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SASSOLINO - cmdbergamo · il sassolino marzo - aprile 2013 nella scarpa 3 R il etu rad C onv g M s...

Date post: 18-Feb-2021
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L a periferia delle grandi metropoli del mondo ha i suoi inconfondibili odori. Nel mercato caldo e freddo im- pregnano diversamente l’aria e segnano il corpo dei passanti. Piccoli, spesso indescrivibili tuguri, improvvisati esercizi commerciali, contribuiscono a rendere ancora più spesso il respiro grazie ad ogni singola specialità. Se protagonista è il caldo non manca l’acre odore di sudore, se il freddo la fa da padrone, la fragranza è di chi non si è lavato. Una commistione unica e, per certi versi, affascinante. La casa a ridosso del fiumiciattolo è quanto di più bello la famiglia è riuscita a realizzare. L’acqua corrente è assolu- tamente naturale e garantisce pulizia persino riguardo alle funzioni fisiologiche della famiglia. Tutto è agevolato da questa ubicazione: cucinare, pulire le stanze, lavare i panni, rinfrescarsi ogni tanto. Anche qui gli odori si mescolano in una fantasia capace di stupire continuamente. Ci sono poi le piazze, i viottoli, gli anfratti e i cortili interni dove galline e maialini, pecore e caprette si contendono uno scampolo di ombra con decine di bambini indaffarati a trasformare un banale rametto di legno in una bacchetta magica per un gioco più immerso nella fantasia che nella realtà. In fondo al barrio la catapecchia di un vecchio solo e am- malato. Ci sono delle donne che gli portano un piatto caldo al giorno e una buona suora che passa per le medicazioni di ulcere che, causa diabete, non si rimarginano più. Le capita di prendersi cura anche della piccola stanza rinfrescando aria e biancheria, diversamente non ci riuscirebbe. Non è abbandonato da Dio e questa è un certezza. Il piccolo orfanotrofio della missione è affidato agli occhi di un giovane laico. Non gli scappa nulla, neppure quando dorme. Lì il profumo delle pappe fa tutt’uno con i bimbi in attesa di un pannolino pulito. Sorridono e respirano a pieni polmoni un’aria che viene da Dio, si chiama provvidenza. E via via potremmo dare spazio a tante e diverse essenze che, mischiate con respiri, sudore e alito danno luogo ad una mistura profumata e coinvolgente. Un profumo tutto da scoprire! Anche dalle pagine del Vangelo si sprigiona una fragranza impareggiabile. L’olio delle donne il mattino di Pasqua, il refolo del lebbroso lungo la strada, l’incanto del frumento nei campi, l’aroma del vino a Cana di Galilea, il balsamo nella casa di Lazzaro a Betania, la pregnanza del sudore nel Getzemani, la brezza sul Tabor alla Trasfigurazione, il sapore del legno nella bottega di Giuseppe, i sospiri del bue e dell’asino nella grotta a Betlemme, e l’alito di Gesù nel dono dello Spirito. Questa amalgama di umanità e divinità è Vangelo, im- mediata commistione di forza e fragilità, di tempo e infinito, di grazia e fatica. Proprio il Papa, Francesco “dalla fine del mondo”, ci ha riportato in casa il Vangelo. Invitandoci ad andare alla “periferia”, dove vive l’uomo emarginato, ci ha ricondotto al cuore del Vangelo: Dio ci ama, così come siamo, uno peggio dell’altro, ma uno più bello dell’altro. La verità cristiana – ha detto il Papa, all’indomani della Sassolini missionari... Il profumo della Croce Essenza di un Vangelo vivo il sassolino nella scarpa centro missionario diocesano, gruppi missionari e missionari bergamaschi in dialogo marzo - aprile 2013 Anno IX - n° 49
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  • La periferia delle grandi metropoli del mondo ha i suoiinconfondibili odori. Nel mercato caldo e freddo im-pregnano diversamente l’aria e segnano il corpo dei passanti.Piccoli, spesso indescrivibili tuguri, improvvisati esercizicommerciali, contribuiscono a rendere ancora più spesso ilrespiro grazie ad ogni singola specialità. Se protagonista è ilcaldo non manca l’acre odore di sudore, se il freddo la fa dapadrone, la fragranza è di chi non si è lavato. Una commistioneunica e, per certi versi, affascinante.

    La casa a ridosso del fiumiciattolo è quanto di più bellola famiglia è riuscita a realizzare. L’acqua corrente è assolu-tamente naturale e garantisce pulizia persino riguardo allefunzioni fisiologiche della famiglia. Tutto è agevolato daquesta ubicazione: cucinare, pulire le stanze, lavare i panni,rinfrescarsi ogni tanto. Anche qui gli odori si mescolano inuna fantasia capace di stupire continuamente.

    Ci sono poi le piazze, i viottoli, gli anfratti e i cortiliinterni dove galline e maialini, pecore e caprette si contendonouno scampolo di ombra con decine di bambini indaffarati atrasformare un banale rametto di legno in una bacchettamagica per un gioco più immerso nella fantasia che nellareal tà.

    In fondo al barrio la catapecchia di un vecchio solo e am-malato. Ci sono delle donne che gli portano un piatto caldoal giorno e una buona suora che passa per le medicazioni diulcere che, causa diabete, non si rimarginano più. Le capitadi prendersi cura anche della piccola stanza rinfrescandoaria e biancheria, diversamente non ci riuscirebbe. Non èabbandonato da Dio e questa è un certezza.

    Il piccolo orfanotrofio della missione è affidato agli occhidi un giovane laico. Non gli scappa nulla, neppure quandodorme. Lì il profumo delle pappe fa tutt’uno con i bimbi inattesa di un pannolino pulito. Sorridono e respirano a pienipolmoni un’aria che viene da Dio, si chiama provvidenza.

    E via via potremmo dare spazio a tante e diverse essenzeche, mischiate con respiri, sudore e alito danno luogo aduna mistura profumata e coinvolgente. Un profumo tutto dascoprire!

    Anche dalle pagine del Vangelo si sprigiona una fragranzaimpareggiabile.L’olio delle donne il mattino di Pasqua, il refolo del lebbrosolungo la strada, l’incanto del frumento nei campi, l’aromadel vino a Cana di Galilea, il balsamo nella casa di Lazzaro aBetania, la pregnanza del sudore nel Getzemani, la brezzasul Tabor alla Trasfigurazione, il sapore del legno nellabottega di Giuseppe, i sospiri del bue e dell’asino nella grottaa Betlemme, e l’alito di Gesù nel dono dello Spirito.

    Questa amalgama di umanità e divinità è Vangelo, im-mediata commistione di forza e fragilità, di tempo e infinito,di grazia e fatica. Proprio il Papa, Francesco “dalla fine delmondo”, ci ha riportato in casa il Vangelo.

    Invitandoci ad andare alla “periferia”, dove vive l’uomoemarginato, ci ha ricondotto al cuore del Vangelo: Dio ciama, così come siamo, uno peggio dell’altro, ma uno piùbello dell’altro. “La verità cristiana – ha detto il Papa, all’indomani della

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    luglio - agosto 2012il sassolino nella scarpa

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    Il profumodella CroceEssenza di un Vangelo vivo

    il sassolinonella scarpacentro missionario diocesano,gruppi missionari e missionaribergamaschi in dialogo

    marzo - aprile 2013Anno IX - n° 49

  • sua elezione, rivolgendosi ai Cardinali – è attraente e per-suasiva perché risponde al bisogno profondo dell’esistenzaumana, annunciando in maniera convincente che Cristo èl’unico Salvatore di tutto l’uomo e di tutti gli uomini. Questoresta valido oggi come lo fu all’inizio del cristianesimo,quando si operò la prima grande espansione missionariadel Vangelo”.

    Ogni “periferia”, anche la nostra e anche partendo dallanostra, è segnata dall’impegno del cammino. “Camminare.– ancora Papa Francesco – Noi possiamo camminare quantovogliamo, noi possiamo edificare tante cose, ma se nonconfessiamo Gesù Cristo, la cosa non va. Diventeremo unaONG assistenziale, ma non la Chiesa, Sposa del Signore…Quando camminiamo senza Croce, quando edifichiamosenza la Croce e quando confessiamo Gesù senza Croce,non siamo discepoli del Signore”.Poche battute per disegnare con ancora maggiore convinzione,se ce ne fosse bisogno, gli orizzonti missionari della Chiesa.

    È il profumo della Croce a segnare il nostro impegnopastorale. Non c’è strategia che tenga davanti al grido dellafame, non si può ammortizzare l’urgenza della giustizia eneppure mettere a tacere il grido della povertà, a nessuno èconcessa tregua davanti all’urgenza dello smarrimento e delnon senso. Questi i sentieri che ogni pastorale, occidente in-cluso, è chiamata a percorrere.

    “Non siate uomini e donne tristi. Un cristiano non puòmai esserlo! Non lasciatevi prendere dallo scoraggiamento!La nostra non è una gioia che nasce dal possedere tantecose, ma nasce dall’aver incontrato una Persona: Gesù,che è in mezzo a noi”: così ci trascina il Papa nel motivaresempre di più le ragioni della fede e della testimonianza.

    Ma la nostra pastorale porta ad una Persona? Gli orpelli

    liturgici, le logorroiche catechesi dell’idea, le immancabili,indispensabili e ingombranti strutture ultra funzionali, i ca -lendari precisi e minuziosi, le regole, doverose, ma vessatorie,le fugaci e istituzionali relazioni sacramentalizzate ed altroancora, sono capaci di accogliere una Persona?

    Certo è facile puntare il fucile e sparare su quella speciedi croce rossa che le nostre parrocchie sono diventate.Lodevole e inarrestabile il servizio al territorio che altri,anche se attaccano impietosamente, non saprebbero fare;ma non basta, o meglio, occorre sempre ricordare la ragionedi tutto questo. Il profumo della Croce, appunto.

    “Fare un pochettino quello che ha fatto Lui quel giornodella sua morte”: è il consiglio immediato del nuovo Papaper la nostra pastorale. Questo processo d’identificazione inCristo è di tutti e di ciascuno.

    Il tutti è la Chiesa, capace com’è da sempre di sprigionarel’essenza della misericordia, di farsi incontro all’uomo allaperiferia della vita, di raccogliere ogni respiro affannoso e,talvolta, morente. Le sue ombre sono dovute alla fragilità,anche questa va accolta nella carità.

    Sul ciascuno credo che un intenso discernimento possaportare al desiderio sempre più vivo di conoscere il Signore,di combattere l’ignoranza umana e cristiana che ci perseguitada secoli e sembra avere il sopravvento, si presenta puntualead impoverire ogni spinta di generosità.

    Cari amici, la Pasqua ci ha profumati dalla testa ai piedi,ci ha messo tra le mani la fragranza della vita nuova, quellastessa di Cristo. Adesso tocca a noi vivere la missione.

    E il Papa aggiunge: “Non lasciatevi rubare la speranza!”

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    don Giambattista

    centro missionario diocesano

  • Ormai è passato negli an-nali della storia dellaChiesa di Bergamo il Con-vegno Missionario Diocesanoche si è celebrato nel mese difebbraio di quest’anno. Eral’ottantanovesimo delle serie.Nessuna diocesi in Italia puòvantare un numero così altodi convegni missionari. E,forse, nessuna diocesi al mon-do. Chi è capace di smentirciè pregato di scriverci. Primaancora che nella Chiesa uni-versale si celebrasse la Gior-nata Missionaria Mondiale,autorizzata dal cardinal VanRossum, Prefetto di Propa-ganda Fide, per l’ottobre del1927, a Bergamo già da diversianni si celebrava il ConvegnoMissionario Diocesano an-nuale.

    Sabato, 23 febbraio edomenica 24, un notevoleflusso di persone ha dato vitaa questo incontro. Gli adultiche vi hanno partecipato sonostati circa 300, i ragazzi oltre1.200, accompagnati da circa300 giovani animatori e, inalcuni casi, genitori.

    “Oggi non verrà nessunoe dovremo rimandare il Con-vegno”, aveva pensato do -menica mattina alle 8.00, donGiambattista Boffi che, inqualità di direttore del Centro

    Missionario, lo aveva prepara-to fin nei minimi particolari:relatori invitati, ambientiallestiti, strumenti preparatie prenotazioni registrate. Unafitta coltre di neve ricoprivatutto il territorio della Diocesie la neve, cadendo abbon-dante, continuava ad infierirecoprendo i tetti e riempiendole strade. Ma, con non pocasorpresa, con la neve che con-tinuava a venire arrivaronoanche i primi gruppi delleparrocchie delle Valli berga-masche, dei paesi e della cit-tà.Tanta neve superatadall’entusiasmo

    Non si poteva rimandarlia casa e il Convegno ebbeluo go. Per gli adulti era l’89°,per i ragazzi il decimo, pertutti un momento importanteper verificare lo stato di salutedella mentalità missionariagenerale della Diocesi. I quasiduemila convegnisti si di -stribuirono in vari ambientiofferti dal Seminarino, dallaCuria e da diverse case reli-giose, fino a quando, pocoprima della santa Messa pre-sieduta dal Vescovo, monsi-gnor Francesco Beschi, siritrovarono tutti sotto l’ampioe antico porticato del palazzodella Ragione. Infreddoliti

    per il clima e la neve checontinuava a scendere, furonoriscaldati dalla banda musi-cale che ha risollevato gli a -nimi creando un clima di gioiaquasi surreale. Fece seguito,poco prima di mezzogiornola Celebrazione Eucaristicanella chiesa Cattedrale, cuoredella diocesi, dove il Vescovodi Bergamo fece esploderetutta la sua ammirazione ericonoscenza per i tanti parte-cipanti e consegnò il crocifissoa quattro missionari laici inprocinto di partire per le mis-sioni.Lo stupore di un Vescovo

    “Mai visto nulla di simile!”,ha esclamato monsignorGian franco Todisco, vescovodi Menfi-Rapolla-Venosa, che

    aveva tenuto la relazione agliadulti sul tema:” Chiamataalla missione, la Chiesa vive”.In qualità di responsabile delsettore missionario dellaChiesa italiana, è invitatospesso a parlare in occasionedi incontri missionari nellevarie diocesi italiane. Parti-colarmente qualificata è cer-tamente la sua testimonianzain quel giorno di neve, di en-tusiasmo, di riflessione e dipreghiera. Tutti i relatori han-no svolto il tema assegnatonel ricordo del più missionariotra tutti i Concili, il ConcilioVaticano II, il primo ad af-frontare il problema della at-tività missionaria della Chiesa,l’unico a consegnare un testosul cuore e le braccia mis-sionarie della Chiesa con il

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    Rilettura del Convegno MissionarioDiocesano con breve appendice

    Mai visto nulla di simile

    Il presente per proiettarsi in un fu-turo sempre più missionario: è la

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  • documento Ad Gentes, veramagna charta per il futuroche attende la Chiesa.La tenda del Convegno

    Se fosse venuto il cardinalMartini, purtroppo defunto,a parlare al Convegno, sa reb -be certamente partito dallaTenda del Convegno che Dioordinò a Mosè di costruire,dopo i quaranta giorni e lequaranta notti passate sulmonte Sinai. “Il Signore dissea Mosè: essi (gli Israeliti) mifaranno un santuario e ioabiterò in mezzo a loro. Io tidarò Convegno in quel luogo,io parlerò con te e ti darò imiei ordini riguardo agli is-raeliti” (Es 25,22).

    Il Signore del Sinai volleun luogo dove il suo popolosi sarebbe dato convegno persentire la voce di Dio che in-dicava la rotta da seguire neldeserto m soprattutto il cam-mino dei cuori. Un camminoche prevedeva tappe diverse:la conversione, l’ascolto dellaparola rivelata, la preghiera,l’offerta e l’adempimento dellavolontà di Dio.

    Il Convegno Missionarioè stato come una grande tendadove si è radunato il popolodella missione, ha ascoltatola Parola di Dio ed ha promes-so a Dio di seguire i suoi co-mandi.

    I relatori sono stati i por-tavoce di Dio, mentre face-vano riecheggiare le notedella sinfonia del Concilio,nel cinquantesimo anniver-sario della sua apertura permerito di un grande Papadalle radici bergamasche,Giovan ni XXIII. Si è trattatodi una nuova Pentecoste, hasegnato un balzo in avantinel cammino della Chiesa.Dopo le due guerre mondialiche avevano fatto segnare ilpasso all’impegno missio -nario della Chiesa, per ovviimotivi di spostamenti resi

    impossibili e di comuni-cazioni interrotte, GiovanniXXIII avvertì l’urgenza dellaMissione e volle che il Con-cilio la rilanciasse su tutti ifronti: quello della mobili-tazione generale all’internodella Chiesa, quello dell’an-nuncio al suo esterno equello del dialogo con tutte lealtre religioni. Fino a quandoci sarà un solo Dio, le reli-gioni non potranno che es-sere unite nell’omaggiarlodella loro fede, nel ricordarlonelle loro preghiere e nel ren-dergli testimonianza con unavita degna di chi si sente suacreatura.È comando del Signore

    Su ogni cristiano in parti-colare incombe poi il grandecomandamento di Gesù: “An-date e fate discepoli tutti ipopoli, battezzandoli nelnome del Padre, del Figlio edello Spirito Santo, insegnan-do loro ad osservare tutto ciòche vi ho comandato. Ed ecco,io sono con voi tutti i giorni,fino alla fine del mondo”(Mt28, 19.20).

    Durante il Convegno tuttihanno avvertito una partico-lare presenza del Signore cheha chiesto alla Chiesa di Ber -gamo di non cullarsi tantosugli allori di una storia pas-sata, ma di scrivere nuovepagine di storia dove la parolamissione ad gentes sia scrittaa caratteri cubitali e l’eco delcuore missionario della Chiesa

    risuoni nella liturgia, nellacatechesi, nelle parrocchie,nelle famiglie e nell’edu-cazione dei nostri Oratori. Lamissione che proietta laChiesa al di là dei suoi confini,in territori dove Gesù è ancoraun illustre sconosciuto e ilsuo Vangelo un libro ancorasigillato. Non si tratta di unoptional, ma fa parte del Dnadella Chiesa: se la Chiesa nonè missionaria non può dirsila Chiesa di Gesù, ma soloun aborto di Chiesa, senzavita, senza volto, senza per-sonalità.L’agenda di Papa Francesco

    Oggi, dopo duemila annidi Cristianesimo, sono oltrequattro miliardi coloro chenon conoscono ancora Gesù.Questo è il primo e più grandeproblema di Papa Francesco.Il secondo grande problemache attende il nuovo Papa èla difesa e la conservazionedelle fede nelle nazioni di an-tiche radici cristiane che mi-nacciano di vederla diminuire.Il terzo grande problema diPapa Bergoglio è la santitàdelle persone che, nellaChiesa, occupano posti di par-ticolare responsabilità: car-dinali, vescovi, sacerdoti, re-ligiosi e religiose. Troppi sonocaduti nella trappola di con-siderare problemi prioritariquello dello Ior, oppure deiVatileaks o della pedofilia. Sitratta di pochi soldi, pochecarte e pochi casi recenti. Cer-

    tamente si tratta di problemi,ma non occorre il cervello diS. Agostino per rendersi con-to che non sono certamentené i primi né i più importanti.Solo giornalisti miopi possonoindicarli come problemi primie prioritari.

    Papa Francesco sa beneche Dio vuole ancora averebisogno degli uomini, comericordava anche il titolo di unosplendido film, alcuni anni fa.Lo aveva chiaramente ricorda-to, nel 1943, la grande enciclicasulla Chiesa di Pio XII, la My -stici Corporis con delle paroleche, se ben ponderate, fannotremare davvero i polsi: “ Mi -stero certamente tremendo nèmai sufficientemente medita-to: che cioè la salvezza di moltidipenda dalle preghiere e dallevolontarie mortificazioni, aquesto scopo intraprese, dallemembra del mistico corpo diGesù Cristo, e dalla coope -razione dei Pastori e dei fedeli,specialmente dei padri e dellemadri di famiglia, in collabo-razione con il divin Salvatore”.

    “Chi ha creato il mondosenza di te, non vuole salvarlosenza di te”, ricordava il geniodi S. Agostino.

    Al termine della nostravita, ricordava il grande mi -stico San Giovanni dellaCroce, saremo giudicati sul-l’amore. E missione è amore.Se non c’è amore non c’è nep-pure la missione.

    p. Giuseppe Rinaldimissionario saveriano

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  • La nostra partecipazione alconvegno missionario dioce-sano, giunto alla sua 89-esimaedizione, è stata domenica 24febbraio con partenza da Ternoverso le 8 e mezza di quel mattinoimbiancato dalla neve, in duepullman tra ragazzi del catechi -smo e genitori.

    Non avevamo chiaro cosa ciattendesse, solo pensavamo aduna giornata per ascoltare e ma-gari portare a casa qualcosa.Siamo giunti a Bergamo, all’ora-torio della cattedrale noto comeSeminarino di Città Alta. Ci hastupito la grande folla di una ses-santina di parrocchie della nostradiocesi presenti al convegno.

    La giornata per noi genitoriè iniziata in auditorium ad a -scoltare mons. Gianfranco Todis-co, alla presenza di circa 300persone. Con riferimento al doc-umento “ad gentes”, il decretodel Concilio Vaticano II promul-gato da papa Paolo VI nel 1965sulla attività missionaria dellaChiesa, il vescovo Todisco ha il-lustrato i caratteri essenziali dellamissionarietà, iniziata con gliapostoli quando si sono scrollatidi dosso la paura e sono uscitiallo scoperto per annunciareGesù,il vero fine della fede cris-tiana.

    Abbiamo sentito del Concilioteso a portare la Chiesa nel mon-do e non più separata dal mondo,dell’allora giovane JosephRatzinger nominato perito delConcilio, della “missione” essen-ziale non solo in paesi a noi lon-tani ma nei nostri stessi luoghi,del mondo cristiano che necessitadi ri-cristianizzazione poiché spes-so vive come se Dio non ci fosse,di rimettere Cristo al centro dellaChiesa come dalla nota esor-tazione di papa Giovanni PaoloII “spalancate le porte a Cristo”,

    del missionario che è in ogni bat-tezzato, dell’importanza che ilVangelo sia in un linguaggio chei giovani possono comprenderee di una pastorale che non bastasia tesa alla conservazione dellafede ma che serve missionaria.Le stesse visite di papa GiovanniXXIII in ospedale, in carcere e aLoreto e Assisi sono emblem-atiche di una Chiesa che ha sentitola necessità di uscire dal suo am-bito e farsi missionaria.

    Finito l’incontro, a piedi cisiamo spostati in piazza Vecchia,accolti lì dalla banda e da uncaloroso benvenuto del vescovoFrancesco. In un braciere gestitodagli Alpini ciascun gruppo par-rocchiale ha bruciato un sacchettocoi foglietti dei pensieri personaliscritti nella mattinata.

    Momento centrale della gior-nata è stata poi la santa messain cattedrale concelebrata dalvescovo e altri sacerdoti, con tantiragazzi accalcati perfino intornoall’altare. Di particolare efficaciae` stata l’omelia in cui il vescovoha illustrato tre immagini che glisono rimaste del Concilio: unaChiesa diventata candida, biancacome la neve (e il paragone venivada sè vista la giornata), comeGesù sul monte Tabor, spuntopreso dal brano di Vangelo dellatrasfigurazione ascoltato nellamessa; le mani alzate, tese a Dio,e poi abbassate per stringerle atutti gli uomini.Anche qui uno spunto è venutoproprio da questo gesto che ave-vamo fatto tutti all’offertorio:missione è aprire il cuore a tuttoil mondo, lontano o vicino. Cias-cuno di noi può e deve esseremissionario nella sua quotidianasemplicità. Una bambina lo è sta-ta per il nostro stesso vescovo...semplicemente lei credeva inGesù; aprire il cuore a tutto il

    mondo, per noi il dono della mis-sione in Bolivia.

    Dopo la messa, la consegnadella croce a quattro giovani chepartiranno per la missione in Bo-livia e la distribuzione di una pic-cola sorpresa ai ragazzi dei fi -schietti che a dire il vero sonoandati a ruba anche tra i grandi,siamo tornati al Seminarino peril pranzo al sacco in gruppi sparsiper le varie aule.

    Il pomeriggio dei genitori,ancora separati dai ragazzi chehanno svolto altre attività, ètrascorso ancora in auditoriumad ascoltare prima don Carlo Tar-tari sulla situazione dei giovani,oggi in rapida e continuaevoluzione, sulla consolidatatradizione degli oratori nella nos-tra terra e su vari temi di attualitàquali il fenomeno dell’allontana-mento dopo-cresima, l’adolescen-za che viene lasciata allungarespostando in là il “divenire adulti”,la secolarizzazione come diffusapresunzione dell’uomo di bastarea sè nell’illusione di poter sop-primere il bisogno di Dio, il plu-ralismo religioso e le difficoltànell’accettare chi è diverso, lapossibilità oggi di avere tutte lerisposte ma per contro l’incapa -cità di porci domande significa-tive... Particolare risalto è statodato però all’incredibile risorsache i giovani sono, con quelleloro potenzialità da valorizzarecon piena convinzione e le lorocapacità anche come evangeliz-

    zatori di altri giovani nella natu-ralezza del rapporto con un altroche “è uno come me...”

    Ha concluso il nostro incontrodon Giambattista Boffi con il“raccontare la missione airagazzi”, contestando le comuniquanto fuorvianti mormorazionisui giovani che: “non ci seguono”e rimarcando anzitutto la fiduciache va riposta in essi e nelle lorostraordinarie capacità, con-sapevoli che sanno essere nondei piccoli cristiani, ma dei “vericristiani”. Serve educare al dialogonella verità. Ai bambini ed airagazzi va mostrata la bellezzadella fede, educando all’annuncioe facendo comprendere che ilcentro di questo annuncio è Gesù.La fede è un dono che aiuta acapire il valore vero della vita eparticolare rilevanza ha avutonell’esposizione il prendersi curadella vita anche nelle sue formepiù deboli. In sintesi, l’animazionemissionaria porta, offre, comunicail valore della vita e lo fa attra-verso il vangelo.

    Alla fine della giornata siamorientrati a Terno coi pullman epoco dopo le 5 di sera eravamoin paese.

    Cosa sento di aver portato acasa io? Direi l’immagine di unaChiesa capace di accettare la suasfida di oggi: vivere nel mondo,parlare il linguaggio della gente,ma sempre rimanendo salda nelSignore.

    Roberto Selle

    Genitori e ragazzi coinvolti dall’esperienza missionaria

    Una giornata al convegno missionario

    diocesanoCronaca e puntualizzazioni

    per fare tesoro di un’esperienza

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  • Già il titolo con le sue sot-tolineature apre il cuorealla gioia della missione e quin-di a quella fraternità che èpropria a chi ha mani pienedi Vangelo.

    Ascoltando le testimo -nianze dei vari oratori in lineacon la lettera di Paolo a Ti -moteo calata nell’esperienzadi Giovanni XXIII sono emersialcuni punti che diventano pi-lastri nella nostra vita di mis-sionari ad intra e ad extra.

    Come possiamo essere indialogo con gli altri se noncondividendo il bene ricevutoda altri, se non spezzando ilpane che siamo diventati, senon aprendo le mani piene diVangelo?Con molta umiltà abbiamoricevuto con altrettanta umiltàcerchiamo di dare, perché solocosì siamo credibili e possiamofar dialogare la nostra vita conla fede, seminando fiducia eacquisendo pace.

    Penso che la fraternità ab-bia questa base e ci permettadi incontrare il mondo in sem-plicità come è stato per le varietestimonianze che ci sono stateregalate, da Francesco a Mons.Malvestiti, da don Tartari aiVescovi, Francesco e Gian-franco fino a don Giambattistacui va un grazie particolareper averci regalato questo con-vegno.

    Cinzia

    L’annuncio del ConvegnoMissionario Diocesanonel dolce: “Fratelli nella gioiadella missione! Le mani pienedi Vangelo” ci aveva subitoscaldato il cuore nel desideriodi incontrare tanti fratelli percondividere momenti forti diverifica per la nostra fede edi crescita nell’amore versoDio ed il mondo.

    Raccogliendo il messaggiodi Paolo nella lettera a Timo-teo (2 Tm. 3,10-16) e cercandodi rendere operante il dialogofra fede e vita, la nostra at-tenzione va alla Chiesa delSignore di cui il convegno èstato il grande evento.In questo e ad accogliere nuo-vamente la proposta “adgentes” ci ha aiutato il giovaneFrancesco Salvador offrendociuna ricca e profonda medi-tazione aiutandoci a cogliereancora una volta il valore ela bellezza del Concilio Vati-cano II.

    Con chiarezza e semplicitàci ha ricordato che Paolo parlaa ciascuno di noi e che nellafede nessuno è solo: fede cheva vissuta nelle due dimen-sioni del sorriso e dellelacrime. È quindi necessarioessere forti, ma nello stessotempo anche docili, perchéla docilità ci mette nelle manidi Dio che, nel suo grandeamore, accoglie sempre chisi abbandona a Lui con umiltà

    e fiducia.Francesco ho dipinto la

    fede come la chiave che apretre porte: la prima ci immettecol Battesimo in rapporto conDio; la seconda ci fa incon-trare lo Parola di Dio, letta emeditata alla luce della fedein Gesù; la terza apre al do-mani attraverso la speranza:virtù difficile, ma consolanteverso la salvezza.

    Con la neve che cadevaabbondante, le strade sci -volose, il freddo, ma con lafestosità di 1200 ragazzi, ilConvegno ci ha riempiti tuttidella gioia di essere fratellinella missione.Un grazie riconoscente aquanti hanno collaborato al-l’ottima riuscita dell’interagiornata.

    Anna e Donata

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    Fratelli nella gioia della missione

    Dal cuore durante e dopo il ConvegnoLe mani piene di VangeloM

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  • Domenica 24 febbraio nel-la suggestiva cornice diCittà Alta imbiancata dallaneve, si è svolto l’annuale ap-puntamento con il “ConvegnoMissionario Ragazzi”. Que -st’anno il tema del convegnoera incentrato sul ConcilioVaticano e sulla figura di PapaGiovanni XXIII.

    I ragazzi che hanno parte-cipato sono stati circa 1200provenienti da molti paesidella nostra diocesi.

    Personalmente ho avutoil compito e l’onore di seguiree animare la giornata di ungruppo di bambini di 4a e 5aelementare provenienti dalleparrocchie di Città Alta, Ra -nica e Negrone di Scanzo.

    La mattina, dopo l’ac-coglienza dei ragazzi e la sud-divisione nei vari gruppi, airagazzi è stato mostrato unvideo con alcune immaginidel Concilio e di Papa Gio-vanni, dopodiché hanno as-coltato la testimonianza dipadre Giuseppe Rinaldi cheha parlato loro di vari argo-menti, toccando il Concilio,la figura di papa Giovanni el’ impegno missionario di sa -cerdoti e laici.

    Momento clou e ricco disignificato la celebrazione eu-caristica in cattedrale pre-sieduta dal nostro vescovo,mons. Francesco.

    Un momento davvero in-tenso di preghiera, raccogli-mento e anche di “festa”.

    Dopo l’obbligatoria pausa peril pranzo, i ragazzi sono staticoinvolti da noi animatori invari giochi di gruppo che han-no avuto un grande successoe che hanno coinvolto ancheil sottoscritto in veste di giudiceimparziale o quasi. Al terminedei giochi c’è stato il momentodella preghiera e dei saluti.

    Vedere tutti questi bam-bini felici e sorridenti, matristi per la giornata già finita,credo sia il premio miglioreper aver dedicato loro unagiornata, sapendo di avergliregalato momenti di felicità,spensieratezza e missionarie -tà, perché credo che anchequesta sia vita missionaria.

    I ringraziamenti e gli ab-bracci dei bambini al momen-to di salutarci penso sianodavvero un dono speciale,perché sinceri e spontanei.Un grazie particolare a donGiambattista e a tutto lo“staff” che ha preparato conentusiasmo e grande impegnol’ evento e per il compito chemi hanno affidato, sperandodi averlo svolto nel miglioredei modi.

    Infine, un arrivederci al-l’anno prossimo!

    Roberto Vecchi

    Perché fai l’animatrice?Perché è il gioco più bellodel mondo.

    Così ho risposto quandomi hanno rivolto questa do-manda e credo che il Con-

    vegno Missionario tenutosiin una giornata di neve perle vie di Città Alta possa spie -gare bene che cosa significhimettersi in gioco e stare coni ragazzi che vogliono soloche tu per un giorno non pensiche a loro, così come sei conle tue qualità, le tue paure, iltuo modo di essere!

    Che cosa è rimasto di unabella giornata dove la neveha contribuito a far nasceredolci sorrisi sulle nostre lab-bra? Rimangono i volti di tantiragazzi sorpresi da come inpoco tempo tutti erano partedi un’unica grande famiglia,rimane la bellezza dei ricordicon il Concilio e le frasi di unuomo, come papa Giovanniche, con la sua bontà, ha cam-biato la storia della Chiesa.

    Rimane il ricordo di tuttigli animatori che in un modoo nell’altro hanno dato il

    meglio per rendere più ac-cogliente luoghi che, senzala voglia di sporcarsi le mani,non sarebbero stati tali.

    In un giorno solo il mondoè stato ricordato fra testimo-nianze di chi ha vissuto ilConcilio, di chi è partito perun’esperienza missionaria ene è tornato più ricco di primae di chi si è lasciato coinvol-gere dai volti che hanno fattoil Convegno semplicementemettendosi in gioco perchécome ogni gioco, ha le sueregole da rispettare e la suapartita da giocare ora!

    Ecco perché fare l’anima-tore è il gioco più bello delmondo sei chiamato a esserciin quel momento, in quellarelazione che stai instaurandocon le sue regole, con le sueprove con le sue fatiche, passodopo passo…

    Sara Nicoli

    marzo - aprile 2013il sassolino nella scarpa

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    L’esperienza di due giovani impegnati con i più piccoli

    Animatoridoc!

    Quando regalare il tempo aiuta a crescere

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  • Domenica ho rivisto unaparte di quella Chiesache ho vissuto l’estate scorsain Bolivia. Vedere una comu-nità in cui ci si muove, ci siadopera e ci si confronta perstare insieme costruendo peril futuro mi rende più felice esereno.

    Sentirsi a casa in luoghimai visti anche con personeconosciute il giorno stesso mirende più forte e mi da slancionella vita quotidiana.Grazie e buona giornata...

    Giuseppe Masper

    Per il terzo anno consecu-tivo ho partecipato al Con-vegno Missionario Diocesano.Quest’anno è sembrato avereun “sapore particolare” forseperché da qualche giorno era

    giunta la notizia delle dimis-sioni di papa Benedetto XVIe, perché il convegno stessoera l’occasione per ricor-

    dare il 50° an-niversario del-

    l’inizio delConcilio e il“nostro” PapaG i o v a n n i

    XXIII. Sarà pure

    una coinci-denza o unsegno del des-tino, ma i fattitanti distantinel tempo

    quanto ravvicinati per quellospirito di missionarietà cheentrambi, in momenti e con-testi diversi, hanno saputotrasmetterci mi hanno coin-volto.

    Papa Giovanni XXIIIseppe aprire le porte dellaChiesa al mondo intero e in-distintamente, mentre Bene -detto XVI con il suo umilegesto è come se ci spronassea proseguire con coraggio efede in quel cammino avviatocon il Concilio EcumenicoVaticano II.

    La presenza di numerosibambini e adulti a questo in-contro, nonostante la copiosanevicata, tra l’altro ottimacornice, ha dimostrato quantosia ancora viva e radicata laChiesa nel nostro territorio.

    La consegna delle quattrocroci a nuovi missionari è,forse, l’esempio più rappre-sentativo di tutta la giornata:un esempio di apertura eunione con il resto delmondo.

    Pierpaolo

    Barzizza

    Noi dellaparroc-chia di Bol-gare ab-b i a m oparteci-pato per la prima volta al con-vegno diocesano. Eravamopresenti con 16 ragazzi. Se-condo noi è una iniziativameritevole, che và portataavanti con coraggio e buonavolontà. La riflessione e testimonianzasul Beato Giovanni XXIII èsempre fonte di gioia. Le pa-role del Vescovo molto coin-volgenti. La celebrazione Eu-caristica con i vari gesti dellemani alzate molto partecipatae significativa. La neve ci hatenuto compagnia tutto ilgiorno con il suo candore.Grazie.

    Caterina

    1200ragazzi prove -nienti da più di60 parrocchie della diocesihanno vissuto il loro Conveg-no, accanto agli adulti, guidatida un gruppo di animatori.Lo Spirito Santo ancora unavolta ha agito con la sua forzaimmensa!

    Per le strade di Città Alta,in una atmosfera magica nelbiancore della neve che hafatto diventare perfetta questagiornata, una lunga fila diragazzi gioiosi e festanti si èmossa verso la Cattedrale, èstata accolta dal Vescovo edha preso posto nella Catte-drale per la celebrazione Eu-caristica.

    Bravissimi ragazzi! Atten-

    zione, silenzio, preghiera, canti.Quante emozioni in questeore di ascolto e di fraternità!Signore come ti ho sentito vi-cino in questi due giorni! Gra-zie!

    Adriana Manenti

    Il Convegno di domenica èstata una bellissima espe-rienza che a mio parere laneve ha soltanto arricchito diuna scenografia stupenda.

    I ragazzi e i loro accom-pagnatori sono stati contentinonostante le difficoltà orga-nizzative, e personalmentevedere tutti quei bambini eragazzi radunati ad ascoltareil messaggio di missionarietàche il concilio ci ha lasciatomi ha davvero reso felice, an-che perché il lavoro nei gruppicon i ragazzi da sempre “centovolte tanto” rispetto alla faticafatta per organizzare.

    Il tema di quest’anno poimi è piaciuto particolarmente:credo che nel Concilio ci siaun messaggio forte che non èancora arrivato e stato messoin pratica in tutta la Chiesa,per questo va tenuto semprepresente ricordandoci chequesto messaggio, che compieormai 50 anni, oggi è attualis-simo.

    Un grazie particolare atutti voi che lavorate ognigiorno!

    Marco Giardini

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    Sentirsi protagonisti e condividererespirando la missione

    Due grandidoni: il Concilioe papa GiovanniIl bello di raccontarsi

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  • Domenica siamo andati a Ber -gamo al Convegno mission-ario. Mi è piaciuta la messa conil Vescovo, sono stata felice so-prattutto durante la messa, perchéabbiamo cantato , fatto la comu-nione e fischiato. Federica

    Domenica 24 febbraio noiclasse di quarta siamo an-dati al Convegno missionario diBergamo. Per arrivarci abbiamousato il treno e il bus. Arrivatidestinazione siamo andati in unaula dove abbiamo visto un videosu Papa Giovanni XXIII che haindetto il Concilio Vaticano II.Poi siamo andati a messa colvescovo. Anche la messa è duratamolto, mi sono divertita a fare igesti proposti, a fischiare con ilfischietto che ci hanno regalato.

    Finita messa siamo tornatiall’oratorio e abbiamo giocato.

    Sara

    Domenica con il treno siamoandati a un convegno mis-sionario in città alta. Arrivati ab-biamo visto il filmato di papaGiovanni e abbiamo ascoltato unatestimonianza. Poi siamo andatiin Duomo e partecipato alla messadel Vescovo. A me sono piaciuti icanti, quando abbiamo fischiatoe i preti ci hanno dato la manoallo scambio di pace.

    È stata una giornata indimen-ticabile. Maichol

    La domenica 24 febbraio ab-biamo preso il treno e siamoandati a Bergamo. Siamo entrati

    in aula con altri bambini e ab -biamo visto il video su Papa Gio-vanni e il concilio. Siamo andatiin duomo e abbiamo assistitoalla messa del vescovo. Dellamessa mi è piaciuto quando ipreti sono entrati in processionee quando abbiamo scambiato ilsegno della pace con alcuni diloro. Alla fine della messa ab -biamo fischiato tutti insieme.

    Elisa

    Ciò che mi è piaciuto è statoquando sono andata a Ber -gamo con il treno, poi mi sonoemozionata e ho visto il vescovoche ho ascoltato attentamente. Ilduomo era grandissimo. Abbiamoanche cantato e fatto tanti beigesti. Mi sono divertita tantissimo.

    Al ritorno c’era un treno bel-lissimo. Fernanda

    Ame è piaciuto quando ab -biamo fischiato in chiesa. Poici siamo incamminati verso lastazione dei tremi per andare acasa e abbiamo preso un trenoche non va veloce.

    Hulio

    Domenica 24 febbraio il nostrogruppo di quarta elementareè andato al convegno missionarioa Bergamo. Alla mattina siamopartiti e siamo andati in treno.Io sono andata con mia sorellagemella e mio papà.

    Quando siamo arrivati ab -biamo visto un filmato che parlavadi papa Giovanni XXIII e abbiamoascoltato una testimonianza.

    Quando ho visto il papa, ho trova-to un emozione grandissima, per-ché era la prima volta lo vedevo.

    Giulia

    Domenica siamo andati aBergamo in città alta con iltreno, per andare al Seminarinocon il pullman e poi a piedi. Era -vamo 1231 bambini ed eravamodivisi in aule, abbiamo visto ilfilm su papa Giovanni.

    Poi siamo andati alla messa.A me è piaciuto molto perchè eramolto bella e c’era il vescovo contanti preti di molti paesi. Allafine della messa ci hanno datoun fischietto che era bellissimosuonarlo. Su questo fischiettoc’era un segno di un animale.Poi siamo andati in aula con glialtri bambini per il pranzo alsacco. Abbiamo giocato, ma igiochi non erano molto belli.Dopo ce ne siamo andati a piedifino alla stazione per prendere iltreno del ritorno. Leonardo

    La cosa che mi è rimasta inmente della gita a Bergamosono stati i giochi. Ne abbiamofatti tantissimi: il cruciverba, iltelefono senza fili … il mio prefe -rito è stato il cruciverba. Mi èpiaciuto tantissimo perché ho po-tuto stare con i miei compagni ealtri bambini di altri oratori.

    Manuela

    La cosa che mi è piaciuta dipiù quando siamo andati aBergamo è stata stare con mieicompagni e vedere milleduecentobambini che giocavano insieme.Anche durante la messa con ilvescovo in duomo è stato bellis-simo. Il duomo mi sembrava unpo’ come la chiesa di Villasolacon le colonne ondulate e gli an-geli di marmo che portavanocorone.

    È stata una giornata me -ravigliosa, grazie!

    Aurora

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    Lasciamo spazio al racconto dei ragazzi

    Piccoligrandi

    missionariEmozioni, sorrisi,

    valutazioni e simpatia Mis

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    Hanno scritto i bambini dell’unità pastorale di Cisano Bergamasco:

  • Ecco le risposte:1) Il dialogo con il Vescovo. Una

    persona così importante haricordato quando aveva laloro stessa età ed ha raccon-tato la nascita della sua vo-cazione-missione forse at-tratta anche dal fascino, sus-citato in lui ragazzo, della ce-rimonia di apertura del Con-cilio con un Papa GiovanniXXIII anziano ma tanto in-novatore, umile e soprattuttovicino alla gente: è uscito dalVaticano per accarezzare ibambini malati dell’ospedalee per rincuorare di persona icarcerati di Roma. I nostri ragazzi hanno sentitoquesta vicinanza del nostroVescovo, che ci ha accoltonella sua casa, la Curia, hannocompreso le sue parole di in-coraggiamento a non aververgogna di parlare di Gesùa scuola, in famiglia, negliambienti da loro frequentatie cercare di vivere soprattuttocome lui ci ha insegnato.Ecco come anche un bambinopuò essere missionario oggi!

    2) La Messa in cattedrale contutti i ragazzi della diocesi.Una chiesa così grande pienadi ragazzi e non solo diGrumello! (….c’erano addirit-tura quelli di Bagnatica….).Una Messa fatta di canti,gesti, riflessioni nuove con-divise con ragazzi di diversaprovenienza.

    I nostri ragazzi hanno co -minciato a vedere che il lorovivere da cristiani non ter-mina nel territorio di Grumel-lo, ma può essere condivisocon una comunità più grandecome può essere, per ora,una diocesi.

    3) Il gioco finale fatto di corsenel grande corridoio dellaCuria è piaciuto un sacco ainostri ragazzi che, prima timi-di e poi sempre più compe -titivi, ce l’hanno messa tuttaper rispondere al quiz pro-posto dal nostro amico Diegosul Concilio, i nostri Papi, lemissioni bergamasche nelmondo. Un bel ripasso ancheper noi adulti con tante risate.

    I ragazzi di GrumelloNonostante la forte nevicata,

    una valanga di persone, adulti eragazzi, si è presentata lungo viaTassis per raggiungere il Semi-narino e dare inizio al 10° Con-vegno Missionario DiocesanoRagazzi. Dopo l’assegnazione deiluoghi di destinazione ogni grup-po è partito per il luogo asse -gnato, noi “ folto” gruppo di CittàAlta eravamo in compagnia dellaparrocchia di Ranica e Negrone,ci siamo recati dalle suore delSacro Cuore in via Donizetti.

    Una volta arrivati ci siamodivisi nei due spazi a nostra di -sposizione , dopo aver visionatoun filmato sul Beato Papa Gio-vanni 23° e ascoltato la testimo-nianza di un Padre missionario

    i ragazzi hanno ricevuto in donoun braccialetto di stoffa coloratapreparato dai ragazzi del carcereminorile in Bolivia e sono statiinvitati a scrivere su un fogliettoun pensiero, una frase tratta daquello che avevano appena visto.

    Questi fogli poi sarebberostati tutti raggruppati e portatifuori dal Duomo prima dellaMessa e bruciati nel braciereallestito all’occorrenza…

    Prima delle 11.00 ci siamopreparati per andare alla SantaMessa in Duomo con il Vescovo,una volta arrivati, una bandamusicale ha cominciato asuonare, abbiamo assistito alRito del braciere e poi ci siamodisposti in chiesa, noi siamo salitisull’Altare.

    Il momento più emozionanteè stato in cui il Vescovo ha chiestoa tutti di alzare le braccia al cielorivolti verso la porta e piano,pia no dovevamo girarci versol’Altare.

    Abbiamo avuto il privilegiodi ricevere la Comunione e laPace direttamente dal nostro

    Vescovo Francesco.Alla fine ci è stato consegnato

    il simbolo scelto per quest’annoper testimoniare la nostra Mis-sione: un fischietto di legno.Dopo che il Vescovo ha comin-ciato a fischiare, nel Duomo si èlevato un eco assordante di fi -schietti.

    Ritornati dalle suore abbiamoconsumato il nostro pranzo alsacco e poi ai ragazzi è stato con-segnato un questionario e uncruciverba sul Concilio VaticanoII.

    Alle 15.30 ci siamo recati alSeminarino, abbiamo riempitoil chiostro all’inverosimile , ancheai piani alti, e abbiamo recitatouna preghiera tutti insieme!

    Ogni gruppo poi ha ricevutoun pacchetto di cartoline con la“Preghiera del Missionario” daportare nella propria Parrocchia.

    Questa esperienza è stataMERAVIGLIOSA, siamo carichiper una nuova missione nel-l’annuncio del Vangelo a tutto ilpopolo della Chiesa !

    Valeria

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    Abbiamochiesto airagazzi diGrumelloche cosa piùli ha colpitidella giornata,bianca dineve,trascorsa inCittà Alta aBergamo per il Convegnomissionarioragazzi

  • Noi ragazzi di prima mediaper la prima volta abbiamopartecipato con le nostre cate-chiste al Convegno Missionariodel 24 febbraio 2013.

    È stata un’ esperienza vera-mente bella, perchè abbiamoconfrontato con ragazzi di pa -rrocchie diverse le attività svoltenei nostri oratori con gli anima-tori Simone ed Ilaria.

    Jessica e Giulia

    La Messa è stata molto ani-mata, ma allo stesso tempoistruttiva. Abbiamo assistito allaconsegna del crocifisso missio-nario a quattro giovani che par-tiranno per una missione in Bo-livia.

    Serena e Claudia

    Ci hanno colpito le parole delvescovo che ha invitato noiragazzi ad essere missionari tuttii giorni nella nostra vita

    Noemi e Mattia

    Più volte abbiamo alzato lemani durante la Santa Messa,prima per invocare il perdono,poi per offrire I doni della terrae infine le abbiamo tese per ri-cevere l’Eucarestia.

    Mauro, Daniel e Mattia

    Èstato bello vedere la gioiacon cui i ragazzi entravanoin Chiesa tutti insieme e assiste-vano alla Messa con molta par-tecipazione.

    Martina

    Grazie alla mia collega cate-chista Renata ho potuto con-dividere l’esperienza del Con-vegno Missionario insieme ai no-stri ragazzi della catechesi.

    Nel Convegno Adulti è statospiegato come educare i ragazzialla missionarietà e come rap-portarsi con i ragazzi nelle nostreesperienze di fede.

    La catechista Enrica

    Noi ragazzi di Zandobbio diprima e seconda media, do-menica 24 febbraio2013, siamoandati al convegno missionariodiocesano ragazzi che si è svoltoin Città Alta, al Seminarino.

    Ci è piaciuto tanto quandouna suora ci ha portato la suatestimonianza e ci ha parlato delConcilio Vaticano Ecumenico 2.

    Suor Isidora è in missioneda 38 anni in Brasile, lei ci haspiegato che con il Concilio siamopassati dall’andare in chiesa al-l’essere Chiesa. Questo è statomolto interessante e ci ha aiutatoa capire meglio il significato delConcilio.

    Poi ci ha chiesto di scriverele parole che ci sono rimaste im-presse della sua testimonianza edel video che abbiamo visto, so-pra dei foglietti colorati, dopo diche, in Piazza Vecchia abbiamovissuto un momento molto si-gnificativo insieme al Vescovo,quando ha bruciato le nostre pa-role. Ci è piaciuta la canzone chela suora ci ha fatto cantare inportoghese.

    La Santa Messa è stata vissutain modo molto significativo, no-nostante alcuni disagi legati allo

    spazio, i gesti e i canti ci sonopiaciuti moltissimo.

    I giochi sono stati molto di-vertenti ma quello che ci è pia-ciuto di più è stato quello con le

    definizioni.Ringraziamo tutte le persone

    che in questa occasione ci hannofatto divertire…

    I ragazzi della catechesi di Zandobbio

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    Alcuni pensierisul ConvegnoMissionario dai ragazzi di San GiovanniBianco

  • Con il Convegno Missionariodel 23-24 febbraio 2013, laChiesa di Bergamo ci è apparsauna Chiesa viva, una Chiesa gio-vane, una Chiesa capace di sfidareil nostro tempo difficile, pienodi contraddizioni, un tempo incui gran parte del popolo di Diocammina nel deserto di una fedeinsignificante, e chiede acqua,e chiede pane, incapace di ri-conoscere il Dio sempre presenteche precede e accompagna i suoipassi verso una terra dove si ce -lebra una vita nuova, una vita diverità, di giustizia e di libertà.

    Il Convegno è stato unagrande opportunità per cantarela bellezza e la forza del nostrocredere nella persona e nel Van-gelo di Cristo Gesù e per renderemanifesta la gioia di un annuncioche sa andare oltre i propri con-fini.

    Stretti attorno al nostroVescovo Francesco, primo Mis-sionario della Chiesa di Bergamo,guida sicura verso “la porta dellafede”, ci siamo sentiti trasportare,insieme alla marea dei ragazzi edei giovani partecipanti, dall’en-tusiasmo e dal desiderio di var-care i muri della Chiesa Catte-

    drale e tutti i muri del vivereumano e sociale per rivolgercial mondo intero con “le mani eil cuore pieni di Vangelo”.

    I quattro giovani, testimonicoraggiosi, che hanno ricevutoil mandato di portare in Boliviail messaggio della Salvezza, cihanno fatto sentire “uno conloro” felici di poter dire a tutti eovunque che il nostro Dio è ilDio dell’amore, della compas-sione e della fedeltà e vuole of-frire, a tutti e ad ognuno, la SuaFelicità.

    Approfittiamo per dire ungrazie di cuore a Don Giambat-tista per l’ottima organizzazionedel Convegno, brillantementeriuscito nonostante il disagio del-la neve; grazie, per l’entusiasmocon cui ha condotto e animato;grazie per averci donato l’occa-sione di portare a casa un cuorepiù ricco di stimoli e di con-vinzioni importanti per la for-mazione e la testimonianza diuna vera missionarietà.

    Gruppo missionario

    di Calolziocorte

    Città Alta bianca di neve è unincanto che rimarrà nel cuore

    e negli occhi miei e di tutti quelli,ed eravamo davvero tanti, pre-senti domenica 24 febbraio alconvegno missionario diocesano2013.

    Si respirava un’aria di festatra le stradine di città alta pienedi gente, di bambini vocianti edelettrizzati dalla neve…

    La celebrazione della SantaMessa nel duomo di Sant’Ales-sandro con il nostro vescovoFrancesco è stata il centro vivodi questa giornata davvero spe-ciale!Tre i segni richiamati dal nostrovescovo durante l’omelia: la nevenello stupore per la bellezza dellacittà imbiancata, resa candida epura proprio come il Concilioper la Chiesa; le nostre mani al-zate verso il Signore, a implorarei suoi doni, a implorare la pacema anche ad offrire a Lui la no-stra voglia di cambiare il mondo;lo sguardo verso le pareti dellachiesa per superarle, quasi fos-sero trasparenti e permettercicosì di allargare il nostro cuorea tutti, non solo ai vicini o allachiesa, ma a tutta l’umanità.

    Giusy,

    mamma di Foppenico

    Il Convegno Missionario,come ogni anno, è la piùgrande occasione di ritrovo permoltissimi.

    Quest’anno, in quel di Ber -gamo, neppure la neve ha fer-mato 1200 ragazzi venuti da piùdi 60 parrocchie diverse (tra cuii disperati di prima media diFoppenico, la mia parrocchia...).

    Tra le stradine di Città Alta,abbiamo accompagnato piccoligruppi di ragazzi, portando an-che in spalletta chi aveva lestampelle, durante la testimo-nianza della mattinata, alla mes-sa con il Vescovo e nei giochidel pomeriggio. Con la vogliadi divertirsi, di ascoltare qual-cosa di nuovo e di stare insiemeagli altri, abbiamo creato fratel-lanza ed unione, come ci ha in-segnato Papa Giovanni XXIIIcon il Concilio Ecumenico Va -ticano II.

    Quando ripenserò a questaesperienza ricorderò i sorrisi e ivolti dei ragazzi negli occhi, ilsuono dei fischietti (simbolodella giornata) nelle orecchie ela gioia di stare insieme nelcuore.

    Letizia

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    Coinvolti accompagnatori, genitori, animatori

    È stata un’esperienzadi gioiaDallo spazio del racconto il polso di una giornata indimenticabile

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  • Sono consapevole della dif-ficoltà nel rendere esplicitele emozioni che ho provatorecandomi a visitare la mis-sione a Cuba, ma vorreiprovare a renderVi partecipi.

    Il mio percorso è iniziatoa Marzo, stavo attraversandoun periodo particolare dellamia vita… poi, nel momentopiù buio, sono nate in me lafermezza e la determinazionedi voler realizzare un desiderioche covavo già da anni:conoscere ed integrarmi inun mondo semplice allariscoperta di valori puri.Desideravo recuperare la miaautostima per assaporare unpoco di serenità.

    Non è stato facile rivol-germi al Centro MissionarioDiocesano anche se dista solo1 Km da casa. Più volte nellamia vita per situazioni diverseho avuto la sensazione di es-sere allontanata dalla Chiesa,ma grazie a don Giambattistaprima, e ai sacerdoti missio -nari poi, ho capito che esistechi sa ascoltare senza giudi-care.

    Così il 29 luglio sono en-trata a far parte per un breveperiodo di tempo (un mese)della missione di Baracoa che,oltre alla catechesi e a diversimomenti d’impegno pa -storale, offre a bambini e gio-vani momenti comunitari ericreativi.

    Ho riscoperto la cordialitàunendomi a questi giovanisemplici, diretti, spontanei,non condizionati dalle sovra -strutture che lo stile di vitanella nostra società ci impone.Non ho avuto paura deipregiudizi e, nonostante lamia non più giovane età, hogiocato con loro in spiaggia,in mare, a ping-pong.

    Accompagnando i Padriper ore su strade accidentatein macchina, a piedi, e ahimèanche a cavallo ho conosciutocomunità riunite per l’ascoltodella Parola del Signore; sor-prendente era l’accoglienzasimpatica e generosa di donnee bambini in compagnia dimaialini e galline in case dilegno ricoperte da lamiera oda foglie di palma.

    Ho conosciuto un granderispetto per la Chiesa soprat-tutto grazie ai giovani: ho as-sistito per ore alle prove dicanto, all’organizzazione dellagrande festa di inaugurazionedella bellissima chiesa diBaracoa, ho contribuito allasua realizzazione con piccolilavori e tutto ciò mi fa credereche qualcosa di mio sia ri-masto lì.

    Ho conosciuto PadreValentino e Padre Matteo,due persone eccezionali perla serenità che sanno trasmet-

    tere, per la forza di volontànel superare le difficoltà o gliimprevisti, per la pazienzache a Cuba non deve man-care.

    Sono partita con l’idea diaiutarli e alla fine sono loroche hanno aiutato me.Certo una volta a casa horitrovato tutto come prima,ma la cosa importante è cheio non sono più la stessa: iproblemi ci sono, ma primao poi si risolvono.

    Emma

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    Un viaggio, un esperienza, qualcosa che lascia il segno

    Ho vistovivere

    la ChiesaL’incontro con le missioni non ha età

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  • Non vogliamo farci pub-blicità, ma crediamo im-portante rendere partecipi

    di un “segno concreto” che

    matura grazie alla disponi-

    bilità dell’8permille. Nel

    2012 attraverso questo con-

    tributo che matura grazie

    alla consapevolezza dei sin-

    goli e non comporta costi

    aggiuntivi abbiamo ricevuto

    dall’ufficio della Conferenza

    Episcopale Italiana che ha

    questo incarico un contri -

    buto pari a 127.176,23€, in-

    teramente utilizzati per

    sostenere l’opera dei laici

    missionari inviati dalla nostra

    Diocesi, anche per questo è

    importante firmare!

    E il 5permille? L’invito ri-

    volto a tutti è quello di indi-

    care il codice dell’Associ-

    azione Pro Jesu che si im-

    pegna in stretta collabo-

    razione con il CMD. Per in-

    formazione alcuni numeri:

    unico 2008 redditi 2007

    12284,28€; unico 2009 red-

    diti 2008 13405,94€; unico

    2010 redditi 2009 10523,62€

    unico2011 redditi 2010 e

    unico2012 redditi 2011

    siamo nell’elenco non ci sono

    ancora gli importi

    Grazie a chi vorrà con-

    tinuare a esercitare questa

    sensibilità.

    Sul sito del CMD è possibile

    trovare anche le indicazioni

    per richiedere il CUD per i

    pensionati che non lo

    ricevono a casa.

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    La disponibilità di tante gocce riempie l’oceano

    Sostenerel’impegnomissionarioalcune modalità: le proposteMi

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    Abbonamento al “Sassolino”È tempo di rinnovi! Per chi non lo avesse già fatto l’invito è a rinnovare l’abbonamento alla quota dello scorsoanno: 12,00€. Confidiamo davvero nell’apporto di tanti per poter continuare ad offrire questo strumentosoprattutto ai missionari che mostrano di gradire davvero l’opportunità di rimanere in contatto con la loro terra.E quindi…andiamo avanti con fiducia.Per noi rimane il luogo dove comunicare con le parrocchie, sacerdoti e gruppi, famiglie e laici che hanno a cuorel’impegno missionario.Ai missionari e a coloro che non possono provvedere ad alcun versamento chiediamo il dono della preghiera ogniprimo giorno del mese che dedichiamo all’impegno di evangelizzazione della chiesa nel mondo intero. Grazie!

    La Redazione

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  • Èpartito un prete, una suo-ra, un laico, per la mis-sione e persino una famigliae con loro sono partite centi-naia di persone!Sì, è proprio così. Ogni parten-za trascina con sé interefamiglie che talvolta “sco-prono” le missioni e si met-tono al servizio della missione. Un accompagnamento che siesprime in tante, simpaticheed intense, dimensioni.

    L’affettoCredo sia la dimensione

    umanamente più profonda.È “uno di casa” lontano dacasa e, dunque, è più presentedegli altri. Le preoccupazioniche si esprimono in una sol-lecita attenzione alla salute,alle condizioni ambientali esanitarie, al cibo quotidiano,al tempo, doveroso, da dedi-care la riposo e all’avere quellacura di sé stessi che permettedi svolgere con intensità ilproprio ministero. È l’affettoche sostiene nei momenti difatica e, talvolta, di scorag-giamento. Il cuore di unamamma, di una sorella, di unfratello e di un nipote intrat-tengono un colloquio afono

    per la lontananza, ma pre-sente per la cordialità. Im-pagabile e prezioso!

    Il sostegnoLa storia dei nostri gruppi

    missionari è nata, molto spes-so, proprio così: uno che partee tanti che si fanno carico delsuo andare. Anche del suosostegno economico. Quantele opere realizzate, sostenute,accompagnate proprio par-tendo dalle case dei mission-ari. Mamme disposte al sac-rificio pur di essere vicine ailoro figli, fratelli impegnati afar conoscere, coinvolgere,raccogliere. Questo immensopatrimonio ha come unica ra-gione il cuore, il desiderio difare del bene.

    La preghieraC’è chi, tornando dalla

    missione, la chiede con in-sistenza. Anche il Papa, mis-sionario doc, in questi primigiorni di ministero la chiedecon insistenza. “È bello sapereche qualcuno ti sta vicino pro-prio con la preghiera”, “graziealle preghiere di gente amicanon mi sono mai sentito solo”,“in quell’occasione ho sentito

    che qualcuno pregava perme”: queste alcune testimo-nianze. Un bisogno, quellodella preghiera, che avvertechi non confida in sé stesso,nella sua capacità, ma si affidaalla missione del Padre. Unimpegno che può coinvolgeredavvero tutti. Provate a pen-sare la “forza” che ha lapreghiera dei malati e deglianziani che hanno scelto di“adottare”, appunto nellapreghiera, un missionario?Un’iniziativa da incentivaree per la quale insisterecon i nostri gruppi mis-sionari.

    L’incontro a Sotto ilMonte.

    Queste le ragionidella proposta diincontro aSotto il

    Monte per affidare tutti in-sieme i nostri missionari allaprotezione e vicinanza di Gio-vanni XXIII, che ha fatto dellamissione la sua vita. Invitiamoproprio tutti i parenti dei mis-sionari sacerdoti, religiosi, re-ligiose, consacrati, consacrate,laici, impegnati in ong d’ispi-razione cristiana e poi tutticoloro che, dai gruppi mis-sionari e dalle parrocchie,vorranno unirsi a noi.

    Franca Parolini

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    Sabato 11 maggio 2013 a Sotto il Monte

    La missioneè la nostra

    famigliaIncontro con i parenti

    di tutti i missionari e le missionariebergamaschi M

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    Sabato 11 Maggio 2013Sotto il Monte

    h 17 ritrovo sul sagrato della chiesa parrocchiale

    h 17,15 nella Cappella della pace, a fianco alla chiesa parrocchiale, celebrazione eucaristica in comunione con tutti i missionari.

    I missionari e sacerdoti che volessero concelebraresono pregati di portare l’alba e, se possibile, di se -gnalare precedentemente la loro presenza al cmd.

  • In occasione della fe-sta della mammaproponiamo il soste-gno alla realizzazionedi un parco botaniconei pressi della chiesaparrocchiale di Shen-gjin nella Diocesi diLezhe in Albania, doveoperano le suore mis-sionarie della Congre-gazione delle Figlie delSacro Cuore di Gesù.

    Con la collaborazionedell’AssociazionePro Jesu Onlus, cheha sostenuto la realiz-

    zazione della chiesa stessa, eil supporto culturale e scien-tifico dell’Orto BotanicoLorenzo Rota di Berga-mo, vogliamo piantumare,abbellire ed allestire uno spa-zio di 2000 mq che diventiun luogo di incontro, socia-lizzazione, crescita e cono-scenza per le famiglie, i bam-bini ed i ragazzi che vivononei quartieri popolari attornoalla chiesa e che partecipanoalle attività della missione cu-rata dalle suore.

    Il progetto prevede la rea-lizzazione di spazi con diversefunzioni fra cui un arboretodidattico per conoscere le spe-cie che crescono nel territorio,uno spazio educativo in cuile famiglie dei nuovi nati po-tranno piantare un piccoloalbero e uno spazio di socia-lizzazione con panchine, gio-chi e grandi alberi per potersirinfrescare all’ombra.

    Come sarà possibile so-stenere concretamente il pro-getto?Come gesto concreto pro-poniamo a 5 € l’acquistodi una piccola piantinaaromatica da regalarealle mamme in occasionedella loro festa il 12 mag-gio.

    Le piantine potranno es-sere ritirate direttamente alCentro Missionario a partiredall’inizio di maggio.

    Se siete interessati inoltre

    ad allestire un piccolo ban-chetto nel periodo della festadella mamma potete rivol-gervi direttamente al CMDche vi fornirà tutto il neces-sario.

    Aiutaci anche tu a far cre-scere il futuro!

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    Direttore responsabile:Don Giambattista Boffi

    Redazione:Via Conventino, 8 - 24125 Bergamotel. 035 45 98 480 - fax 035 45 98 [email protected]@diocesi.bergamo.itpromozionecmd@diocesi.bergamo.itwww.cmdbergamo.org

    Aut. Tribunale n° 17 del 11/3/2005

    Stampa: CENTRO GRAFICO STAMPA SNC

    A questo numero hanno collaborato:p. Giuseppe Rinaldi, Roberto Selle,Cinzia, Anna e Donata, Roberto, Sara, Giuseppe, Pierpaolo, Caterina, Adriana,Marco, ragazzi di: Cisano Bergamasco, San Giovanni Bianco, Grumello, Zandobbio,Calolzio, Valeria, Emma,Franca Parolini, Giambattista Boffi.

    Foto di Michele Ferrari e Diego Colombo

    Garanzia di tutela dei dati personali ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. n. 196/2003: i dati personali comunicati dagli interessatisono trattati direttamente per l’invio della rivista e delle in-formazioni sulle iniziative del Centro Missionario Diocesanodi Bergamo. Non sono comunicati o ceduti a terzi.

    Finito di stampare il 16 aprile 2013

    PER SOSTENERE I PROGETTI: � direttamente alla sede del CMD � tramite ccp n 11757242 � tramite bonifico bancarioBanco di Brescia via Camozzi (Bg) IBAN: IT41G0350011102000000001400

    marzo - aprile 2013il sassolino nella scarpa


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