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report_2010

Date post: 25-Mar-2016
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Osservatorio Immigrazione Provincia di Vercelli Giugno 2010 1 2 Mano a mano che i dati pervenivano all’osservatorio, sono stati informatizzati e preparati per il trattamento statistico e l’inserimento nel report finale. Questa fase di lavoro è durata fino al mese di maggio 2010. 3 Contemporaneamente è iniziata la campagna di interviste qualitative a testimoni privilegiati, avvenuta tramite interviste svolte presso la sede degli enti che hanno dato la disponibilità ad un loro coinvolgimento. 4
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1 LA CONDIZIONE DEI CITTADINI STRANIERI RESIDENTI IN PROVINCIA DI VERCELLI VII RAPPORTO ANNUALE Provincia di Vercelli Osservatorio Immigrazione Giugno 2010
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1

LA CONDIZIONE DEI CITTADINI STRANIERI RESIDENTI IN PROVINCIA

DI VERCELLI

VII RAPPORTO ANNUALE

Provincia di Vercelli

Osservatorio Immigrazione

Giugno 2010

2

Sommario

PREMESSA METODOLOGICA......................................................................................................3 LA QUESTIONE MIGRATORIA NEL CONTESTO NAZIONALE E REGIONALE..............................6 1. LA DISTRIBUZIONE DELLA PRESENZA IMMIGRATA IN PROVINCIA DI VERCELLI ..................8 1.1. La presenza a livello locale .............................................................................................8

1.2. Le caratteristiche degli stranieri residenti ....................................................................14

1.3 Le nazionalità di provenienza ........................................................................................15

1.4 Indicatori demografici di integrazione .........................................................................20

2. PERMESSI DI SOGGIORNO E NULLA OSTA AL LAVORO.....................................................21 3 GLI IMMIGRATI NEL MERCATO DEL LAVORO.......................................................................25 3.1 Gli avviamenti al lavoro..................................................................................................25

3.2 Gli immigrati e l’imprenditorialità ..................................................................................27

4. GLI IMMIGRATI NEL SISTEMA SCOLASTICO E FORMATIVO ................................................28 5. GLI IMMIGRATI E LA SALUTE ..................................................................................................29 5.1 Gli accessi allo sportello ISI (Centro Informazione Salute Immigrati)........................29

5.2 I ricoveri presso la ASL di Vercelli ...................................................................................30

6. GLI IMMIGRATI E L’ACCESSO ALLA CASA ..........................................................................31 IL PUNTO DI VISTA DELLE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA: UNIONE INDUSTRIALI, ASSCOM E

CNA ...................................................................................................................................................33 IL PUNTO DI VISTA DELLA CISL...................................................................................................36 IL PUNTO DI VISTA DELLE AGENZI FORMATIVE: CNOS, CIOFS E IAL......................................38 SITOGRAFIA E BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO ........................................................................41 Ringraziamenti........................................................................................................................42

3

PREMESSA METODOLOGICA

Con la fine del mese di giugno, anche quest’anno la Provincia di Vercelli mette a disposizione degli operatori del territorio l’annuale rapporto sulla presenza dei cittadini stranieri sul territorio provinciale. Si tratta della settima edizione a consolidamento di una scelta di monitoraggio importante per cogliere tempestivamente la metamorfosi del tessuto sociale locale, delle dinamiche migratorie e delle esigenze delle persone e dei cittadini presenti sul territorio provinciale per un periodo più o meno lungo di permanenza. La struttura del rapporto è in linea con quella delle pubblicazioni precedenti, con una prima parte dedicata alla descrizione di dati statistici ed una seconda parte più interpretativa affidata alle interviste e all’ascolto di alcuni testimoni privilegiati presenti sul territorio. Per l’edizione pubblicata nel 2010 e riferita all’anno appena trascorso si è scelto di concentrare l’approfondimento qualitativo sul tema del lavoro, per comprendere la portata della crisi rispetto ai lavoratori di origine straniera. Per questo motivo sono stati intervistati i referenti delle principali istituzioni datoriali, sindacali e della formazione professionale, per costruire un quadro articolato delle dinamiche che hanno investito la provincia e che non hanno ancora cessato di manifestare i propri effetti. La parte statistica del rapporto è stata realizzata grazie alla collaborazione delle istituzioni locali che hanno messo a disposizione della provincia di propri dati. Come già evidenziato nelle precedenti edizioni del report l’utilizzo di dati amministrativi, se da una parte consente una articolazione ampia delle informazioni, dall’altra rende ostica la comparazione tra dati provenienti da fonti diverse e deve scontare anche alcuni limiti strutturali legati alle modalità di raccolta e trattamento delle informazioni all’origine. Questo ha comportato, ad esempio, l’impossibilità per questa edizione di utilizzare i dati degli enti gestori dei servizi territoriali, delle organizzazioni sindacali e dell’inps in quanto i dati pervenuti erano troppo frammentari per essere inseriti nel rapporto. Dall’altra parte però il report 2009 si è arricchito di analisi più dettagliate. Dal punto di vista dei processi di lavoro la fase di raccolta dei materiali quantitativi è iniziata tra il mese di febbraio e quello di marzo e ha previsto le seguenti attività:

• revisione degli strumenti utilizzati nelle precedenti edizioni del report; • aggiornamento degli indirizzari degli enti destinatari delle richieste di dati • invio di una scheda dettagliata di raccolta dei dati anagrafici a tutti i comuni della

provincia • invio di una lettera di richiesta aggiornamento dati alle istituzioni che

tradizionalmente hanno collaborato con l’osservatorio. Mano a mano che i dati pervenivano all’osservatorio, sono stati informatizzati e preparati per il trattamento statistico e l’inserimento nel report finale. Questa fase di lavoro è durata fino al mese di maggio 2010.

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Contemporaneamente è iniziata la campagna di interviste qualitative a testimoni privilegiati, avvenuta tramite interviste svolte presso la sede degli enti che hanno dato la disponibilità ad un loro coinvolgimento.

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Nello specifico sono state realizzate interviste a: • Associazione Industriali di Vercelli • Asscom • CNA • CISL • IAL • CIOFS • Cnos Fap

Tutte le interviste sono state registrate su supporto digitale. Raccolti i dati, nel mese di maggio sono stati sistematizzati ed inseriti nel rapporto finale dell’osservatorio. Tutte le analisi sono state condotte da ricercatori della cooperativa Vedogiovane, che ha gestito questo incarico per conto della Provincia di Vercelli. A tutti coloro che hanno reso possibile la raccolta ed il trattamento dei dati, va il nostro ringraziamento.

6

LA QUESTIONE MIGRATORIA NEL CONTESTO NAZIONALE E REGIONALE

All’interno dello scenario di crisi che ha caratterizzato la seconda metà del 2008 e l’intero 2009, a livello nazionale non si sono arrestati i flussi migratori, soprattutto in relazione alla regolarizzazione che nel settembre del 2009 ha portato alla registrazione di più di 300 mila stranieri occupati nel campo dell’assistenza familiare. Tutto questo in uno scenario in cui l’ISTAT aveva previsto un flusso di circa 250 mila stranieri all’anno, abbondantemente superato già nel corso del 2008. Le caratteristiche della presenza straniera in Italia si stanno avvicinando sempre di più a quelle riscontrate nei paesi europei a più alta tradizione migratoria, per quanto, il più complesso accesso alla cittadinanza che caratterizza il nostro paese, porti ad avere un numero complessivo di cittadini stranieri presenti sul territorio nazionale leggermente più alto della medie UE, ma un numero ancora basso di cittadini italiani di origine straniera. Scorrendo i contenuti del rapporto caritas 2009, si evidenzia anche come la dinamica demografica sia essenzialmente legata ai trasferimenti legati alla ricerca di occupazione e alla natalità delle coppie presenti in maniera più strutturata ed integrata sul territorio nazionale. L’incidenza complessiva della popolazione straniera residenza è di poco più del 7% a livello nazionale con una maggiore concentrazione nelle fasce d’età più basse e, soprattutto, nelle fasce più produttive e una presenza minima tra gli anziani. Procedono i processi di integrazione legati sia alle dinamiche scolastiche, che a quelle occupazionali, matrimoniali e di espressione associazionistica e culturale. La presenza di alunni stranieri nelle scuole (per quanto molto differenziata da regione a regione) ha raggiunto il 7% del totale degli iscritti. Quasi il 40% di questi alunni è nato in Italia ed è quindi pienamente da considerare di seconda generazione. Se dal punto di vista della partecipazione scolastica e delle attività del tempo libero i bambini e i giovani stranieri mostrano livelli di integrazione sempre più alti, persistono indicatori di disagio forti in relazione alle performance scolastiche, con livelli di ritardo e dispersione della popolazione straniera significativamente più alti rispetto a quelli della popolazione italiana. Allo stesso modo l’accesso al sistema formativo secondario appare fortemente condizionato con una prevalenza significativa dei percorsi di istruzione professionale rispetto a quelli dell’istruzione tecnica e liceale. Dal punto di vista delle dinamiche del lavoro il rapporto Caritas 2009, pur facendo riferimento ancora a dati del 2008, evidenza la sempre maggiore centralità della manodopera straniera per l’economia nazionale, evidenziata da un tasso di attività superiore a quello della popolazione italiana e ad una elevata disponibilità a compiere lavori scarsamente appetiti dalla popolazione italiana. Ciò comporta anche una maggiore esposizione a rischi professionali e ad incidenti sul lavoro, non di rado gravemente invalidanti. A livello complessivo è utile ricordare la stima riferita al 2007 e prodotta da UNIONCAMERE secondo la quale la componente di lavoro straniero in Italia produceva più del 9% del totale del PIL nazionale. I confronti e le analisi con il quadro definito a livello regionale, non sono disponibili per questa edizione del rapporto, non essendo stato ancora redatto il report di riferimento da parte dell’osservatorio regionale.

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PARTE PRIMA:

I DATI QUANTITATIVI

8

1. LA DISTRIBUZIONE DELLA PRESENZA IMMIGRATA IN PROVINCIA DI VERCELLI

1.1. La presenza a livello locale

Un primo fondamentale punto di partenza per comprendere il fenomeno dell’immigrazione, consiste nel definirne la portata numerica. A questo scopo, l’osservatorio della Provincia di Vercelli, come ogni anno, ha chiesto alle anagrafi comunali di compilare una scheda riassuntiva con i dati relativi alla popolazione straniera residente. Come sempre, i dati ufficiali delle anagrafe presumibilmente sottostimano il fenomeno, non essendo in grado di conteggiare tutti i soggetti che sono presenti sul territorio pur non essendo in regola con il permesso di soggiorno o che sono in transito e non hanno ancora acquisito la residenza. Seguendo le stime del dossier Caritas 2009 (l’ultimo disponibile) è presumibile che, se si vuole avere una idea più precisa della presenza straniera effettiva, il numero dei residenti vada aumentato di circa il 10%. IN questo modo, il dato ufficiale di 11.881 casi andrebbe aumentato di circa 1200 unità, collocandosi come per il 2009 attorno alle 13.000 unità. Il confronto con i dati degli anni precedenti mostra per la prima volta una sostanziale riduzione dei flussi migratori che hanno visto crescere la popolazione straniera residente di sole 63 unità nel corso dell’ultimo anno, meno di un decimo di quanto fatto registrare tra il 2008 e il 2009. Anche la quota di popolazione straniera sul totale dei residenti rimane pressoché invariata rispetto al 2009.

Tabella 1.1 Cittadini stranieri in provincia di Vercelli negli anni Anno Totale stranieri

presenti % rispetto al totale della

popolazione residente 2003 7.350 3,3

2004 8.056 4,5

2005 8.822 4,9

2006 9.351 5,2

2007 10.967 6,11

2008 11.818 6,56

2009 11.881 6,57

Alla stabilità sostanziale del numero di stranieri presenti sul territorio provinciale si accompagna nel 2009 per la prima volta da quando vengono redatti i report dell’osservatorio un incremento (seppur minimo e solo nell’ordine delle 600 unità) della popolazione italiana. Si tratta di un fenomeno particolarmente importante in quanto mostra una potenziale inversione di tendenza (o quanto meno un potenziale freno) del processo demografico registrato tanto a livello provinciale quanto a livello nazionale, che mostrava una costante riduzione della popolazione autoctona a seguito dei processi di denatalità registrati ormai da molti anni. Il 2009 si apre dunque con un dato sorprendente, che muta in maniera rilevante le tendenze in atto anche se avrà bisogno di trovare conferme nei prossimi anni.

9

Fig. 1.1. Popolazione residente in Provincia di Vercelli. (Valori assoluti, distinzione per cittadini italiani e stranieri)

0

50000

100000

150000

200000

2004 2005 2006 2007 2008 2009

Cittadini Italiani

Cittadini Stranieri

Totale residenti

L’analisi dei dati all’interno delle tre macroaree territoriali in cui è possibile dividere la provincia mostra variazioni significative, con una rilevante riduzione del numero di stranieri presenti nei comuni della bassa e un incremento nelle altre aree(più lieve in Valsesia, decisamente più marcato nel capoluogo). In particolare il dato riferito alla città di Vercelli potrebbe essere significativo di una serie di flussi interni che, a fronte della crisi economica ed occupazionale, portano ad un maggior inurbamento rispetto al passato da parte della componente straniera della popolazione residente.

Tabella 1.2 Presenza di immigrati in aree territoriali della provincia negli anni 2008-2009

Totale popolazione residente

Aree territoriali 2008 2009

Valsesia 47.274 47.127

Bassa vercellese 85.779 86.703

Città di Vercelli 47.082 46.966

Totale 180.135 180.796

Popolazione straniera residente

2008 2009

Valsesia 2.487 2.643

Bassa vercellese 5.417 4.849

Città di Vercelli 3.914 4.389

Totale 11.818 11.881

% di stranieri sul totale della popolazione residente

2008 2009

Valsesia 5,3 5,6

Bassa vercellese 6,3 5,6

Città di Vercelli 8,3 9,3

Totale 6,56 6,57

10

Figura 1.2. Percentuale di immigrati presenti nelle diverse aree territoriali della Provincia. Confronto 2008-2009

0

2,5

5

7,5

10

2008 2009

Valsesia

Bassa vercellese

Città di Vercelli

Facendo riferimento alla sola città di Vercelli, il tasso di crescita della popolazione straniera appare ancora più significativo, soprattutto se si sposta il confronto a partire dal 2003. Allora gli stranieri residente erano meno di 3.000, pari al 6,3% della popolazione. Dopo sette anni sono diventati più di 4.300 e rappresentano il 9,3% del totale della popolazione, con un incremento netto in valori assoluti di 1432 unità, pari al 48,4%.

L’analisi dei dati demografici consente di dare una lettura specifica anche della situazione dei singoli comuni, individuando quali sono i comuni in cui vi sono i maggiore insediamenti di stranieri residenti. Come nella scorsa edizione, per facilitare la lettura e l’interpretazione dei dati, abbiamo suddiviso i comuni della provincia in tre fasce: quelli con più di 3000 abitanti, quelli con un numero di abitanti compreso tra 500 e 3000 e quelli con meno di 500 abitanti.

Tabella 1.3a Cittadini stranieri residenti: graduatoria dei 10 comuni con la maggiore presenza di stranieri in valore assoluto (comuni con più di 3.000 abitanti).

Comuni

Totale. Popolazione

residente al 31 dicembre

2009

Totale popolazione

straniera residente

al 31 dicembre 2009

Variazione del numero di stranieri residenti rispetto al 31 dicembre 2008

% di stranieri rispetto alla popolazione residente (2009)

VERCELLI 46.966 4.389 + 475 9,35

BORGOSESIA 13.349 772 + 67 5,78

SANTHIA' 9.060 626 + 25 6,91

CRESCENTINO 8.153 565 + 36 6,93

SERRAVALLE SESIA

5.182 453 + 38

9,48

GATTINARA 8.326 480 + 44 5,77

LIVORNO FERRARIS

4.545 468 =

10,30

VARALLO 7.587 451 + 2 5,97

SALUGGIA 4.182 301 +29 7,20

CIGLIANO 4.566 246 -19 5,39

11

12

Tabella 1.3b Cittadini stranieri residenti: graduatoria dei 10 comuni con la maggiore presenza di stranieri in valore assoluto (comuni tra 500 e 3.000 abitanti)

Comuni

Totale. popolazione

residente al 31 dicembre

2009

Totale popolazione

straniera residente

al 31 dicembre 2009

Variazione del numero di stranieri residenti rispetto al 31 dicembre 2008

% di stranieri rispetto alla popolazione

residente

SAN GERMANO VERCELLESE

1.785 244 +10 13,67

ALICE CASTELLO 2.714 206 +14 8,11

BORGO D'ALE 2.694 192 - 6 6,90

BORGO VERCELLI 2.381 145 +26 6,09

VALDUGGIA 2.187 140 -3 6,40

BIANZE' 2.075 133 -1 6,41

FONTANETTO PO 1.234 115 +10 9,32

MONCRIVELLO 1.562 93 +12 5,95

VILLATA 1.662 75 +9 5,18

CARISIO 928 80 +9 8,62

Tabella 1.3c Cittadini stranieri residenti: graduatoria dei 10 comuni con la maggiore

presenza di stranieri in valore assoluto (comuni con meno di 500 abitanti)

Comuni

Totale. Popolazione

residente al 31 dicembre 2009

Totale popolazione

straniera residente

al 31 dicembre 2009

Variazione del numero di

stranieri residenti rispetto al

31 dicembre 2008

% di stranieri rispetto alla popolazione

residente

VILLARBOIT 491 24 +2 4,89

OLDENICO 259 22 +15 8,49

ALBANO VERCELLESE

342 21 +7

6,14

RIVE 466 17 -6 3,65

BALOCCO 253 16 +1 6,32

GUARDABOSONE 349 16 -1 4,58

GREGGIO 392 15 +6 3,83

PERTENGO 329 15 -5 4,56

QUINTO VERCELLESE

425 15 -5

3,53

SCOPELLO 417 13 +2 3,12

Se invece di basarci sui valori assoluti, esaminiamo i dati in percentuale rispetto alla popolazione residente, il comune con la maggiore densità di stranieri residenti è San Germano Vercellese, che strappa il primato dello scorso anno detenuto da Collobiano. Le cause delle forti differenze nella concentrazione della popolazione straniera a livello comunale sono molteplici e possono avere a che fare con la presenza di una forte offerta di lavoro in quello specifico territorio, con una disponibilità di abitazioni a basso costo, con la presenza di una comunità etnica e/o parentale in grado di dare sostegno ai nuovi arrivati…

13

Tabella 1.4 Cittadini stranieri residenti: graduatoria dei 10 comuni con la maggiore presenza di stranieri in percentuale sulla popolazione residente (totale provincia)

Comuni Totale popolazione

straniera residente al 31 dicembre 2009

% di stranieri rispetto alla popolazione

residente SAN GERMANO VERCELLESE

244 13,67

MOLLIA 12 10,91

LIVORNO FERRARIS 468 10,30

COLLOBIANO 12 10,08

SERRAVALLE SESIA 491 9,48

VERCELLI 4.389 9,35

FORMIGLIANA 53 9,33

FONTANETTO PO 115 9,32

CARISIO 80 8,62

OLDENICO 22 8,49

Tabella 1.4a Cittadini stranieri residenti: graduatoria dei 10 comuni con la maggiore

presenza di stranieri in percentuale sulla popolazione residente (comuni con più di 3000 abitanti)

Comuni Totale popolazione

straniera residente al 31 dicembre 2008

% di stranieri rispetto alla popolazione

residente LIVORNO FERRARIS 468 10,30

SERRAVALLE SESIA 491 9,48

VERCELLI 4389 9,35

SALUGGIA 301 7,20

CRESCENTINO 565 6,93

SANTHIA' 626 6,91

TRONZANO VERCELLESE

235 6,52

VARALLO 453 5,97

BORGOSESIA 772 5,78

Tabella 1.4b Cittadini stranieri residenti: graduatoria dei 10 comuni con la maggiore

presenza di stranieri in percentuale sulla popolazione residente (comuni tra 500 e 3000 abitanti)

Comuni Totale popolazione

straniera residente al 31 dicembre 2008

% di stranieri rispetto alla popolazione

residente SAN GERMANO VERCELLESE

244 13,67

FORMIGLIANA 53 9,33

FONTANETTO PO 115 9,32

CARISIO 80 8,62

ALICE CASTELLO 220 8,11

BORGO D'ALE 186 6,90

BIANZE' 133 6,41

VALDUGGIA 140 6,40

ARBORIO 59 6,28

ROVASENDA 62 6,12

14

Tabella 1.4c Cittadini stranieri residenti: graduatoria dei 10 comuni con la maggiore presenza di stranieri in percentuale sulla popolazione residente (comuni con meno di 500

abitanti)

Comuni Totale popolazione

straniera residente al 31 dicembre 2008

% di stranieri rispetto alla popolazione

residente MOLLIA 12 10,91

COLLOBIANO 12 10,08

OLDENICO 22 8,49

PILA 11 7,97

BALOCCO 16 6,32

ALBANO VERCELLESE 21 6,14

BALMUCCIA 6 6,00

SALI VERCELLESE 7 5,83

VILLARBOIT 24 4,89

GUARDABOSONE 16 4,58

1.2. Le caratteristiche degli stranieri residenti

In tutte le rilevazioni precedenti, la percentuale di maschi è sempre stata (di poco) superiore a quella delle femmine. Nel 2009, invece, il dato si ribalta, evidenziando, per la prima volta una prevalenza della componente femminile su quella maschile

Tabella 1.5 Gli immigrati in provincia di Vercelli: distribuzione per sesso e per anno (% sul totale di stranieri residenti)

2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

Maschi 51 51 51 53 53 52 48

Femmine 49 49 49 47 47 48 52

0% 20% 40% 60% 80% 100%

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

Maschi

Femmine

15

Anche dai dati del 2009 si conferma che è soprattutto la fascia d’età centrale e più produttiva (quella tra I 19 e I 60 anni) a raccogliere la maggior parte degli stranieri residenti sul territorio provinciale. L’analisi di trend evidenzia ancora una volta una novità rispetto agli anni passati: per la prima volta da quando sono attive le rilevazioni dell’osservatorio, infatti, si riduce la numerosità in valori assoluti e la quota di minorenni, a parziale conferma di una tendenza descritta nella fase delle interviste qualitative, per cui, a fronte della crisi economica, diversi stranieri hanno scelto di far ritornare al paese di origine mogli e figli. Una seconda tendenza rilevante, che mostra, al contrario, come la presenza straniera si faccia sempre più consolidata, è quella relativa all’aumento della numerosità e della quota di stranieri residenti con un’età superiore ai 60 anni, che sono aumentati di più del 30% nel corso di cinque anni.

Tabella 1.6 Gli immigrati in provincia di Vercelli: distribuzione percentuale per fasce d’età e per anno della rilevazione

2005 2006 2007 2008 2009 Meno di 18

anni 2.203 2.393 2.682 2.878 2.805

Da 19 a 60 anni

6.315 6.612 7.940 8.555 8.654

Più di 60 anni 304 346 345 385 414

0% 20% 40% 60% 80% 100%

2005

2006

2007

2008

2009

Meno di 18 anni

Da 19 a 60 anni

Più di 60 anni

1.3 Le nazionalità di provenienza

Gli stranieri residenti sul territorio della provincia di Vercelli rappresentano un vero e proprio spaccato del mondo, con più di 120 nazionalità presenti, suddivise nei cinque continenti. La tabella 1.7 illustra la provenienza degli stranieri residenti sul territorio provinciale, differenziandola per macroaree geografiche, consentendo di osservare come il 52% del totale degli stranieri presenti siano di origine europea, a fronte del 34% di africani e dell’8% di asiatici e del 7% di americani.

16

Tabella 1.7 Ripartizione degli stranieri residenti in Provincia di Vercelli per area geografica di provenienza

Area geografica di provenienza

Numerosità degli stranieri presenti

Percentuale sul totale degli stranieri presenti

Unione Europea 3.035 25,5

Paesi membri dell’Unione Europea

prima del 2005

247

Paesi membri dell’Unione Europea dal

2005

272

Paesi membri dell’Unione Europea dal

2007

2516

Altri paesi europei che non fanno parte dell’Unione Europea

3.147 26,5

Nord America 13 0,1

Centro America 354 3,0

Sud America 436 3,7

Asia 903 7,6

Africa settentrionale 3.239 27,3

Altri Paesi Africani 749 6,3

Altri Paesi 5 0,0

Totale 11.881 100,0 Entrando più nel dettaglio dei singoli paesi di provenienza, la tabella 1.8 individua le dieci nazionalità più presenti e le raffronta rispetto al dato 2008. L’elenco delle nazioni è praticamente identico a quello del 2008, se non per la sostituzione tra Polonia e Moldavia all’ultimo posto della classifica. Importante però è l’osservazione circa le variazioni della numerosità riferita ai singoli paesi presi in esame che mostra differenze piuttosto significative. Le performance più positive sono quelle relative a Romania, Ucraina, Polonia e Tunisia che hanno visto un incremento dei cittadini presenti compreso tra il 41 e il 7%. In controtendenza, invece Senegal, Marocco e Albania che hanno fatto registrare una riduzione significativa delle presenze sul territorio provinciale

17

Tabella 1.8 Variazione 2009-2008 delle presenze di immigrati per le 10 nazionalità più numerose presenti in provincia di Vercelli

2008 2009

Variazione 2009-2008

(v.a.)

Variazione 2009-2008

(%)

Marocco 3.096 2.863 -233 -7.5

Romania 2.213 2.370 +157 +7,1

Albania 2.001 1.883 -118 -5,9

Cina 536 527 -9 -1,7

Ucraina 408 503 +95 +23,3

Tunisia 242 280 +38 +15,7

Peru' 233 239 +6 +2,6

Senegal 291 238 -53 -18,2

Croazia 220 222 +2 +1,0

Polonia 152 215 +63 +41,4

0

500

1.000

1.500

2.000

2.500

3.000

3.500

2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

Marocco

Romania

Albania

Si confermano le forti differenze nella composizione di genere tra i residente delle diverse nazionalità legate al tipo di professioni prevalentemente svolte dagli stranieri. La disaggregazione per paesi ci consente anche di spiegare meglio l’osservazione fatta ad inizio capitolo relativa all’aumento della componente femminile con due riflessioni aggiuntive:

• la crisi in atto sembra avere inciso meno sulle provenienze dai paesi dell’est europa in quanto il mercato dell’assistenza familiare (che ha una manodopera quasi esclusivamente femminile) è ancora forte,

• gli stranieri di origine rumena che hanno aumentato fortemente la loro presenza negli ultimi tre anni, si sono stabilizzati e hanno probabilmente messo in atto numerosi ricongiungimenti familiari tanto che il numero di donne rumene presenti in provincia di Vercelli è aumentato di più del 30% in un anno

18

Tabella 1.9 Stranieri residenti sul territorio provinciale per nazionalità. Elenco delle 10 nazionalità più presenti nel 2008 e distribuzione per genere

Nazionalità Totale (v.a.)

Maschi (v.a.)

Femmine (v.a.)

Maschi (%)

Femmine (%)

MAROCCO 2863 1565 1298 54,7 45,3 ROMANIA 2370 1022 1348 43,1 56,9

ALBANIA 1883 994 889 52,8 47,2 CINA 527 265 262 50,3 49,7 UCRAINA 503 81 422 16,1 83,9

SENEGAL 238 178 60 74,8 25,2 TUNISIA 280 156 124 55,7 44,3 PERU' 239 102 137 42,7 57,3

CROAZIA 222 129 93 58,1 41,9 POLONIA 215 66 149 30,7 69,3

0% 25% 50% 75% 100%

MAROCCO

ROMANIA

ALBANIA

CINA

UCRAINA

SENEGAL

TUNISIA

PERU'

CROAZIA

POLONIA

maschi

femmine

L’analisi per età e per nazionalità conferma che, per quanto si registri una leggera crescita, gli ultrasessantenni continuano ad essere molto pochi. La nazione che ne presenta la quota più alta è la Polonia (7,4%), seguita dall’Albania (7%) e dall’Ucraina (5,2%). Tuttavia, se per quanto riguarda gli ultras sessantenni albanesi si tratta per lo più di persone venute in Italia a seguito di un ricongiungimento, per polacchi e ucraini è presumibile che si tratti per lo più di persone ancora attive sul mercato del lavoro, che sono venute spontaneamente in Italia alla ricerca di una occupazione. Venendo al dato sui minori, spicca come nel 2009 sia la comunità cinese a mostrare la maggiore quota percentuale di minorenni sul totale dei presenti, seguita da quella marocchina, albanese e croata, ovvero dalle comunità che sono insediate in maniera stabile da più tempo sul territorio provinciale.

19

Tabella 1.10 Stranieri residenti sul territorio provinciale per nazionalità. Elenco delle 10 nazionalità più presenti nel 2008 e distribuzione per classe d’età

Nazionalità

Totale stranieri residenti

Meno di 18 anni (v.a.)

Da 19 a 60 anni (v.a.)

Più di 60

anni (v.a.)

Meno di 18 anni (%)

Da 19 a 60 anni

(%)

Più di 60

anni (%)

MAROCCO 2863 853 1913 97 29,8 66,8 3,4 ROMANIA 2370 461 1874 19 19,5 79,1 0,8

ALBANIA 1883 546 1215 131 29,0 64,5 7,0 CINA 527 160 358 8 30,4 67,9 1,5 UCRAINA 503 35 442 26 7,0 87,9 5,2

SENEGAL 238 56 173 9 23,5 72,7 3,8 TUNISIA 280 74 201 5 26,4 71,8 1,8 PERU' 239 53 185 7 22,2 77,4 2,9

CROAZIA 222 63 154 10 28,4 69,4 4,5 POLONIA 215 41 157 16 19,1 73,0 7,4

Percentuale di minori sul totale della popolazione straniera presente. Dettaglio delle 10 nazionalità più presenti nel 2008 in provincia di Vercelli

0 10 20 30 40

CINA

MAROCCO

ALBANIA

CROAZIA

TUNISIA

SENEGAL

PERU'

ROMANIA

POLONIA

UCRAINA

20

1.4 Indicatori demografici di integrazione

La collaborazione con gli uffici anagrafe dei comuni della provincia ha permesso anche di raccogliere due importanti dati che riguardano i processi di integrazione: il numero di matrimoni misti celebrati nel 2008 e il numero di richieste di cittadinanza presentate. In questo caso il primo dato da sottolineare è quello relativo ad un forte innalzamento della nuzialità in generale. Infatti se nel 2007 i matrimoni erano stati 633 e nel 2008 erano scesi a 509, nell’ultima rilevazione il dato arriva a 646 matrimoni, superando leggermente il numero raggiunto nel 2007. In particolare il numero di matrimoni non misti è cresciuto di ben il 31%, a fronte di un aumento di solo l’8% dei matrimoni misti.

Fig. 1.3 Numero di matrimoni misti sul totale dei matrimoni celebrati nel 2008 in provincia di Vercelli

66

567

95

414

103

543

0

100

200

300

400

500

600

matrimoni misti matrimoni non misti

Altro indicatore di come la presenza straniera in provincia di Vercelli si faccia sempre più stanziale è l’incremento del numero di persone a cui è stata conferita la cittadinanza italiana che passa dai 255 casi del 2008 ai 289 casi del 2009, con un aumento costante, anche rispetto agli anni precedenti.

21

2. PERMESSI DI SOGGIORNO E NULLA OSTA AL LAVORO

Il trend di riduzione del numero di permessi di soggiorno rilasciati dalla Questura di Vercelli e già individuato nel 2008, si conferma anche attraverso l’analisi dei dati riferiti al 2009, che registrano un ulteriore decremento di 202 casi rispetto all’anno precedente. Rispetto al 2008 il numero totale di premessi di soggiorno rilasciati si è ridotto di quasi il 7%, mentre, facendo riferimento al 2006 (anno in cui è stato emesso il maggior numero di permessi di soggiorno), la riduzione è di circa il 37%.

Tabella 2.1 Numero pratiche evase per permessi di soggiorno

Anno Numero di pratiche

Variazioni % rispetto all’anno

precedente

% rispetto al 2004 (anno di riferimento

2004 4.358 -- 100,0

2005 4.160 -4,5 95,5

2006 4.405 +5,9 101,1

2007 3.325 -26,2 76,3

2008 3.003 -9,7 68,9

2009 2.801 -6,7 64,3

Fonte: Questura di Vercelli, Ufficio Immigrazione Venendo ad una analisi disaggregata per nazionalità si evidenzia come il maggior numero di richieste presentate continui ad essere riferito a cittadini di origine marocchina, seguite da quelle per cittadini albanesi, cinesi, ucraini e peruviani. Il dato di maggiore spicco è proprio quello che segna l’ingresso dei cittadini peruviani tra le cinque nazionalità per le quali sono emessi il maggior numero di permessi di soggiorno. Al di là di questo dato va segnalato che la riduzione del numero di permessi di soggiorno riguarda soprattutto l’Albania (-20,3%), la Cina (-20,2%) e il Marocco (-17,7%), mentre rimane sostanzialmente costante per quanto riguarda la Moldavia (-5,8%) e l’Ucraina (+3,2%)

Tabella 2.2 Numero pratiche evase per permessi di soggiorno per nazionalità (dettaglio delle nazionalità con il più alto numero di permessi)

2005 2006 2007 2008 2009 Marocco 1488 1218 864 1005 828

Albania 973 791 574 610 486

Romania Dnp 731 323* -* -*

Ucraina 242 218 259 221 228

Cina 262 249 152 253 202

Perù Nd Nd Nd Nd 101

Moldavia Nd Nd Nd 103 97

* dal 2007 i cittadini romeni sono comunitari Fonte: Questura di Vercelli, ufficio immigrazione

22

In percentuale, le cinque nazionalità con il più alto numero di permessi di soggiorno esprimono ben il 65,9% del totale delle richieste pervenute alla Questura di Vercelli. In particolare il Marocco esprime il 29,6% del totale delle richieste, l’Albania il 17,4%, la Cina il 7,2%, l’Ucraina l’8,1% e il Perù il 3,6%. Le motivazioni legate alle richieste di permesso di soggiorno sono concentrate essenzialmente attorno al tema del lavoro, dei ricongiungimenti familiari e dello studio. La tabella 2.3 illustra le principali motivazioni segnalate dalla questura, evidenziando le differenze in relazione alle diverse nazionalità prese in considerazione in precedenza. Come è facile osservare le richieste di permesso di soggiorno dei cittadini ucraini sono in gran parte relative a situazioni di lavoro subordinato, mentre pochissime sono quelle relative ai ricongiungimenti familiari, al lavoro autonomo o ai motivi di studio. La situazione è simile tra le richieste provenienti dai cittadini peruviani, che al 70% sono relative a lavoro subordinato e solo nel 20% a ricongiungimenti familiari. Il quadro è assai diverso per altre nazioni prese in considerazione: le richieste per lavoro subordinato sono percentualmente minori passando dalla Cina all’Albania, al Marocco, mentre crescono seguendo la stessa direzione quelle per motivi familiari. La Cina, infine, mostra anche la più alta percentuale di richieste per motivi di studio

Tabella 2.3 Numero pratiche evase nel 2009 per permessi di soggiorno per tipologia del permesso e nazionalità del richiedente(dettaglio delle nazionalità con il più alto

numero di richieste. Valore assoluto e % sul totale delle richieste relative a quella nazionalità)

Marocco Albania Cina Ucraina Perù Lavoro subordinato

246 (29,7%)

169 (34,8%)

88 (43,6%)

178 (78,1%)

70 (69,3%)

Motivi familiari 371

(44,8%) 193

(39,7%) 55

(27,2%) 18

(7,9%) 20

(19,8%)

Lavoro autonomo

100 (12,1%)

35 (7,2%)

18 (8,8%)

6 (2,6%)

--

Motivi di studio 11

(1,3%) 28

(5,8%) 33

(18,0%) 1

(0,4%) --

Lavoro subordinato (in attesa occup)

49 (5,9%)

19 (3,9%)

2 (1,6%)

10 (4,8%)

3 (3,0%)

Totale 828 486 202 228 101

Fonte: Questura di Vercelli, ufficio immigrazione Se diminuisce il numero di permessi di soggiorno, al contrario, rispetto al 2008 cresce del 28% il numero di carte di soggiorno (1239 nel 2009, a fronte delle 966 del 2008), ad ulteriore conferma di come la presenza straniera sul territorio provinciale stia divenendo sempre più radicata e strutturale. I dati della Prefettura, evidenziano come nel 2009 siano riprese le richieste di nulla osta al lavoro dopo l’interruzione registrata nell’anno precedente in quanto “per l’anno 2008 la Presidenza del Consiglio dei Ministri, con decreto del 03/12/07 ha stabilito di prendere in considerazione le domande già pervenute in occasione dell’emanazione del Decreto di programmazione transitoria dei flussi in ingresso per lavoratori extracomunitari per l’anno 2007, attingendo dalla graduatoria preesistente.”

23

IN progressivo calo dal 2007 anche le richieste di nulla osta per il ricongiungimento familiare che si dimezzano in due anni passando dalle 330 richieste del 2007 alle 161 del 2009.

24

Tabella 2.4 Richieste pervenute allo sportello Unico dell’Immigrazione della Prefettura di Vercelli

Da luglio

2005 2006 2007 2008 2009

Richieste nominative di Nulla Osta al lavoro

2.043 1.119 790 --* 449

Richieste nominative di Nulla Osta al ricongiungimento familiare

119 238 330 226 161

Permessi di soggiorno per studio o formazione professionale, convertiti in permesso di soggiorno per lavoro subordinato

Nd Nd Nd Nd 4

Permessi di soggiorno per sportivi stranieri

nd nd nd nd 1

Fonte: Prefettura di Vercelli, sportello unico immigrazione

25

3 GLI IMMIGRATI NEL MERCATO DEL LAVORO

Il report 2009 vuole mettere un accento particolare alle analisi del rapporto tra immigrati e mondo del lavoro, analizzando soprattutto l’impatto della crisi economica rispetto ai lavoratori stranieri. A questo sarà dedicata soprattutto la seconda parte del report, attraverso le interviste qualitative, mentre in questo capitolo ci soffermeremo sui più generali dati strutturali già analizzati anche negli anni precedenti.

3.1 Gli avviamenti al lavoro

Pur a fronte di una serie di cautele interpretative legate alla struttura dei dati offerti gentilmente dal centro per l’impiego della provincia di Vercelli, e per le quali si rimanda al precedente report, il dato registrato nel 2009 è sintomatico della forte crisi occupazionale che ha toccato il territorio provinciale e che ha visto ad una riduzione drastica del numero di avviamenti al lavoro (-37,7% rispetto al 2008). In valori assoluti la crisi ha colpito in egual misura cittadini comunitari e non, anche se, la ripartizione percentuale del numero di avviamenti realizzati conferma il trend registrato negli scorsi anni che segnalava un progressivo aumento della quota di avviamenti che hanno visto come protagonisti cittadini extracomunitari.

Tabella 3.1 Numero di avviamenti dei Centri per l’impiego negli anni

2007 2008 2009

v.a. % v.a. % v.a. %

Avviamenti comunitari

23.363 85,7 25.263 82,7 15.383 80,8

Avviamenti extracomunitari

3.894 14,3 5.296 17,3 3.652 19,2

Totale avviamenti 27.257 100 30.559 100 19.035 100

Fonte: centro per l’impiego di Vercelli

0

5000

10000

15000

20000

25000

30000

35000

2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

extracomunitari

comunitari

Pur a fronte di numeri assoluti decisamente più ridotti rispetto al passato prosegue il trend di riequilibrio tra i due generi nell’accesso al lavoro, con la quota di avviamenti rivolti a donne che arriva a sfiorare il 47% del totale degli avviamenti registrati.

26

Tabella 3.2 Numero di avviamenti di stranieri non comunitari per sesso negli anni

2007 2008 2009

v.a. % v.a. % v.a. %

Femmine 1.685 43,27 2.347 44,32 1.707 46,7

Maschi 2.209 56,73 2.949 55,68 1.945 53,3

Totale 3.894 100,00 5.296 100,00 3.652 100

0%

20%

40%

60%

80%

100%

2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

Femmine

Maschi

L’analisi dei dati riferiti alla mobilità e alla disoccupazione evidenzia come nel corso del 2009, se sono diminuiti gli avviamenti è aumentato considerevolmente il numero dei soggetti iscritti presso il centro per l’impiego. In particolare gli iscritti alle liste di mobilità sono aumentanti complessivamente del 28,4% con un picco del 56% tra i lavoratori extracomunitari. Allo stesso modo gli iscritti alle liste di disoccupazione sono aumentati di quasi 1.300 unità (+11,2%), con un incremento più alto tra i lavoratori comunitari (+11,7%) rispetto ai lavoratori extracomunitari (+8,9%). Tabella 3.3. Iscritti al 31 dicembre alle liste di mobilità e di disoccupazione per nazionalità

ed anno, domiciliati in provincia di Vercelli 2008 2009

v.a. % v.a. %

Italiani 1.341 89,2

Cittadini UE 92,8 1.087

31 2,1

Cittadini extra UE

7,2 84 131 8,7 Liste di mobilità

Totale iscritti 100 1.171 1.503 100 Italiani 10.132

Cittadini UE 82,4 9.128

65

Cittadini extra UE

17,6 1.944 2.117

Liste di disoccupazione

Totale iscritti 100 11.072 12.314

27

3.2 Gli immigrati e l’imprenditorialità

Il tema del rapporto tra immigrati ed imprenditorialità sarà ripreso anche negli approfondimenti qualitativi della seconda parte, attraverso le interviste realizzati ai referenti dell’associazione industriali, di Asscom e di CNA. In questa sezione riprendiamo unicamente alcuni dati quantitativi acquisiti attraverso la Camera di Commercio di Vercelli, confrontandoli dove possibile con i dati del 2008. I dati confermano il permanere di una situazione diffusa di crisi che ha colpito l’imprenditorialità sul territorio provinciale, e che, a prescindere dal fatto che sia espressione di imprenditori autoctoni o immigrati ha visto una riduzione consistente dell’avvio di nuove imprese (-340 a livello complessivo e – 26 tra quelle straniere). Il saldo tra imprese avviate ed imprese cessate si mantiene comunque positivo, anche se il numero relativamente elevato di nuove imprese avviate potrebbe essere dovuto al fatto che un certo numero di lavoratori (soprattutto nel campo dell’artigianato, del commercio e dei servizi), non trovando una occupazione in linea con le proprie aspettative, ha provato la strada del lavoro autonomo aprendo una propria attività.

Tabella 3.4.Imprese presenti in provincia di Vercelli 2008 2009 Imprese avviate nell’anno

1.400 1.060

Di cui da parte di cittadini stranieri

224 198

Imprese cessate nell’anno

1.320 906

Di cui da parte di cittadini stranieri

120 116

28

4. GLI IMMIGRATI NEL SISTEMA SCOLASTICO E FORMATIVO

I dati messi a disposizione dall’Ufficio Scolastico Provinciale evidenziano la crescita della presenza straniera che nell’as 2009/10 è stata pari a 2.537 unità, (+15,3%), superando la quota dell’11% del totale degli allievi presenti. La distribuzione tra i diversi livelli scolastici conferma gli andamenti osservati negli scorsi anni, con un movimento a decrescere nel passaggio tra i diversi ordini scolastici.

Tabella 4.1 Iscritti italiani e stranieri a scuole di ogni ordine e grado in provincia di Vercelli per l’a.s. 2008/2009 e 2009/2010

a.s. 2008/2009 a.s. 2009/2010

tot. alunni di cui stranieri % tot. alunni di cui stranieri %

Infanzia 3.269 450 13,7 3.414 552 16,2

Primaria 6.766 788 11,6 6.880 874 12,7

Secondaria 1°

4.526 463 10,2 4.663 543 11,6

Secondaria 2°

7.144 499 7,0 7.240 568 7,8

Totale 21.705 2.200 10,1 22.197 2.537 11,4

Fonte: Ufficio Scolastico Provinciale di Vercelli

02468

1012141618

infanzia primaria secondaria diprimo grado

secondaria disecondo grado

as 2007/ 2008

as 2008/ 2009

as 2009/ 10

Per quanto riguarda l’istruzione terziaria non è stato possibile estrapolare il numero di studenti stranieri iscritti presso le sedi di Vercelli. A livello complessivo l’ateneo ha evidenziato una contrazione del numero di studenti stranieri iscritti che è passato da 352 a 319.

29

5. GLI IMMIGRATI E LA SALUTE

5.1 Gli accessi allo sportello ISI (Centro Informazione Salute Immigrati)

Tra i servizi offerti dalla ASL di Vercelli per i cittadini stranieri, lo sportello ISI ha un ruolo particolarmente importante, in quanto rappresenta una interfaccia fondamentale di accesso alle cure mediche per tutti gli stranieri temporaneamente presenti sul territorio provinciale. Lo sportello ISI, infatti, garantisce agli stranieri un punto informativo e di appoggio relativo alle questioni sanitarie dove è possibile anche sostenere visite, esami e ricevere prescrizioni farmaceutiche. Nel corso del 2009 i dati più significativi relativi alle attività svolte ci parlano di 25 visite specialistiche, 75 esami diagnostico-strumentali, 92 esami laboratoristici, 250 prescrizione farmaceutiche e/o somministrazioni dirette di farmaci. Proprio per la sua posizione di frontiera, lo sportello rappresenta un importante strumento di salvaguardia della salute pubblica (non solo in relazione a quella degli stranieri), in quanto arginando le patologie di maggiore impatto, consente di tenere sotto controllo eventuali focolari di malattia che, altrimenti, potrebbero espandersi nell’intera popolazione. Considerando non solo i cittadini extracomunitari, ma anche i cittadini neo-comunitari non iscrivibili, il numero di nuovi iscritti al centro ISI è rimasto stabile, dopo il decremento registrato nel 2008, confermando i 179 nuovi iscritti del 2009. Diminuiscono, invece, i passaggi di stranieri non in regola con le norme per il permesso di soggiorno che passano dagli 850 casi del 2008 ai 794 del 2009.

tabella 5.1. Numero di Stranieri Temporaneamente Presenti iscritti per la prima volta al Centro ISI di Vercelli o che si sono rivolti alla struttura occasionalmente

Anno 2007 2008 2009 Numero di STP iscritti per la prima volta nell’anno

207 179 134

Numero di Europei non iscrivibili (cittadini neocomunitari) iscritti per la prima volta nell’anno

-- -- 45

Passaggi di stranieri non in regola con le norme per l’ingresso ed il soggiorno

824 850 794

La distribuzione per nazionalità degli iscritti conferma i trend degli anni precedenti, per quanto, nel 2009 non sia stato possibile recuperare il dato puntuale, ma solo un dato indicativo.

30

Tabella 5.2 Stranieri Temporaneamente Presenti iscritti al centro ISI per nazionalità e anno (principali nazionalità presenti) 2005 2006 2007 2008 2009 Romania 198 300 375 411 Più di 400

Marocco 228 257 295 322 330

Ucraina 85 121 165 195 Più di 200

Albania 122 141 152 171 180

5.2 I ricoveri presso la ASL di Vercelli

Rispetto al totale dei ricoveri effettuati dalla ASL di Vercelli, quelli che hanno visto coinvolti cittadini stranieri sono pari al 5,7%, in leggera diminuzione rispetto al 2008, quando erano il 5,8%. La diminuzione di ricoveri riferiti a soggetti stranieri è più sensibile tra i ricoveri in regime ordinario dove si registra una tendenza opposta tra il trend relativo ai cittadini italiani (+905 ricoveri) e quello relativo ai cittadini stranieri (-33 ricoveri). Per quanto riguarda i ricoveri in regime di day hospital, invece, è sostanzialmente stabile il dato riferito ai pazienti stranieri (la riduzione è inferiore all’1% e riguarda complessivamente soli 4 casi), mentre è più marcata la diminuzione di ricoveri riferita a cittadini italiani (-471 casi pari all’8,2%). Tra gli stranieri è anche marcata la riduzione dei ricoveri relativi a minori (-48 dal 2008, pari al 16,8%). In generale il 2009 ha dunque evidenziato una riduzione del ricorso a ricoveri ospedalieri da parte dei cittadini stranieri, in misura superiore a quanto accaduto in relazione ai pazienti italiani.

tabella 5.3. Numero di ricoveri presso la Asl di Vercelli per nazionalità del ricoverato Cittadini italiani

Cittadini stranieri

Totale

Anno 2008

Anno 2009

Anno 2008

Anno 2009

Anno 2008

Anno 2009

Ricoveri in regime ordinario 13.801

14.150

905 872 14.706 15.022

Ricoveri in regime di day hospital

5.736 5.265 303 299 6.039 5.564

Totale ricoveri 19.537

19.415

1.208 1.171 20.745 20.586

Di cui minori 2.243 2.266 285 237 2.528 2.503

Fonte: Azienda Sanitaria Locale di Vercelli Altri due dati forniti dall’Azienza Sanitaria Locale di Vercelli sono significativi:

• nel corso del 2009 l’ospedale ha effettuato prestazioni per 32 stranieri illegalmente presenti sul territorio italiano (di cui 25 femmine), mentre in altri 6 casi (5 uomini e 1 donna) gli stranieri si sono rivolti all’ospedale come “paganti in proprio”;

• sul fronte delle prestazioni erogate va segnalato che, sempre nel 2009, 150 degli interventi richiesti da cittadini stranieri erano legati ad interruzioni di gravidanza, 2 casi per infezione da HIV e 5 per tubercolosi.

31

6. GLI IMMIGRATI E L’ACCESSO ALLA CASA

Gli ultimi quattro anni hanno visto una progressiva crescita del numero di alloggi popolari assegnati dal Comune di Vercelli a cittadini italiani e stranieri che avevano presentato la domanda e i cui requisiti erano in regola con i regolamenti di assegnazione degli alloggi. Si è passati dai 53 alloggi assegnati nel 2006 agli 80 assegnati nel 2009. Nel 2009 la percentuale di abitazioni assegnate a cittadini stranieri ha visto un rilevante inversione di tendenza tornando sotto il 19% sul totale delle abitazioni assegnate, dopo i tre precedenti anni che avevano visto un progressivo incremento della quota di abitazioni destinate a cittadini stranieri. Facendo riferimento alla nazionalità degli assegnatari stranieri, va sottolineato che la quota più rilevante di assegnazioni veda costantemente come destinatari cittadini marocchini, indicatore probabile di una maggiore integrazione sul territorio della comunità marocchina. Da sottolineare che se nel 2006 su 10 alloggi assegnati a cittadini stranieri, 9 sono stati occupati da immigrati di origine marocchina, nel 2008 su un totale di 17 assegnazioni, solo 7 sono state destinate a famiglie marocchine.

Tabella 6.1 Assegnazione di case popolari per nazionalità del nucleo familiare destinatario

Fonte: Agenzia Territoriale per la casa, Provincia di Vercelli, Comune di Vercelli

2006 2007 2008 2009 Totale assegnazioni nell’anno 53 68 74 80

Assegnazioni a famiglie di stranieri 10 15 17 15

% di assegnazioni a famiglie di stranieri sul totale delle assegnazioni

18,9 22,1 23,0 18,8

Nazioni degli stranieri assegnatari

Marocco 9 9 7 10

Cina 1 - - -

Albania - 3 2 2

Algeria - 2 4 -

Polonia - 1 1 -

Nigeria - - 2 -

Santo Domingo - - 1 -

Romania - - - 2

Perù - - - 1

32

PARTE SECONDA:

LE INTERVISTE CON TESTIMONI PRIVILEGIATI

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IL PUNTO DI VISTA DELLE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA: UNIONE INDUSTRIALI, ASSCOM E CNA

Il punto di partenza nella lettura tra presenza degli immigrati sul territorio provinciale e mondo del lavoro è l’analisi della situazione economica della provincia e della crisi occupazionale che ne è derivata. L’anno 2009 si è confermato un annus horribilis per il mondo del lavoro, un po’ in tutti i settori. Asscom conferma il calo generalizzato soprattutto nel settore del commercio non alimentare, dove è maggiore la presenza di lavoratori e commercianti extracomunitari (cinesi e africani). Anche CNA riconosce la difficoltà del settore artigiano per quanto (soprattutto nell’edilizia dove alta è la componente straniera) la crisi nel vercellese sia stata forse meno forte che altrove. La stessa opinione è riscontrata anche da parte dell’Associazione Industriali, che denuncia sicuramente la pesantezza della crisi (soprattutto in zone come la Valsesia dove non si era mai fatto ricorso alla cassa integrazione ordinaria e straordinaria), anche se forse in maniera meno forte che in province vicine. Le cessazioni sono state ridotte al minimo grazie agli ammortizzatori utilizzati (CIG, mobilità etc…) messe in campo, ma al tempo stesso la crisi ha limitato fortemente l’inserimento di nuove forze lavorative con un trend che proseguirà per tutto il 2010. L’Associazione Industriali non ha tra i propri soci imprese straniere, per quanto sul territorio ve ne siano diverse soprattutto nel campo dell’edilizia e gestite da imprenditori albanesi e rumeni che hanno aperto piccole aziende artigiane e che hanno subito le medesime dinamiche del mercato del lavoro che hanno coinvolto le aziende italiane. La lettura dei referenti dell’associazione imprenditoriale conferma la presenza di nicchie di lavoro (ad esempio nelle fonderie) a forte presenza straniera, dove la difficoltà (soprattutto prima della crisi) a reperire manodopera giovane, apre le porte ad una massiccia presenza immigrata. Il territorio di Vercelli, da questo punto di vista non presenta situazioni di conflitto nell’accesso al lavoro tra italiani e stranieri, anche se in prospettiva qualche problema potrebbe nascere di fronte ad un eventuale ritardo ulteriore della ripresa. CNA conferma che tra i propri iscritti i settori con la maggiore presenza straniera sono quelli legati all’edilizia e all’autotrasporto sia dal punto di vista dei lavoratori autonomi, sia dal punto di vista dei dipendenti. La referente incontrata dell’organizzazione artigianale evidenzia come tra i lavoratori dipendenti (anche tra gli apprendisti) sono numerosi sia i diplomati che i laureati, che si adattano a qualsiasi lavoro offerto. Le etnie più presenti in CNA per aprire ditte sono quelle Albanesi e Marocchine, con persone giovani (tra i 30 e i 40 anni), in Italia da almeno 4 o 5 anni. Dal punto di vista delle caratteristiche strutturali i commercianti stranieri iscritti ad Asscom hanno in genere titoli di studio assai bassi e sono rari i casi di soggetti laureati. I settori di attività degli imprenditori commerciali stranieri sono in genere differenziati su base etnica. Così i cinesi sono particolarmente attivi nel settore della ristorazione, dell’ambulantato e dell’ingrosso, con imprese prevalentemente di tipo familiare, che appaiono anche più solide e con maggiore capacità di continuità nel tempo, anche in relazione a scelte che privilegiano l’investimento dei ricavi nell’acquisto delle sedi in cui esercitare la propria

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attività. Gli imprenditori di origine senegalese si concentrano soprattutto sull’ambulantato così come quelli di origine nord africana dove però sono diffuse anche le attività di gastronomia d’asporto. Una situazione a parte è quella relativa ai cittadini rumeni che, potendo godere di una comunità molto ampia tendono ad aprire esercizi commerciali che vendono prodotti delle terre di origine. La situazione generale mostra una crescita costante nel tempo dal punto di vista della numerosità delle imprese presenti sul territorio provinciale con una espansione soprattutto della presenza cinese nel settore della ristorazione e la presenza turca e nord africana per quanto riguarda macellerie, kebab, etc… CNA evidenzia la difficoltà che i piccoli artigiani stranieri hanno di orientarsi all’interno del dedalo della burocrazia collegata all’apertura e alla gestione di una azienda soprattutto dal punto di vista fiscale. Ne deriva una certa fatica a comprendere le richieste e le normative, che hanno bisogno di essere spiegate a lungo e con precisione per essere assimilate correttamente. La stessa difficoltà è descritta anche da Asscom, dove la percentuale di soci di origine extracomunitaria è di circa il 7-8% del totale degli iscritti. Le richieste che provengono da questi soci sono le medesime presentate dai commercianti ambulanti italiani (autorizzazioni, pratiche burocratiche, etc…) e la struttura, per quanto abbia anche aperto uno sportello dedicato ai cittadini stranieri, non ha servizi dedicati nello specifico a persone straniere. La stessa cosa avviene anche per CNA dove non sono presenti mediatori culturali, né servizi ad hoc per i soggetti stranieri. Una criticità rilevata da Asscom è relativa al versamento dei contributi che non sempre avviene con regolarità da parte dei commercianti stranieri che fanno più fatica a cogliere il significato di un versamento contributivo allo stato italiano in vista di una pensione di anzianità. CNA mette in evidenza, invece, il problema della fiducia e la difficoltà di far comprendere agli stranieri che si presentano ai loro sportelli che “non li freghiamo”. Le esigenze, quindi, sembrano meno centrate sul lato della formazione e più su quello dell’accompagnamento alla costituzione e alla gestione dell’impresa. Lo scenario condiviso dalle diverse associazioni di categoria è quello di una ulteriore crescita della presenza imprenditoriale straniera soprattutto nel campo dell’artigianato e del commercio. Secondo la referente di CNA alla crescita di nuove imprese straniere si accompagna anche un elevato tasso di turn over che porta poi alla chiusura delle imprese aperte in maniera un po’ improvvisata. La voglia di lavorare e la disponibilità a fare sacrifici cominciando da zero rappresentano in questo momento un vero e proprio valore aggiunto per gli stranieri che intendono aprire una attività artigianale sul territorio vercellese, valore aggiunto che si accompagna ad una buona abilità tecnica e che li rende particolarmente competitivi sul mercato. Nel settore dell’artigianato la presenza straniera si rileva sempre più importante soprattutto per alcune attività tradizionali a bassa redditività (calzolaio, tappezziere, etc…) che rischiano lentamente di scomparire. In generale i referenti delle organizzazioni intervistate evidenziano una situazione sostanzialmente similare tra imprenditori e lavoratori italiani e stranieri: la crisi ha colpito tutti allo stesso modo. I problemi di accesso al lavoro e all’impresa sono simili. Gli imprenditori stranieri (sia nel campo del commercio che nell’artigianato) vivono le stesse problematiche degli imprenditori italiani, anche se, in alcuni casi, soprattutto dal punto di vista del personale

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dipendente, mostrano un maggiore dinamismo che li rende particolarmente apprezzati dal mercato. In una prospettiva di futuro, se è vero che alcuni imprenditori e lavoratori stranieri hanno la prospettiva di ritornare nel paese di origine, anche spostando lì il loro business, in altri casi è prevedibile un radicamento locale, per quanto non ci siano per ora studi specifici a supporto di queste ipotesi e le fluttuazioni siano fortemente condizionate dai movimenti del mercato. Importante sottolineare anche che anche a livello di rappresentanza sindacale cominciano ad essere presenti ai tavoli istituzionali soggetti di origine straniera che hanno quindi la possibilità di portare in maniera più specifica le problematiche dei lavoratori e degli imprenditori immigrati.

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IL PUNTO DI VISTA DELLA CISL

La CISL ha una lunga tradizione di accoglienza e lavoro con gli immigrati, iniziata nel 1989 e fortificata nel corso del tempo fino a diventare uno dei referenti più importanti sui territori provinciali attraverso l’associazione Adolf. Le attività svolte vanno nella direzione dell’assistenza rispetto al lavoro, all’accesso alla casa, all’assistenza all’infanzia. In questo momento la richiesta forse più forte è legata proprio all’accesso alla casa che rappresenta sempre un aspetto particolarmente problematico per la popolazione straniera. A fronte della crisi economica in atto aumentano anche le esigenze di conoscenza delle possibilità di accesso ai servizi offerti dalle istituzioni e, in particolare, alle agevolazioni fiscali (assegni familiari, etc…) fino ad oggi meno considerate dai lavoratori stranieri. La struttura vercellese ha come peculiarità la capacità di una presa in carico a 360 gradi, che porta a svolgere anche una vera e propria azione di orientamento nei confronti degli altri servizi presenti sul territorio. A detta della responsabile intervistata, l’elemento chiave del successo dei servizi offerti da CISL è la fiducia che viene maturata attraverso un attento processo di ascolto e di accoglienza che supera le diversità e si concentra sulla persona e sui suoi bisogni. Le attuali ondate migratorie appaiono generalmente più preparate rispetto a quelle di qualche anno fa e sono quindi in grado di fare domande specifiche che richiedono risposte adeguate e competenti. Le informazioni, infatti, passano molto attraverso i canali informali e quando lo straniero si presenta allo sportello ha già una base conoscitiva a partire dalla quale formula le sue domande e sulla quale valuta le risposte che gli vengono fornite. Un aspetto importante emerso durante l’intervista è la sottolineatura della necessità di rispettare le diversità insite tra le diverse cultura straniere, uscendo da una banale contrapposizione tra utenti italiani e utenti stranieri, ma sapendo riconoscere le peculiarità e le esigenze particolari (anche nella gestione della relazione di prossimità) che contraddistinguono le diverse culture. Da questo punto di vista appare importante anche stabilire contatti con le associazioni locali di immigrati, in modo da facilitare lo sviluppo di relazioni efficaci. Secondo i dati della CISL la maggior parte dei lavoratori stranieri sono occupati nel terziario e, in particolare all’interno delle cooperative di facchinaggio e assistenza. Una seconda importante area di lavoro è quella già indicata in precedenza dell’autoimprenditorialità che si esprime nei settori dell’artigianato e del commercio anche se, soprattutto in questo secondo ambito, alcune scelte sembrano essere legate più a precedenti percorsi di espulsione dall’impresa manifatturiera a fronte della crisi, che a specifiche scelte imprenditoriali. Proprio le dinamiche di reazione alla crisi evidenziano due atteggiamenti importanti rispetto ai flussi e alla presenza di stranieri sul territorio vercellese: da una parte si registrano diversi casi di stranieri che scelgono di rimandare al paese di origine la moglie e i figli nella speranza di potersi ricongiungere più avanti quando la situazione sarà migliorata; dall’altra aumenta il numero di migranti in possesso della carta di soggiorno europea che lascia l’Italia per cercare maggiore fortuna altrove (soprattutto in Francia).

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Anche secondo la referente della CISL gli stranieri presenti sul territorio vercellese hanno un vantaggio competitivo derivato dalla capacità professionale e dalla disponibilità ad accettare condizioni di lavoro non sempre gradite agli italiani. Adattabilità, dinamismo, capacità di mettersi in gioco sono caratteristiche che stanno portando ad una crescita della capacità imprenditoriale dei migranti, con dinamiche particolarmente importanti anche dal punto di vista del genere. In prospettiva appare importante insistere nel campo della formazione (soprattutto nell’ambito della sicurezza), in modo da garantire un migliore accesso ai diritti dei lavoratori e un maggiore rispetto delle normative contrattuali. Altra esigenze segnalate dalla referente CISL sono quelle della gestione delle ferie e dei permessi che, essendo legate soprattutto al periodico ritorno nel paese di origine, esprimono situazioni diverse da quelle tipiche dei lavoratori italiani e dell’anticipo della liquidazione a cui a volte gli immigrati devono fare ricorso per far fronte a spese impreviste. In prospettiva è possibile che, soprattutto le immigrate dei paesi del nord est dell’europa, tendano a tornare a casa una volta uscite dal mercato del lavoro, mentre, chi ha costituito una famiglia e ha avuto dei figli in Italia probabilmente tenderà a rimanere nel nostro Paese. Da questo punto di vista sarà fondamentale l’attenzione alle seconde generazioni e all’individuazione di percorsi di sostegno alla costruzione dell’identità degli adolescenti stranieri nati in Italia che vivono una difficile condizione culturale di appartenenza sospesa tra due modelli contrapposti. Una attenzione che sarà ribadita anche dal direttore del CNOS è quella relativa alle politiche abitative e all’importanza dell’evitare la costituzione di quartieri ghetto.

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IL PUNTO DI VISTA DELLE AGENZI FORMATIVE: CNOS, CIOFS E IAL

Il direttore del CNOS dichiara che attualmente gli studenti stranieri sono circa il 30% del totale degli iscritti, ma solo pochi di seconda generazione. La maggior parte, invece, sono di prima immigrazione. La provenienza è in gran parte africana. Lo scorso anno la presenza di un più ampio numero di studenti e di gruppi contrapposti di origine etnica diversa aveva creato diversi problemi di relazione, ad oggi risolti, dopo l’allontanamento di uno dei gruppi maggiormente problematici. L’integrazione è comunque difficile anche all’interno della stessa struttura dove è più probabile che i ragazzi stiano tra persone della stessa etnia, piuttosto che tutti insieme. Tra i problemi più grandi evidenziati dal direttore del CNOS c’è la difficoltà dei propri studenti a gestire i processi di conoscenza, soprattutto da parte di chi arriva nel nostro paese senza conoscere la lingua. In questi casi la scuola organizza corsi di recupero in collaborazione con il CTP e i risultati sono in genere molto positivi portando in pochi mesi a colmare il gap linguistico. La direttrice del CIOFS presenta per alcuni aspetti una situazione simile, all’interno di una struttura di forte tradizione (presente a Vercelli da più di 60 anni) che opera soprattutto per quanto riguarda il post diploma nel settore dell’informatica gestionale e, ultimamente, anche nell’ambito alimentare e delle energie rinnovabili, per quanto riguarda il triennio nell’informatica gestionale, con un accreditamento regionale nel settore della formazione continua. La presenza straniera non è massiccia. Nei percorsi dell’obbligo formativo la presenza multietnica è ampia e assai differenziata, mentre nel post obbligo la presenza straniera si concentra maggiormente attorno a giovani della Bielorussia e della Romania. Molti dei ragazzi che frequentano i corsi dell’obbligo formativo provengono da comunità per minori e che hanno quindi problemi legati anche all’assenza di figure familiari di riferimento con cui stabilire una solida alleanza educativa. Anche in questo caso si parla soprattutto di ragazzi di prima generazione, con non pochi problemi di lingua, ma con un elevato grado di motivazione verso lo studio. Soprattutto per le ragazze lo studio e l’acquisizione di cultura rappresentano uno strumento di emancipazione importante. La direttrice del CIOFS mette l’accento proprio sulla questione femminile e sulle problematiche che trovano le ragazze che appartengono a famiglie con una cultura fortemente tradizionale (soprattutto se di tipo islamico) ad affermare le proprie scelte e ad intraprendere i percorsi di formazione che più desiderano, laddove non ci sia condivisione con la propria famiglia. Le femmine sono generalmente molto più controllate ed inibite dalla famiglia e ciò comporta maggiori difficoltà nei processi di integrazione. Secondo la direttrice del CIOFS le ragazze straniere (soprattutto dei paesi dell’est) hanno alcuni importanti vantaggi competitivi rispetto ai ragazzi italiani legati alla conoscenza di più lingue a ad una forte determinazione che li porta a non arrendersi di fronte alle difficoltà. La scelta dei percorsi di formazione professionale è in genere una scelta concordata con la famiglia, che vede nel percorso professionalizzante una priorità. A questo atteggiamento dei genitori di investimento verso il futuro, non corrisponde sempre (così come per i ragazzi italiani) lo stesso impegno da parte degli adolescenti, anche se la maggior parte dei ragazzi che frequenta la struttura mostra in genere un buon impegno. Secondo il direttore del CNOS questo atteggiamento è legato anche ad una specifica

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attenzione dei genitori (e in particolare dell’autorità paterna) che esercitano un maggior controllo sui propri figli. Da questo punto di vista è particolarmente difficile la situazione dei minori non accompagnati, che non possono disporre dell’appoggio di una famiglia e che faticano maggiormente a raggiungere i risultati previsti dal percorso formativo. La condivisione del progetto educativo appare un elemento particolarmente importante a giudizio del direttore del CNOS, in quanto la mancanza di compartecipazione nel percorso formativo da parte degli studenti ne inficia le probabilità di successo. Allo stesso modo, questi ragazzi sono sempre fortemente esposti al rischio di diventare vittime del branco o di incappare in incidenti di percorso che possono pregiudicare il loro futuro. E’ per questo che il CNOS dedica una attenzione specifica anche alla formazione e all’educazione della persona e non solo del futuro lavoratore. La crisi del 2009 ha coinvolto anche la formazione professionale i cui studenti hanno fatto fatica a trovare un impiego. Nella prima parte del 2010, invece, secondo il direttore del CNOS, la situazione appare migliorata tornando ai livelli pre-crisi quando i ragazzi trovavano spesso lavoro già al termine della stage. Al di là delle competenze tecniche, il mondo del lavoro chiede che i ragazzi che approcciano alle imprese abbiano innanzitutto un atteggiamento corretto ed educato, il rispetto delle regole e degli orari e questa rappresenta una sfida importante soprattutto per ragazzi che vivono comunque in condizioni di disagio. La direttrice del CIOFS sottolinea con forza l’importanza di portare i propri ragazzi al titolo della terza media prima e al diploma poi, sia per garantire loro un migliore futuro, sia perché anche le aziende sono meno propense ad assumere ragazzi troppo giovani. Aprendo ad una lettura più generale della presenza straniera in provincia di Vercelli il direttore del CNOS evidenzia la problematicità della ghettizzazione abitativa che rischia di mettere in crisi i percorsi di integrazione. Rispetto a quanto dichiarato dai responsabili del CNOS e del CIOFS, la situazione di IAL ha caratteristiche diverse dal momento che si rivolge in maniera importante non solo ad adolescenti, ma anche a giovani e ad adulti che frequentano corsi di aggiornamento nel campo della termoidraulica, degli operatori socio sanitari e in campo amministrativo. Per quanto riguarda la formazione rivolta ai più giovani si sta sperimentando in collaborazione con l’IPSIA la realizzazione di percorsi di formazione misti con una forte componente laboratoriale. Per questi ragazzi la dimensione del lavoro e della manualità è fondamentale anche dal punto di vista educativo e formativo, tanto che danno il meglio di sé soprattutto nelle attività di stage all’interno delle aziende. Anche sul fronte delle aziende non esiste alcuna preclusione all’assunzione di giovani stranieri, a patto che (come già dicevano gli altri intervistati) il lavoratore sia una persona seria, che rispetta le regole ed i compiti assegnati. Nelle classi la percentuale si studenti stranieri è molto elevata e, in alcune classi, tocca il 50% degli iscritti. Anche la referente IAL mette l’accento sia sui problemi relazionali tra ragazzi di etnie diverse, sia le difficoltà legate all’eterogeneità dei ragazzi presenti che a volte hanno bisogno di una alfabetizzazione di base in quanto non sanno leggere e scrivere nemmeno nella loro lingua di origine. Molto spesso, invece, i ragazzi presenti sono nati in Italia e quindi sono di seconda generazione. Per quanto riguarda le dinamiche educative, viene evidenziata la scarsa collaborazione tra scuola e famiglia (soprattutto sul fronte dei ragazzi italiani, però), mentre si conferma una maggiore severità da parte delle famiglie straniere che però faticano a collaborare per problemi di lingua o di cultura (è il padre ad occuparsi della scuola e non la madre).

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I corsi rivolti agli adulti (in particolare i corsi OSS) hanno una partecipazione straniera quasi esclusiva, in quanto si tratta di lavori di badanza poco o per niente appetiti da persone italiane. Chi partecipa a questi corsi non ha praticamente alcun problema a trovare un impiego, mentre è più difficile la gestione del gruppo classe e della relazione tra persone di etnie diverse. Anche dal punto di vista professionale l’appartenenza religiosa e le regole culturali diventano un problema nel momento in cui si vogliono rispettare i rituali di preghiera quotidiana, o le regole di abbigliamento e di relazione tra i generi. Attraverso il punto di orientamento di IAL emergono anche alcune situazioni illustrate anche dalle referente CISL legate in particolare alle situazioni di irregolarità dovute al fatto di avere perso il lavoro e alla conseguente povertà in un loop che rischia di portare verso situazioni di sempre maggiore marginalità sociale.

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SITOGRAFIA E BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO

Sitografia nazionale

www.stranieri.it www.piemonteimmigrazione.it www.portaleimmigrazione.it www.g2.it www.tuttostranieri.it www.istat.it www.dossiercaritas.it

Sitografia regionale

www.regionepiemonte.it www.unito.it www.torinointernazionale.it www.irespiemonte.it www.meltingpot.it www.sp.unipmn.it www.immigrazioneoggi.it www.migrantitorino.it

Bibliografia ANCI: I minori stranieri non accompagnati (2009) CCIAA Torino: L’integrazione in piazza. Commercianti stranieri e clientela multietnica nei mercati urbani (maggio 2010) Caritas Italiana/Migrantes: Immigrazione Dossier Statistico 2009 M Cicerchia, P. Pallara: Gli immigrati nell’agricoltura italiana, INEA (2009) M. Eve, R. Ricucci: Giovani e territorio: percorsi di integrazione di ragazzi italiani e stranieri in alcune province del Piemonte (dicembre 2009) INPS: Un fenomeno complesso: il lavoro femminile immigrato (2008) ISTAT Approfondimenti: L’integrazione nel lavoro degli stranieri e dei naturalizzati italiani (dicembre 2009) Regione Piemonte. Osservatorio dell’Immigrazione. Rapporto 2008 Regione Umbria: Primo rapporto sull’immigrazione in Umbria (2010)

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Ringraziamenti

Il presente report ha potuto essere realizzato solo grazie al fattivo contributo di tutti gli enti e gli operatori che hanno collaborato con l’osservatorio inviando tempestivamente i dati richiesti. Non tutti i dati ricevuti hanno potuto essere inseriti nel rapporto finale. In ogni caso a tutti coloro che hanno collaborato va il più sentito ringraziamento dell’equipe di lavoro. Per i dati strutturali hanno contribuito:

• ASL 11 Vercelli e sportello ISI • ATC Vercelli • Comuni della Provincia di Vercelli (Uffici demografici e Politiche Sociali) • C.S.A. • Camera di Commercio • Centro per l’Impiego • Inail sede di Vercelli • INPS sede di Vercelli e Borgosesia • Prefettura di Vercelli • Questura di Vercelli • Ufficio Scolastico Provinciale • Università degli Studi Amedeo Avogadro

Per le interviste qualitative:

• Unione Industriali della Provincia di Vercelli • CNA • ASSCOM • CNOS (Gianpaolo del Santo) • CIOFS • IAL • CISL

un ringraziamento particolare a tutti quei soggetti che hanno accettato di incontrare ed essere intervistati dall’equipe di lavoro