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Servizi di incluSione di perSone in Situazione di … di...

Date post: 11-Oct-2018
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Servizi di incluSione sociale e lavorativa

di perSone in Situazione di Svantaggio

Volume 03

La redazione del volume è stata curata dall’Ufficio Programmazione e Controllo di APOF- IL

Una coedizione

Quest’opera, consultabile gratuitamente secondo i principi Free documentation License e

Creative Commons, è stata rilasciata con licenza Creative Commons Attribuzione -

Non commerciale 4.0 Internazionale.

Per leggere una copia della licenza vedi:

https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/deed.it

L’elaborazione dei testi, anche se curata con scrupolosa attenzione, non può comportare

specifiche responsabiltà per eventuali errori o inesattezze.

Stampato da Fondazione ABACUS

nel mese di Settembre dell’anno 2015

CONTI EDITORE

Rue des Condemines, 39

11017 – MORGEX (AO)

FONDAZIONE ABACUS

Via Pienza, 36

85100 – POTENZA

www.fondazioneabacus.it

email: [email protected]

@FondAbacus

All’atto di concludere il progetto Match con una pubblica-

zione, il nostro pensiero va ad Adriano Abiusi, ex dirigente

dell’Ufficio Promozione Cittadinanza Solidale ed Economia

Sociale, Sviluppo Sociale, Sviluppo Servizi Sociali e Socio-

sanitari della Regione Basilicata, che ha fortemente voluto

questa sperimentazione e che sarebbe stato contento di

sorridere alla tenacia e dedizione che abbiamo perseguito

nell’attuare il progetto, attitudini che più di ogni altro pra-

ticava.

a Riccardo Biazzo

“Ricco”

Il Progetto “Match: Servizi di Inclusione Sociale e Lavorativa di Persone in Situazione di Svan-

taggio” della Regione Basilicata è stato realizzato in attuazione della linea di intervento c.5.b

“Inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati” del Programma Operativo Val d’Agri, Melan-

dro, Sauro, Camastra ed in coerenza con l’Asse II “Occupabilità” del P.O. F.S.E. 2007/2013

Apof-il ha curato il presente report e declina ogni responsabilità sull’uso che potrà essere

fatto delle informazioni in esso contenute.

I soggetti che hanno partecipato alla realizzazione del progetto MATCH sono:

• Regione Basilicata attraverso l’autorità responsabile del P.O. Val d’Agri (Autorità responsa-

bile del P.O.V.)

• Provincia di Potenza (Ente capofila per l’attuazione operativa)

• APOF-IL

• Comuni della Provincia di Potenza

• C.P.I. Villa d’ Agri

• A.S.P. - Azienda Sanitaria Locale di Potenza

• U.S.R. Ufficio Scolastico Regionale

• Associazione Industriali di Basilicata

• A.P.I. Associazione Piccole e Medie Industrie di Potenza

• Fondazione Don Gnocchi

• FISH Onlus - Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap - Basilicata

Il presente lavoro è una riflessione condivisa dal team di progetto e scritta a più mani avva-

lendosi di materiale documentale, relazioni, dati, interviste.

Si ringrazia per i contributi al presente lavoro:

Giuseppe Acerenza

Ufficio Lavoro Formazione e Politiche Sociali Provincia di Potenza

Antonella Amelina

Azionista Prima System srl

Fabio Bavusi

Esperto comunicazione Apof-il

Riccardo Biazzo

Responsabile metodologico del progetto – Apof-il

Natalia Maria Brescia

Operatore CPI di Villa d’Agri

Giulio Cardone

P.O. Servizi Amministrativi Comune di Brienza

Luca Caricato

Esperto comunicazione Apof-il

Adamo De Stefano

Segreteria Tecnica – Regione Basilicata

Antonio Di Gennaro

Uff.Reg.le Promozione Cittadinanza Solidale, Economia Sociale, Sviluppo S.S.i

Margherita Fittipaldi

Responsabile Centro per l’Impiego di Villa d’Agri

Giampiero Griffo

Membro Esecutivo mondiale Disabled Peoples’ International (DPI)

Ida Leone

Direttore ASSOIL SCHOOL – Advanced Skills for Services in Oil and gas Industry School

Lorenzo Carmelo Pavese

Utente Imprenditore

Francesco Pesce

Dirigente Struttura di Progetto Val d’Agri – Regione Basilicata

Giuseppe Romaniello

Direttore Apof-il

Maria Filomena Titolo

Operatore CPI di Villa d’Agri

Franca Coppola di Apof-il ha curato la presente pubblicazione.

indice

preFazionela Formazione quale Strumento per promuovere l’innovazione Sociale Giuseppe Romaniello

13

introduzioneun’analiSi a più voci Franca Coppola

17

relazionel’idea e gli elementi diStintivi del progetto match: l’incluSione Sociale attraverSo metodologie innovative nei Servizi e Fra i Servizi per Favorire l’occupabilità e l’inSerimento lavorativoFrancesco Pesce

21

relazionenuovi approcci alle politiche Sociali: l’architettura progettuale di match ed il SiStema di governance quale reale ed eFFicace cooperazione interiStituzionaleAdamo De Stefano

43

relazionela Formazione dei Formatori per l’applicazione del modello icF nell’ambito del progetto matchAntonio Di Gennaro

51

relazionela dimenSione concettuale del proceSSo incluSivo di incontro Fra domanda ed oFFerta: la realizzazione del logo del progetto e la clipFabio Bavusi

61

relazionela comunicazione Sociale del progetto matchLuca Caricato

67

reportindividuazione dei beneFiciari delle Work experience: il quadro normativo di riFerimento, deFinizioni, Step e procedureGiuseppe Acerenza

73

relazioneicF e perSonalizzazione dei Servizi nel progetto match: i teSt ed i colloqui individuali per l’avviamento delle Work experienceMargherita Fittipaldi

79

reportreSoconto concluSivoRiccardo Biazzo

83

reportSperimentare l’incluSione Sociale e lavorativa di perSone in Situazione di SvantaggioAdamo De Stefano

97

interviStadiSabilità: un concetto in evoluzioneGiampiero Griffo

107

interviStaSviluppare la SFera delle capacità relazionaliGiulio Cardone

111

interviStaun’occaSione di creScita anche per l’aziendaIda leone

115

interviStaun’opportunità per rompere il ghiaccio e metterSi in giocoAntonella Amelina

119

interviStaun’eSperienza partita in “bianco”Lorenzo Carmelo Pavese

125

generalele parole del progetto matchFranca Coppola

129

documento avviSo pubblico Work experience per Favorire l’inSerimento occupazionale per perSone diSabili e di Soggetti Svantaggiati

135

documento linee guida per l’emanazione del bando pubblico

153

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

12

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

13preFazione

la Formazione quale Strumento per promuovere l’innovazione SocialeGiuseppe Romaniello

Direttore APOF-IL

Al posto degli uomini abbiamo sostituito i numeri

e alla compassione nei confronti delle sofferenze umane

abbiamo sostituito l’assillo dei riequilibri contabili.

Federico Caffè

L’attuale livello di disoccupazione è inaccettabile, va contro ogni nozione di equità; è la più

grande forma di spreco di risorse, oltre che causa di deterioramento del capitale umano.»

No, non è una dichiarazione resa da un sindacalista durante uno sciopero in una delle nu-

merose piazze che in questi giorni accolgono e rilanciano il disagio e la rabbia di un pezzo di

Europa; è la dichiarazione del presidente della Bce, Mario Draghi, durante il suo intervento

di apertura del convegno su Federico Caffè, tenutosi a Roma nel mese di novembre 2014.

Parlando dell’eredità di pensiero di Caffè, Draghi ha ricordato come per il professore fare

politica economica significasse analisi della realtà, rifiuto delle sue deformazioni, impiego

delle nostre conoscenze per sanarle. Da parte mia, quando penso all’eredità di Federico

Caffè, professore di Politica Economica e Finanziaria all’Università La Sapienza di Roma,

schivo per natura, sensibile e straordinario, penso alla passione, all’amore e alla dedizione

con cui i suoi studenti cercarono il professore all’indomani della diffusione della notizia della

sua scomparsa. Furono quei giorni, successivi alla scomparsa inattesa e ancora inspiegata

dell’economista, strenuo difensore del welfare state, a segnalare la bellezza che può esserci

nella relazione tra l’allievo e il suo mentore. Alla sua passione per l’insegnamento e all’at-

tuale necessità di rilanciare le ragioni dell’apprendimento lungo tutto l’arco della vita, voglio

dedicare alcune riflessioni sull’attuale necessità di trovare risposte nuove a richieste antiche.

Esistono infatti bisogni insoddisfatti (es. servizi sanitari di prossimità), risorse sprecate (es. il

consumo di suolo) emergenze ambientali (es. qualità dell’aria nei centri abitati) o sociali (es.

crescenti aree di disagio e marginalità). Rispondere a queste domande, non necessariamente

espresse, significa dare spazio alle forze del privato sociale, all’imprenditorialità dal basso,

alle comunità di cittadini che si organizzano per soddisfare nuovi e vecchi bisogni, per otti-

mizzare l’utilizzo delle risorse umane e naturali, per garantire un miglioramento sociale, per

realizzare soluzioni più soddisfacenti i propri valori e le proprie aspirazioni.

Potremmo definire questo organizzarsi una innovazione sociale. Esistono tante definizioni di

innovazione sociale; quella più ampia e completa è contenuta nel Libro Bianco sull’innovazio-

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

14

ne sociale scritto da Robin Murray, Julie Caulier Grice e Geoff Mulgan: «Definiamo innovazioni

sociali le nuove idee (prodotti, servizi e modelli) che soddisfano dei bisogni sociali (in modo

più efficace delle alternative esistenti) e che allo stesso tempo creano nuove relazioni e

nuove collaborazioni.

In altre parole, innovazioni che sono buone per la società e che accrescono le possibilità di

azione per la società stessa». L’innovazione sociale ha una spiccata dimensione collettiva,

non appartiene solo all’immaginazione e alla creatività di un attore singolo, quanto alla capa-

cità collettiva di partire da un’intuizione e di svilupparla sino a trasformarla in pratica diffusa.

Perché questa definizione possa smettere di sembrarci un’altisonante ma poco praticabile

dichiarazione di intenti, proviamo a osservare l’esperienza della candidatura di Matera a

Capitale Europea della Cultura 2019.

«Chiunque veda Matera non può non restarne colpito, tanto è espressiva e toccante la sua

dolente bellezza» aveva detto, mezzo secolo fa, Carlo Levi.

Un percorso breve, se si pensa alla storia millenaria di Matera, di collettivo riscatto, che ha

permesso alla città lucana di passare dalla amara definizione di «vergogna d’Italia» simbolo

nazionale dell’arretratezza e del sottosviluppo del meridione a luogo bellissimo; di passare dal

disastro novecentesco alla voglia futuro – Open Future è infatti lo slogan della candidatura –.

Due sono le ragioni della vittoria e coincidono con i due criteri di selezione adottati: la dimen-

sione europea del programma di candidatura e la partecipazione dei cittadini (Decisione n.

1622/2006/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio). Citando Antonio Nicoletti, direttore

del più suggestivo anfiteatro culturale ricavato da un ipogeo – Casa Cava - Matera vince

perché «la candidatura è stata incentrata non tanto sulla città o sul patrimonio materiale e

tangibile ma sui cittadini, per contribuire alla costruzione di abitanti culturali, ovvero cittadini

europei consapevoli e impegnati, sul modello di chi ha perseguito e conseguito il riscatto di

una città come Matera da un destino di sottosviluppo, con il proprio impegno volontario e

la propria passione dedicata alla scoperta, al recupero e alla tutela del patrimonio storico e

culturale». Vi è stata una sorta di mobilitazione creativa, ovvero una proiezione verso il futuro

un futuro aperto. Dall’analisi delle ragioni di questa vittoria, penso possiamo trarre ragioni

e significati della formazione nei prossimi anni; essa sarà tanto più viva e incisiva, quanto

più saprà favorire dinamiche di innovazione sociale, provocando cambiamenti nei contesti

e nelle comunità, siano essi profit o no profit, organizzazioni private o pubbliche, imprese o

associazioni di volontariato. La programmazione comunitaria 2014 - 2020 e nello specifico il

Fondo Sociale Europeo, uno dei cinque Fondi strutturali e di investimento europei, inserisce

quale elemento di maggiore cambiamento nelle sue strategie attuative l’innovazione sociale,

ovvero l’introduzione su scala territoriale di soluzioni innovative, mirate a soddisfare esigenze

sociali, occupazionali e formative. Per tornare al punto di partenza della nostra riflessione, è

questo uno dei modi con cui l’Europa intende aiutare gli Stati membri a ripristinare e incre-

la Formazione quale Strumento per promuovere l’innovazione Socliale

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

15

mentare la crescita e assicurare una ripresa foriera di occupazione, garantendo al contempo

lo sviluppo sostenibile, in linea con gli obiettivi di Europa 2020. L’innovazione sociale ha as-

sunto un ruolo significativo a livello comunitario, nell’ambito del dibattito sulla crisi; favorirla

significa attuare interventi in grado di rispondere ai bisogni sociali insoddisfatti, migliorando

gli outcome sociali; riguarda gli interventi che sono diretti a gruppi vulnerabili della società

e che sanno intercettare e valorizzare la creatività delle associazioni di volontariato, delle

organizzazioni e degli imprenditori sociali per trovare modi nuovi di rispondere a bisogni

sociali impellenti a cui non arriva un’adeguata risposta né dal settore pubblico né dal settore

privato. Significative sono le sfide che l’innovazione sociale potrebbe contribuire ad affronta-

re, tutte in linea con la Strategia Europa 2020: la salute e l’invecchiamento della popolazione,

l’inclusione sociale e il contrasto alla povertà, la prevenzione dell’abbandono scolastico e

l’innalzamento dei livelli di istruzione, la promozione di uno sviluppo sostenibile. Il Reg. (UE)

n.1304/2013 che definisce i compiti del Fondo Sociale Europeo, il fondo strutturale stori-

camente dedicato all’apprendimento, all’art. 9 introduce il tema della innovazione sociale,

impegnando gli stati nazionali a identificare gli ambiti per l’innovazione sociale, nonché la

Commissione a sostenere l’apprendimento reciproco, la creazione di reti e la diffusione e pro-

mozione di buone prassi e metodologie. Tocca ora ai singoli Programmi Operativi nazionali

e regionali il compito di dare gambe e respiro, in vista dell’imminente avvio degli interventi

a valere sulla Programmazione Comunitaria 2014 - 2020 in funzione di quanto previsto dal

regolamento del Fondo Sociale Europeo.

preFazione

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

16

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

17introduzione

Il presente rapporto finale del progetto Match – Servizi di Inclusione Sociale e Lavorativa di

Persone in Stato di Svantaggio, in attuazione del programma Operativo Val d’Agri, Melandro,

Sauro, Camastra – Linea di intervento C.5 – finalizzato all’attivazione di work experience di

utenti svantaggiati e/o disabili presso imprese ed Enti Locali del territorio interessato, più che

una pubblicazione di sintesi in grado di esporre in maniera analitica la complessità di temi,

contenuti e dati attraverso i quali si è configurato il progetto stesso, è stato concepito con

l’obiettivo di presentare l’esperienza attuata attraverso il racconto diretto dei diversi prota-

gonisti: un’analisi a più voci su quanto realizzato, sui risultati raggiunti e sulle sfide ancora

da cogliere e da cui trarre utili suggerimenti e spunti di confronto per ulteriori interventi.

Un’occasione per raccogliere, tenere traccia e memoria delle diverse fasi di realizzazione

del progetto, un lavoro di documentazione di quanto svolto attraverso gli atti che lo hanno

caratterizzato, i documenti, i risultati emergenti, le testimonianze, gli spunti e le riflessioni

che via via si sono affrontate. L’obiettivo è quello di riuscire a rendere ben visibile, leggibile

e tracciabile lo sviluppo dell’intero progetto, dalla configurazione originaria con le sue pre-

messe, la sua filosofia di fondo, i suoi valori e la sua impostazione, al conseguimento degli

obiettivi e quindi, alla messa a fuoco oltre che dei risultati, peraltro di estrema rilevanza, an-

che e soprattutto, del metodo di lavoro. Match, infatti, è un progetto fortemente innovativo

per alcune sue caratteristiche peculiari a livello progettuale ma anche, in modo particolare, è

un sistema organizzativo complesso con uno spazio all’interno del quale molti soggetti sono

stati in grado di interagire per conseguire gli obiettivi predefiniti. Dal punto di vista program-

matorio, tutte le azioni finalizzate all’integrazione lavorativa e all’inclusione delle persone con

disabilità o svantaggio indubbiamente costituiscono, soprattutto nella difficile realtà econo-

mica, sociale e lavorativa che stiamo vivendo e che caratterizza la nostra Regione, una sfida

sia a livello organizzativo che tecnico ma, soprattutto, una sfida all’idea di autosufficienza

delle singole organizzazioni.

Infatti, è implicito il superamento dei confini istituzionali e l’assunzione di una logica di si-

stema in grado di connettere e valorizzare i contributi dei numerosi e diversi attori: Regione,

Provincia, servizi sociali e sanitari, servizi per l’impiego, aziende, agenzie formative, associa-

zioni e famiglie. Per questo, è stata fondamentale nel progetto MATCH, la coerenza tra arti-

un’analiSi a più voci Franca Coppola

Responsabile Qualità APOF- IL

Utopia e disincanto, anziché contrapporsi,

devono sorreggersi e correggersi a vicenda.

Claudio Magris

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

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colazione e specificità dello stesso: aperto, flessibile, adattabile a situazioni differenziate, ma

anche regolato da principi e modalità operative (quali il coordinamento delle risorse umane

e l’interazione tra le diverse istituzioni) che hanno consentito di assicurare il perseguimento

dell’efficacia nella realizzazione delle attività e nell’erogazione dei servizi. La possibilità di cre-

are effettive occasioni di incontro tra il mondo del lavoro e i giovani con difficoltà a inserirsi,

a rientrare o a confrontarsi con questa stessa realtà, ben viene evidenziata dalla scelta del

termine MATCH utilizzato per la denominazione del progetto.

L’uso della metafora sportiva tuttavia, oltre a richiamare l’efficace azione di facilitazione

delle occasioni di inserimento lavorativo, attuata anche attraverso sinergie e collaborazioni

con il contesto socio/produttivo e istituzionale, sottolinea altresì, la forte somiglianza tra gli

elementi presenti nel contesto agonistico–sportivo e quelli tipici del mondo del lavoro. Tra

questi, indubbiamente, la presenza di una pluralità di concorrenti e/o avversari; un sistema

di ruoli, procedure e regole nel cui ambito definire tattiche e strategie; condizioni ambientali

esterne non sempre controllabili; capacità di adattamento della programmazione degli inter-

venti al contesto esterno; copresenza di open skill (abilità aperte) e closed skill (abilità chiu-

se) in base alle caratteristiche di stabilità e prevedibilità dell’ambiente in cui l’avversario, con

le sue azioni, condiziona le decisioni e le prestazioni; attività di gruppo e individuali; bisogno

di allenamenti continui per mantenere e potenziare le capacità utili per il raggiungimento di

prestazioni efficaci. Attraverso l’uso della metafora sportiva è evidente come nel mondo del

lavoro occorra fronteggiare una pluralità di dimensioni che possono essere individuate nella

capacità di integrazione e coordinamento delle diverse attività, nella capacità di gestione

dell’incertezza ambientale, nell’analisi strategica delle diverse componenti, nell’orientamento

all’obiettivo, nell’integrazione tra programmazione e adattamento, nel problem solving, nelle

abilità comunicative e nella gestione delle dinamiche di gruppo. Molteplici elementi quindi

da tener presente e controllare, soprattutto in presenza di «fragilità» individuali vissute in

contesti difficili e complessi. Tuttavia, l’aspetto più problematico che si evidenzia è collegato

alla necessità, per gli stessi interventi, di andare oltre gli ambiti e gli spazi delle singole orga-

nizzazioni o istituzioni interessate, per agire in una logica di sistema in grado di connettere,

valorizzando i singoli contributi, i diversi attori, alcuni dei quali già legati da relazioni costanti,

articolate o formalizzate e altri invece, interagenti nell’ambito dell’esigenza quotidiana del

lavorare insieme. La consapevolezza di questa complessità ha caratterizzato l’intero Progetto

e visto i protagonisti: Istituzioni, Enti e Organizzazioni a vario titolo interessati, quali Regione,

Provincia, Apof–il, Comuni, Centri per l’Impiego, Azienda Sanitaria, aziende, associazioni,

famiglie, impegnarsi costantemente per costruire un sistema integrato, dotato di modalità e

strumenti di intervento condivisi, con la consapevolezza di realizzare un’esperienza in grado

di essere trasferita e replicata su scala più ampia. L’altro elemento fondamentale e speculare

di questo progetto è stata l’applicazione e la sperimentazione del sistema ICF (International

un’analiSi a più voci

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

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Classification of Functioning, Health and Disability) in grado di fornire un linguaggio stan-

dard e unificato come modello di riferimento per definire la salute e gli stati a essa correlati

degli utenti coinvolti e di descrivere l’interazione tra persona e ambiente. Infatti è proprio in

questa interazione, in questo complesso sistema di influenze reciproche tra aspetti biologici,

strutturali, di competenze, di facilitazioni o ostacoli ambientali, familiari, sociali, culturali, psi-

cologici, in questa visione olistica e sistemica, che viene a definirsi il wellbeing delle persone

e la possibilità o meno di individuare risposte concrete di inserimento. Il progetto Match ha

rappresentato, quindi, per il suo ampio respiro e per l’articolazione delle attività, un’occa-

sione importante, capace di coniugare in modo efficace la trasversalità di alcune «macro»

tematiche di ampio respiro, con l’attenzione allo specifico «micro» delle realtà territoriali e

individuali. Senza una cornice capace di dare un senso e di raccordarle l’una in funzione

dell’altra, queste due dimensioni avrebbero potuto facilmente perdere contatto e procedere

verso direzioni inconciliabili se non addirittura conflittuali.

Il racconto degli operatori che hanno partecipato alla sperimentazione e che è riportato in

questo report, vuole essere un modo per condividere esperienze, riflessioni, difficoltà e sfide

di questo percorso che ha lasciato in eredità al territorio non solo una nuova metodologia

d’intervento, ma anche e soprattutto una pluralità di relazioni, di dati, di conoscenze e di

competenze diventate patrimonio comune attraverso lo stile partecipativo che ha caratteriz-

zato il progetto nelle sue diverse fasi.

Riflettere su quanto realizzato, esaminare il valore delle scelte programmate e compiute,

entrare nel merito dei risultati conseguiti si trasforma, in sostanza, in una concreta risorsa

per scelte future e anche per l’evoluzione stessa dei soggetti coinvolti. Si ringraziano tutti

gli utenti e i partner, istituzionali e non, del Progetto Match senza il cui apporto, la presente

esperienza non avrebbe potuto raggiungere gli importanti risultati conseguiti.

Infine, l’impianto progettuale e metodologico del progetto Match ha trovato possibilità di

realizzazione grazie anche e soprattutto, allo straordinario apporto e contributo dell’amico e

collega Riccardo Biazzo che improvvisamente e troppo presto ci ha lasciato e che, in questa

avventura, è riuscito a incastonare, come era solito fare nel suo lavoro, la sua grande profes-

sionalità, la sua competenza, il suo estro visionario, la sua generosa disponibilità soprattutto

nei confronti di chi ne aveva più bisogno, il suo prodigarsi verso tutti e verso tutto senza

risparmiarsi mai, la sua cura e la sua attenzione verso ogni ragazzo o ragazza che incrociava

il suo cammino, il suo sorriso accattivante, la sua originalità e creatività, il suo stile trasgres-

sivo e semplice, il suo talento, i suoi pensieri, le sue speranze, i suoi sogni… il suo cuore:

«Ascolta, il mio segreto è molto semplice: non si vede bene che col cuore…»

Ecco Ricco, come eravamo soliti chiamarlo, aveva un grande cuore.

introduzione

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

21

l’idea e gli elementi diStintivi del progetto match: l’in-cluSione Sociale attraverSo metodologie innovative nei Servizi e Fra i Servizi per Favorire l’occupabilità e l’inSerimento lavorativoFrancesco Pesce

Dirigente Struttura di Progetto Val d’Agri – Regione Basilicata

una certa idea di incluSioneNegli ultimi anni il processo di integrazione sociale delle persone svantaggiate e con disabilità

o che versino in condizioni contingenti di difficoltà e di bisogno (art.5 Diritti dei cittadini utenti

della L.R. 04/2007 Regione Basilicata) ha registrato notevoli progressi, soprattutto perché

l’impianto normativo e dei servizi ha inteso perseguire l’obiettivo di inclusione attraverso un

pieno coinvolgimento di tutti gli attori interessati, a cominciare dalle persone destinatarie,

che vengono accompagnate a una logica di empowerment (assunzione di responsabilità

nella costruzione di un proprio progetto di vita prima ancora che lavorativo e/o formativo)

attraverso la presa in carico della persona in situazione di svantaggio, ossia l’assistenza e

il supporto continuato di servizi specializzati (rif. Art. 3 Livelli essenziali e appropriati delle

prestazioni sociali della L.R. 04/2007 Regione Basilicata). Affinché una strategia possa dirsi

efficacemente inclusiva, occorre che si sia in grado di rispondere al bisogno della persona,

nel momento in cui questo è espresso e nelle modalità più vicine alle aspettative delle perso-

ne. In questo senso, una strategia inclusiva deve, quindi, contenere al suo interno:

• meno politiche socio/assistenziali e più politiche attive, non solo di inclusione;

• una forte centratura della dimensione di umanità e di dignità nelle azioni da offrire per una

reale ed efficace strategia di inclusione;

• una tensione al rafforzamento del ruolo di ogni singolo attore, pubblico o privato, coinvolto,

che ne favorisca l’integrazione operativa di filiera;

• una capillare progettualità territoriale, tanto da evidenziare come i programmi di inclusione,

soprattutto se orientati all’occupabilità, siano un naturale volano di sviluppo locale. Ma quali

sono le dimensioni di una strategia che, nel rispetto dei principi sopra esposti, ne consentano

la realizzabilità? Possiamo riassumerle in cinque parole chiave:

1. Empowerment intesa come potenziamento delle capacitazioni del beneficiario quale stru-

mento/metodologia principale sulla quale incentrare ogni ipotesi di lotta alla povertà (eco-

nomica ma anche sociale, di relazioni, di opportunità, di scolarizzazione, ecc.);

2. Governance intesa quale reale ed efficace cooperazione interistituzionale, sia verticale che

relazione

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

22

orizzontale;

3. Personalizzazione ossia capacità di erogare servizi flessibili e orientati al fabbisogno dell’in-

dividuo, alle sue possibilità, ai suoi gap, alle sue aspirazioni, ecc.;

4. Multidimensionalità dal momento che la logica inclusiva richiede a ogni sistema di fare

leva su più dimensioni, quella del sostegno, quella dell’inserimento lavorativo, quella della

risoluzione di specifiche problematiche, quella dell’accesso ai servizi, alla cultura, alla so-

cialità, alla casa, ecc.;

5. Centralità della persona intesa quale capacità di costruire processi che abbiano al centro

le persone, il loro essere e il loro esserci.

l’idea e gli elementi diStintiviLe Amministrazioni coinvolte in questo progetto hanno una ambizione: quella di sperimenta-

re in Val d’Agri, a valere sulle risorse del PO Val d’Agri – Misura C.5 – Inserimento lavorativo di

soggetti svantaggiati – Interventi attuativi dei piani di inserimento lavorativo gestiti dai Centri

per l’Impiego, una linea di intervento progettata per fornire servizi specialistici in materia di

inclusione sociale, occupabilità e inserimento lavorativo di persone con disabilità, o che ver-

sino in condizioni contingenti di difficoltà e di bisogno, implementando una innovativa pratica

di welfare sociale, da replicare, una volta standardizzata, in tutte le aree della Regione.

Il progetto intende sperimentare il sistema ICF (International Classification of Functioning,

Health and Disability).

Nell’ultimo decennio sono rimaste inapplicate diverse normative (dalla L.68/99 alla 328/00,

solo per esemplificare) tutte orientate al superamento degli ostacoli (handicap) che ostacola-

no i processi di integrazione/inclusione. La procedura Match, che viene descritta successiva-

mente con un buon grado di dettaglio, è una procedura unica nel panorama europeo, in uso

presso la Provincia di Milano e dell’intera Lombardia, la Provincia di Roma, per la gestione

del collocamento mirato. La versione più recente di Match è adattata alla classificazione ICF

dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’ICF, International Classification od Functioning,

è una procedura di diagnosi funzionale standardizzata. Ha la caratteristica fortemente in-

novativa di essere una classificazione di carattere dinamico e non statico. Vale a dire che

recepisce l’approccio che vede il lavoro riabilitativo centrato sull’identificazione e lo sviluppo

delle potenzialità della persona, anziché sui «difetti» di cui la persona stessa soffre, in ter-

mini di minori abilità. È da questa visione che nasce il concetto di «persone con disabilità»

anziché handicappati. L’ICF verifica queste diverse abilità e lo fa in tutti i settori e gli spazi

di vita della persona.

La metodologia di pianificazione dell’intervento individua il proprio punto di forza nella ca-

pacità di costruire reti di cooperazione – idealmente identificabile come una vera e propria

filiera – fra i diversi attori coinvolti dalle strategie di inclusione sociale, dai servizi sociali e

l’idea e gli elementi diStintivi del progetto match

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

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socio–sanitari, a quelli socio–educativi, socio–formativi e socio–lavorativi, coinvolgendo le

comunità locali a partire dal mondo associativo e del volontariato.

Il progetto presenta diversi elementi distintivi:

• introduce il concetto di Interventi di Sistema la cui intenzione è quella di intervenire a

monte dei problemi di esclusione, immaginando e sperimentando assetti istituzionali capaci

di agire sul piano della prevenzione dei fenomeni di esclusione stessa;

• supera la specializzazione per fasce di utenza perché riconosce che i meccanismi di esclu-

sione sono di carattere trasversale e non attengono allo specifico sintomo presentato dalla

persona in situazione di disagio;

• accoglie il concetto di presa in carico dell’utenza. Si promuove quindi un’idea dei servizi di

inclusione come luoghi nei quali tutte le domande (bisogni) della persona possono e debbo-

no essere accolti;

• accoglie il concetto di Rete di servizi, che è il corollario della presa in Carico. Infatti se un

servizio deve essere in grado di accogliere tutte le domande del soggetto, non può natural-

mente essere in grado di fornire tutte le risposte. Ne consegue che l’insieme delle risposte

può essere fornito da una «rete» di servizi interagenti, in grado così di articolare una com-

plessità di intervento capace di fronteggiare la domanda posta dall’utente;

• riconosce il ruolo fondamentale giocato dall’economia sociale in tema di inclusione, in

coerenza con i principi e gli enunciati varati dalla Strategia di Lisbona, nonché dei Fondi

Strutturali del Quadro Comunitario di Sostegno 2007– 2013.

relazione

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

24

Infine, per costruire una strategia di comunicazione immediata e di impatto, la proposta

adotta già nel titolo la metafora sportiva MATCH, combinando la metodologia di lavoro (il

matching tra bisogni e risposta di sistema, per esemplificare fra domanda e offerta di lavoro

a favore di persone a rischio di esclusione) con un’idea sfidante, competitiva e allo stesso

tempo solidale per chi prenderà parte al progetto (sia destinatari che operatori, imprenditori,

ecc.). Questa metafora ricorrerà anche nella identificazione delle fasi e quindi nella succes-

siva campagna di comunicazione. Alla luce di quanto premesso, obiettivo della proposta

è quello di favorire l’inclusione sociale, attraverso l’introduzione di metodologie innovative

all’interno dei servizi e fra i servizi, dando priorità alle azioni volte a favorire l’occupabilità e

l’inserimento lavorativo.

la WelFare communityPer cogliere gli obbiettivi enunciati, la proposta intende attivare un sistema di welfare com-

munity, ossia un sistema di costante collaborazione tra pubblico (Regione Basilicata, Provin-

cia di Potenza per le proprie competenze in materia di politiche del lavoro e della formazione,

Comuni , attraverso i Servizi Sociali, ASP per le competenze in materia socio–sanitarie e di

medicina territoriale sistema scolastico) e privato sociale (volontari, associazioni, cooperative

sociali).

I componenti della rete individuata quale Welfare Community per la realizzazione dell’attività

sono:

l’idea e gli elementi diStintivi del progetto match

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

25

1. Autorità Responsabile del P.O.V.

Regione Basilicata – Struttura di Progetto «Val d’Agri», incardinata presso il Diparti-

mento Presidenza della Giunta – Villa d’Agri (Comune di Marsicovetere); si occupa del

coordinamento e della consulenza alle strutture operative delle varie amministrazioni

coinvolte. Cura inoltre il monitoraggio e la gestione amministrativa.

La Struttura é assistita da un Gruppo di Progetto composto da un senior esperto di

inclusione con almeno 15 anni di esperienza e ottima conoscenza dell’ICF, altro senior

con esperienza consolidata, esperto nella stessa materia con conoscenza approfondita

della realtà e della programmazione della Regione Basilicata, sempre con competenze

nell’area dell’inclusione. Il «Gruppo di Progetto» è coordinato dal dirigentedell’Ufficio

Promozione della Cittadinanza Solidale.

La Regione Basilicata, per specifiche attività di progetto può attivare procedure di

coinvolgimento di organismi in house.

2. Gruppo di Pilotaggio del P.O.V.

L’Autorità Responsabile del P.O.V. è affiancata da un Gruppo di Pilotaggio composto da

referenti tecnici delle amministrazioni coinvolte scelti fra i responsabili d’ufficio, unità

operative, agenzie, ecc. delle seguenti amministrazioni:

• Il responsabile dell’Ambito Socio–territoriale di ciascuna Comunità Locale coinvolta.

Nelle more della loro costituzione uno dei coordinatori tecnici degli Ambiti Sociali di

Zona nominato dall’assemblea dei sindaci coinvolti nel PO Val d’Agri.

• Provincia di Potenza che assume il ruolo di amministrazione capofila anche della Pro-

vincia di Matera, per le azioni di competenza da attuare nei comuni ricadenti in quella

Provincia (Aliano e Gorgoglione);

• Azienda Sanitaria Locale di Potenza (ASP) che assume il ruolo di amministrazione ca-

pofila della ASM per le azioni di competenza da attuare nei comuni ricadenti in quella

Azienda Sanitaria Locale, preferibilmente il responsabile del «Distretto della Salute»

competente per territorio se nominato;

• Direzione Scolastica Regionale.

Faranno parte del Gruppo di Pilotaggio il dirigente responsabile della Struttura di Pro-

getto Val d’Agri, il dirigente dell’Ufficio Coordinatore del Gruppo di Progetto e il dirigen-

te dell’Ufficio Lavoro e Territorio, tutti della Regione Basilicata.

Le strutture del terzo settore e le associazioni imprenditoriali coinvolte nomineranno

un proprio rappresentante ciascuno.

3. Responsabili delle azioni di filiera

Premettendo che lo scopo del progetto è sperimentare una modalità di governance

relazione

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

26

e di gestione coordinata e integrata dei servizi interessati di tutte le amministrazioni

coinvolte, cercando di valorizzare tutte le forme di sussidiarietà possibili (pubblico/

privato, pubblico /pubblico e privato/privato) ciascuna struttura operativa avrà «esclu-

sivamente» il compito di realizzare le proprie finalità con modalità di integrazione, per

realizzare «progetti di vita individualizzati» a partire dalla «presa in carico unitaria».

A solo titolo esemplificativo, è prevedibile il coinvolgimento dei servizi provinciali (Ser-

vizio Collocamento Mirato, Ufficio Formazione e Lavoro, Servizi per l’Impiego, Osser-

vatorio Mercato del Lavoro, Apof– il) dei servizi della ASP (Distretto della Salute, CIM,

SERT) delle Direzioni Scolastiche dell’area interessata al progetto, dei servizi sociali di

ambito socio–territorale.

4. Partenariato economico/sociale

Con gli specifici ruoli di attuatori di servizi in regime di autorizzazione e/o accredita-

mento o anche in modalità sperimentale e di facilitatori dell’attuazione del P.O.V.

5.NRVVIP

L’attività di valutazione sarà affidata al NRVVIP con le modalità già definite all’interno

del Piano Regionale di Valutazione degli investimenti 2007/2013.

l’idea e gli elementi diStintivi del progetto match

durata della linea interventoIl progetto ha una durata pari a 26 mesi. Data la natura sperimentale e la complessità del

progetto, alla fine delle attività, in sede di valutazione della fase di start up potrà essere

valutata la possibilità di prolungamento.

Diagramma di sintesi della tempistica

area di interventoL’area di intervento è costituita dal Comprensorio della Val d’Agri, composto da 30 comuni,

interessato dal Programma Operativo Val d’Agri,Melandro, Sauro, Camastra.

27relazione

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

28

target dell’iniziativaL’iniziativa è rivolta a favore di persone svantaggiate, a quelle con disabilità e a coloro che

versino in condizioni contingenti di difficoltà e di bisogno (art.5 «Diritti dei cittadini utenti»

della L.R. 04/2007 Regione Basilicata), residente in uno dei Comuni dell’area di interesse del

P.O. Val d’Agri, nello specifico: Abriola, Aliano, Anzi, Armento, Brienza, Brindisi di Montagna,

Calvello, Castelsaraceno, Corleto Perticara, Gallicchio, Gorgoglione, Grumento Nova, Guar-

dia Perticara, Laurenzana, Marsiconuovo, Marsicovetere, Missanello, Moliterno, Montemurro,

Paterno di Lucania, Roccanova, San Chirico Raparo, San Martino d’Agri, Sant’Arcangelo, Sar-

coni, Sasso di Castalda, Satriano di Lucania, Spinoso, Tramutola, Viggiano.

Allo scopo di individuare il target di progetto (persone con disabilità e in situazione di svan-

taggio), si fa riferimento alle definizioni della L. 381/91, del Reg Ce n.800/2008 e della Legge

n.68/99.

La definizione di persona svantaggiata ai sensi della legge 381/91 così recita:

«Nelle cooperative che svolgono le attività agricole, industriali,commerciali o di servizi finaliz-

zate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate si considerano persone svantaggiate

gli invalidi fisici, psichici e sensoriali, gli ex degenti di istituti psichiatrici, i soggetti in trat-

tamento psichiatrico, i tossicodipendenti, gli alcolisti, i minori in età lavorativa in situazioni

di difficoltà familiare, i condannati ammessi alle misure alternative alla detenzione previste

dagli articoli 47, 47–bis, 47–ter e 48 della legge 26 luglio 1975, n. 354, come modificati dalla

legge 10 ottobre 1986, n. 663. Si considerano inoltre persone svantaggiate i soggetti indicati

con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro del Lavoro e

della Previdenza Sociale, di concerto con il Ministro della Sanità, con il Ministro dell’Interno e

con il Ministro per gli Affari Sociali, sentita la Commissione Centrale per le Cooperative istitu-

ita dall’articolo 18 del citato decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 14 dicembre

1947, n. 1577 e successive modificazioni.»

Il Reg CE n.800/2008 così definisce il lavoratore svantaggiato, il lavoratore molto svantag-

giato e il lavoratore disabile:

Art.18) lavoratore svantaggiato: chiunque rientri in una delle seguenti categorie:

a) chi non ha un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi;

b) chi non possiede un diploma di scuola media superiore o professionale (ISCED 3);

c) lavoratori che hanno superato i 50 anni di età;

d) adulti che vivono soli con una o più persone a carico;

e) lavoratori occupati in professioni o settori caratterizzati da un tasso di disparità uomo

– donna che supera almeno del 25 % la disparità media uomo–donna in tutti i settori

economici dello Stato membro interessato se il lavoratore interessato appartiene al

l’idea e gli elementi diStintivi del progetto match

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

29

genere sottorappresentato;

f) membri di una minoranza nazionale all’interno di uno Stato membro che hanno ne-

cessità di consolidare le proprie esperienze in termini di conoscenze linguistiche, di

formazione professionale o di lavoro, per migliorare le prospettive di accesso a un’oc-

cupazione stabile;

Art.19) lavoratore molto svantaggiato: lavoratore senza lavoro da almeno 24 mesi;

Art.20) lavoratore disabile: chiunque sia:

a) riconosciuto disabile ai sensi dell’ordinamento nazionale

b) caratterizzato da impedimenti accertati che dipendono da un handicap fisico, mentale

o psichico;

La Legge n.68/99, all’art. 1 così recita:

«La presente legge ha come finalità la promozione dell’inserimento e della integrazione

lavorativa delle persone disabili nel mondo del lavoro attraverso servizi di sostegno e di

collocamento mirato. Essa si applica:

a) alle persone in età lavorativa affette da minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali

e ai portatori di handicap intellettivo, che comportino una riduzione della capacità

lavorativa superiore al 45 per cento, accertata dalle competenti commissioni per il

riconoscimento dell’invalidità civile in conformità alla tabella indicativa delle percen-

tuali di invalidità per minorazioni e malattie invalidanti approvata, ai sensi dell’artico-

lo 2 del decreto legislativo 23 novembre 1988, n. 509, dal Ministero della sanità sulla

base della classificazione internazionale delle menomazioni elaborata dalla Organiz-

zazione mondiale della sanità;

b) alle persone invalide del lavoro con un grado di invalidità superiore al 33 per cen-

to, accertata dall’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e

le malattie professionali (INAIL) in base alle disposizioni vigenti;

c) alle persone non vedenti o sordomute, di cui alle leggi 27 maggio 1970, n. 382,

e successive modificazioni, e 26 maggio 1970, n. 381, e successive modificazioni;

d) alle persone invalide di guerra, invalide civili di guerra e invalide per servizio con

minorazioni ascritte dalla prima all’ottava categoria di cui alle tabelle annesse al

testo unico delle norme in materia di pensioni di guerra, approvato con decreto del

Presidente della Repubblica 23 dicembre 1978, n. 915, e successive modificazioni.»

relazione

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

30

le Work experienceLa Regione Basilicata con il progetto MATCH, avvia una azione tutta incentrata su una pro-

cedura che, attraverso la metodologia ICF, promuova una attivazione mirata di Work Expe-

rience (WE).

La work experience si sostanzia in un tirocinio formativo, attuato nel rispetto delle disposizio-

ni contenute nell’articolo 18 della legge 25 giugno 1997, n. 196 e del Decreto Ministero del

Lavoro e P.S. del 25 marzo 1998, n. 142 che ha fissato i criteri e le modalità di svolgimento

dei tirocini.

Nello specifico il tirocinio può durare:

• 12 mesi - per persone svantaggiate ai sensi della legge 381/91 o del Reg CE n.800/2008;

• 24 mesi - per disabili.

A ciascun destinatario è concessa una indennità di partecipazione fino a € 7,00 per ogni ora

di effettiva partecipazione al tirocinio, per un totale massimo di € 20.000,00 per l’intero pe-

riodo dei 24 mesi (e di € 10.000,00 per 12 mesi). La work experience, inoltre, è coerente con

Legge Regionale n. 28 del 20 luglio 2001 «Promozione dell’accesso al lavoro delle persone

disabili».

Inoltre, in caso in cui l’organismo ospitante del tirocinio formativo sia la Pubblica Ammini-

strazione, è possibile attuare le norme previste dalla L.R. n. 31/2008 art 15 «Inserimento

lavorativo soggetti diversamente abili» e s.m.i. che così recita:

1. La Regione Basilicata, ai fini dell’inserimento lavorativo delle persone con disabilità di

cui alla Legge 12 marzo 1999 n. 68, in attuazione dell’intesa sancita in sede di Conferen-

za Unificata Stato–Regioni–Città–Autonomie Locali in data 7 dicembre 2006, promuove

progetti speciali finalizzati a realizzare la prosecuzione del rapporto lavorativo a tempo

determinato tra gli Enti pubblici e i lavoratori con disabilità che hanno svolto esperienze

lavorative (borse lavoro, tirocini formativi, azioni positive, ecc.) della durata di 24 mesi,

presso le medesime Amministrazioni Pubbliche.

2. A tal fine la Regione Basilicata riconosce agli Enti promotori dei relativi progetti un

contributo economico fino a un massimo di Euro 10.000,00 annui per ogni lavoratore

diversamente abile, in ragione di una percentuale non superiore al 75% del costo del

lavoro lordo.

3. Per le finalità del presente articolo è destinata, per l’esercizio finanziario 2009, una

somma pari a Euro 1.000.000,00 stanziata alla UPB 0412.04 «Politiche per l’inserimento

lavorativo dei portatori di Handicap e di altri soggetti svantaggiati» del bilancio regionale

per il medesimo esercizio finanziario

l’idea e gli elementi diStintivi del progetto match

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

31

le procedure matchLe procedure Match sono nate nell’ambito di una sperimentazione condotta dalla Fondazione

Don Gnocchi presso i centri per l’impiego della Provincia di Milano nel corso degli anni ’90,

finalizzata a strutturare interventi di collocamento mirato delle persone disabili.

In questo ambito Match rappresenta un’anticipazione di ciò che successivamente verrà nor-

mato attraverso la legge 68/99. In sostanza le procedure consistono di una banca dati utenti,

una banca dati mansioni lavorative messe a disposizione dalle aziende e di un sistema infor-

matizzato di incrocio domanda–offerta di lavoro.

La banca dati utenti si costruisce attraverso un’indagine conoscitiva su ogni singolo utente

che tiene conto e compendia due principali fattori:

• Un approfondimento sufficiente in termini di bilancio di competenze della persona

disabile;

• Tempi di «esecuzione» compatibili con il servizio pubblico, al quale generalmente affe-

riscono un numero consistente di utenti.

L’equilibrio tra questi due fattori è essenziale e nell’elaborazione di Match è stato tenuto

esplicitamente in considerazione. Infatti il servizio pubblico è spesso costretto a «dedicare»

una insufficiente quantità di tempo all’utente, pressato com’è dall’obbligo di fornire il servizio

all’intero bacino di utenza.

Nell’elaborazione delle procedure quindi si è posta una particolare attenzione alla realizza-

zione di uno strumento di indagine agile, da utilizzare con tempi compatibili con le esigenze

di un servizio pubblico ad alta affluenza, ma capace di rispettare profondità, complessità e

completezza dei dati da raccogliere sul versante dell’utenza (e sul versante delle aziende) ai

fini di un corretto e mirato collocamento lavorativo.

In altri termini Match realizza un ragionevole compromesso tra un attento «bilancio di com-

petenze» (e di indagine sulle mansioni lavorative messe a disposizione dalle aziende) e un

accettabile, perché gestibile, tempo di somministrazione.

L’indagine sull’utenza

Viene realizzata attraverso la somministrazione di una batteria testologica in gruppo e un

colloquio individuale.

La sessione testologica

Viene somministrata a un gruppo di massimo 25 utenti con un tempo di somministrazione

pari a circa 4 ore. La batteria di test comprende due percorsi:

• Percorso standard nel corso del quale vengono somministrati i seguenti test standardizzati:

1. D70: consente di rilevare il livello di efficienza intellettiva attraverso l’abilità nell’os-

relazione

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

32

servare relazioni;

2. 16PF: consente di delineare alcuni fattori della personalità ritenuti di particolare rile-

vanza psicologica;

3. General Clerical Test: fornisce alcuni valori di riferimento alle attitudini lavorative quali,

a esempio, la velocità e la precisione nell’eseguire alcuni compiti di riordino alfabetico,

la capacità di individuare errori ortografici, l’abilità numerica misurata attraverso generi

diversi di prestazioni a base di conteggi, la conoscenza e la comprensione del linguaggio

verbale;

• Percorso semplificato al quale vengono avviati gli utenti che non raggiungono punteggi

sufficienti nel D70. Lo scarso punteggio in questo test, infatti, indica condizioni di scarsa o

comunque debole alfabetizzazione e/o possibili deficit di carattere cognitivo. In questi casi gli

utenti che manifestano queste debolezze vengono avviati a una sessione specifica che com-

prende la somministrazione di un unico test: Eta Beta. Il test Eta Beta è un test finalizzato a

misurare le capacità/potenzialità cognitive del soggetto.

L’esistenza del percorso semplificato nasce dall’esigenza di non discriminare utenti che pre-

sentano minori gradi di alfabetizzazione e/o di capacità cognitive, al fine di ricavare comun-

que informazioni utili per avviare anche questi soggetti a un percorso di collocamento mirato,

adeguato alle loro potenzialità.

Il colloquio individuale

Al termine dei test a ogni utente viene consegnata una scheda anagrafica da autocompilare

e presentare in fase di colloquio.

I dati in essa contenuti sono:

1. Residenza

2. Domicilio;

3. Elenco mezzi pubblici che servono l’abitazione;

4. Stato civile;

5. Situazione familiare;

6. Situazione sanitaria/assistenziale;

7. Tipologia di disabilità;

8. Certificato di invalidità;

9. Situazione previdenziale;

10. Curriculum scolastico;

11. Curriculum lavorativo;

12. Conoscenza delle lingue e dell’informatica;

13. Situazione/esperienze lavorative pregresse e attuali (formali e informali);

14. Disponibilità a tipi di contratto, turni, ecc.

l’idea e gli elementi diStintivi del progetto match

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

33

Il colloquio è condotto attraverso un’intervista semi–strutturata e vengono rilevate, nel corso

di esso, alcune competenze trasversali, quali capacità e stile comunicativo, motivazione al

lavoro, costanza nell’esecuzione di compiti, ecc… Inoltre vengono osservati da parte dell’o-

peratore alcuni indicatori fisici come prensilità e, in generale, uso delle mani e/o deambula-

zione, affaticabilità, viene indagata la possibilità di sostenere carichi e pesi, ecc…

Il colloquio ha una durata media di 45 minuti al termine del quale l’operatore deve ultimare

la compilazione della scheda Match di inserimento dati nel sistema e completarla con alcune

osservazioni utili all’incrocio per ulteriori 15 minuti circa.

I risultati dei test e del colloquio individuale vengono inseriti nel sistema e vanno a costituire

la banca dati utenti.

L’intervista alle aziende

La procedura Match prevede anche un’intervista in profondità alle aziende che mettono a

disposizione posizioni lavorative finalizzata a:

• Verificare la reale disponibilità dell’azienda a inserire personale disabile;

• Verificare il grado di «realismo» della mansione richiesta dall’azienda (molte aziende

chiedono profili professionali molto alti e difficili da reperire nell’universo tipo dell’uten-

za);

• Verificare il tempo di validità di ciascuna mansione e le concomitanze con eventuali

obblighi 68/99;

• Descrivere con modalità approfondita e «mediata» la mansione/i messe a disposizione

per l’inserimento lavorativo;

• Verificare la presenza o meno di barriere architettoniche e la raggiungibilità/agibilità

della sede/i lavorativa.

Per la buona riuscita dell’intervista è fondamentale che l’azienda percepisca la procedura

Match come un’opportunità e non come un’azione impositiva.

La visita viene preceduta da una telefonata di primo contatto che serve a:

• Fornire una prima descrizione delle procedure Match al fine di garantire trasparenza

alle procedure stesse;

• Anticipare l’invio di un fax della scheda anagrafica aziende che dovrà essere compilata

preventivamente alla visita;

• Fissare un appuntamento per la discussione/valutazione delle posizioni lavorative. Vie-

ne richiesta all’azienda la presenza del responsabile del personale e di una figura tecnica

relazione

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

34

in grado di descrivere dettagliatamente tutti gli aspetti operativi delle posizioni lavorative

offerte.

I dati vengono raccolti attraverso un’intervista semi–strutturata finalizzata a compilare la

scheda Banca Dati Aziende. Tale scheda è suddivisa in due parti:

1. informazioni concernenti aspetti generali dell’azienda (per esempio: numero di impie-

gati/addetti; tipologie di disabilità eventualmente già presenti; informazioni relative alla

sede lavorativa; ecc… cfr: scheda anagrafica). Questa parte viene in genere compilata

dai referenti aziendali in maniera autonoma e viene fornita l’informazione e quanto più

è accurata la compilazione tanto più sarà possibile determinare correttamente l’incrocio;

2. Informazioni relative alle posizioni lavorative individuate per l’inserimento dei disabili

raccolte attraverso l’intervista semi–strutturata della durata di 30 minuti circa per ciascu-

na posizione lavorativa. Questa procedura riguarda tutte le posizioni lavorative offerte

dall’azienda.

Le posizioni lavorative vengono descritte in maniera approfondita rispetto a due dimensioni:

• La dimensione strutturale – organizzativa: aspetti ergonomici, composizione del gruppo

di lavoro, orari di lavoro, etc…

• La dimensione operativa: decisionalità e discrezionalità richiesta dalla specifica posizio-

ne lavorativa, tipologia delle informazioni trattate e loro elaborazione, qualità delle rela-

zioni con gli altri (interni/eterni) e loro intensità, requisiti di funzionalità motoria richiesti

dalla specifica posizione lavorativa, eventuali esigenze particolari (titolo di studio specifi-

co, competenze linguistiche e loro livello, competenze informatiche e loro livello, ecc…).

Le procedure di incrocio

I dati che vengono informaticamente incrociati tra candidati e posizioni lavorative possono

essere suddivisi in 4 categorie:

• Caratteristiche psico–attitudinali;

• Caratteristiche di funzionalità fisica;

• Caratteristiche educative–formative–lavorative, formali e informali;

• Caratteristiche specifiche gestite da «filtri».

La procedura di incrocio procede per fasi che possono così essere sintetizzate:

• Nella prima fase il software confronta le caratteristiche psico–attitudinali–esperenziali del

candidato con le caratteristiche operative delle posizioni lavorative e in base alla corrispon-

denza determina quali candidati (tra tutti quelli inseriti in banca dati) sono compatibili con

le specifiche mansioni;

• Nella seconda fase vengono analizzate le caratteristiche di funzionalità fisica di tutti i candi-

l’idea e gli elementi diStintivi del progetto match

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

35

dati selezionati dal software attraverso il confronto tra le caratteristiche funzionali degli utenti

e i parametri di funzionalità richiesti dalla mansione. Il programma segnala le incongruenze

tra le richieste aziendali e le condizioni fisiche degli utenti: è l’operatore ad attribuire un

valore più o meno vincolante a queste non corrispondenze;

• Nella terza fase vengono, se necessario, applicati i «filtri».

Questi rappresentano quei requisiti che possono essere stati richiesti dall’azienda o dall’uten-

te in fase di intervista come condizioni indispensabili per l’inserimento. Un esempio di filtri è

indicato qui di seguito:

a) Codice di avviamento postale, comune, CpI, che definiscono la territorialità in base alla

quale il programma effettuerà la ricerca (ovviamente se il filtro viene attivato);

b) Il possesso o meno della patente di guida;

c) Le competenze informatiche (suddivise in livelli);

d) Le competenze linguistiche (suddivise in livelli);

e) La disponibilità al tipo di impiego settimanale: full time, part time, orizzontale e/o verti-

cale, etc…

f) La disponibilità a turni;

g) Titolo di studio.

FaSi dell’attivazione delle Work experienceMATCH, in quanto linea di intervento pensata nell’area della Val d’Agri, intende sperimentare

una modalità di servizi a favore di specifiche categorie di persone in situazione di svantag-

gio sociale attraverso le risorse, allo scopo destinate dal P.O. Val d’Agri. È intenzione degli

attuatori dell’intervento standardizzare e modellizzare le modalità operative sperimentate in

MATCH allo scopo di fare dello stesso una linea di servizio degli SPI, in piena collaborazione

con Servizi Sociali e le Agenzie Provinciali.

relazione

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

36

Di conseguenza, l’organizzazione delle azioni e delle fasi è pensata affinchè all’atto di avvio

di MATCH sia attivata la linea di servizio presso i CPI operanti nell’area di interesse del P.O.

Val d’Agri e che tale linea di servizio possa essere replicata negli altri CPI una volta standar-

dizzata l’attività e individuate le risorse.

Le fasi individuate sono suddivise per fasi specifiche e azioni

trasversali, secondo la seguente tabella:

AZIONI PRELIMINARI

Fasi specifiche Descrizione Metaphor of sport

1 Pianificazione esecutiva e analisi di contesto

kick-off

2 Formazione operatori e formatori Changing Room

AZIONI DIRETTE

Fasi specifiche Descrizione Metaphor of sport

3 Presa in carico Uneasy Corner

4 Identificazione degli obiettivi personali - Formazione e orientamento

Goal

5 Incrocio domanda/offerta su sistema informativo

Matching

6 Percorsi di inserimento lavorativo attra-verso gli strumenti sostenuti formativi e di inserimento previsti dalla linea di

servizio

Challenge

7 Assistenza specialistica personalizzata Coaching

8 Avvio al lavoro (in attività di inserimento lavorativo coronato da successo)

Blowing the whistle

AZIONI TRASVERSALI

Fasi specifiche Descrizione Metaphor of sport

9 Comunicazione istituzionale e partena-riato

Promotion

10 Standardizzazione del modello e dissemi-nazione dei risultati

Pattern

11 Responsabilità sociale delle imprese Premio Fair play

12 Coordinamento, monitoraggio e valuta-zione

Management

l’idea e gli elementi diStintivi del progetto match

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

37relazione

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

38

deScrizioni delle FaSiPer Azioni preliminari si intendono le attività propedeutiche all’attivazione dei servizi a

favore dei destinatari

1 Pianificazione esecutiva e analisi di contesto

kick-off

• Avvio delle attività di progetto

• Definizione del network di intervento; definizione dei ruoli e delle attività

• Pianificazione esecutiva

Analisi del target e del tessuto economico–produttivo esistente:

• Analisi numerosità target: costruzione del target in termini numerici; indagine attraverso

servizi sociali; CPI, e ulteriore verifica dell’Ufficio Collocamento obbligatorio;

• Analisi delle imprese interessate; costruzione del bacino di inserimento lavorativo a favore

del target di progetto.

La fase è realizzata in collaborazione con la FISH, associazione con significativa esperienza

in politiche e culture dell’inclusione, in elaborazione di progetti individuali per situazioni in

disagio, etc.

2 Formazione operatori e formatori Changing Room

• Individuazione dei sistemi informativi di riferimento (Match, Basil)

• Pianificazione e realizzazione di brevi attività formative per gli operatori della rete

La fase è realizzata in collaborazione con la Fondazione Don Gnocchi Onlus, organizzazione

che realizza attività di matching nell’area della disabilità e del disagio con la Provincia di

Milano ed ha implementato il Software Match.

Tra gli strumenti e le procedure individuate per la implementazione del servizio è utile evi-

denziare il PDF (profilo dinamico funzionale) e il Gate (il software per la ricostruzione dei

percorsi scolastico formativi). Tra le esperienze significative si intende fare riferimento alle

esperienze realizzate dall’Apof– il in questi ultimi anni, quali, a es. le attività di orientamento.

Per Azioni dirette si intendono i servizi offerti al target di progetto, anche con carattere di

ripetibilità.

3 Presa in carico Uneasy Corner

l’idea e gli elementi diStintivi del progetto match

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

39

• Attivazione presso in CPI interessati di una linea di servizio dedicata (Uneasy Corner), rea-

lizzata in collaborazione con gli attori della rete;

• Definizione dei criteri di accesso (priorità, modalità di accesso, principi ordinatori del coin-

volgimento, etc.);

• Avvio delle attività di comunicazione per l’attivazione del servizio;

• Presa in carico del destinatario di progetto, attraverso attività di bilancio di competenze a

favore dei destinatari e colloqui individuali.

Al termine della fase, i destinatari sono invitati a sottoscrivere un Patto di Servizio, ossia

quel patto che viene stipulato tra il lavoratore e i servizi per l’impiego e che in Italia è già

sperimentato dal programma ‘Pari’ (Programma d’azione per il reimpiego di lavoratori svan-

taggiati), realizzato dall’agenzia tecnica per le politiche dell’occupazione Italia Lavoro per il

ministero del Lavoro. È una sorta di contratto fra servizi per il lavoro e lavoratore, che impe-

gna gli uni all’erogazione di servizi di reimpiego e formativi e il lavoratore alla partecipazione

attiva ai percorsi di reinserimento. Il tutto nell’ottica di stabilire un giusto mix tra le politiche

attive per il lavoro e il sussidio di disoccupazione, in grado di trasformare gli ammortizzatori

sociali da ‘vitalizio’ a tutela efficace e corsia veloce per reinserirsi nel mondo del lavoro.

4 Identificazione degli obiettivi personali - Formazione e orientamento

Goal

• Avvio dei destinatari alle attività di formazione e orientamento

• GOAL: gruppi di orientamento all’autoimpiego e al lavoro; gruppi di lavoro di 10–15 desti-

natari coadiuvati da specialisti di orientamento;

• Attività formative finalizzate all’inserimento lavorativo. In queste attività l’esperienza di

AIPD nei processi di empowerment e di sostegno all’inclusione risulta essenziale alla sua

efficace realizzazione

5 Incrocio domanda/offerta su sistema informativo

Matching

• Matching: incrocio domanda / offerta, ossia verifica delle potenzialità di incrocio (bilancio

delle competenze per il target, verifica del posto di lavoro)

• Incrocio informatizzato delle offerte e delle domande di lavoro relativamente ai destinatari

(software gestione domanda/offerta).

A tal fine verrà predisposto un software informatizzato in grado di individuare la risorsa

umana più idonea per un’azienda che offre un posto di lavoro o le mansioni più rispondenti

per una persona disabile che cerca occupazione. Il back office del servizio provvederà alla

Costruzione di una banca dati dell’utenza e alla Costruzione di una banca dati locale delle

aziende e delle posizioni.

relazione

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

40

6 Percorsi di inserimento lavorativo attra-verso gli strumenti sostenuti formativi e di inserimento previsti dalla linea di

servizio

Challenge

I percorsi relativi all’ambito dell’inserimento lavorativo prevedono:

• la costruzione dei progetti professionali di ciascun utente attraverso i bilanci di competenza

• l’attivazione di percorsi modulari flessibili e tirocini di formazione.

7 Assistenza specialistica personalizzata Coaching

Durante le attività di inserimento la rete di servizio pone in essere attività di affiancamento

individuale, coaching e assistenza personalizzata rivolta ai destinatari e ai familiari per facili-

tare e favorire i processi di empowerment e tendere al successo dell’inserimento.

8 Avvio al lavoro (in attività di inserimento lavorativo coronato da successo)

Blowing the whistle

L’avvio al lavoro è il naturale approdo del periodo di inserimento.

La consapevolezza della debolezza del target (in termini di occupabilità), obbliga l’iniziativa a

tener conto di diversi strumenti per favorire il successo del singolo inserimento:

• Aiuti previsti dalla Legge 68/99 (e successive modifiche);

• Aiuti all’autoimpiego;

• Aiuti all’occupazione;

• Adeguamento strutturale del posto di lavoro.

Tali strumenti, seppur non sostenuti finanziariamente dall’iniziativa oggetto della proposta,

devono fare da sfondo ai percorsi individuali, in maniera da costituire una modalità accesso-

ria a sostegno dell’inserimento.

La linea di servizio intende misurare i risultati di iniziativa attraverso i seguenti indicatori:

• Inserimento lavorativo (occupazione, oppure autonomo, esperienze lavorative promosse,

matching e qualità del matching)

• Patti di servizio dei CPI per il target oggetto dell’iniziativa Integrazione fra gli attori del

sistema: manuale delle operazioni da porre in essere per la replicabilità del modello

• Integrazione fra gli attori del sistema: manuale delle operazioni da porre in essere per la

replicabilità del modello.

l’idea e gli elementi diStintivi del progetto match

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

41

Per Azioni trasversali si intendono le attività realizzate durante tutto il periodo di interesse

della linea di intervento.

9 Comunicazione istituzionale e partena-riato

Promotion

Le attività di comunicazione sono finalizzate alla costruzione di una reale conoscenza delle

attività dell’azione del P.O.V.,a un pieno coinvolgimento della rete di servizio, del territorio,

etc.

Può essere suddivisa in comunicazione:

• Iniziale: per sostenere l’avvio del processo

• In itinere, perché le attività siano in grado di mantenere un livello di qualità e di coinvol-

gimento elevato

• Finale, per la disseminazione dei risultati.

Gli strumenti della comunicazione saranno funzionali al messaggio da veicolare.

10 Standardizzazione del modello e dissemi-nazione dei risultati

Pattern

I CPI coinvolti, per i motivi summenzionati, sono: C.P.I. di Villa

d’Agri; C.P.I. di Potenza; C.P.I. Senise; C.P.I. Lauria. È necessario, al fine di considerare

questa sperimentazione quale modalità operativa capace di permeare le future attività di

inserimento provinciali, standardizzare le modalità operative adottate, attraverso:

• Individuazione degli strumenti più efficaci utilizzati per l’inserimento lavorativo;

• l’elaborazione di un manuale operativo che descriva le procedura attuative;

• attività di disseminazione e diffusione del modello presso gli altri CPI provinciali non coin-

volti nella sperimentazione.

11 Responsabilità sociale delle imprese Premio Fair play

Cruciale per il successo dell’iniziativa è il grado e la qualità del coinvolgimento del tessuto

economico–produttivo dell’area. Allo scopo, si intende valorizzare attraverso un premio a

favore delle imprese aderenti all’iniziativa, che dia visibilità alle scelte di responsabilità sociale

poste in essere dalle imprese aderenti (a es. che hanno ospitato destinatari per le attività di

inserimento lavorativo, formalizzando poi il successo dell’inserimento). «Per responsabilità

sociale d’impresa (o Corporate Social Responsibility, CSR) si intende l’integrazione di preoc-

cupazioni di natura etica all’interno della visione strategica d’impresa: è una manifestazione

della volontà delle grandi, piccole e medie imprese di gestire efficacemente le problemati-

che d’impatto sociale ed etico al loro interno e nelle zone di attività. Un’impresa che adotti

un comportamento socialmente responsabile, monitorando e rispondendo alle aspettative

relazione

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

42

economiche, ambientali, sociali di tutti i portatori di interesse (stakeholders) coglie anche

l’obiettivo di conseguire un vantaggio competitivo e di massimizzare gli utili di lungo periodo.

Risulta pertanto evidente come l’impegno «etico» di un’impresa sia entrato direttamente nel-

la cosiddetta catena del valore prospettando così l’utilizzo di nuovi percorsi e leve competitive

coerenti con uno «sviluppo sostenibile» per la collettività. All’interno del mercato globale e

locale, le imprese non hanno, infatti, un’esistenza a sé stante, ma sono enti che vivono e

agiscono in un tessuto sociale che comprende vari soggetti, tra cui spicca sicuramente una

società civile molto attenta all’operato imprenditoriale.

12 Coordinamento, monitoraggio e valuta-zione

Management

Attività finalizzate alla piena riuscita della sperimentazione di MATCH.

Organismi di coordinamento e di valutazione sono formalizzati all’atto della pianificazione

esecutiva, articolando il modello di gestione dell’intervento in coerenza con i livelli di coinvol-

gimento della rete di servizio denominata Welfare Community.

piano Finanziario / riSorSeLa Regione Basilicata si riserva la facoltà di finanziare con risorse aggiuntive il progetto,

qualora dovesse rendersi necessario.

Descrizione Fase Budget %

1 Pianificazione esecutiva e analisi di contesto 140.000,00 7,00%

2 2 Formazione operatori e formatori

3 3 Presa in carico 1.600.000,00 80,00%

4 Identificazione degli obiettivi personali - Formazione e orientamento

5 Incrocio domanda / offerta su sistema informativo

6 Percorsi di inserimento lavorativo attraverso gli stru-menti sostenuti formativi e di inserimento previsti dal-la linea di servizio

7 Assistenza specialistica personalizzata

8 Avvio al lavoro (in attività di inserimento lavorativo co-ronato da successo)

9 Comunicazione istituzionale e partenariato 260.000,00 13,00%

10 Standardizzazione del modello e disseminazione dei risultati

11 Responsabilità sociale delle imprese

12 Coordinamento, monitoraggio e valutazione

l’idea e gli elementi diStintivi del progetto match

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

43

nuovi approcci alle politiche Sociali: l’architettura progettuale di match ed il SiStema di governance quale reale ed eFFicace cooperazione interiStituzio-nale Adamo De Stefano

Segreteria Tecnica Struttura di Progetto Val d’Agri – Regione Basilicata

La riuscita di un progetto di inclusione sociale non risiede soltanto nell’ ideal tipo di impianto

e di disegno funzionale che si è riusciti a tracciare ma soprattutto nella sua validità speri-

mentale di soddisfare le aspettative e i bisogni compositi dei destinatari, nella sua capacità

di determinare la costruzione di una nuova realtà relazionale per coloro che versano in

condizioni di disagio. Il riferimento centrale tanto della strategia europea per l’occupazione

quanto della politica di coesione sociale è, appunto, quello dell’inclusione sociale, ovvero del

reinserimento all’interno dei circuiti di socialità e cittadinanza attiva (mercato del lavoro, reti

sociali, sistema dei diritti) dei soggetti portatori di uno svantaggio.

I soggetti pubblici che operano in Basilicata per promuovere politiche attive del lavoro, prin-

cipalmente la Regione e le Province, non possiedono ancora una consolidata metodologia di

intervento capace di costruire sinergicamente una rete che operi quale soggetto – strumento

in grado di coordinare le forme di cooperazione con i servizi sociali, le agenzie formative, le

forze sociali, le imprese, il sistema scolastico e i soggetti del terzo settore che operano sul

mercato del lavoro territoriale e per l’inclusione sociale.

Dopo le diverse riforme intervenute negli ultimi dieci anni nel mercato del lavoro per favorire

l’integrazione dei diversi soggetti pubblici coinvolti nell’erogazione di servizi per l’inclusione

e l’occupazione (servizi per l’impiego, amministrazioni pubbliche, sistema scolastico e for-

mativo, aziende sociosanitarie, operatori economici, terzo settore) l’importanza della logica

relazionale e di rete è stata ampiamente interiorizzata così come la necessità di realizzare

progetti più qualificati e mirati. In questo scenario, prima di attivare la Linea di intervento

C.5 «Inserimento lavorativo dei soggetti in stato di svantaggio» del Programma Operativo

Val d’Agri – Melandro – Sauro – Camastra 1 , la Regione Basilicata ha veicolato alcuni in-

dirizzi strategici, contenuti nella proposta denominata Road Map condivisa dal Comitato di

Coordinamento e Monitoraggio del P.O. Val d’Agri nella seduta del 6 luglio 2009, al fine di

implementare un servizio specialistico in materia di inclusione sociale, occupabilità e inseri-

1 Il Programma Operativo “Val D’Agri, Melandro, Sauro, Camastra” approvato con la D.G.R. n. 838/2003, è uno strumento speciale con cui la Regione Basilicata reinveste parte delle royalties rivenienti dalle estrazioni petrolifere per sostenere lo sviluppo economico produttivo di un territorio composto da 35 Comuni

relazione

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

44

mento lavorativo di persone con disabilità o che versino in condizioni contingenti di difficoltà

e di bisogno.

La successiva evoluzione degli indirizzi strategici ha condotto alla strutturazione del progetto

«Match. Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in stato di svantaggio», appro-

vato con la Deliberazione di Giunta Regionale n. 2310 del 29/12/2009 e con una dotazione

finanziaria di 2 milioni di euro, la cui attuazione è stata demandata alle Province in osservan-

za alle strategie regionali in materia di politiche sociali e alla «Rete regionale integrata dei

servizi di cittadinanza sociale», di cui alla L. R. n. 4 del 14.02.2007 e successive modifiche

e integrazioni.

La mission del progetto Match è quella di introdurre una innovativa pratica di welfare sociale

e di metodologie innovative all’interno dei Centri per l’Impiego per favorire, attraverso le

work experience, l’autoimpiego o il collocamento mirato di persone con disabilità e in situa-

zione di svantaggio presso le 1 Il Programma Operativo «Val d’Agri, Melandro, Sauro, Ca-

mastra», approvato con la D.G.R. n. 838/2003, è uno strumento speciale con cui la Regione

Basilicata reinveste parte delle royalties rivenienti dalle estrazioni petrolifere per sostenere

lo sviluppo economico produttivo di un territorio composto da 35 Comuni. imprese del com-

prensorio e da replicare, una volta standardizzata, in tutte le aree della regione.

La stessa strategia di comunicazione è immediata e di impatto, la proposta progettuale

adotta già nel titolo la metafora sportiva (Match), combinando la metodologia di lavoro (il

matching tra bisogni e risposta di sistema) con la sfida (la sfida dell’inclusione sociale e lavo-

rativa) come partita da disputare insieme (pubblico e privato con medesimi obiettivi) e dove

la possibile vittoria (goal) rappresenta l’inclusione lavorativa del soggetto che implica anche

la sua inclusione sociale e relazionale. Tuttavia, non esistendo nel settore delle politiche

sociali i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) quale possibile modello di riferimento, la stessa

pianificazione iniziale del progetto è risultata di notevole complessità in quanto ha dovuto

tener conto di un quadro normativo di riferimento alquanto articolato, all’interno del quale

agire per costruire la filiera del sociale e per aumentare le reali possibilità di inclusione sociale

e lavorativa dei soggetti in condizioni di disagio sociale, ma anche per il permanere in regione

di una cultura immatura nel campo del sociale.

La metodologia di pianificazione degli interventi previsti nel progetto Match, ha individuato

il proprio punto di forza appunto nella capacità di costruire reti – idealmente identificabile

come una vera e propria filiera – intesa quale reale e efficace cooperazione interistituzionale,

sia verticale che orizzontale, fra i diversi attori coinvolti dalle strategie di inclusione sociale,

dai servizi sociali e socio–sanitari, a quelli socio–educativi, socio–formativi e socio–lavorativi,

con il coinvolgimento delle comunità locali a partire dal mondo associativo e del volontariato.

Il progetto presenta una dimensione distintiva per l’adozione di alcuni principi chiave (em-

powerment, personalizzazione, governance, multidimensionalità, centralità della persona) e

l’idea e gli elementi diStintivi del progetto match

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

45

affida al concetto di rete di servizi, che è il vero corollario della «presa in carico» dei soggetti

svantaggiati, la capacità di fronteggiare la complessità della sfida posta.

Infatti, anche con l’intenzione di capovolgere il consueto approccio alle politiche attive del

lavoro, Match nasce con l’obiettivo della «presa in carico» dei soggetti destinatari al fine di

«cucire il vestito addosso» sui bisogni da loro espressi con azioni di affiancamento, di orien-

tamento, formazione professionale, di accompagnamento all’accesso nel mondo del lavoro e

di integrazione socio–lavorativa.

Per affrontare la stessa multidimensionalità del disagio sociale il progetto Match ha cercato

di dare risposta facendo convergere più strumenti, provenienti anche da politiche e settori

diversi (orientamento, formazione professionale, interventi sociali di sostegno e tutela, stru-

menti di politica attiva del lavoro, ecc.). Il progetto, difatti oltre a enunciare esplicitamente

l’attivazione di una rete paritetica quale sistema di welfare community, ha attivato un siste-

ma di costante collaborazione tra gli attori pubblici e privati: Regione Basilicata, Provincia

di Potenza per le proprie competenze in materia di politiche del lavoro e della formazione,

Comuni (attraverso i Servizi Sociali), Azienda Sanitaria Potenza per le competenze in materia

socio–sanitarie e di medicina territoriale, sistema scolastico e privato sociale (volontariato,

associazioni datoriali, cooperative sociali).

Per quanto espresso, ben si comprende che per la finalizzazione delle azioni declinate nel

progetto Match si è reso necessario definire puntualmente l’architettura di governance istitu-

zionale e per tale motivo è stato avviato un processo di condivisione e di concertazione con

le strutture della Provincia di Potenza e con i Dipartimenti regionali preposti, riconoscendo

a ognuno le rispettive competenze e l’assunzione di reciproche responsabilità attraverso la

formale costituzione di una cabina di regia istituzionale denominata Gruppo di Pilotaggio.

Il Gruppo di Pilotaggio, quale network strutturato di natura pivotale e propedeutico alle

attività di progetto, è stato composto nella prima fase dagli attori istituzionali con specifiche

competenze in materia di politiche socio assistenziali e del lavoro: la Struttura di Progetto Val

d’Agri, con funzioni di coordinamento, e dagli Uffici regionali Promozione della Cittadinanza

Solidale e Ufficio Lavoro e Territorio (rispettivamente del Dipartimento Sanità e Lavoro e

Formazione), dall’Ufficio Lavoro e Politiche Sociali della Provincia di Potenza e dall’Apof– il.

La rete paritetica, invece, ha il suo punto di forza nella connessione con la stessa governance

provinciale che, per la sua titolarità nelle politiche attive del mercato del lavoro, si presenta

con una articolazione complessa e nodi nella rete di relazioni interne/esterne distribuite

sull’intero territorio provinciale, fattore che ha permesso di risolvere qualsiasi criticità logisti-

ca e particolaristica legata alla natura dei soggetti destinatari delle azioni del progetto Match.

Infatti, la gestione dei Servizi per l’Impiego è demandata all’Ufficio lavoro, Formazione e Po-

litiche Sociali della Provincia che racchiude una serie di macro attività e che opera attraverso

i Centri per l’Impiego (CPI) per erogare servizi di orientamento tesi ad aiutare i cittadini a

relazione

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

46

scegliere percorsi di formazione professionale, riqualificazione, inserimento lavorativo o altre

misure che favoriscano l’integrazione lavorativa degli stessi.

Per i servizi erogati al target di progetto sono stati impegnati principalmente i Centri per

l’Impiego di Villa d’Agri e Lauria e lo Sportello Polivalente Integrato di Laurenzana.

Per quanto riguarda l’area dedicata alla Formazione professionale, il servizio è stato erogato

attraverso le sedi territoriali dell’Agenzia per l’Orientamento e la Formazione Professionale

(APOFIL).

Per promuovere un networking con gli altri operatori dell’inclusione sociale, particolare im-

portanza è stata riservata alla strutturazione di relazioni con i Coordinatori d’Ambito dei Piani

Sociali di Zona, con gli Uffici sociali dei Comuni, sia per il ruolo di «facilitatori» che rivestono

nella conoscenza del contesto fisico, strutturale e sociale in cui andranno a operare i soggetti

beneficiari delle work experience, ma anche per le azioni di supporto necessarie all’inseri-

mento sociale e lavorativo dei soggetti disabili e/o svantaggiati.

Per costruire la rete di partenariato sono stati coinvolti attivamente anche gli altri operatori

del settore, come l’Azienda Sanitaria di Potenza, le Associazioni datoriali, il Terzo settore, con

l’obiettivo di farli diventare una «comunità di pratiche». Infatti, per diffondere i contenuti

offerti dal progetto Macht siè condotta una vera e propria azione di animazione territoriale

nell’area interessata dal Programma Operativo Val d’Agri al fine di favorire l’adesione alle

varie fasi di progetto da parte del partenariato istituzionale, sociale ed economico.

La prima fase del progetto «Pianificazione esecutiva e analisi di contesto» ha visto la con-

divisione diretta con gli stakeholders del territorio (parti sociali e datoriali, amministrazioni,

enti locali, terzo settore) attraverso una serie di incontri organizzati al fine di diffondere i

contenuti del progetto.

Gli incontri dedicati, oltre a favorire meccanismi di partecipazione ai processi decisionali di

livello sovraordinato, hanno permesso di condividere le finalità, le azioni, le metodologie

del progetto e i ruoli del partenariato economico–sociale, restituendo una prima analisi sul

target di progetto in termini di numerosità, fabbisogni, possibilità di inserimento e raccoglie-

re utili indicazioni. Quindi, gli orientamenti strategici del progetto nella loro dimensione di

sussidiarietà cooperativa sono stati esplicitamente concordati tra i soggetti che compongono

il network, i quali sono stati trasferiti nel successivo Avviso Pubblico per la selezione dei

soggetti destinatari.

La lotta all’esclusione sociale è stata intesa, quindi, come la costruzione di un sistema di

welfare attivo, solidale e integrato tra le sue diverse componenti. Le diverse forme di coope-

razione previste hanno riconosciuto all’ente Provincia il livello istituzionale sovracomunale di

riferimento per la promozione dell’occupabilità e la gestione della rete territoriale dei servizi

operanti sul territorio. Infatti, l’Avviso Pubblico «Work experience per favorire l’inserimento

occupazionale di persone disabili e di lavoratori svantaggiati» è stato approvato ed emanato

l’idea e gli elementi diStintivi del progetto match

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

47

dall’Ufficio Lavoro e Politiche Sociali della Provincia di Potenza, quale soggetto della rete

responsabile dell’attuazione del Progetto Match e per le azioni di competenza a esso deman-

date in materia di politiche attive del lavoro e della formazione.

Allo scopo di individuare il target di progetto si è fatto riferimento alle definizioni della L.

381/91, della Legge n. 68/99 e del Reg. Ce n. 800/2008. La segmentazione del target,

concordata in sede di cabina di regia, ha individuato le categorie di disagio dell’utenza a cui

rivolgere le azioni previste dal progetto Match: area della disabilità (non inferiore al 46%) e

area dello svantaggio sociale (a es. lavoratori molto svantaggiati).

Dopo la selezione dei soggetti individuati quale target di progetto, sono state redatte tre

distinte graduatorie: soggetti disabili, soggetti molto svantaggiati e soggetti ospitanti.

Successivamente è stato attivato un servizio di supporto specialistico continuativo per la

sperimentazione all’interno dei Centri per l’Impiego delle azioni e degli strumenti legati alle

work experience (accoglienza, bilancio di competenze, orientamento, elaborazione del pro-

prio Piano d’Azione Individuale, convenzioni, tirocinio lavorativo, utilizzo della dote formativa

e del bonus occupazionale per l’autoimpiego o l’assunzione). L’obiettivo prioritario di miglio-

rare, secondo la logica del collocamento mirato, l’incontro tra le esigenze dei datori di lavoro

e quelle dei lavoratori disabili e/o in situazione di svantaggio. L’intero percorso progettuale,

centrato sulle work experience (percorsi di apprendimento nei luoghi e coi tempi del lavoro

reali) si è caratterizzato per la progressività nelle azioni di orientamento, accompagnamento,

formazione professionale e inclusione.

Concepito per farlo assurgere a laboratorio privilegiato di integrazione tra politiche sociali,

formative e del lavoro, l’innovazione proposta in pratica non è stata nella sequenza orienta-

mento/ formazione/work experience, che rappresenta la prassi universalmente accreditata

per l’accompagnamento al lavoro delle persone in cerca di occupazione, ma nell’azione di

presa in carico collettiva e nell’utilizzo di strumenti che hanno permesso il dialogo fra gli

attori del sistema.

Il carattere innovativo di Match emerge, come si è detto, anche per la connessione con il

network sanitario. In fase iniziale, infatti, al Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda Sa-

nitaria di Potenza è stata demandata la responsabilità di selezionare alcuni soggetti affetti da

disagio mentale da inserire tra i destinatari delle work experience.

La costruzione del network sociosanitario ha anche avuto natura strumentale per la ado-

zione di strumenti e modelli di collocamento mirato destinato ai soggetti disabili attraverso

l’applicazione di procedure che si ispirano all’ICF (International Classification of Functioning,

Health and Disability), una metodologia utilizzata per il bilancio delle potenzialità dei soggetti

interessati.

L’ICF o Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute adot-

tata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità rappresenta una risposta sia tecnica, che cul-

relazione

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

48

turale al problema dell’inserimento lavorativo di questa categoria. Il protocollo ICF è uno

strumento di collocamento mirato, costituito da un insieme di procedure che realizza un

incrocio (matching) in relazione le caratteristiche relative alla persona con disabilità e le

caratteristiche delle mansioni lavorative richieste.

Nelle fasi attuative del progetto, la governance istituzionale ha cercato di costituire un tavolo

tecnico scientifico con Italia Lavoro, ente strumentale del Ministero del Lavoro e Politiche

Sociali, e con la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) al fine di mi-

tigare il rischio di autoreferenzialità e di avvalersi di un organismo terzo per la validazione

dell’impianto metodologico (strumenti di rilevazione dei bisogni, approccio alla progettualità

individuale dei beneficiari, counseling orientativo in chiave ICF).

Durante i colloqui con i soggetti disabili, prima dell’avviamento al lavoro presso i soggetti

ospitanti, è stata utilizzata una metodologia per indagare sull’ambiente sociale, che si ispira

all’ICF, costruita con DPI (Disabled PeoplÈs International), inoltre nelle fasi evolutive il pro-

getto Match ha veicolato l’incrocio domanda/offerta di lavoro.

Al fine di valutare formalmente le capacita funzionali, attitudinali nonché l’individuazione del-

le mansioni lavorative ritenute più idonee, il matching delle persone disabili, come risposta

di sistema per il collocamento mirato, è stato favorito anche dall’attivazione delle procedure

per l’accertamento della condizione di disabilità che, attraverso la competente commissione

medica (INPS), ha restituito il profilo socio–lavorativo dei soggetti, la raccolta di notizie rela-

tive alle precedenti esperienze di lavoro e la descrizione delle condizioni sociali e relazionali

dei soggetti.

Si è reso inoltre necessario, al fine di favorire l’accesso al lavoro dei soggetti disabili, verifica-

re l’eventuale presenza, nelle sedi di tirocinio, di difficoltà correlate all’esistenza di eventuali

barriere architettoniche e di ostacoli correlati a condizioni strumentali e tecnologiche proprie

del sistema produttivo ospitante.

Il follow up offerto ha visto, quindi, la sperimentazione dell’applicabilità/efficacia degli stru-

menti e delle procedure progettate ma anche la diffusione e standardizzazione degli stru-

menti e del modello in maniera da favorire la sua replicabilità in altre aree della provincia.

Per la trasferibilità del modello sono stati realizzati strumenti, format, materiali di approfon-

dimento, contributi audiovisivi di immediata fruizione, con la definizione dell’attività di comu-

nicazione per la diffusione delle azioni di sistema (oltre che ovviamente in chiave informativa

e divulgativa). Allo stesso modo è stato ideato il logo del progetto Match e il relativo manuale

d’uso, che è stato utilizzato quale format di coordinato istituzionale nel materiale divulgativo

riguardante il progetto stesso.

Le attività di progetto si sono sostanziate nella realizzazione di circa 60 work experience

(soggetti disabili, soggetti molto svantaggiati e soggetti a disagio mentale) che, svolte presso

soggetti ospitanti diversi (imprese, cooperative, associazioni, studi professionali, Enti Locali),

l’idea e gli elementi diStintivi del progetto match

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

49

hanno avuto una inevitabile ricaduta nell’area di riferimento avendo contribuito all’incontro

della domanda/offerta di lavoro ma anche alla migliore e reciproca conoscenza fra il mondo

produttivo e la sfera della disabilità/svantaggio, con la auspicabile conseguente riduzione

delle «distanze» fra i diversi ambiti.

L’assoluto rilievo del risultato raggiunto è rappresentato dalla decisione da parte di 3 aziende

che, ritenendo opportuno valorizzare l’esperienza maturata dai beneficiari, hanno avviato le

procedure per l’assunzione a tempo dei tirocinanti ospitati e, pertanto, hanno utilizzato il bo-

nus occupazionale loro destinato, il cui valore copre per due anni la metà del costo salariale

lordo dei neoassunti.

Analogamente sono pervenute, all’Ufficio Formazione e Lavoro della Provincia di Potenza,

le richieste di due beneficiari delle work experience che hanno manifestato l’intenzione di

avviare una attività economica autonoma in forma individuale. Soltanto una work experience

si è perfezionata con la costituzione di un impresa agricola che si è iscritta alla Camera di

Commercio di Potenza.

L’outcome di Match ha pienamente soddisfatto gli obiettivi progettuali, concorrendo a raf-

forzare il network territoriale e operativo tra i diversi livelli istituzionali impegnati nelle poli-

tiche per il lavoro, i servizi sociali e sanitari, ma soprattutto per aver finalizzato il placement

occupazionale di quei segmenti di mercato naturalmente penalizzati e, quindi, il risultato

raggiunto da questo indicatore, con un valore del 13% sul totale dei beneficiari, assume

un’importanza straordinaria.

relazione

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

50

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

51

la Formazione dei Formatori per l’applicazione del modello icF nell’ambito del progetto match Antonio Di Gennaro

Ufficio Promozione Cittadinanza Solidale Regione Basilicata

La Regione Basilicata ha approvato e promulgato la Legge Regionale n. 4/2007 che istituisce

la «Rete Regionale Integrata dei Servizi di Cittadinanza Sociale». La legge nasce dalla consa-

pevolezza degli organi programmatori regionali della necessità di operare sempre più in una

logica sistemica senza la quale appare difficile fronteggiare la complessità posta dai problemi

di partecipazione e cittadinanza presentati in particolare dalle fasce più fragili della popola-

zione. In questo contesto normativo finalizzato a creare una rete tra diverse Istituzioni locali

e i loro servizi e altri attori del territorio, sono state attivate diverse iniziative, ivi compreso un

Progetto sperimentale denominato «Il Mondo in ICF. Dalla classificazione alla presa in carico»

e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nell’ambito del Fondo Nazionale

per le Non Autosufficienze per l’annualità 2010.

L’ICF o Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute rac-

coglie l’eredità internazionale di una serie di riflessioni ed esperienze che hanno cambiato

le idee e la cultura della riabilitazione e dell’integrazione sociale delle persone in difficoltà.

Il passaggio dalla riabilitazione centrata sul «difetto» presentato dalla persona, volta per

volta fisico, psicologico e/o sociale, alla riabilitazione centrata sulle potenzialità del soggetto

e sul loro possibile sviluppo, ha cambiato radicalmente le teorie e le pratiche dell’aiuto e del

sostegno.

Sostanzialmente, il lungo e minuzioso elenco di indicatori della classificazione relativi a pra-

ticamente tutte le possibili situazioni di vita della persona con disabilità sposta il concetto

di disabilità dalla persona stessa al contesto: non è il soggetto a presentare inabilità, ma è

il contesto fisico e sociale nel quale si trova ad agire che può rendere una persona inabile.

Introduce, quindi, una forma di linguaggio «dinamico» caratterizzato da una costante azione

e retroazione tra specifica funzione e contesto nel quale tale funzione si esprime, che si con-

trappone nettamente al linguaggio «statico» della pura constatazione diagnostica focalizzata

sulla mancanza.

Adottare compiutamente il linguaggio ICF implica importanti trasformazioni sia culturali sia

organizzative, a più livelli: politico,istituzionale, dei servizi specialistici legati alla disabilità e

più in generale del contesto sociale nel quale la persona con disabilità è immersa. Il Progetto

«Il Mondo in ICF», in questa ottica, si è posto l’obiettivo di favorire la continuità del sostegno

relazione

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

52

tra i diversi servizi che si occupano della persona con disabilità, sia in senso orizzontale che

verticale lungo tutto il percorso evolutivo, a evitare «buchi» e cadute negli interventi che si

verificano spesso nei passaggi da una fase alla successiva e che quasi sempre corrispondo-

no a un passaggio di competenze da un servizio a un altro. Inoltre, ha inteso contribuire a

uniformare i linguaggi tra i diversi operatori e i diversi servizi che, pur nel rispetto delle spe-

cifiche competenze «tecniche», devono collocarsi in un quadro omogeneo di visione, osser-

vazione e programmazione a evitare inutili, se non dannose, compartimentazioni. Si è voluto,

infine, dotare i servizi, per ogni bisogno e per ogni fase evolutiva del bambino/persona con

disabilità, di strumenti operativi condivisi, e dall’ICF dedotti, che consentissero di declinarne

i principi in azioni concrete sulla persona stessa e sui suoi contesti di vita.

Per realizzare tali obiettivi si è reso necessario affrontare il problema della responsabilità del

«coordinamento» dei diversi interventi di sostegno spesso necessari e spesso contestuali

sui diversi fronti e sui diversi bisogni della persona con disabilità, curandone non solo la

puntualità e la garanzia, ma altresì la «coerenza» intrinseca, coerenza che può solo derivare

da una lettura condivisa prima, e da un progetto condiviso poi attraverso una vera «presa in

carico». Una presa in carico che sia realmente tale riconosce la necessità di accogliere tutti i

bisogni presentati dalla persona in difficoltà e/o della sua famiglia e non soltanto quelli legati

alle specifiche competenze possedute dallo specifico servizio.

Naturalmente, accogliere l’interezza della domanda non corrisponde a possedere tutte le

risposte necessarie. E qui nasce il secondo concetto, corollario della presa in carico: il lavoro

in rete, perché solo attraverso una rete di servizi è possibile coprire se non tutta, almeno una

grande parte della domanda reale posta dalla persona e/o dalla sua famiglia. Ciò vale a dire,

per altro verso, che la costruzione di una rete ha senso solo ed esclusivamente quando c’è

una «presa in carico» che sia anche «governata» da un case manager.

Infine, un ulteriore aspetto che si è voluto affrontare è quello del cambiamento costante ed

evolutivo dei bisogni della persona con disabilità e della sua famiglia, ai quali corrisponde l’e-

sigenza di sostenerla e seguirla dalla fase natale sino all’inserimento al lavoro e al successivo

mantenimento dello stesso. Ciò implica la necessità, come anticipato, di agire reti orizzontali

e reti verticali, interventi sul qui e ora e interventi nella prospettiva evolutiva.

Il Progetto ha, quindi, costruito una partnership che ha coinvolto gli attori pubblici e privati

necessari–indispensabili al perseguimento degli obiettivi e a garantire, per quanto possibile,

la continuità delle azioni e delle reti ex post. La partnership è così composta:

• Regione Basilicata

• Ufficio scolastico Regionale per la Basilicata

• ASP – Azienda Sanitaria locale Potenza

• ASM – Azienda Sanitaria locale Matera

la Formazione dei Formatori per l’applicazione del modello icF nell’ambito del progetto match

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

53

• Comune di Potenza

• Comune di Matera

• Provincia di Potenza

• Provincia di Matera

• Forum del terzo settore

La Fondazione Don Gnocchi ha curato la formazione, il coordinamento e la supervisione

scientifica e la Società Synergia S.r.l., attiva in Basilicata essendo impegnata a realizzare

il Sistema Informativo Sociale regionale (SISB), ha curato il monitoraggio e la valutazione

del progetto. Hanno partecipato operatori dei Centri per l’Impiego provinciali, delle Agenzie

Provinciali di Orientamento e Formazione, di 10 Comuni, delle 2 Aziende Sanitarie Locali, di

12 Istituti Scolastici e del Terzo Settore, per un totale di 127 persone. L’insieme delle attività

che il progetto ha realizzato in una logica evolutiva legata alle diverse fasi/età dei soggetti si

è articolata, nell’arco di 18 mesi, nel modo seguente:

Attività specifiche Attività 1 – Analisi del fabbisogno specifico e ingegneria organizzativa

Attività 2 – Formazione iniziale

Attività 3 – Fascia 0-6 anni

Attività 4 – Interventi sul sistema educativo e sul sostegno alla vita

indipendente, fascia 6-16 anni

Attività 5 – Inserimento al lavoro e mantenimento del posto di lavoro

Attività trasversali Attività 1 – Formazione dei case manager per la presa in carico

Attività 2 – Informatizzazione

Attività 3 – Monitoraggio e valutazione

All’interno di questo Progetto si è, pertanto, individuata una qualificata opportunità di rea-

lizzazione di una formazione specifica per i formatori del Progetto MATCH. Infatti, l’attività

specifica 2, di formazione iniziale e di base, e l’attività specifica 5, relativa all’inserimento al

lavoro e al mantenimento del posto di lavoro, nonché le attività trasversali hanno visto coin-

volti gli operatori interessati dei Centri per l’Impiego provinciali e delle Agenzie Provinciali di

Orientamento e Formazione.

La formazione iniziale e di base si è articolata:

• in due moduli generali a carattere assembleare, di cui uno sulla classificazione ICF (con una

specifica sezione dedicata alla Convenzione internazionale) e uno centrato sulla conoscenza

di tutte le fasi del processo di sostegno alle persone con disabilità, relativi servizi e relativi

relazione

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

54

strumenti, anche formali e previsti dalle normative, lungo il loro percorso evolutivo;

• in momenti specifici mirati a gruppi di operatori su tre sotto–tematiche rilevanti che riguar-

dano: settore socio–sanitario, educazione–formazione, lavoro.

Il primo modulo di base ha avuto come obiettivo quello di diffondere in maniera maggior-

mente capillare la cultura e l’approccio ICF oltre a sviluppare l’azione strategica indiretta di

team building e ad aprire una prospettiva di collaborazione, in termini di continuità evolutiva

orizzontale e verticale.

Il secondo modulo di base ha risposto all’esigenza di rendere maggiormente fluido e coe-

rente il percorso della persona disabile attraverso i vari servizi, in particolare nella direzione

verticale. Infatti, i servizi tendono a occuparsi della propria fetta di competenze e si è spesso

in presenza di un insieme di compartimenti stagni tra un servizio e l’altro.

La conoscenza puntuale dei servizi che precedono, condividono o seguono i rispettivi in-

terventi, dell’approccio metodologico utilizzato e degli strumenti formali e informali messi

in campo, disegna nei singoli operatori una mappa complessiva del processo di sostegno

nel tempo che rende l’operatore capace di una declinazione olistica del proprio operato che

finalizza maggiormente la propria specifica parte. Pertanto, questa esperienza è stata fina-

lizzata a mettere in grado ciascun operatore di conoscere strumenti e tecniche utilizzate dai

professionisti degli altri servizi.

I contenuti della formazione hanno riguardato aspetti generali in ottica ICF di ambiti e stru-

menti di:

• adattamento ICF–CY;

• sostegno neuro–psico–motorio e riabilitazione;

• aiuto alla vita indipendente e alla piena cittadinanza;

• sostegno al processo educativo: PDF e PEI;

• orientamento formativo/lavorativo;

• legge 68/99 e strumenti per il collocamento mirato.

I servizi coinvolti per ciascuna Provincia sono stati:

• Servizi A.S.L.: materno infantile/neuropsichiatria infantile e riabilitazione adulti;

• Scuola dell’obbligo con operatori provenienti dai diversi gradi;

• Centri per l’impiego;

• Comuni;

• Agenzie di orientamento e formazione provinciali;

• Terzo settore.

la Formazione dei Formatori per l’applicazione del modello icF nell’ambito del progetto match

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

55

I moduli di formazione ICF specifica si sono svolti nel punto del percorso in cui gli operatori

conoscono in termini generali visione, significato e strumenti classificatori dell’ICF. Conosco-

no, altresì, in termini generali, ma puntuali, ogni fase del percorso di crescita della persona

disabile, dei servizi che se ne occupano, degli strumenti che ogni servizio utilizza o ha l’ob-

bligo formale di utilizzare e gli strumenti esistenti, mutuati da esperienze esemplari, in ottica

ICF, per ciascuna fase. È iniziata, quindi, una fase maggiormente specialistica, centrata, per

ogni servizio/operatore, sulle sezioni ICF che rispettivamente li coinvolgono nel quotidiano

lavorativo. Il gruppo è stato diviso per area di pertinenza e sono state organizzate delle ses-

sioni formative ICF dedicate e specializzate.

Gli obiettivi di tale fase sono stati, pertanto:

• la conoscenza approfondita e «tecnica» della classificazione ICF relativamente a tre agglo-

merati di indicatori:

– area socio–sanitaria;

– area educativo–formativa;

– area dell’impiego.

• l’apprendimento all’uso di indicatori ICF delle sezioni relative alle tre aree di interesse, su

casi reali.

I servizi coinvolti per ciascuna Provincia sono stati:

• Area socio–sanitaria:

– Servizi A.S.L.: materno infantile/neuropsichiatria infantile e riabilitazione adulti;

– Comuni;

– Forum del terzo settore con operatori provenienti dalla cooperazione sociale di tipo A.

• Area educativo–formativa:

– Scuola dell’obbligo con operatori provenienti dai diversi gradi;

– Agenzie di orientamento provinciali;

– Forum del terzo settore con operatori provenienti dall’area

di sostegno per i DPS (disturbi pervasivi dello sviluppo).

• Area dell’impiego:

– Centri per l’impiego;

– Comuni;

relazione

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

56

– Agenzie di orientamento e formazione provinciali;

– Forum del terzo settore con operatori provenienti dalla cooperazione sociale di tipo B.

Per quanto attiene alla formazione specifica relativa alle tematiche dell’inserimento al lavoro

e del mantenimento del posto di lavoro che ha visto coinvolti i formatori del Progetto MATCH

va premesso che ragioni diverse, tra cui il debole tessuto produttivo, un sistema di imprese

che difficilmente arriva al livello di media impresa, fanno sì che l’inserimento lavorativo dei

disabili presenti molti aspetti di problematicità, giustificandone, in qualche modo, la scarsa

applicazione. Tuttavia, è ancora una volta la resistenza culturale a costituire il principale

ostacolo all’inserimento lavorativo e al mantenimento del posto di lavoro dei lavoratori con

disabilità.

Il sistema «Match», sviluppato dalla Fondazione Don Gnocchi, in uso presso la provincia di

Milano e altre province Lombarde, e presso la provincia di Roma, rappresenta una risposta

sia tecnica, che culturale al problema dell’inserimento lavorativo di questa categoria. È costi-

tuito da un insieme di procedure che realizza un incrocio estremamente efficiente ed efficace

mettendo in relazione le caratteristiche relative alla persona con disabilità e le caratteristiche

delle mansioni lavorative.

L’obiettivo di questi moduli è stato quello di fare formazione specifica all’utilizzo delle proce-

dure per il collocamento mirato denominate «Match», con attenzione alla classificazione ICF.

Sono state trasferite competenze riguardanti modelli per una gestione efficace dell’incontro

tra la persona con disabilità e il lavoro. L’integrazione di questi due universi – l’impresa e

il lavoratore con disabilità – si concretizza con una procedura di intervento standardizzato,

ripetibile e utilizzabile in molteplici servizi, che vede come tassello fondamentale l’utilizzo di

uno strumento di collocamento mirato. Per strumento di collocamento mirato si intende uno

strumento che faciliti l’abbinamento tra candidato disabile e posizione di lavoro.

Il «Match» presuppone la definizione di protocolli utili a ‘fotografare» e a «incrociare» le ca-

pacità e le competenze lavorative dell’utenza con disabilità e le caratteristiche delle posizioni

di lavoro, per proporre abbinamenti compatibili.

La metodologia utilizzata ha riguardato sia la formazione con lezioni frontali e lavoro di grup-

po, sia la sperimentazione dell’applicazione del sistema «Match» attraverso lavoro di gruppo,

assistenza e consulenza in remoto.

Al fine di rafforzare la rete di intervento, oltre agli operatori dei Centri per l’Impiego, sono

stati coinvolti anche quelli delle Agenzie di formazione e orientamento delle due Province.

Nello specifico, le azioni sono state sviluppate attraverso i seguenti punti:

1) definizione dell’ambito della sperimentazione:

– sul versante delle aziende: scoperture come da prospetti informativi gennaio 2013,

sensibilizzazione attraverso le associazioni di categoria, ecc.;

– sul versante degli utenti: definizione di una platea di interessati alla partecipazione

la Formazione dei Formatori per l’applicazione del modello icF nell’ambito del progetto match

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

57

alla sperimentazione tra gli iscritti alle liste 68/99 attraverso la pubblicare un bando

e successiva definizione di criteri di priorità conseguenti alle tipologie di profili emersi

dalle scoperture;

2) formazione degli operatori provenienti dai CpI, dalle agenzie Apof–IL e Ageforma e

degli operatori provenienti dal Terzo Settore;

3) installazione del software presso i server provinciali;

4) sperimentazione delle procedure:

– interviste aziendali;

– somministrazione dei test e colloqui;

– incroci.

Di notevole importanza strategica è da considerarsi la partecipazione dei formatori del Pro-

getto MATCH anche alle attività trasversali ed, in primo luogo, alla formazione dei case

manager per la presa in carico.

Il case management è definibile come un processo integrato finalizzato a individuare i biso-

gni delle persone e a soddisfarli, nell’ambito delle risorse disponibili, partendo dal riconosci-

mento della loro unicità. Esso si configura come una metodologia d’intervento processuale,

articolata in cinque momenti: la valutazione iniziale, la costruzione del progetto individualiz-

zato, la messa in atto del progetto, il monitoraggio, la chiusura del caso.

Il case management nella pratica è usualmente affidato a figure professionali intermedie e,

all’interno dei servizi nei quali è utilizzato, svolge un ruolo di accompagnamento attraverso

le prestazioni offerte dal servizio stesso, rispondendo, quindi, solo a una parte dei bisogni

espressi dalla persona. È stato ritenuto, invece, che nel caso di una «presa in carico» così

come intesa e definita nel progetto «Il Mondo in ICF» il case manager dovesse essere una

figura dotata di competenze professionali specifiche che lo rendessero capace di gestire i

cinque momenti essenziali del case management; in particolare, dovesse intervenire nella

previsione di un passaggio evolutivo ad altri servizi e, quindi, nell’accompagnamento a un

«successore» che eredita la presa in carico relativamente alla fase di analisi dei bisogni e a

quella di progettazione individuale.

In questa ottica, la creazione di un profilo professionale «alto» del case manager in termini

di progettazione formativa si è sviluppata attraverso una parte generale centrata sull’analisi

dei bisogni e la formulazione di un progetto, e parti invece più tecniche legate alle rispettive

competenze dei servizi che si passano la presa in carico. L’azione formativa è stata finalizzata

alla definizione di procedure fortemente strutturate per il «passaggio» della presa in carico

da un servizio all’altro in relazione alle fasi evolutive della persona.

L’analisi dei bisogni, oggetto di elaborazione del profilo professionale, del pacchetto didattico

e della formazione trasversale degli operatori dei vari servizi, ha fatto esplicito riferimento

relazione

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

58

all’approccio circolare e sequenziale altrimenti detto a «spirale».

Come l’approccio circolare (sistemico) rappresenta una evoluzione rispetto all’approccio po-

sitivista (causa–effetto) nella gestione dei sistemi di aiuto, l’approccio a spirale (circolare e

sequenziale) introduce una ulteriore evoluzione rispetto alla visione circolare. Infatti, la visio-

ne circolare è in grado di fotografare il soggetto in relazione al contesto e, quindi, di fornirne

un quadro accurato dal punto di vista sistemico–relazionale del qui e ora della situazione del

soggetto stesso.

L’introduzione di un aspetto evolutivo del contesto sistemico del soggetto (sequenziale) con-

sente all’operatore di formulare previsioni sulla evoluzione sistemica e, quindi, di formulare

una corretta analisi dei bisogni e un adeguato progetto individualizzato tenendo conto delle

fasi evolutive successive. La connessione tra approccio spirale e ICF, con gli indicatori che

questo elenca, costituisce uno strumento che può avere un notevole impatto sia sul sostegno

che sulle potenzialità di piena cittadinanza alle quali la persona con disabilità può aspirare.

Infine, un breve cenno all’attività di informatizzazione che ha riguardato i materiali prodotti e

utilizzati nelle attività di ricerca, formazione e sperimentazione. In particolare, per le attività

di ricerca e sviluppo gli attori coinvolti hanno utilizzato uno spazio virtuale attrezzato con

modelli di lavoro strutturati che è servito a produrre e condividere gli strumenti e i materiali

di progetto. Lo stesso ambiente è stato utilizzato per «archiviare» in modo organizzato gli

strumenti e i materiali realizzati.

Per quanto riguarda le attività di formazione e sperimentazione, è stata predisposta una

piattaforma e–learning che ha utilizzato in modo integrato strumenti tradizionali e nuove tec-

nologie per rispondere ai tre momenti fondamentali nel processo di formazione–sperimenta-

zione (learning–by–doing) quali: l’apprendimento e il lavoro individuale, l’apprendimento e il

lavoro collaborativo, l’interazione di gruppo. Durante questa attività i partecipanti sono stati

affiancati da un tutor didattico e da un tutor tecnologico con due diverse funzioni entrambe

fondamentali per l’efficacia dell’intero percorso di formazione–sperimentazione.

L’attività di valutazione del Progetto ha evidenziato che i partecipanti

ritengono senz’altro di aver arricchito le proprie competenze: tutti hanno infatti espresso la

propria soddisfazione in merito. Ai diversi gruppi di partecipanti è stata chiesta una valuta-

zione complessiva di fine corso (indipendentemente dai moduli seguiti), i cui risultati per il

gruppo dei formatori del Progetto MATCH sono riportati nella tabella che segue.

la Formazione dei Formatori per l’applicazione del modello icF nell’ambito del progetto match

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

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QUANTO E’ D’ACCORDO CON LE SEGUENTI AFFERMAZIONI?

(Valori percentuali di riga sul totale dei rispondenti del gruppo selezionato)

Molto d’accordo

Abbastanza d’accordo

Poco d’accordo

Per nulla d’accordo

Non so

La partecipazione al progetto mi ha permesso di:

acquisire nuove conoscenze 87,5 12,5 0 0 0

acquisire nuove competenze utili al mio lavoro

85,7 14,3 0 0 0

disporre di strumenti di valuta-zione e intervento utili al mio lavoro

85,7 14,3 0 0 0

entrare in relazione con nuovi soggetti importanti per il mio lavoro

75 25 0 0 0

In futuro, sono convinto che: 0 0 0

utilizzerò certamente i nuovi strumenti di valutazione e in-tervento

71,4 14,3 0 0 0

sarà opportuno promuovere il lavoro di rete tra i vari servizi

100 0 0 0 0

lavorerò certamente in equipe con gli altri servizi

57,1 28,6 14,3 0 0

relazione

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

60

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

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La Provincia di Potenza ha avuto in affidamento da parte della Regione Basilicata un progetto

denominato Match – servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in stato di svantag-

gio. Il progetto è rivolto a persone con disabilità e a soggetti svantaggiati che versino in con-

dizioni contingenti di difficoltà e di bisogno, residenti in uno dei Comuni dell’area di interesse

del P.O. Val d’Agri. Tale progetto intende favorire, nel territorio interessato dal Programma

Operativo Val d’Agri, Melandro, Sauro, Camastra, alcune azioni di politica attiva del lavoro,

attraverso l’impiego di idonee forme di agevolazione e incentivazione di servizi specialistici in

materia di inclusione sociale, occupabilità e inserimento lavorativo di persone con disabilità

o in condizioni di svantaggio, finalizzate all’attivazione di work experience presso le imprese

con la conseguente assunzione a tempo indeterminato o determinato del tirocinante o al

finanziamento di forme di autoimpiego.

Match (nel suo insieme) intende operare nell’ambito dell’inserimento lavorativo dei soggetti

disabili iscritti alle liste del Collocamento Obbligatorio, a norma della L. 68/99.

L’obiettivo prioritario è quello di favorire, secondo la logica del collocamento mirato, l’incon-

tro tra le esigenze dei datori di lavoro e quelle dei lavoratori disabili e svantaggiati.

Il programma Match nasce con il precipuo intento di essere uno strumento di facilitazione

nel processo di abbinamento candidato - posizione di lavoro, soprattutto in relazione a quei

contesti che si trovano a gestire consistenti numeri di soggetti da collocare2.

quadro di riFerimento delle impreSe Socialmente reSponSabili e icF Prima di analizzare il processo creativo che ha condotto all’ideazione e produzione del lo-

gotipo del Progetto Match, è indispensabile definire il concetto di responsabilità sociale di

impresa, dal quale nessuna impresa che voglia dirsi moderna, attenta e competitiva può

sottrarsi. Il concetto di responsabilità sociale delle imprese (CSR – Corporate Social Re-

sponsibility) viene concordemente definito come «l’integrazione su base volontaria, da parte

delle imprese, delle preoccupazioni sociali ed ecologiche nelle loro operazioni commerciali

2 Rossana Bolchini - Progetto Match

la dimenSione concettuale del proceSSo incluSivo di incontro Fra domanda ed oFFerta: la realizzazione del logo del progetto e la clip Fabio Bavusi

Esperto comunicazioni Apof– il

relazione

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

62

e nei loro rapporti con le parti interessate (stakeholder) al fine di perseguire uno sviluppo

sostenibile»3. Un’impresa realmente responsabile dal punto di vista sociale, perciò, investe

nella salvaguardia dell’ambiente, nel rispetto dei valori etici di tutti gli attori che le ruotano

intorno, nella sensibilizzazione dell’opinione pubblica verso tali temi.

Un aspetto molto importante che non deve essere tralasciato e che fa da impalcatura al Pro-

getto Match è rappresentato dal rapporto tra impresa e lavoratore, dall’incontro di domanda

e offerta.

Ogni futuro lavoratore deve essere necessariamente inserito in un contesto facilitante, in un

ambiente in cui possa esprimere senza limitazioni e a pieno le proprie capacità, siano esse

fisiche o intellettive.

Le imprese socialmente responsabili dovrebbero investire sul miglioramento degli aspetti re-

lazionali, sullo studio e l’annullamento dei conflitti e tendere alla costruzione di un ambiente

di lavoro ispirato ai principi dell’»universal design».

Ogni impresa, infatti, costituisce un ambiente fisico che non può rappresentare un vincolo

o un limite al normale svolgimento dell’attività di un lavoratore, sia esso una persona con

disabilità o meno. A far fronte a tale esigenza, vi è stata una vera e propria rivoluzione della

concettualizzazione della disabilità che tiene conto per la prima volta di fattori contestuali e

ambientali. La rivoluzione è rappresentata dall’ICF (Classificazione Internazionale del Fun-

zionamento della Disabilità e della Salute) il nuovo strumento dell’Organizzazione mondiale

della Sanità per descrivere e misurare la salute e la disabilità della popolazione. Tale metodo,

qui brevemente descritto, attraverso una complessa e puntuale classificazione del «funzio-

namento» di una persona è in grado di incrociare domanda e offerta rispettando quelle che

sono le funzioni corporee, le attività e la partecipazione di un individuo in un’ottica bilanciata

fra caratteristiche dell’individuo, ambiente e specificità richieste dal datore di lavoro4

Le peculiarità e il «funzionamento» di una persona si incastrano così perfettamente nel pro-

filo ricercato dall’impresa, evitando situazioni di inadeguatezza, improduttività e frustrazione

e al riparo da pregiudizi e luoghi comuni sulla disabilità. La disabilità, in questo modo, rap-

presenta soltanto una caratteristica che contraddistingue l’individuo e lo rende unico, diverso

e in grado di apportare un contributo all’impresa avvalorato dalla ricchezza della diversità.

L’ICF per la prima volta chiarisce che la disabilità è un limite culturale della società alimentato

da un ambiente fisico e relazionale non facilitante.

Domanda e offerta acquisiscono una forte valenza sociale che il logotipo del Progetto Match

3 Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Responsabilità Sociale delle Imprese - Esempi di buone pratiche italiane, 2005, p.4

4 O.M.S. Organizzazione Mondiale della Sanità, ICF:International Classification of Functioning, Disability and Health, Geneva, Erickson, 2001

la dimenSione concettuale del proceSSo incluSivo di incontro Fra domanda ed oFFerta: la realizzazione del logo del progetto e la clip

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

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ha cercato di far emergere nel modo di seguito descritto.

il logotipo – elementi di baSe L’immagine distintiva del «Progetto Match» è chiamata a rappresentare simbolicamente e

visivamente il processo inclusivo di incontro fra domanda e offerta che si realizzerà all’inter-

no del territorio della Val d’Agri. La dimensione concettuale di tale incontro viene espressa

attraverso la scritta Match (incontro) all’interno della quale la lettera M è caratterizzata dai

colori azzurro e arancio. Il colore azzurro intende trasferire un senso di serenità e rassicura-

zione accostato alla vitalità e al calore dell’arancione.

La lettera M, inoltre, sembra umanizzarsi attraverso una stilizzazione, ottenuta dalla vettoria-

lizzazione di immagini geometriche, che le fa assumere le sembianze di due persone nell’atto

di stringersi la mano. Tale scelta è fortemente voluta poiché solo l’umanizzazione degli ele-

menti del logotipo può immediatamente portare il fruitore dell’immagine a comprendere la

realtà fortemente sociale del progetto che fa delle persone e della loro unicità la ricchezza,

il punto di inizio e l’obiettivo al quale tendere. Impresa e lavoratore sono rappresentati in

eguali dimensioni e sembianze, in un rapporto di parità, scambio e arricchimento reciproco.

Viene rafforzata così la dimensione solidale e di inclusione sociale che fa da corollario e

struttura al progetto.

Altro aspetto fondamentale del logotipo è individuato nella metafora della stretta di mano

che sintetizza il riuscito incontro tra domanda e offerta e il raggiungimento dell’obiettivo del

relazione

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

64

progetto, posto nel collocamento mirato di persone in condizione di svantaggio. L’atto di

stringersi la mano è fortemente basato sulla fiducia, non servono contratti, burocrazia, firme

o altro. Una stretta di mano è un impegno dal quale non ci si può sottrarre e rappresenta

il primo approccio con il quale intraprendiamo un rapporto con un altro individuo. Ultimo

elemento caratterizzante il logotipo è la scritta ad arco «progetto» che quasi come un sole,

rassicurante e caldo, riporta i concetti espressi in una situazione reale e illumina il sottotitolo

posto in basso «inclusione e lavoro».

dimenSioni del logo La dimensione del logo potra cambiare a seconda del suo utilizzo e del mezzo su cui viene

riprodotto. La dimensione del logo deve consentire una facile lettura e rispettare l’area di

isolamento individuata in un decimo della larghezza. Per una corretta leggibilità la larghezza

minima consigliata è di 30 mm (per stampe ad almeno 300dpi).

Identità visiva: caratteri tipografici e colori utilizzati La stilizzazione della lettera M è sta-

ta effettuata mediante la modellazione vettoriale di figure geometriche. La scritta centrale

«match» utilizza il carattere tipografico Rodi de Asis. Per le scritte «progetto» e «inclusione

e lavoro» e stato utilizzato il carattere tipografico Tahoma.

PANTONE SOLID COATED

AZZURRO: C=100 M=0Y=10 K=25

GRIGIO: C=0 M=0 Y=0 K=52

ARANCIONE: C=15 M=60 Y=100 K=0

RODI DE ASISABCDEFGHILMNOPQRSTUVZabcdefghilmnopqrstuvz1234567890

TAHOMAABCDEFGHILMNOPQRSTUVZabcdefghilmnopqrstuvz1234567890

la dimenSione concettuale del proceSSo incluSivo di incontro Fra domanda ed oFFerta: la realizzazione del logo del progetto e la clip

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

65

verSione per Stampa monocromatica e negativa

relazione

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

66

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

67

la comunicazione Sociale del progetto match Luca Caricato

Esperto comunicazioni Apof– il

premeSSaCome esperto di Comunicazione Sociale, in qualità di disegnatore di storyboard, di animazio-

ni e fumettista, scrittore di sceneggiature, cameramen, montatore video, regista e per puro

divertimento dilettantistico attore, ho dato il mio contributo al progetto. Il mio compito era

quello di testimoniare tramite le mie competenze, lo svolgimento del progetto. Inoltre avevo

anche il compito di pubblicizzare sul territorio il progetto nelle sue finalità e nei suoi valori.

che coS’è il progetto match. interviSta a un beneFiciario all’inizio del progettoPer cominciare abbiamo intervistato uno dei tanti beneficiari del progetto.

Uno dei beneficiari racconta di come è venuto a conoscenza del progetto e perché ha deciso

di aderirvi. Inoltre da altrettante utili informazioni che permettono sia alle istituzioni, che alle

aziende e alle persone in cerca di lavoro di individuare un percorso ulteriormente mirato al

raggiungimento dei fini del progetto.

in & out. animazione 3d – 2d layerUna complessa animazione in 3D e 2D Layer della durata di 2minuti e 20 secondi mostra i

valori portanti del progetto match. ETICA, COLLOCAMENTO MIRATO e TUTELA DEI DIRITTI,

relazione

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

68

sono gli ingredienti per costruire una Fabbrica Etica della Responsabilità di Impresa.

Il payoff dice che abbiamo tutti il dovere di essere maggiormente responsabili.

Il soggetto dello spot vede una fabbrica di pomodori situata in un ambiente povero e squal-

lido in un alternarsi di giorni e notti che scandiscono il passaggio del tempo.

L’ambiente, di per sè già spoglio, viene compromesso dai fumi di scarico della fabbrica che

rilascia una coltre grigia. I pomodori entrano grezzi ed escono in barattoli opachi e scuri. Fa-

cendo entrare oltre ai pomodori anche parole come etica, collocamento mirato ecc. i barattoli

escono sempre più puliti e brillanti. Oltre al prodotto anche l’ambiente migliora arricchendosi

di verde, di alberi e di frutti.

Per realizzare quest’animazione ho dovuto seguire diverse complesse fasi:

1) Scrittura della sceneggiatura. La stessa che verrà modificata anche in corso d’opera con-

frontandoci con gli operatori del progetto.

2) Disegno dello storyboard.

3) Ricerca delle immagini e disegno degli oggetti di scena.

4) Colorazione ad acquerello degli elementi del cartoneanimato.

5) Scannerizzazione degli elementi.

6) Rifinitura e ottimizzazione in Photoshop CS4 d tutti i disegni.

7) Compositing dell’animazione tramite il programma di compositing After effects CS4

8) Registrazione dei rumori di scena, carrelli dei pomodori, binari, fumo del camino, deforma-

zione della fabbrica che si accartoccia, espulsione del prodotto, vento sulle piante, ricerca

della colonna sonora ecc..

9) Montaggio dell’animazione tramite il programma Adobe Premiere CS4.

La fabbrica è come un’impresa, ed elemento portante della work experience è rappresentato

proprio dall’esperienza in impresa che, pur non costituendo un vero e proprio rapporto di

la comunicazione Sociale del progetto match

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

69

lavoro, rappresenta una modalità attraverso cui favorire l’accesso nel mercato del lavoro

anche per soggetti dotati di un capitale di competenze e di saperi che stentano a trovare

immediato riconoscimento e visibilità in termini occupazionali. Il modello Match sperimentato

nella regione Lombardia e a cui il progetto si ispira, intende mettere a regime la Legge 68/99

inerente il collocamento mirato.

La procedura informatica, parte integrante, è uno strumento capace di mettere a sistema le

problematiche e le attività previste dal progetto, in modo da evitare gli approcci di eccezio-

nalità. È obiettivo del progetto, inoltre, attivare una rete sociale attraverso il coinvolgimento

degli enti locali, delle associazioni e dei servizi del territorio, individuandone i referenti e

strutturandone in tal modo una «Comunità di pratica» per costruire:

– un linguaggio comune (ICF);

– un Protocollo di orientamento al lavoro;

– un sistema di benchmarking;

– una piattaforma informatica;

– un Piano di comunicazione sociale.

colloqui progetto matchAbbiamo mostrato alcune fasi del lavoro, tra cui quella dei colloqui, riprendendo gli assistenti

ma non rendendo riconoscibili i beneficiari per una espressa richiesta di privacy.

I colloqui sono serviti a indirizzare i beneficiari nelle aziende che assecondavano maggior-

mente le loro competenze e dalle immagini si può capire come i beneficiari fossero a loro

agio e quanto fossero competenti gli operatori che gestivano i colloqui. Le riprese non sono

servite come archivio dei colloqui ma la loro funzione era solo quella di documentare la

prassi.

relazione

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

70

animazione del logo Intervista a Fabio Bavusi che ha disegnato il logo Match. Un brevissimo backestage inoltre

mostra come ho realizzato l’animazione del logo e con quali strumenti sono stati realizzate

anche le altre animazioni. Nella foto si vede il complesso reticolo di puntatori che ho dovuto

disseminare nel logo per rendere possibile i movimenti.

Il programma in questione è After effects CS4, dedicato al compositing di effeti speciali.

Ogni video è anticipato da una breve animazione del logo match e da un intro in 3D del

Servizio di Inclusione Sociale dell’Apofil

la comunicazione Sociale del progetto match

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

71

impreSe Socialmente reSponSabiliImprese socialmente responsabili è il titolo di uno spot che ha per protagonista una persona

sorda.

Lo spot vuole mettere in evidenza i valori elencati nell’animazione In & Out: ETICA, COLLO-

CAMENTO MIRATO e TUTELA DEI DIRITTI.

Importante è stato il contributo di Valeria Spagnuolo interprete LIS che ha saputo indicare

agli attori quali gesti segnare per far dire anche alla persona sordomuta che la sua è un’

impresa socialmente responsabile.

Il compito di questi video era quello di promuovere il progetto Match che è rivolto a persone

con disabilità e soggetti svantaggiati che versano in condizioni contingenti di difficoltà e di

bisogno, residenti in uno dei Comuni dell’area di interesse del P.O. Val d’Agri. Le interviste,

le animazioni e gli spot vogliono far conoscere, nel territorio interessato dal Programma

Operativo Val d’Agri, Melandro, Sauro, Camastra, alcune azioni di politica attiva del lavoro,

attraverso l’impiego di idonee forme di agevolazione e incentivazione di servizi specialistici in

materia di inclusione sociale, occupabilità e inserimento lavorativo di persone con disabilità

o in condizioni di svantaggio, finalizzate all’attivazione di work experience presso le imprese

con la conseguente assunzione a tempo indeterminato o determinato del tirocinante o al

finanziamento di forme di autoimpiego.

I video e la campagna mediatica hanno sostenuto l’attivazione delle seguenti attività:

• attivazione delle work experience presso imprese e organizzazioni operanti nella Regione

Basilicata;

relazione

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

72

• presa in carico dei destinatari con azioni di accompagnamento e formazione;

• erogazione di aiuti per l’assunzione, destinati alle imprese che, al termine del periodo delle

work experience, scelgano di assumere i tirocinanti con contratto a tempo determinato e

indeterminato;

• erogazione di aiuti per l’autoimpiego, destinati ai soggetti beneficiari che al termine del

periodo delle work experience scelgano di avviare un’attività autonoma. I video sono stati

pubblicati sul sito dell’Apofil e sul sito povaldagri. basilicata.it. e continuano a girare anche su

diversi social network e blog di internet. Hanno avuto un buon riscontro mediatico.

la comunicazione Sociale del progetto match

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

73

Il progetto Match «Servizi di inclusione Sociale e Lavorativa di Persone in Situazione di Svan-

taggio» è finalizzato all’attivazione di 64 work experience presso le imprese, cooperative

e/o onlus ed Enti Locali del territorio interessato dalla L.R. n. 40/95 (Val d’Agri – Melandro

– Sauro – Camastra), delle quali 34 destinate a soggetti svantaggiati (di cui 3 individuati

dal DSM) e 30 a persone disabili. Sono previste agevolazioni, attraverso incentivi economici

ai soggetti ospitanti, per l’assunzione a tempo indeterminato o determinato dei beneficiari

successivamente all’esperienza della work experience.

Il progetto, condiviso dalla Provincia di Potenza per le azioni di competenza in materia di

politiche del lavoro e della formazione, intende attivare un sistema di costante collaborazione

tra pubblico e privato e prevede quale soggetto della rete responsabile dell’avvio e dell’attua-

zione del Progetto Match la Regione Basilicata, attraverso l’Autorità Responsabile del P.O. Val

d’Agri (incardinata c/o il Dipartimento della Giunta – Villa d’Agri), affiancata da un Gruppo di

Pilotaggio con funzioni di pianificazione e raccordo, coordinato dalla Provincia, che allo scopo

si è dotato di un’assistenza tecnica composta di esperti in materia di inclusione e gestione/

monitoraggio di progetti complessi.

Per meglio gestire le responsabilità previste dal progetto, secondo il programma pianificato

nei diversi e qualificati incontri del Gruppo di Pilotaggio organizzati dalla Regione, l’Ufficio ha

lavorato costantemente al potenziamento dell’azione di raccordo e collaborazione con tutti

gli attori coinvolti, garantendo la coerenza degli obiettivi del progetto con i fini e i programmi

generali del P.O. Val d’Agri e dando, nello stesso tempo, unitarietà d’immagine e d’identità

attraverso la definizione di una strategia integrata e di un preciso stile di comunicazione

comune.

Le attività di progetto, che ha preso ufficialmente avvio con la pubblicazione dell’Avviso Pub-

blico nel dicembre del 2010 (D.D. n. 3784 del 15/12/2010 ) e quella delle graduatorie degli

aventi diritto (disoccupati o inoccupati iscritti nell’elenco anagrafico dei Centri per l’Impiego

della Provincia di Potenza) con D.D. 2492 del 29 Agosto 2011, hanno avuto una inevitabile

ricaduta nell’area di riferimento sviluppando una migliore e reciproca conoscenza fra il mon-

do produttivo e la sfera della disabilità/svantaggio con la auspicabile conseguente riduzione

delle «distanze» fra i diversi ambiti.

individuazione dei beneFiciari delle Work experience: il quadro normativo di riFerimento, deFinizioni, Step e procedure Giuseppe Acerenza

Uff. Lavoro Formazione Politiche Sociali Provincia Potenza

report

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

74

In risposta all’Avviso Pubblico, sono pervenute n. 309 domande di partecipazione e, in ragio-

ne della verifica istruttoria fatta sui dossier di candidatura, sono risultati inseribili in gradua-

toria n. 116 persone svantaggiate e n. 70 persone con disabilità. L’elenco dei soggetti ospi-

tanti, invece, è composto di n. 104 candidati aggiornato, successivamente, a n. 129 perché,

essendo il numero delle adesioni inferiore rispetto al numero dei soggetti ritenuto necessario

per un funzionale abbinamento con i potenziali beneficiari e la successiva gestione delle work

experience, è stato necessario riaprire i termini di adesione.

Nelle tabelle che seguono è riportato il quadro di sintesi della istruttoria sulle istanze di par-

tecipazione al Progetto pervenute.

PROGETTO MATCH – QUADRO DI SINTESI DOMANDE PERVENUTE E PERSONE

SVANTAGGIATE – DISABILI

ISTANZE DI PARTECIPAZIONE N.

PERVENUTE 309 N. BENEFICIARI

INSERITI NELLE

GRADUATORIENON RICEVIBILI 43

ESCLUSE 41

AMMESSE di cui: 225

SVANTAGGIATE 126 116

DISABILI 99 70

SOGGETTI OSPITANTI ISTANZE DI PARTECIPAZIONE N.

PERVENUTE 105

NON RICEVIBILI 1

AMMESSE 104

Le attività di progetto sono state avviate nel mese di ottobre 2011 e hanno seguito un percor-

so che trova i suoi punti qualificanti nella partnership tra la Regione, la Provincia, le imprese

e i Comuni che hanno manifestato la disponibilità a ospitare i tirocinanti e nell’attuazione di

un insieme coordinato di azioni e servizi specialistici in materia di inclusione sociale, occupa-

bilità e inserimento lavorativo di persone svantaggiate e con disabilità. Al fine di soddisfare il

bisogno di una corretta integrazione tra le fasi della pianificazione e della gestione delle work

experience e, nel contempo, consolidare l’avviato processo innovativo delle azioni da porre

in essere, si è provveduto a razionalizzare le procedure e ottimizzare l’utilizzo delle strutture

e delle risorse professionali coinvolte dal momento che il progetto si inserisce all’interno di

un ventaglio di altri servizi che da tempo, i Centri per l’Impiego e l’Apof– il, Agenzia in house

individuazione dei beneFiciari delle Work experience

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

75

della Provincia di Potenza, cercano di rendere sempre più metodologicamente funzionali.

Il programma esecutivo del progetto si è sviluppato procedendo in alcuni casi in maniera

parallela ad altre azioni e ha visto come prima fase la costituzione di un gruppo di lavoro i cui

componenti esperti i Sigg. Biazzo (Apof– il), De Stefano (P.O. Val d’Agri) e i collaboratori Ca-

lice, Mele, Rocco e Santangelo (questi ultimi contrattualizzati per un periodo di quattro mesi)

sono stati impegnati nella creazione di un data– base, per la rilevazione e sistematizzazione

di informazioni, funzionale ai colloqui di orientamento e la predisposizione del successivo

bilancio di competenza. Parallelamente altri due esperti, i Sigg. Bavusi e Caricato, hanno

lavorato alla creazione del logo progettuale, alla elaborazione di una pagina web dedicata al

progetto da collocare nel sito istituzionale del P.O. Val d’Agri e linkabile dai siti della Provincia,

della Regione e dell’Apof– il, alla documentazione video e fotografica delle procedure utilizza-

te nelle fasi di avvio delle attività progettuali, mentre il Sig. Acerenza, funzionario dell’Ufficio,

ha curato l’attività amministrativa/contabile del progetto, la comunicazione istituzionale e di

partenariato.

L’intero percorso progettuale, centrato sulle work experience (percorsi di apprendimento nei

luoghi e coi tempi del lavoro reali) e posto in essere attraverso una pluralità di esperienze

professionalizzanti connotate da una progressività nell’impegno formativo, si è caratterizzato

per obiettivi comuni a tutti:

• un breve percorso formativo finalizzato al potenziamento generale delle competenze di

base e trasversali;

• una formazione in situazione di «tirocinio», nella quale la modalità di apprendimento è

stata centrata sull’esperienza diretta.

Il modulo di formazione al lavoro di 70 ore (periodo aprile/giugno 2012) ha interessato fino-

ra, per esigenze organizzative, solo i beneficiari disabili ed è stato sostenuto da esperti della

formazione Apof– il (è stata utilizzata una metodologia con un modello di comportamento

per indagare sull’ambiente sociale, costruita con DPI – Disabled PeoplÈs International che si

ispira all’ICF), e dal personale/tutor dei CPI coinvolti (Villa d’Agri, Lauria/Senise e Laurenza-

report

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

76

na) che, oltre ad avere il compito di individuare e abbinare un’azienda e/o Pubblica Ammini-

strazione (tra quelle che avevano manifestato la disponibilità) adeguata alle caratteristiche

dei beneficiari, ha anche esplicato il suo ruolo monitorando l’andamento dei tirocini e verifi-

cando in itinere la valutazione del percorso. Nello stesso tempo sono stati attivati frequenti

e costanti flussi informativi con il Dipartimento di Salute Mentale delle Asl (relativamente

alle 3 unità individuati dal DSM/Asl della Provincia di Potenza così come previsto dall’A.P.)

per prevenire e affrontare in tempo gli eventuali elementi di criticità che avrebbero potuto

compromettere i risultati prefissati.

Le work experience per le persone svantaggiate, della durata di 6 mesi, hanno avuto inizio

a partire dal mese di febbraio 2012 e si sono concluse nello scorso autunno. I tirocinanti,

ospitati tutti in aziende e imprese private, sono stati impegnati in attività come di seguito

specificato:

N. SETTORE IMPRESA N.

TIROCINANTIMANSIONI

1 Studi commerciali, tecnici,odontoiatrici

12 Attività amministrativa e di segretariato

2 Assoc. Protezione Civile 2 Assistenza, accompagnamento, disbrigo commissioni, etc.

3 Associazione Pro Loco 1 Collaborazione attività di servizi di ospitalità e turistici

4 Cooperativa Sociale di assistenza 4 Assistenza anziani

5 Centro Fisioterapico 1 Assistenza pazienti durante attività terapica

6 Società di Formazione 1 Attività amministrativa e di segretariato

7 Commercio alimentare 3 Addetto alla vendita

8 Meccanica artigianale 1 Addetto ufficio tecnico

9 Commercio arredamento 1 Addetto alle pulizie

10 Parrucchiere 1 Shampista e aiuto parrucchiere

Sono state n. 3 le aziende che hanno ritenuto opportuno valorizzare l’esperienza maturata

dai beneficiari procedendo all’assunzione, per almeno 24 mesi, a tempo indeterminato dei

tirocinanti ospitati e attivando a loro favore la concessione, da parte della Provincia, di un

bonus il cui valore è specificato all’art. 8 dell’A.P. Così come è pervenuta all’Ufficio Formazione

la richiesta, da parte di due tirocinanti, per l’erogazione del bonus previsto per coloro i quali

creino una loro attività economica autonoma, in forma individuale o societaria. È in corso, da

parte dell’Ufficio, la predisposizione della modulistica e documentazione necessaria.

individuazione dei beneFiciari delle Work experience

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

77

Per l’avvio delle work experience delle persone disabili, invece, è stato necessario proce-

dere alla definizione del profilo socio–lavorativo grazie alla raccolta di notizie relative alle

precedenti esperienze di lavoro, sociali e relazionali e all’accertamento della condizione di

disabilità c/o la competente commissione medica (Inps), per valutare le capacita funzionali,

attitudinali nonché l’individuazione delle idonee mansioni lavorative. È stato, inoltre, neces-

sario verificare l’eventuale presenza, nelle sedi di tirocinio, di difficoltà correlate all’esistenza

di eventuali barriere architettoniche e di ostacoli correlati a condizioni strumentali e tecno-

logiche proprie del sistema produttivo ospitante. Si è cercato, insomma di mettere in atto

tutte le soluzioni positive necessarie affinché vi fosse «compatibilità» tra le caratteristiche

del posto di lavoro e le residue capacità del beneficiario della work experience ricercando,

in alcuni casi, la collocazione del tirocinante anche in servizi accessori o collaterali rispetto

alla vera e propria attività produttiva. Le work experience delle persone disabili, della durata

di 12 mesi, hanno avuto inizio nel mese di luglio u.s., e dovrebbero concludersi, nella quasi

totalità, nella prossima estate.

I tirocinanti sono ospitati, nella quasi totalità, nei Comuni di residenza e sono impegnati nelle

attività di seguito specificate:

N. SETTORE IMPRESA N. TIROCINANTI

MANSIONI

1 Comuni 24 Attività amministrativa e di segre-tariatoAddetto servizi ausiliari uffici co-munaliAddetto servizi ausiliari biblioteca comunaleCustode impianti sportiviAddetto manutenzione aree verdiAddetto servizi di vigilanza (bidel-lo, usciere,commesso, supporto ai servizi esterni) ufficicomunaliAddetto gestione e smaltimento rifiuti

2 Commercio al dettaglio alimen-tare

1 Addetto alla vendita

3 Protezione civile 1 Assistenza, accompagnamento, disbrigo commissiono, ecc..

In conclusione si rappresenta, nella tabella che segue, il quadro di sintesi delle work expe-

rience complessivamente attivate.

report

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

78

TIPOLOGIAUTENTI

N. TIROCINANTI N. AZIENDEOSPITANTI

PERIODO SVOLGIMENTO

SVANTAGGIATI 30 27 FEBBRAIO/OTTOBRE 2012

SVANTAGGIATIDSM

3 3 SETTEMBRE 2012 / FEBBRAIO 2013

DISABILI 26 19 LUGLIO/AGOSTO 2012 – LUGLIO/AGOSTO 2013

individuazione dei beneFiciari delle Work experience

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

79

L’avviso Pubblico «Work Exeperience per favorire l’inserimento occupazionale di persone di-

sabili e di soggetti svantaggiati» nato dalla collaborazione interistituzionale Regione– Provin-

cia, finanziato dal Programma Operativo Val D’Agri , prevedeva l’attivazione di 64 Work Expe-

rience (stage di lavoro e formazione) tese a favorire l’inserimento occupazionale/inclusione

sociale di 30 persone disabili, di cui 3 con disagio mentale e, di 34 soggetti svantaggiati che

vivono nell’area interessata dal P.O. Val D’Agri. Il territorio coinvolto nell’azione del Progetto

investiva più CPI e precisamente: il CPI di Villa d’Agri, che ne curava il coordinamento, il CPI

di Lauria , il CPI di Senise e gli SPI di Laurenzana e Baragiano.

La principale finalità del «Progetto Match» consisteva nel favorire azioni di coesione sociale

e di politica attiva del lavoro, attraverso idonee forme di incentivazione di servizi specialistici

in materia di inclusione sociale, occupabilità e inserimento lavorativo di persone con disabi-

lità o in condizioni di svantaggio. Ed è proprio al fine di concretizzare tali obiettivi che nella

prima fase di realizzazione del Progetto si è proceduto all’ attuazione di una serie di colloqui

di orientamento con i beneficiari, intesi al loro inserimento / reinserimento nel mondo del

lavoro. I colloqui di orientamento professionale sono stati fondamentali per gli utenti al

fine di capirne i punti di forza e di debolezza e, mirati a individuare quelle che sono state le

tappe fondamentali nella loro vita, a definire le loro priorità in termini di integrazione sociale

e sviluppo professionale. Per ottenere ciò sono stati incentrati su temi quali: background

culturale, situazione familiare, condizioni di vita attuali, aspettative e sogni relativi al loro

futuro personale e professionale. I temi affrontati durante i colloqui e modulati in base alle ri-

chieste stesse dei beneficiari hanno riguardato: discussioni sulle aree professionali accessibili

all’utente e relative informazioni sul mercato del lavoro; il processo di ricerca di un impiego

e la selezione delle offerte; azioni di supporto all’utente nell’identificazione e analisi delle

competenze possedute; la necessità o meno di approfondire o convertire il proprio percorso

formativo; trovare opportunità formative adeguate per fare esperienza lavorativa.

icF e perSonalizzazione dei Servizi nel progetto match: i teSt ed i colloqui individuali per l’avviamento delle Work experience Margherita Fittipaldi

Responsabile C.P.I. Villa D’Agri

Maria Filomena Titolo - Natalia Maria Brescia

Operatori CPI Villa d’Agri

relazione

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

80

Le informazioni raccolte durante questa fase sono state importanti al fine di coniugare al me-

glio le opportunità di stage offerte dagli organismi ospitanti (approvati con apposito elenco)

con quelle che erano le risultanze dei colloqui sostenuti. Occorre però precisare che la fase

dei colloqui è stata distinta in base alle categorie dei beneficiari del Progetto; infatti, mentre

gli operatori dei CPI hanno curato particolarmente quella rivolta ai soggetti svantaggiati,

l’APOF– IL (altro attore protagonista nella realizzazione del Progetto Match) ha invece curato

quella rivolta ai beneficiari appartenenti ai soggetti disabili e in situazione di disabilità psichi-

ca. Per queste ultime due categorie la personalizzazione dei colloqui si è realizzata mettendo

in campo in via sperimentale, con personale specializzato, appunto dell’APOF.IL, le procedure

ICF. Al termine di tale percorso gli esperti hanno restituito agli operatori dei CPI , sulla base

dell’elenco degli organismi ospitanti approvato in base all’A.P., i possibili incroci domanda/

offerta. Una prima considerazione da fare a seguito questa prima fase del progetto concerne

le diverse categorie di beneficiari interessati.

I beneficiari «svantaggiati» erano costituiti per la maggior parte da donne in età adulta, che

a seguito il venire meno di molti degli impegni familiari che avevano contraddistinto la loro

vita, erano ora intenzionate a entrare nel mondo del lavoro. Nonostante alcune avessero

una formazione scolastica abbastanza buona certamente le competenze connesse alla loro

formazione risultavano ormai inadeguate sia ai tempi che alle esigenze di mercato. Pur

avendo cercato di sposare al meglio un percorso di work experience che offrisse loro un

miglioramento delle competenze e delle capacità compatibilmente con i ruoli disponibili tra i

vari organismi ospitanti, un grande risultato è stato comunque avere offerto loro un’occasio-

ne di conoscenza della realtà lavorativa fino ad allora ignorato per esigenze di famiglia. Solo

per due beneficiarie l’esperienza formativa on the job si è trasformata in occasione di lavoro:

si tratta di una lavoratrice in possesso del diploma di geometra che ha trovato occupazione

in compiti amministrativi in una società tecnica e, un’altra lavoratrice, percettore di mobilità

in deroga e quindi da poco fuori uscita dal mercato del lavoro, che ha potuto reinserirsi nel

icF e perSonalizzazione dei Servizi nel progetto match

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

81

mondo del lavoro arricchendo le competenze professionali maturate durante il suo percor-

so lavorativo. Diversa è, invece, stata l’esperienza di un giovane laureato che a seguito la

piena realizzazione dell’intervento ha potuto mettere a frutto anche l’esperienza della work

experience vedendola trasformare in contratto di lavoro. Per altri due beneficiari, l’esperienza

di tirocinio pur non essendosi trasformata nell’ambito dello stesso organismo ospitante ha

comunque costituito trampolino di lancio per altre esperienze lavorative.

Per quanto concerne i beneficiari «disabili e in situazione di disabilità psichica» il fine perse-

guito è stato in primis l’inclusione sociale. La disabilità è in molte di queste persone motivo

non solo di esclusione dalla realtà produttiva ma spesso anche ostacolo alla piena inclusione

sociale. Per questi soggetti l’APOF– IL ha anche messo in campo un’azione formativa tesa a

promuovere il trasferimento di competenze al fine di migliorarne l’inserimento lavorativo e

l’inclusione sociale. Nella fase di avvio degli stage, che è quella che ha visto maggiormente

coinvolti i CPI, notevoli sono state le difficoltà nel coniugare le c.d. «residue capacità lavo-

rative» con quelle che erano le figure professionali richieste dalle aziende e, per questo,

si è preferito costruire percorsi di work experience all’interno dei Comuni che garantivano

l’opportunità di far svolgere loro mansioni adeguate, non solo alle loro competenze/capacità

ma, anche, al loro grado di disabilità. Pur non costituendo, per ovvi motivi, un’opportunità

diretta di inserimento lavorativo nel contesto dell’Ente, tali esperienze hanno comunque rap-

presentato una grande opportunità di inclusione sociale. Solo per un soggetto disabile è stato

possibile avviare l’esperienza on the job presso un’azienda privata e la stessa si è conclusa

con l’inserimento lavorativo all’interno del soggetto ospitante.

Alla luce di quanto raccontato, appare lampante che anche se non si è raggiunto per la mag-

gioranza degli interessati l’obiettivo dell’inserimento professionale, ostacolato anche dalle

gravi contingenze economiche, a tutti è stata garantita una utile occasione per raccogliere

o approfondire informazioni sul mondo del lavoro, sulle caratteristiche delle professioni e/o

degli indirizzi di studio nonché sulle richieste del mercato del lavoro, in modo da mettere a

confronto la conoscenza di sé che ha acquisito, anche attraverso l’esperienza di tirocinio, con

la conoscenza della realtà in cui le proprie scelte andranno a collocarsi.

relazione

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

82

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

83

Il documento restituisce contezza dei seguenti dispositivi tecnici:

1) «Piano di Comunicazione Sociale Progetto Match» € 80.000 approvato con DD n°174/2011

2) «Piano di Formazione e supporto tecnico metodologico Progetto Match» € 128.000,00

approvato con DD n°80/2012

Il progetto Match è rivolto a persone con disabilità e soggetti svantaggiati che versino in

condizioni contingenti di difficoltà e di bisogno, residenti in uno dei Comuni dell’area di in-

teresse del P.O. Val d’Agri. Con l’Avviso Pubblico la Regione Basilicata intende favorire, nel

territorio interessato dal Programma Operativo Val d’Agri, Melandro, Sauro, Camastra, alcune

azioni di politica attiva del lavoro, attraverso l’impiego di idonee forme di agevolazione e in-

centivazione di servizi specialistici in materia di inclusione sociale, occupabilità e inserimento

lavorativo di persone con disabilità o in condizioni di svantaggio, finalizzate all’attivazione di

work experience presso le imprese con la conseguente assunzione a tempo indeterminato o

determinato del tirocinante o al finanziamento di forme di autoimpiego.

A tal fine l’Avviso Pubblico ha sostenuto l’attivazione delle seguenti attività:

a) attivazione delle work experience presso imprese e organizzazioni operanti nella Regione

Basilicata;

b) presa in carico dei destinatari con azioni di accompagnamento e formazione;

c) erogazione di aiuti per l’assunzione, destinati alle imprese che al termine del periodo delle

work experience scelgano di assumere i tirocinanti con contratto a tempo determinato e

indeterminato;

d) erogazione di aiuti per l’autoimpiego, destinati ai soggetti beneficiari che al termine del

periodo delle work experience scelgano di avviare un’attività autonoma.

reSoconto concluSivoRiccardo Biazzo

Responsabile Metodologico del Progetto Match – Apof– il

report

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

84

I CPI provinciali e l’APOF–IL Potenza hanno valutato le manifestazioni di interesse, tenendo

conto di diversi aspetti (posizione territoriale della sede, finalità del tirocinio proposto, espe-

rienze pregresse…) e dei profili dei tirocinanti. Elemento portante della work experience è

rappresentato proprio dall’esperienza in impresa che, pur non costituendo un vero e proprio

rapporto di lavoro, rappresenta una modalità attraverso cui favorire l’accesso nel mercato

del lavoro anche per soggetti dotati di un capitale di competenze e di saperi che stentano a

trovare immediato riconoscimento e visibilità in termini occupazionali.

Il modello Match sperimentato nella regione Lombardia e a cui il progetto si ispira intende:

• mettere a regime la Legge 68/99 inerente il collocamento mirato. La procedura informatica

che ne è parte integrante, è uno strumento capace di mettere a sistema le problematiche e

le attività previste dal progetto, in modo da evitare gli approcci di eccezionalità. È compito

del progetto inoltre attivare una rete sociale attraverso il coinvolgimento degli enti locali e

delle associazioni e dei servizi del territorio, individuandone i referenti e strutturandone in tal

modo una «Comunità di pratica» per costruire:

• un linguaggio comune (ICF)

• un Protocollo di orientamento al lavoro

• un sistema di benchmarking

• una piattaforma informatica

• un Piano di Comunicazione Sociale.

piano eSecutivoIl piano esecutivo qui di seguito descritto ha risposto alla necessità di dare immediato avvio

alla fase operativa del progetto Match nel settembre 2011.

Fermo restando l’obiettivo generale del progetto – la definizione e la relativa sperimentazio-

ne di un modello di collocamento mirato attraverso l’applicazione delle procedure ICF – le

azioni progettate hanno costituito gli step operativi del progetto Le azioni presentate hanno

sviluppo non necessariamente cronologico, procedendo in alcuni casi in maniera parallela ad

altre azioni e sviluppando processi di circolarità al proprio interno in funzione dei feed back

restituiti da ciascuna azione.

1. TEAM BUILDING

3. RETE DEI SERVIZI

5. PIANO DI COMUNICAZIONE

7. PIANO DI FORMAZIONE

2. AVVIO TARGET SVANTAGGIATI

4. COORDINAMENTO TECNICO SCIENTIFICO

6. INTESA ASS. DATORI DI LAVORO

reSoconto concluSivo

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

85

team buildingÈ il processo di costruzione del gruppo di lavoro insediatosi ufficialmente il 13 settembre

2011 in occasione della cabina di pilotaggio del progetto.

1) A seguito dell’affidamento da parte della Provincia ad Apof– il di un primo segmento di

attività, il gruppo di risulta perciò così composto:

sig. Peppe Acerenza

Ufficio Lavoro e Formazione Provincia

arch. Mario Petracca P.O. Struttura di Progetto Val d’Agri

dr. Riccardo Biazzo Responsabile metodologico del progetto

dr. Adamo De Stefano Segreteria Tecnica PO Val d’Agri

d.ssa Anna Rocco Esperto Provincia

dr. Fabio Bavusi Collaboratore Apofil

dr. Luca Caricato Collaboratore Apofil

d.ssa Maria Mele Esperto Provincia

dr. Simone Calice Esperto Provincia

2) Il lavoro di team building si è articolato in una serie di cinque incontri finalizzati all’attività

di formazione formatori.

Il primo incontro si è tenuto in data 14 settembre.

Il calendario dei successivi incontri:

Data Tematica Formatore

Mercoledì 28 settembre La comunità di pratiche Riccardo Biazzo

Mercoledì 12 ottobre Convenzione ONU Fish Basilicata

Giovedi 27 ottobre I servizi per l’impiego Margherita Fittipaldi

Mercoledì 16 novembre ICF Italia lavoro

3) Il gruppo di lavoro si è dotato di una sede di coordinamento presso l’Ufficio Lavoro

Formazione e Politiche Sociali della Provincia e di una sede operativa presso il Centro per

l’impiego di Villa d’Agri.

4) È stata attivata una mailing list fra tutti i partecipanti al gruppo di lavoro che consente

l’opportunità di lavorare anche on line. Attraverso la mailing list sono stati fatti circolare i

documenti di approfondimento che costituiscono la piattaforma concettuale del progetto.

5) A seguito dell’affidamento di un primo segmento di attività ad Apofil da parte della Provin-

report

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

86

cia è stato predisposto il relativo Dispositivo Tecnico.

6) Sino alla data del 11 novembre 2011 la dott.ssa Stefania Imperiale, stagista della Scuola

di Alta Formazione, si è affiancata al gruppo di lavoro presso la sede di Villa d’Agri

avvio target SvantaggiatiL’avvio del target svantaggiati è avvenuto con i seguenti step:

1) Creazione di un database per la raccolta delle informazioni relative ai beneficiari.

2) Mercoledì 21 settembre 2011 incontro con operatori CPI Villa d’Agri per condivisione stra-

tegie di lavoro, tempistica e carichi di lavoro.

3) Definizione delle procedure di convocazione dell’utenza.

4) Confronto degli strumenti per il bilancio di competenza e relativa adozione da parte di

tutto il gruppo (operatori CPI e gruppo di lavoro Match).

5) Lunedì 26 settembre 2011 presso CPI di Villa d’Agri vengono

avviati i contatti telefonici e l’invio delle lettere di convocazione dei beneficiari

6) Calendarizzazione incontri con beneficiari per somministrare i bilanci di competenza pres-

so il CPI di Villa d’Agri:

Venerdì 7 ottobre Incontro assembleare

Martedì 11 ottobre Colloqui individuali

Mercoledì 12 ottobre Colloqui individuali

Giovedì 13 ottobre Colloqui individuali

Sono coinvolti tutti i componenti del gruppo anche in affiancamento agli operatori del CPI o

di orientatori Apofil.

7) Redazione dei bilanci di competenza di ciascun beneficiario entro il 30 di ottobre 2011.

rete dei Servizi Parallelamente alle prime azioni va attivata la rete dei servizi pubblici e privati.

1. Convocazione, presso la sede della ex Comunità Montana dell’Alto Agri, dei referenti degli

Uffici Sociali dei comuni coinvolti. Condivisione del programma di lavoro e condivisione

delle procedure di «presa in carico» entro il 30 di ottobre 2011. In via preliminare verrà

organizzato un incontro con i coordinatori d’ambito.

2. Convocazione, presso la sede della ex Comunità Montana dell’Alto Agri, dei rappresentanti

delle Associazioni di volontariato e del terzo settore dei comuni coinvolti. Condivisione del

programma di lavoro e condivisione delle procedure di «presa in carico».

reSoconto concluSivo

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

87

coordinamento tecnico–ScientiFicoCome già deliberato in cabina di pilotaggio viene progettato un tavolo di Coordinamento

Tecnico Scientifico del progetto acquisendo la disponibilità alla firma di un protocollo di intesa

in tal senso con: Italia Lavoro, FISH e DPI.

Essendo l’innovatività del progetto centrata sulla applicazione delle procedure ICF e sull’ap-

plicazione dei principi della Convenzione ONU sui diritti umani delle persone con disabilità

l’insediamento di detto tavolo ha caratteristiche di particolare urgenza. Si prevede che gli

accordi in tal senso siano operativi già dal 1 novembre in maniera da avviare lo screening

del target disabili attraverso l’applicazione delle procedure ICF già a partire dalla prima set-

timana di novembre.

L’Apof– il, attraverso i propri esperti, garantisce in tal senso il proprio supporto metodologico

a valere sull’apposito dispositivo tecnico.

piano di comunicazioneIl piano di comunicazione ha visto la messa in opera di:

1. Apertura di una pagina web nel sito già operativo del PO Val d’Agri linkabile dai siti della

Provincia, della Regione, dell’Apofil.

2. Creazione del logo di progetto. Realizzazione di diversi bozzetti e selezione del prodotto

più rappresentativo. Realizzazione del manuale del logo. Animazione video del logo da

utilizzare nelle clip video o nelle sigle di apertura o chiusura dei documentari che verranno

realizzati. Condivisione del logo da parte dei componenti della cabina di pilotaggio.

3. Documentazione video e fotografica delle fasi di avvio e delle procedure utilizzate.

4. Organizzazione di un primo evento sulla responsabilità sociale di impresa attraverso la

produzione di materiali di comunicazione sociale progettati e realizzati per lo scopo.

5. Organizzazione di seminari d’ambito rivolti al terzo settore e alla rete dei servizi pubblici e

privati sulle finalità del progetto.

6. Apertura di un canale di social network per lo scambio di opinioni.

7. Definizione di un progetto di Bilancio sociale del progetto e raccolta in itinere dei materiali

necessari.

In maggior dettaglio e in relazione all’apposito dispositivo tecnico «Piano di Comunicazione

Sociale Progetto Match» Deliberazione della G. R. n. 2310 del 29.12.2009, PO Val D’Agri –

Progetto «Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in stato di svantaggio»

sono state ideate e realizzate una serie di misure finalizzate alla creazione dell’immagine del

progetto stesso e alla diffusione e promozione dei valori propri dell’iniziativa. In particolare

sono stati realizzati il logo «Match» l’animazione video dello stesso, interviste video inerenti

report

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

88

la tematica dell’inclusione lavorativa, locandine informative e impostazione grafica del sito

web.

La realizzazione di uno spot televisivo e di un’animazione video riguardanti la responsabilità

sociale di impresa e in particolare l’aspetto dell’inclusione lavorativa delle persone con di-

sabilità sono alcuni dei prodotti realizzati. L’attività di documentazione realizzata durante le

riunioni dei beneficiari del progetto ha garantito la realizzazione di un archivio video.

Si riporta in dettaglio l’elenco dei prodotti grafici e video realizzati:

• Logo Apofil animato

• Bozzetti logo Match

• Logo Match definitivo corredato da manuale di utilizzo

• Animazione video del logo Match

• Animazione Video «Responsabilità Sociale di Impresa»

• Soggetto, sceneggiatura e storyboard spot «la mia impresa è socialmente responsabile»

• Riprese e montaggio spot video «la mia impresa è socialmente responsabile»

• Animazione Storyboard spot «la mia impresa è socialmente responsabile»

• Realizzazione bozzetti – locandina definitiva – immagine coordinata convegno sulla respon-

sabilità sociale di impresa

• Montaggio video colloqui con i partecipanti al progetto

• Montaggio descrizione realizzazione logo Match

• Intervista a un beneficiario del progetto

• Ripresa e montaggio video campagna promozionale linguaggio LIS nell’ambito del corso di

formazione «assistenti familiari»

• Riprese e montaggio video intervista a Vincenza Ferrarese, Presidente Regionale FISH

Basilicata e a Giampiero Griffo, membro mondiale di D.P.I.

– Convenzione Onu (Ferrarese)

– Inserimento al lavoro (Ferrarese – Griffo)

– Inserimento al lavoro in Basilicata (Ferrarese)

– Convenzione Onu (Griffo)

– Convenzione legge mondiale (Griffo)

– Disabilità: concetto in evoluzione (Griffo)

inteSa aSSociazioni datori di lavoro1. Incontro con Associazione Industriali di Basilicata e API (Associazione Piccole Imprese) e

definizione di intese possibili al fine di migliorare l’efficacia e l’impatto del progetto.

2. Proposta di incentivare la responsabilità sociale di impresa attraverso un premio o una

certificazione.

3. Riapertura del bando per la manifestazione di interesse da parte delle aziende del com-

reSoconto concluSivo

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

89

prensorio al fine di ottimizzare il rapporto beneficiario/impresa in termini di 1 a 4.

Si riporta il quadro riepilogativo beneficiari/aziende distinto per comune:

report

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

90

piano di FormazioneTarget Svantaggiati

A seguito della stesura dei bilanci di competenza e della procedura di matching si è procedu-

to alla definizione del fabbisogno formativo da soddisfare.

Timing Riepilogativo sino al 31/12/2011

reSoconto concluSivo

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

91

I tirocini del target svantaggiati sono stati avviati il 29 febbraio 2012 e terminati a luglio 2012

Target Disabili

In data 11 Aprile 2012 è stata organizzata la prima giornata di incontro plenario, in chiave

di orientamento di gruppo.

In data 23 aprile, come da istanze concordate in cabina di regia, l’Apofil ha avviato a Villa

d’Agri due aule di formazione sul tema della tutela ambientale e della raccolta differenziata

porta a porta quali potenziali motori di sviluppo dell’economia locale.

In aula 1 risultano frequentanti 20 beneficiari.

In aula 2 risultano frequentanti 11 beneficiari.

I tre utenti del Dipartimento di Salute Mentale frequentano regolarmente i corsi.

Tre beneficiari, non in possesso dei requisiti, sono stati sostituiti Si riporta stralcio della pro-

grammazione didattica Modulo «Educazione ambientale e green economy»

Finalità

Il modulo conclude il percorso formativo di «tutela ambientale e sviluppo locale» già avviato

all’interno del progetto «Match» e rivolto a soggetti disabili residenti nell’area del P.O. Val

d’Agri, Melandro, Sauro, Camastra. Il modulo formativo affronterà argomenti che riguardano

l’ampio spettro della sostenibilità ambientale quale tema portante per la nuova economia.

Le unità didattiche che verranno sviluppate intendono favorire un cambiamento culturale ed

economico basato sui principi di solidarietà, etica e coscienza civica tra i cittadini.

argomenti delle lezioniSostenibilità ambientale; green economy; green job; investimenti ambientali nei vari settori:

architettura, edilizia, trasporti, energetica; la casa ecologica; riduzione dei consumi e degli

sprechi; lavoro di gruppo su un eventuale incarico che riguarda l’ambito ambientale. Argo-

mentazioni e metodi alternativi di apprendimento che riguardano l’educazione ambientale.

Il primo modulo, della durata di 50 ore, è terminato in data 9 giugno Il secondo modulo di

informatica, della durata di 20 ore è stato avviato in data 13 giugno. Il terzo modulo, della

durata di 30 ore, è stato erogato in itinere e in maniera mirata alle specifiche delle work ex-

perience. In data 29 maggio a Villa d’Agri sono stati avviati i bilanci di competenza. L’attività

è stata svolta in equipe composta da due operatori del CPI e due operatori Apofil. A seguito

del lavoro di matching sono stati effettuati i seguenti abbinamenti:

Comune Soggetto ospitante Profilo Beneficiario

Svantaggiati Disabili

Abriola Ditta di falegnameria di Di Dio Germano

Aiuto falegname e un restauratore di mobili antichi

Abriola Ditta di agricoltura e pastorizia di Videtta Vincenzo

Addetto alla trasformazione del latte

Abriola Studio elaborazione dati di Triunfo Romano

Addetto ai servizi di segreteria

Abriola Agricoltore di Pessolani Nicola Addetto alla trasformazione del latte

report

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

92

Abriola Comune Addetti al riordino e sistemazione di archividella Biblioteca e del Museo ( diplomato elicenza media)

Anzi Studio medico di Bella Rosa Antonia Segretaria

Anzi Negozio alimentare di Fieno Massimo Addetto alle vendite 1

Anzi Ditta di Impianti Erg di Petruzzi Rocco Addetto alle vendite e all’inventario

Anzi Comune Centralinista; addetto all’attività di segreteriaanche con competenze informatiche,

-pulizia verde pubblico- addetto all’attività disegreteria anche concompetenzeinformatiche,

Anzi Ditta di Bochicchio Vincenzo (edilizia artigiana)

Muratore ed un addetto alla lavorazione dellapietra

Anzi Di Martino Vincenzo( fioraio) ” Oasi del fiore”

Addetto alla vendita di piante e fiori

Anzi Negozio di Giorgio Antonio( commercio di ferramenta, casalinghi)

Addetto alla contabilità (licenza media)

Anzi Ditta individuale di Lavanga Michele “ElettricaSistem “

Nessuna indicazione

Anzi Negozio di frutta e verdura di Lavanga Mario

Addetto alle vendite

Anzi Autofficina di Bochicchio Francesco Antonio

Aiuto meccanico

Anzi Ditta di Bonomo Alessandro (corriere di medicinali alle farmacie)

Autista

Anzi Aiuto alla stuccatura e alla realizzazione dicontrosoffitti e pareti di cartongesso

Anzi Addetto alle vendita

Anzi Merceria di Lorenzo Lucia Donata Commessa e addetta alla catalogazione dellemerci (diplomata)

Anzi Studio di consulenza fiscale di Mancino MariaAntonietta

Ragioniere o laureato in Economia eCommercio

Anzi Merceria di Marino Lucia Commessa

Anzi Bar di Petruzzi Francesco Addetto alle vendite

Anzi Studio di consulenza fiscale di Petruzzi Michele

Ragioniere

Anzi Negozio di generi alimentari di RossiniDomenico Antonio

Addetto alle vendite

Anzi Bar di Sarli Michele Barista

Anzi Parrucchiere di Sarli Pietro Aiuto alle diverse attività (taglio, shampo, asciugatura ecc..)

Anzi Parrucchiere di Spendido Michele Aiuto alle diverse attività (taglio, shampo, asciugatura ecc..)

Anzi Ditta individuale di Telesca Carmela (servizi di pompe funebri)

Gestione pratiche amministrative (diplomato)

Anzi Studio di ingegneria di Tortorelli Giuseppe

Esperto di informatica (diplomato)

Anzi Negozio di abbigliamento di Berterame Valentino

Commesso

Anzi Ditta di pitturazione di Casella Vincenzo

Addetto alla pitturazione e stuccatura

Anzi Vivaio di Fieno Donata Caterina Vivaista

Armento Comune (verificare disponibilità ad accogliere tirocinanti in assenza diu aziende ospitanti)

1

reSoconto concluSivo

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

93

Brienza Cestrim Don Marcello CozziCentro di ricerca e studi

Addetto alle attività di segreteria 1 Addetto alle attivitàdi segreteria

Brienza L’Appuntamento di Ferrarese Anna. Bar

Addetto bar

Brienza Studio tecnico di Giancristiano Anto-nio. Studio da geometra

Addetto di segreteria

Brienza Cooperativa “La Città in gioco”socioassistenziale

Operatore socio assistenziale

Brienza Meridiana Legnami ( imballaggi in legno) di Giancristiano Maurizio

Addetto alla inchiodatrice automatica

Brienza Progres appalti di Carmine Leopardo (lavori edili)

Responsabile alla gestione delle gare d’appalto(laureato)

Brienza Tecla market Dimare Felicia commer-cio all’ingrosso e al dettaglio

Addetto alla vendita

Brienza Cooperativa “Social Servizi”Servizi sociali e assistenza

Operatrice sociale

Calvello Industria “Italiana imballaggi” fabbri-cazione di imballaggi in legno

Addetto all’utilizzo dei macchinari

Calvello Studio tecnico del geometra Albert Rocco Donato

Ragioniere

Calvello Parrucchiere di Paradiso Maria Aiuto alle diverse attività (taglio, shampo, asciugatura ecc..)

1

Castelsaraceno Panificio di Cirigliano Angela Maria Addetto alla trasformazione e vendita

Castelsaraceno Euromed di Rosano RoccoStudio di ingegneria

Impiegato tecnico amministrativo 1

Castelsaraceno Comune (ha dichiarato disponibilità ad accogliere tirocinanti in assenza di aziende ospitanti)

Tutela ambientale

Corleto Perticara Ditta di Di Stefano Maria rosariaNoleggio di autovetture e commercio di frutta e verdura

Autista abilitato al trasporto di nove persone;

Corleto Perticara Cooperativa Solidarietà Sociale Addetto all’assistenza agli anziani con qualifica OS o OSA. Addetto alla lavanderia

Corleto Perticara ENDAS si occupa di cultura, sport, attività sociali e ambientali

Addetto alla Biblioteca e Segreteria

Corleto Perticara Comune Addetto ai servizi amministrativi

Gallicchio G. Antonio GesualdiImpresa edile ed agricoltura

Operaio generico

Gallicchio Spina Vincenzo Turismo promozione Sociale (Pro Loco)

Nessuna indicazione Addetto alla segreteria

Gallicchio Luigi Gesualdi Impresa edile Impiegato

Gallicchio Montemurro MicheleServizi impiantistica

Nessuna indicazione

Gallicchio Filippo Gesualdi Central Park La GolaCostruzioni infrastrutture

Impiegato

Gallicchio Costruzioni infrastrutture generali “Infrastrutture generali”

Operaio generico

Grumento Nova TR di Tortomano RosarioCommercio e Lavori edili

Operaio

Grumento Nova

Comune Addetti alla manutenzione del verde pubblico

1. Addetto allamanutenzione del verdepubblico

Guardia Perticara

Comune Portiere; commesso; centralinista; piccola manutenzione; addetto alle pulizie (licenza media)

1Addetto alle pulizie,piccola manutenzione

Laurenzana Negozio di Lettini Andrea Addetto al banco salumeria e formaggi

Laurenzana Comune Supporto interno ed esterno ai vari uffici 1. Addetto alla biblioteca

report

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

94

Laurenzana Studio professionale di Cafarelli Gio-vanni (consulenza aziendale e fiscale)

Laureato che si occupi di consulenza aziendale

Laurenzana Azienda agricola di Falotico Giovanni(allevamento bovini ed ovini)

Allevatore 1

Laurenzana LTL Arredamenti di Tito Rosa settorecommercio

Addetto al montaggio mobili e autista 1

Laurenzana Cooperativa “La Perla Preziosa”Produzione di abiti sacri

Sarta ricamatrice

Laurenzana Negozio di Bonomo Pasquale Addetto alle vendite

Laurenzana Protezione civile Assistente alla popolazione

Laurenzana AVIS Organizzatore di eventi ed un’assistente allaraccolta del sangue

Laurenzana Cooperativa “ La rinascita del Camastra”

Aiuto panificatore

Laurenzana Azienda zootecnica di Nigro Maria Isabella

Addetto ai lavori di stalla e al caseificio conlaurea

Laurenzana Ristorante di Ruggirei Michele Addetto alle pulizie, cameriere

Laurenzana Cafarelli Giuseppe Nessuna indicazione 1

Laurenzana PW Multi service di Vitacea Valeria (praticheautomobilistiche e servizi assicurativi)

Collaboratore di agenzia 1

Marsico Nuovo Ditta di Azato AngelaProduzione pasta fresca

Addetto alla produzione 1

Marsico Nuovo FCM di Fiore CarmineDitta di carpenteria metallica

Segretario; magazziniere 1

Marsico Nuovo Protezione Civile Accompagnatrice e assistente alle persone nonautosufficienti

1

Marsico Nuovo La creta di Marino ConcettaCommercio di confezioni

Addetto alla pulizia di scaffali e vetrine

Marsico Nuovo Comune Addetti ai servizi ausiliari Addetti ai serviziausiliari

Marsico Vetere Iskra Cooperativa Sociale Servizi socio assistenziali

Animatori; educatori. 2

Laurenzana Ristorante di Ruggirei Michele Addetto alle pulizie, cameriere

Laurenzana PW Multi service di Vitacea Valeria (pratiche automobilistiche e servizi assicurativi)

Collaboratore di agenzia 1

Marsico Nuovo Ditta di Azato AngelaProduzione pasta fresca

Addetto alla produzione 1

Marsico Nuovo FCM di Fiore CarmineDitta di carpenteria metallica

Segretario; magazziniere

Marsico Nuovo Cooperativa “Nuovo Corso” raccolta rifiuti urbani

Addetto alla raccolta dei rifiuti e manu-tenzioneverde pubblico

Marsico Nuovo Protezione Civile Accompagnatrice e assistente alle persone nonautosufficienti

Marsico Nuovo La creta di Marino ConcettaCommercio di confezioni

Addetto alla pulizia di scaffali e vetrine

Marsico Nuovo Comune Addetti ai servizi ausiliari 2 Addetti ai serviziausiliari

Marsico Vetere Iskra Cooperativa Sociale Servizi socio assistenziali

Animatori; educatori. 2

Marsico Vetere Studio odontoiatrico di Stilo Carlo Assistente alla poltrona 1

Marsico Vetere Estetista di Marinella Sandra Estetista 1

Marsico Vetere P.A. Protezione Civile Val D’Agri Addetto alla protezione civile 1

Marsico Vetere VEGA di Campanella GinoCommercio

Addetto alle vendite

reSoconto concluSivo

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

95

Marsico Vetere Negozio di Magaldi Mario Lavorazione ed installazione di tendaggi

Addetto al montaggio tende

Marsico Vetere NEPAS di Antonio FratantuonoProduzione abbigliamento dogana

Addetti al controllo qualità e alla classificazioneper la spedizione

Missanello Stazione Servizio carburanteBitetto Raffaele

Addetto alle pulizie e assistente ai clienti

Missanello Apogeo AlberghiMaria Di Leo

Addetto alle attività alberghiere

Moliterno Comune Addetto alla manutenzione dellaBibliomecateca (diplomato e licenza media)

1 Addetto allamanutenzione dellaBibliomecateca

Montemurro Spesa facile di Tesorino CarmelaCommercio alimentare

Commessa che svolga anche compiti dacassiera e da banconista

1 1

Montemurro Comune ((verificare disponibilità ad accogliere tirocinanti in assenza di aziende ospitanti)

1

Paterno Iskra Cooperativa Sociale Servizi socio assistenziali

Animatori; educatori. 2 2

Paterno Serival di Sinisgalli LorenzoSerigrafia e tipografia

Nessuna indicazione 1

Paterno Maulella Antonio Commercio Addetto alla vendita (ripartisti) 1 Addetto alla vendita(ripartisti)

Potenza Studio legale di Rivelli Maria Cristina Addetto allo smistamento di pratiche (poste, banche ecc) con licenza media

Rotonda Centro Medico Dentale San FeliceServizio alle imprese

Addetto alla segreteria e gestioneamministrativa

San Chirico Raparo

Comune Servizi di assistenza amministrativa Supporto all’area tecnica e manutentiva

2 Supporto all’areatecnica e manutentiva1 Servizi di assistenzaamministrativa

San Chirico Raparo

Antrophos Cooperativa SocialeCentro diurno

Supporto alle attività con licenza media

San Martino D’Agri

Comune Impiegato

Sant’Arcangelo Bulgaro Donato Nessuna indicazione 1 Addetto alla guardiania

Sant’Arcangelo Ricciardi RosaDelta Ced Elaborazione dati

Nessuna indicazione (un diplomato)

Sant’Arcangelo Dacservice Bitetto RaffaeleBar (sede operativa Missanello )

Addetto alle pulizie

Sant’Arcangelo Cellular Point di Siviglia GianniVendita di cellulari

Segretario d’ufficio (diplomato)

Sant’Arcangelo P.A.M.A. Pubblica assistenza medio agri (volontariato)

Segretario con competenze giuridiche(laureato)

Sant’Arcangelo Falegnameria arte legnoFerruccio e Sansanelli

Operaio

Sant’Arcangelo Conte GiuseppeStudio di ingegneria

Segretario d’ufficio (laureato)

Sant’Arcangelo Conte Paolo Servizi alle imprese Segretario (laureato)

Sant’Arcangelo SWEET HOME di Villone Angela Maria(commercio)

Addetto alle vendite

Sant’Arcangelo Autoscuola di Martorano Nicola Segretaria

Sarconi Prima Sistema Impresa di costruzioni edili

Attività d’ufficio per preparazione documenti digare d’appalto (Diplomato e laureato)

1

Sarconi Ditta Amelina AntonellaGestione sale congressi

Attività di segreteria e accompagnamentogruppi

Sarconi Panificio di De Mare Felice Addetto al laboratorio per la panificazione 1

Sasso di Castalda

Bar alimentari di Nardo Rocchino Addetto alla cassa

report

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

96

Satriano SAT RIVAL Viaggi di Coiro Saveria Addetto alla sistemazione delle pratiche ( terza Media)

Spinoso Pro loco (attività culturali) Addetto alla segreteria 1

Spinoso Studio commerciale di Vitale Filomena Addetto ad operazioni d’ufficio

Spinoso Associazione Protezione Civile di Enzo Mileo

Addetto alle attività di segreteria e alle attività divolontariato

Spinoso Comune di Spinoso Collaboratore di biblioteca Addetto alla manutenzione di strade e giardini

Collaboratore dibiblioteca

Cooperativa “Nasce un sorriso”Gestione servizi socio assistenziali

Aiuto cuoco; Animatore; Centralinisti;Giardiniere

Tramutola Comune Addetti ai servizi ausiliari Addetto ai serviziausiliari

Tramutola Centro odontoiatrico di Carile Assistente di poltrona e di segreteria

Viggianello Vital Mast s.c.Formazione

Segretario diplomato

Viggiano Studio tecnico Conte RoccoGeometra

Diplomato senza alcuna indicazione

Viggiano Libo di Bocca Renato Addetto alle vendite . Commercio all’ingrosso e al dettaglio di ferramenta

Addetto alla progettazione di impiantipetrolchimici

Viggiano Iniziative industrialiMetalmeccanico

Ingegnere meccanico 1

Viggiano ASSOIL SCHOOL di Sergio PolitoCorsi di formazione

Coordinatore di attività didattiche e diprogettazione

Villa D’Agri Libo di Bocca Renato Addetto alle venditeCommercio all’ingrosso e al dettaglio diferramenta

Addetto alle venditeAddetto alla progettazione di impiantipetrolchimici

reSoconto concluSivo

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

97

Finalità e obiettivi del progettoIl progetto Match «Work experience per favorire l’inserimento occupazionale di persone di-

sabili e di lavoratori svantaggiati» – approvato con Deliberazione di Giunta Regionale n. 2310

del 29/12/2009 in attuazione della Linea di Intervento C.5 «Inserimento lavorativo di sogget-

ti svantaggiati» del ProgrammaOperativo Val d’Agri, Melandro, Sauro, Camastra – si prefigge

di sperimentare, nel territorio interessato, servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone

in situazione dl svantaggio. Per l’attuazione del progetto Match, attraverso un processo di

condivisione e di concertazione con i soggetti della rete individuati come welfare community,

si è provveduto alla definizione puntuale della governance di progetto con la formalizzazione

di una cabina di regia interistituzionale, riconoscendo alla Provincia di Potenza il ruolo di Ente

capofila per l’attuazione operativa di alcune azioni previste dal progetto stesso. La principale

finalità del progetto, infatti, consiste nel favorire azioni di coesione sociale e di politica attiva

del lavoro, attraverso idonee forme di incentivazione di servizi specialistici in materia di in-

clusione sociale, occupabilità e inserimento lavorativo di persone con disabilità o di soggetti

che versino in condizioni contingenti di difficoltà e di bisogno, implementando una pratica

innovativa di welfare sociale e di metodologie innovative all’interno dei Servizi Sociali e per

l’impiego, da replicare, una volta standardizzata, in tutte le aree della Regione Basilicata.

azioni previSteCon l’attuazione del progetto si persegue in generale:

• presa in carico dei destinatari da parte dei CPI di competenza e svolgimento di azioni di

accompagnamento e orientamento. I CPI affiancheranno il partecipante nella elaborazione

del PAI (Piano d’Azione Individuale) che definirà obiettivi e modalità di svolgimento della

work experience e le modalità di utilizzo della dote formativa;

• attivazione dei percorsi formativi individualizzati, utilizzando la dote formativa assegnata, ai

fini dell’acquisizione di competenze connesse alla definizione del proprio profilo professionale

e/o alla creazione di impresa. La fase formativa può essere svolta anche in concomitanza

con lo svolgimento della work experience aziendale purché ciò non interferisca con l’attività

Sperimentare l’incluSione Sociale e lavorativa di per-Sone in Situazione di Svantaggio Adamo De Stefano

Segreteria Tecnica Struttura di Progetto Val d’Agri basilicata

report

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

98

svolta presso il soggetto ospitante;

• svolgimento delle work experience presso i soggetti ospitanti, di durata pari a 6 mesi (100

ore mensili per complessive 600 ore) per le persone molto svantaggiate e di durata di 12

mesi (100 ore al mese, per complessive 1200 ore) per le persone disabili;

• contributo al soggetto ospitante (comprensivo delle spese INAIL e R.C.T.);

• erogazione di aiuti finanziari per l’assunzione, destinati alle imprese che al termine del

periodo delle work experience procedono all’assunzione del/i partecipante/i secondo le

modalità specificate, o per l’autoimpiego, destinati ai soggetti beneficiari che al termine del

periodo delle work experience avviano un’attività autonoma;

• attivazione, da parte dei CPI della Provincia di Potenza e dell’APOF– IL, di un servizio di

follow– up, per coloro che avvieranno un’attività imprenditoriale o di lavoro autonomo,

consistente in un supporto consulenziale mirato a facilitare la fase dello start up.

Elemento portante della work experience è rappresentato proprio dall’esperienza in impresa

che, pur non costituendo un vero e proprio rapporto di lavoro, rappresenta una modalità at-

traverso cui favorire l’accesso nel mercato del lavoro anche per soggetti dotati di un capitale

di competenze e di saperi che stentano a trovare immediato riconoscimento e visibilità in

termini occupazionali.

i primi riSultatiDopo l’emanazione, da parte della Provincia di Potenza, dell’Avviso Pubblico Match «Work

experience per favorire l’inserimento occupazionale di persone disabili e di lavoratori svan-

taggiati» finalizzato alla presentazione di candidature dei potenziali beneficiari per accedere

alle agevolazioni previste dal bando, sono state approvate le graduatorie definitive, distinte

in soggetti disabili, soggetti molto svantaggiati e soggetti ospitanti, per l’attivazione di 64

work experience tese all’inserimento lavorativo dei beneficiari, presso le imprese del terri-

torio interessato, delle quali 31 destinate a soggetti svantaggiati mentale, 30 destinate a

persone disabili e tre riservate alla categoria del disagio. Per accedere alle agevolazioni pre-

viste dal bando hanno complessivamente presentato domanda 330 soggetti, 105 risultano

inclusi nella graduatoria dei soggetti disabili e 139 nella graduatoria dei soggetti svantaggiati,

mentre 76 soggetti sono stati esclusi per mancanza dei requisiti richiesti o per vizi di forma

nella presentazione delle istanze. Allo stato attuale sono stati avviati già avviati tutti i col-

loqui conoscitivi con i 31 beneficiari appartenenti alla graduatoria dei soggetti svantaggiati

ai quali, dopo la presentazione dei contenuti e delle linee guida previste dal progetto, sono

state rivolte le azioni e i colloqui di orientamento al fine di redigere i relativi bilanci di compe-

tenza.Per la riserva di posti dei soggetti affetti da disagio mentale è stata inviata una nota al

Dipartimento Salute Mentale della ASP al fine di individuare i tre soggetti previsti e, quindi,

da inserire nel percorso di inclusione sociale.

Sperimentare l’incluSione Sociale e lavorativa di perSone in Situazione di Svantaggio

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

99

Per la graduatoria dei soggetti ospitanti 129 imprese hanno già offerto la propria disponibi-

lità a ospitare i potenziali tirocinanti, tuttavia, al fine di poter applicare metodologicamente

un valido incrocio domanda/offerta di lavoro, sono stati prorogati i termini di scadenza del

bando per poter acquisire ulteriori candidature.

GRADUATORIE DEFINITIVE DEGLI AMMESSI ALLE WORK EXPERIENCE

(64 beneficiari)

COMUNI Soggetti disabili

Soggetti svantaggiati

Soggetti disagio mentale

Soggetti ospitanti

ABRIOLA 1 6

ALIANO -

ANZI 2 3 27

ARMENTO 1 1

BRIENZA 2 7

BRINDISI DI MONTAGNA 1

CALVELLO 1 3

CASTELSARACENO 1 1 1

CORLETO PERTICARA 5

GALLICCHIO 1 1 6

GORGOGLIONE -

GRUMENTO 1 1

GUARDIA PERTICARA 1 1

LAURENZANA 1 4 15

MARSICO NUOVO 2 3 8

MARSICOVETERE 3 2 6

MISSANELLO 1 3

MOLITERNO 1 1 1

MONTEMURRO 2 1 2

PATERNO 4 3 2

ROCCANOVA -

SAN CHIRICO RAPARO 4 1 2

SAN MARTINO D’AGRI 1

SANT’ARCANGELO 1 4 10

SARCONI 3

SASSO DI CASTALDA 1

SATRIANO DI LUCANIA 1 2

SPINOSO 1 2 5

TRAMUTOLA 1 2 4

VIGGIANO 5

TOTALE 30 31 3 129

report

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

100

caratteriStiche dei Soggetti Svantaggiati Di seguito si riporta l’analisi delle peculiarità proprie dei beneficiari che risultano utilmente

collocati nelle graduatorie dei soggetti svantaggiati. Gli aspetti considerati attengono al luo-

go di provenienza, al genere, all’età, al titolo di studio, all’anzianità di iscrizione nelle liste

di disoccupazione e alle aspirazioni professionali. Rispetto al luogo di residenza il target dei

beneficiari svantaggiati, utilmente collocati in graduatoria, risulta distribuito in 16 dei 30

Comuni del comprensorio interessato dal Programma Operativo Val d’Agri.

Figura 1 – Distribuzione dei soggetti svantaggiati per numero e Comune di resi-

denza

Per quanto riguarda il target dei 31 soggetti svantaggiati si evidenzia la netta prevalenza

di genere femminile (26) sul totale dei beneficiari, scontata testimonianza del loro difficile

accesso al mercato del lavoro e della lunga permanenza della categoria in uno stato di di-

soccupazione.

Figura 2 - Distribuzione soggetti svantaggiati per sesso

Sperimentare l’incluSione Sociale e lavorativa di perSone in Situazione di Svantaggio

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

101

In relazione alla discriminante sesso, i dati relativi ai beneficiari svantaggiati mostrano una

netta predominanza del genere femminile, 80,6%, rispetto a quello maschile, 19,4%.

Figura 3 – Distribuzione dei soggetti svantaggiati per fascia di età e sesso – Valori

%

Rispetto alla discriminante età, il dato più rilevante si registra nella fascia di età tra i 42– 47

anni dove si concentra circa il 29% del target femminile che, inoltre, nella sua totalità ha

un’età superiore ai 36 anni a conferma della loro difficoltà a intercettare il mercato del lavoro.

Figura 4 – Distribuzione dei soggetti svantaggiati per anzianità di disoccupazione

– Valori %

report

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

102

Il 75% circa dei beneficiari appartenenti al genere femminile ha, difatti, complessivamente

maturato un’anzianità di disoccupazione superiore ai 6 anni, con iscrizione certificata nei

Centri per l’Impiego provinciali, tra le quali drammaticamente ben 5 risultano disoccupate/

inoccupate da oltre 20 anni.

Figura 5 – Distribuzione soggetti svantaggiati per titolo di studio e sesso – Valori

%

In relazione all’indicatore istruzione si registra un alto livello di scolarizzazione tra i soggetti

svantaggiati, l’80%% circa dei beneficiari è in possesso di diploma di istruzione superiore o di

laurea, il 45% (soltanto donne) è in possesso del diploma di istruzione secondaria; soltanto

il 22,5% è in possesso del solo titolo di licenza media inferiore e il 3% è in possesso della

qualifica professionale. Da ultimo, i beneficiari svantaggiati che hanno conseguito il diploma

di laurea rappresentano circa il 30% dell’intero universo, in termini assoluti 9 persone su 31.

caratteriStiche dei Soggetti diSabiliDi seguito si riporta l’analisi delle peculiarità proprie dei beneficiari che risultano utilmente

collocati nelle graduatorie dei soggetti disabili. Gli aspetti considerati attengono al luogo di

provenienza, al genere, all’età, al titolo di studio, al grado di disabilità, all’anzianità di iscrizio-

ne nelle liste del collocamento obbligatorio e alle aspirazioni professionali. Rispetto al luogo

di residenza il target dei beneficiari disabili, utilmente collocati in graduatoria, risulta distri-

buito in 18 dei 30 Comuni del comprensorio interessato dal Programma Operativo Val d’Agri.

Sperimentare l’incluSione Sociale e lavorativa di perSone in Situazione di Svantaggio

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

103

Figura 6 – Distribuzione dei soggetti disabili per numero e Comune di residenza

Per quanto riguarda il target dei 30 soggetti disabili si evidenzia la netta prevalenza di genere

maschile (22) sul totale dei beneficiari che testimonia la loro difficoltà a trovare un’occupa-

zione.

Figura 7 – Distribuzione dei soggetti disabili per sesso

In relazione alla discriminante sesso, i dati relativi ai beneficiari disabili mostrano una netta

predominanza del genere maschile, 73,3%, rispetto a quello femminile pari al 26,7%.

report

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

104

Figura 8 – Distribuzione dei soggetti svantaggiati per fascia di età e sesso – Valori

%

Rispetto alla discriminante età, il dato apparentemente più sorprendente si registra nelle

due fasce estreme di età cioè 30– 35 anni e 54– 60 anni le quali presentano valori che si

equivalgono almeno per la componente maschile. La presenza equivalente della componente

giovanile tra i beneficiari è spiegabile per l’attribuzione di migliori punteggi legati al grado di

disabilità e al titolo di studio, difatti, tutti questi soggetti hanno un grado di disabilità supe-

riore al 66% e sono in possesso del diploma di istruzione superiore o di laurea.

Figura 9 – Distribuzione dei soggetti disabili per anzianità di iscrizione al colloca-

mento obbligatorio– Valori %

Sperimentare l’incluSione Sociale e lavorativa di perSone in Situazione di Svantaggio

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

105

Figura 10 – Distribuzione dei soggetti disabili per grado di disabilità e sesso –

Valori %

In relazione alla discriminante grado di disabilità, secondo i criteri richiamati nella L. 68/99, i

dati mostrano una netta predominanza di beneficiari con percentuali di invalidità superiore al

66% e in tale range si registra anche una nettissima prevalenza del genere maschile che,. in

termini assoluti, corrisponde a 18 persone su un totale di 30 beneficiari.

Figura 11 – Distribuzione soggetti disabili per titolo di studio e sesso – Valori %

report

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

106

caratteriStiche dei Soggetti oSpitanti Per la graduatoria dei soggetti ospitanti 105 imprese hanno già offerto la propria disponibilità

a ospitare i potenziali tirocinanti, tuttavia, al fine di poter applicare metodologicamente un

valido incrocio domanda/offerta di lavoro, sono stati prorogati i termini di scadenza del bando

per poter acquisire ulteriori candidature. Allo stato attuale soltanto in quattro Comuni non

risulta avanzata alcuna manifestazione di interesse tesa a ospitaremi beneficiari del progetto

Match.

Figura 12 – Distribuzione dei soggetti ospitanti per settore/attività

In riferimento alla discriminante settore/attività dei soggetti ospitanti si può notare una forte

sensibilità proprio di quelle organizzazioni preposte all’assistenza e cura della persona, infatti,

nella segmentazione del target di progetto il mondo dell’associazionismo e del terzo settore,

con il 16%, rappresenta il segmento più numeroso.

Sperimentare l’incluSione Sociale e lavorativa di perSone in Situazione di Svantaggio

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

107

diSabilità: un concetto in evoluzione Intervista a Giampiero Griffo

Membro Consiglio Mondiale Disabled Peoples’ International

Io sono Giampiero Griffo, sono nato in un piccolo paesino in provincia di Caserta e adesso

faccio il bibliotecario alla Biblioteca Nazionale di Napoli. Mi occupo di una sezione sulla di-

versità però, nello stesso tempo, sono attivo a livello regionale, a livello nazionale e a livello

internazionale nell’ambito dei diritti delle persone con disabilità. Faccio parte del Consiglio

Mondiale Disabled Peoples’ International, rappresento l’Italia presso l’European Disability

Forum che è l’organismo europeo di confronto con l’Unione Europea e sto nel consiglio

Nazionale FID (Forum Italiano sulle Disabilità) e all’interno della più importante Federazione

di associazioni che si chiama FISH. Il mio è un lavoro particolare perché lavoro a più livelli,

faccio in modo che il livello italiano conosca la dimensione internazionale e trasferisco le buo-

ne prassi internazionali, includendo l’Italia tra le buone prassi. Negli ultimi anni c’è stato un

contributo sostanziale che è quello della Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità

delle Nazioni Unite. Fino all’altro ieri eravamo considerate, noi persone con disabilità, malate,

incapaci, improduttive…tutta una serie di aggettivi negativi che rinviano poi, nell’immaginario

collettivo della società, a degli stereotipi. Chi mi incontrava non pensava che io potessi essere

uno studente, un lavoratore, un viaggiatore e così via… La Convenzione delle Nazioni Unite

cambia questo approccio e dice che le persone con disabilità sono parte della società e, come

tali, devono godere di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali.

Che significa?

Un primo tema è quello delle risorse. Secondo la Convenzione essendo io studente, viaggia-

tore, turista… e…(non io)…donna, bambino e via di seguito, in tutte le politiche che riguar-

dano i trasporti, il turismo, la tutela delle donne, dei bambini,…ci sono pure io. Allora non è

vero che non ci sono spazi per me. E questo è un tema importante perché oggi che c’è una

situazione di crisi dobbiamo ragionare che come cittadini e come parte della società dobbia-

mo beneficiare di tutti gli interventi in tutti gli ambiti come tutti gli altri cittadini. Un secondo

tema della Convenzione è quello di come dobbiamo essere tutelati. La Convenzione dice che

il problema delle persone con disabilità è un problema di rispetto dei diritti umani e infatti,

la Convenzione è una legge mondiale sui diritti umani, legge mondiale che è stata ratificata

dall’Italia insieme ad altri 103 Paesi su 193 e che quindi deve essere applicata in Italia.

interviSta

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

108

Diritto umano cosa significa?

Si basa su due concetti. Il primo di uguaglianza di opportunità e il secondo di non discrimi-

nazione.

In Italia noi non abbiamo né l’uno né l’altro. Facciamo un esempio: in Italia la disoccupazione

nel mercato italiano è dell’11%, in realtà, le persone con disabilità sono pure loro disoccupa-

te, ma se andiamo a vedere il tasso di disoccupazione nel loro ambito, scopriamo che è del

76,6%. C’è qualcosa che non va…quelle persone evidentemente sono trattate dalla società

in modo diverso e non hanno le stesse opportunità degli altri e forse gli imprenditori che do-

vrebbero assumerle non le assumono e quindi, le discriminano. Allora vediamo come la Con-

venzione interviene in un campo molto reale. Il problema non è che io non posso lavorare,

il problemaè che qualcuno pensi che io non sia produttivo, che io sia un peso, che io debba

rimanere a casa… Qualche anno fa si diceva che le donne rimanevano a casa e facevano la

calzetta…per noi è ancora peggio: rimanere a casa e non fare nemmeno la calzetta. Quindi, il

tema è fortemente discriminatorio. La Convenzione è una legge mondiale che interviene per

tutelare i diritti di persone con disabilità nell’ambito del rispetto dei diritti umani. Significa che

la mia condizione non dipende dal mio muovermi con una sedia a rotelle, ma dipende da se

la società rispetta i diritti delle persone che si muovono sulla sedia a rotelle, da se l’ambiente

dove mi muovo è accessibile, da se la mia condizione di cittadino è rispettata e, nello stesso

tempo, da se tutti i servizi di sostegno che la società mette a disposizione di tutti gli altri

cittadini, siano disegnati sulla mia condizione. Allora è evidente che la mia disabilità è creata

dalla società. La società la crea perché si dimentica che io mi muovo sella sedia a rotelle.

Allora la Convenzione tutela questi diritti e dà in mano alle persone la possibilità di essere

loro stesse i protagonisti per chiedere alla società di rispettarli e, quindi, di arrivare davanti ai

Tribunali, alle sedi politiche, ecc. Un altro tema è quello dell’empowerment.

Che cosa si intende per empowerment?

Adesso, a livello mondiale, noi ragioniamo che le persone con disabilità sono impoverite: se

io incontro ostacoli e barriere tutti i giorni, se non esco di casa, se non posso andare a scuola,

se non posso lavorare…io sono impoverito. Per poter garantire a una persona di ritornare a

essere cittadino e quindi di poter utilizzare le opportunità che vivono tutti gli altri cittadini,

bisogna fare un processo di empowerment, cioè di rafforzamento di capacità e di sostegno

alla possibilità di dire la propria e quindi di avere un potere.

L’empowerment per il lavoro è fondamentale, se non fai un’attività di questo tipo, le persone

hanno difficoltà a diventare lavoratori. Altro tema importante è quello di capire come questi

elementi possono diventare pratiche. Nell’ambito del lavoro spesso si pensa che io debba

essere riabilitato, cioè debba recuperare quello che si è perso per poter andare a lavorare.

La Convenzione dice una cosa diversa…una volta che io sono stato stabilizzato e quindi il

processo di riabilitazione è finito, io lavoro…non mi posso muovere più di questo, devo essere

diSabilità: un concetto in evoluzione

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

109

abilitato, quindi i Servizi per l’Impiego dovrebbero abilitare le persone a poter svolgere le

attività appropriate con i sostegni giusti facendole andare a lavorare quindi nel luogo giusto

e nel posto giusto.

Cosa si intende esattamente per abilitazione?

L’abilitazione è esattamente proprio questo…i servizi per l’impiego devono abilitare le perso-

ne a conseguire il posto giusto e a essere formate e utilizzare le competenze delle persone

per poter lavorare a pieno regime con la stessa produttività degli altri e questo è possibile

perché non è più vero che io sono improduttivo perché se la società mi crea le condizioni, io

sono produttivo come gli altri. Un altro concetto importante che è in evoluzione, perché dice

la Convenzione che la disabilità è un concetto in evoluzione, è il tema di come io debba far

fronte alla società. Noi distinguiamo tre concetti. Il primo concetto è la parola inserimento.

Fino all’altro ieri qualcuno mi prendeva e mi inseriva dove voleva lui, quindi siamo stati inse-

riti nelle classi speciali, negli istituti, siamo rimasti a casa… Poi c’è stata un’evoluzione e si è

parlato di integrazione, intendendo per integrazione la possibilità di essere all’interno della

società solo che spesso, l’integrazione non cambiava le regole per cui, io, a esempio, arrivavo

in un posto e c’erano le scale, oppure aveva una condizione per cui non veniva modificato

l’ambiente e io mi ritrovavo ad avere una disabilità.

Cosa si intende esattamente per inclusione?

L’inclusione è il processo finale che chiede la Convenzione.

Inclusione significa essere parte di una comunità e avere la possibilità di cambiare le regole

e accettare anche le regole degli altri in modo che in questo equilibrio io sia cittadino pieno.

Il che significa non costruire più mettendo scale, non costruire più creando barriere ma

tenendo conto che ci sono persone che comunicano senza parlare, persone che si muovono

senza l’uso degli arti, scrivono senza l’uso degli occhi…ci sono una serie di elementi che de-

vono essere reinseriti, inclusi, nella società. Per questo noi diciamo che la Convenzione tende

soprattutto a riabilitare la società, a trattarci rispettando i nostri diritti umani, a includerci

come se fossimo cittadini come gli altri, non speciali, perché ognuno di noi non è speciale,

è la società che ci ha creati speciali trattandoci come speciali…in realtà abbiamo gli stessi

bisogni e gli stessi diritti di tutti. Tra i tanti diritti c’è la «chiappazza». Lo dico perché è un

tema fondamentale che spesso si perde di vista, ma le relazioni affettive, i collegamenti tra i

due sessi, la possibilità di trovare affetti non è un fatto di poco conto. Nella vita di ognuno le

relazioni affettive hanno giocato un ruolo fondamentale, l’amore ha significato una crescita

di consapevolezza. Noi diciamo acchiappazza, uso un termine napoletano perché sono napo-

letano, però questo termine gioca su tanti elementi: l’accettazione del corpo, la conoscenza

dell’altro intesa come confronto, scambio… Il tema sembra divertente… in realtà è un tema

fondamentale: una persona che ha una disabilità spesso non accetta il proprio corpo… come

superare questo? ... come non pensare a questo in termini negativi?

interviSta

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

110

Imparare qualche tecnica di acchiappazza può aiutare a superare questo che è un pregiudizio

che però non viene dalla società, o non solo dalla società, ma viene anche da noi stessi.

Quindi pensare di dare lavoro a qualcuno no significa solo io ti formo e ti mando a lavorare

ma significa anche tante altre cose che spesso hanno un ruolo fondamentale nella capacita-

zione e nell’abilitazione delle persone. Una recente ricerca dell’Organizzazione Mondiale della

sanità ha fatto emergere che nel mondo, su sette miliardi di persone, un miliardo ha una

disabilità, …è il 15% della popolazione. Dall’ultimo censimento di questo tipo, negli ultimi

venti anni è cresciuto del 50% il numero delle persone, il che significa che non è più una

nicchia…non sono pochi … se poi pensiamo che la disabilità ha a che fare con ognuno di noi…

nell’arco di una vita ogni essere umano vivrà una condizione di disabilità…l’importante è che

la società programmi per non creare disabilità.

In questo senso lo strumento migliore è l’universal design, la progettazione universale di

un servizio, di un edificio, di una macchina…che possano essere usati da tutti e, quindi, nel

momento in cui vengono progettati tenendo conto che ci sono gli alti e i bassi, i magri e i

grassi, quelli che vedono bene e quelli che vedono male, oppure quelli che comunicano con

la lingua dei segni o con il linguaggio labiale, quelli che si muovono grazie a un cane guida,

a un bastone bianco e le persone che rappresentano se stesse a cuore aperto, quelle che noi

chiamiamo la disabilità intellettiva, …quando una società fa questo, scopre che ha risolto una

gran parte dei problemi di tutti i cittadini sia perché sono bambini, o perché hanno avuto un

incidente, o perché sono pregnanti, aspettano un bambino o lo spingono su una carrozzina,

o sono anziani e vivono in condizione di disabilità. Progettare per tutti significa ridurre le

condizioni di disabilità e, quindi, garantire la qualità di vita di tutti.

diSabilità: un concetto in evoluzione

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

111

Nome e cognome

Giulio Cardone

Ruolo ricoperto all’interno dell’amministrazione

Responsabile del Servizio Affari Generali

Comune

Brienza

Tirocinante

P. L.

Titolo di studio del tirocinante

Diploma di Scuola media di I grado

Periodo tirocinio

dal 03/08/2012 al 02/08/2013

Settore all’interno del quale si è svolto il tirocinio

Area Tecnica Manutentiva

Può presentarci in breve la sua amministrazione comunale?

SINDACO: Distefano Donato

VICE SINDACO: Scelzo Angela

ASSESSORI: Pepe Antonio – Dimuro Rosanna – Sabbatella Antonio – Angela Scelzo

Quali sono le motivazioni che hanno portato a ospitare all’interno della sua am-

ministrazione uno dei partecipanti al progetto Match?

Il Comune di Brienza attraverso gli operatori del proprio Ufficio Sociale, dal 2002 a oggi ha

sempre implementato sul proprio territorio progetti di inclusione sociale attiva. Tali progetti

hanno visto la realizzazione d’azioni tese a sviluppare e migliorare le opportunità di inseri-

mento nel contesto sociale e occupazionale di giovani socialmente svantaggiati e disabili (in

particolare le azioni sono rivolte alla disabilità mentale) favorendone il recupero sul piano

formativo e promuovendo il superamento di stati individuali di disagio. Era ed è naturale la

partecipazione al protocollo Match ( progetto).

Sviluppare la SFera delle capacità relazionali Intervista a Giulio Cardone

Servizio Affari Generali - Comune di Brienza

interviSta

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

112

Trova positiva l’impostazione del progetto Match?

Sicuramente l’impostazione del progetto Match (che riprende in parte il protocollo della Fon-

dazione Don Gnocchi di Roma) è valida; l’ esperienza fatta in Val d’Agri però non ha soddi-

sfatto appieno le aspettative iniziali, in primis non c’è stato nessun raccordo con i locali servizi

sociali, durante tutto il periodo di tirocinio; nessuna informazione di ritorno sulle informazioni

relative alle persone con disabilità.

Qual è il suo giudizio complessivo riguardo alla work experience attivata presso

la sua amministrazione?

Giudizio positivo anche se ci si aspettava un processo reale di empowerment finalizzato

all’incontro tra domanda e offerta.

Chi ha seguito all’interno della sua amministrazione il tirocinante durante la work

experience?

Il Tutor.

Con quali modalità è stato accolto, monitorato e valutato il tirocinante?

Avremmo gradito maggiormente il coinvolgimento degli operatori dei servizi sociali, che co-

munque in virtù di precedenti esperienze di progetti inclusivi hanno accolto e monitorato il

beneficiario del progetto.

Come è stata percepito il tirocinante dagli eventuali altri dipendenti presenti nel

Comune?

Bene, il contesto ambientale ha garantito il buon esito della performances del beneficiario.

Nel gestire tale esperienza di tirocinio l’ attenzione si è focalizza maggiormente

sul trasferimento di competenze specifiche della vostra attività oppure anche sul-

la crescita della persona?

Obiettivo primario è stato quello di sviluppare la sfera delle capacità relazionali, attraverso

una metodologia ergoterapeutica, per promuovere l’autonomia di sé in relazione all’altro,

la sfera delle capacità operative e abilità pratiche anche nella programmazione del proprio

lavoro e sulla sfera delle conoscenze, intesa come comportamento adeguato al contesto:

regole del gruppo di lavoro, cura di sé ecc.

L’inserimento del tirocinante ha comportato qualche difficoltà? Se si, che tipo di

difficoltà e come sono state affrontate?

No.

Ritiene che siano stati raggiunti gli obiettivi formativi?

Se per obiettivi formativi s’intende l’autonomia di sè in relazione all’altro, l’acquisizione di

conoscenze e competenze, si; siamo invece fortemente preoccupati per il dopo, in partico-

lare per quello che in letteratura tecnica si chiama fase del rebound (ritorno alla situazione

precedente).

Il periodo di tirocinio è stato sufficiente per lo svolgimento dell’attività prevista

Sviluppare la SFera delle capacità relazionali

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

113

nel progetto formativo?

Si.

È soddisfatto dei risultati operativi raggiunti dal tirocinante?

Si.

Secondo lei quali sono stati gli effetti generati dalla work experience nel tiroci-

nante?

Indubbiamente ha avuto nel tirocinante degli effetti positivi specie dal punto di vista psichico.

Indubbia è l’efficacia della work experience per la formazione dei partecipanti ma

quale tipo di ricaduta ha comportato l’esperienza di tirocinio per l’amministrazio-

ne? di quale natura?

Nessuna ricaduta.

Quali sono stati gli elementi che hanno favorito o non favorito l’efficacia di tale

esperienza?

Mancanza di reale rete tra gli attori istituzionali.

Quale è stata la maggior lacuna da Lei riscontrata nell’organizzazione della work

experience?

Mancanza o quasi di conoscenze e competenze specifiche in merito al mondo della disabilitò

e dei soggetti svantaggiati.

E quale l’aspetto più positivo?

Il miglioramento dei rapporti interpersonali del tirocinante.

Qual è la caratteristica più positiva che ha riscontrato nel partecipante?

Serenità nell’organizzazione del lavoro e delle cose proprie in genere.

E la più negativa?

Nessuna in particolare.

Quali sono secondo lei i punti di forza di tale esperienza per l’amministrazione?

E per il tirocinante?

Sicuramente per l’amministrazione e per il personale impegnato (tutor) è stata una grossa

responsabilità assistere il tirocinante ma nello stesso tempo è stato uno stimolo importante

per la realizzazione di quegli obiettivi che ogni amministrazione pubblica dovrebbe persegui-

re nell’ambito del settore socio–assistenziale e Welfare.

Quali sono secondo lei i punti di debolezza di tale esperienza per l’amministrazio-

ne? E per il tirocinante?

Come già detto in precedenza sarebbe opportuno coinvolgere maggiormente i servizi sociali

comunali.

Ritiene che il tirocinante, al termine dell’esperienza, sia più pronto ad affrontare

le difficoltà del mondo esterno?

Assolutamente si.

interviSta

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

114

Potrebbe indicare quali sono, secondo lei, tre parole in grado di caratterizzare

tale esperienza?

Sicurezza, serenità e speranza.

Lei ritiene – in generale – che un’esperienza di tale tipo per i giovani possa rap-

presentare un’opportunità di crescita e avvicinamento al mondo del lavoro ?

Senza alcun dubbio.

C’è qualcosa che vorrebbe aggiungere per far comprendere meglio il suo giudizio

su questa esperienza?

Nessuna.

Sviluppare la SFera delle capacità relazionali

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

115

Nome e cognome

Ida Leone

Ruolo ricoperto all’interno dell’azienda

Direttore

Azienda

ASSOIL SCHOOL – Advanced Skills for Services in Oil and Gas Industry School

Settore

Formazione Professionale per addetti al settore energetico–minerario

Comune

Viggiano (PZ)

Tirocinante

G. J.

Titolo di studio del tirocinante

Laurea

Periodo tirocinio

dal 02/02/2012 al 01/08/2012

Presentazione di ASSOIL SCHOOL

ASSOIL School (Advanced Skills for Service in Oil and Gas Industry School) è un’associazione

nata nel gennaio 2011, con il coinvolgimento del Settore Beni e Servizi di Assomineraria e

15 Imprese sue associate.

L’Associazione «ASSOIL School» è apolitica e non ha finalità di lucro. Essa ha il fine fon-

damentale di promuovere la formazione e la riqualifica¬zione professionale delle risorse

umane, occupate o potenziali, nei settori dell’industria e del commercio operanti nell’ambi-

to dell’energia, compreso l’indotto para–petrolifero, attraverso l’organizzazione di percorsi

post–diploma e post–laurea nelle discipline tecniche e scientifiche inerenti la gestione e la

manutenzione delle attività cui sono dedite le imprese dei predetti settori.

L’Associazione «Assoil School» può altresì svolgere programmi di ricerca scientifica, di inno-

vazione tecnologica, di sperimentazione tecnica. All’Associazione fa capo un Centro Didattico,

un’occaSione di creScita anche per l’azienda Intervista a Ida Leone

Direttore ASSOIL SCHOOL

interviSta

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

116

ubicato a Viggiano (PZ), di fronte al più imponente centro oli onshore d’Europa, con la finalità

di promuovere e gestire corsi di formazione tecnico–professionale per risorse umane di in-

teresse dei Soci Fondatori e di altre realtà imprenditoriali operanti nell’upstream Oil&Gas in

Italia e all’estero. Oltre a costituire un polo di riferimento dei Contrattisti per la qualificazione

e/o riqualificazione di risorse umane necessarie per lo sviluppo del settore Oil&Gas nella

Regione Basilicata, ASSOIL School si è posta in modo complementare ai sistemi formativi

(Istituti scolastici e Università) esistenti nel territorio, interagendo con loro e integrandone

le capacità di risposta alle esigenze del mercato del lavoro, non soltanto locale ma anche

nazionale e internazionale. A questo scopo il Centro ha ampliato il proprio intervento per

offrire percorsi formativi specialistici negli ambiti di: Progettazione, C ostruzione, Gestione e

Manutenzione degli impianti, oltre che di Salute, Sicurezza e Ambiente.

L’esperienza di tirocinio

La scuola è venuta a conoscenza del progetto Match attraverso la Provincia di Potenza e il

Centro per l’Impiego di Villa d’Agri. All’epoca del Progetto Match, Assoil School era stata co-

stituita da pochi mesi e l’dea di ospitare una giovane risorsa, per di più qualificata, ci è sem-

brata una buona opportunità per conoscere e sperimentare una professionalità che avrebbe

potuto crescere insieme alla nostra neonata attività. Alla luce dell’esperienza fatta mi sento di

condividere con soddisfazione l’impostazione del progetto che offre all’azienda l’opportunità

di conoscere e sperimentare la capacità del candidato e al tirocinante una concreta possibilità

di entrare in contatto con il mondo del lavoro e, insieme, di crescita professionale. Assoil

si occupa di formazione tecnico–professionale nello specifico settore dell’Oil and Gas ed ha

costante rapporti con le aziende che nello stesso settore operano, non soltanto in Basilicata

ma in Italia e all’estero. I rapporti con le aziende sono dunque costanti e sostenuti proprio

dal convincimento reciproco che la formazione costituisce un elemento fondamentale che dà

valore aggiunto all’azienda.

Durante i 6 mesi di tirocinio, il partecipante è stato seguito in maniera più costante dall’allora

Responsabile Amministrativo in qualità di Tutor, ma per alcune attività e direttive anche dalla

sottoscritta.

L’arrivo di una nuova risorsa presso la Scuola è stata salutata fin da subito con grande entu-

siasmo e grandi aspettative. Come detto, l’esperienza aziendale era ancora in fase di startup:

le attività prevalenti erano di ricognizione delle opportunità, analisi dei fabbisogni locali,

attività progettazione e offerta di formazione alle aziende operanti nell’indotto industriale

dell’ENI a Viggiano. Il tutto con un organico assai ridotto, cosa che ha sicuramente facilitato

l’inserimento del tirocinante, in virtù di rapporti brevi e diretti.

Il coinvolgimento del tirocinante è stato progressivo ma rapido; lo si è reso partecipe della

mission della Scuola, dei rapporti con gli interlocutori e dei beneficiari delle attività. Credo di

poter sostenere che nella gestione dell’esperienza di tirocinio il trasferimento di competenze

un’occaSione di creScita anche per l’azienda

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

117

specifiche, legate alla tipologia di servizi erogati dalla scuola, abbia proceduto di pari passo

con la crescita professionale della persona, le cui precedenti esperienze di lavoro erano ab-

bastanza varie e comunque distanti dal nostro peculiare ambito di azione. Il tirocinante ha

dimostrato fin da subito un atteggiamento interessato e disponibile, il che ha reso possibile

il raggiungimento degli obiettivi formativi previsti dal progetto con un buon grado di soddi-

sfazione da parte dell’azienda. Il periodo di work experience è coinciso con periodo di felice

congiuntura per la Scuola che ha cominciato a raccogliere i primi positivi risultati sugli inve-

stimenti progettuali fatti, avviandosi verso una progressiva crescita. Situazione questa che

ha generato effetti positivi sull’azienda e che si sono inevitabilmente riflessi su tutti quanti

hanno partecipato a questo processo: dipendenti, collaboratori e anche il tirocinante stes-

so. Il lavoro di squadra ha portato la Scuola a muovere i primi passi nella giusta direzione,

ciascuno si è sentito partecipe di questo percorso attraverso il proprio contributo personale

e professionale con indubbie ricadute in termini di stimolo e motivazione. La presenza di un

tirocinante in azienda, in un momento di complessivo investimento come quello appena de-

scritto, ha rappresentato un’occasione di crescita anche per l’azienda stessa. In particolare,

il fatto di dover rappresentare ed esplicitare a una risorsa nuova ed estranea allo specifico

ambito di attività gli obiettivi e i processi lavorativi, ha contribuito senz’altro a renderli più

chiari a tutti gli attori oltre a creare un clima di coinvolgimento e di partecipazione.

Il rapporto con il tirocinante, come detto, è stato complessivamente positivo e di reciproco

scambio. Il contributo più positivo è stata la sua competenza in campo informatico, cosa in

cui eravamo un po’ carenti. Al contrario, le lacune in campo linguistico e la scarsa conoscenza

della lingua Inglese hanno rappresentato un elemento di debolezza per il tirocinante. A ogni

modo, questi elementi non hanno influito negativamente sulla valutazione della risorsa for-

mata, tanto che al termine della work experience Assoil ha deciso di assumere il tirocinante

(Assunzione a tempo indeterminato – CCNL applicato: Formazione Professionale – V livello).

L’assunzione è stata effettuata sulla base della complessiva valutazione del lavoro svolto in-

sieme e ancor più per il potenziale individuato. Il livello di inquadramento in ingresso è stato

adeguato al titolo di studio (laurea) del tirocinante sebbene, almeno da principio, le funzioni

fossero ancora abbastanza generiche, in attesa che consolidasse la necessaria esperienza

per gestire in autonomia responsabilità di carattere amministrativo. Il rapporto di lavoro si

è protratto per circa 16 mesi (da settembre 2012 a gennaio 2014), periodo durante il quale

la risorsa ha avuto l’opportunità di crescere ulteriormente in azienda, al punto che, resasi

vacante la posizione, dal gennaio 2013 gli è stata affidata la funzione di responsabile ammi-

nistrativo. Purtroppo, a distanza di un anno, per esigenze interne di riduzione delle spese di

gestione, l’azienda si è trovata costretta a licenziare la risorsa e a esternalizzare il servizio

di amministrazione affidandolo a uno studio di consulenza (con costi assai più contenuti).

interviSta

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

118

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

119

Nome e cognome

Antonella Amelina

Ruolo ricoperto all’interno dell’azienda

Azionista della società

Azienda

Prima Systema srl

Settore

Servizi alle imprese

Comune

Sarconi

Tirocinante

C. G.

Titolo di studio del tirocinante

Diploma di geometra

Periodo tirocinio

dal mese di aprile 2012 a settembre 2012

Può presentarci in breve la sua azienda?

La nostra azienda si occupa di servizi alle imprese, quali corsi di formazione, sicurezza sul

lavoro, lavoriamo in edilizia, e lavori sulle costruzioni , sia per ristrutturazioni che per nuove

costruzioni.

Come è venuto a conoscenza del progetto Match?

Da una richiesta casuale all’Ufficio di Villa d’Agri dell’ Agenzia per l’impiego… se c’erano op-

portunità per nuove assunzioni

Precedentemente aveva ospitato altri tirocinanti?

Per diversi anni , quando da architetto avevo lo studio tecnico professionale, ho attivato

molti Piani di inserimento professionale, inserendo nel mondo del lavoro diversi giovani, di

cui alcuni hanno continuato con successo il lavoro di geometra, inserendosi presso imprese

note della zona, quali elementi preparati e di fiducia degli imprenditori.

un’opportunità per rompere il ghiaccio e metterSi in gioco Intervista a Antonella Amelina

Azionista Prima Systema srl

interviSta

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

120

Quali sono le motivazioni che hanno portato a ospitare all’interno della sua azien-

da uno dei partecipanti al progetto Match?

L’esigenza di inserire una nuova unità lavorativa per lo svolgimento di compiti di segreteria

organizzativa e di contatti all’esterno, avendo la possibilità di cambiare la sede e averne una

più idonea a ricevere.

Trova positiva l’ impostazione del progetto Match?

Certamente è una opportunità interessante, sia per le imprese che per i tirocinanti.

Attualmente quali sono secondo lei i rapporti tra il mondo imprenditoriale e il

mondo della formazione?

A parer mio, non vi è una sinergia ottimale, poiché la formazione tratta sempre molte ore di

teoria e poche di stage pratico, invece anche i corsi per la formazione del personale dovreb-

bero essere progettati dai titolare delle aziende, piuttosto che dagli esperti in formazione e

invertire i rapporti delle ore tra teoria e pratica.

Qual è il suo giudizio complessivo riguardo alla work experience attivata presso

la sua azienda?

Positivo, tanto che si è trasformato in assunzione .

Chi ha seguito all’interno della sua azienda il tirocinante durante la work expe-

rience?

L’amministratore della società, l’arch. Gennaro Petillo e io.

Con quali modalità è stato accolto, monitorato e valutato il tirocinante?

Con le modalità che in genere si adottano per tutti i dipendenti: per prima cosa, il comporta-

mento e la buona educazione, poi la puntualità, la serietà e l’impegno profuso per lo svolgi-

mento dei compiti assegnatigli, con valutazioni e verifiche sull’apprendimento dei concetti e

sulla capacità operativa e organizzativa.

Come è stata percepito il tirocinante dagli eventuali altri dipendenti presenti in

azienda?

Bene, ha avuto un buon inserimento, senza interferenza alcuna di altro dipendente nello

svolgimento dei compiti assegnatigli.

Nel gestire tale esperienza di tirocinio l’ attenzione si è focalizza maggiormente

sul trasferimento di competenze specifiche della vostra attività oppure anche sul-

la crescita della persona?

Su entrambe le sfere, in quanto è certamente di fondamentale importanza la fase di crescita

personale soprattutto per acquisire quella sicurezza che è necessaria per affrontare il mondo

del lavoro e le relazioni con l’esterno, a questa fase si aggiunge in parallelo l’acquisizione di

nozioni e di competenze specifiche.

L’inserimento in azienda del tirocinante ha comportato qualche difficoltà ? Se si,

che tipo di difficoltà e come sono state affrontate?

un’opportunità per rompere il ghiaccio e metterSi in gioco

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

121

I primi tempi si è registrata una fase di conoscenza che era prevedibile per tutti, trattandosi

anche di una persona che doveva nuovamente reinserirsi nel mondo del lavoro e che non si

conosceva prima, si è dato il tempo giusto prima per conoscersi, poi per comprendere il tipo

di lavoro e le mansioni da svolgere.

Ritiene che siano stati raggiunti gli obiettivi formativi?

Sicuramente

Il periodo di tirocinio è stato sufficiente per lo svolgimento dell’attività prevista

nel progetto formativo?

Interagendo con una persona che aveva la necessità di reinserirsi perché ormai erano anni

che non lavorava, e operando in un contesto di economia lenta e con il periodo di crisi che

stiamo attraversando, sarebbe stato più positivo e vantaggioso se il tirocinio fosse stato un

po’ più lungo e avesse dato più tempo utile per il corretto inserimento, per esempio se avesse

avuto la durata di 12 mesi.

È soddisfatto dei risultati operativi raggiunti dal tirocinante?

Si

Secondo lei quali sono stati gli effetti generati dalla work experience nel tiroci-

nante?

Ha generato la fiducia in se stessa e la consapevolezza di poter essere utile, con le proprie

capacità e il proprio bagaglio di conoscenze acquisito durante la work experience.

Indubbia è l’efficacia della work experience per la formazione dei partecipanti

ma quale tipo di ricaduta ha comportato l’esperienza di tirocinio per l’azienda?

di quale natura?

Ha comportato la continua attenzione al tirocinante alle sue esigenze, alle sue fasi di crescita

e di apprendimento, dedicando tempo e insegnamento.

Quali sono stati gli elementi che hanno favorito o non favorito l’efficacia di tale

esperienza?

Il buon esito della formazione in tale periodo di apprendistato e l’interesse reale dell’ appren-

dista a voler continuare il percorso e iniziare la fase lavorativa.

Quale è stata la maggior lacuna da Lei riscontrata nell’organizzazione della work

experience?

Sarebbe certamente interessante una fase valutativa a più soggetti, in modo che, sia per

l’azienda che per i tirocinanti ci sia la possibilità, attraverso una rotazione e una fase di cono-

scenze diverse, di valutare più opportunità lavorative e più soggetti interessati, poi la durata,

perché va differenziata la casistica, se la persona già conosce l’ambiente, le persone e il tipo

di attività lavorativa, da chi si incontra per la prima volta .

E quale l’aspetto più positivo?

L’opportunità che ha il tirocinante di ricevere un bonus formativo interessante e stimolante,

interviSta

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

122

che rappresenta una opportunità reale di inserimento

Quale è la caratteristica più positiva che ha riscontrato nel partecipante?

L’interesse e la volontà di portare avanti l’esperienza formativa

E la più negativa?

La timidezza.

Quali sono secondo lei i punti di forza di tale esperienza per l’azienda? E per il

tirocinante?

Sono appunto questa reale opportunità data a entrambi, di conoscersi e di valutare la possi-

bilità di iniziare un rapporto lavorativo, in quanto sostenuto economicamente.

Quali sono secondo lei i punti di debolezza di tale esperienza per l’azienda? E per

il tirocinante?

Che andrebbe effettuata una valutazione puntuale, caso per caso, se far durare di più il

periodo formativo, se necessario.

Ritiene che il tirocinante sia preparato all’inserimento nel mondo del lavoro?

Si, anche se un saggio dice che « nella vita non si finisce mai di imparare»

Potrebbe indicare quali sono, secondo lei, tre parole in grado di caratterizzare

tale esperienza?

Amicizia, pazienza, conoscenza.

Quale messaggio e cosa può trasmettere a un ragazzo che viene a frequentare il

tirocinio presso la sua azienda un imprenditore come lei?

Che la vita è dura, la società è scettica, la gente è esigente, la crisi si tocca con mano e che

per riuscire a essere produttivi, nel mondo del lavoro, è necessario impegnarsi molto, e sem-

pre senza sottrarsi ad adempimenti che la situazione contingente richiede a ciascuno di noi,

e che il dipendente deve sempre immaginare di operare come se fosse il titolare dell’azienda,

con lo stesso impegno.

Lei ritiene – in generale – che per il futuro inserimento nel mondo del lavoro

un’esperienza di tale tipo per i giovani possa costituire un’opportunità maggiore

o un titolo preferenziale?

Un’opportunità maggiore e valida per rompere il ghiaccio e mettersi in gioco, senza riserve .

In futuro all’interno della sua azienda ripeterebbe tale esperienza? E perché?

Certo, perché è sempre importante avere la possibilità di conoscere persone nuove e rappor-

tarsi in maniera propositiva .

Al termine della work experience ha deciso di assumere il tirocinante? Se sì quali

sono state le motivazioni?

Abbiamo assunto la tirocinante perché aveva dimostrato impegno, capacità e correttezza

comportamentale .

Se ha assunto il tirocinante, a distanza di tempo si ritiene soddisfatto della deci-

un’opportunità per rompere il ghiaccio e metterSi in gioco

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

123

sione presa?

Si, è sta un’esperienza positiva. C’è qualcosa che vorrebbe aggiungere per far

comprendere meglio il suo giudizio su questa esperienza?

Secondo me dovrebbero farla tutti, perché è utile dedicarsi a qualcuno per formarlo e per

aiutarlo a crescere, aiuta anche te che lo fai.

interviSta

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

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Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

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Nome e Cognome

Lorenzo Carmelo Pavese

Età

36

Titolo di studio

Laurea in Scienze Geologiche

Comune

Laurenzana

Tipologia

Azienda Agricola E Zootecnica

Avvio attività

05/11/2012

Come è entrato in contatto con il Progetto Match e quali erano le sua aspettative

in merito?

Sono venuto a conoscenza del progetto MACTH su internet e successivamente sono stato

contattato dal centro dell’impiego di Laurenzana, in particolar modo dalla sig.ra Rinaldi; le

mie aspettative erano molto chiare e mirate a un approfondimento delle conoscenze che già

avevo in materia di zootecnia.

Mi racconta la sua esperienza all’interno di questo progetto? Come lo ha vissu-

to?…. quali sono state le difficoltà e le soddisfazioni vissute?... Può farmi alcuni

esempi per far comprendere meglio le situazioni affrontate?

È stata un’esperienza partita in «bianco» , in tutti i sensi. Mi spiego meglio… dal primo feb-

braio 2012 fino al venti, il comune di Laurenzana, come la maggior parte della regione, fu

colpita da una nevicata eccezionale. L’azienda nella quale ho effettuato il tirocinio è’ situata

a 1200 metri s.l.m. e in quei giorni la coltre bianca raggiunse il metro e mezzo... mi sono

trovato immediatamente ad affrontare le difficoltà più terribili che questo mestiere comporta.

Passata l’emergenza il tirocinio è proseguito in maniera lineare anche grazie alla simpatia

e umanità del sig. Falotico, titolare dell’azienda ospitante… ho appreso immediatamente le

un’eSperienza partita in “bianco” Intervista a Lorenzo Carmelo Pavese

Beneficiario Match

interviSta

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

126

metodologie della trasformazione del latte ovi– caprino e dell’allevamento di questa specie

animale.

Quanto è stata interessante questa esperienza e perché?

È stata molto interessante proprio perché ha arricchito e completato le conoscenze in mate-

ria di zootecnia, conoscenze apprese da mio padre, anche lui allevatore anche se di bovini…

Quanto è stata impegnativa questa esperienza e perché?

Sapendo a cosa andavo incontro ed essendo già abituato alle relative difficolta’… tutto som-

mato è andata molto bene, meno impegnativa del previsto.

Quanto è stata utile questa esperienza e perché?

Ha completato le mie conoscenze in materia.

Cosa ha imparato da questa esperienza?

Ho appreso la lavorazione del latte ovi– caprino e l’allevamento di queste specie animali

Provi a individuare 3 parole con cui rappresentare questa esperienza.

SERIETA’, ELASTICITA’ MENTALE (ad affrontare gli imprevisti e a lavorare anche più delle

cinque ore giornaliere), AMORE PER GLI ANIMALI.

Potrebbe indicare gli elementi più positivi dell’esperienza nel suo complesso?

Uno su tutti…la concretezza!

Potrebbe indicare alcuni degli elementi negativi dell’esperienza nel suo comples-

so?

Personalmente ho usufruito dei quindicimila euro per avviare l’attività perché l’ho ereditata

da mio padre, e gli stessi sono stati!!!! Non mi meraviglia che tra i sessanta partecipanti sono

stato l’unico a intraprendere questa strada in quanto, in questo periodo, 15.000,00 euro non

ti garantiscono quella sicurezza «imprenditoriale».

Le sarebbe piaciuto approfondire qualcosa di più su cosa e perché?

Assolutamente no.

Qual è stata la cosa più difficile e perché?

Arrivare in azienda con un metro e mezzo di neve.

Qual è stata la cosa più noiosa?

Le firme sul registro…

Perché ha deciso di avviare un’attività imprenditoriale? Qual è stata la principale

motivazione?

Avendo già un’azienda di famiglia sentivo il diritto e il dovere di continuare.

In che settore ha avviato la sua azienda?

Allevamento bovino e in seguito al tirocinio anche quello ovi–caprino.

Di cosa si occupa l’azienda che ha avviato?

Allevamento bestiame soprattutto da carne.

In che modo è stato sostenuto in questa sua scelta?

un’eSperienza partita in “bianco”

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

127

Moralmente da i miei familiari e materialmente anche da fondi regionali.

Può descrivere le principali tappe che ha dovuto affrontare per avviare l’attività

imprenditoriale?

Innanzitutto l’ iscrizione alla Camera di Commercio con l’apertura della partita iva, poi l’ac-

quisto di un nuovo trattore e la riorganizzazione dell’azienda.

Quali difficoltà ha dovuto affrontare?

Nessuna anche perché già sapevo la realtà alla quale andavo incontro.

L’avvio di questa attività imprenditoriale in che modo ha risposto alle sue aspet-

tative iniziali?

Come prevedevo… bisogna fare tanti sacrificio soprattutto per il periodo storico– politico che

stiamo vivendo.

Fra tutte le attività che attualmente la vedono impegnata in azienda, quali ritiene

di maggiore interesse e quali di svolgere con maggiori risultati positivi?

L’ allevamento dei bovini da carne.

Può descrivere un’occasione in cui si è trovato in difficoltà?

non sono uno che si lamenta e sinceramente non ne ho trovate.

Può descrivere un’occasione in cui si è sentito veramente soddisfatto?

Il parto gemellare di una vacca… sono riuscito a salvare sia i vitelli che la madre….senza

l’aiuto del veterinario!

Come ha reagito l’ambiente circostante a questa sua scelta imprenditoriale?

Era scontato che facessi questa scelta … quindi nessuna reazione.

Per avviare questa attività imprenditoriale le sono state utili le conoscenze e le

competenze che aveva acquisito in precedenti esperienze lavorative, scolastiche

o formative e quali conoscenze e competenze tecniche nuove ha dovuto appren-

dere?

Assolutamente si… l’esperienza maturata negli anni trascorsi ad aiutare mio padre.

Le attività svolte per l’avvio dell’attività imprenditoriale le hanno fatto scoprire capacità e

«talenti» che non pensava di avere? In che cosa ho dimostrato di essere particolarmente

«bravo»? Sono particolarmente bravo come «ostetrico»!

Come vive l’attuale esperienza imprenditoriale?

Benissimo… amo gli animali, la natura e sono molto sereno.

Quali sono le eventuali paure e speranze rispetto a questa sua attività?

Sono ottimista per natura… non bisogna mai aver paura.

Durante questa esperienza, qual è l’insegnamento principale che ritiene di avere

appreso?

Avere pazienza, tanta pazienza.

La partecipazione al Progetto Match in che modo ha modificato e quali effetti ha

interviSta

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

128

avuto sui suoi progetti futuri?

Non ha modificato nulla… mi ha solo aiutato ad accelerare il passaggio da padre in figlio

dell’attività familiare.

Consiglierebbe a un suo amico la possibilità di partecipare a una esperienza si-

mile? Perché?

Non consiglio nulla perché penso che ognuno sappia cosa fare del proprio futuro!!

un’eSperienza partita in “bianco”

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

129

Azioni dirette

Si intendono i servizi offerti al target di progetto, anche con carattere di ripetibilità.

Azioni trasversali

Si intendono le attività realizzate durante tutto il periodo di interesse della linea di intervento.

Barriera

Fattori che mediante la loro assenza o presenza, migliorano il funzionamento e riducono la

disabilità.

Blowing the whistle

Avvio al lavoro (in attività di inserimento lavorativo coronato da successo)

Capacità

Possibilità del soggetto di svolgere determinati compiti in un ambiente neutro.

Centralità delle persona

Capacità di costruire processi che abbiano al centro le persone, il loro essere e il loro esserci.

Challenge

Fase relativa ai percorsi di inserimento lavorativo attraverso gli strumenti sostenuti formativi

e di inserimento previsti dalla linea di servizio.

Changing Room

Fase relativa alla formazione di operatori e formatori

Coaching

Fase relativa all’ assistenza specialistica personalizzata

Colloquio individuale

Intervista semi– strutturata nel corso della quale vengono rilevate alcune competenze tra-

sversali, quali capacità e stile comunicativo, motivazione al lavoro, costanza nell’esecuzione

di compiti, etc… Inoltre vengono osservati da parte dell’operatore alcuni indicatori fisici come

prensilità e in generale uso delle mani e/o deambulazione, affaticabilità, possibilità di soste-

nere carichi e pesi, etc…I risultati del colloquio individuale vengono inseriti nel sistema e

vanno a costituire la banca dati utenti.

Disabilità

le parole del progetto match Franca Coppola

Responsabile Qualità Apof-il

generale

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

130

La disabilità è una difficoltà nel funzionamento a livello fisico, personale o sociale, in uno

o più dei domini principali di vita, che una persona con una condizione di salute trova

nell’interazione con i fattori contestuali. Si riferisce a qualsiasi restrizione o carenza della

capacità di svolgere un’attività nel modo o nei limiti ritenuti normali per un essere umano.

È conseguenza della menomazione. Questi scostamenti per eccesso o per difetto possono

essere temporanei o permanenti, reversibili o irreversibili, progressivi o regressivi. Possono

essere conseguenza diretta di una menomazione, oppure configurarsi come una reazione, a

esempio psicologica.

Economia sociale

È il termine utilizzato per indicare l’integrazione tra i risultati economici conseguiti da una

impresa/organizzazione con obiettivi socialmente rilevanti. (sinonimi: economia solidale,

economia civile, società civile, privato sociale)

Empowerment

Potenziamento delle capacitazioni del beneficiario quale strumento/metodologia principale

sulla quale incentrare ogni ipotesi di lotta alla povertà (economica, ma anche sociale, di

relazioni, di opportunità, di scolarizzazione, ecc.).

Facilitatore

Fattore che mediante la sua assenza o presenza,migliora il funzionamento e riduce la disa-

bilità.

Fattori ambientali

Gli atteggiamenti e l’ambiente fisico e sociale in cui le persone vivono e conducono la loro

esistenza. I fattori ambientali includono l’ambiente fisico e le sue caratteristiche, quello cre-

ato dall’uomo, altre persone, atteggiamenti e valori, sistemi sociali e servizi, politiche regole

e leggi.

Fattori contestuali

L’intero background della vita e delle condizione esistenziale di un individuo. Includono i

fattori ambientali e i fattori personali che hanno un impatto sull’individuo con una condizione

di salute.

Fattori personali

Fattori relativi a sesso, età, classe sociale, esperienze di vita ecc…

Goal

Identificazione degli obiettivi personali – Formazione e orientamento.

Governance

Reale e efficace cooperazione interistituzionale, sia verticale che orizzontale.

Gruppo di Pilotaggio del P.O.V.

Composto da referenti tecnici delle amministrazioni coinvolte scelti fra i responsabili di ufficio,

unità operative, agenzie, ecc., delle diverse amministrazioni.

le parole del progetto match

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

131

Handicap

Nella definizione dell’OMS ci si riferisce a esso come a un fenomeno prevalentemente sociale.

L’handicap rappresenta tutto ciò che la persona non può fare a causa della sua disabilità;

per esempio, una disabilità motoria conseguenza di un’alterazione neurologica limita l’auto-

nomia sociale di una persona; ciò che «…limita o impedisce la possibilità di ricoprire il ruolo

normalmente proprio a una persona in relazione all’età, al sesso e ai fattori socioculturali.»

(ICIDH 1980).

ICF

(International Classification of Functioning, Health and Disability)

• Un modello concettuale che concepisce il funzionamento e la disabilità in relazione con

l’ambiente di vita della persona interessata e fornisce modalità per descrivere l’impatto dei

fattori ambientali, in termini di facilitatori o di barriere, rispetto alle attività e alla partecipa-

zione di quella persona che ha una determinata «condizione di salute».

• Una descrizione delle diverse componenti del funzionamento nelle diverse età della vita

del soggetto.

• Una classificazione con struttura gerarchica con più livelli di codifica e indicatori di compro-

missione per ciascun aspetto compromesso.

Indagine sull’utenza

Viene realizzata attraverso la somministrazione di una batteria testologica in gruppo e un

colloquio individuale.

Interventi di Sistema

Interventi realizzati a monte dei problemi di esclusione, immaginando e sperimentando as-

setti istituzionali capaci di agire sul piano della prevenzione dei fenomeni di esclusione stessa,

Intervista alle aziende

La procedura Match prevede interviste in profondità alle aziende che mettono a disposizione

posizioni lavorative finalizzate a:

• Verificare la reale disponibilità dell’azienda a inserire personale disabile;

• Verificare il grado di «realismo» della mansione richiesta dall’azienda (molte aziende chie-

dono profili professionali molto alti e difficili da reperire nell’universo tipo dell’utenza);

• Verificare il tempo di validità di ciascuna mansione e le concomitanze con eventuali obblighi

68/99;

• Descrivere con modalità approfondita e «mediata» la mansione/i messe a disposizione per

l’inserimento lavorativo;

• Verificare la presenza o meno di barriere architettoniche e la raggiungibilità/agibilità della

sede/i lavorativa.

Kick– off

Fase di pianificazione esecutiva e analisi di contesto

generale

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

132

Lavoratore disabile

Chiunque sia riconosciuto disabile ai sensi dell’ordinamento nazionale o caratterizzato da

impedimenti accertati che dipendono da un handicap fisico, mentale o psichico.

Lavoratore molto svantaggiato

Lavoratore senza lavoro da almeno 24 mesi;

Lavoratore svantaggiato

Chiunque rientri in una delle seguenti categorie:

• chi non ha un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi;

• chi non possiede un diploma di scuola media superiore o professionale (ISCED 3);

• lavoratori che hanno superato i 50 anni di età;

• adulti che vivono soli con una o più persone a carico;

• lavoratori occupati in professioni o settori caratterizzati da un tasso di disparità uomo–

donna che supera almeno del 25 % la disparità media uomo– donna in tutti i settori

economici dello Stato membro interessato se il lavoratore interessato appartiene al genere

sottorappresentato;

• membri di una minoranza nazionale all’interno di uno Stato membro che hanno necessità

di consolidare le proprie esperienze in termini di conoscenze linguistiche, di formazione

professionale o di lavoro, per migliorare le prospettive di accesso a un’occupazione stabile.

Management

Fase di coordinamento, monitoraggio e valutazione.

Match

Metafora sportiva (MATCH) che combina la metodologia di lavoro (il matching tra bisogni e

risposta di sistema, per esemplificare fra domanda e offerta di lavoro a favore di persone a

rischio di esclusione) con una idea sfidante, competitiva e allo stesso tempo solidale per chi

prende parte al progetto (sia destinatari che operatori, imprenditori, etc.).

Matching

Fase di incrocio domanda / offerta su sistema informativo.

Menomazione

Si riferisce a perdite o anormalità che possono essere transitorie, permanenti e comprendere

l’esistenza o l’evenienza di anomalie a carico di arti, organi, tessuti o altre strutture del corpo,

comprese le funzioni mentali. Rappresenta l’esteriorizzazione di uno stato patologico e, in

generale, si riferisce a disturbi a livello d’organo.

Multidimensionalità

La logica inclusiva richiede a ogni sistema di fare leva su più dimensioni, quella del sostegno,

quella dell’inserimento lavorativo, quella della risoluzione di specifiche problematiche, quella

dell’accesso ai servizi, alla cultura, alla socialità, alla casa, ecc.

Partecipazione

le parole del progetto match

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

133

La partecipazione viene definita come il «coinvolgimento in una situazione di vita» di una

persona e rappresenta la prospettiva sociale del funzionamento.

Pattern

Fase della standardizzazione del modello e disseminazione dei risultati.

Personalizzazione

Capacità di erogare servizi flessibili e orientati al fabbisogno dell’individuo, alle sue possibili-

tà, ai suoi gap, alle sue aspirazioni, ecc.

Persona svantaggiata

Ai sensi della legge 381/91 che così recita: «Nelle cooperative che svolgono le attività agri-

cole, industriali, commerciali o di servizi finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svan-

taggiate si considerano persone svantaggiate gli invalidi fisici, psichici e sensoriali, gli ex

degenti di istituti psichiatrici, i soggetti in trattamento psichiatrico, i tossicodipendenti, gli

alcolisti, i minori in età lavorativa in situazioni di difficoltà familiare, i condannati ammessi alle

misure alternative alla detenzione previste dagli articoli 47, 47– bis, 47– ter e 48 della legge

26 luglio 1975, n. 354, come modificati dalla legge 10 ottobre 1986, n. 663. Si considerano

inoltre persone svantaggiate i soggetti indicati con decreto del Presidente del Consiglio dei

Ministri, su proposta del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Mi-

nistro della sanità, con il Ministro dell’interno e con il Ministro per gli affari sociali, sentita la

commissione centrale per le cooperative istituita dall’articolo 18 del citato decreto legislativo

del Capo provvisorio dello Stato 14 dicembre 1947, n. 1577, e successive modificazioni.»

Performance

La capacità del soggetto di svolgere quei compiti in un contesto concreto che lo può aiutare

(mediante facilitatori) o ostacolare (opponendo barriere).

Premio Fair play

Fase della responsabilità sociale delle imprese.

Presa in carico

(riferita all’utenza) Azione che prende atto del fatto che i servizi di inclusione devono essere

intesi come luoghi nei quali tutte le domande (bisogni) della persona possono e debbono

essere accolti.

Promotion

Fase della comunicazione istituzionale e partenariato.

Qualificatori

Indicano l’estensione dello stato di salute, cioè la gravità del problema. Definiscono e de-

scrivono su scala ordinale il grado di compromissione di una funzione/struttura corporea o

il grado di difficoltà che una persona incontra nello svolgere attività o a partecipare alla vita

sociale.

Responsabilità sociale d’impresa

generale

134

(o Corporate Social Responsibility, CSR) si intende l’integrazione di preoccupazioni di natura

etica all’interno della visione strategica d’impresa: è una manifestazione della volontà delle

grandi, piccole e medie imprese di gestire efficacemente le problematiche d’impatto sociale

ed etico al loro interno e nelle zone di attività.

Rete di servizi

Corollario della Presa in Carico. Infatti se un servizio deve essere in grado di accogliere tutte

le domande del soggetto, non può naturalmente essere in grado di fornire tutte le risposte.

Ne consegue che l’insieme delle risposte può essere fornito da una «rete» di servizi inte-

ragenti in grado così di articolare una complessità di intervento capace di fronteggiare la

complessità della domanda posta dall’utente.

Salute

Non è solo l’assenza di malattia, ma può essere sintetizzata come uno stato dell’intera per-

sona, pertanto è benessere strettamente legato al funzionamento umano a tutti i livelli:

biologico, psicologico e sociale

Sessione testologica

Somministrazione di una batteria di test finalizzata a rilevare il livello di efficienza intellettiva

attraverso l’abilità nell’osservare relazioni; consentire di delineare alcuni fattori della per-

sonalità ritenuti di particolare rilevanza psicologica; fornire alcuni valori di riferimento alle

attitudini lavorative quali, a esempio, la velocità e la precisione nell’eseguire alcuni compiti di

riordino alfabetico, la capacità di individuare errori ortografici, l’abilità numerica, ecc.

Stakeholders

Portatori di interesse

Target

Destinatari dell’intervento

Uneasy Corner

Fase della presa in carico.

Welfare Community

Sistema di costante collaborazione tra pubblico (Regione Basilicata, Provincia di Potenza

per le proprie competenze in materia di politiche del lavoro e della formazione, Comuni,

attraverso i Servizi Sociali, ASP per le competenze in materia socio–sanitarie e di medicina

territoriale sistema scolastico) e privato sociale (volontari, associazioni, cooperative sociali).

Work – experience La work experience si sostanzia in un tirocinio formativo, attuato nel

rispetto delle disposizioni contenute nell’articolo 18 della legge 25 giugno 1997, n. 196 e del

Decreto Ministero del Lavoro e P.S. del 25 marzo 1998, n. 142 che ha fissato i criteri e le mo-

dalità di svolgimento dei tirocini. Nello specifico il tirocinio può durare 12 mesi per le persone

svantaggiate ai sensi della legge 381/91 o del Reg CE n.800/2008 e 24 mesi – per i disabili.

le parole del progetto match

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

135

avviSo pubblicoWork experience per Favorire l’inSerimento occupaziona-le per perSone diSabili e di Soggetti SvantaggiatiProvincia di Potenza

Ufficio Lavoro Formazione e Politiche Sociali

In attuazione del programma operativo

Val D’agri – Melandro – Sauro – Camastra

Linea di Intervento C.5

Inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati 2

INDICE ARTICOLI

Art. 1–Disposizioni normative di riferimento

Art. 2 – Finalità generali

Art. 3 – Ambito territoriale interessato

Art. 4 – Numero di work experience

Art. 5 – Destinatari

Art. 6 – Descrizione sintetica delle azioni previste

Art. 7 – Modalità di svolgimento della work

Art. 8 – Contributi economici per l’assunzione

Art. 9 – Contributi economici per l’avvio di attività autonoma

Art. 10 – Modalità di presentazione delle istanze

Art. 11 – Criteri per la selezione dei partecipanti

Art. 12 – Approvazione e pubblicazione degli esiti dell’istruttoria

Art. 13 – Controlli e sanzioni

Art. 14 – Informativa sul trattamento dei dati personali

Art. 15 – Accesso ai documenti amministrativi

Art. 16 – Risorse finanziarie disponibili

Art. 17 – Responsabile del procedimento

Art. 18 – Allegati

Art. 19 – Pubblicità dell’Avviso

Art. 1 – Disposizioni normative di riferimento

La Provincia di Potenza, su delega della Regione Basilicata, con Determinazione Dirigenziale

n.3784 del 15/12/2010 adotta il presente Avviso Pubblico in coerenza e attuazione dei se-

documento

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

136

guenti riferimenti normativi e programmatici:

– L. 27 maggio 1970, n. 382 «Disposizioni in materia di assistenza ai ciechi civili» e s.m.i.

– Legge 7 agosto 1990, n. 241 «Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e

di diritto di accesso ai documenti amministrativi come modificata e integrata dalla legge 11

febbraio 2005, n. 15 (Gazzetta Ufficiale n. 42 del 21 febbraio 2005) e dal decreto legge 14

marzo 2005, n. 35 convertito con modificazioni dalla legge 14 maggio 2005, n. 80.

– L. n. 381/91 «Disciplina delle cooperative sociali» e s.m.i.

– L. R. n. 40/1995 e s.m.i., finalizzata all’individuazione del «comprensorio» interessato dai

benefici rivenienti dalle royalties delle estrazioni petrolifere, quale territorio di 30 comuni,

all’interno del quale operare azioni tese allo sviluppo economico, all’elevazione della qualità

della vita e all’incremento industriale.

– D. Lgs. n. 469/97 «Conferimento alle Regioni e agli Enti Locali di funzioni e compiti in

materia di mercato del lavoro».

– Legge 25 giugno 1997, n. 196 «Norme in materia di promozione dell’occupazione», in

particolare articolo 18.

– Decreto Ministero del Lavoro e P.S. del 25 marzo 1998, n. 142 Regolamento recante norme

di attuazione dei principi e dei

criteri di cui all’art. 18 della L. 24 giugno 1997, n. 196 sui tirocini formativi e di orientamen-

to».

– Circolare Ministero del Lavoro – Direzione Generale Impiego

– n. 92 del 15.07.1998 «Tirocini formativi e di orientamento. D.M. n. 142 del 25/3/98».

– L. n. 68 del 12/03/1999 «Norme per il diritto al lavoro dei disabili».

– D.P.C.M. del 13 gennaio 2000 «Atto di indirizzo e coordinamento in materia di collocamento

obbligatorio dei disabili, a norma dell’art. 1, comma 4, della Legge 68/99.

– D. Lgs. n. 185/2000 «Incentivi all’auto– imprenditorialità e all’auto– impiego, in attuazione

dell’articolo 45, comma 1, della legge 17 maggio 1999, n. 144».

– D.P.R. del 10 Ottobre 2000 n. 333, «Regolamento di esecuzione per la attuazione della

legge 12 Marzo 1999, n. 68, recante nome per il diritto al lavoro dei disabili».

– Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267 «Testo unico delle leggi sugli enti locali».

– D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445, «Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari

in materia di documentazione amministrativa».

– L. R. 20 luglio 2001 n. 28, «Promozione dell’accesso al lavoro delle persone disabili» coor-

dinata con la L. R. 1 Marzo 2002, n. 13.

– D. Lgs. n. 297/2002 «Disposizioni modificative e correttive del decreto legislativo 21 aprile

2000, n. 181, recante norme per agevolare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, in

attuazione dell’articolo 45, comma 1, lettera a) della legge 17 maggio 1999, n. 144».

– L. n. 30/2003 «Legge delega sul mercato del lavoro».

– D. Lgs. n. 276/2003 «Attuazione delle deleghe in materia di occupazione e mercato del

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

137

lavoro, di cui alla legge 14 febbraio 2003, n. 30».

– D.G.R. n. 838/2003 e D.C.R. n. 645/2003 «Accordo di Programma tra la Regione Basili-

cata, le Comunità Montane e le Amministrazioni Comunali interessate territorialmente dal

Programma Operativo Val d’Agri, Melandro, Sauro, Camastra. Per uno sviluppo territoriale

di qualità».

– Decreto Legislativo 30 giugno 2003, n. 196 «Codice in materia di protezione dei dati per-

sonali».

– L. R. 11 dicembre 2003, n. 33 «Riordino del sistema formativo integrato» e s.m.i.

– Direttiva Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Funzione Pubblica – 1

agosto 2005, n. 2 «Tirocini formativi e di orientamento».

– Legge 20 febbraio 2006, n. 95, «Nuova disciplina in favore dei minorati auditivi» e s.m.i.;.

– Regolamento (CE) n. 2204 /2002 relativo all’applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato

CE agli aiuti di Stato a favore dell’occupazione.

– Regolamento (CE) n. 1081/2006, relativo al Fondo Sociale Europeo e recante l’abrogazione

del Regolamento (CE) n. 1784/1999 e s.m.i.

– Regolamento (CE) n. 1083/2006, recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di Svi-

luppo Regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione e che abroga il Regola-

mento (CE) n. 1260/1999 e s.m.i.

– Regolamento (CE) n. 1998/2006 della Commissione, del 15 dicembre 2006, relativo all’ap-

plicazione degli articoli 87 e 88 del trattato agli aiuti d’importanza minore (de minimis);

– Regolamento unico di applicazione del 15 febbraio 2007, corrigendum al Regolamento (CE)

n. 1828/2006 che stabilisce le modalità di applicazione del succitato Regolamento (CE) n.

1083/2006 e s.m.i.

– L. R. n. 4 del 14/02/2007 «Rete regionale integrata dei servizi di cittadinanza sociale».

– PO FSE 2007–2013 Regione Basilicata approvato con Decisione C(2007) n. 6724 del 18

dicembre 2007 e s.m.i.

– Regolamento (CE) n. 800/2008, che dichiara alcune categorie di aiuti compatibili con il

mercato comune in applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato (regolamento generale di

esenzione per categoria).

– Deliberazione di Consiglio Regionale n. 401 del 10 giugno 2008 che prende atto della sum-

menzionata Decisione della Commissione Europea C(2007) 6724 del 18/12/2007 di adozione

del P.O. FSE Basilicata 2007– 2013, cosi come proposto con la D.G.R. n. 224 del 26 febbraio

2008.

– Deliberazione n. 854 del 10 giugno 2008 con la quale la Giunta Regionale ha preso atto

dei «Criteri di selezione delle operazioni da ammettere a cofinanziamento del Fondo Sociale

Europeo» relativi al Programma Operativo FSE 2007– 2013 della Regione Basilicata.

– D. P. R. n. 196 del 03/10/2008 che definisce le norme sull’ammissibilità delle spese per i

documento

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

138

programmi cofinanziati dai fondi strutturali per la fase di programmazione 2007– 2013.

– Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 «Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto

2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro».

– Delibera di Consiglio Provinciale n. 106/2008 che approva le «Linee di intervento relative

alla programmazione regionale delle azioni integrate di orientamento, istruzione e formazio-

ne professionale e dell’impiego per il triennio 2008/2010».

– Intesa interistituzionale sottoscritta il 20/01/2009 tra Regione Basilicata e Provincia di

Potenza e Provincia di Matera «per la promozione dell’orientamento, istruzione e formazione

professionale e delle politiche attive del lavoro.

– Circolare n. 2/2009 del 02/02/2009 del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche

sociali, in materia di ammissibilità delle spese per le attività cofinanziate dal F.S.E.

– Deliberazione di Giunta Regionale n. 2310 del 29/12/2009 di approvazione del «Progetto

Match. Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione dl svantaggio».

– Deliberazione di Giunta Regionale n. 96 del 26/01/2010 «Indirizzi Operativi di Riforma del

Sistema Pubblico di Mediazione tra Domanda e Offerta di lavoro, in attuazione del D. Lgs.

297/2002 – Collocamento obbligatorio L. 68/99 – conferma e approvazione del testo nuova-

mente esaminato e parzialmente modificato».

– Deliberazione di Giunta Provinciale n. 10 del 16/02/2010 avente a oggetto «Programma

Operativo Val d’Agri – Melandro – Sauro – Camastra, per uno sviluppo di qualità» – Misura

C5 – «Progetto Macth – Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazioni di

svantaggio» – Presa d’atto – Individuazione dei componenti della Provincia nel Gruppo di

Pilotaggio del P.O.V.

– D.G.R. n. 1584 del 21.09.2010 «Legge Regionale n. 33 dell’11 dicembre 2003, artt. 27 e

30. Approvazione modelli standard degli Attestati per i corsi del Catalogo Regionale e Inter-

regionale di Alta Formazione».

Art. 2 – Finalità generali

Il presente Avviso è rivolto all’attuazione della Linea di Intervento C.5.b «Inserimento la-

vorativo di soggetti svantaggiati» del Programma Operativo Val d’Agri, Melandro, Sauro,

Camastra.

L’Avviso si prefigge di realizzare, nel territorio interessato, progetti di work experience, in at-

tuazione del Progetto “Match. Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazio-

ne dl svantaggio” approvato con Deliberazione di Giunta Regionale n. 2310 del 29/12/2009 e

delle «Linee Guida per l’attivazione di work experience per favorire l’inserimento occupazio-

nale di persone disabili e di lavoratori svantaggiati» approvate dal Comitato di Monitoraggio e

Coordinamento del Programma Operativo Val d’Agri nella seduta del 16/10/2010, così come

elaborate dal Comitato di Pilotaggio di cui alla D.G.P. n. 10 del 16/02/2010. La principale fina-

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

139

lità dell’Avviso consiste nel favorire azioni di coesione sociale e di politica attiva del lavoro, at-

traverso idonee forme di incentivazione di servizi specialistici in materia di inclusione sociale,

occupabilità e inserimento lavorativo di persone con disabilità o in condizioni di svantaggio.

L’Avviso concerne l’attivazione di 64 work experience presso le imprese del territorio interes-

sato (34 destinate a soggetti svantaggiati e 30 destinate a persone disabili) e l’agevolazione,

attraverso conferimento di incentivi economici ai beneficiari, per l’assunzione a tempo inde-

terminato o determinato, ovvero di forme di auto impiego, successivamente all’esperienza di

work experience. Attraverso questo avviso pubblico viene perseguito l’obiettivo E dell’Asse

II – Occupabilità – del P.O. F.S.E. 2007/2013 della Regione Basilicata («Attuare politiche del

lavoro attive e preventive con particolare attenzione all’integrazione dei migranti nel mercato

del lavoro, all’invecchiamento attivo, al lavoro autonomo e all’avvio di imprese») e il raggiun-

gimento dell’Obiettivo specifico previsto dall’Asse III, Inclusione sociale («Sviluppare percorsi

di integrazione e migliorare il (re)inserimento lavorativo, l’integrazione sostenibile dei sog-

getti svantaggiati per combattere ogni forma di discriminazione nel mercato del lavoro»).

Art. 3 – Ambito territoriale interessato

Possono accedere alle agevolazioni di cui al presente Avviso i soggetti, di cui al successivo

art. 4, residenti e/o domiciliati nell’area territoriale interessata dal «Programma Operativo

Val d’Agri, Melandro, Sauro, Camastra», di cui alla L. R. n. 40/95 e s.m.i., e segnatamente

nei comuni di:

Abriola

Aliano

Anzi

Armento

Brienza

Brindisi di Montagna

Calvello

Castelsaraceno

Corleto Perticara

Gallicchio

Gorgoglione

Grumento Nova

Guardia Perticara

Laurenzana

Marsiconuovo

Marsicovetere

Missanello

documento

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

140

Moliterno

Montemurro

Paterno

Roccanova

Sant’Arcangelo

San Chirico Raparo

San Martino d’Agri

Sarconi

Sasso di Castalda

Satriano di Lucania

Spinoso

Tramutola

Viggiano

Per i Comuni di Aliano e Gorgoglione, non ricadenti nell’ambito territoriale della provincia di

Potenza, le procedure selettive saranno in carico alla stessa Provincia di Potenza, così come

contemplato nel progetto «Match» approvato con la D.G.R. n. 2310 del 29/12/2009 che

definisce anche l’architettura di governance per l’attuazione del processo.

Art. 4 – Numero di work experience

L’Avviso concerne l’attivazione di 64 work experience presso le imprese del territorio in-

teressato, di cui 34 destinate a soggetti svantaggiati e 30 destinate a persone disabili e

l’agevolazione, attraverso conferimento di incentivi economici ai beneficiari, per l’assunzione

a tempo indeterminato o determinato, ovvero di forme di auto impiego, successivamente

all’esperienza di work experience. Una quota delle work experience pari a un numero di 3

soggetti è riservata alla categoria del disagio mentale.

Art. 5 – Destinatari

Allo scopo di individuare il target si fa riferimento alle definizioni della L. 381/91, della Legge

n. 68/99 e del Reg. Ce n. 800/2008.

1) Beneficiari delle Work Experience

Sono ammessi a presentare la loro candidatura i soggetti, residenti o domiciliati nel territorio

di cui al precedente art. 3, in condizione di disagio sociale ai sensi del regolamento (CE) n.

800/2008 art. 2 par. 19 («lavoratori molto svantaggiati») e paragrafo 20 lett. a) e lett. b)

(«lavoratori disabili»), che risultano in possesso dei seguenti requisiti:

– inoccupati e disoccupati (almeno 12 mesi per i disabili e 24 mesi per gli svantaggiati), ai

sensi del D. Lgs. n. 181/2000 es.m.i.;

– residenza in Basilicata da almeno 2 anni;

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

141

– aver compiuto 18 anni;

– aver assolto all’obbligo scolastico;

Le categorie interessate dal presente Avviso sono:, A. lavoratori disabili, ai sensi del Re-

golamento (CE) n. 800/2008, art. 2, par. 20 chiunque sia «riconosciuto disabile ai sensi

dell’ordinamento nazionale» e «caratterizzato da impedimenti accertati che dipendono da

un handicap fisico, mentale o psichico», con invalidità civile non inferiore al 46%, ai sensi

dell’art. 1 della L. n. 68 del 12/03/99 iscritti al Collocamento delle Categorie protette, di cui

all’art. 7 della L. 68/99, di Potenza da almeno 12 mesi

B. lavoratori «molto svantaggiati», ai sensi del Regolamento (CE) n. 800/2008, art. 2, par. 19

il lavoratore senza lavoro da almeno 24 mesi, iscritto presso un CPI della Provincia di com-

petenza. C. persone svantaggiate ai sensi dell’art. 4 L. 381/91, a esclusione dei disabili, già

specificamente considerati al punto A di questo elenco (ossia: «gli ex degenti di istituti psi-

chiatrici, i soggetti in trattamento psichiatrico, i tossicodipendenti, gli alcolisti, i minori in età

lavorativa in situazioni di difficoltà familiare, i condannati ammessi alle misure alternative alla

detenzione previste dagli articoli 47, 47– bis, 47– ter e 48 della legge 26 luglio 1975, n. 354,

come modificati dalla legge 10 ottobre 1986, n. 663. Si considerano inoltre persone svan-

taggiate i soggetti indicati con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta

del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro della sanità, con

il Ministro dell’interno e con il Ministro per gli affari sociali, sentita la commissione centrale

per le cooperative istituita dall’articolo 18 del citato decreto legislativo del Capo provvisorio

dello Stato 14 dicembre 1947, n. 1577, e successive modificazioni»), che, alla data di pre-

sentazione della domanda, risultino iscritti presso un CPI della Regione e che abbiano fornito

dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro ai sensi e per gli effetti dell’art. 2 comma 1

del Decreto Legislativo n. 181 del 21 aprile 2000.

2) Soggetti ospitanti

Sono ammessi a presentare manifestazione di interesse al fine di accedere ai benefici previsti

dal presente Avviso, nell’ambito territoriale definito dal precedente art. 3, i seguenti soggetti:

– imprese private con sede operativa nel territorio oggetto di intervento, iscritte al registro

delle imprese della C.C.I.A.A. competente;

– studi professionali il cui titolare risulti iscritto all’Albo professionale di competenza;

– onlus con sede legale e/o operativa nel territorio oggetto di intervento;

– cooperative con sede operativa nel territorio oggetto di intervento, iscritte all’Albo regionale

delle cooperative;

– Enti Locali territoriali (esclusivamente per i soggetti disabili).

documento

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

142

Non hanno titolo a presentare manifestazione di interesse per gli interventi di cui al presente

Avviso:

• i soggetti che abbiano effettuato, nei 6 mesi precedenti licenziamenti per riduzione di

personale nella medesima mansione per la quale si intende attivare la work– experience;

• i soggetti che abbiano in corso, ovvero abbiano attivato nei 12 mesi precedenti procedure

concorsuali;

• i soggetti non in regola con i versamenti contributivi di legge o che non applichino le con-

dizioni previste dai CCNL, ivi comprese quelle in materia di sicurezza e gli obblighi di legge

riguardanti il collocamento dei disabili (L. 68/99 e s.m.i).

I soggetti proponenti/ospitanti, inoltre, devono accettare il sistema dei controlli come previ-

sto dalla normativa comunitaria, nazionale e regionale. La sussistenza delle condizioni di cui

ai punti 1,2,3 sarà accertata, in caso di ammissione a finanziamento, prima della sottoscri-

zione della convenzione.

In mancanza il soggetto proponente/ospitante decadrà dal beneficio.

Inoltre, in nessun caso possono essere finanziate work– experience per mezzo del presente

Avviso per:

1) parenti e affini entro il 4° grado del titolare, in caso di ditta individuale, o dei soci/ammi-

nistratori in caso di società;

2) coloro che abbiano avuto negli ultimi dodici mesi rapporti di lavoro, inclusa la collabora-

zione anche occasionale, con il soggetto ospitante;

3) coloro che abbiano già svolto un tirocinio formativo, una work experience o una borsa

lavoro con le medesime mansioni e presso lo stesso soggetto ospitante;

4) coloro che siano legali rappresentanti, soci, titolari dell’impresa dove si svolge la work

experience.

L’aspirante soggetto ospitante può anche segnalare nominativamente il/i partecipante/i che

intende ospitare, compilando l’apposito riquadro riportato nello schema di manifestazione

di interesse (Allegato A al presente Avviso e Allegato C «segnalazione nominativa»). Gli

aspiranti partecipanti nominativamente indicati saranno collocati presso i soggetti ospitanti

che li hanno segnalati, purché risultino in possesso dei requisiti sopra specificati e abbiano

presentato regolare istanza di ammissione alla work experience (secondo quanto previsto dal

presente Avviso), qualora, a seguito della selezione, sia la loro istanza che quella dell’aspi-

rante soggetto ospitante siano state positivamente valutate. L’indicazione nominativa di un

aspirante partecipante indicato nella domanda presentata dal soggetto ospitante non costi-

tuisce titolo preferenziale per la selezione. I CPI provinciali, in quanto soggetti competenti in

materia di politiche di inclusione sociale in base alla normativa vigente, e l’APOF– IL Potenza

provvederanno a valutare le manifestazioni di interesse tenendo conto di diversi aspetti (po-

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

143

sizione territoriale della sede, tipologia di attività, finalità del tirocinio proposto, esperienze

pregresse…) e dei profili dei partecipanti.

Art. 6 – Descrizione sintetica delle azioni previste

L’Avviso persegue in generale:

– la presa in carico dei destinatari con azioni integrate di orientamento, formazione, ac-

compagnamento e inserimento lavorativo, in un’ottica di rete tra i soggetti che operano nel

campo dello svantaggio e/o della disabilità;

– il rafforzamento della capacità di inserimento/permanenza nel mercato del lavoro delle

persone in situazione di disagio (azioni per l’orientamento e sviluppo di competenze e qua-

lifiche);

– la pari opportunità e non discriminazione nell’accesso all’istruzione, alla formazione e al

lavoro, con una logica di intervento fondata sul mainstreaming che garantisca, da un lato,

una presenza femminile riflettente la situazione del mercato del lavoro e la promozione di

azioni specifiche per la partecipazione delle donne.

Successivamente alla raccolta e alla selezione delle candidature, l’intervento oggetto del

presente Avviso si articolerà nelle seguenti azioni:

a. presa in carico dei destinatari da parte dei CPI di competenza e svolgimento di azioni di

accompagnamento, orientamento e formazione. I CPI affiancheranno il partecipante nella

elaborazione del PAI (Piano d’Azione Individuale) che definirà obiettivi e modalità di svolgi-

mento della work experience e le modalità di utilizzo di una dote formativa del valore massi-

mo di 2.000 € (euro duemila/00);

b. attivazione dei percorsi formativi individualizzati, utilizzando la dote formativa assegnata,

presso la Provincia/APOF– IL ai fini dell’acquisizione di competenze connesse alla definizione

del proprio profilo professionale e/o alla creazione di impresa. La fase formativa può essere

svolta anche in concomitanza con lo svolgimento della work experience aziendale purché ciò

non interferisca con l’attività svolta presso il soggetto ospitante.

L’APOF– IL curerà l’attività di tutoraggio formativo dei partecipanti;

c. svolgimento delle work experience presso i soggetti ospitanti, di durata pari a 6 mesi (100

ore mensili per complessive 600 ore) per le persone molto svantaggiate e di durata di 12

mesi (100 ore al mese, per complessive 1200 ore) per le persone disabili;

d. erogazione di aiuti finanziari per l’assunzione, destinati alle imprese che al termine del

periodo delle work experience procedono all’assunzione del/i partecipante/i secondo le mo-

dalità specificate, o per l’autoimpiego, destinati ai soggetti beneficiari che al termine del

periodo delle work experience avviano un’attività autonoma.

documento

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

144

e. attivazione, da parte dei CPI della Provincia di Potenza e dell’APOF– IL, di un servizio di

follow– up, per coloro che avvieranno un’attività imprenditoriale o di lavoro autonomo, con-

sistente in un supporto consulenziale mirato a facilitare la fase dello start up.

Art. 7 – Modalità di svolgimento della work experience La work experience di cui

al presente

Avviso, consiste in un percorso formativo individuale le cui modalità di svolgimento devono

essere stabilite nel rispetto della disciplina che regola la materia contenuta nel Decreto In-

terministeriale n. 142/98.

La work– experience finanziata ha durata massima di 6 mesi (12 mesi per le persone disabili,

coerentemente con il Regolamento CE 800/2008).

Il partecipante è tenuto a svolgere un’attività mensile di 100 ore presso il soggetto ospi-

tante, per la quale gli sarà riconosciuto un contributo orario pari a 6 euro, equivalente a un

contributo mensile posticipato pari a € 600,00 (seicento), al lordo delle ritenute e imposte di

legge, se e in quanto dovute. Eventuali assenze, anche se giustificate (malattia, infortunio,

gravidanza, chiusura aziendale) non danno diritto alla corresponsione dell’indennità, fermo

restando il diritto alla prosecuzione dell’attività, a condizione che esse siano documentate e

certificate dal partecipante al soggetto ospitante e alla Provincia entro tre giorni dall’inizio

dell’assenza.

Ai soggetti ospitanti sarà corrisposto un contributo mensile pari a 200 € per ogni mese di

tirocinio svolto dal tirocinante ospitato. Il contributo è erogato successivamente all’effettivo

completamento di ogni mese di tirocinio. Al fine del riconoscimento del contributo, si consi-

dera in ogni caso regolarmente effettuato il tirocinio quando il soggetto partecipante abbia

svolto almeno l’ 80% delle ore mensili previste. La work experience non costituisce rapporto

di lavoro e non dà luogo ad attribuzione di qualifica, né a soluzione di continuità dell’anzianità

di disoccupazione / inoccupazione. Il rapporto tra il soggetto ospitante e il partecipante non

comporta l’insorgenza di alcun obbligo di assunzione da parte del soggetto ospitante.

Prima dell’attivazione della work– experience il Soggetto Ospitante si impegna a:

– stipulare apposita convenzione, con allegato progetto formativo, presso il Centro per l’Im-

piego territorialmente competente o l’ APOF– IL Potenza;

– assicurare il partecipante contro gli infortuni sul lavoro presso l’Inail;

– assicurare il partecipante per la responsabilità civile verso terzi;

– effettuare, al CPI competente, comunicazione obbligatoria dell’avvio della work experience.

Durante lo svolgimento dell’attività, inoltre, il Soggetto Ospitante si impegna a:

– garantire la presenza di un tutor aziendale responsabile dell’attuazione delle attività previ-

ste nel progetto allegato alla Convenzione;

– osservare le norme di cui al D. Lgs. 81/2008 e s.m.i.;

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

145

– segnalare, in caso di incidente, l’evento agli Istituti assicurativi e alla Provincia entro i tempi

previsti dalla normativa vigente. Il partecipante, dal canto suo, si impegna a:

– svolgere l’attività rispettando quanto è stabilito nel Progetto allegato alla convenzione,

condiviso tra il CPI territorialmente competente (o l’APOF– IL Potenza), in qualità di soggetto

promotore della work experience, il Soggetto Ospitante e il partecipante;

– rispettare le norme in materia di igiene, sicurezza e salute sui luoghi di lavoro e i regola-

menti aziendali interni;

– mantenere la riservatezza per quanto attiene ai dati, informazioni o conoscenze in merito a

processi produttivi e prodotti, acquisiti durante lo svolgimento della work experience;

– presentare mensilmente alla Provincia il registro presenze, come da modello rilasciato e

vidimato attestante i giorni e le ore di effettiva attività, firmato dal partecipante e dal tutor

aziendale e controfirmato dal legale rappresentante del Soggetto Ospitante, ai fini dell’ero-

gazione dell’indennità;

– presentare documentazione giustificativa di eventuali assenze dovute a chiusura attività

aziendale, malattia, gravidanza, infortunio.

Al termine della work experience i partecipanti conseguiranno una certificazione coerente

con quanto previsto dalla L. R. 11 Dicembre 2003, n. 33 e s.m.i., integrato da un documento

con la descrizione delle competenze acquisite, sulla base del modello approvato con la D.G.R.

n. 1584 del 21.09.2010 «Legge Regionale n. 33 dell’11 dicembre 2003, artt. 27 e 30. Appro-

vazione modelli standard degli Attestati».

Art. 8 – Contributi economici per l’assunzione

Al fine di agevolare la creazione di nuova occupazione, dipendente o in forma di auto– im-

piego, il presente Avviso stabilisce anche la concessione di contributi economici ai soggetti

ospitanti che assumano i beneficiari delle work experience con contratto a tempo indetermi-

nato o determinato ovvero agli stessi beneficiari della work experience che, al termine della

stessa, creino una loro attività economica autonoma, in forma individuale o societaria.

Ai soggetti ospitanti che procedono all’assunzione, durante la work– experience, o entro 30

giorni dalla conclusione di quest’ultima, a tempo indeterminato o a tempo determinato per

un minimo di 24 mesi, la Provincia di Potenza erogherà un bonus assunzione per ogni parte-

cipante assunto, il cui ammontare viene di seguito specificato:

• Ai soggetti che assumano a tempo indeterminato full– time è riconosciuto un contributo

pari al 50% del costo salariale lordo per due anni, fino a un ammontare massimo non

superiore a 7.500 €/annui.

• Ai soggetti che assumano a tempo indeterminato part– time è riconosciuto un contributo

pari al 50% del costo salariale lordo per due anni, fino a un ammontare massimo non

superiore a 4.500 €/annui.

documento

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

146

• Ai soggetti che assumano a tempo determinato full– time è riconosciuto un contributo pari

al 30% del costo salariale lordo per due anni, fino a un ammontare massimo non superiore

a 3.000 €/annui.

• Ai soggetti che assumano a tempo determinato part– time è riconosciuto un contributo pari

al 30% del costo salariale lordo per due anni, fino a un ammontare massimo non superiore

a 2.000 €/annui.

Lo schema sotto riportato sintetizza le varie possibilità previste:

TIPOLOGIA DI CONTRATTO STIPULATO

CONTRIBUTO % RISPETTO ALLO STI-PENDIO LORDO CORRISPONDENTE

CONTRIBU-TO MASSIMO

ANNUO

Tempo indeterminato (full-time) 50% del costo salariale lordo per due anni 7.500 €

Tempo indeterminato (part-time) 50% del costo salariale lordo per due anni 4.500 €

Tempo determinato (full-time) 30% del costo salariale lordo per due anni 3.000 €

Tempo determinato (full-time) 30% del costo salariale lordo per due anni 2.000 €

L’aiuto agli organismi che assumono con contratto a tempo indeterminato il/i partecipante/i

ospitati è condizionato al mantenimento dello/degli stesso/i nell’organico aziendale per un

periodo non inferiore a 36 mesi fatto salvo il licenziamento per giusta causa o le dimissioni

volontarie; la violazione di tale obbligo comporta la restituzione dell’intero contributo erogato

per l’assunzione. Il contributo è erogato in 4 quote di pari importo con scadenze a 6 mesi,

12 mesi, 18 e 24 mesi dalla data dell’assunzione, previa verifica della continuità in essere

del rapporto di lavoro in oggetto. In caso di assunzione precedente al termine della work

experience il soggetto ospitante che assume ha diritto a ricevere, altresì, il contributo spet-

tante relativo ai mesi di work experience non effettuati per sopraggiunta assunzione. Gli aiuti

previsti per l’intervento, finalizzati all’assunzione a tempo indeterminato, vengono concessi

in regime di «de minimis».

Art. 9 – Contributi economici per l’avvio di attività autonoma

Ai partecipanti che intendono avviare una propria attività è concesso un contributo massimo

a fondo perduto pari a 15.000 € (quindicimila). Il contributo in oggetto segue la disciplina

contenuta nel Decreto Legislativo 21 aprile 2000, n. 185 «Incentivi all’auto– imprenditorialità

e all’auto– impiego, in attuazione dell’articolo 45, comma 1, della legge 17 maggio 1999, n.

144», pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 156 del 6 luglio 2000, cui si rinvia.

Art. 10 – Modalità di presentazione delle istanze

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

147

Soggetti interessati a ospitare partecipanti

La manifestazione di interesse ai benefici previsti dal presente Avviso, dovrà, a pena di

esclusione:

a) essere compilata utilizzando l’apposito modulo (Allegato A) al presente Avviso, contenente

le dichiarazioni sostitutive di notorietà e di certificazione, rese ai sensi degli artt. 45 e 46 del

DPR 445/2000, con riferimento ai requisiti di ammissibilità previsti;

b) essere inviata esclusivamente mediante servizio postale a mezzo di raccomandata A/R

(con ricevuta di ritorno) al seguente indirizzo: Provincia di Potenza – Ufficio Lavoro, Forma-

zione e Politiche Sociali – Piazza Gianturco, 1 – 85100 Potenza;

c) essere inviata in plico chiuso e riportare la dicitura «SOGGETTO OSPITANTE – WORK

EXPERIENCE DI PERSONE DISABILI E SOGGETTI SVANTAGGIATI» con i dati identificativi del

mittente che devono corrispondere a quelli del soggetto ospitante che presenta la manife-

stazione di interesse;

d) essere spedita entro e non oltre le ore 13:00 del giorno 22 marzo 2011. In merito alla data

e all’ora di invio della domanda farà fede il timbro apposto in partenza dall’ufficio postale ac-

cettante, con indicazione a mezzo codice meccanografico. Non saranno in ogni caso prese in

considerazione le domande pur inviate entro il termine ma pervenute al protocollo dell’Ente

entro e non oltre i cinque giorni successivi.

e) essere corredata da copia di un documento d’identità del legale rappresentante dell’a-

spirante Soggetto Ospitante, in corso di validità, datata e sottoscritta dallo stesso, al fine di

rendere formalmente valide le dichiarazioni sostitutive di notorietà e di certificazione rese

nell’ambito della domanda. I soggetti ospitanti devono, inoltre, produrre, su richiesta della

Provincia di Potenza, ogni altra documentazione e/o attestazione necessaria a comprovare

quanto dichiarato all’atto di presentazione della domanda. Tutte le firme apposte si intendo-

no autenticate ai sensi dell’art. 38, cc. 2 e 3, del DPR 445 del 28/12/2000 allegando copia

fotostatica di un documento di identità in corso di validità, come indicato al punto e).

La suddetta documentazione, obbligatoria ai fini dell’ammissibilità, va compilata in ogni sua

parte e non è integrabile in momenti successivi alla scadenza dei termini.

Soggetti aspiranti partecipanti

La manifestazione di interesse ai benefici previsti dal presente Avviso, dovrà, a pena di

esclusione:

a) essere compilata utilizzando l’apposito modulo allegato (Allegato B) al presente Avviso,

contenente le dichiarazioni sostitutive di notorietà e di certificazione, rese ai sensi degli artt.

45 e 46 del DPR 445/2000, con riferimento ai requisiti di ammissibilità previsti;

b) essere inviata esclusivamente mediante servizio postale a mezzo di raccomandata A/R

documento

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

148

(con ricevuta di ritorno) al seguente indirizzo: Provincia di Potenza – Ufficio Lavoro Forma-

zione e Politiche Sociali – Piazza delle Regioni – 85100 Potenza;

c) essere inviata in plico chiuso e riportare la dicitura «PARTECIPANTE – WORK EXPERIENCE

PER PERSONE DISABILI E SOGGETTI SVANTAGGIATI» con i dati identificativi del mittente e

l’indicazione della residenza che devono corrispondere a quelli del soggetto che presenta la

domanda in qualità di partecipante;

d) essere spedita entro e non oltre le ore 13:00 del giorno 22 marzo 2011 e pervenuta al

protocollo dell’Ente entro e non oltre i cinque giorni successivi.

Al riguardo farà fede il timbro di arrivo apposto dal protocollo di Poste Italiane;

e) essere corredata dalla seguente documentazione obbligatoria, debitamente compilata e

sottoscritta (ove sottoscrizione è richiesta) in originale:

– copia datata e sottoscritta di un documento d’identità in corso di validità, al fine di rendere

formalmente valide le dichiarazioni sostitutive di notorietà e di certificazione rese nell’ambito

della domanda di ammissione alla work experience;

– curriculum vitae in formato europeo (Allegato C);

– copia del permesso di soggiorno in corso di validità (per gli extracomunitari).

Art. 11 – Criteri per la selezione dei partecipanti

Per quanto concerne i soggetti disabili, la selezione delle domande dei richiedenti terrà conto

dei seguenti criteri:

a) età anagrafica;

b) grado di disabilità;

c) anzianità di iscrizione al collocamento disabili maturata;

d) titolo di studio posseduto.

Si ricorda, in proposito, che sono considerati requisiti minimi per accedere ai benefici del

presente Avviso: una anzianità di iscrizione al collocamento disabili di almeno 12 mesi al

momento della pubblicazione del presente Avviso e una percentuale di invalidità non infe-

riore al 46% (si veda anche l’art. 4 del presente Avviso). Nello specifico, la valutazione, che

prevede un massimo di 100 punti per ogni categoria interessata, avverrà sulla scorta del

seguente schema:

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

149

Criteri e pesi per la valutazione delle domande degli aspiranti partipanti DISABILI

Età anagrafica Punteggio massimo: 30

18 – 25 anni punti 2

26 – 30 anni punti 5

31 – 35 anni punti 10

36 – 40 anni punti 15

41 – 45 anni punti 20

46 – 50 anni punti 25 punti 5

oltre 50 anni punti 30 punti 25

Grado di disabilità punti 30 Punteggio massimo: 30dal 46%al 55% punti 10

dal 56% al 66% punti 20

oltre il 67% punti 30

Anzianità dell’iscrizione al collocamento

disabili maturataPunteggio massimo: 25

da 12 a 24 mesi punti 5

da + di 24 a 36 mesi punti 10

da + di 36 a 48 mesi punti 15

Da + di 48 a 60 mesi Punti 20

Oltre 60 mesi punti 25

Titolo di studio posseduto Punteggio massimo:15

Nessuno punti 0

Scuola media punti 3

Qualifica prof. punti 5

Scuola superiore punti 10

Laurea punti 15

Per quanto concerne i soggetti svantaggiati, la selezione delle domande dei richiedenti terrà

conto dei seguenti criteri:

a) età anagrafica;

b) anzianità di disoccupazione/inoccupazione maturata;

c) titolo di studio posseduto.

Si rammenta, in proposito, che è considerato requisito minimo per accedere ai benefici pre-

visti un’anzianità di disoccupazione/iscrizione ai Centri per l’Impiego di almeno 24 mesi al

momento della pubblicazione del presente Avviso.

Nello specifico, la valutazione, che prevede un massimo di 100 punti, avverrà sulla scorta

dello schema seguente:

documento

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

150

Età anagrafica Punteggio massimo: 30

18 – 25 anni punti 2

26 – 30 anni punti 5

31 – 35 anni punti 10

36 – 40 anni punti 15

41 – 45 anni punti 20

46 – 50 anni punti 25

oltre 50 anni punti 30

Grado di disabilità Punteggio massimo: 30dal 46%al 55% punti 10

dal 56% al 66% punti 20

oltre il 67% punti 30

Anzianità dell’iscrizione al collocamento

disabili maturataPunteggio massimo: 25

da 12 a 24 mesi punti 5

da + di 24 a 36 mesi punti 10

da + di 36 a 48 mesi punti 15

Da + di 48 a 60 mesi Punti 20

Oltre 60 mesi punti 25

Titolo di studio posseduto Punteggio massimo:15

Nessuno punti 0

Scuola media punti 3

Qualifica prof. punti 5

Scuola superiore punti 10

Laurea punti 15

Per entrambe le sezioni, in caso di ex– aequo, sarà data precedenza al candidato anagra-

ficamente più anziano. Successivamente alla composizione della graduatoria gli ammessi

saranno sottoposti a colloquio da parte di CPI/APOF–IL Potenza, al fine di tener conto, nella

definizione della loro collocazione presso i soggetti ospitanti disponibili, delle loro esperienze,

competenze e attitudini.

Art. 12 – Approvazione e pubblicazione degli esiti dell’istruttoria

All’esito dell’istruttoria di valutazione delle domande pervenute, la Provincia di Potenza pro-

cederà ad approvare, con apposita Determinazione Dirigenziale:

• l’elenco delle domande non ammesse degli aspiranti partecipanti;

• gli elenchi degli aspiranti partecipanti ammessi, distinti tra disabili e altri soggetti svantag-

giati.

La Determinazione Dirigenziale con gli elenchi approvati sarà pubblicata nell’Albo Pretorio e

resi disponibili sul sito web della Provincia di Potenza www.provinciapotenza.it, sui siti re-

gionali www.regione.basilicata.it e www.povaldagri.it, entro il termine massimo di 60 giorni

dalla scadenza della presentazione delle istanze. Eventuali comunicazioni del prolungamento

di detto termine saranno pubblicate sui suddetti siti web. La pubblicazione nell’Albo Pretorio

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

151

ha valore di notifica – a tutti gli effetti di legge – per i soggetti utilmente inseriti in gradua-

toria e in elenco.

Avverso i provvedimenti adottati è ammesso ricorso nei modi stabiliti dalla legge.

Art. 13 – Controlli e sanzioni

L’Amministrazione Provinciale effettua il controllo circa la veridicità delle informazioni, anche

con richiesta ai soggetti beneficiari della relativa documentazione comprovante quanto di-

chiarato.

Fermo restando quanto previsto dalle norme penali in caso di dichiarazioni mendaci, l’accer-

tata non veridicità di quanto dichiarato comporta la decadenza del beneficio e conseguente

recupero delle eventuali somme percepite e il pagamento degli interessi legali dal momento

dell’erogazione delle somme medesime fino al giorno della restituzione.

Art. 14 – Informativa sul trattamento dei dati personali

Ai sensi dell’art. 13 del Codice in materia di protezione dei dati personali (Decreto Legislativo

30 giugno 2003, n. 196), si informano i soggetti interessati al procedimento di cui al presente

Avviso che il trattamento dei dati personali da essi forniti o comunque acquisiti dall’Ammi-

nistrazione Provinciale ai fini del medesimo procedimento è finalizzato unicamente all’e-

spletamento delle attività relative al presente Avviso pubblico e degli adempimenti imposti

all’amministrazione in applicazione delle norme statali e comunitarie. Il trattamento avverrà

a cura delle persone preposte al procedimento amministrativo, anche con l’utilizzo di proce-

dure informatizzate, nei modi e nei limiti necessari per perseguire le predette finalità, anche

in caso di eventuale comunicazione a terzi. Il conferimento di tali dati è obbligatorio al fine di

valutare i requisiti di partecipazione al presente Avviso pubblico. Agli interessati sono ricono-

sciuti i diritti di cui all’art. 7 del citato Codice, in particolare, il diritto di accedere ai propri dati

personali, di chiederne la rettifica, l’aggiornamento e la cancellazione, se incompleti, erronei

o raccolti in violazione della legge, nonché di opporsi al loro trattamento per motivi legittimi.

Art. 15 – Accesso ai documenti amministrativi

Il diritto di accesso ai documenti amministrativi è esercitabile nei tempi e nelle forme consen-

titi dalla legge presso Ufficio Lavoro, Formazione e Politiche Sociali della Provincia di Potenza.

Art. 16 – Risorse finanziarie disponibili

Per l’attivazione delle work experience e gli incentivi all’occupazione previsti dal presente

Avviso la somma complessivamente stanziata è pari ad € 1.730.000,00 a valere sulle risorse

del Programma Operativo Val d’Agri, Melandro, Sauro, Camastra

– Linea di Intervento C.5 «Inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati».

documento

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

152

La Regione Basilicata si riserva la facoltà di integrare le risorse stanziate con il presente Av-

viso pubblico in caso di disponibilità di risorse aggiuntive e qualora si rendessero disponibili

risorse finanziarie sull’Asse II «Occupabilità» del P.O. F.S.E. regionale 2007/2013.

Art. 17 – Responsabile del procedimento

Responsabile del procedimento dell’adozione del presente

Avviso è la dott.ssa Maria Rosaria Sabia, dirigente dell’Ufficio Lavoro Formazione e politiche

Sociali della Provincia di Potenza.

Responsabile dell’istruttoria è Giuseppe Acerenza funzionario dell’Ufficio Lavoro Formazione

e Politiche Sociali della Provincia di Potenza. Tutte le richieste di chiarimento relative al pre-

sente avviso potranno essere avanzate alla Provincia a partire dal giorno successivo alla data

di pubblicazione, attraverso i Centri per l’Impiego della Provincia.

Art. 18 – Allegati

Del presente Avviso sono parte integrante e sostanziale i seguenti

allegati:

Allegato A – Modulo per la Manifestazione di Interesse (aspiranti Soggetti Ospitanti)

Allegato B – Modulo per domanda aspiranti partecipanti

Allegato C – Comunicazione scelta nominativa (facoltativa)

Allegato D – Convenzione di work Experience a favore di persone

disabili e di soggetti svantaggiati

Allegato E – Progetto formativo di Work Experience

Allegato F – Format Curriculum Vitae in formato europeo

Allegato G – Dichiarazione su aiuti in «de minimis»

Art. 19 – Pubblicità dell’Avviso

Il presente Avviso viene pubblicato integralmente e unitamente ai suoi allegati all’Albo Pre-

torio della Provincia di Potenza e reso disponibile sul sito ufficiale della Provincia di Potenza

all’indirizzo: www.provinciapotenza.it e sui siti internet della Regione Basilicata www.regio-

ne.basilicata.it e www.povaldagri.basilicata.it.

Potenza, 21 febbraio 2011

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

153

linee guida per l’emanazione del bando pubblicoProvincia di Potenza

Ufficio Lavoro Formazione e Politiche Sociali

Linee Guida per l’emanazione del bando pubblico

Work experience per favorire l’inserimento occupazionale per persone disabili e di soggetti svantaggiati

In attuazione del programma operativo

Val D’agri – Melandro – Sauro – Camastra

Linea di Intervento C.5

Inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati 2

Obiettivo dell’avviso

Il progetto è rivolto all’attuazione della Linea di Intervento C.5 «Inserimento lavorativo di

soggetti svantaggiati» del Programma Operativo Val d’Agri, Melandro, Sauro, Camastra. Si

prefigge di realizzare, nel territorio interessato, progetti di work experience, in attuazione del

«Progetto Match. Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione dl svantag-

gio» approvato con Deliberazione di Giunta Regionale n. 2310 del 29/12/2009. La principale

finalità consiste nel favorire azioni di coesione sociale e di politica attiva del lavoro, attraverso

idonee forme di incentivazione di servizi specialistici in materia di inclusione sociale, occupa-

bilità e inserimento lavorativo di persone con disabilità o in condizioni di svantaggio.

Work experience attivabili

Il progetto riguarda l’attivazione di 64 work experience presso le imprese del territorio in-

teressato, di cui 34 destinate a soggetti svantaggiati e 30 destinate a persone disabili con

l’agevolazione, attraverso conferimento di incentivi economici ai beneficiari, per l’assunzione

a tempo indeterminato o determinato, ovvero di forme di auto impiego, successivamente

all’esperienza di work experience. Una quota delle work experience pari a un numero di 3

soggetti è riservata alla categoria del disagio mentale. L’iniziativa è rivolta a favore di persone

con disabilità e soggetti svantaggiati, o che versino in condizioni contingenti di difficoltà e

di bisogno, residenti in uno dei Comuni dell’area di interesse del P.O. Val d’Agri, e segnata-

mente:

ABRIOLA GORGOGLIONE ROCCANOVA ALIANO GRUMENTO NOVA SANT’ARCANGELO ANZI

GUARDIA PERTICARA SAN CHIRICO RAPARO ARMENTO LAURENZANA SAN MARTINO

documento

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

154

D’AGRI BRIENZA MARSICONUOVO SARCONI BRINDISI DI MONTAGNA MARSICOVETERE

SASSO DI CASTALDA CALVELLO MISSANELLO SATRIANO DI LUCANIA CASTELSARACENO

MOLITERNO SPINOSO CORLETO PERTICARA MONTEMURRO TRAMUTOLA GALLICCHIO PA-

TERNO VIGGIANO

Beneficiari delle work experience

Allo scopo di individuare il target di progetto (persone con disabilità e lavoratori in situazione

di svantaggio), si fa riferimento alle definizioni della L. 381/91, della Legge n. 68/99 (art. 1

comma a) e del Reg. Ce n. 800/2008 (si rinvia, per gli opportuni approfondimenti, alla pag.

8 «Normativa di riferimento per individuazione target»). I soggetti in condizione di disagio

sociale ai sensi del regolamento (CE) n. 800/2008 art. 2 par. 19 («lavoratori molto svantag-

giati») e paragrafo 20 lett. a) e lett. b) («lavoratori disabili»), possono essere suddivisi nelle

due categorie di disagio:

• Disabilità (art. 1, comma a, L. n. 68/99)

• Area dello svantaggio sociale:

– lavoratori «molto svantaggiati»

– persone svantaggiate ai sensi dell’art. 4 della L. 381/91. Sono ammessi a presentare la loro

candidatura i soggetti che risultano in possesso dei seguenti requisiti:

– inoccupati e disoccupati, ai sensi del D. Lgs. n. 181/2000 e s.m.i.;

– residenza in Basilicata da almeno 2 anni;

– aver compiuto 18 anni;

– aver assolto all’obbligo scolastico.

Le imprese e/o le organizzazioni ospitanti

Sono ammessi a presentare manifestazione di interesse al fine di accedere ai benefici previsti

dal presente Avviso, nell’ambito territoriale definito dal precedente art. 3, i seguenti soggetti:

• imprese private con sede operativa nel territorio oggetto di intervento, iscritte al registro

delle imprese della C.C.I.A.A. competente;

• studi professionali il cui titolare risulti iscritto all’Albo professionale di competenza;

• onlus con sede legale e/o operativa nel territorio oggetto di intervento;

• cooperative con sede operativa nel territorio oggetto di intervento, iscritte all’Albo regionale

delle cooperative;

• Enti Locali territoriali (esclusivamente per i soggetti disabili).

L’aspirante soggetto ospitante può anche segnalare nominativamente il/i partecipante/i che

intende ospitare.

Azioni previste

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

155

Con l’attuazione del progetto si persegue in generale:

– la presa in carico dei destinatari con azioni integrate di orientamento, formazione, accom-

pagnamento e inserimento lavorativo,

in un’ottica di rete tra i soggetti che operano nel campo dello svantaggio e/o della disabilità;

– il rafforzamento della capacità di inserimento/permanenza nel mercato del lavoro delle

persone in situazione di disagio (azioni per l’orientamento e sviluppo di competenze e qua-

lifiche);

– la pari opportunità e non discriminazione nell’accesso all’istruzione, alla formazione e al

lavoro, con una logica di intervento fondata sul mainstreaming che garantisca, da un lato,

una presenza femminile riflettente la situazione del mercato del lavoro e la promozione di

azioni specifiche per la partecipazione delle donne.

Azioni da realizzare

Il progetto si articolerà nelle seguenti azioni:

1. presa in carico dei destinatari da parte dei CPI di competenza e svolgimento di azioni di

accompagnamento, orientamento e formazione. I CPI affiancheranno il partecipante nella

elaborazione del PAI (Piano d’Azione Individuale) che definirà obiettivi e modalità di svolgi-

mento della work experience e le modalità di utilizzo di una dote formativa del valore massi-

mo di 2.000 € (euro duemila/00);

2. attivazione dei percorsi formativi individualizzati, utilizzando la dote formativa assegnata,

ai fini dell’acquisizione di competenze connesse alla definizione del proprio profilo professio-

nale e/o alla creazione di impresa. La fase formativa può essere svolta anche in concomi-

tanza con lo svolgimento della work experience aziendale purché ciò non interferisca con

l’attività svolta presso il soggetto ospitante;

3. svolgimento delle work experience presso i soggetti ospitanti, di durata pari a 6 mesi

(100 ore mensili per complessive 600 ore) per le persone molto svantaggiate e di durata di

12 mesi (100 ore al mese, per complessive 1200 ore) per le persone disabili Per tali attività

saranno riconosciuto un contributo orario pari a 6 euro, equivalente a un contributo mensile

posticipato pari a € 600,00 (seicento);

4. Contributo al soggetto ospitante per un importo di € 200 mensili (comprensive delle spese

INAIL e R.C.T.);

5. erogazione di aiuti finanziari per l’assunzione, destinati alle imprese che al termine del

periodo delle work experience procedono all’assunzione del/i partecipante/i secondo le mo-

dalità specificate, o per l’autoimpiego, destinati ai soggetti beneficiari che al termine del

periodo delle work experience avviano un’attività autonoma;

6. attivazione, da parte dei CPI della Provincia di Potenza e dell’APOF– IL, di un servizio di

documento

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

156

follow– up, per coloro che avvieranno un’attività imprenditoriale o di lavoro autonomo, con-

sistente in un supporto consulenziale mirato a facilitare la fase dello start up.

Risorse finaziarie

Per la realizzazione delle attività in oggetto sono stanziati € 2.000.000,00 a valere sulle ri-

sorse del Programma Operativo Val d’Agri, Melandro, Sauro, Camastra – Linea di Intervento

C.5 «Inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati». La Regione Basilicata si riserva la

facoltà di integrare le risorse stanziate per il presente Avviso pubblico in caso di disponibilità

di ulteriori finanziamenti. Gli aiuti previsti per l’intervento, finalizzati all’assunzione a tempo

indeterminato, vengono concessi in regime di «de minimis».

Il sistema delle competenze

Al termine della work esperience, sulla base della definizione degli standard professionali,

formativi, di certificazione e di attestazione delle competenze da parte del sistema regionale,

i partecipanti conseguiranno una certificazione coerente con quanto previsto dalla Legge

Regionale 11 Dicembre 2003, n. 33, e s.m.i. integrato con un documento con la descrizione

delle competenze acquisite, secondo il format definito e approvato dalla Regione Basilicata

con la D.G.R. n. 1584 del 21 settembre 2010.

Criteri generali di selezione

Per quanto concerne i soggetti disabili, la selezione delle domande dei richiedenti terrà conto

dei seguenti criteri:

• età anagrafica;

• grado di disabilità;

• anzianità di iscrizione al collocamento disabili maturata;

• titolo di studio posseduto.

Per quanto concerne i soggetti svantaggiati, la selezione delle domande dei richiedenti terrà

conto dei seguenti criteri:

a) età anagrafica;

b) anzianità di disoccupazione/inoccupazione maturata;

c) titolo di studio posseduto.

Nello specifico la valutazione, per ogni categoria interessata, prevede l’attribuzione di un

massimo di 100 punti. Per entrambe le sezioni, in caso di ex– aequo, sarà data precedenza

al candidato anagraficamente più anziano. Normativa di riferimento per individuazione Tar-

get La definizione di persona svantaggiata ai sensi della Legge n. 381/91 così recita: «Nelle

cooperative che svolgono le attività agricole, industriali, commerciali o di servizi finalizzate

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

157

all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate si considerano persone svantaggiate gli

invalidi fisici, psichici e sensoriali, gli ex degenti di istituti psichiatrici, i soggetti in trattamento

psichiatrico, i tossicodipendenti, gli alcolisti, i minori in età lavorativa in situazioni di difficoltà

familiare, i condannati ammessi alle misure alternative alla detenzione previste dagli articoli

47, 47– bis, 47– ter e 48 della legge 26 luglio 1975, n. 354, come modificati dalla legge 10

ottobre 1986, n. 663. Si considerano inoltre persone svantaggiate i soggetti indicati con

decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro del lavoro e della

previdenza sociale, di concerto con il Ministro della sanità, con il Ministro dell’interno e con

il Ministro per gli affari sociali, sentita la commissione centrale per le cooperative istituita

dall’articolo 18 del citato decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 14 dicembre

1947, n. 1577, e successive modificazioni.»

La Legge n. 68/99 «Norme per il diritto al lavoro dei disabili», all’art. 1 così recita: «La pre-

sente legge ha come finalità la promozione dell’inserimento e della integrazione lavorativa

delle persone disabili nel mondo del lavoro attraverso servizi di sostegno e di collocamento

mirato. Essa si applica: alle persone in età lavorativa affette da minorazioni fisiche, psichiche

o sensoriali e ai portatori di handicap intellettivo, che comportino una riduzione della capacità

lavorativa superiore al 45 per cento, accertata dalle competenti commissioni per il riconosci-

mento dell’invalidità civile in conformità alla tabella indicativa delle percentuali di invalidità

per minorazioni e malattie invalidanti approvata, ai sensi dell’articolo 2 del decreto legislativo

23 novembre 1988, n. 509, dal Ministero della sanità sulla base della classificazione interna-

zionale delle menomazioni elaborata dalla Organizzazione mondiale della sanità; alle persone

invalide del lavoro con un grado di invalidità superiore al 33 per cento, accertata dall’Istituto

nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali (INAIL)

in base alle disposizioni vigenti; alle persone non vedenti o sordomute, di cui alle leggi 27

maggio 1970, n. 382, e successive modificazioni, e 26 maggio 1970, n. 381, e successive

modificazioni;

Provincia di Potenza

alle persone invalide di guerra, invalide civili di guerra e invalide per servizio con minorazioni

ascritte dalla prima all’ottava categoria di cui alle tabelle annesse al testo unico delle norme

in materia di pensioni di guerra, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 23

dicembre 1978, n. 915, e successive modificazioni.

Il Reg. CE n. 800/2008, che dichiara alcune categorie di aiuti compatibili con il mercato

comune in applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato, all’art.2, così definisce il lavoratore

svantaggiato, il lavoratore molto svantaggiato e il lavoratore disabile:

par.18) «lavoratore svantaggiato»: chiunque rientri in una delle seguenti categorie:

documento

Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio

158

a) chi non ha un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi;

b) chi non possiede un diploma di scuola media superiore o professionale (ISCED 3);

c) lavoratori che hanno superato i 50 anni di età;

d) adulti che vivono soli con una o più persone a carico;

e) lavoratori occupati in professioni o settori caratterizzati da un tasso di disparità uomo–

donna che superi almeno del 25 % la disparità media uomo– donna in tutti i settori econo-

mici dello Stato membro interessato se il lavoratore interessato appartiene al genere sotto-

rappresentato;

f) membri di una minoranza nazionale all’interno di uno Stato membro che hanno necessi-

tà di consolidare le proprie esperienze in termini di conoscenze linguistiche, di formazione

professionale o di lavoro, per migliorare le prospettive di accesso a un’occupazione stabile;

par.19) «lavoratore molto svantaggiato»:

a) lavoratore senza lavoro da almeno 24 mesi; par.20) «lavoratore disabile», chiunque sia:

a) riconosciuto disabile ai sensi dell’ordinamento nazionale

b) caratterizzato da impedimenti accertati che dipendono da un handicap fisico, mentale o

psichico.

La redazione del volume è stata curata dall’Ufficio Programmazione e Controllo di Apof– il

Anna Rita Lavilletta

U.O.S Programmazione e Controllo

Franca Coppola

Responsabile Qualità Apof– il

Copia del volume può essere richiesta a

Loredana Campagna Apof– il Potenza

Responsabile Servizio Informazione

Via dell’Edilizia, 15 – 85100 Potenza

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Tel. 0971 59223

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Stampato da Fondazione ABACUS

nel mese di Settembre dell’anno 2015


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