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1 Direttore responsabile Antonio Tucci Redazione Erica Ladogana e-mail: [email protected] Impaginazione e grafica Betti Bertoncello Direzione e Redazione - Proprietà Stazione Sperimentale del Vetro Via Briati 10 - 30141 Murano (VE) Tel.: +39 041 2737011 Fax: +39 041 2737048 e-mail: [email protected] http:/ / www.spevetro.it Autorizzazione del Tribunale di Venezia n. 271 in data 23.01.1971- R.O.C. 3913 Rivista Associata alla Unione Stampa Periodica Italiana Istruzioni per gli Autori La Rivista pubblica studi, ricerche ed esperienze sulla tecnologia e sulla scienza del vetro e dei materiali ad esso collegati. Chiunque può mandare elaborati, memorie ecc. La Redazione si riserva o meno la loro pubblicazione. I testi, corredati da un breve riassunto di circa dieci righe, in italiano e inglese, dovranno pervenire in forma elettronica (preferibilmente in Microsoft Word). Immagini e tabelle dovranno essere in file separati: le immagini preferibilmente in formato tif o jpg (minimo 300 dpi); le tabelle in Microsoft Excel o Microsoft Word. La Rivista diventa proprietaria dei lavori pubblicati e questi non possono essere riprodotti altrove senza autorizzazione. I testi accettati per la pubblicazione saranno considerati definitivi. Eventuali sostanziali variazioni dovranno essere concordate con la Redazione. La Direzione è estranea alle tesi sostenute nei loro articoli dai singoli collaboratori. Questi assumono la piena responsabilità dei loro scritti. È vietata la riproduzione, anche parziale, dei testi e delle illustrazioni senza la preventiva autorizzazione della Redazione. sommario In questo numero ........................................... 2 Riassunti .............................................................. 3 Studi Valutazione comparativa del rischio occupazionale legato all’uso di triossido arsenico e dei suoi sostituti nella produzione del vetro artistico muranese ............ 5 Valentina Faggian, Nicola Favaro, Elisa Giubilato, Lisa Pizzol, Petra Scanferla, Antonio Marcomini I risultati del riciclo del vetro nel 2011 e le previsioni future..................................................... 15 CO.RE.VE. La pratica chimica dei vetrai del Rinascimento La preparazione delle materie prime (I Parte).............. 24 Cesare Moretti ESG 2014 12ª Conferenza Europea del Vetro .............................. 40 Innovazioni Processo innovativo per il riciclo del vetro.................... 43 Associazioni AIHV ......................................................................... 48 In ricordo di Cesare Moretti ....................................... 55 Glass Trend ................................................................ 56 Manifestazioni ................................................. 60 Agenda ................................................................. 63 RIVISTA della STAZIONE SPERIMENTALE DEL VETRO luglio-agosto 2012 - n. 4 vol. 42
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In questo numero ........................................... 2

Riassunti ............................................................... 3

StudiNuove soluzioni per la valorizzazione di scorie e ceneri volanti prodotte dagli inceneritori di rifi uti solidi urbani ..................................................... 5New solutions for the valorization of glassy residuesproduced by municipal waste incinerators..........................13Sandro Hreglich, Roberto Falcone, Antonio Tucci, Nicola Favaro, Paolo Bertuzzi, Piero Ercole, Lodovico Ramon

Sistemi avanzati di recupero termico per forni da vetro. Sistema ibrido rigenerativo-recuperativo Centauro ..... 18Alessandro Mola, Paolo Bortoletto, Giampaolo Bruno,Ernesto Cattaneo, Augusto Santero

Il Capitolare degli Specchieri del 1764 ......................... 26 Paolo Zecchin

Borsa di Studio“Giuseppe Breviari” ................................... 38

Agenda ................................................................. 40

International Commission on Glass... 41

Dal mondo del vetro.................................... 43a cura di Elisabetta Barbini

Direttore responsabileAntonio Tucci

RedazioneElisabetta Barbiniemail: [email protected]

Impaginazione e grafi caBetti Bertoncello

Direzione e Redazione - ProprietàStazione Sperimentale del VetroVia Briati 10 - 30141 Murano (VE)Tel.: +39 041 2737011Fax: +39 041 2737048email: [email protected]:/ / www.spevetro.it

Autorizzazione del Tribunale di Venezia n.271 in data 23.01.1971 R.O.C. 3913

Rivista Associata alla UnioneStampa Periodica Italiana

Istruzioni per gli Autori

La Rivista pubblica studi, ricerche ed esperienze sulla tecnologia e sulla scienza del vetro e i materiali ad esso collegati. Chiunque può mandare elaborati, memorie, ecc. La Redazione si riserva o meno la loro pubblicazione.I testi, corredati da un breve riassunto di circa dieci righe, in italiano e inglese, dovranno pervenire in forma elettronica (preferibilmente in Microsoft Word).Immagini e tabelle dovranno essere in fi le separati: le immagini preferibilmente in formato tif o jpg (minimo 300 dpi); le tabelle in Microsoft Excel o Microsoft Word. La Rivista diventa proprietaria dei lavori pubblicati e questi non possono essere riprodotti altrove senza autorizzazione.I testi accettati per la pubblicazione saranno considerati defi nitivi. Eventuali sostanziali variazioni dovranno essere concordati con la Redazione. La Direzione è estranea alle tesi sostenute nei loro articoli dai singoli collaboratori. Questi assumono la piena responsabilità dei loro scritti.È vietata la riproduzione, anche parziale, dei testi e delle illustrazioni senza la preventiva autorizzazione della Redazione.

sommario

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Direttore responsabileAntonio Tucci

RedazioneErica Ladoganae-mail: [email protected]

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Direzione e Redazione - ProprietàStazione Sperimentale del VetroVia Briati 10 - 30141 Murano (VE)Tel.: +39 041 2737011Fax: +39 041 2737048e-mail: [email protected]:/ / www.spevetro.it

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sommarioIn questo numero ........................................... 2

Riassunti .............................................................. 3

StudiValutazione comparativa del rischio occupazionalelegato all’uso di triossido arsenico e dei suoi sostitutinella produzione del vetro artistico muranese ............ 5 Valentina Faggian, Nicola Favaro, Elisa Giubilato, Lisa Pizzol, Petra Scanferla, Antonio Marcomini

I risultati del riciclo del vetro nel 2011 e le previsioni future..................................................... 15CO.RE.VE.

La pratica chimica dei vetrai del RinascimentoLa preparazione delle materie prime (I Parte).............. 24Cesare Moretti

ESG 2014 12ª Conferenza Europea del Vetro .............................. 40

Innovazioni Processo innovativo per il riciclo del vetro.................... 43

AssociazioniAIHV ......................................................................... 48

In ricordo di Cesare Moretti ....................................... 55

Glass Trend ................................................................ 56

Manifestazioni ................................................. 60

Agenda ................................................................. 63

RIVISTA della STAZIONE SPERIMENTALE DEL VETRO

luglio-agosto 2012 - n. 4 vol. 42

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Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro4-2012 in questo numero

I rivestimenti nanometrici (coating) conferiscono un notevole valore aggiunto al vetro piano utilizzato in edilizia e in altri settori industriali. Da tempo gli sforzi dei produttori sono indirizzati a migliorare le proprietà tecnologiche del vetro piano per edilizia per aumentare l’effi cienza delle vetrate in termini di comfort abitativo e risparmio energetico. Questi miglioramenti tecnologici sono ottenuti attraverso l’applicazione di fi lm (o strati) sottili nanometrici (coating) sulla superfi cie del vetro attraverso diverse tecniche di deposizione.In questo primo articolo della Rivista (2011): “I fi lm sottili (coating) su vetro: caratteristiche, materiali e metodologie di analisi” (Daneo, Falcone, Sommariva, Vallotto) a pagina 5, vengono descritti i materiali utilizzati per i coating, le principali tecniche di deposizione e vengono illustrati i vantaggi e i limiti delle tecniche analitiche oggi maggiormente utilizzate per questo tipo di indagini.

Il secondo articolo a fi rma di Mognato, Barbieri, Nembro, Pace: “Una semplice tecnologia per proteggere il vetro durante l’attività di cantiere” (pagina 15), ha come obiettivo la valutazione dell’effetto, in termini di resistenza, della tecnologia proposta, utilizzata per rimuovere i difetti sulla superfi cie di pannelli di vetro, mediante prove meccaniche. Le prove sono state condotte secondo la norma UNI EN 1288-3:2001 su pannelli in vetro temprato termicamente e su pannelli di vetro stratifi cato; i dati ottenuti sono stati elaborati al fi ne di valutare la resistenza meccanica delle lastre di vetro, dopo trattamento di abrasione e levigatura, secondo la tecnologia proposta da Vetrocare®.

Nel nostro consueto spazio storico presentiamo l’articolo del Prof. Fiori: “Vetro musivo del VI secolo dagli scavi della Basilica di San Severo a Classe (Ravenna)”, a pagina 22.Lo studio di tessere musive provenienti dagli scavi della Basilica di San Severo a Classe ha costituito l’occasione per un confronto fra le caratteristiche dei vetri musivi delle chiese ravennati e la produzione vetraria coeva a Classe, unico esempio scoperto di lavorazione di vetro venuto alla luce con gli scavi archeologici nel territorio attorno a Ravenna.

Nella rubrica “Aggiornamento normativo” (Battaglia, SSV) viene presentata una monografi a con lo scopo di riassumere il contenuto della norma UNI EN 14181:2005 “Emissioni da sorgente fi ssa - Assicurazione della qualità di sistemi di misurazione automatici” e il Decreto Legislativo n. 152/06. A pagina 37 il servizio.

Antonio Tucci

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Rivista della Stazione Sperimentale del Vetroin questo numero

Da questo numero inizia la collaborazione con il Consorzio Recupero Vetro - COREVE -, struttura operante nell’ambito del CONAI con l’obiettivo di migliorare quantità e qualità del recupero e del riutilizzo del rottame di vetro, considerato ormai la principale materia prima nella produzione di vetro, in particolare dei contenitori. A pag. 15 troverete una sintesi dell’ultimo rapporto annuale con i principali, lusinghieri, dati del 2011.

A completamento degli articoli che nei numeri precedenti hanno illustrato gli studi condotti sulle materie prime sostitutive dell’arsenico nella produzione di vetro artistico di tipo muranese, presentiamo a pag. 5 una indagine relativa all’Analisi di Rischio Comparata, condotta in collaborazione con il Consorzio Venezia Ricerche, tra il triossido di arsenico e le nuove materie prime sostitutive, in rapporto ai rischi per la salute umana e all’esposizione dei lavoratori.

Il dottor Cesare Moretti, da anni attivo e appassionato collaboratore della nostra Rivista, ci ha lasciati. Lo ricordiamo a pag. 55 e pubblichiamo la prima parte di uno studio che ci aveva consegnato pochi mesi fa, senza poterne leggere le bozze; lo ha riletto il dottor Sandro Hreglich, suo principale partner di tante altre ricerche (pag. 24).

Tra le Associazioni che si dedicano in Italia e all’estero allo studio e alla promozione del vetro, parliamo in questo numero dell’AIHV e di Glass Trend, con servizi rispettivamente a pag. 48 e a pag. 56.

Da giugno 2012 la SSV ha assunto, fi no a settembre 2014, la Presidenza dell’European Society of Glass e organizza quindi, assieme ad ATIV e all’Università di Parma, la 12ª Conferenza Europea del Vetro, come dettagliato a pag. 40. È il più importante appuntamento scientifi co internazionale del 2014, che si tiene dopo più di vent’anni nel nostro Paese: è un’occasione di grande rilevanza per offrire alla comunità vetraria internazionale l’immagine di un settore scientifi co, tecnologico e industriale di prim’ordine.

Antonio Tucci

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Rivista della Stazione Sperimentale del Vetrosummariesriassunti

Valutazione comparativa del rischio occupazionale legato all’uso di triossido di arsenico e dei suoi sostituti nella produzione del vetro artistico muranese

Comparative human health risk assessment associated to the use of arsenic trioxide and its substitutes in the Murano glass production

Valentina Faggian, Nicola Favaro, Elisa Giubilato, Lisa Pizzol, Petra Scanferla, Antonio MarcominiRiv. Staz. Sper. Vetro 42 (2012), 4, p. 5-14

I risultati del riciclo del vetro nel 2011 e le previsioni future

The results of recycling in 2011 and future projections

CO.RE.VE.Riv. Staz. Sper. Vetro 42 (2012), 4, p. 15-23

Il triossido di arsenico, usato come additivo affi nante e decolorante nei fusi vetrosi, è classifi cato come cancerogeno, mutageno e tossico, e per questo motivo il suo uso potrebbe essere a breve proibito secondo gli indirizzi del recente Regolamento REACH. Dal punto di vista tecnico, l’ossido di cerio e la loppa d’altoforno sono i candidati più promettenti per la sostituzione del triossido di arsenico. Al fi ne di valutare se l’uso di questi composti consenta anche di ridurre gli impatti sulla salute dei lavoratori, si è eseguita un’Analisi di Rischio Comparativa sviluppata attraverso tre fasi: (1) valutazione dei pericoli per la salute umana connessi all’uso di arsenico triossido o ossido di cerio e loppa d’altoforno; (2) stima dell’esposizione dei lavoratori per inalazione e contatto dermico alle sostanze di interesse e (3) quantifi cazione e comparazione dei rischi occupazionali associati all’uso del triossido di arsenico, dell’ossido di cerio e della loppa d’altoforno.

Arsenic trioxide, used as additive for refi ning and bleaching melting glass, is classifi ed as a carcinogenic, mutagenic and toxic substance, therefore its uses could be soon prohibited according to the recent REACH Regulation. In terms of technical performance, cerium oxide and blast furnace slag are the most promising candidates for substituting arsenic trioxide. In order to understand if these substances also allow to reduce occupational health impacts, a Comparative Risk Assessment was performed, according to the following three phases: (1) assessment of arsenic trioxide health hazard in comparison with cerium oxide and blast furnace slag; (2) estimation of inhalation and dermal contact exposure of workers to the substances of interest; (3) quantifi cation of health risks for glass workers associated to use of arsenic trioxide rather than cerium oxide and blast furnace slag.

Il rapporto presenta i risultati sulla quantità di rottame di vetro riciclato nel nostro paese rapportato all’andamento degli ultimi dieci anni. Con l’aiuto di numerose tabelle, vengono forniti dettagli sul tasso di riciclo, sulle percentuali di vetro smaltito, sull’andamento delle quantità di raccolta dei rifi uti in vetro, per sistema di recupero e distribuzione geografi ca. Sono infi ne illustrati i benefi ci ambientali derivanti dal riciclo del vetro nel 2011, sia come risparmi energetici diretti e indiretti, sia come minor consumo di materie prime, sia come riduzione di CO

2. Gli obiettivi raggiunti sono

stati ampiamente superiori rispetto a quanto fi ssato dal D.Lvo 152/2006.

The report presents the results on the amount of recycled cullet in our country compared to the trend of the last ten years. With the help of several tables, many details on the recycling rate, on the percentage of disposed glass, on the trend of cullet collection according to the method of collection or to the geographical distribution are provided. Finally, the environmental benefi ts, deriving from recycling glass in 2011 both as direct and indirect energy savings and as lower consumption of raw materials or as a CO

2 reduction are described. Achievements are far higher than the ones set

by the D.Lvo 152/2006.

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Rivista della Stazione Sperimentale del Vetrosummariesriassunti

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La pratica chimica dei vetrai del Rinascimento.La preparazione delle materie prime (I parte)

The chemical practice of glassmakers in Renaissance recipe manuscripts. The dressing and treatment of raw materials (Part 1)

Cesare MorettiRiv. Staz. Sper. Vetro 42 (2012), 4, p. 24-39

Nella maggior parte dei manoscritti di ricette vetrarie, un certo numero di capitoli è dedicato alla preparazione delle materie prime da utilizzare nelle composizioni vetrifi cabili per ottenere i diversi tipi di vetro. Si è ritenuto interessante, non solo dal punto di vista vetrario ma anche da quello più generale della storia della chimica, analizzare e interpretare queste istruzioni. I ricettari esaminati coprono un arco di tempo dal XIV al XVII secolo, a cominciare dai Trattatelli Toscani, dal manoscritto di Montpellier e dal Ricettario Anonimo, per arrivare al testo di Antonio Neri e ai manoscritti di Giovanni Darduin e Gasparo Brunoro. In questa prima parte vengono sintetizzati e commentati i vari procedimenti citati nei ricettari, mentre nella seconda parte che seguirà verranno trascritti i testi estrapolati dai ricettari.

In most of glass recipe notebooks a number of chapters deal with the preparation of raw materials to be used in the vitrifi able batch. It is interesting to analyze these treatments not only from the point of view of glass technology, but also for the history of ancient chemistry.The chapters regarding the preparation or treatment of raw materials are selected from the manuscripts and notebooks dating from 14th to 17th centuries and arranged into a list according to the material involved. The sources are the three parts of Trattatelli Toscani, the Montpellier manuscript, the Anonymous 16th century manuscript, the Antonio Neri book, the Giovanni Darduin notebook and the Gasparo Brunoro notebook.In this Part 1 all the procedures found in the recipe books are synthesized and commented, grouped per material treated. In the successive Part 2 we will transcribe the texts extrapolated from the manuscripts.

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studiesstudi

Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro

Valutazione comparativa del rischio occupazionalelegato all’uso di triossido di arsenico e dei suoi sostituti

nella produzione del vetro artistico muranese

Valentina Faggian, Nicola Favaro, Elisa Giubilato, Lisa Pizzol, Petra Scanferla, Antonio Marcomini

1. Introduzione

L’arte del vetro di Murano rappresenta un’unicità nel mondo e questa produzione si colloca da secoli sull’isola veneziana di Murano, dove si è stabilita con le caratteristiche di un vero e proprio distretto industriale. Sebbene questa realtà sia per lo più arti-gianale, cioè composta di piccole e micro-imprese, anch’essa è stata interessata dal recente Regolamen-to Europeo REACH [1], che disciplina l’utilizzo delle sostanze chimiche durante tutto il loro ciclo di vita, al fi ne di tutelare la salute dell’uomo e dell’am-biente, spingendo l’industria europea a sostituire le sostanze che destano maggiori preoccupazioni con sostanze meno pericolose.

Tra le molteplici sostanze chimiche che si utiliz-zano nella produzione del vetro artistico, troviamo il triossido di arsenico (As

2O

3), il quale, introdot-

to nella miscela vetrifi cabile in quantità variabili da 1 a 1,5 Kg per 100 Kg di sabbia [2], funge da additivo affi nante e ossidante. Il triossido di arse-nico è una sostanza riconosciuta come canceroge-na per inalazione ed ingestione e tossica per tutte le vie di esposizione; esso diventa particolarmente pericoloso, nel comparto occupazionale del vetro, quando viene manipolato in forma di polvere fi ne durante la preparazione della miscela vetrifi cabile e, alla temperatura di fusione del vetro, come sostanza volatile durante la lavorazione del fuso di vetro in fornace. Per queste sue caratteristiche l’As

2O

3 è sta-

to identifi cato dall’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche (ECHA) come “sostanza estremamente preoccupante” (Substances of Very High Concern - SVHC), per la quale, a breve, potrebbe entrare in vigore il divieto di utilizzo laddove l’uso non sia specifi catamente autorizzato.

Per tutti questi motivi la Stazione Sperimentale del Vetro (SSV), già da alcuni anni, ha dato avvio ad una collaborazione con gli artigiani muranesi per testare miscele alternative che utilizzano diversi ad-ditivi in sostituzione del As

2O

3, ancor oggi utilizza-

to in quantità rilevanti (nel 2008 si è registrato un utilizzo di circa 8 tonnellate). Per valutare le pos-sibili alternative disponibili è stato promosso dalla Stazione sperimentale del Vetro un progetto di ricer-ca industriale dal titolo “Eliminazione dei composti dell’arsenico dalla miscela vetrifi cabile nelle produ-zioni artistiche muranesi e sostituzione con materie prime alternative non pericolose”. I risultati ottenuti dalla ricerca hanno dimostrano che i migliori sosti-tuti sono il diossido di cerio (CeO

2) e la loppa d’al-

toforno.

Nell’ambito di tale progetto, è stata predisposta una specifi ca linea di ricerca, i cui principali risultati vengono riportati nel presente articolo, che riguarda lo sviluppo di una analisi di rischio sanitario-am-bientale, atta a comparare i rischi associati all’uti-lizzo odierno dell’ossido arsenioso rispetto alle altre sostanze sostitutive. Tale analisi si è sviluppata attraverso: (1) la valuta-zione e comparazione dei pericoli per la salute uma-na connessi all’uso del As

2O

3, del CeO

2 e della loppa

d’altoforno; (2) lo sviluppo, per tutte le fasi di pro-duzione del vetro, degli scenari di esposizione oc-cupazionale; (3) la determinazione dell’esposizione a triossido di arsenico e ai sostituti identifi cati dalla SSV attraverso l’applicazione di tre diversi modelli di stima dell’esposizione occupazionale (ECETOC TRA worker, MEASE e ART); (4) la stima e il con-fronto del rischio per la salute umana dei lavoratori del comparto associato all’esposizione alle sostanze di interesse.

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2.1. Identifi cazione delle fasi pericolose del processo produttivoIl processo produttivo delle vetrerie muranesi può essere suddiviso in sette fasi principali seguite da ogni vetreria, comprendenti ciascuna alcune sotto-fasi, che possono invece essere diverse a seconda della tipologia di prodotto lavorato nelle varie ve-trerie. Uno schema-tipo del processo produttivo è presentato in Fig. 2, dove le fasi che potenzialmente possono causare un’esposizione ai composti dell’ar-senico e ad altre sostanze chimiche da parte dell’uo-mo sono evidenziate con dei riquadri tratteggiati.

Le sotto-fasi di produzione del vetro selezionate come potenzialmente pericolose sono: il trasporto/pesatura e la miscelazione delle sostanze da parte del composizioniere, la carica in fornace da parte del sottofonditore, la fusione/affi naggio della mi-scela vetrifi cabile da parte del fonditore e la lavora-zione di piazza da parte del levante e del maestro, infi ne la molatura eseguita sul vetro formato e raf-freddato nel reparto moleria.

2. Materiali e metodi

Per valutare se le sostanze sostitutive presentano un minore impatto sulla salute umana rispetto al com-posti dell’arsenico la procedura utilizzata ha previ-sto le seguenti attività: l’identifi cazione di tutte le fasi del ciclo di vita dei prodotti-sistemi indagati, lo sviluppo dei diagrammi di esposizione occupazio-nale e di descrizione degli scenari di esposizione, la raccolta dei dati di input utili alla stima dell’e-sposizione, l’identifi cazione del pericolo associato a ciascuna sostanza analizzata attraverso la scelta dei valori tossicologici di dose-risposta, la stima dell’e-sposizione attraverso l’applicazione dei modelli di esposizione e infi ne la caratterizzazione del rischio.

In Fig. 1 si riporta lo schema concettuale seguito nel corso della presente ricerca.

Figura 1 - Schema concettuale di sviluppo della linea di ricerca

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Nel presente studio si è deciso di stimare l’espo-sizione per ognuna delle 6 fasi individuate come potenzialmente pericolose ipotizzando in un caso la totale mancanza di sistemi di prevenzione e pro-tezione (“Scenario senza Misure di Prevenzione e Protezione”, NoMPP), nell’altro, al contrario, con-siderando l’utilizzo delle misure di prevenzione e protezione (“Scenario con Misure di Prevenzione e Protezione”, MPP).

Lo scenario NoMPP è lo scenario che delinea l’i-potesi peggiore di esposizione alle sostanze ogget-to del presente studio, in quanto esso non prende in considerazione né i dispositivi di protezione in-dividuale, né le misure di prevenzione del rischio. Viceversa, lo scenario con MPP delinea l’ipotesi di

2.2. Defi nizione degli scenari di esposizioneSulla base delle 6 fasi di produzione del vetro selezio-nate come potenzialmente pericolose e individuate dallo schema di produzione del vetro di Fig. 2, sono stati sviluppati gli scenari di esposizione schematiz-zati nei diagrammi di esposizione riportati in Fig. 3.

Dall’analisi dei diagrammi di esposizione si evince che le modalità di assunzione principali per i lavo-ratori sono l’inalazione di polveri, vapori o aerosol e il contatto dermico. In mancanza di dati speri-mentali di monitoraggio, per riuscire a stimare l’e-sposizione associata alle diverse vie di esposizione è necessario applicare dei modelli predittivi. I modelli di stima dell’esposizione utilizzati nel presente stu-dio verranno descritti nel paragrafo 2.5.

Figura 2 - Schema delle fasi principali di lavorazione del vetro di Murano

Pesaturamacroingredienti

Pesatura microingredienti

Omogeneizzazionecariche

Carica forni fusori

Affinaggio

Riposo

Lavoro di piazza

Trattamentitermici

Taglio e Arrotatura

Lucidatura

Taglio con fiamma

Trattamentiall’ iride

Forni di traghettamento

Raffreddamentostampi

Manutenzioneforni

Linee di scavo

Trattamentostampi

Magazzinomaterie prime

Ricevimento

Satinatura(Acidatura)

SabbiaturaVerniciatura

FASE 1

FASE 2

FASE 3

FASE 4

FASE 5

FASE 6

Repartoimballaggio

Stoccaggio

Spedizionepontile di carico

FASE 7

ESPOSIZIONE POTENZIALEA POLVERI E VAPORI

ESPOSIZIONEPOTENZIALEAD AEROSOL

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2.4. Identifi cazione del pericolo associato a ciascuna sostanza analizzata (scelta dei valori tossicologici di dose-risposta)Come indicato dalla guida ECHA (2010) al capitolo R.8, il parametro tossicologico DNEL, Derived No Effect Level viene defi nito come “il livello di espo-sizione al di sopra del quale l’uomo non dovrebbe essere esposto” [3] ed è considerato il parametro dose-risposta di riferimento per la caratterizzazione del rischio.

La derivazione di un DNEL è però alquanto com-plessa, soprattutto quando deve essere derivato da descrittori di dose (principalmente NOAEL o LOAEL) prodotti da studi su animali e/o per vie di esposizio-ne differenti da quella di interesse.

Alla luce di quanto affermato, nel caso in esame si è deciso di utilizzare il valore di DNEL quando è stato possibile ricavarlo dalla letteratura o derivarlo

esposizione in condizioni di sicurezza alle sostanze oggetto del presente studio, in quanto esso prende in considerazione i dispositivi di protezione indivi-duale e le misure preventive di gestione del rischio previste per legge.

2.3. Raccolta dei dati di input per ogni fase e scenario consideratoPer ogni fase del processo produttivo e in base allo scenario analizzato sono stati raccolti i dati di input da utilizzare per implementare i modelli per la stima dell’esposizione. Le determinanti richieste variano in base al modello preso in considerazione, princi-palmente sulla base del dettaglio richiesto.

La raccolta dei dati è stata eseguita a partire dalla consultazione di materiale di letteratura, ed è prose-guita attraverso alcune visite presso una vetreria di Murano e la richiesta di dati alla SSV.

Figura 3 - Diagrammi di esposizione per le diverse sorgenti identifi cate

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Anche per la via di esposizione dermica si sono con-siderati solo gli effetti non cancerogeni derivanti da esposizione cronica. In questo caso però entrambe le sostanze non hanno natura cancerogena [9;10].

2.5. Stima dell’esposizioneTra i modelli per la stima dell’esposizione ricono-sciuti dalle linee guida europee, ne esistono diversi che potrebbero essere utilizzati per la valutazione dell’esposizione alle sostanze di interesse, ma nel presente caso di studio ne sono stati selezionati tre in base alle loro caratteristiche e in base ai requisi-ti richiesti per implementarli. Essi sono: ECETOC Targeted Risk Assessment Tool for worker (ECE-TOC TRA worker) [11;12], Metals’Estimation and Assessment of Substance Exposure (MEASE) [13] e Advanced Reach Tool (ART) [14]. L’ECETOC TRA worker e il MEASE sono modelli di screening (cosiddetti “Tier 1”, ovvero Livello 1) che permetto-no di ottenere delle simulazioni cautelative a fronte dell’introduzione di dati di input generici e facil-mente reperibili. I modelli di esposizione di detta-glio (i cosiddetti modelli “Tier 2”), come l’ART, permettono invece l’inserimento e l’analisi di infor-mazioni sito-specifi che che consentono di ridurre l’incertezza associata alle stime di esposizione e, di conseguenza, di arrivare ad una stima del rischio più legata alle situazioni reali di utilizzo delle sostanze in esame. È bene tuttavia sottolineare che il modello ART ha una limitazione importante per il caso in esame, in quanto non può valutare processi condotti ad alte temperature (quali quelli in fase di fusione e lavorazione di piazza).

I modelli selezionati prevedono l’inserimento dei dati di input per i parametri di interesse (vedi par. 2.3) all’interno di apposite maschere e al termine del processo ciascun modello fornisce in automatico la stima dell’esposizione.

La stima per l’esposizione per inalazione viene calcolata automaticamente in termini di mg/m3 per giornata lavorativa, cioè viene espressa come media ponderata sulle 8 ore di un turno completo di lavo-ro. La stima per contatto dermico è espressa come carico totale della sostanza chimica assorbito dalla pelle durante un turno di lavoro (si ipotizza che la deposizione sia uniforme e che l’assorbimento sia il 100%) e viene riportata come massa per chilogram-

seguendo le linee guida fornite dall’ECHA, men-tre è stato utilizzato un valore limite occupazio-nale (Occupational Exposure Limit, OEL) se non era possibile ricavare tale valore. A tal proposito, per il diossido di cerio è stato utilizzato il valore di DNEL pubblicato sul sito ECHA nella sezione ECHA CHEM [4], mentre per il triossido di arseni-co è stato utilizzato un OEL, defi nito Valore limite di soglia o ponderale - media ponderata nel tempo (Threshold limit value - Time weighted average, TLV - TWA) che è valido esclusivamente per l’e-sposizione per inalazione e che viene pubblicato con cadenza annuale dall’American Conference of Governmental Industrial Hygienists (ACGIH) degli Stati Uniti d’America. Per quanto concerne il valo-re di TLV utilizzato come limite per l’esposizione per inalazione a triossido di arsenico, esso è ricavato per l’ambito occupazionale, per la via di esposizio-ne inalatoria e per una durata di esposizione cronica. Per l’esposizione per contatto dermico si sono uti-lizzati, per entrambe le sostanze, valori di DNEL. In particolare, per il diossido di cerio tale valore è pubblicato sul sito dell’ECHA nella sezione ECHA CHEM, mentre per il triossido di arsenico è stato derivato nel corso del presente studio da un valore di LOAEL ricavato dallo studio effettuato dal Bio Research Laboratories (1994) [5] seguendo le linee guida riportate nel capitolo R.8 della guida ECHA e attraverso la collaborazione di un tossicologo.

Da sottolineare che, per quanto concerne la via di esposizione per inalazione, si è scelto di analizzare esclusivamente il rischio legato agli effetti non can-cerogeni derivanti da esposizione cronica, sebbene il triossido di arsenico non sia solamente molto tos-sico, ma anche cancerogeno per inalazione tanto da essere classifi cato in classe 1 secondo IARC [6;7] e in classe A dall’agenzia americana EPA [8]. Tale scelta è legata al fatto che non si ritiene signifi cativo, in sede di analisi di rischio comparativa, confronta-re le due sostanze per gli effetti cancerogeni, vista la natura non cancerogena, genotossica o mutagena del diossido di cerio [9].

Sulla base di quanto esposto sopra, quando si farà riferimento alla via di esposizione per inalazione saranno considerati esclusivamente gli effetti non cancerogeni derivanti da esposizione cronica alle sostanze di interesse.

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motivo, quest’ultima è stata considerata non perico-losa e non si è proceduto alla derivazione di parame-tri tossicologici di dose-risposta e alla valutazione dell’esposizione.

I parametri tossicologici di dose-risposta sono stati defi niti invece per l’As2O3 e il CeO2, ma esclusi-vamente per gli effetti tossici non cancerogeni per l’esposizione cronica sia per inalazione che, in via cautelativa, per contatto dermico. Questi sono ri-spettivamente per l’inalazione un TLV-TWA pari a 0,01 mg/m3 per l’As

2O

3 e un DNEL pari a 3 mg/m3

per il CeO2, mentre per il contatto dermico si ha un

DNEL pari a 0,003 mg/(kgbw

*day) per l’As2O

3 e un

DNEL pari a 8,33 mg/(kgbw

*day) per il CeO2.

3.2. Risultati della stima dell’esposizioneAttraverso l’utilizzo dei modelli ECTOC TRA wor-ker, MEASE e ART è stato possibile stimare i valori di esposizione per i lavoratori in termini di mg/m3 per l’inalazione e in termini di mg/(kg

bw*day) per il

contatto dermico. Le stime di esposizione ottenute per le due sostanze, a parità di condizioni operative, si dimostrano molto simili e per alcune fasi addirit-tura uguali. Infatti, il triossido di arsenico e il dios-sido di cerio hanno caratteristiche fi siche analoghe e di conseguenza, secondo l’impianto logico che sta alla base dei modelli utilizzati, le due sostanze ven-gono classifi cate nella medesima classe di fugacità e trattate allo stesso modo, portando a risultati simili in termini di stima dell’esposizione. I risultati della stima dell’esposizione per inalazione e per contatto dermico sono riportati in Tab. I e Tab. II rispettiva-mente.

Dai valori riportati nelle tabelle, si può notare che nei processi ad alte temperature il diossido di cerio volatilizza meno rispetto ai composti dell’arsenico, a causa della sua maggiore temperatura di fusione. Tale aspetto porta a differenze di uno o due ordini di grandezza nelle stime di esposizione per inalazione di triossido di arsenico rispetto al diossido di cerio, sia col modello ECETOC TRA worker, che con il modello MEASE. È possibile affermare con certez-za che le differenze nelle stime di esposizione sono associabili esclusivamente alla temperatura di fusio-ne. Infatti, questa è l’unica determinante per la quale sono stati inseriti valori diversi rispettivamente per arsenico e cerio.

mo di peso corporeo per giornata lavorativa (mg/(kg

bw*day).

2.6. Caratterizzazione del rischioLa caratterizzazione del rischio è l’ultima fase del processo di valutazione e, nel caso sia quantitativa, essa si effettua comparando la stima di esposizio-ne per ognuno degli scenari di esposizione prescelti con i corrispondenti valori di dose-risposta. In al-tre parole, si calcola il rapporto di caratterizzazione del rischio (Risk Characterization Ratio - RCR) tra il valore di esposizione calcolato con il modello di stima dell’esposizione e il valore tossicologico di dose-risposta (eq. 1).

eq.1

Il calcolo del RCR deve essere fatto separatamente per ciascuna delle vie di esposizione, mentre il RCR fi nale è risultato della somma dei RCR per inalazio-ne e contatto dermico. L’allegato I della normativa REACH al punto 6.4 afferma che per ogni scena-rio di esposizione il rischio per l’uomo può essere considerato sotto controllo se i livelli di esposizione non superano il DNEL, cioè se il valore di RCR è inferiore ad 1 per ogni via di esposizione e come somma dei RCR associati a ciascuna via di esposi-zione analizzata.

3. Risultati e discussioni

3.1. Risultati della stima del pericoloL’arsenico triossido è altamente tossico e sicura-mente cancerogeno per inalazione [10], mentre per contatto dermico esistono poche evidenze di una sua tossicità cronica [15]. Per quanto concerne il diossido di cerio, non ci sono dati che mettano in luce effetti cancerogeni o mutageni imputabili a tale sostanza, mentre diversi studi evidenziano ef-fetti tossici a carico dell’apparato respiratorio per esposizione cronica per inalazione [9]. Infi ne, per quanto riguarda la loppa d’altoforno, gli studi dispo-nibili escludono una sua natura tossica e/o cancero-gena, tesi avvalorata anche da una completa analisi di rischio prodotta dalla Steel Slag Coalition [16], un gruppo composta da 63 aziende coinvolte nella produzione di acciaio e scorie d’altoforno. Per tale

=

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vetrifi cabile e dei quantitativi di miscela gestita nei diversi processi. Infatti, poiché il CeO2 viene usato in minore quantità nella miscela, a parità di proces-so e condizioni di utilizzo, ad esso è associata una stima di esposizione per inalazione che risulta mi-nore rispetto a quella riscontrata per il As

2O

3.

3.3. Caratterizzazione del rischioIn Tab. III e in Tab. IV sono riportati i valori ricavati dalla caratterizzazione del rischio per esposizione per inalazione e per contatto dermico con polve-ri, fumi e/o aerosol contenenti arsenico triossido o diossido di cerio. I riquadri rossi segnalano situa-zioni in cui il rischio risulta non accettabile, mentre i riquadri verdi situazione in cui il rischio risulta ac-cettabile (vedi par. 2.6).

Inoltre, se si confrontano le stime ricavate con ECE-TOC TRA worker e con MEASE per l’esposizione per contatto dermico, si possono apprezzare differenze ri-levanti che arrivano addirittura a 5 ordini di grandezza. Ciò è dovuto principalmente al fatto che il modello ME-ASE, concepito esclusivamente per la valutazione delle esposizioni a metalli e a composti inorganici, differisce dall’ECETOC TRA worker per alcune assunzioni di base e risulta meno conservativo e più specifi co.

Infi ne, analizzando i risultati del modello ART, si riscontra una maggiore variabilità tra i risultati di stima dell’esposizione rispetto a quelli ricavati con i modelli di screening (“Tier 1”). Tale eterogeneità è da imputare principalmente alla valutazione più ac-curata delle percentuali delle sostanze nella miscela

Tabella I - Stime di esposizione per inalazione ricavate con i tre modelli di esposizione selezionati

FASI

INALAZIONE NoMPP MPP NoMPP MPP NoMPP

ECETOC ECETOC MEASE MEASE ART As2O3mg/m3

CeO2mg/m3

As2O3mg/m3

CeO2mg/m3

As2O3mg/m3

CeO2mg/m3

As2O3mg/m3

CeO2mg/m3

As2O3mg/m3

CeO2mg/m3

TRASPORTO/ PESATURA 30 30 0,06 0,06 30 30 0,075 0,075 4,2 4,2

MISCELAZIONE 15 15 0,003 0,003 1,5 1,5 0,001 0,001 0,84 0,15

CARICA 30 30 0,04 0,04 3 3 0,019 0,019 0,076 0,014 FUSIONE/

AFFINAGGIO 6 0,6 0,03 0,003 0,4 0,06 0,005 0,001 NA NA

LAVORAZIONE 10 1 0,05 0,005 0,2 0,05 0,008 0,002 NA NA

MOLATURA 10 10 0,05 0,05 0,005 0,005 <0,001 <0,001 NA NA

Tabella II - Stime di esposizione per contatto dermico ricavate con i modelli di esposizione ECETOC TRA e MEASE

FASI

CONTATTO DERMICO NoMPP MPP NoMPP MPP

ECETOC ECETOC MEASE MEASE As2O3

mg/(kgbw*day)

CeO2mg/(kgbw*

day)

As2O3mg/(kgbw*

day)

CeO2mg/(kgbw*

day)

As2O3mg/(kgbw*

day)

CeO2mg/(kgbw*

day)

As2O3mg/(kgbw*

day)

CeO2mg/(kgbw*

day) TRASPORTO/

PESATURA 13,71 13,71 0,69 0,69 0,041 0,041 0,0084 0,0084

MISCELAZIONE 13,71 13,71 0,03 0,03 0,0002 0,0002 0,000014 0,000014

CARICA 13,71 13,71 0,69 0,69 0,041 0,041 0,000014 0,000014

FUSIONE/ AFFINAGGIO 2,83 2,83 0,85 0,85 0,0084 0,0084 0,00084 0,00084

LAVORAZIONE 1,41 1,41 0,14 0,14 0,014 0,014 0,0014 0,0014

MOLATURA 2,83 2,83 0,28 0,28 0,014 0,014 0,0014 0,0014

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Dall’analisi dei risultati di stima del rischio prodotti dal modello ART, e riportati sempre in Tab. III, ri-sulta evidente l’estrema differenza tra l’uso dell’ar-senico e del cerio nella miscela vetrosa. Nel primo caso, infatti, si verifi ca un rischio non accettabile per tutte le fasi analizzate, mentre il cerio presenta rischio non accettabile per la sola fase di pesatura, evidenziando come l’esposizione potrebbe richiede-re ulteriori analisi di dettaglio per poter escludere con certezza la mancanza di un rischio signifi cativo per la salute umana.

Conclusioni

I risultati dell’analisi comparativa di rischio dimo-strano che il triossido di arsenico causa rischi mag-

Dalla valutazione dei risultati di rischio riportati in Tab. III e IV, è possibile constatare come il triossido di arsenico sia estremamente più preoccupante del diossido di cerio nella lavorazione del vetro. Infatti, anche considerando lo scenario più cautelativo che prevede l’utilizzo di misure di prevenzione e prote-zione, permangono situazioni di rischio non accetta-bile. Al contrario, il diossido di cerio non desta mai preoccupazione nello scenario che considera le mi-sure di prevenzione e protezione, mentre comporta rischio non accettabile per alcune fasi nella confi -gurazione meno cautelativa dello scenario NoMPP, che per questo motivo è stato ulteriormente indagato tramite il modello di dettaglio ART. L’ART infat-ti è stato implementato solo per le fasi di pesatura, miscelazione e carica, ovvero quelle fasi per cui si verifi ca un rischio non accettabile per il cerio.

Tabella III - Caratterizzazione del rischio dovuto a inalazione di arsenico triossido o diossido di cerio per ogni fase di produzione.

FASI As2O3 CeO2

NoMPP MPP NoMPP MPP NoMPP NoMPP MPP NoMPP MPP NoMPP ECETOC MEASE ART ECETOC MEASE ART

TRASPORTO/ PESATURA

nonaccettabile

nonaccettabile

nonaccettabile

nonaccettabile

nonaccettabile

nonaccettabile accettabile non

accettabile accettabile nonaccettabile

MISCELAZIONE nonaccettabile accettabile non

accettabile accettabile nonaccettabile

nonaccettabile accettabile accettabile accettabile accettabile

CARICA nonaccettabile

nonaccettabile

nonaccettabile

nonaccettabile

nonaccettabile

nonaccettabile accettabile non

accettabile accettabile accettabile

FUSIONE/ AFFINAGGIO

nonaccettabile

nonaccettabile

nonaccettabile accettabile na accettabile accettabile accettabile accettabile na

LAVORAZIONE nonaccettabile

nonaccettabile

nonaccettabile accettabile na accettabile accettabile accettabile accettabile na

MOLATURA nonaccettabile

nonaccettabile accettabile accettabile na non

accettabile accettabile accettabile accettabile na

Tabella IV - Caratterizzazione del rischio dovuto a contatto dermico con arsenico triossido o diossido di cerio per ogni fase diproduzione.

FASI

As2O3 CeO2

NoMPP MPP NoMPP MPP NoMPP MPP NoMPP MPP

ECETOC MEASE ECETOC MEASE

TRASPORTO/ PESATURA

nonaccettabile

nonaccettabile

nonaccettabile

nonaccettabile

nonaccettabile accettabile accettabile accettabile

MISCELAZIONE nonaccettabile

nonaccettabile accettabile accettabile non

accettabile accettabile accettabile accettabile

CARICA nonaccettabile

nonaccettabile

nonaccettabile accettabile non

accettabile accettabile accettabile accettabile

FUSIONE/ AFFINAGGIO

nonaccettabile

nonaccettabile

nonaccettabile

nonaccettabile accettabile accettabile accettabile accettabile

LAVORAZIONE nonaccettabile

nonaccettabile

nonaccettabile accettabile accettabile accettabile accettabile accettabile

MOLATURA nonaccettabile

nonaccettabile

nonaccettabile accettabile accettabile accettabile accettabile accettabile

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ferenti caso per caso. Per valutare quanto e in che modo le stime di esposizione dei modelli si disco-stano dall’esposizione effettiva dei lavoratori, un’ul-teriore attività da sviluppare dovrebbe consistere nel confronto dei valori stimati dai modelli con un data-base di valori medi espositivi misurati durante appo-site campagne di monitoraggio sul luogo di lavoro.

Ringraziamenti

Tale specifi co studio sviluppato nell’ambito del progetto “Eliminazione dei composti dell’arsenico dalla miscela vetrifi cabile nelle produzioni artisti-che muranesi e sostituzione con materie prime al-ternative non pericolose” promosso dalla Stazione Sperimentale del Vetro è stato fi nanziato dal Mini-stero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Divisione V - Certifi cazione ambientale, prodotti chimici e acquisti pubblici verdi.

Bibliografi a

[1] Regolamento (CE) n. 1907/2006 del Parla-mento europeo e del Consiglio, Gazzetta Uffi ciale dell’Unione europea del 30.12.2006, L 396, page 1.[2] Montagnani R, Campagna M, Gasparello S, Hre-glich A, Apostoli P. (2006). L’esposizione ad arse-nico nella produzione artigianale della bacchetta di vetro. Risultati del monitoraggio biologico e indica-zioni preventive. G Ital Med Lav Erg 28(2):158-162.[3] ECHA (2010). Guidance on information re-quirements and chemical safety assessment. ECHA, Helsinki, Finland. Allegato I, 1.0.1.[4] ECHA CHEM. Database delle sostanze regi-strate presso l’ECHA disponibile al seguente sito: http://echa.europa.eu/web/guest/information-on-chemicals/registered-substances (consultato il 20/03/2012).[5] BRL - Bio-Research Laboratories (1994). Final report for a 90-day inhalation neurotoxicity and toxicity study by exposure to a dry powder aerosol of ceric oxide in the albino rat. Prodotto da Bio-Re-search Laboratories, Montreal, Canada per Rhone-Poulenc Inc.

giori per la salute dei lavoratori rispetto a quelli stimati per l’utilizzo del diossido di cerio nella lavo-razione del vetro. Questa situazione si verifi ca per tutte le fasi di produzione e lavorazione del vetro e per entrambi gli scenari di esposizione analizzati in questo lavoro.

Le differenze tangibili, riscontrate tra le stime del rischio associato all’uso di triossido di arsenico e le stime associate all’uso del diossido di cerio, dipen-dono solo marginalmente dai valori di esposizione alle sostanze analizzate, in quanto l’esposizione ri-sulta simile o uguale per tutte le fasi di lavorazione del vetro, bensì sono maggiormente riconducibili alla tossicità delle due sostanze. Il diossido di cerio è, infatti, molto meno tossico del triossido di arseni-co sia per inalazione che per contatto dermico. Inol-tre, sebbene in questo studio si sia deciso di analiz-zare esclusivamente il rischio legato agli effetti non cancerogeni, i composti inorganici dell’arsenico, a differenza del diossido di cerio, sono riconosciuti come cancerogeni. Di conseguenza, l’utilizzo del diossido di cerio comporta rischi meno rilevanti per la salute, non solo perché presenta un rischio per ef-fetti non cancerogeni accettabile per tutte le fasi di produzione del vetro (ad eccezione della sola fase di pesatura), ma anche perché non cancerogeno. È poi signifi cativo evidenziare che il diossido di cerio vie-ne utilizzato in quantità minori rispetto all’arsenico triossido (circa l’80-90% del peso in meno), e viene mescolato con la loppa d’altoforno, che risulta esse-re non pericolosa. Questa combinazione forma una valida e più sicura alternativa all’uso del triossido di arsenico. Ciò nonostante, è comunque buona norma ricordare che, a scopo cautelativo, per i lavoratori è importante proteggere le vie respiratorie, soprattutto in fase di composizione della miscela, dotandosi di sistemi di protezione idonei.

Con la consapevolezza dell’importante risultato messo in luce dall’analisi di rischio comparativo, si ritiene doverosa e importante una discussione sull’incertezza legata alla stima dell’esposizione.

I modelli utilizzati, infatti, nonostante siano i più avanzati fi nora sviluppati, permettono di analiz-zare scenari che non sempre riescono a descrivere in maniera dettagliata tutte le caratteristiche di un ambiente di lavoro reale, che presenta modalità dif-

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Autori

Valentina Faggian, Elisa Giubilato, Lisa Pizzol, Pe-tra Scanferla, Antonio MarcominiConsorzio Venezia Ricerche, Veneziae-mail: [email protected]

Nicola FavaroStazione Sperimentale del Vetro, Murano e-mail: [email protected]

[6] IARC (1980). Monographs on the Evaluation of Carcinogenic Risks to Humans. vol. 23, Some Metals and Metallic Compounds. IARC, Lyon.[7] IARC (2004). Monographs on the Evaluation of Carcinogenic Risks to Humans. Vol. 84, Some Drinking-water Disinfectants and Contaminants, including Arsenic.[8] US EPA (1984). Health Assessment Document for Arsenic. Research Triangle Park, NC: U.S. Envi-ronmental Protection Agency. EPA600823021F.[9] US EPA (2009). Toxicological review of Ceri-um Oxide and Cerium Compounds - Environmen-tal Protection Agency. Washington. Disponibile al: http://www.epa.gov/iris/toxreviews/1018tr.pdf (con-sultato il 20/03/2012).[10] ATSDR (2007). Toxicological Profi le for Ar-senic - Agency for Toxic Substances and Disease Registry. U.S. Department of Health and Human Services, Public Health Services. Disponibile al: http://www.atsdr.cdc.gov/ToxProfiles/tp.asp?id =22&tid=3 (consultato il 20/03/2012).[11] ECETOC (2004). Target Risk Assessment. Brus-sels, Belgium, European Centre for Ecotoxicology and Toxicology of Chemicals. Technical Report no. 93.[12] ECETOC (2009). Addendum to ECETOC Tar-geted Risk Assessment Report No. 93. ISSN-0773-8072-107.[13] EBRC (2007). MEASE - Occupational Ex-posure Assessment Tool for REACH. Disponibile al: http://www.ebrc.de/industrial-chemicals-reach/projects-and-references/mease.php (consultato il 20/03/2012).[14] Fransman W, Cherrie J, van Tongeren M, Schneider T, Tischer M, Schinkel J, Marquart H, Warren N, Kromhout H, Tielemans E (2009). De-velopment of a mechanistic model for the Advanced REACH Tool (ART). TNO Quality of Life (The Ne-therlands) Report n. V8667.[15] IPCS (2001). Environmental Health Criteria no. 224: Arsenic and Arsenic Compounds. World Health Organisation, International Programme on Chemical Safety. Disponibile al: http://www.who.int/ipcs/publications/ehc/ehc_224/en/ (consultato il 20/03/2012).[16] Proctor DM, Shay EC, Fehling KA, Finley BL (2002). Assessment of human health and ecological risks posed by the uses of steel-industry slags in the environment. Human and Ecological Risk Assess-ment, 8, 4, pp. 681-711.

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I risultati del riciclo del vetro nel 2011e le previsioni future

Nel 2011 la quantità di rifi uti d’imballaggio in vetro riciclata è cresciuta rispetto al 2010 del 6,7%, passando da 1.471 Kt a 1.570 Kt. Il tasso di riciclo ha superato il 68%.

Imballaggi in vetro immessi al consumo: 2.306.951 t.

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SERIE STORICA DEI RISULTATI DI RICICLO NEL PERIODO 2002 - 2011 (Kton)

Immesso al consumo

1.970 2.107 2.141 2.117 2.133 2.157 2.139 2.065 2.153 2.307

Riciclo 1.037 1.122 1.203 1.211 1.256 1.303 1.390 1.362 1.471 1.570

I risultati di riciclo sono stati ampiamente superiori rispetto all’obiettivo a suo tempo fi ssato dal D.lgs. 152/06.

Previsioni di riciclo

Immesso al consumo 2.307 2.249 2.272

Riciclo 1.570 1.596 1.626

Obiettivi di Riciclo 68,1% 71,0% 71,6%

PROGRAMMA RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI AL 2013 (Kton)

80% 75%

70%

65%

60%

55%

50%

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Raccolta

Nel 2011 la raccolta differenziata nazionale dei rifi uti di imballaggio in vetro è cresciu-ta del 6%, raggiungendo 1.682.000 ton.

Il Coreve, attraverso apposite convenzioni locali, ha gestito direttamente 1.386.000 ton. di rifi uti d’imballaggio in vetro, corrispondenti all’82% della raccolta differenziata del vetro in Italia.

1.8001.6001.4001.2001.000

800600400200

0

Kton

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 ANNO

ANDAMENTO RACCOLTA RIFIUTI D'IMBALLAGGIO IN VETRO PERIODO 2002 - 2011

RACCOLTA IMBALLAGGI DI VETRO 2011: 1.682.000 Ton.

1.386 Kton

296 Kton

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Sono 6.083 i Comuni convenzionati con Coreve (circa il 75% del totale), direttamente o attraverso il proprio gestore delegato. Gli abitanti coinvolti superano i 50.100.000 e risultano pari a circa l’84% della popolazione italiana.

2011% sul totale

2010% sul totale

Δ Δ %

Comuni 6.083 75% 5.894 73% 189 3%

ANDAMENTO CONVENZIONI - CONFRONTO 2011/2010

Popolazione servita 50.140 84% 49.090 82% 1.050 2%

Convenzioni attive 359 - 343 - 16 4%

RACCOLTA DEL ROTTAME DI VETRO DA IMBALLAGGIOSUDDIVISA PER MACRO-AREE (Kton) - ANNO 2011

1.800

1.600

1.400

1.200

1.000

800

600

400

200

0

Kton

Nord Centro Sud TOTALE

Gestione Indipendente

182 47 67 296

Gestione Consortile

911 223 252 1.386

Raccolta complessiva

1.093 270 319 1.682

Resa Pro Capite

39,9 22,9 15,3 28,0

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Riciclo

Nell’ultimo anno, il riciclo dei rifi uti di imballaggio in vetro provenienti dalla raccolta nazionale ha raggiunto il quantitativo di 1.570.404 ton.

A questo risultato ha concorso l’utilizzo della sabbia di vetro ottenuta dal recupero secondario dei cascami dei lettori ottici di cernita degli inerti diversi dal vetro (cerami-che, porcellane, pietre ecc.) e delle frazioni fi ni, come sabbia di vetro, il cui impiego nei settori industriali, anche diversi da quello vetrario, è leggermente diminuito.

Nella fi gura seguente è riportato il riciclo totale di rifi uti d’imballaggio nazionale sud-diviso per settori industriali di utilizzo.

Settore Vetro Cavo

Come emerge dal grafi co, il settore vetrario rimane tuttora il naturale sbocco per il rici-clo dei rifi uti d’imballaggio in vetro raccolti in ambito nazionale che, dalla nascita del Coreve sino a oggi, è cresciuto di circa il 49%, a fronte di una crescita dei quantitativi di vetro complessivamente riciclati del 41%.

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In questi anni le aziende vetrarie si sono attrezzate, non solo per garantire la completa valorizzazione del vetro raccolto dai comuni in modo differenziato, ma hanno addirit-tura incrementato ulteriormente la loro capacità di riciclo.

Le importazioni e il vetro non imballaggio (vetro piano) vanno a coprire, quindi, fab-bisogni che altrimenti rimarrebbero insoddisfatti, soprattutto quelli di rottame di vetro incolore.

ANDAMENTO DEL RICICLO DEI RIFIUTI D'IMBALLAGGIONEL SETTORE VETRARIO - PERIODO 2002-2011 (Kton)

2.200

2.000

1.800

1.600

1.400

1.200

1.000

800

600

Kton

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

riciclo tot

1.453 1.556 1.647 1.719 1.843 1.852 1.820 1.764 1.908 2.052

riciclo imb

1.037 1.122 1.203 1.211 1.256 1.286 1.376 1.351 1.441 1.548

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Importa-zioni 173 221 259 300 246 264 202 231 201 223

Vetro piano 244 213 184 208 341 302 242 182 265 282

Riciclo imballaggi 1.037 1.122 1.203 1.211 1.256 1.286 1.376 1.351 1.441 1.548

Riciclo totale 416 434 444 508 1.843 1.852 1.820 1.764 1.908 2.052

RICICLO TOTALE PER FLUSSI DI PROVENIENZA NEL SETTORE VETRARIO

2.200

2.000

1.800

1.600

1.400

1.200

1.000

800

600

400

200

0

Kton

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

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Risparmi energetici indiretti, pari a circa: 192.032 TEP* (rispetto all’impiego di sole materie prime di origine minerale)

Risparmi energetici diretti, pari a circa: 116.159 TEP (rispetto all’impiego di sole materie prime di origine minerale)

Risparmi energetici complessivi, anno 2011 308.191 TEP pari a circa 3.097.887 barili di petrolio

Minor consumo di materie prime minerali**, a parità di vetro prodotto, pari a circa:

3.181.000 tonnellate di cui: Sabbia 1.968.854 ton. Soda 566.165 ton. Calcare 359.419 ton. Dolomite 174.939 ton.Feldspato 57.571 ton. Altre 54.052 ton.

Riduzione diretta di emissioni di CO2eq

(materie prime e fonti energetiche):847.686 tonnellate di CO

2eq

Riduzione indiretta di emissioni di CO2eq

(materie prime e fonti energetiche):1.183.667 tonnellate di CO

2eq

Riduzione totale emissioni di CO2eq, anno 2011:

2.031.352 tonnellate di CO2 equivalenti, pari alla circolazione evitata, per un anno, di circa 1.289.747 autovetture utilitarie Euro5 (con una percorrenza media di 15.000 Km)

*: TEP (tonnellate equivalenti di petrolio)

**: pari ad un volume di 1.871.001 metri cubi

Risparmi ambientali nel settore vetrario: sintesi risultati 2011

Il riciclo del vetro nel ciclo di produzione in vetreria, nel corso del 2011, ha consentito di ottenere notevoli vantaggi ambientali, che riepiloghiamo nella tabella a seguire:

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U.M. 2011

Immesso al consumo ( t ) 2.306.951

Riciclo ( t ) 1.570.302

Recupero energetico ( t ) -

Recupero totale ( t ) 1.570.302

% Recupero totale su immesso al consumo

( % ) 68,3 %

RAGGIUNGIMENTO OBIETTIVI

L’obiettivo di riciclo raggiunto nell’anno 2011 è pari al 68,1% dell’immesso al consu-mo. Nella seguente tabella sono riepilogati gli elementi utilizzati per il calcolo del tasso di riciclo 2011:

U.M. 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

Immesso al consumo

(kt) 1.970 2.107 2.141 2.117 2.133 2.157 2.139 2.065 2.153 2.403

Riciclo (kt) 1.037 1.122 1.203 1.211 1.256 1.303 1.390 1.362 1.471 1.570

Recupero energetico

(kt) - - - - - - - - - -

Recupero totale

(kt) 1.037 1.122 1.203 1.211 1.256 1.303 1.390 1.362 1.471 1.570

% Recupero totale su immesso al consumo

% 52,6 53,2 56,2 57,2 58,9 60,4 65,0 66,0 68,3 68,3

Nel periodo considerato, a fronte di una crescita dell’immesso al consumo degli imbal-laggi in vetro del 22%, le quantità riciclate sono aumentate di oltre il 51%.

Nella tabella successiva è riportata la serie storica dei risultati di riciclo nel periodo 2002 - 2011:

Fonte: CO.RE.VE. Consorzio Recupero Vetro - [email protected] cio Stampa: Massimo Tafi uffi [email protected] - tel. 02 48012961 - cell. 335 7171005

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LA PRATICA CHIMICA DEI VETRAI DEL RINASCIMENTOLa preparazione delle materie prime (I Parte)Introduzione e descrizione dei procedimenti

Cesare Moretti

Introduzione

Nella maggior parte dei manoscritti di ricette ve-trarie un certo numero di capitoli è dedicato alla preparazione delle materie prime da utilizzare nelle composizioni vetrifi cabili per ottenere i diversi tipi di vetro (da quelli incolori sino alla vasta gamma di vetri colorati, trasparenti e opachi). Si è ritenuto interessante, non solo dal punto di vista vetrario, ma anche da quello più generale della storia della chi-mica, analizzare e interpretare queste istruzioni, ve-rifi cando le eventuali differenze tra ricettari diversi.

L’esito di tale indagine viene riportato in questo la-voro che è suddiviso in due parti:prima parte, in cui vengono presentate l’introduzio-ne e la descrizione dei procedimenti di preparazione delle materie prime riportati in otto diversi ricettari databili tra il 14° e il 17° secolo;seconda parte, in cui vengono trascritti i testi inte-grali dei procedimenti di preparazione delle materie prime riportati nei vari ricettari, con relativi com-menti di dettaglio sulle ricette effettuati dall’autore.

In questa ricerca sono stati considerati i ricettari, di origine o derivazione veneziana, cioè i tre Trattatelli Toscani (14°-15° secolo), il manoscritto rinvenuto all’Ecole de Médicine de Montpellier (datato 1536), il ricettario Anonimo del Cinquecento, il testo di Antonio Neri (1612), il ricettario di Giovanni Dar-duin (1644) e il ricettario di Gasparo Brunoro (ms. redatto a Danzica nel 1645). In questi ricettari i capitoli dedicati alla preparazio-ne delle materie prime sono numerosi: 17 nei Tratta-

telli Toscani, 11 nel Montpellier, 13 nell’Anonimo, 32 in Neri, 16 nel Darduin, 36 in Brunoro.

I materiali di cui si danno istruzioni per la prepara-zione risultano essere ben 32, incluse anche alcu-ne materie sussidiarie (cioè quelle che servono alla preparazione delle materie primarie) come gli acidi (aqua forte, aqua regia). Come si vedrà dall’elenco, si va dall’Acqua forte allo Zolfo, passando per tutta una serie di materie come gli ossidi di ferro, di rame, di piombo, di stagno, di manganese, di cobalto e i cosiddetti “sali”, prodotti di lisciviazione come il sal alcali, il sale di tartaro, il sale di soda (sale di vetro o bollito). Importanti e circostanziati sono poi i trattamenti dei metalli come l’argento e l’oro, me-talli che vengono “calcinati” per poterli introdurre in forma adeguata nella ricetta vetrifi cabile per fare vetri come il calcedonio (invenzione del 15° secolo) e il rosechiero o rubino all’oro (invenzione del 17° secolo).

Lo studio iniziale è consistito nella estrazione, dagli otto ricettari, dei vari capitoli relativi alla prepara-zione dei materiali, associandoli in un elenco alfa-betico, a seconda del materiale trattato. Antonio Neri, al capitolo 371, illustra perfettamen-te la fi losofi a che spingeva i vetrai a preparare essi stessi i loro materiali fondamentali; egli infatti dice:

…è necessario prima insegnare le preparationi di alcune cose minerali per tale compositione, che se bene alcune di esse si trovano publicamente da comprare, tuttavia desideroso che l’opera riesca di tutta perfettione, mi è paruto a proposito mostrare il

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1 Il titolo del capitolo 37 di Neri è: Modo di calcinare il tartaro e unirlo con il Rosechiero che fa apparire i vaghi scherzi di molti colori con ondeggiamenti in essi, e gli da l’opaco come hanno de naturali orientali

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Descrizione dei procedimenti

La preparazione degli acidi (aqua forte e aqua regia)Per l’acqua forte o acido nitrico (ved. Figura 1) la prescrizione prevede il trattamento del salnitro con allume di rocca oppure vetriolo romano (entrambi sono dei solfati) con la misteriosa aggiunta di un’on-cia per libbra di arsenico cristallino; la reazione av-viene in fase solida, entro bocce di vetro (storte) ben lutate, con sviluppo di vapori di ossidi di azoto di colore rossastro, che dovrebbero poi sciogliersi in acqua (in un recipiente collegato) a formare l’acido nitrico. La ricetta di Neri, mentre è molto dettagliata sul modo di lutare le giunture della storta, ad evitare la fuoriuscita dei gas di azoto, non dà spiegazioni dettagliate su come i gas vengano a contatto con l’acqua, né è chiara la funzione dell’arsenico cristal-lino che a suo dire è materia segreta e non ordinaria che oltre a dare più forza a l’acqua aiuta a cavare meglio gli spiriti dei materiali.L’acqua regia, di cui tratta ancora Neri, ricetta ripe-tuta anche da Brunoro, viene fatta aggiungendo del cloruro ammonico all’acqua forte, formando quindi una miscela di acido nitrico e acido cloridrico.

L’acetato di piombo (anima di Saturno)Si forma per trattamento del litargirio o della biac-ca con acido acetico. L’acetato idrato di piombo, bianco (Zucchero di Saturno) viene poi calcinato e si ottiene una variante (probabilmente nella for-ma cristallina) di minio (Zolfo o Rosso di Saturno), sempre di colore rosso come il cinabro. In alcune ricette si suggerisce di non utilizzare questa variante di minio ottenuto partendo dalla biacca, per motivi non chiari.

L’antimonio (antimonio)La preparazione dell’antimonio (ved. Figura 2), ele-mento importante sia nella primitiva tecnica di de-colorazione del vetro per la sua azione ossidante sul ferro (sostituito poi dal biossido di manganese), sia soprattutto nella produzione di vetri opachi bianchi e gialli (per formazione di antimoniato di calcio o di antimoniato di piombo), deriva dalla probabile diffi coltà ad usare il solfuro di antimonio (stibina), cioè il minerale più diffuso in natura. I vetrai ve-neziani “bruciavano” il solfuro di antimonio prima dell’inserimento nella ricetta (vedi Moretti e Hre-

modo più esquisito e chimico, acciò i periti e curiosi possino fare da loro ogni cosa e più perfetta e con minore spesa, perché non è dubbio alcuno che in questa arte quando le materie sono bene preparate e che i colori dei metalli sono bene aperti e separati dalla loro impurità e terrestreità, quali per ordina-rio impediscono l’ingresso di loro tinture nel vetro e la loro unio ne per minima, all’hora tingono il vetro di colori vivi splendenti e va ghi, che di gran lun-ga sempre avanzano quelli che volgarmente e ordi-nariamente si fanno nelle fornace.

Bisogna tenere presente che l’industria chimica in grado di fornire prodotti chimicamente defi niti e di composizione costante nel tempo si sviluppa solo nel 19° secolo; in precedenza i materiali utilizzati erano prodotti naturali di composizione variabile e con diversi gradi di impurezze e/o inquinanti che potevano mettere in discussione la bontà dei risul-tati e che quindi dovevano essere sottoposti ad un procedimento di purifi cazione, come dice appunto il Neri nella nota qui riportata. Non solo, alcuni pro-dotti dovevano essere ricavati da altri con un proces-so chimico artigianale (calcinazione, dissoluzione, distillazione, concentrazione, precipitazione ecc.), spesso di derivazione alchemica.La derivazione alchemica è particolarmente intu-ibile nelle procedure spesso complicate (forse più complicate del necessario) e ripetitive illustrate da Antonio Neri, che alchimista in effetti lo era. In questa prima parte del lavoro si cerca di mettere in evidenza i processi principali citati nelle ricette (e i dubbi che si pongono in alcuni casi). Lo scopo è quello di dare una panoramica sintetica dei vari procedimenti, raggruppati per materiale e per tec-nologia simile. È stato costruito inoltre il quadro si-nottico che segue questa panoramica per facilitare la comprensione dei processi e permettere dei più agevoli confronti.

Nella seconda parte del lavoro, i commenti di detta-glio sulle ricette integralmente trascritte sono ripor-tati nelle note alle trascrizioni.

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Fig. 1: Distillazione nella preparazione dell’acqua forte (acido Nitrico). Immagine tratta da pag. 442 (Libro X) di Georgius Agricola, De Re Metallica, 1556, H.C. Hoover, L.H. Hoover, Dover Publications, Inc. - New York 1950

Fig. 2: Processo di distillazione per separare il mercurio (quick silver) dalla ganga, tratta da pag. 427 (Libro IX) di Georgius Agricola, De Re Metallica, 1556, H.C. Hoover, L.H. Hoover, Dover Publications, Inc. - New York 1950

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Acciaio (azzal)Consiste nella ossidazione a caldo dell’acciaio per ottenere superfi cialmente un ossido di ferro che, an-cora caldo, viene subito immerso in aceto (a quale scopo, non è chiaro).

Azzurro (azuro)Con due tecniche diverse si prepara un colorante azzurro per il vetro, partendo dalla zaffera (ossido di cobalto misto a silice) che, trattata con olio di tartaro, viene calcinata. La seconda tecnica è meno chiara, in quanto non si capisce se viene trattata con sale comune direttamente la zaffera, oppure l’azzur-ro prima preparato.

Azzurro come quello d’AlemagnaSi tratta di fare una imitazione dell’azzurro d’Ale-magna (azzurro della Magna - carbonato basico di rame) calcinando o distillando mercurio misto a zol-fo e a cloruro ammonico, senza comprendere cosa si possa ottenere.

Cristallo di Rocca e ciottoli di quarzo (cogoli del Tesin)Il cristallo di rocca o di montagna, la roccia di quar-zo (in alcune ricette indicata come pietra bianca o marmo bianco) e i ciottoli raccolti nell’alveo del fi u-me Ticino dovevano essere frantumati e trasformati in polvere sottile per poter essere usati come vetri-fi cante nelle ricette, quindi venivano prima portati al calor rosso in apposito forno, poi versati in acqua fredda; si aveva una prima grossolana frantumazio-ne, seguita dal trattamento in mortaio di porfi do o di vetro. Il cristallo di rocca serviva come vetrifi cante soprattutto nella produzione dei vetri fatti per imi-tare le pietre dure (zoje false), mentre il quarzo dei ciottoli del fi ume Ticino veniva utilizzato, per la sua purezza, per fare il vetro “cristallo”, vetro traspa-rente quasi incolore, sviluppato nella metà del XV secolo a Murano.

Crocum ferri o Croco di Marte (ossido di ferro) Questa è una delle preparazioni più frequenti nei ricettari esaminati, ne sono state rinvenute una ven-tina. La tecnica consiste nel calcinare del ferro in lastra o in limature nel forno a riverbero (calchera) sino ad ossidazione dello stesso. Le varianti di que-sta procedura consistono nel trattare prima la lima-tura con aceto o con acqua forte o con acqua regia e

glich 1984 e 2005). Una soluzione, precedente in ordine di tempo e originale in quanto non citata in altri ricettari, è quella indicata nella ricetta 22 del Brunoro, che consiste nel calcinare il solfuro di an-timonio misto a cloruro ammonico e tartaro per otte-nere, probabilmente, in superfi cie un sale di antimo-nio di colore giallo (probabilmente antimoniuro di potassio) che viene usato come colorante del vetro, mentre sotto la superfi cie si formerebbe del tartaro emetico (tartrato potassico e antimonile) da utilizza-re in medicina.

L’argento e la medicina per il calcedonio (argento calcinato) Le tecniche per il trattamento dell’argento metallico onde renderlo “calcinato” o come sale, cioè in forma più solubile nel vetro, sono tra i capitoli più ampia-mente trattati nei ricettari. L’argento è fondamentale per la produzione del vetro calcedonio, probabile invenzione di Anzolo Barovier (metà del 15° seco-lo), un vetro tuttora molto ricercato ma di diffi cile produzione. Le ricette che parlano del trattamento dell’argento sono una quindicina e le tecniche sono molto varie e presentano un notevole interesse dal punto di vista chimico: la più semplice consiste nel-la dissoluzione del metallo in acqua forte con ag-giunta poi di sale comune o di acqua di mare così da far precipitare il cloruro d’argento; altra tecnica, interessante, consiste nel mettere a contatto della soluzione di nitrato d’argento una piastra di rame, sulla quale, per scambio cationico, si andranno a depositare fi occhi di argento colloidale. Altro modo consiste nel calcinare l’argento misto a zolfo (tecni-ca che ricorre come vedremo anche per altri metalli) con probabile formazione di solfuro d’argento.Ancora, si può calcinare una lega di argento e stagno con formazione di una calcina di ossido di stagno e d’argento, con il che si raggiungerebbe lo scopo di avere un composto di argento e stagno utile alla for-mazione del colore nel vetro.Infi ne si può fare una amalgama di argento in mer-curio cui si aggiunge del sale comune, facendo poi evaporare il mercurio (ved. Figura 3) si otterrebbe ancora una volta il cloruro d’argento. Alcune di que-ste ricette sono rese ancora più complesse dall’inse-rimento anche di altri ossidi o elementi coloranti per aggiungere ulteriori tonalità cromatiche. La miscela risultante viene indicata come una “medicina” per fare appunto il calcedonio.

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forte e nell’immergere poi nella soluzione una pia-stra di ferro; per scambio cationico si avrebbe depo-sito sul ferro di fi occhi di rame colloidale.

Manganese Il manganese, posto in una cazza di ferro, viene arro-stito sulla bocca del forno, quindi annaffi ato ancora caldo con dell’aceto, lavato con acqua ed essiccato.Si segnala anche la preparazione di un composto colorante (da aggiungere alla miscela vetrifi cabile) ottenuto dalla fusione di una miscela di manganese, sale di vetro e sale di tartaro, che sarebbe quindi co-stituito da un manganato di sodio e potassio.

MetalliIn una ricetta del Montpellier si indica che si posso-no calcinare i metalli ferro, rame, argento e oro, con l’aggiunta di solfuro di arsenico (orpimento), in un vaso di vetro posto nella cenere. In altra ricetta, l’oro in foglia, messo in crogiolo coperto, alternato a sale comune, viene calcinato in forno a riverbero: si ottiene oro frangibile da usare assieme all’argento per fare il rubino all’oro.L’ottone, lega di rame, zinco e stagno, diversamente chiamato Orpello, Tremolante o Canterello a secon-da dello spessore delle lamelle, posto in crogioletti coperti viene calcinato a formare una miscela di os-sido di rame (CuO) e ossidi di zinco e stagno che danno al vetro un bel colore verde; se nel crogiolo si alternano anche strati di zolfo, sembrerebbe formar-si l’ossidulo (Cu

2O), sempre assieme agli ossidi di

zinco e stagno, utilizzato per i vetri rossi trasparenti, i gialli e il calcedonio. Piombo (Litargirio e Minio)Il litargirio o monossido di piombo (PbO) di colore giallo si ottiene calcinando il piombo metallico por-tato a temperatura di fusione (327°C) in fornello; il minio o tetrossido di piombo (Pb

3O

4) di colore rosso

si otteneva invece calcinando la biacca (carbonato basico di piombo) mista a sale comune. Nel prece-dente capitolo relativo all’anima di Saturno si è visto che il minio o Rosso di Saturno si otteneva, con un percorso più lungo, sempre dalla biacca, ma passan-do però prima attraverso la formazione dell’acetato di piombo, che poi veniva calcinato.Nella chimica industriale il minio viene ottenuto in-vece calcinando a temperatura più elevata (480°C) il litargirio.

nel calcinare il sale ottenuto per precipitazione dalla soluzione. Altra soluzione consiste nel calcinare la limatura di ferro o acciaio con zolfo (in un caso mi-sto a sale comune) con aggiunta poi di aceto, o con immersione del calcinato caldo in aceto.

Ferretto di Spagna e Ramina, gli ossidi di rameNumerose ricette si riferiscono alla preparazione del cosiddetto “ferretto di Spagna”, altre invece alla “ra-mina” rossa o alla ramina di tre cotte (nera); sono una decina per tipo. Esaminando i titoli e il contenu-to di queste ricette si evidenziano due interrogativi. Il primo è cosa si intendesse esattamente per Ferret-to di Spagna, cioè se esso indicasse un ossidulo di rame di colore rosso o un ossido rameico di colore nero; in effetti M.P. Merrifi eld dà l’interpretazione che con tale nome si intendesse l’ossidulo rosso (vedi nota 92 nella trascrizione), di colore analogo alla Hematite, ossido di ferro (da cui l’ambiguità del nome “ferretto” riferito all’ossido di rame). Il secondo quesito è di capire perché certe volte l’ossido di rame viene chiamato ferretto di Spagna e altre ramina rossa o ramina di tre cotte; quindi non è chiaro in cosa consista la differenza tra ferretto e ramina. Le tecniche per fare il ferretto consistono nel cal-cinare rame in lamine sottili (in alcuni casi miste a zolfo o a vetriolo) in crogioletto o pentola coper-ti, quindi in carenza di ossigeno e con formazione quindi dell’ossidulo rosso; l’ossidulo poi, trattato con aceto, si trasformerebbe (con la licenza del dub-bio) in ossido nero. In altra tecnica, se la calcina-zione avviene in crogiolo aperto, con presenza di ossigeno, l’ossido nero formatosi verrebbe estinto ancora caldo in olio di lino per ridurlo ad ossidulo rosso. Le tecniche per fare la ramina rossa (Cu

2O) consi-

stono ancora nel calcinare il rame ridotto in lamine sottili, a temperatura inferiore a quella di fusione (1083°C), in ambiente con carenza di ossigeno (am-biente chiuso, murato) e/o nel gettare l’ossido for-matosi in aceto, così da mantenerlo in forma ridotta. La ramina di tre cotte, ossido rameico nero (CuO), viene ottenuta o dalla ramina rossa per ulteriore cal-cinazione in ambiente o contenitore aperto (tegami di terracotta) o direttamente dal metallo (in scaglie o lamine “grossette”) ossidato in ambiente aperto. Altra tecnica singolare, che ricorda quella citata per l’argento, consiste nello sciogliere il rame in acqua

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Fig. 3: Processo di distillazione nella preparazione dell’antimonio o solfuro di antimonio, da pag. 429 (Libro IX) di Georgius Agricola, De Re Metallica, 1556, H.C. Hoover, L.H. Hoover, Dover Publications, Inc. - New York 1950

Fig. 4: Forno di arrostimento del minerale di stagno, da pag. 349 (Libro VIII) di Georgius Agricola, De Re Metallica, 1556, H.C. Hoover, L.H. Hoover, Dover Publications, Inc. - New York 1950

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dalla soluzione riprecipita un sale deliquescente (“fusibile come cera”). Meccanismo chimicamente poco chiaro.

Sale di TartaroSe la lisciviazione delle ceneri sodiche (allume cati-na) trova una giustifi cazione nella eliminazione dei composti contenenti impurezze importanti di ferro e di composti organici, la lisciviazione del tartaro del-le botti, dopo la sua calcinazione, ci sembra abbia meno signifi cato in quanto tale prodotto contiene tenori molto limitati di ossido di ferro (0,07%); è comunque confermato da alcune ricette che il tarta-ro calcinato veniva lisciviato ottenendo un prodotto che veniva aggiunto direttamente alla cenere sodica oppure alla lisciva della stessa per avere (secondo l’opinione di Neri) un fondente più abbondante e di qualità migliore. Sale di vetro o cenere lisciviata (bollito)La lisciviazione delle ceneri (allume catina o pol-verino e barilla di Alicante) serviva ad avere un fondente esente da impurezze di ferro e composti organici che davano un colore non gradito al vetro. La cenere, pestata sottile in mortaio di pietra con pe-stello di legno e setacciata, veniva sciolta in acqua e bollita in caldaia ben stagnata, per farne lisciva; eli-minato l’insoluto, questa veniva poi concentrata per far precipitare il sale (carbonato sodico) che veniva poi asciugato in tegami non vetrifi cati (ved. Figure 5 e 6).Con la stessa tecnica venivano lisciviate le ceneri di altri arbusti quali la felce, i gusci e le gambe di fave, i cavoli, i rovi, la saggina, i giunchi e le cannucce di laguna, la borràgine; si otteneva un fondente a base soprattutto potassica. Neri giudica che, ad esempio con la felce, si poteva ottenere un fondente che dava un vetro cristallo più dolce dell’ordinario.

Soda da vetroLa cenere di felce viene fusa e fatta colare, serve come fondente.

Tartaro delle botti (feccia di vino, gripola)Il tartaro delle botti di vino rosso posto in forno a riverbero o in pentole di terracotta, sopra i carboni accesi, viene fatto bruciare sino a che non fuma più (con l’attenzione di non spingere la calcinazione ol-tre un certo punto): il tartaro deve restare nero per

Piombo e stagno (calcina di piombo stagno)Piombo e stagno metallici, in rapporti diversi a se-conda del vetro da ottenere (lattimo e smalti o gialli allo stannato di piombo) vengono calcinati assieme in “fornello”; la “calcina” ottenuta viene ben la-vata con acqua, il residuo dei metalli viene calci-nato nuovamente sino a completa ossidazione con formazione di ossido stannico (SnO

2 - cassiterite)

e/o stannato di piombo (a seconda del rapporto tra piombo e stagno). Sono da sottolineare le indicazio-ni circa le origini del Piombo, che di solito proviene da Ragusa, mentre lo Stagno viene dalla Fiandra; in altre ricette si dice che si usa il peltro (splaiter) come fonte di piombo, e si defi nisce lo stagno come quello del canaletto o di restelo, defi nizioni riferite alle modalità di raccolta del metallo nel processo di riduzione dall’ossido.

Stagno (calcina di stagno di colore beretin)Lo Stagno metallico messo in un contenitore a for-ma di elmo (posto sopra un treppiede) viene portato a fusione (231,85°C) per riscaldamento a legna, si forma una schiuma scura che macinata viene ul-teriormente calcinata a formare l’ossido stannoso (SnO) di colore grigio (beretin) (ved. Figura 4). Precipitato da usare per il rosechieroStrana ricetta in base alla quale si preparerebbe un prodotto (riducente?) da usare per il vetro rosso tra-sparente; del mercurio viene sciolto in acqua forte particolare (contiene ad abundantiam anche vetrio-lo, allume di rocca e ulteriore salnitro), la soluzione viene poi calcinata sulla cenere per far evaporare il mercurio, senza comprendere cosa si possa ottenere.

Sal alcaliIl “sal alcali” è un prodotto non univocamente de-fi nito, in qualche caso esso corrisponde al “sale di soda”. In una ricetta dell’Anonimo, unica del suo genere, il sal alcali sarebbe invece un idrato di sodio o di potassio ottenuto trattando la cenere (sodica o potassica) con la calcina viva.

Sale decrepitato, fusibileDue ricette del ricettario anonimo trattano di questo sale che si ottiene per trattamento del sale comune, prima “decrepitandolo”, cioè eliminando per riscal-damento le molecole d’acqua che i cristalli di cloru-ro sodico contengono e poi sciogliendolo in acqua;

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Fig. 5: La preparazione della soda, da pag. 561 (Libro XII) di Georgius Agricola, De Re Metallica, 1556, H.C. Hoover, L.H. Hoover, Dover Publications, Inc. - New York 1950

Fig. 6: Bollitura di soluzioni saline sfruttando sorgenti naturali di vapori caldi, da pag. 555 (Libro XII) di Georgius Agricola, De Re Metallica, 1556, H.C. Hoover, L.H. Hoover, Dover Publications, Inc. - New York 1950

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Considerazioni fi nali

Considerando le diverse tecnologie chimiche utiliz-zate dai vetrai nel trattare o preparare i loro materia-li, che abbiamo qui sinteticamente riassunto, dob-biamo notare che alcune metodiche si ripetono con una certa frequenza.

Ad esempio, l’operazione di calcinare un metallo misto a zolfo è indicata per l’argento, il mercurio (nella preparazione dell’azzurro come quello di Ale-magna), l’acciaio e il ferro, il rame (per fare il ferret-to di Spagna e il Vetriolo di Venere) e l’ottone (per fare l’ossidulo di rame).

Altra tecnica di uso frequente è il raffreddamento (spegnimento, immersione) dei calcinati in aceto, così per la limatura di acciaio (nel fare il Crocum ferri), il manganese e la zaffera; l’aceto serve anche a dei lavaggi, come nel caso della limatura di ferro lavata prima o dopo la calcinazione. L’aceto ricorre inoltre in molti trattamenti, come nella formazione dell’Anima di Saturno per attacco del Litargirio, della Biacca o del Ferretto di Spagna e per formare il Verderame per attacco sul rame metallico; anco-ra aceto troviamo nel trattamento dei fi ori di zolfo bolliti in olio comune per farne precipitare lo zolfo fi sso.

dei residui carboniosi, non deve diventare bianco. Con ciò mantiene la funzione riducente utile nella produzione di vetri come i rossi al rame o per fare i gialli ambra.

VerderameIl Verderame, o Verdigris, acetato basico di rame, si ottiene trattando rame in foglie sottili con sale am-monico e aceto; oppure trattando lastre di rame con vapori di aceto o ancora con i vapori che si svilup-pano dalla fermentazione del letame. Il Verderame viene citato nella ricetta 65 dell’Anonimo per fare il ferretto di Spagna.

Vetriolo Vetriolo romano purifi cato per dissoluzione e ricri-stallizzazione viene usato per fare, assieme al salni-tro, un’acqua forte “potentissima”. Vetriolo di Venere si ottiene calcinando in crogiolet-to lamine di rame alternate a zolfo; sciolto in acqua il vetriolo ottenuto lo si fa ricristallizzare, usando le feccie nere (costituite probabilmente da ossido di rame) mescolate a della zaffera per colorare il vetro in “acquamarina meravigliosa”.

ZafferaLa zaffera era costituita da ossido di Cobalto dilui-to, in varie proporzioni, con sabbia silicea. L’ossido puro veniva lisciviato più volte con acqua contenen-te sale comune oppure veniva calcinato nell’era o nel forno stesso e raffreddato poi con aceto.

Zolfo, solfareLo zolfo veniva trattato con una lisciva di soda op-pure lisciva di calcina e cenere di faggio per pu-rifi carlo e ottenere lo zolfo fi sso (concentrato) e/o bianco, non combustibile (utilizzato per fare il ro-sechiero).Con altra tecnica si trattano i fi ori di zolfo in olio comune e poi si aggiunge aceto fortissimo che fa precipitare lo zolfo fi sso (usato sempre per il rose-chiero).

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QUADRO SINOTTICO DEI PROCEDIMENTI

Acqua forteAcido Nitrico (per sciogliere l’Argento e il Mercurio)

a) Salnitro + allume di rocca o vetriolo romano + Arse- nico cristallino ( Neri 38)

Acqua regia Acido Nitrico e Acido Cloridrico (per sciogliere l’oro e i me-talli nobili)

a) Acqua forte + sale ammonico a più riprese, eliminan-do la “terrestreità” insoluta (Neri 40, Brunoro 11)

Anima di SaturnoAcetato di piombo (in alternativa al minio per fare gli smalti)

a) Litargirio + Aceto distillato, precipita l’acetato di piombo lattiginoso (Neri123, Brunoro 21) b) Biacca (cerussa) + Aceto distillato (si forma sale o zucchero di Saturno cioè l’acetato idrato di piombo, bian-co, che viene poi calcinato a formare lo Zolfo o rosso di Saturno cioè una variante di Minio di colore rosso come il cinabro (Neri 91, Brunoro 93)

AntimonioAntimoniuro di potassio e tartaro emetico (?) – colorante gial-lo e medicina

a) Sale ammonico + tartaro + antimonio solfuro + calci-nazione (Brunoro 22)

Argento calcinato:a) Dissoluzione in acqua forte e aggiunta sale comu-ne o acqua di mare con formazione di cloruro d’argento (Montpellier 65, Darduin 99)b) Dissoluzione in acqua forte e scambio cationico con del rame metallico con sviluppo di fi occhi di argento colloi-dale sul rame stesso (Brunoro 1)c) Calcinazione dell’argento misto a zolfo - aggiunta al calcinato di Bolo Armeno, Cinabro e ossido di rame, per avere la “medicina” per fare il calcedonio (Montpellier 78, Brunoro 176, Anonimo 15)d) Calcinazione di una lega tra argento e stagno fusi as-sieme (Brunoro 51)e) Calcinazione dell’amalgama di argento e mercurio, mista a sale comune, sino ad evaporazione del mercurio; si aggiunge poi cloruro di mercurio, sale ammonico, ci-nabro e zolfo sempre per preparare la “medicina” per il calcedonio (Brunoro 178, Montpellier 91, Anonimo 105)f) Dissoluzione dell’argento e, a parte, di mercurio in acqua forte; riunite le soluzioni, si aggiungono altri colo-ranti come la zaffera, il manganese, il ferretto di Spagna, il Croco di Marte, l’ossido di rame, lo smalto azzurro, il cantarello, il vetriolo ecc. sempre per fare il calcedonio (Neri 42, Neri 43, Neri 44) (Brunoro 54)

Dell’utilizzo dello scambio cationico tra una solu-zione di un sale e un metallo, abbiamo già messo in evidenza la particolarità che ricorre sia nel caso dell’argento (piastra di rame a contatto con una so-luzione di nitrato d’argento), sia nel caso del rame (piastra di ferro a contatto con una soluzione di nitrato di rame); si ha passaggio del metallo dalla soluzione alla piastra con deposito di fi occhi colloi-dali utilizzabili nella ricetta vetrifi cabile meglio del metallo, in quanto più solubili o di più facile disper-sione.

Altra particolarità che è stata già segnalata, riguarda la calcinazione del solfuro di antimonio con tartaro e cloruro ammonico; l’ipotesi sui prodotti ottenuti in tale reazione non è stata verifi cata praticamente, ed è quindi è da prendere con riserva.

In conclusione, le reazioni chimiche che risultano evidenziate nelle prescrizioni presenti nei ricettari vetrari sono molto interessanti, in quanto danno una idea della chimica così come praticata nei secoli dal 14° al 17°, in una fase di passaggio dall’alchimia alla chimica a fi ni produttivi; sarebbe auspicabile e utile effettuare una verifi ca con analoghe prescrizio-ni presenti in ricettari relativi ad altri settori.

Resta un senso di ammirazione per i nostri antena-ti vetrai, che per avere il materiale vetro necessario alla lavorazione manuale dovevano prima preparar-si le sostanze da inserire nella composizione vetri-fi cabile, sommando quindi insieme una capacità di manipolazione plastica del vetro ad una conoscenza,per quanto necessario, dei processi chimici.

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i) Limatura di acciaio mista a zolfo, messa in crogiolo e calcinata e poi gettata in aceto (Anonimo 66)

Ferretto di Spagna (ossido di rame)a) Si calcina il rame in pentola non vetrifi cata, coperta (quindi in carenza di ossigeno), si forma l’ossidulo “rosso come sangue” (o crocum di rame), che poi viene trattato con aceto col che si ottiene un ossido (nero o rosso?) che colora il vetro in verde (Terzo Tratt. Toscano 7)b) Si calcinano lamine sottili di rame miste a zolfo in crogioletti da orefi ci coperti, lutati, in forno a vento; si ottiene ossido di colore nericcio-rossiccio che dovrebbe essere ancora l’ossidulo (Neri 14) (Brunoro 283) (Bru-noro 4)c) Calcinazione di lamine sottili di rame miste a vetrio-lo (di Venere o Romano?) in crogiolo (aperto?) vicino all’occhio della fornace; dovrebbe in questo caso formarsi l’ossido CuO ( Neri 15) (Brunoro 5)d) Calcinazione di lamine sottili di rame miste a zolfo in crogioletto in fornace, si forma ossido nero che, estinto in olio di lino, si trasforma in ossidulo Cu

2O rosso come

sangue (Anonimo 64)e) Verderame (acetato di rame) o Ferretto di Spagna (os-sido di rame) trattato con aceto, concentrata la soluzione precipitano i cristalli (lapilli) di acetato di rame (?) (Ano-nimo 65)f) Calcinazione di lamine di rame tra due mattoni nel forno e poi si fa bollire in aceto l’ossido ottenuto (Anoni-mo 96) (simile a Darduin 296)

Manganesea) Manganese di Piemonte posto in cucchiaio (cassa) di ferro, arrostito nella bocca della fornace poi sbruffato con aceto, lavato con acqua ed essiccato (Neri 13, Brunoro 9)b) Miscela colorante preparata (con calcinazione e fu-sione) con sale di cristallo, sale di tartaro e manganese, probabilmente si forma un manganato di sodio e di potas-sio (Brunoro 327)

Metalli in generea) Si calcina in vaso di vetro, messo nella cenere, un metallo ( ferro, rame, argento, oro) cui viene aggiunto dell’orpimento (solfuro di arsenico) (Montpellier 37) - ri-cetta confusa

Oroa) Oro in foglia (ottenuto battendo dei ducati ) messo in crogiolo coperto, alternato a sale comune, calcinato in fuoco di riverbero; si ottiene oro calcinato frangibile da usare con l’argento per fare il rubino (?) (Darduin 98)

Orpello, Tremolante, Cantarello (lega di rame, zinco e stagno)

a) L’orpello o Tremolante tagliato in pezzetti e messo

Azzal (acciaio)a) Calcinazione di una barra di acciaio, raffreddata, spenta, in aceto

Azzurroa) Zaffera in olio di tartaro, seccata al fuoco (Montpel-lier 31)b) Azzurro (o zaffera?) trattato con sale comune

Azzurro come quello d’Alemagnac) Calcinazione (o distillazione) di Argento vivo + fi ori di zolfo + sale ammonico (Neri 111, Brunoro 23)

Cristallo di Rocca e ciottoli di quarzoa) Si calcina il Cristallo di Rocca (di Montagna) in cro-giolo coperto, quando caldo lo si getta in acqua fredda per fare una prima frantumazione, macinazione da conti-nuare poi su porfi do o su mortaio di vetro (Brunoro 14). In Brunoro 15, per un probabile errore di trascrizione, si asserisce di gettare il Cristallo di Rocca infuocato nell’ac-qua regiab) Pietra bianca o marmo bianco cioè ciottoli di quarzo o cristallo di rocca o montagna, scaldata al calor rosso in fornetto, viene gettata in acqua per frantumarla grossola-namente (Primo Tratt. Toscano 31, Secondo Tratt. Tosca-no 25, Terzo Tratt. Toscano 10), granuli ridotti a polvere sottile su mola di porfi do (Terzo Tratt. Toscano 10)

Crocum ferri o Croco di Marte (ossido di ferro)

a) Lastre di ferro messe nella calchera (forno a riverbe-ro) per almeno 24 ore, si forma ossido superfi ciale (Se-condo Tratt. Toscano 7 e 26)b) Limatura di ferro trattata con acqua forte (acido ni-trico), si evapora la soluzione e si calcina il precipitato in forno a riverbero (Secondo Tratt. Toscano 37) (Neri 18) c) Limatura di ferro trattata con acqua regia, segue eva-porazione (Neri 19) (Brunoro 10 e 282)d) Limatura di ferro lavata con aceto forte, viene poi cal-cinata in forno di riverbero (Secondo Tratt. Toscano 38) (Brunoro 7) (Neri 17 e Brunoro 121 fanno solo il tratta-mento con aceto senza la calcinazione) e) Limatura di ferro o acciaio mista a zolfo, calcinata in tegame non vetrifi cato, aggiungendo poi aceto (Terzo Tratt. Toscano 6) f) Limatura di acciaio calcinata (Montpellier 55) e get-tata in aceto (Anonimo 95, Darduin 108)g) Ferrugine pesto misto a sale comune e zolfo, impasta-to con aceto a farne pani da calcinare in forno per 8 o 10 giorni (Montpellier 58)h) Limatura di acciaio mista a zolfo, messa in crogiolo e calcinata in fornello e poi ricalcinata nell’era della forna-ce (Neri 16) (Brunoro 18)

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tirato via, pestato e setacciato e ricalcinato (non è chiaro se ricalcina l’ossido o la lamina cui ha tolto l’ossido su-perfi ciale) (Darduin 102) f) Procedimento diverso, si scioglie il rame in acqua forte, poi si immerge nella soluzione una piastra di ferro, si ha scambio cationico tra rame e ferro, con deposito di rame colloidale, polverulento (Brunoro 2)

Sal alcalia) Cenere + calcina viva (ossido di calcio), si fa lisciva e si ottiene probabilmente dell’idrato sodico

Sal decrepitato, fusibile, preparatoa) Si scioglie del sale comune in acqua e si fa bollire sino a precipitazione del sale; si ripete più volte e si ottie-ne del sale fusibile come cera (cioè deliquescente) (Terzo Tratt. Toscano 58) b) Variante della precedente, in quanto il sale viene pri-ma scaldato a secco (fi nchè scoppietta, per togliergli quin-di la decrepitazione, cioè far uscire l’acqua madre conte-nuta nei cristalli); seguono poi ripetute dissoluzione in acqua e riprecipitazioni. Si ottiene un sale deliquescente, fusibile come cera (Anonimo 68)c) Sale comune trattato con calce viva, si calcina la mi-scela e poi si scioglie in acqua, si fi ltra, si raffredda e si fa precipitare; il prodotto ottenuto dovrebbe essere l’idrato sodico che però viene chiamato ancora, come nei due casi precedenti, sale fusibile (Anonimo 70)

Sal di tartaro a) Tartaro delle botti di vino rosso, calcinato senza che divenga bianco, in “pignata” di terra tra carboni accesi o nel fornello, sciolto in acqua e fatta lisciva, che fi ltrata, viene poi concentrata così che precipiti il sale di tartaro; l’operazione si ripete più volte sino ad ottenere un sale bianchissimo che verrà aggiunto in proporzione del 10% alla cenere sodica (al polverino di allume catina oppure alla Barilla, soda di Alicante) per fare un Cristallo fi no (Brunoro 24, Neri 11)

Sale di vetro o cenere lisciviataa) Le cenere sodica (precisata come Polverino o Baril-la di Alicante, nel Neri) viene pestata sottile in mortaio di pietra, con pestello di legno (per non inquinarla con mortai di metallo), viene poi setacciata e sciolta in acqua e bollita in caldaia ben stagnata, per farne lisciva (me-scolando sempre con mestolo non metallico, di legno); si fi ltra e si elimina l’insoluto. Sono previste aggiunte di tartaro per migliorare la qualità e quantità del sale otte-nuto. La lisciva viene poi concentrata per far precipitare il sale, che viene tolto man mano e messo ad asciugare in tegami non vetrifi cati (Terzo Tratt.Toscano 1 e 2) (Neri 1) (Anonimo 1 e 103) (Brunoro 54)b) Cenere di felce viene lisciviata come quella sodica,

in crogioletto coperto e lutato a calcinare ma senza che fonda, si forma un ossido di rame (CuO o Cu

2O ?) misto

ad ossido di zinco e stagno che dà al vetro un colore in-termedio tra l’acqua marina e il colore del cielo (Neri 20) b) Il Cantarello tagliato in piccoli pezzi, messo in cro-giolo a strati alterni con zolfo, calcinato, poi, pesto e setacciato, viene ricalcinato in tegame di terra coperto e forma l’ossidulo di rame misto a ossido di zinco e stagno, da usare per i vetri rossi trasparenti, i gialli e il calcedonio (Neri 21, Brunoro 6)

Piombo (Litargirio e Minio)a) Piombo metallico portato a fusione (327°C) in fornel-lo (?) si ossida a monossido di colore giallo (Litargirio) che viene estratto man mano (Neri 62, Brunoro 12)b) Biacca alternata a strati di sale comune purifi cato, calcinata per nove giorni, porta alla formazione del Minio di colore rosso come il cinabro (Montpellier 53)

Piombo e stagno (calcina di piombo stagno)a) Piombo e Stagno metalli calcinati assieme in fornel-lo, il calcinato viene lavato con acqua per ricuperare i re-sidui metallici sottili da ricalcinare. Con la calcina, fritta di cristallo e tartaro si fa il vetro base o Materia per fare tutti gli smalti (Neri 93, Brunoro 13) b) Piombo e stagno metallici calcinati in gran fuoco, senza i lavaggi di cui sopra (Darduin 96 e 97)

Precipitato (da usare per il rosechiero)a) Acqua forte, vetriolo romano, salnitro, allume di roc-ca, argento vivo, il tutto in beuta per sciogliere il mer-curio, poi a caldo sulla cenere per calcinarlo e avere un additivo da usare per fare il rosso trasparente o rosechiero

Ramina rossa e ramina di tre cotte (ossidi di rame)

a) Lamine sottili di rame, calcinate, si forma l’ossido rosso che viene gettato in urina per raffreddarlo e mante-nerlo in forma ridotta (Montpellier 77)b) Lamine sottili di rame, murate (in fornello o nell’era, ma a temperatura tale che non si abbia fusione del metal-lo) quindi messe in ambiente con carenza di ossigeno, si ha formazione dell’ossidulo rosso (Neri 24) (Brunoro 16)c) La ramina rossa o di prima cotta (ossidulo), messa su tegami di terracotta, viene ulteriormente calcinata in fornello o nell’era, per trasformarla nell’ossido rameico o di terza cotta di colore nero (Neri 25) d) Scaglie di rame, prodotte dai calderai nel battere il rame, vengono lavate con acqua e poste in tegami di ter-ra cotta nell’era del forno; si forma direttamente l’ossido nero (quindi senza passare attraverso l’ossido rosso) (Neri 28) (Brunoro 3)e) Lamine “grossette” di rame poste nel fornello ad alta temperatura si ossidano superfi cialmente; l’ossido viene

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c) Una lastra di rame posta in una olla, messa ben chiusa sotto il letame, viene attaccata dai vapori corrosivi (ossido di azoto, ammoniaca ecc.) che si sviluppano dal letame stesso (Darduin 109)

Vetriolo a) Si purifi ca il vetriolo romano (solfato di ferro) per eliminarne le feccie gialline (zolfo?) e fare ricristallizzare il solfato in lapilli, che si userà per fare, col salnitro, l’ac-qua forte (Neri 39) b) Si calcinano in crogioletto lamine di rame alternate a zolfo; si ha formazione di vetriolo di Venere (solfato di rame) o ossido di rame (?) (Neri 31 e 131 e 132) che si scioglie in acqua e si fanno precipitare i lapilli (cristalli) (Neri 133). Le fecce di colore nero (ossido di rame?) me-scolate a zaffera servono per fare una acquamarina mera-vigliosa. Ricette tutte confuse, poco chiare.

Zafferaa) La zaffera, ossido di cobalto (in questo caso puro, non miscelato a sabbia silicea), viene lisciviata per tre volte con acqua contenente sale comune (Primo Tratt. To-scano 25)b) Si calcina la zaffera (anche in questa ricetta l’ossido di cobalto sembra puro) prima in tegami di terra, entro la camera del forno (nell’era?) e poi, posta in un cazza di ferro, entro al forno, raffreddandola quindi con getti di aceto; poi macinata e lavata con acqua (Neri 12, Brunoro 19)c) Si calcina la zaffera nella calchera (forno a riverbero) con un calo in peso del 16% (Darduin 209)

Zolfo, solfarea) Si tratta lo zolfo con una lisciva di soda per purifi -carlo e ottenere lo zolfo “fi sso” (concentrato, depurato, buono per fare il rosechiero)b) Si bollono i fi ori di zolfo in olio comune per un’ora, poi si aggiunge aceto fortissimo che fa precipitare lo zolfo fi sso (utile sempre per il rosechiero) (Neri 126, Brunoro 20)c) In una lisciva di calcina (?) e cenere di faggio si fa bollire lo zolfo, che diventa bianco e non combustibile (?), fi sso utile per fare il rosechiero (rosso al rame usato negli smalti su oro) (Neri 130)

darà un sale fondente potassico che Neri dice produrre un vetro Cristallo più dolce dell’ordinario; aggiunge anche che, non mettendoci il tartaro come nelle precedenti ricet-te, se ne può fare un vetro di colore giallo dorato splen-dido (Neri 5) c) Cenere di diversi arbusti (gusci e gambe di fave, ca-voli, rovi, saggina, giunchi e cannucce di laguna) lisci-viata dà luogo a un sale fondente (a base potassica) (Neri 6) (Brunoro 109)d) Cenere di borrana (borràgine) lisciviata dà egualmen-te un sale per farne fondente, in questo caso ne fa pani da fritta con aggiunta di quarzo e limatura d’ottone per ottenere un vetro del colore rosso della lacca (Primo Tratt. Toscano 36) e) Con il sale della calcina (che serve forse per legare i mattoni dei muri o per l’intonaco) costituito probabilmen-te da carbonato di calcio mescolato al sale di polverino in proporzione del 2%, si ottiene un fondente che darà del vetro comune o del cristallino o del cristallo assai “vago e bello” (Neri 7)

Soda da vetroa) Cenere di felce fusa in crogiolo, viene fatta colare da un pertugio e usata come fondente (Primo Tratt.Toscano 34)

Solfere fi sso (vedi zolfo)

Stagno (calcina di stagno)a) Stagno metallico messo in un catino metallico a for-ma di elmo, viene scaldato all’aperto per calcinare e rical-cinare lo stagno a ossido stannoso (fi nchè diventa grigio ovvero beretin) (Darduin 100)

Tartaroa) Tartaro delle botti (feccia di vino - gripola) viene po-sta in forno a riverbero (calchera) ben caldo si lascia arde-re (calcinare) sino che diventa nero - serve per fare il vetro giallo ambra (Secondo Tratt. Toscano 8 e 27)b) Il tartaro di vino rosso, in pezzi, non la polvere, mes-so in pignatte di terra nuove tra i carboni accesi, si fa bru-ciare sino a quando non fuma più (Neri 41, Brunoro 17, Darduin 102). Del tartaro calcinato se ne aggiunge dieci libbre per caldaia alla lisciva di cenere per fare il cristallo (Brunoro 8)

Verderamea) Rame in foglia sottile, tagliato a piccoli pezzi, oppure limatura di rame viene mescolato a sale ammonico (come cimentazione) e trattato quindi con aceto, per 11 giorni (Secondo Tratt. Toscano 44)b) In alternativa si copre un vaso contenente aceto e orzo con una lamina di rame, posto il tutto al sole, in pochi giorni si formerà sulla lastra il verderame o acetato di rame (Secondo Tratt. Toscano 44)

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Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro

Croco di rame: detto anche croco di Venere, ossido di rame Fereto o Ferretto di Spagna: ossido di rame Ferro (limatura di): limature di acciaioGialolin de vero de piombo: giallolino, prodotto vetroso, bas-so fondente, chiamato “anima” dai vetrai, opacizzato in giallo mediante antimoniato di piombo e/o stannato di piomboGripola ovvero tartaro: gruma delle botti di vino, di solito vino rosso, utilizzata come riducente nei vetri rossi al rame Lacca chermisi: lacca tratta dal kermes, anche Lacca di FirenzeLimagia di ferro: limatura di ferroLitargirio: Monossido di piombo giallo, PbOLume di piuma: allume di piuma, solfato di ferro e potassioManganese di Piemonte: pirolusite, biossido di manganese, usato in piccole percentuali come decolorante, o, in tenori più elevati, come colorante ametista Marmo bianco: probabilmente riferito a ciottoli di quarzo e non a calcare, carbonato di calcio 8di norma non indicato nei ricettari sino al 19° secolo)Mercurio: mercurio metallico (Hg) usato per fare amalgama coi metalli come oro e argentoMinio: tetrossido di piombo rosso, Pb

3O

4

Oro: oro metallico usato per fare il rosechiero o rubino all’oro, dal 17° secoloOrpimento: auripigmento, solfuro di arsenico giallo bruno (As

2S

3)

Pietra bianca: quarzo in ciottoli o in roccia Piombo da Ragusi (Ragusa): piombo metallico proveniente da Ragusa (Dalmazia)Piombo splaiter: piombo o lega di piombo (peltro)Polverino: allume catina in polvereRame: rame metallico (Cu)Rame nero: ossido rameico (CuO) di colore nero detto anche rame di terza cottaRamina rossa; protossido di rame Cu

2O di colore rosso, detto

anche ramina di prima cottaRitargirio, ritrigerio: Litargirio, monossido di piombo PbOSalarmoniaco, sale armonico: sale ammonico, cloruro d’am-monio, NH

4Cl

Sale comune: cloruro sodicoSale di piombo bianco: idrocerussite, carbonato idrato di piombo, 2PbCO

3. Pb(OH)

2

Sale di Saturno bianco,dolce come zucchero: vedi Anima di SaturnoSale di tartaro: sale, a base di carbonato di potassio, ottenuto dalla lisciviazione del tartaro calcinatoSalnitro, salnitrio: nitrato potassico, KNO

3

Soda di Alicante, barilla: ceneri della pianta salsola sativaSolfere citrino: zolfo Stagno del canaletto: stagno metallico Stagno de Fiandra: stagno metallico proveniente dalla FiandraTartaro calcinato: carbonato di potassio K

2CO

3

Vetriolo di Venere: vetriolo azzurro.solfato idrato di rame, CuSO

4.5H

2O

Vitriolo Romano: vetriolo verde, solfato idrato di ferro,

GLOSSARIO Delle materie citate nelle ricette (Versione 8 giugno 2006)

Acciale: acciaioAceto distillato: aceto di vino, distillatoAcqua forte: acido nitrico misto ad acido solforico (?)Acqua regia: acido nitrico misto ad acido cloridricoAcqua salsa: acqua di mareAllume di rocca, allume di rocho: kalinite, solfato idrato di alluminio e potassio Amalgama: amalgama tra mercurio e metalli nobili (argento, oro)Anima di Saturno: acetato neutro di piombo ottenuto per trat-tamento del Litargirio con acetoAntimonio: antimonio ossido o solfuro Antimonio crudo: antimonio solfuro, stibinaArgento fi no: argento ad alto titoloArgento vivo: mercurioArsenico cristallino: triossido di arsenico As

2O

3

Arzento di coppella: argento ottenuto da fusione ossidante di una lega piombo argento in un forno a riverbero detto coppellaArzento sulimado: argento vivo sublimato, sublimato corrosi-vo, cloruro di mercurio HgCl

2

Azzal (limadura): acciaioAzzurro d’Alemagna (azuro della Magna): carbonato basico di rameAzzurro oltremarino: azzurro di Berlino, il più bello e puro colore azzurro dell’antichità (civiltà mesopotamiche, Egitto), si otteneva macinando la pietra preziosa lapislazzuliBiacca, sbiacca: carbonato basico di piombo Calcina: calcina di piombo, calcina di stagno, calcina di piom-bo stagno, è il risultato dell’ossidazione a caldo dei metalli piombo e stagno da soli o mescolati assieme. Nella calcina di piombo-stagno si ha presenza di stannato di piombo mescolato a biossido di stagno (cassiterite). La calcina di piombo sta-gno serviva alla produzione dei vetri opachi bianchi (lattimo) e gialli (anime) Canterello: detto anche orpello, tremolante, ottone (lega di rame e zinco) in fogli sottili Capo morto di vetriolo: residuo che rimane nel fondo dei reci-pienti in cui si è fatta la distillazione del vetriolo, costituito da ossido di ferro Cenaprio, cinabro: solfuro di mercurio di colore rosso (HgS)Cerussa di piombo, cerusa: biacca, carbonato basico di piom-bo, PbCO

3

Corchoni: vedi croco di ferro Cristallo di rocca o cristallo di Montagna: quarzo ialino (SiO

2)

trasparente, incolore, si presenta in natura in cristalli ben for-mati che possono raggiungere il peso di qualche chilogrammo Croco di ferro, crocum ferri: detto anche Croco di Marte o Zafferano di Marte, sostanza di colore rossastro in buona parte costituita da ossido di ferro (Fe

2O

3)

Croco di Marte: vedi croco di ferro

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FeSO4.7H

2O

Zafaro, zaffaro: ossido di cobalto, CoO, diluito in sabbia siliceaZelamina: giallamina, calamina: carbonato di zinco ZnCO

3

Zolfo di Saturno (Rosso di saturno): tetrossido di piombo Pb

3O

4, minio

Zucchero di Saturno: acetato idrato di piombo, Pb(C

2H

2O

2)

2.3H

2O

CHIMICA VETRAI - Bibliografi a

Ricettari Anonimo, Recette per fare vetri colorati et smalti d’ogni sorte havute in Murano 1536, Ms. n. H486, Bi-blioteque de l’Ecole de Medicine di Montpellier (Francia) Antonio Neri, L’arte Vetraria del Neri - a cura di Rosa Barovier Mentasti - Edizioni “Il Polifi lo” Milano, 1980 Antonio Neri, L’arte Vetraria - Introduzione e cura di Ferdinando Abbri, 2001, Giunti Gruppo Editoriale, Firenze Dell’Arte del vetro per Musaico- tre trattatelli dei se-coli XIV e XV ora per la prima volta pubblicati. Trattato Primo, anonimo; Trattato Secondo, Benedetto di Baldas-sarre Obriachi, fi orentino; Trattato Terzo, anonimo, del MCCCCXLIII. Ristampa dal Manoscritto n. 797 all’Ar-chivio di Stato di Firenze; testo pubblicato da Gaetano Milanesi nel 1864 a Bologna, ristampa fotomeccanica nel 1968, Editrice Forni - Bologna Giovanni Darduin, In nomine Domini Nostri Jesu Christi Beataeque Virginis Matris Mariae, anno a Na-tivitate Domini Millesimo Sexcentesimo Quadrigesimo Quarto, die secunda mensis Martii, Joannes Darduino quondam Nicolai : Copie de tutti li secreti de smalti ca-vate dalli libri et altre carte della buona memoria di mio padre…, Archivio di Stato, Venezia (Miscellanea di atti diversi manoscritti, F. 41) Manoscritto Anonimo del ‘500, proprietà privata Manoscritto 5461 della Biblioteca Casanatense in Roma, redatto a Danzica il 13 gennaio 1645 (Sperimen-tato. da Gasparo Brunoro detto 3 Corone da Muran di Venezia, mastro di Cristal e di colori famosissimi…)

Saggi e Fonti1. AA.VV., 1986, La fabbrica dei colori: pigmenti e coloranti nella pittura e nella tintoria, Il Bagatto, Roma2. Georgius Agricola, De re Metallica, Tradotto da Hoo-ver H.C., Hoover L.H. dall’edizione latina del 1556, Do-ver Publications, Inc. - New York 1950 (prima edizione: The mining Magazine, London 1912)3. Gettens R.J. 1986, in La fabbrica dei colori: pigmenti e coloranti nella pittura e nella tintoria, Il Bagatto, Roma 4. Gettens R.J.,Stout G.L., 1966, Painting materials. A short encyclopedia, Dover Publications, New York (ri-stampa dell’originale del 1942 edito da D. Van Nostrand Company)5. Harley R.D., 1970, Artists pigments c. 1600-1835, a study in english documentary sources, New York, Ameri-can Elsevier Pub. Co., p. 89 6. Mainieri F.R., 2002, Il cinabro, in R. Varoli-Piazza (a cura di) Raffaello, La Loggia di Amore e Psiche alla Farnesi-na, Silvana editoriale, Cinisello Balsamo (MI), pag. 181-197

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Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro

Enciclopedie - Dizionari - Manuali Dizionario del dialetto veneziano di Giuseppe Boerio (1829) seconda edizione aumentata e corretta, Venezia, Premiata Tipografi a di Giovanni Cecchini editore, 1856 (ristampa anastatica Aldo Martello Editore, Milano, 1971) Dizionario del restauro e della diagnostica, Cristina Giannini, Roberta Roani, Nardini editore, 2003 (seconda edizione) Dizionario di Alchimia - Paracelso, Gino Testi, a cura di Stefano Andreani, ristampa 1998, Edizioni Mediterra-nee Roma Dizionario di Merciologia e di Chimica Applicata, Vittorio Villavecchia, 1902, A. Donath editore, Genova Enciclopedia Internazionale della Chimica, 1969, Edizioni PEM Glossare-index des termes techniques utilisés dans la Sedacina, in Pascale Barthelemy, 2002, La Sedacina ou l’œuvre au crible- L’alchinìmie de Guillaume Sedacer, carme Catalan de la fi n du XIVe siécle, I, Études et outils, S.E.H.A. Paris, ARCHÈ Milano, 2002, pp. 209-327 Il Vocabolario Treccani, 1997, Istituto della Enciclo-pedia Italiana L’Encyclopedie de Diderot et D’Alembert, Recueil des planches, sur les Sciences, les Arts liberaux, et les Arts Mècaniques avec leur explication, Paris, Henri Vey-rier, 1955 La Piccola Treccani, Dizionario Enciclopedico, 1997 Istituto della Enciclopedia Italiana Lessico Farmaceutico Chimico, G. B. Capello, Ve-nezia 1748, edit. Domenico Lovisa ( Bibliot. Marciana Venezia, 32C119) Manuale di Chimica, N. A. Lange, 1970, Uses Utet - Sansoni Edizioni Scientifi che- Firenze

7. Merrifi eld, M. P., 1999, Medieval and Renaissance Treatises on the Arts of painting , Dover Publications Inc. New York (prima edizione Londra 1849)8. Moretti C., 2002, Glossario del vetro Veneziano, dal Trecento al Novecento, Marsilio editori, Venezia9. Moretti C., Gratuze B., 1999, Vetri rossi al rame e av-venturina. Confronto di analisi e ricette, Rivista Stazione Sperimentale del Vetro, n. 3, pagg. 147-160 10. Moretti C., Hreglich S., 1984, Opacifi cation and co-louring of glass by the use of “anime”, Glass Technology, vol. 25, n. 6, p.p. 277-28211. Moretti C., Hreglich S., 2005, Tecniche di produzione dei vetri opachi impiegate dai vetrai veneziani tra il XV e XX secolo, Rivista Stazione Sperimentale del Vetro, n. 5-2005, p. 15-3212. Moretti C., Toninato T., 1987, “Cristallo” e “Vetro di piombo” da ricettari del ‘500, ‘600, ‘700, Rivista Stazio-ne Sperimentale del Vetro, n. 1, pagg. 31-4013. Moretti C., Toninato T., 2001, Ricette vetrarie del Rinascimento, Trascrizione da un manoscritto anonimo veneziano, Marsilio editori, Venezia14. Moretti C., Salerno C.S., Tommasi Ferroni S., 2004, Ricette Vetrarie Muranesi- Gasparo Brunoro e il mano-scritto di Danzica, Istituto centrale del restauro/Nardini editore15. Salerno C.S., Tommasi Ferroni S., 1999, Pigmenti a base di vetro nella pittura rinascimentale e barocca da ricettari muranesi editi ed inediti, Rivista Stazione Speri-mentale del Vetro, n. 6, pp. 293-30216. Salerno C.S., Tommasi Ferroni S., 1998, Pigments a base de verre dans la peinture de la Renaissance et du Ba-roque d’après des traités de Murano édités et inédits, Atti Congresso Art et Chimie, La Couleur, Parigi, pagg. 43-4717. Salerno C.S., 2001, Lo smaltino e i gialli di fornace: loro produzione e i metodi di applicazione, Atti del Con-vegno Fotonica y Arte, Barcellona, maggio 2001, pag. 5118. Stout, G.L., 1966, Artists Pigments, c. 1600-1835, a study in english documentary sources, New York, Ameri-can Elsevier Pub. Co., p. 12919. Zecchin L., 1986, Il Ricettario Darduin, un codice vetrario del seicento trascritto e commentato, edito a cura di A. Tucci e M. Verità (Stazione Sperimentale del Ve-tro) e R. Barovier Mentasti, da Arsenale editrice, Venezia, pagg. 265 20. Zecchin L., 1987, Vetro e Vetrai di Murano, Volume I, editore Arsenale editrice, Venezia21. Zecchin L., 1989, Vetro e Vetrai di Murano, Volume II, editore Arsenale editrice, Venezia 22. Zecchin L., 1990, Vetro e Vetrai di Murano, Volume III, editore Arsenale editrice, Venezia

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Together with: - XXIX A.T.I.V. Conference - GlassTrend Seminar - ICG Annual Meeting - ESG Annual Meeting - ICG Technical Committees

L’ESG - European Society of Glass - è l’unico organismo europeo esclusivamente dedicato a pro-muovere e diffondere la scienza del Vetro e la tecnologia dell’industria di riferimento. È una struttura no-profi t, senza una sede fi ssa e una struttura stabile, costituita nell’ottobre 1990 e ne fanno parte istituti e imprese di quattordici nazioni diverse, rappresentati in un Council e uno Steering Committee che si riuniscono di norma una volta l’anno.

La Stazione Sperimentale del Vetro è socio fondatore dell’ESG e ne ha assunto la Presiden-za per il biennio 2012-2014. In questo periodo la SSV è impegnata a organizzare assieme all’ATIV - Associazione Tecnici Italiani del Vetro, organismo senza fi nalità di lucro che ha lo scopo istituzionale di promuovere scambi e approfondimenti tecnico-scientifi ci nel settore e conta circa 80 associati -, la dodicesima edizione della Conferenza Internazionale che si tiene ogni due anni nel Paese che assume la Presidenza dell’Associazione.

La SSV ha già organizzato a Venezia nel 1993 la seconda Conferenza ESG sul tema “Fundamentals on Glass Science and Technology”, che ha tenuto i suoi lavori presso la Scuola Grande San Giovanni Evangelista; l’edizione 2014 avrà luogo a Parma, presso il Campus Universitario, in collaborazione con la locale Università, dal 22 al 24 settembre. Scopo dell’iniziativa è quello di presentare e discu-tere mezzi e possibilità di migliorare le caratteristiche e le prestazioni dei prodotti vetrari nelle loro diverse applicazioni.

Parma (Italy), 22-25 September 2014

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Il Campus Universitario dell'Università di Parma

Le precedenti edizioni, che si sono svolte nel 2008 a Trenčin (Slovacchia), nel 2010 a Magdeburgo (Germania) e nel 2012 a Maastricht (Olanda), hanno registrato una presenza media di 550 persone, prevalentemente di estrazione industriale ed accademica, con particolare partecipazione di tecnici e studiosi di aerea germanica.

Il Comitato Organizzatore ha operato la scelta di adottare criteri di massima economicità per le spese di organizzazione, sia per rispetto alle condizioni generali del Paese, sia per incrementare la presen-za di tecnici, ricercatori e studenti; si ritiene che comunque nel 2014 le presenze saranno inferiori a quelle registrate nelle precedenti edizioni.

La Conferenza intende approfondire sei temi individuati sulla base di specifi che necessità industriali e delle tendenze scientifi che più attuali:

1. Tecnologia del Vetro 2. Vetro e Ambiente 3. Proprietà e Misure 4. Vetri Speciali 5. Igiene e Sicurezza 6. Vetro in Edilizia e Architettura.

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Per la migliore riuscita dell’evento, che rappresenta una vetrina importante per la comunità vetraria nazionale e occasione di confronto, dopo più di vent’anni, con il settore accademico e industriale internazionale, è stato costituito un Comitato Scientifi co Internazionale composto da 13 persone, di cui 7 italiani:o Ruud Beerkens Direttore tecnico generale CelSian Glass & Solar B.V.o Paolo Colombo Università di Padova - Ingegneriao Alicia Duran Istituto di Ceramica Vidrio Madrido Piero Ercole Consulente Vetrarioo Nicola Favaro Direttore dei Laboratori SSVo Angelo Montenero Università di Parma - Dip. Chimicao Fabiano Nicoletti Honorary President of ICGo John Parker Università di Sheffi eldo Gianni Royer Carfagni Università di Parma - Ingegneriao Bianca Maria Scalet CRC Sivigliao Masahiro Tsatsumisago Osaka Prefecture University Sakai o Roger Ulrich Direttore HVG Francoforteo René Vacher Université de Montpellier

Il Comitato Organizzatore è composto da SSV, ATIV e Università degli Studi di Parma, con il supporto di Assovetro. La Presidenza della Conferenza è congiuntamente assicurata da Stefano Ma-noli, Direttore Generale Delegato della SSV e Alessandro Bandini, Presidente ATIV.

Durante la Conferenza si terranno i lavori di alcune organizzazioni, nazionali ed internazionali: at-tualmente sono previste riunioni di ATIV, del Glass Trend Seminar, l’Annual Meeting di ICG con le periodiche riunioni dei Technical Committees e i lavori annuali di ESG.

Per la partecipazione è importante ricordare le seguenti scadenze:31 dicembre 2013 presentazione dei lavori con abstract in inglese (lingua uffi ciale) con indicazio- ne di preferenza (orale o poster)31 gennaio 2014 notifi ca dell’accettazione dell’abstract30 giugno 2014 iscrizione con pagamento a condizioni di favore31 luglio 2014 presentazione della versione fi nale del lavoro, orale o poster.

Tutti i lavori presentati entro quest’ultima data saranno pubblicati in versione elettronica e resi dispo-nibili ai partecipanti. Le presentazioni successive saranno invece scaricabili, alla fi ne della manifesta-zione, dal sito www.esg2014.it.Alcuni articoli selezionati saranno inoltre pubblicati sulla Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro (formato elettronico) e su Glass Worldwide, giornale uffi ciale dell’ATIV (formato cartaceo).

I lavoro della Conferenza e gli eventi collaterali si svolgeranno nell’arco di quattro giorni di cui tre, da martedì 23 settembre e giovedì 25, dedicati alle varie sezioni nelle quali si articolerà la manifesta-zione. Nei locali ove si terrà la Conferenza saranno allestiti spazi commerciali per agevolare la co-municazione delle aziende che intendono promuovere le proprie attività, e a breve verrà predisposto un programma per gli sponsor. È prevista una cena sociale in una location caratteristica del territorio parmense e gli accompagnatori potranno dedicarsi alla visita delle numerose attrattive locali.

Informazioni generali:www.esg.2014.it [email protected]

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Rivista della Stazione Sperimentale del Vetroinnovazioni

Processo innovativo per il riciclo del vetro

Si apre un nuovo mercato, in grado di dare vita a un business interessante a livello industriale

Che il vetro da raccolta differenziata venga riciclato per il circa il 70% dei consumi nazionali è noto a molti. Che sia un materiale unico, perché riciclabile al 100%, all’infi nito e senza alcun decadimento qualitativo bensì senza aggiunta di materie prime vergini, altrettanto. Ma non tutti sanno che, grazie alla ricerca in un Ateneo d’eccellenza italiano, per il Consorzio del Recupero del Vetro sarà forse presto possibile andare oltre gli importanti traguardi già raggiunti e riciclare fi no al 100% anche quella quantità di scarti vetrosi che, fi no ad oggi, erano destinati per ragioni qualitative allo smaltimento in discarica, soprattutto per la presenza d’inquinanti purtroppo non compatibili con le attività di riciclo tradizionali, principali (settore vetrario per oltre il 99%) o secondarie (settore ceramico, laterizi, per meno dell’1%).

Come? Grazie a Pa.Di.Ve.R, un materiale innovativo, brevettato di recente, capace di contenere, in peso, dal 70% al 90% di vetro di scarto oggi non riciclabile ed essere perfi no lavorato “a secco” per la realiz-zazione di rivestimenti ed elementi ecosostenibili d’arredo e di design, come piastrelle, top per cucine, sanitari e altri manufatti per l’edilizia. Alla base della scoperta, c’è anche l’ingegnerizzazione delleformulazioni di questo impasto che necessita, durante fase di consolidamento a caldo, di temperature de-cisamente più basse (dai 200°C ai 350°C in meno) di quelle richieste dai tradizionali processi ceramici.

Pa.Di.Ve.R è frutto della “Ricerca made in Italy” effettuata da EcoTecnoMat, lo “spin off” dell’Uni-versità di Reggio Emilia e Modena, con un partner privato (M. Ingrami). Lo spin off è nato allo scopo d’individuare materiali e tecnologie innovativi o impieghi alternativi dei rifi uti, come il vetro di scarto, oggi destinati alla discarica.

Il Presidente di EcoTecnoMat, Nino Campani, dichiara: “Non esiste al mondo un impasto costituito da una così alta percentuale di vetro di recupero e da processi e fasi di lavorazione così sostenibili e versa-tili, se si esclude la tradizionale rifusione del vetro per produrre nuovi contenitori. Con questo impasto si apre ora un nuovo mercato, in grado di dare vita a un business interessante a livello industriale e di favorire e promuovere l'occupazione attraverso lo sviluppo di fi liere innovative in termini di processo e di prodotto.”

• Si chiama Pa.Di.Ve.R ed è un impasto unico in grado di far recuperare e riutilizzare, a secco, fi no all’ultima scheggia, anche il vetro di scarto

• L’ha messo a punto EcoTecnoMat. - “spin off” dell’Università di Reggio Emilia e Modena - che lavora all’individuazione di impieghi alternativi del vetro destinato alla discarica

• Finanziatori dell’attività di ricerca commissionata a EcoTecnoMat sono ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e il Consorzio Recupero Vetro - CoReVe - il cui obiettivo comune è migliorare costantemente la raccolta e il riciclo del vetro.

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Con Pa.Di.Ve.R le aziende che operano negli ambiti dell’ecodesign, della bioarchitettura, delle cera-miche o dei materiali da rivestimento e dell’arredamento, così come le imprese di costruzione e così via, hanno la possibilità di entrare in un nuovo scenario industriale e di ottenere una serie di vantaggi economici anche grazie al miglioramento dell’effi cienza energetica. Questo impasto garantisce inoltre l’accesso alle certifi cazioni ECOLABEL (il marchio europeo di qualità ecologica) e LEED (il sistema statunitense di classifi cazione dell’effi cienza energetica e dell’impronta ecologica degli edifi ci).

Gianpaolo Caccini, Presidente di Coreve, dichiara: “Pa.Di.Ve.R rappresenta una realtà molto promet-tente per l’impiego secondario del vetro di scarto, che potrebbe permettere a questo rottame - opportu-namente bonifi cato e processato - di essere anch’esso riciclato in un nuovo ciclo produttivo e di ridiven-tare una risorsa”. Continua Caccini: “Speriamo così di riuscire a riciclare effi cacemente anche quelle frazioni di scarto che non trovano oggi una nuova vita in vetreria, a causa delle scarse caratteristiche qualitative di partenza o perché perse nelle operazioni di trattamento e rimozione delle impurità.”

Molti i vantaggi che la ricerca oggi in corso di EcoTecnoMat, fi nanziata dal fondo per le sperimentazioni istituito da un accordo Anci-Coreve, può contribuire ad apportare. Tra questi, i principali sono:

- riduzione dell’estrazione di materie prime tradizionali per l’edilizia - attività notoriamente “ener-givora” - e dei relativi costi;

- risparmi energetici molto elevati per l'abbassamento delle temperature necessarie per la ‘cottura’;

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Esempi di superfi ci ceramiche e rivestimenti in Pa.Di.Ve.R

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- risparmio economico per gli investimenti industriali grazie all’impiego di macchine formatrici già esistenti nell'industria alimentare e della ceramica;

- promozione di una “società del riciclo”, come chiede l’Europa, caratterizzata da mercati e consu-matori più consapevoli, ma anche da cittadini e amministratori pubblici che sostengano il settore degli acquisiti verdi.

Più il vetro raccolto in modo differenziato in Italia sarà di buona qualità, migliori saranno i risultati di riciclo, minori gli scarti prodotti durante le fasi di trattamento e i costi da sostenere, maggiori al tempo stesso i vantaggi ambientali ed economici che ne derivano. Questo è il compito del Coreve che, oltre a fare campagne di sensibilizzazione rivolte sia ai cittadini sia alle istituzioni, da anni si occupa insieme ad ANCI anche di fi nanziare (con un fondo a ciò dedicato) progetti sperimentali volti a diffondere le miglio-ri pratiche nella raccolta differenziata e individuare impieghi alternativi del vetro destinato alla discarica.

Tutto questo potrebbe rappresentare un grande passo in avanti in un’epoca che guarda alla Green Eco-nomy come a una possibile strategia per uscire dalla crisi di molti comparti produttivi (come quello ceramico e dell’edilizia in generale, per esempio) e per garantire uno sviluppo più sostenibile della nostra società e dei consumi, partendo da un ambito territoriale ben identifi cato e dalle sue peculiarità. Il principio è quello dell’urban mining, cioè del rifi uto inteso come risorsa da estrarre da veri e propri giacimenti metropolitani.

Oggetto di design (ciotola) in Pa.Di.Ve.R

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Questo progetto, nato a Modena, guarda quindi a un futuro prossimo in cui anche dal vetro di scarto (non idoneo a produrre nuovi imballaggi in vetro) potranno essere realizzati prodotti di qualità, che andranno dai rivestimenti e complementi d’arredo (come piastrelle, top per cucina, lampade, sanitari ecc.) ad altri manufatti per l’edilizia e il settore delle costruzioni (laterizi, autobloccanti, pavimentazioni stradali, arredi urbani ecc.).

In particolare, con l’industrializzazione di materiali promettenti quali Pa.Di.Ve.R, le aziende che ope-rano negli ambiti dell’eco-design, della bioarchitettura, delle ceramiche o dei materiali da rivestimento e dell’arredamento, così come le imprese di costruzione, potrebbero avere la possibilità di entrare in un nuovo scenario industriale e ottenere una serie di vantaggi economici, connessi non solo all’effi cienza energetica e all’approvvigionamento di materie prime locali a basso impatto ambientale, ma anche dal sostegno del mercato e dei cosiddetti acquisti verdi della pubblica amministrazione (D.M. 203/2003 e ss.mm.ii).

È quindi fondamentale che tutti gli attori interessati svolgano un ruolo attivo e concreto, per la corretta gestione dei rifi uti e per il buon esito di queste iniziative di potenziale sviluppo economico.

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Lampade (design) realizzate in pasta di vetro

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CO.RE.VE - Consorzio Recupero Vetro - è il consorzio senza fi ni di lucro che ha per scopo il raggiun-gimento degli obiettivi di riciclo e recupero dei rifi uti di imballaggio in vetro prodotti sul territorio nazionale. È stato istituito dai principali gruppi vetrari italiani il 23 ottobre 1997 in ottemperanza al Decreto Legislativo 22/97 per gestire il ritiro dei rifi uti in vetro provenienti dalla raccolta differenziata, per predisporre le linee guida per le attività di prevenzione e per garantire l’avvio al riciclo del vetro raccolto. Un’organizzazione moderna i cui obiettivi sono la costante ricerca di nuove soluzioni che pos-sano migliorare e ottimizzare la catena di montaggio del rottame di vetro.

Per ulteriori informazioni:CO.RE.VE. Consorzio Recupero Vetro - [email protected] cio Stampa: Massimo Tafi uffi [email protected] - tel. 02 48012961 - cell. 335 7171005

Oggetto promozionale tipico del territorio modenese, in pasta di vetro

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Presentazione del Comitato Nazionale Italiano dell’AIHV

Il Comitato Nazionale Italiano dell’Association Internationale pour l’Histoire du Verre (A.I.H.V.) è una Associazione culturale senza scopo di lucro, il cui fi ne è di proporre e adottare ogni iniziativa atta a far avanzare gli studi storici, archeologici, artistici e museografi ci (ivi inclusi i problemi di tecnologia e di conservazione) nel campo della plurimillenaria storia del vetro, alla cui fi oritura l’Italia in generale e Venezia in particolare hanno dato nel corso dei secoli contributi determinanti.

Il Comitato persegue, in ambito italiano, gli scopi della Association Internationale pour l’Histoire du Verre fondata a Liegi (Belgio) nel 1956, con la quale mantiene costanza di rapporti anche attraverso la nomina di un delegato italiano nel Comitato Esecutivo della stessa. È una libera associazione di studio-si, esperti, docenti, funzionari preposti alla tutela dei beni culturali e a istituzioni scientifi che e museali pubbliche e private, che riconoscono nella storia dell’arte vetraria e della sua tecnologia una delle testi-monianze più antiche e signifi cative della civiltà mediterranea ed europea.

Il Comitato Italiano nacque nel 1978 a Venezia su impulso del veneziano Astone Gasparetto, appassio-nato studioso della secolare storia del vetro della sua città. Dopo Astone Gasparetto, venne guidato da Giandomenico Romanelli, da Wladimiro Dorigo e da Ermanno Arslan; esso svolge da alcuni anni una intensa attività scientifi ca e culturale che si è concretata in molteplici iniziative di notevole interesse, come il XIV Congresso Internazionale della A.I.H.V. (Venezia e Milano, 1998) e le Giornate Nazionali di Studio sul vetro. Negli anni, il Comitato ha sviluppato un progetto scientifi co editoriale sempre più articolato e complesso che si è concretizzato nella catalogazione e nella successiva pubblicazione del Corpus delle Collezioni del Vetro. Si tratta di una operazione culturale eccezionale per mole e sistematicità, che mette a dispo-sizione degli studiosi un eccezionale patrimonio di studio e bibliografi co, che non ha confronti in altre nazioni d’Europa.

Nel 1994 esce il primo volume del Corpus delle collezioni archeologiche del vetro nel Veneto, dedicato ai vetri antichi del Museo del Vetro di Murano. L’impresa, realizzata grazie all’impegno dei Presidenti e dei Membri dei consiglio direttivo che si sono succeduti negli anni e alla preziosa collaborazione degli studiosi che hanno realizzato lo studio e la catalogazione dei vetri per i diversi volumi, è poi continuata con la pubblicazione di altri volumi dedicati ai vetri dei Musei di Adria (1996), Padova (1998), Con-cordia e Polesine (1998), Verona (1999), Este (2000), Belluno-Treviso-Vicenza (2003), cui segue un

A.I.H.V. Association Internationale pour l'Histoire du Verre

Comitato Nazionale Italiano

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volume complessivo di sintesi sulle collezioni venete nel 2004. Per il completamento della catalogazione delle collezioni archeologiche in questa regione sono in fase di studio gli ultimi due volumi, che riguar-deranno i vetri del Museo Nazionale Archeologico di Quarto d’Altino. L’iniziativa negli ultimi anni ha superato i confi ni regionali, coinvolgendo altre Regioni: in Lombardia sono stati editi tre volumi per i Musei di Cremona e Pavia (altri sono in studio), in Friuli Venezia Giulia il volume del Museo Archeologico di Udine e i tre volumi dei vetri del Museo Nazionale Archeologico di Aquileia (il terzo e ultimo è uscito in maggio 2009); altri progetti riguarderanno le collezioni dei Mu-sei di Trieste, di Cividale e del territorio. È in programma un volume di carattere fotografi co che illustri i migliori oggetti integri presenti nei Musei di Udine ed Aquileia. Anche in queste Regioni, come nel Veneto, fondamentale è stato l’apporto fi nanziario pubblico e delle fondazioni bancarie.

Già il volume del Museo di Udine e quelli di Cremona e di Pavia comprendevano materiali post classici; nel 2006 poi, il Comitato ha avviato un progetto più sistematico del Corpus delle collezioni del vetro post-classico nel Veneto con la pubblicazione dei vetri dell’Ottocento custoditi presso il Museo del Vetro di Murano. Il progetto, assai ambizioso, intende provvedere ad una catalogazione sistematica delle col-lezioni di vetro nel territorio successiva a quella archeologica. Tra il 2006 e il 2011 sono usciti 4 volumi dedicati ai vetri attribuiti dagli autori alla fabbrica di Antonio Salviati. Questa collana, oltre a presentare materiali inediti, rappresenta per gli studiosi, collezionisti e appassionati di vetro artistico un punto di partenza per confronti, spunti di ricerca e approfondimenti.

Il Comitato ha dato seguito ad altri importanti iniziative: dal 1990 sono stati editi sei Contributi storico-tecnici, tra i quali ricordiamo i glossari del vetro archeologico e post-classico, le indagini analitiche sulle origini della vetra-ria veneziana e la disamina di alcuni dei numerosi ricettari vetrari muranesi. Dal 1995, con cadenza quasi annuale, sono state organizzate in tutta Italia le “Giornate Nazionali di studio sul vetro”, ormai momento d’incontro obbliga-to per quanti in Italia studiano le problematiche del vetro. La prima edizione si svolse a Venezia (1995), seguita da Milano (1996 e 1997), Napoli (1998 e 2001), Massa Martana (1999), Genova (2000), Spoleto (2002), Ferrara (2003), Pisa (2004), Bologna (2005). Nel 2006, si è organizzato un incontro di studio a Udine in ricordo di Wladimiro Dorigo, mentre nel 2007 le Gior-nate ebbero luogo a Venezia, nella splendida cornice del Museo Correr. Nel 2009, le Giornate di Studio si sono tenute a Trieste e a Pirano (Slovenia) e per la prima volta hanno rivestito un carattere internazionale, avendo coinvolto l’Istituto per il Patrimonio Mediterraneo dell’Università Primorska, di Capodistria (Slovenia) oltre che i Musei Civici di Trieste, e con il sostegno della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia. Nel 2010 le Giornate di Studio si sono tenute a Trento e nel 2011 all’Università della Calabria, nei pressi di Cosenza. Nei convegni viene approfondito il tema del vetro come oggetto archeologico, d’uso comune, prodotto d’arte, come oggetto tecnologico, con analisi tecnico-scientifi che pubblicate nei relativi Atti.

Il Comitato Italiano ha un sito web, www.storiadelvetro.it, che viene continuamente aggiornato con le notizie che riguardano la sua attività e dove recentemente sono stati inseriti aggiornamenti bibliografi ci che riguardano i titoli di articoli sulla storia del vetro pubblicati nelle Riviste, negli Atti dei Congressi e in volumi dedicati, negli anni dal 2000 al 2006, e dal quale sono ricuperabili i Bollettini di Informazione Vetraria pubblicati dal Comitato a partire dal 1993.

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Il Comitato Italiano, nato e cresciuto a Venezia, ha articolato la propria attività grazie ad un consiglio reclutato in tutte le regioni italiane, tenendo contatti importanti con Università e Centri di Ricerca di tutta Italia; molti soci partecipano at-tivamente ai Congressi organizzati in campo internazionale sia dalla AIHV Internazionale che da altri organismi dedi-cati allo studio della storia del vetro nei suoi vari aspetti.

Il Consiglio Direttivo resta in carica per tre esercizi ed è attualmente composto dai seguenti membri (2011-2014):

Presidente: Cesare MorettiVice Presidente: M.Giuseppina MalfattiSegretaria: Maria Grazia DianiDelegata alla collana ‘800 : Francesca SegusoTesoriere: Guido ZaninConsiglieri: Luciana Mandruzzato, M. Cristina Tonini, Marina Uboldi, Annamaria LaresePresidente Onorario: Ermanno ArslanRevisori dei Conti: Cesare Angelantoni, Sandro Pezzoli

Pubblicazioni disponibili

AIHV Association Internationale pour l’Histoire du VerreComitato Nazionale Italiano

Pubblicazioni (elenco aggiornato al 31 dicembre 2011):

Corpus delle Collezioni Archeologiche del Vetro nel Veneto1. Giovanna Luisa Ravagnan, Vetri antichi del Museo Vetrario di Murano,1994 (€ 31,00)2. Simonetta Bonomi, Vetri antichi del Museo Archeologico nazionale di Adria, 1996 (€ 31,00)3. Girolamo Zampieri, Vetri antichi del Museo Civico Archeologico di Padova, 1998 (€ 39,00)4. Annamaria Larese, Enrico Zerbinati, Vetri antichi di raccolte concordiesi e polesane, 1998 (€ 39,00)5. Giuliana Facchini, Vetri del Museo Archeologico del teatro Romano di Verona e di altre collezio- ni veronesi, 1999 (€ 41,00)6. Alessandra Toniolo, Vetri antichi del Museo Archeologico di Este, 2000 (€ 46,00)7. Claudia Casagrande, Francesco Ceselin, Vetri antichi delle province di Belluno, Treviso e Vicen- za, 2003 (€ 50,00)8. Annamaria Larese, Vetri antichi del Veneto, 2004 (€ 60,00)

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Corpus delle Collezioni del Vetro post-classico nel Veneto 1. Aldo Bova, Attilia Dorigato, Puccio Migliaccio, Vetri artistici del primo Ottocento, Museo del Vetro di Murano, Marsilio editori 2006 (€ 30,00)2. Attilia Dorigato, Aldo Bova, Puccio Migliaccio, Vetri artistici. Antonio Salviati 1866-1878, Museo del Vetro di Murano - Catalogo Generale II, Marsilio editori 2008 (€ 35,00)3. Attilia Dorigato, Puccio Migliaccio (con la collaborazione di Vladimiro Risca), Antonio Salviati 1866-1877, Museo del Vetro di Murano-vol.II, Marsilio editori 2010 (€ 35,00)4. Aldo Bova, Puccio Migliaccio, Vetri artistici. Antonio Salviati e la Compagnia Venezia Murano, in corso di stampa, marzo 2011 (€ 35,00)

Corpus delle Collezioni del Vetro in Lombardia1. Aa. Vv., Cremona e Provincia, 20042.1 Claudia Maccabruni, Maria Grazia Diani, con la collaborazione di Francesca Rebajoli, Pavia. Età Antica, 20042.2 Cristina Tonini, Pavia. Età Medievale e Moderna, 2004

Corpus delle Collezioni del Vetro in Friuli Venezia Giulia1. Maurizio Buora e altri, Vetri antichi del Museo Archeologico di Udine - I vetri della collezione Di Toppo e materiali da altre collezioni e da scavi recenti, 2004 (€ 50,00)2. Luciana Mandruzzato, Alessandra Marcante, Vetri antichi del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia - La vetreria da tavola, 2005 (€ 50,00)3. Luciana Mandruzzato, Alessandra Marcante, Vetri Antichi del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia - Balsamari, olle, pissidi, 2007 (€ 50,00)4. Luciana Mandruzzato (a cura), testi di Annalisa Giovannini, Luciana Mandruzzato, Alessandra Marcante (e Fulvia Ciliberto). Vetri Antichi del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia - Ornamenti e oggettistica e vetro pre- e post-romano, 2009 (€ 50,00)

Collana Contributi Storico tecnici1. Tullio Toninato, Marco Verità, Riscontri analitici sulle origini della vetraria veneziana, 1990 (€ 5,00, soci 3,75), esaurito2. Tullio Toninato, Cesare Moretti, Ricettari muranesi (XVI-XX secolo), 1991 (€ 5,00, soci 3,75), esaurito3. Vincenza Orfanelli, Stefania Vellani, I vetri di Monte Bibele (Monterenzio-Bologna), 1992 (€ 5,00, soci 3,75), esaurito4. Daniela Ferrari, Annamaria Larese, Gioia Meconcelli Notarianni, Marco Verità (traduzione in inglese D.B. Whitehouse), Glossario del vetro antico, 1998 (€ 5,00)5. Daniela Stiaffi ni, Repertorio del vetro post-classico, 2004 (€ 13,00)6. Daniela Ferrari, Annamaria Larese, Gioia Meconcelli Notarianni, Marco Verità (traduzione in francese di Marie-Dominique Nenna e Veronique Arveiller-Dulong), Glossario del Vetro Arche- ologico, 2004 - poche copie rimaste

Atti delle Giornate Nazionali di Studio1^ Giornata nazionale di Studio (Venezia, 2 dicembre 1995), Il vetro dall’antichità all’età contempora-nea, a cura di Gioia Meconcelli Notarianni e Daniela Ferrari, 1996 (€ 18,00)2^ Giornate Nazionali di Studio (Milano, 14-15 dicembre 1996), Il vetro dall’antichità all’età contem-

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poranea: aspetti tecnologici, funzionali e commerciali (c/o Civiche Raccolte Archeologiche e Numisma-tiche di Milano: fax +39 02 86452796)*3^ Giornata Nazionale di Studio (Milano, 31 ottobre 1997), Il vetro fra antico e moderno. Le più recenti scoperte archeologiche. Un secolo di produzione e designer del vetro italiano (1897-1997), a cura di Daniela Ferrari, Gioia Meconcelli,1999 (€ 15,00)4^ Giornate Nazionali di Studio (Napoli, 5-7 marzo 1998), Il vetro in Italia meridionale e insulare (Pri-mo Convegno multidisciplinare), a cura di Ciro Piccioli e Francesca Sogliani, 1999 (€ 43,70 c/o [email protected])*5^ Giornata Nazionale di Studio (Massa Martana - PG, 30 ottobre 1999), Vetri di ogni tempo, produzio-ne, commerci, iconografi e, a cura di Daniela Ferrari, 2001 (€ 15,00)6^ Giornate Nazionali di Studio (Genova 11-12 marzo 2000), La circolazione del vetro in Liguria: produzione e diffusione. Comunicazione su aggiornamenti e novità del vetro in Italia, a cura di Daniela Ferrari e Bruno Massabò, 2003 (€ 18,00)7^ Giornate Nazionali di Studio (Napoli, 5-6-7 dicembre 2001), Il vetro in Italia meridionale ed insulare (Secondo Convegno multidisciplinare), a cura di Ciro Piccioli e Francesca Sogliani, 2003 (c/o [email protected])*8^ Giornate Nazionali di Studio (Spoleto, 20-21 aprile 2002), Il vetro nell’Alto Medioevo, a cura di Da-niela Ferrari, 2005 (€ 18,00) 9^ Giornate Nazionali di Studio (Ferrara, 13-14 dicembre 2003), Il vetro nell’Alto Adriatico, a cura di Daniela Ferrari, Anna Maria Visser Travagli, 2007 (€ 20,00, soci 15,00), poche copie10^ Giornate Nazionali di Studio (Pisa, 12-14 novembre 2004), Trame di luce. Vetri da fi nestra e vetrate dall’età romana al Novecento, a cura di Daniela Stiaffi ni e Silvia Ciappi, 2010 (€ 20,00)11^ Giornate Nazionali di Studio (Bologna, 16-18 dicembre 2005), Produzione e distribuzione del vetro nella storia: un fenomeno di globalizzazione, Giugno 201112^ Giornate Nazionali di Studio (Venezia, 19-21 ottobre 2007), Il Vetro nel Medioevo tra Bisanzio, l’Islam e l’Europa, in corso di stampa13^ Giornate Nazionali di Studio (Trieste-Piran, 30-31 maggio 2009), La diffusione e la produzione del vetro sulle sponde del Mare Adriatico nell’antichità, a cura di Maurizio Buora, 2010 (€ 20,00), esaurito da ristampare, si può inviare in PDF14^ Giornate Nazionali di Studio (Trento, 16-17 ottobre 2010), Per un corpus dei bolli in Italia; Castello del Buonconsiglio Trento, in corso di stampa15^ Giornate Nazionali di Studio (Cosenza, 9-11 giugno 2011), in corso di redazione

Atti Incontri di StudioIncontro di Studio in Ricordo di Wladimiro Dorigo, La statistica applicata all’archeologia, Udine, Ca-stello, Sala della Contadinanza, 11 novembre 2006, Atti in Quaderni Friulani di Archeologia n. 16 (2006) (€ 15,00), poche copie rimaste

Vetro Notizie, Bollettino Annuale di Informazione Vetrarian. 1, 1993; n. 5, 1997; n. 6, 1998 (numero speciale); n. 7, 1999; n. 8, 2000; n. 9, 2001 (€ 5,00)

Gli studiosi interessati possono ordinare le pubblicazioni (ad eccezione di quelle esaurite o contrasse-gnate con*) inviando una e-mail a: [email protected]. I soci godono di uno sconto del 30%.Il sito web del Comitato nazionale Italiano AIHV (www.storiadelvetro.it) contiene varie sezioni con utili informazioni sulla organizzazione e sulle attività del Comitato.

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A.I.H.V. - Association Internationalepour l'Histoire du Verre

L’AIHV è stata fondata nel 1956 da Joseph Philippe, all’epoca Direttore del Museo Curtius di Lie-gi (Belgio). Il primo congresso dell’associazione, che si chiamava allora “Journées internationales du verre”, ebbe luogo in questa stessa città nel 1958, in occasione dell’Esposizione Internazionale1.

L’AIHV è una associazione internazionale consacrata esclusivamente allo studio del vetro, alla sua utilizzazione, alla sua storia e alle sue qualità estetiche, dall’antichità ai nostri giorni. Obiettivo dell’As-sociazione è riunire archeologi, storici dell’arte, artisti, collezionisti, conservatori museali, scienziati e ricercatori dediti alla storia del vetro di tutti i paesi del mondo.

Ogni tre anni viene organizzato un Congresso, che permette di presentare delle comunicazioni sulle ricerche in corso e di visitare esposizioni dedicate al vetro; inoltre, in occasione dei congressi si orga-nizzano visite in musei, gallerie e collezioni private: si tratta di interessanti occasioni di incontro, in un ambiente piacevole, che permettono di condividere il comune interesse dei partecipanti per la storia del vetro. L’ultimo congresso si è svolto a Salonicco, in Grecia, nel settembre 2009. I precedenti si sono svolti a: Leida (1962); Damasco (1964); Ravenna e Venezia (1967); Praga (1970); Colonia (1973); Berlino e Lipsia (1977); Londra e Liverpool (1979); Nancy (1983); Madrid e Segovia (1985); Basilea (1988); Vienna (1991); Paesi Bassi (1995); Venezia e Milano (1998); New York e Cor-ning (2001); Londra (2003); Anversa (2006).Il prossimo Congresso AIHV, che sarà il 19°, si terrà a Pirano, in Slovenia, nel settembre 2012.

L’Associazione è retta da uno Statuto basato sulla legge Olandese. Le lingue uffi ciali sono l’inglese, il tedesco e il francese; in occasione delle conferenze e nelle relative pubblicazioni di Atti, gli Annales, le comunicazioni possono essere presentate in queste tre lingue. Per le normali comunicazioni destinate ai soci si utilizzano invece soltanto l’inglese e il francese.

L’adesione all’AIHV è aperta a tutti gli interessati; gli studenti sono ammessi gratuitamente, mentre per gli altri è prevista una quota annuale di iscrizione. Attualmente gli iscritti sono circa 500, appartenenti a 33 paesi. L’AIHV è diretta da un Consiglio Direttivo e da un Comitato Esecutivo, eletti dall’Assemblea Generale dei soci, che si riunisce in occasione di ciascun Congresso internazionale.

Consiglio Direttivo e Comitato Esecutivo (2009-2012)

Attualmente il Consiglio Direttivo è così composto:

Presidente (dal 2003): Marie-Dominique Nenna (Francia)Vice Presidente: Irena Lazar (Slovenia)Tesoriere: Huib Tijssens (Olanda)Segreteria Generale: Jane Shadel Spillmann (USA)Membri: Despina Ignatiadou (Grecia), David Whitehouse (USA).

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Membri del Comitato Esecutivo sono: Fatma Marii (Giordania), Yoko Shindo Takahsahi (Giap- pone), Maria Grazia Diani (Italia), Sylvia Fuenfschilling (Svizzera), Lisa Pilosi (USA), Marianne Stern (Olanda) e i presidenti dei Comitati Nazionali dell’AIHV.

Presidenti sono stati: Axel von Saldern (1983-1991) David Whitehouse (1991-1995) Gioia Meconcelli Notarianni (1995-1998) Jennifer Price (1998-2003).

Comitati Nazionali In alcuni paesi, i soci AIHV hanno formato dei Comitati Nazionali. Il Consiglio Direttivo incoraggia sempre i soci dei paesi che non hanno tali Comitati ad organizzarli; questi Comitati organizzano Con-ferenze ed iniziative per promuovere la storia del vetro tra un Congresso internazionale AIHV e il suc-cessivo.

Attualmente sono attivi i seguenti Comitati nazionali: Regno Unito: British Committee - www.historyofglass.org.ukItalia: Comitato Nazionale Italiano AIHV - www.storiadelvetro.itFrancia: Association Française pour l’Archéologie du Verre - A.F.A.V. - www.afaverre.frIsraele: National Committee

Pubblicazioni

L’AIHV pubblica direttamente gli Atti dei Congressi Internazionali, negli “Annales du Congrès de l’As-sociation Internationale pour l’Histoire du Verre”. I volumi degli Annales sono gratuiti per i soci che sono in regola con la quota associativa, mentre gli studenti li possono acquistare a metà prezzo, durante il periodo di preparazione della loro tesi di laurea2.

Inoltre l’AIHV ha pubblicato (fi no al 1983) nove “Bullettins des Journées Internationales du Verre”, per diffondere le notizie circa le più recenti scoperte e per presentare le collezioni di vetri dei seguenti paesi: Polonia, Siria, Cecoslovacchia, Belgio, Tunisia, Germania, Regno Unito, Italia.

Attualmente, con periodicità semestrale, l’AIHV invia ai soci una newsletter elettronica, che comprende i principali aggiornamenti circa le conferenze, le esposizioni temporanee e i principali aggiornamenti bibliografi ci sulla storia del vetro, dall’età preromana alla contemporaneità, oltre all’archeometria e alla conservazione.

Note

1 Una sintesi della storia dell’AIHV si trova nella Prefazione a fi rma di Marie-Dominique Nenna, negli Annales del Congresso di Anversa, pubblicati nel 2009 (pp. ix-xiii). 2 Per informazioni sulla disponibilità attuale dei volumi si veda il sito uffi ciale www.aihv.org.

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In ricordo di Cesare MorettiRicordare Cesare Moretti è da un certo di punto di vista ri-percorrere i rapporti tra SSV e l’industria del vetro murane-se. Continuo è stato infatti, sia con Cesare che con le vetrerie, il rapporto di collaborazione, e frequenti i momenti di scambio di reciproco interesse e stimolo tra la scienza e la tecnologia, tra l’innovazione e la tradizione, tra le conoscenze di base e la pratica quotidiana di impresa.

Dopo aver conseguito la laurea in Chimica Industriale a Padova, Cesare Moretti, nella seconda metà degli anni 50, ha svolto alla SSV un periodo di addestramen-to presso il laboratorio chimico, allora nucleo originario dell’Isti-tuto, da cui si sono poi sviluppa-te altre competenze. La sua atti-vità professionale non si è però realizzata in ambito veneziano, ove operava la società vetraria di proprietà della famiglia, ma si è indirizzata verso nuove espe-rienze e sfi de di tipo industriale.

In quegli anni sorgeva a San Vito al Tagliamento, in Friuli, una nuova società, la Sirix Intervi-trum SpA, specializzata nella produzione di tubo di vetro con-tinuo per uso prevalentemente farmaceutico. Cesare Moretti ne assunse la direzione tecnica, che mantenne per molti anni anche quando la società venne assorbi-ta dal gruppo Bormioli Rocco di Parma, e contribuì a migliorare una tecnologia complessa im-piegata in pochi stabilimenti in tutto il mondo.

Costanti furono i rapporti con la SSV, sia perché frequenti i suoi soggiorni a Venezia, sia per la fa-miliarità e la frequentazione con i tecnici dell’Istituto che aveva conosciuto e apprezzato nei suoi “stage” e che hanno consentito di approfondire conoscenze speci-fi che ed affi nare competenze nel settore della resistenza chimica del vetro e del rapporto conteni-tore/farmaco, fondamentale per assicurare al mercato un pro-dotto affi dabile e chimicamente idoneo all’impiego per cui viene progettato e realizzato.

Per alcuni anni il dottor Moretti è stato componente del Comita-to Tecnico Scientifi co della SSV, organismo costituito per dare rappresentanza alle esigenze tec-niche dell’industria con l’obiet-tivo di promuovere iniziative e indirizzare investimenti e risorse nell’interesse delle vetrerie.

La sua prevalente attenzione, diventata esclusiva con l’abban-dono di cariche e responsabilità industriali, è stata però orientata allo studio della storia della tec-nologia vetraria, frutto ed eredità della sua originale formazione, di cui era molto orgoglioso.

È autore di varie pubblicazio-ni su temi di carattere tecnico e storico (ricettari vetrari, materie prime, metodi di indagine tecni-che di lavorazione). Sostenito-re e assiduo collaboratore della nostra Rivista, ha qui pubblica-to, negli anni, numerosi studi e articoli divulgativi.

Membro dell’Association Inter-national pour l’Histoire du Verre e del Comitato Nazionale Italia-no della stessa AIHV, nel 2002 entra a far parte del Consiglio di-rettivo, ne diviene Presidente nel 2008 ed è confermato alla presi-denza nel 2011. La sua presenza all’interno del Comitato Italiano dell’AIHV ha rappresentato un rilancio delle iniziative associati-ve, frutto di un costante appassio-nato impegno, volto a promuove-re le iniziative editoriali, come le Giornate Nazionali di Studio sul Vetro, celebrate annualmente, e i contatti con i colleghi, sviluppati attraverso una fi tta rete di rela-zioni nazionali e internazionali.

Dalla sua fondazione, nel 2010, è stato membro del Comitato Pro-motore dell’iniziativa “Altino - Vetri di Laguna”.

Curioso, appassionato, aperto al dialogo e impegnato nella dif-fusione delle conoscenze: que-sti gli aspetti che hanno sempre caratterizzato la sua attività e la sua ricerca. È così che vogliamo ricordarlo.

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Glass Trend è un Consorzio di Ricerca e Sviluppo costituito nel 2001 e raggruppa rappresentanti dell’in-dustria del vetro, istituzioni di ricerca e innovazione, nonché fornitori di macchine, impianti e servizi con l’obiettivo di trovare e promuovere applicazioni delle scienze e della tecnologia del materiale al settore industriale.

Il Consorzio ha quindi il fi ne di aggregare e stimolare risorse e iniziative per valorizzare le opportunità e i punti di forza del vetro a vantaggio dei produttori, dei fornitori e dei consumatori attraverso azioni e progetti pre-competitivi di ricerca, innovazione e di trasferimento di know-how.

I settori di punta cui si volge l’attenzione di Glass Trend sono la fusione del vetro, la tecnologia di pro-cesso, le materie prime, il riciclo, la formatura del vetro, l’effi cienza energetica, l’impatto ambientale: lo stesso nome testimonia nella lingua inglese la mission del Consorzio, “Glass Technology REsearch and New Developments”.

A giugno 2012 aderivano al Consorzio 49 membri di 18 differenti paesi, tutti presenti in un Council che defi nisce le attività e le iniziative ed elegge un General Managing Board (4 membri) che si occupa di pre-disporre il programma annuale, studiare nuove attività, defi nire i costi di iscrizione. L’Advisory Board (5 membri) determina invece il programma dei seminari, la selezione e la valutazione di rapporti e di studi, l’individuazione di nuovi temi di ricerca e sviluppo e defi nisce gli Study Tours e ogni altra iniziativa.

Le attività del Consorzio si sviluppano principalmente su quattro direttrici:1. organizzazione di seminari su temi specifi ci di interesse industriale;2. organizzazione di visite guidate a impianti e stabilimenti;3. progetti di ricerca e innovazione industriale;4. organizzazione di corsi di specializzazione e perfezionamento ad alto livello sulla tecnologia del vetro e la produzione.

Nel primo caso segnaliamo le ultime iniziative che si sono svolte in concomitanza con altre manifesta-zioni scientifi che e in occasione delle riunioni del Council, senza quindi ricorrere a costi aggiuntivi a carico dei consorziati:- Glass Melt Quality & Glass Defects- Reach & Raw Materials & Recycling in the Glass Industry- Glass, Furnaces and Refractory Materials

GLASS TREND Glass Technology REsearch and New Developments

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- Sensor & Control in Glass Furnaces- Mathematical Modelling of Glass Melting Process- Energy Effi cient & Environmentally Sound Glass Production- Heat Transfer & Heat Energy.

Nel corso del 2012 verrà organizzato un Seminario su Alternative Raw Materials and Advanced Batch Pre-treatment for Glass Melting.

Le visite guidate sono organizzate su temi specifi ci e riguardano impianti industriali e centri di ricerca e innovazione di particolare richiamo. Nel corso del 2012 è stato organizzato un tour tecnico in Italia, de-scritto nelle pagine seguenti. Negli anni precedenti sono state visitate industrie con particolari esperienze nel risparmio energetico e controllo ambientale (Germania, Spagna e Stati Uniti).

I progetti di ricerca riguardano temi individuati dal Board e dal Council e sono organizzati su un periodo bi o triennale, con la partecipazione di aziende e centri di ricerca che fi nanziano l’iniziativa, ma sono i soli benefi ciari dei risultati.

Sono in corso i seguenti progetti, che contano dai sei agli otto partners e prevedono più fasi di lavoro, rese via via operative dai positivi risultati immediatamente precedenti e che comprendono anche speri-mentazioni su base industriale:- LowNox Regenerative Glass Furnace (2006-2010)- Sulphur Chemistry in Alkali Free/Lean Glasses (LCD, E-glass, borosilicate glasses) (2007-2009)- Batch Pelletizing & Pellet Pre-heating by Glass Furnaces Flue Gases (2008-2010).

Ricerche più recenti sono in fase di avvio o di avanzata fase progettuale e riguardano:- Energy Balance Modelling of Glass Furnaces- Refractory-glass Melt Interaction: Blister Formation- Guidelines for Refractory Selection of Glass Furnaces- Novel Feeder & Fore-hearth Conception to Obtain Improved Glass Homogenization and

Energy Savings- Control of Color & Optimizing Batch Chemistry and Fining for Amber Component Glasses

Fining & Transparency of VetroClean (Solar) Glass.

Altri temi sono allo studio e verranno defi niti in accordo con i consorziati. Sono proposti argomenti quali affi naggio, controllo di formazione alla goccia, feeders ad alta effi cienza energetica.

I corsi vengono organizzati su richiesta delle società presso i propri stabilimenti e riguardano la tec-nologia del vetro o il processo produttivo. Il prossimo avrà luogo a Eindhoven, Olanda, nel settembre 2012; durerà cinque giorni e verterà sui temi: proprietà del vetro, fusione, forni, emissioni ed effi cienza energetica, chimica del vetro.

L’iscrizione al Glass Trend è libera e comporta una quota annuale pari a Euro 3.500,00 circa.I consorziati hanno diritto a partecipare a tutte le attività del Consorzio e a contribuire allo sviluppo dei temi di attività. La partecipazione alle conferenze è gratuita (2 rappresentanti) e i tour prevedono una riduzione per i consorziati.

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Presidente è Ruud Beerkens (CelSian); i riferimenti per eventuali contatti sono:

Elize HarmelinkCelSian Glass & Solar b.v.De Rondom 15612 AP EindhovenP.O. Box 6235 5600 HE  Eindhoven, The NetherlandsTel. +31-88 866 [email protected] Prof. Ruud Beerkens

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Glass Trend Study Tour7-11 maggio 2012

Glass Trend ha recentemente organizzato, in collaborazione con SSV, uno Study Tour in alcuni siti industriali dell’Italia del Nord, iniziativa periodicamente realizzata dal consorzio. Vi ha partecipato un gruppo di tecnici di società consorziate, con un minimo di 8 persone e un massimo di 15 persone nei diversi giorni, provenienti da Slovacchia, Belgio, Francia, Spagna, Italia, Repubblica Ceca e Olanda e appartenenti al settore produzione e tecnologia di processo dell’industria del vetro.

Primo appuntamento il 7 maggio a Brusnengo (Biella) per visitare la Sasil, specializzata nella fornitura di materie prime per vetro e ceramica e nella tecnologia di riciclo del rottame, in particolare per purifi -care e macinare scarti altrimenti destinati a discarica e impiegati nella produzione di contenitori e lana di vetro. Interesse ha suscitato l’illustrazione del processo di produzione, del sistema di preriscaldamento della miscela e i progetti per la produzione di vetro schiuma partendo dalle scorie di impianti di incene-rimento di rifi uti solidi urbani.Nella serata del 7 maggio il prof. Ruud Beerkens, capo delegazione, ha illustrato ai componenti del viaggio, nel corso di un seminario specifi co, due temi legati a “Concepts for energy & emission friendly glass melting - evolution or devolution in glass melting” e “Overview of methods to recover Energy from fl ue gases of glass furnaces - impact on glass furnace energy consumption”.

L’indomani, 8 maggio, si è svolta una visita allo stabilimento Bormioli Luigi di Abbiategrasso specia-lizzato nella produzione di articoli per profumeria e cosmetica e contenitori di alta gamma per liquori. Il forno è equipaggiato con il sistema Centauro, messo a punto da Stara Glass, un sistema ibrido che utilizza aria preriscaldata da recuperatori (sezione a bassa temperatura) e rigeneratori (end-port) per un intervallo di temperature più elevate fi no a 1200°-1250°C, in grado di soddisfare anche altre utenze all’interno della fabbrica.

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È stata poi raggiunta la Refel a San Vito al Tagliamento (PN), società appartenente al gruppo RHI che produce refrattari elettrofusi soprattutto per l’industria del vetro, ma anche per l’industria siderurgica, del cemento, della ceramica.

Giovedì 10 maggio è stato visitato il nuovo stabilimento della Sangalli, ubicato a San Giorgio di Nogaro, che ha iniziato nel giugno 2011 l’at-tività di produzione del vetro fl oat chiaro ed extra chiaro, nonché specializzata nella la-minazione, in uno stabilimen-to molto moderno e ad alta ef-fi cienza energetica, con un impianto di controllo emissioni comprendente uno scrubber (Ca(OH)2) per De Sox, un precipitatore elettrostatico per le polveri e un SCR (De NOx).

L’ultima giornata, venerdì 11 maggio, è sta-ta dedicata a visitare i laboratori della SSV a Murano con particolare attenzione alle espe-rienze maturate nel settore delle proprietà chimiche e fi siche del vetro, dello studio delle materie prime anche alternative, delle emis-sioni e del risparmio energetico (2 laboratori mobili), della modellistica e della resistenza meccanica. Sono stati inoltre illustrati i pro-getti di ricerca in corso sviluppati in proprio e in collaborazione con fi nanziamenti pubblici.

Tutti i partecipanti hanno espresso vivo inte-resse per le opportunità di visita e approfondimento e tramite il prof. Beerkens hanno manifestato ap-prezzamento per le iniziative e le realizzazioni visitate.

Precedenti esperienze del gruppo Glass Trend hanno riguardato un tour negli Stati Uniti sui nuovi ap-procci alla fusione del vetro (2007) e in Germania e Spagna sul recupero degli affl uenti gassosi e con-trollo emissioni (2010).

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manifestazioni Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro

Nelle aperture delle mie case il vetro occupa il posto che la pie-tra preziosa assume tra gli altri materiali… Il supermateriale vetro, come lo utilizziamo ora, è una meraviglia. Aria nell’aria, per bloccare l’aria o mantenerla all’interno. Luce nella luce, per diffondere o deviare la luce… Con queste parole Frank Lloyd Wrigth sintetizzava l’enorme po-tenzialità espressiva del vetro. Negli ultimi anni il vetro si sta affermando anche come vero e proprio materiale strutturale, per la costruzione di travi portanti, scale, parapetti, solai, coperture di grande luce, e la straordina-ria eleganza di queste strutture si combina perfettamente con l’alto contenuto tecnologico di edifi ci ultramoderni, nonché col restau-ro conservativo o la ristruttura-zione di monumenti di particola-re pregio storico-architettonico. Si intitola “Il nuovo quadro nor-mativo italiano nell’uso struttu-rale del vetro. Cosa cambierà?” la Giornata che è stata orga-nizzata, presso il Centro Con-gressi Santa Elisabetta al Cam-pus dell’Università di Parma il 21 giugno scorso, dall’A.T.I.V. - Associazione Tecnici Italiani

del Vetro, in collaborazione con il Dipartimento di Chimica Ge-nerale e Inorganica, Chimica Fisica, Chimica Analitica e il Dipartimento di Ingegneria Ci-vile e dell’Ambiente del Territo-rio e Architettura dell’Univer-sità degli Studi di Parma con il patrocinio dell’Ordine degli Ar-chitetti, Pianifi catori Paesaggi-sti Conservatori della Provincia di Parma e l’Ordine degli Inge-gneri della Provincia di Parma.

L’iniziativa s’inserisce nell’am-bito delle attività istituzionali dell’Associazione per promuo-vere la formazione, la specia-

lizzazione e l’aggiornamento tecnico scientifi co dei tecnici vetrai e dei professionisti che quotidianamente si trovano a la-vorare con questo splendido ma-teriale. Quest’incontro è stato un’occasione per diffondere la cultura della progettazio-ne e approfondire gli aspetti normativi che caratterizzano le costruzioni in vetro. Esisto-no ottime scuole di ingegneria che insegnano a costruire con legno, acciaio, cemento armato ma sono pochissime le occasioni di approfondimento per le co-struzioni in vetro. Per costruire con il vetro bisogna essere molto

Giornata A.T.I.V. Il nuovo quadro normativo italiano nell’uso strutturale

del vetro. Cosa cambierà?Parma, 21 giugno 2012

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manifestazionipiù precisi che con altri materia-li: le tolleranze sono limitate, le movimentazioni delicate, i ritoc-chi in opera quasi impossibili e la preparazione di tutta la fi liera produttiva e costruttiva gioca un ruolo fondamentale.

Nell’ambito di questa Giornata, una serie d’interventi dei più affermati studiosi provenienti da Università italiane hanno il-lustrato e spiegato le norme per la progettazione, l’esecuzione e il controllo di costruzioni con elementi strutturali in vetro, le problematiche generali legate alla progettazione strutturale del vetro. In particolare, sono state sviscerate le problematiche le-gate ai sistemi di facciata con-tinua in vetro ad alta tecnologia e le innovazioni di progetto e prodotto in un quadro normativo complesso.

Il Prof. Gianni Royer Carfagni dell’Università degli Studi di Parma ha aperto la giornata con un intervento mirato alla proget-tazione, esecuzione e controllo di costruzioni ed elementi strut-turali in vetro, distinguendo tra norme di prodotto e norme per le costruzioni e indicando i re-quisiti essenziali per la sicurezza in uso e la resistenza meccanica e la stabilità. Non esiste un’uni-ca norma per l’utilizzo del vetro strutturale, quanto piuttosto un quadro di norme tecniche com-plesso e articolato che presiede alla marcatura CE dell’involucro vetrato e dei suoi componenti. Il Prof. Royer ha quindi comple-tato la presentazione con un’at-tenta analisi sui requisiti di base della norma CPR 305/2011 che fi ssa le condizioni armonizza-

te per la commercializzazione dei prodotti da costruzione, sul-la marchiatura dei prodotti CE, sulle norme tecniche armonizza-te, sulla PR EN 13474 che è il progetto di norma europea, tut-tora non approvata, e sulle rac-comandazioni del CNR.

Secondo il Prof. Franco Mola del Politecnico di Milano, il ve-tro è un materiale largamente utilizzato nell’architettura, che ha trovato, negli ultimi decenni, un impiego sempre più vasto in un ambito fortemente connota-to sotto l’aspetto strutturale. Lo sviluppo dell’impiego di vetro trova la sua ragione nell’avan-zamento della tecnologia con-nessa alla sua produzione, al suo sinergico inserimento in siste-mi costruttivi affi dabili, nonché al progresso delle conoscenze nell’ambito della scienza dei materiali, della sperimentazione e nella formulazione di raffi nati modelli di comportamento teori-ci. Considerando le caratteristi-che proprie del vetro quale mate-riale strutturale, la progettazione di strutture in vetro deve essere condotta con grande attenzione e richiede conoscenze particola-ri, in genere non necessarie nel progetto di strutture con altri materiali fragili. Per migliorare le caratteristiche del vetro quale materiale strutturale, sono stati prodotti nuovi tipi di vetro (ve-tro temperato, vetro stratifi cato, vetro retinato, tenacizzato, ar-mato...) che ne hanno permesso un impiego sempre più esteso, specialmente nella costruzione di edifi ci alti o aventi geometrie complesse e particolari. Ma l’u-tilizzo di vetri altamente tecni-ci nella progettazione di edifi ci

complessi richiede analisi raffi -nate e approfondite per evitare insuccessi, le cui conseguenze possono essere particolarmente gravose in termini di sicurezza e rischi economici. Il Prof. Mola ha quindi illustrato i principi ge-nerali riguardanti la progettazio-ne di edifi ci alti (ad esempio, la progettazione delle facciate di Palazzo Lombardia) e la struttu-ra di una facciata di particolare complessità. L’analisi di un in-successo generato dalla rottura di una lastra e le conclusioni fi -nali sulla misura della sicurezza hanno completato la presenta-zione.

Il Prof. Luigi Biolzi del Po-litecnico di Milano ha tenuto un’interessante relazione sulle problematiche generali legate alla progettazione strutturale in vetro. Dopo aver illustrato al-cune delle realizzazioni più si-gnifi cative a livello mondiale di strutture in vetro, ha indicato le potenzialità del vetro come ma-teriale strutturale, ma non solo. Il vetro, infatti, ha la capacità di trasmettere immagini da un ambiente all’altro (trasparen-za), luci, colori, sagome (traslu-cenza) e informazioni (stampe, ologrammi, proiezioni). Il vetro ha la capacità di variare colore, caratteristiche chimiche e fi si-che in funzione dell’ambiente circostante (vetri elettrocromici, gascromici, a cristalli liquidi…); il vetro ha inoltre le proprietà di rifl essione, trasmissione o rifra-zione, caratteristiche che posso-no essere esaltate e utilizzate per molti scopi (ad esempio, vetri dicroici). Il Prof. Biolzi ha quindi com-pletato la sua presentazione con

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manifestazioni Rivista della Stazione Sperimentale del Vetro

l’analisi del comportamento del vetro come materiale da costru-zione, indicando come aumenta-re la sicurezza delle strutture in vetro migliorando le caratteristi-che del materiale o inserendo in parallelo elementi resistenti.

Il Dr. Ennio Mognato, della Sta-zione Sperimentale del Vetro, ha presentato le prove di qualifi ca-zione di vetri per uso strutturale, illustrando le direttive delle nor-mative che saranno introdotte nel corso dei prossimi mesi.

Il Prof. Paolo Rigone, dell’U-nione Nazionale Costruttori Serramenti Alluminio Acciaio Leghe (Uncsaal), ha presentato una relazione sulle innovazioni di progetto e prodotto di faccia-te continue vetrate, in un quadro normativo complesso parlando di funzioni, tecnologie costrutti-ve, prestazioni e normative tec-niche. La facciata di un edifi cio, che rappresenta l’involucro, è il fi ltro complesso e multifunzio-nale tra esterno e interno rispetto all’edifi cio, e ha la funzione di trasmettere alla struttura por-tante i carichi permanenti (peso proprio) e accidentali (vento, si-sma, urti), di difendere gli spazi interni dagli agenti esterni, di re-golare la trasmissione dei fl ussi

energetici tra interno ed esterno, di consentire l’illuminazione na-turale e la visibilità, di permette-re di conformare gli spazi interni e di regolare il passaggio di per-sone e cose. L’involucro di vetro deve avere le seguenti prestazio-ni: resistenza meccanica, tenuta all’acqua, permeabilità all’aria, prestazioni di interfaccia (dilata-zioni, deformazioni della strut-tura portante, collegamento alla struttura portante, coordinamen-to delle tolleranze...), comporta-mento termico, controllo dell’ir-raggiamento solare, controllo del fl usso luminoso, isolamento acustico, comportamento al fuo-co, durabilità e affi dabilità. L’Ing. Francesco Lorenzi della Società Focchi SpA ha dedicato la presentazione all’importanza della normativa armonizzata per costruttori di facciate e produtto-ri di serramenti, mettendo in luce quelle che sono al momento le normative di riferimento seguite nell’esecuzione di una facciata, mentre l’Ing. Massimo Fiora-so della Società Fischer Italia ha tenuto una relazione sull’e-voluzione dei sistemi di fi ssag-gio, introducendo a conclusione l’Arch. Giorgio Strappazzon che ha illustrato il progetto del nuovo Orto Botanico di Padova.

Nel Corso della Giornata A.T.I.V., che ha visto la presenza di circa una settantina di parteci-panti rappresentanti di industrie vetrarie, progettisti, serramen-tisti, è stato inoltre presentato “Progettare con il Vetro Strut-turale”, il corso di formazione della durata di due giorni che si terrà nella primavera del 2013 presso l’Università degli Studi di Parma, rivolto all’intera fi -liera produttiva e costruttiva delle strutture in vetro.

Il Corso verterà sulle seguenti tematiche: Modellazione della resisten-

za meccanica del vetro. In-terpretazione statistica.

Ridondanza, robustezza, re-quisito “fail safe”. Struttu-re di prima, seconda e terza classe.

Azioni particolari sulle ve-trature. Azione sismica; sta-ti di coazione per variazioni termiche.

Metodi di primo, secondo e terzo livello per il dimen-sionamento delle strutture di vetro.

Modelli di calcolo.Regole pratiche di progetta-

zione.Esempi.Procedure di accettazione e

controllo. Ruolo del proget-tista, del direttore dei lavori, del collaudatore e dell’ese-cutore.

Per ulteriori informazioni:

Segreteria A.T.I.V. [email protected]

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Agenda 2012September

5-7Cambridge

UKSGT Annual Meeting 2012www.sgt.org

12-14 Las Vegas (NV)USA

GlassBuild Americae-mail: [email protected] - www.glassbuildamerica.com

19-20 AachenGermany

55th Colloquium on Refractories ECREF - European Centre for Refractories GmbH www.feuerfest-kolloquium.de

23-26 GoslarGermany

10th International Symposium on Crystallization from Glasses and Liquids.e-mail: [email protected] - www.crystallization-2012.de

October1-2

ArquesFrance XXII ICF/EDG Technical Exchange Conference hosted by Arc International

1-3 Cincinnati (OH)USA

73rd Conference on Glass Problems - Annual Conference organized by the Glass Manufacturing Industry Council (GMIC) in conjuction with Alfred Universitywww.introequipcon.com

23-26 DÜsseldorfGermany

Glasstec 2012International Trade Fair for Glass Production - Processing - Productswww.glasstec-online.com

November15-16

ParmaItaly

XXVII A.T.I.V. Conference: “From a grain of sand to the strength of a structure”Hollow & Flat Glass Session: innovations in raw materials. Engineering & Architectural Sessions: special glass structuresCentro Congressi Santa Elisabetta Campus Universitariowww.ativ-online.it

March 20-22

MumbaiIndia

Glasspex India 2013Every two years Glasspex India will offer international companies the ideal platform for a targeted presentation to the Indian glass marketBombay Convention & Exhibition Centre www.glasspex.com

March20-22

Mexico City Mexico

GlassLat 2013 MexicoThe only exhibition in Mexico specializing in architectural and automotive glass industryCentro Banamex www.glasslat.com

June2-7

San Diego (CA.) USA

PacRim 10, 10th Pacifi c Rim Conference on Ceramic and Glass Technology e-mail: [email protected] - www.pacrim10.org

July1-5

PragueThe Czech Republic

XXIII International Congress on Glasse-mail: [email protected]

September3-4

Orlando (Fl)USA

Glass Solutions 2013 www.quartzltd.com

September 3-5

DubaiUAE

Gulf Glass 2013 - Dubai World Trade Centrewww.glassinthegulf.com

September 10-12

Las Vegas (NV)Atlanta (GA)

USA

GlassBuild AmericaAnnual, all-encompassing event that will bring the entire glass and fenestration industries together in one venue for the fi rst time in North Americawww.glassbuildamerica.com

October23-26

Milano Italy

Vitrum International trade show specialized in machinery, equipment and systems for fl at, bent and hollow glass and in glass and processed products for industry - Fiera Milanowww.vitrum-milano.it

September22-25

ParmaItaly

ESG 2014: A.T.I.V. (Associazione Tecnici Italiani del Vetro) - Stazione Sperimentale del Vetroe-mail: [email protected] - www.ativ-online.it

agenda

Agenda 2013

Agenda 2014

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