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SEGNALAZIONI

Date post: 23-Jan-2017
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SEGNALAZIONI Source: Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente, Anno 5, No. 9 (Settembre 1950), p. 219 Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) Stable URL: http://www.jstor.org/stable/40757677 . Accessed: 15/06/2014 01:14 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente. http://www.jstor.org This content downloaded from 62.122.76.45 on Sun, 15 Jun 2014 01:14:03 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions
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Page 1: SEGNALAZIONI

SEGNALAZIONISource: Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africae l’Oriente, Anno 5, No. 9 (Settembre 1950), p. 219Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO)Stable URL: http://www.jstor.org/stable/40757677 .

Accessed: 15/06/2014 01:14

Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at .http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp

.JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range ofcontent in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new formsof scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected].

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Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extendaccess to Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente.

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Page 2: SEGNALAZIONI

AFFRICA 219

SEGNALAZIONI Libri e Riviste.

(Roma, Casella Postale 247). L'eccellente notiziario bibliografico

mensile, che si pubblica sotto gli au- spici dei Servizi Spettacolo, Informa- zioni e Proprietà Intellettuale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, contiene un sunto breve ed obiettivo di tutte le Riviste e di tutti i più im- portanti studi politici pubblicati in Italia, nonché un Indice Bibliografico completo di tutti i libri che si stam- pano ogni mese.

E' una Rassegna indispensabile per gli studiosi, per i giornalisti, per coloro che si interessano di politica e per i direttori di librerie.

Grande annuario delle industrie ita- liane e dell'agricoltura.

(Ediz. «Stampa Moderna», Napoli).

Abbiamo sottocchio il voi. I del « Grande Annuario delle Industrie Italiane e dell'Agricoltura», anno 1950, edito da « Stampa Moderna », via San Sebastiano 39, Napoli, ̂ cura della quale è in preparazione il volume II.

E' un volume, questo primo, di ol- tre settecento pagine, in nitida e chiara veste redazionale e tipogra- fica, che comprende - suddivisi per regione e per provincia e disposti, nell'interno di queste, in ordine ana- litico assai pratico agli effetti della consultazione - tutti i nominativi delle imprese industriali ed agricole del Piemonte, della Liguria, della Lombardia, della Venezia Tridentina e della Sicilia, con relativi indirizzi. L'annuario è preceduto da chiare

norme di consultazione, dal testo del- la Costituzione Italiana, dalle norme generali per gli scambi con l'Estero , dal testo delle norme per l'applica- zione del Piano E.R.P., dal testo del- le disposizioni legislative sulle tasse sugli affari, da notizie varie inte- ressanti l'industria e l'agricoltura e dai seguenti elenchi: Ministeri ed Enti Pubblici inerenti l'Industria e l'Agricoltura, Addetti Commerciali stranieri in Italia ed italiani al- l'Estero, Camere di Commercio Ita- liane all'Estero, ditte estere impor- tatrici di prodotti italiani, uffici del Ministero Industria e Commercio e del Ministero Agricoltura e Foreste, Enti ed Associazioni di carattere agricolo, uffici del Ministero Tra- sporti, altri Ministeri ed uffici rela- tivi, organizzazioni economiche e sin- dacali, elenco dei Comuni d'Italia, industrie estrattive di combustibili, società italiane per la produzione di energia elettrica, autostrade, associa- zioni e federazioni sportive, fiere campionarie internazionali ecc. ecc. Ogni regione e provincia è prece-

duta da un quadro sintetico delle sue caratteristiche industriali ed agricole, redatto in quattro lingue (italiano, francese, inglese e tedesco). E? un annuario di alto interesse

pratico, che fa onore alla casa édi- trice e al compilatore e che ci è as- sai gradito segnalare ai nostri let- tori.

UGO FERRANDI, di G. Cora - Bol- lettino Storico per la Provincia di Novara, Anno I,XI, N. 1. 1950. Abbiamo sott'occhio lo smilzo sedi-

cesimo che costituisce il terzo estratto della serie «Figure di Africanisti», pubblicata dal Bollettino Storico per la Provincia di Novara. E' un atto di fede nella validità di ciò che fu buo- no e storicamente vero. Il contenuto etico del colonialismo non cade, an- che se il colonialismo è tramontato come forma politica. E la nuova for- ma, il partnership, la collaborazione fra le razze, non si instaurerà in anti- tesi con la forma tramontata, ma solo come continuazione e sviluppo di quella.

Per illustrare tale tesi e per illumi- nare la figura dell'africanista vero, ad orientamento di quanti sono a contatto diretto o indiretto con i problemi affricani, Giuliano Cora, Ambasciatore d'Italia e provato affri- canista lui stesso, non poteva sceglie- re esempio migliore di Ugo Ferrandi, di cui è rimasta l'onorata memoria non solo in quanti, europei ed affri- cani, lo conobbero, ma anche nel no- me del villaggio somalo da lui creato, Lugh Ferrandi, attorno al quale tut- ta una vasta zona della Somalia si rjacificò e trovò la via per il suo ci- vile sviluppo.

Nato nel 1852, cresciuto in un'epoca in cui « ancora si parlava di cospi- razioni ed in cui si effettuava la spe- dizione dei Mille », Ugo Ferrandi, ge- novese, partì verso l'ignoto come sem- plice mozzo, con lo slancio e l'inco- scienza dei quindici anni, per arri- vare ad essere, quarantenne, uno dei più quadrati e consapevoli uomini di avanguardia della nostra pacifica pe- netrazione in Somalia. Vissuto in un'epoca in cui la poli- tica colonialistica, specie come fu in-

tesa da noi, rappresentava un grande passo innanzi rispetto alle ancor vive concezioni negriere o di penetrazione commerciale, fu quello che noi oggi definiamo « un colonialista ». Ma, co- me osserva il Cora « dirigere ed ap- plicare una politica colonialistica non è da tutti. Il suo successo è essen- zialmente questione di persone: di persone che abbiano la pazienza e la facoltà di studiare e di conoscere gli indigeni, di comprenderli, di penetra- re le loro istituzioni ed i loro senti- menti, e che abbiano, infine, la vo- lontà e la forza di astrarsi dal pre- giudizio europeo ». E tale fu appunto il « colonialista » Ugo Ferrandi.

Trentenne, troviamo Ugo Ferrandi sulle coste della Somalia e dell'Ara- bia, come agente di una casa di com- mercio marittimo; trentatreenne par-

tecipa alla spedizione Franzoi sulla costa meridionale dei Danachili; a • trentasei anni da Aden compie tre viaggi nell'Harrarino, riferendo alla Società di Esplorazioni Commerciali; finché, trentottenne, nel 1890, riceve dalla stessa società l'incarico di ef- fettuare quel viaggio da Brava a Bar- dera, che segnerà il suo destino di pioniere della Somalia.

Fu allora che « lungo le regioni del Giuba si sparse velocemente la voce del coraggio, della dignità e della giustizia di quest'ultimo bianco (del Cavagia Ferrandi, come fu poi sem- pre chiamato) ». Coraggio, dignità e giustizia: le tre grandi doti che si ri- chiedono nell'uomo, e sopratutto in colui che deve far rispettare e va- lere la sua qualità di membro d'un paese civile presso popoli meno civili.

Tre anni dopo Eugenio Ruspoli scriveva: « Giungo a Bardera, dove, contro ogni mia aspettativa, trovo il sultano che mi riceve con le più cor- diali accoglienze. Possedeva una ban- diera italiana lasciatagli dal nostro viaggiatore Ugo Ferrandi ed al mio giungere si fece un piacevole dovere di farla subito issare ». In questa atmosfera di stima e di rispetto il Ruspoli potè stipulare col sultano stesso un trattato di amicizia a nome dell'Italia. Dal 1893 al 1895 come funzionario

della Compagnia Filonardi, dal 1895 al 1897 come capo della stazione ita- liana di Lugh, fondata dalla Socie- tà Geografica Italiana come caposal- do politico-commerciale del Giuba, il Ferrandi rimase in Somalia a svol- gervi la sua onesta preziosa missione. « Ferrandi - scrisse Vittorio Bottego quando lo ebbe compagno nella sua seconda spedizione - da lunghi anni viveva quasi da eremita, in mezzo a popolazioni selvagge, vero pioniere della civiltà, adoperandosi con dol- cezza ammirevole e rara pazienza a destare negli indigeni l'amore per la giustizia e il lavoro ».

« A Lugh - adesso è il Cora che parla - potè rivelare interamente se stesso. Assicurata la sicurezza del paese, prima infestato da frequenti scorrerie abissine, egli fece utili ri- cerche ed osservazioni geografici^ sul territorio e studiò la storia, le usanze e le consuetudini delle popo- lazioni circostanti. Conoscitore dei va- ri dialetti, prese contatti con i capi tribù mettendo pace fra loro e otte- nendone la stima e l'amicizia. Pre- siedette all'amministrazione della giu- stizia, intervenendo all'occorrenza an- che di persona per dare esecuzio- ne alle decisioni, per reprimere gli abusi più gravi e per combattere, nei modesti limiti delle sue possibi- lità, la schiavitù. E si rivelò inoltre un ottimo militare ». Infatti, quando la battaglia di Adua si ripercosse in tutta l'Africa Orientale, compromet- tendo il prestigio acquistatovi dagli italiani, e bande abissine attaccaro- no e distrussero le spedizioni Bottego e Cecchi e si riversarono su Lugh, egli, solo con 45 ascari, si fortificò e non cedette, finché, dopo cinque giorni e cinque notti di tentativi fal- liti, gli aggressori desistettero. « Sono gesti questi - commenta il Cora - che si impongono di fronte alle popo- lazioni affricane, che non li dimenti- cano mai ».

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