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Date post: 20-Jun-2018
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TECNOLOGIA Prova in anteprima gli elettroutensili Bosh SALUTE I disturbi del comportamento alimentare ALIMENTAZIONE Ridurre, recuperare, riciclare AUTO Si rinnova la Schenic Seguici su e clicca “mi piace” su e www.ilcampanile.info
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TECNOLOGIAProva in anteprima

gli elettroutensili Bosh

SALUTEI disturbi del

comportamento alimentare

ALIMENTAZIONERidurre, recuperare,

riciclare

AUTOSi rinnova la Schenic

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Il Campanile MARZO 20172

Ad appena 40 anni luce da noi c’è un altrosistema solare con sette pianeti “gemelli”

della Terra. Bhe, proprio gemelli gemelli nonsono, ma tralasciando i particolari astronomici,già si aprono nuove e grandi prospettive per

l’esplorazione dello spazio. Tutti già c’hanno messo il naso.Anche Renzi... notata la coincidenza? È partito tra le pole-miche per andare in California... e lo hanno beccato allaNasa proprio il giorno dell’annuncio al mondo della sco-perta. Come si dice “c’ha lanciato il cappello”. Mica scemo!C’è arrivato per tempo il furbone, bruciando al fotofinishpure il Cav. veramente ha rischiato di trovare il tutto esau-rito. .... L’amico Trump, infatti, ha opzionato due dei sette

pianeti: in uno ci metterà i musulmani che sbarcano in USAe nell’altro i messicani (così risparmia sul muro). Due li ha presi Putin: uno per gli ucraini e l’altro per giornali-sti non conformi. Uno, ma senza impegno, lo ha bloccatoKim Jong-un (il coreano); dice che ci metterà i parenti percomodità, se sopravvivono. Uno lo hanno preso i cinesi... ègià tutto pieno. E l’ultimo se l’è accaparrato il Renzi. Chi cimanderà? Bho?Ancora dati ufficiali non li abbiamo ma voci di corridoio par-lano di una gita organizzata dalle coop emiliane, per ilgruppo vacanze D’Alema-Bersani, ma sono solo illazioni...Renzi di certo ci porterà Agnese in vacanza...e laBoschi?

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Sommario

Periodico di informazione localeMARZO 2017 - Anno XVIII, numero 3

distribuzione gratuita

Edizioni Green - Via Roma, 13 - 63082 Castel di Lama (AP)P. IVA: 01936680444

Aut. Trib. Ascoli Piceno n. 360del 25/06/1999 - ROC n° 21084 del 11/05/2011

Sede redazione:Via Roma, 9 - 63082 Castel di Lama (AP)

Tel/Fax [email protected] - www.ilcampanile.info

Direttore Responsabile: Sandro Conti BorbonePresidente: Enzo Agostini

Stampa: Grafiche Tacconi srl - Ascoli Piceno

Collaboratori: Andrea Calvaresi, Cecilia Bellisi, Marino Felicioni,Pio Tempera, Bruno Allevi, Athos Capriotti, Francesco Petrelli,Claudia Di Battista Rodi, Marina Premici, Martina Mascetti,Cristina Ricci, Maurizio Borghi, Sara Capriotti.Foto di copertina: Sonia Darini

Gli articoli inviati per la pubblicazione sono sottoposti all’esame delComitato di Redazione. Le opinioni eventualmente espresse in essirispecchiano esclusivamente il pensiero dell’autore non impegnando,di conseguenza, la responsabilità del Comitato di Redazione.

il Campanileil Campanile

Una volta ci si chiedeva: c’è vita su Marte? E ora?

Editoriale - Una volta ci si chiedeva: c’è vita su Marte? E ora?

Personaggi - Personaggio Casteldilamense

Sociale - Dalle nuove generazioni la speranza per il futuro

L’angolo di Pio - Gli Appennini hanno il Parkinson?

Alimentazione - Ridurre, recuperare, riciclare

La ricetta del mese - Zeppole di San Giuseppe al forno

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Musica - I R.E.M. Una band da rock alternativo

Salute - I disturbi del comportamento alimentare

Tecnologia - Prova in anteprima gli elettroutensili Bosh

Imprese - Io credo

Imprese - Tradizione Carnascialesca del Giovedì Grasso

Tecnologia - I guanti di protezione

Amici animali - Il volo della rondine

Automobili - Si rinnove la Scenic

di Andrea Calvaresi

Editoriale

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3Il Campanile MARZO 2017

PERSONAGGIOCASTELDILAMENSE

IDopo una lunga egrave malattia si è

spenta Carla Ca-priotti, insegnanteelementare.

Nata a Castel di Lama, vivevaad Ancona con la sua famigliadove è stato celebrato il rito fu-nebre.Per suo desiderio è stata tumu-lata nel cimitero del paese na-tivo.

[email protected]

Personaggi

di Enzo Agostini

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Il Campanile MARZO 201744

“La perseveranza è ciò che rendel’impossibile possibile, il possibileprobabile, e il probabile certo".

Ci sono persone forti, che non sidanno mai per vinte, che si pongono degli obiet-tivi e che lottano per il raggiungimento di essi;quando tale determinazione viene mostrata dagiovani che, nonostante le difficoltà economiche,nonostante la precarietà lavorativa, condizionidavvero demoralizzanti di questi tempi, hanno laforza di avere costanza in virtù del raggiungi-mento delle proprie aspirazioni, mi rendo contoche per essere artefici del proprio destino, bastaavere, oltre a un pizzico di for-tuna, il giusto atteggiamento. Inquesto ambito, un esempio puòsicuramente essere rappresen-tato da Federica Camela, giovaneDottoressa in ambito pedagogico,con cui ho avuto il piacere di dia-logare, cercando di comprenderequale fosse lo specifico ambitod'azione di questa figura profes-sionale. La Dottoressa ha conse-guito la laurea triennale inScienze dell'educazione e la ma-gistrale in Pedagogia presso l'Uni-versità di Macerata; ha, poi, se-guito un master di specializzazione in Pedagogiaclinica presso il centro ITARD di Chiaravalle, conil Professor Crispiani. Inoltre, ha partecipato aconvegni internazionali sulla pedagogia come re-latrice e presenta competenze specifiche per iltrattamento dello spettro autistico e ADHD. Chie-dendole quale fosse il suo ruolo all'interno deltrattamento abilitativo del bambino, la Dottoressami ha spiegato che la sua professione consistenell'aiutare bambini in età pre-scolare e scolare asuperare problemi inquadrati nei disturbi specificidell'apprendimento (DSA) come dislessia, disgra-fia e discalculia, condizioni che possono influiresul rendimento scolastico del bambino. Tali pro-blematiche, spesso, creano anche difficoltà nelrelazionarsi con i compagni di classe, cosa che,certamente, non aiuta nel percorso formativo delbimbo. È interessante capire, a questo punto, in

cosa consistano questi disturbi, in modo che pos-sano essere riconosciuti dai genitori. La dislessiasi riferisce, nello specifico, a una condizione ca-ratterizzata da problemi con la lettura, la disgrafiasi manifesta con difficoltà nella scrittura mentre ilbambino discalculico fatica a contare e a risol-vere problemi matematici. I trattamenti svolti dallaterapista hanno un ruolo primario nel supera-mento di queste criticità, e, di rilevanza ancoramaggiore, è l'attività preventiva che può com-piersi a partire dalla scuola dell'infanzia, attra-verso screening che permettano di valutare un di-sturbo che non si è ancora manifestato.La tempestività con cui si interviene su tali di-sturbi è fondamentale affinché essi non condizio-nino tutto il percorso scolastico dell'alunno, perl'apprendimento del quale è necessario che ci siaun collegamento stretto e continuo tra famiglia,

scuola e terapista. Federicacrede che il suo lavoro necessitidi empatia, che debba esserevissuto come una missione, per-ché la pedagogia apre le porte almondo dell'integrazione sociale.Seguendo tale linea guida, nes-sun bambino può essere classifi-cato come "diverso", in quanto lasocietà può accogliere e faremergere le abilità di tutti. LaDottoressa, in conclusione, parladella sua fonte di ispirazione pro-

fessionale, Maria Montessori, ri-prendendo una sua citazione: "I

bambini sono i costruttori del futuro dell'umanità".Ci tengo a dare risalto alla passione che Federicami ha trasmesso chiarendomi tutti gli aspetti dellasua professione e alla sua voglia di dare risaltoalla sua figura professionale a partire dalle zonedel nostro territorio, promuovendo, inoltre, inizia-tive come laboratori creativi. Federica ha studiatoper ciò che le piaceva, ci ha creduto e ci sta lavo-rando come forse tanti giovani oggi ancora fanno.Allora uniamoci nell'applauso a sostegno di que-ste nuove generazioni, che con perseverantepassione, riescono a rendere "certo" ciò che po-teva sembrare impossibile. La dottoressa visita,per appuntamento, al Poliambulatorio il martedì eil venerdì dalle 14:00 alle 16:00. Potete contat-tarla al numero 329 4149515 o al seguente indi-rizzo e-mail: [email protected]

[email protected]

di Martina Mascetti

DALLE NUOVE GENERAZIONILA SPERANZA PER IL FUTURO

Sociale

la dottoressa Federica Camela

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5Il Campanile MARZO 2017

Ho conosciuto Sara un giorno dimercato a San Benedetto del

Tronto. Un mio amico albergatore mel’ha presentata nei pressi del BarBraccetti.

Sara faceva parte di un gruppo di TerremotatiSfollati che vagavano tra le bancarelle del fa-moso Mercato. Siamo andati a prendere un caffè,poi il mio amico ci ha lasciato per “ricucire” ilGruppo e ho avuto modo di parlare con lei.Sara, età 30-35 anni, con il terremoto ha perso lacasa e il lavoro in una attività commerciale, le hodetto... -Sono anche io una specie di terremotato,anche se di serie B rispetto a voi della Montagnae comprendo, quindi, l’instabilità degli animi e lemalinconie che, però, dovremmo tentare di miti-gare. - E come mitigarle? - Rispose quasi pic-cata… -…per carità, a San Benedetto ci hannoaccolti bene e troviamo affetto in giro ma viviamosolo il presente con la mente rivolta ai ricordi delpassato. - Scusa Sara - la interruppi - ma sei gio-vane e bella come puoi non pensare al futuro?Permettimi di chiamarti Sarà e l’accento sul tuonome vuole essere un mio Augurio per il futuroche, credimi, ci sarà di certo. - Bella questa -

rispose - grazie, come ti chiami Pio? ma quale fu-turo? Sono solo Sara perché non vedo ombra diquell’accento di speranza di cui parli.Sara aveva pronunciato queste ultime parole connegli occhi chiari un ombra di disperazione. Inquel momento mi era sembrata HEIDI convinta dinon poter rivedere il Nonno, la sua Baita sulleMontagne e le care pecorelle.Intanto era rientrato nel Bar il mio amico alberga-tore con gli altri del gruppo che salutai con calorepoi, per ravvivare un po’ la spenta compagnia, mi“buttai” con… - Dai Forza dobbiamo continuare asperare anche se gli APPENNINI sembranoavere il Parkinson -. La battuta mi era partita dibotto e subito mi sembrò un po’ infelice e comun-que irrispettosa verso i veri ammalati, ma oramainon potevo rettificare. Qualcuno del gruppo bo-fonchiò: - ha ragione hanno il PARKINSON - e co-minciarono ad uscire dal Bar. Sulla porta Sara misalutò in modo civettuolo…- Pio è stato un belcolloquio con un terremotato di serie B, arrive-derci. - Magari - dissi di rimando - al prossimoMercato e alla stessa ora, ma mi raccomandoSara, quando uscirai dall’albergo non dimenticartil’accento sul futuro. A Si - rispose sorridendo -SARÒ SARÀ.Il sorriso di SARA SARÀ diabetizzò il mio animo eper un attimo mi sembrò che il terremotoavesse… UNA BELLA CREPA.

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di Pio Tempera

GLI APPENNINIHANNO IL PARKINSON?

L’angolo di Pio

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RIDURRE,RECUPERARE,RICICLAREdi Marino Felicioni

Da alcuni giorni inFrancia è en-

trata in vigore unalegge che punisce lospreco alimentare

come reato; essa prevede sanzioniper evitare la distruzione volontariadelle derrate alimentari ancora con-sumabili e rende obbligatori gli ac-cordi tra supermercati di medie egrandi dimensioni ed organizzazionicaritative. Anche l’Italia stimolata daExpo 2000, sta facendo un passoavanti sul tema grazie ad unanorma che ha semplificato le pro-cedure burocratiche e facilitato ladonazione degli alimenti alle onlus.Tuttavia, in un anno quasi 8 miliardidi euro di cibo non viene consumatoe finisce in pattumiera, lo stesso fri-gorifero non sufficientemente con-trollato, fa buttare nell’immondiziacirca 500 euro all’anno perfamiglia.Se Francia, Australia e Su-dafrica, sono vere nazioni all’avan-guardia su questo tema, altre comeArabia Saudita ed Emirati Arabi,sono lungi dall’organizzarsi percombattere con razionalità lospreco alimentare.Ogni anno nel mondo si getta circaun terzo del cibo mentre in molte re-gioni si piange per la fame, quindiperdiamo quello che potrebbe sfa-mare gli abitanti della terra e con-temporaneamente si genera unenorme danno dal punto di vistaambientale (gas serra, carbonio darifiuti, ecc.).C’è molto da fare e come asserisceAndrea Segrè, fondatore di Last Mi-nute Market, “occorre studiare me-glio cause e comportamenti dei con-sumatori” per pervenire ad una mi-gliore prevenzione dello spreco.Purtroppo in molti casi si parlatroppo di recupero e riciclo mentreil problema va affrontato anzitutto

per ridurre al minimo l’eccedenzaed i resti; un po’ come per la carta,se avvolgo tre volte il prodotto ac-quistato triplicherò l’onere dellosmaltimento.Quindi il problema vastudiato in origine alla sua crea-zione senza ridurre tutto al recuperodello spreco, dello scaduto o del-l’eccedenze; non dobbiamo com-prare ciò che non piace, non acqui-stare più di quanto mangiamo, con-servare in modo razionale i prodottiche servono per più giorni (cipolle,patate, frutta e verdura), non faretroppi scarti dalla pulitura delle ver-dure, leggere attentamente la sca-denza dei prodotti prima di acqui-starli, ecc.. Non guasta se in fami-glia come a scuola si fa educazioneal tema, non viziando i ragazzi, ac-quistando sempre l’utile e pochevolte il superfluo, riducendo il viziodi gettare via e soprattutto impa-rando a mangiare tutto quello cheè nel piatto. Come si diceva, per eli-minare lo spreco bisogna giocared’anticipo, non diventando predadelle super offerte che spesso fini-scono per farti acquistare qualcosache hai già in frigo, fare una spesaconsapevole formando una lista diprodotti dopo aver verificato benequanto si ha in casa ed un’altra me-moria funzionale al menù che si do-vrà preparare. Inoltre, non dimenti-chiamo che molte volte gli avanzipossono divenire la base per crearenuovi piatti e gli stessi scarti deb-bono insegnarci a non sbagliare dinuovo secondo il motto “sbagliandos’impara”. In merito al recupero, gliesempi da seguire sono tanti, quellodettato dalle nuove norme francesiè apprezzabile in toto perché per leimprese diventa più economico do-nare che sprecare, buono anche ilprogetto Family Bag attuabile inogni ristorante ove si può chiedereun igienico contenitore per portarea casa le pietanze non consumateall’interno del locale (una vecchiaed apprezzata usanza in voga nelvicino Abruzzo)[email protected]

La ricetta del mese

di Angela

IngredientiAcqua g. 100 Burro g. 100 Farina g. 100 N.3 uovaSale quanto basta

ProcedimentoScaldare in un pentolino,burro ed acqua e portare adebollizione.Versare tutta la farina ed ag-giungere il sale.Far bollire per 3-4 minuti.Quando il composto sistacca dalle pareti dellapentola , toglierlo dal fuocoe farlo intiepidire.Aggiungere, facendole benincorporare, metà delleuova già sbattute e succes-sivamente le uova rima-nenti.Con il preparato messonella siringa o sac a pochecon beccuccio a stellagrande, con movimento aspirale, formiamo le zeppolein una teglia ricoperta concarta da forno.Cuocere in forno ventilato a180° per 15-20 minuti.

ZEPPOLE DISAN GIUSEPPE

AL FORNO

Alimentazione

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7Il Campanile MARZO 2017

I R.E.M., UNA BANDADA ROCK ALTERNATIVOdi Maurizio Borghi

I R.E.M., inizialmente e per pocotempo conosciuti come Twisted Ki-tes, si formarono all' universitàdella Georgia ad Athens il 5 aprile1980 e furono una band di rock al-

ternativo, formata dal cantante Michael Stipe, ilchitarrista Peter Buck, il bassista Mike Mills e ilbatterista Bill Berry. La sigla R.E.M. sta per RapidEye Movement, una fase del sonno in cui si so-gna. La leggenda narra che scelsero il loro nomesfogliando un dizionario.I R.E.M. sono stati riconosciuti come uno dei gruppipiù importanti per la definizione dell'estetica dellamusica underground e indie degli Stati Uniti e laloro influenza si percepisce in moltissimi gruppi escene musicali. Allmusic (un sito di musica ideatonel 1991) dichiarò: “I R.E.M. contrassegnarono ilpunto di svolta in cui il post-punksi convertì in rockalternativo”. L’esclusività del gruppo erano, adesempio, gli arpeggi di Peter Buck e i testi difficil-mente decifrabili di Michael Stipe. Nell' estate del1981, i R.E.M. registrano il loro primo singolo, Ra-dio free Europe e adottata l’etichetta discograficaindipendente I.R.S. a ottobre incisero il loro primoEP: Chronic town. Di questo primo album fu lodatal'aura di mistero che circondava le canzoni. Nel

1991, abbandonata l’etichetta I.R.S. e stipulato uncontratto con la Warner Bros, uscì l'album Out ofTime e fu un grandissimo successo. Il singoloestratto, Losing my religion uno dei brani più cono-sciuti del gruppo, fece scalare al disco le classifi-che di tutto il mondo portandolo al primo posto inmoltissimi paesi. Nel 1997 Bill Berry lasciò la band,probabilmente a causa dell' aneurisma che lo colpìdurante il Monster Tour (Monster è un album pub-blicato nel 1994). Dopo tantissimi altri successi ilgruppo si sciolse il 21 settembre 2011 con un an-nuncio ufficiale sul proprio sito web : “Come R.E.M.,come amici e co-cospiratori di tutta la vita, abbiamodeciso di smettere di essere una band. Andiamovia con una grande sensazione di gratitudine, direalizzazione e di stupore per tutto quello che ab-biamo raggiunto.A chiunque che qualche volta si è sentito emozio-nato con la nostra musica va il nostro più pro-fondo grazie per averci ascoltato.”

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Il Campanile MARZO 20178

Sociale

I DISTURBIDEL COMPORTAMENTOALIMENTARE: PER SAPERNE DI PIÙ

Sempre più frequentemente sisente parlare di Disturbi del Com-

portamento Alimentare. Al giornod’oggi ormai siamo quasi tutti al cor-rente di cosa voglia dire soffrire di un

DCA: anoressia, bulimia, obesità psicogena... sonotutti termini entrati a fare parte del nostro linguaggiocorrente. Sono però ancora molti gli equivoci cheruotano attorno alla moderna concezione di que-sta malattia. Ma andiamo con ordine.Cosa intendiamo anzitutto con il termine DCA?I principali Disturbi del Comportamento Alimentaresono l’anoressia, la bulimia e l’obesità psicogena.Si tratta di malattie gravi che si servono del corpoper esprimere una sofferenza profonda. Chi soffredi anoressia riesce con enorme fatica a non man-giare, pur essendo il proprio corpo ormai ridotto al-l’osso, sfidando ostinatamente l’istinto stesso di so-pravvivenza. La bulimia invece è la manifestazionedi un profondo vuoto dentro di sé che ci si illudepossa essere colmato con il cibo.In breve tempo la persona sviluppa nei confronti diquest’ultimo una vera e propria dipendenza, che lacostringe a ingerirne enormi quantità per poi esco-gitare pericolose condotte di eliminazione. Nell’obe-sità psicogena, diversa dall’obesità dovuta a disfun-zioni metaboliche, l’adipe costituisce una sorta dibarriera che protegge dalle emozioni, dagli affetti edalle relazioni con gli altri.Quali sono gli equivoci più frequenti sui DCA?NON SI TRATTA DI MALATTIE DEL CORPO.In tutti i disturbi alimentari, il corpo diviene il teatrodi una sofferenza interiore che le parole non riesconoa dire. Non dobbiamo tuttavia commettere l’erroredi pensare che l’anoressia, la bulimia e l’obesità psi-cogena siano malattie del corpo. Il soggetto anores-

sico, bulimico o obeso non sta male perché ha uncattivo rapporto con il cibo, ma ha un cattivo rap-porto con il cibo perché sta male.NON È SUFFICIENTE LA SEMPLICE FORZA DIVOLONTÀ PER RICOMINCIARE A MANGIARE /SMETTERE DI VOMITARE / SMETTERE DI AB-BUFFARSI.Nei DCA come si è detto il cibo riveste una fun-zione ben precisa che permette al soggetto diesprimere attraverso il corpo un forte disagio. Lemotivazioni possono essere molteplici e vanno rin-tracciate nella storia personale e nelle dinamichefamiliari della persona che ne soffre, in cui spessosi evidenziano delle difficoltà a separarsi dal desi-derio genitoriale o ad affrontare perdite affettiveimportanti, a superare abbandoni o esperienzetraumatiche. Quindi in ogni caso, che sia nella sua assenza o nelsuo eccesso, il cibo costituisce una vera e propriasostanza di “abuso” che permette alla persona daun lato di esprimere sofferenza, e dall’altro di “reg-gere”, di tenersi in piedi, sebbene in modo del tuttodisfunzionale (proprio come fa il tossicomane). L’og-getto cibo, la sostanza, è sovrainvestito.Attraverso il rapporto col cibo, negato, cercato, rifiu-tato o ingerito in quantità smodata, si esprime unmedesimo bisogno: una disperata fame d’amore.Per questo per poter guarire e tornare ad alimen-tarsi correttamente è necessario che la personavenga aiutata, attraverso un percorso psicoterapeu-tico, a riflettere e ad affrontare sia le motivazioni per-sonali che l’hanno portata a sviluppare tale malat-tia, sia sulla funzione che quest’ultima ha rivestitonel corso della sua vita.I DCANON SCATURISCONO DAL SEMPLICE DE-SIDERIO DI DIMAGRIRE.

della Dott.ssa Sara Capriottidella Dott.ssa Sara Capriotti

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9Il Campanile MARZO 2017

Sociale

Benché la nostra società effettivamente promuova un immaginario femminile contrassegnato dall’esal-tazione della magrezza e delle forme esili – e uno maschile caratterizzato dal corpo muscoloso e asciutto– è necessario che la ricerca ostinata di questo ideale incontri un soggetto già segnato da una sofferenzainespressa. Perché si produca un’anoressia o una bulimia occorre che l’ideale standardizzato delcorpo magro venga utilizzato come un miraggio, come un ideale impossibile da raggiungere.

[email protected]

Uno dei più importanti miti da sfatare sui DCA, riguarda il fatto che per sviluppare una vera e pro-pria anoressia-bulimia non è sufficiente, come sostengono molti studiosi, la sola spinta socialeche favorisce l’omologazione all’ideale femminile (o maschile) incentivato dall’industria della moda.

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Il Campanile MARZO 201710

Bosch Professional inaugura il pro-getto #builtwithBosch: un’occa-

sione unica dedicata a professionisti eartigiani per testare in anteprima glielettroutensili professionali.

Prende il via il progetto #builtwithBosch di BoschProfessional: un’iniziativa dal respiro internazionalerivolta a professionisti e artigiani di diversi settori– dai falegnami ai carpentieri, dagli installatori elet-trici ai termo-idraulici – che avranno la possibilità ditestare in anteprima esclusiva le ultime innovazionidell’azienda tedesca.Sul sito di Bosch i professionisti potranno scoprirequali sono gli elettroutensili disponibili per i test einviare la propria candidatura. I profili selezionatiavranno la possibilità di entrare a far parte dellasquadra Bosch Angel e testare in anteprima gli elet-troutensili professionali Bosch. Le candidature po-tranno essere inviate fino al 10 marzo 2017. I re-quisiti per essere selezionati? Professionalità, mo-tivazione e, soprattutto, attitudine alla condivisionedi idee e progetti sui social media. I tester selezio-nati infatti saranno invitati a condividere su Face-book il risultato dei propri lavori realizzati con glielettroutensili Bosch Professional, accompagnandole pubblicazioni con foto e video. Si avrà la possi-bilità esclusiva di testare sul campo l’innovazionedegli elettroutensili Bosch Professional connessi:il primo test, infatti, avrà come protagonista il tra-pano-avvitatore GSR 18V-60 C Professional in com-binazione con lo Smartwatch Garmin Forerunner35, che permette di avere sempre sotto controllo,al proprio polso, chiamate, appuntamenti, sms, e-mail e notifiche. Il trapano-avvitatore GSR 18V-60C Professional è un elettroutensile versatile, idealeper tutte le principali applicazioni di foratura e av-vitamento, e dispone della nuova funzione Con-

nect, che permette di impostare e regolare in modofacile e veloce alcune funzioni elettroniche tramitel’app gratuita Bosch Toolbox. Il prodotto è caratte-rizzato da qualità e durabilità; la struttura è com-patta ed ergonomica, con la testa più corta nellasua classe e nuovo design dell’impugnatura. Tra-mite il proprio smartphone si può inoltre controllareil livello di sensibilità del KickBack Control. Grazieallo Smartwatch Garmin Forerunner 35, i profes-sionisti selezionati per l’esclusivo test del trapano-avvitatore GSR 18V-60 C Professional potrannosperimentare anche la praticità e i vantaggi dellefunzioni Connect introdotte di recente da BoschProfessional. Una volta collegato lo smartwatch viaBluetooth al proprio smartphone, i tester potrannoricevere comodamente sul proprio smartphone leinformazioni principali sul trapano-avvitatore e sullostato di carica della batteria. Tramite smartphonesarà inoltre possibile visualizzare e gestire le prin-cipali caratteristiche dell’utensile direttamente nellasezione “My Tools” dell’app Toolbox Professional,come, ad esempio, gli avvisi e le notifiche in casodi malfunzionamento o surriscaldamento, la rego-lazione della sensibilità del KickBack Control o ladurata dell’illuminazione integrata nell’utensile.

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a cura della Redazione in collaborazione con S-MAX s.r.l.s.

PROVA IN ANTEPRIMAGLI ELETTROUTENSILI BOSCH

Tecnologia

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11Il Campanile MARZO 2017

Imprese

In una sequenza di istanti l’intera areaappenninica è stata semidistrutta, le

perdite in termini umani, culturali edeconomici sono state altissime.Ora, non possiamo esimerci dall’im-

porre a noi stessi delle priorità per garantire una ra-pida ripresa del territorio, distanziandoci da ogni re-torica assistenzialista tipica, ahimè, di questi tempi,ma di certo estranea ai marchigiani, gente schivae avvezza a fare i conti con la fatica e creatrice diun modello economico dal volto umano, un sorta dicapitalismo famigliare fatto di tante piccole e me-die imprese: “Il Modello Marche”, cosi efficienteda garantire “tassi di crescita cinesi” e ora così pe-santemente danneggiato. Appare quindi evidenteche la “ricostruzione” non può che iniziare dalla ri-costituzione degli asset economico-commerciali ea tal proposito, credo sia doveroso ricordare le pa-role di monsignor Battisti all’indomani del terremotodel Friuli nel 1976: “Prima le fabbriche, poi le casee quindi le chiese”, un monito granitico ancora at-tuale. Rappresentano quindi un esempio virtuosotutte quelle realtà nate da e per il territorio, come“Patasibilla” un’associazione di aziende agricoleaventi sede nei comuni di Montegallo, Montemo-naco e Comunanza, ideata con lo scopo di promuo-vere le coltivazioni locali, grazie agli sforzi sinergicidi agricoltori e agronomi mirati a conciliare qua-

lità, redditività e salvaguardia dell’equilibrio natu-rale. Sebbene Patasibilla sia nata nel 2015 da que-sti eventi catastrofici ha tratto nuova linfa vitale, poi-ché non animata dall’etica del profitto e dell’indivi-dualismo, ma da un profondo senso di comunitàche caratterizza, fin dai tempi remoti la vita nei bor-ghi isolati dei Monti Sibillini.L’operosità unita alla consapevolezza morale di farsiesempio, ha consentito a questa associazione, no-nostante i danni subiti dal sisma prima e dalle fortinevicate poi, di riuscire comunque a chiudere il bi-lancio in pareggio e pagare interamente i macchi-nari acquisiti. Queste persone sono gli ambascia-tori di un territorio che non vuole arrendersi, sonoil volto più vero dell’Italia.Vorrei che si guardi a queste realtà e che si dicaquel che Stazio disse di Virgilio “facesti come co-lui che cammina di notte, e porta un lume dietro disé, e con quel lume non aiuta se stesso. Egli cam-mina al buio, si apre la strada nel buio ma dietro disé illumina gli altri”.

di Alfredo Cristofori - Patasibilla s.r.l. Soc. Agricola

IO CREDO

N ell’officina del fabbro Enzo De Caro-lis a Santa Maria in Capriglia è sem-

pre viva un’antica usanza di famiglia.Tradizione consolidata tra gli ascolaniè quella che il giorno di giovedì grasso

è buona regola effettuare ben sette colazioni. Unagrossa mano ai cittadini delle Cento Torri la dà in talsenso uno degli artigiani più noti in città, Enzo De Ca-rolis, che nella sua capiente officina da fabbro ser-ramentista di Santa Maria in Capriglia in frazione Ro-sara, ripercorre un antica usanza della sua famiglia:la colazione di giovedì grasso con uova e salsicciacotte rigorosamente sulla forgia del ferro battuto. An-che quest’anno centinaia sono stati gli amici, i clientied i parenti, nonché i colleghi, che si sono radunatiper dar seguito a questa bella abitudine. Al mattinoi primi avventori arrivano di buon ora e fino a pranzo

c’è il pienone conun grande andiri-vieni. La parte delleone, come giàdetto, la fanno leuova con la salsic-cia, ma tantissimealtre sono le spe-cialità carnasciale-sche che De Carolis, ma anche gli stessi visitatori por-tano per allietare ancora di più il palato: ravioli di ca-stagne e di crema, sfrappe, castagnole, pizza congli sfrigoli, crostate, pizza al formaggio e salame, ca-ciotte, pecorini e mandarini, il tutto immancabilmenteinnaffiato da vino rosso, bianco ed anche cotto, oltreagli immancabili distillati all’anice. Alcuni dei presenticon più anni all’attivo ricordano che quella dei De Ca-rolis è stata sempre la più famosa in città, ma che inpassato altri artigiani avevano avviato questa con-suetudine, oggi purtroppo andata pressoché persa,ma che andrebbe invece riscoperta come momentodi convivialità alla faccia della globalizzazione.

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TRADIZIONE CARNASCIALESCADELLA COLAZIONE DEL GIOVEDÌGRASSOdi Francesco Petrelli

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Il Campanile MARZO 201712

Èimpossibile riuscire a raccoglieree raccontare tutte le tipologie di in-

cidenti, con danni più o meno gravi pergli operatori, che riguardano l’assenzao l’utilizzo errato dei guanti di prote-

zione. A volte sono piccoli infortuni non segnalatio solo infortuni sfiorati. E spesso - ma non si oc-cupa di questo l’attuale percorso della rubrica at-traverso gli infortuni correlati all’uso dei dispositividi protezione individuale - i DPI non sono forniti eil lavoratore è costretto a lavorarvi senza. Affron-tiamo gli infortuni alle mani per uso errato o man-cato uso di Dispositivi di Protezione Individuali, co-siddetti DPI, e lo facciamo presentando dinami-che infortunistiche molto frequenti nel nostro terri-torio. Il primo caso riguarda un infortunio durantel’utilizzo di una moto-sega. Un lavoratore men-tre utilizza una motosegada potatura, con la solamano destra, improvvi-samente perde il con-trollo dell'attrezzatura an-dando a sbattere con lalama sulla mano sinistra.Si procura l'amputazionedell'indice sinistro.L’operatore non indos-sava idonei guanti antita-glio. I fattori causali dell’incidente rilevati sono evi-denti: il lavoratore “perdeva il controllo dell'attrez-zatura”; il lavoratore “non indossava idonei guantiantitaglio”.Più articolato il secondo caso di infortunio che ri-guarda attività di magazzino. Il capo magazzinieredi una casa di cura per esigenze di servizio si deverecare nel magazzino “pannoloni” del reparto infer-meria per prelevare dei contenitori (biobox di co-lore bianco con il tappo rosso) che sono utilizzaticome deposito per rifiuti taglienti (aghi ecc.). Que-sti contenitori si trovano sull’ultimo piano di una scaf-falatura a circa 2 metri da terra.Per poterli raggiungere il capo magazziniere salesu alcuni scatoloni di pannoloni situati alla basedella scaffalatura.Il lavoratore prende i contenitori richiesti (circa 10)e li deposita sulla sua destra, sopra alcuni panno-loni, ad un’altezza di circa 1 metro e 50 centimetrida terra. Effettuata questa operazione, per scen-

dere dagli scatoloni si gira e, contemporaneamente,si sostiene con la mano sinistra all’ultimo piano dellascaffalatura. Nel fare questo movimento non si ac-corge però che la fede nuziale che indossava alquarto dito della mano sinistra rimane agganciataad una sporgenza di un montante della scaffala-tura. Pertanto il capo magazziniere scendendo dalgradino, costituito dallo scatolone (alto circa 20 cen-timetri), con il peso (70 kg.) del proprio corpo e acausa del contatto del suo anello con la sporgenzadel montante, si procura l’amputazione del quartodito della mano sinistra a livello dell’interfalangeaprossimale con scuoiamento.Le indagini successive all’incidente hanno rilevatoche l’infortunato “aveva a disposizione guanti da la-voro ed un’apposita scaletta per raggiungere l’ul-timo piano della scaffalatura ma ha deciso, di ini-ziativa, di non utilizzare entrambi”.Questi i fattori causali dell’infortunio: “il lavoratorenon usa la scaletta ma sale e scende su alcuni sca-

toloni non stabili; man-cato utilizzo dei guanti dalavoro in dotazione”. Conriferimento al primo inci-dente riferiamo alcunenotizie sui DPI antitagliotratte da un documentoelaborato anche dalla no-stra Regione Marche,che è stato validato dallaCommissione ConsultivaPermanente per la salutee la sicurezza come

buona prassi nella seduta del 27 novembre 2013.I guanti e proteggi-braccia contro tagli causati dacoltelli motorizzati sono una tipologia di DPI “indi-cata per quelle lavorazioni in cui l’operatore fa usodi coltelli motorizzati, cioè di apparecchiature adimpugnatura manuale o fissa che utilizzano unafonte di energia diversa da quella umana - general-mente elettrica o aria compressa - per azionare unalama di coltello rotante, alternativa o vibrante. Que-ste attrezzature di lavoro sono comunemente uti-lizzate nel settore dell’abbigliamento, nella lavo-razione della gomma piuma e materiali similari, neimattatoi e negli stabilimenti per il taglio della carne.Si utilizzano coltelli a nastro, coltelli diritti alterna-tivi, taglierine circolari rotanti e altri tipi”.La norma UNI EN 381 “specifica le caratteristi-che di resistenza che i guanti di protezione deb-bono avere verso il taglio mediante sega a catena.Poiché queste attrezzature di lavoro sono proget-tate per essere utilizzate con la mano destra, nor-

a cura della Redazione in collaborazione con S-MAX s.r.l.s.

TecnologiaI GUANTI DI PROTEZIONE

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13Il Campanile MARZO 2017

malmente protetta quando stringe l’apposita impu-gnatura dell’attrezzatura di lavoro, i requisiti di pro-tezione sono riferiti ai guanti per la mano sinistra.Pertanto un operatore mancino deve utilizzare lasega a catena come un destrorso per ottenere laprevista protezione dal DPI. Sono previsti due tipidi guanti di protezione che differiscono tra lorosulla base delle diverse aree di protezione dellamano”: di Tipo A (guanto a cinque dita separate,con protezione del metacarpo, cioè della partecompresa tra il polso e le dita); di Tipo B (guantoa 5 dita o manopola con “protezione di tutto ildorso della mano compreso quello delle dita, adesclusione del pollice. Per la mano destra non èrichiesta alcuna protezione: tuttavia se essa esi-ste deve per lo meno essere equivalente a quellarichiesta per la mano sinistra, secondo le relativetipologie sopra indicate”.Ci soffermiamo, in conclusione, su alcuni requisitigenerali e fondamentali dei guanti di protezione uti-lizzabili nel mondo del lavoro tratti dal documentocorrelato a Impresa Sicura e con riferimento aquanto prescritto dalla norma UNI EN 420, unanorma che definisce non solo requisiti e procedi-menti di prova, ma anche aspetti come innocuitàe confortevolezza.I materiali del guanto, comprese le cuciture e i bordi,nonché i prodotti della loro degradazione e le so-stanze in essi contenute, e in particolare quelle partiche sono a diretto contatto con l’utilizzatore, nondevono danneggiare la sua salute e la sua igiene.Nelle istruzioni fornite dal fabbricante devono es-sere elencate tutte le sostanze che sono notecome potenziali allergizzanti.Il pH dei quanti deve essere maggiore di 3,5 e mi-nore di 9,5. La confortevolezza è legata alla ta-

glia, e quindi alla misura, delle mani e dei guanti.Le taglie dei guanti (riportate in un’apposita ta-bella) sono definite sulla base di due caratteristi-che dimensionali delle mani: circonferenza, lun-ghezza (distanza tra polso e l’estremità del ditomedio).Si annota che sono possibili anche mezze taglie,le cui misure sono ricavate per interpolazione dellemisure riportate nella precedente tabella e tagliepiù piccole o più grandi, estrapolabili sempre daisuddetti dati.La lunghezza minima della mezza ta-glia deve coincidere con quella della taglia unita-ria immediatamente superiore.La destrezza offerta dal guanto dovrebbe essere lamassima possibile. Essa dipende da vari fattori,quali spessore del materiale con cui è fabbricato ilguanto, la sua elasticità e la sua deformabilità. Serichiesto, la destrezza delle dita deve essere testatae le prestazioni graduate (anche in questo caso èriportata una tabella con i livelli di prestazione).Se possibile, infine, i guanti di protezione devonopermettere la permeabilità al vapore acqueo inmodo che le mani dell’operatore possano operarein una situazione di benessere.Qualora le caratteristiche di protezione delguanto impediscano o escludano la permeabilitàal vapore acqueo, il DPI dovrà essere progettatoper ridurre il più possibile gli effetti della traspira-zione. L’assorbimento del vapore acqueo deveessere di almeno 8 mg/cm 2 per 8 ore.

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Tecnologia

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Amici animali

Il Campanile MARZO 201714

La rondine comune (Hirundo ru-stica) fa il nido dove vive l’uomo,

usa i tetti delle stalle e delle abita-zioni come appoggio per i suoi tipicirifugi fatti con il fango e le pagliuzze

che trova vicino agli allevamenti di bestiame. An-che per trovare il cibo le rondini si sono sempre ag-girate nelle nostre campagne che ospitavano unabiodiversità fatta soprattutto di piccoli insetti cheproliferano attorno agli stagni e agli spazi incolti.Ma le nostre campagne si sono trasformate velo-cemente. I principali nemici della rondine oggi sonoi cambiamenti climatici e la desertificazione, la di-struzione dei nidi e l’uso indiscriminato dei pesti-cidi. Se ci pensi, è proprio l’uomo ad aver voltatole spalle alla sua fedele “vicina di casa”. Cosa pos-siamo fare per rimediare a questo errore? Possiamoproteggere e conservare gli angoli di biodiversitàche ancora esistono nelle nostre campagne. Pos-siamo ripensare il nostro modo di lavorare la terra,tornando ad un’agricoltura più tradizionale, menoaggressiva e più rispettosa dell’ambiente. Prefe-rendo i pascoli aperti all’allevamento intensivo, evi-tando l’uso indiscriminato di pesticidi in favore dimetodi alternativi, conservando i piccoli stagni ele siepi, installando nidi artificiali. Possiamo cercaredi ritrovare quel contatto profondo con la natura,quel legame che abbiamo perso.Le puoi osservare poggiate sui tetti, sul bordo di unnido fatto di fango. Ogni primavera è diversa dal-l’altra, ma di una cosa puoi essere sicuro se guardiil cielo: puoi vedere le rondini, piccole sagome, in-confondibili, con la coda a punta e un volo fatto displendidi cerchi. Letteratura, miti e poesia. Da sempre la rondineesercita questo fascino sull’uomo. Ma come mai?Il punto cardine delle suggestioni esercitate dallerondini sull’uomo è la ciclicità del tempo. Tutte le ci-viltà antiche erano ossessionate dallo scorrere deltempo e dalla sua misurazione. Misurare il tempovoleva dire controllarlo, programmare la semina ei raccolti, in un certo senso, prevedere il futuro. Perquesto gli uomini sono sempre rimasti di stucco nelvedere con che puntualità le rondini tornano dal lorolungo viaggio in Africa proprio nei primi giorni di pri-mavera.Le Rondini sono uccelli di piccole dimensioni conil dorso scuro con riflessi bluastri, la gola rossa, ilventre bianco e una coda molto lunga e biforcuta.

Quando vola, può sembrare completamente nera,è più facile riconoscerla dalla coda e da come vol-teggia mentre vola. sono abilissime volatrici. Sonoinfatti molto agili e trascorrono la maggior parte deltempo volando a caccia di insetti. In questo asso-migliano molto ai Rondoni, anche se i Rondoni vi-vono prevalentemente nelle città mentre le ron-dini in campagna, inoltre ci sono anche delle diffe-renze nell’aspetto di queste due specie, per esem-pio la coda della rondine è molto più lunga. I gio-vani sono in genere più piccoli di dimensione ehanno la coda molto più corta. Questa specie co-struisce il nido con un impasto di saliva e fango dallaforma di una piccola scodella. Se vivi in una fatto-ria, può essere un’ottima idea di guardare sotto letravi, specie nei vecchi edifici, per cercare i nidi delleRondini. Se sarai molto silenzioso potrai osservareuna tipica scena di famiglia di Rondini- magari po-trai osservare i piccoli nutriti dai genitori, un’espe-rienza che vale veramente la pena di fare.All’inizio di Maggio la maggior parte delle Rondinicomincia a riprodursi. I primi giorni di Settembrela maggior parte delle Rondini si prepara a migrare.Volano in modo irrequieto e spesso si radunano suifili del telegrafo. Molte Rondini lasciano l’Italia du-rante settembre, le prime a partire sono proprio legiovani Rondini nate durante l’estate. Qualche Ron-dine isolata può partire anche in Ottobre. Il viag-gio verso l’Africa dall’Italia dura circa 1 o 2 setti-mane. Le Rondini dalle diversi parti d’Europa vo-lano verso differenti destinazioni in Africa, le Ron-dini che nidificano in Italia trascorrono l’inverno nellaRepubblica Centroafricana. Compiono la migra-zione durante il giorno, volando abbastanza bassoe viaggiando per circa 320 km al giorno. La notte latrascorrono in grossi gruppi negli stessi canneti ognianno. Per anni la gente ha festeggiato l’arrivo diquesto animale come il segno dell’imminente ar-rivo della bella stagione.“Il tempo, a volte, sembra che non passi, è comeuna rondine che fa il nido sulla grondaia, esce edentra, va e viene, ma sempre sotto i nostri occhi.“–José Saramago”.Non c’è educazione senza relazione.

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di Claudia Di Battista Rodi

IL VOLO DELLA RONDINE

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15Il Campanile MARZO 2017

SAN BENEDETTO DELTRONTO – LaRenault rinnova un’auto che, sul mer-cato da 21 anni (la prima serie è del1996), ha creato il genere, molto apprez-zato delle monovolumi medie. Que-st’auto è la Scenic. La nuova genera-

zione della leggendaria francese, sul mercato italianonelle due varianti Scenic a 5 posti e Grand Scenic a 7posti, è disponibile con 1 Motore a Benzina (1200 da115 o 130 cv) oppure con 2 Motori Turbodiesel DCI (1500da 95 o 110 cv, 1600 da 130 o 160 cv), negli allestimentiLife, Zen, Intens, Edition One, Bose. Esternamente tuttanuova, e creata sulla stessa base meccanica delle Mé-gane, Talisman ed Espace (nonché delle Nissan Qa-shqai e X-Trail) la nuova Renault Scénic punta moltosullo stile, che è deciso e personale. Il frontale cortis-simo, arrotondato eppure grintoso, si raccorda bene conl’enorme parabrezza che, insieme al tetto, forma un arcoperfetto. La fiancata si caratterizza per i quattro ampifinestrini, con profilo inferiore sinuoso che nella parteposteriore segue il rigonfiamento dei parafanghi, cre-ando, insieme allo sbalzo molto ridotto e alle ruote diben 20” di diametro, un dinamismo difficile da trovare inuna monovolume. I cerchi di 20” (gli unici disponibili)aiutano l’estetica, ma non influiscono sulla resistenzaall’avanzamento (dovuta all’attrito sull’asfalto e all’aria),perché la Renault ha fatto sviluppare appositamentepneumatici dal battistrada relativamente stretto (195mm). La Grand Scenic, invece è identica nella parte an-teriore alla Scenic “normale”, mentre, più lunga di 22 cmrispetto alla sorella a 5 posti, si differisce per la formadel portellone, per le luci posteriori e per le barre al tetto.A impressionare immediatamente, non appena si aprela porta è la notevole luminosità dell’abitacolo, garan-tita dal parabrezza molto esteso, dal tetto in vetro (op-tional) e dai montanti anteriori sottili (che facilitano an-che la visuale). Belli e avvolgenti i sedili della nuova Re-nault Scénic, caratteristici, poi, i grandi poggiatesta chesi aprono “a libro” (per avvicinarli al capo) e con grandi“orecchie” laterali. La posizione di guida è rialzata e adat-tabile a tutte le corporature, con la leva del cambio a co-moda portata di mano; il volante, sportivo e di piccolodiametro, è piuttosto inclinato in avanti, e non disturba

la consulta-zione del

cruscotto (a tre strumenti, tutti digitali, con quello cen-trale configurabile). Dalla consolle che ospita lo schermodi 8,7” a sfioramento si gestiscono, in maniera intuitivae con una buona rapidità di risposta, la radio, il naviga-tore e il “clima” automatico bizona (i cui comandi prin-cipali, come la selezione delle temperature e il ricircolo,sono però manopole e pulsanti). Dallo schermo si puòscegliere anche fra cinque modalità di guida (Eco, Com-fort, Neutral, Sport e personalizzabile): variano la rispo-sta del motore e dello sterzo, oltre alla tinta dell’illumi-nazione del cruscotto e del sottile led che contorna laparte bassa della consolle. La plancia è semplice, li-neare ed elegante, e sul lato destro ospita un ampio cas-setto, che si apre (scorrendo in orizzontale) semplice-mente sfiorando un sensore; non si fa nessuna faticae l’accessibilità è buona. Ora il momento del test drive:la Renault Scenic guidata è stata la 5 Posti 1500 DCI110 cv EDC Bose da 32250€ . La Renault fa tornare laregina del segmento delle monovolumi medie, di scena,o meglio, di Scenic. La nuova vettura della casa Fran-cese, è moderna, molto spaziosa e luminosa all’interno.Maneggevolissima, è un piacere guidarla e ammirareil panorama dal suo interno; è un loft vetrato che si apreal mondo. Il cambio automatico di cui dispone la ver-sione provata, è di immediato utilizzo; lo sterzo sem-pre pronto, preciso e leggero da manovrare. Ottimo èil 1500 Turbodiesel da 110 cv, un cavallo di battaglia dicasa Renault, usato per la gamma Francese e non solo.Motore elastico, potente, brillante, permette alla Scenicdi essere una monovolume mangiasfalto, strizzandol’occhio al portafoglio, garantendo bassi costi di gestionecomplessivi. Infine il listino prezzi. Iniziamo con la ver-sione a 5 Posti: si va da 21900€ della 1200 115 cv Lifeper arrivare a 28500€ della 1200 130 cv Bose (Ben-zina); si va da 23600€ della 1500 DCI 95 cv Life perarrivare a 33350€ della 1600 DCI 160 cv Bose (Diesel).Ora è il momento della Grand Scenic a 7 posti: si vada 23400€ della 1200 115 cv Life per arrivare a 30000€della 1200 130 cv Bose (Benzina), si va da 27300€ della1500 DCI 110 cv Zen per arrivare a 34850€ della 1600DCI 160 cv Bose (Diesel). Per ulteriori informazioni sul mondo dei motori si pregadi visitare il mio magazine HYPERLINK“http://www.bestmotori.it/”www.bestmotori.it

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di Bruno Allevi

SI RINNOVA LA SCENIC

Automobili

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