Settembre 2013
Numero 69
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Le nuove norme per la Distribuzione sulla gestione dei rifiuti elettronici
Agenzia Europea per l'Ambiente - I dati di raccolta RAEE raccontano un’Europa che marcia a diverse velocità
SISTRI - Avvio al 1 ottobre 2013 ma solo per i rifiuti pericolosi
I vincitori della RE BOAT RACE, la prima regata in Italia per imbarcazioni
costruite solo con materiali di riciclo
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RAERAERAEEEE
Associazione RELOADER onlus 00185 Roma ‐ Viale Carlo Felice 89
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Ambiente e società
Ma quanto inquina l’elettricità?
Una smart ebike per Papa Francesco
Milano Ecologica: la moda sostenibile sfila alla Fashion Week
Le suites del futuro - Quando l’albergo oltre che chic è anche green
Premio nazionale sulla prevenzione dei rifiuti
Gli Speciali 19
Storie di riciclo
11 Storie americane
Texas - La Beer Can House, composta di 50.000 lattine, è diventata un museo
Onion Ditch Bridge - Ohio, il ponte più lungo costituito al 100% di plastica riciclata
Efficienza energetica Il punto in materia di prestazione energetica nell'edilizia e di incentivi per le rinnovabili
Efficienza energetica, antisismica e ristrutturazioni: le detrazioni
Una casa di paglia riscaldata con il metodo Bokashi
Una nuova fonte di energia: i dossi stradali
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Energie rinnovabili Efficienza energetica emergenza nazionale
Premio Sapio Ricerca e sviluppo
Chiara Argentero
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RAEERAEERAEE Le nuove norme per la Distribuzione sulla gestione dei rifiuti elettronici
Sono entrate in vigore dal 4 settembre scorso le nuove norme, che tendono ad agevolare la raccolta differenziata dei rifiuti di apparecchia‐ture elettriche ed elettroniche da parte dei di‐stributori, obbligati allo smaltimento gratuito delle AEE dismesse La «Legge europea 2013» allarga l’attuale disciplina sui RAEE prevista dal DLgs 151/2005 a tutti gli elettrodomestici di grandi dimensioni, ai condizionatori d’aria, ai test di fecondazione. Il tutto prevedendo, pe‐rò, una parallela espansione delle attuali regole ex decreto ministeriale 65/2010 sulla gestione semplificata dei RAEE, garantendo ai venditori di nuove AEE maggiori volumi di rifiuti deposi‐tabili e trasportabili in regime burocratico «light». Ancora, la realizzazione e la gestione dei centri di raccolta dei rifiuti sarà possibile anche in base alle sole regole generali ex DLgs 152/2006 in luogo di quelle specifiche ex DM 8 aprile 2008. Più in dettaglio, la nuova norma introduce le seguenti modifiche: viene superato il limite quantitativo di 3.500 kg totali per lo stoccaggio temporaneo ed il trasporto dei RAEE, pertanto i distributori potranno mantenere nei propri Luoghi di Raggruppamento un quantitativo maggiore, cioè 3.500 kg di RAEE per i Raggrup‐pamenti R1, R2, R3 e 3.500 kg complessivi per R4 e R5. Altra novità rilevante è l’abolizione del limite di portata dei mezzi di trasporto – stabili‐to precedentemente a 6.000 kg – che restrin‐geva pesantemente le attività di logistica. Infi‐
ne, viene finalmente superato il dubbio inter‐pretativo circa il regime autorizzativo dei Cen‐tri di Raccolta che possono ricevere i RAEE conferiti dalla distribuzione: si includono sia i Centri autorizzati in regime semplificato, sia quelli autorizzati con modalità ordinaria (secondo le modalità previste dal DLgs 152/2006). Va segnalato tuttavia come invece rimanga forte e penalizzante il limite tempora‐le per l'allontanamento dei RAEE dai Luoghi di Raggruppamento della distribuzione, che con‐tinua a mantenere la cadenza mensile o più ravvicinata nel caso si superi il limite dei 3.500 Kg. Nonostante da più parte fosse stato richie‐sto di passare a una frequenza trimestrale, è stato invece mantenuto l’obbligo di effettuare tali trasporti almeno una volta al mese: un ag‐gravio di lavoro, e quindi di costi che non de‐termina alcun vantaggio ambientale. Non ulti‐mo viene abolita l’esclusione in deroga dall’ambito di applicazione del DLgs 151/05 de‐gli elettrodomestici fissi di grande dimensione e di alcune altre tipologie di apparecchi [indicati nell’elenco “esemplificativo e non e‐saustivo” contenuto nell’Allegato 1/B dell’art. 2, comma 1 della Legge 6 agosto 2013, n. 97 re‐cante Disposizioni per l'adempimento degli ob‐blighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea ‐ Legge europea 2013. (13G00138) (GU n.194 del 20‐8‐2013 )], deroga ora riconosciuta come non conforme alle di‐sposizioni comunitarie. M. T.
Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 20 agosto (la n. 194) della «Legge euro‐pea 2013» (legge 97/13 del 6 agosto 2013), parte a stretto giro l’upgrade delle regole na‐zionali alle ultime norme ambientali.
Agenzia Europea per l'Ambiente I dati di raccolta RAEE raccontano un’Europa che marcia a diverse velocità
I dati messi a disposizione EEA indicano che, men‐tre il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti di apparec‐chiature elettriche ed elettroniche raccolti (RAEE) sembra essere sulla buona strada nella maggior parte dell'UE, la raccolta dei RAEE dà risultati ab‐bastanza diversi nei vari Paesi, anche se general‐mente si registra un miglioramento. I dati si riferi‐scono alla raccolta 2010, ma non è cambiato molto negli ultimi due anni, grazie anche al contributo
della crisi che ha afflitto l’economia europea, insi‐stendo particolarmente sui Paesi dell’area medi‐terranea più a rischio. In generale tuttavia Il livello di raccolta è ancora molto basso in molti Paesi, soprattutto rispetto alle quantità di nuovi apparec‐chi immessi sul mercato. Sembra inoltre che le quantità di RAEE che vengono raccolti, sia in gran parte riutilizzata (sia gli apparecchi interi che loro componenti) o riciclata. In particolare, l’Italia si
colloca nella fascia medio ‐ bassa della graduatoria europea: nel 2011 il Sistema RAEE nazionale ha ge‐stito 4,29 kg di RAEE /abitante, vale a dire il 35,8% di un eventuale target basato sul PoM pari in allora
a 12Kg/abitante. Secondo uno studio realizzato nel 2012 per il Consorzio Ecodom da United Nations University ‐ Institute for Sustainability and Peace (UNU), in collaborazione con il Politecnico di Mila‐
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no e Ipsos, ciascun cittadino ita‐liano genera in un anno media‐mente 16 kg di RAEE, ma solo un quarto di questi viene consegna‐to ai Sistemi Collettivi per il ritiro e il recupero. Esiste quindi una rilevante quantità di rifiuti elet‐tronici che sfugge al Sistema RA‐EE, disperdendosi in numerosi flussi “complementari”, gestiti da soggetti che a volte non sono neppure in possesso delle neces‐sarie autorizzazioni, che spesso non si curano dell’impatto am‐bientale della loro attività e che mai rendicontano alle Autorità le quantità di RAEE trattate. Le tipo‐logie di RAEE più spesso intercet‐tate dai flussi “complementari” appartengono ai Raggruppamen‐ti R2 (lavatrici, lavastoviglie, forni, cappe, scalda‐acqua) e R4 (piccoli elettrodomestici, elettronica di consumo, informatica), che han‐no un contenuto di materie pri‐me economicamente più rilevan‐te e sono quindi particolarmente appetite dai soggetti interessati più al profitto che all’ambiente. Ma neanche il comportamento dei cittadini italiani pare essere di aiuto ad una corretta gestione dei RAEE domestici: ognuno di noi, infatti, tiene in casa oltre 20 kg di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche non più funzio‐nanti, delle quali però ‐ per varie ragioni ‐ è restio a disfarsi. Inol‐tre, i cittadini italiani ogni anno gettano via una quantità notevo‐le di RAEE (circa 1,6 kg/abitante) in modo non corretto: è il caso delle piccole apparecchiature co‐me rasoi, cellulari, radiosveglie, ecc., che non sono oggetto di raccolta differenziata.
I vincitori della RE BOAT RACE, la prima regata in Italia per imbarcazioni costruite solo con materiali di riciclo
In uno scenario spettacolare si è concluso Domeni‐ca 8 settembre l’evento più pazzo e colorato dell’estate: “Fai la differenza, c’è la Re Boat Race” – TROFEO CENTRALE DEL LATTE DI ROMA. La re‐gata ha regalato molte sorprese, ma soprattutto ha fatto divertire oltre ai team partecipanti anche tutti gli spettatori presenti nel Parco Centrale del lago dell’EUR di Roma, che hanno supportato fino all’ultimo metro le imbar‐cazioni. Quest’anno LUNA ROTTA non si è concessa il “bis” avendo dovuto cedere la fascia tricolore ai RARI RECICLANTES. L ’ imba r caz ione d i “capitan Tartaglia” ha ta‐gliato per prima il traguar‐do aggiudicandosi così il trofeo SPEED RE BOAT – PREMIO CAVALLUCCIO MARINO. Chi bissa il trofe‐o è invece ROCHY 3 (lo scorso anno ROCHY 2) che si è guadagnata nuo‐vamente il premio SU‐STAINABILITY RE BOAT – PREMIO DELFINO AZ‐ZURRO – per l’imbarcazione costruita con la mag‐giore quantità di materiale di recupero e riciclo e con trazione a impatto quasi zero. I COSTAMIN‐KIA, nome del tutto particolare, si sono aggiudica‐ti il trofeo MISS RE BOAT – PREMIO STELLA MARI‐NA – per aver costruito l’imbarcazione estetica‐mente più bella. A LA BARCA DELLA FAMIGLIA CO‐RAGGIO è spettato il trofeo CREATIVITY RE BOAT – PREMIO PESCE PAGLIACCIO – per essere stata la
più originale nella decorazione della propria imbar‐cazione. Ma c’è stato anche un premio per il team più “lento”: il trofeo SLOW RE BOAT RACE – PRE‐MIO TARTARUGA MARINA, quest’anno è stato consegnato all’imbarcazione AFFONDA, che non è affondata ma è stata l’ultima a tagliare il traguar‐do. Infine, la giuria speciale ha consegnato il pre‐mio TITANIC per la “robustezza impattante
dell’imbarcazione” a RAGGIO DI SOLE 2. Al termi‐ne delle premiazioni, i “Green Team” sono stati i protagonisti del gioco “DOVE LO BUTTO?” Un gio‐co simpatico per smaltire nel modo giusto le im‐barcazioni e per aggiudicarsi un altro grande trofe‐o, il RECYCLING RE BOAT – PREMIO ZERO WASTE RE BOAT offerto dal Gruppo Porcarelli. L’eco‐equipaggio più veloce nello smaltimento del le‐gno, della plastica e degli altri materiali, è stato NOA NOA.
La neverending story del SISTRI continua. Il Governo confer‐ma che Il sistema di tracciabilità dei rifiuti sarà più semplice e che sarà limitato ai produttori e ai gestori di rifiuti pericolosi. Lo prevede un articolo del pacchetto sulla PA che ha avuto il via libera dal Consiglio dei Ministri. Per la Campania ‐ spiega il ministero dell'Ambiente ‐ la tracciatura sarà estesa ai rifiuti urbani. L’operatività del SISTRI sarà scaglionata: dall’1 otto‐bre l’adesione sarà obbligatoria solo per le aziende che tra‐sportano o gestiscono rifiuti speciali pericolosi, mentre dal 3 marzo 2014 (prorogabile fino all’1 settembre 2014) lo sarà anche per i produttori di rifiuti speciali pericolosi. Va sottoli‐neato come la disposizione in esame preveda che, con appo‐sito decreto ministeriale, potranno essere individuate ulte‐riori categorie soggette al sistema SISTRI. Per quanto riguar‐da il regime sanzionatorio è stato previsto un periodo transi‐torio di sei mesi durante il quale le sanzioni di cui all’art.260 bis del D.L.vo n. 152/2006 (Testo Unico ambientale), limitata‐mente alle violazioni di cui al comma 3 (rilascio di informa‐zioni incomplete o inesatte), al comma 5 (inadempimenti ad obblighi previsti dal sistema) e al comma 7 primo periodo (mancanza della copia cartacea della scheda SISTRI durante il trasporto di rifiuti), saranno applicate solo qualora le azien‐de commettano più di tre violazioni nello stesso arco tempo‐rale di sei mesi. Il Ministro dell’Ambiente Orlando, in occasio‐ne di un recente incontro con le organizzazioni imprendito‐riali che hanno ribadito le difficoltà e le preoccupazioni delle aziende riguardo alla funzionalità del SISTRI, ha espresso la disponibilità, ad aprire un dialogo per avviare un percorso condiviso con gli utenti, ad estendere i collaudi informatici, a produrre costanti modifiche e semplificazioni del sistema in corso d'opera, nonché ad intervenire sul regime sanziona‐torio in sede di conversione del decreto legge.
SISTRI
Avvio al 1 ottobre 2013 ma solo per i rifiuti pericolosi
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Energie rinnovabiliEnergie rinnovabiliEnergie rinnovabili
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Efficienza energetica Il punto in materia di prestazione energetica nell'edilizia e di incentivi per le rinnovabili
Ammontano a circa 470 milioni di tonnellate di CO2 le emissioni di gas serra addebitabili all'Italia nel 2012, oltre 20 milioni in meno rispetto al 2011(stime Fondazione Sviluppo Sostenibile). Per cen‐trare gli obiettivi della Roadmap europea per il 2050 sarà però necessario arrivare a 440 milioni di tonnellate entro il 2020 e a 370 milioni di tonnella‐te entro il 2030. Questi obiettivi possono essere raggiunti solo implementando le politiche nazio‐nali e regionali favorevoli alle energie rinnovabili e all'efficienza energetica. E sembra che il Governo si stia davvero indirizzando in questa direzione, tanto dal punto di vista della normativa in materia delle prestazioni energetiche dei nuovi edifici, quanto da quello dell’incentivazione al passaggio alle rinnovabili. Nello scorso maggio il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al Decreto 63/2013 (pubblicato in Gazzetta ufficiale il 6 giugno) di re‐cepimento della Direttiva Europea 2010/31/UE, che impone agli Stati membri di fissare requisiti mini‐mi di prestazione energetica per gli edifici nuovi ed esistenti, assicurare la certificazione energeti‐ca e disciplinare i controlli sugli impianti di clima‐tizzazione. In una nota di Palazzo Chigi si leggeva che “il decreto prevede il recepimento della Diretti‐va 2010/31 in materia di prestazione energetica nell'edilizia, in relazione alla quale L'Italia è in forte ritardo ed è stata ‘richiamata’ tramite procedura di infrazione avviata dalla Commissione Europea”. C’è da dire tuttavia che, mancando il decreto attuati‐vo che manda in vigore le misure, ciò non è basta‐to a convincere la Corte di giustizia UE: i giudici del Lussemburgo hanno condannato l'Italia per non aver recepito correttamente la direttiva
2002/91/CE. La sentenza C‐345/12 della sez. X del 13 giugno 2013 in particolare, è stata emessa per il mancato rispetto dell'obbligo di dotare dell'Atte‐stato di Prestazione Energetica (APE) gli edifici nuovi e quelli di vecchia costruzione in caso di af‐fitto, nonché per la possibilità, ora revocata, di autocertificare la classe energetica per gli immo‐bili più energivori. Il provvedimento, comunque, non prevede pene pecuniarie, a parte l'obbligo di pagare le spese. In altre parole, sono stati giudica‐ti tardivi i provvedimenti correttivi varati dal Go‐verno in maggio nel tentativo di evitare la senten‐za. Sufficiente e tempestivo o no, il nuovo Decre‐to modifica il DLgs 192/2005, emanato a suo tem‐po in attuazione della Direttiva 2002/91/CE sul ren‐dimento energetico nell'edilizia, e completa il quadro normativo nazionale in materia di presta‐zione energetica degli edifici. Il provvedimento adotta una metodologia di calcolo della prestazio‐ne energetica degli edifici che tiene conto, tra l'al‐tro, delle caratteristiche termiche dell'edificio e degli impianti di climatizzazione e di produzione di acqua calda. Fissa inoltre i requisiti minimi di prestazione energetica in modo da conseguire livelli ottimali in funzione dei costi che si appliche‐ranno agli edifici nuovi e a quelli sottoposti a ri‐strutturazioni importanti. É prevista la revisione quinquennale dei requisiti minimi di prestazione energetica, che dovranno applicarsi agli edifici nuovi e a quelli sottoposti a ristrutturazioni im‐portanti. Tanto la Direttiva UE quanto la norma italiana di recepimento, prevede inoltre che entro il 2020 tutte le nuove costruzioni siano ‘Edifici a Energia Quasi Zero’ e, per raggiungere questi
standard, il Decreto indica una strategia at‐traverso un Piano Nazionale, in cui sono indi‐viduate le modalità per arrivare a tale tra‐guardo, passando attraverso obiettivi inter‐medi di miglioramento della prestazione e‐nergetica degli edifici di nuova costruzione, entro il 2015. Gli stessi criteri valgono anche per gli edifici di nuova costruzione occupati dalle Amministrazioni Pubbliche o di loro proprietà, che dovranno rispettarli a partire dal 31 dicembre 2018. Il Decreto prevede i‐noltre un sistema di certificazione della pre‐stazione energetica degli edifici che com‐prenda informazioni sul consumo energeti‐co, oltre a raccomandazioni per il migliora‐mento in funzione dei costi. L'attestato di certificazione energetica è trasformato quin‐di in attestato di prestazione energetica (APE), di durata decennale, che dovrà essere rilasciato da esperti qualificati e indipenden‐ti, insieme a raccomandazioni e suggerimenti per il miglioramento dell’efficienza energeti‐ca dell'edificio in questione. La redazione dell'attestato è obbligatoria in caso di co‐struzione, vendita o locazione di un edificio o di un'unità immobiliare, nonché per gli edifici occupati dalla Pubblica Amministrazione, ad eccezione di: edifici e monumenti protetti, luoghi esclusivi di culto e attività religiose, costruzioni temporanee per destinazione d'uso uguale o inferiore a due anni, edifici o parti di edifici isolati con meno di 50 metri quadri e gli edifici usati meno di quattro mesi all'anno, oltre a quelli con ACE (Attestato di Certificazione Energetica) in corso di validità e rilasciato conformemente alla direttiva 2002/91/CE. In merito agli incentivi per le rin‐novabili, il Governo prepara nuove rimodula‐zioni con il Decreto Fare bis in fase di defini‐zione. Il provvedimento dovrebbe introdurre sconti sulla bolletta elettrica per le imprese, con l’obiettivo di dare una spinta alla compe‐titività, ma anche una possibile rimodulazio‐
ne degli incentivi alle Rinnovabili. Questi, secondo le prime indi‐screzioni, una volta eliminati dalle voci di costo in bolletta, sareb‐bero dovuti essere rifi‐nanziati con l’emissione di bond. Ora però il Ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato ed il Sottosegretario Claudio De Vincenti parlano di un nuovo tetto annuale agli incentivi stata‐li (da 12 miliardi di euro a 9 miliardi) e nuove modalità di erogazione, spalmandoli nell’arco di trent’anni invece che venti. La misura genererebbe un taglio della spesa annuale di 3 miliardi di euro in bolletta. Il ri‐sparmio sul costo dell’energia è sicuramente una buona notizia per le imprese in generale ancora sotto gli effetti della crisi economica. Tuttavia si misura qualche sconcerto per la riduzione del tetto tra gli operatori della filie‐ra delle Rinnovabili: negli ultimi anni il setto‐re ha subito non poche penalizzazioni, dovu‐te anche alle continue rivisitazioni degli in‐centivi che hanno generato un clima di incer‐tezza tra le imprese e gli operatori interessa‐ti. Il Dl 63/2013 è stato convertito in agosto in legge 90/2013. Tra le novità c'è l'obbligo per chi vende o affitta un immobile di allegare al contratto l’APE dell'edificio, a pena di nullità. Sono confermate le proroghe al 31 dicembre 2013 delle detrazioni Irpef del 55% (che au‐menta al 65%) per interventi di efficienta‐mento energetico degli edifici e del 50% per le ristrutturazioni edilizie (‘ecobonus’), con estensione della detrazione del 50% all'acqui‐sto di mobili ed elettrodomestici relativi all'immobile ristrutturato. Le legge di con‐versione infine, dopo il passaggio alla Came‐ra, allarga al 65% la detrazione Irpef per ade‐guamento antisismico della prima casa, ma solo fino al 31 dicembre 2013. M. M.
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Energie rinnovabiliEnergie rinnovabiliEnergie rinnovabili
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Una casa di paglia riscaldata con il metodo Bokashi Efficienza energetica,
antisismica e r i s t rutturaz ioni : le detraz ioni
Prestazione energetica in edilizia Una delle principali novità è la sostituzione dell’attestato di certificazione energetica (Ace) con quello di prestazione energetica (Ape), che definisce le caratteristiche di un edificio attraver‐so l’utilizzo di specifici descrittori e fornisce an‐che le raccomandazioni per il miglioramento dell’efficienza . Ristrutturazioni edilizie Oggetto dell’agevolazione sono le singole unità immobiliari residenziali per le quali vengono ese‐guiti interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristruttura‐zione edilizia ovvero le parti comuni di edifici resi‐denziali per le quali vengono eseguiti interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, re‐stauro e risanamento conservativo, ristruttura‐zione edilizia. L’agevolazione è prevista anche nel caso di realizzazione rimesse o posti auto, eliminazione di barriere architettoniche e bonifi‐ca dall’amianto. Consiste in una detrazione Irpef del 50% per le spese sostenute entro il 31 dicem‐bre 2013 e del 36% per quelle sostenute oltre. L’importo massimo su cui calcolare la detrazione è pari a 96.000 euro fino al 31 dicembre 2013 e 48.000 euro a partire dal prossimo anno. Acquisto mobili Sono agevolabili gli acquisti di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+
(classe A per i forni), per apparecchiature per le quali è prevista l’etichetta energetica, finalizzati all’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazio‐ne. L’agevolazione consiste nella detrazione Ir‐pef del 50% delle spese sostenute fino ad un mas‐simo di euro 10.000. Interventi di risparmio energetico Oggetto dell’agevolazione sono gli interventi finalizzati alla riqualificazione energetica degli edifici. L’importo massimo su cui calcolare la de‐trazione è di 100.000 euro per gli interventi per la riduzione del fabbisogno energetico di edifici esi‐stenti; 60.000 euro per gli interventi riguardanti pareti e finestre su edifici esistenti ovvero per l’installazione di pannelli solari; 30.000 euro per la sostituzione di impianti di climatizzazione in‐vernale. A partire dal 2014 l’importo massimo per tutte le categorie è pari a 48.000 euro. La detra‐zione è pari al 65% delle spese sostenute fino al 31 dicembre 2013 e del 36% per quelle sostenute successivamente. Interventi antisismici Sono agevolabili gli interventi su edifici ricadenti nelle zone sismiche ad alta pericolosità. L’importo massimo detraibile è pari a 96.000 eu‐ro fino al 31 dicembre 2013 (detrazione pari al 65%) e 48.000 euro dal 1° gennaio 2014 (detrazione pari al 36%). (Fonte: pmi.it)
La struttura della casa è in legno con le pareti rivestite di paglia e si trova in Giappone. Il metodo Bokashi ha anch’esso le sue origini in Giappone. Il termine significa 'materia organica fermentata'. Questa tecnica viene spesso definita come un tipo di com‐postaggio, ma è in realtà un proces‐so di fermentazione anaerobica, il
cui prodotto finale è molto differente da quello prodotto mediante compostaggio. Molte per‐sone scelgono il Bokashi perché è molto semplice e in genere inodore. Tutto ciò che serve è un secchio con coperchio, un mix speciale tipicamente costituito da crusca di grano e microorgani‐smi effetti e, naturalmente, rifiuti organici. E nella città costiera di Taiki‐cho, Hokkaido, questo metodo riscalda naturalmente, durante l'inverno, l'innovativa casa con le pareti di paglia, gene‐rando 30° Celsius di calore, per un massimo di quattro settimane, grazie alla fermentazione.
Una nuova fonte di energia: i dossi stradali Si chiama Lybra, il primo dosso stradale che produce energia pulita recuperando l’energia cinetica delle auto che passano. E’ un brevet‐to italiano nato dall’idea di Massimiliano No‐senzo, Andrea Pirisi e Andrea Corneo, giovani ingegneri che hanno dato vita nel 2011 all’impresa Underground Power e, con il sup‐porto di Trentino Sviluppo, hanno progettato e realizzato il dosso stradale che converte l’energia cinetica dei veicoli che vi transitano sopra. Il parcheggio dell'Auchan di Rescaldi‐na, in provincia di Milano, ne ospita due e sarà il suo banco di prova. Si calcola che pres‐so il centro commerciale si dirigano in media 8500 auto al giorno. Ciò permetterà di otte‐nere 100 mila chilowattora di energia all'an‐
no. Si tratta della quantità pari a quella pro‐dotta da un impianto fotovoltaico da 80 kW e a circa 19 tonnellate di petrolio. Il dosso ha avuto un costo di circa 100 mila euro, che il gruppo Auchan prevede di recuperare nel corso di 7 anni. Il primo esemplare di Lybra è lungo 10 metri ed è stato realizzato ricorren‐do a gomma ed acciaio come materiali princi‐pali. Quando le automobili si muovono al di sopra di esso producono energia cinetica. Es‐sa viene catturata a una dinamo, mediante la quale può essere trasformata in corrente al‐ternata. Parcheggi, rotonde, punti di attraver‐samento pedonale e strade trafficate potreb‐bero rappresentare i punti più indicati per il posizionamento del nuovo dosso.
Con la legge di conversione del dl 63/2013 sono state introdotte importanti novità in merito alle detrazioni ed alle agevolazioni fiscali per la riqualificazione energetica e altri interventi sugli edifici. Di seguito sono evidenziate le misure e i numeri riferiti alle detrazioni applicabili.
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Storie di ricicloStorie di ricicloStorie di riciclo
Storie americane
Composta di 50.000 lattine è diventata un museo L’infrastruttura è robusta, misura 24,6 me‐tri di lunghezza ed è stata costruita in Lo‐gan County dalla società Axion, con mate‐riali derivanti per l'80% da plastica riciclata proveniente da bottiglie di detersivi e pro‐dotti per l'igiene e per il 20% da paraurti e cruscotti di vecchie vetture. I suoi compo‐nenti perciò non assorbono l'umidità e non consentono la proliferazione di muffa e le
infestazioni di parassiti. L’Onion Ditch Bri‐dge si inserisce nel programma di conteni‐mento dei rifiuti di Logan County, che si è posta l'obiettivo di arrivare a zero entro il 2020. Costruito su una strada pubblica, il ponte è stato finanziato per l'80 % dal Fede‐ral Innovative Bridge Research and Deplo‐yment Program, nato per costruire o ri‐strutturare i ponti degli Stati Uniti.
Texas
La Beer Can HouseLa Beer Can HouseLa Beer Can House
John Milkovisch, tappezziere in pensione di Hou‐ston, oggi scomparso, iniziò a realizzarla nel 1968, partendo dal taglio e dall'appiattimento delle latti‐ne di birra per emulare i rivestimenti in alluminio. Nel corso dei successivi 18 anni la casa scomparve sotto una copertura di lattine e bottiglie riciclate, comprese le scintillanti ghirlande pendenti dal tet‐to, che non solo fanno cantare la struttura nel ven‐to, ma hanno anche abbassato le bollette energe‐tiche della famiglia, o le bellissime pareti con le bottiglie al loro interno, che proiettano ombre co‐lorate grazie al vetro colorato. La Beer Can House, oggi museo gestito dall'organizzazione senza sco‐po di lucro Orange Show Center for Visionary Art, è aperta da Mercoledì a Venerdì dalle 10:00 alle 14:00 e nel weekend dalle 12.00 alle 17:00.
Onion Ditch Bridge Onion Ditch Bridge Onion Ditch Bridge --- OhioOhioOhio
Il ponte più lungo costituito al 100% di plastica riciclata
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Ambiente e societ
Ambiente e societ
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Ma quanto inquina l’elettricità? Come accade per la gran parte delle attività della specie umana, produrre energia elettrica significa inevitabilmente inquinare. E questo è un fatto ac‐quisito. Che apre tuttavia la strada al quesito: ma quanto siamo capaci di inquinare l’aria che respi‐riamo grazie all’uso ormai irrinunciabile degli ap‐parecchi elettrici? Zachary Shahan, Professional Blogger & Website Director del sito CleanTechni‐ca, per rispondere a questa domanda, ha analizza‐to i dati riferiti a 60 Paesi nel mondo ed è giunto a concludere che le emissioni inquinanti dovute all’elettricità variano nelle diverse aree del piane‐ta. La premessa fondamentale, forse ovvia, è che le emissioni di CO2 dell'elettricità dipendono cer‐tamente da quanta energia viene utilizzata. Si de‐ve però integrare anche un altro dato, vale a dire il contenuto in carbonio delle fonti usate per la produzione. La chiama ‘l’intensità di carbonio dell’elettricità’ e varia notevolmente a seconda della fonte di combustibile. Come indicazione di massima, il carbone ha una intensità di carbonio di circa 1.000 g CO2/kWh, il petrolio 800g CO2/
kWh, il gas naturale circa 500g CO2/kWh, mentre nucleare, idroelettrica, eolica e solare hanno tutti meno di 50 g di CO2/kWh. L'intensità di carbonio di energia elettrica di rete è determinata dal mix di fonti impiegate nella produzione. Utilizzando dati dell'IEA, Shahan ha realizzato una mappa per mostrare quanto sia diversa l'intensità di carbonio di energia elettrica nel mondo. Nei Paesi di colore verde scuro come Norvegia, Islanda e Paraguay, le emissioni dirette di generazione di energia elet‐trica sono inferiori a 20 g CO2/kWh, a causa della dominanza di energia idroelettrica, e in alcuni casi di quella geotermica, come in Islanda. In India, Mongolia e Sud Africa, il colore rosso scuro indica emissioni di elettricità di oltre 900g CO2/kWh, a causa della posizione dominante del carbone. La maggior parte degli altri paesi utilizza un mix di fonti e si posizionano nel mezzo. La seconda com‐ponente delle emissioni derivate dall'elettricità è la quantità di energia elettrica utilizzata. In questo caso, è stata usata la domanda di energia elettrica residenziale, per confrontare le emissioni causate
dal consumo di energia elettrica delle fami‐glie. La domanda di energia elettrica residen‐ziale rappresenta circa un terzo della doman‐da totale e varia notevolmente da Paese a Paese. Nella mappa che segue le dimensioni di ogni rettangolo rappresentano la domanda di energia elettrica residenziale pro capite. La Norvegia si classifica in prima posizione, con quasi 8.000 kWh per persona. Seguono ame‐
ricani, finlandesi, canadesi e svedesi, con circa 4.000 kWh ciascuno. Paesi come Camerun, India e Tanzania usano meno di 100 kWh per persona: i loro rettangoli sono appena visibili. Disponendo dei dati sull'intensità di carbonio di energia elettrica e sul numero di persone che la utilizzano nelle loro case, si possono confrontare le emissioni di energia elettrica residenziale. Le più grandi impronte sono
quelle dei Paesi che utilizzano molta e‐nergia elettrica e hanno alti livelli di intensità di carbo‐nio. Tra i circa 60 Paesi analizzati, l'A‐rabia Saudita, gli Stati Uniti e l'Au‐stralia hanno di gran lunga le più alte emissioni, con oltre 2.500 kg per persona. In netto contrasto, l'Islanda, il Paraguay e l'Etio‐pia arrivano a 0 kg, grazie alla loro po‐tenza incredibil‐mente a basso te‐nore di carbonio. Interessante il caso della Norvegia, che utilizza quasi il dop‐pio di energia elet‐trica residenziale pro capite, come gli Stati Uniti, ma ha emissioni di soli 152 kg a persona. Al
contrario, l'India ha la più alta intensità di carbonio rispetto agli Stati Uniti, ma emette solo 135 kg a persona a causa dell'utilizzo limitato. Da notare anche il fatto che le emissioni cinesi siano di "appena" 331 kg a persona, nonostante il loro uso elevato del carbone. Questo mette in evi‐denza quanto sia piccola la quota residenziale di utilizzo di energia elettrica in Cina. Un rapido sguardo alle statistiche IEA mostra che i residenti cinesi usano solo il 18% di energia elettrica prodotta, mentre negli Stati Uniti la cifra è del 38%. (Fonte: clean technica) M. T.
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Ambiente e societ
Ambiente e societ
Ambiente e societ àà à
Il primo Pontefice della storia del cattolicesimo a chiamarsi Francesco è anche il primo a pedalata assistita, se così si può dire: universalmente rico‐nosciuto come persona umile e già avvezza all’uso dei mezzi pubblici per i suoi spostamenti quando ancora era monsignore a Buenos Aires, non disdegna nem‐meno l’ancor più economica biciclet‐ta. I vertici della Daimler ‐Mercedes questo lo sanno be‐ne e, data la figura innovatrice che il neo Papa si è subito cucito addosso, hanno approfittato della consegna uffi‐ciale della nuova Papamobile costrui‐ta da Mercedes per regalargli anche un esemplare di smart ebike. L’incontro avvenuto nella Do‐mus Santa Marta tra Papa Francesco I e l’ambasciatore del Marchio stellato – niente meno che Dieter Zetsche, Presidente di Daimler AG – ha avuto come principale oggetto il passaggio di mano delle chiavi della Papamobile che il Santo Padre utilizzerà nel suo prossimo vi‐aggio in Brasile ma anche l’illustrazione di quali e quanti progetti la casa tedesca stia portando a‐vanti nel campo della mobilità sostenibile. Ed in questo contesto, che vede tra Mercedes‐Benz ed
il Vaticano una collaborazione lunga 80 anni (iniziata con la limousine fornita a Pio XI negli anni ’30 del Novecento), Zetsche ha fatto omaggio all’oculato e sobrio pontefice della bicicletta a pe‐dalata assistita marchiata smart. La bicicletta è un veicolo che Papa Francesco ha già mostrato di
apprezzare e che ben si confà al suo stile essenziale e ne‐mico degli sprechi materiali oltre che morali: proprio la sterzata impressa all’immagine pubbli‐ca della Chiesa da Francesco I sprona evidentemente an‐che i colossi dell’industria come Daimler a dare mag‐gior visibilità alle proprie iniziative sul‐la sostenibilità am‐bientale, considera‐bile come l’alter ego materiale di un at‐teggiamento altri‐menti spirituale. Il Presidente di Daim‐
ler AG ha anche mostrato che l’impegno del Mar‐chio nella ricerca e sviluppo di forme di sostenibili‐tà per i trasporti si è, venialmente parlando, tra‐dotto in investimenti pari a 10.8 miliardi di Euro (dei quali la metà circa in tecnologie pulite) nel biennio 2013‐2014 ancora in corso. Papa Francesco è sicuramente la personalità, non solo religiosa, più adatta per promuovere un messaggio di cam‐
Una smart ebike per Papa Francesco biamento anche per quanto riguarda i trasporti ed il loro impatto ambientale – a parti‐re dalla politica per finire alle abitudini dei singoli – e baste‐rebbe un’immagine del Santo Padre in bicicletta (a pedalata assistita o meno) per fare breccia nell’immaginario di tutti, fedeli e laici. Ancor più importante sarebbe che il Va‐ticano proseguisse quanto intrapreso nel 2012 con l’acquisto di alcuni veicoli elet‐trici (allora si trattava di ver‐sioni appositamente modifica‐te di Kangoo Maxi Z.E. Re‐nault) destinati alla gendar‐meria vaticana e agli sposta‐menti dell’allora Papa Bene‐detto XVI all’interno dei giar‐dini residenziali. Il piccolo Sta‐to si è anche dotato di colon‐nine di ricarica a disposizione dei dipendenti, arrivando ad avere una delle percentuali di mezzi a zero emissioni in rap‐porto alla popolazione (in ef‐fetti esigua) più alte in assolu‐to. L’impatto che avrebbe ve‐dere un Papa solcare le folle oceaniche di fedeli a bordo di una silenziosa e non inquinan‐te Papamobile elettrica sareb‐be determinante: in quanto a cambiamenti Francesco sta collezionando primati, chissà che non ci regali anche questa soddisfazione. (Fonte: Veicolielettrici.it,)
Milano Ecologica: la moda sostenibile sfila alla Fashion Week
Torna in scena la moda etica a Milano, dal 20 al 22 set‐tembre 2013, con “So Critical So Fashion”, evento ide‐ato e organizzato da Terre di Mezzo, dedicato alla moda critica e indipendente durante la Milano Fashion Week. La location di Frigoriferi Milanesi in via Piranesi 10 ospiterà 60 brand, eccellenze di artigianali‐tà e design, selezionati nel panorama nazionale e in‐ternazionale, che presenteranno al pubblico le colle‐zioni autunno inverno 2013‐2014 e l’anteprima delle collezioni primavera estate 2014‐2015. Tre giorni di eventi, incontri e workshop per proporre un’altra mo‐da che segue principi di responsabilità etica, sociale e ambientale senza rinunciare a bellezza, innovazione e tendenze.. So Critical So Fashion è l’esempio che una diversa concezione di moda è possibile, un evento che presenta ai consumatori capi e accessori che rac‐contano la storia di chi li ha creati, con particolare at‐tenzione ai temi dell’edizione 2013: ricercatezza di materiali biologici e naturali, innovazione e recupero di tecniche tradizionali, ma anche upcycling e riciclo creativo. Tra le firme più originali si troveranno la bi‐jouterie di Mieko, ottenuta dai vecchi fumetti o i gioielli di Giovanni Scafuro che plasma forchette e fer‐ri di lana. Si contano anche in programma tanti workshop e laboratori per imparare a creare o perso‐nalizzare accessori e capi di abbigliamento sperimen‐tando la propria manualità.
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Ambiente e societ
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La gestione sostenibile dei rifiuti comincia dalla fase prioritaria della prevenzione, come prevedono le norme europee e nazionali. Gestire correttamente i rifiuti vuol dire quin‐di intervenire a monte, sulle fasi di produzio‐ne, distribuzione e consumo dei beni. È que‐sto il messaggio che Legambiente e Fede‐rambiente lanciano insieme con la prima edi‐zione del Premio nazionale sulla prevenzione dei rifiuti, intesa come insieme di misure a‐dottate prima che una sostanza, un materia‐le o un prodotto diventi rifiuto e volte a ri‐durre gli impatti sull’ambiente e la salute u‐mana anche attraverso il riutilizzo dei pro‐dotti o l’estensione del loro ciclo di vita, e/o la riduzione del contenuto di sostanze peri‐colose in materiali e prodotti. Obiettivo del Premio è quello di individuare, promuovere e diffondere le buone pratiche nazionali, valo‐rizzando le esperienze più rilevanti e innova‐tive e stimolando un’ampia riflessione sul tema che accompagni anche il percorso d’adozione del Programma nazionale di pre‐venzione dei rifiuti previsto dalla Direttiva 98/2008/CE. Il concorso è rivolto ad ammini‐strazioni ed enti pubblici e privati, aziende,
imprese, Istituti scolastici, cooperative e as‐sociazioni che abbiano realizzato sul territo‐rio nazionale iniziative di prevenzione dei rifiuti attualmente ancora in corso o conclu‐se di recente (non prima del 1 gennaio 2013). La partecipazione al premio è gratuita. Per partecipare al Premio nazionale occorre inviare la scheda di partecipazione debita‐mente compilata alla Segreteria Organizzati‐va ([email protected]), entro il 30 settembre 2013. La scheda potrà eventualmente essere integrata con relazio‐ni, analisi economiche, delibere e altri mate‐riali (es. foto, video) descrittivi dell’iniziativa. Le iniziative pervenute verranno validate e valutate da una commissione costituita da rappresentanti di Federambiente, Legam‐biente, ministero dell’Ambiente, ministero dello Sviluppo economico, ISPRA, rappresen‐tanti del mondo dell’università e della ricer‐ca, della Camera e del Senato, delle Regioni e dell’ANCI. Tutta la documentazione necessaria alla par‐tecipazione è disponibile su www.federambiente.it
In linea con l’obiettivo europeo ‘Edifici a Energia Quasi Zero entro il 2020’ si muove il design per le strutture alberghiere, alla ricerca della maggiore ecosostenibilità possibile nella scelta dei materia‐li, nell'utilizzo delle energie rinnovabili, nella rea‐lizzazione di una filiera corta e nel risparmio ener‐getico. Presentato prima dell’estate presso l'Ho‐tel Ai Cadelach di Revine Lago (Tv), il prototipo denominato “Green Zero” è il risultato di un pro‐getto curato dall'architetto Daniele Manichini, che tende a fondere armoniosamente le costru‐zioni nel territorio che le ospita. Si tratta di un modulo abitativo a basso impatto ambientale, una suite racchiusa in un guscio eco‐sostenibile da sistemare nel bosco, in riva al mare o in aperta campagna, in cui gli ospiti potranno apprezzare gli elementi di costruzione green, senza rinuncia‐re a dettagli chic. Porte e infissi sono composti
unicamente con legni certificati FSC, provenienti da foreste gestite in maniera corretta e respon‐sabile, e sono rifiniti con vernici in cui le sostanze tossiche sono state ridotte al minimo. In tema di prestazioni energetiche poi Green Zero è classifi‐cato ‘Casa Clima Classe A’.
Le suites del futuro Quando l’albergo oltre che chic è anche green
Scadenza il 30 settembre per candidare progetti e iniziative
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Gli speciali I N S E R T O N . 8/2013
Per affrontare la crisi economica occor‐re partire dall'efficienza energetica. La XIVa edizione del Premio Sapio per la Ri‐cerca Italiana ha deciso di rilanciare un tema legato a doppio filo con l’economia, la crisi e lo sviluppo. Il Pre‐mio prevede l'assegnazione di 3 ricono‐scimenti in denaro a tre ricercatori che abbiano svolto le loro ricerche in Italia
su temi quali la salute, l'industria, le bio‐tecnologie, l'economia e l'organizzazio‐ne di Giornate di Studio su temi di strin‐gente attualità e di respiro internaziona‐le. Quest’anno il Premio ha riunito alcu‐ni dei maggiori esperti sul tema efficien‐za energetica e ha potuto così costruire una sorta di manifesto che sintetizza a‐zioni, scelte, opportunità. Un invito al
mondo scientifico, alle istituzioni e alle aziende a considerare la fon‐damentale importanza, soprattut‐to in questo periodo di crisi, dell’innovazione, tecnologica e di processo, per la corretta gestione di risorse vitali per l’economia ita‐liana come l’energia, l’ambiente e l’acqua e, nel contempo, a valoriz‐zare ed estendere le esperienze virtuose e le buone prassi già ap‐plicate in questi settori. Questi al‐cuni dei punti del manifesto sull’efficienza energetica.
Punto 1 Occorre una vera politica energe‐tica, con regole chiare e durature, per dare certezze ad operatori e consumatori. L’efficienza energetica deve di‐ventare pilastro dello sviluppo in‐dustriale nel settore energetico. “Per ridurre sia il consumo delle li‐mitate risorse fossili, formatesi in milioni di anni, che le emissioni di CO2, esistono due chiare strategie – dice l’Ingegner Alessandro Clerici,
Chiara Argentero ‐ Relazioni esterne Premio Sapio per la Ricerca Italiana
Il “Premio Sapio” raccoglie e rilancia l’appello di scienziati e studiosi sull’urgenza di una vera politica energetica come pilastro dello sviluppo industriale
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Efficienza energetica emergenza nazionale
Tre i premi che verranno assegnati per questa nuova edizione: Pre‐mio Medicina, Biotecnologie, Salute; Premio Industria e Premio Ju‐nior. I candidati devono inviare le loro ricerche entro il 30/09/ 2013.
Ricercatori italiani bravissimi, ma troppa burocrazia, cervelli stra‐ordinari, che a causa di scarsi investimenti sono costretti ad anda‐re all’estero per mettere a frutto idee, progetti, capacità. Questo, in estrema sintesi, il quadro che emerge dall’indagine del 2012 del‐la Commissione cultura della Camera; dati incoraggianti sulla so‐stanza, sconfortanti sulla forma, sulle modalità, sulle scelte. L’Italia investe infatti in ricerca solo l’1,1 % del PIL, rispetto al 2 % della media europea, ed ha la più bassa percentuale di ricercatori dell’Unione Europea con la porzione di 3,8 (ogni 1.000 lavoratori) contro la media europea di 6,4. centinaia di ricercatori che opera‐no nei più diversi ambiti inviano ogni anno, dal 1999, la loro candi‐datura al Premio Sapio per la Ricerca Italiana. Diversi candidati ‐ anche grazie a questa occasione di visibilità ‐ hanno potuto otte‐nere risultati importanti, portare avanti con successo le loro ricer‐che, ricevere risorse e riconoscimenti. Finalità del Premio Sapio è infatti quella di divulgare il lavoro dei ricercatori ‐ che operano in Italia, o che ritornano in Italia dopo un’esperienza all’estero ‐ e di accelerare i processi di sviluppo nel nostro Paese. Il Premio, pro‐mosso dal Gruppo Sapio insieme a decine e decine di Enti, Centri di Ricerca e Università Italiane, in questi anni ha voluto ribadire con forza proprio questo concetto: che la ricerca è una risorsa preziosa per un Paese e per questo ad essa vanno riservati atten‐zione vera e investimenti mirati, a fronte della passione, dell’entusiasmo, della dedizione che tanti ricercatori scelgono di dedicare a questo lavoro. Tra pochi mesi, l’attesissima Cerimonia finale, durante la quale verranno assegnati i Premi, riservati a rile‐vanti contributi, anche interdisciplinari, per l’avanzamento della ricerca in campo tecnico‐scientifico e socioeconomico. La novità di questa edizione riguarda il Premio Junior che viene assegnato a un ricercatore che non abbia ancora compiuto il 36° anno d’età al 31/12/2013, che si sia contraddistinto per attività di ricerca nel nostro Paese oppure all’estero purché dimostri che nel frattempo è rientrato in Italia o che rientrerà entro il 31/12/2013 per continua‐re i suoi studi nel nostro Paese. Le candidature al Premio devono essere inviate con la duplice mo‐dalità: Via e‐mail all’indirizzo [email protected] entro e non
oltre il 30 settembre 2013; Spedizione con plico postale raccomandato entro e non oltre il
30 settembre 2013 a Indalo Comunicazione ‐ Relazioni Esterne Premio Sapio per la Ricerca Italiana ‐ Via San Felice 21 ‐ Scala B ‐
40122 Bologna. Farà fede la data del timbro postale o dello spedizioniere.
Non saranno prese in considerazione le candidature incomplete a norma di Regolamento.
LA RICERCA ITALIANA E’ VIVA E IL PREMIO
SAPIO VUOLE CONTINUARE A DIMOSTRARLO
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Presidente Onorario FAST, Presidente del gruppo di studio WEC Risorse energetiche e tecnologiche, Senior Corporate Advisor CESI – cioè la razionalizzazione/riduzione dei consumi energetici e l’impiego di fonti energetiche prive di carbonio. L’efficienza energetica è oltre il 50% della soluzione. Co‐me mai non è fortemente implementata? Nel campo della produzione di energia elet‐trica, la teorica sostituzione di vecchi im‐pianti termoelettrici inefficienti con quelli che si avvalgono delle recenti tecnologie porterebbe a livello globale a risparmiare oltre 2800 TWh (9 volte i consumi Italiani) con un risparmio di 2.2 miliardi di t/anno di
CO2 (quasi il 9% delle totali emissioni) ed a non consumare 600 MTEP/anno”.
Punto 2 Si possono risparmiare consistenti som‐me nel costo della bolletta energetica de‐gli edifici creando contemporaneamente nuova occupazione ed incremento del PIL.
Fino ad oggi ci siamo concentrati sugli im‐pianti. Occorre invece intervenire anche sugli involucri agendo in modo integrato sul sistema “edifici ‐ impianti”, Grazie a u‐no studio di Nomisma si è appurato che gli interventi sull’involucro dell’edificio dimez‐zano i costi della bolletta energetica, con‐sentendo dei risparmi che arrivano al 60%.
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Punto 3 la cultura del costo sociale e la cultura del Life Cycle Cost.
Sull’accesso alle fonti energetiche si basa la possibilità per tutti i Paesi di sviluppar‐si. I Paesi ricchi devono consumare meglio, aumentando quindi l’efficienza energetica, per poter consentire ai Paesi emergenti di consumare di più, unica condizione per il loro sviluppo. E’ ancora l’Ing. Clerici ad of‐frire un quadro chiaro: “Tutti parlano dell’efficienza energetica, citando poten‐ziali enormi, ma i fatti non corrispondono alle parole. Il perché questo accade è dato dal fatto che: è diffusa in milioni di applica‐zioni; mancano corrette e divulgate infor‐mazioni; nelle aziende chi è responsabile del CAPEX non è responsabile dell’OPEX ed è incentivato a “spremere” i fornitori per ridurre l’investimento iniziale; per mol‐te aziende l’energia non è il core business;
n Italia gli energy manager contano poco e non hanno influenza sugli acquisti di impianti/macchinari che condizionano i consumi energetici; vi sono dubbi che la tecnologia ripaghi quanto promesso; e infi‐ne, si ha paura di contraffazioni. E allora cosa fare? Intanto Informazione e
comunicazione sono fondamentali, ma è importante trovare nuovi ‘messaggi’ e nuove metodologie di comunicazione. Poi, portare, per esempio, in televisione ed in internet gli enti campioni di ‘efficienza energetica’ e le esperienze di best practi‐ce, e indire presso le associazioni ‐ di indu‐striali e non ‐ ‘premi annuali’ per aziende che si distinguono per alta efficienza ener‐getica dei loro impianti e produzioni. Oc‐corre creare / arrivare ad una diffusa men‐talità del ‘Life Cycle Cost’ contro la domi‐nante cultura della riduzione del costo dell’investimento iniziale (CAPEX); e que‐
Punto 2: un esempio (Fonte: Nomisma)
Perimetro
«… Relativamente al perimetro descritto l’investimento complessivo … darebbe luo‐go a un aumento di impatto sul PIL dell’1,4% e a un incremento di impatto sull’occupazione di 382.000 unità …». … L’aumento del PIL … migliora i saldi di finanza pubblica, rispetto al sentiero pro‐grammato. Se lo Stato restituisce il maggiore gettito all’economia, senza incidere sul percorso che ha programmato di rientro del debito, si ottiene uno stimolo alla do‐manda aggregata notevolmente amplificato. …»
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Associazione RELOADER onlus 00185 Roma ‐ Viale Carlo Felice 89
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sto vale per i tre principali settori dei tra‐sporti, industria ed edifici ed i governi con la collaborazione dei privati e NGO’s devo‐no investire subito in campagne informati‐ve”.
Punto 4 L’energia rappresenta una possibilità di sviluppo per tutti i popoli, costituendo un presupposto essenziale per ottimizzare la produzione agricola ed industriale e per arginare la povertà.
In tutto il mondo una persona su quattro non ha accesso all’elettricità: in ‘soldoni’, 1,5 miliardi di persone non hanno accesso all’elettricità e concretamente non posso‐no svilupparsi. Non solo: nei Paesi emer‐genti il numero di morti causato da com‐bustione di materiali poveri (unica fonte disponibile per produrre energia) sta supe‐rando quello dei morti per AIDS. Anche in Italia ‐ come per gli altri Paesi industrializ‐
zati ‐ occorre ottimizzare l’efficienza ener‐getica, per consentire ai Paesi non svilup‐pati di consumare di più, accedendo a fon‐ti energetiche pulite affinché possano svi‐lupparsi. In parole povere i Paesi ricchi de‐vono consumare meglio (aumentando l’efficienza energetica) per bilanciare l’ineludibile necessità dei Paesi emergenti di consumare di più per poter avviare quel processo di sviluppo a cui giustamente a‐spirano. Così si esprime Giuseppe Sammar‐co – Direttore esecutivo della Fondazione Eni ‘Enrico Mattei’.
Il ruolo delle imprese come supporto al mondo della ricerca e alle best practices.
“Tutti siamo d’accordo – sostiene il Dott. Alberto Dossi, Presidente del Gruppo Sa‐pio ‐ nell’asserire che l’innovazione e la ri‐cerca siano gli elementi determinanti per lo sviluppo del Paese: senza ricerca non ci può essere sviluppo e competitività. E’
Il Gruppo Sapio è una azienda monzese ‐ con un importante stabilimento produtti‐vo a Venezia e diversi in Italia ‐ leader nel settore dei gas tecnici e medicinali, puri, purissimi e liquidi criogenici, che da sem‐pre si impegna sul fronte della ricerca fina‐lizzata all’individuazione di nuove tecnolo‐gie per la qualità della vita. Il know‐how che il Gruppo ha acquisito in 90 anni di vi‐ta è andato anche a supporto di importanti progetti di ricerca sviluppati da Università, Centri di Ricerca Pubblici e Privati, Enti e Istituzioni nazionali e internazionali. In quest’ottica bene si inserisce il Premio Sa‐
pio per la Ricerca Italiana un esempio con‐creto di divulgazione, promozione e valo‐rizzazione della ricerca in Italia oltre che testimonianza della costante attenzione del Gruppo verso il mondo scientifico. Il Premio viene promosso con il patrocinio di: Presidenza del Consiglio dei Ministri, Camera Dei Deputati, Ministero dello Svi‐luppo Economico, Ministero della Semplifi‐cazione, CNR, Istituto Superiore di Sanità e una rosa qualificatissima di Enti, Universi‐tà e strutture di ricerca.
[email protected] www.premiosapio.it
proprio questo il vero obietti‐vo da centrare: e cioè incre‐mentare la competitività del Paese e favorirne la crescita a l ivel lo internazionale, all’interno di un quadro di in‐sieme in cui sia finalmente la ‘conoscenza’ a fungere da vo‐lano per lo sviluppo economi‐co. Il Premio Sapio oggi vuole essere uno stimolo verso i de‐cisori, affinché adottino quei provvedimenti – ormai impro‐rogabili – per dare concreta‐mente valore alla ricerca, allo sviluppo, all’innovazione.”
Il Gruppo Sapio
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