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SCUOLA SUPERIORE PER MEDIATORI LINGUISTICI · 1.3 Il bambino bilingue e la lingua madre ... e...

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1 SCUOLA SUPERIORE PER MEDIATORI LINGUISTICI (Decreto Ministero dell’Università 31/07/2003) Via P. S. Mancini, 2 00196 - Roma TESI DI DIPLOMA DI MEDIATORE LINGUISTICO (Curriculum Interprete e Traduttore) Equipollente ai Diplomi di Laurea rilasciati dalle Università al termine dei Corsi afferenti alla classe delle LAUREE UNIVERSITARIE IN SCIENZE DELLA MEDIAZIONE LINGUISTICA BILINGUISMO DALLA NASCITA: VANTAGGI E FALSI MITI RELATORI: CORRELATORI: Prof.ssa Adriana Bisirri Prof. Alfredo Rocca Prof.ssa Marie-Françoise Vaneecke Prof.ssa Claudia Piemonte CANDIDATA: ELEONORA ZUCCHERI ANNO ACCADEMICO 2015/2016
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SCUOLA SUPERIORE PER MEDIATORI LINGUISTICI

(Decreto Ministero dell’Università 31/07/2003)

Via P. S. Mancini, 2 – 00196 - Roma

TESI DI DIPLOMA

DI

MEDIATORE LINGUISTICO

(Curriculum Interprete e Traduttore)

Equipollente ai Diplomi di Laurea rilasciati dalle Università al termine dei Corsi afferenti alla

classe delle

LAUREE UNIVERSITARIE

IN

SCIENZE DELLA MEDIAZIONE LINGUISTICA

BILINGUISMO DALLA NASCITA: VANTAGGI E FALSI MITI

RELATORI: CORRELATORI:

Prof.ssa Adriana Bisirri Prof. Alfredo Rocca

Prof.ssa Marie-Françoise Vaneecke

Prof.ssa Claudia Piemonte

CANDIDATA:

ELEONORA ZUCCHERI

ANNO ACCADEMICO 2015/2016

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INDICE

Il Bilinguismo e le sue classificazioni ................................................. 11

1.1 La competenza comunicativa e linguistica ............................................... 13

1.2 Rapporto lingua – cultura ........................................................................ 17

1.3 Il bambino bilingue e la lingua madre ...................................................... 20

1.4 Età di acquisizione ................................................................................... 26

1.5 Organizzazione cognitiva ........................................................................ 28

I Vantaggi e i pregiudizi del Bilinguismo .......................................... 31

2.1 Capacità metalinguistica .......................................................................... 33

2.2 Sviluppo cognitivo .................................................................................. 35

2.3 Capacità comunicative ............................................................................. 37

2.4 Vantaggi culturali .................................................................................... 39

2.5 Pregiudizi e falsi miti sul bilinguismo ...................................................... 40

Educazione bilingue e tipi di famiglie ............................................... 47

3.1 Educazione bilingue ................................................................................ 49

3.2 I Metodi principali alla base dell’educazione bilingue .............................. 52

3.3 Tipi di famiglie ........................................................................................ 55

La mia esperienza bilingue ................................................................ 59

Conclusioni ......................................................................................... 62

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INDEX

Introduction ........................................................................................ 66

The Bilingualism and its classifications............................................. 69

1.1 The communicative and linguistic competence ....................................... 71

1.2 Language – culture relation.................................................................... 74

1.3 The bilingual child and the mother tongue .............................................. 76

1.4 Age of acquisition .................................................................................. 79

1.5 Cognitive organization ............................................................................ 80

Bilingualism: advantages and prejudices .......................................... 82

2.1 Metalinguistic competence ...................................................................... 84

2.2 Cognitive development ........................................................................... 85

2.3 Communication skills .............................................................................. 87

2.4 Cultural advantages ................................................................................. 89

2.5 Prejudices and false myths of Bilingualism .............................................. 90

Bilingual education and types of families .......................................... 95

3.1 Bilingual education .................................................................................. 97

3.2 The main methods of a bilingual education .............................................. 99

3.3 Types of bilingual families .................................................................... 101

My bilingual experience ................................................................... 104

Conclusion ........................................................................................ 106

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INDEX

Introduction ...................................................................................... 110

Les avantages et les préjugés du Bilinguisme ................................. 113

1.1 La capacité métalinguistique ............................................................... 115

1.2 Le développement cognitif .................................................................... 116

1.3 Les capacités communicatives ............................................................... 118

1.4 Les avantages culturels .......................................................................... 120

Les préjugés et les faux mythes du Bilinguisme ............................. 122

Conclusion ........................................................................................ 129

INDICE

Introdução ........................................................................................ 133

1 Idade de aquisição ............................................................................. 134

2 Organização cognitiva .................................................................................... 135

3 Vantagens do Bilinguismo .............................................................................. 137

4 Os preconceitos e os falsos mitos do Bilinguismo ................................... 139

5 A minha experiência bilingue ............................................................... 142

Ringraziamenti ................................................................................. 145

BIBLIOGRAFIA .............................................................................. 147

SITOGRAFIA .................................................................................. 148

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SEZIONE LINGUA

ITALIANA

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Introduzione

Quando si parla di Bilinguismo si parla inevitabilmente di un fenomeno

complesso, che suscita accesi dibattiti.

Nonostante la visione comune sia quella che la norma è rappresentata dal

monolinguismo, in verità , secondo la percentuale sempre più alta di persone bilingue

o poliglotte al mondo, possiamo affermare il contrario , ovvero che il bi- o

multilinguismo oggi costituisca la norma.

Si tratta di un dato di fatto primario, che non possiamo né trascurare né

mettere in discussione. In Italia gli studi sulle lingue regionali, i dialetti e le indagini

dell’ISMU1 segnalano una cospicua varietà linguistica. Infatti oggigiorno almeno la

metà della popolazione mondiale è bilingue o plurilingue, ciò significa che milioni di

persone nascono parlando già due o più lingue.

Entrambi i fenomeni sono stati frutto della Globalizzazione, un fenomeno

pubblico in espansione che ha favorito il contatto con altre culture e altre lingue,

caratterizzando la società moderna. Se prendiamo in considerazione le nazioni in cui

il monolinguismo è spesso associato all’identità nazionale unica, ci rendiamo conto

di una visione diversa del bilinguismo, visto come un disturbo dannoso per i

bambini. Secondo il loro pensiero i bambini bilingui imparerebbero più tardi a

parlare, non avrebbero una padronanza completa in ognuna delle lingue e non

sarebbero in grado di distinguerle, mischiandole di continuo.

1 ISMU centro di studi sull’immigrazione in Italia.

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In realtà nessuna di queste credenze risultano essere state finora dimostrate,

avvalorando addirittura il contrario, secondo cui i bambini bilingui non sarebbero

svantaggiati ma ricaverebbero soltanto un notevole vantaggio dalla loro esperienza

linguistica.

Ma come si diventa bilingue?

In generale si diventa bilingue dalla nascita, quindi avendo due genitori di

nazionalità diversa o anche dal semplice fatto di vivere in un paese che non è il paese

natio, trasferendosi nel periodo dell’infanzia.

Come accennato prima, quando si parla di bilinguismo, si parla di un

fenomeno linguistico complicato, dove esistono vari casi. Infatti una persona

bilingue è capace di parlare, leggere e scrivere in modo fluente due lingue; scrivere

in una lingua e non saper parlare in modo fluente nell’altra lingua; scrivere,leggere e

parlare una lingua essendo in grado di comprenderne un’altra; in ogni modo questi

sono solo alcuni esempi delle innumerevoli sfaccettature del bilinguismo.

La stessa ricerca non è ancora giunta a una conoscenza piena dei meccanismi

di convivenza di due o più lingue nella stessa mente. Più si cerca di analizzare e

approfondire questo studio, più ci si rende conto che esistono tanti modi di vivere il

proprio bilinguismo quanti sono i bilingui. Quando si parla di lingua, si parla di

comunicare, di interagire con il prossimo e soprattutto parlare di sé. Saper

comunicare, e avere la consapevolezza di essere capiti è uno dei traguardi

fondamentali che l’uomo si pone; vivere senza avere questa possibilità equivale a

non vivere veramente.

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La scelta di scrivere questa tesi è legata al desiderio di raccontare la mia

esperienza personale di persona bilingue, figlia di genitori di nazionalità diversa,

rispettivamente italiana e portoghese. La tesi mira a valorizzare quelli che sono i

punti forza del bilinguismo, dimostrando che potersi considerare bilingue, anziché

monolingue, è sicuramente un vantaggio considerevole.

Il primo capitolo verterà sul Bilinguismo in generale, cercherò di far

comprendere al meglio il funzionamento di questo fenomeno complesso.

Allo stesso tempo cercherò di fornire la spiegazione più esaustiva del concetto

di Bilinguismo, proponendo le varie definizioni di studiosi e linguisti, che si sono

succedute nel tempo.

Nel capitolo successivo il mio compito sarà quello di sfatare, attraverso le

ricerche di psicolinguisti e studiosi del campo,i pregiudizi e i falsi miti che

circondano il bilinguismo e di dimostrare i benefici e i vantaggi che esso può

apportare sia ai bambini che agli adulti.

Affronterò inoltre l’educazione bilingue e i tipi di famiglie bilingue che

esistono, cercando di fornire una visione più chiara al riguardo.

Concluderò la mia tesi raccontando la mia esperienza bilingue che, seppur

tardiva, mi ha sicuramente apportato innumerevoli benefici, rendendomi una persona

più completa.

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CAPITOLO I

Il Bilinguismo e le sue classificazioni

Il bilinguismo costituisce la forma più semplice di multilinguismo (chiamato

anche “ plurilinguismo” ) il quale si contrappone al monolinguismo, ovvero la

capacità di parlare una sola lingua.

Le definizioni di bilinguismo sono numerose, molteplici e alcune discordanti. Il

bilinguismo essendo un fenomeno complesso non può essere racchiuso e ridotto ad

una semplice definizione esaustiva. Il termine “ bilingue “ può essere usato per

diverse accezioni, in relazione alle situazioni e alle prospettive differenti. In generale

la definizione si orienta in due direzioni principali: il primo caso dichiara bilingue

chiunque parli più di una lingua, il secondo considera bilingue soltanto chi parla

perfettamente due lingue.

Tuttavia, la definizione più diffusa è la seguente : “ Con il termine bilinguismo

si indica una situazione complessa, dove un individuo è in grado di parlare e

comprendere due lingue diverse”. Questa condizione varia a seconda delle situazioni,

presentando diversi casi influenzati da diversi fattori. Tra i criteri principali sui quali

si basano le diverse definizioni troviamo: il grado di competenza e il modo di

apprendimento, dove quest’ultimo viene analizzato nella sua componente relativa

all’età di acquisizione delle lingue.

Essere bilingue significa parlare due lingue con la stessa padronanza di un

monolingue. La maggior parte dei linguisti definisce il bilinguismo come il processo

di due lingue e la capacità di parlare ciascuna altrettanto bene che un monolingue.

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Il linguista Leonard Bloomfield , nella sua opera Laungage2 (1933) ,denomina

il bilinguismo come “ il possesso di una competenza da locutore nativo di una

lingua”.Successivamente, nel 1953, il linguista Einar Haugen3 definisce il

bilinguismo come “ l’attitudine a produrre in un’altra lingua degli enunciati corretti

portatori di significato”; e non ultima per importanza la definizione dello scrittore

Uriel Weinreich4, autore di uno dei più significativi testi sugli studi del bilinguismo, :

“chiamerò qui bilinguismo la pratica di usare alternativamente due lingue, la

persona che si comporta in questo modo verrà definita bilingue.”

Secondo Titone5, studioso di psicopedagogia del linguaggio, come sostiene nel

suo libro, Bilinguismo precoce ed educazione bilingue, non esistono soltanto diversi

gradi di bilinguismo ma esistono anche diversi tipi di bilinguismo.

Titone afferma: “esso consiste nella capacità di un individuo di esprimersi in

una seconda lingua aderendo fedelmente ai concetti e alle strutture che a tale lingua

sono propri, anziché parafrasando la lingua nativa”. Pertanto, in relazione al

pensiero di Titone non ci si dovrebbe porre la domanda: “ Questa persona è

bilingue?” ma piuttosto “ In che modo è bilingue?”.

Abbiamo dunque stabilito che un soggetto non è più o meno bilingue , ma lo è

in modo determinato. Come possiamo notare più ci addentriamo nello studio di

questo fenomeno, più ci rendiamo conto che esistono tanti casi di bilinguismo tanti

quanti sono i bilingui.

2 L. Boomfiled , Laungage, New York, 1933. 3 E. Haugen, The Norwegian Language in America: A Study in Bilingual Behavior, University of

Pennsylvania Press, Philadelphia, 1953. 4 U. Weinreich, Languages in Contact: Findings and Problems,Reprint, Mouton, The Hague, 1963, 5 R. Titone, Bilinguismo precoce ed educazione bilingue, Armando, Roma, 1972, p. 13.

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Di conseguenza un individuo bilingue presenta le seguenti caratteristiche:

È dotato della possibilità di possedere e usare due o più lingue;

Può essere identificato con due o più culture;

È in grado di produrre e comprendere messaggi in più codici, tenendo

sempre conto del livello di competenza linguistica.

1.1 La competenza comunicativa e linguistica

Il concetto di competenza comunicativa fu sviluppato nel 1966

dall’antropologo e linguista Dell Hymes , il quale stabilisce che la competenza

comunicativa “ è la capacità del parlante di produrre e comprendere infiniti

enunciati linguistici a partire da un numero finito di regole ”. Questo studioso

sosteneva che il parlante di una lingua dovesse essere in grado non solo di applicare

in modo corretto le regole grammaticali per produrre enunciati linguistici validi,

(competenza grammaticale) ma anche di usare tali enunciati in modo consono in

rapporto al contesto comunicativo. Egli dunque affermava che una persona era dotata

di competenza comunicativa quando era capace di scegliere “quando parlare,

quando tacere, e riguardo a che cosa parlare, a chi, quando, dove, in che modo”.

Dunque la competenza comunicativa è l'abilità che il singolo ha di utilizzare le

sue conoscenze in modo appropriato rispetto al contesto socio-linguistico. A sua

volta la competenza comunicativa esige che il parlante abbia dei requisiti

fondamentali e delle conoscenze specifiche:

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la conoscenza del sistema linguistico: che corrisponde alla competenza

linguistica cioè la predisposizione dell'essere umano all'acquisizione

linguistica;

la conoscenza psicolinguistica;

la conoscenza socioculturale: il linguaggio deve essere appropriato al

contesto.

la conoscenza de facto: sapere se e in che modo qualcosa è di fatto realizzato

dalla comunità parlante quella lingua, ma non soltanto possibile.

D’altro canto per competenza linguistica si intende la conoscenza del sistema

linguistico che il parlante nativo di una lingua possiede. Il concetto fu introdotto dal

linguista filosofo Noam Chomsky, secondo il quale la competenza è il linguaggio

“ideale” che permette ai parlanti di produrre e capire un numero infinito di frasi nella

loro lingua e di distinguere frasi grammaticali da frasi non grammaticali. La

padronanza di una lingua viene infatti misurata sulla base di quattro capacità :

Comprensione,

Espressione orale,

Lettura,

Scrittura.

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In base a tale concetto si distinguono altri due tipi di bilinguismo:

1. Bilinguismo bilanciato: è presente uno stesso livello di fluenza e competenza

in entrambe le lingue.

2. Bilinguismo dominante: è caratterizzato da una maggiore competenza e

fluenza in una delle due lingue.

3. Bilinguismo sbilanciato : tipico degli immigrati, la cui lingua madre diventa

la seconda lingua mentre la lingua appresa successivamente diventa la lingua

dominante.

4. Bilinguismo passivo: è presente quando in una lingua si sviluppano tutte le

competenze mentre la lingua più debole viene compresa senza che se ne

riesca a fare un uso corretto e attivo.

Ma che cosa significa realmente parlare una lingua?

Come spiega la psicolinguista François Grosjean, se dovessimo considerare

bilingui soltanto coloro che possiedono tutte le competenze linguistiche in ciascuna

delle due lingue, la maggior parte delle persone che usano quotidianamente due o più

lingue non potrebbero considerarsi tale.

Alcuni soggetti possono avere la competenza scritta in una lingua ma non avere

la competenza orale nell’altra; e può capitare che altri individui parlino correttamente

entrambe le lingue, con livelli di competenza differenziati, senza saper né leggere né

scrivere in entrambe le lingue. Possiamo considerare rare le persone che

padroneggiano in modo eccellente, sia a livello orale e scritto, due o più lingue.

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Il livello di competenza di ogni lingua varia a seconda dell’età della persona

bilingue di cui si sta trattando: se prendiamo come esempio un bambino di 6 anni

possiamo constatare che non può sicuramente padroneggiare due lingue allo stesso

modo di un adulto.

Il bilinguismo equilibrato non è comune nella nostra società monolingue,

proprio perché non si creano delle occasioni per utilizzare sia l’una che l’altra lingua

nella vita quotidiana. Ciò ha causato uno squilibrio generale tra le due lingue; il

bilingue può avvalersi dell’uso di ciascuna lingua in ambiti differenti o in situazioni

differenti: una in famiglia e una nella cerchia lavorativa.

Riprendendo la visione dal punto di vista della competenza linguistica, il

bilingue comunica altrettanto bene che il monolingue, nella sua vita quotidiana.

Quindi bisogna in tal senso analizzare la questione del bilinguismo non dalla

prospettiva della perfezione, ma valutare con attenzione la competenza comunicativa

nella vita di tutti i giorni.

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1.2 Rapporto lingua – cultura

Ogni individuo è predisposto per natura all’apprendimento delle lingue, ma

deve trovarsi nella giusta condizione per farlo. Tutti gli esseri umani sono dotati di

un patrimonio genetico che gli consente di acquisire il linguaggio.

La lingua è un codice fondamentale e complesso, un sistema di segni che ha la

funzione di comunicare, riuscendo a comprendere l’intero campo della conoscenza

umana. La lingua è dunque un elemento costituente della cultura, che rappresenta un

insieme di abitudini, tradizioni e pratiche che caratterizzano una società, un paese,

una nazione. Ogni gruppo di persone è caratterizzato da un proprio modo di vivere,

di parlare e di instaurare dei rapporti comunicativi gli uni con gli altri. Il rapporto tra

lingua e cultura è di fondamentale importanza; poiché non esiste società umana senza

una lingua.

Una lingua è connessa essenzialmente a una dimensione sociale e parlare una

lingua consente di attingere a un fondo comune di significati, concessi al mondo da

una comunità linguistica. Riuscire a far propria un’altra lingua, permette di avere

una nuova visione del mondo, una visione sempre più ampia.

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Come diceva Georg Christoph Lichtenberg “ conoscere una lingua a fondo

significa conoscere a fondo il popolo che la parla”.

Per comprendere a pieno il fenomeno del bilinguismo non basta limitarsi ad

analizzare i meccanismi biologici dell’acquisizione del linguaggio, ma bisogna tener

conto del significato intrinseco della lingua e i suoi annessi legami sociali.

La lingua fa parte dell’identità di una persona, rappresenta il cuore della sua

identità culturale, è il segno distintivo che la contraddistingue dagli altri. Inoltre la

lingua si differenzia dal linguaggio che corrisponde alla capacità dell’individuo di

comunicare idee, emozioni e desideri per mezzo di un sistema di simboli.

Non si tratta solo di un mezzo per codificare significati ma bensì uno

strumento che ci permette di comunicare con le persone. Si parla agli altri per

convincere, spiegare, ma soprattutto per trasmettere.

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La lingua è dunque lo strumento mediante il quale la cultura si esprime. Ogni

individuo si definisce attraverso la propria appartenenza linguistica , il nostro modo

di fare, i nostri gesti, il nostro accento; la lingua fa parte della nostra identità

culturale.

Qui si nota il legame fondamentale che coesiste tra lingua e cultura, un legame

indissolubile che è alla base dell’identità di ogni individuo. Un bambino bilingue si

troverà ad acquisire le pratiche culturali, i modi di fare, il modo di vivere, di parlare,

di comunicare di due comunità linguistiche differenti. Saprà quindi comportarsi per

esempio da “ italiano” , nelle situazioni che lo richiederanno e “portoghese” nelle

altre.

La lingua è quello strumento attraverso il quale un individuo osserva il mondo

che lo circonda, con essa si muove nel mondo, decidendo come comportarsi in base

alla situazione che si viene a creare. Il bambino che cresce in contatto con due realtà

linguistiche si renderà presto conto che le visioni del mondo sono tutte relative. Il

bilingue ha di conseguenza una maggiore consapevolezza riguardo le differenze

culturali; risulta cosi essere più sensibile alla cultura e più tollerante verso gli altri,

rispetto a una persona monolingue.

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1.3 Il bambino bilingue e la lingua madre

Con il termine lingua madre o prima lingua, L1, ci si riferisce alla lingua

naturale dell’individuo che viene appresa nell’età infantile per mezzo di un processo

naturale e spontaneo denominato acquisizione linguistica. Tale acquisizione è

indipendente dall’eventuale istruzione ricevuta o che si riceverà.

Invece per L2 si intende, in materia linguistica, qualsiasi lingua che venga

appresa in una seconda fase della vita rispetto alla prima lingua. Nel concetto di L2

rientrano sia la seconda lingua acquisita, per esempio in famiglia, che una qualsiasi

lingua straniera appresa nel proprio paese, che non coincidi quindi con la lingua

materna.

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L1 Prima lingua, lingua madre, lingua nativa.

L2 Lingua d’arrivo: qualunque lingua venga acquisita dopo che la L1 si è

STABILIZZATA.

Si impara la L2 dopo la L1

L1 vs. L2 Si conosce la L2 meno della L1

Si usa la L2 meno spesso della L1

Gli studiosi affermano che il periodo più propenso all’acquisizione linguistica

di un bambino sia già a partire dei primi mesi di vita. Per imparare a parlare il

bambino deve essere messo in contatto con un altro individuo che parlandogli, gli

inneschi il processo di acquisizione del linguaggio.

Nel corso dei primi mesi il bambino si esprime con i gridolini che servono ad

attirare l’attenzione della madre, instaurando cosi le prime fondamenta del

linguaggio. In questa fase i bambini sono in grado di riconoscere anche i suoni che

non sono presenti nella loro lingua madre.

Verso i 6 mesi avviene la comparsa della lallazione: una serie di consonanti e

vocali ( “babama”,“mamama”) che rappresentano suoni presenti in tutte le lingue

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esistenti. Man mano che si va avanti nella lallazione sorgono delle differenze, per le

quali la lallazione si avvicini sempre più alla lingua che circonda il neonato.

Successivamente la lallazione tenderà a confluire nella lingua che circonda il

neonato , il quale cercherà di riconoscere soltanto i suoni appartenenti alla lingua

materna. In questa fase le capacità percettive del neonato si specializzeranno e

focalizzeranno proprio su quest’ultima al fine di sviluppare al meglio la lingua.

Inizialmente sembrerà che le capacità percettive più estese del neonato vadano perse

e che il neonato non sia più in grado di apprendere ed acquisire nuovi suoni di lingue

straniere. In realtà questa diminuzione delle capacità percettive non è irreversibile; e

con allenamento ed esercizio gli adulti possono recuperare la capacità di distinzione

che avrebbero perduto durante i primi mesi di vita.

La fase della lallazione viene seguita poi dalla fase della comprensione della

lingua che precede la fase della produzione della lingua. Il neonato manifesta i primi

segni di comprensione verso gli 8-10 mesi ,ovvero 4-5 mesi prima della produzione

della prima parola.

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Entrambe le fasi, quella della comprensione e quella della produzione, sono

due processi cognitivi distinti. La comprensione lessicale si basa su un’attività

cerebrale più globale, che coinvolge entrambi gli emisferi, mentre la produzione

lessicale coinvolge soltanto l’emisfero sinistro, quello corrispondente al linguaggio.

Gli studi, dimostrano che i bambini pronunciano la prima parola comprensibile,

tra gli 11 e i 13 mesi, vivendo ancora la fase della lallazione. Tra i 18 e i 24 mesi il

neonato riuscirà ad acquisire fino a 50 parole che costituiranno il suo primo lessico.

A partire dai 24 mesi il vocabolario dei neonati si amplia assieme alla comparsa delle

prime associazioni di parole, che segnano la fase dell’acquisizione della grammatica.

L’aumento della produzione di parole è visto come il risultato di uno sviluppo e

maturazione del cervello. Come afferma la neuropsichiatra Paule Aimard “ esso è

causato anche dalla curiosità del bambino nei confronti del mondo che lo circonda.”6

All’età di 2 anni il bambino inizierà ad acquisire la sintassi, ovvero un insieme

di regole per formare le frasi. Il bambino inizia a costruire la propria grammatica che

man mano assomiglierà sempre di più a quella degli adulti.

Questa fase è caratterizzata da errori comuni a tutti i bambini, come per

esempio la generalizzazione del participio passato: un bambino dice “ è corruto”

invece di “ è corso”.

6 P.Aimard, L’enfant et son language, SIMEP, Villeurbane, 1982.

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Secondo il linguista Noam Chomsky gli esseri umani nascono con un

dispositivo nel cervello, una struttura neuronale, chiamata Language Acquisition

Device7 ( LAD ), secondo il quale risiede una “ grammatica universale” innata.

Un’altra cerchia di linguisti è dell’opinione che la sola esposizione alla lingua

non sia sufficiente e pertanto è fondamentale un’interazione con l’ambiente

circostante affinché si formi il linguaggio.

Lo psicologo Jerome S. Bruner, oltre a sostenere l’esistenza di una “

grammatica universale”, predispone che quest’ultima sia affiancata dalla teoria del

Language Acquisition Support System (LASS).

La LASS corrisponde quindi alla sfera dell’ambiente che circonda il bambino,

composta in primis dalla famiglia, in modo particolare la madre che gli consente di

acquisire la lingua materna. I semplici riti quotidiani come per esempio di allattare il

bambino, di fargli il bagnetto, di farlo addormentare permettono alla mamma di

interagire con il bambino. Ed è proprio grazie a queste interazioni che il bambino

sarà in grado di sviluppare il proprio linguaggio.

7 N.Chomsky, Linguaggio e mente, Boringhieri, Torino 1969.

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Tabella riassuntiva:

Tabella 1 Comprensione Verbale Produzione Verbale

6 – 7 Mesi

Comprensione di routine

Lallazione

8-13 mesi

Comprensione di parole

Gesti performativi (indicare,

dare e mostrare l’oggetto)

12-13 mesi

Comprensione contestuale di

frasi

Prime parole

18-24 mesi

Comprensione di frasi non

contestuali

Frasi perno-nome

30-36 mesi

Comprensione di richieste

multiple

Frasi coordinate

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1.4 Età di acquisizione

Come abbiamo già affermato in precedenza, esistono diversi tipi di bilinguismo

e i principali si classificano soprattutto in base all’età di acquisizione. L ‘età è un

parametro fondamentale per l’apprendimento di una lingua. A tal proposito, diversi

studi hanno dimostrato che il periodo più adatto e propizio all’acquisizione di una L2

sia proprio l’infanzia, poiché il bambino riesce ad apprendere la seconda lingua in

modo più naturale rispetto ad un adulto, dotato di un sistema cognitivo più aperto e

predisposto. Sebbene in età avanzata i risultati possano essere inferiori rispetto a

quelli raggiunti da un bambino, ciò non esclude che un individuo non possa diventare

bilingue a qualsiasi età.

Premesso questo, in base all’età di acquisizione della seconda lingua, rispetto

alla prima, possiamo individuare e classificare due tipi di bilinguismo:

1. Bilinguismo precoce : l’apprendimento della L2 si verifica in tenera età ( dai

0-3 anni);

2. Bilinguismo tardivo: l’apprendimento della L2 si verifica in ambito

scolastico, solitamente a patire dal sesto o settimo anno.

Quello che consigliano i linguisti e gli psicologi è che l’acquisizione avvenga

in età precoce, l’unica che garantirebbe il perfetto equilibrio tra le due lingue.

Numerosi studi hanno dimostrato che, durante i primi anni di vita, il cervello umano

sia dotato di una massima plasticità 8, che permette al bambino di imparare a

8 Per “Plasticità cerebrale” si intende la capacità dell’encefalo di modificare la propria struttura e le proprie funzionalità a seconda dell'attività dei propri neuroni, correlata ad esempio a stimoli ricevuti

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utilizzare le strutture linguistiche con una certa facilità. È proprio durante questo

periodo che il cervello sarebbe soggetto ad una crescita esponenziale, con tempi di

sviluppo che variano a seconda delle aree celebrali.

Secondo lo studioso canadese Jean Grosjean9 invece, “è scientificamente

provato che l’apprendimento di una seconda lingua nella prima infanzia consente

cioè di ampliare gli orizzonti e favorisce l’apertura mentale:una persona multilingue

si sentirà a suo agio in un ventaglio più ampio di situazioni” …..e che “la causa

diretta del bilinguismo del bambino è dunque sempre il bisogno di comunicare con

persone che non parlano tutte la stessa lingua”.

A secondo dell’età di acquisizione e del contatto linguistico avvenuto le lingue

possono essere acquisite nei seguenti modi:

Simultaneo: l’acquisizione della L1 e L2 avviene contemporaneamente ciò

vuol dire che le due lingue sono presenti sin dalla nascita. Il bambino

simultaneo riesce a differenziare le due lingue sia a livello grammaticale che,

formale e funzionale. Inoltre il bambino che ha acquisito la L2 in età precoce

ha sicuramente una padronanza maggiore delle due lingue in relazione alle

varie situazioni. Una capacità che gli permette di mutare il proprio

comportamento linguistico in base all’interlocutore che ha davanti.

Consecutivo: l’acquisizione della L2 avviene dopo i 3 anni. La L1 e la L2

sono state apprese in tempi diversi e solitamente la L1 viene parlata in ambito

familiare mentre la L2 in ambiti più formali, come per esempio a scuola.

dall'ambiente esterno. Questa capacità, che si esprime in gradi e modi diversi in tutto il sistema nervoso. 9 Jean Grosjean, psicolinguista contemporaneo, (1912-2006).

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Un’educazione bilingue precoce simultanea è sicuramente la più indicata e

consigliata se l’obiettivo è quello di offrire al proprio bambino una maggiore

competenza linguistica, che gli consentirà di avere una maggiore apertura ed

elasticità mentale oltre ad una predisposizione ad interagire con altre culture e popoli.

1.5 Organizzazione cognitiva

Alcuni ricercatori e studiosi sono del parere che possa esistere una superiorità

cognitiva soltanto in presenza di casi di bilinguismo equilibrato. Uno dei sostenitori

di questa tesi è lo studioso Lewis Balkan che mediante test specifici chiamati BASC

( Batterie d’aptitudes scolaires collectives) afferma che un bilingue, a confronto con

un coetaneo monolingue di pari quoziente intellettivo, avrebbe un livello maggiore di

plasticità verbale e percettiva.

Il bilinguismo si può dividere in bilinguismo “ composto” e bilinguismo “

coordinato”, secondo il modo in cui le due lingue coesistono in uno stesso individuo.

Bilinguismo

Bilinguismo

composto

Bilinguismo

coordinato

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Parliamo di bilinguismo composto quando la seconda lingua è stata appresa e

vissuta esclusivamente attraverso la mediazione della prima lingua o lingua materna.

Purtroppo i metodi tradizionali d’apprendimento delle lingue, incentrati sullo studio

teorico delle regole grammaticali e la traduzione di testi scritti, sono ancora alla base

dell’insegnamento nelle scuole.

Un metodo di istruzione che permette di acquisire un vocabolario specifico e

ricco, ma allo stesso tempo la L2 risulta più artefatta e perciò lontana da quella di un

autoctono. Conseguenza di un sistema linguistico che si è radicato e formato su un

altro sistema linguistico, con risultati spesso poco ottimale. Due lingue hanno sempre

qualcosa in comune o almeno un campo comune, ma più il terreno comune è ridotto,

più il discorso del bilingue “ composto” nella sua seconda lingua sarà lontano da

quello di un autoctono.

Parliamo invece di bilinguismo coordinato quando, al contrario, la persona

bilingue ha acquisito la seconda lingua (L2) riuscendo ad utilizzarla come mezzo di

comunicazione in un contesto naturale, sviluppando un insieme di abitudini mentali

che si rifanno a un sistema linguistico indipendente da quello della lingua madre.

Pertanto il bilingue trovandosi a tradurre da una delle due lingue, non si atterrà alle

singole parole del testo, ovvero non adotterà “ l’equivalente di traduzione”, ma bensì

cercherà di comprendere il concetto di base del discorso, trovare un idea più vicina e

verosimile a quel concetto, per poi tradurla ed esprimerla nell’altra lingua.

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Alcuni pensano che i bilingui composti siano traduttori migliori rispetto ai

bilingui coordinati, perché quest’ultimi non sono in grado di attenersi al testo

originale e quindi di apportare solamente una loro interpretazione personale.

Ovviamente l’opinione si divide al riguardo proprio perché tutto dipende

strettamente dall’idea che si ha dell’arte di tradurre. Il bilinguismo per eccellenza è

senza ombra di dubbio quello di tipo coordinato, quello che ambiscono la maggior

parte degli individui bilingui. Gli studiosi affermano che per raggiungere e

conquistare un vero bilinguismo coordinato, esso deve avere alla base due fattori:

Il modo in cui è stata acquisita la L2.

L’età dell’apprendimento della L2.

Concludendo, è un bilingue coordinato “ ogni individuo che comprende e parla due

lingue con una facilità ed un livello paragonabili a quelli di un autoctono di simile

origine sociale e culturale”.

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CAPITOLO 2

I Vantaggi e i pregiudizi del Bilinguismo

Il 20 settembre 1980 il Consiglio regionale della Valle d’Aosta ha inoltrato una

petizione ufficiale al governo italiano con l’intenzione di proporre all’Assemblea

generale delle Nazioni Unite di aggiungere le seguenti clausole alla Dichiarazione

dei diritti dell’uomo.

Pertanto ogni individuo ha diritto:

Alla conoscenza approfondita della lingua materna,

Alla conoscenza utile di una lingua viva di comunicazione mondiale, che le

consenta di partecipare pienamente e direttamente alla cultura mondiale e al

dialogo universale.

Nel mondo globalizzato, in cui oggi viviamo, conoscere più di una lingua è

fondamentale, ed acquisirle in età infantile garantisce dei risultati più soddisfacenti.

Recenti studi hanno dimostrato che il cervello dei bilingui avrebbe una maggiore

quantità di materia grigia, in particolare nella zona che controlla le funzioni

esecutive, capacità cognitive come il problem solving, o la modulazione della propria

attenzione. Crescere in una famiglia bilingue offre numerosi benefici: ad esempio,

come dimostrano gli studi, nel loro cervello sono costantemente attive entrambe le

lingue, dando vita ad una competizione linguistica che modifica le loro connessioni

cerebrali migliorandone le capacità cognitive, contribuendo allo sviluppo di un

linguaggio fluente e rendendo più facile l’apprendimento di nuove abilità.

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Il bilinguismo risulta anche essere una risorsa importantissima per quanto

riguarda la salute: esso sarebbe in grado di contrastare l’insorgere di malattie

neurodegenerative, ritardando dunque di quattro o cinque mesi, la comparsa

dell’Alzheimer.

Un bambino bilingue non sarà soltanto avvantaggiato in termini professionali,

ma conoscere più lingue è anche un beneficio dal punto di vista culturale ; i bilingui

sono persone più tolleranti verso le altre culture e questo permette loro di acquisire

diversi punti di vista. Non a caso si dice che due lingue equivalgono a due visioni del

mondo.

Gli aspetti positivi del bilinguismo variano a seconda del punto di vista:

Dal punto di vista metalinguistico;

Dal punto di vista cognitivo;

Dal punto di vista comunicativo;

Dal punto di vista culturale.

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2.1 Capacità metalinguistica

Definizione

“ La capacità metalinguistica è quella capacità di riflettere sulle forme e

sulle strutture linguistiche che si utilizzano. La conoscenza metalinguistica sulla

struttura fonologica del linguaggio permette di percepire, identificare e

distinguere sillabe e fonemi”.

Avere la possibilità di gestire due lingue sin dalla nascita apporta degli effetti

sia in campo linguistico e non linguistico. Ricordiamo che l’apprendimento delle

lingue in età infantile è di fondamentale importanza. Uno dei tanti effetti è

sicuramente una maggiore conoscenza spontanea della struttura del linguaggio.

I bambini bilingue hanno la capacità spontanea e naturale di individuare e

distinguere la struttura e il funzionamento delle lingue. Il fatto stesso di avere a

disposizione due sistemi linguistici predispone la loro attenzione a tutti gli aspetti che

costituiscono alla struttura del linguaggio, dalle parole, ai suoni e alle frasi.

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Essi inoltre sono in possesso di due vocabolari per esprimere la stessa cosa e

altrettante strutture per esprimere lo stesso concetto e questo permette loro di avere

anche una maggiore capacità nel distinguere tra forma e significato. Inoltre i bambini

bilingue hanno maggiori capacità di apprendimento delle lingue e un apprendimento

precoce delle abilità di lettura e facilitazione tra una lingua e l’altra.

Di conseguenza la conoscenza intuitiva della struttura delle lingue avvantaggia

i bambini bilingue nell’apprendimento di una terza o quarta lingua.

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2.2 Sviluppo cognitivo

Il bilinguismo nei bambini, è stato dimostrato, ha grandissimi effetti sullo

sviluppo cerebrale, che vanno ben oltre l’apprendimento in sé di due o più lingue.

Recenti studi hanno evidenziato degli effetti benefici del bilinguismo su bambini e

adulti. Lo studio più conosciuto e prestigioso è quello condotto da Ellen Bialystok ,

docente dell’università di York e socia del Rotman Research Institute, che dimostra

che i bambini che parlano due lingue sin dalla nascita hanno maggiori capacità di

concentrazione e sono più portati a gestire diversi compiti nello stesso tempo.

Gli stessi effetti si sono,allo stesso tempo ,dimostrati anche nelle persone che

studiano e parlano una lingua straniera da ragazzo o da adulto. Quindi utilizzare

diverse lingue in un breve arco di tempo o durante la stessa conversazione allena il

cervello, aiuta la memoria e rende naturalmente più flessibili, attenti e più reattivi.

La vera è propria scoperta di questa ricerca sarebbe che parlare più di una

lingua restituisca maggiori energie e maggiori capacità cognitive sul lungo periodo.

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Gli effetti benefici sono dunque amplificati nel momento in cui si parlano e si

utilizzano almeno due lingue nella vita di tutti i giorni o sul lavoro.

Sempre su questo argomento verte lo studio di Judith Kroll, psicologa alla

Penn State University, il quale dimostra che i bambini bilingue affrontano con più

facilità e con maggior successo la gestione di più compiti contemporaneamente.

Questo studio ha finalmente sfatato il mito secondo il quale essere a contatto con due

o più lingue, sin dall’infanzia, possa creare confusione o un rallentamento cognitivo

nei primi anni di vita del bambino. Lo studio dimostra esattamente il contrario,

sostenendo che il bilinguismo può essere soltanto una fonte positiva sullo sviluppo

del potenziale intellettivo dei bambini.

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2.3 Capacità comunicative

Come abbiamo già affermato i bambini bilingue sono dotati di due vocabolari

che riescono a gestire e a mantenere separati grazie al “decentramento cognitivo”10

ossia la capacità del soggetto di uscire dal proprio schema di riferimento esistenziale.

I bilingui hanno maggiore consapevolezza dei codici linguistici e maggiore

capacità di distinzione delle differenze tra due lingue e le loro rispettive costanti e

variabili del linguaggio in generale. Inoltre essi hanno una maggiore sensibilità

comunicativa che permette loro di calarsi meglio nei panni dell’altro nel processo

comunicativo, quando si tratta di scegliere la forma espressiva più idonea. La

necessità di passare da una lingua ad una’altra mantiene il cervello in allenamento e

10

Il “ decentramento cognitivo” si basa sulla capacità del soggetto di uscire dal proprio

schema di riferimento esistenziale e valoriale. Il decentramento cognitivo è una modalità

flessibile di acquisizione della relatività (flessibilità cognitiva e solidità emotiva).

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di impiegare la stessa prontezza di riflessi allo sviluppo di altre competenze, come

ad esempio la capacità mnemonica, la creatività e la rapidità nel problem solving.

Conoscere più lingue favorisce inoltre una maggiore consapevolezza degli

aspetti pragmatici della lingua, ovvero cosa comunichiamo attraverso il linguaggio. Il

risultato è una comunicazione più chiara ed efficace.

Il vantaggio risiede anche nell’avere genitori di diversa nazionalità , in questo

caso i bambini nel divenire bilingui, hanno la piena possibilità di comunicare con

ciascun genitore nella lingua preferita. Per il genitore poter parlare nella loro lingua

madre con i propri figli è importantissimo, così facendo riuscirebbero a trasmettere la

loro cultura oltre che al loro passato.

Inoltre secondo la psicolinguistica moderna, il bilinguismo contribuisce in

maniera decisiva a favorire un rapporto più sviluppato con la realtà semantica del

linguaggio. Il bilinguismo stimola anche alla formazione di costruzioni più complete

e ricercate delle linguistiche grammaticali di una determinata lingua. Ciò comporterà

poi una maggiore sensibilità linguistica, dal momento che essi valutano con

attenzione quale lingua usare nelle diverse situazioni, essendo più coscienti dei

bisogni comunicativi del loro interlocutore. Nel momento in cui si rapporteranno

con altre persone, i bilingui saranno ascoltatori più pazienti rispetto ai monolingui.

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2.4 Vantaggi culturali

Come abbiamo potuto constatare, studiare le lingue, a qualsiasi età, apporta

numerosi benefici. Oltre ai vantaggi pratici più evidenti, il bilinguismo favorisce

un’apertura mentale, comprensione e tolleranza nei confronti degli altri, con una

conseguente curiosità verso le culture e tradizioni straniere, amplia la prospettiva e

la visione del mondo, suscita un maggiore interesse verso le lingue ed il linguaggio.

Imparare più lingue non arricchisce soltanto il bagaglio culturale di una

persona ma anche la personalità, che diventa quindi frutto di due culture, due modi di

vivere e di pensare. Una persona bilingue non potrà mai sentirsi estraneo al mondo

ma soltanto parte integrante di un mondo sempre più multiculturale e aperto.

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2.5 Pregiudizi e falsi miti sul bilinguismo

Crescere apprendendo due lingue, non rientra ancora nella norma della nostra

società, e il bilinguismo è ancora circondato da pregiudizi e disinformazione,

nonostante i dati stimino che circa la metà della popolazione oggi è bilingue; un dato

importantissimo che non può essere tralasciato.

Motivo per il quale è importante e fondamentale avere una corretta

informazione sul fenomeno: capire quali sono i pregiudizi comuni che lo circondano,

ma allo stesso tempo, comprendere i vantaggi che esso offre al cervello del bambino

bilingue.

Molti purtroppo sono ancora dell’idea che imparare due o più idiomi comporti

un sforzo cognitivo eccessivo per il cervello del bambino e che queste due lingue

privino spazio e risorse allo sviluppo cognitivo generale.

I pregiudizi negativi sono ancora numerosi e la preoccupazione più diffusa e

comune dei genitori bilingui è quella che i bambini confondano le due lingue e che

non riescano ad avere una padronanza piena di nessuna delle due lingue. Una recente

ricerca ha innanzitutto screditato quest’ ipotesi e ha inoltre dimostrato che i bambini

bilingue sono in grado di riconoscere e successivamente distinguere le due lingue da

altre lingue a loro non familiari.

La ricerca, non solo ha contribuito a sfatare i pregiudizi negativi sul

bilinguismo, ma anche a dimostrare che un’educazione bilingue nei bambini

comporta, in aggiunta ai benefici cognitivi precedentemente menzionati, benefici di

altro tipo come: l’accesso a due culture, una maggiore tolleranza e rispetto verso il

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prossimo e le altre culture, futuri vantaggi nel mercato del lavoro, sul modo di

pensare e di agire nelle varie situazioni.

Dunque il compito è quello di fare luce sull’argomento ed è giusto essere a

conoscenza dei preconcetti negativi che circondano il bilinguismo, proprio per

garantire una corretta visione del fenomeno.

Acquisire ed imparare due o più lingue richiede uno sforzo eccessivo per un

bambino?

I test e le ricerche sullo sviluppo cognitivo dei bilingui, dimostrano che i

bambini sono perfettamente in grado di imparare ed acquisire due o più lingue

contemporaneamente senza particolari difficoltà e sforzi.

Infatti secondo la ricerca, il cervello umano è capace di gestire due o più lingue

sin dalla nascita. L’apprendimento delle lingue durante la prima infanzia è un

meccanismo naturale, che non comporta alcun tipo di sforzo, sia che si tratti di una

sola lingua, che di più lingue contemporaneamente.

I bambini, sia monolingui che bilingui, sono dotati di un predisposizione innata

all’acquisizione del linguaggio, e di conseguenza all’apprendimento delle lingue

senza sforzo e senza aver bisogno di un’istruzione esplicita alla base.

Come abbiamo già affermato in precedenza, questa capacità però, diminuisce a

partire dalla fine della prima infanzia, verso i 5-6 anni, fino al periodo

dell’adolescenza ovvero verso i 12 anni. Motivo per il quale, i genitori che

desiderano trasmettere il loro bilinguismo, devono sfruttare il periodo della

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primissima infanzia, periodo più propenso, secondo gli studiosi, per l’apprendimento

delle lingue.

Il Bilinguismo è utile solo se entrambe le lingue sono ad alta diffusione?

Sfatiamo anche questo mito, il Bilinguismo è sempre utile, sia che le lingue

apprese siano ad alta diffusione, ovvero parlate da una percentuale maggiore di

persone, sia che siano lingue minoritarie. Ogni lingua è importante

indipendentemente dal suo tasso di diffusione nel mondo, e proprio per questo si

dovrebbe incoraggiare l’apprendimento delle lingue minoritarie, al fine di evitarne la

scomparsa.

Non è importante quale lingua imparare, il fatto stesso di conoscere due o più

lingue, resta comunque un vantaggio e un privilegio fondamentale,

indipendentemente da quali esse siano.

Il bilinguismo non può che apportare benefici, vantaggi culturali oltre che

cognitivi senza sottrarre importanti risorse cognitive allo sviluppo generale della

persona.

È vero che il bilinguismo rallenta lo sviluppo del linguaggio del bambino e che

quest’ultimo non avrà mai la stessa competenza in entrambe le lingue?

La ricerca conferma che il bilinguismo non causa in alcun modo difficoltà di

apprendimento o disturbi del linguaggio. Il bilinguismo non ritarda né danneggia lo

sviluppo del linguaggio del bambino. Solitamente il bambino bilingue può avere uno

sviluppo del linguaggio più lento rispetto a quello di un bambino monolingue,

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usando il linguaggio leggermente più tardi e usufruendo di un vocabolario meno

ampio e ricco in entrambe le lingue. In ogni caso il bambino bilingue recupera in

fretta, e seppur con una tempistica diversa, anche lui completa le fasi di sviluppo

arrivando al traguardo, compiendo lo stesso percorso di un bambino monolingue.

Un altro pregiudizio sarebbe che i bambini bilingui non riescano a raggiungere

la stessa competenza linguistica in entrambe le lingue, ma questo non è

assolutamente vero. Può anche darsi che il bilinguismo comporti inizialmente un

leggero rallentamento nello sviluppo linguistico nella primissima infanzia, ma è

solamente una situazione momentanea, proprio perché come abbiamo stabilito in

precedenza, questo ritardo viene poi colmato dall’istruzione, ovvero tramite la

scuola.

Ai bambini bilingue può succedere di mischiare le due lingue e di non riuscire a

separare i due sistemi linguistici?

Questo è un mito da sfatare. È vero che i bambini tendono a volte a mischiare

le lingue ma ciò va affrontato come una fase momentanea e naturale dello sviluppo

della seconda lingua, che scomparirà nel tempo.

Spesso può accadere che i bambini bilingui si ritrovino a usare termini di una

lingua quando stanno parlando nell’altra lingua. Questo fenomeno è molto diffuso e

caratteristico del modo di parlare dei bilingui e perciò non deve essere fonte di

preoccupazione. Il fatto stesso che un bambino usi, per esempio, un temine italiano

mentre parla in francese, non significa che non ricorda la parola corrispondente in

francese, ma magari ha preferito utilizzare il vocabolo italiano per esprimere quel

determinato concetto.

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Si possono verificare delle situazioni in cui il bilingue passa da una lingua

all’altra all'interno della stessa conversazione, e talvolta mescolando le lingue nella

stessa frase, o addirittura nella stessa parola.

Questi fenomeni si identificano con il termine Code-switching11

e Code-

mixing12

ed entrambi si riferiscono al mescolamento di due lingue ma in modo

diverso:

Code-switching e’ il mescolamento di due lingue da parte di una persona che

parla bene entrambe le lingue e che usa quest’espediente per essere piu’

efficace nella propria comunicazione o per trasmettere dei messaggi

complessi, quali per esempio l’appartenenza ad un certo gruppo sociale.

Code-mixing invece e’ il meccanismo, utilizzato da grandi e bambini, e

consiste nel prendere in prestito parole e strutture grammaticali dalla

lingua nativa per supplire alla loro incapacità di esprimersi nella seconda

lingua.

Questi due fenomeni però si verificano in diversi punti del discorso:

11

Mescolanza di due lingue da parte di una persona che parla correttamente i due idiomi e

che usa questo espediente per essere più efficaci nella propria comunicazione o per

trasmettere dei messaggi complessi. Un esempio di code-switching è il fatto stesso di

utilizzare questa parola all’interno della mia frase invece di creare un equivalente in italiano.

12

Code-mixing ovvero la mescolanza di morfemi, parole, frasi originariamente appartenenti

a sistemi linguistici differenti, ma utilizzati nello stesso enunciato. Il “mixare” una lingua

con l’altra per colmare le lacune lessicali o sintattiche rispecchia la flessibilità dei bilingui

che usano tutte le loro risorse linguistiche per soddisfare il bisogno di comunicare.

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Tra le frasi : il fenomeno prende il nome di code-switching ( o alternanza di

codice);

All’interno della frase: il fenomeno prende il nome di code-mixing ( o

enunciazione mistilingue ).

Come abbiamo detto queste situazioni sono molto comuni e naturali per i

parlanti bilingui, sia per quanto riguarda i bambini che gli adulti. Le ricerche

effettuate sul “Code-switching” dimostrano che lo scopo sarebbe quello di ottenere

particolari effetti comunicativi.

Infine se un bambino mescola le lingue, non vuol dire che sia confuso, anzi la

ricerca dimostra che il meccanismo di mescolanza dei codici linguistici non avviene

casualmente, ma in genere obbedisce e si rifà ad una rigorosa grammatica. Il Code-

mixing ma anche il Code-switching, vengono considerati, da alcuni, una risorsa per

mezzo della quale i bilingui riescono ad esprimere la propria identità, in modo quasi

sempre inconsapevole.

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È vero che il bilinguismo ha ripercussioni negative sul rendimento scolastico?

Un altro luogo comune sarebbe quello che il bilinguismo causi ripercussioni

negative sull’apprendimento scolastico. Ma questo non è assolutamente vero, questo

è soltanto frutto della disinformazione che è ancora molto diffusa sull’argomento.

Spesso le eventuali difficoltà di apprendimento del bambino, che si possono

naturalmente verificare durante il percorso, vengono per errore ricondotte al

bilinguismo, portando cosi le famiglie a optare per la sola acquisizione di una lingua.

Purtroppo i genitori bilingui, avendo una visione confusa e poco chiara del

fenomeno e spinti dal desiderio di proteggere i propri figli, decidono di rinunciare al

sogno bilingue.

Diversi studi hanno dimostrato che lo sviluppo bilingue offre numerosi benefici

a livello cognitivo rendendo i bambini più predisposti all’apprendimento di altre

lingue straniere. Ribadiamo quindi a tutti che il bilinguismo non ha alcuna influenza

negativa sull’esperienza scolastica dei bambini bilingue, evitiamo dunque di far

diffondere un messaggio sbagliato nella società.

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CAPITOLO 3

Educazione bilingue e tipi di famiglie

In una società multiculturale come la nostra, il numero di famiglie in cui i

genitori parlano due lingue diverse ,o famiglie con genitori della stessa nazionalità

ma che vivono all’interno di una comunità nella quale la lingua parlata dalla

maggioranza delle persone è un’altra, è sempre più alto.

Le famiglie nutrono il desiderio di trasmettere il proprio bilinguismo ai figli,

con lo scopo di arricchire il loro bagaglio culturale e al fine di garantirgli un’identità

culturale più completa possibile.

Fornire ai propri figli un’educazione bilingue non è un compito semplice, anzi

è un processo molto complesso che richiede una dedizione particolare. Possiamo

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dunque affermare che crescere i propri figli bilingui esige alla base una forte

motivazione, seguita da molta pazienza e determinazione, prerogative necessarie per

un buon raggiungimento dell’obiettivo.

La semplice esposizione alle lingue non è sufficiente e pertanto il bambino

deve essere motivato e seguito durante tutto il percorso. Evitare quindi di insistere o

di mettere il bambino in condizioni imbarazzanti che potrebbero provocare in lui un

atteggiamento negativo e di rifiuto verso la lingua.

Affinché un bambino cresca bilingue, è fondamentale un’esposizione

sufficiente ad entrambe le lingue, in modo tale da procurargli frequenti occasioni

d’uso e stimoli a parlare entrambe le lingue. Pertanto i genitori devono mobilitarsi in

tal senso, fornendo ai bambini tutti i mezzi utili possibili, come ad esempio la visione

di video o di canali nella lingua in questione, al fine di garantirgli un’esposizione

cospicua e soprattutto diversificata.

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3.1 Educazione bilingue

L’educazione bilingue di un bambino è un impegno continuo che i genitori si

prefissano di raggiungere. Questo percorso sarà formato da varie tappe, ognuna delle

quali sarà di fondamentale importanza per il raggiungimento dello scopo. L’obiettivo

dei genitori deve essere quello di sfruttare da un lato il potenziale e la risorsa che

hanno tra le mani, ovvero il loro bilinguismo, e dall’altro lato la capacità del

bambino di acquisire due lingue contemporaneamente, crescendo con due lingue

materne.

Lo sviluppo del bambino bilingue è identico a quello del bambino monolingue,

seguendo le stesse tappe e modalità, con una leggera differenza, ovvero il bilingue si

ritrova ad acquisire due lingue anziché di una. È giusto sapere che esistono delle

circostanze specifiche che favoriscono un’educazione bilingue. Tali circostanze sono

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collegate ad una serie di fenomeni che danno vita successivamente a strategie che

adotteranno i genitori per aumentare le possibilità di successo.

Sostanzialmente il bambino deve essere motivato ad imparare le lingue con la

conseguente possibilità oggettiva e quindi reale di farlo. Affinché ciò si realizzi

devono essere presenti:

La possibilità : bisogna fornire un ambiente linguistico ricco con

numerose forme di contatto con le lingue in questione.

La necessità: il bisogno e lo scopo che è alla base del bilinguismo deve

essere sempre presente e mai trascurato.

Il piacere: il tutto deve avvenire nel rispetto del bambino: l’educazione

bilingue deve essere collegata ad un piacere che il bambino associa alle

lingue.

Per far si che l’educazione bilingue prenda effettivamente piede, occorre tener conto

di alcuni punti:

Il bambino deve essere al primo posto: il bambino deve vivere

positivamente e non in modo forzato l’educazione bilingue.

La separazione funzionale delle lingue può essere utile sia al bambino che

al genitore aiutando entrambi a usare separatamente le lingue.

Se una delle due lingue è svantaggiata e quindi vista come lingua

minoritaria, il suo uso deve essere sicuramente incentivato e rafforzato da

parte del genitore di quella lingua.

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Il bilinguismo può essere rinforzato da contatti esterni con situazioni

monolingui della lingua debole o anche da contatti con altre persone

monolingui nella stessa lingua.

È utile che i genitori abbiano entrambi una buona competenza in

entrambe le lingue.

Non bisogna demordere se il bambino presenta alcune difficoltà in una

lingua, si tratta di solito di momenti transitori che possono essere superati con

l’aiuto dei genitori.

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3.2 I Metodi principali alla base dell’educazione bilingue

Trasmettere la propria lingua madre al proprio bambino, sperando che diventi

parte della sua vita e offrendogli l’opportunità che cresca bilingue dalla nascita è un

vero e proprio impegno quotidiano,che richiede una quantità incredibile di energie e

di tempo. Non si può trascurare ne tantomeno incaricare qualcun’altro, perché c’è

solo un modo per crescere un bambino bilingue ed è fare in modo che la lingua

diventi parte integrante della famiglia. Per questo il compito è solo nelle mani dei

genitori, sono loro che decidono e fanno in modo che ciò accada.

Crescere i bambini bilingui non è assolutamente facile, di qualunque situazione

o caso si tratti, e per questo bisogna scegliere il metodo più consono per la propria

famiglia e seguirlo poi con costanza e dedizione.

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I metodi più impiegati e diffusi sono i seguenti:

1) Una Persona Una Lingua (OPOL, One Person One Language): con questo

metodo ogni genitore parlerà sempre ed esclusivamente la sua madrelingua

con il bambino.

E’ uno dei metodi più utilizzati, ma va in oltre detto che è efficace solo se il

bambino entra in contatto con la lingua per un tempo considerevole,

quotidianamente e in diversi contesti o situazioni. Questo risulta difficile se

uno dei due genitori è poco presente in casa.

2) Lingua Minoritaria a Casa (Minority Language At Home, MLAH): con

questo metodo la famiglia si impegna a comunicare soltanto ed

esclusivamente nella lingua minoritaria. Lo scopo è quello di rafforzare la

lingua minoritaria dandole lo stesso prestigio della lingua dominante o L1.

L’unico svantaggio potrebbe essere quello che il bambino sia soggetto a un

apprendimento più lento, della lingua dominante, rispetto a quello dei suoi

coetanei.

Tuttavia è pur sempre una fase transitoria, che rientrerà non appena il

bambino comincerà a frequentare il mondo della scuola, dove gli insegnati

avranno il compito di colmare le lacune che si erano venute a creare,

favorendo quindi l’acquisizione e padronanza piena della L1.

3) Un modello personalizzato per ogni famiglia. In questo caso i genitori

avranno il compito di scegliere che tecniche usare per favorire il bilinguismo

del bambino e tenendo conto del tempo che ciascuno di essi può dedicargli.

La regola fondamentale è quella di scegliere un metodo, sin dal principio, e

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poi avere la costanza di attenervisi con dedizione. I genitori dovranno

stabilire quale lingua parlare in ogni circostanza: per esempio a casa si parla

la L1 e fuori casa la L2 e cosi via.

Concludendo, è importante avere un metodo ed esserne consapevoli, al fine di

favorire un’educazione bilingue.

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3.3 Tipi di famiglie

Secondo gli studi, effettuati sulle situazioni familiari bilingui, e ricollegandoci

al pensiero di autori quali Harding-Esch e Philip Riley13

,possiamo classificare le

tipologie di famiglie in base a tre principali parametri:

Se i genitori hanno o meno la stessa lingua materna,

Se la lingua della comunità in cui vivono coincide con quella di uno dei

genitori,

In che lingua parlano i genitori al bambino.

La Dottoressa Susanne Mahlstedt fornisce, schematicamente, due profili

contrapposti, sia quello della famiglia con maggiori probabilità di successo che

quello con minori probabilità. Il primo caso avrebbe le seguenti caratteristiche:

13 Harding, Riley, “ The bilingual family”, 1986.

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entrambi i genitori praticano in modo cosciente e responsabile l’educazione

bilingue, facendo uso del metodo OPOL (one persone, one language),

la L2 ha un alto prestigio,

il genitore della L2 ha un forte legame con la sua lingua e cultura.

Il secondo caso invece presenta queste caratteristiche:

nessuno dei due genitori praticano l’educazione bilingue,

una delle due lingue ha un basso prestigio,

i genitori non hanno un legame solido con le loro lingue e culture.

Questi rappresentano i due casi estremi ma esistono casi intermedi caratterizzati da

diversi fattori.

Il caso dei figli di genitori immigrati della stessa nazionalità

Questo risulta essere il caso più semplice dove il bilinguismo del bambino si

sviluppa in modo naturale indipendentemente dall’influenza dei genitori. Il bambino

sarà per, necessità, spinto a parlare in una lingua con i genitori a casa, e nell’altra

nella sfera scolastica e fuori casa. In questo caso entrambi i sistemi e le funzioni

linguistiche sono ben definite dal momento che ricoprono due situazioni differenti

della vita del bambino. Problematiche vere e proprie non si presentano in questo

caso: non si pone il problema della scelta della lingua da parlare a casa, non c’è

ragione che i genitori utilizzino una lingua diversa da quella materna e, non hanno

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neanche la preoccupazione che il bambino non acquisisca la lingua del Paese

d’accoglienza, sarà un processo più che naturale.

Il loro unico compito sarà quello di favorire e creare un clima il più positivo

possibile per lo sviluppo del bilinguismo, e allo stesso tempo accettare che la lingua

locale avrà sicuramente un ruolo indiscusso nella vita del bambino.

Il caso delle coppie miste che vivono nel paese di uno dei due coniugi

Questo caso, rispetto a quello precedente, è un realtà molto più precaria dove il

successo è a carico dei genitori stessi. Sicuramente un matrimonio misto è sempre e

comunque una fortuna che permette ad entrambi i coniugi di acquisire una cultura

nuova. Nella maggior parte dei casi le coppie miste decidono di vivere nel paese di

uno dei due coniugi, e questa scelta inizialmente può creare una situazione di

disuguaglianza. Gli studi hanno stabilito che esistono più casi in cui è la moglie che

vive nel paese del marito piuttosto che il contrario.

Se questa situazione viene accettata positivamente da entrambi i genitori, lo

sviluppo del bilinguismo non avrà alcun tipo di ostacolo. Invece se la disuguaglianza

linguistica è tale da creare situazioni di scontro e di tensione all’interno della

famiglia, sarà inevitabilmente il bambino a rimetterci in prima persona.

Dunque l’unica soluzione è quella che i genitori accettino il fatto che le due

lingue abbiano, nella vita del bambino, due funzioni diverse.

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Il caso di genitori di diversa nazionalità in un terzo Paese

Questa situazione ha caratteristiche comuni con quella delle coppie miste che

vivono nel Paese di uno dei due coniugi. In questo caso potrebbero verificarsi tre

ipotesi: il bambino potrebbe diventare trilingue, bilingue o addirittura rimanere

monolingue se i genitori non sentono il bisogno di trasmettere il proprio bilinguismo.

La scelta spetta quindi ai genitori che decidono quali lingue il bambino deve

imparare. L’unico modo possibile per riuscire nell’intento è che il contatto del

bambino con la lingua interessata deve essere stabilita sin dall’inizio affinché quella

lingua diventi così un veicolo naturale di comunicazione. Possiamo dunque

concludere ricordando che è bene limitare il numero delle lingue da insegnare al

bambino, assicurando la continuità delle lingue prese in considerazione.

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CAPIOLO 4

La mia esperienza bilingue

Un contesto più personale di questa indagine sul bilinguismo è rappresentato

dalla mia esperienza, essendo io cresciuta in una famiglia composta da madre

portoghese e padre italiano. Motivo per il quale in questo capitolo vorrei raccontare

la mia esperienza bilingue che, seppur tardiva, ha arricchito la mia personalità,

rendendomi una persona più completa. Parlando per conto della mia esperienza

personale ho riscontrato che il bilinguismo, sfatando tutti i miti che lo circondano, è

una risorsa importantissima per ogni individuo.

Personalmente mi ritengo una persona fortunata e, il fatto stesso di

riconoscerlo, mi spinge a motivare il prossimo, mettendo a disposizione la mia

esperienza personale. Come ho già annunciato all’inizio, il mio è un bilinguismo

tardivo, ciò vuol dire che l’acquisizione della L2 è avvenuta in tarda età. Secondo gli

studi, solitamente, in questo caso avviene prima l’acquisizione della lingua madre e

solo successivamente la seconda lingua, che viene introdotta nell’ambiente del

bambino dopo i 3 anni ( consecutivo), o dopo i 6 anni ( tardivo).

Seppur io abbia acquisito la seconda lingua in età avanzata, non per questo mi

sento una bilingue “a metà”, anzi penso di avere una consapevolezza maggiore del

mio bilinguismo. Io infatti mi sento BILINGUE a tutti gli effetti.

Il bilinguismo, oltre a offrire numerosi vantaggi a livello cognitivo, linguistico

e personale facilita una maggiore flessibilità e stima di se stessi, sicurezza e

adattabilità nelle interazioni sociali.

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Sono le lingue che parliamo che fanno la nostra identità, grazie a loro noi ci

distinguiamo dagli altri e sono loro che ci permettono di essere noi stessi. Dobbiamo

essere fieri delle nostre origini, dobbiamo tutelarle, affinché anche i nostri figli

possano beneficiare del nostro bilinguismo. Il bilinguismo, se veramente voluto e

desiderato, va coltivato giorno dopo giorno e solo questa via ci porterà al successo.

Il mio caso rientra in quello delle coppie miste che vivono nel paese di uno dei

due coniugi. Mia madre si è trasferita in Italia dal Portogallo, decidendo cosi di

vivere nel paese di mio padre. Anche mio padre, d’altro canto ha sempre sognato il

bilinguismo, poiché anche lui proviene da una famiglia bilingue, mio nonno

francese e mia nonna italiana. Non avendo avuto l’opportunità di coltivare il suo

bilinguismo, pur avendolo sempre ritenuto una grande opportunità, ha sempre

sognato il bilinguismo dei suoi figli.

La prima preoccupazione di mia madre è stata quella di imparare la lingua del

Paese d’accoglienza, al fine di non sentirsi emarginata dalla società. Questo è stato il

motivo principale che ha portato mia madre, seppur incoscientemente, a rimandare

l’insegnamento della sua lingua madre. Quando ho cominciato ad approcciarmi alla

mia L2 ero già grande, ma forse più consapevole di quello che stavo facendo.

Nutrivo il desiderio di imparare il portoghese, proprio perche volevo essere in

grado di comunicare anche con la famiglia di mia madre, avendola sempre sentita

parte integrante di me. È come se mancasse un tassello per completare finalmente il

quadro della mia vita. È un po’ come sentirsi a metà, non completamente se stessi.

Mia madre e la sua famiglia mi sono sempre stati vicino, mi hanno incoraggiata e

predisposto tutte le situazioni necessarie per apprendere la lingua.

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Con il passare degli anni sono riuscita a raggiungere un buon livello,

soprattutto orale, della L2 e sono finalmente in grado di tenere una vera e propria

conversazione. Più passa il tempo più sono convinta di aver fatto la scelta giusta, di

aver pensato a me stessa e al mio futuro. Vorrei dire a tutti che non è mai troppo tardi

per imparare le lingue ed è grazie a loro che i nostri confini si allargano e che la

nostra visione del mondo cambia.

Impegniamoci dunque a tutelare il bilinguismo, perché in realtà stiamo

tutelando noi stessi e le nostre famiglie. Non lasciamo che i pregiudizi abbiano la

meglio e , che la paura di non riuscire ci impedisca di non realizzare i nostri sogni e

le nostre ambizioni. Allora lottiamo, impegniamoci ma soprattutto crediamoci

fortemente nell’educazione bilingue. Solo la determinazione e la voglia di imparare

ci condurranno al successo. Concludo con una frase che mi ha colpito e che riassume

in poche parole il mio pensiero:

“ Ogni lingua dice il mondo a modo suo.

Ciascuno edifica mondi e anti-mondi a modo suo.

Il poliglotta è un uomo più libero “.

Rudolf Steiner

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Conclusioni

Per molto tempo l’idea di bilinguismo è sempre stata associata a qualcosa di

negativo. Si è sempre ritenuto che l’esposizione a più lingue avesse delle

ripercussioni negative sullo sviluppo cognitivo e linguistico dei bambini. Questo

pregiudizio, come abbiamo potuto constatare, è ancora molto presente nella nostra

società moderna.

Lo scopo della mia tesi è quello di proporre una visione più chiara possibile

del bilinguismo, sfatare tutti i luoghi comuni che lo circondano, e mettendo in luce

tutti quelli che sono i vantaggi e i benefici reali che questo fenomeno può offrire.

Il bilinguismo, che sia precoce o tardivo, è pur sempre una grande risorsa e

ricchezza non solo personale, ma anche un bene di valore inestimabile per l’intera

società.

Scrivendo la tesi sono giunta alla conclusione che, essere bilingue non vuol

dire soltanto conoscere più lingue, ma anche avere una maggiore consapevolezza di

noi stessi, delle nostre origini e di chi siamo.

Il bilinguismo, dunque, deve essere considerato come un’importante risorsa

comunicativa, relazionale e culturale oltre che un’evidente fonte di arricchimento

cognitivo.

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SEZIONE LINGUA

INGLESE

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Introduction

Multilingualism is a global, not an isolated phenomenon. In fact, although

many feel that Monolingualism is to prevail, there are many countries where you can

speak two or more languages from birth.

According to ISMU (Immigration Italian Studies Centre) our country is

characterized by an important linguistic variety. This phenomenon, as it is growing,

cannot be ignored, because the coexistence between languages and cultures

inevitably leads to a linguistic pattern change of the host nation. Half the world's

population is bilingual or multilingual since birth and this is due, in most cases, to the

effect of globalization that vary and colors the national reality.

Globalization, through the responsible use of the Internet, has brought the last

two decades so far, peoples and cultures, as well as mixed languages.

Monolingualism has so far been associated with only a national identity, the type that

grows each country's own language. The phenomenon of bilingualism, as well as

being a fact, it is becoming now a need to communicate.

Then, there are the skeptics who consider bilingualism as a danger to children.

According to these, the children in fact, would learn to speak later, they would not

have a complete mastery of both languages and the use of either would cause a

phenomenon that in the jargon is called "language transfer."

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In fact none of these beliefs have been demonstrated so far. Studies have

shown that bilingualism would only produce benefits to the individuals especially at

an early age.

You become bilingual living in a country that is not your own at birth, having

a parent of different nationalities or simply moving to a foreign country.

Bilingualism, however, remains a complicated phenomenon as the individual

can be technically able to write in both languages but speak only one, or be able to

read, speak, understand both languages fluently, although not able to speak both .

It is not excluded, in this case, an interference mechanism between the two

languages, seen it as a non-coexistence of the two languages in the same mind. When

it comes to language skills it is an individual's ability to interact with others, to learn

to communicate and to talk about himself.

Through the use of language in fact, the individual expresses his needs to

interact with others on the "bubble" of communicative isolation. More we advance in

research of this phenomenon, more we understand then how hard is the bilingualism

mechanism between people, at mechanical and psycho-emotional level.

Being able to communicate is a vital need of the human being; any issue

affecting the communication involves the individual's exclusion from the society in

which they live and interact daily.

From my personal experience of being bilingual, Italian dad and Portuguese

mom, through this final thesis of my studies, I want to show the many advantages of

being bilingual rather than simply monolingual.

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In the first chapter I will discuss the more purely generic definition of

bilingualism, focusing on the definition to simply make the reader understand what is

bilingualism and who are bilingual person.

In the second chapter I will try to refute those who argue that bilingualism is

something negative, emphasizing, conversely, its benefits and its advantages; with

the example of some bilingual families trying to analyze them, in everyday life, in

order to bring forth the advantages of such a condition.

Finally, I will conclude my work with the example of my own experience, that

though late , has brought me considerable advantages and benefits.

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CHAPTER 1

The Bilingualism and its classifications

Bilingualism is the simplest form of multilingualism, the opposite of

Monolingualism, that is the ability to speak one language.

The term "bilingual" lends itself to multiple meanings, in relation to the

context and to different communication situations. Basically with the term

bilingualism we are used to indicate a person who speaks more than one language, or

in a second definition a person who is able to communicate either in more than one

language.

More generally the term bilingualism refers to: “ a complex situation in which

an individual is able to develop linguistic interaction in at least two different

languages”. This situation is not static and varies depending on the situations that

arise in everyday life.

Among the main factors, that influence the bilingualism, we can distinguish

two different definition criteria for classifying bilingualism: the degree of skill and

the training mode, the latter is referred to the age of acquisition of a second language.

The majority of linguists hold that being bilingual means speaking knowing two

languages with the same mastery of a monolingual .

The linguist Leonard Bloolfield in his book “Language” 14

defines the term

bilingualism as “ the mastery of a language as a native speaker."

14 L.Boomfield, Language,New York, 1933.

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In 1953 the linguist, Einar Haugen15

defines bilingualism as "the ability to

produce in another language of the statements correct bearers of meaning"; and last

but not least the definition of the writer Uriel Weinreich16

, author of one of the most

significant texts on the studies of bilingualism: "I will call here bilingualism the

practice of alternating between different languages; the person who behaves in this

way will be called bilingual."

Titone, scholar of language psychology, instead says in his book “ Early

education and bilingual education”17

that there are different types of bilingualism.

According to him a bilingual is “ the person able to use in practice two languages

alternately and in continuous way , in his study of psychology of language, that the

bilingual and able to express themselves in a second language adhering to the

linguistic and syntactic canons that are proper, not simply paraphrasing her native

language”.

So in Titone’s opinion, we should ask ourselves not if a person is bilingual but

how he is bilingual.

Consequently, a bilingual person has the following features:

He has the opportunity to learn and use, in a natural way, two or more

languages,

He can be identified with two or more cultures,

15 E. Haugen, The Norwegian Language in America: A Study in Bilingual Behavior, University of

Pennsylvania Press, Philadelphia, 1953

16 U. Weinreich, Languages in Contact: Findings and Problems, Reprint, Mouton, The Hague, 1963

17 R. Titone, Early Bilingualism and Bilingual Education, Armando, Rome, 1972, p. 13.

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He is able to produce and understand messages in more codes according to

their communicative competence.

1.1 The communicative and linguistic competence

In 1966, Dell Hymes in particular deepened the study of communicative

competence, stating that “ it is the speaker's ability to produce and understand

infinite linguistic utterances from a finite number of rules”. This scholar and

anthropologist said ultimately that a bilingual not only must be able to formulate

correct and consistent communicative statements from a grammatical point of view,

but should be able to enclose them in an appropriate communicative situation

(context). He therefore intended for communicative competence the individual’s

ability to choose "when to speak, when to be silent, and regardless of what you

speak, to whom, when, where, how".

The communicative competence requires essential abilities :

The language system knowledge that correspond to the linguistic competence;

The psycho-linguistic knowledge ;

The socio-cultural knowledge, such as the predisposition of the person to be

able to communicate with a proficiency in different communicative

situations;

De facto knowledge, the linguistic competence of a community in a particular

time and situation.

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In addition, we define linguistic competence the knowledge of the language

system that the native speaker possesses.

According to Noam Chomsky, linguistic and philosopher, the competence is

the language “ ideal” that allows speakers to understand an infinite number of

sentences in their own language and to distinguish grammatical sentences from not

grammatical sentences. The mastery of a language is measured in different

capacities:

Understanding,

Oral expression,

Reading,

Writing.

Based on this concept four types of bilingualism stand out:

1. The Balanced bilingualism: it is characterized by the same fluidity level and

competence in both languages,

2. The Dominant bilingualism: it depends on the predominance of fluidity and

competence in one of two languages.

3. The Unbalanced bilingualism: it occurs on a typical situation of immigrant

where the mother tongue becomes a second language while the host

language became the dominant language;

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4. The Passive bilingualism: it occurs when the first language, L1, is learned

while the second one, L2, is understood but cannot be properly used,

remaining the passive language.

Speaking one or more languages do not necessarily develop language skills in

the same way; you can have a written mastery in a language and have well developed

oral skills in another, or there may be individuals who develop oral skills in both

languages or in one and have not written skills in one or the etc. or in both.

The level of competence varies depending on various parameters, among

which age is the most important. A 6 years old a child certainly will not have the

same language and communication skills of an adult.

The balanced bilingualism is not common in our monolingual society because

there is not the possibility of developing symmetrically communicative skills in one

or in the other language in the same way, according to the different communication

situations. Being bilingual is not, therefore, a perfect condition of social life, but we

have to analyze several fields that vary depending on the communicative situations.

Usually bilingual can use each language in different situations, for example, one at

home and another at workplace. From the point of view of linguistic competence we

can state that bilinguals communicate as good as the monolingual in everyday life.

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1.2 Language – culture relation

Every individual is predisposed by nature to learning languages, but to do so

he must find himself in the right situation and condition. Language learning is

inherent in the genetic code of each individual.

Language is the fundamental code of the communication between one or more

individuals and it is a conventional sign system that can only and exclusively be

perceived by those who interpret and share a particular cultural system. There can be

no culture without language; so to know how to speak a language means essentially

to share communication ways, according to the contexts and situations.

As Georg Christoph Lichtenberg said “knowing deeply a language means knowing

deeply the people who speak it”.

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To understand bilingualism not only we have to understand the biological

mechanisms that relate to this phenomenon, but also the complex social and

linguistic mechanisms of the speaker. Language is the "brain" of the human being’s

cultural identity, such as its ability to embrace each other through the use of verbal

and non-verbal symbols, shared and commonly received by that community.

A bilingual child will be found to incorporate both worlds into one and be able

to distinguish perfectly when required, depending on the language group and the

cultural dimension of interacting.

The bilingual then will soon realize that maybe the world has a vision not

monochromatic, but perhaps polychromatic; he will be more open than a

monolingual because he will have a multiple perspective, and he will consequently

be more open to accept or at least tolerate other people's culture.

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1.3 The bilingual child and the mother tongue

The mother tongue, called by scholars L1, is the language that is acquired

naturally from birth, independent of any instruction received or that you will receive;

for example, all persons born in Italy are able to communicate in their mother

tongue. The second language, or L2, develops later than the L1; it is learned and it

is not acquired and this concept covers all the languages that are not acquired in

one’s own land, but in a foreign land, usually in a reality that does not coincide with

one’s own mother tongue. The L2 is generally acquired after the L1 has stabilized.

The most likely period of a child's language acquisition coincides with the first

months of life; the child must be put in a condition to speak with an adult who

encourages him ; in the first months of life the baby through the crying and some

squeals draws attention to the mother and this serves as well as the satisfaction of

their basic needs, including the establishment of the first foundations of language.

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Around 6 months there is the appearance of babbling, the baby makes

onomatopoeic sounds, as a kind of general technical test which is a prelude to the

next development stage. The babbling is common to every human being in all

languages of the world. Gradually, lalling will include all the elements that surround

the figure of the mother.

At the age of two, when completing the language production phase, and having

understood and embraced the communication system of the adults, he will start to

play alone, stimulated and encouraged by an adult. Comprehension and production

are actually two distinct cognitive processes; while understanding involves more

globally both hemispheres, producing more specifically involves the left hemisphere,

which corresponds to the language.

Within two years, normo-brained children will have produced a vocabulary of

50 words, while you will have to wait until the end of the second year of age for a

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finished grammar acquisition process with a formation of phrases composed of

simple elementary units or a verb or a subject or simply a verb or an isolated subject.

The increased production of the human words coincides with brain maturation

phase and it is dictated more by the curiosity than anything inherent in the human

being, with the aim to discover the world around him.

Grammatical errors at this stage are not lacking, because the child is unable to

even possess knowledge of grammar and it's more easy to say "io ho corruto" for

example, instead of "I corro ."

According to the american linguist Noam Chomsky, children are born with an

innate language acquisition system named “LAD” (Language Acquisition Device)

18under which lies an innate universal grammar. According to Bruner, as well as an

innate universal grammar, the individual also has a universal grammar enclosed

within LASS (Language Acquisition Support System), a kind of inexhaustible source

of stimulation and perceptions primarily born in the family, associated with the

sound of the mother tongue.

The simple everyday actions in fact, as breastfeeding, bedtime, bath time, make

it possible to strengthen the mother-child interaction and consequently, since the

mother is the external world of the child, the pair child- world. Thanks to this

important interaction, therefore, the child will be able to develop its own language.

18 N.Chomsky, Language and mind, Hogarth, Turin 1969.

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1.4 Age of acquisition

Age is a key parameter for learning a language. As several studies have

demonstrated, the crucial period for the acquisition of a L2 is childhood, when a

child can learn the second language in a more natural way than an adult, thanks to a

more open and predisposed cognitive system. Yet, although in older age learning

results cannot be as good as those achieved by a child, this does impede an individual

from becoming bilingual at any age.

For this, according to the age of acquisition of a language we distinguish:

Early bilingualism: The acquisition of L2 occurs at very early age (0-3

years);

Late Bilingualism: Systematic learning of L2 at school, usually around the

6th-7th year.

Scholars suggest that learning must occur at an early age the only way that would

ensure the perfect balance between the languages. According to Grosjean19

it is

scientifically proven that learning a second language in early childhood will

allow the person to have a better communicative strategy in a wider range of

situations, according to a child's human need to communicate already at a very

early age.

The acquisition can occur in two ways:

19

Jean Grosjean, contemporary psycholinguist, (1912-2006).

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Simultaneously: The acquisition of language L1 and L2 takes place

simultaneously or the two languages are present from birth. The child is able

to discern the grammatical features of the two languages, both at grammatical

level, and at formal and functional level. Thus, the child is able to establish

equivalences between the two languages, and is able to switch from one set of

rules to another one, in an appropriate and a completely natural way. This

allows him to change the linguistic behavior according to the different people

he talks to;

Consecutive: the L2 acquisition occurs after 3 years of age. The two

languages are acquired at different times and usually the L1 is spoken in the

family while the L2 is spoken in formal contexts, like school.

1.5 Cognitive organization

Some scholars agree that there can be a cognitive superiority only in the case

of balanced bilingualism. According to Balkan a bilingual, unlike a peer who is

monolingual and has an equal IQ (intelligence quotient ), would have a higher level

of verbal and perceptive plasticity.

Still, bilingualism can be divided into "bilingualism compound" and

"coordinated bilingualism," according to the way the two languages coexist within

the same individual.

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We talk about compound bilingualism when the second language is learned

through the mediation of the first language or mother tongue. From a cognitive point

of view, we can say that the individual, despite having two different schemes of

languages, brings the two languages to the same functions of meaning.

For coordinated bilinguism we intend when the subject is able to use, with

spontaneity and naturalness, the second language in everyday and the social life,

knowing that it is not his mother tongue. That occurs when the subject is in

possession of two different linguistic structures, which were learned independently.

A coordinated bilingual, in fact, in order to translate from one language into

another, will not automatically adopt the equivalent translation, but will strive to

forget the word and look for the closest association of that specific word which will

then be expressed in another language.

So, concluding a coordinated bilingual is "Everyone can understand and

speak two languages with ease, as a native speaker with similar social and cultural

origin".

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CHAPTER 2

Bilingualism: advantages and prejudices

In 1980, the Regional Council of Valle d'Aosta has submitted a petition to the

Italian Government asking to include the following clauses to the Universal

Declaration of Human Rights:

Everyone has the right to in-depth knowledge of his/her mother

tongue;

Everyone has the right to the knowledge of a living language to be

used in global communications, in order to actively participate in the

global culture and universal dialogue .

In the globalized world of today, knowing at least one foreign language is

essential; if this happens during chidhood, results will be more satisfying. Recent

studies have shown that the brains of bilingual would have a greater amount of gray

matter, particularly in the area that controls executive functions, cognitive skills such

as problem solving, or modulation of attention.

Growing up in a bilingual family offers numerous benefits: for example, as

demonstrated by studies, in their brain both languages are constantly active, giving

life to a linguistic competition improving their brain connections, cognitive abilities,

contributing to the speaking a language fluently and making easier the learning of

new skills ; besides delaying the appearance of degenerative diseases such as the

Alzheimer disease.

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The positive aspects of bilingualism varies depending on the point of view:

Metalinguistic;

Cognitive

Communicative;

Cultural.

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2.1 Metalinguistic competence

"The meta-linguistic ability is the ability to explain the language in the same

language. The meta-linguistic knowledge based on the phonological structure of

the language, allows us to perceive and identify syllables and phonemes. "

Having the ability to handle two languages from birth, brings significant

effects, both on the linguistic and non-linguistic level. Learning language in

childhood is crucial. One of the significant effects is certainly a greater knowledge of

language structures. The very fact of mastering two linguistic systems in fact

improves all the linguistic and paralinguistic aspects linked to the structure and

language comprehension. Bilingual children have, for example, more developed

reading and writing skills, and this allows them to have greater form and meaning

understanding.

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In addition, the intuitive knowledge of language structures helps bilingual

children also to learn a third and fourth language.

2.2 Cognitive development

Bilingualism, in children, has been shown to have very large effects on brain

development, which go well beyond the learning of one or more languages. Recent

studies have, in fact, highlighted enormous benefits and advantages of bilingualism

in children and adults.

The study carried out by Ellen Bialystok, professor at the University of York,

and member of the Rotman Research Institute, show that children who speak two

languages from birth have a greater ability to concentrate and are able to engage in

more tasks at the same time.

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Studies show the same ability even in people who speak a foreign language to

children or adults. Use multiple languages in a small span of time trains the memory,

it helps the brain and makes it naturally more flexible and responsive. To be prepared

to use multiple languages in everyday situations, in family or in the workplace

contributes to the psycho-cognitive improvement of the subject and helps to dispel

the myth that bilingualism would generate linguistic interference in the subject,

slowing its emotional development.

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2.3 Communication skills

Bilingual children have two distinct vocabularies thanks to the “cognitive

decentralization 20

” that is, as the word suggests, the subject's ability to get out of

his/her field of experiential knowledge and values.

Bilinguals have greater awareness of linguistic codes and a greater ability in

distinguishing differences between the two languages and their respective constants

and variables of the language in general. The need to switch from one language to

other allows bilingual to constantly keep the brain in training, to sharpen the reflexes

and to have greater expertise in the area of problem solving.

20

The "cognitive shift" is based on the subject's ability to go out of his/her existential frame of

reference and values. Cognitive decentralization is a flexible mode of acquisition of relativity

(cognitive flexibility and emotional stability)

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Knowing several languages also helps to have greater awareness in developing

pragmatic aspects of the language, or rather what we communicate through language.

Another advantage of being bilingual is the subject’s full ability to communicate

with each parent in their mother tongue. For what concerns parents’ role,

communicating in their own language besides being a linguistic enrichment,

becomes a way to transmit their cultural identity.

According to some students to be bilingual contributes to the enrichment of the

linguistic background of their own language. This allows to develop an excellent

linguistic sensitivity that would meet the different linguistic needs just through

listening practice.

In accordance with the modern psycholinguistic, bilingualism contributes

decisively to foster a more developed relation between the two linguistic

backgrounds. This enables the creation of more complete and sophisticated

grammatical sentences in both languages.

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2.4 Cultural advantages

In short, knowing more than one language definitely helps to know each other

better and to tolerate different cultures. Bilingualism promotes understanding,

tolerance, curiosity and open-mindedness towards other peoples and other customs

and cultures and it expands the vision and perspective of the world.

Learning more languages enriches not only the cultural background of a

person, but also his/her personality, becoming a link between two different cultures

and between two different ways of thinking.

A bilingual person hardly ever feels to be a stranger in the world, but he/she

feels at home in an increasingly multicultural, globalized and multiethnic world.

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2.5 Prejudices and false myths of Bilingualism

Growing up in a bilingual family is not the norm, and bilingualism is still

surrounded by misinformation and prejudices, despite many data estimate that most

of today's population is bilingual. That’s a reason why it is important to disseminate

a correct information, especially about the benefits that come from learning one or

more foreign languages.

Many are unfortunately still convinced that learning two or more languages

entails a substantial cognitive effort for a child, which would affect the normal

cognitive growth in general.

The major concern is that the two languages may interfere with each other and

that child can present some communication disorders in one or another language ,

or both. A recent study, however, showed that not only the children are able to

perfectly recognize but also to distinguish the two languages from language

unfamiliar to them.

The advantage of knowing more than one language, leads to a greater sharing

of cultural diversity, a greater tolerance to the other, to get into a new and peaceful

model of integration and to have a greater chance in the future to find new jobs and

deal with other models and other cultures.

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Does acquiring and learning two or more languages require an excessive effort

for a child?

Recent tests and researches, showed that for a child there is no effort to acquire

two or more languages simultaneously.

Both monolingual and bilingual children have in fact a natural predisposition

to the acquisition of language, also without a specific background.

But this innate capacity decreases around the sixth year of age and disappears

completely around the twelfth year, which is why we strongly recommend parents to

allow their children to acquire a second language at a very early age.

Is Bilingualism useful only if both languages are widely spread?

Dispel also this myth! There are no useless languages! Both widespread and

minority languages are useful. Each language is important, in fact we should

encourage the study of minority languages more strongly than those widely spoken,

in order to prevent their disappearance.

It is not so important what language we learn; the very fact of knowing two or

more languages is an incredible advantage regardless of which they are. Bilingualism

can only bring benefits, both cultural and cognitive, without asking important

cognitive efforts from the person.

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It is true that bilingualism delays the child's language development and do not

guarantee the same competence in both languages?

Bilingualism, according to many accredited research, does not slow down the

process and cognitive growth of the individual. It does not cause, in any way,

learning difficulties or language disorders. Surely, the two languages acquisition

time, will be longer and the vocabulary in the possession of the child will be smaller.

In any case, the bilingual child recovers quickly, and although with a different

timing, he completes the phases of development .

As stated, maybe the linguistic competence in the earlier stages of the

acquisition of two or more languages is subject to a slight delay in the acquisition

time, but this delay will be definitely filled by the school.

Is it possible to children to switch languages and mix the two linguistic systems ?

This is a myth to dispel. It is true that children tend to mix the languages but

this must be tackled as a momentary and natural phase of the development of the

second language, which will disappear in time. It can often happen that the bilingual

children use terms of a language when they are speaking in another language. This

phenomenon is widespread and is a distinctive way of speaking of bilinguals;

therefore it should not be cause for concern.

The very fact that a child uses, for example, an Italian term while talking in

French, does not mean that he doesn't remember the matching word in French, but he

might have preferred to use the Italian word to express that certain concept. There

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may be certain situations where the bilingual switch from one language to the other

within the same conversation, and sometimes mixing the languages in the same

sentence, or even in the same word.

These phenomena are known in technical terms by the name of Code-

switching21

and Code-mixing22

, and both refer to the mixing of languages in a

different way:

The Code-swithcing is the mixing of two languages used by a person who is

fluent in both languages, and this expedient to be more effective in his

conversation or perhaps to emphasize his messages.

The Code-mixing instead can be used by adults and children and consists in

borrowing words and grammatical structures from native language to make

up for their inability to express themselves in the second language.

21Code-switching occurs when a speaker alternates between two or more languages, or language

varieties, in the context of a single conversation.

22 Code-mixing refers to the mixing of two or more languages or language varieties in speech.

"Mixing" a language with another to fill the lexical or syntactic gaps reflects the flexibility of

bilinguals who use all their language resources to meet the need to communicate.

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These phenomena can be identified at different points in the speech:

Among the phrases, the phenomenon is called code-switching (or

alternating code);

In the sentence, (the phenomenon is called code-mixing (or

multilingual utterance).

Is it true that bilingualism cause a negative impact on academic achievement ?

Another false myth is that bilingualism causes a negative impact on academic

achievement. Often for any deficiency of the child’s learning, which can naturally

occur in almost all children, bilingualism is hold responsible, which brings families

to opt for the acquisition of just one language.

Unfortunately bilingual parents, having a blurred and unclear vision of the

phenomenon and driven by the desire to protect their children, decide to give up the

bilingual dream.

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CHAPTER 3

Bilingual education and types of families

In a multiethnic society like ours, the number of mixed families, or families

whose parents belong to different languages and cultures, or couples living in

different countries from their own for working reasons, it is constantly growing.

Families show their desire to convey their bilingual experience to their

children, aware of the hard task, with the purpose of enrich their cultural background

and identity.

Raising their children in a bilingual context, requires, however, a strong dose

of motivation and a lot of patience, that goes beyond the simple passage of borders

and language barriers.

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Bilingualism should never be imposed to the subject but he should be

stimulated and placed in natural conditions to speak another language.

To raise bilingual children, parents must expose them to both languages

constantly. Therefore, parents must take action in this direction, providing children

of all useful means, such as videos or channels in the concerned language.

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3.1 Bilingual education

The bilingual education of a child is an ongoing commitment that parents claim

to achieve. The psycho-linguistic path of the bilingual is identical to that of the

monolingual, with the only difference that the bilingual is able to interact in one or

more different languages. In order for a child to be bilingual there should ultimately

be some natural conditions to do so, such as:

the possibility, it is essential to create a rich language environment with many

forms of contact with the languages involved.

the needing: namely the need and purpose of bilingualism, which must

always be present and never overlooked.

The pleasure: bilingual education must fully respect the child and it should

be connected to a pleasure that the child associates to languages.

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Finally, to ensure that the bilingual education actually happens , some

points must be taken into account:

the child has to live positively and not in a forced manner his bilingual

education;

The functional separation between the two languages can be useful to

both parents and the child;

If a language is perceived as a minority, its use should be encouraged and

strengthened by the parent who speak that language;

Bilingualism may be strengthened with external contacts with

monolingual situations or through the contact of monolingual speakers of

the same language;

We must not surrender if a child shows some difficulty in one language, it

is usually a transient moments which can be overcome by the constant

encouragement and help of parents.

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3.2 The main methods of a bilingual education

Transmitting their mother tongue to their child is a dream that many parents

pursue and it requires much use of energy and perseverance.

Growing up bilingual children is not easy and for this parents must choose the

most appropriate method and then follow it with perseverance and dedication.

The most commonly used methods are the following:

4) One Person One Language (OPOL, One Person One Language) Using this

method, every parent will only and exclusively speak his mother tongue with

the child.

This is one of the most used methods, but it is effective only if the child

comes into contact with the language for a considerable time, every day and

in different contexts or situations. The disadvantage is represented by the fact

that this method requires the constant presence of the parent at home.

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5) Minority language at home (Minority Language At Home, MLAH): in this

case the family is committed to provide information only and exclusively in

the minority language. The aim is to strengthen the minority language by

giving it the same prestige of the dominant language or L1. The only

drawback might be that the child is subject to a slower learning of the

dominant language, compared to that of its peers.

6) A custom method for every family. In this case, parents will have the task of

choosing which techniques to use to promote the bilingualism of the child

and taking into account the time that each of them can devote. Parents must

choose which language to speak alternately; for example, you can choose to

speak the L1 and L2 at home outside or vice versa.

Concluding, it is important to have a method and be aware of the it, in

order to promote bilingual education.

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3.3 Types of bilingual families

According to recent studies, done by personalities such as Harding Esch

and Philip Riley23

, families can be classified by three main parameters:

if both parents have the same mother tongue;

if the language spoken by the majority of the community

coincides with the language spoken by one of the parents;

in which language the parents speak to a child.

Susanne Mahlstedt provides, schematically, two opposite profiles: families

who succeed and families with less chance of succeeding. The first case would have

the following characteristics :

23 Harding, Riley, "The bilingual family", 1986.

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both parents practice in a conscious and responsible way bilingual education,

by making use of the OPOL method (One person, One language);

The L2 has high social prestige;

The parent of L2 has a strong link with its language and its culture.

The second case has the following characteristics:

Neither parent practice bilingual education ;

One of the two languages has a low prestige:

Family is unable to have a strong link with their languages and cultures.

The case of children of immigrant parents of the same nationality

This situation is the most frequent, where the creation of the child’s

bilingualism is not dependent on parents. A child will be necessarily pushed to

practice L1 at home with parents and the host nation language outside and at school.

Real problems do not arise in this case: there is no reason for parents to use a

different language from their mother tongue and they did not even concern that the

child does not acquire the language of the host country - it will be a natural process.

The only parents’ task will be to encourage and create an atmosphere, as

positive as possible, for the bilingualism’s development, and at the same time accept

that the host language will definitely have an undisputed role in the child's life.

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The case of mixed couples living in the country of one of the partner

Compared to the previous case, this situation is much more precarious, because

the creation of bilingualism is highly dependent on the skill of the parents

themselves.

Definitely, a mixed marriage is always a fortune that allows both partners to

acquire a new culture. In most cases mixed couples decide to live in the country of

one of the two, and this choice initially may lead to a situation of inequality. Studies

have stated that there are more cases in which the wife lives in her husband's country

than the opposite.

If the linguistic inequality is likely to create situations of conflict and tension

within the family, it will inevitably be the child to suffer personally.

So the only solution is for parents to accept the fact that the two languages

have, in the child's life, two different functions. In fact, both languages should be

considered as important by child and parents, even in their difference.

The case of parents of different nationalities living in a third country

In this case, three possibilities might occur: the child could become bilingual,

trilingual or even remain monolingual if the parents do not feel the need to transmit

their bilingualism. So the choice is up to parents, who decide which languages the

child has to learn.

The only thing is that contact with the third language should be done early, so

that the child acquires in the natural way.

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CHAPTER 4

My bilingual experience

I am daughter of Portuguese mother and Italian father and I would like to tell

my experience as a bilingual that, even if happened in late age, has brought great

benefits and advantages to my life.

A more personal context of this survey is represented by my experience, as I

grew up in a family of Portuguese mother and Italian father. In this chapter, I would

like to tell my bilingual experience, although tardive, has enriched my personality,

making me a more complete person. I have found that bilingualism, by dispelling all

the myths that surround it, is a very important asset for everyone.

Being bilingual, it allowed me in fact, to have many advantages on a personal,

cognitive and relational level. Although I have not acquired the second language as a

child, I feel free to say I’m fully BILINGUAL.

My case is an example of the mixed couples living in the country of one of the

partners. My mother moved to Italy from Portugal, deciding to live in my father’s

country. The first concern of my mother was to learn the language of the host

country, in order not to feel marginalized by society. This was the main reason that

led my mother, even unconsciously, to delay the teaching of her mother tongue.

When I started to get in touch with my L2 I was already grown up, but perhaps more

aware of what I was doing.

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My greatest desire was to approach to my mother's family in a natural way so I

started to learn the Portuguese language. It was necessary to complete an important

part of my life; I felt almost split in two, not completely myself because there was

something inside me that I was missing and that I didn't manage to fill.

My mother and her family, encouraged me to this point, and time after time, I

managed to acquire a good command of L2 especially from an oral point of view and

strike up a conversation with my mother's family.

As time passes I am more and more convinced that she made the right choice. I

would like to tell everyone that it is never too late to learn languages and it is thanks

to them that our limits can be overcome, and that our vision of the world changes.

Do not let prejudices get the better! And do not let fear of failure get in the

way of your dreams! Let me conclude with a phrase that I think, best sums up my

thoughts:

"Every language tells the world its way.

Each builds worlds and anti-worlds in his own way.

The multilingual human being is a free man ".

Rudolf Steiner

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Conclusion

It has always believed that bilingualism had a negative impact on psycho-

cognitive development of children. Through my thesis, I searched to dispel the

stereotypes, trying to explain the considerable advantages and benefits that

bilingualism provides.

According to studies, speaking two languages rather than just one has obvious

practical benefits in an increasingly globalized world. But in recent years, scientists

have begun to show that the advantages of bilingualism go much beyond than being

able to converse with a wider range of people. It can have a profound effect on your

brain, improving cognitive skills not related to language and even shielding against

dementia in old age.

Writing this thesis, I came to the conclusion that being bilingual does not only

imply knowing two or more languages but it also means have a greater awareness of

ourselves, of our origins and of who we are. For this reason bilingualism should be

considered an important relational and cultural resource.

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SEZIONE LINGUA

FRANCESE

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Introduction

Quand nous parlons de Bilinguisme, il s’agit inévitablement d’un phénomène

compliqué, qui suscite toujours de vifs débats.

Malgré l'opinion répandue qui consiste à penser que le monolinguisme

représente la norme, en vérité, conformément à la proportion croissante de personnes

bilingues ou polyglottes dans le monde, nous pouvons affirmer le contraire.

Il s’agit d’une donnée primaire que nous ne pouvons ni négliger ni remettre en

question. En Italie, les études sur les langues régionales, les dialectes locaux et les

enquêtes de l’ISMU24

, signalent une importante variété linguistique. En effet,

aujourd’hui, au moins la moitié de la population mondiale est bilingue ou

multilingue, ceci signifie que des millions des personnes peuvent parler déjà deux

langues ou plus dès leur plus jeune âge.

Le bilinguisme et le multilinguisme ont été le résultat de la mondialisation, un

phénomène en expansion, qui a favorisé le contact avec les autres cultures et langues,

caractérisant la société moderne.

Si nous prenons en considération les pays où le monolinguisme est souvent

associé à l’identité nationale unique, nous avons une vision différente du

bilinguisme, vu comme un trouble nuisible pour l’enfant.

24 ISMU: centre d’étude sur l’immigration en Italie.

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D’après l’opinion dominante dans ces pays, les enfants bilingues apprennent

plus tard à parler ; ils n’ont pas une maîtrise complète dans toutes les langues et ils ne

seraient pas en mesure de les distinguer, en les mêlant en continuation.

En effet, aucune de ces croyances et préjugés n’ont été jusqu’à présent

prouvées ; il a même été démontré le contraire, selon lequel les enfants bilingues ne

seraient pas désavantagés et ils tireraient seulement un avantage considérable de leur

expérience linguistique.

Comment devient-on bilingue ?

En général on devient bilingue dès la naissance, en ayant deux parents de

nationalité différente ou même par le simple fait de vivre dans un pays qui ne

correspond pas au pays d’origine, où on a déménagé dans la période de l’enfance.

Comme nous avons déjà dit, quand nous parlons de Bilinguisme, nous parlons

d’un phénomène linguistique compliqué, qui présente des cas différents. Donc une

personne bilingue est capable de parler, lire et écrire couramment dans deux langues;

écrire dans une langue mais incapable de parler de manière couramment dans l’autre

langue, écrire, lire et parler une langue et capable d’en comprendre une autre ; de

toute manière ce sont seulement quelques exemples des nombreuses facettes du

Bilinguisme.

La même recherche n’est pas encore arrivée à une compréhension complète

des mécanismes de coexistence de deux ou plusieurs langues dans le cerveau . Plus

nous essayons d’analyser et approfondir cette étude, plus nous nous rendons compte

qu’il existe de nombreuses façons de vivre le bilinguisme, comme il existe de

nombreuses manières d’être bilingues.

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Lorsque nous parlons de langue, nous parlons de communiquer, d’interagir

avec les autres mais surtout de parler de soi-même. Etre capable de communiquer et

avoir la conscience d’être compris est l’un des objectif fondamentaux que l’homme

se pose ; vivre sans cette possibilité signifie ne pas vivre vraiment.

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CHAPITRE 1

Les avantages et les préjugés du Bilinguisme

Le 20 Septembre 1980, le Conseil régional de la Vallée d’Aoste a présenté une

pétition officielle au gouvernement italien avec l’intention de proposer à l’Assemblée

générale des Nations Unies d’ ajouter les clauses suivantes à la Déclaration des droits

de l’homme.

Donc tout le monde a le droit à :

La connaissance approfondie de la langue maternelle,

La connaissance utile d’une langue vive de communication mondiale, avec

laquelle participer directement à la culture et au dialogue mondial.

Dans le monde développé, dans lequel nous vivons aujourd’hui, il est

fondamental de connaître plus d’une langue et, les acquérir pendant la période de

l’enfance, garantit des résultats les plus satisfaisants.

Des études récentes ont démontré que le cerveau d’un bilingue aurait une plus

grande quantité de matière grise, en particulier dans la zone qui contrôle les

fonctions exécutives, les capacités cognitives comme la résolution des problèmes «

problem solving » ou la modulation de l’attention.

Grandir dans une famille bilingue offre de nombreux avantages, comme le

démontre les études, par exemple les deux langues sont constamment actives dans

leur cerveau, ce qui provoque une compétition linguistique, qui modifie leurs

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connexions cérébrales, en améliorant les capacités cognitives et en contribuant au

développement d’une langue fluide et facilitant l’apprentissage de nouvelles

compétences.

Le bilinguisme est également reconnu comme une ressource précieuse en

matière de santé : il serait capable de contrecarrer l’apparition de maladies

neurovégétatives, retardant ainsi de quatre ou cinq ans l’apparition de la maladie

d’Alzheimer.

Un enfant bilingue n’aura pas seulement des avantages en termes de travail,

mais apprendre plusieurs langues représente aussi un bénéfice du point de vue

culturel, le bilingue est une personne plus tolérante envers les autres cultures, ce qui

lui permet d’acquérir des points de vue différents. Il n’est pas étonnant que deux

langues correspondent à deux visions du monde.

Les aspects positifs du bilinguisme varient en fonction du point de vue :

Du point de vue métalinguistique ;

Du point de vue cognitif ;

Du point de vue communicatif ;

Du point de vue culturel.

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1.1 La capacité métalinguistique

1.2

Définition

« Chaque fois que le destinateur et/ou le destinataire jugent nécessaire de vérifier

s'ils utilisent bien le même code, le discours est centré sur le code: il remplit une

fonction métalinguistique .“25

Avoir la capacité de gérer deux langues dès la naissance apporte des bénéfices

dans le domaine linguistique mais pas seulement. Rappelez-vous que l’apprentissage

des langues dans la période de l’enfance est crucial. L’un des nombreux avantages

est certainement une meilleure connaissance spontanée de la structure du langage.

25 Roman Jakobson, Essais de linguistique générale, Paris, édition de Minuit, 1963.

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Les enfants bilingues sont dotés de la capacité, spontanée et naturelle,

d’identifier et distinguer la structure et le fonctionnement des langues. Le fait même

d’avoir à disposition deux systèmes linguistiques, prédispose leur attention à tous les

aspects relatifs à la structure du langage : à partir des mots, des sons pour arriver à

des phrases.

Également, les enfants bilingues ont à disposition deux lexiques pour exprimer

le même concept, et acquièrent une plus grande aptitude à distinguer entre la forme et

le sens. Pour cette raison, la connaissance intuitive de la structure des langues

favorise les enfants bilingues en ce qui concerne l’apprentissage d’une troisième ou

aussi d’une quatrième langue.

1.2 Le développement cognitif

Il a été démontré que le bilinguisme des enfants a de nombreux effets positifs

sur le développement cognitif, qui vont bien au-delà de l’apprentissage de deux ou

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plusieurs langues. Des études récentes ont relevé les effets bénéfiques du bilinguisme

sur les enfants et les adultes.

L’étude, la plus connue et la plus prestigieuse, menée par Ellen Bialystok,

professeure à l’Université de York et membre de l’Institut de recherche de Rotman,

démontre que les enfants bilingues, qui parlent deux langues dès la naissance, ont

une plus grande capacité à se concentrer et sont plus enclins à mener plusieurs tâches

en même temps.

Les mêmes effets sont également constatés chez les personnes qui

commencent à étudier et parler une langue étrangère pendant l’adolescence ou l’âge

adulte. Donc, utiliser des langues différentes dans un court laps de temps ou au cours

la même conversation, entraîne le cerveau, aide la mémoire et rend plus flexible,

attentif et réactif.

La véritable découverte de cette recherche est que parler plus d’une langue

renvoie plus d’énergie et plusieurs capacités cognitives à long terme. Les effets sont

amplifiés lorsque vous parlez et utilisez au moins deux langues dans la vie

quotidienne ou au travail.

L’étude de Judith Kroll, psychologue à l’Université de Penn, concerne aussi ce

sujet. Elle fait preuve que les enfants bilingues font face, plus facilement et avec plus

de succès, à la gestion de plusieurs tâches simultanément.

Cette étude a finalement dissipé le mythe qui est en contact avec deux ou

plusieurs langues, peut créer de la confusion ou un retard cognitif dans les premières

années de la vie de l’enfant.

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Donc, l’étude démontre exactement le contraire, affirmant que le bilinguisme

peut être, seulement, une source positive pour le développement du potentiel

intellectuel des enfants.

1.3 Les capacités communicatives

Comme nous avons déjà affirmé, les enfants bilingues disposent de deux

lexiques, qui sont en mesure de gérer et de maintenir séparés grâce à la

« Décentralisation cognitive », c'est-à-dire la capacité de la personne à sortir de son

régime de référence existentielle.

Les bilingues ont une plus grande prise de conscience des codes linguistiques

et une plus grande capacité de distinction des différences entre les deux langues et

leur variables et constantes respectives du langage. Ils ont aussi une meilleure

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sensibilité communicative, qui leur permet de se plonger dans la situation d’autrui au

cours du processus de communication.

La nécessité de passer d’une langue à l’autre, entraîne le cerveau et développe

d’autres compétences, comme par exemple la capacité mnémonique, la créativité et

la rapidité dans la résolution des problèmes.

La connaissance de plusieurs langues, favorise une meilleure sensibilisation

aux aspects pragmatiques du langage, avec le résultat d’une communication plus

claire et plus efficace.

Avoir des parents de différente nationalité représente aussi un grand avantage :

les enfants sont libres de communiquer, avec chacun des parents, dans leur langue

préférée. Pour les parents, avoir la possibilité de parler leur langue maternelle est très

important, de cette façon, ils sont capables de transmettre leur culture et leur vie.

Selon la psycholinguistique moderne, le bilinguisme contribue de façon

décisive à favoriser une relation plus développée avec la réalité sémantique du

langage. Le bilinguisme stimule aussi la formation des constructions plus complètes

et sophistiquées des structures linguistiques et grammaticales d’une langue donnée,

qui mènera à une plus grande sensibilité linguistique, puisque les bilingues évaluent

avec attention la langue à utiliser dans les différentes situations, en étant plus

conscients des besoins communicatifs de leur interlocuteur. Les bilingues résultent

être des auditeurs plus patients par rapport aux monolingues.

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1.4 Les avantages culturels

Comme nous avons eu la possibilité de constater, étudier les langues, à tout

âge, apporte de nombreux bénéfices. Outre les avantages pratiques évidents, le

bilinguisme favorise une ouverture d’esprit, une meilleure compréhension, tolérance

et curiosité vers d’autres cultures et d’autres traditions étrangères, élargissant les

possibilités et la vision du monde et suscitant un intérêt accru pour les langues et le

langage.

Apprendre plus d’une langue, n’enrichit pas seulement le bagage culturel mais

aussi la personnalité d’une personne, qui est le fruit de deux cultures, deux façons de

vivre et de penser. Une personne bilingue ne pourra jamais se sentir un étranger dans

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le monde, mais seulement une partie intégrante d’un monde toujours plus ouvert et

multiculturel.

Le bilinguisme réveille la curiosité et l’originalité de la pensée et il enrichit la

personnalité de l’enfant, qui devient, grâce aux langues, le fruit de deux cultures,

deux façons de vie et de penser.

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CHAPITRE II

Les préjugés et les faux mythes du Bilinguisme

Grandir en apprenant deux langues, n’est pas encore considéré la norme dans

la société moderne et le phénomène du bilinguisme est toujours entouré de préjugés

et de désinformation, bien que les données estiment qu'environ la moitié de la

population mondiale, aujourd’hui, est bilingue. Il s’agit d’une statistique importante

qui ne peux pas être négligée.

C’est la raison pour laquelle, il est important d’avoir une correcte information

sur le phénomène, comprendre les préjugés communs qui l’entourent, mais en même

temps connaître les avantages qu’il offre au niveau cognitif à l’enfant bilingue.

Beaucoup de gens, malheureusement, restent encore de l’idée que

l’apprentissage de deux ou plusieurs langues cause un effort cognitif supérieur pour

le cerveau du bébé et que les deux langues privent le développement cognitif général

d’espace et de ressources.

Les préjugés négatifs sont encore nombreux et la préoccupation la plus

courante et répandue des parents bilingues, est que les enfants confondent les deux

langues, ne réussissant à avoir une parfaite connaissance d’aucune des deux langues.

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Une récente recherche a d’abord discrédité cette hypothèse et elle a aussi

démontré que les enfants bilingues sont en mesure de reconnaître et puis de faire une

distinction entre les deux langues et les autres langues inconnues pour eux.

La recherche, n’a pas seulement contribué à dissiper les préjugés négatifs sur

le bilinguisme, mais elle a aussi démontré qu’ une éducation bilingue des enfants,

implique, en plus des avantages cognitifs, mentionnés précédemment, aussi d’autre

types de bénéfices comme : l’accès à deux cultures, une plus grande tolérance et

respect envers les autres personnes et de futurs avantages sur le marché du travail.

Donc, la finalité est d’apporter de la lumière sur la question pour assurer une

vision correcte du phénomène.

Est-ce qu’apprendre deux ou plusieurs langues exige un effort excessif ?

Les études faites, sur le développement cognitif des bilingues, montrent que les

enfants sont parfaitement capables d’apprendre deux ou plusieurs langues

parallèlement, sans efforts particuliers ni difficultés.

En effet selon la recherche, le cerveau humain est capable, dés la naissance, de

gérer deux ou plusieurs langues. Les enfants qu'ils soient monolingues ou bilingues,

ont une prédisposition innée à l’acquisition du langage et par conséquent à

l’apprentissage des langues sans avoir besoin d’un enseignement explicite à la base.

Comme nous avons affirmé, auparavant, cette capacité diminue à partir de la

fin de la petite enfance, autour de 5 ou 6 ans jusqu’à la période de l’adolescence,

autour des 12 ans. Le motif pour lequel les parents souhaitent transmettre leur

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bilinguisme, est qu’ils doivent profiter de la période de la petite enfance, période la

plus appropriée selon les spécialistes, pour l’apprentissage des langues.

Est-ce que le Bilinguisme est utile seulement pour les langues à forte diffusion ?

Dissipons aussi ce mythe ! Le bilinguisme est toujours utile, tant pour les

langues à forte diffusion que pour les langues minoritaires. Chaque langue est

importante, indépendamment de ce taux de diffusion dans le monde entier et par

conséquent nous devons encourager l’apprentissage des langues minoritaires afin

d’empêcher leur disparition. Peu importe quelle langue nous choisissons d’étudier

parce que la connaissance même de deux ou plusieurs langues, reste toujours un

avantage et un privilège significatif.

Le bilinguisme n’apporte que des avantages : avantages culturels ainsi que

cognitifs sans soustraire d’importantes ressources pour le développement cognitif

général de la personne.

Est-t-il vrai que le Bilinguisme retarde le développement du langage de l’enfant

et qu’il n’aura jamais la même compétence dans chacune des deux langues ?

La recherche confirme que le bilinguisme ne prouve, en aucune façon, des

problèmes dans l’apprentissage ou des troubles du langage. Le bilinguisme ne retarde

ni ne nuit au développement du langage du bébé.

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L’enfant bilingue, habituellement, peut avoir un développement du langage

plus lent par rapport à celui d’un enfant monolingue, en utilisant le langage

légèrement plus tard et bénéficiant d’un vocabulaire moins large et riche dans les

deux langues.

Dans tous les cas, l’enfant bilingue récupère rapidement, avec un

« calendrier » différent, et réussit à compléter toutes les étapes du développement, en

faisant le même chemin d’un enfant monolingue.

Est-ce que les enfants bilingues peuvent arriver à mélanger les deux langues et

sont-ils en mesure de séparer les deux systèmes linguistiques ?

C’est un autre mythe à dissiper. Il est vrai que les enfants ont la tendance à

mélanger les langues, mais cela doit être abordé comme une phase temporaire et

naturelle du développement de la L2, ou seconde langue, qui va disparaître après

quelques temps.

C’est souvent le cas des enfants bilingues qui se retrouvent à utiliser des mots

d’une langue précise lorsqu’ils parlent dans l’autre langue. Il s’agit d’un phénomène

très répandu et caractéristique de la façon de parler des bilingues et par conséquent, il

ne doit pas être source de préoccupation.

Le fait même qu’un enfant utilise un terme italien, lorsqu’ il parle en français,

ne signifie pas qu’il ne se souvient pas le mot correspondant en français, mais peut-

être qu’il a préféré utiliser le mot en italien pour exprimer ce concept. Il s’agit d’un

choix linguistique bien précis de l’interlocuteur.

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Il y a des cas où le bilingue passe d’une langue à l’autre dans la même

conversation, en mélangent les deux langues au milieu d’une phrase ou dans le même

mot. Les raisons de cette alternance sont nombreux, comme par exemple, le sujet du

discours, l'humeur du sujet parlant, le changement du rapport d'énonciation entre les

locuteurs, afin d’instaurer une complicité et faire référence à des valeurs communes.

Ces phonèmes peuvent être identifiés par le terme code-swithching ou code-

mixing et tous les deux se référent à un mélange des langues mais d’une manière

différente :

Code-switching ( en français « alternance codique »: c'est-à-dire que le

mélange est une alternance de deux ou plusieurs codes linguistiques

(langues, dialectes, ou registres linguistiques). L'alternance peut avoir lieu à

divers endroits d'un discours, parfois même au milieu d'une phrase, et le plus

souvent là où les syntaxes des deux codes s'alignent.

Code-mixing : c’est le mécanisme, utilisé par les adultes et les enfants, et il

consiste emprunter des mots et des structures grammaticales de la langue

maternelle pour compenser leur incapacité à s’exprimer dans la seconde

langue.

Ces phénomènes peuvent avoir lieu à divers endroits d’un discours :

Entre des phrases : le phénomène est nommé Code-switching ( ou

alternance codique ),

Au milieu d’une phrase : dans ce cas le phénomène est appelé Code-

mixing ( ou énonciation multilingue).

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Comme nous l’avons déjà souligné, ces situations sont très fréquentes et

communes chez les enfants et les adultes bilingues. Les recherches menées sur le

code-switching, montrent que le but de cette technique est d’obtenir des effets

communicatifs particuliers.

Si un enfant se retrouve à mélanger les deux langues, ce ne signifie pas qu’il

est confus, en fait la recherche montre que le mécanisme de mélange des codes

linguistiques n’a pas lieu par hasard, mais en général il obéit et se réfère à une

grammaire rigoureuse.

Le code-mixing et le code-switching sont considérés, par certains, comme une

ressource par le biais desquels les bilingues expriment leur identité, de façon presque

toujours inconsciente.

Est-il est vrai que le Bilinguisme a une incidence négative sur le rendement

scolaire ?

Un autre cliché, est celui selon lequel le bilinguisme cause des répercussions

négatives sur l’apprentissage à l’école. Celui-ci est le résultat d’une désinformation

qui est encore très répandu sur le sujet.

Souvent, les difficultés d’apprentissage de l’enfant, qui peuvent naturellement

se vérifier au cours du chemin, sont erronément attribuées au bilinguisme, mettant

ainsi les familles dans la condition d’opter pour l’acquisition d’une seule langue.

Malheureusement les parents bilingues, ayant une vision confuse et imprécise

du phénomène et portés par un désir de protéger leurs enfants, décident d’abandonner

le rêve bilingue.

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Je tiens toutefois à réaffirmer que le bilinguisme n’a aucune influence négative

sur l’expérience scolaire des enfants, évitons donc de propager un message erroné

dans la société et soulignons plutôt les avantages que le bilinguisme apporte.

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Conclusion

Il n’y a pas si longtemps, l’opinion courante considérait la connaissance de

deux ou plusieurs langues comme un défaut, un signe d’incapacité. On croyait que

faire apprendre à l’enfant deux langues pouvait retarder son développement mental.

Cette considération est l’un des nombreux préjugés qui entourent encore le

bilinguisme.

L'objectif de mon Mémoire est de proposer une vision la plus claire possible

du bilinguisme, dissipant tous les préjugés et toutes les attitudes négatives qui

l'entourent, en mettant ainsi en évidence ses avantages et ses aspects positifs.

Le bilinguisme, tant précoce que tardif, est toujours une importante ressource

relationnelle, culturelle et une source d'enrichissement cognitif.

En écrivant ce Mémoire, j’en suis venue à la conclusion qui être bilingue est

un défi mais aussi une opportunité incroyable. Les langues constituent chacune une

manière de penser, de voir et de parler du monde. Elles expriment des émotions, des

intentions et des valeurs et consolident les relations sociales. Elles constituent un

facteur déterminant de l’identité des personnes. Les langues sont une richesse à

préserver et à promouvoir pour la diversité culturelle dans le monde entier.

Comme il est avéré, par des études et recherches, aujourd’hui, le bilinguisme a

des répercussions positives sur le développement général des enfants, aussi bien sur

le plan cognitif que sur le plan identitaire. Promouvons donc la diversité linguistique

et culturelle car c’est cette richesse-ci qu'il faut développer.

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SEZIONE LINGUA

PORTOGHESE

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Introdução

Quando se fala de Bilinguismo se trata, inevitabilmente, de um fenomeno

complexo que suscita ainda muitos acesos debates.

Apesar da opinião comun, onde o monolinguismo reprenta a norma, na

verdade, de acordo com uma percentagem cada vez maior de pessoas bilíngües ou

multilíngües no mundo, podemos afirmar o contrário, ou seja, que o bi- ou

multilinguismo hoje constituam a norma.

Estes dois fenómenos são o resultado da globalização, um fenômeno público

em expansão que favoreceu a contacto com outras culturas e outras línguas,

caracterizando a sociedade moderna.

Se levarmos em consideração os países onde o monolingüismo é

freqüentemente associado com a identidade nacional única, percebemos uma visão

diferente do bilinguismo, visto como um distúrbio prejudicial para as crianças.

Neste caso as crianças bilingues aprenderiam mais tarde a falar, não teriam

um domínio completo em cada uma das línguas e não seriam capazes de distinguì-las

, misturando-las continuamente.

De facto, nenhuma destas crenças foram até agora demonstradas, corroborando

até mesmo o contrário, segundo a qual as crianças bilingues não seriam

desfavorecidas ao invés eles acabariam por tirar uma vantagem consideràvel da

experiência linguística deles.

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1 Idade de aquisição

A idade é um parâmetro fundamental para a aprendizagem de uma língua.

Neste sentido, vários estudos têm demonstrado que o período mais adequado e

propício para a aquisição de uma L2 ( segunda lìngua) é precisamente a infância,

pois a criança pode aprender a segunda língua de uma forma mais natural de um

adulto, dotado de um sistema cognitivo mais aberto e preparado. Apesar de na idade

avançada, os resultados podem ser inferiores os obtidos por uma criança, isso não

significa que uma pessoa não pode se tornar bilíngue em qualquer idade. De acordo

com a a idade de aquisição da segunda língua, podemos identificar e classificar dois

tipos de bilingüismo:

Bilinguismo precoce (ou primàrio): a aprendizagem da L2 ocorre em tenra

idade (0-3 anos);

Bilinguismo tardio (ou secundàrio): a aprendizagem de L2 ocorre no contexto

escolar, geralmente a a partir do sexto ou sétimo ano.

Os linguistas e psicólogos aconsenham que a aquisição das linguas ocorra em

tenra idade, a única que iria garantir o equilíbrio perfeito entre as duas línguas.

Numerosos estudos têm demonstrado que, durante os primeiros anos de vida, o

cérebro humano está equipado com um máximo de plasticidade, o que permite a

criança de aprender e utilizar as estruturas da línguagem com uma certa facilidade.

É durante este período que o cérebro seria sujeito a um crescimento

exponencial, com tempos de desenvolvimento que variam em função das áreas

cerebrais.

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2 Organização cognitiva

Alguns pesquisadores e estudiosos são da opinião que pode haver uma

superioridade cognitiva sò em casos de bilingüismo equilibrado.

O Bilinguismo pode ser dividido em bilinguismo "composto" e bilinguismo

"coordenado", de acordo com a forma como as duas línguas coexistem no mesmo

indivíduo.

Falamos de bilinguismo “ composto” quando a segunda língua tem sido

aprendida exclusivamente através da mediação da primeira língua ou língua materna.

Infelizmente os métodos tradicionais de aprendizagem das línguas, focados no estudo

teórico de regras gramaticais e tradução de textos escritos, ainda são a base do

ensino das escolas.

Falamos de bilinguismo “coordenado” quando, pelo contrário, a pessoa

bilingue adquiriu o segundo idioma (L2) sendo capazes de utilizà-la em um contexto

natural, desenvolvendo um conjunto de hábitos mentais que são baseados em um

sistema linguístico independente do da língua nativa.

Em conclusão, é um bilingue coordenado " cada indivíduo que compreende e

fala duas línguas com uma facilidade e um nível comparável de um nativo de origem

social e cultural semelhante.

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Mas como você se torna bilìngue?

Geralmente torna-se bilíngue desde o nascimento, tendo os pais de

nacionalidades diferentes, ou pelo simples fato de viver em um país que não é o país

natal , sindo trasferito na infância.

Como jà foi mencionado, o bilinguismo è um fenòmeno linguìstico

complicado, onde existem vàrios casos. Sem dùvida uma pessoa bilingue è capaz de

falar, ler e escrever fluentemente em duas linguas; escrever numa lingua e não saber

falar fluentemente na outra lingua; escrever,ler e falar uma lingua e ser capaz de

entender outra; de qualquer forma estes são apenas alguns exemplos das muitas

facetas do bilinguismo.

A mesma pesquisa ainda não chegau a um completo conhecimento dos

mecanismos de coexistência de duas ou mais linguas no mesmo cérebro. Quanto

mais se tenta analisar e aprofundar este estudo, mais se percebe que há tantas

maneiras de viver o bilinguismo quantos são os bilingues.

Quando se fala de linguagem, falamos de comunicar e interagir um com os

otros e sobretudo falar de si mesmo. Saber comunicar e ter a consciência de ser

compreendido é um dos objectivos fundamentais que o homem pede; viver sem esta

possibilidade equival a não viver realmente.

A decisão de escrever essa tese está relacionada ao desejo de contar e partilhar

a minha experiência pessoal da pessoa bilíngue, filha de pais de diferentes

nacionalidades, respectivamente italiana e portuguesa.

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A tese pretende destacar aqueles que são os pontos fortes do bilinguismo,

provando que ser bilíngüe, em vez de monolingues, é certamente uma vantagem

considerável.

3 Vantagens do Bilinguismo

No dia 20 de setembro de 1980, o Conselho regional da Valle d’Aosta enviou

uma petição oficial ao Governo italiano, com a intenção de propor à Assembléia

Geral da Organização das Nações Unidas para adicionar as seguintes cláusulas à

Declaração dos Direitos Humanos.

Portanto todo mundo tem o direito à:

Um conhecimento aprofundado da língua materna,

Um conhecimento útil de uma língua viva de comunicação mundial, que

permita a todas as pessoas de participar plenamente e diretamente à cultura e

o diálogo universal.

Hoje em dia, neste mundo globalizado, saber mais de um idioma é fundamental

e adquiri-los no periodo da infância assegura resultados mais satisfatórios.

Recentes estudos têm demonstrado que o cérebro de uma pessoa bilíngüe teria

uma maior quantidade de matéria cinzenta, em particular na área que controla as

funções executivas, capacidades cognitivas como a resolução de problemas ou a

modulação da atenção.

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Crescer em uma família bilingue, oferece uma série de benefícios: por

exemplo, como demonstrado pelos estudos, no cérebro bilingue são constantemente

ativas duas línguas, que causam uma concorrência linguística que altera as ligações

no cérebro melhorando as habilidades cognitivas, que contribuem o desenvolvimento

de uma línguagem fluentemente e tornando mais fácil o apprendizagen de novas

habilidades.

Bilingualism representa também um recurso importante em relação à saúde:

aprender e falar uma ou mais linguas è uma das melhores maneiras de se manter

longe das doenças degenerativas, atrasando assim de quatro ou cinco meses, o

aparecimento da demência ou Alzheimer.

O bilinguismo, entretanto, parece além de proporcionar às pessoas biculturais

uma vantagem significativa para o mundo sem fronteiras de hoje, assim como uma

habilidade vital para viajar, conhecer novas culturas e pessoas.

Uma criança bilingue não terà sò vantagems em termos profissionais, mas o

conhecimento de várias línguas é também um benéfico do ponto de vista cultural; as

pessoas bilíngües são mais tolerantes com outras culturas e isso lhes permite de ter

diferentes perspectivas.

Não por acaso,se diz que duas línguas representam duas visões do mundo. Os

aspectos positivos do bilinguismo variam de acordo com os varios pontos de vista:

metalingüístico, cognitivo, comunicativo e cultural.

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4 Os preconceitos e os falsos mitos do Bilinguismo

Crescer aprendendo duas línguas,não è ainda considerado como uma condição

comun na nossa sociedade,por isso o bilinguismo é ainda rodeado por preconceitos e

desinformação, apesar dos dados que estimem que cerca la metade de la população

hoje è bilingue; uma importante verdade que não pode ser ignorada e omitida.

Razão pela qual é importante e fundamental ter uma informação correcta sobre

o fenómeno: entender quais são os preconceitos, mas ao mesmo tempo, entender os

benefícios que ele oferece o cérebro da criança bilingue.

Muitas pessoas ainda são da ideia que aprender duas ou mais línguas envolva

um esforço cognitivo excessivo para o cérebro da criança e que estas duas línguas

privem espaço e recursos ao desenvolvimento cognitivo geral.

Os preconceitos negativos são ainda numerosos, e a preocupação mais

generalizada e comum dos pais é que as crianças bilingues confundam as duas

línguas e que não tenham um dominio completo em nenhuma das duas linguas.

Uma recente pesquisa, desacreditou esta hipótese, demonstrando que as

crianças bilingues são capazes de reconhecer e em seguida distingui-las de outras

linguas desconhecidas para eles.

A pesquisa, não só ajoudou a dissipar a preconceitos negativos sobre

bilingüismo, mas também para demonstrar que uma educação bilíngüe traz, além dos

benefícios cognitivos anteriormente mencionados, prestações de outro tipo como:

acesso a duas culturas, uma maior tolerância e respeito pelos outros e outras culturas

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e vantagens futuras no mercado do trabalho. Então, o encargo é fazer luz sobre o

assunto, a fim de assegurar uma visão correta do fenômeno.

Aquela velha crença que as criancas expostas a mais de um idioma se tornariam

confusas, menos inteligentes ou mesmo esquizofrênicas, foi reavaliada. Muitos

estudos alegam que, aprender duas línguas na infância melhoraria toda uma série de

habilidades cognitivas, fazendo com que o cérebro tornasse mais hábil para alternar

tarefas, sugerindo que o uso e o aprendizado de duas línguas deixariam as crianças

mais inteligentes.

As crianças, bilingues e monolingues, têm uma predisposição inata para a

aquisição da linguagem e, portanto, uma aprendizagem sem esforço e sem a

necessidade de uma instrução explícita à base.

O Bilinguismo é sempre útil, que as línguas sejam as mais falda do mundo, e que

sejam aquelas minoritárias. Cada idioma é importante, independentemente de sua

taxa de difusão no mundo, e é por isso que devemos incentivar a aprendizagem de

línguas minoritárias, a fim de evitar o seu desaparecimento.

Outra creanca seria que as crianças bilíngües não podem alcançar a mesma

proficiência em ambas as línguas, mas isso não é absolutamente verdadeiro. Pode

muito bem ser que o bilingüismo envolve inicialmente um ligeiro abrandamento no

desenvolvimento da linguagem na primeira infância, mas é apenas uma situação

temporária, porque, como estabelecido anteriormente, este atraso é então preenchido

pela instrução, ou através da escola.

Outro preconceito comun seria que o bilinguismo provoca repercussões

negativas na aprendizagem escolar. Este não é absolutamente verdadeiro, é fruto de

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uma desinformação que ainda é muito prevalente sobre o assunto. Frequentemente

eventuais dificuldades de aprendizagem da criança, que podem naturalmente

verificar-se durante o percurso, vêm para erro reconduzidas ao bilinguismo, trazendo

assim as famílias a optar pela aquisição ùnica de uma lingua.

Infelizmente os pais bilingue,temdo uma visão confusa e pouco clara do

fenómeno e empurrados pelo desejo de proteger os seus filhos, eles decidem desistir

do sonho bilingue. Vários estudos têm demonstrado que o desenvolvimento bilíngue

oferece vàrios benefícios ao nível cognitivo, tornando as crianças mais predispostas

para a aprendizagem de outras línguas estrangeiras.

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5 A minha experiência bilingue

Um contexto mais pessoal desta pesquisa sobre bilingüismo é representada pela

minha experiência, desde que eu cresci em uma família de mãe Português e pai

italiano.

Razão pela qual neste capítulo eu gostaria de dizer a minha experiência

bilíngüe, embora tardia, enriqueceu a minha personalidade, fazendo-me uma pessoa

mais completa. Falando em nome da minha experiência pessoal eu encontrei que o

bilinguismo, dissipando todos os mitos que o cercam, é um recurso muito importante

para cada indivíduo.

Como jà anunciei no início, o meu é um bilinguismo tardio, isso significa que a

aquisição da L2 ocorreu na adolescência. Apesar de que eu tinha adquirido a segunda

língua mais tarde na vida, não por isso eu me sinto um bilíngue "a metade”, na

verdade eu acho de ter uma maior consciência do meu bilinguismo.

São os idiomas que falamos que fazem a nossa identidade, graças a eles, somos

diferentes dos outros, e são eles que nos permitem de ser nós mesmos. Devemos

estar orgulhosos de nossas origens, devemos protegê-las,para que as nossas crianças

podem beneficiar do nosso bilinguismo.

O meu caso pertence nos casos dos casais mistos que vivem no país de um dos

cônjuges. Minha mãe mudou-se para Itália a partir de Portugal, decidendo de viver

na terra do meu pai. A primeira preocupação da minha mãe era aprender a língua do

país de acolhimento, a fim de não se sentir marginalizada pela sociedade. Este foi o

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principal motivo que levou minha mãe, mesmo que inconscientemente, para adiar o

ensino da sua língua materna.

Eu sempre tinha o desejo de aprender o português, porque eu queria ser capaz

de comunicar com a família da minha mãe, tendo sempre sentida parte de mim.

Minha mãe e sua família foram sempre perto de mim, eles me encorajaram e

arranjavam todas as situações necessárias para aprender a língua.

Ao longo dos anos, eu fui capaz de conseguir um bom nível, especialmente

oral, e agora soi perfectamente capaz de manter uma conversação. Quanto mais o

tempo passa mais eu estou convencida que fiz a escolha certa.Gostaria de dizer a

todos que nunca é tarde para aprender novos idiomas e que é graças a eles que nossas

fronteiras são estendidas e a nossa visão do mundo muda continuamente.

Por isso esforcemos a preservar o bilinguismo porque na verdade estamos

protegendo a nós mesmos e nossas famílias. Não deixamos que os preconceitos

prevaleçam e que o medo de falhar nos impeça de realizar os nossos sonhos e as

nossas ambições.

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Ringraziamenti

La stesura di questa tesi ha rappresentato per me un’enorme soddisfazione personale,

un grande traguardo e spero con tutta me stessa che sia l’inizio di qualcosa di nuovo

ed emozionante. È stato un percorso duro, impegnativo ma allo stesso tempo pieno di

momenti felici.

Ringrazio la mia relatrice, la Prof.ssa Adriana Bisirri, per il supporto e la

disponibilità dimostratemi durante i tre anni. Il mio ringraziamento va inoltre ai miei

correlatori, la Prof.ssa Marie Francoise Vaneecke, e il Prof. Alfredo Rocca, per la

loro professionalità, disponibilità e cortesia che hanno sempre avuto nei miei

confronti, per i consigli e i suggerimenti, con i quali ho potuto elaborare al meglio la

mia tesi.

Il ringraziamento più grande va indubbiamente ai miei genitori, gli unici che

mi hanno sempre incoraggiata, supportata e aiutata durante tutto il percorso,

motivandomi e standomi vicino anche nei momenti in cui non pensavo di farcela. Li

ringrazio per essere stati sempre presenti e per avermi insegnato a non mollare mai e

a affrontare i problemi a testa alta. Dedico la mia tesi a loro, gli unici che non hanno

mai smesso di credere in me. Ringrazio anche mia sorella Alessandra, che si è

dimostrata sempre pronta ad aiutarmi anche nei momenti più critici e difficili. Una

sorella fantastica senza la quale non potrei vivere.

Infine vorrei ringraziare il mio fidanzato Marco, che nonostante abbia potuto

partecipare soltanto alla fine del mio percorso, si è dimostrato sempre disponibile ad

aiutarmi. Lo ringrazio per aver sempre sopportato le mie lamentele , per aver

condiviso con me i momenti gioiosi ma ancor di più per essermi sempre stato vicino

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nei momenti più difficili. Ma soprattutto lo ringrazio per non avermi mai lasciata da

sola, per avermi sempre detto che ce l’avrei fatta e per amarmi ogni giorno per quello

che sono.

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BIBLIOGRAFIA

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SITOGRAFIA

www.ilbilinguismoconta.it ;

www.bilinguepergioco.com .


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