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RENATO DRUSIANI Direttore Area Idrico Ambientale, Federutility Il punto di vista di Federutility...

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RENATO DRUSIANI Direttore Area Idrico Ambientale, Federutility Il punto di vista di Federutility Come cambia l’Acqua Busto Arsizio, 18 gennaio 2011
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RENATO DRUSIANIDirettore Area Idrico Ambientale, Federutility

Il punto di vista di Federutility

Come cambia l’AcquaBusto Arsizio, 18 gennaio 2011

Page 2: RENATO DRUSIANI Direttore Area Idrico Ambientale, Federutility Il punto di vista di Federutility Come cambia lAcqua Busto Arsizio, 18 gennaio 2011.

In 23 ATO non è ancora avvenuto l’affidamento del servizio idrico integrato. In queste realtà (e non solo) vi sono numerose gestioni in economia operanti anche su singoli segmenti del servizio.

Situazione dell’affidamento del servizio idrico integrato

92

84

69

23

0

20

40

60

80

100

totale ATO pianiapprovati

affidamentiavvenuti

non affidati

Le società affidatarie ai sensi della legge 36/94 (ora Dlgs 152/2006) sono 114

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In termini di popolazione servita la situazione che si presenta è la seguente:

5 % concessione a terzi17 % spa pubb./privato con gara19 % spa pubb./privato in Borsa41 % società in house 5 % situazioni transitorie13 % affidamento non deciso

Dati Utilitatis 2010

Forme di gestione nel servizio idrico integrato

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Elaborazione dati BIPE 2007

La presenza del capitale privato nel servizio idrico integrato- la situazione in Europa -

% popolazione con servizio idrico gestito da imprese con capitale privato

% popolazione con servizio idrico gestito da imprese con capitale pubblico

4159

Italy

20

80

Hungary

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MALGRADO UNA “PARZIALE REALIZZAZIONE” DI ALCUNI OBIETTIVI DELLA LEGGE 36/94, IL SISTEMA IDRICO APPARE IN OGNI CASO IN FORTE AFFANNO

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DISPERSIONI

6,510

1517

22 22

2730 30 31 32

35

50

0

10

20

30

40

50

60

Ge

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%

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% reflui urbani non trattati (dati EEA)

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

Germany(2001)

France(2001)

UnitedKingdom

(2002)

Italy(1995)

Spain(2002)

Poland(2003)

Greece(1997)

Hungary(2002)

Portugal(1998)

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Distribuzione regionale delle deroghe sulla qualità dell’acqua potabile richieste alla

Commissione Europea

Richieste deroga - numero comuni (totale 231)

10 143

35

14

169

0

20

40

60

80

100

120

140

160

180

Trentino Lombardia Umbria Lazio Toscana Campania

0

20

40

60

80

100

120

140

As B F

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I piani di investimento, viste le tariffe poco remunerative, procedono assai lentamente

Area geografica

tasso realizz.(%)

Nord 75 %

Centro 85 %

Sud 24 %

Media nazionale 55.8 %

Quale è il tasso di realizzazione?

fonte Conviri 2009

Considerati 25-30 anni di piano occorrerà, con il passo attuale, mezzo secolo per completare !!

Area geogra

fica

Totale lordo SII (mil €)

Quota finanz. pubblico

(mil€) (%)

Totale lordo annuo

(mil€/anno)

Nord Ovest

14.652 835 5,7% 488

Nord Est

13.583 1.418 10,4% 452

Centro 10.807 624 5,8% 360

Sud 16.636 2.140 12,9% 554

Isole 8.448 1.816 21,5% 281

ITALIA 64.127 6.835 11,3% 2.137

fonte: Utilitatis 2010

Gli investimenti da realizzare

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Numero partecipanti alle gare indette (gennaio 2006)

1998 2005

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In Italia le tariffe sono assai al di sotto degli altri Paesi UE

FONTE: International Water Association Dati 2007

€ p

er m

c

Questo aspetto unito alla mancanza di un idoneo quadro di regolazione che non consente (fra l’altro) di porre rimedio ad errori, spesso plateali, nei Piani di ATO, allontana gli investitori e non consente di realizzare quanto necessario.

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La gestione del servizio idrico è una cosa seria

- Le norme sulla qualità delle acque potabili (CE/83/1998)

- Le norme sulla qualità della acque di scarico (CE/271/1997)

- Le norme di sostenibilità ambientale-economica (CE/60/2000)

e le loro evoluzioni nel tempo impongono una gestione del servizio idrico orientata alla efficienza ed alla innovazione

Risoluzione del Parlamento Europeo relativa - 14 gennaio 2004 .

“…modernizzazione della fornitura di acqua mediante l'applicazione di principi economici, tenendo conto delle norme in materia di qualità e ambiente e dei requisiti di efficienza”.

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Nell’approccio Europeo, non c’è spazio per :

- Soluzioni minimaliste

- Soluzioni disancorate da logiche tecnico/gestionali di tipo industriale

- Soluzioni incapaci di favorire la modernizzazione auspicata dalla UE

Anche per questi motivi dall’inizio degli anni 2000 la Commissione Europea classifica il servizio idrico fra i servizi di interesse economico generale, principio questo confermato poi in relazione al nuovo trattato di Lisbona.

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CONSIDERAZIONI FINALI

E’ indubbio che, così come congegnate, le recenti novità normative (legge 166/2009 - c.d. dec. Ronchi - e legge 42/2010 - c.d. legge Calderoli -) stanno creando difficoltà al completamento del processo di riforma avviato nel ’94.

Queste difficoltà un particolare sono collegate a:

- mutamenti di rotta nella normativa negli ultimi anni, - conflitti Stato/Regioni, - troppo rapido superamento delle attuali Autorità d’Ambito, - permanere di un “assetto regolatorio” del tutto inedeguato.

Riguardo alla regolazione alle nuove norme si dovrebbero affiancare strumenti (Autority indipendente al posto della CONVIRI, nuovo metodo tariffario) che allo stato attuale sono del tutto assenti .

Diversamente, è forte il rischio di rigetto proprio da parte di quel mercato che il decreto Ronchi avrebbe voluto aprire.

Segnali di questo tipo si sono già manifestati.

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Troppe energie sono state spese per ricominciare da capo, con una nuova “legge 36”, per riparare alle macerie

che conseguirebbero inevitabilmente dell’abbandono del percorso di modernizzazione intrapreso !

Vanno in ogni caso evitate tutte quelle soluzioni minimaliste (presenti in alcuni recenti quesiti referendari) che, sull’onda di facili slogan e rigetto di un approccio economico/industriale, stanno tentando di riportare al XIX secolo l’orologio del servizio idrico.

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RENATO DRUSIANIDirettore Area Idrico Ambientale, Federutility

Il punto di vista di Federutility

Come cambia l’AcquaBusto Arsizio, 18 gennaio 2011


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