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Date post: 10-Jan-2017
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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea Relazione finale Settembre 2012 Università degli Studi di Torino Politecnico di Torino In collaborazione con Karlstad University Eaulogie s.r.l. REGIONE PIEMONTE Settore Tutela e Gestione della Fauna Selvatica e Acquatica
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Studio sugli spostamenti

(migrazioni) delle principali specie

ittiche del bacino della bassa Dora

Baltea

Relazione finale

Settembre 2012

Università degli Studi di Torino Politecnico di Torino

In collaborazione con

Karlstad University

Eaulogie s.r.l.

REGIONE PIEMONTE Settore Tutela e Gestione

della Fauna Selvatica e Acquatica

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Responsabili scientifici:

Prof. Gilberto Forneris (Università degli Studi di Torino)

Ing. Claudio Comoglio (Politecnico di Torino)

Gruppo di lavoro:

Dott. Massimo Pascale

Dott. Michele Spairani

Dott. Stefano Forneris

Dott. Olle Calles

Dott. Matteo Barzan

Dott. Alessandro Balestrieri

Ing. Paolo Vezza

Si ringraziano per la collaborazione l’ Ente di gestione delle Aree Protette del Po e della Collina Torinese, il Servizio Tutela della Fauna e della Flora della

Provincia di Torino, il Servizio Valorizzazione e Protezione Flora e Fauna della Provincia di Vercelli, il Settore Tutela Quantitativa e Qualitativa delle Acque

della Regione Piemonte, i proprietari e gestori delle tenute Baraccone e Pastore, i gestori delle riserve di pesca (FIPSAS, Pastore, Tenuta Duca-Arborea

ss) e le associazioni dei pescatori e tutti coloro che hanno contribuito a vario titolo alla realizzazione del presente studio.

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Indice

1. Premessa 3 2. Sito di studio 4 3. Inquadramento ambientale 7 4. Sintesi dati idrologici disponibili 9 5. Inquadramento ittiologico 14 6. Campionamento dell’ittiofauna 16 7. Risultati del campionamento dell’ittiofauna 22 8. Monitoraggio mediante radiotracking 42 9. Risultati del monitoraggio mediante radiotracking 51 10. Considerazioni conclusive 86

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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1. Premessa

Il presente documento costituisce la relazione finale relativa alle attività dal titolo “Studio sugli spostamenti

(migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea” di cui alla Convenzione

n.16182 del 11/05/2011 stipulata tra l’Università di Torino, Dipartimento di Produzioni Animali, Epidemiologia

ed Ecologia e la Regione Piemonte.

Le attività illustrate nella presente relazione sono state svolte dal personale del Politecnico di Torino e

dell’Università degli Studi di Torino in collaborazione con la Karlstad University, Svezia (marcatura ed

installazione stazioni fisse) ed Eaulogie s.r.l. (campionamenti ittiofauna).

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2. Sito di studio

Il sito di studio è costituito dal tratto terminale del Fiume Dora Baltea dalla traversa del Canale Farini in

Comune di Saluggia (VC) sino alla confluenza con il Fiume Po (lunghezza pari a circa 7 km) e da un tratto di

Fiume Po in corrispondenza della suddetta confluenza (lunghezza pari a circa 17,5 km) dalla traversa

fluviale della Coutenza Canali Cavour in Comune di Chivasso (TO) sino al ponte della SP 107 tra il Comune

di Crescentino (VC) e di Verrua Savoia (TO).

Gli estremi di monte dei due tratti costituiscono un ostacolo per le migrazioni delle diverse specie ittiche.

Figura 1. Area di studio (estratto da Google Earth, scale alterate)

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Figura 2. Area di studio (estratto da Google Maps)

Figura 3. Traversa Coutenza Canali Cavour sul Fiume Po (estratto da Google Maps)

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Figura 4. Traversa Canale Farini sul Fiume Dora Baltea (estratto da Google Maps)

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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3. Inquadramento ambientale

La porzione di reticolo idrografico piemontese indagata nella presente studio ed oggetto delle attività di

monitoraggio presenta alcune peculiarità che la rendono, per certi versi, un sistema unico in Piemonte; i due

fiumi che lo costituiscono hanno caratteristiche molto differenti, essendo l’uno (il Po) caratterizzato da regime

idrologico nivo-pluviale e caratteristiche potamali, proprie delle zone colonizzate da ciprinidi, l’altro (la Dora

Baltea), caratterizzato da regimi termici delle acque e tipi di substrato idonei per il mantenimento di

popolazioni di salmonidi e timallidi fino alla sua confluenza con il Po. A valle della confluenza con la Dora il

Po acquisisce inoltre molte della caratteristiche proprie del suo principale affluente piemontese, divenendo

ambiente potenzialmente capace di ospitare tutti i pesci d’acqua dolce tipici della porzione occidentale del

distretto padano-veneto.

All’interno di questo sistema sono presenti quindi habitat idonei al mantenimento di un elevato numero di

specie, da quelle d’acqua fredda come le trote, i temoli e gli scazzoni, a quelle d’acqua temperata come la

tinca, il triotto e la scardola.

Un altro aspetto molto importante e peculiare tra i sistemi di confluenza dei corsi d’acqua più importanti a

livello piemontese è la relativa “apertura” del sistema. In questo ambito i pesci hanno la possibilità di

spostamenti consistenti, soprattutto lungo il Po, a seconda dei momenti dell’anno ed in funzione delle

rispettive esigenze ecologiche.

Grossolanamente è possibile identificare il tratto terminale della Dora Baltea come la zona idonea per la

riproduzione delle specie frigofile, il tratto di Po chivassese come l’area di frega dei ciprinidi reofili, le lanche

ed i rami laterali del Po della zona di Crescentino come le zone riproduttive dei pesci fitofili (triotto, scardola,

tinca) e del luccio. La Dora Baltea è particolarmente importante per salmonidi, timallidi e cottidi ai fini

riproduttivi, in quanto acque fredde, veloci e substrati ghiaioso costituiscono le condizioni necessarie per la

deposizione ed è altrettanto importante durante il periodo estivo, quando la temperatura del Po, anche a

causa degli ingenti prelievi ad uso irriguo, diviene elevata ed incompatibile con la sopravvivenza di trote,

temoli e scazzoni.

Dal punto di vista riproduttivo, ad esempio, la maggior parte dell’attività di deposizione dei salmonidi, ed in

particolare di Salmo (trutta) marmoratus, importante endemismo dell’area padana e specie inserita dalla

Comunità Europea tra quelle a rischio necessitanti di misure di tutela, è concentrata nel tratto di Dora Baltea

a valle della presa del canale Farini a Saluggia (Pascale, rif. pers.), dove a gennaio sono state contati in un

tratto favorevole di poco più di 100 m lineari oltre 120 nidi di deposizione.

Dal punto di vista degli ostacoli allo spostamento dell’ittiofauna il corso principale del Po risulta privo di

elementi di rottura della continuità longitudinale da Casale Monferrato fino a Chivasso, per un tratto lungo

quindi circa 30 km, mentre la Dora Baltea è percorribile senza particolari problemi dalla confluenza con il Po

fino alla presa del canale Farini, in comune di Saluggia, per un tratto superiore ai 5 km. La presa del canale

Farini, priva di scala di risalita, con rilascio di tutta la portata attraverso uno “scaricatore”, determina

l’impossibilità o, quantomeno, l’oggettiva difficoltà nell’accesso ai siti a monte, salvo che con condizioni

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idrologiche particolari, per i pesci; la concentrazione dell’attività riproduttiva dei salmonidi nel tratto a valle,

come sopra citato, deriva dalla presenza di uno sbarramento difficilmente valicabile.

Un ulteriore aspetto positivo è l’inserimento di quasi tutta l’area considerata all’interno delle due aree protette

facenti parte del Parco del Po Torinese e del Parco Fluviale del Po e dell’Orba per quanto riguarda la parte

di Po a valle di Crescentino.

Ciò ha in qualche modo protetto i due corsi d’acqua negli ultimi decenni da prelievi di materiale litoide e

messa in opera di arginature con riprofilature e ricalibrature varie unite da asportazione e ricollocazione di

materiali, mantenendo quindi inalterati i substrati riproduttivi e gli ambiti spondali.

Dal punto di vista delle attività e delle pressioni antropiche va invece rilevata l’alterazione idrologica dei due

corsi d’acqua in oggetto, entrambi soggetti a forti depauperamenti estivi determinati da un lato dall’opera di

presa del canale Cavour, dall’altro dalla pletora di canali in gran parte gestiti dal sistema Ovest Sesia; tutti

questi corpi idrici artificiali approvvigionano d’acqua la zona risicola dell’area casalese e vercellese ed in

alcuni di essi sono state posizionate centrali idrolelettriche per lo sfruttamento delle portate un tempo

destinate alla sola agricoltura.

Per i tratti di Po e Dora Baltea in oggetto la Regione Piemonte ha previsto valori di Deflusso Minimo Vitale,

obbligatorio dall’anno 2008, ridotti ad un terzo del valore nominale nel periodo irriguo. Si tratta di portate che,

se rispettate, costituiscono una porzione limitata delle portate naturali, con ricadute non trascurabili sugli

ecosistemi fluviali, parzialmente mitigate dal fatto che limitati sono gli altri fattori di alterazione antropica

(escavazioni ed interventi in alveo, immissioni di scarichi industriali), anche per la presenza delle succitate

aree protette.

Dal punto di vista del prelievo alieutico, altro fattore potenzialmente impattante su molti pesci e su alcuni

gruppi in particolare, il fiume Po è, sostanzialmente, libero alla pesca su tutto il suo tratto chivassese ed a

valle fino a Casale Monferrato. Nel tratto indagato non esistono limitazioni temporali all’attività di pesca, ne’

zone di protezione della fauna ittica.

La Dora Baltea, viceversa, alterna zone di pesca private (Riserva Pastore, Riserva “del Duca”), tratti liberi

alla pesca in provincia Vercelli e Torino, zone a gestione particolare (tratto “no kill” F.I.P.S.A.S. per la trota

marmorata), zone di “divieto di pesca” integrale.

L’area di studio è stata oggetto di una serie di campagne di monitoraggio dell’ittiofauna a cura degli ittiologi

Spairani e Pascale i cui risultati sono riportati in una specifica relazione, che hanno confermato come specie

degna di maggiore attenzione la trota marmorata (Salmo marmoratus) seppur con una presenza

significativamente inferiore alle attese; le altre due specie per le quali si era inizialmente previsto di effettuare

un’analisi telemetrica, il temolo (Thymallus thymallus) ed il barbo (Barbus sp.) sono state rinvenute in

numero esiguo e ciò non ha quindi consentito di procedere alla relativa marcatura; infine, come da attese, la

presenza siluro (Silurus glanis) nel corso del Fiume Po è stata confermata in buon numero, il che ha

permesso di includere nello studio telemetrico diversi esemplari di questa specie alloctona al fine di

valutarne le dinamiche di spostamento a livello locale.

Si è quindi proceduto ad individuare la trota marmorata (Salmo marmoratus) ed il siluro (Silurus glanis)

come specie oggetto delle attività di monitoraggio mediante tecniche telemetriche (radiotracking) al

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fine di identificare eventuali pattern di spostamento tra i due corpi idrici in funzione del differente

regime idrologico.

4. Sintesi dati idrologici disponibili

I dati validati più recenti relativi al tratto in esame resi disponibili dalla Regione Piemonte con una serie

storica continua risalente almeno al 2003 sono relativi a due stazioni idrometriche, che sono state quindi

considerate per una caratterizzazione dell’andamento idrologico su base mensile: l’idrometro di S.Mauro-

Castiglione sul Fiume Po (periodo 2003-2010), ubicato a monte del sito oggetto di studio (e della traversa

della Coutenza Canali Cavour), e l’idrometro di Verolengo sul Fiume Dora Baltea (periodo 2002-2010),

ubicato all’interno del tratto indagato, a monte della confluenza in Po.

Figura 5. Idrometri regionali

Di seguito si riporta l’andamento delle portate medie mensili relative alle due stazioni idrometriche in esame.

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Q medie – Po a Castiglione [m3/s]

ANNO Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic ANNO

2010 11,5 14,9 64,5 56,0 200,5 264,7 34,7 62,4 13,7 13,9 84,5 37,1 71,5

2009 19,7 35,8 59,4 409,2 281,0 180,9 48,1 16,9 48,9 26,1 13,8 12,9 96,1

2008 19,1 13,9 13,7 34,0 214,2 243,3 26,1 15,2 14,0 14,6 81,8 142,0 69,3

2007 51,9 47,8 22,7 69,7 93,6 123,9 12,4 18,6 20,6 12,8 15,8 16,3 42,2

2006 19,0 15,3 15,2 31,0 133,1 52,2 45,1 37,1 161,3 78,0 50,1 49,6 57,2

2005 18,5 19,5 19,6 59,0 39,5 19,5 20,0 23,1 77,2 90,8 13,6 11,0 34,3

2004 18,3 28,9 19,7 53,3 139,2 52,4 18,4 17,9 24,7 19,0 39,1 22,8 37,8

2003 56,8 13,1 12,9 14,3 41,9 19,7 10,7 23,4 28,0 10,8 24,0 81,2 28,1

medie 26,8 23,6 28,5 90,8 142,9 119,6 26,9 26,8 48,5 33,2 40,3 46,6 54,6

Q medie - Dora Baltea a Verolengo [m3/s]

ANNO Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic ANNO

2010 29,5 37,2 37,4 21,8 124,5 215,6 66,2 47,2 31,1 37,0 63,1 32,3 61,9

2009 49,6 49,2 46,3 110,4 225,2 224,1 94,2 26,8 56,8 33,1 24,2 22,1 80,2

2008 24,0 24,7 12,6 11,0 145,7 164,5 56,7 27,1 53,2 27,2 84,8 54,0 57,1

2007 29,8 31,3 18,3 16,0 58,8 123,8 18,9 26,3 35,0 22,8 14,1 9,7 33,7

2006 9,8 12,6 6,4 13,6 59,1 25,3 16,1 10,6 80,0 53,2 39,2 28,9 29,6

2005 19,3 17,8 15,0 19,3 56,0 49,8 11,3 18,4 64,8 43,1 23,1 16,0 29,5

2004 27,8 25,9 20,8 23,4 84,1 96,2 35,6 36,7 41,8 55,3 98,2 33,3 48,3

2003 36,2 24,0 19,0 11,4 66,5 85,4 13,3 18,5 27,6 34,8 50,2 65,4 37,7

2002 35,7 46,6 33,8 6,3 141,0 209,1 60,3 65,5 92,9 53,7 95,9 66,5 75,6

medie 29,1 29,9 23,3 25,9 106,8 132,6 41,4 30,8 53,7 40,0 54,8 36,5 50,4

Figura 6. Dati idrometrici (medie mensili ed annue) stazioni Po a Castiglione e Dora Baltea a Verolengo

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Di seguito si riportano i dati relativi al Fiume Po rilevati alla stazione idrometrica di San Sebastiano da Po,

ubicata nel tratto di interesse, a valle della traversa della Coutenza Canali Cavour, nel periodo 2007-2010.

Q medie - Po a San Sebastiano da Po [m3/s]

ANNO Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic ANNO

2010 60,4 73,8 141 108 360 529 102 84,1 50,5 113 272 157 171

2009 109 155 153 607 464 273 93,6 52,5 132 112 63,5 53,9 189

2008 38,3 35,3 39,9 28,9 282 398 59,3 31,5 89,1 51,5 208 297 130

2007 ND ND 44,6 29,0 111,7 190,4 11,3 22,5 39,5 20,2 24,2 19,3 ND

medie 69,2 88,0 94,6 193,2 304,4 347,6 66,6 47,6 77,8 74,2 141,9 131,8 163,3

Figura 7. Dati idrometrici (medie mensili ed annue) stazione Po a S. Sebastiano

Sono stati inoltre resi disponibili i dati (non validati) dei livelli idrometrici registrati ogni 30’ sul Fiume Po

presso le stazioni automatiche della Regione Piemonte che interessano l’area in esame nel periodo in cui è

stato svolto lo studio telemetrico: l’idrometro di S. Sebastiano da Po e sul Fiume Dora Baltea a Verolengo.

L’andamento dei livelli registrati ai due idrometri è stato elaborato nei seguenti grafici relativamente al

periodo dal 1/1/2012 al 1/9/2012.

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Figura 8. Andamento livelli idrometrici 2012 stazioni Po a S. Sebastiano e Dora Baltea a Verolengo

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Di seguito si riporta invece l’andamento delle portate medie elaborate dalla Regione Piemonte su base

giornaliera con riferimento alle scale di deflusso delle due sezioni monitorate.

Figura 9. Confronto andamento portate medie giornaliere 2012 stazioni Po a S. Sebastiano e Dora Baltea a Verolengo

I picchi principali di portata media giornaliera per la Dora Baltea sono stati registrati nei giorni 1 e 2/5 (265,33

e 224,66 m3/s) ed il 4/6 (224,61 m

3/s); anche per il Po i valori massimi sono stati registrati nei giorni 1 e 2/5

(575,4 e 669,5 m3/s) mentre un secondo picco è avvenuto il 21 e 22/5 (479 e 475,5 m

3/s).

I valori più bassi si sono manifestati per la Dora Baltea nel mese di agosto (10,05 m3/s il 16/8) mentre per il

Po nel mese di luglio (6,22 m3/s il 15/7).

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5. Inquadramento ittiologico

In bibliografia sono presenti dati ittiologici sull’area in oggetto risalenti alla prima realizzazione della Carta

Ittica Regionale (Regione Piemonte, 1991).

Le sezioni cui si fa riferimento sono la Po14 (Chivasso) e Po15 (Verrua Savoia) per l’asta principale del Po,

la 00/2116 (Crescentino) per la Dora Baltea.

La check list delle specie del Po comprende 24 specie: anguilla, alborella, barbo, barbo canino, cavedano,

gobione, lasca, sanguinerola, savetta, scardola, tinca, triotto, vairone, cobite, ghiozzo padano, luccio, persico

reale; tra gli alloctoni: trota fario, trota iridea, carassio, carpa, pesce gatto, persico sole, persico trota.

Nella Dora Baltea sono censite 20 specie: trota marmorata, temolo, anguilla, alborella, barbo, barbo canino,

cavedano, lasca, sanguinerola, scardola, tinca, triotto, vairone, cobite, ghiozzo padano, persico reale,

scazzone; tra gli alloctoni: trota fario, carpa, persico sole.

La Carta Ittica descrive il Po come “zona a ciprinidi reofili/limnofili”, la Dora Baltea come “zona a trota

marmorata/temolo”.

Nel 2004, nell’ambito del Monitoraggio della fauna ittica in Piemonte (Regione Piemonte, 2006), presso

Lauriano Po la comunità ittica risulta formata da 17 specie, cinque delle quali alloctone; tra le forme

autoctone sono presenti trota marmorata, alborella, barbo, cavedano, gobione, lasca, savetta, scardola,

triotto, vairone, cobite, ghiozzo padano; tra gli alloctoni: trota iridea, carassio, carpa, persico sole,

pseudorasbora. A Verrua Savoia sono presenti solo 10 specie: alborella, barbo, cavedano, gobione, lasca,

vairone, persico reale; tra gli alloctoni: carassio, persico sole, pseudorasbora.

Nella Dora Baltea a Saluggia sono censite 21 specie, delle quali due specie salmonicole (trota marmorata e

fario), nove ciprinicole, oltre a temolo, cobite, ghiozzo padano, luccio e scazzone; tra gli alloctoni: la già

citata trota fario, carassio, persico sole, persico trota, pseudorasbora e rodeo amaro.

L’applicazione dell’indice ittico (Forneris et al., 2006) pone il Po in quinta e quarta classe (stati pessimo e

scadente), in prima classe la Dora Baltea (stato ottimo).

Nel 2009 viene realizzato il Monitoraggio della fauna ittica piemontese (Regione Piemonte, in stampa). Le

stazioni censite sono la 001197 (fiume Po, Lauriano), la TO050 (fiume Po, Verrua Savoia), la TO910 (fiume

Dora Baltea, Rondissone) e la 039025 (fiume Dora Baltea Saluggia).

Nel Po, presso Lauriano, la comunità ittica è composta da 12 specie: alborella, barbo, cavedano, gobione,

sanguinerola, vairone, cobite, ghiozzo padano; tra gli alloctoni: trota fario, carpa, pseudorasbora, siluro.

L’indice ittico pone la stazione in seconda classe (stato buono).

Presso Verrua Savoia sono presenti alborella, barbo, cavedano, gobione, sanguinerola, vairone, cobite,

ghiozzo padano, scazzone; tra gli alloctoni: carpa, pseudorasbora, siluro. L’indice ittico pone la stazione in

seconda classe (stato buono).

Nella Dora Baltea presso Rondissone sono presenti 10 specie, otto delle quali autoctone: trota marmorata,

temolo, scazzone, alborella, barbo canino, cavedano, vairone, ghiozzo padano, tra le specie alloctone sonio

state rinvenute la trota fario e la trota iridea. La classe di qualità ittiologica è la seconda (stato buono).

Presso

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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Oltre ai dati relativi a studi effettuati per conto della Regione Piemonte sono disponibili risultati relativi a

campionamenti effettuati nel corso del 2004 nell’ambito dello studio “Fiume Po: miglioramento della fruibilità

delle sponde e della capacità biogenica”, commissionato dalla Provincia di Torino. Nell’area considerata,

presso Chivasso, la fauna ittica è costituita da ciprinidi reofili, limnofili, dalla trota marmorata ed iridea, dal

cobite dal ghiozzo padano e dal persico sole. Di rilievo il rinvenimento della lampreda padana. Le specie

numericamente più rappresentate sono il cavedano ed il gobione, che formano comunità abbondanti e ben

strutturate, con stadi giovanili ben rappresentati. Tra gli altri ciprinidi reofili, lasca e vairone sono

discretamente rappresentati, con popolazioni in cui giovani ed adulti appaiono bilanciati. Di rilievo la

presenza del barbo canino, seppur sporadico. In negativo, viceversa, si evidenzia la scarsa presenza del

barbo comune, per lo più con individui adulti e della savetta. Sono presenti numerosi ciprinidi limnofili, alcuni

d’immissione: alborella, carassio, carpa, pseudorasbora, scardola e triotto; nessuna di queste specie è

abbondante, ma tutte hanno stadi giovanili ben rappresentati. I salmonidi sono rappresentati dalla trota

marmorata e dalla trota iridea, entrambe sporadiche. Il ghiozzo padano è poco comune, il cobite ed il persico

sole più frequenti e con comunità strutturate.

Il giudizio ittiologico complessivo è moderatamente positivo. Sono assenti alcune importanti specie tipiche

quali pigo, sanguinerola, anguilla, e luccio e le specie caratteristiche più importanti costituiscono popolazioni

articolate ma non abbondanti. Significativamente scarsa la presenza del barbo e della savetta.

L’applicazione dell’indice ittico indica qualche elemento di preoccupazione: il valore ottenuto corrisponde ad

una seconda classe di qualità, non elevata per un ambiente di tali potenzialità.

Informazioni ittiologiche relative alla Dora Baltea presso Saluggia sono desumibili da alcuni campionamenti

effettuati nel giugno 2009 (Pascale e Merati, 2009) in uno studio condotto per verificare gli effetti dello svaso

di un bacino idroelettrico ubicato più a monte. La stazione di campionamento è ubicata a Saluggia, presso lo

scarico dello stabilimento ENEA, a valle della traversa di presa del canale Farini.

La comunità ittica è costituita da un 11 specie, con presenza importante di specie alloctone (45%). Specie

codominanti sono sanguinerola, vairone, scazzone e trota marmorata; tutte sono caratterizzate da

popolazioni strutturate in più classi di età. Appena meno rappresentato è il ghiozzo padano. Il barbo è

sporadico, con soli stadi giovanili. Tutte le specie alloctone rinvenute, ad eccezione della trota fario, sono

sporadiche e con comunità sostenute da rari adulti. Di rilievo, in negativo, il rinvenimento di Misgurnus

anguillicaudatus.

L’applicazione dell’Indice Ittico porta ad un valore dell’indice pari a 30, corrispondente ad una terza classe di

qualità. Si rileva la scarsa frequenza di forme caratteristiche della comunità di riferimento, l’assenza dei

ciprinidi reofili caratteristici, cavedano e lasca, l’assenza del temolo.

Il quadro complessivo derivante dall’analisi dei dati bibliografici del ventennio scorso evidenzia in modo

univoco le due differenti vocazioni del Po e della Dora nel contesto considerato: zone ciprinicole nel Po, con

una ridotta presenza di specie d’acqua fredda nel tratto a valle della confluenza Po-Dora, zona a

salmonidi/timallidi nella Dora Baltea, con presenza di ciprinidi reofili nel tratto di confluenza.

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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6. Campionamento dell’ittiofauna

Nel periodo compreso tra ottobre 2011 e luglio 2012 sono stati condotti una serie di campionamenti in tratti

dei fiumi Po e Dora compresi tra la presa del canale Cavour a monte ed il confine provinciale Torino-

Alessandria a valle (fiume Po) e la confluenza con il Po ed il ponte dell’alta velocità Torino Milano (Dora

Baltea); alcuni dei campionamenti sono stati ripetuti più volte ai fini della cattura e marcatura di individui

appartenenti alle fam. Salmonidae e Siluridae, così come previsto dal progetto. La scelta di campionare e

catturare i soggetti da destinare alla marcatura a partire dal mese di aprile, per quanto concerne i salmonidi,

deriva dall’esigente di intervenire con un’operazione di marcatura su animali fisicamente integri, al di fuori

del periodo riproduttivo e post riproduttivo quando gli animali sono defedati dopo le fatiche accumulate nello

svolgimento della ”frega”.

Scopo dei campionamenti è stato, oltre a prelevare individui destinati alla marcatura, caratterizzare su tratti

significativamente lunghi e senza soluzione di continuità l’ittiofauna presente e verificare le alterazioni nella

composizione, struttura delle popolazioni di pesci presenti, anche in funzione dell’impedimento agli

spostamenti dell’ittiofauna in presenza di ostacoli alle migrazioni longitudinali.

Tutti i campionamenti sono stati condotti con elettrostorditore. Per l’indagine sono stati utilizzati

elettrostorditori spalleggiabili ed a barella, a batteria ed a scoppio; in gran parte dei campionamenti è stato

fatto uso di natante a motore. Per ogni stazione di campionamento sono state compilate schede di campo in

cui sono state annotate le coordinate geografiche e le specie ittiche rinvenute.

Per la stima della situazione ittiofaunistica rinvenuta è stato utilizzato l’Indice Ittico proposto da Forneris et al

(2006, 2007).

L’Indice Ittico è in grado di esprimere una valutazione della qualità naturalistica relativa alla comunità ittica

che popola un corso d’acqua. Un alto livello di differenziazione, in termini di ricchezza di specie

(biodiversità), con particolare riferimento a quelle rare e/o endemiche e/o che destano preoccupazione per il

loro stato di conservazione, comporta un elevato livello di attenzione per la tutela. Il riscontro di evidenti

alterazioni della composizione della fauna ittica, per esempio per scomparsa di una o più specie e/o

presenza di forme alloctone, quindi di un basso livello di qualità, comporta l’adozione di strategie di recupero

ambientale, volte a ristabilire migliori condizioni di qualità delle acque e di rinaturalizzazione degli alvei

fluviali ed a prevedere forme più corrette di gestione per fini alieutici. Vi sono però situazioni con ittiofauna

scarsamente rappresentata (alte zone dei salmonidi) o assente per cause naturali (torrenti montani

alimentati direttamente dall’ablazione di ghiacciai o corsi d’acqua con portate eccessivamente ridotte), per

cui risulta una scarsa qualità senza alterazioni ambientali. In questi casi l’Indice Ittico esprime una

valutazione esclusivamente in termini di valori assoluti della ricchezza naturalistica. In altri casi, soprattutto

nei corsi d’acqua principali, l’indice fornisce anche indicazioni sullo stato ambientale. L’Indice Ittico. non ha

quindi la pretesa di fornire espressamente indicazioni sulla qualità delle acque o sul livello di alterazione

fisica, rispetto a cui vi sono altri strumenti quali l’Indice biotico Esteso (I.B.E.), anche se risultano più o meno

evidenti connessioni tra lo stato dell’ambiente acquatico e quello delle comunità ittiche: l’utilità dell’I.I. risiede

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nella sua capacità di quantificare l’importanza naturalistica di una comunità ittica con un valore numerico di

riferimento, ad esempio ai fini di monitoraggi successivi.

L’Indice Ittico si applica nelle seguenti tipologie ambientali:

Z.U. (zone umide)1.2.1.1 - acque correnti naturali a regime glaciale permanenti (alpino); presenza d’acqua

per tutto l’anno; zone ittiche a salmonidi, spesso poco adatte alle cenosi acquatiche e poco produttive per i

forti limiti dovuti alle basse temperature ed alla torbidità estiva;

Z.U. 1.2.2.1 - acque correnti naturali a regime pluvionivale permanenti (prealpino); presenza d’acqua per

tutto l’anno, tra le zone umide più frequenti del bacino occidentale del Po; zone ittiche a salmonidi, nei

fondovalle dei principali bacini e nella maggior parte dei loro tributari, fino allo sbocco in pianura, talora fino

alla confluenza con il Po;

Z.U. 1.2.3.1 - acque correnti naturali a regime pluviale permanenti (di pianura e/o collinari); presenza

d’acqua per tutto l’anno; zone ittiche a ciprinidi, prevalentemente reofili, con cenosi acquatiche ricche e

diversificate.

Dall’applicazione dell’I.I. risultano esclusi laghi, stagni e paludi, naturali ed artificiali.

Descrizioni dei fattori AD (Areale di Distribuzione originario della specie) ed ST (Stato della Specie nel

suo areale di distribuzione originario).

AD = 1 Ampia distribuzione in tutta o gran parte dell’Europa.

AD = 2 Porzione ristretta dell’Europa e/o fascia mediterranea e/o tutta o buona parte della penisola

italiana.

AD = 3 Fascia mediterranea e/o tutta o buona parte della penisola italiana, ma con popolazioni

frammentate ed incerte e/o tributari dell’alto Adriatico (bacino del Po in epoche glaciali).

ST = 1 Buona consistenza delle popolazioni. Non si segnalano decrementi significativi. Non sono

necessarie particolari misure di cautela. Rischio nullo o basso.

ST = 2 Buona consistenza delle popolazioni in alcune porzioni degli areali di distribuzione originari. Si

segnalano decrementi. Necessaria una certa attenzione per la tutela. Rischio moderato.

ST = 3 Forte decremento delle popolazioni in tutti o quasi gli areali di distribuzione originari. Presenze

sporadiche e/o occasionali. Necessità di misure di tutela straordinarie. Forte rischio.

Il calcolo dell’Indice Ittico prevede l’attribuzione ad ogni specie potenzialmente presente di un valore

intrinseco -V - dato dal prodotto di due fattori:

Fattore AD - areale di distribuzione della specie; esso è tanto più elevato quanto meno esteso è l’areale; le

alterazioni ambientali riducono la consistenza delle popolazioni in aree ridotte con gravi rischi di estinzione;

la loro tutela è strategica ai fini del mantenimento della biodiversità. I valori “AD” attribuiti alle singole specie

sono stati ottenuti sulla base di quanto indicato da diversi Autori.

Fattore ST - stato della specie; considera la consistenza delle popolazioni delle specie nei loro areali di

distribuzioni originari.

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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Per ogni specie autoctona (AU) si ottiene quindi il valore intrinseco (V) dato dal prodotto dei precedenti

fattori (V = ADST).

La seguente tabella riporta i valori (V) per le singole specie ittiche. Per quelle alloctone (AL), presenti fuori

dei loro areali di distribuzione originari, il valore è negativo (V = -1). Per le specie rispetto alle quali si nutrono

dubbi (A0), in quanto ai margini dei loro areali di distribuzione originari, soprattutto nelle situazioni di

incertezza, oppure caratteristiche dell’ambito geografico in esame, ma in tipologie (zone ittiche) adiacenti a

quelle più specificatamente adatte, vale V = 0.

Elenchi delle specie ittiche rinvenibili nel territorio piemontese. Vengono distinte quelle autoctone (AU; con valore intrinseco “V” positivo), quelle alloctone (AL; con V = -1) e quelle incerte o presenti in una tipologia ambientale non idonea (A0; con V = 0). Le specie particolarmente significative ai fini della determinazione delle comunità ittiche di riferimento (AUr; sotto-insieme delle AU) sono evidenziate con celle colorate in verde. Gli elenchi sono riportati per le diverse tipologie alpina “A”, salmonicola “S”, mista “M” e ciprinicola “C”) delle sub-aree Z1.1, Z1.2, caratteristiche del reticolo idrografico della porzione occidentale del bacino del Po, comprendente la regione piemontese.

Genere specie sottospecie Nome volgare Z1.1 Z1.2

A S M C A S M C

Acipenser naccarii storione cobice 0 0 0 +9 0 0 0 +9

Acipenser sturio storione comune 0 0 0 +9 0 0 0 +9

Acipenser trasmontanus storione bianco -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1

Huso huso storione ladano 0 0 0 0 0 0 0 +6

Anguilla anguilla anguilla 0 +2 +2 +2 0 +2 +2 +2

Alosa fallax agone/cheppia/alosa 0 0 0 +4 0 0 +4 +4

Abramis brama abramide -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1

Alburnus albidus alborella meridionale -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1

Alburnus alburnus alborella alborella 0 0 +3 +3 0 0 +3 +3

Aspius aspius aspio -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1

Barbus barbus barbo d’oltralpe -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1

Barbus meridionalis barbo canino 0 +6 +6 +6 0 +6 +6 +6

Barbus plebejus barbo 0 +2 +2 +2 0 +2 +2 +2

Carassius sp pesce rosso/carassio -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1

Chondrostoma genei lasca 0 +6 +6 +6 0 +6 +6 +6

Chondrostoma soetta savetta 0 +6 +6 +6 0 +6 +6 +6

Ctenopharyngodon idellus carpa erbivora -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1

Cyprinus carpio carpa -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1

Gobio gobio gobione 0 +1 +1 +1 0 +1 +1 +1

Hypophthalmichthys molitrix carpa argentata -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1

Hypophthalmichthys nobilis carpa testa grossa -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1

Leuciscus cephalus cavedano 0 +1 +1 +1 0 +1 +1 +1

Leuciscus souffia vairone 0 +4 +4 +4 0 +4 +4 +4

Pachychilon pictum moranec -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1

Phoxinus phoxinus sanguinerola 0 +2 +2 +2 0 +2 +2 +2

Pseudorasbora parva pseudorasbora -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1

Rhodeus sericeus rodeo amaro -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1

Rutilus erythrophthalmus triotto 0 0 +3 +3 0 0 +3 +3

Rutilus pigus pigo 0 +6 +6 +6 0 +6 +6 +6

Rutilus rubilio rovella -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1

Rutilus rutilus gardon -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1

Scardinius erythrophthalmus scardola 0 0 +1 +1 0 0 +1 +1

Tinca tinca tinca 0 0 +1 +1 0 0 +1 +1

Cobitis taenia bilineata cobite 0 0 +4 +4 0 0 +4 +4

Misgurnus angullicaudatus misgurno -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1

Sabanejewia larvata cobite mascherato 0 0 +9 +9 0 0 +9 +9

Orthrias barbatulus cobite barbatello -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1

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Gambusia holbrooki gambusia -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1

Lota lota bottatrice -1 -1 0 0 0 0 +2 +2

Gasterosteus aculeatus spinarello -1 -1 -1 -1 0 +4 +4 +4

Salaria fluviatilis cagnetta -1 -1 -1 -1 0 +4 +4 +4

Lepomis gibbosus persico sole -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1

Micropterus salmoides persico trota -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1

Gobius nigricans ghiozzo di ruscello -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1

Orsinigobius punctatissimus panzarolo -1 -1 -1 -1 0 +4 +4 +4

Padogobius martensii ghiozzo padano 0 0 +3 +3 0 0 +3 +3

Gimnocephalus cernuus acerina -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1

Perca fluviatilis persico reale 0 0 +1 +1 0 0 +1 +1

Stizostedion lucioperca lucioperca -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1

Coregonus lavaretus lavarello/coregone -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1

Coregonus 0xyrhynchus bondella -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1

Esox lucius luccio 0 +2 +2 +2 0 +2 +2 +2

Oncorhynchus mykiss trota iridea -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1

Salmo carpio carpione del Garda -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1

Salmo fibreni carpione del Fibreno -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1

Salmo [trutta] macrostigma trota macrostigma (*) -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1

Salmo [trutta] marmoratus trota marmorata (*) +6 +6 +6 +6 +6 +6 +6 +6

Salmo [trutta] trutta trota fario -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1

Salvelinus alpinus salmerino alpino -1 -1 -1 -1 0 0 -1 -1

Salvelinus fontinalis salmerino di fonte -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1

Thymallus thymallus temolo 0 +3 +3 +3 0 + 3 + 3 + 3

Cottus gobio scazzone +2 +2 +2 +2 +2 + 2 + 2 + 2

Ictalurus sp pesci gatto -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1

Silurus glanis siluro -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1 -1

Oltre al valore intrinseco, predeterminato, ai fini della determinazione dell’Indice Ittico, è indispensabile

attribuire alle specie presenti l’Indice di rappresentatività Ir, che viene determinato sperimentalmente

durante il campionamento.

Ir è un fattore moltiplicativo pari a 1, 1,5 e 2 ed è funzione dello stato (indice) di abbondanza della singola

specie e della sua struttura di popolazione.

L’indice di abbondanza “Ia” è composto da un numero (1÷4) e da una lettera (A,B,C). Con “Ia” pari ad 1 la

specie è sporadica, con pochi individui presenti, con “Ia” pari ad 2 la specie è presente, con popolazione

numericamente al di sotto della norma, con “Ia” pari ad 3 la specie è abbondante, con popolazione sostenuta

da un buon numero di individui, con “Ia” pari ad 4 la specie è molto abbondante, numericamente molto

significativa, talora dominante. A, B e C descrivono la struttura di popolazione, indicando rispettivamente una

comunità strutturata, con adulti e stadi giovanili ben rappresentati, una comunità non strutturata per forte

carenza od assenza di individui adulti ed una non strutturata per forte carenza od assenza di individui

giovani.

Per il passaggio dall’indice di abbondanza all’indice di rappresentatività Ir, fondamentale ai fini del calcolo

dell’Indice Ittico vengono adottati i seguenti criteri:

Ir = 1,0 per Ia = 1 (indipendentemente dalla struttura di popolazione);

Ir = 1,5 per Ia = 2/3 (con struttura di popolazione “b” o “c”);

Ir = 2,0 per Ia = 2/3 (con struttura di popolazione “a”);

Ir = 2,0 per Ia = 4 (indipendentemente dalla struttura di popolazione).

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Mentre Ia fornisce indicazioni di carattere molto generale sulla consistenza delle popolazioni ittiche, il valore

Ir permette una valutazione di tipo semiquantitativo. Importante risulta individuare i criteri per il passaggio, su

base numerica, dell’indice Ir dal valore 1,0 al valore 1,5 e 2,0 Popolazione almeno presente, a prescindere

dal giudizio di struttura di popolazione), con l’avvertenza di utilizzare il valore intermedio (Ir = 1,5) per le

popolazioni relative alle specie che, in fase di campionamento, risultano destrutturate (“b” e “c”).

Numero minimo di individui (N) affinché una specie possa considerarsi almeno presente (Ir ≥ 1,5).

Specie (denominazione volgare) N

Barbo, lasca, cavedano, alborella, rovella, vairone, ghiozzo padano, rovella e alborella meridion.

20

Barbo canino, scardola, sanguinerola, triotto, gobione, savetta e ghiozzo di ruscello. 15

Agone/cheppia/alosa, temolo, panzarolo, lavarello, bondella e gambusia. 10

Anguilla, pigo, tinca, cobite, cobite barbatello, persico reale, trote (marmorata e suoi ibridi, macrostigma e suoi ibridi, del Garda, del Fibreno, iridea e fario), salmerini alpino e di fonte, persico sole, persico trota, Ictalurus sp.*, cagnetta, scazzone, carpa, carpa erbivora, Carassius

sp.**, pseudorasbora, aspio, gardon, rodeo amaro, abramide e barbo d’oltralpe.

5

Cobite mascherato, spinarello, acerina e misgurno. 3

Storioni (comune, cobice e ladano), bottatrice, luccio, siluro e lucioperca. 2

Per le specie con N 5 vale Ir = 1 per Ia = 1 e Ir = 2 per Ia > 1, indipendentemente dalla struttura di popolazione (si esclude il valore V = 1,5).

*Comprende Ictalurus melas (pesce gatto), Ictalurus punctatus (pesce gatto punteggiato) e Ictalurus nebulosus (pesce gatto nebuloso)

**Comprende Carassius carassius (carassio) e Carassius auratus (pesce rosso).

Dal prodotto V X Ir si ottiene il punteggio P attribuito ad ogni singola specie catturata. P è sempre positivo

per le specie alloctone e sempre negativo per quelle alloctone.

La somma dei punteggi P permette la determinazione dell’Indice Ittico.

Per passare dall’Indice Ittico alla Classe di qualità Cl occorre inquadrare il tratto di corso d’acqua

campionato all’interno delle tipologie omogenee riportate nella tabella seguente.

Zone ittiche ai fini della determinazione della Classe di qualità dell’Indice Ittico

aree zone

Z1.1

A zona salmonicola superiore (alpina)

S zona salmonicola inferiore

M zona mista

C zona ciprinicola

Z2

S zona salmonicola

M zona mista

C zona ciprinicola

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Queste zone fanno parte delle due macroaree Z1 e Z2 indicate nella tabella seguente

Macro aree del bacino occidentale del Po ai fini dell’attribuzione delle zone ittiche

Z1.1 (area di pertinenza alpina - sublitoranea alpina

e/o occidentale)

Fiume Po. Tributari di sinistra del fiume Po ad esclusione di quelli con regime pluviale sublitoraneo padano e/o con portata specifica di magra normale estiva (o di durata di 355 giorni) inferiore a 2 l/s/km

2. Tributari di

destra del Po a monte della confluenza con il Ricchiardo. Fiume Tanaro a monte della confluenza con il Borbore/Triversa e suoi tributari di sinistra a monte di detta confluenza e suoi tributari di destra per altitudini superiori a 600 m s.l.m.

Z2 (area di pertinenza appenninica - sublitoranea appenninica e/o padana)

Fiume Tanaro a valle della confluenza con il Borbore/Triversa, suoi tributari di sinistra a valle di detta confluenza e tutti i tributari di destra per altitudini inferiori a 600 m s.l.m. Tributari di sinistra del Po con regime pluviale sublitoraneo padano e/o con portata specifica di magra normale estiva (o di durata di 355 giorni) inferiore a 2 l/s/km

2. Tutti i

tributari di destra del fiume Po a Est del Tanaro

Una volta inquadrato il tratto campionato ed attribuita la zona ittica, si applica la tabella successiva per

ricavare la Classe di qualità, che analogamente a quanto avviene per l’Indice Biotico Esteso, decresce

passando dalla prima alla quinta classe.

Classi di qualità (CL = I ÷ V) in funzione dell’Indice Ittico I.I. nelle aree e sub-aree (Z) presenti nella regione piemontese in funzione delle tipologie (Tp: zone Alpina “A”, Salmonicola “S”, Mista “M” e Ciprinicola “C”).

Sub-aree del Piemonte Tp

Stati

I elevato

II buono

III sufficiente

IV scadent

e

V pessim

o

Z1 (area di pertinenza alpina)

Z1.1 (sub-area di pertinenza alpina occidentale sul versante padano)

A 15 15 ÷ 10 10 ÷ 6 5 ÷ 3 3

S 30 30 ÷ 21 20 ÷ 11 10 ÷ 5 5

M 50 50 ÷ 31 30 ÷ 16 15 ÷ 6 6

C 55 55 ÷ 34 33 ÷ 17 16 ÷ 7 7

Z1.2 (sub-area di pertinenza alpina centrale sul versante padano)

A 15 15 ÷ 11 10 ÷ 6 5 ÷ 3 3

S 30 30 ÷ 21 20 ÷ 11 10 ÷ 5 5

M 50 50 ÷ 31 30 ÷ 16 15 ÷ 6 6

C 55 55 ÷ 34 33 ÷ 17 16 ÷ 7 7

Z2 (area di pertinenza appenninica)

Z2.1 (sub-area di pertinenza appenninica sul versante padano)

S 19 18 ÷ 14 14 ÷ 10 9 ÷ 5 4

M 40 40 ÷ 25 24 ÷ 12 11 ÷ 5 5

C 42 42 ÷ 26 25 ÷ 13 12 ÷ 6 6

Stato ecologico della comunità ittica ELEVATO

Stato ecologico della comunità ittica BUONO

Stato ecologico della comunità ittica SUFFICIENTE

Stato ecologico della comunità ittica SCADENTE

Stato ecologico della comunità ittica PESSIMO

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7. Risultati del campionamento dell’ittiofauna

FIUME PO

Il fiume Po è stato oggetto di campionamenti con natante per tratti significativamente lunghi e

rappresentativi. I tratti indagati si estendono dal ponte di Crescentino, a valle, fino alla traversa di

derivazione del canale Cavour, nell’abitato di Chivasso. Alcune stazioni, come quella a monte del ponte di S.

Sebastiano da Po, sono state indagate più volte.

Complessivamente il corso d’acqua ha caratteristiche di “zona a ciprinidi”. Sono presenti, mai con

popolazioni abbondanti, molte delle specie caratteristiche, alcune delle quali con comunità alterate e non

ben strutturate. Le specie più rappresentate numericamente sono risultate l’alborella, il vairone, il gobione ed

il ghiozzo padano. I salmonidi sono poco comuni e localizzati a valle della confluenza con la Dora Baltea.

Barbo e cavedano, specie in passato molto comuni, possono essere considerati come sporadici, così come

la lasca.

In linea generale la situazione ittiofaunistica riscontrata appare migliore a valle della confluenza con la Dora

Baltea, dove l’applicazione dell’indice ittico restituisce III classi di qualità ittiologica (stato sufficiente). In tutte

le stazioni campionate sono presenti specie alloctone che arrivano a costituire, come nel caso della stazione

di Chivasso, il 50% delle specie presenti. Il siluro è presente in tutte le sezioni campionate, così come la

carpa, la pseudorasbora, il barbo europeo e la trota fario.

Il tratto con situazione più compromessa appare quello immediatamente a monte della confluenza con la

Dora Baltea, dove sono state rinvenute pochissime specie, nonostante condizioni idromorfologiche poco

alterate.

Si segnala inoltre come particolarmente preoccupante la situazione rinvenuta presso Chivasso, dove in un

tratto di prismata di circa 400 m sono stati catturati oltre 60 siluri, di taglia compresa tra i 70 ed i 140 cm.

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FIUME DORA BALTEA

Il fiume Dora Baltea è stato oggetto del maggior numero di campionamenti.

Il tratto compreso tra la confluenza con il Po ed il ponte del canale Cavour è stato indagato in modo

continuativo, con natante, in più occasioni.

Complessivamente la situazione ittiologica della Dora Baltea appare migliore di quella del Po. Il corso

d’acqua, che presenta caratteristiche idromorfologiche intermedie tra un corso d’acqua planiziale, con

vocazione “ciprinicola” ed un corso d’acqua montano, con vocazione “salmonicola”, ha una comunità ittica

non particolarmente ricca numericamente, ma costituita da importanti specie del distretto padano-veneto.

I salmonidi, rappresentati dalla trota marmorata, dalla trota fario e dall’ibrido tra le due semispecie, sono

presenti in tutte le sezioni indagate. Il temolo è viceversa sporadico ed è stato catturato in una sola

occasione immediatamente a valle del ponte del canale Cavour.

Lo scazzone, cottide di accompagnamento tipico delle zone a salmonidi è stato catturato in tutto il tratto di

Dora indagato, con popolazione non abbondante ma articolata in più classi di età.

Analogamente allo scazzone, anche vairone e sanguinerola formano comunità strutturate, seppur non

particolarmente ricche in numero di individui. Tra le altre specie, cavedano, gobione e barbo comune sono

sporadici. Il solo ghiozzo padano è stato rinvenuto, presso la confluenza con il Po, in popolazione strutturata.

Tra le specie esotiche, oltre alla trota fario, ubiquitaria, sono presenti il barbo europeo e la trota iridea,

rinvenuti, peraltro, in un’unica occasione nel tratto subito a valle del ponte del canale Cavour.

L’applicazione dell’indice ittico sulla Dora Baltea restituisce un valore oscillante tra una terza ed una seconda

classe di qualità ittiologica (stato sufficiente e buono).

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LE SPECIE ITTICHE DELL’AREA D’INDAGINE

CIPRINIDI

Alborella - Alburnus alburnus alborella.

Piccolo pesce gregario, indigeno dell'Italia settentrionale, diffuso in tutti gli ambienti acquatici ricchi di

vegetazione, sia in acque moderatamente correnti, sia in acque ferme. Al genere Alburnus appartiene

un'altra specie, Alburnus albidus o Alborella meridionale, endemica di alcuni corsi d'acqua dell'Italia

meridionale. I due ciprinidi sono riconoscibili per alcuni caratteri morfometrici e meristici, essendo

difficilmente distinguibili ad un esame visivo. Entrambi presentano corpo fusiforme, più accentuato

nell'alborella meridionale, con bocca supera nell'alborella e supero - mediana nell'alborella meridionale. La

livrea varia dal blu con riflessi metallici al verde scuro sul dorso; i fianchi e l'addome sono di colore bianco -

argenteo. Le due specie possiedono una notevole resistenza ed adattabilità. Anche nel caso dell'alborella

meridionale, così come per la rovella, sono soprattutto le massicce transfaunazioni di ciprinidi a costituire un

reale pericolo per la sopravvivenza della specie. Nell’area indagata l’alborella è stata censita in tutte le

sezioni campionate sul fiume Po, mentre non è stata rinvenuta nella Dora Baltea.

Barbo - Barbus plebejus

E' diffuso in tutti i corsi d'acqua pedemontani e di fondovalle della penisola, nelle zone denominate "a

ciprinidi reofili", dove risulta molto spesso la specie più abbondante. Il corpo è fusiforme, con capo allungato.

La bocca è infera ed è munita di due paia di barbagli. La colorazione è piuttosto variabile, tendenzialmente

grigio - verdastra sul dorso, con addome chiaro. Negli esemplari più giovani è presente una punteggiatura

scura diffusa sul dorso e sui fianchi, mantenuta in fase adulta anche in alcune popolazioni dell'Italia centro -

meridionale. Nonostante le notevoli capacità di adattamento e l'ampio spettro trofico che gli consentono

un'ampia diffusione, anche il barbo, così come altre specie meno tolleranti, ha visto restringere il suo areale

di distribuzione, a causa delle diminuzioni delle portate, delle alterazioni degli alvei e della costruzione di

dighe e sbarramenti che impedendo le migrazioni e l'accesso alle aree di frega limitandone l'elevato

potenziale riproduttivo.

Nell’area indagata il barbo è stato censito in quattro delle cinque sezioni campionate sul fiume Po, ed in tre

delle cinque sezioni campionate nella Dora Baltea.

Cavedano - Leuciscus cephalus

E' una specie ad ampia distribuzione, presente in laghi, stagni, fiumi e torrenti di fondovalle e collinari. A

volte si spinge nei tratti superiori dei corsi d'acqua, fino al limite delle zone a salmonidi. Il cavedano ha

un'ampia valenza ecologica e di conseguenza una notevole adattabilità alle differenti condizioni ambientali.

E' tipicamente gregario, caratteristica questa tipica di tutti i ciprinidi, soprattutto in fase giovanile. La forma

del pesce è fusiforme e slanciata, con scaglie grandi. La colorazione è generalmente grigia, con addome

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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biancastro o giallastro. La bocca, mediana, è priva di barbigli. E' onnivoro, benché gli esemplari di grossa

taglia si nutrano in prevalenza di piccoli pesci.

Nell’area indagata il cavedano è stato censito in tutte le sezioni campionate sul fiume Po ed in quattro delle

cinque sezioni campionate nella Dora Baltea.

Gobione - Gobio gobio

Specie indigena dell'Italia settentrionale, colonizza i corsi d'acqua di fondovalle con fondale ghiaioso o

sabbioso, nelle zone "a ciprinidi reofili" e in alcuni tratti di quelle "a ciprinidi limnofili". Molto spesso viene

confuso dai pescatori con il barbo canino per la colorazione simile e per la presenza dei barbigli, benché le

due specie occupino nicchie ecologiche ben distinte. Il gobione possiede però, a differenza del barbo canino,

un solo paio di barbigli. Anche il gobione è in diminuzione in tutto il suo areale di distribuzione, in quanto

molto sensibile agli inquinamenti ed alle minime alterazioni ambientali.

Nell’area indagata il cavedano è stato censito in tutte le sezioni campionate sul fiume Po ed in tre delle

cinque sezioni campionate nella Dora Baltea.

Lasca - Chondrostoma genei

La lasca è un ciprinide reofilo, indigeno dell'Italia centro - settentrionale. Il limite meridionale del suo areale di

distribuzione coincide con i corsi d'acqua adriatici dell'Abruzzo. Condivide i tratti pedemontani e di fondovalle

di fiumi e torrenti con il barbo, con il quale spesso forma sciami misti. La bocca, infera, ha la mascella

prominente ed un caratteristico rivestimento corneo mandibolare. La livrea è scura sul dorso, con fianchi ed

addome argentei ed un'evidente banda scura longitudinale. L'attaccatura delle pinne pettorali, ventrali ed

anale è di colore rosso - arancione, particolarmente acceso durante il periodo riproduttivo. La dieta è

onnivora. La specie è piuttosto esigente dal punto di vista della qualità ambientale; a causa degli impatti

antropici sui corsi d'acqua la lasca è dovunque in netta diminuzione.

Nell’area indagata la lasca è stata censita in un’unica sezione sul fiume Po ed in un’unica sezione

campionata nella Dora Baltea.

Sanguinerola - Phoxinus phoxinus

Piccolo ciprinide reofilo, legato ai corsi d'acqua ed ai bacini limpidi e ben ossigenati dell'Italia settentrionale,

è in grado di colonizzare sia ambienti planiziali, sia ambienti d'alta quota, purché di buona qualità. In questo

senso la sanguinerola può essere considerata un ottimo indicatore di qualità ambientale, essendo una delle

specie più sensibili alle più piccole modificazioni dell'habitat. Durante il periodo riproduttivo si evidenzia un

notevole dimorfismo sessuale nella livrea: i maschi hanno colorazione con tonalità di rosso molto accese,

soprattutto nella zona ventrale, le femmine una colorazione più tenue, bruno - verdastra con una banda

scura decorrente lungo i fianchi. Tale differenza scompare al di fuori del periodo nuziale, quando la

colorazione è uniformemente tenue e sfumata. La sanguinerola è il ciprinide che più ha risentito

dell'espansione dell'areale della trota fario, operato artificialmente dall'uomo con i ripopolamenti. E' infatti

scomparsa in molte acque, marcatamente in quelle di risorgiva e nei piccoli laghi alpini, ambienti di difficile e

delicato equilibrio dove l'introduzione di un forte predatore come la trota ha provocato una riduzione delle

specie presenti.

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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Nell’area indagata la sanguinerola è stata censita in un’unica sezione sul fiume Po ed in tutte le sezioni

campionate sulla Dora Baltea

Vairone - Leuciscus souffia.

Il vairone è un piccolo ciprinide reofilo, indigeno dell'Italia settentrionale e di parte dell'Italia peninsulare,

ampiamente diffuso in tutti i corsi d'acqua con fondali ciottolosi ed acque limpide e ben ossigenate. Ha corpo

fusiforme, bocca piccola e mediana, priva di barbigli; l'attaccatura delle pinne pettorali, ventrali ed anale

spesso mostra un colore rosso - aranciato molto acceso. Sui fianchi è presente una banda scura

longitudinale, molto evidente sulla colorazione di fondo grigiastra. La specie è gregaria. Nonostante una

diffusione ancora piuttosto ampia, l'entità dei popolamenti di questo ciprinide ha subito un notevole

ridimensionamento, a causa del generale deterioramento degli ambienti fluviali e delle immissioni massicce

di altre specie competitive o predatrici.

Nell’area indagata il vairone è stato censito in quattro sezioni campionate sul fiume Po ed in quattro delle

cinque sezioni campionate nella Dora Baltea.

COBITIDI

Cobite - Cobitis taenia.

I cobiti sono piccoli pesci, con forma allungata e bocca munita di tre paia di barbigli. La livrea è variabile, con

due fenotipi estremi, definiti "puta", con macchie regolari lungo i fianchi, e "bilineata", con due evidenti fasce

scure lungo i fianchi ed un numero variabile di fenotipi intermedi. Sul capo è presente una piccola plica

cutanea retrattile, definita spina suborbitale. Vivono in acque limpide e poco veloci, con fondale sabbioso o

melmoso in cui tendono a sotterrarsi durante le ore diurne. L'areale di distribuzione originario, limitato

all'Italia settentrionale e ad alcuni corsi d'acqua tirrenici, si è diffuso a tutta la penisola ad opera dell'uomo.

Nell’area indagata il cobite è stato censito in una sola delle sezioni campionate sul fiume Po; nella Dora

Balte è risultato assente.

COTTIDI

Scazzone - Cottus gobio.

Specie bentonica di taglia modesta, è legata strettamente a corsi d'acqua alpini ed appenninici settentrionali;

coabita con la trota fario nei tratti montani superiori e con la trota marmorata, il temolo ed i ciprinidi reofili

nelle zone di fondovalle. Lo si può indicare, più ancora della trota, come indicatore biologico. E' infatti una

specie che risente delle più piccole alterazioni ambientali e di conseguenza il suo areale di distribuzione è in

progressiva restrizione. Ha risentito, così come altre specie, delle massicce immissioni di trote fario a scopo

di ripopolamento; è infatti una delle prede preferite del salmonide. In alcune risorgive delle prealpi venete

intere popolazioni sono state cancellate per questa ragione. Lo scazzone è un tipico Scorpaeniforme, con

capo largo e depresso, bocca larga e pronunciata, corpo fusiforme con pinne molto sviluppate ed epidermide

priva di scaglie, a volte con appendici spiniformi. Nell’area indagata lo scazzone è stato censito tutte e

cinque le sezioni campionate nella Dora Baltea. Nel Po è assente.

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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GOBIDI

Ghiozzo padano - Padogobius martensii

La famiglia dei Gobidi è rappresentata in Italia da un elevato numero di specie, abitanti sia le acque litoranee

e salmastre, sia le acque dolci. Caratteristica comune a tutti gli appartenenti a questa famiglia è la taglia

ridotta, la forma allungata con capo depresso ed appiattito, la bocca ampia con labbra pronunciate. Le pinne

ventrali sono unite a formare una struttura adesiva denominata disco pelvico. I gobidi sono animali bentonici,

la cui dieta è costituita prevalentemente da larve di insetti ed anellidi. La biologia riproduttiva prevede cure

parentali dopo la schiusa delle uova. Il ghiozzo padano è diffuso nei corsi d'acqua pedemontani e di

fondovalle dell'Italia settentrionale, di cui è endemico. Il suo areale di distribuzione si sovrappone

parzialmente a quello del ghiozzo puntato o panzarolo, anch'esso endemico della porzione centro - orientale

della pianura padana, più comune nelle risorgive.

Nell’area indagata il ghiozzo padano è stato censito in due sezioni campionate sul fiume Po ed in quattro

delle cinque sezioni campionate nella Dora Baltea.

PERCIDI

Pesce persico - Perca fluviatilis

Specie di taglia media, con corpo lateralmente compresso, dal profilo superiore marcatamente arcuato,

coperto da squame ctenoidi profondamente inserite nel derma. La testa è grande, con bocca molto ampia,

situata in posizione terminale, estesa fino a raggiungere il margine anteriore dell'occhio. Sul dorso sono

presenti due pinne contigue: la prima pinna dorsale è formata da 13 -18 raggi spiniformi, mentre la seconda

presenta da uno a tre raggi spiniformi e i restanti 13 - 15 molli Il colore di fondo della livrea è verde oliva o

verde azzurro, con bande scure trasversali. Le pinne pettorali sono di colore giallo scuro, mentre le ventrali e

la pinna anale sono rosso arancio; le pinne dorsali sono grigiastre come la caudale. Il persico reale

raggiunge la lunghezza massima di circa 50 cm. La specie ha ampia distribuzione euro-asiatica. In Italia la

specie è considerata da alcuni autori autoctona dell’Italia centro-settentrionale, sicuramente introdotta in

Italia meridionale e nelle isole. Altri autori mettono in dubbio la sua autoctonia per la penisola italiana.

Nell’area indagata il pesce persico è stato censito in una sola delle sezioni campionate, sulla Dora Baltea.

SALMONIDI

Trota marmorata - Salmo [trutta] marmoratus

E' il salmonide endemico della pianura padana, inconfondibile per la tipica marmoreggiatura sul dorso e sui

fianchi e per l'assenza della puntinatura rossa e nera. E' una delle specie che più ha risentito delle massicce

semine con trote fario di allevamento nei corsi d'acqua della porzione settentrionale della penisola. Il suo

areale di distribuzione originario, comprendente gli affluenti di sinistra del Po, quelli di destra fino al fiume

Tanaro ed alcuni bacini diretti tributari dell'alto Adriatico (fino al bacino dell'Isonzo) è in lenta, costante

contrazione. I tratti montani inferiori e di fondovalle dei grossi fiumi e torrenti alpini, tipici ambienti della trota

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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marmorata, ospitano oggi rari esemplari di questo salmonide, un tempo sovrano incontrastato di quegli

ambienti. Le cause della rarefazione della trota marmorata vanno ricercate nelle già citate ripetute semine

con trote fario; tali ripopolamenti hanno provocato un aumento delle popolazioni di ibridi che costituiscono

spesso il 100% delle popolazioni di alcuni corsi d'acqua e sono comunque sempre presenti nelle zone "a

trota marmorata". Sono però soprattutto le alterazioni ambientali quali i prelievi idrici, i disalvei, gli

inquinamenti a costituire il rischio maggiore per la sopravvivenza per questo salmonide dalle esigenze

ecologiche così delicate e peculiari.

Nell’area indagata la trota marmorata è stata censita in un’unica sezione sul fiume Po ed in tutte le sezioni

campionate sulla Dora Baltea.

TIMALLIDI

Temolo - Thymallus thymallus

Ha corpo fusiforme, allungato, con capo piccolo e appuntito, pinna dorsale ampia e sviluppata in altezza ed

in lunghezza, pinna caudale biloba, scaglie di media grandezza. La colorazione è argentea, con il dorso

tendente al verde pallido. I fianchi possono presentare dei piccoli punti neri, più o meno fitti. Il colore della

pinna dorsale tende al blu nelle popolazioni autoctone, al viola nelle popolazioni introdotte. Durante il periodo

riproduttivo la livrea dei maschi vira su tonalità più accese e la pinna dorsale assume riflessi violacei e blu

molto intensi.

Il genere Thymallus è ad ampia distribuzione olartica, ed è diffuso in molti corsi d'acqua ed ambienti lacustri

europei. In Italia risulta indigeno nella pianura padana, in particolare negli affluenti di sinistra del fiume Po, in

quelli di destra fino al bacino del Tanaro e nei diretti tributari triveneti dell'alto Adriatico. Il suo areale di

distribuzione originario coincide sostanzialmente con quello di Salmo (trutta) marmoratus.

In Piemonte il temolo era presente con popolazioni abbondanti negli affluenti di sinistra del Po con maggiore

portata, nel Maira, nel Varaita e nel bacino del Tanaro.

Nell’area indagata il temolo è stato censito in un’unica sezione sulla Dora Baltea

SPECIE ALLOCTONE

CIPRINIDI

Barbo europeo - Barbus barbus

Ha corpo slanciato con bocca ventrale e, come tutti gli appartenenti al gen. Barbus, due paia di barbigli sul

labbro superiore. I raggi più lunghi della pinna dorsale e della pinna anale sono ossificati con l'orlo posteriore

dentellato. La colorazione del dorso è scura, da bruno-verde a verde-nerastro, più chiara sui fianchi, il ventre

bianco, spesso con riflessi rossastri. Le pinne sono grigio-verdastre con leggera tonalità rossastra che

aumenta verso il margine esterno.

L’areale di distribuzione originale comprende l’Europa centro-orientale. La specie è stata recentemente

introdotta, con acclimatazione, in acque dolci dell'Italia settentrionale e centrale.

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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Vive nel corso medio inferiore di fiumi aventi acque limpide e corrente veloce, dove occupa

preferenzialmente i fondali ghiaiosi. La specie è gregaria.

Il barbo europeo occupa in gran parte la nicchia ecologica del barbo italico (Barbus plebejus), rispetto al

quale mostra una maggiore adattabilità alle modificazioni idromorfologiche e migliori performance

nell’accrescimento. Nelle zone dove è stato immesso, come nel corso principale del Po, ha in breve tempo

determinato la scomparsa della specie autoctona italiana e la comparsa di ibridi.

Nell’area indagata il barbo europeo è stato censito in quattro sezioni campionate sul fiume Po ed in un’unica

sezione nella Dora Baltea.

Carpa - Cyprinus carpio

Ha corpo piuttosto tozzo, sviluppato in altezza, bocca piccola, mediana, con due paia di barbigli sulla

mascella superiore; le scaglie sono generalmente molto grandi. In alcune razze ridotte in numero, in altre

totalmente assenti. La livrea è bruno-verdastra sul dorso, con fianchi color bronzo o giallastri ed addome

bianco o giallastro; le pinne sono bruno-grigie, spesso con sfumature rossastre nelle pinne pettorali, ventrali

ed anali. Sono note varietà differenti che si distinguono per la presenza di scaglie su tutto il corpo (carpa

regina), su parte dei fianchi (carpa a specchi) o per l’assenza totale di scaglie (carpa nuda, carpa cuoio). La

carpa può raggiungere una lunghezza massima di 130 cm per oltre 30 kg di peso.

Cyprinus carpio ed ha distribuzione originaria euro-asiatica limitata, per quanto riguarda l’Europa, al solo

bacino del Danubio ed alle aree circostanti il Mar Nero. Nel resto dell’Europa ed in Italia è stato introdotto in

epoche remote e si è diffuso con rapidità e facilità in molti corsi d’acqua, laghi, stagni e canali. E’ specie

facilmente allevabile.

Nell’area indagata la carpa è stata censita in tre delle sezioni campionate sul fiume Po ed è assente nella

Dora Baltea.

Pseudorasbora – Pseudorasbora parva

Specie originaria dell’Asia orientale; verso il 1960 è stata introdotta nei bacini danubiana e di qui è stata

importata in Italia con i ripopolamenti di “pesce bianco”. Ha corpo fusiforme, compresso lateralmente, capo

appuntito, livrea con dorso grigio, fianchi più chiari, con riflessi argentati, addome biancastro. Lungo i fianchi

decorre una banda scura, dall’occhio fino al peduncolo caudale. La bocca è piccola, aperta verso l’alto. La

taglia massima raggiungibile è di 10 cm. Il suo habitat è costituito da laghi, stagni e corsi d’acqua a lento

decorso, con fondali sabbiosi e fangosi. La riproduzione è primaverile. Durante il periodo riproduttivo i

maschi presentano vistosi tubercoli nuziali. La dieta, come per la maggior parte dei ciprinidi, è onnivora. La

pseudorasbora occupa una nicchia ecologica in parte coincidente con quella dei ciprinidi reofili, in parte con

quella dei ciprinidi limnofili, con i quali entra inevitabilmente in competizione. Attualmente la specie appare in

forte espansione nelle acque italiane.

Nell’area indagata la pseudorasbora è stata censita in quattro sezioni delle cinque sezioni campionate sul

fiume Po; nella Dora Baltea è risultata assente.

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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Rodeo amaro - Rhodeus sericeus

Ha corpo tozzo, compresso, sviluppato in altezza, bocca piccola, denti faringei su un' unica fila, linea laterale

incompleta, composta da 5-6 scaglie. I maschi hanno livrea molto sgargiante, con tonalità molto accese. Al

di fuori del periodo riproduttivo non c'è dimorfismo.

Il rodeo amaro vive in corsi d'acqua a corrente moderata ed in laghi, con fondo fangoso e presenza di ricca

vegetazione acquatica. La presenza di molluschi bivalvi (Anodonta ed Unio) è indispensabile per la biologia

della specie.

Rhodeus sericeus è una specie a distribuzione europea ed asiatica, presente in Europa dalla Francia nord

orientale (bacino del Rodano) alla regione baltica (bacino della Neva), ed in alcuni bacini balcanici.

Attualmente la specie è in contrazione in molti bacini europei. In Italia la specie è alloctona; segnalata per la

prima volta nel 1990, è oggi una presenza costante in tutto il bacino padano e nell’Italia centrale, dove ha

costituito popolazioni talora abbondanti.

Nell’area indagata il rodeo amaro è stato censito in un’unica sezione sul Po.

SALMONIDI

Trota fario - Salmo [trutta] trutta

E' il salmonide attualmente più diffuso; esso colonizza gli ambienti iposorgentizi ad alta quota, le risorgive di

fondovalle e gli ambienti lacustri, a condizione che temperatura dell'acqua ed ossigeno disciolto si

mantengano su valori compatibili con la sua sopravvivenza. la sua ubiquitarietà è dovuta al suo utilizzo

massiccio per i “ripopolamenti” ai fini alieutici. Recenti studi morfometrici e genetici hanno messo in luce

l'esistenza di due ceppi ben distinti di trota fario, uno autoctono dei corsi d'acqua mediterranei europei, l'altro

di derivazione atlantica. I due ceppi, distinguibili per alcune differenze morfologiche quali numero e

dimensioni delle tipiche macchie nere e rosse, presenza o assenza delle macchie "parr" in fase adulta sono

in grado di riprodursi dando origine ad ibridi (o, più propriamente, ad incroci) che stanno sostituendo le

popolazioni locali di trota fario nelle zone originarie. In Italia l'autoctonia della forma “mediterranea” è oggi

messa in discussione, e comunque è data per scontata da molti autori l'alloctonia di Salmo [trutta] trutta, di

qualunque ceppo, nei torrenti alpini. Alcune pubbliche amministrazioni hanno intrapreso programmi di tutela

e recupero delle presunte residue popolazioni locali di trota fario, impedendo o limitando l'immissione di trote

di ripopolamento ed incrementando la produzione annua di avannotti in ambienti controllati (Incubatoi di

Valle o simili;). Alla luce delle nuove perplessità espresse circa l'autoctonia della trota fario è divenuto

indispensabile chiarire definitivamente lo status della specie a livello italiano, per evitare di intraprendere

programmi di recupero tanto impegnativi quanto inutili dal punto di vista naturalistico.

Nell’area indagata la trota fario è stata censita in un’unica sezione sul fiume Po ed in tutte le sezioni

campionate sulla Dora Baltea.

Trota Iridea - Oncorhynchus mykiss

Originaria dell'America Nord - occidentale, fu introdotta in Italia nel 1900; nelle nostre acque la riproduzione,

seppure documentata, è un fenomeno raro. La specie sfrutta una nicchia ecologica coincidente in parte con

quella della trota fario, rispetto alla quale possiede però una minore adattabilità. Le immissioni di trota iridea

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hanno comunque condizionato le popolazioni autoctone di salmonidi originariamente presenti nei corsi

d'acqua, in quanto le disponibilità alimentari degli ambienti oligotrofici di montagna non sono del tutto

sufficienti per la coesistenza di specie con caratteristiche ed esigenze molto simili.

Nell’area indagata la trota iridea è stato censita in un’unica sezione sulla Dora Baltea.

SILURIDI

Siluro - Silurus glanis

Ha corpo allungato a sezione conica, ma schiacciato lateralmente, dall’orifizio anale fino alla pinna caudale.

La testa è appiattita e massiccia e termina con una bocca larghissima, praticamente ampia come la

circonferenza del corpo; sulle mascelle e sul vomere sono presenti numerosi piccoli denti di forma conica; gli

occhi sono piccolissimi, di colore giallastro; due lunghi barbigli sono posizionati tra la mascella superiore e gli

occhi; altre due paia di barbigli, molto più sottili e piccoli, sono inseriti sulla mascella inferiore. La pinna

dorsale è piccola, poco sviluppata e non è dotata di raggi spinosi, come pure è piccola la pinna caudale, di

forma arrotondata. Le pinne pettorali sono provviste di un robusto primo raggio spinoso, le ventrali sono

piccole e si congiungono con la pinna anale che è assai lunga e si estende per circa la metà del corpo. La

pelle è completamente priva di scaglie ed è ricoperta da abbondante muco, prodotto da un elevato numero

di ghiandole mucipare.

La colorazione è variabile: il dorso ed il capo hanno toni nero-bluastri, lateralmente è presente una

marmoreggiatura di colore biancastro, giallo, grigio o anche verde, il ventre è chiaro. L’areale originario di S.

glanis è piuttosto ampio, estendendosi dall’Asia Occidentale fino al bacino del fiume Reno. Il siluro europeo

è presente dall’Elba e dal corso superiore del Reno fino al bacino dell’Ural, escluse Finlandia e Scandinavia:

in Danimarca e Svezia risulta essere raro. Il siluro è stato invece certamente introdotto in gran parte

dell’Europa mediterranea. In Italia la specie ha ampia diffusione, in continua espansione. Sono attualmente

interessati dalla sua presenza tutto il distretto padano veneto ed i corsi d’acqua maggiori del distretto tosco

laziale.

Nell’area indagata il siluro è stato censito in quattro sezioni delle cinque sezioni campionate sul fiume Po;

nella Dora Baltea è risultato assente.

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8. Monitoraggio mediante radiotracking

A seguito di specifici sopralluoghi lungo l’area di studio, in collaborazione con il personale dell’Ente di

gestione delle Aree Protette del Po e della Collina Torinese si è potuto definire un assetto ottimale per

l’installazione delle stazione riceventi automatiche per il monitoraggio in continuo degli spostamenti dei pesci

marcati lungo il tratto oggetto di studio.

Al fine di poter controllare adeguatamente la confluenza Po-Dora Baltea sono stati individuati n.3 siti idonei,

localizzati nella figura seguente, di cui uno lungo la Dora Baltea, in sponda orografica destra, e due lungo il

Po, a monte della confluenza con la Dora in sponda orografica sinistra ed a valle della confluenza in sponda

destra. La scelta dei siti è stata principalmente basata sulla possibilità di avere una buona copertura del

tratto alveo per la detezione dei passaggi dei pesci marcati ed al contempo una buona esposizione alla

radiazione solare (per i pannelli fotovoltaici atti ad alimentare le stazioni), sulla buona accessibilità dei siti

con una limitata esposizione ai rischi di danni da atti vandalici ed in caso di esondazioni.

Figura 10. Localizzazione stazioni automatiche radiotracking (da Google Maps)

L’installazione delle stazioni è avvenuta nei giorni 27-29 febbraio 2012. Ogni stazione è stata realizzata

mediante una struttura portante in tubazione metallica immorsata nel terreno lungo la quale sono stati

installati un box con chiusura di sicurezza contenente n. 2 stazioni riceventi automatiche (ATS R4500S a

tecnologia DSP - Digital Signal Processing) ed il relativo sistema di alimentazione (batterie tubolari a rilascio

graduale 12V, 100Ah e regolatori di carica), n.2 antenne Yagi a 4 elementi da 110 cm, di cui una orientata a

monte ed una a valle della stazione al fine di garantire la massima copertura in termini di ricezione del

segnale radio nell’intorno del sito esame, e n.1 pannello fotovoltaico da 100W.

DORA

PO-MONTE PO-VALLE

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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Figura 11. Stazione automatica Dora Baltea (stazione Dora)

Figura 12. Stazione automatica Po valle (stazione Po-valle)

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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Figura 13. Stazione automatica Po monte (stazione Po-monte)

Figura 14. Stazione automatica Dora durante scarico dati su laptop

In corrispondenza di ciascuna stazione sono stati inoltre installati datalogger HOBO per il rilievo in continuo

della temperatura dell’acqua. Nello studio sono state altresì impiegate n.2 riceventi manuali modello ATS

R2000 ed ATS R410 per consentire la localizzazione degli individui al di fuori della copertura delle stazioni

riceventi automatiche, mediante sopralluoghi periodici da sponda con localizzazione delle rilevazioni su

supporto cartografico.

In contemporanea con le campagne di monitoraggio mediante elettrostorditore sono state effettuate n.7

campagne di taggaggio (1, 2, 3, 5 e 14 marzo, 26 e 27 aprile 2012) procedendo alla classificazione degli

esemplari catturati ed all’impianto, previa sedazione, di trasmittenti ATS modello F1835 e pit-tags da 32 mm

della Oregon RFId.

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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Di seguito si riportano le principali informazioni relative agli esemplari marcati:

TROTE

N Specie Frequenza trasmittente

Pit-tag Peso [kg]

Lunghezza [mm]

Data cattura/marcatura

Fiume Luogo cattura

Luogo rilascio

1 Salmo

marmoratus 150.612 A9328D6 3,60 690 01/03/2012

Dora Baltea

Valle stazione

Dora

Monte stazione

Dora

2 Salmo

marmoratus 150.723 E820CE 2,75 640 02/03/2012

Dora Baltea

Valle ponte canale Cavour

Monte stazione

Dora

3 Salmo trutta

(ibrido) 150.780 A9328D0 1,55 540 03/03/2012 Po

Fontanetto Po

Fontanetto Po

4 Salmo

marmoratus 150.812 A9328CA 2,25 540 26/04/2012

Dora Baltea

Valle ponte canale Cavour

Monte stazione

Dora

5 Salmo

marmoratus 150.692 A9328C8 3,8 680 27/04/2012

Dora Baltea

Valle ponte canale Cavour

Monte ponte

Verolengo

6 Salmo

marmoratus (ibrido)

150.743 A9328C6 1,3 450 27/04/2012 Dora

Baltea

Valle ponte canale Cavour

Monte stazione

Dora

7 Salmo

marmoratus 150.842 A9328C7 3,95 680 27/04/2012

Dora Baltea

Valle ponte canale Cavour

Monte stazione

Dora

8 Salmo

marmoratus 150.852 A9328C4 1,65 490 27/04/2012

Dora Baltea

Valle ponte canale Cavour

Monte stazione

Dora

9 Salmo

marmoratus (ibrido)

150.702 A9328C5 3,5 640 27/04/2012 Dora

Baltea Stazione

Dora

Monte stazione

Dora

SILURI

N Specie Frequenza trasmittente

Pit-tag Lunghezza

[mm] Data

cattura/marcatura Fiume

Luogo cattura

Luogo rilascio

1 Silurus glanis

150.592 A9328D1 1120 02/03/2012 Po Monte

stazione Po valle

Valle stazione Po valle

2 Silurus glanis

150.632 A9328D3 830 02/03/2012 Po Monte

stazione Po valle

Valle stazione Po valle

3 Silurus glanis

150.753 A9328D2 860 02/03/2012 Po Monte

stazione Po valle

Valle stazione Po valle

4 Silurus glanis

150.802 A9328D4 880 02/03/2012 Po Monte

stazione Po valle

Valle stazione Po valle

5 Silurus glanis

150.911 A9328CF 1100 05/03/2012 Po Monte ponte

FFSS S.Sebastiano

Monte ponte FFSS

S.Sebastiano

6 Silurus glanis

150.713 A9328CD 820 14/03/2012 Po Monte ponte Crescentino

Valle stazione Po valle

7 Silurus glanis

150.792 A9328D5 820 14/03/2012 Po Monte ponte Crescentino

Valle stazione Po valle

8 Silurus glanis

150.862 A9328CC 770 14/03/2012 Po Monte ponte Crescentino

Valle stazione Po valle

9 Silurus glanis

150.891 A9328CD 780 14/03/2012 Po Monte ponte Crescentino

Valle stazione Po valle

10 Silurus glanis

150.972 A9328CE 850 14/03/2012 Po Monte ponte Crescentino

Valle stazione Po valle

Nelle pagine seguenti si riportano alcune riprese fotografiche degli esemplari marcati.

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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Figura 15. Classificazione esemplare di marmorata

Figura 16. Esemplare di marmorata marcato con trasmittente

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Figura 17. Esemplare di marmorata marcato con trasmittente

Figura 18. Esemplare di marmorata marcato con trasmittente

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Figura 19. Esemplare di marmorata in sedazione

Figura 20. Esemplare di marmorata marcato con trasmittente

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Figura 21. Esemplare di siluro marcato con trasmittente

Figura 22. Esemplare di siluro marcato con trasmittente

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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Figura 23. Esemplare di siluro marcato con trasmittente

Figura 24. Esemplare di siluro marcato con trasmittente

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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9. Risultati del monitoraggio mediante radiotracking Di seguito si riportano sinteticamente, per ogni esemplare, le principali evidenze derivanti dalle acquisizioni

effettuate dalle stazioni automatiche ubicate presso la confluenza Po-Dora Baltea, corredate da grafici che,

evidenziando l’intensità del segnale rilevata dalle antenne (monte/valle) di ciascuna stazione nel periodo

esaminato, consentono di visualizzare la mobilità degli esemplari all’interno della zona monitorata.

I risultati sono suddivisi in due gruppi, considerando separatamente le trote ed i siluri.

I grafici rappresentano l’intensità del segnale radio rilevata nel tempo presso ciascuna delle 6 stazioni

automatiche (Dora-UP e Dora-DOWN: a monte ed a valle della stazione sulla Dora Baltea valle; Po-valle-UP

e PO-valle-DOWN: a monte ed a valle della stazione sul Po a valle della confluenza; Po-monte-UP e PO-

monte-DOWN: a monte ed a valle della stazione sul Po a monte della confluenza).

Ogni punto del grafico corrisponde ad una detezione della presenza della frequenza associata al singolo

esemplare nelle vicinanze della stazione; un aumento dell’intensità del segnale significa un avvicinamento

del pesce alla stazione e viceversa, una riduzione dell’intensità rappresenta un allontanamento dalla stessa).

Il passaggio in prossimità di una stazione di monitoraggio è evidenziato dall’incremento progressivo di

intensità di entrambe i segnali dell’antenna di monte e di valle, seguito da un’inversione dei valor i in

corrispondenza del passaggio da monte a valle (o viceversa) della sezione in cui è installata la stazione; si

veda ad esempio il passaggio da monte verso valle della trota marmorata marcata con la frequenza 150.612

rappresentato nel seguente grafico: l’esemplare si avvicina da monte alla stazione (incremento dell’intensità

del segnale rilevato dall’antenna di monte (triangoli verdi) e contestuale incremento dell’intensità del segnale

dell’antenna di valle (crocette viola) che comunque si mantiene inferiore alla precedente), per poi passare a

valle (i valori di intensità del segnale si invertono, evidenziando una prevalenza di quelli rilevati dall’antenna

di valle), per poi stazionare in un sito poco a valle della stazione (intensità pressoché costante con

prevalenza del segnale rilevato dall’antenna di valle).

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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Grazie all’effettuazione di periodici rilievi manuali da sponda è stato possibile verificare con buona

approssimazione le rilevazioni effettuate dalle stazioni automatiche ed individuare, in alcuni casi,

l’allontanamento dal tratto monitorato di alcuni esemplari marcati. Inoltre in occasione dei periodici download

dei dati delle stazioni si è proceduto al rilievo dell’eventuale presenza degli esemplari marcati in prossimità

delle stazioni. Gli esiti dei rilievi specifici sono stati riportati su mappa in modo da poter costituire una base di

riscontro per l’interpretazione dei dati rilevati dalle stazioni automatiche.

Figura 25. Effettuazione di rilievo radiotracking manuale a monte della stazione Po-valle

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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Figura 26. Esempio di mappa di riscontro derivante da rilievo manuale

Di seguito si riportano i primi dati rilevati dai datalogger di temperatura installati presso le stazioni. Quelli sul

Po sono risultati danneggiati da eventi idrologici (piena 1/5) e, presumibilmente, da impatto con materiali

trasportati a valle della corrente, e quindi le serie risultano parziali. Si evidenzia inoltre che la validità di tali

dati è da considerare con estrema cautela a causa della difficoltà di ubicare i datalogger in sezioni

appropriate che garantissero la continuità e l’affidabilità delle rilevazioni. Si ritiene pertanto opportuno, per

eventuali attività future, prevedere la realizzazione di sezioni di misura attrezzate ad hoc.

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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Si evidenziano le significative diminuzioni della temperatura dell’acqua registrate in occasione dei picchi di

portata dell’1 e 23/5 sia sulla Dora che sul Po.

Dal confronto delle temperature alle diverse stazioni, come illustrato nei seguenti grafici, si evidenziano i

valori mediamente più bassi della Dora Baltea rispetto al Po sia nel periodo aprile-maggio in cui i dati sono

comparabili presso i tre siti (differenza media = 1,08 °C; massima = 3,4°C), ma soprattutto nel periodo

maggio-giugno, dove le rilevazioni avvengono in soli due siti (differenza media = 3,3 °C; massima = 5,1°C).

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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TROTE MARMORATE ED IBRIDI

Trota 1 – Freq.150.612

L’esemplare, una marmorata di 3,60 kg di peso e 69 cm di lunghezza, catturato il giorno 1/3/2012 in

prossimità della stazione sulla Dora Baltea e rilasciato a monte della stessa ha dimostrato una discreta

attività “di ispezione dei luoghi” nelle zone limitrofe al punto di rilascio con successivi avvicinamenti ed

allontanamenti dalla stazione per poi passare a valle della stessa nel pomeriggio dell’1/3; successivamente

l’esemplare ha stazionato a valle della stazione, riavvicinandosi progressivamente seppur mantenendosi

sempre a valle della stessa. Nei giorni successivi l’esemplare ha compiuto diversi spostamenti a valle,

giungendo sino ad essere rilevato dalla stazione Po valle (antenna di monte) a partire dal 3/3; tale

comportamento è ancora più evidente nelle giornate successive, in cui presso la stazione sulla Dora Baltea

non si hanno più detezioni, che invece vengono registrate dalla stazione sul Po a valle della confluenza.

L’esemplare si riporta quindi nuovamente presso la stazione sulla Dora.

La frequentazione delle zone prossime alla confluenza viene registrata anche nei giorni seguenti sino al

10/3, con successivi allontanamenti a valle che si manifestano prevalentemente nel periodo notturno.

Sempre il giorno 10/3, nel pomeriggio, l’esemplare staziona per circa 9 ore presso la stazione sulla Dora

(poco a valle) per poi spostarsi decisamente a valle a partire dalle 19:30, e quindi scendere nel Po, a valle

della confluenza portandosi a valle della stazione Po valle dalle 21:13. L’ultima detezione si ha alle 21:28

presso l’antenna di valle della stazione Po valle e da tale momento l’esemplare non viene più rilevato sia

dalle stazioni automatiche che mediante il rilievo manuale.

Di seguito si riporta il dettaglio delle detezioni relative allo svallamento.

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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Trota 2 – Freq.150.723

L’esemplare, una trota marmorata di 2,75 kg di peso e 64 cm di lunghezza, catturato nella Dora Baltea il

giorno 2/3/2012 a valle del ponte del Canale Cavour e rilasciato a monte della stazione sulla Dora Baltea nei

primi giorni ha frequentato il tratto a monte della stazione sulla Dora Baltea con diversi avvicinamenti in

prevalenza nel periodo compreso tra tramonto ed alba. Nei giorni 4 e 5 marzo, in periodo serale-notturno,

l’esemplare esce dal campo di detezione allontanandosi dalla stazione sulla Dora, per poi ripresentarsi nella

serata del 5/3. Successivamente si mantiene nel tratto a monte della stazione per poi transitare di fronte ad

essa spostandosi da monte a valle e viceversa per 6 volte nel periodo 10-11/3, riportandosi infine

nuovamente a monte. Nel seguente grafico si evidenziano alcuni dei suddetti transiti (il segnale viene anche

rilevato dalle stazioni lungo il Po (Po-valle-UP e Po-monte-DOWN).

Nella serata del 12/3 l’esemplare passa a valle e si sposta verso la confluenza con il Po dove viene rilevato

da entrambe le stazioni; si porta quindi a monte della stazione posta a valle della confluenza, come

evidenziato nel seguente grafico.

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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Da tale momento l’esemplare si mantiene nel Po, con successivi spostamenti sia a valle che a monte della

stazione Po-valle. A partire dal 15/4 si mantiene quindi a valle della stazione, come riscontrato dai rilievi

manuali, con un progressivo allontanamento a far data dal mese di giugno.

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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Trota 3 – Freq.150.780

L’esemplare, un ibrido di fario x marmorata di 1,55 kg di peso e 54 cm di lunghezza, catturato nella Dora

Baltea il giorno 3/3/2012 in Comune di Fontanetto Po (VC) e rilasciato nel medesimo sito, non è mai stato

rilevato dalle stazioni automatiche ubicate presso la confluenza Po-Dora Baltea; è stato invece rilevato

mediante i rilievi manuali effettuati sino in aprile.

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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Trota 4 – Freq.150.812

L’esemplare, una marmorata di 2,25 kg di peso e 54 cm di lunghezza, catturato nella Dora Baltea il giorno

26/4/2012 a valle del ponte del Canale Cavour e rilasciato a monte della stazione sulla Dora Baltea si è

spostata a valle nella serata del medesimo giorno raggiungendo la confluenza con il Po nelle prime ore del

27/4, per poi riportarsi a monte, nuovamente in prossimità della stazione, mantenendosi a valle della stessa.

Nelle prime ore del 28/4 si porta nuovamente presso la confluenza con il Po e quindi a valle della stazione

Po-valle, per poi uscire, ulteriormente a valle, dal campo di detezione. Il 30/4 l’esemplare si riporta in

prossimità della stazione Po-Valle. Dal 3/5 si riporta a valle della stazione Po-valle, spostandosi nuovamente

a valle al di fuori del campo di detezione in diverse occasioni tra il 7 ed il 9/5. Quindi nella nottata del 9/5

risale il Po attraversando la confluenza e si riporta a monte della stazione sulla Dora Baltea, come

evidenziato nel seguente grafico.

Sino al 18/5 l’esemplare frequenta il tratto a monte della stazione sulla Dora con progressivi spostamenti

prevalentemente rivolti a monte. Da tale data si porta a monte lungo la Dora Baltea al di fuori del campo di

detezione, per poi essere occasionalmente rilevato dalla stazione in alcune occasioni sino ad agosto sempre

in periodo serale-notturno.

I rilievi manuali lo registrano in più occasioni a valle del ponte del Canale Cavour, evidenziando un chiaro

fenomeno di homing), nonché nel tratto compreso tra tale manufatto ed il ponte sulla Dora a Verolengo.

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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Trota 5 – Freq.150.692

L’esemplare, una trota marmorata di 3,80 kg di peso e 68 cm di lunghezza, catturato nella Dora Baltea il

giorno 27/4/2012 a valle del ponte del Canale Cavour e rilasciato a monte del ponte di Verolengo sulla Dora

Baltea si è mantenuto a monte della stazione sulla Dora sino al 30/4 con successivi avvicinamenti occorsi

prevalentemente nel periodo serale o di prima mattina, riportandosi quindi nuovamente a monte in

prossimità del campo di detezione. Nella giornata del 30/4 l’esemplare si sposta a valle lungo la Dora e

quindi ulteriormente a valle lungo il Po, andandosi a posizionare a monte della stazione Po-valle, come

evidenziato nel seguente grafico.

Sempre nella giornata dell’1/5 si sposta ulteriormente a valle, rimanendo comunque nel campo di detezione

della stazione, per poi risalire verso la confluenza nelle prime ore del 2/5.

Nella mattinata del 3/5 risale nuovamente a monte lungo la Dora Baltea, passando di fronte alla stazione

Dora verso le 7:30 per poi portarsi ulteriormente a monte, al di fuori del campo di detezione.

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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L’esemplare si ripresenta in zona nella serata del 5/5 e si mantiene in prossimità della stazione, con diversi

transiti tra monte e valle della stessa, sino alla serata del 7/5; successivamente si sposta verso monte, dove

compie diversi spostamenti sia a monte che nuovamente verso la stazione sino alla notte dell’8/5, quando si

sposta a monte, al di fuori del campo di detezione della stazione Dora. Nel periodo 11-16/5 si rilevano

occasionali avvicinamenti da monte alla stazione, sempre in periodo serale-notturno, che quindi si

interrompono sino al 3/6. Dalla serata del 5/6 l’esemplare si ripresenta nel campo di detezione della stazione

Dora e si mantiene a monte con periodici avvicinamenti alla stazione sempre in periodo serale-notturno.

Nella mattinata del 22/6 si sposta a valle della stazione Dora, portandosi quindi in prossimità della

confluenza Po-Dora, come rilevato da analoga intensità del segnale registrata sia dalla stazione Dora-

DOWN che dalla stazione Po-valle-UP (vedasi grafico seguente).

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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L’esemplare si mantiene quindi in tale area, in prossimità della confluenza, e vengono rilevati spostamenti

lungo il Po con avvicinamenti sia alla stazione Po-valle che Po-monte; per alcuni periodi il segnale non

risulta registrato da nessuna delle stazioni e ciò è correlabile allo stazionamento del pesce in zone non

coperte dalle rilevazioni, quali ad esempio in rifugi sotto sponda in zone prossime alla confluenza. Dalla

serata del 28/6 le detezioni ritornano costanti, con alternanza di avvicinamenti rilevati, sempre in periodo

serale-notturno, dalla stazione Po-valle-UP e Po-monte-DOWN, che confermano una preferenza per la zona

della confluenza Po-Dora. Dalla serata del 1/8 l’esemplare si sposta a valle della confluenza, facendo

registrare le maggiori detezioni presso la stazione Po-valle, rispetto alla quale va a posizionarsi poco più a

monte. Tale ubicazione viene mantenuta sino a tutto il mese di agosto; si registrano avvicinamenti alla

stazione (sponda con massicciata) nel periodo serale notturno, ed allontanamenti a monte prevalentemente

nelle ore pomeridiane (fascia 12.30-14:30).

Nei rilievi manuali viene prevalentemente riscontrato nel tratto tra la confluenza Po-Dora e la stazione Po-

Valle.

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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Trota 6 – Freq.150.743

L’esemplare, un ibrido di marmorata di 1,30 kg di peso e 45 cm di lunghezza, catturato nella Dora Baltea il

giorno 27/4/2012 a valle del ponte del Canale Cavour e rilasciato a valle del ponte di Verolengo sulla Dora

Baltea si è dapprima mantenuto a monte della stazione Dora, per poi transitare a valle della stessa nelle

prime ore del 29/4, mantenendosi in zona con ripetuti passaggi di fronte alla stazione.

Nella mattinata dell’1/5 si sposta a valle lungo la Dora per poi stazionare in prossimità della confluenza con il

Po.

Come nel caso dell’esemplare precedente per alcuni periodi il segnale non risulta registrato da nessuna

delle stazioni, il che evidenzia lo stazionamento in una zona presso la confluenza non coperta dal sistema di

monitoraggio automatico. Il 7 e l’8/5 si hanno nuovamente detezioni da parte della stazione Po-monte-

DOWN e Po-valle-UP. Nella prima mattinata del 10/5 l’esemplare si porta quindi a monte della confluenza

lungo il Po, facendo rilevare un transito presso la stazione Po-monte per poi riportarsi nuovamente a valle,

come evidenziato nel seguente grafico.

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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Dal 10/5 l’esemplare fa registrare detezioni pressoché continue da parte della stazione Po-monte-DOWN e

Po-valle-UP, con alternanza di avvicinamenti all’una ed all’altra, continuando a gravitare di fatto in prossimità

della confluenza Po-Dora, come d’altronde attestato da diverse rilevazioni manuali.

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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Trota 7 – Freq.150.842

L’esemplare, una marmorata di 3,95 kg di peso e 68 cm di lunghezza, catturato nella Dora Baltea il giorno

27/4/2012 a valle del ponte del Canale Cavour e rilasciato a valle del ponte di Verolengo sulla Dora Baltea si

è mantenuto sino al 4/5 in prossimità della stazione Dora, effettuando alcuni transiti di fronte ad essa, per poi

allontanarsi a monte in due successive occasioni il 30/5; dal 1/5 alla serata del 4/5 si ravvicina alla stazione

Dora, per poi allontanarsi a monte al di fuori del campo di detezione.

Da tale data l’esemplare non viene più rilevato, ad eccezione di brevi ed occasionali rilevazioni da parte della

stazione Dora-UP, con intensità del segnale molto limitata.

Le rilevazioni manuali lo registrano in diverse occasioni sia immediatamente a valle del ponte del Canale

Cavour (presso la zona di cattura, evidenziando un fenomeno di homing) che a monte di tale manufatto.

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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Trota 8 – Freq.150.852

L’esemplare, una marmorata di 1,65 kg di peso e 49 cm di lunghezza, catturato nella Dora Baltea il giorno

27/4/2012 a valle del ponte del Canale Cavour e rilasciato a valle del ponte di Verolengo sulla Dora Baltea si

è mantenuto sino al 5/5 a monte della stazione Dora con successivi spostamenti verso monte; da tale data

effettua numerosi transiti in corrispondenza della stazione, tendendo a mantenersi prevalentemente a valle

di essa sino alle prime ore del 13/5, quando inizia a spostarsi a valle, giungendo in prossimità della

confluenza con il Po, dove viene rilevato, seppure con limitata intensità del segnale sia dalla stazione Po-

valle-UP che dalla Po-monte-DOWN. Le detezioni evidenziano una prevalente frequentazione del tratto

terminale della Dora Baltea, lungo la quale l’esemplare si sposta periodicamente a monte.

A partire dal 16/5 l’esemplare si riporta a monte lungo la Dora e, dopo essere transitato in corrispondenza

della stazione il 17/5 verso le 7:00, procede ulteriormente a monte uscendo dal campo di detezione nella

serata del medesimo giorno. L’esemplare viene nuovamente rilevato nella notte tra il 23 ed il 24/5, per poi

riportarsi a monte e venire successivamente rilevato dalla stazione Dora, in modo continuativo, solamente

dal 22/6 in poi. Le rilevazioni evidenziano avvicinamenti nel periodo serale-notturno ed allontanamenti in

prevalenza in ambito pomeridiano, indicando comunque una costante frequentazione della Dora nelle zone

a monte della stazione (e del ponte di Verolengo). I rilievi manuali lo riscontrano prevalentemente nel tratto a

valle del ponte del Canale Cavour, dove la Dora, dopo un tratto pressoché rettilineo di circa 800 m curva

verso la destra orografica.

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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Trota 9 – Freq.150.702

L’esemplare, un ibrido di marmorata di 3,50 kg di peso e 64 cm di lunghezza, catturato nella Dora Baltea il

giorno 27/4/2012 in prossimità della stazione e rilasciato a valle del ponte di Verolengo sulla Dora Baltea si è

mantenuto a monte della stazione sino alla sera del 28/5, transitando di fronte alla stazione e portandosi a

valle; nella giornata del 1/5 fa registrare il maggiore allontanamento a valle verso la confluenza Po-Dora, per

poi riportarsi in prossimità della stazione sin dalle prime ore del 2/5. Sino al 14/5 si mantiene

prevalentemente a valle della stazione Dora con avvicinamenti ad essa soprattutto nel periodo serale-

notturno. Quindi nel pomeriggio del 14/5 si sposta a valle verso la confluenza Po-Dora dove viene rilevato

sia dalla stazione Po-valle-UP che dalla Po-monte-DOWN sino alla serata del 15/5, quando si riporta

nuovamente a monte lungo la Dora.

Si mantiene quindi a valle della stazione, con progressivi avvicinamenti ed allontanamenti dalla stessa sino

al pomeriggio del 17/5, momento dal quale tende a posizionarsi più a valle rispetto alla stazione, sempre

lungo la Dora Baltea, limitando l’ampiezza dei propri spostamenti. I rilievi manuali lo registrano

prevalentemente nel tratto di Dora a valle della stazione.

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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SILURI

Siluro 1 – Freq.150.592

L’esemplare, di 1,12 m di lunghezza, catturato, marcato e rilasciato il giorno 2/3/2012 in prossimità della

stazione Po-valle si è mantenuto prevalentemente a monte della stessa con periodici spostamenti verso

monte soprattutto in periodo diurno, facendo registrare diverse detezioni anche dalla stazione Po-monte. Tra

il 3 ed il 7/4 l’esemplare si sposta a valle dalla stazione Po-valle, per por ripresentarsi a monte, manifestando

un pattern simile al precedente.

A partire dal tardo pomeriggio del 29/4 l’esemplare si sposta a monte verso la confluenza Po-Dora, dove

viene rilevato con analoga intensità sia dalla stazione Po-valle-UP che dalla Po-monte-DOWN.

Dal 4/5 si sposta progressivamente a monte, lungo il Po, con progressive puntate quotidiane verso monte

prevalentemente nel periodo serale-notturno. Nelle giornate del 26 e 27/5 si porta a monte della stazione Po-

monte, per poi riportarsi nuovamente a valle di quest’ultima.

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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Si riporta nuovamente a monte della stazione Po-monte tra il 29/5 ed il 6/6, uscendo per alcuni periodi dal

relativo campo di detezione. Successivamente rimane prevalentemente in prossimità della stazione Po-

monte, con periodici spostamenti, sia a monte che a valle, quasi sempre rilevati nel periodo serale-notturno.

Tale comportamento si mantiene sostanzialmente inalterato, a parte una certa variabilità nell’estensione

degli spostamenti e nella relativa frequenza, sino al mese di agosto.

I rilievi manuali lo riscontrano prevalentemente nel tratto tra la confluenza Po-Dora e la stazione Po-monte.

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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Siluro 2 – Freq.150.632

L’esemplare, di 0,83 m di lunghezza, catturato, marcato e rilasciato il giorno 2/3/2012 in prossimità della

stazione Po-valle si è mantenuto a monte di essa sino al 5/3, con periodici allontanamenti a monte in periodo

diurno e ritorno in prossimità della scogliera in sponda dx nel periodo serale-notturno. Quindi sino alla sera

del 12/3 si allontana a monte venendo rilevato occasionalmente sia dalla stazione Po-monte che da quella

della Dora, facendo ipotizzare una frequentazione della zona prossima alla confluenza anche nel tratto

terminale della stessa Dora.

Le successive registrazioni riprendono il pattern evidenziato nei primi giorni dal rilascio, con allontanamenti a

monte e rientri in prossimità della stazione Po-valle (sempre a monte di essa) nel periodo serale-notturno;

dal 3 al 7/4 si registra uno spostamento a valle della stazione Po-valle, quindi un rientro nelle zone di usuale

frequentazione, ed un nuovo spostamento, questa volta verso monte in prossimità della confluenza Po-Dora

nei giorni 14-16/4.

Nelle prime ore dell’1/5 l’esemplare si sposta a monte verso la confluenza con la Dora, dove si mantiene

sino al 4/5, per poi rientrare in prossimità della stazione Po-valle e riportarsi nuovamente presso la

confluenza sino al 7/5.

Una volta riportatosi presso la stazione Po-valle riprende a far registrare allontanamenti periodici a monte, in

prevalenza nelle ore serali-notturne; a partire dal 21/5 si rileva una serie di spostamenti prolungati in

prossimità della confluenza, dove l’esemplare tende a stazionare per durate sempre maggiori, facendo

comunque registrare periodici rientri presso la scogliera della stazione Po-valle. Tale tendenza si accentua a

partire dal 28/6, con spostamenti sempre più a monte, evidenziati dalle detezioni effettuate anche

dall’antenna di monte della stazione Po-monte, e rientri presso la stazione Po-valle sempre meno frequenti

(le rilevazioni di tale frequentazione si interrompono di fatto il 4/7).

Dal 2/8 l’esemplare si sposta ulteriormente a monte, in stretta prossimità alla stazione Po-monte, facendo

registrare un pattern di spostamenti, prevalentemente verso valle nelle ore serali-notturne.

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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A partire dal 14/8 l’esemplare si porta quindi a monte della stazione Po-monte, riprendendo il pattern di

spostamenti quotidiano nel periodo serale-notturno, questa volta però verso monte, mantenendolo per tutto il

mese di agosto.

I rilievi manuali lo riscontrano sia in prossimità della stazione Po-valle che, nell’ultimo periodo, a monte della

confluenza ed anche della stazione Po-monte.

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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Siluro 3 – Freq.150.753

L’esemplare, di 0,86 m di lunghezza, catturato, marcato e rilasciato il giorno 2/3/2012 in prossimità della

stazione Po-valle si è mantenuto prevalentemente a monte della stessa effettuando periodici spostamenti a

monte prevalentemente nel periodo serale-notturno; tra il 7 ed il 20/3 si sposta ulteriormente a monte rispetto

alla stazione e continua negli spostamenti periodici, su base mediamente quotidiana, verso monte. Dal 20/3

si riporta nuovamente verso la stazione Po-valle, permanendo in prevalenza a monte della stessa; quindi dal

3 al 9/4 sposta a valle il proprio raggio d’azione, uscendo in alcune occasioni dal campo di detezione della

stazione Po-valle-DOWN. Si riporta quindi nuovamente in prossimità della stazione, effettuando

spostamenti, sia a valle che a monte, nel periodo serale-notturno. Successivamente, tra il 15 ed il 18/4 si

sposta di nuovo a monte, andando a frequentare ripetutamente la zona della confluenza Po-Dora, per poi

riportarsi di nuovo presso la stazione Po-valle.

Nella giornata dell’1/5 l’esemplare si sposta a monte, in prossimità della confluenza Po-Dora, e

presumibilmente a monte di essa (detezioni della stazione Po-monte-UP), zona in cui si trattiene per il

periodo successivo, con spostamenti periodici sempre in periodo serale-notturno e prevalentemente rivolti a

valle.

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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La permanenza in tale zona ed il pattern di spostamenti si protrae sino al 13/6, quando l’esemplare si sposta

ulteriormente a monte, in prossimità della stazione Po-monte, dove staziona sino al 20/6 con spostamenti

verso valle sempre nel periodo serale-notturno. Il 20/6 si allontana a monte della stazione Po-monte

uscendo dal campo di detezione dalle 3:20 alle 21:00. L’esemplare si riporta quindi a valle, rimanendo in

prossimità della confluenza, spostandosi presso la stazione Po-valle il 23/6, ritornando poi a monte della

confluenza sino al 25/6 e di nuovo in prossimità della stazione Po-valle, dove si mantiene sino al 21/7, con

spostamenti periodici a monte in periodo serale-notturno. Dal 22/7 al 5/8 si porta in prossimità della

confluenza Po-Dora, con spostamenti quotidiani in ambito serale prevalentemente verso valle.

A partire dal 4/8 si registra una serie di spostamenti nel tratto terminale della Dora Baltea, in periodo

notturno, rilevate dalla stazione ubicata sulla Dora, nonché da un rilievo manuale.

Tale fenomeno si ripete quindi negli ultimi giorni di agosto, come evidenziato nel seguente grafico.

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Siluro 4 – Freq.150.802

L’esemplare, di 0,88 m di lunghezza, catturato, marcato e rilasciato il giorno 2/3/2012 in prossimità della

stazione Po-valle si è mantenuto poco a monte della stazione sino al giorno seguente per poi spostarsi a

monte verso la confluenza, ritornare presso la stazione nella serata del 4/5 e nuovamente spostarsi a monte

sino alla sera del 6/3; da tale momento si riporta quindi presso la stazione Po-valle, effettuando quotidiani

spostamenti verso monte, prevalentemente nelle prime ore della giornata.

Dal 14/3 sposta nuovamente la sua posizione prevalente verso monte, tra la stazione Po-valle e la

confluenza Po-Dora, posizionandosi tra il 3 ed il 7/4 in una zona d’ombra in cui sfugge alle detezioni delle

stazioni automatiche. Gli spostamenti su base pressoché quotidiana vengono ora registrati generalmente a

partire dalle ore serali. Dalle prime ore del 1/5 a quelle del 3/5 si sposta a monte in corrispondenza della

confluenza Po-Dora, andandosi quindi a riposizionare nella zona precedentemente frequentata.

La frequenza di tale area si mantiene prevalente sino al 18/6 ad eccezione di alcuni sporadici spostamenti a

valle presso la stazione Po-valle (il 13/5 ed il 26/5) ed a monte in prossimità della confluenza (il 22 e 26/5).

Dal 18/6 l’esemplare si riporta a valle, presso la stazione Po-valle (poco a monte), dove si mantiene sino ad

agosto, compiendo ripetuti spostamenti a monte in ambito serale-notturno. I rilievi manuali lo riscontrano

prevalentemente presso la stazione Po-valle.

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Siluro 5 – Freq.150.911

L’esemplare, di 1,10 m di lunghezza, catturato, marcato e rilasciato il giorno 5/3/2012 in prossimità del ponte

ferroviario sul Po a San Sebastiano Po (a monte della confluenza Po-Dora), non risulta essere stato rilevato

dalle stazioni automatiche.

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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Siluro 6 – Freq.150.713

L’esemplare, di 0,82 m di lunghezza, catturato il giorno 14/3/2012 a valle della stazione Po-valle (nelle

vicinanze del Ponte di Crescentino) e rilasciato preso tale stazione, si mantiene a monte della stessa

effettuando su base quotidiana degli spostamenti verso monte in periodo notturno, generalmente a partire

dalla mezzanotte. Nel periodo 3-7/4 si sposta a valle della stazione per poi riportarsi in posizione analoga a

quella iniziale, con periodici spostamenti a monte, che si registrano particolarmente marcati il 15/4 e dal 30/4

al 3/5. Dal 9 al 15/5 si sposta a monte della stazione, verso la confluenza, per poi riportarsi a gravitare nella

posizione originaria in prossimità della stazione Po-valle. Il medesimo comportamento (spostamento

prolungato a monte della stazione e successivo riposizionamento nella zona iniziale) viene registrato nei

giorni 14-15/5 e 17-21/5. Dalle prime ore del 28/5 la posizione a monte della stazione diventa invece quella

prevalente: l’esemplare si mantiene in prossimità della confluenza Po-Dora (a valle di essa) e solo

occasionalmente si registrano riposizionamenti verso valle (2, 8, 12 e 13/6).

Nelle prime ore del 18/6 l’esemplare si sposta a monte della confluenza, raggiungendo la stazione Po-monte

e spostandosi ulteriormente a monte per uscire dal campo di detezione sino alle prime ore del 20/6, quando

s riporta a valle della stazione Po-monte e quindi della confluenza.

Da tale data continua a mantenersi prevalentemente in tale zona, per poi effettuare spostamenti sino alla

stazione Po-valle il 21 e 24/6; quindi riprendono gli spostamenti verso monte, sino a raggiungere

nuovamente la stazione Po-monte nei giorni 27, 29 e 30/6 ed 1 e 5/7. L’esemplare si riporta poi nuovamente

presso la stazione Po-valle nelle prime ore e nella serata del 7/7 e quindi si riposiziona a monte

raggiungendo la stazione Po-monte in numerose occasioni successive sino al 4/8, come anche riscontrato

da rilievi manuali. Nelle prime ore del 6/8 si riporta in prossimità della stazione Po-valle per poi riposizionarsi

prevalentemente presso la confluenza Po-Dora sino alla fine del mese.

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Siluro 7 – Freq.150.792

L’esemplare, di 0,82 m di lunghezza, catturato il giorno 14/3/2012 a valle della stazione Po-valle (nelle

vicinanze del Ponte di Crescentino) e rilasciato preso tale stazione, si mantiene in prossimità della stazione,

poco più a monte ed effettua spostamenti ulteriormente a monte su base quotidiana con prevalenza nel

periodo serale-notturno sino al 20/4, quando trasla a monte il suo raggio d’azione. Durante gli spostamenti a

monte viene rilevato dalla stazione Po-monte-DOWN in diverse occasioni nel periodo 23/3-4/4. Dal 22/4 si

riposizione presso la stazione Po-valle, mantenendo gli spostamenti verso monte nel periodo serale-

notturno; il giorno 1/5 si posiziona poco più a valle della stazione limitando l’ampiezza degli spostamenti sino

alla sera del 2/5, in cui riprende l’andamento precedente, che però si interrompe a partire dalla serata del

3/5, momento in cui l’esemplare si trasferisce a monte verso la confluenza Po-Dora, che diventa il nuovo

baricentro dei propri spostamenti periodici.

Da tale zona effettua periodici spostamenti sia verso valle che verso monte, di cui quelli con maggiore

estensione sono segnalati rispettivamente nei giorni 26/5, 2, 6, 11, 14, 16 e 30/6, 3, 5, 7 e 15/7 (verso valle,

in corrispondenza della stazione Po-valle) e nei giorni 13, 15, 17 e 30/6 e 9/7 (verso monte).

Dalla serata del 2/8 varia nuovamente la sua posizione di riferimento spostandosi a monte, in prossimità

della stazione Po-monte, dove si mantiene per tutto il mese di agosto, come anche riscontrato da rilievi

manuali. Da tale zone effettua spostamenti periodici verso valle, su base prevalentemente quotidiana ed in

periodo serale-notturno.

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Siluro 8 – Freq.150.862

L’esemplare, di 0,77 m di lunghezza, catturato il giorno 14/3/2012 a valle della stazione Po-valle (nelle

vicinanze del Ponte di Crescentino) e rilasciato preso tale stazione, si mantiene sino al 22/3 in prossimità

della stazione effettuando spostamenti prevalentemente in periodo serale notturno verso monte. Tra il 23/3

ed il 14/3 l’esemplare effettua diversi spostamenti a monte scomparendo dal campo di detezione delle

stazioni sul Po, presumibilmente a seguito di un posizionamento in un rifugio presso una difesa spondale

non rilevabile dalle antenne. Dal 14 al 21/4 viene rilevato con continuità presso la stazione Po-valle, con

spostamenti verso monte che vengono rilevati in modo significativo anche dalla stazione Po-monte-DOWN

(periodo 15-17/4) nonché, con intensità limitata, dalla stazione Dora-DOWN, evidenziando quindi una

frequentazione della confluenza Po-Dora. Tra il 22 ed il 29/4 l’esemplare sposta il suo posizionamento

prevalente a monte della stazione Po-valle, mantenendosi comunque a valle della confluenza, ed operando

diversi spostamenti verso monte; quindi, sino al 21/5 si riporta presso la stazione Po-valle, riprendendo gli

spostamenti serali-notturni verso monte. Tale comportamento viene interrotto (e quindi ripreso) in quattro

periodi consecutivi, dal 21 al 25/5, dal 28 al 29/5, dal 30/5 al 7/6 e dall’8 all’11/6, in cui l’esemplare riporta

nuovamente il baricentro dei suoi spostamenti più a monte. Tale spostamento con stazionamento a monte si

manifesta nuovamente nel periodo 29/6-2/7e quindi nuovamente dal 4/7, con spostamenti che divengono più

ampi a monte, andando a raggiungere anche la stazione Po-monte nelle prime ore dell’8/7, come

evidenziato nel seguente grafico.

Dal 20/7 l’esemplare si riposiziona a valle, tra la confluenza Po-Dora e la stazione Po-valle, da cui riprende i

periodici spostamenti verso monte a partire dalle ore serali-notturne.

I rilievi manuali lo riscontrano prevalentemente tra la confluenza e la stazione Po-valle.

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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Siluro 9 – Freq.150.891

L’esemplare, di 0,78 m di lunghezza, catturato il giorno 14/3/2012 a valle della stazione Po-valle (nelle

vicinanze del Ponte di Crescentino) e rilasciato preso tale stazione, si mantiene prevalentemente poco a

valle di tale stazione effettuando periodici spostamenti a valle prevalentemente nel periodo serale-notturno,

sino al 23/3, momento dal quale si sposta poco a monte della stazione ed inizia ad effettuare spostamenti

rivolti prevalentemente a monte. L’esemplare sposta nuovamente la sua posizione prevalente a valle della

stazione Po-valle dal 4/4, ed ulteriormente a valle il giorno 6/4, per poi riposizionarsi in prossimità della

stazione Po-valle.

Dall’1/5 tende a stazionare presso la stazione Po-valle per poi riprendere gli spostamenti a partire dal 5/5.

Dal 10/5 in avanti effettua spostamenti a monte traslando il baricentro della propria posizione per alcuni

periodi di durata pari a 2-3 giorni, alternati da riposizionamenti di breve durata presso la stazione Po-valle.

Tale comportamento si mantiene pressoché inalterato sino al 24/7, seppur con stazionamenti nel sito di

monte con durata più limitata, mai superiori a 2 giorni. Da tale data si sposta leggermente a valle della

stazione Po-valle compiendo prevalentemente spostamenti ulteriormente a valle, generalmente di limitata

estensione.

I rilievi manuali lo riscontrano prevalentemente tra la confluenza e la stazione Po-valle ed a valle di

quest’ultima.

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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Siluro 10 – Freq.150.972

L’esemplare, di 0,85 m di lunghezza, catturato il giorno 14/3/2012 a valle della stazione Po-valle (nelle

vicinanze del Ponte di Crescentino) e rilasciato preso tale stazione, si sposta dal giorno successivo in una

posizione più a monte, verso la confluenza, dalla quale effettua periodici spostamenti a monte,

prevalentemente a partire dalle ore serali. A partire dall’11/5 viene rilevato con una certa frequenza in

prossimità della stazione Po-valle nel periodo serale-notturno, per poi riportarsi nella posizione originaria.

Dal 30/4 al 4/5 si mantiene in prevalenza presso la stazione Po-valle, per poi riposizionarsi a monte di essa

per periodi di più giorni consecutivi (dal 4 al 13/5 e dal 14 al 18/5).

Tale comportamento (alternanza tra stazionamenti presso la stazione Po-valle e in un sito più a monte) si

mantiene per tutto il rimanente periodo, facendo registrare sino al 5/6 una preferenza per un posizionamento

poco più a valle della stazione (e più a monte in seguito). I rilievi manuali lo riscontrano prevalentemente in

tale zona.

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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10. Considerazioni conclusive

Dal punto di vista della zonazione ittica, tutto il tratto di Po indagato risulta una zona a ciprinidi analogamente

a quanto riportato nella Carta Ittica Relativa al Territorio della Regione Piemontese (Regione Piemonte,

1991). La Dora Baltea è una zona ittica “a trota marmorata/temolo” (tipologia ambientale ZP1.3).

Trota marmorata e temolo, specie un tempo caratterizzanti quantomeno il tratto terminale della Dora Baltea,

risultano in regresso rispetto a quanto monitorato in passato. La trota marmorata, pur campionata in tutte le

stazioni sulla Dora Baltea, è risultata, secondo l’applicazione dell’Indice Ittico, con Ir = 2 in tre delle cinque

stazioni ove è stata catturata, comunque con indice di abbondanza mai superiore a 2 (specie presente, ma

non abbondante). Il temolo è stato catturato in un’unica occasione nella stazione, monitorata più volte, a

valle del ponte del canale Cavour. La situazione del temolo va valutata attentamente; è possibile una sua

sottostima, a causa della riconosciuta difficoltà di cattura della specie in ambienti molto ampi, ma

l’impressione è quella di una presenza ormai sporadica in questa porzione di reticolo idrografico

Lo scazzone, specie di accompagnamento tipica delle zone “a trota marmorata/temolo”, appare

complessivamente ben rappresentato nella Dora Baltea, pressoché assente nel Po dove, peraltro, anche in

passato mostrava distribuzione discontinua.

Oltre alla diminuzione di salmonidi e timallidi si assiste ad un decremento generalizzato delle specie

ciprinicole tipiche dei corsi d’acqua di pianura; barbo, cavedano, lasca e vairone mostrano modesta

consistenza numerica in tutti i siti indagati.

Rispetto ai campionamenti pregressi risultano scomparsi anguilla, barbo canino, savetta, scardola, tinca,

triotto e luccio; la loro presenza non può essere completamente esclusa, ma il non rinvenimento in tratti di

fiume particolarmente estesi campionati da natante appare sintomatico.

Per le specie ciprinicole di taglia maggiore si osserva la cronica carenza, spesso la totale mancanza, degli

individui in taglia riproduttiva; la situazione appare più preoccupante nell’asta principale del Po, considerate

le sue caratteristiche idromorfologiche e la vocazione ad ospitare proprio queste specie.

La situazione ittiofaunistica sul Po appare tanto più preoccupante quanto più ci si allontana, verso monte,

dalla confluenza con la Dora Baltea.

Ad una riduzione di specie reofile non si accompagna l’ incremento di specie con spiccate attitudini limnofile,

osservate nel Po in altre circostanze, come nel tratto torinese a monte di Torino; il tratto di Po considerato e,

naturalmente, la Dora Baltea conservano in gran parte caratteristiche idromorfologiche più adatte a specie

reofile, nonostante i drastici abbattimenti di portata dei mesi estivi.

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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Le specie esotiche sono sporadiche nella Dora Baltea e limitate ai due salmonidi d’introduzione: trota fario e

trota iridea. Per quanto riguarda la prima, ubiquitaria, essa ha evidentemente generato problemi

d’interazione riproduttiva con la popolazione di trote marmorate presenti: notevole è infatti la presenza di

ibridi, che spesso costituiscono la gran parte delle trote presenti con fenotipo marmoratus introgresso. La

seconda è sporadica e la sua presenza non appare costituire un problema per i salmonidi e le specie

d’accompagnamento della Dora Baltea.

Le specie esotiche costituiscono una porzione non trascurabile della comunità ittica presente nel Po, fino a

costituire, presso Chivasso, il 50% delle specie presenti;

Appare particolarmente grave il rinvenimento ubiquitario di Silurus glanis su tutta l’asta di Po considerata,

unica specie rinvenuta con indice di abbondanza pari a 3 (specie abbondante) presso Chivasso.

Le altre forme alloctone, carpa, pseudorasbora e barbo europeo mostrano comunità ridotte, ma sono

presenti in gran parte delle sezioni considerate, spesso con popolazioni numericamente sovrapponibili a

quelle autoctone, quando non superiori.

I risultati dei campionamenti indicano chiaramente come si sia quindi verificato il temuto incremento di specie

esotiche nel Po scorrente nella pianura torinese, postulato in passato e definito un rischio assai elevato e

tutt’altro che remoto. E’ una situazione più volte denunciata ma non considerata con sufficiente attenzione

nei programmi di gestione delle popolazioni ittiche da parte delle Amministrazioni Pubbliche.

Dal punto di vista dell’entità e della struttura di popolazione, le diverse comunità ittiche riscontrate in tutti i

campionamenti, ad eccezione del siluro, sono risultate relativamente povere; in altri termini risultano

biomasse stimate inferiori rispetto a quanto normalmente atteso per fiumi come il Po e la Dora Baltea. Le

ragioni sono difficili da chiarire e sono molto probabilmente molteplici e determinate da una serie di

concause, tra cui alterazioni idrologiche, presenza di specie ittiche alloctone e presenza di forte predazione

da parte dell’ittiofauna ittiofaga possono essere considerate le maggiori.

L’andamento dell’Indice Ittico descrive in modo sintetico la situazione sopra descritto, soprattutto per il Po.

L’indice medio calcolato per il Po è infatti pari 16,6, corrispondente ad una terza/quarta classe di qualità

ittiologica (stato sufficiente-scadente); l’indice medio calcolato per la Dora Baltea è pari 30,6 , corrispondente

ad una seconda/terza classe di qualità ittiologica (stato buono/sufficiente).

Considerando che in taluni casi la scheda di campo condensa i risultati di campionamenti multipli ripetuti nel

tempo (fino a tre, nel caso di due stazioni sulla Dora Baltea), il calcolo dell’indice ittico è spesso

sovrastimato; in altri termini un unico campionamento avrebbe fornito risultati decisamente più negativi.

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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Per quanto riguarda i monitoraggi effettuati mediante radiotracking si evidenzia che la metodologia

proposta ed implementata presso il sistema idrico costituito dalla confluenza Po-Dora, rappresenta un

metodo molto efficace ed in grado di rilevare una mole consistente di informazioni altrimenti impossibili da

acquisire.

La combinazione di rilievi automatici e manuali consente una buona taratura del sistema ed è pertanto

sempre consigliabile.

La configurazione delle stazioni automatiche, per quanto a localizzazione ed alimentazione si è rilevata più

che soddisfacente ed è auspicabile che possa essere mantenuta nel tempo per lo sviluppo di ulteriori studi

nell’area in esame. Si segnala che lo studio in oggetto proseguirà anche nei prossimi mesi, sfruttando la

residua durata della batteria delle trasmittenti utilizzate.

Come considerazione di carattere generale, la problematica principale è costituita dalla rappresentatività del

campione: maggiore è il numero di pesci marcati, maggiore è la significatività statistica dei risultati ottenuti;

ciò è da sottolineare, benché in realtà per ogni singolo individuo il sistema installato consenta di acquisire

una mole considerevole di dati. Nel caso specifico, lo stato delle popolazioni e l’ampiezza del sistema da

indagare non ha purtroppo consentito di poter operare su numeri maggiori; in ogni caso il campione

esaminato costituisce comunque un importante base dati che fornisce indicazioni iniziali interessanti per

finalità conservazionistiche e gestionali e soprattutto per la definizione di future iniziative di ricerca da

condurre sia localmente sia in altri ambiti del reticolo idrografico regionale.

In estrema sintesi, per quanto riguarda le trote marcate non si rileva un pattern univoco: per alcuni esemplari

si evidenzia una significativa mobilità lungo l’intero sistema, compreso il Po, dove se ne rileva la

permanenza anche per lunghi periodi; al contempo, per altri esemplari si rileva uno spiccato fenomeno di

homing con comportamento prevalentemente stanziale. Si ritiene fondamentale poter approfondire le analisi

in un prossimo futuro ampliando il campione considerato.

Si sono altresì acquisite interessanti informazioni sulla mobilità dei siluri, che hanno evidenziato un rilevante

utilizzo di diverse aree del Po sia a monte che a valle della confluenza con la Dora; si segnala inoltre il caso

particolare di un esemplare che è stato rilevato nel tratto terminale della Dora nel mese di agosto sia dalle

stazioni automatiche che mediante rilievi manuali; un’ipotesi suggestiva da verificare è che le ridotte portate

della Dora in tale periodo abbiano contribuito ad un innalzamento della temperatura dell’acqua (che a fine

luglio ha talora superato i 20°C) determinando un ambiente meno sfavorevole alla presenza di tale specie

alloctona.

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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Quanto sopra presentato in modo sintetico, con particolare riferimento ai numerosi ed estesi campionamenti

condotti nell’area, permette di fornire un quadro generale relativo allo stato dell’ittiofauna del fiume Po

scorrente a valle dell’opera di presa del canale Cavour presso Chivasso relativamente sconfortante per

quanto riguarda il primo tratto, fino alla confluenza con la Dora Baltea (IV e V classi di qualità secondo l’I.I.),

più positivo a valle, con un incremento della qualità ittiologica immediatamente a monte della confluenza con

la Dora Baltea. Per quest’ultimo corso d’acqua la qualità ittiologica è generalmente migliore, seppur non

confrontabile con quella di un recente passato. In particolare le popolazioni di alcune specie, come la trota

marmorata ed il temolo, sono chiaramente al di sotto delle aspettative nella Dora, e lo stesso può essere

detto per barbo, cavedano e lasca nel Po; per queste ultime, in particolare emergono gravi rischi per la

sopravvivenza, essendo le loro popolazioni fortemente contratte numericamente e non strutturate. Non

esistono una o poche ragioni prevalenti, ma un insieme di concause, in buona parte evidenziate nel quadro

sintetico sopra descritto, alcune delle quali dipendenti dalle modalità di gestione del territorio dell’intero

bacino imbrifero, altre dipendenti dalla gestione faunistica. È possibile comunque indicare ipotesi di

intervento e/o possibili scenari futuri sulla base di previsti provvedimenti di pianificazione territoriale.

Per quanto riguarda gli aspetti faunistici, il tratto di Po considerato e, in misura minore, la Dora Baltea, sono

in una situazione molto preoccupante, ormai prossima per gravità a quella riscontrata a più riprese a valle di

Casale M.to.

Le specie ittiche autoctone sono in forte calo, quando non scomparse, le esotiche, viceversa, sono in

espansione e ciò costituisce una causa grave di alterazione.

Questo aspetto non pare essere considerato con sufficiente attenzione dagli Enti gestori, nonostante quanto

previsto dalla Legge Regionale 37/2006, in particolare in materia di salvaguardia della biodiversità.

In buona parte del reticolo idrografico considerato l’applicazione della metodologia dell’I.I. ha evidenziato

gravi alterazioni delle comunità ittiche, esplicitate in quarte ed anche quinte classi di qualità ittiologica, in

conseguenza degli elevati punteggi negativi dovuti alla presenza di specie esotiche, alcune delle quali

assenti in occasione dei monitoraggi precedenti o con popolazioni ancora ridotte numericamente

Il problema dell’espansione dell’ittiofauna alloctona è strettamente legato alle pratiche ittiogeniche condotte

dalle Pubbliche Amministrazioni nelle zone umide naturali ma, soprattutto, dai soggetti gestori che, a vario

titolo, hanno in concessione porzioni più o meno grandi del reticolo idrografico naturale.

Ancora più preoccupante risulta la situazione relativa alla gestione di bacini artificiali adibiti alla pesca a

pagamento e/o privati. L’esperienza suggerisce che non è più possibile gestire tale materia facendo

riferimento a norme particolari e complesse con le quali si pretende di distinguere tra le diverse situazioni

(acque “libere” o in gestione più o meno privatistica, ambienti naturali o artificiali e più o meno connessi con il

reticolo idrografico naturale).

Le immissioni di materiale ittico, per quante raccomandazioni e limiti si possano prevedere, comportano

inevitabilmente il rischio di introduzioni inopportune e la situazione è attualmente talmente grave da imporre

necessariamente scelte tese a mirare all’eliminazione di ripopolamenti ed immissioni di qualsivoglia tipo,

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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salvo le poche situazioni di recupero naturalistico di ambienti oggetto di alterazioni pregresse non

recuperabili in altro modo; ciò soprattutto nelle acque di pianura, dove il rischio di attecchimento di specie

alloctone è più forte.

Per il controllo delle popolazioni di specie alloctone particolarmente invasive le indicazioni gestionali vertono

da un alto sull’attivazione di piani di contenimento da effettuare mediante catture selettive con metodi quali

elettropesca od utilizzo di reti e nasse e mediante incentivazione dell’attività alieutica mirata al prelievo

selettivo, dall’altro sul potenziamento delle popolazioni di specie autoctone concorrenti e sul miglioramento

ambientale teso a favorire, nella competizione interspecifica, specie locali meglio adattatesi a realtà

territoriali integre o relativamente integre.

Le specie le cui popolazioni sono considerabili come potenzialmente pericolose o molto pericolose, visti gli

esiti di introduzioni effettuati in realtà territoriali simili a quelle di gran parte del reticolo idrografico

considerato sono soprattutto il siluro (Silurus glanis) e il barbo europeo (Barbus barbus), due specie di

derivazione danubiana introdotte in epoche diverse nel bacino del Po e diffusisi con allarmante rapidità in

gran parte dell’asta fluviale del fiume nella regione Piemonte ed in alcuni affluenti.

Su queste due specie, ed in particolare sul siluro, vanno adottati in tempi rapidi meccanismi di controllo delle

popolazioni mediante asportazioni di soggetti appartenenti a tutte le classi di età, senza alcun limite

numerico, analogamente a quanto già fatto con risultati confortanti in provincia di Alessandria. Alle catture

selettive va affiancata la raccolta dati riguardanti densità e struttura di popolazione e vanno attivati

programmi di monitoraggio tesi a verificare, nel tempo, l’efficacia del prelievo sulla diminuzione delle

popolazioni infestanti e contemporaneamente, gli auspicabili effetti positivi sulle specie autoctone concorrenti

o predate da queste specie.

I dati raccolti nella presente campagna con osservazioni sulla densità e sulla struttura di popolazione della

specie Silurus glanis indicano densità prossime al metro lineare di siluri in zone particolarmente favorevoli

(prismate e scogliere) a valle di Chivasso, e con biomassa di alcuni quintali in tratti relativamente limitati di

corso d’acqua. Il problema del siluro appare essere, contrariamente a quanto descritto in bibliografia ed

oggetto di accese diatribe, non tanto la quantità di pesce mangiato da ciascun soggetto in un’unità di tempo,

quanto l’elevatissima densità della specie, anomala trattandosi di un animale collocato ai vertici della catena

alimentare. Ciò si riflette in una piramide alimentare “rovesciata”, essendo tutta la biomassa ittica

concentrata ai vertici della piramide e non alla base, come dovrebbe essere in un qualunque ecosistema

fluviali in cui siano mantenuti i corretti rapporti tra prede e predatori.

Anche per quanto concerne il barbo europeo, benché siano carenti i dati disponibili su questa specie, la

proliferazione in tempi molto brevi di alcune popolazioni in tratti anche molto ampi di Po, Tanaro e Bormida,

le abitudini alimentari onnivore con tendenza all’ittiofagia e la tendenza a sostituirsi al congenere autoctono

Barbus plebejus lo collocano tra le specie che più urgentemente richiedono interventi mirati allo studio della

sua ecologia ed al controllo delle popolazioni.

Quanto agli aspetti ambientali in senso più lato, attualmente il fiume Po, nel tratto a valle di Chivasso risulta

con portate molto ridotte a causa ed analoga osservazione va fatta per il tratto terminale della Dora Baltea,

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Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea - Relazione finale

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ridotta in alcuni giorni dei mesi di luglio ed agosto a portate molto limitate, che richiederebbero l’attivazione di

specifici controlli sul regime dei rilasci attuati sui due corsi d’acqua. E’ evidente come portate residue molto

basse, anche in assenza di altre forme di alterazione morfologica, costituiscono un elemento di rischio per

l’idrofauna, in particolar modo nel fiume Po, dove, a valle della centrale di Chivasso, sono state raggiunte

temperature dell’acqua estive prossime ai 28 °C. In assenza dell’apporto di acque fredde della Dora, seppur

limitate dai prelievi gravanti anche su questo corso d’acqua e, soprattutto, in assenza di continuità

longitudinale tra Po e Dora, molte delle specie ancora presenti in quest’area sarebbero scomparse.

In relazione alla continuità longitudinale dei corsi d’acqua, per quanto riguarda la Dora Baltea va evidenziata

la situazione che si verifica a valle della presa del canale Farini. L’opera di presa, priva di scala di risalita,

convoglia le portate residue nel cosiddetto “scaricatore Farini”, lasciando in asciutta il corso principale della

Dora Baltea per molti mesi all’anno. Ferma restando la verifica del continuo rispetto del regime dei rilasci, un

delicato nodo da affrontare è quello dell’attivazione di una struttura per la risalita dell’ittiofauna presso

quest’opera di rottura della continuità longitudinale della Dora Baltea. Benché la L.R. 37/2006 preveda

l’imposizione della scala per la risalita dei pesci in caso di rilascio di nuove concessioni o in caso di interventi

manutentivi a carico delle opere di presa di concessioni in essere, si può considerare come prioritario un

intervento sul sito di Saluggia che aprirebbe un tratto molto ampio di corso d’acqua ai pesci provenienti

dall’ultimo tratto della Dora e dal Po. L’installazione di un sistema di monitoraggio mediante radiotracking in

tale sito potrebbe produrre risultati molto interessanti sia a supporto della progettazione che del successivo

monitoraggio dell’efficacia del dispositivo di passaggio.

Infine un ultimo accenno va fatto circa gli impatti delle comunità ornitiche ittiofaghe, con particolare

riferimento al cormorano.

La più recente bibliografia testimonia un’incidenza talora molto elevata di questa specie sulla comunità ittica;

per le strategie di caccia adottate, il cormorano mostra una netta preferenza per specie pelagiche e di

branco quali temolo, lasca, savetta, cavedano e barbo, a differenza di altri uccelli ittiofagi quali l’airone e gli

ardeidi più in generale, più generalisti, ed abituati a cacciare prevalentemente stadi giovanili di ciprinidi nelle

acque di fondovalle e salmonidi nei piccoli corsi d’acqua alpini.

L’incremento elevato delle popolazioni svernanti di cormorano, la comparsa di comunità residenti ed

autoriproducentesi in alcune aree, la contemporanea riduzione e, talora scomparsa, di specie ciprinicole

importanti, alcune delle quali endemiche ed oggetto di tutela particolare a livello comunitario, i risultati degli

studi fatti sull’alimentazione del cormorano in alcune aree del nord Italia e gli esiti degli ultimi monitoraggi

ittici, tra cui il presente studio, devono stimolare occasioni di approfondimento e confronto tra il mondo

dell’ittiologia e quello dell’ornitologia, spesso in contrasto su una delle tematiche affrontate in modo più

frequente negli ultimi anni relativamente all’ecologia degli ecosistemi acquatici. Il tema va affrontato senza

pregiudizi ne’ preclusioni, visto lo stato preoccupante in cui versano alcuni importanti endemismi, ormai

prossimi all’estinzione.