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Seconda lezione Dott.ssa Carnevale

Date post: 20-Mar-2017
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PROGETTO STOP AL BULLISMO 2° lezione a cura della Dott.ssa Maria Grazia Carnevale
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Page 1: Seconda lezione Dott.ssa Carnevale

PROGETTO STOP AL BULLISMO

2° lezione a cura della

Dott.ssa Maria Grazia Carnevale

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Una breve presentazione per un progetto di lavoro che affronta una problematica complessa come quella del Bullismo.

Il fenomeno assume forme e caratteristiche diverse a seconda dell’età e del contesto, pur mantenendo inalterata la natura violenta e prevaricatrice di un soggetto o più soggetti minori che si percepiscono e vengono percepiti forti su un soggetto minore che si percepisce e viene percepito debole.

E’ subito evidente lo squilibrio tra gli attori di questa relazione, ed è proprio in considerazione di tale squilibrio che altri, gli adulti, vengono chiamati in causa ed hanno un ruolo tutt’altro che secondario, soprattutto coloro i quali hanno funzioni educative e formative nei riguardi dei minori: genitori ed insegnanti.

Al momento cercheremo di focalizzare l’attenzione sul ruolo dell’insegnante poiché, nella maggior parte dei casi è la scuola che diventa teatro di dinamiche disfunzionali agite al suo interno. 

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A volte l’atto di bullismo non origina all’interno della scuola ma è in quel contesto che trova le condizioni per attivarsi, la contiguità tra vittima e bullo, la presenza di un pubblico, la frequentazione obbligata ed altri fattori possono far scaturire i comportamenti disadattivi.

Partendo da questa considerazione risulta a mio avviso importante misurarsi sulla percezione personale del fenomeno e per questo vi chiederò di utilizzare le storie presentate per elaborare un ipotetico percorso di intervento.

Il percorso prevede tre momenti:

1. Analisi della situazione

2. Riflessioni personali

3. Strutturazione di un intervento educativo.

Ovviamente nel terzo punto verranno indicati modi, tempi e strategie di intervento.

La scelta delle storie è libera.

Gli elaborati verranno inviati nei modi e nei tempi indicati dal responsabile del corso.

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STORIE PER LA SCUOLA PRIMARIA

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LUCA

Luca ha dodici anni e frequenta la prima classe della scuola secondaria di primo grado. I suoi genitori sono separati per motivi di lavoro: la madre rientra a casa solo due fine settimana al mese. Luca ha sempre avuto un rapporto particolare con la madre che a differenza della nonna paterna con cui vive in questo periodo, è sempre stata molto comprensiva e protettiva nei suoi confronti. La nonna ritiene che il nipote sia viziato ed incapace di affermarsi con i cugini di pari età e così anche a scuola, lo rimprovera spesso. L’anno precedente Luca ha fatto numerosissime assenze che hanno determinato la sua bocciatura e questo la nonna non glielo ha perdonato.

Il padre di Luca lavora fuori dal paese di residenza e torna a casa la sera, stanco; di carattere chiuso e taciturno parla poco con il figlio.

Luca ha spesso la sensazione di essere trasparente, a volte pensa di essere sbagliato.

A scuola ha cambiato classe, gli insegnanti sono molto esigenti e molto severi. I compagni sono un più piccoli di età, nessuno di loro rappresenta un punto di riferimento anzi a volte ha l’impressione che lo evitino. Durante la ricreazione ha conosciuto due ragazzi, Fabrizio e Paolo, molto famosi a scuola per il loro comportamento aggressivo e provocatorio, lo affascinano, ne viene attratto e li segue sempre nelle loro azioni di disturbo.

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Luca all’inizio osserva i loro comportamenti a distanza, con il passare del tempo Fabrizio intuisce che Luca potrebbe essere utile ai loro progetti , lo avvicina con fare amichevole e lo convince a prendere in giro un compagno con disabilità. Questo diventa solo il primo di tanti gesti “sbagliati” che il ragazzo si trova a compiere, per compiacere i compagni. Nonostante i molti richiami orali e scritti, punizioni, convocazione dei genitori, Luca non cambia atteggiamento e spesso si mette in mostra diventando l’attore principale di azioni scorrette e cattive attuate contro un compagno in particolare, Fabio, un ragazzino timido con un lieve ritardo, seguito da ins. di sostegno. Fabrizio e Paolo, registi di tali azioni, convincono Luca ad affrontare una sorta di prova finale che gli consentirebbe di diventare loro amico: deve portare a scuola un oggetto con cui minacciare Fabio che sta raccogliendo i soldi per una gita scolastica; l’idea dei due ragazzi sarebbe quella di farsi dare i soldi e costringere il compagno a dire di averli persi.

Luca pensa di sapere cosa fare, ha un piccolo pugnale, ricordo dell’esperienza scout del padre, che lui ha il divieto di toccare. La sera prepara lo zaino, avvolge, di nascosto, il pugnale in un giornale, lo infila in fondo allo zaino. La notte è eccitato per la faccia che farà Fabio, ma soprattutto pensa come saranno contenti Fabrizio e Paolo che lo faranno diventare finalmente “ il loro migliore amico”.

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La mattina Luca mentre si avvia a scuola ripensa alla situazione e non si sente molto tranquillo, infastidito con se stesso aumenta il passo. A scuola incontra l’insegnante di inglese, l’unica da cui si sente considerato e capito, è tentato di avvicinarsi, ma cambia idea, le passa davanti senza salutare. L’insegnante si accorge del comportamento strano di Luca e decide che gli parlerà durante l’intervallo.

Luca è più taciturno e disattento del solito, durante la prima ora l’insegnante di italiano lo interroga, si alza, nel prendere il libro dallo zaino fa cadere il pacchetto, l’insegnante si accorge lo prende e succede davvero uno scompiglio clamoroso………

Cosa fareste voi?

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LILIANALiliana è una bambina tranquilla, ultima di una famiglia numerosa ed in difficoltà economica.

Frequenta la quinta classe della scuola primaria, molto generosa e molto disponibile, accontenta sempre tutti spesso sacrificando i suoi desideri. E’ molto diligente e trova autentica soddisfazione nello studio dove eccelle in tutte le materie. Le maestre spesso la elogiano davanti ai suoi compagni indicandola come esempio per il comportamento corretto. Una sua compagna, Elisabetta, anche lei molto studiosa, ha nei confronti di Liliana un atteggiamento di contenuta prepotenza, non evidente.

Liliana viene scelta dalle maestre per leggere ad alta voce una poesia da lei scritta, davanti a tutti gli insegnanti e genitori, in occasione della recita di Natale, ricevendo un applauso lunghissimo. Al rientro in classe i bambini fanno una piccola festa e molte compagne non si avvicinano a Liliana , la bambina non sembra farci caso.

Liliana trascorre le vacanze di Natale serenamente al rientro a scuola però trova in classe un clima diverso. Molte delle sue compagne hanno un nuovo telefonino, fanno le foto e si mandano messaggi, la bambina capisce che hanno formato un gruppo, chiede di essere inserita ma le viene data una risposta evasiva.

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Dopo alcuni giorni di apparente normalità Liliana scopre per caso che alcune sue compagne, tra cui quella di banco, si scambiano delle sue foto facendo commenti offensivi. La bambina si mortifica al punto da mettersi a piangere, ma alle domande della maestra risponde di avere mal di pancia.

Liliana non capisce, non riesce a comprendere cosa possa spingere le sue compagne a prenderla in giro in un modo tanto feroce. Il giorno dopo a scuola indossa un vestito nuovo ed Elisabetta le si avvicina con atteggiamento affettuoso per poi farle un commento acido sul suo abbigliamento, anche in questo caso Liliana non si difende.

Nel periodo successivo la bambina tenta in diversi modi di avvicinarsi alle sue ex amiche, ricevendo sempre rifiuti espliciti o bugie. Si chiude, perde interesse per lo studio, dorme poco, è sempre stanca e sopporta in modo passivo gli scherzi cattivi di molte sue compagne non parlandone con nessuno.

Le insegnanti rendendosi conto del cambiamento cercano di spronarla, le parlano, chiamano la madre, ipotizzano problemi familiari, chiedono ai compagni; non sembra esistere alcun motivo.

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Dopo circa un mese Liliana decide di non andare più a scuola. E’ irremovibile nella sua scelta , non dice a nessuno i motivi ma piange disperatamente se qualcuno insiste nel portarla a scuola, non vuole cambiare classe, non apre più i libri e rifiuta qualunque contatto al di fuori delle mura di casa.

Tale comportamento anomalo per la bambina porta un’insegnante a riflettere e a parlare con le sue colleghe……..

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TIZIANA

Tiziana, tredici anni, frequenta la terza classe della scuola secondaria di primo grado. E’ una bambina con un livello cognitivo nella norma, ha una balbuzie che interferisce con la sue prestazioni scolastiche. Ha due fratelli molto più grandi di lei, già sposati. Genitori di età avanzata disponibili ma con una mentalità chiusa. Dall’anno precedente Tiziana è ingrassata moltissimo, è trascurata nell’aspetto fisico e nella pulizia personale. Le sue compagne hanno difficoltà a starle vicino.

Tiziana diventa spesso provocatoria, utilizza il linguaggio gestuale e corporeo: spinge, si appropria delle cose degli altri ecc.. In particolare nei confronti di una sua compagna, Milena, molto curata e seguita dalla famiglia, attiva comportamenti aggressivi; all’uscita la spinge, prende a calci il suo zaino, le fa sparire gli oggetti e glieli restituisce rotti. Milena è difesa da tutta la classe che giudica i comportamenti di Tiziana sbagliati ed offensivi.

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La classe è abbastanza omogenea, i ragazzi sono bene integrati e non ci sono elementi di conflittualità importanti. La presenza di Tiziana è vissuta come un fastidio.

Su richiesta esplicita degli insegnanti, alcuni di loro si sono attivati per invitare Tiziana a casa propria, il risultato è stato sempre un disastro. La compagna non sembrava interessata a nessuna proposta di gioco, di studio o di conversazione, dopo questi pomeriggi, al rientro a scuola si evidenziava un maggiore isolamento di Tiziana che si relazionava con modalità provocatorie e/o con oppositività passiva sia con i pari che con gli insegnanti.

I genitori della ragazza convocati non hanno dimostrato sufficienti risorse e capacità di intervento.

Gli insegnanti…….

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FRANCESCOFrancesco otto anni, frequenta la terza classe della scuola primaria, trasferito da una città del Nord, è arrivato a metà novembre. Il bambino ha dato subito segni positivi di adattamento, ha stretto spontaneamente amicizia con alcuni compagni di classe ed insieme a loro ha partecipato a feste e riunioni presso le case di compagni comuni. Il periodo natalizio è servito a rinsaldare questi rapporti. Francesco frequenta la scuola con serenità e ciò rende contenti sia genitori che gli insegnanti. Sembra che la presenza del bambino abbia portato una diversa serenità in classe.

In classe ci sono due bambini, Pasquale e Mirko, molto movimentati che spesso vengono puniti e rimproverati aspramente, i due sono aggressivi sia verbalmente che fisicamente, gli altri li temono. Spesso Mirko e Pasquale sfidano i compagni ed ottengono da loro oggetti o più raramente qualche moneta.

Durante i preparativi per la festa di Carnevale scompare del materiale portato a scuola dai bambini, Francesco ha visto Pasquale che portava via tutto .

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Il bambino ha visto il compagno, lo ha stretto in un angolo e minacciato: guai se avesse detto a qualcuno quello che aveva visto, lui e Mirko gliela avrebbero fatta pagare. Francesco ha avuto una paura enorme, non aveva mai avuto niente da dire con Mirko o con Pasquale ma li aveva visti all’opera ed ora era successo a lui questa cosa spiacevole.

Parlarne con i genitori era fuori discussione, lo avrebbero costretto a raccontare alle maestre e questo era fuori discussione, ma i suoi non avrebbero capito .

Parlarne con gli insegnanti….. ma con chi? Da troppo poco tempo li conosceva e non sapeva di chi poteva fidarsi.

Il giorno dopo a scuola si accorsero del furto, i sospetti erano indirizzati su un bambino di quinta classe. Francesco era in un’enorme difficoltà, quei due non lo perdevano di vista un attimo e lo minacciavano con lo sguardo. Provò a far finta di niente e si adattò a quella condizione, aveva però perso l’entusiasmo, incontrava i compagni ma aveva un profondo disagio, non era più attivo come prima e controllava sempre che Pasquale e Mirko non fossero nelle vicinanze.

La madre si accorse del malessere del figlio e cercò di ottenere delle risposte da Francesco che non riuscì a mentirle, e poi i genitori ne parlarono agli insegnanti che…..

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STORIE PER LA SCUOLA SECONDARIA DI

SECONDO GRADO

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ROBERTORoberto ha 16 anni frequenta la terza classe dell’Istituto Tecnico. E’ sempre stato un ragazzo timido e sensibile, ultimo figlio dopo tre sorelle. Entrambi i genitori lavorano.

Roberto da uno a quattro anni ha avuto problemi di salute che hanno determinato numerosi ricoveri. E’ cresciuto molto protetto ed invece di praticare sport è stato indirizzato a frequentare una scuola di ballo.

Il ballo lo appassiona ed è molto bravo.

Iscriversi all’istituto tecnico è stata quasi una scelta obbligata, il ragazzo riesce bene in matematica ed informatica, le altre discipline lo interessano molto meno.

I primi due anni ha frequentato regolarmente stringendo amicizia quasi esclusivamente con le ragazze della sua classe, con i ragazzi non trovava interessi comuni e non condivideva le modalità comportamentali, troppo irruente e “fisiche” per il suo modo di relazionarsi.

All’inizio del terzo anno la sua migliore amica, Gabriella, ha stabilito una relazione con un ragazzo che frequenta l’ultimo anno, nell’arco di poco tempo anche altre sue compagne hanno intrapreso rapporti amorosi.

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Roberto si è trovato di colpo solo ed invisibile agli occhi degli altri che manifestavano a volte fastidio per le sue richieste di compagnia. Il suo essere solo attirò le attenzioni di alcuni ragazzi della scuola che pensarono di farne l’oggetto di scherzi pesanti che miravano a sollevare dubbi sulla sua identità sessuale.

Il ragazzo fino a quel momento non aveva mai dubitato della sua identità, era molto attratto dalle ragazze ma non è mai stato innamorato. Le battute e gli scherzi organizzati lo hanno confuso e spaventato, alimentando la sua necessità di protezione. Roberto ha provato anche a chiedere alle sue amiche cosa ne pensassero, ma ha avuto in risposta solo risatine imbarazzate.

A casa era impossibile parlare con chiunque, troppa vergogna. Gli insegnanti non si erano accorti di nulla, i tre ragazzi, agivano con discrezione ma con una determinazione tale che non passava giorno che Roberto non subisse insulti ed offese.

Il silenzio dei suoi compagni di classe accompagnato da sguardi e risate denigratorie lo feriva più di tutto, l’atteggiamento di Gabriella di fronte alla sua ennesima richiesta di aiuto lo avvilì, la sua amica lo considerava infantile e vigliacco e con un tono di voce freddo e distaccato lo incitò a reagire ad affrontare i ragazzi che lo offendevano. Così Roberto rispose alle provocazioni suscitando nei ragazzi una reazione molto aggressiva, botte e insulti all’interno della scuola, nel bagno. Nessuno è intervenuto in sua difesa.

Cosa avreste fatto voi?

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STELLAStella ha quindici anni, figlia unica di una famiglia molto agiata. La ragazzina proviene da un paesino dell’interno e frequenta la seconda classe del Liceo Scientifico con risultati alquanto mediocri.

Stella è molto bella e consapevole di questa sua condizione assume spesso comportamenti provocanti.

Non è molto amata dalle compagne, tranne una che di lei subisce il fascino e le è molto affezionata.

A volte Stella si comporta in modo arrogante ed irritante anche con gli insegnanti, i quali nei colloqui con i genitori non riescono a far comprendere loro che il comportamento della figlia non è consono alle regole scolastiche.

Un giorno Stella, nel bagno delle ragazze, si esibisce in una specie di spogliarello che una sua compagna ha filmato senza che lei se ne accorgesse e poi lo ha “postato” su youtube.

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Il filmino in poco tempo è diventato “virale” e Stella di fronte a tale situazione ha reagito aggredendo in classe, la compagna, urlando in modo esagitato. I genitori hanno minacciato denunce alla scuola e agli insegnanti. Gli insegnanti ed il Capo d’Istituto hanno convocato i genitori della compagna con la quale si erano schierati tutti gli altri compagni.

Come avreste gestito tale situazione?


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