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Sabato 1 Novembre 2014 Coppa America, Caldoro dai...

Date post: 20-Feb-2019
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NAPOLI (maga) - Stefano Caldo- ro torna in procura. Il Governatore della Regione Campania sarà ascol- tato lunedì mattina dal pubblico ministero Graziella Arlomede nel- l’ambito dell’inchiesta sulla Coppa America a causa della quale è stato indagato per il reato di abuso d’uffi- cio. L’interrogatorio è stato sollecita- to dallo stesso Caldoro a seguito della notifica dell’avviso di conclu- sione delle indagini preliminari, avvi- so che, in linea di massima, fa da pre- ludio ad una richiesta di rinvio a giu- dizio. A Caldoro, in particolare, si contesta la scelta, in concorso con Luigi De Magistris quale sindaco di Napoli e a Luigi Cesaro quale presi- dente (oggi ex) della Provincia di Napoli, di individuare nell’Unione Industriali - senza alcuna procedura ad evidenza pubblica - il partner per la costituzione dell’Acn, la società che si è occupata della gestione del- l’evento. Su questo tema Caldoro, difeso dall’avvocato Alfonso Fur- giuele, aveva già reso un ampio interrogatorio lo scorso 21 marzo, interrogatorio che nelle scorse setti- mane è stato depositato dai pm tra i numerosi atti a corredo dell’avviso di chiusura indagini. In quel verbale Caldoro ha difeso la bontà della deci- sione presa come Governatore, sotto- lineando che non è stato commesso alcun “favoritismo” come sospetta la procura, e ha ripercorso le tappe della scelta, facendo presente che tre anni fa gli amministratori pubblici si con- frontarono più volte con gli impren- ditori attivi sul territorio allo scopo di poter rilanciare l’immagine e l’eco- nomia di Napoli con un grande even- to. Tra gli incontri avvenuti a questo scopo Caldoro ha citato anche un confronto con Aurelio De Lauren- tiis, il patron del Napoli. Ma fu Paolo Graziano, presidente dell’Unione industriali, ad avere l’idea con mag- giore “appeal”. “Fu proprio Paolo Graziano, unitamente ad altri espo- nenti dell’Unione degli Industriali a proporre di organizzare la Coppa America nella città di Napoli e que- sta proposta fu accolta favorevol- mente dalla Regione, dal Comune e dalla Provincia, per cui nell’agosto del 2011 fu sottoscritto il Protocollo d'Intesa tra i vari soggetti interessati all’organizzazione degli eventi”, ha spiegato Stefano Caldoro davanti ai pm nell’audizione di marzo. Caldoro ha poi precisato di non aver parteci- pato personalmente alla trattativa per la definizione dell’importo delle Fee (i diritti da corrispondere all’Acea di Richard Worth per ospitare la ker- messe a Napoli): “Nella mia qualità mi ero interessato alla realizzazione e alla verifica di fattibilità di grandi eventi nell'ottica del rilancio della città dando, a tal fine, quale indirizzo politico il mio assenso alla parteci- pazione dell’evento. Gli uffici ammi- nistrativi, il mio gabinetto in primis e gli altri uffici competenti, si sono occupati degli aspetti tecnico-ammi- nistrativi garantendo la fattibilità dell’evento”. Quanto alla scelta di individuare come partner privato del- l’Acn proprio l’Unione industriali senza una procedura ad evidenza pubblica, Caldoro ha precisato che essa “era l’unica scelta possibile, in primo luogo perché con l'Unione Industriali vi erano state riunioni nelle quali avevamo ragionato sul tema della realizzazione dei grandi eventi, in secondo luogo la stessa si era fatto promotrice dell’iniziativa e pertanto la partecipazione di tale associazione di categoria era ritenu- ta necessaria per la buona riuscita dell’evento in considerazione soprat- tutto del fatto che l’associazione degli industriali rappresenta gli ‘interessi diffusi’ delle imprese napo- letane e non ha finalità di lucro”. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il Governatore sarà ascoltato lunedì dai magistrati: è indagato per abuso d’ufficio in concorso con Cesaro e De Magistris Coppa America, Caldoro dai pm A marzo parlò di incontri con gli imprenditori, tra cui De Laurentiis, per rilanciare la città di Napoli Il padrino ha annunciato di essere pronto a confessare un reato per il quale non è mai stato indagato allo scopo di dimostrare che lui sta raccontando la verità Show del ras in aula: “Sono vittima di un complotto” NAPOLI (maga) - Ha soste- nuto di essere vittima di un complotto. E poi ha promesso rivelazioni sconvolgenti per dimostrare che “tutta questa vicenda è stata manipolata”, aggiungendo che per dimostra- re la veridicità delle sue parole sarebbe pronto ad accusarsi “di un reato per il quale non sono mai stato imputato”. Antonio Caiazzo (nella foto), il capo dell’omonimo clan che per decenni ha operato nella zona collinare di Napoli, è stato il protagonista dell’udienza preli- minare sugli affari illeciti del sodalizio travolto dagli arresti del novembre dello scorso anno. Collegato in video-con- ferenza dal penitenziario del- l’Aquila dove il padrino è dete- nuto da qualche anno in regime di carcere duro, Caiazzo si è riportato più volte ai contenuti dell’ordinanza di custodia cau- telare che un anno fa lo ha col- pito per avanzare al gip Anto- nella Terzi richieste mirate: ascoltare un ispettore di polizia della Mobile che avrebbe avuto tra i suoi informatori “un affi- liato al clan Cimmino che gli ha fornito il mio numero di telefonino che nessuno teneva e questo per consentire l’inter- cettazione”, ascoltarlo allo scopo di capire perché “l’infor- matore ha parlato solo di me e non anche del clan Cimmino di cui fa parte” dal momento che “una persona che non accusa i suoi amici non è una persona attendibile”; ascoltare alcune delle vittime delle estorsioni che Caiazzo è accusato di aver ordinato perché, ha detto il boss, “ci sono delle contraddi- zioni tra quanto hanno dichia- rato e quanto si sente nelle intercettazioni”; nonché acqui- sire i dati personali della figlia Maria Giovanna (imputata), perché alcune vittime del pizzo “in sede di denuncia l’hanno definita corta e chiatta” men- tre “mia figlia è alta 1.70 e a Napoli essere alti un metro e settanta non è certamente esse- re bassi”. Caiazzo, tuttavia, si è visto rigettare tutte le richieste: il gip ha sottolineato che la deposizione dell’ispettore è “ininfluente ai fini della valuta- zione”, mentre le distonie della denuncia delle parti offese saranno oggetto di valutazione di merito. © RIPRODUZIONE RISERVATA di Manuela Galletta NAPOLI - Due rinvii a giudi- zio, una posizione stralciata e sette “accessi” al rito abbre- viato: ieri mattina, nell’aula 713, è stato messo un primo punto fermo processuale all’inchiesta contro il clan Caiazzo che il 13 novembre dello scorso anno culminò nell’esecuzione di dieci ordi- nanze di custodia cautelare in carcere. Il dibattimento è stato disposto per Salvatore D’An- tonio (residente a Giugliano) e per Elia Vernaglione (resi- dente nel quartiere di San Carlo Arena), quest’ultimo difeso dall’avvocato Fabio Visco: su questo procedimen- to sono entrambi liberi, il Rie- same li scarcerò per carenza dei gravi indizi di colpevolez- za. Rito abbreviato, invece, per il boss Antonio Caiazzo (che era collegato in video- conferenza dal carcere dell’A- quila dove è detenuto in regi- me di 41bis), per la figlia Maria Giovanna, Giancarlo Menna (di Chiaiano), Genna- ro Russo (dell’Arenella), Amodio Ambrosino (di Marano), Ciro Cosentino (di Marano), Beniamino Catuo- gno (di Marano). Le posizioni di chi ha scelto l’abbreviato (formula che prevede lo scon- to di un terzo della pena in caso di condanna) saranno affrontate il 25 novembre: il pubblico ministero antimafia Ivana Fulco, titolare dell’in- chiesta, rassegnerà le richieste di pena al giudice per le inda- gini preliminari Antonella Terzi del Tribunale di Napoli, poi inizieranno a discutere alcuni degli avvocati del colle- gio difensivi (tra i quali Lelio Della Pietra, Luca Cagliano Domenico Dello Iacono , Luigi Senese). Alcuni degli imputati, tra i quali Caiazzo, avevano chiesto di “condizio- nare” l’abbreviato all’escus- sione di alcuni testi, ma l’i- stanza è stata respinta dal gip. Tutti gli imputati rispondono di associazione di stampo mafioso e di concorso in estorsione ai danni degli ope- ratori commerciali. Nell’u- dienza di ieri si sono costituiti parte civile un imprenditore vittima di estorsione e l’asso- ciazione antiracket ed antiusu- ra “Sos Impresa”, tutti rappre- sentati dagli avvocati Ales- sandro Motta e Alfredo Nello. Stralciata, invece, la posizione di Giuseppe Gerardo Pensavecchia (resi- dente a Piscinola e titolare del bar “Island’s Cafè”), il quale è accusato solo di estorsione aggravata ai danni di una ditta che aveva installato delle slot- machine all’interno del suo locale: l’avvocato Massimo Vetrano ha eccepito un difet- to di notifica e il giudice ha rinviato i lavori, solo per lui, al 12 novembre al fine di col- mare la “lacuna”; in quella occasione Pensavecchia dovrà comunicare quale strada pro- cessuale vuole imboccare. La posizione più grave è quel- la del boss Antonio Caiazzo, il quale, secondo l’impostazione accusatoria, avrebbe approfit- tato delle maglie larghe del sistema carcerario per coltiva- re i suoi affari anche se dete- nuto. Caizzo, in particolare, è accusato di aver continuato a dirigere il clan benché ristretto in galera servendosi della trovava in prigione perché stava scontando una condanna a venti anni di reclusione per associazione di stampo mafio- so per aver guidato il sodalizio dalla fine degli anni Novanta ai primi anni del Duemila. Le indagini poggiano essenzial- mente su un fitto brogliaccio di intercettazioni, telefoniche e ambientali, nonché sulla denuncia sporta da alcune vit- time delle estorsioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA In due rinviati a giudizio, stralciata un’altra posizione Ponticelli La donna era stata sorpresa in strada dai carabinieri. A luglio fu arrestata per droga Evade dai domiciliari, rimedia 18 mesi NAPOLI (maga) - Un anno e mezzo di reclusione e imme- diato ritorno a casa: è la con- danna che ieri mattina ha col- pito Carolina Ambrosio, la 61enne di Ponticelli fermata nel pomeriggio di giovedì dai carabinieri della tenenza di Cercola con l’accusa di evasio- ne dagli arresti domiciliari. La donna si stava avviando a piedi in via Argine quando una pat- tuglia dei carabinieri l’ha incrociata; i militari, che l’ave- vano arrestata pochi mesi prima per violazione della legge in materia di sostanze stupefacenti, l’hanno ricono- sciuta e l’hanno fermata, per- ché sapevano bene che la donna si sarebbe dovuta trova- re a casa in quanto sottoposta ai domiciliari. Di qui l’arresto e l’incriminazione per evasione dagli arresti domiciliari, reato per il quale la Ambrosio è comparsa ieri mattina dinanzi al giudice monocratico del Tri- bunale di Napoli per affrontare il processo per direttissima. La 61enne ha scelto ed ottenuto di essere giudicata col rito abbre- viato (formula che prevede lo sconto di un terzo della pena) ed è ha rimediato un anno e mezzo; il giudice ha poi deciso di non applicare una nuova misura cautelare, disponendo il ritorno a casa della donna, la quale è stata rimessa ai domici- liari in base al vecchio provve- dimento restrittivo. La Ambro- sio si trovava “rinchiusa” nella sua abitazione in via al Chiaro di Luna, all’interno del rione di edilizia popolare Conocal, per- ché il primo luglio i carabinieri della tenenza di Cercola la accusarono di spaccio di droga. I militari dell’Arma eseguirono un’attività di appostamento e di osservazione eseguita per quattro ore in via al Chiaro di Luna, zona dove gli affari ille- citi sono controllati dai D’A- mico, ed individuarono la 61enne che, seduta su una sedia di plastica, cedeva di volta in volta degli involucri a persone in auto o in moto che le si fermavano davanti. In qualche occasione un uomo raggiunse la donna per rifornir- la o per prendere direttamente i soldi dagli acquirenti. Dopo aver assistito ad alcuni di que- sti episodi e dopo aver fermato anche due acquirenti, i carabi- nieri arrestarono Carolina Ambrosio, trovata in possesso di quattro “pezzi” di cocaina. Il 2 luglio la donna venne proces- sata per direttissima: Carolina Ambrosio ottenne di essere giudicata col rito abbreviato e rimediò un anno e quattro mesi di reclusione con la concessio- ne degli arresti domiciliari. © RIPRODUZIONE RISERVATA Piste ciclabili pericolose, alcuni imputati depositano al gip delle memorie difensive NAPOLI - Inchiesta sulla pericolosità delle piste cicla- bili di Napoli: in occasione dell’apertura dell’udienza preliminare dinanzi al giudice Ludovica Mancini alcuni degli imputati hanno depositato delle memorie difensi- ve. La consegna della documentazione ha spinto il giu- dice a rinviare l’udienza al 16 dicembre al fine di con- sentire al pubblico ministero Ilaria Mancusi Barone di prenderne visione e valutare il da farsi. Sul banco degli imputati ci sono quattro persone, difese dagli avvocati Luigi Tuccillo, Ester Siracusa e Domenico Ciruzzi. Ponticelli, strage al bar Sayonara del 1989: la sentenza in Appello slitta a metà mese NAPOLI - Slitta di qualche settimana la sentenza in Appel- lo sulla strage al bar Sayonara a Ponticelli, che nel novem- bre del 1989 fece sei morti: due malavitosi e quattro persone che si trovavano nel locale per prendere un caffé. Sul banco degli imputati ci sono 17 persone, gente del clan Sarno e del clan Aprea, che si coalizzarono per contrastare il potere di Andrea Andreotti ’o cappott al tempo dominus della mala di Ponticelli. Dei 17 imputati sei sono collaboratori di giusti- zia: si tratta degli ex capi del clan Sarno che hanno consenti- to di ricostuire tutti i passaggi della strage. Camorra ed estorsione, rito abbreviato per Caiazzo Arenella Scorciatoia processuale anche per la figlia del boss e altre cinque persone figlia 34enne Maria Giovanna, eletta a capoclan in un panora- ma malavitoso in cui i leader delle cosche, salvo rarissime eccezioni, sono esponenti del sesso maschile. E l’avrebbe fatto verso la fine 2011 - quando non era ancora sotto- posto al regime del carcere duro - dando così l’input per un’attività di estorsione a tap- peto che ha messo in ginoc- chio i commercianti della zona del Vomero. Caiazzo si Ambrosino Amodio Giancarlo Menna Beniamino Catuogno Gennaro Russo Ciro Cosentino Maria Caiazzo Salvatore D’Antonio Elia Vernaglione Napoli CRONACHE di NAPOLI 10 Sabato 1 Novembre 2014
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NAPOLI (maga) - Stefano Caldo-ro torna in procura. Il Governatoredella Regione Campania sarà ascol-tato lunedì mattina dal pubblicoministero Graziella Arlomede nel-l’ambito dell’inchiesta sulla CoppaAmerica a causa della quale è statoindagato per il reato di abuso d’uffi-cio. L’interrogatorio è stato sollecita-to dallo stesso Caldoro a seguitodella notifica dell’avviso di conclu-sione delle indagini preliminari, avvi-so che, in linea di massima, fa da pre-ludio ad una richiesta di rinvio a giu-dizio. A Caldoro, in particolare, sicontesta la scelta, in concorso conLuigi De Magistris quale sindaco diNapoli e a Luigi Cesaro quale presi-dente (oggi ex) della Provincia diNapoli, di individuare nell’Unione

Industriali - senza alcuna proceduraad evidenza pubblica - il partner perla costituzione dell’Acn, la societàche si è occupata della gestione del-l’evento. Su questo tema Caldoro,difeso dall’avvocato Alfonso Fur-giuele, aveva già reso un ampiointerrogatorio lo scorso 21 marzo,interrogatorio che nelle scorse setti-mane è stato depositato dai pm tra inumerosi atti a corredo dell’avviso dichiusura indagini. In quel verbaleCaldoro ha difeso la bontà della deci-sione presa come Governatore, sotto-lineando che non è stato commessoalcun “favoritismo” come sospetta laprocura, e ha ripercorso le tappe dellascelta, facendo presente che tre annifa gli amministratori pubblici si con-frontarono più volte con gli impren-

ditori attivi sul territorio allo scopo dipoter rilanciare l’immagine e l’eco-nomia di Napoli con un grande even-to. Tra gli incontri avvenuti a questoscopo Caldoro ha citato anche unconfronto con Aurelio De Lauren-tiis, il patron del Napoli. Ma fu PaoloGraziano, presidente dell’Unioneindustriali, ad avere l’idea con mag-giore “appeal”. “Fu proprio PaoloGraziano, unitamente ad altri espo-nenti dell’Unione degli Industriali aproporre di organizzare la CoppaAmerica nella città di Napoli e que-sta proposta fu accolta favorevol-mente dalla Regione, dal Comune edalla Provincia, per cui nell’agostodel 2011 fu sottoscritto il Protocollod'Intesa tra i vari soggetti interessatiall’organizzazione degli eventi”, ha

spiegato Stefano Caldoro davanti aipm nell’audizione di marzo. Caldoroha poi precisato di non aver parteci-pato personalmente alla trattativa perla definizione dell’importo delle Fee(i diritti da corrispondere all’Acea diRichard Worth per ospitare la ker-messe a Napoli): “Nella mia qualitàmi ero interessato alla realizzazionee alla verifica di fattibilità di grandieventi nell'ottica del rilancio dellacittà dando, a tal fine, quale indirizzopolitico il mio assenso alla parteci-pazione dell’evento. Gli uffici ammi-nistrativi, il mio gabinetto in primis egli altri uffici competenti, si sonooccupati degli aspetti tecnico-ammi-nistrativi garantendo la fattibilitàdell’evento”. Quanto alla scelta diindividuare come partner privato del-

l’Acn proprio l’Unione industrialisenza una procedura ad evidenzapubblica, Caldoro ha precisato cheessa “era l’unica scelta possibile, inprimo luogo perché con l'UnioneIndustriali vi erano state riunioninelle quali avevamo ragionato sultema della realizzazione dei grandieventi, in secondo luogo la stessa siera fatto promotrice dell’iniziativa epertanto la partecipazione di taleassociazione di categoria era ritenu-ta necessaria per la buona riuscitadell’evento in considerazione soprat-tutto del fatto che l’associazionedegli industriali rappresenta gli‘interessi diffusi’ delle imprese napo-letane e non ha finalità di lucro”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il Governatore sarà ascoltato lunedì dai magistrati: è indagato per abuso d’ufficio in concorso con Cesaro e De Magistris

Coppa America, Caldoro dai pmA marzo parlò di incontri con gli imprenditori, tra cui De Laurentiis, per rilanciare la città di Napoli

Il padrino ha annunciato di essere pronto a confessare un reato per il quale non è mai stato indagato allo scopo di dimostrare che lui sta raccontando la verità

Show del ras in aula: “Sono vittima di un complotto”NAPOLI (maga) - Ha soste-nuto di essere vittima di uncomplotto. E poi ha promessorivelazioni sconvolgenti perdimostrare che “tutta questavicenda è stata manipolata”,aggiungendo che per dimostra-re la veridicità delle sue parolesarebbe pronto ad accusarsi “diun reato per il quale non sonomai stato imputato”. AntonioCaiazzo (nella foto), il capodell’omonimo clan che per

decenni ha operato nella zonacollinare di Napoli, è stato ilprotagonista dell’udienza preli-minare sugli affari illeciti delsodalizio travolto dagli arrestidel novembre dello scorsoanno. Collegato in video-con-ferenza dal penitenziario del-l’Aquila dove il padrino è dete-nuto da qualche anno in regimedi carcere duro, Caiazzo si èriportato più volte ai contenutidell’ordinanza di custodia cau-

telare che un anno fa lo ha col-pito per avanzare al gip Anto-nella Terzi richieste mirate:ascoltare un ispettore di poliziadella Mobile che avrebbe avutotra i suoi informatori “un affi-liato al clan Cimmino che gliha fornito il mio numero ditelefonino che nessuno teneva equesto per consentire l’inter-cettazione”, ascoltarlo alloscopo di capire perché “l’infor-matore ha parlato solo di me e

non anche del clan Cimmino dicui fa parte” dal momento che“una persona che non accusa isuoi amici non è una personaattendibile”; ascoltare alcunedelle vittime delle estorsioniche Caiazzo è accusato di averordinato perché, ha detto ilboss, “ci sono delle contraddi-zioni tra quanto hanno dichia-rato e quanto si sente nelleintercettazioni”; nonché acqui-sire i dati personali della figlia

Maria Giovanna (imputata),perché alcune vittime del pizzo“in sede di denuncia l’hannodefinita corta e chiatta” men-tre “mia figlia è alta 1.70 e aNapoli essere alti un metro esettanta non è certamente esse-re bassi”. Caiazzo, tuttavia, si èvisto rigettare tutte le richieste:il gip ha sottolineato che ladeposizione dell’ispettore è“ininfluente ai fini della valuta-zione”, mentre le distonie della

denuncia delle parti offesesaranno oggetto di valutazionedi merito.

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di Manuela Galletta

NAPOLI - Due rinvii a giudi-zio, una posizione stralciata esette “accessi” al rito abbre-viato: ieri mattina, nell’aula713, è stato messo un primopunto fermo processualeall’inchiesta contro il clanCaiazzo che il 13 novembredello scorso anno culminònell’esecuzione di dieci ordi-nanze di custodia cautelare incarcere. Il dibattimento è statodisposto per Salvatore D’An-tonio (residente a Giugliano)e per Elia Vernaglione (resi-dente nel quartiere di SanCarlo Arena), quest’ultimodifeso dall’avvocato FabioVisco: su questo procedimen-to sono entrambi liberi, il Rie-same li scarcerò per carenzadei gravi indizi di colpevolez-za. Rito abbreviato, invece,per il boss Antonio Caiazzo(che era collegato in video-conferenza dal carcere dell’A-quila dove è detenuto in regi-me di 41bis), per la figliaMaria Giovanna, GiancarloMenna (di Chiaiano), Genna-ro Russo (dell’Arenella),Amodio Ambrosino (diMarano), Ciro Cosentino (diMarano), Beniamino Catuo-gno (di Marano). Le posizionidi chi ha scelto l’abbreviato(formula che prevede lo scon-to di un terzo della pena incaso di condanna) sarannoaffrontate il 25 novembre: ilpubblico ministero antimafiaIvana Fulco, titolare dell’in-chiesta, rassegnerà le richiestedi pena al giudice per le inda-gini preliminari AntonellaTerzi del Tribunale di Napoli,poi inizieranno a discuterealcuni degli avvocati del colle-gio difensivi (tra i quali LelioDella Pietra, Luca CaglianoDomenico Dello Iacono,Luigi Senese). Alcuni degliimputati, tra i quali Caiazzo,avevano chiesto di “condizio-nare” l’abbreviato all’escus-sione di alcuni testi, ma l’i-stanza è stata respinta dal gip.Tutti gli imputati rispondonodi associazione di stampomafioso e di concorso inestorsione ai danni degli ope-ratori commerciali. Nell’u-dienza di ieri si sono costituitiparte civile un imprenditorevittima di estorsione e l’asso-ciazione antiracket ed antiusu-ra “Sos Impresa”, tutti rappre-sentati dagli avvocati Ales-sandro Motta e AlfredoNello. Stralciata, invece, la

posizione di GiuseppeGerardo Pensavecchia (resi-dente a Piscinola e titolare delbar “Island’s Cafè”), il quale èaccusato solo di estorsioneaggravata ai danni di una dittache aveva installato delle slot-machine all’interno del suolocale: l’avvocato MassimoVetrano ha eccepito un difet-to di notifica e il giudice harinviato i lavori, solo per lui,al 12 novembre al fine di col-mare la “lacuna”; in quella

occasione Pensavecchia dovràcomunicare quale strada pro-cessuale vuole imboccare. La posizione più grave è quel-la del boss Antonio Caiazzo, ilquale, secondo l’impostazioneaccusatoria, avrebbe approfit-tato delle maglie larghe delsistema carcerario per coltiva-re i suoi affari anche se dete-nuto. Caizzo, in particolare, èaccusato di aver continuato adirigere il clan benché ristrettoin galera servendosi della

trovava in prigione perchéstava scontando una condannaa venti anni di reclusione perassociazione di stampo mafio-so per aver guidato il sodaliziodalla fine degli anni Novantaai primi anni del Duemila. Leindagini poggiano essenzial-mente su un fitto brogliacciodi intercettazioni, telefonichee ambientali, nonché sulladenuncia sporta da alcune vit-time delle estorsioni.

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In due rinviati a giudizio, stralciata un’altra posizione

Ponticelli La donna era stata sorpresa in strada dai carabinieri. A luglio fu arrestata per droga

Evade dai domiciliari, rimedia 18 mesiNAPOLI (maga) - Un anno emezzo di reclusione e imme-diato ritorno a casa: è la con-danna che ieri mattina ha col-pito Carolina Ambrosio, la61enne di Ponticelli fermatanel pomeriggio di giovedì daicarabinieri della tenenza diCercola con l’accusa di evasio-ne dagli arresti domiciliari. Ladonna si stava avviando a piediin via Argine quando una pat-tuglia dei carabinieri l’haincrociata; i militari, che l’ave-vano arrestata pochi mesiprima per violazione dellalegge in materia di sostanzestupefacenti, l’hanno ricono-sciuta e l’hanno fermata, per-ché sapevano bene che ladonna si sarebbe dovuta trova-re a casa in quanto sottopostaai domiciliari. Di qui l’arrestoe l’incriminazione per evasionedagli arresti domiciliari, reatoper il quale la Ambrosio ècomparsa ieri mattina dinanzial giudice monocratico del Tri-

bunale di Napoli per affrontareil processo per direttissima. La61enne ha scelto ed ottenuto diessere giudicata col rito abbre-viato (formula che prevede losconto di un terzo della pena)ed è ha rimediato un anno emezzo; il giudice ha poi decisodi non applicare una nuovamisura cautelare, disponendo ilritorno a casa della donna, laquale è stata rimessa ai domici-

liari in base al vecchio provve-dimento restrittivo. La Ambro-sio si trovava “rinchiusa” nellasua abitazione in via al Chiarodi Luna, all’interno del rione diedilizia popolare Conocal, per-ché il primo luglio i carabinieridella tenenza di Cercola laaccusarono di spaccio di droga.I militari dell’Arma eseguironoun’attività di appostamento edi osservazione eseguita per

quattro ore in via al Chiaro diLuna, zona dove gli affari ille-citi sono controllati dai D’A-mico, ed individuarono la61enne che, seduta su unasedia di plastica, cedeva divolta in volta degli involucri apersone in auto o in moto chele si fermavano davanti. Inqualche occasione un uomoraggiunse la donna per rifornir-la o per prendere direttamente isoldi dagli acquirenti. Dopoaver assistito ad alcuni di que-sti episodi e dopo aver fermatoanche due acquirenti, i carabi-nieri arrestarono CarolinaAmbrosio, trovata in possessodi quattro “pezzi” di cocaina. Il2 luglio la donna venne proces-sata per direttissima: CarolinaAmbrosio ottenne di esseregiudicata col rito abbreviato erimediò un anno e quattro mesidi reclusione con la concessio-ne degli arresti domiciliari.

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Piste ciclabili pericolose, alcuni imputatidepositano al gip delle memorie difensiveNAPOLI - Inchiesta sulla pericolosità delle piste cicla-bili di Napoli: in occasione dell’apertura dell’udienzapreliminare dinanzi al giudice Ludovica Mancini alcunidegli imputati hanno depositato delle memorie difensi-ve. La consegna della documentazione ha spinto il giu-dice a rinviare l’udienza al 16 dicembre al fine di con-sentire al pubblico ministero Ilaria Mancusi Barone diprenderne visione e valutare il da farsi. Sul banco degliimputati ci sono quattro persone, difese dagli avvocatiLuigi Tuccillo, Ester Siracusa e Domenico Ciruzzi.

Ponticelli, strage al bar Sayonara del 1989:la sentenza in Appello slitta a metà meseNAPOLI - Slitta di qualche settimana la sentenza in Appel-lo sulla strage al bar Sayonara a Ponticelli, che nel novem-bre del 1989 fece sei morti: due malavitosi e quattro personeche si trovavano nel locale per prendere un caffé. Sul bancodegli imputati ci sono 17 persone, gente del clan Sarno e delclan Aprea, che si coalizzarono per contrastare il potere diAndrea Andreotti ’o cappott al tempo dominus della maladi Ponticelli. Dei 17 imputati sei sono collaboratori di giusti-zia: si tratta degli ex capi del clan Sarno che hanno consenti-to di ricostuire tutti i passaggi della strage.

Camorra ed estorsione,rito abbreviato per Caiazzo

Arenella Scorciatoia processuale anche per la figlia del boss e altre cinque persone

figlia 34enne Maria Giovanna,eletta a capoclan in un panora-ma malavitoso in cui i leaderdelle cosche, salvo rarissimeeccezioni, sono esponenti delsesso maschile. E l’avrebbefatto verso la fine 2011 -quando non era ancora sotto-posto al regime del carcereduro - dando così l’input perun’attività di estorsione a tap-peto che ha messo in ginoc-chio i commercianti dellazona del Vomero. Caiazzo si

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Salvatore D’Antonio Elia Vernaglione

Napoli CRONACHE di NAPOLI10 Sabato 1 Novembre 2014

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