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Date post: 22-Mar-2019
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Città di Torino ISTITUTO NAZIONALE PER L'ASSICURAZIONE CONTRO GLI INFORTUNI SUL LAVORO DIREZIONE REGIONALE PIEMONTE ALLESTIMENTO E COMPLETAMENTO DELLA SALA DI RADIOLOGIA PRESSO LO STABILE INAIL Corso Galileo Ferraris, 1 – Torino elaborato: PROGETTO ESECUTIVO Capitolato speciale d'appalto codice: CSA PROGETTAZIONE ESECUTIVA & DIREZIONE LAVORI Studio Ing. Antonio Maria AMATO Piazza Matteotti n. 5 – 10072 Caselle Torinese Tel. 0119975920 e-mail [email protected] Progettista e Direttore dei lavori: Ing. Antonio Maria AMATO Data emissione: MARZO 2017 REV. 01 del ………………. Oggetto: REV. 02 del ………………. Oggetto: REV. 03 del ………………………. Oggetto: antonio maria amato ingegnere piazza Matteotti, 5 – 10072 Caselle Torinese – tel. e fax 0119975920 – [email protected]
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Città di Torino

ISTITUTO NAZIONALE PER L'ASSICURAZIONE

CONTRO GLI INFORTUNI SUL LAVORO

DIREZIONE REGIONALE PIEMONTE

ALLESTIMENTO E COMPLETAMENTO DELLA SALA DI

RADIOLOGIA PRESSO LO STABILE INAIL Corso Galileo Ferraris, 1 – Torino

elaborato:

PROGETTO ESECUTIVO Capitolato speciale d'appalto

codice:

CSA

PROGETTAZIONE ESECUTIVA & DIREZIONE LAVORI Studio Ing. Antonio Maria AMATO Piazza Matteotti n. 5 – 10072 Caselle Torinese Tel. 0119975920 e-mail [email protected]

Progettista e Direttore dei lavori: Ing. Antonio Maria AMATO

Data emissione:

MARZO 2017

REV. 01 del ……………….

Oggetto: REV. 02 del ……………….

Oggetto:

REV. 03 del ……………………….

Oggetto:

antonio maria amato ingegnere

piazza Matteotti, 5 – 10072 Caselle Torinese – tel. e fax 0119975920 – [email protected]

Capitolato Speciale d'Appalto 2

INAIL - Direzione Regionale Piemonte C.so Galileo Ferraris, 1 – Torino

LAVORI DI: ALLESTIMENTO E COMPLETAMENTO DELLA SALA DI RADIOLOGIA DELLO STABILE INAIL

DI C.SO GALILEO FERRARIS, 1 A TORINO

IMPRESA: -

CONTRATTO: Sottoscritto in data 30/01/2017

PROGETTO: Ing. Antonio Maria AMATO

DIRETTORE DEI LAVORI: Ing. Antonio Maria AMATO

STAZIONE APPALTANTE: INAIL - Direzione Regionale Piemonte

RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO: Ing. Salvatore FUSCHI

DIRETTORE REGIONALE: Dott.ssa Alessandra LANZA

DIRETTORE DI CANTIERE: -

COORDINATORE PER LA SICUREZZA IN FASE DI PROGETTAZIONE: -

COORDINATORE PER LA SICUREZZA IN FASE DI ESECUZIONE: -

PROGETTO ESECUTIVO – MARZO 2017

Capitolato Speciale d'Appalto

NORME GENERALI Il presente capitolato ha per oggetto la fornitura dei materiali e l'esecuzione dei lavori occorrenti per la predisposizione ambientale del reparto radiologico della nuova Sede Inail di Torino di c.so Galileo Ferraris, 1.

In particolare, verranno fornite opportune linee guida per la realizzazione delle seguenti opere murarie, di carpenteria metallica, proteximetriche, impiantistiche meccaniche, impiantistiche elettriche e speciali.

Il Progettista e Direttore dei Lavori Dott. Ing. Antonio Maria AMATO

Capitolato Speciale d'Appalto 3

INDICE

PARTE A – OPERE EDILI 1. Murature e tamponamenti

1.1 Prescrizioni generali e descrizione delle opere

1.2 Laterizio forato

1.2.1 Caratteristiche tecniche dei materiali

2. Massetti e sottofondi

2.1 Prescrizioni generali e descrizione delle opere

2.2 Massetto di sottofondo

2.3 Massetto di sottofondo autolivellante

3. Intonaci

3.1 Prescrizioni generali e descrizione delle opere

3.2 Intonaco di fondo per interni e rasatura

3.3 Ripresa di intonaco

3.3.1 Rasante / caratteristiche tecniche

3.3.2 Intonaco di fondo per interni

4. Opere da pittore

4.1 Prescrizioni generali e descrizione delle opere

4.2 Coloritura a finire di pareti interne

5. Pavimenti

5.1 Prescrizioni generali e descrizione delle opere

5.2 Pavimento in linoleum antistatico

5.3 Battiscopa

6. Rivestimenti

6.1 Prescrizioni generali e descrizione delle opere

6.2 Pannello per schermatura (piombo 2 mm)

6.3 Pannello per schermatura (piombo 1 mm)

7. Opere in legno e serramenti interni schermati

Capitolato Speciale d'Appalto 4

7.1 Porta interna in legno

7.2 Porta interna in legno schermata 80x210 cm

7.3 Porta interna in legno schermata 90x210 cm

7.4 Porta interna in legno schermata 180x210 cm

7.5 Finestra interna - Visiva schermata 80x160 cm

8. Opere in cartongesso

8.1 Controsoffitto in cartongesso

9. Manufatti in acciaio per travi e pilastri in profilati semplici

9.1 Prescrizioni generali e descrizione delle opere

9.2 Collaudo tecnologico dei materiali

9.3 Controlli in corso di lavorazione

9.4 Montaggio

9.5 Profilo IPE 140

PARTE B – IMPIANTI MECCANICI

1. Impianto multisplit

2. Impianto di distribuzione aria

PARTE C - IMPIANTI ELETTRICI E SPECIALI

1. INTRODUZIONE ...........................................................................................

1.1. PREMESSA .................................................................................................

1.2. OBBLIGATORIETÀ DEL PROGETTO ......................................................................

1.3. DOCUMENTAZIONE ALLEGATA ..........................................................................

2. DEFINIZIONE DELL’ATTIVITÀ ...........................................................................

2.1. BREVE DESCRIZIONE DEL SITO .........................................................................

2.2. DESCRIZIONE DELL’IMPIANTO ELETTRICO ESISTENTE...............................................

2.3. COMPATIBILITÀ DELL’IMPIANTO ELETTRICO DI NUOVA REALIZZAZIONE CON L’IMPIANTO

ELETTRICO ESISTENTE ...................................................................................

2.4. RISCHI CONNESSI AGLI IMPIANTI ELETTRICI .........................................................

Capitolato Speciale d'Appalto 5

2.4.1. Rischio di incendio ..............................................................................

2.4.2. Rischio di esplosione ...........................................................................

2.5. CLASSIFICAZIONE DEI LOCALI E REQUISITI DELL’IMPIANTO ELETTRICO ..........................

2.6. DATI GENERALI DI PROGETTO ..........................................................................

2.6.1. Dati elettrici ......................................................................................

2.6.2. Dati ambientali ..................................................................................

2.7. DEFINIZIONE DELLE OPERE DA REALIZZARE ..........................................................

2.8. LIMITI DI COMPETENZA ..................................................................................

3. NORMATIVA E LEGGI DI RIFERIMENTO ................................................................

3.1. ELENCO DELLE NORME E DELLE LEGGI .................................................................

3.2. OBBLIGHI PER IL COMMITTENTE ........................................................................

3.3. OBBLIGHI PER LA DITTA INSTALLATRICE ..............................................................

3.4. ONERI GENERALI A CARICO DELL’APPALTATORE .....................................................

3.4.1. Oneri generali comuni .........................................................................

3.4.2. Oneri generali peculiari .......................................................................

3.5. OPERE NON DI PERTINENZA ............................................................................

3.6. VERIFICHE .................................................................................................

3.7. VERIFICHE PERIODICHE .................................................................................

4. PRESCRIZIONI PER LA SICUREZZA .....................................................................

4.1. CONTATTI DIRETTI .......................................................................................

4.2. CONTATTI INDIRETTI ....................................................................................

4.2.1. Sistema TN ........................................................................................

4.2.2. Egualizzazione del potenziale e prescrizioni particolari per ambulatori

medici di gruppo 1 .........................................................................................

4.2.3. Mediante componenti elettrici di classe II o con isolamento equivalente ....

4.2.4. Protezione combinata contro i contatti diretti ed indiretti, sistema SELV ....

4.3. SOVRACORRENTI .........................................................................................

4.3.1. Protezione contro il sovraccarico ..........................................................

4.3.2. Protezione contro il cortocircuito ..........................................................

4.4. AMBIENTI A MAGGIOR RISCHIO IN CASO DI INCENDIO .............................................

5. CRITERI PER IL DIMENSIONAMENTO DELL’IMPIANTO ................................................

5.1. CADUTA DI TENSIONE ...................................................................................

5.2. CONNESSIONI ............................................................................................

5.3. DISTRIBUZIONE IN CAVO ...............................................................................

5.3.1. Portata dei cavi ..................................................................................

Capitolato Speciale d'Appalto 6

5.3.2. Dimensionamento dei conduttori di neutro ............................................

5.3.3. Dimensionamento dei conduttori di protezione .......................................

5.3.4. Distribuzione .....................................................................................

5.4. DIMENSIONAMENTO DELLE TUBAZIONI ................................................................

5.4.1. Posa incassata a parete o a soffitto.......................................................

5.4.2. Posa incassata a pavimento .................................................................

5.4.3. Posa a vista .......................................................................................

5.5. IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE ORDINARIA ............................................................

5.5.1. Premessa ..........................................................................................

5.5.2. Livelli di illuminamento .......................................................................

5.5.3. Uniformità di illuminamento .................................................................

5.5.4. Limitazione dell'abbagliamento e comfort visivo .....................................

5.5.5. Corretta distribuzione delle luminanze ..................................................

5.5.6. Colore della luce e resa del colore ........................................................

5.5.7. Visibilità ............................................................................................

5.5.8. Economicità di esercizio e di manutenzione ...........................................

5.5.9. Prescrizioni illuminotecniche specifiche ..................................................

5.6. IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE DI EMERGENZA ........................................................

5.6.1. Norme tecniche relative agli impianti illuminazione di emergenza .............

5.6.2. Criteri di scelta delle apparecchiature e di installazione ...........................

5.7. IMPIANTO DI RIVELAZIONE E SEGNALAZIONE INCENDI .............................................

5.7.1. Criteri di scelta delle apparecchiature e di installazione ...........................

5.7.2. Criteri di installazione dei rivelatori di calore ..........................................

5.7.3. Criteri di installazione dei rivelatori puntiformi di fumo ............................

5.7.4. Criteri di installazione dei rivelatori puntiformi di fumo entro intercapedini

tra soffitto e controsoffitto o tra pavimento e soletta ..........................................

5.7.5. Criteri di installazione dei rivelatori puntiformi di fumo e di calore in soffitti

con elementi sporgenti ...................................................................................

5.7.6. Ambienti con impianto di condizionamento ............................................

5.7.7. Criteri di scelta dei rivelatori lineari di fumo ...........................................

5.7.8. Tipi di cavi .........................................................................................

5.7.9. Centrale di controllo e segnalazione ......................................................

5.7.10. Segnalatori acustici e luminosi di allarme ..............................................

5.7.11. Alimentazioni .....................................................................................

5.7.12. Sistema fisso di segnalazione manuale d’incendio ...................................

Capitolato Speciale d'Appalto 7

6. METODOLOGIA DI CALCOLO ............................................................................

6.1. PROTEZIONE CONTRO I SOVRACCARICHI (CEI 64.8/4 - 433.2) ................................

6.2. PROTEZIONE CONTRO I CORTO CIRCUITI (CEI 64.8/4 - 434.3) ...............................

6.3. PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI (CEI 64.8/4 - 413.1.3.3) .....................

6.4. FORMULE UTILIZZATE PER IL CALCOLO E LA VERIFICA DELLE CONDUTTURE......................

6.5. ENERGIA SPECIFICA PASSANTE .........................................................................

6.6. CADUTA DI TENSIONE ...................................................................................

6.7. TEMPERATURA A REGIME DEL CONDUTTORE ..........................................................

6.8. LUNGHEZZA MAX PROTETTA ............................................................................

7. PRESCRIZIONI SUI MATERIALI ..........................................................................

7.1. SCELTA DEI COMPONENTI ELETTRICI ..................................................................

7.2. QUADRI E CENTRALINI IN INVOLUCRO ISOLANTE ....................................................

7.3. QUADRI B.T. MODULARI IN ACCIAIO ..................................................................

7.4. INTERRUTTORI MAGNETOTERMICI DIFFERENZIALI MODULARI - IN MAX 100 A .................

7.5. INTERRUTTORI MAGNETOTERMICI MODULARI - IN MAX 125A ....................................

7.6. INTERRUTTORI SEZIONATORI MODULARI - IN MAX 125A ..........................................

7.7. CANALINE IN PVC .........................................................................................

7.8. CANALINE E PASSERELLE METALLICHE.................................................................

7.9. TUBAZIONI IN PVC ......................................................................................

7.10. CASSETTE DI DERIVAZIONE .............................................................................

7.11. CAVI ELETTRICI ...........................................................................................

7.12. MORSETTI DI CONNESSIONE ...........................................................................

7.13. ACCESSORI PER APPARECCHI COMPONIBILI PER USI CIVILI ........................................

7.14. APPARECCHI AUSILIARI DI COMANDO PER TENSIONI NON SUPERIORI A 1000V ................

7.15. APPARECCHI DI COMANDO PER USI CIVILI ............................................................

7.16. PRESE A SPINA PER USI CIVILI .........................................................................

7.17. APPARECCHI ILLUMINANTI ..............................................................................

7.17.1. Apparecchi tondi per installazione in controsoffitto .................................

7.17.2. Apparecchio illuminante per installazione a plafone.................................

7.17.3. Apparecchi per illuminazione di emergenza ............................................

7.18. SCARICATORE DI SOVRATENSIONI .....................................................................

7.19. DISPERSORI ED IMPIANTI DI TERRA ...................................................................

7.20. IMPIANTO DI RIVELAZIONE E SEGNALAZIONE INCENDI .............................................

7.20.1. Rivelatore di fumo ..............................................................................

7.20.2. Base di collegamento per rivelatore di fumo ..........................................

Capitolato Speciale d'Appalto 8

7.20.3. Pannello ottico - acustico .....................................................................

7.20.4. Pulsante di segnalazione a rottura di vetro ............................................

7.20.5. Modulo di uscita e ingresso ..................................................................

7.20.6. Cavo twistato e schermato per loop rivelazione incendi - fg4ohm1 ph30

uni 9795 ......................................................................................................

7.21. IMPIANTO INTERCOMUNICANTE ........................................................................

7.21.1. Base microfonica per postazione operatore ............................................

7.21.2. Microfono per postazione utente ...........................................................

7.21.3. Unità di controllo e amplificazione ........................................................

7.21.4. Diffusore acustico ...............................................................................

7.22. IMPIANTO DI CHIAMATA ZONA ATTESA ................................................................

7.22.1. Base microfonica - modello BM3001 RCF o equivalente ...........................

7.22.2. Amplificatore mixer 80 W - modello AM 2080 o equivalente .....................

7.22.3. PL 60 Diffusore sonoro tondo da incasso da 6W .....................................

7.23. IMPIANTO DI TRASMISSIONE DATI – CABLAGGIO STRUTTURATO ..................................

7.23.1. Cavi telefonici e per trasmissione dati. CAVD-CAVT ................................

7.23.2. Condutture per trasmissione dati..........................................................

8. DESCRIZIONE DELLE OPERE DA REALIZZARE .........................................................

8.1. STANDARD QUALITATIVI ................................................................................

8.1.1. Illuminazione ordinaria (UNI EN 12464-1-2004) .....................................

8.1.2. Illuminazione di sicurezza (CEI 64-8 sez. 752) .......................................

8.1.3. Circuiti di distribuzione ........................................................................

8.1.4. Gradi di protezione .............................................................................

8.1.5. Altezze di installazione componenti .......................................................

8.1.6. Modalità di posa dei componenti ..........................................................

8.1.7. Distribuzione elettrica a ridotta emissione di gas alogeni .........................

8.2. REALIZZAZIONE DI NUOVA LINEA DA QGBT PER ALIMENTAZIONE QUADRO MACCHINA RX ...

8.3. REALIZZAZIONE DI NUOVA LINEA DA QUADRO DI ZONA QEP1IZRX PER ALIMENTAZIONE

QUADRO SERVIZI RX ....................................................................................

8.4. QUADRI ELETTRICI .......................................................................................

8.4.1. Quadro macchina RX – QMRX ..............................................................

8.4.2. Quadro impianti di servizio RX – QSRX ..................................................

8.5. IMPIANTI DI DISTRIBUZIONE ELETTRICA ..............................................................

8.5.1. Distribuzione nei controsoffitti ..............................................................

8.5.2. Distribuzione generale nei locali ...........................................................

Capitolato Speciale d'Appalto 9

8.5.3. Distribuzione fm e dati nella cabina di comando .....................................

8.5.4. Cavi e conduttori di distribuzione di energia e segnale ............................

8.6. IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE INTERNA ...............................................................

8.6.1. Locali dotati di controsoffitto ................................................................

8.6.2. Aree senza controsoffitto .....................................................................

8.6.3. illuminazione di sicurezza ....................................................................

8.7. IMPIANTO DI FORZA MOTRICE ..........................................................................

8.7.1. Utenze tecnologiche ...........................................................................

8.7.2. Impianti di servizio .............................................................................

8.8. IMPIANTO TELEFONICO E DI TRASMISSIONE DATI ...................................................

8.9. IMPIANTO DI RIVELAZIONE FUMI .......................................................................

8.10. IMPIANTO INTERCOMUNICANTE ........................................................................

8.11. IMPIANTO DI CHIAMATA .................................................................................

8.12. IMPIANTO DI EQUIPOTENZIALIZZAZIONE NEI LOCALI DI GRUPPO 1 ...............................

8.13. IMPIANTO DI TERRA GENERALE .........................................................................

8.14. PRESCRIZIONI PARTICOLARI PER LOCALI DI RADIOLOGIA ..........................................

Capitolato Speciale d'Appalto 10

A - OPERE EDILI

1. MURATURE E TAMPONAMENTI 1.1. Prescrizioni generali e descrizione delle opere Tutte le murature dovranno essere realizzate concordemente ai disegni di progetto ed alle indicazioni della Direzione Lavori. Nelle costruzioni delle murature dei tamponamenti in genere verrà curata la perfetta esecuzione degli spigoli, la costruzione di piattabande, spallette, architravi e verranno lasciati tutti i necessari incavi, canne e fori per: - il passaggio dei tubi di qualsiasi impianto o servizio; - le condutture elettriche; - vano finestra interna (visiva). La costruzione delle murature deve iniziarsi e proseguire uniformemente, assicurando il perfetto collegamento con le murature esistenti e fra le varie parti di esse, evitando nel corso dei lavori la formazione di strutture eccessivamente emergenti dal resto della costruzione. All'innesto con muri da costruirsi in tempo successivo dovranno essere lasciate opportune ammorsature in relazione al materiale impiegato. Sarà comunque da evitare il più possibile di scalpellare i muri già costruiti per praticarvi i fori suddetti. L’esecuzione di eventuali spacchi e/o tagli per il passaggio degli scarichi non identificati univocamente dagli elaborati grafici di progetto dovrà sempre essere concordato con la Direzione Lavori. I lavori di muratura, qualunque sia il sistema costruttivo adottato, debbono essere sospesi nei periodi di gelo, nei quali la temperatura si mantenga per molte ore al di sotto degli zero gradi centigradi. Quando il gelo si verifichi solo per alcune ore della notte, le opere di muratura ordinaria possono essere eseguite nelle ore meno fredde del giorno, purché, ogniqualvolta vi sia un’interruzione, del lavoro vengano adottati i provvedimenti di uso comune per difenderle dal gelo. Prima del loro impiego, i mattoni dovranno essere bagnati fino a saturazione. Essi dovranno mettersi in opera con le connessure alternate in corsi ben regolari e normali alla superficie esterna; saranno posati sopra uno strato di malta e premuti sopra di esso in modo che la malta refluisca all'esterno e riempia tutte le connessure. La larghezza delle connessure dovrà essere compresa tra i 5 e i 10 mm. I giunti non dovranno essere rabboccati durante la costruzione al fine di dare maggiore presa all’intonaco od alla stuccatura col ferro. I tramezzi di una testa verranno eseguiti con mattoni scelti, esclusi i rottami e quelli mancanti di qualche spigolo. Tutti i tramezzi, di qualsiasi specie, saranno eseguiti con le migliori regole d’arte, a corsi orizzontali. La chiusura dell’ultimo corso sotto il soffitto sarà eseguito, se occorre, dopo congruo tempo con scaglie e cemento. 1.2. Laterizio forato Le partizioni verticali interne saranno realizzate, ove previsto dagli elaborati grafici di progetto, con laterizi forati di spessore 12 cm. L’architrave del vano per la realizzazione della visiva verrà eseguito con un tavellone del medesimo spessore delle murature di supporto e di lunghezza adeguata. Lo spessore dei giunti a malta fra elementi forati deve essere compreso tra i 5 e 15 mm; si dovranno impiegare malte composte (M3 – M4), più lavorabili e meno rigide di quelle a solo cemento, secondo i dosaggi indicati nella tabella del D.M 20 novembre 1987. I giunti verticali di connessione tra elemento ed elemento dovranno essere sfalsati e riempiti con malta con continuità, così come avviene per i giunti orizzontali, per assicurare il corretto funzionamento statico e di involucro della parete.

Capitolato Speciale d'Appalto 11

1.2.1 Caratteristiche tecniche dei materiali Dimensioni: 12 x 25 x 25; Foratura dei blocchi: da 55 a 70% (sp. cm 6 - 8 – 12)

da 45 a 55% (sp. cm 18) Massa volumica apparente dei blocchi: 450 - 600 kg/m³; Trasmittanza: 0,65 - 0,70 W/m²K; Conduttività termica equivalente: 0,23 - 0,25 W/mK. 2. MASSETTI E SOTTOFONDI

2.1 Prescrizioni generali e descrizione delle opere Il piano destinato alla posa di pavimenti dovrà essere costituito da un sottofondo opportunamente preparato e da un massetto in calcestruzzo cementizio dosato con non meno di 300 kg di cemento per mc con inerti normali o alleggeriti di spessore complessivo non inferiore a cm 3. Tale massetto dovrà essere gettato in opera con la predisposizione di sponde e riferimenti di quota e dovrà avere un tempo di stagionatura di ca. 10 giorni prima della messa in opera delle eventuali pavimentazioni sovrastanti. Durante la realizzazione del massetto dovrà essere evitata la formazione di lesioni con l’uso di additivi antiritiro o con la predisposizione di giunti longitudinali e trasversali nel caso di superfici estese.

2.1 Massetto di sottofondo Su parte del solaio interpiano (area destinata alla sala comandi) a compensazione delle diverse quote di estradosso verrà realizzato un massetto in cls cementizio, dosatura Kg 200 di cemento con inerti alleggeriti, con realizzazione del piano di posa tirato a frattazzo lungo di spessore compreso tra 4 e 6 cm. L’esecuzione di tutti i massetti previsti nelle chiusure orizzontali avverrà come previsto dagli elaborati grafici di progetto. 2.3 Massetto di sottofondo autolivellante Come sottofondo alle pavimentazioni (area sala comandi e sala RX) verrà realizzato un massetto autolivellante a base cementizia tipo “SA 500 – FASSA” i cui spessori minimi e massimi saranno rispettivamente di 3 e 5 cm. Il massetto andrà frazionato in corrispondenza di aperture nelle pareti o di eventuali sporgenze, inserendo un setto separatore nel massetto durante la messa in opera o provvedendo a sezionare il massetto stesso ad indurimento avvenuto. Dopo l'indurimento il massetto dovrà avere una resistenza a compressione e flessione a 28 gg rispettivamente di 20 e 5 N/mm2. Prima di procedere alla realizzazione del massetto, sul supporto dovrà essere steso un foglio di polietilene (spessore minimo 0,2 mm) sormontato di 25 cm e rimontato sulla parete di 10-15 cm. Le giunzioni andranno sigillate con nastro adesivo resistente all'acqua. Lungo le pareti e sui pilastri verrà predisposto un nastro di materiale impermeabile e comprimibile dello spessore di 0,7-1 cm ed alto almeno quanto il massetto da realizzare. 3. INTONACI 3.1 Prescrizioni generali e descrizione delle opere

Capitolato Speciale d'Appalto 12

L’esecuzione di intonaco civile, interessa le murature di nuova costruzione, le murature esistenti ove si rende necessario riprendere l’intonaco e sulle tracce o spacchi eseguiti per consentire il passaggio degli impianti. L’esecuzione degli intonaci interni dovrà essere effettuata dopo un’adeguata stagionatura delle malte di allettamento delle murature sulle quali verranno applicati, dopo aver rimosso dai giunti delle murature la malta poco aderente, ripulita e abbondantemente bagnata, la superficie della parete stessa. Gli intonaci non dovranno mai presentare peli, crepature, irregolarità negli allineamenti e negli spigoli, od altri difetti. La calce da usarsi negli intonaci dovrà essere estinta da almeno tre mesi per evitare scoppiettii, sfiorature e screpolature, verificandosi le quali sarà a carico dell'Appaltatore l'esecuzione di tutte le riparazioni occorrenti. Quelli comunque difettosi o che non presentassero la necessaria aderenza alle murature, dovranno essere demoliti e rifatti dall'appaltatore a sue spese. L’esecuzione degli intonaci dovrà essere protetta dagli agenti atmosferici; lo strato finale non dovrà presentare crepature, irregolarità negli spigoli, mancati allineamenti o altri difetti. Le superfici dovranno essere perfettamente piane con ondulazioni inferiori all’uno per mille e spessore non inferiore ai mm. 10. La messa in opera dello strato di intonaco finale sarà, comunque, preceduta dall’applicazione sulle murature interessate di uno strato di intonaco grezzo (rinzaffo) al quale verrà sovrapposto il tipo di intonaco (intonaco civile) indicato dalle prescrizioni per la finitura. Gli spigoli sporgenti o rientranti verranno eseguiti ad angolo vivo oppure con opportuno arrotondamento a seconda degli ordini che in proposito darà la direzione lavori. Ove rimanessero strutture in c.a. scoperte, a fianco di murature in laterizio, verrà sempre posta in opera un'apposita rete porta-intonaco di resistenza e misura adeguate. Qualora non diversamente indicato, gli attacchi a pareti e soffitti vanno eseguiti con spigolo vivo (senza scanalatura). Da parte dell’Appaltatore vanno eliminate, senza compenso a parte, gli eventuali imbrattamenti del sottofondo dell’intonaco, dovuti ad esempio ad olio disarmante o efflorescenze, nonché livellate le irregolarità (aderenza). L’intonaco verrà ottenuto impastando il legante (calce, cemento) con gli inerti (sabbia, polvere o granuli di marmo, ecc.) e l’acqua. In generale, gli intonaci devono possedere le caratteristiche seguenti: - resistenza e durabilità; - impermeabilità all’acqua; - effetto estetico superficiale; - adesione al supporto e caratteristiche meccaniche. 3.2 Intonaco di fondo per interni e rasatura Le superfici da intonacare si devono presentare sane, pulite. L’intonaco civile dovrà essere applicato dopo la presa dello strato di intonaco grezzo e si otterrà dalle seguenti lavorazioni: a) intonaco grezzo o arricciatura: predisposte le fasce verticali di guida, in numero sufficiente, verrà applicato alle murature un primo strato di malta, a granulometria grossa, gettato con forza in modo che possa penetrare nei giunti e riempirli, che si stenderà con la cazzuola o col frattazzo stuccando ogni fessura e togliendo ogni asprezza, sicché le pareti riescano per quanto possibile regolari; b) intonaco civile o stabilitura: avvenuta la presa del primo strato, si passerà all’esecuzione del secondo strato o finitura con malta ad inerti di granulometria fine; tale strato verrà lisciato mediante fratazzo, in modo che la superficie, risulti piana ed uniforme, senza ondeggiamenti, crepature, irregolarità negli spigoli o altri difetti. La sabbia utilizzata per l’intonaco dovrà avere grani di dimensioni tali da passare attraverso il setaccio 0,5, UNI 2332-1; per i prodotti premiscelati la rispondenza alle

Capitolato Speciale d'Appalto 13

norme UNI è sinonimo di conformità alle prescrizioni sopracitate. Le sporgenze eccessive vanno rimosse ed i difetti di planarità devono essere ripresi. Parti incoerenti o in via di distacco devono essere asportate e ripristinate. Le superfici in calcestruzzo liscio devono essere asciutte e precedentemente trattate con materiali aggrappanti. Giunti di elementi diversi devono essere armati con una speciale rete. Questa non deve essere attaccata direttamente alla muratura ma va immersa nella parte superficiale dell'intonaco. Prima della stesura del fondo, le tracce nelle murature dovranno essere chiuse con malta leggera premiscelata con cemento, calce e inerti leggeri (0-2 mm) a base di polistirolo e perlite per chiusura tracce, fornitura e posa comprese; Le pareti molto assorbenti devono essere bagnate preventivamente. Le fughe tra i mattoni devono essere ben riempite, eventuali fori o spaccature nella muratura devono essere precedentemente chiusi, i controtelai devono sporgere di pochi millimetri. Il calcestruzzo liscio va trattato con un leggero strato di aggrappante/ponte di aderenza per intonaco, premiscelato in polvere, a base di resina acrilica in dispersione pregiata e inerti minerali (0-0,8 mm) con legante idraulico, stesura di rete in fibra di vetro, compresa nella presente lavorazione, e poi previa bagnatura si provvederà ad applicare l’intonaco di fondo. La successiva lavorazione superficiale sarà eseguita con staggia e frattazzo con spatola direttamente su l’intonaco di fondo, fino ad ottenere uno spessore di 3-5 mm successivamente rifinito con fratazzo di spugna, per uno spessore complessivo minimo, compreso il fondo, di 15 mm. Non andranno impiegati profili in alluminio in quanto non resistenti in ambiente alcalino. In presenza di supporti molto assorbenti si effettuerà adeguato sottofondo o rinzaffo, ed in caso anche d’alte temperature si provvederà ad inumidire il supporto il giorno prima e proteggere l’intonaco da una rapida essiccazione nei giorni successivi l’applicazione. La pulizia di polvere e sporcizia nonché l’eventuale bagnatura preliminare non vengono compensate separatamente. Qualora non diversamente indicato, per la verifica della planarità di posa si applica la classe di tolleranza E1. 3.3 Ripresa di intonaco La ripresa di intonaco civile sarà eseguita a regola d'arte con la malta preparata come sopradescritto o secondo le prescrizione della Direzione Lavori. L'esecuzione dei rappezzi sarà preceduta dalle seguenti operazioni:

- disfacimento del vecchio intonaco deteriorato o difettoso, nei punti diligentemente individuati e circoscritti con ricerca a vista; - accurato risarcimento delle lesioni esistenti nelle sottostanti superfici medesime nei punti ove esse si presentano deteriorate o malformate; - scalcinatura dei giunti, spazzolatura ed abbondante innaffiamento delle superfici da rappezzare.

3.3.1 Rasante / caratteristiche tecniche Peso specifico: ca. 1.450 kg/m³ Permeabilità al vapore µ: ca. 15 Resistenza alla compressione: ca. 2,5 N/mm² Gruppo malte: PM2, W0 sec. Ö-Norm B3340 PII sec. DIN 18550 Spessore: min. 5 mm 3.3.2 intonaco di fondo per interni Peso specifico: ca. 1.500 kg/m³

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Permeabilità al vapore µ: ca. 25 Resistenza alla compressione: ca. 3,0 N/mm² Gruppo malte: PM3, W0 sec. Ö-Norm B3340 PII sec. DIN 18550 Spessore: min. 15 mm 4. OPERE DA PITTORE 4.1 Prescrizioni generali e descrizione delle opere L’Appalto comprende la tinteggiatura a due mani di tutti i vani. Questa potrà essere eseguita solamente in condizioni stagionali favorevoli: la temperatura ambiente non dovrà superare i 40° C e la temperatura delle superfici dovrà essere compresa fra i 5 e i 50° C con un massimo di 80% di umidità relativa; inoltre, non si potrà eseguire la tinteggiatura su superfici umide: l’intervallo di tempo fra una mano e la successiva sarà, salvo diverse prescrizioni, di 24 ore. In ogni caso le opere eseguite dovranno essere protette, fino al completo essiccamento, dalla polvere, dall’acqua e da ogni altra fonte di degradazione. L'appaltatore ha inoltre l'obbligo di eseguire nei luoghi e con le modalità che le saranno prescritte, i campioni dei vari lavori di rifinitura, sia per la scelta delle tinte che per il genere di esecuzione, e ripeterli eventualmente con le varianti richieste sino ad ottenere l'approvazione della Direzione lavori, prima di por mano all'opera stessa. Qualunque tinteggiatura, coloritura o verniciatura dovrà essere preceduta da una conveniente ed accuratissima preparazione delle superfici, e precisamente da raschiature, scrostature, stuccature, eventuali riprese di spigoli e tutto quanto occorre per uguagliare le superfici medesime. Successivamente, le dette superfici dovranno essere perfettamente levigate con abrasivi e, quando trattasi di coloriture, nuovamente stuccate, indi pomiciate e lisciate, previa imprimitura, con le modalità e sistemi migliori atti ad assicurare la perfetta riuscita del lavoro. L’impresa infine dovrà adottare ogni precauzione e mezzo necessario ad evitare spruzzi o macchie di tinte o vernici sulle opere eseguite (pavimenti, rivestimenti, serramenti, ecc.), restando a suo carico ogni lavoro necessario a riparare i danni eventualmente arrecati. La miscelazione e posa in opera di prodotti monocomponenti e bicomponenti dovrà avvenire nei rapporti, modi e tempi indicati dal produttore. Tutti i componenti base - i solventi, i diluenti e gli altri prodotti usati dalle case produttrici per la preparazione delle forniture - dalla mano d’opera per l’applicazione agli eventuali metodi di prova, dovranno essere conformi alla normativa di settore. Tutti i prodotti dovranno trovarsi nei recipienti originali, sigillati, con le indicazioni del produttore, le informazioni sul contenuto, le modalità di conservazione ed uso e quanto altro richiesto per una completa definizione ed impiego dei materiali in oggetto. Nelle opere di verniciatura eseguite su intonaco, oltre alle verifiche della consistenza del supporto ed alle successive fasi di preparazione, si dovrà attendere un adeguato periodo, fissato dal direttore lavori, di stagionatura degli intonaci; trascorso questo periodo si procederà all’applicazione di due mani di vernice del colore e caratteristiche fissati. La tinteggiatura potrà essere eseguita, salvo altre prescrizioni, a pennello, a rullo, a spruzzo, etc. in conformità con i modi fissati per ciascun tipo di lavorazione. 4.2 Coloritura a finire di pareti interne Coloritura a finire di pareti interne con pittura idrosolubile a due riprese. Il tinteggio dei locali interni, ed in genere le superfici di intonaco civile, dovrà avvenire con pittura traspirante per interno. Preliminarmente al tinteggio si dovrà verificare che il sottofondo sia stabile, asciutto e privo di polvere e pulito. A supporto perfettamente asciutto e stabilizzato, verrà applicata una prima mano di prodotto diluito con il 50-

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60% d’acqua in rapporto al volume, ovvero come prescritto dalla scheda tecnica del prodotto, a seconda dell’assorbimento del supporto; dopo 4-5 ore e comunque a supporto perfettamente asciutto, verrà applicata la seconda mano di prodotto diluito con il 40-50% d’acqua in volume, ovvero come prescritto dalla scheda tecnica del prodotto. Il tinteggio non andrà effettuato su pareti con sole battente, in presenza di nebbia, di elevata umidità o con temperature inferiori a +5° C, assicurandosi che tale minimo non scenda per tutto il tempo necessario alla completa maturazione del prodotto. 5. PAVIMENTI 5.1 Prescrizioni generali e descrizione delle opere Tutti i materiali per pavimentazioni dovranno possedere le caratteristiche riportate dalla normativa vigente. Tutti i pavimenti dovranno risultare di colorazioni ed aspetto complessivo uniformi secondo le qualità prescritte dalle società produttrici ed esenti da imperfezioni di fabbricazione o montaggio. Sarà onere dell’appaltatore provvedere alla spianatura, levigatura, pulizia e completa esecuzione di tutte le fasi di posa in opera delle superfici da trattare. L’orizzontalità delle superfici dovrà essere particolarmente curata evitando ondulazioni superiori all’uno per mille. Il piano destinato alla posa dei pavimenti sarà spianato mediante un sottofondo come da specifica voce di capitolato già descritta. Deve essere, inoltre, impedita dall’appaltatore la praticabilità dei pavimenti appena posati (per un periodo di 10 giorni per quelli posti in opera su malta e non meno di 72 ore per quelli incollati con adesivi); gli eventuali danneggiamenti per il mancato rispetto delle attenzioni richieste saranno prontamente riparati a cura e spese dell’appaltatore. Dovrà essere particolarmente curata la realizzazione di giunti, sia nel massetto di sottofondo che sulle superfici pavimentate, che saranno predisposti secondo le indicazioni delle case costruttrici o del direttore dei lavori. 5.2 Pavimento in linoleum antistatico I pavimenti dovranno essere realizzati con materiali e metodologie di costruzione corrispondenti alla normativa. Tutti i materiali impiegati dovranno essere campionati e sottoposti all'approvazione della Direzione Lavori, anche in relazione alle scelte cromatiche definitive. I massetti ed i sottofondi delle pavimentazioni dovranno essere realizzati con inerti e leganti adatti al tipo di pavimentazione richiesta ed alle prestazioni a cui essa dovrà rispondere. I massetti ed i sottofondi dovranno presentare una superficie asciutta, perfettamente livellata, compatta, senza cavillature né fessurazioni e dimensionalmente stabile. I pavimenti dovranno risultare di colore uniforme, secondo le tinte e le qualità prescritte, e privi di macchie o difetti per tutta la loro estensione. Lo stesso dicasi per la planarità della superficie, che dovrà essere priva di discontinuità per tutta l'estensione della stessa. Pavimentazione in linoleum i in teli da 200 cm. di altezza (EN 426), con spessore di 2,5 mm. (EN 428) e del peso di 3,5 kg./mq. (EN 430), campi di applicazione classi: 23+34+42/43 (EN 685). La composizione del prodotto come descritto dalle normative EN 548, DIN 18171 e BS 6823 (un composto di prodotti naturali non contaminati e biodegradabili quali olio di lino, farina di legno, farina di sughero, resine e pigmenti naturali, supportato su tela di juta). I parametri estetici che contraddistinguono i materiali sono i seguenti: I giunti, sia dei teli che delle piastrelle saranno saldati a caldo con apposito cordolo dello stesso tipo del pavimento.

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Caratteristiche tecniche: Infiammabilità: omologato nella classe 1 (D.M. 26.06.1984, G.U. n. 234 del 25.08.1984) Resistenza all'impronta: impronta residua 0,08 mm. ca. (EN 433 metodo A, DIN 51955) Miglioramento acustico: 6 dB (DIN 52210), (ISO 717/2) Solidità alla luce: grado 6/8 scala dei blu (ISO 105/B02 metodo 3) Resistenza agli agenti chimici: dovrà resistere agli acidi diluiti, olii, grassi ed ai più comuni solventi come alcool, acetone, etc. 5.3 Battiscopa Lungo tutte le murature perimetrali dei locali e relativi passaggi, in corrispondenza della giunzione tra pavimento e parete, dovrà essere posizionata apposita sguscia di raccordo utilizzando profili specifici vinilici con finitura poliuretanica, per garantire le condizioni ottimali di igiene e impermeabilizzazione. Tale esecuzione dovrà essere oggetto di particolare cura; nell'effettuare la posa dovranno porsi in atto le migliori e più adatte tecnologie per garantire la corretta esecuzione a regole d'arte, con l'impiego dei più adatti materiali di posa e di finitura, seguendo le specifiche prescrizioni di progetto e della Direzione dei Lavori. 6. RIVESTIMENTI 6.1 Prescrizioni generali e descrizione delle opere I materiali con i quali verranno eseguiti tutti i tipi di rivestimento dovranno possedere i requisiti prescritti e, prima della messa in opera, l’appaltatore dovrà sottoporre all’ approvazione del direttore dei lavori una campionatura completa. Tutti i materiali ed i prodotti usati per la realizzazione di rivestimenti dovranno avere requisiti di resistenza, uniformità e stabilità adeguati alle prescrizioni ed al tipo di impiego e dovranno essere esenti da imperfezioni o difetti di sorta; le caratteristiche dei materiali saranno, inoltre, conformi alla normativa vigente ed a quanto indicato dal presente capitolato. Le pareti e le superfici interessate dovranno essere accuratamente pulite prima delle operazioni di posa che, salvo diverse prescrizioni, seguiranno la direzione dal basso verso l’alto. Gli elementi del rivestimento, gli spigoli ed i contorni di qualunque tipo dovranno risultare perfettamente allineati, livellati e senza incrinature; i giunti saranno sigillati con materiali idonei e, a lavoro finito, si procederà alla lavatura e pulizia di tutte le parti. 6.2 Pannello per schermatura (piombo 2 mm) Rivestimento costituito da pannellatura realizzata in doppio MDF preaccoppiato con interposta lamina di piombo dello spessore di mm 2, titolo 99.9% calibrata, spazzolata e ricavata da puri pani vergini, con rivestimento plastico del colore a scelta della Direzione Lavori e fissata alle pareti esistenti in laterizio forato ed intonacato tramite profili in alluminio appositamente sagomati e schermati (valore equivalente a 2 mm di piombo); finiture in alluminio anodizzato con bordi stondati anti-infortunistici; la posa sarà realizzata con viti scomparsa senza alcuna foratura dei pannelli per il fissaggio; a pavimento sarà posato un profilo battiscopa avvolgente anti-umido e predisposto per la posa delle sguscia e nella parte superiore un profilo a scivolo antipolvere; 6.3 Pannello per schermatura (piombo 1 mm)

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Rivestimento costituito da pannellatura realizzata in doppio MDF preaccoppiato con interposta lamina di piombo dello spessore di mm 1, titolo 99.9% calibrata, spazzolata e ricavata da puri pani vergini, con rivestimento plastico del colore a scelta della Direzione Lavori e fissata alle pareti esistenti in laterizio forato ed intonacato tramite profili in alluminio appositamente sagomati e schermati (valore equivalente a 1 mm di piombo); finiture in alluminio anodizzato con bordi stondati anti-infortunistici; la posa sarà realizzata con viti scomparsa senza alcuna foratura dei pannelli per il fissaggio; a pavimento sarà posato un profilo battiscopa avvolgente anti-umido e predisposto per la posa delle sguscia e nella parte superiore un profilo a scivolo antipolvere 7. OPERE IN LEGNO E SERRAMENTI INTERNI SCHERMATI 7.1 Porta interna in legno Porta interna in legno a finitura variabile luce netta 80x210, spalla 15, dello spessore di mm. 45, tipo liscio, costituita da: - falso telaio in abete dello spessore di cm. 2÷2,5 e della larghezza della parete finita, convenientemente fissato alla parete stessa mediante zanche in ferro; - telarone fisso in legno a finitura variabile con i due montanti ed il traverso superiore della sezione indicata in disegno, ancorato al falso telaio, con cerniera inferiore inserita nella battuta laterale, cerniera superiore inserita nel binario; - telaio mobile realizzato in legno tamburato con nido d'ape rinforzato nei punti più sollecitati, placcato su entrambe le superfici con pannello in legno a finitura variabile, con due cerniere centrali a scomparsa, carrello centrale con ruote in nylon rettificate e binario con doppie velette; L’opera sarà completa di tutte le ferramenta, nonché pomelli e maniglie in alluminio anodizzato a scelta della D.L. e della serratura a scrocco e chiave. 7.2 Porta interna in legno schermata 80x210 cm Ad un battente - Apertura spinta a destra Falso telaio: in abete dello spessore di cm 3 e della larghezza della parete finita, convenientemente fissato alla parete stessa mediante zanche di ferro – dimensioni nette di passaggio 90x215 cm Battente: in tamburato di legno con nido d’ape e rivestimento esterno in laminato plastico H.P.L. antigraffio, spessore 9/10 a richiesta in “Classe I” di reazione al fuoco con colori a scelta della Direzione Lavori. Lamina di piombo puro a titolo 99,9% ricavato da pani vergini di prima fusione, laminato e calibrato secondo UNI 6450, e posizionata in modo da garantire la sovrapposizione con gli inserti inseriti nello stipite-telaio eliminando ogni possibilità di fuga di radiazioni. Elementi perimetrali dell’anta in alluminio con doppia battuta e guarnizione perimetrale. Lo spessore totale è di 48 mm con lamina di piombo da 2 mm. Ferramenta: maniglia anti-infortunistica in alluminio anodizzato naturale.Serratura e speciale cilindro tipo Yale con “Movimento Magnetico” che assicura una straordinaria silenziosità e morbidezza in chiusura. Cerniere a tre ali in estruso di alluminio che consentono un’apertura a 180°, estremamente robuste e dimensionate al peso dell’anta, con perno in acciaio inox

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inserito in una guaina in nylon autolubrificante per una movimentazione leggera e silenziosa con viti a scomparsa. Stipite – Telaio: costituito da profilati estrusi in lega di alluminio 6060 (EN 573-3) spessore 15/10 ad incastro telescopico con il coprifilo (cornice), montanti e traversi del telaio assemblati con speciali e robuste squadrette in alluminio a scatto. Guarnizione di battuta a norme UNI 9122 su tutto il perimetro. Inserti in piombo posizionati in modo da creare la sovrapposizione con l’anta e con il piombo a parete mediante un labirinto che evita ogni possibile fuga di radiazione. Viti di fissaggio del falso telaio e viti di tiraggio coprifili totalmente a scomparsa (non a vista). Assenza di spigoli vivi grazie alle ampie stondature R5 antinfortunistiche. Conformità: le porte “EUROSHIELD-RX” sono conformi a quanto previsto dalle norme specifiche di “Buona Tecnica” art.72 del D.Lgs. n°230/95 che ha recepito le Direttive Euratom 80/836-84/467-97/43(ex.84/466)-89/618-90/641-92/3 in materia di Radiazioni Ionizzanti, e a quanto previsto dal D.Lgs. n°626 del 19.12.1994 e successive modifiche e integrazioni e specificatamente all’art.6 “... obblighi dei progettisti, dei fabbricanti e degli installatori”. 7.3 Porta interna in legno schermata 90x210 cm Ad un battente - Apertura spinta a destra Falso telaio: in abete dello spessore di cm 3 e della larghezza della parete finita, convenientemente fissato alla parete stessa mediante zanche di ferro – dimensioni nette di passaggio 100x215 cm Battente: in tamburato di legno con nido d’ape e rivestimento esterno in laminato plastico H.P.L. antigraffio, spessore 9/10 a richiesta in “Classe I” di reazione al fuoco con colori a scelta della Direzione Lavori. Lamina di piombo puro a titolo 99,9% ricavato da pani vergini di prima fusione, laminato e calibrato secondo UNI 6450, e posizionata in modo da garantire la sovrapposizione con gli inserti inseriti nello stipite-telaio eliminando ogni possibilità di fuga di radiazioni. Elementi perimetrali dell’anta in alluminio con doppia battuta e guarnizione perimetrale. Lo spessore totale è di 48 mm con lamina di piombo da 2 mm. Ferramenta: maniglia anti-infortunistica in alluminio anodizzato naturale.Serratura e speciale cilindro tipo Yale con “Movimento Magnetico” che assicura una straordinaria silenziosità e morbidezza in chiusura. Cerniere a tre ali in estruso di alluminio che consentono un’apertura a 180°, estremamente robuste e dimensionate al peso dell’anta, con perno in acciaio inox inserito in una guaina in nylon autolubrificante per una movimentazione leggera e silenziosa con viti a scomparsa. Stipite – Telaio: costituito da profilati estrusi in lega di alluminio 6060 (EN 573-3) spessore 15/10 ad incastro telescopico con il coprifilo (cornice), montanti e traversi del telaio assemblati con speciali e robuste squadrette in alluminio a scatto. Guarnizione di battuta a norme UNI 9122 su tutto il perimetro. Inserti in piombo posizionati in modo da creare la sovrapposizione con l’anta e con il piombo a parete

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mediante un labirinto che evita ogni possibile fuga di radiazione. Viti di fissaggio del falso telaio e viti di tiraggio coprifili totalmente a scomparsa (non a vista). Assenza di spigoli vivi grazie alle ampie stondature R5 antinfortunistiche. Conformità: le porte “EUROSHIELD-RX” sono conformi a quanto previsto dalle norme specifiche di “Buona Tecnica” art.72 del D.Lgs. n°230/95 che ha recepito le Direttive Euratom 80/836-84/467-97/43(ex.84/466)-89/618-90/641-92/3 in materia di Radiazioni Ionizzanti, e a quanto previsto dal D.Lgs. n°626 del 19.12.1994 e successive modifiche e integrazioni e specificatamente all’art.6 “... obblighi dei progettisti, dei fabbricanti e degli installatori”. 7.4 Porta interna in legno schermata 180x210 cm A due battenti – Apertura primo battente spinta a destra Falso telaio: in abete dello spessore di cm 3 e della larghezza della parete finita, convenientemente fissato alla parete stessa mediante zanche di ferro – dimensioni nette di passaggio 190x215 cm Battente: in tamburato di legno con nido d’ape e rivestimento esterno in laminato plastico H.P.L. antigraffio, spessore 9/10 a richiesta in “Classe I” di reazione al fuoco con colori a scelta della Direzione Lavori. Lamina di piombo puro a titolo 99,9% ricavato da pani vergini di prima fusione, laminato e calibrato secondo UNI 6450, e posizionata in modo da garantire la sovrapposizione con gli inserti inseriti nello stipite-telaio eliminando ogni possibilità di fuga di radiazioni. Elementi perimetrali dell’anta in alluminio con doppia battuta e guarnizione perimetrale. Lo spessore totale è di 48 mm con lamina di piombo da 2 mm. Ferramenta: maniglia anti-infortunistica in alluminio anodizzato naturale.Serratura e speciale cilindro tipo Yale con “Movimento Magnetico” che assicura una straordinaria silenziosità e morbidezza in chiusura. Cerniere a tre ali in estruso di alluminio che consentono un’apertura a 180°, estremamente robuste e dimensionate al peso dell’anta, con perno in acciaio inox inserito in una guaina in nylon autolubrificante per una movimentazione leggera e silenziosa con viti a scomparsa. Stipite – Telaio: costituito da profilati estrusi in lega di alluminio 6060 (EN 573-3) spessore 15/10 ad incastro telescopico con il coprifilo (cornice), montanti e traversi del telaio assemblati con speciali e robuste squadrette in alluminio a scatto. Guarnizione di battuta a norme UNI 9122 su tutto il perimetro. Inserti in piombo posizionati in modo da creare la sovrapposizione con l’anta e con il piombo a parete mediante un labirinto che evita ogni possibile fuga di radiazione. Viti di fissaggio del falso telaio e viti di tiraggio coprifili totalmente a scomparsa (non a vista). Assenza di spigoli vivi grazie alle ampie stondature R5 antinfortunistiche. Conformità: le porte “EUROSHIELD-RX” sono conformi a quanto previsto dalle norme specifiche di “Buona Tecnica” art.72 del D.Lgs. n°230/95 che ha recepito le Direttive Euratom 80/836-84/467-97/43(ex.84/466)-89/618-90/641-92/3 in materia di Radiazioni Ionizzanti, e a quanto previsto dal D.Lgs. n°626 del 19.12.1994 e

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successive modifiche e integrazioni e specificatamente all’art.6 “... obblighi dei progettisti, dei fabbricanti e degli installatori”. 7.5 Finestra interna - visiva schermata 80x160 cm Vetro anti-rx: cristalli “LX-57B” ad elevato contenuto di bario e piombo, tali da garantire la protezione equivalente a 1,5 mm di piombo. I cristalli dovranno essere prodotti, testati e certificati conformemente alla Norma Tecnica dell’associazione industriale giapponese JPS R3701, dalla società Nippon Electric Glass I vetri anti-x dovranno garantire una elevata trasparenza, come i normali vetri, un elevato potere schermante dalle radiazioni ionizzanti ed una elevata resistenza meccanica agli urti. Marcatura: i vetri anti-rx dovranno essere marcati singolarmente con la dichiarazione di equivalenza piombo in rapporto ai kilovolt dichiarati Telaio: la cornice o telaio anti-x, costruita in profili in estruso in lega di alluminio 6060 (EN 573-3) spessore 15/10 ad incastro telescopico, montanti e traverse assemblati fra loro mediante squadrette in alluminio a bottone. Inserti di piombo dello spessore 2 mm inseriti nella cornice e posizionati al fine di creare un labirinto schermato e garantire così la continuità della protezione anti-x e l’assenza di fughe di radiazioni fra parete cornice e cristallo. Guarnizione di bloccaggio sul fermavetro e di finitura fra cornice e parete. Fermavetro a scatto facilmente amovibile e contro cornice telescopica in alluminio. Conformità: tutte le schermature anti-x della Europrotex vengono prodotte presso la propria sede di Cinisello B.mo (MI) e poste in opera da proprio personale debitamente addestrato, conformemente alle norme specifiche di “Buona Tecnica” art.72 del D.Lgs. 230/95 che ha recepito le direttive Euratom in materia di radiazioni ionizzanti. In particolare i vetri anti-rx sono conformi alla “Norma Tecnica Nazionale Giapponese JIS R 3701”. 8. OPERE IN CARTONGESSO 8.1 Controsoffitto in cartongesso Fornitura e posa in opera di controsoffitto sospeso in cartongesso ad andamento rettilineo, costituito da pannelli componibili in lastre di gesso rivestito a finitura decorata, ignifughi e dalle dimensioni di mm 600x600 e spessori di mm da 15 a 17. I pannelli saranno installati su una struttura seminascosta in acciaio zincato preverniciato composta da profili portanti e profili intermedi a “T” fissati alla struttura muraria tramite pendinatura regolabile; classe di resistenza e reazione al fuoco non inferiore a 1 9. MANUFATTI IN ACCIAIO PER TRAVI E PILASTRI IN PROFILATI SEMPLICI

9.1 Prescrizioni generali e descrizione delle opere Le strutture di acciaio dovranno essere costruite tenendo conto di quanto disposto dalla legge 5 novembre 1971, n. 1086 “Norme per la disciplina delle opere di conglomerato cementizio armato, normale e precompresso ed a struttura metallica”, dalla legge 2 febbraio 1974, n. 64 “Provvedimenti per le costruzioni con particolari

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prescrizioni per le zone sismiche”, dalle Circolari e dai Decreti Ministeriali in vigore attuativi delle leggi citate. Per quanto riguarda i collegamenti di dovranno seguire le seguenti prescrizioni:

- Bulloni: classe 8.8 e dadi classe 6S - Saldature ad arco con elettrodo rivestito secondo quanto previsto dalle N.T.C.

2008; non sono ammesse saldature a tratti; in corso d’opera utilizzare ripetitivamente la tecnica di controllo con i liquidi penetranti.

L’impresa sarà tenuta per la qualificazione degli acciai a seguire le prescrizioni previste dalle N.T.C. 2008 ed a presentare in tempo utile, prima dell’approvvigionamento dei materiali, all’esame ed approvazione della Direzione Lavori, quanto segue:

a) Gli elaborati progettuali esecutivi di cantiere, comprensivi dei disegni esecutivi di officina, sui quali dovranno essere riportate anche le distinte da cui risultano il numero, la qualità, le dimensioni, il grado di finitura ed il peso teorico di ciascun elemento costituente la struttura, nonché la qualità degli acciai da impiegare

b) Tutte le indicazioni necessarie alla corretta impostazione delle strutture metalliche sulle opere di fondazione.

9.2 Collaudo tecnologico dei materiali Ogni volta che i materiali destinati alla costruzione di strutture di acciaio pervengono dagli stabilimenti per la successiva lavorazione, l’impresa darà comunicazione alla Direzione Lavori specificando, per ciascuna colata, la distinta dei pezzi ed il relativo peso, la destinazione costruttiva e la documentazione di accompagnamento della ferriera e quanto altro previsto dalle N.T.C. 2008. La Direzione Lavori avrà facoltà di prelevere campioni di prodotto qualificato da sottoporre a prova laboratori di sua scelta ogni qualvolta lo ritenga opportuno e comunque secondo quanto previsto dalla N.T.C. 2008, per verificarne la rispondenza alle norme ed ai requisiti di progetto. Acciai non qualificati all’origine non saranno accettati dalla Direzione Lavori. 9.3 Controlli in corso di lavorazione L’impresa dovrà essere in grado di individuare e documentare in ogni momento la provenienza dei materiali impiegati nelle lavorazioni e di risalire ai corrispondenti certificati di qualificazione, dei quali dovrà esibire la copia a richiesta della Direzione Lavori. Alla Direzione Lavori è riservata comunque la facoltà di esegire in ogni momento della lavorazione tutti i controlli che riterrà opportuni per accertare che i materili impiegati siano quelli certificati, che le strutture siano conformi ai disegni di progetto e che le stesse siano eseguite a perfetta regola d’arte. Ogni volta che le strutture metalliche lavorate si rendano pronte per il collaudo l’impresa informerà la Direzione Lavori, la quale darà risposta entro 8 giorni fissando la data del collaudo in contradditorio, oppure autorizzando la spedizione delle strutture stesse in cantiere. 9.4 Montaggio Il montaggio in opera di tutte le strutture costituenti ciascun manufatto sarà effettuato in conformità a quanto previsto in progetto. Durante il carico, il trasporto, lo scarico, il deposito ed il montaggio, si dovrà porre la massima cura per evitare che le strutture vengano deformate o sovra sollecitate. Le parti a contatto con funi, catene od altri

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organi di sollevamento dovranno essere opportunamente protette. Il montaggio sarà eseguito in modo che la struttura raggiunga la configurazione geometrica di progetto, nel rispetto dello stato di sollecitazione previsto nel progetto medesimo. La stabilità delle strutture dovrà essere assicurata durante tutte le fasi costruttive e la rimozione dei collegamenti provvisori e di altri dispositivi ausiliari dovrà essere fatta solo quando essi risulteranno staticamente superflui. 9.5 Profilo IPE 140 Le due travi in acciaio (a sostegno del macchinario radiologico – pensile) saranno realizzate mediante la fornitura e posa in opera di profilati laminati a caldo della serie IPE 140. Le piastre di attacco e di irrigidimento, il taglio a misura, le forature, le flange, la bullonatura e la saldatura dovranno essere realizzate a regola d’arte e nel rispetto della normativa vigente. Dimensioni: lunghezza pari a 380 cm – misura da verificare in cantiere. Ad opera completata e collaudata tute le parti metalliche a vista saranno verniciate con vernice ad alluminio a due riprese. Il pilastrino in acciaio (a sostegno del macchinario radiologico – teleradiografo) sarà realizzato mediante la fornitura e posa in opera di profilato laminato a caldo della serie IPE 140. I fissaggio avverrà mediante piastra di ancoraggio a pavimento ed a soffitto. Dimensioni: lunghezza pari a 250 cm – misura da verificare in cantiere. Ad opera completata e collaudata tute le parti metalliche a vista saranno verniciate con vernice ad alluminio a due riprese.

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B - IMPIANTI MECCANICI 1. IMPIANTO MULTISPLIT In analogia a quanto già realizzato si prevede il riscaldamento e la refrigerazione dei locali di cui trattasi mediante l’installazione di n° due unità interne a cassetta 4 vie per installazione a controsoffitto per sistema LG COMMERCIALE / MULTI SPLIT ad R410A modello CT09 NR2.

La struttura sarà in lamiera d'acciaio zincata con rivestimento in polistirene espanso, griglia di colore bianco. Condotto circolare per l’immissione di aria esterna e condotti di espulsione aria a sezione rettangolare per modificare l’espulsione dell’aria.

Ogni cassetta avrà le seguenti caratteristiche:

Pannello Decorativo PT-UQC Alimentazione elettrica Ø,V;Hz 1,220~240,50 Capacità Raffreddamento Min-Nom-Max kW 2,5 Capacità Riscaldamento Min-Nom-Max kW 3,0 Dimensioni (LxAxP) unità interna mm 570X214X570 Peso kg 14 Colore Bianco Livello di pressione sonora in raff. Min-Med-Max dB(A) 36-33-30 Capacità di ventilazione U. interna Min-Med-Max m3/min 8.5 Dimensioni GRIGLIA mm 700x30x700 Connessione tubazione Liquido mm (inch) 6.35 Connessione tubazione Gas mm (inch) 9.52 Diametro scarico condensa mm 32 Le condense saranno raccolte e canalizzate verso impianti di scarico

esistenti. L’unità esterna sarà tipo multi inverter 2 attacchi 4,7kWf/5,3Wt mod.

MU2M17 UL4. Capacità Raff Min / Nom / Max kW 0,9 / 4,7 / 5,4 Capacità Risc Min / Nom / Max kW 1,0 / 5,3 / 5,7 Efficienza energetica S.E.E.R. / S.C.O.P. Raff / Risc A++ A+ Unità esterna mm 770x545x288

Il posizionamento delle apparecchiature è quello di cui alla tavola di progetto. Il collegamento delle unità avverrà con percorso nel controsoffitto del corridoio esistente. Le condense saranno raccolte e canalizzate verso gli impianti di scarico esistenti.

N.B. le marche ed i modelli individuati debbono intendersi solo di riferimento. 2. IMPIANTO DISTRIBUZIONE ARIA In derivazione dalle tubazioni esistenti attestate sulla parete di separazione con il corridoio saranno realizzate tubazioni in PVC DN 125 di alimentazione delle due bocchette di mandata e ripresa poste nel controsoffitto nella posizione di cui al disegno di progetto.

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Le bocchette saranno di tipo rettangolare a doppia fila di alette con serranda di taratura ad alette contrapposte, aventi un potere di induzione non inferiore al 15-20% della portata.

I diffusori anemostatici saranno quadrati, rettangolari, provvisti di serranda di taratura ad alette contrapposte e di captatore.

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C - IMPIANTI ELETTRICI E SPECIALI

1. INTRODUZIONE

1.1. PREMESSA

Il progetto ha lo scopo di definire i criteri di esecuzione degli impianti elettrici in ottemperanza alle norme CEI secondo quanto prescritto dal DM n° 37 del 22 gennaio 2008.

1.2. OBBLIGATORIETÀ DEL PROGETTO

Tale obbligo è imposto dal DM n° 37 del 22 gennaio 2008 art. 5, comma 2, lettere "c" in quanto attività produttiva con potenza impegnata superiore a 6 kW, e lettera "d" in quanto impianto inserito in attività soggetta all'obbligo di rilascio di CPI (Certificato di prevenzione incendi) e locale ad uso medico.

1.3. BREVE DESCRIZIONE DEL SITO

L’attività in oggetto è la sala radiologica della nuova sede Inail di Torino in c.so Galileo Ferraris, 1.

Il progetto esecutivo della sala radiologica della nuova sede Inail di Torino in Corso galileo Ferraris, 1 è stato sviluppato seguendo le esigenze della Committenza, utente finale della struttura, che ha espresso le sue necessità su come intenderà utilizzare i locali al primo piano interrato quali locali a disposizione delle apparecchiature radiologiche e soprattutto in che modo saranno impiegati i macchinari esistenti nella vecchia sede, che dovranno essere spostati in quella nuova.

1.4. DESCRIZIONE DELL’IMPIANTO ELETTRICO ESISTENTE

L'impianto elettrico dell'attività è esistente.

La fornitura di energia è effettuata in media tensione a 22.000 V pertanto trattasi di sistema elettrico TN con neutro in cabina di trasformazione collegato all’impianto di terra e masse dell’impianto collegate al neutro in cabina a mezzo di conduttore di protezione.

Essendo il conduttore di neutro ed il conduttore di protezione distribuiti nello stabilimento due conduttori distinti il sistema è classificabile come TN-S (conduttori di neutro e di protezione separati).

La trasformazione della tensione avviene a mezzo di n°2 trasformatori aventi i seguenti dati:

Pn = 400 kVA

Vn = 22.000/400 V Collegamento Dyn11

Vcc = 6%

Capitolato Speciale d'Appalto 26

In continuo lavorano n°2 trasformatori, su barrature separate da congiuntore di sbarre in posizione aperta.

I trasformatori non vengono mai fatti funzionare in parallelo (anche se i dispositivi di protezione presenti sul QGBT sono dimensionati per il funzionamento dei trasformatori in parallelo).

La distribuzione principale all’interno dell’attività è realizzata a mezzo di cavi a ridotta emissione di gas alogeni (LSZH) posati in canalizzazioni in acciaio, e quadri elettrici di zona da essi alimentati.

1.5. COMPATIBILITÀ DELL’IMPIANTO ELETTRICO DI NUOVA REALIZZAZIONE CON L’IMPIANTO ELETTRICO ESISTENTE

L’impianto elettrico esistente sarà mantenuto. Dal punto di vista della sicurezza i nuovi impianti oggetto di progettazione saranno assolutamente compatibili con gli impianti elettrici esistenti.

1.6. RISCHI CONNESSI AGLI IMPIANTI ELETTRICI

1.6.1. RISCHIO DI INCENDIO

Il sito in oggetto, nel suo complesso, è attività soggetta alla prevenzione incendi (DPR 151/2011).

L'area nella quale è realizzato l'intervento in oggetto (realizzazione dell'impianto elettrico della nuova sala RX) si trova nel primo piano interrato dell'edificio.

1.6.2. RISCHIO DI ESPLOSIONE

Nei locali oggetto di intervento non sono presenti zone con pericolo di esplosione.

1.7. CLASSIFICAZIONE DEI LOCALI E REQUISITI DELL’IMPIANTO ELETTRICO

Gli impianti elettrici saranno progettati e realizzati in modo tale da garantire le seguenti caratteristiche:

- conformità alle normative vigenti in campo elettrotecnico, prescrizioni dei VV.F, ecc. - massima funzionalità e fruibilità delle apparecchiature installate. - I locali oggetto della presente progettazione saranno generalmente classificati dal

punto di vista del rischio elettrico come ambienti a maggior rischio in caso di incendio per l'elevata densità di affollamento (CEI 64-8 sez. 751 ambienti di tipo A) e ambienti ad uso medico di gruppo 1 ai sensi della norma CEI 64-8 sez. 710.

1.8. DATI GENERALI DI PROGETTO

1.8.1. DATI ELETTRICI

L’impianto elettrico sarà alimentato in bassa tensione dalla rete Enel:

- Sistema elettrico di distribuzione: TN-S - Tensione di alimentazione: 230/400V 3F+N

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- Frequenza nominale: 50Hz - Corrente di corto circuito 3F su QGBT: 8.91 kA - Corrente di corto circuito 3F su QEP1ZRX: 4.93 kA

Nota: I valori di corrente di corto circuito sono stati ricavati dal progetto as-built della palazzina, redatto dall'impresa COTTI Impianti elettrici civili e industriali S.r.l. di Beinasco, sulla base del progetto esecutivo del prof. Ing. Paolo Napoli (Sintecna srl).

1.8.2. DATI AMBIENTALI

- clima: continentale - temperatura ambiente d’installazione: 0/+40°C - umidità relativa: 90% a 30°C - altitudine s.l.m. circa 250m

1.9. DEFINIZIONE DELLE OPERE DA REALIZZARE

Le opere da eseguire risultano dagli allegati schemi, nonché dagli elementi descrittivi della presente relazione di progetto forniti a complemento dei disegni stessi.

In particolare le opere comprenderanno, relativamente alla sala di radiologia e locali annessi:

- Realizzazione di nuova linea da QGBT per alimentazione quadro macchina RX - Realizzazione di nuova linea da quadro di zona QEP1IZRX per alimentazione quadro

servizi RX - Quadri elettrici; - Impianto di distribuzione all'interno dei locali - Impianto di illuminazione - Impianto di forza motrice - Impianto di trasmissione dati - Impianto di rivelazione fumi - Impianto intercomunicante - Impianto di chiamata - Impianto di equipotenzializzazione

1.10. LIMITI DI COMPETENZA

Il presente progetto tratta esclusivamente gli impianti di nuova installazione e le eventuali parti esistenti da modificare.

E’ esclusa dal presente progetto ogni altra installazione non menzionata.

2. NORMATIVA E LEGGI DI RIFERIMENTO

2.1. ELENCO DELLE NORME E DELLE LEGGI

CEI 3-14 "Segni grafici per schemi. Parte 2°: Elementi dei segni grafici, segni grafici distintivi e segni di uso generale"

CEI 3-15 "Segni grafici per schemi. Parte 3°: Conduttori e dispositivi di connessione"

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CEI 3-19 "Segni grafici per schemi. Parte 7°: Apparecchiature e dispositivi di comando e protezione"

CEI 3-20 "Segni grafici per schemi. Parte 8°: Strumenti di misura, lampade e dispositivi di segnalazione"

CEI 3-25 "Segni grafici per schemi. Parte 1°: Generalità"

CEI 3-32 "Raccomandazioni generali per la preparazione di schemi elettici

CEI 17-5 "Apparecchiature a bassa tensione. Parte 2°: Interruttori automatici"

CEI 17-113 "Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT) - Parte 1: Regole generali"

CEI 17-114 "Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT) - Parte 2: Quadri di potenza

CEI 20-107 "Cavi isolati con gomma con tensione nominale non superiore a 450/750 V"

CEI 20-107 "Cavi isolati con polivinilcloruro con tensione nominale non superiore a 450/750 V"

CEI 20-21 "Calcolo delle portate dei cavi elettrici. Parte 1°. In regime permanente (fattore di carico 100%)

CEI 20-22 "Prove dei cavi non propaganti l'incendio"

CEI 20-40 "Guida per l'uso di cavi in bassa tensione"

CEI 23-3 "Interruttori automatici di sovracorrente per usi domestici e similari (per tensione nominale non superiore a 415 V in corrente alternata)

CEI 23-3 "Interruttori automatici per la protezione dalle sovracorrenti per impianti domestici e similari"

CEI 23-8 "Tubi protettivi rigidi in polivinilcloruro e accessori"

CEI 23-12 "Prese a spina per usi industriali"

CEI 23-17 "Tubi protettivi pieghevoli autorinvenenti di materiale termoplastico non autoestinguente"

CEI 23-18 "Interruttori differenziali per usi domestici e similari e interruttori differenziali con sganciatori di sovracorrente incorporati per usi domestici e similari"

CEI 23-25 "Tubi per le installazioni elettriche. Parte 1°: Prescrizioni generali"

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CEI 23-26 "Diametri esterni dei tubi per installazioni elettriche e filettature per tubi e accessori"

CEI 23-28 "Tubi per le installazioni elettriche. Parte 2°: Norme particolari per tubi – Sezione uno - Tubi metallici"

CEI 23-30 "Dispositivi di connessione (giunzione e/o derivazione) per installazioni elettriche fisse, domestiche e similari. Parte 2.1: Prescrizioni particolari - Morsetti senza vite per la connessione di conduttori in rame senza preparazione particolare"

CEI 23-31 "Sistemi di canali metallici e loro accessori ad uso portacavi e portapparecchi"

CEI 32-1 "Fusibili a tensione non superiore a 1.000 V per corrente alternata e a 1.500 V per corrente continua. Parte 1°: Prescrizioni generali"

CEI 34-21 "Apparecchi di illuminazione. Parte 1°: Prescrizioni generali e prove"

CEI 34-23 "Apparecchi di illuminazione. Parte 2°: Prescrizioni particolari. Apparecchi fissi per uso generale"

CEI 64-8 "Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1.000 V in corrente alternata e 1.500 V in corrente continua"

CEI 64-8 sez. 751 "Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1.000 V in corrente alternata e 1.500 V in corrente continua – ambienti a maggior rischio in caso di incendio"

CEI 64-8 sez. 710 "Impianti elettrici nei locali ad uso medico"

CEI 64-12: Guida per l’esecuzione dell’impianto di terra negli edifici per uso residenziale e terziario;

CEI 64-50: Edilizia residenziale – Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici utilizzatori, ausiliari e telefonici;

CEI EN 62305-1-4: "Protezione delle strutture contro i fulmini”, parti 1,2,3,4

CEI 0-16: "Regola tecnica di riferimento per la connessione di Utenti attivi e passivi alle reti MT delle imprese distributrici di energia elettrica"

UNI EN 12464-1 Illuminazione dei posti di lavoro;

UNI EN 1838: Applicazione dell’illuminotecnica – Illuminazione di emergenza;

TABELLE IEC 364-5-523-1993 CENELEC R0 64-001 1991

DM 37 del 22-01-2008 Regolarmente concernente l’attuazione dell’art. 11-quaterdeces, comma 13, lettera a)della legge n°248 del 2 dicembre

Capitolato Speciale d'Appalto 30

2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici.

L. 186/68 "Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari, installazioni e impianti elettrici ed elettronici"

D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.

2.2. OBBLIGHI PER IL COMMITTENTE

Secondo l’art. 8 del DM n°37 del 22-01-08 il committente ha l’obbligo e la responsabilità di affidare l’esecuzione delle opere ad una ditta in possesso dei requisiti tecnico-professionali e quindi abilitata all’esecuzione delle stesse ai sensi degli art. 3 e 4 del DM medesimo.

L’accertamento di tali requisiti può essere effettuato richiedendo alla ditta interessata il certificato di riconoscimento dei requisiti tecnico-professionali rilasciato dalla commissioni provinciali o dalla camera di commercio,secondo le competenze, come prescritto nel D.P.R. 392 del 18 Aprile 1994.

2.3. OBBLIGHI PER LA DITTA INSTALLATRICE

La ditta installatrice ha l’obbligo di realizzare le opere secondo quanto prescritto negli schemi allegati e nel presente capitolato tecnico.

Nel caso in cui in fase di esecuzione delle opere la ditta installatrice fosse impossibilitata a rispettare quanto prescritto nella documentazione di progetto deve preoccuparsi di esporre i problemi riscontrati, giustificandoli opportunamente, direttamente al direttore dei lavori che provvederà ad informare al più presto possibile il progettista degli impianti incaricato; se non fosse presente un direttore dei lavori allora la ditta installatrice si preoccuperà di contattare direttamente la committenza che dovrà interpellare il progettista degli impianti incaricato.

Se la ditta esegue le opere in modo difforme a quanto prescritto nei documenti progettuali senza seguire la procedura precedentemente descritta deve al termine delle opere fornire gli schemi costruttivi degli impianti realizzati al progettista degli stessi che provvederà ad analizzarli ed approvarli se corretti e corrispondenti al vero.

All’interno del cantiere in fase di esecuzione delle opera la ditta deve avvalersi soltanto di operai qualificati e regolarmente assunti con contratto di lavoro; non è ammesso nessun tipo di subappalto ad altre ditte di installazione.

La ditta installatrice ha inoltre l’obbligo di rispettare la marca dei materiali prescritti nella presente documentazione se esplicitamente indicata.

In data di ultimazione lavori la ditta installatrice deve rilasciare il certificato di conformità comprensivo di tutti gli allegati di seguito riportati:

- progetto - relazione tecnica con le tipologie dei materiali utilizzati contenente, per i prodotti

soggetti a norme, la dichiarazione di rispondenza alle stesse completata, ove esistente, con riferimenti e marchi, certificati di prova, ecc. rilasciati da istituti

Capitolato Speciale d'Appalto 31

autorizzati; per gli altri prodotti (da elencare) il firmatario deve dichiarare che trattasi di componenti conformi a quanto prescritto dall’art. 7 della legge n°46, inoltre la relazione deve dichiarare l’idoneità delle apparecchiature rispetto al luogo di installazione.

- schema di impianto realizzato (spesso riconducibile al progetto) - riferimento a dichiarazioni di conformità precedenti o parziali già esistenti costituiti

dal nome dell’impresa esecutrice e dalla data della dichiarazione. - copia del certificato di riconoscimento dei requisiti tecnico-professionali.

2.4. ONERI GENERALI A CARICO DELL’APPALTATORE

Oltre a quanto indicato nei vari punti del presente documento, sono a carico dell’assuntore i seguenti oneri generali.

2.4.1. ONERI GENERALI COMUNI

Sono gli oneri comuni a tutte le imprese eventualmente già indicati in altri documenti di gara:

- le spese di trasporto, viaggio, vitto ed alloggio di tutto il personale necessario ai lavori;

- la messa a disposizione per la Direzione Lavori di idoneo locale; - la redazione del giornale dei lavori; - il cartello di cantiere; - la custodia e l’eventuale immagazzinamento dei materiali; - la guardia del cantiere fino alla data di consegna delle opere; - la fornitura, il trasporto ed il posizionamento di tutti i materiali e mezzi d’opera

occorrenti; - la protezione in corso d’opera di tutti i materiali ed il ripristino di danni, guasti,

manomissioni, danneggiamenti, ecc.; - la sostituzione dei materiali eventualmente trafugati; - l’approvvigionamento durante i lavori dei servomezzi necessari (acqua, energia

elettrica, ecc.); - il coordinamento con le altre imprese operanti in cantiere; - la campionatura di tutti i componenti; - gli album fotografici attestanti i principali stati di avanzamento dei lavori e la

situazione di completa finitura; - la relazione dettagliata e mensile dello stato di avanzamento dei lavori; - le pratiche con gli Enti pubblici e di legge (Comune, VV.F., ISPESL, USL, ecc.) e

l’ottenimento dei relativi certificati e permessi; - l'assistenza e i materiali necessari per i collaudi, parziali e finali comprese le

strumentazioni necessarie per i medesimi; - la pulitura del cantiere durante ed a fine lavori.

2.4.2. ONERI GENERALI PECULIARI

- Sono gli oneri generali di tipo peculiare ai lavori descritti nel presente documento: - la pulizia interna di ogni parte di impianto prima della messa in funzione; - ogni tipo di collegamento per rendere i lavori completamente funzionanti; - la verniciatura antiruggine e di finitura dei componenti in modo da non avere diversi

colori a seconda delle case costruttrici; il colore dei componenti impiantistici a vista dovrà essere concordato preventivamente con la D.L.

Capitolato Speciale d'Appalto 32

- le targhette indicatrici su tutti i circuiti; - la numerazione di tutti i conduttori in ogni quadro e scatola di derivazione; - la messa a terra di tutte le masse; - gli eventuali giunti di dilatazione e particolari speciali sugli impianti; - le targhe con passo non superiore a 1 m su tutte le canaline, sia in vista che sotto

pavimento sopra controsoffitto ed in tutti i punti nodali in cui è necessaria l'immediata identificazione del servizio;

- le targhe su tutte le scatole di derivazione, esternamente alle medesime per le cassette da esterno, internamente per le scatole da incasso a parete;

- i sistemi di compartimentazione REI compresa la sigillatura degli attraversamenti delle strutture resistenti al fuoco con materiale avente resistenza al fuoco pari o superiore a quella della struttura attraversata;

- gli staffaggi e le incastellature di sostegno; - tutte le opere di finitura anche solo necessarie per motivi estetici; - il piano di qualità di costruzione ed installazione (da sottoporre alla approvazione

della direzione lavori nei successivi aggiornamenti) che prevede, pianifica, e programma le condizioni, sequenze, modalità, maestranze, mezzi d’opera e fasi delle attività;

- i disegni di cantiere, il progetto costruttivo e tutti i disegni richiesti dalla Direzione Lavori (in triplice copia). Si intendono per disegni di cantiere tutti i disegni particolareggiati e costruttivi necessari per la completa realizzazione delle Opere (nessuna esclusa). Sarà inoltre facoltà della D.L. di richiedere a suo insindacabile giudizio tutti i disegni, che la medesima riterrà necessari per il buon andamento del cantiere e per la rappresentazione grafica delle opere realizzate. Tutti i disegni dovranno essere firmati da un progettista abilitato;

- i disegni “as built” in Autocad ultima versione di tutti gli impianti in ogni loro parte (in triplice copia, files e copia riproducibile). Tali disegni saranno utilizzati per la manutenzione e gli eventuali potenziamenti degli impianti realizzati. Anche gli “as built” dovranno essere firmati da un progettista abilitato;

- le monografie con le descrizioni di funzionamento e le istruzioni per la gestione degli impianti (manuale d’uso), i dati per la normale manutenzione (manuale di manutenzione) ed il programma di manutenzione, l'elencazione dei pezzi di ricambio e tutti i calcoli di dettaglio (il tutto in triplice copia più copia riproducibile);

- le prove in corso d'opera ed all'atto della messa in funzione degli impianti eseguite secondo le norme e complete in ogni loro parte in modo da garantire la sicurezza ed il perfetto funzionamento da ogni punto di vista, compresa tutta la documentazione relativa;

- l'assistenza per l'avviamento ed il funzionamento iniziale degli impianti per tutto il tempo necessario alla completa messa a regime dei medesimi;

- l'istruzione del personale addetto al funzionamento ed alla normale manutenzione degli impianti;

- la rimozione delle parti di impianto e delle apparecchiature non rispondenti alle specifiche di progetto;

- le certificazioni di conformità, come da DM n°37 del 2008, e di rispondenza alle prescrizioni degli Enti di controllo;

- dichiarazione di conformità degli impianti telefonici e per dati secondo Legge 28 marzo 1991 n. 109 e D.M. 23 maggio 1992 n. 314;

- i rapporti di collaudo di tutti gli impianti, come allegato alla dichiarazione di conformità;

- i certificati di omologazione dei componenti REI e le dichiarazioni di corretta posa in opera complete di Certificazione redatta da professionista abilitato;

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- ogni incombenza e spesa per pratiche di qualunque tipo, denunce, approvazioni, licenze, ecc.;

- quant’altro necessario per dare gli impianti completamente finiti a regola d’arte e perfettamente funzionanti.

2.5. OPERE NON DI PERTINENZA

Non sono di pertinenza del presente documento le seguenti opere:

- la fornitura dei sistemi di regolazione degli impianti fluidici perché a carico dell’installatore di tali impianti, è invece compreso il completo collegamento di detti sistemi sia in campo che sui quadri;

- i quadri ed i collegamenti elettrici a bordo macchina (gruppi frigoriferi, pompe antincendio, bruciatori).

2.6. VERIFICHE

Al termine dei lavori l’impianto dovrà essere verificato dall’installatore secondo le prescrizioni contenuta nella norma CEI 64-8 fascicolo 6 e nella guida CEI ISPESL 64-14.

In particolare devono essere svolte almeno le seguenti verifiche:

- Esame a vista generale - Prova della continuità dei conduttori di protezione - Prova della continuità dei conduttori equipotenziali - Misura della resistenza d’isolamento di tutto l’impianto - Verifica della separazione dei circuiti SELV - Misura della resistenza dell’impianto di terra - Prove di funzionamento delle protezioni a corrente differenziale

Dovrà inoltre essere verificata la corretta funzionalità degli impianti installati.

Delle verifiche effettuate l’installatore dovrà rilasciare idoneo rapporto da allegare alla dichiarazione di conformità.

2.7. VERIFICHE PERIODICHE

La norma CEI 64-8 art. 62.2.1 impone per i posti di lavoro o luoghi in cui esistano rischi di degrado, di incendio o di esplosione la verifica periodica dell’impianto elettrico ogni 2 anni.

3. PRESCRIZIONI PER LA SICUREZZA

Le note che seguono sono destinate ad assicurare la protezione delle persone contro i pericoli ed i danni che possono derivare dall'utilizzo degli impianti elettrici.

Tali prescrizioni sono relative alla protezione contro:

- contatti diretti - contatti indiretti - sovracorrenti

Capitolato Speciale d'Appalto 34

3.1. CONTATTI DIRETTI

Sarà assicurata mediante isolamento delle parti attive tale da resistere alle sollecitazioni meccaniche, chimiche, elettriche e termiche alle quali può essere soggetto il componente nel normale esercizio come prescritto dalla norma CEI 64-8/4 art. 412.1

Nelle parti di impianto dove vengano utilizzate barriere od involucri destinati ad impedire il contatto con parti attive, questi devono almeno avere grado di protezione IPXXB come chiaramente espresso nella norma CEI 64-8/4 art. 412.2. Qualora fosse necessaria la loro rimozione dovrà essere possibile solo :

a) con l'uso di una chiave o attrezzo , oppure

b) se, dopo l’interruzione dell’alimentazione alle parti attive protette da barriere, il ripristino delle condizioni di esercizio sia possibile solo dopo la sostituzione o la richiusura delle barriere o degli involucri stessi.

Entrambe le precedenti operazioni devono essere eseguite esclusivamente da personale addestrato.

3.2. CONTATTI INDIRETTI

3.2.1.SISTEMA TN

La protezione è assicurata mediante l'interruzione automatica del circuito in modo che in caso di guasto, tra una parte attiva ed una massa o un conduttore di protezione, non possa persistere per una tempo sufficiente a causare rischi di effetti fisiologici dannosi in una persona in contatto con parti simultaneamente accessibili, una tensione di contatto presunta superiore alla tensione di contatto limite convenzionale di 50 V c.a. e 120 V c.c.

Tutte le masse dell’impianto sono collegate al punto di messa a terra del sistema di alimentazione con conduttori di protezione che sono messi a terra in corrispondenza od in prossimità del trasformatore presente in cabina elettrica.

Essendo il sistema di alimentazione del tipo TN le caratteristiche dei dispositivi di protezione e le impedenze dei circuiti sono tali che, se si presenta un guasto di impedenza trascurabile in qualsiasi parte dell’impianto tra un conduttore di fase ed un conduttore di protezione o una massa, l’interruzione automatica dell’alimentazione avviene entro il tempo specificato, soddisfacendo la seguente condizione:

Zs x Ia U0

dove: - Zs è l’impedenza dell’anello di guasto che comprende la sorgente, il conduttore

attivo fino al punto di guasto ed il conduttore di protezione tra il punto di guasto e la sorgente;

- IA è la corrente che provoca il funzionamento automatico del dispositivo di protezione, in ampere, entro il tempo definito nella tabella 41A della norma CEI 64/8 in funzione della tensione nominale U0 .

Capitolato Speciale d'Appalto 35

• Essendo la tensione nominale U0 = 230 V si deve considerare un tempo di intervento di 0.4 secondi del dispositivo di protezione (0.2 sec. nel caso in esame di locale a uso medico).

- U0 è la tensione nominale in c.a., valore efficace tra fase e terra.

Per il dimensionamento dell’impianto, a fini cautelativi e non conoscendo la precisa esecuzione dell’impianto elettrico a monte dell’impianto oggetto di progettazione, l’impianto sarà progettato tenendo conto di trovarsi in sistema TT, con conseguente installazione di interruttori differenziali ad alta sensibilità.

3.2.2.EGUALIZZAZIONE DEL POTENZIALE E PRESCRIZIONI PARTICOLARI PER AMBULATORI MEDICI DI GRUPPO 1

Per ambulatorio medico di gruppo 1 si intendono quei locali adibiti ad uso medico nei quali si utilizzano apparecchi elettromedicali con parti applicate (Norma CEI 62-5 (1980) art. 2.1.5) o esternamente o invasivamente entro qualsiasi parte del corpo, ad eccezione della zona cardiaca (ad esempio gabinetti odontoiatrici ove si praticano cure odontoiatriche senza anestesia generale).

Negli ambulatori medici di gruppo 1 è richiesta la protezione differenziale da 30 mA con interruttori differenziali di tipo A oppure B.

Tutte le masse e le masse estranee che sono, o si possono trovare, nella zona paziente devono essere collegate ad un nodo equipotenziale supplementare.

I conduttori che collegano le masse al nodo equipotenziale sono gli stessi conduttori di protezione (PE), la cui sezione va stabilita in base alla norma generale.

I conduttori ch collegano le masse estranee al nodo equipotenziale prendono il nome di conduttori equipotenziali (supplementari) e devono avere una sezione non inferiore a 6 mmq (se realizzati in rame).

Per masse estranee, nei locali di gruppo 1, si intendono gli elementi metallici, come le tubazioni dell’acqua, del gas e del riscaldamento, entranti nel locale e le finestrature metalliche comuni all’ambulatorio e ad altri locali o che presentano una resistenza verso terra inferiore a 200 Ohm.

Il nodo deve essere a sua volta collegato a terra con un conduttore di sezione almeno uguale a quella del conduttore di sezione più elevata connesso al nodo.

I singoli conduttori che convergono nel nodo equipotenziale del locale devono essere chiaramente contraddistinti per funzione e provenienza.

E’ consentito inserire tra una massa, o massa estranea, e il nodo equipotenziale un sub-nodo (nodo intermedio); tale sub-nodo può unire tra loro: masse, masse estranee, masse e masse estranee; tra queste ed il nodo equipotenziale può essere interposto comunque un solo sub-nodo.

La sezione del conduttore che collega il sub-nodo al nodo equipotenziale deve essere almeno uguale a quella del conduttore di sezione più elevata connesso al sub-nodo.

Capitolato Speciale d'Appalto 36

Il collegamento entra-esci su più di 2 prese non è permesso in quanto corrisponde a più di un sub-nodo.

3.2.3.MEDIANTE COMPONENTI ELETTRICI DI CLASSE II O CON ISOLAMENTO EQUIVALENTE

La protezione deve essere assicurata con l’uso di componenti elettrici aventi un isolamento doppio o rinforzato (componenti elettrici di classe II) e quadri prefabbricati aventi un isolamento completo (Norma CEI 17-13/1).

Sono da considerare in accordo con questa misura di protezione (per sistemi elettrici con tensioni nominali non superiori a 690V, le condutture elettriche costituite da:

Cavi con guaina non metallica aventi tensione nominale maggiore di un gradino rispetto a quella necessaria per il sistema elettrico servito e che non comprendano un rivestimento metallico;

Cavi unipolari senza guaina installati in tubo protettivo o canale isolante, rispondente alle rispettive Norme;

Cavi con guaina metallica aventi isolamento idoneo per la tensione nominale del sistema elettrico servito, tra la parte attiva e la guaina metallica e tra questa e l’esterno.

3.2.4.PROTEZIONE COMBINATA CONTRO I CONTATTI DIRETTI ED INDIRETTI, SISTEMA SELV

La protezione combinata contro i contatti diretti ed indiretti è assicurata quando:

La tensione nominale non supera 50 V, valore efficace in c.a., e 120 V in c.c. non ondulata;

L’alimentazione proviene da una delle seguenti sorgenti:

- Trasformatore di sicurezza (CEI 96-2) - Sorgente elettrochimica indipendente (batteria) - Altre sorgenti indipendenti (es. gruppo elettrogeno)

Le parti attive dei circuiti SELV devono essere separate dalle parti attive di altri circuiti (PELV, FELV e circuiti a tensione più elevata) mediante separazione di protezione realizzata ricorrendo ad uno dei seguenti modi:

Mediante conduttori separati materialmente;

Con i conduttori dei circuiti SELV muniti, oltre che del loro isolamento principale, di una guaina isolante;

Con i conduttori dei circuiti a tensione diversa separati da uno schermo o da una guaina metallici messi a terra;

Le prese a spina dei sistemi SELV devono soddisfare i seguenti requisiti:

- Le spine non devono poter entrare nelle prese di altri sistemi elettrici

Capitolato Speciale d'Appalto 37

- Le prese non devono permettere l’introduzione di spine di altri sistemi elettrici; - Le prese e le spine dei circuiti SELV non devono avere un contatto per il collegamento del conduttore di protezione; - Le spine dei circuiti SELV non devono poter entrare nelle prese dei circuiti PELV - Le spine dei circuiti PELV non devono poter entrare nelle prese dei circuiti SELV

Le parti attive dei circuiti SELV non devono essere collegate a terra e neppure a parti attive od a conduttori di protezione che facciano parte di altri circuiti;

Le masse non devono essere intenzionalmente collegate:

- A terra - A conduttori di protezione od a masse di altri circuiti elettrici - A masse estranee

Se la tensione nominale supera 25V, valore efficace in c.a. , oppure 60 V in c.c non ondulata, la protezione contro i contatti diretti deve essere assicurata da:

- Barriere od involucri aventi grado di protezione non inferiore a IP2X o IPXXB, oppure - Un isolamento in grado di sopportare una tensione di prova di 500V, valore efficace in c.a., per 1 minuto.

Se la tensione nominale non supera 25 V, valore efficace in c.a., oppure 60 V in c.c non ondulata, la protezione contro i contatti diretti è generalmente assicurata (necessaria comunque in ambienti e applicazioni particolari – sezione 7 CEI 64-8).

Nota:

Circuiti a tensione diversa possono essere contenuti in uno stesso cavo multipolare o in uno stesso raggruppamento di cavi, a condizione che i conduttori dei circuiti a bassissima tensione (SELV e PELV) siano isolati, nell’insieme o individualmente, per la massima tensione presente.

3.3. SOVRACORRENTI

3.3.1.PROTEZIONE CONTRO IL SOVRACCARICO

Devono essere previsti dispositivi di protezione capaci di interrompere le sovracorrenti presenti nei conduttori del circuito prima che esse possano provocare un riscaldamento nocivo a parti del circuito stesso o all'ambiente circostante.

La protezione sarà realizzata mediante dispositivi in grado di interrompere automaticamente l'alimentazione quando si produce un sovraccarico o un cortocircuito.

Tale protezione verrà realizzata con interruttori automatici con sganciatori di sovracorrente, abbinando un interruttore ad un fusibile o con il solo fusibile.

3.3.2.PROTEZIONE CONTRO IL CORTOCIRCUITO

Sarà realizzata con un dispositivo che rispetti le seguenti caratteristiche:

Capitolato Speciale d'Appalto 38

- potere d'interruzione non inferiore alla corrente di cortocircuito presunta nel punto di installazione od in ogni caso coordinato con il dispositivo di protezione posto a monte;

- interruzione delle correnti provocate dal cortocircuito in un tempo non superiore a quello che porta i conduttori alla temperatura limite ammessa.

3.4. AMBIENTI A MAGGIOR RISCHIO IN CASO DI INCENDIO

751.04.1 Prescrizioni comuni di protezione contro l’incendio per i componenti elettrici escluse le condutture

Le seguenti misure vanno adottate in tutti i gruppi di ambienti considerati in 751.03, tenendo conto delle indicazioni di cui in 751.04.4 e 751.04.5

751.04.1.1 I componenti elettrici devono essere limitati a quelli necessari per l’uso degli ambienti stessi, fatta eccezione per le condutture, le quali possono anche transitare.

751.04.1.2 Nel sistema di vie d’uscita non devono essere installati componenti elettrici contenenti fluidi infiammabili.

I condensatori ausiliari incorporati in apparecchi non sono soggetti a questa prescrizione.

751.04.1.3 Negli ambienti nei quali è consentito l’accesso e la presenza del pubblico, i dispositivi di manovra, controllo e protezione, fatta eccezione per quelli destinati a facilitare l’evacuazione, devono essere posti in luogo a disposizione esclusiva del personale addetto o posti entro involucri apribili con chiave o attrezzo.

751.04.1.4 Tutti i componenti elettrici devono rispettare le prescrizioni contenute nella Sezione 422 sia in funzionamento ordinario dell’impianto sia in situazione di guasto dell’impianto stesso, tenuto conto dei dispositivi di protezione.

Questo può essere ottenuto mediante un’adeguata costruzione dei componenti dell’impianto o mediante misure di protezione addizionali da prendere durante l’installazione.

Inoltre, ai componenti elettrici applicati in vista (a parete o a soffitto) per i quali non esistono le relative norme CEI di prodotto, si applicano i criteri di prova e i limiti di cui alla Sezione 422, Commenti, assumendo per la prova al filo incandescente 650 °C anziché 550 °C.

751.04.1.5 Gli apparecchi d’illuminazione devono essere mantenuti ad adeguata distanza dagli oggetti illuminati, se questi ultimi sono combustibili. Salvo diversamente indicato dal costruttore, per i faretti e i piccoli proiettori tale distanza deve essere almeno:

0,5 m: fino a 100 W;

0,8 m: da 100 a 300 W;

1 m: da 300 a 500 W

Capitolato Speciale d'Appalto 39

NOTA Gli apparecchi d'illuminazione con lampade che, in caso di rottura, possono proiettare materiale incandescente, quali ad esempio le lampade ad alogeni e ad alogenuri, devono essere del tipo con schermo di sicurezza per la lampada e installati secondo le istruzioni del costruttore.

Le lampade e altre parti componenti degli apparecchi d'illuminazione devono essere protette contro le prevedibili sollecitazioni meccaniche. Tali mezzi di protezione non devono essere fissati sui portalampade a meno che essi non siano parte integrante dell’apparecchio d'illuminazione.

I dispositivi di limitazione della temperatura in accordo con 424.1.1 del Capitolo 42 devono essere provvisti di ripristino solo manuale.

Gli involucri di apparecchi elettrotermici, quali riscaldatori, resistori, ecc., non devono raggiungere temperature più elevate di quelle relative agli apparecchi d'illuminazione. Questi apparecchi devono essere per costruzione o installazione realizzati in modo da impedire qualsiasi accumulo di materiale che possa influenzare negativamente la dissipazione del calore.

751.04.2 Prescrizioni comuni di protezione contro l’incendio per le condutture

Le seguenti misure vanno adottate in tutti i gruppi di ambienti considerati in 751.03, tenendo conto delle indicazioni di cui in 751.04.4 e 751.04.5.

751.04.2.1 Generalmente i fattori che causano incendi nelle condutture elettriche sono: cortocircuiti, riscaldamenti, contatti elettrici e coinvolgimento delle condutture stesse in incendi; pertanto, esse devono essere realizzate in modo da non essere né causa d'innesco né causa di propagazione di incendi indipendentemente dai fattori elettrici e/o fisici che li hanno causati.

Per il raggiungimento degli scopi sopra prefissati, le condutture devono essere realizzate e protette come indicato nei punti seguenti.

751.04.2.2 Le condutture che attraversano questi luoghi, ma che non sono destinate all’alimentazione elettrica al loro interno, non devono avere connessioni lungo il percorso all’interno di questi luoghi a meno che le connessioni siano poste in involucri che soddisfino la prova contro il fuoco (come definita nelle relative norme di prodotto), per esempio soddisfino le prescrizioni per scatole da parete in accordo con la Norma CEI EN 60670 (CEI 23-48).

751.04.2.3 È vietato l’uso dei conduttori PEN (schema TN-C); la prescrizione non è valida per le condutture che transitano soltanto.

751.04.2.4 Le condutture elettriche che attraversano le vie d’uscita di sicurezza non devono costituire ostacolo al deflusso delle persone e preferibilmente non essere a portata di mano; comunque, se a portata di mano, devono essere poste entro involucri o dietro barriere che non creino intralci al deflusso e che costituiscano una buona protezione contro i danneggiamenti meccanici prevedibili durante l’evacuazione, riscaldamenti delle parti metalliche adiacenti per effetto induttivo, particolarmente quando si usano cavi unipolari (vedere 521.5).

Capitolato Speciale d'Appalto 40

751.04.2.6 Tipi di condutture ammessi

Le condutture (comprese quelle che transitano soltanto) devono essere realizzate in uno dei modi indicati qui di seguito in a), b), c):

a)

a1) condutture di qualsiasi tipo incassate in strutture non combustibili;

a2) condutture realizzate con cavi in tubi protettivi metallici o involucri metallici, entrambi con grado di protezione almeno IP4X.

a3) condutture realizzate con cavi ad isolamento minerale aventi la guaina tubolare metallica continua senza saldatura con funzione di conduttore di protezione sprovvisti all’esterno di guaina non metallica.

b)

b1) condutture realizzate con cavi multipolari muniti di conduttore di protezione concentrico, o di una guaina metallica, o di un'armatura, aventi caratteristiche tali da poter svolgere la funzione di conduttore di protezione;

b2) condutture realizzate con cavi ad isolamento minerale aventi la guaina tubolare metallica continua senza saldatura con funzione di conduttore di protezione provvisti all’esterno di guaina non metallica;

b3) condutture realizzate con cavi aventi schermi sulle singole anime o sull'insieme delle anime con caratteristiche tali da poter svolgere la funzione di conduttore di protezione.

Per evitare la propagazione dell’incendio vedere 751.04.2.8.

c)

c1) condutture diverse da quelle in a) e b), realizzate con cavi multipolari provvisti di conduttore di protezione;

c2) condutture realizzate con cavi unipolari o multipolari sprovvisti di conduttore di protezione, contenuti in tubi protettivi metallici o involucri metallici, senza particolare grado di protezione, incluse le passerelle continue forate o a filo; in questo caso la funzione di conduttore di protezione può essere svolta dai tubi o involucri stessi o da un conduttore (nudo o isolato) contenuto in ciascuno di essi;

c3) condutture realizzate con cavi unipolari o multipolari sprovvisti di conduttore di protezione, contenuti in tubi protettivi o involucri, entrambi:

costruiti con materiali isolanti;

installati in vista (non incassati);

con grado di protezione almeno IP4X.

Capitolato Speciale d'Appalto 41

Per evitare la propagazione dell’incendio vedere 751.04.2.8.

Qualora i suddetti involucri siano installati in vista e non esistano le relative Norme CEI di prodotto, si devono applicare i criteri di prova indicati nella Tabella riportata nel Commento alla Sezione 422 della presente norma, assumendo per la prova al filo incandescente 850 °Canziché 650 °C.

751.04.2.7 Protezione delle condutture elettriche

I dispositivi di protezione contro le sovracorrenti devono essere installati all’origine dei circuiti; sia di quelli che attraversano i luoghi in esame, sia quelli che si originano nei luoghi stessi (anche per alimentare apparecchi utilizzatori contenuti nel luogo a maggior rischio in caso di incendio).

Per le condutture di cui in 751.04.2.6.c), i circuiti devono essere protetti, oltre che con le protezioni generali del Capitolo 43 e della Sezione 473 in uno dei modi seguenti:

a) nei sistemi TT e TN con dispositivo a corrente differenziale avente corrente nominale d’intervento non superiore a 300 mA anche ad intervento ritardato; quando i guasti resistivi possano innescare un incendio, per esempio per riscaldamento a soffitto con elementi a pellicola riscaldante, la corrente differenziale nominale deve essere Idn = 30 mA; quando non sia possibile, per esempio per necessità di continuità di servizio, proteggere i circuiti di distribuzione con dispositivo a corrente differenziale avente corrente differenziale non superiore a 300 mA, anche ad intervento ritardato, si può ricorrere, in alternativa, all’uso di un dispositivo differenziale con corrente differenziale non superiore a 1 A ad intervento ritardato.

b) nei sistemi IT con dispositivo che rileva con continuità le correnti di dispersione verso terra e provoca l’apertura automatica del circuito quando si manifesta un decadimento d’isolamento; tuttavia, quando ciò non sia possibile, per es. per necessità di continuità di servizio, il dispositivo di cui sopra può azionare un allarme ottico ed acustico invece di provocare l’apertura del circuito; adeguate istruzioni devono essere date affinché, in caso di primo guasto, sia effettuata l’apertura manuale il più presto possibile.

Sono escluse dalle prescrizioni a) e b) le condutture:

facenti parte di circuiti di sicurezza;

racchiuse in involucri con grado di protezione almeno IP4X, ad eccezione del tratto finale uscente dall’involucro per il necessario collegamento all’apparecchio utilizzatore.

751.04.2.8 Requisiti delle condutture per evitare la propagazione dell'incendio

Per le condutture di cui in 751.04.2.6 b) e c) la propagazione dell’incendio lungo le stesse deve essere evitata in uno dei modi indicati nei punti a), b), c) seguenti:

a) utilizzando cavi “non propaganti la fiamma” in conformità con la Norma CEI EN 50265 (CEI 20-35) quando:

Capitolato Speciale d'Appalto 42

sono installati individualmente o sono distanziati tra loro non meno di 250 mm nei tratti in cui seguono lo stesso percorso; oppure

i cavi sono installati individualmente in tubi protettivi o involucri con grado di protezione almeno IP4X;

b) utilizzando cavi “non propaganti l’incendio” installati in fascio in conformità con la Norma CEI EN 60332-3 (CEI 20-22 cat. II e/o cat. III); peraltro, qualora essi siano installati in quantità tale da superare il volume unitario di materiale non metallico stabilito dalla Norma CEI EN 60332-3 per le prove, devono essere adottati provvedimenti integrativi analoghi a quelli indicati in c);

c) adottando sbarramenti, barriere e/o altri provvedimenti come indicato nella Norma CEI 11-17. Inoltre, devono essere previste barriere tagliafiamma in tutti gli attraversamenti di solai o pareti che delimitano il compartimento antincendio. Le barriere tagliafiamma devono avere caratteristiche di resistenza al fuoco almeno pari a quelle richieste per gli elementi costruttivi del solaio o parete in cui sono installate (art. 527.2).

NOTA La possibilità di propagare l’incendio da parte di binari elettrificati e condotti sbarre deve essere valutata in relazione ai materiali utilizzati per la loro costruzione o con prove specifiche (art. 527.2).

751.04.3 Prescrizioni aggiuntive per gli ambienti di cui in 751.03.02 (Tipo A, elevata densità di affollamento)

Per i cavi delle condutture di cui in 751.04.2.6 b) e c) si deve valutare il rischio nei riguardi dei fumi, gas tossici e corrosivi in relazione alla particolarità del tipo di installazione e dell’entità del danno probabile nei confronti di persone e/o cose, al fine di adottare opportuni provvedimenti.

A tal fine sono considerati adatti i cavi senza alogeni (LSOH) rispondenti alle Norme CEI EN 50266 (CEI 20-22), CEI EN 50267 e CEI EN 50268 (CEI 20-37) per quanto riguarda le prove.

Le tipologie di cavo sopra riportate sono conformi alle Norme CEI 20-13, CEI 20-38 e alla Norma CEI 20-20/15. NOTA – Si ricorda che devono essere rispettate le condizioni di cui in 751.04.2.8 b).

4. CRITERI PER IL DIMENSIONAMENTO DELL’IMPIANTO

4.1. CADUTA DI TENSIONE

La caduta di tensione tra l'origine dell'impianto utilizzatore e qualunque apparecchio utilizzatore, sarà contenuta entro il 4% della tensione nominale dell'impianto come consigliato dall'art. 525 della norma CEI 64-8.

4.2. CONNESSIONI

Le connessioni tra conduttori e conduttori e tra conduttori e altri componenti elettrici saranno eseguiti con appositi dispositivi di connessione (morsetti con o senza vite) come indicato nella norma CEI 23-20 e aventi grado di protezione IPXXB che indica

Capitolato Speciale d'Appalto 43

che le parti attive non sono accessibili al dito di prova (norma CEI 23-21 e 70-1) ed in modo tale da garantire una adeguata robustezza meccanica e continuità elettrica.

Nell'esecuzione delle connessioni non si deve ridurre la sezione dei conduttori e lasciare parti attive scoperte.

Le connessioni saranno realizzate in cassette tali da garantire una sufficiente protezione meccanica.

4.3. DISTRIBUZIONE IN CAVO

4.3.1. PORTATA DEI CAVI

La determinazione delle portate è stata eseguita seguendo le prescrizioni della norma CEI-UNEL 35024/1 relativa ai “Cavi elettrici isolati con materiale elastomerico o termoplastico per tensioni nominali non superiori a 1000V in corrente alternata . Portate di corrente in regime permanente per posa in aria.”

Si riporta di seguito una breve descrizione dei criteri seguiti nel dimensionamento.

La portata del cavo risulta essere:

Iz = Io x k1 x k2

Dove Io è la portata del cavo, determinata tenendo conto dei seguenti parametri:

Tipologia del cavo Cavo non armato N° di conduttori caricati 3 (per linee trifase)

2 (per linee fase + neutro) Temperatura ambiente di riferimento Temperatura per posa retro modulo FV Temperatura per posa in tubo esposto al sole

30° C 70°C 40°C

Tipo di posa Tubi protettivi e canali su parete con distanza dalla parete minore di 0.3 volte il diametro del tubo.

Il fattore di correzione k1 vale, per conduttori in PVC ed EPR:

- 1 per temperatura ambiente pari a 30° C; - 0.58 per temperatura ambiente pari a 70°C; - 0.91 per temperatura ambiente pari a 40°C

Il fattore di correzione k1 vale, per qualunque tipologia di conduttore:

Capitolato Speciale d'Appalto 44

k1 = √((TM-Ta)/(TM-TR))

Con:

- Tm = massima temperatura di funzionamento del cavo (ricavabile da catalogo); - Ta = Temperatura dell’ambiente nel quale è/sarà posato il cavo; - Tr = Temperatura di riferimento alla quale è riferita la portata del cavo (ricavabile da catalogo)

Nel calcolo del coefficiente di correzione k2 è necessario tenere in considerazione il numero di circuiti che sono posati all’interno del contenitore, delle condizioni di posa, delle caratteristiche tecniche e di impiego dei cavi che sono installati all’interno del medesimo contenitore.

La determinazione del fattore di correzione k2 tiene conto della tipologia di installazione e della utilizzazione di conduttori simili.

I cavi all’interno di una conduttura sono definiti simili quando presentano la stessa temperatura massima permissibile di esercizio e la variazione della sezione dei conduttori risulta compresa entro 3 sezioni commerciali unificate.

Il numero dei circuiti o di cavi multipolari di cui si è tenuto conto di volta in volta in sede di definizione del coefficiente k2 è stato calcolato considerando il numero massimo di circuiti che possono essere effettivamente utilizzati contemporaneamente.

Coefficiente di correzione (k2) della portata dei cavi per posa di più circuiti in fascio (CEI UNEL 35024/1 Tab. III e Tab. IV)

Numero circuiti in fascio

Coefficiente di correzione k2

2 0.80 3 0.70 4 0.65 5 0.60 6 0.57 7 0.54 8 0.52 9 0.50 12 0.45 16 0.41 20 0.38

4.3.2. DIMENSIONAMENTO DEI CONDUTTORI DI NEUTRO

La norma CEI 64-8 par. 524.2 e par. 524.3, prevede che la sezione del conduttore di neutro, nel caso di circuiti polifasi, può avere una sezione inferiore a quella dei conduttori di fase se sono soddisfatte le seguenti condizioni:

Capitolato Speciale d'Appalto 45

- il conduttore di fase abbia una sezione maggiore di 16 mm2; - la massima corrente che può percorrere il conduttore di neutro non sia superiore alla portata dello stesso; - la sezione del conduttore di neutro sia almeno uguale a 16mm2 se il conduttore è in

rame e a 25 mm2 se il conduttore è in alluminio.

Nel caso in cui si abbiano circuiti monofasi o polifasi e questi ultimi con sezione del conduttore di fase minore di 16 mm2 se conduttore in rame e 25 mm2 se conduttore in allumino, il conduttore di neutro deve avere la stessa sezione del conduttore di fase. In base a tali criteri si prendono in considerazione tre metodi di dimensionamento del conduttore di neutro, mediante:

- determinazione in relazione alla sezione di fase; - determinazione tramite rapporto tra le portate dei conduttori; - determinazione in relazione alla portata del neutro.

Il primo criterio consiste nel determinare la sezione del conduttore in questione secondo i seguenti vincoli dati dalla norma:

S mm S S

S mm S mm

S mm S S

f n f

f n

f n f

16

16 35 16

35 2

2

2 2

2

:

:

:

Il secondo criterio consiste nell'impostare il rapporto tra le portate del conduttore di fase e il conduttore di neutro, e determinare la sezione in base alla portata.

Il terzo criterio consiste nel dimensionare il conduttore tenendo conto della corrente di impiego circolante nel neutro come per un conduttore di fase.

4.3.3. DIMENSIONAMENTO DEI CONDUTTORI DI PROTEZIONE

Le norme CEI 64.8 par. 543.1 prevedono due metodi di dimensionamento dei conduttori di protezione:

- determinazione in relazione alla sezione di fase; - determinazione mediante calcolo.

Il primo criterio consiste nel determinare la sezione del conduttore di protezione seguendo vincoli analoghi a quelli introdotti per il conduttore di neutro:

S mm S S

S mm S mm

S mm S S

f PE f

f PE

f PE f

16

16 35 16

35 2

2

2 2

2

:

:

:

Il secondo criterio determina tale valore con l'integrale di Joule.

4.3.4. DISTRIBUZIONE

Per la realizzazione dei circuiti di energia o di segnalazione si possono adottare i seguenti tipi di cavo a seconda del tipo di posa:

Capitolato Speciale d'Appalto 46

Posa all’interno

N07V-K 450/750V Cavo unipolare isolato in PVC (non propagante l’incendio)

- Normativa di riferimento: CEI 20-35, CEI 20-22 II, CEI 20-37/2 - Anima: conduttore in corda rotonda flessibile di rame rosso ricotto - Isolante: in PVC di qualità R2 - Temperatura di funzionamento: 70 °C - Temperatura di corto circuito: 160 °C

FROR 450/750V Cavo multipolare con isolamento e guaina in PVC (non propagante l’incendio)

- Normativa di riferimento: CEI 20-35, CEI 20-22 II, CEI 20-37/2 - Anima: conduttore in corda rotonda flessibile di rame rosso ricotto - Isolante: in PVC speciale di qualità TI2 - Guaina: in PVC speciale rispondente ai requisiti della qualità TM1 e TM2 - Temperatura di funzionamento: 70 °C - Temperatura di corto circuito: 160 °C

Posa all’interno e all’esterno (anche interrata)

N1VV-K Cavo multipolare con isolamento e guaina in PVC (non propagante l’incendio)

- Normativa di riferimento: CEI 20-35, CEI 20-22 II, CEI 20-37/2 - Anima: conduttore in corda rotonda flessibile di rame rosso ricotto - Isolante: in PVC speciale di qualità R2 - Guaina: in PVC speciale di qualità RZ - Temperatura di funzionamento: 70 °C - Temperatura di corto circuito: 160 °C

FG7M1 0,6/1kV Cavo unipolare con isolamento in gomma G7 e guaina in PVC (non propagante l’incendio) LSZH

FG7OM1 0,6/1kV Cavo multipolare con isolamento in gomma G7 e guaina in PVC (non propagante l’incendio) LSZH

- Normativa di riferimento: CEI 20-35, CEI 20-22 II, CEI 20-37/2 - Anima: conduttore in corda rotonda flessibile di rame rosso ricotto - Isolante: gomma HEPR ad alto modulo per elevate caratteristiche meccaniche e

termiche (CEI 20-11, CEI 20-34) - Guaina: in PVC speciale di qualità RZ - Temperatura di funzionamento: 90 °C - Temperatura di corto circuito: 250 °C

FTG10OM1 0,6/1kV Cavo multipolare con isolamento in gomma G10 e guaina termoplastica speciale di qualità M1, colore blu

- Normativa di riferimento: CEI 20-45 - Anima: conduttore in corda rotonda flessibile di rame rosso ricotto

Capitolato Speciale d'Appalto 47

- Isolante: gomma HEPR ad alto modulo per elevate caratteristiche elettriche, meccaniche e termiche (CEI 20-11, CEI 20-34)

- Guaina: termoplastica speciale di qualità M1, colore blu - Temperatura di funzionamento: 90 °C - Cavo resistente al fuoco REI 180 - Bassissima emissione di fumi e gas tossici

Cavi per circuiti di comando, segnalazione ed impianti a correnti deboli

H05V-K Cavo unipolare isolato in PVC

N05RN-F Cavo unipolare isolato in PVC

FROR 300/500V Cavo multipolare con isolamento e guaina in PVC

H03VV-F Cavo multipolare isolato in PV

H03RN-F Cavo unipolare isolato in PVC

Colori distintivi dei cavi

Per la realizzazione degli impianti di energia devono essere rispettati i seguenti colori distintivi per i cavi:

giallo-verde: conduttori di protezione od equipotenziale

blu chiaro : conduttore di neutro

nero: conduttori di fase

grigio: conduttori di fase

marrone: conduttori di fase

Per i circuiti di segnalazione a tensione diversa devono essere utillizatti conduttori di colorazione diversa da quella precedentemente elencata.

4.4. DIMENSIONAMENTO DELLE TUBAZIONI

Il diametro interno dei tubi, mai inferiore a 16 mm, dovrà essere scelto in modo che il coefficiente di riempimento (= rapporto tra sezione complessiva dei cavi e sezione interna del tubo) non sia mai inferiore a 0.5 .

Il diametro interno comunque dovrà essere sempre maggiore o uguale a 1,3 volte il diametro del cerchio circoscritto dai cavi contenuti.

I tubi se incassati, dovranno seguire un andamento parallelo agli assi delle strutture evitando percorsi diagonali e accavallamenti.

Tutte le curve dovranno essere eseguite a largo raggio; non sono ammesse le curve stampate e le derivazioni a T.

Capitolato Speciale d'Appalto 48

In ogni caso dovrà essere garantita una agevole sfilabilità dei conduttori.

Nei tratti in vista i tubi dovranno essere fissati con appositi sostegni in materiale plastico o metallico tramite tasselli ad espansione o chiodi a sparo con una interdistanza massima di 100 cm.

In corrispondenza dei giunti di dilatazione delle costruzioni dovranno essere usati particolari accorgimenti come tubi flessibili o doppi manicotti.

I tubi metallici dovranno essere fissati mantenendo un distanziamento delle strutture in modo che possano essere effettuate agevolmente le operazioni di riverniciatura per manutenzione e consentire la libera circolazione d’aria.

E’ fatto divieto di transitare con tubazioni in prossimità di condutture di fluidi ad elevata temperatura o di distribuzione di gas e di staffarsi a tubazioni, canali o comunque altre installazioni impiantistiche meccaniche.

I tubi previsti vuoti dovranno comunque essere dotati di opportuni fili pilota in materiale non soggetto a ruggine.

In tutti i casi in cui vengono impiegati tubi metallici dovrà essere garantita la continuità tra le tubazioni e cassette metalliche e qualora queste ultime fossero in materiale plastico, dovrà essere realizzato un collegamento tra le tubazioni e il morsetto interno di terra.

Nei tratti di una certa lunghezza i tubi dovranno essere posati con una lieve pendenza onde consentire l’eventuale scarico di condensa.

Nel caso di impiego di tubi metallici filettati dovranno essere verniciate al minio tutte le filettature.

4.4.1. POSA INCASSATA A PARETE O A SOFFITTO

Tubazione flessibile o rigida in PVC serie leggero

4.4.2. POSA INCASSATA A PAVIMENTO

Tubazione flessibile o rigida in PVC serie pesante

4.4.3. POSA A VISTA

Tubazione rigida in PVC serie pesante

Guaina flessibile in PVC serie Merlet

Tubazione metallica rigida o flessibile tipo cosmec

4.5. IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE ORDINARIA 4.5.1. PREMESSA

Affinché un impianto di illuminazione artificiale di un interno possa assicurare prestazioni visive soddisfacenti secondo le più recenti acquisizioni della tecnica e della normativa

Capitolato Speciale d'Appalto 49

europea (norma EN 12464), rispettando anche criteri di razionalità, economicità e sicurezza antinfortunistica è necessario che esso soddisfi ai seguenti requisiti:

a) Livelli di illuminamento adeguati; b) Uniformità di illuminamento; c) Limitazione dell'abbagliamento e comfort visivo; d) Corretta distribuzione delle luminanze; e) Colore della luce e resa del colore; f) Visibilità; g) Economicità di esercizio e di manutenzione; h) Garanzia di sicurezza antinfortunistica quale materiale elettrico.

4.5.2. LIVELLI DI ILLUMINAMENTO

I livelli sono stabiliti in modo tale da permettere una prestazione visiva adeguata al compito da svolgere e alle sue dimensioni apparenti.

4.5.3. UNIFORMITÀ DI ILLUMINAMENTO

L'illuminamento ottenuto con qualsiasi tipo di illuminazione, in pratica non sarà mai completamente uniforme sull'intera superficie di riferimento.

Il rapporto illuminamento minimo (valore più basso tra quelli misurati in qualsiasi punto della superficie di riferimento) e illuminamento medio (valore mediato sull'intera superficie di riferimento), non dovrà essere inferiore a determinati valori, che in seguito verranno precisati, allo scopo di consentire lo svolgimento di identici compiti visivi nell'intero ambiente interno.

Per raggiungere i risultati richiesti, sarà necessario impiegare apparecchi di illuminazione con adeguata distribuzione luminosa, curando in modo particolare la loro disposizione.

4.5.4. LIMITAZIONE DELL'ABBAGLIAMENTO E COMFORT VISIVO

Superfici con una luminosità relativamente elevata causano disturbi che determinano un effetto di abbagliamento.

Questo effetto pregiudica il benessere visivo delle persone ed è per questo che esso deve essere eliminato, o quanto meno limitato in misura diversa a seconda del tipo di ambiente e delle attività che in esso si devono svolgere.

Per eliminare, o quanto meno convenientemente limitare l'effetto di abbagliamento ed aumentare corrispondentemente il comfort visivo, si ricorrerà all'impiego di apparecchi illuminanti opportunamente schermati, con una disposizione idonea ad evitare che i raggi luminosi che incidono sull'oggetto osservato si riflettano con un angolo pari a quello di osservazione, in presenza di superfici che non presentino elevati coefficienti di riflessione.

4.5.5. CORRETTA DISTRIBUZIONE DELLE LUMINANZE

Le condizioni visive più favorevoli si ottengono quando vengono minimizzate le differenze di luminanza per l'oggetto visibile e le superfici circostanti più grandi indirettamente interessate.

Capitolato Speciale d'Appalto 50

Tuttavia, le differenze di luminanza non devono essere maggiori di circa 10:1, oppure non inferiori a 1:10, per non disturbare l'effetto di adattamento dell'occhio.

Una distribuzione delle luminanze che rispetti le prescrizioni appena esposte, riduce i sintomi di affaticamento e aumenta la potenzialità, nonché il benessere dell'uomo.

4.5.6. COLORE DELLA LUCE E RESA DEL COLORE

Dal punto di vista psicologico e fisiologico è importante effettuare una scelta oculata della sorgente artificiale la cui luce, come qualità, deve avvicinarsi il più possibile a quella della luce diurna.

La temperatura di colore delle sorgenti luminose prescelte (tubi fluorescenti) e il corrispondente indice di resa dei colori Ra, saranno stabiliti secondo le prescrizioni delle norme UNI 12464.

4.5.7.VISIBILITÀ

La visibilità, intesa come efficacia della prestazione visiva, indica la facilità, la velocità ed il grado di accuratezza con cui gli oggetti e l'ambiente circostante in cui si opera, sono percepiti e riconosciuti.

Affinché l'impianto di illuminazione venga utilizzato in modo proficuo, è necessario che la visibilità dei compiti visivi da svolgere per ciascun ambiente, risulti prossima a quella massima ottenibile con i valori di illuminamento prescritti e nelle condizioni di benessere visivo raccomandate.

Per il livello di illuminamento e di benessere visivo prescritti, tale condizione di visibilità massima del compito visivo si intende realizzata quando il contrasto tra i dettagli ed il fondo del compito visivo risulta il massimo fra tutti quelli possibili.

4.5.8.ECONOMICITÀ DI ESERCIZIO E DI MANUTENZIONE

Decadimento dell'impianto e manutenzione

I valori di illuminamento medio che verranno in seguito prefissati per ciascun ambiente, si riferiscono a condizioni medie di invecchiamento dell'impianto e delle superfici del locale, anche in presenza di adeguati interventi periodici manutentivi.

Gli illuminamenti sui “piani di lavoro” decadono nel tempo per effetto della diminuzione del flusso luminoso emesso dalle lampade, del loro sporcamento e relativo sporcamento degli apparecchi illuminanti e delle superfici del locale.

È pertanto opportuno aumentare il valore medio di illuminamento prescritto (valore nominale) nella misura del 25%.

Economicità dell'impianto

L'economicità dell'impianto dipende essenzialmente dal tipo di apparecchio illuminante prescelto.

Capitolato Speciale d'Appalto 51

Esso per risultare economico durante l'esercizio e la manutenzione deve rispondere ai seguenti requisiti:

Illuminazione confortevole con elevato rendimento mantenuto nel tempo

È da ottenersi impiegando materiali resistenti agli sbalzi di temperatura, agli urti e soprattutto all'aggressività degli agenti atmosferici.

I materiali usati e le soluzioni costruttive adottate devono essere tali da assicurare elevata affidabilità di funzionamento e mantenimento nel tempo delle caratteristiche iniziali.

Condizioni termiche d'uso

Devono essere tali da consentire lo smaltimento del calore prodotto dalla lampada, allo scopo di assicurare condizioni di funzionamento ottimale per le lampade fluorescenti (la cui efficienza decresce rapidamente per temperature del vano nel quale sono installate superiori a 25° C) e di garantire una lunga durata degli accessori e degli altri componenti dell'apparecchio).

4.5.9.PRESCRIZIONI ILLUMINOTECNICHE SPECIFICHE

Le prescrizioni illuminotecniche specifiche per ciascun ambiente lavorativo, devono soddisfare le Norme UNI 12464 - “Illuminazione di Interni con luce artificiale” e la Pubblicazione CIE 29.2 (1986) “Guida per l’illuminazione di interni”.

4.6. IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE DI EMERGENZA

L’impianto di illuminazione di emergenza comprende le seguenti apparecchiature:

- Plafoniera autoalimentata per illuminazione di emergenza; - Eventuale centralina di gestione e controllo dell’impianto - Eventuale soccorritore per alimentazione in emergenza delle plafoniere

4.6.1.NORME TECNICHE RELATIVE AGLI IMPIANTI ILLUMINAZIONE DI EMERGENZA

UNI en 1838 : Applicazione dell’illuminotecnica – Illuminazione di emergenza.

4.6.2.CRITERI DI SCELTA DELLE APPARECCHIATURE E DI INSTALLAZIONE

Dovrà essere realizzato un impianto per illuminazione di sicurezza, compresa quella indicante i passaggi, le uscite ed i percorsi delle vie di esodo che garantisca un livello di illuminazione tale da permettere l’evacuazione in corrispondenza delle seguenti aree:

- vie di fuga - uscite di sicurezza - estintori - idranti - quadri elettrici di distribuzione

Capitolato Speciale d'Appalto 52

4.7. IMPIANTO DI RIVELAZIONE E SEGNALAZIONE INCENDI

L’impianto di rivelazione incendi comprende le seguenti apparecchiature:

- centralina di rivelazione incendi di tipo analogico a microprocessore o a indirizzamento;

- rivelatori ottici di fumo di tipo convenzionale in ambiente; - pulsanti di segnalazione e allarme; - Segnalazioni ottico acustiche di allarme.

Per la realizzazione dell’impianto saranno seguite le prescrizioni della norma UNI 9795 “Sistemi fissi automatici di rivelazione, di segnalazione manuale e di allarme d’incendio – Sistemi dotati di rivelatori puntiformi di fumo e calore e punti di segnalazione manuali.

4.7.1.CRITERI DI SCELTA DELLE APPARECCHIATURE E DI INSTALLAZIONE

Estensione della sorveglianza

Le aree sorvegliate saranno interamente tenute sotto controllo dal sistema di rivelazione.

Saranno sorvegliati i seguenti locali e aree:

- i locali tecnici; - le aree espositive; - depositi e magazzini;

Criteri di scelta dei rivelatori

Nella scelta dei rivelatori devono essere presi in considerazione i seguenti elementi basilari:

- le condizioni ambientali; - la configurazione geometrica dell’ambiente nel quale il/i rivelatore/i operano - le funzioni particolari richieste al sistema (es. azionamento di installazioni antincendio)

4.7.2.CRITERI DI INSTALLAZIONE DEI RIVELATORI DI CALORE

Il raggio di copertura per i rivelatori di calore è di 4,5 m.

Non devono essere installati ad altezza dal pavimento maggiore di 8 m.

I rivelatori devono essere, per numero e disposizione, tali da coprire in pianta tutta l’area da sorvegliare.

Per i locali a soffitto (o copertura) inclinati valgono le seguenti prescrizioni:

- nei locali con soffitto (o copertura) inclinato (a spiovente, a doppio spiovente e assimilabili) formante un angolo con l’orizzontale maggiore di 20° si deve installare,in ogni campata, una fila di rivelatori nel piano verticale passante per la linea di colmo nella parte più alta del locale; - nei locali con copertura a shed o con falda trasparente si deve installare, in ogni campata, una fila di rivelatori dalla parte in cui la copertura ha pendenza minore,ovvero

Capitolato Speciale d'Appalto 53

non è trasparente, ad una distanza orizzontale di almeno 1 m dal piano verticale passante per la linea di colmo.

La distanza tra i rivelatori e le pareti del locale sorvegliato non deve essere minore di 0,5 m, a meno che siano installati in corridoi, cunicoli, condotti tecnici o simili di larghezza minore di 1 m.

Parimenti devono esserci almeno 0,5 m tra i rivelatori e la superficie laterale di correnti o travi, posti al disotto del soffitto, oppure di elementi sospesi (per esempio: condotti di ventilazione, cortine, ecc.), se lo spazio compreso tra il soffitto e tali strutture o elementi è minore di 15 cm.

I rivelatori devono essere sempre installati e fissati direttamente sotto il soffitto (o copertura) del locale sorvegliato.

Nessuna parte di macchinario e/o impianto e l’eventuale materiale in deposito deve trovarsi a meno di 0,5 m a fianco e al disotto di ogni rivelatore.

4.7.3. CRITERI DI INSTALLAZIONE DEI RIVELATORI PUNTIFORMI DI FUMO

I rivelatori saranno installati in modo che possano individuare ogni tipo di incendio prevedibile nell'area sorvegliata, fin dal suo stadio iniziale, ed in modo da evitare falsi allarmi. La determinazione del numero di rivelatori necessari e della loro posizione è stata effettuata in funzione di:

- tipo di rivelatore; - superficie ed altezza del locale; - forma del soffitto; - condizioni di aerazione e di ventilazione del locale.

In ciascun locale facente parte dell'area sorvegliata, con le sole eccezioni delle parti specificate in "Estensione della sorveglianza", deve essere installato almeno un rivelatore.

Il numero di rivelatori di fumo puntiformi da installare è stato determinato in modo che non siano superati i valori riportati di seguito:

Il raggio di copertura per i rivelatori di fumo è:

- 6,5 m nei locali con il soffitto piano o con inclinazione (sul piano orizzontale) fino a 20°; - 7 m se l’inclinazione del soffitto è compresa tra 20° e 45°; - 7,5 m se l’inclinazione del soffitto supera 45°.

I rivelatori di fumo non devono essere installati ad una altezza dal piano di calpestio maggiore di 12 m.

I rivelatori devono essere, per numero e disposizione, tali da coprire in pianta tutta l’area da sorvegliare

Capitolato Speciale d'Appalto 54

NOTA: Nel caso di copertura a shed o con falde a diversa pendenza si considera come inclinazione la minore.

Le copertura a forma curva (cupole, volte, ecc.) il cui colmo è più di 6 m dal pavimento sono assimilate a superficie piana avente pendenza determinata dall'inclinazione della corda sottesa tra il colmo e l'imposta.

Per la completa sorveglianza degli ambienti, la distanza tra ciascun rivelatore ed ogni punto del soffitto, proiettato sul piano orizzontale, non deve essere maggiore dei valori specificati di seguito. La distanza è misurata in orizzontale. Tale distanza corrisponde al raggio di copertura di ciascun rivelatore.

NOTA per i locali con soffitto inclinato ( > 20°) e a shed:

- nei locali con soffitto inclinato (a spiovente semplice o doppio e simili) di inclinazione maggiore di 20° i rivelatori devono essere installati in ogni campata e disposti in una fila nel piano verticale passante per la linea di colmo nella parte più alta del locale;

- nei locali con copertura a shed o con una falda trasparente i rivelatori devono essere installati in ogni campata e disposti in una fila dalla parte in cui la copertura ha pendenza minore oppure non è trasparente e ad una distanza orizzontale di almeno 1 m dal piano verticale passante per la linea di colmo.

1 m 1 m

La distanza tra i rivelatori e le pareti dei locali sorvegliati non deve essere minore di 0,5 m, a meno che essi siano installati in corridoi, cunicoli, condotti tecnici e simili di larghezza inferiore a 1 m.

La distanza minima di 0,5 m deve essere rispettata tra i rivelatori e la superficie laterale di correnti o travi posti al di sotto del soffitto, oppure di elementi sospesi (per esempio: condotti di ventilazione, cortine, macchinari, impianti, ecc.), se lo spazio compreso tra il soffitto e tali strutture o elementi è minore di 0,15 m.

Le distanze massime e minime verticali ammissibili tra l'elemento sensibile dei rivelatori ed il soffitto dipendono dall'altezza h del locale e dell’inclinazione del soffitto del locale sorvegliato, secondo i valori riportati di seguito:

ALTEZZA DEL LOCALE: H

DISTANZA DELL'ELEMENTO SENSIBILE AL FUMO DAL SOFFITTO IN FUNZIONE DELL' INCLINAZIONE RISPETTO ALL'ORIZZONTALE

15° 15° < 30° > 30°

min max min max min max

h 6 m 3 cm 20 cm 20 cm 30 cm 30 cm 50 cm

6 m < h 8 7 cm 25 cm 25 cm 40 cm 40 cm 60 cm

8 m < h 10 m 10 cm 30 cm 30 cm 50 cm 50 cm 70 cm

Capitolato Speciale d'Appalto 55

10 m < h 12 m 15 cm 35 cm 35 cm 60 cm 60 cm 80 cm

I rivelatori saranno installati in modo che possano individuare ogni tipo di incendio prevedibile nell'area sorvegliata, fin dal suo stadio iniziale, ed in modo da evitare falsi allarmi.

4.7.4.CRITERI DI INSTALLAZIONE DEI RIVELATORI PUNTIFORMI DI FUMO ENTRO INTERCAPEDINI TRA SOFFITTO E CONTROSOFFITTO O TRA PAVIMENTO E SOLETTA

Sono presenti intercapedini sopra i controsoffitti e ne è richiesta la loro sorveglianza.

Il numero di rivelatori da installare non viene maggiorato rispetto a quanto calcolato secondo le indicazioni del capitolo precedente.

I rivelatori non direttamente visibili (per esempio: rivelatori sopra la controsoffittatura o sotto pavimento) devono essere dotati, per ciascuno di essi, di segnalazione luminosa in posizione visibile in modo che possa immediatamente essere individuato il punto da cui proviene l'allarme.

4.7.5.CRITERI DI INSTALLAZIONE DEI RIVELATORI PUNTIFORMI DI FUMO E DI CALORE IN SOFFITTI CON ELEMENTI SPORGENTI

Se gli elementi (ad es. travi) sporgono dal soffitto non più del 5% dell’altezza massima del locale è come se non ci fossero; (si applica la regola generale).

Se gli elementi sporgono per più del 30% dell’altezza massima del locale, si deve considerare ogni riquadro come un singolo locale e il numero di rivelatori da installare in ogni riquadro va stabilito secondo la regola generale.

Negli altri casi i rivelatori vanno ubicati all’interno dei riquadri nel numero di seguito indicato, secondo che gli elementi sporgenti siano disposti soltanto in un senso oppure nei 2 sensi per formare piccoli riquadri (soffitti a cassettoni o a nido d’ape).

Caso di elementi sporgenti solo in un senso (sia per rivelatori di fumo che di calore)

D ≤ 0,13 (H - h) Un rivelatore ogni 3

riquadri

0,25 (H - h) ≤ D ≤ 0,13 (H - h) Un rivelatore ogni 2

riquadri

D ≥ 0,25 (H - h) Un rivelatore ogni

riquadro

Con:

- D (m) = distanza tra 2 travi o correnti successivi (esterno – esterno) - H (m) = altezza massima del locale - h (m) = altezza della trave o corrente

Capitolato Speciale d'Appalto 56

Se il soffitto è a cassettoni o a nido d’ape, un rivelatore può coprire un gruppo di celle, nell’ambito del raggio di copertura del rivelatore stesso, ma il volume di tutte le celle coperte da un singolo rivelatore non deve superare:

Per i rivelatori di fumo 8 (H - h)

Per i rivelatori di calore 4 (H - h)

Con 8 e 4 coefficienti con le dimensioni di un’area (mq).

4.7.6.AMBIENTI CON IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO

I rivelatori di fumo sono più sensibili ai movimenti dell’aria; la normativa impone la condizione che la velocità dell’aria in prossimità del rivelatore non superi 1 m/s (dato di progetto o misurato).

Nel caso di condizionamento o ventilazione per il benessere delle persone non occorre maggiorare (causa ridotto ricambio d’aria/ora) il numero di rivelatori.

In caso di impianto di condizionamento o di ventilazione con scopi diversi dal benessere delle persone, occorre raddoppiare il numero di rivelatori di fumo quando la circolazione dell’aria supera:

- 6,15 ricambi/h se il soffitto è piano o con inclinazione sul piano orizzontale fino a 20°; - 5,71 ricambi/h se l’inclinazione del soffitto è compresa tra 20° e 45°; - 5,33 ricambi/h s e l’inclinazione del soffitto supera i 45°;

Sempre nel caso di impianti di condizionamento o di ventilazione con scopi diversi dal benessere delle persone, occorre maggiorare il numero di rivelatori, rispetto alle normali condizioni di installazione, anche negli spazi nascosti di altezza uguale o minore di un metro, come segue:

- triplicare il numero di rivelatori nei suddetti spazi nascosti, se con ripresa dell’aria; - raddoppiare il numero di rivelatori nei suddetti spazi nascosti, se senza ripresa dell’aria;

4.7.7.CRITERI DI SCELTA DEI RIVELATORI LINEARI DI FUMO

Sono dispositivi che utilizzano l’attenuazione e/o i cambiamenti di uno o più raggi ottici.

Appartengono a questa categoria tutti i dispositivi che consistono di:

- ƒ un trasmettitore ed un ricevitore - ƒ un complesso trasmettitore e ricevitore con uno o più riflettori ottici.

L’area di copertura non può superare i 1600 mq.

La larghezza dell’area coperta non può superare i 15 metri.

Nel caso di copertura piana i rivelatori devono essere collocati entro il 10% dell’altezza del locale.

Capitolato Speciale d'Appalto 57

Tali indicazioni possono variare in base alle caratteristiche tecniche indicate dai fabbricanti ed in base a:

- Tipologia di incendio generato dai materiali contenuti - Temperature medie sotto copertura - Condizione ambientali che influenzino la dinamica dell’incendio - Polverosità dell’ambiente

Nel caso di copertura inclinate o a shed i rivelatori deve essere collocato preferibilmente in senso parallelo alla copertura o shed.

Occorre privilegiare installazioni in prossimità alla linea di falda.

Nel caso di posizionamento trasversale bisognerà considerare che se l’altezza dello shed è maggiore o uguale al 15%, si dovrà aumentare la protezione con un rivelatore addizionale ogni 2.

Nel caso di elementi sporgenti ci si comporta come per gli shed.

Se i rivelatori lineari vengono installati in ambienti con un’altezza massima superiore o uguale a 12 metri vanno installati anche a quote intermedie.

Tali rivelatori possono essere installati anche verticalmente in cavedi, cunicoli, ecc.

4.7.8.TIPI DI CAVI

Le condutture devono essere resistenti al fuoco per 30 min per costruzione o per installazione, oltre che i cavi essere a bassa emissione di fumi, gas tossici e corrosivi (LSOH) (in caso di cavo ordinario in tubazione incassata non è necessario che il cavo sia LSOH).

4.7.9.CENTRALE DI CONTROLLO E SEGNALAZIONE

L’ubicazione della centrale di controllo e segnalazione del sistema deve essere scelta in modo da garantire la massima sicurezza del sistema stesso.

La centrale deve essere ubicata in un luogo permanentemente e facilmente accessibile, protetto, per quanto possibile, dal pericolo di incendio diretto, da danneggiamenti meccanici e manomissioni, esente da atmosfera corrosiva, tale da consentire il continuo controllo in loco della centrale da parte del personale di sorveglianza.

Il locale scelto come ubicazione deve avere le seguenti caratteristiche:

- deve essere sorvegliato da rivelatori automatici di incendio / deve essere presidiato in modo permanente ; - deve essere situato in vicinanza dell'ingresso principale del complesso sorvegliato; - deve essere dotato di illuminazione di emergenza ad intervento immediato ed automatico in caso di assenza di energia elettrica di rete; - le condizioni ambientali devono essere compatibili con le caratteristiche costruttive della centrale.

Capitolato Speciale d'Appalto 58

Si deve valutare se il sistema è destinato anche ad azionare le seguenti installazioni fisse antincendio: chiusura serrande tagliafuoco, chiusura porte con elettromagnete, fermata ventilatori, apertura evacuatori di fumo e calore, ...

Al fine di ridurre la probabilità di interventi indesiderati causati da falsi allarmi, saranno adottati accorgimenti adeguati al caso, tenendo comunque presente la necessità di non ritardare in modo inaccettabile l'emissione dell'allarme antincendio.

La centrale deve essere compatibile con il tipo di rivelatori installati e deve essere in grado di espletare le funzioni supplementari ad essa richieste, come il comando delle installazioni antincendio e la trasmissione di allarmi a distanza.

La centrale riceve i segnali provenienti sia dai rivelatori che dai punti manuali di segnalazione e consente di individuare separatamente i segnali provenienti dai rivelatori e dai punti manuali di segnalazione.

La centrale deve essere installata in modo tale che tutte le apparecchiature componenti siano facilmente accessibili per le operazioni di manutenzione e sostituzione.

Tutte le operazioni di manutenzione e sostituzione devono poter essere eseguite in loco.

4.7.10. SEGNALATORI ACUSTICI E LUMINOSI DI ALLARME

I dispositivi di allarme si distinguono in:

- dispositivo di allarme interno, posto nella centrale di controllo ed in grado di dare un allarme percepibile nelle immediate vicinanze della centrale stessa (obbligatorio; dispositivo C di figura 1 della noma UNI EN 54-1); - dispositivi di allarme ausiliari posti all'esterno (facoltativi; dispositivi F e K di figura 1 della norma UNI EN 54-1).

Gli avvisatori di allarme esterni devono essere costruiti con componenti di caratteristiche adeguate all'ambiente in cui si trovano ad operare.

Le segnalazioni acustiche e/o luminose dei dispositivi di allarme ausiliari di incendio devono essere chiaramente riconoscibili come tali e non confuse con altre.

Il sistema di segnalazione di allarme esterno deve essere concepito in modo da evitare rischi indebiti di panico.

La pressione acustica percepita dagli occupanti i locali deve essere compresa tra 65 dB(A) e 120 dB(A); in ogni caso il livello di pressione sonora deve essere di almeno 5 dB(A) al di sopra del rumore ambientale.

4.7.11. ALIMENTAZIONI

Il sistema di rivelazione deve essere dotato di una apparecchiatura di alimentazione costituita da 2 sorgenti di alimentazione secondo la norma UNI EN 54-4 (alimentazione primaria e alimentazione di riserva).

L’alimentazione primaria del sistema deve essere derivata dalla rete di distribuzione pubblica ed eventualmente collegata all’alimentazione privilegiata e di sicurezza.

Capitolato Speciale d'Appalto 59

L'alimentazione di riserva è costituita da una batteria di accumulatori elettrici.

Quando l'alimentazione primaria va fuori servizio, l'alimentazione di riserva deve essere in grado di sostituirla automaticamente entro 15 s.

Al ripristino dell'alimentazione primaria, questa si sostituisce nell'alimentazione del sistema a quella di riserva.

L'alimentazione primaria deve essere effettuata tramite una linea esclusivamente riservata a tale scopo, dotata di propri organi di sezionamento, di manovra e di protezione.

L’alimentazione di riserva deve essere in grado di assicurare il corretto funzionamento dell’intero sistema ininterrottamente per almeno 72 ore nel caso di interruzione dell'alimentazione primaria o di anomalie assimilabili.

L'autonomia può essere ridotta ad un tempo pari alla somma dei tempi necessari per la segnalazione, l'intervento ed il ripristino del sistema, ma in ogni caso a non meno di 24 ore, a condizione che gli allarmi siano trasmessi ad una o più stazioni ricevitrici e sia in atto un contratto di assistenza e manutenzione oppure esista una organizzazione interna adeguata.

L’alimentazione di riserva deve essere in grado di assicurare in ogni caso anche il contemporaneo funzionamento dei segnalatori di allarme interno ed ausiliari per almeno 30 minuti a partire dalla emissione degli allarmi.

4.7.12. SISTEMA FISSO DI SEGNALAZIONE MANUALE D’INCENDIO

Il sistema di rivelazione d'incendio è completato con un sistema di segnalazione manuale d'incendio costituito da punti manuali di segnalazione.

Eventuali guasti o l'esclusione del sistema di rivelazione automatica non devono mettere fuori servizio il sistema di segnalazione manuale e viceversa.

Il sistema fisso di segnalazione manuale d'incendio deve essere suddiviso in zone secondo i criteri indicati nel capitolo "Suddivisione dell'area in zone".

In ciascuna zona saranno installati almeno 2 punti di segnalazione allarme manuali.

Il numero di punti di segnalazione manuale è tale che almeno uno possa essere raggiunto da ogni punto della zona sorvegliata con un percorso non maggiore di:

- 15 m nelle attività con rischio di incendio elevato; - 40 m nelle attività con rischio di incendio basso o medio (DM 10/3/98).

In corrispondenza di ogni uscita di sicurezza dovrà essere installato un pulsante di segnalazione manuale d’incendio.

Per ogni pulsante di segnalazione manuale d’incendio deve essere previsto un cartello UNI 7546-16.

Capitolato Speciale d'Appalto 60

Tutti i punti di segnalazione manuale saranno installati in posizione chiaramente visibile e facilmente accessibile, ad una altezza compresa tra 1,0 e 1,6 m. Essi saranno alloggiati entro apposite custodie dotate di protezione contro l'azionamento accidentale, i danni meccanici e la corrosione.

In caso di azionamento sarà possibile individuare sul posto il punto manuale di segnalazione azionato, per mezzo della rottura della protezione frangibile o di un sigillo.

Presso tutti i punti manuali di segnalazione saranno riportate, su un apposito avviso chiaro e intellegibile, le istruzioni per l'uso.

5. METODOLOGIA DI CALCOLO

5.1. PROTEZIONE CONTRO I SOVRACCARICHI (CEI 64.8/4 - 433.2) Ib In Iz

If 1,45 Iz dove: Ib = Corrente di impiego del circuito In = Corrente nominale del dispositivo di protezione Iz = Portata in regime permanente della conduttura If = Corrente di funzionamento del dispositivo di protezione

5.2. PROTEZIONE CONTRO I CORTO CIRCUITI (CEI 64.8/4 - 434.3) IccMax p.d.i.

I²t =< K²S² dove: IccMax = Corrente di corto circuito massima p.d.i. = Potere di interruzione apparecchiatura di protezione I²t = Integrale di Joule dalla corrente di corto circuito

presunta (valore letto sulle curve delle apparecchiature di protezione)

K = Coefficiente della conduttura utilizzata 115 per cavi isolati in PVC 135 per cavi isolati in gomma naturale e butilica 143 per cavi isolati in gomma etilenpropilenica e

polietilene reticolato S = Sezione della conduttura

5.3. PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI (CEI 64.8/4 - 413.1.3.3)

per sistemi TN Se è soddisfatta la condizione:

Zs x I

a U

o

dove Uo = Tensione nominale in c.a., valore efficace tra fase e terra, in

Volt

Capitolato Speciale d'Appalto 61

Zs = Impedenza dell'anello di guasto che comprende la sorgente, il

conduttore attivo e di protezione tra punto di guasto e la sorgente

Ia = Valore in ampere, della corrente di intervento in 5 sec. o

secondo le tabelle CEI 64.8/4 - 41A e/o 48A del dispositivo di protezione

5.4. FORMULE UTILIZZATE PER IL CALCOLO E LA VERIFICA DELLE CONDUTTURE

Correnti di cortocircuito

Icc = ccZk

CV

dove: per Icc trifase: V = tensione concatenata

C = fattore di tensione

k = 3

Zcc = R Xfase fase2 2

per Icc fase-fase: V = tensione concatenata

C = fattore di tensione k = 2

Zcc = R Xfase fase2 2

per Icc fase-neutro: V = tensione concatenata

C = fattore di tensione

k = 3

Zcc =

per Icc fase-protezione: V = tensione concatenata

C = fattore di tensione

k = 3

Zcc= ( ) ( ). . R R X Xfase protez fase protez2 2

Il fattore di tensione e la resistenza dei cavi assumono valori differenti a seconda della corrente di cortocircuito calcolata. I valori assegnati sono riportati nella tabella seguente:

IccMAX Iccmin

C 1 0.95

R

C20e RC20-C

10.0041R

dove:

( ) ( ) R R X Xfase neutro fase neutro2 2

C20R

Capitolato Speciale d'Appalto 62

la C20R è la resistenza del cavo a 20 °C e è la temperatura impostata

dall’utente nella impostazione dei parametri per il calcolo, viene riportato nella tabella “Resistenze e Reattanze” riportata di seguito.

5.5. ENERGIA SPECIFICA PASSANTE

I²t K²S²

dove: I²t = valore dell'energia specifica passante letto sulla curva I²t

della protezione in corrispondenza delle correnti di corto circuito.

K²S² = Energia specifica passante sopportata dalla conduttura dove: K = coefficiente del tipo di cavo (115,135,143)

S = sezione della conduttura

5.6. CADUTA DI TENSIONE

llblb XRIKZIV 22

dove: Ib = corrente di impiego Ib o corrente di taratura In espressa in A Rl = resistenza (alla TR) della linea in /km Xl = reattanza della linea in /km K = 2 per linee monofasi - 1,73 per linee trifasi

5.7. TEMPERATURA A REGIME DEL CONDUTTORE

Il conduttore attraversato da corrente dissipa energia che si traduce in un aumento della temperatura del cavo. La temperatura viene calcolata come di seguito indicato:

122 nTnTT AZR

dove: TR = è la temperatura a regime;

TZ = è la temperatura quando la corrente che attraversa il cavo è pari alla sua portata.

n = è il rapporto tra la corrente d’impiego Ib e la portata Iz del cavo, ricavata dalla tabella delle portate adottata dall’utente (Unel 35024/70, IEC 364-5-523, CEI-Unel 35024/1).

5.8. LUNGHEZZA MAX PROTETTA

Icc min a fondo linea > Iint

dove: Icc min = corrente di corto circuito minima tra fase e

protezione calcolata a fondo linea considerando la sommatoria delle impedenze di protezione a monte del tratto in esame.

e

Capitolato Speciale d'Appalto 63

Iint = corrente di corto circuito necessaria per provocare l'intervento della protezione entro 5 secondi o nei tempi previsti dalla tabella CEI 64.8/4 - 41A. (valore rilevato dalla curva I²t della protezione) o, infine, il valore di intervento differenziale.

6. PRESCRIZIONI SUI MATERIALI

6.1. SCELTA DEI COMPONENTI ELETTRICI

Tutti i componenti elettrici installati devono rispettare le caratteristiche tecniche, dimensionali ed estetiche richieste negli schemi allegati e nella presente documentazione tecnica.

I componenti saranno scelti in funzione della loro tensione di esercizio, corrente che li percorre nell'esercizio ordinario, frequenza nominale di funzionamento e tenendo conto delle eventuali influenze esterne alle quali possono essere sottoposti in modo tale da garantire il perfetto funzionamento ed assicurare la completa affidabilità delle misure di protezione di sicurezza.

Tutti i componenti elettrici comprese le condutture saranno disposti in modo da facilitare la loro manovra, ispezione, manutenzione e saranno inoltre muniti di targhette in modo da facilitare la loro identificazione.

Le condutture elettriche saranno contrassegnate in modo da poter essere identificate per le prove, ispezioni, misure e riparazioni.

Tutti i componenti elettrici utilizzati all’interno dell’impianto devono essere muniti di marchio di omologazione da parte di uno o più enti preposti (IMQ, VDE, OVE, SEV, CEBEK, KEMA, UL, CSA, ecc. ) e di marchio CE.

6.2. QUADRI E CENTRALINI IN INVOLUCRO ISOLANTE

Tutti gli involucri protettivi utilizzati per la realizzazione degli impianti devono essere conformi alle rispettive norme di prodotto e comprendono:

- centralini modulari da esterno o da incasso - quadri componibili in materiale plastico - quadri componibili con carpenteria metallica

Gli involucri protettivi in materiale plastico sia da esterno che da incasso devono essere conformi in particolare alla norma internazionale IEC 536 e quindi devono essere marchiati con il simbolo indicante il doppio isolamento.

Le parti metalliche sia esterne che interne agli involucri non devono essere collegate a terra ed il conduttore di protezione deve essere ben isolato dall’involucro stesso.

Tutti i componenti dei quadri devono consentire la realizzazione di quadri elettrici di bassa tensione di tipo AS e ANS in conformità alla norma EN 60439-1 (CEI17-13/1) e ASD in conformità alla norma EN 60439-3 (CEI 17-13/3).

Capitolato Speciale d'Appalto 64

6.3. QUADRI B.T. MODULARI IN ACCIAIO

Caratteristiche costruttive

- cofano in lamiera di acciaio opportunamente piegata e saldata dello spessore minimo di 1,5 mm completo di apposito morsetto per l'attacco di messa a terra;

- pannello frontale completo di telai porta apparecchi modulari; - interruttori fissati a mezzo di viti su supporti in lamiera di acciaio sagomata o con

guide DIN; - alimentazione degli interruttori mediante sbarrette in rame piegate in modo da

rendere autoportante e fortemente rigido il sistema di sbarre di alimentazione; - allacciamento dei cavetti in uscita effettuato direttamente sui poli estremi degli

interruttori; - sostegni per i cavetti in uscita all'interno del cofano sui fianchi; - potere di interruzione degli interruttori adeguato alle correnti di corto circuito; - morsetti isolati a monte dell'interruttore generale; - sbarre di alimentazione dotate di foro predisposto con vite, dado, rosette piane e di

sicurezza per il fissaggio del capocorda del cavo di alimentazione; - parti in tensione e interruttori protetti contro contatti accidentali, a porta aperta, da

lamiere di copertura e protezione fissate a mezzo viti e facilmente asportabili; - alimentazione interrotta di microswitches azionati dalla asportazione di dette

lamiere; apposito cartello ben visibile per la descrizione di tale procedura; - manovra degli interruttori a porta frontale aperta permessa da sfinestrature

praticate sulle lamiere di protezione; - targhetta 60x20 mm fissata con viti, in trafolite nera con scritta bianca, indicante il

servizio dell'utente in corrispondenza di ogni interruttore; - targhetta, tipo come sopra ma di dimensioni maggiori, applicata sulla portella

esterna per l'identificazione del quadro; - struttura metallica degli scomparti trattata e verniciata secondo il seguente ciclo:

• sgrassatura • decappaggio • passivazione • essiccazione • verniciatura a polvere epossidica polimerizzata a forno;

- aspetto delle superfici e colore delle medesime a discrezione della D.L.; - spessore minimo della finitura: 50 micron; - grado di protezione pari a circa 8, corrispondente al grado Re2 della scala europea

del grado di arruginimento (SVENK STANDARD SIS 185111) nell'arco di 5 anni; - superfici verniciate in grado di superare la prova di aderenza secondo le Norme DIN

53-151.

Apparecchiature di protezione

- protezione magnetotermica per ogni utenza; - divieto di impiegare protezione unipolare sul conduttore di neutro; - fusibili del tipo con fusione in camera chiusa; consentiti fusibili "a tappo" con

portacartucce avvitato solo per potere di interruzione non superiore a 10 kA e portate non superiori a 50 A; fusibili ad alta capacità di rottura per livelli di guasto e portata di entità superiore.

Capitolato Speciale d'Appalto 65

Apparecchi di protezione dei conduttori

- apparecchi di protezione automatici dotati sia di relè magnetici che di relè termici completi di protezione del neutro; scelta dei medesimi secondo i seguenti criteri:

• corrente di funzionamento del relè termico inferiore o al limite eguale a 1.45 volte la portata massima della conduttura (Norme CEI 64-8);

• potere di interruzione superiore alla corrente di corto circuito massima prevista nel punto di installazione;

• energia specifica passante nel caso di corto circuito inferiore all'energia specifica ammessa nel cavo protetto;

• ammessa la filiazione (cioè l'utilizzo di interruttori automatici con potere di interruzione inferiore alla corrente di corto circuito presente nel punto di installazione) nel caso di interruttore a monte con potere di interruzione sufficiente ed energia lasciata passare dal medesimo non superiore a quella sopportabile dai manufatti a valle dei conduttori, dispositivi di protezione, ecc.;

• protezioni coordinate in modo da garantire per continuità di servizio la selettività, cioè l'intervento del solo apparecchio posto immediatamente a monte del guasto.

6.4. INTERRUTTORI MAGNETOTERMICI DIFFERENZIALI MODULARI - IN MAX 100 A

Costruttivamente conformi alle norme CEI 23.18 IEC 974-2 e successivi adeguamenti, costituiti da contenitore in materiale isolante stampato nel cui interno racchiuse tutte le parti attive dell’interruttore. Parti attive costituite da contatto principale fisso per ogni polo situato sulla parte superiore del contenitore in intimo collegamento con i cordoli esterni per l’attestazione delle linee in cavo di partenza. Contatto principale mobile inferiore (uno per ogni polo) che permetta tramite una leva di comando posta sulla parte frontale del contenitore, la chiusura o l’apertura.

Tale operazione indipendente dalla forza o velocità esercitata sulla leva di manovra.

Caratteristiche elettriche principali:

- numero poli 2-3-4 - tensione nominale 230/415 V - frequenza nominale 50 Hz - temperatura ambiente di riferimento 30/40°C - corrente nominale max 100 A

Esecuzione del tipo a scatto per montaggio su profilato unificato, dotato di appositi dispositivi magnetotermici e differenziali (sganciatori di massima corrente uno per fase), composti da sganciatore termico ad intervento ritardato per la protezione contro i sovraccarichi e sganciatore magnetico ad intervento istantaneo per la protezione contro i sovraccarichi elevati e i corto circuiti, con un dispositivo di sgancio della corrente differenziale a mezzo di trasformatore di corrente di tipo toroidale.

Sul fronte del contenitore pulsante di prova “test” e quello di ripristino, e se necessario dispositivo di regolazione della corrente differenziale nominale di intervento, certificazione di conformità rilasciato dal CESI o da laboratori.

Lo sganciatore differenziale sarà collegato ai terminali dell’interruttore in modo che la tensione di alimentazione dello sganciatore sia quella che risulta applicata a detti

Capitolato Speciale d'Appalto 66

terminali. Dovrà essere provvisto di certificazione di conformità rilasciato dal CESI o da laboratori autorizzati.

6.5. INTERRUTTORI MAGNETOTERMICI MODULARI - IN MAX 125A

Costruttivamente conformi alle norme CEI 23-3, IEC 947.2 e successivi adeguamenti, costituiti da contenitore in materiale isolante stampato nel cui interno racchiuse tutte le parti attive dell’interruttore; parti attive costituite da contatto principale fisso per ogni polo situato sulla parte superiore del contenitore in intimo collegamento con i codoli esterni per l’attestazione delle linee in cavo di partenza; contatto principale mobile inferiore (uno per ogni polo) che permetta tramite una leva di comando posta sulla parte frontale del contenitore, la chiusura o l’apertura.

Tale operazione indipendente dalla forza o velocità esercitata sulla leva di manovra.

Caratteristiche elettriche principali:

- numero poli 2-3-4 - tensione d’isolamento 500 V - tensione di prova 3 kV - temperatura ambiente di riferimento 30/40°C - corrente nominale max 125 A

Esecuzione del tipo a scatto per montaggio su profilato unificato .

Dotato di appositi dispositivi magnetotermici. (Sganciatori di massima corrente uno per fase), composti da sganciatore termico ad intervento ritardato per assicurare la protezione contro i sovraccarichi e sganciatore magnetico ad intervento istantaneo che per assicurare la protezione contro i sovraccarichi elevati e i corto circuiti.

Provvisto di certificazione di conformità rilasciato dal CESI o da laboratori autorizzati.

6.6. INTERRUTTORI SEZIONATORI MODULARI - IN MAX 125A

Costruttivamente conformi alle norme CEI 23-3, IEC 408, IEC 669-1 e successivi adeguamenti, costituiti da contenitore in materiale isolante stampato, nel cui interno sono racchiuse tutte le parti attive dell’interruttore. Parti attive costituite da contatto principale fisso per ogni polo situato sulla parte superiore del contenitore in intimo collegamento con i cordoli esterni per l’attestazione delle linee in cavo di partenza, contatto principale mobile inferiore per ogni polo che permetta tramite una leva di comando posta sulla parte frontale del contenitore, la chiusura o l’apertura.

Tale operazione dipendente dalla forza o velocità esercitata sulla leva di manovra.

Caratteristiche elettriche principali:

- numero poli 2-3-4 - tensione d’isolamento 500 V - frequenza nominale 50 Hz - temperatura ambiente di riferimento 30/40°C - corrente nominale max 125 A

Capitolato Speciale d'Appalto 67

Esecuzione del tipo a scatto per montaggio su profilato unificato. Provvisto di certificazione di conformità rilasciato dal CESI o da laboratori autorizzati.

6.7. CANALINE IN PVC

- Rispondenti alle norme CEI 23-32 - Complete di tutti i necessari accessori quali curve, derivazioni a T, tappi, staffe, ecc. - Tutte le derivazioni realizzate con pressatubi; - Contenitori in materiale plastico (PVC) di adeguate caratteristiche elettriche e meccaniche; - Fissaggio dei cavi alla canalina tramite collari plastici autobloccanti nei tratti inclinati o verticali; - Contrassegni per l'individuazione immediata dei cavi realizzati con targhette in PVC

indicanti il tipo di impianto o di servizio; passo targhette: 30 m; fissaggio: con collare plastico.

6.8. CANALINE E PASSERELLE METALLICHE.

- Canaline rispondenti alle norme CEI 23-31 - Canaline in lamiera di acciaio zincata a caldo, con spessore di 15/10 mm sino a 600

mm di larghezza; - Continuità elettrica delle canalizzazioni realizzata ad ogni giunzione; - Mensole di sostegno zincate a fuoco non sottoposte ad operazioni con utensili; - Giunti, curve e diramazioni non ad angolo retto; - Cavi posati ordinatamente affiancati su massimo due strati, altrimenti più piani di

passerelle o canaline con interdistanza minima di 30 cm; - Nei tratti inclinati o verticali fissaggio dei cavi alla passerella o canaline tramite

collari plastici autobloccanti; - Morsetti di serraggio completi di sella di appoggio alle parti metalliche e adatti per

la interconnessione di materiali conduttori di diversa natura; - Contrassegni per l'individuazione immediata dei cavi realizzati con targhette in PVC

indicanti il tipo di impianto o di servizio; passo targhette: 30 m; fissaggio: con collare plastico;

- Tutte le derivazioni realizzate con pressatubi.

6.9. TUBAZIONI IN PVC

- Percorsi paralleli agli assi delle strutture (evitare percorsi diagonali ed accavallamenti);

- Curve a largo raggio. Curve stampate e derivazioni a T ammesse solo in casi molto particolari previo accordo con la D.L.;

- Agevole sfilabilità dei conduttori; - Nei tratti in vista fissaggio dei tubi con appositi sostegni in materiale plastico o

metallico tramite tasselli ad espansione o chiodi a sparo con una interdistanza massima di 100 cm;

- Accorgimenti particolari come tubi flessibili o doppi manicotti in corrispondenza dei giunti di dilatazione delle costruzioni;

- Divieto di transitare con tubazioni al di sotto di tubazioni contenenti acqua e vicino a condutture di fluidi ad elevata temperatura o di distribuzione del gas e di ammararsi a tubazioni, canali o comunque altre installazioni impiantistiche meccaniche;

- Tubi previsti vuoti infilati con fili pilota in materiale non soggetto a ruggine;

Capitolato Speciale d'Appalto 68

- Nei tratti orizzontali di una certa lunghezza tubi posati con una lieve pendenza onde consentire l'eventuale scarico di condensa.

6.10. CASSETTE DI DERIVAZIONE

Tutte le derivazioni per l'alimentazione delle singole utenze, dovranno essere realizzate in apposite cassette aventi caratteristiche adeguate all'ambiente di utilizzo.

Le cassette dovranno essere resistenti al calore anormale ed al fuoco secondo quanto prescritto dalle norme CEI 64-8 ed avere un grado di protezione minimo pari a IP2X oppure IPXXB.

Le cassette di derivazione devono avere coperchi del tipo removibili soltanto tramite chiave od attrezzo se al loro interno sono contenute parti attive direttamente accessibili; sono ammesse cassette di derivazione con coperchio removibile tramite pressione se, al loro interno sono installate parti attive ulteriormente protette da involucri isolanti removibili solamente tramite chiave od attrezzo.

Se all’interno della stessa cassetta sono realizzate derivazioni di circuiti funzionanti a tensione diversa al loro interno dovranno essere installati appositi setti separatori in materiale isolante.

6.11. CAVI ELETTRICI

Sezione del cavo

- portata in regime permanente secondo CEI UNEL 35024/1 per cavi isolati con materiale elastomerico e termoplastico, CEI UNEL 35024/2 per cavi ad isolamento minerale

- coefficiente di riduzione relativo alla condizione di installazione e al raggruppamento dei cavi inteso nelle condizioni più restrittive durante lo sviluppo della linea;

- caduta di tensione tra utilizzatore più lontano e fonte di energia non superiore al 4%;

- sezioni minime: • 1 mm² per circuiti di segnalazione (eccetto nelle Centrali Tecniche in cui la sezione

minima dovrà essere di 1,5 mm²) • 1.5 mm² per circuiti luce • 2.5 mm² per circuiti F.M. • 6 mm² per cavi principali derivati dal quadro generale; - cavi e/o conduttori in partenza dai quadri secondari a sezione costante fino

all'utenza più lontana.

Colorazione delle guaine e contrassegni

- contrassegni per l'individuazione immediata di ogni cavo; - cavi multipolari con colorazione del rivestimento esterno e delle guaine interne prevista dal costruttore; - cavi unipolari con colorazione delle guaine come segue: • conduttore di terra: giallo rigato di verde; • conduttore di neutro: blu; • conduttore in c.c.: rosso;

Capitolato Speciale d'Appalto 69

• conduttori per le fasi: altri colori a scelta purché contraddistinti in R-S-T per distribuzioni tra le fasi e neutro. Dello stesso colore tra le fasi di distribuzioni trifasi senza neutro;

• giunte sui cavi solo per tratti di lunghezza maggiori delle pezzature standard in commercio.

6.12. MORSETTI DI CONNESSIONE

Le giunzioni e le derivazioni devono essere effettuate solo ed esclusivamente all' interno di quadri o di scatole di derivazione a mezzo di appositi morsettiere e morsetti aventi le seguenti caratteristiche:

- in resina componibile su guida DIN 32 e DIN 3 conformi alla norma CEI 17-19 - morsetti per derivazioni volanti a cappuccio conformi alle norme cei 23-20 E 23-21

Non sono ammesse derivazioni all’interno di tubazioni, canali portacavi e scatole portafrutto; inoltre le giunzioni devono uire cavi delle stesse caratteristiche e dello stesso colore.

Se all’interno della medesima cassetta si eseguono connessioni di circuiti diversi questi devono essere opportunamente segnati con targhette indelebili in modo da facilitare le operazioni di manutenzione sull’impianto.

6.13. ACCESSORI PER APPARECCHI COMPONIBILI PER USI CIVILI

Telaio

- Realizzato in materiale plastico autoestinguente con possibilità di installare da 1a N elementi componibili. - Realizzato in modo da isolare completamente le parti attive ed i cavi di

collegamento degli elementi. Struttura meccanica robusta atta a facilitare il bloccaggio rapido degli apparecchi, fissata alla cassetta incassata tramite due viti entro fori asolati onde eliminare eventuali difetti di posa della scatola.

Placca

- Fissata al telaio mediante sistema a scatto. - Per l'estrazione della stessa un cacciavite inserito negli appositi incastri come prescritto dalle raccomandazioni CEI. - Materiale termoplastico (bianco o colorato) o metallico secondo richieste e numero di fori pari a quelli del telaio.

Scatola di contenimento

- In materiale termoplastico rigido di colore arancio per il contenimento dei frutti componibili. Dimensioni adeguate al tipo di telaio necessario (es. da 1a3 o da 4aN) secondo i casi, incassata nelle pareti al grezzo prima dell'intonaco in modo che questa risulti a filo della finitura onde facilitare il montaggio successivo degli altri componenti.

Esecuzione stagna

Capitolato Speciale d'Appalto 70

- Accessori opportuni in modo da ottenere, per le apparecchiature, il grado di protezione richiesto.

- Placche fornite di membrana e guarnizione di tenuta per gli organi di comando e placche con coperchio a molla e guarnizione per tutti gli altri elementi componibili. (es. prese). Il grado di protezione non inferiore a IP54 e comunque rispondere a quanto previsto dalle normative vigenti.

6.14. APPARECCHI AUSILIARI DI COMANDO PER TENSIONI NON SUPERIORI A 1000V

Costruttivamente conformi alle norme CEI 17.14, 17.3 e successivi adeguamenti. Rientrano in questa sezione tutti quegli apparecchi “modulari” che permettono di realizzare comandi ausiliari a distanza.

Tali apparecchi sono:

- relè passo-passo fino 16A - contattori modulari da 25/40/63 A - pulsanti fino 16 A - prese di corrente bipolari fino 16 A - interruttori orari fino 16 A - trasformatori monofasi fino 30 VA - suonerie e ronzatori - selettori fino 16 A - relè scale 16 A - gemme luminose - interruttori salvamotori da 0,1 - 25 A

L’esecuzione sarà del tipo a scatto per montaggio su profilato unificato. Provvisti di certificazione di conformità rilasciata da laboratori autorizzati.

6.15. APPARECCHI DI COMANDO PER USI CIVILI

Costruttivamente conformi e rispondenti a quanto prescritto dalle norme CEI 23.11/68 - V1/81 - V2/86 23.9/87 e successivi adeguamenti.

Caratteristiche generali:

- tensione nominale 250 Vca - frequenza nominale 50 Hz - corrente nominale 10/16 A - tensione di prova 2 kV - involucro isolante in policarbonato di tipo chiuso per la totale segregazione delle parti attive; - tasto di superficie “elevata” onde facilitarne la manovra da parte dell’operatore. Se

richiesto completo di elemento indicatore di funzione; - viti di serraggio dei conduttori; - contatti in lega di argento.

Distinti per tipologia ed esigenze impiantistiche e così suddivisi:

a) INTERRUTTORE: per il comando di utenze da un solo punto ed una posizione del contatto (aperto o chiuso).

Capitolato Speciale d'Appalto 71

b) DEVIATORE: c.s.d. ma per il comando da due punti:

c) CONERTITORE: c.s.d. ma per il comando da tre punti.

d) PULSANTE: può essere a tasto, a tirante o a perella ma comunque con ritorno a molla nella posizione originaria dopo il suo azionamento. Con contatto NC o NA secondo le esigenze. Provvisti di Marchio Italiano di Qualità (IMQ) e di certificazione di conformità rilasciata dal CESI o da laboratori di prove approvati.

6.16. PRESE A SPINA PER USI CIVILI

Costruttivamente conformi e rispondenti a quanto prescritto dalle norme CEI 23.5/72 - V2/87 - 23.16/71 V1/72 - V2/81 e successivi adeguamenti:

Caratteristiche principali:

- tensione nominale 250 Vca - frequenza nominale 50 Hz - corrente nominale 10/16 A - tensione di prova per 2 kV - involucro isolante in policarbonato di tipo chiuso; - viti di serraggio dei conduttori; - alveoli di sicurezza.

Distinte per tipologia ed esigenze così suddivise:

a) PRESE 2X10 A+T IN LINEA: alveoli Ø 4 mm posti verticalmente ad una sola parte attiva con polo di terra centrale.

b) PRESE 2X16 A+T IN LINEA: alveoli Ø 4,8 mm c.s.d.

c) PRESE 2X10 A IN LINEA: alveoli Ø 4 mm posti verticalmente ad una sola parte attiva per apparecchi di classe 2 secondo DPR 547 art. 314.

d) PRESE 2X10/16A+T IN LINEA (BIVALENTE): doppi alveoli posti verticalmente ad una sola parte attiva per spine sia a 10A - Ø 4 mm che a 16A - 4,8 mm con unico polo di terra centrale.

e) PRESA 2X10/16A+T LATERALE (TIPO SCHUKO): alveoli Ø 4,8 mm posti orizzontalmente ad una sola parte attiva per spine a 10A e 16A con contatto di terra posto lateralmente.

Provvisti di Marchio Italiano di Qualità (IMQ) e di certificazione di conformità rilasciata dal CESI o da laboratori approvati.

6.17. APPARECCHI ILLUMINANTI

Tutti gli apparecchi illuminanti utilizzati per la realizzazione degli impianti devono essere conformi alle rispettive norme di prodotto e comprendono:

- apparecchi a lampada fluorescenti - apparecchi a lampade ad incandescenza

Capitolato Speciale d'Appalto 72

- apparecchi a lampada a scarica

In conformità a quanto prescritto dalle norme CEI specifiche, avranno grado di protezione adeguato all'ambiente d'installazione.

6.17.1. APPARECCHI TONDI PER INSTALLAZIONE IN CONTROSOFFITTO

Modello 3F Filippi Dodeca 220 2MG o equivalente

Caratteristiche Illuminotecniche

- Distribuzione diretta simmetrica.

Caratteristiche Meccaniche

- Corpo in acciaio zincato. - Staffe di fissaggio in acciaio zincato. - Anello in policarbonato grigio chiaro. - Ottica dodecagonale realizzata con lamine in alluminio montate su supporto in policarbonato.

Caratteristiche Elettriche

- Unità di cablaggio separata. - Cablaggio elettronico EEI A2, 230V-50/60Hz, accensione a caldo della lampada. - Lampada fluorescente compatta da 2x26W - Luminanza media <200 cd/m² per angoli >65° radiali - Flusso luminoso 3600lm

6.17.2. APPARECCHIO ILLUMINANTE PER INSTALLAZIONE A PLAFONE

Modello 3F Filippi Travetta Fluo o equivalente

Caratteristiche Illuminotecniche

- Distribuzione diretta simmetrica.

Caratteristiche Meccaniche

- Corpo di forma squadrata in acciaio verniciato bianco o grigio RAL 9006 (GR), con superficie antiriflesso.

Caratteristiche Elettriche

- Cablaggio elettronico EEI A2, 230V-50/60Hz, accensione a caldo della lampada. - Cablaggio elettronico MultiWatt EEI A2, 230V-50/60Hz, accensione a caldo della

lampada. - Cablaggio elettronico DALI MultiWatt EEI A1, 230V-50/60Hz, accensione a caldo

della lampada. - Morsettiera per allacciamento linea in cascata a 5 poli con capacità di connessione

di 2x2,5 mm².

Capitolato Speciale d'Appalto 73

- Lampade fluorescenti T5, montate (ad esclusione delle serie MultiWatt), temperatura di colore nominale CCT 4000 K, indice di resa cromatica CRI >80.

- Luminanza media <1000 cd/m² per angoli >65° radiali. - Ottica parabolica 2MG ad alto rendimento, in alluminio a specchio con trattamento

superficiale al titanio e magnesio, assenza di iridescenza, con alette trasversali chiuse superiormente.

- Pellicola protettiva alla polvere e alle impronte, adesiva, applicata all’ottica - Lampada fluorescente compatta da 1x35 T5 LD HF 2MG - Flusso luminoso 3300lm

6.17.3. APPARECCHI PER ILLUMINAZIONE DI EMERGENZA

I corpi illuminanti dovranno appartenere alla medesima serie dei corpi illuminanti di emergenza esistenti, con diagnosi centralizzata su centralina di gestione (sistema Beghelli o equivalente)

- Plafoniera di emergenza, autonomia di 1h, lampada led con flusso equivalente ad una lampada fluorescente da 24W, funzionamento SE.

- Installazione ad incasso in cartongesso o a parete. - EN 60598-1, EN 60598-2-22, UNI EN 1838. - Gli apparecchi forniscono un’autonomia di almeno 1 ora dopo 12 ore di ricarica

(D.M. 26/8/92, D.M. 9/4/94, D.M. 18/3/96, D.M. 19/8/96) - batteria Ni-Cd per alta temperatura; - Alimentazione: 230V 50Hz - Installazione anche su superfici normalmente infiammabili - Temperatura massima di esercizio batteria: secondo EN 60598-2-22 - LED di presenza rete e di attivazione del circuito di ricarica - Materiale: plastico autoestinguente (norme EN 60598-1, UL 94) - Grado di protezione IP40/IP65 - Lampada led con flusso equivalente a lampada fluorescente da 24W - Collegamento tramite cavo bus oppure onde convogliate alla centralina di gestione.

6.18. SCARICATORE DI SOVRATENSIONI

- Scaricatore di sovratensioni Modello OBO Betterman V 20-C 3+NPE-280 - SPD Classe II - Tensione nominale Un=400V - Corrente impulsiva nominale di scarica (8/20) .......... In=20kA - Livello di protezione Up<1,3 kV - Grado di protezione IP 20 - Dimensioni 4 unità DIN

6.19. DISPERSORI ED IMPIANTI DI TERRA

- Giunzioni fra i vari elementi del dispersore e fra il dispersore e le connessioni con le piastre di equipotenzialità sufficientemente robuste per sopportare eventuali sforzi meccanici: esse non dovranno danneggiare gli elementi del dispersore; eseguite con saldatura forte o autogena o con appositi robusti morsetti o manicotti che assicurino un contatto equivalente a quello della saldatura;

- Nel caso di collegamenti rame-acciaio le parti in rame dovranno essere preventivamente rivestite con stagno o con nastro in piombo in corrispondenza della zona di contatto oppure connesse mediante morsetti in ottone;

Capitolato Speciale d'Appalto 74

- Protezione contro le tensioni di contatto realizzata per tutte le parti metalliche accessibili dell'impianto elettrico e degli apparecchi utilizzatori normalmente isolate ma che per cause accidentali potrebbero trovarsi sotto tensione;

- Conduttori di terra in barra verniciati di giallo; guaina gialla con rigatura verde per i conduttori di terra in cavo isolato;

- Derivazioni dei connettori principali dipartentisi dal quadro generale realizzate tramite saldatura forte o imbullonatura tramite capocorda e rondella elastica contro l'allentamento;

- Unico morsetto o capocorda a pressione raggruppante tutti i conduttori derivati nelle cassette di derivazione o nel caso di andamento a rimbalzo del conduttore di protezione. Divieto di utilizzo dei morsetti con serraggio a vite;

- Piastre di equipotenzialità in cassette con coperchio trasparente.

6.20. IMPIANTO DI RIVELAZIONE E SEGNALAZIONE INCENDI

Le apparecchiature dell'impianto di rivelazione fumi dovranno essere compatibili con l'impianto di rivelazione e segnalazione fumi esistente.

6.20.1. RIVELATORE DI FUMO

DESCRIZIONE

I rivelatori analogici della Serie 700 offrono caratteristiche di massima affidabilità e flessibilità in un contenitore a basso profilo. I rivelatori della Serie 700 sono stati progettati in conformità con le normative EN 54 ed alle principali normative internazionali. I vari tipi di sensori (ottico di fumo, ionico e termovelocimetrico) sono intercambiabili tra loro sulla stessa base di fissaggio. Questa gamma di rivelatori si caratterizza per la particolare stabilità anche in presenza di forti correnti e turbolenze. La camera di analisi è costruita in modo tale da risultare insensibile ai flussi d'aria ed è protetta da un retino onde ridurre la contaminazione da polvere ed insetti. Il retino può essere facilmente asportato per operazioni di pulizia o per la sostituzione. È disponibile una gamma completa di basi per il montaggio, accessori e componenti compatibili per il test. Ulteriori informazioni per ogni singolo prodotto sono disponibili su richiesta.

CARATTERISTICHE PRINCIPALI

Nuovi modelli a microprocessore.

Possibilità di test tramite magnete.

Installazione ad innesto con base intercambiabile e priva di elementi elettronici.

Coppia di led per visualizzazione allarmi a 360 gradi.

Calotta asportabile e schermo anti-insetti per facilitare la pulizia.

Bassissima attività della camera (rivelatore ionico).

198 dispositivi per loop (99 sensori e 99 moduli d’ingresso/uscita).

Indirizzamento tramite selettori rotativi.

Capitolato Speciale d'Appalto 75

Possibilità di protezione contro la rimozione della base.

Sensibilità misurabile sul dispositivo.

Conformi alle norme EN54.

INDIRIZZAMENTO TRAMITE SELETTORI ROTATIVI

Il rivelatore è dotato di due selettori rotativi a decade sulla faccia inferiore che consentono di comporre l'indirizzo d’identificazione direttamente sul dispositivo. In questo modo si consente di programmare in campo l'indirizzo di ciascun rivelatore e modulo ed è possibile determinare rapidamente la provenienza di una segnalazione d’allarme o guasto. Tale sistema consente inoltre la manutenzione selettiva dei rivelatori quando il grado di sporcizia della camera ne compromette il buon funzionamento.

RIVELATORE OTTICO DI FUMO A MICROPROCESSORE

È un rivelatore ad innesto sulla base che combina una camera ottica sensibile al fumo ed un dispositivo di comunicazione analogico indirizzabile. Algoritmo interno di Drift Compensation TM: permette di correggere automaticamente gli errori derivanti dall'accumulo di polvere nel sensore.

Tale procedura è disattivabile in fabbrica per garantire la compatibilità con le centrali già dotate di compensazione. È quindi possibile l’invio di un dato analogico reale e non compensato.

GRADO DI INFIAMMABILITÀ PLASTICA: 94,5V

TENSIONE DI FUNZIONAMENTO: 15÷32Vcc

CORRENTE IN ALLARME: 6,5 mA @ 24 Vcc

CORRENTE A RIPOSO: 300µA @ 24Vcc

GRADO DI PROTEZIONE: IP40 – IP43 con protezione WB1

TEMPERATURA AMBIENTALE: -30° ÷ +70°C

UMIDITÀ RELATIVA SENZA CONDENSA: Da 10% a 93%

DIMENSIONI: ø: 10,2 cm - h: 4,3 cm. con base B501

PESO: 102 g

6.20.2. BASE DI COLLEGAMENTO PER RIVELATORE DI FUMO

Base universale B501 utilizzata anche per i rivelatori della Serie 500. Priva di componenti elettronici, la B501 consente di verificare il cablaggio dell'impianto prima di installare i rivelatori. Dimensioni: ø = 10,1 cm; h = 1,85 cm. B501B: base grande universale omologata UL/FM utilizzabile per tutti i rivelatori della Serie 700.

Capitolato Speciale d'Appalto 76

6.20.3. PANNELLO OTTICO - ACUSTICO

I pannelli sono costruiti con materiali non combustibili ABS o VO non propaganti la fiamma. Schermi e diciture in PMMA (Polimetilmetacrilato) sono ad infiammabilità lenta. Le diciture, su sfondo rosso, sono messe in risalto a pannello attivo.

CARATTERISTICHE TECNICHE

Alimentazione: 12/24Vcc tutti i modelli (scheda alimentatore opzionale per 220/24Vcc per PAN1A-EN). Assorbimento: PAN1-EN: 114mA@24Vcc; PAN1A-EN: 90mA @24Vcc (costante);

Lampada: PAN1-EN e PAN1A-EN: 8 LED ad alta efficienza.

Peso: PAN1-EN 584gr.

Grado di protezione: IP41C (diventa IP55 con Kit IP55)

FUNZIONI PAN1A-EN

Batteria in tampone: 7,2Vcc- 1500mAh - Ni-MH.

Test locale: È possibile effettuare un test locale tramite un magnete agendo su un contatto reed posto sul lato inferiore del pannello. Tale test provoca: l'attivazione delle lampade e buzzer per circa 5 secondi; la prova batterie tramite apposita resistenza di scarica per circa 25 secondi.

Test remoto: Portando a positivo l'ingresso per "Test remoto" si può effettuare un test a distanza su tutti i pannelli collegati. Durante questo test viene provata la carica della batteria ma non vengono attivati buzzer e lampade.

Autotest: Ogni 8 giorni il pannello esegue automaticamente un test delle batterie con segnalazione dell'eventuale anomalia riscontrata.

Connessione automatica batterie: Le batterie sono collegate fisicamente ma non elettricamente. Solo al momento della prima alimentazione un apposito circuito provvede a farle agganciare elettricamente.

Abilitazione automatica: Solo dopo la prima connessione del filo di controllo del morsetto +CONT l'elettronica del pannello entra in funzione.

6.20.4. PULSANTE DI SEGNALAZIONE A ROTTURA DI VETRO

Il pulsante analogico manuale a rottura vetro serie M700KI è stato progettato per essere utilizzato come punto di allarme manuale in un sistema di rivelazione incendio. Sono disponibili 2 modelli, M700KI e M700KW. Entrambi i pulsanti sono dotati di doppio isolatore e includono un modulo indirizzabile che provvede all’interfacciamento con le centrali analogiche NOTIFIER. Entrambi i modelli sono certificati CPD secondo le normative EN54.11/CE.

CARATTERISTICHE PRINCIPALI

Capitolato Speciale d'Appalto 77

Facile utilizzo;

LED di stato; tramite questa spia è possibile monitorare i diversi stati:

- LAMPEGGIO, quando il pulsante colloquia con la centrale - ACCESO, allarme in corso.

Morsettiera ad innesto che ne facilita il cablaggio.

Semplice manovra di test; inserendo l’apposita chiave, il vetro si abbassa mettendo in condizione d’allarme il pulsante.

Vetrino di rottura provvisto di pellicola di protezione.

Possibilità di montaggio ad incasso o a muro. La base è già in dotazione assieme al pulsante.

APPLICAZIONI

Può essere utilizzato per applicazioni di tipo commerciale, industriale e residenziale. Viene utilizzato come stazione di intervento manuale in caso di incendio. Viene generalmente installato all’esterno delle porte in modo da poter essere utilizzato in caso di evacuazione dal locale.

CARATTERISTICE TECNICHE

Tensione di funzionamento: 15-30Vcc

Tensione d’esercizio: 24Vcc

Assorbimento a riposo: 350μA senza comunicazione, 660μA con comunicazione

Assorbimento in allarme: 6mA(tipico)

Assorbimento LED rosso: 2mA (tipico)

Assorbimento LED giallo: 7.5mA max (tipico)

Sezione cavi ammessa: 0,5 – 2,5mm2

Grado di protezione: IP24D (M700KI)

Temperatura operativa: -10° +55°C

Peso: 110 gr./ 160gr. con base (M700KI) 270gr.

Dimensione: 89 x93x59,5 (con supporto)

INSTALLAZIONE

Capitolato Speciale d'Appalto 78

Per il montaggio viene utilizzata un’apposita scatola di materiale plastico (in dotazione) che può essere utilizzata sia per installazioni a vista che ad incasso.

FUNZIONAMENTO

Quando il vetrino viene rotto, il micro-switch viene attivato ed il segnale d’allarme viene trasmesso alla centrale.

6.20.5. MODULO DI USCITA E INGRESSO DESCRIZIONE

Moduli singoli serie MA-I: modulo d’uscita CMA1-I e modulo d’ingresso MMA1-I. Certificati CPD secondo la EN54-17 EN54-18. Compatibili con tutte le centrali antincendio NOTIFIER, tutti i nuovi moduli sono a microprocessore e incorporano un dispositivo di isolamento. Lo stato dei moduli può essere facilmente monitorato tramite i LED sui dispositivi. I moduli CMA1-I forniscono o un circuito d'uscita per segnalatori ottico/acustici polarizzati o un relé di forma C (contatti liberi da potenziale selezionabili tramite dip-switch). Caratterizzati dalle ridottissime dimensioni, i nuovi moduli possono essere comodamente alloggiati nelle comuni scatole ad incasso tipo B503. Tutti i moduli sono conformi alla Direttiva Europea CE.

APPLICAZIONI

I moduli d’uscita possono essere utilizzati per il funzionamento d’apparecchiature di segnalazione ottico/acustiche. Possono essere programmati per azionare elettromagneti, chiusura di serrande, ecc, e per resettare l'alimentazione dei rivelatori di fumo convenzionali a 4 fili. Possono essere modificati in campo per fornire un singolo contatto pulito FORC, libero da potenziale.

FUNZIONAMENTO

Ogni modulo della serie MA utilizza uno dei 99 indirizzi per modulo disponibili su un loop. Risponde ai polling periodici provenienti dalla centrale e riporta in centrale il tipo e lo stato del dispositivo collegato: Il LED lampeggiante indica che il modulo è in comunicazione con la centrale. Un led bicolore indica lo stato del modulo: - Verde lampeggiante = assenza d’allarmi e guasti quando il modulo è interrogato. - Giallo = attivazione dell’uscita del modulo CMA1-I e stato d’allarme in ingresso per il modulo MMA1-I. Possibilità di settare il modulo affinché funzioni in modalità supervisione o in modalità “FORM_C”. Su comando dalla centrale, il modulo attiva il proprio relè interno, inviando i dati sul proprio stato alla centrale stessa. La configurazione di tipo FORC (contatti in scambio liberi da potenziale) si ottiene selezionando opportunamente i dip-switch. L'indirizzo può essere programmato prima o dopo il montaggio.

CARATTERISTICHE GENERALI

Dispositivo di isolamento incorporato ed escludibile.

L'indirizzamento del modulo è ottenuto tramite commutatori rotativi decimali (01-99).

Capitolato Speciale d'Appalto 79

Il modulo è alimentato direttamente dal loop a 2 fili delle diverse centrali analogiche NOTIFIER.

Due modi di funzionamento (Moduli d’uscita): - CON = per segnalatori ottico/acustici polarizzati; - FORC = contatto relé libero da potenziale.

La configurazione CON necessita di un'alimentazione separata per i dispositivi di segnalazione ottico/acustici.

LED incorporato lampeggiante se in comunicazione con la centrale e uscita per LED esterno.

Configurabile con dipswitch, accessibili tramite sportello sulla parte frontale.

Alta immunità contro i disturbi elettromagnetici.

Semplicità di collegamento.

CARATTERISTICHE TECNICHE

Tensione d'esercizio: 1532Vcc (loop analogico).

Assorbimento in corrente a riposo (Nessuna comunicazione) = CMA1-I 410µA; MMA1-I 400µA.

Contatti relè: 1A @ 30Vcc con carico resistivo.

Assorbimento in corrente (Comunicazione con LED lampeggiante) = CMA1-I 580µA; MMA1-I 570µA.

Massima sezione cavo ammessa: 1,5 mmq.

Umidità: 10 93% (senza condensa).

Temperatura: -10° - +55°C.

Peso: 58 grammi.

6.20.6. CAVO TWISTATO E SCHERMATO PER LOOP RIVELAZIONE INCENDI - FG4OHM1 PH30 UNI 9795

CONDIZIONI DI IMPIEGO PIU' COMUNI

Caratterizzato dalla schermatura che garantisce una ottima protezione da interferenze Elettromognetiche.

Possono essere utilizzati per i collegamenti degli apparati dei sistemi fissi automatici di rivelazione e di segnalazione manuale allarme d'incendio, collegati o meno ad impianti d'estinzione o ad altro sistema di protezione (sia di tipo attivo che di tipo passivo), destinati a essere installati in edifici, indipendentemente dalla destinazione d'uso.

Capitolato Speciale d'Appalto 80

Sono adatti per posa fissa protetta in condotti montati in superficie o incassati o in sistemi chiusi simili.

Possono essere posati in un unico condotto o canale o passerella, senza interposizione di setti separatori, in quanto cavi per sistemi di I categoria. Sono adatti per i collegamenti dei sistemi antincendio e degli attuatori (es. elettroserrature, evacuatori naturali di fumo e calore, elettromagneti per sgancio porte tagliafuoco) con tensioni di esercizio compresi tra 12 V e 24 V in c.a. Non sono idonei per altri impieghi quali illuminazione di emergenza, alimentazione di sistemi di evacuazione forzata di fumo e calore, elettroserrature o comandi di emergenza o altre applicazioni similari aventi tensione di esercizio superiore ai 100 V in c.a. per le quali si devono impiegare i cavi rispondenti alle norme CEI 20-45.

CARATTERISTICHE GENERALI

- Conduttore flessibile di rame rosso ricotto classe 5. - Isolamento con mescola elastomerica a base siliconica G4. - Schermo a nastri di alluminio/poliestere - Guaina termoplastica qualità .......................... M1 - Tensione nominale U0 ...................... 100 V - Tensione nominale U ...................... 100 V - Temperatura massima di esercizio ..................... +90°C - Temperatura minima di esercizio (senza shock meccanico) -20°C - Temperatura minima di installazione e maneggio ............ -5°C

6.21. IMPIANTO INTERCOMUNICANTE

Modello MP 300 RCF o equivalente

- Il sistema interfonico è stato espressamente studiato per consentire un’agevole conversazione tra il personale di sportello e i clienti, qualora tra gli uni e gli altri siano interposti ad esempio cristalli di sicurezza che impediscano la trasmissione del suono

- tutta la conversazione si svolge in modo estremamente naturale, senza il bisogno di azionare pulsanti o utilizzare microtelefoni, disimpegnando il personale di sportello, che e libero di concentrarsi sul proprio lavoro

DATI TECNICI

- Microfoni elettrete, unidirezionali - Potenza amplificatore 2 w (per ciascuna linea) - Uscita altoparlante supplementare 1 w - 8 Ohm - Tensione di alimentazione 220÷240 v / 110÷120 v (50 / 60 hz) - Tensione batteria 12 v cc

6.21.1. BASE MICROFONICA PER POSTAZIONE OPERATORE

La base è composta da un microfono a condensatore dalle caratteristiche direzionali, collocato in un contenitore pressofuso in lega di alluminio color grigio antracite e protetto anteriormente da una griglia di acciaio inox verniciata a forno.

Capitolato Speciale d'Appalto 81

La base è dotata di due pulsanti per attivare rispettivamente le linee operatore-utente e utente-operatore. L’attivazione di ciascuna di esse è segnalata da un corrispondente led luminoso.

6.21.2. MICROFONO PER POSTAZIONE UTENTE

Microfono a condensatore caratterizzato da sensibilità e direttività, studiato per lariproduzione della voce anche in ambienti critici.

Il corpo è in materiale plastico di colore bianco e presenta, nei pressi del foro per l’uscita del cavo schermato, un incastro studiato perl’inserimento in canaletta standard.

Il microfono è facilmente applicabile sui cristalli di sicurezza di sportelli pubblici, essendo dotato di un nastro biadesivo ad alta tenuta

Il microfono è dotato di cavo microfonico (bilanciato e schermato) 5 m per il collegamento con l’unita di controllo e amplificazione

6.21.3. UNITÀ DI CONTROLLO E AMPLIFICAZIONE

Rappresenta il cuore del sistema. E' costituita da tutte le circuitazioni necessarie per la gestione dei segnali che arrivano e partono dalle postazioni utente e operatore (linea fonica operatore e linea fonica utente)

4 deviatori interni con relative spie luminose a led consentono di impostare 4 diversi modi di funzionamento a seconda dell’intensità di rumore presente nella postazione oratore e nella postazione utente.

Un deviatore per ciascuna linea fonica permette infatti di selezionare il funzionamento diretto con la linea sempre inserita, o il funzionamento commutato con la linea che viene attivata nel momento in cui si parla.

Qualora entrambe le linee siano impostate sul funzionamento commutato, un particolare circuito provvede ad attivare una sola linea alla volta.

Gli altri 2 deviatori permettono l’inserzione del volume forzato di ciascuna linea, utile qualora si presenti la necessita di ascoltare o farsi ascoltare ad un livello piu elevato (+ 10 dB).

Possibilità di regolare indipendentemente il volume di ascolto delle due postazioni e la soglia di commutazione per ciascun microfono (preregolata in fabbrica)

Il contenitore è in materiale plastico e idoneo al montaggio a parete, come per una normale installazione elettrica.

6.21.4. DIFFUSORE ACUSTICO

Il diffusore acustico deve essere installato in prossimità delle postazioni utente e operatore.

Capitolato Speciale d'Appalto 82

Realizzato in materiale plastico di colore bianco, incorpora al suo interno un altoparlante da 70mm appositamente studiato per riprodurre con ottima intelligibilità il parlato, può essere fissato per mezzo del nastro biadesivo ad alta tenuta di cui e corredato.

In dotazione viene fornita anche una piattina bipolare lunga 5 m per il collegamento con l’unità di controllo e amplificazione.

6.22. IMPIANTO DI CHIAMATA ZONA ATTESA

6.22.1. BASE MICROFONICA - MODELLO BM3001 RCF O EQUIVALENTE

Base microfonica dedicata con cavo di connessione CAT5 e connettori RJ 45.

6.22.2. AMPLIFICATORE MIXER 80 W - MODELLO AM 2080 O EQUIVALENTE

- Mixer amplificatore multifunzione con 2 ingressi universali su connettori removibili e 2 ingressi ausiliari per sorgenti musicali.

- Circuito di rilevazione del segnale (VOX) con funzione di attivazione della priorità sull’ingresso 1.

- Uscita ausiliaria MUSIC ON HOLD per inviare la musica ad amplificatori addizionali o centralini telefonici.

- Connettore PRE OUT per la connessione di amplificatori di potenza addizionali. - Ingressi 1 e 2 con controllo HI-PASS; i 2 ingressi ausiliari su connettori RCA sono

equipaggiati con controlli di tono indipendenti (bass e treble). - Indicazioni luminose a led sul pannello frontale (ON, PROT) relative allo stato

dell’amplificatore in classe D e del alimentatore. - Indicazioni luminose a led sul pannello frontale (PRIOR) relative all’attività del

circuito di priorità e al livello del segnale audio (SIG/PK). - Generatore integrato del suono di avviso configurabile per tono singolo o doppio - Kit montaggio rack per amplificatori 2U incluso.

DATI TECNICI AM 2080

- Potenza d’uscita 80 w - Risposta in frequenza 50 - 18.000 hz ( 3 db) - Distorsione (thd+n) < 0,3% @ 1 khz - Uscite diffusori 100 v, 70 v, 4 ω - Rapporto segnale/rumore > 60 db (inputs 1-2); > 80 db (aux in) - Sensibilita in ingresso (mic) -62 dbu (1 mv); (mic phantom) -28 dBu (30 mv);

(aux) -18 ÷ +20 dBu (0.1 ÷ 7 v) - Impedenza di ingresso (mic) 10 kΩ; (mic phantom) 10 kΩ; (aux) 20 kΩ - Tensione di alimentazione / potenza assorbita 220 ÷ 240 v / 110 ÷ 120 v (50 / 60

hz) settaggio interno | 80 w - Connettori ingresso 1 x xlr, 1 x rj 45, 2 x terminale a vite, 2 x rca

6.22.3. PL 60 DIFFUSORE SONORO TONDO DA INCASSO DA 6W

- Altoparlante a doppio cono diametro 160 mm (6”) - Corpo in materiale antifiamma in acciaio con griglia di protezione in acciaio - Installazione semplice con sistema di aggancio del diffusore al fondello, tramite due

molle

Capitolato Speciale d'Appalto 83

- Altoparlante interno con impedenza 8 Ω - Colore bianco segnale RAL 9003 - POTENZA NOMINALE/MAX 6-12W - TENSIONE DI INGRESSO 100 V, 70 V - RISPOSTA IN FREQUENZA 110 ÷ 20.000 Hz (± 3 dB) - MASSIMA PRESSIONE SONORA 102 dB (1 m / POTENZA MAX) - ANGOLO NOMINALE DI COPERTURA 150° - Completo degli accessori necessari per la corretta installazione e funzionamento

6.23. IMPIANTO DI TRASMISSIONE DATI – CABLAGGIO STRUTTURATO

6.23.1. CAVI TELEFONICI E PER TRASMISSIONE DATI. CAVD-CAVT

Conformi costruttivamente alle norme CEI 20-20/84 - V1/87 - V2/89 e successivi adeguamenti. Provvisti di Marchio Italiano di Qualità (IMQ), costituiti da.

- CONDUTTORE: filo/i di rame rigido stagnato - ISOLANTE: del tipo in PVC (polivinilcloruro) secondo CEI 46-5/84 - V1/88 - V3/88;

46.9/84 - V1/88 - V2/89 e successivi adeguamenti - INSTALLAZIONE: per quanto concerne il tipo di posa, raggi di curvatura,

temperatura di posa, etc. prescrizioni imposte dalle normative che ne regolano la materia, nonché le raccomandazioni da parte delle Case Costruttrici.

- FORMAZIONE DEI CAVI: a coppie, a terne, quaterne, etc., secondo quanto previsto dalle Case Costruttrici o dalle esigenze impiantistiche a strati con fasciatura in materiale sintetico.

- SCHERMATURA: (se richiesta) conduttore di continuità in rame stagnato e nastro di alluminio.

- PROTEZIONE ESTERNA: la guaina protettiva esterna costituita da una speciale mescola in PVC del tipo non propagante l’incendio e a basse emissione di gas corrosivi secondo CEI 20-22/87 e successivi adeguamenti.

- DEFINIZIONE DELLA SIGLA: - T = cavo telefonico - R = isolamento dei conduttori in PVC - Nx2 = numero delle coppie - 0,6 = sezione in mm del diametro dei conduttori - 1T = conduttore di terra - R = isolamento esterno in PVC - Certificazione di conformità rilasciata dal CESI o da laboratori autorizzati. - Cavi dati UTP 4 coppie cat. 6 con guaina di qualità LSZH.

6.23.2. CONDUTTURE PER TRASMISSIONE DATI

Saranno predisposte nei vari locali le cassette di derivazioni, le tubazioni e le cassette 503 atte a contenere futuri connettori dati.

Per la distribuzione del cablaggio orizzontale saranno utilizzate le seguenti condutture:

- Canali - Canali dotati di tutti gli accessori, curve, giunti, staffe ed elementi opportunamente

dimensionati per il fissaggio a muro o a soffitto. - Dimensioni minime dei canali - 150 x 75 per la posa fino a 100 cavi UTP 4 coppie

Capitolato Speciale d'Appalto 84

- 200 x 75 per la posa fino a 150 cavi UTP 4 coppie - 250 x 75 per la posa fino a 180 cavi UTP 4 coppie - 300 x 75 per la posa fino a 250 cavi UTP 4 coppie - Lungo i canali assenza di strozzature bordi taglienti o gomiti che possano

pregiudicare le caratteristiche dei cavi. - Terminazioni dei canali effettuate con elementi privi di spigoli vivi, in modo che mai,

anche durante le fasi intermedie di esecuzione del lavoro, i cavi possano essere danneggiati. Gli stessi non devono mai essere lasciati “penzolare”, da terminazioni del canale, senza essere opportunamente sorretti per evitarne lo schiacciamento dovuto al peso dei cavi sovrastanti.

- Canali portapparecchi in alluminio - Canalina in alluminio da parete, fissata a parete mediante tasselli, completa di tutti

gli accessori (traversine tenuta cavi, ove necessario, angoli, terminali, giunzioni, scatole di derivazione)

- Raccordi tra le tratte realizzati con componenti stampati (raccordi curvi), in modo da permettere un sufficiente raggio di curvatura dei cavi

- Dimensioni minime delle canaline - 25 x 17 per la posa fino a 3 cavi UTP 4 coppie - 40 x 40 per la posa fino a 9 cavi UTP 4 coppie - 60 x 10 per la posa fino a 15 cavi UTP 4 coppie - Lungo le canaline assenza di strozzature bordi taglienti o gomiti che possano

pregiudicare le caratteristiche dei cavi. - Tubazioni in PVC a vista - Tubazioni in PVC rigido di tipo pesante, piegabili a freddo, completi di manicotti

rigidi, curve, raccordi tubo/scatole e scatole di derivazione da montaggio a parete, fissati a soffitto o a parete, a mezzo di supporti a scatto in polimero antiurto. Il grado di protezione IP40.

- Boccole alesate, in modo da favorire lo scorrimento dei cavi all’interno dei tubi ed evitarne il danneggiamento

- Nel caso di percorsi particolarmente lunghi distanza tra due scatole di derivazione non superiore a 20 metri, fra due scatole max 2 curve a 90°

- Diametro nominale minimo delle tubazioni: - 25 mm per la posa fino a 3 cavi UTP 4 coppie - 32 mm per la posa fino a 6 cavi UTP 4 coppie - 40 mm per la posa fino a 12 cavi UTP 4 coppie - Assenza di strozzature, bordi taglienti o gomiti, che possano pregiudicare l’integrità

dei cavi. - Tubazioni in PVC incassate - Tubazioni comprensive di raccordi tubo/scatole e scatole di derivazione da

montaggio incassato o in controsoffitto - Boccole alesate in modo da favorire lo scorrimento dei cavi all’interno dei tubi ad

evitarne il danneggiamento - Nel caso di percorsi particolarmente lunghi distanza tra due scatole di derivazione

non maggior di 20 metri; fra due scatole max due curve a 90° - Diametro nominale minimo delle tubazioni: - 25 mm per la posa fino a 3 cavi UTP 4 coppie - 32 mm per la posa fino a 6 cavi UTP 4 coppie - 40 mm per la posa fino a 12 cavi UTP 4 coppie - Assenza di strozzature, bordi taglienti o gomiti, che possano pregiudicare l’integrità

dei cavi.

Capitolato Speciale d'Appalto 85

7. DESCRIZIONE DELLE OPERE DA REALIZZARE

Le opere da eseguire risultano dagli allegati schemi, nonché dagli elementi descrittivi della presente relazione di progetto forniti a complemento dei disegni stessi.

In particolare le opere comprenderanno:

- Realizzazione di nuova linea da QGBT per alimentazione quadro macchina RX - Realizzazione di nuova linea da quadro di zona QEP1IZRX per alimentazione quadro

servizi RX - Quadri elettrici; - Impianto di distribuzione all'interno dei locali - Impianto di illuminazione - Impianto di forza motrice - Impianto di trasmissione dati - Impianto di rivelazione fumi - Impianto intercomunicante - Impianto di chiamata - Impianto di equipotenzializzazione

7.1. STANDARD QUALITATIVI

7.1.1. ILLUMINAZIONE ORDINARIA (UNI EN 12464-1-2004)

Locale Em UGRL Ra Locali diagnostici (5.7 prosp. 7.4.1)

500 lx 19 90

Locali analisi (5.7 prosp. 7.7.1)

300 lx 19 80

Analisi con amplificatori di immagini (videoterminali)

50 lx 19 80

NOTA: con l’impianto di illuminazione oggetto della presente progettazione si vuole fornire l’impianto di illuminazione base che dovrà essere integrato dal conduttore dei locali da sorgenti di illuminazione idonee ed appositamente predisposte (illuminazione con lampade su desk per videoterminali), al fine di garantire, in funzione dell’area di lavoro e della lavorazione, l’idoneo livello di illuminamento come richiesto da norma UNI EN 12464-1 del 2004.

7.1.2. ILLUMINAZIONE DI SICUREZZA (CEI 64-8 SEZ. 752)

Locale Em Vie di esodo 2m larghezza (linea mediana )

1 lx

Vie di esodo 2m larghezza (linee perimetrali)

0.5 lx

Uscite, segnaletica di sicurezza, punti di emergenza e

5 lx

Capitolato Speciale d'Appalto 86

antincendio

7.1.3. CIRCUITI DI DISTRIBUZIONE

Impianti di illuminazione

Circuiti di distribuzione luci in formazione come indicato sugli schemi elettrici unifilari.

Derivazioni da circuiti per alimentare i corpi illuminanti di sezione non inferiore a 1,5 mmq.

Impianti per alimentazione prese

Circuiti di distribuzione prese in formazione come indicato sugli schemi elettrici unifilari.

Derivazioni da circuiti per alimentare le prese da 10/16 A di sezione non inferiore a 2,5 mmq.

7.1.4. GRADI DI PROTEZIONE

- Sotto controsoffitto: IP2X - Sopra controsoffitto: IP4X

7.1.5. ALTEZZE DI INSTALLAZIONE COMPONENTI

Le apparecchiature elettriche dovranno essere installate alle seguenti altezze:

- Interruttori, pulsanti e dispositivi di comando in genere: 110 cm - Prese energia, telefono serie civile: 110 cm - Prese di servizio fianco porta: 30 cm - Diffusori sonori: incasso in controsoffitto - Quadri elettrici in funzione delle dimensioni

7.1.6. MODALITÀ DI POSA DEI COMPONENTI

- Sopra controsoffitto: posa a vista - Sotto controsoffitto: posa a vista

7.1.7. DISTRIBUZIONE ELETTRICA A RIDOTTA EMISSIONE DI GAS ALOGENI

Per i cavi classificati dalla norma CEI 64-8 sez. 751 come b1 (cavi multipolari posati a vista), c1 (cavo multipolare con PE in canale metallico IP<4X) e c3 (cavi in tubo isolante a vista) saranno impiegati cavi senza alogeni (LSOH). Questo in quanto gli elementi edili e di arredo scelti in fase di progettazione architettonica, sono realizzati con materiali a ridotta emissione di gas alogeni: la presenza di cavi che emettono gas alogeni aumenterebbe notevolmente il rischio di avvelenamento per le persone presenti nell'attività in caso di incendio

Le cassette di derivazione e tubazioni in materiale termoplastico che saranno all'occorrenza installate a vista nell'attività dovranno aver superato la prova al filo incandescente (glow wire test) a 850°C secondo CEI EN 60695-2-11.

Capitolato Speciale d'Appalto 87

7.2. REALIZZAZIONE DI NUOVA LINEA DA QGBT PER ALIMENTAZIONE QUADRO MACCHINA RX

All'interno del quadro elettrico QGBT in cabina di trasformazione è stato predisposto un interruttore automatico magnetotermico differenziale da 250A (Ir=0.8-1In), 4 poli, con modulo differenziale tarabile in tempo e corrente (Id=1A, t=1s) per l'alimentazione della macchina radiologica.

La macchina in oggetto ha una corrente massima assorbita di 175A, non corrispondente alla corrente nominale della macchina o alla sua corrente assorbita mediamente durante il funzionamento. Di fatto, oggi, nella vecchia sede INAIL ove è installata, l'alimentazione è derivata da un dispositivo di protezione con In=63A, 4 poli, curva D, Id=30mA. In cabina elettrica, nel quadro generale della palazzina di via Osasco, è presente a protezione delle macchine RX un interruttore di protezione da 60A, quadripolare, Id=300mA (a detta dei tecnici radiologi che utilizzano la macchina, è successo, seppur raramente, che l'interruttore di protezione da 60A sia intervenuto, verosimilmente per squilibri di rete, ma potenzialmente anche per sovraccarico).

Quindi al fine di rendere minime le cadute di tensione sulla macchina RX, garantire la continuità del servizio della macchina, si prescrive di sottendere all'interruttore esistente da 250A in cabina elettrica un nuovo circuito in cavo FG7M1 0.6/1 kV in formazione 3x120+1N70+1G70 mmq, da posarsi nelle canaline esistenti sino al nuovo quadro elettrico a protezione della macchina RX, denominato QMRX.

Nel nuovo quadro QMRX sarà installato un dispositivo di protezione con In=100/125A al fine di ridurre la sezione del cavo in partenza sino agli armadi cabinet della macchina.

7.3. REALIZZAZIONE DI NUOVA LINEA DA QUADRO DI ZONA QEP1IZRX PER ALIMENTAZIONE QUADRO SERVIZI RX

L'alimentazione degli impianti di servizio della sala comando e della sala RX sarà derivata da un nuovo quadro elettrico da posizionarsi nel locale comando. Il quadro prenderà alimentazione dal quadro esistente QEP1IZRX, nel quale dovrà essere installato un interruttore magnetotermico 4P, da 25A, curva C, Icn=6kA.

Sarà installata una linea all'interno delle canalizzazioni in acciaio esistenti nel controsoffitto, del tipo FG7OM1 0.6/1kV in formazione 5G6 mmq. Dovranno essere predisposte le condutture (canalina/tubazione) dalla canalina di distribuzione esistente nei corridoi, sino al quadro elettrico degli impianti di servizio dei locali RX.

7.4. QUADRI ELETTRICI

I quadri elettrici sono costituiti da:

- Quadro macchina RX QMRX - Quadro servizio RX QSRX

Particolare attenzione sarà attribuita al proporzionamento termico del sistema contenitore-interruttori; il proporzionamento stesso garantirà il funzionamento continuativo a 40°C di temperatura aria esterna, senza che le temperature degli

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interruttori superino i limiti fissati dalle norme CEI 17-13/1 2' Edizione Fasc. n. 1433 e succ.

7.4.1. QUADRO MACCHINA RX – QMRX

Posto nel locale "cabina di comando", alimentato dal quadro generale di bassa tensione in cabina elettrica, sarà installato un quadro a protezione dei cabinet di radiologia, avente le seguenti caratteristiche:

- Quadro in resina; - completo di porta e controporta chiudibili a chiave; - dimensioni non inferiori a 500x700x250 mm - grado di protezione minimo IP44. - Installazione a parete.

I collegamenti ed i dati caratteristici delle apparecchiature sono indicati sugli schemi funzionali e topografici allegati.

7.4.2. QUADRO IMPIANTI DI SERVIZIO RX – QSRX

Posto nel locale "cabina di comando", alimentato dal quadro QEP1IZRX in locale adiacente, sarà installato un quadro a protezione degli impianti elettrici di servizio del locale radiologia, avente le seguenti caratteristiche:

- Quadro in resina; - completo di porta trasparente chiudibile a chiave; - 3x18 moduli - grado di protezione minimo IP44. - Installazione a parete.

I collegamenti ed i dati caratteristici delle apparecchiature sono indicati sugli schemi funzionali e topografici allegati.

7.5. IMPIANTI DI DISTRIBUZIONE ELETTRICA

7.5.1.DISTRIBUZIONE NEI CONTROSOFFITTI

La distribuzione sarà realizzata con conduttore del tipo FG7(O)M1 0.6/1 kV posato in passerella metallica asolata, priva di coperchio, posta al di sopra del controsoffitto. La canalina sarà dotata di setto interno separatore.

Gli stacchi per alimentare ad esempio i corpi illuminanti saranno eseguiti in cassette di derivazione in materiale termoplastico con pressacavi IP55, tramite cavo FG7OM1 posato all'interno di tubazioni in PVC quali guida cavi.

7.5.2.DISTRIBUZIONE GENERALE NEI LOCALI

Saranno impiegati componenti per installazione a vista.

La distribuzione sarà realizzata a mezzo di tubazioni in PVC serie pesante, rigide, posate a parete e cavi del tipo FG7OM1 0.6/1KV.

Capitolato Speciale d'Appalto 89

Le derivazioni e connessioni saranno effettuate all’interno di cassette di derivazione in materiale termoplastico posate al di sopra del controsoffitto, dotate qualora necessario di setti interni separatori, a mezzo di morsetti di derivazione a cappuccio, trasparenti, fissati in modo opportuno in modo da garantire elevata rigidità meccanica e dielettrica della giunzione.

Gli stacchi per alimentare i dispositivi finali saranno eseguiti in cassette di derivazione in materiale termoplastico con pressacavi IP55, tramite cavo FG7OM1 posato all'interno di tubazioni in PVC quali guida cavi.

7.5.3.DISTRIBUZIONE FM E DATI NELLA CABINA DI COMANDO

La distribuzione al di sotto del controsoffitto sarà realizzata con canalizzazione in PVC a parete, tipologia da ufficio, di dimensioni approssimative 120x60mm, colore bianco, dotata di setto interno separatore (ove presenti prese per trasmissione dati e impianti di segnale), al di sopra della quale saranno montate le cassette portafrutti tipo 503/506 per la posa di frutti modulari prese, interruttori e serie civile generica.

All'interno della canalina la distribuzione sarà realizzata con cavo del tipo FG7OM1 0.6/1 kV.

7.5.4.CAVI E CONDUTTORI DI DISTRIBUZIONE DI ENERGIA E SEGNALE

Distribuzione in conduttura isolante

I cavi posati all’interno delle condutture isolanti alimentanti dispositivi terminali saranno del tipo FG7OM1 0.6/1 kV.

Il proporzionamento dei conduttori farà riferimento ai calcoli eseguiti nei relativi allegati che oltre a soddisfare alle prescrizioni delle norme CEI 64-8 fornirà garanzie di selettività per tutti i possibili casi di guasto (corto circuito trifase, bifase, fase-neutro,fase-terra).

Impianti a correnti deboli

Impianto telefonico: Doppino telefonico TELECOM

Impianto di trasmissione dati: Cavo tipo UTP 4 cp, LSOH cat. 6

Rivelazione incendi: Cavo FG4OHM1 UNI 9795 EN 50200 CEI 20-105 (PH 30) di colore rosso.

7.6. IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE INTERNA

7.6.1.LOCALI DOTATI DI CONTROSOFFITTO

Saranno installati corpi illuminanti tondi da incasso in controsoffitto, con lampada fluorescente compatta da 2x26W, grado di protezione IP20/23, a bassa luminanza per installazione in locali con videoterminali. L'alimentazione dei corpi illuminanti sarà prelevata da connettori/spine IP44 ubicati nel controsoffitto con cavo FG7OM1 collegato alla lampada.

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l'accensione delle luci sarà comandata da interruttori unipolari da 10A in cassetta porta apparecchi posta su canalina in PVC a parete.

7.6.2.AREE SENZA CONTROSOFFITTO

Saranno installati corpi illuminanti a plafone, con lampada fluorescente T5 da 1x35W, grado di protezione IP20, a bassa luminanza per installazione in locali con videoterminali. L'alimentazione dei corpi illuminanti sarà prelevata da cavo FG7OM1 posato in canalina in PVC a soffitto, dotata di setto interno separatore (per la posa dei cavi dell'impianto di rivelazione fumi), di dimensioni approssimative 60x40mm.

l'accensione delle luci sarà comandata da interruttori unipolari da 10A in cassetta porta apparecchi posta su canalina in PVC a parete, posti all'interno della sala di comando..

7.6.3.ILLUMINAZIONE DI SICUREZZA

L’illuminazione di sicurezza sarà generalmente realizzata tramite corpi illuminanti autoalimentati con lampade led aventi flusso equivalente alle lampade fluorescenti compatte da 1x24W, con batterie al NiCd, autonomia 1h, funzionamento solo in emergenza SE.

Le plafoniere dovranno essere compatibili con l'impianto centralizzato con centralina esistente; dovrà essere quindi essere riprogrammata la centralina esistente per acquisire i dati da bus (o a onde convogliate) delle nuove plafoniere.

7.7. IMPIANTO DI FORZA MOTRICE

7.7.1.UTENZE TECNOLOGICHE

Dovranno essere alimentate le seguenti apparecchiature:

- Fancoil nei locali - Cabinet della macchina RX Opera G80 - Cabinet della macchina RX Opera T90S - Pensile - Radiografo

Le macchine Opera G80 eT90s saranno alimentate dai rispettivi cabinet. Il collegamento tra i cabinet e le 4 macchine di radiologia e tra queste e le consolle/dispositivi vari nella sala comando saranno effettuati da impresa specializzata che si occuperà dello smontaggio delle macchine esistenti, con i relativi cavi, dalla sede attuale di via Osasco, e del rimontaggio delle macchine nella nuova sede INAIL in oggetto.

Prevedere per l'impianto di climatizzazione dei locali l'interfaccia con il sistema di gestione della climatizzazione dell'edificio, con relativi collegamenti in cavo e programmazione.

7.7.2.IMPIANTI DI SERVIZIO

Saranno previsti dei gruppi prese contenenti prese del tipo UNEL P30 (standard Italiano e Tedesco), con alveoli schermati, 2P+T da 16A in cassette porta apparecchi all'interno della canalizzazioni in PVC da 120x60 predisposte.

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In corrispondenza delle postazioni di lavoro saranno installate cassette porta apparecchi tipo 506 per l'alloggiamento di n°3 prese UNEL di cui sopra, al fine di poter agevolmente alimentare pc, monitor, eventuale stampante.

7.8. IMPIANTO TELEFONICO E DI TRASMISSIONE DATI

L’impianto sarà realizzato con tubazioni e cassette indipendenti dagli altri impianti (o con canalizzazioni e cassette di derivazione promiscue ma dotate di setto interno separatore per la suddivisone degli impianti a tensione di rete dagli impianti a correnti deboli).

Saranno previste delle prese del tipo RJ45 in cat. 6E in corrispondenza delle postazioni di lavoro, che dovranno essere collegate all'armadio rack di zona tramite cavo UTP 4 cp in cat. 6e.

Il numero delle prese nei locali è tale da permettere il collegamento delle apparecchiature RX alle stesse, ove necessario.

7.9. IMPIANTO DI RIVELAZIONE FUMI

Saranno installati all'interno dei locali i seguenti dispositivi:

- Rivelatore ottico di fumo, puntiforme, a microprocessore, indirizzato, al di sopra dei controsoffitti, dotato di segnalazione led in ambiente

- Rivelatore ottico di fumo, puntiforme, a microprocessore, indirizzato, al di sotto dei controsoffitti - Segnalazione ottico/acustica completa di modulo di comando

I nuovi dispositivi dovranno essere della stessa serie di quelli esistenti ed essere interfacciati all'impianto esistente.

Pertanto i rivelatori di fumo ed il modulo di comando dovranno essere collegati ai loop esistenti a mezzo di cavo EN50200 tipo FG4OHM1 da 2x1.5mmq, mentre la segnalazione ottico acustica, dovrà essere collegata alla linea 24Vcc in arrivo dall'alimentatore EN54 di zona, sempre a mezzo di cavo EN50200 tipo FG4OHM1 da 2x1.5mmq.

La programmazione della centralina esistente dovrà essere integrata con i nuovi dispositivi.

7.10. IMPIANTO INTERCOMUNICANTE

Sarà installato un impianto intercomunicante all'interno dei locali, utile per la comunicazione tra paziente nella sala RX e operatori nella sala Comando. L'impianto comprenderà seguenti dispositivi:

- Postazione operatore nel locale controllo - Postazione microfonica utente all'interno della sala RX - n°2 diffusori sonori nella sala di comando - n°2 diffusori sonori nella sala RX

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7.11. IMPIANTO DI CHIAMATA

L'impianto avrà la funzione di chiamare dalla postazione di comando gli utenti in sala d'attesa.

Saranno installati i seguenti dispositivi:

- Base microfonica in locale comando - Amplificatore in locale comando - n°2 diffusori acustici da incasso in controsoffitto, da 6W nella sala d'attesa

7.12. IMPIANTO DI EQUIPOTENZIALIZZAZIONE NEI LOCALI DI GRUPPO 1

Nei locali classificati di gruppo 1 per la presenza di apparecchi elettromedicali con parti applicate (sala RX) sarà installato il nodo equipotenziale locale al quali dovranno essere collegate le seguenti parti di impianto:

- conduttori di protezione delle masse presenti nel locale medico (sezione del conduttore di protezione uguale alla sezione del cavo di fase alimentante il dispositivo elettrico)

- conduttori di protezione dei gruppi prese (ogni gruppo prese sarà singolarmente collegato al nodo; è permessa la realizzazione all'interno del gruppo prese di un sub-nodo per il collegamento dei PE delle singole prese)

- conduttore equipotenziale collegato alle masse estranee presenti nel locale, di sezione 6 mmq (radiatore ed eventualmente tubazioni di adduzione e scarico dell’acqua qualora metalliche).

Il nodo equipotenziale sarà installato all’interno di una cassetta di derivazione a parete con coperchio trasparente, in corrispondenza dei quadri elettrici QMRX e QSRX.

Ogni conduttore collegato al nodo equipotenziale locale dovrà essere contrassegnato tramite una etichetta per il riconoscimento in campo del collegamento.

7.13. IMPIANTO DI TERRA GENERALE

L’impianto di terra generale della struttura è esistente.

I conduttori di protezione relativi all’impianto di nuova realizzazione dovranno essere collegati all’impianto di terra generale esistente in corrispondenza del nodo equipotenziale del quadro elettrico generale in cabina di trasformazione (a sua volta collegato all'impianto di terra generale dello stabile).

7.14. PRESCRIZIONI PARTICOLARI PER LOCALI DI RADIOLOGIA

Lampade di segnalazione "Pericolo Radiazioni"

Per la segnalazione "PERICOLO RADIAZIONI" al di sopra delle porte d'ingresso alla sala RX, sono previsti contrassegni luminosi con segnalazione lampeggiante durante tutto il periodo di preparazione e di passaggio dei raggi-x, installate a parete, del tipo a bandiera con due lati esposti. e del tipo frontale con un lato esposto.

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Le lampade saranno direttamente collegate e comandate dai cabinet RX; prevedere cavi e condutture di collegamento.

Pulsanti di emergenza a fungo

Pulsanti di emergenza del tipo monostabile a fungo, da installare a parete (h=+2.00), per togliere alimentazione al quadro Rx situato nella cabina di comando; la stesura delle rispettive linee di collegamento sarà effettuata fino al succitato quadro QMRX; tali pulsanti, saranno collegati in parallelo con i relativi contatti NO per alimentare la bobina di sgancio a lancio di corrente presente nel quadro QMX.

Contatti magnetici

Sulle porte schermate di accesso alla sala RC dovranno essere installati dei contatti magnetici che, collegati direttamente ai cabinet RX provvederanno a interrompere la procedura di emissione dei raggi X in caso di apertura delle porte. E' allo scopo presente nel quadro QMR un contattore che dovrà essere interfacciato con i cabinet per l'eventuale disalimentazione da parte dei contatti magnetici.

Alimentazione apparecchio radiologico

L’apparecchio radiologico sarà allacciato ad una rete con tensione nominale di 230/400V-50Hz mediante una linea trifase+neutro (a servizio del solo apparecchio radiologico) - sezione 3 ½ x 35 mmq - (potenza media assorbita 40kW), protetta da un interruttore automatico da 4x100A con protezione magnetotermica differenziale su tutti i poli (con relè differenziale tarabile in tempo e corrente).

La rete sarà in grado di sopportare un carico istantaneo adeguato alle prestazioni massime dell’apparecchio (175A) e la caduta di tensione sotto detto carico non supererà il 4% della tensione nominale.

E' necessaria la predisposizione di un collegamento tra system cabinet e console di comando (con canalina con sezione minima di 10 cm x 12 cm, l’eventuale foro di passaggio attraverso le pareti dovrà avere un diametro di almeno 8 cm) – nel caso i cavi di collegamento passino a soffitto sarà necessario considerare che la lunghezza massima dei cavi dal system cabinet alla workstation deve essere di 14 m.

N.B. Terminati i lavori l'imprese esecutrice dovrà consegnare alla stazione appaltante gli elaborati grafici "as built" delle opere compiute.


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