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Seguimi 2014 Aprile - Agosto

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CHIESA CRISTIANA DELLA GRAZIA - ANNO I N° 2 | APRILE - AGOSTO 2014 Seguimi “Ed egli alzatosi, lo seguì”. Matteo 9:9 La Grazia è troppo bella per essere vera? pag. 2
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Page 1: Seguimi 2014 Aprile - Agosto

CHIESA CRISTIANA DELLA GRAZIA - ANNO I N° 2 | APRILE - AGOSTO 2014

Seguimi“Ed egli alzatosi, lo seguì”. Matteo 9:9

La Grazia è troppo bellaper essere vera? pag. 2

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EDITORIALE

La Grazia è troppo bella per essere vera?

Inon credenti e spesso anche alcuni cre-denti vedono la grazia di Dio come unqualcosa di troppo bello per essere

vero. Voi cosa ne pensate? Nella Chiesa Cristiana della Grazia ab-

biamo fatto un emozionante viaggio checi ha portati dal legalismo basato sulleopere all'abbraccio riconoscente per lasalvezza attraverso la Grazia di Dio. Pensoche ormai la maggior parte di noi sia ingrado di comprendere la grazia in terminiintellettuali, ma abbiamo realmente rece-pito la sorprendente verità della grazia diDio?

Una cosa è accettare e comprendere lagrazia come argomento dottrinale, un’al-tra è accettare che essa sia la verità chedefinisce e trasforma la nostra vita.

Per molti cristiani il rapporto tra graziae obbedienza è un punto cruciale. Maquesto non è una novità, lo vediamo nelNuovo Testamento: "Peccheremo noi per-ché non siamo sotto la legge ma sotto lagrazia?" domandò Paolo in Romani 6:15,"Niente affatto" rispose, ma possiamocomprendere bene la domanda che si po-nevano i primi cristiani, infatti ancora oggitroviamo la grazia un'idea difficile da as-similare.

Le "offerte speciali a basso costo" pub-blicizzate in TV ci hanno insegnato a dubi-tare e a pensare che sono troppo belleper essere vere. Così, quando leggiamoche Dio ha fatto tutto ciò che era richiestoper salvare anche il peggior peccatore,giungono i sospetti. Il nostro “Sì, ma ....”si attiva automaticamente e ci chiediamo“..dov’è il trucco? Ci deve essere qualcosa

COLLABORATORI Massimo Mare Nuccio Patelmo

PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONEAlice Porcu

TRADUTTORI Vera Derrigo Vladimiro Meandri Alice Porcu

Vincenzo Scannapieco.

Fonti fotografie e immaginiAlice Porcu

STAMPATO IN SVIZZERA

Seguimin°2 Aprile - Agosto 2014

S O M M A R I O

2 Seguimi |Aprile - Agosto 2014

SEGUIMI viene diffusa in Italia dalla Chiesa Cristianadella Grazia (già Chiesa di Dio Universale) aderentealla denominazione internazionale Grace CommunionInternational. L'abbonamento è completamente gratuito e può es-sere richiesto all'indirizzo: Chiesa Cristiana della Grazia - Casella Postale 6724030 Brembate di Sopra (BG).

di Joseph Tkach

Eventuali manoscritti o foto inviate dai lettori, non sa-ranno restituiti.Seguimi è disponibile online e scaricabile in formatopdf e epub sul sito www.ccdg.it e può essere richiestaper email all’indirizzo [email protected].

EDITOREVerein Weltweite Kirche Gottes - Postfach 8215 -8036 Zürich (Svizzera).

DIRETTORE RESPONSABILE Francesco Bernardi

REDATTORE CAPOAlice Porcu

in più del solo accettare Gesù. Sappiamoche non possiamo guadagnarci la sal-vezza, ma sicuramente qualcosa dob-biamo farla pure noi!”

Alcuni pastori mi hanno confessato chepredicando la grazia al di sopra del legali-smo le persone potrebbero essere inco-raggiate a disobbedire a Dio. In proposito,io amo il modo in cui si apre la secondalettera di Pietro:

"Grazia e pace vi siano moltiplicatenella conoscenza di Dio e di Gesù, il no-stro Signore. La Sua potenza divina ci hadonato tutto ciò che riguarda la vita e lapietà mediante la conoscenza di Colui checi ha chiamati con la propria gloria e virtù.Attraverso queste ci sono state elargite leSue preziose e grandissime promesseperché per mezzo di esse voi diventastepartecipi della natura divina dopo esseresfuggiti alla corruzione che è nel mondoa causa della concupiscenza" (2 Pietro1:2-4).

Dio ha già offerto a sé stesso ciò chenoi non avremmo potuto offrire, la graziadella quale siamo partecipi è la vita di fe-

2 EditorialeLa Grazia è troppo bellaper essere vera?

4 Notizie dal mondoCrescita della chiesaa TaclobanRitiro di preghiera

5 Parole di vitaCos’è l’inferno?Cos’è la teologia?

6 Grazia e obbedienza

9 Bibbia a 360°gradiRispondere a Dio con fede

13 Rubrica Contributi deilettoriPerchè?

14 Studio biblicoAbbiamo creato noi Dio, oDio ha creato noi?

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EDITORIALEdi Joseph Tkach

deltà che Gesù ha vissuto nei confrontidel Padre. Come ha scritto Thomas F. Tor-rance: "é in questo Dio-Uomo che noi par-tecipiamo alla grazia, come membra delSuo corpo, riconciliati con Dio per mezzodi Lui e in Lui ed é anche detto che siamoincomprensibilmente partecipi della Na-tura Divina!". Torrance ha ragione.

C'è qualcosa di incomprensibile ri-guardo tutto questo: la grazia di Dio neinostri confronti mostra una quantità diamore talmente grande da sembrarci in-naturale. Charles Wesley espresse questoin modo splendido nell’inno ‘IncredibileAmore’:

Com’è possibile che io debba guadagnare qualcosa

dal sangue del mio Salvatore? Egli è morto per me, che ho causato

la Sua sofferenza?

D io ha già of fer to a sé stesso c iò che noi nonavremmo potuto of f r i re .

la Sua sofferenza? Per me, che l’ho perseguitato

fino alla morte? Incredibile amore! Com’è possibile che Tu, mio Dio sei morto per me?

E’ troppo bello per essere vero, ma è laverità! Possiamo gioire di essere vivi inGesù e uniti alla Sua vita, dovremmo es-sere veramente stupiti dalla Sua grazia.

Quando riconosciamo come e perchéGesù toglie il peccato del mondo, ci di-stacchiamo immediatamente dalle nostrefalsità e traiamo nutrimento dalla veraVite della vita che è lo scopo supremo diDio.

Preoccuparci di non essere all’altezzadel dono di Dio e vedere anche gli altrinon all’altezza, nasce dal fatto che ci

stiamo concentrando sul legalismo e sullenostre opere.

Non dobbiamo mai preoccuparci di en-fatizzare troppo la grazia di Dio quando in-dirizziamo le persone a Gesù, verso unavera, viva e amorevole relazione con Lui.

Grazia ed obbedienza non sono in con-trasto, piuttosto si integrano l’un l’altranella fonte che hanno in comune: GesùCristo.

In questo numero abbiamo inserito unarticolo del Dr. Gary Deddo che esplora inprofondità questo tema. È intitolato “Gra-zia e obbedienza”, spero lo troviate utile eincoraggiante.

Anche se si tratta di un articolo un po’lungo, credo che il tempo impiegato perleggerlo e magari per condividerlo conaltri non sarà tempo perso.

3 Seguimi |Aprile - Agosto 2014

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Crescita della chiesa a Tacloban

Odyssey in Christ (Odissea in Cristo), un ministero affiliato alla GraceComunion International (GCI), ha

tenuto recentemente un ‘Ritiro di pre-ghiera di trasformazione’ a Ft. Lauderdalein Florida. Ventuno membri della GCI pro-venienti da diverse congregazioni hannoimparato come continui anche oggi il mi-nistero di guarigione di Gesù Cristo.Hanno sperimentato la presenza guari-trice del Signore imparando a mettere séstessi e il prossimo nella posizione giustaper ricevere il Suo tocco risanante.

Uno dei partecipanti ha commentatocosì: “Incoraggio e raccomando viva-mente questo ritiro. Noi tutti abbiamodelle profonde ferite che Dio può guarire!”Anche Charles Taylor, pastore dellachiesa di GCI in Miramar, in Florida, hacommentato:

“Non bastano le parole per descrivereappieno la benedizione di questo ritiro. É

dal MondoNOTIZIE

Da sinistra: James Aberin, Erwin Torregoza (caposquadra alle costruzioni di GCI),Eugene Guzon e Gerardo Palanas (assistente coordinatore pastorale di GCI).

Ritiro di preghiera

Durante un recente viaggio a Tacloban, il DirettoreNazionale di Grace Comunion International (GCI)delle Filippine, Eugene Guzon, accompagnato da

James Aberin, Direttore Esecutivo Internazionale di SEND,ha visitato il centro pastorale dove la chiesa sta offrendoaiuto per assistere i sopravvissuti al tifone Yolanda. Du-rante la visita hanno discusso della collaborazione tra GCIe SEND per far diventare il centro pastorale una congre-gazione della chiesa. I leaders hanno anche discussodell’iniziativa di far partire questa estate un campo dellagioventù per aiutare i giovani a guarire emotivamente daltrauma trovando conforto e scopo in Cristo, oltre che unsenso di comunità. L’avvio del campo è stato finanziatodalla Fondazione John Whitney.

Eugene ringrazia coloro che hanno collaborato alle ope-razioni di soccorso, tra cui le chiese delle Filippine, StatiUniti, Canada, Australia, Nuova Zelanda, Regno Unito, Ba-hamas e Thailandia. Come ha osservato Eugene, " Il tifoneYolanda ha sconvolto la vita delle persone e ha distruttogran parte della regione. Tuttavia, questo oggi ci ha por-tato verso un nuovo inizio e verso nuove opportunità persperimentare Dio e per condividere il Suo amore."

stato un fine settimana pieno di pre-ghiera trasformatrice, di unione, di ap-prendimento e gioia. Venerdì sera siamostati ispirati a vedere Gesù come nostroguaritore, sempre all’opera in tutte le si-tuazioni della nostra vita. Sabato ab-biamo visto che molte catene erano statespezzate e le testimonianze condivisesono state una dimostrazione della po-tenza dell'amore di Dio che opera nellavita del Suo popolo.

L’adorazione ha coinvolto tutti i nostrisensi. Siamo stati guidati in un luogotranquillo, amorevole e stimolante, nelquale, attraverso la preghiera trasforma-trice e risanatrice, abbiamo potuto sen-tire la voce di Dio ed essere aperti allaguida dello Spirito Santo. Abbiamo vistol'amore e la potenza di Dio all'operaquando abbiamo pregato in piccoli gruppie individualemte, siamo stati istruiti acondurre le preghiere di benedizione e di

guarigione. Anche il servizio di chiusuradella Domenica è stato fonte d'ispira-zione e i nostri messaggi sono stati rivoltiall’amorevole potenza di Dio e al Suoforte desiderio di risanare le nostre vite.La musica è stata un potente ausilio almessaggio ed alle preghiere. Ringra-ziamo Dio per questo meraviglioso finesettimana e preghiamo affinché ′Odisseain Cristo′ continui a far parte di ciò cheDio sta facendo per aiutare il Suo popolo,attraverso preghiere che trasformano lavita.”

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Parole di VitaCos’é l’inferno?

Se Dio è pieno di grazia e di miseri-cordia, perché esiste l'inferno?

Molti pensano che un Dio d'amore nonpossa torturare le Sue creature nei secolidei secoli. La Bibbia ci rivela un Dio com-passionevole, ma la dottrina tradizionaledella tortura eterna nell'inferno sembraraffigurarlo come sadico e vendicativo,più crudele di qualsiasi peccatore.

Alcuni teologi affermano che la ribel-lione contro Dio è terribile ed esige lapeggiore delle punizioni.

La verità è che noi esseri umani nonabbiamo dimestichezza né con la giusti-zia né con la misericordia. Noi non siamoqualificati per giudicare questioni conconseguenze eterne, solo Gesù Cristopuò farlo.

Se prendiamo sul serio Gesù quandoci insegna misericordia, dovremmo farloanche quando parla di punizione. La mi-sericordia ha senso solo se abbiamo evi-tato una dura punizione.

Gesù ha usato molte allegorie per de-scrivere la punizione di chi rifiuta la mi-sericordia di Dio: il fuoco, il buio, latortura e la distruzione.

In qualunque forma si presenti l'in-ferno, è certamente uno stato di aliena-zione da Dio per chi rifiuta il Suo amoreincondizionato, la Sua grazia e la Sua mi-sericordia. La Scrittura citata sopra ci facapire molto di più.

Tutti quelli che persistono nel rifiutaretale grazia non hanno scampo. Gesù èl'unica via di fuga, rifiutarlo significa sce-gliere la naturale conseguenza del pec-cato. Non è una scelta di Dio, ma lascelta dei peccatori che rifiutano la Suagrazia.

Quando ci sarà il Giudizio finale, tuttosarà sotto il controllo di Cristo che ha re-dento tutta la creazione. L’apostolo Pie-tro predicò: "(Gesù) che il cielo deve

“Il Signore non ritarda l'adempi-mento della sua promessa, comepretendono alcuni; ma è pazienteverso di voi, non volendo chequalcuno perisca, ma che tuttigiungano al ravvedimento”

(2 Pietro 3:9).

tenere accolto fino ai tempi della restau-razione di tutte le cose; di cui Dio ha par-lato fin dall'antichità per bocca dei suoisanti profeti" (Atti 3:21). Noi non cono-sciamo tutte le risposte, ma sappiamoche possiamo confidare in Dio che èpieno di giustizia e di misericordia. Lacosa più importante che Gesù ha inse-gnato sull’inferno è che Lui è la soluzionedel problema. In Gesù non c'è condanna,Egli è la via, la verità e la vita eterna.

Cosa pensate quando sentite la pa-rola teologo? Forse vi aspettate divedere un uomo dall'aspetto acca-

demico, con la barba, che ha imparatol'ebraico ed il greco antico ma che vivefuori dalla realtà, che lavora in solitudine,nascosto in un piccolo ufficio o in un se-minario studiando cose che interessanopoco alle persone comuni.

L'idea di studiare teologia potrebbeanche spaventare, ma chi prende sulserio il cristianesimo deve voler essereuno studente di teologia. Teologia infondo significa semplicemente “studio diDio”. Di conseguenza, la teologia è impor-tante per chi cerca di conoscere e com-prendere Dio.

Non è necessaria una laurea per stu-diare la teologia, è sufficiente il desideriodi conoscere Dio.

Tuttavia, se si vuole insegnare o scri-vere di teologia in termini accademici epoter fornire contributi utili alla comunitàcristiana volendo essere considerati se-

riamente in questo ambito, è necessarioconseguire dei “titoli” come per qualsiasialtra professione.

Una delle migliori definizioni sul signi-ficato della teologia è stata data da An-selmo d’Aosta: la teologia è "La fede checerca di comprendere".

Come cristiani, abbiamo la responsa-bilità di crescere nella conoscenza delnostro Signore, come ci ricorda il verso ci-tato sopra.

Anche se alcuni aspetti teologici richie-dono anni di studio e competenze specia-listiche, noi diventiamo teologi quandocerchiamo di conoscere e comprendereciò che Dio sta facendo nella nostra vitae nel mondo intorno a noi.

Dio ci ha donato delle menti in gradodi esplorare la teologia e qualunque altrosettore della vita, ed è importante usarel’intelligenza per riflettere e comprendereil nostro rapporto con chi ci ha creati. E’facile lasciarsi attirare dalle cose che cat-turano la fantasia, ma se prendiamo sulserio Dio dobbiamo imparare a cono-scerlo e non soltanto a formulare ipotesitrascendentali.

Il messaggio della Scrittura è unabuona notizia, ed è importante e saggioinvestire del nostro tempo per studiarneil significato e le implicazioni sulle nostrevite. Non sono necessari grandi studi teo-logici per comprendere l’importanza diamare Dio ed il prossimo. Ciò di cui ab-biamo bisogno è crescere nella grazia delnostro Signore e Salvatore, e conoscerlomeglio, questo desiderio, se messo inpratica, ci rende studenti di teologia.

Che cos’é la teologia?

5 Seguimi |Aprile - Agosto 2014

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Grazia e obbedienza di Gary Deddo

Dopo secoli di dibattiti, sembra chei Cristiani non abbiano ancora tro-vato il modo migliore per espri-

mere il rapporto tra la grazia di Dio inGesù Cristo e l’obbedienza. Gli insegnanticristiani con una solida conoscenza bi-blica riconoscono che sicuramente la sal-vezza è opera di Dio, che si riceve perfede e che la vita in Cristo che ne conse-gue implica obbedienza.

Il problema che ne consegue, quindi,consiste nella difficoltà di coniugare l’ob-bedienza alla grazia, ovvero: come affer-mare e concepire l'una, senza negare olimitare l'altra.

Questa sfida consiste nell’evitare sial’inosservanza delle leggi (antinomia), sia

Sia l’una sia l’altra?

La maggior parte dei cristiani ricono-sce la validità di entrambe le facce dellamedaglia: grazia ed obbedienza, fede eopere. In quest’ottica, quindi, piuttostoche seguire la rotta del “o l’una o l’altra”,si preferisce l’approccio per cui vale “sial’una sia l’altra”. Tuttavia, questo tipo diapproccio non ci dice molto riguardo acome la grazia e l’obbedienza siano effet-tivamente connesse fra loro, quindi essevengono artificialmente smussate, so-

Perché questo è l'amore di Dio: che osserviamo i suoi comandamenti; e i suoi comanda-menti non sono gravosi. Poiché tutto quello che è nato da Dio vince il mondo; e questa èla vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede. (1 Giovanni 5:3-4)

un atteggiamento legalista alla cui basevi è la convinzione di poter raggiungere larettitudine attraverso l’osservanza diopere.

vrapposte una su l'altra e costrette ad“andare d'accordo”. Con questo tipo diapproccio gli sforzi che facciamo per cor-reggere i nostri errori ci portano ad enfa-tizzare o la grazia, o l’obbedienza. Accadecosì, che se si ritiene che il problemasiano le troppe opere allora si enfatizzala grazia, se il problema diviene la troppagrazia, allora si enfatizza l’obbedienza. Inquest’ottica, alcuni ministri di cultodanno importanza ad una piuttosto cheall'altra, a seconda di quale delle duepensino sia la più dannosa o la più pre-valente rispetto all’altra. Credo che que-sto approccio produca “un’altalenateologica”, in cui la connessione tralegge (opere) e grazia (fede) rimane

6 Seguimi |Aprile - Agosto 2014

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Grazia e obbedienza di Gary Deddo

Il problema è che le persone hannouna visione troppo ristretta e limitata diGesù, di conseguenza, anche la fede ri-mane limitata. Credono in Lui per la sal-vezza futura (per entrare in paradiso), manon vanno oltre. Ma se osserviamo atten-tamente le Scritture, vediamo che Gesùè Salvatore e Comandante allo stessotempo, Egli ci salva per grazia e ci dà deicomandamenti. Ma se sappiamo chel’obbedienza ai suoi comandamenti nonci guadagna la salvezza, perché allora èimportante obbedire? Forse pensiamo didoverlo fare semplicemente perché ce lodice Lui, che è Grande e Potente, quindiconviene obbedirgli … altrimenti! Conquesto tipo di approccio l'obbedienza di-venta un atto della propria volontà in ri-sposta al potente e apparentementearbitrario volere di Dio. Questa è l'obbe-dienza di uno schiavo.

Grazia “e” obbedienza

Nel Nuovo Testamento ci sono dozzinedi passaggi in cui si rileva chiaramente laconnessione tra grazia (fede) “E” obbe-dienza (l'amore per Dio e per gli altri). Macome funziona e come si spiega questopassaggio, questa relazione? Che signifi-cato ha la "E"? Possiamo trovare questosignificato nella persona di Gesù, il soloe l’unico che incarna pienamente il carat-tere, la mente, l'atteggiamento e lo scopodi Dio. L'oggetto della nostra fede è GesùCristo e l'essenza di tale fede è crederein Gesù come Dio in persona per quelloche è e per quello che ha fatto. La fede,perciò, è la nostra risposta a Gesù per chiEgli è, per ciò che ha detto e per ciò cheha fatto. Abbiamo riposto la nostra fidu-cia in Dio a motivo di Gesù Cristo, Eglistesso è la grazia di Dio verso di noi.Gesù è il Vangelo. Egli è la nostra sal-vezza. Riceviamo tutti i benefici della Gra-

vaga se non del tutto assente.Al contrario, io ritengo che la Bibbia

metta in profonda relazione ed accorpi lagrazia e l’obbedienza come elementi fon-damentali per la fede e la vita Cristiana.Per esempio, nella Lettera ai Romani 1:5e 16:26; l'apostolo Paolo dice che pren-dere coscienza di questo, è l'obiettivo delsuo ministero e al capitolo 14 versetto23, dice che l’ obbedienza che non vienedalla fede nella grazia, è peccato! La Let-tera agli Ebrei al capitolo 11 ci offreesempi di persone che obbedirono a Dio“per fede”. Poi nella Prima Lettera di Gio-vanni al capitolo 5, ci viene detto che i co-mandamenti di Dio non sono gravosi amotivo della vittoria della fede nella gra-zia di Dio (vv. 3-4). Gesù stesso ci ricordache il suo carico è leggero e il suo giogoè dolce (Matteo 11:29-30), che noi siamo“amici” di Dio e non suoi “servi”, (Gio-vanni 15:15). Poi, nella Lettera ai Galati,Paolo ci dice che “la fede opera permezzo dell'amore” (Galati 5:6, fine ver-setto ).

I o n o n v i c h i a m o p i ù s e r v i , p e r c h é i l s e r v o n o n s a q u e l l o c h e f a i l s u os i g n o r e ; m a v i h o c h i a m a t i a m i c i , p e r c h é v i h o f a t t o c o n o s c e r e t u t t el e c o s e c h e h o u d i t e d a l P a d r e m i o . ( G i o v a n n i 1 5 : 1 5 )

zia a motivo di chi Cristo è, nel momentoin cui iniziamo a confidare in Lui ed ab-bandoniamo tutte quelle cose che sononemiche della fede (pentendoci) . Pos-siamo quindi gioire della nostra unione ecomunione con Gesù, nostro Signore enostro Dio. Le nostre vite sono unite aLui, facciamo parte della Sua vita e par-tecipiamo con Lui in tutto ciò che fa efarà, in questo rapporto di fiducia (fede).Il nostro essere è tale in relazione e co-munione con Gesù, riceviamo da Lui tuttoquello che ha per noi ed Egli a Sua voltaprende da noi tutto ciò che Gli doniamo.

In questa unione e comunione, siamotrasformati a poco a poco (2 Corinzi3:18), per condividere in maniera semprecrescente la natura umana glorificata diCristo ed il Suo carattere.

Possiamo contare su questa continuaopera di grazia di Cristo, per mezzo delloSpirito, anche se, molto ancora non èstato rivelato (Colossesi 3:3-4) e siamoancora dei semplici “vasi di terra” (2 Co-rinzi 4:7).

La nostra idea su Gesù

Il problema di questo tipo di approccioall'obbedienza è che esso esprime una vi-sione limitata di Gesù e di ciò che Egli è.

Abbiamo bisogno di scoprire tutto suGesù e tutto ciò che Egli ci offre se vo-gliamo davvero afferrare il Suo dono fi-dandoci di Lui. Cominciamo col capireche Gesù è il Signore dell’intero universo,Egli è il Signore di tutta la realtà esistenteed ha scopi buoni ed amorevoli per tutto.Gesù sta cambiando tutte le cose e rin-noverà anche il cielo e la terra, Lui è Si-gnore e Salvatore che va oltre ogniaspetto della vita umana ed ha un propo-sito per ogni dimensione della nostra esi-stenza. Tutto diventa un canale della suabenedizione per noi e attraverso di noiper gli altri. Tutto questo, ogni relazione,è destinata a condurre alla vita, alla vitain abbondanza. Anche il nostro mangiaree bere serve a riflettere la vera gloria delnostro Dio che vivifica (1 Corinzi 10:31).Ogni relazione esiste per costituire unoscambio fruttuoso di doni che contribui-sce ad una pienezza di vita e quindi ad

una pienezza di amore. L’autorità di Gesùsi estende ad ogni aspetto dell'esistenzacreata, ad ogni dimensione di vita e adogni livello: matematico, fisico, chimico,biologico, animale, umano, sociale, cultu-rale, linguistico, artistico, giuridico, eco-nomico, psicologico, filosofico, religioso espirituale. E tutto questo ha la sua originenella fratellanza e nella comunione conDio attraverso Cristo. Questa relazionecon Dio attraverso Cristo opera in ognipercorso della vita sotto la Sua SignoriaGloriosa e redentrice. La grazia di Dioquindi, ha a che fare con ogni cosa; que-sto è il fondamento di una visione cri-stiana del mondo.

Quindi, tutto quello che riceviamo daDio lo passiamo agli altri in modo da con-tribuire allo scopo immenso e universaledi Dio, e questo è vero in modo partico-lare nelle nostre relazioni. Noi riceviamoil perdono dei peccati, una grazia rinno-vatrice per ricominciare con una spe-

7 Seguimi |Aprile - Agosto 2014

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Gli imperativi derivano dagli indicativi

Noi obbediamo per fede quando ve-diamo chi è Gesù in ogni determinata si-tuazione, crediamo che Lui sia fedele inquel frangente della nostra vita e agiamoconsapevoli di questo, quindi noi agiamosulla base della nostra fede per ciò cheEgli è: un Dio Fedele. E’ possibile capiree vedere come ogni comandamento nelleScritture ci comunica chi è Dio ed il mo-tivo per cui possiamo fidarci di Lui. Com-prendere la connessione tra ciò cherende Dio attendibile e ciò che poi Egli ciconduce a fare, genera obbedienza nellafede. James Torrance parlò di questo con-cetto asserendo che ogni imperativo digrazia costituisce il fondamento per un in-dicativo di grazia. La ragione per cui c’èsempre una connessione sta nel fattoche tutti i comandamenti che Dio ci dà(imperativi) derivano dal Suo carattere,dal Suo cuore, dalla Sua natura e dal Suoproponimento, incluso tutto quello che hafatto per noi in Gesù Cristo (gli indicativi).Dio non è arbitrario, la Sua volontà pernoi è sempre consapevole e controllatadalla Sua natura e dal Suo carattere,come di un Dio Unico e Trino, che vennea noi in Gesù Cristo, affinché potessimoavere fratellanza e comunione con Lui inun santo amore.

La fede nella grazia di Dio, quindi,nasce dal credere in Dio a motivo di GesùCristo, e l'obbedienza al Dio della grazianasce dalla fede in Dio a motivo di GesùCristo. Perciò, fede e obbedienza hannoun’unica e stessa fonte, la fedeltà di Dioin Cristo. Entrambe sono una risposta achi è Cristo. Entrambe, fede ed obbe-dienza, hanno la stessa fonte teologicatrinitaria dell'incarnazione, ed entrambesono il frutto di un rapporto di fiducia conDio tramite Cristo nello Spirito.

Per concludere, vogliamo che i nostrisermoni riflettano sempre meglio questa

ranza nuova. Dalla generosità di Dio rice-viamo tutti i frutti dello Spirito: conforto,amore, forza trasformatrice, uno scopo euna direzione nella vita per essere segnoe testimonianza della Sua grazia e dellaSua bontà. Diventiamo testimoni della ve-rità e del santo carattere amorevole diDio, e tutte queste cose puntano alla vitaeterna, vita con Dio come suoi amati figliin una santa, amorevole unità.

Fede e obbedienza

La nostra fede è una fiducia in Dio permezzo di Cristo per tutte queste cose,non solo per "andare in paradiso" ungiorno. Ogni comandamento di Dio e ogninostro atto di obbedienza è legato al mo-tivo per cui possiamo credere in Lui. Noiperdoniamo perché siamo stati e saremoperdonati. Amiamo, perché noi per primisiamo stati amati da Dio. Amiamo i nostrinemici perché Dio per primo ci ha amatie ama e vuole il meglio anche per i suoie i nostri nemici. Possiamo essere gene-rosi perché Dio è generoso con noi. Pos-siamo essere sinceri e onesti perché Dioè sincero e onesto e alla fine farà uscirela verità. Possiamo essere creativi e ser-vizievoli perché Dio è creativo e servizie-vole con noi. Confortiamo gli altri nelleloro afflizioni, perché Dio ci conforta nellenostre afflizioni. Possiamo essere pa-zienti perché Dio è paziente con noi. Pos-siamo essere operatori di pace, perchéDio è un operatore di pace. Siamo ingrado di perseguire la giustizia e le giusterelazioni ad ogni livello, perché Dio è giu-sto e retto. Possiamo essere riconciliatoriperché Dio è un riconciliatore. Tutto il no-stro operare per fede è un partecipare aciò che Dio sta facendo tramite Cristo enello Spirito. Questo significa che tuttociò che facciamo è fratellanza e comu-nione con Cristo. Non agiamo mai da soli,perché non siamo mai soli, ma siamouniti a Cristo come suoi fratelli e sorellee membri della famiglia di Dio.

Quello che vale è la fede che opera per mezzo dell'amore.(Galati 5:6)

verità e speriamo che voi possiate vederecome questo tipo di approccio metta in-sieme la grazia e l’obbedienza in modoorganico, personale ed integrato. Non c’èquindi una separazione tra l’una e l’altrae nemmeno l’idea semplicistica della giu-stapposizione di una nei confronti dell’al-tra come fossero due cose distinte.Coloro che amano Dio ed hanno fede inLui per mezzo di Gesù Cristo e lo SpiritoSanto, e lo riconoscono come Signoredell’universo, nonostante si trovino inuna condizione di decadenza (quellaumana), desiderano essere fedeli a Cri-sto e stare insieme a Lui in ogni situa-zione della vita, qui e adesso.

La Sua Grandezza

Guardo il cielo infinito e percepisco la Sua grandezza.

Guardo un fiume che con forza intrattenibile

scende dalla montagna senza trovareostacolo che fermi il suo scorrere e percepisco la Sua grandezza.

Guardo il ghiaccio che ricopre la superficie di un canale, so che sotto

continua la vita dei pesci, e percepisco la Sua grandezza.

Guardo la pancia di una madre in gravidanza, che darà vita a una Sua

nuova creaturae percepisco la Sua grandezza.

Guardo le farfalle che volano in uncampo di fiori dai mille colori

e percepisco la Sua grandezza.

Guardo le api che in primavera svolgono con precisione il loro compitodi impollinare i fiori che daranno il frutto

e percepisco la Sua grandezza.

Analizzo la perfezione del corpo umanoe la potenza del nostro cervello in gradodi far muovere ogni arto del nostro corpo

con assoluta perfezione e percepisco la Sua grandezza.

Penso alla Sua immensa bontà con laquale, quando eravamo persi nel pec-

cato, ha sacrificato Suo figlio Gesù per la nostra salvezza non posso farealtro che lodare la Sua grandezza.

Giacomo Tarroni

Grazia e obbedienza di Gary Deddo

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Page 9: Seguimi 2014 Aprile - Agosto

Rispondere a Dio con fede

L’articolo pubblicato sul precedentenumero sottolineava due qualità diDio: la Sua grandezza e la Sua

bontà. Dio usa sempre la Sua grande po-tenza per portare a compimento le pro-messe di amore e grazia verso il Suopopolo. Egli è gentile e amorevole, lentoall’ira e pieno di misericordia (Salmi145:8).

Ma tutto questo quali implicazioni hanella nostra vita? Come possiamo rispon-dere a un Dio potente e gentile allostesso tempo?

Fiducia

Quando comprendiamo che Dio ha ilpotere di fare ciò che vuole e che usasempre questo potere per il bene del-l’umanità, allora possiamo essere certi diessere in buone mani. Egli possiede la ca-pacità e lo scopo dichiarato di far coope-

rare tutte le cose per la nostra salvezza,includendo persino la nostra ribellione,l’odio ed il tradimento nei Suoi confrontie del nostro prossimo. Egli è completa-mente affidabile e degno della nostra fi-ducia.

Quando siamo in mezzo alle prove: ma-lattie, sofferenze o persino quandostiamo per morire possiamo essere sicuriche Dio è ancora con noi, che si prendecura di noi ed ha tutto sotto controllo. Lecose potrebbero non sembrarci così, mapossiamo stare sicuri che Dio non è af-fatto impreparato ai nostri bisogni. Eglipuò far cooperare ogni situazione ed ognisventura per il nostro bene.

Non dovremmo mai dubitare del-l’amore di Dio per noi. “Ma Dio manifestail suo amore verso di noi in questo: che,mentre eravamo ancora peccatori, Cristoè morto per noi” (Romani 5:8). “Da que-

sto abbiamo conosciuto l’amore di Dio:perché egli ha dato la sua vita per noi” (1Giovanni 3:16). Il Dio che non ha rispar-miato suo Figlio può essere consideratoaffidabile, perché attraverso suo Figlioprovvederà a tutto quello di cui abbiamobisogno per la felicità eterna.

Dio non ha mandato qualcun altro, il Fi-glio di Dio, essenziale nella famiglia diDio, divenne umano per poter morire pernoi e risorgere per noi (Ebrei 2:14). Noisiamo stati redenti non attraverso il san-gue di animali, non con il sangue di unuomo molto giusto, ma attraverso il san-gue di Dio che divenne uomo. Ogni voltache prendiamo la comunione, ci ricor-diamo del suo profondo amore per noi.Possiamo essere sicuri che Lui ci ama.Egli ha conquistato la nostra fiducia.

Paolo ci dice che “nessuna tentazionevi ha finora colti se non umana; or Dio è

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Bibbia a 360 gradi

Credere e avere fiducia

di Joseph Tkach

Tutti coloro che credono in Gesù Cristosaranno salvati (Atti 16:31).

Ma cosa significa credere in Gesù Cri-

Ma da dove viene questo tipo di fidu-cia?

Non è qualcosa che possiamo svilup-pare da soli, non è possibile svilupparefede attraverso l’autoconvincimento ousare la logica umana per creare una fi-ducia ferrea in Dio.

Non avremo mai abbastanza tempoper parlare e discutere di tutti gli argo-menti filosofici che riguardano Dio, ma

fedele e non permetterà che siate tentatioltre le vostre forze” (1 Corinzi 10:13).“Ma il Signore è fedele, ed Egli vi fortifi-cherà e vi custodirà dal maligno” (2 Tes-salonicesi 3:3). Anche “se siamo infedeli,Egli rimane fedele” (2 Timoteo 2:13).

Egli non cambierà idea sulla nostrachiamata e continuerà sempre a mo-strarci la Sua misericordia. “Riteniamoferma la confessione della nostra spe-ranza, senza vacillare; perché è fedeleColui che ha fatto le promesse” (Ebrei10:23).

Egli ha preso un impegno con noi ed hafatto un patto per redimerci, per darci lavita eterna ed amarci per sempre. Eglinon resterà senza di noi, ed è degno di fi-ducia.

Ma noi come gli rispondiamo? Ci pre-occupiamo? Lottiamo per essere degnidel Suo amore? Abbiamo fiducia in Lui?

Non dovremmo mai dubitare del po-tere di Dio, manifestatosi attraverso la re-surrezione di Gesù dalla morte. Questo èil Dio che ha potere sulla morte stessa,su tutti gli esseri che ha creato ed é al disopra di ogni potenza (Colossesi 2:15).Egli ha trionfato su tutte le cose attra-verso la croce e la Sua resurrezione. Lamorte non ha potuto trattenerlo perchéEgli è il Principe della vita (Atti 3:15).

Il potere che ha resuscitato Gesù daimorti è lo stesso che darà a noi la vita im-mortale (Romani 8:11). Possiamo averefiducia in Colui che ha il potere ed il desi-derio di portare a compimento tutte lepromesse che ci ha fatto. Possiamo fi-darci di Lui in ogni cosa, e questo è cosìmeraviglioso che sarebbe assurdo riporrela nostra fiducia in qualunque altra cosa.Se ci affidiamo a noi stessi falliremo.Anche il sole, se lasciato a sé stesso si di-struggerebbe. La nostra sola speranza èin Dio che ha un potere più grande delsole, più grande dell’universo, più fedelee sicuro del tempo e dello spazio, pienodi amore e fedeltà verso di noi. In Gesù,il nostro Salvatore, abbiamo una spe-ranza sicura.

Un dono di Dio

sto? Perfino il diavolo crede che Gesù è ilCristo, il Figlio di Dio, e questo non glipiace, ma sa che é la verità. Inoltre, il dia-volo sa che Dio esiste e che ricompensacoloro che lo cercano (Ebrei 11:6).

Quindi quale differenza deve essercitra la nostra fede, il nostro credere, ed il“credere” del diavolo? Giacomo ci dà unarisposta: la vera fede si dimostra con leopere; “Anzi uno piuttosto dirà: «Tu hai lafede, e io ho le opere; mostrami la tuafede senza le tue opere, e io con le mieopere ti mostrerò la mia fede». Tu crediche c'è un solo Dio, e fai bene; anche i de-moni lo credono e tremano” (Giacomo2:18-19). Quello che facciamo dimostrain cosa veramente crediamo. Il compor-tamento può costituire la prova della no-stra fede, anche se alcune personepotrebbero assumere un atteggiamentocristiano per fini non giusti.

Quindi che cos’è la fede della Bibbia ecome si differenzia dal semplice credere?

La fede che salva è fiducia. Abbiamo fi-ducia in Dio che si prende cura di noi, chefa per noi il bene e non il male per darcila vita eterna. Fiducia significa sapereche Dio esiste, sapere che Egli è buono,che Egli ha il potere di fare ciò che vuolee che userà il Suo potere per fare tutto ciòche è meglio per noi. Fiducia significa vo-lerci sottomettere a Lui ed essere dispostiad obbedirgli non per paura, ma peramore. Quando ci fidiamo di Dio, loamiamo.

La fiducia si dimostra attraverso ciòche facciamo, ma non sono le nostreazioni a creare la fiducia, piuttosto essesono la conseguenza logica, la dimostra-zione e la concretizzazione di un rapportodi fiducia. La vera fede, quindi, è fidarsidi Gesù Cristo.

ogni giorno siamo chiamati a prendereuna decisione: fidarci o non fidarci di Dio.Tentare di rimandare questa decisione si-gnifica non aver maturato ancora fiduciain Dio.

Ogni cristiano ad un certo punto dellapropria vita ha deciso di fidarsi di Cristo.Per alcuni si è trattato di una decisioneben ponderata, per altri invece di una de-cisione illogica presa per ragioni irrazio-nali, ma è stata sempre e comunque ladecisione giusta.

Non potremmo fidarci di nessuno, ne-anche di noi stessi, da soli rovineremmola nostra vita.

Per alcuni di noi il cammino di fede èscaturito dalla disperazione, quando nonavevamo più risorse e non ci rimanevache Cristo (Giovanni 6:68).

Quando si è agli albori della fede è nor-male che si tratti di una fede immatura,ma è comunque un buon inizio, pur nonessendo una condizione in cui rimanere.

E’ necessario crescere nella fede.Come disse un uomo a Gesù: “Io credo,Signore, vieni in aiuto alla mia incredu-lità!” (Marco 9:24).

Gli stessi discepoli, dopo aver adoratoGesù risorto avevano dei dubbi (Matteo28:17).

Quindi, di nuovo da dove viene la fede?Essa è un dono di Dio.

La Scrittura, in Efesini 2:8 ci dice chela salvezza è un dono di Dio, il che signi-fica che anche la stessa fede che ci portaalla salvezza è un Suo dono. In Atti 15:9ci viene detto che Dio purificò i cuori deicredenti attraverso la fede, Dio stava ope-rando nei loro cuori, e fu Lui ad aprire “laporta della fede” (Atti 14:27).

Fu Dio a fare questo, perché Egli èl’unico in grado di attivare la fede dentrodi noi.

Non potremmo avere fiducia in Dio senon fosse Lui stesso a donarci questaprerogativa.

Gli uomini, nella loro natura sonotroppo corrotti dal peccato per credere inDio e fidarsi di Lui basandosi sulle propriecapacità e sulla propria forza e saggezza.Per questa ragione la fede non è“un’opera” che ci qualifica per la sal-vezza, noi non abbiamo nessun creditoper raggiungere la qualificazione; la fedeè semplicemente ricevere il dono della

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La fede che Dio ci dona ha un buonfondamento: qualcuno che è stato piena-mente fedele ed in cui possiamo credereper essere salvati, Gesù! La fede che Dioci dona è basata sul Suo Figliolo che di-venne carne per la nostra salvezza. Ab-biamo buone ragioni per credere, perchéabbiamo un Salvatore che ha compratola nostra salvezza. Egli ha fatto tuttoquello che occorreva una volta per tutte,la nostra fede ha un solido fondamento:Gesù Cristo.

Egli è l’autore e il perfezionatore dellanostra fede (Ebrei 12:2), ma non operada solo. Gesù fa solo quello che vuole ilPadre nei nostri cuori attraverso lo SpiritoSanto. Lo Spirito Santo ci insegna, ci giu-dica e ci dona la fede (Giovanni 14:26;15:26).

Tuttavia, la maggior parte dei cristianiprima o poi si trova a dover lottare con lafede.

La crescita non è sempre armoniosa ecostante, spesso arrivano le prove e ledomande, per alcuni arrivano i dubbi aseguito di una tragedia o a motivo di unagrave sofferenza, per altri, invece, sono laprosperità o i momenti favorevoli a spin-gerli a confidare nelle cose materiali enon in Dio.

Molti di noi si ritroveranno ad affron-tare diverse sfide nella fede.

Spesso le persone povere hanno unafede più forte di quelle ricche, perché lepersone costantemente oppresse da dif-ficoltà sanno di non avere alcun’altra spe-ranza al di fuori di Dio, non hannonessun’altra scelta se non di confidare inLui. Le statistiche mostrano come le per-

salvezza ed essere grati per questo. Dioci rende capaci di ricevere il Suo dono edi goderne.

Degno di fiducia

Attraverso la ParolaDubbi

Ma come fa Dio (Padre, Figlio e SpiritoSanto) a donarci la fede?

La Bibbia ci dice che il mezzo attra-verso cui ci giunge la fede è la parola pre-dicata: “Così la fede vien dall’udire el’udire si ha per mezzo della parola di Cri-sto” (Romani 10:17).

Il messaggio della parola di Cristo lo ri-ceviamo direttamente dalla scrittura, at-traverso un sermone in chiesa o lasemplice testimonianza di una persona.

Il Vangelo ci parla di Gesù, la Parola diDio. Lo Spirito Santo usa la parola di Dioper “illuminarci” ed avere fede in essa.

Questo processo da alcuni viene chia-mato “testimonianza dello Spirito Santo”,esso non è paragonabile ad una testimo-nianza in tribunale, verso cui è permessoobiettare, si può piuttosto paragonare ad

Non avendo alcuna ragione per credere, dovremmo almeno credere perché Dio èla scommessa migliore che si possa fare. Se lo seguissimo scoprendo alla fineche Lui non esiste, allora non abbiamo perso niente. Ma se non lo seguissimo

aaaaaaaaaascoprendo che alla fine Lui esiste davvero, allora perderemmo tutto.

un interruttore interno che ad un certopunto si accende e ci permette di “vederee comprendere” per accettare la BuonaNotizia. Per noi questa testimonianza ègiusta e vera, e nonostante si possanoavere ancora domande, crediamo ugual-mente che sia possibile e giusto vivereper questo messaggio. Siamo messi ingrado di basare le nostre vite su questomessaggio e prendere le nostre decisioniin conseguenza di esso. Tutto questo haper noi un senso, e rappresenta la sceltapiù giusta che potessimo mai fare.

Dio ci dà la capacità di avere fiducia inLui e di crescere nella fede. La “caparradella fede” è un seme che cresce, esso ciprepara e ci rende capaci di compren-dere sempre di più il Vangelo con la no-stra mente e le nostre emozioni. Ci aiutaa capire sempre di più Dio mentre Egli sirivela a noi attraverso Gesù Cristo. Perusare una metafora del Vecchio Testa-mento, camminiamo con Dio, viviamo inLui, pensiamo in Lui e crediamo in Lui.

sone povere, rispetto ai ricchi, offrono inproporzione percentuali più alte delle loroentrate alla chiesa, sembra che la lorofede (anche se non perfetta) sia più coe-rente. Spesso, il pericolo più grande perla fede è rappresentato dai momenti felicied ottimali quando tutto ci va bene. Nel-l’abbondanza tendiamo a pensare che èper la nostra forza e la nostra intelligenzache siamo riusciti ad ottenere tutto ciòche abbiamo, perdendo quel senso di to-tale dipendenza da Dio, paragonabile allatotale fiducia che i bambini hanno neipropri genitori. Perdiamo questo tipo di fi-ducia, ed alla fine contiamo più su quelloche abbiamo che su Dio.

Le persone povere vivono in una con-dizione da cui imparano e ricordano co-stantemente che la vita su questopianeta non offre sempre stabilità e cer-tezze, essi comprendono che Dio èl’unico di cui ci si possa fidare perchétutto il resto è inaffidabile, mutevole, in-stabile ed incerto: denaro, salute, amici.Non possiamo dipendere da queste cose,solo Dio è completamente affidabile.Anche se può sembrare che non sempresi ottengono le risposte che vorremmo,dobbiamo avere comunque fede in Lui, ecome disse Giobbe: “Ecco, mi uccidapure! Oh, continuerò a sperare.” (Giobbe13:15). Solo Lui ci offre la speranza dellavita eterna, solo Lui ci offre la speranzache la vita ha un senso ed uno scopo benpiù grande dei nostri cinque sensi, dellenostre “certezze ed incertezze” e dei no-stri dubbi.

di Joseph Tkach

Parte della crescita

Nonostante tutto qualche volta siamoalle prese con i dubbi. Ma questi fannosemplicemente parte del processo di cre-scita della fede, impariamo così a fidarcidi Dio sempre di più affrontando le sceltedi ogni giorno e scegliendo sempre Dio,che è la scelta migliore.

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Comunione

E’ attraverso la fede che possiamoavere una proficua relazione con Dio.

E’ attraverso la fede che possiamo pre-gare, adorare ed ascoltare la Sua parola

lontani dal carattere di Cristo, e questo cipuò portare a dubitare anche del fattoche Dio abbia realmente mandato Suo Fi-glio a morire per persone come noi, cosìperverse.

Non importa quanto siano reali i nostridubbi, essi alla fine devono ricondurci aCristo con ancora più fede, perché solo inLui abbiamo possibilità di salvezza. Nonesiste alcun altro posto dove andare pertrovare ristoro e salvezza.

Attraverso le parole e le azioni di Cristoci rendiamo conto che Lui già prima dimorire era consapevole della nostra mal-vagità. Più vediamo noi stessi chiara-mente, più ci accorgiamo del bisogno edella necessità di lasciarci accoglieredalla Sua misericordia.

Lui è l’unico in grado di salvarci da noistessi, e Lui solo ci salverà dai nostridubbi.

di Joseph Tkach

Come Blaise Pascal disse secoli fa:“non avendo alcuna ragione per credere,dovremmo almeno credere perché Dio èla scommessa migliore che si possa fare.Se lo seguissimo scoprendo alla fine cheLui non esiste, allora non avremo personiente. Ma se non lo seguissimo sco-prendo alla fine che Lui esiste davvero,allora perderemmo tutto. Quindi non ab-biamo niente da perdere, ma tutto daguadagnare nel credere in Dio e nel vi-vere e pensare che Egli è la realtà più si-cura nell’universo”.

Questo non significa che comprende-remo tutto. Avere fede significa confidarein Dio anche se non sempre si è in gradodi capire ogni cosa. Possiamo adorarloperfino in mezzo ai dubbi (Matteo 28:17).

La salvezza non è una gara di intelli-genza, la fede che salva non viene da ar-gomenti filosofici in grado di risponderead ogni dubbio, la fede viene da Dio. Sepensiamo e contiamo di avere risposteper ogni domanda significa che non cistiamo affidando a Lui.

L’unica ragione per cui possiamo en-trare nel Regno di Dio è la grazia, attra-verso la fede nel nostro Salvatore GesùCristo. Se facciamo affidamento sulla no-stra ubbidienza, o su qualsiasi altra cosache possiamo fare o produrre noi stessi,stiamo contando su cose sbagliate e inaf-fidabili. Abbiamo bisogno di rinnovare lanostra fede in Cristo, in Lui solo, permet-tendo a Dio di rinnovarla.

Le opere, anche quelle più buone, cosìcome l’obbedienza ai comandamenti diGesù, non possono costituire la base perla nostra salvezza, non è in queste coseche possiamo riporre la nostra fiducia.Solo Cristo è degno di fede.

Nel crescere verso la maturità spiri-tuale, diventiamo sempre più coscientidei nostri peccati e della nostra naturapeccaminosa. Comprendiamo di essere

nei sermoni e nella comunione fraterna.E’ la fede che ci permette di avere co-

munione con il Padre, il Figlio e lo SpiritoSanto, essa ci mette in grado di obbedirea Dio attraverso il nostro Salvatore GesùCristo e lo Spirito Santo che opera nei no-stri cuori.

E’ attraverso gli occhi della fede cheamiamo gli altri, che siamo liberati dallapaura di essere ridicoli e di essere rifiutatipotendo amare gli altri a prescindere daciò che ne riceviamo in cambio, perché lanostra fiducia non risiede in quello chedagli altri riceviamo, ma in Cristo che ci ri-compensa generosamente.

Solo la fede ci permette di essere ge-nerosi verso il prossimo e di mettere Dioal primo posto nelle nostre vite.

Attraverso la fiducia nella immensabontà di Dio faremo di Lui il nostro tesoroal di sopra di ogni altra cosa, e saremo di-sposti anche a sacrificarci quando Egli lorichiederà, potendo sperimentare la gioiadella salvezza.

La vita cristiana è dall’inizio alla fineuna questione di fiducia in Dio.

Le opere, anche quelle più buone, così come l’obbedienza ai comandamenti di Gesù, nonpossono costituire la base per la nostra salvezza, non è in queste cose che possiamoriporre la nostra fiducia.

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Contributi dei lettoriRubrica

Quanti di noi si sono posti questadomanda, affrontando momentidifficili della vita, ascoltando le

difficoltà e i problemi di persone care osolo semplicemente ascoltando le notiziein televisione? Perché succedono tantecose brutte? Perché succedono proprio ame? Perché a lui? Sono domande moltofrequenti che in molti si pongono, cri-stiani e non. Ebbene, io non ho affattouna risposta a queste domande. SoloColui che conosce tutto, il nostro Dio on-nisciente sa perché avvengono certecose e noi le comprenderemo soloquando ci uniremo a Lui. Infatti stascritto: “noi conosciamo in parte e inparte profetizziamo, ma quando la perfe-zione sarà venuta, quello che è solo inparte sarà abolito”(1 Corinzi 13:9-10).Dopo qualche versetto nello stesso capi-tolo Paolo dice: “ora vediamo come inuno specchio, in modo oscuro; ma alloravedremo faccia a faccia; ora conosco inparte ma allora conoscerò pienamente,come anche sono stato perfettamenteconosciuto” (versi 12-13). È curioso il ri-ferimento allo specchio. Un tempo gli

Infatti la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazionedi realtà che non si vedono, è la consapevolezza che tutte lecose, anche le cose spiacevoli, cooperano al bene di quelli che

amano Dio

specchi non erano come i nostri specchi,erano fatti di metallo lucidato, quindi nonmostravano immagini perfette ma di-storte; tuttavia, l’ esempio dello specchioè valido ancora oggi. Guardando attra-verso un moderno specchio abbiamo l’il-lusione di vedere in modo perfetto,mentre in realtà l’immagine che ne ab-biamo è un riflesso al contrario, specu-lare appunto. Quando ci troviamo insituazioni di difficoltà è umano cercare dicomprendere quello che ci succede attra-verso ragionamenti umani come: “forseè per questo che è successo”, “se nonavessi fatto quello…”, “forse sarebbestato diverso se..” Naturalmente sonopensieri che non portano a nessun risul-tato, se non quello di creare confusionenella nostra mente e distogliere la nostraattenzione dalle cose belle che invece cistanno accadendo o addirittura in alcunicasi, il peggiore dei casi, ci distolgono dal-l’avere fiducia nel nostro Signore e Salva-tore. Ebbene questo è esattamente ilgioco del nemico. La confusione è unadelle armi di cui si avvale per impedirci digioire delle cose belle che Dio ci dona

ogni giorno nella nostra vita. Non siamoimmuni, infatti, dalle cose spiacevoli,ciascuno di noi ha e avrà sempre dei“carichi” da sopportare; ma la Parola diDio ci assicura che il nostro carico saràleggero. In che modo? Attraverso la no-stra fede nel Signore Gesù, come Luistesso dice in Matteo 11:28 “Venite ame voi tutti che siete affaticati e op-pressi e io vi darò riposo. Prendete sudi voi il mio giogo e imparate da me,perché io sono mansueto e umile dicuore, voi troverete riposo per le animevostre”. È semplice: il Suo giogo è leg-gero perché ha già pagato il “conto” pernoi morendo sulla croce e ci chiede digettare su di Lui ogni nostro problemao preoccupazione. Come? Trasfor-mando il nostro umano ragionamentonella fede in Lui, che è soprannaturale.Infatti la fede è certezza di cose che sisperano, dimostrazione di realtà chenon si vedono (Ebrei 11:1), è la consa-pevolezza che tutte le cose, anche lecose spiacevoli, cooperano al bene diquelli che amano Dio (Romani 8:28),anche se noi non riusciamo a compren-dere. È inutile preoccuparsi del domani,che cosa ci succederà, o ripensare alpassato, Dio ci chiede di godere del no-stro presente (Matteo 6:25-34), comeespresso anche dal Suo stesso nome:IO SONO, senza tempo, un eterno pre-sente. In fondo anche nelle situazionipiù difficili, il nostro semplice respirare,ogni battito del nostro cuore è un donoche Dio ci fa, e credo che sia sufficienteper gioire in Lui. Tutto è destinato a pas-sare in questa vita; ma come sta scrittoin 1 Corinzi 13:13 “ora dunque questetre cose durano: fede, speranza eamore; ma la più grande di esse èl’amore”. L’amore è l’immagine di Dioche abbiamo nei nostri cuori, è la suaimpronta. Grazie a Dio possiamo amarei nostri mariti, mogli, figli, genitori, fra-telli e se Dio è con noi, nulla potrà can-cellare questa straordinaria capacità.

Camilla Bruno

Perché?

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Abbiamo creato noi Dio, o Dio ha creato noi?Studiobiblico

“Dio non è…Religioso, Bello, “Uno dinoi”, un Americano, un Capitalista”,questo è il titolo di un recente libro

nel quale vengono discusse alcune opi-nioni sbagliate su Dio.

E’ interessante riflettere, notare, ana-lizzare e scoprire come l’opinione e l’im-magine che ci siamo fatti di Dio sia statainfluenzata dalla nostra famiglia, dagliamici, dalla letteratura, dall’arte, dalla te-levisione, dal giornalismo, dalle canzoni,dal folklore, dai nostri desideri, dai nostribisogni e naturalmente dalle nostre espe-rienze religiose e dalle filosofie.

In realtà, Dio non è né una costruzionené un concetto, Dio non è un’idea o unanozione astratta proveniente dalla nostrafervida immaginazione.

Secondo la Bibbia ogni cosa che ci ap-partiene, perfino i nostri pensieri e la no-stra capacità di creare idee, provengonoda un Dio che non è il frutto della nostraimmaginazione e che non abbiamo “co-struito”noi, il cui carattere e attributi nonsono stati modellati da noi (Colossesi1:16-17; Ebrei 1:3), ma dal Dio che sem-plicemente è, che non ha inizio e nem-meno fine. In principio (inteso come untempo di riferimento usato da Dio per lanostra umana comprensione) c’era Dio (e

La Bibbia descrive il Creatore Eterno,Invisibile, Onnisciente e Onnipotente

di James Henderson

in Apocalisse 4:8 le quattro creature vi-venti proclamano: “Santo, santo, santo, èil Signore Dio l’Onnipotente, che era, cheè e che viene”! Nel Salmo 29:4 “La vocedell’Eterno è potente, la voce dell’Eternoè piena di maestà”.

Paolo si rivolge così a Timoteo: “Or alRe eterno, immortale, invisibile, all’unicoDio sapiente, siano onore e gloria nei se-coli dei secoli. Amen” (1 Timoteo 1:17).

Simili descrizioni di deità si possonotrovare anche nella letteratura pagana enelle tradizioni religiose non Cristiane.

Paolo sostiene che guardando alle me-raviglie della creazione, la sovranità diDio dovrebbe essere evidente a tutti. “In-fatti, le Sue qualità invisibili, la Sua eternapotenza e divinità, essendo evidenti permezzo delle Sue opere fin dalla creazionedel mondo, si vedono chiaramente, affin-ché essi siano inescusabili”(Romani1:20).

Il punto di vista di Paolo è abbastanzachiaro: “sono diventati insensati nei lororagionamenti e il loro cuore senza inten-dimento si è ottenebrato” (Romani 1:21)e hanno creato le loro religioni e idolatrie.Atti 17:22-31 ci mostra come uomini edonne possano essere sinceramenteconfusi in merito alla natura divina.

non un’idea umana di Dio) (Genesi 1:1).Non noi abbiamo creato Dio, ma Dio

creò noi a Sua immagine (Genesi 1:27).Dio è, e di conseguenza noi siamo. Il

Dio immortale è Creatore di tutte le cose(Atti 17:24-25; Isaia 40:28) ed è soltantoper la Sua volontà che ogni cosa continuaad esistere (Apocalisse 4:11). Molti librispeculano su com’è Dio. Senza dubbiopotremmo elencare un gran numero diaggettivi e sostantivi che ci fornirebberomolte informazioni su chi è e cosa fa. Tut-tavia, l’intenzione di questo studio è dianalizzare come Dio viene descritto nellaBibbia e cercare di capire perché questedescrizioni sono molto significative per ilcredente.

Dio preesiste alla Sua creazione (Salmi90:2), Egli “abita l’eternità” (Isaia 57:15).“Nessuno ha mai visto Dio” (Giovanni1:18), Egli non è fisico, ma “è Spirito”(Giovanni 4:24), Egli non è limitato daltempo e dallo spazio, niente Gli è nasco-sto (Salmo 139:1:12; 1 Re 8:27; Geremia23:24), Egli “conosce ogni cosa” (1 Gio-vanni 3:20). In Genesi 17:1 Dio spiega adAbrahamo “Io sono il Dio onnipotente” e

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biblico

Dio è per noi (Romani 8:31)

Dio è

Nel prossimo studio:

Chi è Gesù Cristo, e perché è fondamentale

per la fede del cristiano?

Studio biblico di James Henderson

Secondo la prospettiva biblica, gli idoli,l’antico Panteon della mitologia greco-ro-mana, quella mesopotamica e gli oggettidi adorazione di altrettante religioni mo-derne e passate, non hanno nulla di di-vino, perché “Il Signore nostro Dio è uno”!(Deuterenomio 6:4). Non c’è dio come ilvero Dio (Esodo 15:11; 1 Re 8:23; Salmi86:8; 95:3). Isaia spiega che gli altri dei“non sono nulla” (Isaia 41:24) e Paolo af-ferma che quelli “così chiamati dei” “nonposseggono alcuna divinità” perché “pernoi c’è un solo Dio, il Padre dal qualesono tutte le cose” (1 Corinzi 8:4-6). ”Nonabbiamo un solo Padre? Non fu un soloDio a crearci”? Chiede retoricamente Ma-lachia (2:10).

In Efesini 4:6 leggiamo “un solo Dio ePadre di tutti, che è al di sopra di tutti, fratutti e in tutti”. Riconoscere la maestà delsolo vero Dio e adorarlo, è importante peril credente, ma non basta, dobbiamo co-noscerlo. In Giobbe 36:26 leggiamo che“Dio è grande, ma noi non lo cono-sciamo” e un’importante e fondamentaledifferenza fra l’adorazione del Dio biblicoe l’adorazione di altri dèi è che il Dio bi-blico vuole che noi Lo conosciamo intima-mente e Lui vuole conoscercipersonalmente ed individualmente.

Dio Padre non vuole con noi una rela-zione a distanza, “Sono io soltanto un Dioda vicino, dice l’Eterno, e non anche unDio da lontano?” (Geremia 23:23).

Così il Dio nella cui immagine siamostati fatti, è Uno. Il fatto di essere creati aimmagine di Dio implica la possibilità pernoi di essere come Lui. Ma com’è Dio? Lamaggior parte delle Scritture ci rivela chiè Dio e com’è.

Consideremo alcune di queste scritturee vedremo come comprendere com’è Dioimplichi nel credente un processo di cre-scita e sviluppo di qualità spirituali nellerelazioni con il prossimo. E’ molto signifi-cativo, infatti, il fatto che la Scrittura nonporti il credente a cercare di riflettere l’im-magine di Dio in termini di grandezza, on-nipotenza, onniscienza, ecc., ma intermini di relazione e comportamento neiconfronti degli altri.

como 1:17) Ricevere la bontà di Dio ci prepara per

il pentimento – “Oppure disprezzi le ric-chezze della Sua bontà, della Sua pa-zienza e della Sua costanza, nonriconoscendo che la bontà di Dio ti spingeal ravvedimento?” (Romani 2:4)

Il Dio capace di “… fare smisurata-mente al di là di quanto chiediamo o pen-siamo” (Efesini 3:20) dice ai credenti che“..fare il bene è da Dio, ma chi fa il malenon ha visto Dio. (3 Giovanni 11).

Naturalmente, Dio è molto di più di ciòche il linguaggio fisico può descrivere. “LaSua grandezza è imperscrutabile”. (Salmi145:3).

Come possiamo arrivare a conoscerloe riflettere la Sua immagine? Come pos-siamo adempiere al Suo desiderio di es-sere santi, amorevoli, pieni dicompassione, benevoli, misericordiosi,clementi e buoni?

Dio, “presso il quale non c’è variazionené ombra di mutamento”(Giacomo 1:17),il cui scopo di amore e grazia non cambiamai (Malachia 3:6), ha provveduto unavia per noi, Egli è dalla nostra parte e de-sidera che diventiamo i Suoi figli (1 Gio-vanni 3:1).

In Ebrei 1:3 leggiamo che Gesù,l’eterno unigenito Figlio di Dio, è l’asso-luto splendore della

gloria e l’impronta dell’ essenza di Dio.Se abbiamo bisogno di un concetto tan-gibile dell’immagine del Padre, esso siesprime perfettamente in Gesù:“Egli èL’immagine dell’invisibile Dio, il primoge-nito di ogni creatura” (Colossesi 1:15).

Cristo disse: “Ogni cosa mi è stata datain mano dal Padre mio, e nessuno cono-sce il Figlio, se non il Padre; e nessuno co-nosce il Padre , se non il Figlio e Colui alquale il Figlio vorrà rivelarlo” (Matteo11:27).

La strada per conoscere Dio è GesùCristo, Suo Figlio.

Esiste una differenza qualitativa fra il Diocristiano e le altre divinità?

Dio è santo (Apocalisse 6:10; 1 Samuele2:2; Salmi 78:41; 99:9; 111:9). Dio è glo-rioso nella Sua Santità (Esodo 15:11).

Molti teologi definiscono la santitàcome uno stato in cui ciò che è santo èmesso da parte o dedicato per uno scopodivino. La santità racchiude in sé tutti gliattributi che rivelano chi è Dio separan-dolo dai falsi dei. Ebrei 12:14 ci dice chesenza santità: “Nessuno vedrà il Signore”“ma come Colui che vi ha chiamati èSanto, voi pure siate santi in tutta la vo-stra condotta” (1 Pietro 1:15-16; Levitico11:44). Dobbiamo essere “partecipi dellaSua Santità” (Ebrei 12:10).

Dio è amore e pieno di comprensione(1 Giovanni 4:8; Salmi 112:4; 145:8).

Il versetto citato sopra di 1 Giovannidice che quelli che conoscono Dio sonoidentificabili per il loro interessamento in-codizionato per gli altri perché Dio èamore. L’amore è fiorito nella divinità diDio “prima della fondazione del mondo”(Giovanni 17:24) perché l’amore è la na-tura intrinseca di Dio. Poiché Egli mostracompassione, così anche i credenti de-vono mostrare compassione l’uno versol’altro (1 Pietro 3:8; Zaccaria 7:9). Dio èbenevolo, misericordioso, clemente (1Pietro 2:3; Esodo 34:6; Salmi 86:15;111:4; 116:5).

Un’espressione dell’amore di Dio è “…la moltitudine delle Sue misericordie” (La-mentazioni 3:32). “…Ma tu sei un Diopronto a perdonare, misericordioso,pieno di compassione, lento all’ira e digrande benignità” (Nehemia 9:17). “Al Si-gnore nostro Dio appartengono la miseri-cordia e il perdono, perché ci siamoribellati contro di Lui” (Daniele 9:9). “IlDio di ogni grazia” (1 Pietro 5:10) siaspetta che la Sua grazia si diffonda nelmondo (2 Corinzi 4:15) e che i Cristiani ri-flettano la Sua grazia e il Suo perdono nelloro comportamento verso gli altri (Efesini4:32). Dio è buono (Luca 18:19; 1 Crona-che 16:34; Salmi 25:8; Salmi 86: 5;145:9)

La benevolenza di Dio implica che laSua benedizione va oltre ogni nostraaspettativa di bontà e misericordia.“ ognicosa buona e ogni dono perfetto vengonodall'alto e discendono dal Padre degliastri luminosi presso il quale non c'è va-riazione né ombra di mutamento”. (Gia-

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Infatti, «ogni carne è come l'erba,e ogni sua gloria come il fiore dell'erba.L'erba diventa secca e il fiore cade;ma la parola del Signore rimane in eterno».E questa è la parola della Buona Notizia che vi è stata annunciata.

1 Pietro 1:24-25


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