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Rosario Rocca - Settimanale di informazione, attualità ... · re la vita dei residenti, ma perché...

Date post: 26-Aug-2020
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Nelle ultime duesettimane i primi

cittadini della Locridesono stati protagonistidi altrettanti presidi

democratici che hannovoluto concentrare lapropria attenzione sulledifficoltà a far valere ildiritto alla mobilità. Neabbiamo parlato con ilPresidente del Comitato

dei Sindaci dellaLocride e promotoredelle marce RosarioRocca, che ci ha

spiegato quale sia ilsignificato delle

iniziative e cosa ci siaspetta adesso

dall’immediato futuro.

Dopo tre anni ditemporeggiamentie perdite di tempo,

ANAS hafinalmente

assicurato che ilponte sull’Allarosarà completatoentro la fine del

prossimo anno. Siattendono rispostecerte per la Locri-

Ardore e laBovalino-Bagnara.

I due presididemocratici nonsaranno fini a sestessi. L’impegno

dei sindacicontinuerà infatti

il 2 giugnoquando, in

occasione dellaFesta delle

Repubblica sitornerà a parlare

delle infrastrutturecome volano disviluppo per

l’AreaMetropolitana.

L’EDITORIALE DEL DIRETTORE

Vietato allattare

Avrebbero senz'altro tra-scorso una notte insonnegli studentidell'Università di Parmache, malauguratamente,avessero posato lo sguar-do su quella madre inten-

ta ad allattare il suo bambino. Loshock sarebbe stato troppo forte. A20 anni vedere un seno nudo?! Robache non ti riprendi più. In unasocietà che ti considera ottuso ebigotto se batti ciglio di fronte a untopless, allattare il proprio bambino -un gesto sano, tenero, d'amore, in cuiuna donna, senza esibizione, mostraun angolino di nudità - può "urtare lasensibilità". Questa la surreale moti-vazione con cui una guardia giurata -una guardia giurata donna - avrebbeallontanato una mamma 27enne chesi era fermata sotto un porticatodell'Università di Parma e, copren-dosi con la sciarpa, avrebbe attacca-to al seno il figlio per saziarlo."Un'area universitaria non è adatta aqueste scene" - avrebbe riferito laguardia. Pussa via! - verrebbe daaggiungere. La notizia della cacciatadi mamma e bebè ha fatto il giro delweb, arrivando alle principali testatenazionali. Le scuse ufficiali dell’ate-neo non si sono fatte attendere.Prendendo le distanze dal "deplore-vole episodio", l'ateneo ha annuncia-to l'avvio di un progetto per la crea-zione di tre spazi all’internodell’Università in cui le studentesse,le dipendenti, ma anche le privatecittadine potranno allattare e accudi-re i propri bambini.Dopo la dieta ideale da seguiredurante l'allattamento, spunta illuogo giusto per allattare. Ma siamoseri? Siamo finalmente usciti dagliorari rigidi delle poppate tanto chepediatri e ostetriche consigliano l'al-lattamento a richiesta, almeno neiprimi mesi di vita, e c'è chi proponeun luogo ideale per farlo? Un'areariservata come si fa per i cani? Contutto il rispetto per i cani. Ma sì, già che ci siamo, copriamoanche le statue della Madonna cheallatta il Bambin Gesù, esposte inchiesa. Potrebbero urtare la sensibi-lità dei fedeli. Nel frattempo buon Grande Fratelloa tutti!

Maria Giovanna Cogliandro

IN BREVE

“Il nostro territorio deve tornare ad essere oggetto di programmazione”

Nelle ultime due settimane i sindaci della Locride sono statiprotagonisti di altrettante manifestazioni per il diritto allamobilità. Qual è il bilancio dei due eventi?Guardando al fronte dei sindaci, dei cittadini e delle parti socia-li coinvolte, riuscire creare un contesto unitario è già un risulta-to che getta le basi utili a risolvere il problema per il quale abbia-mo protestato. In termini concreti, il vero risultato ottenuto èche abbiamo finalmente fatto chiarezza. Dopo anni di informa-zioni sommarie, infatti, abbiamo saputo dai rappresentanti diANAS che il ripristino del ponte sul fiume Allaro richiederà unaltro anno e mezzo e, considerato che il vero problema non ètanto il tempo necessario al completamento dei lavori, ma i treanni persi a causa di errori di valutazione e di un’effettiva inca-pacità di affrontare la questione palleggiando le responsabilitàda un ente all’altro, vigileremo affinché la scadenza del 31dicembre 2019 non slitti di un altro anno, o peggio. Per quantoriguarda la questione Locri-Ardore, invece, non dimentichiamoche non stiamo richiedendo la realizzazione di un nuovo pro-getto, ma che venga concluso il già finanziato Lotto 2, con ilquale si fa riferimento al percorso che va da Marina di GioiosaIonica ad Ardore. Giunti a Locri, infatti, la strada è stata inter-rotta senza che venissero date informazioni convincenti relati-vamente al perché non ci sarebbero più i fondi necessari a com-pletare un percorso per realizzare il quale erano state già effet-tuate tutte le bonifiche archeologiche del caso. Con la manife-stazione della scorsa settimana, venerdì abbiamo ottenuto unincontro in Regione, grazie al quale adesso possiamo fare la giu-sta pressione su ANAS affinché ci spieghi per quale ragione unintervento di 200 milioni crei così tante difficoltà quando nelnord Italia sorgono dall’oggi al domani varianti inutili che rap-presentano un vero spreco di denaro pubblico. Se non avremorisposte concrete in merito assisteremo all’ennesima mortifica-zione del nostro territorio, tanto più che i cittadini non possonocontinuare a essere abbindolati con prese per i fondelli, mameritano notizie puntuali.Come mai avete dato tanta importanza allo sblocco dei lavoriper la Locri-Ardore?Non perché il loro completamento possa radicalmente cambia-re la vita dei residenti, ma perché non riusciamo a comprende-re come sia possibile realizzare il Lotto Ardore-Palizzi se non sicompleta questo e, di conseguenza, come si possa porre la paro-la fine sui lavori del Megalotto1. Per questa ragione, ad Ardore,abbiamo sottolineato la nostra volontà non di focalizzare sem-plicemente l’attenzione sulle incompiute, ma di imporre a chi di

competenza di rendere il nostro territorio nuovamente oggettodi programmazione.Questo discorso mi pare che si ricolleghi a quello che facevamolo scorso anno relativamente alla realizzazione della Bovalino-Bagnara. Sulla vostra agenda ci sarà spazio anche per quest’al-tra incompiuta?Abbiamo già programmato per il prossimo 2 giugno una mani-festazione dedicata alla Bovalino-Bagnara, sulla quale è calatoun silenzio imbarazzante. Eppure lo Statuto della CittàMetropolitana contempla lo sviluppo e la realizzazione di diver-se opere strategiche per l’Area, tra le quali, oltre naturalmenteall’Aeroporto dello Stretto e al Porto di Gioia Tauro, vengonoelencate anche l’ammodernamento della Ionio-Tirreno e laBovalino Bagnara. È giunto il momento che questa volontà dicrescere attraverso le infrastrutture della Città Metropolitanavenga finalmente soddisfatta, tanto più che la Bovalino-Bagnara non sarebbe utile solo alla Locride, ma anche all’inte-ra area metropolitana, considerato che avvicinerebbe la fasciaIonica all’Aeroporto Tito Minniti regalandogli finalmentenuove opportunità di crescita e darebbe un senso anche allaZES, che può avere ricadute positive sulla Città Metropolitanasolo se tutti vi possono accedere. Ma, come avevo affermatoanche lo scorso anno, la Bovalino-Bagnara rappresenterebbeanche una liberazione democratica per il nostro comprensorio,in quanto renderebbe Platì, da sempre nota per la sua chiusuramorale e per i fatti di cronaca, un punto di accesso privilegiatodella Locride, trasformando il paese da luogo simbolo deisequestri di persona a ponte ideale con l’Europa. In questi ter-mini, la manifestazione del mese prossimo vuole essere unasorta di seguito ideale alla manifestazione dello scorso anno,con la differenza che in questa occasione godremo finalmentedella sinergia con i sindaci della fascia tirrenica, a dimostrazio-ne dell’acquisita consapevolezza che solo con la sinergia possia-mo raggiungere risultati concreti.In occasione della manifestazione della scorsa settimanaMonsignor Oliva, come sempre sensibile in tema di sviluppodel nostro comprensorio, ha dichiarato che la mobilitazione siè resa necessaria per evitare che queste opere rappresentino iltradimento della politica nei confronti della popolazione. Maquesto tradimento non si è già consumato?Si è già consumato e si consuma da 50 anni a questa parte. Ciòche dobbiamo fare adesso è ripartire da ciò che abbiamo e lapresenza di alcune figure istituzionali alla nostra iniziativa, sottoquesto punto di vista, non può che essere un segnale fortemen-te positivo. Anche se siamo su posizioni differenti e anche se hadichiarato di dover approfondire la vicenda, non ho potuto cheapprezzare la partecipazione del senatore Fabio Auddino, cheha dimostrato che la deputazione eletta in Calabria è attenta aibisogni del nostro comprensorio. Allo stesso modo ho graditola presenza di Maria Teresa Fragomeni, che ha voluto mettercila faccia a poco più di una settimana dalla sua nomina ad asses-sora regionale sottolineando il forte senso di appartenenza allasua Locride. Il clamore generato da presenze illustri come leloro ci ha fatto comprendere una volta i più che è dai sindaci chedeve partire l’idea di rilancio del territorio, ma anche che, senzauna vera sinergia istituzionale, continueremo a restare nell’iso-lamento in cui siamo rimasti per lunghi decenni. Ecco perchédobbiamo continuare a ricercare la sinergia con la deputazione,ma anche con la Città Metropolitana, la Prefettura, il Governo,quali che siano le loro ideologie o posizioni politiche, perchésulle opere pubbliche che vanno a colmare il gap tra Calabria eresto del Paese non possono esserci divisioni di sorta. È per que-sto che, il 2 giugno, conto di incontrare nuovamente Auddino ela delegazione dei 5 Stelle, ma anche i rappresentanti del miopartito, del centro destra e persino Matteo Salvini che, elettocon i nostri voti, riceverà certamente un invito a partecipare.Nonostante quanto ci hai appena raccontato non sono statepoche le critiche alla vostra iniziativa e qualcuno, come spessoaccade, ha affermato che la vostra sarebbe stata solo l’ennesi-ma passerella…Chiederei a questi detrattori “la passerella di chi?”. Quella chechiamiamo volgarmente “passerella politica” è sempre finaliz-zata a qualcosa, ma i sindaci che hanno partecipato non sonocandidati a nessun ruolo istituzionale e dubito fortemente cheGiovanni Calabrese o Salvatore Fuda abbiano tentato dirastrellare voti per le Amministrative sotto il ponte a Caulonia.Mi sembra piuttosto chi fa questo genere di polemiche a volercercare di ritagliarsi uno spazio politico, quando noi abbiamoorganizzato il nostro presidio democratico come sindaci chehanno accantonato l’appartenenza ai partiti e che vogliono sol-tanto dare voce a una difficoltà dei nostri cittadini.

Jacopo Giuca

www.larivieraonline.com R06 MAGGIO- 02 la vetrina

Rosario Rocca

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www.larivieraonline.com Rattualità

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AGGI

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MARINA DI GIOIOSA

REGIONE

Non facciamoci cogliereimpreparati dall’arrivo dell’estate

Nei giorni scorsi un decreto del tribunale di Locri ha in buona parte smentito l’impostazione deiprovvedimenti di scioglimento del consiglio comunale di Marina di Gioiosa Ionica, con riferimentoai procedimenti di incandidabilità. Il tribunale di Locri ha, infatti, giudicato candidabili i componen-ti dell’ex amministrazione comunale, ad eccezione dell’ex assessore ai Lavori pubblici FrancescoLupis. “Il provvedimento dei giudici di Locri assesta un duro colpo a tutto l’impianto accusatorioche ha portato allo scioglimento del Comune” – ha commentato Domenico Vestito nel corso dellaconferenza stampa convocata lunedì pomeriggio. “Ora – si chiede l’ex primo cittadino, – se il verti-ce politico è estraneo a ogni collusione, su cosa poggia l’addotto condizionamento mafioso?”. E poiha aggiunto: “Noi continueremo, accanto a Francesco Lupis, la nostra battaglia legale. Questo è soloil primo step, adesso aspettiamo il verdetto del Tar”. Nelle scorse settimane è stato, infatti, deposi-tato il ricorso al Tar contro la decisione del Consiglio dei Ministri del novembre scorso.

A pochi giorni dall’ufficializzazione delleliste elettorali che concorreranno alleElezioni Amministrative di Locri, ancoranon emerge il nome del candidato a sindacoche guiderà la grande colazione che vuoleintimidire l’uscente Giovanni Calabrese.L’aggregazione civica, che ha unito sotto ununico (ancora inedito) vessillo diverse realtàsociopolitiche della città di Nosside, ha man-tenuto il più stretto riserbo attorno a unnome che fonti interne ci avevano rivelato

essere già stato individuato, anche se le ulti-me indiscrezioni indicherebbero una fortecontesa attorno ad almeno due esponentidel movimento politico: Antonio Guerrierie Dario Marando. A rendere ulteriormentepiù confuso un quadro che resta assai com-plicato da decifrare, poi, ci avrebbe pensatoPino Mammoliti, secondo alcune fonti gior-nalistiche impegnato, all’inizio della settima-na, nel ritiro della modulistica necessaria apresentare una lista elettorale al prossimoagone amministrativo, al quale, a questopunto, si aggiungerebbe una terza lista dievidente ispirazione di centrosinistra.Nonostante abbia a tutti gli effetti iniziato lacampagna elettorale, poi, anche la compagi-ne capitanata da Giovanni Calabrese rima-ne parzialmente nell’ombra, consideratoche non tutti i nomi dei sedici candidati sonoancora stati resi pubblici.

Con l’approssimarsi della stagione estivaci siamo domandati se la GiuntaRegionale abbia approntato un pianoper il turismo che possa andare a imple-mentare i dati turistici fatti registraredalla nostra Regione nel 2017, certamen-te lusinghieri ma comunque non ingrado di farla scalare oltre il 15º posto trale regioni italiane per presenze. Il nostrosistema turistico, infatti, risulta ancorafortemente lacunoso e non riesce a sfrut-tare appieno quel bagaglio enorme di

potenzialità che ci potrebbe tranquilla-mente permettere di puntare su tipi dif-ferenti di turismo, da quello montano emarino a quello religioso ed escursioni-stico fino ad arrivare al tanto blasonatoturismo esperienziale.La regione sconta ancora grave arretra-tezza in ambito infrastrutturale, che ènecessario favorire con investimentimirati, una più capillare copertura delterritorio e un più agevole raggiungi-mento delle aree interne, senza dimenti-care di puntare sui nostri disgraziati scaliaeroportuali, a cominciare dal metropo-litano “Tito Minniti” e i collegamenti fer-roviari che diventano da terzo mondosulla fascia ionica e sui quali la regionedovrà agire di comune accordo con ilresto del Paese e con l’Europa al fine diintegrare anche la nostra regione neiprocessi di sviluppo del vecchio conti-nente.Non possiamo dimenticare, infine, che ilturismo rappresenta il tassello fonda-mentale della nostra economia e l’indu-stria ad esso collegata con l’indotto chene può derivare. Ci auguriamo dunqueche la Regione si sia già attivata per dareuna spinta decisiva a questa macchina ingrado di generare ricchezza, produzionee occupazione stabile e di non dover rim-piangere scelte scellerate come già avve-nuto in passato.

Nessun concorrenteper Calabrese finoalla pubblicazionedelle liste

Nonostante i lusinghieridati turistici fatti regi-

strare lo scorso anno, leinefficienze delle nostreinfrastrutture rischiano

ancora di minare labuona riuscita della

bella stagione.

LOCRI

Duro colpo al “teorema” che ha portatoallo scioglimento del Comune

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Nel ’68 anche aSiderno, Locri,

Caulonia e Roccella le donnecominciarono a

indossare leminigonne

pretendendo di essererispettate

per ciò che erano e nonper come vestivano.

Ma oggi siamo tornatiindietro e nonstante le

donne siano piùemancipate, la

democrazia non lo èpiù.

IN BREVE

mano “anonima” scriveva con la vernice rossa: “VietnamLibero”.Cosa portò in concreto quel movimento?Qualche esempio:In quel periodo chiuse la vecchia mutua di Siderno desti-nata ai “poveri” e l’ospedale di Locri conobbe il suomomento migliore; si incominciò a discutere di medicinapreventiva, medicina di base, di consultori. Le nostre lotteavevano contribuito a rendere il sistema sanitario “univer-sale” e gratuito.Per la prima volta nella storia i figli dei lavoratori incomin-ciarono a frequentare le scuole superiori, che diventavanodi massa. Sorse istituti tecnici in tutta la Locride, soprat-tutto a Siderno e anche i licei si aprirono alle classi “popo-lari”.Era l’Uguaglianza attraverso l’istruzione.E “noi” pretendemmo, oltre all’uguaglianza, anche la paridignità: a partire dal ’68, anche nei nostri paesi, gli anzianicominciarono a essere chiamati col “tu” persino dai bam-bini nati in famiglie agiate. Non era questione dell’abusodi un “pronome”, ma di pari dignità. Quel mondo crollòsotto i colpi di maglio che siamo riusciti a infliggere e lagente comune pretese di contare al pari del parroco, delproprietario terriero, del professionista, del pretore, delsindaco o del maresciallo dei Carabinieri.Non volevamo sentir parlare di guerra perché avevamoancora la puzza orrenda delle persone bruciate nei campidi concentramento.Insultare una persona perché “straniera”, “ebrea”, “zinga-ro” o “sciancata” sarebbe stato per noi una inaccettabilevergogna.Vorrei dire ai nostri ragazzi: quando pensate al “68” nonpensate solo a Parigi, Roma, Milano, Berlino o Londra,ma anche alla Locride, anzi, a ognuno dei nostri paesi. SanLuca, Africo, Platì hanno avuto ottimi sindaci e sono statiprotagonisti di entusiasmanti lotte per il cambiamento.Adesso a San Luca non si vota!Il consiglio comunale di Platì è stato sciolto come lo è statola precedente amministrazione comunale di Africo.La democrazia è andata a farsi fottere!Provo sconforto quando penso che a San Luca il Prefetto(ripeto il Prefetto) promuove la manifestazione “SanLuca in campo. Un anno dopo” escludendo la gente delPaese (tra cui il parroco) nel silenzio vile della “politica”calabrese.E le presunte (molto presunte) lotte antimafia sono le uni-che manifestazioni che si svolgono nella nostra terra per-ché hanno il compito di sviluppare una difesa tour courtdell’ordine costituito. La ‘ndrangheta è diventata alibi per-ché nulla cambi.Non in mio nome direi oggi come 50 anni fa!Il mugugno ha sostituito l’impegno!Non sono un nostalgico anche se mi sono lasciato andareai ricordi. Perdonatemi.So bene che quello girato 50 anni fa non è stato un film acolori anche se oggi, guardandomi intorno, il colore domi-nante mi sembra il grigio e la temperatura è quella dellegiornate brutte dell’inverno.Temo di diventare come tutti gli anziani che rimpiangonoi tempi perduti ma che in verità hanno nostalgia della lorogiovinezza.Tuttavia, quando vedo la gente chiusa nel proprio egoi-smo, mentre la nostra sanità va a pezzi e a Locri si “alla-gano” i documenti, forse, perché nessuno possa vederli,sono io a porre qualche domanda: vi piace questa nostrasocietà che vi circonda?Vi piace la guerra scatenata contro gli ultimi? Approvatela tendenza in atto e che ai ricchi sia permesso di diventa-re sempre più ricchi mentre i poveri sono sempre più soli?Non temete di sentirvi complici del fatto che la dignità deideboli venga calpestata ogni giorno? Non avete nulla dadire sul fatto che Salvini - ripeto, Salvini! - ci rappresenti inSenato?A me questa Italia e questa Calabria di vitalizi, strutture,parassitismo, politica e spettacolo, onestamente, nonpiace.A volte mi rifugio nei versi del Pascoli: “È, quella infinitatempesta, finita in un rivo canoro./Dei fulmini fragili resta-no cirri di porpora d’oro”.

Ilario Ammendolia

Era di maggio.Che esplosione di sole, di fiori e di colori e, soprattutto, disogni, in quel mese di Maggio di cinquant’anni fa.Noi l’abbiamo vissuto al Sud e dal Sud, innestandolo sullapianta delle grandi utopie della civiltà mediterranea. Nona caso siamo la Patria del Campanella e“noi” fummo“ribelli”!Fu un bel sogno, forse fugace, a tratti faticoso e che, tra altie bassi, ci ha accompagnato per tutta la vita. A quell’epo-ca i contadini del mio paese erano impegnati in asprelotte, quasi disperate, spesso isolate dagli stessi operainonostante il nostro grido di battaglia fosse: “Nord e Suduniti nella lotta!”. I contadini cercavano un giovane stu-dente per scrivere, affiggere i manifesti e distribuire volan-tini, e così mi sono ritrovato parte attiva di un mondo checomunque era anche il mio. E da quel “mondo” non misono mai più staccato. In quel Maggio del ’68 ero un gio-vanissimo consigliere comunale del PSIUP (partito custo-de di una presunta “purezza” dell’idea marxista) e segre-tario della Camera del Lavoro di Caulonia. Niente a chevedere con i sindacati attuali, perché avevano da offriresolo tanto lavoro gratuito, viaggi a passaggi, rischi altissimi,denunce e processi a volontà!Non fu solo una stagione di sole e di fiori, ma anche dierrori, a volte gravi, di superficialità e di illusioni.Ma soprattutto di conquiste.Per esempio, per la prima volta nella nostra storia le ragaz-ze (le nostre ragazze), abbandonando tradizioni millena-rie, indossarono la minigonna. Non solo a Parigi o aMilano, ma anche a Siderno, Locri, Caulonia, Roccella…Non era una cosa di poco conto perché in un epoca in cuivigeva ancora il “delitto d’onore” la donne si riappropria-vano del proprio corpo pretendendo di esser rispettateper quel che erano e non per come vestivano. La nostrasolare civiltà mediterranea veniva fecondata da nuoveidee di libertà, uguaglianza, fraternità e di pace.Le manifestazioni ci sfibravano, ci entusiasmavano, ciriempivano di vita e di speranze. Le riunioni si susseguiva-no senza posa alcuna.Molto più che delle elezioni ci interessava portare la “fan-tasia al potere” e sognare “una nuova Umanità”.Si leggeva tanto e sicuramente male.Anche nei nostri piccoli paesi - a notte fonda - qualche

A cinquant’anni dal “Maggio francese”, simbolo della rivoluzione socioculturale chetravolse l’Europa nel 1968, ci siamo dimenticati quanto quello spirito rivoluzionario chenascondeva una disperata voglia di cambiare abbia travolto anche la Locride. È perquesto colpevole oblio se, oggi, accettiamo una società che ci costringe a sottostare alvolere dei politici-padroni, mentre ormai consideriamo normale che l’eserciziodemocratico del voto venga negato ai comuni del nostro comprensorio.

In quel maggio anche i residenti della Locridepretesero quella uguaglianza e quella paridignità che trasformò il “voi” svolto ai nonni insegno di rispetto in un più colloquiale “tu”.

ERA DI MAGGIO…

La democraziaè andata a farsi fottere!

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LA POLEMICA

Ci risiamo. Il paladino dell’informazione senza pauraMassimo Giletti torna a parlare della Calabria e intavolaun intervento alla fine del quale, in maniera studiata,possa emergere una volta di più l’irredimibilità dellanostra terra. Anche se il lupo ha perso il pelo (dal salottode “L’Arena” Rai siamo passati a “Non è l’Arena” suLa7) il vizio non è andato perduto e, benché la sanità egli atterraggi in elicottero in pieno centro siano ormaiacqua passata, a farla da padrona sono sempre le stortu-re di cui la nostra terra si rende protagonista.Il fenomeno di cui si è parlato questa settimana è quellodelle vacche sacre, proprio in questi mesi oggetto di ungiro di vite da parte della prefettura di Reggio Calabriache pare stia dando ottimi risultati. Ma all’informazioneche deve far incazzare di Giletti questo particolare noninteressa, soprattutto quando si hanno a disposizione dueimprenditori vessati dalle mafie, Bruno Bonfà e NinoCento, e due sindaci da mettere sulla graticola,Giovanbattista Bruzzaniti, di Samo, e StefanoMarrapodi, di Caraffa del Bianco.Con il procedere della trasmissione, i toni del conduttoredi La 7 nei confronti dei due primi cittadini, già aspri inapertura, sono divenuti di vero e proprio astio, fino a farpassare l’idea, giustamente applaudita con entusiasmodal pubblico a comando presente in studio, che i due rap-presentanti fossero conniventi o, comunque, non ade-guatamente impegnati nelle attività di contrasto all’odio-so fenomeno del pascolo abusivo. E così, mentre l’Italiasi indignava per le condizioni in cui pretende colpevol-mente di continuare a vivere il nostro comprensorio, laCalabria spettatrice lo faceva per l’ennesimo messaggiosbagliato e parziale che veniva riservato alla nostra regio-ne, chiedendosi il perché di un servizio così scadente erabbioso nei nostri confronti.A farsi questa domanda di certo è stato il Presidente delComitato dei Sindaci della Locride Rosario Rocca che,mercoledì mattina, sulla propria pagina Facebook, hapostato un argomentata riflessione sull’ospitata dei suoicolleghi in TV, sottolineando quanto assurda fosse l’ideadi un accordo con le mafie da parte dei due primi cittadi-ni per chi, come lui, li conosce in prima persona. Con lascusa dei tempi televisivi, le repliche di Bruzzaniti eMarrapodi, tutt’al più colpevoli di non aver previsto didover dare risposte brevi, sono infatti state tagliate conl’accetta, facendo credere al pubblico che un sindaco chenon scende in campo in prima persona per cacciare ibovini a schioppettate dagli orti della povera gente nonstia facendo abbastanza.Eppure, come ci ha raccontato l’ex primo cittadino diBivongi Ernesto Riggio, è proprio dai sindaci che sonopartite le numerose iniziative per arginare il fenomenodelle vacche sacre e non è certo per causa loro che le col-laborazioni con la Prefettura sono state interrotte brusca-mente.«Sulla scorta delle proteste dei contadini e degli agricol-tori che risiedevano nel territorio di mia competenza, - ciha raccontato Riggio, - tra il 2005 e il 2006 ho aperto per-sonalmente un canale di dialogo con la Prefettura affin-ché si prendessero provvedimenti nei confronti delle vac-che sacre, che stavano arrecando danni enormi ai vignetidella nostra zona. La risposta del Prefetto fu positiva evennero impiegate diverse compagnie di Carabinieri persupervisionare la zona e, come previsto dalla legge,abbattere gli animali se si avvicinavano troppo alle stradecostituendo così un pericolo per l’incolumità dei cittadi-ni».Nonostante i risultati immediati, tuttavia, l’azione con-giunta di Amministrazione e Prefettura ebbe vita breve.

«Alla notizia dell’abbattimento di un paio di bovini, - con-tinua infatti Riggio, - le associazioni animaliste insorserofacendo pressione affinché gli animali non venissero ucci-si. L’intera operazione di contrasto al feno-meno, con l’impossibilità di adottare lasoluzione estrema, divenne di fattoperfettamente inutile nell’arco dipoche settimane, perché gli animali,abituati a pascolare liberamente, sicomportavano come delle grossecapre, in grado di saltare e nasconder-si con un’agilità inimmaginabile ocomunque sufficiente a farle fuggire daitentativi di cattura».La totale omissione di questo reso-conto sarebbe sufficiente da solaa far comprendere quantoGiletti, che pure ha dedicatoun’intera ora del suo pro-gramma a questo argomen-to, abbia voluto ridurreall’osso la faccenda, ritor-nando sull’atavica omertàdei Calabresi e ignorandole difficoltà burocratiche ele problematiche a cui inostri sindaci devono farefronte ogni giorno per cer-care di affrontare anche ipiù ridicoli problemi. Ma,come affermavamo in apertu-ra, il servizio trasmesso su La7ha anche dell’estemporaneo, consi-derato che proprio in queste setti-mane la Prefettura ha avviato delleoperazioni di contrasto ai pascoliabusivi su assist proprio di un sinda-co della Locride.«Già l’anno scorso avevo più voltemesso sul tavolo il problema dellevacche sacre in qualità di sindaco diBenestare - ci racconta infatti RosarioRocca. - Ricordo che si era discussoanche in merito all’emanazione di un’or-dinanza che imponeva l’abbattimento diquesti bovini ma che, in sede di pubblica-zione, era emerso un problema che neimpediva l’applicazione da parte delleforze dell’ordine per non so quale proble-ma di carattere normativo. Più di recenteho discusso della questione anche nell’ambi-to del Comitato per l’ordine e la sicurezza,ottenendo dal Prefetto che questo genere diattività venisse introdotto nelle operazioni dicontrollo del territorio denominate focus‘ndrangheta. C’è da dire che, a causa dellascarsità di mezzi a disposizione delle forze del-l’ordine, che spesso si dovevano arrangiare conmezzi di fortuna, ogni denuncia o segnalazionein merito alla presenza di vacche sacre non haavuto riscontro, tanto più che, ho scopertorecentemente, il reato di pascolo abusivo èstato depenalizzato e, nei rari casi in cui i pro-prietari dei bovini sono stati colti in flagrante,se la sono cavata con una sanzione ammini-strativa. Con l’azione più concreta condot-ta dal Prefetto nella Piana di Gioia Tauro -continua Rocca, - contiamo di far estende-

re l’attività di controllo anche nella Locride, dove il feno-meno è meno invasivo ma comunque assai esteso, e ilproblema va affrontato con urgenza. Ciò che i sindacinon sono stati in grado di riferire a Giletti e che stiamopianificando una riunione in Prefettura per poter affron-tare l’argomento e analizzare le proposte utili a interrom-pere questa odiosa pratica. Già solo questo dato dovreb-be essere sufficiente a dimostrare che Bruzzaniti eMarrapodi non hanno rapporti con i locali di ‘ndranghe-ta, ma mi si permetta di dire che ho trovato doppiamen-te odioso l’atteggiamento del conduttore di La7 che,ignorando le problematiche legate agli aspetti normativio alla mancanza di mezzi, ha messo sulla graticola due

sindaci (che dovrebbero essere intesi comeparte del fronte democratico che cerca diarginare il problema) colpevoli di nongirare per il proprio paese ad abbattereanimali vaganti come se fossero sceriffi.»Come troppo spesso accade, insomma,anche in questa occasione la stampacerca colpevolmente di far passare unmessaggio non veritiero nei confrontidi una parte della popolazione ingiu-stamente criminalizzata.«È un atteggiamento - continuaRocca, - che sfrutta il format utilis-simo del giornalismo d’inchiestasenza approfondire adeguatamente

tutti gli aspetti della vicenda analizzata.Se non si compie questa operazione diapprofondimento, tuttavia, non si può pre-tendere di fare chiarezza e tracciare unpercorso che individui la soluzione delproblema, ma ci si limita a cercare unopseudo colpevole e a sparare nel mucchio.Il format di Giletti, in questo senso, fini-sce con l’essere controproducente pro-prio per l’azione di contrasto attuatadalla Prefettura e dalle amministrazionilocali, perché fa passare il messaggio chela Calabria non può progredire a causa disindaci incapaci. Un sindaco non può, inalcun caso, passare per la controparte diun imprenditore che ha ricevuto minac-ce. È una mistificazione dei fatti.Durante la trasmissione si è tentato didare ai primi cittadini una colpa che, aparer mio, sarebbe più che altro daricercare tra i parlamentari che hannoproposto di depenalizzare il reato dipascolo abusivo e tra quelli che hannovotato a favore di questa proposta dilegge senza pensare che, al meridione,il fenomeno delle vacche sacre è unadelle manifestazioni più diffuse deldominio delle mafie sui territori».Ancora una volta, insomma, l’informa-zione relativa alla nostra terra preferi-sce dare spazio agli stereotipi, renden-do attuale una volta di più la tragicamassima di Corrado Alvaro giusta-mente ripresa da Rocca nella suariflessione: “La disperazione piùgrave che possa impadronirsi d’unasocietà è il dubbio che vivere one-

stamente sia inutile”.Jacopo Giuca

La scorsa settimana Massimo Giletti è tornato a parlare di Calabria, pretendendo diimputare le colpe dell’arretratezza della nostra terra agli amministratori locali, chepermettono ai mafiosi di far pascolare liberamente le proprie mucche a discapitodegli imprenditori onesti. Il servizio ha giustamente scatenato l’indignazione diRosario Rocca, che ritiene che le difficoltà nell’affrontare il problema vacche sacresarebbero invece imputabili a un altra categoria di politici.

I primi cittadini,secondo il

Presidente delComitato deiSindaci dellaLocride, sono

l’ultimo baluardodello Stato sui

territori e, comeconfermato

dall’examministratoreErnesto Riggio,

sono semprestati in contatto

con la Prefetturaper cercare di

risolvere ilproblema.

Giletti perde il pelo, ma non il vizio

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La notizia della donna disabilemaltrattata e derubata dellapensione da madre e fratello aBelmonte è stata trasmessa dalTG3 Calabria infangando unavolta di più Siderno, conside-rato che le immagini trasmessea corredo erano del corso dellaRepubblica e del Borgo supe-

riore della nostra città!

““

LA SETTIMANA

“Accipicchia, qui c'è un teatrofantastico. Siderno, Siderno,trascurato come te”. Questo lostacchetto che immaginiamo

abbiano intonato le caprette chemercoledì hanno scelto l'area delteatro comunale per un break“culturale”. Vedere il teatroridotto a pascolo non può cheprocurare amarezza e sconforto.

Il Movimento Italia delMeridione e il ConsigliereRegionale Orlandino Greco

hanno realizzato un’iniziativache, attraverso una proposta dilegge, nelle prossime settimanecoinvolgerà l’intera regione

Calabria relativa alla necessitàdi mettere in campo dei

provvedimenti che prevenganogli incendi estivi.

Questa settimana è nato ilprogetto civico “Cauloniarialza la testa!”, che ha

l’ambizione di rivoluzionare lapolitica cauloniese spazzandovia i vecchi metodi e portando

all’amministrazione delcomune capacità e

competenze. Nel direttivoSuely Di Marco, Gloria Petrolo,Maria Teresa Niutta e Mirko

Maiolo.

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

Mentre il re dell'Arena, che arena più non è,prolungava un piacere indefinibile, che avevaqualcosa di ripugnante in quella lenta immer-sione, scalino dopo scalino, verso l'abisso incui si vuole piazzare la Calabria, a Samo cin-que ragazzi facevano a cazzotti con la rabbia.La Samo tracciata da Giletti in un'arena tra-sformata nella peggiore sputacchiera non è laSamo in cui sono cresciuti e in cui vivono quo-

tidianamente. "Le telecamere di La7 hanno mostrato un'immagine deforme - ci racconta Tiziana Pizzati, 27 anni - quel-la che è trasparsa non è la vera Samo. Qui non si vive il climadi paura e di sottomissione che ha voluto descrivere l'inviata. Iragazzini che si sono dileguati di fronte alla telecamera, scap-pavano per vergogna. Non sono abituati alle telecamere e aigiornalisti. A Samo non siamo 'ndranghetisti, nè tantomenoomertosi. Qui non ci sono persone arrestate per associazionemafiosa. La gente dorme con le chiavi attaccate alla porta,lascia le auto aperte con le chiavi inserite. Non si vive quelclima di terrore che ha lasciato intendere il signor Giletti. Lagiornalista è venuta a Samo in un giorno feriale durante l'oradi pranzo, non sabato o domenica quando magari ci sarebbestato più movimento. Noi lavoravamo quel giorno, nonsaremmo scappati, avremmo raccontato la Samo reale. Tral'altro, non erano neppure cittadini di Samo alcuni tra gli inter-vistati. La nostra comunità non si merita questo". È indignataTiziana e con lei il resto del gruppo con cui da due anni ha fon-dato la cooperativa "Aspromonte". Un gruppo formato da cin-que giovani instancabili e pieni di speranze: oltre lei,Mariantonietta Bonfà, Vincenzo Carrà, Vincenzo Ferraro eAntonio Micchia. Insieme vogliono creare una reale opportu-nità lavorativa e di sviluppo per il loro territorio, soprattuttoper l'antica Precacore: il loro sogno è quello di far letteralmen-te rivivere il Borgo, parzialmente distrutto dopo il terremotodel 1908. Altro obiettivo è quello di far conoscere e mantene-re vive le loro tradizioni, promuovendo anche i prodotti tipici.A questo proposito la prossima estate avvieranno un labora-torio di prodotti biologici, primo tra tutti il liquore di mirto. Direcente, hanno inoltre contribuito a importanti progetti, tracui “Il Telaio nell’Aspromonte”, in collaborazione con l'EnteParco guidato da Giuseppe Bombino, che da sempre si batteper il riscatto della nostra montagna, un progetto ideato perconservare e promuovere questa antichissima arte che ha resoSamo, nei secoli scorsi, e fino a pochi anni fa, un’eccellenza.Un'idea che ha illuminato l’Aspromonte con dimostrazionipratiche, anche nelle scuole, sulla trasformazione della gine-stra e il lino in fibre tessili e dunque in filati pronti per esseretessuti, fino alla ‘ncannatura del filo. Lo scorso marzo, invece,sempre in collaborazione con l'Ente Parco, hanno collaboratoalla realizzazione di un workshop di progettazione per innova-re e valorizzare il borgo antico di Precacore. I lavori hannocoinvolto oltre trenta progettisti con competenze diverse:

architetti, conservatori,ingegneri, agronomi, dot-torandi, dottori di ricercae professori dell'universitàMediterranea di ReggioCalabria. "Abbiamo speri-mentato l'ospitalità diffusa- ci racconta Tiziana - i 30partecipanti al workshophanno pernottato nellecase messe a disposizionedalla gente di Samo, men-tre la nostra cooeprativaha provveduto a prepara-re pranzo e cena.Abbiamo messo in campoi valori che ci contraddi-

stinguono: la genuinità, l'affetto, la condivisione. Il clima che sivive a Samo è questo. Siamo l'esempio di una Calabria onesta,che lavora sodo e non si arrende. Nei questionari anonimi cheabbiamo sottoposto ai progettisti, c'erano messaggi di gratitu-dine: ci hanno confessato di essersi sentiti trattati come amici.Hanno percepito che per noi quell'accoglienza diffusa non èstato un lavoro ma una gioia". Di questa Samo fresca e pulitanella trasmissione di Giletti non vi è traccia. A "Non è l'Arena"

si è preferito trastullarsi nella solita brodaglia di luoghi comu-ni sulla Calabria, lanciando gli usuali ipocriti buoni propositiche, da anni, nascono e muoiono negli studi televisivi. In queiring, dove la Calabria finisce sempre al tappeto, sono più i par-ticolari che vengono taciuti di quelli rivelati. Per esempio,Giletti si è dimenticato di dire che l’imprenditore BrunoBonfà si reca sporadicamente a Samo, vive sotto scorta ma aRoma. La cosa strana è che il fratello che, invece, vive stabil-mente a Samo e si occupa dell'azienda di famiglia e di quei ter-reni, in cui a "Non è l'Arena" si è detto pascolino liberamentele vacche sacre, non ha una scorta. Dettagli volutamente glis-sati?Ma torniamo ai nostri ragazzi. Prima di lasciarci, Tiziana e isuoi amici ci tengono a lanciare un appello ai giovani dellaLocride e del Sud in generale: "Non mollate mai, se avete unsogno e volete costruire qui il vostro avvenire, credeteci.Quando siamo partiti non sapevamo cosa ci aspettasse e lastrada è ancora in salita, ma possiamo affermare con convin-zione che nel momento in cui ci si impegna definitivamente unintero flusso di eventi sgorga dalla decisione presa sollevandoogni genere di imprevisti favorevoli, incontri e aiuti materialiche nessuno avrebbe mai immaginato che avrebbero incrocia-to il proprio cammino. Iniziate il vostro percorso e vi sorpren-derete di scoprire quante cose belle possono accadere. Grazieall’amministrazione comunale di Samo e soprattutto al ParcoNazionale dell’Aspromonte, nella persona del PresidenteGiuseppe Bombino. Concludiamo con un suo pensiero chesentiamo anche nostro: Vogliamo essere presenti, apparirealla storia e restare nella storia per ciò che siamo veramente:una comunità onesta e laboriosa, con il cuore grande e le manisporche di terra, quella terra d’Aspromonte che amiamotanto e che fa parte della nostra anima".

Dopo la puntatadi "Non è

l'Arena" diMassimo Giletti

in cui è statadescritta laSamo delle

vacche sacre,infarcita deisoliti luoghicomuni sullaCalabria e sulSud, ci siamo

recatipersonalmente

nel piccolocomune della

Locride. Davantiai nostri occhi siè spalancato un

mondo che,guarda caso, alle

telecamere diLa7 è sfuggito.

Abbiamoincontrato

Tiziana e i suoiamici che ci

hanno mostratoil vero volto diSamo: quellodella gente

onesta,laboriosa, con ilcuore pulito e lemani sporche di

terra, la terradell'Aspromonte.

L’appello di Tiziana e dei suoiamici ai giovani della Locride:"Non mollate mai, se avete unsogno e volete costruire qui ilvostro avvenire, credeteci. Nelmomento in cui ci si impegna

definitivamente un intero flussodi eventi sgorga dalla decisionepresa sollevando ogni genere diimprevisti favorevoli, incontri e

aiuti materiali che nessunoavrebbe mai immaginato cheavrebbero incrociato il proprio

cammino”.

R06 MAGGIO- 08 intervistawww.larivieraonline.com

Samosacra è la speranza

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06 M

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Anche se nel mondo scolastico c’è una forma didiscriminazione, e gli ultimi avvenimenti purtrop-po lo manifestano, Davide è integrato perfetta-mente con la sua classe e tutto l’Istituto TecnicoCommerciale G. Marconi Siderno. L’opportunitàdi essere presente in questo viaggio mi ha datoconferma che Davide, nel gruppo, assume unruolo aggregante, una positiva malta cementizia.Un viaggio d’istruzione nella splendida Sicilia:Trapani, Mothia, Saline, Marsala, Erice, Terrasini,Palermo.Il viaggio è stato atteso con manifesta gioia daparte di Davide e, nel contempo, tanta ansia daparte mia.Proprio per favorire un senso di autonomia, misono tenuta distante il più possibile e lasciato libe-ro con i suoi compagni…Un viaggio bellissimo in cui mi sono goduta sem-plicemente mio figlio. Una conquista in più, istan-ti di felicità grazie al suo carattere gioioso e posi-tivo…Vedere Davide più gratificato in quello che fa,non ha prezzo! Le sue capacità piano piano sirafforzano… la strada è lunga ma sono fiduciosaperché esiste un tessuto sociale intelligente e sen-sibile, vera speranza, rispetto a esempi negativiche spesso vengono dal mondo dei cosiddetti ‘nor-mali’.Tutto il gruppo, composto da due classi, insieme aiprofessori, si è dimostrato maturo, affettuoso, cor-retto e splendidamente integrato con Davide.Davide non ha l’amico del cuore, quello con cuicondividere momenti di allegria, felicità e spensie-ratezza, ciononostante riversa l’amore verso tuttie, proprio questo non limitare ma estendere l’a-more a tutti, mi riempie di una gioia incommensu-rabile.

Gli amici spesso ci riempiono la vita di insegna-menti. A volte ci innalzano, altre volte ci deludo-no. E anche se sono a volte contingenti, vogliofare un plauso particolare ad Alessandro, Marco,Antonio, Amici speciali di Davide che, con il loroincantevole legame, mi hanno fatto toccare il cielocon un dito. Non per piaggeria, ma sento dalprofondo del cuore di ringraziare la DirigenteClelia Bruzzì, le insegnanti di sostegno, i professo-ri e tutti gli altri ragazzi che con molto affettohanno seguito Davide nell’esperienza.

Giovanna Lombardo

Caro nonno,ti vorremmo dire tante cose, per esempio rac-

contarti di quando eravamo piccolini e con il tuosorriso riempivi le nostre giornate di tanto

amore o dei bei lunghi discorsi fatti insieme… leserate passate a giocare a carte. Quando ci dice-vi “Ti dassavi u vinci apposta”. Quando, affac-ciandoti dal balcone, ci davi sempre raccoman-dazioni su quello che facevamo. Quante volte cihai accompagnato a scuola riportandoci a casa

sempre con qualche regalino. E, intanto, noi cre-scevamo… con te al nostro fianco era tutto più

bello. Poi ci sono anche i tuoi nipotini più picco-li: Pio, Fatima e Vincenzino, che non ti hanno

potuto vivere abbastanza per colpa di quel brut-to male che ti ha strappato da noi troppo prestoe non hanno potuto assaporare appieno la bontàdel tuo cuore ma, giocando insieme a te, ti ren-devano le giornate meno dolorose. Avremmoancora tante cose da dirti, ma non ce n’è biso-

gno, tu sei nei nostri cuori e lì rimarrai per sem-pre. Ti siamo stati accanto fino all’ultimo respi-ro… mano nella mano. E anche se non riuscivi aparlare… ci parlavano i tuoi occhi… pieni d’a-more… come sempre. Continua a sorriderci dalassù caro nonno… e ogni qualvolta vedremo

brillare nel cielo la stella più luminosa sapremoche sei tu… ti amiamo, nonnino, e ti ringrazia-mo per tutti i preziosi valori che ci hai trasmes-

so. Il nostro non è un addio, ma un arrivederci…con amore immenso, i tuoi nipoti

Mariangela, Salvatore, Alessia, Vincenzo,Melania, Pasquale, Vincenzo, Pasquale… Pio,

Fatima e Vincenzino

Ogni vota chi 'nto mundu,veni fora 'n'attra luci,quasi quasi mi cumpundu,penz' 'a vita quant'è duci

e quant' esti meravigghja,gliù momentu di magìa,quandu 'llarga 'na famigghja,quand' 'u cori si ricrìja

mentri vidi gliù trisoru,glià facciumi picciriglia,'n attru frati, 'n' attra soru,'n'attra luci, 'n'attra stiglia

chi risplendi 'nta 'sta terra,chi ti 'nnorba a poc' a pocu,ch'esti paci, non è guerra,acqua chjara sup' 'o focu

chi rifrisca cor' e testa,chi ti sarba d'ogni cruci,chi ti faci fari festa,quandu veni 'n'attra luci.

Giovanni Ruffo

LuciPoesia dedicataad Alice nata il 2 maggio

La straordinariagita scolastica

di Davide,meravigliosoragazzo down

che hadimostrato di

essereperfettamenteintegrato con isuoi compagniquando gliene è

stata data lapossibilità.

IN RICORDO DI FRANCO LOMBARDO

Questo spazio è riservato a te. 1200 battute per lamentarti ocomplimentarti con noi, fare

segnalazioni, raccontarci le tueesperienze, potrai inviarci fotodegli scorci del tuo paese o

video se hai un talento nascos-to. Saremo lieti di rispondertipubblicamente, daremo voce altuo pensiero e ti daremo visi-

bilità sui nostri social.Sii parte integrante di questa

realtà

[email protected]

Davide in gita scolastica

Il sognomeravigliosoCiao Franco,mi manchi tanto. In questo mondo falso, fattosolo di conoscenze e non amici, tu eri un gran-de fisicamente e sentimentalmente.Ragazzo buono, bellissimo, forse un po’ fragile,come quasi tutti, eri forte nei valori e nei senti-menti veri.In amicizia abbiamo condiviso tutto, mangiatonello stesso piatto. Eravamo una sola persona.Potevo girare le spalle e tu eri lì a osservarmi;mi giravo e mi salutavi sorridendo finché nonandavo via.Volevi stare tanto con me e lo stesso valeva perme.Il sogno di questa notte era lunghissimo. Non soquante ore, ma bellissimo. Ho sognato unaparte della vita passata insieme, la nostra amici-zia, anzi no, fratellanza.Per me e per te eravamo fratelli orgogliosi diaver passato quasi una vita assieme.Non abbiamo mai litigato, magari qualche pic-cola incomprensione, ma subito dopo ti mette-vi a ridere. Mi conoscevi molto bene.Progettavamo il prossimo viaggio.Ricordo il giorno del tuo matrimonio con labellissima Franca, in una chiesetta delleMarche dove tu vivevi per motivi di lavoro.Ti osservavo tanto, quasi geloso del poco tempoche successivamente avremmo passato insiemee, invece, ne siamo usciti più legati con le rispet-tive famiglie, su e giù per l’Italia.Mi volevi bene e te volevo anche io. Tanto! Unbene vero e senza interessi, mentre oggi soloconoscenze più false che buone.Un destino crudele ti ha portato via dalla tuacara e adorabile moglie Franca, dalla tua bellis-sima figlia Alessia, da tua madre e dalle tuesorelle Teresa e Tiziana.La vita, a volte, e così crudele con chi merita dirimanere per godersi i familiari.Ora ti tengono compagnia le stelle nel silenziodella notte.Ciao gigante buono. Ci manchi tanto!Dal tuo caro amico fraterno.

Giuseppe Belligerante

Privato vende fabbricato di 180 metri quadrati con possibilità di costruir-vi un piano superiore da adibire ad appartamenti. L'immobile si trova difronte all'I.P.S.I.A. di Siderno. Per informazioni rivolgersi al numero 0964/381254

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In ricordo di Vincenzo

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www.larivieraonline.com Rrubriche

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Puntuale comela scadenzadella cambiale

– i giovani probabilmente non laconoscono ma i loro genitori, nellaquasi totalità, sono ricorsi a tale stru-mento per l'acquisto di ogni genere -(nel diritto italiano, è un titolo di cre-dito la cui funzione tipica è quella dirimandare il pagamento di unasomma in denaro. In Italia la discipli-na principale è contenuta nella leggecambiaria - Regio Decreto del 14dicembre 1933, n. 1669), si è tenuto ilconcertone del primo maggio. Paratadi artisti o, novelli Carneade, pseudoe sconosciuti. Insieme per celebrare lafesta dei lavoratori o del lavoro. Nonl'ho ben capito. In piazza SanGiovanni, a Roma, c'erano moltissimigiovani, la quasi totalità estranei almondo del lavoro. Con molta proba-bilità erano presenti molti rider –anglicismo per definire i fattorini chein bici o motorino consegnano il ciboa domicilio e vengono pagati € 3 aconsegna-, molti che lavorano nei callcenter, Ma per l'Istat risultano occu-pati. Infatti, allo stato attuale è classi-ficato come “occupato” chiunque, dietà superiore ai 14 anni, abbia lavora-to almeno un’ora nella settimana diriferimento, a fronte di una retribu-zione. È, invece, considerato “disoc-cupato” chi soddisfa tutti i seguentirequisiti: non è “occupato” in basealla definizione precedente; ha cerca-to attivamente lavoro nelle quattrosettimane precedenti la settimana diriferimento dell’indagine; è disponibi-le a lavorare nelle due settimane suc-cessive alla settimana di riferimento.Gli altri sono inattivi. Dalle definizio-ni sopra riportate, risulta evidente chela definizione di “occupato” tende adessere molto ampia, mentre la defini-zione di “disoccupato” piuttostoristretta, e questo può implicare che iltasso di disoccupazione sottostimi lo

stato di salute del mercato del lavoro.Mi ricordo Luciano Lama, la suapipa, mirabile pendant con l'altrafamosa e familiare, quella dell'amatoSandro Pertini. Mi ricordo la parteci-pazione di circa tre milioni di personeal Circo Massimo nel 2002 che rispo-sero all'appello di Sergio Cofferati perla difesa dell'art. 18, allora minacciatodal governo Berlusconi. Mi ricordo lemobilitazioni di massa, la difesa stre-nua dei diritti inviolabili della dignitàdella persona, della libertà dal giogodel ricatto (cantava Giorgio Gaberche la libertà è partecipazione).Panem et circenses. SecondoGiovenale, il pane e il divertimentoerano tutto ciò che desiderava ormaiil decaduto popolo romano. Ora, pur-troppo, invece di dare il panem, illavoro, ci si limita a dare gratis il cir-censes, tanto che, invece di chiamarloprimo maggio lo si potrebbe definireprimo omaggio. Generalmente, unafesta è organizzata in favore di unparticolare invitato, ma con la tristez-za nel cuore, constato che, purtroppo,la persona più importante (il lavoro) èsempre più assente. Il Giro d’Italiadel 2018 partirà da Israele. GinoBartali è stato riconosciuto da Israelecome ‘Giusto tra le Nazioni’. Unuomo pio, il peso della cui gloria nonaveva scalfito minimamente umiltà,altruismo, coraggio. Gino continuavaa pedalare, anche quando non era ingara. Non lo faceva per se stesso:nascosti nel tubolare della propria bicic’erano documenti che avrebbero sal-vato migliaia di ebrei da una deporta-zione nazista che in pratica avrebbesignificato morte. Caro Gino, ricordouna tua tipica espressione, da tosca-naccio: l'è tutto sbagliato, l'è tutto darifare. Purtroppo, è di una sgomentaattualità.Tonino Carneri

LO ZIBALDONE

CALABRESE PER CASO

D’amore e d’onoreLina è seduta sulla piccola veran-da della sua casa sul lungomaredel suo paese della Locride.

Davanti a lei il mare cristallino della primaverainoltrata. Ha i capelli bianchi che una dolce brezzamattutina li accarezza dolcemente. Le sue maninon sono più quelli di un tempo. Ora tremano.Intorno a Lina corrono i suoi nipotini.In gioventù i ragazzi facevano a gara per cogliere losguardo di Lina. Ma Lina si girava solo quanto pas-sava Mario. Quel giovanotto, che le aveva rubato ilcuore, ha ricambiato per molto tempo. I due sisarebbero dovuti sposare. Questo fino a quando, ungiorno di fine estate, Lina lo ha affrontato mentreMario si trovava seduto in uno dei bar del paese,quello che sta nella piazzetta. Lina ha bisogno dicapire se quello che ritiene essere il suo fidanzatoha intenzione o meno di portarla all’altare. Mariofa il gradasso e la deride davanti ai suoi amici.Davanti al paese. Lina si vede crollare addosso il mondo. È unaragazza caparbia. Non si arrende e ritorna a parla-re con Mario. Non accetta di essere disonorata. Ecolpisce il giovane con un coltello. Non riescono afermarla. Chi si mette in mezzo viene anche lui col-pito. Lina ha lavato il disonore con il sangue.Nel giro di pochi minuti tutto il paese conosce lastoria di Lina e Mario. Chi può aggiunge qualchedettaglio. Spesso a sproposito. Il giorno dopo tutti a leggere la cronaca del fattoche riporta il giornale del mattino, che si fa a gara acomprare, aspettando l’arrivo presso l’edicola dellastazione. Quella che è la prima, ogni mattina, adaprire i battenti per i viaggiatori che prendevano ilprimo treno.Qualche mese più tardi davanti alla Corte di Assise

di Locri si apre il processo che vede sul banco degliimputati Lina, accusata di omicidio e tentato omici-dio plurimo. Ma allora il codice contemplava il“delitto d’onore”. E Lina ottiene una condannamite. L’amore e l’onore si sono macchiati del rossodel sangue e del nero del lutto.Passano alcuni anni e Lina conosce una guardiapenitenziaria. Enzo è un giovane “secondino” cherimane affascinato dalla ragazza. Da quando l’havista non riesce a pensare ad altro se non a lei. Sene innamora. Lina ricambia. Per lei è sbocciato l’a-more. I due giovani innamorati intrecciano una relazioneche nel tempo si coronerà prima con una gravidan-za, poi con la nascita di Caterina.La bambina per un periodo crescerà all’interno delpenitenziario. Finché la madre ritorna in libertà e,con lei anche Caterina che potrà conoscere i profu-mi della sua terra senza l’odore di muffa che quasiin tutto l’anno proviene dalle mura della prigione.Enzo e Lina si sposano. Nasceranno altri figli.Nel paese sono rimasti in pochi a ricordare la storiadi quella ragazza.Lina, ancora oggi che le sue mani tremano, custodi-sce i suoi ricordi. Mentre è seduta i suoi nipotinicontinuano a giocare. Da lontano appare uno stor-mo di gabbiani che si avvicina sempre di più allariva e sembra accompagnare le barche dei pescato-ri con le loro reti sempre meno gonfie.

Ultimi ma contenti…Il paradosso della sconfitta

Una volta la sanità: ultimi in Europa. Unavolta l’occupazione giovanile: ultimi inEuropa. Oggi la svolta: affidarci ad unaZes. Ora, per carità, chi mette in dubbio labontà, e la sincerità, di ridefinire in terminicompetitivi un territorio. Tuttavia, Zes onon Zes partiamo da una certezza: siamo

ultimi. E non si tratta di un momento del campionatodi calcio nel quale si spera di poter risalire una classi-fica che condanna solo temporaneamente. Si tratta diquella che viene definita in termini generali comebrand reputation, ovvero una condizione che si riferi-sce ad istituzioni che vorrebbero mirare ad esprimereun’identità competitiva, cioè a dotarsi a premessa diogni volontà di crescita, di una reputazione territoria-le che in termini economici uno Stato, come una regio-ne dovrebbe avere. Al di là di ogni analisi macroeco-nomica, pur leggendo di eccellenze a vario titolo spesesui giornali o di progetti di Zone economiche speciali,sembra che magicamente la Calabria sia destinata adiventare una sorta di Dubai del Mezzogiorno, offren-do incentivi e condizioni economiche vantaggiose alleimprese esistenti sul territorio e a quelle che vi vorran-no investire. Nessuna critica alle buone intenzioni dellegislatore e del governo che ne ha emanato di recen-te il decreto attuativo, ci mancherebbe. Tuttavia michiedo a quali imprese ci si intende rivolgere e all’in-terno di quale piano imprenditoriale ci si voglia riferi-re, soprattutto guardando alla Calabria e alle sue pos-sibili Zes in termini di capacità competitiva dalmomento che né l’industrializzazione né una agricol-tura di nuova concezione sono state riconsiderateall’interno di un modello economico che ancora oggi

sopravvive all’ombra di se stesso. Creare una Zesrichiede non solo una chiarezza delle capacità produt-tive e di valorizzazione delle risorse territoriali. Essarichiede un livello di infrastrutturazione che abbattatempi di lavorazione e di distribuzione dei beni pro-dotti che di fatto non sono paragonabili alle possibilitàofferte da altre realtà nazionali e mediterranee. Nonsolo. La stessa qualità della vita in termini di servizinon mi sembra così fortemente attrattiva al punto dafar si che – al di là dell’estemporaneità di qualche illu-minato e sostenuto investitore – ciò possa rappresen-tare un motivo di allargamento della volontà di trasfe-rire nella nostra regione anime ed intelligenze dall’e-sterno, per sostituirsi a quelle che ogni giorno perdia-mo con i nostri ragazzi che affollano treni ed aerei condestinazioni diverse. D’altra parte non vi sono dubbi,tranne che non si voglia credere a visioni complottisti-che di moda, che siamo ultimi. Terribilmente e incon-trovertibilmente ultimi non solo in Italia ma inEuropa, e non credo che una Zes faccia la differenza.Eppure, in questo record al negativo che ci viene attri-buito ho notato un certo distacco. Una sorta di rasse-gnazione e di apatia alla non novità che mi fa riflette-re sul commento di un mio amico. E, cioè, che essereultimi diventa una rendita spendibile sempre. Ognivolta che si tratterà di doverci commiserare per il sen-tirsi abbandonati quando non sappiamo o non voglia-mo dare delle risposte alle nostre inerzie. Ogni voltache ci sarà da chiedere qualcosa partendo dalla nostracondizione di comoda marginalità. Perché, sempre allafine, essere ultimi è e rimane il miglior alibi spendibi-le per presentarsi con il collaudato piatto romano allaporta che conta.

L'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare

Mario fa il gradasso e deride Lina davantial paese. Lina si vede crollare addosso ilmondo. Non accetta di essere disonorata. E colpisce il giovane con un coltello.

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VITIS VINIFERA L.

Nei nostri territori, dalla Locridesettentrionale fino a Palizzi e oltre

verso sud, ogni comunità, nel settore viticolo, rappre-sentava una realtà diversa dal punto di vista varietale,perché i suoi componenti erano arrivati da mondidiversi e lontani da cui avevano portato molte essenze,com’era stato il caso di Pietrapennata, che era stata fon-data da profughi maltesi, arrivati in Calabria dopo lacaduta dell’isola Mediterranea in mano agli arabi nelcorso del IX secolo d.C. Essi avevano portato le viti pre-senti a Malta, e infatti le essenze viticole diPietrapennata sono diverse da quelle di Palizzi di cui èfrazione, abitata ormai da circa 40 persone delle 900che contava fino agli inizi degli anni sessanta.I profughi erano arrivati nella località chiamata poiMalta e vi fondarono Casali Jusu distrutta da un terre-moto nel corso del XVII secolo.Man mano che i turchi avanzavano nella Grecia, moltiprofughi lasciarono la loro patria e si rifugiarono inCalabria, tanto che attorno al 1532, nell’area tra Bova eBovalino, gli abitanti aumentarono di molto e quelliche arrivavano portavano con sé semi e probabilmenteanche tralci delle loro viti.Anche dopo la caduta di Cipro in mano ai turchi, nel-l’estate del 1571, dei profughi arrivarono in Calabria,mentre l’ultimo flusso arrivò dopo la caduta di Candiao Creta nel settembre del 1669, strappata ai difensoriveneziani dopo ventidue mesi d’assedio.Uno dei motivi, dunque, della notevolissima diversitàvarietale nel settore viticolo nella costa ionica reggina,erano le diverse provenienze di profughi dalla Grecia.Infatti, nell’area tra Bova e Brancaleone, alcuni cogno-mi corrispondono a villaggi della Grecia occidentale,come Rodà, Carteri, Sidari, e ciò significa che da quel-l’area provenivano i profughi che scappavano di fronteall’avanzata turca, mentre il cognome Politanò derivada Costantinopolitano, ossia la denominazione dei pro-fughi di Costantinopoli, caduta in mano ai turchi il 29maggio del 1453; in seguito il cognome, per amore dibrevità, si ridusse a Politanò.Naturalmente coloro che scappavano portavano lecose più preziose che possedevano e, tra questi, oggettid’oro e pietre preziose, ma anche, ripetiamo, essenzeche potevano essere utili nel mondo dell’agricoltura.Con sicurezza sappiamo che dalla penisola delPeloponneso, e precisamente dall’area diMonombasia, i veneziani diffusero le malvasie attornoal XVI secolo o addirittura prima nell’Italia.Di recente l’università degli studi di Bologna ha porta-to avanti degli studi sul DNN degli abitanti di Bova,Roghudi, Roccaforte e Gallicianò ed è emerso che lorohanno attinenza, a livello genetico, con i greci delle isoledi Creta, Rodi e Cipro e non con la Grecia continenta-le, mentre non mancano neppure relazioni con i sirianie con il Caucaso; il riferimento caucasico si può attribui-re agli Armeni che vennero in Calabria come sudditicombattenti dell’impero bizantino, specialmente altempo di Niceforo Foca. In una ricerca sui vitigni con-dotta da Angelo Caputo del Centro sperimentale diTuri, è stata individuata a Ferruzzano una vite apirenecorrispondente a un vitigno denominato Rodi B.Tutte le viti denominate con il nome di Greco bianco onero si riferiscono probabilmente al periodo in cui,durante l’avanzata turca, molti greci arrivarono nellaJonica reggina. In un periodo precedente, dopo la con-quista dell’Egitto da parte degli arabi nel 639 d.C., siebbe la diffusione massiccia dei moscati grazie a deiprofughi arrivati dall’Egitto, che portarono con sé il

Moscato d’Alessandria (zibibbo), Moscato bianco(moscatello) e Moscato giallo; una riprova dell’arrivo diprofughi egiziani ce l’abbiamo nell’intitolazione dimolte chiese a Santa Caterina d’Alessandria e addirit-tura a Gerace esistevano, fino a un ventennio addietro,i muri perimetrali della chiesa di Santa Maria Egiziaca,poi disastrosamente cancellati con le ruspe.Probabilmente proveniente dal Peloponneso e dall’a-rea di Mantinea il mantonico (gr. Mantonicòs) diMantinea: venne diffuso in Calabria e altrove, ed ebbeun successo consistente nella ionica reggina, specie nelcircondario di Bianco, mentre notevole fu la propaga-zione delle cosiddette Lacrime, sia bianche che nere.Le nere furono adattissime a produrre dei rossi di pre-gio, ma quasi sempre furono mescolate ai Nerelli cheerano prevalenti nelle vigne, mentre le bianche, dallabuccia delicata e dall’acidità totale non alta, furono uti-lizzate nella produzione di vini da dessert.Specialmente a Bianco, fino agli inizi del Novecento,alcune famiglie distinte, tra cui i Jelasi e i Medici, oltreche il Greco ed il Mantonico, producevano anche laLacrima Bianca, piuttosto per uso familiare e perdistinguersi dalle altre famiglie, che producevanoGreco, Mantonico e sporadicamente l’Alicante, unpassito rosso. Si raccontava che era delicato e, talvolta,migliore del Greco, in quanto le uve erano leggermen-te aromatiche, come del resto lo sono quelle del Greco.In altri ambiti, nel circondario di Bianco, la Lacrimabianca era presente a Ferruzzano dove, fino ai primianni Cinquanta, i fratelli Cafari, in parte trasferiti aBianco, mescolavano le sue uve a quelle del Greco,come pure facevano i Pulitanò.A Bianco, però, l’ultimo a mantenere in vita la Lacrimabianca fu Vincenzo Lucà ma, secondo quanto ha affer-mato il figlio Santino, durante l’espianto di un vecchiovigneto essa si è praticamente estinta.Fino a tre anni addietro, prima della morte rovinosaper il germoplasma del territorio, esistevano, nellavigna di Santo Mittica di Gerace, in contradaScurzunara dello stesso comune, alcune decine diLacrima bianca di Gerace dal grappolo elegante, dagliacini non fitti, punteggiati di nero, dalla buccia nonspessa, dalla foglia pentalobata e glabra.La moglie Rosetta ne impedirà l’estinzione?A Ferruzzano il defunto Giuseppe Lipari aveva conser-vato due viti di Lacrima bianca, apparentemente diver-se, in quanto una aveva la buccia più spessa e l’altra piùdelicata, ma ambedue avevano la foglia pentalobata efortemente pubescente, lanata, come le Aminie di cuiparlano le fonti classiche. Il figlio Salvatore ne conservaancora una, quella dalla buccia più delicata, mentre,per aver recuperato i tralci dalla vigna di SalvatoreLipari, in contrada Saccuti di Ferruzzano, io stesso pos-siedo nella mia vigna catalogo di contrada Arie Muratedi Ferruzzano, una decina di Lacrime dalla buccia deli-cata. I grappoli prodotti sono di grandezza media, dallaforma talvolta irregolare, dagli acini medio grossi dalcolore giallo paglierino a maturazione; le foglie dellavite sono pentalobate fortemente pubescenti, lanate.Anni addietro, il professore Cannavò, dellaMediterranea di Reggio Calabria, prese delle foglie e leportò a Portici nella facoltà di agraria facendo il con-fronto con alcuni vitigni della Campania e pare che fos-sero identiche a quelle della Coda di volpe, un vitignotipico di quella regione, dove alla viticoltura nell’anti-chità fu dato un contributo dai coloni di Sibari, che vifondarono Posidonia, inseguito denominataPaestum dai Romani.

Orlando Sculli

GIUDIZIARIACONVERSANDO

Da “Taureg 3”a “Crimine” a“Cumps”

Nell’ambito del procedimento deno-minato “Cumps-Banco Nuovo” gliinquirenti ricostruiscono gli assetti

territoriali della parte sud della Locride, in particola-re, le vicende afferenti l’area che da Bianco arrivafino a Brancaleone. Di interesse investigativo è lacosiddetta “pace” venutasi ad instaurare tra le diversecosche dopo la sanguinosa faida di Africo-Motticella. A riguardo viene richiamata, con particolare riferi-mento alle cosche che vi parteciparono, ovvero lacosca “Morabito-Mollica” contrapposta a quellacostituita dalle famiglie “Speranza-Palamara-Scriva”.A tali fini, di riporta quanto evincibile dagli atti dellacd. operazione “Tuareg 3”: «…nel comprensorio diAfrico, Bruzzano Zeffirio, Motticella, Brancaleone enei paesi limitrofi, gravitava in origine un’unica orga-nizzazione criminale, denominata “Scriva-Mollica”,che esercitava il predominio assoluto ed incontrastatosu una vasta area della fascia Jonica calabrese, man-tenendo stretti contatti d’affari e di reciproca assisten-za con altre cosche mafiose operanti nella provinciadi Reggio Calabria (ad es. San Luca e Cittanova). Alvertice di questo clan vi erano le famiglie dei MOL-LICA e degli SCRIVA, entrambe di Motticella, allequali competeva in via esclusiva la decisione sullestrategie criminali da seguire, sulle alleanze da strin-gere con altre consorterie, sulle attività illecite daporre in essere e la conseguente designazione dellevittime da colpire, nel quadro delle estorsioni, deisequestri di persona, delle rapine, ecc. A capo degli“Scriva-Mollica” vi erano Scriva P., cl.1953, ucciso il31 gennaio 1985, e Mollica A., cl.1952, soprannomi-nato il “biondo”, ucciso il 2 ottobre 1986 a seguito diun agguato mafioso, nel cui contesto morì ancheVottari G., cl.1945, appartenente all’omonima coscadi San Luca. Prima del sequestro della Dott.ssa I. C.,avvenuto il 25.01.1983, le due cosche degli Scriva edei Mollica inizialmente costituivano un unico clan,capeggiato dai defunti Mollica A. e Scriva P.».E ancora oltre: «Tale consorteria era dedita prevalen-temente al traffico di armi e stupefacenti, al controllodegli appalti pubblici ed alle estorsioni in danno dicommercianti di Bruzzano, Brancaleone, Motticella eFerruzzano, nonché delle ditte appaltatrici. Attorno acostoro, legati da stretti vincoli di parentela e compa-rato, nonché da comunanze di interessi naturalmenteilleciti, vi erano altre famiglie piuttosto numerose cherappresentavano i “gruppi operativi” dell’organizza-zione criminale, ai quali era affidato il non menoimportante compito di portare a termine tutte leazioni delittuose rientranti nella più ampia strategiamafiosa delineata precedentemente dai citati capibastone».«Tali gruppi di intervento – si legge in sentenza -erano costituiti prevalentemente dalle stesse famiglieche, a seguito della scissione in due tronconi distinti econtrapposti, verificatasi a causa della conflittualità,degenerata poi nella cosiddetta “faida di Africo-Motticella”, si schierarono rapidamente con l’una ol’altra fazione, tra loro in lotta per l’affermazione delpredominio territoriale».La faida di Motticella causò la deliberata uccisione dioltre 50 persone e portò l’organizzazione a decretarela chiusura della “locale” di ‘ndrangheta. Le indagini,poi, consentirono l’individuazione dei soggetti appar-tenenti alle cosche “Speranza-Palamara-Scriva” e“Mollica-Morabito”.Le attuali risultanze investigative hanno posto in evi-denza dei contrasti in seno a quest’ultimo sodalizio,dovuti, in sostanza, alle mire “espansionistiche” edautonomiste di Mollica S.. Questa circostanza èemersa in altri procedimenti e conferma l’intenzionedi effettuare una scissione in seno alla stessa cosca, daparte di tale Mollica S., funzionale alla apertura diuna sua “locale” di ‘ndrangheta a Motticella (frazio-ne di Bruzzano Zeffirio) al fine di acquisire una pro-pria autonomia, in particolare per quanto concerne lagestione degli appalti pubblici. Del resto, il progettodel Mollica S. di aprire una propria “locale” di‘ndrangheta, trova pieno e documentale riscontronell’operazione denominata “il Crimine”: dal conte-nuto di alcuni dialoghi intercettati nell’ambito dellasottostante attività investigativa ed, in particolare, inquelli censurati all’interno della ormai “famosa”lavanderia di Siderno, è emersa chiaramentel’intenzione di riaprire il “locale” diMotticella, nel comune di Bruzzano Zeffirio.

L'interesse per il nettarearancione cresce anche inItalia, ma in Giappone,

Australia e Usa è già boom. Redivivoperché presumibilmente ricorda i viniprodotti dai nostri antenati che già cin-quemila anni fa nelle zone dellaGeorgia e della Crimea deponevanol’uva nelle cosiddette “Kvevri”, conteni-tori in terracotta di grandi dimensioni incui dare luogo a lunghe macerazioniper ottenere vini concentrati e carichi dicolore. Tuttora utilizzata dalle cantinedella zona, questa tecnica è stata ripresada diversi produttori del Friuli VeneziaGiulia, Slovenia, Austria, Croazia e havisto gli albori di etichette notevolianche in Liguria, Toscana e Sicilia. L’orange è un vino introverso, oggi con-siderato da boutique o di nicchia.Nettare il cui colore deriva da un pro-cesso naturale di macerazione in cui ilmosto di uve bianche in fermentazionerimane a contatto con le bucce degliacini, da qualche giorno a diversi mesi,permettendo così l’estrazione di tuttequelle sostanze coloranti (i polifenoli)che conferiscono questa particolarenuance ambrata. Il risultato è un vinonaturale, non filtrato, capace di espri-mere sentori affascinanti che racconta-no un lavoro ecosostenibile in vigna,senza alcun uso di pesticidi e lieviti incantina. La brillantezza un po’ opale-scente e le diverse nuances (arancio,mogano, mattone) ci consentono dianticipare la linea olfattiva, che s’allargaa ventaglio da aromi di fumo, al fruttatosemi amaricante del litchi, dalle note dinocciola, spezie orientali, salsa di soia almiele amaro. Certi vitigni (ribolla gialla)riescono a offrire note di paglia secca,di confettura di nespole, di uva biancaappassita, di humus, di funghi. Il geor-giano rkatsiteli (in anfora) ha spessotono olfattivo di fumo, come pagliafumante, di foglia secca della vite, dichicco di caffè verde, di pera essiccata,di anacardo. Il bagaglio odoroso è quin-di molto stimolante e lontano dai cano-ni convenzionali, a volte sembra dientrare in un antico negozio di colonia-li, a volte in un bosco autunnale. Il

sapore vira versoinfusi e tisane fred-de, con toni di gin-ger, rabarbaro epompelmo rosa,contributo d’alcola parte. Questivini hanno allespalle la volontàe l’amore dicoraggiosi pro-duttori, tantolavoro manuale,molta cura delvigneto per ottenere

uve sane, una costanteattenzione in cantina. Unaproduzione molto interessan-te sia dal punto di vista storicoche etico, dove il rispetto delleleggi della natura e il rispolve-ro delle tecniche risalentiall’antica Roma sono duepunti cardine.

Sonia Cogliandro

FRUTTI DIMENTICATILacrima bianca

I BRIGANTI Accade in Spagna, ma accade tutti i giorni, ovunque. Una ragazza raggirata sui social, appena maggiorenne, da 5 uomini (uomini?) di 10anni più grandi. Abusano di lei e la abbandonano al suo destino. I giudici spagnoli (giudici?) non condannano per stupro ma per abuso,perché nel video non si evinceva che la vittima si rifiutasse, visto che era immobile. Immobile. Proprio come il cervelletto di alcuni giudici;

addirittura uno di questi ha votato per farli assolvere. Mi piacerebbe sapere cosa pensano le mamme di questi giudici, che riducono pene, assolvono cri-mini contro la dignità della persona, della donna, che non è libera neanche di fare una passeggiata di notte, perché potrebbe essere scambiato per altroe molestata, o peggio. “Ya basta”, dicono in Spagna. Sono scesi per strada in moltissimi, hanno fatto una bella cosa. Purtroppo le cose non cambierannofinché la mentalità non cambierà, finché dal profondo di noi non si eleverà la coscienza. Finché le donne stesse saranno derise e umiliate da donne,maschiliste come pochi. “Ya basta con los malos tratos” lessi vent’anni or sono a Còrdoba, in una vacanza. Mi restò impresso nell’anima. A distanza ditanto tempo non riesco a capire se le cose si evolvono in peggio oppure sono le donne che denunciano di più. Sta di fatto che essere donna non è perniente facile. Porti dentro le speranze dell’umanità, sai che senza di te il mondo andrebbe a rotoli, sei un pezzo di divinità incarnata perché consenti almondo di continuare a vivere. E loro che fanno? Combattono, sparano, fanno guerre, e ti guardano con disprezzo, e ti umiliano tutti i santi giorni. Ma ache serve generare mostri? Meglio l’estinzione, le bestie, senza l’uomo, riporterebbero l’equilibrio che manca.

Brigantessa Serena Iannopollo

Orange Wine:Il nettarearancioneche affascinai palati

Metà uomo, metàbestia: il satiro ai

giorni nostri

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l'ordine degliPsicologi

dell'emiliaRomagna nei

giorni scorsi halanciato un allar-

me: il precariatolavorativo mina lasalute mentale dei

nostri giovani,costretti a vivere

una sorta di "adolescenza

sospesa".d'accordo con

i colleghi roma-gnoli, il calabreseRoberto zappone,

psichiatra e psico-terapeuta da noi

intervistato:"Trovarsi con un

contratto a tempodeterminato o con

un lavoro senzacontratto o sotto-

pagato, determinaun aumento

della vulnerabilitàindividuale,

che in personeparticolarmente

fragili può addirit-tura trasformarsi

in patologia".

l'universo adolescenziale è quello piùenigmatico, il più incidentato, il più pro-blematico. francesca e Peppe iaconis nelloro libro cercano di scrutare questo uni-verso mettendo entrambi le mani avanti:il timoniere non è l'autore adulto, ma sitratta di una navigazione condivisa conil protagonista del racconto che, unavolta tanto, non delega al "navigato" lagestione della traversata, ma si fa co-gestore del battello. e quest'ultimo con-durrà il lettore ad un sicuro approdo,quello di un dialogo a due voci di paripeso che nel labirinto dello status adole-scenziale rappresenta il passe-partoutper catturare comprensione.

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Rosa Sirace è una che impara afiorire nel posto che ha, e fiorendoscrive la sua vita di cose piccolesu un'agenda: fogli con sopra ilnumero del giorno, e la carta chetiene il conto ripete quotidiana-mente che una storia non ha tuttolo spazio e il tempo che vuole.Così Rosa Sirace disciplina fatti,incontri e volti costringendolisulle righe, e sceglie di essere sin-cera su quello che c'è intorno: laverità resiste a ogni poco. il cielocomincia dal basso è un libro chemastica duro cercando il bene, elo trova.

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viaggiare è da sempre uno dei feno-meni più singolari della moderna cul-tura europea, in cui si combinano effi-mero e duraturo, fatuità e gusto d’os-servazione, curiosità e spirito d’avven-tura. dal ’700 la Calabria ne divieneuno degli approdi lungo le rive delMediterraneo. Se infatti lazio,Campania, Sicilia seducono per levestigia di un passato glorioso che iviaggiatori visitano come complemen-to del tratto personale, nella terra diCampanella si viene per scorci mozza-fiato, plaghe incolte e selvagge, un’u-manità ora affettuosa ora neghittosa elosca, che presto diventano lo stigmadi un’arcana suggestione.

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Precariato lavorativo, la salute mentale dei nostrigiovani è in pericolo

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

L’Ordine degli Psicologi dell’Emilia Romagna, in occasione dellaFesta dei Lavoratori, ha voluto porre l’accento sul profondo disagioesistenziale che affrontano i giovani tra gli anni ‘80 e il 2000, comu-nemente definiti “Millenials”, a causa dell’assenza di prospettive esi-stenziali dovute all’incertezza del futuro. Preoccupante l’allarme lan-ciato: il precariato lavorativo mina la salute mentale dei nostri giova-ni, costretti a vivere una sorta di “adolescenza sospesa”. Ne abbiamodiscusso con Roberto Zappone, psichiatra e psicoterapeuta.Dott. Zappone, quali potrebbero essere gli effetti psicologici che sideterminano quando non si riesce a intravedere un futuro?Tra le tante parole pronunciate lo scorso primo maggio, festa deiavoratori, la parola dignità è stata la più gettonata. “Il 1 maggio nonè una festa qualunque: è la festa della dignità e ognuno di noi ha il dirit-to di festeggiarla con le mani che profumano di lavoro”. Anche PapaFrancesco ha voluto sottolineare come il lavoro si coniughi con ladignità e l’autonomia.Avere un lavoro è benefico per la salute mentale. Il precariato lavo-rativo, come la disoccupazione, determina sicuramente disagio psi-chico. Molti studi dimostrano come ansia e depressione siano inaumento tra persone inoccupate o con un lavoro precario. Trovarsicon un contratto a tempo determinato o con un lavoro senza con-tratto, determina un aumento della vulnerabilità individuale, che inpersone particolarmente fragili può addirittura trasformarsi in pato-logia. L’alternanza di disoccupazione e lavoro precario determinasensazioni di incertezza personale e incertezza progettuale. Spessoci si sente impotenti e disorientati. Appare chiaro che questa sortadi limbo di “precarietà” prolunga la mancanza di indipendenza daigenitori, “sospendendo” e prolungando l’adolescenza. I cosiddetti“Millennials” devono confrontarsi costantemente con la mancanzadi certezze. Non avendo ancora una reale indipendenza economicaper staccarsi dalla famiglia di origine, si trovano ad affrontare senti-menti di frustrazione e a volte un vero e proprio disagio psicologico.Nonostante le competenze e le potenzialità, hanno poche possibi-lità di iniziare un lavoro, e quando lo trovano, sono spesso sottopa-gati e con contratti a termine. Molti resistono, lottano, e sono quelliche hanno grandi capacità di adattamento e che sanno affrontarecon equilibrio le difficoltà. Altri si abbattono, si demotivano, perce-piscono la mancanza di lavoro come una sensazione di inadeguatez-za che spesso sfocia in depressione e ansia. Il lavoro precario è naturalmente vissuto in maniera diversa in baseall’età. A 20 anni avere un lavoro temporaneo può non costituire unproblema ma a 30 e 40?A venti anni si è carichi, entusiasti, motivati. Le capacità di adatta-mento alla precarietà sono maggiori. L’entusiasmo dei primi soldiguadagnati, spesso da la carica per “sopportare” al meglio l’incertez-za del domani. A vent’anni ci si riorganizza, si utilizzano al meglio leproprie capacità. L’entusiasmo rende più ottimisti, e l’ottimismoviaggia con le ali della speranza di nuove e migliori opportunità . Laprecarietà e l’insicurezza in cui versano molti lavoratori sopra i 30 e40 anni, anche regolari, ha delle ripercussioni sulle biografie dellepersone, le quali, subendo involontariamente gli effetti perversi delsistema, finiscono per interiorizzare i riflessi negativi della precariz-zazione del lavoro, fino all’auto colpevolizzazione. La precarietà si fasentire soprattutto tra queste fasce di età, con un impatto esteso e avolte devastante su aspetti differenti della vita di una persona. Lecapacità di adattamento sono sicuramente inferiori, così come leopportunità di un reinserimento lavorativo. Le agevolazioni fiscalifavoriscono soprattutto i giovani e dimenticano gli over 40, cheimprovvisamente, si trovano spiazzati, magari con una famiglia, condei mutui da pagare, e con dei figli da sostenere. Quanti suicidi inter-rogano la nostra coscienza. Quanti atti dimostrativi fino alle estremeconseguenze annoverano le cronache. La cosiddetta resilienza,risorsa che permette di reagire alle sfide esistenziali e di riorganiz-zarsi quando ci si trova in difficoltà, è sicuramente meno efficientein questa fascia di età. Spesso prevale un senso di inutilità e ladepressione è dietro la porta. Quanto avere un lavoro stabile può preservare i meccanismi dicostruzione della propria identità?L’importanza del lavoro va considerata su due fronti: come mezzoper sostenersi e sopravvivere, come mezzo per definirsi, per diventa-re autenticamente se stessi. Il lavoro è essenziale per la costruzionedi una propria identità personale. Il lavoro che facciamo è una spe-cie di carta di identità delle nostre qualità personali e sociali. Il chisiamo e cosa facciamoquando ci presentiamo alle persone, necessa-riamente ha a che fare con il nostro lavoro. E chi non lavora? Chi faun lavoro non soddisfacente? Appare inevitabile, non avendo unruolo e avendone la consapevolezza, una crisi sul piano personale.Ecco perché il lavoro stesso influenza l’individuo e lo sviluppo dellasua personalità ed è l’elemento essenziale per costituire la propriaidentità individuale. La disoccupazione e la precarietà spesso ali-

mentano un senso di inadeguatezza personale e un senso di non rea-lizzazione di sé. La nostra immagine è legata al nostro ruolo profes-sionale. Le persone con un alto livello di autostima sono in grado diaffrontare più facilmente le difficoltà che possono sorgere nell’atti-vità lavorativa. Al contrario, le persone che hanno una bassa consi-derazione di sé sono più portate a deprimersi e a fallire, sia nell’adat-tamento alle diverse condizioni lavorative, sia nella ricerca di unanuova occupazione. Basti pensare alle persone che vanno in pensio-ne e improvvisamente perdono riferimenti e prestigio. La flessibilità, che è stata presentata come un’opportunità per spe-rimentare ampi margini di libertà, può diventare quindi una con-danna?Nell’era digitale avere assicurato un posto di lavoro per sempre,appare ormai una chimera. Flessibilità e precarietà non sono, auto-maticamente, assimilabili. Flessibilità può anche avere significatipositivi: capacità di adattarsi, prontezza nell’adeguarsi alle situazio-ni, duttilità. Dal punto di vista delle imprese, la flessibilità dei rappor-ti di lavoro non genera di per sé precarietà. Dal punto di vista dellavoratore spesso la flessibilità è sinonimo di precarietà, nel sensoche una vera mancanza di regole e di tutela spesso determina perdi-ta del posto di lavoro. Il mercato del lavoro non può essere regolatounicamente dal libero incontro della domanda e della offerta. Nelrapporto di lavoro deve esserci un piano di protezione sociale, unwelfare che possa rassicurare e proteggere nei limiti del possibile glieffetti distorsivi del mercato. La salute mentale passa anche dalletutele per i lavoratori precari e per chi ha perso il lavoro. La flessibi-lità ha senso, a mio parere, solo se diventa strumento per aumenta-re gli occupati, declinando una migliore qualità della vita e un digni-toso livello di benessere economico. In una regione come la Calabria, che non è economicamente tra lepiù dinamiche, quanto sono a rischio i nostri giovani? La Calabria è la regione europea che negli ultimi anni ha fatto regi-strare il maggior tasso di disoccupazione giovanile, pari al 58,7%. Aldi là dei numeri, comunque, quello che purtroppo spaventa di più èl’assenza di un’adeguata politica del lavoro che sia in grado di forni-re le risposte giuste per invertire radicalmente la tendenza e creareuna crescita dei livelli occupazionali. Se non costruiamo per le nostregenerazioni più giovani un nuovo mercato del lavoro, il nostro Paesenon potrà ovviamente avere un futuro. In Calabria e nel Sud ingenerale, è molto probabile che un giovane istruito, alla ricerca diprima occupazione, rimanga a lungo in attesa del posto di lavorodesiderato. Il rischio di una lunga permanenza in famiglia è maggio-re rispetto ai coetanei del Nord. Il senso di incertezza e di insicurez-za costringe i nostri giovani a rinviare continuamente le decisionicruciali della vita adulta, quali per esempio il matrimonio e l’averefigli, ritardando quindi l’ingresso nella vita adulta. Tale situazionepuò mettere in crisi non solo la possibilità di sviluppare un’adeguatamentalità lavorativa, ma impedisce loro di sviluppare un certo sensodi responsabilità che sarà utile per il futuro e per affrontare qualsia-si stadio della vita. In questo quadro complesso, lo smarrimento deigiovani calabresi non riguarda solo l’ambito occupazionale ed eco-nomico, ma l’inquietudine e il senso di incertezza pervadono ognisfera della loro vita e delle loro relazioni sociali. E in una terra dovela sottocultura mafiosa è pregnante, diventa una complicanzaaggiuntiva.

R06 MAGGIO- 16 Attualitàwww.larivieraonline.com

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La possibilità di individuare aree del territorio meridio-nale (cosiddette ZES - Zone Economiche Speciali) cuiriconoscere particolari condizioni di vantaggio econo-mico e procedurale alle aziende già insediate o che siinsedieranno è stata prevista dal Decreto Mezzogiornocome possibilità di sviluppo per le regioni economica-mente più arretrate e in transizione, tra cui la Calabria.Il decreto attuativo ha stabilito quali sono i i beneficifiscali ed esemplificativi cui hanno diritto le aziende chesi insediano o che sono già insediate in aree delimitatedal cosiddetto Piano di Sviluppo (strumento Regionaleattuativo delle ZES). In particolare la norma stabilisceche le agevolazioni fiscali cui le imprese potranno bene-ficiare siano accordate sotto forma di credito d'imposta

in compensazione.A questo punto sorge spontanea la prima domanda: ma il credito diimposta non è già una misura prevista per le imprese che intendonoinvestire nel Mezzogiorno? Risposta affermativa. Non solo: la normaistitutiva delle ZES sotto il profilo della concessione del credito di impo-sta rimanda alla stessa norma ordinaria (legge finanziaria 2016) che giàla prevedeva, salvo allungare di un solo anno il periodo entro cui fare laspesa agevolabile (fine 2020 invece che 2019) e alzando il tetto di spesa.Ma le sorprese non finiscono qui, perché l’altra beffa si annida nel capi-tolo dotazione finanziaria, nel quale si può leggere che l’ammontare èpari a 206 milioni di € per tutte le ZES potenzialmente attivabili nellecinque regioni meridionali. Se si tiene conto che il beneficio del creditodi imposta in termini percentuali varia dal 25% per le grandi imprese al45% per le piccole, la conseguenza di un elementare calcolo matemati-co porta a desumere che sono attivabili investimenti per un massimo di600 milioni di € in 5 regioni e non so quante potenziali ZES.La stessa cifra che probabilmente, ammesso che il beneficio fiscale delsolo credito di imposta venga considerato appetibile, sarebbe sufficien-te sì e no per Gioia Tauro.Appare dunque evidente che la istituzione della ZES in Calabria, dalpunto di vista dei benefici fiscali, non costituisce alcuna innovazione e,pertanto, non incentiva la nascita di nuove imprese. I benefici fiscali pre-visti erano e sono applicabili indipendentemente dalla ZES.Veniamo ora alla vera chicca. Il Decreto Legge istitutivo delle ZESdispone che alla dotazione economica si provvede mediante corrispon-dente riduzione del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione programma-zione 2014-2020 (FSC, ex FAS).Quindi, per l’ennesima volta, vengono utilizzati i fondi del contenitoreex FAS nati per cofinaziare le misure europee per le aree in ritardo disviluppo piuttosto che fare ricorso a fondi aggiuntivi.L’ultima nota critica riguarda il modello di Governance demandato a unComitato di Indirizzo, tra i cui quattro componenti, per espressa previ-

sione del DPCM, compare Il presidentedell'Autorità Portuale(che lo presiede), unrappresentante dellaRegione (individuatogià in sede di presen-tazione del Piano diSviluppo), un rappre-sentante dellaPresidenza delConsiglio dei Ministried un rappresentantedel Ministero delleInfrastrutture e deiTrasporti. Come sipuò vedere non sonorappresentate le CittàMetropolitane, e lacosa è davvero incre-dibile se si pensaall’enfasi con cuierano state promossecome motore per losviluppo dei territori.Solo incisivi incentivi

fiscali per un determinato periodo di tempopotrebbero, infatti, essere in grado di spingere

nuove e importanti aziende a insediarsi nel comprensorio retro portua-le vincendo la storica ritrosia a sfruttare le enormi potenzialità del tran-shipment a causa della pessima reputazione ambientale e socio politicache da sempre caratterizza quelle nostre aree, per niente attrattive peri nuovi insediamenti produttivi.Invece il provvedimento sulla ZES, forse per aggirare l’ostacolo dell’ob-bligo della notifica alla commissione europea prevista nel caso di aiutidi Stato dal Regolamento UE 651/2014, ha partorito misure incentivan-ti minime tali da essere ricomprese nelle soglie previste nei regolamen-ti comunitari, affinché non si possano considerare aiuti di Stato vanifi-cando la misura e rendendola completamente sterile rispetto alle aspet-tative di rilancio economico attese e annunciate. Con l’aggravante chela dotazione economica, molto bassa, è attinta dal FSC della program-mazione 2014-2020.Probabilmente si confida nelle facilitazioni amministrative previste intermini di snellimento burocratico. Non a caso, nei documenti istitutivie di presentazione delle ZES, sono individuati prioritariamente la pos-sibilità di “procedure semplificate derogatorie a carattere amministrati-vo” il “libero accesso alle infrastrutture esistenti” e, solo per ultimo, leagevolazioni fiscali.Mancando di appeal nel suo principale lato attrattivo, la misura puòinnescare qualche residuo processo virtuoso solo se la Regione e l’orga-no di Governance della ZES (Comitato di Indirizzo), in tempi moltorapidi, sapranno giocarsi la partita dal lato della semplificazione proce-durale e burocratica.Certo, le esperienze meridionali e regionali, da questo punto di vista,sono drammatiche se si guarda, anche qui, agli effetti molto sotto leattese di strumenti già operanti quali gli sportelli unici per le attività pro-duttive e le conferenze di servizi.Con il paradosso che, in definitiva, si introduce un organismo burocra-tico di nomina politica con il compito di snellire la burocrazia.Certo non parte con il piede giusto, atteso che chi lo dovrebbePresiedere (Presidente dell’Autority portuale) è ancora in attesa dinomina.

Andrea Cuzzocrea

le considerazioni di Andrea Cuzzocrea, ingegnere eimprenditore del nostro territorio, in merito all’istituzione dellazona economica Speciale in corrispondenza con l’areaportuale di Gioia Tauro, che nasconderebbe più begheburocratiche di quante Stato ed europa vogliono farci credere.

la zeS è la soluzioni di tutti i mali o l’ennesima occasione persa?

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www.larivieraonline.com Rcultura

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AGGI

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FASTI DEL PASSATO

Il convegno di studi organizzato dal Circolo di Studistorici “Le Calabrie” di Gioiosa Jonica per ricordarelo studioso gioiosano Mario Pellicano Castagna atrent'anni dalla sua scomparsa è stato da tutti ricono-sciuto come uno degli eventi culturali più importantitenutosi in Calabria negli ultimi anni dal punto divista scientifico. I relatori, tutti provenienti dalmondo accademico e da associazioni scientifiche dirilievo, hanno contribuito a delineare un quadrodella società feudale nei rapporti con le civiltà medi-terranee lungo un arco temporale che spazia dall'età

normanno-sveva a quella contemporanea.Nelle parole della presidente del Circolo “LeCalabrie” Marilisa Morrone, regista impeccabile delConvegno, la pregnanza di tale iniziativa:«L’occasione del trentennale della morte di PellicanoCastagna, i cui interessi storiografici hanno ruotatosempre intorno alla feudalità, ci è sembrata unmomento opportuno per poter approfondire unlungo periodo della storia del Regno meridionale, diSicilia prima, di Napoli poi, caratterizzato dal com-plesso sistema amministrativo, giurisdizionale ed

economico, con fondamentali risvolti sociali, quale lafeudalità stessa è stata».«Pellicano Castagna – ha aggiunto l’autorevole stori-co Aurelio Musi (Università di Salerno), nel fornireun quadro generale della feudalità in età moderna, –è uno dei tanti eruditi che hanno dato il loro contri-buto alla conservazione dell’identità storica, checostituisce una parte dell’identità nazionale». Oltre aricordare la figura dello studioso Pellicano Castagna,le varie relazioni hanno centrato l’obiettivo di farconoscere a un vasto pubblico lo stato dei lavori sulla

ricerca tesa a ricostruire le radici della storia di unaItalia «una e diversa», come ha avuto modo di sotto-lineare più volte lo stesso Musi.Nell’auditorium comunale di Gioiosa Jonica, dopo isaluti istituzionali del sindaco Salvatore Fuda, si sonoavvicendanti per due giornate 17 relatori che hannoproposto motivi di riflessione, ma anche di apprendi-mento, della storia del Sud Italia. Le tre sessioni pro-grammate sono state condotte da Aurelio Musi,Pietro Dalena e Giuseppe Caridi. Dalena(Università della Calabria), nel suo intervento, si è

Lo studio di CarmineLaganà e Giovanni Pittari,presentato dinanzi a unpubblico numeroso grazieall’impegno del Club perl’UNESCO, ripercorreattraverso le fonti la storiadel borgo e del suo Castello.

Lo scorso fine settimana è stata organizzata aGioiosa Ionica una partecipatissima due giorniin cui illustri storici hanno tracciato le vicendefeudali della nostra regione guidati dalla stella

di Mario Pellicano Castagna.

Venerdì 27 aprile, presso la Biblioteca comu-nale “G. M. Pellicano” di Palazzo“Amaduri”, a Gioiosa Ionica, è stato presen-tato dal Club per l’UNESCO, dalla casa edi-trice Promocultura e da TeleMia il volume“Fonti per la storia di Gioiosa Jonica e delsuo castello (XVI-XVIII secolo)”, scritto aquattro mani dall’architetto CarmineLaganà e dal Dirigente scolastico GiovanniPittari. Il volume espone alcune fonti inedite

sulla storia di Motta Gioiosa e del suo castel-lo, che si trovano nell’Archivio di Stato diNapoli e nell’Archivio storico del Comune diArena (VV). Si tratta della Platea del 1545dei beni posseduti dal nobile SimoneCaracciolo, degli Apprezzi della Terra diGioiosa fatti nel 1678 e 1679 edell’Inventario del Castello di Gioiosa del 14febbraio 1776. Dopo i saluti istituzionali daparte del sindaco di Gioiosa Jonica,Salvatore Fuda, il Presidente del Club perl’UNESCO, Nicodemo Vitetta, alla presenzadi un pubblico numeroso e attento, ha rin-graziato i convenuti, gli autori, l’EditoreSalvatore Cataldo, i relatori e ha poi dato laparola alla docente di Lettere Maria Fuda.La professoressa ha illustrato i punti salientidel volume, che offre numerosi spunti dianalisi. Dai documenti emerge con chiarezzauno spaccato della vita sociale e dell’econo-mia dell’antica Gioiosa. Nell’opera viene evi-denziata, tra l’altro, per la prima volta, lapresenza in paese, all’interno del sistema difortificazione, di una terza porta (la PortaMaggiore), guarnita di baluardi e difesa dacannoni. Successivamente l’ingegnereGiuseppe Macrì ha illustrato le sue conside-razioni sul volume e ha parlato dell’impor-tanza, per uno storico, di lavorare su fonti diprima mano, non filtrate da interpretazioniche potrebbero essere fuorvianti. A questopunto hanno preso la parola gli autori dellibro. L’architetto Carmine Laganà ha istitui-to un interessante raffronto fra la più anticaimmagine che noi possediamo dell’abitato diGioiosa Ionica (un acquerello appartenenteal Codice Romano Carratelli, risalente al1500) e la descrizione che del castello e del-l’abitato viene fatta nell’Apprezzo del1678/79. Inoltre ha fatto rilevare come ladescrizione delle numerose chiese del terri-torio sia dovuta a un ingegnere, quindi a unlaico e non, come di solito avveniva, a unecclesiastico che la effettuava in occasionedella visita pastorale vescovile. Infine,Giovanni Pittari ha illustrato il paziente lavo-ro di ricerca archivistica svolto e ha rivendi-cato il proprio attaccamento e il proprioamore per Gioiosa Jonica, presso la quale haesercitato la sua attività di Dirigente scolasti-co per un lungo periodo. Richiamandosi allascuola delle “Annales”, ha voluto ricordarecome sia impossibile conoscere la storianella sua completezza e pervenire a unaverità che sia assoluta e definitiva. Pittari hainoltre annunciato che, a breve, seguirannole pubblicazioni di altri volumi, tra i qualifigura un volume dedicato alla memoria diFrancesco Modafferi. Dopo un interventodell’onorevole Carratelli, che ha gentilmentefornito l’immagine sulla copertina del volu-me, ha concluso la serata l’Assessore allacultura del Comune di Gioiosa Jonica LidiaRitorto, che ha ringraziato tutti i presentiper la partecipazione.

“La storia feudale della Calabriastimola la riflessione sull’attualità

Gioiosa Ionica:presentato il volume chericostruisce la storia del paese

Siderno protagonista in EuropaAncora una volta il Sindaco Pietro Fuda lanciaSiderno in Europa: questa volta attraverso un proget-to dal titolo “Arising Citizenship: a Tighter-knitEurope”, un gemellaggio sotto l’azione Europa per iCittadini, che vedrà la presenza, nel nostro comune,di delegazioni provenienti dalle città di Barcelos(Portogallo), Sebes (Romania) e Tarnowiec(Polonia).L’azione “Europa per i cittadini” è uno degli strumen-ti più potenti per il coinvolgimento dei cittadinidell’Unione Europea in attività, che favoriscono lapartecipazione civica e democratica a livello diUnione, permettendo agli stessi di comprenderemeglio il processo di elaborazione politicadell'Unione Europea e creando condizioni adeguateper favorire l'impegno sociale, il dialogo intercultura-le e il volontariato, promuovendo la storia e i valoricondivisi dell’Europa stimolandone il senso di appar-tenenza alla comunità.Le delegazioni dei tre paesi coinvolti, sotto la guidadel sindaco Fuda, parteciperanno a tavole rotonde e

incontri con decisori politici, stakeholders, docenti estudenti delle scuole superiori del territorio ionico,cittadini che stimolino la discussione sull’attualesituazione Europea e sui vantaggi delle sue politichericonoscendone le difficoltà e le sfide future, non-ché sul futuro dell'Europa unita.Per una settimana i delegati dei comuni partecipan-ti avranno inoltre la possibilità di conoscere moltedelle eccellenze della nostra regione, venire a con-tatto diretto con le nostre tradizioni e instaurare undialogo e un confronto tra la propria cultura e lanostra anche attraverso la degustazione di piattitipici, di sapori e aromi caratteristici della nostra cul-tura enogastronomica.L’Amministrazione Comunale di Siderno sta cosìannullando le distanze tra i cittadini dell’EuropaUnita, creando un ponte tra culture ed economiediverse, investendo nella capacità di sapersi rappor-tare considerando la distanza culturale non comemera differenza ma come una ricchezza, un patri-monio dal quale partire per confrontarsi e, nel caso,migliorarsi.Durante gli incontri programmati verrà inoltremostrato il funzionamento della piattaformaEurodesk, della quale il Comune di Siderno ha unosportello locale a disposizione dei giovani interessa-ti a un’esperienza scolastica o lavorativa all’estero.Per Siderno, infine, la presenza di delegazioni dicomuni europei rappresenta un’opportunità: quelladi poter presentare la nostra realtà cittadina all’este-ro gettando le basi per possibili sbocchi turistici,commerciali, culturali e solidali.

Sara Leone

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intrattenuto sulla nascita del feudalesimo, mentreCaridi (Università di Messina), sui cambiamentiavvenuti dall’età angioina in poi.A seguire, i relatori hanno dunque affrontato diffe-renti temi riconducibili alla conoscenza degli eventiche hanno caratterizzato la storia del Mezzogiornoin una visione Mediterranea ed europea. Il numero-so pubblico intervenuto ha, dunque, potuto apprez-zare le ricerche di Umberto Ferrari, Mirella Mafrici,Mario Panarello, Vincenzo Naymo, Alessio BrunoBedini, Vincenzo Cataldo, Sebastiano Marco Cicciò,Roberto Fuda, Francesco Cuteri, Vincenzo DeNittis, Pasquale Lopretone e Filippo Racco. Storia,arte, architettura, archeologia, araldica, proposte diinterventi di conservazione del notevole patrimonioarchitettonico che documenta il passato economicoe sociale della Calabria: tutti questi temi si sonointrecciati e sviluppati al fine di far comprendere l’i-dentità di un popolo e a tutelare i luoghi della loroattività del passato.Molti anche gli interventi da parte del pubblico, dacui sono scaturiti interessanti spunti di riflessioneanche sull’attualità. Proprio l’attualizzazione dellastoria è stato il vero obiettivo degli organizzatori, visi-bilmente soddisfatti per la grande partecipazione eper l’alto spessore delle relazioni scientifiche.Aurelio Musi ha tratto le conclusioni del convegno difronte a una numerosa platea di studiosi e appassio-nati provenienti da diverse parti della Calabria. Haposto l’accento sulla «felice intuizione» avuta dagliorganizzatori di far partire il convegno scientifico dalricordo di un uomo che ha dedicato il suo tempo allaricostruzione del passato, proprio perché «gli studio-si sono la radice della ricerca storica». Un momentodi confronto interdisciplinare che ha consentito dimettere al centro del dibattito la storia unitamenteall’attualità; proprio ciò che serve per non dimentica-re da dove veniamo e poter costruire in maniera effi-cace, scientifica e non improvvisata, un futuro miglio-re.Nel corso dell'importante iniziativa è stata allestita aPalazzo Amaduri una mostra documentaria dedica-ta allo stesso Mario Pellicano Castagna, autore, tral’altro, di una pregevole opera sulla storia dei feudidella Calabria.Presto, assicura la presidente Marilisa Morrone,saranno dati alle stampe gli atti del convegno.All’evento hanno dato il loro patrocinio il Ministeroper i Beni e le Attività Culturali, la Deputazione diStoria Patria per la Calabria, la SISEM, l'IstitutoItaliano dei Castelli e il Touring Club d’Italia.

Circolo di Studi Storici “Le Calabrie”

Il GAL “Terre Locridee” conti-nua il suo ciclo di workshopper definire e condividere ipercorsi di sviluppo locale.

Tema dell’incontro che si terràdomani, lunedì 7 maggio, alleore 17:00, presso la Sala del

Consiglio Comunale di Bianco,sarà “I Contratti di fiume nel

territorio della Locride,Programma di attività e avviodei momenti di partecipazione,Integrazione con i progetti delPAL dei Gelsomini, primo

incontro”, introdotto dal presi-dente Macrì.

“EVENTI

In occasione della festadell’Europa, che si terrà il 9Maggio, gli studenti dei 23team calabresi che hannopartecipato al progetto “ A

Scuola di OpenCoesione” pre-sentano i risultati delle ricer-che di monitoraggio civico. Lepresentazioni si svolgerannoin tre diversi luoghi simbolodel progetto: il Palazzo dellaCultura di Locri, alle ore 9;

l’Auditorium AntonioGuarasci di Cosenza, alle ore9:30, e all’Edificio “VILLA” di

Limbadi, alle ore 10:30.

Venerdì 11 maggio, alle ore18:30, presso il Teatro al

Castello di via Caracciolo, aGioiosa Ionica, si terrà l’even-to “Calici di natura - Dialogosull’evoluzione della viticoltu-ra in Calabria, un modo diver-so di pensare e produrre vino”durante il quale interverrannoil vignaiolo Cataldo Carabettae il sommelier esperto di vini

Clabresi Pier FrancescoMultari, i cui interventi saran-no moderati dalla coordinatri-

ce del progetto CristinaBriguglio.

Siderno fa da ponte tra laCalabria e l’Europa attraverso ilprogetto “Arising Citizenship: aTighter-knit Europe”, un gemel-laggio che vedrà la presenza,nel nostro comune, di delega-zioni provenienti dalle città diBarcelos (Portogallo), Sebes(Romania) e Tarnowiec

(Polonia) tra il 6 e il 14 maggio,durante il quale sono previstitavole rotonde e incontri condecisori politici, stakeholders,docenti e studenti delle scuole

del territorio ionico.

Nell’auditoriumcomunale di Gioiosa

Jonica si sonoavvicendanti 17 relatori

che hanno propostomotivi di riflessione,

ma anche diapprendimento, dellastoria del Sud Italia.

Il Kiwanis Club della Locridefesteggia i dieci anni di attività

Il 10 maggio le celebrazioni per i 50 anni dell’apparizione della Madonna dello ScoglioSabato 7 aprile, il santuario mariano di SantaDomenica di Placanica è stato interessato da un even-to particolare di preghiera. Infatti, come quasi ogniprimo sabato del mese, al Santuario Diocesano NostraSignora dello Scoglio è stato presente il vescovo delladiocesi di Locri–Gerace monsignor Francesco Olivache, come in tutte le occasioni particolari e/o speciali,ha presieduto le sacre funzioni religiose. A prendereparte all’evento spirituale, aperto con l'evangelizzazio-ne di Fratel Cosimo e culminato con la solenne conce-lebrazione eucaristica, presieduta dal vescovo, attornia-to dal rettore, padre Raffaele Vaccaro, e da altri sacer-doti della diocesi di Locri–Gerace, moltissimi pellegri-ni, provenienti da varie regioni italiane. Fra le autoritàistituzionali e le personalità che non hanno voluto man-care all'incontro di preghiera presso il rinomato santua-rio: il Prefetto di Reggio Calabria Michele di Bari e l'exvice presidente del CSM Michele Vietti, accompagna-to dalla consorte, la notaia torinese Caterina Bima. SiaVietti che il Prefetto hanno desiderato condividere, aconclusione della celebrazione, la loro esperienza pres-so il santuario mariano, ringraziando il vescovo Olivaper il suo attivo e importante impegno nella diocesi enel territorio, e Fratel Cosimo, uomo di Dio, che rap-presenta una vera testimonianza cristiana dato che haspeso la propria vita per il prossimo, per condurre

anime a Dio. Proprio il fondatore del santuario maria-no, Fratel Cosimo, ha elevato al Signore una preghieradi intercessione per tutti gli ammalati e i sofferenti e haesortato tutti ad amare la Vergine Santa e a seguire lavia del bene, in umiltà, carità e amore. Ad animare laliturgia è stato il coro di Bivongi, accompagnato dalproprio parroco, che ha concelebrato, don EnzoChiodo. A conclusione Giuseppe Cavallo, coordinato-re generale del servizio d'ordine, della sicurezza e delvolontariato presso il Santuario Mariano di SantaDomenica di Placanica, ha ricordato che il 10 e 11 mag-gio attendono grandi celebrazioni nel luogo santo,ricorrendo il mezzo secolo dalla prima apparizione diNostra Signora dello Scoglio, e ha ricordato che gliincontri di preghiera hanno luogo, periodicamente,ogni mercoledì e sabato dalle ore 15:30 (Santa Messaore 19:00). La domenica, la santa messa viene celebra-ta sia nella mattinata, alle ore 11:00, sia nel pomeriggio,alle 16:30, dopo la preghiera del santo Rosario, che hainizio alle ore 15:30. Il servizio d’ordine pubblico è statocoordinato dal questore di Reggio attraverso il dirigen-te del Commissariato di Polizia di Stato di Siderno, conl’ausilio dei Carabinieri delle stazioni dipendenti dallaCompagnia dell’Arma di Roccella, guidati dal capitanoBeringheli e appartenenti al Gruppo di Locri, coman-dato dal tenente colonnello De Pascalis.

Il Kiwanis Club Magna Grecia dellaLocride, dedicato a Luigi Giugno, ha com-piuto dieci anni di attività solidale dedicataai bambini disagiati sparsi nel mondo.L’appuntamento celebrativo, organizzatodal Presidente Giorgio Ruso, si è svoltopresso la sala conferenze dell’HotelAfrodite di Bovalino, e ha visto la partecipa-zione di tutti i soci del circolo territorialeunitamente al Luogotenente dellaDivisione 13 Mediterranea del KiwanisFrancesco Garaffa. La ricorrenza decenna-le è stata inaugurata dall’assemblea dei soci,durante la quale sono state pianificate leprossime iniziative di solidarietà. La primadi queste sarà “Gelato a Primavera”, dedi-cata ai bambini delle scuole elementari,seguita dal “classico” torneo di calcio a cuiparteciperanno le squadre degli Avvocatidel Foro di Locri, dei Commercialisti e degliArchitetti. Il Kiwanis, quest’anno, parteci-

perà con un “undici” scelto tra i soci. A que-ste attività, che concluderanno l’anno socia-le del Presidente Giorgio Ruso, si aggiunge-ranno quelle già programmate per l’iniziodel nuovo anno sociale, che vedrà al timonedel club service locrideo AlessandroCiprioti. “Sono contento per i nostri diecianni di attività – afferma Giorgio Ruso, – etenendo conto dei nostri valori solidalivogliamo alimentare ulteriormente il valoredi un servizio reso a soggetti deboli come losono i bambini. Sono soddisfatto che ilnostro club abbia soci come Maria TeresaFragomeni, nominata assessore regionale, ePino Canzonieri, eletto Presidente dell’as-sociazione dei commercianti di Siderno. Èla dimostrazione della crescita del nostrocircolo kiwaniano che, attraverso il serviziosolidale, vuole diffonder i valori e gli idealiche costituiscono il nucleo fondante delclub”.

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SERVIZIO DI INFORMAZIONE PER I CITTADINI, numero verde:SERVIZIO DI INFORMAZIONE PER I CITTADINI, numero verde: 800 678 910 11800 678 910 11

INDIRIZZO INDIRIZZO Tutti i bandi sono disponibili sul sito dell’Unione Europea e della Commissione

Europea Rappresentanza in Italia: www.europa.eu.int - www.europa.eu.in/italia - Per maggiori informazioni è possibile contattare i

nostri uffici: Centro di informazione dell’UE - Europe Direct “Calabria&Europa”

info: Palazzo Ameduri, piazza dei Martiri 89046 Gioiosa IonicaTel: 00 39 0964 412400 - fax 0964 342022

email associazioneeurokom@tiscali. itwww.eurokomonline.eu

“ CALABRIA & Europa”“ CALABRIA & Europa”

Si è svolto con la partecipazionedi 150 studenti, accompagnatidai rispettivi docenti la tappacalabrese per il 2018 del"Processo all'Europa" svoltosipresso la sede del teatro alCastello di Gioiosa Jonica.L’evento è stato presentato dalpersonale della Europe Direct“Calabria&Europa” diretto dalcoordinatore Alessandra Tuzza,con la partecipazione degliesperti Loredana Panetta,Raffaella Rinaldis e NicolòPalermo. A garantire il ruolo diPresidente della giuria il Prof.Virgilio Dastoli, Presidente delMovimento Europeo perl’Italia, già Direttore dellaRappresentanza in Italia dellaCommissione Europea.Approfondita la relazione intro-duttiva del dirigente dell’IIS“Zanotti Bianco”, AntoninoMorfea, che ha posto l’attenzio-ne alle misure europee persuperare la crisi economica edin particolare al Piano Junkerper il rilancio degli investimenti,paragonato ad un nuovo pianoMarshall per la vastità dellericadute economiche previste inambito comunitario. L’accusa,introdotta dalle presentazionidegli studenti degli Istituti deltriennio del Liceo Scientifico diGioiosa Jonica e dell’IstitutoTecnico per il Turismo diMarina di Gioiosa Jonica, haposto l’attenzione sulla capacitàdi gestione dell’Europa delMercato Unico e della sua rea-lizzazione; sulle difficoltà con-nesse alla realizzazionedell’Unione economica emonetaria ed in particolare alvaro della moneta unica.Quindi le politiche europee col-legate allo Spazio Schengen ealla libera circolazione dellepersone; ma soprattutto le poli-tiche di gestione della crisimigratoria e la sicurezza dellefrontiere; non in ultimo lagestione della crisi economica ele prospettive occupazionali deigiovani con Youth garantee.Tra gli interventi preparati condovizia di particolari dagli stu-denti l’attenzione è stata postaalle politiche di genere nellastrategia Europa 2020 ed al dif-ficile connubio tra donne e lavo-ro, ancora oggi tutto da dirime-re come segnalato dalla lobbyeuropea delle donne, che haevidenziato una mancata atten-zione all’orientamento di gene-re e alle misure specifiche per ledonne e l’occupazione femmi-nile. Chiaramente rilevata laproblematica della forte preca-rizzazione del mondo del lavoroe delle difficoltà di inserimento,così come la scarsa disponibilità

di impeghi lavorativi a lungotermine. I giovani della VCdell’IIS Zanotti Bianco adesempio hanno sottolineatocome pure in Germania la crisieconomica si sia fatta, sentirecon un incremento del 50% deiposti di lavoro negli ultimitempi coperti da contratti atempo determinato. In manie-ra generalizzata l’Europa scon-ta un peggioramento dei conge-di parentali ed un ritardo cre-scente dell’età pensionabile. Lacrisi economica ha posto davve-ro in discussione il principiodella parità di genere ponendoin crisi gli stessi obietti della stra-tegia 2020.Prima della formulazione delverdetto finale della giuriapopolare l’intervento delPresidente della Giuria PierVirgilio Dastoli, che ha focaliz-zato l’attenzione dei giovanisulle 10 tematiche rilevate nellamattinata di lavoro chiedendoloro di puntualizzare se senzal’Europa queste stesse proble-matiche si sarebbero potuteaffrontare o meno da parte deisingoli stati. “Vi è bisogno di piùEuropa o meno Europa perrisolvere i problemi?” è statol’interrogativo del PresidenteNazionale del CIME. È seguitol’intervento del SindacoSalvatore Fuda – Parte civile nelprocesso – che ha richiamatol’attenzione dei giovani sullaresponsabilità dell’essere citta-dini consapevoli e protagonistidelle nostre comunità.“Comunità – ha detto Fuda-che stanno insieme perché sicondividono delle regole comu-ni altrimenti il diritto divieneuna cosa vuota. Disattendere leregole - ha concluso il rimo cit-tadino gioiosano - provoca undanno generale!”. Infine la sen-tenza presentata da SaraPaciullo del Tecnico per ilTurismo di Marina di GioiosaJonica, che da Giudice consape-vole delle difficoltà connessecon la sentenza attesa ha affer-mato: “l’Europa è colpevole oinnocente? Il nostro sarà un giu-dizio sospensivo. Essendol’Europa per alcuni versi colpe-vole e per altri innocente. Maalla fine chi può giudicarel’Europa, dovremmo valutarenoi stessi. Cosa fanno i singoliStati per l’UE? La Bandieraeuropea è una, ma tanti sono imodi di considerarla da parte diogni singolo paese. Non sentia-moci italiani, francesi, spagnoli.Perché la nostra patria è una e sichiama Europa. Quindi scio-gliamo la riserva e il giudizio èpositivo pro-Europa”.

Ale.T

Conclusa con l’assoluzione dell’UEla tappa calabrese del Processoall’Europa presso il Teatro alCastello di Gioiosa Jonica

Nella giornata di celebrazione della pace e dell’unità in Europatre appuntamenti con le scuole che hanno partecipato ad#ASOC17/18 e l’ufficializzazione del vincitore.Il 9 Maggio in Calabria, sarà occasione per gli studenti per pre-sentare alle istituzioni e alle comunità locali i risultati dei proget-ti realizzati e, contestualmente, per conoscere il vincitore dellaquinta edizione di ASOC in Calabria. Per la Regione Calabriasaranno presenti a Locri l’assessore al Bilancio Maria TeresaFragomeni, l’assessore alla Cultura e all’Istruzione MariaFrancesca Corigliano a Cosenza, l’assessore al Welfare AngelaRobbe a Limbadi, quindi i dirigenti generali regionali TommasoCalabrò e Paola Rizzo e la responsabile della comunicazione delPOR Calabria Ivonne Spadafora.Tre gli appuntamenti organizzati sul territorio:- alle ore 9:00 presso il Palazzo della Cultura, via Trieste, a Locri(RC)- alle ore 9:30 presso l’Auditorium Antonio Guarasci, Piazza XVMarzo, a Cosenza (CS) - alle ore 10:30 presso l’Edificio “VILLA”, Località Santa, aLimbadi (VV)Mercoledì 9 maggio, per la Festa dell’Europa, si terranno glieventi finali del percorso didattico innovativo ed interdisciplina-re rivolto alle scuole secondarie superiori che, su scala regionale,vede l’adesione di 23 team (21 istituti) al fine di promuovere iprincipi di cittadinanza attiva e consapevole attraverso il monito-raggio civico dei finanziamenti pubblici. Promosso per il quinto anno consecutivo dall’Agenzia per laCoesione Territoriale su tutto il territorio nazionale ASOC haraccolto, da ottobre ad ora, riscontri positivi in termini di parteci-pazione ed entusiasmo degli studenti calabresi. Un risultato pos-sibile anche grazie al contributo attivo dei dirigenti e dei referen-ti delle istituzioni scolastiche e al rafforzamento della partnershipdella Regione Calabria con l’Agenzia e con l’USR, che ha vistoquesta amministrazione coinvolta in attività a supporto deiteam, in affiancamento ai centri di informazione Europe Directe agli Amici di ASOC.“Abbiamo accolto favorevolmente la volontà di coniugare le cele-brazioni della festa dell’Europa e gli eventi conclusivi di A Scuola

di OpenCoesione 2017/18 - ha dichiarato il Presidente dellaRegione Mario Oliverio – poiché riteniamo sia il modo miglioreper realizzare delle occasioni di riflessione e di valorizzazione deitemi che riguardano l’Unione Europea. I tre eventi, organizzatisul territorio regionale, segnano la conclusione del percorso diASOC che l’amministrazione ha intrapreso al fianco delle scuo-le calabresi per offrire agli studenti opportunità formative e dicrescita personale legate alla partecipazione civica e al controllosociale. Ci siamo spesi in questa direzione, mettendo in campodiversi strumenti tra i quali anche il protocollo sottoscritto conl’Ufficio Scolastico Regionale, nella piena consapevolezza che ledinamiche di contaminazione e di scambio tra i giovani, a pienotitolo cittadini europei, siano i pilastri fondativi del progettoavviato con la dichiarazione di Schumann. Riteniamo indispen-sabile rivolgere la massima attenzione alla potenziale futura clas-se dirigente affinché le politiche e gli investimenti pubblici nellanostra regione siano parte di un processo partecipato, sia sulpiano decisionale che su quello della valutazione della loro effi-cacia. È questa la chiave per avere una Calabria sempre più com-petitiva e capace di esprimere al meglio le proprie potenzialità disviluppo anche grazie alle opportunità offerte dalle politiche dicoesione”. Significativo, nell’edizione 2017/2018, in aggiunta allavoro di formazione e accompagnamento condotto in questimesi dal team ASOC, il ruolo svolto dall’amministrazione regio-nale nella produzione di contenuti didattici integrativi e nel tra-sferimento delle competenze relative all’uso degli open-data eall’impiego di tecnologie di informazione e comunicazione, conparticolare attenzione ai social media. A Locri l’attenzione sarà tutta dedicata ai team protagonisti diAsoc delle classi degli istituti: Liceo Scientifico Zaleuco di LocriTeam Freedam, Istituto Magistrale Mazzini di Locri TeamReisers, Liceo Scientifico La Cava Bovalino Team H2O, LiceoRaffaele Piria di Rosarno Team Polimedma, Liceo G. Rechichidi Polistena Team CUSTODI DELL’ARTE, Istituto Mazzone diRoccella Jonica Team Mazzone, ITT Trasporti Mario Cilibertodi Crotone Team Lost Flight, Istituto Tecnico EconomicoRaffaele Piria di Reggio Calabria Blockhouse Team - che hannorealizzato il project work previsto da A Scuola di Open coesione.

Festa dell’Europa 2018 con A scuola di Opencoesione tre eventicollegati da tre luoghi di Calabria

06 Maggio 2018Rpubblicità istituzionale

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“ANGOLO FOOD

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In occasione dellaGiornata

dell’EmigranteCalabrese svoltasi

in Argentina, ilmentore della

tarantella MimmoCavallaro si è

recato nel paesesud americano con

il suo arsenale diritmi e suoni dellamusica popolare.Le note della lira

calabrese, deltamburello e dellazampogna, hanno

risuonato per Plazade Mayo

spingendo in unadanza ancestrale

non solo i calabresima tutti i presenti.

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Suoni, melodie e danze. La Calabria d’oltreoceano è uno scrignosepolto sotto generazioni di emigrati che ha bisogno delle tradizio-ni per essere aperto. Che sia Canada o Australia, USA oArgentina, il discorso non cambia, i nostri emigrati, quando lascia-no la propria terra, portano un fagotto traboccante di usanze ecostumi nella speranza di tramandarli alle nuove generazioni efarle apprezzare agli autoctoni di questi luoghi. Il risultato? Unaperfetta integrazione dei due stili e una scoperta delle nostre radi-ci, talvolta apprezzate al punto da farle proprie.La comunità calabrese in Argentina è una “istituzione” guidata daun Presidente reggino e composta non da persone ma da usanze,e una di queste è la “Giornata dell’Emigrante Calabrese”. In que-sta circostanza si festeggiano non solo i ricordi dei nostri avi e colo-ro che, per varie ragioni, hanno lasciato la nostra terra, ma laCalabria in tutte le sue sfaccettature. Divenuta un appuntamentoannuale, all’ultima Giornata dell’Emigrante ha partecipato sia lapolitica calabrese, rappresentata dal Governatore Mario Oliverio,sia le tradizioni, con le musiche del maestro Mimmo Cavallaro, cheabbiamo voluto intervistare in merito a questa esperienza unica.Vuole parlarci della sua trasferta argentina?È stato straordinario. Abbiamo avuto la possibilità di constatareche c’è un’altra Calabria che vive a Buenos Aires e nei dintorni.Una comunità calabrese ancorata alle radici della nostra cultura,che ha voglia di rafforzare questo legame con la propria terra d’o-rigine. I ritmi e le musiche che abbiamo portato hanno fatto centronell’animo della gente, suscitando emozioni e commovendo inostri paesani. È stata inoltre, un’esperienza condivisa sia con ilmio gruppo, composto da Andrea Simonetta, Gabriele Albanese,Michele Franzè, Valentina Donato e Francesco Leone, sia con ladelegazione della Regione Calabria, che voglio ringraziare assiemealle agenzie di Massimo Bonelli e Mimmo Marino.Gli emigranti tendono a conservare le tradizioni e le usanze conpiù gelosia rispetto a coloro che rimangono nella propria terra. Lei

ha notato questa tendenza anche nella comunità calabrese emi-grata in Argentina?Assolutamente. C’è gente che, nata e cresciuta lì, non ha mai avutola possibilità di venire in Calabria a causa delle proprie condizionieconomiche e, nonostante questo impedimento, ha comunque col-tivato il desiderio d’amore e il senso d’appartenenza nei confrontidella nostra Regione. I nostri migranti hanno portato un bagaglioculturale e di esperienze vissute nei paesi di appartenenza con leproprie famiglie che ancora oggi custodiscono gelosamente, rinno-vando quotidianamente il sentimento d’amore per la Calabria.Grazie ai suoi ritmi e musiche è riuscito a travalicare i confinieuropei. L’Europa che danza è diventata il Mondo che danza?Il messaggio è proprio questo. Che i ritmi ancestrali della musicapopolare partano dall’Europa per poi diffondersi in tutto il mondo,e lo si è potuto notare durante il mio concerto: le persone eranototalmente immerse nei suoni e nelle danze.Lei ha dichiarato che la musica calabrese merita di essere ricono-sciuta nel resto del mondo come un patrimonio di grande valore.Come si può accelerare questo processo?Dando la possibilità a questa musica di essere conosciuta nelmondo. Un ruolo decisivo può essere svolto dai mass media comeFacebook e i programmi televisivi, che promuovono le musichelocali come la tarantella, la pizzica o la tamurriata. Altri veicoli didiffusione siamo ovviamente noi artisti, a cui spetta il compito di farapprezzare questo genere di musica. Ritengo, inoltre, che per agireefficacemente sul settore sarebbe utile realizzare dei laboratori diricerca che coinvolgano il nostro territorio e le comunità calabresisparse per il mondo, creando una rete che ci permetta di restare incontatto e di far capire ai nostri politici che devono avere il corag-gio di investire in questo ambito.A tal proposito ci sembra che, con la sua presenza in Argentina, ilgovernatore Oliverio abbia dimostrato l’attenzione che le istituzio-ni calabresi riservano alla nostra musica popolare.Verissimo. La presenza del Governatore in quell’occasione nonsolo ha rafforzato la rappresentatività della Regione Calabria, maha fatto sì che il messaggio arrivasse con più intensità a tutti noi.L’aiuto che le istituzioni possono dare alla promozione della musi-ca popolare, però, non può limitarsi a questo e lo hanno capitomolto bene in Sicilia o, meglio ancora, in Puglia. Quanto è indie-tro la Calabria, rispetto alle altre regioni del meridione, in questoambito?Tantissimo. In Puglia hanno capito che la cultura popolare puòessere un punto importante per lo sviluppo dei territori. Si prenda-no a esempio i comuni dell’area salentina-grecanica: in quelle zonegli investimenti regionali, nazionali ed europei non solo hannoaccelerato il processo di sviluppo economico del territorio, mahanno anche contribuito ad alimentare il settore turistico. InCalabria siamo invece parecchio indietro. I finanziamenti dellaRegione e delle Province a sostegno di eventi come il KauloniaTarantella Festival sono ancora esigui, e non danno agli organizza-tori la possibilità di allargare le manifestazioni a tutti i comuni delcomprensorio durante un periodo veramente esteso di tempocome accade invece in Salento.

Gaetano Marando

LA RICETTA: RIGATONI ALLA NORCINA

INGREDIENTI per 4 persone: 360 gr dirigatoni, 2,5 dl di panna liquida, tar-tufo nero, 300 gr di salsiccia a nastrofresca, olio d’oliva extravergine, pepe(opzionale), parmigiano grattugiato(opzionale), sale q.b.

Spellate la salsiccia e sbriciolatela concura. Fate cuocere a fuoco basso lasalsiccia sbriciolata con un po’ di olio.Quando la salsiccia sarà cotta unitevila panna, una grattatina di nocemoscata e una macinata di pepe (selo usate). Cotta la pasta scolatela econditela con il sugo di salsiccia epanna caldo. Completate con il par-migiano e il tartufo nero affettato.

IL DOLCE:APPLE CRUMBLE AL COCCO

INGREDIENTI: 525 gr di farina,250 gr di zucchero semolato, 64gr di cocco grattugiato, 3 mele, ½cucchiaino di cannella, 365 gr diburro, 175 gr di zucchero dicanna, 4 uova, 1 bustina di lievitoin polvere, sale q.b., zucchero avelo q.b.

Versa in una ciotola 125 g di farina, lo zuc-chero di canna, 1/2 cucchiaino di cannella, ilcocco essiccato grattugiato e 250 g di burromorbido a pezzetti. Impasta gli ingredientifino a ottenere un composto di briciole.Sbuccia 3 mele e grattugiale con la grattugiaa fori grossi. Monta 115 g di burro morbidocon lo zucchero semolato e un pizzico disale. Incorpora 4 uova, 1 per volta, poi unisci400 g di farina in 2 volte, setacciata con 1bustina di lievito per dolci.Versa metà delcomposto in uno stampo di 26 cm di diame-tro, foderato con carta da forno bagnata estrizzata. Distribuisci le mele grattugiate emetà del crumble preparato. Copri infinecon il composto e il crumble rimasti. Cuoci ilcrumble al cocco in forno a 180° C per circa 1ora e 10 minuti. Decora con zucchero a velo.

IL COCKTAIL:COCKTAIL DAIQUIRI

INGREDIENTI per 1 persona: 4,5cl di rum, 2 cl di succo di lime olimone, 0,5 di sciroppo di zucche-ro.

Spremete il succo di un lime olimone e filtratelo. Mettete 3cubetti in una coppetta dacocktail e quando è bella ghiac-ciata buttate il ghiaccio.Mettete del ghiaccio in unoshaker, ver-sate il rume il succo ecorreggetecon un filo disciroppo di zuc-chero. Scuotete eversate nella coppet-ta, filtrando. Se voleteguarnite con uno spic-chio di lime o limone.

Rarte&cowww.larivieraonline.com

I ritmi ancestrali della musica popolarehanno ormai travalicato i confini

europei, permettendo a Cavallaro diallargare l’auspicio di un’Europa che

danza a tutto il mondo.

Le melodie di Cavallarotravolgono l’Argentina

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Lustri di lustri faQuesta settimana è circolata sui social questafoto di un giovane Peppe Panetta, membro dellafederazione del Partito Comunista di Locri, impe-gnato durante un comizio. Scorgiamo GerardoChiaromonte, all’epoca membro della segreterianazionale del partito.

L’Accordo di Programma tra Ente ParcoNazionale dell’Aspromonte e AmministrazioneComunale di Samo, siglato con l’obiettivo delrecupero architettonico, della messa insicurezza della rupe e della valorizzazioneculturale di Precacore, “centra” un altroimportante risultato. L’antico borgo, infatti,ha vinto il buio dei decenni riconquistando laluce grazie ad un innovativo impianto di illu-minazione a risparmio energetico. Alla sugge-stiva cerimonia di inaugurazione, oltre alSindaco di Samo Giovambattista Bruzzaniti eal Presidente del Parco Giuseppe Bombino, hapreso parte anche il Prefetto di ReggioCalabria Michele di Bari.

Parco Aspromonte: si“illumina” Precacore

Il riposo del viaggiatoreGira che ti rigira, ogni tano bisogna anche ripo-

sare. Lo fa in questa foto Arturo Rocca, chedurante una delle sue numerose escursioni

(nello specifico al Monte Guardia ad Agnana),sfuma un’incavo naturale per stendersi un po’.

Mal comune mezzo gaudioLa sindaca di Caulonia e consiglieraMetropolitana Caterina Belcastro posacon il consigliere regionale MauroD’Acri, affrontando questo periodo ditormento del Partito Democratico conun bel sorriso.

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L’OROSCOPO

Abbandonate ogni indugio e approfittate-ne per farti avanti! Soprattutto sul lavoro,sarete favoriti nelle giornate di lunedì, mar-tedì e venerdì, in cui nasceranno nuoveopportunità. Fine settimana all’insegna delsentimento.

Finalmente i vostri sforzi saranno pre-miati! A partire dalla giornata di

domenica non mancheranno occa-sioni e incontri entusiasmanti. Portatepazienze se le giornate di lunedì e

martedì vi creeranno qualche piccolocontrattempo…

Se avete cominciato a frequentare qual-cuno potrebbe essere la persona giusta!Sul lavoro sono possibili novità interes-santi nelle giornate di lunedì e martedì,mentre nella parte centrale della settima-na potrebbe sorgere qualche difficoltà.

Il cielo chiede di stringere i denti ancoraper una settimana, dopodiché sarà

tutto in discesa! Marte non vi farà piùsentire stanchezza e Mercurio smetteràdi esservi sfavorevole permettendovi disbloccare situazioni sospese sul lavoro.

La settimana comincia con un po’ dicattivo umore, ma mercoledì la situa-zione migliora permettendovi di porta-re a casa ottimi risultati sul lavoro eserenità dal punto di vista sentimenta-le, dandovi la possibilità di incontrarepersone interessanti.

L’amore non vi sorride e le giornate dimercoledì e giovedì saranno particolar-

mente cupe: la luna in opposizionepotrebbe portare furiose litigate. Cercatedi non oltrepassare il limite per non dover-vene pentire. Resistete fino a domenica.

Finalmente la tortura sta per terminare!Nella giornata di domenica Mercuriocambierà segno e vivrete una vera epropria rivincita! Anche Marte tornerà asorridervi e vi sentirete sereni e pieni dienergie. Attenzione alla luna in opposi-zione…

La vostra sarà una settimana serena, evi conviene approfittarne: da domeni-ca, infatti, l’opposizione di Mercuriopreannuncerà un periodo pieno di

complicazioni. Cercate di sistemare ilpiù possibile le questioni in sospeso.

Sarete messi a dura prova sul pianosentimentale e avrete bisogno di ritro-vare un po’ di serenità. La luna facilitail dialogo nelle giornate di lunedì, mar-tedì e nel fine settimana. Evitate didiscutere tra mercoledì e giovedì.

Marte vi regala forza ed energia da vende-re! Utilizzatela per non arrendervi sul lavo-ro anche se le cose non andranno come

programmato, perché la prossima settima-na tutto andrà per il verso giusto. L’amore

vi sorride e vi regala tanto sostegno.

Sono possibili buone notizie o belleopportunità che potrebbero riguarda-re sia il lavoro che la vita privata.Venere favorevole rafforza rende ivostri sentimenti sempre più forti eintensi. Sfruttate al massimo l’energiadi Mercurio.

La vostra vita sentimentale si fa piùcomplicata! Venere sfavorevole

crea confusione e sta a voi cercaredi capire come stanno davvero lecose. Sul lavoro non innervositevitroppo: le belle notizie arriverannoa partire dalla prossima settimana.

Aspiranti compagniAnche Mimmo Panetta, in questafoto con Michele Crupi, vorrebberientrare nella nostra carrellata di

comunisti di oggi ma, a nostro pare-re, non è abbastanza convinto nel

sollevare il pugno…

Quando le bocce erano una cosa seriaQuesta foto, scattata all’inizio degli anni ’60sul lungomare di Siderno, dimostra quanto,

nella nostra città, fosse popolare il giocodelle bocce, immortalato persino da una

cinepresa.

Protagonisti politiciIlario Ammendolia, Piero Fuda, Ciccio Riccio, IsaiaSales, Mimmo Bova e Paolo Fragomeni, protago-nisti tutti, con vari ruoli e in tempi diversi, dellastoria del vecchio PCI, si riuniscono per questosplendido scatto al termine della presentazione

del libro del meridionalista salernitano.

C’era una volta…Quando c’era il PCI c’erano anche i com-pagni: in questa foto quello che ci piacedefinire l’ultimo dei comunisti, CosimoD’Agostino, posa in compagnia diAgatino Nicolosi, che ha appena ricevutoil premio “Civiltà e Lavoro” a Siderno.

L’arte del baffoIl sindaco Pasquale Brizzi assiste a un con-

fronto tra baffuti storici (il sindaco diGerace Giuseppe Pezzimenti) e neofiti (il

presidente del GAL Francesco Macrì).

Vino al bergamottoSalvatore Agostinodurante un’intervistaeffettuata allo standallestito a Verona inoccasione del Vinitaly,durante il quale hapotuto illustrare le qua-lità benefiche delnostro bergamotto epromuovere i suoi pro-dotti, tra cui l’ormaicelebre BergaGum!

Fine dei giochiCosimo Giuliano eRaffaele Salernofesteggiano la finedel campionato e irisultati lusinghieririsultati della squa-dre di calcio locali.

Attori emergentiAll’anteprima della nuova serie TV di Sky scrit-ta da Nicolò Ammaniti e girata da FrancescoMunzi “Il Miracolo”, il figlio dell’assessore allacultura Ercole Macrì, Carmelo, che ha recitatonella fiction, posa assieme ai colleghi GuidoCaprino e Elena Lietti.

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