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RivistaSIUCP_n3.2011

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RivistaSIUCP_n3.2011
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SIUCPSocietà Italiana Unitaria di Colonproctologia

www.siucp.org

PresidenteGiuseppe Spinoglio

Presidente ElettoAlfonso Carriero

Past PresidentAngelo Stuto

Presidente onorarioAntonio Longo

Vice-PresidenteFlaminio Benvenuti

Segretario generaleGiorgio Palazzini

ConsiglieriFrancesco Crafa

Guglielmo Giannotti

Francesco Longo

Angela Pezzolla

Giusto Pignata

Adolfo Renzi

Rubina Ruggiero

TesoriereGiuseppe Ferulano

Coordinatore Nazionale UCPAdolfo Renzi

Coordinatore Nazionale Delegati RegionaleDanilo Tarroni

GarantiVincenzo Landolfi - Antonio Longo – Roberto Dino Villani

Delegati Regionali SIUCPAbruzzo Carmine Pietrantoni

Campania Giovanni Angelone

Emilia Romagna Giampiero Ucchino

Lazio Bruno Masci, Massimiliano Varriale

Liguria Marco Gipponi

Lombardia Giuseppe Calabrò, Guglielmo Giannotti

Marche - Molise Rodolfo Piazzai

Piemonte - Valle D’Aosta Lorenzo Abbo

Puglia - Basilicata Angelo Di Pascale

Sardegna Antonio Pintus

Sicilia - Calabria Francesco Longo, Antonio Ciccolo

Toscana Umberto Ferro, Azzam Khader

Triveneto Michele Schiano di Visconte

Umbria Andreino Tassi

SIUCP NEWSNotiziario della Società

Italiana Unitaria di Colonproctologia

Anno 2011 – Numero 3

Luglio – Agosto – Settembre 2011

Registrato presso il Tribunale di Roma

con il n.° 110/2007 del 5 aprile 2007

Direttore responsabileRoberto Dino Villani

Impaginazione e grafi caRocografi ca s.r.l.

Numero chiuso in redazione il 30 settembre 2011

Segreteria SIUCPLunedì – Venerdì 10.00 – 13.00 / 14.00 – 18.00

Tel e Fax: +39 0645422450 Int.211

e-mail: [email protected]

ContributiPer scrivere alla redazione inviare una mail

al capo redattore

Roberto Dino Villani:

[email protected]

INDICE

Editoriale p. 2

Uno Scatto Per Siucp News p. 3

Review p. 6

Una Finestra Sulla Siucp p. 9

In Primo Piano p. 10

Review p. 13

In Evidenza p. 16

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SIUCP NEWS - Notiziario di Informazione della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia Anno 2011 - Numero 3

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Cari Amici,al rientro dopo la pausa estiva, anche se ormai per molti un “lontano” ricordo, ci troviamo ad aff rontare un nuovo anno lavorativo. L’autunno, come sempre, vede un programma con-gressuale molto intenso e mi auguro quindi possano esserci momenti di incontro con molti di Voi dai quali vorrei raccoglie-re pareri favorevoli o contrari sulla rivista.Fin dal primo numero della “nuova generazione” ho chiesto il Vostro aiuto ma, purtroppo, pochi mi hanno dato fi nora sug-gerimenti o contributi.La diffi coltà nel ricevere articoli mi ostacola nel progredire nel continuo rinnovamento che vorrei dare alla nostra rivista per renderla sempre più “sfogliabile”. Devo sempre ricorrere ai soli-ti aff ezionati che sono sempre disponibili nel collaborare, ma non ne posso abusare.Siamo tutti molto presi dai nostri impegni, ma Vi chiedo un piccolo sforzo.Nel numero che vi apprestate a sfogliare troverete un piace-vole articolo di Ivano Nigra su come redigere un testo e una review redatta da Roberto Iachetta giovane chirurgo della nostra società molto impegnato sulla rivista. Non poteva man-care poi la lettera del nostro PresidenteNe approfi tto inoltre per ricordarvi che in occasione del con-gresso di Modena si potrà partecipare ad un concorso foto-grafi co. Aff rettatevi ad inviare le vostre foto più belle sul tema “L’Acqua” si avvicina la scadenza.Vi aspetto numerosi.

A presto

Partecipa anche tu al concorso fotografi co!

In questo numero troverete la scheda di adesione da strappa-re e consegnare direttamente.

Il tema della competizione è “L’Acqua”.

La sfi da sarà catturare, attraverso la fotografi a, l’acqua in ogni sua forma e luogo.

La redazione

La redazione SIUCP aspetta il tuo contributo!

Inviaci il tuo caso clinico, la tua esperienza in…, particolarità sulla tua città, congressi e corsi in programma…..

Le modalità di invio si possono visionare sul sito societario www.siucp.org

Indirizzo di redazione: [email protected]

Si ricomincia...

Roberto Dino VillaniDirettore U. O. di Chirurgia Proctologica e Riabilitazione del Pavimento PelvicoNuovo Ospedale Civile di Sassuolo (MO)

Lettere dei soci

to!

Notizie dalla redazione

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SCHEDA DI ADESIONE CONCORSO FOTOGRAFICO

“L’Acqua”Consegnare al Dr. Villani o inviare alla Redazione:

email: [email protected] - fax: 06-48073654

Nome*_______________________________________________________________________________

Cognome*____________________________________________________________________________

Codice fi scale*_________________________________________________________________________

Via*_______________________________________________________________________ n.*_______

Città*______________________________________________ Prov ________ CAP* ________________

Indirizzo email*________________________________________________________________________

Recapito telefonico*____________________________________________________________________

Socio SIUCP

Non socio SIUCP (aperto esclusivamente a parenti di primo grado del socio SIUCP e aziende del set-

tore) - indicare nome e cognome del socio _________________________________________________

Titolo, luogo e data della fotografi a _______________________________________________________

_____________________________________________________________________________________

_____________________________________________________________________________________

Dichiaro di aver preso visione e di accettare integralmente il Regolamento del concorso

Firma

_______________________________

Autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai sensi del D.lgs 196/2003. I dati saranno utilizzati solo ai fi ni delle pratiche relative alla mostra e non saranno trasmessi a terzi

Firma

_______________________________

* I campi contrassegnati da asterisco sono obbligatori per l’iscrizione al concorso

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Regolamento Mostra Fotografi ca

Titolo: “L’Acqua”

Destinatari e categorie Il concorso è rivolto ai soci SIUCP, ai loro parenti di primo grado e alle aziende del settore

Durata

Il concorso inizia il 30 marzo 2011 e si conclude il 20 novembre 2011, con queste scadenze:

30 marzo - 30 settembre- invio delle foto da parte dei partecipanti

30 settembre - 30 ottobre- selezione immagini per la mostra fotografi ca- selezione foto per copertine SIUCP News 2012

novembre 2011 - 15° Meeting Congiunto di Colonproctologia e Stomaterapia- mostra fotografi ca e premiazione

Partecipazione e invio immagini

Requisiti delle fotografi e- formato .jpg- dimensioni min. di 800x600 pixel e max. di 2362x1772 pixel- risoluzione 300 dpi- dimensione non superiore ai 5Mb.

Ogni partecipante potrà inviare una sola fotografi a, tramite: internet: alla pagina http://www.whoisit.it/upload/, previa compilazione di tutti i campi del modulo di registrazioneformato digitale su CD: allegando la scheda di partecipazione al concorso, debitamente compilata, a:SEMA Communication Via Merulana, 259 00185 Roma.

Date e scadenze per l’invio

Le opere dovranno essere inviate dal 30 marzo 2011 al 30 settembre 2011.Faranno fede:

• la data di caricamento sul sito • la data di spedizione del plico

Giuria

Gli elaborati saranno selezionati, a giudizio insindacabile e inappellabile, da un’apposita Giuria, composta da tre membri e presieduta da un esperto in materia di rappresentazione fotografi ca. La Giuria stabilirà la graduatoria e l’assegnazione dei premi.

Diritti e responsabilità

I titolari delle foto si impegnano con la loro partecipazione a concedere tutti i diritti di uso, riproduzione ed eventuale rielaborazione delle stesse agli organizzatori, che si impegneranno a nominare gli autori a cui è riconosciuto il diritto di citazione, escludendo pertanto ogni riscontro di natura economica.Le fotografi e selezionate saranno oggetto di una mostra fotografi ca e tra queste alcune potranno apparire sulla rivista SIUCP NEWS 2012.

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La crisi emorroidaria

Le emorroidi per la loro elevata incidenza hanno indubbi rifl es-si negativi sulla vita sociale e lavorativa di chi ne soff re. I sintomi sono: prurito, emorragia e dolore acuto in regione anale, non caratteristico della malattia ma delle sue complicanze. L’Anestin® Crema della RPF®, grazie alla complessa formulazione, dà sollievo immediato a prurito, gonfi ore, infi ammazione, irritazione e brucio-re di cute e mucose ed è indicata per la protezione delle cicatrici nel post operatorio.Lo studio eseguito presso l’ambulatorio di colonproctologia del Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma (Effi cacia di Anestin® Crema nel trattamento conservativo della trombosi emorroidaria), con scopo di rilevare l’effi cacia del prodotto sulla remissione della distrofi a e dell’edema legati alla trombosi emor-roidaria e valutare le eventuali diff erenze riguardanti la sintomato-logia algica e l’utilizzo di antidolorifi ci, ha evidenziato positivi risul-tati in tollerabilità, controllo della fl ogosi e ripristino dell’omeostasi locale in termini di dolore e distrofi a. “Anestin® crema è stata ben tollerata dalla grande maggioranza dei pazienti aff etti da trombo-si emorroidaria cui è stato somministrato. Si è dimostrato effi cace già dopo due settimane di trattamento, nella maggior parte dei pazienti, nel controllo della fl ogosi e nel ripristino dell’omeostasi locale in termini di dolore (7 vs. 10 pazienti del Gruppo Controllo) e distrofi a (4 vs. 6 pazienti del Gruppo Controllo). Durante il periodo

dello studio nessun paziente del Gruppo Anestin® Crema è ricorso all’utilizzo di ulteriori farmaci ad azione antinfi ammatoria-aneste-tica locale. I benefi ci ottenuti sembrerebbero attribuibili alla tolle-rabilità, all’effi cacia ed alle intrinseche caratteristiche dei principi attivi contenuti in Anestin® crema”. L’articolata formulazione vanta, in particolare, la preziosa asso-ciazione di: Ossido di Zinco Micronizzato (cicatrizzante, lenitivo e protettivo), Olio di JoJoba (idratante ed emolliente non occlusivo), Acido Jaluronico (antiedemigeno, antinfi ammatorio e cicatriz-zante), Bisabololo (decongestionante e lenitivo per cute e muco-se arrossate), Pantenolo (disarrossante ed idratante), Allantoina (idratante, emolliente, riepitelizzante ed antimicrobica), Vitamina E (lenitiva, antiprurito ed antiossidante), Vitamina A (idratante e lenitiva), Vitamina F (eff etto barriera ed idratante) Trealosio (ipe-ridratante). L’eff etto orchestra che si realizza attraverso l’azione sinergica dei componenti di Anestin® Crema consente di dare sollievo immedia-to a cute e mucose soff erenti anche in presenza di ragadi. Dermatologicamente testata, in vendita in farmacia nel formato da 50 ml.

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Review

Roberto Paolo IacchettaNuovo Ospedale Civile di Sassuolo (MO)

Laparoscopic Extraperitoneal Rectal Cancer Surgery: the Clinical Practice Guidelines of the European Association for Endoscopic Surgery (EAES)

R. Siegel, M.A. Cuesta, E. Targarona, F.G. Bader, M. Morino, R. Cor-celles, A.M. Lacy, L. Pahlma,• E. Haglind, K. Bujko, H.P. Bruch, M.M. Heiss, M. Eikermann, E.A.M. NeugebauerSurg Endosc. 2011 Aug;25(8):2423-40. Epub 2011 Jun 24

ABSTRACT Introduzione: L’approccio laparoscopico è applicato sempre più frequentemente nella chirurgia colorettale. Sebbene la chirurgia laparoscopica nel cancro del colon è stato provato essere sicura e fattibile con risultati oncologici a lungo termine comparabili con la chirurgia open, la sicurezza ed i risultati oncologici a lungo-ter-mine della chirurgia laparoscopica per il cancro del retto riman-gono controversi. La chirurgia laparoscopica nel cancro del retto potrebbe essere effi cace, ma le indicazioni ed i limiti non sono chiaramente defi niti. Perciò, l’European Association for Endosco-pic Surgery (EAES) ha sviluppato queste pratiche linee guida.Metodo: Un gruppo di esperti internazionali è stato invitato a valutare la letteratura corrente e sviluppare delle raccomandazio-ni basate sull’evidenza. Il gruppo di esperti è stato costituito per la consensus development conference nel Maggio 2010. Perciò le raccomandazioni sono state presentate al congresso annuale dell’ EAES in Ginevra nel Giugno 2010 durante la sessione plenaria. Una seconda revisione (metodo Delphi) delle raccomandazioni con delle motivazioni si è resa necessaria per delle modifi che dopo la consensus conference.Risultati: La chirurgia laparoscopica per il cancro del retto extra-peritoneale (medio e basso) è fattibile e ampiamente accettata. L’approccio laparoscopico può off rire la stessa qualità nel pezzo chirurgico rispetto alla chirurgia open. I risultati a breve termine quali la funzione intestinale, l’infezione nel sito chirurgico, il dolo-re e l’ospedalizzazione sono lievemente migliorati con l’approccio laparoscopico. La resezione laparoscopica del cancro rettale non è inferiore all’approccio open in termini di sopravvivenza libera da malattia, sopravvivenza globale o recidiva locale. La dissezione pelvica laparoscopica può danneggiare le funzioni genitourinarie e sessuali in seguito a resezione rettale come la chirurgia open.Conclusioni: La chirurgia laparoscopica per il cancro del retto

medio-basso può essere raccomandata in condizioni ottimali. Ancora, il livello 1 di evidenza si ha per la chirurgia del cancro del colon piuttosto che nel cancro del retto. Imminenti risultati di ampi trials randomizzati sono attesi per raff orzare l’evidenza nel miglio-ramento dei risultati a breve termine ed uguali risultati oncologici in paragone con l’approccio open.

REVIEWLa chirurgia laparoscopica nel cancro del colon ha ormai raggiunto un buon livello di evidenza in letteratura sulla sua sicurezza e sull’equi-valenza, con la chirurgia open, dei risultati oncologici a lungo termi-ne. Per il cancro del retto ancora questi dati sono fonte di discussione. Su questa base l’EAES (European Association for Endoscopic Surgery) ha deciso di sviluppare, tramite una consensus development confe-rence, delle linee guida attribuendo ad ogni punto chiave il grado di raccomandazione e il consenso ottenuto. I punti esposti nell’artico-lo variano dalla diagnostica alla tecnica chirurgica. Inoltre vengono analizzati i risultati oncologici e di qualità di vita sia a breve termine che a lungo termine.Nelle conclusioni gli Autori valutano come raccomandabile l’approc-cio laparoscopico al cancro del retto quando si è in condizioni otti-mali, ossia in centri di riferimento, con chirurghi esperti ed in pazienti selezionati, escludendo i T4 (grado di raccomandazione B). Si fa pre-sente, inoltre, come si debbano attendere i risultati di ampi trials per raff orzare le evidenze riguardo ai migliori risultati a breve termine della chirurgia laparoscopica ed all’eguaglianza dei risultati oncolo-gici a lungo termine tra l’approccio laparoscopico e open.

Ablative Therapies for Colorectal Liver Metastases (CRLM): a Systematic Review

Pathak S, Jones R, Tang JM, Parmar C, Fenwick S, Malik H, Poston G.Colorectal Dis. 2011 Jun 15

ABSTRACT Scopo: Il trattamento standard per le metastasi epatiche coloretta-li (CRLM) è la resezione chirurgica. Recentemente, molto interesse è stato concentrato sulle terapie ablative o per trattare CRLM non resecabili o per estendere i margini di resecabilità. Questo stu-dio ha lo scopo di valutare i risultati a lungo termine e il tasso di complicazioni di varie terapie ablative usate nel trattamento delle CRLM.Metodo: Una ricerca della letteratura è stata eseguita su database elettronici includendo Medline, Cochrane Collaboration Library, NLM e ClinicalTrials.gov. Come criteri di inclusione sono stati presi le ablazioni per CRLM con un follow-up minimo di 1 anno e più di 10 pazienti, pubblicati tra il Gennaio 1994 ed il Gennaio 2010.Risultati: Sono stati identifi cati 226 studi potenzialmente rilevanti. 75 soddisfacevano i criteri di inclusione. La crioterapia (26 studi) ha presentato un tasso di recidiva del 12-39% con un tasso medio di sopravvivenza a 1, 2 e 5 anni del 84, 37 e 17%. Il tasso di com-plicazioni maggiori varia dal 7 al 66%. L’ablazione a microonde (13 studi) ha presentato un tasso di recidiva locale del 5-13% con un tasso medio di sopravvivenza a 1, 3 e 5 anni del 73, 30 e 16% ed un tasso di complicazioni maggiori del 3-16%.L’ablazione con radiofrequenze (36 studi) ha presentato un tasso di recidiva del 10-31% con un tasso di sopravvivenza medio a 1, 3

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e 5 anni del 85, 36 e 24% con un tasso di complicazioni maggiori dello 0- 33%.Conclusioni: Le terapie ablative danno un miglioramento, in ter-mini di sopravvivenza, signifi cativo comparate con la chemiotera-pia palliativa da sola con un tasso di sopravvivenza a 5 anni del 17-24%. I tassi di complicanze delle tecniche comunemente usate sono bassi.

REVIEWAttualmente il gold standard per il trattamento delle metastasi epatiche da cancro colorettale è la chirurgia ma sfortunatamente i pazienti che risultano candidabili, per vari motivi, a questo approccio non superano il 20%. La chemioterapia sistemica e le terapie ablative risultano perciò di grande interesse considerando che la sopravviven-za in caso di lesioni epatiche non trattate è, in media, intorno ai 12 mesi. Sulla base di questo concetto gli Autori hanno eseguito questa revisione sistematica della letteratura concentrando l’interesse sulle terapie ablative e sui dati riguardanti la sopravvivenza, la recidiva e il tasso di complicanze. Vengono analizzate la crioterapia, l’ablazio-ne con radiofrequenze e l’uso di microonde. Nelle conclusioni si fa presente come la terapia ablativa andrebbe riservata in quei casi di malattia non resecabile o resecabile ma in pazienti non candidabili a un approccio chirurgico, o anche in aggiunta ad un atto resettivo per il controllo locale della malattia. Dai dati si estrapola un certo vantaggio delle terapie ablative rispetto alla sola chemioterapia. Tra le tecniche l’ablazione con radiofrequenza e l’uso di microonde pre-sentano minor complicanze e migliori risultati. Gli Autori sostengono inoltre come l’uso di microonde presenti dei vantaggi tecnici ulteriori e risulti maggiormente promettente rispetto alle altre tecniche.

The Role of Neoadjuvant Imatinib Mesylate Therapy in Sphincter-Preserving Procedures for Anorectal Gastrointestinal Stromal Tumor

Jian-Ping Wang, MD, Ting Wang, MD, Mei-Jin Huang, MD, Lei Wang, MD, Liang Kang, MD, and Xiao-Jian Wu, MD

Am J Clin Oncol. 2011 Jun;34(3):314-6

ABSTRACTScopo: Esplorare il ruolo della terapia neoadiuvante con imatinib mesilato (IM) nelle procedure sphincter-preserving per i tumori gastrointestinali stromali (GIST) a localizzazione anorettale.Metodo: Tra Gennaio e Dicembre 2007, 3 pazienti con GIST prima-rio anorettale che hanno rifi utato di essere sottoposti a resezione addominoperineale del retto sono stati trattati con IM in un unico centro. La grandezza della neoplasia, la distanza dal margine anale e il numero di mitosi sono stati paragonati prima e dopo il tratta-mento. Dopo 12 settimane di terapia con IM è stata eseguita una procedura conservativa.Risultati: Dopo terapia con IM per i 3 pazienti, la tomografi a com-puterizzata la colonscopia e la biopsia hanno mostrato una dimi-nuzione della massa in dimensioni, un’estensione della distanza dal margine anale e una riduzione nella conta delle mitosi. Duran-te questo regime terapeutico i pazienti non hanno avvertito alcun eff etto collaterale. E’ stata eseguita un’escissione trans-sacrale con preservazione sfi nteriale e un’anastomosi coloanale diretta e i margini di resezione sono risultati non compromessi in ogni dire-

zione. Tra i 22 e i 28 mesi postoperatori, la funzione dello sfi ntere anale è risultata soddisfacente e nessuna recidiva è avvenuta in tutti e tre i pazienti.Conclusioni: La terapia neoadiuvante con IM per i GIST anoretta-li è sicura ed effi cace. Una riduzione della massa tumorale e un aumento della distanza dal margine anale portano ad un benefi -cio evidente al fi ne di un’escissione locale, in termini di fattibilità, preservazione della funzione e sicurezza.

REVIEWI GIST sono stati descritti per la prima volta nel 1983 da Mazur e Clock. La localizzazione più frequente si ha carico dello stomaco o del picco-lo intestino mentre la localizzazione anorettale si presenta con una frequenza non superiore al 5%. In questi casi spesso è necessaria una resezione addominoperineale al fi ne di ottenere dei margini di rese-zione indenni da malattia vista la bassa distanza dal margine anale e la grandezza della massa. L’uso dell’imatinib come farmaco nella malattia metastatica ha in passato dimostrato la sua effi cacia nella riduzione delle masse tumorali.Per tale motivo da alcuni anni il farmaco viene utilizzato anche come terapia neoadiuvante. In questo articolo si riportano i risultati, di un singolo centro, dell’utilizzo dell’imatinib mesilato come terapia neo-adiuvante in termini di riduzione della massa tumorale, aumento della distanza dal margine anale e riduzione della conta mitotica. Nelle conclusioni si evidenzia come nei casi trattati sia stato possibile eseguire un approccio chirurgico maggiormente conservativo (viene consigliato un approccio trans-sacrale) dopo terapia con imatinib mesilato. Da stabilire con chiarezza la durata del trattamento prima della chirurgia. Gli Autori ribadiscono, infi ne, come l’uso dell’imatinib sia risultato sicuro ed effi cace anche se per trarre delle conclusioni defi nitive saranno necessari dei trials con casistiche più numerose.

Long-term Functional Results and Quality of Life after Transanal Endoscopic Microsurgery

EM. E. Allaix, F. Rebecchi, C. Giaccone, M. Mistrangelo and M. Mori-no

Br J Surg. 2011 Jun 28

ABSTRACTIntroduzione: Dei pochi studi che hanno valutato i risultati in ter-mini di qualità di vita (QoL) dopo la microchirurgia endoscopica transanale (TEM), la maggioranza riporta solo follow-up a breve termine. Questo studio ha valutato i dati clinici e strumentali a lungo termine (QoL, funzione sessuale, urinaria e sfi nteriale) dopo TEM per tumori rettali extraperitoneali.Metodo: La funzione anorettale in pazienti consecutivi con lesioni benigne rettali e tumori rettali iniziali è stata studiata nel preope-ratorio e nel postoperatorio ,sulla base dell’esame clinico e della manometria anorettale.Risultati: Tra il Gennaio del 2000 e il Luglio 2005, 93 pazienti sot-toposti a TEM hanno completato i 60 mesi del protocollo dello studio. Lo score medio di Wexner sulla continenza è aumentato dal livello base a 3 mesi, iniziando a diminuire entro i 12 mesi, ed è ritornato ai valori preoperatori a 60 mesi. L’urgenza è stata riportata nel 60,30 e 5 % dei pazienti rispettivamente a 3, 12 e 60 mesi (P <0.050). E’ stato notato un signifi cativo miglioramento dei

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vari score clinici e di QoL a 12 e 60 mesi. I valori della manometria postoperatoria a 3 mesi sono risultati signifi cativamente più bassi rispetto ai valori base a 3 mesi (P<0.050), ma sono ritornati ai valori preoperatori a 12 mesi. La grandezza tumorale di 4 cm o maggiore è stata l’unico fattore che ha signifi cativamente (P=0.008) infl uito sulla soglia di sensibilità rettale, sulla soglia dell’urgenza defecato-ria e sul volume massimo tollerato a 3 mesi dopo la TEM.Conclusioni: La TEM non ha avuto eff etti a lungo termine sulla fun-zione anorettale o sulla QoL. La minor pressione a riposo ai con-trolli iniziali non è stata associata a problemi defecatori nei pazien-ti che erano continenti prima della chirurgia.

REVIEWLa TEM (Transanal Endoscopic Microsurgery) è largamente accetta-ta come approccio alle grosse lesioni benigne del retto e ai carcino-mi del retto a basso rischio pT1. In letteratura vi sono pochi studi che analizzano i risultati funzionali e solitamente sono riportati i risultati a breve termine. Questo studio prospettico riporta invece i risultati funzionali a lungo termine utilizzando come strumenti di valutazio-ne sia la manometria anorettale che alcuni score per la continenza e per la qualità di vita. Lo studio è stato eseguito dal Gennaio del 2000 al Luglio del 2005. Sono stati arruolati 100 pazienti con adenomi del retto non adatti alla resezione endoscopica o con neoplasie in sta-dio iniziale (T1 N0). I criteri di inclusione sono ampiamente spiegati nell’articolo. Dall’analisi dei risultati la TEM non ha mostrato eff etti a lungo termine sulle funzioni ano-rettali e sulla qualità di vita . Gli Autori specifi cano, infi ne, come le tecniche endoscopiche EMR ed ESD risultino sicuramente molto promettenti e con risultati equivalen-ti alla TEM per i grandi adenomi con minori complicanze associate. Mancano ancora però dati riguardo ai risultati funzionali e dei trials randomizzati sull’argomento.

Long-term Outcome after Conservative and Surgical Treatment of Acute Sigmoid Diverticulitis

Christoph Holmer & Kai S. Lehmann & Sabrina Engelmann & Jörn Gröne & Heinz J. Buhr & Jörg-Peter RitzLangenbecks Arch Surg. 2011 Jun 18.

ABSTRACTScopo: Questo studio è stato progettato per comparare i risultati a lungo termine dei pazienti trattati per diverticolite acuta del sigma (SD) con terapia conservativa rispetto alla terapia chirurgica.Pazienti e Metodo: Da Gennaio 2004 a Giugno 2007 tutti i ricove-ri di pazienti per SD acuta sono stati registrati prospetticamente. Nel giugno 2008, tutti i pazienti sono stati contattati usando un questionario standardizzato. I risultati sono stati comparati sulla base della terapia iniziale (conservativa vs chirurgica). Inoltre, la regressione logistica multipla è stata usata per identifi care i fattori di rischio per la recidiva di SD.Risultati: Un totale di 210 pazienti è stato incluso nello studio. 153 pazienti reclutati sono stati raggiunti per il follow-up: 70 (45.8%) presentavano il loro primo episodio, e 83 (54.2%) avevano una sto-ria precedente di SD. Il follow-up medio è stato di 32 mesi (range 12-52). Tredici (32.5%) di 40 pazienti trattati conservativamente e

4 (3.5%) di 113 pazienti trattati chirurgicamente hanno avuto una recidiva di SD (P<0.001) durante il follow-up. Un paziente (2.5%) ha richiesto un intervento in urgenza dopo terapia conservativa in seguito ad una perforazione libera (p=0.567)- I gruppi non diff eri-vano per età, sesso e parametri infi ammatori, ma i pazienti trattati conservativamente avevano una comorbidità signifi cativamente maggiore (>2 malattie; p=0.038) e meno frequentemente una severa SD (p=0.022) al ricovero.Episodi di ricorrenza di SD, perforazioni coperte da SD e la terapia conservativa sono stati identifi cati come fattori di rischio per la recidiva di SD alla regressione logistica multipla.Conclusioni: La terapia chirurgica per SD acuta è più effi cace nel prevenire eventuali recidive di SD rispetto alla terapia conservati-va, particolarmente nei pazienti con diverticolite ricorrente e seve-ra. La necessità di un intervento in urgenza durante il follow-up è basso e non diff erisce tra i due gruppi terapeutici. La presentazio-ne iniziale clinica della SD non è un fattore predittivo forte per il rischio di recidiva.

REVIEWLa terapia della diverticolite acuta del sigma (SD) risulta tutt’oggi un argomento dibattuto. Molte le domande aperte tra cui spicca la mancanza di un accordo sulla tempistica nelle indicazioni alla chi-rurgia. Questo studio eseguito con dati raccolti prospetticamente su pazienti trattati in un unico centro per SD acuta, confronta i risultati a lungo termine nei pazienti trattati conservativamente rispetto ai pazienti trattati chirurgicamente (resezione del sigma con ripristino della continuità intestinale senza stomia). Nonostante alcuni evidenti bias ammessi dagli Autori, tra cui l’assenza di una randomizzazione, nelle conclusioni l’approccio chirurgico si è rilevato più effi cacie nel prevenire eventuali recidive. Inoltre visto il basso tasso, non diff erente tra i due gruppi, di perforazione libera durante il follow-up, gli Autori non ritengono giustifi cata una resezione al primo attacco basandosi su questa possibile eventualità.

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9La redazione

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La Dead line del prossimo numero è il

30 ottobre 2011

Cari Soci,mi spiace aver dovuto lasciare passare tutto questo tempo di silen-zio dopo il mio insediamento nella carica di Presidente, ma pur-troppo la nostra Società, come molti di voi sanno, ha vissuto dei mesi che defi nirei leggermente burrascosi.E’ inutile negare che abbiamo avuto un periodo pre-elettorale non certo dei più tranquilli e le varie lettere che tutti Voi avete ricevuto ne sono state prova. L’esito delle elezioni ha portato la formazione di un Consiglio che, all’inizio, ha avuto delle diffi coltà di rapporti tra i componenti stessi, componenti del Consiglio dei Garanti e il sottoscritto.Questa situazione ha bloccato per alcuni mesi sia la nomina delle cariche che dovrebbero essere proposte all’Assemblea e da queste ratifi cate (Revisori dei Conti e Coordinatori regionali) sia la formu-lazione di nuove proposte in campo scientifi co ed organizzativo.Finalmente posso dichiarare che le acque si sono calmate e pro-va ne è stato l’ultimo Consiglio svoltosi sabato 15 ottobre a Roma e che ho convocato senza Garanti, attenendomi al Regolamento,

Lettera del Presidente

R Giuseppe SpinoglioOsp. Civile SS. Antonio, Biagio e Arrigo - AL

Una fi nestra su SIUCP

tranne naturalmente il referente degli stessi nella persona dell’ul-timo Past-President. I Consiglieri presenti si sono ritrovati in un ambiente molto sereno e abbiamo potuto iniziare un lavoro che vedo costruttivo con ottimi risultati a breve termine. Tra le decisio-ni più importanti prese cito quelle che ritengo possano farVi più piacere: siamo alla ricerca di una rivista scientifi ca di tutto rispetto da inviare ai Soci e la partecipazione al 1° Congresso della Chirur-gia Italiana che ci vedrà impegnati, unitamente ad altre 16 Società Scientifi che Italiane a Roma dal 23 al 26 settembre 2012.Questi ritardi ci hanno impedito di preparare un’Assemblea dei Soci per validare le cariche sopra menzionate e per comunicare il programma del Presidente e del Consiglio. Cercheremo quindi di assolvere al più presto a questo compito.Resto sempre in attesa di Vostri suggerimenti e sono a completa disposizione anche in occasione di incontri personali ai prossimi appuntamenti congressuali.Da questa mia comunicazione riprenderò con regolarità a tenervi informati.Un aff ettuoso salutoPinuccio

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Le case editrici prevedono, nella maggioranza dei casi, la pubblica-zione di tre tipi di materiale:

1. Articolo scientifi co originale;2. Comunicazioni pubblicate in atti di congressi;3. Libri (monografi e scientifi che) o contributi a libri.

Poiché nel caso di libri di testo e di comunicazioni inserite negli atti dei congressi, le procedure e la forma variano grandemente a seconda delle esigenze degli autori e degli editori, ci occuperemo di illustrare l’iter che percorre un articolo scientifi co originale dal suo invio all’editore fi no alla sua uscita su carta stampata.

L’articolo, una volta terminato, viene generalmente inviato dagli autori ai membri del comitato editoriale (o “scientifi co”) della rivista (basta sfogliarne una qualsiasi e nelle prime pagine sono certamente segnalati tutti i riferimenti utili all’invio, comprese le indispensabili istruzioni per una corretta stesura formale dell’ar-ticolo). A sua volta, il comitato editoriale sottoporrà il manoscritto a due o più referees, individuati tra gli esperti nel settore trattato dall’autore della pubblicazione, che saranno tenuti a redigere un parere favorevole o contrario alla pubblicazione (referee’s report), sulla base della correttezza, completezza, originalità e rilevan-za del lavoro, nonché della conformità alle linee editoriali della rivista. Nella stragrande maggioranza delle situazioni i referees indicheranno (una o più volte successive) le necessarie modifi -che o correzioni utili all’accettazione del manoscritto: il report di ciascun referee è inviato agli autori del lavoro, senza l’indicazio-ne dell’identità del referee; gli autori possono quindi inviare una nuova versione dell’articolo che tenga conto dei rilievi formulati, o anche contestare le obiezioni mosse. Tutto l’insieme dei passaggi appena illustrati prende il nome di processo di revisione paritaria (peer review) e costituisce un fi l-tro per garantire l’attendibilità scientifi ca della pubblicazione: ciò comporta generalmente una rielaborazione più o meno ampia del manoscritto originale, in collaborazione fra autori e referees. Al ter-mine della review può verifi carsi una diff ormità anche notevole tra

A naturale completamento di ciò che è stato illustrato nei due pre-cedenti numeri, verrà preso in esame il destino della nostra produ-zione letteraria scientifi ca, sia che venga pubblicata o no.Assumendo innanzitutto di aver svolto un lavoro egregio, rispon-dente ai crismi più attuali e rigorosi della realizzazione di un lavoro scientifi co, non rimane che da inviare il materiale ad una casa edi-trice per la valutazione in merito alla pubblicabilità.

Molto vi sarebbe da dire sulla scelta di una rivista scientifi ca piut-tosto che un’altra, perché gli elementi da tenere conto per que-sta scelta sono numerosi e molto importanti. Dobbiamo aver ben chiaro in mente il risultato che vogliamo raggiungere. Spesso sot-toponiamo il materiale a riviste molto famose a livello mondiale, attratti dal loro prestigio e dall’enorme numero di lettori di cui possono giustamente vantarsi. Implicitamente abbiamo introdot-to il concetto di Impact Factor: in parole povere, più è autorevole e maggiore è la diff usione di una rivista scientifi ca, più avrà valore ciò che vi è pubblicato. Questo maggior valore ci tornerà utile in diverse occasioni professionali, non ultimo un concorso pubblico per titoli ed esami. Per esempio, sarà molto più utile avere pubbli-cato due soli lavori su una rivista ad ALTO Impact Factor, piuttosto che una pletora di comunicazioni o articoli pubblicati su un oscuro bollettino di qualche associazione scientifi ca esigua ed a caratte-re squisitamente locale. Inoltre sarà bene tenere a mente che tra l’invio e la pubblicazione passano anche MESI, quindi è fondamen-tale scegliere la rivista “giusta” per il nostro articolo; si risparmierà decisamente tempo e ne trarranno vantaggio sia gli autori che la rivista stessa.

Una volta che si è provveduto all’invio del materiale (occhio a rispettare le modalità prescritte: ogni rivista ha i suoi metodi) non ci si deve aspettare di vederlo subito stampato. Poiché la pub-blicazione scientifi ca rappresenta la principale e più autorevole forma di comunicazione uffi ciale della comunità scientifi ca, trami-te la quale i ricercatori divulgano i risultati del proprio lavoro, si sono rese necessarie (ed affi nate nel tempo) alcune procedure per garantire e mantenere assertività ed autorevolezza del materiale pubblicato e della stessa casa editrice. Le procedure di accetta-zione e di valutazione dei lavori presentati sono il fi ltro iniziale, il primo gradino da superare, e sono mirate a stabilire se il materiale letterario prodotto possegga o meno i requisiti necessari per esse-re pubblicato.

La pubblicazione su

una rivista scientifi ca

Ivano NigraDirigente Medico ASL-AL – Presidio di ValenzaUnità Chirurgia Generale e Day-Surgery Coordinatore UCP

In primo piano

Foto 1: La biblioteca di medicina del Policlinico S.Matteo di Pavia, fondata nel 1882

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i diversi report dei referee: la decisione fi nale sulla pubblicazione verrà quindi presa dal comitato editoriale (che può anche avva-lersi del parere fi nale di un ulteriore referee detto adjudicator, a cui viene trasmesso tutto il materiale coinvolto nella review, dal manoscritto ai report dei referees iniziali).

Una volta accettato, il nostro sudato lavoro scientifi co è pronto per essere impaginato ed inviato alla stampa. Per accrescere la poten-ziale pubblicabilità dei lavori, è bene tenere conto di alcuni accor-gimenti “tecnici”.La lingua ed il linguaggio, ad esempio: i più esperti o smaliziati autori conoscono perfettamente la diff erenza tra l’italiano (o l’in-glese, nel caso di articoli destinati al circuito internazionale) tradi-zionale e scientifi co. Non solo l’utilizzo di una terminologia specifi -ca (e spesso ostica), ma anche la costruzione sintattica dei periodi e dei paragrafi , caratterizzano il linguaggio scientifi co da quello tradizionale: si pensi che la forma e le convenzioni a cui deve adat-tarsi la scrittura scientifi ca sono state stabilite dalla Royal Society a cavallo tra il ‘600 ed il ‘700.

L’inglese scientifi co (e la sua traduzione italiana ne deve assoluta-mente tenere conto) è costituito da una costruzione semplice delle frasi mediante utilizzo di proposizioni principali e rare proposizioni secondarie, senza frasi subordinate ed eliminando aggettivazioni e sinonimi; un caso pratico può essere la frase “il farmaco X agisce sulla malattia Y, che quindi regredirà velocemente” diventerà “il far-maco X agisce sulla malattia Y; la malattia Y regredisce”. Frasi brevi, quindi, e essenziali: ciò le rende inconfutabili ma spesso il testo appare ridondante e poco comprensibile ai non esperti, cioè colo-ro privi di una preparazione scientifi ca specifi ca. Lo stile di questi lavori si diff erenzia dagli articoli “divulgativi”, nei quali la struttura del testo è ricostruita secondo i criteri del moderno giornalismo (una prosa scorrevole ed esaustiva) e il contenuto è semplifi cato per essere compreso anche dai lettori meno esperti.

Lo scopo di questo rigore formale è rendere inconfutabile e veri-fi cabile ogni aff ermazione pubblicata; è quindi indispensabile che nell’articolo siano ben diff erenziati e rilevabili i concetti o i risultati sperimentali riportati per la prima volta nell’articolo (indicando dettagliatamente tutte le necessarie evidenze), rispetto ai conte-nuti già presenti nella letteratura scientifi ca e di cui è assolutamen-te obbligatorio citare un puntuale riferimento alle fonti. Negli arti-coli precedenti sono già state esaminate le modalità concettuali e formali per la corretta citazione delle fonti e la creazione di un “sistema bibliografi co” utile ed effi ciente.Di seguito viene indicata una serie di accorgimenti pratici per migliorare lo stile formale e quindi accrescere la pubblicabilità dei nostri elaborati scientifi ci.

TitoloIl titolo non deve essere né di fantasia né interpretare i risultati ottenuti: deve fornire un succinto, stringato riassunto dell’articolo, indicando al lettore i contenuti essenziali in forma assolutamente lineare, senza pregiudizi o commenti.

NO: “Finalmente un nuovo ritrovato contro la malattia del secolo: da Torino si dice basta al cancro”

Foto 2 : Nel giugno 1543, all’età di soli 29 anni, il medico, chi-rurgo e anatomista Andrea Vesalio pubblica il “De humanicor-porisfabrica libri septem” a Basilea, rivoluzionando la scienza e l’insegnamento dell’anatomia umana.

Foto 3: La biblioteca scientifi ca dell’Università di Yale (Connec-ticut, USA), tra le più storiche e prestigiose al mondo.

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SI: “L’utilizzo del 5FU in associazione alla radioterapia ad alte dosi nel trattamento del carcinoma del colon in stadio T2-T3: studio prospettico multicentrico”

AutoriI nomi degli autori, riportati dopo il titolo, vengono indicati in un ordine discrezionale ma, generalmente, il primo dovrebbe corri-spondere all’autore che ha contribuito al lavoro in misura maggio-re o all’autore più autorevole come prestigio accademico o, infi ne, al responsabile del progetto di ricerca, trattandosi di una posizio-ne di rilievo: nel caso di uno scritto con molti autori, il lavoro viene citato usando esplicitamente solamente il nome del primo autore, seguito dall’indicazione “et al.”.

AbstractL’abstract riassume l’articolo scientifi co vero e proprio, senza aggiungere interpretazioni e valutazioni: deve pertanto descrivere gli aspetti fondamentali del lavoro in maniera succinta ma esau-riente. L’abstract in genere è visionabile gratuitamente consultan-do archivi scientifi ci online, quali PubMed. Dalla lettura dell’ab-stract il lettore capirà se richiedere all’editore il testo completo (usualmente a pagamento).

KeywordsLa scelta delle parole chiave spetta all’autore dell’articolo, per migliorarne la catalogazione e facilitarne il reperimento. Elencate in testa all’articolo, successive all’abstracts, sono l’elemento fonda-mentale a cui si appoggiano i motori di ricerca: la loro corretta ed intelligente elencazione costituirà quindi la chiave per un’ottima visibilità in ambito internazionale.

Raccomandazione fondamentale: seguire SEMPRE le indicazioni fornite dagli editori! Ciascuna rivista segue proprie linee guida,

seppur nel rispetto dello stile internazionale, ed è pertanto obbli-gatorio attenersi ad esse, pena l’inoppugnabile rifi uto del nostro meritevole e sudato lavoro di mesi o anni.Al termine di questo excursus, non me ne vogliano gli autori sma-liziati e con centinaia di pubblicazioni nel loro paniere: questa pic-cola guida, semplice ed essenziale, li avrà fatti sorridere ma, come già espresso in apertura, essa è rivolta agli autori in erba, aff acciati da poco a questo complesso mondo letterario professionale, ricco di soddisfazioni e prestigio, ma anche di insidie e diffi coltà.Un augurio a tutti, quindi, e buon lavoro!

Bibliografi a• Jordan R. (1999) Academic Writing Course, Longman, ISBN 0-582-40019-8 • Silvia Paul J. (2007) How to Write a Lot: A Practical Guide to Pro-ductive Academic Writing ISBN 978-1-59147-743-3 • Swales John M., Feak Christine B. (2004) Academic Writing for Graduate Students - Commentary: Essential Tasks and Skills ISBN 0-472-08856-4

Foto 4: La biblioteca scientifi ca dell’Università Ayala in Califor-nia (Contea di Irvine), una delle più rigorose e selettive.

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Review

Roberto Paolo IacchettaNuovo Ospedale Civile di Sassuolo (MO)

Short and Long-term Results of the Karydakis Flap Versus the Limberg Flap for Treating Pilonidal Sinus Disease: a Prospective Randomized Study

Mustafa Ates, M.D., Abuzer Dirican, M.D., Mehmet Sarac, M.D., Ahmet Aslan, M.D., Cemil Colak, Ph.D.Am J Surg. 2011 Jul 23. [Epub ahead of print]

ABSTRACT Introduzione: Il sinus pilonidalis è una patologia comune che affl igge principalmente la popolazione giovanile. Sebbene siano state descritte molte tecniche chirurgiche nel trattamento del sinus pilonidalis (SPD), esistono tuttora delle controversie riguar-do a quale sia la tecnica migliore. Lo scopo di questo studio è di comparare i risultati a breve e lungo termine del fl ap di Karydakis con quello di Limberg nel trattamento del SPD.Metodo: In questo studio prospettico randomizzato, 269 pazienti con SPD sono stati arruolati per essere sottoposti al fl ap di Karyda-kis (n=135) o al fl ap di Limberg (n=134) tra il Settembre 2004 e il Settembre 2008.Risultati: Il tempo operatorio medio per il gruppo del fl ap di Karydakis (42.32 ± 8.64 minuti) è stato più breve rispetto al gruppo del fl ap di Limberg (50.14 ± 6.96 minuti) (P = .01). Il tasso di com-plicazioni per il gruppo Karylidakis (n= 15 [11.1%]) è stato minore rispetto al gruppo Limberg (n=28 [20.8%]) (P=.029). Lo score VAS per il dolore postoperatorio nella sede dell’intervento al trentesi-mo giorno è stato minore nel gruppo Kalydakis rispetto al gruppo Limberg (2.22 ± 1.01 vs 3.23 ± 1.14, P = .01). Lo score Vas per la soddisfazione dei pazienti riguardo al risultato estetico della cica-trice è stato di 7.08 ± 1.75, mentre è stato di 3.16 ± 1.40 nel gruppo Limberg al terzo mese (P = .01). La durata dell’ospedalizzazione è stata signifi cativamente più breve nel gruppo Karydakis rispet-to al gruppo Limberg (3.40 ± .94 vs 3.8 ± 1.19 giorni, P=.03). Solo 4 pazienti nel gruppo Karydakis hanno presentato una recidiva (4%) mentre nel gruppo Limberg hanno presentato una recidiva 9 pazienti (6.9%) (P = .151).Conclusioni: Il fl ap di Karydakis dovrebbe essere scelto rispetto al fl ap di Limberg per il trattamento del SPD non complicato dato il suo minor tasso di complicanze, minor dolore, minor durata dell’intervento e lunghezza dell’ospedalizzazione, e per la maggior soddisfazione estetica. Tuttavia, non è presenta alcuna diff erenza tra i 2 approcci in termini di prevenzione della recidiva.

REVIEWNonostante la frequenza del sinus pilonidalis e le numerose tecniche descritte per trattare questa condizione non si è ancora arrivati ad avere un quadro chiaro su quale sia la migliore tecnica da utilizza-re. Questo studio prospettico randomizzato si pone come obiettivo quello di valutare i risultati a breve e lungo termine di due delle pro-cedure più utilizzate nel trattamento di questa patologia comparan-dole sotto vari aspetti. La tecnica di Karydakis e il lembo di Limberg sono stati utilizzati per trattare 269 pazienti in un periodo di 4 anni in maniera random. Dall’analisi dei risultati gli Autori evidenziano come nel gruppo sottoposto a escissione e ricostruzione secondo Karydakis si sia riscontrato un minor tasso di complicanze, minor dolore post-operatorio, una maggiore soddisfazione estetica con minor tempo operatorio rispetto al gruppo trattato con lembo di Limberg. Da que-sti dati gli Autori consigliano il fl ap di Karidakis per trattare i sinus non complicati ma ribadiscono come non sia stata evidenziata una diff e-renza signifi cativa nel tasso di recidiva tra le due tecniche.

Internal Rectal Prolapse: A Prospective Multicenter Randomized Trial PPH-01 Versus PPH-03 to Perform STARR for the Treatment of Hemorrhoids Associated With Large Internal Rectal Prolapse: A Prospective Multicenter Randomized Trial

Renzi A, Brillantino A, Di Sarno G, D’Aniello F, Giordano A, Stefanu-to A, Aguzzi D, Daffi nà A, Ceci F, D’Oriano G, Mercuri M, Alderisio A, Perretta L, Carrino F, Sernia G, Greco E, Picchio M, Marino G, Goglia A, Trombetti A, De Pascalis B, Panella S, Bochicchio O, Bandini A, Del Re L, Longo F, Micera O.Surg Innov. 2011 Jul 7. [Epub ahead of print]

ABSTRACT Scopo: Questo studio randomizzato multicentrico è stato ideato con lo scopo di comparare i risultati clinici e funzionali della rese-zione rettale per via trans anale (STARR) eseguita con due stapler (PPH-01 vs PPH-03) nel trattamento della malattia emorroidaria associata ad un voluminoso prolasso rettale interno.Metodo: Da un totale di 937 pazienti, inviati per malattia emor-roidaria nei 20 centri coinvolti nello studio, 425 (45.3%) con un voluminoso prolasso rettale interno associato a emorroidi prolas-santi sono stati sottoposti in maniera random a STARR con PPH-01 o con PPH-03. I controlli post-operatori sono stati eseguiti a 3,6 e 12 mesi.Risultati: L’incidenza del sanguinamento dalla rima anastomotica è stata signifi cativamente minore nel gruppo della PPH-03 rispetto al gruppo della PPH-01 (58/207 [28%] vs. 145/201 [72.1%]; P<.0001); il numero medio di punti emostatici è stato signifi cativamente più alto nel gruppo della PPH-01 rispetto al gruppo della PPH-03 (3.2 ± 0.1 vs. 1.8 ± 0.8; P<.0001). Il tempo operatorio medio è stato 25.1 ± 11.5 minuti nel gruppo PPH-03 e 38.1 ± 15.7 minuti nel gruppo PPH-01 (P < .0001). In entrambi i gruppi non si sono presentate complicanze maggiori. Al controllo a 12 mesi il tasso di successo nei 2 gruppi è stato del 94.5% nel gruppo della PPH-01 e del 94.2% nel gruppo della PPH-03.Conclusioni: La STARR eseguita per trattare la malattia emorroida-ria associata ad un voluminoso prolasso rettale interno è une pro-cedura sicura ed effi cace. L’uso della suturatrice PPH-03 al posto della PPH-01 garantisce una riduzione statisticamente signifi cativa del sanguinamento intraoperatorio e una signifi cativa riduzione del tempo operatorio.

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REVIEWL’utilizzo della STARR nel trattamento della patologia emorroidaria associata ad un voluminoso prolasso rettale interno si sta diff onden-do con risultati soddisfacenti principalmente in termini di riduzione delle recidive a lungo termine.Classicamente questa tecnica viene eseguita con 2 staplers PPH01. Questo studio prospettico randomizzato multicentrico ha lo scopo di comparare i risultati clinici e funzionali della STARR eseguita con PPH01 rispetto alla STARR eseguita con PPH03 nel trattamento del-la patologia emorroidaria. I pazienti arruolati dai 20 centri parteci-panti sono stati 425 di cui 211 sottoposti a STARR con PPH01 e 214 sottoposti a STARR con PPH03. Gli obiettivi primari e secondari dello studio e la metodologia utilizzata sono ampiamente spiegati nell’ar-ticolo. Dall’analisi dei risultati gli Autori aff ermano come la STARR sia risultata una tecnica effi cacie e sicura e che l’utilizzo di due staplers PPH03 abbia dimostrato dei vantaggi statisticamente signifi cativi in termini di riduzione del sanguinamento intraoperatorio e del tempo operatorio.

Dyspnea and Large Bowel Obstruction: a Misleading Chilaiditi Syndrome

Nicola Antonacci, M.D., Salomone Di Saverio M.D.*, Andrea Biscar-di, M.D., Eleonora Giorgini, M.D., Silvia Villani, M.D., Gregorio Tugnoli, M.D.

Am J Surg. 2011 Aug 20. [Epub ahead of print]

ABSTRACTIl segno di Chilaiditi ha preso il nome dal radiologo greco Deme-trio Chilaiditi che per primo lo descrisse quando lavorava a Vienna nel 1910, ed è un reperto radiografi co incidentale. Questo segno può essere frequentemente confuso per pneumoperitoneo che è usualmente un’indicazione di perforazione intestinale e può por-tare ad un’inutile intervento chirurgico. Ci sono molti casi riportati in letteratura che descrivono l’associazione tra un volvolo colico e la sindrome di Chilaiditi il che sottolinea la frequente associazione tra queste condizioni anatomiche, invece nessun articolo riporta l’associazione tra la sindrome di Chilaiditi e l’occlusione intestinale del grande intestino secondaria ad una stenosi sigmoidea maligna in un uomo con sintomi e segni di insuffi cienza respiratoria asso-ciata con una subocclusione intestinale.

REVIEWInteressante caso clinico in cui è presente l’associazione tre la sindro-me di Chilaiditi e una stenosi neoplastica del sigma. La sindrome di Chilaiditi è solitamente una condizione asintomatica in cui vi è un’in-terposizione epatodiaframmatica del colon trasverso che si evidenzia normalmente come reperto incidentale in seguito ad una radiografi a diretta dell’addome, potendo mimare una falda aerea sottodiafram-matica. In questo caso la stenosi neoplastica ha causato una dila-tazione a monte con conseguente innalzamento marcato dell’emi-diaframma destro e un quadro clinico dominato principalmente da insuffi cienza respiratoria. Spiegato chiaramente nell’articolo l’iter diagnostico-terapeutico seguito.

A Systematic Review of Treatment Guidelines for Metastatic Colorectal Cancer

Edwards MS, Chadda SD, Zhao Z, Barber BL, Sykes DP

Colorectal Dis. 2011 Aug 16 [Epub ahead of print]

ABSTRACTScopo: È stata eseguita una revisione sistematica della letteratura delle linee guida sul trattamento del cancro del colon metastatico (mCRC) per valutare il grado di raccomandazione della terapia con anticorpi monoclonali in queste linee guida.Metodo: Gli articoli rilevanti sono stati identifi cati attraverso una ricerca elettronica in MEDLINE, MEDLINE in process, EMBASE e la Cochrane Library; attraverso la ricerca manuale della bibliografi a; e attraverso la ricerca su Internet.Risultati: È stato identifi cato un totale di 57 linee guida rilevanti, 32 attraverso la ricerca sui database elettronici e 25 attraverso le ricerche nei siti web. La maggioranza delle linee guida è stata pub-blicata tra il 2004 e il 2010. Gli USA sono la nazione che ha pubbli-cato più linee guida (12), seguiti da UK (10), Canada (8), Francia (8), Germania (3), Australia (2), Spagna (2) e Italia (1). Inoltre, sono state identifi cate otto linee guida Europee e 3 Internazionali. La terapia con anticorpi monoclonali per mCRC non è stata introdotta sino al 2004, non sono presenti solide raccomandazioni per la terapia con anticorpi monoclonali nelle linee guida pubblicate tra il 2004 e il 2006. Le raccomandazioni per la terapia con anticorpi monoclo-nali sono apparse per la prima volta nel 2007 e si sono sviluppate quando sono divenuti disponibili più dati. Le più recenti linee gui-da internazionali, Europee e US raccomandano la combinazione chemioterapia con l’aggiunta di anticorpi monoclonali per la pri-ma linea di trattamento nel mCRC. La seconda linea di trattamento dipende dal regime usato come prima-linea. Per mCRC chemio-resistenti sono raccomandati cetuximab o panitumumab come monoterapia in pazienti con KRAS non mutato.Conclusioni: Lo studio indica che le recenti linee guida terapeuti-che hanno valutato il ruolo della terapia con anticorpi monoclo-nali nel trattamento di mCRC , e che le linee guida terapeutiche dovrebbero essere aggiornate tempestivamente per includere i più recenti dati disponibili.

REVIEWGli anticorpi monoclonali bevacizumab, cetuximab e panitumumab sono i più recenti farmaci sistemici a disposizione per il trattamen-to del cancro colorettale metastatico. Tuttavia i dati riguardo l’uso ottimale di questi agenti sono ancora in evoluzione. Questo studio è un’analisi sistematica della letteratura sulle linee guida pubblicate per il trattamento del cancro colorettale metastatico eseguito per valutare il grado di raccomandazione attualmente presente sull’uso di tali agenti. Da un elevato numero di articoli inizialmente presi in considerazione ne sono stati selezionati 57 pubblicati dal 1996 al 2010. Dall’analisi eff ettuata emerge come dalle linee guida interna-zionali, Europee e Statunitensi sia riconosciuto il ruolo degli anticorpi monoclonali nel trattamento di tale patologia mentre nelle pubbli-cazioni nazionali spesso i dati non sono aggiornati con le più recenti acquisizioni in materia.

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Managing Fistula-in-ano with Ligation of the Intersphincteric Fistula Tract (LIFT) Procedure: the Western Hospital Experience

Ooi K, Skinner I, Croxford M, Faragher I, McLaughlin S.

ABSTRACTOggetto: Valutare i risultati preliminari della tecnica LIFT (Ligation of the Intersphincteric Fistula Tract) nel trattamento delle fi stole anali complesse nel nostro ospedale.Metodo: Tra il Marzo ed il Novembre 2010, sono stati seleziona-ti prospetticamente dalla clinica colorettale i pazienti con fi stole anali criptoghiandolari e sono stati trattati con la tecnica LIFT. È stato creato un database per raccogliere i dati demografi ci, i pas-sati interventi chirurgici, le caratteristiche della fi stola, la RM, i dati operatori e dei controlli. L’obiettivo primario misurato è stato la guarigione della malattia. L’obiettivo secondario è stato il grado di continenza postoperatoria. Il grado di incontinenza pre e post-operatoria è stato valutato usando la scala di Wexner.Risultati: Venticinque pazienti (8 donne e 17 uomini) sono stati sot-toposti a tecnica LIFT. L’età media è stata di 40.0 anni. Dieci pazien-ti presentavano una fi stola recidiva e precedente chirurgia per fi stola. Il tempo operatorio medio è stato di 39 minuti. Non sono state segnalate complicanze intraoperatorie. La durata media del follow-up è stata di 22 settimane (3-43 settimane). La guarigio-ne diretta è stata osservata in 17 pazienti (68.0%) ed il tempo di guarigione medio è stato di 6 settimane, una ferita è rimasta non guarita completamente. Sette pazienti (28.0%) hanno avuto una recidiva che si è presentata tra la settima e la ventesima settimana post-operatoria. Nessun paziente ha riportato incontinenza posto-peratoria.Conclusioni: La procedura LIFT ha presentato un tasso di guarigio-ne favorevole con minimo o assente rischio di incontinenza. Que-sta procedura è sicura e facile da apprendere. I risultati preliminari di questo studio pilota fanno ben sperare e confermano alcune delle evidenze presenti in altre ricerche. Questi risultati suggeri-scono l’opportunità di condurre ulteriori studi controllati compa-ranti la LIFT alle terapie standard.

REVIEWLa terapia delle fi stole perianali complesse rappresenta un campo ampiamente dibattuto. Molte le tecniche descritte che vanno dal clas-sico setone al posizionamento di plug, colle etc.. recentemente è stata proposta la LIFT ossia la legatura intersfi nterica del tramite fi stoloso con il completo risparmio sfi nteriale. Questo studio prospettico non randomizzato monocentrico va a valutare i risultati ottenuti con que-sta metodica sia in termini di guarigione a breve termine che di incon-tinenza post-operatoria. I casi trattati sono stati 25. Dalla selezione sono ovviamente escluse quelle fi stole superfi ciali in cui la “messa a piatto” rappresenta la tecnica migliore. Dalla valutazione dei risultati la risoluzione del quadro si è avuta in circa i due terzi dei pazienti. Gli Autori, nelle conclusioni, mettono in evidenza come la LIFT sia una tecnica sicura e promettente meritando di essere oggetto di ulteriori valutazioni anche in comparazione con le tecniche più classiche.

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In Evidenza Bacheca

18 – 20 settembre 2011

XXI Congresso Nazionale ACOI di Videochirurgia

ComoPresidenti: M. Longoni, I. Scandroglio

Presidente Onorario: R. Pugliese

10- 12 ottobre 2011

Chirurgia del prolasso rettale – corso teorico pratico

Montecchio (RE) – Sassuolo (MO)Coordinatori: A. Carriero; R.D. Villani

21 – 24 settembre 2011

ESCP 6th Scientifi c & Annual MeetingCopenhagen

2 – 5 ottobre 2011

113° Congresso Nazionale SIC - Chirurgia tra tradizione e innovazione

FirenzePresidente: F. Tonelli

20 – 22 novembre 2011

15° Meeting Congiunto di Colonproctologia e Stomaterapia

ModenaPresidente: R.D. Villani

Presidente Onorario: G. Melotti

24 – 26 novembre 2011

XVI Congresso Nazionale SICADSNapoli

Presidente: L. Docimo

17 – 18 maggio 2012

9° Corso per infermieri di sala operatoriaRoma

2 – 6 giugno 2012

ASCRS Annual MeetingSan Antonio, Texas

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SCAMBIO piatti del buon ricordoRoberto Dino Villani tel +393356529717

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