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SCHEDA DI ANALISI DEL FILM - classicoscaduto.it · Il cinema di Visconti si potrebbe definire...

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1 Liceo classico “F.Scaduto”- Bagheria- Storia del cinema –prof .D. Aiello SCHEDA DI ANALISI DEL FILM Classe III C alunno/a Stefania Giannusa data /02/2008 1. Il film Compila la seguente scheda riassuntiva delle informazioni più importanti che servono per precisare le varie componenti del film che devi analizzare. Componenti Informazioni Titolo Rocco e i suoi fratelli Titolo originale Rocco e i suoi fratelli Regista Luchino Visconti Genere Drammatico Attori principali Alain Delon : Rocco Parondi Renato Salvatori : Simone Parondi Annie Girardot : Nadia Katina Paxinou : Rosaria Parondi Alessandra Panaro : Fidanzata di Ciro Spiros Focás : Vincenzo Parondi Max Cartier : Ciro Parondi Corrado Pani : Ivo Rocco Vidolazzi : Luca Parondi Enzo Fiermonte : Boxer Nino Castelnuovo : Nino Rossi Rosario Borelli : Un biscazziere Renato Terra : Alfredo, fratello di Ginetta Soggetto Suso Cecchi D'amico, Vasco Pratolini, Luchino Visconti Sceneggiatura Suso Cecchi D'amico, Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa, Enrico Medioli, Luchino Visconti Fotografia Giuseppe Rotunno Musica Nino Rota Data di produzione 1960 Durata 170’ Paese/i di produzione Italia e Francia Colore Bianco Nero Montaggio Mario Serandrei Scenografia Mario Garbuglia
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Liceo classico “F.Scaduto”- Bagheria- Storia del cinema –prof .D. Aiello

SCHEDA DI ANALISI DEL FILM Classe III C alunno/a Stefania Giannusa data /02/2008

1. Il film Compila la seguente scheda riassuntiva delle informazioni più importanti che servono per precisare le varie componenti del film che devi analizzare.

Componenti Informazioni Titolo Rocco e i suoi fratelli Titolo originale Rocco e i suoi fratelli Regista Luchino Visconti Genere Drammatico

Attori principali Alain Delon : Rocco Parondi Renato Salvatori : Simone Parondi

Annie Girardot : Nadia Katina Paxinou : Rosaria Parondi Alessandra Panaro : Fidanzata di Ciro Spiros Focás : Vincenzo Parondi Max Cartier : Ciro Parondi Corrado Pani : Ivo Rocco Vidolazzi : Luca Parondi Enzo Fiermonte : Boxer Nino Castelnuovo : Nino Rossi Rosario Borelli : Un biscazziere Renato Terra : Alfredo, fratello di Ginetta

Soggetto Suso Cecchi D'amico, Vasco Pratolini, Luchino Visconti Sceneggiatura Suso Cecchi D'amico, Pasquale Festa Campanile, Massimo

Franciosa, Enrico Medioli, Luchino Visconti Fotografia Giuseppe Rotunno Musica Nino Rota Data di produzione 1960 Durata 170’ Paese/i di produzione Italia e Francia Colore Bianco Nero Montaggio Mario Serandrei Scenografia Mario Garbuglia

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Produzione Goffredo Lombardo per la Titanus, Roma; Les Film Marceau Paris

Distribuzione Titanus - Home Video, Mondadori Video Premi 1960: Film Festival di Venezia:Vincitore FIPRESCI Prize:

Luchino Visconti; Special Prize: Luchino Visconti;Nomination al Leone d’oro:Luchino Visconti

1961: Vincitore del David per la Migliore Produzione Goffredo Lombardo; Vintcitore del Silver Ribbon Migliore Fotografia in Bianco e Nero Giuseppe Rotunno, Regista del Miglior Film Luchino Visconti, Migliore Sceneggiatura: Pasquale Festa Campanile, Suso Cecchi d'Amico, Luchino Visconti, Enrico Medioli

1962: Nominato al BAFTA Film Award come miglior film italiano e come miglior attrice straniera Annie Girardot;

Vincitore del Bodil come miglior film Europeo dell’anno e come miglior regista Luchino Visconti

1.2– La sceneggiatura del film è originale oppure è tratta dalla letteratura o da qualche libro-inchiesta,saggio,biografia, ecc.? Pur partendo da "Il ponte della Ghisolfa" di Giovanni Testori, prendendone in considerazione solo alcuni dei racconti (Il Brianza, Cosa fai, Sinatra?, Il resto, dopo), dal quale attinge tutta l’asciutta milanesità di certi personaggi e scorci, avvalorati dalla splendida ed essenziale fotografia di Rotunno. Visconti prende, inoltre, come ispirazione "Giuseppe e i suoi fratelli" di Thomas Mann, che racconta l'emigrazione del popolo ebraico in Egitto, e "ruba" i caratteri dei personaggi dell'Idiota di Dostoevskij, creando un vero e proprio romanzo filmico sulla disgregazione dei valori morali. Inoltre, nel testo che risultò così ampio e articolato confluirono altri influssi letterari fra cui Verga con i Malavoglia e poi altri influssi indiretti come quello di Carlo Levi (Cristo si è fermato ad Eboli), e in generale la letteratura meridionalistica per la descrizione psicologica dei personaggi. Inoltre, nella scelta Viscontiana di strutturare il film in cinque episodi, ossia sui cinque fratelli Parondi, si potrebbero riverberare le cinque vite dei “Contadini del Sud” di Scotellaro. In tal senso, l'accenno che fa Rocco nella conversazione con Nadia alle lotte bracciantili, ai suoi paesani poveri finiti nelle carceri di Matera e di Potenza per «la terra da zappare», è un esplicito riferimento alle rivolte del movimento contadino degli anni Cinquanta, all'impegno meridionalistico Scotellariano, nonché alle vicende biografiche dello scrittore di Tricarico, poeta della libertà contadina finito in carcere per aver difeso i diritti dei più deboli.

1. La storia,la struttura narrativa e i personaggi 2.1 – Riassumi brevemente la storia che il film rac conta. La storia narra come scrisse lo stesso Visconti “di una madre e dei suoi cinque figli, cinque come le dita di una mano”. Infatti, la storia è divisa in cinque capitoli, ciascuno dedicato ad un figlio e scritto da un sceneggiatore, diverso per ogni episodio. Vincenzo : Rosaria Parondi è vedova e proviene dalla Lucania. Uno dei suoi cinque figli, Vincenzo, vive a Milano, una città che sembra offrire opportunità di lavoro ed il miraggio di una nuova vita. Vincenzo ha un impiego temporaneo, eppure Rosaria è persuasa che il trasferimento nella metropoli lombarda possa garantire un'esistenza migliore a tutta la famiglia. Giunti in città, l'unica sistemazione possibile è nella squallida e povera zona di Lambrate, dove Rosaria prende in

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affitto un seminterrato. I ragazzi cercano tutti un'occupazione e conoscono Nadia, una prostituta. Rocco lavora in una lavanderia, Ciro fa l'operaio specializzato, Luca, il più piccolo, trova lavoretti saltuari, mentre Simone, il maggiore dei cinque, pensa di fare una brillante carriera come pugile. E' Nadia che lo ha convinto a farsi allenare da un ex campione di pugilato, col miraggio d'una brillante carriera dai facili e cospicui guadagni. Tra i due nasce una relazione. La vita a Milano si dimostra più dura del previsto. Vincenzo ha una storia d'amore con una ragazza del posto e intende sposarsi, ma la madre Rosaria pregiudica il suo matrimonio, costringendolo ad occuparsi della sua famiglia.

Simone : Nel frattempo Nadia lascia Simone e, poco dopo, quest’ultimo, per riconquistarla con preziosi gioielli e care fughe d’amore, prende una brutta strada, il brillante inizio della sua carriera di pugile sfuma in breve tempo ed egli entra in un giro di piccola delinquenza, alla estenuante ricerca di denaro. Rocco, il più ingenuo della famiglia, sempre pronto a tenere uniti i fratelli e la madre, a cui, nel frattempo, l’allenatore di Simone, gli era stato affidato il controllo del fratello, affinché seguisse tutti gli allenamenti, si accusa al posto del fratello per il furto di una spilla della padrona della lavanderia e, essendo stato cacciato dal negozio, parte per il servizio militare in una

piccola città di provincia. Rocco : Qui Rocco incontra Nadia: i due iniziano a frequentarsi e tra loro nasce l'amore. Rientrati a Milano, entrambi vogliono iniziare una nuova vita insieme, ma Simone, roso dalla gelosia, picchia il fratello e violenta Nadia. Rocco, sentendosi in colpa verso il fratello,lascia Nadia, convincendola che tra loro non ci può essere alcun futuro, data la netta opposizione di Simone, che tra i due è quello che ha veramente bisogno di lei, e la esorta quindi a ritornare dal fratello anche se contro la sua volontà. Ciro e Luca : Nadia quindi si stabilisce a casa Parondi, che

sfrattati dal seminterrato erano andati ad abitare in una casa popolare, per stare vicino a Simone, ma tenendo un comportamento disdicevole, tanto che più volte si scontra con Rosaria, e proprio durante una loro ennesima lite, Nadia scoppia in uno sfogo isterico e decide di abbandonare Simone e tutta la famiglia Parondi, che le ha arrecato solo dolori. Gli imbrogli di Simone hanno mandato in rovina la famiglia, l'uomo ha derubato il suo procuratore sportivo, il quale in cambio vuole che Rocco firmi un contratto e diventi pugile per lui. Rocco, per il bene della

famiglia, accetta, pur odiando la boxe. I fratelli continuano la loro misera vita milanese, Luca è l'unico che ancora spera in un ritorno al paese. Mentre Rocco sta disputando un incontro importante, dove poi risulterà vincitore, Nadia incontra Simone, che in preda alla follia e gelosia, e alquanto brillo, la uccide pugnalandola alla schiena. Mentre tutta la famiglia tranne Simone, che per il suo atteggiamento viene cacciato di casa e allontanato dalla famiglia, festeggia la vittoria di Rocco, “l’escluso” arriva in casa e, dopo esser malamente accolto da Ciro, che cerca di cacciarlo, viene portato da Rocco in una stanza e gli confessa l’omicidio. Ciro vuole denunciarlo, ma Rocco e gli altri sono decisi a proteggerlo: tutto è ormai inutile, alla fine la polizia lo arresta.

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– Analizza la struttura narrativa completando il s eguente schema: ° TEMPO E AMBIENTE

a) Periodo storico delle vicende narra Primi anni 60’.

b) Ambienti e luoghi principali La città di Milano, vista nella sua bellezza artistica (il Duomo), ma anche nel suo aspetto

più duro e tragico, cioè quello del popolo , composto sia da locali che da “emigranti”, che nel dopo guerra era costretto ad abitare in un seminterrato per venirvi sfrattato, per aver affidato una casa popolare, e a fare quei lavori che nessun altro voleva fare; da ricordare infatti le parole di Vincenzo che, vedendo la neve sulle strade, sveglia i fratelli, sperando che possano finalmente trovare lavoro, dato che “ai Milanesi non piace la neve sulle loro strade”. Per la famiglia Parondi, Milano è una città straniera quanto potrebbe esserlo Amburgo e loro, stranieri in terra straniera, si vedono costretti a scendere a patti con la città e i suoi

abitanti per riuscire a sopravvivere. Quello tra loro e la città è un contrasto fortissimo, e di contrasti forti è fatto tutto il cinema di Visconti. Il paesaggio milanese splendidamente fotografato da Giuseppe Rotunno è grigio, ammantato dalla nebbia o coperto dalla neve, alieno anche agli occhi degli spettatori odierni. In questa cornice, Visconti inserisce un nucleo familiare soffocante, pieno di passioni primigenie e definito da un'organizzazione quasi tribale.

c) Arco di tempo in cui si sviluppa la storia Tre-quattro anni.

2. PERSONAGGI Il cinema di Visconti si potrebbe definire antropomorfico, nato cioè dall’intenzione di raccontare personaggi non simbolici ma ritratti di uomini reali. Una fusione di tensione morale e misura artistica, di puntiglioso realismo e di esaltazione tragica, di concreta e cruda storicità e di pause liriche in cui risiede il valore artistico di Rocco e i suoi fratelli. Visconti nel film racconta storie e uomini esclusivamente italiani, il confronto con altri umori, le analogie, l’uso di particolari riferimenti diviene per lui un modo per capire più ampiamente il mondo narrato. Protagonista (chi è,descrizione fisica,cosa fa..): Il personaggio di Rocco Parondi, interpretato splendidamente nel film da Alain Delon, come il santo omonimo ha funzioni salvifiche nei confronti della propria famiglia. In più nella scelta del nome del protagonista del film, Visconti fu guidato anche, ma non solo, da quello di Rocco Scotellaro, il sindaco socialista di Tricarico legato da profonda amicizia con Gerardo Guerrieri, a sua volta corrispondente e collaboratore del regista milanese. Vi fu, peraltro, un'altra trasposizione onomastica rilevante e impressa nella pellicola: il nome del campione della boxe degli anni Cinquanta, il potentino Rocco Mazzola. Balzato agli onori della cronaca, dovette imporsi all'attenzione di Visconti sia per la provenienza geografica, sia per la pratica sportiva, imprescindibile condizione creativa, indicata dal regista sin dalla prima idea del film. Rocco Mazzola, lucano e campione di pugilato, così come sarà nello svolgimento della trama Rocco Parondi, confermò in qualche misura la scelta del nome. La sua brevissima ma importante apparizione nel film fu l'omaggio che il regista rese al

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mondo della boxe in generale e al campione in particolare ed insieme il segnale di un nome a forte connotazione etnica, che fa tutt'uno con la percezione che della morfologia fisica ed etica dei lucani avevano sviluppato gli "altri", i cittadini milanesi, i settentrionali, coloro che la Storia aveva fatto assurgere a classe dominante. Personalità (carattere,abitudini,sentimenti ecc..):

Rocco, all’inizio, è una figura tra le altre, una delle ombre che scendono dal treno e timidamente si affacciano al salotto in cui Ginetta e Vincenzo stanno festeggiando. Taciturno fin quasi all’afasia, lentamente esce dal ruolo di comparsa ed aumenta d’importanza, soprattutto come simbolo. Rocco è un romantico che con candore crede e spera in un domani migliore. Ma è proprio questa speranza che tutto possa cambiare in meglio, anche le persone, lo porta ad un immobilismo e impassibilità di fronte alla crudeltà del fratello, per il quale è persino disposto a scontare la sua

pena in carcere e a condurre una vita che non gli piace, solo per salvarlo; e, inoltre, è spinto, in ogni sua azione, a far del bene anche a coloro da cui non lo ha ricevuto, ed è un puro “istinto da croce rossina” che lo porta a frequentare Nadia, non perché la ami, a mio parere, ma per condividere con qualcun altro il sogno di un miglioramento e dimostrare che, se riesce a “salvarla” dalla vita dissipata che stava compiendo, riuscirà a salvare anche gli altri. Ma, come d’altronde tutti gli altri personaggi Verghiani, anche Rocco rimarrà vittima del sistema, vinto dal proprio destino, dal quale ribellarsi è impossibile, riducendosi dunque ad un personaggio buono al limite del patetico, richiamando all’”Idiota” di Dostoevskij, che, in modo molto esplicito, dichiara che colui che crede che nel fare del bene si possa ancora ricevere del bene, nella società di oggi, è solo un povero idiota, illuso da se stesso. Altri personaggi importanti: Descrizione (nome,aspetto fisico,personalità):

1. Simone è il figlio preferito e il più spavaldo, che tenta

senza indugi la fortuna, dopo i primi successi viene inghiottito dalle lusinghe di quel mondo cui non appartiene, perdendosi. Dal furto per amore scivola in una vita degradante, subendo continue umiliazioni per la sua incessante necessità di denaro. La sua vigoria fisica , che lo fa chiamare Apollo, va in contrasto con l’assenza di energia interiore, di stabilità, di capacità di sacrificio.

2. Nadia, personaggio inquieto, è quello intorno al quale

gravitano le cinque storia, una donna di vita, che porta il seme della corruzione nella famiglia lucana, invitando gli altri fratelli a intraprendere la carriera da pugili. Nadia è una figura portante del racconto: sarà lei a corrompere Simone, sempre lei a intenerirsi di fronte alla bontà piena di speranza di Rocco e ancora lei a mettere crudelmente in atto la volontaria espiazione che Rocco le impone per salvare Simone: ma ancora una voltane sarà la rovina , e per se stessa in modo irreparabile.

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3. Vincenzo, il primo e maggiore tra tutti i figli, trasferitosi da tempo a Milano e fidanzato con Ginetta, figlia di emigranti, è quasi del tutto integrato con la realtà settentrionale. Rappresenta il ponte ideale della famiglia dal passato al presente, ed i questo assolve tutta la sua funzione.

4. Ciro è giovane ma il più maturo e cosciente dei fratelli, trova

un lavoro regolare, come metalmeccanico in una importante azienda automobilistica, e riesce a differenza di Rocco a inserirsi nella vita della grande città, facendo scelte assennate per il suo presente e futuro. Insieme a Vincenzo è l’unico del nucleo ad ambientarsi alla nuova realtà.

5. Luca, poco più che ragazzino, è l’icona

dell’emigrante che venuto dal nord, ne comprende i pregi, ma sente la mancanza del proprio paese, che nei suoi confusi ricordi di bambino diventa un fantastico paradiso perduto dove nulla può cambiare e peggiorare ma dove tutto è rimasto uguale dal giorno della loro partenza, infatti, è proprio lui che viene designato da rocco come colui che tornerà al paese, cui appartiene realmente, per costruire un futuro migliore. Incarna la speranza che tutti i sacrifici

compiuti siano a beneficio delle generazioni future. 6. Come descritta da Visconti,"Rosaria è una donna

energica e sbrigativa. Se la grande città le mette, è vero, un certo sgomento, come è naturale del resto per chi è nato e vissuto in un paesino sperduto e primitivo della Lucania e non se n'era mai allontanato, non per questo lei si perde. Anzi affronta la grande città con baldanza e accanimento. Sa cosa vuole. Un alloggio e questo ce l'ha. Poi vuole un lavoro per lei e per i figli (quelli che possono lavorare). Non sono forse di quella razza dura e [tenace] come le pietre delle loro

montagne? E allora? Sono disposti a fare di tutto. Sono duri alla fatica e resistenti. Le insidie di una città come Milano Rosaria le intuisce ma non le teme; il suo istinto di contadina e una certa astuzia e prudenza naturali la aiutano. Il suo tono è aggressivo, il passo maschile nelle scarpe rozze da paisana del sud. Gli occhi intelligenti, diritti e neri (e profondi) guardano in faccia cose e persone come a domandare ragione, a pretendere un diritto che nessuno le contesta". La madre dei cinque figli

maschi, colei che per cinque volte ha potuto sperimentare ciò che viene considerato l'amore allo stato puro, è una dominatrice assoluta delle loro esistenze. Dispotica e tirannica, tenera e aspra, sa essere eccessiva e usare gesti amplificati, servendosi di tutte le possibilità espressive di cui è dotata, per tentare di volgere al meglio il corso del destino. La capacità attoriale di Rosaria risiede non nella finzione ma nell'esternazione dei sentimenti, nella ricchezza di una affettività che tracima,

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invadendo la vita dei suoi prossimi. Il suo personaggio, riflesso della mentalità di una contadina lucana degli anni Cinquanta, percepisce il mondo estraneo dove ha caparbiamente condotto i suoi figli senza capirlo. Per lei, la comprensione non è condizione necessaria, rimanendo il suo ruolo ovunque e comunque quello di madre, divoratrice dei suoi stessi figli, sebbene ostinatamente intenta alla loro promozione sociale.

3. Significato globale del film

3.1 – Sapresti indicare qual è il messaggio più significativo del film?

Visconti con questo film sembra aver voluto illustrare il dramma dell’emigrazione interna italiana. In che cosa consiste questo dramma? Brevemente, è lo stesso dramma degli emigrati italiani a New York o a Buenos Aires. L'ambiente socioculturale, assai fragile e decrepito, dei paesi d’origine non resiste al trapianto e va in polvere, e l'emigrante si trova nudo e indifeso in un mondo del tutto straniero. Di solito gli emigranti reagiscono in due modi alle difficoltà dell'adattamento: sia, se sono vecchi, regredendo agli usi e costumi del paese originario e allora abbiamo la sottocultura di Little Italy; sia, se sono giovani, cercando d'inserirsi nella cultura del paese d'adozione e allora abbiamo l'ibridismo penoso della seconda generazione. Ma è poi veramente questo l'argomento del film di Visconti? Secondo me, invece, il dramma dell'emigrazione è rimasto nell'ombra. Per esempio, la sconfitta e il disfacimento morale di Simone appaiono nel film come un fatto piuttosto individuale che sociale, ossia Simone è debole perché è debole e non perché è emigrato. Né Visconti ha illustrato le difficoltà che possono incontrare quattro meridionali nella ricerca di un lavoro a Milano. I

quattro fratelli Parondi trovano da lavorare in maniera perfino troppo liscia e facile. Il silenzio sulle difficoltà d'adattamento rende superfluo l'impianto veristico dei personaggi, specie di Simone. Infatti, il personaggio veristico è credibile e accettabile soltanto se le sue determinazioni sociali sono fortemente sottolineate. L'argomento vero del film sono invece i rapporti affettivi d'una famiglia meridionale e comunque italiana. Visconti, questi rapporti li sente profondamente, con quasi dolorosa intensità; la rivalità di mestiere e d'amore dei

due fratelli è così il perno di tutta la vicenda in quanto consente al regista di mostrare, controluce, tutta la complessità e la delicatezza del sentimento che lega Rocco a Simone e agli altri fratelli. Guardando al film da quest'angolo visuale appare spiegata e giustificata anche l'eccessiva lunghezza della scena in cui Simone picchia Rocco: lo picchia con tanto accanimento perché l'ama. Altresì Visconti ha avuto la mano felice in tutte le sequenze d'insieme della famiglia Parondi, sia pure con qualche concessione al verismo di genere. Invece meno ci persuadono gli amori di Nadia; in realtà i due fratelli s'amano troppo per amare anche una donna. Oltre all’impegno e intervento attivo del regista in un dibattito politico contemporaneo, quel che più colpisce durante la visione, è stato l'elemento drammatico della lotta fra i due fratelli Simone e Rocco, la quale s'eleva ben presto a paradigma universale di alcune tematiche interiori

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particolarmente care al Visconti. La più dilacerante è senza dubbio quella del fallimento del progetto amoroso di Rocco, tutto improntato a una carica affettiva di tipo sublime, non senza il topos della redenzione della ragazza caduta in una vita disonorata, a causa del temperamento violento e sensuale del fratello Simone, che s'incapriccia della stessa ragazza, Nadia, la morte della quale alla fine del film sancisce lo sbocco tragico di tutta la vicenda. Una potente meditazione, dunque, della tematica amore-morte.

3.2 – Prova ad indicare quali sono i temi che il film affronta, aiutandoti con quelli proposti e aggiungendone eventualmente degli altri: x l’amore □ la guerra x la giustizia x la giovinezza □ la vecchiaia □ l’incomprensione □ il desiderio di successo □ il destino □ la natura □ l’ambizione personale x la violenza x la famiglia x il futuro □ le istituzioni sociali x il lavoro 4. Giudizio personale 4.1 – Spiega se e perché ti è piaciuto il film (o non ti è piaciuto) tenendo conto del modo in cui è stato realizzato (interesse per la storia narrata,recitazione,fotografia,costumi,musica ecc..) Sinceramente lo ho apprezzato nella sua totalità e in tutta la sua complessità, dalla scene più tenere e gioiose, che portano un sorriso quasi malinconico, a quelle più crude e realistiche. In un città come Milano molto simile a quella famosa “Coketown” così satiricamente descritta da Charles Dickens, dove tutti gli edifici sono uguali, ad eccezione

di una grande chiesa, tutte le strade sono uguali e il paesaggio abbonda di capannoni dove si lavora incessantemente e i lavoratori sembrano tanti automi richiamati alle macchine da lunghe, incessanti e odiose sirene, spiccano, senza dubbio, le cinque sagome, di nero vestite, che scendono da un treno e vengono subito inghiottiti dai bagliori del falso benessere, venendone abbindolati e condotti al limite di un precipizio al di la dei quali si trova la corruzione e il mondo degli “scaltri”. Inoltre, mi è piaciuto il modo in cui Visconti ha saputo descrivere la storia alla quale si

è conformato, pur essendo benestante, e le tematiche, sempre contemporanee. Visconti compie Visconti faceva un vero e proprio attacco frontale all'establishment sia per la violenza di certe immagini sia soprattutto per i problemi umani e sociali che affronta; elencando infatti i temi che questo film tocca, chiaro è il motivo di tale affermazione e del fiume di polemiche che ne scatenò in Italia la proiezione: questione meridionale in primis, nel suo carattere di disgregazione sociale, di mercato di sfruttamento di tipo coloniale da parte della classe dirigente del Nord, ma specialmente intesa come questione centrale dell'unità del nostro paese; conseguente a questo, è il tema dell'inurbamento e dell'emigrazione interna come elemento di disgregazione sociale e della non fruibilità da parte di quella fetta di penisola del "miracolo economico italiano", fetta che ne ha ricevuto solo le briciole, ovvero alcune sovrastrutture, ma che vive chiusa in un isolamento morale e spirituale fondato sul pregiudizio della sua inferiorità; altro tema, anch'esso strettamente collegato al precedente e ormai topos culturale e letterario, è quello che vede la città come luogo di disgregazione, di conflitti violenti e insanabili e che si contrappone alla compatta struttura familiare di un arretrato ambiente contadino di stile Verghiano; di fianco a queste vengono toccate tematiche più intime che come al solito l'abile regista lega a quelle di denuncia sociale come fossero un naturale zoom che va dalla ripresa aerea di un

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momento storico al primo piano di una espressione che in quella società vive e che i suoi conflitti esprime in una smorfia. Queste tematiche sono quelle della famiglia come microcosmo umano e sociale, del rapporto uomo-donna come lacerazione di precedenti equilibri, dell'amicizia e della fratellanza come elemento di forte coesione. 4.2 – A tuo parere,è un film adatto ai ragazzi della tua età? Motiva la risposta. Anche se sarebbe un film molto utile alla mia generazione, soprattutto per la sua valenza descrittiva ed educativa, non penso che possa esser gradito, sia per la lunghezza notevole, sia per le molte scene cupe e “sgraziate”, che potrebbero esser apprezzate solo da un pubblico adulto e da pochi “eletti” (tra i quali, senza dubbio, pongo me stessa!). 5. Il Linguaggio del cinema 5.1 Riconosci se il narratore è □ Interno □ esterno x assente 5.2 Il ritmo del montaggio è €Lento €rapido x alternato 5.3 Considera gli effetti di luce e l’uso del colore. Rivestono particolare importanza? Quali scene ne risultano poste in evidenza?

Visconti volontariamente opta per il bianco e nero forse perché il tema esige non altri che questi colori, come si può rappresentare la vita di poveri emigranti che si trovano a lottare contro una società che gli è nemica a colori? Visconti, in questo senso, dimostra pieno rispetto per i loro problemi e i loro dolori.

5.4 Prendi in esame la colonna sonora e in particolare: -la funzione del commento musicale: molto significativo è il suono della sirena, che accompagnata la narrazione fin dall’inizio, scandendone quattro momenti fondamentali: all’inizio la famiglia Parondi, appena giunta a Milano, viene subito accolta da un prolungato fischio del treno, che ritorna a mitigare e, quasi soffocare, le grida di Nadia e Rocco durante la sera della violenza, e che successivamente coprirà la richiesta di aiuto della stessa Nadia che verrà uccisa dall’irrefrenabile violenza di Simone. La sirena dei cantieri dell’Alfa Romeo conclude la narrazione, richiamando Ciro a lavoro e Milano alla propria apparente calma quotidiana. -gli effetti sonori: Sono quasi del tutto assenti, tranne che durante le colluttazioni a mani nude. 5.5 Rintraccia le scene in cui gli effetti sonori,musicali e di luce e colore sono complementari e funzionali ad ottenere particolari risultati: Come ho già scritto precedentemente, la scena dove possiamo trovare una complementarietà tra luce e suono, tra vista e udito, è la scena della violenza carnale, che non viene ripresa e descritta nella sua crudeltà fisica ma in quella psichica e morale. Nadia non verrà risulterà

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fisicamente maltrattata, o almeno questo non è, a mio parere, il volere del regista, ma psicologicamente sconvolta dalla violenza di Simone e implorante il “perdono” di Rocco, che sconvolto anch’esso la ignora. Visconti racconta la scena immersa nell’ombra come forma di rispetto per Nadia. 5.6 Prendi in esame le tecniche cinematografiche e in particolare: l’uso degli effetti speciali/I movimenti di macchina più significativi/L’uso delle inquadrature Visconti e Rotunno alternano campi lunghi, lunghissimi e primi piani, con l’intento di effettuare, a poco a poco, un climax decrescente capace di catturare prima la totalità del mondo reale fino a calarsi nella psiche di ogni singolo personaggio. 5.7 Considera la recitazione degli attori e chiarisci se è: x naturale (I cinque figli, Nadia e gli altri) x enfatica ed ad effetto (A volte, soprattutto nelle scene “fortemente” crude) x teatrale (Rosaria Parondi) 5.8 Parla della sequenza , a tuo avviso, importante e/o particolarmente significativa, indimenticabile…

A mio parere, la sequenza indimenticabile, è quella durante la quale Simone, una volta commesso l’omicidio, giunge in casa per dire tutto al fratello Rocco, e dopo la rivelazione si abbandonano entrambi ad un rabbioso pianto liberatorio, punto di catarsi dell’intera storia, prendendo entrambi coscienza dei propri sbagli, mentre la madre piange anch’ella, ora risvegliatosi da un profondo sonno in cui vi era ancora la speranza di migliorare il proprio avvenire e di riunire la famiglia.

Anche se, la scena più gioviale e piacevole di tutto il film è la mattina della neve, dove si riesce a percepire la bellezza dell’avere una famiglia, l’amore smisurato di una madre nei confronti dei propri figli, il legame tra tutti i fratelli,… questa scena non è lontana dalla vita quotidiana, si ripete ogni mattina in ogni famiglia italiana del meridione: la madre che fa la colazione, la fila per usare il bagno, uno dei fratelli che mammone indugia ad alzarsi, aspettando il richiamo della madre, la colazione tutti insieme,… 6. Storia del cinema 6.1 Chi è il regista? Aggiungi altre informazioni e la filmografia essenziale Biografia di Luchino Visconti (Milano, 1906 - Roma, 1976)

Di origini aristocratiche, s’appassiona al cinema negli anni ‘30: durante un soggiorno parigino, conosce Jean Renoir e ne diviene assistente. Esordisce nella regia con "Ossessione" (1942), che trasferisce su sfondi nostrani il romanzo di James M. Cain "Il postino suona sempre due volte": restituendo alla fisicità due attori di regime come Clara Calamai e Massimo Girotti, collocati in ambienti inusitati dentro una vicenda intrisa di

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sessualità, egli licenzia un’opera di rottura invisa alle autorità, espressione d’un nuovo modo d’intendere il cinema. Arrestato nel ‘43 per la sua attività partigiana, torna dietro la macchina da presa solo con "La terra trema" (1948), libero adattamento de "I Malavoglia" di Verga: interpretato da attori non professionisti ed interamente recitato in dialetto siciliano, il film è una saga familiare di potente plasticità, dove il gusto per il melodramma si sposa ad un aristocraticismo non populista, seppur figlio d’influenze evidentemente marxiste. Ed è gramsciana nel senso più autentico del termine la visione del popolo che filtra dall’immenso "Bellissima" (1951), celebrazione in articulo mortis del neorealismo e suo geniale superamento: figlio d’influenze disparate (Zavattini e "Cinema nuovo", la Magnani ed Hollywood, la Cinecittà di Blasetti e del contafrottole Chiari), esso resta opera primaria del cinema italiano, presagio d’un mutamento antropologico di cui s’avvertivano solo sparuti segnali, che troverà nel boom terreno di coltura ed in Pasolini il suo nostalgico, straziato cantore. In evidente stato di grazia, Visconti firma poi con "Senso" (1954) - rilettura del Risorgimento scevra d’ipocrisie mistificatorie ed omaggio insuperato al mondo verdiano - un capo d’opera indiscusso, nel quale la perfezione della messa in scena (basti la sequenza iniziale nel teatro od il veloce, febbrile scioglimento conclusivo) si coniuga ad una esemplare direzione degli attori. Il periodo più fertile della creatività del Nostro si chiude con "Rocco e i suoi fratelli" (1960), compendio e summa dell’arte sua espressa nelle forme d’un melò a forti tinte, ove si narra del disfacimento d’una famiglia di origine contadina nel contatto con la città. Memore di Mann e Dostoevskij, il regista milanese colloca i suoi tragici personaggi fra Mito e Storia, dando così loro carattere di acronotopicità e regalandoci immagini indimenticabili (su tutte, la scena dell’uccisione di Nadia, novella Carmen, all’Idroscalo). Di qui in avanti, l’indiscutibile magistero del cineasta milanese si piegherà ad operazioni più o meno di maniera: non per questo mancheranno esiti splendidi ("Il Gattopardo", 1963, ove nostalgia del passato e consapevolezza ideologica fecondamente s’intrecciano in un

racconto impeccabile sotto l’aspetto figurativo) o comunque d’inconsueto respiro (nel ‘73, un "Ludwig" notturno e spettrale, gonfio di pioggia e di sgomento, percorso da lugubri presagi mortuari), ma il versante estetizzante e borghese - che gli varrà la pungente qualifica di "duca arredatore" - finirà per prevalere. Fuori dal fuoco contingente della polemica politica, egli tornerà ad essere regista più che autore: illustratore di gran rango per un pubblico colto ed esigente, purtroppo sempre più lontano dal flusso della Storia.

Filmografia di Luchino Visconti La scampagnata ٭ (Francia 1936)

regia: Jean Renoir, costumista e assistente: Luchino Visconti, interpreti principali: Sylvia Bataille, Paul Temps, Georges Darnoux, Jacques Borel La Tosca ٭ (Francia 1940)

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regia: Jean Renoir, Carl Koch, sceneggiatura: Luchino Visconti, Jean Renoir, Carl Koach, aiuto regista: Luchino Visconti, interpreti principali: Imperio Argentina, Michel Simon, Rossano Brazzi, Massimo Girotti Ossessione ٭ (Italia 1943)

regia: Luchino Visconti, sceneggiatura: Mario Alicata, Giuseppe De Santis, interpreti principali: Clara Calamai, Massimo Girotti, Juan De Landa, Dhia Cristiani Giorni di gloria ٭ (Italia 1945) – Documentario

regia: Luchino Visconti La terra trema ٭ (Italia 1948)

regia: Luchino Visconti, sceneggiatura: Luchino Visconti, interpreti principali: Antonio Arcidiacono, Giuseppe Arcidiacono, Giovanni Greco, Nelluccia Giammona Bellissima ٭ (Italia 1951)

regia: Luchino Visconti, sceneggiatura: Suso Cecchi d’Amico, Francesco Rosi, Luchino Visconti, interpreti principali: Anna Magnani, Walter Chiari, Tina Apicella, Gastone Renzelli Appunti su un fatto di cronaca ٭ (Italia 1951) – Documentario

regia: Luchino Visconti Siamo donne ٭ (Italia 1953)

regia: Luchino Visconti. V episodio ANNA MAGNANI, sceneggiatura: Suso Cecchi d'Amico, Cesare Zavattini, interpreti principali: Anna Magnani Senso ٭ (Italia 1954)

regia: Luchino Visconti, sceneggiatura: Suso Cecchi d’Amico, Luchino Visconti, Carlo Alianello, Giorgio Bassani, Giorgio Prosperi, Tennessee Williams, Paul Boles, interpreti principali: Alida Valli, Farley Granger, Massimo Girotti, Heinz Moog Le notti bianche ٭ (Italia 1957)

regia: Luchino Visconti, sceneggiatura: Suso Cecchi d’Amico, Luchino Visconti, interpreti principali: Maria Schell, Marcello Mastroianni, Jean Marais, Clara Calamai Rocco e i suoi fratelli ٭ (Italia 1960)

regia: Luchino Visconti, sceneggiatura: Luchino Visconti, Suso Cecchi D’Amico, Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa, Enrico Medioli, interpreti principali: Alain Delon, Renato Salvatori, Katina Paxinou, Annie Girardot Boccaccio ’70 ٭ (Italia 1962)

regia: Luchino Visconti, episodio IL LAVORO, sceneggiatura: Suso Cecchi d’Amico, Luchino Visconti, interpreti principali: Romy Schneider, Toma Milian, Romolo Valli, Paolo Stoppa Il Gattopardo ٭ (Italia 1963)

regia: Luchino Visconti, sceneggiatura: Suso Cecchi d’Amico, Enrico Medioli, Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa, Luchino Visconti, interpreti principali: Burt Lancaster, Alain Delon, Claudia Cardinale, Paolo Stoppa Vaghe stelle dell’Orsa ٭ (Italia 1965)

regia: Luchino Visconti, sceneggiatura: Suso Cecchi d’Amico, Enrico Medioli, Luchino Visconti, interpreti principali: Claudia Cardinale, Jean Sorel, Michael Craig, Marie Bell Le streghe ٭ (Italia 1967)

regia: Luchino Visconti, episodio LA STREGA BRUCIATA VIVA, sceneggiatura: Giuseppe Patroni Griffi, Cesare Zavattini, interpreti principali: Silvana Mangano, Annie Girardot, Francisco Rabal, Massimo Girotti Lo straniero ٭ (Italia 1967)

regia: Luchino Visconti, sceneggiatura: Luchino Visconti, Suso Cecchi d’Amico, Georges Conchon, Emmanuel Roblès, interpreti principali: Marcello Mastroianni, Anna Karina, George Wilson, Bernard Blier La caduta degli dei ٭ (Italia 1969)

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regia: Luchino Visconti, sceneggiatura: Nicola Badalucco, Luchino Visconti, interpreti principali: Dirk Bogarde, Ingrid Thulin, Helmut Griem, Helmut Berger Alla ricerca di Tadzio ٭ (Italia 1970) - Documentario

regia: Luchino Visconti Morte a Venezia ٭ (Italia 1971)

regia: Luchino Visconti, sceneggiatura: Luchino Visconti, Nicola Badalucco, interpreti principali: Dirk Bogarde, Silvana Mangano, Bjorn Andersen, Romolo Valli Ludwig ٭ (Italia 1973)

regia: Luchino Visconti, sceneggiatura: Luchino Visconti, Enrico Medioli, Suso Cecchi d’Amico, interpreti principali: Helmut Berger, Trevor Howard, Romy Schneider, Silvana Mangano Gruppo di famiglia in un interno ٭ (Italia 1974)

regia: Luchino Visconti, sceneggiatura: Suso Cecchi d’Amico, Enrico Medioli, Luchino Visconti, interpreti principali: Burt Lancaster, Silvana Mangano, Helmut Berger, Claudia Marsani L’innocente ٭ (Italia 1976)

regia: Luchino Visconti. Sceneggiatura: Suso Cecchi d’Amico, Enrico Medioli, Luchino Visconti, interpreti principali: Giancarlo Giannini, Laura Antonelli, Jennifer O’Neill, Didier Haudepin

6.2 Aggiungi informazioni sul contesto produttivo e/o autoriale, e altre notizie sul film. Alla XXI Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia del 1960 l’annunciato vincitore era senza dubbio Rocco e i suoi fratelli. Visconti non presenziò alla manifestazione né alla rappresentazione di Rocco e i suoi fratelli in segno di protesta contro il nuovo direttore della rassegna, Marcel Archard. Il film era pienamente favorito per il massimo riconoscimento alla vigilia della rassegna, e le cronache della prima visione sono largamente positive. Le scene contestate furono lo stupro di Nadia, il celebre lancio delle mutandine, e l’uccisione della ragazza, che prima di essere ferita a morte allarga le braccia a croce come vittima sacrificale, con chiare allusioni religiose. Folchi, il ministro dello Spettacolo allora in carica, giustificò poi in seguito l’intervento della censura invitando produttori e registi ad un’opera di revisione e autocontrollo per eliminare dal cinema italiano quelli eccessi non giustificati della libertà di espressione. Goffedro Lombardo definì la censura del lungometraggio “un attentato alla libertà dell’arte cinematografica”. Nei fatti, dopo i patteggiamenti che il produttore fece con il Procuratore Generale per salvare l’integrità dell’opera, il film fu richiamato dalla censura d’appello e furono imposti tagli che in un primo momento erano stati solo suggeriti: questo perché il ministro dello Spettacolo aveva

facoltà di richiamare un film anche se già munito di nulla osta. Il polverone sollevato dalle polemiche intorno al divieto su Rocco e i suoi fratelli fu l’occasione per il cinema italiano di interrogarsi sullo stato generale della sua legislazione, fino a quel momento deficitaria e suscettibile di arbitraria interpretazione. La pellicola fece il suo debutto al pubblico la sera del 14 ottobre 1960, in una Milano protagonista sia dei natali del regista che come quinta esclusiva della splendida fotografia di Rotunno. Proprio i milanesi accolsero il film nel peggiore dei modi, con fischi e insulti che

portarono alla minaccia di sequestro del film, se non fosse privato delle quattro scene scabrose ed offensive: la notte d’amore tra Nadia e Simone, la scazzottata all’Idroscalo dei due Parondi con la scena dello stupro e la sequenza finale dell’uccisione della ragazza.


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