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Rivista novembre 2013

Date post: 27-Mar-2016
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Mensile del Collegio Costruttori edili di Brescia
15
641 SOMMARIO
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Page 1: Rivista novembre 2013

641

SOMMARIO

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CQOP-SOA

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Con la legge n. 124 del 28/10/2013 è stato ap-provato, in via definitiva, il D.L. 31 agosto 2013, n.102, recante “Disposi-zioni urgenti in materia di Imu, di altra fiscalità immobiliare, di sostegno alle politiche abitative e di finanza locale, non-ché di cassa integrazione guadagni e di trattamenti pensionistici” (cd. “Decre-to casa”). Viene, così, defi-nitivamente abolita l’Imu sul “magazzino” delle imprese edili, a decorrere dalla seconda rata 2013. L’eliminazione dell’Imu sugli immobili invenduti rappresenta un importan-te risultato della politica associativa, portata avanti dall’Ance sin dall’intro-duzione dell’imposta, ed in relazione alla quale era stato avviato anche un contenzioso tributario per denunciare i profili di incostituzionalità del prelievo.

IL DECRETO CASA È LEGGE,VIA L’IMU SUL “MAGAZZINO”SE GLI IMMOBILI SONO SFITTI

Con la conversione in legge del decreto casa l’Ance incassa un risultato molto importante, ot-tenendo l’abolizione dell’Imu sul magazzino, quindi sull’invenduto.

È un risultato importante che ha visto il Collegio di Brescia pro-tagonista di una “battaglia” voluta e portata avanti con convinzione da Giuliano Campana, oggi vi-cepresidente nazionale Ance con delega alle questioni fiscali.

Certamente ci sono altri punti che potranno e dovranno ottenere ascolto, come ad esempio l’eliminazione dell’Imu sui terreni acquistati da imprese al fine di realizzare costruzioni e, ancora,

gli immobili acquistati al fine di ristrutturazione e vendita. Sono due capitoli ancora esclusi dalla legge, ma per i quali l’Ance non abbassa la guardia.

Esaminiamo quindi i punti

LA CONVERSIONEELIMINAUNA “GABELLA”E RAPPRESENTAUN PUNTOA FAVOREDEL COMPARTOEDILE

Il vicepresidente nazionale Giuliano Campana: è stato protagonista della

“battaglia” per togliere l’Imu che gravava sull’invenduto

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fondamentali del “decreto casa” ora convertito in legge, compresi anche i capitoli dedicati agli sgra-vi fiscali in essere.

Abolizione dell’Imu sul “magazzino”

delle imprese edili

A seguito delle modifiche apportate in fase di conversione in legge, il provvedimento prevede l’abolizione della seconda rata dell’Imu per il 2013 relativamente ai “fabbricati costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla ven-dita, fintanto che permanga tale destinazione e non siano in ogni caso locati”.

Il Provvedimento prevede, inoltre: che l’imposta resti dovuta fino al 30 giugno 2013; l’esen-zione dall’IMU, per i medesimi fabbricati, a decorrere dal 1° gen-naio 2014 e l’obbligo, a pena di decadenza dai citati benefici, di presentare la dichiarazione Imu.

La dichiarazione dovrà es-sere presentata entro il temine ordinario del «30 giugno dell’an-no successivo a quello in cui sono intervenute variazioni rilevanti ai fini della determinazione dell’im-posta».

In pratica, la dichiarazione dovrà essere presentata entro il 30 giugno 2014, per quel che riguar-da l’abolizione della seconda rata dell’Imu per il 2013 o, entro il 30 giugno 2015, relativamente all’e-senzione dall’IMU per il 2014.

Come evidente, l’abolizione della seconda rata 2013 e l’esen-zione a regime dal 2014 sono subordinate a tre condizioni:

• la classificazione in bilan-cio dei fabbricati “invenduti” tra le rimanenze (si tratta, quindi, dei

soli “beni merce” e non anche dei fabbricati patrimonializzati);

• che i suddetti fabbricati non siano in ogni caso locati;

• la presentazione della di-chiarazione Imu per i predetti fabbricati, a pena di decadenza dall’esenzione.

L’abolizione dell’Imu vie-ne, comunque, riconosciuta a prescindere dalla data di ultima-zione dei lavori di costruzione, fintanto che il fabbricato rimane destinato alla vendita.

In merito, si evidenzia che, in fase di conversione in legge del D.L. 102/2013, sono stati accolti due Ordini del Giorno, che inter-vengono sull’applicabilità della disposizione che elimina l’IMU per il “magazzino” delle imprese edili.

In particolare nel primo Ordine del Giorno il Governo si impegna “a valutare l’opportunità di precisare che le disposizioni stabilite dal presente decreto in materia di Imu per i fabbricati costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita, purché non locati, si applicano anche agli immobili acquistati dall’impresa e sui quali la stessa procede ad interventi di incisivo recupero, prima della loro vendita”.

Il citato OdG rispecchia l’o-rientamento dell’Ance, secondo il quale nel concetto di “fabbricati costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita” devono essere compresi anche i fabbricati acquistati dall’impresa, sui quali la stessa procede ad interventi di incisivo recupero”, come definiti dall’art.3, co.1, lettere c, d ed f del D.P.R. 380/2001 (“Testo Unico dell’Edilizia”), prima della loro vendita.

LA DICHIARAZIONE IMU DOVRA’ ESSERE PRESENTATA ENTRO IL 30/6 DELL’ANNO SUCCESSIVO AL QUALE SONOINTERVENUTE VARIAZIONI

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Anche tali immobili, infatti, sono civilisticamente classificati tra le “rimanenze” di bilancio (quali beni finiti destinati alla vendita) e, come i fabbricati di nuova costruzione, sono oggetto dell’attività tipica delle imprese di costruzioni, poiché su di essi l’impresa interviene con lavori di recupero incisivo, al fine della loro reimmissione, sul mercato con caratteristiche del tutto simili alle nuove costruzioni.

Tale assimilazione è stata già riconosciuta in altri ambiti impo-sitivi, quale il D.P.R. 633/1972 (“Testo Unico dell’Iva”), che, all’art.10, nn. 8, 8bis e 8ter, prevede il medesimo regime di esenzione/imponibilità ad IVA per le operazioni di cessione e locazione di immobili, siano essi nuove costruzioni che immobili incisivamente ristrutturati.

Il parere dell’Ancesull’esenzione

dei fabbricati ristruttu-rati

L’Ance osserva che il recu-pero dei fabbricati esistenti rap-presenta una quota molto rilevante delle attività delle imprese del settore delle costruzioni e che la tutela dell’invenduto ai fini Imu, introdotta dal provvedimento, riguarda tutto il magazzino delle imprese del settore, ivi compresi gli immobili ristrutturati per la vendita.

L’Ance, quindi, non man-cherà di intraprendere le più opportune iniziative volte a far riconoscere l’esenzione dall’Imu anche per i fabbricati ristrutturati dalle imprese di costruzioni, e destinati alla vendita.

Nel secondo Ordine del Giorno accolto, il Governo si impegna, tra l’altro, «ad adottare misure agevolative in materia di Imu rivolte ai soli fabbricati costruiti e già ultimati alla data di entrata in vigore della presente legge e destinati dall’impresa co-

struttrice alla vendita, fintanto che permanga tale destinazione e non siano in ogni caso locati».

A parere dell’Ance, l’OdG approvato, che limita l’applica-bilità dell’esenzione Imu ai soli fabbricati già ultimati alla data di entrata in vigore della legge di conversione del Decreto, è contrario alla finalità della norma, che riconosce l’illegittimità della tassazione patrimoniale su un immobile che, per l’impresa, non è un “bene patrimoniale”, ma un “bene merce” (rimanenza).

A tal riguardo, l’Ance ha richiamato l’attenzione sul fatto che la disposizione contenuta nel D.L. 102/2013 è una norma a regime, che si applica quando l’impresa non riesce a cedere i fabbricati costruiti per la vendita, senza nessun’altra condizione temporale relativa all’ultimazione dei lavori di costruzione.

Per completezza, si ricorda, inoltre, che il Decreto contiene, all’art.1, anche l’abolizione defi-nitiva della prima rata dell’Imu, dovuta per l’ “abitazione prin-cipale” non di lusso, e relative pertinenze, con l’esclusione degli immobili di lusso, iscritti in Cata-sto nelle categorie A/1 (abitazioni signorili), A/8 (ville) e A/9 (ca-stelli e palazzi).

Le disposizioni relative alla sospensione della seconda rata dell’Imu vengono, invece, deman-date ad uno dei Provvedimenti collegati alla Legge di Stabilità 2014.

Si evidenzia che nell’ambito del Disegno di Legge di Stabilità 2014, attualmente all’esame del Senato, viene definitivamente eli-minata l’ “abitazione principale” dall’ambito applicativo dell’Imu a

L’ANCE CHIEDECHE L’ESENZIONE SI APPLICHI ANCHE AGLI IMMOBILIE AI TERRENI ACQUISTATI DALLE IMPRESE

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partire dal 2014. Contestualmen-te, viene introdotta la Trise.

Il regime agevolatoper l’edilizia residenziale:

la proroga

L’art.6 del DL. 102/2013 interviene, inoltre, sul regime fi-scale agevolato per i trasferimenti di immobili (aree e fabbricati) compresi in piani urbanistici par-ticolareggiati, diretti all’attua-zione dei programmi di edilizia residenziale, comunque denomi-nati (imposta di registro all’1% ed ipo-catastali al 4%, per un

prelievo complessivo pari al 5%). In particolare, viene confer-

mato l’allungamento ad 11 anni del termine massimo entro il quale deve essere completato l’inter-vento edilizio, cui è condizionata l’applicabilità del predetto regime fiscale agevolato, originariamente fissato a 5 anni e già oggetto di una proroga nel 2010.

Tale modifica normativa è da ritenersi positiva, in considerazio-ne del fatto che la crisi economico finanziaria degli ultimi anni ha colpito in maniera sensibile le piccole e medie imprese operanti nell’edilizia, che spesso hanno

dovuto rallentare i propri piani di investimento, in alcuni casi, addirittura, interrompendo l’ese-cuzione dei lavori per mancanza di risorse.

Questa è, poi, perfettamente in linea con la posizione dell’An-ce che, da tempo, nelle proprie iniziative presso le competenti sedi, auspicava un ulteriore allun-gamento di tale termine, tenuto conto che la disciplina di settore stabilisce in 10 anni il termine ordinario di attuazione dei pro-grammi urbanistici.

Tuttavia, l’Ance esprime forti perplessità e preoccupazioni

L’INCOGNITADELLA “MATERIAPRIMA”,OVVERO (PER ORA)L’IMU SI APPLICAANCORA SUI TERRENI EDIFICABILI

BOSETTI SRL

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per gli effetti sul mercato che, a partire dal 2014, verranno pro-dotti dall’abolizione prevista dal D.Lgs. 23/2011 (cd. “Decreto sul federalismo fiscale municipale”) di tutte le agevolazioni fiscali attualmente previste per i trasfe-rimenti immobiliari.

Occorre, infatti, rilevare l’incongruenza e la contraddizio-ne tra l’abrogazione prevista dal D.Lgs. 23/2011 e le predette mi-sure del D.L. 102/2013, che pro-rogano ad 11 anni il termine per il completamento dell’intervento edilizio, ai fini dell’applicazione del regime fiscale agevolato per i trasferimenti di immobili volti all’attuazione di programmi di edilizia residenziale.

Di fatto, quindi, in assenza di ulteriori interventi normativi, l’efficacia dell’allungamento ad 11 anni del termine massimo entro il quale deve essere com-pletato l’intervento edilizio (a cui è subordinata l’applicabilità del regime fiscale di favore) rischia di essere limitata ai soli trasferimenti di immobili effettuati entro il 31 dicembre 2013.

Ciò comporterebbe un so-stanziale blocco dei processi di rinnovo urbano, che verrebbero ostacolati da un prelievo fiscale “espropriativo” già nella fase di acquisizione degli immobili (aree e fabbricati) da riqualificare.

In tale prospettiva, l’Ance sta intraprendendo le più oppor-tune iniziative in vista dell’avvio dell’esame del Disegno di Legge di Stabilità 2014 e dei relativi Provvedimenti di accompagna-mento che potrebbero intervenire in materia, al fine di confermare, anche dal 2014, le agevolazioni fiscali per i trasferimenti di im-

mobili finalizzati all’attuazione dei piani urbanistici, in deroga alle previsioni del citato D.Lgs. 23/2011.

Cedolare seccaper locazione

a canoni concordati

La conversione in legge del D.L. 102/2013 conferma la ridu-zione del prelievo sui redditi de-rivanti dalla locazione “a canoni concordati” di immobili residen-ziali, per i quali il locatore abbia optato per la “cedolare secca”.

Per questi l’imposta sostitu-tiva si applicherà, già a partire dal periodo d’imposta 2013, nella mi-sura del 15% (e non più del 19%).

La riduzione della percen-tuale d’imposta non riguarda le locazioni “a canone libero” di immobili residenziali, per i quali il locatore abbia optato per la “cedolare secca”, che continua, quindi, ad applicarsi nella misura del 21%.

Il punto sulleopportunità fiscali

in edilizia

Con questa prima parte de-dicata all’analisi delle novità in materia fiscale e impositiva ab-biamo offerto un’esaustiva pano-ramica del punto della situazione in essere.

Nel prossimo numero vi dia-mo appuntamento con un ulteriore capitolo che riguarderà la nuova guida dell’Agenzia delle Entra-te in materia di ristrutturazioni edilizie.

(fine prima parte)

L’ANCE PONE LA QUESTIONE RELATIVA AL RISCHIO CHE SI BLOCCHINO I PROCESSI DI RINNOVO URBANO

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IL FUTURO DELL’EDILIZIAATTRAVERSO IL PROGETTO R3

E IL RILANCIO TECNOLOGICO

Definire le regole base dell’edilizia del ter-zo millennio. Innovando, riconfigurando, trovando la strada giusta per un ri-lancio a 360 gradi di tutto il settore edilizio.

Questo è l’obiettivo del progetto R3 che ha già radici solide e trova fon-damento nella domanda di innovazione che deve essere assecondata.

Il progetto R3 rappresenta una strategia ad amplissimo raggio che è quella definita dal Collego Costruttori Edili di Brescia che, attraverso lo stretto rapporto di collaborazione con la Scuola Edi-le Bresciana (Seb), sta lavorando alacremente per instillare negli imprenditori locali il seme che faccia germogliare una rinascita dell’edilizia bresciana.

A patto di capire come muo-versi e, soprattutto, in quale di-rezione. Aspetto, quest’ultimo, al quale contribuisce in modo

decisivo il progetto R3, portato avanti nel solco di uno dei concetti basilari per chi, oggi, è chiamato a costruire o, ancor più importante, a riqualificare un immobile: il risparmio energetico.

Prima di addentrarsi nella specificità di R3, è bene spiegare la strategia definita dal Collegio: come sottolineato dal presidente della Seb, Angelo Deldossi, “il futuro del settore dipenderà dalla capacità di riconfigurare il modo di fare edilizia. Siamo, di fatto, a zero per quanto riguarda le possibilità

UNA STRATEGIAAD AMPIO RAGGIOPROMOSSADAL COLLEGIOIN STRETTORAPPORTOCON LA SCUOLAEDILE

Ristrutturare e innovare: questa è la chiave di volta sulla quale si gioca il futuro dell’edilizia

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di nuove realizzazioni, motivo per il quale è necessario concentrarsi su tre approcci essenziali: ristrut-turazione, riqualificazione, rinno-vamento. All’orizzonte - aggiunge Deldossi - c’è la sostituzione del patrimonio edilizio esistente, a partire dal concetto che l’edilizia diventerà sempre di più un servizio da erogare, e non semplicemente la costruzione di una casa”.

Se questo è il tracciato entro il quale muoversi, due sono le filie-re sviluppate da Collegio Costrut-tori e Seb: da una parte la necessità di colmare il gap tecnologico tra le grandi imprese e quelle medio piccole, con la prospettiva - come detto - di portare l’edilizia nel terzo millennio.

Un capocantiere con il tablet? Perché no: progettare con mezzi tecnologici permette di risparmiare costi e di lavorare con maggiore efficienza.

Ecco quindi l’idea di far con-sociare gruppi di impresa affinché possano affrontare questo tipo di sfida tecnologica, sinergia “aiu-tata” dal finanziamento regionale (300mila euro) giunto un paio di anni fa attraverso il bando “Er-gon”, servito anche a finanziare R3. Si è creato così un percorso condi-viso con l’Università di Brescia, in particolare attraverso il professor Angelo Ciribini, per lavorare sulle innovazioni di processo. Con il Politecnico di Milano, invece (e qui ci si avvicina a R3) ci si sta concentrando, sotto l’egida del prof. Enrico De Angelis, sulla tecnologia per consumi energetici zero.

Partiamo dalla normativa: Europa e Italia hanno fissato al 2020 il limite per portare gli edifici a consumi energetici “quasi zero”,

ma nel nostro Paese c’è l’idea di anticipare questa scadenza al 2018 per gli edifici pubblici. Non è tut-to: addirittura in Lombardia si sta pensando di fissare il 2015 come termine ultimo per gli adegua-menti. Ed eccoci al Progetto R3: se questi sono i tempi, è necessario “insegnare alle imprese a costruire a consumi zero, mostrando come sia possibile rivalutare il proprio immobile abbattendo i costi della bolletta”.

I vantaggi di una ristruttu-razione concretizzata in chiave ecosostenibile? Facile: risparmio

energetico, rivalutazione dell’im-mobile, rispetto ambientale. Ma il tema è duplice, nel senso che non si tratta solo di “educare” il settore edilizio a pensare green.

Bisogna far capire anche ai proprietari di immobili (che siano edifici pubblici, appartamenti in condominio o case singole) che investire in questo campo consente risparmi reali, sia in termini di con-sumi e, di conseguenza, di denaro, anche durante il periodo in cui l’in-vestimento viene ammortizzato.

Va quindi ricordato l’accordo tra Collegio Costruttori e Banco di

RISTRUTTURARE,RIQUALIFICAREE RINNOVARE:ECCO I TRECAPITOLIDI UN IMPEGNOCHE COINVOLGEIL COMPARTO

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Brescia per mutui agevolati fina-lizzati proprio alle ristrutturazioni.

Tutti temi che vengono il-lustrati con dovizia di particolari durante gli incontri relativi a R3.

Ma, dal punto di vista degli operatori del settore edile, convie-ne investire in risorse e know how per costruire case a consumi zero?

La risposta è sì e deriva da uno sguardo alla situazione del patrimonio edilizio esistente in Italia: su dieci milioni di edifici, oltre 7 milioni sono stati costruiti prima degli anni ’70.

Quello italiano è un patri-monio immobiliare vecchio ed

energivoro. Immaginiamo se, su 33 milioni di unità immobiliari, si risparmiassero 1000 euro ciascuna di spese di gas per il riscaldamento. Ci sarebbero 33 miliardi di euro non utilizzati per la bolletta ma per finanziare lavori di ristruttu-razione.

Questo è dunque il nuovo mercato, la nuova sfida cui bisogna farsi trovare preparati. Ad una con-dizione: quella di affidarsi sempre a chi lavora con coscienza e com-petenza. Progettando con serietà e investendo sulla formazione. Queste le chiavi per spalancare le porte all’edilizia del futuro.

L’OBIETTIVODI INSEGNAREA COSTRUIRE A CONSUMI ZERO, E SENSIBILIZZAREI COMMITTENTISUGLI INNEGABILIVANTAGGI

Un capocantiere può recarsi al lavoro con in dotazione un tablet?

Perché no: progettare con mezzi tecnologici permette

di risparmiare costi e di lavorare con maggiore

efficienza, offrendo prodotti innovativi ad alto valore aggiunto e a basso

impatto ambientale.

CENTREDIL CAMMI GROUP

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SNELLIRE E RIORGANIZZARE: COSÌ SI TRASFORMA IL CSMTIN CENTRO PROBLEM SOLVING

IL CENTROMULTISETTORIALEDI RICERCAHA NUOVIOBIETTIVIPER USCIREDALLOSTALLO

Snellire, riorganizza-re, ripartire di slancio.

E’ la filosofia alla base del nuovo corso del Centro servizi multisetto-riale e tecnologico (Csmt) di Brescia, una ripartenza avviata ufficialmente alla fine di settembre, con l’elezione del nuovo con-siglio di amministrazione, ridotto a livello numerico (i componenti del cda sono scesi da 12 a 5) e affidato alla guida di Marco Bono-metti, patròn delle Offici-ne Meccaniche Rezzatesi e presidente dell’Aib.

In cosa vuole distinguersi il Csmt targato 2013? L’idea di fondo è quella, innanzitutto, di impegnarsi a fondo per la risoluzione di pro-blemi e criticità delle aziende che nel Csmt hanno trovato un partner ideale cui associarsi.

Ma c’è di più rispetto a quella che è la missione del Centro: diffon-dere innovazione, novità tecnolo-giche da mettere al servizio di una

terra bresciana che ha bisogno di in-novativi orizzonti di sviluppo. Non è dunque un caso che nel comitato di indirizzo trovino posto l’ex mi-nistro Francesco Profumo, quindi Luigi Ambrosio (direttore del Cnr) e la biologa Daniela Bellomo.

A guidare il Comitato è stato chiamato il prorettore del Politec-nico di Milano, Riccardo Pietra-bissa - che svolgerà anche il ruolo

di direttore scientifico - mentre ne fanno parte anche Maurizio Memo dell’Università di Brescia e Saverio Gaboardi (Aib).

Tornando invece al CdA, accanto al presidente Bonometti ci sono Claudio Teodori, prorettore dell’Università di Brescia) e Carlo Ferlito, direttore generale della Fab-brica d’Armi Pietro Beretta.

A dimostrazione che questo

Il Csmt rappresenta il luogo deputato alla ricerca applicata

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nuovo piano d’azione non è solo sulla carta, il Csmt ha già comin-ciato ad allargare i propri orizzonti, con la bussola che indica una rotta che porta fino alla Cina.

Per la precisione a Ningbo, distretto industriale che dista due ore e mezza di auto da Shangai, con 154mila imprese private che vi lavorano (seimila sono straniere). Un’area piuttosto appetibile per le imprese bresciane, che rappresen-tano una produzione di eccellenza rispetto ad una realtà produttiva, quella di Ningbo appunto, in cui l’industria si fonda su biomedicale, automotive, meccatronica e stampi.

Per creare le basi di un rapporto fruttifero per il comparto brescia-no una delegazione del Csmt si è recata due volte in Cina, una visita restituita verso la fine di ottobre da cinque imprenditori cinesi. Il tema del confronto è semplice: trovare la strada giusta affinché la ricerca bresciana possa essere applicata anche alle imprese attive a Ningbo. Progresso e condivisione, lungo un asse non sempre favorevole alle imprese del Bresciano ma che ora, con la regia del Csmt, potrebbe aprire nuovi e interessanti sviluppi.

LA NUOVAROTTAPUNTAALLA CINAPER DARE VITAA PARTNERSHIPDI SPESSORETECNOLOGICO

Le aree di azione individuate per ora sono indirizzate ai

settori del biomedicale, dell’automotive, della meccatronica e degli

stampi, settori nei quali il sistema produttivo

bresciano ha mostrato di saper competere a livello

internazionale

FRANCIACORTA SCAVI

TECNOTAGLI

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IL GRUPPO GIOVANI IN KARTHA “SCALDATO I MOTORI” PER L’ATTIVITÀ AUTUNNALE

Il Gruppo Giovani scalda i motori per l’autunno, e non solo in senso figurato. L’occasione è stata fornita dall’incontro svoltosi nei giorni scorsi all’International Kart Indoor di Moniga del Garda quando, terminato il Consiglio Direttivo dei Giovani del sodalizio di via Ugo Foscolo, consiglieri e invitati si sono sfidati all’ultimo sorpasso in una gara di go-kart.

Nel corso dell’iniziativa, pri-ma di una lunga serie di incontri di zona, la presidente Emilia Ardesi ha colto l’occasione per presentare l’attività che nei prossimi mesi caratterizzerà l’attività del Gruppo Giovani del Collegio. In agenda vi sono numerosi appuntamenti in provincia, utili sia come “collante” associativo, sia per presentare i programmi a breve termine.

La serata conviviale al kar-todromo di Moniga è stata quindi solo una tappa delle riunioni iti-neranti in agenda. Nel frattempo - come ha spiegato Emilia Ardesi - una particolare attenzione verrà posta allo studio e all’analisi dei fenomeni di migrazione interna della popolazione bresciana, un indicatore importante dello stato di “salute” di alcune zone della Provincia e della loro attrattività. Capitoli ai quali verranno dedi-cati appositi seminari, anche alla luce delle dinamiche di mercato

legate agli “spostamenti” interni al territorio.

Al termine della relazione e del dibattito è stata inevitabile, vista la sede scelta, scendere in pista. La gara ha visto una ventina di partecipanti sfidarsi senza esclu-sione di colpi.

Al termine delle qualifiche e delle gare eliminatorie i migliori quattro di ognuno dei tre gruppi di piloti si è sfidato per l’ultima gara finale, che si è rivelata avvincente.

La buona partecipazione e il coinvolgimento degli ospiti e dei

consiglieri del Gruppo Giovani ha premiato l’impegno organizzativo. Insomma, si è trattato di una buona partenza per l’attività del Gruppo Giovani di via Foscolo.

NELL’AGENDA DELLA PRESIDENTE EMILIA ARDESI INCONTRI DI ZONA E SEMINARI SULLE DINAMICHE DEMOGRAFICHE DELLA PROVINCIA

La riunione del Gruppo Giovani si è conclusa con una sfida a bordo dei go-kart.

A fianco: la presidente Emilia Ardesi

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SANTA MARIA DEI MIRACOLIGIOIELLO RINASCIMENTALEORA RESTITUITO ALLA CITTÀ

LA SINGOLARE STORIADELL’EDIFICIOSEMIDISTRUTTODALLA GUERRA,POI RICOSTRUITOE ADESSORESTAURATO

Mercoledì 10 ottobre 1962, sabato 26 ottobre 2013. Due date che se-gnano la doppia rinascita di uno dei monumenti religiosi più belli e amati dalla città, la Chiesa di S. Maria dei Miracoli, in corso Martiri della Liber-tà. Un gioiello rinascimen-tale con una storia recente tormentata, bisognoso di cure e attenzioni per le ferite provocate dagli uomini e dal tempo.

La Chiesa di Santa Maria dei Miracoli il 10 ottobre del 1962 ria-prì al culto dopo diciassette anni di attesa. Tanto erano durati i restauri seguiti nel dopoguerra al bombar-damento aereo del 2 marzo 1945.

Una incursione tragica, che aveva provocato ottanta vittime civili, fra le quali tante donne e bambini. Diciassette minuti di inferno, fra le 12,43 e le 13. La Chiesa era stata quasi completa-mente distrutta; salva soltanto la facciata, che una palizzata aveva protetto dalle schegge. Un nuovo miracolo. Così, il 10 ottobre 1962 il vicario generale della diocesi,

mons. Luigi Ferretti, celebrò una messa per la riapertura al culto della Chiesa ricostruita, davanti ai fedeli e alle autorità cittadine, sindaco Bruno Boni in testa. La Chiesa di Santa Maria dei Miracoli è un santuario civico, vale a dire proprietà del Comune che aveva voluto e finanziato la costruzione. Sabato 26 ottobre 2013 nuova cerimonia, stavolta per salutare la fine dei restauri strutturali iniziati nel 2008. Anche in questo caso - a sottolineare l’importanza dell’av-venimento e il valore simbolico della chiesa - era presente il sin-daco, Emilio Del Bono. Sull’altare

il parroco di San Nazaro e Celso (al quale storicamente è affidato il tempio), mons. Gabriele Filip-pini, e il vicario episcopale mons. Gianfranco Mascher. Fra i banchi delle navate una folla commossa e colpita dalla bellezza del luogo.

S. Maria dei Miracoli è stata eretta nel 1488, testimone e custo-de nei secoli di un forte legame fra la città e la Vergine. Nel 1484 su una casa di via Crema, oggi corso Martiri, venne affrescata un’im-magine di Maria, subito venerata dai bresciani perché ritenuta di-spensatrice di prodigi. Tanto che il Comune, nel 1487, per proteggere

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l’effigie stabilì di erigergli intorno una cappella. La devozione fu tale che l’anno dopo si decise la costru-zione addirittura di una chiesa. E quale chiesa. Un tempio rinasci-mentale straordinario, a pianta quadrata, diviso in tre navate, con l’abside pentagonale, due cupole sovrastanti la navata centrale, due più piccole sulle cappelle centrali delle navate laterali, la bellissima facciata progettata da Giovanni Antonio Amadeo, il caratteristico portale in marmo di Botticino opera di Giangasparo Pedoni. Un tempio poi arricchito di magnifici dipinti dedicati alla Vergine da artisti come il Moretto, Tommaso Bona, Grazio Cossali, Pietro Maria Bagnadore, Pietro Marone. E, in fondo, nell’abside, la Vergine con Bambino che aveva dato origine alla chiesa.

Prima le bombe alleate e poi il peso del tempo hanno imposto una cura massiccia all’edificio. Gli ultimi restauri ad opera del Co-mune sono cominciati nell’estate del 2008. Già nel 1898, in verità, la facciata era stata pulita dallo smog. Un maquillage necessario, ma una minuzia al confronto con l’intervento di un decennio dopo. Doveva durare due anni, è andato avanti per oltre cinque. Lavori complessi e delicati, data la natura dell’edificio: rifacimento del tetto, consolidamento strutturale, messa in sicurezza, pulitura complessiva degli interni. Le tele di Bagnadore, Cossali, Bona e Marone, prima depositate al Museo Diocesano, sono state ricollocate nella chiesa (il Moretto resta in custodia alla Pinacoteca Tosio Martinengo). La riapertura è stata accolta dai bresciani con grande gioia, per l’affetto religioso verso il monu-

mento e la sua qualità artistica. Ora può essere nuovamente ammirato e dare un contributo al rilancio di una storica via di Brescia, da qualche tempo in affanno.

In gennaio era stato restituito alla città, dopo lunghi restauri, anche un altro gioiello architetto-nico, la barocca Chiesa della Carità in via Musei, costruita a partire dal 1640 su progetto di Agostino

Avanzo. La carità e i miracoli, due fondamenti della fede, due pilastri della devozione bresciana, incarnati in due straordinari edifici rinati in questo 2013.

Spiritualità, arte, bellezza per donare un briciolo di serenità a questo nostro tribolato tempo.

Enrico Mirani

LA CHIESAÈ STATA ERETTA NEL 1488, TESTIMONE E CUSTODE NEI SECOLI DEL CULTOMARIANO

La facciata dell’edificio sacro, splendido esempio di architettura rinascimentale


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