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Relazione tirocinio giorgio

Date post: 01-Dec-2014
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1 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CATANIA FACOLTA’ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE Corso di laurea in Scienze dell’Educazione e della Formazione Cognome Nome Cingari Giorgio Matricola 647/002993 Indirizzo: Educatore in strutture extrascolastiche. Anno Accademico: 2007/08 - 2008/09 Relazione del tirocinio SECONDA STRUTTURA: - ASSESSORATO ALLE POLITICHE SCOLASTICHE.
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Page 1: Relazione tirocinio giorgio

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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CATANIA

FACOLTA’ DI

SCIENZE DELLA FORMAZIONE

Corso di laurea in Scienze dell’Educazione e della Formazione

Cognome Nome

Cingari Giorgio

Matricola 647/002993

Indirizzo: Educatore in strutture extrascolastiche.

Anno Accademico: 2007/08 - 2008/09

Relazione del tirocinio SECONDA STRUTTURA:

- ASSESSORATO ALLE POLITICHE SCOLASTICHE.

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Indice

Premessa………………………………………………………… p. 3

Assessorato alle Politiche Scolastiche…………………………... p. 4

Somministrazione del questionario……………………………... p. 13

Conclusioni……………………………………………………… p. 16

Riferimenti bibliografici e telematici…………………………….. p. 17

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Premessa

Nel corso di studi della facoltà di Scienze della Formazione, è previsto lo

svolgimento del tirocinio obbligatorio presso due strutture (nel mio caso

solo la seconda) che ci permette di mettere in pratica le conoscenze

teoriche acquisite durante gli studi.

Per quanto riguarda me ho avuto modo di svolgere 84 ore presso

l’Assessorato alle Politiche Scolastiche, in via Maddem 153 a Catania,

preparato e seguito dal Dott. Salvatore Arcidiacono e dalle sue validissime

collaboratrici.

Mi appresto di seguito a raccontare la mia breve, se pur significativa,

esperienza all’Assessorato alle Politiche Scolastiche, e nello specifico nel

“Servizio di Orientamento Scolastico e Professionale”.

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ASSESSORATO ALLE POLITICHE SCOLASTICHE

SERVIZIO DI ORIENTAMENTO SCOLASTICO E

PROFESSIONALE

L’ufficio Orientamento dell’Assessorato alle Politiche Scolastiche, in cui

ho avuto l’occasione e l’opportunità di poter svolgere le ore di tirocinio, è

diretto dal Dr. Salvatore Arcidiacono, pedagogista e psicologo, e da un

gruppo di lavoro formato da assistenti sociali ed orientatori.

Il gruppo di lavoro mantiene costanti contatti con Organismi Nazionali ed

Internazionali nel settore della Formazione e del Lavoro (Cnel, Fondazione

Rui, Fondazione Agnelli, Assessorato Regionale al lavoro ed alla

formazione, Ministero del Lavoro, Centri di Formazione Professionale

Comunità Europea).

Molto spazio viene riservato all’informazione puntuale ed analitica delle

offerte formative del sistema formativo superiore di secondo grado e delle

scuole professionali esistenti nel territorio, ai nuovi profili professionali

determinati dalla crescita globale e veloce del mondo del lavoro e della

produzione.

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L’ attività di orientamento scolastico professionale, è stata resa come

servizio alle scuole cittadine, dall’Assessorato alle Politiche Scolastiche,

sin dal 1990.

Tale servizio, ha come fondamentale obiettivo quello di aiutare gli allievi

nella fase di transizione tra la scuola di base, il sistema formativo superiore

di secondo grado e la formazione professionale.

Questo aiuto è messo in pratica attraverso un percorso pedagogico, che

attualmente parte dalla seconda media e si estende fino alla fase terminale

di studi medio-inferiori.

Gli studenti vengono aiutati e sostenuti per comprendere il loro “profilo di

interessi e di attitudini”, anche attraverso percorsi individualizzati

centrati sull’attivazione delle motivazioni e del loro “profilo pedagogico”.

I percorsi formativi vengono realizzati con l’impiego di strumenti

conoscitivi e di intervento specifici, che tendono ad individuare il livello di

base dell’allievo, le sue difficoltà, ma anche i suoi punti di forza.

Per quanto riguarda il modello operativo che si viene a realizzare, si

articola in specifiche tappe, molto importanti.

Innanzitutto si attua la somministrazione e scooring di un questionario

d’ingresso e di alti test per la valutazione degli interessi di studio e

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professionali, finalizzati ad una migliore conoscenza dell’allievo. Difatti la

valutazione iniziale dell’allievo serve a far comprendere agli orientatori ed

ai docenti il livello di base del soggetto in relazione alla sua capacità di

determinarsi nella scelta scolastica e lavorativa.

Successivamente si passa al colloquio strutturato con ogni allievo (si

pensi che attualmente sono circa 9000 allievi).

Di particolare importanza sono gli incontri svolti come gruppo-classe; essi

sono finalizzati a motivare gli allievi verso percorsi scolastico-formativi

che siano coerenti con i loro interessi e le proprie attitudini.

Si procede con una fase di pari importanza, che consiste nell’incontro con

i genitori, che viene realizzato tramite la realizzazione di mini-corsi per la

sensibilizzazione delle dinamiche della scelta.

Infine viene svolta attività di consulenza ambulatoriale su appuntamento,

resa alle famiglie ed agli allievi, presso i locali dell’Assessorato stesso ed

anche nelle scuole, sotto forma di consulenza psicopedagogia per

l’orientamento.

Da sottolineare che il modello operativo, impiegato negli interventi e

nelle consulenze che si realizzano, è un tipo di modello “pedagogico-

formativo”, nel senso che il lavoro di orientamento viene inteso come

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percorso formativo “individuale” dell’allievo verso i livelli di competenza

e di capacità decisionale.

Le dinamiche degli interventi sono essenzialmente centrati sul recupero

dei punti di debolezza del soggetto, e sul miglioramento dei suoi punti di

forza.

Fondamentale importanza viene data alla definizione del profilo

pedagogico tramite, come già è stato accennato, l’impiego di strumenti di

verifica standardizzati; ciò soprattutto al fine di poter orientare meglio

l’insegnante nelle unità didattiche e nel complesso lavoro di motivazione

degli allievi.

Si è parlato del profilo pedagogico dell’allievo, e adesso mi sembra

doveroso dire che esso viene definito secondo le indicazioni date dal

metodo introdotto recentemente dal noto pedagogista francese Antonie De

La Garanderie: esso consiste nello specifico, nella realizzazione di una

lunga serie di prove (test) che tende ad accertare la condizione basale del

singolo allievo, specie in relazione al suo approccio cognitivo con le varie

discipline.

Dai risultati di tale test, gli orientatori possono fornire ai docenti preziose

indicazioni sugli “stili cognitivi” degli allievi.

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E’ di fondamentale importanza sottolineare che il test PMA, somministrato

ad ottobre, va a valutare le attitudini e le abilità dei singoli allievi, mentre

il questionario somministrato a febbraio va a valutare gli interessi in

specifiche aree (linguistica, scientifica, alberghiera, nautica, commerciale,

ecc.).

Il questionario, che valuta gli interessi attuali del singolo soggetto, può

apparire effimero in quanto è pure abbastanza ovvio che, gli interessi del

ragazzo possono variare anche a distanza di poco tempo, o perché in quel

momento il ragazzo è poco invogliato ed è portato a dare una risposta poco

sincera; mentre il test, che misura le attitudini mentali, risulta essere più

preciso e veritiero, proprio perché le attitudini in un individuo sono innate,

e molto difficilmente possono variare anche a distanza di anni.

E allora perché si procede con la somministrazione del questionario?

A primo impatto sembrerebbe importante analizzare e valutare i risultati

maggiori delle aree che sono presenti, ma in realtà non è così. Tutto ciò si

può spiegare dal fatto che, se un allievo ha un interesse maggiore e

soprattutto reale su una o più specifiche aree, tale può essere giudicato e

reso sicuro grazie al test PMA, a tal proposito, appare più ovvio analizzare

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le aree in cui si è avuto un risultato minore, e sempre utilizzando il

confronto col test si può stabilire un più chiaro profilo sul singolo allievo.

Al termine di tale lavoro, viene data ai docenti l’anno successivo (terza

media), una relazione di quanto elaborato con il profilo di tutti gli alunni

per poterli orientare al meglio nel proseguimento degli studi o a un

eventuale sbocco lavorativo.

La consulenza fornita ai docenti, si basa sulla realizzazione di percorsi

valutativi e di intervento specifici per area.

Il servizio di consulenza alle scuole si realizza anche attraverso procedure

costanti di verifica in itinere e finale del lavoro svolto.

Andiamo ad analizzare più da vicino il già citato questionario.

Esso è uno strumento di valutazione standardizzato composto da 136

items, che hanno lo scopo di misurare e valutare gli interessi di studio e

lavorativi dell’allievo.

Una caratteristica importante e da non sottovalutare è che esso associa la

buona attendibilità con la facilità d’uso.

Infatti l’allievo, con un corretto uso dello strumento, è in grado di

autovalutarsi.

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Particolare attenzione viene attribuita alla fase di valutazione svolta, basata

sul controllo dei risultati intermedi e finali.

Infatti l’attività di orientamento, oltre ad aiutare gli allievi e le famiglie

alla scelta della scuola superiore o decisione di un lavoro futuro, si pone

come strategia di prevenzione utile a contrastare il fenomeno della

dispersione scolastica.

Infatti un problema emergente nella letteratura psicologica, risulta essere

relativo proprio all’analisi delle condizioni e delle dinamiche attese a quel

fenomeno multiforme e multidimensionale che viene definito come

“dispersione scolastica”, e che trova l’apice in negativo, nella propria

estrema manifestazione del cosiddetto abbandono scolastico.

Si può definire dispersione scolastica quell’insieme di processi, attraverso i

quali si verificano ritardi, rallentamenti o abbandoni in uno specifico iter o

circuito scolastico.

Alcuni autori sostengono che la comprensione di tale fenomeno può essere

individuata in alcune differenti categorie di fattori interagenti: fattori

relativi agli studenti, all’istituzione scolastica, fattori d’interazione tra i

due precedenti e i fattori macrosistemici; quest’ultimi contemplano non

solo basse prestazioni scolastiche, debole motivazione, scarso impegno

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nello studio e inadeguato livello d’interazione docenti-studenti, ma anche e

soprattutto l’influenza delle condizioni di vita sociale, culturale,

economica e politica in cui i sistemi scolastici sono inseriti.

Le cause di questo fenomeno possono essere sia istituzionali sia

extraistituzionali: le prime si riferiscono all’Istituzione scolastica, le

seconde implicano il ruolo fondamentale del sistema familiare e

dell’ambiente socio culturale e socio economico d’appartenenza.

La variabile che maggiormente indica tale fenomeno è quella dell’età: il

disorientamento che caratterizza la fase adolescenziale, potrebbe essere

esteso direttamente all’esperienza scolastica, cioè si manifesta pienamente

proprio in quest’ultimo.

Negli ultimi anni molte ricerche si sono soffermate sulle caratteristiche del

soggetto che abbandona e sulle possibili rappresentazioni sociali di tale

estremo comportamento.

Secondo alcuni le conseguenze del fenomeno “Drop-out” possono essere

raggruppate in tre categorie principali: economiche, sociali, e personali.

Quindi risulta essere molto probabile per chi abbandona la scuola, avere

minori possibilità di guadagno, ovvero di aspirazioni lavorative

professionali medio alte (livello economico), come risulta assai probabile,

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per lo sviluppo dell’individuo, assumere atteggiamenti e comportamenti

antisociali (livello sociale), in quanto gli aspetti di progettualità, di

organizzazione del quotidiano, di percezione, di efficacia personale,

rischiano una notevole compromissione.

Il disagio scolastico, come indicano i dati statistici (Censis, 1990), è

vissuto maggiormente nel passaggio dalla terza media al primo anno della

scuola superiore; in esso come si è visto convergono diversi fattori, alcuni

rintracciabili nello stesso soggetto in apprendimento, altri rintracciabili nel

contesto scolastico e sociale cui i ragazzi appartengono.

Gli interventi contro il disagio scolastico, dovrebbero porsi l’obiettivo di

ottenere il coinvolgimento attivo di tutta la popolazione scolastica (docenti

e studenti), per la costruzione attiva di un rapporto formativo basato sulla

logica dello scambio e del confronto.

E’ opportuno motivare i bambini all’apprendimento, poiché è stato

dimostrato che la riuscita scolastica è fortemente influenzata dalla

motivazione ad apprendere.

Nel caso dell’orientamento, il servizio mira a fornire all’allievo degli

strumenti logico-operativi per auto-orientarsi e decidere consapevolmente.

sul proprio futuro scolastico, lavorativo-professionale.

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SOMMINISTRAZIONE DEL QUESTIONARIO

Dopo aver approfondito lo scopo di questo fondamentale servizio, di aver

chiarito gli obiettivi che si prefigge e in quale misura, e a chi è mirata tale

attività di orientamento, adesso posso apprestarmi a raccontare

l’esperienza vissuta in tale struttura dal 9 aprile 2008 fino al 6 aprile 2009.

Dapprima, sono stato preparato teoricamente dal Dott. S.Arcidiacono, che

mi ha spiegato passo dopo passo tutto ciò che concerne il lavoro di

Orientamento svolto presso l’ufficio, e di come dovevo operare in modo

autonomo, esatto e consapevole. Successivamente, ho avuto la fortuna di

essere affidato alla Dott.ssa Biondi, una persona splendida che mi ha fatto

da tutor nei giorni in cui mi sono recato nelle varie scuole medie a dover

somministrare il questionario.

Infatti, sono andato spesso, all’Istituto Media inferiore Cavour, all’ Istituto

Media Inferiore Di Bartolo, all’ Istituto Media Inferiore Carducci

Come già ho ribadito, il questionario veniva somministrato nelle classi di

seconda media; il mio compito consisteva nell’assegnare a ciascuno degli

studenti sia il foglio del suddetto questionario, che un fascicolo contenenti

le 136 domande a cui dovevano dare una risposta con un valore su scala da

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0 a 3, in base al loro grado di interesse (ovviamente lo zero (0) esprime un

interesse pari a nulla, e tre (3) indica il massimo interesse ).

Inoltre ero a totale disposizione dei ragazzi che per qualsiasi dubbio o

incertezza potevano contare sul mio aiuto e su un’eventuale mio

chiarimento, relativo ad una domanda che poteva presentarsi poco

comprensibile.

Ho altresì avuto modo di stare a fianco ad alcuni soggetti potenzialmente

più deboli (sia psicologicamente che fisicamente), qualora non fosse

presente l’insegnante di sostegno, e li ho aiutati nel rispondere alle 136

domande, spiegandogli con calma il significato di ciascuna di esse.

Devo riconoscere di essermi trovato davvero molto bene in tutte e tre le

scuole, e soprattutto ho notato che all’Istituto Cavour vi sono ragazzi più

disciplinati, rispetto all’Istituto Di Bartolo e all’Istituto Carducci

dov’erano presenti invece, ragazzi più vivaci e un po’ più svogliati nel

dover dare le risposte al questionario.

Invece nei giorni in cui non mi sono recato presso tali Istituti, ho lavorato

in Assessorato svolgendo attività di Scooring dei test somministrati nel

mesi precedenti, e ho avuto modo di confrontarmi con i colleghi

universitari presenti in struttura, dove tutti assieme ed in presenza del Dott.

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S. Arcidiacono, abbiamo esposto le nostre considerazioni personali, ed in

seguito all’esperienza acquisita abbiamo suggerito pure alcuni consigli

circa la somministrazione dei questionari, e riportato alcuni accorgimenti

per migliorare eventualmente, le prestazioni dei ragazzi presi in esame.

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CONCLUSIONI Il 6 aprile è terminata questa nuova ed interessante esperienza, che

sicuramente ha arricchito le mie conoscenze.

Inoltre la professionalità e l’esperienza di tutti i Dottori che mi hanno

seguito ha fatto sì che il mio interesse fosse vivo e attento per tutto il

percorso del tirocinio.

Sicuramente l’attività svolta dall’ufficio di orientamento scolastico

dell’Assessorato non è assolutamente da sottovalutare, anzi essa è di

grande ausilio per le nuove generazioni che si apprestano a scegliere

consapevolmente il loro cammino scolastico o professionale.

Per concludere, voglio ringraziare vivamente tutto il gruppo dei

collaboratori che mi ha affiancato, e un grazie particolare al Dott. S.

Arcidiacono, con la speranza di poterli rincontrare presto.

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RIFERIMNENTI BIBLIOGRAFICI

Boscolo P., Psicologia dell’apprendimento scolastico. Aspetti cognitivi e

motivazionali, Torino, Utet, 1997.

Fara G., Aspetti psicodinamici dell’insuccesso scolastico, in <<Psicologia

Contemporanea>>, Roma, 1996.

Lunetta F., Pulvirenti N., Dispersione Scolastica e<<Drop-Out>>

sociale, Catania, CUECUM, 1992.

Meazzini P., L’insegnante in quanto risolutore di problemi, in “Psicologia

e Scuola”, 1984.

Bibliografia telematica

www.google.it

www.edufamily.it

Sito: Comune di Catania


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