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Renato De Maria a pag. 19 Trani e Carina nello Sport Migranti, il sì di Parigi e … · 2017. 7....

Date post: 30-Jan-2021
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-TRX IL:03/07/17 00:53-NOTE:RCITTA' -MSGR - 20_CITTA - 1 - 03/07/17-N:RCITTA' € 1,40* ANNO 139- N° 181 ITALIA Sped. in A.P. DL353/2003 conv. L.46/2004 art.1 c.1 DCB-RM y(7HB1C9*QMMPMR( +_!”!_!”!% Lunedì 3 Luglio 2017 • S. Tommaso IL GIORNALE DEL MATTINO Commenta le notizie su ILMESSAGGERO.IT * Tandem con altri quotidiani (non acquistabili separatamente): nelle province di Lecce, Brindisi e Taranto, Il Messaggero + Nuovo Quotidiano di Puglia € 1,20, la domenica con Tuttomercato € 1,40. In Abruzzo, Il Messaggero + Corriere dello Sport-Stadio € 1,20. Nel Molise, Il Messaggero + Quotidiano del Molise € 1,20. Nelle province di Bari e Foggia, Il Messaggero + Corriere dello Sport-Stadio € 1,30. Marina Valensise I l commento più bello al concer- to di Vasco Rossi al Modena Park è stato quello di Massimo Bottura, il celebre cuoco dell’Osteria fran- cescana, genui- no e generoso come il Kom, modenese doc: «La musica è co- me la cucina, un gesto d’amore». Continua pag. 16 Molendini alle pag. 10 e 11 Calciomercato Roma, è arrivato Gonalons Ora l’obiettivo è Defrel Trani e Carina nello Sport Giovani neoassunti, niente contributi per i primi due anni ` Morando: «Allo studio un piano per rendere strutturale la misura». Pensioni non penalizzate Alleanze e legge elettorale, è scontro nel Pd. Il ministro Andrea Orlando: «Se ci fosse l’alleanza tra Pd e Berlusconi chiederei agli iscritti cosa ne pensano, attraverso un refe- rendum». E partono le raffi- che del Nazareno. Ajello e Conti alle pag. 4 e 5 L’intervista Wörner, Agenzia spaziale europea: «Presto su Marte ma non a viverci» Ricci Bitti a pag. 17 Sguardo capitale «Roma così improbabile per noi anime semplici» Renato De Maria a pag. 19 Il presidente twitta un video. Dura reazione dell’emittente Alessandro Campi L a sinistra del domani, che abbiamo visto riunita l’al- tro dì intorno a Giuliano Pi- sapia, somiglia davvero tanto a quella del passato. Eguale a se stessa, immobile più che eterna: le idiosincrasie di sempre, medesimi rituali collettivi, parole d’ordinanza che cambiano nella forma re- stando intatta la sostanza. Questa sinistra è da decenni che litiga e si divide, salvo ri- trovarsi sempre, nell’attesa pe- rò di scomporsi nuovamente. Quando vince è il cammino del progresso, quando perde è col- pa della reazione in agguato, mai delle sue cattive analisi o ricette. È una sinistra capace di accendere speranze nobili salvo scoprire sempre che la realtà è un’altra cosa. E poi quell’idea ossessiva che l’ac- compagna dalla nascita, rassi- curante per sé ma fastidiosa per tutti gli altri, di battersi sempre e solo per le cause giu- ste, di saper fiutare e accompa- gnare il movimento della sto- ria. Nella romana piazza dei Santi Apostoli – ah, la forza di simboli e memorie di cui pro- prio non ci si riesce a liberare, anche quando sono oggettiva- mente flebili e inclinano al pa- tetico – c’erano le bandiere ros- se, lo spirito di militanza, la vo- glia di socialismo, il desiderio di riscatto in realtà non troppo facilmente distinguibile dal de- siderio di vendetta. C’erano an- che tante storie personali, di reduci sconfitti insoddisfatti e nostalgici di una storia glorio- sa, che però non è quella del comunismo, ma più modesta- mente quella dell’Ulivo prodia- no, che si vorrebbe far rinasce- re contro la tentazione dell’uo- mo solo al comando. Continua a pag. 16 ` Appoggio all’Italia dal vertice deiministri dell’Interno: nuove norme sull’ospitalità dei profughi Ipotesidi apertura dei portidi Marsiglia e Barcellona. Le Ong nonpotranno entrare in acque libiche La riforma dei vitalizi, di cui si parla da diversi anni, è ca- lendarizzata per l’11 luglio al- la Camera, ma presumibil- mente slitterà a settembre. Con forti timori che possa in- sabbiarsi definitivamente. Pucci a pag. 7 Politica e privilegi Taglio dei vitalizi, c’è un nuovo rinvio «Non è la priorità» ROMA Il piano italiano per risol- vere l’emergenza migranti: blocchi al confine col Niger e profughi anche a Malta. E an- cora. Il Viminale chiede agli al- leati di accogliere tutti i rifu- giati, non solo siriani ed eri- trei. Camilletti a pag. 3 Le richieste Controlli militari al confine col Niger e sbarchi a Malta Renzi e Pisapia, segnali a distanza Alleanze e legge elettorale, scontro Pd Orlando: «Referendum sul patto con FI» La marcia degli 85 mila ver- so Bankitalia. Ma tranquilli, niente di minaccioso. È solo il solito concorso pubblico: in palio trenta posti fissi. Di Branco a pag. 9 Concorso record Bankitalia, in 85 mila ma i posti sono 30 Vasco il giorno dopo, «Quel piano sicurezza diventa un modello» Misure antipanico Una sequenza del video twittato da Trump in cui “picchia” un giornalista Cnn. Guaita a pag. 13 Trump e il (finto) ko alla Cnn: «Giorno triste» La sfida ai dem Il ritorno della sinistra e i suoi vecchi fantasmi Valentina Errante L ’Italia incassa l’accordo di Fran- cia e Germania con un piano da presentare a Tallinn al vertice del 6 e 7 luglio. La priorità del ministro Marco Minniti, che ieri a Parigi ha incontrato i colleghi tede- sco e francese, Thomas de Maziére e Gerard Colomb, e il commissario eu- ropeo Dimitri Avramopoulos, viene accolta: ci sarà un nuovo regolamen- to per vincolare le Ong, con il divieto di spingersi fino alle acque libiche. E c’è anche l’ipotesi dell’apertura dei porti di Barcellona e Marsiglia. A pag. 2 Ventura a pag. 2 Migranti, il sì di Parigi e Berlino Andrea Bassi T utte le risorse disponibili saranno destinate a favori- re l’ingresso nel mercato del lavoro dei giovani. L’ipotesi del Tesoro: una defi- scalizzazione totale per i giova- ni neoassunti, fino ai 35 anni di età, per i primi due anni del contratto. La novità è che ver- rebbe introdotto anche un ta- glio di 4 punti del cuneo fiscale. A pag. 6 Buongiorno, Leone Ci sarà la Luna stasera? Sì, una Luna di luce crescente che si prepara a diventare piena nell’amico Capricorno. Preparate il cuore a una nuova passione. Antares, stella rosseggiante del vostro segno, brilla in queste notti di luglio, illuminata anche dalla rossa luce di Marte e quella bluette di Plutone, entrambi vostri “governatori”. Sono in scontro diretto, ma questo aspetto ha il potere di alzare le vostre ambizioni, partite sicuri di vincere. Non è da tutti. Auguri. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’oroscopo a pag. 29 LEONE, IN ARRIVO LA PASSIONE
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  • -TRX IL:03/07/17 00:53-NOTE:RCITTA'

    -MSGR - 20_CITTA - 1 - 03/07/17-N:RCITTA'

    € 1,40* ANNO 139- N° 181ITALIASped. in A.P. DL353/2003 conv. L.46/2004 art.1 c.1 DCB-RM y(7HB1C9*QMMPMR( +_!”!_!”!%

    Lunedì 3 Luglio 2017 • S. Tommaso IL GIORNALE DEL MATTINO Commenta le notizie su ILMESSAGGERO.IT

    * Tandem con altri quotidiani (non acquistabili separatamente): nelle province di Lecce, Brindisi e Taranto, Il Messaggero + Nuovo Quotidiano di Puglia € 1,20, la domenica con Tuttomercato € 1,40. In Abruzzo, Il Messaggero + Corriere dello Sport-Stadio € 1,20. Nel Molise, Il Messaggero + Quotidiano del Molise €1,20. Nelle province di Bari e Foggia, Il Messaggero + Corriere dello Sport-Stadio € 1,30.

    Marina Valensise

    Il commento più bello al concer-to di Vasco Rossi al ModenaPark è stato quello di MassimoBottura, il celebre cuoco

    dell’Osteria fran-cescana, genui-no e generosocome il Kom,modenese doc:«La musica è co-me la cucina, un

    gesto d’amore».Continua pag. 16

    Molendini alle pag. 10 e 11

    CalciomercatoRoma, è arrivatoGonalonsOra l’obiettivoè DefrelTrani e Carina nello Sport

    Giovani neoassunti,niente contributiper i primi due anni`Morando: «Allo studio un piano per renderestrutturale la misura». Pensioni non penalizzate

    Alleanze e legge elettorale, èscontro nel Pd. Il ministroAndrea Orlando: «Se ci fossel’alleanza tra Pd e Berlusconichiederei agli iscritti cosa nepensano, attraverso un refe-rendum». E partono le raffi-che del Nazareno.

    Ajello e Conti alle pag. 4 e 5

    L’intervistaWörner, Agenziaspaziale europea:«Presto su Martema non a viverci»Ricci Bitti a pag. 17

    Sguardo capitale«Roma cosìimprobabileper noianime semplici»Renato De Maria a pag. 19

    Il presidente twitta un video. Dura reazione dell’emittente

    Alessandro Campi

    La sinistra del domani, cheabbiamo visto riunita l’al-tro dì intorno a Giuliano Pi-sapia, somiglia davvero

    tanto a quella del passato.Eguale a se stessa, immobilepiù che eterna: le idiosincrasiedi sempre, medesimi ritualicollettivi, parole d’ordinanzache cambiano nella forma re-stando intatta la sostanza.Questa sinistra è da decenniche litiga e si divide, salvo ri-trovarsi sempre, nell’attesa pe-rò di scomporsi nuovamente.Quando vince è il cammino delprogresso, quando perde è col-pa della reazione in agguato,mai delle sue cattive analisi oricette. È una sinistra capacedi accendere speranze nobilisalvo scoprire sempre che larealtà è un’altra cosa. E poiquell’idea ossessiva che l’ac-compagna dalla nascita, rassi-curante per sé ma fastidiosaper tutti gli altri, di battersisempre e solo per le cause giu-ste, di saper fiutare e accompa-gnare il movimento della sto-ria.

    Nella romana piazza deiSanti Apostoli – ah, la forza disimboli e memorie di cui pro-prio non ci si riesce a liberare,anche quando sono oggettiva-mente flebili e inclinano al pa-tetico – c’erano le bandiere ros-se, lo spirito di militanza, la vo-glia di socialismo, il desideriodi riscatto in realtà non troppofacilmente distinguibile dal de-siderio di vendetta. C’erano an-che tante storie personali, direduci sconfitti insoddisfatti enostalgici di una storia glorio-sa, che però non è quella delcomunismo, ma più modesta-mente quella dell’Ulivo prodia-no, che si vorrebbe far rinasce-re contro la tentazione dell’uo-mo solo al comando.

    Continua a pag. 16

    `Appoggio all’Italia dal vertice dei ministri dell’Interno: nuove norme sull’ospitalità dei profughiIpotesi di apertura dei porti di Marsiglia e Barcellona. Le Ong non potranno entrare in acque libiche

    La riforma dei vitalizi, di cuisi parla da diversi anni, è ca-lendarizzata per l’11 luglio al-la Camera, ma presumibil-mente slitterà a settembre.Con forti timori che possa in-sabbiarsi definitivamente.

    Pucci a pag. 7

    Politica e privilegiTaglio dei vitalizi,c’è un nuovo rinvio«Non è la priorità»

    R O M A Il piano italiano per risol-vere l’emergenza migranti:blocchi al confine col Niger eprofughi anche a Malta. E an-cora. Il Viminale chiede agli al-leati di accogliere tutti i rifu-giati, non solo siriani ed eri-trei.

    Camilletti a pag. 3

    Le richiesteControlli militarial confine col Nigere sbarchi a Malta

    Renzi e Pisapia, segnali a distanzaAlleanze e legge elettorale, scontro PdOrlando: «Referendum sul patto con FI»

    La marcia degli 85 mila ver-so Bankitalia. Ma tranquilli,niente di minaccioso. È soloil solito concorso pubblico:in palio trenta posti fissi.

    Di Branco a pag. 9

    Concorso recordBankitalia, in 85 milama i posti sono 30

    Vasco il giorno dopo,«Quel piano sicurezzadiventa un modello»

    Misure antipanico

    Una sequenza del video twittato da Trump in cui “picchia” un giornalista Cnn. Guaita a pag. 13

    Trump e il (finto) ko alla Cnn: «Giorno triste»

    La sfida ai dem

    Il ritornodella sinistrae i suoi vecchifantasmi

    Valentina Errante

    L’Italia incassa l’accordo di Fran-cia e Germania con un piano dapresentare a Tallinn al verticedel 6 e 7 luglio. La priorità del

    ministro Marco Minniti, che ieri aParigi ha incontrato i colleghi tede-sco e francese, Thomas de Maziére eGerard Colomb, e il commissario eu-ropeo Dimitri Avramopoulos, vieneaccolta: ci sarà un nuovo regolamen-to per vincolare le Ong, con il divietodi spingersi fino alle acque libiche. Ec’è anche l’ipotesi dell’apertura deiporti di Barcellona e Marsiglia.

    A pag. 2Ventura a pag. 2

    Migranti, il sì di Parigi e Berlino

    Andrea Bassi

    Tutte le risorse disponibilisaranno destinate a favori-re l’ingresso nel mercatodel lavoro dei giovani.

    L’ipotesi del Tesoro: una defi-scalizzazione totale per i giova-ni neoassunti, fino ai 35 anni dietà, per i primi due anni delcontratto. La novità è che ver-rebbe introdotto anche un ta-glio di 4 punti del cuneo fiscale.

    A pag. 6

    Buongiorno, Leone Ci sarà laLuna stasera? Sì, una Luna diluce crescente che si prepara adiventare piena nell’amicoCapricorno. Preparate il cuore auna nuova passione. Antares,stella rosseggiante del vostrosegno, brilla in queste notti diluglio, illuminata anche dallarossa luce di Marte e quellabluette di Plutone, entrambivostri “governatori”. Sono inscontro diretto, ma questoaspetto ha il potere di alzare levostre ambizioni, partite sicuridi vincere. Non è da tutti. Auguri.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    L’oroscopo a pag. 29

    LEONE, IN ARRIVOLA PASSIONE

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    -MSGR - 20_CITTA - 16 - 03/07/17-N:

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    www.ilmessaggero.itLunedì 3 Luglio 2017Commenti, opinioni, e-lettere

    A tu per tuRoberto Gervaso

    IL GRILLO PARLANTE

    segue dalla prima pagina

    Il cuoco Bottura che in prima fila sotto ilpalco ha postato tutta la notte su Instagramle foto della rockstar, non ha mai cucinatoper Vasco, ma si è detto pronto a parargli«un tortellino col parmigiano di Rogiole, difianco a casa sua a Zocca». Ecco allora cheModena e la campagna modenese, la terrapiù straordinaria d’Italia, culla dell’eccel-lenza, dove prima dell’Osteria Francescanasono nati Enzo Ferrari, Maranello, la Mase-rati, Luciano Pavarotti e le canzoni di Va-sco, si candida a rappresentare il bellodell’Italia vera, genuina, insostituibile eprofonda.

    Anche Vasco Rossi come Bottura avràpensato da qualche parte che se una cosa lapuoi sognare la puoi anche fare. E infattiVasco ha sognato di vivere dentro la musi-ca e attraverso la musica ed è riuscito a far-lo alla grande, anche se in modo preterin-tenzionale, senza nemmeno pensarci, sen-za nemmeno volerlo, lasciandosi trascina-re dal suo immenso talento naturale, dauna sua dote umile e misteriosa, prima chedalla rabbia, dall’aggressività, dall’ansia dirivolta. A sentir lui, la rockstar più amatadegli italiani, lui Vasco Rossi, nato sotto ilsegno dell’acquario da Carlino, un camioni-sta di Zocca morto d’infarto a 56 anni, e daun bella contadina allegra, che cantavasempre e quand’era piccolo si portava il fi-glioletto nei bar per fargli sentire il festivaldi San Remo, e poi si prendeva le parole del-le canzoni per cantarle con lui, e la domeni-

    ca, nei pranzi di famiglia in mezzo all’aia, lofaceva salire sul tavolo per ché si esibisse aiparenti, pare non avesse nessuna volta didiventare una rockstar. Vinto l’Usignolod’Oro, e abbandonati gli studi di ragioniere,Vasco non poté iscriversi al Dams, ma tro-vò subito un lavoro da dj; e gli batava fare ildj, primo al Punto, un locale messo su allabell’e meglio coi suoi compagni di avventu-ra, poi a Radio Punto, che ametà degli anniSettanta fu una delle prime e più seguite ra-dio libere italiane. Sicché, fu solamente perl’insistenza di Gaetano Curreri, il pianistache appena poteva gli strappava i foglietticoi testi delle canzoni, se un giorno VascoRossi accettò la sfida di esibirsi in pubblico.E bisogna credergli davvero, quando con gliocchi chiari, la voce roca e le parole sbiasci-cate, oggi racconta dei suoi lontani esordiavvenuti quasi di controvoglia, in mezzo alnulla, fra i fischi dei primissimi concerti, lelegnate della madre Novella, sempre strari-pante di affetto e di allegria e però critica,come ogni matriarca. Frutto della civiltà

    contadina di Zocca, Vasco Rossi in realtànon ha mai chiesto niente, non ha mai pre-teso alcunché. Eroe semplice, ha il genioumile del grande artista che è sempre prete-rintenzionale e oltremodo grato a qualcosache lo trascende e lo trasfigura, la musica,la chitarra, l’ispirazione misteriosa, con leparole che vanno e vengono, senza saperenemmeno perché. L’ultimo poeta del no-stro tempo, l’ultimo trovatore di una socie-tà di massa, Vasco Rossi è il cantautore cheha restituito all’italiano la sua essenza purae più potente, per farlo entrare a pieno tito-lo e senza complessi nell’ultra-modernitàcontemporanea.

    Se lui è il rock, il rock di Vasco Rossi inrealtà è l’italiano, una lingua semplice, fre-sca, cristallina, con la sintassi del parlato,gli anacoluti in cui inciampiamo ogni gior-no per dire qualcosa di spontaneo, dettatodal cuore, senza il filtro cerebrale della ra-gione della coscienza. E allora che meravi-glia sono quei suoi versi asciutti, i testi dellecanzoni di Vasco Rossi, con le quartine in

    rima, la metrica perfetta, l’eco lontana diPetrarca e Guido Cavalcanti che respira co-me una sorgente magari inconscia ma ine-sauribile. Il più rock dei cantanti rock italia-ni, il mostro sacro, furbo al tempo stesso in-genuo, il ribelle malinconico, in grado dimobilitare folle oceaniche e un pubblicogrande due tre volte la città di Modena, fat-to di vecchi e giovani, di adolescenti e signo-re attempate, di settantenni disposti all’uto-pia e tredicenni pronte a qualsiasi cosa purdi gettarsi senza reggiseno in un flash mob,non ha bisogno di infarcire le sue canzonidi yeah, great, fantastic; non ha bisogno diaccreditarsi col branding e il new branding,o di infarcire i comunicati stampa di deal,trade off, audience e target. Vasco Rossil’Italiano, libera le nostre energie della follaa partire da una lingua bella e piana, sapori-ta come il pane fresco, chiara come un ru-scello di montagna: “Siamo solo noi, che an-diamo a letto la mattina presto, e ci sveglia-mo con il mal di testa, che non abbiamo vitaregolare che non ci sappiamo limitare”.

    È per questo che per festeggiare i qua-rant’anni di carriera, senza nemmeno vo-lerlo e senza nemmeno cercarlo, VascoRossi è riuscito per una notte intera a riuni-re intorno a sé migliaia anzi milioni di ita-liani, pronti a seguirlo nel suo sogno alle-gro e disperato, a cantare in coro le sue can-zoni, a mettere in scena se stessi, nudi,spenti, ma ancora pieni di speranze, per ri-scattarsi in una vita spericolata e una vitapiena di guai. La religione dell’italiano dun-que continua a vivere di questi misteri gra-zie all’ omino di Zocca, grazie al “niente diun uomo spento”, che riesce a restituire lasua essenza alla comunità, con una liturgiadi massa dove la lingua alleata alla musicariscatta il senso e l’identità dell’uomo mas-sa, l’individuo solitario e vinto, ma ancoracapace di ironia e persino di eroismo, e per-ciò eroico anche se solo a modo suo.

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    Il difficile percorso della sinistra a due teste

    Livia Pomodoro*

    FONDATO NEL 1878

    IL MESSAGGERO S.P.A. Sede legale Via del Tritone, 152 - 00187 Roma - Tel. 0647201 © CopyrightIl Messaggero S.p.A. - Tutti i diritti sono riservati. PIEMME S.P.A. - CONCESSIONARIA DIPUBBLICITÀ Via Montello, 10 - 00195 Roma - Tel. 06377081. Registrazione R.S. Tribunale diRoma n. 164 del 19/6/1948 STABILIMENTI STAMPA DE «IL MESSAGGERO»: Stampa Roma 2015S.r.l., Viale di Torre Maura 140, Roma; RCS Produzioni Milano S.p.A., via Rosa Luxemburg 2,Pessano con Bornago (MI); Se. Sta S.r.l., viale delle Magnolie 23 - Z. I. - Bari

    Diario d’Estate

    Certificato ADS n. 8280del 03-02-2017

    Maurizio Costanzo

    Dopo decine di depistaggi ocomunque di iniziative tese ademolire i risultati di alcuniprocessi, la Cassazione ha deciso

    che Alberto Stasi, accusatodell’uccisione di Chiara Poggi, debbafare i suoi sedici anni di galera senza

    “se” e senza “ma”. Però non dobbiamodimenticare che probabilmente leprime indagini dopo l’omicidio hannomostrato, in chi le faceva, una certainesperienza: non furono preseimpronte utili, la storia della biciclettacon i pedali cambiati venuta fuori seianni dopo e altri simili ritardi.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    Se Napoleone si sentiva l’erededi Alessandro, di Cesare, diCarlomagno, De Gaulle sisentiva l’avo di Napoleone.

    Parlava di sé in terza persona,tutti si rivolgevano a lui con il lei ela moglie, senza ironia, lochimava mon général. Ogni tanto,nei discorsi, nei problemi, neiproclami, negli appelli (la suaspecialità) usava il pluralismaiestatis e nessuno se nemeravigliava.

    Tutto in lui era superlativo. La

    statura, innanzitutto: alto quasidue metri, i servizi di sicurezzanon riuscivanoa capire come unsimile bersaglio non fosse maistato colpito da quegli estremistidi destra che, nel settembre 1961,cercarono di farlo saltare in ariacon l’auto sulla quale viaggiava.Un attentato cui miracolosamentescampò: “Une plaisanterie demauvais gout”, uno scherzo dipessimo gusto, la define DeGaulle.

    Tutto in lui era superlativo.Figlio di un professore di

    filosofia, studiò dai gesuiti (comeVoltaire e tanti deisti), ma il lorolassismo, il loro possibilismo, laloro passione per la casistica nonlo contagiò. Si sentiva l’Unto delSignore o, forse, il Signore stesso.Si rivolgeva ai contemporaneicome si sarebbe rivolto ai posteri.In bocca a lui la Francia era la Sua

    Francia.La salvò in almeno due

    occasioni. La prima, il 18 giugno1940, anniversario della battagliadi Waterloo e della caduta delGrande Corso, quando daimicrofoni londinesi della BCC,lanciò lo storico appello: “Il nostroPaese ha perduto una battaglia,non la guerra”.

    La seconda, nel 1958, quando,in una Francia spossata e svenatadall’interminabile guerra diAlgeria e dalla rissosità dei partiti,il presisdente Coty lo invitò aformare un nuovo governo. Laprima volta salvò la sua Nazionedalla Germania. La seconda da sestessa, e l’impresa non fu menodisperata.

    Sugli scudi di quei generali chepoi liquiderà, coronò il sogno diuna monarchia repubblicanadove De Gaulle doveva rendere

    conto solo a De Gaulle, dalmomento che lui e la Francia, siidentificavano.

    Governò il suo Paese con“concisione, precisione,decisione”, i tre vitali requisiti dichi esercita il comando.

    Il suo Moi, il suo Nousdivennero, se possibile, ancorapiù maestosi e ingombranti.

    I francesi pendevano dalle suelabbra, infiammati dai suoi lunghidiscorsi che (come Mussolini)imparava a memoria senzaomettere una virgola.

    Il suo piglio marziale epaternalistico insieme, la suaprosopopea da Re Sole, l’afflatooracolare delle sue profezieincutevano soggezione, esaltandol’orgoglio di un popolo piùsciovinista che nazionalista. Maiautoculto della personalità trovòespressione più solenne e

    marmorea.Quando la Francia, stanca di

    tanto aulico autoritarismo o,forse, solo desiderosa dicambiamento e di novità, bocciò ilsuo ultimo referendum, lui, con laglaciale alterigia di un eroeplutarchiano, tornò nel bucolicoeremo diColombey-les-deux-Eglises.“Inogni caso - disse, congedandosida un Paese che lo aveva piùrispettato che amato - non diròpiù nulla”. A differenza di tantinostri politici che cominciano a aparlare quando non hanno piùniente da dire.

    All’Eliseo, dopo di Lui,s’avvicenderanno molti altripolitici, alcuni, grandi e discussicome Mitterrand, altri piccolipony notturni come Hollande.

    segue dalla prima pagina

    Ma c’era soprattutto un fantasma: ap-punto quello di Matteo Renzi, seppurepoco evocato nella speranza, segreta evana, di esorcizzarlo.

    Quest’ultimo, Renzi non il suo fanta-sma, ha provato a creare una sinistra di-versa da quella che voleva cambiare ilmondo nel nome dell’ideologia. E cheparlava a nome del popolo salvo aversmesso di frequentarlo e di condivider-ne usi e costumi. Ha conquistato – lot-tando sul campo, come fanno i politici dirazza – un partito che era l’innaturale eprecaria sommatoria di antiche oligar-che, tenute insieme da un comune nemi-co, quel Cavaliere che ancora scorrazzaindomito nelle praterie della politica ita-liana, più che da un progetto condiviso.Ha usato sicuramente metodi spicci eparole sgarbate. Ma il senso di marciaera evidente, come era chiaro il raccon-to pubblico che ne ha accompagnatol’ascesa: largo ai giovani talentuosi in unpaese di vecchi e notabili, meno buro-crazia e basta con le rendite di posizio-ne, ottimismo e fiducia invece che il pau-perismo malinconico di marca berlin-gueriana, niente moralismi o complessidi superiorità nei confronti degli avver-

    sari, uscire dai confini elettorali storicidella sinistra parlando agli italiani tutti,ecc.

    Poi Renzi s’è incartato e bloccato, for-se anche per il solito errore che fanno ileader di mettersi intorno persone fida-te ma non sempre all’altezza. Ma ancheper non aver tenuto nel debito conto laforza frenante dei corporativismi italici.Ha perso un referendum senza spiegar-ne – a sé e agli altri – il motivo. Ha lascia-to il governo ma ha trasmesso l’impres-sione di non pensare ad altro che a ri-prenderselo.

    Coloro che aveva politicamente scon-tentati o offeso o messo ai margini si so-no alla spiccia riorganizzati, tornandopimpanti. Ed è cominciata quella cacciaall’uomo che oggi potrebbe essere arri-vata ad un punto di svolta. Nel senso chei suoi nemici della sinistra, da ovunqueprovenienti e per quanto tra di loro an-ch’essi divisi, diventeranno ora un parti-to. Col quale gli si chiede ipocritamentedi governare insieme il Paese, ma è chia-ramente una trappola, essendo la suauscita di scena l’implicita conditio sinequa non di ogni possibile intesa o unio-ne a sinistra. Si dirà che è una propostairragionevole e suicida, quella di una si-nistra che vorrebbe allearsi con un Pdsenza Renzi, ma l’autolesionismo, ci era-vamo dimenticati di dirlo, è un altro de-gli stigmi negativi di quel mondo.

    Si andrà dunque allo scontro, ognunoper la sua strada, anche perché nel frat-tempo Renzi sembra aver chiarito l’in-tenzione di rilanciare il suo progetto adoggi obiettivamente appannato. Dopo-tutto è il segretario di fresco nuovamen-te plebiscitato del suo partito, l’unicoche a sinistra abbia una forza reale, es-sendo quella degli altri solo potenziale etutta da verificare alle urne (e in alcunicasi meramente mediatica). Farà dun-que lui le liste alle prossime elezioni. Epotrà così provare un’operazione di ri-cambio davvero radicale del personalepolitico-parlamentare, evitando di resta-re preso, come sinora è stato, nel giocointerno delle correnti e negli equilibri-smi sul territorio. L’appello alla societàcivile, da dove vorrebbe attingere leenergie fresche che secondo lui servonoalla sinistra e all’Italia, è un mito ricor-rente della politica italiana da oltrevent’anni, dal berlusconismo al grilli-smo, che non ha prodotto grandi frutti.A Renzi si possono solo fare i miglioriauguri, ma avendo ormai contro la sini-stra degli apparati è l’unica strada chegli resta: sarà la via italiana al macroni-smo, resa particolare dal fatto che il Pd èpur sempre un partito radicato e conuna storia alle spalle, da cambiare e nonda ripudiare o annichilire come è acca-duto in Francia con i socialisti.

    Se Renzi insegue il neo-inquilinodell’Eliseo, i suoi avversari fanno inveceil verso al radicalismo di Melenchon e diCorbyn, nella convinzione che una sini-stra nuovamente radicale – nei pro-grammi e nelle parole – sia ciò che iltempo storico richiede. Può darsi, ma at-tenti a non volere troppo per ottenerepoco. Anche Pisapia, par di capire, vor-rebbe strizzare l’occhio ai moderati.Senza rendersi conto che anche il cetomedio riflessivo (cioè i moderati col bol-lino di qualità concesso dalla sinistra)difficilmente può entusiasmarsi allaprospettiva di una patrimoniale e di unritorno alla tassa sulla prima casa. La de-stra oggi non è in testa ai sondaggi per-ché vanno di moda il razzismo e il nazio-nalismo, ma perché il ricettario so-cio-economico di una certa sinistra, an-che se declinato con l’amabile noncha-lance radical-borghese che caratterizzaPisapia, sembra concepito apposta nonper ridurre le diseguaglianze sociali maper deprimere ancora di più l’economia.Come finirà? Probabilmente con l’ap-provazione, dopo l’estate, della leggeelettorale proporzionale affossata nellesettimane scorse per l’errore di averla le-gata alla scadenza delle elezioni antici-pate, ma che a questo punto – con la legi-slatura che si avvia alla sua scadenza na-turale – potrebbe convenire (al di là del-le convinzioni più profonde) davvero atutti. Ognuno di prenderà i suoi voti –Renzi, Pisapia-Bersani, Berlusconi, Sal-vini – e poi si vedrà. Non è il massimoper la stabilità e il futuro dell’Italia, ma èil massimo di quanto possa offrire que-sta confusa stagione politica.

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    L’analisi

    Potenti del ‘900:Charles De Gaulle Il vero poteremerita solo

    ammirazioneo disprezzo

    La campagna, il nuovomotore di sviluppo

    Spoleto onora ancora la memoria di Carla Fendicon un evento intitolato “Ritorno alla terra”.Un’espressione che accompagna le generazioni:è infatti anche il titolo di un film italiano degli an-

    ni del fascismo (1934), ma soprattutto di un saggio vi-sionario e molto controverso dell’economista indianaVandana Shiva (2009) su fame nel mondo, progressi-vo venir meno della disponibilità di petrolio (peak oil)e riscaldamento globale. Per finire: indica un “viag-gio” che illustra, in Italia particolarmente a partiredal 2014, un interessante percorso “in direzione osti-nata e contraria” dalla città verso la campagna. Giàperché si calcola che nel 2050 il 70% della popolazio-ne mondiale abiterà le città ( contro l’attuale 49% ed il30% del 1950),con la Cina che dal 1978 persegue unapolitica di crescente urbanizzazione.

    Ma per quanto ci riguarda parliamo di un viaggioche è anche metaforico: più che di un ritorno si trattainfatti di un “recupero” di ciò che le generazioni che cihanno preceduto, e noi stessi, avevamo abbandonato.Tanto che i protagonisti di questa nuova marcia – unfenomeno che la Francia conosce a partire dagli anni’80 – vengono chiamati “neo-contadini”.

    Con un vero e proprio boom dell’occupazione delsettore agricolo (+ 24% in Lombardia, pari a 83mila la-voratori, dato 2015 ) i neo-contadini italiani costitui-scono un’importante novità nel paesaggio sociale del-le generazioni. Soprattutto in termini di formazionese pensiamo che, solo negli ultimi 5 anni, le immatri-colazioni nelle scienze agrarie hanno conosciuto un+45% e nel 2016 un +20% di laureati, in forte contro-tendenza con il dato generale di una complessiva con-trazione delle iscrizioni universitarie ( meno 12%). Maanche in termini di sensibilità culturale alle temati-che dell’ambiente e dell’economia sostenibile. E so-prattutto capaci di innovazione. A favorire questa cre-scita hanno contribuito incentivi e corsie preferenzia-li: dal tasso agevolato per l’acquisto dei terreni al tas-so zero per l’acquisto dei macchinari; dall’esenzionedalle imposte per i primi 3 anni di attività, all’aumen-tata disponibilità degli aiuti europei (+25%) per l’im-prenditoria giovanile. La riprova : ancora pochi mesifa il Lazio registrava 1230 nuove richieste alla Regionedi finanziamenti del Psr (Piano di sviluppo rurale) perun totale di 85 milioni di Euro: richieste di giovani, inetà tra i 18 e 40 anni, per ottenere i 70mila Eu di fondieuropei per un primo insediamento della loro impre-sa.

    Dobbiamo guardare con interesse e simpatia a que-sta silenziosa rivoluzione. Il cambiamento culturaleche caratterizza il profilo dei “nuovi contadini” rap-presenta infatti anche una garanzia di continuità ( e disuccesso ) per i prodotti Italiani. Le nuove agristartuprinnovano il nostro comparto agroalimentare ripar-tendo dai valori e dalle attività tradizionali, dai pro-dotti, dalle cosiddette agrobiodiversità tipiche dalle fi-liere locali. Molte di queste nuove aziende interpreta-no poi funzioni diverse: sono agriturismi, propongo-no percorsi ambientali ed educativi (fattorie didatti-che). Non solo: parliamo di un ritorno ai prodotti, aivalori ed all’identità delle comunità locali nel segnodel ricorso a strumenti nuovi, attraverso innovazionio di prodotto o di processo o di servizio che verrannocomunicate, quasi fatte riscoprire attraverso i socialnetwork, che verranno commercializzate attraversol’e-commerce. Nascono nuove alleanze tra produttorie consumatori (gruppi di acquisto, distretti e reti ). Ec-co dunque che il viaggio verso la campagna divieneper noi una importante garanzia di futuro. Il talentoimprenditoriale, il conto economico e l’etica della re-sponsabilità si danno la mano. Un importante passag-gio di testimone è in corso e se questo “ritorno alla ter-ra” è in principio un atto di riconoscenza e riconosci-mento delle giovani generazioni verso la memoria, lafatica ed i saperi del nostro mondo contadino, è anchee soprattutto un atto d’amore e di speranza verso lapropria terra. Dobbiamo essere loro molto grati.

    *Presidente Milan Center for Food Law and Policy

    L’italiano di Vasco, nuova lingua del rockMarina Valensise

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    Alessandro Campi

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