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SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN · che impattano in modo significativo sulla...

Date post: 15-Feb-2019
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1 PROGETTO PER LIMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto: CARITAS ITALIANA La Caritas Italiana è l'organismo pastorale della Cei (Conferenza Episcopale Italiana) con lo scopo di promuovere «la testimonianza della carità nella comunità ecclesiale italiana, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell'uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica» (art.1 dello Statuto). È nata nel 1971, per volere di Paolo VI, nello spirito del rinnovamento avviato dal Concilio Vaticano II. Ha prevalente funzione pedagogica, cioè tende a far crescere nelle persone, nelle famiglie, nelle comunità, il senso cristiano della Carità. Nel 1977 ha stipulato la convenzione col Ministero della Difesa per accogliere obiettori di coscienza al servizio militare e nel 2001 è stata tra i primi enti a realizzare progetti di servizio civile nazionale. Caritas Diocesana di Brescia insieme agli Enti del territorio, è in prima linea dal 1979, grazie anche allausilio di volontari, obiettori di coscienza e giovani in servizio civile, nel cercare di aiutare il prossimo. Caritas Diocesana di Brescia svolge il ruolo di “accompagnamento” e di coordinamento per gli Enti attenti ai bisogni delle persone, tale riconoscimento è dato da molti anni di lavoro sul campo. Gli Enti accreditati con Caritas Diocesana di Brescia sono sia di natura ecclesiale che laica. In particolare, lintervento di Caritas è rivolto allemarginazione, ai minori abbandonati e allassistenza del prossimo, con lobiettivo di promuovere i diritti di cittadinanza e di uguaglianza Fraterna. LEnte presso il quale devono essere indirizzate le domande per il presente progetto è: Caritas diocesana di Brescia P.zza Martiri di belfiore, 4 cap 25121 Brescia (Bs); Tel. 030/3757746; Fax 030/3752039; E- mail [email protected] Persona di riferimento: Diego Mesa 2) Codice di accreditamento: NZ01752 3) Albo e classe di iscrizione: NAZIONALE 1 a CLASSE CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: PER NON PERDERSI - BRESCIA 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): Settore: ASSISTENZA Area di intervento: Disagio adulto Codice: A12
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PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA

ENTE

1) Ente proponente il progetto:

CARITAS ITALIANA La Caritas Italiana è l'organismo pastorale della Cei (Conferenza Episcopale Italiana) con lo scopo di promuovere «la testimonianza della carità nella comunità ecclesiale italiana, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell'uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica» (art.1 dello Statuto). È nata nel 1971, per volere di Paolo VI, nello spirito del rinnovamento avviato dal Concilio Vaticano II. Ha prevalente funzione pedagogica, cioè tende a far crescere nelle persone, nelle famiglie, nelle comunità, il senso cristiano della Carità. Nel 1977 ha stipulato la convenzione col Ministero della Difesa per accogliere obiettori di coscienza al servizio militare e nel 2001 è stata tra i primi enti a realizzare progetti di servizio civile nazionale.

Caritas Diocesana di Brescia insieme agli Enti del territorio, è in prima linea dal 1979, grazie anche all’ausilio di volontari, obiettori di coscienza e giovani in servizio civile, nel cercare di aiutare il prossimo. Caritas Diocesana di Brescia svolge il ruolo di “accompagnamento” e di coordinamento per gli Enti attenti ai bisogni delle persone, tale riconoscimento è dato da molti anni di lavoro sul campo. Gli Enti accreditati con Caritas Diocesana di Brescia sono sia di natura ecclesiale che laica. In particolare, l’intervento di Caritas è rivolto all’emarginazione, ai minori abbandonati e all’assistenza del prossimo, con l’obiettivo di promuovere i diritti di cittadinanza e di uguaglianza Fraterna.

L’Ente presso il quale devono essere indirizzate le domande per il presente progetto è: Caritas diocesana di Brescia P.zza Martiri di belfiore, 4 cap 25121 Brescia (Bs); Tel. 030/3757746; Fax 030/3752039; E-mail [email protected] Persona di riferimento: Diego Mesa

2) Codice di accreditamento:

NZ01752

3) Albo e classe di iscrizione:

NAZIONALE 1a CLASSE

CARATTERISTICHE PROGETTO

4) Titolo del progetto:

PER NON PERDERSI - BRESCIA

5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3):

Settore: ASSISTENZA Area di intervento: Disagio adulto Codice: A12

2

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

6) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto:

Il progetto “PER NON PERDERSI - BRESCIA” andrà a svilupparsi ed attuarsi nel territorio di Brescia. Da diversi anni la nostra Caritas ha sposato la scelta del Servizio Civile; anno dopo anno essa cerca di dare continuità a tale scelta, perché molti giovani chiedono di poter fare questa esperienza e perché tante realtà rivolte all’aiuto, vogliono collaborare con noi per aiutare chi ha bisogno. Il nostro progetto ha come “Attori” principali le persone disagiate che non hanno un tetto dove dormire, o non hanno nessuno che può dar loro una mano. Con i centri operativi della Diocesi lavoriamo da diversi anni, molti di questi erano già accreditati per l’obiezione di coscienza. Ogni giovane sarà inserito in un centro operativo ed accompagnato nei percorsi formativi durante tutto l’anno di servizio civile. “PER NON PERDERSI - BRESCIA” coinvolge 6 centri operativi che gestiscono servizi e progetti in favore delle persone con disagio grave e problematiche di esclusione sociale. Tutti i centri operativi hanno sede nella Città di Brescia, ma data la tipologia di servizio, offrono accoglienza e sostegno anche a molti abitanti della provincia e persone senza fissa dimora provenienti da altre zone d’Italia e del mondo. Per questi ultimi, in particolare, queste sedi rappresentano la principale opportunità di accesso al sistema dei servizi e alle reti di solidarietà presenti sul territorio.

6.1. IL CONTESTO TERRITORIALE

CAMBIAMENTI DELLA STRUTTURA SOCIO-DEMOGRAFICA DELLA CITTA’

La popolazione della città di Brescia, rimasta stabile per oltre un quindicennio attorno ai 185.000/190.000 abitanti, ha ripreso a crescere negli ultimi anni di alcune migliaia di unità (Fig.1).

Fig.1 – La popolazione della città di Brescia (anni 2001 – 2015)

198.000

196.000

194.000

192.000

190.000

188.000

Brescia

186.000

184.000

182.000

Fonte: Annuario Statistico Regionale

In realtà, ad un’analisi più attenta, i dati socio-demografici rivelano trasformazioni in atto ben più profonde che impattano in modo significativo sulla qualità della vita delle persone, delle famiglie e comportano nuove sfide per le reti sociali e per il futuro assetto del welfare della città (Tab.1). In primo luogo gli indicatori di struttura demografica mostrano un livello di invecchiamento della popolazione superiore alla media della Lombardia che è andato aumentando nel corso del tempo. Nel 2016 il numero di over 65 rappresenta ormai un quarto della popolazione.

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Tab.1 - Indicatori di struttura della popolazione residente (anni 2001 e 2016)

Vecchiaia Dipendenza Quota

Totale Giovanile Anziani popolazione

65 e +

2001 BRESCIA 170,9 48,2 17,8 30,4 20,5

Totale Lombardia 135,5 44,6 18,9 25,7 17,8

2016 BRESCIA 186,1 61,0 21,3 39,7 24,7

Totale Lombardia 155,7 56,2 22,0 34,2 21,9

Fonte: Annuario Statistico Regionale

Il secondo dato significativo è rappresentato dall’elevata percentuale di stranieri sul totale della popolazione che ammonta al 18,6 % (Fig.2) e raggiunge oltre il 29% nella fascia under 15. L’incremento della popolazione degli ultimi anni è dovuto in larga parte all’afflusso di stranieri in città e al maggior contributo in termini di nascite dato dalle famiglie straniere. Questo incremento in un lasso relativamente breve comporta uno sforzo aggiuntivo in termini di costruzione di reti comunitarie e di inclusione sociale.

Fig.2 – Rapporto percentuale tra popolazione straniera e popolazione totale residente nel comune di Brescia dal 1990 al 2015

Fonte: elaborazioni a cura dell’Ufficio di Diffusione dell’Informazione Statistica su archivio informatizzato dell’Anagrafe della popolazione residente.

Come si evince dalla Fig.3 sono straniere il 46% delle famiglie povere e il 32% delle famiglie a rischio di povertà. Oltre ad essere maggiormente colpite da situazioni di indigenza economica, le famiglie straniere possiedono anche un capitale sociale mediamente più ridotto, avendo una rete parentale e di sostegno significativamente più ridotta delle famiglie italiane.

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Fig.3 – Incidenza delle famiglie straniere (%)

Fonte: bilancio sociale 2015 – Comune di Brescia

LA STAGNAZIONE ECONOMICA E LAVORATIVA Nonostante faccia parte di una delle regioni più ricche e produttive d’Italia, la provincia di Brescia ha risentito fortemente della crisi economica a causa della sua peculiare struttura produttiva incentrata sull’industria pesante (metallurgia e utensileria) e su piccole-medie imprese a basso livello di innovazione tecnologica e a basso valore aggiunto. Per queste ragioni, i segnali di ripresa economica registrati a partire dal primo semestre del 2015 non si traducono, nel contesto bresciano, in un aumento di posti di lavoro (Tab.2). In controtendenza rispetto al trend regionale e nazionale, il tasso di disoccupazione nella provincia di Brescia è aumentato tra il 2013 e il 2015 ed il calo è stato molto contenuto tra il 2015 e il 2016.

Tab.2 – Tasso di disoccupazione nelle province della Lombardia (maggiori di 15 anni)

2010 2013 2015 2016

Varese 5,1 8,5 9,0 Como 5,0 8,6 7,8 Sondrio 6,4 7,9 7,4 Milano 5,8 7,7 8,0 Bergamo 3,7 7,4 5,8 Brescia 5,7 8,3 8,7 8,6

Pavia 5,8 7,6 7,6 Cremona 6,4 8,5 6,9 Mantova 6,5 8,8 8,0 Lecco 5,2 8,0 6,2 Lodi 5,6 9,2 8,0 Monza e Brianza 6,4 8,2 8,8 Lombardia 5,5 8,0 7,9 7,4

Italia 8,4 12,1 11,9 Fonte: Annuario Statistico Regionale

Nel complesso i dati fotografano la situazione di una città in transizione nella quale, una radicata identità collettiva costruita sulla cultura del lavoro è stata fortemente provata dalla crisi economica e, per fattori di carattere sia demografico che economico-produttivo, si va ampliando la fascia di popolazione potenzialmente soggetta a fragilità e vulnerabilità sociale.

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6.2. IL CONTESTO SETTORIALE DEL DISAGIO ADULTO

POVERTA’ E INDIGENZA ECONOMICA Nonostante le numerose fonti statistiche sono pochi i dati a disposizione in grado di offrire una fotografia longitudinale dell’evoluzione della condizione di povertà nel comune di Brescia. Uno dei rari studi in questo campo è quello condotto dalla demografa M.E. Comune

1. Come si evince dai dati presenti nel riquadro, la

situazione pre-crisi delle famiglie nel comune di Brescia vede già prima della crisi economica una quota significativa di popolazione (pari al 13-14%) in condizione di povertà economica e una quota altrettanto significativa attorno alla soglia di povertà (8,6% di quasi poveri e 7,4% di appena poveri nel 2008).

Uno studio sul livello di povertà economica delle famiglie bresciane

Lo studio sui redditi differenziati per le principali caratteristiche familiari ha consentito di individuare le categorie più vulnerabili, ossia quelle che hanno un maggiore rischio di cadere in povertà, a causa dei bassi redditi percepiti. Dai risultati è emerso che, tra le famiglie italiane, quelle che soffrono un evidente disagio economico sono costituite principalmente da quelle in cui sono presenti anziani, disoccupati o un solo percettore di reddito; i monogenitori con figli e le persone sole percepiscono redditi lievemente sotto la media, ma non rappresentano casi preoccupanti. Gravi, invece, le situazioni delle famiglie straniere numerose, con tre o più figli, soprattutto se minori, e quelle con due disoccupati. Migliore è la situazione delle famiglie straniere, costituite da coppie senza figli o persone sole o con almeno due percettori di reddito. In sostanza, per le famiglie italiane i fattori critici sono rappresentati dall’essere anziano e dalla mancanza di lavoro, mentre per le famiglie straniere dalla presenza di famiglie numerose, dall’avere figli, soprattutto minori e, ovviamente dall’essere disoccupate. Passando a una misura dell’incidenza di povertà relativa delle famiglie,

2 è emerso che circa oltre un quinto

delle famiglie con almeno un dichiarante (21,2% per l’anno 2005 e 21,6% per il 2008) si trova in difficoltà economica relativamente al livello standard di benessere della popolazione locale (Tab.4).

Tab.4 - Linee di povertà e incidenza di povertà delle famiglie dichiaranti e residenti nel comune di Brescia - Anni 2005-2008

Fonte: Rivista di Statistica Ufficiale 1-2/2014

1 M.E. Comune, Un archivio longitudinale amministrativo per la stima della povertà a livello locale, RIVISTA

DI STATISTICA UFFICIALE N. 1-2/2014. 2

Nei dati Istat le stime delle soglie di povertà relativa sono più basse poiché adottano come criterio di riferimento una linea di povertà nota come International Standard of Poverty Line (Ispl) che definisce povera una famiglia di due componenti con una spesa per consumi inferiore o pari alla spesa media per consumi pro-capite (Istat 2010a). La linea di povertà relativa individua pertanto il livello di spesa per consumi che rappresenta il limite di demarcazione tra famiglie povere e non povere ed è calcolata a livello nazionale. In questo studio è stata applicata la definizione utilizzata in ambito europeo, “at risk of poverty rate”, in cui è “povero” chi ha un reddito familiare equivalente inferiore a una soglia di povertà pari al 60% del reddito familiare mediano equivalente nazionale. Di solito, si ricorre all’utilizzo del reddito equivalente per effettuare confronti corretti tra famiglie con diversa numerosità familiare.

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EMERGENZA ABITATIVA I dati forniti dal Ministero dell’Interno sugli sfratti convalidati nel 2015 a Brescia (Tab.3) mostrano una prima e positiva inversione del trend, ma crescono le richieste di esecuzione, segno elo que nte c he l’ em ergen za abitativa non accenna a diminuire. Al netto calo degli sfratti convalidati nell’ambito del Comune capoluogo (– 27% con 582 sfratti nel 2015 rispetto agli 802 sfratti del 2014) fa eco un calo più contenuto nell’ambito degli altri Comuni della Provincia (– 5 % con 1361 sfratti del 2015 in luogo dei 1436 sfratti del 2014). Ne consegue un dato medio per la Provincia di Brescia (-13 %) che è di poco inferiore a quello regionale (- 15%) e a quello nazionale (- 16 %). Il dato medio è di uno sfratto ogni 274 famiglie residenti nella Provincia di Brescia a fronte di una media regionale e di una media nazionale che corrispondono rispettivamente ad uno sfratto ogni 358 famiglie e ad uno sfratto ogni 399 famiglie.

Tab.3 – Sfratti esecutivi nelle provincie della Lombardia (2015) Provvedimenti emessi secondo il motivo Richiesta

di

Sfratti

Necessità Finita Morosità e Totale esecuzione eseguiti

locatore locazione altra (1) (2)

causa Varese (3) 0 0 196 196 3.443 809

Como 0 5 145 150 521 410

Sondrio 0 0 45 45 98 56

Milano (3) 0 94 1.892 1.986 32.249 391

Bergamo 0 0 0 0 2.609 605

Brescia 0 10 572 582 4.362 746

Pavia (4) 0 0 0 0 2.861 541

Cremona 0 4 119 123 385 215

Mantova (4) 0 0 0 0 3.849 359

Lecco 0 2 58 60 904 116

Lodi 0 2 47 49 2.427 319

Monza e Brianza (5) 0 0 0 0 7.560 1.176

Lombardia (3) 0 117 3.074 3.191 61.268 5.743

Italia (3) 1.773 2.292 26.007 31.008 153.568 32.546

Fonte: Ministero degli Interni

IL PESO DEGLI SFRATTI IN ATTESA DI ESECUZIONE Al dato positivo della riduzione degli sfratti convalidati si contrappone però il peso degli sfratti ancora pendenti ed in attesa di esecuzione: nel 2015 crescono le richieste di esecuzione degli sfratti convalidati con un aumento 22% nell’ambito della Provincia di Brescia (+18 % a livello regionale e + 2 % a livello nazionale). E d’altra parte, anche volendo limitare l’analisi all’ambito del Comune di Brescia dove il trend positivo risulta più marcato, emerge che il dato sugli sfratti convalidati nel 2015 è analogo a quello del 2009 e del 2010 e cioè i dati sugli sfratti convalidati nel 2015 sono praticamente equivalenti a quelli del periodo del boom degli sfratti determinato dalla crisi economica. In altre parole dal quadro complessivo formato dai dati relativi agli ultimi sette anni appare lampante che l’em ergen za s f r atti è tutt ’a lt r o c he r is o lta o i n v ia di r is o lu zio ne autom atic a .

La crescita della “zona grigia” di precarietà economica e l’intreccio della stessa con le situazioni di disagio preesistenti è alla base dell’analisi dei bisogni del Piano di Zona del Comune di Brescia 2015-2017 nel quale si rileva la seguente situazione per quanto attiene all’area della grave emarginazione:

“Accanto alle tradizionali forme di disagio, legate in particolare a situazioni di forte fragilità personale e familiare spesso caratterizzate da problematiche di dipendenza di vario genere, malattia e/o insufficienza mentale, il tema oggi emergente, per altro abbastanza diffuso in tutto il nostro paese, è quello della crescente difficoltà delle famiglie a gestire la contrazione della capacità di reddito dovuta alla crescente situazione di perdita del lavoro, con le relative conseguenze di incapacità economica a sostenere le spese relative ad affitti, mutui, utenze e gestione della vita quotidiana familiare. In particolare, quest’ultima tipologia di bisogno risulta essere trasversale a molte tipologie di bisogno ed utenza, sia propria dei servizi sociali comunali, (casi sociali multiproblematici), sia dovute al diffondersi di tutta una serie di condizioni sociali che hanno portato al cambiamento di stile di vita delle persone sino ad approdare alla richiesta di aiuto al servizio sociale stesso: famiglie che prima della crisi socio economica attuale non esprimevano nessun tipo di bisogno e non “arrivavano” ai servizi: nuclei familiari dove viene meno il reddito da lavoro a causa della disoccupazione, nuclei familiari separati o monoparentali che non riescono a sostenere le spese familiari e di accudimento dei figli e tutta quella c ategoria di persone che

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possiamo definire in condizione di vulnerabilità. La situazione soprattutto nell’ultimo biennio è indubbiamente aggravata dall’uso/abuso di alcuni strumenti (per esempio alcune tipologie di carte di credito/prepagate), che richiedono la messa in campo anche di percorsi educativi/rieducativi.” (Piano di Zona 2015-17 comune di Brescia)

6.3. LE SEDI OPERATIVE COINVOLTE NEL PROGETTO E I SERVIZI OFFERTI

I servizi attivati nel corso del tempo dalla Caritas Diocesana si inseriscono nel quadro tracciato dal Piano di zona e contribuiscono a costituire il sistema integrato degli interventi di contrasto dell’esclusione sociale e a supporto delle persone con grave disagio. Questi servizi, insieme a quelli degli enti partner che si sono andati consolidando nel corso del tempo, rappresentano allo stesso tempo un osservatorio privilegiato e un per l’approfondimento delle problematiche presenti sul territorio e un presidio fondamentale per il fronteggiamento dei bisogni espressi dalle persone in situazione di marginalità sociale ed economica.

CENTRO DI COORDINAMENTO 111270

Il Centro di Coordinamento della Fondazione Opera Caritas San Martino collabora con l’Ufficio Diocesano per la Pastorale della Carità (Caritas Diocesana) per sostenere, promuovere e gestire attività a favore di persone e comunità italiane ed estere in stato di bisogno, in particolare con riferimento a situazioni caratterizzate da emergenza sociale e in occasione di calamità. L’attività comprende anche iniziative di formazione, ricerca, documentazione e di promozione di raccolta offerte, erogazioni liberali e contribuiti. Il Centro di Coordinamento coordina l’attività di 161 Caritas parrocchiali sul territorio della provincia di Brescia (Fig.4).

Fig.4 – Caritas parrocchiali seguite dal centro di coordinamento

Fonte: Report 2017 di Caritas diocesana di Brescia “Un anno con Caritas”

Nello specifico, la Fondazione Opera Caritas San Martino svolge la propria attività prevalente all’interno di quattro ambiti di attenzione e di impegno: Promozione pastorale della carità, Promozione umana-opere segno, Promozione volontariato giovanile, Emergenze e mondialità. Ambiti nei quali fa proprie e cerca di tradurre operativamente le finalità di indirizzo ricevute da Caritas Diocesana. La Fondazione Opera Caritas San Martino opera infatti assumendo come propri i valori, i metodi e le finalità della Caritas e si propone di tradurre in azioni e interventi gli indirizzi ricevuti dall’Ufficio Diocesano per la Pastorale della Carità.

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CASABETEL 2000 111354

L’associazione propone quattro tipi intervento: un’attività di ascolto, una comunità di vita femminile, il servizio di “emergenza freddo femminile” e di “emergenza freddo maschile” e una mensa per persone con problemi di sostentamento.

- Il centro di ascolto “Porta Aperta”

Il centro di ascolto denominato “Porta Aperta” si configura come un servizio promosso dalla Caritas Diocesana di Brescia e attivo dal 1983, il cui ambito di intervento coincide con il territorio della Diocesi di Brescia. Destinatari sono prioritariamente cittadini italiani, uomini o donne, singoli o nuclei familiari, che in seguito ad avvenimenti particolari, per “storie” personali o motivi diversi, si trovano ad affrontare situazioni di particolare disagio e difficoltà per le quali necessitano di aiuto. Nel centro di ascolto operano 3 operatori professionali, 1 operatore in segreteria e 2 volontari. Il centro di ascolto opera in stretta collaborazione con altri servizi ed enti siano essi pubblici o privati. Di seguito si riportano i dati e le rilevazioni statistiche pubbliche relative al centro di ascolto riguardanti i bisogni rilevati e i servizi offerti.

- La

Comunità

Sita in Brescia, è sorta come segno Giubilare della Diocesi, per un accordo tra Diocesi di Brescia- Caritas diocesana e U.S.M.I. diocesana, nel 2000. Dalla sua nascita e fino alla metà del 2004, la struttura è stata interamente gestita e organizzata da suore provenienti da diversi ordini: in seguito, la gestione è stata progressivamente affidata ad operatori laici, rivedendo e riorganizzando le finalità e le modalità educative. Oggi Casa Betel dispone di 15 posti letto e si configura come casa di prima accoglienza per donne in situazione di disagio grave. Vengono accolte donne segnalate dai Servizi Sociali del Comune di Brescia o di altri Comuni, da centri di Pronto Intervento o da altri servizi in genere presenti sul territorio nazionale. Alle donne viene offerto un luogo di rifugio sicuro dove poter iniziare un percorso di ricostruzione della propria identità e dove cominciare a rielaborare le esperienze vissute, in un cammino che tende all’autonomia.. Ogni ospite viene aiutata a rileggere il proprio vissuto e a rielaborare un percorso di vita attraverso un’azione a quattro mani, dove la donna è protagonista e sceglie responsabilmente il suo cammino, mentre l’operatore ha il ruolo di mediare ed accompagnare la scelta attraverso la definizione di un progetto individuale.

- Il servizio di “Emergenza Freddo Femminile”

La comunità Casa Betel prevede posti riservati al servizio di Emergenza Freddo rivolto a donne che si trovano in situazione di Emergenza abitativa. Tale servizio è attivo a Brescia dal 2000, nato in seguito all’evidente carenza sul territorio di una struttura di questo tipo rivolta alle donne. L’obiettivo primario è quello di offrire un riparo alle donne senza dimora presenti sul territorio bresciano nei mesi più freddi dell’anno (Novembre-Aprile). Si tratta quindi di un servizio a sostegno delle “emergenze”. In seguito le donne accolte vengono ascoltate ed indirizzate dagli operatori verso soluzioni più adatte e più stabili.

Nel corso del 2017 il Centro di Ascolto “Porta Aperta” si conferma sempre più quale “snodo” di un sistema complesso e integrato di risposte per “gli ultimi”, che accedono ai servizi di più bassa soglia: • Mensa Menni • Rifugio Caritas • Emergenza freddo femminile • Housing sociale

IN DIMINUZIONE LE SITUAZIONI DI GRAVE DISAGIO ACCOLTE Nel centro di ascolto Porta Aperta nell’anno 2017 si riscontra una diminuzione delle anagrafiche inserite (da 1214 a 1061) a fronte di un ulteriore aumento rispetto all’anno precedente di passaggi all’accoglienza (9297 a 11114).

Nella Fig.5 si riportano le principali variazioni nelle risposte operate dalle sedi 1 e 2 rispetto alle situazioni di povertà incontrate.

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Fig.5 – Quadro complessivo degli interventi svolti dalle sedi 1 e 2

Fonte: Report 2017 di Caritas diocesana di Brescia “Un anno con Caritas”

Sul fronte degli aiuti alimentari si registra un calo significativo (-23%) dei prelievi di pacchi viveri presso la base logistica alimentare “Ottavo giorno da parte delle Parrocchie. Diminuisce sensibilmente (-8,4%) anche il numero di persone che hanno frequentato la Mensa Menni. Aumenta contestuamente il numero di persone che si fermano solo per pochi giorni alla Mensa (+16%). Coerentemente con quanto esaminato relativamente alla situazione degli sfratti, sul fronte del sostegno abitativo si registra un aumento complessivo delle richieste di aiuto sia nella forma del microcredito legato alle spese relative alla casa (53% del totale delle richieste di erogazione), sia nelle forme di sostegno a fondo perduto verso famiglie bisognose (68,4% delle risorse erogate dal Fondo “Briciole Lucenti”). Aumentano le persone ospitate dalle strutture di emergenza freddo in particolare sul versante femminile (+61% rispetto al 2015) Sul versante delle attività di ascolto diminuisce il numero delle persone incontrate (-12%) ma aumenta la frequenza degli incontri, segno di un’attività che dalla fase di ascolto porta più frequentemente ad una presa in carico e ad una continuità della relazione di aiuto.

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SEDE CENTRO MIGRANTI 111369

l’Associazione centro migranti è un’associazione che ha lo scopo di sostenere i migranti attraverso un approccio globale ai loro bisogni in stretta sinergia con la Caritas Diocesana di Brescia e con le realtà civili ed ecclesiali di Brescia. Offre diversi tipi sportelli: - sportello ascolto: offre al migrante la possibilità di un ascolto delle problematiche sia di prima accoglienza (alloggio d’emergenza, mensa) sia d’integrazione. Dopo aver verificato le informazioni ricevute, si cerca di individuare risorse proprie dell’utente e di trovare soluzioni adeguate alle richieste sia con intervento diretto sia contattando altri enti (servizi sociali, Caritas, strutture d’accoglienza,…); - sportello pratiche: si offrono informazioni, consulenza e compilazione di documentazione necessaria alla regolare permanenza dello straniero in Italia (permessi di soggiorno, cittadinanza, iscrizione al test di italiano). La responsabile si reca regolarmente in Questura per discutere e valutare le pratiche più complesse; inoltre mantiene costanti contatti con ASL, Prefettura, Comune ed altre importanti istituzioni. Questo permette all’associazione di avere un contatto diretto con gli enti di riferimento per i nostri utenti - sportello residenze: si offrono informazioni, consulenza e compilazione di documentazione necessaria al cambio di residenza nel comune di Brescia; - sportello lavoro domestico femminile: vengono raccolte da operatori e volontari le domande di lavoro da parte delle donne immigrate e le offerte di lavoro provenienti dalle famiglie bresciane. Il servizio è particolarmente rivolto a favorire i bisogni di collaborazione emergenti nelle famiglie; - sportello formazione: vengono date informazioni su corsi di formazione professionale presenti sul territorio ai fini di reperire un lavoro, se possibile. Inoltre il Centro avvia CORSI DI ITALIANO per favorire un più facile e immediato inserimento nel contesto sociale e lavorativo del migrante. - sportello consulenza legale: il servizio viene svolto da un legale per dare informazioni e orientare le persone che, per qualsiasi causa, si trovassero nella condizione di affrontare situazioni di conflitto o che possono avere riferimento all’amministrazione della giustizia; - accoglienza: gli utenti che arrivano in associazione in un primo momento si interfacciano con gli operatori dell’accoglienza che individuano ed indirizzano l’utente stesso allo sportello di riferimento. Questi operatori, inoltre, smistano le numerose chiamate che arrivano all’associazione e, nel limite del possibile, cercano di rispondervi dando informazioni o orientando chi telefona per cercare di snellire il lavoro agli operatori di sportello. Questo sportello è completamente gestito da volontari che ruotano durante la settimana.

Tab.4 - Utenti del centro migranti (anno 2015)

Sesso n.d. Donne Uomini Totale

Apolide 0 0% 0 0% 1 0.03% 1 0.03%

Cittadinanza Italiana 1 0.03% 46 1.17% 35 0.89% 82 2.09%

Cittadinanza Non Italiana 57 1.45% 1716 43.79% 1860 47.46% 3633 92.7%

Doppia cittadinanza 0 0% 4 0.1% 6 0.15% 10 0.26%

Altro 3 0.08% 107 2.73% 83 2.12% 193 4.92%

TOTALE 61 1.56% 1873 47.79% 1985 50.65% 3919 100%

Gli utenti incontrati dal centro migranti nel corso del 2015 sono 3919, di cui il 92.7% di cittadinanza non italiana. Il dato è stabile rispetto al 2014.

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Fig.6 – Aiuti erogati dal centro migranti (anno 2015)

Come si evince dalla Fig.6 il servizio più frequentemente erogato dal centro migranti riguarda il sostegno nella gestione delle pratiche burocratiche (1940 interventi); in secondo luogo il supporto nella ricerca dell’alloggio (614), subito dopo il lavoro (575) e l’ascolto attivo degli utenti (561).

ASSOCIAZIONE BIMBO CHIAMA BIMBO ONLUS 111262

L’Associazione BIMBO CHIAMA BIMBO onlus nata nel 1998 persegue una finalità esclusivamente di solidarietà nel settore socio educativo e assistenziale con particolare attenzione ai minori in condizioni di disagio. Sono circa 500 gli associati adulti e 240 i giovani (tra i 14 e i 25 anni) che durante l’anno prestano la loro opera di volontariato all’interno dei vari servizi offerti alle famiglie. Gli obiettivi dell’Associazione sono i seguenti: - operare nel campo dell’infanzia promuovendo iniziative, sostenendo progetti e collaborazioni per la valorizzazione della persona umana e del suo benessere; - intervenire nella comunità, nella scuola, nelle famiglie, affinché maturi sempre più la sensibilità collettiva verso le problematiche connesse all’infanzia in funzione di una crescita attenta, solidale e rispettosa, volta anche all’accoglienza delle necessità degli altri; - collaborare con i servizi territoriali e con tutte quelle realtà che condividono i nostri stessi obbiettivi al fine di aiutare, recepire e rispondere concretamente alle necessità dei bambini e delle loro famiglie. Negli ultimi anni sono stati consolidati i servizi, attivato nuovi progetti e promuovendo collaborazioni, coinvolgendo un numero sempre maggiore di bambini e famiglie in difficoltà.

Facendo riferimento ai dati del 2016, l’Associazione ha accolto e servito diverse centinaia di utenti.

Porta Accanto: 500 colloqui di 1° e 2° livello e circa 21.000 € di interventi a sostegno del reddito

Centro Estivo: 52 giorni di apertura e 168 bambini accolti

Centro 0-3: 100 famiglie con presenza media di 15 bambini con adulto accompagnatore ad ogni apertura

Sostegno Studio elementari: 40 bambini iscritti con presenza media di 15 ad ogni apertura

Magazzino alimentare: 110 famiglie al mese sostenute con prodotti alimentari

Guardaroba: circa 5.000 accessi durante i 4 giorni settimanali di apertura

Front Office: accolte circa 40 persone al giorno dal lunedì al sabato

ASSOCIAZIONE DORMITORIO SAN VINCENZO DE' PAOLI 41199

Nasce nel 1899 e per questo è ormai diventato, un’istituzione storica della città. Il dormitorio maschile

La recente ristrutturazione ha permesso di trasformare gli ambienti disponibili perché potessero essere concepiti come luoghi accoglienti e “a misura d’uomo”. Il dormitorio accoglie un massimo di 42 uomini sia italiani che stranieri. È aperto ventiquattro ore su ventiquattro per tutto l’anno; l’accoglienza degli ospiti è prevista dalle ore 18.00 alle ore 8.00 del giorno seguente. Accoglie uomini senza fissa dimora, persone cioè che temporaneamente non hanno un’abitazione propria. Le storie sono le più diverse: si va dalla tossicodipendenza all’alcolismo, dal disturbo psichiatrico alle problematiche dello straniero in cerca di lavoro e di casa. Il Dormitorio vuole essere luogo che offre una

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soluzione immediata al bisogno di vitto e di alloggio di quanti vivono per strada, ma vuole essere anche un servizio di aggancio per quelle persone che poi verranno inviate ai servizi territoriali, perché trovino soluzioni adeguate alla propria condizione di emarginazione Offre i seguenti servizi: pasto serale, posto letto, prima colazione e solo la domenica o nelle feste (es. Natale, Pasqua…) è previsto il pranzo. La permanenza è temporanea e definita in base ai progetti di ogni persona accolta o in base alla disponibilità dei posti. L’Associazione opera in stretta connessione con le realtà del territorio e dell’assistenza ai senza fissa dimora:

Caritas Diocesana di Brescia e relative strutture (Centro d’Ascolto Porta Aperta, Centro Migranti, Mensa Madre Menni),

Centro di Salute Internazionale di Brescia per gli stranieri senza documenti,

Centro Diurno “l’Angolo” per gli uomini e Centro Diurno Millesoli per le donne,

Centri Psico-Sociali della città e della provincia,

Comune di Brescia (Servizi sociali, Ufficio stranieri…) e altri Comuni della Provincia di Brescia,

Altri servizi quali : Piccoli Passi, Emergenza Freddo, Progetto Strada, Comitato Intessere, Servizio infermieristico della COOP. La Rete, COOP. Cauto. In particolare, vogliamo riportare nelle seguenti tabelle dati concreti relativi ai numeri dell’utenza e alle fasce d’età.

Area delle donne sole con minori a carico

CASA OZANAM 29830

La Casa di accoglienza Federico Ozanam, si propone di ospitare donne sole e donne con figli minori che si trovano in situazioni di emergenza, di disagio sociale, di emarginazione, che abbiano dovuto lasciare la famiglia o non possano trovare in essa adeguato aiuto e protezione. Casa Ozanam vuole rappresentare uno spazio fisico sicuro, un luogo affettivamente caldo dove le persone si sentano accolte, rispettate e possano riflettere, verificare, ri-costruire alcuni passaggi del proprio percorso di vita. Casa Ozanam vuole costituire per le donne che spesso vivono condizioni di vita connotate dalla solitudine, l’esperienza di qualcuno che si occupa e si preoccupa di loro e le aiuta a diventare capaci di scelte serene, autonome e responsabili. Casa Ozanam nasce nel 1995 ad opera dell’Associazione Dormitorio San Vincenzo de’ Paoli (emanazione della Società San Vincenzo de’ Paoli) In particolare, vogliamo riportare nelle seguenti tabelle dati concreti relativi al numero degli ospiti e alle fasce.

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6.4. RISORSE ESTERNE: SERVIZI OFFERTI DA ALTRI ENTI

LA DISTRIBUZIONE DEI SERVIZI DI WELFARE SUL TERRITORIO Oggi alla produzione del welfare della città concorrono con l’Amministrazione pubblica non meno di 163 realtà del Terzo settore che offrono servizi di welfare alla città: 69 associazioni, 16 enti (ecclesiastici, morali, ecc.), 13 fondazioni, 65 cooperative sociali. I rapporti della PA con tali soggetti sono diversi: 70 appalti (51 trattative con unico soggetto, 7 trattative con almeno 5 soggetti, 12 procedure aperte a tutti con bando), 4 servizi in affidamento (CSE/SFA e servizi sperimentali diurni per disabili; Sportelli per stranieri; CAG; Nidi d’infanzia privati). Il quadro dei servizi presenti nel territorio correlato alla popolazione e, per quanto il comune di Brescia alla dislocazione nelle diverse aree geografiche è rappresentato nella tabella seguente.

Tab.5 - Il quadro dei servizi presenti nelle zone di Brescia (Area Famiglia, Disagio adulto e stranieri).

DISLOCAZIONE SERVIZI DI WELFARE PER dell’AMBITO

Centro Nord Est Ovest Sud servizi AMBITO

FAMIGLIA

Spazio incontro genitori/figli 1 1

Case/comunità accoglienza per donne e minori

5 (2)* 1 2

Punti famiglia e consultori familiari 6 (1)* 3 (1)* 6 3 2 20

DISAGIO ADULTO

Alloggi protetti/per autonomia/a convivenza per adulti

10 (1)* 1 6 8 7 32

Dormitori, mense, emergenza freddo, docce, banco alimentare

11 (4)* 4 4 3 22

Centri diurni (non anziani) 1 1 1 1 4

Case accoglienza 3 3

STRANIERI

Sportello/centro accoglienza migranti/stranieri

6 (1)* 2 1 1 10

Totale abitanti 42.659 41.329 29.738 36.957 45.050 200.423 Fonte: Piano di zona 2015-17 – Comune di Brescia * servizi promossi dalle sedi operative del progetto PER NON PERDERSI - BRESCIA

Come si evince dalla Tabella le sedi del progetto PER NON PERDERSI – BRESCIA gestiscono un segmento rilevante di servizi del centro storico inerenti le aree della Famiglia, del disagio adulto e degli stranieri, andando a comporre una rete comunitaria che, in sinergia con gli altri enti della città, può offrire una risposta articolata alle situazioni che vedono una complessità crescente.

ALTRE RISORSE PER L’AREA GRAVE EMARGINAZIONE Il territorio cittadino è ricco di associazioni che collaborano con i servizi sopra individuati su specifiche problematiche. Ciascuna di queste realtà offre risposte complementari a quelle prestate dalle sedi operative del progetto.

Associazione Club Alcologici Territoriali

L’associazione si propone come punto di ascolto per le persone e le famiglie con problemi alcolcorrelati. Si tratta di un’associazione che opera sia per offrire accoglienza e condivisione a famiglie che vivono il problema dell’alcol sia per organizzare programmi di protezione e promozione della salute.

Alleanza per la Salute Mentale

L'Associazione si occupa dei problemi delle persone con disabilità psichica,

nell’ambito sociale, sanitario, politico ed economico.

Associazione Nessuno è un'isola

E' un’associazione di volontariato che crede nel “fareassieme” per migliorare la qualità della vita di chi soffre di disagio psichico. L’associazione “Nessuno è un’isola” nasce nel 2010.

Gruppo Auto Mutuo Aiuto

Il gruppo di auto/mutuo aiuto può essere definito in modo semplice come un insieme di persone, che condividono un problema o un’esperienza di vita e si incontrano a cadenza fissa per sostenersi vicendevolmente e avviare un cambiamento personale e sociale. Permette inoltre che la propria esperienza non rimanga un percorso vissuto in solitudine, ma che attraverso la condivisione, la propria storia possa diventare

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dono e risorsa per sé e gli altri, restituendo alle persone il ruolo di protagonisti della propria vita.

Associazione Mamme e Papà separati

E' un’associazione che si occupa attraverso operatori volontari sul territorio, di tutelare non gli interessi di un singolo soggetto mamma o papà, ma dell’intera famiglia in procinto di separarsi, con particolare attenzione ai figli. L’associazione offre gratuitamente assistenza morale, psicologica, legale e pedagogica. Offre inoltre, assistenza sociale e umana ai genitori che, per qualsiasi ragione siano in difficoltà nello svolgimento della funzione naturale di genitori.

Associazione Telefono AzzurroRosa - Onlus

L'Associazione è nata come punto di riferimento telefonico legato in particolare all’emergenza ed al grave maltrattamento. Telefono Azzurro Rosa fornisce anche risposte specifiche ai bisogni più differenziati sia dei bambini in stato di disagio che dei loro genitori e più in generale degli adulti, in un’ottica prevalentemente di prevenzione.

ALTRE RISORSE PER L’AREA DONNE CON MINORI A CARICO Il territorio della città è ricco di associazioni e gruppi in grado di offrire aiuti concreti e realizzare iniziative a favore di persone e famiglie colpite dalle diverse problematiche sociali. Questa disponibilità si è incrociata con la volontà di dedicare uno spazio alle attività ed iniziative a favore della famiglia, per affrontare con strumenti nuovi i bisogni di sostegno e di ascolto, per promuovere relazioni e confronti che possano prevenire le più pesanti situazioni di disagio, per favorire lo sviluppo dei processi di aiuto che la comunità è in grado di realizzare. Si chiamano “Punti Famiglia” e sono dei punti di ascolto e di informazione, distribuiti sul territorio delle 5 circoscrizioni, al servizio del cittadino per informarlo sulle offerte ed opportunità che Brescia può offrire in risposta ai suoi bisogni, ma anche per far conoscere i servizi esistenti e le risorse attivabili. I Punti famiglia sono gestiti da altrettante associazioni che lavorano in rete con il Comune di Brescia nel riconoscimento delle risorse esistenti, l’individuazione dei criteri di qualità ed efficienza richiesti ai soggetti da includere nella rete, nell’attivazione delle procedure per favorire la connessione tra queste risorse e le politiche ed i servizi comunali. Due di queste, l’associazione Bimbo Chiama Bimbo e il Centro Migranti sono sedi operative del progetto PER NON PERDERSI. .

Elenco dei Punti Famiglia

Punto Famiglia Indirizzo e Telefono Orario

Associazione BIMBO CHIAMA BIMBO

sede operativa del progetto PER NON PERDERSI - BRESCIA

via Fontane, 29 tel. 0302093006

DAL LUNEDI’ A VENERDI’ DALLE 15 ALLE 18, MARTEDI’ E GIOVEDI’ DALLE 10 ALLE 12

CENTRO MIGRANTI

sede operativa del progetto PER NON PERDERSI - BRESCIA

via delle Antiche Mura, 3 tel. 03041356 - 03042467

LUNEDI’ E MERCOLEDI’ 14.30 -17.30, MARTEDI’, GIOVEDI’ E VENERDI’ DALLE ORE 9 ALLE 12.30

ANTEAS (Associazione Nazionale Terza Età Attiva per la Solidarietà)

via Altopiano di Asiago, 3 tel. 0303844607

LUNEDI’- MARTEDI’ E GIOVEDI’ DALLE 9 ALLE 12, MERCOLEDI’ E VENERDI’ DALLE 14.30 ALLE 17

PARROCCHIA SAN GIOVANNI EVENGELISTA denominato SR. PASQUALE

contrada San Giovanni, 8 tel. 0303756692 - 03045941

LUNEDI’ E SABATO 9 ALLE 12 E DALLE 15 ALLE 18

Associazione CENTRO DI ASCOLTO delle CARITAS PARROCCHIALI DELLA ZONA DI BRESCIA OVEST

Via Don Vender, 31 tel. 0303732404

LUNEDI’, MARTEDI’, MERCOLEDI’, VENERDI’ DALLE 15 ALLE 18

ACLI Provinciali (ACLI San Polo)

via Cimabue, 271 tel. 0302311303

MARTEDI’ DALLE 17 ALLE 19, GIOVEDI’ DALLE 14.30 ALLE 16.30, VENERDI’ DALLE 17 ALLE 19, SABATO DALLE 9 ALLE 11

AUSER Volontarito

via F.lli Folonari, 7 tel. 800995988

DAL LUNEDI’ AL VENERDI’ DALLE 9 ALLE 12 E DALLE 15 ALLE 18

Associazione MOVIMENTO CRISTIANO LAVORATORI

corso Garibaldi, 29 tel. 03049492

LUNEDI’ DALLE 14 ALLE 17,30, MERCOLEDI’ DALLE 14 ALLE 17,30, VENERDI’ DALLE 14 ALLE 17

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FORUM PROVINCIALE DELLE ASSOCIAZIONI FAMILIARI

Borgo Wuhrer viale Bornata (c/o Ufficio asili nido del comune) tel. 0302977561

LUNEDI’ 11 - 13, MARTEDI’ 14 - 16,

MERCOLEDI’ 10 -12 e 16 - 18, GIOVEDI’ 16 - 18, VENERDI’ 10 - 12, SABATO 10 - 12

ANFFAS Brescia Onlus (per disabili)

via Michelangelo, 405 tel. 0302319071

LUNEDI’ DALLE 9 ALLE 13, GIOVEDI’ DALLE 13.30 - 17.30, VENERDI’ DALLE 9 ALLE 13

Fonte: sito istituzionale del Comune di Brescia

6.5. DESTINATARI DIRETTI DEL PROGETTO

Sede 1 - Centro di coordinamento

- 60 persone con difficoltà di inserimento lavorativo - 50 giovani aspiranti volontari Sede 2 - CasaBetel 2000

- 1400 adulti in situazione di marginalità sociale

- 30 donne senza fissa dimora Sede 3 - Centro migranti

- 230 migranti in situazione di indigenza economica ed esclusione sociale Sede 4 - Associazione Bimbo Chiama Bimbo onlus

- 125 famiglie con minori a rischio o in situazione di povertà

- 40 minori Sede 5 - Associazione dormitorio San Vincenzo de Paoli

- 340 adulti senza fissa dimora Sede 6 - Casa Ozanam

- 12 donne con 15 minori

6.6. BENEFICIARI DEL PROGETTO Sede 1 - Centro di coordinamento:

- 60 famiglie in situazione di indigenza

- 30 gruppi di volontariato

- 1200 utenti sostenuti dai gruppi di volontariato

- 35 centri di ascolto parrocchiali che fungono da “punti rilevazione” dei bisogni - 1400 utenti dei centri di ascolto Sede 2 - CasaBetel 2000

- 1400 nuclei familiari Sede 3 - Sede centro migranti

- 230 nuclei di famiglie straniere

- 9 associazioni informali di stranieri

- servizi sociali comunali Sede 4 - Associazione Bimbo Chiama Bimbo onlus

- 220 minori

- 70 volontari

- servizi sociali comunali Sede 5 - Associazione dormitorio San Vincenzo de Paoli

- 40 volontari - servizi sociali comunali Sede 6 - Casa Ozanam

- 15 volontari

- servizi sociali comunali

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6.7. INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI BISOGNO

Analiticamente, i dati rilevati dai diversi centri operativi permettono di sostanziare e approfondire le osservazioni dei bisogni e delle priorità di intervento definiti anche a livello di piano di zona cittadino. - In riferimento all’area delle povertà il Piano di Zona rimarca la mancanza di un sistema di individuazione e rilevazione delle situazioni di nuova povertà che consenta, in una logica evolutiva, di mappare concretamente (a livello di singolo ambito, ma in un quadro di riferimento condiviso per tutto il territorio), il numero di situazioni/persone che si rivolgono ai servizi (o che vengono conosciute anche attraverso altri soggetti coinvolti nei processi di aiuto quali Caritas, associazioni, cooperazione, ecc.) e il loro percorso evolutivo. Oltre a questo deficit di informazioni, anche sul versante dei soggetti della rete ecclesiale si evidenzia ancora uno scarso coordinamento e contatto degli enti che si occupano di emarginazione grave; - sempre l’analisi svolta a livello di Piano di Zona evidenzia una crescita della complessità e varietà delle situazioni di disagio. I “nuovi poveri” o cosiddetti “vulnerabili” possono essere oggi così individuati: I) le persone/famiglie che si trovano oggi a vivere una condizione di impoverimento dovuta alla crisi economica (perdita del lavoro, riduzione delle risorse a disposizione, minori opportunità, ecc.); II) le persone/famiglie che si trovano oggi a vivere una condizione di impoverimento dovuta alla crisi economica, ma fortemente segnata anche da stili di consumo e di vita che si collocano al di sopra delle loro effettive possibilità, conseguenti alla crisi economica generalizzata (con un livello di responsabilità personale maggiore). In sintesi si tratta di una tipologia di utenza che fino a alcuni anni fa non accedeva ai servizi e alle realtà che si occupano di grave emarginazione, in quanto le opportunità di lavoro presenti nel contesto sociale e le competenze personali delle persone (soprattutto professionali e di esperienza) consentivano loro, in generale, di far fronte ai propri bisogni. In q u e sta f as cia d i “ n u o v i p o v eri” son o sov ra -rappresentate le donne sole con minori a carico. - sebbene in diminuzione in valore assoluto rispetto agli anni precedenti si conferma una difficoltà persistente a fronteggiare le situazioni emergenziali. Le flessioni di utenza in alcuni servizi strutturati (centro di ascolto e dormitori) sono ampiamente compensate dall’aumento di presenze presso atri servizi con una soglia ancora più bassa (per es. emergenza freddo); - in misura consistente, si pongono le richieste esplicite di supporto e accompagnamento nella riacquisizione dell’autonomia lavorativa e abitativa, a fronte di un rischio crescente di cronicizzazione delle situazioni di precarietà lavorativa e abitativa;

- spesso i contesti di provenienza non sono “naturalmente” predisposti per accogliere e includere socialmente. I soggetti più fragili presentano frequqntemente uno scarso contatto con reti informali di aiuto. Si pone quindi una necessità stringente e strategica di consolidamento delle reti sociali e comunitarie attraverso l’implementazione degli scambi di informazione, la collaborazione comune sui singoli casi e la sensibilizzazione della comunità cittadina alle problematiche del disagio adulto e della marginalità sociale.

In seguito all’analisi dei destinatari del progetto e all’evoluzione dei loro bisogno si sono individuate le seguenti aree di bisogno.

Area di bisogno Fonti esterne Fonti interne

Scarso coordinamento e contatto degli enti che in ambito ecclesiale si occupano di emarginazione grave

Piano di Zona dell’Ambito di Brescia-Collebeato 2015/17

Osservatorio delle Povertà Caritas Diocesana di Brescia

Aumento della complessità delle situazioni di disagio

Annuario statistico Regione Lombardia (http://www.asr- lombardia.it/ASR/) Piano di Zona dell’Ambito di Brescia-Collebeato 2015/17 Annuario CIRMiB 2016 su immigrazione e contesti locali Ufficio statistico – Comune di Brescia

Un anno con Caritas 2016 - Caritas Diocesana di Brescia Osservatorio delle Povertà Caritas Diocesana di Brescia

Aumento delle situazioni di fragilità delle donne sole con minori a carico

Piano di Zona dell’Ambito di Brescia-Collebeato 2015/17 Ufficio statistico – Comune di Brescia

Rete comunità educative

Sostegno inadeguato nelle Piano di Zona dell’Ambito di Un anno con Caritas 2016 – situazioni emergenziali Brescia-Collebeato 2015/17 Caritas Diocesana di Brescia

Istat (http://www.istat.it) Osservatorio delle Povertà - Inps.it Caritas Diocesana di Brescia

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Rischio di cronicizzazione delle situazioni di precarietà lavorativa e abitativa

Inps.it Annuario statistico Regione Lombardia (http://www.asr- lombardia.it/ASR/) Dati sugli sfratti – ministero dell’interno

Osservatorio delle Povertà - Caritas Diocesana di Brescia

Scarso contatto con reti informali di aiuto

Piano di Zona dell’Ambito di Brescia-Collebeato 2015/17

Osservatorio delle Povertà Caritas Diocesana di Brescia

Formazione insufficiente di operatori e volontari e scarsa attenzione della comunità cittadina

Referenti dei centri operativi

Il progetto intende fornire una risposta complessiva ai bisogni rilevati sul territorio attraverso il contributo specifico dei diversi centri operativi, ciascuno dei quali opererà in modo particolare su alcune delle aree di bisogno individuate

Area di bisogno

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Scarso coordinamento e contatto degli enti che in ambito ecclesiale si occupano di emarginazione grave

X

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Aumento della complessità delle situazioni di disagio

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Aumento delle situazioni di fragilità delle donne sole con minori a carico

X

Sostegno inadeguato nelle situazioni emergenziali

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X

Rischio di cronicizzazione delle situazioni di precarietà lavorativa e abitativa

X

X

Scarso contatto con reti informali di aiuto

X

Formazione insufficiente di operatori e volontari e scarsa attenzione della comunità cittadina

X

X

X

X

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CENTRO DI COORDINAMENTO 111270

AREA DI BISOGNO N.1 Scarso coordinamento e contatto degli enti che in ambito ecclesiale si occupano di emarginazione grave

INDICATORI:

1.1. Frequenza dei contatti con centri operativi operanti nell’ambito della grave emarginazione 1.2. Frequenza media degli incontri di coordinamento 1.3. Numero dei punti di rilevazione dei dati sulle povertà 1.4. Numero degli indicatori rilevati nel report annuale sulla povertà AREA DI BISOGNO N.2 Rischio di esclusione dal mondo del lavoro

INDICATORI:

2.1. Numero degli invii effettuati presso aziende e cooperative sociali 2.2. Numero degli inserimenti lavorativi effettuati tramite il “fondo lavoro” 2.3. Numero di inserimenti effettuati tramite i nuovi progetti di agricoltura solidale AREA DI BISOGNO N.3

Formazione insufficiente di operatori e volontari e scarsa attenzione della comunità cittadina

INDICATORI:

3.1. Numero di ore mensili dedicate alla formazione di operatori e volontari 3.2. Numero di colloqui individuali di orientamento al volontariato svolti con i giovani 3.3. Numero di giovani volontari inseriti nei centri operativi

CASABETEL 2000 111354 AREA DI BISOGNO N.1 1. Scarso coordinamento e contatto degli enti che in ambito ecclesiale si occupano di

emarginazione grave

1.1. Frequenza dei contatti con centri operativi operanti nell’ambito della grave emarginazione 1.2. Numero degli indicatori rilevati su profilo, problematiche e percorso degli utenti AREA DI BISOGNO N.2

Aumento della complessità delle situazioni di disagio

INDICATORI:

2.1. Numero di ore settimanali dedicate all’accoglienza presso il centro di ascolto 2.2. Numero di ore settimanali dedicate ai colloqui individualizzati 2.3. Numero di ore mensili dedicate all’incontro con operatori e volontari su singoli casi AREA DI BISOGNO N.3

Sostegno inadeguato nelle situazioni emergenziali

INDICATORI:

3.1. Numero ore settimanali dedicate all’accoglienza/orientamento degli utenti della mensa 3.2. Numero ore settimanali dedicate alla gestione della quotidianità delle ospiti della comunità 3.3. Numero ore settimanali dedicate all’accoglienza/orientamento/accompagnamento delle utenti

dell’emergenza freddo femminile AREA DI BISOGNO N.4 Formazione insufficiente di operatori e volontari e scarsa attenzione della comunità cittadina

INDICATORI:

4.1. Numero di ore mensili dedicate alla formazione di operatori e volontari 4.2. Numero di volontari accolti presso i diversi servizi dell’associazione

SEDE CENTRO MIGRANTI 111369 AREA DI BISOGNO N.1

Aumento della complessità delle situazioni di disagio

INDICATORI:

1.1. Numero di ore settimanali dedicate all’accoglienza 1.2. Numero di ore settimanali dedicate all’attività di ascolto e segretariato sociale 1.3. Numero di ore settimanali dedicate al contatto con operatori pubblici e soggetti del terzo settore AREA DI BISOGNO N.2 Rischio di cronicizzazione delle situazioni di precarietà lavorativa e abitativa

INDICATORI:

2.1. Numero ore settimanali dedicate all’accoglienza/orientamento degli stranieri 2.2. Numero di consulenze settimanali riguardanti le pratiche di soggiorno e i rapporti con i servizi sociali AREA DI BISOGNO N.3

Scarso contatto con reti informali di aiuto

INDICATORI:

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3.1. Numero di accompagnamenti effettuati presso i servizi territoriali 3.2. Numero di contatti settimanali con associazioni e enti del territorio AREA DI BISOGNO N.4 Formazione insufficiente di operatori e volontari e scarsa attenzione della comunità cittadina

INDICATORI:

4.1. Numero di ore mensili dedicate alla formazione di operatori e volontari 4.2. Numero di associazioni coinvolte nell’evento “Festa dei Popoli” 4.3. Numero di partecipanti all’evento “Festa dei popoli”

ASSOCIAZIONE BIMBO CHIAMA BIMBO ONLUS 111262

AREA DI BISOGNO N.1 Scarso coordinamento e contatto degli enti che in ambito ecclesiale si occupano di emarginazione grave

INDICATORI:

1.1. Frequenza dei contatti con centri operativi operanti nell’ambito della grave emarginazione 1.2. Frequenza media degli incontri di coordinamento 1.3. Numero degli indicatori rilevati nel report annuale sulla povertà AREA DI BISOGNO N.2

Aumento della complessità delle situazioni di disagio

INDICATORI:

2.1. Numero di ore settimanali dedicate all’accoglienza delle famiglie 2.2. Numero di ore settimanali dedicate all’attività di ascolto e segretariato sociale 2.3. Numero di ore settimanali dedicate al contatto con operatori pubblici e soggetti del terzo settore AREA DI BISOGNO N.3

Sostegno inadeguato nelle situazioni emergenziali

INDICATORI:

3.1. Numero pacchi viveri distribuiti 3.2. Numero ore di apertura servizio guardaroba 3.3. Numero ore di babysitting emergenza 3.4. Numero ore di apertura spazio accoglienza mamme con bambini 0-3 anni

ASSOCIAZIONE DORMITORIO SAN VINCENZO DE' PAOLI 41199 AREA DI BISOGNO N.1

Aumento della complessità delle situazioni di disagio

INDICATORI:

1.1. Rapporto volontari/utenti durante la mensa AREA DI BISOGNO N.2

Sostegno inadeguato nelle situazioni emergenziali

INDICATORI:

2.1. Numero medio settimanale di accompagnamenti presso i servizi specialistici 2.2. Ore giornaliere dedicate all’informazione e al supporto per la cura sanitaria AREA DI BISOGNO N.3

Scarsa attenzione della comunità cittadina

INDICATORI:

3.1. Numero di iniziative al mese che coinvolgono utenti e persone esterne

CASA OZANAM 29830 AREA DI BISOGNO N.1 Scarso coordinamento e contatto degli enti che in ambito ecclesiale si occupano di emarginazione grave

INDICATORI:

1.1. Frequenza dei contatti con centri operativi operanti nell’ambito della grave emarginazione AREA DI BISOGNO N.2

Aumento della complessità delle situazioni di disagio

INDICATORI:

2.1. Numero di ore settimanali dedicate ai colloqui individualizzati 2.2. Numero di ore mensili dedicate all’incontro con operatori e volontari su singoli casi AREA DI BISOGNO N.3

Aumento delle situazioni di fragilità delle donne sole con minori a carico

INDICATORI:

3.1. Ore dedicate alla cura dei minori in assenza delle madri 3.2. Ore di compresenza nella preparazione della cena 3.3. Ore settimanali di affiancamento delle madri nelle uscite

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7) Obiettivi del progetto:

PREMESSA

Caritas Italiana e le Caritas diocesane intendono promuovere una proposta di Servizio Civile Nazionale come esperienza di formazione globale della persona. Ai giovani che si avvicinano al Servizio Civile in Caritas si chiede di pensare a questo anno non come una “parentesi” nella loro vita, ma come un anno intenso, ricco di stimoli e di sfide, un anno che raccoglie le memorie del passato e produce orientamenti per le scelte future. L’intenzione progettuale è di attingere dalla cultura cristiana del servizio, che ha radici assai antiche e profonde, partendo dal cambiamento di sé per giungere ad un cambiamento della società. Le Caritas diocesane condividono l’impegno di proporre un anno di formazione intesa come competenza del servizio che si svolge, ma anche come momento di auto-riflessione, di ripensamento e di scoperta. Un anno per mettersi alla prova, per conoscere se stessi, fare nuove amicizie, accrescere le proprie conoscenze e competenze; per condividere con altri giovani i propri vissuti attraverso la dimensione comunitaria e la sensibilizzazione. L’intento è quello di proporre un’esperienza che cerchi e costruisca senso. Un’esperienza che davvero cambi se stessi e gli altri.

Il Progetto si allinea altresì agli obiettivi condivisi dalle Caritas a livello nazionale, che mirano in particolare alla prevalente funzione pedagogica anche del Servizio Civile nazionale, affermando l’impegno alla realizzazione delle condizioni fondamentali affinché l’esperienza proposta abbia come finalità ultima l’attenzione ai giovani coinvolti nel progetto, ai bisogni del territorio in cui si inserisce, all’impatto sulla società civile come sensibilizzazione alla testimonianza della Carità.

Queste finalità generali sono così riassumibili:

Educazione ai valori della solidarietà, gratuità attraverso azioni di animazione e d’informazione per una

cittadinanza attiva e responsabile. Condivisione coi poveri e con gli altri partecipanti al progetto, riconoscendo e promovendo i diritti umani e sociali, per accompagnare le persone vittime di povertà ed esclusione sociale in percorsi di liberazione. Riflessione sulle proprie scelte di vita, vocazionali, professionali, sociali e possibilità di approfondimento spirituale. Creazione delle condizioni per l’incontro con nuove persone, per sperimentare nuovi percorsi professionali

in ambito sociale. Coscientizzazione: approfondimento della cultura della pace, della nonviolenza e della solidarietà. Attenzione a tutto ciò che potrà incoraggiare un futuro volontariato inteso come stile di vita nei giovani che

verranno coinvolti nell’esperienza. Difesa delle comunità in modo nonarmato e nonviolento in termini di: gestione e superamento del

conflitto, riduzione e superamento della violenza implicita e/o esplicita, acquisizione e riconoscimento di diritti.

OBIETTIVI GENERALI DEL PROGETTO

Promuovere e diffondere nelle comunità la cultura della non-violenza, del servizio e della cittadinanza.

Offrire ai giovani occasioni diversificate di impegno.

Rafforzare una trama di relazione tra giovani, chiesa e territorio.

Recuperare i valori fondanti dell’Obiezione di Coscienza e dell’AVS come punto di partenza per il servizio civile nazionale.

Porre attenzione al “prima” e al “dopo”, nonché all’organicità dei progetti di servizio civile nazionale, cercando di creare un “Filo conduttore” fra i progetti dei vari anni.

OBIETTIVI GENERALI RISPETTO AL SERVIZIO

Educare alla Carità Cristiana, sensibilizzando il territorio tramite l’operato dei giovani in servizio civile ai valori della fede cristiana e della coscienza dell’uomo.

Impegnare i volontari in un sostegno “parallelo” a quello degli educatori, rispetto al disagio degli utenti.

Sensibilizzare il territorio alla Mission del centro operativo, cioè aiutare gli altri gratuitamente e cristianamente.

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Sensibilizzare e aumentare il numero dei volontari presso il centro operativo.

Permettere al giovane di istaurare con gli utenti una relazione di aiuto e di collaborazione per la crescita personale.

OBIETTIVI GENERALI RISPETTO AI GIOVANI IN SERVIZIO CIVILE Si intende offrire ai giovani in servizio civile un percorso di impegno e di formazione che permetta di:

Alimentare nei giovani, attraverso il contatto diretto con le persone in situazione di disagio, il senso di appartenenza alla vita sociale e civile ed ai suoi problemi complessi, sia a livello cittadino che nazionale e globale.

Fornire una forte esperienza di servizio, adeguatamente seguita in termini di formazione, verifica e ri-progettazione, che possa positivamente influenzare lo stile nei rapporti interpersonali, dia spunti sulla scelta professionale e orienti i giovani ai valori della solidarietà e dell’accoglienza.

Dare ai giovani la possibilità di vivere durante l’anno di Servizio Civile l’esperienza della “dimensione comunitaria”, che è aspetto qualificante del progetto. Non si tratta di una semplice “convivenza”, ma della proposta di ripartire da se stessi per vivere e confrontarsi insieme agli altri volontari, sperimentando da una parte l’esperienza di indipendenza ed autonomia e dall’altra uno stile di vita basato sull’accoglienza e la condivisione.

Permettere ai giovani in Servizio Civile di condividere i momenti più importanti della loro esperienza (inizio, metà e fine servizio), attraverso la partecipazione a percorsi formativi residenziali, per favorire lo scambio, il confronto e la partecipazione.

Promuovere, organizzare e partecipare in collaborazione con gli operatori della Caritas e gli altri Volontari del Servizio Civile a momenti di incontro, sensibilizzazione, riflessione e diffusione delle tematiche legate alla povertà emergente e alle realtà di disagio della città e del mondo, anche nell’ottica della promozione del Servizio Civile come strumento di lotta all’esclusione sociale. Le attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale sono indicate al punto 18 del progetto.

Acquisire abilità e competenze rispetto all’ambito socio-assistenziale e facilitare la comprensione della metodologia di lavoro nel settore sociale (lavoro in equipe, lavoro di rete…).

OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO

Il presente progetto, sulla base dell’analisi del contesto territoriale e settoriale, delineato al punto 6, al fine di raggiungere i predetti obiettivi generali, individua i seguenti obiettivi specifici, da realizzarsi secondo quanto descritto al punto 8.

AREA DI INTERVENTO: DISAGIO ADULTO

Sede 1: CENTRO DI COORDINAMENTO

SITUAZIONE DI PARTENZA degli indicatori di bisogno

OBIETTIVI SPECIFICI E INDICATORI (situazione di arrivo)

AREA DI BISOGNO N. 1 Scarso coordinamento e contatto degli enti che in ambito ecclesiale si occupano di emarginazione grave

OBIETTIVO SPECIFICO N.1 Incremento del livello di scambio / coordinamento con i servizi e incremento delle informazioni su problemi e interventi

1.1. Contatti con i referenti dei servizi sociali e dei centri operativi operanti nell’ambito del disagio grave: contatto frequente con 30 centri operativi e contatto saltuario con 40 centri operativi

1.1. Aumento da 30 a 40 dei centri operativi con contatto frequente e da 40 a 50 dei centri operativi con contatto saltuario

1.2. Frequenza media degli incontri di coordinamento a livello provinciale del settore “emarginazione grave” e dei “centri d’ascolto” promossi da Caritas diocesana: una volta ogni due / tre mesi

1.2. Aumento della frequenza degli incontri dei collegamenti da un incontro ogni due / tre mesi a un incontro al mese

1.3. Numero dei punti di rilevazione dei dati sulle povertà a livello provinciale attraverso il software Sincro: 26 punti di rilevazione

1.3. Aumento da 26 a 35 del numero dei punti di rilevazione

1.4. Numero degli indicatori di povertà rilevati nel report annuale sulla povertà: 15 indicatori

1.4. Aumento del livello di dettaglio da 15 a 30 indicatori di povertà

AREA DI BISOGNO N.2 Rischio di esclusione dal mondo del lavoro

OBIETTIVO SPECIFICO N.2 Incremento delle attività di orientamento lavorativo e degli inserimenti lavorativi

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2.1. Numero degli invii presso aziende e cooperative sociali: 5 al mese

2.1. Incremento degli invii da 5 a 10 al mese

2.2. Numero degli inserimenti lavorativi effettuati tramite il “fondo lavoro”: 10 in un anno

2.2. Incremento degli inserimenti da 10 a 40 all’anno

2.3. Numero di inserimenti lavorativi effettuati tramite i progetti “rete agro-solidale” e “Asine di Balaam”: progetti in fase di avvio

2.3. Inserimento di almeno 10 persone in situazione di marginalità sociale nei progetti “rete agro-solidale” e “Asine di Balaam”

AREA DI BISOGNO N.3 Formazione insufficiente di operatori e volontari e scarsa attenzione della comunità cittadina

OBIETTIVO SPECIFICO N.3 Incremento delle attività di formazione per operatori e volontari e inserimento di giovani volontari presso i centri operativi del

3.1. Numero di ore mensili dedicate alla formazione di operatori e volontari: 2 ore

3.1. Incremento da 2 a 4 delle ore mensili dedicate alla formazione di operatori e volontari

3.2. Numero di colloqui individuali di orientamento al volontariato svolti con i giovani: 80

3.2. Incremento dei colloqui individuali di orientamento da 80 a 120

3.3. Numero di giovani volontari inseriti nei centri operativi: 35 in un anno

3.3. Incremento da 35 a 50 dei giovani volontari inseriti nei centri operativi

AREA DI INTERVENTO: DISAGIO ADULTO

SEDE 2: CASABETEL 2000

SITUAZIONE DI PARTENZA OBIETTIVI SPECIFICI E INDICATORI degli indicatori di bisogno (situazione di arrivo)

AREA DI BISOGNO N.1 Scarso coordinamento e contatto degli enti che in ambito ecclesiale si occupano di emarginazione grave

OBIETTIVO SPECIFICO N.1 Incremento del livello di scambio con i servizi e incremento delle informazioni su problemi e interventi

1.1. Frequenza contatti con centri operativi operanti nell’ambito della grave emarginazione: contatto frequente con 4 centri operativo e saltuario con 5 centri operativi

1.1. Aumento da 4 a 6 dei centri operativi con contatto frequente e da 5 a 15 dei centri operativi con contatto saltuario

1.2. Numero degli indicatori rilevati su profilo, problematiche e percorso degli utenti: 15 indicatori

1.2. Aumento del livello di dettaglio da 15 a 30 indicatori di povertà nel rapporto sulle povertà

AREA DI BISOGNO N.2 Aumento della complessità delle situazioni di disagio

OBIETTIVO SPECIFICO N.2 Incremento dell’ascolto e della personalizzazione degli interventi

2.1. Numero di ore settimanali dedicate all’accoglienza presso il centro di ascolto: 20

2.1. Incremento da 20 a 40 del numero di ore settimanali dedicate all’accoglienza

2.2. Numero di ore settimanali dedicate all’attività di ascolto e segretariato sociale: 15

2.2. Incremento da 15 a 20 del numero di ore settimanali dedicate all’ascolto

2.3. Numero di ore mensili dedicate all’incontro con operatori e volontari su singoli casi: 10

2.3. Incremento da 10 a 20 del numero di ore mensili dedicate all’incontro con operatori e volontari su singoli casi

AREA DI BISOGNO N.3 Sostegno inadeguato nelle situazioni emergenziali

OBIETTIVO SPECIFICO N.3 Aumento dell’accoglienza nella fase emergenziale e supporto nella ricerca di una soluzione abitativa sostenibile

3.1. Numero ore settimanali dedicate all’accoglienza/orientamento degli utenti della mensa: 12

3.1. Incrementare da 12 a 24 le ore settimanali dedicate all’accoglienza/orientamento degli utenti della mensa

3.2. Numero ore settimanali dedicate alla gestione della quotidianità delle ospiti della comunità: 30 ore settimanali

3.2. Incrementare da 30 a 50 le ore dedicate alla gestione della quotidianità delle ospiti della comunità

3.3. Numero ore settimanali dedicate all’accoglienza /orientamento/accompagnamento delle utenti dell’emergenza freddo femminile: 7 ore

3.3. Incrementare da 7 a 14 le ore settimanali dedicate all’accoglienza/orientamento/ accompagnamento delle utenti dell’emergenza freddo femminile

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AREA DI BISOGNO N.4 Formazione insufficiente di operatori e volontari e scarsa attenzione della comunità cittadina

OBIETTIVO SPECIFICO N.4 Incremento delle attività di formazione per operatori e volontari e accoglienza di giovani volontari presso la sede

4.1. Numero di ore mensili dedicate alla formazione di operatori e volontari: 2 ore

4.1. Incremento da 2 a 4 delle ore mensili dedicate alla formazione di operatori e volontari

4.2. Numero di giovani volontari accolti nei servizi: 10 in un anno

4.2. Incremento da 10 a 20 giovani volontari accolti nei servizi di CasaBetel 2000

AREA DI INTERVENTO: DISAGIO ADULTO

Sede 3: CENTRO MIGRANTI

SITUAZIONE DI PARTENZA degli indicatori di bisogno

OBIETTIVI SPECIFICI E INDICATORI (situazione di arrivo)

AREA DI BISOGNO N.1 Aumento della complessità delle situazioni di disagio

OBIETTIVO SPECIFICO N.1 Incremento dell’ascolto e della personalizzazione degli interventi

1.1. Numero di ore settimanali dedicate all’accoglienza: 10

1.1. Incremento da 10 a 15 del numero di ore settimanali dedicate all’accoglienza

1.2. Numero di ore settimanali dedicate all’attività di ascolto e segretariato sociale: 15

1.2. Incremento da 15 a 20 del numero di ore settimanali dedicate all’ascolto

1.3. Numero di ore mensili dedicate all’incontro con con operatori pubblici e soggetti del terzo settore su singoli casi: 10

1.3. Incremento da 10 a 20 del numero di ore mensili dedicate all’incontro con con operatori pubblici e soggetti del terzo settore su singoli casi

AREA DI BISOGNO N.2 Sostegno inadeguato nelle situazioni emergenziali

OBIETTIVO SPECIFICO N.2 Aumento dell’accoglienza nella fase emergenziale e supporto nella ricerca di una soluzione abitativa sostenibile

2.1. Numero ore settimanali dedicate all’accoglienza/orientamento degli stranieri: 10

2.1. Incrementare da 10 a 20 le ore settimanali dedicate all’accoglienza/orientamento degli stranieri

2.2. Numero di consulenze settimanali riguardanti le pratiche di soggiorno e i rapporti con i servizi sociali: 15 ore settimanali

2.2. Incrementare da 15 a 25 le ore riguardanti le pratiche di soggiorno e i rapporti con i servizi sociali

AREA DI BISOGNO N.3 Scarso contatto con reti informali di aiuto

OBIETTIVO SPECIFICO N.3 Aumento degli accompagnamenti presso servizi territoriali e associazioni

3.1. Numero di accompagnamenti effettuati presso i servizi territoriali: 10 a settimana

3.1. Incremento del numero di accompagnamenti effettuati presso i servizi territoriali da 10 a 15 a

3.2. Numero di contatti settimanali con associazioni e enti del territorio: 20 a settimana

3.2. Numero di contatti settimanali con associazioni e enti del territorio: da 20 a 30 a settimana

AREA DI BISOGNO N.4 Formazione insufficiente di operatori e volontari e scarsa attenzione della comunità cittadina

OBIETTIVO SPECIFICO N.4 Incremento delle attività di formazione per operatori e volontari e organizzazione di un grande evento di sensibilizzazione

4.1. Numero di ore mensili dedicate alla formazione di operatori e volontari: 2 ore

4.1. Incremento da 2 a 4 delle ore mensili dedicate alla formazione di operatori e volontari

4.2. Numero di associazioni coinvolte nell’evento “Festa dei Popoli”

4.2. Coinvolgere almeno 30 associazioni cittadine, con particolare attenzione alle associazioni di promozione culturale composte da stranieri

4.3. Numero di partecipanti all’evento “Festa dei popoli”

4.3. Coinvolgere almento 400 partecipanti all’evento “Festa dei popoli”

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AREA DI INTERVENTO: DISAGIO ADULTO

Sede 4: ASSOCIAZIONE BIMBO CHIAMA BIMBO ONLUS

SITUAZIONE DI PARTENZA degli indicatori di bisogno

OBIETTIVI SPECIFICI E INDICATORI (situazione di arrivo)

AREA DI BISOGNO N. 1 Scarso coordinamento e contatto degli enti che in ambito ecclesiale si occupano di emarginazione grave

OBIETTIVO SPECIFICO N.1 Incremento del livello di scambio / coordinamento con i servizi e incremento delle informazioni su problemi e interventi

1.1. Contatti con i referenti dei servizi sociali e dei centri operativi operanti nell’ambito del disagio grave: contatto frequente con 10 centri operativi e contatto saltuario con 25 centri operativi

1.1. Aumento da 10 a 20 dei centri operativi con contatto frequente e da 25 a 35 dei centri operativi con contatto saltuario

1.2. Frequenza media degli incontri di coordinamento a livello provinciale del settore “emarginazione grave”: una volta ogni due / tre mesi

1.2. Aumento della frequenza degli incontri dei collegamenti da un incontro ogni due / tre mesi a un incontro al mese

1.3. Numero degli indicatori di povertà rilevati nel report annuale sulla povertà: 15 indicatori

1.3. Aumento del livello di dettaglio da 15 a 30 indicatori di povertà

AREA DI BISOGNO N.2 Aumento della complessità delle situazioni di disagio

OBIETTIVO SPECIFICO N.2 Incremento dell’ascolto e della personalizzazione degli interventi

2.1. Numero di ore settimanali dedicate all’accoglienza delle famiglie: 15

2.1. Incremento da 15 a 20 del numero di ore settimanali dedicate all’accoglienza

2.2. Numero di ore settimanali dedicate all’attività di ascolto e segretariato sociale: 15

2.2. Incremento da 15 a 20 del numero di ore settimanali dedicate all’ascolto

2.3. Numero di ore mensili dedicate all’incontro con con operatori pubblici e soggetti del terzo settore: 10

2.3. Incremento da 10 a 20 del numero di ore mensili dedicate all’incontro con operatori pubblici e soggetti del terzo settore

AREA DI BISOGNO N.3 Sostegno inadeguato nelle situazioni

OBIETTIVO SPECIFICO N.3 Aumento dell’accoglienza nella fase

3.1. Numero pacchi viveri distribuiti mensilmente alle famiglie: 120

3.1. Incrementare da 120 a 150 i pacchi viveri distribuiti mensilmente alle famiglie della mensa

3.2. Numero ore settimanali di apertura del servizio guardaroba: 10

3.2. Incrementare da 10 a 15 le ore settimanali di apertura del servizio guardaroba

3.3. Numero ore di babysitting emergenza durante il periodo estivo: 5 al giorno

3.3. Incrementare da 5 a 8 le ore giornaliere di babysitting emergenza durante il periodo estivo

3.4. Numero ore settimanali di apertura spazio accoglienza mamme con bambini 0-3 anni: 12 ore

3.4. Incrementare da 12 a 16 le ore settimanali di apertura spazio accoglienza mamme con bambini 0- 3 anni

AREA DI INTERVENTO: DISAGIO ADULTO

Sede 5: ASSOCIAZIONE DORMITORIO SAN VINCENZO DE' PAOLI

SITUAZIONE DI PARTENZA degli indicatori di bisogno

OBIETTIVI SPECIFICI E INDICATORI (situazione di arrivo)

AREA DI BISOGNO N.1 Aumento della complessità delle situazioni di disagio

OBIETTIVO SPECIFICO N.1 Incremento del livello di attenzione da parte di operatori e volontari

1.1. Difficoltà a dedicare attenzione a tutti gli utenti durante la mensa: rapporto volontari/utenti di 1/15

1.1. Aumento del rapporto volontari/utenti da 1/20 a 1/10 durante il momento della mensa

AREA DI BISOGNO N.2 Sostegno inadeguato nelle situazioni emergenziali

OBIETTIVO SPECIFICO N.2 Incremento degli accompagnamenti e delle attività di prevenzione sanitaria

2.1. Difficoltà nel supportare gli utenti nell’accompagnamento ai servizi territoriali Numero medio settimanale di accompagnamenti = 6

Ob. 2.1. Aumento del 25% del numero medio settimanale di accompagnamenti degli utenti presso i servizi territoriali

2.2. Poche ore giornaliere a disposizione per l’informazione e il supporto per la cura sanitaria degli ospiti = 3

Ob. 2.2. Aumento del 10% del tempo a disposizione per l’informazione e il supporto per la cura sanitaria degli ospiti

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AREA DI BISOGNO N.3 Scarsa attenzione della comunità cittadina

OBIETTIVO SPECIFICO N.3 Aumento della sensibilizzazione /coinvolgim.

3.1. Poco tempo a disposizione da parte di operatori e volontari per organizzare attività ricreative (due iniziative al mese)

3.1. Aumento del 50% del numero di attività ludico- ricreative organizzate

AREA DI INTERVENTO: DONNE CON MINORI A CARICO E DONNE IN DIFFICOLTÀ

Sede 6: CASA OZANAM

SITUAZIONE DI PARTENZA degli indicatori di bisogno

OBIETTIVI SPECIFICI E INDICATORI (situazione di arrivo)

AREA DI BISOGNO N. 1 Scarso coordinamento e contatto degli enti che in ambito ecclesiale si occupano di emarginazione grave

OBIETTIVO SPECIFICO N.1 Incremento del livello di scambio / coordinamento con i servizi e incremento delle informazioni su problemi e interventi

1.1. Contatti con i referenti dei servizi sociali e dei centri operativi operanti nell’ambito del disagio grave: contatto frequente con 10 centri operativi e contatto saltuario con 25 centri operativi

1.1. Aumento da 10 a 20 dei centri operativi con contatto frequente e da 25 a 35 dei centri operativi con contatto saltuario

AREA DI BISOGNO N.2 Aumento della complessità delle situazioni di disagio

OBIETTIVO SPECIFICO N.2 Incremento dell’ascolto e della personalizzazione degli interventi

8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo puntuale le attività

previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in servizio civile

nazionale, nonché le risorse umane dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo:

8.1 COMPLESSO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI

Il giovane volontario si inserisce in un servizio che opera con una fascia d’utenza particolarmente complessa e articolata. Il volontario, inizialmente è affiancato in modo costante a un operatore del Centro Operativo per passare solo successivamente ad eseguire attività individuali con le persone accolte secondo alcune fasi di progetto articolazione cronologicamente nel seguente modo.

FASE 0: prima della partenza Costruzione e preparazione del progetto. Tutti i centri operativi sono connessi alla Caritas di Brescia e da anni collaborano all’interno dello steso settore nel medesimo contesto territoriale. In questa fase di ideazione del progetto il Progettista ha preso contatto con i diversi centri operativi raccogliendo inizialmente una serie di informazioni inerenti il territorio, i dati dei servizi, le loro disponibilità e intenzioni di coinvolgere dei giovani volontari in una logica di accompagnamento educativo. L’idea di partenza è quella di creare una rete di giovani volontari nella rete dei servizi, rinforzando le relazioni di collaborazione tra questi ultimi attraverso la condivisione di un’esperienza comune. Una volta definite le linee generali del progetto, il progettista ha risentito i vari centri operativi per condividere la logica progettuale e ricevere un feedback da loro. Poi vengono organizzate dal RLEA alcune riunioni con gli OLP per la pianificazione della campagna informativa di promozione del SCN. L’ufficio SCN di Caritas Brescia successivamente selezionerà i giovani che si presentano presso la sede e proporrà loro il tirocinio propedeutico alla prima conoscenza e alla collaborazione con il centro operativo. Una volta ricevuto un feedback positivo dall’OLP il progetto viene avviato. La fase di ideazione riguarda l’insieme delle azioni preparatorie realizzate prima dell’avvio del progetto. Di seguito si riportano i piani d’attuazione distinti per ogni sede operativa e, in un diagramma di Gantt, viene descritto il piano di attuazione del progetto indicando per ciascuna sede in quali mesi si intendono perseguire le diverse attività:

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Sede 1: CENTRO DI COORDINAMENTO

Obiettivi Piano di attuazione Descrizione delle attività e metodologia utilizzata (cfr. punto 7)

Ob. 1.1. Attività 1.1.1. Contatto con enti della rete Caritas

Si tratta di attività legate all’ambito della gestione dei contatti e delle comunicazioni, quali fornire informazioni, rispondere al telefono, redarre e inviare news letter

Ob. 1.2. Attività 1.2.1. Coordinamento “emarginazione grave” e “centri d’ascolto”

Convocare e coordinare gruppi di lavoro per il coordinamento di interventi complessi legati a fenomeni ambientali e sociali inattesi. Si prevedono inoltre incontri di programmazione con gli operatori del centro per programmare e verificare l’andamento degli scambi comunicativi.

Ob. 1.3. Attività 1.3.1. Contatto / formazione operatori dei nuovi punti di rilevazione di Sincro

Contattare operatori e volontari delle sedi Caritas che ancora non utilizzano il software Sincro. Incontrare gli operatori e spiegare il funzionamento. Seguirli nella fase di installazione e avvio della trasposizione dei dati degli utenti sul programma.

Ob. 1.4. Attività 1.4.1. Rilevazione dati e produzione del rapporto sulle povertà a Brescia

Archiviazione informatica dei dati relativi agli utenti del servizio, rielaborazione statistica, ricerca dati tramite le banche dati informatiche e territoriali. Raccolta dei dati quanto-qualitativi relativi ai vari servizi della Caritas. Redazione di un documento che riporti le informazioni principali e suggerisca alcune linee interpretative sulle nuove povertà

Ob. 2.1. Attività 2.1.1. Orientamento lavorativo presso aziende e cooperative

Archiviazione informatica dei dati dei richiedenti. Orientamento dei richiedenti al bilancio delle competenze a all’individuazione del proprio profilo professionale. Contatto con le aziende ed invio dei profili dei candidati.

Ob. 2.2. Attività 2.2.1. Attivazione ins.lav. con il “fondo lavoro”

Individuazione dei profili finanziabili dal fondo (genitori disoccupati con profili professionali medio-bassi) e individuazione delle aziende alle quali proporre l’inserimento lavorativo. Attivazione delle procedure di erogazione dei contributi alle aziende.

Ob. 2.3. Attività 2.3.1. Attivazione ins.lav. con progetti di agricoltura solidale

Offerta di esperienze lavorative per giovani disoccupati a rischio di esclusione lavorativa nell’ambito della filiera di imprese agricole e di trasformazione che aderiscono ai progetti di agricoltura solidale promossi dalla Caritas diocesana di Brescia

Ob. 3.1. Attività 3.1.1. Organizzazione incontri formativi per operatori e volontari

Predisposizione del piano formativo, gestione delle convocazioni, organizzazione degli incontri e gestione dei contatti con i relatori. Monitoraggio e feedback sugli incontri.

Ob. 3.2. Attività 3.2.1. Orientamento per giovani volontari

Colloqui informativi, raccolta di schede di candidatura, archiviazione informatica delle schede, matching dei profili con le richieste dei centri operativi. Ricontatto dei candidati con proposta di servizio.

Ob. 3.3. Attività 3.3.1. Inserimento di giovani volontari

Invio dei giovani candidati presso i centri operativi disponibili. Contatto dei referenti a distanza di tempo per verificare l’avvenuto inserimento dei giovani. Raccolta del feedback da parte dei giovani.

Sede 1: CENTRO DI COORDINAMENTO

Fase temporale Piani (descrizione sintetica cfr. 8.2) Obiettivi specifici (cfr. 7)

FASE 1: primo-secondo mese Fase della mappatura contatti e dell’ascolto. In questa fase si aggiorna

la mappa dei contatti e dei riferimenti utili e si gestiscono le richieste di informazioni e aiuti provenienti dagli utenti.

Attività 1.1.1. Contatto con enti della rete Caritas di Sincro Attività 3.2.1. Orientamento per giovani volontari

Ob. 1.1

Ob. 3.2.

Ob. 3.1

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FASE 2: terzo-ottavo mese Attività 1.1.1. Contatto con enti della rete Caritas Ob. 1.1. Fase dello sviluppo/implementazione Attività 1.2.1. Coordinamento “emarginazione Ob. 1.2. dei contatti In questa fase si cercherà grave” e “centri d’ascolto” di costruire nuovi interventi in sinergia Attività 1.3.1. Contatto / formazione operatori dei Ob. 1.3. con gli enti della rete Caritas e con le nuovi punti di rilevazione di Sincro istituzioni del territorio che si occupano Attività 1.4.1. Rilevazione dati e produzione sulle Ob. 1.4. di emarginazione grave. povertà a Brescia

Attività 2.1.1. Orientamento lavorativo presso Ob. 2.1. aziende e cooperative sociali “sensibili” Attività 2.2.1. Attivazione ins.lav. con il “fondo Ob. 2.2. lavoro” Attività 2.3.1. Attivazione ins.lav. con progetti di Ob. 2.3. agricoltura solidale Attività 3.1.1. Organizzazione incontri formativi per Ob.3.1. operatori e volontari Attività 3.1.2. Orientamento per giovani volontari Ob.3.2. Attività 3.1.3. Inserimento di giovani volontari Ob.3.3.

FASE 3: nono-undicesimo mese Fase della raccolta dati. Accanto alle

attività precedenti si raccolgono i dati inerenti il rapporto sulle povertà.

Attività 1.4.1. Elaborazione dati produzione del rapporto sulle povertà a Brescia

Ob. 1.4.

FASE 4: dodicesimo mese Attività 1.1.1. Contatto con enti della rete Caritas Ob. 1.1. Fase della Attività 2.3.1. Attivazione ins.lav. con progetti di Ob. 2.3. restituzione/sensibilizzazione. agricoltura solidale L’esperienza generata attraverso il Attività 3.1.1. Organizzazione incontri formativi per Ob. 3.1. progetto viene messa a disposizione operatori e volontari della comunità locale attraverso attività Attività 3.1.3. Inserimento di giovani volontari Ob. 3.1. specifiche di divulgazione e sensibilizzazione o attraverso eventi specifici rivolti ai giovani.

Diagramma di GANTT

Sede 1: CENTRO DI COORDINAMENTO Mesi

Attività 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

Attività 1.1.1. Contatto con enti della rete Caritas Ob. 1.1

Attività 1.2.1. Coordinamento “emarginazione grave” e “centri d’ascolto”

Ob. 1.2

Attività 1.3.1. Contatto / formazione operatori dei nuovi punti di rilevazione di Sincro

Ob. 1.3

Attività 1.4.1. Rilevazione dati e produzione del rapporto sulle povertà a Brescia

Ob. 1.4

Attività 2.1.1. Orientamento lavorativo presso aziende e cooperative sociali “sensibili”

Ob. 2.1

Attività 2.2.1. Attivazione ins.lav. con il “fondo lavoro” Ob. 2.2

Attività 2.3.1. Attivazione ins.lav. con progetti di agricoltura solidale

Ob. 2.3

Attività 3.1.1. Organizzazione incontri formativi per operatori e volontari

Ob. 3.1

Attività 3.2.1. Orientamento per giovani volontari Ob. 3.2

Attività 3.3.1. Inserimento di giovani volontari Ob. 3.3

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SEDE 2: CASA BETEL 2000

Obiettivi Piano di attuazione Descrizione delle attività e metodologia utilizzata (cfr. punto 7)

Ob. 1.1. Attività 1.1.1. Contatto con enti della rete Caritas

Si tratta di attività legate all’ambito della gestione dei contatti e delle comunicazioni, quali fornire informazioni, rispondere al telefono, redarre e inviare news letter. Questa attività viene svolta due giorni a settimana presso il centro di coordinamento.

Ob. 1.2. Attività 1.2.1. Registrazione dati ospiti dei diversi servizi

Archiviazione informatica dei dati relativi agli utenti del servizio con il software Sincro, ricerca dati tramite le banche dati informatiche e territoriali

Ob. 2.1. Attività 2.1.1. Accoglienza presso il Centro di Ascolto

L’attività consiste nell’accogliere le persone in difficoltà dando loro informazioni relative alle funzioni del centro operativo, cercando di capire la tipologia di richiesta e indirizzandole alle persone preposte.

Ob. 2.2. Attività 2.2.1. Ascolto e segretariato sociale

Promuovere in un contesto adeguato un ascolto attivo delle istanze delle persone in difficoltà, aiutandole a rileggere la propria esperienza e a mettere a fuoco le loro problematiche cercando insieme strategie per modificare la loro condizione. Dopo aver acquisito sufficienti informazioni relative alla persona e alla problematica di cui è portatrice si ipotizza un percorso individuale da proporle definendo il traguardo finale e le tappe intermedie per raggiungerlo

Ob. 2.3. Attività 2.3.1. Attivazione di rete su singoli casi

L’attività consiste nel contatto di soggetti terzi (servizi, associazioni, gruppi informali) nell’indirizzo e là dove necessario nell’accompagnamento presso vari uffici / enti del territorio (es. prefettura, anagrafe, dormitorio…)

Ob. 3.1. Attività 3.1.1. Accoglienza/ orientamento utenti mensa

Accogliere in modo organizzato gli ospiti della mensa, dando loro le informazioni rispetto alle regole e al funzionamento del servizio e offrendo informazioni e orientamenti di base rispetto agli altri servizi del territorio, invitando coloro che esprimono richieste complesse a prendere un appuntamento presso il centro d’ascolto

Ob. 3.2. Attività 3.2.1. Cogest. att.quotidiane comunità donne

L’attività consiste nell’essere presenti durante la giornata all’interno della struttura e di mettersi in relazione con gli ospiti cercando di partecipare alle attività della giornata e in primo luogo di coinvolgere gli ospiti. Si collabora nel mantenere in ordine e puliti gli ambienti del centro operativo, ponendo attenzione anche al corretto comportamento di tutti i membri presenti nella struttura

Ob. 3.3. Attività 3.3.1. Accoglienza utenti emergenza freddo

L’attività consiste nell’accoglienza delle utenti presso il servizio di emergenza freddo femminile, dando loro le informazioni sulle regole e sul funzionamento garantendo un presidio e una supervisione del servizio. L’attività viene svolta tutti i giorni da novembre ad aprile nella fascia serale dalle 18.00 alle 22.00 presso la sede dell’emergenza freddo.

Ob. 4.1. Attività 4.1.1. Organizzazione incontri formativi per operatori e volontari

Predisposizione del piano formativo, gestione delle convocazioni, organizzazione degli incontri e gestione dei contatti con i relatori. Monitoraggio e feedback sugli incontri.

Ob. 4.2. Attività 4.2.1. Tutoraggio nuovi volontari

Accoglienza e inserimento dei nuovi volontari presso uno dei servizi di Casa Betel (mensa, comunità, emergenza freddo), organizzazione della loro presenza, osservazione e rimando del loro operato ai volontari stessi e all’ufficio promozione volontariato della Caritas diocesana.

29

Sede 2: CASABETEL 2000

Fase temporale Piani (descrizione sintetica cfr. 8.2) Obiettivi specifici (cfr. 7)

FASE 1: primo – secondo mese Fase dell’ascolto e dell’accoglienza.

In questa fase si verifica il primo contatto con l’utente presso la struttura e si risponde ai bisogni immediati

Attività 1.2.1. Registrazione dati ospiti dei diversi servizi Attività 2.1.1. Accoglienza presso il Centro di Ascolto Attività 3.1.1. Accoglienza/orientamento utenti mensa Attività 3.2.1. Cogest. att.quotidiane comunità donne

Ob. 1.2

Ob. 2.1.

Ob. 3.1

Ob. 3.2.

FASE 2: sesto-decimo mese Fase di attuazione del progetto individualizzato. In seguito al primo momento di osservazione e di approfondimento della problematica, si mettono in atto le azioni previste nel progetto individualizzato operando su

Attività 1.1.1. Contatto con enti della rete Caritas

Attività 1.2.1. Registrazione dati ospiti dei diversi

servizi

Attività 2.1.1. Accoglienza presso il Centro di Ascolto

Attività 2.2.1. Ascolto e segretariato sociale

Ob. 1.1.

Ob. 1.2.

Ob. 2.1.

Ob. 2.2.

più fronti: dal sostegno alimentare, Attività 2.3.1. Attivazione di rete su singoli casi Ob. 2.3. all’offerta di un alloggio all’attivazione di Attività 3.1.1. Accoglienza/orientamento utenti Ob. 3.1. progetti di reinserimento sociale. mensa

Attività 3.2.1. Cogest. att.quotidiane comunità Ob. 3.2.

donne

Attività 3.3.1. Accoglienza utenti emergenza

Ob. 3.3.

freddo Attività 4.1.1. Organizzazione incontri formativi per operatori e volontari

Ob. 4.1.

Attività 4.2.1. Tutoraggio nuovi volontari Ob. 4.2.

FASE 3: undicesimo – dodicesimo Attività 1.1.1. Contatto con enti della rete Caritas Ob. 1.1. mese Attività 2.1.1. Accoglienza presso il Centro di Ob. 2.1. Fase conclusiva. Si portano avanti le Ascolto attività ordinarie proseguendo Attività 3.1.1. Accoglienza/orientamento utenti Ob. 3.1. l’organizzazione di momenti formativi e mensa di restituzione del progetto. Attività 3.2.1. Cogest. att.quotidiane comunità Ob. 3.2.

donne Attività 4.1.1. Organizzazione incontri formativi per Ob. 4.1.

operatori e volontari Attività 4.2.1. Tutoraggio nuovi volontari Ob. 4.2.

Diagramma di GANTT

Sede 2: CASA BETEL 2000 Mesi

Attività 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

Attività 1.1.1. Contatto con enti della rete Caritas Ob. 1.1

Attività 1.2.1. Registrazione dati ospiti dei diversi servizi

Ob. 1.2.

Attività 2.1.1. Accoglienza presso il Centro di Ascolto Ob. 2.1.

Attività 2.2.1. Ascolto e segretariato sociale Ob. 2.2.

Attività 2.3.1. Attivazione di rete su singoli casi Ob. 2.3.

Attività 3.1.1. Accoglienza/orientamento utenti mensa Ob. 3.1.

Attività 3.2.1. Cogest. att.quotidiane comunità donne Ob. 3.2.

Attività 3.3.1. Accoglienza utenti emergenza freddo Ob. 3.3.

Attività 4.1.1. Organizzazione incontri formativi per operatori e volontari

Ob. 4.1.

Attività 4.2.1. Tutoraggio nuovi volontari Ob. 4.2.

30

SEDE 3: CENTRO MIGRANTI

Obiettivi Piano di attuazione Descrizione delle attività e metodologia utilizzata (cfr. punto 7)

Ob. 1.1. Attività 1.1.1. Accoglienza presso il centro

L’attività consiste nell’accogliere le persone in difficoltà dando loro informazioni relative alle funzioni del centro operativo, cercando di capire la tipologia di richiesta e indirizzandole alle

Ob. 1.2. Attività 1.2.1. Ascolto e segretariato sociale

Promuovere in un contesto adeguato un ascolto attivo delle istanze delle persone in difficoltà, aiutandole a rileggere la propria esperienza e a mettere a fuoco le loro problematiche cercando insieme strategie per modificare la loro condizione. Dopo aver acquisito sufficienti informazioni relative alla persona e alla problematica di cui è portatrice si ipotizza un percorso individuale da proporle definendo il traguardo finale e le tappe intermedie per raggiungerlo.

Ob. 1.3. Attività 1.3.1. Attivazione di rete su singoli casi

L’attività consiste nel contatto di soggetti terzi (servizi, associazioni, gruppi informali) nell’indirizzo e là dove necessario nell’accompagnamento presso vari uffici / enti del territorio (es. prefettura, anagrafe, dormitorio…)

Ob. 2.1. Attività 2.1.1. Accoglienza/ orientamento stranieri

Accogliere in modo organizzato gli utenti stranieri, dando loro le informazioni rispetto alle regole e al funzionamento del servizio e offrendo informazioni e orientamenti di base rispetto ai servizi territoriali di ricerca del lavoro, alle realtà che si occupano di housing sociale o ai servizi emergenziali quali mense e dormitori

Ob. 2.2. Attività 2.2.1. Consulenza su pratiche burocratiche

Supportare gli utenti stranieri nel disbrigo delle pratiche inerenti i permessi di soggiorno, i cambiamenti di residenza, i documenti di identità, i ricongiungimenti familiari, le richieste di assistenza, le domande di lavoro.

Ob. 3.1. Attività 3.1.1. Accompagnamenti presso servizi

Accompagnare gli utenti stranieri (soprattutto nel caso di primi contatti) presso servizi o enti del territorio fungendo da mediatori culturali rispetto agli operatori e volontari.

Ob. 3.2. Attività 3.2.1. Contatti con enti e associazioni

Contattare gli attori istituzionali e di comunità che possono rappresentare una risorsa per i singoli casi proponendo collaborazioni e coordinando gli interventi su specifici casi. Trimestralmente è previsto un incontro plenario tra gli attori principali membri dell’osservatorio per l’immigrazione.

Ob. 4.1. Attività 4.1.1. Organizzazione incontri formativi per operatori e volontari

Predisposizione del piano formativo, gestione delle convocazioni, organizzazione degli incontri e gestione dei contatti con i relatori. Monitoraggio e feedback sugli incontri.

Ob. 4.2. Attività 4.2.1. Organizzazione della “festa dei popoli”

Si tratta di pianificare l’evento di concerto con le principali istituzioni cittadine, convocando ad un tavolo operativo gli enti promotori e coinvolgendo successivamente le associazioni del territorio e la cittadinanza

Ob. 4.3. Attività 4.3.1. Gestione della “festa dei popoli”

Gestione dell’evento in cui le comunità migranti presenti nel territorio bresciano condividono con la cittadinanza tutta la ricchezza di cui sono portatrici, attraverso momenti di festa, divertimento e riflessione. Coordinamento complessivo dell’iniziativa e dei vari soggetti che intervengono.

31

Sede 3: CENTRO MIGRANTI

Fase temporale Piani (descrizione sintetica cfr. 8.2) Obiettivi specifici (cfr. 7)

FASE 1: primo – secondo mese Attività 1.1.1. Accoglienza presso il centro Ob. 1.1. Fase dell’ascolto e dell’accoglienza. Attività 1.2.1. Ascolto e segretariato sociale Ob. 1.2.

In questa fase si verifica il primo Attività 2.1.1. Accoglienza/orientamento stranieri Ob. 2.1. contatto con l’utente presso la struttura Attività 2.2.1. Consulenza su pratiche burocratiche Ob.2.2. e si risponde ai bisogni immediati oltre Attività 3.2.1. Contatti con enti e associazioni Ob. 3.2.

che attivare i primi contatti con la rete degli enti

FASE 2: sesto - decimo mese Attività 1.1.1. Accoglienza presso il centro Ob. 1.1. Fase di attuazione del progetto Attività 1.2.1. Ascolto e segretariato sociale Ob. 1.2. individualizzato. In seguito al primo Attività 1.3.1. Attivazione di rete su singoli casi Ob. 1.3. momento di osservazione e di Attività 2.1.1. Accoglienza/ orientamento stranieri Ob. 2.1. approfondimento della problematica, si Attività 2.2.1. Consulenza su pratiche burocratiche Ob.2.2. attiva la rete sul progetto Attività 3.1.1. Accompagnamenti presso servizi Ob.3.1. individualizzato, accompagnando gli Attività 3.2.1. Contatti con enti e associazioni Ob.3.2. utenti presso i servizi e sostenendone il Attività 4.2.1. Organizzazione della “festa dei Ob. 4.2. coinvolgimento presso attività promosse popoli” dalle associazioni del territorio. Viene Attività 4.3.1. Gestione della “festa dei popoli” Ob. 4.3. organizzata la Festa dei popoli come importante momento di condivisione tra stranieri, associazioni cittadine e cittadinanza.

FASE 3: undicesimo – dodicesimo Attività 1.1.1. Accoglienza presso il centro Ob. 1.1. mese Attività 2.1.1. Accoglienza/ orientamento stranieri Ob. 2.1. Fase conclusiva. Si portano avanti le Attività 2.2.1. Consulenza su pratiche burocratiche Ob. 2.2. attività ordinarie proseguendo Attività 3.2.1. Contatti con enti e associazioni Ob. 3.2. l’organizzazione di momenti formativi e Attività 4.1.1. Organizzazione incontri formativi per Ob. 4.1. di restituzione del progetto. operatori e volontari

Diagramma di GANTT

Sede 3: CENTRO MIGRANTI Mesi

Attività 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

Attività 1.1.1. Accoglienza presso il centro Ob. 1.1.

Attività 1.2.1. Ascolto e segretariato sociale Ob. 1.2.

Attività 1.3.1. Attivazione di rete su singoli casi Ob. 1.3.

Attività 2.1.1. Accoglienza/orientamento stranieri Ob. 2.1.

Attività 2.2.1. Consulenza su pratiche burocratiche Ob. 2.2.

Attività 3.1.1. Accompagnamenti presso servizi Ob. 3.1.

Attività 3.2.1. Contatti con enti e associazioni Ob. 3.2.

Attività 4.1.1. Organizzazione incontri formativi per operatori e volontari

Ob. 4.1.

Attività 4.2.1. Organizzazione della “festa dei popoli” Ob. 4.2.

Attività 4.3.1. Gestione della “festa dei popoli” Ob. 4.3.

32

Sede 4: ASSOCIAZIONE BIMBO CHIAMA BIMBO

Obiettivi Piano di attuazione Descrizione delle attività e metodologia utilizzata (cfr. punto 7)

Ob. 1.1. Attività 1.1.1. Contatto con enti della rete Caritas

In ragione della stretta collaborazione e della condivisione di persone che frequentano i servizi della rete caritas verranno mantenuti gli scambi per quanto attiene alla progettazione, al confronto sui casi e all’organizzazione di iniziative comuni su situazioni emergenziali o su comunicazioni riguardanti le povertà emergenti.

Ob. 1.2. Attività 1.2.1. Partecipazione incontri di coordinamento

Partecipare a gruppi di lavoro per il coordinamento di interventi complessi legati a fenomeni ambientali e sociali inattesi. Si prevedono inoltre incontri di programmazione con gli operatori del centro per programmare e verificare l’andamento degli scambi comunicativi.

Ob. 1.3. Attività 1.3.1. Registrazione dati utenti dei servizi

Archiviazione informatica dei dati relativi agli utenti del servizio, rielaborazione statistica, ricerca dati tramite le banche dati informatiche e territoriali. Raccolta dei dati quanto-qualitativi relativi ai vari servizi della Caritas. Redazione di un documento che riporti le informazioni principali e suggerisca alcune linee interpretative sulle nuove povertà

Ob. 2.1. Attività 2.1.1. Attività di accoglienza per famiglie

Gestire e approfondire continuità relazionale con famiglie d’origine attraverso incontri e coinvolgimento in momenti formali ed informali in associazione.

Ob. 2.2. Attività 2.2.1. Tentare di capire il tipo di disagio

Approfondimento delle problematiche legate ad ogni singolo caso. Individuazione di metodologie relazionali adeguate.

Ob. 2.3. Attività 2.3.1. Contatti con enti e associazioni

L’attività consiste nel contatto di soggetti terzi (servizi, associazioni, gruppi informali) nell’indirizzo e là dove necessario nell’accompagnamento presso vari uffici / enti del territorio (es. prefettura, anagrafe, dormitorio…)

Ob. 3.1. Attività 3.1.1. Gestione dispensa alimentare

All’interno del servizio Magazzino Alimentare distribuzione alimenti in base alla necessità reale delle famiglie utenti.

Ob. 3.2. Attività 3.2.1. Gestione guardaroba abiti usati

All’interno del servizio Guardaroba distribuzione abbigliamento e materiale per la prima infanzia

Ob. 3.3. Attività 3.3.1. Supporto educativo minori

Servizio di baby sitting per famiglie con problemi di conciliazione famiglia-lavoro

Ob. 3.4. Attività 3.4.1. Supporto mamme e minori 0-3 anni

In un’ottica di rimescolamento sociale attivare esperienze tra pari età in contesti diversi e ampliando utenza su servizi leggeri. Gestione dello spazio di accoglienza per mamme con bambini. Proposta di attività laboratoriali per mamme e bambini.

33

Sede 4: ASSOCIAZIONE BIMBO CHIAMA BIMBO

Fase temporale Piani (descrizione sintetica cfr. 8.2) Obiettivi specifici (cfr. 7)

FASE 1: primo – secondo mese Fase dell’ascolto e dell’accoglienza.

In questa fase si verifica il primo contatto con l’utente presso la struttura e si risponde ai bisogni immediati oltre che attivare i primi contatti con la rete degli enti

Attività 1.1.1. Contatto con enti della rete Caritas Attività 1.3.1. Registrazione dati utenti dei servizi Attività 2.2.1. Tentare di capire il tipo di disagio Attività 3.1.1. Gestione dispensa alimentare Attività 3.2.1. Gestione guardaroba abiti usati

Ob. 1.1 Ob. 1.3 Ob. 2.2. Ob. 3.1. Ob. 3.2.

FASE 2: terzo - decimo mese Attività 1.1.1. Contatto con enti della rete Caritas Ob. 1.1. Fase di attuazione del progetto Attività 1.2.1. Partecipazione incontri di Ob. 1.2. individualizzato. In seguito al primo coordinamento momento di osservazione e di Attività 1.3.1. Registrazione dati utenti dei servizi Ob. 1.3. approfondimento della problematica, si Attività 2.1.1. Attività di accoglienza per famiglie Ob. 2.1. attivano, oltre che le risposte Attività 2.2.1. Tentare di capire il tipo di disagio Ob. 2.2. immediate, anche attività di secondo Attività 2.3.1. Contatti con enti e associazioni Ob. 2.3. livello volte ad inserire le famiglie in una Attività 3.1.1. Gestione dispensa alimentare Ob. 3.1. rete di supporto più ampia. Attività 3.2.1. Gestione guardaroba abiti usati Ob. 3.2.

Attività 3.4.1. Supporto mamme e minori 0-3 anni Ob. 3.4.

FASE 3: undicesimo – dodicesimo Attività 1.1.1. Contatto con enti della rete Caritas Ob. 1.1. mese Attività 1.3.1. Registrazione dati utenti dei servizi Ob. 1.3. Fase conclusiva. Si portano avanti le Attività 2.1.1. Attività di accoglienza per famiglie Ob. 2.1. attività ordinarie proseguendo Attività 2.2.1. Tentare di capire il tipo di disagio Ob. 2.2. focalizzando l’attenzione sulla fascia Attività 3.3.1. Supporto educativo minori Ob. 3.3. minorile e sulle donne con minori 0/3 Attività 3.4.1. Supporto mamme e minori 0-3 anni Ob. 3.4. anni.

Diagramma di GANTT

Sede 4: ASSOCIAZIONE BIMBO CHIAMA BIMBO Mesi

Attività 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

Attività 1.1.1. Contatto con enti della rete Caritas Ob. 1.1.

Attività 1.2.1. Partecipazione incontri di coordinamento Ob. 1.2.

Attività 1.3.1. Registrazione dati utenti dei servizi Ob. 1.3.

Attività 2.1.1. Attività di accoglienza per famiglie Ob. 2.1.

Attività 2.2.1. Tentare di capire il tipo di disagio Ob. 2.2.

Attività 2.3.1. Contatti con enti e associazioni Ob. 2.3.

Attività 3.1.1. Gestione dispensa alimentare Ob. 3.1.

Attività 3.2.1. Gestione guardaroba abiti usati Ob. 3.2.

Attività 3.3.1. Supporto educativo minori Ob. 3.3.

Attività 3.4.1. Supporto mamme e minori 0-3 anni Ob. 3.4.

34

Sede 5: ASSOCIAZIONE DORMITORIO SAN VINCENZO DE' PAOLI

Obiettivi Piano di attuazione Descrizione delle attività e metodologia utilizzata (cfr. punto 7)

Ob. 1.1. Attività 1.1.1. Gestione servizio mensa

Accoglienza degli ospiti, distribuzione dei pasti nei servizi di mensa diurni e serali.

Ob. 2.1. Attività 2.1.1. Accompagnamento ai servizi territoriali

L’attività consiste nell’indirizzo e là dove necessario nell’accompagnamento presso vari uffici / enti del territorio (es. prefettura, anagrafe, dormitorio…)

Ob. 2.2. Attività 2.2.1. Informazione igienico- sanitaria

Gli ospiti vanno indirizzati all’utilizzo del servizio docce avendo cura che le strutture siano ordinate e funzionali. Al contempo si controlleranno gli ospiti rispetto alla gestione della pulizia dei loro indumenti

Ob. 3.1. Attività 3.1.1. Organizzazione di momenti aggregativi

Organizzazione di feste e momenti di gioco internamente alla struttura. Promozione della partecipazione ad attività e incontri esterni alla struttura.

Ob. 3.1. Attività 3.1.2.

Organizzazione di momenti – attività di sensibilizzazione

Progettazione e realizzare di iniziative esterne per far conoscere le problematiche dell’emarginazione grave e per sollecitare cittadini, associazioni e decisori politici a offrire risposte adeguate

Sede 5: ASSOCIAZIONE DORMITORIO SAN VINCENZO DE' PAOLI

Fase temporale Piani (descrizione sintetica cfr. 8.2) Obiettivi specifici (cfr. 7)

FASE 1: primo – secondo mese Fase dell’ascolto e dell’accoglienza.

In questa fase si attiva la risposta sui bisogni immediati degli utenti

Attività 1.1.1. Gestione servizio mensa Attività 2.1.1. Accompagnamento ai servizi territoriali Attività 2.2.1. Informazione igienico-sanitaria

Ob. 1.1. Ob. 2.1.

Ob.2.2.

FASE 2: terzo - dodicesimo mese Attività 1.1.1. Gestione servizio mensa Ob. 1.1. Fase di attuazione del progetto Attività 2.1.1. Accompagnamento ai servizi Ob. 2.1.

individualizzato. Accanto alle risposte territoriali ai bisogni fondamentali vengono attivate Attività 2.2.1. Informazione igienico-sanitaria Ob. 2.2.

le risorse interne ed esterne. Al Attività 3.1.1. Organizzazione di momenti Ob. 3.1.

dormitorio per organizzare momenti aggregativi aggregativi e di sensibilizzazione. Attività 3.1.2. Organizzazione di momenti – attività Ob. 3.2.

di sensibilizzazione

Diagramma di GANTT

Sede 5: ASS. DORMITORIO S.VINCENZO DE' PAOLI Mesi

Attività 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Attività 1.1.1. Gestione servizio mensa Ob. 1.1.

Attività 2.1.1. Accompagnamento ai servizi territoriali Ob. 2.1.

Attività 2.2.1. Informazione igienico-sanitaria Ob. 2.2.

Attività 3.1.1. Organizzazione di momenti aggregativi Ob. 3.1.

Attività 3.1.2. Organizzazione di momenti – attività di sensibilizzazione

Ob. 3.1.

35

Sede 6: CASA OZANAM

Obiettivi Piano di attuazione Descrizione delle attività e metodologia utilizzata (cfr. punto 7)

Ob. 1.1. Attività 1.1.1. Contatto con enti della rete Caritas

In ragione della stretta collaborazione e della condivisione di persone che frequentano i servizi della rete caritas verranno mantenuti gli scambi per quanto attiene alla progettazione, al confronto sui casi e all’organizzazione di iniziative comuni su situazioni emergenziali o su comunicazioni riguardanti le povertà emergenti.

Ob. 2.1. Attività 2.1.1. Ascolto e segretariato sociale

Promuovere in un contesto adeguato un ascolto attivo delle istanze delle persone in difficoltà, aiutandole a rileggere la propria esperienza e a mettere a fuoco le loro problematiche cercando insieme strategie per modificare la loro condizione. Dopo aver acquisito sufficienti informazioni relative alla persona e alla problematica di cui è portatrice si ipotizza un percorso individuale da proporle definendo il traguardo finale e le tappe intermedie per raggiungerlo.

Ob. 2.2. Attività 2.2.1. Attivazione di rete su singoli casi

L’attività consiste nel contatto di soggetti terzi (servizi, associazioni, gruppi informali) nell’indirizzo e là dove necessario nell’accompagnamento presso vari uffici / enti del territorio (es. prefettura, anagrafe, dormitorio…)

Ob. 3.1. Attività 3.1.1. Accudim. bisogni primari del bambino

Prendersi cura del minore in base all'età e ai bisogni. In particolare quando le madri sono fuori dalla struttura verrà approntato un servizio diurno di baby-sitting

Ob. 3.2. Attività 3.2.1. Educazione ed economia domestica

In base ai turni stabiliti dalle educatrici, le donne sono sollecitate a mantenere gli ambienti puliti e ordinati. Sono seguite inoltre nella preparazione della cena per sè e per i figli

Ob. 3.3. Attività 3.3.1. Accompagnamento nelle uscite

Accompagnamento delle madri e dei minori presso le strutture del territorio (servizi socio-sanitari, servizi educativi e agenzie di lavoro)

Sede 6: CASA OZANAM

Fase temporale Piani (descrizione sintetica cfr. 8.2) Obiettivi specifici (cfr. 7)

FASE 1: primo – secondo mese Fase dell’ascolto e dell’accoglienza.

In questa fase si attiva la risposta sui bisogni immediati degli utenti

Attività 2.1.1. Ascolto e segretariato sociale Attività 3.1.1. Accudim. bisogni primari del bambino Attività 3.2.1. Educazione ed economia domestica

Ob. 2.1. Ob. 3.1. Ob. 3.2.

FASE 2: sesto-decimo mese Attività 1.1.1. Contatto con enti della rete Caritas Ob. 1.1. Fase di attuazione del progetto Attività 2.1.1. Ascolto e segretariato sociale Ob. 2.1. individualizzato. In seguito al primo Attività 2.2.1. Attivazione di rete su singoli casi Ob. 2.2. momento di osservazione e di Attività 3.1.1. Accudim. bisogni primari del bambino Ob. 3.1. approfondimento della problematica, si Attività 3.2.1. Educazione ed economia domestica Ob. 3.2. attivano, oltre che le risposte Attività 3.3.1. Accompagnamento nelle uscite Ob. 3.3. immediate, anche attività di secondo livello volte ad inserire le famiglie in una rete di supporto più ampia.

FASE 3: undicesimo – dodicesimo mese Fase conclusiva. Si portano avanti le

attività ordinarie focalizzando l’attenzione sulla fascia minorile e sulle donne con minori 0/3 anni.

Attività 1.1.1. Contatto con enti della rete Caritas Attività 3.1.1. Accudim. bisogni primari del bambino Attività 3.2.1. Educazione ed economia domestica

Ob. 1.1. Ob. 3.1. Ob. 3.2.

36

Diagramma di GANTT

Sede 6: CASA OZANAM Mesi

Attività 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

Attività 1.1.1. Contatto con enti della rete Caritas Ob. 1.1.

Attività 2.1.1. Ascolto e segretariato sociale Ob. 2.1.

Attività 2.2.1. Attivazione di rete su singoli casi Ob. 2.2.

Attività 3.1.1. Accudim. bisogni primari del bambino Ob. 3.1.

Attività 3.2.1. Educazione ed economia domestica Ob. 3.2.

Attività 3.3.1. Accompagnamento nelle uscite Ob. 3.3.

8.2 RISORSE UMANE COMPLESSIVE NECESSARIE PER L’ESPLETAMENTO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE, CON LA SPECIFICA DELLE PROFESSIONALITÀ IMPEGNATE E LA LORO ATTINENZA CON LE PREDETTE ATTIVITÀ.

Ogni centro operativo del progetto vede la presenza di un responsabile con funzioni di coordinamento che ha la responsabilità di garantire un armonico inserimento del giovane volontario. Ogni struttura, sulla base delle proprie peculiari caratteristiche, si compone delle seguenti figure di personale retribuito e volontario:

Sede di

intervento Risorse umane

previste Attività delle risorse umane

Sede 1

CENTRO DI COORDINAMENTO

il personale coinvolto consta di

personale retribuito: - 1 direttore. - 2 educatori - 1 formatore - 1 addetto alla segreteria

- 1 esperto di data analisys

- 1 assistente sociale,

Personale volontario: - 4 volontari esperti di inserimento lavorativo

Direttore: definizione delle priorità della linea strategica di intervento. Coordinamento dei diversi operatori.

EducatorI: partecipano ai tavoli istituzionali, si occupano della selezione/orientamento/gestione dei giovani in servizio civile e dell’animazione di altri gruppi di volontariato che operano nel settore della marginalità. Svolgono le attività di orientamento

degli aspiranti volontari

Formatore: cura la formazione dei volontari che si inseriscono nei diversi servizi e progetti della Caritas diocesana e di Casa Betel 2000.

Addetto alla segreteria: gestione della reception, smistamento delle chiamate, contatto dei centri operativi esterni

Esperto di data analisys: cura l’implementazione del software Sincro e l’assistenza ai punti di rilevamento dei dati

Assistente sociale: ha funzioni di coordinamento tecnico/organizzativo. Referente per l’esterno e per i centri di ascolto territoriali zonali e per la partecipazione ai tavoli istituzionali inerenti il settore “emarginazione grave – disagio adulto”.

Esperti in inserimento lavorativo: curano le attività di implementazione dei progetti di inserimento lavorativo

37

Sede 2

CASA BETEL 2000

il personale coinvolto consta di personale retribuito: - 1 responsabile struttura

- 1 responsabile della mensa

- 2 educatori professionali per l’ascolto

- 2 educatori per la comunità

- 2 ASA - 1 operatore notturno

Personale volontario

- 20 addetti alla Segreteria/accog lienza

- 60 addetti alla mensa

- 10 addetti alla comunità donne/emergenza freddo

Responsabile struttura: impostazione e supervisione lavoro del personale: delineazione delle linee educative e di cura della struttura. Guida dell’equipe degli educatori. Relazione e confronto con il consiglio di amministrazione.

Educatori per l’ascolto: hanno il compito di gestire lo sportello di ascolto, elaborare i progetti individualizzati condividendoli con i destinatari e di mettere in atto i percorsi di accompagnamento Educatori della comunità: cura delle relazione con le ospiti, costruzione rapporto di fiducia, definizione del progetto educativo individualizzato dall’inserimento nella struttura alla dimissione. Gestione degli aspetti quotidiani della casa, affiancamento nelle attività domestiche

ASA: ausiliario socio assistenziale, mansioni di cura ed igiene della casa e delle ospiti. Affiancamento educatori nella gestione della casa. Sostegno alle ospiti che necessitano aiuto nel prendersi cura di sé e dei propri spazi.

Addetti alla segreteria: accoglienza e filtro, supporto agli operatori nel disbrigo pratiche con l’esterno, front-office, predisposizione pacchi viveri, ecc.

Volontari mensa: accoglienza ospiti, gestione ingressi, cura degli ambienti, distribuzione pasti, riordino.

Volontari comunità: affiancano gli educatori garantendo la compresenza, arrichiscono le possibilità di dialogo e accompagnamento delle ospiti nell’attività di laboratorio interno della struttura. Insegnamento cucito, attivita manuali…

Sede 3

CENTRO MIGRANTI

il personale coinvolto consta di personale retribuito: - 1 responsabile struttura

- 4 operatori Personale volontario

- 20 addetti alla Segreteria/accog lienza

- 5 professionisti esperti in problematiche specifiche

Responsabile struttura: impostazione e supervisione lavoro del personale. Coordinamento dell’equipe degli operatori.

Operatori professionali del centro: gestiscono le attività di ascolto, schedatura, analisi delle richieste. Si attivano presso gli enti del territorio per supportare gli utenti mediando le loro istanze. Si occupano insieme ai volontari degli accompagnamenti presso i servizi.

Volontari: affiancano gli operatori nelle attività di accoglienza degli utenti. Si occupano della prima raccolta della domanda e dell’indirizzare gli utenti presso l’operatore idoneo alle loro istanze. Collaborano nell’organizzazione della Festa dei popoli.

Professionisti esperti: gestiscono sportelli di consulenza offrendo informazione specifica

38

Sede 4

ASSOCIAZIONE BIMBO CHIAMA

BIMBO

il personale coinvolto consta di

personale retribuito: - 1 coordinatore - 1 resp.Area Sociale - 1 educatore - 1 operatore sociale - 1 addetta segreteria Personale volontario: - 250 circa

Coordinatore: organizza e gestisce l’incrocio delle molteplici attività agendo con delega del Consiglio Direttivo

Resp. Area Sociale: capta i bisogni sociali e organizza con il coordinatore, operatori e volontari le risposte più adeguate

Educatore: sotto la supervisone del Resp. d’area svolge le funzioni nei progetti sociali e socio educativi

Operatore sociale: in team con volontari e con il Resp. d’area si occupa dei colloqui di 1° e 2° livello e dell’accesso degli utenti ai servizi idonei

Addetta segreteria: organizza e gestisce i rapporti con l’esterno e i supporti documentali alle attività

Volontari: presenti su tutte le funzioni in base alle proprie attitudini, competenze e disponibilità

Sede 5:

ASSOCIAZIONE DORMITORIO SAN

VINCENZO DE' PAOLI

il personale coinvolto consta di personale retribuito:

- n. 1 responsabile, - n. 3 educatori

Personale volontario

- n. 10 volontari

Responsabile: favorire un clima di reciproca collaborazione tra il personale,gli ospiti e i volontari. In generale si occupa dell’andamento de Dormitorio: dai bisogni più legati alla quotidianità e alle mansioni domestiche, alla definizione dei tempi di permanenza/dimissione di ogni singola ospite; dalla tenuta dei conti mensili al coordinamento del lavoro dell’equipe, al colloquio con le persone accolte. Iintrattiene tutti i rapporti con i servizi territoriali invianti le persone ospitate e partecipa alle riunioni di verifica fissate periodicamente. Inoltre coordina i volontari attraverso delle riunioni indette ogni mese circa e, in generale, incontrando gli stessi volontari durante il loro servizio quotidiano in Dormitorio.

Educatori: garantiscono il buon andamento del Dormitorio attraverso una proficua collaborazione con la responsabile, e i volontari. Ogni singolo operatore, da un lato, si occupa della gestione più quotidiana della Casa dall’altro lato, cura tutti quegli aspetti più legati all’ospite e dunque alla sua accoglienza .

Sede 6: CASA

OZANAM

il personale coinvolto consta di personale retribuito:

- n. 1 responsabile - n. 3 operatrici

Personale volontario

- n. 40 volontari

Responsabile: in generale si occupa dell’andamento della Casa: dai bisogni più legati alla quotidianità e alle mansioni domestiche, alla definizione dei tempi di permanenza/dimissione di ogni singola ospite; dalla tenuta dei conti mensili al coordinamento del lavoro dell’equipe; dalla programmazione degli appuntamenti settimanali dove è richiesto un accompagnamento delle ospiti, al colloquio con le persone accolte. L’operatore responsabile intrattiene tutti i rapporti che vengono a definirsi con i servizi territoriali invianti le donne ospitate e partecipa alle riunioni di verifica fissate periodicamente per ogni situazione. Inoltre coordina i volontari attraverso delle riunioni indette ogni tre mesi circa e, in generale, incontrando gli stessi volontari durante il loro servizio quotidiano in Casa.

39

8.3 RUOLO ED ATTIVITÀ PREVISTE PER I VOLONTARI NELL’AMBITO DEL PROGETTO.

Sede 1: CENTRO DI COORDINAMENTO

I giovani in servizio civile saranno coinvolti su tre ambiti principali.

Ambito accoglienza / coordinamento: collaboreranno con la nella gestione delle attività quotidiane di

segreteria, accoglienza e reception; coadiuveranno il direttore e lo staff della Caritas diocesana nella

gestione delle comunicazioni con i vari partner di Caritas e in particolare avranno il compito di

redarre una news letter inerente le tematiche del volontariato. In caso di emergenza affiancheranno

gli operatori dello specifico settore nella parte logistica e organizzativa (convocazioni, definizione

delle sedi, verbalizzazione, contatto con volontari…). Coadiuveranno il direttore e i suoi

collaboratori nella gestione del collegamento “emarginazione grave” e la responsabile del

collegamento dei centri di ascolto nell’organizzazione degli incontri di coordinamento.

Ambito inserimento lavorativo: coadiuveranno i volontari esperti nella gestione degli appuntamenti

con le persone in cerca di lavoro e nella registrazione dei dati. Li supporteranno inoltre nell’attività di

contatto con le aziende e con le società della rete agro-solidale.

Ambito formazione e promozione del volontariato: parteciperanno insieme agli altri volontari della

Caritas ad alcune iniziative di sensibilizzazione per i vari centri operativi che si occupano di

emarginazione grave; con la loro presenza in sede permetteranno agli operatori di partecipare in

modo più continuativo agli incontri istituzionali; Con gli educatori dell’ufficio promozione

volontariato giovanile collaboreranno nell’organizzazione di incontri formativi/ informativi,

nell’accoglienza dei giovani aspiranti. Collaboreranno nella divulgazione del rapporto sulle povertà a

Brescia. Con il formatore collaboreranno all’organizzazione degli incontri formativi per volontari e

operatori. Sede 2: CASA BETEL 2000

Diventeranno una risorsa utile nel quotidiano: rendendo più efficace e dinamico il lavoro degli

operatori già presenti, soprattutto in quelle attività dove la compresenza è fondamentale per un

miglioramento effettivo del servizio.

Affiancheranno l’operatore nell’organizzazione di uscite e attività ricreative, anche aderendo in

prima persona a tali attività. Potranno fare proposte e organizzare nuove iniziative per il tempo

libero delle utenti. Attiveranno nuovi contatti collaborando alla costruzione e all’ampiamento della

rete territoriale, venendo così a contatto con diverse realtà e servizi. All’interno del servizio di Mensa potranno collaborare con i volontari nella gestione degli ingressi

degli utenti, nella realizzazione dei colloqui, nel riordinale e tenere puliti gli ambienti,

nell’accoglienza in sala da pranzo e nella distribuzione dei pasti.

Nell’ambito del servizio di ascolto avranno un ruolo di supporto nelle attività quotidiane e attivo

nel front office del servizio e negli accompagnamenti. Collaboreranno ad azioni specifiche quali la

schedatura dei colloqui e successivamente l’elaborazione del report con i dati annuali.

Nell’ambito della comunità e dell’emergenza freddo femminile seguiranno le ospiti durante lo

svolgimento del laboratorio e le aiuteranno nell’acquisizione di nuove capacità e nello sviluppo

delle risorse personali nella gestione delle attività quotidiane. Affiancheranno l’operatore

nell’illustrazione e accompagnamento alle risorse territoriali. Affiancheranno insieme all’operatore

le donne, nel disbrigo delle pratiche formali. Sede 3: CENTRO MIGRANTI

I giovani in servizio civile saranno coinvolti su due ambiti principali.

Ambito dell’accoglienza (front office) degli utenti stranieri. Affiancheranno i volontari del front

office nella prima accoglienza degli utenti, fornendo loro le informazioni di base, rispondendo ad

alcuni quesiti di base sull’associazione e orientandoli presso lo sportello e l’operatore idoneo. Si

occuperanno inoltre di rilevare i dati e affiancheranno gli operatori nell’imputazione delle

informazioni nel sistema operativo Sincro.

40

Ambito dell’organizzazione/promozione della Festa dei popoli. Affiancheranno volontari e operatori

nell’organizzazione dell’evento seguendo l’intero processo: dalla fase ideativa, a quella organizzativa

e realizzativa, con una attenzione particolare agli aspetti comunicativi e “social”. Sede 4: ASSOCIAZIONE BIMBO CHIAMA BIMBO ONLUS

I giovani in servizio civile saranno coinvolti su due ambiti principali:

Supporto per la realizzazione operativa dei servizi e contatto con Caritas per la gestione dei

medesimi e la produzione e archiviazione di dati relativi.

Per entrambi gli ambiti verrà continuamente e adeguatamente formato, opererà in affiancamento

sviluppando una conoscenza approfondita dei servizi e la capacità di svolgere diverse mansioni in

autonomia, attivando relazioni dirette con gli operatori e con le famiglie utenti.

Parteciperà agli incontri dei gruppi di lavoro con la rete Caritas e supporterà l’organizzazione nella

fase di raccolta ed archiviazione dei dati relativi ai servizi svolti.

Sede 5: ASSOCIAZIONE DORMITORIO SAN VINCENZO DE’PAOLI Sede 6: CASA OZANAM

I giovani in servizio civile dovranno garantire un’accoglienza adeguata degli ospiti; offrire

occasioni di relazione e di confronto, di ascolto agli ospiti, ponendo maggior attenzione ai reali

bisogni di ciascuno.

Garantiranno maggior continuità nell’alternanza dei turni di volontari e operatori, assicurando la

compresenza di operatori responsabili e di volontari durante gli orari di apertura dei servizi;

Garantiranno una compresenza di operatori responsabili e di volontari nei giorni festivi quando

c’è più difficoltà a reperire delle disponibilità; garantiranno la presenza continua di persone di

riferimento che insieme agli operatori responsabili conoscano in modo adeguato i servizi, le loro

regole e il loro funzionamento; collaborare all’animazione del centro organizzando attività di

carattere ludico-aggregativo. La loro presenza permetterà di ottimizzare il lavoro degli operatori

già in servizio offrendo una collaborazione continua e affidabile.

In caso sia previsto dai progetti individualizzati il giovane volontario potrà effettuare dei percorsi

di accompagnamento degli utenti verso i servizi territoriali.

In particolare il ruolo del volontario si declina in relazione agli obiettivi e alle attività previste dal

progetto nel seguente modo:

Sede1: CENTRO DI COORDINAMENTO

Obiettivi (cfr punto 7)

Piano di attuazione Descrizione delle attività e del ruolo dei giovani in servizio civile

Ob. 1.1 Attività 1.1.1. Contatto con enti della rete Caritas

Il giovane in servizio civile collaborerà con il direttore e la segretaria nella gestione delle comunicazioni con i vari partner di Caritas e in particolare avrà il compito di redarre una news letter inerente le tematiche del volontariato giovanile coordinando i contributi e le testimonianze dei giovani in servizio

Ob. 1.2 Attività 1.2.1. Coordinamento “emarginazione grave” e “centri d’ascolto”

Il giovane parteciperà alle sessioni di lavoro dei coordinamenti tenendo nota delle decisioni e collaborando con il formatore/facilitatore nella programmazione degli incontri, degli ordini del giorno, e nel monitoraggio dei compiti che sono stati assunti da ogni ente

Ob. 1.3 Attività 1.3.1. Contatto / formazione operatori dei nuovi punti di rilevazione di Sincro

Parteciperà all’equipe dell’osservatorio sulle povertà e collaborerà con gli altri membri a reperire i dati e, a

seconda delle competenze, a partecipare alla stesura del dossier stesso. Collaborerà inoltre ad organizzare i momenti di diffusione.

Ob. 1.4 Attività 1.4.1. Rilevazione dati e produzione del rapporto sulle povertà

In relazione alle sue abilità nell’uso del computer potrà imputare i dati giornalieri delle presenze degli utenti nei vari servizi ed eventualmente compiere attraverso un adeguato percorso di istruzione alcune analisi statistiche di base

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Ob. 2.1 Attività 2.1.1. Orientamento lavorativo presso aziende e

Supporterà gli esperti nel lavoro di archiviazione informatica dei dati dei richiedenti e gestione dei contatti con le aziende potenzialmente interessate.

Ob. 2.2 Attività 2.2.1. Attivazione ins.lav. con il “fondo lavoro”

Collaborerà nell’accoglienza dei soggetti richiedenti e nella gestione degli appuntamenti per i colloqui con gli esperti. Seguirà alcune procedure inerenti l’attivazione del “fondo lavoro” sui singoli casi.

Ob. 2.3 Attività 2.3.1. Attivazione ins.lav. con progetti di agricoltura solidale

Collaborerà nell’accoglienza dei soggetti richiedenti e nella gestione degli appuntamenti per i colloqui con gli esperti.

Ob. 3.1 Attività 3.1.1. Organizzazione incontri formativi per operatori e volontari

Collaborerà con il formatore nella gestione delle convocazioni, organizzazione degli incontri e gestione dei contatti con i relatori. Monitoraggio e feedback sugli incontri.

Ob. 3.2 Attività 3.2.1. Orientamento per giovani volontari

Supporterà nell’accoglienza dei candidati, nella raccolta e digitalizzazione delle schede di candidatura e nell’organizzazione delle attività di orientamento.

Ob. 3.3 Attività 3.3.1. Inserimento di giovani volontari

Collaborerà nella gestione dei contatti e nella raccolta delle relazioni di tirocinio prodotte da referenti dei centri operativi e da parte dei giovani.

SEDE 2: CASA BETEL 2000

Obiettivi Piano di Descrizione delle attività e del ruolo dei giovani in servizio civile (cfr. punto 7) attuazione

Ob. 1.1 Attività 1.1.1. Contatto con enti della rete Caritas

Il giovane collaborerà in attività di gestione dei contatti e delle comunicazioni, quali fornire informazioni, rispondere al telefono, redarre e inviare news letter. L’attività si svolgerà due giorni a settimana presso il centro di coordinamento.

Ob. 1.2. Attività 1.2.1. Registrazione dati ospiti dei diversi servizi

Supporterà il responsabile dei dati nell’archiviazione informatica delle informazioni relative agli utenti del servizio con il software Sincro

Ob. 2.1. Attività 2.1.1. Accoglienza presso il Centro di Ascolto

Supporterà volontari e operatori nell’accogliere le persone in difficoltà dando loro informazioni relative alle funzioni del centro operativo, cercando di capire la tipologia di richiesta e indirizzandole alle persone preposte.

Ob. 2.2. Attività 2.2.1. Ascolto e segretariato sociale

Presidierà il front office nel momento in cui gli operatori saranno dedicati alle attività di ascolto e analisi dei singoli casi.

Ob. 2.3. Attività 2.3.1. Attivazione di rete su singoli casi

Collaborerà con gli operatori nel contatto di soggetti terzi (servizi, associazioni, gruppi informali) e là dove necessario nell’accompagnamento presso vari uffici / enti del territorio

Ob. 3.1. Attività 3.1.1. Accoglienza/ orientamento utenti mensa

Collaborerà con i volontari della mensa ad accogliere in modo organizzato gli ospiti, dando loro le informazioni rispetto alle regole e al funzionamento del servizio e collaborando nella supervisione del servizio mensa

Ob. 3.2. Attività 3.2.1. Cogest. att.quotidiane comunità donne

Supporterà gli operatori e volontari nella gestione della relazione quotidiana con gli ospiti sostenendo gli ospiti nelle attività di riordino degli ambienti, ponendo attenzione anche al corretto comportamento di tutti i membri presenti nella struttura

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Ob. 3.3. Attività 3.3.1. Accoglienza utenti emergenza freddo

Affiancherà i volontari nell’accoglienza delle utenti presso il servizio di emergenza freddo femminile, dando loro le informazioni sulle regole e sul funzionamento. L’attività viene svolta tutti i giorni da novembre ad aprile nella fascia serale dalle 18.00 alle 22.00 presso la sede dell’emergenza freddo.

Ob. 4.1. Attività 4.1.1. Organizzazione incontri formativi per operatori e volontari

Collaborerà con i formatori nell’organizzazione degli incontri di formazione partecipando agli stessi insieme agli altri volontari.

Ob. 4.2. Attività 4.2.1. Tutoraggio nuovi volontari

Affiancherà gli altri giovani volontari che si inseriranno per la prima volta nella struttura nel corso dell’anno.

SEDE 3: CENTRO MIGRANTI

Obiettivi Piano di Descrizione delle attività e del ruolo dei giovani in servizio civile (cfr. punto 7) attuazione

Ob. 1.1. Attività 1.1.1. Accoglienza presso il centro

Il giovane in servizio civile accoglierà le persone nel front office dando loro informazioni relative alle funzioni del centro operativo, cercando di capire la tipologia di richiesta e indirizzandole alle persone preposte.

Ob. 1.2. Attività 1.2.1. Ascolto e segretariato sociale

Sollevando gli operatori dall’attività di front office permetterà loro di dedicare maggiormente il tempo all’attività di ascolto e di segretariato sociale degli utenti

Ob. 1.3. Attività 1.3.1. Attivazione di rete su singoli casi

Collaborerà con gli operatori nel contatto di soggetti terzi (servizi, associazioni, gruppi informali) e là dove necessario nell’accompagnamento presso vari uffici / enti del territorio

Ob. 2.1. Attività 2.1.1. Accoglienza/ orientamento stranieri

Supporterà gli operatori nel dare informazioni e orientamenti di base rispetto ai servizi territoriali di ricerca del lavoro, alle realtà che si occupano di housing sociale o ai servizi emergenziali quali mense e dormitori

Ob. 2.2. Attività 2.2.1. Consulenza su pratiche burocratiche

Supportare gli utenti stranieri nel disbrigo delle pratiche inerenti i permessi di soggiorno, i cambiamenti di residenza, i documenti di identità, i ricongiungimenti familiari, le richieste di assistenza, le domande di lavoro.

Ob. 3.1. Attività 3.1.1. Accompagnamenti presso servizi

Accompagnerà gli utenti stranieri presso servizi o enti del territorio.

Ob. 3.2. Attività 3.2.1. Contatti con enti e associazioni

Collaborerà con il responsabile della struttura nel contattare gli attori istituzionali e di comunità proponendo collaborazioni su specifici casi. Parteciperà agli incontri dell’osservatorio sull’immigrazione.

Ob. 4.1. Attività 4.1.1. Organizzazione incontri formativi per operatori e volontari

Collaborerà con i formatori nell’organizzazione degli incontri di formazione partecipando agli stessi insieme agli altri volontari.

Ob. 4.2. Attività 4.2.1. Organizzazione della “festa dei popoli”

Affiancheranno volontari e operatori nell’organizzazione dell’evento seguendo l’intero processo: dalla fase ideativa, a quella organizzativa, con un’attenzione particolare agli aspetti comunicativi e “social”.

Ob. 4.3. Attività 4.3.1. Gestione della “festa dei popoli”

Collaborerà con i membri del tavolo operativo e le associazioni che daranno la disponibilità alla gestione dell’evento.

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Sede 4: ASSOCIAZIONE BIMBO CHIAMA BIMBO ONLUS

Piano di Descrizione delle attività e del ruolo dei giovani in servizio civile

attuazione Ob. 1.1. Attività 1.1.1.

Contatto con enti della rete Caritas

Il giovane in servizio civile supporterà operatori e volontari nella gestione dei contatti con i referenti della rete caritas inviando aggiornamenti, mail comunicazioni e supportando l’attività di sereteria organizzativa dell’associazione.

Ob. 1.2. Attività 1.2.1. Partecipazione incontri di coordinamento

Accompagnerà il referente dell’associazione ai gruppi di lavoro per il coordinamento sull’emarginazione e agli incontri di programmazione.

Ob. 1.3. Attività 1.3.1. Registrazione dati utenti dei servizi

Supporterà il responsabile dei dati nell’archiviazione informatica delle informazioni relative agli utenti del servizio con il software Sincro

Ob. 2.1. Attività 2.1.1. Accoglienza per famiglie

Dovrà essere in grado di avviare e mantenere rapporti con le famiglie degli utenti sia per gli aspetti educativi che per quelli didattici. Confronto continuo e consegna di strumenti adeguati alle famiglie saranno un compito importante, condiviso con educatore, richiesto al volontario.

Ob. 2.2. Attività 2.2.1. Tentare di capire il tipo di disagio

Verrà formato ed accompagnato durante l’esperienza di volontariato, tale cosa richiederà incontri di formazione e verifiche continue per capire la capacità di osservazione del volontario.

Ob. 2.3. Attività 2.3.1. Contatti con enti e associazioni

E’ importante che il volontario si metta a servizio e che abbia la capacità e l’attenzione di accompagnare gli utenti anche in contesti altri rispetto a quelli associativi.

Ob. 3.1. Attività 3.1.1. Gestione dispensa alimentare

Il volontario, a seguito della formazione che riceverà, dovrà conoscere

le caratteristiche del servizio ed essere in grado di ricoprire i diversi

ruoli, richiesti e occupati a turno da altri volontari (accoglienza, ascolto,

distribuzione).

Ob. 3.2. Attività 3.2.1. Gestione guardaroba abiti usati

Il volontario, a seguito della formazione che riceverà, dovrà conoscere

le caratteristiche del servizio ed essere in grado di ricoprire i diversi

ruoli, richiesti e occupati a turno da altri volontari (accoglienza, ascolto,

distribuzione, gestione minori nell’angolo giochi).

Ob. 3.3. Attività 3.3.1. Supporto educativo minori

Il volontario è chiamato a confrontarsi e a prendere indicazioni dall’educatore presente. Il volontario deve essere di sostegno all’educatore, in caso che quest’ultimo lo ritenga possibile, il volontario può avere autonomia per organizzare attività, feste o manifestazioni varie. E’ importante che il volontario incarni il valore e la forza aggiunta per le cose che si propongono, cercando di essere costruttivo e propositivo

Ob. 3.4. Attività 3.4.1. Supporto mamme e minori 0-3 anni

In un’ottica di rimescolamento sociale attivare esperienze tra pari età in contesti diversi e ampliando utenza su servizi leggeri. Gestione dello spazio di accoglienza per mamme con bambini. Proposta di

Sede 5: ASSOCIAZIONE DORMITORIO SAN VINCENZO DE' PAOLI

Piano di Descrizione delle attività e del ruolo dei giovani in servizio civile

attuazione Ob. 1.1. Attività 1.1.1.

Gestione servizio mensa

Il giovane collaborerà con i volontari nell’accoglienza degli ospiti, distribuzione dei pasti nei servizi di mensa diurni e serali.

Ob. 2.1. Attività 2.1.1. Accompagnamento ai servizi territoriali

Il giovane in servizio civile collaborerà con gli operatori supportando gli ospiti nel contatto con i servizi per l’invio delle persone che si rivolgono al centro. In caso di necessità, e nei casi meno problematici,

Ob. 2.2. Attività 2.2.1. Informazione igienico- sanitaria

Supportato e in accordo con l'operatore il volontario stimolerà l'utente a mantenere l'attenzione nel prendersi carico della propria salute.

44

Ob. 3.1. Attività 3.1.1. Organizzazione di momenti aggregativi

Il giovane avrà il compito di collaborare attivamente all’organizzazione, in giorni e orari stabiliti, di micro-eventi collaborando con i volontari del centro nell’allestimento degli ambienti, nell’individuazione dei materiali e

Ob. 3.1. Attività 3.1.2. Organizzazione di momenti – attività di

Il giovane collaborerà con il responsabile nell’ideare, progettare e realizzare iniziative esterne per far conoscere le problematiche dell’emarginazione grave e per sollecitare cittadini, associazioni e

Sede 6: CASA OZANAM

Piano di Descrizione delle attività e del ruolo dei giovani in servizio civile

attuazione Ob. 1.1. Attività 1.1.1.

Contatto con enti della rete Caritas

Il giovane collaborerà in attività di gestione dei contatti e delle comunicazioni, quali fornire informazioni, rispondere al telefono, redarre e inviare news letter

Ob. 2.1. Attività 2.1.1. Ascolto e segretariato sociale

Presidierà le attività ordinarie della casa nel momento in cui gli operatori saranno dedicati alle attività di ascolto e analisi dei singoli casi.

Ob. 2.2. Attività 2.2.1. Attivazione di rete su singoli casi

Collaborerà con gli operatori nel contatto di soggetti terzi (servizi, associazioni, gruppi informali) e là dove necessario nell’accompagnamento presso vari uffici / enti del territorio

Ob. 3.1. Attività 3.1.1. Accudim. bisogni primari del bambino

Su indicazione dell'educatore, e in accordo con la madre del bambino, il volontario si prende cura dei bisogni del piccolo, curando i momenti del gioco o dell'addormentamento, se necessario

Ob. 3.2. Attività 3.2.1. Educazione ed economia

Su indicazione dell'educatore il volontario supervisiona la donna mentre cucina o mentre si occupa del riordino degli ambienti comuni, oppure gioca con i bambini mentre la madre si occupa delle faccende

Ob. 3.3. Attività 3.3.1. Accompagnamento nelle uscite

Supporterà operatori e volontari nell’accompagnamento delle madri e dei minori presso le strutture del territorio (servizi socio-sanitari, servizi educativi e agenzie di lavoro)

9) Numero dei volontari da impiegare nel progetto:

N. posti: 18

10) Numero posti con vitto e alloggio:

N. posti: 0

Modalità di fruizione del vitto e dell’alloggio:

Sedi di attuazione indicate alla voce 16 dove sono collocati i posti con vitto e alloggio (indicare il codice sede e il numero di posti con V/A):

11) Numero posti senza vitto e alloggio:

N. posti: 10

12) Numero posti con solo vitto:

N. posti: 8

Modalità di fruizione del vitto: Il progetto prevede per le sedi di attuazione indicate in seguito la fornitura del solo vitto in quanto, come descritto al punto 8, la tipologia dei servizi richiedono la permanenza dei volontari anche durante i pasti. Il vitto sarà fornito all’interno delle stesse sedi di attuazione.

45

Sedi di attuazione indicate alla voce 16 dove sono collocati i posti con solo vitto:

N.

Sede di attuazione del progetto Codice

identificativo sede

Numero

Volontari

2 CASABETEL 2000 111354 6

5 ASSOCIAZIONE DORMITORIO SAN VINCENZO DE' PAOLI 41199 1

6 CASA OZANAM 29830 1

13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo:

1400 ore Minime 12 settimanali

14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6):

5

15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio:

Partecipazione al percorso formativo previsto a livello diocesano e ai corsi di formazione residenziali che, a seconda dei progetti approvati e finanziati dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, potranno essere organizzati anche d’intesa con altre Caritas diocesane della stessa regione, anche fuori dal comune e della provincia ove si svolge il proprio progetto, in date e luoghi che verranno comunicati al Dipartimento prima dell’avvio del progetto. Partecipazione ai momenti di verifica dell’esperienza di servizio civile con la Caritas diocesana e/o le sedi di attuazione svolti su base periodica (quindicinale-mensile) e previsti a metà e a fine servizio con momenti residenziali in date e luoghi che verranno tempestivamente comunicati al Dipartimento. Partecipazione al monitoraggio periodico, con la compilazione obbligatoria di questionari on-line (al 1°, al 4° e al 12° mese di servizio).

Disponibilità alla partecipazione ai momenti formativi e di verifica e monitoraggio anche se svolti di sabato e di domenica o in altri giorni festivi.

Disponibilità al trasferimento temporaneo della sede in caso di eventi di formazione, aggiornamento e sensibilizzazione (es. 12 marzo: incontro nazionale giovani in servizio civile).

CARATTERISTICHE ORGANIZZATIVE

16) Sede/i di attuazione del progetto, Operatori Locali di Progetto e Responsabili Locali di Ente Accreditato:

N.

Sede di attuazione

del progetto

Comune

Indirizzo

Cod. ident. sede

N. vol. per

sede

Nominativi degli Operatori Locali di Progetto

Nominativi dei Responsabili Locali di Ente Accreditato

Cognome e nome

Data di nascita

C.F.

Cognome e nome

Data di nascita

C.F.

1 CENTRO DI

COORDINAMENTO

Brescia Piazza Martiri di

Belfiore, 4

111270

3

Diego Mesa Giorgio

Cotelli

2

CASABETEL 2000

Brescia

Via Vittorio

Emanuele II, 17

111354

4

Paola Scorrano

Giorgio Cotelli

2 Gianbattista

Treccani

2 Caterina Manelli

3

ASSOCIAZIONE BIMBO CHIAMA BIMBO ONLUS

Brescia

Via Fontane, 27/h

111262

3

Alessandra Peli

Giorgio Cotelli

4

ASSOCIAZIONE DORMITORIO SAN

VINCENZO DE' PAOLI

Brescia

Contrada

Sant'Urbano, 10

41199

1

Paolo Tengattini

Giorgio Cotelli

5

CASA OZANAM

Brescia

Via G. Rosa, 1

29830

1 Giovanna

Donati Giorgio

Cotelli

6 SEDE CENTRO MIGRANTI

Brescia Via Antiche mura, 3

111369

2

Valentina Costa Giorgio

Cotelli

46

47

17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale:

L’azione di promozione del servizio civile volontario rientra in un’iniziativa allargata di promozione generale del servizio civile e del patrimonio dell’obiezione di coscienza di Caritas Italiana.

Le attività permanenti di promozione del servizio civile si propongono di sensibilizzare l’opinione pubblica ai valori della solidarietà, della pace, della nonviolenza e della mondialità e in particolare alle possibilità offerte dal servizio civile e/o altre forme di impegno civile dei giovani.

ATTIVITÀ PERMANENTI DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE A LIVELLO NAZIONALE Sito Caritas Italiana www.caritas.it Foglio informativo quindicinale on line “InformaCaritas” di Caritas Italiana Mensile della Caritas Italiana “Italia Caritas” Sito del Tavolo Ecclesiale sul Servizio Civile www.esseciblog.it Sito www.antennedipace.org della Rete Caschi Bianchi (per il servizio all’estero) Stampa di pieghevoli, poster e altro materiale sul servizio civile. Incontro nazionale dei giovani in servizio civile in occasione di San Massimiliano martire (12 marzo). Marcia per la pace (31 dicembre) organizzata dall’Ufficio nazionale CEI per i problemi sociali e il lavoro, Pax Christi, Azione Cattolica e Caritas Italiana. In collaborazione con la Conferenza Nazionale Enti per il Servizio Civile (CNESC), di cui la Caritas Italiana è socio, presentazione pubblica del rapporto annuale degli enti membri della CNESC.

ATTIVITÀ DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE A LIVELLO LOCALE SVOLTE PRIMA DELL’AVVIO DEL PROGETTO

Attraverso Co.Lomba. (Conferenza Lombarda Enti Servizio Civile) (vedi lettera allegata)

Nel giugno del 1999 si è costituita in Lombardia la Conferenza Lombarda degli Enti di Servizio Civile di cui la Caritas è socia fondatrice ed è attualmente ha la Presidenza. Co.Lomba. anche in collaborazione con la Regione Lombardia metterà in campo appositi strumenti di promozione:

- attraverso la stampa locale (conferenza stampa);

- attraverso la propria mailing list;

- attraverso la produzione di brochure e locandine;

- attraverso l’organizzazione di appositi eventi e la partecipazione ad eventi organizzati da terzi;

- attraverso le attività di sensibilizzazione in occasione della festa dell’obiezione di coscienza e del servizio civile (15 Dicembre);

Totale ore dedicate prima dell’avvio del progetto: 10 ore

ATTIVITA’ PERMANENTI DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE A LIVELLO DEL TERRITORIO DI BRESCIA SVOLTE DURANTE LO SVOLGIMENTO DEL PROGETTO:

Sito Caritas Diocesana di Brescia www.brescia.caritas.it che descrive nelle varie sezioni del sito i progetti e le diverse sedi di realizzazione, pubblicizza i diversi bandi e racconta le esperienze dei giovani in servizio civile. Inoltre, una casella postale mail [email protected]

Pieghevoli, brochure e locandine contenenti una prima informazione sul Servizio Civile presso la sede di Caritas Diocesana di Brescia

Articoli e comunicati stampa su pubblicazioni periodiche e quotidiani (“Giornale di Brescia”, “Il Brescia”, “Brescia Oggi”, “Il Brescia”, “La voce del Popolo”);

Siti internet www.diocesi.brescia.it, www.oratori.brescia.it;, www.grandestate.it,

Rivista “Italia Caritas”, mensile indirizzato a tutte le parrocchie

Bollettini parrocchiali nella diocesi di Brescia:“La Voce di Piamborno” in Piamborno, “La Voce” parrocchia di San Gottardo in Brescia, “L’eco di Breno” in Breno, Bollettino Brescia Caritas ed i diversi e numerosi bollettini di tutte le parrocchie della Diocesi di Brescia

Totale ore dedicate durante il servizio civile: 15 ore

Totale complessivo ore di promozione e sensibilizzazione: 25 ore

Rispetto alla sensibilizzazione, promozione e pubblicizzazione del servizio civile nazionale, i giovani verranno supportati insegnando loro le seguenti metodologie:

48

Studio delle principali forme di comunicazione mass-mediale (elaborazione di testi, grafica, informatica…)

Preparazione alle principali forme di comunicazione (gestire un gruppo, parlare in pubblico …)

Lo studio del target e la verifica dei risultati

La spontaneità e la trasparenza dei giovani sarà la testimonianza migliore che potranno fare, perché saranno i privilegiati vivendo il servizio sulla propria pelle.

18) Criteri e modalità di selezione dei volontari:

Criteri autonomi di selezione verificati nell’accreditamento

19) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione

dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):

SI

20) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell ’andamento delle atti vit à del progetto:

Si rinvia al sistema di monitoraggio e valutazione verificato in sede di accreditamento.

Inoltre per quanto concerne il monitoraggio, la verifica e la valutazione dell’esperienza dei volontari in servizio civile si prevedono alcuni momenti di incontro con tutti i giovani partecipanti al progetto: - incontro di metà servizio (al 5°-6° mese); - incontri periodici (quindicinali o mensili) di alcune ore ciascuno svolti a livello diocesano; - incontro di fine servizio (al 12° mese); Durante gli incontri verranno proposte attività di gruppo finalizzate alla verifica e alla rilettura dell’esperienza. Infine a inizio, metà e fine servizio, verrà somministrato un questionario on-line come previsto dal sistema di monitoraggio accreditato.

21) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione

dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):

SI

22) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti

dalla legge 6 marzo 2001, n. 64:

In alcuni servizi è richiesto preferibilmente il possesso della patente B

23) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del

progetto:

24) Eventuali reti a sostegno del progetto (copromotori e/o partners):

Partner relativi ad attività generali del progetto

Conferenza Lombarda Enti Servizio Civile (CO.LOMBA), codice fiscale: 97243830151 (Ente no profit)

Collabora attivamente nell’ambito della promozione del Servizio Civile, come già esplicitato al punto 17. In

49

particolare organizza eventi di promozione del progetto e distribuisce materiale informativo presso la sede principale dell’associazione e nelle sedi territoriali degli enti aderenti.

Fondazione Luigi Clerici, codice fiscale: 80037690155 (Ente no profit)

Collaborazione nella realizzazione di un percorso per la rilevazione, valutazione e certificazione delle competenze dei giovani in servizio civile per realizzare un Bilancio delle Competenze

ALTRE RETI ATTIVE SUL TERRITORIO DI BRESCIA (accordi in allegato)

Cooperativa sociale Kemay (ente no profit)

Collabora con il centro di coordinamento (Sede 1)

(Attività 1.3.1. Contatto formazione operatori dei nuovi punti di rilevazione Sincro) parteciperà con propri operatori alla costruzione e conduzione delle attività di formazione

(Attività 1.4.1. Rilevazione dati e produzione del rapporto sulle povertà a Brescia) fornirà i propri dati per la redazione del rapporto sulla povertà 2018

(Attività 4.1.1. e 4.2.1. riguardante la formazione e il tutoraggio dei volontari) collaborerà con i propri operatori alle suddette attività ospitando anche volontari Caritas presso le proprie strutture di accoglienza

Parrocchia S.Giovanni Battista di Brescia (ente no profit)

Collabora con il centro migranti (Sede 3)

(Attività 3.2.1. Contatti con enti e associazioni) fornisce la sede dell’Osservatorio sull’Immigrazione

(Attività 4.3.1. Gestione della “festa dei Popoli”) partecipa alla Festa dei Popoli mettendo a disposizione materiale di cancelleria, manodopera per l’allestimento e i propri locali per ospitare gli incontri di preparazione

Valledoro s.p.a. (ente no profit)

Collabora con il centro migranti (Sede 3)

(Attività 4.3.1. Gestione della “festa dei Popoli”) fornendo gratuitamente generi alimentari durante la Festa dei Popoli

25) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto:

CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI

26) Eventuali crediti formativi riconosciuti:

Convenzione collettiva per tirocini curriculari, tirocini extracurriculari formativi e di orientamento, tirocini professionalizzanti con Università degli Studi di Bergamo.

Convenzione di tirocinio di formazione ed orientamento con Università degli studi di Genova-Facoltà di Scienze Politiche.

Convenzione per tirocini di formazione e orientamento curriculari con Università di Pisa-Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere.

Convenzione quadro per tirocini di formazione e orientamento con Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.

Convenzione per tirocini di stages/tirocini di formazione e orientamento con Università Ca’Foscari di Venezia.

27) Eventuali tirocini riconosciuti :

Convenzione collettiva per tirocini curriculari, tirocini extracurriculari formativi e di orientamento, tirocini professionalizzanti con Università degli Studi di Bergamo.

Convenzione di tirocinio di formazione ed orientamento con Università degli studi di Genova-Facoltà di Scienze Politiche.

Convenzione per tirocini di formazione e orientamento curriculari con Università di Pisa-Dipartimento di Civiltà e

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Forme del Sapere.

Convenzione quadro per tirocini di formazione e orientamento con Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.

Convenzione per tirocini di stages/tirocini di formazione e orientamento con Università Ca’Foscari di Venezia.

28) Attestazione delle conoscenze acquisite in relazione alle attività svolte durante l’espletamento

del servizio utili ai fini del curriculum vitae:

Per tutti coloro che concludono il Servizio Civile è previsto il rilascio di un attestato da parte di Caritas Italiana in cui vengono riportate la tipologia del servizio svolto e le competenze che vengono conseguite durante il servizio (modello consegnato al Dipartimento da Caritas Italiana). La singola Caritas diocesana rilascia – su richiesta dell’interessato e per gli usi consentiti dalla legge - ulteriore documentazione più dettagliata e particolareggiata. Le stesse competenze sono riconosciute mediante il rilascio di un attestato da parte dell’Ente terzo CGM - Consorzio Nazionale della Cooperazione di Solidarietà Sociale “Gino Mattarelli”, come da convenzione allegata.

Accanto a questa certificazione inoltre verrà organizzato in collaborazione con la Fondazione Clerici (vedi lettera allegata) un percorso per la rilevazione, valutazione e certificazione delle competenze dei giovani in servizio civile per realizzare un Bilancio delle Competenze. (http://bc.caritaslombardia.it). Questo Bilancio delle Competenze, predisposto a fine esperienza, è una certificazione personale che attesterà le competenze/conoscenze acquisite dal giovane sulla base dell’incrocio-raffronto di due fonti informative determinanti: da un lato l’autovalutazione assistita del giovane stesso sulle proprie competenze e dall’altro la valutazione dei responsabili di servizio (OLP) sul giovane. Il percorso è struttura in queste fasi:

Incontro con gli Operatori locali di Progetto (OLP) per illustrare il significato dell’azione di rilevazione delle competenze, le modalità tecniche di realizzazione, le corrette modalità di compilazione della “Scheda di presentazione delle strutture ospitanti” (prima dell’attivazione del servizio civile);

Compilazione via web del “Questionario di presentazione del servizio” a cura degli OLP prima dell’avvio del servizio civile;

Presentazione al giovane della metodologia e del processo di valutazione durante il primo incontro di gruppo in Caritas

Compilazione via web del “Questionario di inizio servizio” entro le prime due settimane di servizio Dopo 5 mesi compilazione via web del “Questionario intermedio” a cura del giovane Compilazione via web del “Questionario di fine servizio” a cura del giovane, a fine servizio (durante le

ultime due settimane di servizio) Compilazione via web della “Scheda finale di valutazione del giovane”, a cura degli OLP; Predisposizione del documento ”Certificato/attestato delle Competenze acquisite durante il servizio

civile” e consegna al diretto interessato entro 1 mese al termine del servizio civile

Il progetto consente l'acquisizione delle seguenti competenze attestate da Caritas Italiana e dall’ente terzo CGM - Consorzio Nazionale della Cooperazione di Solidarietà Sociale “Gino Mattarelli”:

COMPETENZE TRASVERSALI

- Costruire messaggi chiari, al fine di fornire informazioni corrette ai giovani interessati alle attività organizzate dall’associazione.

- Adottare stili di comportamento propositivi, improntati alla cordialità e alla cortesia. - Collaborare con i professionisti coinvolti nel progetti, in relazione ai propri compiti e ai risultati da

raggiungere. - Integrarsi con altre figure/ruoli professionali e non. - Adeguarsi al contesto: linguaggio e atteggiamenti, rispetto delle regole e orari. - Gestire la propria attività con la dovuta riservatezza ed eticità. - Controllare la propria emotività rispetto alla sofferenza. - Lavorare in team per produrre risultati collettivi. - Assumere le necessarie decisioni gestionali in sufficiente autonomia, seppur nell’ambito di sistemi e

procedure già calibrati e condivisi. - Collaborare con il Personale dell’Ente e con i colleghi.

COMPETENZE SPECIFICHE COMPETENZE SPECIFICHE INERENTI IL SETTORE DEL DISAGIO ADULTO

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- Conoscere le problematiche psico-sociali relative all’emarginazione ed esclusione adulta e su modalità di intervento (bassa soglia – accompagnamento sociale – servizi di prossimità socio- educativi - domiciliarità)

- Riconoscere le problematiche specifiche legate alla tipologia di utenza (immigrazione, problemi legali, problemi sanitari)

- Collaborare a identificare metodologie di intervento e alla costruzione della rete relazionale con servizi ed istituzioni competenti per territorio.

- Possedere una capacità di interazione con soggetti svantaggiati e in difficoltà socio economica e competenza nell’accompagnamento di tali soggetti in un percorso di autonomia e liberazione dal disagio

- Riconoscere le problematiche specifiche legate alla tipologia di utenza (immigrazione, problemi legali, problemi sanitari)

- Collaborare alla identificazione delle metodologie di intervento e alla costruzione della necessaria rete relazionale con servizi ed istituzioni competenti per territorio.

- Applicare tecniche di animazione, socializzazione per favorire l’integrazione dei singoli e dei gruppi. - Collaborare alla progettazione, organizzazione e conduzione di percorsi

individualizzati di accompagnamento nella soluzione del disagio. - Possedere capacità di ascolto empatico che elimina le barriere della comunicazione. - Avere la capacità di risposta a situazioni di ansia o disperazione. - Controllare la propria emotività rispetto alla sofferenza. - Avere la capacità di accoglienza, ascolto e progettazione di percorsi di uscita dal disagio sociale

attraverso la relazione di aiuto - Essere in grado di lavorare in rete e in équipe

- Promuovere il coordinamento di attività tra enti diversi operanti nei campi giustizia, pace e solidarietà - Saper organizzare e condurre un servizio di mensa per persone disagiate - Essere in grado di accompagnare e supportare l’utente nelle attività ricreative. - Collaborare alla progettazione, organizzazione e conduzione di attività di socializzazione, di ricostruzione della

rete relazionale. - Accompagnare promuovere e sostenere i processi educativi e di crescita della persona in situazione di

disagio. - Possedere capacità di analisi delle richieste e lettura dei bisogni espressi e inespressi della persona - Archiviare e catalogare su supporto elettronico materiale su supporto magnetico e pubblicazioni

COMPETENZE SPECIFICHE INERENTI IL SETTORE DELLE DONNE CON MINORI A CARICO

- Conoscere i diritti della donna e del minore. - Conoscere le tecniche e le modalità per il coinvolgimento del territorio per l’accoglienza dell’utenza. - Mediare tra la domanda di bisogno e la risposta della rete sociale.

- Conoscere le procedure legali ed amministrative legate all’immigrazione ed in particolare alle persone vittime di tratta di esseri umani.

- Essere in grado di lavorare in equipe. - Applicare strategie educative parametrate all’età dei minori

Accanto a questa certificazione inoltre verrà organizzato in collaborazione con la Fondazione Clerici (vedi lettera allegata) un percorso per la rilevazione, valutazione e certificazione delle competenze dei giovani in servizio civile per realizzare un Bilancio delle Competenze. (http://bc.caritaslombardia.it).

Questo Bilancio delle Competenze, predisposto a fine esperienza, è una certificazione personale che attesterà le competenze/conoscenze acquisite dal giovane sulla base dell’incrocio-raffronto di due fonti informative determinanti: da un lato l’autovalutazione assistita del giovane stesso sulle proprie competenze e dall’altro la valutazione dei responsabili di servizio (OLP) sul giovane. Il percorso è struttura in queste fasi: Incontro con gli Operatori locali di Progetto (OLP) per illustrare il significato dell’azione di rilevazione

delle competenze, le modalità tecniche di realizzazione, le corrette modalità di compilazione della “Scheda di presentazione delle strutture ospitanti” (prima dell’attivazione del servizio civile);

Compilazione via web del “Questionario di presentazione del servizio” a cura degli OLP prima dell’avvio del servizio civile;

Presentazione al giovane della metodologia e del processo di valutazione durante il primo incontro di gruppo in Caritas

Compilazione via web del “Questionario di inizio servizio” entro le prime due settimane di servizio Dopo 5 mesi compilazione via web del “Questionario intermedio” a cura del giovane Compilazione via web del “Questionario di fine servizio” a cura del giovane, a fine servizio (durante le

ultime due settimane di servizio) Compilazione via web della “Scheda finale di valutazione del giovane”, a cura degli OLP; Predisposizione del documento ”Certificato/attestato delle Competenze acquisite durante il

servizio civile” e consegna al diretto interessato entro 1 mese al termine del servizio civile

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Formazione generale dei volontari

29) Sede di realizzazione:

Presso la sede di Caritas Diocesana di Brescia, p.zza martiri di Belfiore, 4 – Brescia

Presso il Centro Pastorale Paolo VI, via G.Calini, 30 – Brescia

A livello Regionale, presso il Centro Orientamento Educativo, via Milano - Barzio, e presso la Scuola

Apostolica di Albino, via Leone Dehon, 1 – Albino (Bg)

30) Modalità di attuazione:

La formazione è effettuata in proprio, presso l’Ente, con formatori dell’Ente.

31) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale indicazione

dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio:

SI

32) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:

A partire dai contenuti previsti per la formazione generale nella circolare “Linee guida per la formazione generale dei volontari”, ed il sistema di formazione verificato in sede di accreditamento, il percorso di formazione generale si attua con le seguenti tecniche e metodologie.

Metodologia

Per ogni obiettivo formativo viene considerato: - la coscientizzazione: essere/divenire consapevoli di sé, dell’altro, del mondo - dalla conoscenza della realtà al saper comunicare la realtà - dal sapere di essere nella realtà al saper stare nella realtà - dal saper fare al saper fare delle scelte - dallo stare insieme al cooperare

ed in relazione a questi livelli la dimensione: - individuale della persona - la famiglia, il gruppo, la comunità di appartenenza - la società, il mondo

attraverso: - lezioni frontali (non meno del 30% delle 42 ore); - elaborazione dei vissuti personali e di gruppo, simulazioni, lavori in gruppo e riflessioni personali (non meno del 40% delle 42 ore); - testimonianze e/o visite ad esperienze significative

Articolazione della proposta di formazione previste; totale nei primi sei mesi dall’avvio del progetto: 42 ore.

La proposta è articolata in un percorso di formazione caratterizzato da: - corso di inizio servizio di alcune giornate nel primo mese di servizio - incontri di formazione permanente di alcune ore o al massimo di 1-2 giornate ciascuno nei mesi

successivi.

Inoltre, durante i momenti di verifica di metà e fine servizio e periodici dal 5° al 12° mese (vedi il piano di monitoraggio interno descritto alla voce 21), verranno proposti anche degli approfondimenti tematici a partire

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dalla verifica dell’esperienza svolta nell’incontro di monitoraggio.

Numero verifiche previste e relativi strumenti utilizzati anche per la misurazione dei livelli di apprendimento raggiunti;

Durante il servizio civile: valutazione attraverso scheda di verifica a conclusione dei singoli moduli formativi. Successive condivisioni e confronti in gruppo.

33) Contenuti della formazione:

A partire dai contenuti previsti per la formazione generale nella circolare “Linee guida per la formazione generale dei volontari”, ed il sistema di formazione verificato dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale in sede di accreditamento, si propone una formazione generale che preveda due fasi:

una prima fase di 36 ore che tiene conto delle indicazioni delle “Linee guida per la formazione generale dei volontari” in cui presentare ad un primo livello i singoli argomenti che saranno poi, dove necessario, approfonditi a partire dalle esigenze del gruppo. Verranno unificate alcune tematiche all’interno dei momenti previsti e verrà dedicato il primo periodo all’aspetto formativo istituzionale (una giornata settimanale). La tempistica verrà modulata secondo la tabella sottostante:

Moduli Linee Guida Moduli Caritas Tempistica Modalità (1)

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L’identità del gruppo in formazione e patto formativo

Sostenere l’esperienza e la sua rielaborazione.

Favorire l’attenzione alla cura delle relazioni. Sostenere la motivazione. Sostenere l’orientamento per il futuro.

6 6i

Dall’obiezione di coscienza al servizio civile nazionale.

Comprendere il significato di concorrere alla difesa della patria

2 2f

Il dovere di difesa della Patria -difesa civile non armata e nonviolenta

4 3f – 1i

La normativa vigente e la Carta di impegno etico

Conoscere il sistema del Servizio Civile Nazionale

2 1f – 1i

La formazione civica Favorire l’educazione alla solidarietà, alla cittadinanza attiva, alla pace e alla responsabilità ambientale

3 2f – 1i

Le forme di cittadinanza 3 2f – 1i

La protezione civile 3 2f – 1i

La rappresentanza dei volontari nel servizio civile

Conoscere il sistema del Servizio Civile Nazionale

1 1i

Presentazione dell’ente Conoscere la Caritas come ente 3 2f – 1i

Il lavoro per progetti Conoscere il sistema del Servizio Civile Nazionale

2 1f – 1i

L’organizzazione del servizio civile e le sue figure

Conoscere il sistema del Servizio Civile Nazionale

2 2f

Disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizio civile nazionale

Conoscere il sistema del Servizio Civile Nazionale

2 2f

Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti

Promuovere la prosocialità. Sostenere l’esperienza e la sua rielaborazione. Favorire l’attenzione alla cura delle relazioni. Sostenere la motivazione.

3 3i

36 19f – 17i

(1) f: lezione frontale; I:dinamiche non formali

Fermo restando le ore complessive di formazione e i temi, l’articolazione della proposta sarà adattata in base al gruppo dei volontari in formazione.

Al termine della prima fase verranno proposti alcuni strumenti per verificare il gradimento e l’interesse dei giovani rispetto a tutte le tematiche presentate, in modo da programmare il restante percorso formativo.

Una seconda fase di 6 ore dove sarà possibile dedicare più attenzione e tempo ad alcune tematiche rispetto ad altre partendo dalle esigenze e dalle risorse dei giovani e delle realtà locali. Si approfondiranno gli stessi contenuti affrontati nella prima fase e si individueranno altre tematiche in base alle esigenze ed alla situazione del gruppo particolare di volontari.

Inoltre durante i momenti di verifica di metà e fine servizio (vedi il piano di monitoraggio interno descritto alla voce 21), verranno proposti anche degli approfondimenti tematici, inerenti ai contenuti di formazione generale, a partire dalla verifica dell’esperienza svolta.

34) Durata:

Il progetto prevede un percorso formativo generale di 42 ore.

Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari

35) Sede di realizzazione:

Presso la sede di Caritas Diocesana di Brescia, presso il Centro Pastorale Paolo VI di Brescia, nelle sedi dei centri operativi aderenti al progetto o altre sedi a seconda delle necessità

55

36) Modalità di attuazione:

La formazione specifica è effettuata in proprio, presso l’Ente, con formatori dell’Ente in collaborazione di formatori degli enti partner

37) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i:

- MESA DIEGO - ATTOLICO ANNA - BECATTINI MARIA TERESA (SUOR FRANCESCA) - CAMPA SILVANA - DONATI GIOVANNA - SCORRANO PAOLA - PELI ALESSANDRA - TENGATTINI ANGELO PAOLO - TRECCANI GIANBATTISTA - MANELLI CATERINA, - COSTA VALENTINA,

38) Competenze specifiche del/i formatore/i:

- .

39) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:

Si rinvia alle tecniche ed alle metodologie di realizzazione della formazione generale previste nel sistema di formazione verificato dall’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile in sede di accreditamento, in particolare:

La formazione specifica viene curata in collaborazione con le sedi operative del progetto ed ha come obiettivo un positivo inserimento nel contesto di servizio in modo da garantire la tutela sia dei giovani in servizio civile che dell’utente dello stesso servizio. e di un corretto inserimento graduale .

Metodologia:

Consegna di materiale informativo e formativo relativo alla tipologia di utenza.

Lezioni di approfondimento individuali e di gruppo.

Esperienza a “Navigazione a vista” per i giovani in servizio civile con supervisione dei responsabili del centro operativo.

Tecniche di simulazione e supervisione psicologica ed educativa.

Visite alle varie realtà e servizi del territorio.

Numero di ore di formazione previste:

Durante il servizio.

Attraverso la partecipazione a momenti di staff degli operatori del centro e di Caritas Diocesana di Brescia.

In itinere verifiche previste e concordate con i giovani in servizio civile rispetto agli strumenti utilizzati e alla misurazione dei livelli di apprendimento raggiunti da parte dei ragazzi. Nella fase di accesso al servizio: verifica attraverso scheda conforme a livello nazionale per la valutazione del tirocinio osservativo e del successivo tirocinio pratico . Durante il servizio civile: valutazione attraverso scheda di verifica a conclusione dei singoli moduli formativi. Successive condivisioni e confronti in gruppo. Inoltre, il percorso formativo si articola in un corso di inizio, metà e fine servizio e in incontri di verifica e formazione diocesani quindicinali.

Nel singolo centro operativo sono previsti nello specifico:

incontri individuali col formatore della sede; incontri bisettimanali della durata di 2 ore ciascuno di progettazione e organizzazione con il formatore e l’equipe educativa

56

40) Contenuti della formazione:

MODULI CONDIVISI DI FORMAZIONE SPECIFICA A LIVELLO DIOCESANO

Contenuto Durata

(ore) Azioni progettuali su cui si intende incidere

Formatore

La gestione del colloquio 6 predisposizione degli strumenti; attività strutturate; training capacità cognitive

MESA DIEGO

Lavoro per progetti 4 gestione del guardaroba; momento dei pasti; gestione dello spazio di vita; personaliz. dello spazio di vita; attività domestiche

MESA DIEGO

Gestione dinamiche di gruppo 6 gestione dello spazio di vita; Interazione comunicativa quotidiana; attività di espressione di scelte personali

ANNA

ATTOLICO

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Relazione educativa 4 gestione dello spazio di vita; Interazione comunicativa quotidiana; attività di espressione di scelte personali

MESA DIEGO

Informativa sui rischi connessi alle attività pratiche di servizio descritte nel progetto: Tutela benessere fisico e psichico dei giovani: informazioni di carattere sanitario

4 igiene personale; visite specialistiche; momento dei pasti

MESA DIEGO

Introduzione alla normativa sulla sicurezza e sulla privacy: Dlgs 81/08, DLgs 193/06

4 gestione dello spazio di vita MESA DIEGO

Cause della Povertà e strategie di contrasto 4 Migliorare la comprensione delle caratteristiche e dei profili dei diversi utenti

MESA DIEGO

La Caritas diocesana di Brescia 6 Conoscenza del sistema di servizi e progetti promossi dalla Caritas diocesana

FRANCESCA

BECATTINI

Il rapporto con utenti difficili 4 Affinamento delle capacità di rapportarsi in modo efficace attraverso la metodologia dello studio di caso

ANNA

ATTOLICO

Il rapporto con operatori e volontari 4 Affinamento delle capacità di rapportarsi in modo efficace attraverso la metodologia dello studio di caso

FRANCESCA

BECATTINI

Feedback del percorso formativo 4 Consolidamento della propria consapevolezza in ordine alle competenze acquisite nel percorso formativo e nell’esperienza di servizio

MESA DIEGO

MODULI SVOLTI DALLE SINGOLE SEDI

Sede 1: CENTRO DI COORDINAMENTO Durata

(ore) Azioni progettuali su cui si intende incidere

Formatore

Contenuto conoscenza delle utenti 6 personalizzazione

dell’interazione con gli utenti; interazione quotidiana

MESA DIEGO

organizzazione del servizio 6 muoversi in modo consapevole nel servizio rapportandosi correttamente con tutti gli attori dell’organizzazione

MESA DIEGO

progettazione e organizzazione delle attività svolte in sede

6 predisposizione degli strumenti; training capacità cognitive; attività strutturate

MESA DIEGO

Il rapporto con i servizi esterni e con la comunità

4 fruizione servizi territoriali rapporti specifici di collaborazione e loro nesso con i compiti dei giovani in servizio civile

MESA DIEGO

Sede 2: CASA BETEL 2000 Durata

(ore) Azioni progettuali su cui si intende incidere

Formatore

Contenuto conoscenza delle utenti 6 personalizzazione

dell’interazione con gli utenti; interazione quotidiana

Scorrano Paola

Manelli Caterina

58

organizzazione del servizio 6 muoversi in modo consapevole nel servizio rapportandosi correttamente con tutti gli attori dell’organizzazione

Scorrano Paola

Manelli Caterina

progettazione e organizzazione delle attività svolte in sede

6 predisposizione degli strumenti; training capacità cognitive; attività strutturate

Treccani Giambattista

Manelli Caterina

Il rapporto con i servizi esterni e con la comunità

4 fruizione servizi territoriali rapporti specifici di collaborazione e loro nesso con i compiti dei giovani in servizio civile

Treccani Giambattista

Manelli Caterina

Sede 3: CENTRO MIGRANTI Durata

(ore) Azioni progettuali su cui si intende incidere

Formatore

Contenuto conoscenza delle utenti 6 personalizzazione

dell’interazione con gli utenti; interazione quotidiana

Costa Valentina

organizzazione del servizio 6 muoversi in modo consapevole nel servizio rapportandosi correttamente con tutti gli attori dell’organizzazione

Costa Valentina

progettazione e organizzazione delle attività svolte in sede

6 predisposizione degli strumenti; training capacità cognitive; attività strutturate

Costa Valentina

Il rapporto con i servizi esterni e con la comunità

4 fruizione servizi territoriali rapporti specifici di collaborazione e loro nesso con i compiti dei giovani in servizio civile

Costa Valentina

Sede 4: ASSOCIAZIONE BIMBO CHIAMA BIMBO ONLUS

Durata (ore)

Azioni progettuali su cui si intende incidere

Formatore

Contenuto conoscenza delle utenti 6 personalizzazione

dell’interazione con gli utenti; interazione quotidiana

Peli Alessandra

organizzazione del servizio 6 muoversi in modo consapevole nel servizio rapportandosi correttamente con tutti gli attori dell’organizzazione

Peli Alessandra

progettazione e organizzazione delle attività svolte in sede

6 predisposizione degli strumenti; training capacità cognitive; attività strutturate

Peli Alessandra

Il rapporto con i servizi esterni e con la comunità

4 fruizione servizi territoriali rapporti specifici di collaborazione e loro nesso con i compiti dei giovani in servizio civile

Peli Alessandra

Sede 5: ASSOCIAZIONE DORMITORIO SAN VINCENZO DE’PAOLI Sede 6: CASA OZANAM

Durata (ore)

Azioni progettuali su cui si intende incidere

Formatore

Contenuto conoscenza delle utenti 6 personalizzazione

dell’interazione con gli utenti; interazione quotidiana

Donati Giovanna

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Tengattini Angelo Paolo

organizzazione del servizio 6 muoversi in modo consapevole nel servizio rapportandosi correttamente con tutti gli attori dell’organizzazione

Donati Giovanna

Tengattini Angelo Paolo

progettazione e organizzazione delle attività svolte in sede

6 predisposizione degli strumenti; training capacità cognitive; attività strutturate

Donati Giovanna

Tengattini Angelo Paolo

Il rapporto con i servizi esterni e con la comunità

4 fruizione servizi territoriali rapporti specifici di collaborazione e loro nesso con i compiti dei giovani in servizio civile

Donati Giovanna

Tengattini Angelo Paolo

41) Durata:

Il progetto prevede un percorso di formazione specifica di 72 ore.

Altri elementi della formazione

42) Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto:

Si rinvia al sistema di monitoraggio verificato dal Dipartimento in sede di accreditamento.


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