+ All Categories
Home > Documents > segretari generali dello SPI di Brescia dal 1992 al...

segretari generali dello SPI di Brescia dal 1992 al...

Date post: 16-Feb-2019
Category:
Upload: vunhan
View: 216 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
22
Care compagne, cari compagni, gentili ospiti, grazie per essere qui al nostro Congresso. La vostra numerosa partecipazione ci conferma, ancora una volta, l'attaccamento il senso di appartenenza e l'attenzione verso la nostra categoria, lo SPI CGIL. Ringrazio in modo particolare Ivan Pedretti e Stefano Landini,segr. Generali nazionale e regionale dello SPI, che anche oggi, come tante altre volte, sono qui con noi. Grazie al Sindaco di Brescia Emilio Del Bono, all'assessore ai servizi sociali Marco Fenaroli, al Presidente dell' Anpi provinciale Lucio Pedroni, al segret. generale della CdL Silvia Spera, alle segreterie di FNP e UILP . Così come salutiamo affettuosamente Livio Melgari, Marco Fenaroli ed Ernesto Cadenelli, già segretari generali dello SPI di Brescia dal 1992 al 2014. Un sincero ricordo va a Giorgio Zubani, anche lui già segretario generale dello SPI e che purtroppo nel corso di quest' anno ci ha lasciato. Abbiamo condiviso l'indicazione dello SPI Nazionale di diffondere un messaggio unico a tutti gli iscritti e le iscritte anche attraverso l'immagine e lo slogan per i nostri Congressi. Non è casuale. L'immagine che è stata scelta, quella in bianco e nero di una manifestazione, vuole significare che lo SPI CGIL rappresenta donne e uomini di quella generazione che ha animato e vissuto da protagonista la grande stagione di innovazione sociale, politica e sindacale di fine anni sessanta inizio anni settanta. Anni che hanno permesso al nostro Sindacato di guidare ed incanalare le grandi trasformazioni in atto nella società traducendole in azione politica e sindacale ed in lotte e conquiste che sono diventate patrimonio non solo nostro ma di tutto il Paese. Aspetti che i pensionati ben conoscono. Quelli che parteciparono ai molti scioperi, quelli che videro il primo ingresso del sindacato nelle fabbriche nel '69 quelli che provarono i reparti confino, quelli che rinunciarono a qualunque tipo di carriera per affermare i diritti sindacali. Non è retorica, sono fatti affrontati da tanti. Lo sanno anche i pensionati più giovani, che non vissero direttamente quelle fasi, ma che impararono a “fare sindacato” da chi era passato per le lotte più dure e dirette. Sono le storie e le vicende anche delle molte fabbriche bresciane. E' la storia di un Paese, che passa per la Costituzione del '48, per Portella della Ginestra, quello che arriva allo Statuto dei lavoratori, quello che ha vissuto le tante tragiche stragi, come P. zza Loggia, motivate anche dalla volontà di rovesciare la Democrazia, frenare e capovolgere quel sistema di progresso sociale crescente. La 1
Transcript
Page 1: segretari generali dello SPI di Brescia dal 1992 al 2014.194.244.27.206/cgil_bs/sito_spi/public/file/RELAZIONE_intro... · recenti elezioni politiche ed amministrative. Tranne Brescia,

Care compagne, cari compagni, gentili ospiti, grazie per essere qui al nostro Congresso. La vostra

numerosa partecipazione ci conferma, ancora una volta, l'attaccamento il senso di appartenenza e

l'attenzione verso la nostra categoria, lo SPI CGIL.

Ringrazio in modo particolare Ivan Pedretti e Stefano Landini,segr. Generali nazionale e regionale

dello SPI, che anche oggi, come tante altre volte, sono qui con noi. Grazie al Sindaco di Brescia

Emilio Del Bono, all'assessore ai servizi sociali Marco Fenaroli, al Presidente dell' Anpi provinciale

Lucio Pedroni, al segret. generale della CdL Silvia Spera, alle segreterie di FNP e UILP .

Così come salutiamo affettuosamente Livio Melgari, Marco Fenaroli ed Ernesto Cadenelli, già

segretari generali dello SPI di Brescia dal 1992 al 2014.

Un sincero ricordo va a Giorgio Zubani, anche lui già segretario generale dello SPI e che purtroppo

nel corso di quest' anno ci ha lasciato.

Abbiamo condiviso l'indicazione dello SPI Nazionale di diffondere un messaggio unico a tutti gli

iscritti e le iscritte anche attraverso l'immagine e lo slogan per i nostri Congressi. Non è casuale.

L'immagine che è stata scelta, quella in bianco e nero di una manifestazione, vuole significare che

lo SPI CGIL rappresenta donne e uomini di quella generazione che ha animato e vissuto da

protagonista la grande stagione di innovazione sociale, politica e sindacale di fine anni sessanta

inizio anni settanta.

Anni che hanno permesso al nostro Sindacato di guidare ed incanalare le grandi trasformazioni in

atto nella società traducendole in azione politica e sindacale ed in lotte e conquiste che sono

diventate patrimonio non solo nostro ma di tutto il Paese.

Aspetti che i pensionati ben conoscono. Quelli che parteciparono ai molti scioperi, quelli che

videro il primo ingresso del sindacato nelle fabbriche nel '69 quelli che provarono i reparti confino,

quelli che rinunciarono a qualunque tipo di carriera per affermare i diritti sindacali.

Non è retorica, sono fatti affrontati da tanti. Lo sanno anche i pensionati più giovani, che non

vissero direttamente quelle fasi, ma che impararono a “fare sindacato” da chi era passato per le lotte

più dure e dirette.

Sono le storie e le vicende anche delle molte fabbriche bresciane. E' la storia di un Paese, che passa

per la Costituzione del '48, per Portella della Ginestra, quello che arriva allo Statuto dei lavoratori,

quello che ha vissuto le tante tragiche stragi, come P. zza Loggia, motivate anche dalla volontà di

rovesciare la Democrazia, frenare e capovolgere quel sistema di progresso sociale crescente. La

1

Page 2: segretari generali dello SPI di Brescia dal 1992 al 2014.194.244.27.206/cgil_bs/sito_spi/public/file/RELAZIONE_intro... · recenti elezioni politiche ed amministrative. Tranne Brescia,

CGIL fu protagonista in tutte quelle fasi della storia nazionale, fu non solo un sindacato ma un vero

e proprio attore sociale, capace di guidare i lavoratori nell'emancipazione ma con un senso di

responsabilità enorme rispetto alla complessiva situazione del Paese. Un baluardo della democrazia,

a partire dalla lotta al terrorismo.

Questo è il contesto culturale, questi sono i valori che costituiscono il quadro di riferimento entro

cui si sono mosse le persone che oggi sono pensionate e che per tanti anni hanno fatto, a vari livelli,

attività sindacale.

Protagonisti di lotte e conquiste che hanno cambiato in meglio il nostro Paese. Non può stupire

allora che queste stesse persone guardino con interesse all' attualità politica e sociale e che abbiano

enorme attenzione verso quanto avviene.

Lo slogan “Qui si fa il futuro” è direttamente collegato alla scelta dell'immagine. Ciò che vogliamo

esprimere è che chi in passato ha saputo guidare il cambiamento si propone di contribuire a farlo di

nuovo per rispondere alle nuove esigenze e ai nuovi bisogni della società di oggi, a partire da quelli

che riguardano direttamente le persone che rappresentiamo. Abbiamo davanti sfide importanti: l'

invecchiamento della popolazione, la condizione di vita degli anziani, il rapporto con le nuove

generazioni, la difesa e il potenziamento dello stato sociale, l'integrazione di chi viene qui per farsi

una vita nuova, il governo dell'innovazione tecnologica e altro ancora. In ognuna di queste sfide c'è

il futuro. I pensionati vogliono essere protagonisti di queste sfide.

Il video di apertura utilizza immagini tratte dalla nostra trasmissione, SPI Insieme TV.

Non un resoconto delle attività, ma alcune immagini esemplificative ed evocative di quello che si è

fatto negli ultimi anni. Momenti diversi, come diversi sono gli ambiti del nostro impegno: la

mobilitazione, l'impegno per la memoria, i momenti dedicati a rapporti con le istituzioni, ma anche

a cultura, svago, socialità e , in generale, alla cura della condizione anziana. A chiusura i volti di

segreteria e apparato: un modo del nostro gruppo di lavoro per salutare e ringraziare tutti

dell'impegno di questi anni.

Nel nostro dibattito congressuale, pur in un contesto di autonomia, non possiamo estraniarci da

quella che è la reale situazione economica/politico/sociale e non considerare dove si colloca la

nostra iniziativa. Questo a maggior ragione di fronte ai cambiamenti avvenuti nella società: sociali,

politici, economici ma soprattutto culturali. E' un tempo il nostro, di cambiamenti in cui, nel nostro

Paese, ma non solo, è tornato a prevalere l'individualismo peggiore, a scapito di una visione

d'insieme, del collettivo e del sociale.

2

Page 3: segretari generali dello SPI di Brescia dal 1992 al 2014.194.244.27.206/cgil_bs/sito_spi/public/file/RELAZIONE_intro... · recenti elezioni politiche ed amministrative. Tranne Brescia,

E' il contesto complessivo che è cambiato, così come sono cambiati i rapporti tra chi rappresentava

il mondo sindacale e chi rappresentava il mondo dei partiti, della politica in senso proprio. Il tema

del rapporto con la politica non è rinviabile nemmeno oggi anche rispetto agli scenari attuali e

futuri.

Mettendo in campo ancora la nostra autonomia di giudizio e di pensiero, che non significa

assolutamente auto sufficienza, né indifferenza, né equidistanza rispetto alla politica, possiamo però

dare un riferimento valoriale ed un contributo utile per la ricomposizione di un campo progressista

in grado di riconquistare la fiducia degli elettori e proporsi a guidare prossimamente il Paese e non

lasciarlo in mano alle destre, dopo la disfatta della sinistra in tutte le sue articolazioni avvenuta nelle

recenti elezioni politiche ed amministrative. Tranne Brescia, un risultato straordinario che può

essere un punto di riferimento da considerare.

Il mondo è attraversato da una fase difficilissima della sua storia economica, con dieci anni di crisi,

la peggiore dal dopo guerra, che lo hanno devastato e lo stanno trasformando, creando una realtà del

tutto nuova che facciamo fatica a riconoscere.

Questi dieci anni hanno segnato la più drammatica redistribuzione della ricchezza.

Provocando l'impoverimento tendenziale e crescente della classe media, dei ceti che consumano,

quelli da lavoro e pensione, che sono il coagulo di un Paese e rappresentano la società, ma

rappresentano anche l'economia di un Paese.

Ovviamente i ceti in sofferenza hanno reagito con la ribellione, l'indignazione, il rancore, nei

confronti di chi ha governato e non è riuscito a dare risposte ai problemi: alla mancanza del lavoro,

alle migrazioni di massa, all'aggravarsi delle diseguaglianze, determinando le conseguenze non

solo sociali ma anche politiche che conosciamo. La crisi ha anche aumentato le diseguaglianze tra i

popoli.

I Paesi più ricchi hanno impoverito le nazioni più povere del Pianeta. E la gente scappa dalla

miseria e dall'invivibilità. Non c'è muro o filo spinato che la possa fermare.

Inoltre, mentre l'Europa e molti paesi occidentali sono alla presa con l'invecchiamento demografico,

la popolazione mondiale continua a crescere e crescerà maggiormente in Africa, il continente con i

maggiori tassi di fertilità e il più basso utilizzo di mezzi di contraccezione, spesso limitati da

influenze religiose, da tradizioni locali e posizioni ideologiche che ostacolano le politiche di

controllo delle nascite. Alcuni esperti temono che il boom demografico africano non solo aggraverà

l'attuale flusso migratorio verso l'Europa, ma potrebbe giocare un ruolo nell' attivismo anche dei

gruppi terroristici.

3

Page 4: segretari generali dello SPI di Brescia dal 1992 al 2014.194.244.27.206/cgil_bs/sito_spi/public/file/RELAZIONE_intro... · recenti elezioni politiche ed amministrative. Tranne Brescia,

Due imprevisti protagonisti hanno poi fatto irruzione sulla scena internazionale: la BREXIT e il

Presidente degli USA. L'uscita dall' Unione Europea della Gran Bretagna è un danno per l'Europa e

la lentezza del processo di uscita non fa bene all'Europa, ma cosa succederà quando gli effetti Brexit

si produrranno? Forse non faranno bene soprattutto ai cittadini inglesi.

Il cambio di politica economica di Trump, la guerra dei dazi, dichiarata alla Cina, all' Europa, al

Giappone, che effetti produrrà?

Tutto questo, unitamente alle guerre presenti in molte parti del Pianeta e il terrorismo, creano

instabilità a livello globale.

In un mondo che cambia, l'Europa sembra ferma, divisa in 3 o 4 blocchi, evidenziando tutti i limiti

della propria politica economica, con una disoccupazione più elevata di quella americana e di quella

giapponese. Già questo ci dice come le diseguaglianze sono aumentate a ritmi differenti nei vari

Paesi, a riprova che le politiche pubbliche possono fare la differenza. La crisi in Europa è stata

acuita dalle politiche dell' austerità che ha accresciuto enormemente le diseguaglianze, ha svalutato

il lavoro e ne ha compresso i diritti, ha prodotto disoccupazione, soprattutto giovanile , ha allargato

l'area della povertà e dell' insicurezza sociale.

In questo quadro l'Europa deve fare un salto di qualità significativo agendo in modo sinergico sullo

scacchiere geo politico mondiale da un lato e dall'altro attuare politiche espansive sul terreno

economico in grado di produrre cambiamenti sul piano delle politiche sociali, recuperando quello

scollegamento avvenuto con i cittadini proprio sul terreno sociale, che è tra le cause del diffondersi

dei movimenti anti-europeisti.

E' una fase difficile per l'Europa. L'anno prossimo ci saranno le elezioni europee, con il rischio di

un voto antieuropeista. Noi siamo europeisti convinti. Le critiche che la CGIL ha sempre messo in

campo sono state sempre nei confronti delle politiche economiche liberiste e di austerità, senza mai

però mettere in discussione l' Unione Europea in quanto tale, perché sappiamo bene che questa

scelta verrebbe pesantemente pagata dai pensionati e dai lavoratori italiani prima che da altri.

Cosa accadrebbe senza Europa alla moneta, all' economia, al flusso migratorio?

Nessun Paese ha una struttura per chiudersi nei propri confini. Fuori da tale contesto l' Italia diventa

residuale. Sicuramente servono cambiamenti, c'è carenza di un' Europa sociale, sicuramente è utile

un rafforzamento dell'azione sindacale, CES e FERPA, in chiave europea.

Abbiamo la necessità di costruire un vero sindacato europeo in grado di contrattare diritti e salario

validi per ogni lavoratore europeo e per migliorare la condizione degli anziani tutelando i servizi

4

Page 5: segretari generali dello SPI di Brescia dal 1992 al 2014.194.244.27.206/cgil_bs/sito_spi/public/file/RELAZIONE_intro... · recenti elezioni politiche ed amministrative. Tranne Brescia,

pubblici in campo socio-sanitario e mantenendo il valore delle prestazioni pensionistiche.

Parlando di Europa, non vanno però dimenticati gli elementi positivi, primo fra tutti i 73 anni di

pace e libertà dopo la seconda guerra mondiale.

La pace come condizione indispensabile e prioritaria.

La pace non è solo una scelta etica, ma una strategia di politica internazionale, la pace come

principio ispiratore del governo del mondo, come fine e sentimento di giustizia sociale, libertà e

democrazia.

Il legame logico tra pace e diritti è iscritto nella carta dell' ONU e nella Costituzione Italiana, così

come è nelle nostre coscienze. E' evidente che tanto più si affermano i diritti umani e i diritti sociali,

tanto più si consolida il processo di pace ed è altrettanto evidente che la pace è la via maestra, il

contesto nel quale possono affermarsi migliori condizioni di vita e di lavoro delle persone e

soprattutto lo scenario necessario per colmare il divario esistente tra Nord e Sud del mondo.

La CGIL ha avuto e deve continuare ad avere un ruolo importante per la pace, contro le guerre ed il

terrorismo. Anche lo SPI di Brescia ha partecipato alla marcia Perugia-Assisi dello scorso 7 ottobre,

nella consapevolezza che lavoratori e pensionati possono essere protagonisti nel diffondere una

cultura di pace.

Così come parlare ed agire per l'antifascismo necessita oggi di una riflessione che deve avere un

respiro che si inserisce nel concetto di Cittadinanza Europea.

In tutta Europa c'è una crescita di movimenti intolleranti, nazionalisti, fino a veri e propri rigurgiti

nazi-fascisti che si rifanno a quella ideologia: chiusura delle libertà, razzismo etnico e religioso,

facendo leva sull' impoverimento di molte persone, sul degrado delle periferie, sulla paura e sulla

perdita d'identità provocati dalla crisi economica e sociale degli ultimi anni.

Bisogna evitare che si ritorni a quelle condizioni.

C'è bisogno di riaffermare i valori fondanti della lotta di Liberazione. E' un terreno che chiama in

causa con l'eredità del passato l'attualità di un presente sempre meno solidale, chiuso in se stesso e

ostile verso il diverso, in aperta antitesi con lo spirito di solidarietà e convivenza civile che fu alla

base della Resistenza e della nascita dell'Unione Europea.

Muri, fili spinati, razzismo e indifferenza verso la sofferenza per chi scappa da guerra e povertà.

Tutto questo, per noi, per gli Europei, sembrava un incubo legato al passato.

Cancellato con la fine della seconda guerra mondiale e con le lotte di Liberazione condotte nei paesi

finiti sotto il giogo del fascismo e del nazismo.

5

Page 6: segretari generali dello SPI di Brescia dal 1992 al 2014.194.244.27.206/cgil_bs/sito_spi/public/file/RELAZIONE_intro... · recenti elezioni politiche ed amministrative. Tranne Brescia,

Settanta anni dopo invece, certi fantasmi stanno di nuovo aleggiando sulle strade dell'Europa unita.

In quella Europa in cui la Resistenza di intere popolazioni, di uomini e donne, fu una condizione

fondamentale per la nascita e la costruzione della futura Unione Europea.

All' antifascismo maturato nella Resistenza da uomini come Spinelli, Rossi, e Colorni, dobbiamo

essere grati per aver concepito una idea di Europa che superava i nazionalismi miopi, una idea di

Europa completamente diversa da quella nazifascista che era basata invece sull' omologazione e lo

sterminio dei diversi.

Sono passati 80 anni da quando furono promulgate in Italia le leggi razziali, che abbiamo avuto

modo di approfondire nel convegno di Cattolica organizzato dallo SPI Lombardia, perché proprio

quando razzismo e xenofobia vengono ostentate c'è bisogno innanzi tutto di conoscere quel che è

stato e di risposte serie e razionali.

Non è un caso se fu proprio Di Vittorio tra i primi a denunciare, senza nessun tentennamento la

scelta razzista di Mussolini.

Dall' antifascismo nasce dunque la nostra speranza politica, una Europa unita nelle diversità, idea

per la quale dobbiamo ancora impegnarci.

Una Europa che, se vuole essere protagonista, può esserlo solamente come faro di libertà e diritti

civili, in grado di promuovere una nuova stagione di giustizia sociale contrastando il degrado,

l'abbandono e la povertà che sono oggi il brodo di coltura che alimenta tutti i neo-fascismi, mettere

al centro il problema del lavoro e delle prospettive per i giovani.

E la nostra Costituzione, come il Manifesto di Ventotene, sono ancora una bussola preziosa per

orientare proposte politiche e fare azione culturale.

In Italia, diversi indicatori lasciano pensare che ci siamo lasciati alle spalle gli anni peggiori. C'è

una ripresa faticosa, a cui non fa riscontro un coerente recupero di occupazione e di reddito.

La crisi ci lascia inoltre fratture sociali profonde e i dati sulla povertà sono preoccupanti. Come ci

ha spiegato il professor Viesti nel convegno del dicembre scorso, in occasione del Premio Foppoli,

le fratture sono diverse. Semplificando: una frattura è quella fra chi ha e chi non ha. E' una frattura

tradizionale che però negli ultimi 30 anni ha ricominciato a crescere in modo consistente e anche

pericoloso. La diseguaglianza tra chi ha e chi non ha è molto cresciuta anche per il divaricarsi della

forbice reddituale determinata soprattutto dalla precarietà del lavoro. Nella parte bassa della

distribuzione del reddito, la diseguaglianza incontra la povertà. Tra gli effetti nocivi di questa

grande frattura vi è il fatto che tende sempre più a ridurre la già modesta mobilità sociale.

6

Page 7: segretari generali dello SPI di Brescia dal 1992 al 2014.194.244.27.206/cgil_bs/sito_spi/public/file/RELAZIONE_intro... · recenti elezioni politiche ed amministrative. Tranne Brescia,

Una seconda grande frattura è tra chi sa e chi non sa.

Nel nostro Paese, che investe poco sull'istruzione, questa frattura tra chi sa e chi non sa è

significativa.

Il nostro livello di istruzione è infatti molto basso. Tra i 28 Paesi dell' Unione Europea siamo quello

con la minore percentuale di giovani laureati. Questa frattura rischia di crescere in futuro, perché il

funzionamento dell'economia si sta trasformando, la “digitalizzazione dell'economia” cambierà

fortemente le possibilità di lavoro esistenti.

Un' altra frattura della nostra società è quella fra uomini e donne. Certo meno rilevante rispetto a

50 anni fa, ma comunque molto intensa. C' è un alto tasso di discriminazioni di genere. L' Italia ha

ancora livelli record di donne inattive, peggio: di donne considerate formalmente inattive, ma che in

realtà lavorano moltissimo perché hanno un carico di lavoro domestico enorme a cui si somma un

carico di cura altrettanto grande: sia di bambini che di anziani. Sono doppiamente beffate: lavorano

molto ma il loro lavoro non è socialmente considerato né remunerato. Anche tra le donne occupate

persistono differenze significative rispetto agli uomini che si ripercuotono poi sull'assegno

pensionistico.

La frattura che si è allargata tantissimo nell'ultimo ventennio è fra giovani e meno giovani, da non

intendersi sia chiaro, come contrapposizione generazionale.

L'occupazione giovanile si è molto ridotta, di conseguenza molti ragazzi migrano, a volte si tratta di

una libera scelta connessa alla conoscenza del mondo e delle lingue, ma nella maggior parte dei casi

è una necessità dettata dalla mancanza di lavoro. Senza sottacere che tutta una serie di lavori non

sono più appetibili per i giovani d'oggi, in agricoltura e zootecnia, in edilizia, in siderurgia, tanto per

citarne alcuni. Ciò che preoccupa è però l'aspetto psicologico, hanno una aspettativa del futuro

minore di quella che hanno avuto i loro genitori.

E poi c'è la frattura tra il Nord e il Sud. E' una frattura che, prima di essere italiana, è europea.

Semplificando ancora, si sostanzia in possibilità inferiori e attiene alla debolezza dei servizi

collettivi: scuola, salute, welfare sono molto più sviluppati e mantenuti nei Nord rispetto ai Sud. L'

Italia è un Sud dell' Europa che è un Nord del mondo, il mezzogiorno è un Sud dell'Italia che è pur

sempre un Nord del mondo.

Queste fratture si sommano. Una giovane donna meridionale che proviene da una famiglia modesta

e che ha un livello di istruzione non elevato si troverà nelle condizioni peggiori.

Queste fratture si stanno consolidando e hanno effetti gravi sulla traiettoria di vita delle persone.

7

Page 8: segretari generali dello SPI di Brescia dal 1992 al 2014.194.244.27.206/cgil_bs/sito_spi/public/file/RELAZIONE_intro... · recenti elezioni politiche ed amministrative. Tranne Brescia,

Un 20/25enne che ha completato la sua istruzione e non lavora, vede man mano ridursi la possibilità

stessa di lavorare, perché il suo sapere invecchia e diventa meno spendibile.

Chi meno lavora oggi ha meno possibilità di lavorare domani.

Le giovani coppie, che sono in ansia per il mantenimento del proprio reddito e hanno incertezza

sulla continuità del proprio posto di lavoro, disponendo di scarsi servizi sociali, stanno rinunciando

a procreare. Un circolo vizioso.

Come si contrastano queste fratture? Tornando a una maggiore e migliore crescita economica,

qualitativamente diversa. Le grandi fratture della nostra società si riducono con forti e intelligenti

politiche pubbliche. Investendo sul futuro. Molti servizi pubblici non sono solo un costo da ridurre,

ma un investimento. Si può ottenere molto senza aumentare la spesa ma aumentandone efficienza,

qualità e equità. Non per ridurre il ruolo dello Stato, ma per renderlo migliore. Investendo sul

welfare,con interventi di sostegno per le donne e la prima infanzia, sullo studio universitario, sui

servizi sociosanitari, sulla povertà. I danni di queste fratture sociali possono essere parecchio gravi

per il futuro del nostro Paese se non vengono ricomposte. Il forte scontento di chi è “dal lato

sfortunato della barricata” tende facilmente a prendere la strada del populismo, a richiedere uomini

forti e politiche egoistiche, sovraniste. C'è il rischio di arrivare ad un punto di possibile rottura tra

democrazia e impoverimento e l'impoverimento può produrre una crisi democratica.

I governi che si sono succeduti, al contrario, hanno perseguito una linea di contrazione degli

investimenti pubblici, hanno scelto di indebolire il ruolo di rappresentanza del Sindacato, di ridurre

le tutele sul lavoro, anche abolendo l'art. 18, di ridurre gli ammortizzatori sociali e di tagliare la

spesa sociale, sulla sanità, sull'istruzione.

E' con tutto questo che il Congresso della CGIL si deve misurare, comprendendo le difficoltà, ma

consapevoli, così come in altri tornanti difficili della nostra storia, che la CGIL è stata capace di

stare in campo ed essere punto di riferimento insostituibile per milioni di lavoratrici e lavoratori,

pensionate e pensionati.

La CGIL con la proposta del Piano del lavoro ha indicato una linea di politica economica

alternativa, fondata appunto sull'idea di investimento pubblico per la creazione di nuova

occupazione e la valorizzazione della qualità sociale. La Carta dei Diritti Universali del lavoro

rimane un riferimento per affermare con la dovuta determinazione che il lavoro con dignità e diritti

deve diventare elemento centrale. Piano del lavoro e Carta dei Diritti vengono riconfermati due

pilastri delle scelte strategiche della CGIL.

8

Page 9: segretari generali dello SPI di Brescia dal 1992 al 2014.194.244.27.206/cgil_bs/sito_spi/public/file/RELAZIONE_intro... · recenti elezioni politiche ed amministrative. Tranne Brescia,

Intanto è decisivo ed importante il fatto che la CGIL nella sua stragrande maggioranza si presenti

con un documento unitario dal titolo “il lavoro è” che è stato costruito con tenacia, nella

consapevolezza che nella situazione attuale l'unità della CGIL è la precondizione per affrontare i

problemi che stanno d'innanzi a noi.

Un' esigua minoranza si è sottratta ed ha presentato un suo documento alternativo dal titolo

“riconquistiamo tutto”.

Non è una novità in assoluto, anche se francamente data la situazione reale, questa volta sarebbe

stato opportuno più che mai fare sintesi condivisa su un unico documento.

Un problema che riguarda certamente il regolamento e lo Statuto Nazionale, su questo punto oramai

anacronistico, bastano solo cinque firme del Direttivo Nazionale per presentare ovunque dei

documenti alternativi.

Già il titolo “il lavoro è” indica quale sia il cuore del documento congressuale. Uguaglianza,

Sviluppo, Diritti e Cittadinanza, Solidarietà e Democrazia, rappresentano i valori sui quali la CGIL

definisce le proprie proposte. Un documento valoriale nel quale ci riconosciamo proprio perché quei

valori sono il nostro quadro di riferimento.

Dobbiamo avere consapevolezza che se questi valori non guadagnano campo dentro la società tutto

diventa più complicato. Avvertiamo quindi la necessità di dispiegare le nostre iniziative avendo

come bussola da un lato i nostri valori di riferimento e dall'altro la ricerca continua e tenace di una

nuova unità con le altre OO.SS., senza la quale, come l'esperienza concreta ci dimostra, tutto

diventa più difficile e complicato.

Si tratta di dare continuità alla ripresa della azione unitaria avvenuta in questi ultimi anni e che ha

portato agli accordi sul modello contrattuale e sulla rappresentanza, l'intesa con il governo su

previdenza e pensioni, il rinnovo di importanti contratti nazionali di lavoro compreso quello del

pubblico impiego bloccato da molti anni.

Continuità senza tentennamenti e nostalgie del passato, valorizzando il pluralismo, la dialettica, il

radicamento sociale per uno sforzo moltiplicato di azione unitaria, l'unica capace di affrontare lo

spessore dei problemi economici e sociali che abbiamo di fronte. Questo vale anche per i temi

specifici della nostra categoria, in cui la pratica dell'azione unitaria tra SPI, FNP e UILP è più

consolidata.

D'altronde ci è imposto un banco di prova ineludibile per un Sindacato: la capacità di portare a casa

dei risultati per chi rappresenti, altrimenti diventi non solo ininfluente ma addirittura residuale.

9

Page 10: segretari generali dello SPI di Brescia dal 1992 al 2014.194.244.27.206/cgil_bs/sito_spi/public/file/RELAZIONE_intro... · recenti elezioni politiche ed amministrative. Tranne Brescia,

D'altro canto siamo di fronte ad un governo che definire pericoloso è un eufemismo, al di là dei

consensi che ha ricevuto e come pare dai sondaggi mantenga.

Un governo che ha il diritto di governare, ma non ha il diritto di dividere il Paese, di giustificare e

avallare razzisti, neofascisti e naziskin indossando le loro magliette e scandendo i loro slogan,

organizzazioni che, in base alle leggi vigenti, andrebbero chiuse!

Leader di questo governo sono diventati la cassa di risonanza delle forme di intolleranza che,

attraverso il linguaggio, si traducono poi anche in atti violenti e discriminatori, come quelli avvenuti

negli ultimi tempi a sfondo razzista.

Questi episodi non possono essere in alcun modo giustificati né consentono alcuna sottovalutazione,

e vanno contrastati strenuamente. Il razzismo è malattia endemica, riemerge come un virus mai

sufficientemente debellato.

Il recente decreto su sicurezza e immigrazione è una risposta sbagliata ad un tema che non viene

affrontato come un fenomeno strutturale, ma solo in chiave di ordine pubblico e di emergenza,

alimentato da campagne politiche e mediatiche non fondate sui fatti, ma su una propaganda

secondo cui l' Italia è invasa.

Un atto legislativo che interviene nella dimensione umanitaria e sul principio di accoglienza, un

insieme di norme che rischia di spingere ancora di più verso la condizione di irregolarità.

L'immigrazione è uno di quei cambiamenti epocale che ci coinvolgerà per diverso tempo, non

essendo un fenomeno transitorio ma strutturale. E' un tema che va affrontato come tema europeo

perché riguarda tutta l' Europa, l'accoglienza deve essere legata alla sicurezza delle persone ma non

ci possiamo permettere di avere un' Europa chiusa su se stessa, con politiche xenofobe praticate in

diversi Paesi. Lo SPI, insieme alla CGIL, è impegnato perché l'Italia e l 'Europa, affrontino con

spirito di umanità e solidarietà l' afflusso dei migranti, promuovendo politiche di accoglienza, di

convivenza, nel rispetto della sicurezza e della legalità.

Bene ha fatto lo SPI Nazionale a manifestare per “Diritti senza confini” insieme ai Sindacati

pensionati austriaci, francesi, di dieci Paesi dei Balcani e dell' Europa orientale e del Sindacato

pensionati Tunisino: al Brennero, a Ventimiglia, a Noto e al confine Sloveno – Croato.

I recenti provvedimenti su immigrazione, legittima difesa e porto d'armi servono a sviare e

nascondere i veri problemi del nostro Paese, che sono di natura sociale. Le risposte del governo al

bisogno di fiducia che attraversa il Paese, sembrano finalizzate alla ricerca di una sicurezza tutta

individuale. E' una situazione molto pericolosa, si installa una paura perenne che fa perdere di vista

quali sono i veri bisogni, a partire da quello della protezione sociale dei cittadini.

10

Page 11: segretari generali dello SPI di Brescia dal 1992 al 2014.194.244.27.206/cgil_bs/sito_spi/public/file/RELAZIONE_intro... · recenti elezioni politiche ed amministrative. Tranne Brescia,

Inoltre, questo governo sta mettendo in discussione seriamente la libertà che le donne hanno

conquistato in tanti anni: diritti sul lavoro e sulla vita, divorzio, legge 194, inviolabilità del loro

corpo.

Non c'è dubbio che la libertà delle donne è una conquista democratica di questa nostra Italia e noi

senza tentennamento alcuno siamo al loro fianco.

Segnali positivi sono partiti da diverse piazze, in modo particolare a Milano, con una mobilitazione

ampia contro la deriva razzista e l'intolleranza che si manifesta anche nei confronti di chi assume

posizioni di autonomia dal governo, dai magistrati,ai funzionari ministeriali, a qualche

giornalista/scrittore.

Al fascismo non si arriva con un colpo di stato, ma erodendo giorno per giorno le garanzie

democratiche, non rispettando più la separazione dei poteri, o i diritti sanciti dalla Costituzione, o

le minoranze.

Nel mese di luglio, il governo “del cambiamento” come amano definirsi, ha varato il cosiddetto

decreto “dignità” che non porta certo dignità al lavoro.

Gli interventi concreti sono poco incisivi, soprattutto per quanto riguarda i licenziamenti, dato che

non tocca il problema del ripristino dell'art. 18.

Interventi limitati ai contratti a termine che rischiano di essere vanificati dal ripristino dei voucher

in alcuni settori. Mantenuto il bonus assunzioni di Gentiloni (contributi dimezzati per 3 anni alle

imprese che assumono), e il bonus occupazione giovani e bonus Sud coperti entrambi da fondi

Europei.

Tutto senza il minimo confronto con il Sindacato.

Se questa prassi non andava bene con i governi precedenti, non va bene nemmeno ora.

Nei giorni scorsi il Consiglio dei Ministri ha varato la nota di aggiornamento (DEF), la “manovra

del popolo”, festeggiata dai balconi di Palazzo Chigi dichiarando che la povertà era abolita per

decreto. Una ipotesi di spesa a debito al 2, 4% per i prossimi 3 anni per finanziare i capitoli della

campagna elettorale; reddito di cittadinanza, mini flat-tax e pensioni. Si è scatenata una tempesta,

con la Commissione Europea e con i mercati finanziari che hanno fatto schizzare lo spread a quota

300. Prima retromarcia del governo che prevede non più per 3 anni il deficit al 2,4%ma solo per il

2019. Probabilmente non sarà l'unica, vedremo quando la manovra sarà definitiva.

La legge di bilancio dovrà nei prossimi giorni tradurre in scelte concrete la traccia contenuta nel

DEF, ma una cosa sembra chiara: non ci sono gli investimenti che servono al Paese e le risorse che

possono essere finalizzate alla creazione di lavoro.

11

Page 12: segretari generali dello SPI di Brescia dal 1992 al 2014.194.244.27.206/cgil_bs/sito_spi/public/file/RELAZIONE_intro... · recenti elezioni politiche ed amministrative. Tranne Brescia,

Il ponte Morandi di Genova dà la dimensione del bisogno di investimenti sul territorio e le

infrastrutture quindi diventano fondamentali e abbiamo bisogno di concludere quelle che sono di

traiettoria europea.

Intanto bisogna capire quanto questa manovra, dichiarata espansiva e di crescita, riduce altri

strumenti che sono già in campo, perché si parla di tagli al welfare per circa 5 miliardi, il che

significa ridurre di molto i servizi sociali e la sanità pubblica.

Il presidente della Repubblica si è sentito in bisogno di intervenire per ricordare che l'intera vita

pubblica è fondata sulla Costituzione, fuori dai denti che la vita pubblica deve essere garantita da

conti a posto e non con un salto nel buio, salvaguardando i risparmi degli italiani.

Le scelte devono corrispondere ai bisogni del Paese e non al mero consenso elettorale.

Per rispondere alla condizione di povertà di milioni di cittadini era meglio aumentare le risorse e

allargare la platea interessata al REI (reddito Inclusione), prima vera misura seppure insufficiente

introdotta nel nostro paese dal precedente governo.

C' è invece una voglia irresistibile di distribuire sussidi a pioggia utilizzando i soldi pubblici. 780 €

è più del salario mensile di un part time 20 ore a settimana, che statisticamente non è un

disoccupato. Ci devono sicuramente essere misure che accompagnano chi ha perso il lavoro a

riqualificarsi e trovare nuove opportunità, partendo anche da un rifinanziamento degli

ammortizzatori sociali, queste opportunità devono esistere, non possono essere sostituite da uno

stipendio pubblico a cui non corrisponde lavoro. Anche perché il conto prima o poi qualcuno lo

paga.

Identico ragionamento vale per le pensioni minime. Se la pensione minima vale di più di quella di

chi ha versato i contributi, tu incentivi l'idea che i versamenti sono inutili, e scassi il sistema.

Sappiamo bene che anche nel nostro territorio, che ha più di 300 mila pensionati, le pensioni medie

pagate hanno un livello medio basso, con quasi la metà dei pensionati nella fascia dai 500 ai 1000 €

mensili lordi, soprattutto fra le donne, ma non è certamente questo il modo per rispondere alla

necessità di un aumento.

Sul capitolo pensioni bisogna fare molta attenzione.

Qui serve precisione e concretezza, non il balletto dei numeri. Si parla di “quota 100” per uscire in

modo anticipato, ma bisognerà vedere attentamente se ci saranno penalizzazioni e che tipo di

calcolo. Noi confermiamo che il superamento della legge Fornero si può fare lavorando su obiettivi

realistici e raggiungibili, proseguendo il lavoro svolto unitariamente dal Sindacato al tavolo di

confronto con il governo avviato nella scorsa legislatura.

12

Page 13: segretari generali dello SPI di Brescia dal 1992 al 2014.194.244.27.206/cgil_bs/sito_spi/public/file/RELAZIONE_intro... · recenti elezioni politiche ed amministrative. Tranne Brescia,

La vertenza unitaria CGIL-CISL UIL e dei pensionati ha conseguito risultati parziali ma importanti.

Ampliamento della 14° mensilità che ha riguardato principalmente le donne, no TAX area, cumulo

gratuito, definizione di prime categorie di lavori gravosi e precoci.

E' necessario proseguire con il lavoro iniziato, definire per le pensioni in essere un meccanismo di

rivalutazione annuale teso a tutelare meglio il potere d'acquisto, una adeguata flessibilità in uscita, il

riconoscimento del lavoro di cura per le donne, una pensione di garanzia per le attuali giovani

generazioni, in modo che nessuna pensione venga a trovarsi sotto una determinata soglia. Già nel

2007 con il governo Prodi si ipotizzava un rendimento almeno del 60% per evitare la prospettiva di

tantissimi futuri pensionati poveri.

C'è bisogno inoltre di rilanciare un fisco migliore e progressivo, con l'obiettivo di abbassare il

carico fiscale sul lavoro e sulle pensioni.

Diciamo no alla FLAT TAX, un' operazione da cui trarrà beneficio solo una piccola porzione di

contribuenti, con aliquote del 15% fino a 65 mila € di fatturato e del 20% fino a 100.000 per

artigiani, professionisti e imprese.

Non bastasse questo, si interviene di nuovo con un condono, fiscale e contributivo definito “pace

fiscale”. Un insulto nei confronti dei contribuenti onesti.

I condoni da sempre hanno solo ingrassato l'evasione, vecchia e nuova, fino ad arrivare alla cifra di

200 miliardi. E' questo il vero cancro del nostro Paese che va affrontato con seria volontà politica.

L' annunciato inasprimento delle sanzioni per gli evasori come sta insieme al condono?

Un' etica morale e civica che fa il paio con i 49 milioni di €, accertati dalla giustizia italiana, frodati

dalla Lega, il partito del ministro dell' interno, erogati a titolo di contributi per spese elettorali e

utilizzati per altro.

Non sarà facile risalire la china con questo quadro politico,le difficoltà sono tante, di natura politica

e sociale, ma anche culturale.

E' avvenuto un cambiamento profondo nella cultura e nella coscienza delle persone. Questo non lo

rimonti semplicemente cambiando qualche legge o qualche norma contrattuale. E' triste ammetterlo

ma, a differenza del passato, nessuno oggi sembra più vergognarsi di esprimere pubblicamente le

peggiori opinioni.

C' è stato uno sdoganamento degli impulsi peggiori.

Quando i singoli individui perdono la facoltà di vergognarsi del proprio comportamento e delle

proprie opinioni, viene a mancare quel segnale d'allarme che avverte che il collasso morale è ormai

imminente.

13

Page 14: segretari generali dello SPI di Brescia dal 1992 al 2014.194.244.27.206/cgil_bs/sito_spi/public/file/RELAZIONE_intro... · recenti elezioni politiche ed amministrative. Tranne Brescia,

Se allora è vero, come è vero e come ci siamo detti tante volte, che il voto del 4 marzo parla anche

a noi, anche noi dobbiamo allora fare la nostra piccola parte.

Anche tra i nostri iscritti, tra i pensionati oltre che tra i lavoratori, ci sono elettori della Lega e dei

Cinque Stelle, che ne condividono magari lo spirito e le modalità.

Le motivazioni possono essere molte, la crisi che ha determinato insicurezza ma anche, inutile

nasconderlo, la questione migratoria, spesso dirimente.

Ci troviamo di fronte a persone che esprimono sentimenti di paura rispetto al nuovo contesto.

La paura, reale o percepita, è comunque uno stato d'animo che va sempre rispettato: non può

essere ignorato, né sminuito. E' la paura che crea spesso e volentieri sentimenti di fastidio e

insofferenza in parte della popolazione, su cui soffia da anni il vento della propaganda delle destre,

soprattutto nei quartieri delle periferie dove il tessuto sociale è stato reso più fragile dagli effetti

della lunga crisi economica. Quella che emerge è una mancanza di sicurezza, sociale e generale,

sicurezza del lavoro, sicurezza sulla casa, sulle spese di formazione dei figli, sul versante reddito e

futuro che guarda alla generazioni dei nostri figli e nipoti.

Per dare risposta a questi bisogni, dobbiamo sapere da dove discendono, in che modo si alimentano.

Noi dobbiamo contrastare in ogni modo chi vuole strumentalizzare la paura, ma allo stesso tempo

essere consapevoli del contesto culturale in cui operiamo, non ignorare mai quali siano le

convinzioni che attraversano il senso comune delle persone che dobbiamo rappresentare.

Dobbiamo ritornare a svolgere un ruolo di orientamento su temi generali e sui valori di giustizia

sociale, uguaglianza, solidarietà.

Questo significa discutere con le persone, con pazienza, senza insultare chi ha votato, cambiare la

narrazione, individuare le contraddizioni, orientare.

Certo, non sarà facile, ma non possiamo evitarlo, dobbiamo fare la nostra parte, è parte dei valori

della CGIL.

Care compagne, cari compagni, arriviamo al nostro Congresso dopo aver svolto 133 assemblee

che hanno coinvolto tutte le leghe comunali e cittadine. Il risultato è il seguente: voti validi espressi

6.301, voti al documento 1 “il lavoro è” 6.006; pari al 95, 3% voti al documento “riconquistiamo

tutto” 295, pari al 4, 7%. L'intendimento di gestione delle dinamiche congressuali, intervenuto nello

SPI di Brescia ha permesso, pur in presenza di posizioni diverse tra i due documenti, di sviluppare

comunque una positiva discussione. Abbiamo privilegiato l'unità, la compattezza della nostra

categoria, del suo quadro attivo, rispetto alle differenze di opinione.

14

Page 15: segretari generali dello SPI di Brescia dal 1992 al 2014.194.244.27.206/cgil_bs/sito_spi/public/file/RELAZIONE_intro... · recenti elezioni politiche ed amministrative. Tranne Brescia,

E' stata una scelta intelligente. Questo ci ha consentito di svolgere le assemblee, in un periodo di

tempo comunque ristretto, senza tralasciare nulla degli impegni di gestione sindacale quotidiana.

Già questo dice qual'è stato l' impegno profuso dalle compagne e dai compagni soprattutto nelle

zone. Le assemblee si sono svolte, anche dove si era in due relatori, in un clima di rispetto reciproco

delle posizioni, senza sterili contrapposizioni. Pertanto, va dato atto con soddisfazione, alle

compagne e compagni che hanno partecipato alle assemblee, di aver rafforzato pur nella diversità

delle opinioni, un clima unitario all'interno della nostra categoria.

E' stata un' ulteriore occasione di incontro con i nostri pensionati e pensionate. Abbiamo ascoltato

attentamente i pareri, i suggerimenti e anche le critiche. I valori contenuti nel documento

congressuale hanno trovato una unanime condivisione, fanno parte del DNA di tanti nostri iscritti e

iscritte. Così come è stato apprezzato il contributo del documento specifico dello Spi nazionale. C'è

una grande consapevolezza che nella situazione attuale, l'unità sindacale è condizione

indispensabile. E' stata forte, come sempre, la preoccupazione che riguarda la mancanza di lavoro e

la precarietà dello stesso che investe i nostri giovani, che le pensioni necessitano di una

rivalutazione più appropriata valorizzando i versamenti contributivi e non intervenendo a pioggia

sulle pensioni minime, molto sentito il tema del sistema sanitario pubblico. Abbiamo affrontato

anche il tema immigrati, partendo dal vissuto, da ciò che ci sta vicino e conosciamo. Viviamo in una

città e in una provincia che ricopre da 20 anni i primi posti tra tutte le provincie italiane per quanto

riguarda la percentuale di immigrati rispetto alla popolazione locale. Gli irregolari sono una minima

parte.

La maggior parte sono persone che lavorano, e non oso dire integrate, ma che convivono

civilmente. Il 18% degli studenti delle scuole bresciane è di cittadinanza non italiana e la maggior

parte di loro è nato in Italia. Si vestono e parlano il dialetto come i ragazzi “bresciani”. Nessuno di

noi è obbligato a mangiare il kebab, possiamo tranquillamente comperare e mangiare salamelle e

braciole, nessuno è obbligato a frequentare la Chiesa né tanto meno la moschea, si va al cinema, in

biblioteca, si passeggia e si frequentano i centri commerciali, anche alla domenica, dato che sono

aperti. Questo modo aiuta a ragionare, senza dire che va tutto bene ma cercando di affrontare la

realtà per quello che è.

15

Page 16: segretari generali dello SPI di Brescia dal 1992 al 2014.194.244.27.206/cgil_bs/sito_spi/public/file/RELAZIONE_intro... · recenti elezioni politiche ed amministrative. Tranne Brescia,

Nelle assemblee è diminuita rispetto al passato la partecipazione, penso che occorra trovare altre

modalità per svolgere i congressi e per un maggiore coinvolgimento dei nostri iscritti. Penso che

non sia un problema che riguarda solo i pensionati. Servono modalità diverse dalle attuali nel modo

di svolgere i congressi, se vogliamo incidere in tempo reale sui processi in corso. E' una riflessione

che dovrà essere fatta all'interno della nostra organizzazione, con franchezza, serietà e pacatezza. Se

la faremo non potrà che fare bene alla CGIL tutta e a chi vogliamo rappresentare. Non ho una

ricetta da proporre ma il problema esiste.

Il tesseramento alla nostra categoria ha subito negli ultimi anni una graduale flessione, seppur

contenuta.

Una flessione dovuta al rallentamento dei flussi di pensionamento, ad un aumento degli inevitabili

decessi e in minima parte a revoche.

L' azione di proselitismo e tesseramento è entrata maggiormente, rispetto al passato, nelle corde di

tutti i nostri collaboratori e dobbiamo continuare con una politica che valorizzi sempre più chi è

iscritto rispetto a chi non lo è.

Senza sottacere l'importante contributo che arriva dal' INCA in termini di tesseramento, il flusso di

nuovi iscritti è grazie al lavoro nell' attività diretta e di supporto alla tutela individuale e a maggior

ragione con INCA e CAAF in questi ultimi anni abbiamo cercato di lavorare sempre più in sintonia.

Scontiamo però un processo di progressivo invecchiamento a tal punto che l'età media dei nostri

iscritti è di 73/74 anni. Anche per questo servono progetti coordinati dalla Cdl per la continuità di

iscrizione alla CGIL dei lavoratori prossimi alla pensione, favorendo una sinergia tra le categorie e

lo SPI. Non va inteso come un favore allo SPI, ma come necessità per tutta la CGIL, sia per quanto

riguarda la rappresentanza sia per le risorse.

Risorse che servono per le iniziative, per le Sedi, che favoriscano un insediamento territoriale

maggiore di quello attuale. Lo SPI di Brescia, in questi quattro anni, ha contribuito in modo

importante alla ristrutturazione e all'acquisto di sedi SPI e CGIL. SPI Regionale e Nazionale non

hanno fatto mancare un loro importante contributo.

E' da tempo che chiediamo che la “continuità del tesseramento” diventi un progetto organizzativo

della intera CdL. Non è un progetto nuovo. Anche se fino ad ora non ci sono state le attenzioni

necessarie, noi continueremo riconfermando la nostra disponibilità sia in termini organizzativi ed

anche economici se necessario.

16

Page 17: segretari generali dello SPI di Brescia dal 1992 al 2014.194.244.27.206/cgil_bs/sito_spi/public/file/RELAZIONE_intro... · recenti elezioni politiche ed amministrative. Tranne Brescia,

Come si fa a non capire che si tratta di un impegno di politica organizzativa necessaria per

mantenere l'iscrizione alla CGIL, evitando la dispersione di iscritti e nello stesso tempo favorire un

impegno attivo di iscritti e delegati che hanno alle spalle una esperienza sindacale, che può tornare

ancora utile una volta pensionati.

Il problema non è allora che ci sono troppi pensionati iscritti alla CGIL. Il problema è che sono

troppo pochi i lavoratori iscritti. Se analizziamo quanti sono iscritti alla CGIL nella fascia tra i 20

ed i 40 anni, il risultato ci fa dire che la nostra rappresentatività rischia di essere residuale. E allora

le scorciatoie non servono. E' miope pensare che per rimediare al calo degli iscritti nelle categorie

degli attivi, e il calo quindi di risorse, bisogna tenere agganciati alla categoria gli iscritti anche

quando vanno in pensione.

Non perché si pensa che possono essere tutelati meglio, semplicemente per una questione di risorse

economiche!

Lo SPI ha un insediamento profondo nel territorio, praticamente uno sportello sociale diffuso,

grazie innanzitutto all'impegno degli attivisti e collaboratori, cui va il nostro ringraziamento.

Risorse umane molto preziose, abbinate a risorse finanziarie, senza le quali il decentramento della

CdL sarebbe più difficile.

Un radicamento diffuso e praticato quotidianamente, con un corposo supporto sia al CAAF che all'

INCA, con i quali siamo impegnati costantemente a ricercare le soluzioni migliori da un punto di

vista organizzativo, oltre che ad un aggiornamento formativo continuo. E' la nostra presenza nelle

sedi territoriali che ci ha consentito di lanciare la campagna “Controlla la tua pensione”. Lanciata

unitariamente sa SPI FNP UILP e gestita poi in modo autonomo da ogni singola organizzazione.

Un servizio importante che è diventato strutturale. Grazie a questa attività sindacale sono state

recuperate anche somme importanti e ha portato nuovi iscritti allo SPI .

Lo SPI conferma il proprio contributo al rafforzamento dell'insediamento territoriale e al buon

funzionamento dei servizi.

C'è però l'esigenza di ragionare sulla definizione di un nuovo modello organizzativo decentrato di

tutta la CdL che risponda meglio al cambiamento avvenuto nel mondo del lavoro.

Quanto scaturito dalle scelte del governo Monti che ha fatto cassa sulle pensioni non ci ha mai

rassegnato, c'è stato un impegno politico che ci ha coinvolto insieme a FNP e UILP per costruire

anche all'interno delle nostre Confederazioni la sensibilizzazione necessaria a produrre una

iniziativa sindacale unitaria. Questo ci ha visto coinvolti nelle iniziative di presidi e mobilitazione

17

Page 18: segretari generali dello SPI di Brescia dal 1992 al 2014.194.244.27.206/cgil_bs/sito_spi/public/file/RELAZIONE_intro... · recenti elezioni politiche ed amministrative. Tranne Brescia,

sia a livello locale che nazionale. Uno sforzo sfociato nella piattaforma unitaria presentata nel 2015,

e da una grande manifestazione nel maggio 2016 a Roma.

“Non solo per noi” lo slogan per indicare il comune interesse che lega pensionati, lavoratori,

giovani. I risultati della vertenza, condotta per 4 mesi con un governo che aveva negato il ruolo di

rappresentanza e mediazione sociale del Sindacato, sono stati presentati e discussi con una larga

campagna di assemblee, sia come SPI che unitariamente.

L'esperienza consolidata di negoziazione sociale con le amministrazioni comunali caratterizza

l'attività sindacale dello SPI, condotta unitariamente con FNP e UILP. Produce risultati quantitativi

e qualitativi che collocano la nostra esperienza negoziale al primo posto in Lombardia e in Italia.

Intercetta bisogni e problemi non solo della popolazione anziana ed è il segno di una rappresentanza

sociale reale riconosciuta nel rapporto con i comuni. Confermiamo naturalmente questa esperienza,

dobbiamo orientare meglio e di più la nostra attività negoziale verso gli ambiti distrettuali, in modo

da favorire forme di gestione associata dei piccoli comuni, in modo da realizzare servizi a livello

sovra comunale, con evidenti economia di scala e produrre maggiore omogeneità delle condizioni di

acceso dei cittadini alle diverse tipologie di servizi e prestazioni, anche sotto il profilo tariffario e di

compartecipazione alla spesa. Mi permetto di richiamare, anche per il valore politico che ha, la

ripresa in questi anni di corrette relazioni sindacali con l'amministrazione del comune di Brescia.

Ciò ha consentito di siglare accordi di negoziazione ma anche di costruire, il 1°/ 2°/3° rapporto sulla

condizione degli anziani in città. E' una importante fotografia della realtà necessaria ed utile per

ragionare e discutere in modo appropriato come affrontare le problematiche e alcuni interventi di

natura sociale/economica. Appare evidente il fenomeno dell'invecchiamento, e naturalmente non

vale solo per la città. L'allungamento della vita è la più grande storia di successo dell'umanità. Un

successo che nel nostro Paese, ed in occidente in generale, è stato progressivo se si considera che un

secolo fa l'aspettativa di vita era di 50 anni ed oggi è quasi raddoppiata. Ma porta con sé una serie di

criticità non da poco. Intanto cresce, anche tra i pensionati, il numero di persone che fanno fatica a

curarsi, anche per il peso dei tickets oltre che per le liste di attesa, spesso con tempi biblici. Con

l'aumento degli anziani cresce l'aumento dei non autosufficienti. E' un tema che non riguarda però

solo gli anziani. Questo carico non potrà essere rovesciato ancora di più sulle famiglie, già oggi

pesantemente colpite economicamente/socialmente. Occorre arrivare ad una legge nazionale in

merito che fissi i livelli essenziali delle prestazioni e preveda la presa in carico effettiva delle

persone non autosufficienti.

18

Page 19: segretari generali dello SPI di Brescia dal 1992 al 2014.194.244.27.206/cgil_bs/sito_spi/public/file/RELAZIONE_intro... · recenti elezioni politiche ed amministrative. Tranne Brescia,

Rispetto anche alle previsioni di “invecchiamento” dei prossimi decenni, dato che i figli del boom

economico, che oggi hanno tra i 50/60 anni, incrementeranno nei prossimi anni la fascia degli

anziani, si rende necessario rivedere, in prospettiva, il sistema generalizzato dei servizi, al fine di

fronteggiare questo fenomeno.

Diventa una priorità il rilancio e la valorizzazione del servizio sanitario nazionale, così come servirà

una più approfondita analisi sulla evoluzione che avuto il sistema socio sanitario lombardo,

compreso il nuovo modello di presa in carico dei pazienti cronici.

Abbiamo formalizzato, insieme alle confederazioni, i protocolli in tutti i distretti del territorio, che

definiscono luoghi, orari, modalità, al fine di costruire una rete integrata che faciliti l'accesso alla

ricerca e alla scelta delle assistenti familiari, le badanti.

Positiva e importante è l'attività del coordinamento donne dello SPI e quella svolta unitariamente.

Potrei limitarmi a citare l'iniziativa per l'8 marzo ma sarebbe riduttivo, sono tante le iniziative al

centro e sul territorio che vedono protagonista le nostre compagne, sia verso le problematiche

generali sia nei gesti concreti di aiuto e solidarietà. Un lavoro che fa emergere la loro sensibilità, la

specificità dei loro problemi di vita individuale e sociale ed arricchisce la nostra organizzazione.

Anche quest'anno lo SPI di Brescia ha partecipato ad un “campo della legalità”, uno dei tanti

campi antimafia promosso dallo SPI Nazionale con Libera e Arci. E' così continuata, e continuerà,

una positiva esperienza iniziata nel 2015 e che ci ha visto partecipare ai campi di Polistena, di

Palermo e di Afragola.

I campi, che coinvolgono ogni anno centinaia di giovani e pensionati volontari provenienti da tutta

l' Italia, si legano in modo indissolubile ai beni e ai terreni confiscati alla criminalità organizzata.

E' un tema, quello della lotta alla mafia, che riguarda tutti. Non solo il sud.

Abbiamo avuto modo di approfondirlo anche nel nostro convegno dedicato, sempre in occasione del

Premio Foppoli, due anni fa. Mafia, camorra e soprattutto 'ndrangheta si sono fortemente radicate in

tutta la Lombardia e nella nostra provincia, come dimostrano ampiamente le cronache giudiziarie e

le denunce dell' associazioni antimafia locali. Come SPI, e come CGIL, non possiamo non sentirci

coinvolti. La tutele dei diritti, impegno primario di un sindacato, si lega fortemente al tema della

legalità, la natura stessa di un sindacato sano è incompatibile con l' illegalità e la mentalità mafiosa.

19

Page 20: segretari generali dello SPI di Brescia dal 1992 al 2014.194.244.27.206/cgil_bs/sito_spi/public/file/RELAZIONE_intro... · recenti elezioni politiche ed amministrative. Tranne Brescia,

Continua il nostro impegno per la memoria, con l'intento di coltivarla e consegnarla alle nuove

generazioni.

Ogni anno, unitariamente e in collaborazione con ANPI, ANED, FIAMME VERDI, celebriamo il

25 aprile. Iniziative che ricordano vicende della Resistenza locale.

In questi ultimi anni abbiamo introdotto spettacoli teatrali che valorizzano i valori resistenziali,

guardandoli da un punto di vista dei giovani attori e artisti, invitando nell'occasione classi di

studenti della scuola superiore, nell' ottica di facilitare l'incontro tra generazioni.

Oltre alla consueta partecipazione all' iniziativa che ricorda l'incendio di Cevo e il raduno al

PLA'LONC, lo SPI di Brescia è orgoglioso di far parte di un progetto internazionale con SPI

Nazionale e Regionale Lombardia, Liguria e Valcamonica, con i pensionati della CGT francese e di

quelli del CCOO spagnolo, per costruire e condividere una rete dei luoghi della Resistenza in

Europa.

Dopo le iniziative svolte a Madrid e Marsiglia, nel luglio scorso abbiamo svolto la prima delle

iniziative previste in Italia, a Brescia e a Cevo, due luoghi in cui, in tempi diversi, la barbarie

fascista si è accanita.

Solo per comodità di ragionamento e non per ordine di importanza, arrivo all'Area Benessere dello

SPI di Brescia.

Con un buon lavoro, è stata rilanciata, con una forte connotazione culturale, condividendo

l'indirizzo di “sindacalizzare” l' Area Benessere, uno strumento di promozione di nuovi diritti per i

pensionati, tra questi anche il diritto di stare meglio e essere meno soli. Favorire lo stare insieme,

produrre cultura, turismo, conoscenza, svago. Non è semplicemente fare una gita, è recuperare uno

spazio e un tempo che quando lavoravi magari non avevi.

Allo stesso modo può essere considerata la rassegna “Anziani e anziane al cinema”, giunta alla sua

19° edizione e organizzata unitariamente, molto apprezzata e partecipata, che crea socialità, che fa

uscire di casa per andare al cinema, che è attività che fa sentire bene.

Molti, quando conoscono davvero lo SPI, si meravigliano delle tante cose che facciamo. Lo dico

sommessamente, ci piacerebbe che queste cose, questo impegno generoso che ogni giorno viene

messo in campo dai tanti nostri collaboratori, venisse conosciuto meglio anche all'interno della

nostra organizzazione, non per essere incensati, semplicemente venisse conosciuto meglio.

20

Page 21: segretari generali dello SPI di Brescia dal 1992 al 2014.194.244.27.206/cgil_bs/sito_spi/public/file/RELAZIONE_intro... · recenti elezioni politiche ed amministrative. Tranne Brescia,

Care compagne, cari compagni,

sono trascorsi 4 anni dal precedente Congresso, tutti insieme abbiamo lavorato intensamente,

cercando di fare il meglio possibile, occupandoci dei problemi propri della nostra categoria e delle

iniziative confederali.

Questo è stato possibile innanzitutto grazie al vostro impegno, vi ringrazio anche a nome della

segreteria, così come un plauso va alle compagne dell' apparato tecnico che contribuiscono al buon

funzionamento della categoria.

Questo è stato reso possibile però, senza rifuggire dalle responsabilità che il ruolo assegna, dal

clima di collegialità vera che si è instaurato all'interno dello SPI, che a partire dalla segreteria e con

il coinvolgimento costante dei responsabili di zona si trasferisce poi nel territorio.

La libertà di esprimere opinioni diverse, confrontarsi, in un clima di rispetto, fiducia, lealtà e stima

reciproca, hanno permesso una gestione unitaria della nostra categoria e creato fraternità.

Lo Spi rappresenta la più grande organizzazione sociale presente a Brescia e provincia, con le

nostre leghe e le nostre permanenze. Una grande categoria, articolata e complessa.

Curare quotidianamente la nostra organizzazione, favorire strumenti ai nostri collaboratori per

analisi aggiornate dei temi del presente, svolgendo ogni tanto uno sguardo sul mondo, resta

dirimente per dare continuità ed efficacia alla gestione unitaria dello SPI anche nel prossimo

quadriennio.

Non dimenticando che la ricchezza dello SPI, e della CGIL, è costituita non solo e non tanto dalla

sua articolazione organizzativa, ma da quel patrimonio umano di donne e uomini, dalla loro tempra

morale, indipendentemente dal ruolo e dall'attività che svolgono.

Grazie di nuovo a tutti.

21

Page 22: segretari generali dello SPI di Brescia dal 1992 al 2014.194.244.27.206/cgil_bs/sito_spi/public/file/RELAZIONE_intro... · recenti elezioni politiche ed amministrative. Tranne Brescia,

22


Recommended