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riviera02/12

Date post: 20-Feb-2016
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giornale d'informazione
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Leghisti, al seguito dell’inviato di Radio Padania, il 31 dicembre sono andati in pellegrinaggio a Lourdes per chiedere a Maria di fare riconoscere l'amata Padania. Sembra che alla Madonna di Polsi sia stato chiesto un miracolo più grande: santificare i processionanti dell’antimafia. Data la crisi, pare che Maria di Polsi abbia risposto di no: i santi costano come in cielo così in terra.
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Leghisti, al seguito dell’inviato di Radio Padania, il 31dicembre sono andati in pellegrinaggio a Lourdes per

chiedere a Maria di fare riconoscere l'amata Padania. Sembrache alla Madonna di Polsi sia stato chiesto un miracolo piùgrande: santificare i processionanti dell’antimafia. Data lacrisi, pare che Maria di Polsi abbia risposto di no: i santicostano come in cielo così in terra.

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Lo Stato nondimentica i suoi fedeli servitoriAgguato a GiacomoMancini, ovvero comesi costruisce unprocesso, andando acercare di carcere incarcere i pentiti conmira infallibile.

Del processo imbastito controGiacomo Mancini per con-corso esterno in associazionemafiosa e dal quale uscì vitto-rioso a Catanzaro il 19

novembre 1999, dopo anni di tortura giu-diziaria e morale, ricordavo ormai poco.M'ha fatto tornare nitida la memoria,insieme al freddo alla schiena, il libro- con-versazione di Enzo Paolini con FrancescoKostner, Agguato a Giacomo Mancini, chepuò essere ospitato in tutte le scuole giuri-diche come un esempio da manualemedioevale di come si costruisce un teore-ma non solo non avendo prove, ma andan-dole a cercare di carere in carcere.

Protagonisti attivi e creativi di quel proces-so-monstre furono i Pm GiuseppeVerzera, ora a Messina e dimenticato, eSalvatore Boemi, adesso fuori dai ranghidella magistratura. Quest'ultimo ebbe asuo braccio destro il colonnello AngioloPellegrini, splendido esempio di intransi-gente combattente a difesa delle istituzio-ni, come ricorderanno gli avvocati del foro

di Reggio, e, che per meglio proteggerle,dice l'avv. Paolini, “andò in giro per le car-ceri italiane a chiedere se mafiosi e crimi-nali avessero «qualcosa» da dire o daricordare su Giacomo Mancini”.Naturalmente, criminali e mafiosi, che, dapentiti non sbagliano mai la mira, ricorda-vano, e come. E anche quando iloro ricordi venivano smentitidai riscontri, che importava? Ilcommento - sostegno del pmSalvatore Boemi era che le lorocontraddizioni ne avvaloravanola spontaneità e la credibilità.In una Italia, che non tendessead assomigliare alla Corea delNord, l'allora colonnelloAngiolo Pellegrini avrebbedovuto perdere qualche grado e invece facarriera. Diventa generale.Sono passati 13 anni dall'assoluzione diGiacomo Mancini con la motivazione piùalta sotto il profilo giuridico: perché il fatto

non sussiste. E Salvatore Boemi? E Angiolo Pellegrini?Dove sono?L'illustre magistrato è direttore generale

dell'Autorità Regionale -Stazione Unica Appaltante(SUA), e in questo ruolo è statonominato nel marzo 2009 dallaGiunta Loiero.Angiolo Pellegrini, generale inpensione, è custode della legalitàdel Porto di Gioia Tauro.Non si tratta di premi, ma di cer-velli che non bisogna mai lascia-re inattivi.

Si tratta di uomini eccellenti della cuiesperienza non si può fare a meno. Se sivogliono ripulire le aste dalla penetrazio-ne mafiosa e il porto di Gioia Tauro dagliintrighi cinesi.

IN EVIDENZADa Salvatore Boemi ad Angiolo Pellegrini

RODERIGO DI CASTIGLIA

A 13 anni dalla assoluzionedi Mancini. l’illustremagistrato dirige la SUA.L'allora colonnello AngioloPellegrini è custode dellalegalità del Porto di GioiaTauro. Si tratta di uominieccellenti della cuiesperienza antimafia loStato non può fare a meno.

DOPO L’ASSOLUZIONE

Protagonisti attivi ecreativi del processo ipm Boemi e Verzera

IN ALTO Salvatore Boemi magistrato e direttore generale dell'Autorità Regionale-(SUA) e Angiolo Pellegrini generale in pensione. SOTTO Giacomo Mancini

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Parlando

Grande Sud

di...

VENERDÌ 06 GENNAIO 2012 LA RIVIERA 04

CARMELO CARABETTA

Avevo scritto su «la Riviera»del 31 dicembre 2011 adapertura dell’articoloGIUSEPPE SCULLIATTACCANTE DELLA

LAZIO: “Non c’è scandalo che nonpromani dal ventre infetto del Nord: datangentopoli al calcio deviato verso latruffa. Ma la grande stampa, tuttanordista e nordcentrica, continua a darel’idea che siano il Sud e la Calabria iluoghi bestiali dell’inferno d’ogni virtù”.Intendevo, fuori di metafora, che il Sude la Calabria sono indicati come le sedipermanenti, lungo la storia d’Italia,della corruzione e dell’illegalità. E

questo è diventato opinione comuneanche tra i meridionali che han finitocon l’interiorizzare le categorie negativeconfezionate fuori dal Mezzogiorno, sulMezzogiorno, contro il Mezzogiorno.Si spiega con il difetto d’una culturameridionalista, che è stata ritirata dallalibera circolazione.L’odioso calco era stato aggredito erimosso dai meridionalisti. Il sicilianoNapoleone Colajanni non aveva man-cato di dimostrare, nel suo saggio Ildivenire sociale, che l’illegalità è presen-te tanto al Nord quanto al Sud. Il primo,caratterizzato dalla bancarotta fraudo-lenta, che il Colajanni chiamava delin-

quenza civile, il secondo qualificato daidelitti, che di nuovo il Colajanni chia-mava delinquenza barbara.Naturalmente i delitti, la deliquenzabarbara, facevano più impressione dellabancarotta fraudolenta, delinquenzacivile. Altrettanto naturalmente, il Sudsi portava addosso le stimmate dellabarbarie, il Nord continuava a truffare,ma senza castigo. Senza il castigo persi-no della parola.Altro grande meridionalista, tuttaviadimenticato, Ettore Ciccotti nel suosaggio Mezzogiorno e Settentrioned’Italia (vedi Biblioteca meridionalista)contro l’indecente cliché di un Sud,

Gli attaccanti del NordEvasione fiscaleCrimine Settentrionale

infanga un popolo casto. Avevamo, giu-sto per ridere, provato a coniare noi unnome per il male nordico. Aifam, mafiaal contrario, ma non aveva attecchito.Ora non è che noi vogliamo fare i leghi-sti al contrario o fare del mal comunemezzo gaudio. Vorremmo chiarire qual-cosina. La questione morale al nord èpiù di una bazzecola e coinvolge tuttauna classe politica e imprenditoriale, leindagini milanesi sulla corruzione lohanno dimostrato ampiamente.

Sopravvive però, nella parte più retrivaed egoista della società settentrionale,vedesi lega, la convinzione che i sudicisiano, tra l’altro, evasori fiscali incalliti.A sfatare il mito ci ha pensato, qualchegiorno fa, una tabella statistica pubblica-ta su La Repubblica, che dati alla manoconsegna la palma d’oro dell’evasionefiscale al nord. Sia in termini assolutiche in quelli percentuali. Qualunque siail meccanismo di misurazione dell’eva-sione fiscale, a primeggiare sono sem-

pre i nordici. I sudici si rappresentanocome gli abitanti più virtuosi della peni-sola, migliori addirittura di umbri e emi-liani. Strano ma vero, siamo meno cor-rotti e meno evasori del nord, e questodati alla mano. I nordici evadono tasseper 2.500 euro procapite e noi, solo, per500. Evadiamo un quinto rispetto aloro, e non perché guadagniamo unquinto in confronto a loro. I nordicidichiarano un reddito di 17.500 euro,noi di 13.000, in percentuale loro evado-

Niente di personale, né spirito diparte. Neanche voglia di con-trapposizione, solo necessità di

chiarezza dacché per consunto stereo-tipo il male alberga solo al sud. Ci stada talmente tanto che ci si è presi purela briga di dargli un nome: camorra,mafia, ndrangheta. Solo per citare inostri mali più famosi. Al nord terradel bene assoluto il male organizzatonon è mai stato codificato, i reati quan-do ci sono sono solo episodici, maisistemici e mai organizzati. Mani puli-te appunto è stata solo una parentesi.Milioni di proprietari che affittano innero? Milioni di imprenditori cheassumono in nero? Migliaia di alleva-tori padani che le quote latteall’Europa se le fanno pagare da tutti?I don Verze? I Tanzi? Mosche bianche,o nere. Qualche mariuolo che non

MAFIA NORDISTAGIOACCHINO CRIACO

Nordici e sudici

Tasso di evasione: 14,8 per cento al Nord, addirittura del 17,4 per cento alcentro e del 7,9 per cento al Sud.Ovvero, al Nord si evadono 2500 europrocapite, al centro 3000, al Sud solo 950. Però, attenti. Qualcuno potrebbedire che gli evasori del Nord siano i meridionali al Nord.

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la Riviera

DIAVOLO NERO

L'anno nuovo in Calabria, masarebbe meglio dire il 2012,comincia con una trasformazio-ne epocale. I massimi dirigentipolitici calabresi, già timide

ancelle del centro politico romano, hannofatto un grande balzo. Dopo la caduta pilo-tata di Silvio Berlusconi, si sono trasformatiin dirigenti-giraffa. E’ ciò che consente lorodi sporgere, scortati dal lungo collo, la testasu quel che accade a Roma. È l'unico movi-mento che si consentono, è l'unico movi-mento di cui si ha notizia: nel centrosinistrae nel centrodestra. Da Giuseppe Scopelliti,che coordina il Pdl, a Marco Minniti, chenon coordina più nulla. Mai come in questa fase, contro il Governoche vuole salvare l'Italia, di cui ilMezzogiorno e la Calabria non fanno evi-dentemente parte, utile, necessaria, distin-ta sarebbe una posizione netta, cioè di stam-po meridionalista, dei massimi dirigenti poli-tici calabresi. Ma questa voce non s'avverteperché non c'è. Chi guarda in casa propria èperduto. Per ascendere, e non discendere,bisogna stare attenti alla dama romana dovesono disposte le pedine del presente e delfuturo. Ma, infine, perché recriminare? Nonsi può andare contro natura.La natura ha voluto che le giraffe fossero esiano i mammiferi più alti tra tutte le speciedi animali terrestri viventi: più di 5 metrid'altezza. Sono, perciò, strette da necessità asopravvivere, nutrendosi di ciò che sta inalto, foglie o capi di partito che siano. Chil'avrebbe mai immaginato che GiuseppeScopelliti e Marco Minniti, in competizionecon il Principe di Niccolò Machiavelli, un po'lione, un po' volpe, si sarebbero risolti nellagiraffa? Il che si vede in Scopelliti, mentre in Minnitisi deve indovinare.

LE GIRAFFE

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fonte di ogni male, osservava:“Errerebbe chi volesse limitare alMezzogiorno la più recente degenera-zione della vita pubblica e sociale italia-na, specie nelle sue ultime fasi, e voles-se soltanto in esso rintracciarne lecause”. Valeva la forza dell’esempio edEttore Ciccotti scriveva: “L’ironia delcaso ha voluto che alla testa dellaBanca Romana, il fenomeno tipicodella sua specie, si trovasse un Ligure,e che la gestione del Banco di Napolidesse alcuni de’ suoi peggiori frutti interra lombarda ed emiliana e che i pro-cessi di Como e di Bologna stessero arappresentare non l’unità morale mal’unità immorale d’Italia”.

Il caso è un folletto che fa sempre ritor-no. E l’ironia del caso ha voluto, oggi,che alla testa dell’evasione fiscale,causa non secondaria della crisi econo-mica dello Stato italiano, ci sia il Nordproduttivo e generoso nei confronti delMezzogiorno piagnone e mangione,illegale e criminale. Parlano le cifre del-l’evasione fiscale al Nord e al Sud,significativamente commentate daPiero Sansonetti e che a noi piace giu-stamente riportare: “Per un momentomettiamo da parte la corruzione (feno-meno diffuso in tutt’Italia, ma che inmodo preponderante ha travolto ilNord, a partire da Milano, città chenegli anni novanta fu definita “tangen-topoli”) e concentriamoci sull’evasione.Qui abbiamo delle cifre sicure sullequali ragionare. Le ha pubblicate ieriRepubblica. Si tratta di una indaginecampionaria prodotta da Bankitalia suiredditi di tutti gli italiani (divisi tra abi-tanti del Nord, del Centro e del Sud)messa a confronto con le dichiarazionidei redditi ufficiali.Ecco i dati, in estrema sintesi. I redditipro-capite, reali, degli italiani sono di17.000 euro all’anno nel Nord, di16.850 nel Centro e di 12.000 euro nelSud, dice Bankitalia.La sproporzione è evidente e impres-

sionate: a Nord il reddito è quasi del 50per cento superiore a quello del Sud. Seperò guardiamo le dichiarazioni deiredditi, il divario si riduce notevolmen-te: al Nord viene dichiarato mediamen-te un reddito di 14.500 euro pro capite,al Centro di 13.900 e al Sud di 11.000.Questo vuol dire che al Nord, media-mente, si evadono 2500 euro a testa, alCentro un po’ di più, e cioè quasi 3000euro, mentre al Sud si evadono solo 950euro a testa. E cioè il tasso di evasioneè del 14,8 per cento al Nord, addirittu-ra del 17,4 per cento al Centro e del 7,9per cento al Sud. Al Sud, paradossal-mente – al Sud, sempre definito da tuttii giornali come la palla al piede delpaese, il regno dell’illegalità ecceteraeccetera– si evade meno della metà diquello che si evade al Centro-Nord.Leggetele bene queste cifre, con atten-zione: sono calcolate in percentuale,quindi non c’entra niente il fatto che alSud si è più poveri e quindi c’è meno daevadere, o che al Sud ci sono meno abi-tanti. E infatti, se dalle cifre in percen-tuale dovessimo passare alle cifre asso-lute, scopriremmo che nel Centro-Nord si evadono (solo sulle dichiarazio-ni Irpef) circa 67 miliardi di euro, men-tre al Sud circa 11 milioni, cioè sei voltedi meno. La sproporzione cresce anco-ra se si tiene conto dell’evasionedell’Iva e delle tasse delle imprese. Diciamo che, a occhio e croce, il Sud èdieci volte più virtuoso del Nord e cheogni anno, dalla sproporzione nell’eva-sione fiscale, riceve un danno di un cin-quantina di miliardi indebitamente tra-sferiti al Nord.Vogliamo riassumere con uno slogan,che può apparire provocatorio ma èuna semplice fotografia della realtà?Diciamo che il problema verodell’Italia è lo squilibrio tra un Sudsostanzialmente onesto e legalitario eun Nord dove sopravvive una enormequestione criminale”.Però, attenti. C’è sempre chi portaacqua al mulino del Nord. Cioè, chipotrebbe sempre dire che l’enormequestione criminale del Nord è stataimportata dal Sud.

no il 14% e noi meno del 5. E si, noisiamo il male assoluto e sistemico,però ci adattiamo più volentieri alleregole che vengono dal nord. Lorosono buoni per definizione, e siccomele regole le fanno possono anche vio-larle. Ma verrà l’infausto tempo cheanche al male sopra Roma un nomebisognerà darlo, non per questionigenetiche ma sempre e solo per condi-zioni di vita civile, garantite o menodallo Stato.

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Asp provincialeIl ping pong dei direttori

Renato Carullo o Rosanna Squillacioti? Delibere contro ordinanze.Decreti e illegittimità. Presidente della regione contro Tribunale del Lavoroe viceversa. Il tutto, per un vecchio giochetto: l’incarico di Direttoregenerale della sanità reggina.

ERCOLE MACRÌ

Giuseppe Scopelliti non molla.Non c’è niente da fare. Sullanomina di Rosanna Squillaciotia patron dell’azienda sanitaria

provinciale non cede mai di un centime-tro. E quando è lì lì per cadere, quasi al tap-peto, si rialza e, testardo più di prima, dagovernatore si trasforma in un “supergovernatore”. Con la corazza di commissa-rio ad acta della Sanità calabrese sparadecreti salva Squillacioti, mentre con lacorona di presidente regionale la resuscita,quando tutti la danno già per trapassata,con delibere e leggi regionali. Una fusionedi poteri che non lascia scampo: un caterpil-lar armato dal Consiglio dei ministri e stra-benedetto, con un consenso bulgaro, daglielettori calabresi.

Vittima sacrificale di questo cartone ani-mato a più episodi è Renato Carullo, men-tre il Tribunale del lavoro di ReggioCalabria è stato sinora una sorta di due dicoppe, quando la briscola è a denari.

Infatti, se il Tribunale dichiara illegittimauna delibera di Giunta, Scopelliti cala ildecreto, se disapplica il decreto, Scopelliticala la delibera. E quando non bastano néi decreti, né le delibere, ecco pronta laLegge regionale ad sqillaciotam.

E Rosanna Squillacioti, da fedelecortigiana, una volta da commissa-rio straordinario e un’altra volta dadirettore generale della sanità reggi-na, si alza altissima sul trono, e pergrazia ricevuta, produce atti, dàincarichi e firma contratti da sceiccoa calabri sauditi fedeli alla corte. Enoi subiamo questa impostazionetalebana che arriva a nominare duedirettori sanitari per la stessa azien-da, inventando nuove leggi, perchénon c’è più legge. Tranne quella delpiù forte: della giungla.

Renato Carullo invece, dopo chela Legge regionale del 11 maggio2007 aveva disposto, nell’eraLoiero, l’accorpamento delle ASLesistenti sul territorio regionale in

cinque grandiaziende pro-vinciali e ladelibera diquattro giornidopo (la nume-ro 229) avevaavviato la pro-cedura diaccorpamentodell’Asp diR e g g i oCalabria conl’Asl 9 di Locri, daallora, è stato incari-cato e revocato daDirettore generaledell’Asp reggina a ripetizione, con scienti-fico accanimento. Per ben quattro volte, indue anni, è disceso sottoterra dal verticedella piramide, senza possedere il mito delfaraone. O almeno non lo possederà fino aquando non gli verranno riconosciuti quasi5 anni di arretrati. A quel punto riemer-gerà dalle tenebre, con il ghigno della ven-detta sul viso da mummia.

Ma andiamo per ordine, percorrendoun ping pong aberrante oltre il 15 maggio2007.

Con delibera della Giunta regionale n.

441 del 14 giu-gno 2010 ledue aziendesanitarie sonostate accorpa-te di diritto inuna nuovaazienda sani-taria ed affida-te alla dott.ssaSquillacioti,nella qualità dicommissario

straordinario.Con Ordinanza

13916/2010 ilTribunale di

Reggio Calabria disapplicava la suddettadelibera regionale n. 441/2010 ed ordinaval’immediata reintegrazione del dott. RenatoCarullo nella qualifica e funzioni diDirettore Generale dell’ASP, assunte inforza della precedente delibera regionale n.229/2010.

Ma, con decreto n. 24 del 16 novembre2010 il PGR nella qualità di Commissarioad acta per il Piano di Rientro prendevaatto dell’ordinanza di reintegra del dott.Carullo, e contestualmente ne dichiarava ladecadenza automatica dall’incarico di diret-

tore Generale dell’ASP ai sensi dell’art. 2comma 23 lett. A) legge n. 191/2010, confer-mando l’avvenuto accorpamento dell’ASPdi Reggio C. – Palmi con l’AS 9 di Locri edil decreto commissariale n. 8/2010.

E ancora, con decreto n. 55 dell’8.7.2011del Presidente della giunta regionale nellaqualità di commissario ad acta per il Pianodi rientro, la dott.ssa Squillacioti venivanominata direttore generale dell’ASP diReggio Calabria.

Con ordinanza collegiale depositatal’1.8.2011 il Tribunale di Reggio Calabria, inaccoglimento del reclamo proposto daldott. Renato Carullo sospendeva immedia-tamente, in via cautelare, il decreto commis-sariale n. 24/2010 puntualizzando che «lanatura auto esecutiva della sospensione com-porta l’affermazione della perdurante efficaciaed effettività del rapporto contrattuale stipula-to dal Carullo…. E i diritti e obblighi da talerapporto scaturenti per le parti».

Ma dopo quattro mesi, con decreto com-missariale n. 137 del 29.12.2011, in attuazio-ne dell’Ordinanza suddetta ed in ottempe-ranza al comando giudiziale emesso con lasuccessiva Ordinanza del 23 novembre2011, è stato definitivamente disposto ilreintegro dell dott. Carullo nelle funzioni diDirettore Generale dell’Asp.

Ma udite udite. Scopelliti sapevadi dover andare alla radice del pro-blema, cioè alla modifica dellelegge regionale di Loiero. Laprima, quella dell’accorpamento.

Infatti, con l’Art. 40 della L.R. n.47 del 23 dicembre 2011, modificail comma 6 dell’art. 7 della leggeregionale 11 maggio 2007 n. 9,disponendo che l’accorpamentodelle Aziende sanitarie n. 11 diReggio Calabria e n. 9 di Locri,avviene entro il 31.12. 2012 attra-verso la nomina dell’organo di ver-tice della nuova azienda sanitaria.

Ovvero di Rosanna Squillaciotiche (ri)entra dalla porta principale,dopo che a Renato Carullo , ilgovernatore gli aveva aperto lafinestra.

Aberrante. Talebani.

I talebani della sanità

IN ALTORenato Carullo e Rosanna Squillacioti

SOTTOI governatori Agazio Loiero e Giuseppe Scopelliti

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la Riviera

La settimana

Lo davano tutti, o al posto di Grassonella Dda nazionale, o al posto diIonta alla presidenza delle carceri ita-

liane. Ma lo sciame sismico che ha interessa-to specie la Calabria, ma soprattutto laprovincia di Reggio nell’ultimoanno, ha aumentato molto proba-bilmente, per il procuratore capodella Dda di Reggio Calabria,Giuseppe Pignatone, le prope-deuticità per l’ultima meta. LaCapitale per adesso rimanelontana. La tentazione è fortee si chiama Palermo. Con ilpensionamento del pg si apri-rebbero nuovi scenari chepotrebbero riportarlo nellasua città d’origine da procura-tore generale. Certo è che lasua partenza da Reggio scate-nerà una guerra per la succes-sione.

Annus terribilis, il 2011, per Rosarno e la Pianadi Gioia Tauro tutta. E il futuro promette pessi-mi auspici: licenziamenti di massa al Porto,impianti turistici e supermercati chiusi, aranceche restano sugli alberi e terreni che vengonoabbandonati.In questa situazione, ci accingiamo a pagare lacrisi, ad affrontare i sacrifici che l'Europa cichiede per rimediare a una situazione che nonabbiamo creato NOI. Tutto questo vuol dire DISOCCUPAZIONE,ospedali chiusi, servizi che vengono meno equalità della vita sempre peggiori per tutti. Pergli italiani e per gli immigrati. Per i braccianti eper i piccoli produttori. Per gli operai e per tuttii cittadini. E disoccupazione, per gli immigrati in

Italia, significa clandestinità se non trovi un'oc-cupazione entro sei mesi. Intanto, nelle nostre campagne, i bracciantiafricani continuano a vivere a centinaia in con-dizioni disumane, mentre i profitti degli agrumi,dei kiwi e dell'olio, attraverso i supermercati,vanno ai grandi gruppi che ci strozzano, impo-nendo prezzi stracciati alla fonte.Il sistema che ci sfrutta da decenni ora ci dice chenon serviamo più, non servono i nostri agrumi,non servono le braccia dei nostri migranti. Serveinvece il nostro territorio per impianti di ognitipo che ci avvelenano la vita e distruggono laterra, come la centrale turbogas a Rizziconi, ol'inceneritore di Gioia Tauro per il quale è quasipronto il raddoppio, o il rigassificatore a San

Ferdinando, che distruggerà decine di ettari diterreno agricolo, danneggerà ancor di più leattività del porto e ci esporrà tutti al rischio d'in-cidenti catastrofici. In questa situazione è insensato attaccare imigranti, non ha senso mettere i deboli contro ideboli o i “penultimi” contro gli “ultimi”.L'unica possibilità è stare insieme per difenderei diritti di tutti. UNITI per difendere il diritto adecidere su ciò che ci riguarda: il porto, il rigas-sificatore, l'agricoltura... la TERRA! Affinché il porto sia rilanciato e i posti di lavorodifesi.Affinché i terreni agricoli rimangano tali e offra-no un lavoro degno ai lavoratori, immigrati enon, e un reddito ai proprietari.

Poter vantare i natalidi un grande chi-rurgo, il primo in

Italia ad effettuare untrapianto di cuore su unneonato, è una bella sod-disfazione ma, a pensar-ci bene è una grande tri-stezza. Perchè deve ope-rare presso l’ospedaleSant’Orsola di Bologna enon in Calabria? Perchènoi calabresi, invece dilottare contro i mulini avento, non iniziamo avedere le nostre poten-zialità e fare di tutto pertrattenere i nostri talen-ti? Forse un giorno capi-remo e impareremo dainostri errori.

L’Ecg di Gaetano Gargiulo2011: la relazionedi Giuseppe Raffa

Per Gioia Tauro si è appenachiuso un anno difficile.Potremmo dire catastroficose si pensa alle asfittiche poli-

tiche aziendali messe in campo dalterminalista Mct che, in regime dimonopolio, gestisce insieme a quelloche fu il primo porto delMediterraneo, anche il destino di oltre1000 cassaintegrati. Oggi inanellare lecolpe delle scelte nazionali e regionaliè il gioco più semplice del mondo:

parliamo diuna strategiache non ha cor-retto le politi-che territorialidecise daTrenitalia e Rfi;che ha affidatoil Piano nazio-nale della logi-stica a un sotto-segretario pie-montese; cheha riscritto lam a p p a t u r a

nazionale della intermodalità e dellalogistica, dedicando a Gioia Tauro trerighe, e neanche pertinenti. Toccaall'autorità portuale affrontare il nododegli spazi che Mct continua a gestirein esclusiva. Un tema che già in que-sto mese di gennaio 2012 riprenderòcon forza istituendo un “tavolo perGioia” dove inviterò amministratori,sindacalisti, intellettuali ed esperti, inmodo da monitorare mensilmente, enella giusta luce, ciò che accade perinvertire questa disastrosa rotta e ciòche interviene per salvare il salvabile.Ai cassaintegrati della Piana infattivoglio dire: non siete soli, dunque nonsmettete di sperare. La Provincia c'è evi assicuro che farà la sua parte».

SANITÀ CALABRESEPORTO DI GIOIA TAURO

Gaetano Gargiulo è uno deimassimi esperti europei dicardiochirurgia pediatrica.Un calabrese purosangue attualmente in servizio all’ospedale Sant’Orsola di Bologna

Giuseppe RaffapresidenteProvincia diReggio Calabria

«Pignatone verso PalermoSOLO ANDATA?

Uniti per riprenderci la terraA DUE ANNI DALLA RIVOLTA DI ROSARNOIL SISTEMA È IN CRISI

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Parlandodi...

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KM 77Morte sulla statale

Stavolta è toccato a un signore anziano, prima di lui sotto al mirino del sicario c’erapassata tanta vita, giovane e matura. Un’altra famiglia non ha avuto la festa.Salvatore Bartolo di 76 anni di Pardesca del Bianco è morto il 31 dicembre intornoalle ore 17 nel solito punto della solita statale

Professionale, spietato, si acquattanelle albe o nelle notti cariche del-l’alito di gelsomini. Predilige lapioggia, le ombre, ma si adattaanche alle giornate cariche di sole.

Quando colpisce il rombo sordo della suaarma lo senti a chilometri di distanza. Lo sto-maco si stringe, il cuore si ferma. Aspetti ilsuono delle sirene, conti i minuti, in attesa diuna notizia che speri non ti riguardi. E inve-ce ti tocca, eccome. Te e gli altri, quelli chepensano che sarà sempre un fatto altrui.Anche quest’anno è accaduto, proprio al suofinire, quando già tutti si stavano per riunirenelle case in festa, a sparare in faccia a un2011 carico di problemi. Stavolta è toccato a

un signore anziano, prima di lui sotto al miri-no del sicario c’era passata tanta vita, giova-ne e matura. Un’altra famiglia non ha avutola festa. Tanteprima di questahanno assaggiatoil piombo delmostro. Un assas-sino in libertà delquale nessuno sioccupa. Fossestato un ladro dipolli avrebbe avuto centinaia di segugi allecalcagna e qualche procuratore d’assalto l’a-vrebbe issato sulla forca. Fosse stato unmafioso avrebbe trovato da tempo pane per

i suoi denti. Fosse stato una medaglia,migliaia di fulgidi eroi l’avrebbero accoltonei petti già gonfi di onori. Ma è solo un

ponte, un doppio eorrido imbuto cheingoia vite da unavita fra il km 70 e80 della 106 ionica.Un cunicolo d’a-sfalto stretto fradue muretti, è li dadecenni e ogni

tanto, spesso, serra i denti e il suo morso èletale. E noi da decenni sentiamo il bottodegli urti, andiamo commossi ai funerali estringiamo mani che ci dovrebbero sbattere

in faccia. Ignavi sempre, come sempre ecome per tutto. Lasciamo che la morte arri-vi e nessuno ha il coraggio di prendere inmano le mazze e andare ad abbatterlo, quelponte maledetto, tra Africo e Bianco.Nessuno. Fosse stato un cane rabbiososarebbe arrivato l’esercito a farlo fuori, ma èstato, è lo Stato che non c’è, che da qui nonc’è mai passato per infilarsi in quel budello edire, dopo, cosa si prova a mangiare l’asfalto.Lo Stato, convinto che basta uno squadronedi cavalleria a conquistare un mondo nuovo,mentre il nostro è un mondo antico, millena-rio, che ha bisogno di padri e non di padro-ni, che è stanco di generali Custer vogliosi dipassare alla storia come eroi.

UN KILLER SULLA 106FRANCESCO LADDARINA

Il ponte KILLER a metà stradatra Bianco e Africo nuovo

Nessuno ha il coraggio diprendere in mano le mazze e

andare ad abbatterlo, quelponte maledetto. Nessuno

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Atti di violenza in Calabria

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Non saranno le bombe a distruggere i valori alternativi che abbiamo costruito

Le intimidazioni, l'anticiviltà e il prezzo delle scelteDOMENICO LOGOZZO

E’ preoccupante la nuova escalation del terro-re che la criminalità organizzata sta mettendoin atto in questi giorni in Calabria. Da SanGiovanni in Fiore a San Luca, da Nicotera aCaulonia, e poi Lamezia, Reggio Calabria etanti altri piccoli e grandi centri della regione.Basta con l’omertà. No alla rassegnazione cheuccide la civiltà. Bisogna alzare la voce. Noncoprire più l’arroganza dei vigliacchi. Con laminaccia di ritorsioni impongono il silenziodella paura. Stop alla rassegnazione e all’indif-ferenza: Quante volte sentiamo dire con rasse-gnato sconcerto: “Non c’è nulla da fare”. E ildisimpegno rafforza ed espande i campi d’azio-ne e d’impunità della ‘ndrangheta. L’interaregione viene posta sotto pressione. E’ necessa-ria perciò la massima attenzione ed una decisarisposta alle intimidazioni sempre più frequen-ti. Vanno prese le giuste e immediate contromi-sure. Attentati contro amministratori scomodied imprenditori che non accettano le imposi-zioni delle cosche. Nel mirino anche i coraggio-si operatori del mondo del volontariato e del-

l’associazionismo. In queste ore la risposta dichi ha subito e continua a subire minacce èferma e decisa: “Non piegheremo la testa”.Anche se “la paura c’è e la sera non esco dicasa”, ha ammesso il sindaco Antonio Barile,specificando che “a San Giovanni in Fioreabbiamo toccato tanti interessi, ma le scelte cheabbiamo fatto sono decisive per il futuro”.Impegno preciso per la crescita di un paeselibero e civile.Si lotta caparbiamente contro il sottosviluppo,contro l’ingerenza paralizzante dei poteri poli-tico-mafiosi, per costruire effettivamente unaCalabria migliore. Ci si scontra perciò con trop-pi interessi e affari sporchi. Il tentativo di rende-re più forte il tessuto economico e sociale, sfi-lacciato dalle scellerate azioni della criminalitàorganizzata e dalla cattiva politica, trova minac-ciosi ostacoli, per cui è più che necessaria lamassima unità di intenti per non lasciare isolatii buoni e i giusti che s’impegnano quotidiana-mente per garantire la convivenza civile. Per

rinascere. Il baratro, purtroppo, è molto vicino.E gli ultimi indicatori non fanno ben sperare,mentre l’intero Paese è immerso in una crisiassai profonda. Abbiamo appena finito difesteggiare il 150 ̂ anniversario dell’Unitàd’Italia e purtroppo dobbiamo constatare cheesistono due Italie. Viaggiano a velocità diverseed economicamente sono sempre più divise. IlNord sempre più forte. Il Sud del Sud sprofon-da. Malamente. E chi sta peggio di tutte è pro-

prio la Calabria. Oggi vengono fuori dati allar-manti. Dice l’ultimo “Dossier Economia” diUnioncamere e Prometeia: “Aumenta il divarioeconomico tra la Calabria, le regioni del Sud ele altre regioni d’Italia. Specifica “il rapportosugli scenari di sviluppo delle economie localiitaliane: tra i principali indicatori espressionedel divario figura il valore aggiunto pro capite,a prezzi correnti nel 2012. La classifica attesta laprovincia di Catanzaro 77ma in graduatoria

con 16.929 euro, Cosenza 85ma con 15.344euro, Reggio Calabria 90ma con 15.004 euro,Vibo Valentia 97ma in graduatoria con 14.271euro, Crotone 102ma con 13.078 euro”. Datiche debbono far riflettere e che non debbonoessere sottovalutati. Una regione più deboleeconomicamente, è anche una regione moltoesposta agli assalti dell’illegalità. Lo Stato deveimpedire che l’anti-Stato acquisisca ulteriorepotere in realtà dove è già presente minacciosa-mente, impedendo lo sviluppo corretto.Ed ha fatto bene il vescovo di Locri,mons.Morosini ad intervenire nuovamente“per richiamare la coscienza civile e religiosa diquanti usano il linguaggio delle bombe per lan-ciare messaggi intimidatori o per compiere attia dir poco incivili”. E va giù duro dopo le inti-midazioni di Caulonia e San Luca: “L’oscuro evigliacco linguaggio delle bombe appartiene almondo delle tenebre, che è l’antivangelo e l’an-ticiviltà”.E poi l’invito “a togliersi dal volto la mascherae, da persone civili e timorate di Dio, affronta-re alla luce del sole i problemi della vita”.Parole pesanti come macigni. Che scuotono le

coscienze e che portano a riflessioni moltoprofonde. La Calabria non può essere peren-nemente condizionata ed infangata dalle forzeantisociali. L’anticiviltà denunciata dal vescovo,fa tornare alla memoria un vecchio scritto diCorrado Alvaro. Una immagine significativadella Calabria dei primi Anni Quaranta. La tro-viamo in “Quasi una vita. Giornale di uno scrit-tore”. Leggiamo: “Quando fu ordinato pretemio fratello in Calabria, nel momento in cuil’ordinando si deve stendere sul nudo suolo,mio padre voleva dargli un cuscino perché nonstesse scomodo. Poi vi fu il pranzo. Discorsisensuali e gioia di mangiare e bere fortemente.D. che era venuto da Roma, fuggì appena potèdal mio paese, e lo trovammo verso il torrenteche ci aspettava. La realtà calabrese è troppoforte; e capisco che egli rimanesse sbigottito diun ambiente che fa dubitare di non ritrovarepiù né il treno che vi porti via, né la città, né lavita civile”. Non può essere ancora cosi nel2012!

ILARIO AMMENDOLIA

Dopo Riace, Rosarno, Lameziaignoti criminali attaccano il proget-to accoglienza del Comune diCaulonia. Lo hanno fatto con una bomba col-locata la scorsa notte al ristoranteetnico di prossima apertura.Sin dal primo giorno del nostroinsediamento sapevamo che il pro-getto di governo che l’amministra-zione comunale di Caulonia hamesso in campo si sarebbe scontra-to con la presenza mafiosa. I valoridi solidarietà, di generosità, di acco-glienza, di uguaglianza, taglianol’erba sotto i piedi alla criminalitàche per vivere ha bisogno di con-trapposizioni, di odio, di divisioni.

La presenza tra noi, di tanti ragazzeragazzi africani, curdi, palestinesi,pakistani, è un seme gettato in favo-re di una società che poggia su valo-ri alternativi a quelli voluti e prati-cati dalla mafia. Un seme che ger-mogliando getterà le basi ad unasocietà diversa e senza violenza.Ovviamente, saranno le autoritàinquirenti ad individuare gli esecu-tori materiali ed i mandanti di talegesto criminale. A noi tocca il com-pito di valutare la natura criminaledi una azione che rappresenta unattacco politico a quanto noi abbia-mo realizzato in questi anni. Noinon faremo un solo passo indietro.Non abbandoneremo le nostreposizioni che coniugano la lotta allandrangheta a quella per una società

più giusta ed al rispetto dellaCostituzione repubblicana.Ribadiamo ciò che abbiamo sem-pre detto: la lotta alla criminalitàdeve essere condotta senza quartie-re ma sempre nel rispetto dellegaranzie costituzionali e senza cri-minalizzare la nostra terra ed ilnostro popolo. Continueremosenza esitazioni a percorre la nostrastrada. Alla violenza si rispondecon il massimo di unità possibile.Questo abbiamo ricercato in passa-to e questo continueremo a ricerca-re con la massima determinazione.In questi anni, a Caulonia ed intutta Italia, come sindaco e comeesponente del tessuto democraticomeridionale, ho cercato di delinea-re la possibilità di costruire nel Sud

una società diversa. L’accoglienza,la solidarietà, l’impegno, comeparte essenziale di un progetto dirinascita del Sud. Ho avuto mododi farlo ovunque da Lampedusa adUdine, ad Aosta. Lo farò ancoragiorno tredici gennaio a Trieste.Credo, che oggi come ieri abbiamobisogno di uscire fuori dal ristagnoculturale e morale e da una politicaasfittica e provinciale basata su unaconflittualità permanente . Landrangheta si sconfigge rilanciandola Politica da non confondere con ilmero impegno elettorale. Nelleprossime ore concorderemo unarisposta democratica, la più largapossibile alla intimidazione subita.Ovviamente a tale manifestazioneinviteremo tutti ad intervenire.

Basta con l’omertà.No alla rassegnazioneche uccide la civiltà.

Bisogna alzare lavoce. Non coprire più

l’arroganza deivigliacchi.

Ed ha fatto bene,mons.Morosini ad

intervenire nuovamente“per richiamare lacoscienza civile e

religiosa di quanti usano illinguaggio delle bombe”

I valori di solidarietà,di generosità, diaccoglienza, di

uguaglianza, taglianol’erba sotto i piedi

alla criminalità cheper vivere ha bisognodi contrapposizioni,di odio, di divisioni

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Provincia

Parlando di...

In breve

Sito web Stignano

Traslochi: ma la Persefonenon va a Locri

Lunedì 2 gennaio, si è svolta presso ilSalone dell’Edificio Scolastico diStignano la presentazione del sito webufficial, così il Comune di Stgnanoentra nel web; lo fa con un sito moder-no e con una precisa strategia commer-ciale, avvicinare sempre di più e conminore dispendio di tempo, il cittadinoal Comune.

La “Persefone” trasloca e dalPergamonmuseum va all’Altes Museum(Museo antico), oggi sede delle colle-zioni antiche dei Musei di Berlino.Nella decima sala dell’area greca, tro-neggia, al centro la statua della ” DeaPersefone”. Ai piedi della ”Dea in trono” un’eti-chetta in tedesco spiega” Divinità introno. La cosiddetta Dea di Taranto.Taranto o Locri? La statua monumentale serviva certa-mente come immagine di culto in unsantuario dell’Italia meridionale”.Quindi gli esperti dell’Altes Museum ,Antike Sammlung non riconoscono concertezza nella statua la dea Persefone,ma offrono altre due possibilità, cosìanche per il luogo di ritrovamento indi-cano Taranto o Locri.La grande amarezza.La Vera Storia: Era il 1905 quando,

«durante i lavori di scassodi una vigna di proprietàdella famiglia

Scannapieco (a Locri),venne alla luce laDea Persefone. Iltitolare del fondo lafece nascondere perpoi venderla, era il1911, a un acqui-rente tedesco.

Oggi ci limtiamoad apprendere lanotizia del traslo-co ma ci riservia-

mo di tornare sul-l’argomento perfornire ulteriori ed

utili approfondi-menti.

MARGHERITA CATANZARITI

A Locri l’aria ricomincia a farsi tesa e la guerra diparole tra i rappresentanti di opposizione e maggio-ranza dell’Amministrazione Lombardo non rispar-mia nessuno. Da una parte, l’assessore provincialeGiovanni Calabrese, nonché vicesindaco della pre-cedente amministrazione Macrì, chiede a gran vocele dimissioni dell’attuale sindaco, auspicando di giàuna gestione amministrativa affidata ai tecnici.Calabrese parla di una Locri in stato di completoabbandono, di una totale staticità amministrativa edi un contraddittorio inesistente tra le parti. Glirisponde Sergio Laganà difendendo il fatto che ècomunque troppo presto per tracciare un bilancio eche se la situazione è così disastrosa le responsabilitàsono di chi ha governato prima, definendo questiultimi dei “grilli parlanti” che negli anni precedentihanno gestito la cosa pubblica con criteri clientelari.A proposito di tutto ciò abbiamo sentito RaffaeleSainato, anche lui esponente della minoranza efacente parte del vecchio tribolato trio che, conMacrì e Calabrese, è uscito sconfitto dalle ultimeelezioni.Che cosa ci dice della querelle in corso tra Calabresee Laganà?Che condivido in pieno le posizioni di Calabrese.Noi non contestiamo l’uomo Lombardo, siachiaro, ma il politico che è evidentemente unafigura fuori tempo massimo. Cosi come la suagiunta, che ha dimostrato di non essere ade-guata. Non ci sono componenti che fanno ladifferenza. Laganà dice è troppo presto pertracciare un bilancio, ma la verità è chenessuno ha ancora capito in che dire-zione si stia andando. Purtropponon c’è quella maturità e compe-tenza politica che invece noiabbiamo sempre avuto .Allora perché avete perso le ele-zioni?Per colpa nostra. Abbiamo fattol’errore di partire divisi. Unerrore che abbiamo pagato acaro prezzo noi e soprattutto lacomunità dei cittadini. Stiamocercando di recuperare con unaopposizione concreta ed effica-ce. Perché, per assurdo, ciritroviamo con una opposi-zione che ha ottenuto il 67%delle preferenze alle elezioni.Lombardo praticamente si trovadove è per un nostro errore politi-co.Laganà dice che siete dei “grilli parlanti”.Cosa gli risponderebbe?

Che se noi siamo dei grilli parlanti, lui rischia di farela figura di Pinocchio. Lui parla di clientelismi: chelo dimostri, che vada in Procura a fare una regolaredenuncia con nomi e cognomi. Che non si limiti abuttare fango, confondendo le acque. E se è veroche le responsabilità sono di tutti, allora non bisognadimenticare quanto lui sia stato bravo a romperequegli equilibri inserendo due suoi assessori nell’ul-timo anno della Amministrazione Macrì…Di che cosa ha più bisogno Locri adesso?Di competenza. Ha bisogno di un esecutivo chelavori sul serio e che sappia quello che fa. Ora comeora, Lombardo ha urgente bisogno di due figurecompetenti, due nomine tecniche nel settore delbilancio e dell’urbanistica. Se avrà la maturità politi-ca di farlo, allora si potrà avere uno slancio in più,altrimenti non vedo altre soluzioni. E poi c’è soprat-tutto bisogno di un confronto, un dialogo con la cit-tadinanza che è stato finora totalmente inesistente.E questo non lo dico io, ma i cittadini stessi che siritrovano davanti ad una Amministrazione fanta-sma, muta. Che non conosce e non vuole conoscerela città.Se aveste vinto voi, in che cosa sareste stati diversidal gruppo di Lombardo?In tutto. Avremmo affrontato le cose di petto, por-tando avanti, sulla falsa riga del governo Macrì, tutti

i progetti in corso ultimandoli. Avevamo eabbiamo ancora l’energia e la competenza perfarlo. Avremmo ricompattato il centrodestra,ricucendo gli strappi. Avremmo avuto un dia-logo collaborativo con una Provincia e unaRegione del nostro stesso colore politico.

Siamo riusciti a farlo quando erano disinistra, figuriamoci ora. Avremmo

sicuramente realizzato i nostriobiettivi.Saranno ripristinate le vecchiealleanze?Di fatto lo sono già. Siamo giàalleati in questa battaglia.Abbiamo maturato l’esperien-za degli errori passati e ci sen-tiamo più uniti, ma nell’inte-resse esclusivo della comu-nità locrese. Quello che fac-ciamo, lo facciamo per la

città, non per noi. Noi vivia-mo del nostro lavoro, non

ci servono le poltrone.Facciamo politica per passione.E’ l’unico modo per pagare ilnostro tributo alla città, per tor-

nare a casa la sera e poter guardarenegli occhi i nostri figli, consapevolidi avere fatto qualcosa di buono perLocri.

Se noi siamo i grilli parlantiSergio Laganà è pinocchio

IN EVIDENZA

Noi non contestiamol’uomo Lombardo, siachiaro, ma il politico cheè evidentemente unafigura fuori tempomassimo. Cosi come lasua giunta, che hadimostrato di nonessere adeguata.

INTERVISTA A RAFFAELE SAINATO

Immagine tratta dalla copertina de La Rivieradel 22 febbraio 2009

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la Riviera

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L’Arazzo di Gerace capolavorofiammingo di Jan Leyniers

Domenica 15 gennaio, in collaborazio-ne con la Delegazione di Cosenza, laDelegazione FAI Locride e dellaPiana visiterà le collezioni d'arte diPalazzo Arnone. Sarà illustrato ilrestauro del famoso arazzo di Gerace,del quale il FAI Calabria e laDelegazione della Locride e dellaPiana promuoveranno il rientro pres-so il luogo di origine. L'arazzo diGerace, capolavoro fiammingo di Jan

Leyniers, è stato da poco restaurato eattualmente è esposto nella GalleriaNazionale di Cosenza a PalazzoArnone. La dott.ssa SimonettaPortalupi descriverà le fasi del restau-ro del quale è stata artefice. Per chi desidera partecipare è previstoun servizio navetta, con partenza daLocri, per info contattare l’AgenziaDafne di Siderno entro lunedì 9 gen-naio.

A Siderno il progettoGrundvig parla di Danza

L'Associazione Eurokom, sede ospitante dell'Ed“Calabria&Europa”, accoglierà presso i locali delGrand Hotel President dal quattro all'otto Gennaiolo scambio internazionale del progetto Grundvig“Journey Through Dances”. Un'azione di LearningPartnerships prevista dal programma LLPGrundvig, che vede partecipi oltre ad EUROKOMaltri quattro istituzioni europee e non. Il capofila èl'organizzazione Turca Yofder, agenzia non profitattiva nel campo dell'educazione culturale ed artisti-ca dei giovani, specializzata nell'insegnamento delfolklore e della danza popolare, considerati mezzi dicrescita psicosociale ideali per l'integrazione inter-culturale e generazionale. Il linguaggio prioritario è quello della danza tradi-zionale con l'intenzione di scambiare tra i partnerballi tradizionali. L'agenda dei lavori sarà veramen-te piena e si aprirà il 5 gennaio con il primo meetingorganizzativo e la presentazione del Progetto, nelpomeriggio lo spazio sarà lasciato ai balli popolari efolk del nostro territorio. Il sei gennaio visita alla cit-

tadina di Gerace e il sette la visita a Scilla ed allaCittà di Reggio Calabria. Lo scopo primario cheEurokom si propone è duello di fornire ai partnerstranieri una possibilità di conoscere usi luoghi ecostumi della Calabria e della Locride.

Alessandra Tuzza

L’uomo sta appoggiato al camion dicarburante, quasi in ginocchio.Osserva quel corpo straziato dalleruote imponenti, coperto a stentodal telo bianco. La gente dietro letransenne si fa sempre più numero-sa, mentre la polizia è indaffaratacon i rilievi e la magistratura.Qualcuno riesce a sfuggire ai con-trolli e alle barriere, ma solomomentaneamente, poi viene invi-tato come gli altri ad allontanarsi. Alui invece è stato concesso di restare,e agghiacciato guarda, in quelmiscuglio di pioggia e sangue, ilcorpo della madre. AnnaMariaFemia era una donna sulla cinquan-tina e, forse nel tentativo di attraver-sare l’affollato corso principale, si èritrovata travolta dal camion almomento dello scatto del verde.Non sono bastate le strisce pedonalia salvarle la vita. Storie quotidianedella maledetta statale 106. Cronacavera. Ma qui, a Siderno, questa sera-ta, sembrava fin troppo normale.Troppo centrale, troppo comune ilsemaforo accanto alla Bnl permorirci. Sono tristi le luci che ador-nano il corso, ora; e solitarie le vetri-ne che pubblicizzano gli sconti appe-na iniziati. Il sangue impregna il len-zuolo e l’aria circostante, e sull’asfal-to scorre l’acqua impietosa. Di fron-te allo scoop siamo incapaci di scat-tare foto. Incapaci di parlare.Incapaci di trovare un senso o dellerisposte. Il figlio guarda la poliziache rimuove il corpo. Non gli è con-cesso l’ultimo abbraccio. Che i dise-gni della giustizia cristiana siano pernoi incomprensibili…non ci apparevero mai quanto stasera.

A.I.

Storie quotidiane della maledetta 106SIDERNO

di Diego Cataldo

La notizia trova subito conferma. E’ morta la Prof.ssaAnna Maria Femia in un incidente stradale. La miaamica di sempre, Federica, al telefono è sconvolta, losono anche io. La prof.ssa Femia insegnava Lettere alLiceo Artistico di Siderno. Appena arrivata in quellascuola, per trasferimento, mi trova tra i suoi primialunni, la sua prima classe, una di quelle abbastanzamovimentate ricche di ironia e di verve artistica. Leiuna donna mite, tranquilla, umile e profonda, unamamma che ti accoglieva con il sorriso sulle labbra eche ci ha saputo gguidare con la sua bontà d’animo.Quanto le volevamo bene!L’ho rivista, dopo tanti anni , da collega (?), io giovaneinsegnante tirocinante al Liceo Artistico di Siderno eLei che con grande soddisfazione gioiva nel rivedermiin quel ruolo. Con grande rispetto continuavo a chia-marla professoressa, rivedevo in Lei un grande esem-pio di cultura e umanità.Ora non c’è più. Se ne è andata , tragicamente, nellfredda sera del 4 gennaio. Mi riaffiorano tutti i ricordie l’emozione del tempo che passa e delle persone chenon ci sono più. E adesso che anche tu ci hai lasciato,non posso che ricordarti nel modo più semplice, cosìcome era la tua grande persona. Un pensiero da met-tere su carta; un tema, una di quelle tracce che ci davitu, questa volta però, la traccia, purtroppo, l’ha scelta ildestino, ed io scrivo così come mi hai insegnato, corret-to, elogiato e rimproverato… Una lettera, questavolta, che parli della mia professoressa,descrivila…beh, forse non sarai contenta, ma questavolta consegnerò il tema in bianco, e so pure che la tuagrande bontà d’animo capirà il perché e non mi giudi-cherai con un brutto voto.Io so, da me non ti aspettavi questo, ma credimi è dif-ficile trovare le parole anche dal migliore vocabolarioper descrivere l’emozione e la tristezza che provo.Addio, dolce professoressa. Ciao, è troppo familiare,e io potrei consentirmelo. Ma è ache un po’ retorico, etu non vorresti.

Cara professoressa

L’ultimocompito in

classe loconsegnoin bianco

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A proposito di...

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Ritagli

GIOACCHINO CRIACO

..E, soprattutto, teneteli lontano daigelatai.“Stavamo in piazza da bambini.Quando veniva maggio e il primocaldo, il nostro maestro ci portavafuori dalla scuola. Ci faceva sederesotto un sambuco gigantesco e citeneva la sua lezione al fresco dellasua ombra. C’erano sempre deicuriosi ad assistere all’evento. Fragli spettatori ogni tanto si mischiavaun benestante locale, che quasisempre ripeteva la stessa scena. Nelmezzo della lezione si avvicinava anoi scolari, regalava a ognuno dinoi una banconota da mille e unacarezza. “Andate a comprarvi ungelato. Le braccia dovete allenarenon la mente, quelle provvederan-no a riempirvi la pancia”. Seguivaun fuggi fuggi generale. La maggiorparte dei bambini scappava via, aspendere i soldi in qualche bottega.Io restavo sempre in piazza, sottol’albero a fianco al maestro.Assistevo alla litigata che seguivaogni volta. Il signorotto sostenevache quella terra poteva produrre obuoni lavoratori o spietati delin-quenti. Là non sarebbero mai natiottimi cervelli. Il maestro urlavache noi non eravamo figli di un DioMinore, potevamo ambire a tuttonella vita. Era un brav’uomo, il

maestro Antonio. Combatteva pernoi ogni giorno. Contro lo scettici-smo dei nostri genitori, che ci vole-vano portare in campagna a lavora-re. Soprattutto si affannava a con-trastare l’ambiente che ci circonda-va e che ci inculcava la certezza diavere qualcosa in meno, rispetto aibambini di fuori. E quel fuori stavaper alcuni o migliaia di chilometri.Fuori c’era il meglio.Tutto ciò che stava dentro i nostriconfini era meno bello, menobuono, meno sano.. meno insom-ma.. Alla fine anch’io arraffai le millelire e il maestro rimase da solo a liti-gare per noi.. Corsi in botte-ga a comprarmi il gelato..Fortunatamente per me, l’età dellaragione arrivò subito, rinunciai aigelati e tornai in piazza al fianco delmio maestro. Scelsi i libri e compre-si un bel po’ di cose. Iniziai a parla-re anch’io insieme al maestro, cer-cando di tenere gli altri in piazza.Qualcuno rimase, e si salvò. Lamaggior parte dei compagni discuola, di giochi e di vita corse die-tro ai gelati e si perse. Si, perché igelati venivano dati gratis per untempo limitato, poi bisognava con-quistarseli. Capii presto che il giocosarebbe diventato tragedia e presi adirlo ai bimbi. Sono passati qua-rant’anni e continuo a dirlo, sempree comunque dalla parte dei bimbi econtro i gelatai. I bimbi erano esono le anime della Locride, chequalcuno voleva, e vuole, conse-gnare a un destino di violenza o disottomissione. I gelatai erano, esono, tanti, piccolissimi, piccoli egrandi. I primi erano, e sono,parenti, compagni o amici di fami-glia dei bimbi. Gente senza qualità,che in una società normale nonavrebbe mai avuto un ruolo, forti

solo di una furbizia che gli facevacomprendere che solo in un conses-so violento e ingiusto avrebberopotuto contare qualcosa. I nemicidi prossimità, quello erano e sono,gli untori che avvicinavano, e avvici-nano, le dita dei bimbi ai grillettidelle pistole. I traditori della pro-pria gente, quelli che ti portano almale e non al bene. Chi porta il

male in casa d’amici non è unamico, non ci sono alibi che tenga-no. Sapete bene di chi parlo. Isecondi erano, e sono, i notabililocali i cui piccoli poteri si basavanosull’ignoranza degli altri. Gentefurba che utilizzava, e utilizza, iprimi per sottomettere e annichili-re, per deviare i bimbi da un per-corso normale e stroncare sulnascere ogni futuro cambiamento,letale per chi fonda il proprio pote-re sull’immutabilità sociale. I terzierano, e sono, i falsi eroi, politici,magistrati, poliziotti, scrittorucoli epseudo acculturati. Gente furbissi-ma che veste candidi manti grazieall’esistenza di una società devasta-ta dalla violenza. Untori veri che sipresentano al mondo come curato-ri infallibili. Che sul dolore altruicostruiscono carriere, ricchezze epoteri formidabili. Loro fabbricanoi gelati ogni volta che c’è penuria.Quando si parla di mafia, si parlasempre e solo dei piccolissimi gela-tai, della mafia stracciona che sven-de il destino degli amici per qualcheimmunità a tempo e un minuscolopotere. Quando si sale di livello sitira fuori un famigerato ectopla-sma, la zona grigia, la borghesiamafiosa e ogni tanto per rinfrescaredi calce qualche manto opacizzatosi sacrifica qualche piccolo o grandegelataio. Il sistema si salva e la gela-teria torna a sfornare leccornie peri bimbi. E tutti voi, ignavi, adapplaudire, a riverire, piccoli egrandi gelatai e a lasciare che ivostri bimbi continuino a essereportati via. Io a questo gioco non cisono stato, e non ci sto. Io sto con ibimbi, sto con la mia gente. Non homai avvicinato le dita dei bimbi algrilletto e mai lo farò. Non ho maivenduto gelati, né per conto mio néin conto terzi. Voi, gli ignavi, conti-

nuerete a vedere i vostri figlidistrutti e vigliaccamente e ipocrita-mente continuerete ad applaudiree riverire. Io ho troppa considera-zione di me stesso. L’ipocrisia l’homollata da tempo. Serbo l’onore,che non è il sentimento stupido chegli esseri primordiali infilano fra lecosce delle donne, ma il rispettoper se stessi, per i propri principi.La gioia di vivere e morire coeren-temente con i propri pensieri. L’altogiudizio che ho di me stesso non mifa sentire un novello messia, non vichiederò di lasciare che i vostribimbi vengano a me. Vi dirò ditenerli lontani dai gelatai, di starciappresso e non mollarli mai. Ve locontinuerò a dire nonostante i gela-tai siano tanti, perché neanche iosono solo, di ex bimbi in età daragione ne ho troppi intorno ormaie non mi posso fermare. E siccomeun po’ cristo mi sento, lo ammetto,a voi ignavi che rinnegherete il mionome dico di portarle da voi levostre croci che i cristi si sono stan-cati di farsi bucare le mani. E datoanche che sono un ex bimbo, aigelatai, piccolissimi, piccoli e gran-di, guardandoli nelle note facce,grido. Smettetela di insidiare ibimbi altrui, che tutti hanno un’ani-ma dentro e non per forza devediventare nera.

Tenete stretti i vostri bimbi(SOLO PER I SUDICI)

“Era un brav’uomo, ilmaestro Antonio.

Combatteva per noiogni giorno. Contro

lo scetticismo deinostri genitori, che civolevano portare in

campagna alavorare. Soprattutto

si affannava acontrastare

l’ambiente che cicircondava e che ciinculcava la certezzadi avere qualcosa in

meno, rispetto aibambini di fuori.

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la Riviera

“Ormai, io sono cambiata. Nonsono più quella di prima. Sto benecon me stessa.” La mia amica Maria Cristina èdiventata strana. Dà un’occhiataveloce allo specchietto retrovisoreper controllare il rossetto tropporosso delle sue labbra e si passa ledita tra i lunghi ricci pietrificatidalla spuma sottomarca che lirende innaturali. Eppure aveva deicapelli cosi morbidi quando erava-mo ragazzine.“Non ho bisogno di un uomo al miofianco per essere felice. Non voglioinnamorarmi più, ecco. Non vogliosoffrire. Sono una donna libera. Secapita, capita. Ma poi ognuno per lasua strada. D’ora in poi mi compor-terò come un uomo.” Sembra molto convinta di quelloche dice. Credo abbia subito unaspecie di regresso che l’ha riportataa fare discorsi adolescenziali, nono-stante i suoi trenta e passa anni.“Ho letto un libro bellissimo, te loconsiglio. Si chiama ‘Donne chesanno quello che vogliono’. Ti daconsapevolezza del nostro esseredonna. Ho capito che gli uominihanno paura delle donne forticome noi. Per questo non ci scelgo-no mai.”Come tutte le donne, anche MariaCristina ha subito vari traumi daabbandono. Ma la colpa è sempredegli uomini, vigliacchi, che nonhanno avuto il coraggio di stare conlei. Maria Cristina frequenta ami-che strane ultimamente. Tutte non più giovincelle, rigorosa-mente single o intrappolate in eter-

ne storie clandestine, vestono all’ul-timo grido cinese, incarnando labruttissima copia provinciale delleragazze di Sex & the City. Escono preferibilmente in gruppo,traballando giulive sui tacchi, e sco-razzano per la piccola città a riven-dicare indipendenze di genere.Sbandierano un orgoglio femminileche secondo loro non ha pari, perpoi genuflettersi con la velocità diuna faina davanti al primo pene chepunta nella loro direzione.

In genere la serata con il tipo sirisolve tutta nel kleenex accartoc-ciato con cui ci sì è ripuliti in mac-china e in un saluto frettoloso sottocasa. Magari ci si rivede il prossimosabato. Dopo il sesto rum.A casa comincia la trafila di felicimessaggini con le amiche. Messaggiche poi si trasformano in link malin-conici su facebook, indirizzati ad unlui misterioso che non si è fatto sen-tire tutta la settimana. La rispostadelle amiche è unanime e vola sulle

note di “Quello che le donne nondicono” della Mannoia. Perchésiamo tutte speciali, appassionate,dolcemente complicate e ti diremoancora un altro si. Tutte cose chegli uomini non capiranno mai. Mava bene così, siamo felici lo stesso.Anche perché è già sabato e intan-to il tipo si è rifatto vivo. Pocoimporta che magari sia impegnato,perché tanto lui …“… lui mi guarda sempre. Secondome, non è innamorato di lei. Lei

deve essere fredda, non riesce adargli la vera passione. Senti cosami ha scritto stanotte in questi sms.”Oddio ci risiamo, Maria Cristina milegge ad alta voce la sfilza di smsdel suo amante del momento, incerca di un mio commento cheavvalori la sua interpretazione deglieventi. Maria Cristina è una di quelledonne convinta che quando unuomo non parla è perché, per qual-che tormento interiore, non riescead esprimere i propri sentimenti.E io sarei tentata di dirle che quan-do un uomo non parla è semplice-mente perché non ha niente dadirti. Ma sono talmente affascinata dallasua capacità di costruirsi una realtàalternativa a tutti i costi, che lascioperdere. Così annuisco e le propon-go di fare quattro passi come i vec-chi tempi, quando parlavamo anchedi altre cose e facevamo lunghecamminate sotto il sole d’inverno.Ma lei dice che deve andare a com-prare una maglia dai cinesi e poidall’estetista. “Ah, ok. Allora riportami a casa.”“Esci stasera? Ti passo a prenderecon le ragazze, ma non prima dimezzanotte che in giro non c’è nes-suno.”“No, dai. Magari ci vediamo ingiro.”“Si, ma non stare sempre a casa.C’è un mondo fuori, tesorino!” Mi sorride isterica e sfreccia viaimpugnando il suo telefonino, subi-to pronta a spargere sms nell’eteree feromoni nell’aria.

Profili Maria Cristina frequenta amiche strane ultimamente. Tutte non più giovincelle, rigorosamente single o intrappolate ineterne storie clandestine, vestono all’ultimo grido cinese, incarnandola bruttissima copia provinciale delle ragazze di Sex & the City.

L’ultima provincia

Maria Cristina

VIOLA COSENTINO

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La

Lettere, note e schermaglie

[email protected]@lariviera.191.itTel 0964/383478

la RivieraRegistrazione Tribunale diLocri (RC)n. 1 del 19/06/1998R.O.C. n°11602 del 02/11/98Questo periodico è associato all’Unione Stampa PeriodicaItaliana AmministratoreUnico Rosario Vladimir Condarcuri

COLLABORATORI

Gioacchino Criaco, Lele Nucera,Filippo Todaro, Anna LauraTringali, Mara Rechichi,Benjamin Boson, Nik Spatari,Maria Giovanna Cogliandro,Angelo Letizia, Marilene Bonavita,Francesca Rappoccio, MarioLabate, Franco Crinò, RuggeroBrizzi, Marco Andronaco, IsabellaGalimi,Maria Teresa D’agostino,Giovanna Mangano,

VENERDÌ 06 GENNAIO 2012 LA RIVIERA 20

Direttore responsabile PASQUINO CRUPIEditor Director ERCOLE MACRÌIn redazione: M ARIA ELENA FILIPPONE, MATTEORASCHELLÀ, DOMENICO MACRÌ, ANTONIOTASSONE, MARIA GIOVANNA COGLIANDRO.Art DirectorPAOLA D’ORSAImpaginazioneEUGENIO FIMOGNARI

RISPONDE il direttore

Caro direttore,chi gestisce la cosa pubblica in Italia, con un sistema politico-economico come il nostro che si reggesulla corruzione e sul clientelismo, sa che è il suo momento e pensa solo ad arraffare il più possibilee ad accomodarsi per il futuro. Escogita il modo e la maniera per mantenere e consolidare il più alungo possibile, il connubio denaro-potere, magari sulla pelle dei poveri, a scapito della salute pub-blica, e anche a danno dell'ambiente. In questo momento storico, una buona chance, tra le altre cose,arriva dai rifiuti. E' una vergogna, specialmente nel meridione, in Campania come in Calabria,quest'emergenza che dura ormai da quindici anni e che finora ha inghiottito una valanga di soldi pub-blici, privilegiando solo ed esclusivamente i privati e che sta sfociando in una colossale truffa ai dannidi tutta la collettività facendo emergere tutto il “marcio” di questo business. Insomma, una specu-lazione continua che ha fatto affiorare anche inquietanti retroscena, come emerge dalle inchieste.Ora, con tutto il rispetto per tutti (si fa per dire): politici, manager, commissari, presidenti, sindaci,assessori e tutti i tirapiedi, un comune cittadino si domanda: ma siamo amministrati e governati dapersone dotate di buonsenso o da pirati? La domanda sorge spontanea, come direbbe il buonLubrano, se solo per un attimo si riflettesse su ciò che sta accadendo. Gestori che, per risparmiarequalche soldo e quindi guadagnarlo, non smaltiscono, secondo legge, il “percolato”delle discaricheche è la frazione dei rifiuti che più inquina, e lo lasciano andare dritto al mare; ditte che interranorifiuti industriali pericolosi chimici e radioattivi sotto i fondi di strade in costruzione, sui greti dei fiumio addirittura nei telai di base delle scuole; amministratori che, per tenere pulite le strade del centroe fare bella figura con i turisti, versano in discariche in disuso e non a norma; commissari e assessoriche continuano a elargire finanziamenti a gestori privati di discariche anche in assenza dei requisitinecessari. Tutto questo avviene, ovviamente, sotto l'ombrello di questa politica malata, e con le isti-tuzioni più o meno assenti. Anche noi cittadini comuni, infine, con una buona dose di inciviltà, fac-ciamo di tutto per peggiorare la situazione e questo, per onore di verità, è bene dirlo. Tutta questastoria dei rifiuti altro non è che un affare condotto dall'alleanza mafia-politica (ormai è chiaro a tutti)altrimenti non si spiegherebbe come mai, in quindici anni di commissariamento, non si è stati capacidi risolverla e non si riesce a spiegare perché tutti parlano di raccolta differenziata, sostenendo che èl'unica soluzione ma, salvo qualche eccezione, nessuno decide di farla decollare fattivamente. Cosafare allora? Visto che ormai le coscienze di politici e dirigenti si sono assopite all'ombra di un potereesercitato in quanto tale, rimane solo una cosa: intanto prendere esempio da chi, vicino a noi, il cam-biamento lo ha già avviato e, contemporaneamente, lavorare alla formazione di nuove coscienze,quelle delle nuove generazioni. Si potrebbe ripristinare nelle scuolel'insegnamento dell' “educazione civica”, illustrare come funziona ilciclo dei rifiuti, che può produrre anche ricchezza e spiegare che,separare i rifiuti, aiuta a gestirli meglio e col tempo diventa un fattoculturale. Diffondere nelle scuole, nella famiglia, per strada, nelleassociazioni, sui luoghi di lavoro l'idea di un uomo nuovo che crescanell'amore per la natura, nel rispetto del prossimo, più in generalenell'integrazione con gli altri popoli, ripudiando la guerra e labramosia dei soldi e del potere. Chissà, forse un giorno governeran-no uomini che non si lasceranno usare dalla politica, ma useranno lapolitica per risolvere i problemi di tutti, specialmente dei più deboli.

Pasquale AielloLa politica era la scienza della trasformazione. Siccome siamo tuttipoetici a buon mercato, nel tempo è divenuta l’arte del possibile. Quindie ora nella prassi del trasformismo e dell’intrallazzo. Si può sperare nellapolitica? Non è vietato.

La politica nel tempo è divenuta l’arte del possibile

<<la Riviera>> ha segnalato e denunciatole losche trame - ma sono solo pie intenzioni-intese a scoraggiare e intimidire gli amministra-tori comunali di Polistena nella persona del gio-vane e combattivo sindaco Michele Tripodi.Intanto, l’Amministrazione comunale chiamaalla mobilitazione popolare per il giorno 11 gen-naio. C’è un solo neo: che la mobilitazionepopolare abbia come sede la sala del Consigliocomunale. Occorreva la piazza. Di seguito ilcomunicato:

L'Amministrazione Comunale di Polistena,immediatamente dopo il grave atto criminalecompiuto ai danni del Sindaco, ha riunito laTavola della Legalità, organismo istituito condeliberazione della Giunta n. 243 del 2010,che include tutte le associazioni, le scuole e lealtre realtà organizzate sul fronte dell'anti-

mafia sociale, impegnate per l'affermazionedella legalità e dei diritti sul territorio.Unanime è stata la solidarietà espressa neiconfronti del Sindaco, così come la volontà direagire attraverso un momento di condivi-sione collettiva. L'Amministrazione dunqueorganizzerà in collaborazione con la Tavolaper la Legalità, un'importante mobilitazionepopolare prevista per MERCOLEDI 11GENNAIO ORE 17.00 presso la Sala delConsiglio Comunale di Polistena, per mani-festare pubblicamente l'impegno delle isti-tuzioni e della società civile contro la crimi-nalità mafiosa e comune e contro la zona gri-gia, che costituisce l'humus delle mafie. Il tentativo di intimidire le istituzioni demo-

cratiche e gli operatori di legalità a Polistena,nella Piana ed in Calabria, costituisce ancoraun pratica frequente, come pure continuano

le gravi minacce contro dirigenti impegnatinel sindacato e nella politica, contro impren-ditori e cittadini onesti. E' la dimostrazioneche la presenza mafiosa sul territorio è anco-ra ramificata e violenta, pur indebolita negliultimi tempi dall'azione encomiabile dellamagistratura e delle forze dell'ordine.Per queste ragioni occorre stimolare il tessu-to sociale ed istituzionale a tenere alta laguardia, stare vigili per impedire la risalitadelle organizzazioni criminali.Saranno invitati all'appuntamento sindaci,

istituzioni, forze dell'ordine, partiti, sindacati,associazioni, che potranno testimoniare laloro presenza e condivisione con striscioni evessilli di rappresentanza, per ribadire che labattaglia per la legalità è un valore comune edirrinunciabile per costruire insieme il cambia-mento culturale della nostra terra.

- prima coda a Lamezia Terme, 10 Km circa, per 15 minuti;- seconda coda a Falerna, 25 Km, per 50 minuti;- coda di 10 minuti a Castrovillari,- arriviamo a Teano-Tarsia, 20 Km di coda per 15 minuti circa;- Lauria-Praia-Lagonegro, 20 minuti completamente fermi

all'ingresso di una galleria, temperatura di 39°, poi code e rallen-tamenti per circa 30 minuti;- si chiude a Sala Consilina, con traffico rallentato per circa 30

Km;- per chi non fosse soddisfatto, si consiglia il casello di

Battipaglia, con 1 Km di fila per acquisto mozzarelle.I motivi del disagio non sono dovuti all'intenso traffico, ma sonocausati dalla riduzione di corsia, direzione nord, nei tratti citati.Stazioni di servizio assaltate, con file lunghissime per accedere aiservizi.Sono presenti molti operatori Anas sulla strada, con bandiereche sventolano per velocizzare il traffico...Per il 2012 sono previsti psicologi presso le stazioni di servizio asupporto degli automobilisti (!)

http://maurobombardieri.blogspot.com/

A proposito di rientro

A POLISTENA

CON IL CUORE IN ALTO

Cara Befana, nessuno può chiedere la Luna. Su questo sarà d’accordo con me. Eccezionfatta – però – per il Presidente della Repubblica. Lui può! Ai miei “poveri” (si fa per dire)figli ha chiesto – sul finire dell’anno – di tenere duro, di pagare, pagare, pagare. E loropagheranno, pagheranno – di questo ne sono sicura – perché li ho educati bene, li ho edu-cati al risparmio. E poi si fidano del loro Presidente. Si fidano talmente tanto – cara lamia befana – che alcuni di loro stanno addirittura correndo al riparo. Vogliono pagare,certo, ma nel frattempo pensano al buon vecchio caro mattone dove tornare a riporre ipochi, madidi e precari risparmi. Ed ecco prese d’assalto banche e poste. Eppure ilPresidente ha rassicurato “ce la faremo”. Nessun panico – dunque! Se qualcuno lo aves-se ascoltato lo saprebbe … ma i miei figli si fidano a prescindere e non guardano più ildiscorso di fine anno. Son tutte barzellette, ormai. Comunque, tornando a noi, cara vec-chia, mi domandavo se mai avesse già riempito le calze. Perché – in caso contrario – misentirei di suggerire per il recapito italiano dei carboni ardenti piuttosto che zuccherati. Sa,qui nell’ultimo anno son venuti fuori una gran schiera di cattivi. Di molto cattivi.L’Italia

LOQUI E SPROLOQUI

di Filomena Cataldo

Cara befana

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la RivieraHANNO COLLABORATO

Francesco Laddarina, IanZimirri, Giuseppe Patamia,Alessandra Bevilacqua,BrunoGemelli, Carmelo Carabetta,Valentina Elia, AntonioCormaci, Mario Labate,Antonio Tassone, GiulioRomeo, Ilario Ammendolia,Sara Caccamo, GiuseppeFiorenza, Daniele Mangiola,Sara Caccamo.

Le COLLABORAZIONI non precedute dallasottoscrizione di preventivi accordi tral’editore e gli autori sono da intendersigratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati allaredazione, anche se non pubblicati, nonverranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright dirittoesclusivo di “la Riviera Editore” per tutto ilterritorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui siesprimono giudizi o riflessioni personali, sonoda ritenersi direttamente responsabili.

Ritratti *ddii DDiieeggoo CCaattaallddoo

Con La signora di Ellis Island,edito da Einaudi, MimmoGangemi rivoluziona tutta laletteratura dell’emigrazione, efa bene sperare sul grandebalzo della letteratura calabre-se nella letteratura nazionale.Così come Gioacchino Criaco.Altre sue opere: Il giudicemeschino, 2009; Il passo delcordaio, 2002; Pietre del levan-te, 2011; Quell’acre odore diaglio, 1995; Un anno inAspromonte.

MIMMO GANGEMI

Giovanni Certomà

Ho trascorso un'infanzia e una fanciul-lezza “bellissime” e serene, grazie allamia famiglia. Credo di essere cresciutocol senso della misura e del sacrificio edi aver interiorizzato il “lume” dellacoerenza. E tutto ciò, tutti questi valorimi sono stati trasmessi dai miei genitoriche, spesso, hanno saputo dosare la loroazione educativa con diversi “no”; masoprattutto hanno incarnato coi com-portamenti questi valori. Dico ciò nonper autoreferenzialità familiare, masemplicemente per cercare di definirequanto oggi accade: sempre più la fami-glia non è più famiglia ed è incapace ditrasmettere valori e modelli comporta-mentali positivi. Enumerare le ragionidi come si sia giunti a ciò, sarebbe vera-mente molto lungo e si dovrebbe com-piere una ricostruzione sociologica degliultimi sessanta anni e, forse, non sareb-be neppure sufficiente. La verità è cheoggi, il modello della famiglia fedele eindissolubile è in netta minoranza,rispetto a famiglie in cui la non fedeltà ela non indissolubilità la fanno da padro-ne. Dicendo ciò non vorrei sembrare unvecchio bacchettone integralista: assolu-tamente non lo sono! Nulla in contrarioverso i differenti modelli di famiglia cheil “supermercato” sociale offre, peròchiedo, alle famiglie che ancora si reg-gono sulla fedeltà e indissolubilità, diessere lievito e di uscire dall'anonimato,per testimoniare senza vergogna e coe-renza questa loro natura.

“Santu Nicola chi pellu mundu iia/e tutti li criaturil'addurmiscia”. I fetenti della colonia penale, per lanotte dell'Epifania, li ho portati nella piazza delborgo abbandonato. Ho fatto accendere un falò,cosi potremo sfidare il gelo notturno. La befanapotrà passare a trovarci e all'alba i ragazzi troveran-no accanto ai giacigli i loro regali. In realtà ho com-prato io una cosa per ognuno di loro, l'ho fatto la set-timana prima di Natale, a Reggio. I fetenti sono cre-sciutelli eppure credono ancora alle favole, e sicco-me per gran parte della vita hanno fatto i monelli,talmente tanto da non meritarsi neppure il carbone,ora che da qualche tempo filano dritti pensano dimeritarsi un premio. Non potevo deluderli. La chie-sa che domina la piazza è dedicata a San Nicola, ilprotettore dei bimbi. Il santo che con la sua dolcefilastrocca levava di mente le paure alle creature edolcemente le affidava al sonno riparatore. Così, purnon avendo un gran voce, ho accennato le note dellaninna nanna del santo, aiutandomi con dei campa-nelli d'argento. Il pastorello dice che Nicola di Myraè stato proprio in questo posto, intorno al 300, addi-rittura afferma che qui si è incontrato con SanSilvestro, in esilio da Roma. Ma il pastorello ultima-mente non ci sta con la testa, è in preda a crisi misti-che, vaneggia di salvare il mondo. Mi sembra un cri-sto in croce, parla spesso di bimbi e a questo propo-sito nomina sempre sto Nicola, che all'inizio nonsapevo chi fosse, Dio mi perdoni, credevo anzi cheavesse strane propensioni. Nicola di qua, Nicola dilà, bimbi di qua, bimbi di là. Poi ho scoperto. SantuNicola, il protettore delle creature, quello che li libe-rava dalle malvagità dei grandi al suono di campa-nelli e al canto di ninna nanne. E' così che m'è venu-ta in testa la balzana idea di fare la befana ai mieimonelli. Io non ne ho mai avuti di bambini, la natu-ra m'ha fatto sterile. Nemmeno li ho mai desiderati,la mia povera moglie invece c'è morta per la vogliadi averli. Ah quanto sarebbe stata felice Lucia divedermi con tutti questi marmocchi intorno. Si, per-ché i fetenti anche se i denti da latte li hanno persida decenni, dentro hanno la voglia di sentirsi i bimbiche non sono stati mai. La loro infanzia gliel'hannorubata i gelatai, dice sempre il mio amico. “SantuNicola chi pellu mundu iia/ e tutti li criaturi l'addur-miscia”.

VENERDÌ 06 GENNAIO 2012 LA RIVIERA 21

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IL BRIZZOLATO di Ruggero Brizzi

KAPPADUE di RUGGERO CALVANO

I campanelli di san NicolaIl valore

della famiglia

LA STORIA DI GENNARINO

A Vaccarizzo Albanese, comune di mille abitanti dell'entroterra ionico cosentino,invece che un solo segretario comunale, ne esistono due. Il primo svolge le sue sacrosante funzioni. Il secondo è convinto di farlo e un'interacomunità lo asseconda. Mi spiego meglio. Gennarino tutte le mattine, puntuale come un impiegato modello, si reca nell'atrio delcomune. Si siede dietro un banchetto da scuola elementare, nonostante una stazzaimponente, tira fuori carte, timbri, matite e accessori, e comincia il suo lavoro.Ogni persona che entra in quel comune ha bisogno del suo timbro: deve passare dallasua spensierata e autoritaria professionalità, che rimbomba in tutto il paese grazie allaforza con cui appone il marchio su “documenti importanti”.Gennarino non ha alcun titolo e i bolli che pone su carte bianche non dicono nulla, mal'intera comunità ferma il suo tempo quando passa davanti a lui. Riparte con un sor-riso, felice e forse con qualcosa in più nel cuore. Come l'impiegato delle poste che tutti i giorni prende le infinite quantità di raccoman-date che Gennarino scrive ed invia per finta, come la comunità che ormai lo rispettacome un vero segretario, o come la ditta venuta da fuori per fare dei lavori, a cui“l'ingegner Gennarino” ha detto che per quel giorno non era possibile effettuare nes-sun tipo di intervento, rimandandoli realmente a casa, almeno per un giorno.Un reality piacevole, a differenza del nostro, in cui continuiamo ad essere solo con-trofigure costrette a pagare ancora i danni di pessimi registi del passato. “A volte la follia sembra l'unica via per la felicità”.

L’anniversario

RicordandoNico NoceAun anno didistanza dallascomparsa familiari, parenti eamici ricordano il caro Nico Noce

BRUNO LUCISANO

U CARTELLU

Pe cumuni ncigna na nova fasi,Nci dissi Pisciascola a so cuginu,Nu cartellu “Ccà a ndranghita non trasi”.<<Pa forza fissa, esti tuttu chinu!>>.Nci dissi so cuginu a Pisciacola:<< A distruggimu cu nu ciucculatinu>>

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la Riviera

DOMENICA 18 DICEMBRE 2011 LA RIVIERA 23

Sport

Mercato: fortuna che ci sono i saldi…

Dopo la Roma anche la Juventus ha ufficializ-zato il trasferimento inbianconero di MarcoBorriello. Sul proprio

sito internet, la società hacomunicato di "aver perfe-

zionato l'accordo con laRoma per l'acquisto a tito-

lo temporaneo del dirittoalle prestazioni sportive del

calciatore Marco Borriello,a fronte di un corrispettivo di

0,5 milioni di euro da ver-s a r e

n e lcorsodel correnteesercizio. Il contrattoprevede inoltre la facolta'per Juventus di esercita-re, al termine della stagio-ne sportiva 2011/2012, ildiritto di opzione perl'acquisizione a titolodefinitivo del calciatorea fronte di un corri-spettivo di 8 milioni dieuro, pagabili in treesercizi". Il Milan

ripartirà affrontando l'Atalanta. I tifosi, però,cominciano già a pensare al derby in pro-gramma tra meno di due settimane. "Saràuna grande partita. Sarà importante vincere:se poi segno, meglio ancora", dice Boateng.Difficile scegliere un obiettivo quando tutti itraguardi sono raggiungibili. "E' importantevincere lo scudetto, lavoro ogni giorno perquesto. Se vinciamo la Champions? Forse

faccio un altro tatuaggio", aggiun-ge il 'Boa', che ha già una collezio-ne ricchissima e che lo scorso annoha aggiunto lo scudetto perfesteggiare il titolo di campioned'Italia. In Europa, il camminodei rossoneri passa per la doppiasfida con l'Arsenal negli ottavi difinale. "L'Arsenal è una grande

squadra, è giovane e forsenon ha l'esperienza del

Milan. Questo puòfare la differenza".

L'addio di Chivuall'Inter è ormai

una cosa certae il centraler o m e n o ,con ogniprobabilità,lascerà laPinetina afine stagio-ne quandoil suo con-

tratto sarà scaduto. Sul giocatore c'è l'interes-se del Real Madrid di Mourinho che lorivorrebbe con sé dopo l'esperienza delTriplete. In vantaggio però, anche nel gradi-mento del giocatore, c'è l'Ajax che - secondoVoetbal Primeur - è pronto a riaccoglierlodopo averlo lanciato a inizio millennio. Lategola Osvaldo costringe la Roma a cercarein fretta un attaccante. In cima alle prefe-renze c'è Quagliarella: operazione compli-cata, visto che il giocatore viene consideratoincedibile da Conte. Lo spiraglio all'opera-zione comunque esiste: il manager delnapoletano è infatti Bozzo, lo stesso diPizarro. E i giallorossi puntano a uno scam-bio di prestiti con il cileno, obiettivo dellaJuve. Su Quaglia avrebbe fatto un son-daggio anche l'Inter. "Sono felice per ilrinnovo, Napoli è una città fan-tastica". Christian Maggiocommenta così il rinno-vo con il club azzurrofino al 2015. "Sperodi dare ancoratanto a que-sta squadrae sonomolto fidu-

cioso per ilfuturo - hadetto ad una

radio locale - Lasocietà è molto ambiziosa e i continuiinnesti di valore ne sono una dimo-

strazione. C’è un progetto serio. Stiamolavorando, tutti noi vogliamo vincere qualco-sa di importante con questa maglia". Il 2012del Napoli riparte nel segno diMarek Hamsik. "E' un tra-guardo che non ci aspettava-

mo - ha confes-sato Marekiaro

a 'Studio Sport' -,era un girone con tantesquadre forti. Chelsea imbattibile? Viricordo che abbiamo scon-fitto il City". Rammarico per

il campionato: "Siamo troppoindietro, per

arrivarefra le prime

tre serveun'impresa".Insomma siriparte con lesfide di cam-pionato per un2012 intrigan-te.

Apertasi ufficialmente martedì scorso la sessioneinvernale di calciomercato, ad oggi, gli affari fattisono ben pochi. Come al solito sono le voci acalamitare l'attenzione degli addetti ai lavori e deitifosi. Questo mercato poi, più degli altri, è fatto piùdi prestiti e di scambi che di acquisti a titolo defini-tivo. La crisi economica insomma, sembra aver tra-volto anche il mondo del calcio. Di questa congiun-tura negativa, le squadre italiane ne stanno risen-tendo al punto che o si ci si scambia i calciatori, o sicercano gli affari low cost dell'ultimo momento.Insomma si aspettano i saldi. Sembra questa lafilosofia che serpeggia soprattutto a Milano. In casaInter, mai come quest'anno il mercato diriparazione sarà avaro. Nessun acquisto all'oriz-zonte è in grado di accendere la fantasia del tifosonerazzurro. Ci sarà qualche cessione, forse. Si èparlato e si parla delle partenze di Sneijder e diZarate, con l'olandese verso Manchester (City oUnited) e dell'ex laziale verso Firenze per sostituireGilardino passato al Genoa. Sponda rossonera e ildiscorso non cambia più di tanto. Tevez sta diven-tando un tormentone, o se preferite un'ossessione.Un giorno sta per firmare, un altro sembra accasar-si sotto la tour Eiffel alle dipendenze proprio dell'exduo rossonero Leonardo - Ancelotti. L'ex tecnicodi Milan e Chlesea grazie ad un buono spesa di 62

milioni di euro, da spendere in questi saldi, hamesso gli occhi su Kakà e Pato. Probabile il primo,meno il secondo, a meno ch Galliani non regali adAllegri l'Apache che nel frattempo è rientrato inorbita Inter in uno scambio con Sneijder. Ma ecconelle ultime ore spuntare il nome di Balotelli chenon ha mai nascosto le simpatie per il Milan.Quindi, ricapitolando, in un perfetto gioco adincastri: Tevez al Milan con Pato al Psg, o Balotellial Milan, con Pato al Psg e Tevez all'Inter conSneijder al Manchester City. La Juventus punta - efino ad ora i risultati le stanno dando ragione - agliscarti delle altre. In estate ha preso Pirlo, ora è lavolta di Borriello. Conte, come si suol dire, nonbutta via nulla, e poi si sa, a volte gli avanzi delgiorno dopo rendono alla grande. A proposito diavanzi, c'è da “buttare” via qualcosa: fuori Toni,Iaquinta, Amauri, Grosso e forse Krasic. Per quan-to riguarda le altre, detto di Gilardino passato alGenoa, la Lazio segue Maxi Lopez del Cataniaqualora dovesse lasciar partire Cissè, la Fiorentinacerca una punta (uno tra Amauri, Zarate e MaxiLopez). L'unica che fino ad ora ha speso è il Napoliche si è assicurato le prestazioni di Edu Vargas,attaccante cileno. Sapete cosa vi dico? Fortuna checi sono i saldi.

Alla Juve arriva Borriello, il Milan pensa al derby mentra la Roma vuole Quagliarella

Riparte la massima serie

di Massimo Petrungaro

di Matteo Raschellà

Dopo la sosta natalizia si torna in campo per i tre punti

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Sport

A propositodi...

VENERDÌ 06 GENNAIO 2012 LA RIVIERA 24

Intervenuto al tg tematico Sky Sport 24, il presidente dellaLega di B Andrea Abodi ha spaziato su vari argomenti riguar-danti il campionato cadetto. Queste le sue parole:NATALE IN CAMPO: "Vorrei che si giocasse a Natale ecapodanno, ne parlerò con le società, soprattutto conl'Associazione calciatori, mi piacerebbe proporre un modelloinglese con una sosta natalizia più ristretta dove poter gioca-re. Penso sia un buon servizio reso ai nostri appassionati, glie-lo dobbiamo come gli dobbiamo molte cose e come abbiamotanti doveri nei loro confronti".RICERCA DI CREDIBILITA’: "Questa B è credibile nellamisura in cui la valutazione non la do io ma voi giornalisti e itifosi. Da parte nostra possiamo garantire che non ci bastaavere la coscienza a posto, e che ci spendiamo ogni giorni percostruire un modello sportivo che abbia un crescente livello direputazione e rispetto nei confronti dei tifosi. Perché questo èil nostro patrimonio. Dopodiché non solo la Serie bwin, matutto il mondo del calcio è parte importante della socialità,pensare che questo fenomeno sociale possa rimanere impe-netrabile da tutti i vizi della società è una presunzione".CHI SBAGLIA PAGA: "Bisogna avere una capacità di con-trasto oltre che di controllo che consenta di minimizzare ildanno, facendo capire che è un privilegio straordinario viverein questo mondo e che questo privilegio lo si possa perdere inun secondo, nel momento in cui si viola quel patto di lealtà

con i nostri tifosi. Che hanno il diritto di entrare in uno stadioe di pensare che la partita inizi e finisca in modo regolare. Chisbaglia esce fuori dal sistema e così queste persone avranno lapossibilità di misurarsi nella vita di tutti i giorni con coloro checonsentono al calcio di essere quello che è.

SOLO UNA MACCHIA: "A fronte di alcuni soggetti chedelinquono c'è la straordinaria maggioranza di giocatori chesi comportano in modo corretto. Mi piacerebbe un operososilenzio da parte degli organi inquirenti, perché la fase istrut-toria ha bisogno di una certa discrezione e di una comunica-zione più chirurgica verso i responsabili, che sono una picco-lissima minoranza. Questo non vuol dire sottovalutare il pro-blema, che esiste, è grande e per cui si stanno dando una seriedi risposte aldilà della propria coscienza".CORAGGIO DA IMITARE: "Noi siamo molto attenti erispettosi verso il gesto di Farina, perché ha un carattere distraordinarietà nella speranza che un attimo dopo recuperiuna dimensione di normalità. Se deve diventare straordinariouno che fa il suo dovere, la preoccupazione inizierebbe a cre-scere. Noi abbiamo cercato di non disturbarlo, perché pensia-mo che il ragazzo abbia bisogno di ritrovare la sua tranquillitàe tornare a fare il calciatore, che è il suo mestiere e che sa farebene. Ci sarà tempo per confrontarci con lui affinché nonvenga sprecata questa sua testimonianza in senso positivo.Lui ha avuto coraggio, assistito anche da una serie di soggettia partire dalla società e dall'Aic, e la capacità di essere prota-gonista senza protagonismo. Che è senz'altro un fatto positi-vo”.

Rnp

Abodi: “Proporrò di giocare anche a Natale. Radiare chi sbaglia

Strano effetto vederlo con una maglia non più amaranto.Simone Missiroli e il Sassuolo, una storia iniziata oggi. L’ex

centrocampista amaranto, presentato nel pomerig-gio assieme a Troianiello, fa capire durante la

conferenza stampa che la scelta di Foti, seppurdolorosa, è condivisibi-

le. Queste le sue parole:"La società ha fatto

un investimentoimportante edè stata l'unicaa farlo, segno

di un progetto validoe a lungo termi-

ne. Sono rima-sto soprattuttocolpito dallaserietà di que-sto progetto,sinceramentemi avevanoparlato moltobene dellasocietà". Unpensiero per isuoi ex tifosi,

sorpresi da una cessione repentina e per giunta a unadiretta concorrente play-off: "Sono nato e cresciuto

alla Reggina, ma loro in questo momento doveva-

no monetizzare ed era giusto che me ne andassi. Capiscol'amarezza dei tifosi, sono scelte difficili ma erano da pren-dere". Chiusura sulla nuova squadra e gli obiettivi ambizio-si della società neroverde: "Puntiamo a fare bene e a dimo-strare quanto valiamo sul campo, le somme sono da tirare

alla fine. Personalmentesono gratificato per il valo-re di mercato, ma devodimostrare anche di valerequelle cifre sul campo".Amanifestare la contentezzaper l'arrivo dell'ormai excalciatore della Reggina, èuno dei principali arteficidell'ottimo avvio delSassuolo, ovvero IsaacCofie . "La formazione la fail mister- ha dichiarato atmw il centrocampista gha-nese di proprietà delGenoa-ma quello diMissiroli è un acquistoimportante, perché è ungiocatore esperto per lacategoria. Sono contento,perché come avversario mi

ha fatto soffrire un pò...".Rnp (fonte: modenatoday – foto: sassuolocalcio.it)

Missiroli: “Capisco l’amarezza dei tifosi, ma anche la scelta della società”

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la Riviera

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Domenico Mafrica Agente di Calciatoriconosciuto come scopritore di giovani talen-ti, è a lui che oggi vogliamo rivolgere alcunedomande:Cosa ne pensa del calciomercato?Posso dire che con l'inizio del calciomercatoarriva per noi il lavoro più duro e faticoso,perché c'è in ballo la vita calcistica dei calcia-tori e la nostra professionalità. Facendo unanalisi attenta posso dire che le società diserie A che si sono mosse bene nel mercatoestivo sicuramente sono state Juventus,Milan, Napoli, Roma, Udinese, per quantoriguarda l'Inter credo che sia un anno di tran-sizione credo che l'Inter ritornerà ad essereforte il prossimo anno cambiando sia calcia-tori e sia allenatore. Cosa accadrà nel calciomercato di Gennaio? Credo che all'ultimo Tevez sceglierà il Milan

come anche De Rossi dalla Roma potrebbepassare al Paris Saint Germain, Montolivodalla Fiorentina potrebbe passare al Milan.Cosa ne pensa del calcio-scommesse ?Il calcio scommesse è un fenomeno, che amio parere, è sempre esistito oggi viene por-tato alla ribalta perché sono stati implicatinomi noti sia di società che di calciatori. Nondimentichiamoci che già dai primi anni '80 siè parlato e si è indagato su questo fenomenoche non ha mai trovato soluzione definitiva. Questo fenomeno come può finire ?La soluzione ci sarebbe, togliere del tutto ilcalcio scommesse solo così si risolverebbe ilproblema, anche se questo non succederàmai in quanto gli interessi economici sonomolti. Che pensi deglu Under che militano in C,Detc ? E' pur vero che bisogna dare spazio ai giova-ni naturalmente a quelli bravi, io mi battoaffinchè vengano presi in considerazioni per-ché essi rappresentano l'unica fonte sicuraper la vita delle società. A mio parere la Legapoteva mettere la regola del minutaggioanche in serie D e quindi la società cheavrebbe fatto giocare più giovani avrebbeavuto diritto a un premio annuale come adoggi succede nella serie C, ma ritengo chenon deve essere un obbligo mettere incampo gli Ander ma una scelta da parte dellesocietà. Inoltre, ricordo che i vari Cabrini,Bergomi, Maldini ecc.. hanno esordito innazionale a 18 anni e che allora non vi era lalegge degli Under, quindi ritengo che chi èbravo gioca anche perché esiste la meritocra-zia come ogni cosa.

l.r.

Con Domenico Mafrica parliamo di calciomercato e calcioscommesse

Poker per il mercato dell'a.c.d. Siderno 1911,che rafforza difesa e centrocampo con il tesse-ramento di Davide Pettinato , e Gian PinoMeligeni polivalente Castorina Alberto prove-niente dalla Nissa. La società biancazzurra, gra-zie all'importante contri-buto del DirettoreGenerale FrancescoVumbaca, ha ufficializzatol’acquisto dei forti giocato-ri. Pettinato, nato il 9 otto-bre 1985 a Messina, vantauna carriera importante.L'atleta, alto 177 cm per 65kg di peso, nasce calcistica-mente nel settore giovaniledel Messina e poi negliAllievi dell'Igea Virtus,maglia con la quale haesordito in Serie C2 con 12presenze complessive. Hamilitato in Serie D conPaternò, Giarre eVibonese. Nella stagione 2008/2009 con ilMilazzo vince il campionato di Eccellenza (27presenze e 2 goal). Nella stagione successiva sitrasferisce in Sardegna, alla Sassari Torres, doverealizza una rete in 28 presenze. Nella scorsaannata ritorna in Sicilia, ad Alcamo, campiona-to d'Eccellenza, dove colleziona 25 presenze.

Meligeni nato a Corigliano il 1 Ottobre 1984,vanta anch’esso un’importantissima carrieracondita dall’approdo per un breve periodo nelDundee (serie A scozzese). Ha avuto esperien-ze in C2 con il San Marino e la Massese società

con cui ha disputato ancheun campionato di interregio-nale toccando 30 presenze e8 gol. Ha militato altresì,nella Rossanese, nel Trento,nel Castrovillari, nellaMaceratese e per ultimonella Pro Livorno squadradalla quale proviene. Vantaoltre 100 presenze in interre-gionale con un buon numerodi reti. Centrocampista chesa fare bene sia la fase difen-siva che costruttiva essendodotato di ottima visione digioco e di buoni piedi.Pettinato e Meligeni sarannogià a disposizione di mister

Telli per la gara di mercoledì contro il Soverato.La società ha comunicato anche l’acquisto del-l’attaccante Rametta andato già in panchinamercoledì nella gara pareggiata contro ilSoverato per 0-0 . Domenica, intanto, al“F.Raciti” arriverà il forte Guardavalle di misterAlberto Aita. l.r.

Il Brancaleone reduce da 4 punti nelle ulti-me 5 partite (giocate, tuttavia, con quattrosquadre tra le prime cinque in classifica)appare fiducioso, soprattutto, dopo i nuoviarrivi. Mister Brando, intervistato dallanostra redazione, continua a vedere positivoil futuro e giudica positivamente anchequanto finora sul campo: "Dopo il girone diandata vedo il bicchiere mezzo pieno. Seconsideriamo che sul campo abbiamo otte-nuto dei punti che ci avrebbero consentito disalvarci senza passare per i play out, nonposso non vedere positivo, visto che la sal-vezza è ciò che auspichiamo. Certo, il ricor-so vinto dal San Marco ci fa ritrovare inquintultima posizione, ma sul campo avrem-mo più punti di loro". "Non posso negareperò che dal 2012 mi aspetto dei migliora-menti, soprattutto in fase difensiva.Dobbiamo assolutamente incassare meno

reti del girone d'andate e provare a farne dipiù in avanti". Il mister è poi chiaro e lucidosulle prossime gare: "le prime gare del giro-ne di ritorno ci vedranno davanti a diretteconcorrenti per la corsa alla salvezza.Dobbiamo sfruttare queste gare e provare afare più punti possibili." La fiducia nel futu-ro, aumenta ancora, se si pensa ai nuoviinnesti: "Sono molto soddisfatto di quantofatto finora sul mercato: Moio e Faye sonodue grandi giocatori e, anche se non potreisbilanciarmi, speriamo di tenere tra noi ilforte Bonanno che si sta allenando con noima è al momento svincolato. Vorrebberimettersi in gioco dopo due anni di inatti-vità a causa di un brutto infortunio è il nostroauspicio è che scelga Brancaleone per farlo".

tratto da www.stadioradio.it

Esattamente dieci anni faveniva improvvisamente amancare Pino Marando,nostro stimato concittadino,conosciuto sia per la suaattività lavorativa prestataall’Ospedale Civile diSiderno nel reparto di car-diologia che per i suoi tan-tissimi anni da massaggiato-re del Siderno. Un amorequello tra Marando ed ilSiderno sbocciato a primavista e coronato da tantissi-mi successi sui campi dimezza Italia. Pino Marando,locrese di nascit ma siderne-se di adozione, si è sempremanifestato come una per-sona serena, gioviale eattenta e proprio per questimotivi non c’è stato atleta

che non abbia mantenuto di lui un positivo ricordo. Non c’è stato allenatore che con lui nonsia andato d’accordo. Qualche tifoso ed un gruppo di sportivi avevano anche proposto didedicargli l’intitolazione dello stadio comunale . Uomo eccezionale, sul lavoro ed in fami-glia, indimenticabile da chi ha avuto l'onore di conoscerlo ed apprezzarne la vivace intelli-genza e l'allegra ironia. Sempre sorridente e pronto alla battuta, conosceva il valore degliaffetti ed era impossibile non volergli bene. Se l'immortalità è il ricordo che si lascia nellamemoria degli uomini, siamo sicuri che Pino vivrà per sempre nei nostri cuori.

Antonio Tassone

Il Brancaleone riprende con fiducia

Il Siderno batte quattro grandicolpi: Pettinato, Meligeni ,Rametta e Castroina

Pino Marando:

Brando: "Moio e Faye due grandi giocatori”

10 anni senza di lui

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Biblioteca meridionalista

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la Riviera

ETTORE CICCOTTI*

Riproduciamo di seguito alcune pagine diEttore Ciccotti sull’immoralità el Nord el’immoralità del Sud, tratte da Sulla questio-ne meridionale (1904).

[…] Innanzi tutto bisogna osservare cheerrerebbe chi volesse limitare al Mezzogiornola più recente degenerazione della vita pubbli-ca e sociale italiana, specie nelle sue ultimefasi, e volesse soltanto in esso rintracciarne lecause.

Un richiamo appena fuggevole de’ piùrecenti avvenimenti basta anzi a mostraretutta la fallacia di un siffatto modo di vedere.

Per cominciare dalla corruzione elettora-le, le elezioni di Fossano [Cuneo], di NizzaMonferrato [Asti], di Pietrasanta [Lucca], di

Gavirate Luino [Varese] – per tacer d’al-tre ove la corruzione non fu ufficialmentedichiarata – hanno mostrato e mostrano comela corruzione elettorale, nella sua forma piùimmediata ed aperta di compera di voti incontanti, fiorisce e prospera nell’Italia delSettentrione assai più che in quella delMezzogiorno.

E l’ironia del caso ha voluto che alla testadella Banca Romana, il fenomeno tipico dellasua specie, si trovasse un Ligure, e che lagestione del Banco di Napoli desse alcuni de’suoi peggiori frutti in terra lombarda ed emi-liana e che i processi di Como e di Bolognastessero a rappresentare, non l’unità morale,ma l’unità immorale d’Italia.

E, quando in una crisi profonda della vitaitaliana, determinata da cause più intime, ipartiti politici tradizionali si scomposero e dis-solsero in gruppi e fazioni a volta a volta ricon-giunti in miscele rimesse insieme dal sensodell’opportunità politica e personale; quando,in forma più perspicua, tutta la nostra vitapolitica noi apparve più come una lotta d’inte-ressi generali rispecchiati in idee e sentimenti,ma come un giuoco non più dissimulato d’in-teressi particolari e privati, e di quella nuovafase di vita si volle vedere non l’indice e lostrumento ma l’autore in un uomo; una cittàposta tra il Piemonte e la Lombardia dettel’uomo che fu il rappresentante e il centro diquesto periodo iniziale di baraonda; e mentrein folla le antiche consorterie moderate anda-vano a lui col ramoscello d’olivo, se ne appar-tava fiero e solo, con rampogna sdegnosa, unmoderato meridionale, Silvio Spaventa.

Poi venne un altro periodo, che fin lecolpe e gli errori di chi gli succedette –errori ecolpe incredibi– non sono valsi a cancellaredalla memoria degl’italiani; un periodo, in cuila menzogna parlò dal banco del Governosenza 1’attenuante della passione e senza lacura dell’infingimento, e la corruzione, fattacinica, sembrò allargarsi col processo tranquil-lo, spietato, non dissimulato della cancrenache avanza e, anche questa volta, l’ironia delcaso volle che a questo periodo e a questo

sistema di governo desse il nome e l’indirizzoun uomo politico dell’estremo Piemonte.

Ma, quando il Crispi venne a svolgere ecoronare tali sistemi di governo dal tempoincalzante resi più diffusi e dalla naturadell’uomo fatti più tristamente operosi, l’in-dirizzo, che in tanta parte d’Italia aveva tro-vato fornite e consenso, si volle localizzarlo inuna sola regione. E quando il battesimo dellapurificazione malamente chiesto agli elettoridi Palermo venne nel modo che venne, mavenne le querele non ebbero più misura.

Eppure si dimenticava che il Crispi erastato pel Mezzogiorno quello che in gergogiornalistico si direbbe un cavallo di ritorno;accolto e careggiato magari, solo dopo chedall’alto lo si era predicato come l’unicouomo di Stato e il salvatore del paese, dimenti-cava che esso era stato sostenuto e sorrettoda tanti rappresentanti dell’ItaliaSettentrionale nella parte più malefica dell’o-pera sua –ben più triste agli occhi dell’uma-

nità e della storia, delle baratterie di Bolognae de’ già ventilati mercati di croci– nellerepressioni sanguinose di Sicilia, la violatalibertà, nella politica africana. Si dimenticavafinalmente come non nel Mezzogiorno sol-tanto, e più in alto forse che in basso, il Crispiaveva trovato i banchieri che lo sussidiavano,le penne che lo magnificavano, le voci che l’e-saltavano, i voti che l’incitavano; e si dimenti-cava per quali comuni condiscendenze, perquali compiacenze cortigiane, per qualerecondito pensiero di lontane solidarietà e diinevitabili complicità il Crispi fosse sottrattoa’ giudici con un mezzo termine, che offende-va al tempo stesso la legge e l’accusato, espronava questo al tentativo di una qualsiasirivincita.

Dunque la corruttela politica nostra nonè male meridionale più che non sia setten-trionale, e non è in essa che si deve cercare ilvero carattere distintivo delle opposte partid’Italia.

La corruzione nordica

*ETTORE CICCOTTI (Potenza 23 marzo 1863- Roma, 20 maggio 1939) ). Insegnò storia anticanella Regia Accademia scientifico- letteraria di Milano, nella Regia Università di Pavia, in quella diMessina, infine nel Regio Istituto superiore di Magistero a Roma. Primo deputato socialista delMezzogiorno, come ogni spirito ben nato, ha raccontato il suo mestiere di parlamentare nel libroautobiografico Come divenni e come cessai di essere deputato di Vicaria ( Napoli 1909. Nel 1905 uscìdal Partito Socialista per la sua deriva di basso tono riformista. Con l’avvento del fascismo da cui funominato senatore nel 1924, si ricondusse unicamente agli amati e fertili studi di storia antica nellaquale emerse come indiscusso. L’opera per la quale resta nella storia del pensiero meridionalista èSulla questione meridionale (1904).

“Èl’ironia del caso havoluto che alla testadella BancaRomana, ilfenomeno tipicodella sua specie, sitrovasse un Ligure, eche la gestione delBanco di Napolidesse alcuni de’ suoipeggiori frutti interra lombarda edemiliana.

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ImmaginiTelethon

da...

Da lunedì 9 gennaio, partiranno ufficialmente le prevendite per il concer-to della Pausini in Calabria e sarà possibile acquistare i biglietti per assiste-re all'unica tappa regionale dell'Inedito World Tour, anche attraverso laTicket Service (0961/748016). Si tratta di un tour importante per Laurache, dopo aver attraversato l'Italia, toccherà con il suo tour 23 cittàeuropee dove si esibirà in uno dei più grandi templi della musicalive al mondo: la Royal Albert Hall a Londra. I biglietti per ilconcerto di Reggio Calabria avranno diversi prezzi. Per chivolesse raggiungere Reggio Calabria da altre località calabresi,si rende noto che è prevista l'organizzazione di pullman conpartenza da Cosenza, Corigliano, Crotone, Campora SanGiovanni, Lamezia Terme, Catanzaro, Catanzaro Lido,Soverato e Siderno.

SABATO 31 DICEMBRE 2011 LA RIVIERA 28

Cultura e società

Reggio CalabriaLaura Pausini

A RICCARDO MUTIIL “PREMIO SUDZANOTTI BIANCO”

Al via anche in Calabria le prevendite per l'IneditoWorld Tour di Laura Pausini che farà tappa alPalaCalafiore di Reggio Calabria il 5 marzo. Previsti pullman da tutta la regione

ritorna a

La Calabria. Fughe, visioni e storie nuove Il coro Gospel Project al Duomo di RosarnoL'associazione di volontariato “Senza fron-tiere”, con il patrocinio della Provincia diReggio Calabria e del Comune diCinquefrondi, organizza la IV Edizione delconcorso letterario “Una rosa in collina”.Tema, quest'anno, è la Calabria: “Fughe,visioni e storie nuove”. Il bando del concorso èpubblicato sul sito del Comune diCinquefrondi, i racconti si possono inviare finoal prossimo 24 febbraio. La lunghezza massi-ma dei testi è di 5000 battute, per iscriversi èrichiesto un contributo di dieci euro. I raccontisaranno valutati da una giuria qualificata, laproclamazione dei vincitori avverrà il 18 marzo2012, presso il Polifunzionale di Cinquefrondi.Di 500 euro il primo premio, 200 euro al sec-ondo classificato, 100 al terzo.

4°CONCORSO LETTERARIO “UNA ROSA IN COLLINA” ROSARNO: FESTIVAL “A NORD DI TANGERI”

Venerdì 6 gennaio alle 19, ilcoro multietnico “GospelProject”di Palermo si esibiràall'interno del Duomo.L'evento fa parte del proget-to “Rosarno for Africa” pro-mosso dall'associazione“Nuovamente”, volto allaraccolta di fondi per la real-izzazione di un pozzo d'ac-qua potabile in Africa. “Gospel Project” è formatoda 45 elementi di cui 22solisti, esegue brani delrepertorio Gospel eSpiritual tradizionali e mod-

erni. Attraverso il cantovuole testimoniare e dif-fondere il vangelo (Gospel)con uno spirito particolare :quello mediterraneo. IlCoro ha collaborato conAntonello Venditti, Joe

Castellano Blues Band eHarriet Lewis, i Pooh e LinaSastri e nel 2006 ha ricevutoil premio internazionale"Oscar delMediterraneo"per la musica Gospel.

MARGHERITA CATANZARITI

Dopo il debutto editoriale di dueanni fa con Maree, la raccolta dipoesie pubblicata dalla GME,Alessandra Buttiglieri torna conun il suo romanzo breve Il manua-le dell’idiota, edito dalla GiovaneHolden Edizioni di Viareggio.Dopo i talentuosi versi ispirati dauna passione difficile da addome-sticare, che rendeva i suoi scritti einquieti e allo stesso tempo delica-tissimi, Alessandra si è cimentatanella prosa del suo primo roman-zo. Il manuale dell’idiota è la storiadi Blanco, un signor nessuno, l’an-tieroe della società contempora-nea, che insegue il sogno di scrive-re quando scrivere sa diventare un

incubo, che lotta ogni giorno travacuità, fallimenti e qualche bic-chiere di troppo. Alessandra, nar-ratrice e osservatrice, accompagnaBlanco nel suo percorso, con unostile originale, in cui le linee trascrittore e personaggio si confon-dono. Uno stile di che non puòessere spiegato, ma che deve esse-re letto perché, come dice lei stes-sa nel proemio al libro, “scrivere èun fatto di fede”. E’ brava la nostraAlessandra, considerando ancheche ha solo venti anni. Nel rinno-varle la stima da sempre nutritaper lei e per il suo talento, le rivol-giamo qualche domanda.Alessandra cosa ci dici di questonuovo lavoro?E’stata un’esperienza nuova .

Intervista alla giovane scrittrice AlessandraButtiglieri in libreria con “Il manuale dell’idiota” edito dalla Giovane HoldenEdizione di Viareggio

Scrivere è lamia fortezza

Il prof. Pasquale Amato, PresidenteFondatore del Premio Mondiale di PoesiaNosside, nato e organizzato a ReggioCalabria e giunto in 27 Edizioni a unadimensione planetaria con 64 Stati parteci-panti e 61 Lingue, ha accolto con grandeentusiasmo la notizia del Concerto diPrimavera a Reggio Calabria del MaestroMuti con i giovani musicisti dellaProvincia. Ed ha ritenuto giusto accompa-gnare la sua soddisfazione per l’Evento colpreannuncio dell’assegnazione al maestroMuti di uno dei Premi Sud Zanotti Bianco2012: “L’annuncio dato dall’Assessore Provincialealla Cultura Eduardo Lamberti Castronuovo

del Concerto del grande Maestro RiccardoMuti con i giovani musicisti reggini nella pros-sima primavera nella Piazza d’Armi dellaScuola Allievi Carabinieri di Reggio Calabriaha chiuso nella maniera migliore il 2011affiancandosi alla liberazione di FrancescoAzzarà”. Non posso quindi fare a meno di annunciareche al Maestro Muti è stato assegnato uno dei«Premi Sud Umberto Zanotti Bianco 2012»,destinati a chi è rimasto, a chi è tornato e a chiè venuto nel Sud realizzando iniziative positi-ve. Riccardo Muti è un artista del Sud di famamondiale che, , un artista eccelso che hadimostrato quanto si può essere aperti al

mondo senza voltare le spalle alla propriaidentità, contribuendo concretamente a soste-nere le iniziative positive emerse nelMezzogiorno. Ha portato difatti alla ribaltanazionale i giovani musicisti di Delianuovadirigendoli personalmente nel RavennaFestival. La sua sensibilità per le nostre positi-vità si è estesa alla scoperta del preziosoPrincipe degli Agrumi, il Bergamotto di ReggioCalabria, di cui è divenuto spontaneamenteun testimonial cogliendo ogni occasione peresaltarne le qualità. Abbiamo concordato con l’AssessoreLamberti che la consegna del riconoscimentoal Maestro si svolgerà nel “Concerto diPrimavera” a Reggio Calabria.

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SABATO 31 DICEMBRE 2011 LA RIVIERA 29

la Riviera

LE NOTE di MARA RECHICHI

Scena prima. Giorno 1 o 9 di un mese qualsiasi, fino al 7 marzo 2012 è uguale. Ore 6.00, rugia-da diffusa, freddo intenso, la città si sta svegliando, i lampioni della strada sono ancora accesi, èbuio anche se sta albeggiando. Raccolti nei pesanti cappotti, chè il freddo loro lo sentono di più,gli abituali utenti dello sportello “pagamenti pensioni” di Poste Italiane arrivano già a prendereil turno per poter incassare presto quanto gli spetta senza fare troppa fila, chè stare in piedi stan-

ca e non sopportano la confusione. Ore 8, la saracinesca si alza, qualche arzilla sgomitata e dentro, a pagarsi. Ricevuto il “malloppo”, dopo averpagato le bollette, quel che rimane lo pongono in un sacchetto di plastica e poi dentro la tasca interna della borsa o dentro la maglia della salu-te, al sicuro. E vanno via.

Scena seconda. Un giorno qualsiasi, un orario qualsiasi, dal 7 marzo 2012. Davanti ad uno sportello Bancomat o Postamat l’immagine èla stessa: il nonno e la nonna inforcano gli occhiali, “l’hai presa la bustina col codice? il Pin, non lo ricordo a memoria”, cercano di con-trollare l’ansia davanti alla macchinetta infernale che gli chiede di inserire la carta, attendere chè l’operazione è in corso, digitare il PIN(com’è? 23 o 32?), scegliere l’operazione, prelievo, digitare l’importo, sei sicuro? vuoi lo scontrino? Ritira la carta entro 30 secondi(accidenti al tremolìo, ed esci!), Ritira le banconote entro 30 secondi. Con scatto felino, agguantano le banconote e, guardandosiintorno sospettosi, ripetono la scena già vista alle Poste. E vanno via, al supermercato a fare la spesa. Arrivati alla cassa, tirano fuorila Carta e pagano tramite POS, chè i contanti servono per le bollette. “Te lo ricordi il Pin?”Cari figli e nipoti accompagnatori, siete liberi, non servite più! Le feste sono finite, ma i regali potete farli ancora. Regalate al nonnoun porta-carte-di-credito, di certo gradirà. Ah, il nonno si chiama Giuseppe ma da oggi, per tutti, è Nonno Pin!

NONNOPIN

Foto Notizie

Scilla in scena la prima

Circolo Burraco aSidernoÈ stata inaugurata la sede del circoloBurraco di Siderno, ospitata dall’YMCA.L' attivita' prossima del circolo compren-de tornei per soci e un corso pomeridianoper chi volesse imparare questo gioco.

Madonna delperpetuo soccorso

Spirito Santo Tu mi illumini su tutto e mimostri la strada per raggiungere tutti imiei ideali. Tu che mi dai il dono divino diperdonare e dimenticare il male che miviene fatto e che sei in ogni istante dellamia vita al mio fianco. Io, in questo picco-lo dialogo, voglio ringraziarTi per tutto econfermare ancora un a volta che mai miseparerò da Te respingendo ogni tentazio-ne anche le più grandi. Voglio stare con Tee con tutti i miei cari nella Tua gloria per-petua. Amen

Si è svolto con grande successo presso ilPalazzo della Cultura di Locri il “ConcertoNatalizio di Beneficenza” promosso dalKiwanis International, Distretto Italia SanMarino, divisione Calabria “Magna Grecia”“Luigi Giugno” . La serata ha avuto lo scopo di raccoglierefondi a favore del progetto “Eliminate” isti-tuito dal Kiwanis International in collabora-zione con l'unicef , che ha come obiettivofinale quello di eliminare il TMN (TetanoMaterno Neonatale) che attualmente deter-mina centinaia di migliaia di morti l'anno in40 paesi del mondo

Insieme a sostegno dell’Unicef

La Filodrammatica Scillese “LorenzoPontillo”, venerdì 6 gennaio 2012 alle ore21.15, va in scena con la prima teatrale “Afigghia resta schetta… e a mamma schiat-ta”, commedia brillante in tre atti diMaria Pia Battaglia, per la regia di FilippoTeramo. Lo spettacolo teatrale si terrà presso ilSalone Parrocchiale della Chiesa Matricedi Scilla.

L'Associazione Complesso Bandistico “P. Savoja” di Gerace al fianco del Kiwanis International

Dopo la poesia, ho provato acimentarmi nella prosa. E devodire che mi sono scoperta più incli-ne a quest’ultima. Nel personaggiodi Blanco ho potuto riversare tuttele difficoltà che si incontrano dasempre nel mio lavoro, anche sepiù che lavoro preferisco definirlopassione. Blanco è un protagonistaatipico, non è un eroe, non è tanto-meno un figo. A volte è solo undisastro di uomo, che si destreggiatra mille difficoltà interiori. Non hovoluto neanche contestualizzarlo inun luogo o in un tempo definito, dimodo che il lettore possa fare da sé,magari trovando in lui qualcosa incui immedesimarsi.Cosa è cambiato nel tuo modo discrivere da Maree ad oggi?

Sono maturata. Ho intrapreso unpercorso diverso. Sarà stato il luogodiverso in cui vivo ora, le letturenuove, il contesto universitario, lefasi della vita. Sentivo il bisogno diallontanarmi dal mio vissuto e ciòovviamente si riflette nella scrittu-ra, che ora è un po’ più ragionata.Prima era solo ispirazione poetica,ora c’è più raziocinio, più impegnoanche nei temi sociali. Forse è piùutile. E anche il mio approccio èdiverso, ho provato a scrivere da unpunto di vista maschile più chefemminile. E devo dire che ciò chene è venuto fuori è piaciuto abba-stanza.Che differenza c’è stata tra pubbli-care in Calabria e pubblicare conla Giovane Holden?

Se devo essere sincera è statomolto meglio pubblicare qui. Conla seconda casa editrice, anche sepiù grande, ho avuto difficoltàanche a portare il libro qui da noi.Siamo riusciti a stento a trovare unpunto di incontro. Con Maree èandato tutto meglio.Tu ora vivi a Bologna. Cosa c’è liper uno scrittore che qui manca eviceversa?Per me che venivo da una piccolarealtà di provincia è stato destabi-lizzante. E’ tutto più grande,c’èpiù libertà di muoversi , ci sonopiù opportunità è vero. Ma ci sonoanche tante contraddizioni: vabene per le contaminazioni cultu-rali, ma a volte trovi troppo.Quando hai troppo, dappertutto,

le cose perdono un po’ di valore.Qui da noi c’è una cosa che li nonhanno più: la vera lotta per riven-dicare gli spazi culturali che cispettano. E di conseguenza la pas-sione che devi metterci per neces-sità, rende tutto più autentico.Cosa ti ispira, Alessandra?Quando scrivo, ciò che viene fuoriè frutto del bagaglio di letture einsegnamenti che mi porto dietro.In questo caso mi sento di citareDe Andrè, fonte inesauribile. Main questo romanzo ad esempio c’èmolto Hemingway, Bukowski.Tutte letture che ho amato ultima-mente e non per caso. A volte rie-sco a trovare nei grandi autori, lerisposte alle domande che mi tor-mentano mentre scrivo.Metodo o passione?Tutte e due sono indispensabili.Senza metodo, non puoi gestire lapassione. Ma senza passione, delmetodo non sai che fartene. Ionon so se ho già un metodo, ma lapassione sicuramente.Che cosa significa scrivere per te?Come dicevo prima, non è unmestiere. Per me è una ricerca.Nello scrivere cerco quella libertàillimitata, che nessuno di noi avràmai. Spostarsi mentalmente,conoscere luoghi in cui non sonomai stata, respirare l’aria di posti emomenti storici diversi. E’unacosa di cui non potrei mai fare ameno. Mi diverto, rido, piango, miemoziono. Ho bisogno di emozio-narmi tramite la mia scrittura.Scrivere è un luogo della miamente, è la mia fortezza.

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Parlando

Cinema& musica

di

VENERDÌ 06 GENNAIO 2012 LA RIVIERA 30

Venerdì potrebberiservare qualcheenigmatico silenzio oqualche disarmonia infamiglia: tranquilli!

Mercurio richiedeattenzione al lato piùprofondo degli eventi,sollecitando una certavelocità d'azione.

Vanno benissimo legiornate di venerdì esabato, con una viva-cità tutta speciale.Godetevi il momento!

E’ ottimo il week-end, ma fate atten-zione a non adagiarvieccessivamente sugliallori.

Lasciate passare iltempo, senza strafaresul lavoro: occupatevidella manutenzionedel vostro amore!

Venerdì è la giornataideale da trascorrereinsieme a tanti amiciattorno a un focolare.Divertitevi!

ARIETE

dal 21 marzoal 20 aprile

TORO

dal 21 aprileal 20 maggio

GEMELLI

dal 21 maggio al 21 giugno

CANCRO

dal 22 giugnoal 22 luglio

LEONE

dal 23 luglioal 23 agosto

VERGINE

dal 24 agostoal 22 settembre

Dopo essersi ritrovati per affrontare gliesami della maturità, i sette 'immaturi',decidono di organizzare quel famosoviaggio di fine scuola che non erano riu-sciti a fare ai tempi del liceo.Accompagnati da mogli, fidanzate, geni-tori e figli (chi volontariamente, chi no)vivranno nuove avventure e nuovi per-corsi di crescita in un'isola della Grecia,rivelando ognuno nuove debolezze, adimostrazione che la vera 'maturità' nonsi raggiunge mai completamente.Diretto da Paolo Genovese e interpreta-to da Ambra Angiolini, Luca Bizzarri,Barbara Bobulova, Raoul Bova, AnitaCaprioli, Paolo Kessisoglu, RickyMemphis, Luisa Ranieri, MaurizioMattioli, Giovanna Ralli. Insieme aiprotagonisti del primo capitolo, in que-sta commedia figurano alcune newentry, tra cui Lucia Ocone e la spagnolaRocio Muñoz. Per chi ha visto il primofilm non può perdersi il secondo.

Matteo Raschellà

LARECENSIONE

IMMATURI - IL VIAGGIO

Venerdì, è strano per-chè potreste sentireforte il richiamo dicasa e delle rassicu-ranti abitudini.

Venerdì, la sensibilitàvi permetterà di volarealto: sono favoriti iviaggi di evasione maocchio ai prezzi!

La seconda decadeè graziata daVenere, che non lalascerà certo senzaparole. Occhio!

Dato che l'atmosferadel week-end si faràdelicata e romantica,non lesinate gesti ditenerezza. Bello!

Nessun problemavenerdì e sabato, l'e-nergia cinetica si faràfrizzante. Domenica,invece, romantica.

Venerdì e sabato tro-verete conforto esostegno tra le brac-cia di chi amate:eros fantastico!

BILANCIA

dal 23 settembreal 22 ottobre

SCORPIONE

dal 23 ottobreal 22 novembre

SAGITTARIO

dal 23 novembreal 21 dicembre

CAPRICORNO

dal 22 dicmbreal 20 gennaio

ACQUARIO

dal 21 gennaioal 19 febbraio

PESCI

dal 20 febbraioal 20 marzo

AL CINEMACINEMA NUOVO Siderno,info:0964/ 342776 Vacanze di Natale aCortina/16.00- 18.00 - 20.00 -22.00CINEMA GOLDEN Roccela J, info:333/ 7672151Giochi di ombre/ 16.00 -18.00 - 20.00 - 22.00CINEMA VITTORIA Locri, info:339/7153696 Il figlio di Babbo Natale/ 16.00-17.30 Finalmente la felicità/19.00- 20.30 - 22.00CINEMA GARIBALDI Polistena,info:0966/ 932622 Finalmente la felicità/15.30 - 17.30 - 19.45 - 22.00CINEMA POLITEAMA Gioia T., info:0966/ 51498Finalmente la felic-ità/18.00 - 21.00CINEMA ODEONReggio C.,info:0965/ 898168 Immaturi il viaggio / 17.30- 19.45 - 22.00 CINEMA AURORA Reggio C.,info:0965/ 45373Il figlio di Babbo Natale(3D)/16.00 Giochi di ombre/17.50 -20.10 - 22.30NUOVA PERGOLA Reggio C.,info:0965/ 21515 Il figlio di BabboNatale/16.00Capodanno a NewYork/18.10- 20.20 - 22.30MULTISALA LUMIERE Reggio C.,info:0965/ 51036 Sala de Curtis Immaturi-il viaggio/16.00 -18.10 - 20.20 - 22.30Sala Sordi Il figlio di Babbo Natale(3D)/16.15J.Edgar/18.00 - 20.30 - 23.00 Sala de SicaAlvin superstar 3/ 15.30 -17.10 - 18.50 Vacanze di Natale aCortina/ 20.40 - 22.50Sala mastroianniIl Gatto con gli stivali/16.00 - 18.45 - 19.15 Giochi di ombre/ 21.00-23.10

Il 2012 è iniziato con il divorzio dei dj locridei. Il risultato:piccoli veglioni per pochi intimi nella Locride mentre con100.000 presenze, STUDIO54 NETWORK harealizzato il più grande veglione del 2012

Capodanno 2012

In quasi 100.000 persone hanno raggiunto il centro dellacittà lametina, per il Capodanno 2012 diStudio54network, che dopo cinque capodanni consecu-tivi nella Locride, ritorna a festeggiare l'inizio dell'annosu un'altra prestigiosa piazza regionale. Risultato: un sold-out pazzesco, con un CorsoNumistrano, strapieno in ogni centimetro disponibile, eLamezia indiscusso ombelico del divertimento in que-

sto Capodanno 2012! Su Corso Numistrano, nel pieno centro di LameziaTerme, è stato costruito un vero e proprio villaggio, dispettacolo e divertimento, con due mega aree di ritmoe divertimento, per ballare e divertirsi fino alle primeluci dell'alba! La molteplice offerta non è stata solo dimusica e spettacolo, ma anche di servizi, con in funzio-ne tutti i bar del corso...Luci e coreografie, hanno poi supportato l'evoluzionedello spettacolo, dai giochi al ballo, e del pubblico, dai

piu' adulti ai più giovani. Il palco vero e proprio è entra-to in funzione a pochi minuti dall'una del primo gen-naio. Da qui animatori e Dj di Studio54network hannodato vita ad una contemporanea-doppia festa, inventa-ta per soddisfare e divertire un pubblico senza confini digusti e di eta'.Sui 2 palchi, Paolo Sia e Francesco D'Augello da un

lato, e Alex DJ dall'altro, hanno dato il ritmo giusto aqueste prime ore del 2012.. In diret-ta radiofonica interregionaleLuciano Procopio e Rossella Laface.E poi ospiti, gadgets e sorprese....migliaia i regali!Il premio è nei numeri: mai in cosìtanti per una festa di Capodanno,mai così a lungo (a conferma dellaqualità del prodotto) per una festa diCapodanno, con il pubblico fattodefluire spegnendo le luci del palco.Obiettivo raggiunto anche sul frontedella sicurezza, in piazza e sulla stra-da, con una confezione perfetta perscoraggiare le pericolose trasfertedei piu' giovani, da sempre abituatiad abbandonare le piazze a notteinoltrata, per la diffusa mancanza diofferta idonea al pubblico dellamovida notturna. Un plauso infine aStudio54network, impegnata nellaproduzione dell'evento, dal progettoalla produzione esecutiva, non solodello spettacolo ma anche dellacomunicazione dimostratasi ancora

una volta decisiva. Per saperne di più, e rivivere ancorauna volta tutte le emozioni dela Lamezia Dance Village2012, si può cliccare su Radio Studio54 network, edaccedere così alla pagina facebook ufficiale del primogrande evento calabrese 2012. L'intera comunità, giovani, famiglie e bambini, prove-nienti anche da altre città, hanno partecipato fino all'al-ba a questa grande festa di piazza, ballando, cantando escambiandosi gli auguri in un clima di grande allegria eserenità.

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la Riviera

VENERDÌ 06 GENNAIO 2012 LA RIVIERA 31

Cin Cin...Buon Anno

Blob of the week

La verità dell’Iride di Benjamin Bowson

Monastracesi D.O.C.

A Riace hanno brindato insiemeal nuovo anno. Kikka VoiceCiccio Ruga Mimmo Mirenzi

Nino Tarzia e Nino Ingrati a NewYork negli studi dell’emittente tele-visiva MNN ospiti del “Vinny VellaShow”

Vuoi mettere? E’ Micu i ColaDamerini di Capodanno

“Ecco a voi Luca, ilBabbo Natale più bello

del mondo”

Gregorio Ocello e suoi piccoli rugbistici insegnano che nel rugby “si gioca perqualcosa, non contro qualcuno”.

Il Caddararo suona e Carbonellaballa

Nel loro laboratorio combinanosempre dei bei “pasticcini”

il “Massimo” del divertimento

Da bambino mio nonno mi portò al cinema a vedere un filmato sul processo diNorimberga ai criminali nazisti. Rimasi colpito dalle dichiarazioni di un ex avie-re del furehr. Aveva un'aria paciosa, diceva che prima della guerra faceva il gela-taio a Berlino. Il suo volto mi rimase impresso, si trasformava in una mascheraorrenda popolando tutti gli incubi della mia infanzia. Mio padre era morto suicieli d'Italia, abbattuto col suo aereo durante gli ultimi mesi della seconda guer-

ra mondiale da un pilota tedesco. Inutile dire che l'assassino di mio padre assunse, nei sogni, le sembianzedel gelataio berlinese. Me lo immaginavo, prima, bonario a porgere i gelati ai bambini, facendo loro l'oc-chiolino, e poi grottesco, con gli occhi spiritati dietro una mitragliatrice che vomitava fuoco. Ho sognatomille volte di ammazzarlo il gelataio, prima che riuscisse ad abbattere l'aereo di mio padre. Nella vita hocercato di realizzare il sogno, mi sono arruolato nell'aviazione degli Stati Uniti e sono salito sugli elicotterida combattimento. Ho mitragliato per anni nei cieli del Vietnam. Uccidevo i mostri, ammazzavo i gelataiberlinesi. Poi allo specchio ho visto la mia faccia, era uguale ai mostri che ammazzavo. Se non mi avesseroammazzato mio padre sarei stato un bravo bambino, mi dico. Se lui fosse venuto di notte a rimboccarmi lecoperte non avrei avuto incubi spaventosi a spappolarmi il cervello. Avrei studiato, lavorato, messo su fami-glia e fabbricato marmocchi. Ma uno stupido gelataio tedesco ha cambiato il mio destino e quello di chi saquanti altri orfani come me. E qualcuno dice che i bambini hanno il diritto di essere felici, se io non lo sonostato è perché qualcuno se ne è fregato dei miei diritti. Così anch'io me ne sono fregato di quelli degli altri.E se fate i gelatai non ingannate i bambini, non gli strizzate l'occhio, diteglielo che prima o poi gli ammaz-zerete i padri.

Il gelataio di Berlino

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