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RELIGIONE NORDICA...ponte di Bifröst (l'Arcobaleno), vigilato dal dio Heimdallr. Altro nome...

Date post: 18-May-2020
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RELIGIONE NORDICA a.s. 2016/2017 Classe 1^B Componenti gruppo: Baldrighi, Franchini, Bozzi COSMOGONIA NORDICA La cosmologia nordica è caratterizzata dall'esistenza di Nove mondi (Níu Heimar). Spesso i mondi terminano con il suffisso -heimr (casa, regno o mondo), mentre in alcuni casi con -garðr (abitazione, terra, recinto). Da tutti i loro nomi si riesce comunque a capire chi vi abita. Eccetto Miðgarðr (la "Terra di mezzo" o il mondo come lo conosciamo, detto anche Manheimr: mondo dei Maðr gli 'uomini'), i rimanenti otto possono essere divisi a coppie di opposti. Nella prima rappresentazione, che si allinea lungo l'albero Yggdrasill che costituisce l'asse del mondo: Sud 1. Muspellsheimr: Mondo di Muspell (la 'fiamma') 2. Alfheimr: Mondo dei Ljósálfr (gli 'Elfi della luce') 3. Vanaheimr: Mondo dei Vanir, gli Dei della fertilità 4. Ásaheimr: Mondo degli Dei Æsir, spesso fatta coincidere con Ásgarðr (che in realtà indica la città principale di questo mondo) 5. Manheimr: Mondo dei Maðr ('uomini') anche detto Miðgarðr (la Terra di Mezzo) 6. Jǫtunheimr: Mondo degli Jǫtunn (i 'giganti') 7. Svartálfaheimr: Mondo degli Svartálfar (gli 'Elfi oscuri', a volte anche detti Dvergar cioè 'nani') 8. Helheimr: Mondo di Hel (regno della Morte) 9. Niflheimr: Mondo di Nifl (la 'nebbia' artica ghiacciata) Nord Wikipedia
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Page 1: RELIGIONE NORDICA...ponte di Bifröst (l'Arcobaleno), vigilato dal dio Heimdallr. Altro nome dell'albero cosmico è Mímameiðr ("albero di Mími"). Inoltre con Yggdrasill è forse

RELIGIONE

NORDICA a.s. 2016/2017

Classe 1^B

Componenti gruppo: Baldrighi, Franchini, Bozzi

COSMOGONIA NORDICA La cosmologia nordica è caratterizzata dall'esistenza di Nove mondi (Níu Heimar). Spesso i mondi terminano con il suffisso -heimr (casa, regno o mondo), mentre in alcuni casi con -garðr (abitazione, terra, recinto). Da tutti i loro nomi si riesce comunque a capire chi vi abita. Eccetto Miðgarðr (la "Terra di mezzo" o il mondo come lo conosciamo, detto anche Manheimr: mondo dei Maðr gli 'uomini'), i rimanenti otto possono essere divisi a coppie di opposti.

Nella prima rappresentazione, che si allinea lungo l'albero Yggdrasill che costituisce l'asse del mondo:

Sud

1. Muspellsheimr: Mondo di Muspell (la 'fiamma')

2. Alfheimr: Mondo dei Ljósálfr (gli 'Elfi della luce')

3. Vanaheimr: Mondo dei Vanir, gli Dei della fertilità

4. Ásaheimr: Mondo degli Dei Æsir, spesso fatta coincidere con Ásgarðr (che in realtà indica la

città principale di questo mondo)

5. Manheimr: Mondo dei Maðr ('uomini') anche detto Miðgarðr (la Terra di Mezzo)

6. Jǫtunheimr: Mondo degli Jǫtunn (i 'giganti')

7. Svartálfaheimr: Mondo degli Svartálfar (gli 'Elfi oscuri', a volte anche detti Dvergar cioè 'nani')

8. Helheimr: Mondo di Hel (regno della Morte)

9. Niflheimr: Mondo di Nifl (la 'nebbia' artica ghiacciata)

Nord Wikipedia

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YGGDRASILL

Il frassino Yggdrasill sorregge con i suoi rami i nove mondi (elencati sopra), nati dal sacrificio di Ymir, divinità nordica. L’albero sprofonda sin nel regno infero, mentre i suoi rami sostengono l'intera volta celeste. Secondo lo Grímnismál, una delle fonti principali della mitologia

norrena, poggia su tre radici:

una,

secondo Snorri Sturluson, storico, poeta e politico islandese, va verso il cielo degli Dèi (Æsir) ovvero verso Ásaheimr dove, nei pressi della fonte detta di Urðr si trovano le tre Nornir; un'altra verso lo Jötunheimar dove vivono i giganti (Jötunn); la terza radice raggiunge il Niflheimr dove la vacca Auðhumla nutre con il suo latte il gigante Ymir, l'Uomo Primordiale. Da quest'ultima radice nasce la fonte detta Hvergelmir (Pozzo risonante), da cui si dipartono tutti i fiumi del mondo.

L'albero Yggdrasill è il luogo dell'assemblea (Thing) quotidiana degli Dèi che vi giungono cavalcando il ponte di Bifröst (l'Arcobaleno), vigilato dal dio Heimdallr. Altro nome dell'albero cosmico è Mímameiðr ("albero di Mími"). Inoltre con Yggdrasill è forse da identificare Léraðr, l'albero che sorge di fronte al Valhalla.

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YMIR E ADHUMULA

Nella mitologia norrena Ymir (chiamato anche Aurgelmir tra gli stessi giganti) è stato il primo gigante del ghiaccio. Nato al principio del tempo, nel mezzo del Ginnungagap, dalle brine velenose del Niflheimr che si fondevano al calore del Múspellsheimr, Ymir fu il primo degli esseri. Era saggio ma anche malvagio, come furono tutti i suoi discendenti. Le sue dimensioni erano enormi, al punto da ricoprire, quando si sdraiava, con la sua mole tutta la terra. Inoltre, serbava all'interno del suo corpo una sorgente di fuoco che faceva innalzare la sua temperatura corporea a livelli altissimi. Mentre Ymir dormiva, dal suo sudore si generò la razza dei giganti, orrendi e

malvagi. Sotto il suo braccio sinistro nacquero un uomo e una donna e dalle sue gambe si originò un figlio con sei teste. Insieme ad Ymir nacque la mucca chiamata Auðhumla, dalle cui mammelle scorrevano quattro fiumi di latte, da cui Ymir trasse il suo nutrimento. Auðhumla leccò il sale che incrostava alcune pietre ghiacciate. Il primo giorno, verso sera, portò alla luce i capelli di un uomo, il giorno dopo la testa e il terzo giorno tutta la persona. L'uomo si chiamava Búri ("il generante"), il quale generò un figlio identico a lui che si chiamava Borr ("il generato"), il quale prese in moglie Bestla figlia di Bölþorn: ebbe da lei tre figli. Il primo si chiamava Odino, il secondo Víli e il terzo Vé. Un giorno i tre figli di Borr uccisero Ymir e nel suo sangue affogarono tutti i giganti che da lui erano discesi. Unico a salvarsi fu colui che i giganti chiamavano Bergelmir figlio di Þrúðgelmir, il gigante che era nato dai piedi di Ymir. Bergelmir e sua moglie si salvarono dal massacro e ripararono lontano. Da loro sarebbero discese le stirpi dei giganti di

ghiaccio. Dallo smembramento del corpo di Ymir si originarono tutti gli elementi del cosmo: con la carne dell’antico gigante fu fatta la terra, con le ossa le montagne, con i denti le pietre ed i massi, col cervello le nubi. Posero al di sopra l'immenso cranio di Ymir e da esso fu tratto il cielo ( che anche presso gli antichi ebrei era ritenuto una volta solida, lì di cristallo. Infatti il termine “firmus” = solido). Ai quattro angoli, a sorreggerlo, furono posti quattro nani: Austri, Vestri, Norðri e Suðri. Dal sangue di Ymir sorse l'oceano ed i figli di Bor lo avvinsero strettamente alla terra legandolo intorno come un anello; ed esso pare alla maggior parte degli uomini impossibile da traversare. Esternamente la terra era circolare e attorno le giaceva il profondo oceano. Al limite della terra, sulle spiagge del mare, i figli di Borr diedero dimora alle stirpi dei giganti discesi da Bergelmir. Per proteggere dai giganti la parte centrale dell'universo, i figli di Borr la circondarono con una possente fortificazione e allo scopo utilizzarono le sopracciglia di Ymir. A quel recinto diedero nome Miðgarðr, «recinto mediano”. Il Miðgarðr fu destinato ad accogliere la stirpe umana.

DIVINITA’ NORDICHE:

Odino-Vili-Vé

Odino è la divinità principale, personificazione del sacro o "totalmente Altro. Le fonti principali che permettono di delineare la figura di Odino e i miti relativi provengono principalmente dai miti scandinavi, nell'Edda, il ramo meglio conservato nonché più recente dei miti germanici. Nella mitologia eddica Odino è il principale rappresentante della classe di divinità dette Asi, ed è associato alla sapienza (visione del sacro), all'ispirazione poetica, alla profezia, alla guerra e alla vittoria. Brandisce Gungnir ( fabbricata da nani, detti figli di ĺvaldi, assieme ad altri tesori), la sua lancia, e cavalca Sleipnir, il suo destriero a otto zampe (letteralmente "destriero del Terribile"). Figlio di Borr e della gigantessa Bestla, fratello

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di Víli e Vé, sposo di Frigg e padre di molti degli dèi, tra cui Thor (il Fulmine ordinatore), e Baldr. Spesso viene inoltre definito "Padre degli Dèi" o "Padre del Tutto". Secondo l'escatologia eddica Odino guiderà gli dèi e gli uomini contro le forze del caos nell'ultima battaglia, quando giungerà il Ragnarök, la fine del mondo, nel quale il dio sarà ucciso, inghiottito dal temibile lupo Fenrir, per essere immediatamente vendicato da Víðarr che ne lacererà le fauci dopo avergli piantato un piede nella gola. Un importante tempio dedicato alla triade divina di Odino sorgeva ad Uppsala, in Svezia

Víli è famoso per aver donato all'umanità, le emozioni e l'intelligenza

Vé è conosciuto per aver dato all'umanità la parola e i sensi.

Thor, è una delle principali divinità scandinave, noto come il dio del tuono. La mitologia norrena è ricca di racconti sulle gesta di Thor e sulla sua perenne lotta contro i Jötunn ( una razza mitica di giganti dotata di forza sovrumana, descritti come in opposizione agli dei ). Figlio di Odino, re degli dèi, e di Jörð, dea della terra, era il più forte degli Æsir e di conseguenza dimorava ad Ásgard. Thor, era un po' più il dio degli uomini, infatti era molto amato dagli scandinavi, probabilmente più di Odino, tanto che i Vichinghi si definivano Popolo di Thor. Gli oggetti di Thor erano: una cintura che raddoppiava la forza di chi la indossava, un paio di guanti di ferro e il leggendario martello Mjöllnir, strumento usato per colpire i mostri e i nemici, dal funzionamento analogo a quello di un boomerang, che simbolicamente rappresentava il fulmine e, dunque, preannunciava le piogge. I contadini solevano indossare catenine con appesi martelletti proprio per ingraziarsi la divinità. Thor giungeva su un carro trainato da due capri che digrignavano rumorosamente i denti ( = i tuoni che preannunciano la pioggia).Nel corso del Ragnarök, Thor ucciderà e sarà ucciso da Miðgarðsormr , il serpente di Miðgarðr.

Loki nella mitologia norrena era il dio della grande astuzia, ingegnoso inventore di tecniche, paragonato ad altre divinità ambigue. Era infatti una figura molto ambivalente nel pantheon norreno, in taluni miti è compagno di Odino e Thor (e spesso gli dèi si cavano d'impaccio grazie alla sua grande astuzia), in altri è colui che attenta all'ordine cosmico, ingannatore, attaccabrighe, temibile e camaleontico, a volte maligno. La sua figura in questo secondo caso, è spesso delineata come un personaggio intento ad architettare inganni e cospirazioni, senza mai agire di persona. Figlio del gigante Farbauti, anche se la madre risulta essere la dea Laufey (isola di foglie) detta anche Nál (un mito evemeristico narra la nascita del fuoco, Loki appunto, quale unione del fulmine, Fárbauti, che colpisce le foglie, Laufey, o gli aghi di pino, Nál). Dopo essersi nutrito del cuore della gigantessa Angrboða, Loki ha partorito da sé vari esseri mostruosi e temibili come il lupo Fenrir (simbolo di voracità e del fuoco distruttore, che divorerà Odino e si scatenerà durante il Crepuscolo degli Dei), il serpente di Midgardr il gran serpente che viene scagliato nel mare da Odino e viene costretto a contorcersi eternamente tenendosi la coda tra le fauci, il tempo che scorre inesorabile, che nel Ragnarǫk verrà abbattuto da Thor (che morirà poco dopo a causa del suo veleno) e infine la terribile Hel, dea della morte, che regna sul mondo sotterraneo.Il suo destino, per aver ucciso il figlio di Odino Balder, è quello di essere condannato ad un supplizio: un serpente sospeso al di sopra della sua testa cola veleno sopra il suo volto, e lo brucerebbe se Sigyn (sua moglie, il cui nome significa fedele) non raccogliesse le gocce in un bacile. Ma quando il bacile è pieno e Sigyn si allontana per svuotarlo, il liquido di fuoco del veleno fa urlare e scattare Loki, i cui sussulti violenti producono i terremoti.

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Hel è la dea degli Inferi, figlia di Loki, dio dell'inganno, e di Angrboða, una gigantessa. Si narra che quando venne al mondo la malattia colpì per la prima volta l'umanità e che lei stessa portò nel mondo dei vivi il dolore e la disperazione. Il regno degli Inferi, a lei affidato da Odino per creare meno danni agli dei, è il regno in cui andavano le persone morte a causa di malattia, incidente o vecchiaia, dei traditori e dei criminali oppure quelle persone non volute nel Valhalla. Si tratta di un luogo gelido al quale si accede attraverso la grande caverna Gnipahellir custodita dal feroce segugio Garmr, cane infernale.

Tyr era il dio della guerra nella mitologia norrena, nonché patrono della

giustizia. L'Edda poetica lo descrive come figlio di Hymir, mentre nelle tarde edizioni dell'Edda

in prosa si afferma che fosse figlio di Odino.

CREATURE MITOLOGICHE

Slepnir , nella mitologia norrena, il cavallo di Odino.

Di color grigio, dotato di otto zampe, è il migliore cavallo che esista, il più veloce. È in grado di cavalcare il cielo e le acque, e anche lungo gli altri mondi. Un abile costruttore aveva stretto un patto con gli Dei: in diciotto mesi avrebbe eretto un muro possente in grado di difenderli dai giganti, loro nemici; in cambio avrebbe ricevuto in dono Freyja, il Sole e la Luna. Gli dei, su consiglio di Loki accettarono, ma a patto che il muro fosse terminato entro l'Estate. Quando però mancavano solo tre giorni all'Estate era ormai evidente che il costruttore sarebbe riuscito a finire in tempo la sua opera, anche grazie all'aiuto di Svaðilfœri, il suo possente cavallo. Gli dèi decisero che si doveva fare qualcosa, se non volevano perdere Freyja. Si interrogarono su chi avesse spinto per accettare il patto, e quando si ricordarono che era stato Loki lo costrinsero a rimediare. Lui si trasformò in puledra, sedusse Svaðilfari facendosi inseguire per un giorno e una notte, interrompendo così i lavori. Ripeté il trucco per tutte le tre notti e i tre giorni seguenti. Quando fu evidente che il muro non sarebbe stato completato per tempo, il costruttore fu preso da un'ira bestiale, rivelando che in realtà era egli stesso un gigante. E allora Þórr, che dei giganti è il maggior nemico, gli fracassò il cranio con un colpo di Mjöllnir, il suo martello. In seguito Loki partorì da Svaðilfari un puledro grigio con otto zampe, Sleipnir, che divenne il cavallo di Odino, dopo che questi glielo chiese in dono, poiché era il più veloce e possente di tutti i cavalli.

Fenrir è un gigantesco lupo della mitologia norrena, nato

dall'unione tra il dio Loki e la gigantessa Angrboða, assieme alla regina degli inferi Hel e al Miðgarðsormr. Fenrir viene generato nella Járnviðr ("foresta di ferro"). Fenrir è un lupo molto particolare: esattamente come il padre, possiede un'intelligenza fuori dal comune e riesce persino a parlare, rendendosi quindi un avversario forte sia fisicamente che mentalmente. Gli dei tennero Fenrir con loro ma il lupo

cresceva sempre più, sia in ferocia che

dimensioni, tanto che solo il dio Týr, noto

per il suo coraggio, osava dargli da mangiare. Fu quindi presa la decisione di incatenarlo, ma l'impresa non sembrava facile. Gli dei prepararono due catene una più massiccia dell’altra ma Fenrir riuscì a spezzarle tutte due. Allora gli dei andarono dagli elfi oscuri e si fecero fabbricare una catena magica come la seta ma impossibile da rompere. Gli Dei andarono quindi su un'isola, e lì convocarono Fenrir, ma il lupo,

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al vedere quella catena dall'aspetto tanto fragile, si fece sospettoso, perché temeva qualche incantesimo o un inganno. Dopo una breve discussione, accetta di essere legato, ma ad una condizione: nessuno

avrebbe usato la catena finché qualcuno avrebbe posato la mano sulla sua bocca, come segno di fedeltà

al patto. Týr accetta, e pur sapendo che così la sua mano sarebbe stata quasi sicuramente sacrificata,

si fa avanti. Ed effettivamente Fenrir, nonostante impegnasse tutta la sua tremenda forza, non riuscì a

liberarsi dalla catena magica, tanto che tutti gli Dei scoppiarono a ridere, ad eccezione di Týr, cui Fenrir

mozzò all'istante la mano, non appena si rese conto di essere stato sconfitto. Durante questa operazione Fenrir tentò a più riprese di azzannare i suoi carcerieri, tanto che gli infilarono una spada tra le due mascelle, in modo che non riuscì più a chiuderle. Da allora Fenrir rimane incatenato sull'isola, e così dovrà rimanere sino alla fine del mondo. Folle di rabbia, il grande lupo ulula e sbava, tanto che dalla sua saliva si è formato un fiume, di nome Ván.

Valkirie: Nella mitologia norrena una valchiria è un essere

femminile al servizio di Odino che decide chi in battaglia può morire o sopravvivere. Dopo aver scelto i caduti in battaglia, le valchirie portano una parte dei loro prescelti al Valhalla, la sala dell'aldilà dei guerrieri governata da Odino e la restante parte al campo Fólkvangr, presieduto dalla dea Freyja. Lì i guerrieri diventano Einherjar; se essi non sono pronti alla grande battaglia finale di Ragnarǫk a fianco di Odino, le valchirie portano loro dell'idromele. Le valchirie talvolta appaiono come amanti di eroi e mortali e qui sono descritte come figlie reali spesso accompagnate da corvi e a volte con cavalli o cigni.

Miðgarðsormr è un enorme e mostruoso serpente che

compare nella mitologia norrena. Viene generato dal dio Loki, unitosi alla gigantessa Angrboða, assieme ai suoi due fratelli, il grande lupo Fenrir e la regina dei morti Hel. Tutti e tre vengono allevati nella terra dei giganti, finché gli dei non ne vengono a conoscenza. Si stabilisce quindi di scagliare il serpente del mondo nel profondo delle acque. Nessuno, però, riesce a portare a termine questa impresa, con l'eccezione di Thor, il più forte tra gli dei, che da allora sarà il suo nemico giurato. Col passare del tempo è cresciuto tanto da riuscire a cingere l'intero mondo come un anello. Thor si scontra nuovamente col Miðgarðsormr in occasione di una visita che compie, assieme al dio Týr dal padre di questi, il gigante Hymir. Hymir e Thor si recano insieme a pesca, per procurare la cena, in un'atmosfera di scarsa collaborazione, perché Thor è nemico di tutti i giganti e Hymir non crede nella forza di Thor. Mentre Hymir pesca senza troppa difficoltà due balene, Thor (secondo alcuni testi usando come esca la testa di un bue di nome Himinrjótr) cattura all'amo nientemeno che il Miðgarðsormr, che riesce persino a tirar su dagli abissi marini. Mentre Thor già si prepara a vibrare col suo martello un colpo mortale alla serpe, Hymir, terrorizzato dalla lotta furibonda tra il dio e il mostro, recide la lenza col suo coltello, suscitando tra l'altro l'ira di Thor. Secondo alcune fonti il Miðgarðsormr riesce quindi a tornare sul fondo dell'oceano, in attesa di un futuro scontro con Thor. Secondo altre, che probabilmente riportano una versione maggiormente antica, Thor scaglia comunque il suo martello, riuscendo a staccare la testa alla bestia, uccidendola. Questa versione sarebbe stata "corretta" in seguito, immaginando che il Miðgarðsormr riesca a salvarsi, per giustificare la sua presenza al Ragnarök. Il Miðgarðsormr sorgerà dalle acque quando giungerà il Ragnarök, la fine del mondo, quando tutti i legami saranno sciolti. Infurierà sull'acqua e sulla terra, soffiando il suo terribile veleno e contaminando così l'intero mondo. Ingaggerà quindi battaglia mortale con Thor. Questi riuscirà ad abbatterlo, ma non riuscirà a sopravvivere più di nove passi dopo la vittoria, ucciso dal veleno del serpente.

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Baldr (conosciuto anche come Balder) è una divinità appartenente anch’essa alla famiglia degli Æsir.

Secondogenito di Odino e Frigg, la sua consorte è Nanna, da cui ha il figlio Forseti. Ignoto il significato

del nome. Secondo alcuni vuol dire "Signore".

La sua figura e il suo mito principale fanno immaginare un legame con il Sole. Il più bello degli dèi, Baldr

splende di luce propria, i suoi capelli sono candidi come la neve. La sua dimora si chiama Breiðablik, che

significa "ampio splendore”.

l mito principale su Baldr riguarda il suo assassinio.

La vicenda comincia coi sogni angoscianti in cui il dio vede preannunciata la propria morte, sogni che confida ai suoi saggi genitori. Suo padre Odino si reca quindi nello Hel, il mondo dei morti, dove ne trova conferma: negli inferi già tutto è pronto per accogliere Baldr, prossimo alla fine. Nel tentativo di scongiurare il destino incombente la madre Frigg raduna a sé tutto quel che esiste al mondo, piante, animali, pietre, elementi, imponendo un giuramento universale: mai nulla dovrà recare del male a Baldr.

Loki inganna Höðr, che uccide Baldr

Da allora gli dei cominciano un gioco, che ripetono ogni giorno al loro consesso. Formano un cerchio intorno a Baldr, lanciandogli qualunque oggetto, armi, pietre, veleni, perché nulla poteva più nuocergli. Loki, però, tramutatosi in donna mortale, chiamò a sé Frigg, riuscendo, con l'inganno, a carpirle il punto debole del figlio: il vischio, che era apparso troppo giovane alla dea, non aveva giurato. Loki quindi raccoglie una piantina di vischio, torna al consesso degli dei, e si avvicina a Höðr, il fratello di Baldr: Höðr è cieco, non può partecipare al gioco degli dei; Loki quindi afferma di volerlo aiutare, perché possa anch'egli divertirsi come tutti, e far così piacere a suo fratello. Gli mette quindi in mano il vischio e lo guida nel lancio. Il vischio vola verso Baldr come una freccia, trapassandolo e uccidendolo. Gli dei, attoniti, non sanno che dire né che fare.

Vi è quindi il funerale di Baldr, cui partecipano creature di ogni tipo, non solo gli dei, ma anche i giganti malvagi, a testimonianza di quanto il dio fosse amato. Odino depose sulla pira funebre Draupnir, mistico anello in grado di generare otto sue copie ogni nove notti.

Nel frattempo Hermóðr, figlio di Odino, cavalca verso Hel, nella speranza di far rendere al mondo Baldr. Ma la regina degli inferi pose una condizione: tutti gli esseri della terra, vivi o morti, avrebbero dovuto piangere, dimostrando così il dolore universale per la morte di Baldr. Solo così gli sarebbe stato permesso il ritorno tra i vivi. Gli Asi inviano dunque messaggeri in ogni dove, ottenendo che tutto, uomini, creature fatate e animali, pietre e alberi, piangano per Baldr. Questo finché in una caverna trovano la gigantessa Þökk, che si rifiuta di prendere parte al cordoglio cosmico ("Þökk piangerà lacrime asciutte per il funerale di Baldr"), condannando per sempre il dio alla morte. Secondo alcuni, in realtà, Þökk era Loki sotto mentite spoglie.Il dio Baldr, tuttavia, tornerà successivamente al Ragnarök, quando il vecchio

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mondo sarà stato consumato, per generare, assieme a suo fratello Höðr e ai due figli di Thor, una nuova stirpe divina.

Il dio Baldr

Il mito di Baldr è stato variamente interpretato. C'è chi lo ha visto come un mito legato al ciclo annuale del tempo. In tal senso la morte di Baldr troverebbe analoghi in area mediterranea e mesopotamica, nelle figure di Attis, Tammuz, Adone, Osiride, Orfeo.

C'è chi ha visto la morte di Baldr come un tipico sacrificio odinico. Non era insolito che Odino facesse uccidere tramite sacrificio rituale i guerrieri che desiderava avere con sé, o sottrarre al mondo in vista di suoi scopi futuri.

Il figlio di Odino, Baldr, dio della luce, condivide con figura cristiana l'essere un dio morto e risorto, e ci sono alcune somiglianze tra i miti della loro resurrezione:

Mentre per il dio norreno interviene Hermóðr per riportarlo fra i vivi, il quale scende nell'Hel e prega l'omonima dea di lasciare libero il fratello, dopo il rifiuto di questa di aprirgli il cancello Helgrind, lo scavalca con un balzo, in modo che possa uscirne ancora vivo, in maniera simile, anche Gesù, nei tre giorni durante i quali il suo corpo era nel Sepolcro, andò nell'Inferno a liberare le anime dei giusti, che erano confinate lì poiché seguivano la vecchia alleanza, le porte del regno dove dimora Lucifero sono chiuse, e lui le sfonda e le calpesta, oltrepassandole.

Il giovane Hermóðr non riesce nel suo intento e Baldr ritornerà dopo il Ragnarök per ricreare la stirpe divina. Similmente anche Gesù tornerà dopo la fine del mondo per governare su un mondo rinnovato.

Per quanto riguarda queste somiglianze non è ovviamente possibile verificare se siano semplici coincidenze o se effettivamente la figura di Baldr sia stata avvicinata (e di quanto) all'immaginario cristiano in un'epoca, quella attorno al X secolo, in cui, in area scandinava, convivevano fianco a fianco l'antico politeismo e il nuovo monoteismo.


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