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Senzaetà n. 39/2010

Date post: 09-Mar-2016
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Senzaetà la rivista della famiglia n. 39/2010
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Editore: Pixel - Aut. Trib. Ancona n. 12 del 27/06/2003 • POSTE ITALIANE SPA Sped.in abb. postale D.L. 353/2003 Conv. in L: 27/02/2004 n. 46 Art. 1, Comma 1, DCB Ancona - n. 39 Maggio-Giugno 2010 Euro 2,00 RUBRICA a cura di Paolo Crepet Proviamo a conquistare la fiducia dei figli Più sicurezza con il progetto SMILING dell’Inrca TURISMO SOCIALE Paola Michelacci al Convegno AICS: “Cambi la cultura” PROFESSIONI A voce alta: scopriamo il lavoro del Logopedista INAIL Che cosa chiede il lavoratore Arriva la scarpa anticaduta Amianto: quel fuorilegge dentro casa SE 39 13-04-2010 16:44 Pagina 1
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Page 1: Senzaetà n. 39/2010

Editore: Pixel - Aut. Trib. Ancona n. 12 del 27/06/2003 • POSTE ITALIANE SPA Sped.in abb. postale D.L. 353/2003 Conv. in L: 27/02/2004 n. 46 Art. 1, Comma 1, DCB Ancona -

n. 39Maggio-Giugno 2010 Euro 2,00

RUBRICA a cura di Paolo CrepetProviamo a conquistare lafiducia dei figli

Più sicurezza con il progetto SMILINGdell’Inrca

TURISMO SOCIALEPaola Michelaccial Convegno AICS:“Cambi la cultura”

PROFESSIONIA voce alta:scopriamo il lavorodel Logopedista

INAILChe cosa chiedeil lavoratore

Arrivala scarpa

anticaduta

Amianto:quel fuorileggedentro casa

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Niente scuole“riservate”.Tutti i bimbisono speciali

Faccio parte di una generazione che ha avutol’orgoglio e la felicità di portare a termine unabattaglia gloriosa: la chiusura delle scuole

speciali per bambini “diversamente abili”, comeoggi si usa dire. Ai miei tempi infatti esistevano isti-tuti terribili dove i bambini con gravi o anche lievihandicap venivano “internati”, a volte per la lorointera esistenza. Non era solo uno scandalo italia-no: ho visitato in giro per il mondo decine di questiluoghi, ovunque il senso di impotenza e la dispera-zione negli occhi di migliaia di piccoli innocenti eindifesi. L’idea era semplice e rivoluzionaria: per-mettere a tutti i bimbi (seguendo il precetto diMaria Montessori: “Ogni bambino possiede un suoproprio talento”) di poter vivere una vita con paridignità. Quindi chiudere gli istituti e le scuole spe-ciali e permettere a ogni bimbo di frequentare lascuola di tutti, con il giusto e appropriato sostegno.Per legge tutto ciò è diventato legge soltanto pochianni fa, nonostante le prime esperienze fosserodatate già dai primi anni ‘70. Purtroppo però ilnostro paese è spesso straordinario nelle intuizionisociali ma disastroso nella capacità di applicare iprincipi innovatori. Il risultato oggi è quello di unariforma azzoppata. Un solo esempio: la continuitàeducativa e di sostegno. Conosco decine di casi dibambini che hanno ottenuto il sostegno, ma esso ècambiato anche 6 o 7 volte in un anno scolastico,ignorando così le difficoltà che deve affrontare unbambino in difficoltà ad avvicinarsi a una maestra edovendola invece cambiare più e più volte nell’arcodi pochi mesi. Stesso discorso sul tema delicatissi-mo della formazione: chi e come si costruiscono lefigure professionali che devono vivere accanto a unbambino in difficoltà (con tutti i problemi correlatidi “burn-out”)? Occorrerebbe una nuova forza vita-le per dare respiro e nuovo impulso a ciò che tren-t’anni fa è stato pensato e sperimentato tanto corag-giosamente. La troveremo? Le nuove generazioni di operatori nehanno coscienza?

EDITORE PIXEL REDAZIONE via Valenti, 1 - 60131 Ancona - Tel. 071.2901110 -www.senzaeta.it - [email protected]: Gabriele Costantini. Capo Redattore: Riccardo Milani. Hannocollaborato: Lorenzo Ricci, Francesca D’Amico, Fabio Di Rienzo, LuigiSfredda, Daniele Gattucci, Lino Rignanese, Julian Burnett, Giulia Zenni,Marco Traini, Paola Sirianni, Gabriele Ferretti.Comitato scientifico SENZAETA’: Direttore prof. Paolo Crepet, prof.Paolo Busilacchi, direttore Scuola Ecografia, radiologo, prof.ssa MarieliRuini, antropologa, Università La Sapienza, avv. Giovanni Conti, legale,dott.ssa Maria Lucchetti, Inrca, dott.ssa cav. Paola Michelacci, Turismosociale.Stampa ROTOPRESS LoretoAut. Trib. Ancona n. 12 del 27/06/2003 • POSTE ITALIANE SPA Sped.in abb.postale D.L. 353/2003 Conv. in L: 27/02/2004 n. 46 Art. 1, Comma 1, DCBAnconaChiuso in redazione 10 aprile 2010

MINISTERO DELLA SALUTEAnche il clima che cambia può far male 4...ma è sempre meglio l’allattamento al seno 5

RUBRICA DI PAOLO CREPETProviamo a conquistare la fiducia dei figli 6

SPECIALEAmianto, quel ‘fuori legge’ duro a morire! 8-15

OPINION LEADER - TURISMO SOCIALEPaola Michelacci: “Il Turismo diventa Cultura” 16-17

PROFESSIONISTI DELLA SALUTEA voce alta... scopriamo la professione del Logopedista 18

REGIONE MARCHEDonazione e trapianto 20Medicina Molecolare, la sfide è nelle Marche 21

INRCAProgetto SMILING: ecco la scarpa per non cadere 22-23Il metabolismo nella terza età 24

SERVIZI SOCIALIDiamo voce ai distretti sociali 28A Fano più attenzione per il sociale e la sicurezza 29

PROGETTISaniDOC e i professionisti per una solidarietà sociale 30

RUBRICA LE OPINIONI 33

COMUNI A CONFRONTOA Recanati grande attenzione per il sociale 34-35

RESIDENZE PER ANZIANIGrimani Buttari: la qualità al servizio degli anziani 36-37

ECONOMIA E SOCIETA’La banca sul territorio in un mondo che cambia 40-42

LAVOROINAIL: cosa chiede il lavoratore 43

SINDACATIL’Operatore Socio Sanitario è una risorsa 45

SCAFFALE 46

PENSIONISconto di tre anni per i lavori usuranti 47

di Paolo Crepet

EDITORIALEsommario

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Si è tenuta a Parma dal 10 al 12marzo 2010 la V ConferenzaMinisteriale “Ambiente e

Salute”, che ha visto riuniti iMinistri della Salute e dell’Ambientedei 53 Stati della Regione EuropeaOMS per discutere sulla protezionedella salute dai rischi ambientali edefinire l’agenda europea sulle sfideda combattere negli anni a venire.Dopo Francoforte (1989), Helsinki(1994), Londra (1999) e Budapest(2004), tocca alla città emilianaospitare la sessione di incontri e alministro della Salute, FerruccioFazio, e quello dell’Ambiente,

Stefania Prestigiacomo, aprire ilavori. “L’Organizzazione Mondialedella Sanità - ha sottolineato ilMinistro della Salute Prof. FerruccioFazio - evidenzia che il 24% dellemalattie e il 23% delle morti nelmondo sono attribuibili ai fattoriambientali. Più del 33% delle malat-tie nei bambini sotto i 5 anni è dovu-to a fattori ambientali. A distanza dipiù di 20 anni dalla primaConferenza Ministeriale diFrancoforte, molti sono i progressicompiuti e molte sono le sfide cherimangono ancora aperte. Tra i suc-cessi che hanno caratterizzato que-sto importante processo, vorrei sot-tolineare l’istituzione agli inizi deglianni ‘90, subito dopo la Conferenzadi Francoforte, del Centro EuropeoOMS “Ambiente e Salute”, la cuisede principale è a Roma. Per quan-to riguarda l’Italia, la strategia euro-pea per l’ambiente e salute è statarecepita in gran parte nel?PianoSanitario Nazionale 2006-2008,che evidenzia come i determinan-ti?della salute si estendono ben oltrele possibilità di intervento dei servi-zi sanitari e suggerisce un’ampia

assunzione di responsabilità nonsolo a livello collettivo ma anche alivello individuale”. In Europa circail 92% della popolazione che vive incittà subisce gli sforamenti dei limi-ti di PM10 e la mortalità infantilelegata alle malattie respiratorie è del12% arrivando a punte del 25% peradolescenti e malati di asma e aller-gie. Non va meglio all’interno degliedifici scolastici, dove bambini eragazzi passano la maggior parte delloro tempo: tra formaldeide e PM10si respira aria malsana. Le concen-trazioni più alte di PM10 all’internodi edifici scolastici si hanno inPiemonte 185 microgrammi permetri cubi. In Europa circa il 92%della popolazione che vive in cittàsubisce gli sforamenti dei limiti diPM10 e la mortalità infantile legataalle malattie respiratorie è del 12%arrivando a punte del 25% per ado-lescenti e malati di asma e allergie.Non va meglio all’interno degli edifi-ci scolastici, dove bambini e ragazzipassano la maggior parte del lorotempo: tra formaldeide e PM10 sirespira aria malsana. Le concentra-zioni più alte di PM10 all’interno diedifici scolastici si hanno inPiemonte 185 microgrammi permetri cubi.A conclusione della Conferenza,venerdì 12 marzo è stata sottoscrittauna Dichiarazione finale, con cui i

Governi si sono impegnati a ridurre,entro i prossimi dieci anni, gliimpatti dell’ambiente sulla salute.Verranno realizzati programminazionali che offrano pari opportu-nità a ciascun bambino entro il2020 di accedere ad acqua e igienesicure, ad opportunità di attivitàfisica e di una dieta salubre, ad unamigliore qualità dell’aria e ad unambiente libero da agenti chimicitossici. I Governi si sono ripromessidi far fronte agli effetti avversi deicambiamenti climatici sulla salute eridurre le ineguaglianze sociali e digenere nell’esposizione al rischio; sisono poi impegnati a mettere laSanità al centro dello svilupposocio-economico, attraverso mag-giori investimenti in nuove tecnolo-gie e lavori ecologici.“Abbiamo bisogno di una visionecompletamente nuova perché lapolitica sanitaria europea possaaffrontare le più grandi sfide sanita-rie della nostra regione. QuestaConferenza ha aperto un nuovointeressante capitolo nella modalitàcon cui i governi europei lavoreran-no sui temi di ambiente e salute,spingendo queste questioni cosìstrettamente correlate fra loro sem-pre più in alto nell’agenda politica”sono state le parole di ZsuzsannaJakab, direttrice regionaledell’Ufficio OMS per l’Europa.

Fissati obiettivi escadenze

per ridurre gliimpatti del

cambiamento climatico sulla

salute e sull’ambiente

MINISTERO DELLA SALUTE | AMBIENTE

I l Piano Sanitario Nazionale 2006-2008 propone alcuni obiettivi daraggiungere su vasta scala in continuità con le Regioni e gli entilocali per contrastare l’incidenza delle malattie correlate all’ambien-

te. Il Piano focalizza l’attenzione sugli inquinanti chimici e gli altri inqui-nanti potenzialmente nocivi per la salute dei bambini, responsabili diimportanti malattie nell’infanzia: malattie respiratorie, asma, allergie, idisturbi dello sviluppo neurologico, il cancro in età pediatrica, alterazio-ni del sistema endocrino. Anche il Piano Nazionale della Prevenzionenon si limita soltanto a promuovere azioni in ambiti specificamentesanitari, ma intervenire anche in altri settori: ambientali, sociali ed eco-nomici della salute, in particolare su quelli che maggiormente influenza-no i comportamenti individuali e la qualità degli ambienti di vita.

Il Piano Sanitario Nazionale e l’ambiente

DI RICCARDO MILANI

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Anche il clima che cambia può far maleApprovata la Dichiarazione di Parma

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La diffusione e la continui-tà della pratica dell’allat-tamento al seno hanno

subito una riduzione in moltezone del mondo per una serie dimotivi sociali, economici e cul-turali. I benefici relativi a que-sta pratica naturale sono cono-sciuti, studiati e supportati daevidenze molto solide. Questibenefici sono già numerosi ma,molti altri probabilmente,rimangono inesplorati.L’allattamento al seno esclusivonon è tanto il “metodo ideale”bensì “la norma e il modello diriferimento rispetto al qualetutti i metodi alternativi di ali-mentazione devono esseremisurati in termini di crescita,salute, sviluppo, e qualsiasialtro esito a breve o lungo ter-mine” evidenzia il Ministerodella Salute. Per quanto invo-lontariamente, i servizi sanitarihanno contribuito a tale decli-no, trascurando l’assistenza e ilsostegno alle madri o introdu-cendo metodi e procedure cheostacolano il normale approc-cio e l’adozione dell’allattamen-to al seno. Ne sono esempi laseparazione del neonato dallamadre al momento della nasci-ta, la somministrazione di solu-zione glucosata con biberon etettarella prima che inizi lasecrezione lattea e l’usanza diincoraggiare l’impiego di surro-gati del latte materno. L’OMS,l’Unicef e il Ministero dellaSalute ritengono che le pratichedi assistenza sanitaria si riveli-no uno dei mezzi più promet-tenti per aumentare la diffusio-ne e la durata dell’allattamentoal seno.Il Progetto Obiettivo MaternoInfantile (POMI) pone specificiobiettivi relativi alla promozio-ne dell’allattamento materno:“l’incremento, nel corso deltriennio, della percentuale di

allattamento precoce al seno ela verifica di iniziative di pro-mozione della pratica dell’allat-tamento al seno oltre il 3° meseattraverso il potenziamento deicorsi pre parto e di assistenzapost-nascita, la qualificazionedel personale e l’attivazione dipercorsi facilitanti il contattomadre-bambino”. Altro obietti-vo del POMI prevede di favori-re l’avvicinamento contattopuerpera-neonato (anche pato-logico) attraverso azioni di col-legamento funzionale-struttu-rale tra area ostetrico-ginecolo-gica e area pediatrico-neonato-logica e azioni di adeguamentostrutturale.“Il gap tra l’evidenza e la prati-ca è grande - ci confermano dalMinistero - la disseminazionepassiva dei risultati della ricer-ca non è stata in grado di modi-ficare le linee di condotta e lepratiche cliniche, la comunica-zione tra clinici ed epidemiolo-gi rimane difficile e talora con-flittuale e le linee guida e le rac-

comandazioni hanno ancora unimpatto debole. Occorre quindiun grande sforzo collettivo per-ché la pratica clinica rispecchiin maniera appropriata e tem-pestiva quanto raccomandatodalle prove di efficacia al fine diassicurare il massimo grado di

appropriatezza degli interventisecondo quanto raccomandatodal Progetto Obiettivo MaternoInfantile cui fanno riferimento iLivelli Essenziali di Assistenzadell’ultimo Piano SanitarioNazionale”.

di r.m.

... ma è sempre meglio l’allattamento al seno...

MINISTERO DELLA SALUTE | ALLATTAMENTO

L’allattamento alseno è il mezzo

naturale e insostituibile,

donatoci dallanatura (o da Dio),

per assicurare aibambini tutto

quello di cui hanno bisogno

per nutrirsi, perpotersi difendere e

per crescere nelmodo appropriato

1. Definire un protocollo scritto per l’allattamento al seno da farconoscere a tutto il personale sanitario

2. Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiuta-mente questo protocollo

3. Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e deimetodi di realizzazione dell’allattamento al seno

4. Aiutare le madri perché comincino ad allattare al seno giàmezz’ora dopo il parto

5. Mostrare alle madri come allattare e come mantenere lasecrezione lattea anche nel caso in cui vengano separate daineonati

6. Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dallatte materno, tranne che su precisa prescrizione medica

7. Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre (roo-ming-in), in modo che trascorrano insieme ventiquattr’oresu ventiquattro durante la permanenza in ospedale

8. Incoraggiare l’allattamento al seno a richiesta tutte le volteche il neonato sollecita nutrimento

9. Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante ilperiodo dell’allattamento

10. Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica del-l’allattamento al seno, in modo che le madri vi si possanorivolgere dopo essere state dimesse dall’ospedale o dalla cli-nica

DIECI PASSI PER IL SUCCESSODELL’ALLATTAMENTO AL SENO

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Mi chiamo Sonia e lescrivo da Brescia, ho36 anni e ho due figli

un maschietto di 3 anni e unaragazzina che compie 12 anni aluglio. Le mie difficoltà comin-ciano ora con Valentina checresce e la mia paura più gran-de è quella che nel crescere sichiuda. Ho una paura folle,perchè comincia a nasconder-mi le cose, forse è normale, e ioper la paura di nascosto leleggo il telefonino. So che èsbagliato, ma da ciò capisco sele piace un ragazzino, le sueamicizie ecc. non voglio che sichiuda in se stessa. Non pre-tendo che mi dica tutti i suoisegreti, ma che sia un po’ di piùaperta. Come posso fare peraiutarla in questo passaggioall'adolescenza?

Cara Sonia, sono semprestato contro le “spiate” daparte dei genitori nelle

vite dei figli adolescenti, perdue buone ragioni: la prima èche, se per caso, lei venisse sco-perta perderebbe in un attimoogni rapporto fiduciario consua figlia; il secondo è che cosìfacendo dimostra di non fidarsidi lei, il che significa che non lasta aiutando in un modo fonda-mentale, ovvero la crescitadella sua autostima. Forse ilproblema è che nemmeno lei,cara Sonia, si fida troppo di sestessa e di conseguenza fa faticaa fidarsi di sua figlia. Le faccioun esempio: lei dice che così

facendo potrebbe venire a sape-re se le piace un ragazzino, eallora? Una volta che lo è venu-to a sapere che se ne fa di que-sta semplice notizia?Nulla. Ciò che lei deve sapere èse sua figlia è serena oppure no,e questo non lo si scopre in untelefonino o in un diario segre-to. Impari a crescere con suafiglia e a non avere paura dellasua maturazione.Provi a ragionare anche in ter-mini futuri. Come si comporte-rà lei quando sua figlia entreràdavvero nell’adolescenza? Senon prepara il terreno dellafiducia adesso, quando mai loriuscirà a fare? Lo so che lei mirisponderebbe: “E’ stata miafiglia a tradire la mia fiducia

nascondendomi qualcosa”. Maè tipico dei figli cercare diritrarre un pezzo di spazio persé e noi genitori dobbiamocapirlo. E poi: la fiducia è unatto di coraggio, non si può pre-tendere di darla soltanto quan-do abbiamo tutte le garanzieche esse siano ben riposte.Ho l’impressione, cara signora,che lei si aspetti da sua figlia uncomportamento apertamentematuro e consapevole, invecel’età ancora non ce l’ha, quindideve saper aspettare: esatta-mente come sua figlia deve

imparare a diventare adulta.Oggi siamo tutti frettolosi,abbiamo l’idea che vivere signi-fichi bruciare le tappe, mentreil bello è fare in modo che tuttoaccada con dolcezza.

Proviamo a conquistare la fiducia dei figli

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PAOLO CREPET

Psichiatra e sociologo è nato aTorino nel 1951, ha collabo-rato e collabora con numero-

se istituzioni pubbliche tra le qualiil Censis e l’OrganizzazioneMondiale della Sanità RegioneEuropea. E’ stato Membrodell’Unità Operativa delDipartimento di Psicologiadell’Università di Trieste nell’am-bito della ricerca “Salute mentalee stress” e Consulente Associatoal King’s College di Londra. Dal 1992 al 1995 è statoConsulente dell’OsservatorioNazionale per lo studio delle tossi-codipendenze in ambiente carce-rario del Ministero di Grazia eGiustizia. E’ stato professore di“Psichiatrica Sociale II” pressol’Istituto di Psichiatria ePsicologia Medica a Napoli.

RUBRICA | SCUOLA PER GENITORI

Inizia da questo numero la rubrica del prof. Paolo Crepet che per larivista Senzaetà affronterà il tema delicato del cambiamento dellasocietà, della famiglia e dei complicati rapporti genitori-figli, con ledevianze che ne seguono.Per scrivere al prof. Crepet e alla sua Scuola per Genitori:ssccuuoollaaggeenniittoorrii@@vvii..aarrttiiggiiaanniinneett..ccoommccrreeppeett..ppaaoolloo@@ggmmaaiill..ccoommwwwwww..ssccuuoollaaggeenniittoorrii..iitt wwwwww..iimmpprreessaaffaammiigglliiaa..iitt

Paolo Crepet intervistato dalla giornalista Francesca Senette

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Si chiama ‘neurostimolazio-ne midollare con posiziona-mento di elettrocateteri

midollari a piattina per via percu-tanea’ la nuova tecnica contro ildolore cronico disponibileall’ospedale San GiovanniAddolorata di Roma. Il nosoco-mio è il primo e unico in Italia aeseguire questo intervento. Ilposizionamento di elettrocateterimidollari a piattina per via percu-tanea riduce l’aggressività e la

traumaticità dell’im-pianto, permette unamaggiore direzionabili-tà dell’elettrodo, offre lapossibilità di introdurre più elet-trodi nella stessa sezione e, datonon secondario, non necessitaper il suo impianto della presenzadel neurochirurgo durante l’inter-vento. Questa nuova tecnicasostituisce quella molto più inva-siva che prevede nel corso del-l’intervento il posizionamento dielettrodi a piattina per via chirur-gica per poi collegarli a una spe-cie di ‘pace-maker nervoso’ chemodula i segnali dolorosi. Lepatologie trattate sono le artrosi,la lombalgia, le protrusioni oernie discali, la sindrome postla-minectomia, i crolli vertebrali, lastenosi del canale vertebrale, ildolore neoplastico, le vascuolo-patie periferiche, le cefalee-emi-cranie, la nevralgia trigeminale eposterpetica, le neuropatie peri-feriche, la distrofia simpaticoriflessa e causalgia.

L’obesità infantile inizia a tre mesi

E’online unnuovo sitoweb che svela

i segreti dei farmaci biosimilari.L'esigenza di realizzare il sitoemerge dal dibattito in corso framedici, ricercatori, autorità rego-latorie e produttori sul tema delrapporto fra farmaci biotecnolo-gici coperti da brevetto, e farma-ci biosimilari. In questo dibattitole criticità nascono in particolaredalla valutazione del periodo bre-vettuale dei farmaci biotecnologi-ci, dalla definizione dei biosimila-ri e dalla loro approvazione, dallericerche cliniche per il monitorag-gio di farmaci biotecnologici ebiosimilari, dalla valutazione deirischi. Uno dei maggiori dibattitiriguardano le forti economie per ibudget sanitari che i farmaci bio-similari possono consentire. Ilsito www.biosimilari.eu vuole

rappresentare una fonte autore-vole e un punto di discussionesenza condizionamenti, con unparticolare riferimento alla ricercadi base e clinica e alle attivitàregolatorie delle agenzie europeae nazionali. L’obiettivo è quello disuscitare un dibattito equilibratoe scientificamente sostenuto sultema dei farmaci biosimilari, for-nendo informazioni complete eaggiornate a cittadini, medici epubblici amministratori.

Una malattia molto femminile:lo shopping compulsivo

E’risaputo che il binomioshopping-donne è uno deipiù evidenti agli occhi di chi

osserva con acume i comporta-menti della vita quotidiana. Macoloro che pensano che si trattisoltanto di un fatto di vanità tipica-mente femminile, magari impron-tato ad una certa leggerezza, sisbaglia. Ci sarebbero infatti motiviprofondi in grado di spiegare lapropensione delle donne per loshopping. Come per molte altrequestioni bisogna tirare in ballo lagenetica. E’ quanto hanno spiega-to gli studiosi della School ofPublic Health dell’Università delMichigan. In particolare tuttosarebbe spiegabile considerandol’evoluzione e i caratteri comporta-mentali che essa ha determinatonegli uomini e nelle donne nelcorso del tempo. Gli uomini ave-vano il compito di cacciare gli ani-mali, per assicurare nel minortempo possibile un adeguatonutrimento per i figli. Le donneinvece, che si occupavano dellaraccolta, dovevano per forza dicose trascorrere più tempo a cer-care di capire quale terreno fosse

più adatto per trovare le risorsenecessarie. Il risultato è che gliuomini fin dai tempi più antichinon hanno tempo di indugiare,mentre le donne si attardano aguardare, a valutare e a scegliere.Proprio tutto ciò che oggi le donnefanno quando entrano in un nego-zio. La caccia e la raccolta sonostati sostituiti dai moderni negozi,che comunque inducono a mette-re in atto comportamenti specifici.Questi ultimi sono riconducibili aquestioni evoluzionistiche, chefanno in modo che l’uomo veda ilmomento dell’acquisto come unelemento da sfruttare per il rag-giungimento di obiettivo specifico.Per le donne acquistare significainvece analizzare per andare oltrela semplice apparenza.

Una nuova e preoccupantericerca dovrebbe mettere inguardia i genitori dal

momento che, secondo i risultatidi uno studio americano, la ten-denza al grasso superfluo inizie-rebbe già a partire dai tre mesi dietà in poi. Il lavoro, pubblicatosulla rivista Clinical Pediatrics, haosservato nella maggior parte diun gruppo di 111 bambini insovrappeso con più di 5 anni dietà, che la tendenza al grasso ineccesso aveva iniziato ad affer-marsi al compimento dei tre mesi.Questi bambini hanno successi-vamente evidenziato un indice dimassa corporea, vale a dire il rap-porto tra altezza e peso, superioredi 1 punto rispetto alla norma perogni anno di età in più. Come

contenuto nel rapporto, in mediala progressione verso l’obesità èiniziata quando i bimbi avevanotre mesi, poi più del 50% di loro èdiventato decisamente sovrappe-so a 2 anni ed il 90% entro i 5anni.

PILLOLE |

C’è anche il dolore croniconuova tecnica al S. Giovanni di Roma Ma che segreto hanno

quei farmaci biosimilari?

la

ette

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L’amianto è un buonesempio di come leragioni economiche e la

salute non vadano necessaria-mente di pari passo. Questominerale, infatti, vantava ecce-zionali caratteristiche fisiche acominciare dalla refrattarietà alfuoco e, soprattutto, un bassocosto. E’ per questo che nel vol-gere di non molto tempo lo si èritrovato un po’ dappertutto.Nell’edilizia, senz’altro, maanche in applicazioni insospet-tabili. Per esempio, nei suppor-ti sui quali sono avvolte le ser-pentine degli asciugacapelli, opersino nei sigari pregiati.Peccato che però fosse pericolo-sissimo e a più livelli.In natural’amianto è un materiale moltocomune. La sua resistenza alcalore e la sua struttura fibrosalo rendono adatto come mate-riale per indumenti e tessuti daarredamento a prova di fuoco,ma la sua ormai accertata noci-vità per la salute ha portato avietarne l’uso in molti Paesi. Lepolveri di amianto, respirate,provocano infatti l’asbestosi,nonché tumori della pleura, ilmesotelioma pleurico e deibronchi, e il carcinoma polmo-

nare. Una fibra di amianto è1300 volte più sottile di uncapello umano. Non esiste unasoglia di rischio al di sotto dellaquale la concentrazione di fibredi amianto nell’aria non siapericolosa: teoricamente l’ina-lazione anche di una sola fibra

può causare il mesotelioma ealtre patologie mortali, tuttaviaun’esposizione prolungata neltempo o ad elevate quantitàaumenta esponenzialmente leprobabilità di contrarle.L’amianto è stato utilizzato finoagli anni ottanta per produrrela miscela cemento-amianto (ilcui nome commerciale eraEternit) per la coibentazione diedifici, tetti, navi, treni; comemateriale per l’edilizia, nelletute dei vigili del fuoco, nelleauto, ma anche per la fabbrica-zione di corde, plastica e carto-ni.

L’amianto in ItaliaL’impiego dell’amianto è fuorilegge in Italia dal 1992. La leggen. 257 del 1992, oltre a stabilire

termini e procedure per ladismissione delle attività perl’estrazione e la lavorazione

Amianto...quel ‘fuori legge’

duro a morire!

FOCUS | AMIANTO

Una fibra diamianto è 1300volte più sottile diun capello umano.Il guaio per lanostra salute èquando si disperdono nell’aria particelleche possono essererespirate

Un minerale, anzi un gruppo di minerali fibrosi, noncombustibili (asbesto deriva dal greco e significa ine-stinguibile) composti da silicato di calcio e magnesio.

Si distinguono due gruppi principali di sostanze: l’amiantoanfibolo e l’amianto serpentino. La distinzione è abbastanzaimportante perché l’anfibolo presenta fibre fragili, che si spez-zano facilmente ma possono essere intessute (le famose coper-te antincendio, per esempio); il serpentino, invece, ha fibrepiù lunghe e più resistenti. La famiglia del serpentino è rap-presentata dal crisotilo, mentre dell’anfibolo fanno parteantofillite, actinolite, amosite, crocidolite, tremolite.

8 | senzaetà

Che cos’è l’amianto

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dell’asbesto, è stata la prima adoccuparsi anche dei lavoratoriesposti all’amianto. All’art. 13essa ha introdotto diversi bene-fici consistenti sostanzialmentein una rivalutazione contributi-va del 50% ai fini pensionisticidei periodi lavorativi compor-tanti un’esposizione al minera-le nocivo. In particolare, talebeneficio è stato previsto: per ilavoratori di cave e miniere diamianto, a prescindere dalladurata dell’esposizione(comma 6); per i lavoratori cheabbiano contratto una malattiaprofessionale asbesto-correlatain riferimento al periodo dicomprovata esposizione(comma 7); per tutti i lavorato-ri che siano stati esposti per unperiodo superiore ai 10 anni(comma 8). Nel 1995 venne sta-bilita una procedura ammini-strativa che vedeva coinvoltol’INAIL per l’accertamento deipresupposti di legge per il rico-noscimento dei benefici previ-denziali. In particolare, l’INAIL

procedeva all’accertamento deirischi presso lo stabilimento deldatore di lavoro tramite lacosiddetta CONTARP(Consulenza Tecnica diAccertamento dei RischiProfessionali); sulla base dellamappa del rischio così predi-sposta e dei curricula professio-

nali dei lavoratori, venivanoquindi rilasciati agli stessi gliattestati dell’eventuale periododi avvenuta esposizioneall’amianto.

I numeriIn Italia, l’esposizioneall’amianto è causa di morteper circa mille persone all’an-no. Infatti, nel periodo 1988/97sono stati rilevati 9.094 decessi(5.942 uomini e 3.152 donne)per tumore maligno della pleu-ra. Questo è il dato emerso dalrapporto ISTISAN “La mortali-tà per tumore maligno dellapleura nei Comuni italiani(1988-1997)” dell’IstitutoSuperiore di Sanità (ISS).Secondo la ricerca dell’ISS, nelcorso degli anni ‘90 in tuttaEuropa è stato documentato unaumento significativo della

mortalità per tumore dellapleura in relazione soprattuttocon la diffusione dell’amiantoavvenuta negli anni ‘50 e ‘60.Nello stesso periodo, anche nelnostro paese, il rapporto ISTI-SAN ha riscontrato un incre-mento complessivo di casi dimortalità per mesoteliomapleurico. Il dato è stato regi-strato in misura maggiore nellearee, segnalate negli studi pre-cedenti, dove già era statoampiamente accertato un nessotra casi di tumore della pleura epresenza delle principali fontidi esposizione all’amianto(soprattutto di tipo professio-nale). Ma è stato raccolto per laprima volta anche in comuninuovi, per alcuni dei quali sipuò ipotizzare la presenza diamianto nei cicli produttivi enell’ambiente.

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Secondo la rivista scientifica The Lancet in Europa nei primi30 anni del XXI secolo ammonterebbero a oltre 500.000 lemorti per amianto. Eppure non sono bastate queste cifre,

terrificanti, per convincere la Commissione europea ad imporreun divieto totale e definitivo sull’utilizzo dell’amianto, la cuipericolosità è legata a una serie di minerali letali per l’essereumano. Queste sostanze finiscono in decine e decine di oggetti ostrutture con le quali ogni giorno veniamo a contatto. Dai freni adisco ai tostapane, dai materiali da costruzione navale agli edifi-ci privati e pubblici (come le scuole). La nocività dell’amianto èstata accertata dal 1906, ma ci sono voluti decenni per convince-re alcuni governi a metterlo al bando. E la strada è ancora tuttain salita.A Bruxelles si doveva decidere per una regolamentazione sul-l’utilizzo di alcune sostanze chimiche sul mercato europeo (tracui le fibre di amianto). Francia, Italia, Belgio e Paesi Bassi sisono pronunciati per un’immediata decisione in merito, ma lamaggior parte dei rappresentanti degli Stati membri ha votato afavore di una deroga (rifacendosi a una decisione presa nel 2007da un gruppo di lavoro della Direzione Generale Imprese dellaCommissione europea per prolungare, appunto, la derogazionesull’amianto). In sostanza: un nulla di fatto che lascia invariatala situazione e fa slittare le decisioni ad un momento ancora dadefinire.“La deroga proposta dalla Commissione europea deve passare ilvaglio del Parlamento Ue, che ha tempo sei mesi per pronunciar-si” spiega Laurent Vogel, direttore del dipartimento Salute esicurezza dell’Istituto sindacale europeo. “Di mezzo però ci sonole elezioni europee di giugno. E il rischio è quello di vedere idibattiti prolungarsi in eterno. Se la deroga dovesse essere con-cessa, gli Stati membri chiederanno di fare di nuovo il punto

della situazione nel 2012”. E visti i tempi della burocrazia euro-pea, “rischiano di pronunciarsi in maniera definitiva non primadel 2015”.Dal dopoguerra al 1992, anno in cui l’Italia ha deciso di vietarel’amianto, circa 3,7 milioni di tonnellate sono entrate nella com-posizione di oltre 3.000 prodotti diffusi nel nostro paese.L’effetto è quello di una bomba ad orologeria. Secondo gli pneu-mologi italiani, ogni anno, nel nostro Paese, 3.000 persone sonouccise da asbestosi (malattia polmonare cronica conseguenteall’inalazione di fibre di amianto o asbesto): 1.000 per mesote-lioma, 1.500 per tumore polmonare, gli altri per tumori rintrac-ciati in altri parti del corpo.Nonostante questi dati, il lavoro da fare sulla via delle restrizio-ni all’utilizzo dell’amianto sembra ancora in una pericolosa fasedi stallo.

Numeri allarmanti: se ne occupala Commissione Europea

L’impiego dell’amianto è vietato in Italiadal 1992. La legge, oltre astabilire termini eprocedure per ladismissione è statala prima ad occuparsi anche dei lavoratori esposti all’amianto

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La tutela della salute deicittadini e la protezionedell’ambiente rappresen-

tano un impegno prioritariodella Regione Marche, unimpegno al quale si dedica dasempre tutta l’attenzionenecessaria. Per questo, nei pro-grammi del servizio sanitarioregionale, è stata data partico-lare rilevanza alla bonifica degliambienti di vita e di lavoro neiquali è presente l’amianto, lacui pericolosità per la salute èaccertata da tempo.

Il Piano Regionale Amianto,approvato dalla Giunta RegioneMarche con deliberazione n.3496 in data 30/12/1997, rap-presenta un atto di indirizzo inmateria, che sintetizza lineetecniche e procedure per le ope-razioni edilizie di ristruttura-zione, manutenzione e demoli-zione in presenza di manufatticontenenti amianto. Il Pianoprescrive anche gli indirizzi perla particolare rimozione e l’ido-neo smaltimento dei rifiuti indiscarica di adeguata categoria.Allo stesso modo individua le

strutture di controllo territoria-le e quelle a valenza regionale eviene ad operare nella realtàmarchigiana, caratterizzatafondamentalmente da presenzadi amianto in manufatti esi-stenti, realizzati in epoca ante-cedente alla Legge 27/03/1992,n. 257, in rifiuti da smaltireprogressivamente, a seguitodelle attività di decontamina-zione e bonifica, realizzate o darealizzare. In conseguenza, le maggioriimplicazioni di rischio, per ilavoratori esposti, si presenta-no per gli addetti alle decoiben-tazioni e rimozioni di MCA, pergli addetti alle attività di raccol-ta, trasporto e movimentazionedei rifiuti contenenti amianto,per gli addetti alle manutenzio-ni. Per la popolazione dei nonesposti e per l’ambiente, ingenerale, il rischio è legatosoprattutto alle operazioni, noncorrettamente eseguite, didecoibentazione, di smaltimen-to rifiuti e di bonifica dei sitidismessi. Il Piano prevede azio-ni volte al raggiungimento dellaconoscenza complessiva delrischio amianto, fornisce unaguida di riferimento per gliinterventi di rimozione deimanufatti che lo contengono epromuove la formazione deisoggetti coinvolti nelle molte-plici fasi: dal controllo delle

La Regione Marche e il Piano Amianto

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C’è una notizia degnadi nota, che risale algiovedi precedente

alla Pasqua (1 aprile), il gior-no del cosiddetto “infortuniosul Lavoro” che ha portatoalla bocciatura del testo deldisegno di legge presentatodal Governo da parte delPresidente della Repubblica:e cioè quella bozza contienetroppi errori e dimenticanze.Un testo che tralascia detta-gli ma anche cose moltoimportanti, perciò da rivede-re e da completare.Una di queste dimenticanze,riguarda proprio, guarda unpo’, l’amianto!Oltre l’arbitrato di per sé, sucui poi si cimenterannoanche i sindacati, infatti leperplessità del Quirinalesono relative all’art. 20 sugliinfortuni sul lavoro. Il ddlsembra disconoscere ilrischio di esposizioneall’amianto negli ambienti dilavoro, ad esempio (fa riferi-mento proprio laPresidenza) a bordo dellenavi della Marina. A parte latriste “scoperta” (ma c’è unalegge fin dal 1955) che sullenavi militari di amianto cen’è anche troppo, non ricono-scere il rischio per leggerende impossibile ottenererisarcimenti per la prolun-gata esposizione e non aiutacerto poi a individuare even-tuali responsabili in viaamministrativa. La legge sullavoro invece dovrebbe asso-lutamente sancire il diritto-dovere alla prevenzione.Speriamo che l’amiantovenga riconosciuto pericolo-so, come lo è davvero, unavolta per tutte senza ulterio-ri… pesci d’aprile.

Julian Burnett

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Più attenzionesui luoghidel lavoro

Obiettivi del Piano:

1. Formazione delpersonale.

2. Censimento dellesituazioni di pre-senza e/o esposi-zione all’amianto.

3. Archivio dellesituazioni a rischio.

4. Sorveglianza aregime.

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condizioni di salubrità ambien-tale e di sicurezza del lavoro, incui esista ancora il rischio, allefasi finali di smaltimento deirifiuti e di bonifica delle aree edalla sorveglianza sanitaria edepidemiologica degli esposti alrischio amianto. La RegioneMarche ha promosso una cam-pagna di informazione e sensi-bilizzazione, con l’intento dipresentare la problematicariguardante l’amianto ed i pos-sibili rischi, che possono deri-vare per la salute alla popola-zione esposta, e di evitareingiustificati allarmismi. www.marcheinsalute.it

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La storia dell’utilizzazione dell’amianto nel mondo haormai più di 100 anni, per la maggior parte del secoloscorso l’Italia è stato il secondo Paese in Europa, per pro-

duzione di amianto, con un picco nel 1976 di 165.000 tonnel-late (dato ISPESL Re.Na.M.). Nel recente passato notevoli erano anche le importazioni per ilfatto di avere una fiorente industria manifatturiera dell’amian-to, con presenza anche nella nostra regione. Dati relativiall’utilizzo dell’amianto nel nostro Paese del 1988, indicanoche un forte utilizzo, e quindi una forte estensione di esposti adamianto, si è avuta nei settori della cantieristica navale, nel-l’industria del cemento-amianto e nella metalmeccanica, neirotabili ferroviari e nell’edilizia (coibentazione a spruzzo). A fronte di tutto ciò appare chiaro che l’ordine di grandezzadegli ex esposti anche nelle Marche è importante avendo come

riferimento la definizione di lavoratore ex espostocondivisa dai criteri definiti dal Consensus Report diHelsinki (2000): - esposizione cumulativa a fibre di asbesto superiore a25 fibre/ml x anno;- almeno dieci anni di latenza;- fumatori attuali o ex (consumo di almeno 20 pac-chetti/anni);- età superiore a 50 anni;- presenza di anomalie radiologiche o della funzionerespiratoria;- esposizione ad altri cancerogeni professionali.

Imanufatti in amianto non sono pericolosi per il semplicefatto di contenere amianto, ma soltanto quando siano ingrado di rilasciare, nell’ambiente circostante, fibre aerodi-

sperse che possano essere respirate.

L’AMIANTO COMPATTO, non deteriorato, si presenta comemateriale duro e le sue fibre sono fortemente legate tra loro: nondeve essere sbriciolato o ridotto in polvere con attrezzi meccani-ci, come dischi abrasivi, trapani, frese, martelli, ecc.

L’AMIANTO FRIABILE è un materiale facilmente sbriciolabile oriducibile in polvere, con la semplice pressione delle dita o conun lieve strofinio.

I materiali friabili possono facilmente liberare fibre di amianto,per la scarsa coesione interna, se sottoposti a sollecitazioni mec-caniche esterne (pressione manuale, urti, correnti d’aria, infil-trazioni d’acqua, vibrazioni, ecc.) e nel corso di interventi dimanutenzione. Dalla frammentazione del materiale contenenteamianto si liberano le fibre, estremamente sottili e resistenti,che mantengono le loro proprietà chimico-fisiche, con conse-guente pericolosità per l’uomo. Il diametro sempre minore dellefibre libere di amianto permette una lunga permanenza insospensione nell’aria ed una maggiore disponibilità ad essereinalate attraverso la respirazione. Le polveri e fibre di amiantoinalate determinano danni gravi, spesso irreversibili, principal-mente a carico delle vie respiratorie, nelle quali si possono depo-

sitare in modo variabile, secondo il tempo di esposizione, il com-portamento aerodinamico e la respirabilità: asbestosi, placche eversamenti pleurici, cancro polmonare, mesotelioma pleurico operitoneale. L’organismo reagisce alla penetrazione delle fibreattivando i meccanismi di difesa del sistema respiratorio, a livel-lo di trachea, bronchi e polmoni.

La patogenicità dell’amianto è comunque legata alle seguenticaratteristiche: • forma fibrosa, • composizione chimica, • biopersistenza (permanenza nel tessuto biologico). Soltanto le fibre che si deposita-no nel polmone profondo indu-cono la reazione fibrotica pol-monare. Le fibre inalate cronicamente siaccumulano nel tempo, accre-scendo così il rischio di danniper l’organismo (soprattutto glianfiboli). La malattia correlataall’amianto si manifesta anchedopo molti anni dall’esposizionealle sue fibre (dai 10 ai 40 anni).L’abitudine al fumo di sigarettaha effetto sinergico per l’insor-genza tumorale polmonare.

Gli effetti nocivi per la salute

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Nelle Marche ecco gli ‘aventi diritto’

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L’organo che viene colpi-to maggiormente dallepatologie da amianto è

il polmone; l’inalazione di fibredi amianto microscopiche, conlunghezza e diametro dell’ordi-ne dei millesimi di millimetro(micron) può indurre, con dif-ferenti periodi di latenza, pato-logie sia non-tumorali chetumorali. La gravità delle pato-logie da amianto non-tumoralidipende prevalentemente dallaquantità totale di fibre che èstata respirata in relazione alladurata e alla intensità dellaesposizione; la gravità di questemalattie è più alta quando siassociano altri fattori di per séin grado di danneggiare la fun-zionalità respiratoria, ad esem-pio il fumo di tabacco.Le fibre di amianto giunte nelpolmone tendono a depositar-visi e a permanervi per moltianni anche per tutta la vitamanifestando la loro presenza adistanza di molti anni dalla loroinalazione. Le malattie più notee diffuse (non tumorali) sonol’asbestosi polmonare che sipuò manifestare con una tosse

secca a cui si aggiunge “famed’aria” anche per sforzi mode-sti, ma può essere anche asinto-matica specie nelle fasi iniziali.Anche la pleura può essere rag-giunta da fibre che possonodeterminare versamenti pleuri-ci transitori benigni o ispessi-menti fibrosi, le “placche pleu-riche”. La più tipica e temibilepatologia (tumorale) da amian-to è il mesotelioma, che nellamaggior parte insorge a caricodella pleura, può avere untempo di latenza (cioè il tempoche intercorre dalla primaesposizione alla manifestazionedella malattia) di molti annianche decenni. Il fumo ditabacco non ha alcuna influen-za sul rischio di mesotelioma.

L’amianto induce anche tumoripolmonari, di tipo non diversoda quelli indotti da altri agenticancerogeni; i più frequentisono gli adenocarcinomi delpolmone. Il fumo di tabaccomoltiplica il rischio di tumorepolmonare determinato dallasola esposizione ad amianto. Non esiste una terapia specificaper l'asbestosi e non è possibilepertanto una guarigione dellelesioni polmonari: la terapia èessenzialmente mirata a osta-colare le complicanze infettivee a migliorare, nei limiti delpossibile, le capacità respirato-rie. Il decorso dei mesoteliomi èquasi sempre molto rapido,accompagnato da un progressi-vo deterioramento delle condi-zioni generali. Sono possibilidiffusioni del tumore ad altresedi (metastasi) per il passag-gio delle cellule tumorali nelcircolo ematico o linfatico. E’molto importante, specie per itumori polmonari, che la dia-gnosi sia precoce.

Dott.ssa Angela RuschioniResponsabile Servizio Prevenzione e

Sicurezza negli Ambienti di Lavoro

Dalla tosse al mesoteliomaFOCUS | AMIANTO

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La prevenzione delle patologie professionali: il ruolo Asur

Iproblemi relativi all’amianto investono par-ticolarmente i lavoratori. Abbiamo parlatocon chi di lavoro se ne intende: il direttore

regionale Inail, Bruno Adinolfi. “Precisiamoche l’Inail è un ente assicuratore, non si occupadella bonifica dei siti con presenza di amianto.Certifichiamo l’avvenuta esposizione al pericoloe le conseguenze da ciò provocate, corrispon-dendo i benefici previdenziali del caso. A questoproposito, come sancito sia dalla legge 257/92che dal decreto ministeriale del 27/10/2004,ricordiamo che i beneficiari possono esserelavoratori assicurati o meno con l’Inail, cheabbiano svolto la loro attività per almeno 10anni in ambienti con presenza di amianto inconcentrazione superiore a 100 fibre/litro,sulla durata oraria giornaliera prevista dai con-tratti collettivi nazionali di lavoro”. “Dunque -precisa Adinolfi - ai fini del riconoscimento valeuna esposizione precisamente quantificabilecome previsto dalla legge, non una esposizionegenerica. L’accertamento dell’esposizione vienesvolto dalle consulenze tecniche accertamento

rischi e prevenzioni regionali dell’Inail, mentrele certificazioni vengono emesse dalle sedi Inailnel cui territorio sono situati stabilimenti doveil richiedente ha svolto attività lavorativa.Com’è ovvio le citate normative non sono più afini prevenzionali (ndr. l’amianto non può piùessere utilizzato dal 1992) ma a fini previden-ziali e pensionistici, quindi riguardanti certifi-cazioni, pagamenti, indennizzi e attività disostegno. Da ciò consegue anche che i benefi-ciari sono coloro che hanno lavorato esponen-dosi a tali fonti di rischio. Quindi il nostro entenon ha più vere e proprie finalità prevenziona-li, salvo che per le ditte autorizzate alla bonifi-ca. Per le malattie professionali operiamo conenti e associazioni pubbliche e private nellaprevenzione delle patologie da lavoro regionali.L’Inail ha la gestione diretta ed esclusiva delledenunce di malattia professionale, con il conse-guente trattamento economico, sanitario eaddirittura riabilitativo. Insomma siamo pre-senti e attivi nel sostegno ai lavoratori a 360°”.

di Lorenzo Ricci

L’INAIL e i benefici per i lavoratori esposti ad amianto

L’ASUR è molto attentae sensibile alla temati-ca specifica ed impe-

gna notevoli risorse nel campodella prevenzione dalle patolo-gie da amianto. Il ServizioPrevenzione e Sicurezza negliambienti di lavoro ASUR,valuta con attenzione tutti iPiani di bonifica che devonoessere notificati con un preav-viso di trenta giorni ed emetteprescrizioni operative, qualoranecessarie, oltre a effettuarecontrolli ed ispezioni nei can-tieri di lavoro. Annualmentepervengono alla ZT 7 circa200 piani di bonifica. Unaparticolare attenzione vienepoi posta nei confronti dellemalattie professionali daamianto denunciate all’Inail,in special modo nei confrontidei tumori; in questo caso ven-gono attivate inchieste di poli-zia giudiziaria per valutareeventuali responsabilità pena-li collegate ad omissione e vio-lazione della normativa sullaigiene e sicurezza nei luoghi dilavoro tali da poter aver deter-minato la malattia. Un proget-to speciale è dedicato agli “exesposti” all’amianto cioè a chiin passato è stato espostoall’amianto: informa sui rischicollegati all’esposizione al finedi controlli specificiall’Università Politecnica delleMarche, la Clinica di Medicinadel Lavoro (il progetto hariguardato gli ex lavoratori delpalazzo Poste-Ferrovie). Nelterritorio della Zona 7 le pato-logie da amianto derivano dal-l’attività di cantieristica navaledove l’amianto veniva usatonel passato per la coibentazio-ne delle navi in forma friabile.I casi di patologia da amianto(di derivazione cantieristicanavale) nel periodo 2001-2009 sono circa 100 di cuiaccertati 45 (con 23 portatoridi mesotelioma pleurico, 1 dimesotelioma peritoneale, 19 dicarcinoma polmonare e 2 diasbestosi).

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L’amianto è un materialeche negli ultimi decenniha catturato l’attenzio-

ne di molti a causa dei suoieffetti cancerogeni, che colpiva-no, e continuano, purtroppo, acolpire coloro che hanno lavo-rato o vissuto per anni a strettocontatto con questo pericolosometallo. La dannosità di questimateriali, dipende dall’even-tuale rilascio di fibre nell’am-biente e l’inalazione di questeprovoca malattie dell’apparatorespiratorio come asbestosi,carcinoma polmonare e meso-telioma. Nelle Marche abbiamonumerose aziende che assolvo-no questo importante compitoche contribuisce alla salvaguar-dia non solo della salute dei cit-tadini, ma anche dell’ambiente,essendo l’amianto un materialeanche estremamente inquinan-te. Abbiamo contattato alcunedi queste imprese per cercare dicapire come nella nostra regio-ne avvenga lo smaltimento del-l’amianto, quali sono i suoicosti e chi paga questo servizio.Ci siamo rivolti ad alcuneaziende di eccellenza nel setto-re, a cominciare dalla Sogenusdi Moie di Maiolati, l’unicaazienda che ha la capacità difare smaltimento nelle Marchedi cui parliamo nelle pagineseguenti. Oltre a PuntoAmianto di Porto Recanati,Servecologic di CivitanovaMarche e Si.Al diSassocorvaro. Da questeabbiamo appreso alcune infor-mazioni importanti su comenelle Marche si fronteggino iproblemi legati all’inquinamen-to provocato dall’eternit.Innanzitutto le manovre dismaltimento devono avvenirenel rispetto delle direttive CEEche regolano queste operazioni,pertanto tutte le imprese delsettore operano secondo criteristandard. Le procedure piùcomuni per quanto riguarda la

bonifica dell’amianto sono ilconfinamento e l’incapsula-mento con le quali si vuoleimpedire, attraverso tratta-menti particolari, che fibre diquesto materiale si disperdanonell’ambiente. Lo smaltimentoinvece deve avvenire in apposi-te discariche, tramite il seppel-limento e la costante coperturacon terra dei materiali da smal-tire. Aziende come la Sogenus,che svolgono principalmentequesto lavoro, ci hanno riferitoche queste operazioni avvengo-no in totale sicurezza per glioperai, in quanto svolte damacchinari appositi in modo daevitare ogni possibile rischioper la salute del personale.Anche il trasporto dal luogo dirimozione alla discarica deveavvenire nel rispetto dellenorme di sicurezza, per tantol’amianto prima di essere tra-sferito deve essere opportuna-mente isolato, riposto nei mezziper il trasporto e quindi portatoin discarica. Tutte queste pro-cedure sono piuttosto costose,

tuttavia i prezzi sono estrema-mente variabili, a seconda dellaquantità da rimuovere o bonifi-care e del tipo di lavoro da svol-gere. All’incirca il prezzo si aggira sui145 euro alla tonnellata e ilpagamento spetta a chi richiedeil servizio, siano essi enti pub-blici, privati, cittadini o consor-zi. Chiunque sia in possesso distrutture contenenti eternit èresponsabile del suo smalti-mento e deve sopportarne icosti. Nonostante queste con-tromisure, le strutture compo-ste con amianto sono ancoramolte e chi le possiede non le sariconoscere o fa finta di niente acausa del prezzo elevato dellemanovre di rimozione. Se si hail dubbio di possedere qualchemanufatto in amianto, è moltoimportante segnalarlo ad azien-de competenti, come quelle danoi contattate, affinché possa-no riconoscere il problema edeliminarlo prima che questo sitrasformi in un pericolo per lasalute di chiunque.

SmaltiamiantoFOCUS | AMIANTO

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Come eliminare e smaltire il pericoloso metallo nelle MarcheDI GABRIELE FERRETTI

Esistono tre metodi: larimozione, l’incapsula-mento ed il confina-

mento. La rimozione deve essereeffettuata da personale com-petente con le adeguate prote-zioni. L’incapsulamento consistenel trattamento dell’amiantocon prodotti penetranti o rico-prenti che (a seconda del tipodi prodotto usato) tendono adinglobare le fibre di amianto, aripristinare l’aderenza al sup-porto, a costituire una pellico-la di protezione sulla superfi-cie esposta. Costi e tempi del-l’intervento risultano più con-tenuti. Il confinamento consistenell’installazione di una bar-riera a tenuta che separil’amianto dalle aree occupatedell’edificio. Se non vieneassociato ad un trattamentoincapsulante, il rilascio difibre può continuare.

Come posso fare la bonifica?

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Sentiamo parlare del-l’amianto, della necessitàdi bonificare siti dove si

sono prodotti per tanti annimateriali contenenti cemento-amianto noti come “eternit”, perla copertura dei tetti, per lacostruzione di serbatoi, condot-te e tubazioni. Questo materialetanto versatile ed economico, èstato ampiamente utilizzato nelsettore dell’edilizia per moltidecenni.Solo nei primi anni ’90 del seco-lo scorso, si è avuta l’evidenzascientifica che l’amianto chia-mato anche “asbesto” è causadell’ insorgenza di un particola-re tipo di tumore definito“mesotelioma” che colpisce lepleuri e di altre gravi patologiepolmonari. Dal 1992 la Leggeitaliana, oltre ad aver messo unostop definitivo alla produzione

dell’eternit, ha imposto l’obbligodi procedere alle bonifiche deisiti che vedono la presenza diquesti materiali ed il successivosmaltimento in discarica con-trollata con particolari procedu-re di sicurezza. L’amianto ènocivo per la salute dell’uomoper la capacità dei materiali chelo contengono di rilasciare fibrelibere potenzialmente respirabi-li. I più pericolosi sono i mate-riali friabili che possono liberarefibre spontaneamente se sotto-posti a vibrazioni, correntid’aria, infiltrazioni d’acqua o sedanneggiati nel corso di inter-venti di manutenzione. Tuttaviadobbiamo ricordare chel’amianto compatto, invece persua natura, non tende a liberarefibre e diventa pericoloso solo sesegato o abraso. Ai sensi dell’art.12 comma 5 della legge 257/92,

presso le Unità Sanitarie Localiè istituito un registro nel quale èindicata la localizzazione del-l’amianto floccato o in matricefriabile presente negli edifici. Iproprietari degli immobili devo-no comunicare alle AutoritàSanitarie Locali i dati per la pre-senza di tali materiali.Anche l’Ente Pubblico deveprovvedere all’individuazionedella presenza di amianto nellestrutture di propria competen-za. Il vero problema, in questomomento, è la mancata bonificadei siti dove sono presenti ingrande quantità lastre di eternit,che ancora ricoprono edifici digrandi dimensioni, soggettiall’usura del tempo, delle intem-perie con il rischio che questevaste superfici possano liberarefibre di amianto che si disperdo-no nell’aria con il rischio che

possano essere inalate.Ovviamente il rischio aumentacon la quantità ed il tempo diesposizione a tali fibre libere chepossono giungere fino aglialveoli polmonari e provocare legravi patologie di cui abbiamofatto cenno. Tutte le operazioni

Smaltire l’eternit in assoluta sicurezza si puòpresso la Sogenus SpA

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Il dott. Mauro Ragaini, direttore Sogenus S.p.A.

Il processo di smaltimento amiantoinizia dalla raccolta fino alla bonifica in discarica

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di bonifica già eseguite ed incorso di esecuzione, sono realiz-zate da ditte specializzate edautorizzate a questa delicataattività sotto la supervisionedegli organi di controllo prepo-sti. I materiali contenentiamianto, rimossi dal loro sito,con particolari cautele e meto-dologie, quindi vengono oppor-tunamente trattati con prodottipenetranti o ricoprenti che ten-dono ad inglobare le fibre diamianto, costituendo una pelli-cola di protezione sulla superfi-cie esposta.Le lastre di eternit, di normavengono invece confezionatecon teli di plastica molto robustie sigillati con nastro adesivo inmodo da evitare qualunque pos-sibilità di dispersione di fibra.Altri materiali contenentiamianto, tipo terreni o altrimiscugli, vengono confezionati

in sacconi di plastica robusta, atenuta stagna. Queste confezio-ni, chiuse e sigillate in condizio-ni di totale sicurezza, vengonopoi portate nelle discaricheautorizzate allo scopo, per esse-re smaltite senza rischi. NelleMarche questi materiali conte-nenti amianto si possono smal-tire correttamente in condizionedi totale sicurezza per i lavorato-ri e per l’ambiente presso ladiscarica per rifiuti speciali,gestita dalla Sogenus Spa a Moiedi Maiolati Spontini.La Sogenus Spa da molti anni èimpegnata nella più corretta erigorosa gestione di questa par-ticolare tipologia di rifiuti. Tuttele aziende marchigiane specia-lizzate nelle bonifiche di amian-to conferiscono regolarmentequesta tipologia di rifiuti nelrispetto scrupoloso delle dispo-sizioni di legge e delle procedure

gestionali previste dal sistemadi gestione ambientale ISO14001 e qualunque azienda seriao cittadino interessato puòrivolgersi alla Sogenus Spa per ilsuo prezioso servizio a tuteladell’ambiente e della salute dellepersone. Il sito di smaltimentogestito dalla SO.GE.NU.S.S.P.A. dal 2003 è registratoEMAS e la gestione delle attivitàè improntata al massimo rigoree trasparenza. Vogliamo conclu-dere evidenziando che le opera-zioni di bonifica e soprattutto dismaltimento di rifiuti contenen-ti amianto in discarica sono ope-razioni altamente sicure inquanto tali rifiuti non sono nellecondizioni tecniche di rilasciareo disperdere fibre libere perchéconfezionati con plastica e sigil-lati totalmente.Tutti i controlli eseguiti neglianni nell’aria e all’interno delle

macchine operatrici, durante leoperazioni di carico e scarico edi interramento, non hanno maievidenziato presenza di fibrelibere di amianto.I lavoratori comunque indossa-no tutti i dispositivi di protezio-ne individuale a tutela della pro-pria salute. Ogni attenzionemorbosa per i rischi di questeoperazioni di smaltimento sonofrutto di ignoranza o malafede.L’amianto e l’eternit in partico-lare sono pericolosi solo edesclusivamente finché resteran-no sui tetti o nei luoghi sbagliatisoggetti a tutte le intemperie.Essi cessano invece di esserepericolosi solo dopo che saran-no, previa sigillatura, sotterratiper sempre nella discarica con-trollata senza alcun impatto perl’ambiente, tenuto conto che sitratta di un rifiuto sostanzial-mente inerte.

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SOGENUS SPA

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Difficile fare turismooggi? Certamente tantesituazioni non aiutano

ma la crisi che tocca un po’ tuttii settori dell’economia devespingere al massimo impegnoanziché far adagiare istituzionie categorie su di una improdut-tiva rassegnazione. Tra le formedi reazione più positive e frut-tuose per chi opera nel compar-

to vacanze, fra ospitalità edaccoglienza, il Turismo socialeè vincente perché si rivolge afasce mirate, sensibili, dispostee attente a captare, riconosceree quindi valorizzare la qualitàdell’offerta. Proprio noi, nelleMarche, abbiamo allora unacarta in più da giocare. Di que-sto tema si è parlato a lungo nelconvegno nazionale dell’AICS

(Associazione Italiana Cultura eSport) al quale ha partecipatocome relatore la dott.ssa PaolaMichelacci, Cavaliere delLavoro, responsabile dellaFederturismo e nostra espertadi settore.Organizzato ad Ancona, nellabella cornice di Portonovo, dalpresidente marchigiano del-l’Aics Giorgio Sartini, il conve-gno ha posto in evidenza l’utili-tà dello strumento “Buonivacanza” per il turismo socialeche prevede il sostegno delloStato per far accedere al turi-smo “dedicato” le categorie piùdeboli e i loro dipendenti.Oltre al messaggio positivo

emerso in modo forte che insostanza dice: “Vietato pianger-ci addosso”, la puntualizzazio-ne tecnica della Michelacci hasottolineato l’importanza dipresentare sempre l’offertaturistica in modo diverso,modulare, puntando sulla qua-lità “totale”. Ossia non solosulla ricettività locale ma sututto ciò che offre il territoriointorno al luogo di vacanza.“Dobbiamo impegnarci – hadetto la dott.ssa Paola – affin-ché le nostre strutture alber-ghiere diventino un teatro sulcui palco passano eventi di ognitipologia, capaci di accontenta-re le più svariate categorie di

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Il TurismodiventaCultura

Paola Michelacci “L’offerta di qualità

guarda al territorio”

OPINION LEADER | TURISMO SOCIALE

di JULIAN BURNETT

L’intervento della nostra esperta diFederturismo al convegno nazionale Aicsa Portonovo di Ancona

In alto il tavolo di presidenza con la dott.ssa Paola, il conduttore Andrea Carloni e il presidente nazionale AICS Turismo Domenico Sorrentino

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vacanzieri. Dobbiamo in prati-ca lavorare per promuovere efar conoscere le nostre offertecome pacchetti completi chehanno una qualità difficilmenteriproponibile in posti diversi.Ci aiuta in modo efficace pro-prio il territorio, quelle Marchecosì poliedriche e versatili.Occorrono essenzialmente piùconoscenza e più formazione.Due cose legate insieme: nondimentico mai ad esempiocome il paese di Cartocetoabbia presentato il suo prodot-to d’eccellenza, l’olio, a livellointernazionale in un’offerta cul-turale a 360° dove si fa cono-scere il processo di molituracome storia e tradizione, i luo-ghi e l’artigianato, il paesaggioe l’enogastronomia. Insomma,l’eccellenza porta tutto con sé…e la vacanza diventa unmomento culturale di grandefascino.Quindi - afferma la Michelacci -

e la ritengo la cosa più impor-tante, noi dobbiamo convincer-ci a vendere emozioni in formadi vacanza. Non si tratta più diuna vendita commerciale, dob-biamo trasformarla in una ven-dita culturale”. La forza del messaggio unitaall’entusiasmo che semprecaratterizza l’intervento delladott.ssa Paola, ha catalizzato laparte di convegno riservata alcommento degli “addetti ailavori”.A rafforzare tale concetto, ilsindaco di Gabicce MareCorrado Curti (che è ancheassessore al Turismo) ha richia-mato enti e istituzioni a coordi-nare meglio le politiche promo-zionali turistiche sul territoriocon ruoli e competenze chiari econ aperture strategiche ancheinterregionali allargando offer-te e opportunità.Una delle manifestazioni piùriuscite a Gabicce, infatti, non a

caso è stata“Gustopolis”, citataanche dalla stessaMichelacci comeevento che uniscetipicità a tradizione,valorizzando il localee mettendo il territo-rio in rete grazieall’apporto di più par-tners collegati.

OPINION LEADER | TURISMO SOCIALE

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Il turismo sociale è unodei settori specializzatisu cui in tempi di crisi

bisogna puntare di più. Neabbiamo parlato a lungocon la nostra esperta PaolaMichelacchi nelle puntateprecedenti anche per tutte leiniziative e la stessa struttu-ra “dedicata” che il gruppoMichelacci con i suoi 14hotels della catena alber-ghiera sta offrendo a livelloitaliano. Il convegnodell’AICS a Portonovo haintrodotto un nuovo impor-tante strumento a disposi-zione di chi opera nel settoredel turismo sociale: i buonivacanze che introduconouna novità per l’operatorealberghiero a proposito diturismo di qualità, solidale esostenibile, finalizzato allacrescita, all’arricchimento ealla valorizzazione sociale eculturale di chi da unavacanza desidera ottenereanche un momento culturaledi alto livello. A questo pro-

posito il convegno ha appro-fondito con vari esperti disettore provenienti datutt’Italia tali concetti.Anzitutto il presidentenazionale dell’Aics TurismoDomenico Sorrentino hasottolineato il vantaggio deibuoni vacanza con il contri-buto dello Stato per la possi-bilità di prenotare in diverselocalità al mare, in monta-gna, ai laghi o in localitàtermali, purchè non inperiodo di alta stagione. Ivantaggi sono soprattuttoper i cittadini italiani conreddito limitato, fatti appo-sta per poter garantire atutti una vacanza c0munqueall’altezza del divertimento edel relax e, in ogni caso,senza sorprese.Gli elementi che connotanola domanda turistica, oggi,come è emerso dagli inter-venti al convegno degliesperti provenienti da tuttele regioni, Puglia, Sardegna,Lombardia, Trentino e

Friuli Venezia Giulia intesta, sono sempre più con-traddistinti dalla ricerca diautenticità. Ad attiraresoprattutto il vacanziere - elo ha anche sottolineato nelsuo intervento la dott.ssaPaola Michelacci - sono nonpiù una caratteristica parti-colare del luogo o dellastruttura, quanto l’insiemedelle “autenticità” legate alterritorio come qualità dellacucina e prodotti tipici,genuinità e tradizione, siste-ma e reti dell’ospitalità, edelle attrattive culturali eartistiche che contribuisco-no a potenziare suggestionie buon ricordo.Tutto questo costituisce il“pacchetto vincente” da pro-muovere per viaggi cultura-li e gastronomici come sti-molo a visitare un territorioe a conoscerlo ancor primadi scegliere una semplicevacanza. In questo le nostreMarche hanno davverotanto da dire.

La terra delle autenticitàPer un visitatore esigente ed attento, occorrono pacchetti turistici completi, culturalmente coinvolgenti

La qualità turistica si misura ormai sullacapacità di far entrare l’ospite in sintonia con i luoghi della vacanza

Il Grand Hotel Michelacci di Gabicce Mare

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Il Sistema Sanitario Italianosi è sviluppato fortementenell’ultimo decennio e

molte sono state le ProfessioniSanitarie che hanno acquisitosempre maggior indipendenzae importanza al suo interno.Una di queste è la figura dellogopedista, che svolge la pro-pria attività nella prevenzione,valutazione e trattamento riabi-litativo delle patologie dellavoce,del linguaggio e dellacomunicazione in età evolutiva,adulta e geriatrica. Ne abbiamoparlato con la Presidentedell’A.N.L. (AssociazioneNazionale Logopedisti), ladott.ssa Alessandra Renzi.Dottoressa Renzi, chi è illogopedista?“Il logopedista è unProfessionista Sanitario che sioccupa di tutti i tipi di disabili-tà comunicative, linguistiche ecognitive e lavora all’interno diequipe multidisciplinari, conmedici, psicologi, fisioterapisti,terapisti della neuropsicomo-tricità ed altri professionistisanitari per l’individuazione eil superamento del bisogno disalute dell’utente. Il recentequadro normativo avvenuto nelnostro paese, ha assegnato alleProfessioni Sanitarie (tra cui lanostra), autonomia e responsa-bilità nella gestione clinicadella presa in carico del pazien-

te che tenga conto della qualitàdella terapia, con parametri diefficacia/efficienza e che con-sentano di mantenere la qualitàdell’esercizio professionale. Ciòpresuppone che l’operatoredebba possedere conoscenzespecifiche teoriche ed esperien-ziali, con le quali saper prende-re delle decisioni che realizza inmodo competente ed efficace atutela della Salute. In un ambi-to generale il buon risultato diogni intervento sanitario appa-re condizionato in modo sem-

pre crescente dalla capacità dilavorare efficacemente in squa-dra. Il lavoro del logopedista èdiventato, nel corso degli anni,sempre più ampio e complesso,poiché le problematiche seguitesono sempre più varie e artico-late, sia per quanto riguarda lasfera dei bambini, sia per quan-to concerne adulti e anziani. Alivello locale, come a livellonazionale, si sta assistendo aduna sempre maggiore richiestadi intervento logopedico, siaper una crescente sensibilitàverso i problemi della comuni-cazione, sia per la presenza dipatologie emergenti ,nonnecessariamente legate adhandicap”. Il lavoro del logopedistanon è molto conosciuto…“Si, purtroppo ancora non tuttici conoscono,ma negli ultimianni, dati alla mano, si è verifi-cato un continuo aumento dirichieste di intervento logope-

dico, a cui non sempre si riescea dare risposte, giuste almomento giusto, presso leStrutture Pubbliche e PrivateConvenzionate della nostraRegione per scarsità di risorsedi strutture e di personale.Inoltre, sia a livello Nazionaleche Regionale nell’ultimo ven-tennio c’è stata una rivoluzionedemografica con l’allungamen-to della vita media. Questa tra-sformazione va affrontata emonitorata per pianificare lerisorse e l’offerta dei servizi diassistenza che dovranno tenereconto di questo radicale cam-biamento. L’AssociazioneNazionale Logopedisti Marcheormai da diversi anni ha richie-sto di attivare presso la RegioneMarche (Università di Ancona)un corso di Laurea di 1° livelloin Logopedia per creareProfessionisti qualificati a darerisposte ai Cittadini e al lorodiritto di Salute e mettere fine

A voce alta...scopriamo la professione

del Logopedista

PROFESSIONISTI DELLA SALUTE | LOGOPEDISTA

DI PAOLA SIRIANNI

Il logopedista si occupa di persone con disturbi foniatrici(disfonia, disfagia, disartria e deglutizione atipica, labiopa-latoschisi, disodie, difficoltà di linguaggio legati alla sordità,

balbuzie), disturbi neuropsicologici (afasie, aprassia, agnosia,ritardi di sviluppo del linguaggio, disturbi fonologici, disturbidell'apprendimento, ritardi mentali, disturbi dell'attenzione),disturbi neurocomportamentali (causati da traumi cranici,eventi patologici cerebrali, autismo, demenza).

I PROBLEMI CHE IL LOGOPEDISTA PUO’ RISOLVERE

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alle situazioni di abusivismoprofessionale molto diffuso nelnostro territorio. La Regionepur conoscendo il fabbisognoregionale, non ha però ancoraattivato questo corso di laurea”. A tal proposito, che tipi diproblemi vengono trattatidal logopedista?“Come ho già detto, oggi sonovari gli ambiti di intervento delLogopedista ma, se pensiamoagli anni ’60 in cui la nostraprofessione si diffuse in Italia ,le problematiche trattateriguardavano soprattutto quel-le legate ai bambini sordi e illogopedista faceva riferimento,per lo più a compiti e mansioniche gli venivano assegnati.Oggi, al contrario, il logopedi-sta segue ambiti definiti di atti-vità e la sua competenza corri-sponde alla sua autonomia eresponsabilità, sempre crescen-te; in particolare ci occupiamodi disturbi fonologici; ritardi dilinguaggio; balbuzie; disturbidell’apprendimento; disfonie;ritardi cognitivi, sordità, deglu-tizione atipica; disfagia, afasia,disfasia, disartria e di altri pro-blemi di comunicazione specifi-ci delle immigrazioni. Tutto ciòsempre in equipe formate dafisioterapisti, terapisti dellaneurospicomotricità, medici,psicologi e assistenti sociali,che garantiscono un’assistenzacompleta per il soggetto. Leterapie per adulti sono inoltrein costante aumento per larichiesta di intervento logope-dico in particolar modo per lemalattie neurologiche come:Ictus, malattie croniche dege-nerative come Parkinson deficit

quali l’afasia, la disartria, ladisfagia e ma anche per unnumero sempre crescente ditraumi cranici in seguito adincidenti stradali. Queste sonosolo alcune delle cause che pos-sono essere responsabili di unadifficoltà nelle funzioni orali,negli aspetti comunicativi ocognitivo-linguistici”.L’ANL, di cui è presidentedal 2003, di cosa si occu-pa?“L’Associazione NazionaleLogopedisti è nata nelleMarche nel 1975, sotto la presi-denza di Giuseppe Pandolfi,che insieme ad alcuni logopedi-sti (allora veramente pochi) havoluto unirsi in un gruppoassociativo con la voglia di cre-scere sia nel sapere che nell’agi-re professionale, e con il fortedesiderio di autonomia manello stesso tempo di collabora-zione con altri esperti del setto-re. Ed è proprio questa voglia dicrescere che ci ha permesso,prima con l’ANL e poi dal 1989con la FLI( con la quale siamofederati), di raggiungere moltiobiettivi, non solo legislativi maanche di studi e di ricercascientifica… E’ stato propriograzie al loro contributo cheanche le Associazioni Regionalisono riuscite a crescere, a farvalere i loro diritti all’internodelle Regioni seppure con gros-se difficoltà e momenti di ten-sione. Anche nella nostra realtàregionale, si cominciano adassaporare i primi frutti dei tra-guardi raggiunti a livelloNazionale ma ancora moltiostacoli sono da superaresoprattutto nella partecipazio-

ne dell’Associazione ai tavoli distudio regionali”.Il 6 Marzo scorso è stata la“Giornata Europea dellaLogopedia - A voce alta”:perché questo evento? “Per sensibilizzare l’opinionepubblica riguardo i problemidella comunicazione verbale enon verbale, si è istituita daqualche anno questa giornataeuropea che, quest’anno, haaffrontato il tema della voce. InOttobre seguirà un convegnosui problemi della voce inambito otorino e il 6 Marzoabbiamo avuto un’importanteanticipazione di questo argo-mento, molto vicino a tutti noi.L’iniziativa della giornata euro-pea è nata per diffondere tra icittadini conoscenze ed infor-mazioni sui disturbi dellacomunicazione e sulla loro pre-venzione; in particolare, que-st’anno i disturbi legati allavoce, che sono caratterizzati dauna cattiva qualità del suonoprodotto (voce rauca, soffiata,debole, incostante fino all’afo-nia, la completa mancanza divoce). Questi disturbi, che col-piscono circa il 5-10% dellapopolazione ed in particolaregli “addetti ai lavori”, si posso-

no prevenire o migliorare conun’adeguata informazione:rivolgendosi al foniatra oall’otorinolaringoiatra, infatti,si può effettuare un esame dilaringoscopia per individuarel’entità del problema e poi,eventualmente iniziare con illogopedista l’opportuno tratta-mento rieducativo o un coun-selling di igiene vocale”.

PROFESSIONISTI DELLA SALUTE | LOGOPEDISTA

Evitare di fumareNon urlare

Evitare di parlare durante sforzi fisiciMantenere una buona idratazione delle

mucose, bevendo moltoUmidificare gli ambienti

Non parlare in ambienti rumorosiEvitare di parlare lontani dal proprio

interlocutoreUsare sistemi di amplificazione,

quando si parla in pubblicoIn caso di raffreddamento,

limitare l’uso della voceEvitare fenomeni di acidità digestivacausa di irritazione delle corde vocaliNo ai cambi repentini di temperatura

Come mantenere una voce sana

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Dott.ssa Alessandra [email protected]

ANL Marche

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In seguito alla GIORNATAMONDIALE DEL RENE ildirigente del Servizio Sanità

della Regione Marche CarmineRuta ha presentato i risultatidell’organizzazione e dell’attivi-tà della donazione e del tra-pianto nelle Marche.“Nell’anno 2009, alla luce del-l’impegno regionale, del grandeattivismo del centro RegionaleTrapianti e del suo direttoreDuilio Testasecca, della profes-sionalità dei chirurghi trapian-tatori, nonchè della fattiva col-laborazione dei Coordinatorilocali del settore, la RegioneMarche ha ottenuto una elevataperformance sia nell’ambito delprocurement di organi, sia nel-l’ambito trapiantologico” leparole di Ruta. Una tendenzache nel 2010 si sta conferman-do, lasciando ben sperare nella

continuità e confer-ma della raggiuntamaturità tecnolo-

gica, etica e dit rasparenza ,

nel livellod’esperien-

za del-l ’ i n -tero

sistema e della rete che si ècreata. Tutti fattori che ci pon-gono sia per donazione che pertrapianti senz’altro ai verticinazionali. “Il trapianto di orga-ni e tessuti rappresenta oggi-giorno una efficace pratica tera-peutica con validità clinica,sociale ed economica - ha affer-mato Duilio Testasecca - Lasostituzione di un organoammalato con uno sano costi-tuisce per molti pazienti, comenel caso dei trapianti salvavita(cuore, fegato, polmone) l’unicapossibilità di sopravvivenza, eper altri, come nel trapianto delrene, determina un migliora-mento della qualità della vita”.Il processo donazione-trapian-to nella Regione Marche hapreso avvio quasi 20 anni facon le prime donazioni di orga-ni presso l’Ospedale Umberto Idi Ancona, ma il vero salto diqualità si è avuto con PianoSanitario Regionale 2007-2009dove è stata riconosciuta conpuntualità l’attività in parola esono state poste le basi per unosviluppo organico significativo.

DONAZIONIPer quanto attiene la donazione

multiorgano la regione è secon-da solo alla Toscana: i 56 dona-tori procurati hanno determi-nato un tasso di donazione del36,1 p.m.p., del 33,5 p.m.p. didonatori effettivi e del 32,2p.m.p. di donatori utilizzati.Risultati che collocano leMarche sempre tra le primetre/quattro regioni italiane.Si è registrato altresì un signifi-cativo calo delle opposizioniall’atto della donazione, pas-sando dal 36,2% del 2008 al25,8% del 2009. Ottimi i risul-tati segnalati dal direttorePietro Torresan anche per ilsettore raccolta cornee: laBanca degli occhi di Fabrianoha infatti raccolto nel 2009 n.451 cornee, con aumento del23,90% rispetto al 2008.

TRAPIANTIEccellenti performance poi perquanto attiene l’attività tra-piantologica: nell’anno 2009sono stati effettuati 89 trapian-ti (46 di fegato, 41 di rene e 2rene + pancreas).A fianco di questi dati quantita-tivi va sottolineato il dato quali-tativo di detta attività dove leMarche, come dimostrato dai

follow up sui pazienti trapian-tati, ottengono risultati supe-riori alla media nazionale siaper la durata di vita dell’organoche del paziente. La qualità delCentro Trapianti della AziendaOspedali Riuniti Ancona, di cuiha riferito il direttore AndreaRisaliti, ha prodotto altresì unaumento delle liste di attesacon capacità di attrazione sulleRegioni limitrofe (esempio n.169 soggetti in lista di attesaper trapianto di rene di cui n. 77extraregione). Sul trapianto direne, altra eccellenza marchi-giana, ha riferito poi il direttoreGiovanni Frascà dell’Unità ope-rativa di Nefrologia e dialisidell’Azienda Ospedali Riuniti diAncona.

In continua crescita anche leattività di formazione ed infor-mazione, realizzate queste incollaborazione con l’AIDOMarche il cui presidente regio-nale Norberto Marotta ha rac-comandato maggiore parteci-pazione da tutte le Asur regio-nali e con l’ANED di cui ha par-lato il vicedirettore LambertoSerpilli.

Riccardo Milani

Donazione e trapianto:l’eccellenza nel numeroe nella qualità organizzativa

MEDICINA |

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Andrea Risaliti, direttore Trapianti ad Ancona, Carmine Ruta, direttore del Servizio Salute della Regione, Duilio�T estasecca, direttore del Centro Regionale Trapianti, Giovanni Frascà, direttore dellUnità Operativa di Nefrologiae Dialisi degli Ospedali Riuniti di Ancona e Pietro Torresan, direttore della banca degli occhi di Fabriano

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La rete della MedicinaMolecolare traghetterà ilsistema salute della regio-

ne dalla tradizionale medicinapreventiva alla piena attuazio-ne di una medicina predittiva,dalla terapia per organo allaterapia molecolare, con innega-bili benefici in termini di salutedel cittadino che mantenendocorretti stili di vita, una sanaalimentazione, attività sportivaanche medicalmente assistita,potrà avere la piena promozio-ne della sviluppo organico,fisiologico e cerebrale. In pocheparole la Medicina Molecolarepermette un passo avanti versouna medicina personalizzata.E’ in questa logica che la Giuntaregionale ha voluto deliberarela costituzione della “ReteRegionale della MedicinaMolecolare”, che consentiràattraverso una forte azione dicoordinamento delle strutturetecniche già presenti ed ilcostante confronto con le realtàpiù avanzate nel sistema sani-tario e della ricerca nazionale,l’eccellenza delle prestazionidiagnostiche e terapeutiche piùavanzate. “La rete regionale -ha dichiarato il direttore delServizio Sanità della Regione,Carmine Ruta - superando iproblemi della frammentazione

dell’offerta diagnostica sul ter-ritorio, garantendo lo sviluppoomogeneo, la standardizzazio-ne delle metodologie utilizzate,il pieno allineamento tra l’areadella ricerca e l’area di applica-zione clinica ed infine lo svilup-po di un programma formativointegrato e univoco per i tecnicidi laboratori ed i clinici, rende-rà tale settore pienamente ade-guato ad un sistema sanitario

in linea con la medicina piùavanzata migliorando l’interosistema sanitario marchigiano.Non solo: lo sviluppo di talesettore - sottolinea Ruta - siripercuoterà sull’intero sistemaregionale facendo delle Marcheuna regione leader del settore eattirando investimenti chepotrebbero trainare lo sviluppoeconomico e creare nuove real-tà imprenditoriali nella

Regione Marche. “E’ una sceltaimportante della giunta regio-nale - ha detto Gian MarioSpacca - che conferma la pienavolontà, ora che la nostraSanità ha i conti in ordine, diinvestire per l’innovazione e latecnologia migliorando in reteil nostro sistema sociosanita-rio”. “Le tecniche d’avanguar-dia e l’innovazione permettonoalla ricerca scientifica - ha dettoil Rettore della Politecnica delleMarche Marco Pacetti - imme-diate ricadute sulla salute deicittadini”. “Così possiamo subi-to diventare operativi – hannosottolineato il direttore dellaClinica Medica UniversitariaArmando Gabrielli, StefanoCascinu, direttore OncologiaMedica e Antonio Procopiodirettore Patologia molecolaredell’Università Politecnica delleMarche – La riclassificazionedelle patologie coinvolgerà pre-sto tutte le aree della medicinapermettendo passi avanti deci-sivi nelle terapie riconoscendole diversità delle malattie e per-sonalizzando sempre più lecure”.

Medicina Molecolare, la sfida è nelle Marche

MEDICINA | REGIONE MARCHE

La Medicina Molecolare ci porta verso lapersonalizzazione della terapia. Un grandepasso avanti anche nel passaggio dalla pre-

venzione alla predizione, il che significa arrivarea diagnosticare in anticipo la possibile insorgen-za di una malattia “a distanza” di generazioni,solo avendo come database tutte le informazio-ni di una famiglia, dai nonni ai genitori, fino aifigli e i nipoti. Ma non è facile capire come ciòpuò avvenire: abbiamo allora chiesto spiegazio-ni terra terra, con un linguaggio fatto di esempi,ai nostri luminari della medicina, presenti allaconferenza stampa in Regione. Per prima cosaoccorre sapere che se parliamo di tumore (neo-plasie) esistono diversi tipologie: in pratica nontutti i tumori sono uguali. E non si dovrebberocurare quindi allo stesso modo. Prendiamo ad

esempio una delle patologie più diffuse: il tumo-re alla mammella. Oggi, nelle Marche e grazieall’impiego già possibile della diagnostica cheimpiega la tecnologia molecolare, siamo arrivatia riconoscere e classificare 4 tipologie diverse ditumore alla mammella. Quindi, poi, se appli-chiamo tale conoscenza alla banca dati che hagià “la storia” del paziente malato, possiamoarrivare ad una personalizzazione della terapia,con cure mirate e differenziate da soggetto asoggetto. Questo è il futuro della Medicina. Egrazie all’impiego sempre più aggiornato e inno-vativo di metodi come quello molecolare, sipotrà in un futuro non tanto lontano a ricono-scere e classificare molti più “tipi” di neoplasie edunque a curarli meglio. E ciò riguarda anchealtre patologie, non solo i tumori.

Ma il molecolare, a che serve?

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Carmine Ruta, direttore del Servizio Salute della Regione, Gian Mario Spacca e Marco Pacetti, Rettoredell’Università Politecnica delle Marche

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Con il progredire dell’in-vecchiamento, le cadutee la paura di cadere

costituiscono problematicheche influiscono sulla qualitàdella vita degli anziani e sullaloro autonomia, spesso inmaniera irreversibile. La cadu-ta rappresenta un importanteostacolo alla mobilità dell’an-ziano, sia dal punto di vistadello stato di salute sia perquanto riguarda la partecipa-zione alla vita sociale, che nerisulta severamente compro-messa. Si è infatti stimato che il feno-meno delle cadute riguardacirca il 30% delle personeanziane che vivono in casa pro-pria, con percentuali maggiorinegli anziani con più di 80 annidi età. Il progetto EuropeoSMILING (Self MobilityImprovement in the eLderly bycounteractING falls) ha comeobiettivo principale proprio lariduzione delle cadute dovute alnaturale deterioramento cogni-tivo e fisico, a cui gli individuivanno incontro con l’età. A partire dal 1° gennaio 2008,l’Inrca ha coordinato con suc-cesso il consorzio SMILING,composto da altri dieci benefi-ciari provenienti da cinquenazioni europee (Svizzera,Slovacchia, Regno Unito,

Olanda) e Israele. “La natura multidisciplinaredel progetto - ci spiega ladott.ssa Fiorella Marcellini,coordinatrice del progetto -offre la possibilità di una rior-ganizzazione dell’intero proces-so di riabilitazione negli anzia-ni, attraverso nuove proceduredi training e avanzate tecnolo-gie informatiche (ICT). In par-ticolare, il coinvolgimento diunità ospedaliere di riabilita-zione, centri di ricerca psico-sociale, biomedica e fisioterapi-

ca ed esperti nel campo dell’in-gegneria meccanica, elettronicaed informatica, ha permesso losviluppo del sistema che, asso-ciato ad un training personaliz-zato, aiuterà l’anziano a preve-nire il rischio di caduta”. Il sistema SMILING consiste inun ausilio tecnologico portatile,che viene posizionato sotto lescarpe dell’anziano, durante unallenamento seguito da fisiote-rapisti specializzati. Tale dispo-sitivo, attraverso l’emissione diperturbazioni casuali che modi-ficano la superficie d’appoggio,è in grado di allenare i pazientia rispondere prontamente incaso di cadute accidentali e diriabilitare coloro che sonocaduti. Tre sono i componenti checostituiscono il sistema SMI-LING:• un piccolo dispositivo da

applicare sotto la scarpa(SMILING shoe) che, duran-te gli esercizi, produrrà cam-biamenti casuali nella suola,riguardanti l’altezza e l’incli-nazione nel rispetto di para-

Ecco la scarpaper non cadere!

PROGETTO SMILING | INRCA

INRCA Coordinatore Istituto Nazionale

Riposo Cura Anzianiwww.inrca.it

BDM-USTRATHUniversity of Strathclyde

www.strath.ac.ukTUKE

Technical University of Kosicewww.tuke.sk

SOM Step of mindwww.stepofmind.com

UNIBOUniversità di Bologna

Alma Mater Studiorumwww.unibo.it

IMEC-NLStichting Imec-NL

www.holstcentre.comABACUS AB.Acus Srl.www.ab-acus.com

EPFLEcole Polytechnique

Fèdèrale de Lausannewww.epfl.ch

CHUVCentre Hospitelier

Univeristarie Vaudoiswww.chuv.ch

MISHANMercaz Mishan Ltdwww.mishan.co.il

GCKOSICEGeriatric Center Kosice

www.gckosice.sk

I partnersdel progetto

ANCONAINRCA 16 aprile 2010VENEZIA17° Congresso ESPRM24 Maggio 2010BRUXELLESICT 27-29 settembre 2010

Dove verrà presentato il prototipo

Il progetto Smiling prevede

la costruzione di un dispositivo

controllato in maniera

computerizzata, che il soggetto

indossa sotto lasuola delle scarpe

SMILING è rivolto agli anziani a rischio di caduta che necessitano di un programma di riabilitazione per migliorare la propria abilità nel camminare

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metri di sicurezza;• un piccolo sensore (simile ad

una scatola di fiammiferi) daapplicare sul retro della scar-pa per la registrazione e l’in-vio dei dati rilevati durantegli esercizi;

• un’unità di controllo, similead un telecomando, per lapersonalizzazione del trai-ning, che include una memo-ria di dati e un’interfacciadell’utente per l’interattivitàdel training motorio.

In seguito allo sviluppo delsistema SMILING, il progettoprevede la validazione del pro-totipo su potenziali utenti: a talfine sono stati reclutati volonta-ri anziani in quattro nazioni, tracui Italia (Inrca), Slovacchia,Svizzera e Israele, per i quali èstato predisposto un trainingpersonalizzato con il sistemaSMILING, presso i centri coin-volti. “La validazione di SMILING –continua la dott.ssa Marcellinidell’Inrca - prevede otto setti-mane di training, di cui quattroeffettuate con il sistema SMI-LING e quattro con il sistemanon attivo, come controllo. Lesessioni di allenamento presen-tano gradi di difficoltà crescen-te, in relazione alle capacitàacquisite di volta in volta dal-l’anziano. I pazienti verrannotestati tre volte, all’inizio,durante e alla fine del training.In particolare, l’aumento dellavelocità dell’andatura è il para-metro principale su cui valutareil miglioramento ottenuto conquesto sistema. Altri parametridell’andatura, dello stato fun-zionale e psicologico sarannostudiati, con particolare atten-zione all’accettazione dellenuove tecnologie da parte deglianziani”.In termini operativi, gli obietti-vi che si intendono raggiungereal termine del progetto sono:1) implementare un nuovo

sistema di training in camporiabilitativo per gli anziani,utilizzabile all’interno dicentri sanitari e palestre diriabilitazione;

2) costruire e sviluppare unprototipo non invasivo ecomputerizzato per combat-tere e prevenire la tendenzaa cadere degli anziani;

3) sviluppare un algoritmo peril training che si adatti aibisogni specifici degli utentifinali;

4) testare il prototipo e l’algo-ritmo in reali condizionid’uso.

La rilevanza del progetto SMI-LING risiede nella promozionedel valore della mobilità, intesacome libertà, flessibilità e auto-nomia per tutte le persone, spe-cialmente per gli anziani arischio di caduta, in quantoaffetti da un particolare com-portamento motorio, chepotrebbe limitarne la parteci-pazione alla vita sociale.

PROGETTO SMILING | INRCA

Si è svolta all’Inrca diAncona la cerimonia diintitolazione dell’Unità di

Medicina Riabilitativa delPresidio Inrca di Ancona aldott. Pasquale Pace, già pri-mario fisiatra del reparto,mancato nell’ottobre 2008. Ildott. Pace è stato ricordato daAntonio Aprile, direttoregenerale Inrca e da DavideFletzer, presidente della SIM-

FER, l’organizzazione scienti-fica dei fisiatri italiani, sottoli-neando le doti professionali edumane del professionista trop-po prematuramente scompar-so. Al caro ricordo si sonoassociati gli infermieri ed ifisioterapisti del servizio diriabilitazione e il dott. OrianoMercante, successore del dott.Pace alla guida della riabilita-zione dell’Inrca.

Intitolata al dott. Pasquale Pace l’Unità di Medicina Riabilitativa

senzaetà |23

La ricerca che ha condotto aquesti risultati è stata finan-ziata dall’ EuropeanCommunity's SeventhFramework Programme(FP7/2007-2013) sotto grantagreement n° 215493.“The research leading to theseresults has received fundingfrom the EuropeanCommunity's SeventhFramework Programme(FP7/2007-2013) under grantagreement n°215493”

A sinistra in alto l’ausilio SMILING shoe che viene posizionato sotto le scarpe dell’anziano durante un allenamento fisioterapico. In alto un operatore durante la terapia riabilitativa.Sotto l’unità di controllo.

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L’Inrca ha inaugurato il‘Centro RicercheMetaboliche sul

Diabete e gli Alimenti’. “L’UnitàOperativa MalattieMetaboliche e Diabetologia -afferma Antonio Aprile, diret-tore generale Inrca - è un cen-tro polifunzionale con dei servi-zi di eccellenza come il dayhospital diabetologico, un labo-ratorio interno, una sala di fit-ness metabolico, un centro didiabetologia e un centro obesi-tà”. I servizi offerti rappresen-tano anche un punto di incon-tro sia per la ricerca biomedicache per l’industria farmaceuti-ca, coinvolgendo investitorinazionali e stranieri allo scopodi promuovere nuove applica-zioni di sviluppo clinico. “Lanuova struttura - continua ilprof. Ivano Testa, direttoredell’Unità Operativa - consenteun’osservazione lunga neltempo ed è dotata sia di letti

per la degenza giornaliera chedi postazioni per il prelievo diavanguardia per scopi clinico-terapeutici e di ricerca. I testdinamici rappresentano un’ec-cellenza della struttura inquanto consentono una valuta-zione molto precisa dei livelliglicemici, alla base delle disfun-zioni provocate dal diabete”.Nella struttura collaboranomedici, biologi, chimici, laurea-ti in scienze infermieristiche,dietologiche e tecniche di labo-ratorio e personale specialisticonon laureato. La ricerca è effet-tuata in forma integrata tral’area clinico-assistenziale e diricerca; le linee di ricerca sonofocalizzate sullo studio deidisturbi del metabolismo nel-l’anziano legati all’insulino-resistenza quali la disglicemia.La sindrome metabolica e ildiabete mellito di tipo 2 e le suecomplicanze. Alle prestazioni ipazienti possono accedere su

indicazioni del medi-co curante, di altrispecialisti, degli altricentri antidiabetici edelle Aziende sanita-rie pubbliche dellaregione. L’Unità for-nisce consulenza cli-nico-specialistica escientifica ai medici diMedicina Generale.

r.m.

RICERCA | INRCA

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Il metabolismo nella terza età: clinica,ricerca e nuove terapie

Uno stile divita sano è più

efficace deifarmaci

Uno studio pubblicato sulla rivista New England Journal of Medicine demolisce la tesi secondocui, utilizzare medicinali che abbassano il livello di zuccheri nel sangue e tengano sotto con-trollo la pressione, sia un buon modo per evitare che una persona a rischio sviluppi il diabe-

te. Rury Holman, direttore della Diabetes Trials Unit della University of Oxford (GB) insieme al suoteam ha voluto verificare se l’utilizzo di antipertensivi o di medicinali che abbassano il glucosio nelsangue potesse servire a scongiurare il rischio di dover fare i conti con la malattia vera e propria, inquesto gruppo di persone. Dalle analisi è emerso che non esiste alcuna differenza sostanziale fra ipazienti in cura con questi prodotti e quelli che assumono un placebo. All’interno del gruppo un terzodelle persone sviluppa comunque il diabete entro cinque anni. Risultati molto migliori, assicurano gliesperti, si raggiungono adottando uno stile di vita sano, ad esempio perdendo il 5% del proprio pesocorporeo, se si è afflitti da chili di troppo o da vera e propria obesità.

Il prof. Ivano Testa, direttore Unità Operativa Malattie Metaboliche eDiabetologia dell’Inrca insieme ad Antonio Aprile. Sotto il prof. VilbertoStocchi, preside della Facoltà di Scienze Motorie all’Università di Urbino eil prof. Giampaolo Littaru, dipartimento Biologia Genetica dell’UniversitàPolitecnica delle Marche

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Chi ha subito un danno aicentri cerebrali deputatialla formazione del lin-

guaggio deve cantare, perchéciò aiuta a recuperare la parola:questa tesi è sostenuta dal neu-rologo Gottfried Schlaug delBeth Israel Deaconess MedicalCenter e dell’Harvard MedicalSchool di Boston (USA). In ter-mini più tecnici, cantando ilcervello riuscirebbe a “ricablar-si”, dando la possibilità alpaziente colpito da ictus direcuperare la parola. I ricerca-tori del team hanno scopertoche i pazienti con danni cere-brali dovuti a ictus, non più ingrado di parlare, erano peròancora capaci di cantare: ilcanto coinvolge infatti dellearee cerebrali differenti daquelle utilizzate nel linguaggio.Se a causa dell’ictus, dunque,nel cervello risulta danneggiatal’area deputata alla formazionedei discorsi, i pazienti possonore-imparare a parlare attraver-so il canto.Schlaug a Boston ha fondato unlaboratorio per sperimentarel’uso della musica nella curadelle malattie neurologiche, e sioccupa in particolare deipazienti colpiti da ictus. Daanni tale laboratorio studia gliaspetti percettivi e cognitivi deiprocessi di acquisizione musi-cale, per identificare quali sti-moli vengano offerti al cervellodal ritmo e dalla melodia indi-pendentemente dalla presenzadi una lesione cerebrale.All’incontro coi colleghiall’AAAS, Schlaug ha portatodiversi filmati di pazienti colpi-ti da questo tipo di problemaalle prese con quella che lui hachiamato Music IntonationTheraphy (terapia di intonazio-ne vocale).Tra questi, ha mostrato adesempio un suo paziente che a

causa di un ictus non era ingrado di pronunciare le paroledella canzone “HappyBirthday” (buon compleanno),ma poteva cantarla con l’aiutodi una persona che gli tambu-rellava sulla mano sinistra ilritmo della canzoncina. In altrivideo si vedevano persone cheanalogamente a questo casonon riuscivano a parlare mapotevano cantare semplici frasi,come “ho sete” o il proprio indi-rizzo di residenza.Secondo Schlaug la musica èun’esperienza multisensorialeche attiva simultaneamentenumerose regioni del cervello e

le mette in contatto tra loro:battere il ritmo sulla mano delpaziente serve da pace makerper il sistema di articolazionedella parola che ha sede nel cer-vello. Schlaug ha spiegato cheun suo trial clinico ha dimo-strato, attraverso l’utilizzo dellarisonanza magnetica funziona-le per immagini, come il cervel-lo risponda alla terapia di into-nazione melodica: il cervello dipersone in cui risulta danneg-giato l’emisfero sinistro rispon-de con modificazioni funzionalie strutturali nell’emisfero con-trolaterale.tratto da www.giobbe.net

La depressione colpisce il 15% del totaledella popolazione anziana in Italia. Afronte della rilevanza epidemiologica è

riconosciuta nella metà dei casi, poiché nelpaziente anziano prevalgono i sintomi somatici,poiché il medico e i familiari sottostimano ilproblema e poiché l’umore depresso viene vistocome inevitabile conseguenza del progressivoinvecchiamento.Nell’anziano quasi mai la depressione si mani-festa in maniera isolata, essa in realtà è spessoassociata ad altre patologie quali soprattutto lecerebrovascolari, la cardiopatia ischemica, lademenza, le neoplasie, ecc. L’associazione trastato di salute e depressione non è un mero datostatistico, ma è il risultato di un complesso rap-porto bidirezionale causa-effetto.Molti studi hanno dimostrato in passato che nelpaziente anziano esiste una stretta correlazionefra depressione e rispettivamente, cardiopatiaischemica, infarto del miocardio, scompensocardiaco. La depressione dell’umore risultaquindi una nemica del sistema cardiovascolaredell’anziano.Ad avvalorare questa tesi uno studio americanosecondo cui le persone che beneficiano di unapredisposizione all’ottimismo e si dichiaranofelici hanno meno probabilità di ammalarsi dipatologie cardiache. Lo studio ha analizzato illegame tra i fattori di rischio cardiovascolare ela presenza di sentimenti di sfiducia e ostilità

verso l’ambiente esterno e gli altri. I risultatiottenuti hanno suggerito ai ricercatori dellaColumbia University di New York che un atteg-giamento positivo caratterizzato dall’ottimismoriduce in maniera significativa la possibilità dipatologie cardiache.La propensione a vivere una vita soddisfacentee piena protegge dall’insorgenza della depres-sione, chi ha un atteggiamento positivo haperiodi più lunghi di relax e potrebbe avere unamigliore regolazione del sistema parasimpatico.Inoltre gli ottimisti recuperano più velocemen-te le condizioni di stress e sono meno propensia reiterarle. Un sorriso in più per un cuore piùsano.

Perché cantare può favorire il recupero del donodella parola...

RICERCA | INRCA

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Sorridi, il cuore te ne sarà grato

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Si tratta di uno sportello diascolto psicologico gratui-to per i genitori che

vogliono approfondire le lorodifficoltà nell'affrontare il pro-prio “ruolo” genitoriale. In que-

sto senso, gliobiettivi dello“Spazio Genitori”dell’Asur 13 diAscoli riguarda-no, oltre la cor-retta informazio-ne sulle specifi-che tematichedell’infanzia edell’adolescenza,anche l’ascoltodel disagio espe-rito dai genitori ela consulenza perchiarire la pro-pria posizione

genitoriale unitamente allaricerca di strategie finalizzate asuperare le difficoltà legate allafunzione educativa. Detto inaltri termini, la funzione dello“Spazio Genitori” è quella diaccompagnare le mamme ed ipapà nella ricerca delle rispostepiù adeguate per affrontareserenamente il proprio mestie-re di genitore. Si tratta di un

servizio che, riconoscendo lacomplessità della funzionegenitoriale, finalizza il suointervento alla promozione delbenessere familiare, al sostegnodella genitorialità consapevolee alla prevenzione del disagiopsichico. Per informazioni chiamare ilnumero 0736-358450 URPAsur 13 Ascoli Piceno

Un calo degli infortuni denunciati con il maggior numero di casi nelcomparto “altre industrie” (produzione elettrodomestici) seguitoda “metalmeccanica”, “costruzioni” e “servizi”: questi i dati relati-

vi all’anno 2008 che emergono dal “Focus sugli eventi infortunistici dalavoro nella Zona Territoriale 6”, redatto dal Servizio Prevenzione eSicurezza negli Ambienti di Lavoro (SPSAL) sulla base delle elaborazio-ni “Flussi Informativi Inail-Ispesl-Regioni”. Tra i comparti con un calopiù rilevante si evidenzia “altre industrie” che passa da un numero di 681eventi del 2000 ad un numero di 219 del 2008, periodo nel quale è ini-ziato il profondo cambiamento del mondo del lavoro. Il comparto dellecostruzioni presenta sempre un alto indice infortunistico per gravità, purriscontrando un trend positivo, diminuendo da un numero di 40 eventigravi del 2004 ad un numero di 28 del 2008. L’elaborazione, confluita inun documento a disposizione on-line sullo spazio web aziendale(www.asurzona6.marche.it). Con questa pubblicazione si è voluta darecontinuità alla rilevazionedei dati statistici degli infor-tuni sul lavoro occorsi nel-l’anno 2008 presso la ZonaTerritoriale 6, confidando inuna sempre più ampiacomunicazione del rischio eper totale trasparenza.

L’Asur 6 e il calo infortuni sul lavoro

L’Asur 13 di Ascoli aiuta a diventare buoni genitori

SANITA’ |

26 | senzaetà

Amarzo il commissario straordinario della Zona Territoriale 2 diUrbino, Lucio Luchetta, il direttore del Distretto Sanitario diUrbino-Urbania, Romeo Magnoni e il sindaco di Urbania Lucarini

hanno inaugurato la nuova Residenza Sanitaria Assistenziale di Urbania.Quest’opera s’inserisce nel programma di potenziamento strutturaleprevisto dalla Zona Territoriale di Urbino per la assistenza residenzialerivolta a 20 pazienti non autosufficienti. Spazi confortevoli dotati di cli-matizzazione, elevataqualità assistenziale, assi-stenza infermieristicagarantita 24 ore, insiemeal personale di supportoqualificato, permettono diospitare in modo adegua-to venti persone nonautosufficienti.

Ecco la nuova RSA di Urbania ZT2

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Page 27: Senzaetà n. 39/2010

SANITA’ | OSPEDALI

Il laboratorio di immunogene-tica del servizio di MedicinaTrasfusionale dell’ospedale

Mazzoni di Ascoli Piceno ha otte-nuto in questi giorni la prestigio-sa certificazione Europea Efi –2010, obbligatoria per questaattività. Il reparto è diretto dalladott.ssa Gilda Nardi e si avvale,nel settore dei trapianti, di meto-diche di biologia molecolare edella collaborazione della dott.ssaPaci, del dott. Massi, del dott.Zucca Giucca e della dott.ssaTarulli. Il trapianto di cellule sta-minali rappresenta il trattamentodi elezione per molte patologie,dalle aplasie alle leucemie, alleimmunodeficienze. Le cellule sta-

minali progenitrici vengonomobilizzate e raccolte mediantetecniche di “aferesi” (tecnica diraccolta di cellule attraverso la

separazione cellulare) semprepresso il servizio di MedicinaTrasfusionale. L’attività di tra-pianto è iniziata nel 2002 con il

primo auto-trapianto (raccoltacellule staminali del paziente) eproseguita con il primo trapiantodi cellule staminali raccolte dadonatore –familiare alla fine del2002. Infatti l’uso delle cellulestaminali del sangue periferico havirtualmente sostituito la raccoltadel midollo osseo. Al Mazzonisono state effettuate a tutt’oggicirca 334 raccolte di cellule sta-minali dal sangue dei pazienti odonatori finalizzate al trapiantoin stretta collaborazione conl’Ematologia. E’ noto che anche ilsangue da cordone ombelicalerisulta essere una cospicua fontedi cellule staminali emopoietichedel tutto simili a quelle che si tro-vano nel midollo osseo. Tali cel-lule possono essere utilizzate peril trattamento di patologie comequelle provenienti dall’adulto.Daalcuni mesi presso l’ospedaleMazzoni è possibile eseguire laraccolta del sangue da cordoneombelicale finalizzata sia alladonazione solidaristica, sia peruso intra-familiare in caso dipatologie specifiche.L’attivitàviene svolta in equipe; le unitàoperative coinvolte sono l’unitàoperativa di MedicinaTrasfusionale, quella di Ostetriciae Ginecologia e quella diPediatria.

Il serviziodi MedicinaTrasfusionaledell’Ospedale ascolanoha ottenuto la certificazioneEuropea Efi-2010

Staminali: il Mazzonidi Ascoli Piceno ha la certificazione europea

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Il progetto prevede lo stanziamento di 16milioni di euro per l'ampliamentodell'Ospedale di Civitanova. Una ala di tre

piani sorgerà alle spalle dell'attuale ProntoSoccorso destinata a riqualificare e rivoluziona-re gli spazi e i servizi del Dipartimento diEmergenza. La tempistica dell'intervento, pre-sentato dal direttore dell'Asur 8 PierpaoloMorosini e dal responsabile del procedimento

Fabrizio Ciribeni, prevede entro il 2013 la con-clusione del piano terra. L'opera è stata finan-ziata per metà dallo Stato e per l'altra metàdalla Regione Marche con i fondi premio otte-nuti grazie alla gestione virtuosa del bilanciosanitario chiuso in pareggio. “Questo è un pro-getto – spiega il direttore Morosini – che nascenel 2007. Il futuro Ospedale punta soprattuttoalla riqualificazione degli spazi dell'attuale

corpo occupato dal ProntoSoccorso e sull'ampliamento eriorganizzazione delDipartimento di Emergenza chesi svilupperà al piano terra delnuovo edificio e conterrà Utic,Cardiologia, Radiologia d'urgenzae camere di degenza per 20 nuoviposti letto in Cardiologia eMedicina d'Urgenza, 8 in camereper l'osservazione breve e 4nell'Utic”. L'unificazione deireparti risparmierà ai pazientiviaggi in lettiga per corridoi eascensori.

L'Ospedale di CivitanovaMarche cambia volto

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Page 28: Senzaetà n. 39/2010

In questo numero parliamodel Distretto Sociale n. 2Ancona Centro che compren-

de le zone del Porto, S.Pietro,Archi, Capodimonte, Rodi,Montirozzo, Vallemiano,Adriatico, Vittoria, Passetto,Pietralacroce, Montacuto,Poggio e Massignano. Il distrettosociale è di supporto alleIstituzioni come Regione,Provincia e Comune, all’internodi esso vengono affrontate tuttele varie problematiche socialeche il distretto stesso propone.Ancona Centro è una strutturaefficiente, dove convergonomolte realtà e tra queste, come inogni struttura che si rispetti, sievidenzia la grande disponibilitàdi tutte le assistenti sociali nel-l’affrontare le tematiche socialipiù disparate e variegate. La real-tà sociale del nostro Paese e,nello specifico della regioneMarche, è molto difficile daaffrontare e spesso queste realtàcozzano contro burocrazie moltocomplesse che non arrivano allagente e ai cittadini. Ecco quindila figura professionale e compe-tente degli assistenti sociali. Acapo del Distretto Centro c’è ladott.ssa Marta Filipponi, che èanche responsabile degli altri

quattro distretti del Comune diAncona. Insieme alla dott.ssaDraghi e alle altre colleghe, ilDistretto Sociale Centro prendein carica molti dei problemi deicittadini delle zone di competen-za (soprattutto problematicheriguardanti l’Handicap). Sonomoltissime le domande per il tra-sporto delle persone bisognosedi aiuto. Frequentato questomondo particolare abbiamoriscontrato quanto sia difficilerisolvere tutti i problemi legatiall’handicap, soprattutto senzal’aiuto e la comprensione di pro-fessionisti come gli assistentisociali. Penso che se i DistrettiSociali avessero il dovuto soste-gno da parte degli Enti Pubblici,molti dei tanti problemi rimastiirrisolti come la collocazione del-l’ammalato grave e l’assegno disostegno sarebbero già statirisolti da tempo (a riguardoricordiamo che c’è un bonus asostegno delle famiglie per gas eelettricità che scade il 30 aprile).

Lino Rignanese

Diamo voce ai distretti sociali

SERVIZI SOCIALI | DISTRETTI

Segreteria Distretto Sociale Centro071-2225127 / 071-2225112UPS: 071-2225115 / 071-2225130

Elisabetta BaioccoFrancesca Dimaggio

Elisabetta DottoriPatrizia FilippettiSimona GiovagnoniCaterina SabbatiniPaola SarzaniPaola Scocchera

Mirella MorbidelliStefania Nardozzi

Paola Solustri

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In merito all’assegnodi sostegno per glianziani non autosuf-ficienti di cui abbia-mo parlato nelloscorso numero diSenzaetà, volevamomettere in evidenzache la cifra ISEE èvalida per tutti iComuni dellaRegione Marche. Lacifra è di 25milaeuro. Affermiamoquesto dopo nume-rose segnalazioni,visto che alcuniComuni delleMarche hannoabbassato la soglia,senza tenere contodel dgr regionale986/09.

Come fare per farsi rimborsare totalmente o in parte il costodei libri oppure per ottenere un aiuto per le spese scolasti-che? La Regione Marche ha emanato i criteri e gli indiriz-

zi per assicurare un sostegno alla spesa sostenuta dalle famiglieper l'istruzione per l'anno scolastico 2009/2010.Sono ammessi ai suddetti benefici i genitori o chi rappresenta iminori, appartenenti a famiglie in possesso dei seguenti requisi-ti:- residenza nel territorio del Comune di Ancona;- Indicatore Situazione Economica Equivalente (ISEE) nonsuperiore ad euro 10.632,94.- ( solo per le BORSE DI STUDIO ) l'importo minimo della spesasostenuta e documentata,riferita all'a.s. 2009/2010 ai fini dellaconcessione del contributo, è stabilito in euro 51,65; rientranonelle spese ammissibili quelle relative alla frequenza scolastica,le spese per il trasporto casa-scuola su mezzi pubblici, le speseper la mensa e quelle relative all'acquisto di sussidi e materialedidattico o strumentale.Le richieste dovranno essere redatti nei moduli reperibili pres-so:- il Servizio Pubblica Istruzione in Viale della Vittoria n. 39;- l'Ufficio Relazioni con il Pubblico in Largo XXIV Maggio 1;- le Segreterie degli Istituti Comprensivi e delle Scuole Superiori;- nella sezione "allegati" di questa pagina.

I moduli, compilati in ogni loro parte, dovranno essere conse-gnati al Servizio Pubblica Istruzione del Comune di Ancona -Viale della Vittoria n. 39 entro i termini seguenti:1) Libri di testo: 23 aprile 20102) Borse di studio: 30 aprile 2010

Responsabile U.O. Diritto allo studio: Katia BruzzesiReferente Borse di Studio: Simona Gregorini - tel.: 071/[email protected] Libri di Testo: Alba Polenta - tel.: 071/[email protected]

Borse di studio e libri di testo: un aiuto per le famiglie

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Page 29: Senzaetà n. 39/2010

Com’è noto, Fano è la terzacittà della regioneMarche, per densità di

popolazione, conta circa 64mila abitanti. Fano si interrogasui servizi sociali e il suo sinda-co, Stefano Aguzzi, si preoccu-pa, in particolare, di una crisisenza precedenti, tanto da fartornare gli anziani in famiglia,visto il costo elevato delle rettenelle case di riposo. Riguardo l’aumento demo-grafico che ha colpitoFano, soprattutto negliultimi anni, avete riscon-trato problemi sociali?“Fano è stata colpita dalla crisifinanziaria in termini mai rag-giunti fino ad oggi. Questo datoha sicuramente creato una retedi problemi sociali, legatiall’aumento dei disoccupati“reali”, cioè quelli che nonhanno un impiego vero. Pensoperò che il fondo l’abbiamo toc-cato, ora dobbiamo risalire. Laripresa sarà un processo lento edifficoltoso, ma ho fiducia nelfuturo. Alcuni sensibili e gra-duali miglioramenti si sono giàverificati: nel settore della nau-tica, fortemente in crisi nelcorso degli ultimi anni, ci sonostate timide riprese e alcuneaziende locali sono state rileva-te da altre imprese più forti chehanno sì diminuito il personale,garantendo però la sopravvi-venza dell’attività. Un proble-ma sociale riguarda senz’altrole numerose famiglie del Sud,che nei recenti anni si sono tra-sferite a Fano, soprattutto dallaCampania e dalla Puglia. Alcunidi essi sono tornati nella pro-pria regione, altri sono rimastiqui a Fano, cercando di supera-re questo difficile momento,soprattutto dopo la chiusuradelle microimprese che ruota-

vano intorno alla nautica”. Quali provvedimenti Haadottato il Comune perrisolvere tali problemi?“Sono personalmente semprestato molto vicino e sensibile aquesti tipi di problemi: ilComune ha giocato un ruolo daintermediario in tutte le tratta-tive tra sindacati, datori di lavo-ro e occupati. Questo, per cer-care di trovare un importantepunto di incontro tra le richie-ste dei lavoratori e quelle deiloro datori di lavoro. Devo direche le operazioni svolte fino adoggi hanno portato a risultatipositivi. Concretamente, abbia-mo indetto un bando per inuovi disoccupati, grazie ad unavanzo comunale di 250 milaeuro, riuscendo a sostenerecirca 300 famiglie e siamo statil’unico comune di tutte leMarche ad aver disposto 100mila euro, per le imprese incrisi, tramite i confidi. Grazie atale cifra, abbiamo creato 3milioni di fidi, aiutando circa150 aziende locali e per que-st’anno abbiamo già avviato lostesso processo, anche se lacifra è più limitata, ammontan-do a 50 mila euro”.Quali sono i servizi comu-nali per le categorie deglianziani e dei giovani?

Avete svilup-pato iniziativeo progetti ariguardo?“Per quanto con-cerne gli anziani,il Comune diFano dispone di una casa diriposo comunale e di una con-venzionata a Marotta di Fano,oltre ovviamente a numerosecase di riposo private. Sono invasto calo le richieste per lecase di riposo negli ultimitempi; abbiamo dei posti vuoti,evento che non si verificavaormai da molto tempo, e pensoproprio che molti anziani resti-no a casa con le famiglie in que-sto momento, che non si posso-no permettere rette costose.Parlando di progetti per i giova-ni, invece, sono numerose leiniziative reintrodotte a Fanonei miei cinque anni daSindaco: quest’anno si svolge-ranno, infatti, le seste edizionidi “La Fano dei Cesari”, con lanotte bianca, di “Fano YachtFestival” e di “Super Quad”, trale altre iniziative. Tutto questoha portato a due importantirisultati positivi: l’aumento diturismo, con più lavoro per lenostre strutture turistiche. E ilfatto che a giovani e giovanissi-mi si spostano sempre menonella vicina riviera romagnola,valorizzando di più il nostroterritorio”.Uno dei problemi più sentiti daicittadini è quello della sicurez-za. Il sindaco Aguzzi, dati allamano, ha sottolineato che lacittà registra un costanteaumento della popolazione equesto richiede maggior atten-zione verso le norme di sicurez-za che tutelino i cittadini e cheprovvedano a mantenere ilclima civile di tranquillità cheda sempre caratterizza questalocalità. Potenziare le norme di

sicurezza richiede non solo unapredisposizione nella tuteladelle categorie a “rischio”,come i commercianti, ma ancheun’attenzione particolare versoi comuni cittadini.Cosa ha propostol’Ammnistrazione comu-nale per evitare o limitaregli episodi di microcrimi-nalità nel futuro?“In alcune zone “nevralgiche”di Fano, in particolare nei cen-tri commerciali dei quartieri diSan Lazzaro e Sant’Orso e incentro, all’altezza di Piazzadelle Erbe, sono state installatetelecamere di sicurezza neimesi scorsi e fino ad ora questoprovvedimento ha dato buonirisultati. Come si evince facilmente,però, è complicato e disagevolericoprire l’intero territoriofanese di telecamere, per chiariimpedimenti di costo e poichénon vogliamo che si viva in unostato di guerra. Ciò che noiabbiamo sostenuto con forza èun appello a tutti i cittadini edin particolar modo alle catego-rie più a “rischio” in questo set-tore, come i commercianti:l’appello è appunto quello diprestare maggiore attenzionenell’adottare piccole e semplicinorme di sicurezza, per il benecomune. In realtà, si tratta di piccoligesti quotidiani, come chiuderesempre la porta di casa a chiaveo non lasciare le chiavi sul cru-scotto dell’automobile fuoricasa, oppure installare delletelecamere private per gli eser-cizi commerciali”.

SERVIZI SOCIALI | COMUNE DI FANO

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Il sindaco di Fano, Stefano Aguzzi

INTERVISTA DIPAOLA SIRIANNI

A Fano piùattenzione per ilsociale e sicurezza

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Page 30: Senzaetà n. 39/2010

Continua il nostro viaggiotra le strutture aderenti aSaniDOC. In questo

numero di Senzaetà ne presen-tiamo tre: lo studio dentisticodel dott. Giorgio Acciarrini, aCivitanova Marche (MC); ilpoliambulatorio GL Medica deldott. Giorgio Lupacchini, aPedaso (FM) e il poliambulato-rio Fisiomed, a Sforzacosta diMacerata.

STUDIO DENTISTICODOTT. ACCIARRINIIl dott. Giorgio Acciarini si èlaureato in Medicina eChirurgia nel 1980, specializza-to in Odontostomatologia nel1984 e diplomato il Omeopatiae Omotossicologia. Si occupaprevalentemente di protesi eOrtodontia essendo da quasi 30anni socio ordinario SIDO(Società Italiana di Ortodonzia).Dalla pluriennale esperienzapresso l’Azienda SanitariaPubblica, il dott. Acciarrini desi-dera portare avanti il concettodi odontoiatria e soprattutto‘ortodonzia sociale’, coniugandoun’ottima qualità del servizio adelle tariffe ridotte, praticamen-

te le stesse utilizzate dalle Asur.Secondo la sua idea, quando unbambino inizia un trattamentoortodontico, il medico destina, anome del paziente, una quotadel guadagno ad una associazio-ne di beneficenza e solidarietàsociale per una adozione adistanza che il bambino e la suafamiglia potranno volontaria-mente e direttamente prosegui-re a loro nome una volta finita lacura. È un modo secondo l’ideache SaniDOC e il dott.Acciarrini hanno abbracciato,affinché un bambino ne aiuti unaltro ad avere un futuro e unasocietà migliori. “Anche perquesto motivo – conclude il dot-tore – ho aderito al progettoSaniDOC, il quale obiettivo èproprio fare promozione socialenell’assistenza medica da offrireai suoi associati”.

GL MEDICADOTT. LUPACCHINIIl dott. Giorgio Lupacchini hainiziato il proprio percorsocome Odontotecnico, per poilaurearsi in Odontoiatria eProtesi Dentaria nel 1996. E’titolare della GL Medica, consede a Pedaso (FM), un moder-no poliambulatorio in cui lavo-rano circa 25 persone, con unbacino di utenza che comprendepazienti sia della zona che difuori regione, erogando circa 50prestazioni giornaliere. Al pianoterra di questa struttura si tro-vano un ampio laboratorioodontotecnico in cui lavorano 8

operatori e una stanza per icorsi di formazione rivolti alpersonale. Al primo e secondopiano sono dislocati i vari studimedici: 7 sale dedicate esclusi-vamente all’odontoiatria e 3ambulatori, in cui, a rotazione,operano specialisti delle variebranche mediche. Nelle settesale, sono trattate tutte le spe-cializzazioni dell’odontoiatria edella chirurgia orale e tutte lesale sono in rete fra loro: infor-mazioni come le radiografiesono così rapidamente condivi-se dai professionisti, per fornireuna migliore qualità del servi-zio. Al secondo piano, oltre agliambulatori e alla sala d’igiene,abbiamo un modernissimoapparecchio radiologico digita-le: serve per le radiografie RX

3D, cioè per una visualizzazioneperfettamente definita dellaparte ossea da trattare ed unconseguente miglior sviluppodell’impianto da inserire. Tuttoin digitale. Al terzo piano sitrova un’ampia sala congressidove è possibile visualizzare emostrare “in diretta” un inter-vento effettuato nelle sale aipiani inferiori. “Ho aderito aSaniDOC perché è un discorsoserio - confida il dott.Lupacchini - che già condivide-

SaniDoc e i professionistiper una solidarietà sociale

DI FRANCESCA D’AMICO

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Studio Dentistico dott. Giorgio AcciarriniLargo Italia, 4Civitanova Marche (MC)Tel. [email protected]

GL Medica dott. Giorgio LupacchiniVia Matteotti, 4Pedaso (FM)Tel. [email protected]

Lo studio medico dentistico del dott. Giorgio Acciarrini

Il dott. Acciarrininel suo studio

Il dott. Giorgio Lupacchini e la sua equipe do professionisti

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vo con l’Anisap, ed è interessan-te la possibilità di promulgare lasolidarietà sociale”.

FISIOMEDASSOCIATIUn’altra struttura è il poliambu-latorio Fisiomed, che è nato nel1996 ed effettua circa 25.000prestazioni annue per un bacinod’utenza che copre l’alto e bassomaceratese, l’alto fermano e ilbasso anconetano.L’amministratore, Enrico

Falistocco, ci ha condotto per levarie sale: 12 sono dedicate allevarie terapie (laser, diater,tecar, kinesi, fisioterapia, mas-saggi), e 5 sono ambulatori,dove si effettuano visite specia-

listiche ed esami strumentali,utilizzando apparecchiaturemoderne. Un fiore all’occhiellodi Fisiomed, in questo senso, èl’apparecchio per la RisonanzaMagnetica Nucleare, che con ilsuo magnete a ferro di cavallo ela struttura aperta consente dieffettuare l’esame evitando ilproblema tipico delle RM, cioèla sensazione di claustrofobiaderivante dal classico tubo incui si viene inseriti. Le circa 45persone che lavorano inFisiomed si pongono comeobiettivo quello di “offrire unottimo servizio al paziente,facendolo sentire come in fami-glia, e proprio per questo si ade-

risce a SaniDOC: perché l’unio-ne faccia la forza e tutti, pazien-ti e professionisti, crescanoinsieme, migliorando il servizioattraverso la solidarietà socia-le”.

Per chi volesse ulterioriinformazioni e

conoscere nomi e recapiti degli associati:

Numero Verde:800912294Presidenza: 071/887011071/887012

[email protected]

E’ possibile tesserarsipresso le strutture

aderenti e le sedi CNAdella provincia di

Ancona

Si è svolto nei giorni scorsi, a San Benedetto,un incontro tra il presidente di SaniDOCed alcune sigle sindacali legate alle realtà

maggiori nell’ambito dell’assistenza ambulato-riale privata, che hanno condiviso la filosofia edil programma SaniDOC sia a livello regionaleche nazionale. Il presidente ed il direttore diSaniDOC, Filippo Bambara e Maurizio Graziosi,sono poi stati invitati dai presidenti delle CNA diFermo ed Ascoli presso l’hotel “Progresso” di

San Benedetto per la presentazione dell’associa-zione nel territorio dell’ascolano e del fermano:a questo incontro erano presenti, oltre aSaniDOC, alle CNA e ai rappresentanti dei pen-sionati CNA delle Provincie, anche i rappresen-tanti delle piccole e medie imprese locali, moltointeressate ed entusiaste del progetto. Possiamodunque dire che la nostra rete associativa si stapositivamente aprendo e nel prossimo numeroillustreremo il contenuto di questi incontri.

Guardare al presente per fare il futuro

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FISIOMED AssociatiVia Natali, 1Sforzacosta di Macerata (MC)Tel. [email protected]

Alcune delle 12 sale della Fisiomeddi Sforzacosta dedicate alle terapie

L’ingresso del poliambulatorioGL Medica di Pedaso

Il moderno apparecchio radiologico digitale 3D della GL Medica

Luca Pietrella e Enrico Falistoccodella Fisiomed vicino alla risonanzamagnetica aperta

Una delle strumentazioni per eco-grafia della Fisiomed

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RUBRICA | LE OPINIONI

Gioventù bruciata e senza freni

La ragazzina costretta dai compagni ad un rapportosessuale in classe, mentre il professore tiene lezio-ne. Sembra incredibile ma è storia di questi giorni.

Il disagio giovanile si sta rivelando in modi sempre piùprevaricatori, soprattutto ai danni dei deboli: portatoridi handicap picchiati e derisi su You Tube, insegnantiaggrediti, rapine di telefonini, denaro e capi firmati,ragazze violentate, episodi di puro bullismo e, non dirado, ferimenti con coltelli. Pare la maledizione dellesocietà ”avanzate”. Film come Il Selvaggio con MarlonBrando, Gioventù bruciata con James Dean, West SideStory di Bernstein, Taxi Driver di Scorsese ci sembrava-no deliri d’oltreoceano, ora sono il ritratto edulcorato ditanti semiadulti europei. Secondo Cloward e Ohlin, cri-minologi statunitensi, i giovani che scoprono di nonpoter raggiungere il successo con mezzi legittimi risolvo-no il loro problema di “status” gravitando verso la delin-quenza sottoculturale della gang. Se ne contano tre tipi:la banda criminale, dedita al furto, all’estorsione e adaltre forme di appropriazione indebita; la banda conflit-tuale, che pratica la violenza per avere maggiore influen-za sociale; la banda astinenziale, la più enigmatica, che sitiene fuori dalla società dandosi all’alcool ed alla droga.L’aspetto inquietante di questa violenza giovanile è che”l’altro” è considerato anche merce di scambio: quellaragazzina risulterebbe avere accettato di essere palpatada un compagno in cambio della presentazione ad unoche le piaceva. Sarà vero? Una cosa è certa: si è dovutoricorrere al codice penale (art.609 octies) per punire lapartecipazione di più persone ad atti di violenza sessua-le. Il “branco” diviene così protagonista e la vittima è ilsuo servo di scena.Ma le pene severepreviste per com-portamenti delgenere – si va da seia dodici anni direclusione, salvo leaggravanti - nonsembrano intimidi-re né adulti néminorenni. Forse ilproblema sta nelfatto che questi sog-getti, talvolta persi-no le vittime, ”nonsanno quel chefanno.” Ma questa èun’altra storia.

Dal punto di vista legale

Avv. Giovanni Conti, Roma

Tatuaggi e piercing...come “segnali di passaggio

Marieli Ruini è docente diAntropologia culturalealla Facoltà di ScienzePolitiche “Sapienza”Università di Roma edocente di Sociologiagenerale alla sede diPomezia della stessafacoltà. Si è sempre occu-pata di temi inerenti aSociologia della cultura.La prof. Ruini ha accetta-to di partecipare alnostro dibattito sul disa-gio giovanile e fa partedel Comitato Scientificodella rivista Senzaetà.Fra le sue opere più recen-

ti: Caleidoscopio, Bulzoni 2008 e appunto Osservare lesocietà. Temi e percorsi dell’antropologia culturale,Bulzoni 2007, da cui è tratto il brano qui pubblicato.

Pare che i giovani odierni cerchino di superare ildisagio esistenziale tramite comportamenti sottocerti aspetti analoghi, rivelanti, dietro falsi atteg-

giamenti di sicurezza, l’immaturità caratteristica della“sindrome di Peter Pan”.Allo stesso motivo vanno riferiti tatuaggi e piercing.Dietro l’apparenza di una moda futile si palesa con evi-denza ancora maggiore l’inconscia esigenza del sostegnodei “riti di passaggio”, prove di coraggio e di sopporta-zione del dolore tramite cui gli adolescenti dimostrava-no anticamente di essere morti all’infanzia e di aver con-seguito la maturità.Come si evince dai precedenti studi antropologici, “ilrituale interviene quando la struttura della società (lesue divisioni, le sue articolazioni) è già data” per defini-re le divisioni interne alla società stessa. Ma in una cul-tura come la nostra, in cui la struttura di base è carenteper i continui mutamenti che la alterano, i rituali delpassato – riferibili (a parte forse l’esame di maturità)soprattutto al culto religioso (battesimo, prima comu-nione, cresima, matrimonio) – risultano insufficienti einadeguati. Mancano, soprattutto, i riti di aggregazioneche i giovani hanno finito per sostituire con l’uniformitàdell’abbigliamento e con la moda dei piercing e deitatuaggi, originariamente finalizzati proprio a permette-re di identificare gli appartenenti a particolari gruppi.

L’ Osservatorio

Prof. Marieli Ruini Università La Sapienza, Roma

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Recanati musica e poesia,Recanati che coniugasenza troppe forzature la

presenza di grandi gruppi indu-striali e una cultura turisticache grazie all’attuale ammini-strazione sta assumendo con-torni meglio definiti ed ha in sédei contenuti in cui promozionee programmazione sono lineeguida di un progetto generale.Recanati è anche la città chevorrebbe vedere riconosciutaper la sua valenza storica, arti-stica e culturale la propria iden-tità come patrimonio Unesco,ma è anche una Recanati chenel bilancio 2010 stabilisce chenon si verificherà nessunaumento di tasse e di tariffe eche i servizi sociali sarannopotenziati.Le modalità e gli interventiemergono dalle parole del sin-daco Francesco Fiordomo.Per la famiglia un sostegnoconcreto che si materializ-za in una serie di interven-ti che vanno incontro a esi-genze e difficoltà in unmomento di contingenzaeconomica reale.“Il bilancio di previsione appro-vato ha una precisa identità inquesto senso, non solo negliintenti ma nella concretezza.Per quello che riguarda i sup-porti è in funzione un Ufficio diPromozione Sociale (UPS) ter-ritoriale che, tramite la figuradell’Assistente Sociale, offreascolto, eroga informazioni e

orientamento per l’accesso aiservizi socio-sanitari; si occupadi creare una mappatura dellestrutture, dei servizi e delle

associazioni presenti sul terri-torio. I servizi diretti alle fami-glie consistono nei contributiper gli affitti, contributi per il

disagio economico, esoneri permensa e trasporti, il serviziopre e post scuola; inoltre bonusgas ed energia elettrica, contri-

DI FABIO DI RIENZO

A Recanati grande attenzioneper il sociale

A colloquio con il sindaco

di RecanatiFrancescoFiordomo

COMUNI A CONFRONTO

RECANATI

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buti per la maternità e nucleofamiliare con almeno tre mino-ri”.Minori ed anziani?“Per i minori (sono 649 i bam-bini residenti compresi nellafascia di età 0-3 anni) è statastanziata una cifra per i contri-buti alle famiglie affidatarie eper i figli di ragazze madri, unamaggiore disponibilità dei postinegli asili nido: sono 80 quellifruibili di cui 30 pubblici e 50privati. Il Comune ha sotto-scritto convenzioni che hannopermesso l’azzeramento dellalista di attesa. Inoltre animazione e sostegnoalla genitorialità che si traducepraticamente con il centro esti-vo, la colonia marina, i labora-tori in diverse scuole cittadineper i bambini della fascia di etàdella scuola primaria, un’inizia-tiva che prevede un ciclo diincontri con i genitori e gli ope-ratori del consultorio. Per

quello che riguarda gli anzianisono in programma i soggiorniestivi, l’assistenza domiciliare,il trasporto agevolato per tera-pie e l’integrazione in rette edistituti diversi e Ircer”.Il sostegno alle famiglieattraverso i servizi che ilComune eroga passa ancheattraverso i giovani, ladisabilità, l’immigrazio-ne….“Per i giovani sono stati messia disposizione 180 mila europer l’assegnazione di buonicasa a giovani coppie, cosìcome buoni libro e borse di stu-dio per gli studenti delle classidalla primaria alle secondariesuperiori, il trasporto agevolatoagli studenti che utilizzano pre-valentemente il trasportoextraurbano scolastico, laddoveci sono le condizioni economi-che e sociali per essere assegna-ti. Significativo il potenziamento

del Cento di AggregazioneGiovanile presente presso ilCentro Quartiere di F. S.Lorenzo, mentre nei locali atti-gui alla Biblioteca comunale èubicato l’Informagiovani.Per quello che concerne la disa-bilità sono operativi sul territo-rio il Centro diurno per disabiligravi, che proprio nei mesiscorsi ha festeggiato il venten-nale di attività, il Centro diurnoAlzheimer, il Servizio Sollievo.Contributi sono previsti perl’assistenza scolastica all’inter-no della quale è attiva anche laconvenzione con l’EnteNazionale Sordomuti per l’assi-stenza scolastica ai sordi; l’inte-grazione delle rette per le qualiil Comune contribuisce al rico-vero di soggetti disabili pressoistituti diversi. A servizio degli immigrati unapposito Sportello aperto 25ore settimanali e il sostegno lin-guistico nelle scuole”.

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La sottoscrizione delnuovo contratto con lacooperativa Sociale

PARS di Civitanova Marche -dice il sindaco FrancescoFiordomo - che si è aggiudi-cata per tre anni la gestionedei servizi domiciliari, resi-denziali e semiresidenzialiper anziani, disabili e mino-ri, compresi alcuni gestitidagli IRCER, è un punto diarrivo fondamentale. L’accordo raggiunto con lacooperativa, grazie anche aduna stretta collaborazionecon le organizzazioni sinda-cali, ha permesso di assume-re a tempo indeterminato ilpersonale; l’ obiettivo è quel-lo di migliorare la qualità deiservizi offerti. Si chiude cosìuna vicenda iniziata nel2007 con un appalto la cuiprocedura si è trascinata neltempo prima di arrivareall’aggiudicazione definitiva.

Sottoscritto l’accordo con la PARS

Il Centro Socio Educativoaccoglie sette utenti diversa-mente abili ed ha festeggiatonelle settimane scorse i 20anni di vita. Gli utenti sonoimpegnati in attività ludiche,ricreative e di approfondi-mento, tra le quali laboratoridi pittura, informatica, ascolto

musicale, lettura di giornali,giardinaggio, attività motoriadifferenziata, visite esterne,uscite per concerti e spettaco-li. Il Centro, che ha la propriasede a Villa Teresa, partecipada anni ai Giochi SenzaBarriere di Cingoli,

un’Olimpiade di atletica perragazzi con disabilità.La socializzazione è senz’altrouno degli aspetti più impor-tanti del Centro che utilizzatutte le possibilità che ci sonoper trasformarle in momentidi confronto, di amicizia e disollievo per gli utenti.

I 20 anni del centro socio-educativo

NUOVO PUNTO PER I PRELIEVI EMATICIUn importante servizio adisposizione per il fabbiso-gno sanguigno dei pazienti eper la compodità di qualsiasianalisi di base, esigenzesempre più sentite. E’ attivopresso il Poliambulatorio inVia Madonna Cupa daVarano il punto di prelievoematico per le analisi delsangue, coloro che intendo-no usufruirne possono rivol-gersi a questo servizio dalle7,30 alle 9,00 senza prenota-zione.

COMUNI A CONFRONTO

UN DISTRIBUTOREDI LATTE FRESCOUn distributore di latte fre-sco presto in funzione aRecanati, nel quartiere diVilla Teresa, adiacente alCentro Sociale per Anziani.Il latte di provenienza di pro-duttori locali, viene muntoalla 5 del mattino e messo adisposizione dell’utenza alprezzo di un euro al litro.

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La Grimani Buttari gestisce ed eroga serviziassistenziali e servizi socio-sanitari integratiin favore di persone anziane autosufficienti,

parzialmente e non autosufficienti e dementi lievi egravi. Questi servizi vengono erogati attraverso ilCentro Diurno Integrato Demenze, la Casa diRiposo, la Residenza Protetta, la Residenza sanita-ria Assistenziale e il Nucleo Alzheimer.La capacità ricettiva è pari a 172 posti letto divisi in5 Residenze più 20 posti al Centro Diurno.Dal mese di novembre 2006 l’Ente ha anche otte-nuto la Certificazione di qualità secondo le normeISO 9001/2000 e UNI 10881, in relazione alseguente scopo: “Progettazione ed erogazione diservizi di assistenza individualizzata per Ospitiautosufficienti, parzialmente autosufficienti, nonautosufficienti e dementi in regime semi-residen-ziale e residenziale”.Da oltre cento anni una coerente linea traccia ilsentiero: la centralità della persona, attraverso unacostante opera di aggiornamento, di partecipazio-ne, di coinvolgimento nel fare impresa. La relazio-ne di aiuto, l’empatia, il farsi prossimo costituisco-no i fondamenti ideali voluti dal fondatore ConteFilippo Buttari. Non sono di primaria importanzale numerose realizzazioni, gli ampliamenti, lenuove costruzioni, il parco, i giardini... Tutto ciòrappresenta un buon contorno all’opera superiorerealizzata: l’essere riusciti a trasmetterci l’un l’altrola percezione che si può fare bene il Bene, accom-pagnata da un’altra convinzione che è quella diessere pienamente consapevoli che il cammino dimiglioramento non si completa mai.

La qualità al servizio degli anziani

RESIDENZA PER ANZIANI | GRIMANI BUTTARI

Presidente qual è l’attuale situazione dellecase di cura nella Regione Marche?“L’attuale situazione è abbastanza critica e preca-ria. Le Marche sono la prima regione in Italia perlongevità e quindi il problema dell’assistenzaall’anziano diventa particolarmente sentito.

Nonostante inalcuni comunicontinui un’anti-ca tradizione diprovvedere allenecessità dell’an-ziano tenendolopresso le abita-zioni dei figli, l’at-tuale situazionesocio-economicain cui riversanosempre più fami-glie del nostroterritorio fanno si

che le richieste di assistenza siano continuamentein aumento. Attualmente la nostra struttura è alcompleto ed ha una lista di attesa superiore allereali disponibilità della struttura”.Come mai tanta richiesta verso la vostrastruttura?“I vantaggi che la Grimani - Buttari può offrire alproprio ospite anziano sono molteplici. L’essereposizionati sulle colline di Osimo ci permette dioffrire comodità sia per raggiungerci che per sog-giornare. Inoltre siamo riconosciuti come unadelle realtà tra le più affidabili della Regione perimpegno, professionalità e cura dei nostri servizi”.A tale proposito, siete passati da Opere Piea Fondazione, per arrivare ad essere rico-nosciuti come A.P.S.P.“La storia della nostra struttura è ultrasecolare, equindi venendo così da lontano ha piano piano tra-sformato la propria struttura adeguandola aitempi moderni e alle nuove condizioni politico-eco-nomiche, fino ad arrivare al massimo riconosci-mento che dovremmo ottenere entro l’anno, che èquello di essere riconosciuta come un’AziendaPubblica di Servizi alla Persona (A.P.S.P). Un rico-noscimento importante che premia il lavoro ditante persone svolto esclusivamente a favore del-l’anziano in questi anni”.Come dice il vostro slogan “Fare bene ilbene”...“Siamo convinti che il nostro lavoro quotidianonon sia solo quello di assistere il nostro ospite nellesue primarie esigenze ma di farlo sentire il più pos-sibile a casa. Dico sempre ai miei collaboratori cheun sorriso vale di più di qualunque medicina. Ilnostro atteggiamento deve essere sempre positivotrasferendo ai nostri ospiti umanità e cordialità.Ogni giorno deve essere un giorno per Fare bene ilbene!

“Una struttura da 125 annivicina ai cittadini”Intervista al Presidente Enrico A. Canapa

“Competenza, passione e professionalità”

Direttore, quali sono lecaratteristiche dellaGrimani Buttari?“Sicuramente l’umanità è unadelle caratteristiche che più ciattribuiscono. Penso che oltre aciò debba essere aggiunto ilmetodo di lavoro. Siamo unimpresa a cui piace fare squadrae quindi ottenere risultati.Prestiamo particolare attenzioneai nostri collaboratori e premia-mo le risorse che danno risultatieccellenti. Tutto questo si riflettepositivamente sui nostri ospiti.Ma non ci sono stati episodispiacevoli o reclami?“Abbiamo a tale proposito istitui-to una vera e propria azione dimonitoraggio e di soddisfazionedegli ospiti. Abbiamo negli ulti-mo anni ottenuto un punteggio di8.5, quindi eccellente e nel 2009non abbiamo ricevuto nessunreclamo”. Un “rating” altissimo, quin-di un’isola felice?“Vede, noi della Grimani Buttariseguiamo il nostro ospite nellafase più delicata della sua vita,quella fase che inderogabilmentelo porterà alla fine della sua esi-stenza terrena. Riteniamo che inquesta fase si possa e si debbaancora fare tanto e tenere lamente occupata e accesa porta adei risultati strabilianti”.In che senso?“Le nostre attività durante ilgiorno sono molteplici. In parti-colar modo prestiamo moltaattenzione a ciò che riguarda lariabilitazione cognitiva. Questoci permette di rivitalizzare l’an-ziano, il quale partecipa conentusiasmo a queste attività”.Sempre con quel “sorriso”che vi distingue…“Quello sempre. Dal primomomento che entriamo inAzienda a quando torniamo dallenostre famiglie”.

Cristiano Casavecchia direttoreGrimani Buttari

A CURA DI FABIO DI RIENZO

Via Flaminia II, 11160027 San Sabino di Osimo AN

Centralino: 071-714520email: [email protected]

www.buttari.it

Grimani Buttari

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Residenza per anziani Osimo

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RUBRICA | OSSERVATORIO

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Il fatto che il nostro Paesestia invecchiando è un datodi fatto. Non è solo questio-

ne che figli non se ne fanno piùperché costano e neanche ilfatto che siamo più egoisti, piùinteressati alla carriera e aisoldi, che si sono persi i valoridi una volta, che si stava meglioquando si stava peggio e chenon ci sono più le mezze stagio-ni. Piuttosto c’è da dire che fac-ciamo tutto con ritardo com-presi i figli, che le nostre fami-glie non hanno la stessa compo-sizione patriarcale o uninuclea-re di una volta, che la mentalitàe i costumi cambiano, cheandiamo a lavorare seriamentein età più tarda. Il mondodiventa più anziano per questo:si è spostata l’età produttiva.Oggi a 50 anni si è giovani e ilprogresso medico ci concede distare sempre meglio e sempre

più in forze fino agli 80 e più.Verso i 60, magari qualchedonna si concederà un figliocon la fecondazione artificiale,magari. Ma non siamo pronti,culturalmente e mentalmente.Siamo ancora attaccati alle vec-chie cose, ai vecchi cimeli e aivecchi sistemi. I sociologi, ipolitici e i tuttologi non ci aiu-tano di certo: ci dicono che èinnaturale la direzione che que-sto mondo sta prendendo. Chese non ci fossero i figli degliimmigrati, saremo destinati ascomparire. Lo Stato, così, devepensare a delle politiche rivoltein particolar modo all’anziano.Se non altro per il numero pre-valente, visto che la popolazio-ne marchigiana è formata per lamaggior parte da anziani. Equesto attualmente ci costa, siain servizi sociali che in sanità,lo sappiamo bene. I servizisanitari territoriali, di questocosto, ne stanno avendo il cari-

co maggiorein terminidi domici-l i a r i e t àdella pre-stazione, diassistenzaalla cronici-tà e diquantità dif a r m a c i .Anche qui,non se neuscirà senon si pro-cederà ad un salto, direi, evolu-tivo. Mi spiego... Il problema èquello di ripensare l’anzianonon più come un peso, macome una risorsa. E’ profonda-mente sbagliato, oggi, crearedelle politiche sociali per glianziani e farle rientrare nelcosiddetto welfare. Perchésignifica sottolineare un lororuolo passivo, spesso non con-fermato dalla realtà dei fatti. La

cosa migliore è prendere atto diquesto invecchiamento globalee cominciare a pensare a vere eproprie politiche rivolte all’an-ziano. Assolutamente sganciatedall’assistenzialismo e teseverso una valorizzazione del-l’anziano come di una vera epropria forza sociale trainante,quale è e, sempre più, sarà. Maquesto nuovo mondo assomi-glia più alla Pandora di Avatar,mi pare…

Il nostro mondo... sempre più anziano

DI LUIGI SFREDDA

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COOPERAZIONE SOCIALE |

Ha riscontrato un buonsuccesso per la parteci-pazione e l’interesse che

ha saputo riscuotere non solodirettamente per i pazienti, maanche nei confronti degli addet-ti ai lavori, lo spettacolo finalemesso in piedi dallo staff opera-tivo professionale della struttu-ra “Abitare il Tempo” di Loreto.Si è appena svolta infatti nellaSala Polivalente dellaResidenza SanitariaRiabilitativa Assistenziale diLoreto una rappresentazioneteatrale a conclusione di un’esperienza molto formativa dilaboratorio ludico-teatralerivolto a pazienti con disabilitàintellettiva. ”Magix Box” il titolo dello spet-tacolo, che ha visto protagonistigli ospiti della stessa struttura,coinvolgendo anche alcunefamiglie e parenti vari.Un’esperienza che si inseriscenell’ambito degli interventieducativi, riabilitativi e abilita-tivi finalizzati a mantenere leabilità funzionali, favorire l’autonomia, contenere il declinocognitivo e, nello specifico, sti-molare il mantenimento dipotenzialità creative, favorendo

dinamiche relazionali e inter-personali. Grazie a tali modellisi riesce a coinvolgere a piùlivelli i pazienti stessi abituan-doli a muoversi e collaborare,conoscendo gli effetti benefici epositivi delle terapie di gruppo.Il Laboratorio è stato condottodagli operatori sanitari dellaStruttura (psichiatra ed educa-

tori professionali) con la super-visione di un regista.La rappresentazione è termi-nata con un momento convivia-le presso il ristorante di Abitareil Tempo, che ha visto la parte-cipazione dei numerosi parentie amici presenti e dove lo scam-bio finale di esperienze e salutinon ha mancato di arricchiretutti i presenti con emozione ecordialità.

Il Laboratorio teatrale è unadelle tante iniziative che laStruttura propone ai propriospiti. La Struttura è una eccel-lenza nel panorama della resi-denzialità per gli standard sani-tari e alberghieri che assicura,largamente superiori a quelliminimi previsti dalle norme delsettore.Gli standard sanitari sono diassoluta eccellenza come la pre-senza medica 24 ore su 24, lapresenza infermieristica 24 oresu 24, le consulenze medicospecialistiche (neurologo, fisia-

tra, pneumologo, psichiatra,ecc.) oltre a uno psicologo, edu-catori professionali, fisioterapi-sti e animatori.Allo stesso modo gli standardalberghieri sono molto elevati:camere a 2 letti con bagno ebalcone, tutte climatizzate edotate di tv e linea telefonica,servizio di reception attivoalmeno 9 ore, servizio bar eristorazione aperto anche aparenti e visitatori e un ampioparco di 4000 mq, parte delquale destinato a “giardinoAlzheimer”. C’è da aggiungerela prossima apertura di unCentro Diurno per 20 posti perdisabili fisici, psichici e alzhei-mer.

Utile e divertente... “MagicBox”Successo del laboratorio ludico-teatrale ad Abitare il Tempo

Via S. Francesco60025 Loreto (AN)tel. 071.75066www.abitareiltempo.org

Abitare il Tempo

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L’eco della crisi finanzia-ria si sente ancora. Irisparmiatori non arri-

vano a fine mese e molti di lorosono arrabbiati con la classedirigente. L’economia sembrariprendersi piano piano, anchese si può assolutamente affer-mare che ci sono stati periodimigliori. Le banche? Che ruolohanno avuto e hanno le banchein periodi come questi? Labanca è un istituto radicato nelterritorio, ma c’è più la fiduciadi una volta verso questi entiche finiscono fin troppo spessosulle pagine dei giornali?!Abbiamo chiesto un commentoal direttore generale UBIBanca Popolare di Ancona,Luciano Goffi.

La bancaLa banca è un impresa che rac-coglie denaro dai risparmiatorie li presta (con un differenzialedi interesse) alle famiglie e alleimprese che consumano e inve-stono. A questo ruolo primario– e fondamentale per l’econo-mia – si aggiungono poi diversiservizi: si pensi per esempio aisistemi di pagamento, alle cartedi credito, ecc. Un mestiere dif-ficile per chi lo fa e anche diffi-cile da comprendere nei suoimeccanismi operativi e nellesue regole da parte della gente,soprattutto quando ci si adden-tra nel terreno complesso dellafinanza internazionale. Lagente ha paura (giustamente)degli eccessi della finanza;richiede (giustamente) sempli-cità e trasparenza e che labanca torni soprattutto a fare ilcredito, quello che fa nascere ecrescere le piccole e medieimprese del territorio.Le banche italiane, quasi deltutto immuni dagli eccessi chehanno portato nel mondo lacrisi finanziaria nata inAmerica, fanno credito allefamiglie e alle imprese.Possono ovviamente sbagliare– magari dandone troppoquando tutto va bene e chiu-dendosi a riccio in tempi di crisi- ma nel complesso quello ita-liano è un buon sistema. Esso èchiamato oggi a condividere leforti sfide che il nostro Paesedeve affrontare per evitare il

declino. E’ opportuno, per com-prendere meglio questo ragio-namento, fare una breve storiadei cambiamenti avvenuti negliultimi venti anni con la globa-lizzazione. Il riferimento alleMarche rende più sempliceseguire il filo logico.

L’economiaDall’economia prettamenteagricola dell’immediato dopo-guerra si è passati, in fondo inpochi anni, ad un forte sviluppomanifatturiero. I mezzadri diun tempo (in fondo già piccoliimprenditori), sono andatinelle fabbriche che stavano sor-gendo in quegli anni, e da ope-rai laboriosi e capaci le hannofatte crescere; molti ne sonousciti con un mestiere ed hannocreato centinaia, migliaia dipiccole e piccolissime imprese.Sono diventati bravi a farequello che fa un Paese che ini-zia ad industrializzarsi: beni diconsumo, cose utili per tutti igiorni (scarpe, abiti, mobili,utensili). Il distretto ha protetto

per lunghi anni questo micro-cosmo di bravi artigiani, moltoutili alle aziende più grandi: illoro impegno senza orario, laloro creatività, erano valori cheera difficile e costoso crearedentro le fabbriche. Il mercato di queste piccolerealtà era domestico: il distret-to, l’Italia, al massimo il nordEuropa. Non serviva una gran-de “cultura d’impresa”: eral’azienda più grande che ti dice-va che investimenti fare, o almassimo si osservava cosa face-vano gli altri. Pianificazione e

La banca sul territorio in un mondo che cambia

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“La gente ha pauradegli eccessi dellafinanza; richiede

semplicità e trasparenza e che

la banca tornisoprattutto a fare

il credito, quello chefa nascere e

crescere le piccole emedie imprese del territorio”

Giuliano Goffi, direttore generaleUBI Banca Popolare di Ancona

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controllo di gestione? Neanchesi sapeva cosa fossero; del restoc’era l’inflazione a far sembrarefacile pagare i debiti; e poi lasvalutazione della lira daval’impressione che la competiti-vità non fosse un problemanostro. E’ così che le Marchesono cresciute; come il resto delPaese, purtroppo non delle dif-ferenze che sono rimaste: alNord – dove una certa indu-stria era nata anche primadella guerra – il tessutoimprenditoriale ha potuto irro-bustirsi di più; al Centro siamoalla prima generazione e quan-to è difficile passare alla succes-siva!; al Sud il cancro dell’assi-stenzialismo ha ammazzato lecellule vitali della imprendito-rialità e del senso comune di unPaese che deve lottare unito peressere competitivo. La politicaindustriale miope ha trascuratoi settori avanzati; le aziendesono rimaste mediamente pic-cole e hanno continuato a faresempre le stesse cose, quelleche tutti i Paesi di prima indu-strializzazione solitamentefanno.

Il declino e la globalizzazioneCosa è poi avvenuto tanto dafarci rischiare il declino?Semplicemente: la globalizza-zione. Non ce l’aspettavamo!Non ci siamo resi conto pertempo che almeno da trentaanni in Asia, dove vive (ancoramale) un terzo del mondo, ipopoli premevano per staremeglio, per uscire dalla miseria

delle campagne, per avere unruolo diverso nell’economiamondiale. Il Vietnam avevafatto capire agli americani chenon era con le armi che si pote-va domare questa fame, questaspinta al cambiamento; e gliamericani hanno anzi capitoche a quei popoli si poteva dele-gare un compito importante:essere la “fabbrica” del mondo,una fabbrica a basso costo,cosicché quella gente potessemangiare qualcosa più di unascodella di riso, e intanto gliamericani (e gli inglesi) potes-sero continuare a prosperarenon più con l’industria (o uncerto tipo di industria), ma coni servizi, con le tecnologie avan-zate, con i consumi, con la

finanza (e con il debito!). A noiItaliani la globalizzazione ci hacolti di sorpresa: ma come?Eravamo noi la fabbricadell’Europa, al massimo per noiil concorrente era l’officina o illaboratorio dall’altra partedella strada; ed ora arrivanoprodotti cinesi, indiani, tur-chi… che tra l’altro non costanonulla!?La prima reazione: se questi ciinondano di prodotti a bassocosto, spostiamo le nostre fab-briche dove costa meno pro-durre, così combattiamo adarmi pari. La delocalizzazione,quindi, come reazione imme-diata (per un po’ è servita), mamiope; perché gli altri sonocomunque più veloci e si accon-

tentano di poco; e soprattuttosanno copiare le nostre tecni-che, diventano sempre piùbravi ad imitare la nostra quali-tà (e forse, a volte, a superarla)e continuano a costare moltomeno. I Tedeschi ed i Francesi,hanno anche loro accusato ilcolpo, ma hanno reagito primadi noi. Negli ultimi dieci annihanno migliorato la produttivi-tà dei loro processi produttivi,hanno innovato, hanno modifi-cato le regole, hanno chiestosacrifici alla gente. Hannoanche loro piccole e piccolissi-me imprese, ma le loro poi cre-scono, mentre le nostre sonopiccole e tali rimangono. E se siè piccoli non si ha la forza perinnovare, per cambiare imodelli di business, per inter-nazionalizzarsi. La produttivitàrimane bassa; noi siamo bravi afare qualità, siamo creativi, inostri prodotti hanno un fasci-no unico... ma costano troppo ehanno un mercato “troppo dinicchia”; troppo piccolo – e dif-ficile da raggiungere – per farcrescere a sufficienza il nostroPIL e per alimentare l’occupa-zione.Stavamo facendo tutti questiragionamenti (quanti convegni,negli ultimi cinque, sei anni, sisono fatti su questi temi!)quando improvvisa è arrivata lacrisi finanziaria. Che non èstata certo la causa dei nostriproblemi strutturali, ma sem-mai li ha aggravati, li ha fatti

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“La politica industriale miopeha trascurato i settori avanzati;le aziende sonorimaste piccole ehanno continuato afare sempre le stesse cose, quelleche fanno i Paesi di prima industrializzazione”

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emergere con violenza. Ora c’ègente in cassa integrazione,tanti posti di lavoro a rischio, igiovani non vedono prospettivedi farsi una posizione, unafamiglia, una casa. Chi aspettasemplicemente la ripresa stan-do fermo non ha alcuna possi-bilità di farcela; la ripresa nonarriverà automaticamente den-tro i capannoni, bisogna andar-sela a prendere, perché non èsemplicemente una crisi dacongiuntura, ma è il mondo cheè cambiato.Nel frattempo infatti i Cinesi, enon solo loro – dopo appena unlieve malore – hanno ricomin-ciato a sfornare prodotti (e lau-reati), a fare strade, ferrovie,fabbriche… E hanno un enor-me bisogno di esportare, dimandare a noi i loro prodotti(la loro gente ancora consumapoco perché da quelle parti adarricchirsi sono i bilanci degliStati e non la gente comune).La competizione dei prossimianni sarà quindi fortissima: ilconfronto è tra un mondo occi-dentale indebitato, con bassacrescita, con tassi crescenti didisoccupazione, e Paesi ingrande espansione, con bilancisolidi, con grande capacità pro-duttiva e tanto bisogno di ven-

derci i loro prodotti.

La politica, gli imprenditori e le bancheQualcuno potrà chiedersi: mache c’entra la banca in tuttoquesto? C’entra eccome!C’entriamo tutti.C’entra la politica che deve(non tra un anno, ma oggi)riformare il Paese perché leregole siano semplici, chiare,valide per tutti, e perché sianogarantite concorrenza e merito-crazia.C’entrano gli imprenditori, per-ché debbono (non tra un anno,ma oggi) organizzarsi per pro-durre e vendere in modo com-petitivo, con efficienza, prodot-ti e servizi che costino il giusto,che li possa comprare l’italiano,o l’europeo o l’americano checonsideri quel prezzo coerentecon la qualità intrinseca, e lipossa anche comprare il cinesecon qualche soldo in tasca. Unosforzo enorme debbono fare lenostre imprese, per snellire einnovare i processi produttivi,per dotarsi di nuove tecnologie,per formare le Persone (insie-me all’Università) e aprirle almondo, per passare il testimo-ne ai giovani, per eliminare l’in-dividualismo e fare squadra,

creare reti, filiere intelligenti.E c’entra la banca! Perché é suodovere e suo interesse stimola-re l’innovazione ed il cambia-mento delle imprese.Individuare quelle che hanno ilpotenziale per crescere e met-tersi al loro fianco per farle cor-rere. Non c’è bisogno che quat-tro milioni di piccole e piccolis-sime imprese (tante sono inItalia) diventino tutte grandi;non sarebbe possibile né forseutile. Ma un certo numero ledobbiamo far crescere – ediventare medie e grandi – per-ché debbono tirare la volata alsistema produttivo e innescarenuovi processi virtuosi di cre-scita occupazionale. Gliimprenditori ci debbono mette-re la loro volontà, le loro capa-cità, e anche un po’ di capitali.Le banche debbono fornire lorole risorse giuste per accelerarequesta crescita.Accanto ai numeri – ai rating –noi uomini di banca dobbiamoessere in grado di valutare, piùche in passato, quelli che sichiamano “valori intangibili”dell’impresa, che in un mercatoglobale contano oggi più deicapannoni e delle macchine: ilcapitale umano, il capitaleorganizzativo, la capacità di

investire sulla innovazione esull’efficienza produttiva edistributiva, la forza del mar-chio, la volontà di creare allean-ze e reti per essere più forti suimercati. Tutte cose che non sileggono dai bilanci e che, percomprenderle, banca ed impre-sa debbono essere sempre piùpartner, perché accumunatedallo stesso destino.Qualcuno potrebbe obiettare:ma non s’era detto che la bancadeve in fondo solo prestaredenaro e dare qualche carta dicredito? Certo, prestare dena-ro, ma non a caso; indirizzan-do, invece, le risorse verso queltessuto produttivo e imprendi-toriale capace di creare valoreper se e per il territorio. Infondo, i prodotti delle banche, iservizi, i sistemi informativi,sono un po’ tutti uguali; neiprossimi anni la competizionenel sistema non si giocherà suquesti temi, ma su quale tipo dibanca si vuole essere, su qualeruolo si intende svolgere perremare, insieme alle imprese,alle associazioni, ai confidi, alleistituzioni, tutti verso la stessadirezione: per evitare il declinoe, anzi, riprendere a crescere.Questo è quello che BancaPopolare di Ancona vorrebbefare. Abbiamo il capitale e laliquidità necessari, la cono-scenza del territorio, la forza diun grande gruppo alle spalle: sequesta banca riuscirà a svolgerefino in fondo questo ruolo,dipenderà solo dai suoiUomini.

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“Il compitodella banca è quello di prestaresoldi e indirizzarele risorse versoil tessuto produttivo e imprenditorialecapace di crearevalore per se e peril territorio”

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Non viviamo in un perio-do facile. La crisi diffusaha colpito duramente

anche il mondo del lavoro, nelquale però la sicurezza e ilsostegno a chi ha bisognorimangono sempre valoriimprescindibili da difendere.Proprio su questo nasce e si svi-luppa la preziosa attivitàdell’INAIL, (Istituto Nazionaleper l’Assicurazione contro gliInfortuni sul Lavoro): nelmomento di difficoltà che tuttistiamo vivendo costituisce uninsostituibile punto di riferi-mento per qualunque lavorato-re. Delle attività svolte, degliobbiettivi raggiunti e futuri, delcostante sostegno offerto dal-l’ente a chi lavora, abbiamo par-lato con Marco Orelli, diretto-re Provinciale INAIL Ancona. Direttore, quali sono lerichieste più comuni effet-tuate da chi si rivolge a voi?“L’INAIL è orgogliosa di offrireun sostegno a 360 gradi a ununiverso di lavoratori quanto-mai ampio ed eterogeneo: lerichieste più comuni che ci ven-gono rivolte vanno dalle presta-zioni di legge riguardo gli infor-tuni sul lavoro, alla diagnosi ecura di malattie professionali.Ma il nostro sostegno và oltre:infatti si estende anche alla ria-bilitazione di chi ha subitoinfortuni fino al reinserimentonel mondo del lavoro fino adarrivare all’assistenza di grandiinvalidi, alla rimozione di bar-

riere architettoniche e all’adat-tamento di impianti industria-li”.Può spiegarci brevementecome è strutturato l’enteINAIL e quali sono le sueattività?“Abbiamo una struttura moltosemplice e funzionale, permeglio esaudire le richiestedegli utenti. Si tratta di unastruttura piramidale al verticedella quale c’è una DirezioneCentrale, a cui fanno poi capo levarie Sezioni Provinciali. Daqueste ultime poi si dipartono leSedi Territoriali, quelle piùdirettamente a contatto coilavoratori. Complessivamentele Sedi sono 220. Và detto chedal 2008 è in atto una profondaristrutturazione che ha comescopo fondamentale la raziona-lizzazione delle attività e ilrisparmio. Punto saliente diquesta modificazione è l’accen-tramento degli appalti e deicontratti, ora non più gestitidalle Sedi Territoriali ma diret-tamente dalla DirezioneCentrale. L’INAIL è un istitutoassicuratore, che acquisisce epaga i premi, con una elevataautomaticità della prestazione,anche per chi non sia perfetta-mente in regola. Siamo un enteguidato da una forte spinta pub-blicistica: la tutela assicurativaper il lavoro deve esserci pertutti, infatti quasi tutte le princi-pali categorie lavorative sonoassicurate con noi. Al primo

posto, anche perobblighi di legge,c’è una forteopera di pre-venzione, che èla materia piùimportante in assoluto perpoter garantire la sicurezza. Poisiamo molto attivi nella fornitu-ra di informazione, per creareun aggiornamento continuo; atutto questo affianchiamo unacostante e generale opera diassistenza ai lavoratori, di ispe-zione delle aziende e degliimpianti. Una volta fatto ciò ilnostro lavoro non è certo finito,in quanto ci occupiamo anche diopere di adeguamento e rinno-vamento di luoghi e macchinariadibiti al lavoro, fornendoanche incentivi in tal senso.Insomma cerchiamo non solo dicurare, ma anche e soprattuttodi prevenire”.Andando un po’ più nellospecifico, com’è l’INAIL dioggi?“Siamo sicuramente un ente alpasso con i tempi, e questo èdimostrato dalla rivoluzioneche stiamo compiendo. Stiamoletteralmente sorpassando lavecchia “concezione cartacea”del lavoro. Infatti ora preferia-mo ricorrere ad una forte infor-matizzazione, lavorando più chealtro con le immagini e inmodalità telematica. Quasi tuttoè informatizzato: dai contratti aidocumenti, fino ad arrivare aipagamenti. La SezioneProvinciale di Ancona è in unasituazione più che positiva:infatti ormai da ben sei annichiudiamo il bilancio annuale inattivo, raggiungendo e superan-do tutti gli obiettivi che laDirezione Centrale annualmen-te ci pone. Una situazione moltopositiva non solo per noi maanche per chi ha bisogno delnostro intervento, che arrivacon precisione e tempestivitàsempre maggiori”.

Leiche da

molto tempo segue ilmondo lavorativo da unosservatorio privilegiato,come considera la situazio-ne del lavoro oggi?“Non si piò negare che la situa-zione oggi non sia particolar-mente esaltante: la crisi genera-le ha investito anche il mondodel lavoro, creando diversi pro-blemi di non facile soluzione.Ma proprio in una situazionecomplicata come quella odiernal’INAIL con le sue moltepliciattività può costituire un puntodi riferimento importante perchi avesse bisogno di sicurezza esostegno. Basti pensare alnostro impegno nell’aumentarela collegialità delle decisioni perconciliare le controversie eridurre il contenzioso, alla chia-rezza e funzionalità della nostracarta dei servizi che è un vero eproprio patto con gli assistiti,all’assicurazione finalmenteestesa anche alle casalinghe adun costo annuale contenutissi-mo, fino ad arrivare alle nostreindagini di soddisfazione del-l’utenza, che costituiscono unimportante elemento di autova-lutazione per spingerci alcostante miglioramento dei ser-vizi offerti. In una situazionedifficile come quella odiernalavoriamo al fianco degli utentiper garantire loro la miglioreassistenza possibile”.Insomma siamo di fronte ad unente moderno, al passo coitempi, coi piedi per terra e che“lavora per chi lavora”, nell’otti-ca di risolvere al meglio i pro-blemi concreti in un mondocomplesso ma che può dareancora molte risposte positiveed è la chiave per uscire dallacrisi.Dunque buon lavoro a tutti!

Lorenzo Ricci

LAVORO | INAIL

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INAIL, cosa chiedeil lavoratore

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“Le sfide si affrontano conl’unità di intenti”. Con que-sto spirito la FSI,

Federazione SindacatiIndipendenti, ha aperto il con-vegno “Operatore SocioSanitario - Le nuove frontieredel ruolo tra etica e normativa.L’O.S.S. è una risorsa, costruia-mo un nuovo futuro”. “La pro-fessione degli Oss - ha sottoli-neato Claudio Acacia, segreta-rio nazionale della FSI Inrca -deve essere considerata comeuna risorsa, soprattutto nelpiano sanitario italiano, i tempiche corrono richiedono dellefigure professionali molto spe-cializzate”. La FSI sta lavoran-do al progetto relativo alla figu-ra degli Operatori SocioSanitari, un progetto ambiziosoe lungimirante che punta aduna maggiore dignità del lavoroper gli OSS di tutto il territorionazionale. Stefano Castagnola,segretario nazionale e ParideSanti, coordinatore nazionaledella FSI hanno snocciolato lelinee guida del progetto: “Lelinee guida, che divengono atutti gli effetti traguardi da rag-giungere, sono sei: riconosci-mento di un’unica figura pro-fessionale degli OSS su tutto ilterritorio nazionale; mansioni,funzioni e ruoli unici e chiari sututto il territorio nazionale;percorsi formativi di qualifica-zione professionale unici e uni-formi nei tempi, nell’accesso e

nei contenuti su tutto il territo-rio nazionale; ottenimentodella garanzia dell’aggiorna-mento professionale continuoanche attraverso l’integrazionedegli OSS nel programma dieducazione continua in medici-na (ECM); raggiungimento diuna categoria superiore degliOSS attraverso un differente epiù adeguato trattamento con-trattuale; riconoscimento pergli OSS delle indennità contrat-tuali, sempre attraverso ad undifferente trattamento contrat-tuale”. “Abbiamo presentatouna proposta e un disegno dilegge che vuole proprio questecose specifiche!” ha puntualiz-zato l’avvocato Maurizio Danza.“La figura dell’Operatore SocioSanitario - ha ribadito ClaudioAcacia - vive oggi, come untempo, autentiche contraddi-zioni che derivano da un inop-

portuno inquadramento dellaloro figura professionale negliattuali profili sanitari e tecnici.Il nostro obiettivo è quello diperseguire una dignitosa collo-cazione della figura professio-nale sotto i punti di vista nor-mativo giuridico e contrattua-le”. La promozione della figuradell’OSS avrebbe un risvoltopositivo non solo nel contestoSanitario, ma anche nel settoredegli Enti locali e nei Servizisocio-educativi del settore pri-vatistico, perché fino ad oggi,tra le figure riconosciute dalMinistero della Salute, l’OSS èindicato in una categoria nonpropriamente classificata. Ilcontenuto delle linee guida si ègià trasformato in un verbale diintesa tra i rappresentanti OSSdi tutte le regioni di Italia dellaFSI. “Il primo convegno nazio-nale - ha concluso Stefano

Castagnola - vuole renderepubblico l’impegno di questafederazione, nel nome della piùampia partecipazione, con tuttigli addetti ai lavori, anche perportare il progetto a concretiz-zarsi in legge attraverso il per-corso della presentazione di unprogetto di legge specifico chel’ufficio studi della FSI ha pre-disposto”. Durante la giornatasono state presentate delle rela-zioni da parte di OperatoriSocio Sanitari come DanieleLatini che ha parlato della qua-lità percepita e le aspettativedell’utente, Gabriella Ganzettisulla prevenzione delle infezio-ni ospedaliere, GraziaPennacchietti sul miglioramen-to continuo della qualità,Francesco Caprini sul lavorod’equipe e Carla Bertolino sulleanalisi delle problematiche trapubblico e privato. Molto inte-ressante anche l’interventodella dott.ssa EmanuelaCeresani sul tema del counse-ling.

Riccardo Milani

L’Operatore Socio Sanitario è una risorsa

SINDACATI | FSI

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Presentato a Perugia un disegno di legge sul futuro della professione degli OSS

Aviano Rossi, dirigente Sitro Asl2, l’avvocato Maurizio Danza, StefanoCastagnola, segretario nazionale FSI, Paride Santi, coordinatore nazionaleFSI e Claudio Acacia, segretario nazionale FSI Inrca

“Un servizio sanitario di eccellenza necessita di figure professionali di eccellenza”

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Questo libro tratta di alcu-ne condizioni dei bambi-ni, frequenti e distur-

banti, più alterazioni dello statodi benessere globale che vere eproprie malattie, situazioni incui il soggetto è ancora comple-tamente all'interno del suo"spazio salute" ed i suoi mecca-nismi fisiologici sarebbero ingrado di mantenercelo se nonintervenissero dei fattoriambientali esterni, quali l'inse-rimento in comunità, l'eccessi-va attenzione ai richiami not-turni ed alla frequenza dellescariche, una leggera incurianell'igiene e nella cura dellacute, una cattiva alimentazione,ecc. In tutti questi casi il farma-co, inteso come intervento forteche si sostituisce ai meccanismifisiologici di ripristino dellefunzioni, non serve. Occorreinvece un intervento integrato,fatto di interventi di educazionee supporto ai genitori, di modi-fiche delle consuetudini di vitadel bambino e di un aiuto piùfisiologico possibile in cui sonomolto utili le piante medicinali.Il testo oltre che ai pediatri edai medici impegnati nell'ambitodelle cure primarie, può esseredi aiuto anche a tutti i profes-sionisti della salute e a queigenitori che cercano informa-zioni attendibili.

Problemi del bambino.Approccio integrato

con le piante medicinali

Autore: Murgia - PagiottiEditore: Aboca EdizioniData di Pubblicazione: 2009Pagine: 232Prezzo: 19.00 euro

Questo testo affronta l'im-portante tema dellacomunicazione sanita-

ria, ovvero lo studio e l'utilizzodella comunicazione nel conte-sto della salute. L'informazionee la comunicazione sono, oggi,riconosciute come una risorsafondamentale per guidare gliindividui verso decisioni otti-mali per la loro salute. Di salutesi parla ovunque: con il propriomedico, in famiglia, tra amici ecolleghi, nei mass-media e suinternet. Parlare di salute, però,non è facile. Si tratta di unambito che richiede conoscenzetecniche per comprenderne icontenuti, ma che pervade allostesso tempo la sfera emotiva diciascun individuo. Il testo,destinato sia agli operatorisanitari che al pubblico genera-le, presenta la comunicazionesanitaria da una prospettivaanalitico-normativa. Gli autorispiegano i fondamenti dellacomunicazione sanitaria nelledimensioni interpersonale,mediata dalle nuove tecnologiee mass-mediale, offrendo al let-tore basi concettuali e strumen-ti per valutare la qualità dell'in-formazione sanitaria in modocritico e comunicare con effica-cia in questo ambito.

Vi ritrovate svegli nel lettoa preoccuparvi di ciò chedovrete fare l'indomani?

Vi alzate stanchi come se nonaveste dormito abbastanza? Sela risposta è "Sì", potreste esse-re uno dei circa 12 milioni di ita-liani che soffrono di disturbi delsonno. Wendy Green spiega ilciclo sonno-veglia, propone unapproccio olistico al problema eoffre una miniera di consiglipratici per combattere l'inson-nia, magari ricorrendo a sem-plici modifiche dello stile di vitae del regime alimentare e utiliz-zando facili terapie comple-mentari di automedicazione.Questo libro è una lettura piace-vole, nella quale persino l'in-sonne più incallito troverà con-forto. Scoprite quali sono le 50cose che potete fare da subitoper sconfiggere l'insonnia, peresempio: conoscere i vostri(personalissimi) fattori scate-nanti; tenere un diario dell'in-sonnia seguire una routineserale rilassante scegliere cibi eintegratori che favoriscono ilsonno regolare il vostro schemadel sonno in base al vostro stiledi vita fare in modo che lavostra camera da letto sia adat-ta al riposo.

Per mantenersi in buonasalute, il corpo può conta-re sul sistema immunita-

rio, che lo aiuta a difendersidagli agenti nocivi. Una buonaalimentazione, associata a saneabitudini di vita, rappresenta ilmezzo migliore per contrastaregli attacchi esterni e lo stressche l'organismo subisce ognigiorno. Molte sostanze nutritivepresenti nell'alimentazionesono infatti in grado di influen-zare in maniera positiva l'equi-librio del sistema immunitario.Inoltre, ingredienti salutari,quali i probiotici e i prebiotici,nonché integratori alimentariquali i fìtoestratti, hanno la pro-prietà di favorire l'immunità.Alimentazione, benessere esalute. Alcuni consigli su cosamangiare per rimanere in salu-te e sviluppare quelle difeseimmunitarie necessarie perrestare in piena forma. Unmanuale che contribuirà almiglioramento della salute ditutta la famiglia.

Comunicazionee salute

Cinquanta cose chepotete fare

per combattere l’insonnia

Stimolare il sistemaimmunitario.

Gli alimenti chiave persviluppare le difese

Autore: Rubinelli - CameriniEditore: ApogeoData di Pubblicazione: 2010Pagine: 197Prezzo: 14.00 euro

Autore: Green WendyEditore: Vallardi A.Data di Pubblicazione: 2010Pagine: 134Prezzo: 9.90 euro

Autori: Hout - Roy - ReidEditore: il punto d’incontroData di Pubblicazione: 2010Pagine: 192Prezzo: 12.90 euro

SCAFFALE | LIBRI

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RUBRICA | PENSIONI

COS’E’ IL LAVORO USURANTE?Chi ha lavorato nei posti arischio come lavoro usurante,quindi che logora a lungotempo il cittadino, può, in basealla legge sui lavori usuranti,ottenere dei benefici di ‘scontoanticipato’. Come indicato nelDecreto Ministeriale del 19maggio 1999, il comma 34 dellaLegge 335 evidenzia tutti gli

effetti e i benefici:- l’attesa di vita al compimento

dell’età pensionabile;- la prevalenza della mansione

usurante;- la compatibilità fisico-psichi-

ca in funzione dell’età;- la mancanza di possibilità di

prevenzione;- l’elevata frequenza degli infor-

tuni, con particolare riferi-mento alle fasce dietà superiori ai 50anni.Tutti questi benefici,a cui i lavoratori e leaziende devono sotto-stare, permetterannohai cittadini chehanno svolto lavoriparticolari e lavoriusuranti continuati-vamente di andare inpensione prima.

I LAVORI USURANTI- lavoro notturnocontinuativo- lavoro alle linee dimontaggio- lavori ad alte tempe-rature (addetti ai

forni e fonditori dell’indu-stria metallurgica)

- autisti di mezzi rotabili disuperficie

- marittimi imbarcati a bordo- personale addetto ai reparti di

Pronto Soccorso,Rianimazione, Chirurgiad’Urgenza

- trattoristi- addetti alle serre e fungaie

I LAVORI PARTICOLARMENTEUSURANTI- conducenti di mezzi pubblici

pesanti- lavori di asportazione del-

l’amianto- lavori nelle gallerie- lavori in altezza su scale aeree,

con funi a tecchia, su ponti acastello, su ponti mobili insospensione

BENEFICI SPETTANTIL’accordo stabilisce che coloroche risultano nelle condizionisopra elencate, possono conse-guire su domanda il Diritto diPensione con requisito anagra-fico ridotto di tre anni rispetto aquelloprevisto ordinariamente.

Questo solo se tale attività siastata svolta per almeno la metàdel periodo di lavoro comples-sivo o almeno 7 anni negli ulti-mi 10 anni di attività lavorativa.Va inoltre ricordato che ladomanda di pensione vienesempre e comunque inoltrataall’INPS, dietro utilizzo e inol-tro dell’autorizzazione e certifi-cati dell’azienda. Per i certifica-ti e autorizzazioni in merito allavoro usurante per l’amianto,la richiesta deve essere inoltra-ta all’INAIL (solo in seguitoall’INPS).

Potete fare domande riguardanti le pensioniall’esperto Lino Rignaneseinviando unaemail a [email protected]

Sconti di tre anni per i lavori usuranti

SE VUOI RICEVERE DIRETTAMENTE A CASA TUA LA RIVISTA SENZAETA’FAI IL VERSAMENTO TRAMITE BOLLETTINO POSTALE (COMPILATO COME SOTTO),

invia la ricevuta via fax allo 071. 2901110 o in busta chiusa all’indirizzo: REDAZIONE SENZAETA’ - PIXEL STUDIO - Via Valenti, 1 - 60131 ANCONA

Il nostro espertoLINO RIGNANESE

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