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S_Dadaismo

Date post: 24-Jul-2015
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Dadaismo Eleonora Charans, Ph.D., Politecnico di Milano [email protected] https://independent.academia.edu/EleonoraCharans
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Il Dadaismo è un movimento artistico e letterario d’avanguardia sorto a Zurigo nel 1916 e che ebbe sedi

importanti a Berlino, a Parigi, New YorkIl nome deriva dalla voce onomatopeica ‘dada’ del

linguaggio infantile (propr. «cavallo»), trovata da T. Tzara aprendo a caso un dizionario francese. 

Le prime manifestazioni del movimento si svolsero a Zurigo, dove nel 1916 H. Ball diede vita al ‘Cabaret

Voltaire’, coadiuvato da E. Hennings, R. Huelsenbeck, T. Tzara, M. Janco, H. Arp e H. Richter. Riprendendo la tradizione delle serate futuriste, si organizzavano

spettacoli di poesia simultanea e di musica bruitistica, mostre, conferenze.

Ball rese l’artista dadaista un mimo traumatizzato che assume le terribili successive contraddizioni

di guerra, rivolta ed esilio, e li esagera in una parodia buffonesca.

“Chiamo Dada una farsa del nulla in cui sono implicate tutte le domande più profonde (...).

L’orrore del nostro tempo, il contesto paralizzante degli eventi, si é fatto visibile.”

Hugo Ball nel suo costume di Magico Vescovo al Cabaret Voltaire di Zurigo nel 1916.

[il dadaismo] Ha messo in crisi, con gli altri valori, anche l’arte: la quale cessa di essere un modo per

produrre valore, ripudia ogni logica, è non-senso, si produce (se e quando si produce) secondo le leggi

del caso. Non è più un’operazione tecnica e linguistica: può valersi di qualsiasi

strumento, prendere non importa dove i suoi materiali. (...)

La vera arte sarà l’antiarte (...)

La reazione psicologica e morale alla guerra porta all’estremo la polemica contro la società del tempo.

Giulio Carlo Argan, L’arte moderna 1770-1970,

Sansoni (prima edizione: 1970) 2002, pp 180-182.

Erste Internationale Dada Messe: prima mostra internazionale Dada, Berlino, Galleria di Otto Burchard, 1920, veduta di una sala

Prima retrospettiva, 174 opere presenti, tra gli artisti in mostra G. Grosz, John Heartfield, affiche- fotomontaggio

John Heartfield e Rudolf Schlichter, Arcangelo Prussiano, rifacimento del 2004 dell’originale disperso,

assemblage, MoMA

Quadro di Grosz esposto alla Dada Messe, quindiall’interno della mostra di Arte Degenerata (Monaco 1937),

distrutto dai nazisti

Dada e fotomontaggio: alterazione della realtà con valenza politica

la tecnica del fotomontaggio finì per diventare una sorta di corrispettivo del nichilismo Dada e della sua

volontà di scardinare le regole

la prima azione che l’artista compiva era il taglio e lo smontaggio, quindi un atto di rimontaggio derisorio della realtà, mediata dal medium fotografico, veniva

ulteriormente manipolata e rielaborata

dichiarato disprezzo per il ruolo dell’artista tradizionale

come affermava Hausmann “noi ci consideravamo ingegneri, costruttori, montando i nostri lavori come fa

un fabbro”

Raoul Hausmann, ABCD, 1923-24, Musée National d’Art Moderne, Centre Georges Pompidou

la tecnica del fotomontaggio veniva comunque a trovarsi in una posizione ancora intermedia tra il

rifiuto dei canoni estetici tradizionali e il riferimento al sistema pittorico tradizionale

in tal senso, lo stesso Heartfield affermava“il pittore dipinge con i colori, io dipingo con le

fotografie”

George Grosz, Die Montateur Heartfield, 1920, Museum of Modern Art, New York

Verso una dimensione installativa:Il Merzbau di Kurt Schwitters

Kurt Schwitters, Merz Picture 32 (Cherry picture), 1921, pastelli, carta stampata ritagliata, stoffa, merallo, legno, MoMA, New York

“I quadri di pittura Merz sono opere d’arte astratte. La parola Merz significa nella sua essenza

l’assemblamento di tutti i materiali possibili e immaginabili, l’uguale valorizzazione dei singoli materiali. La pittura Merz dunque non si serve solo del colore e della tela, del pennello e della tavolozza, ma di tutti i materiali percepibili dall’occhio e di tutti gli attrezzi

necessari.L’artista crea scegliendo, ripartendo e deformando i

materiali.”

Kurt Schwitters, La pittura Merz, 1919

Kurt Schwitters, Merzbau, 1919-37, Hannover,distrutto nel 1943

la visione artistica di Schwitters si dilatava sempre di più fino a rimodellare la realtà esistente, fino a una visione globale, espansa del concetto di Merz, del

mondo Merz (Merz Gesamtweltbild)

ma di cosa era composto?una struttura di gesso , in continua trasformazione

ed espansione, composta di forme concave e convesse, con delle cavità che inglobavano oggetti

appartenuti a persone care, ricordi

la struttura crebbe in modo casuale, come una giungla, una struttura architettonica dinamica e autonoma nell’appartamento dell’artista fino a

occuparne ogni anfratto

Hans Richter, artista del movimento e amico di Scwitters descrive come segue l’opera, così come appariva nel corso di una visita

all’artista nel 1925:

“Mi tagliò una ciocca di capelli e la depositò nella mia cavità. Nello spazio dedicato a Mies van der Rohe c’era una grossa matita sottratta

al suo tavolo da disegno. Degli altri c’erano un pezzo di stringa di scarpe, un mozzicone di sigaretta, un pezzo di unghia, un pezzo di

cravatta (di Doesburg), una penna rotta.Ma c’erano anche cose curiose come i pezzi di un ponte con ancora i

denti attaccati, una bottiglietta di urina con il nome del donatore.”

H. Richter, Dada. Arte e antiarte, edizione italiana 1966, Mazzotta editore, pp. 183-84

Ricostruzione, sulla base delle immagini fotografiche originali, del Merzbau presso lo Sprengel Museum di

Hannover, 1983

Mimicking the atmosphere of the film The Cabinet of Dr. Caligaris in three dimensions, Merzbau enveloped the viewer. (...) A

gesamtkunstwerk, in that it synthesizes painting, sculpture. and architecture, this installation was obviously site-specific at first.

Mark Rosenthal, Understanding Installation Art, from Duchamp to Holzer, Prestel 2003, p. 33.

Marcel Duchamp: Ready-mades

Marcel Duchamp, Nudo che scende le scale n. 2, 1912, olio su tela, 147 x 89,5 cm,

The Louise and Walter Arensberg Collection, Philadelphia Museum of Art.

Cette version définitive du Nu descendent un escalier, peinte en janvier 1912,

fut la convergence dans mon esprit de divers interêts, dont le cinéma, les chronophotographies de Marey et Muybridge

(...) les futuristes s’intéressaient aussi alors aux problemes du mouvement

et quand il exposèrent pour la prémiere fois à Paris en janivier 1912,ce fut passionnant pour moi de voir le tableau de Balla Chien en laisse, qui montrait lui aussi le position statiques successives de la laisse et

des patte du chien

Marcel Duchamp. Duchamp de signe, Flammarion, Paris 2008, p. 208

15 febbraio 1913 viene inaugurata una mostra a New York, “Armory Show”- in quanto organizzata presso l’arsenale del 69° Reggimento

della Guardia Nazionale. L’intento era quello di portare l’arte europea più avanzata a

conoscenza degli artisti americani. L’opera di Duchamp venne definita “Rush Hour at the Subway” e “Explosion in a Shingle

Factory”.Tuttavia i collezionisti americani percepirono quelle opere come delle rivelazioni e le acquisirono subito

Duchamp iniziò a lavorare al Grande Vetro a partire dal 1915 per dichiarare l’opera definitivamente incompiuta nel 1923.

Un grande vetro che fu rotto nel corso di uno spostamento per una mostra e pazientemente ricomposto

dall’artista

Marcel Duchamp. La Sposa messa a nudo dai suoi celibi, anche, dono di Katherine Dreier,

permanentemente installata presso il Philadelphia Museum of Art

struttura: “ haut de neuf pieds

le tableau est constitué de deux grands

panneaux de glace

disposés l’un au-dessus de l’autre

(Duchampe du signe, p. 212)”

soggetto: “èlements principaux: 1. Mariée (en haut)

2. Cèlibataires (en bas)

Les célibataires devant servir de base architectonique à la mariée,

celle-ci devient une sorte de apotheose de la virginité. (Duchamp du signe, p. 75)

Il ne s’agit pas ici de l’interpretation réaliste d’une mariée, mais de ma conception d’une mariée exprimé

par la juxtaposition d’élements mécanique

et de formes viscérales

(Duchamp de signe, p. 209)

Fiske Kimbal e Marcel Duchamp al Philadelphia Museum of Art, 1954 ca.

En 1913, j’eus l’hereuse idée de fixer une roue de biciclette sur un tabouret de

cuisine et de la regarder tourner

Ce choiz etait fondé sur une reaction d’indifférence visuelle, assortie au même moment

à una absence totale de bon ou mauvais goût... en fait une

anestésie complète.

Un autre aspect du ready-made est qu’il

n’a rien d’unique... La replique d’un ready-made trasmet le même message;

en fait presque tous le ready-madesexistant aujourd’hui ne sont pas des

originaux

(Duchamp du signe, p. 182-83)

Duchamp propose l’orinatoio in occasione della prima mostra della Società Americana degli Artisti Indipendenti (1917). Fu rifiutata.Duchamp contestò, attraverso la portavoce

Beatrice Wood, sostenendo:

“ Dicono che ogni artista che paga sei dollari può esporre. Il signor Mutt ha mandato una fontana. Senza discussione questo articolo è

scomparso e mai esposto. (...) Che il signor Mutt abbia o meno fatto la

fontana con le proprie mani non ha importanza. L’ha SCELTA. Ha preso un normale oggetto quotidiano, l’ha posto in modo che il suo significato utilitario scomparisse sotto il

nuovo titolo e punto di vista - ha creato un’idea per quell’oggetto”.

Quale legato sulle generazioni di artisti successive?

Robert Rauschenberg, Canyon, 1959, MoMA

Robert Rauschenberg, Winter Pool, 1959, Metropolitan Museum of Art

Joseph Kosuth, One Two Three Chairs, 1965, MoMA, New York

Marcel Duchamp, Air de Paris, 1919, coll. Arensberg,

Philadelphia Museum of Art Louise Bourgeois, Precious Liquids, 1992

Ingresso alla mostra realizzato da Philippe Parreno

Due ballerine della Merce Cunningham Company che danzano sotto i gonfiabili realizzati da Jasper Johns per lo spettacolo di Cunningham Walaround time, 1968, Philadelphia Museum of Art,