Indice
PRESENTAZIONE.................................................................................................................... 5 INTRODUZIONE ........................................................................................................................ 6 ECONOMIA PROVINCIALE IN GENERALE ......................................................... 8
Macro-settori........................................................................................................................... 8 LEGNO-ARREDO ................................................................................................................... 10
Macchine per la lavorazione del legno................................................................... 11 Banchi frigoriferi e arredo per negozi* ................................................................. 12 Lavorazione del vetro ....................................................................................................... 13
METALMECCANICA............................................................................................................. 14 Nautica distretto del mare.............................................................................................. 15
MODA............................................................................................................................................... 18 SERVIZI ALLE IMPRESE .................................................................................................. 20 NUOVE TECNOLOGIE (ICT).......................................................................................... 20 CONCLUSIONI.......................................................................................................................... 22
PRESENTAZIONE
La provincia di Pesaro e Urbino, seppure in maniera più limitata rispetto ad altri territori
marchigiani e nazionali, sta attraversando delle difficoltà economiche che meritano
un’attenzione particolare e congiunta da parte di tutti gli attori istituzionali, economici e
sociali, anche se, in un confronto su scala nazionale, possiamo riassumere la situazione
locale affermando che il nostro territorio è stato colpito da una crisi di medie dimensioni nel
settore predominante del mobile/arredamento.
Ho pensato quindi che una ricognizione dei settori produttivi della Provincia di Pesaro e
Urbino potesse rivelarsi interessante sotto due punti di vista: per verificare se le criticità
esistenti all’interno del nostro sistema produttivo possono essere correlate al modello di
specializzazione del territorio che dagli anni ottanta non ha avuto una evoluzione adeguata,
e per evidenziare l’emergere, negli anni più recenti, di nuove ed interessanti
specializzazioni.
Questo nostro contributo si inserisce all’interno di un lavoro comune che da anni si è
incentrato sulla ricerca dei fattori determinanti delle difficoltà, senza però che sino ad oggi,
vista anche la concorrenza dei tanti fattori che creano il sistema economico locale, si sia
giunti a mettere a fuoco con chiarezza i maggiori punti di debolezza e le possibili soluzioni.
Uno dei motivi va forse cercato nel fatto che l’analisi dell’economia locale parte sempre dalla
considerazione che la dimensione media ed il livello di capitalizzazione delle nostre imprese
sono sottodimensionati rispetto alle esigenze del mercato e questo le rende strutturalmente
poco competitive, soprattutto in un contesto come quello attuale in cui i fornitori stranieri
garantiscono costi più bassi.
Per favorire la crescita delle strategie di sviluppo della provincia può essere allora
interessante cambiare l’approccio di analisi e verificare se il fattore determinante che
caratterizza il successo o l’insuccesso di un sistema produttivo vada ricercato non solo nella
dimensione di impresa, ma soprattutto nella specializzazione di alcuni settori e nella
reazione che questi sanno avere di fronte alle sfide della concorrenza internazionale e
nell’impatto rispetto al modello di sviluppo dall’economia territoriale.
Questo report scaturisce da un lavoro approfondito di rilevazione costante dei dati socio-
economici effettuato dall’ Osservatorio del Sistema Territoriale della Provincia di Pesaro e
Urbino. Le banche dati dell’Osservatorio potranno a breve essere utilizzate tramite internet,
come strumento di informazione e di lavoro a sostegno della programmazione del territorio.
Il Presidente
Sen. Palmiro Ucchielli
5
INTRODUZIONE
L’ approccio metodologico seguito in questa breve ricognizione di alcuni settori produttivi
della Provincia di Pesaro e Urbino trova la sua motivazione nel fatto che l’impatto delle
trasformazioni o crisi industriali sulla ricchezza prodotta e sulla sua distribuzione a livello
provinciale è stato molto diverso a seconda delle caratteristiche del modello di sviluppo
territoriale.
Infatti la ricchezza si è distribuita maggiormente in due direzioni:
1) dove il modello di sviluppo vedeva nell’industria una componente “non centrale” ma
sussidiaria, puntando sull’integrazione di alcune filiere produttive, soprattutto
quella dell’agroalimentare, e su settori manifatturieri di nicchia e ad alto tasso di
innovazione come il biofarmaceutico (vedi ad esempio le province di Grosseto,
Siena, Imperia e Asti), 2) dove il tessuto produttivo manifatturiero è molto diversificato (si veda l’esempio
delle province di Udine e Venezia) e su realtà metropolitane orientate sul terziario
avanzato (come Genova).
Il primo potrebbe essere definito un modello di sviluppo a “forte integrazione intersettoriale”, mentre il secondo a “forte diversificazione settoriale”. Al contrario la ricchezza si e distribuita negativamente, in termini di mancata crescita se
non addirittura in termini di riduzione relativa del PIL pro-capite, soprattutto in due tipologie
di contesto locale:
1) quello in cui nel passato si è puntato sui grandi insediamenti produttivi legati ai
settori tradizionali o di base o, più in generale, di “grande impresa”. Vedi ad esempio
Torino (Fiat e indotto auto), Brindisi e Siracusa (petrolchimica), L’Aquila e
Caserta (Polo elettronico);
2) oppure in quello che ha puntato su una rete diffusa di PMI ma fortemente orientate
su settori labour intensive e a medio-basso contenuto tecnologico: ad esempio, le
province di Prato (Tessile), Lecco (Tessile-Meccanico), Belluno (occhialeria), e
Viterbo (ceramico).
Il sistema economico della provincia di Pesaro e Urbino presenta una diversificazione
settoriale ed un’ integrazione tra i settori delle filiere più rappresentative che hanno
permesso di mantenere, anche nei periodi in cui il trend economico negativo si è fatto
maggiormente sentire, dei livelli di occupazione e di nascita delle imprese molto buoni.
6
Il tipo di analisi che si vuole affrontare non intende smentire il fatto che le imprese di
dimensioni troppo piccole hanno serie difficoltà a competere sui mercati globali, ma intende
fare emergere quei settori e quelle produzioni in grado di primeggiare, su scala globale, per
la capacità di esprimere livelli di qualità più elevati.
Se consideriamo inoltre le linee guida definite dal “Programma triennale di politica
Industriale”, elaborato dalla commissione istituita presso il MAP, vediamo che gli obiettivi
prioritari individuati sono:
- “la salvaguardia ed il consolidamento delle competenze e degli asset industriali che
si sono accumulati nel tempo in alcuni settori di forte e storica presenza dell’industria
italiana (chimica di base, automotive, metallurgia, cantieristica);
- la valorizzazione delle eccellenze nel campo dell’impresa e del sistema della ricerca,
presenti in alcune filiere ad elevata tecnologia (aeronautica/aerospazio,
telecomunicazioni);
- il riposizionamento strategico dei settori del made in Italy.
Altro obiettivo di quest’ analisi quindi è quello di cercare di restare in linea con le scelte di
politica industriale a livello nazionale.
7
ECONOMIA PROVINCIALE IN GENERALE
La Provincia di Pesaro e Urbino, in meno di un
trentennio, si è trasformata da territorio ad economia
prevalentemente agricola a territorio industrializzato.
L'esodo di manodopera dall'agricoltura verso l'industria,
avvenuto in modo continuativo dagli anni '50 agli '80, e
verso il terziario nell'ultimo ventennio, ha determinato la
nascita di un sistema industriale locale che è cresciuto
e si è consolidato, soprattutto in alcuni settori.
Il risultato di questa trasformazione ci permette oggi di
dire che l’economia provinciale è caratterizzata da una
forte propensione all’imprenditorialità.
Un tessuto produttivo costituito in prevalenza da piccole-medie imprese sparse e diffuse in tutto il territorio
8° Cens. Industria e Servizi (22 ott 2001)
14° Cens. della popolazione e delle
abitazioni (21 ott 2001)
Unità Locali Popolazione
Propensione all'imprenditorialità
Provincia PU 33.704 349.737 9,64
Marche 132.283 1.463.868 9,04
Una forte propensione all’imprenditorialità
Italia 4.138.219 56.305.568 7,35 Fonte: elaborazioni dell’Osservatorio del Sistema Territoriale su dati ISTAT
Macro-settori
La distribuzione delle imprese nella Provincia di Pesaro e Urbino, nelle Marche e in Italia
dimostra la concentrazione delle imprese industriali nel nostro territorio.
Fonte: elaborazioni dell’Osservatorio del Sistema Territoriale su dati MOVIMPRESE
Ripartizione % delle aziende attive per macrosettori nella Provincia di Pesaro e Urbino
18,84%
31,37%
49,46%
0,33%
Primario
Secondario
NC
Terziario
Ripartizione % delle aziende attive per macrosettori nelle Marche
0,15%
29,01%
22,98%
47,86%Primario
Secondario
NC
Terziario
Ripartizione % delle aziende attive per macrosettori in Italia
18,60%
26,90%3,97%
0,54%
Primario
Secondario
Terziario
NC
8
Fonte: elaborazioni dell’Osservatorio del Sistema Territoriale su dati MOVIMPRESE
L’industria, tecnicamente definito
secondario, è il secondo macrosettore in termini di imprese (31,37% del
totale) ma il primo in termini di numero di
addetti, ed è un settore fortemente
radicato sul territorio come dimostra
anche il confronto con le percentuali
delle Marche e dell’Italia (vedi grafico
precedente) .
Il macrosettore terziario, altrimenti detto dei
servizi è il maggiore in termini di numero di imprese (19.243 corrispondenti al 49,46%
del totale) ma viene dopo il settore
secondario in quanto ad addetti.
Il macrosettore primario sebbene numericamente abbia una peso
contenuto in termini di numero di imprese (7.328 pari al 20,2% del
totale), riveste un ruolo sempre più importante nelle produzioni tipiche .
9
LEGNO-ARREDO L’industria del legno-arredo ha un sistema produttivo ben distribuito su tutto il territorio
nazionale. Le zone a più elevata specializzazione si concentrano, per quanto riguarda il
Sud, in Campania e in Puglia, per quanto riguarda il Centro, nel Lazio, la Toscana e le
Marche, mentre al Nord tutta al fascia alpina e prealpina è caratterizzata da un’alta
specializzazione nel settore.
Le dinamiche strutturali mostrano negli ultimi tre decenni un ridimensionamento del numero
delle imprese accompagnato da un calo del livello occupazionale in particolare negli anni
‘80.
Nei grafici che seguono abbiamo riportato sia l’andamento dell’industria del legno-arredo
che quella del mobile per porre in evidenza due aspetti:
• Il primo è come il legame di filiera tra i due comparti si rifletta anche in andamenti
congiunturali coerenti, infatti si registrano andamenti simili nel periodo considerato;
• Il secondo è la netta predominanza del settore del mobile nel nostro territorio, esso
infatti rappresenta il 66% delle imprese dell’intero sistema (incidenza percentuale che
rimane stabile nel quinquennio preso in esame) ed il 76% dei lavoratori dipendenti
(con incidenze per questi ultimi che crescono nel tempo).
Fonte: elaborazioni dell’Osservatorio del Sistema Territoriale su dati INPS
Nel legno-arredo i dipendenti passano da 13.548 a 13.236 con una diminuzione percentuale
del 2,3% e le imprese passano da 1.072 a 1.002 con un calo percentuale del 6,53%; nel
mobile invece i dipendenti passano da 10.102 a 10.125 con un incremento dello 0,23% e le
imprese da 708 a 662 con un calo percentuale del 6,50%.
Per questo secondo comparto abbiamo quindi una tenuta dell’occupazione buona in quanto,
a fronte della stessa consistenza di aziende che chiudono nei due settori, per il mobile
l’occupazione non diminuisce.
Andamento dl numero di lavoratorii dipendenti anni 2001- 2005
-
10.000
20.000
anni
num
ero
dipe
nden
ti
leg-arr
mobile
leg-arr 13.548 13.855 13.634 13.560 13.236
mobile 10.102 10.491 10.269 10.237 10.125
2001 2002 2003 2004 2005
Andamento del numero delle aziende anni 2001- 2005
-
1.000
2.000
anni
num
ero
azie
nde
leg-arr
mobile
leg-arr 1.072 1.103 1.102 1.036 1.002
mobile 708 732 725 687 662
2001 2002 2003 2004 2005
10
Fonte: elaborazioni dell’Osservatorio del Sistema Territoriale su dati INPS
Questo sistema ha dato vita, nel nostro territorio, ad una serie di lavorazioni collegate che
hanno portato alla nascita di settori produttivi strategici:
• Macchine per la lavorazione del legno;
• Banchi frigoriferi e arredo per negozi;
• Lavorazione del vetro;
• Giunco, vimini e bambù per arredamento;
• Materie plastiche per arredamento;
• Semilavorati ed accessori per mobili;
• Vernici e altri ancora.
Analizziamo alcune di queste specializzazioni al fine di evidenziarne le performances
durante il periodo di crisi dell’economia italiana.
Macchine per la lavorazione del legno Questa specializzazione può essere
considerata sia una lavorazione
collegata al legno-arredo che una
specificità del settore della
metalmeccanica.
Nel distretto esiste una radicata
professionalità nelle macchine utensili
automatiche per la lavorazione del legno, del vetro, del marmo e di altri materiali non
ferrosi. Sono inoltre attivi impianti per la sezionatura e movimentazione automatizzata dei
pannelli di legno.
11
Classe DIP IMP DIMENSIONE MEDIA
Peso % d ei d ipendent i
sul t o t . Set t o re per
classe d imensionale
Peso % delle imp rese sul t o t . Set t o re per classe
d imensio nale
Classe DIP IMP DIMENSIONE MEDIA
Peso % dei d ipendent i
sul t o t . Set t o re per
classe d imensionale
Peso % delle imp rese sul t o t . Set t o re per classe
d imensionale
da 0 a 5 719 294 2,45 7,10% 44,41% da 0 a 5 1.159 475 2,44 8,76% 47,41% da 6 a 15 2.182 226 9,65 21,55% 34,14% da 6 a 15 3.132 330 9,49 23,66% 32,93% da 16 a 49 2.722 108 25,20 26,88% 16,31% da 16 a 49 4.074 158 25,78 30,78% 15,77% da 50 a 99 1.109 18 61,61 10,95% 2,72% da 50 a 99 1.478 23 64,26 11,17% 2,30% da 100 a 199 1.206 10 120,60 11,91% 1,51% da 100 a 199 1.206 10 120,60 9,11% 1,00% >200 2.187 6 364,50 21,60% 0,91% >200 2.187 6 364,50 16,52% 0,60% Totale Settore 10.125 662 15,29 100,00% 100,00% Totale Settore 13.236 1.002 13,21 100,00% 100,00%
LEGNO-ARREDOMOBILE
La tabella sottostante mostra in che comuni della Provincia si è sviluppato il settore nel
quinquennio 2001-2005 e quali sono stati gli anni di maggior difficoltà.
Il periodo di tempo considerato mostra, come dato di sintesi, che il numero delle imprese è
sceso di 3 unità ma questo non ha comportato un calo dell'occupazione dipendente che anzi
conta nel 2005 41 unità in più rispetto al 2001.
Fonte: elaborazioni dell’Osservatorio del Sistema Territoriale su dati INPS
Banchi frigoriferi e arredo per negozi*
La combinazione della lavorazione del legno unita alla
tecnologia industriale della lavorazione dell’acciaio e alla
ricerca avanzata nel campo della refrigerazione hanno
fatto sì che nel distretto nascessero imprese che sono
diventate leader mondiali del comparto.
Grazie anche alla strategia di specializzazione della
produzione per il mercato di riferimento alcune imprese
sono riuscite a prendere il controllo di un gruppo di
aziende che operano nel settore dell’arredamento di
pubblici esercizi, creando così, all’interno del distretto,
anche gruppi solidi e ramificati capaci di offrire un
servizio sempre più vasto ed integrato.
*Per questa specializzazione i dati non sono ancora disponibili in quanto stiamo cercando di individuare tutti i codici Ateco che possono
ricomprendere la tipologia produttiva in esame, al fine di interrogare le nostre banche dati senza perdita d’ informazioni.
2001 2002 2003 2004 2005 2001 2002 2003 2004 2005COLBORDOLO 2 3 3 3 3 6 30 24 22 19FANO 1 1 1 1 1 90 72 66 65 66MONTELABBATE 1 1 2 2 2 26 24 35 76 83PESARO 13 13 13 12 12 1412 1625 1512 1480 1447PIANDIMELETO 1 1 1 1 0 3 5 4SALTARA 1 1 1 0 5 5SAN LEO 1 1 1 2 1 1SANT'ANGELO IN LIZZOLA 2 1 2 1 1 61 47 48 42 40
TALAMELLO 1 1 1 20 20 20TAVULLIA 1 1 1 1 1 1Totale Provincia 23 24 26 20 20 1618 1825 1715 1690 1659
comuni numero aziende numero dipendenti
12
Lavorazione del vetro
E’ tra le specializzazioni che maggiormente presentano
contenuti d’innovazione tecnologica e design, come
dimostrano alcune aziende che sono diventate leader mondiali
del settore.
L’esame dei dati ci dice che mentre dal punto di vista della
numerosità delle imprese non ci sono variazioni dal 2001 al
2005, le persone occupate nel settore aumentano di 120 unità,
questo dimostra una crescita strutturale del settore e quindi un’
affermazione delle sue imprese.
Fonte: elaborazioni dell’Osservatorio del Sistema Territoriale su dati INPS
Descrizione codice ateco imp dip imp dipV ET R O PIA N O: PR OD U ZION E 0 0 1 1V ET R O PIA N O: LA V OR A Z . E TR A SFOR M A ZION E 51 861 52 931V ET R O C A V O: PR OD U ZION E 0 0 0 0FIB R E D I V ET R O: PR OD U ZION E 0 0 0 0V ET R O C A V O: LA V OR A Z . E TR A SF OR M A Z ION E 8 124 5 128V ET R O A M A N O E A SOF F IO: PR OD U Z ION E 2 5 2 8A LT R O V ET R O ( V ETR O T EC N IC O E IN D U STR IA LE PER A LTR I LA V OR I) : PR OD U ZION E 12 337 13 379totale 73 1327 73 1447
2001 2005
13
METALMECCANICA Il ricco tessuto di competenze meccaniche diffuse
nella provincia di Pesaro e Urbino è stato un
fattore cruciale per lo sviluppo dei sistemi
produttivi locali. Tali professionalità, nate in
concomitanza e a supporto della storica industria
motociclistica, oggi sono coinvolte in maniera
rilevante anche nei settore del legno (macchine
per la lavorazione del legno arredo e della
nautica).
Fonte: elaborazioni dell’Osservatorio del Sistema Territoriale su dati INPS
La mappatura dei dati INPS di
dicembre 2005, per l’intero
territorio regionale, mostra la
concentrazione più elevata delle
aziende con dipendenti nel
settore della metalmeccanica
nelle due città di Pesaro e Fano,
rispettivamente con 206 e 181
aziende, seguite da Osimo (148
aziende), Fabriano (144),
Ancona (122), Castelfidardo
(118) e Ascoli Piceno (116).
Per quanto riguarda i dipendenti,
questi si trovano in numero
maggiore a Fabriano che tocca i
12.926 lavoratori, seguito da
Pesaro con 3.756, Fano con
2.847, Osimo (2.169)
Castelfidardo (2.162) Ancona
(1.992) e Jesi (1.560).
14
I dati INPS 2001 –2005 mostrano che nella nostra provincia si ha una crescita costante sia
del numero delle aziende che di quello dei dipendenti, infatti le prime passano da 1.026 a
1.108 con un aumento percentuale del 7,99 mentre i secondi passano da 14.076 a 15.865
con un aumento percentuale del 12,71.
Fonte: elaborazioni dell’Osservatorio del Sistema Territoriale su dati INPS
Nautica distretto del mare Con una delibera del 5 ottobre
2004 la Giunta regionale ha
approvato il primo atto di indirizzo
per il progetto del Distretto del
Mare, con l’obiettivo di poter accedere a tutta una serie di vantaggi quali i
finanziamenti statali ed europei, il sostegno per la
formazione del personale, l’ accesso al credito e gli
incentivi per gli interventi infrastrutturali, da parte di
quelle imprese con caratteristiche e vocazioni
economiche uniformi, al fine di aumentare la
competitività dei territori di riferimento. Il Distretto del Mare per cui è partita la fase di sperimentazione sarebbe il sesto distretto
delle Marche, (in base alla identificazione delle aree a valenza distrettuale da parte della
Regione di cui all’art. 23 della L.R. n.32 del 1999) e andrebbe a rappresentare un sistema
di beni e servizi legati direttamente alla nautica cioè alla cantieristica navale, nautica da
diporto, accessori e infrastrutture legate al mondo del turismo e del commercio e diversi
nostri importanti settori del manifatturiero quali l’ arredamento, il tessile, la meccanica,
l’ impiantistica e l’ elettronica. Inizialmente i Comuni che hanno fatto richiesta di adesione
al Distretto del Mare sono stati Pesaro, Ancona, Senigallia e Fano. Lo scorso 10 luglio la
Regione Marche modifica l’atto iniziale e include nella sperimentazione anche Porto San
Giorgio e proroga la sperimentazione fino al 31 dicembre 2008 per evitare la scadenza
inizialmente prevista per ottobre 2006.
anni 2001 2002 2003 2004 2005aziende 1.026 1.051 1.070 1.065 1.108 dipendenti 14.076 14.750 14.976 15.626 15.865
15
Fonte: elaborazioni dell’Osservatorio del Sistema Territoriale su dati INPS
Questo è tra i settori della nostra
Questa economia si caratterizza per dei livelli di crescita esponenziali anche per quanto
riguarda i risultati dell'esportazione, passando infatti da 17.860.730 di euro nel 1995 a
100.766.219 di euro nel 2005.
Fonte: elaborazioni dell’Osservatorio del Sistema Territoriale su dati INPS
Fonte: elaborazioni dell’Osservatorio del Sistema Territoriale su dati ISTAT
Andamento delle aziende e di dipendenti della CANTIERISTICA NAVALE della provincia di Pesaro e Urbino dal 2001 al 2005
0
20
40
60
80
100
120
140
2001 2002 2003 2004 2005
anni
valo
ri
0
200
400
600
800
1000
1200
1400
aziendedipendenti
2001 2002 2003 2004 2005 2001 2002 2003 2004 2005C A R TOC ETO 1 1 2 8 9 10 10 5 36 58FA N O 29 33 39 44 62 314 230 396 624 692GA B IC C E M A R E 1 1 1 1 1 3 3 3 3 4GR A D A R A 1 1M ON D OLFO 8 10 9 12 13 68 85 80 130 155M ON TE POR ZIO 2 2 2 2 4 16 20 21 21 22PESA R O 11 11 11 11 12 103 105 104 100 108SA LTA R A 1 1 2 4 6 7 3 17 49 112M ON D A V IO 1 5 4 11M ON TEM A GGIOR E A L M ET A U R O 1 1 0 1OR C IA N O D I PESA R O 1 1 10 13SA N C OST A N ZO 3 5 10 20SA N LOR EN ZO IN C A M PO 1 14M ON TELA B B A TE 1 2
Totale 54 59 66 89 120 522 456 626 1001 1198
ComuneAziende Dipendenti
Ad oggi la consistenza del settore
è data da 120 imprese e 1198
dipendenti (dati INPS dicembre
2005) concentrati per più della
metà nel comune di Fano, anche
se, come mostra la tabella
sottostante il comparto si sta
espandendo anche nelle zone
limitrofe, soprattutto negli ultimi
due anni assistiamo a
insediamenti produttivi in ben 6
nuovi comuni.
I dati Inps ci indicano uno sviluppo
consistente della nautica nella Provincia
di Pesaro e Urbino, infatti questo settore
ha conosciuto dal 2001 al 2005 le
percentuali di crescita più alte tra tutti i
settori considerati in questo report:
troviamo, sia per le imprese che per i
dipendenti, incrementi che si attestano
attorno al 130%.
TERRITORIO 1995 2005
Pesaro Urbino 17.860.730 100.766.219
Valori in Euro, dati cumulati
16
Andando a confrontare i valori dell’export al I° trimestre degli anni dal 2001 al 2006 vediamo
che la nostra è, tra le province marchigiane, quella con i livelli di esportazioni più alti,
seguita dalla provincia di Ancona, mentre è poco significativo il valore di Macerata e
praticamente nullo quello di Ascoli Piceno.
Fonte: elaborazioni dell’Osservatorio del Sistema Territoriale su dati ISTAT
Fonte: elaborazioni dell’Osservatorio del Sistema Territoriale su dati INPS
Nel I° trim. 2006 la provincia di Pesaro e Urbino riesce a mantenere le sue
esportazioni sopra i 10 milioni di €, mentre Ancona passa dai quasi 12 milioni di € nel
I° trim. 2004 a 7 milioni di € nel I° trim 2005 a 4.000 € nel I° trim. 2006.
La variazione relativa I° trim. 2005/I° trim. 2006 conferma infatti queste osservazioni
mostrando che la diminuzione percentuale delle esportazioni è molto più contenuta
nella nostra provincia rispetto alla diminuzione registrata dalle altre province
marchigiane.
I° trim. 2001 I° trim. 2002 I° trim. 2003 I° trim. 2004 I° trim. 2005 I° trim. 2006 var. I° trim 2005/ I° trim. 2006
Pesaro Urbino 6.064.406 7.464.489 13.036.041 5.651.669 14.743.583 10.632.155 -27,89%
Ancona 175.595 44.829 10.239.936 11.758.576 7.277.161 4.098 -99,94%
M acerata 100.988 101.801 84.669 144.996 95.439 17.764 -81,39%
3Ascoli P iceno - 8.756 1.770 - 0 0,00%
Periodo riferimento: I trimestre - Valori in Euro
17
Confronto delle esportazioni di Navi e Imbarcazioni tra le province marchigiane dal 2001 al 2006
II° trim. 2001
II° trim. 2002
II° trim. 2003
II° trim. 2004
II° trim. 2005
II° trim. 2006
Ascoli Piceno
Macerata
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Pesaro Urbino
MODA La Moda è il terzo sistema, dopo metalmeccanica e legno-arredo, in termini di numero di
imprese e dipendenti (dati INPS dicembre 2005).
Analizzando il trend di questo sistema produttivo dal 2001 al 2005 risulta evidente la sua
costante situazione di difficoltà fino al dicembre 2004, mentre si registra una ripresa nel
dicembre 2005 con degli aumenti dal 2004 al 2005 dei dipendenti e delle imprese pari
rispettivamente al 7,5% e al 5%.
Valore delle esportazioni dal 2001 al 2006 del sistema Moda nella provincia di Pesaro e Urbino Periodo riferimento: II trimestre - Valori in Euro
periodo II° trim.
2001 II° trim.
2002 II° trim.
2003 II° trim.
2004 II° trim.
2005 II° trim.
2006
var. II° trim 2005
/II° trim. 2006
valore export 81.919.688 91.103.396 85.561.742 72.634.310 87.666.074 99.257.778 13,22
Fonte: elaborazioni dell’Osservatorio del Sistema Territoriale su dati INPS
Fonte: elaborazioni dell’Osservatorio del Sistema Territoriale su dati INPS
Fonte: elaborazioni dell’Osservatorio del Sistema Territoriale su dati ISTAT
2001 2002 2003 2004 2005
492 496 477 436 469
5.783 5.680 5.321 5.120 5.373
imprese
dipendenti
Andamento delle imprese e dei dipendenti dal 2001 al 2005 nel sistema Moda della Provincia di Pesaro e Urbino
-1.0002.0003.0004.0005.0006.0007.000
2001 2002 2003 2004 2005
anni
num
ero
impr
ese
e di
pend
enti
imprese
dipendenti
18
I valori delle esportazioni sono in linea con quelli del sistema produttivo, registriamo infatti
dal 2005 una ripresa dell’export ed una crescita percentuale, dal II° trim. 2005 al II° trim.
2006, pari al 13,22, quindi di circa 10 punti percentuali maggiore rispetto a quella del legno-
arredo (2,88%), e di circa 5 punti percentuali minore rispetto a quella del sistema
metalmeccanica (18,43%).
Fonte: elaborazioni dell’Osservatorio del Sistema Territoriale su dati ISTAT
Variazione delle esportazioni II° trim. 2005 al II° trim. 2006 del sistema Metalmeccanica nella provincia di Pesaro e Urbino Periodo riferimento: II trimestre - Valori in Euro
2005 provvisorio 2006 provvisorio
var. II° trim 2005/II° trim.
2006
import export import export 151.693.679483.451.865203.505.716572.557.625 18,43%
Variazione delle esportazioni II° trm. 2005 al II° trim. 2006 del sistema Legno-Arredo a nella provincia di Pesaro e Urbino
2005 provvisorio 2006 provvisorio
var. II° trim 2005/II° trim.
2006
import export import export 31.916.584197.534.687 34.766.506203.217.499 2,88%
Fonte: elaborazioni dell’Osservatorio del Sistema Territoriale su dati ISTAT
Andamento dell'export dal 2001 al 2005 del Sistema MODA della Provincia di Pesaro e Urbino
020.000.00040.000.00060.000.00080.000.000
100.000.000120.000.000
II° trim.2001
II° trim.2002
II° trim.2003
II° trim.2004
II° trim.2005
II° trim.2006
periodi
valo
re d
ell'e
xpor
t
19
SERVIZI ALLE IMPRESE Questo settore pur essendo
ancora poco strutturato e
consistente, è infatti composto da
295 aziende e 1.139 lavoratori
dipendenti, ha delle percentuali di
crescita significative: si assiste
nell’arco di tempo considerato ad
un aumento di quasi il 30% delle
imprese e del 20% dei dipendenti.
Fonte: elaborazioni dell’Osservatorio del Sistema Territoriale su dati INPS
NUOVE TECNOLOGIE (ICT)
Per industria dell’Information and Communication Technology (ICT), si intendono le attività
sia manifatturiera che dei servizi che si identificano con i seguenti settori economici (ATECO
’02): DL 30 Fabbricazione di macchine per ufficio, di elaboratori e sistemi informatici, DL 32
Fabbricazione di apparecchi radiotelevisivi e di apparecchiature per le comunicazioni, I 64.2
Telecomunicazioni, K 72 Informatica e attività connesse, e K 73 Ricerca e sviluppo.
Fonte: elaborazioni dell’Osservatorio del Sistema Territoriale su dati INPS
n. az iend e 110n. d ip end ent i 877increment o % 2 0 0 5/ 0 1az iend e 7,84%increment o % 2 0 0 5/ 0 1d ip end ent i 63,01%d imensio ne med ia d elle az iend e nel 2 0 0 1 5,27d imensio ne med ia d elle az iend e nel 2 0 0 5 7,97
I NUMERI DELL'ICT NELLA PROVINCIA DI PESARO E URBINO
Nella nostra provincia il settore dell'ICT
conta a fine 2005 877 dipendenti e 110
imprese, quindi il settore ha una consistenza
irrisoria rispetto a settori tradizionali quali il
mobili e la metalmeccanica, ma i dati
importanti di questo comparto sono:
• l'incremento del 63% del numero dei
dipendenti e di quasi l'8% del numero
delle aziende dal 2001 al 2005,
• l'incremento della dimensione media
delle aziende che passa da 5,27 a
7,97.
Andamento delle aziende e dei dipendenti dei servizi alle imprese della Provincia di Pesaro e urbino negli ultimi 5 anni
0
100
200
300
400
anniva
lore
85090095010001050110011501200
AZIENDEDIPENDENTI
AZIENDE 229 252 265 287 295
DIPENDENTI 968 1001 1027 1072 1139
2001 2002 2003 2004 2005
20
Fonte: elaborazioni dell’Osservatorio del Sistema Territoriale su dati INPS
Fonte: elaborazioni dell’Osservatorio del Sistema Territoriale su dati INPS
Amdament o nel t empo del numero delle aziende dell' ICT nella Provincia di Pesaro e
Urbino
95
100
105
110
115
2001 2002 2003 2004 2005
Amdament o nel t empo del numero dei dipendent i dell' ICT nella Provincia di Pesaro e Urbino
0200400600800
1000
2001 2002 2003 2004 2005
Anni 2001 2002 2003 2004 2005Aziende 102 109 112 109 110Dipendenti 538 802 810 841 877
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CONCLUSIONI La competitività di un sistema locale va affrontata nell’ambito di una visione complessiva di
sviluppo del sistema produttivo e delle sue relazioni con il territorio, è necessario quindi che
l’azione di governo sia in sinergia tra tutti gli attori che lo compongono e con le politiche
europee, nazionali, regionali e locali.
La nostra proposta di studio nasce dalla convinzione che un ulteriore e diverso approccio di
lettura dei dati territoriali possa aiutare a gestire la fase di transizione che stiamo
attraversando e porre le basi per cercare di individuare uno sviluppo economico capace di
garantire una crescita significativa e durevole, in linea con i seguenti orientamenti:
la coerenza con gli obiettivi definiti nella Strategia di Lisbona e nella sua rivisitazione;
il perseguimento degli obiettivi della Commissione Europea espressi nel VI e VII
Programma quadro di Ricerca e Sviluppo e nel Piano Innovazione e Competitività;
la valorizzazione dei processi di internazionalizzazione di gruppi di imprese;
la necessità di orientarsi verso beni e servizi compatibili con gli obiettivi di sviluppo
sostenibile e miglioramento della qualità della vita;
l’opportunità per il nostro sistema produttivo di presidiare tecnologie emergenti e con
forte impatto;
la necessità di rafforzare quei settori industriali che contribuiscono in misura
determinante all’ accumulazione del know-how necessario ad accrescere la
competitività.
L’adozione di una prospettiva settoriale nell’ implementazione di nuovi strumenti di politica
economica deve comunque essere realizzata tenendo conto di alcuni cambiamenti strutturali
che stanno investendo i sistemi produttivi.
Consideriamo ad esempio il fatto che le filiere produttive con maggiori potenzialità di
sviluppo non sono riconducibili alle tradizionali classificazioni merceologiche (codici ATECO)
ma aggregano “grappoli di attività” appartenenti all’industria, ai servizi e al mondo della
ricerca e che le tecnologie più promettenti presentano un elevato grado di pervasività
dell’intero sistema produttivo e non sono confinabili unicamente in specifici ambiti settoriali.
Gli obiettivi di sviluppo futuro di questo lavoro sono quindi quello di estendere l’analisi anche
ad altri sistemi significativi del nostro territorio e di individuare “i settori condottieri” dello
sviluppo.
Andrà quindi impostata anche per i settori del Turismo, delle Costruzioni e per l’Agricoltura
un’analisi di sistema analoga a quella sviluppata per gli altri settori al fine di completare il più
possibile il quadro di riferimento per la programmazione territoriale.
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