+ All Categories

Resilienza

Date post: 12-Apr-2017
Category:
Upload: giorgia-pizzuti
View: 827 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
70
Dott.ssa Giorgia Pizzuti Soft Skills Trainer - Life & Business Coach RESILIENTI: ESSERE….E DIVENTAR
Transcript
Page 1: Resilienza

Dott.ssa Giorgia PizzutiSoft Skills Trainer - Life & Business Coach

RESILIENTI: ESSERE….E DIVENTARE

Page 2: Resilienza

LE RADICI DELLA RESILIENZA

Principi e “convinzioni” di base su cui poggia la resilienza

Page 3: Resilienza

LA MAPPA NON E’ IL TERRITORIO

NON ESISTONO EVENTI POSITIVI O NEGATIVI

NON ESISTONO EMOZIONI POSITIVE O NEGATIVE

ESISTONO EVENTI CONTROLLABILI E INCONTROLLABILI

ESISTONO DUE TIPI DI SOFFERENZA

Queste sono le “radici” ed allo stesso tempo i “frutti” dell’atteggiamento resiliente

Page 4: Resilienza

I° ASSUNTO DI BASE<LA MAPPA NON E’ IL TERRITORIO>

Page 5: Resilienza

BISOGNO INNATO DI COERENZA

Ricerchiamo continuamente coerenza sia fuori che dentro di noi ai fini della sopravvivenza

INCOERENZAA livello sociale è considerata un tratto

inaccettabile

CONTINUITA’ CONTROLLO

BISOGNO INNATO DI PREVEDERE/INTERPRETARE IL

MONDO

• E’ imprevedibilità, quindi, potenziale pericolo• Ostacola il risparmio energetico

SENSO DI FAMILIARITA SICUREZZA

La mappa del mondo migliore è quella che consente il maggior numero di alternative possibili

Page 6: Resilienza

Qual è Buba e qual è Kiku?

Page 7: Resilienza

Qualche secondo per guardare questa immagine.

Poi descrivetelo per iscritto

Page 8: Resilienza

Ognuno di noi ha notato cose diverse. Anche a parità di osservazioni, le avete interpretate diversamente

Ora ricostruite la storia del personaggi

La mente può gestire solo un certo numero di bit di informazione,

ca 126 bit al sec. Una conversazione "pesa" ca 40 bit, per questo non è facile focalizzarci su altro quando stiamo

parlando.

Ogni istante filtriamo la nostra percezione del mondo costruendone una data

rappresentazione

ATTENZIONESELETTIVA

INTERPRETAZIONERAPPRESENTAZIONE

STRUTTURA

CERVELLO

Page 9: Resilienza

Nel nostro cervello esistono due diversi Sistemi di Elaborazione

dell’Informazione

SISTEMA 1 SISTEMA 2INVOLONTARIO VOLONTARIO

VELOCE LENTOATTENZIONE AUTOMATICA SPOSTAMENTO ATTENZIONE

RISPARMIA ENERGIA RICHIEDE SFORZORICERCA

COERENZA/FLUIDITA’ RICERCA COMPLESSITA’

TRASCURA AMBIGUITA/DUBBIO

TOLLERA AMBIGUITA’/DUBBI

RICERCA CAUSALITA’ – ASSOCIAZIONI- GENERALIZ.

ANALIZZA RELAZIONI COMPLESSE - DETTAGLI

ELIMINA CONTRADDIZIONI INTEGRA CONTRADDIZIONI

Page 10: Resilienza

VERDE NERO GIALLOROSSO BIANCO VIOLA

BLU ROSSO ARANCIOVIOLA VERDE BLU GIALLO BLU NERO

MARRONE ARANCIO ROSSO

Ora provate a leggere soltanto il colore e non la parola

Quanto è stato difficile?

Page 11: Resilienza

Scorri entrambe le colonne dicendo a voce alta se ogni parola è in caratteri minuscoli o maiuscoli. Poi scorri di nuovo le due colonne e specifica se ciascun termine si trova a dx o sx del centro dicendo “destra” o “sinistra”.

SINISTRA sinistraDestraDESTRA

DESTRAsinistra

SINISTRAdestra

MaiuscoloMinuscolo

MINUSCOLOMaiuscoloMAIUSCOLO

minuscolo

MINUSCOLOmaiuscolo

Nel primo compito la colonna a sx è più facile; nel secondo compito accade l’inverso perché la colonna di dx contiene proprio i termini salienti del compito e non possiamo ignorarli. Per farlo dobbiamo attivare il sistema 2.

Page 12: Resilienza

Il sistema 1 non può essere disattivato a piacere, gli errori del pensiero intuitivo sono difficili da evitare ma si possono prevenire attivando il

sistema 2…

…questo è ciò in cui si impegna il soggetto resiliente: riconoscere i principali bias interpretativi

PRINCIPALI BIAS - EURISTICHE

ANCORAGGIO• Gandhi aveva più o meno di 92 anni quando morì?• Quanti anni aveva Gandhi quando è morto?

FRAME• Gelato con solo il 10% dei Grassi

• Gelato senza il 90% dei grassi

DISPONIBILITA’ RAPPRESENTATIVITA

Page 13: Resilienza

INTERPRETAZIONIDECISIONI

AZIONI

AVVERSIONE AL RISCHIO >

TENDENZA AL RISCHIO

INFLUENZA DEL FRAME

[Maggiore Attivazione Amigdala]

UTILITA’ IN FUNZIONE PUNTO DI ANCORAGGIO

UTILIZZO DELLE EURISTICHE[Disponibilità

RiconoscimentoCompatibilità]

COME SIAMO SOLITI “INTERPRETARE” IL MONDOIl contributo della neuroeconomia comportamentale

Page 15: Resilienza

RISPOSTA COMPORTAMENTALE

REAZIONE EMOTIVA [Film/Libri – Racconto amico/collega]

RAPPRESENTAZIONE

RICERCA CONFERME

INTERPRETAZIONE [CAUSALITA’/COERENZA]

ATTENZIONE – SELEZIONE INFORMAZIONI

“Ciò che noto vedo, ciò che vedo sento, ciò che sento faccio”

[STATO DI FLOW]

Page 16: Resilienza

IMPARARE A SPOSTARE L’ATTENZIONE

ALLENARE LA RESILIENZA

• ESTREMA FOCALIZZAZIONE ATTENZIONE SULL’OBIETTIVO• SENSO DI CONTROLLO• PERDITA AUTOCONSAPEVOLEZZA• PERDITA SENSO DEL TEMPO• PIACERE INTRINSECO NELL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITA• FIDUCIA NEL RISULTATO ATTESO

Vi è mai capitato di entrare in uno stato di flow? Quando? Siete in grado di farlo volontariamente?

Chiedetevi spesso, anche e soprattutto in un momento di difficoltà:• Dove sto orientando la mia mente ora? • Su cosa sto concentrando la mia attenzione?• Su quali altri elementi potrei spostarla?

STATO DI FLOW(M.Csíkszentmihályi, 1975)

Page 17: Resilienza

CONCENTRARSI SUL RESPIRO

• Impariamo a gestire l’attenzione• Torniamo nel qui ed ora• Rallentiamo il battito cardiaco• Modifichiamo quantità e tipologia di peptidi rilasciati dal midollo allungato molti dei quali sono endorfine - oppiacei naturali

STATO EMOTIVO

Pensate, inoltre, a come cambia il nostro respiro

ogni volta che siamo tesi, nervosi, arrabbiati, tristi.

Ogni tanto durante la giornata poni attenzione a com’è il tuo respiro.Ogni tanto, durante la giornata, inspira ed espira profondamente 7-8 volte. Non forzare, lascia che l’aria entri ed esca naturalmente in un flusso costante senza pause.A fine serata, prima di addormentarti, prenditi 5’ di tempo per fare 7-8 respirazioni profonde.

SELF-TRAINING

Page 18: Resilienza

III° ASSUNTO DI BASE<NON ESISTONO EMOZIONI POSITIVE O NEGATIVE MA PIACEVOLI E SPIACEVOLI

>

Page 19: Resilienza

EMOZIONE INFORMAZIONE

RABBIA

GIOIA

SORPRESA

PAURA

TRISTEZZA

VERGOGNA/DISGUSTO

DISPREZZO

Siamo sempre in grado di riconoscere l’informazione che l’emozione che stiamo provando “nasconde”?

FUNZIONE EVOLUTIVA DELLE EMOZIONI

TUTTE LE MOZIONI SONO INFORMAZIONI

Page 20: Resilienza

+ IN

TENS

A

+ PIACEVOLE

QUADRANTE IMolto Intensa

Molto Spiacevole

Rabbia

QUADRANTE IVMolto Intensa

Molto Piacevole

Estasi

QUADRANTE IIPoco Intensa

Poco Piacevole

Noia

QUADRANTE IIIMolto Piacevole

Poco Intensa

Contentezza

- PIACEVOL

E

- INT

ENSA

Riempite i quadranti

Page 21: Resilienza

C’è un quadrante che avete riempito più facilmente degli altri ?

Cosa impariamo confrontando i quadranti di persone diverse?

OGNUNO SEGUE PERCORSI EMOTIVI DIVERSILi approfondiremo e capiremo quanto e perché è importante riconoscerli per essere più resilienti

Non esiste un quadrante giusto in assoluto ma…

FOCUS INDIVIDUALE

STATO EMOTIVO PREVALENTE

RISCHIO IMPOVERIMENTO

EMOTIVO

Page 22: Resilienza

LE EMOZIONI SONO

INFORMAZIONI

IGNORARE LE EMOZIONI

NON FUNZIONA

NASCONDERE BENE LE

EMOZIONI E’ IMPOSSIBILE

LE DECISIONI DEVONO

INCORPORARE LE EMOZIONI PER ESSERE

EFFICACI

LE EMOZIONI SEGUONO ‘PERCORSI

LOGICI’

LE EMOZIONI SONO

CONTAGIOSE[Neuroni SPecchio]

Di cosa è sempre

consapevole il ss resiliente?

Page 23: Resilienza

Abilità cognitiva di elaborazione delle informazioni di tipo emotivo.

Insieme più o meno stabile di caratteristiche personali, sociali e motivazionali.

“Capacità di riconoscere l’informazione trasmessa dalle emozioni individuandone possibili cause e conseguenze, di classificarle, descriverle, di riflettere su di esse integrandole con i processi cognitivi”

SALOVEY & MAYER

[1990, 1997]

“Capacità di motivare se stessi, di persistere nel perseguire un obiettivo nonostante la frustrazione, di modulare i propri stati d’animo, di essere empatici e di sperare”

GOLEMAN[1995]

Ciò significa che il resiliente è, per definizione, “emotivamente intelligente”

INTELLIGENZA EMOTIVA

Page 24: Resilienza

Consapevolezza delle proprie

emozioni, risorse, valori, limiti

Padronanza di sé, gestione

dei propri impulsi e risorse

Motivazione, spinta alla

realizzazione ed al

miglioramentoEmpatia,

consapevolezza emozioni ed

esigenze altrui

Abilità sociali, capacità di orientare le

risposte degli altri

IL MODELLO DI D.GOLEMAN

Due abilità e 5 dimensioni

COMPETENZE PERSONALI

COMPETENZE SOCIALI

Page 25: Resilienza

IL MODELLO DI P. SALOVEY & J. MAYER

• in sé, negli altri, nelle arti, come si manifestano a livello fisico, di vissuto e pensiero

PERCEZIONE

COMPRENSIONE

• in sé e negli altri per raggiungere i propri obiettivi, per promuovere la comprensione, la crescita personale

GESTIONE

UTILIZZO

Già solo interrogandoci su questi aspetti possiamo avere un’idea di quanto sia complesso “essere emotivamente

intelligenti”…

• per guidare e assistere il pensiero, assumere punti di vista diversi, motivarsi

• capire le cause che le hanno generate, le loro relazioni, trasformazioni, miscele

Page 26: Resilienza

QUALITA’ DELLA VITA

SALUTE

EFFICACIA PERSONALE

EFFICACIA INTERPERS.

“Non esiste resilienza senza intelligenza emotiva”

INTELLIGENZA EMOTIVA

Page 27: Resilienza

IV° ASSUNTO DI BASE< ESISTONO EVENTI

CONTROLLABILI & INCONTROLLABILI >

Page 28: Resilienza

“All’uomo nel Lager si può prender tutto, eccetto una cosa sola: la libertà umana di scegliere come affrontare una situazione imposta…il modo in cui si atteggia nei confronti delle limitazioni del suo essere imposte con violenza dall’esterno… L’uomo può cioè decidere se farà di una terribile situazione una mera condizione o una conquista interiore”. (V.Frankl)

Page 29: Resilienza

EVENTO INCONTROLLABILE

INTERPRETAZIONE

RISPOSTA COGNITIVO EMOTIVA

RISPOSTA COMPORTAMENTA

LE

Ciò che abbiamo sempre il potere di “controllare” è il nostro modo di interpretare gli eventi

L’obiettivo ultimo non è quello di riuscire a cambiare gli eventi, di eliminare difficoltà, sofferenza ma di cambiare il rapporto che abbiamo con essi…ed essere così resilienti

Page 30: Resilienza

“Se cambi il modo di guardare le cose…

…le cose cambieranno”

Page 31: Resilienza

V° ASSUNTO< ESISTONO DUE

TIPI DI SOFFERENZA >

Page 32: Resilienza

DOLORE [INEVITABILE]

REAZIONE ABITUALE[ATTACCAMENTO/

NEGAZIONE]

SOFFERENZA

[EVITABILE]

“Esistono due forme di sofferenza: quella generata dagli eventi in sé e quella che aggiungiamo in virtù del nostro bisogno di desiderare ciò

che non abbiamo e di evitare ciò che non desideriamo” (A.Chan)

Il resiliente non nega o rifiuta il dolore ma agisce sulla sofferenza

• Accettando il dolore senza esserne travolto – vs tollerare • Agendo respons-abil-mente sulla sua interpretazione degli eventi

ACCETTARE SIGNIFICA PRENDERSI CURA“Significa non essere contro o a favore di essa ma

‘essere con’ “

In che modo?

Page 33: Resilienza

“Non descriviamo il mondo che vediamo

ma vediamo il mondo che descriviamo”

Page 34: Resilienza

Ciò che abbiamo sempre il potere di “controllare” è il nostro modo di interpretare gli eventi, il significato che gli

attribuiamo

L’obiettivo ultimo non è quello di riuscire a cambiare gli eventi, di eliminare difficoltà, sofferenza ma di cambiare il rapporto che abbiamo con essi: questo

significa diventare più resilienti…

Page 35: Resilienza

Bisogna aver Paura di Cambiare

per avere il Coraggio di Farlo.

COME DIVENTARE PIU’

RESILIENTI

Page 36: Resilienza

COSA SIGNIFICA ESSERE RESILIENTI

“Che tu creda di farcela o no, avrai comunque ragione!”

(H.Ford)

Dall’Impotenza appresa alla resilienza

Page 37: Resilienza

CAVIE

SITUAZIONE 1 L’animale non

poteva cambiare la situazione

SITUAZIONE 2

L’animale “sentiva” di non poterla

cambiare

IMPOTENZA APPRESA[Goleman & Mayer, 1965]

Condizione psicofisica in cui si ha perso ogni fiducia nella possibilità di essere arbitro/agente del proprio

destino.

CANI

UOMO[Hiroto, 1971]

Se sono convinto di non poter agire, gestire una data difficoltà, finirò per non fare nulla per cambiarla subendone lo stress maggiore.

Cortisolo elevatoDeficit Immunitario

Perdita pelo, appetito

Rallent. Psicomot.

[Goleman, 1975][Morris, 1981]

Vi viene in mente un esempio personale di “impotenza appresa”?!

Page 38: Resilienza

Quand’è stata l’ultima volta che vi siete sentite “molto stressate”? Cosa caratterizza le vostre

situazioni stressanti?

RICHIESTE EST/INT

STRESS

Condizione psicofisica che si sviluppa nel momento in cui il ss si rende conto della discrepanza tra richieste e risorse a disposizione (Lazarus, 1991).

[“tensione cui viene sottoposto un materiale”]

PERCEZIONE CONTROLLORISORSE

DISPONIBILI (PERCEPITE)

IMPOTENZAAPPRESAVICARIA

INDIVIDUALE

DI GRUPPOAVVERSITA’STABILI

DURATURECOSTANTI

Ricordiamoci che anche l’impotenza deriva dal nostro bisogno innato di di dare un senso (spiegazione) a tutto ciò che ci

circonda e ci accade.

Page 39: Resilienza

Come siete soliti affrontare queste situazioni?

“Sforzi cognitivi e comportamentali [emotivi] per trattare specifiche richieste, interne o esterne, valutate come eccessive per le risorse della persona [non necess. azioni riuscite]” (Lazarus, 1991).

COPING

Volte a cogliere potenziali segnali di pericolo, a gestire anticipatamente l’attivazione emozionale etc.

EMOTION FOCUSEDDirette alla regolazione

emotiva successiva all’esperienza stressante.

PROBLEM FOCUSEDVolte alla rimozione delle

cause dello stress.

STRATEGIE ATTIVE

In quale delle suddette categorie di coping proposte collochereste le vostre? Funzionano bene?

STRATEGIE PROATTIVE

RESILIENZ

A

Page 40: Resilienza

RESILIENZA

IM-PERMANENZA DEL NEGATIVO

“La capacità di un metallo di

resistere alla forza applicate ad esso”

MOTIVAZIONE A “FARE”

DETERMINAZIONEPROATTIVITA’

INDIVIDUI & TEAM di SUCCESSO

SELFEFFICACY

Ciò che credo di poter fare influisce sul mio stato emotivo, sulla mia motivazione a fare, sulle azioni che scelgo di intraprendere.

• Capacità di trovare cause temporanee e specifiche alle avversità. • E’ la capacità di trarre maggiore motivazione proprio dalle sconfitte, dai fallimenti, dagli eventi critici o traumatici.

PERCEZIONE DELLE PROPRIE RISORSE, POTENZIALITA’, STRUMENTI OPERATIVI E CONOSCITIVI

Page 41: Resilienza

Avere forti convinzioni di controllo non garantisce il raggiungimento dell’obiettivo ma induce all’impegno, alla perseveranza, alla

tolleranza di fatica e frustrazioni attenuando lo stress ed aumentando le probabilità di riuscita.

PERMANENZATempo

PERVASIVITASpazio

STILE EPSLICATIVO

TRANSITORIO PERMANENTE SPECIFICO PERVASIVO

RESILIENTE INSUCCESSO SUCCESSO INSUCCESSO SUCCESSO

DEPRESSOPESSIMISTA

SUCCESSO INSUCCESSO SUCCESSO INSUCCESSO

STILE ESPLICATIVO RESILIENTE

Il ss resiliente tende a leggere gli eventi negativi come momentanei e circoscritti.

SALUTEPERFOMANCE

“E’ sperare la cosa più difficile. Disperare è facile” (C.Peguy)

Page 42: Resilienza

LOCUS OF CONTROL

Di fronte a uno stress - es.fallimento - il resiliente non pensa “non ho la stoffa” oppure “capita sempre a me” ma è convinto che impegnandosi di più riuscirà ad affrontare meglio la situazione.

RISTRUTTURAZIONE COGNITIVA

Il ss resiliente interpreta frustrazioni, sconfitte e difficoltà come opportunità di miglioramento (“Cosa posso trarne?”)

LOCUS OF CONTROL

INTERNO ESTERNO

RESILIENTE SUCCESSO

-

DEPRESSO INSUCCESSO SUCCESSO

Page 43: Resilienza
Page 44: Resilienza

LE TAPPE DEL CAMBIAMENTODOLORE

SOFFERENZA

ACCETTAZIONE RESPONS-ABILITA’

NUOVO BISOGNO MOTIVAZIONE

VISIONESPERIMENTAZIONE

INTEGRAZIONE

CAMBIAMENTO

Vediamo ora gli strumenti per realizzarlo

Page 45: Resilienza

CONSAPEVOLEZZA MATRICE DI SIGNIFICATI

RICONOSCERE I PERCORSI EMOZIONALI

APRIRE LA SCATOLA DEI BISOGNI

RE-VISIONE

PIANO DI AZIONE

GLI STRUMENTI DEL CAMBIAMENTO

Prima di iniziare vediamo perché funzionano…

Page 46: Resilienza

CAMBIARE E’ POSSIBILEIl contributo delle neuroscienze

Page 47: Resilienza

IL CERVELLOQuello che dobbiamo sapere sul cervello per diventare più resilienti

25 MILIARDI DI NEURONI

10-150.000 SINPASI CIASCUNO

“La nostra esperienza della realtà è costruita da pattern di attività di gruppi neuronali” SIegel

Page 48: Resilienza

MOTORIA

SOMATOSENSORIALE

PREMOTORIA (verbalizzazione)

PREFRONTALE(Decisioni, Immaginazione,

Programmazione, Ragionamento, Memoria di Lavoro)

VISIVA PRIMARIA

UDITIVA PRIMARIA

Page 49: Resilienza

Aree cerebrali specifiche possono assumere funzioni di aree cerebrali diverse (es. taxisti/violinisti): plasticità neuronale. Quanto impiegate a guardare a dx quando attraversate la strada a Londra?

L’ESPERIENZA MODIFICA IL CERVELLO

I nostri pensieri, emozioni, azioni derivano dall’attivazione di pattern neuronali che tendono a stabilizzarsi nel tempo a seguito di specifici processi chimici.

“NATURALE” RESISTENZA AL CAMBIAMENTO

I MITI DA SFATARE SUL CERVELLO

• Non esistono aree cerebrali che “agiscono” da sole (es. vista) • Emozione e cognizione sono funzioni mediate da circuiti cerebrali distinti ma strettamente interdipendenti tra loro.

AGIRE SULLE EMOZIONI SIGNIFICA AGIRE SULLA COGNIZIONE E

VICEVERSA

Page 50: Resilienza

IL CERVELLO EMOTIVOIl sistema limbico svolge un ruolo fondamentale

nell’elaborazione di ogni nostro pensiero, messaggio, decisione, azione

Page 51: Resilienza

STIMOLOINT/EST

RISPOSTA AUTOMATICA

TALAMO

AMIGDALAMEM.EMOTIVA INC [DPTS]

IPPOCAMPO RICORDO EMOTIVO [Amnesia Inf.]

RISPOSTA PONDERATANEOCORTECCIA[Emozioni – Azioni - Decisioni – Linguaggio]

[Emozioni – Azioni - Decisioni – Linguaggio]

Rispondiamo ad uno stimolo ancor prima di sapere cos’è

e di esserne consapevoli

MEMORIAATTENZIONEPERCEZIONE

Page 52: Resilienza

CERVELLO & RESILIENZA“Il diverso livello di attivazione di un dato circuito cerebrale ne determina

il livello di contributo allo stato emotivo/mentale in quel dato momento” (Siegel)

Modificare stabilmente l’interpretazione di un evento, una risposta emotivo-comportamentale significa:

- Creare nuove connessioni sinaptiche e cluster di attivazione neuronale

- Aumentare la sensibilità di attivazione di gruppi neuronali

- Disattivare certi pattern neuronali

Imparando a modulare la nostra risposta emotiva non agiamo sulla reazione automatica ma modulandone l’espressione agiamo,

bloccandolo, sul feedback retroattivo che rinforzante dell’emozione stessa

Page 53: Resilienza

STIMOLO

INTELLIGENZA EMOTIVA

CONSAPEVOLEZZAPERCORSO EMOTIVO

BLOCCO RETROAZIONE EMOTIVAGrazie soprattutto lobi prefrontali

• Attivazione altro percorso• Riduzione neurotrasmettitori rilasciati• Coinvolgimento altri gruppi neuronali• Integrazione funzioni cerebrali

Che ciò sia possibile, lo vediamo già quando siamo particolarmente “sereni” o “stressati”:

La Nostra risposta agli stessi stimoli è diversa!!

Anche le neuroscienze confermano che sviluppare la resilienza è possibile

Page 54: Resilienza

Riconoscere che un dato stimolo riattiva in noi un certo stato della mente, consente di metterci cella condizione di poter scegliere una risposta diversa reclutando/attivando o creando rappresentazioni

diverse, attivando altri circuiti, creando nuove connessioni sinaptiche…imparando ad essere più resilienti

Page 55: Resilienza

E’ l’interpretazione, la spiegazione dell’evento, del momento di crisi e difficoltà e non l’evento in

sè.

COSA CARATTERIZZA IL

SOGGETTO RESILIENTE

[Joe Simpson]

Page 56: Resilienza

EVENTO INTERPRETAZIONE STATO EMOTIVO

PROATTIVITA’PERSISTENZACREATIVITA’

I ss (resilienti) sono in grado di fornire ogni volta spiegazioni “costruttive/funzionali” al benessere e/o al raggiungimento dei loro

obiettivi.

“Il pessimista pensa che le cose gli vadano sempre male e che non avrà mai ciò che desidera. Il resiliente sa che

ogni tanto le cose possono andare male e che può succedere di non ottenere ciò che vogliamo ma non si

concentra solo su questo”

Page 57: Resilienza

.

Thomas Edison non riusciva a trovare un materiale con cui costruire il filamento interno senza che bruciasse

all’accensione...…fece più di 5.000 tentativi.

“Ho solo scoperto 10.000 modi in cui non funzionerà”

[ 1.093 BREVETTI A SUO NOME ]

Page 58: Resilienza

Dato in adozione appena nato, nel 1976 fonda la Apple vendendo un furgone, una calcolatrice e lavorando in garage. Nel 1977 lancia Apple II e l’azienda viene quotata in borsa.

Nel 1984 dopo lo scontro con Scullay viene destituito dal CDA della Apple. Nel 1986, a soli 30 anni, fonda Next, acquista Pixar. Nel 1996 viene richiamato in Apple.

Diagnosi di tumore maligno nel 2004. Lancia l’Ipone nel 2007 e l’Ipad nel 2011. Muore nel 2012

Page 59: Resilienza

Ericcson & Charness (1994): gli atleti migliori sono quelli che rivelano un locus of control interno (risultati analoghi con i malati di cancro, Klopfer – 1957):

• Sono più motivati• Considerano la sconfitta parte del gioco

Se falliscono non pensano “non ho la stoffa”, “è colpa di…”, ma sono convinti che impegnandosi di più miglioreranno la loro prestazione.

ATLETI CON L.O.C. INTERNO

• Ricercano alibi• Ricercano soluzioni “magiche” (es.

droghe)• Dipendono molto dalla “logistica” di

gara

Page 60: Resilienza

Alberto Ceriani (n.1969), non vedente, conclude una gara di Ironam vale a dire 3,8 km di nuoto + 180 km in bici + 42,195 km di corsa

Socio fondatore di una società di costruzione di impianti di riconversione di rifiuti. Riesce nell’impresa della Four Deserts: correre in autosufficienza nei deserti più duri del mondo – Gobi, Atacama, Sahara, Antartide - in un anno per un totale di 1.000 km. Nessuno l’aveva mai fatto prima…F.Galanzino

Fabrizio Macchi: a 13 anni viene ricoverato in ospedale dove rimane per ben 3 anni e gli amputano una gamba subendo 17 interventi per un osteosarcoma al ginocchio. Ha migliorato per 4 volte il record dell’ora di ciclismo su pista ed ha preso la medaglia di bronzo nell’inseguimento individuale su pista alle paraolimpiadi di Atene

Page 61: Resilienza

“Tutto ciò che abbiamo nella vita sono degli istanti.

E in quegli istanti tutti possiamo essere liberi. Basta fare una scelta. Tra la paura e la forza.

Tra la resa e la determinazione”. (R.Bandler)

Page 62: Resilienza

LE PERSONE RESILIENTI NON SONO “GENETICAMENTE” DIVERSE DA NOI

ABBIAMO UN INNATO BISOGNO DI INTERPRETARE GLI EVENTI

[Non esistono eventi positivi/negativi ma piacevoli/spiacevoli]LA RESILIENZA AFFONDA LE RADICI NEL NOSTRO MODO DI

INTERPRETARE UN DATO EVENTO

Le dimensioni di base dell’approccio interpretativo sono:• Permanenza/Pervasività• Causalità Interna/Esterna• Ristrutturazione Cognitiva

L’INTERPRETAZIONE DELL’EVENTO INFLUENZA LA NOSTRA RISPOSTA & CAPACITA’ DI APPRENDERE DALL’ESPERIENZA

TUTTE LE EMOZIONI SONO INFORMAZIONI.IL RESILIENTE PROVA RABBIA E TRISTEZZA COME “NOI”.

Page 63: Resilienza

STILE ESPLICATIVO

Quanto valuto Permanente – nel tempo – l’evento/la causa che ho individuato? Quanto valuto Pervasivo - in altri contesti – l’evento/la causa? Quante e quali spiegazioni alternative possibili potrei dare?

REAZIONE EMOTIVA

RISTRUTTURAZIONE COGNITIVA

Che tipo di emozioni sto provando? Che legame c’è tra ciò che sto provando e la spiegazione che do dell’evento? Se e come sto gestendo il mio stato emotivo? E’ soddisfacente o ci sono altre modalità?

Che tipo di Causa - Interna o Esterna – attribuisco all’evento? Quali e quante prove ‘tangibili’ ho a sostegno di questa attribuzione?

Come posso cambiarla in modo “funzionale” così da sentirmi meglio (es. completare un lavoro, raggiungere un mio obiettivo etc.)?

ATTRIBUZIONE CAUSALE

Page 64: Resilienza

Fai una lista di 20 cose che apprezzi e delle quali sei grata. Puoi includere aspetti del tuo corpo, del tuo modo di essere, qualità del tuo carattere, parti della tua vita, del tuo lavoro, persone, animali, cibi, musica etc. il cui pensiero ti rende felice. Leggi la lista più volte al giorno e quando senti che stai cadendo nella trappola del “virus delle 3P dell’Infelicità” rileggi la lista e poi, rispetto alla situazione presente chiediti:

• È veramente sempre/mai cosi?• Come sto personalizzando la situazione? Che prove ho?• Quanto permanente nel tempo la sto immaginando?• Quanto la sto generalizzando/o permettendo di invadere altre aree della mia vita?• Quali interpretazioni alternative potrei costruire? Che alternative ho?

D’ora in poi, ogni volta che vi trovate ad affrontare un momento difficile provate a rispondere a tutte le

domande precedenti e annotate le vostre riflessioni.

THANKFULNESS LIST

Page 65: Resilienza

MEDITAZIONE DI CONSAPEVOLEZZA &

RESILIENZA

“Meditare è l’arte del ricominciare”

Page 66: Resilienza

I pensieri travolgono la nostra capacità di vedere che i pensieri…

…sono solo pensieri

SATIE’ un’attenzione non giudicante e partecipe, cioè connessa a ciò a cui si rivolge lo sguardo

E’ la coltivazione di un atteggiamento e non la ricerca di un’esperienza

INCESSANTE PROLIFERAZIONE MENTALE [ “costruiamo” la realtà sempre in termini noti o

abituali]

INDIPENDENTE dall’interesse “innato” per un dato oggetto e quindi “attiva” (per questo si comincia a praticare sul respiro, sul camminare, gesti ordinari, privi di ‘specialità’). L’attenzione classicamente intesa è “passiva” nel senso che si rivolge ad oggetti che suscitano di per sè il nostro interesse…poi svanisce.

“Meditare è non far nulla con la massima concentrazione”

Page 67: Resilienza

PARTECIPE nel senso che non rifiuta (avversione) né si identifica (attaccamento) con ciò che osserva.

NON GIUDICANTE nel senso che non esprime un giudizio di positivo/negativo, giusto/sbagliato etc.

“Sati è puro guardare, puro osservare, attenzione nuda”

NON CONCETTUALE cioè non opera attraverso parole, simboli immagini o concetti.

OBIETTIVO SATI

Sostituire l’attività del credere nei propri pensieri (generati da

un’emozione) con l’attività dell’osservazione dei medesimi

Lasciar andare i pensieri circa le condizioni nelle quali ci piacerebbe essere o non essere, “accettare” (attivo) ciò che si

ha/non ha/è/non è attraverso la non identificazione con l’io-mio-me.

Page 68: Resilienza

SATI RICHIEDE UN LAVORO SULLE EMOZIONI

Non è la ricerca di un’ emozione in particolare (piacevole/spiacevole), piuttosto osservare la nostra perenne tendenza

ad identificarci con le emozioniNel Dharma, infatti, la felicità non è un’emozione bensì uno stato che deriva dal trascendere l’io-mio-me.

PAURA/RABBIA

• Esserne “consapevoli” significa, innanzitutto, riconoscere in noi un forte desiderio di allontanarci/attaccarci ad esse. • Per prima cosa sarà, quindi, necessario riconoscere e “intaccare” il nostro disappunto/identificazione con il provare rabbia/paura

“Sapere qualcosa è diverso dall’esserne consapevole”

Page 69: Resilienza

MENTE GIUDICANTE

CONSAPEVOLEZZA NON GIUDICANTE

[Separa, crea tensione] [Disidentifica, pacifica]

“Sati sIgnifica essere attenti a quello che c’è, così com’è, nel momento in cui c’è” (C.Pensa)

Es. Dire ‘io sono arrabbiato’ passa attraverso il concetto di “io” e di identificazione con la rabbia. Consapevolezza della rabbia significa, invece, entrare nelle sensazioni fisiche, mentali che insorgono momento per momento, senza verbalizzarle né giudicarle.

L’obiettivo è riuscire a “dire che c’è la paura ma io non sono la paura

Page 70: Resilienza

BREATH


Recommended