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Ringraziamo - dei Ss. Felice e Fortunato · tentato di pensare anch’io che la gente di oggi sia...

Date post: 14-Feb-2019
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Ringraziamo gli sponsor, i collaboratori e i lettori Anno 24° - numero unico a cura del Comitato per le Attività Ricreative Parrocchiali Campolongo Maggiore (Venezia) Via Chiesa, 38 - Tel. 049.584.80.26 Direttore responsabile: Don Emanuele Degan Grafica e Stampa TIOZZO Tipografia Piove di Sacco Z.I. - Tel. 049 970 44 97 Pag. 2 Il Programma Pag. 3 Il gusto della normalità Pag. 4 L’opera delle associazioni Pag. 5 Michael Brentan Pag. 6 Giampaolo Maniero Pag. 7 Chi ricorda via Saverga? Pag. 8 Noi tutti insieme Pag. 9-10-11 Club ‘90 Sommario Pag. 12 Il carnevale Pag. 13 Sorrisi di bimbi Pag. 14 Anniversari di matrimonio Pag. 15 Una bella esperinza Pag. 16 Festa dei cinquantenni Pag. 17 Anche quest’anno... eccoci qua Pag. 18 In punta di diamante Pag. 19 I defunti
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Page 1: Ringraziamo - dei Ss. Felice e Fortunato · tentato di pensare anch’io che la gente di oggi sia seriamente mi - nacciata di perdere il senno. Si scambia la notte con il giorno,

Ringraziamo gli sponsor, i collaboratori e i lettori

Anno 24° - numero unico a cura del Comitato per le Attività Ricreative Parrocchiali

Campolongo Maggiore (Venezia) Via Chiesa, 38 - Tel. 049.584.80.26Direttore responsabile: Don Emanuele DeganGrafica e Stampa TIOZZO TipografiaPiove di Sacco Z.I. - Tel. 049 970 44 97

Pag. 2 Il ProgrammaPag. 3 Il gusto della normalitàPag. 4 L’opera delle associazioniPag. 5 Michael BrentanPag. 6 Giampaolo ManieroPag. 7 Chi ricorda via Saverga?Pag. 8 Noi tutti insiemePag. 9-10-11 Club ‘90

SommarioPag. 12 Il carnevale Pag. 13 Sorrisi di bimbiPag. 14 Anniversari di matrimonio Pag. 15 Una bella esperinzaPag. 16 Festa dei cinquantenniPag. 17 Anche quest’anno... eccoci quaPag. 18 In punta di diamantePag. 19 I defunti

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2. Campolongo Maggiore 2017

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Hanno collaborato alla stesura del presente numero del giornale:

Chiara BassoLuigina BioloOlivo BioloRudi Brentan

Antonella CarraroNella Cecchinato

Don Emanuele DeganAmalia DonàGianni GobbiChiara GottardoBruno MatterazzoIda MatterazzoMario MatterazzoToni MatterazzoMarta MeneghettiMatteo MengatoGiorgio MozzatoMarta PanizzoloGrazia PivaSyria Pizzo

Milledi SabbionAgnese StivanelloRenzo StramazzoLoris Tommasi

Antonella VeroneseErnesto Zambolin

Nadia Zuin

Le insegnanti della scuola dell’infanzia

Gli operatori Caritas

Ringraziamo tutti coloro che hanno fornito materiale ed informazioni utili

alla realizzazione del giornale.

Chi avesse proposte, idee, osservazioni per la stesura del prossimo numero

può contattare il Comitato per le Attività Ricreative Parrocchiali.

Il gusto della normalitàNei giorni della Sagra la parrocchia entra nelle case e in

alcuni esercizi pubblici attraverso questa originale pubblica-zione che ormai da 24 anni racconta, in modo colorato, cu-riosità, vicende significative del passato, volti di ieri e di oggi,realtà imprenditoriali ed altre notizie che hanno costruito ilbene ed il relativo benessere di questo paese. Come di con-sueto è il parroco ad aprire il dialogo con i lettori di questoparticolare “diario di famiglia”. Quest’anno l’ispirazione vorreiricavarla dagli scritti di un prete milanese, al secolo MarioDelpini, persona umile, abituata ad operare dietro le quinte,ma finita sotto i riflettori lo scorso 7 luglio, per essere statoeletto arcivescovo di Milano. Un outsider, come si suol dire.Un personaggio sconosciuto al grande pubblico rispetto adaltri confratelli molto più famosi come, tanto per citare deinomi, mons. Gianfranco Ravasi o l’arcivescovo emerito mons.Angelo Scola, più volte comparsi nei programmi televisivi.Tuttavia don Mario è una figura con un percorso di studi ditutto rispetto: dopo la laurea in Lettere all’università Cattolicadi Milano, il futuro arcivescovo conseguì altri due titoli acca-demici in teologia alternando lo studio al servizio come rettoredel Seminario e responsabile della formazione del clero am-brosiano.

Sono andato a rispolverare una sua raccolta di riflessionipubblicate negli anni novanta, favorevolmente colpito dallasua lucida analisi, la profonda conoscenza dell’animo umanoe lo sguardo sapienziale con cui affrontava guardava quel fu-turo che preoccupa un po’ tutti. Scriveva il neo arcivescovo:“Probabilmente i saggi di tutti itempi hanno nutrito la convin-zione che i loro contemporaneifossero ormai posseduti dal de-mone della follia. Quando consi-dero il tempo in cui viviamo sonotentato di pensare anch’io che lagente di oggi sia seriamente mi-nacciata di perdere il senno. Siscambia la notte con il giorno, laverità con la novità e persino gliuomini con le donne; coloro checommettono le più gravi ingiusti-zie e sono schiavi dei vizi più ver-gognosi, lungi dal pentirsene e dalcercare di correggersi, se ne van-tano ed anzi ne fanno una ban-diera!

Che possiamo fare noi, povericristiani, di fronte a tanta confu-sione ed a tante tracce di follia?

Per quanto banale vi possasembrare, diletti fratelli e sorelle,il primo dovere mi sembra quellodi essere persone normali. Il com-pito di essere normali diventatanto più arduo quanto più la confusione cancella i confinie l’abitudine rende accettabile anche ciò che, a ben guardare,è assurdo. Essere persone normali significa essere vigili attentisui comportamenti che ci rendono affidabili e favorisconouna convivenza che argina il caos e stempera le tensioni. Peresempio, se mantieni la parola data, se fai quello che dici, separli di quello che sai e taci di quello che ignori, se rispondialle lettere che ricevi, se ti scusi dei ritardi, se restituisci i beniche hai preso in prestito da un altro, se fai pervenire la tuagiustificazione quando non puoi intervenire ad una riunionein cui sei atteso, tu non fai niente di straordinario, ma lagente imparerà a fidarsi di te.

C’è poi tutto il capitolo delle passioni che nel nostrotempo divampano smodate ed oscurano la mente, per cui leoffese suscitano inestirpabili rancori, l’impazienza si scatenain violenze incontenibili, gli affetti travolgono il buon senso.Essere persone normali significa che, anche se ti arrabbi, tut-tavia non perdi il controllo fino ad offendere in modo irrepa-rabile; anche se sei ingiustamente criticato, non ti deprimifino a restare paralizzato in ogni cosa; anche se senti simpatiaper una persona, non la sequestri ignorando gli impegni e leleggi divine. La persona normale sa riconoscere le sue debo-lezze, ma non le giustifica come fossero virtù, anzi cerca di

dominare ed ordinare al bene le passioni e le emozioni.Una persona normale poi sente spontanea la diffidenza per

ogni esagerazione. Perciò ha una giusta conoscenza di sé e nonpresume di avere sempre ragione e non si lamenta di tutto edi tutti come se fosse l’unico uomo buono ed intelligente ca-pitato per sbaglio in un mondo che non lo merita. Una per-sona normale sa stare al suo posto e guadagnare il suo panelavorando in pace: non ha bisogno di attirare continuamentel’attenzione esibendo originalità e stranezze, non ha bisognodi essere continuamente rassicurato da apprezzamenti ed elogie non si scoraggia esageratamente, né si lascia rodere dall’in-vidia, se constata di non ottenere risultati migliori degli altri,anche di quelli che è abituato a criticare. Una persona normalenon perde la testa per una moda e non si esalta per un’ideacome se avesse trovato la soluzione di tutto: sa che ogni cosapassa e solo Dio rimane per sempre. Di fronte alla morte edalle asprezze della vita le persone normali non si vergognanodi piangere, ma non si lasciano prendere dalla disperazione,perché sanno che tutti dobbiamo morire; nei momenti felicile persone normali fanno festa volentieri, ma non si abban-donano agli eccessi, perché sanno che anche le feste finiscono.

Non dimentichiamo di essere chiamati con tutti i fratellialla santità perfetta e alla dedizione fino al dono della vita, macerchiamo di obbedire al Signore non come improbabili eroio come discutibili esaltati, ma come uomini normali, secondola parola del Signore nel Salmo 37: «Confida nel Signore e fa’il bene, abita la terra e vivi con fede»”.

Ho trovato questi pensieri molto interessanti per l’equili-brio e la grande attualità. In una società estremamente selet-tiva come la nostra in cui tutto dev’essere Iper, Super, Mega,perfetto, gonfiato e spesso, truccato, dove anche lo sport devequalificarsi come estremo, assumere i tratti di persone nor-mali, cioè secondo una norma che possa andar bene a tutti enon solo a qualche lobby di potere, è forse l’unico modo ri-masto per non farci inghiottire da quella dittatura striscianteche spinge le masse a puntare sempre più in alto, a scavalcaregli altri, accumulare sempre più beni anche se inutili, raccat-tare più amici dai social, consensi dalle piazze reali o virtuali…con ogni mezzo lecito o illecito. L’etica non conta. Come es-sere in un immenso supermercato in cui ciò che conta è smet-tere di pensare pur di bruciare sul tempo tutti i possibiliconcorrenti che ad occhio e croce dovrebbero essere sui seimiliardi, tanti quanti gli abitanti del pianeta. Un virus dacompetizione dal cui contagio anche le comunità cristiane fa-ticano a difendersi. E se provassimo a vaccinarci con il Van-gelo?

Probabilmente ritroveremmo una serenità di vita che moltidei più piccoli possiedono già. E possono trasmetterci. .

Don Emanuele

3.Campolongo Maggiore 2017

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4.La nomina del presidente onorario Gino Trolese

L’opera delle nostre associazioni nel rinnovare la memoriaMolte vie in tante città italiane sonointitolate “ai ragazzi del 99”. Per i più, i ragazzi del ‘99 rappresen-tano i nostri figli, nipoti, amici, ossiai nati nel 1999. Le strade dei “ragazzidel ‘99” sono invece a memoria diquei giovani diventati maggiorenni nel1917(e nati nel 1899)! Quante cosesono cambiate negli ultimi 100 anni,quanto dolore, sofferenza, fatica, pas-sione, amore, sono scivolati via in unmomento o in una vita intera. Ecco ilnostro ricordo va a quei ragazzi, quelliscampati alla prima guerra mondialeche diventati genitori immaginavanomagari un futuro di serenità ed invece, ironia dellasorte, i loro figli solo pochi anni dopo si sono trovatia combattere un’altra micidiale guerra, la secondaguerra mondiale. I segni di quanto accaduto sono indelebili, ma ai nostrigiorni, sono talvolta nascosti, dimenticati! Dimenti-care la storia porta l’uomo a ripetere gli stessi errori,quegli errori che si traducono in centinaia di migliaiase non milioni di vite che vengono a mancare nel fioredella loro età. Dopo il secondo conflitto mondiale, questa convin-zione era fortemente radicata in tutta Europa ed inbuona parte del mondo e a questo scopo nacquerotante associazioni per i caduti e dispersi delle duegrandi guerre. Lo scopo primo è sempre stato orien-tato ad articolare, attraverso il ricordo, un monito af-finché tali catastrofi non si ripetessero. Anche nel nostro paese, dove il costo di vite umanedeterminate dai due conflitti fu particolarmente im-portante, vi è una lunga storia di partecipazione e difattiva collaborazione per mantenere vivo il ricordo dicoloro che hanno perso la vita in guerra e degli altriche hanno avuto la fortuna di ritornare rimanendoperò sempre e comunque segnati per il resto della lorovita. Ecco, questa è la storia a cui appartiene ancheGino Trolese, arruolato in fanteria nel 57° regimentodella divisione Emilia, e partito per il distretto militaredi Mestre il 13 Gen-naio del 1943. Dopol’addestramento avve-nuto a Schio e sul Pa-subio, partì per ilMontenegro. Dopol’armistizio dell’ottosettembre del 1943venne imbarcato sullanave “Città di Mi-lano” con destina-zione Venezia per poiproseguire il viaggioin treno, sui carri de-stinati al trasporto delbestiame, verso l’ Au-stria presso il campo

di Bruck Misurzach - Stammlager XVIII A; trasferitopoi in un altro campo sino alla liberazione ed il rientroa casa nell’agosto del 1945. Gino è l’ultimo di quei ragazzi di Campolongo chehanno vissuto le piaghe della guerra; ecco perchè il 3Giugno, nella sala consigliare del nostro comune diCampolongo Maggiore, alla presenza del nostro sin-daco Andrea Zampieri, del suo vice Serena Universi,di Tania Toson consigliere addetta alle associazioni in-sieme al presidente Giorgio Mozzato ed il direttivodell’associazione famiglie caduti e dispersi in guerra,Gino è stato insignito del titolo di “Presidente Ono-rario” dell’Associazione dei Combattenti e Reduci conl’abbraccio dei famigliari e simpatizzanti.Prima di Gino, hanno ricoperto il ruolo AntonioRampazzo, Gino Sporzon, Settimo Benetazzo, AlfonsoMilani, Luigi Callegaro, tutti combattenti che vistal’età sono venuti a mancare negli ultimi 20 anni.A Gino e a tutti i suoi predecessori l’associazione ègrata per quanto hanno saputo rappresentare. A cor-redo è giusto anche ricordare la storia dell’AssociazioneCaduti e Dispersi in Guerra che venne fondata neldopo guerra ed il primo presidente fu Egidio Calle-garo che mantenne la carica sino al 1971 dopo di chela funzione venne assunta da Sincero Boldrin e Gior-gio Mozzato incaricati dall’allora presidente provin-ciale Lina Tavoni. Dal 1988 la presidenza è rimasta in

capo a Giorgio che e stato ed è supportato daldirettivo rappresentato da Danilo Callegaro,Gianni Carraro, Andrea Faraone, Mario Matte-razzo, Fasolato Severino e Sergio Sanavia oltreche da un gruppo di simpatizzanti quali FrancoMenegatto, Umberto Piva, Severino Salmaso checon la loro assidua partecipazione e presenza ga-rantiscono la continuità dell’associazione stessa.Il fuoco si conserva solo se si comunica, altri-menti si consuma e si spegne. Sta a tutti noi ri-cordare per evitare di ricadere negli stessi erroristorici e per dare continuità al “fuoco del ricordoe del monito”, riponiamo la fiducia nei nostrigiovani e nella loro forza nel difendere i valoridella pace e della nostra patria.

Giorgio Mozzato

Campolongo Maggiore 2017

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5.

Campolongo Maggiore si dimostra essere territorio fecondoper i giovani talenti.Il giovanissimo Michael Brentan, giocatore nell’under 15della Juventus, è diventato Campione d’Italia (2-0 contro ipari età dell’Inter) e di Supercoppa (2-1 contro i pari età delParma), rendendosi protagonista, in supercoppa, del gol dellavittoria.Michael, nonostante la giovane età, ha già alle spalle un per-corso calcistico di tutto rispetto: inizia a calciare il pallonenei primi mesi del 2007, all’età di quasi cinque anni, con lasocietà Lupia Maggiore presso gli impianti sportivi di Cam-polongo Maggiore.Poichè non ha ancora l’età minima per poter iniziare a “di-vertirsi” e far parte di una squadra, viene aggregato a quelladi suo fratello Riccardo, di due anni più grande.Rimane alla Lupia Maggiore fino alla fine della stagione2008-2009 e nell’anno successivo viene aggregato, sotto età,con la squadra 2001 del settore giovanile del Calcio Padovadove rimane fino alla stagione 2013-2014.In questi 5 anni nel settore giovanile del Calcio Padova, Mi-chael si fa apprezzare per il suoimpegno, per la sua umiltà esoprattutto per le sue capacitàsportive che sono sempre stateapprezzate da tutti i misterche ha avuto. Diversi sonostati i riconoscimenti ottenuti,sia personali che di squadra,che lo hanno messo in evi-denza agli occhi di “esperti”del settore.Nel maggio del 2014 l’Interdimostra molto interesse neiconfronti di Michael ed iniziacosì un percorso di stage e tor-nei con i pari età dell’Inter chelo porta ad avere risultati e vit-torie importanti sia in Italiache all’Estero.Nella stagione sportiva 2014-2015, in seguito al fallimento del Calcio Padova, si trasferisceal Calcio Venezia dove rimane per due anni nei quali, ilprimo aggregato ai pari età mentre il secondo anno gioca,sotto età, con la squadra dei 2001; nel mese di maggio del2016, la squadra partecipa a importanti tornei Nazionali eInternazionali e Michael, pur partecipando sotto età, ottienedue importanti riconoscimenti come miglior giocatore delTorneo. Diverse sono le società professionistiche che si sonointeressate a Michael; inizialmente l’Inter, poi l’Atalanta, laJuventus, la Fiorentina e il Milan.Il 16 agosto 2016 inizia l’avventura con la Juventus e si tra-sferisce a Torino; all’interno del centro sportivo di VINOVOfrequenta il Liceo Scientifico a Indirizzo Sportivo (dopo averfrequentato la prima Liceo Scientifico Sportivo a Dolo,quest’anno Michael ha superato la seconda Liceo ScientificoSportivo con una buona media); sempre all’interno del cen-tro sportivo c’è la mensa ma ci sono soprattutto gli impiantisportivi (campi da calcio in erba naturale, in erba sinteticacoperti e non, c’è la palestra, spogliatoi, ecc..) dove i ragazzidel settore giovanile sono a diretto contatto con la primasquadra della Juventus dalla quale possono “catturare” segretie particolari utili alla loro crescita; durante la settimana i ra-gazzi fanno sei allenamenti di cui due al mattino e quattro al

pomeriggio; alla fine degli allenamenti vengono riportati inconvitto dove, seguiti da alcuni tutor, “devono” trovare iltempo per studiare.Nella stagione sportiva appena conclusa, gli under 15 dellaJuventus hanno vinto il loro girone di qualificazione prece-dendo Sampdoria, Genoa, Novara ed Empoli; hanno supe-rato il Napoli ai quarti di finale, hanno vinto la semifinalecontro la Roma ed il 16 giugno 2017 hanno vinto la Finaleper lo Scudetto Nazionale contro i pari età dell’Inter laure-andosi Campioni d’Italia per la categoria, con Michael pro-tagonista in campo in tutti gli incontri disputati.Il 18 giugno 2017 hanno vinto la Supercoppa Italiana in-contrando in finale il Parma e Michael, quasi alla fine del se-condo tempo, ha firmato il gol della vittoria.Coppa Campioni d’Italia e Supercoppa ItalianaIl sogno di Michael è quello di diventare un calciatore pro-fessionista ed è consapevole che la strada è ancora lunga efaticosa ma vuole mettercela tutta affinchè il sogno diventirealtà.

Rudi Brentan

Campolongo Maggiore 2017

Michael BrentanCampione d’Italia con l’Under 15 della Juventus

Stadio Manuzzi di Cesena: finale scudetto Juventus-Inter

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GIAMPAOLO MANIEROPLURIPREMIATO ARTISTA DEL FERRO BATTUTO

Giampaolo Maniero, quarantasettenne,è un nostro concittadino che ha fattodel suo mestiere un’arte. Fin da piccolosi interessava al lavoro con il ferro bat-tuto osservando nell’officina lo zioPasqualino Corrado eseguire le sueopere.Nel 1988 decide di assecondare questasua passione cominciando a lavorare atempo pieno nell’officina dello zio, invia Meucci 11 dove tuttora opera. Neltempo ha acquisito un’incredibileabilità nel domare il ferro; la sua artepiega l’indocile metallo alla sua idea, alsuo volere creativo eseguendo formeartistiche sempre armoniose e originali.Osservando le sue opere si desideravedere all’opera direttamente l’artista che le ha eseguite;Giampaolo si presta ben volentieri nelle occasioni chepermettono esibizioni pubbliche.L’incredibile abilità artigiana ed artistica lo ha fattoconoscere al di fuori dei confini veneti, tanto che nel 2002viene invitato ad una mostra a Saint Vincent, dando cosìinizio alla sua carriera artistica. Da allora ha partecipato avarie mostre e manifestazioni venendo più volte premiatoper i suoi lavori.Lo scorso anno, alla 30^ mostra dell’artigianato artistico etradizionale città di Feltre, ha vinto il primo premio conl’opera “Dov’è Golia?” con questa motivazione: “In quantol’autore ha saputo rendere con precisione realizzativa,minuzia di particolari ed elegante sintesi, la piccola sculturache rappresenta il futuro re di Israele, ed ha saputo suggerirel’episodio biblico con felice gusto narrativo, soggetto diderivazione classica, inedito per un’opera in ferro battuto”.Quest’anno ha vinto il premio “Prima Linea” indetto dallaconfartigianato di Vittorio Veneto, Marca Trevigiana e dalfondo Plastico per Maestri del ferro battuto. L’importantericonoscimento artistico grazie anche ad un lavoro disquadra con i colleghi Andrea Cosci e Franco Bugatti.

Giampaolo è rimasto una persona umile, nonostante isuccessi ed i tanti riconoscimenti ricevuti. La nostra Comunità si sente orgogliosa di avere fra i suoiconcittadini un giovane che ha saputo perseguire conpassione e dedizione il suo lavoro di artigiano fino adiventare un Maestro del ferro battuto: UN ARTISTA.

6.

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7.

CHI RICORDA VIA SAVERGA?Sono impiegata all’Ufficio Anagrafe e per l’ufficio miritrovo a volte a consultare i vecchi registri di stato civileche conserviamo dal 1871; lasciata la postazione con il pc,compio un salto indietro nel tempo all’epoca della penna ecalamaio e, preso il mio registro, sfogliando le pagine concura per non staccarle dal dorso, mi appresto alla letturadell’atto con l’attenzione necessaria alla comprensione deltesto scritto a mano, l’inchiostro un po’ sbiadito dal tempo.Ed è con un sorriso un pò velato dalla malinconia cheprende quando si rievoca il passato che leggo nomi e cog-nomi conosciuti o mai sentiti prima, di vecchi mestieriscomparsi, ma anche di luoghi che adesso non sono piùnella nostra memoria. I dati che devo verificare sono relativialle generalità, luogo e data di nascita, matrimonio o morte,ma più per curiosità personale che per dovere mi piace leg-gere tutto il testo e qualche volta capita di trovare nomi divie che in Campolongo Maggiore non esistono più. Molti di noi ricordano che nel 1970 circa, l’allora ammin-istrazione comunale ha proceduto all’aggiornamento deinumeri civici e della denominazione di alcune strade delcomune, così ora le tabelle riportano scritto “Via PassoFalzarego” a indicare quel tratto di strada che collega ViaVeneto con Via Pave e che prima si chiamava “Via Cal-varello” oppure “Via della Repubblica” per il tratto da ViaPiera a Via Alto Adige che prima si chiamava “Via Gastal-dia”. Vi propongo di seguito l’elenco delle denominazionisostituite con delibera di Consiglio n. 31 del 22.7.1972:BOION - Via Cavedon (Nord e Sud) ora Via XXI Aprilee IV Novembre; Strada dei Vasi ora Via Giorgione; ViaSabioni ora Via Trento; Via Giarretta ora Via Cervi;CAMPOLONGO MAGGIORE - Via Cimitero ora ViaLago di Levico; Via Basse diSaverga ora Via Gramsci; ViaGastaldia ora Via della Repubblica;Via Pavetta 1^ ora Via Passo Sella;Via Cazzolo (o Casolo) ora ViaVeneto; Via Bepassi ora Via Liguria;Via Vecchiato ora Via Passo Pordoi;Via Calvarello ora Via PassoFalzarego; Via Condotto ora Viadella Pace; Via Provinciale Sud oraVia Alto Adige; LIETTOLI - Via Rialto Selongoora Via Rialto; Via Cornio ora ViaUmbria/Romagna/ToscanaVia Provinciale ora Via Alto Adige.Ma consultando i registri di statocivile degli anni tra il 1871 e 1900circa ho trovato pure questi nomi,non sempre collocabili nella ge-ografia attuale del paese:

CAMPOLONGO MAGGIORE:Via Il Trivio (Fam. Mozzato Virginio anno 1885)Via Il Porto (Fam. Biolo Luigi anno 1885)Via Rotta (Fam. Franceschin Angelo anno 1900)Via Paresina (Fam. Prendin Attilio anno 1890)Via Municipio (Fa. Conte Giulio anno 1900)Via Callegari (Fam. Benetazzo Fedele anno 1892)Via Calberelo (Fam. Grinzato Luigi anno 1875)Via Spinoso (Fam. Spinelo Gaetano anno 1875)Via Centro (Fam. Stramazzo Attilio anno 1892)Via Dolo (Fam. Gobbato Carlo anno 1918)Via Cornio ( Fam. Callegaro Luigi anno 1892)LIETTOLI - Via Bellati, Via Telegrafo, Via Sandon, ViaPiove, Via Sant’Angelo, Via ChiesaBOION - Via del Tondo, Via Chiesa, Via Furian, Via Bren-ton Secco, Via Cunetta, Via La Piazza, Via Passo, ViaCorte, Via Ruine Basse.Alcune vie invece sono sempre citate con lo stesso nome(anche se in alcuni casi il loro percorso non corrisponde aquello attuale) come: Via Chiesa, Via Cà Loredan, Via (Le)Basse, Via (La) Piera, Via Passo, Via (Le) Giare, Via Righe,Via Ramei in Campolongo Maggiore oppure: Via Boligo,Via Sopracornio; Via Rovine, Via Villa in Boion e infine,in Liettoli: Via Bosco di Sacco, Via Mondini. Con la crescita e lo sviluppo urbanistico del paese, nuovestrade sono state tracciate e i loro nomi aggiunti all’elencodello Stradario Comunale ma, come si dice nelle favole,questa è tutta un’altra storia...

Nadia Zuin

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8. Campolongo Maggiore 2017

“Uno per tutti, tutti per uno, perché non resti indietronessuno”... questa è stata la frase che più di tutte ci haaccompagnato e ha orientato il nostro percorso scolasticomotivandoci a lavorare molto sulla costruzione di relazionipositive tra bambini, genitori, insegnanti, arrivando allafine ad aprici all’intera comunità.Per favorire i legami d’amicizia tra bambini a scuola inoccasione dei laboratori si cambiava classe e insegnante, cosìpuntualmente, con curiosità, al mattino qualcuno chiedeva:“sarai tu, oggi, la mia maestra??”Tutti insieme ci siamo “sporcati” le mani per realizzare tuttii lavori che hanno impreziosito la mostra didattica di fineanno scolastico presso il centro parrocchiale; questo è statoun momento di festa e condivisione che ha visto genitori ebambini impegnati in un allegro e creativo laboratorio.Il “noi tutti insieme” a scuola, è diventato “noi tuttiinsieme” nella comunità, perché tutti siamo chiamati acollaborare all’educazione dei nostri bambini.

Le insegnanti della scuola dell’infanzia

Un lifting improrogabileNel mese di luglio, la ditta Ecosport Italia di Trento ha

provveduto alla sostituzione del manto sintetico di coper-tura del campo da calcetto del Patronato. La ditta garantisceche il nuovo tappeto proviene da selezionate manifattureeuropee fornite di eccellenti materie prime e processi di fab-bricazione all’avanguardia. L’impianto sportivo era statorealizzato ben 12 anni fa, assieme alla piastra polivalente,ed inaugurato nel maggio del 2005. L’uso del campo daparte degli sportivi e gli agenti atmosferici avevano ormailogorato il terreno di gioco. Un plauso agli amici del Cir-colo Noi che hanno promosso e si sono presi l’incarico difinanziare l’opera (€ 18.475,00, iva esclusa).

Noi tutti insieme

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9.Campolongo Maggiore 2017

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C L U B 9 0Ricordi e testimonianze di vita che diventano storia della comunità

GINA BARON è figlia di Rosa e din.n. (non nominato). È cresciuta conla nonna Maria nella famiglia dellamadre. Il fatto di non aver avuto unpadre non l’ha mai turbata perché incasa c’era la presenza degli zii e anchese la madre più volte avrebbe volutodarle delle spiegazione Gina non nesentiva l’esigenza. Vivevano in una casacon poca terra in affitto e andavano a

giornata a lavorare nei campi di altri. Gina da giovane rica-mava, confezionava guanti di rete e rammendava per la fa-miglia.Si è sposata a 20 anni con Dino Gottardo, un compaesanodi un anno più grande di lei. Dal loro matrimonio sononati 7 figli. Le entrate in famiglia erano scarse e Gina havissuto anni di difficoltà e miseria; non si è mai persad’animo e pur di assicurare ai figli il necessario ha lavorato,per scontare il debito, anche nei campi delle famiglie chele fornivano il latte. Si è impegnata ad adattare per i figlitutti gli indumenti usati che le venivano offerti, mettendoin pratica tutta la sua abilità nel cucito.Gina ha pianto la morte di 3 dei suoi figli: Remigio di 23anni, Ivano di 45 e Orlando di 52.Ha vissuto con il marito fino a 6 anni fa quando lui è statoricoverato in una casa di riposo a Scorzè dove va spesso atrovarlo.Gina è stata una donna paziente e forte e nonostante le durevicende affrontate nella vita ora è una novantenne serena egradevole nella persona e nel dialogo e trova motivo di spe-ranza nella fede.Vive sola, riceve le visite dei figli che le sono molto affezio-nati. È nonna di 13 nipoti, bisnonna di 5 pronipote “trisa-vola” di 1 bambina.

OLINDA CARRARO, terza dei 5 figlidi Giovanni Carraro e Palmira Spor-zon, è nata l’11 marzo 1927. La fami-glia era molto povera e fin da piccolaOlinda si dimostra una bambina moltovolonterosa ad aiutare in casa. Già a 6anni aveva il compito di aiutare lamadre, un po’ sofferente, ad accudire ifratellini più piccoli, per questo fumandata poco a scuola. A 11 anni

venne mandata a Torino a lavorare come bambinaia pressouna famiglia. Olinda ricorda quei due anni come un pe-riodo molto triste: era tanta la nostalgia della famiglia e delpaese. Quando tornò lavorò sempre nei dintorni di Cam-polongo come donna di servizio e ricamando la rete. Dagiovinetta frequentava con assiduità le funzioni religiose el’Asilo delle Suore che era stato costruito da poco. Olindaricorda l’asilo come un luogo molto gioioso dove la Dome-nica si potevano passare delle ore festose. E’ stato fra unafunzione e l’altra che Olinda incontrava sempre Bruno, untimido giovanotto che abitava nella stradina parallela allasua. Bruno le faceva una spietata corte e verso i 17 anniOlinda cedette e si fidanzò. Bruno non era un uomo dalgrande fascino ma Olinda, saggiamente, guardò le tregrandi qualità che un uomo deve avere perché una donnasi trovi bene nel futuro matrimonio: “che el sia san, che elgabia pan, che el sia on cristian”Dopo 8 anni di fidanzamento si sposarono il 10 di novem-

bre del 1951. Viaggio di nozze? Andare a San Martin a pièil giorno dopo|!E fu proprio “due cuori e una capanna”, nel vero senso dellaparola! Difatti Bruno portò Olinda nel suo casone con iltetto di paglia e , per abbellire la stanza nuziale, qualchetempo prima delle nozze, lo sposo “vangò la camera” perrendere più liscio il pavimento in terra battuta; lasciò peròl’edera che cresceva spontanea a fianco del comodino.Olinda e Bruno vissero nel casone assieme alla suocera An-tonia per 10 anni, dove nacquero 1 maschio e 3 femmine .Vivevano molto poveramente con i prodotti del loro lavorodi contadini in affitto. Le bocche da sfamare erano tantema Olinda non si scoraggiò mai, sorretta dalla fede e con-fidando nella Divina Provvidenza.Venne il tempo in cui si poteva pensare anche di costruireuna casa nuova , incoraggiati dagli aiuti dello stato cheaveva dichiarato i casoni di paglia abitazioni da smantellareperché malsane. In quell’occasione non mancò l’aiuto delladivina provvidenza che mandò due vitelli gemelli in stallae questo significava un doppio guadagno alla vendita.L’anno successivo la Divina Provvidenza agì ancora dandoun lavoro a Bruno come giardiniere da Sgaravatti. Nellanuova casa nacque anche la quinta figlia. Olinda crebbecome una figlia, per 5 anni, anche una nipote, figlia dellasorella che aveva problemi di salute.Risollevati dall’estrema miseria furono comunque anni la-

boriosi e sereni, durante i quali Olinda si dedicò comple-tamente alla famiglia collaborando nel lavoro nei campi enell’orto e fu sempre una brava economa. Passano gli anni e i figli cresciuti sono andati per la lorostrada creando nuove famiglie.Purtroppo 3 anni fa il suo caro Bruno è mancato e lei puressendo ancora “in gamba” ha sentito mancare la stampelladella sua vita e, in seguito alla rottura del femore, non hapiù camminato fino ad allettarsi. Continua però a mante-nere una ferrea lucidità e ad avere una forte fede e seguesempre alla tv s.messa e rosario. E’ assistita nelle sue neces-sità dalle figlie.Olinda ha 11 nipoti e 8 pronipoti.

MARIA GOBBI è la quarta figlia diGiulio e Corrado Santina. Nata nelgennaio del ’27 è cresciuta con altri 7fratelli. La famiglia era molto povera, ilpadre Giulio andava con la bicicletta avendere stoffe nei paesi limitrofi e in-tanto a casa la moglie e i figli gestivanouna bettola in via Giare. La bettola erafrequentata da uomini di Campolongoe dei paesi limitrofi, gli avventori beve-

vano e giocavano a carte e spesso quando il vino offuscavale menti scoppiavano furibonde baruffe per un nonnulla.Maria ricorda che per via Giare passava una vecchietta, laLea, che spingeva una carriola con delle patate americane ei bambini attendevano il suo arrivo con un soldino in manoper avere in cambio una piccola patata. Intanto due fratellidi Maria sono andati a studiare in collegio. Aveva 15 anni Maria quando le fu proposto di interpretarein una rappresentazione teatrale parrocchiale il ruolo dellaMadonna, per lei è stata un’esperienza che ricorda con pia-cere perché quella recita le ha dato molta gioia e soddisfa-zione.A 23 anni Maria si è sposate con Antonio, un giovane del

Gina Baronin Gottardo

Olinda Carraro ved. Carraro

Maria Gobbived. Masiero

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di Ilaria Spinello

10.paese di 5 anni più grande di lei. Antonio era un agricoltoreche lavorava in affitto la terra di proprietà della Casa di Ri-covero di Venezia, ente del quale il suocero (Bepi Favarato)era il fattore. Dopo il matrimonio Maria ha convissuto perun lungo periodo con la famiglia del fratello del marito.Dal matrimonio sono nati 2 figli: Lucia e Giuseppe. Mariasi è sempre occupata della casa e qualche volta anche deicampi.I due fratelli di Maria che erano andati in collegio, una èdiventata Suor Clementina dell’ordine delle Dimesse,prof.ssa di italiano, l’altro è diventato sacerdote, don Sergioprof. di filosofia.Vedova da 15 anni, Maria è nonna di 3 nipoti. Ora è aiutatanelle sue necessità oltre che dai figli da una badante.Maria prega perché la Madonna assista lei e i suoi fratelli,Clementina, Lino, Marilena fino alla morte.

DINO GOTTARDO è nato il 22marzo del 1926, figlio di Guido e diErmenegilda Colesei che hanno avuto6 figli. Dino ha frequentato le scuoleelementari a Campolongo e da giovaneha lavorato con il compaesano Gio-vanni Boldrin (Nino Saldo) nella vallePiripiè. In valle serviva i signori che an-davano a caccia, custodiva i loro cani

e trasportava le loro attrezzature. A quel tempo si è guada-gnato il soprannome “segugio” perché i suoi compagni dilavoro gli riconoscevano il fatto di avere molto fiuto per in-dividuare le postazioni migliori per una buona caccia o perla pesca. Si è sposato nel 1947 con Baron Gina (Canaciri)e dal loro matrimonio sono nati 7 figli. Ha vissuto con lafamiglia nella 3^ delle 7 casette della “Corea” fino a quandoalla famiglia il Comune ha assegnato un appartamento, re-quisito alla “Mala del Brenta”, in via A. Volta.Dopo aver subito in un incidente stradale importanti pro-blemi ad una gamba, ha iniziato ad andare di paese in paesea raccogliere ferro vecchio. Ha lavorato fino a quando èstato colpito da un’ischemia cerebrale. Curato per 4 anniin famiglia ora da 6 anni è ospite a Scorzè in una strutturaper anziani dove, grazie alla riabilitazione, ha recuperatoparte delle sue facoltà fisiche e mentali. Dino ha una sorella,Suor Zaira, di 96 anni.

COSTANTINA MARINELLO è nataa Corte di Piove di Sacco il 27 settem-bre 1927 e questa è la storia della suafamiglia.Figlia di Arturo e di Cigala Maria Na-talina, Costantina è la primogenita di9 fratelli, due dei quali morti in teneraetà. Aveva 11 anni quando ha iniziatoa lavorare nella campagna nei pressi delpalazzo Jacur. Prima di andare a lavo-

rare in campagna si alzava presto per fare la polenta per sèe per i fratelli, polenta che si mangiava con il lardo. Oltreal lavoro nei campi Costantina aveva la passione per il cu-cito e il ricamo. A 17 anni incontra il compagno della suavita, Luigi Zampieri (meglio conosciuto come Bonfiglio)che è stato il suo primo e unico amore. Dopo 6 anni di fi-danzamento si sposano e dalla loro unione sono nati 5 figli,uno morto in tenera età. A Costantina è rimasto impressonella memoria un episodio capitato alla sua famiglia du-rante il periodo bellico quando a Corte avvenivano deibombardamenti che miravano a colpire il ponte sul Brenta.Improvvisamente irruppero nella sua casa dei soldati tede-schi che cercavano tre partigiani e non riuscendo a trovarli,minacciarono di uccidere tutti i membri della famiglia e didare fuoco alla casa. Per fortuna il padre di Costantina, che

aveva lavorato in Germania come stagionale, conosceva unpo’ di tedesco, riuscì supplicando a convincere i nazistidella loro innocenza. Dopo che i tedeschi se ne furono an-dati scoprirono che un partigiano, a loro insaputa, si eranascosto nella stalla sotto del fieno dentro una greppia; ilpartigiano riuscì poi a fuggire e salvarsi.Come tutte le persone di quella generazione , anche Co-stantina con il marito ha lavorato molto per la famiglia, su-perando tanti momenti difficili di miseria; sono stateesperienze vissute che hanno contribuito a far nascere nelsuo animo valori di solidarietà e collaborazione, valori tra-smessi anche ai suoi figli. Costantina è vedova da 27 anni,ha 6 nipoti ed è bisnonna di una bambina.

EDDA RAMPAZZONel fiorente maggio del 1927 nacqueEdda Rampazzo, figlia di Miro e diBressan Caterina.Il padre va in Comune a registrare lanascita e alla domanda dell’impiegato:”Quando è nata?” risponde:”ma nonso... credo il giorno 5” così viene regi-strata, ma in realtà è nata il giorno 4.Cresce in maniera molto spartana e

quando è ancora una bambina, deve fare tutto in famiglia.Caterina, la madre, alla mattina prende la zappa e consegnaalla figlia tutte le mansioni di una donna adulta: tenere inordine la casa, fare da mangiare, guardare i fratellini che nelfrattempo erano diventati 7.La sua casa confina con quella del “Mago” e lei bambina di8 anni, passa le poche ore libere ad osservare tutta quellagente che arriva da Settimo e rompono un po’ la monotoniadella giornata.(Al giovane Settimo la nostra cultura popolare attribuivafacoltà guaritrici.)È proprio quando Edda ha 10 anni che Settimo Rampazzoparte per il fronte e va a salutarla. “Ciò piccola” le dice convoce scherzosa “fatti bella che quando torno ti sposo”. Set-timo in quel periodo aveva 20 anni, sembrava quindi, lasua, una battuta sciocca. Dopo quasi 10 anni, Settimo tornadal fronte e dalla prigionia in Germania. L’amore nasce su-bito e lei diventa la sua fidanzata, quella che gli lava, glistira le camicie, lo tiene in ordine per tutta quella gente chearriva da lui.Nel 1950 si sposano e dalla loro unione nascono 2 bam-bine, Dorina e Catterina. Vanno a vivere a Mira, ma Set-timo ha nostalgia di Campolongo e dopo pochi annitornano al paese natio e qui rimarranno stabilmente.Edda Rampazzo, anche se sono passati molti anni, è stata erimarrà per sempre la moglie del “Mago di Campolongo”.Oggi è nonna di 4 nipoti e bisnonna di 4 pronipoti, unquinto è in arrivo, vive tranquilla in casa con la figlia Do-rina.

REDENTORE RANZATO, nato aCampolongo M. il 26 agosto del 1927da Amedeo e Buffa Elisa, è il settimo di8 fratelli. Ha vissuto i primi anni dellasua infanzia in un casone in via Basse,per poi trasferii con tutta la famiglia invia Roma. Fin dall’età adolescenziale,per aiutare la sua numerosa famiglia, hainiziato a lavorare come agricoltore in

piantagioni di fiori e piante , presso i terreni di proprietàdella famiglia Sgaravatti a Saonara. Successivamente si tra-sferì a Milano come aiuto operaio edile per guadagnare unpo’ di più. Fu qui che conobbe la sua amata Emilia, anchelei originaria di Campolongo, trasferitasi a Milano per la-voro. Durante tale periodo , Redentore ebbe un incidente

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sul lavoro, che gli provocò un’invalidità permanente allavista. Ma niente fermò i due giovani che dopo un paiod’anni rientrarono a Campolongo per coronare il lorosogno d’amore. Nonostante le tante difficoltà legate all’in-validità e in alcuni momenti alla mancanza di denaro, Re-dentore non smise mai di darsi da fare per il bene dellamoglie Emilia e dei figli Marisa, Luciana, Monica e Nicola.Dal 2002, in seguito alla malattia di Emilia, è rimasto ve-dovo e vive tutt’oggi a casa con la figlia Marisa, circondatoda tutti i suoi figli, dal genero Palmiro e dalla nuora Sa-brina, godendosi i grandi, ma per lui sempre piccoli, nipo-tini: Samantha, Steven, Greta, Stella e Filippo.

ANGELINA SACCHETTO è nata adArzergrande il 29 Gennaio 1927, ot-tava di nove figli di cui otto femmine eun maschio. Nel 1946 si è sposata, ve-nendo ad abitare a Campolongo Mag-giore; ha avuto 3 figli, un figlio ogni 7anni ed è rimasta purtroppo vedova asoli cinquant’anni. Dall’anno della suanascita ad oggi si sono susseguiti annie periodi storici sicuramente non facili,

basti pensare agli anni della Guerra ’40-’45. La vita di An-gelina si caratterizzava per i sacrifici, le rinunce, il duro la-voro nei campi, la famiglia numerosa da accudire. La svegliaal mattino suonava sempre alle 4 per andare nei campi a la-vorare, per continuare poi la giornata a casa con tutte le in-combenze tipiche di una madre di famiglia: preparare ilpranzo, la cena, lavare i panni rigorosamente a mano, sti-rare, rammendare e tutto fino a notte inoltrata. Riuscì poiad esprimere nella vita la sua grande passione: la cucina.Per dieci anni ha svolto il lavoro di cuoca, ci metteva inquesto una grande passione e un grande impegno, cercavasempre gli ingredienti migliori, i prodotti più genuini esvolgeva tutto con il cuore. La sua grande preoccupazioneè stata sempre quella di assicurare un futuro sereno ai suoifigli, ai quali ha sempre insegnato di praticare prima ditutto l’onestà e il rispetto verso il prossimo e il sentimentoa cui ancor oggi tiene particolarmente è il perdono, da pra-ticare verso tutti; oggi, anche se un po’ più in là con glianni, non dimentica mai di pregare per tutti i suoi cari eper il prossimo.

GIOVANNI ZAMBONIN è nato l’11settembre 1927. Il padre Riccardo e lamadre (che lui ricorda bellissima) vive-vano nella “boaria” di Callegaro Emiliocon altri figli. La famiglia ha dovutocambiare di “casone” più volte a causadella necessità di lavorare sia nei campiche nelle stalle che allora avevano moltebestie da curare e mantenere per il la-

voro nei campi. A quattordici anni andò a lavorare nellafattoria di Grigoletto a Liettoli dove rimase per moltotempo. Qualche anno dopo si trasferì a Campocroce di Mi-rano. Cambiò più volte di “padrone” ma fu sempre trattatocon umanità e benevolenza perché era ordinato, capace esempre disposto ad aiutare anche gli altri. A diciotto anninon fu ammesso alla vita militare a causa di un incidente:una cavalla gli calpestò un piede schiacciandogli il pollice ecosì non fu fatto “abile”.Quasi contemporaneamente anche il padre Riccardo ebbeun incidente e perse il lavoro. Giovanni allora si dedicò allaraccolta di ossa. In quel periodo molti uomini reduci dallaguerra e bisognosi di denaro per mantenere la famiglia, gi-ravano per i paesi raccogliendo “strasse –ossi e ferro vec-chio”. Giovanni si dedicò alla raccolta di ossi che alloravenivano usati per fare sapone e per fare anche bottoni. Le

ossa venivano raccolte negli alberghi di Abano e Monte-grotto e lavorati a Liettoli da Domenico Gobbato (il gua-dagno era ottimo).Negli anni ’50 conobbe Anita Zanaga e la sposò e venneroad abitare a Bosco di Sacco; nacquero 3 figli: Loris, Gabrielee Regina. Giovanni continuò a lavorare con suo padre, rac-cogliendo nelle sartorie ritagli e scampoli di stoffa che ve-nivano portati da Lando per essere spediti in Toscana peressere rifatti in stoffe a Prato (città specializzata in questosettore). Nel frattempo cambiò casa e venne ad abitare aCampolongo. Qui nacquero altri tre figli: Paolo, Riccardoe Roberta. Ognuno di loro ha una famiglia serena e ven-gono sempre ad aiutare il padre che, vedovo da 25 anni,vive con le due figlie e conduce ancora una vita attiva e par-tecipe. Ama gli animali e si cura anche dei gattini abban-donati con la collaborazione delle figlie.

BRUNO ZENNARO nato a Liettolidi Campolongo il 21 Agosto del ’27 fi-glio di Giovanni nato a Campolongo aquell’epoca infermiere presso l’ospedaledi Venezia dove conosce mamma As-sunta infermiera nello stesso reparto,nata a Venegazù del Montello (Tre-viso), si sposano. In seguito papà vieneassunto con la qualifica di infermiere a

Piove di Sacco. Dal loro matrimonio sono nati 5 figli: 3maschi e 2 femmine, io sono il secondogenito. A 11 annicon meritevoli voti ricevo il “diploma” di quinta elemen-tare. Vado a vivere presso la famiglia Zago Fortunato, unfabbro artigiano che non avendo figli chiede ai miei genitoridi tenermi con loro per insegnarmi il mestiere di fabbro.Dopo alcuni anni su mia richiesta vengo assunto in unostabilimento a Marghera come fabbro saldatore. In seguitocon gli anni incontro Donà Marcolina di Liettoli e a 29anni l’ho sposata. Dopo un anno dal matrimonio venne laprima figlia Anita e dopo sette anni i gemelli Paolo ed Ema-nuela; nel frattempo mi licenzio e apro un’attività in pro-prio: fabbro e riparatore di elettrodomestici. Paolo fin dapiccolo mi segue, io un bel momento vado in pensione ePaolo è tuttora, come è sempre stato, disponibile e puntualee continua con soddisfazione a servire la sua clientela.Dal matrimonio della figlia Anita è nata Rossella e sono di-ventato nonno. Vent’anni fa mi viene a mancare mia moglieMarcolina.Io tuttora continuo a seguire il figlio nel suo lavoro , cu-rando come sempre i nostri affezionati clienti. Nelle ore disvago frequento i centri anziani così si creano amicizie inallegria; da diversi anni sono simpatizzante dell’associazione“dispersi in guerra”. Da un anno faccio parte del gruppomusicale” Dolci ricordi” di Sant’Angelo, composto da 50elementi. Il gruppo è diretto dal maestro cav. Maniero Re-migio e porta nei centri anziani, nelle case di riposo e sagrepaesane: musica, canto e allegria come terapia per il benes-sere.

Giovanni Zambonin

Con questi nuovi iscritti il club 90 conta 34 iscritti:

27 donne - 7 uomini

Decana del club è Linda Carraro ved. Benvenuti

nata nel 1919

Bruno Zennaro

Angelina Sacchettoved. Stramazzo

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- I giovani del “BETTY GROUP” della “PRO LOCOPARROCCHIALE DI BOJON” con “TRIBÙ BUNGABUNGA”

- Il gruppo “THE MAGIC GROUP” di Bagnoli di Sopracon “BAYWATCH”

- Il gruppo “AMICI DI DAVIDE” con “I-DA VICHINGHI”

A tutti loro un infinito grazie.Un doveroso ringraziamento a tutti i volontari ma soprat-tutto grazie alle persone che hanno partecipato al nostrocarnevale e che l’hanno reso ancora più bello e divertente.GRAZIE E ALLA PROSSIMA EDIZIONE!Chiara Basso

12. Campolongo Maggiore 2017

CARNEVALE IN PIAZZA30° Edizione

V° carnevale in notturnaII° in memoria di Barbara Zagallo e Davide Barabin.

Anche in questa notte d’estate i colori e le luci dei carri mascherati hanno portato molta allegria alla nostra Comunità.Hanno sfilato per noi:- “LE CHEER LEADER”: Eva, Giulia e Sofia - Palestra Monte Verdi di Liettoli- BIANCA NEVE E LA STREGA CATTIVA- Gruppo “CARRAMBA CHE CARRA’” - simpatiche e allegre mamme di VALLI DI CHIOGGIA;- “I PIRATI NAUFRAGHI” - ACR E ASILO SS. FELICE E FORTUNATO- “GREASE” - LA CLASSE DEI GENITORI di BOJON- “IL TERNO DELLE MASCHERE” - ALLEGRA BRIGATA DEGHEJO di BAGNOLI DI SOPRA- “I-DA VICHINGHI” - gruppo “AMICI DI DAVIDE”Non ci stancheremo mai di ringraziare tutti coloro che hanno lavorato per realizzare la nostra festa ed ancora mille voltegrazie a chi è venuto a trovarci per passare una serata in nostra compagnia.GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE!!!!!!!

Eccoci arrivati al XXX° carnevale in piazza caratterizzato dacolori e schiamazzi.I colori a cui facciamo riferimento sono quelli dell’ar-cobaleno perché ognuno ha una propria caratteristica e sfu-matura ma insieme formano qualcosa di meraviglioso.Così come i volontari che si sono prodigati per realizzare ivari carri ed allestire la festa. Ogni persona è diversa dall’al-tra ma mettendosi insieme la forza si moltiplica e le ideediventano realtà.Il carnevale è la festa dell’allegria per eccellenza e da noi èstata portata da: - Le nostre mascotte arcobaleno- Il centro diurno per persone con disabilità “IL SOLE”

che ha presentato “ALICE NEL PAESE DELLE MER-AVIGLIE”

- L’Associazione culturale “MATER VITAE” con “LASEMPLICITÀ DEL CAPPELLAIO MATTO”

- L’Associazione “LA CLASSE DEI GENITORI” che ha presentato gli “ANNI 50”

- L’ACR - ASILO SS. FELICE E FORTUNATO con “IPIRATI NAUFRAGHI”

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13.

Giorgio Magro di Diego e Alice

Mariavittoria Donolatodi Pierpaolo e Claudia

Tommaso Bragatodi Alessandro e Silvia

Ettore Donolatodi Davide e Arianna

Luna Meneghettidi Damiano e Maria Teresa

Gobbo Marcodi Amedeo e Roberta

Cacco Alicedi Simone e Manuela

Pietro Callegarodi Stefano e Alessandra

Carraro Ziva di Enrico e Katiuscia

Kevin Gislondi Luca e Maria Teresa

Ettore Rampadodi Giampietro e Assunta

Ranzato Pietro di Giampietro e Federica

Emma Frisondi Davide e Laura

Adele Fasolato di Andrea e Manuela

Gioia Mazzettodi Davide e Luisa

Camilla Taschindi Davide e Alice

Nicholas Zeminiandi Manuele e Simonetta

Alberto Oreste Coccatodi Kristian e Chiara

Anita Matterazzodi Matteo e Claudia

Anna Polodi Fabio e Daniela

Paolo Ranadi Andrea e Barbara

Leonardo Salmasodi Lucio e Ilenia

Giacomo Taschindi Simone e Giada

Sara Mutidi Fabio e Monica

Chiara D’Annadi Andrea e Alessia

Gabriel Butuceadi Valentin e Tatiana

Nicola Zanindi Massimo e Rossella

presentiamo alla Comunità i bambini battezzati dal 1° luglio 2016 al 30 giugno 2017

Campolongo Maggiore 2017

Una catecumena a CampolongoEra settembre 2015 quando ad un incontro del Consiglio Pastorale don Emanuele ci presentò Ca-rolina Milani e suo marito Marco. Carolina, Moldava, sposata con rito religioso misto con Marco,chiedeva di diventare Cristiana. 08-11-2015 Carolina in Cattedrale a Padova davanti al nuovo ve-scovo Claudio fu ammessa al percorso del catecumenato della durata di 2 anni. Un percorso impe-gnativo per Lei con incontri di catechesi sistematici settimanali ed incontri ed unzioni in Cattedralea Padova ed in Parrocchia. Ogni domenica, quando era presente alla Messa, subito dopo l’omelia,vi ricordate, veniva congedata dal parroco ed accompagnata dai catechisti fuori della chiesa comeprevisto dal percorso catecumenale. Percorso che è terminato nella notte della vigilia di Pasqua il15 aprile 2017 con il Battesimo di Carolina, il conferimento della Cresima e della Prima Comu-nione. Avere una Catecumena per la nostra comunità ha portato oltre la novità e curiosità, anchemolti effetti positivi, infatti nell’ultimo periodo parecchie persone si interessavano a Carolina echiedevano notizie. In quella notte Santa erano presenti parecchi parrocchiani che hanno accom-pagnato Carolina con la loro vicinanza e la loro preghiera.

Ernesto e Milledi

I bambini sono come i fiori: ciascuno è unico

per colore e profumo

Tutti insieme fanno del mondo un bellissimo giardino

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14.

PANIFICIOMENGATO

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qualche rimpianto. Bello sentire anche qualchetestimonianza. Nel congedarci, alle coppie sono stati offertidei bellissimi bouquet di fiori.

Marta e Loris

Gli anniversari di matrimonio sono stati festeggiatidomenica 11 giugno. La festa è iniziata con lapartecipazione alla s. messa celebrata dal nostro parrocodon Emanuele. Nell’omelia le coppie hanno ascoltato egradito le buone e sagge parole del nostro parroco. Martedì6 giugno era stato organizzato unincontro per tutte le coppie, presiedutoda mons. Gino Temporin di Piove diSacco, sul tema “amore e letizia” diPapa Francesco. L’amore reciproco tramoglie e marito è l’espressione piùautentica dell’amore di Dio Padrerivolto ai suoi figli. Amore da costruire,da coltivare e far crescere.Dopo la s.messa ci siamo ritrovati apranzo in centro parrocchiale dovesono state proiettate alcune foto deimatrimoni. Quanti ricordi e quanteemozioni sono riaffiorati alla memoriasoprattutto dei meno giovani, foto delpassato riviste con grande gioia e

Anniversari di matrimonio

Campolongo Maggiore 2017

W gli Sposi

50° Nozze d ’oro 55° Nozze d ’avorio

Biscaccia Carrara Sante e Matterazzo Lucia

Pittarella Placido e Cappellari Assunta

Sporzon Secondo e Stramazzo Marisa

Borgato Gianpaolo e Maniero Carla

Boscain Bruno e Scanferla Ombretta

Matterazzo Pietro e Callegaro Domenica

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in Cottolengo: un’esperienzaindimenticabile, hanno condivisomerenda e balli tutti assieme; siamoandati anche a Villa Madonnina diFiesso per un ritiro di mezza giornata,hanno partecipato tutti e anche làabbiamo pregato e ci siamo anchedivertiti.Il 14 maggio è arrivato il giorno tantoatteso, la cresima. Dopo vari incontricon i genitori e i padrini e messo apunto il programma, tutti eranopreparati per la cerimonia. Il giornodella cresima i ragazzi eranovisibilmente emozionati, così come

noi catechiste e anche i genitori che avevano fatto prepararela chiesa con dei bellissimi fiori. I ragazzi erano vestiti consobrietà e buon gusto come aveva raccomandato il nostroparroco. Il Vescovo Claudio Cipolla durante la celebrazione ha espostoun’omelia molto coinvolgente che esortava tutti ad agire e haanche letto un pensiero scritto da uno dei ragazzi; durante ilrito della confermazione li ha abbracciati tutti, uno per uno.A conclusione di un cammino di 3 anni fatto insieme aquesti bravi ragazzi e alle loro generose famiglie, il giornodella cresima abbiamo vissuto una bella esperienza che nonsarà dimenticata: per tutti noi è stato un dono.

Antonella Veronese

UNA BELLA ESPERIENZACampolongo Maggiore 2017

Dopo aver fatto tanti anni di catechismo (16) ero esausta emi sono fermata.3 anni fa ho ceduto alle sollecitazioni di don Emanuele eSuor Loredana ed ho iniziato questa nuova avventura aiutatadalla mia amica Brunella. Non conoscevo i ragazzi né le lorofamiglie. Fin dai primi incontri mi sono resa conto che i 15ragazzi di 1^ media ai quali avrei dovuto dedicarmi, eranoveramente dei bravi ragazzi. Le loro famiglie ho avuto mododi conoscerle durante le uscite e ho avuto la piacevolesorpresa (non sempre succede) di trovare in loro disponibilitàa collaborare anche quando ho chiesto la disponibilità per

gli incontri del sabato o quando qualche famiglia si è resadisponibile ad ospitare tutto il gruppo per fare catechismosulla parola di Dio della domenica. Ho cercato di trasmettereil mio essere cristiana con la mia modesta fede. Devoconfessare che non sono per niente tecnologica, uso amalapena il telefonino, però ho potuto contare sulle famiglie.Sempre sostenuta dalla presenza costruttiva di donEmanuele, questi 3 anni sono trascorsi serenamente con variincontri e uscite. Sono le ultime uscite quelle che certamenteresteranno di più impresse nella mente dei ragazzi e di noicatechiste.Siamo stati a Torino sui passi di S. Giovanni Bosco, alSerming della pace e a Libera, abbiamo pregato e ci siamoanche tanto divertiti perché siamo stati ospiti da dellemagnifiche suore. Quello che ai ragazzi è rimasto tanto nelcuore è anche il giorno passato con il gruppo “a mani aperte”

40° SacerdozioDon Lorenzo Donà, Parroco di Campolongodall’ottobre 2001 al settembre 2013 celebraquest’anno il suo 40° di sacerdozio. Per questaimportante tappa del suo ministero, la nostracomunità parrocchiale gliporge gli auguri e loringrazia, ancora una volta,riconoscente per il suoimpegno per il rinnovo e larealizzazione delle nostrestrutture parrocchiali dellequali oggi beneficia tutta lacomunità.

Il Vescovo in visita alla cucina del Centro Parrocchiale il 14 maggio

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Quest’anno, tra le iniziative pensate per la festa della Co-munità, è stata inserita una nuova iniziativa: il 1° radunodei fratelli gemelli residenti nella nostra Parrocchia, Cam-polongo ne conta 20 coppie. È stata una bella novità accoltacon piacere da buona parte degli interessati.La serata è stata bella: S. messa, cena e presentazione dellevarie coppie, dai più piccoli, 7 anni, ai più grandi 72.

Clima festoso con interviste ai partecipanti, a seguire unpiccolo intrattenimento per dare un po’ di allegria a tutti ifesteggiati, alle famiglie e agli amici al seguito. Per l’anno prossimo speriamo di allargare la partecipazione.Si accettano idee e consigli.

Mario Matterazzo

Domenica 18 giugno la comunitàdi Campolongo Maggiore ha fes-teggiato la classe del 1967.50 anni, è un compleanno impor-tante. La giornata è cominciatacon la santa messa delle 11 perringraziare il Signore del traguardoraggiunto e con l’auspicio diritrovarci ancora nei prossimi anni.In questa chiesa abbiamo ricevutoi sacramenti e molti di noi hannocelebrato il loro matrimonio.Tornare per festeggiare i 50 anni èstato emozionante. Nell’omeliadon Emanuele ha ricordato i nostridue compagni di classe che cihanno lasciato, Andrea eGiuseppe. Al termine della s.messa non poteva mancare lamitica foto ricordo. Dopo ci siamo ritrovati tutti a pranzonel centro parrocchiale dove abbiamo avuto modo di ri-conoscerci bene e di ricordare i bei tempi della scuola.Durante il pranzo sono stati evocati tanti simpatici aned-doti proprio del periodo della scuola, uno in particolareriguardava le telefonate anonime per avvertire di presuntiordigni esplosivi nascosti a scuola. Questo avveniva princi-palmente di sabato mattina quando scattava l’ora del com-pito in classe di francese, non era per la lingua francese, maper qualche antipatia per la prof.

Rievocando i tanti ricordi comuni, anche il pranzo pros-eguiva e tra una bevuta e l’altra ci siamo tanto divertiti. Allafine la promessa è sempre quella di ritrovarci almeno unavolta all’anno.È doveroso ringraziare chi si prende l’impegno di man-tenere il gruppo in contatto e organizzare i vari ritrovi.Giornata da ricordare e ripetere magari ritrovando anchechi non ha partecipato.

Angelita - Chiara e Loris

Festa dei cinquantenni

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3, 2, 1... GRESTAnche quest’anno la fantastica esperienza delGrEst si è svolta tra divertimento e serenitàcon la partecipazione di 116 ragazzi e l’aiutodi ben 28 animatori accompagnati da DonEmanuele e Suor Mirella.Filo conduttore è stata la storia di Kiko, figliodi Kabot capo del villaggio di Kwort; venutoa mancare il padre, Kiko si trova a dover su-perare varie sfide contro Zuccot, fratellastrodel padre, per decidere chi sarebbe stato pro-clamato nuovo capo villaggio. Entrambi eranoaiutati da vari amici; dopo tante difficoltà eincertezze, Kiko incontra Tanka, della qualepoi s’innamora, e riesce a spuntare la compe-tizione lealmente, ottenendo l’ammirazionedel popolo. Questa storia ha insegnato ai ra-gazzi valori come quelli della collaborazione edell’onestà e di non avere pregiudizi.La mattina cominciavamo con un momento di preghiera,a cui seguiva la storia, dei balli in piazza, delle attività e perfinire i giochi. I ragazzi erano ogni giorno sempre più cari-chi e decisi a vincere ogni sfida proposta e mi hanno sor-preso anche durante le attività di laboratorio a cuipartecipavano con tanta forza di volontà e ascolto. Duegiornate in gita fuori paese, a Mirabilandia, e a seguire, allegrotte di Oliero con l’indimenticabile escursione in battello! Tutto ciò ha costituito le due intense settimane che ab-biamo passato insieme ai ragazzi, a cui siamo infinitamentegrati per averci regalato un’esperienza memorabile e unica,e per averci donato emozioni incredibili! Spero che a lorosiano arrivati i nostri messaggi di amore, fede e impegno.Vi aspettiamo l’anno prossimo per trascorrere un’altra bellaavventura insieme a noi e a tutti quelli che vorranno ag-giungersi!

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E anche questo anno... eccoci qua! Non volevamo mancare questo appuntamento, che ormaiè diventato una tradizione per noi. È l’occasione utile perraccogliere i pensieri e ricordare tutte le esperienze vissutedurante l’anno. ... E ci siamo accorti che sono davvero tantele cose realizzate!Siamo fieri di constatare che, di anno in anno, alcuni ap-puntamenti importanti, come La festa della solidarietà, in-sieme a Aria Sole e Festa, e il Pellegrinaggio all’OPSA, sono

diventati delle conferme forti e sicure. Conferme che cisono ancora molti cuori sensibili intorno a noi, che desi-derano condividere e contribuire, ognuno come può, perdonare a chi non ha ricevuto dalla vita le stesse opportunità.È emozionante vedere che, il numero delle persone che sifanno “contagiare” dalla solidarietà aumenta ogni anno...perché la solidarietà è una “malattia” che fa bene al cuore!Questo 2017, è stato importante anche per un altro evento.Da sempre, uno degli appuntamenti che i ragazzi hannoatteso con maggior trepidazione durante l’anno, è stato ilCamposcuola. Un’occasione di crescita e di condivisioneimportante, per loro, lontani dalla famiglia, e per noi nelvivere insieme a loro per una settimana.

Da quando il nostro Capitano ha lasciato le redini delgruppo nelle nostre mani, il dolore del vuoto e la paura dinon riuscire ad affrontare di nuovo questo impegno, ciaveva fatto decidere di sospenderlo. Questo anno, in cuiabbiamo provato a camminare “da soli”, ci ha aiutato a re-cuperare la fiducia, la forza e il coraggio necessari ad affron-tare di nuovo questa sfida. E così a Luglio siamo partiti, peruna settimana, con 30 ragazzi verso l’altopiano di Asiago,presso la Casa S.Antonio, immersi nel verde dei boschi. È

stata un’esperienza bella, intensa e impegna-tiva, fatta di lunghe passeggiate, di giochi, diriflessioni, di risate, di pianti, balli e canti.Questa esperienza ci ha ricordato che siamoforti, che i semi piantati dal nostro Capitanosono cresciuti e sono diventati delle piante conradici salde e profonde. Siamo tornati colcuore pieno, consapevoli che le sfide e le diffi-coltà non mancheranno, ma che dobbiamoavere fiducia e coraggio nel continuare la no-stra missione.La parola CORAGGIO deriva da “AVERECUORE” e, a tal proposito, prendiamo a pre-stito le sagge parole di Papa Francesco comepromemoria quotidiano:“Oggi è tempo dimissione ed è tempo di coraggio! Coraggio dirafforzare i passi vacillanti, di riprendere ilgusto dello spendersi per il Vangelo, di riacqui-

stare fiducia nella forza che la missione porta con sé. Ci èrichiesto il coraggio per lottare, non necessariamente pervincere; per annunciare, non necessariamente per conver-tire. Ci è richiesto il coraggio per essere alternativi almondo, senza però mai diventare polemici o aggressivi. Ciè richiesto il coraggio per aprirci a tutti. Oggi è tempo dicoraggio! Oggi ci vuole coraggio!“... Noi siamo qui, con Cuori e Mani aperte, pronti per con-dividere nuove esperienze e nuovi incontri… la storia con-tinua!

Antonio, Lucia... e tutta la Compagnia del Gruppo A Mani Aperte

E anche questo anno... eccoci qua

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IN PUNTA DI DIAMANTE

È stata una avventura ricca di pro-poste il Camposcuola di quest’anno!Ospiti della casa alpina “Maria Iim-macolata” a due passi dalla Marmo-lada, dal 30 luglio al 6 agostoabbiamo vissuto un’esperienza fan-tastica grazie ai 29 ragazzi Acr ed ai

20 giovanissimi che hanno accettato la sfida. La proposta di quest’anno rendeva attuale la figura biblicadi Ester, regina bellissima che, riconoscendo la missione af-fidatale da Dio, rispose con coraggio alla chiamata: salvareil suo popolo esule in terra straniera dallo sterminio pro-grammato da dei nemici. Rivisitando in chiave fantasticala storia, abbiamo trasmesso ai ragazzi un messaggio di re-sponsabilità e coraggio che li ha portati a scoprirsi come “lapunta di diamante” a cui Dio chiede di essere re o reginaresponsabili dentro la propria comu-nità. Ogni giornata prendeva nome da unapietra preziosa le cui caratteristiche equalità ricalcavano la scansione degliobbiettivi. I ragazzi, dopo essersi am-bientati, si sono calati nel vero spiritodel camposcuola. Tante le risate e i sorrisi scambiati, icanti a squarciagola, gli scherzetti equalche secchiata d’acqua a rinfre-scare gli animi. Le giornate si sonosusseguite velocemente, tra momentidi attività e gioco al campo da calciocomunale o al bosco, l’immancabilepasseggiata (attraverso i Serrai di Sot-toguda siamo arrivati tutti a MalgaCiapela, poi i più determinati hanno

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proseguito) verso Malga Ombretta, i giochi notturni, le ri-flessioni di gruppo, la meravigliosa veglia alle stelle e... l’in-dimenticabile pic nic - barbecue del sabato offerto da ungruppo di genitori! Un grande grazie va agli educatori Marta, Michela, Elisa,Chiara, Erika e Tommaso che con amore e passione educa-tiva hanno organizzato e gestito attività, giochi e riflessioni. Grazie alle cuoche che ci hanno dato la giusta dose energe-tica quotidiana e alle signore che ci hanno aiutato (a fatica!)a tener pulita ed in ordine la casa.Alla fine, ma non meno importante un grande GRAZIEAI RAGAZZI che hanno accettato questa sfida e che hannoreso unico il camposcuola 2017.Siete grandi ragazzi!!! È stato un piacere esservi accanto. Vi aspettiamo a Settembre con l’ACR!!!

Marta Panizzolo

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Nella chiesa della nostra Parrocchia dal 1 luglio 2016 al 30 giugno 2017 si sono celebrate le esequie per questi nostri defunti. LI RICORDIAMO.

19.Campolongo Maggiore 2017

✻ RICORDANDO ✻Mercoledì 16 novembre il cuore di don Antonio Bellamio cessava dibattere, ad un anno di distanza dalla scoperta del male che lo ha por-tato alla morte. Don Antonio è stato Parroco di Campolongo M. dal1973 al 1984 e qui curò il restauro della chiesa e del campanile. DonAntonio era nato a Ronchi di Villafranca nel giugno del 1931. Entrònel Seminario minore quando ancora si era in guerra e l’ordinazione aprete fu conferita dal Vescovo Bortignon il 10 luglio 1955.Don Antonio è stato fedele alla vocazione ealla missione ricevuta. Non ha cercato stradeo gesti originali, è vissuto da prete come ilseminario preconciliare l’aveva formato edha assunto il Concilio con la stessa determi-nazione: essere fedele amministratore dellaParola e dei Sacramenti. Siamo certi che ilSignore lo ha accolto con le parole evan-geliche: “Entra servo buono e fedele nellagioia del tuo Signore”.La Comunità Parrocchiale di Campolongolo ricorda con riconoscenza.

Ormai sono cinque anni che la parrocchia di CampolongoM. ha un punto di distribuzione Caritas, emanazione delCentro Caritas Vicariale di Piove di Sacco, collocato pressol’asilo parrocchiale; come voi sapete è aperto i primi tre Sa-bati di ogni mese.In questi cinque anni abbiamo assistito 52 nuclei famigliari;attualmente aiutiamo 20 famiglie.Come in tutte le comunità cristiane, gli operatori caritas,da soli, fanno ben poco; solamente insieme, con il contri-buto di tutti i parrocchiani, si costruisce qualcosa di grande.A tal fine è stato posto in chiesa un carrello della spesa per

le persone che vogliono partecipare con la donazione di ge-neri alimentari o di materiali di pulizia/igiene. Inoltre, il secondo Sabato di ogni mese, il centro di distri-buzione, è aperto al mattino (dalle 9.00 alle 11.00) per co-loro che voglio portare al centro Caritas gli aiuti o anchesolo venirci a trovare,Le famiglie che ricevono i vostri aiuti non mancano mai diringraziare tutti i parrocchiani per la generosità ed il lorocontributo il quale, oltre all’aiuto materiale, contribuisce afarle sentire meno sole.

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e-mail: [email protected]

Ranzato Doriano: Cell. 348 130 7930Ranzato Ivan: Cell. 333 397 0819

Marisa Crema Pasqua Maniero Mario Bucchia Sebastiano Brentan

Lauretta Ranzato Rosa Convento Natalina Beo Alberto Bellitti

Antonio Rampazzo Esterina Sanatelli Giovanni Franceschin Remigio Boscolo

Severino Conte Gianni Gedeone Gobbi Margherita Boldrin Angelo Balasso

Giuseppe Pittarella Bruno Fattore Amedeo Gobbato

Biolo OlivoCAMPOLONGO MAGGIORE (VE)

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SEDE: Via Pave 2/A - 30010 Campolongo Maggiore (VE)Tel. +39 049 584 81 16 - Fax +39 049 974 02 [email protected] - www.colorificiogottardo.it

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RINGRAZIAMO COOP ALLENZA 3.0 Soc. Coop. PER IL CONTRIBUTO

Giovani allievi di un corso professionale di falegnameria organizzato a Campolongo dall’Istituto Veneto per il lavoro negli anni ‘50. Maestri del corso i falegnami Masiero Guido e Formenton Amedeo

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