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SALUTE Mal di schiena? Sfatiamo i miti GRANDI...

Date post: 07-Jul-2020
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Anno 12 - N. 60 - Bimestrale - Fusta Editore - MEPE Distribuzione Editoriale - Via Ettore Bugatti 15 - 20142 Milano - Poste Italiane S.p.A sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (comp. in legge 27/02/04 n. 46) Art. 1 c. 1: LO/MI - I SSN 1974-5397 MONTE CALDERARO Una terrazza sulla Via Emilia CAMMINI STORICI A Roma lungo la Via degli Abati VIA ROMEA GERMANICA La “melior via” per Roma CAMMINO DEI BRIGANTI Lazio e Abruzzo senza confini SALUTE Mal di schiena? Sfatiamo i miti GRANDI TREKKING Alla scoperta della Val Verzasca www.camminareweb.it ISSN 1974-5397 60 | AGOSTO SETTEMBRE 2016 Euro 4,90 | Chf 9,50 TREKKING URBANO Bologna e Siena
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MONTE CALDERAROUna terrazza sulla Via Emilia

CAMMINI STORICIA Roma lungo la Via degli Abati

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SALUTEMal di schiena? Sfatiamo i miti

GRANDI TREKKINGAlla scoperta della Val Verzasca

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Inviare in busta chiusa con allegata la ricevuta di pagamento a: FUSTA EDITORE - CAMMINARE - Reg. Colombaro dei Rossi 2b - 12037 Saluzzo (CN) - Tel. 0175 211955 Abbonamenti direttamente dal sito: www.camminareweb.it - [email protected]’abbonamento avrà inizio dal primo numero raggiungibile dopo il ricevimento della richiesta.

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Un anno di emozionicon i piedi per terra

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di Roberto [email protected]

editoriale

Agosto Settembre 2016 /camminare 1

Molte persone si dicono convinteche ci sia un tempo per riflettere eper discutere, e un altro tempo, un

tempo diverso, per fare, per lavorare, per dareforma e consistenza ai progetti nati in prece-denza nella mente. In base a questa logica,per i patiti del cammino, l’estate – che di so-lito costituisce il momento migliore per ma-cinare chilometri, calpestare sentieri e mulat-tiere, attraversare (o seguire) crinali montuosi,solcare praterie d’alta quota, frugare selve ealtipiani – dovrebbe costituire una vacanzatotale per la mente. In altre parole, sarebbel’occasione propizia per far lavorare piedi egambe, senza farsi tante domande e senzaconcedere spazio all’inarrestabile rovello delpensiero critico. Come se le due facce dellavicenda fossero per loro natura separate e im-permeabili. E magari persino in contrappo-sizione l’una rispetto all’altra. Da una partel’azione, dall’altra il pensiero, le intuizioni, iragionamenti. Peccato che spesso i pensierivengano generati direttamente dall’espe-rienza, o accompagnino in modo naturale igesti dell’homo faber.Difficile, infatti, disegnare un confine – anchesolo teorico – tra il pensare e il fare. Il cam-minare, poi, rappresenta una sintesi esem-plare di come le due attività viaggino as-sieme, si tengano strette l’un l’altra. Perché– che piaccia o no – concatenare i propripassi uno dopo l’altro, spostarsi nel mondo,cambiare fisicamente punto di vista sullecose che appaiono davanti agli occhi, per-mette di accumulare gocce di sapere, di ag-giungere alla propria conoscenza nuovi con-tenuti. Anzi, se con l’immaginazionetorniamo al momento il cui i primitivi esseriumani, acquisita la posizione eretta, comin-ciarono a colonizzare il pianeta percorrendoloin lungo e in largo, fino alle sue latitudiniestreme, possiamo persino stabilire il mo-mento in cui la lezione dell’esperienza e la se-dimentazione di nozioni collegate alle primefasi della “scoperta” del mondo hanno co-minciato a diventare indispensabili per l’evo-luzione del genere homo.

Avviciniamo dunque i lunghi cammini conl’emozione che ci accompagnava da bam-bini in occasione del primo giorno di scuola.In fondo si tratta della stessa cosa. I primipassi lungo un sentiero sono sempre l’inci-pit di un percorso di scoperta. Un impegna-tivo corso universitario di alto livello (chenon preclude affatto gioia e divertimento) incui si impara a coniugare il tempo della pro-pria vita con il ritmo della natura. Si ripas-sano le nozioni fondamentali del tempo edello spazio in maniera nuova. Si sperimen-tano la precarietà ma anche la forza indo-mabile dell’esistenza. Si allinea il proprio re-spiro con quello dei boschi e dei campi, lapropria fisiologia al mutare delle condizionidella luce e al suo alternarsi con il buio. So-prattutto, si riesce finalmente ad ascoltarele richieste che arrivano al cervello dai cen-tri periferici del corpo e, chissà, forse anchedall’inconscio.In apparenza si tratta di un’esperienza ba-nale. Alla prova dei fatti, però, sappiamo cheuna vacanza al ritmo del proprio passo puòrivelarsi un privilegio raro, da ricercare conil massimo della perseveranza.Ci pensavo, l’altro giorno, quando alla par-tenza di un sentiero m’è capitato di sentirele esortazioni del capo-gita di turno. Aicompagni, che commentavano la recen-sione di un libro appena uscito, ha racco-mandato a voce alta: «Ehi, basta con ’stacultura (sic!): adesso è ora di andare.Amici, ora si cambia marcia! E poi è estate,tempo di camminare». Forse l’escursionistaassatanato aveva scambiato la realtà fat-tuale con la rappresentazione che ne fa ilpiccolo schermo. E probabilmente pensavache schiacciando il tasto del telecomandosi sarebbe trovato su un canale televisivo di-verso, capace di inibire per qualche tempol’attività cerebrale. Chissà come sarà andataa finire... E comunque, rispetto al fatto chel’estate sia fatta per camminare, aveva ra-gione: proprio non ci piove (meteo per-mettendo). Per quanto, anche nelle altrestagioni...

Con i piedi e con la mente...I primi passi lungo un sentiero sonosempre l’incipit diun percorso discoperta. In apparenza, una lungacamminata è poco più diun’esperienzabanale. Alla provadei fatti, però,sappiamo che unavacanza a piedipuò rivelarsi unprivilegio raro, da ricercare con il massimo dellaperseveranza

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DIRETTORE RESPONSABILE:Roberto [email protected]

IN REDAZIONE:Mattia BiancoLaura ColognesiGiorgio DamilanoMaurizio Damilano

CORRISPONDENTI:Gianfranco BracciVito Paticchia

HANNO COLLABORATO:Pietro AlbanoSanto AlfonzoLuciano AllegriGianni AudisioBartolomeo Davide BertinettoMaurizio BongioanniSilvio CalcagnoGiulio CapitelliRocco CardamonePino DellasegaMartina Fabbri Paolo FissoreSimone FrignaniG.A.I.A.Dino GenoveseMaura MarchioriSergio PapucciAnna RocchiStefania Siccardi

CONTRIBUTI FOTOGRAFICI:Luciano AllegriSilvio CalcagnoGiulio CapitelliComune di BolognaPino DellasegaMartina Fabbri Simone FrignaniDino GenoveseMassimo GrisoliSergio PapucciVito PaticchiaAnna Rocchi

Agosto Settembre 2016

DIREZIONE E REDAZIONE:Fusta Editorevia Colombaro dei Rossi 2 B 12037 Saluzzo (CN)tel. 0175.211955 [email protected] [email protected]

EDITOREFusta [email protected] [email protected]

PUBBLICITÀ:Luca Zaramella / Chiara UscottiP.zza IV Novembre, 101 Maerne di Martellago (VE)Tel. 041.641302 - [email protected]

MAP Italia srl - 12037 Saluzzo (Cn)Corso Beato Giovenale Ancina, 8tel. 0175.248132 - fax 0175.248986

STAMPA:Reggiani Arti Grafiche S.r.l. Brezzo di Bedero

DISTRIBUZIONE PER L’ITALIA: MEPE Distribuzione Editoriale Via Ettore Bugatti 15 - 20142 Milano (MI)

Registrazione Tribunale di Saluzzo: n. 161ISSN 1974-5397

Una copia: 4,90 euro;Abbonamento annuale (6 numeri): 25 euroAbbonamento annuale dall’estero: 105 euroNumeri arretrati: 7 euro

In copertina:Foto di Giulio Capitelli e Martina Fabbri

Pag. 128 | F.to 12x18 cm | € 9,90 | ISBN 978 88 98657 32 2

Sulla base di intui-zioni, osservazionie sperimentazionisono nati, negli ul-timi anni, deglispeciali bastonciniricurvi adatti anordic walking,escursionismo ecorse podistichefuoristrada.Questa innova-zione è rappre-sentata dal ba-stoncino Curve denominato,nella sua versione più aggiornata, N&Wcurve(www.infocurve.it) e inventato da Fulvio Chiocchetti,esperto di nordic walking e di corse in montagna.Chiocchetti, oltre a essere valente sciatore di fondo,segue da anni la sempre più popolare disciplina delnordic walking, e si occupa con particolare attenzionedell’allenamento di atleti che si cimentano in este-nuanti corse in montagna con l’uso di bastoncini, lecosiddette vertical.Provando e riprovando in questi ultimi anni con unaricca gamma di prototipi, Fulvio ha inventato i ba-stoncini curvi, adatti sia per coloro che iniziano acamminare dopo anni trascorsi in poltrona, sia per inordic walker che già conoscono la tecnica di cam-minata, sia per gli skyrunners estremi dal fisicoascetico, avvezzi alla durezza delle corse in monta-gna e del trail running, sia per gli sci-alpinisti che vo-gliano sperimentare nuovi materiali. L’idea che animal’inventore dei bastoncini N&Wcurve è apparente-mente semplice: i bastoncini devono inserirsi natu-ralmente nel movimento che noi utilizziamo per pro-cedere, e quindi devono essere gli attrezzi che siadattano al nostro corpo e non viceversa.

NORDIC HIKINGL’evoluzione del cammino

Gianfranco Bracci - Francesco Saliola

La camminata nordica al servizio dell’escursionismo

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sommario

www.camminareweb.it

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1 Editorialedi Roberto Mantovani

4 Fitwalking allenamentoLunghe distanzePronti in 4 settimanedi Maurizio Damilano

6 MarciaAntidoping su SchwazerFare chiarezza è un doveredi Giorgio Damilano

7 L’Italia che camminaFree Walking Project

8 Ci troviamo a...10 Con i bastoncini

L’allenamento per il benesseredi Paolo Fissore

12 Con i bastonciniNordic Walking per il benessere mentaledi Mattia Bianco

14 AppuntamentoWalk Monviso 2016Novità per i camminatori

15 AppuntamentoIn camminoper i malati di Alzheimer

16 Nordic Walking Challenge 2017di Pino Dellasega

18 Fuori stradaLunghe distanzecon il Monoallenamentodi Bartolomeo Davide Bertinetto

22 Itinerari in ItaliaUna terrazza sulla Via Emilia:Monte Calderarodi Vito Paticchia

30 Via Romea Germanica La “melior via” per Romadi Simone Frignani

Agosto Settembre 2016 /camminare 3

40 Trekking urbanoBologna a piedicon le mani in pastadi G.A.I.A.

44 Siena a passo lentoUrban Trek nella storia

54 In camminoSuperga, la collina che fuSui sentieri della capitale sabaudadi Dino Genovese

57 Report dall’ItaliaIl Cammino dei BrigantiLazio e Abruzzo senza confinidi Giulio Capitelli e Martina Fabbri

60 Itinerari in ItaliaVia della CostaDa Sanremo a Torrazzadi Anna Rocchi e Silvio Calcagno

64 Itinerari nel mondoLa Val VerzascaLa Svizzera vicino a casadi Sergio Papucci

70 Cammini storiciVia degli AbatiLa via appenninica verso Romadi Luciano Allegri

74 SfaccettatureTroppa carne fa male?Non al popolo Masaidi Rocco Cardamone

76 CuriositàScarpe famose in mostraPasseggiare e stupirsi

77 Essere DonnaFarmaci generici: dobbiamo stare attenti?di Maura Marchiori

78 InSalute8 ore di prevenzioneLa salute inizia al lavorodi Santo Alfonzo

80 La posizione della schienaSfatiamo i miti di Pietro Albano

70

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FITWALK

INGALLENAMENTO

Fine estate come sempre fa rimacon la voglia di cimentarsi cam-minando in una delle tante prove

lunghe che in autunno caratterizzano ilmondo del podismo.Ormai quasi tutte le maratone, mezzemaratone, 30 chilometri etc prevedonoal loro interno una sezione dedicata alFitwalking, anche se non tutte danno ladovuta attenzione al sempre crescentenumero di appassionati di questa di-sciplina. Molte ormai hanno apposita-mente allungato i tempi massimi pro-prio per offrire maggior opportunità atutti di portare a termine la distanza uf-ficialmente.Naturalmente una maratona, oppureuna gara di lunga durata, si preparacon alcuni mesi di lavoro, ma giunti altermine dell’estate si è ancora in tempoper iniziare la preparazione per unevento novembrino. Oppure si è ormaia poche settimane dalla prova, ossia siè entrati o si sta per entrare, nel pe-riodo determinante per avvicinarsi almeglio all’evento.Nei 3-5 mesi di preparazione il lavorodeve toccare alcuni aspetti fondamen-tali:

• Incremento della resistenza aero-bica attraverso allenamenti lunghi elenti;

• Incremento della resistenza speci-fica introducendo nel programmalavori ad intensità più elevata e sudistanze medie;

• Incremento della velocità inserendolavori più brevi, prove corte e ripe-tute, lavori a velocità variata, allun-ghi;

• Forza muscolare con lavori a cariconaturale preferibilmente in salita,esercizi di propriocettività, mobilitàe flessibilità (importantissimi perrendere più fluido il gesto).

Adesso si tratta di curare gli ultimiparticolari senza strafare. Progressiva-mente nelle ultime 4 settimane laquantità di lavoro si riduce. Il ritmoobiettivo, ossia la velocità che attra-verso test specifici e secondo le attesepersonali si vuole ottenere al terminedella prova, diviene il riferimento prin-cipale. Uscire a “ritmo obiettivo” si-gnifica non solo sollecitare il fisco a unlavoro costante e ad un regime di

Lunghe distanzePronti in 4 settimanedi Maurizio Damilano

State pensando alle prossimemanifestazioni di cammino? Volete sfidare i vostrilimiti aumentando le distanze percorse? Se avete sfruttato i mesi caldi per tenerviin forma e magarimigliorare forza e resistenza, iniziatesubito a finalizzarel’allenamento con un obiettivo preciso

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È indispensabile essere economici nel gestomotorio: consumando troppa energia con un gestopoco fluido si rischia di non raggiungere l’obiettivo

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Lunghe distanze. Pronti in 4 settimane | Fitwalking allenamento

buona intensità, ma abituarsi anchedal punto di vista neuro-muscolare amantenere un gesto economico.Essere economici nel gesto motorioin prospettiva di una prova di lungadistanza è assolutamente indispen-sabile. Consumare troppa energia acausa di un gesto poco fluido, di-spersivo e dispendioso aumenta no-tevolmente il rischio di non ottenerequanto ci si prefigge.In questo periodo il programma pre-vederà un ultimo allenamento lungoda compiersi circa 20 giorni primadella manifestazione. Inoltre è buonanorma effettuare un ultimo lavoro al“ritmo obiettivo” a circa 10 gironidall’evento. La distanza varia tra unterzo e metà della distanza che si do-vrà affrontare: per una maratona saràquindi di 15 o 20 chilometri.L’ultima settimana è dedicata com-pletamente alla rifinitura con lavoribrevi, percorsi a ritmi facili e curandola tecnica. Ideale inserire alcuni al-lunghi brevi o brevissimi al terminedelle sedute di allenamento per nonperdere il controllo neuro-muscolare.In questo periodo di progressiva ri-duzione del lavoro in termini diquantità è importante dare molta at-tenzione al recupero: lasciare il giu-sto tempo tra una seduta e l’altra èfondamentale, meglio una seduta inmeno che una in più se ci si senteun po’ stanchi o molto tesi.Avendo la possibilità sarebbe idealepartecipare a un evento test (po-trebbe sostituire il lavoro a “ritmoobiettivo”) a 15 giorni dalla maratonao distanza lunga. Mentalmente farloin gruppo è più semplice, ma attentia non lasciarvi trasportare dall’entu-siasmo. Programmare significa farele cose come devono essere fatte,pertanto non badate all’agonismo maal vostro obiettivo.Rimangono poi gli ultimi particolarida curare con attenzione: riposarebene, preparare l’approccio mentalealla prova, valutare le caratteristichedel percorso, alimentarsi corretta-mente nei gironi precedenti, averebene in testa le necessità della rein-tegrazione durante la gara.A questo punto siete pronti al colpodi pistola e a raccogliere il frutto diquesti mesi d’impegno.

FWL = fitwalking lento, un ritmo facile da sostenere (respirazione molto regolare) e per chi haun cardio frequenzimetro un battito di circa il 70% della FCM (frequenza cardiaca massima)

FWM = fitwalking medio, un ritmo in cui la respirazione inizia ad essere un po’ più intensa (75-80% FCM)

FWI = fitwalking intenso, si usa su distanze molto brevi, la respirazione è molto alta, e il movi-mento tecnico decisamente veloce (100% FCM)

Risc = riscaldamentoDef = defaticamento

4 settimane all’eventoLunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato Domenica

Risc. +stretching 10 kmAllunghi +Lavoro di tecnica e def.

Riposo Risc. +stretchingFWM 3 Km Ripetute 5x1 km FWIe recupero1km “ritmoobiettivo”Def.

Riposo Risc. +stretchingKm 15 FWLLavoro di tecnica e def.

Riposo Lavoro lungo25/30 Km FWL

3 settimane all’eventoLunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato Domenica

Risc. +stretching8/10 kmFWL Lavoro di tecnicae def.

Riposo Risc. +stretchingFWM (“ritmoobiettivo”) 12 KmDef.

Riposo Risc. +stretchingKm 5 FWLLavoro varioper 6/9 Kmalternando 2 km a “ritmoobiettivo” e 1 Km di FWLDef.

Riposo Risc. +stretchingTest a “ritmoobiettivo” di15 o 20 Km(in base alladistanza da affrontarenell’evento)Def.

2 settimane all’eventoLunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato DomenicaRiposo Risc. +

stretchingFWL Km 103X1 Km FWILavoro di tecnica e def.

Riposo Riposo Risc. +stretchingKm 3 FWLKm 7 FW“ritmoobiettivo”Def.

Riposo Risc. +stretchingFWL Km 10Allunghi etecnicaDef.

1 settimane all’eventoLunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato DomenicaRiposo Risc. +

stretchingFWL Km 6allunghiLavoro ditecnica edef.

Riposo Riposo Risc. +stretchingKm 5 FWritmoobiettivoDef.

Riposo EVENTO

Consigli per l’allenamento

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Agosto Settembre 2016 / camminare 6

Apoche ore dalla chiusura delnumero della rivista rimbal-zano sui media di tutto il

mondo le notizie relative alla positivitàall’utilizzo di steroidi anabolizzanti daparte di Alex Schwazer, confermateanche dall’analisi del campione B.Avendo parlato, sullo scorso numero,di questo atleta dalle indubbie qualitànaturali ma in questi anni chiacchie-rato più per fattori negativi che postivi,sembra giusto chiudere il cerchio delragionamento alla luce dei fatti suc-cessivamente avvenuti.La notizia giunta circa un mese dopola vittoria di Roma e il conseguimentodel minimo olimpico anche per la 20Km, ha certamente stupito e nonpoco tutti coloro che, come me, nonavevano assolutamente dubbi sul re-cupero dell’atleta anche in funzionedel programma di trasparenza messoa punto dal suo allenatore, da annipaladino dell’antidoping, Sandro Do-nati.Non voglio entrare in giudizi che po-trebbero anche essere affrettati, matantomeno inoltrarmi in fantasiosecongetture da libro giallo tirando inballo il complotto internazionale, i ser-vizi segreti russi, e via dicendo.Oggi siamo davanti a una verità in-confutabile, ossia che le due analisidei campioni prelevati a gennaio al-l’atleta hanno dato esito positivo.Da qui in poi c’è l’opportunità, e l’as-soluto diritto, da parte di Schwazer, diricorrere e cercare di dimostrare lasua verità, l’estraneità ai fatti e la cor-rettezza sua e dello staff che lo ha se-guito nel recupero sportivo, ma adoggi i fatti dicono altro e la sua parte-cipazione all’Olimpiade pare del tuttoimpossibile.Siamo di fronte a una situazione che,se un domani dovesse essere ribaltatada prove diverse, compresa l’ipotesi

della manipolazione, dimostrerebbecome tutte le vicende doping debbanoessere trattate con cautela e senzasensazionalismi, cosa che spesso nonaccade.Si tratta di un argomento molto serioe che può rovinare l’immagine e i sa-crifici fatti da molti atleti per raggiun-gere i massimi risultati e che invecespesso viene trattato con leggerezza, avolte per motivi personali, usando an-che il mezzo del sospetto, insinuandosituazioni in effetti mai comprovateda controlli di positività.In questa circostanza siamo invece difronte al caso opposto di un atletache, seguito da un tecnico celebratocome bandiera dell’antidoping e sot-toposto a un programma minuzioso direcupero fatto anche di molti controllispontanei, cade comunque nelle ma-glie dell’antidoping.Pertanto, per dare un senso di veritàai fatti e sconfiggere anche quel tipo dimanovre e di utilizzo dei sospetti(senza prove), fare luce definitiva sullavicenda della seconda positività diAlex Schwazer sarà un passaggio fon-damentale per la chiarezza di questae molte altre vicende e chiacchiere.

Marcia

Antidoping su SchwazerFare chiarezza è un dovere

Schwazer accusamanipolazioni del suocampione: se fosseroconfermate, comeaccadde nel 1997,dimostrerebbero che le vicende didoping devono esseretrattate con cautela esenza sensazionalismi

Fare luce definitivasulla vicenda dellaseconda positività di Alex Schwazer sarà un passaggiofondamentale per la chiarezza di questa e molte altrevicende e chiacchiere

testo di Giorgio Damilano

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Il progetto di Claudio Astegiano e Giancarlo Cuscunà nasce nel 1993. Come accade spesso, e come è successo anche peril Fitwalking, tutto ha inizio con la marcia atletica. Era l'autunno del 1993 e nasceva il Walking Project, un movimentosportivo che promuoveva in primo luogo la marcia sportiva e il suo aspetto atletico attraverso allenamenti, gare e mani-festazioni, anche come referente FIDAL in Piemonte. Poi venne il Fitwalking dei fratelli Maurizio e Giorgio Damilano, e ilWalking Project intuì le sue potenzialità nella promozione del cammino come sport del benessere. Astegianoe Cuscunà diventarono entrambi istruttori della disci-plina, e la fecero diventare parte del loro progetto. Il loro sostegno alla camminata sportiva fece un ul-teriore passo avanti con l'apertura di alcuni CentriPermanenti del Buon Cammino: Polcenigo (Porde-none), Valli di Lanzo (Torino), l'Ecole du Fitwalkingdi Aosta. Grazie a questa diffusione territoriale nac-quero alcune manifestazioni di cammino traPiemonte e Valle d'Aosta. Le maggiori: Camminandointorno al Lago a Candia, la camminata a CeresoleReale, nel parco del Gran Paradiso, e Gironzolanzo.L'aspetto agonistico del cammino non è scomparsodel tutto: nel 2011 il Walking Project ha organizzatoil Campionato italiano di Società di Marcia, con seinazionali alla partenza; nel 2012nel parco La Man-dria di Torino la prova del Campionato Italiano asso-luto Junior e Promesse, e di società senior assolutimaschile e femminile. Sempre nel 2012 una mani-festazione competitiva internazionale ad Aosta, in unanello cittadino ricavato in piazza Emile Chanoux.Nel 2014 a Lanzo (TO) la prova del Grnad Prixnazionale assoluto di marcia.

Le Case del Cammino: walking for wellnessNel 2015 infine l'associazione si è evoluta per includere ogni tipo di camminata non agonistica. Nasce il marchio Walk-ing, ancora una volta con lo scopo di promuovere la camminata sportiva in ogni sua forma: Fitwalking, Nordic Walking,o semplicemente camminata sportiva, all'aperto o indoor: l'importante è che venga praticata sotto la supervisione di es-perti per garantirne l'aspetto sportivo e salutistico. I centri di Polcenigo, Lanzo, Aosta e Torino diventano dei luoghi di pro-mozione del cammino in ogni sua forma. E all'orizzonte ci sono nuove realtà che potrebbero aprire nell'immediato futuro.«Se la forma negli anni è cambiata – racconta Claudio Astegiano – l'ideologia è rimasta la stessa: far camminare le per-sone per il loro benessere. Lo sport è scuola di vita, insegna a combattere, ad andare avanti. Il cammino sportivo, che pos-siamo definire uno “sport povero” perché non richiede strutture o strumenti specifici, riempie il quadro generale aiutan-doci a migliorare il nostro stile di vita».

Contatti: [email protected] - [email protected]

L’Italia che cammina

Free Walking ProjectCamminate come volete, ma camminate

Il nostro viaggio tra le realtà italiane che credono nel cammino e lo promuovonocome stile di vita sano continua in Piemonte, nelle valli di Lanzo, con l’associazioneWalking e il suo Walking Project.

Tu o la tua associazione promuovete la camminata come fonte di benessere?Scrivici a [email protected]

Agosto Settembre 2016 / camminare 7

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11 AGOSTO - UGGIANO LA CHIESA (LE)

MARATONINA DEI DUE BORGHISez. FitwalkingIn occasione dell’evento podistico “VI Maratonina dei due borghi”verrà proposta una sezione non competitiva dedicata al Fitwalkingcon la presenza dell’istruttore abilitato di Fitwalking Giuseppe Mel-chionna.Partenza da Via delle Mimose alle ore 18,30. Percorso di 10 Km.Quota di partecipazione 2 euro senza pacco gara. Premi a sorteg-gio. Le iscrizioni si faranno sul posto il giorno della manifestazione.Per info rivolgersi a Giuseppe Melchionna cell. 366.6697555.

28 AGOSTO - CRISSOLO (CN)

FITWALKING DI CRISSOLOTerza edizione del Fitwalking di Crissolo che propone un percorsoin alta quota tra le braccia del Monviso e le sorgenti del Po, lungoil quale sarà possibile trovare fontane caratteristiche, sentieri suspartiacque, piccole chiese, santuari e bellissimi panorami.

SEGNALIAMO QUESTE MANIFESTAZIONI CHE HANNO UNASEZIONE DEDICATA COMPLETAMENTE AL FITWALKING. COLLEGANDOSI COL SITO UFFICIALE DEL FITWALKING SARÀ POSSIBILE DI VOLTA IN VOLTA SCOPRIRE ALTRIEVENTI DEDICATI A QUESTA SPECIALITÀ

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Agosto Settembre 2016 / camminare 8

L’evento si svolge in concimitanza del Tour Monviso Trail ed è de-dicato al Fitwalking Cross. Costo dell’iscrizione €5,00 per gli adulti e €2,00 per i bambini finoa 10 anni. Iscrizioni sul posto prima della partenza. Pacco gara aiprimi 100 iscritti. Ritrovo alle ore 8,30 nella piazza centrale e par-tenza alle ore 9,30. Per informazioni: 0175.257900 Palestra Tempio del Fitness 347.9050624 Davide Crosetti.

2 SETTEMBRE - BRICHERASIO (TO)

GIRO DEL BELVEDEREAppuntamento con il cammino in orario serale, ritrovo alle ore 18 aBricherasio in Piazza Don Morero e partenza alle ore 19 su percorsodi 3 Km. Per il percorso di 6 Km è possibile partire alle ore 19,30dopo la partenza dei podisti. È prevista la possibilità di parteciparecon il proprio cane, partenza alle ore 19.Per informazioni: 0121.598413 [email protected]

11 SETTEMBRE - ARENZANO (GE)

MARCIA MARE E MONTIAppuntamento tradizionale con il Fitwalking alla Marcia Mare eMonti di Arenzano, unica tappa italiana del circuito internazio-nale Marching League. Nella giornata di domenica sarà possi-bile partecipare alla sezione Fitwalking con partenza epercorso dedicati. Per informazioni: www.maremontiarenzano.org

11 SETTEMBRE - DRUENTO (TO)

FESTA DELLO SPORT - STAFFETTAIn occasione della Festa dello Sport per gli amanti del cam-mino viene proposta una sezione dedicata al Fitwalking. Leprove si svolgeranno in mattinata partendo da Piazza Oropa,cuore della manifestazione, in direzione del Parco La Man-dria, lungo viale Papa Giovanni XXIII. Nel pomeriggio su unanello di circa 700 metri si svolgerà una staffetta all’ameri-cana giovani contro adulti.Informazioni sul sito www.tonwfitwalking.com oppure sullapagina facebook torinonwfitwalking. L’iscrizione gratuita avverrà la mattina stessa.

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18 SETTEMBRE - RACCONIGI (CN)

CAMMINATA DEL REAL BISCOTTOQuinta edizione del Fitwalking di Racconigi, il folto gruppo di fit-walkers locali potrà cimentarsi su due percorsi a scelta: 5 e 10 Kmche si snodano lungo le strade cittadine e il Parco del Castello diRacconigi. Ritrovo alle ore 9,00 nel piazzale sud del Castello, partenza alleore 9,30. Arrivo nel piazzale Nord. È possibile pre-iscriversi pressoi punti iscrizione locali oppure direttamente in loco prima della par-tenza sino alle ore 9,00. Pacco gara ai primi 350 iscritti. Per info: www.camminatarealbiscotto.it - [email protected]@racconigieventi.it - Domenica 338.3030016

18 SETTEMBRE - BUSCA (CN)

FITWALKING SOLIDALE Seconda edizione per il Fitwalking Solidale di Busca ritrovo alle ore10 in Piazza Savoia e partenza alle ore 10,30. Dopo 4 percorsi ascelta, 4 - 5 - 8 e 10 Km, arrivo presso gli Impianti Sportivi di ViaMonte Ollero. Il percorso di 4 Km è interamente percorribile con ilpasseggino. Costo dell’iscrizione € 5,00 comprensivi di paccogara e Pasta Party.Per informazioni: [email protected]

25 SETTEMBRE - MARTINIANA PO (CN)

FITWALKING DELLA TOMA Viene proposto un nuovo evento Fitwalking gratuito. Ritrovo ore9.00 sul piazzale del caseificio “Valform” (possibilità di parcheg-gio), partenza ore 9.30. La manifestazione è organizzata da Valform, in collaborazione conla Palestra Tempio del Fitness ASD e l’appoggio del gruppo di Fit-walking di Paesana. Percorsi di 9 e 5 km, circa al 95% su asfalto,è previsto un punto di rifornimento idrico ed alimentare a metà delpercorso e degustazioni formaggi all’arrivo. Al gruppo più nume-roso sarà regalata una Toma Martinianese speciale in memoriadell’ex sindaco Giovanna Zetti.Per informazioni: [email protected]

25 SETTEMBRE - DRONERO (CN)

1a PASSEGGIATA PER LA VITA Le associazioni Onlus “Il fiore della vita” e l’A.I.L. Cuneo2, propon-gono questa passeggiata benefica, non competitiva, a sostegnodella ricerca e delle case AIL Cuneo e #casaAnna a Savigliano, inricordo di Anna Brignone, Paolo Rubino e tutti i giovani prematu-ramente scomparsi a causa di mali incurabili.Costo iscrizione € 5,00, pacco gara ai primi 500 iscritti. Partenzaore 9,30 da piazza XX settembre a Dronero, con due percorsi adisposizione, di 7 e 13 Km tra le colline di Roccabruna e il centrostorico di Dronero con il passaggio sul suggestivo ponte “del dia-volo”.Tutto il ricavato dalla vendita dei pettorali verrà devoluto in bene-ficienza alle due associazioni che operano in stretta collaborazionecon il reparto di pediatria onco-ematologica di Savigliano e il re-parto di ematologia del S. Croce e Carle di Cuneo.Possibilità di pranzare in zona, nei vari ristoranti convenzionati conil menù dello sportivo.Premi speciali per la scolaresca e il gruppo sportivo più numeroso.Per informazioni telefonare dopo le ore 18.00 al n. 380.3175118.

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9 OTTOBRE - ANDORA (SV)

FITWALKING NEL GOLFO È in programma ad Andora la prima edizione del Fitwalking nelGolfo. Partenza alle ore 10 dal molo Heyerdhal. Due i percorsi adisposizione, di 6 e 12 Km, interamente pianeggianti e in riva almare. Costo dell’iscrizione: € 5 per il percorso di 6 Km, € 7 per il per-corso di 12 Km. Per informazioni www.lamezza.it

11 OTTOBRE - DRUENTO (TO)

GIORNATA DEL CAMMINARE È in programma a cura del Fitwalking Center di Druento una cam-minata tra i boschi e i prati del parco regionale de La Mandria: duepercorsi interamente pianeggianti di 6 e 13 km.Partenza ore 9,30 dall’ingresso di Druento viale Medici del Vascello15. L’iscrizione sino a mezz’ora prima della partenza.Per informazioni www.torinonwfitwalking.com oppure la pagina fa-cebook torinonwfitwalking.

16 OTTOBRE - CENTALLO (CN)

8° CENTALLO CHE CAMMINA Ottava edizione del Fitwalking Centallese organizzato dal GruppoFitwalking di Centallo in collaborazione con la Bocciofila Cental-lese – circolo U.S. Acli. Sono previsti come sempre un percorso di 8 Km e uno di 16,5Km su percorso misto di asfalto e sterrato con ristori intermedi erinfresco all’arrivo. La partenza è fissata da Piazza Vittorio Emanuele II alle ore 9,30,l’arrivo presso la Bocciofila. Costo dell’iscrizione € 5,00 per gliadulti e € 3,00 per i bambini fino a 13 anni, ai primi 600 iscrittisarà garantito un gadget all’iscrizione e il pacco gara all’arrivo. Èpossibile iscriversi sul posto sino a mezz’ora prima della partenza.Punti ristoro lungo il percorso e all’arrivo. Per informazioni: 334.3382196.

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Ènoto a tutti che il nordic walkingè un’attività podistica che abbi-na la camminata all’impiego

intenso delle braccia. Tutte le associa-zioni che si occupano di camminatanordica individuano generalmente tredifferenti tipologie di praticanti che cor-rispondono al livello benessere, fitnesse sport. Senza entrare nel merito del-le definizioni, nella realtà le tipologie dipraticanti sono molto più numerose espesso non riconducibili alla catalo-gazione sopra indicata. In questi ulti-mi anni si sono profilate attività di nor-dic walking su “loungue distance”, at-tività “escursionistiche”, attività di“trekking” praticato con l’impiego di ba-stoncini da nordic, per non citare atti-vità “adattate” ossia indirizzate a sog-getti con specifiche esigenze. Per cia-scuna di queste tipologie di persone chepraticano la camminata nordica, val-gono piani di allenamento molto dif-

ferenti sia nella impostazione tec-nica che nella filosofia. Molti di co-loro che utilizzano la tecnica del-la camminata nordica non sipongono minimamente il pro-blema di programmare, attuare everificare l’efficacia di un piano

di allenamento che resta ailoro occhi confinato tra

le prerogative di unapratica sportiva. Qui mi occuperò dicoloro che intendonopraticare con regolari-tà la camminata nor-

dica per aumentare lacapacità aerobica perfe-zionando nel contempola tecnica e alcune ca-pacità condizionali-coor-dinative. Il programmafitness, adatto a princi-pianti e intermedi, puòessere funzionale adaffrontare sia manife-

di Paolo Fissore

L’allenamento per il benessere

CON I

BASTONCINI

stazioni di walking che camminate inautonomia o in gruppo gestendo in ma-niera consapevole l’uscita per ricondurlaad una pratica sportiva corretta anchese non competitiva.Per raggiungere uno scopo di fitness,ossia uno stato di benessere fisico nelnordic walking, occorre in primis svol-gere un particolare compito motorio chepossiamo ricondurre alle tecniche al-ternata e parallela; è importante im-padronirsi della tecnica e per riuscircivi sono moltissimi istruttori in grado diinsegnarla secondo i principi delle di-verse scuole.Una volta acquisita la tecnica è fon-damentale la pratica che a mio giudi-zio va ricondotta gradualmente nel-l’ambito dell’allenamento.Anche se la persona che pratica per fit-ness ha obiettivi salutistico-estetici enon di performance, l’allenamentosvolto con metodo può contribuire a farcomprendere meglio quei principi chestanno alla base dei cambiamenti eadattamenti dell’organismo. L’attività vascelta oculatamente e ben dosata.Quantità e qualità del movimento si de-vono sempre adattare al soggetto perevitare effetti dannosi e spiacevoli.

Quale allenamento dunque per i nordic walkers?Oggi la stragrande maggioranza dei pre-paratori è concorde nel ritenere la pe-riodizzazione e programmazione del-l’allenamento come fondamentale peraccrescere la prestazione in contrap-posizione a tutto ciò che è istintivo e ca-suale. Riscaldamento (warm-up), de-faticamento (cool-down), allungamentomuscolare (stretching), mobilizzazionearticolare (joint mobilization), tonifica-zione (toning), recupero (regeneration),ecc. costituiscono concetti basic cui at-tenersi per migliorare il proprio stato difitness.

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Molti nordic walkercredono cheallenamento eprogrammazione sianocose “da agonisti”. Non è così:preparazione e costanzaaumentano moltissimolo stato di benesserederivato dallacamminata nordica. I risultati, fisici ementali, si vedono in poco tempo, e in pochi mesi saremo pronti per lunghe uscite con i bastoncini

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L’allenamento per il benessere | Camminare con i bastoncini

Programma di allenamento1a settimanaSESSIONE 130’ di NW a velocità costante alternando

10’ con tecnica alternata e 5’ contecnica parallela 3: 10’ta + 5’tp3 +10’ta + 5’tp3.

Completare la sessione con• Esercizi di mobilità busto e spalle• Esercizi di coordinazione• Esercizi di stretchingSESSIONE 210’ di W con i bastoncini non impugnati,

braccia distese in oscillazione conbastoncini trattenuti in equilibrio parallelial terreno; esercizi di mobilità articolareper caviglie, anche, braccia e spalle; 3 serie di 10’ di NW ritmo lento (NWL) + 5’ di NW ritmo medio (NWM)

Completare la sessione con• Esercizi di stretching

2a settimanaSESSIONE 1Idem come la 1a sessione della settimana

precedente completando però lasessione con esercizi di tonificazionedegli arti inferiori e stretching conclusivo.

SESSIONE 2Idem come la 2a sessione della settimana

precedente invertendo però l’intensità: 3 serie di 10’ di NW ritmo medio (NWM)+ 5’ di NW ritmo lento(NWL).Stretching conclusivo.

3a settimanaSESSIONE 110’ di NW per riscaldamento; “piramidale”

di 15’ di NW comprendenti 3’ lenti + 3’ medi + 3’ sostenuti + 3’ medi+ 3’ lenti. Esercizi per consolidare latecnica parallela: 3 serie comprendenti100 m con tp 4 passi+100 m con tp 3 passi + 100 m con tp 2 passi.Stretching conclusivo.

SESSIONE 210’ di W per riscaldamento con i

bastoncini non impugnati, bracciadistese in oscillazione con bastoncinitrattenuti in equilibrio paralleli alterreno; 5’ di andature comprendenti3x50 m accentuando l’ampiezza dellafalcata senza bastoncini + 3x50 maccentuando l’ampiezza della falcatacon impiego di bastoncini.

20’ di NW lento + 5’ di NW sostenuto.Stretching conclusivo.

4a settimanaSESSIONE 110’ di NW per riscaldamento; 30’ di NW

medio impegno preferibilmente suterreno collinare alternando tecnicadiagonale e parallela. Stretchingconclusivo.

SESSIONE 210’ di NW per riscaldamento; esercizi di

mobilizzazione articolare, 30’ di NWcomposti da 3 serie di 5’ di camminatasostenuta con 5’ di recupero dicamminata lenta.

5a, 6a,7a,8a settimana(ossia per tutto il secondo mese) Incrementare del 10% la durata di tutte le

sessioni oppure inserire una 3a sessionedi camminata nordica lunga e costanteper circa 60’

9a, 10a,11a,12a settimana(ossia per tutto il 3° mese) Incrementare del 10% la durata di tutte le

sessioni rispetto al 1° mese e inserire la3a sessione di camminata nordica lungae costante per circa 60’.La terza sessione di allenamento puòessere sostituita dall’uscita domenicalepartecipando a uno dei numerosi eventidi walking a passo libero in programmain ogni regione, o camminando da soli oin compagnia su itinerari “di scoperta”,o ancora nei sempre più numerosinordic walking parks che fornisconotutte le informazioni indispensabili peresercitare la camminata nordica incontesti sempre piacevoli e in tuttasicurezza.

Durata 3 mesi, 2 sessioni settimanali più eventuale 3a sessioneIn tutte le sessioni comprendere:• riscaldamento;• esercizi di mobilità articolare

o tonificazione;• defaticamento;• stretching.

Se possibile non effettuare l’allena-mento solo in zone pianeggianti e al-meno una volta al mese svolgere unasessione in salita senza forti pendenze(5%) o su percorso collinare.

Una volta acquisita la tecnica dobbiamopraticarla, e possiamopensare di trasformaregradualmente lapratica in allenamento

NOTE• Per nordic walking lento (NWL) si intende

una attività prevalentemente svolta conla tecnica alternata e pulsazioni cardia-che comprese tra il 70-75% della FCMaxteorica (FCM=226-età)

• Per nordic walking media intensità (NWM)si intende una attività prevalentementesvolta con la tecnica alternata e pulsa-zioni cardiache comprese tra il 75-80%della FCMax teorica (FCM=226-età)

• Per nordic walking sostenuto o intenso(NWI) si intende una attività prevalente-mente svolta con la tecnica alternata epulsazioni cardiache comprese tra l’80-85% della FCMax teorica (FCM=226-età).

• Pulsazioni più elevate si potranno rag-giungere nella pratica dell’esercitazionesvolta in ambito collinare o di salita.

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Non scopriamo niente: dai Tol-techi del Messico ai monacibuddisti del Tibet, in molte ci-

viltà il cammino viene associato da se-coli alla meditazione. Nella civiltà oc-cidentale moderna tuttavia questa as-sociazione non ha radici nella storia re-cente; al contrario, spesso viene guar-data con sospetto e diffidenza.Camminare induce allo stato di trance:non è qualcosa di cui aver paura, mauno stato di coscienza in cui prestiamopoca attenzione agli stimoli esterni e lenostre idee sono libere di muoversi sen-za barriere.Facciamo un passo in più: tra i diversistili di cammino, il nordic walking è quel-lo che più di tutti si presta ad essere im-piegato come tecnica per accrescere ibenefici psicologici del cammino.

Antonella Arnese crede fortemente inqueste pratiche, e le impiega grazie allasua associazione, l’asd Nordic WalkingPassi che Trasformano. «Camminare èuna metafora della vita – ci dice – quan-te volte parliamo del percorso, della stra-da che dobbiamo percorrere verso uncerto obiettivo?». Da anni, grazie allacamminata nordica in natura, proponecorsi per lo sviluppo delle risorse stra-tegiche che ci aiutano ad affrontare gran-di e piccoli problemi nella vita di tutti i

di Mattia Bianco

Nordic Walking per il benessere mentale

CON I

BASTONCINI

giorni. «Sono arrivata a queste pratichelavorando su di me: in passato ho at-traversato periodi difficili, e ho speri-mentato in prima persona gli effetti po-sitivi della camminata. Quando ero giàistruttrice di nordic walking e ho inizia-to il mio percorso per diventare Coun-celor, mi piaceva l’idea di trasmettere aglialtri queste possibilità».

Perchè proprio il nordic walking?«Per le caratteristiche peculiari di que-sta camminata, che abbiamo studiatoinsieme alla collega, e medico, Ju-stina Claudatus. Praticando il nordicwalking devi prestare attenzione allarullata del piede, all’apertura alternatadelle mani, alla spinta, alla posizio-ne del bastoncino, alla postura. Nonpensi a passato e futuro, sei piena-mente presente nel momento che staivivendo. Questo induce a uno statodi trance molto più facilmente che lanormale camminata».

Trance?«La paura della trance è tipico del-la nostra cultura. Abbiamo visto ip-notizzatori che ci dicono “Salta comeuna gallina e poi dimenticati tutto”,ma quella è ipnosi da teatro. È il mo-mento in cui ci vengono le idee ge-niali. Il momento in cui la mente su-

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Ripeterlo è superfluo:tutti coloro checamminano sannobene che muovere i piedi in natura non è solo questione dimuscoli, tendini e ossa.Ma quanti sapevanoche i benefici mentali e psicologici del cammino sono misurabili e “controllabili”?Attraverso attivitàprecise e collaudate è possibile unire il cammino a pratichetipiche dellameditazione, con effettimolto precisi sullapsiche umana

Meditazione in cammino nelle scuoleDal 2016 le attività di Nordic Walking Passi che Trasformano si sono estese alle scuo-le: «Sappiamo che giovani, ragazzi, per non parlare dei bambini, hanno bisogno distrategie per potersi difendere. Non solo dalla società, ma anche da genitori con de-pressioni, stress, paure. Strategie di autonomia emotiva. Se avessimo avuto da ra-gazzi qualche strategia in più per non essere infelici o non essere così esposti aglisbalzi emotivi della vita, forse avremmo forse sprecato molto meno tempo.La prima esperienza è stata fatta in un liceo lombardo, una classe di ragazzi ha par-tecipato a un'attività di due giorni. Il risultato è stato entusiasmante! I ragazzi sono velocissimi, intelligentissimi, capiscono molto meglio degli adulti. Conloro abbiao lavorato molto bene sull’autostima e sull’orientamento sul futuro. Quin-di stiamo cercando di estendere questo lavoro».

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Nordic Walking per il benessere mentale | Camminare con i bastoncini

pera lo stato razionale e lineare dicausa ed effetto, ed entra invece inuna dimensione globale, fatta di li-bere associazioni di idee. A tutti èsuccesso, magari poco prima di ad-dormentarci. Peccato non aver avu-to un foglietto vicino al comodino, percui la mattina dopo non ci ricordia-mo più quell’idea meravigliosa. Succede facilmente che camminan-do si entri in questo stato. La ripeti-zione del passo, il rumore di fondo,ritmico, dei bastoncini, il meccanismosempre uguale, i molti stimoli che ab-biamo camminando in natura, aiu-tano questo processo».

Quali sono i concetti alla base delle vo-stre attività?

«I nostri corsi aiutano prima di tut-to a sviluppare la capacità di “esse-re nel presente”. I monaci buddistila chiamano “presenza mentale”. Si-gnifica non portarsi dietro il passato,né essere in ansia per il futuro, mavivere e godere il momento presen-te. Lo facciamo camminando in na-tura, prestando attenzione a ciò checi circonda, praticando la camminatadell’attenzione, nella quale ci si con-centra sul proprio respiro, a dove simettono i piedi. Cose molto sempli-ci, che immediatamente ci catapul-tano nel presente e interrompono ilnostro continuo chiacchiericcio in-terno. Il nucleo della felicità è con-centrarsi sul momento presente:una volta scoperto questo, le perso-ne hanno una chiave».

Quali sono i benefici pratici per le per-sone?

«Intanto, fondamentale, l’unione dicorpo e mente. Troppo spesso me-dicina e psicologia separano il cor-po e la mente. Le nostre sono attivi-tà olistiche, in cui la persona è con-siderata come insieme di mente ecorpo. Attraverso queste pratiche lepersone si trasformano globalmente.Un esempio immediato? Sono cur-

vo perché sono depresso. Se con ilnordic walking agisco sulla postura,la mia autostima già migliora. Unapiccola stupidaggine che fa capirecome corpo e mente siano un tut-t’uno e si influenzino a vicenda.I nostri corsi erano partiti come te-rapie per persone che avevano pro-blemi da risolvere. Oggi invece sem-pre più persone cercano una mag-gior conoscenza di sé, un lavoro diricerca interiore, lo sviluppo di alcu-ne qualità. Ad esempio l’essere piùlucidi, più felici, più grati».

La ripetizione del passo, il rumore ritmico dei bastoncini, il meccanismo sempre uguale: il nordic walking aiuta a entrare in uno stato di “coscienza creativa”

«Il nucleo della felicità è concentrarsi sulmomento presente: una volta scopertoquesto, le personehanno una chiave»

I prossimi corsi26-31 agosto, Trentino, Val Rende-na: passi che Trasformano, ultimicorsi dell’estate: nordic walking epsicoterapia per raggiungere obiet-tivi positivi o superare stati ed emo-zioni limitanti.

9-11 settembre, Trentino, Val Bren-ta: pratiche in natura dei Toltechidel Messico per l’integrazione cor-po-mente

Ottobre, Trentino, lago di Tovel:modellamento somatico e nordicwalking per creare e svilupparel’immagine positiva di sé. A scuo-la nella natura, per elementari, me-die e liceo e per il gruppo dei do-centi: gestione dello stress e delleemozioni, orientamento e cono-scenza delle proprie potenzialità.Due o tre giorni in rifugio, in Tren-tino o nel luogo richiesto, periododa concordare.

Per informazioni:www.sentierinteriori.com

Antonella Arnese, Maestro Sinwe Counselor: [email protected] Claudatus, Medico epsicoterapeuta:[email protected] Masellis, istruttrice Sinw e psicoterapeuta:[email protected]

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Appuntamento

Tutto è pronto per il Walk Mon-viso, la grande camminata sulleAlpi Cozie al cospetto del Mon-

viso, il Re di pietra. Una camminata di13 chilometri aperta a tutti, su sentieripuliti e ben segnalati.Il percorso attraversa panorami splen-didi e borgate caratteristiche nei din-torni dell’abitato di Crissolo (CN), conun occhio sempre puntato sulla mon-tagna più alta delle Alpi Cozie. L’appuntamento è per domenica 28agosto. Si parte dal centro di Crissolo,su strada asfaltata e, attraverso ster-rato, si raggiunge Ponte Riondino, sisale a Borgata Serre, si raggiunge Borgoda dove si entra in un tratto per il boscoper poi ritornare in frazione proseguireper Borgata Bertolini, si percorre il Sen-tiero delle Ostie per raggiungere il San-tuario di San Chiaffredo da dove iniziala discesa per tornare a Crissolo.Facili sentieri e piste forestali si salefino a quota 1770, per poi tornare sulluogo di partenza, con un dislivellopositivo di circa 450 metri.

Per tutti i camminatoriSono i benvenuti gli escursionisti, lefamiglie, fitwalker e nordic walker, in-sieme agli amici a quattro zampe. Nonci sarà una classifica con l’ordine di ar-rivo: l’unico scopo della camminata ètrascorrere una giornata in natura in-sieme ad altri appassionati di cam-mino. Non ci saranno cancelli orari darispettare; sarà necessario però termi-nare la manifestazione entro sei oredella partenza. Il limite è molto ampio,ma si consiglia comunque una buonapreparazione.

Nel cuore della “Riserva della Biosfera Transfrontaliera del Monviso”(MaB UNESCO) il Parco del Monviso ripropone, domenica 28 agosto, la terza edizione del giro attorno al Re di Pietra con un percorso escursionisticoconfezionato a misura per le famiglie, i fit e i nordic walker

Walk Monviso 2016Novità per i camminatori

INFORMAZIONIRISTORI: una liquido a metàpercorso, una solido e liquidoall’arrivoISCRIZIONI: includono pacco gara,assicurazione, assistenza e ristori. Su www.wedosport.it fino al 25 agostoa 6 €. Sarà possibile iscriversisabato 27 e domenica 28 agosto aCrissolo a 10 €. Le iscrizioni verranno chiuse al raggiungimento dei 500 iscritticomplessivi al Tour Monviso Trail,Race e Walk.

[email protected]

Il Walk Monviso è parte del Tour Mon-viso International Trail, una gara ditrail di 43 chilometri che compie ilgiro del Monviso passando dal colledelle Traversette.Al termine della manifestazione tutti ipartecipanti sono invitati al pastaparty, attivo dalle 12,30 alle 19,30.

INTERNATIONAL

www.tourmonvisotrail.it

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28 AGOSTO

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Appuntamento

L’idea nasce nell’ambito del-l’omonima manifestazione po-distica di domenica 18 settem-

bre, che oltre alla corsa su diverselunghezze, propone l’attesissima cam-minata di 16 km Cesena-Cesenatico,cui prendono parte ogni anno migliaiadi persone, e un suggestivo percorsodi 8 km dal Parco di Levante di Cese-natico alla spiaggia, passando per ilmolo leonardesco.Ma il programma delle passeggiate le-gate alla stessa causasi estende sull’interoweekend. A sfondo ar-tistico e culturale, lacamminata guidata“Percorrere gli antichipassi: edifici e perso-naggi della storia di Ce-sena”, in programmaper venerdì 16 settem-bre alle ore 20:30, aprela kermesse di sport ebenessere, attraver-sando gli antri più sug-gestivi di Cesena e ri-scaldando l’atmosfera invista della grande festa finale. I parte-cipanti possono approfittarne per visi-tare la Biblioteca Malatestiana, Me-moria del Mondo, o la splendida roccamedievale situata in pieno centro.Nella mattinata di sabato 17, per gliamanti della natura, si passa dal con-testo urbano al paesaggio collinare im-merso nel verde e si percorre all’in-verso una variante del celebre“Cam mino di San Vicinio”, il Santotaumaturgo: un trekking fra i borghi diMercato Saraceno e di Monte Castello,proseguendo lungo l’antica strada ro-

Dal 16 al 18 settembre in Romagna.Un fitto programma di camminate per tutti i gusti tra storia, natura e le cittadine della Romagna. Con un importante scopo solidale

In cammino per i malati di Alzheimer

PER INFORMAZIONI E ADESIONI: www.maratonaalzheimer.it [email protected] 0547-691695, in orario mattutino

Oltre a una valenza turistica legataalla riscoperta del territorio, tutte leiniziative hanno anche un importantevalore solidale, in quanto il ricavatodelle iscrizioni sostiene il Fondo Al-zheimer 360°, per l’assistenza, la pre-venzione e la ricerca a sostegno deimalati, e finanzia una borsa di studiodi un anno per un ricercatore dellaFondazione IRET, che indaga sui mec-canismi delle malattie neurodegene-rative.

mana che conduce a Sorbano alta ealla Basilica di San Vicinio di Sarsina.Il ritrovo è previsto per le ore 9:00presso la Pieve di San Damiano diMercato Saraceno.In occasione della Maratona Alzheimer2016, Cesenatico Turismo ha confe-zionato pacchetti speciali: in hotel 4stelle, weekend a partire da 110 € el’intera settimana da 375 €; in hotel3 stelle, pernottamento e colazione apartire da 25 € a notte. Tutte le op-zioni sono disponibili al link:www.cesenaticoturismo.com/maratona/

16/18 SETTEMBRE

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Nordic Walking Challenge 2017

a cura di Pino Dellasega

La Scuola Italiana Nordic Wal-king ancora una volta fa le cosein grande e dal prossimo anno

inaugurerà il più grande circuito dinordic walking a tappe italiano.L’esperienza di ormai tanti anni di im-pegno per la divulgazione del nordicwalking sul territorio italiano ha det-tato l’esigenza di creare un circuitoche permetta a tutti di camminare apasso di nordic per il semplice gustodi camminare in compagnia.Il vero cammino per condividere levere emozioni e socializzare con lepersone che ti stanno a fianco perrendere sempre più saldi e ricchi dicollaborazione i rapporti tra le per-sone e le associazioni.Nordic Walking Challenge 2017 vedràimpegnate nell’organizzazione le as-sociazioni della Scuola Italiana tuttol’anno, in modo da dare continuità aquesta straordinaria pratica sportiva.

Non ci saranno classifiche e le quotedi iscrizione saranno ridotte al minimoproprio per incentivare tutti a parteci-pare, per far capire alle personequanto sia importante questo movi-mento semplice come il camminareper stare bene. Questo grande pro-getto è anche rivolto alle famiglie conla speranza di poter vedere camminareinsieme genitori e bambini, per far ri-scoprire a quest’ultimi la bellezza e gliinsegnamenti che solo la natura satrasmettere.Nordic Walking Challenge 2017 saràorganizzato in sinergia con l’Ente diPromozione Sportiva ASI, con la qualela Scuola Italiana sta realizzandograndi progetti per i suoi istruttori ecamminatori.Coordinatori del circuito, oltre che aPino Dellasega e Fabio Moretti, sa-ranno Claudio Slomp e Luca Rigo-danzo e il calendario definitivo saràreso noto nel mese di settembre 2016ma gia adesso vi anticipiamo che l’an-teprima di presentazione e camminatadel CHALLENGE 2017 si svolgerà nelmese di dicembre a Montecchio Mag-giore (VI) e sarà il giusto motivo perfarci gli auguri di Natale e di dare unasvolta al modo di interpretare il cam-minare con i bastoncini in Italia.Inoltre, per le associazioni che ne fa-ranno richiesta, ci sarà la possibilità diorganizzare nella giornata di sabatouna tappa del circuito agonistico va-lido per il Campionato Italiano Asso-luto di nordic walking FIDAL. Questoper dar modo a chi desidera interpre-tare il nordic walking in modo agoni-stico, di portare al seguito amici e fa-migliari, i quali potranno parteciparealla camminata della domenica delCHALLENGE 2017. Responsabile delcircuito agonistico FIDAL è Tiziano Ar-demagni.

Un successo annunciatoquello dell’InternationalNordic Walking Festival a Nizza Monferrato

Tre giorni fantastici segnati dalla vogliadi stare insieme, dai sorrisi e dall’amici-zia, nel vero spirito della Scuola ItalianaNordic Walking.La nona edizione del festival si è svoltaper la prima volta in Piemonte, nel Mon-ferrato, con i suoi sentieri che attraver-sano i famosi vigneti, ha dato soddisfa-zione sia agli occhi che alle gambe deipartecipanti.Nonostante gli anni, il festival è semprepiù giovane e attuale: la vecchia guardiadegli istruttori che si confronta con i fre-schi istruttori, condividendo esperienza enovità per crescere insieme, con il co-mune obiettivo di fare sempre piùgrande la Scuola Italiana, che ormai è di-ventata il riferimento mondiale per comeinterpreta e gestisce il nordic walking.Nordic walkers provenienti a tutta italiasi sono incontrati nelle terre del vino,delle nocciole e dei tartufi, per condivi-dere insieme tre giorni di camminate, diconferenze e di divertimento, organizzaticon grande professionalità dall’Associa-zione Nordic Walking Incisa, con tutti isuoi istruttori e con un master trainerFulvio Contardo stratosferico, che con lesue capacità poliedriche ha saputo es-sere organizzatore, presentatore e can-tante, sorprendendo tutti nella serata divenerdì improvvisando, con la chitarra earmonica, la canzone del nordic wal-king.In perfetta sinergia Pino Dellasega e Fa-bio Moretti, fondatori della Scuola Ita-liana, hanno condiviso pensieri, cam-minate e sorrisi con tutti i partecipanti.Madrina della manifestazione è statal’indimenticabile campionessa olimpica

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La Scuola Italiana Nordic Walking, con ilriconoscimentoufficiale della FIDAL, è l’Associazione di riferimento per la formazione degliistruttori Federali di Nordic Walkingin Italia

[email protected] e diventa un nostro istruttore

del festival con i nostri Coach, il presidente PinoDellasega e il vice presidente Fabio Moretti.

• Pranzo per tutti gli istruttori presso l’hotel.• Sabato sera saremo tutti insieme per la cena a

base di pesce riservata agli istruttori SINW ac-compagnati dalla musica per una serata dan-zante.

Domenica 23 ottobreAl mattino si concluderà la kermesse SINW con unacamminata in nordic walking con un percorso alMonte Conero che ci permetterà, tra boschi, radure,prati e pinete, di toccare punti panoramici di stra-ordinaria bellezza.

Venerdì 21 ottobrePomeriggio• Arrivo dei partecipanti e check-in presso l’hotel;• Ore 17.00 Camminata al tramonto nella baia di

Portonovo immersa nel verde del Monte Co-nero – famosa per la natura incontaminata e labellezza delle sue spiagge – andremo alla sco-perta dei gioielli che la caratterizzano come i la-ghetti, la torre di Guardia, il fortino napoleonicoe la chiesetta di Santa Maria di Portonovo;

• Aperitivo e spostamento a Sirolo, elegante borgodella Riviera del Conero incastonato tra il verdedei boschi del Conero e il blu del mare;

• Ore 20.30 cena a base di pesce in un eleganteristorante nel cuore di Sirolo con terrazza pa-noramica con vista sul mare.

Sabato 22 ottobre• Registrazione dei partecipanti e inizio delle at-

tività.• La giornata sarà dedicata alle esperienze degli

Istruttori per far conoscere e far crescere laSINW attraverso aggiornamenti e la condivi-sione delle proprie attività, delle collaborazionicon enti, scuole, medici, ecc.

• Sono previsti interventi importanti, dall’apertura

dello sci di fondo Stefania Belmondo,che ha camminato con noi nella gior-nata di sabato. Grazie dunque agli or-ganizzatori, a Fulvio, ai Comuni delMonferrato che hanno saputo dare ilmeglio in questa organizzazione del fe-stival e, infine, grazie di cuore a tutti gliistruttori e ai partecipanti che hannopartecipato.Arrivederci all’edizione 2017 del Festi-val che si svolgerà a Chiampo, nel Vi-centino nel mese di settembre.

Nordic Walking Camp (riservato agli istruttori SINW)Ancona 21-23 ottobreIl raduno annuale riservato agli istruttoridella Scuola Italiana Nordic Walking sisvolgerà ad Ancona dal 21 al 23 otto-bre 2016. Un grande appuntamentoper consolidare i rapporti tra gli istruttori,maestri e master trainer e seguire tuttele novità che la Scuola Italiana continuaa proporre.

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Come tante altre invenzioni anchequesta del Monoallenamento èstata una creazione del tutto ca-

suale, fatta di una serie fortuita di even-ti che si sono concatenati negli anni.Il tutto unito a vera necessità sul cam-po, hanno fatto sì che prendesse for-ma questa “creazione” utile a prepararsiagevolmente alle lunghissime percor-renze a piedi senza incorrere mai in in-fortuni, dato che si punta moltissimosul recupero organico.Alcuni decenni fa, quando ero un ra-gazzino di quindici anni, ero entrato afar parte di un gruppo escursioni delCAI insieme a due amici, che gentil-mente mi accompagnavano con l’auto.Così di domenica in domenica ci reca-vamo alla base dei sentieri che poi nel-l’arco della giornata ci avrebbero per-messo di arrivare in cima a svariati collisu altezze variabili. Tutto a passo dicamminata lenta ma continua. Anchese ero ancora giovane notavo che le di-stanze si allungavano via via ogni voltache ci cimentavamo in quelle avventure

di trekking, e mi chiedevocome fosse possibile

visto che le nostrepe r fo rmanceavevano luo gosolo ogni settegiorni esatti.

di Bartolomeo Davide Bertinetto

Lunghe distanzecon il Monoallenamento

FUORISTRADA

Il Monoallenamentosettimanale permette di prepararsi apercorrere lunghedistanze anche con poco tempo a disposizione. Si evitano inoltreinfortuni e sollecitazionieccessive del fisico.Servono però costanzae gradualità: la forza di aspettare il momento buono per uscire e l’umiltà di non voler competerecon i campioni

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Mentre in principio ero stabilmenteradicato tra gli ultimi alpinisti, a di-stanza di poche domeniche, forse an-che aiutato dalla giovane età potevostare sempre in testa al gruppo an-dando avanti di buon passo. Per meera inoltre una bella via di fuga dal la-voro che solitamente mi aspettava serestavo a casa, visto che mio padreaveva una grossa carrozzeria e pun-tualmente aveva bisogno di una manoper terminare le consegne per il lu-nedì. Con la scusa dell’escursionismopotevo andarmi a divertire “accumu-lando vette” ogni fine settimana. Unmodo come un altro per unire l’utile aldilettevole!Le cose sono andate avanti negli annied è arrivato in un lampo il 2005,con la preparazione per la mia primaCromagnon che avrei corso l’annosuccessivo. Tutto quel bagaglio di in-formazioni sulla montagna, accumu-late nelle uscite con il CAI, era ancoravivo nei miei ricordi. In più avevoavuto un lunga esperienza agonisticapresso una società atletica che miaveva fatto capire in cosa consiste lapartecipazione ad una gara. Certo,nell’atletica le cose sono molto diffe-renti perché la preparazione è orien-tata a distanze brevi e veloci, con al-lenamenti multipli e frequenti nelperiodo settimanale, non applicabilialla prestazione ultratrail. Qui nasceperaltro l’errore di molti neofiti (e an-che alcuni esperti, purtroppo) che sicimentano nella specialità delle lun-ghissime “marce alpine”: trasferirequello che si fa nell’atletica per appli-carlo all’ultratrail. Pena la caduta, perle persone con doti nella media, in seriproblemi articolari da usura. Non parlo di campioni, che proprioper la loro natura sono “cose a parte”perché hanno un dono raro e possonopermettersi di passare sopra gli sbaglisenza farsi mai male. Guai a svolgerei programmi di allenamento dei cam-

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Lunghe distanze con il Monoallenamento | Fuori strada

Guai a svolgere i programmi di allenamento deicampioni: per il 99% degli atleti non sarebberoaltro che la via sicura per terminare precocementela propria carriera agonistica nell’ultratrail

«Con la “Monouscitasettimanale” percorrevodistanze molto lunghesenza troppa fatica esenza stressareeccessivamente il miofisico. Trovavo la cosaincredibile!»

pioni: per il 99% degli atleti non sa-rebbero altro che la via sicura per ter-minare precocemente la propria car-riera agonistica nell’ultratrail!Così anche io nei primi tempi ho pec-cato di questa vanità, aggiustandomicome potevo, visto che i libri sull’ar-gomento ultratrail allora praticamentenon esistevano. Il risultato è stato cheper prepararmi a quella Cromagnondel 2006 mi sentivo sempre piùstanco mano a mano che passavano imesi, e mentre la gara si avvicinava ilmio chilometraggio limite era di soli24 chilometri in montagna. Ben pocacosa rispetto a quei 102 chilometriche uniscono Limone a Cap D’Ail.Inoltre spesso sentivo le mie ginoc-chia “pungere”, mi capitava di pro-vare un fastidio alla pianta del piedeche mi accompagnava praticamentedall’inizio alla fine degli allenamenti.Tutto questo senza aver nemmeno lon-tanamente idea di cosa volesse direcompletare un percorso così lungo apasso spedito tra le montagne.La gara di quel giugno 2006 andòbene perché tra fatiche lancinanti riu-scii ad arrivare fino in fondo. Dopoquell’evento dovetti aspettare un meseprima di riprendere ad allenarmi, poi-ché sentivo che il mio fisico aveva bi-sogno di una lunga pausa. Ripen-sando però agli anni del CAI digioventù, iniziai a praticare la “Mo-nouscita settimanale” arrivando achiudere senza troppa fatica allena-menti anche di 80km ogni sette giorni.Trovavo la cosa incredibile, mi sentivoesterrefatto. Avevo capito di aver tro-vato la strada giusta per arrivare achiudere lunghissimi anelli chilome-trici senza dare scossoni violenti almio fisico. Certo serve gradualità e sa-rebbe assurdo, anche usando la tec-nica del Monoallenamento, tentare disvolgere distanze ultra da un giorno al-l’altro. Come spiegato dettagliatamentenel mio libro Ultratrail con il Monoal-lenamento, lo sportivo deve arrivare aquesto tetto rispettando alcuni indica-tori fondamentali.

Così nel 2012 ho presentato la pri-missima edizione del libro Ultratrailcon il Monoallenamento settimanalein formato digitale come ebook dif-fuso su Amazon per Kindle Reader.Tutto ha avuto subito successo otte-nendo decine di download ogni mese.Successivamente, grazie alla collabo-razione di Fusta Editore, il manualenel 2014 è stato pubblicato in un’edi-zione cartacea. Il libro è stato com-pletamente rielaborato nella sua formae dopo un grande perfezionamento.

BARTOLOMEO DAVIDE BERTINETTO

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ULTRATRAIL

Come percorrerelunghe distanze a piedi con un unico allenamento a settimana

con il monoallenamento

seconda edizione

ULTRATRAIL CON IL MONOALLENAMENTOCome percorrere lunghe distanze a piedi con un unico allenamento settimanaledi Bartolomeo Davide Bertinetto

Amate la natura? Vorreste fare attività fisica ma la palestra vi annoia? Siete cu-riosi e l’idea di mettervi in gioco per sondare i vostri limiti stuzzica la vostra fan-tasia?Allora questo agile manualetto fa al caso vostro. Il binomio vincente Monoal-lenamento/UltraTrail saprà fare di voi – in totale sicurezza – uno sportivo a tuttigli effetti. Con il Trail e l’UltraTrail ingaggerete un’avvincente sfida con voi stessi,dove incontrerete i vostri limiti per superarli e prepararvi a nuove, appassionantisfide sportive. La parola d’ordine è ”divertirsi”: niente agonismo, ansia da pre-stazione o risultati da segnare, solo voi in mezzo alla natura e quanto vi bastaper sostenervi durante il percorso.

Fusta Editore | 2016 | Pag. 96 | € 12,90

La prima edizione cartacea ha repli-cato il successo della versione digitale.Nel giro di poco tempo le copie a di-sposizione sono state esaurite ren-dendo necessaria una ristampa.Imprese in solitaria, gare, conferenze einterviste radiofoniche, hanno fatto lie-vitare le richieste, così anche gli articolisu riviste specializzate sono aumen-tati, facendo maturare i tempi per unaseconda edizione del manuale ulterior-mente rivista e ampliata. Da luglio2016 è disponibile l’ultima versionedel libro, dove sono sviluppati nuovicontenuti che sono maturati nell’arcodegli anni di attiva preparazione e dipartecipazione ad eventi ultratrail, an-che ravvicinati tra loro, senza mai sof-frire di mal di schiena e altre patologiearticolari dovute all’usura da sovra-al-lenamento tipica di questo sport.

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Come funziona il materialeNoene®?

La struttura del materiale è compo-sta da microcellule che, quando av-viene l’impatto, assorbono la vibra-zione e la disperdonoUna normale soletta in gomma am-mortizza l’impatto e assorbe ilcolpo. In aggiunta Noene® ferma levibrazioni, non lascia che venganotrasmesse alla fascia muscolare ealle ossa, con il rischio che infiam-mino i tendini e che si creino mi-crotraumi che causano le infiam-mazioni.Infatti chi assume farmaci controun’infiammazione, ma continua acamminare, contrasta l’effetto del-l’antinfiammatorio. Usando Noene®

invece gli antinfiammatori lavoranoalla massima efficacia perché nonvengono ostacolati da nuovi traumi.

Noene® non guarisce le infiamma-zioni, ma ne blocca la formazione.In alcuni casi è sufficiente a farsmaltire l’infiammazione, in altri casiquesta è così forte da rendere ne-cessarie le terapie. Però fare terapiasenza usare Noene® allunga certa-mente i tempi di guarigione. Se-condo i fisioterapisti che hanno pro-vato Noene®, con questo materialele cure si riducono di almeno unterzo. Aumenta l’efficacia delle cureperchè non vengono contrastate danuovi microtraumi.

In che modo Noene® riesce a di-sperdere le vibrazioni dell’im-patto in così poco spessore?

Il materiale assorbe delle onde, chesono le vibrazioni. La quantità diassorbimento è uguale per tutti gli

Sotto i piedi dei camminatorielasticità e ammortizzazione

spessori, quindi è sufficiente 1 mil-limetro per assorbire queste onde.Le solette da un millimetro sonoadatte indifferentemente a cammi-natori, corridori, a chi fa trail e a chifa salto in lungo. Se le scarpe sonomolto rigide, la soletta da 2 mm èpiù confortevole, ma la quantità divibrazioni assorbite è la stessa. Per camminare semplicemente, 1 o2 mm vanno benissimo. Per chisalta, ad esempio chi pratica il ba-sket o il volley, suggeriamo il model -lo da 4 mm: 2 mm sono di Noene®

e il resto è ammortizzazione che dàconfort al piede.

Da che cosa è composto?La formula è segreta, come per laCoca-Cola. Utilizzando certi com-po nenti e mescolandoli al caucciù si

Se conoscete il mondo dello sport a piedi da qualche anno, conoscete già il marchio Noene®:un materiale di altissima qualità con il quale vengono prodotte ad esempio solette per lescarpe. La caratteristica principale del materiale Noene® è l’ammortizzazione: nessun altromateriale al mondo possiede la stessa capacità di assorbire le vibrazioni!Il suo uso non è sempre stato in ambito sportivo. Il materiale è nato nell’industria pesante,e negli anni è stato utilizzato per contenere gli effetti delle vibrazioni prodotte dai macchinaripesanti. L’intuizione del suo inventore ampliò la sua applicazione allo sport.Oggi sportivi di tutti gli ambiti, dal walking al ciclismo, dal tennis alla corsa, impiegano questomateriale per prevenire e ridurre i danni che le vibrazioni possono provocare alle articolazioni.I risultati sono stupefacenti: l’urto prodotto dal contatto del tallone con il suolo non siripercuote sulla colonna vertebrale, ma viene assorbito al 98% dalla soletta prima che sitrasmetta al piede.

Qualche domanda a Alberto Bertolini, titolare dell’azienda che produce Noene®

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www.noene-italia.com

ottiene un elastomero con questecaratteristiche. Sono in pochissimi aconoscerla.

In che modo è utile agli sportivi?Bloccando la formazione di micro-traumi e il manifestarsi di nuove in-fiammazioni. Gli atleti agonisti chele provano ci dicono che da quan -do utilizzano Noene® possono au-mentare il numero di gare che di-sputano ogni anno. Per loro siriducono i disturbi che li costringo -no a fermarsi e si riduce il tempo direcupero.

Gran parte della vostra comuni-cazione è composta dalle testi-monianze di chi utilizza Noene®.Per quale motivo?

Noi cerchiamo di chiedere dei com-menti anche ai non sportivi, adesempio nei casi in cui Noene® vie -ne usata nelle scarpe antinfortuni-stiche. Far parlare persone chesvolgono qualsiasi tipo di attivitàrende l’idea di quanto il prodottosia valido per tutti, e non solo peruna nicchia.

Questo rapporto vi è servito permigliorare il prodotto?

È servito ad aumentarne le appli-cazioni. Cerchiamo di adattarci allenuove esigenze. Ad esempio oggimolte scarpe hanno la struttura ingel, non solo la suola. Sono ergo-

nomiche, ci sono parti più dure e al-tre più morbide. La soletta quindideve combaciare alla perfezioneper adattarsi per mantenere la com-patibilità con la struttura dellescarpe.

Per quali disturbi può essereutile?

Per tutti i disturbi causati dalle vi-brazioni. È utile a chi cammina, vain bici, corre, salta. Vieneapplicato al manubriodelle bici per attenuare levibrazioni trasmesse at-traverso la ruota. Viene in-serito nei guanti da palla-volo per non affaticare gliatleti; sulle impugnaturedelle racchette da tennis.

Come può essere utileai camminatori?

Il camminatore dovreb -be usarlo come preven-zione. È una parola chedeve ancora essere as-similata, ma la preven-zione è fondamentaleper non dover curaredei disturbi che pote-vano essere evitati. Se utilizzi unasoletta Noene® nelle scarpe cheusi per la camminata sportiva, evitimoltissimi problemi di articola-zioni. Se soffri già di questi di-sturbi, Noene è utile per affiancarela terapia.

Oggi sportivi di tutti gli ambiti, dal walking alciclismo, dal tennisalla corsa, usanoquesto materiale perprevenire e ridurre i danni che levibrazioni possonoprovocare allearticolazioni

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Itinerari in Italia

Didascalia

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n Testo e foto di Vito Paticchia

Una terrazza sulla Via Emilia:Monte Calderaro Un itinerario inedito che sfocianel cammino della Linea Goticaper estendere il circuito di sentieriche gravitano attorno al percorsostorico. Un gruppo di esperti è allavoro per ampliare il camminoesistente. Ecco un’anteprimaesclusiva per Camminare

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Nel territorio appenninico dellacittà metropolitana di Bologna,di recente è stato avviato un

tavolo di lavoro per promuovere e va-lorizzare il tratto dell’itinerario storicodella Linea Gotica che dal Lago Scaf-faiolo e dall’area del Corno alle Scalecorre fino alla Vena del Gesso e allaValle del Santerno. Un itinerario sto-rico-escursionistico ampiamente de-scritto e documentato nella Guida“Sulle tracce della Linea Gotica. Ilfronte invernale dal Tirreno all’Adriaticoin 18 tappe”, pubblicata nel 2011 daFusta Editore. Nell’estate del 2015,per commemorare il 70° anniversariodella Liberazione, l’intero tracciato èstato percorso da una coppia di giovanicamminatori, Martina Fabbri e GiulioCapitelli, che ora si preparano a darealle stampe la loro straordinaria espe-rienza. Un pool di tecnici guidati daDaniele Giacobazzi sta definendo i varipunti del progetto, compresa l’indivi-duazione di varie “bretelle” che par-tendo dai comuni capoluogo posti amonte o a valle del percorso, diano lapossibilità di intercettare il tracciatoprincipale della Linea Gotica in unodei punti-tappa per proseguire in una

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Questo territorio fu conteso metro per metro da alleati e tedeschi perchépermetteva l’accessoalla Via Emilia e alla pianura padana.Camminando vedrete le tracce degli scontrianche nella vicina Cà Grizzano, dove caddero incombattimento 17paracadutisti delbattaglione Nembo

delle due direzioni: a sud-ovest versoil crinale appenninico, a nord-est versogli argini del Senio.

In anteprima per i lettori di Camminare,descriviamo i risultati dei sopralluoghiper individuare un possibile collega-mento tra il Comune di Castel San Pie-tro Terme e la cima di Monte Calderaroche con Monte Grande e Monte Cerereè una suggestiva terrazza sulla via Emi-lia e sulla pianura padana, teatro dal-l’autunno del 1944 alla primavera del1945 di furiosi combattimenti tra tede-schi e alleati e punto di accesso al cam-mino della Linea Gotica. Mentre il progetto ha come orizzontestorico gli eventi relativi ai mesi cheprecedettero la liberazione del capo-luogo regionale nella più ampia cornicedella Campagna d’Italia condotta daglialleati per liberare la penisola dall’oc-cupazione tedesca, l’individuazionedella “bretella” interessa il territorio co-munale che ha avuto come protagoni-sti i partigiani inquadrati nella 66a Bri-gata M. Jacchia; le unità tedesche chelo hanno occupato fino all’aprile del1945; le forze americane e inglesi chenell’ottobre 1944 hanno strappato ai

Il crinale del Monte del Re tra le valli del Sillaro e del Sellustra

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tedeschi il “saliente” di Monte Grande,Monte Cerere e Monte Calderaro; letruppe italiane del ricostituito esercitoinquadrati nel Gruppo di combatti-mento Friuli e nel battaglione paraca-dutisti “Nembo”; il Corpo di spedizionepolacco guidato dal generale Andersche il 17 aprile 1945 entrò per primonella cittadina termale. Era necessario individuare un percorsoche toccasse le località che avesserouna certa pertinenza con il tema delprogetto, luoghi sui quali si fosse sedi-mentata memoria storica da parte dellacomunità o luoghi intorno ai quali fossepossibile intrecciare una significativanarrazione di quella esperienza. L’as-senza di sentieri CAI tra Castel San Pie-tro Terme e i rilievi posti a sud-ovest delcentro urbano, hanno imposto lo studiodi mappe e di testi di storia unito allanavigazione satellitare al fine di indivi-duare sterrati e carrarecce per evitareper quanto possibile strade con fondo diasfalto. Preziosa, fin dall’inizio, la colla-borazione di Fausto Marzari, perfettoconoscitore del territorio, compagno diviaggio ricco di stimoli e suggerimentidurante i sopralluoghi, già protagonista,nel 2011, di una collaborazione conPaolo Rumiz in quest’area dell’Appen-nino.

Parco fluviale a Castel San Pietro Terme

Una terrazza sulla Via Emilia: Monte Calderaro | Itinerari in Italia

L’itinerarioCastel San Pietro Terme (75 m) - Viadel Partigiano (110 m) - Liano (246 m)- Ponte sulla Gaiana (95 m) - Casalec-chio dei Conti (167 m) - Cà Grizzano(248 m) - Canovetta (228 m) - CasaVoni (263 m) - I Boschetti (410 m) -Monte Calderaro (569 m)

Sviluppo: 22 kmTempo di percorrenza: 7 oreDislivelli: +750 - 250

Si parte dalla centrale Piazza XX Set-tembre, dove nei pressi della colonnache sorregge una statua della Vergine,nel 2012 è stata posta una targa allamemoria dei castellani vittime dei

Sono state sceltelocalità legate al temadel progetto: luoghi sui quali si è sedimentata lamemoria storica delle comunità ointorno ai quali èpossibile intrecciareuna narrazione diquella esperienza

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Itinerari in Italia | Una terrazza sulla Via Emilia: Monte Calderaro

PersonaggiEssendo giorno non lavorativo, gli impianti della cava sono chiusi ma nei pressidi una baracca un anziano che cura un orto attira la nostra attenzione: è DanteCasadei Levati dal quale raccogliamo una toccante testimonianza sugli annidella sua gioventù coincisi con quelli dell’ultima guerra. Usciti dalla cava, cisi immette su Via Viara in direzione sud per lasciarla dopo pochi metri e im-boccare Via del Partigiano, un’ampia carrareccia dove ci attende l’incontro conun nuovo personaggio: un anziano contadino, ricurvo nelle spalle che impu-gna un enorme falcione con il quale, lentamente e con movimenti antichi, dadecenni sfalcia l’erba e pulisce le canalette che servono a far defluire le ac-que piovane. Una consuetudine antica, quella di mantenere efficiente la per-corribilità delle strade vicinali o interpoderali, dei sentieri e delle mulattiere,svolta dai frontalieri o dalla stessa comunità locale che ne usufruiva: una ca-pillare e costante opera di manutenzione del territorio che impediva rovinoseconseguenze per gli eventi atmosferici legati al normale ciclo stagionale,dalle piogge alle nevicate. Nel medioevo, con l’affermarsi dell’autorità del Co-mune di Bologna sulla montagna, la cura delle strade era affidata agli iscari(o passeggeri), passata poi, con lo stato unitario, ai cantonieri, una categoriadi operai quasi completamente scomparsa con prevedibili conseguenze ne-gative sullo stato della viabilità.

bombardamenti bellici negli anni 1943-1945. Attraverso via Giacomo Matteottisi esce su Via Garibaldi costeggiando lemura dell’antico castrum costruito dalcomune di Bologna nel 1199 sullasponda sinistra del torrente Sillaro perdifendere i propri confini dalla vicinaImola: ai piedi del torrione, un monu-mento ricorda che i polacchi del 2°Corpo d’Armata guidati dal generale An-ders il 17 aprile 1945 entrarono comeliberatori nella città.Guadagnato il parcheggio dell’ospedale,si percorre il parco fluviale alla sinistraorografica del Sillaro che si supera su diun ponte in legno inaugurato nel 2005in occasione del 60° della Liberazioneanche questo per ricordare il passaggiodelle truppe polacche prima del loro in-gresso in città. Siamo su via Rinierache corre parallela al Viale delle Termee agli stabilimenti termali fino allaChiusa, superata la quale si guadasenza difficoltà l’ampio letto del Sillaroper salire sull’argine lungo il quale correuno stretto sentiero che costeggia la re-cinzione del Campo da Golf. Nelle gior-nate di pioggia o con il torrente ingros-sato si consiglia di percorrere Viale delleTerme e proseguire sull’argine. Oltrepassata una briglia in cemento,necessaria per rallentare la corsa delleacque, si entra nella cava della CTI,Cooperativa Trasporti di Imola, specia-lizzata nella produzione, trasporto emessa in opera di inerti e calcestruzzo,una delle prime società cooperative fon-data da birocciai nel 1902, chiusa dalfascismo e rinata nel 1930.

Con un costante, impercettibile disli-vello, Via del Partigiano si dirigeverso la zona collinare circondata dacampi coltivati per lo più a semina-tivi o vigneti e punteggiata ai lati damaestosi esemplari di roverella, noci,cipressi e pini, mentre un forte pro-fumo di lavanda si irradia dalle aiuoleche circondano alcune abitazioni. Lalocanda-osteria “da Cesare” attendeall’incrocio con Via Tanari, la stradacomunale che collega Castel SanPietro a Monte Calderaro, provviden-ziale punto-sosta per bikers ed escur-sionisti: e qui, ad un terzo circa delcammino, è possibile un breve ri-storo prima di proseguire, sulla omo-nima via, in direzione di Liano che siraggiunge in pochi minuti. Lasciata la

I balzi del Rio Cascinaia

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Una terrazza sulla Via Emilia: Monte Calderaro | Itinerari in Italia

valle del Sillaro, si percorre via Stanzanoentrando nella stretta valle del torrenteGaiana che si supera dopo aver im-boccato via Convertino, una strada vi-cinale che partendo dalla via Emilia inlocalità Il Gallo risale il torrente fino adincrociare Via Malvezza che costeggia ilmuraglione con merlature guelfe delCastello e del borgo di Casalecchio deiConti, un antico insediamento di cui siha notizia a partire dal 1036.

Passato sotto la giurisdizione del co-mune di Bologna, il borgo fu circondatoda ampio fossato e dotato di un fortepresidio militare per proteggerlo da ne-mici e da scorribande di fuorilegge. Pre-sidio militare che fu insediato anche du-rante l’occupazione tedesca da parte deifascisti della GNR (Guardia NazionaleRepubblicana) e che nel settembre1944 fu attaccato dai partigiani che, ol-tre a recuperare armi e beni sottratti aicivili dai tedeschi, catturarono e giusti-ziarono anche una spia. Nell’aprile del1945 il torrente Gaiana e Casalecchiodei Conti furono teatro di violenti com-battimenti che portarono alla quasi to-tale distruzione del borgo, integralmentericostruito nel dopoguerra. Lasciata viaMalvezza per via Cà Masina, si passadavanti al cimitero sulla cui facciata unagrande lapide elenca i 27 caduti delGruppo di combattimento “Friuli” men-tre un pannello del Comitato “La nostraLinea Gotica” con testi bilingue e foto,sintetizza gli eventi che hanno interes-sato quest’area. All’interno del Cimitero,una targa dell’ANPI rende omaggio alpartigiano Amadori Pierino.

Questo territorio, che fu conteso metroper metro da alleati e tedeschi perchépermetteva l’accesso alla Via Emilia ealla pianura padana, porta le tracce deiviolenti scontri anche nella vicina CàGrizzano, dove è collocato un monu-mento e una lapide coi nomi dei 17 pa-racadutisti del Battaglione “Nembo” checaddero nel corso dei combattimentidel 19 aprile 1945. Ripresa via Cà Masina, una manciata dimetri e dalla strada è visibile il muroesterno del cimitero, ora abbandonato,un tempo parte della ex-Parrocchia La

Suggestiva successione dei crinali appenninici come appaiono da via del Partigiano

Castel San Pietro oggi èuna rinomata stazionetermale. La sua storiainizia con la costruzionedella Via Emilia eprosegue, 1400 annidopo, con la necessità diBologna di difendere lasua espansione versoImola

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Itinerari in Italia | Una terrazza sulla Via Emilia: Monte Calderaro

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Cappella, dove il regista Giorgio Diritti,in “L’uomo che verrà”, ha ambientato lescene del massacro tedesco del Cimi-tero di Casaglia a Monte Sole. Pochecentinaia di metri e nei pressi di un ru-dere lasciamo via Cà Masina per unosterrato che porta sul crinale di un ca-lanco, con un cambiamento repentinodel paesaggio. Si lasciano i vigneti e icampi coltivati per avanzare su una lin-

gua di terra argillosa, a tratti spoglia, in-stabile e mutevole a causa della ero-sione delle acque meteoriche che si ri-versano, a est e a ovest, nelle sottostantivalli del torrente Gaiana e del Rio Soglialungo versanti scoscesi privi di vegeta-zione e incisi da profondi solchi a lamadi coltello.Di fronte, si stagliano i versanti nord-orientali delle tre cime di Monte Cerere,

Monte Grande (riconoscibile dalla mas-siccia presenza di ripetitori e antenne) eMonte Calderaro, verso il quale ci diri-giamo dopo aver superato Canovetta eCasa Voni. Lasciati i calanchi e i terreniargillosi, il sentiero procede in un’areamessa a coltura con ai margini tratti re-sidui di siepi di bosso e alcuni esemplaridi roverella di notevole dimensione,mentre avvicinandoci alla testata di vallee all’area più umida,la robinia tende acolonizzare aree sempre più ampie ri-

La Via EmiliaIdeata nel 189 a.C. dal console romano Marco Emilio Lepido e terminatanel 187 a. C., la via Emilia completava la rete viaria romana nell’Italia cen-tro-settentrionale collegando Rimini, dove da Roma arrivava la via Flami-nia, a Piacenza, dove incontrava la via Postumia che univa i porti di Genovaed Aquileia.Costruita al termine della rovinosa invasione di Annibale e dopo che Romaaveva soggiogato i Galli Boi che occupavano la pianura padana, ebbe unainiziale e prioritaria funzione militare come linea di arresto per bloccare even-tuali invasioni da nord-ovest. Nei periodi di pace era una via di transito ecollegamento commerciale tra l’Italia centrale e le regioni settentrionali,pronta a riprendere l'iniziale vocazione militare nel corso dei numerosi con-flitti che hanno caratterizzato nei secoli la storia del’Italia e dell’Europa. Finoall’ultima guerra mondiale, quando fu strenuamente difesa dai tedeschi perimpedire agli anglo-americani la liberazione di Bologna e l’accesso alla pia-nura padana.

L’installazione di Decio Zoffoli su Monte Calderaro

La Via Emilia vennecostruita dopo larovinosa campagna di Annibale in Italia, nel 189 a.C. Collegava Rimini aPadova e doveva servireper bloccare eventualiinvasioni da nord-ovest

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ducendo la presenza di piante endo-gene, dal pioppo al nocciolo al cor-niolo. Un ultimo strappo in salita e si ar-riva in località I Boschetti dove siintercetta via Monte Calderaro, avvian-dosi verso l’omonimo borgo e lascian-dosi alle spalle, in poco più di un chi-lometro, Madonna del Lato, Il Poggioloe Vezzolo. Giunti all’incrocio con via Tanari, perguadagnare la cima di Monte Calderarosi abbandona la strada principale peruna rampa in salita la quale, costeg-giate diverse abitazioni civili e il cimi-tero, termina davanti alla base di unodegli imponenti ripetitori installati unpo’ ovunque su queste colline. Sulfianco del ripetitore, una sterrata con-duce ai ruderi della Chiesa di San Mar-tino, testimone muta e anch’essa vit-tima di una guerra brutale esangui nosa. Dopo anni di abbandono,la Chiesa e l’area circostante sono inte-ressati da interventi di recupero, con-solidamento e pulizia condotti da ungruppo di volontari raccolti nel Comitato“La nostra Linea Gotica”. I numerosi re-perti recuperati nel corso dei lavori,comprese monete di epoca romana,sono depositati presso il centro di do-cumentazioni allestito nelle ex-scuole diVarignano, mentre sulla cima della col-lina nell’ottobre del 2014 l’AssociazioneNazionali dei Partigiani d’Italia (ANPI) el’Amministrazione comunale hanno in-stallato la suggestiva scultura dell’ar-chitetto Decio Zoffoli “Il Prato della Me-

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Da antico Vicariato a moderno ComuneOggi Castel San Pietro Terme è una rinomata stazione termale che vede cre-scere di anno in anno la propria importanza e la propria popolazione, offrendoservizi che aumentano l’attrattività di un territorio collinare dolce e ben con-servato. Se la sua origine è legata alla costruzione della via Emilia alla fine delsecondo secolo a.C., il suo sviluppo è legato, mille e quattrocento anni dopo,alla necessità del Comune di Bologna di presidiare e difendere la propriaespansione verso Imola. Inizialmente dotata di un castello e di una guarnigionemilitare, con la riforma del 1352 di Giovanni Visconti, signore di Bologna, fu-rono istituiti i vicariati: quello di Castel San Pietro fu mantenuto in vita anchenelle revisioni statutarie successive. Il vicario, come funzionario civile, avevacompetenza amministrativa e giudiziaria, provvedeva alle opere di pubblica uti-lità e alla sicurezza dei cittadini, riscuoteva le tasse e aveva competenza nellecontroversie civili per un valore limitato. Mantenuti in vita, anche se con qual-che variazione, fino al 1750, questi centri del contado bolognese hanno se-gnato la base dell’ordinamento amministrativo moderno. Come ricorda lo sto-rico Arturo Palmieri, è all’interno delle “circoscrizioni territoriali soggette aivicari” che vennero a formarsi i nuclei dei Comuni che hanno diretto la vitalocale della nostra montagna, fino agli ultimi ordinamenti legislativi chehanno istituito la “fusione” di Comuni e la nascita delle Unioni dei Comuni.

Come arrivareIn auto. Nel tratto Bologna-Imola dell’Autostrada A14 uscita al casello CastelSan Pietro Terme. Dirigersi verso il centro e lasciare l’auto nel parcheggio del-l’ospedale cittadino, gratuito.

In treno. Castel San Pietro Terme è collegata alla linea ferroviaria Bologna-Imola-Forlì-Rimini. Treni in partenza da Bologna dalle 5 del mattino alle22,30 di sera.

Bus. Linea Tper 110 Stazione FS di Castel San Pietro Terme-Monte Calderaro.Info www.tper.it

Dove mangiare e dormireNel punto di arrivo, Monte Calderaro, non ci sono strutture in cui dormire, earrivando nel tardo pomeriggio si rischia di non riuscire a prendere l’ultimoautobus per tornare a Castel San Pietro Terme. Consigliamo quindi di orga-nizzare la gita tenendo presenti gli orari del trasporto pubblico. I due agriturismi che riportiamo si trovano un paio di chilometri più avanti delpunto di arrivo, a Farneto e Monte Cuccoli.Sul sito del Comune, alla voce Turismo, si trova un elenco completo di tuttigli alberghi, B&B, Locande e Osterie www.comune.castelsanpietroterme.bo.it

• Antica Trattoria La Quercia Tel (+39) 051 6956097 - (+39) 392 9255931

• Osteria-locanda Da CesareTel (+39) 051 941202 - (+39) 338 7066210

• Agriturismo FarnetoTel (+39) 051 6557235 - (+39) 333 8302012 / 338 4461354

• Agriturismo Monte CuccoliTel (+39) 051 6557227- (+39) 339 7315502

Per info, organizzazione, prenotazioniNon esiste, al momento, carta escursionistica del percorso descritto: utilizzare CTR 1:25.000 tavola 238 NE Info: Archivio Cartografico della Regione E-Rhttp://geoportale.regione.emilia-romagna.it/it/mappe

moria” a ricordo delle vittime civili emilitari decedute su queste terre. Dall’alto della collina ora si può godereun panorama straordinario sulle collineche degradano verso la via Emilia e lapianura padana e nelle giornate dicielo terso con alta visibilità, è possibilespaziare con lo sguardo fin oltre i ColliEuganei e toccare la corona delle Do-lomiti bellunesi.Ridiscesi all’incrocio, si prosegue a sudsu via Tanari dove ci accoglie l’ombradi una quercia secolare che dà il nomeall’antica trattoria di Monte Calderaro:per chi prosegue sul percorso della Li-nea Gotica, un buon punto di sosta perrecuperare le energie e raggiungere,lungo la panoramica via Collina, unodei vicini B&B; per chi deve tornare,un luogo gradevole e accogliente peruna pausa ristoratrice.

Una terrazza sulla Via Emilia: Monte Calderaro | Itinerari in Italia

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Itinerari in Italia

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Via Romea Germanica: la “melior via” per RomaCome pellegrini del 1200, attraversiamo l’Europaper dirigerci verso Roma in un itinerario alternativoalla Via Francigena. Un cammino tra natura e storiatra monasteri, abazie, antiche città dal saporemedievale. In oltre duemila chilometri attraversiamouna grande varietà di ambienti naturali, dalle faggetealle sponde dei fiumi, dalle pianure ubertose ai colli.Cittadine dal sapore medievale e capolavori della storia dell’arte. Sotto i nostri piedi le stessepietre che hanno visto passare pellegrini, eserciti, re e imperatori

n Testo di Simone Frignani

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Un documento del 1200 definisce il percorso la “melior via” per raggiungere Roma dallaScandinavia, attraverso l’Europa centrale. Di qui passò la maggior parte dei pellegrini chenel 1300 partecipò al primo Giubileo della storia

Ametà dell’Ottocento, in una bi-blioteca della Sassonia, fu ritro-vato un documento scritto in-

torno al 1236: gli Annales Stadenses.In esso l’abate dell’abbazia di Stade, nelnord della Germania, un certo Alberto,indicava i percorsi che potevano se-guire i viaggiatori giunti fin lì dalla Scan-dinavia per recarsi in pellegrinaggio aRoma. Una guida ante litteram cheelencava i punti tappa, le distanze e ledifficoltà. Il percorso era descritto det-tagliatamente, e indicato come “meliorvia”: l’itinerario più conveniente perRoma. Tale fu il successo di questo percorsoromeo, che dopo il Mille divenne l’iti-nerario più battuto dai pellegrini delCentro e Nord Europa, al punto che lamaggior parte dei pellegrini che si re-carono a Roma per il primo Giubileodella Storia, quello del 1300, percorsequesta direttrice. A partire dal XIV secolo, la pratica delpellegrinaggio andò diminuendo acausa di guerre e malattie, poi l’av-vento dell’Umanesimo spostò definiti-vamente mete e interessi. Fu allora chegli antichi tracciati vennero progressi-vamente abbandonati, oppure riutiliz-zati per la viabilità moderna.

Il percorso in Germania e AustriaLa Via Romea Germanica prende l’av-vio da Stade, vicino ad Amburgo, unodei centri più antichi del nord della Ger-mania; percorre l’immensa pianuradella Bassa Sassonia, e sfiorando Han-nover raggiunge Brunswick, città ric-chissima di storia e testimonianze arti-stiche. Dopo un breve tratto in Alta Sassonia,s’immette in Turingia, dove fa tappa aGotha, antica capitale del ducato diSassonia, e a Smalcalda, dove nel1531 si costituì la lega dei principi ade-renti alla Riforma protestante. Attra-versa tutta la Baviera: Bad Neustadt,dall’interessante cinta muraria, Wür-zburg, con la fortezza sul fiume Meno,la cittadina medievale di Rothenburg, eDinkelsbühl, sulla Strada Romantica,con una delle più belle cattedrali dellaGermania. Incrocia il Danubio a Do-nauwörth, e immettendosi sulla ViaClaudia Augusta prosegue per Aug-sburg, l’antica Augusta dei Romani. Sidirige quindi verso le Alpi, e dopo Gar-misch e Mittenwald arriva in Austria,passa per Innsbruck, e sale fino alPasso del Brennero, dove entra in Italia.

In Trentino-Alto AdigeDal Brennero, la Via Romea Germanicapercorre l’intera Val d’Isarco su sentierie tranquille stradine, facendo tappa inpaesi pittoreschi e ricchi di storia. Ilprimo che incontriamo è Vipiteno, an-tico insediamento militare romano, oggipiacevolissima cittadina di lingua e cul-tura tedesche. La tappa successiva ciconduce all’abbazia di Novacella, unadelle più prestigiose delle Alpi, al centrodi un’ampia vallata tappezzata di vi-gneti. Nella vicina Bressanone, per se-coli capitale politica e morale del sud Ti-rolo, troviamo vie eleganti, palazzisignorili e un’imponente cattedrale. At-traverso splendidi sentieri panoramici, si

Il cammino modernoL’iniziativa per la riscoperta del tracciato originario della Via Romea Germanica (cosìribattezzata per via della nazione di partenza), ha preso l’avvio nel 2002 grazie aGiovanni Caselli, antropologo fiorentino già promotore della riscoperta della Via Fran-cigena. Partendo dai documenti storici e dall’osservazione sul campo, Caselli è riu-scito a rintracciare un percorso che si discosta da quello originario soltanto laddovevi si è sovrapposta la viabilità moderna. Coinvolgendo le municipalità interessatedi Germania, Austria e Italia, i tre paesi attraversati dalla Via Romea Germanica,lo studioso è riuscito a convogliare su di essa un grande interesse, che in breve haportato alla nascita di associazioni con lo scopo di riscoprire, tracciare e promuo-vere quest’importante itinerario romeo. È così che nel 2010 si costituisce in Ger-mania la Romweg, e dopo due anni a Santa Sofia, nell’Appennino Romagnolo, l’as-sociazione Via Romea Germanica con lo scopo di tracciare e promuovere il cam-mino e rilasciare la credenziale del pellegrino: il documento dà la possibilità di ac-cedere ad ospitalità a donativo, e ricevere il testimonium di avvenuto pellegrinag-gio, una volta giunti a Roma.

I segnavia (ph arch. Ass. Via Romea)

Dal Brennero, la ViaRomea Germanicapercorre l’intera Val d’Isarco su sentierie tranquille stradine,facendo tappa in paesipittoreschi e ricchi di storia

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Itinerari in Italia | Via Romea Germanica: la “melior via” per Roma

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raggiunge il monastero di Sabiona,“acropoli del Tirolo”, tra i luoghi di cultopiù antichi in Europa. La Via RomeaGermanica prosegue per l’altopiano delRenon, a 1.100 metri d’altezza, carat-terizzato dall’insolito fenomeno delle “pi-ramidi di terra”: curiosi pinnacoli so-vrastati da un sasso, alti fino a 30 metri,dovuti all’erosione degli agenti atmo-sferici sui materiali morenici. Una ripida discesa tra boschi ombrosiconduce a Bolzano, città dalle dueanime latina e germanica, dove nonmancheremo di visitare piazza Walthercon il duomo gotico, e il museo ar-cheologico che conserva la Mummiadel Similaun. Da Castel Firmiano, unantico maniero dove l’alpinista e scala-tore Reinhold Messner ha realizzato l’in-teressante Museo della Montagna, per-correremo piacevolissimi sentieri traboschi ed estesi frutteti, fino ai laghi diMonticolo e Caldaro, quest’ultimo metadi turismo lacustre per essere il lagobalneabile più caldo dell’Alto Adige. Ter-meno è un magnifico piccolo borgosulla “strada del vino”, circondato da vi-gneti dai quali si ricavano alcuni tra i piùrinomati vini dell’Alto Adige: primo fratutti il Traminer, un delizioso bianco.Oltre la “Chiusa” di Salorno, una stret-toia della Val d’Adige che da semprerappresenta una barriera culturale e lin-guistica tra l’area germanica e quella ita-lica, entriamo in Trentino. Tra Lavis e Trento, camminiamo suimagnifici sentieri lastricati della ViaClaudia Augusta, una strada consolare

romana del 47-51 d.C. Dopo aver visi-tato la città dalla quale prese avvio laControriforma cattolica nel XVI secolo,con lo splendido duomo romanico-go-tico, saliremo fino al Passo del Cimirlo,da dove una graduale discesa su sen-tieri in mezzo ad ampi boschi ci con-durrà fino al lago di Levico, un magni-fico specchio d’acqua sul quales’affacciano le cime della Valsugana.Seguendo il corso del fiume Brenta,nelle tappe successive attraverseremol’intera Valsugana passando per BorgoValsugana, dall’interessante paesaggiofluviale in centro urbano; e per Grignocon il Trincerone, un’imponente trinceacoperta della Prima Guerra Mondiale;infine faremo tappa a Cismon delGrappa, stretto tra le montagne e ilfiume Brenta.

In VenetoA valle di Valstagna incrociamo le Grottedi Oliero, un sistema di cavità carsichecon un lago sotterraneo e stalattiti altefino a 14 metri. Bassano del Grappa ètra le cittadine più piacevoli della primaparte del percorso, con il duomo, il ca-stello degli Ezzelini e il famoso Ponte de-gli Alpini. Oltre Bassano, entriamo nellaPianura Padana seguendo un percorsofluviale su sterrato che raggiunge Piaz-zola sul Brenta con la splendida VillaContarini, “piccola Versailles” palla-diana, poi Padova, con un arrivo indi-menticabile nel piazzale dell’imponentebasilica di Sant’Antonio.

Il lago di Levico (ph Simone Frignani)

In breveDa Stade (Germania) a RomaLunghezza totale: 2200 kmTappe: 44 in Germania, 4 in Austria,

46 in ItaliaIn ItaliaPartenza: Passo del Brennero.Arrivo: Roma, piazza San Pietro.A piedi: 46 Tappe In mountain bike: 19 tappe.Tour Operator: al momento, solo Lord

Byron Tours di Cesena.Lunghezza tot. del cammino: 1022 km. Dislivello totale in salita: 14.500 m.Il percorso è interamente segnalato conplacchette metalliche 15x15 cm e adesivicon il logo della Via Romea (pastorale sufondo blu e scritta “Via Romea”).Terreno: 47% su sentieri e sterrati, 53%

su asfalto (piste ciclabili o stradesecondarie pressoché prive di traffico).Il Cammino è tecnicamenteaffrontabile da tutti, e percorribile tuttol’anno, eccetto le zone alpine eappenniniche durante l’inverno pereventuale presenza di neve.

Attrezzatura: normale abbigliamentotecnico.

Lasciato il fiume Brenta, si continua afianco del Canale Battaglia verso i ColliEuganei. Lungo il percorso, sono disse-minati interessanti edifici come VillaEmo, circondata da un giardino all’ita-liana, e il Castello del Catajo, residenza

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di villeggiatura degli Asburgo-Este. AMonselice potremo visitare il castello, lachiesa di Santa Giustina e il Santuariodelle Sette Chiese, un piccolo SacroMonte del Seicento. Attraverseremo ilPolesine costeggiando una miriade dicanali che ci condurranno a Rovigo e alfiume Po, superato il quale entriamo inEmilia-Romagna.

In Emilia RomagnaIl percorso emiliano-romagnolo si svi-luppa dapprima in pianura, poi in Ap-pennino. Dopo aver costeggiato per 11chilometri il Grande Fiume, la Via Ro-mea Germanica piega verso sud perraggiungere Ferrara, città-delizia degliEstensi, con il Castello e lo splendidoDuomo. Si continua lungo gli argini delPo di Primaro, ramo morto dell’anticocorso del fiume, e del fiume Reno cheseguiremo fino alle Valli di Comacchio,un’enorme area umida di grande valorenaturalistico. Costeggeremo la sponda meridionaledelle Valli su uno splendido percorso

La metà esatta del cammino è la “FattoriaGuiccioli”, nelle Valli di Comacchio. È il luogo in cui morì Anita Garibaldi, la coraggiosa “Eroina dei due mondi” in fuga dalla Repubblica Romana caduta in mano ai francesi

sterrato, e dopo aver visitato la FattoriaGuiccioli dove morì Anita Garibaldi,metà esatta del cammino, faremo unabreve puntata al Mar Adriatico; poi at-traverseremo la Pineta di San Vitale, pergiungere a Ravenna, splendida Città deiMosaici, dal sapore tipicamente bizan-tino. Proseguiamo lungo l’argine del fiumeRonco fino a Forlì, dove, imboccata laValbidente, punteremo decisamenteverso l’Appennino, in un susseguirsi dipiccoli, interessanti borghi. Fratta Terme,le cui sorgenti erano note già ai romani;Meldola con la rocca dell’XI secolo; la

Forlì, Piazza Saffi (ph R. Valentini)

graziosa Civitella di Romagna; Galeatacon l’abbazia romanica di sant’Ellero ele rovine della città etrusca di Meva-niola. Infine Santa Sofia, detta “piccolaFirenze” per via delle architetture di im-pronta toscana, dove ha sede l’Associa-zione Via Romea Germanica. Da Santa Sofia, un sentiero che s’iner-pica tra ginestre ed ampi spazi erbosi cicondurrà fino al Passo del Carnaio, dadove scenderemo nella vicina valle delSavio. Sosteremo a Bagno di Romagnaprima di affrontare uno dei tratti piùspettacolari dell’intero percorso: quellaVia dell’Alpe di Serra indicata nei docu-

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inoltre la pena salire al Santuario diSanta Margherita e, fuori città, all’eremodelle Celle, luogo di pace e silenzio doveFrancesco d’Assisi amava ritirarsi in pre-ghiera.

In UmbriaProcedendo sulla linea di spartiacquetra il lago Trasimeno e quello di Chiusi,la Via Romea Germanica entra in Um-bria, e in un paio di tappe panoramichetra querceti e uliveti, giunge a Città dellaPieve, splendida cittadina medievale chediede i natali al Perugino. Belle stradeghiaiate, e un ramo dell’antica stradaconsolare Cassia presso Ficulle, ci con-durranno fino a Orvieto, città costruita suun’imponente rupe di tufo, che vanta, trai numerosi motivi d’interesse, assoluticapolavori come il Duomo, e il celebrePozzo di San Patrizio.

Nel LazioAttraversando piccoli, pittoreschi paesicostruiti sul tufo, la Via Romea Germa-nica raggiunge Civita di Bagnoregio, la“città che muore”, così soprannominataa causa dei continui franamenti dellepareti tufacee sulle quali poggia. A col-legarla al resto del mondo è un ponte pe-donale che supera un profondo vallone;entrati nella cerchia delle mura, è ma-gnifico passeggiare tra le sue viuzze, i bei

menti del Duecento come Melior Viaper Roma. Cammineremo su un anticolastricato che, salendo tortuoso tra fag-gete ed ampie vedute, ci conduce finoal Passo Serra, dove una stele ci ricordache “Qui l’antica via dei Romei che findal medioevo univa il nord Europa eRoma, varca ancora l’Alpe di Serra”.

In ToscanaAppena entrato in Toscana, il percorsosi divide in due rami. Potremo sceglierese scendere subito verso il fondovalledel torrente Corsalone, seguendo il per-corso dell’abate Alberto, oppure proce-dere lungo un percorso di crinale fino alsantuario della Verna, importantissimoluogo francescano e “incrocio” di cam-mini (da qui hanno origine i principalicammini francescani verso Assisi). Entrambi i percorsi attraversano gliestesissimi boschi del Casentino, perriunirsi nella Valle dell’Arno prima diSubbiano. Un bel percorso a bordofiume, poi la prosperosa campagnaaretina ci condurranno fino ad Arezzo,città dalle importantissime testimo-nianze medievali. Da non perdere, lapieve romanica di Santa Maria, e gli af-freschi di Piero della Francesca nellachiesa di San Francesco.

Si continua per un percorso punteg-giato di pievi e castelli, fino alla bellacittà fortificata di Castiglion Fioren-tino; poi attraversando la Valdichiana,si farà tappa a Cortona, città-museodove non mancheremo di visitare icapolavori di Beato Angelico e LucaSignorelli nel Museo Diocesano. Varrà

Arezzo, chiesa di San Domenico (ph Arc. Via Romea Germanica)

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La Via Romea GermanicaDal Brennero a Roma sui passi degli antichi pellegrinidi Simone Frignani

Non poteva mancare la guida di Ter-re di Mezzo a questo itinerario difede in Italia, lungo uno degli itine-rari che per secoli ha condotto i pel-legrini dell’Europa Centrale a Roma.In un mese e mezzo il cammino at-traversa scenari molto diversi: dal-le Alpi, ai boschi dell’Appennino, allecolline di Toscana e Umbria. La gui-da contiene tutte le informazioni uti-li per mettersi in cammino, con lostil pratico, sintetico ed essenzialea cui ci hanno abituato le guide diTerre di Mezzo.

Terre di Mezzo | 2016 Pag. 296 | € 18ISBN 978-88-6189-376-4

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palazzi rinascimentali e le casette me-dievali. Presso la Chiesa di San Flaviano a Mon-tefiascone, la Via Romea Germanica siunisce alla Via Francigena, che provienedall’Europa occidentale: le ultime seitappe, fino a Roma sono comuni a en-trambi i cammini. In uscita dalla citta-dina, proveremo l’esaltante sensazionedi camminare sul basolato romano del-l’antica Via Cassia: le stesse pietre chehanno visto passare pellegrini, eserciti, ree imperatori nel corso dei secoli, pos-sono rivivere sotto ai nostri piedi. Giuntia Viterbo, la “Città dei papi”, non man-cheremo di visitare il Palazzo Papale,residenza-fortezza medievale dei ponte-fici; e il quartiere medievale intorno a viaSan Pellegrino, dove vicoli, torri e palazziriportano alla città del Duecento. Il cammino prosegue sulla splendida ViaCava etrusca di Sant’Antonio, poi susterrate in saliscendi tra querceti e uliveti,fino a Vetralla e alla bella Capranica cir-condata da boschi. Vera sorpresa sarà Sutri, la “perla dellaTuscia”. Vi arriviamo per un sentiero checorre a fianco di un ruscello, immersonella folta vegetazione. Ad accoglierci,imponenti Vie Cave, una necropoli etru-sca, un anfiteatro romano, una citta-della fortificata medievale e un anticomitreo riconsacrato a chiesa in epoca cri-stiana: la “Madonna del parto”.

Piazza San Pietro (ph Simone Frignani)

L’elemento naturale è ancora quello checi accompagna nelle ultime tappe, at-traverso la Valle del Treja, con le sugge-stive cascate di Monte Gelato; e la Valledel Sorbo tra Campagnano e Formello.Un percorso tra i boschi, aperto da po-chi mesi, ci condurrà a Veio, che fu lapiù potente tra le città etrusche nemichedi Roma. Dall’area archeologica fino allaStorta, alle porte di Roma, il passo èbreve: seguiremo la moderna Via Cassiafino all’imbocco del Parco dell’Insughe-rata, dove, lasciato il traffico della me-tropoli, c’immergeremo in uno splen-dido percorso naturalistico appenainaugurato per i pellegrini delle Vie Ro-mea e Francigena. Il momento più emozionante dell’interoviaggio sarà forse l’arrivo alla collina diMonte Mario: qui presso l’antica MonsGaudi, il “monte della gioia” dei pellegriniromei, alla maniera degli antichi vian-danti potremo esplodere in un grido digioia alla vista del “Cupolone” che ci at-tende, ormai vicinissimo. E allora, scen-deremo rapidamente lungo le serpen-tine che conducono a viale Angelico;oltrepassate le mura leonine, entreremonella Città del Vaticano e, attraversato ilcolonnato del Bernini, ci ritroveremo inPiazza San Pietro, meta di questo stra-ordinario viaggio “lento” attraverso l’Eu-ropa. Ultreia et suseia, semper!

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anche le idee innovative sono statemolte: ho ideato il Trekking del Cristopensante, ho fondato la Scuola ItalianaNordic Walking, sono riuscito a scrivereben 5 libri e, infine, assieme a ChiaraCampostrini, abbiamo dato vita a WAYS,dentro il cammino».Il Brain Walking è un nuovo modo diconfrontarsi con la natura, per riuscire atrarre, dai suoi segnali, il maggior nu-mero possibile di messaggi e di arric-chimento interiore. Un sistema rivoltonon solo ad amanti del cammino, mache si può applicare con ottimi risultatianche con manager e professionisti, perfavorire lo sviluppo di idee innovative,oppure in ambito scolastico, per unostudio attivo che metta in sintonia mentee corpo. Il Brain Walking è rivolto a tutti,perché, liberando la mente, ci permettedi non cadere nelle piccole trappole quo-tidiane e di guardare con altri occhi al fu-turo. La creatività e le nuove idee nonservono solo per avere il confronto con larealtà esterna, ma devono rappresen-tare una sfida verso sé stessi, per cercaredi migliorare le proprie prestazioni edavanzare verso nuovi “traguardi”.La nostra mente rimane a volte ingolfatadi pensieri, problemi e preoccupazioni acui non sempre riusciamo a dare una ri-sposta adeguata e tempestiva. Anzi, po-tremmo anche miseramente arenarci neimomenti in cui incombe la necessità diindividuare la soluzione geniale ed inno-vativa, ma, al tempo stesso, praticabilecon i mezzi a disposizione. Potremmo di-struttivamente incagliarci, fino a rag-giungere quella fissità che ci inchiodadietro ad una scrivania, ricercando af-fannosamente risposte che lo schermo diun computer non riesce a fornire. Afronte di tanto accanimento, la mente, di-spettosa, diventa sempre più muta edantagonista, prigioniera di un corpo rigidoe contratto. Allora... cosa fare? Il segretoè cambiare strada, cambiare passo,senza più indugiare, superando l’iner-

zia, respingendo pudori ed ipocrisie, ri-conoscendo la necessità di attivare unmoto di cambiamento audace, semplicee, al tempo stesso, divertente. Baston-cini, scarpette, zainetto ed il gioco è fatto.Avere fiducia e provare: in fondo è più fa-cile rispetto alle cose complicate a cuisiamo abituati. Un atto d’amore verso noistessi e quindi verso il nostro prossimo.È così che si cammina a passo di nordicwalking, a testa alta, spingendo con lebraccia che fungono da formidabile pro-pulsore di questa fiera e marziale moda-lità di passeggiare. Fianco a fianco di al-tri uomini e donne, riscopriamo tutta lanostra energia vitale, senza strappi, an-dando sempre con il ritmo di un motocontinuo, naturalmente efficiente, utiliz-zando tutto l’apparato fisico di cui dispo-niamo, distribuendo equamente gli sforzi,utilizzando al meglio la nostra meravi-gliosa macchina umana.Il muscolo si tende e rilascia, puntella espinge, ondeggia e timona, in un tuttoarmonico in cui la mente ritrova final-mente il suo spazio ed il suo tempo vi-tale per generare idee e soluzioni chefiottano in modo sorprendentementeinatteso. I bastoncini diventano il pro-lungamento delle nostre braccia, spin-gono l’andatura ed aiutano il corpo a es-sere finalmente eretto e ad utilizzareefficientemente l’ossigeno che è tutt’in-torno a noi, potentemente invisibile. Unasorprendente occasione per scoprirequanto è facile superare i limiti e le pa-stoie generate dalle nostre quotidianenevrosi, una conferma ulteriore dellamagica forza del cammino.Dal prossimo anno quindi grandi novitàche riguarderanno il nordic walking daparte di Pino Dellasega e Chiara Cam-postrini con “WAYS, dentro il cammino”.

Vi presentiamo il Brain Walking

Pino Dellasega e Chiara Campostrini,fondatori di “WAYS, dentro il cammino”e di “Outdoor Academy”, presentano inanteprima la nuova frontiera del cam-minare: il BRAIN WALKING*, natu-rale evoluzione del nordic walking cheassocia i benefici della camminata con ibastoncini a quelli più strettamente crea-tivi che scaturiscono dalla pratica dellostesso, effettuata con il giusto stato men-tale.Il benessere che il fisico ricava da unapasseggiata non è mai stato in discus-sione, ma anche le ricadute positive delcammino sulla mente sono un’espe-rienza nota da centinaia di anni. Già nelpassato, infatti, molti filosofi e scrittorihanno ammesso di aver avuto vere eproprie illuminazioni durante una cam-minata, casuale o abituale, in cui sonoriusciti a liberarsi da idee precostituite erigidi ragionamenti. Un esempio su tutti,Aristotele e la scuola peripatetica da luifondata, universalmente nota proprio perl’abitudine del maestro di insegnare pas-seggiando.«Fin dalle primissime camminate di Nor-dic Walking – racconta Pino Dellasega –ho sentito che riuscivo a collegarmi conme stesso nel modo più semplice possi-bile. Numero di muscoli impiegati, fre-quenze cardiache ottimali e una splen-dida natura riuscivano a farmi entrare inquella parte che chiamiamo inconscio econ la quale, generalmente, riusciamo ametterci in contatto solo nei sogni. Laprima volta che mi è capitato è stata unasensazione stranissima; non mi era maisuccesso, in tutta la mia vita di sportivo,di stare fuori ad allenarmi e di sentirmiperfettamente “nella mia mente”, consensazioni e idee bellissime. Chilometridi idee che non potevo credere fosseromie, un continuo andirivieni di emozioniche pensavo di riuscire a ricordare per-fettamente, una volta a casa. Invece...Niente! Con il ritorno alla realtà quoti-diana, i pensieri positivi si erano volati-lizzati. Nella camminata successiva, mu-nito di carta e matita, incominciai ascrivere quelle che poi sono state le basidel mio primo libro sul nordic walking.Da allora di chilometri ne ho fatti tanti e

*Brain Walking è un marchio registrato daPino Dellasega e Claudio Vitali con diritti ri-servati di Copyright ©

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Il metabolismo dei quattrozampe si è evoluto per trarreenergia dalle proteine e dai grassi animali. Da qui lascelta di una nuova linea tutta grain free.Dopo aver analizzato le abitudini alimentari originariedei cani e dei loro antenati lupi, nonché la loro attitudinea nutrirsi prevalentemente con carne, SpecialistickNatursan si arricchisce con la nuova linea HolisticGrain Free, realizzata senza cereali.Una nutrizione corretta e bilanciata è fondamentale perla salute dei nostri amici quattrozampe: è il primopasso perché siano attivi, vivaci e attenti all’ambienteche li circonda. Gli alimenti Holistic Grain Free non con-tengono cereali, sono privi di conservanti, coloranti,aromatizzanti e coniugano perfettamente la cono-scenza scientifica delle proprietà dei singoli nutrienticon le quotidiane esigenze dell’animale.

La carne: una scelta nutrizionaleLe ricette Holistic Grain Free assicurano un elevato ap-porto proteico e contengono carni e pesce di altaqualità oltre a frutta e vegetali ricchi di fibre, vitaminee minerali, preziosi per il benessere e lo stato di salutedel nostro beniamino. Gli ingredienti sono selezionaticon scrupolo e competenza dai nutrizionisti, rispet-tando le fisiologiche esigenze del cane in modo da ap-portare quantità ottimali di carne pregiata, di vitamine,oligoelementi, prebiotici, verdure ed erbe salutari oltreche ricche di antiossidanti naturali.Anche la scelta di inserire un basso livello di carboidratiè importante: il metabolismo dei cani e gatti si è infattievoluto per trarre energia dalle proteine e dai grassianimali. Per loro, i carboidrati rappresentano calorienon di prima scelta (cioè con scarso valore nutrizio-nale) che potrebbero favorire l’insorgenza di patologielegate al sovrappeso, come per esempio il diabete el’insulino-resistenza. Inoltre, osservando la loro costi-tuzione anatomica, si può osservare la presenza di:• assenza di amilasi salivare difficoltà nella digestione

dei carboidrati;• tratto intestinale corto e semplice atto a digerire pro-

teine e grassi;• conformazione di denti e mascella ampia apertura

della bocca adatta a ingoiare grossi bocconi, denticorti e appuntiti efficaci nel lacerare la carne;

• risposta insulinica alimenti ricchi di carboidrati cau-sano una risposta insulinica superiore e provocanoun immagazzinamento dell’eccesso di glucosiocome grasso corporeo, processo che può portare adiabete e obesità.

Sei ricette per un pieno di saluteLa gamma Holistic Grain Free è prodotta interamentein Italia, è di altissima qualità e studiata per offrire alcane adulto una combinazione di nutrienti ricca edequilibrata. Si può scegliere tra sei ricette diverse,adatte a soggetti di tutte le taglie ed età, abbinate a un

Una nuova linea senza cerealiper i nostri amici a 4 zampe

mix di frutta ed erbe che rappresentano una fontepreziosa di vitamine e di antiossidanti: Pollo e Sal-mone, Agnello e Tonno, Pesce bianco e Manzo, Cervoe Tacchino, Sgombro e Bufalo, Pollo e Pesce. In ver-sione Puppy e Adult, sono disponibili in due pratici for-mati da 2 e 12 kg.Utilizzando il giusto prodotto della linea Holistic GrainFree, il proprietario assicura al suo cane:• elevate fonti proteiche provenienti da carni fresche

dall’alto valore biologico;• grassi di origine animale facilmente assimilabili;• basso carico e indice glicemico grazie alla presenza

di pochi carboidrati a rilascio modulato di energiadurante la giornata, può prevenire obesità e dia-bete;

• assenza di glutine;• piante curative con proprietà specifiche a effetto mi-

rato come il cardo mariano, antiossidante a livelloepatico, e la rosa canina, fonte naturale di vitamina c;

• prebiotici sotto forma di FOS (frutto-oligosaccaridi),zuccheri contenuti nella frutta e nei vegetali, e diMOS (mannano-oligosaccaridi), provenienti dai lie-viti, che migliorano la digestione, l’assorbimento deiprincipi nutritivi e la qualità delle feci attraverso il bi-lanciamento della flora batterica e l’inibizione dellacrescita di batteri patogeni;

• semi di lino per un pelo lucente grazie agli acidigrassi essenziali contenuti appunto nei semi di linoe nel pesce, ricchi in di acido linoleico, un acidograsso essenziale omega 3, e con un elevato tenoredi tocoferoli. L’acido linoleico, assieme agli altri acidigrassi, è essenziale per mantenere in condizioni ot-timali la pelle e il pelo e per l’assorbimento delle vi-tamine liposolubili. È inoltre importante per l’integritàdelle membrane cellulari, per la conservazione dellafunzione di barriera della cute e per la modulazionedella risposta infiammatoria cutanea;

• vitamine e minerali da frutta e verdura melograno(fonte di fibre in grado di favorire la digestione, riccodi fito nutrienti e antiossidanti naturali), barbabietole(fonte di vitamine B e C e di fibre per favorire la mo-tilità intestinale), piselli, vitamina B1 e tiamina.

Tutti i prodotti sono cruelty free, ovvero non vengono te-stati sugli animali.

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Bologna a piedicon le mani in pastaIl capoluogo dell’Emilia Romagna è conosciuto con molti nomi e per molte ragioni, ma la sua tradizione culinaria ne fa una capitale gastronomica. Impossibile non unire una visita di Bologna a un buon piatto di tortellini. Se la linea vi sta a cuore, il miglior modoper visitare la città è camminando per le sue vie alla scoperta dei sapori locali

Trekking urbanoTesto di G.A.I.A.

Foto Comune di Bologna

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Bologna, Città Creativa della Mu-sica UNESCO, è anche la cittàdei record: oltre 40 chilometri di

portici che ne caratterizzano il centro sto-rico (e quello più lungo del mondo checonduce al santuario di San Luca); l’uni-versità più antica d’Europa; l’Asinelli, latorre civica più alta d’Italia; San Petro-nio con una meridiana lunga quanto laseicentomillesima parte del meridianoterrestre e l’organo più antico ancora fun-zionante; l’Archiginnasio con la sua col-lezione di 6.000 stemmi, il maggiorcomplesso araldico murale esistente;Santo Stefano con il presepe più anti-co del mondo... Negli anni la città ha sa-puto conquistare tanti appellativi oramaicelebri: la “Rossa” per il colore caldo delcotto e dei mattoni; la “Grassa” per l’in-credibile varietà di mercanzie che face-vano bella mostra di sé nei mercati me-dievali; la “Turrita” per quel centinaio ditorri che anticamente svettavano qua elà; la “Dotta” per l’Alma Mater Studio-rum.Grazie alla bellezza del suo centro sto-rico, oggi tra i più grandi e meglio con-servati d’Europa, attrasse in passatonumerosissimi viaggiatori stranieri: daDante a Boccaccio, da Mozart a Bach,da Goethe a Byron, solo per citare i piùfamosi.Ma Bologna ha dato anche inatali a tanti personaggi famosi di ieri e

Bologna a piedi con le mani in pasta | Trekking urbano

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di oggi. Lungo le sue strade si trovanoi ricordi di Irnerio, da tutti considerato ilPadre dell’Università, di Luigi Galvani,Guglielmo Marconi, Gino Cervi, GiorgioMorandi, Pier Paolo Pasolini, LucioDalla. Eppure Bologna non è solo questo: ser-vono tutti i sensi per godere appienodella città, perchè gli occhi, da soli,non bastano. Quello che vi proponiamoè un itinerario che vi coinvolgerà com-pletamente appagando vista, udito, ol-fatto, tatto e soprattutto il gusto. Pas-seggiando di vetrina in vetrina, dibottega in bottega, di osteria in osteria,scopriremo tutti i segreti della suagrande tradizione culinaria, vero vantodella città: ovunque nel mondo, se diciBologna, pensi alle tagliatelle e al ragù,alle lasagne e ai tortellini. Badate bene, non abbiamo parlato, nélo faremo, di “spaghetti alla bolognese”semplicemente perchè non esistono,se non nei menù di chi non è nato al-l’ombra delle Due Torri. Il famoso ragùreclama solo ed esclusivamente la re-gina della tavola emiliana: la sfoglia.

Il segreto della grande tradizione culi-naria sta tutto in questo ingrediente, ilcui solo nome evoca nell’immaginariocollettivo piatti gustosi e prelibati e le fi-gure quasi mitiche delle sfogline. Potretevederle all’opera armate di uova, farinae mattarello oppure potrete decidere diosare cimentandovi in prima personanella produzione dei famosi tortellini edelle tagliatelle.Per scoprire tutti i segreti della tavola bo-lognese potrete farvi cogliere con lemani... in pasta! Quella vera, dorata, ru-vida ed elastica, che magicamente sitrasforma in piatti che coinvolgono tuttii sensi.

Un centro storico degno di una capitale e unastoria dai nomi importanti. Ma Bologna non èsolo questo: il suo nome è legato a una tradizioneculinaria di assoluto livello

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Alla scoperta del centro storico

Piazza Maggiore è da sempre il “cuore”della città, o meglio: l’ombelico! La tra-dizione vorrebbe infatti che la tipicaforma dei tortellini sia stata ispirata dal-l’ombelico della bellissima dea Venere.Narra la leggenda che, ai tempi di Fe-derico II, Venere, Bacco e Marte, scesi interra per prendere parte alle lotte tra Bo-logna e Modena, si fossero fermati a ri-posare presso l’osteria di Castelfranco.L’oste, approfittando di un momento didistrazione della dea, ne vide l’ombelicoe, corso in cucina, cercò di riprodurne laforma rendendo quindi la sua sfoglia...divina.Ogni evento lieto o grave ha lasciato unatraccia su questa piazza. Qui si svol-geva il variopinto mercato, con le ban-carelle, i suoni, le grida, i colori, i saporie gli odori che ne riempivano l’aria.Nel 1530, Heinrich Cornelius Agrippa,lo storiografo di Carlo V che era giunto aBologna per ricevere la corona di impe-ratore, scriveva:

“... Mentre si svolgevano le cerimonienel tempio (San Petronio) nella piazzadi fronte erano erette due colonne sullequali poggiavano due leoni... versavanessi, e durante le sacre funzioni e pertutto il giorno... soavissimi vini... lìpresso veniva abbrustolito al fuoco unbove intero... infarcito di selvaggina ecacciagione di ogni specie...”

Proseguiamo il nostro cammino verso illato orientale della piazza. Qui possiamoammirare il palazzo cinquecentescodetto dei Banchi, per la presenza sotto isuoi portici dei banchi dei cambiava-luta. Questo edificio fu magistralmenteconcepito come una magnifica quintascenografica per celare il popolano quar-tiere del mercato medievale, il famosoQuadrilatero che ancora oggi, nono-stante il mutare dei tempi e delle abitu-dini, ospita il più caratteristico mercato

cittadino. Non sarà difficile osservare,tra le vetrine dei tanti negozi che offronole mercanzie più disparate, quelle checon orgoglio espongono le nostre più ri-nomate prelibatezze. È qui che la cucinadiventa culto!In Via Clavature, poco oltre la chiesa el’oratorio di Santa Maria della Vita, cheaccoglie lo straordinario Compiantoopera di Nicolò dall’Arca, potremo con-cederci una sosta all’interno del Mer-cato di Mezzo, ora perfettamente re-staurato.Tra antichi Sporti e scorci, alcune botte-ghe ci permettono di scoprire le primespecialità: tagliatelle, tortellini, tortelloni,lasagne.Via Drapperie incrocia via Clavature e cipermette di entrare nella zona più ca-ratteristica. Qui potremo comprare ditutto, ma non tarderemo a scoprire altrevetrine ricolme di pasta fresca.Che cosa ha reso celebre nel mondo itortellini? Fino all’800 solo i bolognesi ei viaggiatori che erano giunti in città co-noscevano questo piatto e sarà propriolungo una delle vie principali del centrostorico che Luigi Bertagni, noto salu-miere, inventerà il sistema di essiccare econfezionare questa pasta. Siamo nelnon troppo lontano 1882 e già nel 1889Bertagni partecipa all’Expo di Parigi: è untrionfo.Nel 1894 è a Chicago e nel 1904 aSaint Louis. Il successo oltre oceano

sarà tale da spingere gli eredi a venderel’oramai famosa azienda proprio agliamericani.Imbocchiamo ora via Pescherie Vecchiedovendo farci strada tra la folla che si ac-calca per gli acquisti. Tra il vociare parequasi di sentire la voce delle massaie,dei bottegai e dei tanti viaggiatori qualiHartmann Schedek che nel 1493 scri-veva:

“... Bologna è detta la grassa e la riccaper il fatto che produce abbondante-mente frumento, vino e tutto ciò ch’ènecessario per il vitto”.

La toponomastica di questa zona evocamestieri che non esistono più e qualifi-cano quest’area come zona produttivacittadina fin dal Medioevo. Vicolo Ranocchi, famoso un tempo perla Spezieria della Luna, è oggi ancoraanimato grazie all’antichissima Osteriadel Sole che dal ‘400 offre accoglienzae buon vino in un ambiente saturo delleatmosfere del passato.In via Orefici incontriamo altre botteghepassate alla storia. Guardando con mag-giore attenzione, al civico 3, possiamoancora notare una lapide a ricordo del-l’antica sede della corporazione dei Bec-cai, di quei macellai insomma che ga-rantivano il ripieno dei famosi tortellini. La ricetta è gelosamente tramandata digenerazione in generazione. Il maiale èil principe delle tavole locali e anche in

Trekking Urbano 2016 Dal 29 al 31 ottobre anche Bologna aderisce al Trekking Ur-bano, con itinerari tematici e visite guidate alla scoperta dellacittà e del suo territorio

Comune di Bologna - Settore Marketing Urbano e Turismotel. 051-239660 - [email protected] www.bolognawelcome.com/trekkingurbano

Visite guidateQuesto itinerario sensoriale è statoelaborato dall’Associazione Cultura-le G.A.I.A. Eventi, disponibile per vi-site guidate.

G.A.I.A. Eventi - Guide, Accompa-gnatori, Interpreti Autorizzati Via San Vitale, 3 - 40125 Bolognatel. 051 [email protected]

Trekking urbano | Bologna a piedi con le mani in pasta

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Bologna a piedi con le mani in pasta | Trekking urbano

questo caso non si fa eccezione: lombodi maiale, mortadella e prosciutto crudosono gli ingredienti principali.In piazza della Mercanzia svetta la moledell’omonimo palazzo che fu sede dellaMercatura e che oggi ospita la Cameradi Commercio, custode delle ricette ti-piche della cucina locale. Tra questemura è anche custodita la misura uffi-ciale delle famose tagliatelle.L’inventore di questa straordinaria pastaè Maestro Zafran (Zafferano) che lavo-rava alla corte di Giovanni II Bentivogliosignore della città. Sappiamo che tra lesvariate portate del pranzo di nozze trasuo figlio Annibale e Lucrezia d’Este, fu-rono serviti “tagliatini di pasta e condi-tura”.Da piazza della Mecanzia tante strade,tanti percorsi possono condurci ancoraalla scoperta di nuovi sapori. Non pos-siamo dimenticare il Mercato delleErbe, le altre osterie tipiche, i laboratoriartigianali e i tanti locali che rendono ilcentro storico vivace e allegro. Potretegustare le prelibatezze create con lasfoglia dalle sapienti mani delle sfo-

gline. Ce n’è per tutti i gusti e per tuttele tasche. Potrete optare per le lasagne, quellevere, ricche di ragù e besciamella, conla tipica sfoglia verde e la doratura cherende il piatto una delizia anche per gliocchi. Potrete gustare le tipiche taglia-telle dalla larghezza diversa in base alcondimento. Potrete decidere di assag-giare un piatto di tortelloni – da nonconfondere mai con i tortellini – dai di-versi ripieni e dalle infinite ricette, eche garantiscono sempre l’appaga-mento delle bocche più esigenti. E ancora le “farfalle”, che qui si chia-mano strichétt, i “maltagliati” detti mal-taié, i “quadretti” da brodo, i “capellid’angelo” giusto per citarne alcuni.Alcune raccomandazioni però sonod’obbligo: non visitate Bologna seamate i cibi dietetici, non visitatela sepreferite il religioso silenzio al vociare al-legro della gente, non organizzate unsoggiorno nella culla del buon cibo senon desiderate scoprirne tutti i segreti,non visitatela, soprattutto, se non vi èvenuto un po’ di appetito!

Organizzare il soggiorno

Sul sito www.bolognawelcome.comtroverete tutte le informazioni su dovedormire, dove mangiare, come spostarviin città e come organizzare il soggior-no a Bologna. Tel.051 [email protected]

UFFICI APERTI AL PUBBICO• Uffici IAT: Piazza Maggiore 1/e - 051239660. Da lun a sab 9-19 / dom efest. 10-17 / Chiuso Capodanno, Pa-squa, Natale e S. Stefano• Aeroporto G.Marconi, via Triumvira-to 84 - 051 6472201 Da lun a sab ore 9-19.30 / dom e fest.ore 9-17 / 24 e 31 dicembre ore 9-16/ chiuso Capodanno, Pasqua, Natale eS. Stefano

PARCHEGGIARE VICINO A PIAZZA MAGGIORE:Piazza VIII Agosto, 625 posti auto epresidiato Ex-Staveco, aperto, con 180 postiauto, presidiatoPiazzale Autostazione, 350 posti auto,presidiato

SE ARRIVATE IN TRENOA piedi lungo via Indipendenza (1,3 km,20’ ca di percorrenza).In autobus dal piazzale antistante la sta-zione ferroviaria, Piazza delle Medaglied’Oro, o dall'inizio di via Indipendenzasul lato di Porta Galliera.Info: www.tper.it/

Nei weekend e festivi il centro stori-co è chiuso al traffico con deviazio-ne dei percorsi normali degli autobus.

IN BICINoleggio possibile presso la velosta-zione cittadina Dynamo all’inizio di viaIndipendenza. Servizio noleggio bici7 giorni su 7 - www.dynamo.bo.it

DURANTE L’ANNOBè Bologna Estate da giugno a set-tembre - Rassegna di eventi cultura-li: proiezioni cinematografiche, con-certi, spettacoli teatrali, incontriagenda.comune.bologna.it/cultu-ra/bolognaestateBilBolBul Festival Internazionale diFumetto, dal 24 al 27 novembre2016www.bilbolbul.net/BBB16

Non visitate Bolognase amate i cibi dieteticie se preferite il silenzioal vociare allegro: in città le tentazioni per la gola sono dietroogni angolo

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Trekking urbano

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Siena a passo lentoUrban Trek nella storiaA Siena nel 2002 è nato il circuito del TrekkingUrbano: un modo salutare e intelligente di visitare le città più belle d’Italia. Il concetto è semplice: abbandonare l’auto e dedicare una giornata ai monumenti, prendendosi il tempo di spostarsi a piedi perconoscere anche gli angoli meno turistici e piùpittoreschi grazie a itinerari che toccano i luoghi dimaggior interesse. Itinerari fatti per riscoprire le cittàcome spazi da percorrere a piedi senza fretta,riappropriandosi del tempo, della memoria edell’identità dei luoghi

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Sono tanti i motivi per visitare Sie-na, una città che ogni volta offreai suoi ospiti la possibilità di vi-

vere un’esperienza emozionante e in-dimenticabile. Un luogo magico che hamantenuto nel tempo la sua identità,con il Palio e le sue 17 Contrade, coni suoi capolavori d’arte e un centro sto-rico, patrimonio Unesco, fatto di scor-ci mozzafiato e angoli nascosti, primaZona a Traffico Limitato in Europa.Capitale indiscussa del gotico, è unacittà che può essere vissuta tutto l’annograzie ai suoi monumenti-simbolo maanche ai suoi suggestivi angoli nasco-sti, che possono essere scoperti con ipercorsi pedonali permanenti fruibili inogni stagione. Così Siena è anche ca-pitale del turismo dolce e sostenibile.

È qui che nel 2002 nasce la GiornataNazionale del Trekking Urbano, unavera e propria festa che coinvolge ognianno oltre 50 città d’arte del Bel Paese.Nato per decongestionare le città d’arte,il trekking urbano permette ai visitatoridi conoscere le più belle città d’Italiacamminando, grazie a itinerari che neattraversano il centro storico e le areeperiferiche toccando i luoghi di maggiorinteresse. Da Nord a Sud, passandoper le Isole, sono stati pensati itinerariper riscoprire le città come spazi dapercorrere a piedi senza fretta, riap-propriandosi del tempo, della memoriae dell’identità dei luoghi. Il trekking ur-bano, oltre a divertire ed emozionare, èun’attività che fa bene al fisico e puòessere praticata da tutti, senza un par-ticolare allenamento.

Siena a piedi: tra Medioevo e Risorgimento

Lunghezza del tracciatocirca 2 kmTempo di percorrenza2 ore e 30 minuti DifficoltàfacilePunto di par tenzaPiazza del Campo

Il nostro viaggio alla scoperta di Sienanon può che iniziare da Piazza delCampo, uno dei più suggestivi ambientiurbani medievali del nostro Paese. Lapiazza si caratterizza per la suggestivaforma a conchiglia, con una pavimen-tazione a mattoni disposti a spina di

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Trekking urbano | Siena a passo lento. Urban Trek nella storia

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pesce, intervallati da nove strisce di tra-vertino disposte a raggiera, in omaggioai Nove Signori che governavano lacittà nel Medioevo. Nel punto più bassoc’è il Gavinone, un’apertura chiusa dauna grata in bronzo rappresentante l’al-legoria della vita, realizzata da MassimoLippi. Nel punto più alto c’è invece laFonte Gaia, commissionata a Jacopodella Quercia per celebrare l’arrivo del-l’acqua nel centro storico della città nel1346, dopo quasi dieci anni di scaviche avevano portato alla realizzazionedei “bottini”, la rete di cunicoli sotterra-nei voltati a botte, usati come acque-dotto della città.A dominare Piazza del Campo ci sonoPalazzo Pubblico e la Torre del Mangia,così chiamata in riferimento a Giovannidi Balduccio detto il Mangia, che, dal1347 ebbe l’incarico di battere le oredall’alto della Torre. All’interno di Palazzo Pubblico, uno deipiù importanti esempi di architettura

gotica a livello mondiale, è custodito ilMuseo Civico. La visita si apre con la Sala del Risorgi-mento e con il famoso affresco raffigu-rante l’incontro di Teano tra Vittorio Ema-nuele II e Garibaldi. Sempre seguendo ilpercorso alla scoperta dei valori risorgi-mentali, è possibile soffermarsi nellaSala del Consiglio Comunale la cui volta,realizzata nel 1908, è stata arricchitacon le parole di Giuseppe Mazzini: «Lapatria è il punto di appoggio della levache si libra tra l’individuo e l’umanità».Tra le altre sale da non perdere c’è quelladel Mappamondo, dove è possibile am-mirare la Maestà e il Guidoriccio da Fo-gliano di Simone Martini. Accanto sitrova la Sala dei Nove con le Allegoriedel Buono e Cattivo Governo e dei loroEffetti in Città e in Campagna commis-sionate dai Nove Signori della Repub-blica di Siena ad Ambrogio Lorenzetti.L’affresco è conosciuto in tutto il mondocome il primo ciclo profano della storia

dell’arte. Merita la fatica di qualche gra-dino, infine, la Loggia dei Nove, la ter-razza con vista sulla valle di Porta Giu-stizia e sulla campagna senese, dallaVal D’Arbia fino alla Val D’Orcia.Lasciato il Museo Civico, il viaggio pro-segue verso Piazza Indipendenza. Nel1879 nella piazza venne collocato ilmonumento ai caduti nelle guerre d’In-dipendenza eretto dallo scultore TitoSarrocchi, poi spostato nei giardini pub-blici del quartiere di San Prospero, vi-cino alla Fortezza Medicea. Nel 1887,su progetto dell’architetto Vestri, fu in-nalzata in Piazza Indipendenza la loggiaa tre arcate situata di fronte al Teatro deiRozzi.Seguendo le tracce risorgimentali ci sisposta in Via delle Donzelle, vicolo un

Il Museo Civico racchiude i valori e la storia delRisorgimento italiano. Nella Sala Risorgimento vi è affrescato l’incontro di Teano in cui Garibaldi“consegnò” la penisola al re Vittorio Emanuele II;nella sala del Consiglio si leggono le parole delgenerale: «La patria è il punto di appoggio dellaleva che si libra tra l’individuo e l’umanità»

31 ottobre, XIII edizione del Trekking UrbanoCome ogni anno, il prossimo 31 otto-bre, Siena sarà capofila dell’evento na-zionale e ospiterà la XIII edizione delTrekking Urbano, dedicata al Giubileo.Turisti e cittadini in ogni parte d’Italiapotranno nello stesso giorno percorrereuno dei tanti itinerari proposti sulle trac-ce dei luoghi e dei personaggi, reali oleggendari, che hanno dato lustro allavita di ciascuna comunità. L’incrocio distorie, strade e monumenti oltre che inoccasione della Giornata nazionale delTrekking Urbano è fruibile tutto l’anno,grazie al sito www.trekkingurbano.info.

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tempo frequentata da patrioti e cospi-ratori e dalle spie della polizia grandu-cale, per poi arrivare in Via Montanini,dove al civico 108 si trova Palazzo Ber-nardi Avanzati. È qui che abitava Fran-cesco Bernardi Avanzati, esponente delmovimento repubblicano e mazziniano,accusato nel 1848 di aver ospitatoMontanelli, uno dei membri del go-verno provvisorio. Processato venne di-chiarato decaduto dalla carica di Capi-tano della Contrada Sovrana dell’Istrice.Il figlio Giuseppe seguì Garibaldi nellasfortunata spedizione a Roma nell’au-tunno del 1867, dove venne uccisodalle guardie papali, a soli 27 anni. Da Via Montanini si arriva, quindi, a laLizza, spazio adibito a scuola di equi-tazione fin dal XVIII secolo. Al centro delparco è possibile ammirare la statuaequestre di Giuseppe Garibaldi, operadello scultore Raffaello Romanelli. Ilpercorso prosegue lungo Via Camolliafino alla Fortezza Medicea, opera del-l’architetto Baldassarre Lanci e del figlioMarino, utilizzata per scopi militari findal 1563. Successivamente il Gran-duca di Toscana, Pietro Leopoldo decisedi donare la Fortezza alla comunità se-nese. Molti non sanno che il cancellogrande della Fortezza, eretto nel 1787fu realizzato fondendo le antiche boc-che di cannone e le residue canne di fu-cile, usate a difesa della città nel tragicoassedio del 1554.

Sulla strada per Roma:#SienaFrancigena

Lunghezza del tracciatocirca 4 km Tempo di percorrenzacirca 3 ore DifficoltàfacilePunto di par tenzaPorta Camollia

Trekking urbano | Siena a passo lento. Urban Trek nella storia

Siena è, da sempre, una tappa fonda-mentale della Via Francigena, tanto daessere stata ribattezzata dallo storico Er-nesto Sestan “figlia della strada”. NelMedioevo, infatti, la città era tra le piùricche e popolose in Europa e offriva aiviandanti la possibilità di trovare ristoroe cura sulla strada verso Roma. Oggicome allora, l’antico tracciato franci-geno torna ad animarsi grazie a #Sie-naFrancigena, il trekking urbano pro-mosso dal Comune di Siena durante ledomeniche estive. Si inizia a porta Ca-momilla e si arriva a Porta Romana, fa-cendo tappa in uno degli ospedali piùantichi d’Europa: il Santa Maria dellaScala. Il tracciato inizia da Porta Camollia sullaquale domina lo stemma mediceo conl’iscrizione Cor magis tibi Sena pandit(Siena ti apre il cuore più della suaporta), simbolo dell’ospitalità senese.Porta Camollia si apre su un muro dicinta molto antico. Già nell’XI secolo èdocumentata l’esistenza di una portache, per la sua posizione rivolta verso Fi-renze, è sempre stata la più controllatae la più difesa tra tutti gli ingressi dellacittà.L’itinerario prosegue lungo Via Camollia,dove per il continuo passare dei pelle-grini in cammino verso Roma, pocoprima del 1148, i Cavalieri del Tempiosi insediarono nell’antica Chiesa di SanPietro, di cui si ha notizia fin dal 998.Attorno alla chiesa fu costruita la “Ma-

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gione”, ovvero le case con portico cir-condate da mura di cinta in cui sosta-vano i membri dell’Ordine durante ilcammino per Gerusalemme. Dopo loscioglimento dell’Ordine dei Templari,la chiesa e tutti i suoi beni passaronoall’Ordine dei Cavalieri Gerosolimitani,successivamente chiamati Cavalieri diMalta.Sempre lungo Via Camollia s’incontrala Chiesa di Santa Maria in Portico aFontegiusta costruita tra il 1479-1484per ringraziare la Madonna della vitto-ria ottenuta dai senesi contro i fioren-tini durante la battaglia di Poggio Im-periale. L’edificio sorse a ridosso dellemura, inglobando il portico del “gabel-lino” (stanza dove i gabellieri riscuote-vano i dazi, le gabelle alle porte dellacittà) della Porta di Pescaia (inseritanella cinta muraria della prima metàdel XII secolo). Al suo interno si con-serva un’immagine della Vergine conBambino affrescata intorno al 1380. Continuando su Via Camollia verso ViaMontanini e poi Banchi di Sopra siraggiunge Via dei Pellegrini, nome chericorda il fitto passaggio di coloro che sidirigevano in pellegrinaggio a Roma.Da qui i viandanti giungevano in PiazzaDuomo, dove dominano la Cattedrale eil Santa Maria della Scala. Il Duomo èil grande capolavoro dedicato alla Ma-donna Assunta consacrato, secondo latradizione, nel 1179 da papa Alessan-

dro III. I lavori di costruzione prosegui-rono durante il XIII secolo, quandovenne decisa la collocazione della fac-ciata e furono compiuti la cupola(1263) e il campanile (1264). Nellafacciata dominano i colori bianco,verde scuro, rosa e oro, nuovamente ri-portato alla luce grazie a un recente in-tervento di restauro. Numerosi sono i capolavori visibili den-tro e fuori il duomo. A partire dal pavi-mento, esempio unico nella storia dellapavimentazione lapidea, con oltre 50commessi marmorei istoriati ed eseguiticon la tecnica del graffito e della tarsia.Nel corso dei secoli grandi artisti hannocontribuito a rendere unica la catte-drale senese: Donatello, Michelangelo,Gian Lorenzo Bernini, solo per citare ipiù conosciuti. Degna di nota è anchela Libreria Piccolomini in cui l’artistaumbro Pinturicchio narra, con il gustoper la descrizione e l’accuratezza dei

dettagli, scene della vita del papa se-nese Pio II.Tappa obbligatoria per chi vuole scopriretutti i segreti e la storia dei pellegrini edella loro accoglienza in città è il San-ta Maria della Scala: uno dei più anti-chi ospedali in Europa che nel Medioevoforniva cura, assistenza e servizi aipellegrini. Oggi il complesso ospita mu-sei e percorsi espositivi. Documentato dal1090 il suo nome fa riferimento alla suaposizione davanti alle scale che con-ducono al sagrato della Cattedrale. Ini-zialmente era un edificio di dimensionimodeste destinato ad accogliere i pel-legrini e aiutare i poveri, voluto dai ca-nonici della cattedrale. Nel primo nucleodello spedale cominciarono ben prestoad operare uomini e donne laici che,mossi da spirito di carità, donavano tut-ti i loro beni allo spedale di cui entravanoa far parte. Vivevano in comune, vesti-vano allo stesso modo e si chiamavanofrati e suore nonostante non apparte-

Il duomo di Siena è un capolavoro a cuilavorarono artisti come Michelangelo, Donatello,Gian Lorenzo Bernini. Il raffinatissimo pavimentoin marmo è un’opera eccezionale a cui lavoraronopiù di 40 artisti senesi

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nessero ad alcun ordine religioso. Sin da-gli inizi del Trecento uno Statuto ne re-golava la vita e l’autonomia, dimos tran-dosi talmente efficace da essere presoa modello da Gian Galeazzo Visconti e

Trekking urbano | Siena a passo lento. Urban Trek nella storia

Eventi tutto l’annoXII Giornata Nazionale del Trekking Ur-bano (31 ottobre 2016)#Sienafrancigena: trekking per scoprireil tratto urbano della Via Francigena(ogni domenica da maggio 2016)

Sette Note in Sette Notti: sette ap-puntamenti dedicati all’arte, alla mu-sica e al gusto al Museo Civico (ogni gio-vedì da novembre 2016)

Il Mercato nel Campo: due giorni de-dicati alla rievocazione del MercatoGrande in Piazza del Campo con oltre150 banchi che ospitano le eccellen-ze dell’enogastronomia e dell’artigianato(a dicembre 2016)

Tutto il Natale di Siena: due mesi dieventi per vivere tutta la magia delle fe-ste (dal 1 dicembre 2016 al 31 gen-naio 2017)#SienafrancigenaKids: trekking urba-no dedicato ai bambini in compagniadella Balia Gioconda (ogni sabato da di-cembre 2016 a febbraio 2016)

Febbraio al Museo: porte aperte ai mu-sei, all’arte, alla cultura e alle tradizio-ni secolari. Un mese di eventi, visite gui-date e iniziative per adulti e bambini allascoperta delle radici e delle istituzioniche hanno fatto la storia della città (feb-braio 2017)

Sport Siena Week End: quattro wee-kend di eventi per celebrare lo sport intutte le sue forme da marzo 2017

Organizzare il soggiornoMANGIARE E DORMIREwww.comune.siena.it/Il-Turista/Turismo

DOVE PARCHEGGIARE L’AUTO Parcheggi - www.sienaparcheggi.it

INFORMAZIONIComune di Siena Assessorato al TurismoPiazza del Campo, 1Tel. 0577 292128/178Fax 0577 [email protected]

UFFICIO INFORMAZIONI E ACCOGLIENZA TURISTICASanta Maria della ScalaPiazza Duomo, 1Tel. 0577 [email protected]

Anche i bambini camminano: #SIENAFRANCIGENAKIDSLunghezza del tracciato: circa 2 km

Tempo di percorrenza: circa 2 ore e 30 minuti

Difficoltà: facile

Punto di partenza: Piazza Duomo (Ingresso Santa Maria della Scala)

Siena è la prima città in Italia ad averideato un percorso sulla Francigenapensato per i più piccoli e per le fa-miglie. È nato così nel 2015 #Sie-naFrancigenaKids, il primo trekkingurbano dedicato ai bambini che an-che nel 2016 sarà ripetuto, ogni sa-bato pomeriggio, da dicembre a feb-braio. I “baby pellegrini” si ritrove-ranno al Santa Maria della Scala,dove ad accoglierli e accompagnar-li, prima all’interno del Complessomuseale e poi lungo il tratto urbanodella vecchia Via Romea fino a Por-ta Romana, ci sarà una guida di ec-cezione: una balia medievale che rac-conterà, come fosse una fiaba, la sto-ria di Siena e l’importanza strategicadella città per i viandanti e i pellegrinidiretti a Roma da Canterbury. Un’oc-casione divertente per tutta la fami-glia per conoscere l’arte e la storia, ol-tre che per trascorrere un allegro po-meriggio.

dal duca di Milano, Francesco Sforza iquali inviarono a Siena i propri emissa-ri per studiarne la gestione e l’organiz-zazione.I pellegrini erano ospitati assieme ai ma-lati nell’omonima Sala del Pellegrinaio.Essi ricevevano pane, vino, cibi cotti epotevano lasciare nello spedale il denaroin custodia o scambiarlo: in appositi re-gistri infatti i frati indicavano il nome deldepositante ed eventuali caratteristichefisiche peculiari come statura, corpora-tura, cicatrici per identificarlo al ritornoda Roma. Il Santa Maria della Scala èstato l’Ospedale di Siena fino agli anniOttanta, quando ha esaurito le propriefunzioni sanitarie per trasformarsi in unarealtà culturale polivalente in grado di ri-spondere ef fica cemente alle necessitàdelle grandi collezioni senesi e alle cre-scenti necessità di studio, di ricerca e tu-ristiche.Dall’antico spedale di Siena, l’itinerario#sienafrancigena prosegue fino a Por-ta Romana detta Porta Nuova, costrui-ta tra il 1327 e il 1329. La Porta è lapiù grande di Siena e sorse sull’anticoterreno del distrutto Convento di San Bar-naba, sostituendo la vecchia porta di Val-dimontone posta più a monte. AttraversoPorta Romana i pellegrini (romei) en-travano a Siena per dirigersi verso nordattraverso la Via Francigena. Il percorsofrancigeno si conclude con la consegnadella “Bisaccia del Pellegrino”: il pran-zo a base di prodotti senesi di filiera cor-ta che è possibile consumare nellasplendida cornice verde.

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Sempre più i grandi eventi sono attenti al proprio im-patto ambientale. In particolare il mondo sportivo epiù precisamente le gare di corsa a piedi perché rap-presentano un simbolo per atleti rispettosi dell’am-biente e del paesaggio attraversato. In questo qua-dro si inserisce un’interessante gara alla sua primaedizione, il 4K Alpine Endurance Trail Valle d’Aosta,uno spettacolare trail running che si terrà dal 3 al 9settembre 2016 alle pendici delle quattro vette piùalte delle Alpi (i 4K, ovvero Monte Bianco, MonteRosa, Cervino e Gran Paradiso) in un percorso adanello di 350 km e 25mila metri di dislivello positivoe che si snoda in senso orario lungo le Alte Vie nu-mero 1 e numero 2 con passaggi tra i 300 e i 3300metri di altitudine. La partenza e l’arrivo saranno aCogne, nel cuore del Parco Nazionale Gran Para-diso.Per questa competizione, certificata dall’Associa-zione Internazionale di Trail Running ITRA e qualifi-cante per il prestigioso UTMB (Ultra Trail Mont Blan),è stato previsto uno speciale progetto di sostenibilitàambientale, il 4K-ECO, che prevede un’attenta rac-colta differenziata nei campi base, nei rifugi e in tuttii ristori food&beverage oltre che ai maggiori punti diattraversamento e di frequentazione da parte deglispettatori, per un totale di 129 punti presidiati da eco-volontari. Non solo: per ridurre la quantità dei rifiuti èstato previsto l’utilizzo di materiali riciclabili e biode-gradabili. L’obiettivo è di raggiungere almeno l’80%di differenziazione.Un obiettivo non facile – ma raggiungibile – dandouno sguardo alle “dimensioni” dell’evento: la gara harichiamato 605 atleti provenienti da 30 paesi di tuttoil mondo, da Europa, Stati Uniti, Argentina, Canada,Thailandia, Sudafrica, Cina, Giappone e persinodalla Nuova Caledonia. Oltre ovviamente a migliaiadi volontari, accompagnatori, organizzatori e spet-tatori (solo per quest’ultimi sono state previste oltre50mila persone!).La novità di questa gara è che l’impatto ambientaledegli atleti è inserito nel regolamento e sono previstesqualifiche o penalità per chi abbandona rifiuti lungoil percorso. Al termine dell’evento sportivo, uno staffcoadiuvato dall’importante opera dei volontari, effet-tuerà un’accurata opera di pulizia nei 350 km dellacorsa eliminando ogni traccia del passaggio degliatleti dall’habitat alpino. Infine i percorsi, tracciati

4k-ECO, il trail sostenibileLa nuova corsa contro l’abbandono dei rifiuti

con materiale ecologico, sono stati pensati per evi-tare i fenomeni erosivi.Testimonial della competizione sono due top runnerdi fama mondiale: Bruno Brunod, primo campionemondiale di skyrunning e Francesca Canepa, ago-nista nata, che recentemente ha vinto la 100 Miles ofIstria World Series.Naturalmente anche la parte ambientale del 4K-ECOha i suoi testimonial dedicati: si tratta di due runnerche hanno già portato a termine una specifica corsa“contro” l’abbandono dei rifiuti, il KeepCleanAndRun– Pulisciecorri, il momento centrale e simbolo delloEuropean Clean Up Day, in collaborazione con il Mi-nistero dell’Ambiente. Roberto Cavallo (che sarà ac-compagnato anche da Roberto Menicucci) e Oli-viero Alotto nel 2015 hanno percorso 391 chilometrida Aosta a Ventimiglia e nel 2016 i chilometri sonostati 350, da San Benedetto del Tronto a Roma, persensibilizzare la popolazione e i Comuni attraversaticontro il littering.L’organizzazione di 4K-ECO, in partnership con AICA(Associazione Internazionale per la ComunicazioneAmbientale), è stata resa possibile grazie al sostegnodi diversi operatori del settore rifiuti: dal produttore disacchetti Virosac a Mater-Bi, da TetraPak a EuroSin-tex, dal Consorzio Ricrea alla cooperativa ERICA, ol-tre a Quendoz, De Vizia e Valeco.

di Maurizio Bongioanni, Envi.info

A settembre prenderà il via la prima edizione del 4k AlpineEndurance Trail. 350 chilometri, 25 mila metri di dislivello. Ma gli atleti si confronteranno anche con la raccolta differenziata, e saranno i portavalori del rispetto dell’ambiente

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I C ammini del Lazio5 vie per Roma da riscoprire quest’anno

Il Sistema Camerale del Lazioè lieto di presentare

“I CAMMINI DEL LAZIO”Progetto Speciale Giubileo della Misericordia

Un evento straordinario per scoprire e riscoprire il Lazio, una terra crocevia tra i più importanti itinerari religiosi d'Europa, attraverso 5 eccezionalied esclusivi “Cammini” che portanoa Roma in Piazza San Pietroper l’udienza con Papa Francesco

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La priorità e l’importanza, anche in termini di scopertae rilancio del territorio laziale, del Giubileo Straordinariodella Misericordia, è stata colta e fatta propria da tuttoil Sistema Camerale del Lazio che, a tal proposito, havoluto realizzare il Progetto Speciale Giubileo della Mi-sericordia “I Cammini del Lazio”.

Un progetto regionale focalizzato sui cammini di fede,anche in chiave turistica di promozione e valorizzazionedel territorio, che da secoli i pellegrini di tutta Europa eOriente percorrono per giungere a Roma attraversandoil Lazio. Un progetto che ha portato alla creazione dicinque percorsi che partono dai diversi territori per ar-rivare a Roma, in Piazza San Pietro, per l’udienza conPapa Francesco.

I cammini del Lazio interessati dal Progetto Specialedelle Camere di Commercio del Lazio sono cinque:• La Via Francigena della Tuscia, che da Proceno porta

a San Pietro attraverso la Tuscia;• La Terra dei cammini verso la Roma cristiana da Mon-

tecassino a San Pietro percorrendo la Via Francigena;• Il Giubileo del Mare ed il Camminamento dell’Anima,

che dall’Abbazia di Fossanova a Priverno giunge finoalla Basilica di San Pietro;

• I cammini della Valle Santa, che attraverso la Vallereatina portano a Roma;

• La Terra dei cammini da Montecassino e Rieti fino aRoma sulle orme di San Benedetto e San Francesco.

Cinque i percorsi costantemente assistiti, anche graziealla collaborazione delle diverse istituzioni locali coin-volte nella realizzazione del progetto, con menzionespeciale alla competenza e supporto tecnico fornitodalle Sezioni provinciali del CAI che, insieme alle Ca-mere di Commercio del Lazio, assisteranno i cammina-tori lungo tutto il tragitto.

Partecipare ai “Cammini del Lazio” vuol dire decidere divivere un’esperienza unica, piena di emozioni. Vuol direavere la possibilità di fare visite guidate eccezionali edesclusive, immersi nella natura, nella storia e nella cul-tura di un territorio splendido e ancora troppo poco co-nosciuto che è il Lazio. Vuol dire beneficiare di aperturedi spazi solitamente chiusi al pubblico. Partecipare aeventi di rivisitazioni storico-popolari (canti di musicapopolare, canti gregoriani, spettacoli di danze medioe-vali e rinascimentali). Conoscere le tradizioni locali, inparticolare i prodotti tipici serviti nei menù speciali didegustazione delle eccellenze enogastronomiche, ap-positamente offerti - per l’occasione - ai camminatori di-retti a Roma.

Diverse le possibilità di partecipazione, a seconda del-l’interesse a fare tutte le tappe del cammino o a sce-glierne solo alcune o una soltanto. “I Cammini del Lazio” un evento straordinario per sco-prire e riscoprire, attraverso 5 eccezionali cammini, unaterra bellissima piena di risorse, crocevia dei più im-portanti itinerari religiosi d'Europa.

Vieni a scoprirli anche TU!Per maggiori informazioni ed iscrizioni visita il sito: www.camminidellazio.it

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Risale al 2 settembre 1706l’escursione più nota e docu-mentata della storia al Colle di

Superga.La città di Torino, stremata, è assediatada un anno dalle truppe franco-spa-gnole. Da pochi giorni però sono arri-vate nelle campagne milizie austriachedi rinforzo ai soldati piemontesi.Il duca di Savoia Vittorio Amedeo II ac-coglie l’arrivo del cugino principe Eu-genio di Savoia-Soissons, comandantedel contingente asburgico, e insiemesalgono sul rilievo più elevato delle col-line torinesi per studiare dall’alto loschieramento nemico e decidere ilpiano di attacco.Sul colle di Superga nel 1706 ci sonopochi nuclei abitati rurali sparsi e sullasommità soltanto una piccola chiesettaquattrocentesca dedicata alla Madonnadelle Grazie. Davanti alla sua effige Vit-torio Amedeo fa solenne voto di co-struire una sontuosa basilica se fosseriuscito a liberare Torino dalla morsadell’assedio. Il giorno 7 settembre ilpiano si attua con l’attacco al lato de-bole dello schieramento. L’esercito fran-cese, colto alla sprovvista, si disperde edopo una giornata di duri scontri si ri-tira verso ovest abbandonando granparte del materiale bellico. L’assedio diTorino è concluso e il Piemonte liberato.

Da questa cronaca si origina l’invitoalla scoperta escursionistica del ParcoNaturale della Collina di Superga, inquanto il suo paesaggio è oggi forte-mente caratterizzato dal progetto terri-toriale che seguì ai fatti narrati del1706: da allora infatti la rete dei sen-tieri non è più soltanto il risultato di unaviabilità ordinaria di collegamento tra leborgate e i nuclei rurali sparsi, ma di-venta infrastruttura tecnica di uno spro-porzionato cantiere edilizio. Il duca Vit-torio Amedeo II, adempiendo al suovoto, si adopera per la costruzione dellasontuosa basilica affidandosi all’inge-gno dell’architetto Filippo Juvarra. Constraordinaria e ardita intuizione si de-

Superga, la collina che fuSui sentieri della capitale sabauda

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Uno dei luoghi simbolo di Torino: la maestosabasilica juvarriana che da 300 anni veglia sulla cittàdall'alto della sua collina. Un luogo carico di storia:voluta da Vittorio Amedeo II come voto per la vittoriacontro i franco-spagnoli, nel 1949 vide lo schiantodell'aereo che trasportava il Grande Torino di ritornoda Lisbona. La rete di sentieri che la raggiunge èimmersa nel verde. All'arrivo il colpo d'occhio èmaestoso

cide di spianare la sommità del colle diSuperga per ottenerne un piazzale sucui erigere l’edifico: i lavori, avviati nel1716, comportano l’abbassamentodella vetta di 40 metri con la movi-mentazione di enormi quantità di ma-teriale terroso.Dai centri abitati pedecollinari si svi-luppano dunque percorsi di accessofunzionali alle maestranze e all’approv-vigionamento lapideo. Nell’aprile 2016l’associazione escursionistica di SanMauro Torinese ha rievocato proprioquesto fenomeno celebrando il 300°anniversario del “sentiero degli asini”,itinerario che nel toponimo ha mante-nuto la storia della sua origine come

In camminoTesto e foto di Dino Genovese

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collegamento di cantiere tra San Mauroe Superga.Il risultato della visione progettuale diJuvarra, urbanistica e paesaggistica, èoggi apprezzabile dalla città di Torino,ma è soprattutto dalle creste delle val-late alpine piemontesi che si com-prende, come a partire dal 1731, conil termine dei lavori di costruzione, laBasilica di Superga sia stata simbolo vi-sibile a distanza del dominio politicodei Savoia per gran parte dei sudditi edè, ancora oggi, elemento paesaggisticoidentitario per il Piemonte.Un’escursione a Superga in questacontestualizzazione storica si caricacosì di suggestioni, in modo particolareogni 8 settembre, giorno della Nativitàdi Maria Vergine a cui è dedicata la Ba-silica di Superga, quando alcuni eventiin loco celebrano e rievocano la salitaal Colle di Vittorio Amedeo e del Prin-cipe Eugenio, quale momento fonda-mentale nella risoluzione vittoriosa del-l’assedio di Torino del 1706.Altrettanto straordinaria è la salita aSuperga nel giorno del 4 maggio,quando la squadra del Torino Calcio enumerosissimi tifosi si recano, anche apiedi, ogni anno a omaggiare i cadutidel “Grande Torino”. La storia ha infattisegnato Superga anche per la tragediadel 4 maggio 1949, quando l’aereodella squadra del Torino, in quegli annifortissima, si schiantò contro il terra-pieno della parte posteriore della Basi-lica. Negli sguardi di chi visita la lapidecommemorativa, posizionata nel luogodella tragedia, è facile anche oggi co-gliere la commozione di appassionati dicalcio e turisti di ogni parte del mondoper una squadra che è diventata mitoe leggenda.L’istituzione di un Parco Naturale dellaCollina di Superga evidenzia invece

Superga, la collina che fu. Sui sentieri della capitale sabauda | In cammino

Una volta terminata, nel 1731, la basilicadivenne chiaro simbolodel dominio politico deiSavoia. Soprattutto pergli abitanti delle crestevallive, da cui si cogliela posizione di Supergasulla città

Giugno Luglio 2016 / camminare 55

L’uomo e l’ambienteDal marzo 2016 la Collina di Superga è una delle aree che costituisconola Riserva della Biosfera “CollinaPo” del Programma Man and BiosphereMAB dell’Unesco (cfr. Camminare n.59). È un progetto di sviluppo terri-toriale che cerca di valorizzare una visione integrata del paesaggio intesocome “parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cuicarattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro inter-relazioni” (definizione Convenzione europea del paesaggio). Pianificareun’escursione a Superga, come altrove, è dunque sfida a cogliere i segniche la storia naturale e l’uomo hanno lasciato nei secoli. Chi infatti, guar-dando il Colle di Superga ignaro della sua origine, avrebbe forse la fanta-sia di immaginare uomini intenti ad abbassare la quota di vetta di 40metri per la costruzione della Basilica?

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una particolarità della vegetazione deirilievi collinari, i cui ripidi versanti set-tentrionali ospitano, grazie all’esposi-zione fresca, specie tipiche della fasciamontana, mentre i versanti meridionalipiù dolci esposti a sud favoriscono la ri-salita di specie sub-medi terranee. Ladorsale collinare diventa dunque con-fine biogeografico e i pochi passi ne-cessari al suo attraversamento equival-gono, in termini di presenze vegetali,un trasferimento virtuale tra le vallatealpine del Piemonte settentrionale coni rilievi dell’entroterra ligure.Anche per commemorare il 300° anni-versario dell’inizio del livellamento delColle, il prossimo 11 settembre 2016l’Ente Parco Po e Collina Torinese or-ganizza la quinta edizione del SupergaPark Tour (www.parcopotorinese.it) peravvicinare la gente a considerare il pae-saggio e la natura in cui viviamo comeun valore prezioso e fondamentale perla qualità della vita, utilizzando a talfine anche i linguaggi dell’arte e dellacreatività e ovviamente la pratica del-l’escursionismo.

Una proposta di escursionePer raggiungerla a piediDURATA: 2h circaDISLIVELLO: 450 metriSEGNAVIA n.26PARTENZA E ARRIVO: Torino Sassi,

stazione della tranvia a dentiera

Una proposta di itinerario interessanteper fare un’esperienza di paesaggio na-turale e culturale sulla Collina di Su-perga potrebbe prendere avvio dallastazione di partenza della tranvia adentiera per Superga nella borgataSassi di Torino (225m). La prima partesi svolge in piano, in contesto pede-collinare, all’interno della Riserva Na-turale del Meisino, con numerosi af-facci sul corso parallelo del fiume Po e

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In cammino | Superga, la collina che fu. Sui sentieri della capitale sabauda

Il sentiero 26 da Sassi a Superga costeggia la sontuosa villa Beria Grande. L’area era stata sceltainizialmente per la basilica, ma Filippo Juvarradecise per la sommità

sulla confluenza con il fiume Stura ovesorprendentemente si trova una gar-zaia di aironi in ambiente urbano. Iltragitto (0h30) è funzionale al raggiun-gimento della borgata Sant’Anna di SanMauro Torinese da cui parte, con se-gnavia n.62, il percorso utilizzato 300anni fa dalle maestranze sanmauresi eda asini e muli carichi di materiali perla costruzione della Basilica di Superga:inizialmente il percorso segue la stradadi via delle Pietre per poi immergersi nelbosco sul ripido “sentiero degli asini”che dopo 1h30 permette l’arrivo a Su-perga (670m). Sul Colle sono disponibili servizi e areeattrezzate per la sosta oltre al Centro Vi-site del Parco. È consigliata la visitadella Basilica, delle Tombe Reali e la sa-lita alla cupola che in giornate di cielosereno offre una veduta mozzafiato. Ladiscesa può essere fatta con la tranviaa dentiera del 1934, evoluzione dellafunicolare del 1884, oppure seguendoil percorso con segnavia n.26 (1h30 indiscesa).Questo itinerario presenta ampi scorcipanoramici sul tessuto insediativo tra-dizionale della Collina di Torino e per-mette il transito presso la settecentescavilla privata del Beria Grande, lungo lostorico muro di cinta. Nel 1713 questazona, relativamente pianeggiante, erastata scelta dall’architetto Bertola comeluogo di edificazione della sontuosa ba-silica in adempimento al voto del 1706di Vittorio Amedeo II, ma il coinvolgi-mento successivo di Filippo Juvarraportò all’edificazione dell’attuale Basi-lica di Superga.L’itinerario n.26 chiude l’anello alla sta-zione di Sassi dove è possibile visitare ilmuseo della tranvia con le vetture stori-che e con la fedele riproduzione dellaprima carrozza a cavalli utilizzata per ilservizio di collegamento con Superga.L’intero comprensorio collinare offre nu-merose possibilità escursionistiche, concartografia di dettaglio e guide escur-sionistiche.

InformazioniMaggiori informazioni possono essereottenute dal sito dell’Ente Parco(www.parcopotorinese.it) e alcunepubblicazioni sono disponibili onlinenell’emporio del sito dei parchi italianiwww.parks.it.

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Un trafiletto su una pagina digiornale: parla di un nuovocammino appena inaugurato,

che si dirama lungo il confine tra Lazioe Abruzzo.Territori di briganti e boschi, alle pendicidelle alte cime appenniniche. Più di150 anni fa hanno visto scrivere la Sto-ria d’Italia, quando la Marsica e il Cico-lano erano divise tra lo Stato Pontificioe il Regno Borbonico, e dal Piemonte sitentava di riunire tutta la penisola sottoun’unica bandiera. I briganti erano spi-riti liberi decisi a non lasciarsi assog-gettare dai nuovi padroni Sabaudi, sfrut-tavano le zone di frontiera per passareda una parte all’altra a seconda dellaminaccia. Più simili a partigiani che amalviventi, lottavano in clandestinità,dando vita a leggende di rapimenti, ri-scatti e violenza.Luoghi tutt’ora selvaggi e ancorati allatradizione della transumanza, borghimedievali quasi totalmente abbando-nati, hanno incuriosito i due ragazzi diBologna. A loro disposizione avevanopochi giorni, e, consapevoli delle propriecapacità, hanno deciso di coprire i quasi70 chilometri dell’anello principale delpercorso in due giornate e mezzo.Partenza da Santo Stefano di Sante Ma-rie, nell’aquilano, lungo ampie e dolcimulattiere che serpeggiano a quote me-

die. Il guanto di sfida è stato lanciato, eil cammino in tutta risposta ha inviatonebbia e diluvio, che celano molte dellesfaccettature del paesaggio, piegando ilcapo dei viandanti verso il basso, co-stringendoli a guardare dove posano ipiedi per non affondare nel fango te-nace.Una erta salita attraverso una giunglasuburbana conduce al paese di Val deVarri, ancora placidamente addormen-tato, il ticchettare lieve delle goccecome una ninnananna. Si passa per laprima volta il confine regionale, mar-cato dal cambiamento nel colore del-l’asfalto e dalla repentina diminuzionedi temperatura. Condensa il respiro.Nel bosco il rumore della pioggia si ac-quieta. Al riparo di un albero secolare,che sporge sopra una piscina naturale,celebrando la totale armonia che dasempre esiste tra terra ed acque, si

Il Cammino dei BrigantiLazio e Abruzzo senza confini

Territori di briganti e boschi, alle pendici delle altecime appenniniche. Più di 150 anni fa hanno vistoscrivere la Storia d’Italia, quando la Marsica e il Cicolano erano divise tra lo Stato Pontificio e il Regno Borbonico, e dal Piemonte si tentava di riunire tutta la penisola sotto un’unica bandiera

possono consultare le mappe e deciderecome organizzare il resto della tappa.Scendendo da Poggiovalle, senza la-sciarsi tentare da mitologiche scorciatoieraccomandate dagli allevatori di cavallilocali, si supera un’enorme distesa er-bosa, navigando a vista, puntando Vil-lerose, dove i due visitatori dagli zainicolorati diventano ben presto l’attrazionedi tutto il paese, movimentando la gior-nata uggiosa. Poco oltre, i cartelli mar-roni indicano l’ingresso nella RiservaNaturale Montagne della Duchessa, pa-tria di lupi e orsi. Da qui una morbidasterrata, prima, e una ripidissima salitadi ciottolato candido, poi, conducono aCartore, e alla sua locanda disseminataper tutto il paese. Di Anna e Marco, la-ziali per le scelte imperialiste del ven-tennio ma abruzzesi nel cuore, ricorde-ranno sempre il coraggio di essere ostiin fuga dalla grande città per riscoprire

Report dall’ItaliaTesto e foto di Giulio Capitelli

e Martina Fabbri

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meravigliosa pieve di Santa Maria in ValPorclaneta, sopravvissuta agli sconvol-gimenti dei secoli. La vera pace si trovanel suo immobile silenzio, disturbatounicamente da passerotti festosi. Pocooltre, una roverella millenaria, donaombra e protezione ai viandanti di piùdi cinquanta generazioni. Solamentela cima di Monte Velino si nasconde,lambita da nuvole basse e minacciose.Rosciolo e successivamente Maglianode’ Marsi. Case con muri in pietra,aspettano di essere svegliate dal tor-pore, destate dal letargo in cui sono ca-dute durante il grande esodo verso lemetropoli. Imboccano una stradabianca, schiacciata tra il versante dellamontagna e un enorme campo. Gran-

le origini, l’allegria e il sapore della gen-ziana ambrata e amara.A fine giornata la fatica più che dellegambe è del corpo tutto, stremato nelcercare di liberarsi dal gelo serrante, lamente slabbrata dal continuo picchiet-tio delle gocce sulle cerate dei k-way, lepance affamate dopo sei ore di cam-minata continua. I due ragazzi speranonell’asciugatura dei vestiti, moderni DonChisciotte del trekking contro i loro per-sonali mulini a vento. A pochi metridal loro riparo, pecore e cani guardianiaspettano il giorno per salire in quota,guidati dal pastore dal verde mantello.La nuova mattina li coglie all’alba, undebole ma combattivo sole cerca diasciugare le nuvole. Ricotta e ciocco-lata, motivatori per la partenza in salita,a raggiungere Passo delle Forche doveil sentiero di apre su un placido prato,snodo dei percorsi della Riserva. Col beltempo, paradiso di campeggiatori e digite domenicali di adulti e bambini. Amalincuore evitano l’anello che ascendeal Lago della Duchessa, 1788 metrisul livello del mare, e una ripida stradaforestale di massi bianchi li guida versovalle, nuovamente in provincia deL’Aquila, dove trovano ad attenderli la

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Partenza da Santo Stefano di Sante Marie,nell’aquilano. Il guanto di sfida è stato lanciato, e il cammino in tutta risposta ha inviato nebbia e diluvio, che piegano il capo dei viandanti verso il basso, costringendoli a guardare dove posano i piedi per non affondare nel fango tenace

dina su di loro, quando non hannonemmeno un giovane arbusto sotto cuiproteggersi. La segnaletica viene smar-rita, e si tuffano in un prato fradicio se-guendo la direzione che gli dettal’istinto. L’arrivo è un faticoso arrancarenel fango, le ossa da strizzare. Ad ac-coglierli un camino acceso, una docciacalda, e fiori di sambuco fritti per cena.Condivisa con altri due camminatori eun’enologa californiana. Le storie si ac-cavallano, il mondo diventa sempre piùpiccolo, una tavola apparecchiata perviaggiare attraverso i cinque continenti.Il mattino seguente, aperti gli scuri, ilsole li sorprende, benedicendo sornionela giornata. Hanno pagato il pegno ne-cessario a placare gli spiriti del pas-

Report dall’Italia | Il Cammino dei Briganti. Lazio e Abruzzo senza confini

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sato, ora tocca a loro fargli un regalo.Fabiana, la loro ospite, prepara la cola-zione a tempo di musica.Un pascolo ricco di fiori li guida versoepoche remote fino ai resti di un vec-chio castello, ora rudere, ma che ancoradomina il paesaggio. Il cigolio del ca-lesse lungo i tratturi conduceva lassù ilprincipe per sfuggire agli invasori. Lavalle si apre ai loro piedi, la cima diMonte Velino finalmente si mostra, ri-velandone tutta la massiccia impo-nenza, circondato da cime più basse,che lo accerchiano come sudditi fedeli.Piegano nuovamente per il fondovalle,lasciando alla Duchessa la promessa diuna futura esplorazione, per accarez-zarne le pendici con le suole degli scar-poni.Un bacio di amore vero, immersi nelprofumo dei fiori di campo appenasbocciati li distrae. Un gregge li cir-conda, annunciato troppo tardi dalloscampanellare disordinato. Si impos-sessano del sentiero, brucando placi-damente la morbida erba novella, co-

stringendo i due ragazzi ad improvvi-sare una via alternativa. Questi animalidal manto candido sono i padroni dellevette, almeno fino a settembre, se nedeve rispettare l’istinto.Nuovamente Santo Stefano, dove tuttoha avuto inizio appena un giorno emezzo prima.La prima venuta in Abruzzo si rivelauna piacevole scoperta. I piedi già scal-pitano per calcare una volta ancora,presto, questo inaspettato Appennino.

Il Cammino dei Briganti100 km a piedi tra paesi medievali e naturadi Luca Gianotti, Alberto Liberati e Fabiana Mapelli

Il Cammino dei Briganti è stato de-scritto per la prima volta in modocompleto nella guida pubblicata amaggio 2016 dalle Edizioni deiCammini. 100 km di sentieri traMarsica e Cicolano, tra Abruzzo eLazio, nelle terre un tempo attra-versate da bande di briganti incerca di bottino. La guida non si li-mita alle indicazioni per percorrerei sentieri, ma si dilunga sulle ca-ratteristiche del territorio, su infor-mazioni storiche e sui personaggiche abitano i luoghi attraversati.

Edizioni dei Cammini | 2016 Pag. 162 | € 15

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Itinerari in Italia

Via della Costa Da Sanremo a TorrazzaUn itinerario suggestivo nella Liguria di Levante, nell’assolata provincia di Imperia. Siamo all’inizio di una via di pellegrinaggio che in passatocollegava Santiago de Compostela a Roma. La Via della Costa oggi solca la Liguria da Ventimiglia a Sarzana, un percorso ricco di storia,arte, natura e paesaggi favolosi, da percorrere a piedi o in bicicletta in ogni periodo dell’anno

Testo e foto diAnna Rocchi e Silvio Calcagno

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Ed eccoci ancora a sognare. È ar-rivata l’estate e la bella stagione,così... Via! si parte!... Ma per

dove?Si sognano mete e modi di trascorrerele vacanze, ma non solo: anche unweekend pieno di sole può essere suf-ficiente per farci pregustare un lungoperiodo da dedicare ai propri interessi,le proprie ricerche, le proprie scoperte,nei tempi e nei modi che ci permettonodi aprire spazi riposanti ma costruttivi,allontanandoci dallo stress della quoti-dianità.Per iniziare un viaggio basta guardarsiintorno con nuovi occhi, attenti a ris-coprire ciò che la velocità di tutti i giornici fa perdere; non servono mete lon-tane, anzi, con maggiore sorpresa ci ac-corgeremo di quanti orizzonti e mondidimenticati o sottovalutati ci circon-dano!Non perdiamoci in parole e comin-ciamo a preparare lo zaino, ma solocon le cose necessarie per non appe-

Via della Costa. Da Sanremo a Torrazza | Itinerari in Italia

santirlo, e mettiamo fuori il naso dallaporta di casa per iniziare il nuovo viag-gio.Il piccolo, grande mondo che vogliamoproporvi è la nostra terra: la Liguria apiedi su percorsi inusuali, poco ricor-dati, ma semplicemente fantastici.Il fascino dell’esperienza che propo-niamo sta nel ritrovare equilibrio tra ilmondo del progresso in cui viviamo e ilsalto nel passato che accompagna illento camminare, nel dare possibilità dirisposta agli interrogativi che si ponel’uomo di oggi che si mette in camminospinto non sempre da motivazioni reli-giose, ma certamente da esigenze spi-rituali. Giorno dopo giorno, rispettandouna ritualità che pian piano ci conducealla meta, il peso della quotidianità si fasempre più leggero per dare spazio allaricerca del senso da dare alla propriavita.Camminare sui passi della storia, suisegni che l’uomo ha lasciato nel tempo:ora un ponte, una chiesa, un ospizio,un dipinto, un incontro, sono il dialogo

costante che il pellegrino che si mette incammino intesse verso una purifica-zione e un nuovo modo di sentire e divivere.E che dire di quel benessere che ci av-volge durante e dopo una lunga giornatadi migliaia di passi, vero antidoto allostress, dove corpo, mente e cuore inte-ragiscono per renderci più consapevolidel nostro respiro?L’itinerario proposto, da Sanremo a Tor-razza, è parte di un lungo camminoche vi invitiamo a percorrere per intero,in ogni stagione e ogni qual volta sen-tiate il bisogno camminare in libertà.

Tappa da Sanremo a TorrazzaCome arrivarePer San Remo:

Autostrada deiFiori, uscita SanRemo;

In treno: consultarewww.trenitalia.com

In bus: tutti i luoghi citati sonoraggiunti dalle linee di autobusprovinciali consultabili suwww.rivieratrasporti.it tel. +3901837001

Sviluppo: 30,7 kmTempo di percorrenza: 8.15 oreDifficoltà: E (tappa di medio impegno)

Partiti dal rondò Garibaldi, si svolta sulladestra in via Fiume, per raggiungere iltracciato dell’ ex ferrovia; si svolta quindia sinistra, giungendo in località SanMartino. Subito dopo l’ex casello ferro-viario, si prende la scaletta sulla sinistra,si continua sulla via Aurelia e, al se-condo passaggio pedonale, si attraversala strada per imboccare Salita Poggio,all’inizio asfaltata poi cementata, prose-guendo su terreno inclinato. Giunti allacarrozzabile, la si attraversa e si prende,di fronte, la piccola via cementata; tra-mite una sis perviene in piazza della Li-bertà alla frazione Poggio di Sanremo

Sanremo, scorcio della Cattedrale di San Siro

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(vista panoramica sulla costa, da San-remo alla Costa Azzurra). Subito dopol’Ufficio Postale, presso i giardini pub-blici (servizi igienici, acqua potabile,farmacia e alimentari) si svolta a destrain discesa in vicolo dei Moraglia, cheporta in Valle Armea. Si attraversa ilponte sul torrente e si prosegue in salitaper raggiungere il deposito Borea; su-peratolo, subito dopo si svolta a destrae poi a sinistra su un sentiero in salita

Itinerari in Italia | Via della Costa. Da Sanremo a Torrazza

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poco segnato e a volte invaso dagli ar-busti, giungendo così a Bussana Vec-chia.Attraversato il caratteristico borgo terre-motato, oggi abitato da una comunità diartisti, dal lato opposto si scende lungola mulattiera Oliveto, svoltando a destraper raggiungere località Castelletti neipressi di un immobile abbandonato. Siprosegue in discesa su sentiero, fino acongiungerci con la strada cementata

tra le serre e raggiungere la bretella delraccordo autostradale; si attraversa lastrada e si svolta a sinistra in salita,percorrendo circa 200 m; prima di undistributore di benzina, si prende sulladestra una strada asfaltata in discesache porta in via Periane. Arrivati alcentro commerciale, si svolta a sinistrasull’arteria carrozzabile e si raggiunge larotonda che si lascia sulla sinistra, pre-ndendo in salita la strada asfaltata; dopo200 m, si sale sulla sinistra una crosaacciottolata per raggiungere il monu-mentale convento di San Domenico aTaggia, dove si possono ammirare pre-ziosi dipinti di Ludovico Brea e del Ca-navesio. Attraverso la porta muraria di San Dal-mazzo e tra i carrugi, si entra nel centrostorico del borgo, ricco di monumentiartistici storici e religiosi (notevoli i por-tali d’ardesia). Arrivati al convento deiCappuccini (ospitalità), si prosegue e,alla discesa Campo Marzio, si svolta adestra, si oltrepassano piazza IV No-vembre e via Anfossi, continuando sulponte medioevale di Taggia, a sedici ar-cate.Attraversato il ponte, si svolta prima adestra e poi a sinistra sulla strada di Ca-stellaro. Una ripida salita sulla sinistrapermette di sottopassare il pontedell’autostrada; si prosegue e, pocodopo, si prende sulla destra il sentieroacciottolato che conduce a Castellaro(ospitalità); giunti sulla carrozzabile, sisvolta a destra in discesa (per visitare ilSantuario di Lampedusa, si volta a si-nistra, fuori dal percorso)Usciti dal paese si imbocca la strada as-faltata e, a una curva a gomito, si con-tinua in direzione di Pompeiana. Dopo2 km, si svolta decisamente a sinistra,in salita, su strada cementata e si per-viene alla chiesetta di San Bernardo,posta sopra l’abitato di Pompeiana.Si sale a sinistra sulla pista principaleche conduce a quota 481 del crinale diMonte Negro, un po’ cementata e unpo’ sterrata, in un bel bosco di macchiamediterranea. Ormai arrivati nei pressidi Lingueglietta, sempre nella pineta, silascia lo sterrato svoltando a sinistra suun sentiero inizialmente poco visibilema segnalato che, in discesa fra orti col-tivati, diventa poi acciottolato e si ri-congiunge alla strada asfaltata che con-duce al paese.Nel borgo, ricco di storia, la chiesa for-tezza di San Pietro merita senz’altro una

Novità sulla Via della CostaQuali sono le novità sul cammino di Via della Costa? Certamente aver pubblicatola credenziale, carta d’identità e di attestazione del passaggio lungo il percorso delpellegrino. Abbiamo progettato la grafica e con l’aiuto di don Luca di Diano Cal-derina e del Comune di Diano Marina abbiamo realizzato il pieghevole cartaceo:consultando il sito si può trovare il modulo di richiesta per riceverla.Che dire poi della partecipazione di un gruppo di Scouts di Milano che ripetuta-mente ha percorso, durante le scorse vacanze pasquali, alcune tappe in cerca diuna dimensione religiosa più profonda?E ancora di un gruppo di Bergamo che inizialmente ha vissuto l’esperienza del pel-legrino, affrontando la fatica, ma anche le soddisfazioni del cammino, percorren-do alcune tappe nel Ponente ligure, e che è nuovamente ritornato per collaborareal mantenimento dello stato dei sentieri ripulendo con falce e decespugliatore al-cuni tratti del percorso? Insieme a quaranta ragazzi è tornato per la terza volta suVia della Costa per condividere dal vivo quell'esperienza che è il pellegrinaggio!Un’altra novità è quella di poter consultare sul sito www.viadellacosta.it il percor-so in mountain bike: Sara, Adriano e Luigi hanno testato l’itinerario da noi studiato.E a breve saranno inserite le tracce GPS di tutto il percorso sia a piedi che in bici,e in ultimo la descrizione del percorso nella direzione Sarzana - Ponte San Ludo-vico-Laghet.

Bussana Vecchia vista da oriente

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visita. Subito dopo la bella edicola nelcentro dell’abitato, si prende a destranel carrugio; giunti nuovamente sullacarrozzabile, si svolta a sinistra, in dis-cesa, per una via interpoderale im-mersa negli uliveti. Dopo un lungo trattos’incontra un gruppo di case, poi sisvolta a sinistra su strada privata mapercorribile; al fondo si supera una ca-tena e si perviene alla provinciale perPietrabruna: la si attraversa e si scendefino ad arrivare torrente San Lorenzo inlocalità Mulino Dolca.

SanremoCentro climatico, turistico e mondano di fama internazionale, è di origine ro-mana: si possono vedere resti degli antichi insediamenti nella zona di Pian diPoma. Bel medioevo, Sanremo fu chiamato Castrum Sancti Romuli, e suc-cessivamente assunse il nome di Sanremo. Il centro storico della città è la Pi-gna; ai suoi piedi di trovano importanti monumenti: la basilica di San Siro, delXIII sec., in stile romanico gotico; il forte di Santa Tecla; il Palazzo Borea - D’Ol-mo, sede del Civico museo archeologico. Nella parte moderna della città sor-ge la chiesa russa di San Basilio.

Bussana Vecchia Frazione di Sanremo, è l’antico borgo di Bussana, distrutto dal terremoto del1887. Dopo il sima restò in piedi solo il campanile. La popolazione venne tra-sferita a valle, intorno al Santuario del Sacro Cuore, dove venne eretto il bor-go di Bussana Nuova. Il vecchio borgo è però rinato negli anni ’60 del ’900,quando un gruppo di artisti, soprattutto stranieri, lo ha ripopolato.

CastellaroIl toponimo deriva dal castello eretto in difesa del borgo, che risale al 1162.Chi arriva a Castellaro non può prescindere da una visita al Santuario di Lam-pedusa, sorto nel 1619 per volere di Andrea Anfosso, miracolosamente ap-prodato a Taggia dopo un viaggio all’isola di Lampedusa, a bordo di un’im-barcazione, che aveva come vela un’immagine della Madonna. Dal piazzaledel Santuario si gode un ampio panorama sulla Valle Argentina.

Lingueglietta (frazione di Cipressa)È una delle corti più vecchie del marchesato di Torino (XI sec.): sono ancoravisibili le rovine delle fondamenta del castello dei Signori della Lengueglia. Sul-la piazza è situata la chiesa parrocchiale di Nostra Signora della Visitazionee il vicino oratorio della Santissima Annunziata; all’interno dell’oratorio si puòammirare la statua della Madonna del Maragliano. Interessante la chiesa for-tezza di San Pietro, nella parte bassa del paese.

CivezzaCentro di origine medioevale, forse di fondazione veneziana, risalente all’XI se-colo. A rafforzare l’ipotesi è la presenza della parrocchiale, dedicata a San Mar-co. Oggi rimangono tracce delle antiche torri che difendevano il borgo; la me-glio conservata e la Torre degli Svizzeri.

TorrazzaIl borgo, una frazione di Imperia, si snoda sul pendio di una collina. Interes-santi sono: la Torre circolare di avvistamento, dell’XI sec.; la chiesa di San Got-tardo, del 1574; e la chiesa medievale di S. Giorgio, di notevole pregio, con-sacrata nel 1001, la più antica dell’entroterra di Porto Maurizio, il quartiereovest di Imperia.

Un dolce viaggio a piedi per chi ama il turismo slow

Via della CostaUna balconata tra cielo e mare

sulle strade di pellegrinaggio

in Liguria

12 tappe, da Ventimiglia a SarzanaSILVIO CALCAGNO E ANNA ROCCHI

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Via della CostaUna balconata tra cielo e mare sulle strade di pellegrinaggio in Liguriadi Silvio Calcagno e Anna Rocchi

Tutta la Liguria a piedi da Ventimi-glia a Sarzana. Un percorso escur-sionistico suddiviso in 12 tappe,che tocca splendidi belvedere, an-tichi borghi marinari, centri d’arte edi cultura e luoghi della fede.

Fusta Editore | 2014 Pag. 120 | € 13,50ISBN 978-88-98657-24-7

Subito dopo aver attraversato ilponte, si prende un sentiero sterratosulla destra che sale ripido, poi siprosegue su una strada bianca tra gliuliveti; si continua in salita su sen-tiero acciottolato e si arriva ad unapiccola chiesa rupestre con portico.Si svolta a sinistra, si attraversa laprovinciale e si riprende il sentieroche giunge nuovamente sulla pro-vinciale all’inizio del paese di Ci-vezza, in posizione dominante sulcrinale; giunti al cartello che indica il

Comune di Civezza, si attraversa lastrada e si segue l’indicazione “par-rocchia di San Marco” (ospitalità). Sicontinua diritti in via Dante, si superala bella piazza del Municipio e pocodopo si svolta a destra in via Machia-velli, per immettersi sulla strada pro-vinciale e raggiungere la chiesettadella Madonna delle Grazie; si attra-versa la carrozzabile e si prosegue sulsentiero sterrato senza tener contodella catena che chiude l’accesso alsentiero in direzione di Torrazza, indiscesa fra coltivi e oliveti. Entrando inpaese, si ammirano la Torre Saracenae il bel borgo, si passa in piazza SanGiovanni e via Monsignor Bracco (fon-tana); poi, seguendo un sentiero ac-ciottolato che costeggia il cimitero, siperviene sul sagrato della chiesa ro-manica di San Giorgio (ospitalità).

Via della Costa. Da Sanremo a Torrazza | Itinerari in Italia

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Itinerari nel mondo

La Val Verzasca La Svizzera vicino a casaIl Ticino, la regione svizzera a poche ore di viaggio dal nord della Lombardia e del Piemonte, è ricco di boschi, acque, aree selvagge e aperte a panorami affascinanti. Una zona integra, ricca di magia e di tesori naturali. La straordinaria organizzazione della rete sentieristica la rende un vero gioiello per i camminatori

Testo e foto di Sergio Papucci

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I discendenti dellecomunità di montanariche abitavano questeterre conservano nella propria culturaun antico patrimoniodi vita e di sofferenza,e ne proteggono conorgoglio i valoriguardando allamontagna come a un’eredità dapreservare per legenerazioni future

Nonostante sia facilmente ac-cessibile dalle province delnord della Lombardia e del

Piemonte tramite l’autostrada Milano-Chiasso-San Gottardo, il Ticino è an-cora una meta trascurata dagli escur-sionisti italiani, mentre è assaifrequentata dai turisti nord-europei,per i quali costituisce una soleggiataarea “meridionale”.Il Ticino è un territorio prevalentementemontuoso, inciso da lunghissime val-li le cui creste superano spesso i tre-mila metri, ricco di boschi, acque, areeselvagge e aperto a panorami affasci-nanti: c’è molta magia in questa re-gione delle Alpi Lepontine, meno gran-diosa ma più integra e ricca di tesorinaturali delle confinanti Alpi Retiche,e che la straordinaria organizzazionedella rete sentieristica rende un vero pa-radiso escursionistico. Ciò che lo distingue dalle vicine areemontuose italiane è lo strettissimo le-game tra il territorio e le popolazioni lo-cali, che si esprime in una partecipa-zione veramente corale alle attività diconservazione della montagna, che inItalia coinvolgono invece solo Comunie associazioni di buona volontà, talvoltain lotta contro gli interessi speculativi.Se è vero che la ricca Svizzera può per-mettersi di investire nella conservazio-ne del territorio montano, mantenendo

La Val Verzasca. La Svizzera vicino a casa | Itinerari nel mondo

in vita la pastorizia e la forestazione, re-cuperando i sentieri e i villaggi alpini,bene, tutto questo non è, e non è sta-to, solo questione di danaro. Chi è abituato a percorrere le valli e imonti del Ticino conosce bene laspartana solitudine delle baite co-struite nelle recessi più sperduti, rag-giunte da sentieri strappati alla mon-tagna con immensi sforzi, spesso lun-ghissime e ardite sequenze di gradinidi pietra che superano burroni e paretiscoscese per arrivare a piccoli pasco-li di alta quota; quella delle valli ticinesi,fino agli anni Quaranta del secoloscorso, è stata una storia di miseria di-gnitosa e di sistematica fatica cui si po-teva sfuggire solo con l’emigrazione,che ha spopolato le valli verso le pia-nure e i paesi allora più ricchi, so-prattutto l’America. Possedere un fazzoletto di pascolo,dove allevare poche vacche o un greg-ge di capre, costituiva per la maggio-ranza dei valligiani una condizione disopravvivenza, e giustificava qualun-que sforzo: la montagna era fonte divita, e il legame che si costituiva conessa era cementato dal sudore e dal-la fatica necessari per costruire sentierie villaggi, le opere di protezione, i ca-nali di acqua, e infine dalla grande so-lidarietà che questo sforzo, ora inim-maginabile, stabiliva tra le persone.

Questo patrimonio di vita e di soffe-renza, magistralmente descritto dalmaestro Plinio Martini ne “Il fondo delsacco”, vive nel cuore e nella culturadei discendenti di quelle comunità dimontanari, che ne proteggono con or-goglio i valori, e guardano alla monta-gna come un’eredità di assoluto valo-re da accudire e preservare per le ge-nerazioni future.

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Così, nell’opulento Ticino attuale, tro-verete anche alle quote più elevate sug-gestivi villaggi di baite ricostruiti, ca-scine trasformate in rifugi ben arreda-ti e aperti a tutti, e una invidiabile retedi sentieri che li collega, rendendo lapratica dell’escursionismo piacevolee sicura anche nei posti più sperduti.I Comuni e i loro Patriziati (Enti costi-tuiti dai cittadini di più antica perma-nenza nel territorio, che gestiscono vo-lontariamente le proprietà comuni), fan-no a gara per valorizzare la loro por-zione di montagna, animando una con-correnza che ne ha prevenuto l’ab-bandono e ha fornito nuove occasionidi lavoro e di svago, dando spesso ori-gine a veri boom turistici. Di questa evoluzione la Val Verzasca(forse un tempo la più povera del Ti-cino) costituisce un esempio signifi-cativo; è una valle che presenta stra-ordinari interessi etnografici, ambien-

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tali, escursionistici, alpinistici e perfi-no balneari, di cui questo articolo puòdare solo una visione d’insieme, macredo abbastanza suggestiva da indurvia conoscerla a fondo.Per avere un’idea generale dell’am-biente alpino della Verzasca è suffi-ciente percorrere la strada di fondovallefermandosi a visitare gli armoniosi pae-si distesi lungo il fiume, come Laver-tezzo, Brione o Sonogno, oppure de-viare verso gli antichi villaggi di baitea mezza costa, come Corippo, Berzo-na o Pièe, esemplari nuclei di anticaarchitettura di montagna perfetta-mente conservati e spesso catalogaticome insediamenti storici da proteg-gere: questa esperienza è già abba-stanza significativa da giustificare ilviaggio.Le acque verdi del fiume Verzasca, conle rapide, i canyons e le grandi vaschebalneabili sono poi l’altra grande at-

trazione, che affolla la valle di turisti neicaldi mesi estivi (il che rende preferi-bile visitarla in tarda primavera e in au-tunno); un mondo che si svela nonsolo sull’asse della Verzasca, ma an-che nei solchi dei suoi valloni latera-li, ricchissimi di cascate, laghi e gio-chi d’acqua incantevoli e inaspettati.E infine 200 chilometri di sentieri, chesi dipanano lungo l’asse principale enelle valli laterali fino alle alte crestesu cui corre la Via Alta della Verzasca,il più grandioso e impegnativo trekkingdel Ticino: Dalle suggestive passeggiatesul fondovalle alle ascensioni ai rifu-gi (che qui si chiamano capanne, esono ben nove) e alle vette più im-portanti, come il Pizzo di Vogorno, ilMonte Zucchero o il Poncione di Al-nasca, troverete moltissime possibili-tà per tutte le gambe, tutte affascinantie mai del tutto banali, come per ono-rare la tradizione di impegno e di fa-tica dei montanari.Il Sentierone della Verzasca costituisceun ottimo primo approccio a questosettore del Ticino: una meravigliosacamminata lungo il Fiume Verzasca,che, con un dislivello modesto, in 5 o6 ore (con tappe intermedie) percorreil fondovalle da Vogorno a Sonogno,svelandovi tutte le meraviglie della val-le e fornendo moltissimi spunti per gitefuture.

I periodi migliori per camminare sono laprimavera e l’autunno: infatti le acque verdi del Verzasca, con rapide, canyon e grandivasche balneabili, sono una grande attrazioneper i turisti, che lo affollano nei mesi centralidell’estate

La “spiaggia” di Brione

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Il Sentierone della VerzascaGita magnifica in un ambiente fluvia-le spettacolare, certamente uno dei piùbei percorsi del Ticino. Il modesto di-slivello, la grande varietà di vedute,una più bella dell’altra, la possibilitàdi percorrerla – tutta o in parte – pergran parte dell’anno, la hanno ormairesa un’escursione classica, per cui siconsiglia di accedervi nei momenti diminor afflusso turistico, per goderneappieno il fascino; si torna con l’au-topostale, ben programmato per gliescursionisti. È veramente un itinera-rio da non perdere.

L’ITINERARIOIl sentiero, contrassegnato dal n.74 epuntualmente segnalato da losanghegialle, parte dal ponte di Corippo, sul-la riva sinistra del fiume, inoltrandosinel bosco di latifoglie e abeti; il per-corso, che sale dolcemente, è carat-terizzato per tutta la sua lunghezza dalievi saliscendi. Ben presto si apronoi primi superlativi scorci sul fiume, cheè la attrazione assoluta dell’escursio-ne; poi ci si porta più in alto rispettoalla riva, raggiungendo le solari baitedi Oviga di fuori, collegate alla stradadi fondovalle da un ponte. Ridiscesipresso le rive, sfiorando tratti di rarabellezza, si raggiunge, appena supe-rata la zona “balneare” di Lavertezzo,il romanico Ponte dei Salti, dove è ir-rinunciabile la sosta fotografica (1.15ore circa dalla partenza).

Poi di costa fino a Piano, passandopoco dopo all’altezza del ponte di Mot-ta, bel villaggio che sorge sul lato op-posto della valle, dominato dalla ver-tiginosa parete sud del Poncione di Al-nasca, vero re della Verzasca. Da quiinizia il Sentiero per l’Arte, un tratto dicammino del quale l’installazione dialcune semplici opere artistiche sot-tolinea la varietà ambientale e checonduce infine alla graziosa frazionedi Ganne, uscendo poco dopo sullastrada di fondovalle; per questa siscende al vicino ponte, alla fine delquale il sentiero riparte sulla destra (si-nistra orografica) del fiume (1.00ore da Piano).

La Val Verzasca è straordinariamenteinteressante dal puntodi vista etnografico,ambientale,escursionistico e perfino balneare

La Val Verzasca. La Svizzera vicino a casa | Itinerari nel mondo

Ora la traccia prende a risalire un dos-so, regalando anche l’ambiente piùspettacolare della gita, una antica eciclopica frana di massi tra i quali ilfiume si fa strada con potenti rapideformando singolari vasche; segue untratto a scalini, unico segmento un po’faticoso, che porta in alto nel sugge-stivo bosco di latifoglie per poi cala-re al bivio di Brione, dal quale chi vuo-le può interrompere il percorso, aven-

Le gole presso Oviga

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done fatto la parte più bella, e rag-giungere il villaggio dove trova la fer-mata dell’autopostale (740 m; 0.25 oredal ponte; 2.40 ore circa dalla par-tenza).

Dal bivio si prosegue sfiorando la riva,che offre un magnifico slargo di acquecalme ideali per i bagni, e quindi ci siinoltra nel bosco rado della golena, in-contrando un punto di sosta con ca-panna di tronchi e uscendo poi neicampi fino alla frazione di Alnasca. Ilpercorso seguente, lungo e assolato, ciriporta sulle rive del fiume, che qui scor-re tranquillo su un greto di ampiezzacanadese; si cammina a lungo, supe-rando anche un piccolo canyon su unponticello di legno; da qui in breve siarriva a un incrocio di sentieri e poi siattraversa il primo ponte di Gerra Ver-zasca, uscendo al margine della stra-da di fondovalle (0.40 ore dal bivio diBrione).

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Note tecnichePARTENZA: Ponte di Corippo, Vogorno, Val Verzasca (495 m)DISLIVELLO: circa 600 m su 17 km di lunghezzaDIFFICOLTÀ: E; normale dotazione da escursionismo leggero TEMPO DI SALITA: 5.00 ore, soste escluse; indicate le tappe intermedie CARTOGRAFIA: Carta Nazionale Svizzera 1:50.000 n.276 Val Verzasca;

Kompass 1:50.000 n.110 Vallemaggia e Val Verzasca PERIODO CONSIGLIATO: da aprile a ottobreSEGNAVIA: segnavia turistico n.74 e losanghe gialle su tutto il percorsoACQUA: dappertutto

In quasi tutti i punti turistici della Val Verzasca i parcheggi pubblici sono ormaia pagamento (si può acquistare, nei bar, e anche on-line, una Daily Card da 10FCH valida per un giorno nell’intera valle), oppure è riservato ai clienti dei ristorantie dei bar; presso questi ultimi, tuttavia, nei momenti di scarso afflusso turisti-co, il parcheggio è generalmente tollerato.

Accesso e parcheggioLa Val Verzasca si raggiunge con l’autostrada Milano-Chiasso-San Gottardo, uscen-do a Bellinzona sud e proseguendo per Locarno attraverso la zona industriale;superate varie rotonde, uno svincolo a destra indirizza per Locarno-Tenero; si pro-segue per Gordola, dove, entrati in paese, si trova a destra la deviazione per laVal Verzasca. La strada sale decisa oltre la gigantesca diga ad arco (220 m dialtezza) fino al lago artificiale di Vogorno; superato il paese omonimo e la fra-zione San Bartolomeo, si devia a sinistra per Corippo, raggiungendo il ponte dacui parte il percorso e parcheggiando nei dintorni (vedi Note).

Itinerari nel mondo | La Val Verzasca. La Svizzera vicino a casa

Il suggestivo Ponte dei Salti, presso Lavertezzo

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Escursioni tra acqua e cielo50 itinerari e 4 trekking per tutti intorno ai laghi tra Lombardia e Ticinodi Sergio Papucci

I sentieri tra Canton Ticino e Lom-bardia sono stati descritti da SergioPapucci in una guida pubblicatada poco da Blu Edizioni. Il libroraccoglie 50 escursioni e 4 trekkingda percorrere in due giorni. Ce n'èper tutti i gusti: i dislivelli vanno da300 a 1000 metri. Il filo condut-tore della guida è l'acqua: quelladei laghi Maggiore, di Como e diLugano, del fiume Ticino e di tuttii piccoli corsi d'acqua che solcanole vallete laterali. Molte delle cam-minate descritte percorrono le cre-ste che si trovano tra gli specchid’acqua, con una vista da sogno.

Blu Edizioni | 2016 Pag. 208 | € 17ISBN 978-88-7904-202-4

Qui si devia a destra, entrando nel pae-se vecchio per la strada asfaltata e rag-giungendo il secondo ponte che ci ri-porta sulla riva destra, per la quale unastradetta bianca raggiunge la frazionedi Lorentino, da dove riparte il sentie-ro di golena che in breve conduce al-l’antico e suggestivo nucleo di Cordasc.Poi, dopo qualche saliscendi, il fiumeregala l’ultimo grande settore di rapi-de, un magnifico tratto ricco di vaschespettacolari. Di lì a poco sbuchiamosulla strada cantonale alla periferia diFrasco (0.50 ore da Gerra).

Attraversata la cantonale, si scende asinistra per prendere una stradettaasfaltata che risale verso le case piùbasse di Frasco e raggiunge la chiesa,poco sotto la quale si attraversa il fiu-me su una suggestiva passerella me-tallica; al di là di essa il sentiero pro-segue a lungo negli spazi golenali, afianco di un ruscello e in condivisionecon la pista di mountain-bike, fino a unbivio. Qui si prende a sinistra, di nuo-vo lungo l’argine del fiume, e in brevesi arriva al ponte che segna l’ingressoa Sonogno, nel parco giochi della cit-tadina, dal quale in pochi minuti si èalla chiesa e alla fermata dell’autopo-stale (918 m; 0.50 ore da Frasco;5.00 ore dalla partenza).

Le cascine di Cordasc

BibliografiaPAPUCCI SERGIO, Escursioni tra acqua e cie-

lo, Blu Edizioni, Torino, 2016PAPUCCI SERGIO, I più bei sentieri tra Lom-

bardia e Ticino, Blu Edizioni, Torino,2013

PEZZANI CINZIA E GRILLO SERGIO, Sentieri nelCanton Ticino Vol.2, Iter Edizioni, Su-biaco, 2007

BRENNA CHIARA, Ticino e Mesolcina... Gui-da escursionistica, Salvioni Edizioni, Bel-linzona, 2003

MARTINI PLINIO, Il fondo del sacco, Edizio-ni Casagrande, Bellinzona, 1986

Riferimenti turistici• www.verzasca.com, ente turistico

Tenero e Valle Verzasca• it.verzasca.net, sito di informazione

turistica Valle Verzasca• www.ti-sentieri.ch, magnifico

planning interattivo per tutti i sentieridel Ticino

La Val Verzasca. La Svizzera vicino a casa | Itinerari nel mondo

Un ambiente fluvialespettacolare, uno deipiù bei percorsi delTicino. Il modestodislivello, la grandevarietà di vedute, la possibilità dipercorrerla per granparte dell’anno,l’hanno resaun’escursione classica

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Via degli AbatiLa via appenninica verso Roma

camministoriciTesto e foto di Luciano AllegriLOMBARDIA-EMILIA-TOSCANA

La Via degli Abati offre una variante montana della più famosa Via Francigena nell’Appennino Settentrionale. Attraversa alcune delle zone più attraenti e incontaminate del crinale appenninico: le bellezze ambientali e paesistiche, le memorie storiche e la cordialità degli abitanti fanno dei luoghi una vera perla da attraversare in cammino

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In felice coincidenza con il Giubileodella Misericordia, il 2016 è statodichiarato Anno nazionale dei

Cammini dal Ministero per i Beni e leAttività Culturali. Tra i numerosi percorsi di pellegrinag-gio destinati in questo modo a riceverenuovo impulso c’è anche la Via degliAbati, lo storico itinerario che attra-versa l’Appennino settentrionale nelleprovince di Piacenza e di Parma,muovendo dalla Lombardia (Pavia) eapprodando in Toscana (Pontremoli),dove il percorso si ricongiunge con laVia Francigena in direzione di Lucca edi Roma.Si tratta di un cammino sorto all’iniziodell’età longobarda per assicurare ilnecessario collegamento tra la Lango-bardia (e la capitale Pavia) e la Tuscia(in particolare Lucca, capoluogo delrelativo ducato), oltreché con i ducaticentro-meridionali e con Roma. Essoha anticipato così l’avvento della Fran-cigena durante il periodo di svariatidecenni in cui il passo della Cisa(monte Bardone) era rimasto imprati-cabile per i Longobardi, essendo sal-damente controllato dai Bizantini.A supporto di questo iniziale itinerarioi sovrani longobardi avevano tra l’altro

Il percorso ha anticipato la Via Francigena di parecchi decenni. Voluto dai Longobardi per collegare Pavia, Lucca e Roma, serviva a evitare il passo della Cisa controllato dai Bizantini

Via degli Abati. La via appenninica verso Roma | cammini storici

promosso la creazione nel cuore del-l’Appennino, ai piedi del monte Pe-nice, della celebre abbazia di Bobbio,fondata dall’abate irlandese San Co-lombano. Oltre che dai Longobardi,per esigenze civili e militari, il per-corso veniva quindi utilizzato anchedai monaci e dagli abati di Bobbio neiloro frequenti spostamenti in direzionedi Pavia e di Roma, per i necessaricontatti con la corte regia e con la cu-ria papale, da cui l’abbazia diretta-mente dipendeva. Il cammino era inoltre frequentato dainumerosi pellegrini, provenienti dallaFrancia e soprattutto dalle isole bri-tanniche, che nel loro viaggio devo-zionale a Roma deviavano verso Bob-bio per venerare la tomba di SanColombano, al tempo venerato comegrande taumaturgo e padre, con SanBenedetto, del monachesimo occi-

dentale. Per questo tanto a Pavia chea Piacenza (come pure a Lucca) esi-stevano strutture di accoglienza (fore-sterie e ostelli) collegate all’abbazia diSan Colombano. Altre si registravano a

Iubilantesè un’organizzazione di volontariatoculturale che ama riscoprire il mon -do al passo lento e attento dell’an-tico pellegrino, senza mai perdere divista i valori fondamentali del pelle-grinaggio: la solidarietà, la condivi-sione, l’accoglienza, il gusto del con-tatto con i luoghi e con la storia.L’organizzazione è co-fondatrice del -la Rete dei [email protected]

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gena nel tratto tra Pavia e Pontremoli. La Via è lunga circa 190 chilometri,percorribili in 8/10 tappe, per la mag-gior parte in territorio emiliano, e sisvolge attraverso alcune delle zonepiù attraenti e incontaminate del cri-nale appenninico, intersecando le vallidei fiumi Tidone, Trebbia, Nure, Cenoe Taro; zone ricche di bellezze paesi-stiche e ambientali sorprendenti e didiffuse memorie storiche, oltre chedella perdurante cordialità e ospitalitàdegli abitanti del luogo.Il percorso è interamente segnato egeoreferenziato, dispone di alcunecarte escursionistiche e delle tracceGPS, di due guide a stampa pubbli-cate da case editrici nazionali e di unsito web: www.viadegliabati.com.Lungo il cammino è funzionante unaessenziale rete di strutture di acco-

Giugno Luglio 2016 / camminare 72

Bobbio e nei pressi di Bardi, a Borgo-taro e a Pontremoli. Anche dopo l’affermarsi della Via Fran-cigena come percorso principale versoRoma, l’antico itinerario oggi cono-sciuto come “Via degli Abati” ha con-tinuato, se pur in misura più ridotta,ad essere praticato. Il passaggio dipellegrini francigeni e di abati diretti aRoma è proseguito a lungo, risultandoancora puntualmente attestato tra il Xe il XII secolo.

Agosto Settembre 2016 / camminare 72

La fondazione dell’abbazia di Bobbio, ad opera dell’irlandese San Colombano, rese la strada un importante collegamentoanche religioso

Il presente del camminoRiscoperta a partire dal 2000 anchegrazie ad un convegno nazionale, laVia degli Abati è oggi un itinerarioescursionistico ben conosciuto e ap-prezzato nel mondo dei camminatori,che lo considerano uno dei camminipiù suggestivi in Italia. È considerataanche come la variante di montagnache offre un possibile percorso alter-nativo per i pellegrini sulla Via Franci-

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InformazioniEntrambi i percorsi sono segnalati dalCAI e percorrono sentieri di collina emontagna. È Disponibile la cartografia25,000 e dell’intero itinerario è possi-bile reperire la traccia GPS. Per tutte leinformazioni dove mangiare, dove dor-mire, i punti di interesse nelle vici-nanze, le guide e gli uffici turistici, si ri-manda al sito www.viadegliabati.com

Da Bobbio a PontremoliDislivello: +5500 metriLunghezza: 125 KmTempo medio di percorrenza: 5 giorni

Da Pavia a PontremoliDislivello: +6000 metriLunghezza: 190 KmTempo medio di percorrenza: 8 giorni

Idee&Consigli

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Ziel Change Fold

Lenti Polar Mirror Blue, Smoke, Z-RV antograffio, oleofobiche, antiappannamento

Prezzo ca 150€

Change Fold è il nuovo occhiale hi-tech di Ziel versatile e performante, studiato conil Club Alpino Italiano per coprire tutte le esigenze di uno sportivo con un unicoprodotto. Come già il modello Pro Change (provato per Camminare 56), anchel’ultimo modello è costruito in modo da poter supportare diversi tipi di lenti, in-tercambiabili in pochi secondi. Se le nostre remore riguardo al Pro Change eranodovute alla fase di sostituzione delle lenti, il Change Fold ha introdotto un sistemapiù pratico e sicuro. L’occhiale è costituito da due parti: la montatura e la ma-scherina a cui sono fissate le lenti. Attraverso il sistema clip-on la mascherinaviene infilata e sfilata rapidamente e in modo più semplice.Un inserto ottico permette infine di infilare una paio di lenti da vista graduate dausare in abbinamento ai filtri solari.

Se abbiamo la necessità di togliere gli occhiali per pochi secondi, ad esempio seil sole viene coperto da una nuvola o se vogliamo osservare un fiore da vicino, pos-siamo sollevare la mascherina delle lenti di 90° grazie a una cerniera, mantenen-dole comunque perfettamente stabili.

L’occhiale viene venduto con tre set di lenti: Polar Mirror Blue (elimina i riflessi cheraggiungono l’occhio, aumenta il contrasto, adatti a mare e montagna), Smoke (beltempo e forte insolazione) e Z-RV (in caso di luce scarsa, proteggono da vento einsetti). Tutte le lenti sono oleofobiche, antiappannamento e antigraffio.Una volta indossati, gli occhiali sono molto comodi. La montatura è sufficiente-mente flessibile da adattarsi alla forma del cranio, non così stretta da dare fastidionell’uso prolungato, e anche indossandoli sulla testa non si corre il rischio di per-derli distrattamente. Anche l’appoggio sul naso è abbastanza naturale, non creafastidi.

Unica pecca riscontrata è stato un riverbero nella parte alta delle lenti, dovuto alriflesso del sole che si trovava a circa 60°.

glienza: ostelli, canoniche, agriturismi,alberghetti di montagna.Ogni anno l’itinerario della Via degliAbati è interessato dalla Abbots Way,una manifestazione non competitiva dicorsa in natura tra Bobbio e Pontremoli,la più lunga in territorio italiano, chevede la partecipazione di centinaia diappassionati. Nell’anno appena tra-scorso, ricorrendo il XIV centenario dellamorte di San Colombano, la Via ha re-gistrato anche un’accresciuta affluenzadi pellegrini, in aggiunta alle centinaiadi escursionisti che abitualmente vi tran-sitano a piedi, in bicicletta o a cavallo.La Regione Emilia Romagna ha pertantoinserito la Via degli Abati, accanto allaVia Francigena, tra gli itinerari di pelle-grinaggio proposti per il Giubileo del2016. Sarebbe bello se anche il Mini-stero dei Beni Culturali e del Turismo,nella sua attenzione per la realtà deicammini storici, potesse operare un ri-conoscimento della Via degli Abati comepercorso collegato e complementare allaVia Francigena, nel tratto di attraversa-mento dell’Appennino, valorizzando cosìla sua origine e funzione storica e favo-rendo la sua fruizione attuale. Ne risulterebbero certo amplificate le po-sitive ricadute economiche e sociali chela presenza di questa antica variante ap-penninica della Francigena ha già ini-ziato a produrre, con beneficio dei centriabitati minori posti in zone montane ap-partate e marginali dell’Appennino.

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IMasai sono un popolazione ruraleche vive sugli altopiani in un areaal confine tra Kenya e Tanzania.

Inizialmente i Masai (o Maasai), pro-venienti dall’attuale Sudan, si stabili-rono in Kenya centrale poi carestie, vi-cende politiche e l’istituzione dell’areaprotetta del Masai Mara li costrinse aspostarsi. I Masai sono tradizional-mente allevatori; il loro stile di vita tra-dizionale è basato principalmente sul-l’allevamento del bestiame, e siprocurano gli altri generi alimentaricon lo scambio. Oggi tuttavia, a causadella spinta demografica, hanno bi-sogno di praticare l’agricoltura anchese nelle loro credenze coltivare la terraè in qualche modo farle del male.Proprio questa condizione di pastorisemi nomadi che fa largo uso di grassidi derivazione animale ha attirato giàda molti anni l’attenzione degli stu-diosi. Infatti questa popolazione, purconsumando molti grassi animali,come nella dieta di molti occidentali,al contrario di questi ultimi non sem-brava soffrire di malattie legate aglistili di vita. Molti studi sono partitiper indagare il segreto dei Masai; inorigine si voleva capire se fossero pro-tetti da un gene particolare che limi-tasse l’insorgenza di malattie cardio-circolatorie. Attraverso le misurazioni

Alcune ipotesiL’idea del gene protettivo sembrava farsistrada, era difficile immaginare che sololo stile di vita potesse preservarli dacerti rischi. Molti altri fattori avrebberopotuto giocare un ruolo importante fa-vorendo così bassi livelli di colesterolo,la dieta avrebbe potuto essere diversa inaltri periodi dell’anno poiché le muccheproducono meno latte nella stagionesecca. Inoltre alcune ritualità avrebberopotuto favorire un altro tipo di dieta e al-tri stili di vita per periodi più o meno lun-ghi. Infine il loro organismo avrebbe po-tuto essersi abituato nel tempo asopportare e smaltire grandi quantità digrassi saturi.Una prima risposta, abbastanza chiara,venne però dall’incrocio dei dati ottenutiin queste ricerche con quelle dellostesso tipo fatte su soggetti della stesseetnia ma con stili di vita più occidentali.Sebbene in questi ultimi vi fosse una

Nonostante una dieta basata prevalentemente suigrassi di origine animale, il popolo di allevatori chevive tra Kenya e Tanzania non soffre di malattiecardio-vascolari. Perchè sono immuni da colesteroloe alta pressione? Questione di geni o di stile di vita?

Troppa carne fa male? Non al popolo Masai

cliniche e biochimiche del Masai, i ri-cercatori hanno scoperto che molti diloro possiedono una grande quantità digrasso intorno agli organi interni e que-sto, in genere, è un importante markerdi malattie cardio-vascolari. Nonostante ciò solo nel 3 per centodella popolazione sopra i 18 anni èstato riscontrato un significativo au-mento dei livelli di colesterolo. Unapercentuale, ammettono gli stessi ri-cercatori, troppo bassa per il tipo didieta seguita. A ciò va aggiunto comesolo nell’8,7 per cento di quel cam-pione si siano riscontrati problemi dipressione, contro il 20 per cento degliafricani, che tendenzialmente sonosoggetti a pressione alta. Un ulteriorestudio sul sovrappeso (prendendo inconsiderazione un BMI superiore a 25)ha mostrato come questo campioneavesse infine un normale livello di in-sulina e come pochi fossero i soggettiin sovrappeso.

di Rocco Cardamonesfaccettature

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Tradotto: il Masai “cammina molto macorre poco”. I dati ci dicono che me-diamente fanno il 75 per cento in più dimovimento rispetto a noi popolazionioccidentali.Questi risultati, seppur lontani dal chiu-dere l’argomento, ci permettono co-munque di fare un po’ di chiarezza sulsegreto della salute dei Masai. Muoversimolto senza necessariamente raggiun-gere dei picchi eccessivi aiuta il corpo amantenersi sano dal punto di vista del-l’equilibrio globale dell’organismo. Tornando a noi: nell’eterna domanda“meglio camminare o correre?” la cam-minata sembra avere un effetto forte-mente preventivo nei confronti dellemalattie cardiovascolari. Una ricercache si è avvalsa della partecipazione vo-lontaria di oltre 33.000 corridori e dicirca 15.000 camminatori di età com-presa tra i 18 e gli 80 anni ha rilevatocome la camminata abbia un valorepreventivo nei confronti dell’infarto del9% contro solo il 4% della corsa. Il co-lesterolo cala del 7% con la camminatarispetto al 4.2% della corsa e, più omeno, gli stessi valori si riscontrano perla pressione sanguigna (Thrombosisand Vascular Biology dell’ AmericanHeart Association).Si può quindi affermare che sia correreche camminare facciano bene: si trattain entrambi i casi di attività fisica di tipo

dieta più varia e meno satura di grassi,quindi considerata più salutare, il qua-dro globale tendeva a divenire semprepiù simile a quello alle popolazioni in-dustrializzate. Con ciò si poteva quindiaffermare che lo stile di vita ha sulla sa-lute di una persona un effetto beneficodi portata di molto superiore a quantoritenuto. Dai questionari risultava poicome un Masai durante il giorno per-corresse lunghe distanze, e inoltre la-vorasse molto per tenere in ordine i re-cinti del bestiame che andava protettodai predatori naturali. A questo si univaanche l’abitudine di questa popolazionedi festeggiare alcuni riti tribali con balliin cui spesso si saltella molto a lungo.Il quadro che ne usciva era sì di un con-sumatore di grassi, ma anche di unvero e proprio atleta spesso impegnatoin estenuanti attività fisiche. Almenoquesta era l’interpretazione dei datinelle ricerche fatte fin dagli anni ‘70.

Le proveDirk Lund Christensen, professore as-sociato presso il Dipartimento di SaluteInternazionale, Immunologia e Micro-biologia presso l’Università di Copena-ghen ha però voluto andare più a fondoe invece di mettere in discussione i ri-sultati ottenuti ha cambiato il modocon cui quei dati venivano acquisiti.Molte ricerche si basano su questionaridistribuiti alla popolazione interessata.Pur in buona fede, molti potrebberonon ricordare bene o sovrastimarequanto fatto in una giornata. Il profes-sor Lund utilizzando un apparecchiettodel peso di soli 8 grammi messo apunto dall’università di Cambridge, hamisurato il livello di attività fisica gior-naliera di 370 Masai. Questa metodo-logia non invasiva ha avuto il pregio dinon interferire sulla normale attivitàdelle persone alle quali, dopo l’appli-cazione del dispositivo al petto, venivadetto di tornare alle normali abitudini.Questo apparecchio, che di fatto mi-surava i kilo/joule di attività prodotta algiorno per kg di peso corporeo, ha datodei risultati a dir poco sorprendenti.Tramite l’ausilio di un test di passaggioin cui è stato verificato il consumo mas-simo di ossigeno, si è arrivati a deter-minare come questi soggetti non fac-ciano un’attività fisica paragonabile aquella di un atleta. In realtà si muovonomolto ma ad un’intensità molto bassa.

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aerobico o cardiovascolare, che è poiquella più adatta a perdere peso. Nellacorsa forse il beneficio apparente è unapiù rapida perdita di peso, va però ri-cordato che i vantaggi per l’organismonon si esauriscono certo con il controllodel peso corporeo. Il motivo per cui èopportuno propendere per la cammi-nata è che la corsa prevede una cosid-detta fase di volo, oltre che un impegnocardiaco maggiore. Sebbene si sia a po-chi centimetri dal suolo l’atterraggio sol-lecita fortemente le articolazioni infe-riori e la schiena. Chiaramente più si èpesanti e maggiori sono i danni chequeste sollecitazioni possono creare al-l’organismo rispetto ai benefici che si vo-gliono ottenere. Chi corre e lo fa seria-mente osserva delle attente tabelle discarico, esercizi di rinforzo e momenti direcupero che tuttavia non preservanototalmente dagli infortuni. La cammi-nata in questo confronto è sicuramenteda preferire, in quanto le sollecitazioni ri-cevute dalle articolazioni sono netta-mente inferiori.Con questo non si vuol dire che la corsafaccia male, anzi, solo che presi dal-l’enfasi rischiamo di avere meno bene-fici del previsto. Una cosa è comunquecerta: non praticare alcuna attività fisicaè decisamente la peggior scelta che pos-siamo fare per la tutela della nostra sa-lute.

Troppa carne fa male? Non al popolo Masai | sfaccettature

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Scarpe famose in mostraPasseggiare e stupirsi

Camminare è istintivo. Un po’meno pensare al perché cam-miniamo. Se è vero, come di-

ceva Goethe, che “la cosa più difficile èvedere ciò che sta sotto il nostro naso”,quel nostro quotidiano movimento do-vrebbe essere il motore del nostro stu-pore. Per fare ciò, servono corpo emente, movimento e pensiero. Il tuttoaccompagnato delle scarpe.Da qui il titolo della prima esposizionein Italia dedicata interamente al cam-minare cosciente, il cui filo conduttoreè la scoperta del mondo dei cammina-tori che scelgono la strada quale espe-rienza di vita. Un microcosmo fatto digrandi avventure, come pure di espe-rienze personali lontane dai clamori me-diatici. C’è chi compie l’impresa e chiinvece completa un pellegrinaggio. Chicammina per deserti, montagne e landeghiacciate. Come coloro che tornanosugli antichi passi dei pellegrini di untempo.Ma c’è anche chi deve camminare perforza, per salvare la propria vita daguerre e persecuzioni. Oggetto simboloquindi è la scarpa, che per un cammi-natore resta il compagno più fedele. Le oltre 50 scarpe esposte, che conti-nuano ad aumentare, vedono nuovi ar-rivi mostrati per la prima volta proprio aZiano, collegando camminatori di famainternazionale e altri meno conosciuti,che rappresentano il cammino nellasua accezione quotidiana e storica.Camminamente è divisa in quattro se-zioni: i grandi Camminatori, come Je-anne Beliveau, che ha compiuto il girodel mondo a piedi nel 2012; i Cammi-natori dello spirito con la novità dei “pel-legrini ambientali” e delle scarpe dellapellegrina più longeva al mondo: 93anni. I Cammini della storia, di chi èstato costretto a camminare per forza:

con la novità di un paio di zoccoli di undeportato in Germania, le scarpe diLampedusa, Sarajevo e Magazzino 18di Trieste. Infine i viaggi della mente diautori come Emilio Salgari.Non solo scarpe: a Ziano debutta CAM-MIN’ARTE che raccoglie una decina diopere di artisti che hanno interpretatoartisticamente il cammino. Così si com-pleta il percorso storico-emozionale dichi cammina dentro una mostra che la-scia il segno, non sia altro per le emo-zioni nel sentirsi parte di un camminoumano.

Curiosità

Camminamente: il mondo dei camminatori,camminatori del mondo. La mostra, ideata daAntonio Gregolin (intervistato su Camminare 56)sarà a Ziano di Fiemme (TN) dal 6 agosto al 7 settembre

Appuntamenti6 agosto 2016 ore 18.00 Tabià del Moco, Ziano di FiemmeInaugurazione della mostra con An-tonio Gregolin, curatore, l’alpinista efree climber Manolo, Tom Perry, ilcamminatore scalzo dei grandi vul-cani, e Giovanni Bruttomesso il pel-legrino over 65.

21 agosto 2016 ore 21.00 Tabià del Moco, Ziano di FiemmeSerata di presentazione del cammino“Dal Don a Nikolajewka - Sulle trac-ce della memoria”. Con Fabio Ogni-bene, l’alpino che per ricordare il pa-dre nel 1998 compì in solitaria e inpieno inverno, la storica traversata di250 km degli alpini dell’ARMIR nel-la steppa russa.

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Èquasi un deja-vu del nostro primoincontro: Sylvester, seduto nellapoltrona di fronte a me nel fresco

salotto di Phoebe. I capelli corti, bencurati e appena brizzolati, il fisicoasciutto e tonico, i bellissimi occhi grigie la voce profonda e pacata. I due con-versano in inglese: Phoebe infatti haconseguito la certificazione per l’inse-gnamento in lingua e ama, di tanto intanto, tenersi in esercizio parlando in in-glese con gli amici.«Mentre chiacchierate mi dedico allamerenda» annuncia, e ci abbraccia conun’occhiata azzurra: ha indossato lenti acontatto di quel colore, che si intonanomirabilmente con l’arredamento del suosalotto. «Intende dire – continua Sylvester – cheho bisogno della tua consulenza profes-sionale in merito ai farmaci generici».«Volentieri, di che si tratta?».«Tu sai che a causa del mio piccoloproblema cardiaco devo assumere qual-che farmaco. Quando vado ad acqui-starli in farmacia, mi vengono propostii farmaci generici, e non quelli di marcache assumevo in passato. Il farmacistaafferma che sono uguali, ma a me sem-bra di avvertire delle differenze. Che nepensi?».«L’AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco,così definisce i farmaci generici:

medicinale equivalente ovvero “unmedicinale che, oltre a contenerenella propria formulazione, la stessaquantità di principio attivo, ha ancheuna bioequivalenza, dimostrata dastudi appropriati di biodisponibilità,con un altro medicinale di riferi-mento (meglio noto come medici-nale “di marca”, “griffato” o “brand”)con brevetto scaduto”.

Per fare un’analogia con un alimento, unfarmaco generico è come gli spaghetti. Sipossono comprare spaghetti di marcanel supermercato di lusso, oppure com-prare delle sotto-marche al Discount.Sempre spaghetti sono, ma il gusto e latenuta di cottura saranno diversi. Tornando ai farmaci, può accadere chein realtà ci siano delle differenze. Per es-sere immesso in commercio un farmacogenerico necessita di studi di bioequiva-lenza. Per questo la legge prevede che glistudi vadano fatti su un numero di per-sone che vanno da 12 a 40, laddove ifarmaci di marca hanno studi, pubbli-cati, eseguiti su migliaia di persone. Ètollerato per il farmaco generico chepossa variare l’intervallo di confidenzadella stima di bioequivalenza in una per-centuale pari al 20%».«Stai dicendo – interviene Sylvester, lacui mente matematica è rapida nell’arri-vare dritto al punto – che per accertarela bioequivalenza si fa uso di metodistatistico-matematici?».«In parte sì. C’è anche da considerareche una pillola è composta da farmaco(o principio attivo) ed eccipienti, chesono sostanze inerti che servono a vei-colare il farmaco nell’organismo. Perquanto ne so, non c’è obbligo di leggeper l’uso di uguali eccipienti che potreb-bero, in mancanza di studi specifici, in-terferire con l’assorbimento del farmacovero e proprio».

Farmaci generici: dobbiamo stare attenti?

Esistono farmaci cosiddetti “di marca” e farmacigenerici, che possono essere immessi in commerciouna volta scaduto il brevetto. Contengono lo stessoprincipio attivo, e nella stessa quantità, del farmaco“originale”. Ma ci sono differenze?

«Ma perché in farmacia continuano aproporre i farmaci generici se esistonotutte queste problematiche?».«Perché è un obbligo imposto dal Servi-zio Sanitario Nazionale. Lo Stato ha de-ciso di pagare per ogni farmaco unprezzo base che corrisponde al costodel generico: se vuoi il farmaco di marcadevi pagare la differenza. È evidente cheun farmaco di marca ha alle spalle annidi studio e test e lavori scientifici che nedimostrano l’assoluta affidabilità. Percontro, il 21 maggio 2015 l’EuropeanMedicines Agency (Agenzia Europea perla Medicina, un organo della ComunitàEuropea) ha emanato un documento di130 pagine contenente una lunga listadi farmaci generici da ritirare dal mercatoEuropeo perché questi medicinali eranoda considerare critici. Le aziende checommerciano farmaci generici sono dav-vero tante, e tutte alla ricerca di unafetta di mercato».«Ora però è il momento di una fetta ditorta», conclude Phoebe invitandoci alsuo desco.

Medico specialista in cardiologiaComponente dello staff medico FIDAL Trentino

di Maura MarchioriEssereDONNA

La presenza di farmacigenerici è un obbligo del Servizio SanitarioNazionale

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Agosto Settembre 2016 / camminare 78

Il mondo del lavoro si trova a dover af-frontare cambiamenti e sfide legatialla gestione di lavoratori con ma-

lattie croniche e alle strategie che sonoindispensabili per poter continuare a la-vorare anche avanti con gli anni. I lavo-ratori affetti da malattie croniche rap-presentano una quota significativa dellaforza-lavoro europea, con conseguenzeche incidono sulla speranza di vita (vis-suta in buona salute), sulla capacità la-vorativa, sul turnover e sulla retribu-zione. Il nostro lavoro, al quale dedichiamogran parte della giornata per molti anni,ha una grande influenza sulla salute,per questo il contesto in cui lavoriamo èideale per promuovere uno stile di vitasano e contribuire al miglioramento dellasalute delle persone in età lavorativa.Il 15 aprile 2016 la Commissione Eu-ropea e l’Agenzia Europea per la Sicu-rezza e la Salute sul Lavoro (EUOSHA)hanno lanciato, a Bruxelles, una cam-pagna paneuropea di durata biennaledal titolo “Ambienti di lavoro sani e sicuriad ogni età” per la promozione del lavorosostenibile, della sicurezza e della salutesul lavoro nel contesto dell’invecchia-mento della popolazione attiva.Non dobbiamo infatti dimenticare che la

popolazione lavorativa di oggi andrà afar parte degli anziani di domani.Gli obiettivi che si prefigge la Commis-sione Europea sono 4:1. promuovere il lavoro sostenibile e

l’invecchiamento in buona salute findall’inizio della vita lavorativa;

2. mettere in evidenza l’importanzadella prevenzione dei rischi durantetutto l’arco di vita lavorativa;

3. fornire informazioni e strumenti perla gestione della sicurezza e della sa-lute nei luoghi di lavoro ai datori dilavoro e ai lavoratori;

4. facilitare lo scambio di informazionie buone prassi.

Ecco perché investire nella salute suiluoghi di lavoro ha un importante ri-

La popolazione lavorativa di oggi andrà a far parte degli anziani di domani. È importante promuovere uno stile di vita sano oggiper migliorare il benessere dei futuri pensionati.Investire nella salute sui luoghi di lavoro ha un importante ritorno dal punto di vistaeconomico, aziendale e sociale

torno dal punto di vista economico,aziendale e sociale.Ora, sapendo che i principali fattori le-gati agli stili di vita, che incidono nel de-terminismo di malattie croniche non tra-smissibili, sono il fumo di tabacco, lediete non salutari, l’abuso di alcol e lamancanza di attività fisica, possiamocapire perché l’ambiente di lavoro èstrategico per favorire l’attività fisica nellafascia di popolazione in età lavorativa.Per contrastare la sedentarietà è neces-sario sviluppare programmi di promo-zione dell’attività fisica nelle aziendecon interventi che provocano ricadutepositive non solo sulla salute dei lavo-ratori, ma anche per l’azienda con mi-glioramenti sul piano sociale ed econo-

InSALUTEResponsabile servizio prevenzione

e salute sul lavoro ASL CN-1, Piemonte

di Santo Alfonzo

8 ore di prevenzioneLa salute inizia al lavoro

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mico (aumento degli indici di produtti-vità, riduzione di assenze per malattie einfortuni, maggiore socializzazione eaggregazione tra lavoratori). Ovviamente in ambito lavorativo i pro-grammi di promozione dell’attività fi-sica richiedono approcci su più fronti:dalle politiche aziendali tese a favorirela promozione di uno stile di vita attivo,all’ambiente lavorativo (ri-organizza-zione per facilitare la pratica dell’attivitàfisica).Per ogni intervento stabilito è necessa-rio esplicitare il costo di realizzazione, leprincipali azioni che lo caratterizzano, ele metodiche operative per attuarlo.Ma le aziende non possono essere le

sole promotrici, occorre che anche leistituzioni locali (Comuni, ASL, Asso-ciazioni) assumano il loro ruolo di ap-poggio e di facilitazione nel persegui-mento di un obiettivo che avràripercussioni positive a 360°. È necessario potenziare le informazionisui benefici dell’attività fisica, sulle ini-ziative realizzate in azienda e su quelle

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Al nostro lavoro dedichiamo gran parte della giornataper molti anni, quindi ha una grande influenza sullasalute. Per questo l’ambito lavorativo è ideale perdiffondere le buone pratiche legate al benessere

Ma le aziende non possono essere lasciate sole:occorre che le istituzoni (Comuni, ASL) assumano ilruolo di appoggio e di facilitazione a un obiettivo cheavrà ripercussioni positive a 360°

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Agosto Settembre 2016 / camminare 80

Parlando con la gente vi capiteràpiù volte di sentir pronunciare laparola “postura”, spesso in modo

non appropriato. Ci sono parole e frasiche vanno di moda, come appunto “po-stura”, ma anche “criticità”, “devo rea-lizzarmi”, “devo ritrovare me stesso” e al-tre espressioni. «La schiena mi famale», oppure «Ho la schiena storta per-chè ho una postura sbagliata», «Ho por-tato per anni lo zaino che mi ha dan-neggiato la postura». Insomma, mai untermine è stato così abusato e con tan-ta confusione.Facciamo chiarezza: meglio parlare di al-lineamento e disallineamento. Quandosi è allineati si parla di postura corretta,quando si è disallineati si parla di posturasbagliata.Un uomo in stazione eretta è allineatoquando:1. guardandolo frontalmente, le due

spalle e i due fianchi (creste iliache)sono alla stessa altezza;

2. la schiena non presenta curve;3. guardandolo lateralmente la schiena

è diritta e senza gobba (cifosi).La causa del disallineamento? Qui pur-troppo c’è molta speculazione econo-mica. Oggi va di moda parlare di ma-locclusione dentale e della necessità di

bites dentali. Non fidatevi ciecamente ditanti studi e articoli. Provate su di voiquesto esperimento: stando in piedi ruo-tate la caviglia del piede destro all’interno,in modo da appiattire l’arco del piede(come in caso di “piedi piatti”): sentiteche la regione lombare della schiena èpiù incurvata, “tira” e fa male? Questodimostra che se il piede destro poggiamale sul terreno, la cresta iliaca destraruota verso il basso e in avanti, e otte-niamo come risultato i due fianchi di-sallineati, quindi una postura sbagliata. Per riallineare i fianchi occorre cambia-re l’appoggio dei due piedi grazie a plan-tari e scarpe adatte. Eppure ancora ogginei “sacri testi” di medicina il piede nonviene citato come causa del mal di schie-na e del disallineamento posturale.Manipolazioni, chiropratico, osteopata,bites, fisiatra, fisioterapista, antiinfiam-matori, infiltrazioni, sono palliativi chenon risolvono il problema alla radice.Anche i corsetti e i busti non servono;sono anzi dannosi, perchè quando ven-

La posizione della schienaSfatiamo i miti

Postura: mai un termine è stato così abusato, e contanta confusione. Meglio parlare di “disallineamento”

gono rimossi i muscoli sono ancora piùdeboli i prima. Per fare un paragone mol-to comprensibile: per raddrizzare la Tor-re di Pisa non è stata costruita un’im-palcatura (busto), ma è stato inserito unsupporto dove il terreno era più fragile. Cosa si può fare nell’immediato?Se state seduti per molte ore potete ac-quistare un piano inclinato (cuneo) gon-fiabile da poggiare sulla sedia: ha una co-moda maniglia e io lo porto con me an-che al ristorante: mantiene la schiena di-ritta e bilanciata. Appena mi siedo per 5minuti su una sedia normale, il mal dischiena torna prontamente.

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