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PUBBLICAZIONE TRIMESTRALE D’INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI SEZIONE VAL SUSA Pubb. gratuita ai soci - Sped. in a. p. art. 2 comma 20/C, L. 662/96 - Filiale di Torino - A. XXXVIII - Marzo 2012 Lo Scarpone Valsusino
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pubblicazione trimestrale d’informazione dell’associazione nazionale alpini sezione val susa

Pubb. gratuita ai soci - Sped. in a. p. art. 2 comma 20/C, L. 662/96 - Filiale di Torino - A. XXXVIII - Marzo 2012

Lo ScarponeValsusino

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AttualitàElio GarneroAlpini, un pezzo forte della storia italiana 3I nove Presidenti nazionali 5Giancarlo SoselloAssemblea dei delegati. Una forte progettazione per il futuro 7Mauro BiglinoLa Fanfara A.N.A. Val Susa a Borgone per Santa Cecilia 11Mario ToniniIl maggiore Mario Renna racconta la missione degli alpiniin Afghanistan 12Elio GarneroSanta Messa di Natale a Mompantero 13Elio GarneroMilano: Santa Messa per tutti i Caduti alpini 13Elio GarneroCelebrato a Ceva il 69° anniversario della battaglia di Nowo Postojalowka 14Dario BalboRiunione dei Presidenti e del Centro studi del 1° Raggruppamento 15Giuseppe RosatelliInaugurato l’ascensore per il Forte di Exilles 15Giuseppe Rosatelli34° di fondazione del Gruppo di Torino Nord 15Elio GarneroGiornata del ricordo alla Foiba di Basovizza 16

Storia e culturaBa-io (a cura di)Bolzano, la val d’Isarco e la Pusteria 17Laura GrisaGruppo di San Giuliano 19Mario ToniniAlpini di Val susa - Giuseppe Garbolino 21

Protezione civilePaolo ParisioRendicontazione di chiusura 5‰ del 2008 22

Dalla SezioneRecensioni 22Lettere in redazione 23Elio Garnero (l’angolo di)La tragedia del Titanic 23Cos’è la resistenza? 24Oblazioni pro Scarpone 24Oblazioni conto corrente postale - Notiziario sezionale 25Consiglio direttivo sezionale - Calendario manifestazioni 26Presenze del nostro vessillo in manifestazioni di altre Sezioni 27

Cronaca dai GruppiNovalesa - Almese - Condove 27Rubiana - Venaus - Sant’Ambrogio 28Chiusa San Michele 29

Anagrafe alpinaNascite - Anniversari - Matrimoni - Compleanni - Decessi 29

Lo SCArPone VALSuSInoPubblicazione trimestrale

della Sezione A.n.A. Val Susa

Copertina:si apre il sipario sul novantesimo di fondazione (ela-borazione d. balbo)

Fondatore:franco badò

Presidente:Giancarlo sosello

Direttore responsabile:claudio rovere

Comitato di redazione:dario balboGiorgio blaiselio Garnerovalerio olivero

Referente al Centro Studi:elio Garnero

Realizzazione grafica:francesco ballesio

Conduzione tecnica:valerio olivero

Referente informatico e contatti con “L’Alpino”:dario balboDirezione:susa, via brunetta, 45tel. e fax: 0122/33204Sito internet:www.anavalsusa.it

E-mail:[email protected]

Fotocomposizione e stampa:tipolito melli s.n.c., borgonevia moncenisio, 11tel. 011/964.63.67 - fax 011/964.60.88

E-mail:[email protected]

autorizzazione del tribunale di torinon. 2441 dell’8.10.1974.

sommario

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udine 1983: in una brutta giornata piovosa si è tenuta una bellissima Adunata nazionale, la 56a. A reggere il nostro vessillo l’alloraconsigliere sezionale Fiorenzo Combetto, scortato dal presidente ten. col. Franco Badò.

Alpini,un pezzo forte della storia italianadi elio Garnero

Quest’anno la nostra Sezionecelebrerà i novant’anni dalla suacostituzione. Un traguardo im-portante che suggella un lungocammino temporale in cui le vi-cende delle penne nere valsu-sine si sono spesso intrecciatealla storia della nostra valle.

Chi scrive non ha intenzionedi fare né la storia del corpodegli Alpini, né la storia del-l’A.N.A. in senso generale, èsua intenzione semplicementecommemorare un momento sto-rico, come per l’appunto è il 90°di fondazione della nostra Se-zione, ricordando coloro chehanno fondato, guidato, orga-nizzato ed onorato la SezioneA.N.A. Val Susa.

Si propone anche di dedicarealcuni spazi alla fanfara sezio-nale, al giornale “Lo ScarponeValsusino” ed alla ProtezioneCivile A.N.A., tre splendide re-altà della nostra Sezione.

Se è vero che per la nostraAssociazione novant’anni nonrappresentano un traguardo mauna semplice tappa, è anchevero però, che sono comunqueun segno di lungo cammino per-corso, e quando la strada iniziaad essere tanta è bene fermarsi

a riflettere e mettere su carta letappe fondamentali di una storiastraordinaria.

Questo poiché la vita dellanostra Sezione e dei nostriGruppi è colma di storie straor-dinarie di amicizia, di fratel-lanza, di solidarietà concreta.Ogni commemorazione diventaun riferimento per le successiveed offre occasioni di incontro econfronto per ricordare le espe-rienze vissute insieme, accomu-nati negli stessi idealinell’ambito delle nostre glorioseunità.

Ad uno sguardo superficialela storia della nostra Sezione edei nostri Gruppi potrebbe ap-parire secondaria, ma in realtàcontiene in sé i sogni e le spe-ranze di coloro che, sopravvis-suti ad una guerra orrenda,decisero di continuare a colti-vare quei sentimenti e quei va-lori che avevano consolidato esublimato in trincea. Tuttavial’evento di quest’anno ha un si-gnificato particolare perchéscandisce il 18° lustro di vitadella Sezione. E sono passatinovant’anni, l’A.N.A. Val Susaè più che mai viva, efficiente edattiva. E’ stata ufficialmente co-

stituita nel mese di maggio1922, anno in cui fu eletto pre-sidente il maggiore Mario Gi-rotti, allora comandante del btg.“ Susa “.

Ricordo che Girotti ebbe unasplendida carriera; con il gradodi generale fu prima al comandodella Divisione “Julia” e poidella Divisione “Alpi Graie”. Ilsuo successore fu il cap. avv. Et-tore Miglia fino all’anno 1929quando fu eletto presidente ilgenerale Federico Ferretti affet-tuosamente chiamato “papà Fer-retti”, che resse la presidenzafino alla sua morte avvenutanell’ottobre del 1945. Sotto laguida capace e sicura del presi-dente Ferretti la nostra Sezionesi è subito dimostrata vitale e di-namica partecipando a tutte leAdunate regionali e nazionali.Da ricordare che nel 1935 unarappresentanza della nostra Se-zione partecipò all’Adunata na-zionale di Tripoli, dove glialpini convennero con la cro-ciera della nave “Neptunia” par-tita da Trieste. Per il presidenteFerretti fu l’occasione di tornarea rivedere alcune località dove,da capitano di compagnia delbtg. “Susa” prese parte alle ope-

razioni belliche degli anni1912/1913 ai comandi del co-lonnello Cantore.

Dal 1922 iniziarono a costi-tuirsi i primi Gruppi. Il primo fuquello di Giaglione, a cui ne se-guirono altri, e nel giugno 1930la Sezione Val Susa compren-deva ben 22 Gruppi ed un totaledi 1155 soci. Nell’anno 1932con l’interessamento del presi-dente della Sezione gen. Ferrettiviene costituita la prima fanfarasezionale formata da alpini incongedo di vari Gruppi sotto ladirezione del maestro Luigi Gi-rotti di Bussoleno. Questogruppo raggiunse il numero disettanta unità raccogliendo con-sensi ovunque e partecipando adadunate nazionali e sezionali.

Dal 1945 al 1953, periodopost bellico, fu affidato l’inca-rico di ridar vita alla fanfara se-zionale al consigliere LuigiPagliarello con la collaborazionedel maestro Rinaldo Vair, i qualidopo molte difficoltà riuscironoa far sì che la nostra Sezionefosse sempre accompagnatadalla propria fanfara in tutte lemanifestazioni importanti qualile Adunate nazionali fino a metàdegli anni 70, quando l’alpino

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Fiorenzo Combetto riuscì ad ot-tenere dall’allora presidenteBadò l’appoggio essenzialedella Sezione per portare avantila sua iniziativa di ripristinodella fanfara, e ciò fu deliberatonel giugno 1975. Sotto la dire-zione artistica del maestro Sil-vio Rossero, avendo raggiuntoun livello musicale ammirevole,la fanfara fece esordio nel-l’aprile 1977 a Sant’Antonino inoccasione del 50° anniversariodi fondazione del Gruppo.Seguì poco dopo l’Adunata na-zionale di Torino. In seguito adimmatura morte del maestroRossero seguì la direzione delmaestro Pietro Marzo di Venause successivamente quella delmaestro Danilo Bellando tuttorain carica. Ricordo che la Fanfaradella Sezione A.N.A. Val Susacome espressione culturale lo-cale svolge la sua attività conti-nuando a presenziare congrande successo alle manifesta-zioni dei Gruppi nonché alleAdunate nazionali confermandoe dimostrando ogni volta di es-sere una basilare realtà della no-stra Sezione.

Continuando la storiografiadella Sezione, ricordo che dopola stasi della guerra, nel 1945 ri-prese vita senza Presidente, magestita dal Consiglio direttivo.Nel 1953 fu eletto presidente ilcolonnello Felice Prat fino allasua morte avvenuta nel 1957.Gli successe il vicepresidentecav. Edoardo Bertolo fino alfebbraio 1958 quando fu elettopresidente il capitano dott.Franco Badò che mantenne taleincarico fino al 1994 anno in cuipresentò le dimissioni. Segui-rono il dottor Riccardo Chiossoe il tenente Paolo Giuliano finoalla sua morte avvenuta nel no-vembre 2005. Dal 2006 tale pre-stigioso ed oneroso incarico ècompetenza del sergente Gian-carlo Sosello.

Tutti noi dobbiamo esseregrati a questi personaggi, uo-mini devoti allo spirito alpino,uomini che anno dopo annohanno saputo dare linfa e visibi-lità alla Sezione, l’hanno resaforte, seria, ammirata ed ap-prezzata mettendo sempre in se-condo piano problemi personalie familiari per tener fede all’im-pegno preso con sé stessi e congli alpini valsusini.

A chi ne fosse perplesso odincredulo consiglio di consul-tare l’agenda del nostro Presi-dente in carica.

Dopo aver evidenziato l’im-portanza che ha per una Sezioneil poter contare su di una fanfaravalida quanto la nostra, ritengodoveroso ricordare un altroevento.

Nel dicembre 1974 con l’al-lora presidente sezionale FrancoBadò, fu emesso il primo nu-mero del nostro giornale sezio-nale “Lo Scarpone Valsusino”.

In prima pagina il Presidente in-viava gli auguri di Buone Festeed annunciava la nascita delgiornale rivelando la forma-zione della neoredazione. Diret-tore responsabile: ClementeBlandino; Comitato di reda-zione: Silvio Amprimo, LuigiPelissero, Mauro Sibille e Mas-simo Orefice. Il Presidente se-zionale ribadiva che l’intentoera di entrare nelle varie casedegli alpini valsusini col nuovogiornale, perché lo leggessero lemogli, i figli, e per parlare contutti quanti i soci per avere ri-sposte, idee, consigli. Comple-tava la prima pagina un brevescritto “per non dimenticare” ri-ferito alla motivazione per laMedaglia d’Oro al Valor Mili-tare al capitano degli alpini LinoPonzinibio da Bussoleno, del 1°reggimento alpini, battaglione“Mondovì”, Divisione “Cune-ense”.

Dal primo numero, trime-stralmente, il nostro giornalettoè uscito sempre più attraente ecompleto con le notizie sulle an-nuali Adunate, sulle manifesta-zioni della Sezione e deiGruppi, e con notizie di cala-mità naturali quali i terremoti inFriuli nel 1976, in Basilicata eCampania nel 1980, in Abruzzonel 1984, in Molise nel 2002,l’alluvione dell’autunno 1994 inPiemonte ed alta Emilia. Tuttiscenari che hanno avuto comeprotagonisti gli alpini, per nondimenticare lo specifico impe-gno dei valsusini in occasionedel malaugurato incendio di Ve-naus nel 1983.

I direttori responsabili sonostati: dal 1974 al 1976, il pro-fessor Clemente Blandino; dal1976 al 1996 l’alpino AugustoBaccarini; dal 1996 al 2003 ilsocio amico o aggregato CarloRavetto; dal 2003 ad oggi l’al-pino Claudio Rovere.

Nel 1982 si inseriva nel co-mitato di redazione FrancescoBallesio che veniva subito pre-scelto come capo redattore, edin breve tempo considerato lamente ed il fulcro del nostrogiornale. Con la sua scomparsaavvenuta nell’agosto 2011, si èverificato in redazione un vuotoincolmabile a cui tutti noi ci au-guriamo poter sopperire in parteanche grazie ai suoi indispensa-bili suggerimenti che certa-mente ci invierà da lassù.

In occasione di questo 90° difondazione della Sezione, checoincide con il 38° anno di vitade “Lo Scarpone Valsusino”tutti noi che qualcosa abbiamodato o stiamo dando, congratu-liamoci reciprocamente per averportato questo giornale sotto laguida dello stoico Ballesio allostato attuale, pur avendo dovutosuperare momenti non del tuttopropizi specialmente sul latoeconomico, poiché per arrivarea questo livello sono stati ne-

cessari interventi finanziari nontrascurabili. Oneri che riu-sciamo a sostenere anche graziealle oblazioni dei nostri soci.Auguriamoci tutti che “Lo Scar-pone Valsusino” possa ancoraavere una lunga ed esaltantevita.

Veniamo ora all’altra nostrasplendida realtà che è la Prote-zione Civile. L’ho lasciata perultima non perché meno impor-tante, non me lo permettereimai, bensì per sequenza crono-logica.

La storia della nostra Prote-zione civile ha inizio dopol’esperienza del Friuli, dell’Irpi-nia, della Valtellina, e non ul-timo di Venaus. Era l’anno 1988quando la Sezione A.N.A. ValSusa decise di formare un Nu-cleo di pronto intervento. Fon-datore il compianto DanteLetilloy che veniva nominatoresponsabile del Nucleo, caricache avrebbe ricoperto con dedi-zione e professionalità per diecianni, fino alle dimissioni permotivi di salute. Nel 1998 ve-niva nominato responsabileLuigi Castagno. Nel 2002 lo so-stituì l’attuale responsabilePaolo Parisio il quale ha intra-preso l’incarico con passione edeccelsa maestria che i maggiorivertici della Protezione CivileA.N.A. nazionale hanno avutomodo di apprezzare, gratifican-dolo con la prestigiosa nominaa vice coordinatore di Raggrup-pamento.

Progressivamente la nostraProtezione civile ha fatto deipassi da gigante, ed ora attrez-zata ed organizzata com’è vieneconsiderata da tutti noi unasplendida realtà, e da questerighe ringrazio tutti i volontariche stoicamente in ogni occa-sione danno la loro disponibilitàesaltando i valori dell’alpinità,del rispetto al Tricolore e delsenso del dovere.

Attualmente la forza è com-posta da cinque squadre: “As-sietta”, “Orsiera”, “Pirchiriano”,“Susa”, “Cotolivier” e da treNuclei: Cinofilo, Rocciatori,Sommozzatori, per un totale di -125 volontari.

Per ragioni di spazio non èpossibile elencare i moltepliciinterventi eseguiti in questi ul-timi anni, ma proverò a segna-lare almeno i più significativi.

2002: Supporto all’organizza-zione della “Clavierissima2002” gara di mountain bike.

2003: organizzazione sul no-stro territorio dell’esercitazionedel 1° Raggruppamento “Val-susa 2003”.

2004: concerto di ferragostoal forte di Exilles. Impegnativapartecipazione per incanalare egestire l’inconsueto afflusso aiparcheggi stabiliti.

2005: calamità locale aSant’Ambrogio causa vento. -Missione a Roma per esequie

Santo Padre. - Assistenza al pas-saggio del giro d’Italia.

2006: pulizia delle mura e delperimetro del Castello di SanGiorio. - Gestione del mulo“Olimpia” durante le Olimpiadi,con il suo carico di alta tecnolo-gia.

2007: ristrutturazione dellasede sezionale.

2008: partecipazione comeogni anno a tutte le esercitazionidel 1° Raggruppamento.

2009: intervento per il terre-moto in Abruzzo con nove tur-nazioni, da aprile a dicembre,per un totale di 69 volontari.

2010: supporto alle celebra-zioni collegate con l’estensionedella Sacra Sindone. - Inaugura-zione nuova struttura a Case-lette per il Nucleo Cinofilo.

2011: esercitazione ad Ales-sandria per parziale pulizia dellaCittadella militare; la più grandeed integra struttura difensiva inItalia. - Ricerca persone. - Eser-citazione congiunta dei Nucleispecialistici al lago Nero. - In-tervento per eventi alluvionaliin Liguria. - Calata dal tetto del-l’Ospedale Regina Margheritaper sorpresa ai bimbi ricoverati,da parte dei rocciatori vestiti daBabbo Natale.

Ecco in cosa consiste la no-stra Protezione Civile: prote-zione dei valori e delletradizioni, dell’orgoglio di es-serci nell’aiutare gli altri.

Cari Alpini valsusini, prepa-riamoci dunque a festeggiare il90° di fondazione della nostraSezione che si terrà nei giorni 8e 9 settembre a Susa.

Siamo consci che stiamo vi-vendo in un tempo di crisi, sti-molo in più per noi alpini chedobbiamo essere ancora unavolta in prima linea con le no-stre virtù e i presupposti checontraddistinguono il nostrostile di vita: la dedizione alla Pa-tria, alla famiglia, alla solida-rietà verso le fasce più debolidella società.

I nove presidentisezionali

1. Massimo Girotti2. ettore Miglia

3. Federico Ferretti4. Felice Prat

5. edoardo Bertolo6. Franco Badò

7. riccardo Chiosso8. Paolo Giuliano

9. Giancarlo Sosello

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ualità il labaro dell’associazione nazionale alpini è fregiato da 205 medaglie

d’oro al valor militare.la val susa è fiera di annoverare tra i suoi figli, lino ponzinibio insignito

di medaglia d’oro con la seguente motivazione:

“Più volte decorato, volontario di guerra sul fronte orientale sebbene in-valido per ferita riportata in precedenti campagne, al Comando di una Com-pagnia Alpini, dava ripetute prove di ardimento. Colpito da principio dicongelamento rifiutava il ricovero per restare con i suoi Alpini. Durante unaspro combattimento, caduto il Comandante di Battaglione lo sostituiva evalorosamente guidava i suoi uomini in ripetuti contrassalti che respinge-vano l’avversario. Durante il tormentoso ripiegamento, d’iniziativa accor-reva in aiuto dell’avanguardia improvvisamente attaccata. Ferito da duepallottole alla gamba destra, sanguinante, continuava alla testa dei suoi Al-pini a contrassaltare l’avversario finché lo volgeva in fuga. In una ultimaazione, nuovamente ferito, persisteva nella disperata lotta, finché, sopraf-fatto veniva catturato. In prigionia, nonostante le sofferenze per postumi diferita, una grave infermità e le continue vessazioni, era fulgido esempio divirile contegno e fedeltà al puro ideale della Patria”.

Fronte Russo, Settembre 1942-44ottobre 1946

LIno PonZInIBIocapitano btg. “mondovì”1° reggimento alpinidivisione “cuneense”

exilles: la firma del protocollo di gemellaggio tra la Sezione A.n.A. Val Susa ed il Centre national d’Aguerrissement en montagne del’Amicale du 159° rIA (foto D. Balbo).

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Assemblea dei delegati:una forte progettazione per il futuro

Il tavolo di Presidenza dell’Assemblea dei delegati con il Consigliere nazionale di riferimento, Gatti, durante il suo breve intervento(foto D. Balbo).

Il 4 marzo u.s., nella sala con-siliare sezionale, si è tenutal’Assemblea dei delegati dellaSezione Val Susa chiamati adeleggere il Presidente e parte deiConsiglio direttivo.

Dopo il ricordo commossodei soldati e dei soci scomparsi,il presidente Giancarlo Soselloha letto la sua relazione morale.

Cari Alpini delegati,innanzi tutto rivolgo un affet-

tuoso saluto a voi qui presenti e,per vostro tramite, a tutti i sociordinari e aggregati della Se-zione Val Susa da voi qui de-gnamente rappresentati.

Questa è la mia sesta rela-zione morale relativa alla vitaassociativa della nostra Sezionese non addirittura la settima te-nuto conto del tempo intercorsotra la morte del compianto Giu-liano e la mia elezione a presi-dente.

Rivolgo in piedi insieme avoi, un reverente pensiero a tuttii Caduti vittime di guerre e diterrorismo non tralasciando unpensiero anche ai Presidenti e a

tutti gli alpini della Sezione “an-dati avanti”. Un abbraccio a tuttii nostri Reduci ai quali va la no-stra gratitudine, la nostra stimaed il nostro affetto.

Un saluto speciale agli alpiniammalati ai quali auguro unapronta definitiva guarigione eun cordiale saluto non possomancare di rivolgerlo ai nostrialpini in servizio in Italia e al-l’estero e ai loro Comandanti.

Un caloroso saluto ai nostriConsiglieri nazionali MauroGatti e Mario Botteselle cheestendiamo anche al Presidentenazionale Corrado Perona chenel corso dell’anno ha dato lu-stro con la sua presenza alla no-stra festa sezionale di Exilles.

Un saluto infine al ConsiglioDirettivo Nazionale, a tutti ivertici associativi, alle autoritàmilitari, civili e religiose, un rin-graziamento a chi ha collabo-rato alle nostre iniziative.

Forza della SezioneNessuna novità riguardo ai

Gruppi: sono 36 più fanfara eunità di P.C.

Il tesseramento 2011 si è cosìconcluso:• Soci: 2638 ex 2644• Soci aggregati: 854 ex 847• Aiutanti: 2 ex 0 in quanto il2011 è stato il primo anno di ap-plicazione.

La somma algebrica tra alpinideceduti, annullati e nuoviiscritti ci dimostra un piccolis-simo incremento di tre unità.

Seguendo le disposizionidella sede nazionale, sono ini-ziati i riconoscimenti al grado di“Aiutante”. I Gruppi dovrannovalutare con serietà chi proporreper tale riconoscimento evi-tando discutibili forme di emu-lazione. Vanno premiati soloquelli che, pur operando neiGruppi, condividono e suppor-tano non passivamente ma conconvinzione, i nostri valori.Siamo consci della difficoltàdella scelta, anche se libera enon certo obbligata, ma il nostrofuturo associativo, di cui parle-remo in seguito, è problema benpiù complesso di una semplicenomina. Ben più opportuna sa-rebbe la ricerca di alpini dor-

mienti piuttosto che incremen-tare le fila di aiutanti che ri-spetto alla posizione da cuiprovengono hanno di diversosolamente un cappello e nullapiù. Con questo però è giustoche chi è veramente meritevolevenga riconosciuto, cosa cheavrebbe già dovuto essere fattaindipendentemente dalla nuovapossibilità.

Consiglio Direttivo SezionaleCome di regola, si è riunito

puntualmente ogni mese alledate fissate di volta in volta, conassidua partecipazione dellaquasi totalità dei consiglieri per-mettendo di esaminare e valu-tare tutte le casistiche sulle qualiè stato necessario assumere de-libere atte a consentire lo svol-gimento dell’attività sociale. IlPresidente, i vicepresidenti e iconsiglieri hanno presenziatoalternativamente alle principalimanifestazioni dei Gruppi non-ché in rappresentanza della ValSusa, alle manifestazioni di altreSezioni e della Sede nazionale edi reparti militari compreso il

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I delegati presenti per l’Assemblea, rendono onore alla bandiera(foto D. Balbo).

Progetto Pianeta difesa.Gli stessi hanno mantenuto i

contatti con i vari Gruppi e,quando possibile, sono interve-nuti per dare assistenza nella ri-soluzione di eventuali problemi.

Nell’anno si sono svolte neitermini prescritti l’Assembleaordinaria dei delegati e anchequella straordinaria in autunno.

L’Adunata nazionale di To-rino - nel quadro dei festeggia-menti del 150° dell’Unitàd’Italia - ha fatto registrare lapresenza compatta e ordinatadella nostra Sezione con un’ot-tima partecipazione di alpini egagliardetti.

Riuscitissimo come avvieneda anni, il 17° Raduno sezionaledi Exilles, preceduto il sabatodal concerto della fanfara e conla presenza del Presidente na-zionale Perona. La cerimonia èstata onorata da numerose auto-rità militari e civili con buonapartecipazione delle Sezioni del1° Rgpt. e non solo.

Nella giornata del sabato èstata anche conferita, da partedel Comune di Oulx, la cittadi-nanza onoraria alla 34ª compa-gnia del 3° rgt. alpini.

A luglio il consueto pellegri-naggio in vetta al Rocciameloneche ha fatto registrare - comeper il passato - un notevole af-flusso di partecipanti e con an-cora la partecipazione di alcunimusici della nostra fanfara. Ungrazie a don Nino che da annicelebra la S. Messa in vetta.

Ad inizio settembre abbiamoconsolidato ulteriormente il ge-mellaggio con il 159 Cnam, conla nostra presenza unitamente aquella della fanfara a Briançon,dove la giornata di pioggia nonha impedito la suggestiva ceri-monia in ricordo dei Cadutifrancesi e italiani con relativasfilata della fanfara che ha ri-portato i briançonesi a rivivereil clima del raduno del nostroRaggruppamento.

Il raduno del 1° Raggruppa-mento ad Imperia ha fatto regi-strare una nutrita partecipazionedi alpini e gagliardetti con lapresenza della fanfara sezionalein qualità di fanfara ufficiale.

Il nostro vessillo è inoltrestato presente a tutte le cerimo-nie militari organizzate dallabrigata alpina “Taurinense” e lasua presenza si è fatta inoltrenotare anche al di fuori del no-stro raggruppamento grazie alconsigliere De Muti che si pro-diga in tal senso e per questo loringraziamo. Colgo qui l’occa-sione per ringraziare il nostrosolerte alfiere sezionale BrunoGallina sempre disponibile epresente.

Ultima delle manifestazionisezionali, ma non per impor-tanza, è stata la Messa in onoredi tutti i Caduti presso l’Abba-zia di Novalesa con la presenza

di un nutrito numero di parteci-panti; presso il salone parroc-chiale ha fatto seguito unconcertino offerto dalla nostrafanfara.

La Sezione ha inoltre parteci-pato alla “Messa di Natale” inDuomo a Milano a cui ha fattoseguito la Messa di Natale se-zionale presso il Santuario dellaMadonna del Rocciamelone aMompantero.

Nel corso dell’anno abbiamoinoltre presenziato a tutte le riu-nioni indette dal 1° Raggruppa-mento compresa l’annualecommemorazione al Col diNava e a Cervinia.

Fanfara SezionaleAnche nel 2011 è stata impe-

gnata su più fronti istituzionalie non.

Sempre intenso e valido ilsuo operato che, grazie all’im-pegno del suo presidente Com-betto, del maestro Bellando, deldirettivo e dei musici ci con-sente una “nota” in più rispettoalle Sezioni che ne sono sprov-viste e che richiedono i loro ser-vizi.

Sperimentata la loro bravuraspecie all’estero dove i nostriamici francesi hanno sposato laloro festa annuale con la nostrafanfara.

Un particolare grazie per laripetuta presenza di alcuni mu-sici che - unitamente al loromaestro - hanno voluto rendereancora più solenne la funzionein cima al Rocciamelone ono-randoci della loro presenza.

Al Direttivo e ai componentitutti vadano i nostri più sentitiringraziamenti per l’attivitàsvolta e l’impegno profuso e un

plauso per la loro competenza ecapacità musicali.

Un saluto di benvenuto el’augurio di buon lavoro lo ri-volgo in modo particolare algentil sesso che è entrato a farparte del nostro complesso mu-sicale.

Lo Scarpone ValsusinoPurtroppo quest’anno il capi-

tolo “Scarpone Valsusino” deveregistrare un’apertura velata ditristezza. Doverosamente tuttinoi dobbiamo dedicare un at-timo dei nostri pensieri al ri-cordo di Francesco Ballesio,anima e guida per oltre 35 annidel nostro giornale. Ci ha la-sciati in punta di piedi, come inpunta di piedi lo ha plasmato,coccolato, studiato sino allanuova veste grafica così apprez-zata da tutti, anche da fuori re-gione visto l’ampio numero disimpatizzanti che ci richiedonola spedizione.

Ora con pari spirito di servi-zio, Valerio Olivero ha presocon mano sicura definitiva-mente le redini del giornale econ l’aiuto del comitato di reda-zione ogni trimestre lo “Scar-pone” esce secondo la miglioretradizione.

Ricordiamo ancora una voltache il giornale è di tutti e nonsolo della redazione e questo èl’ennesimo appello a collabo-rare con contributi editorialivari, con le vostre opinioni, coni vostri racconti, con le vostrememorie, con le vostre lettere.Da più parti nei dibattiti sullastampa alpina si auspica un de-ciso salto di qualità che poi vuoldire abbandonare stanchi e mo-notoni resoconti di polente e

pranzi per privilegiare contenutipiù interessanti ed in linea conla tradizione alpina. Tutti, ripetotutti, abbiamo il diritto-doveredi far crescere il giornale, per-ché da nessuna parte è scrittoche solo tre o quattro persone,esattamente alpini come voi népiù né meno, possano scrivere.

Siamo certi che tra i nostrisoci ci siano ottimi articolistiche forse sono troppo spessodominati da una forma di ritro-sia e timidezza.

Come avrete notato il gior-nale non ha un numero fisso dipagine per ogni uscita. La causaè duplice. Una è strettamente le-gata a quanto dianzi espresso,ossia mancanza di materialepubblicabile, l’altra è puramentedi natura economica. Come giàrelazionato lo scorso anno l’au-mento dei costi di spedizione hainciso pesantemente, anche sein parte compensato dall’au-mento del bollino, ma nel climagenerale del paese i costi in ge-nerale sono lievitati. La reda-zione percorre tutte le stradepossibili per cercare di non ap-pesantire il bilancio ma i mar-gini di manovra sono ben pochied anche qui la vostra collabo-razione è preziosa. Meno testida battere sono meno costi dasostenere ma ciò non significaneppure che sia la redazione adoversene prendere carico. Seognuno inviasse i contributigiornalistici in formato digitale,come già espressamente richie-sto da anni, potremmo andare intipografia già con il giornalepraticamente pronto. Purtroppoperò non è così ed auspicol’aiuto di tutti per fare un ulte-riore passo avanti nella qualitàdel prodotto.

Naturalmente da queste righevoglio ringraziare sentitamentetutti coloro che invece contri-buiscono materialmente con leloro offerte. Il tesoriere piùavanti vi relazionerà sulle cifre,sia dei costi che delle offerte.

Questo è quanto. Sarebbemolto bello e gratificante che ilprossimo anno nella relazioneche vi verrà letta fioccassero iringraziamenti per la vostra col-laborazione. Vorrebbe dire chemolti hanno capito gli sforzi so-stenuti da Olivero e dai suoi en-tusiasti redattori che ringrazio inmodo particolare.

Infine spero che dal moltipiano piano si passi al tutti.

InformaticaIl nostro sito internet cerca di

essere sempre aggiornato e difornire nel più breve tempo pos-sibile informazioni su manife-stazioni o comunicazioni varie.

Abbiamo raggiunto la rag-guardevole quota di 23.000 ac-cessi con un significativotraguardo di oltre 35.000 paginevisitate lo scorso anno in questo

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Lo ScarponeValsusino 9

Att

ualitàperiodo eravamo a 15.900 visite

e quindi il +44,65% non puòche farci particolarmente pia-cere. Continuano, e la cosa cisorprende ma nello stessotempo ci incuriosisce, visite co-stanti dall’estero. Dalle statisti-che prodotte scopriamo di averavuto accessi da paesi che nonci saremmo mai sognati. Passiper le 86 visite dalla Francia, le29 dalla Spagna e le 20 dagliUSA ma Romania, Honk Konge Malesia francamente ci stupi-scono.

Sappiamo che la pubblica-zione dello “Scarpone” in pdfonline, prima della consegnapostale, ha riscosso consensi fa-vorevoli e continueremo in talsenso. La cosa è nata da vostrisuggerimenti e vi preghiamo dicontinuare per migliorare sem-pre di più.

Prosegue il tesseramento on-line tramite l’applicazioneGISA ad esso dedicata. Loscorso anno attraverso questenote avevamo lanciato l’appelloa consegnare la modulistica ac-compagnatoria completa in ognisua parte. Purtroppo l’appellonon è stato completamente re-cepito e già da questa campagnatesseramenti ricompaiono mo-duli incompleti. Un classicosono i CAP, le date di nascita, iluoghi di nascita, gli indirizzima tendono a crescere anchetesseramenti di alpini dei qualinon si conosce il reparto pressocui hanno prestato servizio. Chiconosce qualcosa di applica-zioni informatiche sa perfetta-mente che senza informazioninon si può procedere oltre.Delle due l’una, o sospendiamoil tesseramento o inventiamo idati. Entrambe sono soluzionispiacevoli.

Per ora i dati vengono “in-ventati” e poi segnalati ma senon si inizia a capire che anchetra di noi serve collaborazione,saremo costretti a restituire lamodulistica tenendo bloccato iltesseramento.

Ricordiamo che è possibile inqualunque momento effettuarevariazioni di ogni genere, prin-cipalmente indirizzi che pur-troppo, se non tempestivamentecomunicate, possono vanificarela spedizione dei periodici“L’Alpino” e “Lo Scarpone Val-susino”. Vogliamo sottolinearequesto aspetto di tempestivitàperché purtroppo si verificanocasi di lamentele. Come, e ce nescusiamo, qualche lamentelapuò scaturire da errori in chiopera nell’introduzione dei dati.

Quasi tutti i Gruppi sono fi-nalmente dotati di posta elettro-nica. Ne mancano tre e saremo aposto. Ricordiamo che ogniGruppo è già ora dotato di indi-rizzo di posta generato dallasede nazionale. Non è obbliga-torio adottarlo, ma forse sarebbe

meglio per una forma di stan-dardizzazione. L’importante èche l’uso e l’ausilio delle mailentrino nella norma delle nostreattività.

Ancora troppo spesso arri-vano ricevute di ritorno vecchiedi settimane. Sottolineiamo cheavere la mail e non leggerla èpraticamente inutile. Spediretesti per il giornale o fotografiediventerebbe estremamente co-modo, sia per chi le spedisceche per chi le riceve. Come pertutte le comunicazioni che vi gi-riamo con sempre maggior fre-quenza abbattendo i costi dispedizione.

Ultima considerazione sulnostro sito. Durante il periododella segreteria del premio DeCia molti dei giurati hannoavuto modo di consultare le no-stre pagine. Tra i giudizi che ab-biamo ricevuto abbiamoraccolto complimenti per il fattoche il nostro sito fosse tra i piùsemplici, eleganti e leggibili traquelli di tutte le Sezioni A.N.A.Non ci cambierà la vita ma ci hafatto piacere saperlo. Ricordatecomunque che siamo sempre adisposizione per eventuali chia-rimenti di natura tecnica.

Un grande grazie ed un ap-plauso va al consigliere DarioBalbo che è il regista di tuttoquanto precede.

Protezione civileLa nostra struttura è in piena

salute formata da 125 volontaridistribuiti sulle squadre “As-sietta” di Chiomonte, “Cotoli-vier” di Oulx, “Orsiera” diBussoleno, “Pirchiriano” diSant’Ambrogio, “Susa” a Susae i nuclei, Cinofilo, Rocciatori eSommozzatori.

Sono 9.800 circa le ore d’im-

piego fatte dalla nostra Unità nel2011 tra i quali spiccano l’assi-stenza ai Mondiali di sci dei di-sabili a Sestriere in gennaio, lapartecipazione massiccia al-l’esercitazione di Alessandria inmaggio ma anche l’impiego inLiguria sul finire dell’anno.

È una struttura che porta allanostra Sezione importanti rico-noscimenti e visibilità ma cometutte le “cose importanti” com-porta costi di adeguamento ma-teriali, mezzi ed automezzi,formazione e costi legati agliimpieghi operativi fuori Valle.Fino ad ora ha avuto un impattosicuramente minimo sui contidella Sezione in proporzionealla sua operatività e ciò è do-vuto al 5‰ che è la principalefonte di finanziamento che ha lanostra PC.

Qui dobbiamo fare tutti unosforzo maggiore, tutti dobbiamocontribuire a “fare pubblicità” efare in modo che la donazionedel 5‰ aumenti in modo consi-derevole, sicuramente tra i no-stri associati, alpini ed amici maanche tra i nostri familiari, pa-renti e conoscenti.

È anche dal 5‰ che si vede la“forza della Sezione” ovvero lanostra capacità di fare “squadraunita e compatta”. 900 dona-zioni comprese quelle di pa-renti, amici e sostenitori esternialla PC a fronte di 3.500 socidella Sezione offre un marginedi crescita possibile ed auspica-bile e sono certo che con mag-gior sforzo dei capigruppo e ditutti voi delegati, sarà un datoche verrà incrementato già dalcorrente anno.

È sempre bene ricordare chei risultati raggiunti, senz’altrodovuti all’estrema professiona-lità e ai nuovi mezzi in dota-

zione, sono però, soprattutto, ilfrutto dell’entusiasmo, delgrande impegno disinteressato edei sacrifici anche finanziarisopportati serenamente dai no-stri volontari, uomini e donne,alpini e soci aggregati a cui vail nostro riconoscente grazie.

Sempre impeccabile la regiadel coordinatore Paolo Parisioche qui ringraziamo e che vidarà maggiori ragguagli sulleattività svolte e sulla relativastruttura, ed io concludo di-cendo solamente... bravi ragazzicontinuate così!

C.S.A.L’attività sportiva purtroppo

continua ad essere una nota do-lente per la Sezione.

Nel 2011 alcuni nostri atletihanno partecipato al campionatonazionale di corsa in montagnae per questo siamo loro grati inquanto ci hanno consentito a li-vello nazionale di presentarci inclassifica in posizione non deltutto negativa, ma l’importante èessere presenti.

In passato siamo stati spessopresenti ai campionati di sci dislalom.

La prossima settimana la ma-nifestazione si svolgerà a Fal-cade e comprenderà tutte lespecialità con la denominazionedi “Alpiniadi invernali”.

Sarebbe importante poter pre-sentare alcuni atleti anche noi.

Quest’anno non abbiamo or-ganizzato la gara sociale di scipoiché i Gruppi Parella e Rivolihanno autonomamente organiz-zato una gara al Pian del Fraisaperta a tutti i Gruppi di Torinoe della Val Susa. Noi siamo statipresenti con diversi atleti chehanno primeggiato nelle classi-fiche.

Il presidente Sosello intento nella lettura della sua relazione morale (foto D. Balbo).

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Att

ualità Sono stati presi accordi per ri-

petere l’esperienza positivadella gara intersezionale comenel 2010.

Commissione GiovaniFinalmente da quest’anno ab-

biamo un baldo giovane che hadato la sua adesione per rappre-sentare i nostri giovani nell’am-bito del 1° Raggruppamento edi conseguenza a livello nazio-nale.

Si tratta di Luca Barone delGruppo di Borgone che ha giàpartecipato ad una prima riu-nione dei giovani del raggrup-pamento e che ringraziamoaugurandogli un buon lavoro.

I giovani iscritti della Sezionesono invitati a contattarlo perpromuovere o suggerire nuoveiniziative di loro interesse.

Volontariato e solidarietàUn grande grazie per la par-

tecipazione alle iniziative di so-lidarietà promosse dalla Sezioneo su iniziativa dei Gruppi. Lapartecipazione crescente alBanco alimentare e alla raccoltadi fondi mediante vendita dimele, arance e gerani per la lottacontro i tumori dimostranoquanto sia grande il vostro im-pegno ed il vostro altruismo.

Oltre a quanto precede sono aconoscenza che ogni Gruppopromuove nel suo ambito altreiniziative di solidarietà che me-diterebbero un lungoi elenco,fra cui spiccano l’aiuto alle per-sone più bisognose ed il re-stauro, a volte, del patrimoniostorico dei nostri paesi per man-tenere viva la memoria.

Vi sollecito ancora a comuni-care le vostre iniziative per l’ag-giornamento del libro verde chenel 2011 vede impegnata la no-stra Sezione per 19214 ore la-vorate e cuna raccolta fondi peroltre 11530 euro. Il quantitativodi generi alimentari raccolti peril banco ammontano a Kg.13665 (+1,24% rispetto al-l’anno precedente).

Ottima la raccolta fondi perl’iniziativa promnossa dallaSede nazionale “Una casa perLuca” che grazie alla vostra fge-nerosità ci ha consentito di rac-cogliere euro 3400.

Il relatore dell’argomento Vo-lontariato nonchè vicepresi-dente vicario Elio Garnero, cheringrazio, vi illustrerà gli argo-menti con maggior dovizia diparticolari.

ConclusioniIn tutta onestà penso che ab-

biamo fatto tanto e questo nonsarebbe stato possibile se allespalle non ci fosse stata una Se-zione ricca di idee e di entusia-smo, una Sezione viva, unita ecompatta, legata alle proprie tra-dizioni ed alla propria terra, unaSezione orgogliosa di apparte-

biare. Modificarsi, per non cam-biare! Una caratteristica chel’A.N.A. ha sempre saputomantenere e che ha permesso,modificando l’aspetto esteriore,di conservare con saldezza ilnucleo fondamentale di valori etradizioni per le quali l’Asso-ciazione è nata.

Se oggi dovessimo non farnulla, tra appena dieci anni o giùdi lì l’A.N.A. cambierebbe defi-nitivamente ed irrimediabil-mente.

Cito una frase che ho letto eche fa riflettere: “ Lentamentemuore chi abbandona un pro-getto prima di iniziarlo, chi nonfa domande sugli argomenti chenon conosce, chi non rispondequando gli chiedono qualcosache conosce”.

Lo scopo dell’A.N.A. è certa-mente quello di tramandare i va-lori ed uno stile di vita e ciòcomporta alcune conseguenze ecaratteristiche e ci induce adoperare nei settori della memo-ria, della solidarietà, dell’am-biente e della società.

Tutto ciò è possibile essen-zialmente grazie alla capillaritàdella diffusione sul territorio deinostri Gruppi che sono il nucleofondamentale ed irrinunciabiledella nostra organizzazione eproprio ai Gruppi e alle loro ne-cessità deve essere rivolto ilmassimo sforzo da parte di tutti.

Cosa fare?In realtà non si deve far nulla

di nuovo in quanto basta appli-care bene le politiche associa-tive già delineate e chesostanzialmente si traducono inquesti quattro punti:• Reperimento di alpini “dor-

mienti”• Maggior attenzione nei con-

fronti dei giovani associatistimolandoli ad una maggioree più incisiva partecipazioneassociativa

• Alpini in armi• Amici degli alpini e soci “aiu-

tanti” a cui dobbiamo riser-vare particolare cura

nere ad una Associazione in cuila storia, la cultura i valori alpinirappresentano dei principi irri-nunciabili.

In ambito sezionale nel cor-rente anno sono previste le con-suete manifestazioni, ma mipreme porre l’accento su una inparticolare che è quella del 90°Compleanno della nostra Se-zione che verrà celebrato l’8 e 9settembre a Susa.

Proprio così, giorno dopogiorno, anno dopo anno ab-biamo raggiunto la meravigliosavetta dei novant’anni e festeg-giarli in ottima salute non è oc-casione da poco.

Siete pertanto invitati a tra-smettere questo messaggio atutto il mondo alpino impe-gnandovi a fare sì che questoavvenimento raggiunga l’atten-zione ed il successo che si me-rita e che noi alpini della ValSusa ci meritiamo.

In questa mia relazione mo-rale voglio attirare in particolarela vostra attenzione su un argo-mento che sta particolarmente acuore al nostro Presidente Pe-rona e che è importantissimo edi attualità: il futuro associativo.

Per questo il Presidente Pe-rona ha già visitato quasi tutte leSezioni e mi risulta che al mo-mento mancherebbero solopoco più di quelle del 1° Rgpt.

Considero importantissimoquanto vi leggerò: vi prego diascoltare con attenzione poichéin base a questo dovremo pre-pararci alla visita del Presidentealla nostra Sezione, tesa adascoltare i nostri consigli equelli dei capigruppo per impo-stare una discussione serena ecostruttiva che ci consenta dioperare al meglio per la nostraAssociazione e soprattutto per ivalori che essa custodisce e tra-manda.

L’Associazione l’abbiamo ri-cevuta in dote dai nostri Padricon l’ordine di diffondere e tra-smetterne i valori.

L’A.N.A. non deve cam-

Il presidente Sosello nell’atto di appuntare la medaglia conferitaalla Protezione civile nazionale, e di conseguenza alla nostra, sulvessillo in dotazione al consigliere Demuti (foto D. Balbo).

selezionando gli “amici” veri,censirli anche per valutare se-renamente la loro consi-stenza.A questi, nel tempo, si po-

tranno riconoscere incarichianche di responsabilità e sarà unmodo per gratificarli e ringra-ziarli per il loro impegno.

Per fare quanto precede oc-corre, specie dalle più alte cari-che associative, una maggioreattenzione alle regole e alle po-litiche associative dimostrandoche le regole e le disposizionisono conosciute ed applicate. I“distinguo sezionali” non sonoaltro che semplici violazionialle regole.

Dobbiamo sempre e comun-que mantenere serenità nelle no-stre discussioni evitandopolemiche inutili e affermazionigratuite vestendoci di quella re-sponsabilità associativa semprepiù necessaria considerati itempi in cui stiamo vivendo.

È indispensabile insisterenella ricerca del consenso in-terno poiché è di primaria im-portanza che tutti i livelliassociativi si rendano consape-voli delle direttive che la sedenazionale propone.

Il consenso esterno è un altrodegli obiettivi da perseguire inquanto la considerazione della“gente” nei nostri confronti è difatto una conferma delle scelteassociative e della posizione ri-conosciutaci dalla società.

Ho finalmente finito di leg-gere la relazione relativa al miosesto anno come vostro Presi-dente e con il solito spirito diservizio mi accingo – se lo vo-lete – ad affrontare il mio ultimomandato triennale sperando sinqui di non avervi deluso in qual-che mio comportamento. Secosì fosse vi sarei grato se me lodiceste apertamente.

Ora lascio a voi il giudizio in-vitandovi ad un sereno dibattitoe conto per il futuro sul vostroapporto collaborativo espressonella massima serenità e spiritocostruttivo che portino a gestirenel migliore dei modi la nostrasia pur piccola ma tosta Se-zione.

Concludo ringraziando an-cora i vicepresidenti, i consi-glieri e revisori dei conti, icapigruppo con un augurio dibuon lavoro ai neo eletti.

Un saluto, un ringraziamentoparticolare ed un abbraccio aiConsiglieri sezionali che hannomesso lo zaino a terra e si ac-cingono a lasciare l’incarico perscadenza del mandato, contandoancora per il futuro sulla loropreziosa collaborazione.

Grazie della Vostra atten-zione.

W gli alpini W la SezioneValsusa

Giancarlo Sosello

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ualità

La Fanfara A.n.A. Valsusaa Borgone per Santa Cecilia di Mauro Biglino

Con l’occhiolino ammic-cante e con quel tipico sorrisodi complicità che ci si scambiatra persone che si comprendonopossiamo ben dire che il giornomercoledì 7 dicembre ha vis-suto una serata decisamente im-portante: al teatro alla Scala diMilano la “prima” del Don Gio-vanni di Mozart con il maestroDaniel Baremboim e al Cinemadi Borgone “l’ultima” dellaFanfara A.N.A. Valsusa con ilmaestro Danilo Bellando.

Una concomitanza micamale!

La fanfara ha chiuso conquel concerto il suo anno di im-pegni che, come ha ricordatoGiancarlo Sosello nel suo in-tervento, è stato ricco di servizie di onori: dalle Adunate di To-rino e Imperia ai vari incontridistribuiti tra Italia e briançon-nese i musici, sempre organiz-zati dal presidente FiorenzoCombetto, hanno dimostrato diessere ancora una volta il fioreall’occhiello dell’intera Se-zione.

La presentatrice Cristina haanimato e illustrato la succes-sione dei brani dando spazioanche agli interventi delle au-torità: il già citato Presidentedella Sezione valsusina, il Sin-daco ed il capo del localeGruppo alpini che ha organiz-

zato il tutto.Il giorno dopo Borgone ha

raddoppiato; il locale GruppoA.N.A. ha ospitato nuovamentela compagine per una giornatache ha visto vari eventi: alza-bandiera, sfilata per le vie cit-tadine, Santa Messa, altrasfilata, saluto e onori ai Cadutie infine il pranzo comunitario.

Il vento aveva soffiato pertutta la notte ma già alle 9 delmattino era chiaro a tutti cheaveva deciso di lasciare tran-quille le penne; in ogni caso hapreso una decisione saggia: haatteso di dare il suo preziosocontributo all’alzabandiera fa-cendo sventolare il tricoloreprima di ritirarsi in buon ordineper non disturbare più e la-sciare cielo azzurro e una tem-peratura che non era certoconsona al mese di dicembrema che in fondo, data l’occa-sione, non è dispiaciuta.

Non so con quali termini ilmaestro Baremboim abbia ri-chiamato gli orchestrali scali-geri a prepararsi perl’esecuzione ma so bene invecequale è stata l’espressione usatadal maestro Danilo per radu-nare i suoi; alle ore 9 e 50 hapronunciato un perentorio,chiaro ed efficace: “Alura… ra-bastuma le tole?”.

Dopo l’alzabandiera si parte;

i musicanti si allineano; il mae-stro alza la mano destra ad in-dicare con le dita il numero delbrano e la sfilata ha inizio.

Ad onor del vero dobbiamodire che la partecipazione dellacittadina valsusina è stata pres-soché nulla: durante la sfilataabbiamo incrociato un nonnettocon la nipotina che tornavanodall’edicola; abbiamo visto seio sette persone (più 6 che 7) af-facciarsi a qualche finestra ouscire sul balcone, una signorache era “gioiosamente dispe-rata” per avere perso il marito(ma come ha fatto visto chenon c’era tutta ‘sta folla!?) hapreso sottobraccio un paio dialpini per trovare sostegno econforto… niente di più!

Ma questa situazione appa-rentemente spiacevole consentedi attribuire ulteriore merito ai“fanfaroni” che suonano con lostesso impegno: nel deserto diBorgone come nella fiumana difolla delle adunate, loro rispet-tano l’incarico, fanno onorealle note, camminano e suo-nano!

Non si fanno scoraggiaredall’assenza delle persone,hanno una convinzione matu-rata in lunghi anni di “servi-zio”: ad ascoltare le marce cisaranno i muri, i tetti, le can-cellate, i vetri che risponde-

ranno alle vibrazioni degli im-periali, alle note severe deibassi, alle armonie di legni edottoni.

Si suona sempre e comun-que, anche solo per il piacere difarlo.

Così si onora la propria pre-senza.

Segue il pranzo… le portatesono tante, forse troppe… forsequattro antipasti e due primisono una esagerazione vistoche poi c’è il fritto misto…

Queste sono le parole chesembrano in realtà essere di cir-costanza perché poi seguono ifatti che non sono proprio coe-renti: la carne cruda va giù dasola e un cucchiaio in più nonguasterà certo l’appetito… ilriso è buono e allora se neprende due volte… ci sono an-cora delle rane? …magari an-cora qualche fetta di mela…però quel cioccolato non èniente male… quasi quasi…anche l’agnello merita un bis…forse un tris…

Insomma: la giornata invita,l’atmosfera è sana e piacevole,Santa Cecilia osserva e pro-tegge.

Tutto va giù, tutto va per ilmeglio; anche questo anno sichiude con la solita allegria econ un arrivederci: alla pros-sima dunque!

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ualità

Il maggiore Mario renna raccontala missione degli alpini in Afghanistandi Mario Tonini

Presso la libreria Panassi diSusa si è svolta la presentazionedel libro “Ring Road” scritto dalmaggiore Mario Renna. L’au-tore, laureato in ingegneria escienze strategiche, si occupadella comunicazione della bri-gata alpina “Taurinense” ed haal suo attivo diverse missioni al-l’estero.

In questo libro, il suo diario,con un tratto lineare, pulito escevro di retorica l’ufficiale al-pino descrive sei mesi di mis-sione in Afghanistan. E’ stato unpiacere accoglierlo in una città,militare ed alpina nella storia enei ricordi, per sentire dalla suavoce lo svolgersi quotidiano diuna missione conosciuta ai piùin modo parziale con il filtro te-levisivo che ci abitua, pur-troppo, a far caso solo alle mortidei militari. “Cosa succede trauna vittima e l’altra?”, è questala domanda a cui il maggiore hacercato di dare una risposta conil suo scritto ed il suo inter-vento.

Il titolo del volume deriva dalnome della strada ad anello checollega il paese, la “RingRoad”, che è lo scenario in cuitutto si muove, in cui si vive e

muore; è il luogo in cui tutto av-viene. Ha spiegato il maggioreRenna con un piglio autoritario,bonario e una completezza diinformazioni davvero stupefa-cente quanto i nostri militarisiano chiamati a fare durante leloro giornate. Ragazzi partitidall’Italia con la consapevo-lezza di andare incontro a peri-coli ma anche ad una grandeesperienza umana e professio-nale che tornano comunque, uo-mini conferma il maggioreRenna, sia perché provati daicombattimenti sia perché consa-pevoli del loro aiuto al popoloafghano che a loro deve una vitamigliore.

Renna con la sua presenza, eil suo scritto, descrive il quoti-diano delle penne nere. Alpinidiversi dai loro padri e nonni “ilmilitare moderno deve sapercombattere ma anche preveniree persuadere, intendersi diesplosivi ma anche di ediliziascolastica, deve saper parlarein pubblico e rivolgersi a plateetalvolta ostili o diffidenti. Siamolontani dal prototipo del soldatodi soli vent’anni fa. Per gli al-pini ci sono sollecitazioni più omeno nuove. Penso all’icono-

grafia originale dell’alpino intrincea sulle vette delle Alpi,tramandata dalle copertinedella Domenica del Corriere,che oggi ad esempio si è tra-sformata nell’immagine altret-tanto suggestiva dei capisaldi diBala Murghab, dove gli alpinidi oggi sono a presidio dellastabilità di una regione lonta-nissima e diversissima dall’Ita-lia ”, uomini e militari pronti aservire la Patria rendendola piùsicura perché rendono il mondopiù sicuro.

Il libro scorre gradevolmentetra aneddoti di vita quotidiana,episodi distensivi “gli alpinihanno organizzato un torneo dicalcio tra militari afgani, inter-preti e squadre di mentors diItalia, Usa, Spagna e Slovenia”e di sconvolgente tristezza “alle20 di stasera, mentre stava con-cludendo le operazioni di rimo-zione di un ordigno,un’esplosione improvvisa haportato via il marescialloMauro Gigli insieme al suo‘coppio’ il caporalmaggiorecapo Pierdavide de Cillis, pu-gliese di nascita ma in servizioal 21° reggimento genio di Ca-serta, dove abitava con la mo-

glie in attesa di un figlio chenon vedrà mai”. L’incontro conRenna scorre velocemente e ter-mina con la visione di uno spez-zone di un reportage di SKY TVche avvicina le parole alle im-magini.

Presenti all’incontro il capo-gruppo segusino Bartolotti, inrappresentanza della SezioneVal Susa, il consigliere Am-primo, che ha donato al mag-giore il nostro gagliardetto, el’assessore comunale Pelissero.Le pagine di Renna, con unaprefazione del giornalista ToniCapuozzo e due inserti fotogra-fici curati dalla torinese Valen-tina Bosio, sono edite da Mursiae hanno il prezzo di copertina dieuro 17.

Chi avrà occasione di leggereil libro scoprirà quanto di pro-fondo ci sia nell’azione del-l’esercito e chi ha coltol’occasione per stringere lamano al maggiore Mario Rennaha scoperto quanto di umano,professionale e onesto possa of-frire il nostro Paese al mondo.Come italiani un motivo in piùper gioire degli alpini e comesegusini per rimpiangerli tanto,troppo.

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ualitàSanta Messa di natale

a Mompanterodi elio Garnero

L’interno del Santuario e, sotto, il gruppo dei presenti con il sin-daco di Mompantero (foto D. balbo).

Tutti i presenti, sabato 17 dicembre, avranno recepito la soddi-sfazione, per altro manifestata dal presidente Sosello, per la buonariuscita di tale evento.

Vi lascio immaginare quale sia stato il mio compiacimento pertale successo, essendone stato il promotore. Probabilmente alcunicomponenti il CDS non si ricordano, ma nel Consiglio sezionale dinovembre 2010 quando si faceva la conta di chi, magari senza en-tusiasmo avrebbe dovuto rappresentare la Sezione Val Susa a Mi-lano, porsi una domanda: "perché non organizziamo una Messa diNatale per i nostri alpini in Valle? Più comodo, meno costoso, piùcontenuto ed avvolgente di quanto possa essere la Santa Messa diNatale a Milano".

Allora il CDS fu d’accordo all’unanimità. Ritenemmo che la sedeideale fosse il Santuario di Mompantero consacrato alla Madonnadel Rocciamelone protettrice degli alpini valsusini, e riscontrammo

anche la totale disponibilità del Gruppo di Mompantero, guidato dal-l’ineccepibile Ezio Durbiano (vero esempio di conduttore di unGruppo).

Già l’anno scorso, magari un po’ sottotono anche per l’assenzadel Presidente impegnato in sede nazionale a Milano, abbiamo ini-ziato a ritrovarci presso l’altare del Santuario per essere coinvoltinella Santa Messa di Natale officiata da don Remigio.

A mio modesto parere, questo evento è importante poiché si trattadi un incontro solenne tra tutti noi alpini, amici e familiari, ed èanche l’occasione per scambiarci gli auguri in prossimità del SantoNatale e del nuovo anno. Unico neo che offusca in parte questa ce-lebrazione è la non totale partecipazione dei gagliardetti, quindi deiGruppi. La presenza di 21 su 36 pare veramente discutibile.

Milano: Santa Messaper tutti i Caduti alpinidi elio Garnero

Domenica 14 dicembre si è celebrata l’annuale Santa Messa nelDuomo di Milano a suffragio dei Caduti in guerra ed in pace, con ilconsueto grande afflusso degli alpini, (ben 375 gagliardetti e 51 ivessilli), segno che la voglia di ricordare è ancora un vero e proprioimperativo categorico per le penne nere.

Dopo la rassegna di una compagnia in armi, dei vessilli e dei ga-gliardetti da parte del generale Alberto Primjceri unitamente al no-stro presidente nazionale Corrado Perona, ci si è trasferiti all’internodel Duomo.

La Santa Messa, commovente e solenne è stata celebrata per laprima volta dal nuovo arcivescovo Angelo Scola, il quale, nel-l’omelia si è dichiarato fortemente colpito dal complesso di attivitàsolidali degli alpini sia in Patria che all’estero. Come siamo abituati,lo splendido coro della Sezione A.N.A. di Milano, accompagnatodal maestoso organo della Cattedrale, ha contribuito a rendere ancorapiù solenne e coinvolgente l’intera funzione. Al termine della SantaMessa si sono tenuti sul sagrato del Duomo i discorsi delle autorità.Evidenzio il gradito ed interessante intervento del sindaco di Milanodottor Pisapia, e quello, di rara intensività emotiva del past-presi-dent Giuseppe Parazzini.

Ne è seguita la sfilata fino in piazza Sant’Ambrogio dove, adia-cente l’antica e storica basilica è situato il Mausoleo sacrario dei Ca-duti milanesi di tutte le guerre, davanti al quale è stata deposta unacorona al suono del “Silenzio”. Significativa la partecipazione dellanostra Sezione con il vessillo sempre degnamente sorretto dall’al-fiere Gallina, scortato dal presidente Sosello. Erano pure presenti loscrivente vicepresidente vicario, il vicepresidente Ferraris ed i con-siglieri sezionali Amprimo, Bonaudo e Demuti e, naturalmente il re-visore dei conti nazionale Botteselle. Tra alpini e familiari ipartecipanti valsusini erano una sessantina.

Interno del Duomo (foto G. Baseggio).

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ualità Celebrato a Ceva il 69° anniversario

della battaglia di nowo Postojalowka di elio Garnero

È mio avviso che per “non di-menticare” è indispensabile “ri-badire per ricordare”. Viene dadomandarci: perché gli alpini inRussia? Per calcolo politiconella primavera-estate 1942 allearmate germaniche sul fronterusso del medio Don era stataaffiancata un’armata italiana di230.000 uomini, della quale fa-ceva parte il Corpo d’ArmataAlpino.

Il 19 novembre 1942 l’Ar-mata Rossa scatenò l’offensivasul fronte del Don travolgendoalle ali, ungheresi, rumeni e lenostre divisioni di fanteria. Ladivisione “Julia” fu spedita adarrestare lo sfondamento russoa sud, a fianco della “Cune-ense”. In un rapporto di inferio-rità di 1/13 riuscirono a tenereper un mese intero, ma la mano-vra a tenaglia sovietica aggiròalle spalle il Corpo d’Armata al-pino chiudendolo in una enormesacca. Le due divisioni si sacri-ficarono ancora a Nowo Posto-jalowka dopo aver iniziato laritirata. In questa località in piùdi trenta ore di combattimento,

quattordici battaglioni della“Julia” e della “Cuneense”(‘Gemona’, ‘Tolmezzo’, ‘Civi-dale’, ‘L’Aquila’, ‘Vicenza’,‘Val Cismon’, ‘Ceva’, ‘Mon-dovì, Dronero’, ‘Borgo San‘Dalmazzo’, ‘Saluzzo’, ‘Pievedi Teco’, III° e IV° battaglionegenio) e sette gruppi di artiglieriaalpina (‘Udine’, ‘Conegliano’,‘Val Piave’, ‘Gruppo Misto’,‘Mondovì’, ‘Pinerolo’ e ‘Val Po’)assorbirono l’urto del nemiconella più grande e sanguinosa bat-taglia sostenuta dal Corpo d’Ar-mata Alpino.

“Julia” e “Cuneense” sarannoannientate dai russi a Nowo-Ge-orgiewka (la “Julia” il 22 gen-naio), e a Valuiki (la “Cuneense”il 27 e 28 gennaio).

Ecco perché è giusto parteci-pare a questa manifestazionesvoltasi quest’anno a Ceva. Glialpini non possono dimenticarequeste migliaia e migliaia di ra-gazzi spediti nella steppa russasenza armi ed uniformi adatte.Ragazzi che non sono tornati edhanno pagato con la vita dopoorrendi stenti su ghiaccio e neve

e senza alimenti.Domenica 15 gennaio era-

vamo in tanti, segno che ancoratanti alpini sentono nei lorocuori la necessità di commemo-rare e ringraziare questi eroi.

La manifestazione ufficiale èiniziata con i discorsi delle au-torità. Ha iniziato il presidentedella Sezione di Ceva, Gian-paolo Daprea, seguito dal sin-daco alpino di Ceva, AlfredoVizio e dal consigliere nazio-nale, referente di zona GiovanniGreco, che nel suo toccante in-tervento ha ricordato monsignorRinaldo Trappo che per tantianni è stato il cappellano dellanostra Sezione. Don Trappo,mancato nel settembre 2010 eral’ultimo cappellano della Divi-sione “Cuneense”.

Don Trappo partecipò allaguerra in Albania nel 1940 colbtg. “Ceva”, quindi in Russia, equi, nella tragica ritirata si trovòa comandare il battaglione es-sendo il più elevato in grado tragli ufficiali superstiti.

Tornò in Patria nel maggio1943 dopo atroci stenti traghiaccio, neve e cadaveri cuilui, col cuore affranto, non hapotuto fare altro che confortarenell’agonia e successivamente

benedirne le spoglie, col batta-glione ridotto a quarantasetteuomini.

Il vessillo della Sezione ValSusa sorretto dall’alfiere Gal-lina era scortato dallo scriventevicepresidente vicario, dal vice-presidente Ferraris, dai consi-glieri sezionali Amprimo,Balbo, Bonaudo, Bosco eSacco, oltre ai gagliardetti diBorgone, Bussoleno, Cesana,Chiusa San Michele e Foresto.

Durante i discorsi ufficialiGiovanni Greco ha letto la poe-sia che segue, dell’alpino Gior-gio Corba reduce di quellabattaglia. Nato a Villacidro(CA) il 25 maggio 1919, fre-quenta prima Ginnasio e Liceo.E poi a Cagliari Giurisprudenza.Partecipa al conflitto come Vo-lontario Universitario inqua-drato nel 2° reggimento alpini,battaglione “Dronero” con ilgrado di comandante della squa-dra “cacciatori di carri” del plo-tone assaltatori. Ferito due voltein combattimento subisce ilcongelamento di mani e piedi. Il27 gennaio 1943 è catturato dairussi e rimane in campo di con-centramento fino al 3 dicembre1945 soffrendo, indomito, l’in-ferno dei lager di Stalin.

Dov’è la nostra Patria bella,quella benedetta da Dio,di Dante, di Petrarca e di Manzoni,di Guglielmo Marconie degli Alpini che il suo nome gridavanocon tutto il loro cuoree col più grande amore,mentre, la mina stretta al petto, si buttavanosotto i carri nemici che s’avventavanoper spiaccicare sulla neve le slitte dei feriti.

Dov’è la nostra Patria bella,quella che gli Alpini mai cessavano d’amare,pur sentendosi finiti la notte del venti gennaio,mentre pregavano Dio in raccolta preghiera,prima di partire all’assaltosull’imprendibile spalto,e bruciavano la Bandieraperché non fosse preda in quella triste sortedell’Italia carae della loro morte amara.

Dov’è la nostra Patria bella,quella che a Nowo Postojalowka invocavanoquando il fuoco nemico rabbioso li colpivae li rapiva alla vita,e su loro copiosa cadeva la neveche lieve per sudario li copriva,e per la gloria d’Italia si immolavanomentre Ti pregavano, Madonna,che col tuo mantocoprissi il loro suol natio perché era santo.

Giorgio Corba(da Le Rime)

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ualitàriunione dei Presidenti

e del Centro studidel 1° raggruppamentodi Dario Balbo

Sabato 4 febbraio a Mondovì si è svolta la prima delle due riu-nioni annuali dei presidenti e dei referenti centro studi del 1° Rag-gruppamento. Come è ben noto ogni anno si tengono due di questiincontri, uno itinerante e uno sempre nella località che accoglie ilraduno di Raggruppamento. Come è altrettanto ben noto a tutti ilnostro presidente Sosello di questo Raggruppamento ne è il coordi-natore.

La giornata era sicuramente una di quelle che avrebbe invitatochiunque a stare a casa. Temperatura rigidissima (-17° in autostrada),qualche fiocco di neve e leggera nebbia non hanno particolarmentespaventato i partecipanti che, salvo una defezione, hanno raggiuntola sede della caserma Galliano in tempo utile per la cerimonia del-l’alzabandiera.

Rapido spostamento quindi presso i locali della Società operaia dimutuo soccorso “La buva” che avrebbe ospitato le riunioni.

Come sempre ricco di punti l’ordine del giorno sottoposto agli in-tervenuti e ricco di dibattito ognuno di essi a dimostrazione dell’at-tenzione che le Sezioni pongono alle problematiche associative.

Dopo l’alzabandiera ed i saluti del presidente della Sezione diMondovì e del presidente nazionale sono iniziti i lavori all’ordine delgiorno.

Oltre tre ore di discussione senza interruzioni intervallate da un in-tervento del gen. Cravarezza volto a presentare un modello di tendada assegnare eventualmente alla Protezione civile per interventi infase di emergenza.

Mentre i presidenti dibattevano i loro punti, i referenti centro studiaffrontavano il progetto di portare la storia degli alpini nelle scuole.Una proiezione e la documentazione predisposta dalla sede nazio-nale venivano presentate affinché i referenti che dovessero esserecoinvolti nelle proprie Sezioni o presso i Gruppi in questo progettopossano seguire una linea condivisa. Altro punto affrontato è statoquello delle realtà museali e delle biblioteche. Almeno in quest’ul-timo punto la nostra Sezione ha intenzione di valutarne la creazione.

Come si conviene un sobrio pranzo conviviale ha chiuso la gior-nata di lavoro.

Encomiabile lo sforzo del vicario della Sezione di Mondovì Gian-piero Gazzano che, raccolto lo zaino del dimissionario ex presidenteRicci, ha saputo in pochi giorni gestire al meglio l’incontro. Pros-simo appuntamento quindi a Novara nel prossimo ottobre.

Inaugurato l’ascensoreper il Forte di exillesdi Giuseppe rosatelli

Domenica 23 ottobre 2011 ha avuto luogo la cerimonia ufficialeper l’inaugurazione dell’ascensore realizzato nella cerchia del fortedi Exilles. Un’opera di eccezionale intraprendenza che si inseriscenel più vasto piano di valorizzazione del forte. Piano annunciato dal-l’assessore regionale alla cultura Michele Coppola nel corso del pro-prio intervento avvenuto durante la cerimonia, in cui ha anchepreannunciato alcuni degli impegni già assunti per promuoverenuove iniziative da collocarsi all’interno del forte stesso. Oltre al-l’assessore, testè menzionato, all’inaugurazione erano presenti il di-rettore del forte di Exilles e del Museo della montagna Aldo Audisio,il sindaco del comune di Exilles Michelangelo Castellano, CarloPession progettista dell’ascensore, Sergio Enrietto, altre personalità,sindaci e residenti della valle unitamente a numerosi altri parteci-panti.

L’ingegnosa opera è il risultato di un lavoro multiforme e com-plesso brillantemente realizzato dal gruppo di lavoro al quale il com-pito era stato affidato. Ora per salire al forte chiunque può utilizzaredue ascensori di otto posti ciascuno, entrambi ubicati nella cavitàdella roccia per una profondità di 40 metri. Salendo con essi si ri-mane enormemente colpiti ed ammirati dal lavoro effettivamentesvolto che rappresenta uno spettacolo in sé. Ciò che finora è statoconcretizzato è il frutto di quattro anni di lavoro intenso.

Concludo affermando di aver infinitamente apprezzato le opereeseguite per le quali sento doveroso esprimere a tutte le maestranzeche vi hanno collaborato, al di là della propria specifica mansione edinerente specialità, i più elevati elogi. I lavori proseguono per por-tare a termine quanto è stato programmato per il rilancio del forte diExilles, emblema della valle, quale centro culturale permanente adisposizione di tutti gli amanti della natura, della storia e della mon-tagna.

Domenica 9 ottobre 2011 il Gruppo alpini “Torino Nord” ha fe-steggiato il compimento del suo 34° anno di costituzione. Molti sonostati i partecipanti che hanno aderito alla succitata cerimonia.

Erano infatti presenti 13 Gruppi alpini con il proprio gagliardettooltre a rappresentanti dell’Associazione Aviazione ed un nucleo indivisa del 2° reggimento di artiglieria napoleonica (esercito fran-cese) e le seguenti autorità: Stara Andrea, socio alpino del GruppoTorino Nord e consigliere regionale; Conticelli Nadia, presidente 6ªcircoscrizione; Zito Rocco, vicepresidente 6ª circoscrizione; Can-nillo Vincenzo, segretario vertenziale pensionati CISL Torino Nord;Rubecchini Sauro, maresciallo comandante la Stazione carabinieriBarriera di Milano.

Alle 10, come da programma, Onori per l’alzabandiera e compo-sizione del corteo, accompagnato dalla Banda musicale di RocchettaTanaro, per la deposizione di una corona presso la lapide dei Cadutisita in piazza Bottesini. Successivamente viene celebrata la SantaMessa ed al termine il capogruppo Giuliano Blandino rivolge la pa-rola ai presenti ripercorrendo brevemente la storia del Gruppo e delsuo impegno sociale nei confronti della comunità. Al riguardo citiene a sottolineare che proprio per onorare al meglio l’anniversario,il Gruppo ha deciso di donare alla Scuola dell’infanzia “Aporti Ga-staldi” di Torino alcuni “giochi didattici” per attività all’aperto utilianche per bambini “diversamente abili”. Il Gruppo ha poi offerto unrinfresco mentre nel corso delle relative pause il complesso Roc-chetta Tanaro, al quale si sono aggiunti alcuni palafrenieri con fru-sta, hanno allietato la giornata stessa.

Alle 13 è stato servito il pranzo, nei locali della sede medesima,il cui contenuto è stato a tutti gli effetti di vero gradimento. Fin quila cronaca dello svolgimento della ricorrenza a cui anch’io ho par-tecipato con intenso piacere anche per la soddisfazione di incontraremolti amici provenienti da posti diversi o da altre regioni come ilGruppo alpini di Pianello Val Tidone. Piacere accresciuto dalla gioiaderivante dal particolare legame affettivo che mi unisce al Gruppostesso, non solo per aver fornito il mio contributo per la sua costitu-zione, ma anche per il notevole numero di amici a cui resto affezio-nato, compresi tutti coloro che danno un contributo, qualunque essosia, alla vita associativa del Gruppo stesso.

Prima di concludere vorrei ricordare un episodio avvenuto nel1982 nato dalla divulgazione del mio scritto “L’alpino ed il mulo:una storia vera” che avevo scritto stimolato da un incontro propriopresso la vecchia sede del Gruppo alpini Torino Nord. Qualchegiorno dopo la sua diffusione un caro amico mi telefonò dicendomiche avevo fatto piangere sua moglie. Rimasi molto stupito, alloralui aggiunse subito, che sua moglie aveva letto lo scritto dianzi ci-tato.

34° di fondazionedel gruppo“Torino nord”di Giuseppe rosatelli

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Giornata del ricordoalla Foiba di BasovizzaCommemorate le vittime delle milizie titinedi elio Garnero

La foiba di Basovizza.

Scorrendo i vari giornali dellanostra Stampa alpina ho consta-tato che questo tragico eventoviene ricordato e commemoratoprincipalmente nelle zone delNord-Est ma in parte disattesoin altre parti del nostro Paese.Ecco perché con questo scrittointendo informare ed accentuarel’importanza di conoscere e ce-lebrare una delle tragedie piùatroci del Novecento, ma di cuifino a pochi anni fa si occupa-vano nemmeno i libri di storia.Quasi gli studiosi obbedissero auna consegna del silenzio cheper mezzo secolo ha circondatole migliaia di vittime italianedella repressione titina nell’au-tunno del ’43 e, soprattutto,nella primavera-estate del ’45.Quando nel resto dell’Italia sifesteggiava la fine della guerra,fra Trieste e l’Istria i partigianijugoslavi, obbedendo a un pre-ciso ordine di Tito, eliminavanochiunque si opponesse alla “sla-vizzazione dei territori”.

Ma cos’erano le foibe? A suotempo la parola foiba apparte-neva quasi esclusivamente al

linguaggio degli abitanti delCarso, ai geologi, agli speleo-logi. Oggi è più conosciuta – manon tanto – a seguito del lugu-bre significato di orrore e dimorte.

L’altopiano roccioso delCarso che si estende su una no-tevole parte della Venezia Giu-lia è da paragonarsi ad unaimmensa groviera. Il suolo è co-stellato di numerose voragini –ne sono state contate 1700 – chesprofondano per centinaia dimetri nelle viscere della terra,spesso percorse dalle acque.Appunto le foibe, misteriose,impressionanti, impenetrabili. Eaccanto ad esse cavità di ognigenere, cunicoli, grotte, acqueche scorrono fra tortuosi pro-fondi meandri.

A Trieste le due oppressioni,tedesca e jugoslava, nazista ecomunista, hanno lasciato segnitremendi: la Risiera e le Foibe,in particolare quelle di Baso-vizza e di Opicina che sono ledue fosse comuni più grandi epiù tragiche esistenti in Italia.Sul ciglione carsico, a 9 km da

Trieste sorge la borgata di Ba-sovizza. Nei pressi si apriva il“Pozzo della miniera” oggi me-glio conosciuto come “Foiba diBasovizza”, divenuta simbolodi tutte le foibe del Carso e del-l’Istria, e di tutti i luoghi che vi-dero il martirio e la morte atrocedi italiani, sia per il numerodelle vittime che ha inghiottito,sia per la tragicità delle vicendeconnesse alla strage colà perpe-trata. Questo pozzo che in realtàera una miniera di carbone in-fruttuosa, quindi dismessa, eraun pozzo profondo 256 metri.Sull’orlo di questa cavità arri-vavano gli autocarri della mortecon il loro carico di disgraziati.Questi con le mani straziate conil filo di ferro e spesso avvintitra loro a catena venivano so-spinti a gruppi presso l’orlo del-l’abisso. Una scarica di mitra aiprimi faceva precipitare tutti nelbaratro. Sul fondo, chi non tro-vava morte istantanea dopo unvolo di oltre 200 metri conti-nuava ad agonizzare tra gli spa-smi delle ferite e le lacerazioniriportate nella caduta tra gli

spuntoni di roccia. Molte vit-time erano prima spogliate e se-viziate.

L’otto settembre 1943 l’eser-cito italiano si sfalda, l’Istria ri-mane indifesa e subito occupatadai partigiani di Tito il cui or-dine è: bisogna slavizzare i ter-ritori occupati, gli italianidevono sparire. Ed iniziò il mas-sacro. Le disposizioni prevede-vano che gli italiani avrebberodovuto essere prelevati in gransegreto di notte, completamentedenudati, uccisi e gettati nellefoibe. Qualche bomba a manodifensiva avrebbe disintegrato icorpi e fatto franare le paretidelle foibe in modo da nascon-dere per sempre il misfatto. Machi erano le vittime? Italiani diogni estrazione: civili, militari,carabinieri, finanzieri, agenti dipolizia e di custodia carceraria,fascisti ed antifascisti, membridel Comitato di liberazione na-zionale. Contro questi ultimi cifu una caccia mirata perché inquel momento rappresentavanogli oppositori più temuti dellemire annessionistiche di Tito.Furono infoibati anche tedeschivivi e morti e sloveni anticomu-nisti.

In totale mancarono all’ap-pello oltre 10.000 italiani, mafurono oltre 300.000 coloro chedovettero abbandonare tutto perfuggire in Italia, rei di essere ita-liani e in Italia vennero spessoaccolti con ingiurie, maltratta-menti e sputi con la scusa di es-sere fuggiti dal “paradisosocialista” di Tito. Per rendersiconto della vastità dell’esodobasti dire che da Pola, all’arrivodegli slavi, fuggì in Italia il 98per cento della popolazione. Inpratica l’intera cittadinanza. Larepressione nei confronti dei no-stri connazionali fu durissimaed assunse i contorni di vera pu-lizia etnica.

Il giorno del ricordo della tra-gedia delle foibe e dell’esododegli italiani dall’Istria, Fiume eDalmazia fu istituito nel 2004dal Presidente della RepubblicaCarlo Azeglio Ciampi.

Carissimi alpini mi auguro dinon avervi annoiato, ma, allaluce di questi tragici eventi, piùche mai è necessario intensifi-care il nostro impegno per cer-care di riuscire a mantenere unastoria che non debba mai più farleggere simili pagine.

Lo desidera l’intelligenza dichi guarda la vita come un beneprezioso da trascorrere in per-fetta armonia col tutto e con itanti.

Lo indica l’amore per la pace,l’unico vero sentimento capacedi far superare gli odi, i rancori,le vendette e quanto di più inu-tile al vero benessere dellegenti.

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Bolzano: piazza Walther con il Duomo gotico e il monumento al poeta Walther der Volgelweide.

bolzano la val d’isarco e la pusteriaa cura di Ba-io

Prima della storia, del pae-saggio, dei monumenti, del fol-klore, Bolzano è unaeccitazione lucida; trovarsi aBolzano significa osservareogni cosa con tensione, cer-cando l’attimo del mutamento,il segreto della giuntura, il pas-saggio fra le due civiltà, il lorodialogo nevrastenico. Ci sonocittà spente o ferme nella lorostoria sicura: città piacevoli osgradevoli, ma senza turba-mento. Bolzano invece è, ognivolta questa partecipazione tesa:capire dove il colore della vignacambia, dove i filari dei pometihanno una geometria diversa,dove l’ascendere gotico degliabeti, dei tetti, delle chiesesegna il passaggio ad altre mi-sure della vita. Perché il pro-blema di Bolzano e dell’AltoAdige non è di negare le diver-sità ma di creare la convivenza.L’ingresso a Bolzano è un po’sordido; l’Alto Adige si annun-cia, qui, come una periferia in-

dustriale abitata da contadini-operai. Il fumo delle fabbricheche guasta l’aria limpida dellavalle, puzzo di benzina bruciatae di prati umidi, i cancelli dellefabbriche con la gente che tim-bra, i selciati sconnessi, gliesodi giornalieri. Qui comenella Valle d’Aosta o dell’Os-sola o dell’Agno o in tutte levalli mutate dalla rivoluzioneindustriale. Ma appena entrati incittà, appena si cammina fra lachiesa romanica di San Gio-vanni e la Cattedrale gotica, frala Bolzano austriaca e asburi-gica, si capisce che Bolzano èdiversa, forse unica. Città di in-contri difficili e di equilibri in-stabili. Il peso ordinato e ildesiderio represso del mondogermanico su questa valle; laluce, il tepore, il vitalismo di-spersivo dei mediterranei su perquesta valle verso l’incontrodifficile e instabile. Castrum ro-mano, il Pons Drusi di cui siparla nella tavola di Peutinger

nel IV secolo; poi castello bava-rese e quindi città del vescovo-principe di Trento; feudoasburgico; per alcuni anni an-nessa al Regno Italico di Napo-leone, austriaca fino al ’18,italiana dopo. Per dire che qui èla cerniera, qui il punto di in-contro non solo di due popoli,ma di due modi di concepire lavita. E lo sbaglio di chi rifiuta,da una parte come dall’altra, diprenderne atto.

Il problema, si diceva, è dicercare la convivenza, non dinegare la diversità. La quale èvisibile anche nella natura. DaBolzano in su gli alberi, le pie-tre, il colore del cielo sono di-versi: non più italiani, nonancora tedeschi. Questa terra dinessuno e di entrambi. Scompa-iono i tabernacoli e le cappellevenete con santi contadini chehanno colori rosso blu oro e visibonari; e già comincia la terradei crocifissi lignei sotto il tet-tuccio gotico a guardia dei sen-

tieri. Ma se li osservate benequesti crocifissi della vald’Adige vedete che il Cristo èun contadino biondo-bruno, fra-tello o figlio dei bevitori di vinobiondo-bruni che abitano questevalli, già aperti alla mitezza, giàsulla strada del mare. Diversi,molto diversi dai Cristi lividi escarnificati visti da Lawrencenelle valli bavaresi. Un paesag-gio non più italiano e non an-cora tedesco: nelle ombre fitte etaciturne delle abetaie si pos-sono aprire anche psicologica-mente dei giardini, il riso e ilcanto sciolto della val Gardena,dove la giuntura è allo stato dimescolanza: i ladini che parlanotedesco, cantano italiano, hannoparentele venete. Persino nellaval Sarentina dove la resistenzaetnica sembra più fanaticaviene, nell’osteria, il momentodionisiaco di sciogliere i rancorie le diffidenze.

Risalendo la valle dell’Adigesi giunge a Bressanone. Ri-

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Castello Cornedo nei dintorni di Bolzano, eretto forse nel XII se-colo dai Greifensteiner su uno sperone roccioso a dominio dellaval d’ega.

cordo, anni addietro, durante unmio breve soggiorno, parlai conil sindaco, di lingua tedesca, disentimenti tirolesi. Gli chiedevose fosse conveniente, da unpunto di vista economico,acuire la polemica fra le due po-polazioni. E lui mi diceva chegli affari non sono tutto, che nonc’è solo il denaro. Diceva que-ste cose senza la rabbia e l’or-goglio ottusi che vi mettono ipangermanisti di oltre confine.Parlava come può parlare uno diuna piccola città alpina che co-nosce la civiltà pacata delDuomo e del chiostro, la pre-senza di un clero ragionevole,legato naturalmente al suogregge ma sempre pronto a mo-derarlo.

Nella piazza della sede ve-scovile di Bressanone si può ca-pire l’attaccamento alla civiltàalpina. Il palazzo vescovile èforte e antico; passano il messocomunale, le guardie civiche, isacerdoti; il tempo scorre senzaangoscia, le case sono tepide,questa civiltà ha piccoli confinima protegge; non ha grandi pro-spettive ma l’uomo vi si ricono-sce; è stilizzata, ripetuta,monotona ma difende alcuni va-lori precisi. Forse vale la penadi difenderla. Forse bisognasaper distinguere fra quelli chevogliono difenderla per difen-dere i privilegi del maso chiuso,della manodopera sottopagata,della plebe contadina imprigio-nata nelle tradizioni e consolatacon il folklore, e gli altri, since-ramente legati a un modo di vitapiù sereno, più lento, più di-steso. Che può essere stato sinoad oggi un modo di vita anti-quato, superato; ma che può es-sere, da oggi, uno dei modi di

vita futuri, o almeno una diquelle riserve che la civiltà deglisvaghi dovrà pur avere.

A Bressanone la valle si di-vide: a sinistra la valle ombradell’Isarco, a destra quella lucedel Rienza, la Pustteria. Ombrae luce stanno, ovviamente, perimpressioni psicologiche. Lavalle dell’Isarco è una valleombra perché è scabra, chiusa,come ossessionata dall’attesadel valico. Curva dopo curva,pianoro dopo pianoro semprequell’indicazione del «Brennerpass» «Passo del Brennero»,quell’avvicinarsi al punto dellaseparazione definitiva. I fiumilenti delle automobili che vannoe che vengono con il loro po-polo turistico indifferente ai pic-coli villaggi di montagna. Ilpopolo che vuole solo passare,proseguire. Invece la Pusteria èaperta. da campanile a campa-nile.

La sua stagione è l’invernoper il bianco, per l’azzurro, perl’oro.

Ricordo i volti dei campionidi sci, che passano sulla pista difondo in una mattina di gennaio,nei campi di San Candido; lanebbia leggera verso il fiume, lavalle in un bagno di luce; sullaporta degli alberghi, delle trat-torie le cameriere in calze,gonne, maglie nere e cuffiettabianca e le maschere dei bam-bini. No, scusate, i bambini ma-scherati sono quelli di uncarnevale a Brunico.

Stavo in una stube a riordi-nare i miei appunti e loro en-trano vestiti da soldatiottocenteschi o da spazzaca-mini, con nasi di cartone, rossoviola, e occhiaie bianche di fa-rina o nere di nerofumo. Pas-

sano per la stanza, li vedo cor-rere per la strada, evitare il si-gnor canonico, riempire l’aria digrida.

Valli luce e valli ombradell’Alto Adige. Dicevo chel’ingresso a Bolzano è un po’sordido. E aggiungo che tutto iltratto della valle da Salorno aBolzano è un tratto ombra.L’ombra di certi quartieri diBolzano di una italianizzazionetroppo rapida, il falso romanoche deturpa il paesaggio senzaconquistarlo; e l’ombra dei vil-laggi dove è avvenuta nel pas-sato una tedeschizzazionesoffocatrice. I villaggi del tede-sco d’acquisto: Egna, Ora,Bronzolo; e la Bolzano dell’ita-liano che conquista. Per capireancora una volta che il pro-blema non è quello di cancel-larsi a vicenda ma di convivere.L’incontro è in ogni modo diffi-cile, la convivenza anche. Il fa-scismo, come ognuno sa,scegliendo la soluzione di forzanon ha fatto che rimandare ilproblema. E certo pangermani-smo, ritornando alle soluzionirazzistiche, non fa che allonta-nare la soluzione del problema.La convivenza è difficile: moltiitaliani sono venuti qui come interra di punizione o come in co-

lonia; da starci un po’ di anni afar soldi e poi andarsene. Emolti del gruppo etnico tedescocedono ai luoghi comuni e allefalse virtù del pangermanismoda marca di confine. Sicchésembra ancora lontano il tempoin cui questa terra di incontrosarà veramente una terra di col-loquio e offrirà la sede naturaleallo studio reciproco e getteràquel ponte europeo che deveunire i due popoli. Ma già oral’Alto Adige è, a mio avviso,un’altra testimonianza di civiltà.Chi ha percorso da solo, comeme, i villaggi della val Sarentinao della val d’Isarco nei momentiin cui la polemica era più aspra,non ha mai avuto la sensazionedi rapporti umani spezzati e diuna incomprensione pregiudi-ziale.

C’è evidentemente nelle duepopolazioni, nelle due civiltàuna stima reciproca, di fondo,che impedisce il sorgere di si-tuazioni balcaniche. C’è una ca-pacità di intesa civile che hasuperato, nei secoli, le lacera-zioni delle guerre e delle alternedominazioni. Il clero può essereconservatore e austriacante, manon ha mai rinunciato alla suafunzione civile. L’incontro èdifficile ma possibile.

Castello Mareccio, costruito nel XII secolo e trasformato nel1464, ora sede dell’Archivio di Stato.

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Gruppo di san Giuliano di Laura Grisa

Il gruppo A.N.A. di San Giu-liano si è costituito nel 1971.

Un piccolo Gruppo che ac-colse, negli anni, anche alcunialpini di Traduerivi, un’altra fra-zione di Susa, ma che si è resomolto attivo, soprattutto per leiniziative rivolte ai ragazzi dellescuole.

Iniziamo proprio da qui, lanostra carrellata rievocativadella storia di queste “pennenere”.

Siamo nel 1983. Il Gruppo in-dice il concorso di poesia“Penna Nera” riservato ai bam-bini del secondo ciclo delleScuole Elementari del CircoloDidattico di Susa.

L’adesione fu subito massic-cia. Più di duecento le composi-zioni poetiche esaminate inquesta prima edizione.

Al primo e al secondo classi-ficato venne assegnata una targad’argento e premi e diplomi aglialtri partecipanti. Un concorsoche ebbe vita per una decina dianni.

I primi sei furono dedicatialla poesia, poi al disegno.

In ogni edizione venne intito-lato ad un personaggio vivo nelricordo e nella riconoscenza dimolti.

Questi i nomi: Alessio Silve-stro, caduto per la Libertà,primo Comandante del Distac-camento di Novalesa del

Gruppo “Stellina”; Alba Chia-pusso di Novalesa, eccezionalefigura di maestra e realizzatricedi opere sociali di grande impe-gno; il dott. Carlo Reimondoche fece della sua professione,una vocazione, sin dall’inizio,con orari a volte incredibili eanche in tempi difficili. Medicoindimenticabile dell’ospedale diSusa; il prof. Giuseppe Po-gnante, pittore segusino, cheseppe cogliere l’anima dellecose in modo mirabile, dotato diuna riservatezza e di un’umiltàsingolari, interprete sensibiledel volto della nostra Valle, inquelle sfumature e sfaccettaturetipicamente sue; il prof. LeoneMellano, ex-sindaco di Susa,uomo con eccezionali doti dimente e di cuore, docente al-l’Università di Genova, presi-dente della Conferenza di S.Vincenzo di Susa, generosooperatore in campo sociale eculturale – in spirito di servizio– con una brillante carriera poli-tica che sicuramente l’avrebbeportato in Parlamento; il comm.Arsenio Favro, sindaco di Susaper ventitrè anni, dal 1951 al1973, insegnante elementare perquarantasette, un uomo che sidedicò agli altri in modo enco-miabile, dotato di fermezza, ri-gorosità, giustizia, serietà.L’uomo del dovere, ma anchedel sorriso, della gentilezza,

della ponderata affabilità. Uneducatore aperto alle novità,sempre aggiornato e lungimi-rante.

Nel 1989, il premio di poesiafu dedicato ad una figura diprimo piano, mancato l’annoprecedente: al ten. col. AngeloBottazzi, capogruppo A.N.A. diSan Giuliano dal 1971 al 1987.Un uomo retto, concreto, impe-gnato socialmente, un vero al-pino.

La targa-ricordo consegnataalla vedova, Melania Gioberto,in occasione della festa annualedel Gruppo, recita: “ Alla me-moria del ten. col. com. AngeloBottazzi, valoroso combattenteper la libertà, uomo giusto e ge-neroso, zelante amministratorecomunale, amico di tutti”.

“Un umile, indefesso, cor-diale testimone di altruismo, fi-gura familiare, con quella suainseparabile borsa sotto il brac-cio, stimolava tutti a fare ilbene”. Così lo ricordò il prof.Proietti Ricci in questa occa-sione.

“Un maestro di serietà, one-stà, altruismo” come disse di luil’ex-sindaco di Susa, GiovanniSicheri, nel suo ricordo pubbli-cato su “La Valsusa”, unita-mente a quello del DirettoreDidattico Angelo Ainardi, ilquale sottolineò la sua atten-zione alle nuove generazioni

con questa espressione : “Haivoluto bene a tutti, ma in parti-colare ti ringrazio per il beneche hai voluto ai bimbi delle no-stre scuole, ed in modo specialeai bambini di San Giuliano”. Epoi ancora : “Sei stato alpinoper vocazione, ed agli alpini haidedicato energie, affetto, impe-gno organizzativo. Sei stato unsoldato coraggioso, e nellaguerra di liberazione hai guidatoun reparto partigiano, sempre inprima linea, sempre pronto a in-coraggiare, aiutare, confortare.Sei rimasto invalido di guerra,ma la tua volontà non si è pie-gata”.

E nell’omelia delle esequie, ilparroco, don Gian Piero Piardi,disse che incarnò la figuradell’“uomo del dovere, dell’im-pegno, della più assoluta dispo-nibilità”.

Angelo Bottazzi fu anchemembro entusiasta ed indefessodella giuria del premio.

Queste figure che ogni annovenivano proposte all’atten-zione delle Scuole, sono statespunto di importanti riflessioniper i bambini, perché emblemadi ideali tradotti in realtà a cuiispirarsi.

Un concorso, quindi, digrande valore, anche per questasua peculiarità, oltre che per lavicinanza alle nuove genera-zioni.

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Il ten. col. Angelo Bottazzi, primo capogruppo a San Giuliano.

A partire dal 1990, il con-corso volle far cimentare glialunni non più con la penna, macon il pennello. Anche questoinvito ebbe un’accoglienzamolto favorevole.

Gli eleborati grafico-pittoricivenivano esposti nella ScuolaElementare del paese in unamostra aperta il giorno dellapremiazione che si effettuava inconcomitanza della festa an-nuale del Gruppo.

I premi consistevano inbuoni-acquisto di libri per leclassi vincenti.

Le tematiche proposte furonooccasioni per una variegata pa-noramica sulla nostra Valle,sulle sue bellezze naturali ed ar-tistiche, nonché sui suoi pro-blemi legati al traffico e aldegrado. Fu pure proposta l’in-terpretazione iconica di testi dialcuni dei più noti poeti dellaValle: Gemma Cattero, MarioRolle, Alessandro Bianco, Gian-carlo Audenino, Lucia Barra,Marcello Oliveri, Marco Pent.

Oltre a questo premio – unaspetto molto importante e si-gnificativo, “ricco di valoreeducativo per l’aggancio tra ilmondo della scuola e la so-cietà”, come lo siglò la Diret-trice Didattica Marilena Gally –il programma della festa an-nuale comprendeva anchel’omaggio floreale ai Caduti,una Messa in ricordo degli al-pini defunti, accompagnatadalla Corale di S. Evasio, la pre-miazione dei soci più anziani,con il ritrovo finale al pranzoconviviale.

Nei vari anni, oltre agli inter-venti del sindaco di Susa, delcapogruppo, del Direttore Di-dattico, di altre autorità, allapresenza di molti, tra cui la ma-drina del gagliardetto e la patro-nessa del Gruppo, la maestraErnestina Galeazzi – e saltua-

riamente con la partecipazionedella banda musicale segusina,della fanfara sezionale e dellemajorettes di Susa – sono da se-gnalare quelli di Gino Arrigoni,Presidente della “Stellina” epromotore del Premio “PennaNera”, e del grand’ufficiale Pro-ietti Ricci.

Nel 1978, la suddetta mae-stra, offrì la Bandiera alleScuole del piccolo centro, dovesvolse la sua professione perventisei anni. Di lei il DirettoreDidattico Angelo Ainardi, nelgiorno della festa del Gruppo incui avvenne la consegna, evi-denziò le peculiari doti educa-tive con questi efficaci terminielogiativi: “ricca di virtù alpine:costanza nell’impegno, dedi-zione al dovere, grande aperturaumana” .

Il prof. Proietti Ricci, mem-bro del Consiglio AVIS e AIDO,è stata una figura sempre pre-sente a queste feste, in cui, conchiarezza e slancio da vero al-pino, nei suoi interventi ha invi-tato a riflettere sui mali delnostro tempo, sull’impegno per-sonale per risanare queste pia-ghe deleterie, evidenziando ivalori e gli ideali in cui crederee da portare avanti, senza ban-diere che dividono.

Diamo ora uno sguardo a ri-troso, più lontano, ad alcuni mo-menti particolari di queste feste.

Nel 1975, fu presente anchel’alpino Ludovico Dezzani, daoltre trent’anni emigrato in Ar-gentina, il quale consegnò alGruppo e alle Scuole, una ban-dierina-ricordo della città di Ro-sario dove lavorò e visse pertutti questi lunghi anni e anchequella della scuola andina diBariloche.

Nel 1976 vennero inaugurateuna via dedicata al Caduto Gio-vanni Durbiano, Medagliad’Argento al V.M. e la nuova

sede del Gruppo, ricavata daun’aula della vecchia ScuolaElementare.

Questo locale verrà adibitoanche a Circolo ricreativo per ilGruppo giovanile del paese,inaugurato nel 1982.

Nel 1977 fu consegnato il“Premio dell’Agricoltura” aMarcella Pelissero in Bianco.

La motivazione riportata sullapergamena recita: “Il ConsiglioComunale della città di Susa ri-conoscente ai propri cittadiniche operano nel campo del-l’agricoltura e che si rendonomeritevoli per la loro dedizionealla terra”.

Nel 1984, “Anno della Cro-cerossina”, fu offerta una targaal figlio della defunta croceros-sina Maria Durbiano, in ricono-scenza del bene operato infavore di tanti ammalati.

Nel 1987 venne presentata aiconvenuti alla festa la “PietraMiliare” dal socio Cesare Oli-vero Pistoletto che l’aveva rin-venuta nel 1984; al suointervento si affiancò quello delnoto storico valsusino, can. Na-talino Bartolomasi.

Un altro fatto da non dimenti-care è quello legato alla “Gior-nata della Memoria”, celebratain occasione del trentennale difondazione del “Coro AlpiCozie” di Susa.

Una significativa commemo-razione dei Caduti della Prima eSeconda Guerra Mondiale effet-tuata in due momenti: il 31marzo e il primo aprile 1990, ri-spettivamente a San Giuliano ea Susa.

Nella frazione avvennel’omaggio del Gonfalone diSusa alla Medaglia d’Argentosopraccitata, con la partecipa-zione della Banda Musicale se-gusina.

Nella città di Adelaide, al-l’Auditorium ITIS, ebbe luogouna serata commemorativa aquesta e alle altre Medaglie.D’oro: Francesco Rolando;d’Argento: Luciano Couvert,Giovanni Durbiano, GustavoVallero, Valerio Vallero conl’esibizione dei cori “AlpiCozie” e “Primavera” entrambidiretti dal maestro don WalterMori.

Una commemorazione im-portante che vedeva ancora inprogramma per il giorno dopo,la Messa in Cattedrale, la sfilataper le vie cittadine e l’incontroufficiale, nell’Auditorium del-l’Istituto suddetto, della Dele-gazione austriaca con i reduciitaliani.

L’orazione ufficiale fu affi-data all’on. Oscar Luigi Scal-faro.

A coronamento di queste dueimportanti giornate, il Concertodella Fanfara dei Bersaglieri.

Abbiamo sottolineato la vici-nanza speciale di questo Gruppoalle nuove generazioni.

Ma, gli alpini di San Giulianooltre al premio per le Scuole, or-ganizzarono, negli anni, anchedue gare podistiche per i gio-vani. I trofei: “Lorenzo Appen-dini” per quelli oltre i diciottoanni, “Luciano Venturetti” perquelli inferiori a questa età(nove edizioni) e “Paolo Fait”(otto edizioni).

Da segnalare, altresì i trofei dibocce “Angelo Bottazzi e “An-tincendi Valsusa”.

Ricordiamo i capigruppo chesi sono susseguiti: Angelo Bot-tazzi, dal 1971 al 1987, RodolfoFait, dal 1988 al 1989, AngeloFavro, dal 1990 al 2006.

Nel 2007 il Gruppo è con-fluito in quello di Susa.

A corollario della storia diquesti alpini, riportiamo duedelle poesie premiate, tra le cen-tinaia e centinaia pervenutenelle varie edizioni del concorso“Penna Nera”.

Nel 1985, il primo premio perle classi quarte fu assegnato aCristina Rossero, alunna delplesso di Mompantero. Unacomposizione che rievoca unmomento drammatico di dolore.Una poesia dedicata al medicoCarlo Reimondo che aveva sal-vato la sua mamma. Un ricordoriconoscente per chi non c’è piùed era “veramente buono”.

A teOh Signore,/ tu che accogli

molte vite,/ un giorno hai volutochiamarlo accanto a te,/ lui erabravo,/ curava i malati con pre-mura,/ salvava vite./ Egli salvòanche mia madre./ Oh, Dottore/la ringrazio per avermi datoquesta felicità;/ ora so che ledevo/ la vita più preziosa./Come un ramo spezzato daltronco/ egli un giorno lasciò isuoi cari/ e coloro che lo ama-vano./ Lasciò dietro di sé/ il ri-cordo,/ la riconoscenza,/ ilrimpianto./ Oh, Signore,/ tienilosempre accanto a te,/ perchéegli era veramente buono.

Nel 1986 il primo premio delleclassi quinte vide vincitrice Ma-riella Fubini delle Scuole di Ve-naus.

Una poesia, la sua, che ci ri-porta il respiro del passato, la suapalpitante presenza, che vive pursempre nelle persone e nellecose, quando ci accostiamo a lorocon animo attento e sensibile.

Il titolo è: Un vecchio campa-naro.Un tempo le campane della

chiesa/ venivano suonate amano da un campanaro/ maormai è vecchio e ammalato./Ora il suono delle campane/ èinciso su uno strumento elettro-nico;/ il loro suono non è più lostesso,/ qualche cosa è cam-biato; chi lo dice?/ Lo dice ilvecchio campanaro/ che sedutosu una panca/ all’ombra di unpergolato,/ ascolta con tantanostalgia/ il nuovo suono dellecampane della sua chiesa.

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Il primo Garbolino a portarela divisa grigio-verde e il cap-pello con la penna fu Giuseppedurante la Grande Guerra. Diquei tristi giorni, rimangono al-cune belle fotografie che lo ri-traggono con i commilitoninelle trincee carsiche. In una,oltre al gruppo di alpini, si notaun mulo, probabilmente il pre-ferito o il più mansueto.

Giuseppe sopravvisse allaguerra e ritornò al lavoro neicampi della sua Rubiana, dovepoi sposò una sua conterraneaErnesta Blandino. Dall’unionenacque un bambino al quale fudato il nome del padre. Giu-seppe Garbolino, nato il 31 gen-naio 1920 da pochi mesi hacompiuto novantadue anni. Luiè il secondo della famiglia adaver fatto il servizio militare nelcorpo degli alpini ed è proprioda lui, con la calma presenza delfiglio Mario, che ho raccolto iricordi della sua guerra.Quando mettesti la divisa?Aiutavo mio padre in campa-

gna, ma principalmente lavo-ravo in un’impresa che sioccupava della manutenzionedelle strade provinciali. Facevoparte di coloro che erano comu-nemente chiamati “cantonieri”.Poi nel 1939 ricevetti la chia-mata alle armi.

Passai la visita medica: eroalto 171 centimetri e ad avevoun bel torace da 95. L’anno suc-cessivo fui inquadrato nella 34ªcompagnia del 3° Reggimento,alpino come papà. Com’era la vita di caserma?Alla caserma di Susa, dopo la

procedura di posa degli abiti ci-vili e di vestizione dell’uni-forme militare, fui mandato ininfermeria per fare le punturenel petto. Iniziarono le istru-zioni sull’uso delle armi emarce nelle zone di Venaus e alFrajs. Alle ore 18 c’era la liberauscita e se avevo soldi andavoin “piola” a mangiare una bi-stecca con l’insalata e a bere unmezzo litro di vino. Non era unaricca cena ma pur sempre mi-gliore di quella che passava lacaserma. Di solito andavo amangiare all’albergo “DellaBretagna” oppure alla trattoria“Del Sole”.Dove ti trovavi quando fu di-

chiarata guerra alla Francia?La compagnia era sul fianco

del Rocciamelone. Alla Cro-cetta il reparto salmeria con imuli si fermò ed in qualchemodo, tra una roccia e l’altra,montò la cucina da campo. Altredue tende servivano una comedeposito viveri e munizioni euna come dormitorio. Un’altrasquadra si sistemò sul ghiac-ciaio in territorio francese. Invetta, sul piazzaletto antistantela cappella, montammo una

grossa tenda nella quale si po-teva dormire in dodici, mentrealtri trovarono posto nella pic-cola cappella e nel locale rifu-gio. Per il pranzo e la cena, siscendeva a prendere il ranciofino alla Crocetta, poi lo si por-tava in cima per la nostra com-pagnia e naturalmente arrivavagià freddo. Dichiarata la guerrascendemmo senza ostacoli inFrancia. Poi passò il tempo e tornasti

casa?Dopo qualche giorno ci die-

dero un permesso e andai acasa. Poi ci avvisarono che sa-remmo dovuti partire per Macu-gnaga. Il viaggio avvenne suuna tradotta di vagoni merci: inognuno di questi furono siste-mate delle panche per permet-terci di fare il viaggio seduti e,come diceva il motto di allora,su ognuno furono caricati “ca-

valli otto e uomini quaranta”. Agennaio partimmo per la Grecia.Ricordo lo sguardo di miopadre, sempre duro ma velato dilacrime, che salutandomi convoce tremula di preoccupazionedisse: “ Penso che non ci ve-dremo per un bel po’ di tempo,abbi cura di te!”.

Fummo sbarcati a Durazzo;cominciava così la follia dellaguerra alla Grecia.Raccontami cosa successe?Riordinato tutto il materiale

scaricato dalla nave, partimmoverso il Tomori. Lungo la stradaincrociammo ragazzi, venutiprima di noi che feriti o malativenivano trasferiti negli ospe-dali, con barbe lunghe e incolte,volti magri e stanchi e indumentisgualciti. Ebbi una sensazione disgomento. Battaglie su battaglienon avanzavamo mai; i greciquasi ci ributtarono in Albania.

Il 1° marzo fui ferito da unascheggia alla guancia sinistra.Dove ti curarono?Prima in un ospedale da

campo poi mi aggravai e venni erimpatriato e portato nell’ospe-dale della Croce Rossa d’Arezzo.

In seguito mi diedero unaconvalescenza che non fu taleperché dovetti dare un aiuto amio padre nei lavori in campa-gna e nell’accudire gli animali. Poi un’altra partenza.All’inizio di dicembre rifa-

cemmo per l’ennesima voltaarmi e bagagli e partimmo per ilMontenegro. Fu un periodo du-rissimo di scontri contro i parti-giani locali.

Poi mi ammalai. Dimagrivolentamente e le gambe non mireggevano più. Rimasi qualchegiorno a letto e mi ammalaianche di paratifo. Così m’im-barcarono su una nave ospedalee fui curato all’ospedale di Barie poi dimesso. Potevo tornare acasa dopo dieci mesi.L’8 settembre 1943 dov’eri?Eravamo in presidio al passo

della Cisa quando un mare-sciallo proveniente dalla sta-zione più vicina dei carabinieri:in tutta fretta si avviò alla tendadel nostro comandante e gliurlò: “…è finita la guerra!”. Inostri comandanti erano inde-cisi sul da farsi, il bollettino ri-cevuto dal governo Badoglioera poco chiaro, capimmo che sistava perdendo il controllo dellasituazione, quando il coman-dante radunò la compagnia e cicongedò dicendo: “Buona for-tuna ragazzi, potete tornare acasa, la guerra è finita. Addio”.Io abbandonai divisa e armi eriuscii a far rientro a casa.Quando iniziò la lotta di libera-zione partigiana io non vi presiparte mentre mio fratello sì esulle montagne fu ucciso.Anche per questo vissi parecchimesi ancora nel timore, nel ter-rore di essere catturato durantei frequenti rastrellamenti dei te-deschi. Il 25 aprile 1945 grazieagli americani finì l’incubo e siricominciò a vivere.

Giuseppe vive sulle scosceseripe sotto il Colle del Lys in fra-zione Madonna di Lourdes. Lìha saputo ricostruire la sua vita.Con gli anni ha trovato la forzadi raccontare la sua lunga espe-rienza sui campi di battaglia inFrancia, Grecia e Montenegro alfiglio che saggiamente, perchéquesta non sia dimenticata, l’hatrascritta in un libretto. Ricordidel suo papà alpino durante laseconda guerra, figlio di un al-pino della prima.

Per chi fosse interessato illibro è a disposizione tramite labiblioteca della Sezione.

alpini di val susaGiuseppe Garbolinodi Mario Tonini

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Protezione civilerendicontazionedi chiusura 5% del 2008di Paolo Parisio

Da alcuni anni, la nostra Se-zione beneficia del 5‰, la piùimportante fonte di finanzia-mento della nostra Protezionecivile.

Grazie a ciò la sede operativaè quasi ultimata e l’inaugura-zione avverrà, se riusciamo, giàquest’anno nell’ambito dei fe-steggiamenti del 90° sezionale!Grazie al 5‰ del 2007 si è po-tuto anche attrezzare bene il Nu-cleo rocciatori e fornire ailogistici la divisa da lavoro econ il 2008 è iniziata la sostitu-zione degli automezzi ormai adeuro 1 e 2 ed altre spese.

Sono somme che restano allanostra Sezione, sono soldi chetornano in Valle!

La rendicontazione qui di se-guito è relativa al 5‰ del 2008appena concluso.

L’unione fa la forza, una tuafirma ed il nostro codice fiscale,tutti possiamo farlo: impiegati,operai, pensionati, liberi profes-sionisti. Ora è il momento di

contarci, facciamo vederequanto conta l’A.N.A. Val Susa,diamo a noi stessi il 5 ‰.

È un piccolissimo sforzo, noncosta nulla ma dà un grande ri-sultato se c’è la volontà, la vo-glia e l’orgoglio di appartenerealla Valle e alla nostra Sezione.

Solo una piccola parte deisoci alpini ed amici dà il 5‰alla P.C. A.N.A. Val Susa.

Possiamo crescere ancoramolto con il tuo aiuto, con il tuoimpegno, con la tua firma.

La Sezione conta sul tuoaiuto, la Protezione civile contasu di te.

Dillo anche ai tuoi parenti edamici. Facciamo girare l’infor-mativa a tutti poiché non creaspese a nessuno ma veri bene-fici alla Sezione.

Facciamo la nostra parte, tuttiassieme !!

Ricorda, il codice fiscaledella Sezione A.N.A.Val Susa è:96024000018

Accreditate dall’Amministrazione Finanziaria in C/C euro24.577,03 in data 21/12/2011 Spese15/02 Fattura 134/127 “Unieuro” per acquisto aspirapolvere IME-TEC eco silent – sede € 134,9031/03 Fattura 65 del 29/03 G.F. Forniture elettriche – ristruttura-zione sede € 227,0212/04 Fattura 184 del 7/3 e 234 del 21/3 ditta “AllOffices 2 srl”per acquisto sedie con scrittoio per aula formazione - arredamentosede € 3.837,6019/05 Fattura 374 ditta “Metalbox” per acquisto cabine servizi con3 wc ed 1 doccia installate all’interno della stanza bagni – ristrut-turazione sede € 5.160,00 08/06 Fattura 29 ditta autoriparazioni “Pelissero Davide” su Du-cato 9 posti e costi revisione € 232,0008/06 Fattura 37 del 31/3 ditta “Tipolito Melli” per volantini a co-lori campagna 5‰ € 400,00Fattura 1506 del 30/4 e 2064 del 31/5 ditta “Cossa srl” materiali edili– ristrutturazione sede € 221,77 03/08 Fattura 7147 del 22/7 ditta “Ferrino” per caschi rocciatorimodello “Dragon” € 324,0006/08 Fattura 2606 del 30/6, 3542 del 6/8, 3229 del 31/7 ditta“Cossa srl” materiali edili – ristrutturazione sede € 420,3611/08 Fattura 155 ditta “G.F. Forniture elettriche” – ristruttura-zione sede € 92,6027/09 Fattura 3815 del 31/08, 4232 del 16/9, 4478 del 27/9 ditta“Cossa srl” materiali edili – ristrutturazione € 174,9028/9 Fattura 6844 del 22/9 ditta “Bossi spa” per vestiario

€ 3.621,8703/10 Fattura 64 del 2/9 ditta “Sasso” per linoleum pavimentobagno - ristrutturazione sede € 501,1318/11 Fattura 1029 del 12/11 ditta “Serplast” per serramenti – ri-strutturazione sede € 1.740,0016/12 Fattura 740167 del 16/12 ditta “Iveco-Orecchia spa” anti-cipo acquisto furgone “Daily” € 7.488,88Totale € 24.577,03

Iter concluso, rendicontato ed inviato a Roma – Ministero del La-voro e delle Politiche Sociali.

Recensioni

La difesa nascostadel Piemonte sabudo

Come tutti sapete certamente laSezione Val Susa fa parte ormaida anni del Consiglio di ammini-strazione del “Centro Studi e Ri-cerche storiche sull'ArchitetturaMilitare del Piemonte”, un presti-gioso ente regionale che ha comemissione quella della ricerca edello studio di tutte quelle operedi fortificazione di cui la nostraregione è ricca di testimonianze.

Ultimamente è partito questoambizioso progetto di cataloga-zione di tutti i sistemi fortificatiche i Savoia fecero costruire perrallentare le invasioni francesi delregno tra il 16° e 18° secolo. Siparla infatti di rallentamento prin-cipalmente perché per la disparitàdi forze in campo da una parte e la morfologia del territorio da un’al-tra non poteva esserci soluzione alternativa.

Nel primo di questi “quaderni” viene trattato il settore di Exillesche comprende in realtà il territorio che spazia tra Sestriere, Cesana,Bardonecchia, Oulx, Chiomonte ed Exilles.

Scopriremo così tra le pagine ricche di cenni storici e le bellis-sime fotografie, resti di fortificazioni delle quali neppure forse se nesapeva l’esistenza. Uno strumento quindi che se non potrà, per l’ele-vata qualità tipografica, entrare nei nostri zaini durante le camminateestive non potrà mancare assolutamente tra gli scaffali delle nostrelibrerie.

L’opera è di semplice lettura anche se i ricercatori sono strettissimicollaboratori dell’Università e del Politecnico di Torino. Ogni forti-ficazione, trattata come scheda, è ricca di cenni storici e quindi laconsultazione ne risulta semplificata.

Abbiamo accennato al fatto che questo sia il primo “quaderno”edito. Infatti uno o due dei successivi tratteranno ancora della valledi Susa per poi passare alle valli Chisone e Pellice e successivamenteal cuneese.

Il libro non è in vendita nelle librerie ma potrà essere acquistatosolamente in Sezione ed il rapporto qualità/prezzo è talmente con-veniente che auspichiamo vivamente un grande successo editoriale.

La battaglia delle alpiPer il secondo anno consecu-

tivo la casa editrice Susalibri diAngelo Panassi ha ottenuto rico-noscimenti al premio “De Cia”dedicato alla storia e cultura al-pina.

Lo scorso anno venne infattipremiato il libro di Mario Tonini“Alpini della Valsusa” mentre in-vece nell’edizione 2011 ben duepremi hanno gratificato lo sforzodell’editore valsusino nella diffu-sione della storia e della cultura divalle. Ancora Mario Tonini havisto il suo libro “RinaldoTrappo”. Uomo, alpino e prete”entrare nel novero delle opere se-gnalate, mentre un ben più impor-tante riconoscimento è andato al libro di Alberto Turinetto di Priero“La battaglia delle Alpi. La divisione Superga e gli alpini della Valledi Susa”, giunto alla ristampa dodici anni dopo la prima uscita del1999. E proprio ancora verso gli alpini della Valle di Susa l’autore

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ha voluto sottolineare e rafforzare questo suo legame, non soltantoda storico ma anche affettivo, devolvendo il premio di 500 euro allaSezione A.N.A. Val Susa.

La motivazione con la quale è stata premiata l’opera recita “Peraver trattato delle operazioni militari svoltesi dal 10 al 25 giugno1940 nelle Alpi Occidentali da parte dell’Esercito Italiano, in parti-colare nel saliente di Bardonecchia. L’opera è di facile lettura, otti-mamente avvalorata sia con documenti che con fotografie, in parteinedite, chiara ed esaustiva. Altrettanto chiaramente sono eviden-ziate le attività di parte avversa, ugualmente ben documentate, chesottolineano l’umanità e la solidarietà tra i combattenti.”

Possiamo assolutamente confermare ed approvare le motivazioniaddotte perché il libro è effettivamente una fonte straordinariamenteinteressante e documentata dei fatti che videro, tra il 10 giugno del1940 ed il 25 giugno dello stesso anno, la parte valsusina del benpiù ampio fronte occidentale, che come è ben noto superava i cin-quecento chilometri, coinvolta quale campo di battaglia.

Il fronte francese era presidiato da fortificazioni imponenti.Lungo la frontiera la Francia poteva contare su un formidabile si-stema fortificato contro il quale si infransero tutti i tentativi italianidi sfondamento. In più le avverse condizioni atmosferiche, contrad-distinte da forti nevicate e da temperature che toccarono anche i se-dici gradi sottozero, crearono grossi problemi alle nostre truppe malequipaggiate. Si contarono infatti numerosissimi casi di congela-mento e di morti per assideramento.

Il libro racconta di questi fatti con una prosa semplice, scorrevole,mai noiosa nonostante l’ampia dovizia di particolari tecnici.

Alle operazioni che si svilupparono tra il Monginevro ed il Mon-cenisio, ed in particolare nei sottosettori di Bardonecchia, Desertese Galambra partecipò la divisione di fanteria Superga al comando delgen. Curio Barbasetti di Prun alla quale si affiancarono reparti dellaG.A.F e reparti alpini inquadrati nel 3° gruppo alpini valle costituitodai battaglioni “Val Cenischia”, “Val Dora” e “Val Fassa” rafforzatodal battaglione “Esille”.

Migliaia di soldati italiani affrontarono avversità e nemici con unospirito encomiabile, vittime innocenti di una propaganda che auspi-cava e prometteva facili vittorie.

Le operazioni sul fronte occidentale non sono molto conosciute etrattate, soverchiate da avvenimenti bellici successivi ben più dram-matici e cruenti soprattutto per le truppe alpine. Questo libro cercaquindi di colmare questa lacuna e sicuramente ci riesce. Scorren-done le prime pagine scopriamo quante persone, quanti enti ab-biano collaborato con l’autore per ricostruire quelle due settimanedi conflitto dandone giusta testimonianza. Ricca come si convienela documentazione fotografica attinta in larga parte da collezioniprivate.

Auspicabile quindi una larga diffusione del testo, quale ricordo diavvenimenti così vicini alle nostre case, e che forse le nuove gene-razioni dovrebbero conoscere maggiormente per il coinvolgimentodi territorio e di popolo valsusino allo scoccare del secondo conflittomondiale.

DarioBalbo

Letterein redazione

Vero spirito alpinoCari Alpini, sono Ramello Anna, figlia del defunto Girolamo. Al

ringraziamento ufficiale della famiglia voglio che vi giunga il miopersonale.

Papà mi ha trasmesso l’amore e il rispetto per il corpo a cui ap-partenete: veri uomini con senso del dovere, amore per la famigliae spiccato altruismo.

Grazie per aver onorato mio padre con una presenza così nume-rosa. Un abbraccio da una che si è sempre definita con orgoglio eprofondo affetto la figlia di un alpino.Il ringraziamento di questa signora per la numerosa presenza

degli alpini al funerale del papà, merita di essere menzionato perl’elevato contenuto morale che racchiude.Complimenti a lei e ancora sentite condoglianze per la grave per-

dita subita.

L’angolo di Elio Garnero

la tragedia del titanic

Per proseguire a ricordare ed a commemorare gli anniversari dellevarie sciagure verificatesi negli anni addietro sul nostro pianeta, nonpotevamo trascurare l’anniversario di tale tragico naufragio; si de-finisce naufragio poiché avvenuto per cause accidentali. Sonoescluse le azioni di guerra per le quali si usa il termine generico diaffondamento.

In tale tragedia, cento anni fa, persero la vita circa 1500 persone.Avendo consultato molti documenti su tale evento, ritengo di poteresprimere anche in questa occasione il mio giudizio negativo sulcomportamento non dei più encomiabili, (come pare anche in que-st’ultimo recente incidente dell’isola del Giglio), dell’allora coman-dante Smith e dei suoi diretti collaboratori, ai quali, già nella notte,furono inviati ripetuti messaggi telegrafici da navi presenti nellazona sulla presenza di enormi banchi di ghiaccio sulla rotta (ore13,42 del 14 aprile dal Baltic). Messaggio che pare sia stato disat-teso.

Seguirono altri cinque avvertimenti, l’ultimo alle 22,30, dove unanave da carico britannica già danneggiata dal ghiaccio nel timoneavvertiva del grave pericolo di vari iceberg, ma anche questo fu an-cora disatteso ed è certo che il Titanic non diminuì di un nodo lapropria sostenuta velocità. La collisione con uno degli iceberg av-venne alle 23,40 del 14 aprile 1912 (ora italiana 4,40 del 15 aprile)con cinque compartimenti stagni della nave allagati in pochissimotempo, acqua gelida del Nord Atlantico nella sala caldaie con tem-peratura altissima che causava esplosioni a catena. Ulteriore ed in-credibile tragica situazione emersa, le scialuppe non eranosufficienti. Quasi una metà, per ragione di estetica e di spazio suiponti fu lasciata a terra.

I superstiti furono 711. La nave Carpathia, la più vicina al nau-fragio, ricevuto l’appello arrivava quattro ore dopo avendo variatola sua rotta per poter partecipare al salvataggio. La scena che si pre-sentò a questo equipaggio il mattino del 15 aprile 1912 fu alluci-nante. Le minuscole scialuppe dei sopravvissuti galleggiavanosilenziose in un’area estesissima dove dominavano almeno due doz-zine di iceberg alti più di sessanta metri. In superficie nemmeno unframmento del relitto, il Titanic si era inabissato in poco più di 2 oree 30 minuti trascinando tutto con sé.

Da cento anni ormai il Titanic giace sul fondo dell’Oceano Atlan-tico; può oggi riposare nel suo scheletro spezzato con il lontano ri-cordo di quella possanza che lo fece apparire in quella mattina diaprile del 1912 nel porto di Belfast.

In fondo al mare, nell’assordante silenzio che regna tra i lussuosisaloni da ballo della prima classe, risuona il canto funebre di unadelle più gravi sconfitte tecnologiche dell’uomo.

Il 14 aprile 2012 saranno passati cento anni dal tragico naufragio.Molti facoltosi turisti si stanno già attivando per partecipare al-

l’anniversario con alcune navi da crociera che avranno come metail posto del naufragio lo stesso giorno ed alla stessa ora. Pare che iposti disponibili siano già tutti esauriti e anche ottanta super ricchiscenderanno fino a 3800 metri di profondità con un batiscafo di pro-duzione russa che illuminerà con i suoi fari l’imponente relitto (costo45.000 € per 10 ore di immersione).

Questo centenario sta scatenando i maggiori quotidiani inglesi estatunitensi che vanno a gara ad avanzare nuove teorie sul disastronel quale persero la vita 1496 persone. Alcuni sostengono che l’in-

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decisione del timoniere, che aspettò trenta secondi prima di cam-biare rotta, si rivelò fatale. Altri sostengono che il ComandanteSmith peggiorò la situazione; non si fermò e proseguendo la corsail Titanic imbarcò molta più acqua accelerando l’affondamento. IlTimes avanza l’ipotesi che il cedimento che generò l’allagamentodello scafo sarebbe dovuto alla cattiva qualità dell’acciaio con cuierano state realizzate le paratie stagne che infatti cedettero rapida-mente.

Dopo il ritrovamento del relitto nel 1985 le escursioni sulla tragicanave sono state numerose; il saccheggio di oggetti e parti della naveè stato continuo, e molti di questi, con scritti e lettere di ogni tiposono stati battuti all’asta con soddisfacenti risultati particolarmentea Londra.

Con le varie testimonianze, il film di Cameron del 1997 e con lemigliaia di articoli e le decine di libri, questa tragedia non potremomai scordarla, conservando così il ricordo del più celebrato naufra-gio della storia della marineria.

cos’è la resilienza?È parte di un patrimonio che in potenza ogni uomo possiede. Se

io avessi risposto a mia nonna, quando mi ha detto “non ti preoccu-pare ogni male non viene per nuocere”, che mi stava insegnando laresilienza, questa dolce donna mi avrebbe sicuramente guardatostrano e, forse avrebbe maturato qualche dubbio sul fatto che propriotutto il male non nuoce. Molto spesso le parole ci disorientano met-tendoci nella condizione di quasi incredulità sulla loro stessa esi-stenza. Tranne poi questi termini guadagnare l’attenzione dei grandimass media e quindi diventare d’uso comune. Questo è quello cheoramai capita da diverso tempo, appunto, alla parola resilienza. Checosa significa? Di cosa si tratta?

Va subito detto che questo termine è stato mutuato dal modo concui i fisici hanno definito il fenomeno relativo alla capacità dei me-talli di resistere ad urti improvvisi senza spezzarsi o perdere le pro-prie caratteristiche originarie. In sostanza s’intende la capacità di unmateriale di resistere a deformazioni o rotture dinamiche. Nellescienze umane e sociali in generale, con questa parola s’intende “lacapacità umana di affrontare le avversità della vita, superarle euscirne rinforzato o addirittura trasformato”. Possiamo paragonarciai metalli? Sicuramente no, però possiamo dimostrare di averne al-cune caratteristiche. Per cogliere meglio il senso ed il significato diquesta potenzialità umana può risultare utile avvalerci di alcuniesempi.

Citiamo l’infartuato, fino a vent’anni fa costretto ad abbandonarela propria attività lavorativa evitando qualsiasi stress, ed ora, sem-pre con supervisione medica appropriata torna a fare la vita normale.Sì, certo, tanti progressi sono dovuti alla medicina, ma molto è do-vuto proprio a quel particolare stato d’animo, a quel modo tutto po-sitivo che viene suggerito per affrontare il problema. Già Montaignenel ’500 scriveva “il sapore del bene e del male dipende in buonaparte dall’opinione che ne abbiamo”, e rivolgendosi al male scri-veva: “tu hai un bel fare, dolore, eppure io non dirò che tu sei male”.

Nel proseguire su questo tema, mi preme segnalare un altro eventoa mio avviso molto significativo. In gennaio sono stato invitato aTorino dalla Feltrinelli dove è stato presentato un testo intitolato“Libro della Shoah – ogni bambino ha un nome” (Edizione Sonda).Noto tutt’attorno sulle pareti fotografie ed immagini per illustrareparti che il libro contiene. Erano presenti il sindaco di Torino PieroFassino e Tullio Levi, a lungo tempo presidente della comunitàebraica di Torino.

L’età media dei presenti superava di gran lunga i sessant’anni;questo a mio avviso è molto grave. Forse era presente un studen-tessa poco più che quindicenne che osservava e stimolata, com-mentava “ bambini piccolissimi, denutriti, capelli rasati dietro a telaia lavorare, una cosa terribile”. Sapere cos’è accaduto fa male, mamolto peggio sarebbe nascondere. Questo quanto è accaduto a mi-gliaia di bambini nei ghetti di Lodz in Polonia ed in quello di Te-rentzin nell’ex Cecoslovacchia.

Le autrici di questo libro hanno soprattutto scelto di divulgarlo at-traverso un concetto nuovo, ed ecco che compare la “resilienza”, la ca-pacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici, il talentodi riorganizzare positivamente la propria vita nonostante le difficoltà.

L’abilità di ricostruirsi restando sensibili al positivo che la vitaoffre senza perdere umanità. E’ un libro che non è da bambini ma daleggere con i bambini. Le autrici sono state spronate dalla resilienza

viva oltre ogni misura proprio in quei cantieri isolati, privati di ognicosa; a Terentzin su quindicimila bambini obbligati a produrre cin-quemila divise militari al giorno, cappelli eleganti per le signore te-desche, a rinforzare i loro tacchi, a pulire l’argenteria, appena 143sono sopravvissuti. Grandi e piccoli non potevano ribellarsi allafame, alla desolazione, alle malattie all’ingiustizia, ma al potere di-sumanizzante della dittatura nazifascista sì, e lo facevano attraversola musica, l’arte e la letteratura. È la forza dell’uomo; il mondo mar-civa, ma all’interno dei ghetti la vita vera non mollava. Ecco cos’èla resilienza.

Proviamo ad integrare questa peculiarità nella realtà di casa no-stra, nel pianeta degli alpini.

Gli episodi di eroismo e di illimitata solidarietà sono stati tantis-simi, ed i più eclatanti sono avvenuti durante la tragica ritirata diRussia. Direi che anche in questo caso si possa parlare di resilienza.

Dopo l’indomita resistenza del Corpo Alpino in Russia, avvennela tragica ritirata, e pure in questa fase di ripiego forzato le PenneNere, gettate nella peggior fornace della Seconda guerra mondialedalla superficialità e dalle scelte catastrofiche del fascismo hannoscritto una pagina di epico e silenzioso valore. In quest’occasione,dalla testimonianza dei reduci ed in particolare dai cappellani mili-tari superstiti, abbiamo appreso che si sono verificati migliaia e mi-gliaia di episodi, come succedeva tra disgraziati, chi a malapenariusciva ancora a camminare, confortava il commilitone che conti-nuava a cadere sul ghiaccio esausto e ferito. Cosa poteva fare, il piùfortunato se non sussurrare con quel poco fiato che ancora aveva“dai Bepi, aggrappati a me che torniamo a casa”.

In precedenza accennavo ai cappellani militari. Meritano tutti diessere ricordati, da don Gnocchi, monsignor Dal Monte, don Brevi,don Ruffino, monsignor Franzoni, ed il nostro indimenticato cap-pellano di Sezione monsignor Rinaldo Trappo. Sicuramente dimen-tico qualcuno, non me ne vogliate ma ho menzionato coloro che hoavuto la fortuna di conoscere personalmente. Purtroppo non ho maiavuto l’onore di conoscere don Gnocchi. Sono stati tutti testimoni diquello scenario di guerra in Russia, che è stato lo scatenamento dia-bolico di tutte le potenze che possono dare la morte: la fame, ilfreddo, il congelamento all’addiaccio, la ferocia delle armi, il cam-minare quando non se ne può più ecc.ecc. Nella steppa russa, in taletragica esperienza, tutti questi cappellani, assistendo gli alpini feritie morenti, benedicendoli e facendo loro baciare il crocefisso, rac-cogliendone le ultime volontà, si prodigarono anche a volte ingan-nevolmente ed illusoriamente nell’invitare questi infelici a resistereper tornare a casa, hanno dimostrato un alto livello di resilienza. Ecosa dire di don Gnocchi, quell’esile sacerdote di salute cagione-vole ma dal carattere forte quanto la fede, che soccorrendo e bene-dicendo i suoi sfortunati alpini feriti e morenti, già pensava al suoritorno, sempre se ci fosse stato, di potersi dedicare ad un’opera dicarità che culminò con la prima casa di accoglienza e cura dei suoimutilatini. Anche questa è resilienza.

Termino ricordando che avere un alto livello di resilienza non si-gnifica essere infallibili, ma disposti al cambiamento quando ne-cessario; disposti a pensare di poter sbagliare, ma anche di potercorreggere la rotta.

Oblazioni pro Scarpone

Campale Daniela in memoria del papà RinaldoGruppo di Caprie € 20,00Croce Carlo. Omegna € 30,00Croce Rita in memoria del marito e del figlio Diego Gruppo di Caprie € 10,00Davì Isabella - Gruppo di San Giorio € 20,00Giulio Boero - Gruppo di Sant'Ambrogio € 10,00Gruppo di Bardonecchia € 200,00Gruppo di Exilles € 100,00Gruppo di Gravere € 50,00Gruppo di San Giorio € 20,00Gruppo di Sant’Ambrogio € 50,00Gruppo di Sant'Antonino € 100,00Gruppo di Sestriere € 154,00Gruppo di Vaie € 40,00In memoria di Matteo Brayda € 10,00In ricordo di Re Luigi - Gruppo di San Giorio € 20,00La famiglia in ricordo di Cornelio Paulissich -Gruppo di Oulx € 50,00La moglie Valeria e i familiari in memoria di Lorenzo Bert per la calorosa partecipazione al loro dolore - Gruppo di Rubiana € 100,00

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Bonome, Bonaudo, Bosco, Bot-teselle, Olivero, Parisio e Sacco.Da segnala re la presenza delmaestro Bellando e di una si-gnificativa rappresentanza dellaProtezione Civile A.N.A.6 gennaio 2012 - Chiusa SanMichele. Epifania, festa an-nuale del Guppo. Presenti: vi-cepresidenti Garnero e Baro econsiglieri Amprimo, Bert, Bo-naudo e Sacco.9 gennaio - Susa. Consigliosezionale. CDS al completo.13 gennaio - Susa. RiunioneCommissione per il 90°.15 gennaio - Ceva. 69° Anni-versario battaglia di NowoPostojalowka. Presenti: vice-presidenti Garnero e Ferraris,consiglieri Balbo, Bonaudo,Amprimo, Bosco, Sacco ed al-fiere Gallina.21 gennaio - Rivoli. Funeraligenerale Giraudo, suocero delgenerale Manione. Presenti:Balbo e Garnero.22 gennaio - Rubiana. Festaannuale. Presenti: presidenteSosello e consiglieri Amprimo,Bert e Bonome.4 febbraio - Mondovì. Riu-nione Presidenti e referenti alCentro Studi del 1° Raggrup-pamento. Presenti: presidenteSosello, vicepresidente vicarioGarnero e consigliere Balbo.6 febbraio - Susa. Consigliosezionale. CDS al completo.10 febbaio - Susa. RiunioneCommissione per il 90°.27 febbraio - Torino. CE-SRAMP. Presente consigliereBalbo.4 marzo - Susa. Assembleadei Delegati.6 marzo - Susa. Consiglio se-zionale. CDS al completo.

L'alpino Alessandro Salvaia e la gentil signora Carla in riconoscenza per l'attenzione prestata da “Lo Scarpone valsusino” per il loro 50° anno di matrimonio - Gruppo di Avigliana € 30,00L'alpino Cortassa Wladimiro - Piasco € 15,00L'alpino Elio Giaccone - Gruppo di Vaie € 10,00L'alpino Michele Suppo e la signora Marisa per la nascita del nipotino Mattia - Gruppo di Avigliana. € 10,00L'amico degli alpini Elio PerenoGruppo di Avigliana € 10,00Sergio Raimondo - Gruppo di Sant'Ambrogio € 28,00Vatri Gino - Canada € 30,00Guglielmino Mario - Gruppo di Claviere € 6,00Gonella Marco - Gruppo di Claviere € 6,00Gruppo di Sestriere € 154,00Richiero Clelia in memoria del marito Pognant Viù Firmino - Gruppo di San Didero € 30,00

Totale € 1.313,00

Oblazioni conto corr. post.

Gruppo di Cumiana € 20,00Gruppo di Trana € 20,00Abbà Renzo - Chiomonte € 20,00Amprino Franco - Bussoleno € 10,00Aschieri Giorgio - Buttigliera Alta € 20,00Avanzo Arturo - Cesana Torinese € 10,00Avanzo Massimiliano - Cesana Torinese € 10,00Bar Silvio - Chianocco € 10,00Barneaud Carlo - Bardonecchia € 20,00Baudino Bruno - Torino € 10,00Baudissard Bruno - Sauze di Cesana € 50,00Berge Silvino ricordando Ennio - Exilles € 20,00Bernard Rinaldo - Sauze d’Oulx € 10,00Berto Giovanni - Sant’Ambrogio € 20,00Bessone Adalberto - Cascine Vica € 15,00Bianco Prevot Gino - Susa € 10,00Blais Giorgio - Susa € 20,00Borella Bruno - Villar Focchiardo € 20,00Capelli Aldo - Sauze d’Oulx € 20,00Carello Giuseppe - Novaretto € 35,00Carlino Adalberto - Trana € 100,00Combetto Piercarlo - Bussoleno € 20,00Croce Carlo - Omegna € 20,00Davì Lorenzo - Bussoleno € 10,00Dosio Emilio - Villar Dora € 20,00Durbiano Aldo - Mompantero € 20,00Fagoni Luigi - Susa € 15,00Favario Mauro - Caprie € 10,00Gallasso Sandro - Giaglione € 20,00Gallo Renzo - Avigliana € 20,00Gerundino Antonio - Villafranca Lunigiana € 15,00Giorda Arnaldo - Savona € 20,00Griffero Giorgio - un nonno di Almese € 50,00Grosso Maurizio - Tolmezzo (ex gruppo Pinerolo 7ª btr.) € 25,00Gruppo A.N.A. Claviere € 50,00Leschiera Roberto - Mompantero € 10,00Martoia Luigi - Chiusa San Michele € 20,00Morando Luciano - Bardonecchia € 50,00Morinatto Pierangelo - Villar Dora € 50,00Mucci Vincenzo - Torino € 20,00Narzisi Francesco - Torino € 20,00Nervo Renato - Bardonecchia € 50,00Paris Mario Ernesto - Chianocco € 10,00Parisio Iolanda - Bussoleno € 50,00Perino Franco - Chianocco € 20,00Perron Cabus Francesco - Oulx € 10,00Picciau Sandro - Grugliasco € 20,00Quirico Pierino - Sant’Ambrogio € 10,00Ripamonti Giorgio - Torino € 15,00Rocci Federico - Buttigliera Alta € 20,00Rolle Montagna Anna - Meana di Susa,in memoria del papà alpino Sergio Montagna € 50,00

Sensale Mario - Torino € 20,00Soria Gavino - Torino € 20,00Sturniolo Giacomo - Torino € 50,00Suppo Emiliano - Avigliana € 10,00Tournour Elso - Sant’Antonino € 10,00Tournour Dante - Gravere € 10,00Vacchiotti Elio - Almese € 10,00Vayr Massimo - Gravere € 10,00

Totale € 1.350,00

oblazioni una casa per LucaGruppo di Condove € 200,00 Gruppo di Bruzolo € 100,00

Notiziario sezionale

5 dicembre - Susa. Consigliosezionale. CDS al completo.7 dicembre - Borgone. Con-certo di Santa Cecilia dellaFanfara sezionale. Presenti:presidente Sosello, consiglieriBosco e Parisio.8 dicembre - Borgone. SantaCecilia. Presenti: presidente So-sello, vicepresidenti Garnero,Baro e Ferraris, consiglieriAlpe, Balbo, Baro, Bert, Bosco,Amprimo, Parisio e Rovero.9 dicembre - Milano. Riu-nione in sede nazionale dei re-ferenti dei quattroRaggruppamenti. Presenti:presidente Sosello e revisore deiconti nazionale Botteselle.10 dicembre - Almese. Con-certo di cori per solidarietà.Presenti: i vicepresidenti Gar-nero e Baro e consigliere Sal-vaia.11 dicembre - Milano. SantaMessa di Natale degli alpini inDuomo. Presenti: presidenteSosello, revisore dei conti na-zionale Botteselle, vicepresi-denti Garnero e Ferraris econsiglieri Amprimo, Bonaudoe Demuti.14 dicembre - Oulx. Saluti edauguri tra la nostra Sezione ed il3° Alpini. Presenti: presidenteSosello, consiglieri Balbo eSacco.16 dicembre - Susa. Riu-nione Commissione nominataper il 90°. Presenti il vicesin-daco di Susa, Baccarini e l’as-sessore Panaro.17 dicembre - Mompantero.Santa Messa di Natale deglialpini valsusini. Presenti: pre-sidente Sosello, vicepresidentiGarnero e Baro, consiglieriAlpe, Amprimo, Balbo, Bert,

Negli affari di grande importanzaè impossibile piacere a tutti.

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Presidente:Sosello Giancarlo

Vicepresidenti:Garnero Elio (vicario)Baro GiovanniBalbo Dario

Segretario:Ollivier SilvanoFoglia Francesco (vice)

Tesoriere:Baro GiovanniFoglia Francesco (vice)

Segretario tesseramenti:Sacco EnricoBartolotti Franco (vice)

Revisori dei conti:Botteselle MarioBert CarloOlivero Valerio

Giunta di scrutinio:Bonome BrunoBalbo DarioAnselmetto Amato

Responsabile P.C.:Parisio Paolo

Responsabile Fanfara:Combetto Fiorenzo

Responsabile giovani:Barone Luca

Rapporti con altri Raggruppamenti:Demuti Riccardo

Gruppo sportivo (G.S.A.):Ollivier SilvanoGontero Gianni

Addetti alle manifestazioni:Bert CarloBonome BrunoDemuti RiccardoGontero Gianni

Addetto alle pratiche militari:Balbo Dario

Presidente de“Lo Scarpone Valsusino”:Sosello Giancarlo

Direttore responsabile:Rovere Claudio

Comitato di redazione:Balbo DarioBlais GiorgioGarnero ElioOlivero Valerio

Contatti con L’Alpino:Botteselle MarioDario Balbo

Referente al Centro Studi:Garnero Elio

Alfiere sezionale:Gallina Arduino Bruno

Comitato cappella Votiva:Sosello GiancarloBaro GiovanniMout SilvioOllivier SilvanoRosatelli Giuseppe

Responsabile settore informatico:Balbo Dario

Consiglio direttivo sezionale Calendario manifestazioniAprile15 Avigliana - Festa del Gruppo

Maggio11 Vaie - Festa di San Pancrazio13 Bolzano - 85ª Adunata Nazionale20 Giaglione - 90° di fondazione20 Villar Dora - Festa di San Pancrazio

Giugno2 Bussoleno - Inaugurazione monumento all’alpino3 Villar Focchiardo - 80° di fondazione

10 Sant’Antonino - 85° di fondazione17 Exilles - Raduno sezionale

Luglio1 Cesana - Festa al Lago Nero8 Claviere - Festa del Gruppo8 Meana - Festa al Sacro Cuore

17 Rubiana - Festa a Pra del Colle22 Bardonecchia - Commemorazione al Picreaux29 Borgone - Festa alla borgata Achit29 Sezione Val Susa - Pellegrinaggio al Rocciamelone

Agosto5 Mompantero - Processione con trittico dal Santuario alla

Cattedrale di Susa5 Sauze d’Oulx - Festa della Madonna della Neve5 Sestriere - Festa del Gruppo a Monterotta5 Almese - Festa della Madonna della Neve6 Rubiana - Gara sezionale a bocce a baraonda

12 Giaglione - Festa a Santa Chiara19 Novalesa - Festa d’estate19 Vaie - Festa al Truc26 Cesana - 80° di fondazione

Settembre2 Exilles - Festa del Gruppo

8-9 Sezione Val Susa - 90° di fondazione 29 Chiusa di San Michele - Fiaccolata alla Sacra

ottobre6-7 Novara - Raduno del 1° Raggruppamento

Sant’Ambrogio - Castagnata con le scuole elementari

novembre4 Sezione Val Susa - Commemorazione defunti a Novalesa4 Vaie - Festa del Gruppo

24 Sezione Val Susa - Raccolta Banco alimentare24 Villar Dora - San Martino

Dicembre8 Fanfara - Festa di Santa Cecilia8 Almese - Festa del Gruppo

22 Sezione Val Susa - Messa di Natale a Mompantero

La Sezione informaPer rendere più semplice e snello il rapporto giornale-collabo-

ratori e ridurne i disguidi, il materiale da pubblicare con relativefotografie, se queste sono digitali, deve pervenire in redazioneentro l’ultimo sabato dei mesi di febbraio, maggio, agosto e ilterzo di novembre, tramite posta elettronica (e-mail).

[email protected]

Il sito della Sezione è:www.anavalsusa.it

aiutatelo a crescere.La redazione ringrazia per la collaborazione.

Il 16-17 giugno 2012presso il Forte di Exilles avrà luogo il18° Raduno sezionale degli alpini

della Val Susa

Il programma dettagliato verrà inviato in tempo utile a tutti i Gruppi.Raccomandiamo già fin d’ora una massiccia partecipazione.

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ruppipresenze del nostro vessillo

in manifestazionidi altre sezioniIl vessillo della nostra Sezione in Friuli

Il gen. Giorgio Blais ed il cap. Mario Perotto hanno partecipato al16° raduno degli ex appartenenti al battaglione alpini “Cividale” dicui Blais è stato comandante e Perotto vi ha svolto il servizio da sot-totenente.

Il raduno ha avuto luogo il 14 e 15 gennaio a Chiusaforte e a Ci-vidale del Friuli in provincia di Udine.

Fra i numerosi vessilli presenti anche quello della sezione ValSusa a rendere omaggio agli alpini del Friuli terra ricca di storia, difascino, di umanità e terra radicalmente alpina.

Gruppo di Novalesa

Giornata di solidarietà

A Natale, si avverte nell’aria quel clima di serenità e di dolcezzache in questi giorni di grandi preparativi entra nelle nostre case dove,mamme, papà e bimbi sono indaffarati nell’allestire il presepe, l’al-bero di Natale, i doni natalizi, ripromettendosi di essere più buoninell’anno che verrà. Ma non è così dappertutto. A Novalesa esisteuna casa di riposo per anziani dove chi non è più autosufficiente onon ha più familiari ad accudirlo trova accoglienza. Un luogo di si-cura assistenza dove però talvolta il calore umano stenta ad entraree le giornate sono sempre tremendamente uguali.

Gruppo di Condove

Gli alpini del Gruppo di Novalesa già da anni cercano di portareun momento di calore ed allegria offrendo la loro solidarietà e unpiccolo pensiero natalizio per rivivere per pochi istanti con parole epensieri i giorni felici dei tempi che furono.

Ma lo spirito alpino non si ferma qui perché la loro attenzione sirivolge anche alle nuove generazioni facendo visita alla scuola del-l’infanzia. Qui l’armonia è tutta diversa, i loro canti, i loro auguri na-talizi sono veri messaggi di amicizia e di gratitudine ben condottidalle loro simpatiche maestre. Gli alpini da parte loro, commossi,hanno partecipato con entusiasmo facendosi promettere che neglianni a venire saranno tutti bravi alpini. Un’ottima giornata di ami-cizia e solidarietà che rimarrà nel cuore di grandi e piccini per un se-reno Natale.

Gruppo di Almese

Stelle di natale, stille di speranzaCome ormai consuetudine ogni anno il coro alpino “Valsusa” di

Bussoleno in collaborazione con il Comune di Almese ed il GruppoA.N.A. locale organizzano in prossimità del Natale una esemplareserata di solidarietà. Il 10 dicembre 2011 nella chiesa parrocchialedi Almese questa serata era stata prevista per sensibilizzare i parte-cipanti a favore della Casa-Mamma-Bambino “Il Mandorlo” gestitadalle Suore Francescane Missionarie di Susa. Si tratta di una casa diaccoglienza che le Suore Francescane portano avanti quale sognoche il Beato Edoardo Giuseppe Rosaz, fondatore della congrega-zione, fece con il “Ritiro delle povere figliole di Maria” con la fi-nalità di aiutare le giovani dell’epoca emarginate per motivifamiliari, di lavoro, e per gravi difficoltà economiche.

Si è trattato di un piacevole incontro con gli amici coristi del coroalpino “Valsusa” e quelli del coro “Rocciavrè” di Bruino. Una seratache, con la complicità dei canti, è servita a sostenere questo ambi-zioso ed oneroso progetto del “Mandorlo”, come ampiamente espo-sto da suor Margherita nel suo intervento nell’intervallo.

La chiesa era molto affollata, e mi risulta che il risultato della rac-colta offerte sia stato più che soddisfacente.

Devo esternare il mio rammarico per la scarsa partecipazionedegli alpini, fatto che purtroppo avviene da tempo. Sempre prontiad anteporre “grigliate” e “bagne caude” a questo genere di solida-rietà.

Miei cari alpini valsusini, non ci siamo! Almeno per i Gruppi li-mitrofi, in particolare quelli della Valmessa, è inconcepibile non riu-scire a partecipare. Ricordo che oltre agli alpini del Gruppoorganizzatore di Almese erano presenti solamente i due vicepresi-denti Garnero e Baro.

Elio Garnero

elezioni del consiglio Sabato 28 gennaio 2012 si sono tenute le elezioni per il rinnovo

del capogruppo e del Consiglio direttivo.Domenica 29, alle ore 10, si è insediata la Commissione elettorale

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composta dai soci Lupo Angelo, Midellino Luciano e MusitelliCarlo.

Questi i risultati: su 99 soci alpini aventi diritto, hanno votato 57soci, con una percentuale del 57,4%; per i soci aggregati, su 39aventi diritto hanno votato in 19 con una percentuale del 48,7%.

Viene confermato capogruppo Pesce Giovanni.Risultano eletti nel Consiglio:Borroni Bruno, nominato vice capogruppo; Chirio Marco, teso-

riere; Perotto Emilio, alfiere.Alpe Mario,Anselmetto Mario, Bertolo Roberto, Musitelli Carlo,

Putasso Silvano, Pettigiani Carlo, Rocci Livio, Vergnano Mario, conmansioni varie.

I primi non eletti sono stati: Zambetti Osvaldo e Chiampo Ugo,che sono stati chiamati a fare i revisori dei conti.

Rappresentante dei soci aggregati è stato eletto Alpe Luciano.Quest’anno abbiamo due soci eletti per la prima volta nel Consi-

glio: Anselmetto Mario e Musitelli Carlo; a loro diamo un calorosobenvenuto e a tutto il Consiglio un augurio di buon lavoro con tantaserenità e tanta volontà, perché il lavoro è molto e impegnativo.

Pi.Gi

Arance della saluteUn giorno il Visir del Califfo di Baghdad andò dal suo Signore

chiedendogli un cavallo veloce perché voleva fuggire lontano, a Sa-markanda, dal momento che aveva incontrato la Morte che lo avevaguardato con insistenza.

Il Sovrano assecondò il suo desiderio, poi, uscendo per una pas-seggiata, anche il Sovrano incontrò la Morte e le chiese perchéavesse spaventato così il suo Visir. La Morte rispose: “Mi sono me-ravigliata di vederlo qui; lo aspetto questa sera a Samarkanda”.

Stando a questo racconto, nessuno può sfuggire al proprio destino,ma i ricercatori dell’A.I.R.C. hanno dimostrato il contrario. Infattihanno dimostrato che il cancro, se diagnosticato per tempo, può es-sere curabile, cambiando così il destino doloroso di molti ammalati.

Come ogni anno, anche noi abbiamo collaborato con una gocciadi speranza.

Nella giornata delle “Arance della salute” abbiamo raccolto ben4.476,00 euro per la ricerca.

Avevamo 413 retine da collocare ed era prevista un’offerta di 9,00euro per retina: avrebbero fruttato 3.317,00 euro. Quindi abbiamoraccolto ben 759,00 euro in più del previsto.

Ora i consueti e doverosi ringraziamenti: innanzi tutto agli alpinidel Gruppo, che dimostrano sempre tanta solidarietà. Un ringrazia-mento alla popolazione di Condove e dei paesi vicini per la loro ri-sposta generosa. Un grazie particolare ai Gruppi alpini di VillarFocchiardo e Borgone per la loro consueta partecipazione. Un gra-zie anche ai commercianti di Condove che, esponendo le locandinenei loro esercizi, ci hanno permesso una capillare informazione epropaganda.

Speriamo di poter continuare ancora per i prossimi anni, tanto piùche nemmeno il freddo di quest’anno ci ha fermato. Arrivederci alprossimo anno.

Gruppo di Rubiana

Festa annuale del GruppoNella giornata di domenica 22 gennaio si è svolta l’annuale festa

del Gruppo con soci ed amici, per il rinnovo del tesseramento e l'ele-zione del nuovo Direttivo del Gruppo.

La manifestazione è iniziata con il ritrovo dei soci presso la sedeaccolti da uno stuzzicante rinfresco in una gradevole giornata disole.

Alle 10,30 è iniziata la sfilata per le vie del paese preceduta dallabanda musicale “Don Ariosto Re”, con la partecipazione del sindacoGianluca Blandino, i Carabinieri, le associazioni, i gagliardetti e ilvessillo sezionale accompagnato dal presidente Giancarlo Sosello.

L'arrivo in chiesa dei fedeli è stato accolto dalla Cantoria che hadato inizio alla celebrazione della S. Messa, officiata dal parrocopadre Sergio Merlo, in suffragio del nostro capogruppo Lorenzo Berte delle penne mozze.

Al termine della S. Messa si è svolto un breve corteo fino al mo-numento dei Caduti alpini posto davanti al Palazzo Municipale e inloro onore e per coloro che “sono andati avanti” vi è stata l'alza-bandiera, il silenzio e la deposizione della corona.

La banda musicale, diretta dal maestro Davide Giorda, ha ese-guito alcuni pezzi musicali che hanno allietato i presenti prima dellapartenza per il ristorante .

La festa è continuata presso il ristorante “Stella Alpina” con ilpranzo, preceduto dalla consegna delle targhe ricordo ai soci alpiniBruno Blandino, Pierluigi Maffiodo, Bartolomeo Triolet (in foto-grafia) che hanno compiuto settant’anni e che sono state consegnatedal consigliere sezionale Vittorio Amprimo.

Si ringraziano tutti i soci, i Gruppi che hanno partecipato con illoro gagliardetto, il nostro Presidente sezionale, la Sezione, le asso-ciazioni, le autorità, il nostro Parroco e per la loro disponibilità allospoglio delle schede i soci scrutatori.

Il giorno 30 sono stati convocati i nuovi soci eletti per formare ilnuovo Direttivo che risulta così composto: Remo Blandino capo-gruppo, Carlo Bert vice capogruppo, Luciano Bertolo segretario,Bruno Bonome vicesegretario-cassiere, Renzo Blandino e GiovanniCarmagnola revisori dei conti, Augusto Sibille alfiere, TrosselloGiovanni vicealfiere, Marco Brunatto addetto stampa, BartolomeoBotta, Pietro Fostinelli ed Ezio Tabone consiglieri.

Gruppo di Venaus

riconferma per Andrea TournourRinnovato il Consiglio direttivo per il prossimo triennio. Ricon-

fermato Andrea Tournour alla guida del Direttivo così composto:capogruppo Andrea Tournour, vice capogruppo Paolo Guglielmo,segretario Paolo Marzolino, cassiere Sergio Guglielmo, alfiere Mar-cello Balpo, consiglieri Ernesto Prevut, Danilo Marzo, Eligio Cla-retto, Augusto Talachini, Albino Barbero, Mario Reynaud, revisoredei conti Marco Fumia.

Alpino c.le VFP4 Ylenia FerrariDopo l’esperienza di 27 mesi negli alpini prima alla SMALP di

Aosta come conduttore di mezzi tattici AR 90, VM e ACM e poi aTorino nella caserma 32° Genio guastatori - brigata alpina “Tauri-nense” con incarico “guastatore”, lascia il Ministero della Difesadell’Esercito Italiano per transitare nel Ministero degli Interni comeAgente di Polizia di Stato. Giulio Caffo ha certamente da sentirsiorgoglioso di una nipote così felicemente al servizio della Patria.

Gruppo di Sant’Ambrogiorieletto Luciano Garnero

Nel pomeriggio di sabato 14 gennaio e nella mattinata di dome-nica 15, presso la nostra sede sita in Via Umberto I n. 159, si sonosvolte le votazioni per il rinnovo del Consiglio direttivo e del capo-gruppo.

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L'esito è stato il seguente: capogruppo Garnero Luciano, vice ca-pogruppo Savarino Angelo, Teghille Ferruccio, segretario PontiGuido, consiglieri Gallo Ernesto, Boglio Enzo, Capra Mario, Bron-zino Elio, Moniottto Pier Alfredo, De Innocenti Ignazio, Croce An-tonio e Quirico Ermanno.

Congratulazioni ed auguri di buon lavoro al riconfermato capo-gruppo.

Gruppo di Chiusa San Michele

Vittorio Amprimo confermato alla guida del Gruppo

Il 6 gennaio è stato rinnovato il Consiglio per il triennio 2012-2014. Sono risultati eletti: capogruppo Amprimo Vittorio; vice ca-pogruppo Gontero Gianni; segretario Barella Romano; tesoriereVuillermoz Ennio; consiglieri Barella Giovanni, Borello Alberto,Crosetta Enrico, Crosetta Massimo, Favro Guido, Gerbo Guido, Pa-nassi Angelo. Rappresentante dei soci aggregati Ledda Gianpietro;revisori dei conti Cantore Bruno, Zorzi Ivano. Alfiere Novarino Giu-seppe.

Nascite

Gruppo di AviglianaIl socio alpino Michele Suppo e

la sua consorte Marisa, sono nuova-mente nonni. Il 9 gennaio 2012 a farfelice tutta la famiglia ed in parti-colare la sorellina Alice è nato Mat-tia. Al papà Piero, alla mammaNicoletta e naturalmente ai nonnigiungano le più vive felicitazionidall’intero Gruppo che inoltre au-gura al piccolo Mattia un felice esereno avvenire.

Il nostro segretario Franco Oddenino la gentil signora Giulianasono nonni. A rallegrare la famigliadella figlia Laura e del generoMarco è arrivata una bella bimba dinome Alice, nata il 5 marzo scorso.

Il Gruppo partecipa alla loro fe-licità ed augura alla neononata unsereno avvenire.

Gruppo di Chiusa San MicheleIl 26 dicembre 2011 è nata Mar-

tina, prima nipote del nostro socioLeo Maritano. A lui ed alla moglieElda le più vive felicitazioni delGruppo.

Gruppo di MattieIl 10 gennaio 2012 è nato Luca

Marino, nipote del socio Bruno Du-randetto. Ai genitori e ai nonni ilGruppo porge vivissime felici-tazioni.

Gruppo di NovalesaIl 2 dicembre 2011 è nato Elvis,

figlio del socio Maurizio Giai edella mamma Tatiana. Tutto ilGruppo augura tanta felicità a tuttivoi e un sereno avvenire al piccoloElvis.

Tutto il Gruppo porge vivissimiauguri al socio Francesco Foglia ealla consorte Rita, diventati nonnidel piccolo Leonardo il 6 gennaio

scorso. Con lo stesso calore ilGruppo li estende alla mammaDaniela e al papà Fabio.

Gruppo di RubianaFelicitazioni dal Gruppo al socio

alpino Bruno Tabarelli e alla con-sorte Michelina per la nascita delnipote Pietro.

Felicitazioni dal Gruppo al socioalpino Augusto Sibille e alla con-sorte Renata per la nascita dellanipote Annalisa.

Il socio amico Michele Borletto ela moglie Marina sono diventatinonni del piccolo Paolo: il Gruppopartecipa alla vostra felicità

Vivissime felicitazioni da tutto ilGruppo al socio Arnaldo Giorda ealla moglie Cecilia per la nascita deinipoti Silvio e Matteo.

È nato Lorenzo, nipote del socioalpino Suppo Gilberto e consortePiera. Auguri al papà Giuseppe, allamamma Manuela e alla sorellinaMartina da tutti gli alpini delGruppo.

Felicitazioni dal Gruppo al socioalpino Angelo Angeloni e allamoglie Federica per la nascita di Ar-ianna. Felicitazioni anche ai nonniMario Garbolino e Grazia e alnonno bis Giuseppe Garbolino.

Gruppo Sant’AntoninoNel mese di dicembre è nato il

figlio del socio Marco Romano. Unsaluto alla moglie Viviana.

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Gruppo di SusaIl 2 dicembre è nato Stefano,

figlio della nostra giovane alpinaValentina Cubito.

Ai cari mamma e papà le nostremigliori felicitazioni e al piccoloscarponcino tanti auguri per unsereno avvenire da parte di tutto ilGruppo.

Al nonno Aldo Cubito e allanonna Giustina Sanna auguriamotanto lavoro e allegria.

Gruppo di AlmeseIl nostro socio Gianpietro De

Biasi è diventato nonno! A ralle-grare la famiglia del figlio Christiane signora Daniela è arrivata unabella bimba di nome Martina, natalo scorso 2 Gennaio.

Ai genitori ed ai nonni Gian-pietro e Renata giungano felici-tazioni ed auguri da parte di tutti isoci e simpatizzanti del Gruppo.

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AnniversariGruppo di Rubiana

Un caloroso augurio da tutto ilGruppo al socio Vincenzo Carleveroe alla consorte Maria per aver rag-giunto il prestigioso traguardo dicinquant’anni di matrimonio.

Gruppo di Chiusa San MicheleDomenica 16 ottobre 2011,

giorno della festa degli anniversaridi matrimonio, alcuni nostri socihanno festeggiato i loro anniver-sari: 45 anni di matrimonio FeliceFerraris e la moglie Lucia; 40 anniGuido Gerbo e la moglie Marta; 35anni Giuseppe Novarino e lamoglie Eugenia; 10 anni di matri-

monio Enrico Crosetta e la moglieStefania.

Il Gruppo augura loro ancora unalunga e felice vita insieme.

MatrimoniGruppo di Venaus

Il 14 luglio scorso si sono uniti inmatrimonio Tiziano Reynaud, figliodell'amico Mario, ed Elisa Caffo. IlGruppo augura ai novelli sposi unfuturo sereno e tanta felicità.

CompleanniGruppo di Sant’Ambrogio

Il socio Giulio Boero ha rag-giunto l’ambito traguardo dei 90anni.

Il Gruppo lo ricorda per questoavvenimento porgendogli i più sen-titi auguri.

Giulio fu segretario del Gruppoper molti anni, ed ora è doverosoche il Gruppo gli si stringa attornoper manifestargli gratitudine ed au-gurargli un sereno prosieguo nelcammino della vita, portando sem-pre in alto la penna sul cappello.

DecessiGruppo di Avigliana

Giovedì 16 febbraio è mancata lasignora Guerrina Ruffi alla consi-derevole età di 92 anni, mamma delnostro segretario Franco Oddeninoche, come tutti noi sappiamo l'ha as-sistita fino all'ultimo, anche se lamamma è sempre stata lucida ed au-tosufficiente fino a pochi mesiprima. A Franco, Giuliana, Laura eMarco le più sincere condoglianzedall'intero Gruppo.

Gruppo di BorgoneIl 7 dicembre 2011 è mancata la

signora Giovanna Giorno di anni77, moglie del nostro socio OscarPortigliati.

Il Direttivo ed il Gruppo porgonoalla famiglia le più sentite condo-glianze.

Il 25 gennaio 2012 è andatoavanti il socio Aldo Capellotto dianni 65.

Per la prematura scomparsa ilGruppo porge alla famiglia le piùsentite condoglianze.

Gruppo di BruzoloÈ improvvisamente mancato

Luigi Borgis (Gigi ’d la lateria),

papà del socio Davide e figlio di El-sanio, socio aggregato.

A tutti, le nostre condoglianze.

Gruppo di ChianoccoSentite condoglianze da tutto il

Gruppo al socio Luigi Dosio per laperdita della suocera Iolanda Giai.

Gruppo di Chiusa San MicheleÈ mancato il signor Raffaele No-

cera papà dei nostri soci Franco eStefano.

Il nostro socio Mari ha di recenteperso la mamma, signora ClaudinaBrunatti ved. Allais.

È mancata la signora Iolanda Al-lais ved. Germena, mamma di Ar-mida (Ilva) e suocera di DomenicoUsseglio nostri soci aggregati.

Il Gruppo porge a tutte le fami-glie dei defunti le più sentite condo-glianze.

Gruppo di BussolenoIl 27 novembre è mancato il

socio Guglielmo Vair di anni 85. IlDirettivo e il Gruppo porgono le più

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sentite condoglianze alla moglie, alfiglio, alla nuora e alla nipote.

Il 18 dicembre è mancata la si-gnora Anna Conti vedova Inciso dianni 101 suocera del nostro socioaggregato Pierino Lagro. Il direttivoed il Gruppo porgono le più sentitecondoglianze a Pierino e a tutti isuoi familiari.

Gruppo di Condove

Tragicamente è mancato il socioGiorgio Senor, di appena 46 anni.Aveva prestato servizio come arti-gliere alpino, 4° btg., 2° gruppo can-noni del 4° rgt. artiglieria pesantecampale.

Purtroppo una brutta depressionegli ha tolto ogni desiderio di vivere.

Noi lo ricordiamo come un ama-bile amico, sempre pronto ad aiutaregli altri. Infatti era anche membrodella Protezione civile, molto sti-mato dai commilitoni. Era anche unvalente elettricista, molto bravo nelsistemare e riparare elettrodome-stici.

Alla mamma, al fratello e ai fa-miliari rinnoviamo le nostre fraternecondoglianze.

Ettore Cordola è andato avanti.Prestò servizio militare nel btg.“Mondovì” come caporal maggioreistruttore. Classe 1930, era, come sisuol dire, anziano, ma nessuno gliavrebbe dato l’età che aveva, perchél’aspetto era ancora molto giovanile.Perciò nulla faceva presagire unadipartita così repentina.

La malattia gli fu diagnosticatapoco tempo fa e in breve gli è risul-tata fatale.

Era un alpino “doc”; suo padrefu uno dei primi soci del Gruppo esuo genero è il gen. Claudio Ron-dano.

Rinnoviamo alla moglie, alla fi-glia e a tutti i familiari le nostre fra-terne condoglianze.

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È mancata la mamma del socioSergio Rocci. La signora Lea era daqualche tempo sofferente, ma sem-pre assistita amorevolmente dai suifigli. A Sergio e a tutti i famigliaririnnoviamo le nostre fraterne con-doglianze.

Gruppo di Gravere

Il 26 dicembre 2011 è andatoavanti Matteo Brayda.

Era destinato all’artiglieria alpinadi Bolzano, ma Teo non è mai statol’alpino che sognava.

Come succedeva spesso in queglianni ai ragazzi della sua età, gli furubata la gioventù. Appena diciot-tenne, intento a tagliare fieno su inmontagna, in seguito ad un rastrel-lamento tedesco, venne deportato inGermania, in campo di concentra-mento e destinato al lavoro coatto.La vita, la sofferenza in quei luoghi,probabilmente contribuirono a for-marne il carattere. Però Matteo èstato sempre alpino nel cuore.

Uomo di montagna, portava ri-spetto al corpo, tanto da non indos-sare quel cappello custodito in casa,ritenendo di non averne diritto.

Uomo di montagna, prestava lasua persona a quanti ne chiedevanoaiuto.

Uomo di montagna, alto, forte erobusto, parco di parole, quasi tispiazzava quando sul piatto mettevala bontà d’animo, la lealtà e la grandeonestà che lo caratterizzavano.

Ora è andato avanti e sicura-mente ha ritrovato tanti amici che lohanno anticipato.

Ci piace pensarli insieme, su perquelle montagne che non possononon esistere, dove ora si trova.

Gruppo di Novalesa

Il 16 dicembre 2011 è andatoavanti il socio Marco Claretto, giàconsigliere nel nostro Direttivo egrande lavoratore nella nostra asso-ciazione. Il Gruppo si associa al do-lore della famiglia porgendo le piùsentite condoglianze.

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È mancato tragicamente il socioMario Tomassino. Ai familiari giun-gano le più sentite condoglianze datutto il Gruppo.

Gruppo di OulxIl 4 gennaio 2012 è deceduto

Francesco Ollio suocero del socioFabio Gay. Il Gruppo porge le piùsentite condoglianze.

Gruppo di RubianaIl Gruppo porge sentite condo-

glianze al socio Remo Rossato perla morte del suocero.

Sentite condoglianze alla fami-glia per la scomparsa di Angela Rai-mondo moglie del socio Luigi Pontee sorella del socio Savio.

Gruppo di VenausIl 28 novembre è mancata Elisa-

betta Clemente, sorella del socioAldo e nonna dei soci Enrico e Wal-ter. Il Gruppo porge sentite condo-glianze e partecipa al dolore di tuttala famiglia.

Gruppo di MeanaAltre due gravi perdite non solo

per il Gruppo di Meana ma per tuttala comunità meanese.

Sono infatti recentemente andatiavanti i soci Andrea Croletto e LuigiSilvaplana.

Andrea Croletto nato nel 1922,chiamato alle armi come artigliereda montagna nel 1942, inviato acombattere la guerra mondiale inFrancia è tornato a casa soltanto nel1946 dopo anni di prigionia in Al-geria quando ormai parenti ed amiciavevano perso le speranze di rive-derlo in vita.

Rientrato a Meana ha dedicato lavita al lavoro e alla famiglia parte-cipando attivamente alla vita delpaese; si ricorda soprattutto la suaappartenenza per 50 anni alla bandamusicale di Meana ed alla cantoriaparrocchiale.

Persona buona, onesta e gene-rosa, stimata da tutti lascia ungrande vuoto nella nostra comunità,orfana di una di quelle figure dal sa-pore antico che pare non esistanopiù nei frenetici tempi moderni.

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L'alpino Luigi Silvaplana eranato nel 1936 , non era di origine diMeana, ma era certamente più mea-nese di tanti paesani sia per gli oltre50 anni di vita qui trascorsi sia per-ché ad essa profondamente legato.

Ha sempre partecipato alle atti-vità del paese in ogni aspetto del vo-lontariato; da decenni nel Direttivodel Gruppo A.N.A. e della Prote-zione civile, dal 1999 al 2009 ha la-vorato con passione e dedizionetotale nel ruolo di assessore nel-l'amministrazione comunale.

Sempre presente, attivissimo nel-l'organizzazione e realizzazione diqualsivoglia manifestazione od ini-ziativa tanto da diventare un puntodi riferimento per tutti, sempre conun sorriso ed una battuta ironica attaa stemperare eventuali contrasti.

Alle famiglie di Andrea e diLuigi giungano le condoglianze piùsincere di tutti gli alpini di Meananella certezza che la consapevolezzadi aver avuto il privilegio di viverecon persone di così alto livello servaa lenire il dolore per la loro perdita.

Gruppo di Sant’AntoninoNel mese di dicembre è andato

avanti il socio Girolamo Ramello. IlGruppo si unisce al dolore della fa-miglia e porge sentite condoglianze.

A dicembre è andato avanti ilsocio Giovanni Usseglio Prinsi. IlGruppo porge le più sentite condo-glianze alla moglie Piera.

Nel mese di gennaio è mancata lanuora del nostro socio e cassiereElso Tournour.

Il Gruppo prende parte al doloredella famiglia.

Il 7 febbraio è mancata la mogliedel socio Giuseppe Avaro. Il Gruppoporge le più sentite condoglianze.

Gruppo di San GiorioIl Gruppo è vicino all’alpino

Carlo Tornior per la prematurascomparsa della moglie Fiorella.

Condoglianze a tutti i familiari.

Condoglianze alla famiglia dellanostra amica Piera Costa per lamorte del papà Valter.

Gruppo di ForestoIl nostro carissimo alfiere, capo-

ral maggiore alpino Ezio Rosso,l’11 marzo è andato avanti. Era statocapogruppo per tanti anni, alfieredel Gruppo dal 2006. Sempre pre-sente a tutte le manifestazioni alpineliete e tristi, lascia un grande vuotonel Gruppo. Al funerale hanno par-tecipato il vessillo sezionale e nu-merosi gagliardetti cui vanno inostri ringraziamenti. Alla vedovasignora Anna, alle figlie ed a tutti ifamiliari, il Gruppo rinnova sentitecondoglianze.

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Perchè il male trionfi è sufficienteche i buoni

rimangano in silenzioburke

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Spirito alpino e parole scolpite nel cuoreCarlo Gobetti è andato avanti. Certamente pochi lo conosce-

vano in quanto iscritto alla Sezione di Torino dove per anni neè stato consigliere e vicepresidente, ma a Susa, dove è vissutoper parecchi anni, molti lo hanno potuto apprezzare. Era inol-tre un abituale frequentatore, sino al 2010, dell’annuale com-memorazione che si svolge al Picreaux nel mese di luglio a curadel Gruppo di Bardonecchia.

Gobetti era del ’15, artigliere del “Susa” ed i fatti della guerralo hanno portato su ben quattro fronti, a partire da quello occi-dentale sino ai Balcani. In seguito, da prigioniero, un lungo pe-regrinare tra vari campi di prigionia sino poi a concludere l’iter,da combattente partigiano, tra le file della “Garibaldi”.

La “Croce al merito garibaldino”, la “Medaglia d’onore”, la“Decorazione al merito da Italia e Jugoslavia con benemerenzaU.S.A.” sono i riconoscimenti ricevuti per le sue azioni ed ilsuo impegno.

Nella vita alpina, tra battaglie, patimenti, sofferenze, prigio-nia, avrà sicuramente dovuto affrontare il dolore della morte ditanti compagni dei quali forse avrà raccolto gli ultimi aneliti diuna vita che si spegneva. Avrà pianto per loro, ne siamo certi, emai li avrà dimenticati.

Su gli alpini si è scritto molto e molto si scriverà, ma nel suonecrologio, in semplicità e umiltà, crediamo si siano scritte leparole più belle, sincere, rispettose, che animo umano potessepartorire. Siamo certi che le abbia ispirate lui stesso e nel ricor-darle qui, ancora adesso, i brividi mi percorrono e un velo dicommozione mi appanna la vista.

“Carlo Gobetti è andato avanti. Ha raggiunto in silenzio lecentinaia di compagni che lo hanno preceduto su quattro frontidi guerra e nei lager nazisti … scusandosi del grande ritardo.”

Lasciamo ognuno a giudicare, ma in quelle quattro parole,scusandosi per il grande ritardo, la solidarietà, la fratellanza, ilrispetto, il dolore provato, la vera alpinità di cuore, vissuta enon ostentata, vissuta e non usurpata, la religiosità di un cap-pello raccolto, la flebile voce di un addio sussurrato tra un ge-mito ed una preghiera, le dita a guidare le palpebre a chiudersisu occhi ormai spenti, raggiungono la massima espressione delsenso di Patria e valore militare che tutti dovremmo onorare edifendere. Quattro parole che valgono forse più tanti libri.

Dario Balbo

85ª Adunata nazionale

BoLZAno12-13 maggio 2012

Abbiamo bisogno di voi!se avete prestato servizio

nelle fanfare delle brigate alpine,se siete musici simpatizzanti

desiderosi di riprendere l’attivitàmusicale, aderite

alla nostra fanfara sezionale.siamo tanti, con tanta voglia

di suonare con il cappello alpino.

Pasqua 1942 - Torino

Albino Braito, classe 1923 risiede a Daiano, in Val diFiemme. secondo di tre fratelli, nel 1942 si arruola volontarionella milizia contraerea a Torino, sostituendo il padre che cosìtorna a casa. Ha scritto parecchie mmorie di guerra che ricor-dano momenti di paura e di afferato odio portava a gettare es-seri umani ancora vivi nelle foibe.Nel numero di dicembre vi abbiamo proposto un fatto a lui

accaduto poco prima del Natale 1942 in Croazia; ora ve neproponiamo un altro, questa volta alla vigilia di pasqua a To-rino.

Il ragazzo caduto dal cieloAssieme al mio compagno D.D. di Predazzo, ero aggregato allacompagnia antiaerea di Torino.

Le batterie da 16 pezzi erano dislocate fra Torino Mirafiori eOrbassano. Siamo alla vigilia di pasqua e come quasi tutte lenotti si aspettava il solito bombardamento, verso le 20.00 ar-riva il Cappellano a celebrare la santa Messa. Finita la funzioneandiamo tutti a dormire.

Alle 22,30 suona l’allarme e di corsa tutti fuori in postazione,stanno arrivando le famose “fortezze volanti” i B52 con il lorocarico di morte.

Giù bombe e così ad ondate successive per un’ora e mezza:La città di Torino dalle nostre postazioni sembrava un gran falò,bruciavano le stazioni, le caserme e perfino l’ospedale militare.

Cessato l’allarme , ritornammo tutti a dormire: io e il miocompagno dall’1.00 alle 3.00 eravamo di guardia alle posta-zioni.

Erano le 2,00 circa, sentimmo un lamento.D. il mio compagno dizsse: “Sarà qualche animale notturno!”

Così continuammo il giro. Questo lamento continuava, da unalontananza circa 100 metri si intravedeva una figura di uomoche si avvicinava. Arrivato vicino a noi abbiamo riconsciuto unparacadutista americano, stava passando la zona militare.

D. disse: “Albino spara” e io risposi: “Non ci penso neanchene hanno ucciso uno anche ieri!” E lui: “Ma chi?” io rispondo:“Era il venerdì santo, è morto il nostro signore!” e D.: “Ma luinon c’entrra”.

A quel punto abbiamo dato l’alto là e chiamato il capo posto,il quale non ci pensa due volte, impugna il fucile e spara uncolpo in aria.

L’americano dalla paura si accascia a terra, il capo ricarica ilfucile e lo sta abbassando verso il ragazzo, senza esitare gli douno spintone appena in tempo, parte il secondo colpo che sfiorail ragazzo ad una spalla.

D. ed io siamo andati a prenderlo e ci siamo accorti che avevale braccia fratturate dall’atterraggio con il paracadute.

Il giorno seguente era Pasqua, alle 8,00 arriva il comandantedella compagnia dicendo: “Caporale Braito, lei è in arresto perinsubordinazione per aver violato gli ordini dati”. Io rispondo:“Signor comandante non mi importa nulla di questo arresto per-chè sono felice di aver salvato la vita ad un povero ragazzo disoli 22 anni lontano migliaia di chilometri dalla sua famiglia”.Così andai in prigione con la coscienza a posto e per una buonaragione. Albino Braito

(da Doss Trent - marzo 2011)

sez. val susa90°

fondazionesusa, 8-9 settembre 2012

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di

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Abbazia di San Michele della Chiusa,uno dei più suggestivi monumenti me-dioevali di tutto il Piemonte, secolo XI-XII (foto D. Balbo).

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