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riviera45

Date post: 22-Feb-2016
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giornale d'informazione
32
C aro Ilario, è da diverso tempo che sentivo il desiderio di scriverti e manifestarti tutta la mia gratitudine per le coraggiose prese di posizione che, in più circostanze, hai espresso relativamen- te alla triste, quanto assurda vicenda che ha coinvolto la mia perso- na.
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Caro Ilario, è dadiverso tempoche sentivo il

desiderio di scriverti emanifestarti tutta lamia gratitudine perle coraggiose

prese di posizione che,in più circostanze, haiespresso relativamen-

te alla triste, quantoassurda vicenda che hacoinvolto la mia perso-

na.

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DOMENICA 06 NOVEMBRE 2011 LA RIVIERA 02

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Controcopertina

DOMENICA 06 NOVEMBRE 2011 LA RIVIERA 03

Palermo via D’Amelio 19 luglio 1992, la strage. 20 anni dopo il crollo del sistema giudiziario e civile dell’Italia

Vincenzo Scarantino, il falso pentito della strage

L’arresto di Carmine Spatuzza

Giuseppe La Mattina, uno dei sette condannati all’ergastolo e oggi scarceratiIl procuratore aggiunto Paolo Borsellino con due carabinieri

Su quella dei garantisti che “bisognaaspettare le sentenze definitive..”.Su quella dei giustizialisti che

“secondo la Procura..”. Su quella deigiornalisti che “le indagini dimostra-no..”. Sulla coscienza di un intero paese.Non lo si dice, ma il fatto è clamoroso,di una forza dirompente. E' il crollo delsistema giudiziario e civile dell'Italia. Ilpiù mafioso degli attentati forse non ètanto mafioso. La migliore magistratu-ra, i migliori poliziotti, i giornalisti piùbravi, forse nessuno di loro è tanto ingamba, o tanto buono. La strage di viaD'Amelio. La carneficina di un giudicee della sua scorta.Per vent'anni la setedi verità si è abbeve-rata alla fonte diScarantino. Quelladi un intero paese,del suo sistema giu-diziario, investigati-vo, informativo, delsuo popolo. Tuttihanno applauditoagli ergastoli, oquasi. Eppure eratalmente evidente che la mafia, nel suoregno, non avrebbe potuto affidarsi aun poveraccio, piccolo spacciatore tossi-codipendente, per organizzare la piùgrande sfida allo stato. Come se per assaltare Fort Knox sichiedesse l'ausilio della banda Bassotti.Nessuno ha protestato per quelle con-danne improbabili, tanto i reclusi eranogentaglia. Condanne frutto non di ungiudice distratto, ma il prodotto delmeglio delle forze investigative e giudi-ziarie, avallato dai giudici di tre gradi digiudizio e da tutta l'informazione. Undisastro, perché se si pensa che il meglioabbia prodotto questo scempio allora cisi chiede cosa possono aver prodottoinvestigatori e giudici meno esperti omeno buoni? Quanto sono verità quel-le contenute nelle sentenze dei tribuna-

li italiani? Quanti innocenti stannodentro e colpevoli fuori? E non si dicache questo è qualunquismo o retorica,le accuse di questo tipo sono solofughe dalla realtà. L'Italia è un paesein cui trentasei pentiti non bastano acondannare Andreotti e basta unoScarantino a far condannare trentaseipersone. Un posto in cui venticinqueprocessi non mandano a casa il capodel governo ma basta un rapporto diquestura per marchiare a vita milionidi meridionali. Una nazione in cuiTanzi si porta via miliardi di euro e a luigli riprendono qualche spicciolo e se

sei della Locride lo Stato ti confiscaanche la biancheria intima del vicinodi casa. Otto ergastoli che stanno sullacoscienza di un popolo che batte lemani felice a ogni retata, che osannaprocura e questura e fa finta di nonsapere che dentro ci finiscono solo ipoveracci. Quelli che pagano per tutti,anche per noi. Un sistema che lasciaScarantino per andare a bere daSpatuzza, fingendo di non sapere cheil pozzo è lo stesso e la fonte una voltaavvelenata lo sarà per lungo tempo. Emagari il paese fra vent'anni avrà altriotto ergastoli sulla coscienza.

Otto ergastoli sulla vostra coscienzaFERNANDO SAGADO

Mi uccideranno, ma non sarà unavendetta della mafia, la mafia non si vendica. Forse saranno mafiosi quelli che materialmentemi uccideranno, ma quelli cheavranno voluto la mia mortesaranno altri.

“(da L’agenda rossa di Paolo Borsellino)

La strage di via d'Amelio aPalermo del 19 luglio 1992 in cuipersero la vita il giudice antimafiaPaolo Borsellino e la sua scorta.

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ParlandoStyle

La settimana

di...

NORDICI&SUDICI

Le prime piogge autunnali portanovia l'estate, con gli ombrelli si riapro-no gli armadi e si archiviano i pareo.Ultimamente al primo scroscio d'ac-

qua va via la terra e le vite che essa contiene. Due annifa la Toscana, l'anno scorso il Veneto, quest'anno laLiguria. Al sud il fenomeno è talmente endemico danon far più notizia, la sorpresa arriva dal nord, l'acquanon guarda più in faccia nessuno ormai. Nugoli diesperti si affannano a dare spiegazioni scientifiche allealluvioni, e tutti hanno in parte ragione: sconvolgi-menti climatici, effetto serra, cementificazione, com-posizione del terreno, morfologia, orografia. C'è tuttoquesto nelle alluvioni. E c'è l'abbandono del territorio,la sua incuria, la mancanza di investimenti. C'è lo spo-polamento delle campagne soprattutto, questo rap-presenta il fallimento di un grande, improbabile edegoistico sogno: l'industrializzazione. Per cinquant'an-ni l'Italia ha rincorso l'impossibile, mutare pelle e dapaese a vocazione agricola, turistica, culturale e artisti-ca, trasformarsi in potenza industriale. Il paese neldopoguerra è vissuto soprattutto di rimesse degli emi-granti all'estero, milioni di persone che da fuori man-tenevano altri milioni di italiani. Poi il grande bluff, ilboom economico, che altro non è stato se non un flop,milioni di persone inurbate e proletarizzate, milioni diprofessionalità artigianali sacrificate alle catene dimontaggio. Il capitalismo ha illuso tutti, comprandoqualsiasi ferraglia noi producessimo, non perché era-vamo bravi ma perché doveva aprire un grande mer-cato di consumo in Italia, per farlo doveva trasforma-re gli italiani. Li doveva convincere che avevano deibisogni ultronei rispetto al mangiare e al bere. Poi hasmesso di comprarsi le nostre cose, ma già alla finedegli anni sessanta, e dagli anni settanta in poi ci hasemplicemente permesso di fare debiti. Anche i nostricontadini si sono convinti che i cavoli nascono alsupermercato, e fra un po' li troveremo completi dibambini. Continueremo a vedere la nostra terra den-tro fiumi di fango che vanno al mare, se non tornere-mo a imbrigliarla in vecchi e solidi muri a secco. Nonci faranno più fare debiti da ora in poi, l'indignazionenelle piazze per un lavoro parassitario non serve più.Servono braccia per ricostruire e uscire da un'illusio-ne che è solo alluvionale.

Illusioni alluvionali

DOMENICA 06 NOVEMBRE 2011 LA RIVIERA 04

GIOACCHINO CRIACO

PASQUINO CRUPI

Il mezzogiorno è una parola labile.Giulio Tremonti la aveva appena scrittanel suo piano, europeisticamente e

anche ampollosamente detto Piano Euro-Sud, e già era in fuga e messa in fuga daargomenti, stellarmene lontani dal pensie-ro meridionalista. Aveva il sovrano mini-stro dell’Economia sostenuto di fronte aBarroso che, per rilanciare lo sviluppo eco-nomico del mezzogiorno e, quindi,dell’Italia, non c’era bisogno alcuno dirisorse aggiuntive. Bastavano, e forse anche

restavano, i fondi comunitari già destinati.Da impiegare in grandi opere infrastruttu-rali. Un bestemmia contro i meridionalistiche nei lavori pubblici non videro mai laleva per il risorgimento del Mezzogiorno.Giustino Fortunato, figura di primariaimportanza nel campo del meridionalismo,sosteneva con forza, acuminata dalla suagloriosa intelligenza, che i grandi lavoripubblici sono importanti, ma non fonda-mentali per il risorgimento del mezzogior-no. Conta qualcosa il suo pensiero? Né perGiulio Tremonti né per i suoi contradditto-ri.Ma almeno Giulio Tremonti uno sguardopietoso lo ha avuto. Non così l’angustiatoSilvio Berlusconi, che, pur avendo avuto treanni a disposizione per varare le riformenecessarie allo sviluppo e alla crescita, si èvisto costretto a mettervi mano a tempo

IL MEZZOGIORNOUNA PAROLA LABILE PER TREMONTIUNA PAROLA A LUCI ROSSE PER BERLUSCONI

In data 25 ottobre 2011 le nostre aziendeMeridionale Intonaci e Kollmax sonostate destinatarie di una quanto mai ina-

spettata misura di prevenzione da parte delTribunale di Reggio Calabria.Con tale provvedimento, che segue alcuneinformative di Polizia, si ipotizza una collu-sione delle nostre attività con presunteorganizzazioni criminali operanti sul territo-rio. In tale contesto si ipotizza addirittura ilnostro interesse ad espandere l’attività inpaesi esteri utilizzando canali illeciti.Vogliamo rassicurare la nostra clientela equanti ci conoscono che tale ipotesi nonpotrà trovare alcun riscontro nella realtà.Invero, le nostre realtà aziendali sono soloil frutto di enormi sacrifici portati avantionestamente da due generazioni, di enormisforzi economici finalizzati solo a costruireimpresa e dare occupazione in questa terraed infine, a far conoscere al mondo intero lenostre linee di produzione, presenti ed

apprezzate da decenni nelle migliori fiereitaliane ed estere.Ci affidiamo sereni e fiduciosi al giudiziodella Magistratura ed abbiamo pertantodato mandato ai nostri legali e consulentiaffinchè venga chiarito ogni equivoco, spe-rando che ci venga restituita la tranquillità eserenità che ha sempre contraddistinto ilnostro modo di essere ed operare. Nonabbiamo parole per ringraziare quanti, for-nitori, clienti e gente comune, stanno mani-festando grati sentimenti di vicinanza.

La Proprietà

Sopra, una veduta panoramicadella MeridionaleIntonaci di Canolo.Sotto, FrancescoAdalberto Gullaci,fondatore nel 1940 dellaMeridionali Intonaci

Ci scrive la proprietà della Meridionali Intonaci

Dopo la decisione del Tribunale di Reggio Calabria

Giacomo Mancini el’oscuramento del Sud

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la Riviera

DIAVOLO NERO

I numeri, quando si tratta di plateecongressuali, sono sempre strambi.Non vi fa eccezione il Pdl, che a chiu-sura del tesseramento non è in gradodi forinre dati ufficiali sul numerodegli associati e degli aderenti. Ma, ciò

nonostante, volano a Reggio Calabria le cifre, chedanno sul carro del vincitore incontenibile ilGovernatore. Non tutta la farina, acquistata abuon prezzo, appartiene, però, al ritornato dalladall’America. Nelle raccontate 18mila tessere reg-gine di aderenti e associati del Pdl fanno buonavista e suscitano appetito le oltre duemila tesseredel vicepresidente del consiglio regionale,Alessandro Nicolò. Avversato dal Governatore esostenuto dal deputato Nino Foti nella rivendica-zione - coronata da successo - dell’alto ufficio diVicepresidente del Consiglio regionale. Se la gra-titudine fosse un valore, non ci potrebbe esserelegittimo dubbio sullo schieramento congressualed’ Alessandro Nicolò: a fianco di Nino Foti. Maincombono le previste anticipate elezioni politichenazionali. Per la Calabria il munifico SantoVersace ha lasciato un posto a sedere e da riempi-re con un nominato prossimo venturo. Visto chesi andrà a votare con il porcellum. Chi ha da esse-re il nominato? Certamente, nonostante la agita-zione di Alberto Sarra, Alessandro Nicolò. Se faràil bravo, cioè se starà al Congresso dalla parte delGovernatore il cui codice etico, fatto di materiaelastica, non esclude il voto di scambio : tu.Alessandro, dai i voti a me, io, Giuseppe, do unapoltrona alla Camera a te. Così sussurra il vento.Apprendiamo dalla biografia di AlessandroNicolò che il suo hobby è la lettura. Essendo cat-tolico, tra le sue letture ci sarà senz’altro ilVangelo, libro formidabile per le tentazioni.Poiché il male, purtroppo, è più forte del bene,potrebbe accadere che Alessandro Nicolò siaattratto dall’imitazione di Giuda. Trenta denarison trenta denari, se non vengono convertiti ineuro. Con lo scambio in natura, valgono una pol-trona.

Alessandro il coccolato

DOMENICA 06 NOVEMBRE 2011 LA RIVIERA 05

I fulmini di Angela NapoliLa difesa della legalità non è un gargarismo per la com-

battiva deputata di Fli, Angela Napoli. Ciò che bolle inpentola a Reggio la trova sempre vigile e presente, esempre in grado di denunciare fatti e misfatti. Non con-

vince, e giustamente, la divergenza , come leggiamo in una suainterrogazione parlamentare, “tra i contenuti della relazioneprodotta dagli Ispettori del Dipartimento della Ragioneria

Generale dello Stato, dalla quale emergonopesanti irregolarita' nella contabilità delComune, e quelli [...] della relazione prodot-ta dai periti della Procura della Repubblicadi Reggio Calabria”. Guarda caso, a mettere in rilievo tale diver-

genza è stato il sindaco di Reggio Calabria,destinatario della relazione dei periti dellaProcura della Repubblica che, ovviamente, la

ha sbandierata come un trofeo di guerra e divittoria. Precisa nella sua interrogazione,

presentata il 20 ottobre u.s., aiMinistri della Giustizia edell'Interno e dell'Economia edelle Finanze, Angela Napoli:“La relazione della visita ispetti-

va della Procura della Repubblica contiene alcuni omissis , non-ché notizie di reato, tanto che l'ex sindaco del Comune, GiuseppeScopelliti, è stato invitato a comparire”. E allora, come interrogaela deputata di Fli, non bisogna considerare “estremamente graveche una relazione, contenente notizie di reato, in fase di indagi-ne, sia arrivata nelle mani dell'attuale Sindaco Arena”, il quale èoggettivamente vocato a difedere i trascorsi del Modello Reggioe del suo inventore, Giuseppe Scopelliti?Sicomme si tratta di una domanda e non di uncapocollo, che può stare sospeso in aria,Angela Napoli, così come noi, vuole sape-re quale sia “il motivo che ha portato laProcura della Repubblica di ReggioCalabria a fare entrare in possesso dellarelazione in questione, l'attuale Sindacodel Comune di Reggio Calabria, dott.Demetrio Arena”. Tutto sarebbe in regolase la Procura di Reggio non fosse unastruttura giudiziaria, ma un'illumini-stica scuola, presa dal bisogno didiffondere il sapere e accrescerela conoscenza del Sindaco .Carmelo Carabetta

L'INFORMATO DEMETRO ARENA

perentoriamente scaduto, fischiando allesue orecchie il sibilo della frustadell’Unione Europea. E, in queste ore,fischia anche il vento della Grecia. L’Italianon ha più tempo da perdere, scrive «Italiaoggi». Si balla sull’orlo dell’abisso. Il rintoc-co funebre per il mezzogiorno è netto esonoro. E come. Il mezzogiorno più cheuna parola labile, è una parola proibita,come i flms a luci rosse negli oratori deisalesiani. Silvio Berlusconi, che ha parec-chie monache in famiglia, s’è guardatobene dallo scriverla nella Lettera d’intentie, in questi giorni d’allarme, dopo il crollodi Piazza Affari, “pensa a misure choc:patrimoniale e prelievo forzoso dai conticorrenti, blocco delle pensioni di anzianitàe condoni”. Insomma, un remake del1992, dice «Il fatto quotidiano». IlMezzogiorno sempre nella cassa da morto.

Riesumarlo appesta l’ambiente.Qui e ora potrei sbracciarmi a dimostrareche se non si riparte dal Sud, l’Italia nonriparte. Ma sarebbe come scoprire l’America dopoCristoforo Colombo. Mi piace piuttostorevocare alla mente che la scomparsa delMezzogiorno cade nella fase estrema del-l’indebolimento generale del pensiero edell’azione meridionalisti. Nulla di ciò chestato osato e si osa nei confronti del Sud,avrebbe potuto inverarsi se fosse ancoraviva e vigente la buona razza dei meridio-nalisti all’opposizione. Di questa nobile razza, refrattaria ad ognibiada, l’ultimo fiore è stato GiacomoMancini, che ha trascinato il meridionali-smo dal pensiero e all’azione. Da segreta-rio nazionale del PSI, da Ministro, dauomo d’azione e di pensiero. Che, colle-

gandosi alle cime alte del pensiero meri-dionalista, capì che il Mezzogiorno aveva,sì, bisogno di opere infrastrutturali, maanche e soprattutto di un tessuto economi-co produttivo. Ne individuò la via, comegià Francesco Saverio Nitti, nell’industria-lizzazione. Proprio per questo fu ridotto alsilenzio. I nordisti governanti possono con-cedere tutto, persino che le pensioni nonbalzino a 67 anni d’età, ma non una politi-ca che interrompa la dipendenza economi-ca del Sud. Questo fu il magistero diGiacomo Mancini, un meridionale, unmeridionalista che fu all’opposizioneanche quando era al governo. Ora, con unpo’ di sottosegretari e viceministri alGoverno il Mezzogiorno e la Calabriasono voci che non parlano neppure dal-l’oltretomba.

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Parlandodi...

LA COPERTINA

Illustre Presule, non faccio parte del suogregge. Faccio parte delle pecorellesmarrite. Ma, poiché sono ben riguarda-

te evangelicamente, sarà certamente con-sentito alla pecorella smarrita di parlare,non di belare al sacro pastore. Cioè, a Voi,reggente la Diocesi di Locri- Gerace, chegià ebbe a suo vescovo un pastore angelico,mons. Giancarlo Bregantini. Il Papa racco-manda l'imitazione di Cristo. Io mi permet-to, più realisticamente, di suggerire l'imita-zione dell'attuale vescovo di Campobaso, lìdirottato.Mi ascolti, o buon Pastore. Tutta la comunità di Riace -c'è stato ancheun Consiglio comunale aperto, da Voi cru-damente disertato- ha alzato la sua voced'invocazione, che è preghiera, a Voi, chetutto potete e che tutto avete disposto,onde padre Salvatore Monte non sia rude-mente spostato dalla parrocchia di Riace aquella di Siderno Superiore. Lo so bene. Ildisegno della Provvidenza divina rientra nelpiano aridamente non comunicativo delmistero. E non cerco spiegazioni. Ma Voinon pretenderete, a meno che il Diavolonon vi tenti in superbia , di vibrarVI a quell'altezza insondabile, secretando l'inavvedu-to provvedimento, dandogli, cioè, il profilodi ciò che sfugge all'umana ragione.Sarebbe troppo anche per un vescovo. Voidovete spiegare e spiegarci con le parolesemplici, raccomandate dal Vangelo. Buon Pastore, Voi vi apprestate a compiereun misfatto storico, se non vi fermerete, senon fermate il vostro decreto di trasferi-mento. Padre Salvatore Monte è un sacerdote cheappartiene all'ordine degli Scalabriniani.Fate con me un ripasso di storia. Per il bre-viario c'è sempre tempo. Il punto è chemons. Giovan Battisti Scalabrini, tarlato nelcuore dallo spettacolo della carneficina del-l'esodo, nel 1887 fondò la Congregazionedei Missionari di San Carlo Borromeo,detti, in seguito, Scalabriniani, perché aves-sero cura esclusiva degli emigrati italiani. ELui stesso viaggiò verso la nostra poveragente nel 1901 negli Stati Uniti d'America enel 1904 in Brasile. Tali sono gli

Scalabriniani, tale illoro compito. Buon Pastore, perchédebbo essere io aricordarvelo? A ricordarvi che il Creatore

non si può stacca-re dalla creatu-ra, e che lacreatura non

può stac-carsi dalCreatore.

O p p u r enon c’è scampo: oc'è sfregio delCreatore neiconfronti dellasua creatura odella creaturanei confrontidel suoCreatore.Come avete

potuto, allora, pensare di stravolgere que-sto rapporto? Di voler staccare padreSalvatore Monte dall'ufficio che gli è pro-prio? Assistere gli emigrati. Capisco sononeri. E con questo? Voi avete più voltedetto, con un non sospetto gusto retrò, divoler evengalizzare. Non credo che evange-lizzare significa anche cambiare il coloredella pelle per aver pietà dei derelitti.Buon Pastore, legga con me quello cheGiovanni Papini scrive in Storia di Cristo(1921): “ Gesù è il povero. Il povero infini-tamente e rigorosamente povero, povero d'un'assoluta povertà. Il principe dellapovertà, il signore della perfetta miseria. Ilpovero che sta coi poveri, ch'è venuto per ipoveri, che parla ai poveri, che dà ai poveri,che lavora per i poveri. Il povero della gran-de ed eterna povertà.” Chiaro o no?Padre Salvatore Monte in Riace è al servi-zio dei poveri, dei più poveri che si possaimmaginare. Sono i catapultati dalla fame,dalla miseria, dalla morte per mancanzad'un tozzo di pane gli immigrati. Il padrescalabriniano è con loro. Sta con loro. Vivecon loro. Insieme ci dicono, secondo l'in-candescente frase del già citato GiovanniPapini, che il mondo non può essere l'infer-no illuminato dalla condiscendenza delsole. Strappare padre Salvatore Monte daipoveri emigranti di Riace è un misfatto reli-gioso. È una bestemmia contro Cristo.Saremmo, addirittura, all'esecrazione sedietro lo spostamento coatto di donSalvatore Monte ci fossero le idee sue, noncondivise, sulla gestione del santuario deiSS. Cosma e Damiano e sull'enorme quan-tità di euro procacciati dalla festa solennedei due Santi. Questa, forse, è un'insinua-zione. Ma, buon Pastore, visto che ilMaligno tenta voi, è facile capire che possatentare anche noi.Più volte m'è venuta voglia di rientrare nelgregge, sospinto dall'amore per la fede dimia madre nella Madonna di Polsi, ancheper non darle afflizione là dove è. Ma sono rimasto al mio posto. Non è ilgregge che non mi piace. È il pastore chenon mi convince.

PASQUINO CRUPI

LETTERA PASTORALE A MONS. MOROSINI

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Due misfatti e una bestemmia contro Cristo E se dietro lo spostamento coatto di don Salvatore ci fossero le ideesue, non condivise, sulla gestione del Santuario dei SS. Cosma eDamiano e sull'enorme quantità di euro procacciati dalla loro festa?Forse, è un'insinuazione. Ma, buon Pastore, visto che il Maligno tentavoi, è facile capire che possa tentare anche noi.

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Primo Piano

DOMENICA 06 NOVEMBRE 2011 LA RIVIERA 09

la Riviera

Nella lettera di un imprenditore reggino a Giuseppe Raffa i dubbi e le incertezze sulle gare d’appalto

SUAP? «No, assolutamente no!»Su <<La Riviera>> del 25 settembre2011 abbiamo pubblicato un articolo tito-lato: “SUAP Reggio fa eccezione”. E,come è nel nostro stile, non abbiamoalzato elogi alla alla possente macchina diguerra contro l’adulterazione delle gared’appalto e le infiltrazioni mafiose. Benfatto. Dall’interno del mondo imprendito-riale, non sempre ardito e coraggioso,giunge a conferma della nostra diffidenzauna voce attiva, che denuncia i ghirigori egl sbandamenti della Suap. La pubbli-chiamo ben volentieri. E se altri imprendi-tori si facessero vivi, non sarebbe male.Sarebbe un gran bene.

Egregio Sig. Presidente, GiuseppeRaffa, Le porgo, innanzi tutto, i mieisaluti con l’augurio di buon lavoro nellanuova responsabilità istituzionale pro-vinciale. Consapevole dei suoi impegni, in attesadi un possibile e prossimo futuro incon-tro che spero mi vorreTe accordare, mi per-metto di rivolgerLe alcune considerazionisull’operato di uno dei settoridell’Amministrazione che interessano diret-tamente la mia attività di impresa nel campodei lavori pubblici.Premesso che uno dei punti fondamentaliper la nostra limitata e stentata economia èil settore dei lavori pubblici, le gare d’appal-to rivestono una rilevante importanza nellasfera economica di noi, molteplici operatoridel settore di riflesso su tutte le realtà del ter-ritorio provinciale. L’Amministrazione da Lei oggi diretta haistituito, a suo tempo e con nostro compiaci-mento, il Servizio S.U.A. Provinciale cheavrebbe dovuto essere strumento di garan-zia, trasparenza, uniformità e celerità nelleprocedure di appalto di opere pubbliche nelterritorio provinciale. Spesso, nelle colonne dei quotidiani leggia-mo del buon operato ed efficienza dellaSUAP, avremmo voluto essere d’accordo mapurtroppo la realtà non è così.Le opinioni e giudizi che leggiamo sui gior-nali credo siano dettati solo da motivi di con-venienza e scritti da chi non vive quotidiana-mente lo snervate, confusionario e tortuososvolgimento delle gare di appalto presso laSUAP di Reggio Calabria.Il modo di operare, come si evidenzia inseguito, e tutt’altro che sinonimo di celerità,uniformità e diciamolo pure, di trasparenzae lascia molti dubbi ed incertezze e comun-que denota l’assoluta mancanza, voluta o no,di organizzazione.Non mi soffermerò molto sui dubbi ma sot-tolinierò fatti concreti, documentabili e veri-ficabili.Le gare di appalto sono programmate dallaSUAP secondo un calendario ed orari dellastessa preposti è indicati pubblicamente(scadenza della presentazione, data e orariodella gara in seduta pubblica).Succede che quasi mai viene rispettato l’ora-rio di apertura della procedura di gara, alcu-ne volte nemmeno il giorno e assolutamen-te mai, anche se avviate e con buste aperte,

si concludono lo stesso giorno prefissato mapassano parecchi giorni e addirittura setti-mane. In questo enorme lasso di tempo, lebuste con le offerte, aperte e no, restano ingiro, dentro occasionali contenitori, per gliuffici SUAP. Questo sistema di incertezza ha scoraggiatola partecipazione delle imprese alle sedutedi gara le quali devono fare avanti e indietroper chilometri e lasciare altri impegni dilavoro per poi sentirsi dire che la gara è rin-viata, per un motivo o per un altro, adaltra ora e poi ad altro giorno e poiad altro giorno ancora, e cosi via. Quindi il risultato è che quasimai si ha la possibilità di parteci-pare alle sedute se non trovando-si per mero caso e per altri motivicoincidenti con lo svolgimentodelle gare o a tranche delle lorobattute. Quando ancoraalcune impreseavevano un po’ difiato per protesta-re le risposteerano sempre lestesse: il R.U.P.arriva in ritar-do; la Dirigenteè in questom o m e n t oimpegnata oarriva in ritardoo non arriva perniente; dobbia-mo sospendereper altri impe-gni; siamo inpochi è il lavoroè tanto; manca questo omanca quello; èsuccesso questo o èsuccesso quello. Presidente, facciagentilmente unariflessione: Questa,

cosi com’è e, con tali comportamenti, è unastruttura che funziona e che ispira fiducianella garanzia delle regole? Andiamo adesso a parlare alla stesura deibandi di gara. Dagli ultimi mesi del 2010 ad oggi sono stateinserite, modificate, disinserite, e reinseriteancora, in modo incoerente e sconclusiona-to, clausole vincolanti per la partecipazionealle gare. Faccio qualche esempio, sempredocumentabile: 1) Viene inserito un limite di anomalia

delle offerte pari al 15% oltre il qualebisognava presentare con l’offerta unascheda giustificativa (Benissimo!); 2)Viene prescritto il divieto di chiusuradelle buste con ceralacca a pena diesclusione. In effetti non viene esclusa

alcuna offerta presentata in modo diffor-ma (Inspiegabile!!).

3)Viene abolito il limite di anomalia dicui al punto 1) (Ci chiediamo il per-

ché); 4)Viene abolito il divieto di cuial punto 2);5)Viene ripristinato il limitedi anomalia ma la percentua-le è sempre diversa (?); 6)Viene abolita la presenta-zione in sede di gara dellascheda giustificativa per iribassi superiore al limitedi anomalia(?). Signor Presidente, que-

sta è organizzazione? E’trasparenza? E’ celerità?

E’ attività meritevole diencomio? È integerrima e

lodevole operosità del persona-le addetto? E’ una struttura chefunziona?No! Assolutamente NO! Non funziona, o quantomenonon funziona come dovrebbe eper gli obbiettivi preposti istitu-

zionalmente e quindi il dubbioè: non saranno per caso altri gliobbiettivi?

E’ chiaro, gli artefici di tutto ciò, seinterpellati, hanno già bella epronta una giustificazione più omeno accettabile ma non siamo ascuola né nel nostro singolo priva-to, siamo di fronte adun’Istituzione, un Servizio pubbli-co con serie responsabilità moralie materiali con i precisi doveri delmassimo rispetto per le Regolenormative, dello svolgimento deipropri compiti e, non per ultimo,rispetto verso i Cittadini.Non sarebbe più facile, trasparen-te e corretto rispettare l’orario sta-bilito per l’inizio di apertura dellaseduta di gara e completare leoperazioni lo stesso giorno senzalasciare adito a dubbi o sospetti? Non mi si venga a dire che gliimpegni sono tanti e imprevedibili. O si è in grado di gestire il Serviziocon gli impegni che ne derivano osi lascia.

Le faccio un esempio di efficienza e tra-sparenza, di cui si può facilmente accerta-re. L’Anas Spa Ufficio per l’Autostrada SA-RC con la sede a Cosenza (Quindi inCalabria e non al Nord) prescrive la sca-denza della presentazione delle offerte(anche a mano) entro le 10 di un determi-nato giorno, dopo un’ora e quindi alle 11dello stesso giorno la Commissione iniziale operazioni di gara che completa nellostesso giorno con l’aggiudicazione provvi-soria. Si tratta di gare con spesso più di centopartecipanti e con più gare per tornata. Nei rarissimi casi in cui si ravvede l’impos-sibilità di concludere le operazioni nellostesso giorno la gara viene rinviata, nonviene aperta alcuna busta e le stesse ven-gono custodite in cassaforte video control-lata e ad apertura controllata. La Commissione di gara, come lo stesso ilDirigente Dott. G. Orsino, è composta danormalissime persone, fra di loro inter-cambiabili che, oltre questa funzione, svol-gono molteplici altre attività in seno allastruttura di cui fanno parte e certamentenon si tratta di extraterrestri o di personecon poteri paranormali o sovrannaturali.Comunque se, come credo che sia, è inte-ressato a verificare la fondatezza di quan-to scritto basta dare incarico a persona disua fiducia, competente, estraneaall’Amministrazione e in qualità di sempli-ce cittadino a seguire l’andamento di unao più gare che la SUAP ha bandito, se hadubbi, mi creda, spariranno.Spero abbia trovato il tempo di leggerepersonalmente queste righe scritte sempli-cemente nel tentativo, sicuramente nonvano, di poter vedere efficiente e traspa-rente una struttura che tutti noi imprendi-tori per decenni abbiamo auspicato mache così come vista e vissuta direttamente,sino al momento, non soddisfa assoluta-mente la tanto agognata trasparenza.

Lettera firmata

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L’Intervista

DOMENICA 06 NOVEMBRE 2011 LA RIVIERA 10

la Riviera

Dopo una settimana, ricca di impegni,31 ottobre incontri, analisi e consul-tazioni, lunedì finalmente ha avutoluogo il Comitato di rappresentanza

dei sindaci per l’Azienda Sanitaria provincialen° 5, presieduto dal Sindaco di Siderno,Riccardo Ritorto, sempre scattante. E daldettoomitato sono state apportate modifiche rile-vanti all’organigramma dell’A.S.P. di ReggioCalabria, che migliorano sostanzialmente ilpiano aziendale precedentemente presentatodal Direttore Generale dell’Azienda SanitariaProvinciale, signora Squilacioti. Ne parlo conRiccardo Ritorto.Sindaco come è andata la riunione di ReggioCalabria e come valuta i risultati per il territo-rio locrideo?Partendo dalla spoliazione precedente, devodire, positivamente, per due motivi. Primo, per-ché all’ospedale di Locri toccheranno, inaggiunta a quelle precedentemente previste, trestrutture complesse (Allergologia, Urologia,Nefrologia e Dialisi) e undici strutture semplici,di cui due dipartimentali (Broncopneumologia,Angiologia, Dermatologia dip., TerapiaInensiva, Chirurgia Oncologia dip., ChirurgiaMininvasiva, Istocitopatologia, Centro per l’en-dometriosi, Radiologia). Secondo, perchéabbiamo sviluppato un ragionamento costrutti-vo con la controparte e questo fa ben sperareper la chiusura della trattativa, e voglio aggiun-gere per onesta intellettuale che sia ilPresidente Scopelliti sia la dottoressaSquillacioti, che ringrazio per la sensibilità,hanno recepito alcune delle nostre proposte.Però nella riunione del Comitato dei sindaci,conclusa a Siderno questo giovedì 3 novembre,appena finito si sono aperte altre questioni sulnuovo piano aziendale, aggiornato e modifiato.Lei che ne pensa?Sicuramente, non si può essere totalmente sod-disfatti, perché molto c’è da fare e si devonocorreggere delle valutazioni strutturali che nonaccolgono la condivisione dei sindaci e dei citta-dini. Come prima proposta chiediamo il mante-nimento della soc di Neonatologia. Tutti i sinda-ci si sono espressi in questa direzione e sono

state individuate delle priorità improrogabili.La prima appunto è il mantenimento della socdi Neonatologia insieme ed una attenta valuta-zione su altre strutture, ritenute vitali per lasalute dei cittadini, come Medicina d’urgenza,Geriatria, Gastroenterologia, Colposcopia,Neuropsichiatria infantile, Microbiologia . Laseconda priorità riguarda la medicina territoria-le. Poi, bisogna capire come viene ridistribuito ilpersonale. Altri problemi da chiarire sono ladestinazione della struttura di Gerace e infine ilproblema delle emergenze- urgenze.C’è una assenza nel Piano: la struttura ospeda-liera di Siderno?Questa questione merita un analisi diversa,anche perché sono state strumentalizzate alcu-ne mie affermazioni nel corso del Consigliocomunale aperto di Locri sulla sanità. Lì hosemplicemente detto che che la città di Sidernoè stata lasciata solo all’epoca della battaglia peril nostro ospedale. Certo, allora l’Associazionedei Sindaci non aveva tutta la forza necessaria.Adesso che la forza l’abbiamo, dobbiamoriprendereil filo d’un discorso interrotto e com-battere in difesa dell’’ospedale di Locri senzacondizionamenti politici o campanilistici, cer-cando di fare il massimo per il bene del territo-rio locrideo.

La strada intrapresa per risolvere i problemidella sanità è quella giusta?Io credo che bisogna seguire, passo dopo passo,tutte le iniziative che il Management vuoleattuare. Non dobbiamo distrarci, abbiamo l’ob-bligo di fare capire alla Direzione SanitariaProvinciale che la collaborazione con i Sindaci èvitale per i successi che si vorranno ottenere dalpunto di vista del miglioramento e della qualitàsanitaria nel nostro territorio.Il 10 novembre ci sarà un nuovoincontro con il Governatore.Gettando intanto uno sguardosul futuro della Locride...Il futuro della Locride dobbiamocostruirlo tutti insieme, prose-guendo per la strada oggi final-mente tracciata, e ciò sarà possibi-le solo se continueremo a nondisperdere forze e risorse umane.Non è più tempo - anche questo-di richieste e di finanziamenti. Dobbiamo dimo-strare dignità e accordare scelte strategiche,progetti realizzabili e soprattutto mantenere l’u-nità dei Sindaci dimostrazione che prima vienel’interesse del territorio e poi la divisa partiticad’appartenenza.

Rosario Vladimir Condarcuri

«Atto aziendale buono ma non giusto»Riccardo Ritorto Presidente dei Sindaci dell’ASP

BUONA L’INTESA CON LA DOTTORESSA SQUILLACIOTI MA SU NEONATOLOGIA FAREMO MURO

Continua lo sciopero dei dipendenti di"Locride Ambiente". Stamane, 3 novem-bre, i i lavoratori, hanno formato un picco-lo corteo e, muovendo dal deposito degliautomezzi , hanno sfilato lungo lil corso diSiderno. Chiedono certezze , innanzituttola certezza del salario. È da due mesi,infatti, che lavorano senza aver percepito

né salario né parte delsalario. "Ad oggi sonoindietro con due mensi-lità ma questa situazioneprosegue da almenootto mesi - ha dichiaratoMimma Pacifici dellaCigl - ogni fine mese l'a-zienda si trova in diffi-coltà e non riesce apagare puntualmente lostipendio". Comunque, i

Sindaci, presenti all’incontro con ilSindacato, hanno preso impegi concreti.Se alcuni di loro, però, non avessero collo-cato altrove le risorse della tassa sullaTarsu, oggi la situazione non sarebbe risul-tata infausta.

Il bilancino e il bilico

Si accende la terza candelina per la Redazione de “Il fattoonline.com”che celebra l'evento con un Convegno Dibattito che si terrà a Siderno,presso la Sala Consiliare, oggi 06 Novembre alle ore 11,00. Il tema dell'evento-dibattito: "Etica e Cultura nel giornalismo".

TERZA CANDELINA PER LA REDAZIONE DE “ILFATTOONLINE.COM”

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Parlandodi...

ESCLUSIVO

DOMENICA 06 NOVEMBRE 2011 LA RIVIERA 12

Caro Ilario, è da diverso tempoche sentivo il desiderio di scri-verti e manifestarti tutta la mia

gratitudine per le coraggiose prese diposizione che, in più circostanze, haiespresso relativamente alla triste,quanto assurda vicenda che ha coin-volto la mia persona.Fino ad oggi mi ero ripromesso diastenermi dal rilasciare dichiarazionipubbliche sulla vicenda, impegnoche ho mantenuto anche in presenzadi articoli di stampa o trasmissionitelevisive dai contenuti diffamanti. Ho scelto di lasciare lavorare serena-mente la Magistratura, dagli esiti delcui lavoro, ero certo che nelle fasi diconclusione delle indagini prelimina-ri, la mia posizione sarebbe statachiarita, non solo con un completoproscioglimento, ma anche con l’ac-certamento che la mia cultura di vitaumana, professionale e politica sitrova ad una distanza siderale dalleincredibili accuse che mi vengonomosse. Tale scelta di basso profilocomunicativo è stata determinata dalsenso di grande rispetto che ho sem-pre nutrito per le Istituzioni, in gene-rale, e la Magistratura, in particola-re. Mi sono sempre riconosciuto solo

nelle Istituzioni, che in sede locale,per diversi anni ho rappresentato, enella nostra Costituzione sulla qualeho prestato giuramento di fedeltà.Ho sempre creduto nella Giustizia,naturalmente con i limiti della falla-cità umana, che alimenta la sua azio-ne esclusivamente dal desiderio diricercare la verità, senza la quale nonci potrà mai essere giustizia. Come ben sai, da oltre 10 mesi, sonosottoposto a misura di custodia cau-telare in carcere, nella sezione dei

Alessandro Figliomeni, cheabbiamo avuto ed abbiamo adamico, manifesta dal carcere,(attraverso una lettera che “laRiviera” pubblica in esclusiva)la sua incondizionata fiducianella magistratura. Penso, neltribunale che lo giudicherà. Equesto è anche da noi condiviso,essendo inimmaginabile, sulpiano formale, che non esista ungiudice terzo. Ma sta di fattoche, arrestato in pompa magna,si trovi ancora in galera è lon-tano dal processo. La questioneè che, dietro l’usbergo dellalotta al trinomio mafia- affari-politica, trionfi la barbarie del“Prima t’arresto e poi trovo leprove”? Se le prove contro l’ab-bandonato ex Sindaco diSiderno c’erano, perché nonsono giunte alla sfida del dibatti-mento? Forse per dire, nel tra-monto del diritto, che di qual-cosa si è pur colpevoli, e che lacarcerazione preventiva è ilpedaggio da pagare?

«Da oltre 10 mesi, sono sottoposto a misuradi custodia cautelare in carcere, nella sezionedei detenuti di alta sicurezza (AS3) dovevengono rinchiusi i detenuti più pericolosi»

Non sapevo di essere una belva

Nel tramonto del diritto la carcerazione preventiva è unpedaggio dovuto

Ho vissutocostantementegomito gomito con le altre istituzioni,soprattutto con ufficiali delle Forzedell’Ordine, Prefetti,Questori e Magistrati.

Alessandro Figliomeniarrestato nella notte tra il 13 e il14 dicembre 2010 con l’accusadi associazione mafiosa.Secondo gli inquirenti erainserito a pieno titolo nellacosca Commisso di Siderno

La lettera di Alessandro Figliomeni a Ilario Ammendolia

“ESSENZIALE

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«Caro Sandro, so bene che sei recluso, ma se la tua coscienza è serena, come io penso , possono imprigionare il tuo corpo, ma resterai sempre un uomo libero»

Ilario Ammendolia risponde all’ex sindaco diSiderno attualmente recluso nel “lager” di Parma

Caro Sandro, vorrei chiarire subito che ionon sono affatto coraggioso! Il fatto èche sin da bambino mi sono innamora-

to della “Libertà”!Sogno una Calabria libera dalla ndrangheta,dalla violenza, dalla sopraffazione, dal domi-nio da parte di classi “dirigenti” inette quantoarroganti.Mi sono cresciuto col mito dei “partigiani”della libertà e coerentemente considero lanostra Costituzione un valido e sicuro puntodi riferimento. Costituzione costruita, pietrasu pietra, con il sacrificio ed il sangue di quan-ti nelle carceri e nell’esilio si sono opposti allatirannide. Costoro, erano considerati “fuori-legge” ed infatti erano fuori delle leggi chehanno causato milioni di morti e la devasta-zione dell’Italia. Erano i pochi “vedenti” in unpopolo di ciechi!Proprio grazie alla Costituzione abbiamo ildovere di considerarti innocente sino ad unaeventuale e malaugurata sentenza definitiva;abbiamo il dovere di chiedere condizioniumane e civili per coloro che sono ristrettinelle carceri; abbiamo il dovere di chiedere ungiusto processo con tutte le garanzie costitu-zionali per ogni imputato. Personalmente miturba la carcerazione preventiva di chiunque,soprattutto se non strettamente ed assoluta-mente necessaria. Infine voglio chiarire cheanche un colpevole deve scontare solo e sol-tanto la pena stabilita dal suo giudice naturale.Noi cittadini, abbiamo il dovere di considerar-lo sempre e comunque una persona da recu-perare alla società civile! Certo ripugnanocerti efferati delitti e troverei difficile qualun-que contatto umano con coloro che si sonoresi responsabili di violenza contro i deboli, iminori, gli indifesi. Mi ripugna la crudeltà dachiunque provenga. Consideravo Gheddafiun dispotico tiranno, ma mi ha fatto paura lacrudeltà dei suoi aguzzini. Scrive Magris:“...non chiediamo di essere perfetti ma almenodi non essere crudeli”Ritengo doveroso non cedere terreno alconformismo dilagante ed alla viltà!Conformismo e viltà sono attigui al mondodell’omertà e della paura!Dalla morte del bandito Giuliano a quella diPinelli, dalla P2 a Moro ,da Borsellino ai gior-ni nostri, c’è sempre stata una verità altra ediversa rispetto a quella ufficiale.Partendo da ciò, e da drammatiche esperien-ze che ho personalmente maturato, non è irri-verente verso nessuno se ad ogni arrestosiamo portati istintivamente a domandarci “ese fosse innocente?”Questa domanda io la pongo a chiunque tiabbia conosciuto, anche se capisco perfetta-mente che tanta è la paura di esporsi in que-sta società individualista ed amorale.Considero vigliacca la parola “chi te lo fa fare”.E’ un tradimento alla libertà, uno sfregio allapropria coscienza.I tempi cambiano ma chi ha una storia, purmodesta, non può dimenticare. Ero appenaun ragazzo quando un importante ministrovenne ad inaugurare i lavori presso il museo diLocri. Scortato dalla forze dell’ordine, accom-pagnato da magistrati, notabili e mafiosi. Quelmondo visivamente unito e dominante non cipiaceva, volevamo cambiarlo. Abbiamo con-

testato. Siamo stati caricati. Non ho difficoltàa riconoscere il nostro integralismo di allora,ma non riconosco a coloro che, in linea stori-ca, rappresentano quel mondo il diritto difarci la lezione su che cosa sia la mafia e sulcome la si combatte . Nonostante problemi disalute ed i capelli bianchi, non sono e non misento un docile alunno. So che la mafia èinnanzitutto il prodotto del loro potere e dellenostre sconfitte.La mafia è figlia degenere d’una società fon-data sull’ingiustizia, sui privilegi, sull’avidità,sullo sfruttamento. Figlia del potere esercitatoin maniera arbitraria e dispotica. Figlia d’unostato garante di squilibri sociali e territorialinon accettabili.E’ questo e…. molte, molte altre cose ancora.Non so se tu sei d’accordo con queste mieconvinzioni. La parte politica che è stata, eforse è ancora la tua non lo sarebbe, ma nean-che lo schieramento politico dove io sono col-locato ne è entusiasta. I risultati di questo dogmatico conformismoperbenista sono sotto gli occhi di tutti! Ero eresto convinto che la sconfitta della ndranghe-ta debba costruirsi soprattutto e innanzituttosul terreno politico, costruendo-giorno dopogiorno- una società più giusta. Personalmentemi farebbe piacere discutere con te di queste

cose. Tu sei stato per tanti anni un intelligenteed attento sindaco di un paese come Sidernoed una tua riflessione, pur nella tua attualecondizione, sarebbe estremamente interes-sante.Caro Sandro,abbiamo avuto idee politiche non solo diversema confliggenti, ma io ti ho conosciuto sem-pre come una persona sobria, umile, equili-brata, corretta. Purtroppo ognuno di noi vaincontro alle difficoltà della vita..So bene che sei recluso, ma se la tua coscien-za è serena come io penso e credo, possonoimprigionare il tuo corpo ma resterai sempreun uomo libero. Ricordati la siepe diLeopardi e trasforma la cella nella tua siepe.Ascolta il vento che soffia oltre le pareti e colpensiero andrai sempre “oltre “ le sbarre.Non so se tu sei credente, personalmente nonsono cattolico ma ho una forte religiosità.Penso che qualunque sia la prova da superare-sino a quella finale e più drammatica- ci saràsempre un oltre. Ci sarà certamente un tuo“oltre” dopo la prigione ed io ti auguro che siapieno di felicità!Se puoi scrivimi.

Cordiali salutiIlario Amendolia

Ilario Ammendoliasindaco di Caulonia e Presidente delComitato dei Sindaci della Locride.Sullo sfondo Jole Figliomeni figliadell’ex sindaco Alessandro Figliomeni

detenuti di alta sicurezza (AS3) di unfamoso istituto di pena del nostropaese, dove vengono rinchiusi i dete-nuti più pericolosi. Se penso che fino a pochi mesi fa,quando ero ancora Sindaco diSiderno, le critiche più ricorrenti chemi venivano mosse erano: “SEITROPPO BUONO”, “NON SAIDIRE DI NO”, mi riesce difficilecomprendere quale esigenza di tute-la sociale possa essere stata alla basedell’applicazione della misura caute-lare di custodia in carcere per un cosìlungo periodo. Non ritengo in questa sede di entra-re nel merito della vicenda giudizia-ria che mi vede coinvolto. Fortunatamente in Italia esistono iTribunali, con seri collegi giudicanti ela nostra Costituzione riconosce lapresunzione di innocenza fino al 3°grado di giudizio, sarà quella la sedeistituzionale dove avverrà il confron-to fra le parti e l’accertamento dellaverità, dalla quale, mi sento di rassi-curarti, non ho assolutamente nullada temere. Posso solo dire che ho vissuto sem-pre alla luce del sole, nell’alveo dellacorrettezza, della trasparenza e dellapiena legalità, addirittura negli anni acui fa riferimento l’indagine, ho vis-suto costantemente gomito a gomitocon le altre istituzioni, soprattuttocon ufficiali delle Forze dell’Ordine,Prefetti, Questori e Magistrati.Non si può cancellare un intero pro-getto di vita, vissuto alla luce del sole,a seguito della sola intercettazione diconversazioni fra soggetti animati dasentimenti di invidia, gelosia, maldi-cenza e villanteria.Caro Ilario, torniamo al motivo percui ho deciso di scriverti. Sentivo il desiderio di esprimerti imiei apprezzamenti per come seistato capace, riuscendo a mantenereuna posizione di grande equilibrio, amettere in evidenza i rischi a cui siespone la credibilità di un paeseavanzato e civile come l’Italia, quan-do fa un ricorso eccessivo all’utilizzodella misura di custodia cautelare. Sei stato, come al solito, molto lucidoe rigoroso nella tua analisi, col tuosenso etico e la tua onestà intellet-tuale, hai da una parte confermatol’esigenza di una forte azione di con-trasto della criminalità e, dall’altra, laaltrettanto assoluta necessità di com-pendiare tale azione con il rispettodei diritti costituzionali della personain materia di libertà e dignità.Bisogna riconoscerti che sei una per-sona che ha il coraggio di manifesta-re le proprie idee, anche trattandotematiche controcorrente. Si, caro Ilario, parlo proprio di corag-gio, perché oggi, soprattutto nelnostro povero Meridione e, nellaLocride in particolare, non è facileaffrontare certi argomenti senzarischiare di essere considerato amicoo contiguo con gli ambienti della cri-minalità.

CON SENTIMENTI DIPROFONDA STIMA E

SINCERA AMICIZIA Alessandro Figliomeni

la Riviera

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la Riviera

Provincia

LA COLONNA DI ERCOLE

Chiude il traforodella Limina: la

Locride nel tunnel

Tratti d’asfalto nuovo sullaprovinciale Cinque, la mulat-tiera mozzafiato che, tra

vedute panoramiche, nausea etempi biblici, collega la Locride allaPiana. La galleria regina della SSJonio -Tirreno sta perdendo pezzi ecemento dal tetto.«Bisogna intervenire subito utiliz-zando l’unica alternativa» si spifferanei corridoi dell’Anas che nonrisponde mai al telefono e quandolo fa non sa che dire. Proviamo afarlo noi con una informazionelabile: 24 mesi di chiusura del tun-nel. Come minimo.E comunque, la riserva della SuperSerpentone( la provincilale 5) staincontrando un lifting per ripren-dersi il ruolo di protagonista di unfilm in costume. Un set tragico da Ritorno alPassato: è come se dai curvoni di

una Monica Bellucci in topless sipassasse alle scoliosi di LucianaLittizzetto, nascoste da un saio. O almeno questo traspare da indi-screzioni che raccontano di un’im-minente chiusura del traforo deimiracoli.Un tunnel di 3500 metri che haversato alla Riviera dei Gelsomini(sempre meno profumati) mutui,stipendi, tredicesime e pensionid’invalidità, dove accompagnatoripianoti, affrancati dai gettoni deinonni, si abbronzavano sotto il soledi Gioiosa Marina pensando distare a Saint Tropez. Ritornerannosulla Costa Viola come i francesi suquella Azzurra, dopo decenni diparentesi ligure. Prima l’Antimafia, poi l’Anas. Due“giuste cause” per un punto di nonritorno: il buio della Locride è nelsegno della A!

RODERIGO di CASTIGLIA

Nel 1986 Nostro Signore decide di chiama-re a sé, in età ancora giovane e scalpitante, amaggior gloria dei cieli per le egregie impre-se compiute un piccolo satrapo democristia-no, Damore. Mors tua, vita mea. Il signorGiogio Scarfone gli subentra come sindaco edura nella carica fino al 1990. Poi, alcuni annidi carestia. Ritorna lo Scarfone alla guidadell’Amministrazione comunale nel 1997.Nel 2006 viene eletto Giancarlo Miriello, chereplica con uno straordinario voto popolarenel 2011. Riconquista il comune con 1758voti su 2624 elettori, pari al 66, 99,% controGiorgio Scarfone, che è alla testa d’una listamutilata, e che raccoglie una miseria di voti:312, pari al 18,33%. Terza, cioè, ultima al tra-guardo , dopo la Lista civica- La svolta stilesedi Pasquale Gesù Grillo, ferma al 18,91%.Non è una sconfitta, ma una disfatta. Un

negato consenso del voto popolare, che hail profilo d’un ripudio. Nella Grecia anticaavrebbe avuto come effetto pratico l’ostraci-smo. Non si usa più. Ma un uomo normale sisarebbe chiuso in convento per espiare il suomal di elezioni e per invocare da Dio luce,sempre più luce, sulle cause che l’hanno con-dotto in fondo alla classifica elettorale dovegli ultimi restano ultimi. E un politico avvedu-to, anche se su scala geografica ridotta,avrebbe dovuto partecipare alle sedute con-siliari con il capo cosparso di ceneri. Niete di tutto questo. Giorgio Scarfone circo-la alla libera aria , pontifica, va in consigliocomunale, fa la voce grossa. Non è un diavo-lo, capace della grande menzogna, che semi-na zizzania. È un povero diavolo, in grado dipiccole menzogne autopunitive, come il boo-merang. Che cosa, infatti, ha detto loScarfone nell’ultima seduta del consigliocomunale? Che la mancanza d’acqua nelperiodo estivo è stata dovuta semplicementee rudemente alla decisione della Sorical didiminuire i flussi per la morositàdell’Amministrazione comunale. I diavoli,che già furono angeli, sanno tutto. Ma unpovero diavolo, che non è neppure un angeloazzoppato, è costretto a incassare la voce uffi-ciale della Sorical, che recita testualmente eufficialmente con nota 28 ottobre 2011, inol-trata al Sindaco Giancarlo Miriello : in riferi-mento alla richiesta di chiarimenti per la for-nitura idropotabile dell’Amministrazione diStilo “ si precisa che il comune di Stilo non èstato oggetto di riduzione alcuna per quantoriguarda l’erogazione di approvvigioamentoidrico sull’intero territorio comunale. Si fa,altresì, presente che fino ad oggi ha rispettatoi pagamenti secondo gli accordi assunti conSorical”.Il povero diavolo! Il giorno dopo la sedutadel Consiglio comunale, convocato per il rie-quilibrio di bilancio, lo Scarfone indice unaconferenza stampa – lui l’Obama di Stilo- perdichiarare che cosa? Che è incapace d’inten-dere e di volere. Non lo ha forse il SindacoMiriello indotto a rimanere in aula, sancen-do il numero legale , con argomento cheaveva il veleno nella coda? Ingenuo come unbambino. E addirittura lo confessa. Sembrache a Stilo abbiano riso tutti. Non è vero cheil ridicolo uccide. Se così fosse, lo Scarfonesarebbe già cenere e polvere. E dalla grandepiazza di Stilo Tommaso Campanella, il poetadella luce, sembra dirsi con labbra amare cheinutilmente , poiché eravamo tutti al buio,accese un lume. Fatto è che neanche la lucepuò, quando la materia è sorda.

NEL PAESE DI CAMPANELLA

ACCESEUNLUME, MASCARFONERESTÒUGUALMENTE ALBUIO

L'edificio scolastico di via Rosselli era stato chiuso nel 2008 perché, a seguito diun controllo, era risultato carente dei necessari requisiti antisismici. In seguito,con grandi disagi per le famiglie, i bambini sono stati trasferiti nei plessi perife-

rici, nelle aule della scuola media “Peppino Brugnano”, e in altre strutture che si eranorese disponibili. Poi finalmente alla fine del 2010 la Provincia di Reggio Calabria attra-verso la Stazione Unica Appaltante Provinciale ha pubblicato il bando di gara per l'a-deguamento sismico della scuola elementare Centro e dopo meno di dieci mesi dall'i-nizio dei lavori l'edificio è stato consegnato ed è nuovamente fruibile. Quando sarà completata la ristrutturazione dell'ala nord dell'edifico, ancora interessa-ta ai lavori di ristrutturazione, potrà essere messa in funzione l'intera struttura scola-stica. Il plesso della Scuola Primaria Capoluogo di Marina di Gioiosa Ionica è statoinaugurato giovedì scorso alla presenza delle autorità locali e del dirigente scolasticoprof. Francesco Galluzzo.

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GIOIOSA MARINA

Riapre finalmente la scuola elementare

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Ogni GIORNO una nuova AVVENTURA, ogni STAGIONE

un'indimenticabile ESPERIENZA: è questo l'AGRITURISMO MODI

L’agriturismo Modi, affascinantedimora circondata da uliveti, frutteti eun querceto di sognante bellezza.Frutto di un'attenta ristrutturazione,seguita personalmente dai proprietari,sorge in contrada Modi, a 3 km daGerace, a soli cinque minuti, a piedi,dalle Terme di Antonimina- Locri.All'interno la struttura si divide inappartamenti e camere di diversedimensioni, tutte fornite di bagnoprivato. Adatta a famiglie con bambiniper la presenza in azienda di mucche,caprette tibetane, asini, cavalli,pecore, capre e altri animali.L'abbondante colazione si compone didolci, appena sfornati, pane fatto incasa, latte appena munto, ricotte caldee marmellate di produzione propria.

L'Azienda Agricola “Barone G.R.Macrì”, gode di un'ottima fama comeAzienda produttrice di alimenti dialtissima qualità. Un agriturismo cheha davvero tutto ciò che serve perfarti sentire coccolato, come invacanza, e a tuo agio, come a casa. La cucina è il punto di forzadell’Agriturismo dove potreteassaporare piatti tipici dellatradizione, realizzati con l’olio, iformaggi, le confetture, la carne, gliortaggi, il miele, il vino dell’Azienda.Insomma tutto ciò che troverete intavola è solo ed esclusivamenteprodotto in Azienda, che vanta unaantica, gloriosa, sana tradizione.Con l’occhio rivolto al sole ridente diLocri e della Calabria .

Azienda Agricola “Barone G.R. Macrì”, Contrada Modi, Gerace Contatti: Tel. 0964.356497 Mobile 335.1283052 email: [email protected]

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A proposito di...

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IN EVIDENZA

Walter Pedullà è l’Harold Bloom di noialtri. Con ilfamoso critico letterario statunitense ha in comunel’età (81 anni), la lunga docenza universitaria, l’al-trettanto lunga attività esegetica, lo status finale diprofessore emerito in un grande ateneo (“LaSapienza” di Roma; l’americano alla YaleUniversity), la propensione a far entrare nei propritesti l’aneddotica personale. Entrambi sono acco-munati anche dalla chioma candida pampinosa inun lasco volto, pacioso quello di Harold Bloomsomigliante allo storico attore britannico CharlesLaughton, lievemente adombrato quello di WalterPedullà che in gioventù richiamava qualche inten-sità del commediante americano Fred Willard.A parte le vaghezze fisiognomiche, ne scrivo per-ché, quasi per una simbiosi virtuale tra i due coeta-nei, figliocci di grandi vecchi della critica letteraria(Frederick Albert Pottle, il “maestro” di Bloom;Giacomo Debenedetti, di Pedullà), in Italia sonousciti contemporaneamente i loro libri a futuramemoria. «Anatomia dell’influenza. La letteraturacome stile di vita», è l’intestazione pedante delleedizioni Rizzoli al libro “universalistico” di Bloom,scrittore che pedante non è. «Giro di vita», è il tito-lo suggerito da Pedullà all’editore Manni per il suolibro “italianistico”, sornione come il sottotitolo«Materiali per l’autobiografia di un critico lettera-rio». I due critici vi ripercorrono, ognuno concadenza diversa, le proprie carriere, ripetendo, perquanti avessero dimenticato i loro precedenti saggi,le rispettive predilezioni e idiosincrasie verso scrit-tori importanti per le storie culturali, riflesse nellecontroverse dinamiche sociali e individuali delNovecento. Aspettando di leggere l’ultimo libro di Bloom, hodato la precedenza all’ultimo di Pedullà, che susci-ta un quesito fondamentale e inconcluso, quantoscandaloso per la letteratura: nacque prima il criti-co o lo scrittore? Riassumo così alla grossa la que-stione: senza l’indicazione e l’interpretazione delcritico, nessun lettore saprebbe scegliere il libro“fondamentale” da leggere né capirebbe il signifi-cato recondito di una narrazione; ma nemmenouno scrittore capirebbe gli elementi intrinseci dellapropria narrazione. La critica «esiste per capire ciòche nemmeno l’autore sa», sostiene Pedullà,

dimenticando quello che diceva il suo antico amicoLuigi Malerba, del Gruppo 63, con il quale fondò laCooperativa Scrittori in alternativa polemica aigrandi gruppi editoriali: «Scrivo per sapere checosa penso». Si rimane dunque “lettori-bambini” e non si diven-ta mai “lettori-adulti”, se non si utilizza la mediazio-ne del critico, meglio se “militante”. Infatti, i “bam-bini” che leggono «non hanno bisogno della critica,ma gli uomini che cogli anni approdano all’intelli-genza delle cose degne d’attenzione sono contentidi rimanere puerili?», domanda socraticamentePedullà. Beata la loro innocenza che però li destinaall’ignoranza del significante e del significato, e ditutti i postulati e i corollari, in assenza del criticoprecettore vagamente gramsciano che solo apre leporte del cielo e solo decide chi farci entrare.Sempre con un tocco di cortesia, mai con una spin-ta, intendiamoci.Si rimane dunque romanzieri, novellieri o poeti

senza futuro, ovvero senza citazioni e premi in vitao “in memoriam” e soprattutto senza ristampe, sele opere non sono accompagnate in eterno dal via-tico della critica, levatrice della loro volontà, dellaloro coscienza, e soprattutto del loro subcosciente.«La critica tiene in vita e in circolazione libri chealtrimenti sarebbero morti», sostiene Pedullà, e tal-volta è vero, ma è anche vero, a mio sommessoparere, quello che paradossalmente diceva in«Parigi era viva» il personaggio Silvio, alter ego del-l’autore Gualtieri di San Lazzaro: «È quasi sempreun vasto errore collettivo o un richiamo patologicoche determina il successo di un libro. Gli altri sonoinesorabilmente condannati al macero». Walter Pedullà ha fatto dell’endoscopia letterariauna professione, un’arte e una militanza (una mili-tanza socialista, una professione pedagogica eun’arte calligrafica, tradite e tradotte nell’ermeneu-tica), ma ai miei occhi di “lettore-bambino” diven-tato giocoforza “lettore-adulto” per metodo alieno,perciò lettore imperfetto ed eterogeneo chegodrebbe dei libri anche senza prefazioni e postfa-zioni e note in margine (pur nutrendo una simpatiaper Pietro Citati), egli ha specialmente un merito:aver eretto una edicola votiva, dal versante progres-sista, al mite Palazzeschi, alle sue poesie, ai suoi rac-

conti, ai suoi romanzi, rinvenendovi, dietro il para-vento di parole all’apparenza leggiere con le antemosse da un fiato di riso non trattenuto, un pensie-ro sublime della contorta e ridicola vicenda umana. Il libro risulta godibile per le solite rapsodie e ilampi aforistici e le sentenze apodittiche dell’auto-re più in là prontamente mitigate dall’ironia, e perl’ombra della terra calabrese natìa che lo inseguecome un angelo custode, nel ricordo dell’amatafamiglia e degli amici che non sono più e delle supe-rate difficoltà della vita che la brillante carriera onu-sta di gratificazioni non può cancellare dalla suamemoria. Da critico probabilmente diffidente dei colleghi,Pedullà mette le mani in avanti, conoscendo leingannevoli cure che ogni esegeta applica agli scrit-tori per sviscerare se stesso in una comparazione.Pedullà perciò si racconta con pacate spiegazioni,sotto forma di auto-intervista, in rapporto con letendenze, i libri e gli autori, ammettendo pure qual-che errore di giudizio (ma ancora purtroppo nonscusandosi per la sua antica opposizione ad autoriprestigiosi ma non progressisti della Rusconi Librial tempo del direttore editoriale AlfredoCattabiani). La sua posizione politico-ideologica dipartenza è nota (meridionalista nella sinistra lom-bardiana, vale a dire tra color che stan sospesi trasocialismo compassionevole e comunismo palinge-netico), quanto quella teorico-letteraria: dopo averassorbito gli stimoli del suo maestro Debenedetti ,marxista eretico ch’era contro i prepotentiStrutturalisti degli anni 60-70, e utilizzava la psicoa-nalisi per le introspezioni testuali, Pedullà ha trova-to una strada da percorrere nello sperimentalismo,che gli ha segnalato molti passaggi accidentati daforzare e le relative via di fuga alla bisogna. È fini-to negli habitat del comico e del fantastico, generiletterari verso i quali Pedullà rivolge ancora premu-re affettuose, da uomo nato in un paese di mare incui anche il rumore notturno della risacca che varcai muri delle case ed avvolge i sensi è uno scherzomitologico, un riso inestinguibile degli dei di ome-rica memoria, nelle ore in cui sembra prenderforma il proprio destino. Pedullà ama il mare e saremare. Roma, dove si sistemò lasciando Siderno,è del resto una città “marina”...

© FRANCESCO D. CARIDI

Note in margine all’ultimo libro di Walter Pedullà, «Giro di vita. Materiali per l’autobiografia di un critico letterario».

Giro di Walter

Walter Pedullàun saggista,

critico letterario e giornalista

italiano.Harold Bloomcritico letterariostatunitense.

Pedullà si racconta conpacate spiegazioni, sottoforma di auto-intervista,in rapporto con letendenze, i libri e gliautori, ammettendopure qualche errore digiudizio. La suaposizione politico-ideologica di partenza ènota: meridionalista, disinistra lombardiana,manciniano. Nella criticaletterariasperimentalista.

Focus

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Tendenze

I giovani reggini e la loro interpretazione stravagante e impacciata della moda

Non sono uscita prevenuta l’altrasera. Non avevo alcuna intenzio-ne di passarmi un sabato da “Il

Diavolo Veste Prada”. Ma per forza dicose mi sono ritrovata nei panni di MerylStreep. Lo scenario non è però quellodella Grande Mela, ma del modestissimocorso Garibaldi di Reggio Calabria.Tutto ha avuto inizio in seguito ad unavera e propria ipnosi procuratami daalcune pailettes iridescenti su unamaglietta rosa shock attillatissima. Non sipuò andare in giro vestiti da Barbie,ancor meno se sei un ragazzo di 25 annio su di lì. E non puoi abbinare i jeansbianchi con gli stivali alla texana neri!Decidi cosa vuoi essere. Perché io noncredo che un John Ford o, per rimanerein casa nostra, un Sergio Leone, avrebbe-ro fatto grande successo vestendo i lorocowboys con una magliettina rosa. Nonsei da “Per un pugno di dollari!, al massi-mo da “Per un pugno nell’occhio”! E nonpotresti neanche fare BarbieRaperonzolo, perché ti manca la trec-cia… Dopo aver bevuto un sorso diQuattro Bianchi per attutire il colpo, mistrofino gli occhi e, orrore degli orrori,mentre seguo l’arachide che mi è cadutoa terra, ecco che vedo in bella mostra, inbilico, una spilla da balia che con tutte lesue forze cerca di tenere il risvolto deijeans di una ragazza. Avrà avuto si e no14 anni (le altre amichette si aggiravanointorno a quest’età), anche se a giudicaredal toppino in pizzo e dal trucco-ceronene dimostrava almeno dieci in più.Ragazzi, compratevelo uno specchio,all’Ikea ne hanno di carini per 9 euro e

90! Di fronte al tavolo della ragazza dal“trucco c’è e si vede”, un gruppetto diamici che raccontano i cavoli loro a granvoce per farsi notare. Pensavo fosse perl’effetto del Quattro Bianchi e inveceerano davvero tutti e cinque con quelciuffo da fighetto idiota deposto comelo scopino del cesso su metà volto.Un’abitudine sempre più diffusa tra iragazzi che secondo il mio modestissi-mo parere andrebbe psicoanalizzata.Ok, riconosco di non avere la minimainclinazione per il mondo della moda enon nascondo la mia ignoranza in meri-to, ma non riesco a concepire il binomioragazzo-piastra. Persino quelli dellaImetec l’hanno chiamata ImetecBellissima! L’uomo non era compresonel prezzo. Ma niente, non capiscono.Prima non volevano la parità, ora addi-rittura ci imitano! E così ecco quellesopracciglia appena accennate allaCicciobello, che di bello hanno benpoco, ed ecco uomini in gambissimadepilatissima, che d’estate ormai spopo-lano anche qui in quel di Reggio. E segli si chiede come mai si depilino,rispondono che quando giocano a cal-cio i peli danno fastidio. Poi magari siscopre che l’unico pallone con cuiabbiano mai giocato è quello morbidodi pezza della Chicco, ma sono dettagli. Continuo ad ingozzarmi di salatini chemando giù misti all’amarezza, quandotutt’a un tratto la mia attenzione è rapi-ta da un’immagine che ha qualcosa…come dire… di celestiale. E ora vi spie-go perché. Avete presente la nuovamoda delle sciarpe-coperta che ti avvol-gono creando quell’effetto da “Il ritor-

no della mummia”?! Intanto non se nesente ancora la necessità, visto che letemperature autunnali si aggiranointorno ai 20°, e poi dove credete diandare vestite così? All’Ara Pacis? Latizia si è accorta che la sto guardandocosì mi giro da un’altra parte, passandodalla donna-statua alla ragazza chepensa di avere un fisico statuario, tantoda potersi permettere i leggins. Ora,sarò pure pesante, ma i leggins vannoindossati con la maglietta adatta, con lemutandine adatte ma soprattutto con ilfisico adatto! Altrimenti si rischia di fareconcorrenza all’omino della Michelin!E che dire dei segni delle mollette nellagiacca del fidanzato? I vestiti, santapazienza, vanno stesi all’altezza delleascelle. Michelin, dillo alla suocera!

Passeggiando sul corso Garibaldi...MARIA G. COGLIANDRO

Strusci su Corso Garibaldi

la Riviera

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La

Lettere, note e schermaglie

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la RivieraRegistrazione Tribunale diLocri (RC)n. 1 del 19/06/1998R.O.C. n°11602 del 02/11/98Questo periodico è associato all’Unione Stampa PeriodicaItaliana AmministratoreUnico Rosario Vladimir Condarcuri

Direttore responsabile PASQUINO CRUPI

In redazione CRISTINA BRIGUGLIOMATTEO RASCHELLÀResponsabile dello sportANTONIO TASSONEArt DirectorPAOLA D’ORSAImpaginazioneEUGENIO FIMOGNARI

COLLABORATORI

Gioacchino Criaco, Lele Nucera,Filippo Todaro, Anna LauraTringali, Mara Rechichi,Benjamin Boson, Nik Spatari,Maria Giovanna Cogliandro,Angelo Letizia, Marilene Bonavita,Francesca Rappoccio, MarioLabate, Franco Crinò, RuggeroBrizzi, Marco Andronaco, IsabellaGalimi,Maria Teresa D’agostino,Giovanna Mangano,

IL BRIZZOLATO di RUGGERO BRIZZI

Confessiamolo. Quando Irene Grandi sostiene che ci vuole qualco-sa prima del concerto, nessuno di noi ha mai pensa-to a un pocket coffe. Detto ciò, quando non ci sono pubblicità e riesco abeccare qualche programma televisivo dove i politi-ci sono ospiti, non sono i politici stessi, come potreb-be essere scontato, a farmi rabbia, ma chi sta sedutoalle loro spalle e suggerisce le cose da dire. Non so se ci avete mai fatto caso. L’onorevole ospite-medio di Ballarò, che sia didestra o di sinistra, porta con se un nutrito gruppo difedelissimi che, alle sue spalle, armati di carpette,dati, decreti e dichiarazioni sono prontissimi adandare in soccorso delle difficoltà del proprio spiri-to guida (che se ti va male può chiamarsi ancheBernini o Rotondi ed ha, dunque, bisogno di soccor-si continui). Gli “spallieri” di fiducia applaudono come pecoronia ogni intervento del proprio Onorevole, irrazional-mente e indipendentemente dal contenuto e dall’es-sere d’accordo o meno. Può anche essere citato lospread delle scorregge nel differenziale tra Sarkozye Berlusconi, lui, l’uomo-dorso, applaude con con-vinzione ancheggiando e approvando con cenni delcapo quasi violenti. Una dignità collegata alla lingua e alle sue capacitàdi pulizia. Dal canto loro gli onorevoli non fanno che riprodur-re le pratiche di chi gli sta vicino nei programmi tvquando si trovano alle spalle del proprio grandeDio. Ad esempio martedì per la prima volta i politi-ci di centro-destra avevano un sorriso gigante stam-pato in faccia durante la copertina di MaurizioCrozza. Il dubbio sul fatto che gliel’abbiano imposto i gran-di strateghi della comunicazione Berlusconiana èlegittimo. Intanto in Grecia, le famiglie di diverse regioni,hanno iniziato a barattare i prodotti. I nostri onorevoli, invece, continuano ad aspettareche qualcuno gli suggerisca le cose.Mah!

L’uomo- dorso

LA BATTAGLIA PER IL DIRITTOALLO STUDIO DEGLI ALUNNI CON HANDICAP CONTINUA

ANTONIO ORLANDO

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Allegria di naufragiLasciatelo stare. Non tormentatelo più con queste conti-

nue richieste di dimissioni; di farsi da parte, di lasciare lamano. L’Uomo non abbandonerà sol perché glielo chie-dete voi. Piuttosto non corretegli dietro. Lasciatelo spro-loquiare a ruota libera. Non continuate a ridacchiare

soddisfatti per tutto quello che prima dice ed un minuto dopo smen-tisce. Lasciategli raccontare tutte le barzellette che vuole. Lasciatelodivertire, non mostrate tutto il vostro livore, non manifestate invidiaperché Lui si dedica, nel tempo libero, a feste con ragazze, caviale echampagne e Voi invece siete tutti “casa e parlamento”, nonchépreoccupazione per le sorti della Nazione. L’Uomo è fatto così.Siete noiosi, siete vecchi (e non solo in senso anagrafico) con quellefacce tristi, di circostanza, eternamente atteggiate al lutto, premoni-trici di disgrazie. Rassegnatevi, non sietevoi la classe politica del cambiamento Epoi, francamente, - pensateci bene voidell’Opposizione Democratica eResponsabile – in questo momento chi vela fa fare? Cosa ci guadagnate ad andare algoverno proprio ora? Pensate di esseremigliori di Lui? Più capaci, più bravi? Piùgraditi, più europei? Magari vi sentitepronti a risanare il bilancio dello Stato, arilanciare la produzione e poi i consumi,avete studiate bene Keynes ed i suoi tardiepigoni nord-americani e adesso pensatedi avere la ricetta magica che risolve tutti inostri guai. Forse sareste pure in grado diaccontentare l’Orso berlinese ed ilGalletto parigino, li compiacereste, esegui-reste diligentemente tutti i compitini asse-gnati dalla Finanza mondiale. Metterestein pratica le direttive della U.E., del F.M.I.e della Banca mondiale. Forse riuscireste,per la seconda volta, a tassarci a nostrainsaputa, di notte, come il geniale Giuliano Amato; forse convince-reste qualche squalo del capitalismo più straccione e più assistito delmondo a farsi, momentaneamente, tosare; forse inventereste qual-che lavoretto come avete inventato il precariato (perché l’aveteinventato Voi, non è vero? con quel tale Tiziano Treu, altro fior diriformista, ve lo ricordate?) o forse vi permetterebbero di svenderetutti i gioielli statali di famiglia e, al limite, vi farebbero commettereanche quello che ancora è considerato un sacrilegio e cioè mettermano alle auree riserve di BankItalia. Questo e molto altro vi fareb-bero fare, ma state sicuri, perderete ugualmente le future elezioni.Vincerebbe di nuovo Lui. Ci sarà sempre un Bertinotti, un Veltronio un Matteo Renzi di turno. La storia italiana è ricca sia di rivoluzio-nari inutilmente coerenti sia di ribelli trasformatisi in miti uomini di

governo.Gli uomini della Provvidenza in Italia non lasciano, non si ritirano avita privata, non vanno in volontario esilio neanche alle Seychelles oai Carabi. Gli uomini della Provvidenza soccombono definitivamen-te o governano in eterno. Compresi quelli “in ventesimo” ai quali èstato affibbiato, pomposamente, il nome di Governatori non si capi-sce se in omaggio agli Americani o in ricordo dei fasti della Latinità.I governatori erano a capo di una provincia dell’impero romano,oggi dovrebbero essere a capo di una regione di quel territorio chefu il centro ed il fulcro della romanità. Suggestioni della Storia o ser-vile piaggeria?La verità è che Lui non se ne andrà mai perché se se ne va Lui crol-la tutto il castello – centrale e periferico – che è stato costruito da

Lui, per Lui ed intorno a Lui. I ministrigovernano in nome suo e per suo conto;nei loro discorsi lo nominano ogni cinqueparole. I Vice-ministri ed i sottosegretarisono suoi fedeli devoti, del resto li ha sceltiLui. Commissari e funzionari che contanosono tutti sue creature per non parlare delPartito al quale cambia nome almeno unavolta l’anno seguendo una politica dimarketing aziendale. Anche i Governatori,tranne due o tre, governano in suo nomeperché sono stati eletti in una lista che recail suo Logo. Quello ultimo – quello delMolise – che ha avuto la sfacciataggine (ol’accortezza?) di togliere il suo nome èstato eletto per un pugno di voti sul filo dilana e grazie, guarda caso, alla solita lista di“Utili Idioti” puri e duri come gli Stalinistidi un tempo. Del resto siamo italiani, tene-te e teniamo tutti famiglia, non siamo capa-ci di fare le rivoluzioni, tutt’al più qualcheribellione, qualche rivolta che agita i sonni

dei buoni padri di famiglia per qualche notte, qualche moto insurre-zionale che assomiglia ad un mal di pancia e un pò di vetrine rotteal sabato pomeriggio per movimentare il week-end. Confidiamotutti nella buona stella e nella Santa Madre Chiesa, che ci mette unapezza, ci assolve e ci benedice assicurandoci l’eternità.Crisi? Quale crisi? Calunnie diffuse dai comunisti disfattisti.Disoccupazione? Vagabondi che non hanno voglia di lavorare.Sprechi? Spese necessarie, non si può fare cattiva figura in Europa.Debito pubblico? L’abbiamo ereditato, lo ridurremo. Il Sud? La piùbella terra del mondo. Il ponte sullo Stretto? Lo faremo. La mafia?Non esiste o meglio l’abbiamo assorbita. Il futuro? Roseo.Allegria! Gridava quel tale.

Immagino sia difficile essere insegnanti. E’difficile essere genitori. Entrambi sono ruoliimportanti che incidono profondamentesulla struttura sociale. La qualità di una soci-età tanto dipende dal come questi ruoli ven-gono interpretati e svolti. La ricerca dellaverità e l’assunzione delle responsabilità,sono due dei principi basilari che tali ruoli siprefiggono di trasmettere alle nuove gener-azioni. Verità, qualunque sia il prezzo dapagare. Assunzione di responsabilità,qualunque sia il peso da portare.La vera ricompensa del mestiere d’inseg-nante, del mestiere di genitore, sta nelvedere la generazione di alunni, di figli, a cuisi è “insegnato”, svolgere il proprio ruolosociale con coscienza e competenza, attra-verso la ricerca della verità e l’assunzione diresponsabilità. Tutto si insegna ora dopoora, giorno dopo giorno, con fatica nelleaule delle scuole, dentro le mura domes-tiche. L’errore per genitori e insegnanti è

facile. Facile considerata l’età degli alunni,dei figli. Facile considerata la spinta a lasciarperdere perché “tanto sono ragazzi”, a cui sivuole bene. Chi insegna sa che oggi si vive lasocietà dell’apparire e della menzogna, lasocietà del demerito. L’essere in sé, il merito,il sacrificio, sono puntualmente scavalcatidalle categorie del demerito e dell’effimero.Sta primariamente a chi insegna dare valorealla verità, alla giustizia, al senso di respons-abilità, al merito, al senso di sacrificio perraggiungere obiettivi ambiziosi. Dare valore,nella sostanza, a tutte le categorie“Costituzionali” su cui è fondata la nostranazione.Certo, a volte fa male al cuore tenere fermala rotta in questo viaggio. Non è tuttavia lapunizione l’obiettivo di chi insegna eneanche, in fondo, il giudizio sul profitto.L’obiettivo è formare cittadini consapevoli eresponsabili .

Vincenzo Carrozza

Lettera aperta agli insegnanti, ai genitori, agli alunni

Caro direttore, dopo venti anni di impegno come socia-lavoratri-ce di una cooperativa sociale di tipo A, nel corsodei quali mi sono occupata con grande spirito soli-daristico di minori con handicap, mi sono ritrova-ta a mia volta a diventare mamma di una bambi-na con handicap, la piccola Maria Pia,che oggi ha quattro anni.Di fronte al diritto negato dell'insegnante di soste-gno ho intrapreso una dura battaglia di civiltà, chemi ha portata anche ad incatenarmi al cancellodella scuola. La vicenda è arrivata anche inParlamento, grazie a delle interrogazioni presen-tate da deputati che sono venuti aconoscenza della questione grazie alla stampa eche io nemmeno conosco.Debbo precisare che non ho mai avuto una tesse-ra di partito e che non mi sono mai occupata dipolitica partitica. Non si tratta, insomma, di que-stioni politiche, ma di diritti e di giustizia sociale.La situazione di mia figlia si è risolta, di fronte al

grande clamore mediatico l'ufficio scolasticoregionale le ha garantito l'insegnante di sostegnocon rapporto uno ad uno, per come è suo diritto(trattandosi di handicap grave). Partendo dal suocaso, però, ho cominciato ad aprire gli occhi sullegravi carenze del sostegno scolastico in Calabria.Si tratta di una situazione drammatica. Gli inse-gnanti di sostegno sono molto inferiori, comenumero, alle reali necessità. Ho cominciato adeffettuare un censimento analitico della situazio-ne, partendo dalle scuole del mio paese, GioiosaIonica e continuando con le altre della Provinciadi Reggio Calabria.Il quadro che ne viene fuori è devastante. Hodeciso pertanto di promuovere la costituzione diuna associazione tra genitori di bambini con han-dicap. La battaglia effettuata per Maria Pia dovràtrasformarsi nella battaglia per tutti gli alunni conhandicap che vivono sulla loro pelle, allo stessomodo, un diritto negato.

Simona Coluccio

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KAPPADUE di RUGGERO CALVANO

TEMPO DI FAVE

RISPONDE il direttore

Ritratti *ddii DDiieeggoo CCaattaallddoo

Giornalista RAIGentile e raffinata nei modi, riesce adavvicinare con il suo famosoprogramma “TeleCamere” la politicaal pubblico del piccolo schermo. Nondimentica mai la sua terra di origine,Gerace, alla quale ci tiene in modoparticolare. Una brillante carriera digiornalista in Rai che l’hanno fattadiventare una delle giornaliste dipunta della TV di stato. .

ANNA LA ROSA

Spero solo che, almeno adesso, la situa-zione sia chiara a tutti ed in particolare acoloro i quali lo hanno voluto lì, senzanemmeno un concorso pubblico nono-stante la responsabilità che quella caricacomporta. A loro, che sono addiritturaricorsi ad un articolo di legge riservato ailuminari per giustificare la sua nomina,dico: basta col calpestare la meritocrazia!Il mio vuol essere un invito strillato asmetterla di mascherare con del falsobuonismo uno dei più grossi errori poli-tici che il nosocomio locrese ha subìtocon la precedente giunta regionale: l’in-vestitura politica di un medico qualsiasia primario del reparto di ostetricia- gine-cologia. Cos’altro deve accadere perfarvi capire che, oggi più che mai, ènecessario mettere professionisti espertie specializzati a ricoprire ruoli delicati?E non rispondete dicendo che ha risana-to i conti, i contabili e i ragionieri stannonegli uffici amministrativi: le corsie sonoper i medici, possibilmente per quelli ingrado di salvarci la vita se necessario.Il reparto ha troppe spese, che si fa? Sichiude l’unità paganti, fiore all’occhiellodell’intera struttura vanificando anche icosti sostenuti per il rifacimento dellesingole stanze e si riducono drastica-mente i parti cesarei rispolverando ilforcipe e facendo così tornare indietro dialmeno 20 - 30 anni le metodiche diestrazione con tutte le conseguenze checiò comporta, e poco male se quellamamma soffrirà e patirà atrocitàtanto… “tu donna partorirai con dolo-re!”. Da quanto tempo signori politici, e non,non fate una passeggiata in quella cor-sia? Un posto in cui ogni angolo dovreb-be trasudare gioia e letizia è diventatoun luogo dove tanto il personale medicoquanto quello paramedico vive in unpalpabile stato di stress ed irritabilità:sono pochi e con turni massacranti ripe-tono continuamente, ed indovinate chine paga le conseguenze? Le pazienti chesi trovano a vivere una degenza, anchepost-operatoria, al limite del sopportabi-le perché l’assistenza è direttamente esolamente proporzionata al grado diumanità e serietà dell’infermiere diturno. Quindi passato l’orario di lavorodel personale cortese rimani in baliacompleta degli eventi e, nella miglioredelle ipotesi, dei più disponibili compa-gni di ventura. Ma ci vuole tanto a capi-re che se non si riesce a gestire tutto dasoli allora l’assistenza familiare dellaricoverata diventa una risorsa da sfrutta-re. Non c’è il personale? Lascia unparente a prendersi cura della paziente,quel malato sarà comunque contento edassistito nel migliore dei modi col mini-mo disturbo. E invece no, nessuno puòrimanere al di fuori degli orari di visita,così se ti finisce la flebo o hai bisogno diuna qualsiasi altra cosa, suona il campa-nello, e se non vengono… risuona, primao poi erriveranno, … forse! Buon senso, ed un po’ di esperienza,sarebbe bastato questo per evitare tantidisagi. Signori politici, e non, che decidete cari-che e ruoli senza dar conto delle vostre

scelte cos’altro state aspettando per adotta-re i dovuti provvedimenti e cambiare lecose di modo che certi errori non si ripeta-no. Cos’altro deve accadere affinché anchevoi diate libero sfogo e seguito all’indigna-zione che i fatti accaduti provocano? Ilmorto! Ora purtroppo c’è anche quello, èinfatti di pochi giorni fa la notizia del deces-so, di una donna di 53 anni morta dopo unmese di agonia iniziato con un intervento diisterectomia. Cosa altro state aspettandoper appurare le responsabilità di tutto que-sto malfunzionamento e della gridatainsoddisfazione che apertamente si aggiradentro e fuori il reparto? L’esodo verso gli altri ospedali per partorireè già iniziato e ad arginare la diminuzionedei numeri sono rimaste solo le donne stra-

niere. Un’ultima precisazione mi è d’obbligo, ilmio non vuole essere un attacco alle singo-le persone ma una denuncia, ed insiemeuna critica, al sistema e a chi lo gestisce,che deve rendersi conto dei limiti e dellepossibilità di ogni singolo individuo, e cosìcome il CSM non può prendere un giova-ne dottore in giurisprudenza e scaraven-tarlo in una aula di tribunale per fargli fareil magistrato nessun altro può far ricoprireincarichi e posti delicati a chicchessia senzala dovuta preparazione e/o i titoli necessa-ri. O forse, dietro tutto ciò si nasconde lavolontà politica di affossare l’ospedale diLocri?

Avv. Maria Elisa Lombardo

Sui disagi delle degenti al Reparto di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale di Locri Quanti di voi lo sanno che a ottobre si semina-

no le fave, che la terra si spacca in attesa delleprime piogge e che ora si inizia per poi racco-gliere in primavera? Pochi, maledettamentepochi. I più sanno sedersi solo a tavola e sba-farsi quello che ci trovano, e non tutto. Perchéc'è ancora chi questo no e quello no. Mammamia, i semini dei pomodori no. Bé, dateci untaglio, la festa è finita, la mamma si è stancatadi stare ai fornelli, è scappata con un fustocinese. E' il contadino si è rotto di piantare lefave per voi, che tanto non vi piacciono e pre-ferite gli hamburger del Mc. Sapete che c'è?Che il mondo è cambiato e dopo aver fatto divoi degli insulsi parassiti vi ha detto basta. Voiche avete un iPod per tasca, che navigate sullarete come un mare in bonaccia, che fregateanche super Mario nei video game. Voi, lefave ve le dovete piantare da soli. Avete vogliaa gridare e indignarvi, trippa per gatti da diva-no non c'è né. Pensavate che tutto fosse certo,lavori e stipendi a vita. Pensavate che la fatica,il sudore, le valige fossero un fatto altrui?Svegliatevi, fra un po' non ci sarà campo per ivostri telefoni e rete per i vostri computer. Eve lo dico, sono contento. Non perché sia unfascistello o un reazionario. Al contrario, amola rivoluzione e questa non prevede la tettadella mamma per tutta la vita né diritti checadono dal cielo. Troppo comodo l'anticonfor-mismo fatto sulla pelle degli altri, troppo bellovivere sui debiti. Il sistema vi caccia a calcidalle sedie, mette fine alle vostre discussionivirtuali. Siete in mezzo a una strada e non per-ché ci siete andati a protestare, vi ci hannomesso. Non mi dispiace per voi, ve lo merita-te. Cosa pensavate che le buste piene in arrivodal supermercato ci sarebbero state a vita?Che le mastercard fossero un regalo? Pagatepegno ora e lo farete a lungo, fino a quandonon vi metterete in testa che si zappa a ottobreper mangiare in maggio e che la rivoluzionenon si fa chiedendo più latte alla mamma,soprattutto quando è matrigna e si chiamacapitale.

DOMENICA 06 NOVEMBRE 2011 LA RIVIERA 21

LOQUI E SPROLOQUI di FILOMENA CATALDO

L'ira funesta del Bossi senatur non si arresta!E neppure la cecità delle autoritàitaliane. Sarebbe interessante conoscere il parere di Napolitano in merito alleultime da Bossilandia: le gabbie previdenziali! Altre disparità tra Nord e Sud.Nefandezze di tal fatta dovrebbero smuovere le coscienze ed invece passanoinosservate. Una classe politica alla deriva, al delirio di onnipotenza e diognideficenza. Che Dio ci salvi, verrebbe da dire, ma non può bastare. Le gab-

bie!Una spedizione punitiva per i lavoratori del Sud che, secondo il senatur, vivrebberoalle spalle del Nord. Perbacco!Ma i politici del Sud stanno sonnecchiando in attesa che legabbie si aprano?

Filomena Cataldo

Le gabbie di Bossi. Strafexpedition!

Che i neutrini abbiano creato un caso politico-cul-turale, è a tutti noto. Ma, inseguendoli nel “tun-nel”, è stato scoperto anche che essi rappresenta-no più a fondo la politica italiana, perché sonodei… trasformisti. Ecco la ragione per cui è statosempre difficile acchiapparli. Esistono infatti trespecie di neutrini: l’elettronico, molto più leggerodell’elettrone, viene prodotto dalle reazioninucleari delle stelle; il muonico, vita media 2milio-nesimi di secondo, con una massa circa 200 voltemaggiore dell’elettrone; il tauonico, praticamentestabile, massa 17 volte circa quella del muone e vitamedia un milione di anni.Durante il camino dal centro del sole, i neutrinielettronici si trasformano in muonici e tauonici,non facilmente misurabili dai rivelatori: un trasfor-mismo detto «oscillazione» :infatti, tra i miliardi dimuonici "sparati" dal CERN del 2006 al 2010, irivelatori del Gran Sasso ne hanno catturato solouno: tauonico.Associando ad ogni specie di neutrino un deputa-to, un senatore e un consigliere regionale il giocoè fatto; anche perché il trasformismo politico italia-no è sempre stato più veloce della luce.

LOPINIONE di GIOVANNI SCARFÒ

Neutrini trasformisti

Condivido dalla prima quasi fino all’ultima parola. E aggiungo. Per me la sua denunciaè una angoscia, ma non una sorpresa. Mi segua. In Calabria , ed è storia putrida, non si costruiscono gli ospedali per gli ammalati. Sonostati edificati per fare primari. Così come non si sono costruite scuole per gli studenti,ma per fare presidi. Inoltre- e so che questo è un pensiero astratto- secondo la logicacapitalistica, l’uomo vale in quanto produce. Gli ammalati, i carcerati, i pensionati sonoimproduttivi. Consumano e basta. Non è un caso che sono le tre categorie più maltrat-tate. Una domanda,infine, un po’ scortese. Scusi, ma Lei, quando rintocca l’ora eletto-rale, per chi vota? E non crede che, ai fini dell’agitazione concreta e conseguente, delcaso sanità a Locri sia conveniente fare nomi e cognomi, senza, però, anima giustiziali-sta?

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la Riviera

SERIE A 11 giornata di Andata

Domenica 06/11/2011 ore 15.00 Atalanta-CagliariCesena-LecceChievo-FiorentinaGenoa-Inter (ore 12,30)Lazio-Parma

Milan-CataniaUdinese-Siena

Napoli-Juventus ( ore 20,45)

“Fantantonio”

Il campionato entra nel vivo e, turno dopo turno, la clas-sifica comincia a delinearsi e a stabilire le prime stabiligerarchie. Gli scontri diretti stanno attribuendo valore esostanza al lavoro di chi è in alto e dopo un avvio costel-lato da frequenti saliscendi, la sensazione è che sia inizia-ta la fase di assestamento con il rientro nei giusti ranghidi tutte le più accreditate protagoniste (con la solaeccezione dell'Inter e, in parte, della Roma).A metà strada sembra invece essersi fermato ilNapoli che dopo un'eccellente partenza di sta-gione in Italia e all'estero, sembra essersisgonfiato insieme al suo allenatore, quelWalter Mazzari tecnico tanto abilequanto a volte prigionierodella sua boria e del'in-capacità di guardarepiù lontano del suo

stesso naso. Questa premes-sa "napoletana" introduce il big-match del decimo turno:al San Paolo arriva la capolista Juve e sono già scintille. Ibianconeri, freschi di vittoria nel derbyd'Italia, viaggiano sulle ali dell'entusi-asmo ritornando a respirare aria dialta classifica dopo anni di mestoanonimato e a questo punto non vor-rebbero fermarsi sul più bello. Conte sem-bra avere restituito convinzione e fiducia nonsolo alla squadra, abbinando ai risultati ungioco non sempre esaltanate ma pratico, cinicoe veloce, un mix finora vincente e convincente.Il match col Napoli arriva quindi al momentoopportuno: oltrepassare indenni questo ennesi-mo ostacolo consoliderebbe le impressioni giàpositive e spingerebbe ancora più in alto l'entusias-mo. Da parte sua il Napoli cercherà in tutti i modi dirimettersi in carreggiata dopo due sconfitte consecutive(al 2-1 a Catania è seguito lo stop imposto dal Bayern inChampions), per la classifica ma anche per scongiurarefastidiose vene polemiche che lentamente ma fastidiosa-mente cominciano a diffondersi. Restando ai piani supe-riori, il Milan orfano di Cassano (a proposito, in bocca allupo Totò: torna presto e più forte di prima) ospita ilCatania d'alta quota dell'Aereoplanino Montella che,una planata alla volta, in Sicilia si sta rivelando all'altezzadella situazione e forse suscitando pure qualcherimpianto in più nella capitale (si è sicuri che LuisEnrique farà meglio di lui alla Roma?). Contro il Milannon sarà facile ripetersi ma il Catania andra a Milano pergiocarsela come sempre, questo è sicuro: niente barri-cate e occhio al duo Lodi-Gomez, le vere armi in piùrossoblu. Il Milan ovviamente parte con i favori delpronostico, per confermarli occorrerà però concen-trazione e attenzione difensiva, ciò che è spesso manca-to nelle giornate più storte della stagione e quasi semprealla fine pagate a caro prezzo. Venendo al resto, a inau-gurare il palinsesto domenicale sara Genoa-Inter cheall'ora di pranzo si sfideranno a Marassi in una gara dallediverse motivazioni. I liguri, in casa e fuori, alternanobuone cose a brusche frenate, contro la Beneamata c'èperciò voglia di sfatare questa tendenza e non dovesseriuscirci, Malesani sa bene che qualcosa comincerebbe ascricchiolare sotto la sua panchina. Certo l'Inter attualetutto appare fuorchè un ostacolo insormontabile, è tut-tavia una belva ferita che in ogni momento può tirarefuori artigli e orgoglio ricordandosi che meno di un annofa si trovava sul tetto d'Europa e del mondo, ritornandoall'improvviso carnefice e non preda comune. Dueincontri interessanti saranno anche quelli di Udine eRoma, con i bianconeri friulani e i biacazzurri lazialiopposti tra le mura amiche a Siena e Parma alla ricercadi vittorie che li manterrebbero ai vertici della graduato-ria o li spingerebbero addirittura più su in concomitanzadi buone notizie da altri campi. Gli avversari sono ossiduri, ma il pronostico è dalla loro parte.A completare il turno Atalanta-Cagliari, Cesena-Lecce eChievo-Fiorentina.

Angelo Letizia

IL PUNTOSULLA SERIE A

Dopo le morti di Franco Mondello e Toto’ Bumbaca, un altro lutto ha colpito il “mondo Reggina”.Si èspento all'eta’ di 50 anni Giovanni Pozza, stopper amaranto dall'88 al '90. Affetto da un male incurabile,Pozza è deceduto all'ospedale di Pisa, laddove era ricoverato da alcuni giorni. I funerali si sono svolti inquella che ormai era diventata la sua città adottiva, ovver Arezzo. L'ex calciatore era diventato unavera e propria bandiera del club toscano, nelle cui fila aveva collezionato oltre 170 presenze, appen-dendo le scarpe al chiodo nel 1993. Pozza in riva allo Stretto ha toalizzato 43 presenze, trovandospazio nell'indimenticabile biennio griffato da Scala prima e da Bolchi poi. (Reggio nel Pallone)

SI È SPENTO ALL’ETÀ DI 50 ANNI GIOVANNI POZZA

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NAPOLI-JUVENTUS SFIDA AD ALTA QUOTAA detta di molti, è già cominciata la volata fra Juve e Milan per lo scudetto. Non ce la sentiamodi fare i bastian contrari e sostenere che non è vero. Un Napoli, tanto saggio da sceglierel’o'biettivo-campionato, invece che l'obiettivo-Champions, sarebbe il terzo incomodo. Unpasso alla volta. Per il resto, la Lazio ha le individualità, e l'Udinese ha l'organizzazione perdisputare un grande torneo, nel segno di Klose e Di Natale. Catania e Siena sono le più belle"delizie" di stagione. La Roma non può imitare Guardiola, lasciando fuori le punte di peso(Borriello). Andando al match clou di sabato scorso tra Inter e Juve, la partita ha confermatouna realtà, che si conosceva alla vigilia. Solo che non sempre il campo è specchio fedele di certivalori, perché gli episodi prendono il sopravvento sul gioco. La Juve ha le risorse motivazionali,e dinamiche, per correre, e ringhiare, 90 minuti. L'Inter, essendo una squadra a fine ciclo, nonadeguatamente rafforzata, è obbligata a fermarsi prima. Nella formazione di Conte, le 3varianti delle ultime partite sono i 2 mediani al fianco di Pirlo, Chiellini spesso terzo difensorecentrale, oltre che terzino, e Matri in crescendo. In quella di Ranieri sarebbe stato opportunotentare Pazzini-Milito. Oggi il nuovo turno con alcune partite decisamente interssantinell’ambito di un campionato che ogni domenica propone spunti interessanti ed anche valoritecnici assolutamente inferiori rispetto al passato. Questa sera al San Paolo di Napoli sarà discena la capolista Juventus. Tanti i motivi di richiamo a partire da Mazzarri, criticato incampionato e osannato in Champions, che lo scorso anno stava per lasciare la panchina deipartenopei proprio per quella juventina. (lr)

Forza La diagnosi, fredda e razionale come solo i bollettini medici sanno esserlo, è ter-ribile: “Antonio Cassano ha manifestato una sofferenza cerebrale su baseischemica. Il calciatore verrà sottoposto nei prossimi giorni a un piccolo inter-vento di cardiologia interventistica (chiusura del forame ovale) i tempi di recu-pero per il ritorno all'attività agonistica saranno verosimilmente di qualchemese”. Spogliato dai consueti termini di natura medica e tradotto in soldoni, sig-nifica che Cassano, salvo sorprese e complicazioni, tornerà a giocare: scongiura-to, quindi, il pericolo di ritiro anticipato. Nelle ultime 48 ore un imponente onda-ta di affetto ha investito il talento barese: colleghi, presidenti, mezzi di infor-mazione in ogni forma (giornali, radio, tv, testate on-line) compagni e avversarisono andati a trovarlo in ospedale, o hanno lasciato un messaggio d’affetto. UnItalia sportiva raggelata dalla prematura scomparsa di Simoncelli, si è subitoimpaurita quando ha visto un altro campione in difficoltà, messo improvvisa-mente in ginocchio da un malore. Cassano, esattamente come il pilota ‘volatoin cielo per insegnare agli angeli come si impenna’, è un campione fuori dalcomune, trasversale, simpatico e irresistibilmente naturale. Classico esempio digenio e sregolatezza, la nascita del figlio negli ultimi mesi gli ha fatto (final-mente) raggiungere quella serenità rincorsa per tutta la carriera. Proprio quan-do la stagione 2011-2012 aveva messo in mostra un Cassano tirato a lucido, deci-sivo nel Milan e in Nazionale, è arrivato imprevisto e imprevedibile, lo stop, perfortuna superabile. Che siano 4 o 6 mesi poco importa, la notizia è di quellebuone: Cassano tornerà a giocare, illuminando il campo con le consuete magie.Fuori dal rettangolo verde, di rado rispetto al passato, arriverà qualche altra‘cassanata’. Mai, come in queste ore, il calcio ne ha sentito cosi bisogno..

P.R. -RNP

ANTONIO CASSANO (Bari, 12 luglio 1982) attaccante del Milan edella Nazionale italiana.

Claudio Marchisio

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Sport

A propositodi...

La squadra del “Caulonia 2006” sfruttandol'entusiasmo della giovane società, ha costruitoda subito un progetto per realizzare “Un NuovoSogno”. Quello di arrivare più in alto possibile,con il solo aiuto e forza dei Cauloniesi. Grandimeriti vanno al Presidente di allora il DottorMimmo Lia che insieme ad amici il DottorFrancesco Cagliuso il Dottor Ilario Frajia ilDottor Vincenzo Lia e il Dottor SalvatoreCaraffa sono stati grandi membri che hanno dasempre lavorato e speso energie per il benedella Società all'ora il primo allenatore anche seper poco tempo e stato il mitico FernandoMiriello, difensore di ferro del vecchio KaulonJonicagrumi. Il Presidente Mimmo Lia e tuttala squadra dapprima iscritta al torneo di terzacategoria si è guadagnata con il passare dellestagioni gli onori della cronaca sportiva e giàvanta nel proprio score la vittoria di un campio-nato di 3°cat. e poi di 2° cat. Fino ad approdarealla prima l'anno scorso, salvandosi già al primoanno di permanenza, il che non è poco per unaneo promossa in un campionato massacrantecome risulta essere questo. Militando ora nella1° categoria del campionato dilettantisticoCalabrese girone C, “l'A.C. Caulonia 2006” siconfronta con realtà di gran lunga più blasona-te, tutto ciò fa si che ogni domenica siano pre-senti al campo tanti tifosi che ormai vedononella squadra di calcio un modo unico per ritro-varsi sportivamente, e per far conoscere questopaese a chi ancora non ha avuto modo diapprezzarlo,con la tarantella di Mimmo

Cavallaro e Cosimo Papandrea, manifestazioneche si svolge oramai da oltre dieci anni alla finedi Agosto, ma ancor di più di dimostrare quan-to un Cauloniese ami Caulonia. Una vera e pro-pria "mission impossible" nel ricostruire e moti-vare la squadra per la società, dopo la bella edesaltante salvezza dell'anno scorso come primoanno queste le parole del PresidentissimoCosimo Costa ma che secondo lui potrebbeanche pensare non solo alla salvezza tranquillama anche a qualche cosa in più ma il presiden-te ripete sempre che “meglio volare bassi”. E lacosa si fa interessante, perché vuol dire che cisono ragazzi e dirigenti a Caulonia che lavora-no molto bene, se poi si aggiunge che sono tuttiSuper Giovani e dinamici le prospettive per ilfuturo ci sono tutte. Ancora il Presidente Costadichiara: “E' bello comunque affrontare uncampionato con squadre che saranno più fortidi noi, siamo pronti a qualunque sfida” MisterGianni Scigliano come dicevano guida storica diquesta squadra e il giusto aggancio tra giocatorisocietà e tifosi. La squadra è sicuramente tecni-ca, ci dice Gianni Scigliano ma sopratutto dicuore, e amore profondo per questo paese, lo siè visto domenica scorsa in casa con la Serreseuna delle squadre che punta sicuramente alsalto di categoria che per la prima volta in que-sto campionato ha lasciato i tre punti al Diconedove il Caulonia ha fatto una partita eccellentenon sbagliando quasi nulla, grande individualitàpossiamo darvi conto del portiere Condemiuno dei quattro “stranieri” del Caulonia che

Dove non c’è arrivata la squadra dicasa domenica scorsa ci ha messodel suo il signor Cosso di ReggioCalabria che, come hanno anche

testimoniato le immagini televisive, non haconcesso non uno ma ben due calci di rigoreai padroni di casa. Un arbitro, questo Cosso,che i tifosi del Siderno ricordavano bene perla disastrosa direzione di gara dello scorsoanno a Marina di Gioiosa dove sbagliò tuttoquello che era possibile sbagliare e che perpremio il designatore Mimmo Archinà diSiderno, lo ripetiamo di Siderno, così come diSiderno è il presidente CRA StefanoArchinà, lo ha riproposto in condizioni diforma pessime ( con almeno 10 chili in piùcome vediamo dalla foto di stadioradio) perdirigere il sentito derby contro il Roccella. Lascelta, ci dispiace dirlo, è stata assolutamenteinadeguata. Il rigore su Accinni era sacrosan-to ma non per il direttore in giacchetta nerache, addirittura, pur essendo ad almeno 50metri dall’azione, ha estratto il cartellino gial-lo, ammonendo Accinni per la seconda voltae lasciando la squadra in 10. Ma non contentodi questo si è superato a 10 minuti dalla finequando non ha concesso un altro penalty perun fallo di Battaglia su Serra. Che dire. Se ilSiderno (che già sa di dover soffrire per sal-varsi) deve anche essere avversato dalle ternearbitrali tanto vale che già inizi a program-mare il nuovo anno calcistico. In 8 gare dicampionato al Siderno è stato concesso soloun rigore a risultato acquisito a Rossano men-tre in casa nonostante gli episodisiano stati tanti non è mai statoattribuito un penalty. E quistiamo parlando di rigori cheanche le immagini televisivehanno dimostrato esserci enon di semplici episodi. Si hala sensazione che nel campi-onato di Eccellenza stianoarbitrando alcune terne chesembrano assolutamente inca-paci dal punto di vista tecnicoma che vanno avanti soloper meriti “diplo-matici”. Non ècosì che il cal-cio calabresepuò miglio-rare e diquesto deb-bono ren-d e r s iconto iv e r t i c ifederali.Ancheq u e ip r e s i -denti disezionea r b i -t r a l ic h evanno nelle tv a fareindebiti paragoni tral’errore dell’attaccantee l’errore arbitrale. Sitratta di cose assoluta-mente diverse. Cosìdicendo si offendel’intelligenza altrui.Siamo seri perfavore. R.R.

In Eccellenza arbitriimproponibiliServe il ricambio

Domenica scorsa allo stadio Racidi di Siderno, in occasione del derby tra Siderno e Roccella abbiamo visto uno spettacolo meraviglioso fatto non solo di calcio, maanche di bambini che con le loro famiglie erano in tribuna. E' stata un grande successo. Quasi al completo le gradinate, hanno dato corpo ad una grande festa colletti-va all'insegna del calcio, del fair play. Oggi come non mai abbiamo bisogno di diffondere valori come correttezza e rispetto, e di promuovere la cultura del confrontocivile con le ragioni e gli argomenti di chi la pensa diversamente. La frase "oggi abbiamo vinto tutti" ci pare la più giusta lasciata a fine gara da Mister Fiorenza allena-tore del Siderno e del co presidente Gattuso che dopo poco la sconfitta contro il blasonato Roccella davanti al pubblico amico, esprime più di mille parole il significa-to più vero e pronfondo di tutto quello che abbiamo fatto tutti. Noi della Riviera, esprimiamo la nostra più viva felicità e congratulazioni a tutti gli intervenuti, allo stafftecnico e dirigenziale e tutti i giocatori, per l'importante e meritata riuscita nella manifestazione sportiva. Dalla Locride oggi più che mai, continueremo con grandeconsapevolezza, a portare avanti il messaggio universale dello sport per un calcio fatto di vera amicizia e di rispetto dell'avversario .

Antonio Chiera

SidernoOggi pomeriggio ilRoccella andare afare visita alla neopromossaBrancaleone per ilsecondo derby insette giorni. Una

partita molto difficile da non sottovalutare anchese il Brancaleone non attraversa un momento feli-ce ed è reduce da due sconfitte consecutive. Tuttala settimana è stata trascorsa all’insegna dellaritrovata serenità ed in attesa di avere dellebuone notizie relative al bomber palermitanoVittorio Di Maggio che ha svolto un allena-mento differenzia-to. Ancora davalutare le condi-zioni del bombersiciliano che si èsottoposto a degli

esami specifici percapire l’entità dell’infor-tunio rimediato dome-nica nella partita colSiderno. Il Roccella,dopo una fase transito-ria negativa sembraaver trovato la giustaconcentrazione per risa-lire la classifica edanche con un pizzico di fortuna è riuscita ad otte-nere l’intera posta in palio sia contro l’I. C. Rizzutoche nel derby contro il Siderno. Figliomeni si ècosì preso una bella rivincita. Non c’è tempo perfermarsi .

lr

Il presidente Cosimo Costa fissa l’obiettivo: “partiremo per salvarci”

Caulonia 2006 : il valore di una squadra fatta in casa

Ancora una volta, una grande avventura si concludee all' indomani della chiusura del CampionatoMondiale Interfederale W. T. K. A.. Ecco i numeri:40.000 metri quadrati di superfice coperta, 78 areeper le gare e gli stage, 211 stand commerciali, 8000atleti e stagisti. Sono dati inequivocabili e per certiversi epici. Dal 27 al 30 ottobre, a Massa, è stata regi-strata la presenza di oltre 20.000 visitatori per assi-stere alle varie manifestazioni marziali e a tutte lecerimonie tradizionali che si sono svolte in un cre-scendo continuo e irresistibile ripreso dalle teleca-mere RAI, SKY e ITALIA UNO. Evento nell'even-to, la storica partecipazione della nazionale italianagiovanile di kickjitsu, voluta dal direttore tecniconazionale, maestro Patrizio Rizzoli e dal presidentenazionale federale Ennio Falsoni. Il team, è statoguidato dal professore Giuseppe Cavallo, indiscussoprofessionista del settore e grande specialista delladifesa personale, che oltre a possedere gradi e la qua-lifica federale ufficiale di maestro, in varie discipline,è cintura nera 6° grado FIKBMS, responsabilenazionale del settore giovanile lottatterra, oltre chemembro della commissione tecnica nazionale fede-rale MMA e coordinatore, per il Sud Italia, del set-tore vietnamita Fiwuk - WTKA. La nazionale è statacomposta proprio da sei atleti del maestro Cavallo,calabresi delle accademie da lui dirette di Caulonia eSiderno. I rampanti ed eccezionali giovani hanno

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Kickjitsu:6 calabresi campionidel mondo

Eccellenza:Roccella aBrancaleone

SIDERNO- ROCCELLAALL’INSEGNA DEL FAIR PLAY

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come tutti i numeri uno se azzardiamo la paro-la “folle tra i pali” nel catturare i pallone chearrivano dalle sue parti ci pare giusta, e poi il igoleador i fratelli Fabio e Nicola Scuteri, ilprimo grande giocatore dove fino a qualcheanno fa militava in categorie superiori, ma chepoi per sua scelta e per aiutare la squadra delsuo paese ha preferito accasarsi definitivamen-te, come lo stesso fratello Nicola che domenicascorsa si è fatto trovare pronto ancora una voltanel gonfiare la rete; L'altro pezzo forte dellatruppa e Antonio Roccisano un autentico pule-dro di razza, l'istinto e il fiuto al gol è semprepronto, anche per lui vale l'amore per la squa-dra di casa; Infine il capitano storico SebastianoNicolò un ragazzo che del calcio fa la sua pas-sione, elegante in campo come nella vita, unautentico baluardo in difesa, gli attaccanti conlui non hanno vita facile. Una squadra troppogiovane, pronta però a giocarsi il torneo allapari con le altre che ancora non si sa chi saran-no le avversarie ne' quali e quanti saranno, macertamente Caulonia partita alla pari con altresquadre. In effetti siamo in una PrimaCategoria di fatto camuffata, in cui vi sarannodue gruppi di squadre, ed il divario tra i duegruppi sara' notevole. Ancora poche settima-ne, ed il Caulonia sapremo di che pasta e fatto.La squadra agli ordini di Mister Scigliano hacominciato bene, ma ancora è presto per direse sarà tra le protagoniste, ma se i giovani talen-ti si confermeranno in grado di produrre gioca-te di qualità potranno certamente dire qualchecosa in più a questo campionato. Pochi gli ele-menti fuori, Spadola, Condemi, Muriale eCagliuso i giocatori “aggregati” principalmenteanche per il rapporto di amicizia tra compagnidi scuola e/o di lavoro, che fanno parte inte-grante di una rosa di veri talenti “cauloniesi”.Tutti elementi che possono dire la loro in unacategoria difficile e dura come la prima.Questa, quindi, la squadra “Caulonia 2006”che ogni domenica scende in campo per il por-tare avanti il nome di Caulonia. Il "DICONE"vi aspetta a braccia aperte per una grandeavventura.

Antonio Chiera

Tanta corsa, senso della posizione ed un particolare feeling con il gol. Questo èEmanuele Ficara, attaccante della Gallicese classe 1990. Un elemento che cono-sce bene il campionato di Promozione, visto che l'anno scorso, dopo aver comin-ciato in Eccellenza con la Palmese, a partire da dicembre, ha vestito la maglia delCatona, con la quale ha realizzato 8 centrii. Gallicese in scia, ma manca la vitto-

ria- "Sono quattro partite che non perdiamo, però siamo riusciti a vincere solo una volta. I trepareggi nei quali siamo incappati, sono punti che abbiamo perso, non c'è dubbio. C'è tantorammarico per questo, dato che creiamo molto, riusciamo anche a passare in vantaggio e poinon riusciamo a tenere botta fino alla fine dell'incontro". Maledetta zona Cesarini- "Gioiosa,Rizziconi ed in ultimo Oppido, hanno un fattore comune: siamo stati sempre raggiunti all'ul-timo minuto. Includerei anche il pareggio internocontro la Pro Catanzaro, subito sempre verso lafine dell'incontro. E' un discorso prettamente men-tale a mio giudizio. C'è comunque da dire che inquesta squadra siamo in molti a giocare assiemeper la prima volta, e per tnto credo che il vero pro-blema sia di natura pisicologica. Dovremo lavora-re tanto per migliorarci, ed è un aspetto comunquenormale, se consideriamo il percorso di crescita edi maturità che sta facendo la Gallicese rispettoall'inizio della stagione". Le reggine protagoniste inPromozione- "Penso che Catona, Bocale e ReggioSud siano tutte in grado di contendersi fino all'ulti-mo la vittoria del campionato. La Gallicese?Dobbiamo ricominciare a prendere confidenzacon i tre punti, dopodichè penso che anche noipotremo farci sentire nei quartieri alti della gra-duatoria, anche perchè siamo una ottima squadra,su questo non credo si possano avere dubbi". Nel prossimo turno, si ritorna a casa- "Adesso ciprepariamo ad ospitare il Marina di Gioiosa. Sfida molto difficile dal mio punto di vista, cheperò non ci possiamo permettere di sbagliare. Dobbiamo impostarla sull'agonismo dal primominuto, facendo capire che in casa nostra vogliamo comandare. Credo che loro giocherannoa viso aperto, ma la tattica servirà a ben poco; conteranno le motivazioni dato che siamo duesquadre molto simili sul piano della qualità. Il nostro 4-5-1 si sposa benissimo per una sfidacome questa, dato che potremmo sfruttare eventuali contropiede, passando ad un 4-3-3 in fasedi possesso palla, e dovremo essere bravi a sfruttare le velocità dei nostri esterni, me compre-so, guidati dalla qualità in mediana di Aquilino. Al contempo però dobbiamo stare attenti indifesa, perchè il Marina ha in organico gente che può inventare dal nulla la giocata".

Fabrizio Cantarella -reggionelpallone.it-

Gallicese, Ficara: "Anima e cuore per battere il Marina"

REGGIO CALABRIA – Cinquanta tra le migliori giovanipromesse della pesca sportiva nazionale stanno disputando,sul litorale di Reggio Calabria, il Campionato italiano 2011.“Scenderanno in campo” gli atleti della Nazionale Italianaunder 16 di surfcasting vincitori dell’ultimo Campionato delMondo tenutosi a La Spezia ed i migliori azzurri dell’under21. Con il top del settore giovanile italiano, impegnato in unincantevole e pescoso campo di gara, a Reggio Calabria èpresente anche il tecnico azzurro Vittorio Galassi.L’organizzazione della società reggina “MediterraneaSurfcasting Club” del presidente Giovanni Gerbasi, si con-ferma, dunque, impeccabile e consolidata. Alla cerimoniad’apertura, tenutasi al “Regent Hotel” di Catona, erano pre-senti il presidente del Coni Calabria, Mimmo Praticò, e, perla Federazione italiana di pesca sportiva (Fipsas), il rappre-sentante federale e giudice di gara, Alfredo Castaldo, ed ipresidenti regionale, Antonio Debilio, e provinciale,Domenico Frattima. Dal presidente regionale del Coni,Mimmo Praticò, un saluto particolare è rivolto ai giovaniatleti, i veri protagonisti della manifestazione. L’interventodel presidente Praticò si è, poi, focalizzato sugli aspetti fon-damentali che devono possedere quanti operano nell’ambi-to dello sport al giorno d’oggi. Tema, questo, del “Corso perDirigenti sportivi di I livello” che la Scuola dello Sport Conidella Calabria ha avviato, da settembre, nelle 5 provincecalabresi riscuotendo notevole successo. Il neo presidenteregionale della Fipsas, Antonio Debilio, nel suo intervento,

s’è dichiarato “onorato di rappresentare un movimentoregionale che ho sempre stimato”. “Quest’anno – ha dettoDebilio– sono stati organizzati ben tre eventi nazionali dialto livello: a Cosenza, Badolato ed, oggi, a Reggio, chehanno visto protagonisti, soprattutto, i ragazzi e con loro idirigenti, i genitori e gli accompagnatori provenienti datutt’Italia. Il nostro è un bell’ambiente, passionale e profes-sionale, ed i giovani atleti sono determinati nello specializ-zarsi nella disciplina e non si perdono dietro cose futili”.Debilio ha voluto evidenziare che “quanto ottenuto fin’orain Calabria a livello federale è merito anche di chi mia hapreceduto: il presidente Antonio Maccarrone”. rs

Il futuro del surfcastingsulle sponde dello Stretto

vinto quanto c'era da vincere, portando a casa, neicombattimenti, ben 6 medaglie d'oro. I sei campionidel mondo sono: i tre “mitici” gemelli Carlo, Micaelae Carlo Cataldo; Antonio Francesco Sgambelluri,Matteo Renna, Giovanni Briguglio. L'entusiasmanteprestazione degli atleti calabresi ha suscitato l'ap-prezzamento generale anche per il loro impassibile esportivo comportamento in gara e fuori. Un esempioda seguire e una impresa che rimarrà, certamentenella storia. “Complimenti a loro” - ha espresso ilpresidente regionale calabrese federale, prof.Romano - “ma sopratutto al maestro GiuseppeCavallo che con molta umiltà, serietà e grande pre-parazione è riuscito a compiere questa memorabileimpresa sportiva.”

Rosanna Albieri

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Biblioteca Meridionalista

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la Riviera

PASQUINO CRUPI

A San Roberto sabato 29 ottobre, nella Sala del Consiglio comunale,con la presenza del segretario nazionale del Partito socialista italiano,Riccardo Nencini, e di fronte a un parterre eccezionale, è stato ricor-dato, a dieci anni dal suo trapasso, Alessio Milana. È un nome che dicepoco o nulla ai giovani, ma che dice molto e di grande a coloro che lohanno conosciuto e non lo hanno dimenticato. La memoria è un atto di moralità sentimentale. È un atto di moralitàpolitica. È un atto di moralità storica. Non si ricostruisce nulla senzaun tributo di riconoscenza a quelli che ci hanno precedeuti ed accom-pagnati . Non si fa storiografia scientifica , lasciando per strada perso-ne e accadimenti importanti, anche se i loro protagonisti furono uomi-ni della provincia calabrese. Non si procede dalle ceneri del presentesenza trasformarle in scintille, capaci d'animare un nuovo fuoco peruna società migliore, per una società giusta. Quella socialista, perAlessio Milana e non solo per lui.

Alessio Milana, nato a San Roberto di Reggio Calabria il 5 mggio 1925e lì trapassato il 18 aprile 2002, veniva da famiglia socialista. Il padre,perseguitato dal fascismo , fu esule negli Stati Uniti d'America e colàlo raggiunse insieme alla madre e ai fratelli. Ritornò a San Robertonegli anni Cinquanta. Il suo posto fu in prima fila nel Partito socialistaitaliano, che, tra polemiche e anche risse interne, andava ricostruendola sua autonomia, denunciando, dopo i fatti d'Ungheria (1956), il Pattod'unità e d'azione con il Pci. Non fu mai anticomunista. Fu un sociali-sta aperto. Un socialista riformista, cioè, pragamatico sulla lezione diGiacomo Mancini, che seppe coniugare grandi idee e misure riparatri-ci della sciagurata condizione della Calabria. Il meridionalismo diAlessio Milana cammina insieme al meridionalismo di GiacomoMancini. Se del grande leader calabrese e nazionale si può dire chenessun più di lui ha fatto per la Calabria del Novecento, allo stessomodo si può dire di Alessio Milana che nessuno più di lui ha fatto perSan Roberto nel secolo da poco spirato. Da sindaco, da consigliere provinciale, da assessore provinciale e, perbreve tempo, da presidente della Provincia, egli è stato teso, anziadeso ai problemi concreti del suo luogo natìo e del territorio dellaProvincia. Il concretismo è stata la sua divisa di pensiero e d'azione,come lo fu dei merdionalisti, eccezion fatta per Antonio Gramsci.L'uno e l'altra, inquadrati e resi permanenti nella fede nel Socialismo.Poiché senza fede il cammino diventa un percorso interrotto. Per cam-minare sempre, occorre una fede. Alessio Milana la ebbe. Fu uomo difede, che è categoria umana, non solo categoria teologica. E per ciòstesso sulla sua lapide leggiamo idealmente l'elogio di cui sono meri-tevoli i meridionali e i meridionalisti che splendono nell'attrito: nonmutò mai bandiera. Come non la mutò il cognato Giovanni Busceti,sindaco comunista di San Robeto, stroncato da mano assassina nel1959. Il primo delitto politico in Calabria di cui nessuno registra l'acca-dimento. Forse perché allora le vedove non conquistavano la Cameradei Deputati con le loro gramaglie? Non scrisse. Ma i meridionalisti non hanno bisogno di libri per entra-re nella storia gloriosa. Come per i ptotestanti verso il regno dei cieli,bastano le opere. Tale il caso di Alessio Milana, socialista per sempre,meridionalista sempre. Uomo saggio, buono, onesto.

Se di GiacomoMancini si può direche nessun più di luiha fatto per laCalabria delNovecento, allo stessomodo si può dire diAlessio Milana chenessuno più di lui hafatto per San Robertonel secolo da pocospirato.

IN EVIDENZA

pragmatico di Alessio MilanaIl meridionalismo

cerimonia degli addii

Pino Comerci , cessato di vivere il 29 ottobre, ormai da anni s'era appartatodalla vita politica per motivi di salute. Non vedeva più bene. Camminavaappoggiandosi e facendosi guida con un bastone. La sua persona, da snella,s'era fatta esile e aveva acquistato il profilo dell'asceta. Giovane intellettualemarxista, uno dei più perspicui, militante e dirigente comunista, tra i piùappassionati e intelligenti, era un francescano della politica . Non amava lecariche e non le cercava. Non vide nel partito un mezzo per fare carriera. Lointravide con gli occhi di Gramsci: il Principe nuovo, l'intellettuale colletivo,capace di determinare una società, fatta d'eguali. Vi gettò le sue energieintelletuali, che poi volse alla ricerca scientifica. Non fu semplicemente unprofssore di letteratura latina nella quale eccelse, ma un maestro. Di sapere edi virù civili. Non tutti hanno le carte in regola per commemorarlo. Soprattutoquelli che, mtilandolo, tacciono la sua milizia comuninista. Tra le sue operevogliamo ricordare , Ex amore adoptio ( Rubbettino 2007) e L’uomo siinterroga sui misteri della morte. La liberazione del timor mortis nelmondo antico: da Lucrezio a Tommaso d’Aquino. Purtroppo, postumo.

Pino Comerci, un maestro

E cosi è stato ucciso Muammar Gheddafi. Molti governanti hanno plaudito a tale fatto, compreso il nostro.Un giovane di diciotto anni, con una pistola d'oro in mano, veniva baciato e abbracciato da centinaia dipersone, perché aveva ucciso un uomo. Incasserà venti milioni di dollari. Io penso, invece, che Gheddafi,doveva essere preso, consegnato ad una Corte Internazionale e giudicato. Certamente avrebbe avutol'ergastolo. Rinchiuso per tutta la vita in un penitenziario, avrebbe espiato veramente tutte le sue colpe, echissà quante volte avrebbe pianto pensando a tutti quegl'innocenti che aveva fatto piangere.

IO SONO PER L’ERGASTOLO... NON PER LA PENA DI MORTEL’angolo di Parrello

In alto: Il volume del Prof.Giuseppe Comerci “Ex amore adoptio”

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Parlando

Cultura e società

di...

DOMENICA 06 NOVEMBRE 2011 LA RIVIERA 28

I vini prodotti nella fascia della costa jonico reggina e più specificatamente Il Bivongi Doc, il GrecoNero Igt Calabria, Il Greco Bianco Igt Calabria e il Passito Greco di Bianco Doc sono i protagonisti diun servizio televisivo prodotto dalla trasmissione “Eat Parade” (rubrica enogastronomica del Tg2). I vinisono stati abbinati anche ad alcuni piatti tipici. Il servizio andrà in replica il 4 novembre alle ore 6,00.

I PRODOTTI TIPICI DELLA LOCRIDE OSPITI SU RAI DUE

I EDIZIONEREGGIO CALABRIA

“Io ho scelto di vivere con ilsorriso… E tu?”, con questo slo-gan parte la I edizione del corsodi base di “Clown sociale”,diretto da Santo Nicito e orga-

nizzato dall’associazione di promozione sociale Freckles, al centro aggretivo di Lume diPellaro, frazione di Reggio Calabria. Quattro fine settimana intensivi, più 120 ore di tiro-cinio, per scoprire un nuovo modo di avvicinarsi alla figura del clown.

Il corso, attraverso un percorso pratico e teorico, esplorerà temi e tecniche legate allafigura del clown. Dalla costruzione del personaggio al trucco, dalla relazione con glialtri ai numeri di micromagia, passando per la realizzazione di figure con i palloncini,gag’s. E ancora elementi storici sulla nascita del clown e su alcuni personaggio signi-ficativi. Tutti strumenti indispensabili per avvicinarsi agli altri, attraverso il clown, incontesti di disagio umano e sociale. Per questo il corso di “Clown Sociale” darà lapossibilità ai corsisti di formarsi per operare in contesti difficili come la strada, gliospedali e le comunità terapeutiche ecc. Il corso che si rivolge a un massimo di 20partecipanti, di età compresa fra i 18 e i 40 anni, parte il 18 novembre 2011 con laformula del fine settimana (18-20, 25-27 novembre e 2-4 e 9-11 dicembre 2011) acui seguiranno le 120 ore di tirocinio (costo complessivo 110 euro). Alla fine delcorso, a cui è necessario iscriversi entro il 17 novembre 2011, saranno rilasciati dueattestati di partecipazione, uno per le lezioni e un altro per il tirocinio.

La Cava

CRISTINA BRIGUGLIO

Si è svolta nella BibliotecaComunale “Mario PellicanoCastagna” a Marina di GioiosaJonica, la prima presentazionein Calabria del libro “Il roman-

zo dei Mille” di Claudio Fracassi, edito daMursia. L’evento organizzato e promossodai Presìdi del Libro Locride è statointrodotto da Domenico Vestito, vice pre-sidente dell’Associazione e ha visto lapartecipazione di una delegazione di stu-denti del Liceo Classico di Locri. Il volume, che quest’anno è entrato nellacinquina dei vincitori del “PremioSelezione Bancarella”, rievoca attraversolettere, diari e cronache del tempo, la tra-versata da Quarto a Marsala e la libera-zione della Sicilia dal dominio borbonico. “La storia si concentra quasi sempre suglieroi che diventano, nella migliore delleipotesi, degli immobili e paludati super-eroi, noiosi e pedanti- ha esordito l’au-tore- così è stato per i protagonisti delnostro Risorgimento. Mazzini,Garibaldi, Cavour e Vittorio EmanueleII. Trasformati in “santini”, e disuma-nizzati vengono digeriti a fatica daglistudenti e subito rimossi dalla memo-ria.” Claudio Fracassi, che prima di dedi-carsi alla ricerca storica èstato direttore del quoti-diano “Paese sera” efondatore e direttoredel settimanale“Avvenimenti”,ha scritto unvero e pro-

prio saggio storico, corredato da oltresessanta pagine di note, ma scorrevolee avvincente come un romanzo. Sulle navi “Lombardia” e “Piemonte”,salpate da Quarto il 6 maggio 1860,c’erano in tutto 1089 giovani volonta-ri, venivano da tutta Italia e tra essi c’e-rano anche un centinaio di sudditi borbo-nici. Molti erano studenti, cento i medici,più di 200 gli avvocati, insegnanti e pro-fessionisti; tre preti, una decina di artisti,pittori e scultori, e una donna (la mogliedi Crispi). Erano consapevoli di partecipare ad unapagina importante della storia d’Italia eavevano voglia di raccontare la loroimpresa. Inviavano le loro lettere daPalermo affidandole ai pescherecci o allenavi in partenza. Non si fidavano dellenotizie ufficiali che trapelavano nel resto

d’Italia e volevano rassi-curare le madri, le

famiglie. In seguitomolti di loro sisono poi “riciclati”come reporterinviando missiveai più importantigiornali dell’epo-

ca. Le loro impreseerano così avventu-rose da sembrare

i n c r e d i b i l i“avven-

nero fatti,a cui lap o s t e r i t ànon potràcosì facil-mente pre-star fede;s e m b r a n oparti felicidella fantasiadel romanzie-re….” scriveva-no a casa.Lo stessoA l e x a n d r eDumas (l’autorede “i Tre

moschettieri”) ha raggiunto la spedizionedi Garibaldi al Sud perché aveva intuitoche lì si stava vivendo uno splendidoromanzo e voleva vederlo per raccontar-lo. Eppure la storiografia ufficiale, spesso,ha trascurato queste fonti, relegandosullo sfondo le vicende umane dei volon-tari che hanno partecipato alla spedizionedi Garibaldi in Sicilia. Da questi scritti, riportati alla luce daFracassi, emerge che lo spirito unitarioera un ideale non solo per i condottieri ogli ideologi del Risorgimento ma ancheper quei ragazzi (il più giovane aveva soloundici anni) che hanno partecipatoall’impresa; uno di loro, scappato di casaper imbarcarsi, lascia un biglietto allamadre “andiamo in aiuto dell’eroicaSicilia” scrive da Quarto.

“Garibaldi era consapevole - affermaFracassi - che l’Italia del Sud doveva esse-re liberata dalla gente del Sud, non con-tro di loro. Ecco perché un esercito maleequipaggiato, di poco più di mille uomini,raccattato con un appello, è riuscito adavere la meglio sull’esercito regolare bor-bonico che in Sicilia contava oltre 25.000uomini”. Partivano per aiutare il Sud aliberarsi e non per esportare con le armila democrazia.

L’avventura dei MilleCome un romanzo

CLOWNSOCIALE

Non è piacevole per uno che si rechi all'estero restare senzauna lira e, perciò, andare alla ricerca di qualcuno disposto aospitarlo. Questo è accaduto a Mario La Cava, che, inviato inIsraele da un quotidiano, rimane vittima durante la traversatadei raggiri d'un piccolo ebreo italiano, suo compagno di viag-gio, con la conseguenza che, volatilizzatasi la sua modesta ris-erva di valuta e in attesa di rientrarne in possesso, si vedecostretto ad accettare l'ospitalità di chi gliela dà.Pure, nonostante una simile disavventura, da quel candidoche è, La Cava non trascura di scoprirne i lati comici, men-tre intanto prende dimestichezza con la gente, nel cuianimo ritrova inaspettatamente certi valori che nemmenoalla lontana sospettava.In Israele La Cava ritrova così un angolo della sua terra,la Calabria, non solo negli uomini e, di più, nelle donne,coraggiose e insieme tènere come le nostre, quanto nellostesso paesaggio e soprattutto nella concezione della vitache quel popolo ha: sicché dalla curiosa avventura, graziealle sue naturali riserve di uomo colto anche se disincanta-to, gli viene da parte di quella gente la scoperta di un'uman-ità imprevedibile che lo rasserena e rincuora.

Viaggio in Israeleraccontato da Domenico Zappone

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LE NOTE di MARA RECHICHI

Non penso, dunque non sono! Se partiamo daquesto assunto, riusciamo a comprenderemeglio il senso e gli obiettivi del Festival delpensiero pensante che ha appena concluso aLocri la sua seconda edizione. Dice: ma c'èbisogno di pensare in antitesi? Beh, credo pro-prio di si. Prima di tutto per far scemare le inu-tili e sterili polemiche che hanno preceduto ilFestival, e poi perchè credo stia in questo lachiave del successo di pubblico che si è registra-to. Ragionare in antitesi, questa volta con il car-tesiano “Penso, dunque sono” (Cogito ergosum), rappresenta il rafforzamento del pensie-ro stesso. “Se penso sono, se non penso nonsono. Ma io voglio essere, quindi penso e vadoa pensare!” Tutte le età lo hanno pensato, mapiù di tutti i giovani. In parte spinti dalla colla-borazione delle Scuole, che hanno offerto cre-diti formativi ai propri studenti, ma soprattuttospinti dalla curiosità, dalla buona avidità diascoltare lectiones magistrales di elevatissimolivello intellettuale e di grande spessoreumano. Solo ai giovani di Mantova, Modena,Sarzana, Torino può capitare, una volta l'anno,come ai giovani di Locri, durante i rispettiviFestival, di essere a tu per tu con eminenzescientifiche del Diritto, del calibro del prof.Francesco D. Busnelli, grande giurista, o dellaMedicina, come il prof. Attilio Maseri, cardio-logo plurinsignito di riconoscimenti internazio-nali che parla col cuore in mano (è il caso didirlo) e dice ai giovani presenti: - sappiatecogliere le occasioni e sappiate essere merite-voli. Io non ho mai portato la borsa a nessunoe mai ho voluto che qualcuno la portasse a me.-Questo vogliono sentire i giovani in questi gior-ni, vogliono poter pensare che il futuro li staapettando, che il futuro esiste ancora! Alloraben venga il “pensiero pensante” e ben venga-no e ben ritornino i pensatori della nostraOfficina che ciò hanno voluto: diritto, econo-mia, medicina, filosofia, teatro, concerti, fieralibri, convivialità: tutto in soli cinque giorni, nelPalazzo della Cultura vissuto in chiave diAgorà. E per l'anno prossimo si fanno già inomi di Massimo Cacciari, Michael Löwy,Romano Prodi, don Mauro Bianchi. E' un pen-siero stupendo!

Pensiero... stupendo!

la Riviera

Il disagio dell'Io è il tema al centro della mostra della Biennale “Lo stato dell'arte-Calabria”, approdata a Villa Zerbi. Oltre 60 gli artisti calabresi a dare il loro appor-to alla modernità con il manifesto della frantumazione dell'Io e la rappresentazionedella mancanza di centri di gravità. Farfalle svolazzanti su volti tatuati, altalene-gab-bie dell'infanzia alle spalle, gigantesche mappe astronomiche decentrate e confusetra luci nuove, dove l'unico pianeta a “saltare” fuori dalla tela è un meteoritesconosciuto; corpi senza volto brancolanti sulle pareti, trapassati da fili spinati einchiodati a resti di barconi: sono i profughi lampedusani. I ragazzi della nuova gen-erazione - provenienti dagli Istituti Superiori “Araniti” e “Corrado Alvaro” -, trop-po spesso etichettati come apatici e disinteressati, quei ragazzi “difficili”, descritticome privi di valori e punti fermi, hanno mostrato di sapersi emozionare, di pro-fondere sensibilità, senso civico, attenzione e purezza, vedendosi rappresentati neifrantumi di specchi rotti a terra e riflettenti soli malati, vedendo descritta la loro sto-ria sui pannelli di un'ultima cena immortalata con dodici maschere manga quadran-golari attorno a una croce a colori vivacemente accecanti, dove è impossibilericonoscere “Giuda”, perché, in un mondo barcollante, traditori e traditi vivono insimbiosi. Stelle adagiate a terra, formicai di un nero invadente a rappresentare lecoscienze perse, poesie, ologrammi, fotografie dello stesso volto per simboleggiarel'autoanalisi che porta alla più assoluta cecità. E poi il boato. Come in un picco-lo miracolo quotidiano, l'attenzione delle scolaresche si magnetizza sulla tela“estroflessa” di Maurizio Cariati, Io ho visto la luce. E' la gigantografia di un voltoche vince la barriera bidimensionale e vuole uscire dalla tela, con il naso deformatogià al di là del quadro ma gli occhi sbarrati ancora imprigionati dalla finzione artis-tica; un volto che vuole scappare e implora aiuto ai giovani spettatori sgranando lepalpebre profeticamente in una promessa di verità: da un lato i ragazzi, inerti, frag-ili; dall'altro l'opera d'arte, che li chiama in aiuto e pretende un mutuo scambio nellaconfidenza segreta di cosa sia la luce. L'intensità emotiva dei giovani spettatori toccale stelle quando un sacro silenzio pervade per qualche minuto la stanza del Palazzogotico. E rinasce viva la certezza - oramai dai più cestinata - che la Cultura sia unarisposta. Può essere una cura, può essere uno stimolo, può essere un fiammifero cheaccende la voce della coscienza, per imparare a conoscersi meglio e a non perdersinel buio di contesti sociali a volte pericolosamente fuorvianti.

Serena Cara

LA BIENNALE CATTURA I RAGAZZI

Villa Zerbiaccende la curiosita' di giovani studenti

Dalla Biennale aVilla Zerbi...Gli artistiCalabresi,inmostra aVenezia,tornano incittà.Ragazzi entusiastiper larappresentazionedell'assenza digravità,dellaframmentazionepsicotica dell'Io,traluci,ombre e colori

ECCO LA“CALABRIAPOSITIVA”La Calabria dei buoni progetti e della voglia di rinascita si è incontrata sabato a Siderno. Il progettoiniziale di Calabria Positiva risale al 2008 ,ed in particolare l'associazione senza fini di lucro nasce conl'intento di promuovere e valorizzare la diffusione della cultura calabrese nel mondo.Eccezionalmente quest'anno l'Assemblea annuale dell'associazione si è svolta nella Locride che

adesso entrerà a far parte di quella “rete positiva” chenegli anni passati aveva già raggiuntoLametia,Cosenza e Rende.Il fondatore ildott.Francesco Maria Simonetti si è battuto strenua-mente per poter far entrare anche la sua zona natia nelprogetto di rilancio e valorizzazione del territorio,scegliendo proprio Siderno come città in cui esporreper la prima volta quello che è il progetto-pilota chenei prossimi giorni verrà discusso ,anche,nell'Assemblea dei Sindaci. Il progetto prevede la real-izzazione di un sito internet realizzato con la modernatecnologia del 3D e in cinque lingue che ripercorraattraverso una “passeggiata virtuale” i luoghi di mag-giore interesse naturalistico,archeologico e artisticodella nostra terra, dando così la possibilità ad utenti

che magari si trovano dall'altra parte del mondo di richiede informazioni sul luogo che maggiormenteli ha colpiti. Un'iniziativa che mira così a far emergere la nostra terra solo e soltanto per le grandipotenzialità offerte dall'immenso patrimonio paesaggistico e culturale, così da poter promuovere inItalia e nel mondo il volto pulito di una Calabria che ha voglia di rialzarsi.

Anna Laura Tringali

Stilo non perderà per ora il titolo di “borgo più bello”, lo ha deciso il direttivo del club nato nel 2001 suiniziativa della Consulta del Turismo dell'Anci, che si è riunito proprio nella cittadina lo scorso 28ottobre. L'adesione di Stilo ai Pisl sarà fondamentale per mantenere i requisiti e sviluppare le grandipotenzialità turistiche del borgo.

A STILO IL CONSIGLIO DIRETTIVO DEI BORGHI PIÙ BELLI D’ITALIA

E poiché La Cava è scrittore tra i più maliziosi, pur con quel-la sua aria ingenua e sprovveduta di uomo modesto della nos-tra provincia, ora, a distanza di tempo, ha rivissuto sulla pagi-na la tragicomica avventura e ne ha tratto un libro, Viaggio inIsraele, edito da Fazzi di Lucca, che si apre come un'oasi di ser-ena riflessione nel frastornante rumore della polemica e delleopposte idee sul recente conflitto arabo-egiziano.Mario La Cava sta per compiere 60 anni, ha al suo attivo unamezza dozzina di libri, tra cui spiccano gli ormai celebriCaratteri e quei deliziosi Colloqui con Antonuzza che da soli loconsacrano scrittore valido e originale.È uno che ha sempre lavorato, che se n'è stato lontano dallemode e dagli esibizionismi, che non ha abbandonato laCalabria: egli vive a Bovalino, in una grande casa che, giàsilenziosa, ora è devastata dai suoi ragazzi, sempre in lizza per

un nonnulla, tra i quali egli mette pace non sempreriuscendoci.

Stando alle apparenze, Mario La Cava non è per-sonaggio del nostro tempo, lo si direbbe piut-tosto un sopravvissuto nel presente marasma.Tuttavia, la sua pagina, nel presente volume esempre, reca spesso l'inconfondibile sigillodella poesia, che non ha né tempi né regole,anzi ne prescinde assolutamente, quando èvera ed autentica.

CHI ÈMuore suicida a Palmi , dove era nato nel 1911,il 5 novembre 1976. Insegnante per ragioni divita, giornalista fantasioso e scrittore pervocazione, Domenico Zappone alza lo sguardo

verso la letteratura americana e in territorio cal-abrese predilige Alvaro. Fin dal suo esordio, con

le Cinque fiale (1952) si colloca fuori dala neorealis-mo. Altre suo opere narrative: Il mio amico

Hemingway ed altri racconti (1984), Terra e memoria(1985), Il cavallo Ungaretti (2006). Fu amico di La Cava

per il quale scrisse la scheda che di sopra pubblichiamo. Viaggio in Israele ha rivisto la luce in questo 2011.

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Quelli Notte

Cinema&arte

della

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Energie quintuplicatee grande entusiasmonei progetti e neglistudi. Domenica otti-mo il divertimento.

Buona notizia, dopoun mese di orbitadisarmonica, da saba-to Venere la smetteràdi tartassarvi.

Sabato e domenica,la Luna pescina vifarà venir voglia digiocare a nascondino.Ritorno al passato!

Il week-end è idealeper gite fuori porta,o per la ricerca diatmosfere mistiche.Avete amici fedeli.

Sabato e domenica, laLuna pescina ripor-terà alla ribalta l'in-conscio, i sogni e leemozioni, divertitevi!

I nativi della primadecade si sentirannodisturbati dagli atteg-giamenti incomprensi-bili di un familiare.

ARIETE

dal 21 marzoal 20 aprile

TORO

dal 21 aprileal 20 maggio

GEMELLI

dal 21 maggio al 21 giugno

CANCRO

dal 22 giugnoal 22 luglio

LEONE

dal 23 luglioal 23 agosto

VERGINE

dal 24 agostoal 22 settembre

OROSCOPO

Sette giorni di passione, tra le strette viedel quartiere milanese di Brera e la gran-de villa sul lago di Como, quelli chedovranno affrontare Paolo e Margherita,due promessi sposi che sognano il matri-monio perfetto. Paolo è uno splendidoquarantenne, tenero e pasticcione, conun buon amico Ivano, verace napoletano,che sarà il suo testimone. Margherita èun po’ più giovane, piena di sogni e condue genitori estratti da una borghesia unpo’ rigida. invece di anni ne ha trenta, fail veterinario e si porta in dote una fami-glia eccentricamente borghese che vive inun’austera villa sul lago di Como. L’ansiaper il grande passo, la soggezione nei con-

fronti dei futurisuoceri, trascina-no Paolo in unsusseguirsi dieventi tragicomi-ci, dall’accidenta-le morte dell’a-matissimo canedi famiglia alladistruzione diogni vetro dellagrande abitazio-ne con una fal-ciatrice guidatada Ivano. Giorno

dopo giorno, Paolo si troverà alle presecon situazioni imbarazzanti e paradossa-li. I disperati tentativi di mettere unapezza con l’aiuto dell’amico, sortisconocome unico effetto quello di peggiorareulteriormente le cose. Il matrimonio suquel ramo del Lago di Como si farà?Sicuramente il più divertente tra i filmprenatalizi del cinema italiano, La peg-gior settimana della mia vita diAlessandro Genovesi con Fabio DeLuigi, Cristiana Capotondi, MonicaGuerritore e tanti altri grandissimi attori..

Matteo Raschellà

LARECENSIONE

La peggior settimanadella mia vita

Non preoccupatevi sesabato e domenica visentirete in ritardorispetto alle cose dafare. Tranquilli!

Il week-end sarà moltobello per ogni generedi attività legate alleemozioni: ispirati eintuitivi.

Week-end contraddi-stinto da un'atmosfe-ra più delicata e inti-mista, nessuno potràimporvi cosa fare.

Il week-end nondesterà alcun generedi preoccupazione esarà ottimo per cono-scere nuove persone.

I nativi della primadecade, riprenderan-no contatto con laloro parte fantasiosae dinamica.

I nativi della primadecade non si demo-ralizzino, se qualcherisposta tarderà adarrivare. Tempo!

BILANCIA

dal 23 settembreal 22 ottobre

SCORPIONE

dal 23 ottobreal 22 novembre

SAGITTARIO

dal 23 novembreal 21 dicembre

CAPRICORNO

dal 22 dicmbreal 20 gennaio

ACQUARIO

dal 21 gennaioal 19 febbraio

PESCI

dal 20 febbraioal 20 marzo

AL CINEMACINEMA NUOVO Siderno,info:0964/ 342776 Blood story-16.00- 18.00Bar sport20.00-22.00CINEMA ARENA Siderno,info:333/ 7672151Prossima aperturaCINEMA GOLDEN Roccela J, info:333/ 7672151Matrimonio aParigi/18.00 - 20.00 - 22.00CINEMA VITTORIA Locri, info:339/7153696 This must be the place/18.00 - 20.00 Paranormal activity 322.00CINEMA GARIBLDI Polistena,info:0966/ 932622 Ex- Amici comeprima!/16:00 - 19.15 - 21.30CINEMA POLITEAMA Gioia T., info:0966/ 51498Matrimonio a Parigi18.00 - 21.00CINEMA ODEONReggio C.,info:0965/ 898168 I soliti idioti / 17.10 -18.40 -22.20 - 22.00CINEMA AURORA Reggio C.,info:0965/ 45373Quando la notte 18.10-20.00 - 22.30NUOVA PERGOLA Reggio C.,info:0965/ 21515 Il domani cheverrà/18.10- 20.20 - 22.30MULTISALA LUMIERE Reggio C.,info:0965/ 51036 Sala de curtis La peggior settimanadella mia vita/17.10 - 18.45-21.00 - 23.05Sala sordi Tintin (3D)17.00-19.00Matrimonio a Parigi/20.45 - 22.30Sala de sida Maga Martina 2/17.00Insidious!19.30 - 21.15 -23.00Sala mastroianniJohnny English- la rina-sita/17.00 - 18.45 - 21.00Worrior/ 22.45

L’Italia è ai primi posti in Europa per il numero di bambini in sovrappeso e i dati sono desti-nati a peggiorare in quanto in Europa il sovrappeso in età scolare cresce al ritmo di circa400.000 casi l’anno. Dal 30 al 60 % dei bambini obesi mantengono l’eccesso ponderale inetà adulta e presentano, più frequentemente del previsto, alterazioni metaboliche e com-

plicanze rispetto all’obesità che si manifesta in età adulta. Il problema dell’obesità e del sovrappesonei bambini ha acquistato un’importanza crescente in Italia, per le implicazioni dirette sulla salutedel bambino (ipertensione, iperinsulismo, diabete tipo 2 e steatosi). Tale tendenza è più accentuatanelle aree del sud Italia rispetto a quelle del nord. L’indagine condotta dal Ministero delle politicheagricole alimentari e forestali, per l’Annualità 2011-2012, ha messo in luce la grande diffusione trai bambini di abitudini alimentari che non favoriscono una crescita armonica e che predispongonoall’aumento di peso, specie se concomitanti I principali errori alimentari sono individuati nell’assun-zione eccessiva di alimenti di provenienza animale e di dolciumi, ricchi di zuccheri semplici, nell’a-limentazione non sufficientemente variata, nel consumo di alimenti vegetali inferiori alle quantitàraccomandate. In questo scenario il ruolo della prevenzione e dell’educazione alimentare diventa laleva principale di una strategia volta ad introdurre comportamenti virtuosi. I prodotti ortofrutticolirappresentano una fonte importantissima di fibra, di beta carotene, di Programma. In questa otticasi inquadra il progetto comunitario FRUTTA NELLE SCUOLE 2011/2012COF PER UN’IDEACHE FRUTTA! L’iniziativa promossa dal programma europeo “Frutta nelle Scuole” e coofinanzia-ta dal Ministero della Pubblica Istruzione e delle Politiche Agricole vede impegnate in prima lineanella fornitura di frutta e verdura nelle scuole primarie della Calabria e Sicilia fornitori calabresi esiciliani. Idea vincente e valore aggiunto, sono state proprio la territorialità, ed un progetto concre-

to, al massimo dell’offerta, dove oltre alla distribuzionedella frutta e verdura sono state proposte misure d’ac-compagnamento adeguate che centreranno sicuramen-te l’obbiettivo, affiancare la didattica al divertimento.Ilprogetto servirà 1100 scuole, tra Calabria e Sicilia,durante tutto l’anno scolastico in corso. A partire dalprossimo mese partirà la prima fornitura. Numerosesono le tipologie della frutta che, verrà distribuita nelcorso dei mesi privilegiando la stagionalità e la qualitàcertificata DOP, IGP e BIO, diverse saranno le attivitàdidattiche e ludiche organizzate anche all’interno di fat-torie didattiche, stabilimenti produttivi, nelle scuole enelle piazze cittadine, per promuovere il consumo inmodo conviviale e coinvolgente.

Frutta nelle scuole per un idea che frutta!

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la Riviera

DOMENICA 06 NOVEMBRE 2011 LA RIVIERA 31

Ve lo tenete da vent'anni, alternandolo sultrono con il parroco bolognese. Ha alla dife-sa La Russa, all'istruzione la Stella e agliinterni il sassofonista. Ha cinque centimetridi fondo tinta in faccia. Governa nei ritagli di

tempo, fra un festino e un altro. E vi sorprendete se gli ridono in faccia. O vorreste che ridessero a lui e non irridesseroil paese? Un paese con i Bersani, i D'Alema, le Bindi, i Casini, Fini, Bocchini. Come si fa a non ridere di lui, e di voi?Siete obiettivamente ridicoli. Ogni due parole ci mettete un ca..o o una mi..a, perché le sue televisioni questo vi hannoinsegnato. Amate i Marchionne, i Montezemolo, vi fate arringare dalle Marcegaglia. Altro che da ridere, siete un postoda piangere, c'è poco da inalberarsi. Tanto più quando gli sberleffi ve li fanno i Sarkozy e non i Churchill. Ma che ci vole-te fare, siete cresciuti con i miti dei Kennedy, che avevano più amanti che sorrisi, che erano figli del peggior repubblica-no, ricco sfondato a furia di vendere malto durante il proibizionismo. Avete ammirato la serietà di Mitterrand cheall'Eliseo aveva due appartamenti comunicanti e in uno ci teneva moglie e famiglia e nell'altro amante e prole. Sbavavateper Blair che l'unica cosa che non è riuscito a bombardare è la casa dei Cugini di Campagna, e questo non è un merito.Invidiavate Zapatero alla Spagna senza vedere che era mister Bean in divisa da torero. Siete andati felici al matrimonidi Diana e mesti al suo funerale. Ipocriti. Tutti lo avete deriso e sbeffeggiato il vostro capo di governo. Ora non ci statealle risate dello sposo della nostra Carlà, che perlomeno è più importante dell'ex compagno della Canalis che tanto ci hafatto inorgoglire. Il sorriso vi è morto in bocca perché è uno sberleffo al vostro minuscolo e ipocrita paese. Non voleteammettere che Berlusconi vi rappresenta fedelmente, cancellate i suoi milioni di voti, di vent'anni, e gli altri milioni chesono andati a personaggi altrettanto ridicoli. Si, sarà che ieri ho bevuto e mangiato troppo e il mio metabolismo non ha

Porcino da record ... 14 Kg

Blob of the week

Tanti auguri a Mimmo e Leanne per lanascita del piccolo Rocco ...malgradola lontananza che ci divide siete sem-

pre nei nostri cuori.

Zombi e fantasmi per una “serata muostrosa”

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Auguri alla mia piccola lavi-nia Congiusta che il31/10/2011 ha compiuto ilsuo I anno. La cara nonna Lina.

il talentuoso Alfredino

“Pacciu netto”, Gloria e “uCorvu” formano il trio delle

meraviglie di Roccella Jonica

Tanti Auguri ad AnnamariaBrandimarte che martedi 25ottobre 2011 ha conseguito

laurea specialistica in giuru-sprudenza presso l'Università

Mediterranea di ReggioCalabria.

Tronisti o Intronati ???

Incantano come le sirene diUlisse, ma se si compie un infra-zione, sanno far male come lesaette di Zeus.

CINZIA E ROCCO uniti nellaBasilica San Pietro e Paolo di

Acireale “da” un MATRIMONIO STREPITOSO

auguri

DA GROTTERIA CON AMOREMolte sono le cose che rendono

famoso il paese, ma la manifestazio-ne principe rimane il presepe viven-te e loro potrebbero essere i tre re

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