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Reportage “SE NON ORA QUANDO?” fileNon potranno fare finta di niente. ... “cellulite”, con...

Date post: 21-Feb-2019
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56 Reportage DI ANGELA IANTOSCA L a politica non c’entra. Non c’en- tra il ’68. E neanche le vicende private di alcuni politici. Non c’entra la tv. Gli scandali sessuali. Le case a Montecarlo o le ville ad Antigua. Le barche o i velieri. Gli amori tra- sversali. Le auto blu. Le Veline, le Ombrelline o le Letterine. Men che meno Belén. C’entra solo che “Noi italiane siamo le più laureate del mondo. E troviamo meno lavoro degli uomini. Ma con lo stesso lavoro guada- gniamo il 20% in meno. Studiamo di più, lavoriamo di più e guadagniamo di meno. Ma facciamo il triplo della fatica: casa, uffi- cio, figli, marito, genitori. E quando restiamo incinta ci chiedono di dimetterci…”. E allora: “Se non ora quando?”. Il 9 e 10 lu- glio a Siena le “Sorelle d’Italia” hanno rispo- sto con grinta alla nuova mobilitazione. Ol- tre 2000 donne, in rappresentanza di associazioni e comitati, sono accorse per ri- proporre l'interrogativo, al Paese, ma soprat- tutto a se stesse. "Qui a Siena si tiene l'incon- tro nazionale fondativo del movimento delle donne - annuncia Cristina Comen- cini -: la nostra agenda, che qui si sta cominciando a scrivere, sarà all'attenzione della politica italiana. Non potranno fare finta di niente. Vogliamo che le donne siano al centro della politica. Questo è un movimento che ha fatto un patto generazio- nale: facciamo politica, ci rivolgiamo alla politica allargando gli orizzonti, parlando di cultura". Il 9 e 10 luglio 2000 donne in piazza a Siena per continuare la mobilitazione che il 13 febbraio riunì a Roma 1 milione di persone per rivendicare parità, diritti, opportunità Cristina Comencini durante le manifestazioni "Se non ora quando" di Roma il 13 febbraio e Siena il 9 luglio “SE NON ORA QUANDO?”
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Reportage

DI ANGELA IANTOSCA

La politica non c’entra. Non c’en-tra il ’68. E neanche le vicendeprivate di alcuni politici. Nonc’entra la tv. Gli scandali sessuali.Le case a Montecarlo o le ville ad

Antigua. Le barche o i velieri. Gli amori tra-sversali. Le auto blu. Le Veline, le Ombrellineo le Letterine. Men che meno Belén. C’entrasolo che “Noi italiane siamo le più laureatedel mondo. E troviamo meno lavoro degliuomini. Ma con lo stesso lavoro guada-gniamo il 20% in meno. Studiamo di più,lavoriamo di più e guadagniamo di meno.Ma facciamo il triplo della fatica: casa, uffi-cio, figli, marito, genitori. E quando restiamoincinta ci chiedono di dimetterci…”.E allora: “Se non ora quando?”. Il 9 e 10 lu-glio a Siena le “Sorelle d’Italia” hanno rispo-sto con grinta alla nuova mobilitazione. Ol-tre 2000 donne, in rappresentanza diassociazioni e comitati, sono accorse per ri-proporre l'interrogativo, al Paese, ma soprat-tutto a se stesse."Qui a Siena si tiene l'incon-tro nazionale fondativo delmovimento delle donne -annuncia Cristina Comen-cini -: la nostra agenda, chequi si sta cominciando ascrivere, sarà all'attenzionedella politica italiana. Nonpotranno fare finta diniente. Vogliamo che ledonne siano al centrodella politica. Questo èun movimento che hafatto un patto generazio-nale: facciamo politica,ci rivolgiamo alla politicaallargando gli orizzonti,parlando di cultura".

Il 9 e 10 luglio 2000 donnein piazza a Siena per continuarela mobilitazione che il 13febbraio riunì a Roma 1 milionedi persone per rivendicare parità,diritti, opportunità

Cristina Comencini durante le manifestazioni "Se non ora quando"di Roma il 13 febbraio e Siena il 9 luglio

“SE NON ORAQUANDO?”

"Il tema della dignità offesa delle donne nonera un problema di decoro morale - spiegala sorella, la regista Francesca Comencini -ma era contro la creazione di un velo chenon consentiva alle donne di essere consi-derate cittadine del loro Paese". Si parla di maternità, di leggi, di economia.“Noi non molliamo e questa cosa è vitale –continua Cristina Comencini - non lasciamoche l’energia del 13 febbraio che ci ha cam-biato si fermi e non continui a cambiare l’Ita-lia e a renderla un Paese più moderno in cuile donne possano contribuire al 50%. Non èuna riunione interna tra donne, ma è unariunione estremamente popolare. Vogliamoparlare di nodi fondamentali, dello zero as-soluto che è la condizione della vita delledonne italiane. Vogliamo che questa rete ri-manga in piedi: in autunno e in inverno cisarà un lavoro territoriale di ogni singolo co-mitato con protagoniste donne che di poli-tica non ne hanno mai fatta, ma che portanosulle loro spalle quasi tutta l’Italia!”.Al di là dei volti noti, degli attori, delle attrici,degli avvocati e dei politici, a Siena e nellavita, le vere protagoniste sono state e sonoloro: le donne comuni, quelle costrette tuttii giorni a fare i conti con la realtà, con la“cellulite”, con il lavoro che non c’è, con iproblemi in famiglia, con le gravidanze chefanno perdere il lavoro, con l’arrivare a finemese, con il vedersi scavalcare dagli uomini,con il venir considerate “inferiori” solo per-ché donne.

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La regista Carlotta Cer-quetti ha realizzato per laRete tre spot per promuo-vere la manifestazione diSiena. Tre spot che rappre-

sentano come vorremmo che fossequesto mondo: generoso, disponibile,attento alle madri, senza barriere. “Bi-sognava scendere ancora in piazza,smuovere le coscienze – spiega la re-gista -. Siena si è offerta ad ospitarciperché volevamo radunare ancora unavolta tutti quanti. Dovevamo vederciancora e provare a trovare delle lineecomuni per cambiare il Paese”.

Dopo il 13 febbraio a Roma e quelmilione di persone qualcosa è cam-biato.La sensazione è che avere visto questoblocco enorme di donne e non soloha influenzato un pochino le sortidella politica, anche se non ha smossoquesti dinosauri che sono al potere…Certo, faccio un esempio, l’elezionedi Pisapia, da noi sostenuto, ha por-tato dei cambiamenti e le donne chelo hanno appoggiato sono tutte inGiunta. Non sono cose da poco: stacominciando un percorso di cambia-mento.

Che cosa chiedete? Quello che chiediamo è che questoPaese cambi, che diventi un Paese perdonne, che ci sia una vera ugua-glianza. E l’appoggio ci arriva da tuttoil mondo. Anche da Londra e dalle Hawaii. C’è un barlume di speranza.

In realtà non volete rifare il ’68…Non vogliamo rifare il ’68, non vo-gliamo quel femminismo che si è unpo’ incartato. Il femminismo si èchiuso. Vorremmo tenere in vita ciòche il femminismo ci ha portato, maavere uno sguardo contemporaneo.Le donne sono poco aiutate, sono la-sciate molto sole nella maternità,condizione che spesso determina illoro

Hai realizzato tre spot per internetche rappresentano una Italia possi-bile, ma ancora lontana dal venire.Ho voluto mettere in rete una rappre-sentazione di quello che potrebbe es-sere il nostro Paese se solo si rispet-tasse la maternità e si dessero davverospazi maggiori in politica e nei luoghinevralgici del Paese alle donne… Unsogno… ma “se non ora quando?”.

Smuoviamo questaitalia polverosa!La regista Carlotta Cerquetti e il mondo possibile

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Reportage

Precarie esenza figliIn Italia la legge prevede cinque mesi

di congedo obbligatorio di maternità,pagato all’80% del salario, per le la-

voratrici che hanno un contratto di lavoroa tempo indeterminato. La coppia ha an-che a disposizione un periodo di congedofacoltativo, retribuito al 30% del salario,che può arrivare fino a 11 mesi. Le collaboratrici a progetto, professioni-ste con partite Iva, lavoratrici atipicheprecarie, non hanno diritto a nulla. Il43% delle donne italiane con meno di40 anni, e il 55% di quelle che ne hannomeno di 30, se decidono di avere un figlionon accedono alla maternità con i bene-fici previsti dalla legge.Le madri lavoratrici a tempo indetermi-nato pagano la maternità con una dimi-nuzione del 20% del salario nei 5 mesi dicongedo obbligatorio, le imprese paganola maternità con i contributi sul salarioche alimentano il fondo previdenziale sucui grava l’indennità, le madri precariepagano la maternità rischiando il proprioposto di lavoro o rischiando di dover di-pendere dalla famiglia o dal proprio com-pagno.In Francia la spesa sociale a favore di fa-miglia e bambini è il 2.5 del PIL. In Ger-mania il 3.2. In Italia è l’1.1.

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Congedo dipaternitàIn Italia la legge 53/2000 prevede per

i padri un congedo facoltativo con il30% della retribuzione. La coppia ha

a disposizione in tutto 10 mesi di con-gedo facoltativo, che arrivano a 11 sel’uomo ne prende almeno tre. Ma chi puòpermettersi di perdere il 70% del salarioper tre mesi, e per giunta con un figliopiccolo? In Italia il congedo facoltativodi paternità esclude gli uomini dalla cre-scita del bambino, trasformando il con-gedo obbligatorio di maternità in un han-dicap per le donne sul mercato del lavoro.In Germania il governo Merkel ha sceltodi andare verso una più equa distribu-zione del lavoro di cura con l’introdu-zione di un congedo di due mesi per ipadri da aggiungere al congedo parentalefruito dalla madre. In Olanda, a partiredal 2000 il governo ha cercato di orientarele scelte dei genitori in direzione di unmodello di coppia più egualitario condue lavori a ¾ di tempo. L’Unione Euro-pea lo scorso 8 marzo ha approvato la di-rettiva 2010/18/UE che richiede agliStati di provvedere un mese di congedoparentale per il padre non cedibile. Nel-l’ottobre 2010 è passata al ParlamentoEuropeo la proposta di direttiva che pre-vede quindici giorni di congedo obbli-gatorio per il padre, retribuito al 100%del salario, a carico della fiscalità generalee non di un fondo contributivo.

Dimissioni in biancoLa legge 188 del 17 ottobre 2007 era nata per impedire la pratica delle cosiddette dimissioni in bianco, una lettera di dimissioni

volontarie, senza data, che il datore di lavoro può far firmare al lavoratore al momento dell’assunzione. La data è in bianco perché…verrà messa successivamente. Quando quella ragazza sarà incinta, per esempio, o quando quel ragazzo avrà avuto un infortunio o una

lunga malattia. L’obiettivo dell’abuso è quello di aggirare il divieto di licenziamento che vige nel nostro ordinamento in assenza di giustacausa e giustificato motivo (art.18 dello statuto dei lavoratori). La legge 188 del 17 ottobre 2007 aveva una funzione preventiva: le dimissionivolontarie, per qualunque tipologia di rapporto di lavoro, dovevano essere date esclusivamente su moduli numerati progressivamente.Avendo una scadenza di quindici giorni, i moduli non potevano essere compilati prima del loro utilizzo. Era una legge semplice ed efficace,priva di costi. Quando fu presentata si cercò il consenso delle donne di centro sinistra e di centro destra. Venne votata all’unanimità allaCamera e a maggioranza al Senato, dove l’opposizione principale fu condotta dall’allora senatore e oggi Ministro del lavoro MaurizioSacconi. Nel giugno 2008 il governo Berlusconi, appena insediato, ha abrogato la legge.

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Reportage

Le testimonianzeSIMONA CAVALLARI“Ai ragazzi vorrei dire di man-tenere sempre la loro dignità edi non cercare le vie facili: avolte usare la bellezza è comeusare delle scorciatoie… ma labellezza passa… non contatesu quello… Studiate sempre!”.

GIULIA MICHELINI“Sono d’accordo con loro e il13 febbraio c’ero anche io inpiazza a manifestare e ho vistodelle persone molto sicure edeterminate che sono andatelì a testa alta per ribadire unacosa che si sta perdendo di vi-sta: la dignità. Sono favorevolea questo tipo di manifestazionie non capisco chi parla di stru-mentalizzazioni”.

LUCIA OCONE“Ho partecipato alla manife-stazione di febbraio, perchépenso che non ci sia alcun co-lore politico e sono stata felicedi non aver visto bandiere. Vo-levo difendere tutti i dirittidelle donne: dall’immaginedi noi in Italia e all’estero e ainostri diritti del lavoro… aparità di lavoro con gli uo-mini, noi abbiamo sempre lametà dell’introito!”.

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Appassionata, solare, disponibile,ironica, la incontro durante leprove del concerto che si è svoltoalle Terme di Caracalla lo scorso4 luglio. Un concerto che l’ha vi-

sta per la prima volta accompagnata da unaOrchestra, la Roma Sinfonietta. “È una espe-rienza incredibile – spiega Fiorella Mannoia -. Cambia tutto rispetto ai concerti tradizionali,proprio perché c’è l’Orchestra. Quando seidentro quel cerchio di 60 elementi, e tuttofunziona, sembra di stare dentro un’onda. Perora è stato un esperimento e ci dispiace chiu-dere così. Pensiamo di allestire atri concertiinsieme. Vediamo!”.

Il concerto di Caracalla era legato a dei pro-getti di solidarietà.Io sono testimonial italiana del progetto Axèdi Bahia. Quindi quando ho sentito che il ri-cavato sarebbe stato devoluto in beneficenza,ho deciso di creare questo gemellaggio tra l’Ita-

lia e il Brasile per aiutare i ragazzi bahiani e,anche se vivono sicuramente in una situazionediversa, i ragazzi del Teatro dell’Opera di Romacon delle borse di studio. Stiamo facendo tuttoquesto per la gioventù!

Il Teatro Valle è stato occupato, il Macro,prima della nomina di un nuovo Direttore,è stato autogestito e le donne sono scese nuo-vamente in piazza: l’Italia s’è desta?Sembra di sì! Speriamo che continui sull’ondadi questa indignazione, di questa voglia e diquesto risveglio giovanile. I giovani, che pertanti anni sono stati lontani dalla politica, unpo’ perché demoralizzati, un po’ perché nonavevano nessuno davanti che li spronasse, fi-nalmente si fanno sentire. Devo dire cheBeppe Grillo ha risvegliato nei giovani la vogliadi partecipare alla politica e all’andamento diquesto Paese. Ed anche Nichi Vendola… Il Pddovrebbe interrogarsi su questo…

Il Sud del mondo è molto presente nella tuaproduzione.Sto lavorando ad un nuovo cd dedicato al Suddel mondo: uscirà entro il 2011 o nei primimesi del 2012. Amo il sud, del mondo e ingenerale. Amo la gente del sud. Amo il sole, ilcaldo, i tamburi, amo tutto ciò che il sole e ilcaldo tira fuori. Amo ciò che il sud del mondoha da dare.

Hai mai pensato di fuggire da questa Italia?Penso tutti i giorni a fuggire. Ma poi penso:perché dovrei fuggire io? Fuggissero loro. Que-sta è casa mia!

AMO IL SUDFiorella Mannoia

In attesa del suo nuovo cd,parla dei giovani, del Sud delmondo, delle manifestazioni dipiazza e della voglia di fuggireda questa Italia, anche se…


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