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Roma dà il battesimo dell'aria al primo pilota libico

Date post: 25-Jan-2017
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Roma dà il battesimo dell'aria al primo pilota libico Source: Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente, Anno 8, No. 11 (Novembre 1953), p. 308 Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) Stable URL: http://www.jstor.org/stable/40756088 . Accessed: 15/06/2014 14:05 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente. http://www.jstor.org This content downloaded from 194.29.185.230 on Sun, 15 Jun 2014 14:05:52 PM All use subject to JSTOR Terms and Conditions
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Page 1: Roma dà il battesimo dell'aria al primo pilota libico

Roma dà il battesimo dell'aria al primo pilota libicoSource: Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africae l’Oriente, Anno 8, No. 11 (Novembre 1953), p. 308Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO)Stable URL: http://www.jstor.org/stable/40756088 .

Accessed: 15/06/2014 14:05

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.JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range ofcontent in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new formsof scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected].

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Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extendaccess to Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente.

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308 AFFRICA

tenso internazionale di alcune delle materie più impor- tanti di studia;

3°) Metodi pedagogici e loro contributo allo sviluppo della capacità di collaborazione sociale; possibilità e modi per rendere idonei i metodi di insegnamento e di disci- plina scolastica a sviluppare negli allievi l'attitudine alla collaborazione umana (nel senso che i doveri verso la comunità internazionale siano compresi ed insegnati come una necessaria integrazione di doveri civili);

4°) Apporto degli incontri e degli scambi internazio- nali di studenti e di insegnanti alla formazione di atti- tudini alla cooperazione internazionale; possibilità e eri- teri di incremento dtegli scambi culturali tra gli istituti di istruzione di altre aree (specialmente per mezzo della partecipazione alle attività educative promosse dalle Na- zioni Unite, dagli Istituti Specializzati e dalla WFUNA).

Su ognuno dei temi era stato distribuito un rapporto orientativo, preparato da esperti dei problemi in discussio- ne (prof. Ada Pia Caruso e Prof. Lonis Melan). '

Allo stesso scopo di orientamento era stato distribuito un rapporto del prof. Enrico De Leone, dell'Università di Roma, sull'influenza dell'ambiente sull'educazione.

Un altro rapporto di carattere generale era stato pre- parato dal redattore di questo articolo per l'analisi del concetto di coscienza internazionale individuale.

Le discussioni del Seminario in questa seconda parte dei suoi lavori, iniziate con un'altra relazione della si- gnora Sa Pereira sull'attività per l'insegnamento sulle Na- zioni Unite nel mondo, e avviate con le relazioni degli allievi della Scuola di preparazione politica della Soma- lia, sig. Abdullahi Mohamud, in lingua araba, sul primo tema, Benvenuto F. Issak sul secondo e sig. Warsama Ali sul quarto, si concentrarono poi - con approfondite re- lazioni del prof. Raffaele Joppi sull'istruzione primaria, del prof. Emilio Baglioni sull'istruzione secondaria e del prof. Guido Raggi sull'istruzione superiore - sulla que- stione più importante e delicata da risolvere: quella della scelta tra il metodo sistematico ed il metodo asistematico per l'insegnamento sulle Nazioni Unite.

Si trattava, cioè, di decidere da un punto di vista esclu. sivamente tecnico se per le scuole dell'Africa orientale fosse preferibile l'assunzione della materia delle Nazioni Unite come insegnamento nuovo o la sua inserzione nei programmi d'insegnamento già esistenti, come ad esempio nell'insegnamento della storia, della geografia, della filo- sofia, delle lingue, del diritto, delle arti ecc.

L'opinione unanime dei Delegati, espressa in tre rae- comandazioni (per l'istruzione primaria, per l'istruzione secondaria e per l'istruzione superiore), fu che i due metodi possano e dìebbano essere adottati congiuntamente, nel senso che tutti gli insegnamenti scolastici siano ispirati ai principii ed agli scopi della collaborazione internazio- nale (impedendo le posizioni nazionalistiche e classiste) e che un insegnamento speciale (almeno nelle scuole se- condarie e superiori) completi la formazione della co- scienza internazionale individuale per mezzo di cognizio- ni sistematiche aggiornate e controllate sull'attività delle Nazioni Unite e degli Istituti Specializzati.

L'esame particolare della possibilità per alcuni insegna- menti di contribuire alla educazione internazionale fu fatto dal prof. Enzo Puccetti per la letteratura, dal prof. Ca- millo Bonanni e dal prof. Orazio Cantale per la storia e per la geografia nelle scuole secondarie e dal dott. Corra- dino Grella per la storia e geografia nelle scuole primarie.

Altre relazioni allargarono le indagini a problemi spe- ciali: l'efficacia del metodo Montessori per suscitare nel bambino fino a sei anni le prime attitudini sociali (si- gnora Vera Surra); l'utilità del lavoro nelle scuole come mezzo per stimolare la collaborazione (dott. Antonio De Chiara); l'opportunità di collegare in modo funzionale la scuola con l'ambiente sociale locale per mezzo di oppor- tune iniziative (dott. Agostino Bonara).

Un gruppo di tre relazioni esaminò infine il problema dell'adozione nelle scuole delle. lingue locali e di lingue straniere (Bruno Panza, Francesco Franceschi, Hassan Mohamed Herzi).

Su tutti i problemi furono presentate delle proposte di risoluzione e il Seminario formulò il proprio parere tecnico in forma di raccomandazioni.

Alla fine il Comitato oganizzatore fu invitato a riferire agli enti patrocinatori, UNESCO e WFUNA e alle altre organizzazioni competenti circa i risultati del Seminario, caldeggiando l'attuazione delle raccomandazioni proposte, e ad assicurare la continuità di interessamento dei Dele- gati riuniti a Mogadiscio alla trattazione ulteriore dei problemi.

Roma da il battesimo dell'aria al primo pilota libico

II 12 novembre, all'Aeroporto dell'Urbe, abbiamo parteci- pato ad una cerimonia che andava al di là d'ogni aspetto for- malistico o protocollare, una cerimonia durante la quale l'Aqui- la di Pilota è stata appuntata al petto di Salem Kemal, primo cittadino libico che consegue id brevetto di volo, e che lo ha voluto conseguire a Roma.

La manifestazione, svoltasi in un'atmosfera di schietto came- ratismo, assunse spontaneamente un significato che superava i suoi stessi limiti e che trovò espressione nelle parole che il Gen. Biani rivolse a Salem Kemal nell'atto di appuntargli al petto l'Aquila. Ricordando i vincoli che legano l'Italia agli altri componenti della grande famiglia del Mediterraneo, e il recente passato di perfetta e armonica collaborazione degli italiani con i libici per il progresso della loro terra, il Gen. Bia- ni concluse rilevando che « l'Italia è l'unica potenza coloniale che abbia lasciato presso i suoi antichi sudditi un buon ricor- do ». E quella cerimonia ne era la riprova.

Ugualmente significativo il breve discorso dell'On. Insa- bato, direttore del Centro per le Relazioni Italo-Arabe, il quale, dopo aver espresso il compiacimento del Centro e quello suo personale al pilota Salem Kemal, che, primo fra i cittadini della Libia, ha conquistato, e proprio in Italia, pet l'onore personale suo e del suo Paese, il brevetto di avia- tore, e dopo aver ricordato il generoso interessamento dei di- rigenti e dei piloti italiani che hanno preparato il novello aviatore libico con i sicuri ammaestramenti dell'esperienza e della tecnica aviatoria, di cui giustamente l'Italia si vanta, ha concluso affermando che « il Centro per le Relazioni Ita- lo-Arabe non può assistere a questo avvenimento senza un intimo compiacimento e senza un fervido voto, perché ved« qui un esempio operante e vivente di quella collaborazione e quella fraternità italo:libica, che mirabilmente si inquadra nella più vasta collaborazione e fraternità italo-araba » .

Salem Kemal, visibilmente commosso, ha voluto chiudere ¿1 ciclo di quei brevi interventi oratori con il ringraziare di cuore coloro che lo hanno guidato alle discipline aeronauti- che e del volo e ha espresso la certezza che altri suoi com- patrioti vorranno seguire il suo esempio, assaporando la gran- dissima gioia di vedersi appuntata al petto un'Aquila di Pi- lota: la stessa gioia e la stessa commozione da lui provate in quel momento, del quaie avrebbe serbato un eterno ricordo.

Precedentemente Salem Kemal ci - aveva dato saggi della sua bravura, effettuando sul campo alcuni vali acrobatici, da pilota seriamente preparato, sicuro di sé e padrone del cielo. Durante questi saggi non ci è sfuggito l'interesse vivissimo, e quasi vorremmo dire l'invidia, che trapelava dallo sguardo attento di un giovane della Giordania, il quale, al pari di Salem Kemal, si affiderà quanto prima alla perizia dei diri- genti e piloti italiani per ottenere, primo pilota giordano, l'Aquila che stava per essere appuntata sul petto di Salem Kemal.

Notati fra i presenti, oltre le personalità già ricordate, il Gen. Del Duca, che rappresentava l'Aereo Club d'Italia; il CoLFisicaro, direttore della Scuola di pilotaggio dell'Aeropor- to dell'Urbe; il Col. Guardoni, del Ministero dell'Aeronautica; il Dr. Moavero, Capo della Divisione Scuole del Ministero dell'Aeronautica; il Barone De Strobel e il Dr. Pagnutti del Ministero degli Esteri, il Col. Musco e il Dr. Alvarez, rispetti- vamente direttori degli aeroporti di Ciampino e di Ciampino- Est; il Dr. Tomasino, segretario del Centro per lo sviluppo dei Trasporti Aerei; il Comm. Vigliani del Banco di Roma; il Dr. Marinoni della Banca Nazionale del Lavoro; il Dr. Ferrara, se- gretario del Centro per le Relazioni Italo-Arabe; gli operatori della R.A.I.. A festeggiare il neo-pilota c'erano anche alcuni suoi compatrioti e un gruppo di italiani di Tripolitania che, io quella cerimonia, videro rinascere una vecchia amicìzia, della quale Salem Kemal era in quel momento il simbolo vivente.

In questi giorni sta completando la sua preparazione, presso lo stesso aeroporto dall'Urbe, il primo pilota eritreo. I brillanti risultati che egli ha conseguito fanno prevedere che quanto prima l'Aquila di Pilota potrà essere appuntata anche al suo petto.

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Salem Kemal, primo pilota líbico, ha ricevuto l'Aquila di Pilota all'Aeroporto dell'Urbe, iu Koma, il 12 novembre 1953 (pug. 3UÜ).

IL PRIMO PILOTA LIBICO

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