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Riassunto a BANFI M BIASINN M ORIANI G M RAGGETTI Economia Degli Intermediari Finanziari ISEDI

Date post: 18-Sep-2015
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Riassunto a BANFI M BIASINN M ORIANI G M RAGGETTI Economia Degli Intermediari Finanziari ISEDI
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ECONOMIA DEGLI INTERMEDIARIA FINANZIARI CAPITOLO PRIMO: SISTEMI FINANZIARI E MODELLI DI INTERMEDIAZIONE 1.1 LE FUNZIONI ATTRIBUITE AI SISTEMI FINANZIARI: UN PRIMO APPROCCIO Funzioni dei sistemi finanziari Mobilizzazione ed allocazione del risparmio presso gli investitori, poiché la funzione allocativa prevalente nelle banche necessita la predisposizione di meccanismi che favoriscono l’incontro e lo scambio fra la domanda e l’offerta di finanziamenti, conciliando le esigenze dei soggetti in surplus finanziario con quelli in deficit Trasferimento e gestione dei rischi degli operatori economici, attraverso lo sviluppo di strumenti contrattuali ad hoc, sia con tecnologie gestionali idonee a limitare i rischi. La rilevanza di questa funzione sta nel know how progettuale posseduto e nella capacità di sfruttamento di economie d’informazione e di costi di transazione via via decrescenti all’aumentare della scala delle operazioni realizzate (risk managment) Creazione di strumenti e servizi di pagamento alternativi alla moneta, che determi nano le modalità di regolamento degli scambi reali e finanziari a disposizione degli operatori (funzione monetaria) Trasmissione degli impulsi di politica monetaria, poiché il sistema finanziario ha una posizione chiave nel trasmettere al settore reale dell’economia la variazione dell’offerta di moneta stabile dalle autorità responsabili della politica monetaria Produzione di informazioni sui prezzi delle attività finanziarie e delle variabili finanziarie, in condizione di continuità, affidabilità ed economicità. Messa a punto di meccanismi idonei a ridurre le imperfezioni nella distribuzione delle informazioni ed i collegati problemi di incentivo, minimizzando le c.d. asimmetrie informative per garantire un corretto funzionamento del sistema, poiché in presenza di asimmetrie informative, viene influenzata la capacità decisionale degli investitori. Due sono i tipi di a.info o Adverse selection, si manifesta dalla conclusione dei contratti finanziari, finendo per facilitare il finanziamento di unità in deficit che hanno maggiore probabilità di cagionare eventi avversi come l’insolvenza o Moral hazard, si palesa alla conclusione dei contratti finanziari ed è da attribuire alla messa in atti di comportamenti opportunistici da parte di una controparte a danno dell’altra. Fenomeno derivanti da a.info sono o Insider trading, quando un numero ristretto di soggetti a motivo del ruolo svolto utilizza in modo opportunistico le informazioni riservate di cui è in possesso o Free riding, si manifesta in presenza di comportamenti imitativi che presuppongono la rinuncia alla raccolta ed elaborazione delle informazioni nonché al monitoraggio degli investimenti allo scopo di evitarne i costi correlati. 1.2 L’ARCHITETTURA DEI SISTEMI FINANZIARI L’analisi morfologica di un sistema finanziario implica la valutazione delle diverse componenti che lo determinano come intermediari finanziari, mercati, attività finanziarie, norme e autorità di vigilanza. Agli intermediari finanziari e ai mercati compete la creazione dei rapporti fra gli agenti economici nel sistema finanziario, basatosi sulla produzione di attività finanziarie. Il problema è quello dell’equilibrio tra mercati e sistemi finanziari che comporta la valutazione comparata di due differenti strutture di collegamento fra p iù unità in surplus ed in deficit: La prima è fondata sullo sviluppo di circuiti intermediati, luoghi in cui gli intermediari creditizi realizzano il trasferimento di risorse tra unità in surplus e unità in deficit finanziario. Il ruolo degli intermediari è quello dell’asset trasformer, operatore che è in grado di trasformare, mediante i processi produttivi di cui si dota la combinazione di rischio e rendimento delle unità in surplus, che affidano i propri risparmi La seconda basata su circuiti diretti, luoghi in cui si manifestano le condizioni necessarie per la canalizzazione delle risorse finanziarie dai fondi richiedenti a quelli offerenti attraverso i mercati
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  • ECONOMIA DEGLI INTERMEDIARIA FINANZIARI CAPITOLO PRIMO: SISTEMI FINANZIARI E MODELLI DI INTERMEDIAZIONE 1.1 LE FUNZIONI ATTRIBUITE AI SISTEMI FINANZIARI: UN PRIMO APPROCCIO Funzioni dei sistemi finanziari

    Mobilizzazione ed allocazione del risparmio presso gli investitori, poich la funzione allocativa

    prevalente nelle banche necessita la predisposizione di meccanismi che favoriscono lincontro e lo scambio fra la domanda e lofferta di finanziamenti, conciliando le esigenze dei soggetti in surplus finanziario con quelli in deficit

    Trasferimento e gestione dei rischi degli operatori economici, attraverso lo sviluppo di strumenti

    contrattuali ad hoc, sia con tecnologie gestionali idonee a limitare i rischi. La rilevanza di questa funzione sta nel know how progettuale posseduto e nel la capacit di sfruttamento di economie dinformazione e di costi di transazione via via decrescenti allaumentare della scala delle operazioni realizzate (risk managment)

    Creazione di strumenti e servizi di pagamento alternativi alla moneta, che determi nano le modalit

    di regolamento degli scambi reali e finanziari a disposizione degli operatori (funzione monetaria)

    Trasmissione degli impulsi di politica monetaria, poich il sistema finanziario ha una posizione

    chiave nel trasmettere al settore reale delleconomia la variazione dellofferta di moneta stabile dalle autorit responsabili della politica monetaria

    Produzione di informazioni sui prezzi delle attivit finanziarie e delle variabili finanziarie, in

    condizione di continuit, affidabilit ed economicit.

    Messa a punto di meccanismi idonei a ridurre le imperfezioni nella distribuzione delle informazioni

    ed i collegati problemi di incentivo, minimizzando le c.d. asimmetrie informative per garantire un corretto funzionamento del sistema, poich in presenza di asimmetrie informative, viene influenzata la capacit decisionale degli investitori. Due sono i tipi di a.info

    o Adverse selection, si manifesta dalla conclusione dei contratti finanziari, finendo per facilitare il finanziamento di unit in deficit che hanno maggiore probabilit di cagionare eventi avversi come linsolvenza

    o Moral hazard, si palesa alla conclusione dei contratti finanziari ed da attribuire alla messa in atti di comportamenti opportunistici da parte di una controparte a danno dellaltra. Fenomeno derivanti da a.info sono

    o Insider trading, quando un numero ristretto di soggetti a motivo del ruolo svolto utilizza in modo opportunistico le informazioni riservate di cui in possesso o Free riding, si manifesta in presenza di comportamenti imitativi che presuppongono la rinuncia alla raccolta ed elaborazione delle informazioni nonch al monitoraggio degli investimenti allo scopo di evitarne i costi correlati. 1.2 LARCHITETTURA DEI SISTEMI FINANZIARI Lanalisi morfologica di un sistema finanziario implica la valutazione delle diverse componenti che lo determinano come intermediari finanziari, mercati, attivit finanziarie, norme e autorit di vigilanza. Agli intermediari finanziari e ai mercati compete la creazione dei rapporti fra gli agenti economici nel sistema finanziario, basatosi sulla produzione di attivit finanziarie. Il problema quello dellequilibrio tra mercati e sistemi finanziari che comporta la valutazione comparata di due differenti strutture di collegamento fra p i unit in surplus ed in deficit:

    La prima fondata sullo sviluppo di circuiti intermediati, luoghi in cui gli intermediari creditizi

    realizzano il trasferimento di risorse tra unit in surplus e unit in deficit finanziario. Il ruolo degli intermediari quello dellasset trasformer, operatore che in grado di trasformare, mediante i processi produttivi di cui si dota la combinazione di rischio e rendimento delle unit in surplus, che affidano i propri risparmi

    La seconda basata su circuiti diretti, luoghi in cui si manifestano le condizioni necessarie per la

    canalizzazione delle risorse finanziarie dai fondi richiedenti a quelli offerenti attraverso i mercati

  • 1.2.1 La classificazione degli intermediari finanziari Gli intermediari finanziari sono operatori professionali, attivi nei circuiti di finanziamento indiretto attraverso la produzione e lofferta di strumenti e servizi finanziari destinati alle unit in surplus ed in deficit. Sono intermediari finanziari

    Banche, che raccolgono fondi dalle unit in surplus che impiegano prevalentemente per la

    concessione di prestiti di varia natura alle unit in deficit

    Intermediari creditizi non bancari, societ di credito al consumatore, leasing, factoring e forfaiting.

    Intermediari specializzati in una particolare attivit creditizia che finanziano attraverso lassunzione di passivit finanziarie contratte con le banche e/o lemissione di titoli di debito sui mercati

    Societ veicolo per la cartolarizzazione, intermediari che acquistano pool di prestiti bancari o di

    strumenti di debito, attraverso lemissione di titoli obbligazionari.

    SGR (societ di gestione del risparmio), intermediari finanziari attivi sui mercati finanziari che

    svolgono in esclusiva la promozione e gestione di fondi comuni dinvestimento, di Sicav e fondi pensione.

    SIM (societ di intermediazione mobiliare), intermediari finanziari specializzati nella produzione ed

    offerta d servizi connessi allattivit di investimento sui mercati finanziari

    Compagnie di assicurazione, intermediari finanziari attivi nella gestione dei rischi loro trasferiti dagli

    assicuratori dietro pagamento di premi, che vengono investiti in attivit reali e finanziarie, a cui si attinger per il risarcimento dei rischi contrattualmente assicurati. 1.2.2 Le fattispecie di contratti finanziari Lallocazione delle risorse d luogo alla creazione di attivit finanziarie in cui si formalizzano le condizioni giuridiche ed economiche dello scambio finanziario, in moda da incidere sul grado di completezza divenendo possibile per ciascun operatore rinvenire gli strumenti finanziari che maggiormente soddisfano le proprie esigenze. Gli scambi finanziari fra unit in surplus e unit in deficit danno luogo ala produzione di contratti finanziari, riconducibili a tre fondamentali fattispecie di rapporti

    Credito, comporta il trasferimento di risorse monetarie da unit in surplus ad unit in deficit contro

    il contestuale impegno di questultime alla restituzione delle somme ricevute ad una data futura. Il prezzo rappresentato dal tasso dinteresse. (contratti bancari, operazioni di leasing finanziario e operativo

    Partecipazione al capitale di rischio, prevede che il trasferimento di fondi da parte delle unit in

    surplus si accompagni allacquisizione di diritti di natura patrimoniale e/o amministrativa nei confronti del soggetto destinatario, rappresentato da una societ di capitali

    Assicurazione, per le unit in surplus, il versamento periodico o in soluzione unica di somme

    (premi) a favore di un intermediario assicurativo, il quale si assume lobbli go di risarcimento dei danni subiti dai soggetti assicurati al verificarsi degli eventi contrattualmente previsti. I premi rappresentano il compenso richiesto dallassicuratore per lassunzione di rischi altrui 1.2.3 I principali mercati finanziari I mercati finanziari sono i luoghi dove avvengono gli scambi finanziari attraverso la negoziazione di strumenti finanziari e di valute straniere. Possiamo distinguerli in base alla regolamentazione in:

    Mercati regolamentati, il cui funzionamento avviene nel rispetto delle regole stabilite dalle autorit

    di vigilanza e dalle societ di gestione dei mercati

    Marcati non regolamentati (over-the-counter OTC), il cui funzionamento ha luogo senza che vi

    siano regole stabilite da autorit di vigilanza ma che adottano modalit e prassi operative comunemente accettate. Possiamo inoltre distinguere

    Mercati primari, in cui sono scambiati strumenti finanziari di nuova emissione il cui collocamento

  • consente agli emettenti di reperire fondi da impiegare a fine di investimento

    Mercati secondari, scambio e negoziazione di strumenti finanziari gi in circolazione. Si ha la

    possibilit di smobilizzare rapidamente gli investimenti effettuati, assicurandone quindi la trasformazione in liquidit prima della scadenza contrattuale Possiamo inoltre distinguere i mercati in base alla durata

    Mercati monetari, emissione e negoziazione di strumenti finanziari di breve scadenza (12

    mesi) Unultima distinzione possiamo farla sul tipo di strumento finanziario oggetto di scambio

    Azione

    Obbligazioni e Titoli di Stato

    Derivati

    Valute straniere

    1.2.4 La regolamentazione e le autorit di vigilanza Poich il sistema finanziario svolge attivit determinanti ne consegue che vi la necessit di prevenire, attraverso la regolamentazione e la vigilanza, perch fallimenti nel sistema sono collegati ai costi relativi alle crisi, allimpatto delle stesse sulla fiducia dei partecipanti e sulle prospettive di sviluppo delle economie interessate. Mercati e intermediari finanziari sono quindi sottoposti a vincoli regolamentari di varia natura miranti a preservare/migliorare dinamicamente le condizioni di stabilit, efficienza, competitivit e trasparenza del sistema nel complesso e dei singoli intermediari/mercati finanziari. 1.3 LEVOLUZIONE DEI MODELLI DI INTERMEDIAZIONE Possiamo individuare due tipologie di circuiti di collegamento 1. Basato sui mercati, in cui il finanziamento delle unit in deficit si compie mediante lemissione ed il collocamento di strumenti finanziari negoziabili, ed in cui gli intermediari sono coinvolti nel funzionamento dei mercati mediante lofferta di servizi di collocamento, cio attivit di investment banking. Questo vale per il sistema degli Stati uniti, e dei paesi anglofoni. In questi sistemi il peso degli intermediari tende a diminuire a favore degli operatori come fondi di investimento, fondi pensione, assicurazioni. Prevale quello che il modello originate to distribute, in cui le imprese bancarie legano i volumi di prestito alla loro capacit di trasferire liquidit dei mercati, nella ricerca di opportunit di profitto attraverso la diversificazione del business. 2. Basato sugli intermediari finanziari, in cui il finanziamento delle unit in deficit e dei progetti di investimento e consumo viene a dipendere dallattivit di asset trasformation svolta dagli intermediari. Questo il caso del sistema italiano e tedesco, dato dal fatto che in questo due paesi il sistema economico fatto di molte piccoli e medie imprese pi che di grandi imprese. Il modello di intermediazione basato sugli intermediari finanziari meglio risponde alle esigenze di questa categoria cos diffusa in questi paesi. Infatti queste imprese. Essendo piccole o medie infatti, non possono garantire i livelli di trasparenza richiesti dal mercato dei capitali 1.4 IL PERCHE DEGLI INTERMEDIARI FINANZIARI La scelta del canale di collegamento funzione delle esigenze e degli obiettivi finanziari dei soggetti economici coinvolti nonch dei rischi finanziari connessi alle diverse modalit di trasferimento delle risorse e quindi del costo e del rendimento dei fondi trasferiti. 1.4.1 Costi e rischi di intermediazione Il processo di intermediazione si caratterizza per linsorgere di importanti costi di transazione lato sensu che alterano lipotesi astratta di uno scambio di fondi in condizioni in mercato perfetto. Il processo di investimento diretto molto lungo e complesso, poich la diversificazione in capo allinvestitore e per attuarla occorre conoscere bene il mercato, la vendita e lacquisto sono operazione che devono essere monitorate pi volte anche allinterno di un giorno, per cui il ri schio di oscillazione di valore e il conseguente rischio liquidit ricade direttamente sullinvestitore. I costi di transazione possono essere cos ripartiti

  • Costi informativi, oneri di tempo e di risorse dedicata allacquisizione delle informazioni necessarie

    alle decisioni finanziarie

    Costi di transazione, che sono rappresentati dai costi contrattuali e di negoziazione associati

    allimplementazione delle predette scelte di investimento

    Rischio di prezzo, variabilit del valore delle attivit in portafoglio ovvero lesposizione

    dellinvestitore a oscillazioni di prezzo degli strumenti finanziari acquistati per effetto d fattori sia di mercato sia specifici dei singoli emittenti. Questo pu generare differenze tra rendimento atteso e quello effettivamente conseguito

    Rischio di liquidit, associato allincertezza circa leffettivo prezzo a cui possibile monetizzare

    unattivit finanziaria rispetto al suo valore teorico di mercato. Si traduce nella possibilit per linvestitore di dovere ad esempio riconoscere alla propria controparte negoziale uno sconto per riuscire a dismettere lattivit in portafoglio. Dobbiamo poi distinguere due figure di intermediari, che si occupa della gestione dei costi e dei rischi:

    Asset broker, che si occupano della minimizzazione dei costi

    Asset trasformer che si occupano del contenimento del rischio di liquidit e di prezzo.

    1.4.2 Linterpretazione teorica degli intermediari finanziari Gli asset broker come le SIM e le societ di gestione di fondi comuni mobiliari e immobiliari, sono soggetti specializzati nellofferta di prodotti connessi allattivit di investimento sui mercati finanziari ovvero nella produzione di servizi di portafoglio, insieme a servizi di mediazione. Il ricorso ai loro servizi risulta conveniente poich sono in grado di sfruttare economie di scala nella produzione delle attivit offerte, cio ridurre i costi unitari di transazione al crescere dei volumi di attivit prodotti. Sono in grado di minimizzare la soglia di accesso allinvestimento nonch di assicurare una adeguata diversificazione del patrimonio del singolo partecipante al fondo. Gli asset broker puri per non sono in grado di trasformare i rischi di credito e liquidit, ma solamente ridurre i costi di transazione e anche quelli di informazione. Si lim itano infatti a unattivit di servizio funzionale ad agevolare le decisioni e le scelte di investimento dei soggetti agendo come soggetto mandatario. Lasset broker non offre alla sua clientela alcuna garanzia sul rendimento del patrimonio gestito, poich soggetto al rischio di prezzo e liquidit. Se invece i risparmiatori sono interessati a minimizzare sia i costi informativi e di transazione, sa i rischi legati al prezzo e alla liquidit, devono rivolgere ad asset trasformer, i quali intervengono nella scambio di fondi interponendosi tra i soggetti in surplus e in deficit, raccogliendo risorse finanziarie presso i primi e impiegandole nella concessione di credito a favore dei secondi, accollandosi direttamente i rischi finanziari insiti nel processo di intermediazione. Tali intermediari raccolgono fondi presso i soggetti in avanzo emettendo proprie passivit (secondary securities) che costituiscono la raccolta da impiegare in crediti e in titoli, partecipazioni a favore delle imprese. Le secondary securities, descrivono attivit finanziarie di secondo livello in quanto investite allintermediario, allattivo di bilancio, in crediti e titoli di imprese commerciali. Specularmente, i crediti e titoli detenuti dallintermediario trovano iscrizione nel bilancio delle imprese finanziate quali passivit in forma di debiti verso le banche o titoli di debito. Queste seconde passivit sono di primo livello, in quando indirettamente rappresentative degli investimenti industriali e commerciali di cui allattivo di bil ancio delle imprese. La differenza di rendimento tra primary e secondary securieties ovvero tra impieghi e passivit degli intermediari il costo del processo di intermediazione e la remunerazione lorda dellattivit degli intermediari finanziari a fronte dei rischi assunti. La trasformazione dei profili di rischio delle attivit, varia tra:

    Intermediari creditizi non bancari, attuano una trasformazione di rischio parziale nel senso che

    accollandosi il rischio in proprio per quanto attiene al buon esito degli impieghi sul lato dellattivo gli operatori creditizi non bancari finanziano alternativamente attraverso lofferta al mercato di titoli di debito, obbligazioni, oppure tramite il ricorso al debito bancario, in aggiunta allimpiegom di capitale proprio. Queste obbligazioni, in quanto secondary securities, avranno una dinamica di

  • valore differenziata rispetto al rischio di prezzo che i risparmiatori si sarebbero accollati se avessero finanziato direttamente i finanziamenti per i contratti di leasing e credito al consumo. Il valore delle obbligazioni emesse, funzione della sua probabilit di fallimento, mitigata dallimpiego del capitale proprio di copertura. Il rischio di prezzo solamente ridotto, in quanto il valore delle obbligazioni pu oscillare

    Banche, intermediari creditizi bancari, che si caratterizzano per la raccolta di risparmio tra il

    pubblico, acquisendo fondi con obbligo di rimborso, sotto forma sia di depositi sia sotto altra forma, e limpiego dei fondi raccolti nella concessione del credito, nelle varie forme. Le passivit bancarie si caratterizzano per due fattori:

    o Richiamabili a vista dal depositante in qualsiasi momento e vengono rimborsate al valore nominale

    o Hanno natura monetaria sono cio accettate quale strumento di pagamento. Per questo motivo, le passivit bancarie annullano di fatto il rischio di prezzo e di liquidit in capo ai depositanti. Non vi infatti incertezza circa il prezzo di rimborso e il profilo di liquidit dellattivit finanziaria. Perch i depositante dovrebbero credere alla promessa della banca di rimborsare i depositi a vista al nominale? Sotto il profilo logico, gli impieghi in crediti della banca rappresentano un portafoglio di investimento comparabile con il patrimonio di un fondo comune investito in prestiti obbligazionari. La banca agisce implicitamente quale soggetto delegato in pool dai depositanti a impiegare in prestiti i loro depositi. Alle imprese conviene ricorrere al credito bancario rispetto allemissione di titoli obbligazionari con caratteristiche di mercato, a motivo delle capacit della banca di concedere credito nella misura e per le durate richieste. Vi poi un altro motivo della fiducia dei depositanti, giustificato da tre fattori: 1. Diversificazione del portafoglio impieghi, che permette di abbassare il coefficiente di correlazione poich i vari rendimenti avranno dinamiche non omogenee, consente la gestione dei rischi dellattivo bancario a parit di rendimento. 2. Il contratto di debito e limpiego di capitale proprio, il contratto di debito assicura ai depositanti un privilegio legale che sta nel pagamento delle loro ragioni di credito rispetto agli azionisti della banca che sono creditori subordinati rispetto ai risparmiatori, poich gli ultimi apportano capitale di rischio, i quali devono stare attenti perch il risultato della banca impatta i loro capitali. Inoltre la maggior parte delle tipologie di deposito sono contratti standard e per cui tale circostanza riduce in capo ai depositanti gli stati di natura che devono essere osservati in quanto i depositanti dovranno attivarsi solamente nel caso in cui la banca non adempisse al servizio . 3. Presenza di schemi di assicurazione dei depositanti e di un prestatore di ultima istanza, poich il sistema bancario dotato di un safety net, generalmente pubblico, cio una rete di protezione rappresentata da schemi di assicurazione dei depositante, e da un prestatore di ultima istanza che la Banca Centrale. CAPITOLO SECONDO: LA FUNZIONE ALLOCATIVA E MONETARIA DEL SISTEMA FINANZIARIO 2.1 I RUOLI E LA CENTRALITA DEL SISTEMA FINANZIARIO Il sistema finanziario un infrastruttura molto complessa che svolge un ruolo cruciale, quello di allocare capitale e rischi nel sistema economico. questo svolge le proprie funzioni con lobiettivo di sodd isfare i bisogni di natura finanziaria dei diverse operator economici, che derivano dallesigenza di trasferire potere dacquisto nel tempo, per poterne disporre in futuro. Per quel che invece riguarda quella che la struttura del sistema finanziario si compone da strumenti, cio contratti finanziari che esplicitano gli accordi regolando il trasferimento della moneta, operatori, mercati e regole. Gli operatori e i mercati assolvono il compito di effettuare o facilitare il trasferimento del potere dacquisto tra i diversi soggetti economici. I primi detengono e negoziano i contratti finanziari e prestano i servizi a supporto della conclusione delle operazioni finanziarie, mentre i mercati rappresentano linsieme degli scambi di contratti finanziari, ad oggi pi che fisici, virtuali. Possiamo distinguere diverse funzione del sistema finanziario 1. FUNZIONE MONETARIA: agli operatori viene offerto un modo efficiente di effettuare il pagamento

  • dei beni e servizi acquisiti, sia nella messa a disposizione dei mezzi di pagamento in termini di quantit, sia nella erogazione di servizi di pagamento, necessari per la circolazione della moneta. 2. FUNZIONE DI INTERMEDIAZIONE: che consiste nel collegamento, ossia il trasferimento e la movimentazione di risorse monetarie dagli operatori che si trovano in una situazione di eccedenza agli operatori in disavanzo, vale a dire coloro che non dispongono delle risorse proprie per finanziare le proprie decisioni di consumo e/o di investimento. Lincontro tra domanda o offerta avviene attraverso la negoziazione di contratti che prevedono lesecuzione di prestazioni monetarie contrapposte e distanze nel tempo. 3. FUNZINOE DI DIVERSIFICAZIONE E SUDDIVISIONE DEL RISCHIO: un operatore esposto al rischio quando esiste la possibilit che si verifichi una deviazione sfavorevole rispetto ad un risultato che egli si attende. Gli operatori economici devono gestire il rischio, individuando le componenti. Esistono diverse tipologie di operatori che offrono servizi di misura e di gestione attiva dei rischi; altri invece aiutano la clientela a trasferire il rischio, attraverso particolari contratti finanziari; altri ancora offrono lopportunit di ridurre/contenere il rischio complessivo cui un soggetto si espone attraverso la tecnica della diversificazione. 4. FUNZIONE DI PRODUZIONE E DIFUSIONE DI INFORMAZIONI: prezzi, tassi dinteresse, tassi di cambio che vengono utilizzato dagli operatori economici nelle decisione economiche di consumo o di risparmio 5. FUNZIONE DI TRASMISSIONE DELLA POLITICA ECONOMICA: rappresenta uno degli strumenti della politica economica pi importanti e mira a conseguire gli obiettivi che riguardano leconomia nel suo complesso. Moneta e credito esercitano uninfluenza rilevante sulle decisioni di spesa e di risparmio degli operatori economici e, quindi, anche sulla dinamica del prodotto e del redito nazionale. 6. FUNZIONE DI RIDUZIONE DELLA PRESENZA DI ASIMMETRIE INFORMATIVE: la possibilit che ci si possa muovere in modo consapevole dipende in misura rilevante dalla disponibilit quantitativa e qualitativa dellinformazione, da costo di acquisizione della stessa, dal possesso di capacit e di conoscenze tecniche di elaborazione per analizzare e valutare compiutamente linformazione. 2.2 LE FUNZIONI ALLOCATIVA E DI INTERMEDIAIZONE La capacit allocativa del sistema finanziario collegata alla funzione di intermediazione, intesa come trasferimento delle risorse monetarie dai soggetti in avanzo finanziario ai soggetti che devono fronteggiare fabbisogni di fondi, generati da decisioni di consumo o di investimento. La capacit allocativa viene intesa come lefficacia nel canalizzare le risorse scarse verso impieghi finanziari alternativi attraverso un processo sistematico di valutazione e selezione che giunge a scegliere quelle opportunit che offrono un maggior rendimento a parit di rischio, oppure con minor rischio a parit di rendimento. 2.2.1 I settori istituzionali Per individuare gli operatori si pu ricorrere al concetto di unit istituzionale, intesa come soggetto dotato di autonomia e capacit di decisione in relazione al proprio patrimonio e alle proprie risorse finanziarie, presiede alla formazione e alla ripartizione del reddito Tali unit sono distinte in famiglie, imprese finanziarie e non finanziarie, istituzione pubbliche e Resto del mondo, settore che non caratterizzato da comportamenti simili, ma comprende semplicemente le unit istituzionali non residenti che effettuano operazioni con unit istituzionali residenti. 2.2.2 I saldi finanziarie dei settori economici Legenda

    Yn reddito prodotto dallesercizio

    Cn consumi correnti

    Sn risparmio conseguito nellesercizio dellunit economica (pu essere negativo o positivo)

    In spesa per investimenti

    SFn saldo finanziario, misura il risparmio che un soggetto o un settore trasferisce o riceve dagli altri

    soggetti o settori.

  • AFn ammontare delle attivit finanziarie detenute dal soggetto

    PFn consistenza delle passivit finanziarie emesse dal soggetto e la variazione nellesercizio

    Descriviamo le relazioni tra le grandezze indicate 1. Yn-Cn=Sn formazione del risparmio 2. Sn In = SFn il saldo finanziario la differenza tra il risparmio generato dalle attivit correnti e la spesa per investimenti e pu essere riscritto anche come SFn = AFn-PFn poich misura la variazione dei crediti netti o debiti netti di un soggetto o settore nei confronti deli altri soggetti 3. Sn + PFn = In + AFn questa relazione il risultato dellinterazione delle due precedenti ed esprime lidentit tra le risorse considerate come fonti e le risorse investite 4. SFn = 0 con PFa soggetti con saldo finanziario positivo, e PFb soggetti con saldo finanziario negativo con a+b=n. poich prendiamo lipotesi di uneconomia chiusa, si ha che il risparmio nazionale coincide con le variazioni delle attivit reali, Sn = In Distinguiamo tra unit in surplus e unit in deficit 1. Imprese non finanziarie, tipicamente unit in deficit. Il risparmio in questo settore insufficiente a coprir il fabbisogno finanziario derivante dalla spesa per investimenti. Il risparmio netto rappresentato dal reddito non distribuito 2. Imprese finanziarie, evidenziano una situazione di equilibrio 3. Amministrazioni pubbliche, il cui obiettivo quello di vendere alla collettivit, servizi non vendibili che trovano evidenza finanziaria nella spesa pubblica. Si tratta di un settore tipicamente in deficit 4. Famiglie, rappresentano redditi correnti superiori alla spesa per consumi, originando un volume di risparmio superiore allinvestimento in attivit reali. Si tratta di soggetti in surplus. La struttura dei saldi finanziarie, intensit e distribuzione, dipende da molti fattori tra cui;

    Modello di distribuzione dei redditi

    Strategia della finanza pubblica

    La somma del risparmio di famiglie, imprese e della pubblica amministrazione costituisce il risparmio nazionale (Sf+Si+Spa=Sn); la sommatoria degli investimenti dei tre settori costi tuisce invece linvestimento delleconomia (If+Ii+Ipa=In). Il saldo finanziario verso lestero pu essere inteso come differenza tra le entrate per le esportazioni (M) meno le uscite (X) (Sfe=M-X) La condizione di equilibrio diventa (Sn-In) + (M-X)= SFn + Sfe = 0 2.2.3 I circuiti ed i caneli di trasferimento Due criteri per identificare il trasferimento de potere dacquisto tra gli operatori economici:

    Interrelazione di bilancio che si instaurano tra gli operatori, con il quale possiamo distinguere tra

    o Canale di finanziamento diretto, in cui le unit in surplus detengono direttamente ne proprio bilancio le passivit finanziarie emesse dalle unit in deficit

    o Canale di finanziamento indiretto, in cui tra gli operatori finali si inserisce un intermediario finanziario che crea separati e distinti rapporti, di investimento per le unit in surplus e di finanziamento per le unit in deficit

    Intervento di istituzioni finanziarie e/o di organismi specializzati, con il quale possiamo distinguere

    o Circuiti autonomi, che fanno riferimento ai canali diretti in cui lincontro diretto tra unit in surplus ed unit in deficit si realizza in modo informale, in assenza di un intervento da parte di intermediari finanziari.

    o Circuiti intermediati, dove domanda ed offerta sono collegate da quelli che si definiscono intermediari finanziari e si svolgono in mercati organizzati. La presenza di tali mercati consente di superare le problematiche espresse dalla ricerca autonoma attraverso

    La concentrazione delle esigenze di finanziamento ed investimento espresse dagli

    operatori economici

    Operatori specializzati

    Standardizzazione dei contratti che consente di agevolare lincontro iniziale e la

    successiva circolazione

  • Funzioni dei mercati finanziari 1. Collegare unit in deficit con quelle in surplus 2. Trasformare e gestire i rischi 3. Informare, attraverso la determinazione dei pressi 4. Liquidare investimenti, fornendo la possibilit di convertire uno strumento finanziario in moneta attraverso la cessione a unaltra componente 5. Ridurre i costi di transazione I mercati aperti sono costituiti dallinsieme delle strutture delle regole e delle procedure che risultano funzionali allo scambio di attivit finanziarie che sono predisposte allo scambio tra gli operatori. Distinguiamo due tipi di mercato

    Mercato primario, dove affluisce la domanda di risorse da parte delle unit in deficit, che attraverso

    la creazione e lofferta di nuove passivit finanziarie, risponde ai bisogni finanziari.

    Mercato secondario, che risponde principalmente allesigenza di poter facilmente scambiare le

    passivit ottenute, incrementando il grado di liquidit del mercato. Allinterno dei vari mercati organizzati, le istituzioni finanziarie svolgono lattivit di intermediazione mobiliare, legata alla produzione e circolazione di strumenti finanziari. Pi propriamente lattivit di intermediazione mobiliare si articola in una serie di attivit differenti:

    Servizi di assistenza nellemissione di titoli da parte degli emittenti, in particolare di imprese

    finanziarie. Si distingue in tre attivit

    o Progettazione o Presentazione garanzie

    o Collocamento

    Servizi di corporate finance, come la consulenza alle imprese in materia di struttura finanziaria,

    strategie industriali, organizzazione di operazioni straordinarie.

    Servizi di negoziazione, sui mercati secondari, di strumenti finanziari per conto proprio o per conto

    di terzi

    Attivit di gestione del risparmio e offerta di servizi di amministrazione, custodia e consulenza in

    materia di investimenti in strumenti finanziari. Attraverso il canale di finanziamento indiretto o intermediato, avviene la funzione allocativa del sistema finanziario, attraverso lattivit di trasformazione. Alla categorie degli intermediari finanziari che attuano intermediazione creditizia troviamo 1. Intermediari bancari, che sono abilitati allo svolgimento dellattivit bancaria definita come raccolta del risparmio tra il pubblico ed esercizio del credito. La raccolta del risparmio intesa come acquisizione di fondi, con obbligo di restituzione, sia sotto forma di depositi sia sotto altra forma 2. Intermediari creditizi non bancari, rappresentati principalmente da societ di leasing, factoring, finanziarie di credito al consumo e/o rateale. Questa tipologie di intermediari non pu raccogliere il risparmio tra il pubblico, ma lo strumento principale di raccolta sono i mezzi propri, dallindebitamento bancario, allemissione di obbligazioni. 3. Intermediari di partecipazione e di investimento, assumono partecipazioni nel capitale di rischio di imprese non finanziarie con lobiettivo di conseguire un capital gain dallinvestimento 4. Intermediari assicurativi, specializzati nella gestione dei rischi che vengono loro trasferiti dagli operatori finali per il tramite di contratti di assicurazione 2.2.4 Le determinanti della funzione di intermediazione Lintermediario finanziario in quanto operatore professionale in grado di elaborare e riu tilizzare le informazioni in una pluralit di occasioni e dunque di ridurre grazie alle economie di scala e di scopo, uno dei principali costi legati alla stipula dei contratti finanziari. Per investire infatti necessario compiere alcune azioni che determinano dei costi che vanno a ridurre i beneficio atteso dallinvestimento. In un mercato perfetto le preferenze espresse dai soggetti in surplus in termini di scadenza, importo, grado di rischio rispetto a quelle espresse dai soggetti prenditori di norma dovrebbero coincidere. Il definire i contratti finanziari comporta la distribuzione dei rischi tra le parti e il contratto, in quanto risultato di un

  • processo di negoziazione, rappresenterebbe il risultato di un compromesso accettabile tra finalit contrapposte. Gli intermediari finanziari intervengono con il proprio bilancio per conciliare le esigenze degli operatori finali offrendo alle unit in surplus proprie passivit finanziarie gradite in termini di rischio, rendimento e liquidit. La funzione degli intermediari quella di trasformare qualitativamente e quantitativamente i contratti finanziari. Tale attivit si qualifica in: 1. Trasformazione delle scadenze, per cui la durata media nominale dellattivo degli intermediari creditizi e superiore alla durata del passivo 2. Trasformazione degli importi a fronte di depositi di ammontare contenuto raccolti presso il pubblico dei risparmiatori, gli intermediari creditizi erogano prestiti di importo elevato 3. Riduzione del rischio, attraverso lo sfruttamento di economie di scala ed essendo operatori professionali, gli intermediari finanziari compiono un processo di diversificazione, che consente loro di limitare lincidenza unitaria dei costi operativi e di attuare un frazionamento dei rischi finanziari. I vantaggi fanno riferimento alla trasformazione delle caratteristiche delle attivit finanziarie, ma anche riguardo alle asimmetrie informative. Ci comporta da un lato che la conclusione di qualsiasi scambio implica di per s laccettazione di una qualche dose di rischio, dallaltro che al di l di una certa soglia si possa ipotizzare la prevalenza dellavversione al rischio e che non si dia luogo agli scambi desiderati. LAsimmetria informativa una situazione in cui il prenditore di fondi ha maggiori informazioni rilevanti rispetto al datore di fondi. Il sistema finanziario definisce ex-ante valutando il merito del credito i progetti di investimento adatti al mercato, facendo il pooling delle risorse, ossia laggregazione di fondi per il successiva impiego, rendendo di fatto possibile il trasferimento di potere dacquisto dalle unit in surplus alle unit in deficit. 2.3 LA FUNZIONE MONETARIA La funzione monetaria pu essere vista secondo due aspetti

    Macroeconomico, che riguarda il processo di creazione del quantitativo e complessivo di moneta a

    disposizione del pubblico

    Microeconomico, rappresenta le modalit con cui il sistema finanziario mette a disposizione i

    servizi di pagamento , ossia i processi di produzione e di distribuzione attraverso cui gli intermediari abilitati forniscono alleconomia servizi di trasferimento del potere dacquisto, rappresentati da appositi strumenti e procedure. 2.3.1 La moneta e le sue funzioni Ogni transazione crea un rapporto di debito-credito tra le due controparti costituito da unobbligazione monetaria che sar estinta nel momento in cui il beneficiario avr ricevuto il mezzo di scambio, la moneta. Il pagamento latto conclusivo. Funzioni della moneta 1. FUNZIONE DI MEZZA DI REGOLAMENTO DEGLI SCAMBI: viene generalmente accettato in pagamento negli scambi, liberando lacquirente di un bene o servizio da ogni obbligo nei confronti del venditore; la moneta linsieme dei mezzi di scambio che svolgono questa funzione, il mezzo indispensabile per perfezionare qualsiasi acquisto 2. FUNZIONE DI MONETA SEGNO: poich nel tempo cambiata la forma della moneta; si passati da moneta merce a moneta segno, priva di valore intrinseco. Nellepoca della moneta merce, il valore intrinseco, rappresentato dal costo di produzione, ed i l valoro estrinseco, rappresentato dal valore di scambio coincidevano; con la moneta segno il costo di produzione nettamente inferiore mentre il valore di scambio legato ad un ambito sociale e alle sue convenzioni. 3. FUNZIONE UNITA DI CONTO: la moneta unit di conto dei contratti e mezzo di pagamento per saldare il debito. Non volta a misurare una realt fisica, ma il valore dei beni oggetto di scambio 4. FUNZIONE DI SCORTA DI LIQUIDITA: funzione di riserva del valore che non propria della mone ta ma secondaria ed accessoria. Va specificato che questa riserva di valore non si sostanzia in conservazione del potere di acquisto cos come lo conosciamo, ma in potere dacquisto nominale. La moneta attivit liquida per eccellenza, poich pu essere impiegata direttamente come mezzo di pagamento, senza intercorrere in quella serie di costi inevitabili nel caso in cui si debbano

  • liquidare altre attivit, reali o finanziarie. Sembrerebbe poco intelligente conservare denaro liquido quando si potrebbe investire attivit pi redditizie, anche se lincertezza data dal rendimento e la rinuncia alla liquidabilit implicite ad ogni investimento inducono a non separarsi mai completamente dalla moneta. 2.3.2 Levoluzione della moneta Leconomia moderna si caratterizza per essere mercantile e monetaria. Il mezzo di scambio non ha un valoro estrinseco, ma lessenziale che sia accettato in pagamento. I mezzi che conosciamo oggi sono il frutto di un percorso evolutivo. Luso della moneta merce rappresenta il primo passo verso la nostra moneta, e al contempo il superamento del baratto. Perch un bene venga scelto come moneta occorre:

    Sia altamente domandato

    Sia frazionabile

    Sia facile da trasportare

    Non deperibile

    Omogeneo

    Raro, poich sia poco inflazionabile

    Il primo passo dopo il baratto stato lutilizzo delle monete metalliche, che avevano pero un problema, erano poco facili da trasportare. Lintroduzione delle monete cartacee ha introdotto una forte novit, a partire dai certificati monetari, i quali a fronte di un deposito del proprio oro si otteneva una ricevuta (nota sul cambio) che ne certificava il deposito: il depositante era in grado di ritirare il suo oro, o metallo in qualsiasi momento. Successivamente ci si rede conto che pi comodo usare la ricevuta per il pagamento, dando vita a alla moneta cartacea, con il vincolo di conversione. Rimuovendo tale vincolo si arriva a quella che la moneta a corse legale, la cui accettazione imposta per legge. Essa non pu essere rifiutata dalla parte creditrice (fiat money). In questo modello la moneta utilizzabile in alternativa a quella legale quella scritturale, che pu essere definita come linsieme degli strumenti e delle procedure di pagamento alternativi alla circolazione dei pezzi monetari. Per strumento di pagamento si intende un sostituto temporaneo della moneta che permette di ritardare lesborso monetario ad un momento successivo dello scambio. Per procedure di pagamento invece intendiamo i sistemi di trasferimento della titolarit della mon eta. Alla base della moneta scritturale vi la costituzione di un deposito, che rappresenta per il titolare unattivit finanziaria e per il depositario una passivit finanziaria. Mentre laccettazione della moneta legale garantita dallo Stato, laccettazione di quella strutturale basata sulla fiducia, che presuppone

    Utilizzatore della moneta bancaria abbia titolo e abbia costituito i fondi necessari

    La moneta bancaria possa venire convertita in moneta legale, ossia che lemittente sia solvibile

    Gli attori

    Banca Centrale, fornisce la moneta legale utilizzata per il regolamento degli scambi tra operatori

    economici e i conti di deposito aperti dalla banche commerciali e che rappresentano anchessi una fora di moneta

    Il Sistema Bancario, possiedono la qualifica di mezzo di pagamento alternativo alla moneta legale

    Sistema postale, mezzi succedanei della moneta bancaria

    Operatori non bancari, organizzano il processo delle carte di credito, distinguendo due tipologie di

    strutture organizzative dei circuiti delle carte di credito

    o Sistemi di tipo associativo (Mastercard) costituiti per la promozione e la diffusione degli strumenti di pagamento attraverso la definizione di regole comuni a pi intermediari aderenti

    o Societ specializzate che gestiscono un circuito proprietario svolgendo tutta lattivit Tra i produttori poi dobbiamo distinguere due innovative figure:

    o IMEL, istituti di moneta elettronica, che esercitano in via esclusiva lattivit di emissione di moneta elettronica, ossia moneta intesa come un valore monetario

  • che rappresenta un credito vantato nei confronti dellemittente, incorporato in un dispositivo elettronico ed accettato come mezzo di pagamento da imprese diverse dallemittente

    o IP, istituti di pagamento, non raccolgono depositi e non emettono moneta elettronica, ma possono accedere al mercato dei servizi di pagamento svolgendo le seguenti attivit:

    o Prestare servizi di pagamento

    o Prestare servizi operativi o Gestire sistemi di pagamento e svolgere attivit commerciali diverse dalla prestazione di servizi di pagamento 2.3.3 Il sistema dei pagamenti La circolazione della moneta allinterno delle moderne economie poggia su una infrastruttura molto complessa, il sistema dei pagamenti, inteso come la variet degli elementi il cui organico operare diretto ad assicurare lefficienza e laffidabilit dei trasferimenti di fondi tra gli operatori economici. Lutilizzo della moneta scritturale comporta una maggiore complessit poich il processo si articola in pi fasi. Il coinvolgimento di altri soggetti oltre i due utenti finali. Il processo articolato in due momenti 1. Attivazione del pagamento da parte del cliente (transaction process), che i articola in diverse fasi a. Verifica dellidentit b. Autenticazione dello strumento c. Verifica della capacit del debitore di far fronte al pagamento d. Autorizzazione al trasferimento di fondi da parte sia della banca dellordinante che di quella del beneficiario e. Comunicazione dellinformazione della banca dellordinante alla banca del beneficiario f. Trattamento delloperazione Lautenticazione e lautorizzazione possono essere:

    o Immediate, caso di bonifici e carte di pagamento o Differite, assegni e disposizioni 2. Gestione del pagamento attraverso linstaurazione di rapporti tra le banche e tra queste ultime e la banca centrale per i regolamento dello stesso 2.3.4 I collegamenti del circuito dei pagamenti Il sistema dei pagamenti il risultato di un processo evolutivo che ricerca una tecnologia di pagamento sempre pi in grado di ridurre i costi associati agli scambi di beni e/o servizi nelle economie e di minimizzare i rischi. Lobiettivo quello di conseguire livelli superiori di sicurezza ed economicit negli scambi. Ai fini del corretto funzionamento del processo, le relazioni interbancarie sono una condizione necessaria ed insostituibile ed il circuito bancario rappresenta larchitrave de sistema, oggi sottoposto ad una revisione tecnologica, che ha portato a nuove possibilit di elaborazione e di trasmissione delle informazioni. Ci ha portato allinnalzamento dei livelli di produttivit del settore ed un vesto processo di standardizzazione nella produzione e nella conformazione dei servizi di pagamento e regolamento, che possono oggi configurarsi in tre modalit 1. Schema bilaterale tramite conti di corrispondenza, rappresenta quella meno complessa e si caratterizza per lassenza di standardizzazione in quanto sono le stesse controparti che di volta in volta si accordano circa le modalit di regolamento utilizzate. Queste dipendono dai rapporti di negoziazione tra gli operatori e non sono individuabili entro una cornice precisa. Alla banca non conviene intrattenere molto relazione bilaterali soprattutto perch viene richiesto un alto ammontare di liquidit. Questo meccanismo, che porta ad uninefficiente liquidit, viene in qualche modo arginato da servizio di correspondent banking, accordo con cui la banca, correspondent, agisce come agente di unaltra banca, definita respondent , eseguendo e/o effettuando transazioni per conto del cliente. In questo caso il rischio non eliminato, infatti una banca correpondent pu essere insolvente. Questo ha portato alla creazione di meccanismi di compensazioni, gestiti dalle banche centrali. Un esempio di questi sistemi di compensazione la Stanza di compensazione, dove il regolamento avviene a valere sui conti di un terzo soggetto che assume il ruolo di agente di regolamento 2. Schema multilaterale

  • a. Schema del regolamento netto, in cui ciascuna banca deve regolare solo il saldo tra i pagamenti ricevuti e quelli inviati a tutti gli altri partecipanti. Questo avviene in tre fasi: i. TRADING, comunicazione al sistema delle operazioni effettuate dai partecipanti ii. CLEARING, calcolo delle singole posizione nette iii. SETTLEMENT, regolamento delle posizioni b. Schema del regolamento lordo, in questo caso il regolamento avviene immediatamente per rispondere a problema del settlement lag, ovvero lo sfasamento temporale tra il momento in cui il beneficiario di un pagamento ne viene a conoscenza e il momento in cui ne ha la piena disponibilit. Il sistema di pagamento RTGS, real time gross settlement, funziona secondo una logica diversa dal netto, anzich calcolare le posizioni a saldo ed effettuare movimenti fine giornata, si procede direttamente alla movimentazione del conto intrattenuto, presso lagente di regolamento, in modo continuo durante la giornata, cos che lordine viene fato solo se lordinante dispone della necessaria liquidit sui conti dellagente di egolamento. 3. Schema ibrido, cerca di superare le problematiche legate alle gestione di liquidit, diverse da Paese e Paese. I tratti comuni sono la definitivit dei pagamenti in corso di giornata, e abbiamo due tipologie di soluzioni a. Previsione di pi momenti di regolamento per quelli netti b. Per i sistemi lordi, lintroduzione di algoritmi per ottimizzare i pagamenti CAPITOLO TERZO: BANCHE CENTRALI E POLITIC MONETARIA 3.1 LA GESTIONE DELLA POLITICA MONETARIA E DEL CAMBIO 3.1.1 Emissione di moneta e controllo monetario La moneta composta da 1. Depositi bancari emessi dalle banche 2. Circolante emesso dalla Banca centrale e costituito a sua volta dalle banconote e dalle monete metalliche. M=C+D Il ruolo determinante della Banca Centrale il controllo della quantit di moneta presente nel sistema economico, attraverso il cosiddetto moltiplicatore monetario. Infatti le banche, a fronte dei depositi che emettono a favore della clientela, detengono presso la banca centrale depositi denominati riserve bancarie, detenute dalle banche sia a seguito di un obbligo specifico riserva obbligatoria , sia volontariamente, per far fronte a improvvise necessit di risorse liquide e per gestire i pagamenti. Queste sono utilizzate dalla banche centrali per trasferire fondi ad altre banche Le riserve bancarie sono utilizzabili da una banca per effettuare trasferimento di fondi alle altre banche. Le passivit a vista della Banca centrale, circolante e riserve bancarie, formano la base monetaria(BM). BM=C+R Il moltiplicatore della moneta poi dato dal rapporto tra moneta e base monetaria. Oltre alla moneta la Banca centrale controlla anche i tassi di interessi, come il tasso overnight; tasso sui prestiti interbancari della durata di un giorno, cio il tasso di interesse con scadenza pi breve possibile. La Banca Centrale in grado di controllare la quantit di moneta presente nel sistema economico e il livello generale dei tassi di interesse. Queste due variabili non sono indipendenti luna dallaltra, il tasso di interesse dipende in modo cruciale dalla quantit di moneta immessa nel sistema. Di conseguenza la banca centrale non pu avere sia un obiettivo di quantit di moneta, sia un obiettivo di tasso di interesse, decisi indipendentemente luno dallaltro. 3.1.2 Gestione della politica monetaria: la strategia La principale responsabilit di ogni banca centrale la gestione della politica monetaria. Si possono distinguere due livelli nella gestione della politica monetaria 1. STRATEGICO, che si attiene alla definizione di obiettivi finali della politica monetaria, ed eventualmente di obiettivi e indicatori intermedi 2. OPERTIVO, che si attiene invece alla definizione degli obiettivi operativi e alla gestione degli strumenti di politica monetaria volta ad attuare la strategia della banca centrale. Gli obiettivi finali della politica monetaria sono tipicamente due 1. stabilit dei prezzi. Si intende il mantenimento del tasso di variazione dei prezzi (tasso di inflazione)

  • su valori contenuti, ad esempio sotto il 2%. 2. stabilizzazione delle fluttuazioni cicliche delleconomia. Esso deriva dallinstabilit del sistema economico poich lattivit economica di un paese pu subire oscillazioni, misurabili attraverso il tasso di variazione del PIL. La scelta di quale tra i due obiettivi privilegiare rappresenta il problema delle Banche Centrali. Quello che in realt la Banca centrale in grado di controllare sono: 1. Il tasso di crescita della moneta, che controlla, grazie al moltiplicatore monetario, variabile che a sua volta influenza il tasso di inflazione e il livello di attivit economica. 2. Il livello generale dei tassi di interesse. La banca centrale controlla direttamente solo i tassi a brevissimo termine, e quelli a medio-lungo termine solo indirettamente; ma questi ultimi sono quelli pi rilevanti per le decisioni di investimento delle imprese e quindi pi importanti nellinfluenzare lattivit economica. Anche se gli interventi di politica monetaria basati su obiettivi intermedi sono divenuti con il tempo instabili, la BCE utilizza la crescita della moneta, fissata attualmente il 4.5% su base annua, come indicatore, al quale la BCE guarda per ottenere informazioni sulle possibili pressioni inflazionistiche presenti nel sistema economico: la crescita della moneta oltre quella soglia rappresenta una sorta di campanello dallarme, che segna un possibile pericolo per la stabilit dei prezzi. Insieme a questo tipo di analisi, per le decisioni in campo di politica monetaria, si svolge sempre anche unindagine economica complessiva. Le decisioni di politica monetaria, nelle quali si articola la strategia della BCE, vengono prese ogni mese dal Governing Concil (comitato direttivo) della BCE, formato dai responsabili delle banche centrali nazionale e dai membri dellExecutive board (comitato esecutivo). Questultimo a sua volta formato da membri designati dai governi dellarea euro che risiedono stabilmente a Francoforte essi hanno il compito di dare continuit alla gestione della politica monetaria della BCE, anche dal punto di vista operativo, coordinando lattivit dello staff della banca centrale. 3.1.3 La gestione operativa della politica monetaria La gestione della politica monetaria avviene tramite la fissazione di un livello-obiettivo per i tassi dinteresse del mercato monetario. Il tasso interbancario definito come tasso di mercato, poich il suo livello determinato in ogni istante dalle contrattazioni tra le banche, costituisce infatti lobiettivo operativo della Banca centrale. La domanda di riserve da parte delle banche dipende dal tasso di intere sse sul mercato interbancario, ma la banca centrale, regola lofferta di riserve bancarie, cio la quantit esistente di riserve ad una certa data, influenzando cos il tasso overnight interbancario. In molti sistemi bancari, gli istituti di credito devono rispettare un requisito di riserva obbligatoria. Questo impone di detenere presso la banca centrale riverse almeno pari ad un certo livello, in rapporto ai depositi, che viene indicato con ROB. Grazie allistituto della mobilizzazione , una banca non obbligata a detenere un saldo almeno pari a ROB alla fine di ogni giornata operativa, lobbligo va rispettato in media nel periodo di mantenimento: la media dei saldi giornalieri, in quel periodo, deve risultare almeno pari a ROB. La banca centrale ha quindi il controllo della quantit esistente di riserve bancarie attraverso le operazioni di politica monetaria. Questo processo di mobilizzazione permette alle banche di effettuare quello che viene chiamato arbitraggio intertemporale; ci attendiamo che il tasso overnight diminuisca domani. Ora possiamo quini realizzare un profitto atteso prestando fondi sul mercato interbancario oggi, registrando un deficit sul conto di riserva e indebitandosi domani sul mercato per ottenere un pari surplus. Questo processo pe r crea una diminuzione della domanda di riserve oggi. Otteniamo quindi che vi una relazione inversa tra riserve e tasso interbancario overnight. Se il tasso atteso pari a quello sul mercato overnight non vi alcun a convenienza ad effettuare operazioni di arbitraggio. Se invece il tasso corrente maggiore o minore del tasso atteso, le operazioni di arbitraggio inducono le banche a ridurre o aumentare la domanda di riserve. Se supponiamo che lofferta di riserva sia determinata dalla banca centrale, e ssa definir un tasso overnight annunciato ogni qualvolta annunci una politica monetaria, anche chiamato tasso di policy. Per poter realizzare questo obiettivo la banca deve far s che il tasso overnight debba essere in equilibrio e garantire che lofferta di riserve sia uguale alla domanda in corrispondenza del tasso i annunciato. Se definiamo come obiettivo il tasso, lofferta di riserve endogena. 3.1.4 La politica del cambio

  • La banca centrale anche responsabile per la gestione della politica del cambio. Anche in questo caso bene distinguere tra il livello: 1. Strategico, che si riferisce alla eventuale volont della banca centrale di perseguire un obiettivo di cambio. Sono questo profilo, vi sono diversi regimi di cambio possibili. a. cambio flessibile b. controllo del cambio c. cambio fisso d. rinunciare alle valute nazionali e condividere la stessa moneta, dando vita allunione monetaria (caso Europa). 2. Operativo, la banca centrale interviene sul mercato dei cambi per perseguire il suo eventuale obiettivo di cambio. Per fare ci utilizza le riserve ufficiali, che sono le scorte di valuta estera accumulate in precedenza. 3.2 LA SUPERVISIONE E LA GESTIONE DEI SISTEMI DI PAGAMENTO Le banche centrali sono responsabili della vigilanza sui sistemi di pagamento ed esercitano la supervisione sui sistemi di regolamento interbancario. Si possono individuare due aree di intervento: 1. Regolamentazione: le banche centrali stabiliscono le regole di funzionamento dei sistemi, al fine di contenere il rischio; in questo caso lintervento delle banche centrali consiste nel disegnare le regole di funzionamento dei sistemi, con la finalit di ridurre il rischio di regolamento nei sistemi stessi. Possiamo distinguere due fasi: a. I sistemi di regolamento netto multilaterale (MNS). Ciascuna banca deve regolare, a fine giornata, solo il saldo dei pagamenti ricevuti/inviati a tutti gli altri partecipanti durante una giornata operativa. b. I sistemi di regolamento lordo in tempo reale (RTGS). Ci introduce un ritardo (settlement lag) tra il momento in cui un messaggio di pagamento viene trasmesso da una banca ad unaltra e quello in cui i fondi sono effettivamente trasferiti (regolamento). Questo ritardo implica unestensione di un credito infra - giornaliero. Perci, la banca che riceve il pagamento sopporta un rischio di regolamento, che pu essere scomposto in un rischio di liquidit e in un rischio dei credito:

    Rischio di liquidit, che si riferisce alla eventuale impossibilit delle controparte a trasferire

    i fondi dovuti nel tempo prestabilito;

    Rischio di credito, che riguarda invece leventualit di una vera e propria insolvenza della

    controparte. 2. Liquidit: la banca centrale fornisce liquidit (prestiti a brevissimo termine) al settore bancario, al fine di ridurre il costo di funzionamento dei sistemi. Linadempienza di una singola banca potrebbe contagiare altre banche, tramite la rete dei rapporti interbancari: il creditore di una banca inadempiente subisce uno shock imprevisto, tale da essere a sua volta i n difficolt. Questo rischio sistematico particolarmente rilevante nei moderni sistemi, che gestiscono ingenti flussi di pagamenti: una singola banca pu accumulare una posizione debitoria netta verso il sistema molto elevata in una sola giornata, mettendo a rischio la propria capacit di fare fronte al regolamento. Nel 1990 il rapporto lamfalussy forn una serie di criteri per ridurre il rischio di regolamento nei sistemi MNS, tra quali:

    i sistemi MNS devono avere procedure per gestire i rischi di credito e di liquidit, compresi i

    limiti alle esposizioni tra i partecipanti;

    essi devono essere in grado di assicurare il regolamento a fine giornata, anche nel caso di

    insolvenza del partecipante con la pi elevata posizione debitoria netta;

    essi devono avere criteri di accesso chiari e oggettivi.

    Lattuazione di questi criteri ha consentito ai sistemi MNS di raggiungere standard di sicurezza molto elevati. La seconda fase ha visto la creazione di TARGET, il sistema RTGS gestito dal sistema europeo di banche centrali (SEBEC). Nei sistemi RTGS il settlement lag eliminato attraverso il regolamento immediato

  • di ciascun pagamento: nel momento stesso in cui un ordine viene trasmesso, la banca beneficiaria riceve un accredito sul suo conto di regolamento presso la banca centrale. Ogni pagamento ha quindi una finalit immediata, eliminando alla radice il rischio di regolamento. Lintroduzione dei sistemi RTGS ha risposto ad unesigenza di sicurezza. Tuttavia, sullaltro lato della medaglia vi il costo della liquidit che essi comportano. Un sistema RTGS richiede che una banca abbia sempre fondi liquidi sufficienti per garantire limmediato regolamento di tutti i pagamenti in uscita: ci pu comportare la detenzione di fondi liquidi in eccesso presso la banca centrale, con remunerazione nulla o comunque inferiore ai tassi di mercato. Viceversa, un sistema MNS riduce sostanzialmente il fabbisogno di liquidit, grazie alla liquidit gratuita fornita proprio dal meccanismo della compensazione: una banca necessaria solo dei fondi per regolare il saldo dei pagamenti, a fine giornata. Il SEBEC ha messo a disposizione del settore bancario tre soluzioni per minimizzare il costo della liquidit di TARGET:

    prestiti infra-giornalieri gratuiti, cio prestiti da restituire alla banca centrale entro la fine della

    giornata operativa;

    mobilizzazione infra-giornaliera della riserva obbligatoria;

    code di attesa: le code consentono di gestire i pagamenti, in caso di temporanea decadenza di

    liquidit. 3.3 IL PRESTITO DULTIMA ISTANZIA E LA VIGILANZA PREUDENZIALE SUL SISTEMA FINANZIARIA Le banche centrali svolgono, oltre alle funzioni gi viste, un compito essenziale per la stabilit del sistema economico: il prestito dultima istanza. Quando una banca si trova a corto di riserve liquide (depositi presso la banca centrale e titoli prontamente liquidabili) pu indebitarsi sul mercato dei prestiti interbancari per rimediare a tale scarsit. Tuttavia, non sempre essa in grado di reperire la necessaria liquidit sul mercato, per diverse ragioni:

    scarsit aggregata di liquidit, quando tutto il mercato a corto di attivit liquide;

    quando laffidabilit della banca stessa messa in dubbio dai partecipanti al mercato, che

    quindi non sono disposti a finanziarla. In questi casi una banca si pu rivolgere alla banca centrale per ottenere finanziamenti, generalmente a breve termine, che le consentono di superare la temporanea carenza di liquidit. La garanzia di intervento della banca centrale importante per evitare crisi di fiducia verso una banca o addirittura verso lintero sistema bancario. Il venir meno della fiducia dei depositanti potrebbero far si che un problema di liquidit si trasformi in una effettiva insolvenza di una banca. Bisogna poi sempre tener conto che il rischio di liquidit pu essere dato dalla trasformazione delle scadenze: emissione di depositi a vista a fronte di attivit illiquide come i prestiti alla imprese. Il comportamento dei depositanti pu generare due equilibri:

    uno buono, in cui i depositanti ritirano i fondi depositati presso la banca secondo le loro effettive

    necessit di consumo. Ci non genera alcun problema , poich la banca in grado di far fronte a queste richieste di rimorso facendo ricorso alle sue riserve liquide: questo fa parte della normale attivit bancaria.

    uno cattivo, in cui tutti i depositanti, indipendentemente dalle loro esigenze di consumo, ritirano

    simultaneamente i loro depositi, costringendo le banca a liquidare attivit illiquide e a sopportare costi di liquidazione: questi costi possono portare allinsolvenza della banca stessa. La stabilit del sistema bancario non dipende solo dal prestito dultima istanza, bens da una pluralit di strumenti che vanno complessivamente sotto il nome di safety net (rete di sicurezza). Questa rete comprende lassicurazione dei depositi, i coefficienti patrimoniali, i requisiti di liquidit, nonch lattivit di supervisione operata dalla banca centrale: ispezioni, controlli, raccomandazioni informali, provvedimenti formali. La banca centrale generalmente listituzione responsabile della stabilit del settore bancario e finanziario: essa deve assicurare le condizioni affinch non si verifichino casi di crisi che coinvolgano uno o pi intermediari finanziari. Anche lItalia segue questo modello, e tale responsabilit affidata alla banca dItalia. Non dappertutto cos, infatti negli Stati Uniti questa responsabilit condivisa dalla banca

  • centrale e da altre istituzioni. In Europa lassetto delle autorit di supervisione finanziaria costituisce un problema delicato che trae la sua origine dal fatto che lo Statuto del SEBEC non prevede che esso sia responsabile per la stabilit del sistema bancario nellarea euro. Esso ha una specifica responsabi lit solo per quanto riguarda il sistema dei pagamenti. Questa situazione problematica perch

    il SEBEC necessariamente il prestatore di ultima istanza per le banche dellarea euro: questo

    rende auspicabile che esso sia dotato di strumenti di controllo sulle banche dellarea

    vi sono alcune grandi banche in Europa che hanno una struttura e unoperativit che travalica i

    confini nazionali, assumendo rilevanza e rendendo opportuno laccentramento della supervisione presso unautorit di livello europeo; la BCE una candidata per rivestire questo ruolo. 3.4 LASSETTO OPERATIVO DELLA BCE Lassetto operativo della BCE costituisce 1. linsieme delle modalit di attuazione della strategia di politica monetaria, intesa come livello dei tassi di interesse a breve necessario per mantenere la stabilit dei prezzi nel medio periodo 2. strumenti, modalit attraverso le quali raggiungere e mantenere tale livello. La BCE segnala ai mercati il livello dei tassi di interesse obiettivo fissando i propri tassi operativi. Ad essa compete anche il compito di mantenere condizioni di equilibrio della liquidit/base monetaria del sistema bancario. Attraverso le operazioni di politica monetaria fornisce poi liquidit alle istituzioni creditizie in quantit adeguate a far fronte allassorbimento originato dallagire dei cosiddetti fattori autonomi di liquidit e dallassolvimento dellobbligo di riserva. Per orientare i tassi di interesse a breve termine del mercato monetario verso il livello stabilito dal Consiglio direttivo della BCE lEurosistema dispone di strumenti:

    le operazioni di mercato aperto;

    le operazioni attivabili su iniziativa delle controparti;

    la facolt di imporre alle istituzioni creditizie di detenere riserve obbligatorie sui conti accesi

    presso lEurosistema. 3.4.1 Le operazione di mercato aperto Le operazioni di mercato aperto sono utilizzate dallEurosistema per:

    controllare i tassi di interesse a breve termine;

    determinare le condizioni di liquidit sul mercato;

    segnalare lorientamento della politica monetaria.

    Tali operazioni si definiscono di finanziamento se dirette a fornire liquidit al sistema bancario e, viceversa, si definiscono di assorbimento se dirette a drenare liquidit dal sistema. Le operazioni di mercato aperto e le operazioni di iniziativa delle controparti presentano numerose caratteristiche comuni che riguardano: a. i soggetti ammessi ad operare in contropartita dellEurosistema; rappresentate dalle istituzioni creditizie assoggettate al vincolo della riserva obbligatoria. Le controparti devono soddisfare criteri di idoneit stabiliti allo scopo di permettere laccesso all operativit con lEurosistema ad un numero elevato di banche e di garantire ad esse un trattamento uniforme. Le controparti devono assicurare il rispetto di requisiti operativi e prudenziali. Deve trattarsi quindi di banche finanziariamente solide e in grado di poter condurre in modo sufficiente le operazioni di politica monetaria e rispettando i criteri operativi previsti nelle disposizioni stabilite dalle banche centrali nazionali (BCN). Per alcune tipologie di operazioni consentito alle BCN di selezionare tra le controparti operanti nel proprio Stato quelle che soddisfano a ulteriori criteri oltre a quelli generali di idoneit. Nel caso di operazioni in cambi e di swap in valuta, la selezione si base su due ulteriori criteri: la prudenza, le controparti vengono scelte in relazione al proprio merito di credito e devono soddisfare requisiti di etica professionale e buona reputazione; lefficienza, le controparti devono praticare prezzi competitivi e gestire volumi elevati di transizioni anche in condizioni di mercato critiche.

  • b. le garanzie idonee alloperativit con lEurosistema; lo statuto del SEBEC permette alle BCE e alle BCN di compiere operazioni sui mercati finanziari acquistando e vendendo attivit finanziarie in via definitiva o con contratti di riacquisto a termine; inoltre, stabilisce che tutte le operazioni di rifinanziamento siano effettuate a fronte di adeguate garanzie. Questo comporta che tutte le operazioni dirette ad immettere liquidit nel sistema bancario sono basate su attivit sottostanti che le controparti devono trasferire allEurosistema, ci pu avvenire a titolo di propriet nel caso di pronti contro termine, oppure sotto forma di pegno o cessione in garanzie nel caso di prestiti garantiti. Per tutelare lEurosistema contro il rischio di perdite nelle sue operazioni di credito le attivit sottostanti devono soddisfare particolari criteri per poter essere utilizzate nelle operazioni di politica monetaria. c. le procedure per leffettuazione delle operazioni di mercato aperto; le operazioni di mercato aperto vengono realizzate attraverso due procedure: la pi comune a cui lEurosistema da ricorso lasta che a sua volta si distingue in asta standard e in asta veloce, mentre in casi molto frequenti vengono realizzate anche operazioni sulla base di procedure bilaterali. Lasta standard la procedura pi diffusa, pu svolgersi a tasso fisso, nel qual caso la BCE stabilisce il tasso di interesse e alle controparti spetta di specificare alle rispettive BCN gli importi che devono negozi are a quel tasso, oppure, a tasso variabile, nel qual caso le controparti propongono alle rispettive BCN i tassi e le quantit desiderati. Ordinariamente la BCE offre in asta una quantit stabilita e non modificabile di liquidit; ove necessario per e posto ex ante pu decidere di soddisfare lintera domanda proveniente dal sistema. Lasta veloce La BCE ricorre di questa asta unicamente per operazioni di regolazione puntuale o fine tuning, si svolge normalmente nellarco di 90 minuti tra il momento dellannuncio e la comunicazione dei risultati e il giorno di regolamento, che per solido coincide con quello di svolgimento. Le controparti ammesse a partecipare sono scelte dalle BCN tra quelle del proprio stato membro che oltre ai criteri generali di idoneit risultino particolarmente attive sul mercato monetario, dispongano di una efficiente sala operative e di un significativo potenziale di partecipazione in asta. Le operazioni sulla base di procedure bilaterali Si considerano operazioni bilaterali tutte quelle operazioni che realizzano con procedura diversa dallasta, in particolare di:

    operazioni in cui le controparti vengono contratte direttamente dallEurosistema (le

    operazioni temporanee, definitive e di swap in valuta)

    operazioni realizzate nei mercati regolamentati (borse valori) e/o tramite operatori di

    mercato. Le operazioni bilaterali sono condotte e regolate dalle BCN in contropartita di banche operanti nel proprio stato individuate tra quelle che per lefficienza della sala operativa e per signi ficativo potenziale di partecipazione alle aste. Queste operazioni si svolgono in un contesto di non trasparenza e generalmente non vengono annunciate e la BCE pu decidere di non rendere pubblici i risultati. d. le tipologia di contratti attraverso i quali vengono poste in essere. Le operazioni di mercato aperto si distinguono in:

    temporanee; sono finalizzate ad immettere o drenare liquidit dal sistema per periodi

    relativamente brevi (compresi tra un girono e un anno). Sono realizzate nella veste di contratti di acquisto (vendita) a pronti da parte della BCE nei confronti di banche dellarea delleuro e contestuale vendita (acquisto) a termine di strumenti finanziari contro liquidit, da cui la denominazione di operazioni pronti contro termine. Lesigenza di tali operazioni deriva dalla necessit delle BCE di tutelarsi dal rischio di insolvenza attraverso la garanzia rappresentata dagli strumenti finanziari che le controparti devono consegnare alle BCN al momento dellavvio delloperazione.

    Definitive; consistono nellacquisto o nella vendita di strumenti finanziari ad opera della BCE in

  • contropartita del sistema bancario, quindi senza vincolo di successivo trasferimento della propriet al venditore. Queste operazioni sono effettuate mediante procedure bilaterali realizzate a livello decentrato dalle BCM ed eccezionalmente possono essere svolte dalla stessa BCE. e. Caratteristiche ed obiettivi delle operazioni di mercato aperto Le operazioni di mercato aperto sono rappresentate dalle:

    Operazioni di rifinanziamento principale (ORP); sono le operazioni di mercato aperto pi

    importanti, sotto il profilo quantitativo, e le pi frequenti tra quelle attivate dalla BCE. Sono dirette a soddisfare il fabbisogno di liquidit del sistema bancario dellarea delleuro in vista dellassolvimento dellobbligo di riserva obbligatoria contribuendo al controtempo a favorire il controllo dei tassi di interesse a breve termine. Le ORP sono temporanee e realizzate nella veste di pronti contro termine di finanziamento oppure di erogazione di credito garantito.

    Operazioni di rifinanziamento a pi lungo termine (ORLT); al fine di evitare che la liquidit offerta

    dalla BCE attraverso le ORP debba venire rinegoziata dalle banche a cadenza settimanale, la BCE offre regolarmente a cadenza mensile e per durata trimestrale quantit aggiuntive di base monetaria attraverso aste standard, condotte a livello decentrato dalla BCN,aventi ad oggetto operazioni temporanee a pi lungo termine. Data la finalit, NON sono operazioni dirette ad influenzare il tasso di interesse di mercato (quello delle ORP) e quindi, normalmente, si svolgono nella veste di asta a tasso variabile, senza indicazione del tasso minimo e con annuncio ampiamente anticipato della quantit offerta.

    Operazioni di regolamentazione puntuale (fine tuning - OFT); in occasioni improvvise e inattese

    fluttuazioni del livello di liquidit del sistema bancario, la BCE pu ricorrere ad operazioni di regolazione puntuale o fine tuning, dirette a mitigare gli effetti distorsivi che tali fluttuazioni potrebbero produrre sui tassi di interesse a breve termine. Tali operazioni possono riguardare immissione i assorbimento di base monetaria, si svolgono secondo una tempistica non preordinabile e per scadenze non standardizzate.

    Una particolare tipologia di OFT diretta ad assorbire liquidit dal mercato rappresentata dalla

    racconta di depositi a tempo determinato attraverso aste veloci realizzate tramite le BCN e eccezionalmente dalle BCE. I depositi hanno durata prestabilita ma non standardizzata e sono regolati ad un tasso di interesse fisso, calcolato in base alla convenzione.

    Operazioni di tipo strutturale; sono finalizzate a modificare in modo duraturo lammontare di base

    monetaria detenuta dal sistema bancario. Possono immettere o assorbire liquidit, possono avere frequenza regolare o meno e normalmente hanno scadenza preordinata. Una particolare tipo di operazione strutturale e definitiva rappresentata dallemissione di certificati di deposito della BCE, di durata non superiore ai 12 mesi, collocati a sconto ed emessi mediante asta standard. 3.4.2 Le operazioni attivabili su iniziativa delle controparti Accanto alle operazioni di mercato aperto, lEurosistema consente alle banche dei Paesi che hanno adottato leuro di accedere a questo tipo di operazioni attraverso le quali danno sistemazione a posizioni di carenza o eccesso di liquidit che possono determinarsi in modo imprevisto durante o alla fine di ogni giornata operativa. A tale proposito sono previste due tipologie di operazioni:

    Il rifinanziamento marginale, ossia una operazione di brevissima durata attraverso la quale le

    banche possono ottenere liquidit in misura teoricamente illimitata a fronte di un corrispondente ammontare di attivit idonee depositate a garanzia presso lEurosistema;

    Il deposito presso la Banca centrale, attraverso il quale le banche possono impiegare per un

    tempo altrettanto breve base monetaria temporaneamente in eccesso per importi teoricamente senza limiti. Data lillimitatezza teorica dellentit del finanziamento e dellimporto depositabile, i tassi praticati dalla BCE diventano punto di riferimento per mercato interbancario dei depositi del quale determinano pertanto la soglia massima e quella minima dei tassi interbancari a un giorno altrimenti noti come EONIA (Euro Overnight Index Average). In caso di eccesso di domanda di fondi, le banche di scambieranno dapprima la liquidit a tassi EONIA crescenti sino a raggiungere il tasso delloperazione di rifinanziamento marginale,

  • dopodich le banche che necessitassero di ulteriori fondi attiveranno il rifinanziamento marginale senza pi incidere sul tasso interbancario EONIA. 3.4.3 La riserva obbligatoria Lo statuto del SEBEC autorizza la BCE a richiedere agli istituti di credito di detenere riserve sui conti. Costituiti presso le presso le rispettive BCN per il perseguimento degli obiettivi di politica monetaria. Lobbligo opera allo scopo di favorire la stabilizzazione dei tassi di interesse del mercato monetario, grazie alla fondamentale facolt di mobil izzazione della riserva e di concorrere alla creazione o allaumento del fabbisogno strutturale di liquidit. Allobbligo di riserva (ROB), sono assoggettate le banche con sede negli Stati membri dellUE che hanno adottato leuro e le filiali situate nellarea delleuro delle banche che hanno sede al di fuori di essa. Laggregato soggetto a ROB viene applicata unaliquota positiva, pari al 2% relativamente ai depositi e alle obbligazioni con durata sino a 2 anni e unaliquota pari a zero ai depositi e alle obbligazioni con durata oltre i 2 anni e alle operazioni pronti contro termine. Limporto delle ROB dovuta da ogni banca viene determinato applicando laliquota prevista allammontare delle passivit soggette e deducendo dallimporto dovuto una franchigia pari a 100.000. Almeno tre mesi prima della dine di ciascun anno, lEurosistema pubblica il calendario in base al quale lobbligo di riserva deve trovare adempimento. Laggregato soggetto a ROB calcolato alla fine del mese viene utilizzato per determinare lobbligo di riserva da rispettare nel periodi di mantenimento che inizia il secondo mese successivo. Come tale si intende il periodo che va tra il giorno in cui scatta lobbligo di assolvere al nuovo obbligo di riserva e il girono precedente a quello in cui scatter lobbligo per il mese successivo. Un ultimo aspetto riguarda la remunerazione. LEurosistema ha ritenuto di rendere neutrale lobbligo di riserva prevedendo che la banca percepisca sullo stock di riserva giacente presso la BCN un tasso pari al valore medio dei tassi delle ORP svoltesi nel periodo di mantenimento, cio un tasso pari al costo del finanziamento presso lEurosistema. CAPITOLO QUARTO: I MODELLI ORGANIZZATIVI DELLINTERMEDIAZIONE BANCARIO-FINANZIARIA 4.1 I FATTORI E LE VARIABILI CRUCIALI NELLA SCELTA DEL MODELLO ORGANIZZATIVO Le differenti configurazioni organizzative delle imprese derivano proprio dalle modalit con cui possono combinarsi alcuni fattori situazionali o contingenti che le influenzano. Possiamo individuare tre variabili

    Lambiente nel quale limpresa inserita

    La sua et e la sua dimensione

    Il sistema tecnico che sperimenta vincoli economico-normativi da rispettare

    Questi fattori hanno significato anche in unimpresa cosi particolare come la banca che:

    Svolge una funzione monetaria e le cui passivit sono utilizzate come mezzo di pagamento.

    Favorisce il contenimento del fenomeno delle asimmetrie informative consentendo il trasferimento

    di risorse finanziarie da unit in surplus a unit in deficit.

    Esercita unattivit che presenta un forte interesse pubblico, ed quindi meritevole di tutela.

    caratterizzata da unattivit produttiva sui generis in quanto trattasi di unimpresa multi prodotto,

    i cui prodotti sono tra loro fortemente interdipendenti non provvisti di materialit e non suscettibili di essere brevetti. Anche per questa impresa dai connotati cos originali, lambiente un fattore fondamentale per la progettazione organizzativa. Infatti: 1. Il venir meno della staticit ambientale sta inducendo i l prevalere di organizzazioni con una burocrazia meno accentuata; 2. la complessit dellambiente ha reso necessaria lattuazione di forme di decentramento organizzativo; 3. la tendenza a una sempre pi spiccata diversificazione, soprattutto nelle banche di grandi dimensioni ha favorito laffermazione di configurazioni organizzative di tipo divisionale.

  • Le banche pi grandi rappresentano una componente direzionale pi sviluppata e maggiori dimensioni medie delle diverse business unit. Il sistema tecnico divento molto pi sofisticato a causa degli incessanti progressi dellinformation technology che hanno indotto lo sviluppo di molteplici forme di virtual banking. Il trend delineato ha determinato la nascita di nuove professionalit e la richiesta di pi specialisti di supporto, solitamente inseriti nelle business unit dellorganizzazione. La regolamentazione nelle banche si presenta piuttosto stringente, a causa dellinteresse pubblico della loro attivit, e in alcune aree geografiche relativamente uniforme per effetto della presenza di autorit monetarie comuni e di normative di vigilanza. In alcuni mercati il processo di deregulation ha significativamente ampliato le possibilit operative della banca. 4.2 I MODELLI ORGANIZZATIVI DELLATTIVITA BANCARIA In questi ultimi anni le banche grandi e medio-grandi, spinte da una crescente competizione, si sono trovate pressoch costrette a un continuo accrescimento dimensionale che ha indotto in quasi tutti i mercati un susseguirsi di operazioni di fusione e acquisizione. Tra gli obiettivi di queste aggregazioni troviamo 1. lintegrazione tra lattivit di retail banking e quella di investment banking , 2. la ricerca di una maggiore presenza internazionale, 3. il miglioramento delladeguatezza patrimoniale, linserimento in segmenti di mercato specialistici. Per perseguire tali finalit le banche devono dotarsi di un modello organizzativo che si identifica:

    Nella banca universale

    Nelle diverse configurazioni di gruppo bancario

    4.2.1 Il modello della banca universale La banca universale un modello organizzativo che le banche italiane hanno potuto iniziare aad adottare con lentrata in vigore del Testo Unico Bancario del 1993. La banca universale un impresa unica che opera sullintero ventaglio delle scadenze (breve, medio, lungo termine), pu raccogliere depositi moneta e depositi tempo, coniugare lattivit di corporate landing e quella di corporate finance, effettuare gestioni patrimoniali e sviluppare il business del private banking pu operare come banca di investimento e svolgere operazioni di capital market intrattenere legami con societ non finanziarie nelle quali pu assumere partecipazioni. Si tratta di un intermediario :

    multi business,

    multi client,

    multi prodotto.

    proprio la presunta capacit di gestire la diversificazione con minori costi operativi che le conferisce una maggiore efficienza rispetto al gruppo creditizio. Linserimento in differenti aree di business da parte di un unico intermediario trova giustificazione nelle possibilit di sfruttare economie di diversificazione sia globali sia di prodotto specifico. Unattivit diversificata consente di fornire un servizio pi completo alla clientela, questo porta alla riduzione dei tempi e dei costi associati alla valutazione dei servizi offe rti. Nella realt la combinazione banca universale- struttura multi divisionale non risulta ricorrente. Tra i fattori che concorrono a determinare tale circostanza troviamo:

    I limiti posti alluniversalit dalle norme di vigilanza nonch dalle riserve di legge previste per lo

    svolgimento di determinate attivit il cui esercizio in via diretta di fatto precluso agli intermediari bancari.

    Anche in assenza di restrizioni normative una banca universale pu propendere per una gestione

    mediante societ controllate di servizi finanziari che pure potrebbero essere realizzati internamente. In Germania molte banche sono universali sulla carta, ma nel concreto molte di esse circoscrivono il proprio ambito operativo e non si cimentano in tutti i settori principali del commercial banking e investment banking per soddisfare la domanda di servizi bancari in tute le sue varianti. Le banche che

  • presentano un ventaglio completo di prodotti e servizi finanziari sono le grandi banche e operano in via indiretta tramite societ specializzate, quindi non internalente. Si assiste cio, allesternalizzazione di attivit di leasing, factoring, di credito ipotecario, credito al consumo, gestione fiduciaria dei patrimoni. La banca universale potenzialmente in grado di ottenere notizie e informazioni pi analitiche, attendibili e di qualit pi elevata rispetto a quanto avviene in una banca specializzata. La stessa attivit di controllo si rivela pi agevole da svolgere perch ci si pu avvalere di un continuo intreccio di flussi informativi provenienti dalle diverse forme creditizie e di assistenza allimpresa che lintermediario ha attivato. Grazie alla possibilit di acquisire partecipazioni, sia di minoranza che di controllo, nel capitale di imprese non finanziarie, la banca universale consente un miglioramento della gestione dei rischi e nella mitigazione delle asimmetrie informative. Dalla banca universale bisogna poi distinguere la banca mista, che deriva da una vocazione sempre riconducile a quella della banca universale, ma che al contrario si ha una commistione tra attivit bancaria e attivit dimpresa dal momento che vi sono partecipazioni di rilievo dellimpresa nella banca. In questo modello si realizza una concentrazione dei rischi e dei finanziamenti accordati particolarmente accentuata la quale, sfocia in gravi fenomeni di patologia. Tra i potenziali svantaggi associati alla banca universale vi senza dubbio quello legato ai conflitti dinteresse che si possono ingenerare tra la banca e la sua clientela, linsorgere dei quali potrebbe essere agevolato dal contemporaneo svolgimento di differenti attivit e dalla presenza in molteplici aree di business. Ne potrebbero discendere una serie di distorsioni e aspetti di criticit nellesercizio delle varie attivit di intermediazione. La via per limitare i conflitti dinteresse consiste:

    Nellefficacia di meccanismi di controllo e governo di cui si dota lorganizzazione;

    Nelladeguamento alle migliori best practise internazionali e nelladozione di regole di

    governance che contemplano un pi intenso uso degli amministratori indipendenti.

    Nellinserimento nelle norme di vigilanza, in quelle antitrust e sull insider trading, di specifiche

    norme sui conflitti dinteresse. 4.2.2 Il modello del gruppo bancario Il modello del gruppo bancario rende possibile lofferta di un ventaglio ampio e differenziato di prodotti e servizi e in tal modo di consolidare la presenza sul mercato, raggiungendo tutti i target di clientela e fronteggiando le crescenti spinte concorrenziali. Allinterno di tali strutture sono tipicamente coinvolti oltre ad operatori bancari anche intermediari assicurativi operanti sul mercato dei valori mobiliari, dell investment banking e cos via. Quanto pi stringenti sono i vincoli imposti dalla vigilanza alloperativit delle banche tanto pi si cercano modalit di aggiramento delle norme pi restrittive. Lacquisizione consente di inserirsi in modo pi rapido e efficace in segmenti di mercato non presidiati e di evitare di dover affrontare aspetti problematici connessi ai rischi di avviamento e alle asimmetrie informative e sistenti. Il gruppo bancario un modello organizzativo che vede una banca capogruppo e diverse societ ad esso appartenenti che consente di abbinare alle economie derivanti dallesercizio di svariate attivit allinterno di un unico disegno strategico e imprenditoriale, le economie di specializzazione che scaturiscono dal fatto che il livello tecnico che contraddistingue i processi produttivi pi elevato data la specializzazione delle societ. I punti di forza

    Avvalersi di pi ampi e diversificati canali di distribuzione dei servizi finanziari

    Moltiplicare le possibilit di approvvigionamento di risorse finanziarie e i capitale di rischio.

    Instaurare alleanze e relazioni con altre imprese

    Agire con flessibilit sia in termini di scelta degli investimenti sia di capacit di rispondere con

    immediatezza alle fluttuazioni di mercato e pi in generale al mutare delle condizioni interne ed esterne al gruppo medesimo

    Fornire un contributo alla riduzione dei conflitti di interesse.

    Punti di debolezza:

  • La direzione unitaria non agevole da realizzare per la capogruppo e presuppone una sua continua

    capacit di coordinamento, pianificazione e controllo. Del resto in presenza di un tale pressante controllo strategico e gestionale, le societ controllate si trovano ad essere assimilabili alle divisioni di una banca multi divisionale e si viene pertanto a riproporre un assetto non lontano da quello tipico della banca universale. La capogruppo inoltre deve contemperare lobiettivo della direzione unitaria del gruppo con lesigenza di instaurare con le controllate rapporti che evitino il manifestarsi di ostruzionismi, ma nel contento consentano loro di mostrare il grado di snellezza e dinamicit necessario per adeguarsi ai continui cambiamenti dellambiente esterno.

    elevato numero di societ, ossia insito in esso un pronunciato livello di burocrazia che determina

    costi di gestione molto elevati. Le difficolt di collegamento tra le diverse unit operative crea maggiori problemi nella trasmissione delle informazioni che possono generare inefficienti duplicazioni nel processo produttivo e che in genere si traducono in una limitata possibilit di accedere ad economie di informazione. La capogruppo La capogruppo una holding pura quando essa non svolge attivit operativa a si occupa della gestione strategica e del coordinamento del gruppo. Questo modello tende a favorire il perseguimento di un sostanziale equilibrio tra le societ controllate, anche se possono sorgere strategica pu portare problematiche nel governare sotto il profilo operativo le interdipendenze tra le varie societ del gruppo che si trovano cos costrette ad attivare relazioni orizzontali non sempre agevoli e funzionali, con altre societ controllate. Il modello di capogruppo bancaria-holding mista tende a prevalere laddove il gruppo viene a costituirsi per effetto proprio di un processo di espansione e di crescita esterna innescato da un intermediario bacario. Non si attua una separazione tra la gestione operativa e quella strategica la quale non sempre pu essere realizzata con competenze e risorse dedicate e distintive. La complessit di questi gruppi negli anni ha portato a


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