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«Sempre grati a Dio per i doni ricevuti» · 2020. 1. 21. · Come Magi scegliamo Lucio Dalla, nel...

Date post: 17-Feb-2021
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www.bo7.it conversione missionaria iovane e ambiziosa, Sofia Tornambene sta muovendo passi da gigante per entrare nell’Olimpo della musica italiana. È timida, ma sul palco e con il microfono in mano si sveste di ogni insicurezza e indossa la pelle di una leonessa, mostrando tutta la sua forza espressiva». A me che non ho alcuna competenza musicale viene segnalata questa diciassettenne di Civitanova Marche. Non so fare altro che scuotere la testa e dire: «I giovani hanno ragione!». Troppo spesso ci lamentiamo dei giovani e qualche motivo di preoccupazione non manca, ma complessivamente hanno ragione. Hanno ragione nell’accusare noi adulti di aver loro rubato il futuro, bruciando risorse, inquinando l’ambiente, solo preoccupati di un benessere effimero per pochi. Hanno ragione a chiedersi perché affrettarsi a dare esami se poi, una volta ultimati gli studi, non c’è lavoro. Hanno ragione a cercare di fare adesso esperienze interessanti, nella prospettiva di dovere accettare per tutta la vita un lavoro che non corrisponde ai loro interessi. Hanno ragione a non sentirsi coinvolti da una proposta che identifica la vita cristiana con l’adempimento di pratiche religiose. Hanno ragione a cercare di essere uniti in silenzio, mentre tanti urlano e si oppongono. È molto dura la vita per i giovani, oggi. Dura come quella di settanta anni fa, con la differenza che allora si sognava, ora si vive alla giornata. Cara Sofia, capisco la tua timidezza, ma il mondo aspetta molto dalla tua forza. Buon anno! Stefano Ottani G « Cara giovane timida Sofia La Messa e la marcia nel Giorno della pace Il mistero del Natale si mostra a Mapanda Settimana festiva Immagini dalla città a pagina 3 a pagina 2 a pagina 4 Domenica, 5 gennaio 2020 Numero 1 – Supplemento al numero odierno di Avvenire DI ALESSANDRO RONDONI sempre un nuovo inizio. Abbiamo salutato l’anno vecchio così denso di fatti e siamo entrati nel 2020. Nel segno della pace, come si è camminato e pregato il primo gennaio, con il messaggio indicato da papa Francesco, «La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione e conversione ecologica». Perché iniziare vuol dire proprio camminare. Insieme. Nel porgere gli auguri natalizi alla stampa, nell’Aula Santa Clelia in via Altabella, il cardinale Zuppi ha augurato un Natale pieno di speranza e fiducia. La prima fiducia, ha ricordato, è quella che Dio dà agli uomini. E così anche noi siamo chiamati ad iniziare l’anno, come nuova vita, sentendoci fratelli accolti in una famiglia, riuniti in un luogo, nella comunità, dove scorrono la storia e le nostre esperienze quotidiane. In questa corrispondenza vi è dunque il messaggio che diventa buona notizia e non fake new. Perché è reale vivere questa unità, prima di tutto con se stessi e con gli altri. È un’esperienza entusiasmante, che ridà slancio e coraggio. Rendere nuovo ciò che è vecchio attraverso una rigenerazione che converte lo sguardo e porta a vincere la solitudine, l’individualismo e a sentirsi partecipi di qualcosa di più grande. Questo è frutto non di un imperativo ma di un incontro, così si mette in rete, si condivide tutto. E vanno in secondo piano le contraddizioni, che pur persistono. Visto anche il clima da campagna elettorale per le regionali, è tempo, dunque, di non lasciarsi prendere dalla logica spinta della contrapposizione, del dualismo, delle interpretazioni di parte. Seminare per il futuro è il compito di chi sa rompere lo schema ideologico e creare luoghi di vita che curano le relazioni. Cercare la pace, come vissuto quotidiano in casa, in famiglia, nel lavoro, nelle scuole e università, nell’impegno pubblico e privato, significa pure costruire una città a misura d’uomo. Per questo è importante anche la dimensione della comunicazione. Per lavorare insieme e diffondere buone notizie. La nascita del nuovo sito della Chiesa bolognese è anch’essa un passo in avanti. Insieme al settimanale «Bologna Sette», alla rubrica televisiva «12Porte», ai servizi stampa, segna l’inizio di un nuovo modello sinergico e integrato a cura del centro servizi multimediale. Utile a far a conoscere di più ciò che esiste nella propria comunità, nelle varie articolazioni e presenze significative, con fatti e notizie. Per connettersi di più con un clic. L’invito è quello, quindi, di cliccare www.chiesadibologna.it, navigare ed essere in rete. Insieme, per comunicare e annunciare. E così saranno notizia anche l’arrivo dei Magi il 6 gennaio in Piazza Maggiore, e la festa dei popoli nella Messa in San Pietro. Fatti che segnaleranno volti, doni, costumi, colori e canti di una comunità unita senza distinzioni. È proprio al restauro dei Portici di San Luca – lo restaurassimo ognuno di noi con l’attenzione e la sensibilità per il nostro prossimo, con il perdono che ricostruisce quello che il peccato rovina, con l’interesse invece dell’inedia, con l’arte straordinaria dell’amore che ripara i guasti prodotti dall’indifferenza. I portici sono per tutti, non di qualcuno e richiedono l’impegno di tutti». «Il restauro inizia da non abituarsi al male o da non pensare che non è affare mio, – ha proseguito il cardinale – ma da riparare le relazioni e le condizioni del prossimo con i piccoli gesti, concreti e possibili a tutti. Non pensiamo che farlo non serva a niente! La vita, debole com’è, dall’inizio del suo concepimento sino alla fine, ha bisogno di tanto amore, possibile a ognuno. Penso alle sofferenze più nascoste come quelle psichiche, a chi non è padrone di sé, alle malattie degenerative o a chi deve lottare con problemi enormi come le disabilità che hanno bisogno di tanto sostegno, di barriere abbattute e non di pietismo o di indifferenza. Penso agli anziani che sono lasciati nell’anonimato della solitudine. Se serve un intervento decisivo per il problema della natalità occorre anche aggiungere tanta vita agli anni e non solo tanti anni alla vita, come ha scritto Enzo Bianchi. Penso a chi è diventato schiavo delle micidiali dipendenze, alle quali non possiamo mai abituarci che rovinano la vita propria e degli altri e che senza tanto amore e tanta determinazione non può essere liberato». continua a pagina 2 DI LUCA TENTORI a gratitudine sarà sempre più grande del dolore». È con questa parole di Etty Hillesum che il cardinale Zuppi ha aperto il Te Deum di ringraziamento di fine anno, il 31 dicembre in San Petronio. È una frase della scrittrice olandese di origine ebraica pronunciata mentre stava per essere portata sui treni diretti nei campi di concentramento nazisti, dove venne uccisa «senza che il male inquinasse la sua anima – ha spiegato l’arcivescovo – perché era piena di Dio». Centinaia di persone hanno voluto essere presenti nella basilica per partecipare alla solenne liturgia. Autorità civili e militari, semplici fedeli, religiosi e anche i rappresentanti delle comunità ortodosse in città hanno voluto essere presenti ai Primi Vespri della Solennità della Madre di Dio in cui il cardinale Matteo Zuppi ha ringraziato il Signore per i benefici ricevuti durante tutto il 2019. «Se abbiamo poca gratitudine non è perché abbiamo ricevuto poco. Anzi! – ha proseguito nell’omelia – . Spesso non sappiamo riconoscere i tanti doni che abbiamo. Li scambiamo per diritto, merito, possesso oppure, presi dai nostri affanni come Marta, ci sentiamo addirittura abbandonati da Gesù. Abbiamo preteso molto e atteso poco. Quanto tutto diventa pretesa siamo sempre scontenti e finiamo per fare crescere il rancore. Chi attende, cioè guarda con speranza il futuro e lavora per questo, gioisce di quello che ha e che è, si sa accontentare». Molti i temi trattati nell’omelia che ha ricordato la missione del cristiano nella città degli uomini, la prossima beatificazione di Padre Marella, il restauro dei Portici di San Luca come metafora di un restauro interiore e l’apertura incondizionata a Dio e al prossimo. «Vorrei che questo segno, così distintivo della nostra città – ha detto l’arcivescovo riferendosi L « Il 31 dicembre in San Petronio il «Te Deum» di ringraziamento alla conclusione dell’anno 2019 La celebrazione è stata presieduta dal cardinale alla presenza di centinaia di fedeli e delle autorità «Sempre grati a Dio per i doni ricevuti» Epifania, in centro città arrivano i Magi omani, solennità dell’Epifania del Signore, alle 10 nella chiesa di San Michele in Bosco l’arcivescovo Matteo Zuppi celebrerà la Messa, quindi visiterà i bambini ricoverati nei reparti pediatrici dell’attiguo Istituto ortopedico «Rizzoli». Ad accoglierlo il direttore generale del «Rizzoli» Mario Cavalli e il parroco di San Michele in Bosco don Lorenzo Testa, camilliano. Nella seconda parte della mattinata saranno protagonisti i bambini: i piccoli ricoverati nei reparti pediatrici riceveranno la visita dell’Arcivescovo e della Befana–infermiera, che porta i regali e calze di caramelle. Un momento di festa nelle camere, che vengono toccate una ad una nel percorso per raggiungere anche i bambini che non possono alzarsi. Nel pomeriggio si ripeterà nel centro cittadino la venuta dei Magi che portano al bambino Gesù oro, incenso e mirra. Dietro di loro si snoderà un corteo variopinto che, partito dalla Montagnola alle 15, sfilando per via Indipendenza giungerà fino alla capanna di Betlemme, riprodotta sul sagrato della basilica di San Petronio. Il «Comitato per le manifestazioni petroniane», organizzatore della Sacra rappresentazione, coinvolge come ogni anno oltre un centinaio di persone in costume e numerosi animali. L’arrivo in Piazza dei Magi è previsto per le 15.30. Subito prima, sempre in Piazza, collegamento diretto con il Sacro Convento dei francescani di Assisi, per «lanciare» il progetto di «economia circolare» voluto da papa Francesco. Alle 17.30 nella Cattedrale di San Pietro la «Messa dei popoli», presieduta dal cardinale Zuppi. D domani L’arrivo dei Magi sul sagrato di San Petronio, il giorno dell’Epifania 2019 el giorno dell’Epifania, alle 17.30 in Cattedrale, il Cardinale presiede la Messa dei Popoli, con la presenza del- le comunità degli immigrati cattolici. Il suggestivo rito multilingue avrà luogo nel giorno in cui la Chiesa commemora con i Santi Magi l’inizio del pellegrinag- gio della fede di tutti i popoli verso Cri- sto. La Messa dei Popoli, nel contesto del- l’Epifania, è uno degli appuntamenti più amati dalle comunità di immigrati cat- tolici che partecipano numerosi. I canti, le letture e le preghiere saranno in 15 lin- gue: francese, romeno, swahili, cinese, u- craino, bengali, tagalog, spagnolo, cin- galese, geez, inglese, arabo, polacco, ta- mil, malayalam. Il coro sarà composto dai cori di tutte le comunità. Uno dei momenti più suggestivi è la recita del Padre Nostro, per la quale ciascuno uti- lizza la sua lingua madre, mescolando gli idiomi nell’unica invocazione. La Chiesa riconosce la grande importanza della lin- gua materna dei migranti, attraverso cui esprimono la mentalità, il pensiero ed i caratteri stessi della loro vita spirituale e delle tradizioni delle Chiese di origine. A Bologna questa attenzione si esprime in 14 comunità etniche, con 7 sacerdo- ti: esse si affiancano alle parrocchie, di- venendo strumento di comunione spiri- tuale e pastorale con la diocesi. Inoltre la Migrantes diocesana è in constante contatto con le comunità cristiane orto- dosse, nate anch’esse dalla migrazione. Negli ultimi anni, molte comunità «sto- riche» hanno visto la partenza di nume- rosi membri, spesso non per tornare in patria, ma per una seconda migrazione: questo soprattutto per le difficoltà lavo- rative e abitative in Italia e le incertezze nell’ottenere documenti. Altro proble- ma è quello degli studenti nati in Italia, senza cittadinanza, che, terminata la scuola dell’obbligo, incontrano molte dif- ficoltà per il loro futuro. (A.C.) N Messa dei popoli, in Cattedrale 15 lingue èd ch’al fò Gesò a Betlèm… ècco socuànt Mag’ i vènsen…». Domani, Epifania, il Vangelo è quello di Matteo, l’unico in cui appaiono i Re Magi. Nel giorno in cui il Cardinale presiede la Messa dell’Epifania per le comunità degli immigrati cattolici, proviamo un piccolo viaggio nelle epifanie bolognesi. Come Magi scegliamo Lucio Dalla, nel 1979 scrisse «L’anno che verrà» dedicato al 1980, 40 anni fa. Poi Edmondo Berselli, lo scrittore, il politologo del Mulino morto l’11 aprile 2010, dieci anni fa: il suo libro più famoso è «Quel gran pezzo dell’Emilia», l’ultimo, dettato alla moglie, «L’economia giusta». Infine un piccolo garbatissimo signore, Luigi Lepri, che ha tradotto il Vangelo di Matteo in bolognese, «Al Vangèli secannd Matì», insieme a Roberto Serra, un avvocato che ha girato in dialetto molte preghiere: «Nato Gesù a Betlemme... ecco alcuni Magi vennero». Tutti e tre ci invitano a un Vangelo (laico?) che si snoda per la nostra storia verso quella futura. Le profezie di Dalla, «c’è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra», raccontano diffidenza, sofferenza, violenza, solitudine che si rischiarano. «Ogni Cristo scenderà dalla croce». Il «riderci sopra» è un ammonimento generale: «E senza grandi disturbi qualcuno sparirà / Saranno forse i troppo furbi / E i cretini di ogni età». Oddio, la politica di oggi? Lucio Dalla alla fine torna serio e giustamente – il 1980 fu la strage in stazione – ma richiama tutti all’«importante»: «che in questo istante ci sia anch’io». È il leit motiv di Berselli, chiamava quelli di sinistra che vedevano i loro governi finire a non essere «Sinistrati», faceva i conti con il berlusconesimo che produceva sempre nuove risorse, chiudeva la sua vita rivisitando la Dottrina sociale della Chiesa. Nel suo piccolo anche il Vangelo in bolognese percorre un discorso compiuto: il dialetto è un modo per richiamare a tante scritture, in quel «Gesò» ci sono studi dall’aramaico in qua. A cercare sensi in tutte le lingue del mondo. Marco Marozzi N « La chiesa romana di Sant’Egidio, sede del titolo cardinalizio assegnato a Zuppi l’intervento. I tre «re» per Bologna Il Te Deum (foto Minnicelli) Pagine a cura del Centro di Comunicazione multimediale dell’Arcidiocesi di Bologna Via Altabella 6 Bologna tel. 051 64.80.755 - 051 051 64.80.797 fax 051 23.52.07 email: [email protected] Abbonamento annuale: euro 58 - Conto corrente postale n.° 24751406 intestato ad Arcidiocesi di Bologna - C.S.G. Per informazioni e sottoscrizioni: 051. 6480777 (dal lunedì al venerdì, orario 9-13 e 15-17.30) Un nuovo inizio: l’anno comincia a colpi di clic chiesadibologna.it abato 11 gennaio l’arcivescovo prenderà possesso del «titolo», ossia della sede che gli è stata assegnata a Ro- ma quale cardinale presbitero della chiesa di Sant’Egidio. Al breve rito che si svolgerà alle 19.30 nella chiesa di Sant’E- gidio, seguirà alle 20 la Messa presieduta dal cardinale Zup- pi nella vicina basilica di Santa Maria in Trastevere. S Zuppi prende possesso del titolo di Sant’Egidio
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  • www.bo7.itconversione missionaria

    iovane e ambiziosa, Sofia Tornambene sta muovendo passi dagigante per entrare nell’Olimpo della musica italiana. È timida, ma

    sul palco e con il microfono in mano si sveste di ogni insicurezza e indossala pelle di una leonessa, mostrando tutta la sua forza espressiva». A me che

    non ho alcuna competenza musicale viene segnalata questadiciassettenne di Civitanova Marche. Non so fare altro che scuotere la

    testa e dire: «I giovani hanno ragione!». Troppo spesso cilamentiamo dei giovani e qualche motivo di preoccupazione nonmanca, ma complessivamente hanno ragione. Hanno ragionenell’accusare noi adulti di aver loro rubato il futuro, bruciandorisorse, inquinando l’ambiente, solo preoccupati di un benessere

    effimero per pochi. Hanno ragione a chiedersi perché affrettarsi adare esami se poi, una volta ultimati gli studi, non c’è lavoro. Hannoragione a cercare di fare adesso esperienze interessanti, nella

    prospettiva di dovere accettare per tutta la vita un lavoro che noncorrisponde ai loro interessi. Hanno ragione a non sentirsi coinvolti dauna proposta che identifica la vita cristiana con l’adempimento dipratiche religiose. Hanno ragione a cercare di essere uniti in silenzio,mentre tanti urlano e si oppongono. È molto dura la vita per i giovani,oggi. Dura come quella di settanta anni fa, con la differenza che allorasi sognava, ora si vive alla giornata. Cara Sofia, capisco la tua timidezza,

    ma il mondo aspetta molto dalla tua forza. Buon anno!Stefano Ottani

    Cara giovane timida Sofia

    La Messa e la marcia nel Giorno della pace

    Il mistero del Natalesi mostra a Mapanda

    Settimana festivaImmagini dalla città

    a pagina 3

    a pagina 2

    a pagina 4Domenica, 5 gennaio 2020 Numero 1 – Supplemento al numero odierno di Avvenire

    DI ALESSANDRO RONDONI

    sempre un nuovo inizio. Abbiamosalutato l’anno vecchio così densodi fatti e siamo entrati nel 2020.

    Nel segno della pace, come si ècamminato e pregato il primo gennaio,con il messaggio indicato da papaFrancesco, «La pace come cammino disperanza: dialogo, riconciliazione econversione ecologica». Perché iniziarevuol dire proprio camminare. Insieme.Nel porgere gli auguri natalizi allastampa, nell’Aula Santa Clelia in viaAltabella, il cardinale Zuppi ha auguratoun Natale pieno di speranza e fiducia.La prima fiducia, ha ricordato, è quellache Dio dà agli uomini. E così anchenoi siamo chiamati ad iniziare l’anno,come nuova vita, sentendoci fratelliaccolti in una famiglia, riuniti in unluogo, nella comunità, dove scorrono lastoria e le nostre esperienze quotidiane.In questa corrispondenza vi è dunque ilmessaggio che diventa buona notizia enon fake new. Perché è reale viverequesta unità, prima di tutto con se stessie con gli altri. È un’esperienzaentusiasmante, che ridà slancio ecoraggio. Rendere nuovo ciò che èvecchio attraverso una rigenerazione checonverte lo sguardo e porta a vincere lasolitudine, l’individualismo e a sentirsipartecipi di qualcosa di più grande.Questo è frutto non di un imperativoma di un incontro, così si mette in rete,si condivide tutto. E vanno in secondopiano le contraddizioni, che purpersistono. Visto anche il clima dacampagna elettorale per le regionali, ètempo, dunque, di non lasciarsiprendere dalla logica spinta dellacontrapposizione, del dualismo, delleinterpretazioni di parte. Seminare per ilfuturo è il compito di chi sa rompere loschema ideologico e creare luoghi divita che curano le relazioni. Cercare lapace, come vissuto quotidiano in casa,in famiglia, nel lavoro, nelle scuole euniversità, nell’impegno pubblico eprivato, significa pure costruire una cittàa misura d’uomo. Per questo èimportante anche la dimensione dellacomunicazione. Per lavorare insieme ediffondere buone notizie. La nascita delnuovo sito della Chiesa bolognese èanch’essa un passo in avanti. Insieme alsettimanale «Bologna Sette», alla rubricatelevisiva «12Porte», ai servizi stampa,segna l’inizio di un nuovo modellosinergico e integrato a cura del centroservizi multimediale. Utile a far aconoscere di più ciò che esiste nellapropria comunità, nelle variearticolazioni e presenze significative,con fatti e notizie. Per connettersi di piùcon un clic. L’invito è quello, quindi, dicliccare www.chiesadibologna.it,navigare ed essere in rete. Insieme, percomunicare e annunciare. E cosìsaranno notizia anche l’arrivo dei Magiil 6 gennaio in Piazza Maggiore, e lafesta dei popoli nella Messa in SanPietro. Fatti che segnaleranno volti,doni, costumi, colori e canti di unacomunità unita senza distinzioni.

    È

    proprio al restauro dei Portici diSan Luca – lo restaurassimoognuno di noi con l’attenzione e lasensibilità per il nostro prossimo,con il perdono che ricostruiscequello che il peccato rovina, conl’interesse invece dell’inedia, conl’arte straordinaria dell’amore cheripara i guasti prodottidall’indifferenza. I portici sono pertutti, non di qualcuno e richiedonol’impegno di tutti».«Il restauro inizia da non abituarsial male o da non pensare che non èaffare mio, – ha proseguito ilcardinale – ma da riparare lerelazioni e le condizioni delprossimo con i piccoli gesti,

    concreti e possibili a tutti. Nonpensiamo che farlo non serva aniente! La vita, debole com’è,dall’inizio del suo concepimentosino alla fine, ha bisogno di tantoamore, possibile a ognuno. Pensoalle sofferenze più nascoste comequelle psichiche, a chi non èpadrone di sé, alle malattiedegenerative o a chi deve lottarecon problemi enormi come ledisabilità che hanno bisogno ditanto sostegno, di barriereabbattute e non di pietismo o diindifferenza. Penso agli anziani chesono lasciati nell’anonimato dellasolitudine. Se serve un interventodecisivo per il problema dellanatalità occorre anche aggiungeretanta vita agli anni e non solo tantianni alla vita, come ha scritto EnzoBianchi. Penso a chi è diventatoschiavo delle micidiali dipendenze,alle quali non possiamo maiabituarci che rovinano la vitapropria e degli altri e che senzatanto amore e tanta determinazionenon può essere liberato».

    continua a pagina 2

    DI LUCA TENTORI

    a gratitudine sarà semprepiù grande del dolore». Ècon questa parole di Etty

    Hillesum che il cardinale Zuppi haaperto il Te Deum diringraziamento di fine anno, il 31dicembre in San Petronio. È unafrase della scrittrice olandese diorigine ebraica pronunciata mentrestava per essere portata sui trenidiretti nei campi diconcentramento nazisti, dovevenne uccisa «senza che il maleinquinasse la sua anima – haspiegato l’arcivescovo – perché erapiena di Dio». Centinaia di personehanno voluto essere presenti nellabasilica per partecipare alla solenneliturgia. Autorità civili e militari,semplici fedeli, religiosi e anche irappresentanti delle comunitàortodosse in città hanno volutoessere presenti ai Primi Vespri dellaSolennità della Madre di Dio in cuiil cardinale Matteo Zuppi haringraziato il Signore per i beneficiricevuti durante tutto il 2019. «Se abbiamo poca gratitudine nonè perché abbiamo ricevuto poco.Anzi! – ha proseguito nell’omelia –. Spesso non sappiamo riconoscerei tanti doni che abbiamo. Liscambiamo per diritto, merito,possesso oppure, presi dai nostriaffanni come Marta, ci sentiamoaddirittura abbandonati da Gesù.Abbiamo preteso molto e attesopoco. Quanto tutto diventa pretesasiamo sempre scontenti e finiamoper fare crescere il rancore. Chiattende, cioè guarda con speranza ilfuturo e lavora per questo, gioiscedi quello che ha e che è, si saaccontentare». Molti i temi trattati nell’omelia cheha ricordato la missione delcristiano nella città degli uomini, laprossima beatificazione di PadreMarella, il restauro dei Portici diSan Luca come metafora di unrestauro interiore e l’aperturaincondizionata a Dio e al prossimo.«Vorrei che questo segno, cosìdistintivo della nostra città – hadetto l’arcivescovo riferendosi

    Il 31 dicembre in San Petronio il «Te Deum» di ringraziamentoalla conclusionedell’anno 2019La celebrazioneè stata presiedutadal cardinalealla presenzadi centinaia di fedelie delle autorità

    «Sempre grati a Dioper i doni ricevuti»

    Epifania, in centro città arrivano i Magiomani, solennità dell’Epifania del Signore, alle 10 nella chiesadi San Michele in Bosco l’arcivescovo Matteo Zuppi celebrerà la

    Messa, quindi visiterà i bambini ricoverati nei reparti pediatricidell’attiguo Istituto ortopedico «Rizzoli». Ad accoglierlo il direttoregenerale del «Rizzoli» Mario Cavalli e il parroco di San Michele inBosco don Lorenzo Testa, camilliano. Nella seconda parte dellamattinata saranno protagonisti i bambini: i piccoli ricoverati neireparti pediatrici riceveranno la visita dell’Arcivescovo e dellaBefana–infermiera, che porta i regali e calze di caramelle. Unmomento di festa nelle camere, che vengono toccate una ad una nelpercorso per raggiungere anche i bambini che non possono alzarsi.Nel pomeriggio si ripeterà nel centro cittadino la venuta dei Magiche portano al bambino Gesù oro, incenso e mirra. Dietro di loro sisnoderà un corteo variopinto che, partito dalla Montagnola alle 15,sfilando per via Indipendenza giungerà fino alla capanna diBetlemme, riprodotta sul sagrato della basilica di San Petronio. Il«Comitato per le manifestazioni petroniane», organizzatore dellaSacra rappresentazione, coinvolge come ogni anno oltre uncentinaio di persone in costume e numerosi animali. L’arrivo inPiazza dei Magi è previsto per le 15.30. Subito prima, sempre inPiazza, collegamento diretto con il Sacro Convento dei francescani diAssisi, per «lanciare» il progetto di «economia circolare» voluto dapapa Francesco. Alle 17.30 nella Cattedrale di San Pietro la «Messadei popoli», presieduta dal cardinale Zuppi.

    D

    domani

    L’arrivo dei Magi sul sagrato di San Petronio, il giorno dell’Epifania 2019

    el giorno dell’Epifania, alle 17.30in Cattedrale, il Cardinale presiede

    la Messa dei Popoli, con la presenza del-le comunità degli immigrati cattolici. Ilsuggestivo rito multilingue avrà luogonel giorno in cui la Chiesa commemoracon i Santi Magi l’inizio del pellegrinag-gio della fede di tutti i popoli verso Cri-sto. La Messa dei Popoli, nel contesto del-l’Epifania, è uno degli appuntamenti piùamati dalle comunità di immigrati cat-tolici che partecipano numerosi. I canti,le letture e le preghiere saranno in 15 lin-gue: francese, romeno, swahili, cinese, u-craino, bengali, tagalog, spagnolo, cin-galese, geez, inglese, arabo, polacco, ta-mil, malayalam. Il coro sarà compostodai cori di tutte le comunità. Uno deimomenti più suggestivi è la recita delPadre Nostro, per la quale ciascuno uti-lizza la sua lingua madre, mescolando gliidiomi nell’unica invocazione. La Chiesariconosce la grande importanza della lin-

    gua materna dei migranti, attraverso cuiesprimono la mentalità, il pensiero ed icaratteri stessi della loro vita spiritualee delle tradizioni delle Chiese di origine.A Bologna questa attenzione si esprimein 14 comunità etniche, con 7 sacerdo-ti: esse si affiancano alle parrocchie, di-venendo strumento di comunione spiri-tuale e pastorale con la diocesi. Inoltrela Migrantes diocesana è in constantecontatto con le comunità cristiane orto-dosse, nate anch’esse dalla migrazione.Negli ultimi anni, molte comunità «sto-riche» hanno visto la partenza di nume-rosi membri, spesso non per tornare inpatria, ma per una seconda migrazione:questo soprattutto per le difficoltà lavo-rative e abitative in Italia e le incertezzenell’ottenere documenti. Altro proble-ma è quello degli studenti nati in Italia,senza cittadinanza, che, terminata lascuola dell’obbligo, incontrano molte dif-ficoltà per il loro futuro. (A.C.)

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    Messa dei popoli, in Cattedrale 15 lingue

    èd ch’al fò Gesò aBetlèm… ècco socuàntMag’ i vènsen…».

    Domani, Epifania, il Vangelo èquello di Matteo, l’unico in cuiappaiono i Re Magi. Nel giornoin cui il Cardinale presiede laMessa dell’Epifania per lecomunità degli immigraticattolici, proviamo un piccoloviaggio nelle epifanie bolognesi.Come Magi scegliamo LucioDalla, nel 1979 scrisse «L’annoche verrà» dedicato al 1980, 40anni fa. Poi Edmondo Berselli, loscrittore, il politologo del Mulinomorto l’11 aprile 2010, dieci annifa: il suo libro più famoso è«Quel gran pezzo dell’Emilia»,l’ultimo, dettato alla moglie,«L’economia giusta». Infine unpiccolo garbatissimo signore,

    Luigi Lepri, che ha tradotto ilVangelo di Matteo in bolognese,«Al Vangèli secannd Matì»,insieme a Roberto Serra, unavvocato che ha girato in dialettomolte preghiere: «Nato Gesù aBetlemme... ecco alcuni Magivennero». Tutti e tre ci invitano aun Vangelo (laico?) che si snodaper la nostra storia verso quellafutura. Le profezie di Dalla, «c’èchi ha messo dei sacchi di sabbiavicino alla finestra», raccontanodiffidenza, sofferenza, violenza,solitudine che si rischiarano.«Ogni Cristo scenderà dallacroce». Il «riderci sopra» è unammonimento generale: «Esenza grandi disturbi qualcunosparirà / Saranno forse i troppofurbi / E i cretini di ogni età».Oddio, la politica di oggi? Lucio

    Dalla alla fine torna serio egiustamente – il 1980 fu la stragein stazione – ma richiama tuttiall’«importante»: «che in questoistante ci sia anch’io». È il leitmotiv di Berselli, chiamava quellidi sinistra che vedevano i lorogoverni finire a non essere«Sinistrati», faceva i conti con ilberlusconesimo che producevasempre nuove risorse, chiudeva lasua vita rivisitando la Dottrinasociale della Chiesa. Nel suopiccolo anche il Vangelo inbolognese percorre un discorsocompiuto: il dialetto è un modoper richiamare a tante scritture, inquel «Gesò» ci sono studidall’aramaico in qua. A cercaresensi in tutte le lingue delmondo.

    Marco Marozzi

    N«La chiesaromana diSant’Egidio,sede del titolocardinalizioassegnatoa Zuppi

    l’intervento. I tre «re» per Bologna

    Il Te Deum (foto Minnicelli)

    Pagine a cura del Centro di Comunicazionemultimediale dell’Arcidiocesi di Bologna Via Altabella 6 Bologna tel. 051 64.80.755 - 051 051 64.80.797 fax 051 23.52.07email: [email protected]

    Abbonamento annuale: euro 58 - Contocorrente postale n.° 24751406 intestatoad Arcidiocesi di Bologna - C.S.G.Per informazioni e sottoscrizioni:051. 6480777 (dal lunedì al venerdì,orario 9-13 e 15-17.30)

    Un nuovo inizio:l’anno cominciaa colpi di clicchiesadibologna.it

    abato 11 gennaio l’arcivescovo prenderà possesso del«titolo», ossia della sede che gli è stata assegnata a Ro-

    ma quale cardinale presbitero della chiesa di Sant’Egidio.Al breve rito che si svolgerà alle 19.30 nella chiesa di Sant’E-gidio, seguirà alle 20 la Messa presieduta dal cardinale Zup-pi nella vicina basilica di Santa Maria in Trastevere.

    S

    Zuppi prende possessodel titolo di Sant’Egidio

  • perché la pace non è mai una volta persempre e va difesa, fatta crescere. La pacesi costruisce solo cercandola, mentre gliuomini che si credono furbi e preparanola guerra, si ritrovano solo bruti,maleducati e ignoranti della vita propria edel prossimo. Per il cristiano proclamarela Pace è seguire la scelta di Cristo nostrapace, vivere già oggi come uomini di pace,disarmando le mani da ogni azioneviolenta, i cuori dai sentimenti di ostilità,gli occhi dal cercare la pagliuzza, la linguadalle parole offensive e povere di amore.Gesù fin dalla sua nascita mostra qual è lavolontà di Dio per tutta l’umanità: pace

    agli uomini che Egli ama! Ogni uomo èamato e va protetto, rispettato, custodito.Questo non è un sogno per illusi. Perquesto la Chiesa non è neutrale edobbiamo amare e difendere la pace che75 anni or sono ci è stata consegnatacome richiesta da milioni di persone chesono morte sognandola. Nel messaggio diquesto anno Papa Francesco insiste chenon si ottiene la pace se non la si spera,non la si difende, non la si crede semprepossibile e necessaria, consapevoli che senon la cerchiamo la perdiamo noi e latogliamo agli altri. Gesù ci chiede diamare i nostri nemici perché questa è la

    nostra forza di pace e essi non locapiscono ma per noi saranno semprenostri fratelli. Iniziamo noi perché nonvogliamo diventare come Caino. «Pacenon è pacifismo, non nasconde unaconcezione vile e pigra della vita, maproclama i più alti ed universali valoridella vita; la verità, la giustizia, la libertà,l’amore». E anche la volontà di pagare ilprezzo per la pace. «La pace non si gode;si crea. La pace non è un livello ormairaggiunto, è un livello superiore, a cuisempre tutti dobbiamo aspirare», scrivevasan Paolo VI e per questo non è affatto«una ideologia soporifera». Ben altre lo

    Bologna in marcia a inizio anno«Insieme per città aperte e solidali»

    Di seguito, una sintesi dell’omelia delcardinale nella Messa per la Giornata dellaPace l’1 gennaio in Cattedrale.

    DI MATTEO ZUPPI *

    ll’inizio dell’anno, siamo aiutatidalla memoria di Maria Madre diDio, a guardare con lei i nostri

    giorni e la scena di questo mondo, i tanti,troppi Paesi dove gli uomini alzano lemani contro altri uomini e produconomorte e stragi di Santi Innocenti. Marianon può rassegnarsi alla sofferenza cheuccide i suoi figli. È una madre: lasofferenza del figlio la sente come sua enon può darsi pace finché non vede ilproprio figlio protetto. Ecco da cosa nascel’impegno per la pace. Siamo chiamatitutti ad esser operatori di pace perchédiscepoli di Cristo che inizia la nuova edeterna alleanza tra Dio e l’uomo e tra gliuomini, quindi. E la pace non si divide. Ilcristiano è uno che non si chiude nellasua pace, ma va incontro agli uominidisarmato, come Gesù. Siamo chiamati adessere cristiani, uomini che amano eriparano l’unica casa comune con la forzae l’arte dell’amore e del perdono. Ci sonodei pericoli che la minacciano sempre,

    A

    sono. «La pace come cammino disperanza. Dialogo, riconciliazione econversione ecologica» è il messaggio dipapa Francesco che ci ricorda come lasperanza ci mette in cammino, ci dà le aliper andare avanti, perfino quando gliostacoli sembrano insormontabili. Lacultura dell’incontro rompe con la noncultura della minaccia e rende ad ognipersona una possibilità e un donodell’amore generoso di Dio. Altrimentitutti ci diventano insignificanti e faticosi.Ma lo diventiamo anche noi per gli altri!Dialogo è avere interesse per la vita delprossimo, capirne le ragioni. Dialogo nonè perdere la propria identità, ma viverlanon contro gli altri o senza di loro mainsieme. Pace è cammino diriconciliazione, che vuol dire liberarsi daiconflitti, usando la pazienza e la fiducia,sapendo riparare quello che il male harovinato, senza rassegnarsi mai aconvivere con l’odio. Infine, di fronte alleconseguenze del mancato rispetto dellacasa comune ed allo sfruttamento dellerisorse naturali, abbiamo bisogno di unavera e propria conversione ecologica, checi richiama alla «gioiosa sobrietà dellacondivisione», sapendo che «meno è dipiù» e che «insieme moltiplica».

    * arcivescovo

    DI ANTONIO GHIBELLINI

    l 1° gennaio si è svolta aBologna la 5a Marcia dellapace, promossa dal

    network «Portico della pace»,con la adesione di 56associazioni. Più di 1500 ipresenti, in crescita rispetto al2019. In piazza VIII Agosto cisono stati vari interventi, fracui rappresentanti del«Portico» , Sene Bazirportavoce della ComunitàMigranti di Bologna,esponenti della chiesaMetodista di Bologna eModena, Jassine LaframPresidente dell’Unione delleComunità Islamiche italiane,Daniele De Paz dellaComunità ebraica bolognesee l’arcivescovo di Bologna ilcardinale Zuppi, che hannoapprofondito il significatodella pace nelle rispettivereligioni,che devono essereuno strumento di concordia edi pace. Si sono ricordateanche le personerecentemente assassinate daterroristi, gli islamici aMogadiscio, i cristiani uccisiin Nigeria, gli ebrei uccisinella casa del rabbino negliStati Uniti. Poi il sindaco diBologna,Virginio Merola hadato il via alla Marcia, che si èconclusa in piazza Re Enzo,dove ha parlato CeciliaStrada, della ongMediterranea e già presidentedi Emergency. «E’stata unamarcia molto partecipata,ogni anno cogliamol’occasione per approfondire

    uno “spicchio” della pace,che ha molti aspetti – hadetto Dario Puccetti, di PaxChristi Bologna, uno degliorganizzatori –. Quest’annol’attenzione era sullaaccoglienza, visti i tempi checorrono, e il tema era“Insieme, per delle cittàaperte e solidali”. Il “Porticodella pace” è un network diuna ventina di associazioni,di diversi credi religiosi e didiverso impegno sociale». Unaltro degli organizzatori,Alberto Zucchero, dellaAssociazione papa GiovanniXXIII, ha detto: «La Marcia èun modo di incontrarsi, unmetodo di mettersi insieme,iniziato nel 2016. La pace èuna buona notizia, è di tutti etutti dobbiamo sentirciresponsabili. A questa marciaveniamo ognuno con la suaidentità, con il suo percorsopersonale e comunitario.Inutile parlare di pace se nonsi affronta il tema dellagiustizia e dei diritti, chesono di tutti. I diritti che oggisono negati agli ultimi,domani saranno negati aipenultimi, poi ai terzultimi, epoi, per dirla con BertoldBrecht, non rimarrà piùnessuno». Il cardinale Zuppiha così sintetizzato il temadella marcia: «La pace c’è se lavogliamo, bisogna volerlaperché c’è tanta guerra. Laguerra comincia quando nonc’è dialogo e c’è indifferenza,la pace c’è quando gli uominidialogano tra di loro. Ildialogo non è mai perdere la

    propria identità, ma anzi èimparare a capire chi si è, manon contro gli altri, bensì congli altri. E poi la scelta dellapace è via indispensabile, difronte ai tantissimi conflittiche ancora insanguinano ilnostro pianeta, e anche per iproblemi ecologici, perché seil mondo, la casa comune,non è in grado di ospitarel’uomo, il mondo finisce. E diquesto ci è chiesto conto daColui che ce l’ha affidata».Concludendo la marciaCecilia Strada ha detto: «Sonocresciuta in un mondo in cuiquando facevi del bene veniviapprezzato o almeno venivirispettato. Poi mi sonosvegliata un giorno in cui leOng erano i nemici ed io erodiventata una “tassista delmare”, prima ancora dimettere piede su una nave,perché avevo cominciato aparlare di quello che succedealle nostre frontiere». CeciliaStrada ha raccontato lanascita di Mediterranea,l’acquisto di una nave peraiutare i migranti in difficoltànel mar Mediterraneo e «ilregalo straordinario che lavita mi ha fatto la mattina del28 agosto 2019, quando conla Mare Jonio abbiamointercettato un gommonesovraccarico che di lì a pocosarebbe affondato. A bordoc’erano 98 persone, in largamaggioranza donne incinte ebambini. Le abbiamo salvate.Ma abbiamo anche salvatonoi stessi e tutto quello in cuicredevamo».

    I

    A sinistra la Marcia della pace del 1 gennaio giuntain piazza Nettuno (foto Alice Ghibellini). Sopraun’immagine del Te Deum di fine anno in SanPetronio del 31 dicembre (foto Minnicelli)

    Epifania

    Al teatro Celebrazioni«La bella addormentata»

    appuntamento è domani alle17 nel Teatro Celebrazioni (via

    Saragozza 234): in scena l’incantodelle coreografie e dei costumi diuno dei corpi di ballo più famosi almondo, il Balletto di SanPietroburgo, che interpreterà «LaBella Addormentata» con musichedi P. I. Tcajkovskij e coreografie diMarius Petipa. Chi non conosce lafavola della bella principessa checade addormentata per cento annivittima di un maleficio lanciatodalla strega cattiva? Le vicende diAurora, del principe Desirè e dellafata dei Lillà tanto care ai piùpiccoli, sono al centro di uno deicapolavori ballettisticidell’Ottocento, «La BellaAddormentata» che rappresentauno dei fiori all’occhiello delBalletto di San Pietroburgo. Tra icapolavori ballettistici dell’Ottocento rappresenta il massimodell’espressione classica, in unclima di astrazione teatrale, conpiù risalto alla danza pura rispettoalle vicende narrative. «La bellaaddormentata nel bosco» èconsiderato uno dei più grandiballetti della Russia imperiale; laproduzione del Balletto di SanPietroburgo è entusiasmante, con ilsuo finale romantico e tutti ipersonaggi delle fiabe.Per il «San Giacomo Festival»nell’Oratorio di Santa Cecilia (viaZamboni 15) alle 18 recitalpianistico «Forme musicali» di Daniela Giordano. Domani alle11 e alle 17 nel Tempio di SanGiacomo Maggiore Messa dellasolennità dell’Epifania, animatedalla Cappella musicale di SanGiacomo Maggiore con arrivo deiMagi; alle 18 nell’Oratorio di SantaCecilia concerto strumentale «FraIppolito Ghezzi tra Santi ed eroibiblici».

    ’L

    Nella Messadel 1° gennaioZuppi haricordato cheGesù «ci chiededi amare inostri nemici»

    Operare per la pacemissione cristiana

    La consegna del Messaggio per la Giornata della Pace da parte dell’arcivescovo ad alcuni laici

    segue da pagina 1

    Alla fine dell’omelia il cardinale ha poiaccennato alla prossima beatificazionedi Padre Marella, figura molto amatain città: «L’anno che viene, se Diovuole, speriamo di celebrare qui aBologna la beatificazione del servo diDio Olinto Marella. E’ un padre cheregalò misericordia e ricorda lagratuità. La sua memoria, ancora oggicosì viva perché vera, vicina, esigente eallo stesso tempo piena di tantaumanità, ci aiuti a sentirci noiresponsabili del prossimo, acontribuire ognuno all’accoglienza deitanti orfani di oggi, ad adottarli perchéabbiano un futuro anche se questorichiede pazienza e sacrificio». Poiquasi una confidenza da partedell’arcivescovo: «Se debbo chiedere,come ogni anno, un impegno a me

    stesso e a tutti, vorrei chiedere il donodella pazienza. Non si ripara e dirende bello quello che è rovinatosenza pazienza, che ci aiuti a sapereaspettare, a non etichettare subito, anon esigere risposte compulsive, aessere perseveranti nonostante ledifficoltà e le delusioni, ma a guardareoltre lo spazio perché solo nel temposi rivela quello che è nascosto.Capiamo ancora poco che c’è moltapiù gioia nel dare che nel ricevere,perché se non riceviamo pensiamo dinon contare, di non avere valore, disubire qualche ingiustizia. Quandodoniamo ci sembra di privarci delnostro invece di possederlo proprioperché lo regaliamo!». Il solenne Te deum cantato alla finedei Vespri (in versione integrale sulssito della diocesi) è statoappositamente composto dal maestro

    di Cappella Michele Vannelli. Laversione italiana del tradizionale innodi ringraziamento è stato cantato nellaversione italiana in alternanza tra ilpopolo e la Cappella musicalearcivescovile della basilica di SanPetronio e accompagnato dalla suaorchestra.Il testo integrale dell’omelia èdisponibile sul sito della diocesi(www.chiesadibologna.it)nell’apposita sezione dela magisterodel cardinale. A corredare la notiziasono presenti anche i servizi di12Porte e una fotogallery dell’evento.Un altro appuntamento importanteper la città sarà sicuramente quello delCorteo dei Magi di domanipomeriggio in Piazza Maggiore e laMessa dei popoli alle 17.30 incattedrale nella solennità dell’Epifania.

    Luca Tentori

    «Gli uomini che sicredono furbi e chepreparano la guerra siritrovano soltanto bruti,maleducati e ignorantidella vita propriae del prossimo. Ogniuomo invece è amato da Dio e va protetto,rispettato e custodito»

    Te Deum, l’esempio di padre Marella

    focus2 BOLOGNASETTEDomenica

    5 gennaio 2020

  • società/vita ecclesiale

    Mapanda,il Nataleè camminoal Mistero

    Un missionario bolognese raccontala festa in Tanzania: «L’Avvento qui èpiù simile al percorso che compionoi pastori per andare incontro a Gesù»

    DI DAVIDE ZANGARINI *

    ari amici Bolognesi, mi chiedete com’èil Natale a Mapanda? Difficile daimmaginare per chi non l’ha vissuto e

    nuovo per chi come me sta cercando dientrare, in punta di piedi, in una cultura e inun mondo molto lontano dal nostro. Ormaisono due mesi che mi trovo in Tanzania evivendo le celebrazioni con i Padri eaffrontando insieme a loro i problemiquotidianit sto cominciando a capire comealcune dinamiche siano molto diverserispetto all’Italia: ad esempio, l’importanzadei funerali e come essi sappiano fermareogni impegno e concentrino l’attenzione el’impegno di tutti; o l’importanza dellebenedizioni dei semi prima della semina perricevere da Dio i frutti della sua benevolenza.Anche la dinamica dell’Avvento è diversa e,per quello che ho visto, anche in città. Inquesto periodo le persone che vivono qui

    Cnon si preparano addobbando l’albero diNatale e nemmeno realizzando il presepio,ma con la preghiera dedicata ad un tempoforte come questo. Qui non impazzisconoalla ricerca di regali per ogni persona,semplicemente vivono la festa alladomenica. Dove sta l’Avvento se nonnell’attesa e nello stupore di qualcosa piùgrande di noi? Di un amore così grande dalasciarci senza parole? L’Avvento qui è piùsimile al cammino che compiono i pastoriper andare all’incontro con Gesù, uncammino ricco di curiosità nellacontemplazione del mistero. Credo che inItalia tutte le luci, i colori e perfino la neve ciportino con l’immaginazione al Nataleraccontato dai film. Ma ci portano con ilcuore a quella mangiatoia? Alla povertà? Allasemplicità espressa dal mistero? I missionaripresenti qui fanno un presepio, ogni annodiverso, per cercare di mostrare in modidifferenti, la Natività. Quest’anno il compito

    è stato dato a me e abbiamo deciso dirappresentare l’interno umile di una casa,dove è presente una comunità di baseintenta alla preghiera e alla condivisionedella Parola. Attorniata dalle persone chepregano, al centro c’è la Sacra Famiglia cherichiama la frase del Vangelo: «Dove due otre sono riuniti nel mio nome io sarò conloro» e ricorda così l’importanza dellapreghiera. Pensiamo che il presepio qui siafondamentale e che faccia entrare ogniuomo nel Mistero. Come scrive PapaFrancesco nella Lettera apostolica«Admirabile signum»: «Siamo invitati ametterci spiritualmente in cammino, attrattidall’umiltà di Colui che si è fatto uomo perincontrare ogni uomo». Un amico mi hafatto riflettere sul senso del Natale e su qualesia il vero regalo che riceviamo. Vivendo qua,rispondo che il regalo che Gesù ogni anno cifa è che nasce qui e in ogni luogo per noi.

    * missionario a Mapanda, Tanzania

    Comunicazione diocesana regionale,un incontro per le nuove sfide digitali

    Ufficio regionale delleComunicazioni sociali si è riunitocon i direttori diocesani delle

    Comunicazioni sociali dell’Emilia–Romagna, i responsabili di Fisc, Ucsi, Acec,Gater e di altre realtà della comunicazionee dell’editoria.Durante l’incontrosi è condiviso illavoro che si stasvolgendo in ognidiocesi perrimodulare unapresenza attiva edefficace nel mondodell’informazione,che sta rapidamentetrasformandosi conl’innovazionedigitale.L’appuntamento èservito anche percondividere leesperienze disettimanali, giornali,tv, radio e anche ilpercorso dirinnovamento deisiti diocesani. Allariunione dell’Ufficio regionale, che si èsvolta nella sala Bifora dell’arcidiocesi diBologna lo scorso 6 dicembre, hannopartecipato anche i membri della Consultaed era presente pure il nuovo vescovodelegato per le Comunicazioni socialiCeer, monsignor Giovanni Mosciatti,

    vescovo di Imola (succeduto a monsignorTommaso Ghirelli), che ha ricordato che«per comunicare bisogna partire dallarealtà guardando con fiducia e speranza».Il direttore dell’Ufficio comunicazionisociali della Ceer e dell’arcidiocesi di

    Bologna, AlessandroRondoni,introducendo ilavori ha presentatoanche ilprogramma,condiviso daipartecipanti, delprossimo incontroregionale deigiornalisti per lafesta del patrono,San Francesco diSales. Si svolgeràvenerdì 31 gennaiodalle 15 alle 19 aBologna all’IstitutoVeritatis Splendor eriprenderà il temadella 54ª Giornatamondiale delleComunicazionisociali: «Perché tu

    possa raccontare e fissare nella memoria.La vita si fa storia». È stato inoltrepresentato il corso Anicec della Cei performare animatori della comunicazione edella cultura. Presente alla riunione ancheil nuovo presidente regionale Acec,Roberta Festi.

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    ell’ambito del Master in Scienza e Fede, promosso dall’AteneoPontificio Regina Apostolorum in collaborazione con l’Istituto

    Veritatis Splendor nela sede dell’Ivs (via Riva di Reno 57) martedì 7dalle 17.10 alle 18.40 Vincenzo Balzani, docente emerito diChimica all’Università di Bologna terrà una conferenza sul tema«Dall’atomo all’uomo: determinismo, diversità, complessità». Ildocente parlerà da Bologna; ingresso libero. Sono aperte leiscrizioni al II semestre del Master in Scienza e Fede; è possibileiscriversi all’inizio di ogni semestre, per il II entro il 14 febbraio.Per ricevere il programma dettagliato e per le iscrizioni nella sededi Bologna contattare la segreteria: Valentina Brighi, IstitutoVeritatis Splendor, tel. 0516566239, e–mail:[email protected]

    N

    distribuzione cibi e bevande. Ungrazie particolare Avoc sente di doverrivolgere a tutto il personale dellaPolizia penitenziaria, a cui competegarantire la sicurezza. Il momento piùcommovente è la conclusionedell’incontro! L’attenzione allefamiglie dei detenuti durante l’annosi concretizza anche attraversol’assegnazione di piccoli sussidi aidetenuti indigenti perché possanoacquistare una tessera telefonica obuste affrancate per tenere i contatticoi propri cari: oltre il 50% èstraniero. Una terza azione per lefamiglie è la gestione di nove alloggiassegnati in comodato gratuito dalComune e uno da un privato, perospitare detenuti in uscita premio perqualche giorno, o familiari chevengono in visita e non possonopagare l’albergo, o detenuti a finepena per facilitare il loro il

    a oltre 10 anni Avoc-Odvorganizza nel Carcere adulti diBologna la «Festa della

    Famiglia», due volte l’anno, inprimavera e a fine anno. È unobiettivo dell’associazione proteggerele famiglie dei detenuti, per facilitarneil rientro di questi ultimi a fine pena.L’ultima festa si è svolta dal 25 al 30novembre, nella Sala cinemadell’Istituto, con oltre 600 ospiti tracui 118 bambini. Ai presenti, cristianie musulmani, i volontari Avoc hannodistribuito cibi e bevande. Perfacilitare il dialogo fra gli adulti, ungruppo di scout intratteneva ibambini; a cui sono stati distribuitigiocattoli ricevuti dall’associazione.La Festa della famiglia è un’occasionedesiderata dagli ospiti della Dozza,ma impegnativa per i volontari:allestimento della sala,apparecchiatura dei tavoli,

    D reinserimento nel lavoro. È unimpegno notevole per Avoc-Odv:rapporti quasi quotidiani con laDdirezione e i servizi operativi delcarcere; accompagnamento degliospiti; vigilanza sul corretto utilizzodei locali e degli arredi e altro. Vaanche sottolineato quantol’associazione fa per salvaguardare ladignità delle persone detenute:vestirsi e curare l’igiene personale. Neapprofittiamo per ringraziarepubblicamente le istituzioni caritativedella diocesi per il vestiario usatoofferto, cui si aggiunge quello nuovoche viene acquistato da grossisti delsettore. E poi ringraziamo leFondazioni bancarie, la Gd Spa, ladiocesi di Bologna, il Comune, i tantiprivati cittadini che con il loro5xmille e con offerte occasionalisostengono il bilancio di Avoc-ODV.

    il Consiglio direttivo di Avoc

    Giornate invernali presbiteri ad Assisiniziano martedì 7 (fino a venerdì 10) all’HotelDomus Pacis di Assisi (p.zza Porziuncola 1) le

    «Giornate invernali presbiteri» cui sarà presente ilcardinale arcivescovo. Martedì 7 al mattino, arrivo esistemazione; alle 11.45 Ritrovo in sala per OraMedia e presentazione delle Giornate; alle 12.30pranzo; alle 15.30 «La sete di Dio nel contestoculturale oggi» (Cristina Pasqualini, sociologa); alle18.30 concelebrazione eucaristica nella basilica diSanta Maria degli Angeli e dopo cena serata libera.Mercoledì 8 alle 8.30 Messa in Basilica; alle 10 «Lasete di Dio in noi» (Bruna Costacurta, biblista); alle11.30 incontro per gruppi; alle 13 pranzo;pomeriggio libero con possibilità di visita guidata;dopo cena incontro dei preti 0–20 anni conl’Arcivescovo su «Esercizio dell’autorità edell’obbedienza evangelica». Giovedì 9 alle 8.30Messa in Basilica; alle 10 «La Chiesa in Italia oggi:sfide e prospettive» (mons. Pier Giulio Brambilla);alle 13 pranzo; alle 15.30 «Sete di Dio e nascita deifigli: quale annuncio?» (fratel Enzo Biemmi); alle 19Vespri in Basilica; dopo cena serata libera. Venerdì10 alle 8.30 Messa in Basilica; alle 10 incontroplenario con l’Arcivescovo sui temi trattati nellegiornate; alle 12.30 pranzo e rientro a Bologna.

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    «legni» di Tiziano Costa esposti in SanPetronio. Il noto scrittore bolognese staesponendo in Basilica alcuni quadri,

    creati abbinando pezzi di legno di diversatipologia. «La basilica è l’anima di Bologna– racconta Costa – tempio di fede ma anchedi arte, ed esporre i miei “legni” dove cisono opere eccelse di grandi maestri miriempie di orgoglio. Tra le opere in mostrasottolineo quella che raffigura laprocessione della Madonna di San Luca,evento che si svolge ininterrottamente daquasi sei secoli. La scena mostra tuttiinsieme i luoghi della processione, la piazzacon San Petronio, piazza Malpighi, portaSaragozza e il portico che sale al Santuariodi San Luca. Per fare questosono riuscito atrovare un rarissimo legno violaceo, con cuiho raffigurato le mantelline dei monsignoriin processione». «Altra opera con SanPetronio è quella che raffigura l’antico

    I portico dei Banchi – aggiunge –prosecuzione del Pavaglione sulla piazza,dove i banchieri cambiavano il denaro aimercanti e agli studenti, e glielo prestavanoanche ma sottobanco, perché in quel tempola Chiesa considerava peccato mortale ilprestito a interesse. Sono felice di potermostrare i miei lavori, realizzati con unatecnica certamente inconsueta, e per questoringrazio tutti quelli che me ne hanno datol’opportunità». Tiziano Costa è unbolognese doc, nato proprio accanto alPalazzo comunale. Dopo la maturitàclassica e alcuni anni della Facoltà diArchitettura a Firenze, si è occupato dipubblicità realizzando in qualità di grafico,disegni anche per ditte internazionali. Neitrent’anni seguenti si è dedicato all’editoria,scrivendo in proprio sotto la sigla di «C’eraBologna», circa 200 libri che raccontano lacittà e il suo territorio a una vasta platea di

    lettori. Quarant’anni fa aveva cominciato arealizzare opere di legno, poi aveva smessoper i troppi impegni, ma ora ha ripreso. Isuoi nuovi lavori si presentano comebassorilievi policromi per le tante varietà dilegni impiegati, rigorosamente usati colcolore naturale e mai coloratiartificialmente, e questo comporta unacontinua ricerca di legni sempre nuovi erari. Franco Basile, giornalista e criticod’arte, ha scritto: «Costa è un artista sincero,di quelli che manifestano una profondaadesione a un sentimento estraneo a modee svagate trasgressioni. Con i suoi legni nonintende imbonire alcuno, e tanto meno sestesso. I suoi lavori sono racconti in rilievo,storie messe insieme pezzo dopo pezzo,come un mosaico di chiaroscuri, di incavi,di forme che sottendono l’idea di unmondo ritrovato».

    Gianluigi Pagani

    I «legni» di Tiziano Costa esposti in San Petronio

    Sono felice di poter mostrare imiei lavori, realizzati con unatecnica inconsueta, e ringraziochi me ne ha dato l’opportunità.Tra le opere in mostra quellache raffigura la processione del-la Madonna di San Luca

    Tiziano CostaIl noto scrittore bolognesepresenta in Basilica alcuniquadri, creati abbinando pezzilignei di diversa tipologia

    Sopra, alcuni visitatori ammirano le opere diTiziano Costa esposte nella basilica di SanPetronio

    Avoc, un impegno costante a favore dei detenuti

    Scienza e Fede

    Un momento dell’incontro

    Il professsor Vincenzo Balzani

    Balzani: «Dall’atomo all’uomo»

    BOLOGNA 3SETTE

    Domenica5 gennaio 2020

  • «La speranza»nella rassegnapresepi in S. Giovanni in Monte(Bragaglia–Minnicelli)

    Il suggestivopresepe allestitosul lago Lettra aCamugnano. Lascena dellanatività si riflettesullo specchiod’acqua. (fotoLanzi)

    L’arrivo della Marcia della pace inpiazza Nettuno il 1° gennaioOltre 60 associazioni e istituzionihanno dato vita allamanifestazione (foto Minnicelli)

    Il Te Deum in San Petronio del 31dicembre ha visto parteciparecentinaia di persone, autorità erappresentanti ortodossi (fotoMinnicelli)

    Gesù Bambino e l’Eucaristia. Nellachiesa del SS.Salvatore da annisi svolgel’adorazioneperpetua grazieall’impegno dicentinaia di fedeli(foto Bragaglia–Minnicelli)

    L’affollata Messa della Vigiliadi Natale nella StazioneCentrale Alta velocità diBologna (foto Bragaglia–Minnicelli)

    La settimana di Natale a Bolognaalbum. Il racconto di fine annotra presepi, preghiere e marce

    Il 1° gennaio si èsvolta la Marciadella Pace. ViaIndipendenza haaccolto ilpassaggio delcolorato corteo(foto Minnicelli)

    Il presepio dellostabilimento diBologna della dittaMarelli. Nei luoghi dilavoro a Bologna c’èuna forte tradizionedi presepi realizzatidalle maestranzestesse (foto Lanzi)

    ronaca (religiosa e laica) dellecelebrazioni del periodo natalizio.Attraverso alcune immagini

    ripercorriamo alcuni momenti di vitacittadina di queste settimane che hanno avutoinizio con la celebrazione nella notte diNatale nella hall dell’Alta Velocità in stazionecentrale, passando per i tanti presepi allestitiin diverse zone della città e della provincia.L’anno si è chiuso con la celebrazione del Te

    Deum nel pomeriggio del 31 dicembre in SanPetronio, alla presenza dell’arcivescovo e dinumerose autorità cittadine. Infine la marciala quinta edizione della «Marcia della pace edell’accoglienza», che ha avuto come slogan«Città aperte e solidali», svoltasi nelpomeriggio del primo gennaio, un’occasionedi incontro con le tante realtà che lavorano suquesto tema e cercano di portare avantil’accoglienza sul territorio. (A.M.)

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    cronache4 BOLOGNASETTEDomenica

    5 gennaio 2020

  • Pubblichiamo una partedell’omelia dell’arcivescovo nellaMessa della notte di Natale inCattedrale.

    DI MATTEO ZUPPI *

    uesta notte capiamoche le luci abbagliantidel consumismo nonvincono le tenebre,

    perché si spengono sullasofferenza, non illuminano lefragilità dell’uomo e ledomande faticose che leaccompagnano, lascianonell’oscurità la sofferenza dichi resta fuori e si ritrovascartato. Dio è luce. Non vuoleche vinca il buio delladisperazione o dellarassegnazione, cosìconvincente. Dio che nasce nelsuo Figlio Gesù vuole dissiparela nebbia della solitudine,perché questa avvolge la vita ditanti, soprattutto anziani maanche di tante, troppe personein realtà sole, che parlano dasole, sole come si è in realtànella navigazione digitale ecome avviene sempre alnarcisista. Gesù viene perilluminare il buio di tantigiovani che cercanofaticosamente sicurezza,

    futuro, senso e non li trovano.Viene nel buio del rancore edel pregiudizio, che oscurano isentimenti di ragionevolezza erispetto e inducono acompiere azioni violente, ingesti e parole. Viene nel buiodella malattia, che umilia la

    vita, disorienta, isola, fa sentiredefraudati e perduti! Viene nelbuio insostenibile e definitivodella morte, sempre crudele,ancora di più quando rapiscepersone giovani e con lorospegne la voglia di vivere dichi resta! Viene nel buio del

    nostro peccato, dell’orgoglio edell’amore per se stessi,dell’accontentarsi di non fare ilmale, della complicità con letrame oscure di corruzione edi potere personale. La lucedolce del Natale illumina tuttoil prossimo, ogni prossimo e

    rivela la bellezza della vita ditutti e tutti i giorni. Viviamo inun clima di sfiducia per cuifiniamo per guardarci l’unaltro quanto meno con unacerta distanza. Natale è Dioche si fida e chiede fiducia.Nasce, non può tornare

    indietro e camminerà fino allafine per dirci che la vita è donoed è amata e preziosa dal suoconcepimento fino al suocompimento. Natale, quindi, èmolto più di un’emozione trale tante che collezioniamo mache non diventano scelte,

    restano lontano dalla vita verae sempre chiuse nel nostrointerno. La scelta di Dio èGesù, la nostra forza, che ciaiuta a rischiare, a nonrimandare, perché la vita nonresta ferma, anche se ladistorsione del benessere ce lofa credere. Natale è il primoVangelo ed è per tutti. «Paceagli uomini amati dalSignore», tutti e ognuno inmodo personale. Questoamore Dio ce lo dona e ce loaffida. Ci ama e ci chiede diamarci come lui, di abbassarcianche noi dall’alto del nostroio per riconoscere il prossimoe illuminarlo con attenzione,fiducia, speranza vera. «Cidomanda di essere simili a lui,perché Egli si è fatto simile anoi». Certo, troviamo unbambino! Perché non un adultoche risolva tutto, che tolga iproblemi, un programma chegarantisca tutte le risposte? Unbambino i problemi li porta,chiede tutto! Dio è venuto comeil più piccolo, per liberarci dallapaura della nostra e dell’altruifragilità. È disarmato permostrarci la vera forza e perchétutti possiamo prenderlo connoi, avere confidenza con lui,avvicinarci come i pastori,sentirci amati da lui. Questo è ilcristianesimo: l’amore di Dioper noi. Gesù non trova postoperché tutti possiamoaccoglierlo e rivela comel’amore per noi stessi lo lasciafuori. Solo aprendo le porte delcuore lo possiamo incontrare.La vittoria del Natale è l’amore,solo l’amore.

    * arcivescovo

    Q

    Natale è il primo Vangeloed è annunciato a tutti noi

    A fianco,l’arcivescovoin Cattedralebacia ilBambinellonella notte diNatale

    Le paroledi Zuppi nella Messadella NotteSanta: «La vita è luce che chiedeluce;l’amore èluce. Dio nonvuole che vincail buio delladisperazione o dellarassegnazione»

    A sinistra,i fedeliin Cattedraleassistonoalla Messadella nottedi Natalein San Pietro

    OGGI Alle 18 nella Casa dellaCarità di Borgo PanigaleMessa prefestiva dellasolennità dell’Epifania.

    DOMANI - EPIFANIAAlle 10 nella chiesa di SanMichele in Bosco Messadell’Epifania. A seguire,visita ai reparti pediatricidell’attiguo IstitutoOrtopedico Rizzoli. Alle 15 Messa esequialeper monsignor Giovanni

    Marchi a San Luca. Alle 17.30 in Cattedrale«Messa dei popoli».

    DAL 7 AL 10 GENNAIOAd Assisi, partecipa alla«Giornate invernali»assieme ai sacerdoti.

    11 GENNAIOAlle 19.30 a Roma nellachiesa di Sant’Egidio presadi possesso del "titolo".A seguire la Messa inSanta Maria in Trastevere

    Pubblichiamo una sintesidell’omelia dell’arcivescovo nellaMessa del giorno di Natale inCattedrale.

    atale è tutta lamisericordia di Dio cheinvece di una legge

    manda il Figlio, che invece diun provvedimento manda sestesso, invece di condannaresalva e invece di aspettare simostra. Come si può nonaccoglierlo e perché proprio isuoi non gli fanno spazio?L’indifferenza, l’orgoglio, ilvittimismo, la paura, larassegnazione non ci fannoaccogliere Gesù che viene. I suoiche non lo accolgono siamo noiche consumiamo tutto pernutrire il nostro io; troppoimportanti per abbassarci adaccogliere due forestieri. Siamo i suoi che non loaccolgono quando siamopreoccupati della pulizia dellenostre mani o di rispettare lenostre agende piuttosto chefermarci ad aiutare un uomomezzo morto. Quando l’amoredi Gesù non è una gioia ma unalegge, un compito eroicopiuttosto che una grazia.Quando ci sentiamo superioriagli altri perché osserviamodeterminate norme, con unapresunta sicurezza dottrinale odisciplinare che dà luogo ad unelitarismo narcisista eautoritario, dove invece dievangelizzare si analizzano e siclassificano gli altri, e invece difacilitare l’accesso alla grazia siconsumano le energie nelcontrollare. Ma allora chi loaccoglie? Chi si apre come unbambino alla legge dell’amore,chi ha bisogno di perdono esente la prigionia delle proprieregole senza prossimo, chi nonaccetta l’ombra della morte persé e per chi è in pericolo o nellasofferenza. Lo accolgono non ipuri o i perfetti ma i peccatoriche gridano e danno fastidio;chi sa piangere su di sé, chichiede perdono e può

    N

    amare come siamo: solo unamore così può vincere l’uomoe renderlo figlio amato. Gesùcerca qualcuno che si innamoridi lui. La semplicità del Nataleci libera dalle infinitecomplicazioni egocentrichedell’amore per sé, sterili e maisazie. La povertà del Natale ciaiuta a perdere tante ricchezze,perché troviamo quello che ciserve, il suo amore che non sicompra e che proprio comel’amore vero si gusta perché èun regalo. La debolezza delNatale ci rende sensibili espegne la forza violenta,aggressiva delle mani e dellalingua. La domanda di amoredel Natale ci aiuta a volere bene,ci libera dall’ossessione delprendere, dalle immaginipornografiche di una vita chenon esiste e ci fa capire che solochinarci sull’altro, regalarequello che abbiamo, difenderequel bambino e i suoi fratellipiù piccoli, vale più di qualsiasisacrificio.

    Matteo Zuppi, arcivescovo

    cominciare di nuovo; chi si fidadel suo amore e forte di questonon scappa più; si commuoveper la sofferenza degli altri, chicerca guarigione per il suo servoe si fida della Parola, chidisperato chiede solo «ricordatidi me nel tuo Regno»; chi silascia guardare com’è, non sidifende, non ha pauradell’amore, si lascia raggiungereda Dio e non scappa più. «E il Verbo si fece carne e vennead abitare in mezzo a noi; e noiabbiamo contemplato la suagloria». Ecco la gioia del Natale.Non scandalizziamoci per unDio bambino e diventiamoanche noi bambini lasciandoci

    «L’importanza di essere la famiglia di Dio,generata non dal sangue ma dallo Spirito Santo»Pubblichiamo uno stralcio dell’omelia della Messa celebratadall’arcivescovo domenica scorsa nella parrocchia della SacraFamiglia per la festa della Sacra Famiglia.

    io ci ha creato a sua immagine e somiglianza e ri-costruisce quello che si era rotto con il peccato.Siamo la sua famiglia! Generata non dal sangue

    ma dallo Spirito. Chi vive nella famiglia di Dio, cioè laChiesa, come un figlio, un fratello, una sorella, un pa-dre, madre, saprà esserlo anche nella sua famiglia! Ecco,allora, chi è un cristiano! Un uomo che era solo, che sco-pre il cento volte tanto in fratelli, sorelle, padri e madried impara ad esserlo coi suoi. Il vero sostegno alla fa-miglia, il primo, è vivere la Chiesa come la nostra fami-glia. Ne abbiamo tanto bisogno, perché da soli siamo de-boli e condizionati dalla logica del mondo! La famiglianon è sicura, è esposta al rischio, minacciata. Perché E-rode è il male e il male ha il volto brutale del dolore, del-la morte, dell’ingiustizia, di tanto insopportabile dolo-re, come i cristiani uccisi in Nigeria da bestemmiatori del

    loro Dio o i morti nell’attentato a Mogadiscio. C’è peròun Erode meno cruento, come l’individualismo che pe-sa sulle nostre famiglie, che rende i rapporti superficialie legati al personale benessere. L’individualismo porta anon essere indulgenti e a disprezzare quando perde il sen-no nostro padre. San Paolo indica alcuni sentimenti chedevono segnare i nostri legami familiari: la tenerezza, in-vece del disprezzo e dell’insensibilità; la bontà, invece del-la cattiveria; l’umiltà, invece della superbia e della pre-sunzione; la mansuetudine, invece della arroganza, del-la prepotenza e del paternalismo per cui facciamo cade-re dall’alto, la magnanimità invece della piccineria e diun cuore meschino, segnato dall’interesse personale im-mediato. La nostra famiglia vuole avere queste caratteri-stiche! Se la Parola di Dio abita tra noi, se la carità è lanostra regola, e tra noi diventa normale amarci così ec-co, sì che siamo riconosciuti e aiuteremo le nostre fami-glie ad essere più forti delle difficoltà, a costruirle perchépiene dell’amore di Dio e capaci di amarsi.

    Matteo Zuppi, arcivescovo

    D

    primo piano BOLOGNA 5SETTEDomenica5 gennaio 2020

    Lo scandalo di Gesù che continuaoggi a venire, uomo, tra la sua gente

    Come è possibile nonaccoglierlo? Proprio isuoi non gli hanno fattospazio, come noi sesiamo indifferenti,orgogliosi e rassegnati

  • giorni e notti su un gommone in mezzo almare, per approdare in Sicilia dopo dueanni dalla partenza dalla sua terra, con unfuturo di incognite ma pieno di speranza,perché salvo. È arrivato da noi tramite l’Associazione«Azione per un mondo unito»,proveniente dal Centro di accoglienza diChiaromonte in Sicilia. Dopo una notte diviaggio in autobus, l’abbiamo accoltocome un ospite atteso. Era chiaro il suodisorientamento, tanto che mi ha chiestosubito dove si trovava il sud per saperedov’era la «sua» Africa. Per Yussouf, ora già maggiorenne, avevamo

    ricavato un alloggio dignitoso con ilnecessario per la sua privacy. Tuttavia,affinché si ambientasse, per un po’ ditempo è stato ospite a pranzo e a cena danoi in famiglia. Mia moglie, nel rispettodelle tradizioni del ragazzo, gli è stata digrande aiuto consigliandolo nella curadella persona, nell’ordine della casa, nellapulizia della biancheria, nella spesa per ilmangiare, nella gestione del suo salario siaper l’invio di denaro a casa per aiutare lamadre e la sorellina rimaste sole, sia per ilsuo uso personale... All’inizio Yussouf aveva dubbi, diffidenza,specialmente negli Uffici pubblici.

    Quando abbiamo voluto iscriverlo alCentro dell’Impiego perché potesselavorare nella legalità, il giovane era moltotitubante ma, dopo due ore di spiegazionie rassicurazioni, grazie all’interventotelefonico del mediatore culturale dallaSicilia, si è deciso a firmare ladocumentazione necessaria. Alla fine l’hovisto contento, soprattutto quando l’hopresentato agli altri lavoratori, inparticolare a Niang, originario del Senegal,con il quale è nato un rapporto fraterno edi reciproca fiducia. Quando siamo stati impegnati nellaraccolta della frutta che viene selezionata

    Come si può non celebrare la vita?L’interrogativo non è solo di Jovanotti

    Pubblichiamo la testimonianza di unimprenditore nella seconda tappa dellapreghiera itinerante dedicata al temadell’accoglienza dello straniero.

    DI LUIGI CASTIGLIONI

    ssieme alla mia famiglia, conducoun’azienda agricola ad indirizzoortofrutticolo con coltivazione

    biologica, per motivi etici e ambientali.L’azienda richiede più manodopera,perché molti lavori, come il diradamentodei frutticini e la potatura, vengonoeseguiti manualmente. Spesso risultadifficile reperire manodopera e formarlaalle varie tipologie del lavoro, disposta aeffettuare lavori umili e sotto il sole. Laformazione del personale è uno dei punticardine per rimanere sul mercato, maspesso le uniche persone disposte aimpegnarsi per imparare, sono i ragazziprovenienti da Paesi più poveri. Tre anni fa, assieme a mia moglie,abbiamo fatto l’esperienza di accogliere infamiglia e nella nostra azienda agricola unragazzo quindicenne, Yussouf, immigratodal Mali, che aveva alle spalle una storia disofferenze: settimane di cammino neldeserto con poca acqua, prigionia in Libia,

    A

    in base alla pezzatura, un lavoro dovebisogna prestare molta attenzione, Yussoufl’ha imparato senza problemi. Nelfrattempo ha frequentato con buonirisultati un corso obbligatorio sullasicurezza nel lavoro. Inoltre ha lavoratoall’imballaggio, alla raccolta dei pomodori,alle spedizioni... Ha seguito la potatura con gli altri potatoriin campagna. Ha seguito un corso teorico–pratico sulla potatura delle piante fruttiferepresso l’istituto agrario di CastelfrancoEmilia assieme a uno dei nostri potatori,in prospettiva di questa professionesempre più carente di manodoperaspecializzata. Questa esperienza l’ha moltomotivato perché le tipologie di lavoro assaivarie gli piacciono molto, perché vannocontro la monotonia. A giudicare dalla serenità che trasmette ilsuo viso, penso che ad oggi Yussouf, si siaintegrato abbastanza bene. Ha fattoamicizia con altri immigrati nei paesivicini. Si è pure inserito in una squadra dicalcio locale, partecipando a partite eallenamenti. Noi, per lui, siamo comegenitori e ci tratta con grande rispetto. Ungiorno, presentandomi a un suo amico, gliha detto: «Questo è il mio capo», masubito si è corretto, precisando: «Questo èmio padre!».

    gni giorno,all’internodell’Ospedale

    Sant’Orsola, uno dei luoghipiù significativi della nostracittà, la vita lotta per vederela luce, per ritrovare laserenità dopo una malattiama raggiunge anche il tempoin cui terminare la sua corsa.«Siamo qui – sottolineano iresponsabili del Servizioaccoglienza alla Vita diBudrio – per ricordarel’inevitabile necessità dellavita umana, preziosa fin dalsuo concepimento, senzadimenticare tutte quelle viteperdute al loro sbocciare.L’Italia è da tempo sotto lasoglia di ricambio per cui èpiù alto il numero di coloroche muoiono rispetto aquello di coloro chenascono. Una china che avràripercussioni per molti annia venire. Un proverbioafricano recita: “Per farcrescere un bambino ci vuolel’intero villaggio”. Ce lodimostra la sollecitudine diMaria che va a trovare lacugina Elisabetta conl’intento di fare festa e,insieme, esserle d’aiuto.Recita infatti il vangelo diLuca: Maria entrò in casa diZaccaria e salutò Elisabetta.Appena Elisabetta udì ilsaluto di Maria, il bambinole balzò nel grembo; edElisabetta fu piena di SpiritoSanto e ad alta voce esclamò:“Benedetta sei tu fra ledonne, e benedetto è il fruttodel tuo seno! Non appena la

    voce del tuo saluto mi ègiunta agli orecchi, per lagioia il bambino mi èbalzato nel grembo. Beata ècolei che ha creduto chequanto le è stato detto daparte del Signore avràcompimento”.Un villaggio, si diceva, ènecessario fin dalconcepimento perché lemamme lasciate sole davantiad un futuro che si presentaincerto se noncompletamente buio, nonsono in condizione di fareuna scelta libera, per ilfuturo della loro bambina odel loro bambino. A volte cisono relazioni faticose,interrotte o violente,condizioni lavorative cosìprecarie, difficoltàeconomiche o altri motivi afare da pressing sulle donneo sulle coppie che aspettanoun bambino. E così quelvillaggio che dovrebbeabbracciare ogni nuova vita,si tira indietro seminandosolitudine; una solitudineche orienta decisamenteverso una scelta di morte. La vita invece è sempre unaricchezza e un dono». Santa Teresa di Calcutta, cheai poveri ha dedicato la suavita ripeteva che «il piùpovero tra i poveri» è ilbambino non ancora nato.La Convenzione dei dirittidel fanciullo chiamabambino anche il nascituro.La Dichiarazione universaledei diritti dell’uomo nellesue prime parole afferma che

    il fondamento della libertà,della giustizia e della paceconsiste nel riconoscimentodella dignità inerente a ognimembro della famigliaumana. Che tutto ciò è verolo sanno bene i volontari delServizio accoglienza allaVita, del Progetto Auroradell’Albero di Cirene e ditutte le Associazioni cheincontrano ogni giornomamme che si trovano indifficoltà davanti ad un figlioche chiede di poter nascere.La nostra esperienzadimostra che, quando siricrea il villaggio attorno aduna donna incinta, ad unacoppia in difficoltà, le paure,le fatiche si ridimensionano,le risorse si moltiplicano emolto spesso si trova lasoluzione migliore: la vitacontinua, riprende! «Comeposso io non celebrarti vita»,canta Jovanotti! Noi nonconosciamo tante storie dibellezza quotidiana ma,siamo certi che, senzariconoscere i visi, leincontriamo sulla nostrastrada, sul nostro posto dilavoro, nel nostro palazzo.Sono persone che hannodeciso di lottare per la vitacontro la povertà, contro lasolitudine o la malattia maanche contro un pensierodominante che ci staconvincendo che siamo noi ipadroni del mondo, dellanostra vita e di quella dialtri. Che gioia vedere ilprimo passo, il primo sorrisodi un piccolino!

    A sinistra, un gruppo di partecipanti alla preghieraitinerante in Piazza Maggiore con l’arcivescovo;sopra l’immagine sul volantino dellamanifestazione bolognese

    il cammino

    «Tra le pietre scartate»na «preghiera itinerante tra lepietre scartate», denominata

    «Dio cammina al passo dei poveri»e organizzata da un nutrito gruppodi associazioni e movimenti cattoli-ci, ha toccato alcuni luoghi simbo-lo della povertà di Bologna. Si ètrattato di una sorta di Via Crucislungo un moderno calvario tra gliscartati della nostra società. Il pun-to di ritrovo (ore 18.15) è statopiazza di Porta San Vitale, in pros-simità dell’ospedale Sant’Orsola,dove, insieme al Servizio accoglien-za alla Vita di Budrio e all’Associa-zione Albero di Cirene si è pregatoper «accogliere e promuovere la vi-ta». Seconda tappa la chiesa di SanSigismondo, con l’incontro con donOndedei, responsabile della Pasto-rale universitaria e missionaria.Qui si è pregato per l’accoglienzadei migranti con il Movimento deiFocolari e la Comunità di Sant’Egi-dio. Terza tappa piazza Rossini, per«accogliere» le vittime di tutte ledipendenze. Nuovi Orizzonti e laComunità Papa Giovanni XXIII han-no portato le testimonianze di al-cuni ragazzi che hanno deciso di«riprendersi in mano la propria vi-ta». In Piazza Maggiore infine l’arci-vescovo Matteo Zuppi, presentelungo tutto il cammino, ha tenutol’intervento finale sull’accoglienzadi ogni forma di povertà. La pro-cessione si è conclusa alle 20 inCattedrale. L’iniziativa era organiz-zata da: Albero di Cirene, Amci (As-sociazione medici cattolici italiani),Azione cattolica, Associazione Co-munità Papa Giovanni XXIII, «Chie-sa in carcere», Comunità di Sant’E-gidio, Comunione e Liberazione,Movimento dei Focolari, Nuovi O-rizzonti, Rinnovamento nello Spiri-to Santo, Servizio Accoglienza allaVita di Budrio, «Simpatia e amici-zia», Ufficio per la Pastorale uni-versitaria, Ufficio Missionario. (P.Z.)

    U

    La vita,l’accoglienza, ledipendenze:testimonianzedalla preghieraitinerante dellaPapa Giovanni

    Yussouf, da sempreuno di famiglia

    La testa del corteo

    arlare di dipendenza può sembrareun discorso retrò e bigotto, è come

    se toccassimo un argomento già saturo dimoralismi e interpretazioni. Sarebbe quindiscontato dire che la dipendenza è più unaconseguenza che una causa». Così Teresa,che sta affrontando il cammino dellacomunità terapeutica, che si chiede sesarebbe possibile paragonare la dipendenzaad una malattia. «Per definizione – dice –una malattia è una alterazione dello stato dibenessere fisico, psichico e sociale. Chi soffredi dipendenza non ha però sempre lapercezione del mancato senso delbenessere. Dovessi davvero paragonarla aduna malattia sarebbe sicuramente unamalattia infettiva, il cui virus però nonsarebbe la sostanza, bensì un’incapacità,una mancanza. Il nostro sistemaimmunitario – continua – non è statocapace di far fronte agli agenti patogeni, chepotrei chiamare crudeltà, abbandono,

    ingiustizia, frustrazione, insicurezza,tristezza, paura, rabbia, solitudine,indifferenza e rifiuto». Secondo Teresa l’ambiente esterno e quindila società, tendente per natura purtroppo afare scarti, contribuisce alla proliferazione diquesti agenti patogeni. «E gli scarti quindi? –si chiede –. È già stato deciso un posto perloro, ai margini della società stessa. Perfortuna la realtà è relativa e io non vogliotrovare colpevoli, vittime o carnefici. Vorreisolo portare la mia testimonianza,insignificante e inutile che sia, per dirvi cheho visto un’altra strada, e che questa stradaè percorribile da tutti, chiunque di voi mistia ascoltando. Il luogo di cui vi stoparlando è un posto dove i mattoni e ilcemento fanno spazio a persone e vite. È illuogo in cui si può ritrovare speranza, dovesi può imparare ad ascoltare ma anche unluogo dove essere davvero ascoltati. Io hotrovato questo luogo dove le ferite più

    profonde del cuore si possono curarepienamente, dove la diversità è virtù e dovei limiti, riconosciuti come parte di noi,vengono trasformati in talenti. Vorrei – conclude – dirvi alcune cose: si puòcredere e avere fiducia nelle persone;l’essere umano può essere meraviglioso e c’èchi non ne vede solo la miseria; ognuno dinoi ha diritto di sognare e sperare. Nonsmettete di cercare ciò che vi manca, macercatelo dove potete realmente trovarlo.Siate affamati di verità e significato. Non velo dice una che lo ha sempre saputo, mauna ragazza di trent’anni che lo ha scopertonel momento in cui si è lasciata guidare daqualcuno che le ha mostrato tutto questo.Vorrei concludere augurandovi di esseredipendenti. Siate dipendenti, in fondo è unacondizione umana. Siate dipendenti diverità, coraggio, fiducia, gioia, positività esperanza, siate dipendenti di vita, di vitavera». (P.Z.)

    L’arrivo dei migranti,la loro voglia diintegrazione, le lorodifficoltà, il lavoro,la vita «nuova». Qui èpresentato il caso di unimmigrato malianoassunto in un’aziendaortofrutticola concoltivazione biologica

    La dipendenza ha i suoi agenti patogeni

    focus6 BOLOGNASETTEDomenica

    5 gennaio 2020

  • Al via corso formativo per operatori liturgici organizzato dall’Ufficio diocesano - La Fter approfondisce il Vangelo di Matteo«Bologna com’era», se ne discute all’Istituto Tincani con lo storico Marco Poli - Festa dei bambini a Santa Maria in Strada

    diocesiNOMINE. Il cardinale arcivescovo hanominato in seno al Consiglio presbiteralei nuovi membri del Collegio deiConsultori: don Angelo Baldassarri, donRemo Borgatti, don Ferdinando Colombo,salesiano, don Giulio Gallerani, donAngelo Lai, don Alessandro Marchesini,don Andrea Mirio. Il Collegio cosìcostituito resta in carica per unquinquennio, fino al 31 dicembre 2024.Il cardinale arcivescovo ha nominato donMassimo Fabbri, presidente dell’Idsc,canonico onorario del Capitolometropolitano di San Pietro.

    MONSIGNOR VECCHI. Oggi alle 9.30 a SanNicolò degli Albari il vescovo ausiliareemerito monsignor Ernesto Vecchicelebrerà una Messa nel 131° anniversariodella morte del Venerabile monsignorGiuseppe Bedetti.UFFICIO LITURGICO. «La parola di Dio nellavita della Chiesa» è il tema del corso diformazione per operatori liturgiciorganizzato dall’Ufficio diocesano. Sabato11 dalle 9.30 alle 12.30 in Seminario(piazzale Bacchelli 4) secondo incontro.Interventi di don Stefano Culiersi, SandraFustini e don Francesco Vecchi. Info eprenotazioni, 0516480741.UFFICIO ECONOMATO. L’Ufficio Economatodella Curia arcivescovile resterà chiuso alpubblico da lunedì 20 a giovedì 23 gennaiocompresi (riapertura venerdì 24) perriorganizzazione dei documenti diarchivio. UFFICIO PASTORALE FAMIGLIA. Domenica 12alle 15.45 prende il via nella parrocchia diSan Giovanni Bosco (via Bartolomeo MariaDal Monte 14) il Corso diocesano dipreparazione al sacramento delMatrimonio promosso dall’Ufficio per laPastorale della Famiglia. Il Corso èarticolato in quattro moduli, ognunocomposto di tre incontri che si terranno inuna domenica e due martedì sera, èanimato da un sacerdote e da due coppie,con la disponibilità di quattro sacerdoti eotto coppie di animatori. Gli incontriavranno momenti di ascolto,testimonianze e commenti, ma il puntoforte sarà rappresentato dalle condivisioni agruppi per proporre il punto di vistapersonale sugli argomenti. Il corso èproposto ai fidanzati non solo inprossimità delle nozze, ma anche comeoccasione di approfondimento e

    accompagnamento nel cammino delfidanzamento. Info, 051460385, lun. e mar.15–18; mer, gio. e ven. 9– 12. Iscrizionientro oggi.

    parrocchie e chieseSANTA MARIA IN STRADA. Domani alle 10.30Messa alla Badia di Santa Maria in Strada(via Stradellazzo 25, Anzola dell’Emilia): iMagi porteranno i loro doni al BambinoGesù. Alle 15 Grande festa dei bambini chepresentano lo «Spettacolo di Natale».Seguiranno il Mago e il Maghetto con leloro magie, l’arrivo della Befana con le suecalze (con la collaborazione di Avis eComune di Anzola) e l’estrazione deipremi della «Lotteria della Befana 2020».SANT’ANTONIO DI SAVENA. Continua nellaSala Tre Tende della parrocchia diSant’Antonio di Savena (via Massarenti 59)il percorso sull’evangelizzazione, intitolato:«Ciascuno di noi è una missione nelmondo». Domenica 19 alle 11.15 il terzoincontro: «Da persona a persona».

    associazioni e gruppiGENITORI IN CAMMINO. La Messa mensiledell’associazione «Genitori in cammino» siterrà martedì 7 alle 17 nella chiesa di SantaMaria Madre della Chiesa(via Porrettana 121).ADORATRICI E ADORATORI.Prossimo appuntamentoper l’associazioneAdoratrici e adoratori delSantissimo Sacramentogiovedì 16 nella sede di viaSanto Stefano 63: ore 17Adorazione comunitaria;17.30 Messa celebrata damonsignor MassimoCassani. Sabato 25, ore 10–12, incontro di formazione.

    culturaGAIA EVENTI. Questo meseGaia eventi proponevenerdì 24 alle 20.30 visitaa «San Rocco del Pratello».Appuntamento in via Calari 4 con la guidaMonica Fiumi. Costo 15 euro (visitaguidata più apertura straordinaria); duratadue ore e mezzo.CONVEGNI MARIA CRISTINA. Proseguono gliappuntamenti culturali dell’associazione«Beata Maria Cristina di Savoia». Mercoledì8 alle 16.30, nella sede di via del Monte 5,conferenza del musicologo Piero Mioli sultema «Quando la musica si sposa con laletteratura – Omaggio a Friedrich vonSchiller».SUCCEDE SOLO A BOLOGNA/1. Col percorsoserale «Dentro lo scrigno», il primo giovedìdi ogni mese l’associazione «Succede solo aBologna» arricchisce la sua offerta con levisite guidate a due chiese del centro

    storico. Il ritrovo è alle 20.30, davanti allachiesa di San Giovanni Battista deiCelestini, nella piazzetta omonima, da cuiinizia il percorso. Si prosegue poi in viaClavature, verso il complesso del santuariodi Santa Maria della Vita. Prossimoappuntamento giovedì 9. Per info eiscrizioni, tel. 051226934.SUCCEDE SOLO A BOLOGNA/2. L’associazione«Succede solo a Bologna» propone domanialle 15.30 «Epifania in San Petronio». Sitratta di una visita guidata all’interno dellabasilica di San Petronio per ammirarequella che a Bologna è conosciuta comeCappella Bolognini, ma il cui nomeoriginale è Cappella dei Magi. Saràl’occasione giusta per ammirare da vicino il

    celebre ciclo di affreschi e scoprirne insiemetutti i dettagli che la rendono così famosa. FTER. La Scuola di Formazione teologicapropone un ciclo di 8 incontri, per metterea fuoco la Teologia del Vangelo di Matteo. Apartire da testi tipicamente matteani sitratteggerà il volto di Dio e di Chiesa che neemerge. Ogni brano sarà un tesoro, dalquale una coppia di relatori estrarrà «cosenuove e antiche» (Mt 13,52): il primo uncommento esegetico, il secondo con untaglio di volta in volta diverso affronteràuna questione che il testo lascia trapelare eche ha consegnato alla tradizione dellaChiesa. Primo incontro venerdì 10, dalle 19alle 20.40, nella sede di piazzale Bacchelli4: «Le beatitudini» (Maurizio Marcheselli,Paolo Bovina). MAST AUDITORIUM. Oggi alle 18.30 al MASTAuditorium (via Speranza 42) FilippoRavenda docente di Antropologia socialeall’Università di Bologna conduce un talksul tema «Mondi esposti. Prospettiveantropologiche al tempo della crisiambientale». Partendo da due casi di ricercacondotti in siti di industria energeticanell’Italia meridionale (Centralitermoelettriche a carbone, poli diraffinazione e trasformazione del petrolio),il talk proverà a esplorare il complessosistema che connette le istanze globali nelmercato dei combustibili fossili, il rischioambientale e sanitario con le specificitàlocali incarnate dalle esperienze dellepersone che vivono e lavorano nelle areeesposte all’inquinamento industriale.Sempre oggi alle 20 verrà proiettato ildocumentario «The last guardians» di AdamPunzano (in collaborazione con HumanRights Nights), realizzato insieme allecomunità indigene Sàpara e Kichwa chevivono nelle foreste amazzonichedell’Ecuador. Il film fa luce sulla filosofia esullo stile di vita di questo popolo, neltentativo di spiegare cosa rischiamo diperdere se i loro diritti non vengonorispettati.

    societàISTITUTO TINCANI. Martedì 7 alle 15.30nella sede dell’Istituto Tincani (piazza SanDomenico 3) lo storico e scrittore MarcoPoli terrà una conferenza sul tema«Bologna com’era». Ingresso libero.«YOU ARE BEAUTIFUL». «Up Day», emettitoredi buoni pasto e welfare con sede aBologna, ha lanciato in questi giornil’iniziativa charity «You are beautiful»insieme ad alcune associazioni divolontariato del territorio tra cuiFondazione Antoniano e Banco diSolidarietà di Bologna, e alle Coop dellacittà. «You are beautiful» vuole offrire a chinon ha sufficienti capacità economiche lapossibilità di acquistare beni per la curadell’igiene personale. Obiettivo di «UpDay» è l’emissione, dalla fine del 2019, dimigliaia di buoni del valore di 15 eurociascuno che verranno donati, attraverso leassociazioni Fondazione Antoniano Onlus,

    Cucine popolari social food di CiviboOnlus, Banco di Solidarietà di Bologna edEmporio solidale di Casa Zanardi, afamiglie e beneficiari già supportati conaltre tipologie di sostegno che potrannospenderli nei punti vendita Coop diBologna.

    musica e spettacoliTEATRO BARICELLA. Prosegue la stagioneteatrale 2019–2020 al Teatro Santa Maria diBaricella (piazza Carducci 8). Sabato 11 alle21 la Compagnia dialettale bologneseLanzarini presenta «Quand la j volla la jvol», tre atti di Diantos Cavara.CINECLUB BELLINZONA. Per «CineclubBellinzona» giovedì 9 alle 20.45 al cinemaBellinzona (via Bellinzona 6) verràproiettato il film «Victor Victoria» di BlakeEdwards in versione originale sottotitolatain italiano.FANTATEATRO. Oggi e domani alle 17 inoccasione della Befana di solidarietà dellaCasa dei Risvegli Luca De Nigris, lacompagnia «Fantateatro» porta sul palcodel Teatro Duse «La Regina delle Nevi»,liberamente ispirato ad una delle fiabe piùapprezzate di Andersen.TEATRO «IL CASSERO». Per la Stagione 2019–2020 il Teatro comunale «il Cassero» diCastel San Pietro Terme (via Matteotti 2)propone sabato 11 alle 21 MargheritaAntonelli in «Sofia Matuonto: la vita e leopere». Domenica 12 alle 16, per TeatroRagazzi verrà presentata una nuovaproduzione del Teatro Pendemonium,«Mamma e papà giochiamo? Alla ricercadel gioco perduto».

    Santa Maria di Gesso. Gli ortodossi moldavicelebrano oggi la prima liturgia nella nuova sede

    ggi alle 10, nella chiesa di Santa Maria di Gesso (ZolaPredosa), sarà celebrata la prima Divina Liturgia da partedel vescovo ortodosso Ambrozie Monteanu. La diocesi

    bolognese infatti ha messo l’edificio sacro a disposizione delpresule perché possa svolgervi la missione pastorale per leparrocchie moldave esistenti in Italia, sotto la giurisdizione delPatriarcato di Mosca. La Chiesa di Santa Maria di Gesso da temponon veniva più utilizzata dalla parrocchia perché tutte le attivitàliturgiche e pastorali si svolgono nella Chiesa di San Tommaso,edificata nel 1995 all’interno del centro abitato. La storica Chiesadi Santa Maria – isolata in un piccolo borgo immediatamente amonte di Zola Predosa – diventerà oggi a tutti gli effetti unacattedrale, perché sede di un vescovo, e sarà quindi il centropastorale delle comunità ortodosse moldave in Italia che neassicureranno la cura, in una relazione di amicizia e di fraternitàcon la locale parrocchia cattolica e con l’intera comunitàdiocesana bolognese.

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    Pastorale giovanile. Workshop di formazioneper coordinatori di Estate Ragazzi a Villa San Giacomo

    omenica 19, dalle ore 9, aVilla San Giacomo aPonticella di San Lazzaro

    (via San Ruffillo 5) si terrà il«Workshop Coordinatori 2020»(iscrizione entro martedì 7 al linkdefinitefraudstart“forms.gle”definitefraudendhttps://forms.gle/uwzWzqNqpFsTJBWQA). «Molte parrocchie –sottolineano gli organizzatori –ultimamente richiedonocoordinatori da mandare nellecomunità per un impiego inEstate Ragazzi. Come Pastoralegiovanile e Opera dei Ricreatorifacciamo fatica a venire incontro

    a tutte le richieste. Consigliamoquindi, prima di tutto di chiedersise in ambito parrocchiale e dizona ci fosse qualche giovane conesperienza in Estate Ragazzi, chefrequenta l’università o in pausadal lavoro, a cui offrire un piccolocontratto da coordinatore». Ilprogramma del workshopprevede alle 9 ritrovo; alle 9.30«Coordinare il futuro», leprospettive del coordinamento;alle 12 Messa; alle 13 pranzo; alle14.30 «Dalla teoria alla pratica»,laboratori di progettazione; alle17.30, presentazione tema di ER2020 e consegna sussidio.

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    lutto. Domani a San Lucal’addio a monsignor Marchi

    eri, sabato 4 gennaio 2020, pressola Casa di Cura Toniolo in Bologna,

    all’età di 95 anni ha terminato la suavita terrena monsignor GiovanniMarchi, ospite alla Casa del clero.Nato a Calderara di Reno il 4

    febbraio 1924, ordinato presbitero dal cardinale NasalliRocca il 26 giugno 1949, fu nominato vicarioparrocchiale a Panzano, dove rimase fino al 1952. Dal1952 al 1971 era stato parroco a Tivoli di San Giovanniin Persiceto. Dal 1971 al 2005 fu vicario arcivescovile alSantuario di San Luca sul Colle della Guardia, overimase al servizio della Basilica fino al trasferimentoalla Casa del Clero nel 2016. Dal 1976 al 1979 era statoanche Vicario pastorale del Vicariato di BolognaRavone. Nel 1982 era stato nominato Canonico delCapitolo Metropolitano della Cattedrale di San Pietro.Chi volesse rendere omaggio a monsignor Marchi potràfarlo oggi alla Camera ardente allestita presso la Casadi Cura Toniolo. La Messa esequiale sarà celebrata dalcardinale arcivescovo Matteo Zuppi domani, lunedì 6gennaio, alle 15 nella Basilica di San Luca.Successivamente verrà sepolto nel cimitero locale diCalderara di Reno.

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    presepi. «Passeggiate»,ultimi due appuntamenti

    ggi e domani si tengono le ultimedue passeggiate presepiali. Oggi,

    con inizio alle 15.30, si partirà dallacattedrale di San Pietro (dove si trova ilpresepio di Cesarino Vincenzi, artistabolognese di recente scomparso, vero

    innovatore sempre nel solco della tradizione) e dalla basilicadi San Petronio (dove, oltre alla Cappella Bolognini colmirabile Viaggio dei Magi di Giovanni da Modena, si vedonoopere di Luigi E. Mattei, Vittorio Zanata e Sara Bolzani). Idue gruppi visiteranno, incrociando i loro cammini, gli stessipresepi, passando infatti per la basilica di San Domenico,dove si trova un mirabile «scoglio» napoletano. Siraccomanda come sempre la puntualità. Domani, festadell’Epifania, ci sarà l’ultima passeggiata guidata daFernando Lanzi: si partirà alle ore 15.30 dal Museo dellaBeata Vergine di San Luca, perfettamente accessibile, con lamostra «I Magi nostri contemporanei» (Marco Dugo,Francamaria Fiorini, Giovanni Buonfiglioli, ElisabettaBertozzi, Patriza Abraxa Ferrari, Luigi E. Mattei, Mirta Carroli,Ivan Dimitrov) e si proseguirà in via Sant’Isaia con la visitaalla mostra di Traditio, e al presepe della chiesa di Sant’Isaiain via De’ Marchi. Le passeggiate sono gratuite perché partedell’evento «Presepi in città» e offerte dal Comune.

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    Vespri d’organoin San Martino

    Oggi

    «Accademia Internazionale di mu-sica per organo San Martino» og-gi, alle ore 17,45, nella basilica di

    San Martino Maggiore (via Oberdan 25)presenta l’appuntamento inaugurale dei«Vespri d’organo» che durante l’anno, o-gni prima domenica del mese, permette-ranno di ascoltare il prezioso strumentocostruito da Giovanni Cipri nel 1556 e re-staurato da Franz Zanin. Benedetto Mar-cello Morelli eseguirà musiche natalizie.Ingresso libero.

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    Regionali, politica è «solo far carriera»?l popolo dell’Emilia Romagna a breve avrà non solo laresponsabilità di scegliere gli amministratori regiona-

    li ma anche di condizionare la stabilità del Governo na-zionale. Ci si dovrebbe quindi aspettare una campagnaelettorale di alto profilo, in cui la politica dia dare il me-glio di sé. Non è quanto constatiamo, tanto che ci si tro-va a ricordare le parole di Guccini: «Una politica che è so-lo far carriera». Per questo «Incontri esistenziali» ha chie-sto al giornalista de «Il Foglio» Salvatore Merlo, uno deipiù attenti e intelligenti osservatori delle dinamiche e-lettorali del Paese e a Michele Brambilla, direttore del Qn–Quotidiano Nazionale e accreditato opinion leader di di-scutere, con gli interventi del pubblico, sulle prossime e-lezioni regionali. L’incontro di svolgerà giovedì 9 alle 21nell’Auditorium di Illumia (via Carracci 69/2.)

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    Salemme al Celebrazionion tutto il cuore», questo il tito-lo della commedia che Vincen-

    zo Salemme presenta venerdì 10 e sa-bato 11, alle ore 21, al Teatro Celebra-zioni. Al centro della vicenda c’è il mi-te insegnante di lettere antiche OttavioCamaldoli che subisce un trapianto dicuore, ma non sa che quel cuore era diuno spietato delinquente, il quale, pri-ma di morire, ha sussurrato alla mam-ma, feroce quanto lui, le ultime volontà:che il proprio cuore possa continuare apulsare affinché colui che lo riceverà indono possa vendicarlo.

    Burattini Riccardore spettacoli per i Bu-rattini di Riccardo per

    l’Epifania. Oggi alle 16.30nel chiostro di San Fran-cesco (Sala dell’affresco) aSan Giovanni in Persiceto(piazza Carducci 9) «Fa-sulén Sganapén e la Vè-cia». Domani alle 10 alTag Teatro di Granarolodell’Emilia (via San Dona-to 209/D) «Fagiolino eSganapino disoccupati».Sempre domani alle 15 alPalazzetto dello sport diPonterivabella (viale Ca-duti per la Libertà 6, Cal-derino) «Testacce di le-gno». Ingresso gratuito.

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    Gli anniversari di questa settimana

    6 GENNAIO Brini monsignor Giovanni (1981) Campagnoli monsignor Luigi (2000) Rizzi don Mario (2009) Rondelli don Marcello (2017)

    7 GENNAIO Gandolfi monsignor Vincenzo (1960) Calzolari don Alfredo (1963) Ungarelli monsignor Dante (1981)

    8 GENNAIO Bruzzi monsignor Domenico (1948) Migliorini don Amedeo (1973) Minello don Mario (2000)

    9 GENNAIO Lambertini don Andrea (1948) Pasi monsignor Enzo (1985) Clamer don Giacomo Maria (2002) Gamberini don Luigi (2007)

    10 GENNAIO Saltini don Vincenzo (1961) Ricato don Giuseppe (1963) Rinaldi don Paolino (1967) Serrazanetti monsignor Mario (1999) Cati don Marino (2004) Ammassari don Antonio (2016)

    11 GENNAIO Bravi don Ugo (1980) Baviera monsignor Salvatore (2016)

    12 GENNAIO Frignani don Pietro (1955) Quadri don Filippo(2007)

    in memoria

    Tre Magi particolari Giovanni Marchi

    Domenica5 gennaio 2020

    BOLOGNA 7SETTEnotizie

    [email protected]

    AUDITORIUM GAMALIELE via Mascarella 46 Chiuso 3737843659

    ANTONIANO v. Guinizelli Frozen 2 051.3940212 Ore 16

    Downtown AbbeyOre 18La Belle EpoqueOre 20.30

    BELLINZONA v. Bellinzona L’ufficiale e la spia 051.6446940 Ore 16 – 18.30 – 21

    CHAPLIN P.ta Saragozza 18 regali 051.585253 Ore 16 – 18.30 – 21

    GALLIERA v. Matteotti 25 Dio è donna 051.4151762 e si chiama Petrunya

    Ore 16.30 – 19 – 21.30

    ORIONE v. Cimabue 14 # Anne Frank 051.382403 Vite parallele

    Ore 15Il ParadisoprobabilmenteOre 16.30

    Qualcosadi meravigliosoOre 18.05Che fine ha fattoBernadette?Ore 19.50Il terzo omicidioOre 21.45

    PERLA v. S. Donato 38 Tutto il mio051.242212 folle amore

    Ore 16 – 18.30 – 21

    POP UP CINEMA BRISTOL v. Toscana 146 Jumanji:051.477672 the next level

    Ore 16.30La dea FortunaOre 18.45 – 21

    TIVOLI v. Massarenti 418 La straordinaria 051.532417 invasione degli orsi

    in SiciliaOre 16L’ufficiale e la spiaOre 18 – 20.30

    CASTEL D’ARGILE (Don Bosco) v. Marconi 5 Il primo Natale051.976490 Ore 17.30 – 21

    CASTEL S. PIETRO (Jolly) v. Matteotti 99 Tolo Tolo 051.944976 Ore 16.30 – 18.30

    20.30 – 22.30

    CENTO (Don Zucchini) v. Guercino 19 Cena con delitto 051.902058 Ore 16 – 21

    CREVALCORE (Verdi) p. Porta Bologna 13 Il piccolo yeti 051.981950 Ore 14.30

    Il primo NataleOre 18.30 – 21

    LOIANO (Vittoria) v. Roma 35 Spie sotto copertura051.6544091 Ore 16.30

    Un giorno di pioggiaa New YorkOre 21

    S. PIETRO IN CASALE (Italia) p. Giovanni XXIII Tolo Tolo 051.818100 Ore 15.30 – 17.20

    19.10 – 21

    VERGATO (Nuovo) v. Garibaldi Pinocchio 051.6740092 Ore 21

    le sale della comunitàA cura dell’Acec–Emilia Romagnacinema

  • La cerimoniadi riaperturadella chiesaparrocchialedi Sammartinidopo il sismadel 2012

    A fine novembre inuna conferenzastampa è statapresentata lasuddivisione deidividendiprovenienti dallaFaac (fotoSchicchi)

    A fine novembre è statoannunciato che padre Marellasarà proclamato beato. Qui in unritratto del 1955 (foto WalterBreveglieri)

    A fine luglio e a ottobre centinaia dipersone sono salite al santuario dellaMadonna di San Luca per pregare perMihailovic e tutti gli ammalati (fotoVeronesi)

    Un’immagine della prima Visitapastoraledell’arcivescovo a CastelfrancoLa celebrazionedella Messa nella piazza vicinoalla chiesa per ospitare i fedeli di tutta la Zona

    Il Concistoro del 5 ottobre aRoma. In San Pietro papaFrancesco ha creato cardinalel’arcivescovo Zuppi (fotoBragaglia–Minnicelli)

    Ricordi e racconti dell’anno 2019foto.Zuppi cardinale, Siniša,le Visite pastorali e padre Marella

    A luglio SinišaMihajlovicannunciapubblicamente lasua malattia.Bologna si stringeintorno a lui (fotoBologna Fc)

    Il 16 luglio ilpresidente SergioMattarella ha visitatoBologna perl’inaugurazione di unhub delle Poste e perun ricordo di EmilioRubbi (foto sito delQuirinale)

    enza alcuna pretesa di voler raccontaretutto o il meglio dell’anno appenatrascorso, proponiamo ai nostri lettori una

    carrellata di immagini per raccontare il 2019 inuna cronaca tra vita diocesana e cittadina. Tantigli avvenimenti e tutti non possono essereraccolti in una pagina. Ma vogliamo ricordare:la rinascita di alcune chiese e comunità colpitedal terremoto del 2012, il coinvolgimento dellacittà per la malattia dell’allenatore del Bologna

    Mihajlovic e i pellegrinaggi a San Luca chehanno posto l’accento sul tema dellasofferenza, la gioia per la nomina a cardinaledell’arcivescovo Zuppi con una sentitapartecipazione di popolo sia a Roma che aBologna, la visita del presidente dellaRepubblica Mattarella. In ottobre sono iniziatele visite pastorali dell’arcivescovo alle Zonedella diocesi. In dicembre l’annuncio che padreMarella sarà beato. (A.M.)

    S

    album8 BOLOGNASETTEDomenica

    5 gennaio 2020


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