello di portafoglio. Il modello annovera, fra i vari input, le

variabili di PD e LGD utilizzate per finalità di vigilanza.

Sezione 2 Rischi di mercato

2.1 Rischio di tasso di interesse e rischio di prezzo - Portafoglio di negoziazione di vigilanza

Informazioni di natura qualitativa

A. Aspetti generali

Ai fini della compilazione della presente sezione si considerano esclusivamente gli strumenti

finanziari rientranti nel “portafoglio di negoziazione di vigilanza”, come definito nella disciplina relativa alle segnalazioni di vigilanza sui rischi di mercato. Conseguentemente,

sono escluse eventuali operazioni allocate in bilancio nel portafoglio di negoziazione ma non

rientranti nell’anzidetta definizione di vigilanza. Queste operazioni sono comprese

nell’informativa relativa al “portafoglio bancario”.

B. Processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse e del

rischio di prezzo

Si veda il successivo paragrafo A. “Aspetti generali, procedure di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse”.

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207

Informazioni di natura quantitativa

1.1 Portafoglio di negoziazione di vigilanza: distribuzione per durata residua (data di riprezzamento) delle attività e delle passività

finanziarie per cassa e derivati finanziari - Valuta di denominazione: EURO

Tipologia/Durata residua A vista Fino a 3 mesiDa oltre 3 mesi fino

a 6 mesi

Da oltre 6 mesi fino

a 1 anno

Da oltre 1 anno

fino a 5 anni

Da oltre 5 anni fino

a 10 anniOltre 10 anni

Durata

indeterminata

1. Attività per cassa - - - - - - - -

1.1 Titoli di debito - - - - - - - -

- con opzione rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - - - - - - - -

1.2 Altre attività - - - - - - - -

2. Passività per cassa - - - - - - - -

2.1 P.C.T. passivi - - - - - - - -

2.2 Altre passività - - - - - - - -

3. Derivati finanziari - 244.378 (5.002) (9.895) (74.086) (74.347) (81.048) -

3.1 Con titolo sottostante - 195 (62) (6) (71) (55) - -

- Opzioni - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

- Altri derivati - 195 (62) (6) (71) (55) - -

- Posizioni lunghe - 185 181 6 83 55 - -

- Posizioni corte - 380 119 - 12 - - -

3.2 Senza titolo sottostante - 244.183 (4.940) (9.889) (74.015) (74.292) (81.048) -

- Opzioni - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - 11.790 9.460 8.649 360 1.831 232 -

- Posizioni corte - 11.790 9.460 8.649 360 1.831 232 -

- Altri derivati - 244.183 (4.940) (9.889) (74.015) (74.292) (81.048) -

- Posizioni lunghe 1.664 70.630 47.423 12.549 164.220 169.287 81.989 -

- Posizioni corte 1.664 314.813 42.483 2.660 90.205 94.995 941 -

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208

1.2 Portafoglio di negoziazione di vigilanza: distribuzione per durata residua (data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie per cassa e derivati finanziari - Valuta di denominazione: USD

Tipologia/Durata residua A vista Fino a 3 mesiDa oltre 3 mesi fino a

6 mesi

Da oltre 6 mesi fino a

1 anno

Da oltre 1 anno fino a

5 anni

Da oltre 5 anni fino a

10 anniOltre 10 anni Durata indeterminata

1. Attività per cassa - - - - - - - -

1.1 Titoli di debito - - - - - - - -

- con opzione rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - - - - - - - -

1.2 Altre attività - - - - - - - -

2. Passività per cassa - - - - - - - -

2.1 P.C.T. passivi - - - - - - - -

2.2 Altre passività - - - - - - - -

3. Derivati finanziari - - - - - - - -

3.1 Con titolo sottostante - - - - - - - -

- Opzioni - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

- Altri derivati - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

3.2 Senza titolo sottostante - - - - - - - -

- Opzioni - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - 8.124 9.088 8.244 - - - -

- Posizioni corte - 8.124 9.088 8.244 - - - -

- Altri derivati - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - 744 120 - - - - -

- Posizioni corte - 744 120 - - - - -

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209

1.3 Portafoglio di negoziazione di vigilanza: distribuzione per durata residua (data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie per cassa e derivati finanziari - Valuta di denominazione: GBP

Tipologia/Durata residua A vista Fino a 3 mesiDa oltre 3 mesi fino a

6 mesi

Da oltre 6 mesi fino a

1 anno

Da oltre 1 anno fino a

5 anni

Da oltre 5 anni fino a

10 anniOltre 10 anni Durata indeterminata

1. Attività per cassa - - - - - - - -

1.1 Titoli di debito - - - - - - - -

- con opzione rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - - - - - - - -

1.2 Altre attività - - - - - - - -

2. Passività per cassa - - - - - - - -

2.1 P.C.T. passivi - - - - - - - -

2.2 Altre passività - - - - - - - -

3. Derivati finanziari - - - - - - - -

3.1 Con titolo sottostante - - - - - - - -

- Opzioni - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

- Altri derivati - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

3.2 Senza titolo sottostante - - - - - - - -

- Opzioni - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - 1.385 49 420 - - - -

- Posizioni corte - 1.385 49 420 - - - -

- Altri derivati - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - 2 - - - - - -

- Posizioni corte - 2 - - - - - -

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1.4 Portafoglio di negoziazione di vigilanza: distribuzione per durata residua (data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie per cassa e derivati finanziari - Valuta di denominazione: CHF

Tipologia/Durata residua A vista Fino a 3 mesiDa oltre 3 mesi fino a

6 mesi

Da oltre 6 mesi fino a

1 anno

Da oltre 1 anno fino a

5 anni

Da oltre 5 anni fino a

10 anniOltre 10 anni Durata indeterminata

1. Attività per cassa - - - - - - - -

1.1 Titoli di debito - - - - - - - -

- con opzione rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - - - - - - - -

1.2 Altre attività - - - - - - - -

2. Passività per cassa - - - - - - - -

2.1 P.C.T. passivi - - - - - - - -

2.2 Altre passività - - - - - - - -

3. Derivati finanziari - - - - - - - -

3.1 Con titolo sottostante - - - - - - - -

- Opzioni - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

- Altri derivati - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

3.2 Senza titolo sottostante - - - - - - - -

- Opzioni - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

- Altri derivati - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - 195 55 - - - - -

- Posizioni corte - 195 55 - - - - -

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1.5 Portafoglio di negoziazione di vigilanza: distribuzione per durata residua (data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie per cassa e derivati finanziari - Valuta di denominazione: JPY

Tipologia/Durata residua A vista Fino a 3 mesiDa oltre 3 mesi fino a

6 mesi

Da oltre 6 mesi fino a

1 anno

Da oltre 1 anno fino a

5 anni

Da oltre 5 anni fino a

10 anniOltre 10 anni Durata indeterminata

1. Attività per cassa - - - - - - - -

1.1 Titoli di debito - - - - - - - -

- con opzione rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - - - - - - - -

1.2 Altre attività - - - - - - - -

2. Passività per cassa - - - - - - - -

2.1 P.C.T. passivi - - - - - - - -

2.2 Altre passività - - - - - - - -

3. Derivati finanziari - - - - - - - -

3.1 Con titolo sottostante - - - - - - - -

- Opzioni - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

- Altri derivati - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

3.2 Senza titolo sottostante - - - - - - - -

- Opzioni - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

- Altri derivati - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - 266 - - - - - -

- Posizioni corte - 266 - - - - - -

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212

1.6 Portafoglio di negoziazione di vigilanza: distribuzione per durata residua (data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie per cassa e derivati finanziari - Valuta di denominazione: Altre valute

Tipologia/Durata residua A vista Fino a 3 mesiDa oltre 3 mesi fino a

6 mesi

Da oltre 6 mesi fino a

1 anno

Da oltre 1 anno fino a

5 anni

Da oltre 5 anni fino a

10 anniOltre 10 anni Durata indeterminata

1. Attività per cassa - - - - - - - -

1.1 Titoli di debito - - - - - - - -

- con opzione rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - - - - - - - -

1.2 Altre attività - - - - - - - -

2. Passività per cassa - - - - - - - -

2.1 P.C.T. passivi - - - - - - - -

2.2 Altre passività - - - - - - - -

3. Derivati finanziari - - - - - - - -

3.1 Con titolo sottostante - - - - - - - -

- Opzioni - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

- Altri derivati - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

3.2 Senza titolo sottostante - - - - - - - -

- Opzioni - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

- Altri derivati - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - 1.623 - - - - - -

- Posizioni corte - 1.623 - - - - - -

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2. Portafoglio di negoziazione di vigilanza: distribuzione delle esposizioni in titoli di capitale e indici azionari per i principali Paesi del mercato di quotazione

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

3. Portafoglio di negoziazione di vigilanza: modelli interni e altre metodologie di analisi di sensitività

Il portafoglio di negoziazione di vigilanza della Banca di Valle Camonica è principalmente

composto da derivati negoziati con la Capogruppo e con la propria clientela. Si segnala che

Banca di Valle Camonica possiede attività finanziarie in derivati per 3,8 milioni di euro, compensate da passività finanziarie in derivati per 4 milioni di euro.

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2.2 Rischio di tasso di interesse e di prezzo - Portafoglio bancario

Il portafoglio bancario è costituito da tutti gli strumenti finanziari attivi e passivi non

compresi nel portafoglio di negoziazione di cui alla sezione 2.1.

Informazioni di natura qualitativa

A. Aspetti generali, procedure di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse e del rischio di prezzo

Il rischio di tasso di interesse consiste nelle variazioni dei tassi di interesse che si riflettono:

• sulla formazione del margine di interesse e, conseguentemente, sugli utili della banca (cash flow risk);

• sul valore attuale netto degli assets e delle liabilities, impattando sul valore attuale dei cash flows futuri (fair value risk).

Il controllo e la gestione del rischio di tasso di interesse strutturale - da fair value e da cash flow - vengono effettuati in modo accentrato dalla Capogruppo, all’interno del framework definito annualmente della Policy a presidio dei Rischi Finanziari del Gruppo UBI Banca che

individua metodologie e modelli di misurazione e limiti o soglie di attenzione, riguardo al margine di interesse e alla sensitivity del valore economico del Gruppo.

La misurazione, il monitoraggio ed il reporting dell’esposizione al rischio tasso di interesse

sono effettuati a livello consolidato ed individuale dall’Area Rischi di Gestione della

Capogruppo, che provvede su base mensile:

• ad effettuare un’analisi di sensitività finalizzata alla misurazione della variazione del valore del patrimonio sulla base di shocks paralleli dei livelli dei tassi su tutti i

bucket temporali della curva;

• ad effettuare, attraverso un’analisi di gap statico (assumendo cioè che le posizioni

siano costanti nel corso del periodo), una simulazione di impatto sul margine di interesse dell’esercizio in corso, considerando l’effetto derivante dall’elasticità delle

poste a vista;

Sulla base dell’informativa periodicamente prodotta, il servizio ALM della Capogruppo

provvede a porre in essere le opportune manovre al fine di evitare lo sconfinamento dei limiti ed eventualmente delle soglie di early warning. L’esposizione al rischio di tasso viene misurata, attraverso modelli di Gap analysis e

Sensitivity analysis, su tutti gli strumenti finanziari, attivi e passivi, non inclusi nel

portafoglio di negoziazione ai sensi della normativa di vigilanza.

L’analisi di sensitivity del valore economico include una stima degli impatti derivanti dal

fenomeno di estinzione anticipata di mutui e prestiti, indipendentemente dalla presenza di

opzioni di rimborso anticipato definite contrattualmente.

Ad essa è affiancata una stima della variazione del margine di interesse. L’analisi di impatto sul margine di interesse viene sviluppata su un orizzonte temporale di 12 mesi, tenendo in

considerazione sia la variazione del margine sulle poste a vista (comprensiva del fenomeno

della vischiosità) sia quella sulle poste a scadenza. In tale analisi viene inoltre inclusa una

stima dell’effetto reinvestimento/rifinanziamento dei flussi in scadenza La Policy a presidio dei Rischi Finanziari del Gruppo UBI Banca 2012 stabilisce, per le sole

poste a scadenza, un Early Warning di Sensitivity pari all’1% del Patrimonio di Vigilanza individuale. Includendo nel calcolo della Sensitivity le poste a vista (compreso il modello

comportamentale) viene stabilito un Early Warning tale per cui il rischio assunto dalla

singola entità non possa essere superiore al 10% del Patrimonio di Vigilanza individuale

(soglia definita dall’Autorità di Vigilanza con riferimento al rischio tasso del Banking Book). Il valore da confrontare con la soglia di attenzione è dato dal valore assoluto della Sensitivity

negativa che deriva dalla applicazione di due scenari distinti di tasso (shock parallelo di +/-

100 b.p. della curva dei tassi)

Il rispetto dei limiti individuali è perseguito dalle Società del Gruppo tramite contratti

derivati di copertura conclusi con la Capogruppo. UBI Banca procede eventualmente alla

chiusura delle posizioni con controparti esterne al Gruppo, operando coerentemente con gli

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indirizzi strategici e nell’ambito dei limiti consolidati definiti dagli Organi di Governo

societario.

B. Attività di copertura del fair value

Nel corso dell’esercizio 2012 sono state poste in essere coperture specifiche tramite strumenti finanziari derivati al fine di ridurre l’esposizione a variazioni avverse di fair value

(fair value hedge) dovute al rischio di tasso di interesse.

In particolare, hanno formato oggetto di copertura:

emissioni obbligazionarie (copertura specifica) a tasso fisso per circa 137 milioni di euro di nominale.

I contratti derivati utilizzati sono del tipo Interest Rate Swap.

L’attività di verifica dell’efficacia delle coperture è svolta dall’Area Risk Management della

Capogruppo. Nel dettaglio, le verifiche di efficacia vengono effettuate secondo quanto

previsto dai Principi contabili internazionali attraverso test prospettici all’attivazione della

copertura, cui seguono test retrospettivi svolti con cadenza mensile.

La strategia di copertura del rischio tasso nel Gruppo UBI è stata prevalentemente realizzata tramite la copertura puntuale delle poste patrimoniali a tasso fisso (hedge puntuale),

attraverso la stipula di contratti derivati. Tale operatività, se da un lato garantisce

l’eliminazione del rischio di tasso sugli sbilanci derivanti dalla diversa scadenza delle poste

di bilancio (rischio di curva), dall’altro ha portato nel tempo una proliferazione e

stratificazione di contratti derivati. Nel rispetto della Policy del Gruppo UBI a presidio dei rischi finanziari, a partire dal 2013 si

è scelto di affiancare all’hedging puntule sopra descritto tecniche di Natural Hedge; è stata

pertanto attuata la razionalizzazione delle coperture in essere a fine esercizio tramite la

chiusura di:

• tutti i derivati di copertura dell’attivo (coperture generiche) ad eccezione di quelli aventi come sottostante opzioni su tasso.

• i derivati di copertura del passivo (emissioni obbligazionarie) con scadenza superiore

al 31 dicembre 2014.

Tale manovra ha peraltro comportato una riduzione dell'esposizione al rischio tasso di

interesse della Banca.

C. Attività di copertura dei flussi finanziari

Nel bilancio della Banca di Valle Camonica sono presenti gli effetti di relazioni di “copertura

di flussi finanziari” in relazione alle sole emissioni di Certificati di Deposito in valuta

giapponese (JPY); emissioni coperte da Domestic Currency Swap (DCS).

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Informazioni di natura quantitativa

1.1 Portafoglio bancario distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie -

Valuta di denominazione: EURO

Tipologia/Durata residua A vista Fino a 3 mesiDa oltre 3 mesi fino a

6 mesi

Da oltre 6 mesi fino a

1 anno

Da oltre 1 anno fino a

5 anni

Da oltre 5 anni fino a

10 anniOltre 10 anni Durata indeterminata

1. Attività per cassa 447.895 1.079.058 113.120 4.392 28.021 101.607 34.720 -

1.1 Titoli di debito 4 - 1.379 - - - - -

- con opzione rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri 4 - 1.379 - - - - -

1.2 Finanziamenti a banche 6.390 11.148 788 164 - - - -

1.3 Finanziamenti a clientela 441.501 1.067.910 110.953 4.228 28.021 101.607 34.720 -

- c/c 353.253 - - - - 19.789 - -

- altri finanziamenti 88.248 1.067.910 110.953 4.228 28.021 81.818 34.720 -

- con opzione di rimborso anticipato 32.848 987.971 106.349 4.180 28.017 26.920 34.720 -

- altri 55.400 79.939 4.604 48 4 54.898 - -

2. Passività per cassa 843.196 347.962 165.553 98.314 230.841 39.652 - -

2.1 Debiti verso clientela 805.622 42.453 13.916 9.690 - - - -

- c/c 768.743 - - - - - - -

- altri debiti 36.879 42.453 13.916 9.690 - - - -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri 36.879 42.453 13.916 9.690 - - - -

2.2 Debiti verso banche 31.921 - - - - - - -

- c/c 16.367 - - - - - - -

- altri debiti 15.554 - - - - - - -

2.3 Titoli di debito 5.653 305.509 151.637 88.624 230.841 39.652 - -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri 5.653 305.509 151.637 88.624 230.841 39.652 - -

2.4 Altre passività - - - - - - - -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - - - - - - - -

3. Derivati finanziari 14 107.449 65.142 (59.228) (232.220) 11.736 115.412 -

3.1 Con titolo sottostante - - - - - - - -

- Opzioni - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

- Altri derivati - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

3.2 Senza titolo sottostante 14 107.449 65.142 (59.228) (232.220) 11.736 115.412 -

- Opzioni 14 (70.669) (7) (58) (1.091) (1.243) 73.313 -

- Posizioni lunghe - 74.914 7 58 1.091 1.243 1.598 -

- Posizioni corte 14 4.245 - - - - 74.911 -

- Altri derivati - 178.118 65.149 (59.170) (231.129) 12.979 42.099 -

- Posizioni lunghe - 125.436 35.147 64.480 253.162 10.000 - -

- Posizioni corte - 303.554 100.296 5.310 22.033 22.979 42.099 -

4. Altre operazioni fuori bilancio 28 - - - - (28) - -

- Posizioni lunghe 37.777 - - - - 28 - -

- Posizioni corte 37.805 - - - - - - -

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1.2 Portafoglio bancario distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie -

Valuta di denominazione: USD

Tipologia/Durata residua A vista Fino a 3 mesiDa oltre 3 mesi fino a

6 mesi

Da oltre 6 mesi fino a

1 anno

Da oltre 1 anno fino a

5 anni

Da oltre 5 anni fino a

10 anniOltre 10 anni Durata indeterminata

1. Attività per cassa 2.341 2.913 - - - - - -

1.1 Titoli di debito - - - - - - - -

- con opzione rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - - - - - - - -

1.2 Finanziamenti a banche 601 - - - - - - -

1.3 Finanziamenti a clientela 1.740 2.913 - - - - - -

- c/c - - - - - - - -

- altri finanziamenti 1.740 2.913 - - - - - -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri 1.740 2.913 - - - - - -

2. Passività per cassa 2.296 3.032 - - - - - -

2.1 Debiti verso clientela 2.294 - - - - - - -

- c/c 2.269 - - - - - - -

- altri debiti 25 - - - - - - -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri 25 - - - - - - -

2.2 Debiti verso banche 2 3.032 - - - - - -

- c/c - - - - - - - -

- altri debiti 2 3.032 - - - - - -

2.3 Titoli di debito - - - - - - - -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - - - - - - - -

2.4 Altre passività - - - - - - - -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - - - - - - - -

3. Derivati finanziari - - - - - - - -

3.1 Con titolo sottostante - - - - - - - -

- Opzioni - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

- Altri derivati - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

3.2 Senza titolo sottostante - - - - - - - -

- Opzioni - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

- Altri derivati - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

4. Altre operazioni fuori bilancio - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

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1.3 Portafoglio bancario distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie - Valuta di denominazione: GBP

Tipologia/Durata residua A vista Fino a 3 mesiDa oltre 3 mesi fino a

6 mesi

Da oltre 6 mesi fino a

1 anno

Da oltre 1 anno fino a

5 anni

Da oltre 5 anni fino a

10 anniOltre 10 anni Durata indeterminata

1. Attività per cassa 472 - - - - - - -

1.1 Titoli di debito - - - - - - - -

- con opzione rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - - - - - - - -

1.2 Finanziamenti a banche 472 - - - - - - -

1.3 Finanziamenti a clientela - - - - - - - -

- c/c - - - - - - - -

- altri finanziamenti - - - - - - - -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - - - - - - - -

2. Passività per cassa 497 - - - - - - -

2.1 Debiti verso clientela 497 - - - - - - -

- c/c 497 - - - - - - -

- altri debiti - - - - - - - -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - - - - - - - -

2.2 Debiti verso banche - - - - - - - -

- c/c - - - - - - - -

- altri debiti - - - - - - - -

2.3 Titoli di debito - - - - - - - -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - - - - - - - -

2.4 Altre passività - - - - - - - -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - - - - - - - -

3. Derivati finanziari - - - - - - - -

3.1 Con titolo sottostante - - - - - - - -

- Opzioni - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

- Altri derivati - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

3.2 Senza titolo sottostante - - - - - - - -

- Opzioni - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

- Altri derivati - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

4. Altre operazioni fuori bilancio - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

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219

1.4 Portafoglio bancario distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie - Valuta di denominazione: CHF

Tipologia/Durata residua A vista Fino a 3 mesiDa oltre 3 mesi fino a

6 mesi

Da oltre 6 mesi fino a

1 anno

Da oltre 1 anno fino a

5 anni

Da oltre 5 anni fino a

10 anniOltre 10 anni Durata indeterminata

1. Attività per cassa 3.793 2.941 289 - - - - -

1.1 Titoli di debito - - - - - - - -

- con opzione rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - - - - - - - -

1.2 Finanziamenti a banche 3.255 - - - - - - -

1.3 Finanziamenti a clientela 538 2.941 289 - - - - -

- c/c - - - - - - - -

- altri finanziamenti 538 2.941 289 - - - - -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri 538 2.941 289 - - - - -

2. Passività per cassa 4.361 2.734 166 - - - - -

2.1 Debiti verso clientela 4.361 - - - - - - -

- c/c 4.361 - - - - - - -

- altri debiti - - - - - - - -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - - - - - - - -

2.2 Debiti verso banche - 2.734 166 - - - - -

- c/c - - - - - - - -

- altri debiti - 2.734 166 - - - - -

2.3 Titoli di debito - - - - - - - -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - - - - - - - -

2.4 Altre passività - - - - - - - -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - - - - - - - -

3. Derivati finanziari - - - - - - - -

3.1 Con titolo sottostante - - - - - - - -

- Opzioni - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

- Altri derivati - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

3.2 Senza titolo sottostante - - - - - - - -

- Opzioni - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

- Altri derivati - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

4. Altre operazioni fuori bilancio - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

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220

1.5 Portafoglio bancario distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie - Valuta di denominazione: JPY

Tipologia/Durata residua A vista Fino a 3 mesiDa oltre 3 mesi fino a

6 mesi

Da oltre 6 mesi fino a

1 anno

Da oltre 1 anno fino a

5 anni

Da oltre 5 anni fino a

10 anniOltre 10 anni Durata indeterminata

1. Attività per cassa 26 114 287 62 - - - -

1.1 Titoli di debito - - - - - - - -

- con opzione rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - - - - - - - -

1.2 Finanziamenti a banche - - - - - - - -

1.3 Finanziamenti a clientela 26 114 287 62 - - - -

- c/c - - - - - - - -

- altri finanziamenti 26 114 287 62 - - - -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri 26 114 287 62 - - - -

2. Passività per cassa 115 3.630 2.061 1.778 - - - -

2.1 Debiti verso clientela 28 - - - - - - -

- c/c 28 - - - - - - -

- altri debiti - - - - - - - -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - - - - - - - -

2.2 Debiti verso banche 85 35 352 - - - - -

- c/c 85 - - - - - - -

- altri debiti - 35 352 - - - - -

2.3 Titoli di debito 2 3.595 1.709 1.778 - - - -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri 2 3.595 1.709 1.778 - - - -

2.4 Altre passività - - - - - - - -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - - - - - - - -

3. Derivati finanziari - (3.596) (1.710) (1.780) - - - -

3.1 Con titolo sottostante - - - - - - - -

- Opzioni - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

- Altri derivati - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

3.2 Senza titolo sottostante - (3.596) (1.710) (1.780) - - - -

- Opzioni - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

- Altri derivati - (3.596) (1.710) (1.780) - - - -

- Posizioni lunghe - 3.596 1.710 1.780 - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

4. Altre operazioni fuori bilancio - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

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221

1.6 Portafoglio bancario distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie - Valuta di denominazione: Altre Valute

Tipologia/Durata residua A vista Fino a 3 mesiDa oltre 3 mesi fino a

6 mesi

Da oltre 6 mesi fino a

1 anno

Da oltre 1 anno fino a

5 anni

Da oltre 5 anni fino a

10 anniOltre 10 anni Durata indeterminata

1. Attività per cassa 249 - - - - - - -

1.1 Titoli di debito - - - - - - - -

- con opzione rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - - - - - - - -

1.2 Finanziamenti a banche 249 - - - - - - -

1.3 Finanziamenti a clientela - - - - - - - -

- c/c - - - - - - - -

- altri finanziamenti - - - - - - - -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - - - - - - - -

2. Passività per cassa 254 - - - - - - -

2.1 Debiti verso clientela 254 - - - - - - -

- c/c 254 - - - - - - -

- altri debiti - - - - - - - -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - - - - - - - -

2.2 Debiti verso banche - - - - - - - -

- c/c - - - - - - - -

- altri debiti - - - - - - - -

2.3 Titoli di debito - - - - - - - -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - - - - - - - -

2.4 Altre passività - - - - - - - -

- con opzione di rimborso anticipato - - - - - - - -

- altri - - - - - - - -

3. Derivati finanziari - - - - - - - -

3.1 Con titolo sottostante - - - - - - - -

- Opzioni - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

- Altri derivati - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

3.2 Senza titolo sottostante - - - - - - - -

- Opzioni - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

- Altri derivati - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

4. Altre operazioni fuori bilancio - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - -

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2. Portafoglio bancario: modelli interni e altre metodologie per l’analisi di sensitività

Per Banca di Valle Camonica, la Sensitivity delle sole poste a scadenza risulta positiva in

entrambi gli scenari considerati. Al lordo dell’effetto derivante dal fenomeno relativo alle estinzioni anticipate, l’indicatore di sensitivity da considerare è quello associato ad uno

scenario di shift parallelo della curva dei tassi pari a +100 b.p. Tale indicatore si attesta a -

0,93 milioni di euro (-0,98 milioni di euro al 31 dicembre 2011). La misura di rischio, al

netto dell’impatto derivante dal fenomeno relativo alle estinzioni anticipate, si attesta a

+0,45 milioni di euro (+0,58 milioni di euro al 31 dicembre 2011).

Includendo nel calcolo anche il profilo comportamentale delle poste a vista, secondo il modello interno stimato, la sensitivity da considerare è associata allo scenario negativo.

L’indicatore, al netto dell’impatto derivante dal fenomeno relativo alle estinzioni anticipate,

si attesta a -8,39 milioni di euro, pari al 7,29% del Patrimonio di Vigilanza, a fronte di una

soglia pari al 10% dello stesso.

La tabella sottostante riporta le misure di rischio rilevate nei periodi citati in uno scenario di

variazione parallela dei tassi di riferimento pari a +200 bp, coerentemente con quanto

richiesto dalla normativa prudenziale, rapportate al patrimonio di vigilanza di fine periodo. A

partire dal 2012, la sensitivity include l’effetto derivante dalla modellizzazione del profilo

comportamentale delle poste a vista valutato attraverso il modello interno.

Indicatori di rischiosità - media annua

shift parallelo di +200 bp

sensitivity/patrimonio di vigilanza

* A partire dal 2012 è incluso l'effeto derivante dal profilo comportamentale delle poste a vista secondo il modello interno

Indicatori di rischiosità - valori puntuali

shift parallelo di +200 bp

sensitivity/patrimonio di vigilanza

* A partire dal 2012 è incluso l'effeto derivante dal profilo comportamentale delle poste a vista secondo il modello interno

18.75%

Anno 2012*

19.82%

31/12/2012*

Al 31 dicembre 2012, l’impatto sul margine di interesse, in ipotesi di shift della curva dei

tassi di riferimento pari a +100 basis point, è pari a +3.24 milioni di euro, mentre in ipotesi

di riduzione degli stessi (-100 b.p.) l’impatto sul margine di interesse è stimato in -0,60

milioni di euro. Tali livelli di esposizione includono gli effetti della stima del profilo

comportamentale delle poste a vista in termini di elasticità di trasferimento delle variazioni

di tasso dai tassi di riferimento ai tassi interni, che in termini di ritardo temporale di recepimento delle variazioni stesse.

Di seguito è riportato il profilo dei capitali per data di repricing in input al modello interno

per il calcolo dell’esposizione al rischio tasso di interesse.

VISTA 1M 3M 6M 1Y 3Y 5Y 7Y 10Y 15Y 20Y Oltre

Sbilancio Attivo/Passivo 12.82 -30.50 523.63 39.27 -98.10 -290.01 -52.39 -71.41 -46.28 10.96 3.66 1.82

Derivati di copertura - -76.71 -132.53 -72.98 62.12 224.13 15.04 5.19 -6.52 -11.68 -6.06 -

Estinzioni Anticipate - 0.27 0.54 0.81 1.35 8.21 7.49 1.93 -4.31 -10.80 -3.66 -1.83

Gap Complessivo 12.82 -107.22 391.11 -33.70 -35.98 -65.88 -37.35 -66.22 -52.80 -0.72 -2.40 1.82

-400

-300

-200

-100

0

100

200

300

400

500

600

Mili

oni

Profilo del GAP di Periodo

Sbilancio Attivo/Passivo Derivati di copertura

Estinzioni Anticipate Gap Complessivo

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223

Nell’ambito del portafoglio bancario, si individuano i seguenti “sottoportafogli”:

● Portafoglio AFS - Available for Sale: costituito da titoli di stato italiani.

A titolo informativo si segnala che a fine dicembre il VaR complessivo del portafoglio

bancario di BVC era pari a 27 mila euro circa (25 mila euro al 30 giugno 2012) con un NAV

pari a 1,38 milioni di euro circa (1,25 milioni al 30 giugno 2012).

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224

2.3 Rischio di cambio

Il rischio di cambio rappresenta il rischio di subire perdite per effetto di avverse variazioni

dei corsi delle divise estere su tutte le posizioni detenute dalla banca indipendentemente dal portafoglio di allocazione.

Informazioni di natura qualitativa

A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di cambio

Nell’ambito delle analisi ALM svolte dall’Area Risk Management della Capogruppo,

l’esposizione al rischio cambio viene determinata sulla base della metodologia proposta da

Banca Italia ed è quantificata nell’8% della “posizione netta aperta in cambi” nel caso in cui quest’ultima sia superiore al 2 per cento del patrimonio di vigilanza.

La “posizione netta aperta in cambi” è determinata:

1. calcolando la posizione netta in ciascuna valuta e in oro;

2. convertendo in euro le posizioni nette sulla base del tasso di cambio o del prezzo per

l'oro;

3. sommando, separatamente, tutte le posizioni nette lunghe e tutte le posizioni nette corte.

Il maggiore fra il totale delle posizioni nette lunghe e il totale delle posizioni nette corte

costituisce la "posizione netta aperta in cambi “.

B. Attività di copertura del rischio di cambio

L’operatività sui mercati dei cambi è svolta dalla Tesoreria di Gruppo che opera attraverso

strumenti quali operazioni in cambio a termine, forex swap, domestic currency swap e opzioni in cambi, ottimizzando il profilo dei rischi rivenienti dalle posizioni in valuta del

Gruppo.

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Informazioni di natura quantitativa

L’esposizione al rischio di cambio, determinata sulla base della metodologia sopra descritta,

risulta nulla alla data del 31 dicembre 2012.

1. Distribuzione per valuta di denominazione delle attività e passività e dei derivati

DOLLARO

USA

STERLINA

INGLESE

YEN

GIAPPONESE

FRANCO

SVIZZERO

ALTRE

VALUTE

A. Attività finanziarie 5.254 472 489 7.023 249

A.1 Titoli di debito - - - - -

A.2 Titoli di capitale - - - - -

A.3 Finanziamenti a banche 601 472 - 3.255 249

A.4 Finanziamenti a clientela 4.653 - 489 3.768 -

A.5 Altre attività finanziarie - - - - -

B. Altre attività 57 26 - 195 5

C. Passività finanziarie 5.328 497 7.585 7.261 254

C.1 Debiti verso banche 3.034 - 473 2.900 -

C.2 Debiti verso clientela 2.294 497 28 4.361 254

C.3 Titoli di debito - - 7.084 - -

C.4 Altre passività finanziarie - - - - -

D. Altre passività - - - - -

E. Derivati finanziari - - 7.086 - -

Opzioni - - - - -

Posizioni Lunghe 25.455 1.854 - - -

Posizioni Corte 25.455 1.854 - - -

Altri derivati - - 7.086 - -

Posizioni Lunghe 864 2 7.352 251 1.623

Posizioni Corte 864 2 266 251 1.623

Totale attività 31.630 2.354 7.841 7.469 1.877

Totale passività 31.647 2.353 7.851 7.512 1.877

Sbilancio (+/-) (17) 1 (10) (43) -

Voci

Valute

2. Modelli interni e altre metodologie per l’analisi di sensitività

Si veda quanto riportato nella analoga parte relativa al “rischio di tasso di interesse e di

prezzo” (sezione 2.1- 2.2).

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2.4 Gli strumenti finanziari derivati

A. DERIVATI FINANZIARI

A.1 Portafoglio di negoziazione di vigilanza: valori nozionali di fine periodo e medi

Over the counter Controparti Centrali Over the counter Controparti Centrali

1. Titoli di debito e tassi d'interesse 600.876 - 608.904 -

a) Opzioni 56.160 - 101.716 -

b) Swap 544.716 - 507.188 -

c) Forward - - - -

d) Futures - - - -

e) Altri - - - -

2. Titoli di capitale e indici azionari - - - -

a) Opzioni - - - -

b) Swap - - - -

c) Forward - - - -

d) Futures - - - -

e) Altri - - - -

3. Valute e oro 143.733 - 162.097 -

a) Opzioni 138.660 - 156.657 -

b) Swap - - - -

c) Forward 5.073 - 5.440 -

d) Futures - - - -

e) Altri - - - -

4. Merci - - - -

5. Altri sottostanti - - - -

Totale 744.609 - 771.001 -

Valori medi 627.339 - 737.447 -

Totale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

Attività sottostanti/Tipologie derivati

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227

A.2 Portafoglio bancario: valori nozionali di fine periodo e medi A.2.1 Di copertura

Over the counter Controparti Centrali Over the counter Controparti Centrali

1. Titoli di debito e tassi d'interesse 534.035 - 487.168 -

a) Opzioni 45.810 - 24.520 -

b) Swap 488.225 - 462.648 -

c) Forward - - - -

d) Futures - - - -

e) Altri - - - -

2. Titoli di capitale e indici azionari - - - -

a) Opzioni - - - -

b) Swap - - - -

c) Forward - - - -

d) Futures - - - -

e) Altri - - - -

3. Valute e oro 7.086 - 7.915 -

a) Opzioni - - - -

b) Swap 7.086 - 7.915 -

c) Forward - - - -

d) Futures - - - -

e) Altri - - - -

4. Merci - - - -

5. Altri sottostanti - - - -

Totale 541.121 - 495.083 -

Valori medi 509.450 - 447.580 -

Totale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

Attività sottostanti/Tipologie derivati

A.2.2 Altri derivati

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

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A.3 Derivati finanziari: fair value lordo positivo - ripartizione per prodotti

Over the counter Controparti Centrali Over the counter Controparti Centrali

A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza 3.843 - 4.413 -

a) Opzioni 742 - 1.405 -

b) Interest rate swap 3.033 - 2.937 -

c) Cross currency swap - - - -

d) Equity swap - - - -

e) Forward 68 - 71 -

f) Futures - - - -

g) Altri - - - -

B. Portafoglio bancario - di copertura 8.979 - 7.181 -

a) Opzioni - - - -

b) Interest rate swap 8.979 - 6.346 -

c) Cross currency swap - - - -

d) Equity swap - - - -

e) Forward - - - -

f) Futures - - - -

g) Altri - - 835 -

C. Portafoglio bancario - altri derivati - - - -

a) Opzioni - - - -

b) Interest rate swap - - - -

c) Cross currency swap - - - -

d) Equity swap - - - -

e) Forward - - - -

f) Futures - - - -

g) Altri - - - -

Totale 12.822 - 11.594 -

Fair value positivo Fair value positivo

Totale

31/12/2012

Totale

31/12/2011Portafogli/Tipologie derivati

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229

A.4 Derivati finanziari: fair value lordo negativo - ripartizione per prodotti

Over the counter Controparti Centrali Over the counter Controparti Centrali

A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza 3.988 - 4.522 -

a) Opzioni 746 - 1.406 -

b) Interest rate swap 3.174 - 3.045 -

c) Cross currency swap - - - -

d) Equity swap - - - -

e) Forward 68 - 71 -

f) Futures - - - -

g) Altri - - - -

B. Portafoglio bancario - di copertura 11.001 - 7.142 -

a) Opzioni - - - -

b) Interest rate swap 9.895 - 7.142 -

c) Cross currency swap - - - -

d) Equity swap - - - -

e) Forward - - - -

f) Futures - - - -

g) Altri 1.106 - - -

C. Portafoglio bancario - altri derivati - - - -

a) Opzioni - - - -

b) Interest rate swap - - - -

c) Cross currency swap - - - -

d) Equity swap - - - -

e) Forward - - - -

f) Futures - - - -

g) Altri - - - -

Totale 14.989 - 11.664 -

Fair value negativo

Totale

31/12/2012

Totale

31/12/2011Portafogli/Tipologie derivati

Fair value negativo

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A.5 Derivati finanziari OTC - portafoglio di negoziazione di vigilanza: valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti - contratti non rientranti in accordi di compensazione

1) Titoli di debito e tassi di interesse

- valore nozionale - - 252.893 249.131 - 86.259 12.592

- fair value positivo - - 25 - - 2.907 125

- fair value negativo - - 3.173 - - 25 1

- esposizione futura - - 2.175 2.700 - 235 12

2) Titoli di capitale e indici azionari

- valore nozionale - - - - - - -

- fair value positivo - - - - - - -

- fair value negativo - - - - - - -

- esposizione futura - - - - - - -

3) Valute e oro

- valore nozionale - - 71.839 - - 69.814 2.080

- fair value positivo - - 263 - - 497 26

- fair value negativo - - 528 - - 226 37

- esposizione futura - - 248 - - 476 20

4) Altri valori

- valore nozionale - - - - - - -

- fair value positivo - - - - - - -

- fair value negativo - - - - - - -

- esposizione futura - - - - - - -

Contratti non rientranti in accordi di compensazioneGoverni e Banche

Centrali

Imprese non

finanziarieAltri soggettiAltri enti pubblici Banche Società finanziarie

Società di

assicurazione

A.6 Derivati finanziari OTC - portafoglio di negoziazione di vigilanza: valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti - contratti rientranti in accordi di compensazione Per la banca non esiste tale fattispecie.

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231

A.7 Derivati finanziari OTC - portafoglio bancario: valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti - contratti non rientranti in accordi di compensazione

1) Titoli di debito e tassi di interesse

- valore nozionale - - 534.035 - - - -

- fair value positivo - - 8.979 - - - -

- fair value negativo - - 9.895 - - - -

- esposizione futura - - 3.189 - - - -

2) Titoli di capitale e indici azionari

- valore nozionale - - - - - - -

- fair value positivo - - - - - - -

- fair value negativo - - - - - - -

- esposizione futura - - - - - - -

3) Valute e oro

- valore nozionale - - - - - - 7.086

- fair value positivo - - - - - - -

- fair value negativo - - - - - - 1.106

- esposizione futura - - - - - - 71

4) Altri valori

- valore nozionale - - - - - - -

- fair value positivo - - - - - - -

- fair value negativo - - - - - - -

- esposizione futura - - - - - - -

Contratti non rientranti in accordi di compensazioneSocietà di

assicurazione

Imprese non

finanziarieAltri soggetti

Governi e Banche

CentraliAltri enti pubblici Banche Società finanziarie

A.8 Derivati finanziari OTC - portafoglio bancario: valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti - contratti rientranti in accordi di compensazione

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

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232

A.9 Vita residua dei derivati finanziari OTC: valori nozionali

Sottostanti/Vita residua Fino a 1 annoOltre 1 anno e

fino a 5 anniOltre 5 anni Totale

A) Portafoglio di negoziazione di vigilanza

A.1 Derivati finanziari su titoli di debito e tassi d'interesse 104.339 204.094 292.442 600.875

A.2 Derivati finanziari su titoli di capitale e indici azionari - - - -

A.3 Derivati finanziari su tassi di cambio e oro 143.732 - - 143.732

A.4 Derivati finanziari su altri valori - - - -

B) Portafoglio bancario

B.1 Derivati finanziari su titoli di debito e tassi d'interesse 137.952 275.195 120.889 534.036

B.2 Derivati finanziari su titoli di capitale e indici azionari - - - -

B.3 Derivati finanziari su tassi di cambio e oro 7.086 - - 7.086

B.4 Derivati finanziari su altri valori - - - -

Totale 31/12/2012 393.109 479.289 413.331 1.285.729

Totale 31/12/2011 457.833 476.954 331.297 1.266.084

A.10 Derivati finanziari OTC: rischio di controparte/rischio finanziaria – Modelli interni

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

B. DERIVATI CREDITIZI

Non sono presenti derivati creditizi.

C. DERIVATI FINANZIARI E CREDITIZI Non sono presenti derivati finanziari e creditizi.

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Sezione 3 Rischio di liquidità

Informazioni di natura qualitativa

A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di

liquidità

Il rischio di liquidità si riferisce alla capacità o meno della Banca di far fronte alle proprie obbligazioni di pagamento e/o di raccogliere sul mercato fondi addizionali (funding liquidity

risk), oppure alla possibilità che il valore di una eventuale liquidazione di alcune attività

differisca significativamente dai correnti valori di mercato (asset liquidity risk). A livello consolidato ed individuale il rischio di liquidità è regolato nell’ambito della Policy a

presidio dei Rischi Finanziari che, oltre alla definizione dei limiti di esposizione e delle

relative soglie di early warning, declina anche le regole volte al perseguimento ed al

mantenimento, mediante politiche di raccolta e impiego coordinate ed efficienti, dell’equilibrio strutturale per le Banche Rete e le Società Prodotto. La Policy ha infine l’obiettivo di rendere omogenee, per tutte le società del Gruppo, sia le

modalità di intervento che i criteri di identificazione delle condizioni economiche,

individuando eventualmente a priori le specifiche eccezioni.

I presidi del rischio di liquidità per conto delle Banche Rete sono accentrati presso la

Capogruppo e competono:

• alle strutture del Chief Business Officer (presidio di 1° livello) che provvede al

monitoraggio giornaliero della liquidità e alla gestione del rischio nell’ambito dei limiti

definiti;

• all’Area Rischi di Gestione (presidio di 2° livello), cui compete la misurazione degli indicatori sintetici di rischio e la verifica periodica del rispetto dei limiti

Con particolare riferimento alla posizione in termini di equilibrio strutturale, il rischio di

liquidità è monitorato principalmente attraverso un modello di liquidity gap in cui viene determinata l’evoluzione temporale dei flussi di cassa netti, allo scopo di evidenziare

eventuali criticità nelle condizioni di liquidità attesa. A livello individuale è stabilito un

livello target di sostanziale equilibrio tra raccolta, valutata in base al grado di stabilità, e

impieghi, valutati in base al grado di liquidabilità.

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Informazioni di natura quantitativa

1.1 Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie - Valuta di denominazione: EURO

Voci/Scaglioni temporali A vistaDa oltre 1 giorno a 7

giorni

Da oltre 7 giorno a 15

giorni

Da oltre 15 giorni a 1

mese

Da oltre 1 mese fino a

3 mesi

Da oltre 3 mesi fino a

6 mesi

Da oltre 6 mesi fino a

1 anno

Da oltre 1 anno fino a

5 anniOltre 5 anni Durata indeterminata

Attività per cassa 461.906 8.370 16.264 28.530 67.962 51.341 99.730 493.910 609.884 9.798

A.1 Titoli di Stato - - - - - 9 9 1.500 - -

A.2 Altri titoli di debito - - - - - - - - - 1

A.3 Quote OICR - - - - - - - - - -

A.4 Finanziamenti 461.906 8.370 16.264 28.530 67.962 51.332 99.721 492.410 609.884 9.797

- Banche 6.390 - 969 172 210 788 164 - - 9.797

- Clientela 455.516 8.370 15.295 28.358 67.752 50.544 99.557 492.410 609.884 -

Passività per cassa 829.244 6.219 9.722 20.306 83.069 91.791 98.167 552.478 50.332 -

B.1 Depositi 818.750 5 35 635 40.526 13.212 9.690 - - -

- Banche 16.367 - - - - - - - - -

- Clientela 802.383 5 35 635 40.526 13.212 9.690 - - -

B.2 Titoli di debito 1.365 6.214 8.723 19.584 42.248 75.892 86.387 543.875 49.651 -

B.3 Altre passività 9.129 - 964 87 295 2.687 2.090 8.603 681 -

Operazioni "fuori bilancio" (8.619) (2) - 1.981 1.373 3.101 3.448 559 81 -

C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale - (249) - - 34 60 6 92 50 -

- Posizioni lunghe - 636 1.412 3.773 6.228 8.211 6.616 104 50 -

- Posizioni corte - 885 1.412 3.773 6.194 8.151 6.610 12 - -

C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale (141) 247 - 166 (105) 427 869 - - -

- Posizioni lunghe 3.057 267 - 193 516 838 2.191 - - -

- Posizioni corte 3.198 20 - 27 621 411 1.322 - - -

C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

C.4 Impegni irrevocabili ad erogare fondi (8.878) - - 1.815 1.444 2.614 2.573 400 31 -

- Posizioni lunghe 28.920 - - 1.815 1.444 2.614 2.573 400 31 8

- Posizioni corte 37.798 - - - - - - - - 8

C.5 Garanzie finanziarie rilasciate 400 - - - - - - 67 - -

C.6 Garanzie finanziarie ricevute - - - - - - - - - -

C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

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235

1.2 Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie - Valuta di denominazione: USD

Voci/Scaglioni temporali A vistaDa oltre 1 giorno a 7

giorni

Da oltre 7 giorno a 15

giorni

Da oltre 15 giorni a 1

mese

Da oltre 1 mese fino a

3 mesi

Da oltre 3 mesi fino a

6 mesi

Da oltre 6 mesi fino a

1 anno

Da oltre 1 anno fino a

5 anniOltre 5 anni Durata indeterminata

Attività per cassa 2.331 341 280 759 1.582 - - - - -

A.1 Titoli di Stato - - - - - - - - - -

A.2 Altri titoli di debito - - - - - - - - - -

A.3 Quote OICR - - - - - - - - - -

A.4 Finanziamenti 2.331 341 280 759 1.582 - - - - -

- Banche 601 - - - - - - - - -

- Clientela 1.730 341 280 759 1.582 - - - - -

Passività per cassa 834 - - 1.137 1.898 1.340 121 - - -

B.1 Depositi 809 - - 1.137 1.898 1.340 121 - - -

- Banche 1 - - 1.137 1.898 - - - - -

- Clientela 808 - - - - 1.340 121 - - -

B.2 Titoli di debito - - - - - - - - - -

B.3 Altre passività 25 - - - - - - - - -

Operazioni "fuori bilancio" - - - - - - - - - -

C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - 380 1.024 1.816 5.050 7.797 6.186 - - -

- Posizioni corte - 380 1.024 1.816 5.050 7.797 6.186 - - -

C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

C.4 Impegni irrevocabili ad erogare fondi - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

C.5 Garanzie finanziarie rilasciate - - - - - - - - - -

C.6 Garanzie finanziarie ricevute - - - - - - - - - -

C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

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236

1.3 Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie - Valuta di denominazione: GBP

Voci/Scaglioni temporali A vistaDa oltre 1 giorno a 7

giorni

Da oltre 7 giorno a 15

giorni

Da oltre 15 giorni a 1

mese

Da oltre 1 mese fino a

3 mesi

Da oltre 3 mesi fino a

6 mesi

Da oltre 6 mesi fino a

1 anno

Da oltre 1 anno fino a

5 anniOltre 5 anni Durata indeterminata

Attività per cassa 472 - - - - - - - - -

A.1 Titoli di Stato - - - - - - - - - -

A.2 Altri titoli di debito - - - - - - - - - -

A.3 Quote OICR - - - - - - - - - -

A.4 Finanziamenti 472 - - - - - - - - -

- Banche 472 - - - - - - - - -

- Clientela - - - - - - - - - -

Passività per cassa 481 - - - - 17 - - - -

B.1 Depositi 481 - - - - 17 - - - -

- Banche - - - - - - - - - -

- Clientela 481 - - - - 17 - - - -

B.2 Titoli di debito - - - - - - - - - -

B.3 Altre passività - - - - - - - - - -

Operazioni "fuori bilancio" - - - - - - - - - -

C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - 2 368 14 1.003 49 420 - - -

- Posizioni corte - 2 368 14 1.003 49 420 - - -

C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

C.4 Impegni irrevocabili ad erogare fondi - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

C.5 Garanzie finanziarie rilasciate - - - - - - - - - -

C.6 Garanzie finanziarie ricevute - - - - - - - - - -

C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

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237

1.4 Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie - Valuta di denominazione: CHF

Voci/Scaglioni temporali A vistaDa oltre 1 giorno a 7

giorni

Da oltre 7 giorno a 15

giorni

Da oltre 15 giorni a 1

mese

Da oltre 1 mese fino a

3 mesi

Da oltre 3 mesi fino a

6 mesi

Da oltre 6 mesi fino a

1 anno

Da oltre 1 anno fino a

5 anniOltre 5 anni Durata indeterminata

Attività per cassa 3.778 791 495 330 1.358 295 - - - -

A.1 Titoli di Stato - - - - - - - - - -

A.2 Altri titoli di debito - - - - - - - - - -

A.3 Quote OICR - - - - - - - - - -

A.4 Finanziamenti 3.778 791 495 330 1.358 295 - - - -

- Banche 3.255 - - - - - - - - -

- Clientela 523 791 495 330 1.358 295 - - - -

Passività per cassa 4.275 - 497 - 2.237 252 1 - - -

B.1 Depositi 4.275 - 497 - 2.237 252 1 - - -

- Banche - - 497 - 2.237 166 - - - -

- Clientela 4.275 - - - - 86 1 - - -

B.2 Titoli di debito - - - - - - - - - -

B.3 Altre passività - - - - - - - - - -

Operazioni "fuori bilancio" - - - - - - - - - -

C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - 112 - - 83 55 - - - -

- Posizioni corte - 112 - - 83 55 - - - -

C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

C.4 Impegni irrevocabili ad erogare fondi - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

C.5 Garanzie finanziarie rilasciate - - - - - - - - - -

C.6 Garanzie finanziarie ricevute - - - - - - - - - -

C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

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1.5 Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie - Valuta di denominazione: JPY

Voci/Scaglioni temporali A vistaDa oltre 1 giorno a 7

giorni

Da oltre 7 giorno a 15

giorni

Da oltre 15 giorni a 1

mese

Da oltre 1 mese fino a

3 mesi

Da oltre 3 mesi fino a

6 mesi

Da oltre 6 mesi fino a

1 anno

Da oltre 1 anno fino a

5 anniOltre 5 anni Durata indeterminata

Attività per cassa 23 82 34 - - 293 65 - - -

A.1 Titoli di Stato - - - - - - - - - -

A.2 Altri titoli di debito - - - - - - - - - -

A.3 Quote OICR - - - - - - - - - -

A.4 Finanziamenti 23 82 34 - - 293 65 - - -

- Banche - - - - - - - - - -

- Clientela 23 82 34 - - 293 65 - - -

Passività per cassa 86 - 389 2.388 854 2.091 1.779 - - -

B.1 Depositi 85 - 35 - - 381 - - - -

- Banche 85 - 35 - - 353 - - - -

- Clientela - - - - - 28 - - - -

B.2 Titoli di debito 1 - 354 2.388 854 1.710 1.779 - - -

B.3 Altre passività - - - - - - - - - -

Operazioni "fuori bilancio" - - - - - - - - - -

C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - 266 - - - - - -

- Posizioni corte - - - 266 - - - - - -

C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

C.4 Impegni irrevocabili ad erogare fondi - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

C.5 Garanzie finanziarie rilasciate - - - - - - - - - -

C.6 Garanzie finanziarie ricevute - - - - - - - - - -

C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

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239

1.6 Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie - Valuta di denominazione: Altre

Voci/Scaglioni temporali A vistaDa oltre 1 giorno a 7

giorni

Da oltre 7 giorno a 15

giorni

Da oltre 15 giorni a 1

mese

Da oltre 1 mese fino a

3 mesi

Da oltre 3 mesi fino a

6 mesi

Da oltre 6 mesi fino a

1 anno

Da oltre 1 anno fino a

5 anniOltre 5 anni Durata indeterminata

Attività per cassa 249 - - - - - - - - -

A.1 Titoli di Stato - - - - - - - - - -

A.2 Altri titoli di debito - - - - - - - - - -

A.3 Quote OICR - - - - - - - - - -

A.4 Finanziamenti 249 - - - - - - - - -

- Banche 249 - - - - - - - - -

- Clientela - - - - - - - - - -

Passività per cassa 89 - - - - 153 11 - - -

B.1 Depositi 89 - - - - 153 11 - - -

- Banche - - - - - - - - - -

- Clientela 89 - - - - 153 11 - - -

B.2 Titoli di debito - - - - - - - - - -

B.3 Altre passività - - - - - - - - - -

Operazioni "fuori bilancio" - - - - - - - - - -

C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - 3 - 1.620 - - - - - -

- Posizioni corte - 3 - 1.620 - - - - - -

C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

C.4 Impegni irrevocabili ad erogare fondi - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

C.5 Garanzie finanziarie rilasciate - - - - - - - - - -

C.6 Garanzie finanziarie ricevute - - - - - - - - - -

C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale - - - - - - - - - -

- Posizioni lunghe - - - - - - - - - -

- Posizioni corte - - - - - - - - - -

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Sezione 4 Rischi operativi

Informazioni di natura qualitativa

A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio operativo

Per rischio operativo s’intende il rischio di subire perdite derivanti dall’inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esterni.

Rientrano in tale definizione il rischio legale49 e di non conformità50, mentre sono esclusi il

rischio reputazionale51 e strategico52.

Con il fine di garantire un profilo di rischio coerente con la propensione definita dall’Organo

di supervisione strategica, il Gruppo ha definito un Modello Organizzativo basato sulla combinazione di diverse componenti individuate in funzione del ruolo ricoperto e dalla

responsabilità assegnata dall’organigramma aziendale. Le diverse componenti sono

individuate centralmente, presso la Capogruppo, e localmente, presso le singole entità

giuridiche, in coerenza con il modello federale del Gruppo.

Il modello prevede l’accentramento presso la Capogruppo delle funzioni di indirizzo e del

sistema dei controlli di secondo e terzo livello come di seguito descritti:

● Comitato Rischi Operativi (CRO): è l’organo consultivo e informativo per l’intero

processo di gestione dei Rischi Operativi. La composizione, le regole di

funzionamento e le attribuzioni sono disciplinate dal Regolamento Generale

Aziendale.

● Funzioni di Controllo di II livello: in coerenza con la normativa vigente53 tali attività sono demandate alle Funzioni Rischi Operativi e Convalida Interna.

● Funzione di Controllo di III livello: in coerenza con le prescrizioni della Banca

d’Italia tali attività sono demandate alla funzione di revisione interna.

In ciascuna entità giuridica sono stati individuati più livelli di responsabilità, di seguito

elencati, attribuiti in funzione dell’ambito di operatività:

● Referente Rischi Operativi (RRO): presso la Capogruppo è individuato nella figura

del Direttore Generale. Nelle altre entità giuridiche è individuato nella figura

dell’Amministratore Delegato o del Direttore Generale, secondo il proprio regolamento

aziendale. Il Referente Rischi Operativi è il responsabile, nell’ambito della propria entità giuridica, dell’intero sistema di gestione dei rischi operativi definito dalla Policy

di Gruppo;

● Supporto Rischi Operativi Locale (SROL): tale ruolo è individuato nella figura del

responsabile della struttura preposta al controllo rischi locale. Nell’ambito della

propria entità giuridica supporta il Referente Rischi Operativi nella realizzazione e nel coordinamento del sistema di gestione dei rischi operativi definito dalla Policy di

Gruppo54;

● Risk Champion (RC): tale ruolo è attribuito ai responsabili delle strutture a diretto

riporto della Direzione Generale, ai responsabili delle Direzioni (incluse quelle

Territoriali ove presenti), ai responsabili delle strutture a cui sono demandate attività

specialistiche quali la gestione di:

● sicurezza logica

● sicurezza fisica

● disaster recovery e continuità operativa

● prevenzione e protezione sul lavoro come definita dalla normativa 81/2008

● attività di antiriciclaggio e antiterrorismo

49 Definito come il rischio di perdite derivanti da violazioni di leggi e regolamenti, da responsabilità contrattuale o

extra-contrattuale ovvero da altre controversie. 50 Definito come il rischio di incorrere in sanzioni giudiziarie o amministrative o in perdite finanziarie rilevanti in

conseguenza di violazioni di norme imperative (di legge o di regolamenti) ovvero di autoregolamentazione (es. statuti, codici di condotta, codici di autodisciplina).

51 Definito come il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da una percezione

negativa dell’immagine della Banca da parte di clienti, controparti, azionisti, investitori o autorità di vigilanza. 52 Definito come il rischio connesso ad errate decisioni in materia di strategie di business o ad intempestività nel

processo decisionale di adeguamento al mercato. 53 Circolare 263/2006 Banca d’Italia e successivi aggiornamenti.

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● controlli contabili come definiti dalla normativa 262/2005

● reclami ● intermediazione titoli

● pratiche legali e fiscali.

Ad essi è demandata la responsabilità di presidiare operativamente il corretto

svolgimento del processo di gestione dei rischi operativi in relazione all’attività di

competenza e di coordinare i Risk Owner di riferimento; ● Risk Owner (RO): tale ruolo è attribuito ai responsabili delle strutture con riporto

gerarchico a un Risk Champion. Ad essi è demandato il compito di riconoscere e

segnalare gli eventi di perdita e/o potenziali riconducibili a fattori di rischio operativo

che si manifestano nel corso delle attività quotidiane.

Il sistema di misurazione

Il monitoraggio dei rischi operativi assunti è realizzato mediante un sistema di reporting

standard articolato sui medesimi livelli di responsabilità previsti dal modello organizzativo.

L’attività di reporting direzionale è svolta in service dalla funzione di controllo dei rischi

operativi della Capogruppo che periodicamente predispone:

● l’analisi andamentale delle perdite operative rilevate dal sistema di Loss Data

Collection;

● le analisi di Benchmark con il Database Italiano delle Perdite Operative;

● la sintesi delle valutazioni dell’esposizione ai rischi potenziali;

● il dettaglio delle aree di vulnerabilità individuate e degli interventi di

mitigazione intrapresi.

A conclusione della valutazione dell’esposizione ai rischi operativi potenziali eseguita per

ciascun ambito di attività analizzato, o in ragione delle perdite operative storicamente rilevate

dal processo di Loss Data Collection, sono identificati i più opportuni interventi correttivi,

definiti “Progettuali” se confluiscono all’interno del Piano Progetti annuale, o “Ordinari” se

inseriti nella pianificazione delle attività di ciascuna struttura competente. Come ulteriore forma di mitigazione, il Gruppo UBI Banca ha stipulato adeguate polizze

assicurative a copertura dei principali rischi operativi trasferibili, tenendo conto dei requisiti

richiesti dalla normativa di vigilanza prudenziale. Le polizze sono state stipulate da UBI

Banca Scpa in nome proprio e per conto delle Banche Rete e Società Prodotto del Gruppo

interessate.

Il sistema di reporting

Il monitoraggio dei rischi operativi assunti è realizzato mediante un sistema di reporting

standard articolato sui medesimi livelli di responsabilità previsti dal modello organizzativo.

L’attività di reporting direzionale è svolta in service dalla funzione di controllo dei rischi operativi della Capogruppo che periodicamente predispone:

● l’analisi andamentale delle perdite operative rilevate dal sistema di Loss Data

Collection;

● le analisi di Benchmark con il Database Italiano delle Perdite Operative;

● la sintesi delle valutazioni dell’esposizione ai rischi potenziali; ● il dettaglio delle aree di vulnerabilità individuate e degli interventi di mitigazione

intrapresi.

A conclusione della valutazione dell’esposizione ai rischi operativi potenziali eseguita per

ciascun ambito di attività analizzato, o in ragione delle perdite operative storicamente

rilevate dal processo di Loss Data Collection, sono identificati i più opportuni interventi correttivi, definiti “Progettuali” se confluiscono all’interno del Piano Progetti annuale, o

“Ordinari” se inseriti nella pianificazione delle attività di ciascuna struttura competente.

Come ulteriore forma di mitigazione, il Gruppo UBI Banca ha stipulato adeguate polizze

assicurative a copertura dei principali rischi operativi trasferibili, tenendo conto dei

requisiti richiesti dalla normativa di vigilanza prudenziale. Le polizze sono state stipulate da

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242

UBI Banca Scpa in nome proprio e per conto delle Banche Rete e Società Prodotto del

Gruppo interessate.

Rischio legale

La banca è coinvolta in una pluralità di procedimenti legali originati dall’ordinario

svolgimento della propria attività. A fronte delle richieste ricevute, la Banca ha ritenuto di appostare congrui accantonamenti a bilancio in base alla ricostruzione degli importi

potenzialmente a rischio, alla valutazione della rischiosità effettuata in funzione del grado di

“probabilità” e/o “possibilità” così come definiti dai Principi Contabili-IAS 37 e tenendo

conto della più consolidata giurisprudenza in merito. Pertanto, per quanto non sia possibile

prevederne con certezza l’esito finale, si ritiene che l’eventuale risultato sfavorevole di detti

procedimenti non avrebbe, sia singolarmente che complessivamente, un effetto negativo rilevante sulla situazione finanziaria ed economica della Banca.

Per quanto attiene al contenzioso societario, non direttamente riconducibile allo svolgimento

dell’ordinaria attività, e al contenzioso fiscale si rimanda agli specifici paragrafi.

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Informazioni di natura quantitativa

I grafici sotto riportati evidenziano che le principali fonti di manifestazione del rischio

operativo per la Banca nel periodo gennaio 2008 – dicembre 2012 sono “Processi” (18% delle

frequenze e 65% del totale impatti rilevati) e “Cause esterne” (79% delle frequenze e 17% del totale impatti rilevati).

Il risk driver “Processi”, tra le altre cose, include gli errori non intenzionali di esecuzione dei

processi e la non corretta applicazione della normativa. Il risk driver “Cause esterne”, tra le

altre cose, include gli atti umani provocati da terzi e non direttamente controllabili dalla

banca.

Incidenza delle perdite operative per Risk Driver

( rilevazione 01 gennaio 2008 - 31 dicembre 2012)

78,82%

1,56%

17,88%1,74%

16,80%

17,76%

64,77%

0,67%

Nell’ultimo esercizio le perdite operative risultano concentrate nei fattori di rischio “Persone”

(8% delle frequenze e 63% del totale impatti rilevati) e “Cause esterne” (50% delle frequenze

e 30% del totale impatti rilevati).

Incidenza delle perdite operative per Risk Driver (rilevazione 01 gennaio 2012 – 31 dicembre 2012)

34,6%

7,7%

50,0%

7,7%

5,2%

62,9% 30,1%

1,9%

Le tipologie di evento che nel periodo oggetto di analisi hanno evidenziato una maggiore

concentrazione delle perdite operative sono “Clientela, prodotti e prassi professionali” (3%

delle frequenze e 49% del totale impatti rilevati) e “Frode esterna” (77% delle frequenze e

17% del totale impatti rilevati).

Impatto economico Numerosità degli eventi

6,1%10,1%

80,8%

3,0%

Numero Eventi

Cause esterne (Contesto Esterno)

Persone (Fattore Umano)

Processi

Sistemi

Numerosità degli eventi Impatto economico

6,1%10,1%

80,8%

3,0%

Numero Eventi

Cause esterne (Contesto Esterno)

Persone (Fattore Umano)

Processi

Sistemi

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Incidenza delle perdite operative per tipologia di evento (rilevazione 01 gennaio 2008 – 31 dicembre 2012)

8,2% 0,5%

9,2%

76,6%

0,5%

1,7% 3,3%

48,5%

0,2%

16,1%

16,5% 9,2% 0,7%

8,9%

Nell’ultimo esercizio le perdite operative risultano prevalentemente concentrata nelle

tipologie di evento “Rapporto di impiego e sicurezza sul lavoro” (19% delle frequenze e 64%

del totale impatti rilevati) e “Clientela, prodotti e prassi professionali” (31% delle frequenze e

24% del totale impatti rilevati).

Incidenza delle perdite operative per tipologia di evento

(rilevazione 01 gennaio 2012 - 31 dicembre 2012)

30,8%

15,4%26,9%

7,7%

19,2%24,0%

4,9%

5,5%

1,9%

63,8%

Le perdite operative rilevate nell’ultimo esercizio sono state soprattutto concentrate nella

linea di business “Retail banking” (96% del totale impatti rilevati).

Impatto economico Numerosità degli eventi

Impatto economico Numerosità degli eventi

15,4%

26,9%

34,6%

7,7%15,4% Numerosità degli eventi

Clientela, prodotti e prassi professionali Esecuzione, consegna e gestione dei processi

Frode esterna Interruzioni dell'operatività e disfunzioni dei sistemi

Rapporto di impiego e sicurezza sul lavoro

23,24%

0,84%

23,54%

44,08%

1,97%

2,37%3,96%

Impatti totali

Clientela, prodotti e prassi professionali Danni da eventi esterni

Esecuzione, consegna e gestione dei processi Frode esterna

Frode interna Interruzioni dell'operatività e disfunzioni dei sistemi

Rapporto di impiego e sicurezza sul lavoro

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Requisito patrimoniale

Con provvedimento n. 423940 del 16 maggio 2012, il Gruppo UBI è stato autorizzato, da

parte di Banca d’Italia, all’utilizzo del modello interno avanzato (AMA) per la determinazione

del requisito patrimoniale a fronte dei rischi operativi. La prima segnalazione di vigilanza consolidata effettuata sulla base del modello è avvenuta a far data dalla segnalazione al 30

giugno 2012.

La misurazione del rischio operativo mediante metodologia AMA è effettuata con un

approccio di tipo Extreme Value Theory (EVT) in funzione delle perdite operative rilevate

internamente (LDC - “Loss Data Collection”), delle evidenze empiriche rilevate esternamente

al Gruppo (DIPO - “Database Italiano delle Perdite Operative”) e delle perdite potenziali valutate tramite scenari di self risk assessment (SRA - “Self Risk Assessment”). Le prime due

fonti informative rappresentano la componente quantitativa del modello di misurazione e

forniscono una prospettiva storica del profilo di rischio interno e del sistema bancario

italiano. Le analisi di scenario sono invece una componente informativa di tipo quali-

quantitativa, poiché derivano dalle valutazioni di rischiosità fornite nell’ambito del processo interno di Self Risk Assessment, e hanno lo scopo di fornire una visione prospettica del

profilo di rischio interno, dei fattori di contesto operativo e del sistema dei controlli interni.

Il modello sviluppato è di tipo Loss Distribution Approach e prevede che per ciascuna classe di rischio la stima delle distribuzioni di severity sia eseguita secondo due componenti

distinte: una Generalized Pareto Distribution (GPD) per la coda e una distribuzione empirica per il corpo. Le stime di severity ottenute sulle code sono successivamente integrate,

applicando la teoria della credibilità, con le informazioni di rischiosità valutate dal processo

di Self Risk Assessment (SRA). Le probabilità di accadimento degli eventi sono descritte

utilizzando curve Poissoniane. La stima del capitale a rischio è ottenuta tagliando, al 99.9-

esimo percentile, la curva delle perdite annue risultante dal processo di convoluzione tra le probabilità di accadimento degli eventi e la curva di severity integrata. Il requisito

patrimoniale consolidato è determinato come somma del capitale a rischio stimato su ciascuna classe di rischio. La robustezza del modello, e delle ipotesi sottostanti, è verificata

mediante un processo di stress testing che fornisce una stima degli impatti sulle misure di

perdita attesa e di VaR al verificarsi di particolari condizioni di stress.

Si precisa che nell’istanza di richiesta di validazione del primo utilizzo del Modello AMA, il

Gruppo UBI non si è avvalso delle facoltà, previste dalla normativa vigente55, di detrarre dal

requisito patrimoniale gli effetti delle polizze assicurative e di altri meccanismi di trasferimento del rischio.

Il requisito patrimoniale al 31 dicembre 2012, al netto delle perdite attese coperte da

accantonamenti a bilancio, è pari a 8,9 milioni di euro (+16% rispetto ai 7,7 milioni di euro

calcolati con metodologia standard) ed è determinato principalmente dalle risk class “Frode Interna” (35%), “Clientela, prodotti e prassi professionali” (25%), “Esecuzione, consegna e

gestione dei processi” (15%) e “Frode esterna” (12%).

Rispetto al semestre precedente si registra un aumento del VaR pari a 0,9 milioni di euro

(passato da 8 milioni di euro a 8,9) determinato principalmente dalle risk class:

● Frode interna: registra un aumento di 388 mila euro (+14%, passato da 2,7 mln a 3,1 mln) determinato principalmente dall’ aumento del contributo delle perdite

operative rilevate internamente dal Sistema di Loss Data Collection della Banca sul

totale perdite rilevate a livello Consolidato;

● Rapporto di impiego e sicurezza sul lavoro: registra un aumento di 369 mila euro

(+82%, passato da 450 mila euro a 819 mila) determinato dall’incremento del

numero di eventi superiori alla soglia di rilevanza osservati nel periodo di analisi dalla LDC interna a livello consolidato (+50%, passati da 2 a 3 eventi);

● Frode esterna: registra un aumento di 197 mila euro (+22%, passato da 0,9 mln a

1,1 mln) determinato dall’incremento del numero di eventi superiori alla soglia di

rilevanza osservati nel periodo di analisi dalla LDC interna a livello consolidato

(+11%, passati dal 9 a 10 eventi). Sempre a livello consolidato, si registra inoltre un incremento della rischiosità della componente di severity riconducibile ad un

55 Cfr. circolare n.263 di Banca d’Italia del 27 dicembre 2006, Titolo II, Capitolo 5, Parte terza, Sezione IV.

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aumento del peso della componente storica nel processo di integrazione della

componente di Self Risk Assessment (+18%) dovuto alla maggiore variabilità delle stime di quest’ultima.

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Parte F - Informazioni sul patrimonio

Sezione 1 Il patrimonio dell’impresa

A - Informazioni di natura qualitativa

Il Patrimonio aziendale è costituito dal capitale sociale e dalle riserve, a qualunque titolo

costituite. L’aggregato (i cui valori sono indicati nelle tabelle successive) risulta a presidio di

tutti i rischi aziendali in precedenza commentati. Le politiche ed i processi adottati nella

gestione del patrimonio riguardano l’insieme delle scelte volte a definire la dimensione e la combinazione ottimale tra diversi strumenti di capitalizzazione, affinché la dotazione

patrimoniale sia coerente con gli obiettivi di propensione al rischio della Banca, nel rispetto

dei requisiti di vigilanza.

Secondo le vigenti disposizioni di vigilanza, le banche appartenenti a gruppi bancari possono beneficiare di una riduzione del 25% del requisito patrimoniale complessivo - applicabile su

base individuale - a condizione che il requisito consolidato complessivo sia rispettato.

Essendo verificata quest’ultima condizione, la Banca applica la suddetta riduzione.

L’appartenenza al Gruppo UBI, infine, costituisce una valida e costante garanzia che i

vincoli patrimoniali saranno sempre rispettati ricorrendo, se del caso, ad aumenti di

capitale.

B - Informazioni di natura quantitativa

B 1 Patrimonio dell’impresa: composizione

Voci / ValoriImporto

31/12/2012

Importo

31/12/2011

1. Capitale 2.739 2.739

2. Sovrapprezzi di emissione 27.895 27.895

3. Riserve 69.309 68.632

- di utili 69.309 68.632

a) legale 2.135 2.135

b) statutaria 2.094 2.094

c) azioni proprie - -

d) altre 65.080 64.403

- altre - -

3.5 Acconti su dividendi - -

4. Strumenti di capitale - -

5. (Azioni proprie) - -

6. Riserve da valutazione 11.330 11.827

- Attività finanziarie disponibili per la vendita 67 (48)

- Attività materiali - -

- Attività immateriali - -

- Copertura di investimenti esteri - -

- Copertura dei flussi finanziari (42) (15)

- Differenze cambio - -

- Attività non correnti in via di dismissione - -

- Utili (perdite) attuariali relativi a piani previdenziali a benefici definiti (1.070) (485)

- Quote delle riserve da valutazione relative alle partecipate valutate al patrimonio netto - -

- Leggi speciali di rivalutazione 12.375 12.375

7. Utile (perdita) d'esercizio 1.150 728

Totale 112.423 111.821

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B.2 Riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione

Riserva positiva Riserva negativa Riserva positiva Riserva negativa

1.Titoli di debito 67 - - (48)

2. Titoli di capitale - - - -

3. Quote di O.I.C.R. - - - -

4. Finanziamenti - - - -

Totale 67 - - (48)

Attività/Valori

Totale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

I valori indicati nella voce “Titoli di debito” sono relativi alla valutazione dei Certificati di

Credito del Tesoro iscritti alla voce 40 dell’Attivo.

B.3 Riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita:

variazioni annue

1. Esistenze iniziali (48) - - -

2. Variazioni positive 115 - - -

2.1 Incrementi di fair value 115 - - -

2.2 Rigiro a conto economico di riserve negative - - - -

da deterioramento - - - -

da realizzo - - - -

2.3 Altre variazioni - - - -

3. Variazioni negative - - - - 3.1 Riduzioni di fair value - - - -

3.2 Rettifiche da deterioramento - - - -

3.3 Rigiro a conto economico da riserve positive: da realizzo - - - -

3.4 Altre variazioni - - - -

4. Rimanenze finali 67 - - -

FinanziamentiTitoli di debito Titoli di capitale Quote di O.I.C.R.

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Sezione 2 Il patrimonio e i coefficienti di vigilanza

2.1 PATRIMONIO DI VIGILANZA

A - Informazioni di natura qualitativa

Il Patrimonio di vigilanza è stato determinato secondo la vigente normativa, così come

definito dalle disposizioni dell’Organo di Vigilanza. Nel calcolo del patrimonio di vigilanza al

31 dicembre 2012, la Banca – conformemente alle disposizioni emanate da Banca d’Italia

nel mese di maggio 201056 e facendo seguito alla comunicazione della Capogruppo che ha dato parere favorevole all'esercizio dell'opzione a partire dal 30 giugno 2010 – si è avvalsa

della possibilità di neutralizzare completamente gli effetti sul patrimonio di vigilanza delle

plusvalenze e minusvalenze rilevate nelle riserve da valutazione sui titoli di Stato dei Paesi

UE detenuti nel portafoglio “Attività finanziarie disponibili per la vendita (AFS)”. Tale

approccio si affianca a quello già previsto dalla normativa, che impone di dedurre dal patrimonio di vigilanza le minusvalenze per intero e di includere le plusvalenze solo in parte.

1. Patrimonio di base

Il Patrimonio di base è costituito dal capitale, dalle riserve sovrapprezzo azioni, dalle riserve

di utili e dall’utile patrimonializzato di periodo, al netto delle attività immateriali; non sono presenti strumenti innovativi di capitale né strumenti non innovativi di capitale. Rispetto alla rilevazione al 31/12/2011 – a seguito dell’adozione della metodologia basata sui rating

interni per il calcolo del requisito patrimoniale per il rischio di credito (AIRB – Advanced Internal Rating Based, cfr. infra) – dall’aggregato viene dedotto il 50% dell’eccedenza delle

perdite attese rispetto alle rettifiche di valore nette complessive calcolata per ciascuna classe

di attività del portafoglio corporate.

2. Patrimonio supplementare

Il Patrimonio supplementare è costituito dalle riserve di valutazione,dalle passività

subordinate di 2° livello57 – queste ultime computate per complessivi 10 milioni – e

dall’eccedenza delle rettifiche di valore complessive rispetto alle perdite attese, inclusa fra gli elementi positivi nel limite dello 0,6% delle attività ponderate per il rischio di credito. Le

deduzioni dall’aggregato in oggetto sono costituite dal rimanente 50% della differenza tra

perdita attesa e accantonamenti.

3. Patrimonio di terzo livello

Non sono presenti prestiti subordinati computabili nel patrimonio di terzo livello (Tier 3).

56 Con provvedimento del 18 maggio 2010 e successiva comunicazione del 23 giugno 2010 (“Chiarimenti sulle

disposizioni di vigilanza in materia di patrimonio di vigilanza – filtri prudenziali”), la Banca d’Italia ha emanato

nuove disposizioni sul trattamento delle riserve da rivalutazione relative ai titoli di debito detenuti nel portafoglio “Attività finanziarie disponibili per la vendita (Available For Sale – AFS)” ai fini del calcolo del patrimonio di

vigilanza (filtri prudenziali). In particolare, in alternativa all’approccio “asimmetrico” (integrale deduzione delle minusvalenze nette dal Tier 1 e parziale inclusione delle plusvalenze nette nel Tier 2) già previsto dalla normativa

italiana, è stata riconosciuta – in conformità a quanto previsto dalle linee guida del CEBS del 2004 – la possibilità, limitatamente ai soli titoli emessi da Amministrazioni centrali di Paesi appartenenti all’Unione Europea, di neutralizzare completamente le plusvalenze e le minusvalenze rilevate nelle citate riserve (approccio “simmetrico”).

57 Per le caratteristiche delle passività subordinate di 2° livello computate nel patrimonio supplementare si rimanda alla Parte B della presente Nota Integrativa, Passivo, Sezione 3, Titoli in circolazione - voce 30.

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B - Informazioni di natura quantitativa

A. Patrimonio di base prima dell'applicazione dei filtri prudenziali 94.194 93.044

B Filtri prudenziali del patrimonio di base: - -

B.1 filtri prudenziali IAS/IFRS positivi (+) - -

B.2 filtri prudenziali IAS/IFRS negativi (-) - -

C. Patrimonio di base al lordo degli elementi da dedurre (A+B) 94.194 93.044

D. Elementi da dedurre dal patrimonio di base 475 -

E. Totale patrimonio di base (TIER 1) (C-D) 93.719 93.044

F. Patrimonio supplementare prima dell'applicazione dei filtri prudenziali 21.769 21.875

G. Filtri prudenziali del patrimonio supplementare - -

G.1 filtri prudenziali IAS/IFRS positivi (+) - -

G.2 filtri prudenziali IAS/IFRS negativi (-) - -

H. Patrimonio supplementare al lordo degli elementi da dedurre (F+G) 21.769 21.875

I. Elementi da dedurre dal patrimonio supplementare 475 -

L. Totale patrimonio supplementare (Tier 2) (H-I) 21.294 21.875

M. Elementi da dedurre dal totale patrimonio di base e supplementare - -

N. Patrimonio di vigilanza (E+L-M) 115.013 114.919

O. Patrimonio di terzo livello (TIER 3) - -

P. Patrimonio di vigilanza incluso TIER 3 (N+O) 115.013 114.919

Totale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

Il patrimonio sopra esposto è stato determinato applicando l’approccio “simmetrico” previsto dal “Provvedimento della Banca d’Italia in materia di filtri prudenziali” del maggio 2010, che

permette di neutralizzare gli impatti dovuti a forti oscillazioni dei corsi dei titoli di Stato di

Paesi UE detenuti nel portafoglio “Attività finanziarie disponibili per la vendita”.

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2.2 Adeguatezza patrimoniale

A. Informazioni di natura qualitativa

Il presidio dell’adeguatezza patrimoniale della Banca è accentrato presso la Capogruppo UBI

Banca. Quest’ultima, esercitando un’attività di indirizzo e coordinamento delle Società

appartenenti al Gruppo - valuta le esigenze di capitalizzazione, sia in senso stretto, sia

attraverso l’emissione di passività subordinate o strumenti ibridi di patrimonializzazione

delle Società controllate. L’Alta Direzione della Capogruppo formula le proposte d’intervento ai propri Organi Aziendali i quali deliberano in merito. La proposta, una volta approvata

dagli Organi della Capogruppo, viene quindi sottoposta agli Organi competenti delle Società

controllate. Sulla base del Piano industriale e del Budget e dei profili di rischio correlati - nel

rispetto dei vincoli regolamentari e degli obiettivi interni - la Capogruppo analizza e coordina

le esigenze di patrimonializzazione, prestandosi come controparte privilegiata nell’accesso ai

mercati dei capitali, in un’ottica integrata di dimensionamento ottimale del patrimonio.

L’approccio adottato per la valutazione dell’adeguatezza patrimoniale si basa su due

presupposti:

sostenere adeguatamente l’operatività della Banca, tenuto conto – innanzitutto – dei fabbisogni patrimoniali correlati agli obiettivi del Piano industriale e del Budget;

rispettare tempo per tempo le indicazioni dell’Organo di Vigilanza per quanto concerne i livelli di patrimonializzazione.

A tale fine è costantemente monitorato l’andamento del Core Tier 1 Ratio e del Total Capital

Ratio. La strategia di crescita degli impieghi viene delineata tenendo conto dei livelli di

remunerazione e rischiosità rispetto al relativo assorbimento patrimoniale.

B. Informazioni di natura quantitativa

Totale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

Totale

31/12/2012

Totale

31/12/2011

A. ATTIVITA' DI RISCHIO

A.1 Rischio di credito e di controparte - - - -

1. Metodologia standardizzata 1.004.216 2.131.439 567.720 1.572.590

2. Metodologia basata sui rating interni - - - -

2.1 Base - - - -

2.2 Avanzata 1.032.782 - 597.390 -

3. Cartolarizzazioni - - - -

B. REQUISITI PATRIMONIALI DI VIGILANZA

B.1 Rischio di credito e di controparte 93.209 125.807

B.2 Rischi di mercato 5 16

1. Metodologia standard 5 16

2. Modelli interni - -

3. Rischio di concentrazione - -

B.3 Rischio operativo 8.901 8.130

1. Metodo base - -

2. Metodo standardizzato - 8.130

3. Metodo avanzato 8.901 -

B.4 Altri requisiti prudenziali - 33.488-

B.5 Altri elementi del calcolo (*) 25.529- -

B.6 Totale requisiti prudenziali 76.586 100.465

C. ATTIVITA' DI RISCHIO E COEFFICIENTI DI VIGILANZA

C.1 Attività di rischio ponderate 957.334 1.255.812

C.2 Patrimonio di base / attività di rischio ponderate (Tier 1 capital ratio) 9,79% 7,41% C.3 Patrimonio di vigilanza incluso TIER 3 / Attività di rischio ponderate (Total capital

ratio) 12,01% 9,15%

Importi ponderati / requisiti Importi non ponderati

Categorie/Valori

(*) Nelle voci C.1, C.2 e C.3 l’ammontare delle attività di rischio ponderate è determinato come prodotto fra il totale dei requisiti prudenziali (voce B.6) e 12,5 (inverso del coefficiente minimo obbligatorio pari all’8%). Nel calcolo dei

requisiti prudenziali le banche appartenenti a gruppo bancari italiani tengono conto anche della riduzione dei requisiti del 25% evidenziata al punto “B.5 – Altri elementi di calcolo”.

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252

La riduzione dei requisiti patrimoniali ammonta a 25.529 migliaia di euro.

Il patrimonio e i coefficienti di vigilanza sono calcolati sulla base della circolare n. 263/06 (Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche) e della circolare n. 155/91

(Istruzioni per la compilazione delle segnalazioni sul patrimonio di vigilanza e sui coefficienti prudenziali), entrambe emanate dalla Banca d’Italia, così come modificate – rispettivamente

– dal 13° aggiornamento del 29 maggio 2012 e dal 14° aggiornamento del 21 dicembre 2011.

La Banca, a seguito di autorizzazione da parte dell’Autorità di Vigilanza58, utilizza i modelli

interni per il calcolo dei requisiti patrimoniali a fronte del rischio di credito - segmento

“esposizioni verso imprese” (“Corporate”) - e dei rischi operativi, a partire dalla segnalazione consolidata al 30 giugno 2012.

58 Con provvedimento n. 423940 del 16 maggio 2012, la Banca d’Italia ha autorizzato il Gruppo UBI Banca

all’utilizzo dei sistemi interni di rating avanzati (AIRB - Advanced Internal Rating Based) per il calcolo dei

requisiti patrimoniali a fronte del rischio di credito - segmento “esposizioni verso imprese” (“Corporate”) - e dei rischi operativi, a far data dalla segnalazione al 30 giugno 2012.

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253

Parte G - Operazioni di aggregazione riguardanti imprese o rami d’azienda

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

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254

Parte H - Operazioni con parti correlate 1. Informazione sui compensi dei dirigenti con responsabilità strategica

Compensi a Dirigenti (1)

Totale

31/12/2012

Benefici a breve termine per i dipendenti (2) 926

Benefici successivi alla cessazione del rapporto di lavoro(3) 70

Altri benefici a lungo termine 1

Indennità cessazione del rapporto di lavoro 225

Pagamenti in azioni -

(1) Per “Dirigenti” si intendono i “dirigenti con responsabilità strategiche dell’entità ivi inclusi gli amministratori dell’entità” (2) A titolo esemplificativo: salari, stipendi e relativi contributi sociali, pagamenti di indennità sostitutive di ferie e di

assenza per malattia, benefici in natura. Nell’importo sono compresi i compensi fissi e variabili corrisposti agli Amministratori in quanto assimilabili al costo del lavoro e agli oneri sociali a carico dell’azienda per i dipendenti. (3) A titolo esemplificativo: pensioni, altri benefici previdenziali, assicurazioni sulla vita e assistenza sanitaria successive al rapporto di lavoro.

In ordine ai compensi sopra indicati si precisa che, in aggiunta alla componente fissa della

retribuzione, è presente anche una componente variabile legata al raggiungimento di

obiettivi economico-patrimoniali stabiliti a livello aziendale.

Con riferimento alla retribuzione fissa si evidenzia la presenza, oltre che della consueta

erogazione in forma monetaria, di benefit a completamento del pacchetto remunerativo quali il fondo di previdenza integrativa, la polizza sanitaria e la polizza infortuni.

In particolare, si evidenziano i seguenti istituti retributivi (per le cui definizioni si rinvia

all’apposito principio contabile):

a) Benefici a breve termine

Nei benefici a breve termine sono ricompresi stipendi, contributi per oneri sociali,

indennità sostitutive per ferie non godute, assenze per malattia, permessi retribuiti,

benefici quali assistenza medica, abitazione.

b) Benefici successivi al rapporto di lavoro

Nei benefici successivi al rapporto di lavoro sono ricompresi piani previdenziali, pensionistici, assicurativi nonché il trattamento di fine rapporto. Nei confronti dei

dirigenti in questione sono attive forme di assicurazione sulla vita e di previdenza

complementare con orizzonte temporale anche successivo alla cessazione del

rapporto di lavoro dipendente.

2. Informazioni sulle transazioni con parti correlate

Conformemente a quanto disposto dalle vigenti disposizioni, si precisa che tutte le

operazioni svolte dalla Capogruppo con le proprie parti correlate sono state effettuate nel rispetto di criteri di correttezza sostanziale e procedurale, a condizioni analoghe a quelle

applicate per operazioni concluse con soggetti terzi indipendenti.

Ai fini della redazione della presente Relazione, per parte correlata dell’emittente si intende,

ai sensi del principio contabile internazionale (International Accounting Standard – IAS) n.

24, una persona o un’entità che è correlata all’entità che redige il bilancio.

a) Una persona o uno stretto familiare di quella persona sono correlati a un’entità che

redige il bilancio se tale persona:

i. ha il controllo o il controllo congiunto dell’entità che redige il bilancio;

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255

ii. ha un’influenza notevole sull’entità che redige il bilancio; o

iii. è uno dei dirigenti con responsabilità strategiche dell’entità che redige il bilancio o di una sua controllante.

b) Un’entità è correlata a un’entità che redige il bilancio se si applica una qualsiasi delle

seguenti condizioni:

i. l’entità e l’entità che redige il bilancio fanno parte dello stesso gruppo (il che

significa che ciascuna controllante, controllata e società del gruppo è correlata alle altre);

ii. un’entità è una collegata o una joint venture dell’altra entità (o una collegata

o una joint venture facente parte di un gruppo di cui fa parte l’altra entità);

iii. entrambe le entità sono joint venture di una stessa terza controparte;

iv. un’entità è una joint venture di una terza entità e l’altra entità è una collegata

della terza entità; v. l’entità è rappresentata da una piano per benefici successivi alla fine del

rapporto di lavoro a favore dei dipendenti dell’entità che redige il bilancio o di

un’entità ad essa correlata. Se l’entità che redige il bilancio è essa stessa un

piano di questo tipo, anche i datori di lavoro che la sponsorizzano sono

correlati all’entità che redige il bilancio; vi. l’entità è controllata o controllata congiuntamente da una persona

identificata al punto a);

vii. una persona identificata al punto a) i. ha un influenza significativa sull’entità

o è uno dei dirigenti con responsabilità strategiche dell’entità (o di una sua

controllante).

Per quanto concerne l’effetto prodotto dall’attività di direzione e coordinamento della

Capogruppo, così come previsto dall’art. 2497 bis del Codice Civile, si segnala che

coerentemente con il modello organizzativo adottato che prevede l’accentramento presso UBI

Banca delle attività di indirizzo strategico e gestionale, e presso UBI Sistemi e Servizi

S.C.p.A. delle attività di tipo tecnico-operativo e presso UBI Academy S.c.r.l. delle attività di

formazione e sviluppo manageriale del personale, la Capogruppo e le sue controllate forniscono alle diverse Società del Gruppo una serie di servizi, regolati da appositi contratti

infragruppo redatti sulla base dei criteri di congruità, trasparenza ed omogeneità; i

corrispettivi pattuiti per i servizi resi a norma di tali contratti sono stati determinati in

conformità a condizioni di mercato o, laddove non siano rinvenibili sul mercato idonei

parametri di riferimento anche in relazione alle caratteristiche peculiari dei servizi resi, sulla base del costo sostenuto.

Tra i principali contratti infragruppo in corso di validità alla data di chiusura dell’anno si

segnalano quelli che attuano l’accentramento presso la Capogruppo delle attività nelle Aree

di Governo, di Business e che coinvolgono la Capogruppo e le principali banche del Gruppo

come pure i contratti attuativi del c.d. consolidato fiscale nazionale (di cui gli articoli da 117

a 129 del D.P.R. n 917/1986 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi) conclusi dalla Capogruppo. Sono inoltre da segnalarsi tutti i contratti infragruppo che attuano

l’accentramento presso UBI Sistemi e Servizi delle attività di Supporto di tutte le principali

Società del Gruppo UBI.

Ulteriori informazioni in merito alle operazioni con parti correlate sono riportate nelle successive tabelle.

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256

Rapporti verso le imprese del Gruppo e con le imprese sottoposte ad influenza notevole

Attivià/passività

finanziarie detenute

per la negoziazione

Attività

finanziarie

disponibili per la

vendita

Attività

finanziarie

detenute sino

alla scadenza

Crediti verso

banche

Crediti verso

clientela

Derivati di

copertura

Debiti verso

banche

Debiti verso

clientela

Titoli in

circolazione

Garanzie

rilasciate e

Impegni

Controllante - - - 16.590 - - 37.060 - 253.385 118

Controllate - - - - - - - - - -

Collegate - - - - - - - - - -

Joint venture - - - - - - - - - -

Controllate/Collegate dal/al Gruppo - - - 1.000 1.699 - 767 1.018 - 407

Dirigenti - - - - 86 - - 646 52 -

Altre parti correlate - - - - 14.567 - - 1.341 20 -

Parte correlata

31/12/2012

I rapporti indicati nella riga “Imprese collegate” sono relativi a UBI Sistemi e Servizi e UBI Academy, mentre nella riga “Controllate/Collegate dal/al Gruppo” sono indicate le tutte altre aziende del Gruppo consolidate sia integralmente che con il metodo del patrimonio netto.

Interessi attivi e

proventi assimilati

Dividendi e

proventi simili

Commissioni

attive

Altri proventi

di gestione

Interessi passivi

e oneri

assimilati

Spese

amministrative

Commissioni

passive

Altri oneri di

gestione

Controllante 329 - 603 - (7.350) (2.259) (164) -

Controllate - - - - - - - -

Collegate - - - 29 - (5.904) - -

Joint venture - - - - - - - -

Controllate/Collegate dal/al Gruppo 3 - 4.272 224 (18) (677) - -

Parte correlata

31/12/2012

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257

Rapporti verso altre parti correlate

Interessi nettiCommissioni

nette

Proventi e oneri

da operazioni

finanziarie

Altri proventi

ed oneri di

gestione

Spese

amministrative

Dirigenti (2) 21 - - -

Altre parti correlate 374 43 - 1 (1)

Parte correlata

31/12/2012

Incidenza dei rapporti con parti correlate

Attivià/passività

finanziarie detenute

per la negoziazione

Attività

finanziarie

disponibili per la

vendita

Attività

finanziarie

detenute sino

alla scadenza

Crediti verso

banche

Crediti verso

clientela

Derivati di

copertura

Debiti verso

banche

Debiti verso

clientela

Titoli in

circolazione

Garanzie

rilasciate e

Impegni

Con parti correlate - - - 17.590 16.352 - 37.827 3.005 253.457 526

Totale (144) 1.392 - 23.068 1.798.703 (2.022) 38.328 882.589 836.106 134.817

Incidenza - - - 76,25% 0,91% - 98,69% 0,34% 30,31% 0,39%

Parte correlata

31/12/2012

Interessi netti DividendiCommissioni

nette

Proventi e

oneri da

operazioni

finanziarie

Altri proventi ed

oneri di gestione

Spese

amministrative

Con parti correlate (6.663) - 4.775 0 254 (8.841)

Totale 35.625 - 22.025 (420) 3.851 (44.971)

Incidenza -18,70% - 21,68% -0,01% 6,60% 19,66%

Parte correlata

31/12/2012

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258

Parte I - Accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

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259

Parte L - Informativa di settore

La Banca non è tenuta a fornire l’informativa di settore. La stessa viene fornita a livello di

Bilancio Consolidato dalla Capogruppo UBI Banca.

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260

Allegati al Bilancio

d’esercizio

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Prospetti riepilogativi dei dati essenziali della società controllante UBI

Banca S.c.p.A. (ex art. 2497 bis del c.c.)

STATO PATRIMONIALE (in migliaia di euro)

3 1/ 12 / 2 0 11

A TTIVITA '

Cas s a e dis po nibilità liquide 184.014

Attività finanziarie de tenute per la nego ziazio ne 3.515.897

Attività finanziarie va luta te a l fa ir va lue 126.174

Attività finanziarie dis po nibili per la vendita 6.705.814

Crediti vers o banche 30.224.290

Crediti vers o c liente la 15.692.663

Deriva ti di co pertura 616.454

P artec ipazio ni 10.889.971

Immo bilizzazio ni 607.104

Attività fis ca li 1.776.186

Attività no n co rrenti e gruppi di a ttività in via di dis mis s io ne 115.302

Altre a ttività 441.384

TOTA LE D ELL'A TTIVO 7 0 .8 9 5 .2 5 3

3 1/ 12 / 2 0 11

P A S S IVITA '

Debiti vers o banche 24.228.130

Debiti vers o c liente la e tito li in c irco lazio ne 35.223.005

P as s ività finanziarie di nego ziazio ne 1.847.534

Deriva ti di co pertura 898.024

P as s ività fis ca li 284.940

Altre pas s ività 744.612

Tra ttamento di fine rappo rto de l pers o nale 38.827

Fo ndi per ris chi e o neri 20.352

P atrimo nio ne tto 10.322.883

Utile d'es erc izio (2.713.054)

TOTA LE D EL P A S S IVO 7 0 .8 9 5 .2 5 3

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262

CONTO ECONOMICO

(in migliaia di euro)

3 1/ 12 / 2 0 11

Margine di inte res s e (195.221)

Co mmis s io ni ne tte 13.083

Margine di inte rmediazio ne 166.845

Ris ulta to ne tto de lla ges tio ne finanziaria 38.893

Co s ti o pera tivi (178.803)

Utile de lla o pera tività co rrente a l lo rdo de lle impo s te (3.168.527)

Impo s te s ul reddito 455.451

Utile de i gruppi di a ttività in via di dis mis s io ne a l ne tto de lle impo s te 22

Utile d'e s e rc iz io (2 .7 13 .0 5 4 )

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263

Pubblicità dei corrispettivi di revisione contabile e dei servizi diversi

dalla revisione a norma del Regolamento Emittenti Consob art. 149 duodecies. Ai sensi di quanto disposto dall’art. 149 duodecies del Regolamento Emittenti Consob si

riportano, nella tabella che segue, le informazioni riguardanti i corrispettivi erogati a favore

della società di revisione KPMG SPA ed alle società appartenenti alla stessa rete per i

seguenti servizi:

1) Servizi di revisione che comprendono:

● l’attività di controllo dei conti annuali, finalizzata all'espressione di un giudizio professionale;

● l’attività di controllo dei conti infrannuali.

2) Servizi di attestazione che comprendono incarichi con cui il revisore valuta uno

specifico elemento, la cui determinazione è effettuata da un altro soggetto che ne è

responsabile, attraverso opportuni criteri, al fine di esprimere una conclusione che fornisca al destinatario un grado di affidabilità in relazione a tale specifico elemento.

3) Servizi di consulenza fiscale.

4) Altri servizi che compredono incarichi di natura residuale.

I corrispettivi esposti in tabella, di competenza dell’esercizio 2012, sono quelli

contrattualizzati, comprensivi di eventuali indicizzazioni (ma non anche di spese vive, dell’eventuale contributo di vigilanza ed IVA).

Tipologia di servizio

Soggetto che ha erogato il

servizio

Destinatario del servizio

Compensi (€/migliaia)

Revisione contabile KPMG SPA Banca Valle Camonica SPA 111

Servizi di attestazione KPMG SPA Banca Valle Camonica SPA 5

Servizi di consulenza fiscale

Altri servizi

Totale

116

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Elenco degli immobili

InvestimentiRivalutazioni di

legge

Rivalutazioni di

fusioni

Rivalutazioni

IASValori lordi

Fondi

Ammortamenti

Altre

MovimentazioniVal. in bilancio

1 CAPO DI PONTE VIALE STAZIONE, 16 313.047,13 608.838,95 0,00 0,00 921.886,08 -357.206,11 0,00 564.679,97

2 CEDEGOLO VIA ROMA, 26/28 264.589,52 321.376,84 0,00 0,00 585.966,36 -206.120,97 0,00 379.845,39

3 MALONNO VIA G. FERRAGLIO, 4 37.611,95 61.928,36 0,00 0,00 99.540,31 -26.911,77 0,00 72.628,54

4 CLUSONE VIALE GUSMINI, 47 994.928,12 0,00 0,00 0,00 994.928,12 -136.329,29 0,00 858.598,83

5 SONDRIO VIA TRENTO, 50-52/E ANG. VIA COL ALESSI 2.035.114,20 0,00 0,00 0,00 2.035.114,20 -141.563,57 0,00 1.893.550,63

6 MORBEGNO PIAZZA CADUTI PER LA LIBERTA, 9 894.654,68 0,00 0,00 0,00 894.654,68 -177.653,07 0,00 717.001,61

7 VILLONGO VIA J. F. KENNEDY, 5 259.086,17 0,00 0,00 0,00 259.086,17 -54.112,77 0,00 204.973,40

8 ROVATO CORSO BONOMELLI, 74/80 987.175,81 0,00 0,00 0,00 987.175,81 -45.929,66 0,00 941.246,15

9 ARTOGNE VIA GERONI, 12 101.774,44 317.180,78 0,00 0,00 418.955,22 -129.538,62 0,00 289.416,60

10 DARFO BOARIO TERME VIALE DELLA REPUBBLICA, 8 210.140,06 529.239,05 0,00 0,00 739.379,11 -264.349,29 0,00 475.029,82

11 CIVIDATE CAMUNO VIA CORTIGLIONE, 12 95.328,54 369.117,11 0,00 0,00 464.445,65 -197.994,12 0,00 266.451,53

12 COCCAGLIO LARGO TORRE ROMANA, 4 982.810,29 0,00 0,00 0,00 982.810,29 -188.267,53 0,00 794.542,76

13 DARFO BOARIO TERME VIA ROMA, 71 638.924,25 923.152,31 0,00 0,00 1.562.076,56 -773.418,37 0,00 788.658,19

14 EDOLO VIA PORRO, 51 67.330,84 1.045.898,59 0,00 0,00 1.113.229,43 -496.388,93 0,00 616.840,50

15 ESINE PIAZZA GIUSEPPE GARIBALDI, 4/6 159.167,36 485.138,12 0,00 0,00 644.305,48 -239.433,65 0,00 404.871,83

16 PISOGNE VIA PROVINCIALE, 6 111.667,72 188.706,18 0,00 0,00 300.373,90 -168.683,02 0,00 131.690,88

17 PIANCOGNO VIA XI FEBBRAIO, 1 244.284,11 390.132,91 0,00 0,00 634.417,02 -228.987,64 0,00 405.429,38

18 TIRANO PIAZZA MARINONI, 4-5 1.679.274,54 0,00 0,00 0,00 1.679.274,54 -141.819,02 0,00 1.537.455,52

19 BRENO PIAZZA DELLA REPUBBLICA, 1/2 2.915.031,90 6.530.512,76 0,00 0,00 9.445.544,66 -2.848.092,17 0,00 6.597.452,49

20 DONGO VIA STATALE, 77 676.933,66 0,00 0,00 0,00 676.933,66 -126.776,29 0,00 550.157,37

21 ANGOLO TERME PIAZZA DEGLI ALPINI, 4/8 3.642,76 124.425,60 0,00 0,00 128.068,36 -44.868,36 0,00 83.200,00

22 VEZZA D OGLIO VIA NAZIONALE, 65 16.283,89 156.050,04 0,00 0,00 172.333,93 -77.334,93 0,00 94.999,00

23 TEMU VIA ROMA, 71/73 100.582,62 102.759,19 0,00 0,00 203.341,81 -118.656,61 0,00 84.685,20

24 PONTE DI LEGNO VIA CIMA CADI, 5/7/9 207.585,20 837.592,99 0,00 0,00 1.045.178,19 -447.477,27 0,00 597.700,92

25 CORTENO GOLGI VIA ROMA, 1 171.373,80 281.035,49 0,00 0,00 452.409,29 -281.551,02 0,00 170.858,27

26 MALEGNO VIA LANICO, 36 55.458,85 344.467,13 0,00 0,00 399.925,98 -169.526,29 0,00 230.399,69

27 CEVO VIA ROMA, 44 95.580,54 128.695,54 0,00 0,00 224.276,08 -135.726,08 0,00 88.550,00

28 BORNO PIAZZA UMBERTO I, 13 148.939,21 368.812,37 0,00 0,00 517.751,58 -276.542,02 0,00 241.209,56

29 PIANCOGNO VIA VITTORIO VENETO, 7 6.974,73 173.256,86 0,00 0,00 180.231,59 -74.430,55 0,00 105.801,04

30 ARDESIO PIAZZA ALESSANDRO VOLTA, 8/9 337.070,50 0,00 0,00 0,00 337.070,50 -119.572,98 0,00 217.497,52

31 APRICA CORSO ROMA, 238 438.223,45 80.402,67 0,00 0,00 518.626,12 -185.422,91 0,00 333.203,21

32 GIANICO VIA GUGLIELMO MARCONI, 7/9 326.965,87 0,00 0,00 0,00 326.965,87 -142.278,54 0,00 184.687,33

33 TORBOLE CASAGLIA PIAZZA REPUBBLICA, 25/26 227.379,62 217.436,54 0,00 0,00 444.816,16 -145.818,89 0,00 298.997,27

34 BRENO VIA L. DA VINCI, 12 1.366.671,53 355.558,37 0,00 0,00 1.722.229,90 -915.685,17 0,00 806.544,73

35 BIENNO VIA ERCOLI, 22 127.085,58 334.501,72 0,00 0,00 461.587,30 -187.077,07 0,00 274.510,23

36 BORMIO VIA DON PECCEDI, 11 1.391.519,96 0,00 0,00 0,00 1.391.519,96 -182.618,99 -120.000,00 1.088.900,97

37 CAZZAGO SAN MARTINO VIA DEL GALLO, 2 575.545,59 0,00 0,00 0,00 575.545,59 -64.532,62 0,00 511.012,97

19.265.758,99 15.276.216,47 0,00 0,00 34.541.975,46 -10.518.696,16 -120.000,00 23.903.279,30

Ubicazione

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Articolazione

territoriale

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LOMBARDIA

PROVINCIA DI BRESCIA

Brescia

Via Duca degli Abruzzi, 175

Viale Bornata, 2

Angolo Terme Piazza degli Alpini, 4

Artogne Via Geroni, 12

Berzo Demo Via San Zenone, 9

Berzo inferiore Piazza Umberto I, 35/a

Bienno Piazza Liberazione, 2

Borno Piazza Giovanni Paolo II, 13

Breno Piazza della Repubblica, 1/2

Capo di Ponte Viale Stazione, 16

Cazzago S.M. Via del Gallo, 2 (Fraz. Bornato)

Cedegolo Via Roma, 26/28

Ceto Loc. Badetto, 23

Cevo Via Roma, 44

Cividate Camuno Via Cortiglione

Coccaglio Largo Torre Romana, 4

Corte Franca Via Roma, 78

Corteno Golgi Via Roma, 1

Darfo Boario Terme

Via Roma, 12

Viale della Repubblica, 2

Corso Lepetit, 77 (Fraz. Fraz. Corna)

Edolo Via Porro, 51

Esine Piazza Giuseppe Garibaldi, 4/6

Gianico Via XXV Aprile, 7/9

Malegno Via Lanico, 36

Malonno Via G. Ferraglio, 4

Marone Via Cristini, 49

Niardo Piazza Cappellini, 3

Ome Piazza Aldo Moro, 7

Palazzolo sull’Oglio Via XXV Aprile, 23

Piancogno

Via Vittorio Veneto, 7 (Fraz. Cogno)

Via XI Febbraio, 1 (Fraz. Pianborno)

Pian Camuno Piazza Giuseppe Verdi, 8

Pisogne Via Provinciale, 6 (Fraz. Gratacasolo)

Ponte di Legno Via Cima Cadi, 5/7/9

Provaglio d’Iseo

Via Roma, 12

Via S. Filastro, 18 (Fraz. Provezze)

Rodengo Saiano Via Guglielmo Marconi, 11/b

Rovato Corso Bonomelli, 13/17

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Sonico Via Nazionale (c/o c.c. Italmark)

Temù Via Roma, 71/73

Torbole Casaglia Piazza Repubblica, 25/26

Travagliato Via Brescia, 44

Vezza d’Oglio Via Nazionale, 65

PROVINCIA DI BERGAMO

Ardesio Piazza Alessandro Volta, 8/9

Casazza Piazza della Pieve, 1

Castione della Presolana P.zza Martiri di Cafalonia, 1

Clusone Viale Gusmini, 47

Costa Volpino Via Cesare Battisti, 34

Lovere Via Gregorini, 43

Rogno Piazza Druso, 1

Sarnico Via Roma, 68

Sovere Via Roma, 20

Villongo Via J. F. Kennedy, 5

PROVINCIA DI COMO

Dongo Via Statale, 77

Menaggio Via Lusardi, 74/76

PROVINCIA DI SONDRIO

Sondrio Via Trento, 50 - ang. Via Alessi

Aprica Corso Roma, 238

Bormio Via Don Peccedi, 11

Chiavenna Via Maloggia, 1

Grosio Via Roma, 1

Livigno Via Dala Gesa, 141/a

Morbegno Piazza Caduti per la Libertà, 9

Piantedo Via Nazionale, 875

Tirano P.zza Marinoni, 4

Villa di Tirano Via Roma, 20

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GLOSSARIO

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ABF (ARBITRO BANCARIO FINANZIARIO)

L’Arbitro Bancario Finanziario (ABF) è un organismo per la risoluzione stragiudiziale delle controversie previsto dall’art. 128-bis del TUB (Testo Unico Bancario), introdotto dalla Legge

sul risparmio (Legge n. 262/2005). L’organizzazione ed il funzionamento dell’ABF sono

disciplinati dalle “Disposizioni sui sistemi di risoluzione stragiudiziale delle controversie in

materia di operazioni e servizi bancari e finanziari” emanate dalla Banca d’Italia il 18 giugno

2009 e successive modifiche ed integrazioni. L’adesione è obbligatoria da parte di tutte le banche e degli altri intermediari finanziari.

All’ABF, operativo dal 15 ottobre 2009, possono essere sottoposte tutte le controversie aventi

ad oggetto l’accertamento di diritti, obblighi e facoltà, indipendentemente dal valore del

rapporto al quale si riferiscono. Se la richiesta del ricorrente ha ad oggetto la corresponsione

di una somma di denaro a qualunque titolo, la controversia rientra nella cognizione dell’ABF

a condizione che l’importo richiesto non sia superiore a 100.000 euro. Sono escluse le controversie attinenti a servizi/attività di investimento e al collocamento di

prodotti finanziari nonché alle operazioni e servizi che siano componenti di prodotti

finanziari, per le quali ci si può attualmente rivolgere all’Ombudsman Giurì Bancario presso

il Conciliatore BancarioFinanziario (cfr. definizione) e alla Camera di Conciliazione e

Arbitrato costituita presso la Consob59. Ad eccezione dei casi in cui la procedura di ricorso all’ABF è avviata dal Prefetto60,

l’espletamento della fase di reclamo presso l’intermediario costituisce condizione preliminare

e necessaria per adire l’ABF, al quale si può ricorrere nei casi di esito insoddisfacente del

reclamo ovvero di mancato esito del reclamo nel termine dei trenta giorni dalla ricezione da

parte della banca.

Il ricorso è gratuito, salvo il versamento di un importo pari a 20 euro per contributo alle spese della procedura che deve essere rimborsato dalla banca al ricorrente qualora il collegio

accolga il ricorso in tutto o in parte. Tale contributo non è dovuto se la procedura è stata

attivata dal Prefetto.

Con Provvedimento del 12 dicembre 2011, Banca d’Italia ha modificato la competenza

temporale dell’ABF stabilendo che a partire dal 1° luglio 2012 non possono più essere

sottoposte controversie relative a operazioni o comportamenti anteriori al 1° gennaio 2009. A differenza dello strumento della conciliazione, che mira a favorire il raggiungimento di un

accordo fra le parti, l’ABF esprime una decisione sui ricorsi ricevuti attraverso un apposito

collegio giudicante, ferma restando la facoltà delle parti di ricorrere all’Autorità Giudiziaria o

ad ogni altro mezzo previsto dall’ordinamento a tutela dei propri interessi.

L’ABF è costituito da un organo decidente articolato in tre collegi (Milano, Roma e Napoli) e da una segreteria tecnica svolta dalla Banca d’Italia. In ciascun collegio l’organo decidente è

composto da cinque membri, tre dei quali (compreso il presidente) designati dalla Banca

d’Italia, uno dalle associazioni degli intermediari e uno dalle associazioni che rappresentano

i clienti.

ABS (ASSET BACKED SECURITIES)

Strumenti finanziari emessi a fronte di operazioni di cartolarizzazione (cfr. definizione) il cui

rendimento e rimborso sono garantiti dalle attività dell’originator (cfr. definizione), destinate

in via esclusiva al soddisfacimento dei diritti incorporati negli strumenti finanziari stessi.

Tecnicamente i titoli di debito vengono emessi da una società veicolo (SPV - cfr. definizione).

Il portafoglio sottostante l'operazione di cartolarizzazione può essere costituito da mutui ipotecari, prestiti, obbligazioni, crediti commerciali, crediti derivanti da carte di credito o

59 Con Delibera n. 16763 del 29 dicembre 2008 la Consob ha approvato il Regolamento di attuazione del decreto

legislativo 8 ottobre 2007 n. 179, concernente la Camera di Conciliazione e di Arbitrato e le relative procedure. La

piena operatività della Camera ha preso avvio nel corso del 2010 in seguito all’approvazione dello statuto con Delibera n. 17204 del 4 marzo 2010. Ad essa possono essere sottoposte, su iniziativa dell’investitore, tutte le controversie in materia di servizi di investimento o di gestione del risparmio (fondi comuni) collettiva, senza limiti di importo, a condizione che sia stato presentato un reclamo presso l’intermediario.

60 Con Provvedimento del 13 novembre 2012, Banca d’Italia – in attuazione di quanto previsto dall’art. 27-bis, comma 1 – quinquies, del D.L. n.1/2012, convertito con modificazioni dalla Legge n. 27/2012 – ha previsto che la procedura di ricorso all’ABF possa essere avviata, su istanza del cliente, dai Prefetti, in relazione a contestazioni inerenti alla mancata erogazione, al mancato incremento o alla revoca di un finanziamento,

all’inasprimento delle condizioni applicate ad un contratto di finanziamento o ad altri comportamenti della banca conseguenti alla valutazione del merito creditizio.

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altro ancora. In funzione della tipologia di attivo sottostante, gli ABS possono essere

classificati in:

● credit loan obligation CLO (il portafoglio è costituito da prestiti bancari);

● collateralized bond obligation CBO (il portafoglio è costituito da titoli obbligazionari);

● collateralized debt obligation CDO (il portafoglio è costituito da obbligazioni,

strumenti di debito e titoli in generale);

● residential mortgage backed security RMBS (il portafoglio è costituito da mutui ipotecari su immobili residenziali);

● commercial mortgage backed security CMBS (il portafoglio è costituito da mutui

ipotecari su immobili commerciali).

ACQUISITION FINANCE

Finanziamenti al servizio di operazioni di acquisizione aziendale.

ADR (ALTERNATIVE DISPUTE RESOLUTION)

In italiano, “risoluzione alternativa delle controversie”. La sigla indica l’insieme dei metodi,

strumenti, tecniche stragiudiziali di risoluzione delle controversie: una o entrambe le parti si

affidano a un terzo imparziale per porre fine a una lite, senza rivolgersi all’autorità giudiziaria.

ALM (ASSET & LIABILITY MANAGEMENT)

Gestione integrata dell’attivo e del passivo finalizzata ad allocare le risorse in un’ottica di

ottimizzazione del rapporto rischio-rendimento.

ALTERNATIVE INVESTMENT

Gamma di forme di investimento che comprende, tra l’altro, gli investimenti di private equity

(cfr. definizione) e gli investimenti in hedge fund (cfr. definizione).

ASSET MANAGEMENT

Attività di gestione degli investimenti finanziari di terzi.

ATM (AUTOMATED TELLER MACHINE)

Apparecchiatura automatica per l’effettuazione da parte della clientela di operazioni quali ad

esempio il prelievo di contante, il versamento di contante o assegni, la richiesta di

informazioni sul conto, il pagamento di utenze, le ricariche telefoniche, ecc. Il cliente attiva il terminale introducendo una carta e digitando il codice personale di identificazione.

ATTIVITÀ DI RISCHIO PONDERATE (RISK WEIGHTED ASSETS – RWA)

Attività per cassa e fuori bilancio classificate e ponderate in base a diversi coefficienti legati

ai rischi, ai sensi delle normative bancarie emanate dagli organi di vigilanza per il calcolo dei

coefficienti patrimoniali.

AUDIT

Processo di controllo sull’attività e sulla contabilità societaria che viene svolto sia da

strutture interne (internal audit – cfr. definizione) che da società terze (external audit).

BACKTESTING

Analisi retrospettiva volta a verificare l’affidabilità delle misurazioni di rischio associate alle

posizioni di portafogli di attività.

BANCASSURANCE

Espressione che indica l’offerta di prodotti tipicamente assicurativi attraverso la rete operativa delle aziende di credito.

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BANKING BOOK

Solitamente identifica la parte di un portafoglio titoli, o comunque di strumenti finanziari in genere, destinata all’attività “proprietaria”.

BASILEA 2

Accordo internazionale sul capitale con il quale sono state ridefinite le linee guida per la

determinazione dei requisiti patrimoniali minimi delle banche61. La nuova regolamentazione prudenziale si basa su tre pilastri:

● Primo pilastro (Pillar 1): fermo restando l’obiettivo di un livello di capitalizzazione pari

all’8% delle esposizioni ponderate per il rischio, è stato delineato un nuovo sistema di

regole per la misurazione dei rischi tipici dell’attività bancaria e finanziaria (di credito,

di controparte, di mercato e operativi) che prevede metodologie alternative di calcolo

caratterizzate da diversi livelli di complessità con la possibilità di utilizzare, previa autorizzazione dell’Organo di Vigilanza, modelli sviluppati internamente;

● Secondo pilastro (Pillar 2): le banche devono dotarsi di processi e strumenti per

determinare il livello di capitale interno complessivo (Internal Capital Adequacy

Assessment Process – ICAAP) adeguato a fronteggiare ogni tipologia di rischio, anche

diversi da quelli presidiati dal requisito patrimoniale complessivo (primo pilastro).

All’Autorità di Vigilanza spetta il compito di esaminare il processo ICAAP, formulare un giudizio complessivo ed attivare, ove necessario, le opportune misure correttive;

● Terzo pilastro (Pillar 3): introduce obblighi di pubblicazione delle informazioni

riguardanti l’adeguatezza patrimoniale, l’esposizione ai rischi e le caratteristiche

generali dei sistemi preposti all’identificazione, alla misurazione e alla gestione di tali

rischi.

BASILEA 3

Il 16 dicembre 2010 il Comitato di Basilea sulla Vigilanza Bancaria ha pubblicato le nuove

regole sul capitale e sulla liquidità delle banche che avrebbero dovuto entrare in vigore a

partire dal 1° gennaio 2013. In realtà, per assicurare un’adozione contestuale da parte delle

banche europee e statunitensi il termine ha subito un differimento di almeno sei mesi.

La nuova regolamentazione persegue il rafforzamento della qualità e della quantità del capitale bancario, il contenimento della leva finanziaria del sistema (con la previsione di un

limite massimo), l’attenuazione dei possibili effetti pro-ciclici delle regole prudenziali ed un

più attento controllo del rischio di liquidità, con l’introduzione di due indicatori volti a

monitorare la liquidità sia a 30 giorni (Liquidity Coveregare Ratio - LCR, cfr. definizione) che

da in termini più strutturali (Net Stable Funding Ratio - NSFR, cfr. defnizione) . Dal punto di vista della composizione del capitale, le nuove regole privilegiano azioni

ordinarie e riserve di utili (Common Equity), l’adozione di criteri più stringenti per la

computabilità di altri strumenti di capitale ed una maggiore armonizzazione a livello

internazionale degli elementi da dedurre.

BASIS POINT (PUNTO BASE)

Corrisponde a un centesimo di punto percentuale (0,01%).

61 La prima versione dell’accordo, conosciuta come Basilea 1, risale al 1988 e fu anch’essa sottoscritta nella città

svizzera dove ha sede la Bank for International Settlements (BIS), organizzazione che dal 1930 promuove la cooperazione monetaria e finanziaria su scala mondiale, nota in Italia come Banca per i Regolamenti

Internazionali (BRI). All’interno di essa opera il Comitato di Basilea, istituito dai governatori delle Banche centrali dei dieci Paesi più industrializzati (G10) alla fine del 1974, a cui si deve la stesura degli accordi. Ne fanno oggi parte i rappresentanti di Belgio, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito, Stati Uniti.

Il Comitato di Basilea non ha autorità sovranazionale: i Paesi membri possono decidere di aderire agli accordi ma non sono vincolati ad accettare le decisioni del Comitato. L’obbligatorietà di quanto previsto da Basilea 2 per i Paesi UE discende, infatti, da una direttiva del parlamento Europeo che l’ha recepito nel settembre 2005.

Il primo accordo di Basilea, sottoscritto dalle autorità centrali di oltre 100 Paesi, stabiliva l’obbligo per le banche

aderenti di accantonare una quota di capitale corrispondente all’8% dei finanziamenti erogati indipendentemente dalla valutazione, attraverso procedure di rating, dell’affidabilità delle imprese che li avevano richiesti.

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BASIS SWAP

Contratto che prevede lo scambio, tra due controparti, di pagamenti legati a tassi variabili basati su un diverso indice.

BENCHMARK

Parametro di riferimento degli investimenti finanziari: può essere rappresentato dagli indici

di mercato più noti ovvero da altri ritenuti meglio rappresentativi del profilo rischio/rendimento.

BEST PRACTICE

Comportamento commisurato alle esperienze più significative e/o al miglior livello raggiunto

dalle conoscenze riferite ad un certo ambito tecnico/professionale.

CAGR – COMPOUND ANNUAL GROWTH RATE (TASSO DI CRESCITA ANNUO COMPOSTO)

Tasso di crescita annuale applicato ad un investimento o ad altre attività per un periodo

pluriennale. La formula per calcolare il CAGR è [(valore attuale/valore base)^(1/n° anni)-1].

CAPITAL ALLOCATION

Processo che porta alla decisione di come distribuire l’investimento tra le diverse categorie di

attività finanziarie (in particolare obbligazioni, azioni e liquidità). Le scelte di capital

allocation sono determinate dalla necessità di ottimizzare il rapporto rendimento/rischio in

relazione all’orizzonte temporale e alle aspettative dell’investitore.

CAPTIVE

Termine genericamente riferito a “reti” o società che operano esclusivamente con clientela

dell’azienda o del gruppo.

CARTOLARIZZAZIONE

Operazione di cessione di crediti o di altre attività finanziarie non negoziabili a una società

veicolo (SPV – cfr. definizione) che ha per oggetto esclusivo la realizzazione di tali operazioni e provvede alla conversione di tali crediti o attività in titoli negoziabili su un mercato

secondario. In Italia la materia è regolata principalmente dalla Legge n. 130 del 30 aprile

1999.

CASSA DI COMPENSAZIONE E GARANZIA (CCG)

Società per azioni che svolge la funzione di controparte centrale sui mercati azionari a pronti

e dei derivati gestiti da Borsa Italiana nonché sul Mercato Telematico dei titoli di Stato

CERTIFICATI (ASSICURATIVI) DI CAPITALIZZAZIONE

I contratti di capitalizzazione rientrano nel campo di applicazione della disciplina in materia

di assicurazione diretta sulla vita di cui al D.Lgs. n. 174 del 17 marzo 1995. Così come definito all’art. 40 del medesimo Decreto Legislativo, trattasi di contratti con i quali una

compagnia assicurativa si impegna a pagare, come corrispettivo del versamento di premi

unici o periodici, un capitale pari al premio versato rivalutato periodicamente sulla base del

rendimento di una gestione interna separata di attività finanziarie o, se più elevato, di un

rendimento minimo garantito. Essi non possono avere durata inferiore a cinque anni ed è prevista la facoltà per il contraente di ottenere il riscatto del contratto dall’inizio del secondo

anno. Ai sensi dell’art. 31 del già citato D.Lgs. n. 174, le attività finanziarie a copertura delle

riserve tecniche sono riservate in modo esclusivo all’adempimento delle obbligazioni

connesse ai contratti di capitalizzazione (gestione separata). Conseguentemente, in caso di

liquidazione della compagnia assicurativa (art. 67), i beneficiari di tali polizze risultano di

fatto titolari di posizioni creditorie assistite da privilegio speciale.

COMMERCIAL PAPER

Titoli a breve termine emessi per raccogliere fondi di terzi sottoscrittori in alternativa ad

altre forme di indebitamento.

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CONCILIATORE BANCARIOFINANZIARIO

Il “Conciliatore BancarioFinanziario - Associazione per la soluzione delle controversie bancarie, finanziarie e societarie – ADR” è un’iniziativa promossa con il patrocinio dell’ABI dai primi

dieci gruppi bancari, fra i quali il Gruppo UBI Banca, per dare alla clientela servizi per la

soluzione delle controversie rapidi ed efficienti, alternativi alla procedura giudiziaria (ADR

dall’inglese: Alternative Dispute Resolution – cfr. definizione).

I servizi offerti sono:

● Mediazione: consiste nel tentativo di risolvere una controversia affidando ad un

professionista indipendente ed imparziale (mediatore) il compito di agevolare il

raggiungimento di un accordo tra le parti in tempi brevi, al massimo entro 4 mesi. La

mediazione presso il Conciliatore BancarioFinanziario è disciplinata dal D.Lgs. 4 marzo

2010, n. 28 e dal proprio Regolamento depositato presso il Ministero della Giustizia. Il

Conciliatore BancarioFinanziario è un Organismo di Mediazione specializzato nelle controversie in materia bancaria, finanziaria e societaria che si avvale di propri

mediatori presenti in molte regioni italiane. Qualora le parti raggiungano un accordo, il

verbale redatto dal mediatore può essere omologato su istanza di parte dal Tribunale

diventando così titolo esecutivo; ● Arbitrato: procedura in cui le parti sottopongono una controversia ad un arbitro o ad un

collegio di arbitri, riconoscendo loro il potere di decidere in merito; ● Ombudsman Giurì Bancario: organismo promosso nel 1993 in sede ABI a cui la clientela,

rimasta insoddisfatta delle decisioni dell’ufficio reclami della banca o il cui reclamo non

abbia avuto esito nel termine prescritto, può rivolgersi gratuitamente in seconda

istanza. La gestione dell’Ombudsman è stata trasferita al Conciliatore

BancarioFinanziario dal 1° giugno 2007.

All’Ombudsman possono essere sottoposte le controversie in materia di servizi di investimento aventi ad oggetto l’accertamento di diritti, obblighi e facoltà,

indipendentemente dal valore del rapporto al quale si riferiscono. Se la richiesta ha ad

oggetto la corresponsione di una somma di denaro, la questione rientra nella

competenza dell’Ombudsman se l’importo richiesto non è superiore a 100.000 euro;

l’Ombudsman decide entro 90 giorni dalla data di ricezione della richiesta di intervento.

Il ricorso all’Ombudsman non preclude al cliente la facoltà di rivolgersi in qualsiasi momento all’Autorità giudiziaria, oppure richiedere una mediazione ad un organismo

conciliativo, o sottoporre la questione ad un collegio arbitrale, mentre la decisione è

vincolante per l’intermediario.

CONDUIT

Si veda in proposito la voce SPE/SPV.

CONSUMER FINANCE (CREDITO AL CONSUMO)

Finanziamenti concessi alle famiglie per fini personali collegati al consumo di beni e di

servizi.

CONTRATTO DI SOMMINISTRAZIONE DI LAVORO

Fattispecie di rapporto di lavoro a termine, regolata dal D.Lgs. 10 settembre 2003, n. 276

(c.d. Legge Biagi, sulla base della Legge Delega 14 febbraio 2003, n. 30), mediante la quale

un soggetto giuridico si avvale della prestazione lavorativa di un lavoratore assunto da

un'impresa di somministrazione autorizzata dal Ministero del Lavoro. I rapporti fra l'utilizzatore e l'impresa di somministrazione sono regolati da un contratto che disciplina

anche i profili retributivi e contributivi (oneri previdenziali e assistenziali).

Tale forma contrattuale ha sostituito il rapporto di lavoro interinale istituito dalla Legge 24

giugno 1997, n. 196 (c.d. riforma Treu).

CORE TIER 1 RATIO

Rapporto tra il patrimonio di base (Tier 1 – cfr. definizione) al netto degli strumenti non

computabili (preference shares, azioni di risparmio e azioni privilegiate) ed il totale delle

attività di rischio ponderate (cfr. definizione).

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CORPORATE GOVERNANCE

Attraverso la composizione ed il funzionamento degli organi societari interni ed esterni, la struttura della corporate governance definisce la distribuzione dei diritti e delle

responsabilità tra i partecipanti alla vita di una società, in riferimento alla ripartizione dei

compiti, all’assunzione di responsabilità e al potere decisionale. Obiettivo fondamentale della

corporate governance è la massimizzazione del valore per gli azionisti, che comporta, in

un’ottica di medio-lungo termine, elementi di positività anche per gli altri stakeholders, quali clienti, fornitori, dipendenti, creditori, consumatori e la comunità.

COST INCOME RATIO

Indicatore economico definito dal rapporto tra i costi operativi ed il margine di

intermediazione.

COVERED BOND

Speciale obbligazione bancaria che, oltre alla garanzia della banca emittente, può usufruire

anche della garanzia di un portafoglio di mutui ipotecari od altri prestiti di alta qualità

ceduti, per tale scopo, ad un’apposita società veicolo62

.

Le banche che intendono emettere covered bond devono disporre di un patrimonio non

inferiore a 500 milioni di euro e di un coefficiente patrimoniale complessivo a livello consolidato non inferiore al 9%. Degli attivi potenzialmente utilizzabili a garanzia, la quota

ceduta non potrà superare i seguenti limiti, fissati in funzione del livello di

patrimonializzazione:

● 25% nei casi di coefficiente patrimoniale 9% e 10% con Tier 1 ratio 6%;

● 60% nei casi di coefficiente patrimoniale 10% e 11% con Tier 1 ratio 6,5%;

● nessun limite nei casi di coefficiente patrimoniale 11% con Tier 1 ratio 7%.

CPI (CREDIT PROTECTION INSURANCE)

Polizze assicurative di protezione del credito che possono essere sottoscritte dai debitori di prestiti finanziari (prestiti personali, mutui e carte di credito) per garantire loro (in qualità di

assicurati) di far fronte al pagamento del debito residuo o di un certo numero di rate nel

caso di eventi negativi temporanei o definitivi (perdita involontaria del posto di lavoro,

malattia, infortuni, invalidità permanente o morte). Tali polizze possono essere abbinate

anche ai finanziamenti alle imprese, con una copertura assicurativa degli eventi che possono colpire i soci, gli amministratori o le figure chiave dell’azienda.

CREDIT CRUNCH (STRETTA CREDITIZIA)

Calo significativo (o inasprimento improvviso delle condizioni) dell’offerta di credito alle

imprese al termine di un prolungato periodo espansivo, in grado di accentuare la fase

recessiva.

CREDIT DEFAULT SWAP

Contratto col quale un soggetto, dietro pagamento di un premio periodico, trasferisce ad un

altro soggetto il rischio creditizio insito in un prestito o in un titolo, al verificarsi di un

determinato evento legato al deterioramento del grado di solvibilità del debitore.

CREDITO RISTRUTTURATO

Posizione per la quale la Banca ha concordato con il debitore una dilazione di pagamento,

rinegoziando l’esposizione a condizioni di tasso inferiori a quelle di mercato.

62 Nell’ordinamento italiano la Legge 30 aprile 1999, n. 130, disciplina la fattispecie delle obbligazioni bancarie

garantite (art. 7-bis). Lo schema operativo prevede la cessione da parte di una banca a una società veicolo di attivi di elevata qualità creditizia (crediti ipotecari e verso le pubbliche amministrazioni) e l’emissione da parte di una banca, anche diversa dalla cedente, di obbligazioni garantite dalla società veicolo a valere sugli attivi acquistati e costituiti in un patrimonio separato. I profili applicativi della disciplina sono contenuti nel

Regolamento ministeriale n. 310 del 14 dicembre 2006 e nelle disposizioni di vigilanza della Banca d’Italia del 15 maggio 2007.

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CROSS SELLING

Fidelizzazione della clientela tramite la vendita di prodotti e servizi tra loro integrati.

DEFAULT

Identifica la condizione di dichiarata impossibilità ad onorare i propri debiti e/o il

pagamento dei relativi interessi.

DERIVATI OTC NEGOZIATI CON LA CLIENTELA

Attività di supporto alla clientela nella gestione dei rischi finanziari, in particolare di quelli

derivanti dall’oscillazione dei tassi di cambio, dei tassi d’interesse e del prezzo delle

commodity (materie prime).

DISASTER RECOVERY GEOGRAFICO

Insieme di procedure tecniche ed organizzative attivate a fronte di un evento catastrofico che

provochi l’indisponibilità completa del sito di elaborazione dati. L’obiettivo è riattivare le

applicazioni vitali per l’azienda in un sito secondario (detto di recovery). Il sistema di

disaster recovery si definisce “geografico” quando è locato ad almeno 50 km dal sistema di

origine. L’obiettivo primario è quello di attenuare i rischi derivanti da eventi disastrosi con possibile impatto su di un’intera area metropolitana (i.e. terremoti, inondazioni, eventi bellici

ecc.) come prescritto dagli standard di sicurezza internazionali.

DURATION

Riferita ad un titolo ovvero ad un portafoglio obbligazionario, è un indicatore solitamente

calcolato come media ponderata delle scadenze dei pagamenti per interessi e capitale associati al titolo stesso.

EAD (EXPOSURE AT DEFAULT)

Stima del valore futuro di un’esposizione al momento del default (cfr. definizione) del relativo

debitore.

EBA (EUROPEAN BANKING AUTHORITY) – AUTORITÀ BANCARIA EUROPEA

Costituita dai rappresentanti delle autorità di vigilanza bancaria degli Stati membri

dell’Unione Europea, l’EBA ha iniziato la sua operatività il 1° gennaio 2011, subentrando nei

compiti e nelle responsabilità del Comitato delle autorità europee di vigilanza bancaria

(Committee of European Banking Supervisors-CEBS) che è stato contestualmente soppresso. L’EBA tutela la stabilità del sistema bancario, la trasparenza dei mercati e dei

prodotti finanziari e la protezione dei depositanti e degli investitori.

EFSF (EUROPEAN FINANCIAL STABILITY FACILITY)

Strumento per l’assistenza finanziaria temporanea ai Paesi dell’Area Euro in difficoltà

istituito in seguito alla decisione del Consiglio della UE del 10 maggio 2010. Giuridicamente costituito in forma di società per azioni con sede legale in Lussemburgo, l’EFSF può

concedere finanziamenti nell’ambito di una capacità finanziaria di 440 miliardi di euro. La

provvista viene effettuata tramite il collocamento di obbligazioni assistite dalla garanzia dei

Paesi dell’area euro in proporzione alla rispettiva quota partecipativa al capitale della BCE.

Da ottobre 2012, con la nascita dell’ESM (cfr. definizione), i nuovi programmi di aiuto sono finanziati direttamente dal meccanismo permanente, mentre l’EFSF potrà impegnarsi in

nuovi programmi solo al fine di assicurare una capacità complessiva di 500 miliardi di euro.

Dal 1° luglio 2013 l’EFSF continuerà ad operare fino al completo rimborso dei prestiti

concessi.

EFSM (EUROPEAN FINANCIAL STABILISATION MECHANISM)

Strumento per l’assistenza finanziaria temporanea ai Paesi dell’Area Euro in difficoltà

istituito in seguito alla decisione del Consiglio della UE del 10 maggio 2010. Amministrato

dalla Commissione Europea per conto della UE, l’EFSM, che sarà operativo fino al giugno

del 2013, può erogare prestiti fino a un massimo di 60 miliardi di euro. Le operazioni di

provvista sono garantite dal bilancio dell’Unione.

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EIOPA (EUROPEAN INSURANCE AND OCCUPATIONAL PENSIONS AUTHORITY) – AUTORITÀ EUROPEA

DELLE ASSICURAZIONI E DELLE PENSIONI AZIENDALI E PROFESSIONALI)

Costituita dai rappresentanti delle autorità di vigilanza assicurativa e pensionistica degli

Stati membri dell’Unione Europea, l’EIOPA è stata istituita il 1° gennaio 2011 subentrando

nei compiti e nelle responsabilità del Comitato delle autorità europee di vigilanza delle

assicurazione e delle pensioni aziendali o professionali (Committee of European Insurance and Occupational Pensions Supervisors-CEIOPS) che è stato contestualmente soppresso.

L’EIOPA salvaguarda la stabilità del sistema finanziario, la trasparenza dei mercati e dei

prodotti finanziari, tutelando i titolari di polizze assicurative nonché gli aderenti e i

beneficiari di schemi pensionistici.

E-MID (MERCATO INTERBANCARIO DEI DEPOSITI)

Mercato per la negoziazione di depositi interbancari attraverso circuito telematico gestito da

e-MID Sim Spa.

EONIA (EURO OVERNIGHT INDEX AVERAGE)

Tasso di interesse calcolato come media ponderata dei tassi overnight applicati su tutte le operazioni di finanziamento non garantite concluse sul mercato interbancario dalle banche

di riferimento (reference banks).

ESM (EUROPEAN STABILITY MECHANISM)

Meccanismo permanente per la gestione delle crisi la cui costituzione è stata decisa dal

Consiglio Europeo del 28-29 ottobre 2010 e anticipata con la ratifica del Trattato fiscale sottoscritto il 30 gennaio 2012 da 25 dei 27 Paesi dell’Unione Europea. L’ESM, divenuto

operativo da ottobre 2012, si limita attualmente al finanziamento degli Stati membri.

L’assegnazione alla BCE dei poteri di vigilanza sulle banche dell’Area euro consentirà a tale

organismo di intervenire direttamente nella ricapitalizzazione degli istituti di credito.

ESMA (EUROPEAN SECURITIES AND MARKETS AUTHORITY) – AUTORITÀ EUROPEA DEGLI STRUMENTI

FINANZIARI E DEI MERCATI

Composta dai rappresentanti delle autorità di vigilanza dei partecipanti ai mercati finanziari

degli Stati membri dell’Unione Europea, l’ESMA ha iniziato la sua operatività il 1° gennaio

2011 subentrando nei compiti e nelle responsabilità del Comitato delle autorità europee di

regolamentazione dei valori mobiliari (Committee of European Securities Regulators-CESR) che è stato contestualmente soppresso. L’ESMA tutela la stabilità del sistema finanziario, la

trasparenza dei mercati e dei prodotti finanziari e la protezione degli investitori.

ETF (EXCHANGE TRADED FUND)

Particolare tipologia di fondo di investimento negoziato in Borsa come un’azione, avente

come unico obiettivo d’investimento quello di replicare l’indice al quale si riferisce (benchmark) attraverso una gestione totalmente passiva. L’ETF riassume in sé le

caratteristiche proprie di un fondo e di un’azione, consentendo agli investitori di sfruttare i

punti di forza di entrambi gli strumenti attraverso la diversificazione e la riduzione del

rischio proprie dei fondi, garantendo nel contempo la flessibilità e la trasparenza informativa

della negoziazione in tempo reale delle azioni.

ETC (EXCHANGE TRADED COMMODITY)

Strumenti finanziari emessi a fronte dell’investimento dell’emittente o in materie prime

fisiche (in questo caso sono definiti ETC physically-backed) o in contratti derivati su materie

prime. Il prezzo degli ETC è, pertanto, legato direttamente o indirettamente all’andamento

del sottostante. Similarmente agli ETF (cfr. definizione) gli ETC sono negoziati in Borsa come delle azioni, replicando passivamente la performance della materia prima o degli indici di

materie prime a cui fanno riferimento.

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EURIBOR (EURO INTERBANK OFFERED RATE)

Tasso di interesse interbancario al quale banche primarie si scambiano depositi in euro a varie scadenze. Viene calcolato giornalmente come media semplice delle quotazioni rilevate

alle ore undici su un campione di banche con elevato merito creditizio selezionato

periodicamente dalla European Banking Federation. All’Euribor sono legati vari contratti di

prestito a tasso variabile (ad esempio i mutui casa).

FACTORING

Contratto di cessione, pro soluto (con rischio di credito a carico del cessionario) o pro

solvendo (con rischio di credito a carico del cedente), di crediti commerciali a banche o a

società specializzate, ai fini di gestione e di incasso, al quale può essere associato un

finanziamento a favore del cedente.

FAIR VALUE

Corrispettivo al quale, in un regime di libera concorrenza, un bene può essere scambiato o

una passività estinta, tra parti consapevoli e disponibili. Spesso è identico al prezzo di

mercato. In base agli IAS (cfr. definizione) le banche applicano il fair value nella valutazione

degli strumenti finanziari (attività e passività) di negoziazione e disponibili per la vendita, nonché dei derivati, e possono altresì usarlo per la valorizzazione delle partecipazioni e delle

immobilizzazioni materiali e immateriali (con diverse modalità di impatto sul conto

economico per le differenti attività considerate).

FLOOR

Contratto derivato su tasso d’interesse, negoziato al di fuori dei mercati regolamentati, con il quale viene fissato un limite minimo alla diminuzione del tasso creditore.

FRA (FORWARD RATE AGREEMENT)

Contratto con cui le parti si accordano per ricevere (pagare) alla scadenza la differenza fra il

valore calcolato applicando all’ammontare dell’operazione un tasso d’interesse

predeterminato e il valore ottenuto sulla base del livello assunto da un tasso di riferimento prescelto dalle parti.

FUNDING

Approvvigionamento, sotto varie forme, dei fondi necessari al finanziamento dell’attività

aziendale o di particolari operazioni finanziarie.

FUTURE

Contratti a termine standardizzati, con cui le parti si impegnano a scambiarsi, a un prezzo

predefinito e a una data futura, valori mobiliari o merci. Tali contratti di norma sono

negoziati su mercati organizzati dove viene garantita la loro esecuzione. A differenza delle

opzioni (cfr. definizione) che conferiscono il diritto, ma non l’obbligo di comprare, i future obbligano i due contraenti a vendere o a comprare.

GOODWILL

Identifica l’avviamento pagato per l’acquisizione di una quota partecipativa, pari alla

differenza tra il costo e la corrispondente quota di patrimonio netto, per la parte non attribuibile ad elementi dell’attivo della società acquisita.

HEDGE FUND

Fondo comune di investimento che ha la possibilità – negata ai gestori tradizionali – di usare

strumenti o strategie di investimento sofisticati quali lo “short selling” (vendita allo

scoperto), i derivati (opzioni o future, anche oltre il 100% del patrimonio), l’hedging (copertura del portafoglio dalla volatilità di mercato attraverso vendite allo scoperto ed uso di

derivati) e la leva finanziaria (l’indebitamento allo scopo di investire denaro preso a prestito).

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IAS/IFRS

Principi contabili internazionali (International Accounting Standards – IAS) emanati dall’International Accounting Standard Board (IASB), ente internazionale di natura privata

costituito nell’aprile 2001, al quale partecipano le professioni contabili dei principali Paesi

nonché, in qualità di osservatori, l’Unione Europea, lo IOSCO (International Organization of

Securities Commissions) e il Comitato di Basilea. Tale ente ha raccolto l’eredità

dell’International Accounting Standards Committee (IASC), costituito nel 1973 allo scopo di promuovere l’armonizzazione delle regole per la redazione dei bilanci delle società. Con la

trasformazione dello IASC in IASB si è deciso, fra l’altro, di denominare i nuovi principi

contabili “International Financial Reporting Standards” (IFRS).

A livello internazionale è in corso uno sforzo di armonizzazione degli IAS/IFRS con gli US

Gaap (cfr. definizione).

IBAN (INTERNATIONAL BANK ACCOUNT NUMBER)

Standard internazionale utilizzato per identificare l’utenza bancaria. Dal 1° luglio 2008 l’uso

del codice IBAN - composto da 27 caratteri - è obbligatorio non solo per i pagamenti esteri,

ma anche per quelli fatti in Italia.

IDENTITY ACCESS MANAGEMENT

Soluzione tecnico-organizzativa che permette di gestire e controllare l’intero ciclo di vita di

assegnazione, gestione e revoca dei privilegi di accesso alle risorse informatiche e quindi alle

informazioni aziendali da parte di ciascun utente.

INCAGLI

Crediti al valore nominale nei confronti dei soggetti in situazione di obiettiva difficoltà, che si

ritiene però superabile in un congruo periodo di tempo.

INDEX LINKED

Polizza vita la cui prestazione a scadenza dipende dall’andamento di un parametro di

riferimento che può essere un indice azionario, un paniere di titoli o un altro indicatore.

INDICE TANKAN

Indicatore dell’economia giapponese costruito sulla base dei risultati di un’inchiesta

condotta dalla Banca del Giappone l’ultimo mese di ogni trimestre. Oggetto dell’inchiesta

sono sia il settore manifatturiero che quello dei servizi, con una segmentazione in funzione della grandezza delle imprese (grandi, medie, piccole imprese).

INTERNAL AUDIT

Funzione alla quale è istituzionalmente attribuita l’attività interna di audit (cfr. definizione).

INVESTIMENTO IMMOBILIARE

Immobile detenuto con lo scopo di ricavarne reddito o di beneficiare del relativo incremento

di valore.

INVESTMENT BANKING

L’investment banking costituisce un segmento altamente specializzato della finanza che si occupa in particolare di assistere società e governi nell’emissione di titoli e più in generale

nel reperimento di fondi sul mercato dei capitali.

INVESTMENT GRADE

Titoli obbligazionari di alta qualità che hanno ricevuto un rating (cfr. definizione) medio-alto

(ad esempio non inferiore a BBB nella scala di Standard & Poor’s).

INVESTOR

Soggetto, diverso dall’originator (cfr. definizione) e dallo sponsor (cfr. definizione), che

detiene un’esposizione verso una cartolarizzazione (cfr. definizione).

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IRB (INTERNAL RATING BASED) APPROACH

Approccio dei rating (cfr. definizione) interni nell’ambito di Basilea 2 (cfr. definizione) che si

distingue nei metodi base (FIRB) e avanzato (AIRB):

● FIRB (Foundation Internal Rating Based): il metodo base prevede che le banche

utilizzino modelli interni per la stima delle PD, ricorrendo invece a valori regolamentari,

stabiliti dall’Autorità di Vigilanza, per la LGD (cfr. definizione) e gli altri parametri di rischio;

● AIRB (Advanced Internal Rating Based): il metodo avanzato, utilizzabile solo dagli

istituti che soddisfino requisiti minimi più stringenti rispetto all’approccio base, prevede

che tutte le stime degli input per la valutazione del rischio di credito (PD, LGD, EAD,

Maturity – cfr. definizioni) vengano realizzate internamente.

JOINT VENTURE

Accordo tra due o più imprese per lo svolgimento di una determinata attività economica

attraverso, solitamente, la costituzione di una società per azioni.

JUNIOR

In un’operazione di cartolarizzazione (cfr. definizione), è la tranche più subordinata dei titoli

emessi, che sopporta per prima le perdite che si possono verificare nel corso del recupero

delle attività sottostanti.

LEASING

Contratto con il quale una parte (locatore) concede all’altra (locatario) per un tempo determinato il godimento di un bene, acquistato o fatto costruire dal locatore su scelta e

indicazione del locatario, con facoltà per quest’ultimo di acquistare la proprietà del bene a

condizioni prefissate al termine del contratto di locazione.

LCR (LIQUIDITY COVERAGE RATIO)

L’indicatore esprime il rapporto fra il valore dello stock di attività liquide di elevata qualità in condizioni di stress e il totale dei deflussi di cassa netti calcolato secondo determinati

parametri di scenario. Il valore del rapporto non dovrà essere inferiore al 100%. Esso mira

ad assicurare che una banca mantenga un livello adeguato di attività liquide di elevata

qualità, non vincolate, che possano essere convertite in contanti per fronteggiare il proprio

fabbisogno di liquidità nell’arco di 30 giorni di calendario, in uno scenario di stress. In base all’accordo raggiunto dal Comitato di Basilea per la supervisione bancaria il 6

gennaio 2013, tale indicatore sarà introdotto a partire dal 1° gennaio 2015, ma il livello

minimo richiesto sarà inizialmente pari al 60% con un progressivo incremento del 10% in

ciascuno degli anni successivi fino a raggiungere il 100% il 1° gennaio 2019.

LGD (LOSS GIVEN DEFAULT)

Tasso di perdita stimato in caso di default (cfr. definizione) del debitore.

LIBOR (LONDON INTERBANK OFFERED RATE)

Tasso d’interesse calcolato, per ogni scadenza prevista, come media aritmetica delle

rilevazioni comprese fra i due quartili centrali dei tassi ai quali un gruppo di banche aderenti alla British Bankers Association (BBA) sono disposte a concedere depositi nelle

principali divise alla clientela primaria.

LOWER TIER 2

Passività subordinate che concorrono alla formazione del patrimonio supplementare o Tier 2

(cfr. definizione) a condizione che i contratti che ne regolano l’emissione prevedano espressamente che:

a) in caso di liquidazione dell’ente emittente il debito sia rimborsabile solo dopo che siano

stati soddisfatti tutti gli altri creditori non ugualmente subordinati;

b) la durata del rapporto sia pari o superiore a 5 anni e, qualora la scadenza sia

indeterminata, sia previsto per il rimborso un preavviso di almeno 5 anni;

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c) il rimborso anticipato delle passività avvenga solo su iniziativa dell’emittente e preveda

il nulla osta della Banca d’Italia.

L’ammontare dei prestiti subordinati ammesso nel patrimonio supplementare è ridotto di un

quinto ogni anno durante i 5 anni precedenti la data di scadenza del rapporto, in mancanza

di un piano di ammortamento che produca effetti analoghi.

LTV (LOAN TO VALUE)

Rapporto tra l’ammontare del mutuo ed il valore del bene per il quale viene richiesto il

finanziamento o il prezzo pagato dal debitore per acquisire la proprietà. Il ratio LTV misura il

peso dei mezzi propri impiegati dal debitore per l’acquisto del bene rispetto al valore del bene

posto a garanzia del finanziamento. Maggiore è il valore del ratio LTV, minori sono i mezzi

propri del debitore impiegati per l’acquisto del bene, minore conseguentemente è la protezione di cui gode il creditore.

MARK TO MARKET

Valutazione di un portafoglio titoli e di altri strumenti finanziari sulla base dei prezzi

espressi dal mercato.

MARK DOWN

Differenza fra il tasso passivo medio delle forme tecniche di raccolta diretta considerate e

l’Euribor.

MARK UP

Differenza fra il tasso attivo medio delle forme tecniche di impiego considerate e l’Euribor.

MATURITY

Vita residua di un’esposizione, calcolata secondo regole prudenziali.

MERCHANT BANKING

Sotto questa accezione sono ricomprese le attività di sottoscrizione di titoli – azionari o di

debito – della clientela corporate per il successivo collocamento sul mercato, l’assunzione di

partecipazioni azionarie a carattere più permanente ma sempre con l’obiettivo di una

successiva cessione, l’attività di consulenza aziendale ai fini di fusioni e acquisizioni o di

ristrutturazioni.

MEZZANINE

In un’operazione di cartolarizzazione (cfr. definizione), è la tranche con grado di

subordinazione intermedio tra quello della tranche junior (cfr. definizione) e quello della

tranche senior (cfr. definizione).

MONOLINE

Compagnie di assicurazione la cui unica linea di business è l’assicurazione finanziaria.

All’interno delle loro attività è compresa l’assicurazione di obbligazioni (del tipo ABS e MBS)

avente come sottostante debiti di privati e mutui immobiliari. In cambio di una

commissione, l’assicurazione garantisce il rimborso dell’obbligazione assumendosi direttamente il rischio di insolvenza del debitore.

MUTUI SUBPRIME

Il concetto di subprime non è riferibile all’operazione di mutuo in sé, quanto piuttosto al

prenditore (il mutuatario). Tecnicamente per subprime si intende un mutuatario che non

dispone di una “credit history” pienamente positiva, in quanto caratterizzata da eventi creditizi negativi quali, ad esempio, la presenza di rate non rimborsate su precedenti

prestiti, di assegni impagati e/o protestati e così via. Tali eventi passati sono sintomatici di

una maggiore rischiosità intrinseca della controparte, cui corrisponde una maggiore

remunerazione richiesta dall’intermediario che concede il mutuo.

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L’operatività con clientela subprime si è sviluppata nel mercato finanziario americano dove,

a fronte della stipulazione di detti prestiti, solitamente faceva riscontro un’attività di cartolarizzazione ed emissione di titoli.

Vengono definiti mutui ipotecari Alt-A quelli erogati sulla base di documentazione

incompleta o inadeguata.

NEW MIC (NUOVO MERCATO INTERBANCARIO COLLATERALIZZATO)

Segmento di mercato della piattaforma e-MID (cfr. definizione) nel quale vengono scambiati

depositi interbancari su base anonima e garantiti dai rischi di credito, avviato l’11 ottobre

2010 come evoluzione del MIC (Mercato Interbancario Collateralizzato) che ha

contestualmente cessato di operare. Il MIC era stato attivato il 2 febbraio 2009 dalla Banca

d’Italia al fine di favorire una ripresa delle contrattazioni sui circuiti interbancari e una più

ampia articolazione delle scadenze dei contratti. Rispetto al MIC, il New MIC si caratterizza – oltre che per il passaggio della gestione dello schema di garanzia dalla Banca d’Italia alla

Cassa di Compensazione e Garanzia (cfr. definizione) – per un’estensione delle scadenze

negoziate, un prolungamento degli orari di contrattazione ed una limitazione dei titoli

accettati in garanzia.

NSFR (NET STABLE FUNDING RATIO)

L’indicatore esprime il rapporto tra l’ammontare disponibile di provvista stabile e

l’ammontare obbligatorio di provvista stabile. Il coefficiente, che entrerà in vigore il 1°

gennaio 2018, dovrà essere superiore al 100%.

L'indicatore stabilisce un ammontare minimo accettabile di raccolta stabile basato sulle

caratteristiche di liquidità delle attività e delle operazioni di un’istituzione su un orizzonte temporale di un anno.

NON PERFORMING

Termine generalmente riferito ai crediti aventi un andamento non regolare.

NUTS (NOMENCLATURA DELLE UNITÀ TERRITORIALI PER LE STATISTICHE DELL’ITALIA)

Nomenclatura usata per fini statistici a livello europeo (Eurostat), che prevede la seguente

suddivisione:

Italia settentrionale: Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia, Trentino Alto Adige,

Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna; Italia centrale: Toscana, Umbria, Marche, Lazio;

Italia meridionale: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia,

Sardegna.

OBBLIGAZIONI STRUTTURATE

Obbligazioni i cui interessi e/o valore di rimborso dipendono da un parametro di natura

reale (collegato al prezzo di commodity) o dall’andamento di indici. In tali casi l’opzione

implicita viene contabilmente scorporata dal contratto ospite. Nel caso di parametrazione a tassi o all’inflazione (ad esempio i Certificati di Credito del

Tesoro) l’opzione implicita non viene contabilmente scorporata dal contratto ospite.

OPTION

Rappresenta il diritto, ma non l’impegno, acquisito col pagamento di un premio, di acquistare (call option) o di vendere (put option) uno strumento finanziario a un prezzo

determinato (strike price) entro (american option) oppure ad una data futura (european

option) determinata.

OICR (ORGANISMI DI INVESTIMENTO COLLETTIVO DEL RISPARMIO)

La voce comprende gli OICVM (cfr. definizione) e gli altri Fondi comuni di investimento (fondi comuni di investimento immobiliare, fondi comuni di investimento chiusi).

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OICVM (ORGANISMI DI INVESTIMENTO COLLETTIVO IN VALORI MOBILIARI)

La voce comprende i fondi comuni di investimento mobiliare aperti, italiani ed esteri, e le società di investimento a capitale variabile (Sicav).

ORIGINATOR

Soggetto che cede il proprio portafoglio di attività a liquidità differita allo SPV (cfr.

definizione) affinché venga cartolarizzato.

OTC (OVER THE COUNTER)

Operazioni concluse direttamente fra le parti, senza utilizzare un mercato regolamentato.

OUTSOURCING

Ricorso ad attività di supporto operativo effettuate da società esterne.

PAST DUE

A partire dal 1° gennaio 2012 rientrano in tale categoria i crediti scaduti e/o sconfinanti per

i quali risultano soddisfatte entrambe le seguenti condizioni:

● il debitore risulta in ritardo su un’obbligazione creditizia rilevante verso la Banca o il Gruppo Bancario da oltre 90 giorni consecutivi, nel caso in cui le esposizioni riguardino

crediti verso privati e PMI, crediti verso gli enti senza scopo di lucro e gli enti del settore

pubblico, nonché crediti verso le imprese diverse dalle PMI (per le esposizioni diverse da

quelle indicate e per le esposizioni garantite da immobili il termine di 90 giorni era già

in vigore);

● la soglia di rilevanza è pari al 5% dell’esposizione, intendendosi per soglia di rilevanza il maggior fra i due seguenti valori: media delle quote scadute e/o sconfinanti sull’intera

esposizione rilevate su base giornaliera nel trimestre precedente; quote scadute e/o

sconfinanti sull’intera esposizione riferita alla data della segnalazione (la predetta soglia

di rilevanza non si applica alle esposizioni garantite da immobili).

PATRIMONIO DI VIGILANZA

È calcolato come somma algebrica di una serie di elementi positivi e negativi, la cui

computabilità viene ammessa – con o senza limitazioni – in relazione alla loro “qualità”

patrimoniale. L’importo di tali elementi è depurato degli eventuali oneri di natura fiscale. Le

componenti positive del patrimonio devono essere nella piena disponibilità della banca, così

da poter essere utilizzate senza restrizioni per la copertura dei rischi cui l’intermediario è esposto.

Il patrimonio di vigilanza si compone del patrimonio di base (Tier 1, cfr. definizione) e del

patrimonio supplementare (Tier 2, cfr. definizione), al netto dei c.d. “filtri prudenziali”63 e di

alcune deduzioni.

PAYOUT RATIO

Identifica la percentuale dell’utile netto distribuita dalla società ai propri azionisti.

PLAIN VANILLA SWAP

Interest rate swap (cfr. definizione), in cui una controparte riceve un pagamento variabile

legato al LIBOR (in genere il tasso LIBOR a sei mesi) e corrisponde all’altra controparte un tasso di interesse fisso, ottenuto aggiungendo uno spread al rendimento di una tipologia

definita di titoli di Stato.

PD (PROBABILITY OF DEFAULT)

Probabilità che il debitore raggiunga la condizione di default (cfr. definizione) nell’ambito di

un orizzonte temporale annuale.

63 I filtri prudenziali sono correzioni apportate alle voci del patrimonio netto di bilancio, allo scopo di salvaguardare

la qualità del patrimonio di vigilanza e di ridurne la potenziale volatilità indotta dall’applicazione dei principi contabili internazionali IAS/IFRS.

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POLIZZE DI CAPITALIZZAZIONE

Si veda in proposito la voce “Certificati (assicurativi) di capitalizzazione”.

POS (POINT OF SALE)

Apparecchiatura automatica mediante la quale è possibile effettuare, con carta di debito, di

credito o prepagata, il pagamento di beni o servizi presso il fornitore.

PMI (PICCOLE E MEDIE IMPRESE)

Secondo la definizione della normativa comunitaria, sono considerate piccole e medie

imprese le entità che esercitano un’attività economica, a prescindere dalla forma giuridica,

impiegando meno di 250 persone, con fatturato annuo non superiore ai 50 milioni di euro o

con totale di bilancio inferiore ai 43 milioni di euro.

PREFERENCE SHARES

Titoli che associano a forme di remunerazione ancorate ai tassi di mercato caratteristiche di

subordinazione particolarmente accentuate: ad esempio, il mancato recupero negli esercizi

successivi degli interessi non corrisposti dalla banca e la partecipazione alle perdite della

banca stessa nel caso in cui esse determinino una rilevante riduzione dei requisiti patrimoniali. Le Istruzioni di Vigilanza fissano le condizioni in base alle quali le preference

shares possono essere computate nel patrimonio di base di banche e gruppi bancari.

PRESTITI SUBORDINATI

Strumenti di finanziamento il cui schema negoziale prevede che i portatori dei documenti

rappresentativi del prestito siano soddisfatti successivamente agli altri creditori in caso di liquidazione dell’ente emittente.

PRICE SENSITIVE

Termine che viene riferito generalmente ad informazioni o dati non di pubblico dominio,

idonei, se resi pubblici, ad influenzare sensibilmente la quotazione di un titolo.

PRICING

Si riferisce generalmente alle modalità di determinazione dei rendimenti e/o dei costi dei

prodotti e servizi offerti dalla Banca.

PRIVATE EQUITY

Attività mirata all’acquisizione di interessenze partecipative ed alla loro successiva cessione

a controparti specifiche, senza collocamento pubblico.

PROJECT FINANCE

Finanziamento di progetti sulla base di una previsione dei flussi di cassa generati dagli

stessi. Diversamente da quanto avviene nell’analisi dei rischi creditizi ordinari, la tecnica di project finance prevede, oltre all’analisi dei flussi di cassa attesi, l’esame di specifici elementi

quali le caratteristiche tecniche del progetto, l’idoneità degli sponsor a realizzarlo, i mercati

di collocamento del prodotto.

RATING

Valutazione della qualità di una società o delle sue emissioni di titoli di debito sulla base

della solidità finanziaria della società stessa e delle sue prospettive.

RISCHIO DERIVANTE DA CARTOLARIZZAZIONI

Rischio che la sostanza economica dell’operazione di cartolarizzazione non sia pienamente

rispecchiata nelle decisioni di valutazione e di gestione del rischio.

RISCHIO DI BUSINESS

Rischio di variazioni avverse e inattese degli utili/margini rispetto ai dati previsti, legati a

volatilità dei volumi dovuta a pressioni competitive e situazioni di mercato.

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RISCHIO DI CONCENTRAZIONE

Rischio derivante da esposizioni nel portafoglio bancario verso controparti, gruppi di

controparti connesse e controparti del medesimo settore economico o che esercitano la

stessa attività o appartenenti alla medesima area geografica.

RISCHIO DI CREDITO

Rischio di subire perdite derivanti dall’inadempienza di una controparte nei confronti della

quale esiste un’esposizione creditizia.

RISCHIO DI COMPLIANCE

Rischio di incorrere in sanzioni giudiziarie o amministrative, perdite finanziarie rilevanti o

danni di reputazione in conseguenza di violazioni di norme imperative (di legge o di regolamenti) ovvero di autoregolamentazione (statuti, codici di condotta, codici di

autodisciplina).

RISCHIO IMMOBILIARE

Rischio di variazione di valore delle immobilizzazioni materiali del Gruppo.

RISCHIO DI LIQUIDITÀ

Rischio di inadempimento ai propri impegni di pagamento che può essere causato da

incapacità di reperire fondi o di reperirli a costi superiori a quelli di mercato (funding

liquidity risk) o dalla presenza di limiti allo smobilizzo delle attività (market liquidity risk)

incorrendo in perdite in conto capitale. In particolare, viene definito rischio di liquidità strutturale il rischio derivante da uno squilibrio tra le fonti di finanziamento ed impiego.

RISCHIO DI MERCATO

Rischio di variazioni del valore di mercato delle posizioni nel portafoglio di negoziazione ai

fini di vigilanza per variazioni inattese delle condizioni di mercato e del merito creditizio

dell’emittente. In esso sono inclusi anche i rischi derivanti da variazioni inattese dei tassi di cambio e dei

prezzi delle merci che si riferiscono alle posizioni nell’intero bilancio.

RISCHIO DI REPUTAZIONE

Rischio di subire perdite derivanti da una percezione negativa dell’immagine della banca da parte di clienti, controparti, azionisti della banca, investitori, autorità di vigilanza o altri

stakeholder.

RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE

Rischio attuale o prospettico di una variazione del valore economico e del margine di

interesse della società, a seguito di variazioni inattese dei tassi d’interesse che impattano il portafoglio bancario.

RISCHIO OPERATIVO

Rischio di subire perdite derivanti dall’inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure,

risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni. Rientrano in tale tipologia le perdite derivanti da frodi, errori umani, interruzioni dell’operatività, indisponibilità dei

sistemi, inadempienze contrattuali, catastrofi naturali. È compreso il rischio legale.

RISCHIO PARTECIPATIVO

Rischio di variazione del valore delle partecipazioni non consolidate integralmente.

RISCHIO RESIDUO

Rischio di subire perdite derivanti da un’imprevista inefficacia delle tecniche riconosciute

per l’attenuazione del rischio di credito utilizzate dalla società (es. garanzie ipotecarie).

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RISCHIO STRATEGICO

Rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da:

● cambiamenti del contesto operativo;

● attuazione inadeguata di decisioni;

● scarsa reattività a variazioni del contesto competitivo.

ROE (RETURN ON EQUITY)

Esprime la redditività del capitale proprio in termini di utile netto. Unitamente al ROTE (cfr.

definizione) rappresenta l’indicatore di maggior interesse per gli azionisti in quanto consente

di valutare la redditività del capitale di rischio.

ROTE (RETURN ON TANGIBLE EQUITY)

Esprime la redditività del capitale proprio considerato al netto degli attivi immateriali.

SENIOR

In un’operazione di cartolarizzazione (cfr. definizione) è la tranche con il maggior grado di

privilegio in termini di priorità di remunerazione e rimborso.

SENSITIVITY ANALYSIS

Sistema di analisi che ha lo scopo di individuare la sensibilità di determinate attività o

passività correlate a variazioni dei tassi o di altri parametri di riferimento.

SEPA (SINGLE EUROPEAN PAYMENTS AREA)

Area Unica dei Pagamenti in Euro entrata in vigore il 1° gennaio 2008 all’interno della quale si potranno gradualmente effettuare e ricevere pagamenti in euro con condizioni di base,

diritti e obblighi uniformi. Ad essa hanno aderito 32 Paesi europei (oltre ai 27 Paesi

dell’Unione Europea anche Svizzera, Norvegia, Islanda, Liechtenstein e Principato di

Monaco). L’introduzione del nuovo codice unico bancario IBAN (cfr. definizione) è uno degli

strumenti utilizzati per standardizzare le transazioni bancarie.

SERVICER

Nelle operazioni di cartolarizzazione (cfr. definizione) è il soggetto che – sulla base di un

apposito contratto di servicing – continua a gestire i crediti o le attività oggetto di

cartolarizzazione dopo che sono state cedute alla società veicolo incaricata dell’emissione dei

titoli.

SIDE POCKET

Si tratta di una misura a tutela di tutti i partecipanti ad un fondo hedge (cfr. definizione),

che viene attivata solo in “casi eccezionali” in cui l’improvvisa riduzione del grado di liquidità

delle attività detenute nei portafogli dei fondi, associata a elevate richieste di rimborso delle

quote, può avere conseguenze negative per la gestione dei fondi stessi. Per non pregiudicare l’interesse dei partecipanti al fondo hedge, nel caso in cui si renda necessario smobilizzare

attività divenute illiquide, in assenza di un mercato che assicuri la formazione di prezzi

affidabili, la creazione dei side pocket consente di trasferire le attività illiquide in un fondo

comune d’investimento di tipo chiuso appositamente costituito (c.d. fondo chiuso di side

pocket). L’operazione si realizza attraverso una scissione parziale del fondo hedge a seguito della

quale le attività liquide continuano ad essere detenute nel fondo stesso, mentre quelle

illiquide sono trasferite al fondo chiuso di side pocket. Il fondo hedge, ridimensionato ma

liquido, continua a svolgere la propria attività secondo la politica d’investimento prevista nel

regolamento di gestione, mentre il fondo chiuso di side pocket (che non può emettere nuove

quote) è gestito in un’ottica di smobilizzo delle attività illiquide detenute, procedendo ai rimborsi delle quote via via che le attività sono liquidate.

SOFFERENZE

Crediti nei confronti dei soggetti in stato d’insolvenza (anche non accertato giudizialmente) o

in situazioni sostanzialmente equiparabili.

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SPONSOR

Soggetto, diverso dall’originator (cfr. definizione), che istituisce e gestisce una struttura di

conduit (cfr. definizione) nell’ambito di un’operazione di cartolarizzazione (cfr. definizione).

SPREAD

Con questo termine di norma si indica:

● la differenza tra due tassi di interesse;

● lo scarto tra le quotazioni denaro e lettera nelle contrattazioni in titoli;

● la maggiorazione che l’emittente di valori mobiliari riconosce in aggiunta a un tasso di

riferimento.

SPE/SPV

Le Special Purpose Entity (SPE) o Special Purpose Vehicle (SPV) – detti anche “conduit” -

sono soggetti (società, “trust” o altra entità) che vengono appositamente costituiti per il

raggiungimento di un determinato obiettivo, ben definito e delimitato, o per lo svolgimento di

una specifica operazione.

Le SPE/SPV hanno una struttura giuridica indipendente dagli altri soggetti coinvolti nell’operazione e, generalmente, non hanno strutture operative e gestionali proprie.

STAND-STILL

Accordi volti a consentire alla clientela affidata che si trova in situazione di temporanea

difficoltà economico-finanziaria il congelamento transitorio delle linee di credito in essere,

nelle more del superamento dell’originaria condizione di difficoltà ovvero in attesa di definire la complessiva ristrutturazione del debito e la predisposizione di un nuovo piano industriale.

STAKEHOLDER

Individui o gruppi, portatori di interessi specifici nei confronti di un’impresa o perché

dipendono da questa per la realizzazione di loro obiettivi o perché subiscono in modo

rilevante gli effetti positivi o negativi della sua attività.

STOCK OPTION

Termine utilizzato per indicare le opzioni offerte a manager di una società, che consentono

di acquistare azioni della società stessa sulla base di un prezzo di esercizio predeterminato.

STRESS TEST

Procedura di simulazione utilizzata per valutare l’impatto di scenari di mercato “estremi” ma

plausibili sull’esposizione al rischio della banca.

SURROGA

Procedura mediante la quale il mutuatario (cioè chi ha stipulato un mutuo) contrae con un’altra banca un nuovo mutuo per estinguere il mutuo originario trasferendo alla nuova

banca finanziatrice le medesime garanzie (in particolare l’ipoteca) che già assistevano la

banca “originaria”.

SWAP (INTEREST RATE SWAP E CURRENCY SWAP)

Operazione consistente nello scambio di flussi finanziari tra operatori secondo determinate

modalità contrattuali. Nel caso di uno swap sui tassi d’interesse (interest rate swap), le

controparti si scambiano flussi di pagamento di interessi calcolati su un capitale nozionale

di riferimento in base a criteri differenziati (ad es. una controparte corrisponde un flusso a

tasso fisso, l’altra a tasso variabile). Nel caso di uno swap sulle valute (currency swap), le

controparti si scambiano specifici ammontari di due diverse valute, restituendoli nel tempo secondo modalità predefinite che riguardano sia il capitale sia gli interessi.

TAX RATE

Aliquota fiscale effettiva, ottenuta rapportando le imposte sul reddito all’utile ante imposte.

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TASSO RISK FREE – RISK FREE RATE

Tasso di interesse di un’attività priva di rischio. Si usa nella pratica per indicare il tasso dei

titoli di Stato a breve termine, che pure non possono essere considerati risk free.

TEST D’IMPAIRMENT

Il test d’impairment consiste nella stima del valore recuperabile (che è il maggiore fra il suo fair value dedotti i costi di vendita e il suo valore d’uso) di un’attività o di un gruppo di

attività. Ai sensi dello IAS 36, debbono essere sottoposte annualmente ad impairment test:

● le attività immateriali a vita utile indefinita;

● l’avviamento acquisito in un’operazione di aggregazione aziendale;

● qualsiasi attività, se esiste un’indicazione che possa aver subito una riduzione

durevole del valore.

TIER 1 (PATRIMONIO DI BASE)

Include il capitale versato, il sovrapprezzo di emissione, le riserve (considerati elementi di

qualità primaria), gli strumenti non innovativi (non presenti nel Gruppo UBI) e innovativi di

capitale, l’utile di periodo al netto della parte potenzialmente destinabile a dividendi e altre forme di erogazione, i filtri prudenziali positivi del patrimonio di base e gli strumenti oggetto

di disposizioni transitorie (grandfathering). Dal totale dei suddetti elementi – c.d. elementi

positivi del patrimonio di base – vengono dedotte le azioni proprie in portafoglio,

l’avviamento, le altre immobilizzazioni immateriali, le perdite registrate in esercizi precedenti

e in quello in corso, gli altri elementi negativi e i filtri prudenziali negativi del patrimonio di

base (c.d. elementi negativi del patrimonio di base). La somma algebrica degli elementi positivi e negativi del patrimonio di base costituisce il “patrimonio di base al lordo degli

elementi da dedurre”. Il patrimonio di base è dato dalla differenza tra il “patrimonio di base

al lordo degli elementi da dedurre” e gli “elementi da dedurre dal patrimonio di base”.

TIER 2 (PATRIMONIO SUPPLEMENTARE)

Comprende – con alcuni limiti di computabilità – le riserve da valutazione, gli strumenti non innovativi e innovativi di capitale non computati nel patrimonio di base, gli strumenti ibridi

di patrimonializzazione, le passività subordinate di 2° livello (per un ammontare ridotto di

1/5 durante i cinque anni precedenti la data di scadenza, in mancanza di un piano di

ammortamento che produca effetti analoghi), gli altri elementi positivi e i filtri prudenziali

positivi del patrimonio supplementare (c.d. elementi positivi del patrimonio supplementare). Dal totale dei suddetti elementi vengono dedotti gli altri elementi negativi e i filtri negativi

del patrimonio supplementare (c.d. elementi negativi del patrimonio supplementare).

TIER 3 (PRESTITI SUBORDINATI DI 3° LIVELLO)

Prestiti subordinati che soddisfano le seguenti condizioni:

● siano stati interamente versati; ● non rientrino nel calcolo del patrimonio supplementare (cfr. definizione);

● abbiano durata originaria pari o superiore a due anni; qualora la scadenza sia

indeterminata, sia previsto un preavviso per il rimborso di almeno 2 anni;

● rispondano alle condizioni previste per le analoghe passività computabili nel

patrimonio supplementare ad eccezione, ovviamente, di quella concernente la durata del prestito;

● siano soggetti alla “clausola di immobilizzo” (c.d. “clausola di lock in”), secondo la

quale il capitale e gli interessi non possono essere rimborsati se il rimborso riduce

l’ammontare complessivo dei fondi patrimoniali della banca a un livello inferiore al

100% del complesso dei requisiti patrimoniali.

TOTAL CAPITAL RATIO

Indice di patrimonializzazione riferito al complesso degli elementi costituenti il capitale

regolamentare (Tier 1 e Tier 2).

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TRADING BOOK

Solitamente identifica la parte di un portafoglio titoli, o comunque di strumenti finanziari in genere, destinata all’attività di negoziazione.

TROR (TOTAL RATE OF RETURN SWAP)

È un contratto con il quale il “protection buyer” (detto anche “total return payer”) si impegna

a cedere tutti i flussi di cassa generati dalla “reference obligation” al “protection seller” (detto anche “total return receiver”), il quale trasferisce in contropartita al “protection buyer” flussi

di cassa collegati all’andamento del “reference rate”. Alle date di pagamento dei flussi di

cassa cedolari (oppure alla data di scadenza del contratto) il “total return payer” corrisponde

al “total return receiver” l’eventuale apprezzamento della “reference obligation”; nel caso di

deprezzamento della “reference obligation” sarà invece il “total return receiver” a versare il

relativo controvalore al “total return payer”. In sostanza il TROR configura un prodotto finanziario strutturato, costituito dalla combinazione di un derivato su crediti e di un

derivato sui tassi di interesse (“interest rate swap”- cfr. definizione).

TRADING ON LINE

Sistema di compravendita di attività finanziarie in borsa, attuato in via telematica.

TRIGGER EVENT

Evento contrattualmente predefinito al verificarsi del quale scattano determinate facoltà in

capo ai contraenti.

UNIT-LINKED

Polizze vita con prestazioni collegate al valore di fondi di investimento.

UPPER TIER 2

Strumenti ibridi di patrimonializzazione che concorrono alla formazione del patrimonio

supplementare o Tier 2 (cfr. definizione) quando il contratto prevede che:

a) in caso di perdite di bilancio che determinino una diminuzione del capitale versato e delle riserve al di sotto del livello minimo di capitale previsto per l’autorizzazione

all’attività bancaria, le somme rivenienti dalle suddette passività e dagli interessi

maturati possano essere utilizzate per far fronte alle perdite, al fine di consentire

all’ente emittente di continuare l’attività;

b) in caso di andamenti negativi della gestione, possa essere sospeso il diritto alla remunerazione nella misura necessaria a evitare o limitare il più possibile l’insorgere di

perdite;

c) in caso di liquidazione dell’ente emittente, il debito sia rimborsato solo dopo che siano

stati soddisfatti tutti gli altri creditori non ugualmente subordinati.

Gli strumenti ibridi di patrimonializzazione non irredimibili devono avere una durata pari o superiore a 10 anni. Nel contratto deve essere esplicitata la clausola che subordina il

rimborso del prestito al nulla osta della Banca d’Italia.

US GAAP (GENERALLY ACCEPTED ACCOUNTING PRINCIPLES)

Principi contabili emessi dal FASB (Financial Accounting Statement Board), generalmente accettati negli Stati Uniti d’America.

VAR (VALUE AT RISK)

Misura la massima perdita potenziale che una posizione in uno strumento finanziario ovvero

un portafoglio può subire con una probabilità definita (livello di confidenza) in un

determinato orizzonte temporale (periodo di riferimento o holding period).

WARRANT

Strumento negoziabile che conferisce al detentore il diritto di acquistare dall’emittente o di

vendere a quest’ultimo titoli a reddito fisso o azioni secondo precise modalità.

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ZERO-COUPON

Obbligazione priva di cedola, il cui rendimento è determinato dalla differenza tra il prezzo di emissione (o di acquisto) ed il valore di rimborso.

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Relazione della Società di Revisione

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Relazione del Collegio Sindacale

Signori Azionisti,

il progetto di bilancio dell’esercizio chiuso al 31 Dicembre 2012 è stato redatto ed approvato

dal Consiglio di Amministrazione della Vostra Società in data 5 marzo 2013 e viene

sottoposto alla Vostra approvazione unitamente alla Relazione sulla Gestione ed ai documenti che lo compendiano. presenta un utile di € 1.150.013=.

Il Bilancio ed i documenti che lo corredano sono stati trasmessi dall’Organo Amministrativo

al Collegio Sindacale che ha acconsentito alla deroga dei termini previsti dall’art. 2429 , I

comma Cod.Civ.

In quanto controllata dal Banca UBI S.C.P.A., la Vostra società è soggetta alle disposizioni

degli art. 14 e 16 del D.Lgs 27/1/2010 n.39 che demandano in via esclusiva alla Società di

Revisione i controlli relativi alla contabilità ed al bilancio d’esercizio.

In relazione a ciò il Bilancio è stato assoggettato a revisione da parte della Società di Revisione KPMG S.p.A.. ed il Collegio Sindacale dà atto di aver preso visione della relazione

della Società di Revisione sul bilancio di esercizio al 31 Dicembre 2012 rilasciata dalla

stessa ai sensi degli articoli 14 e 16 del D.Lgs. 27 Gennaio 2010 n. 39 e dell’articolo 165 del

D.Lgs. 24 Febbraio 1998 n. 58 dalla quale non emergono rilievi.

In particolare, a giudizio della Società di Revisione, il bilancio dell’esercizio 2012 è conforme alle norme che ne disciplinano la redazione ; esso è pertanto redatto con chiarezza e

rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria ed il

risultato economico e la Relazione sulla Gestione è coerente con il bilancio.

****

Non essendo a noi demandato il controllo contabile sul contenuto del bilancio, il Collegio

Sindacale ha vigilato sull’impostazione data al Bilancio dell’esercizio 2012 ai sensi dell’art.

19 coma 1 del D. Lgs.39/2010 ed in generale sulla sua conformità alla legge per quanto

riguarda la sua formazione e la sua struttura.

Abbiamo verificato la rispondenza del bilancio ai fatti ed alle informazioni di cui abbiamo

conoscenza a seguito dell’espletamento dei nostri doveri.

Il bilancio di esercizio e la relazione sulla gestione che lo correda illustrano esaurientemente

la situazione della Società nonché l’andamento della gestione durante il decorso esercizio e

la sua prevedibile evoluzione nonché i fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell’ esercizio.

Il bilancio d’esercizio è stato redatto in conformità ai principi contabili internazionali

emanati dall’International Accounting Standard Board (IASB) ed omologati alla data di

redazione dello stesso, nonché alle relative interpretazioni dell’International Financial Reporting Interpretation Comitee (IFRIC).

Gli schemi di bilancio utilizzati sono conformi a quelli definiti dalla circolare di Banca

d’Italia n. 262 del 22 Dicembre 2005 così come modificata dal primo aggiornamento del 18

Novembre 2009 e successive comunicazioni.

Il Collegio Sindacale

● ha verificato l’osservanza delle norme di Legge inerenti la predisposizione della relazione

sulla gestione;

● ha espresso il consenso, ove previsto dalla Legge, all’iscrizione nell’attivo dello stato

patrimoniale delle immobilizzazioni immateriali;

● da atto che nella redazione del bilancio non si è resa necessaria l’adozione di deroghe previste dall’art.5 comma 1 del D.Lgs 38/2005

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Ulteriori informazioni in merito alla redazione del bilancio di esercizio sono desumibili dalla

nota integrativa Parte “A” – Politiche contabili.

Si evidenzia che nella nota integrativa Parte “H” – Operazioni con parti correlate, è stato

precisato che le operazioni con parti correlate sono state effettuate nel rispetto di criteri di

correttezza sostanziale e procedurale, a condizioni analoghe a quelle applicate per operazioni

concluse con soggetti terzi indipendenti.

La Vostra società è soggetta alla Direzione ed al Coordinamento da parte di Banca UBI

S.C.P.A. e le notizie al riguardo previste dalla normativa in vigore sono contenute nella Nota

Integrativa e nella Relazione sulla Gestione.

****

Nel corso dell’esercizio chiuso il 31 Dicembre 2012 l’attività di vigilanza svolta dal Collegio

Sindacale, anche in qualità di Comitato per il Controllo Interno e per la Revisione Contabile,

è stata ispirata essenzialmente dal Codice Civile, dalle Istruzioni di Vigilanza della Banca

d’Italia nonché dalla normativa specifica del settore e della migliore prassi professionale.

Il Collegio Sindacale ha ottenuto dagli Amministratori e dai responsabili dei diversi servizi

anche presso la Società Capogruppo, informazioni sul generale andamento della gestione e

sulla sua prevedibile evoluzione nonché sulle operazioni di maggiore rilievo, per le loro

dimensioni o caratteristiche, effettuate dalla Società.

In particolare il Collegio ha:

● partecipato a n. 2 assemblee ordinarie, a n. 15 adunanze del Consiglio di

Amministrazione ed a n. 10 adunanze del Comitato Esecutivo e Vi possiamo attestare

che esse si sono svolte nel rispetto delle norme statutarie, legislative e regolamentari

che ne disciplinano il funzionamento;

● vigilato sull’osservanza della Legge, con particolare riferimento alle norme ed alle disposizioni in materia di antiriciclaggio ed a quelle correlate all’attività specifica,

nonché sul rispetto dello Statuto e dei principi di corretta amministrazione.

● effettuato n. 12 verifiche periodiche con l’ausilio delle strutture di Gruppo addette

all’Auditing, con le quali è stato instaurato un collegamento continuativo anche

attraverso l’esame delle relazioni che essa ha trasmesso al Collegio, ed in collaborazione con le strutture aventi funzioni di secondo livello quali Compliance,

Antiriciclaggio e Contabilità;

● effettuato n.6 verifiche (svolte da un solo Sindaco su incarico del Collegio) presso

altrettante filiali della Banca in collaborazione con l’Audit di Gruppo;

● tenuto i necessari rapporti con la Società di Revisione finalizzati allo scambio di dati e

informazioni rilevanti per l’espletamento dei rispettivi compiti ricevendo informazione sulla inesistenza di fatti censurabili e attestazione della propria indipendenza;

● seguito il processo di implementazione del modello organizzativo ex D.Lgs. n. 231/2001

e mantenuto rapporti informativi con l’Organismo di Vigilanza;

● acquisito conoscenza e vigilato sull’adeguatezza dell’assetto organizzativo della Società

con particolare riferimento al sistema dei controlli interni e di gestione del rischio; ● acquisito informazioni sull’attuazione delle politiche di gestione dei rischi tenuto conto

della integrazione della Banca nel Gruppo UBI; su tale argomento si segnala l’apposita

sezione informativa contenuta nella Nota Integrativa ai sensi della circolare 262 del

22/12/2005 di Banca d’Italia ed allo specifico paragrafo previsto nella Relazione sulla

Gestione come previsto dal D.Lgs 32/2007;

● richiesto ed ottenuto dal Direttore Generale e dagli altri Dirigenti notizie e informazioni sull’andamento delle più significative operazioni della Banca e sulle modifiche apportate

all’assetto organizzativo;

● vigilato sul processo di informativa finanziaria tenendo conto anche del modello

“federativo” del Gruppo;

● espresso, ove necessario, i pareri e le osservazioni previsti dalla Legge; ● Sulla base delle informazioni assunte nello svolgimento della propria attività il Collegio

Sindacale

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● ha constatato il rispetto dei principi di corretta amministrazione e l’osservanza della

legge e dello Statuto è può ragionevolmente attestare che le azioni deliberate e/o poste in essere dall’Organo Amministrativo sono conformi alla Legge ed allo Statuto e non

sono manifestamente imprudenti, azzardate, in conflitto di interesse o in contrasto con

le delibere assunte dall’Assemblea dei Soci o tali da compromettere l’integrità del

patrimonio sociale;

● ha preso atto dell’attività svolta in merito al controllo dei Rischi; ● ha valutato l’adeguatezza del modello organizzativo e dei controlli adottato dalla Banca,

per quanto di competenza, anche in rapporto alla affidabilità nel rappresentare

correttamente i fatti gestionali e tenuto conto degli indirizzi operativi della Capogruppo

in attuazione del Modello Federativo;

Al Collegio Sindacale non sono pervenute denunce ex articolo 2408 del Codice Civile.

Nel corso dell’attività di vigilanza, come sopra descritta, non sono emersi ulteriori fatti

significativi tali da richiederne la menzione nella presente relazione.

****

Signori azionisti,

in esito a quanto sopra riferito, esprimiamo parere favorevole all’approvazione del bilancio

d’esercizio, corredato dalla relazione sulla gestione ed al progetto di destinazione dell’utile di

esercizio che Vi sono stati presentati dal Consiglio di Amministrazione.

Brescia, 8 marzo 2013

IL COLLEGIO SINDACALE

DOTT. FRANCESCO LANDRISCINA – Presidente del Collegio Sindacale

RAG. ANGELO FARISOGLIO – Sindaco Effettivo

DOTT. GIOVANNI NULLI – Sindaco Effettivo


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