Volume 03
La redazione del volume è stata curata dall’Ufficio Programmazione e Controllo di APOF- IL
Una coedizione
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Stampato da Fondazione ABACUS
nel mese di Settembre dell’anno 2015
CONTI EDITORE
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All’atto di concludere il progetto Match con una pubblica-
zione, il nostro pensiero va ad Adriano Abiusi, ex dirigente
dell’Ufficio Promozione Cittadinanza Solidale ed Economia
Sociale, Sviluppo Sociale, Sviluppo Servizi Sociali e Socio-
sanitari della Regione Basilicata, che ha fortemente voluto
questa sperimentazione e che sarebbe stato contento di
sorridere alla tenacia e dedizione che abbiamo perseguito
nell’attuare il progetto, attitudini che più di ogni altro pra-
ticava.
Il Progetto “Match: Servizi di Inclusione Sociale e Lavorativa di Persone in Situazione di Svan-
taggio” della Regione Basilicata è stato realizzato in attuazione della linea di intervento c.5.b
“Inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati” del Programma Operativo Val d’Agri, Melan-
dro, Sauro, Camastra ed in coerenza con l’Asse II “Occupabilità” del P.O. F.S.E. 2007/2013
Apof-il ha curato il presente report e declina ogni responsabilità sull’uso che potrà essere
fatto delle informazioni in esso contenute.
I soggetti che hanno partecipato alla realizzazione del progetto MATCH sono:
• Regione Basilicata attraverso l’autorità responsabile del P.O. Val d’Agri (Autorità responsa-
bile del P.O.V.)
• Provincia di Potenza (Ente capofila per l’attuazione operativa)
• APOF-IL
• Comuni della Provincia di Potenza
• C.P.I. Villa d’ Agri
• A.S.P. - Azienda Sanitaria Locale di Potenza
• U.S.R. Ufficio Scolastico Regionale
• Associazione Industriali di Basilicata
• A.P.I. Associazione Piccole e Medie Industrie di Potenza
• Fondazione Don Gnocchi
• FISH Onlus - Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap - Basilicata
Il presente lavoro è una riflessione condivisa dal team di progetto e scritta a più mani avva-
lendosi di materiale documentale, relazioni, dati, interviste.
Si ringrazia per i contributi al presente lavoro:
Giuseppe Acerenza
Ufficio Lavoro Formazione e Politiche Sociali Provincia di Potenza
Antonella Amelina
Azionista Prima System srl
Fabio Bavusi
Esperto comunicazione Apof-il
Riccardo Biazzo
Responsabile metodologico del progetto – Apof-il
Natalia Maria Brescia
Operatore CPI di Villa d’Agri
Giulio Cardone
P.O. Servizi Amministrativi Comune di Brienza
Luca Caricato
Esperto comunicazione Apof-il
Adamo De Stefano
Segreteria Tecnica – Regione Basilicata
Antonio Di Gennaro
Uff.Reg.le Promozione Cittadinanza Solidale, Economia Sociale, Sviluppo S.S.i
Margherita Fittipaldi
Responsabile Centro per l’Impiego di Villa d’Agri
Giampiero Griffo
Membro Esecutivo mondiale Disabled Peoples’ International (DPI)
Ida Leone
Direttore ASSOIL SCHOOL – Advanced Skills for Services in Oil and gas Industry School
Lorenzo Carmelo Pavese
Utente Imprenditore
Francesco Pesce
Dirigente Struttura di Progetto Val d’Agri – Regione Basilicata
Giuseppe Romaniello
Direttore Apof-il
Maria Filomena Titolo
Operatore CPI di Villa d’Agri
Franca Coppola di Apof-il ha curato la presente pubblicazione.
indice
preFazionela Formazione quale Strumento per promuovere l’innovazione Sociale Giuseppe Romaniello
13
introduzioneun’analiSi a più voci Franca Coppola
17
relazionel’idea e gli elementi diStintivi del progetto match: l’incluSione Sociale attraverSo metodologie innovative nei Servizi e Fra i Servizi per Favorire l’occupabilità e l’inSerimento lavorativoFrancesco Pesce
21
relazionenuovi approcci alle politiche Sociali: l’architettura progettuale di match ed il SiStema di governance quale reale ed eFFicace cooperazione interiStituzionaleAdamo De Stefano
43
relazionela Formazione dei Formatori per l’applicazione del modello icF nell’ambito del progetto matchAntonio Di Gennaro
51
relazionela dimenSione concettuale del proceSSo incluSivo di incontro Fra domanda ed oFFerta: la realizzazione del logo del progetto e la clipFabio Bavusi
61
relazionela comunicazione Sociale del progetto matchLuca Caricato
67
reportindividuazione dei beneFiciari delle Work experience: il quadro normativo di riFerimento, deFinizioni, Step e procedureGiuseppe Acerenza
73
relazioneicF e perSonalizzazione dei Servizi nel progetto match: i teSt ed i colloqui individuali per l’avviamento delle Work experienceMargherita Fittipaldi
79
reportreSoconto concluSivoRiccardo Biazzo
83
reportSperimentare l’incluSione Sociale e lavorativa di perSone in Situazione di SvantaggioAdamo De Stefano
97
interviStadiSabilità: un concetto in evoluzioneGiampiero Griffo
107
interviStaSviluppare la SFera delle capacità relazionaliGiulio Cardone
111
interviStaun’occaSione di creScita anche per l’aziendaIda leone
115
interviStaun’opportunità per rompere il ghiaccio e metterSi in giocoAntonella Amelina
119
interviStaun’eSperienza partita in “bianco”Lorenzo Carmelo Pavese
125
generalele parole del progetto matchFranca Coppola
129
documento avviSo pubblico Work experience per Favorire l’inSerimento occupazionale per perSone diSabili e di Soggetti Svantaggiati
135
documento linee guida per l’emanazione del bando pubblico
153
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
13preFazione
la Formazione quale Strumento per promuovere l’innovazione SocialeGiuseppe Romaniello
Direttore APOF-IL
Al posto degli uomini abbiamo sostituito i numeri
e alla compassione nei confronti delle sofferenze umane
abbiamo sostituito l’assillo dei riequilibri contabili.
Federico Caffè
L’attuale livello di disoccupazione è inaccettabile, va contro ogni nozione di equità; è la più
grande forma di spreco di risorse, oltre che causa di deterioramento del capitale umano.»
No, non è una dichiarazione resa da un sindacalista durante uno sciopero in una delle nu-
merose piazze che in questi giorni accolgono e rilanciano il disagio e la rabbia di un pezzo di
Europa; è la dichiarazione del presidente della Bce, Mario Draghi, durante il suo intervento
di apertura del convegno su Federico Caffè, tenutosi a Roma nel mese di novembre 2014.
Parlando dell’eredità di pensiero di Caffè, Draghi ha ricordato come per il professore fare
politica economica significasse analisi della realtà, rifiuto delle sue deformazioni, impiego
delle nostre conoscenze per sanarle. Da parte mia, quando penso all’eredità di Federico
Caffè, professore di Politica Economica e Finanziaria all’Università La Sapienza di Roma,
schivo per natura, sensibile e straordinario, penso alla passione, all’amore e alla dedizione
con cui i suoi studenti cercarono il professore all’indomani della diffusione della notizia della
sua scomparsa. Furono quei giorni, successivi alla scomparsa inattesa e ancora inspiegata
dell’economista, strenuo difensore del welfare state, a segnalare la bellezza che può esserci
nella relazione tra l’allievo e il suo mentore. Alla sua passione per l’insegnamento e all’at-
tuale necessità di rilanciare le ragioni dell’apprendimento lungo tutto l’arco della vita, voglio
dedicare alcune riflessioni sull’attuale necessità di trovare risposte nuove a richieste antiche.
Esistono infatti bisogni insoddisfatti (es. servizi sanitari di prossimità), risorse sprecate (es. il
consumo di suolo) emergenze ambientali (es. qualità dell’aria nei centri abitati) o sociali (es.
crescenti aree di disagio e marginalità). Rispondere a queste domande, non necessariamente
espresse, significa dare spazio alle forze del privato sociale, all’imprenditorialità dal basso,
alle comunità di cittadini che si organizzano per soddisfare nuovi e vecchi bisogni, per otti-
mizzare l’utilizzo delle risorse umane e naturali, per garantire un miglioramento sociale, per
realizzare soluzioni più soddisfacenti i propri valori e le proprie aspirazioni.
Potremmo definire questo organizzarsi una innovazione sociale. Esistono tante definizioni di
innovazione sociale; quella più ampia e completa è contenuta nel Libro Bianco sull’innovazio-
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
14
ne sociale scritto da Robin Murray, Julie Caulier Grice e Geoff Mulgan: «Definiamo innovazioni
sociali le nuove idee (prodotti, servizi e modelli) che soddisfano dei bisogni sociali (in modo
più efficace delle alternative esistenti) e che allo stesso tempo creano nuove relazioni e
nuove collaborazioni.
In altre parole, innovazioni che sono buone per la società e che accrescono le possibilità di
azione per la società stessa». L’innovazione sociale ha una spiccata dimensione collettiva,
non appartiene solo all’immaginazione e alla creatività di un attore singolo, quanto alla capa-
cità collettiva di partire da un’intuizione e di svilupparla sino a trasformarla in pratica diffusa.
Perché questa definizione possa smettere di sembrarci un’altisonante ma poco praticabile
dichiarazione di intenti, proviamo a osservare l’esperienza della candidatura di Matera a
Capitale Europea della Cultura 2019.
«Chiunque veda Matera non può non restarne colpito, tanto è espressiva e toccante la sua
dolente bellezza» aveva detto, mezzo secolo fa, Carlo Levi.
Un percorso breve, se si pensa alla storia millenaria di Matera, di collettivo riscatto, che ha
permesso alla città lucana di passare dalla amara definizione di «vergogna d’Italia» simbolo
nazionale dell’arretratezza e del sottosviluppo del meridione a luogo bellissimo; di passare dal
disastro novecentesco alla voglia futuro – Open Future è infatti lo slogan della candidatura –.
Due sono le ragioni della vittoria e coincidono con i due criteri di selezione adottati: la dimen-
sione europea del programma di candidatura e la partecipazione dei cittadini (Decisione n.
1622/2006/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio). Citando Antonio Nicoletti, direttore
del più suggestivo anfiteatro culturale ricavato da un ipogeo – Casa Cava - Matera vince
perché «la candidatura è stata incentrata non tanto sulla città o sul patrimonio materiale e
tangibile ma sui cittadini, per contribuire alla costruzione di abitanti culturali, ovvero cittadini
europei consapevoli e impegnati, sul modello di chi ha perseguito e conseguito il riscatto di
una città come Matera da un destino di sottosviluppo, con il proprio impegno volontario e
la propria passione dedicata alla scoperta, al recupero e alla tutela del patrimonio storico e
culturale». Vi è stata una sorta di mobilitazione creativa, ovvero una proiezione verso il futuro
un futuro aperto. Dall’analisi delle ragioni di questa vittoria, penso possiamo trarre ragioni
e significati della formazione nei prossimi anni; essa sarà tanto più viva e incisiva, quanto
più saprà favorire dinamiche di innovazione sociale, provocando cambiamenti nei contesti
e nelle comunità, siano essi profit o no profit, organizzazioni private o pubbliche, imprese o
associazioni di volontariato. La programmazione comunitaria 2014 - 2020 e nello specifico il
Fondo Sociale Europeo, uno dei cinque Fondi strutturali e di investimento europei, inserisce
quale elemento di maggiore cambiamento nelle sue strategie attuative l’innovazione sociale,
ovvero l’introduzione su scala territoriale di soluzioni innovative, mirate a soddisfare esigenze
sociali, occupazionali e formative. Per tornare al punto di partenza della nostra riflessione, è
questo uno dei modi con cui l’Europa intende aiutare gli Stati membri a ripristinare e incre-
la Formazione quale Strumento per promuovere l’innovazione Socliale
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
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mentare la crescita e assicurare una ripresa foriera di occupazione, garantendo al contempo
lo sviluppo sostenibile, in linea con gli obiettivi di Europa 2020. L’innovazione sociale ha as-
sunto un ruolo significativo a livello comunitario, nell’ambito del dibattito sulla crisi; favorirla
significa attuare interventi in grado di rispondere ai bisogni sociali insoddisfatti, migliorando
gli outcome sociali; riguarda gli interventi che sono diretti a gruppi vulnerabili della società
e che sanno intercettare e valorizzare la creatività delle associazioni di volontariato, delle
organizzazioni e degli imprenditori sociali per trovare modi nuovi di rispondere a bisogni
sociali impellenti a cui non arriva un’adeguata risposta né dal settore pubblico né dal settore
privato. Significative sono le sfide che l’innovazione sociale potrebbe contribuire ad affronta-
re, tutte in linea con la Strategia Europa 2020: la salute e l’invecchiamento della popolazione,
l’inclusione sociale e il contrasto alla povertà, la prevenzione dell’abbandono scolastico e
l’innalzamento dei livelli di istruzione, la promozione di uno sviluppo sostenibile. Il Reg. (UE)
n.1304/2013 che definisce i compiti del Fondo Sociale Europeo, il fondo strutturale stori-
camente dedicato all’apprendimento, all’art. 9 introduce il tema della innovazione sociale,
impegnando gli stati nazionali a identificare gli ambiti per l’innovazione sociale, nonché la
Commissione a sostenere l’apprendimento reciproco, la creazione di reti e la diffusione e pro-
mozione di buone prassi e metodologie. Tocca ora ai singoli Programmi Operativi nazionali
e regionali il compito di dare gambe e respiro, in vista dell’imminente avvio degli interventi
a valere sulla Programmazione Comunitaria 2014 - 2020 in funzione di quanto previsto dal
regolamento del Fondo Sociale Europeo.
preFazione
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
17introduzione
Il presente rapporto finale del progetto Match – Servizi di Inclusione Sociale e Lavorativa di
Persone in Stato di Svantaggio, in attuazione del programma Operativo Val d’Agri, Melandro,
Sauro, Camastra – Linea di intervento C.5 – finalizzato all’attivazione di work experience di
utenti svantaggiati e/o disabili presso imprese ed Enti Locali del territorio interessato, più che
una pubblicazione di sintesi in grado di esporre in maniera analitica la complessità di temi,
contenuti e dati attraverso i quali si è configurato il progetto stesso, è stato concepito con
l’obiettivo di presentare l’esperienza attuata attraverso il racconto diretto dei diversi prota-
gonisti: un’analisi a più voci su quanto realizzato, sui risultati raggiunti e sulle sfide ancora
da cogliere e da cui trarre utili suggerimenti e spunti di confronto per ulteriori interventi.
Un’occasione per raccogliere, tenere traccia e memoria delle diverse fasi di realizzazione
del progetto, un lavoro di documentazione di quanto svolto attraverso gli atti che lo hanno
caratterizzato, i documenti, i risultati emergenti, le testimonianze, gli spunti e le riflessioni
che via via si sono affrontate. L’obiettivo è quello di riuscire a rendere ben visibile, leggibile
e tracciabile lo sviluppo dell’intero progetto, dalla configurazione originaria con le sue pre-
messe, la sua filosofia di fondo, i suoi valori e la sua impostazione, al conseguimento degli
obiettivi e quindi, alla messa a fuoco oltre che dei risultati, peraltro di estrema rilevanza, an-
che e soprattutto, del metodo di lavoro. Match, infatti, è un progetto fortemente innovativo
per alcune sue caratteristiche peculiari a livello progettuale ma anche, in modo particolare, è
un sistema organizzativo complesso con uno spazio all’interno del quale molti soggetti sono
stati in grado di interagire per conseguire gli obiettivi predefiniti. Dal punto di vista program-
matorio, tutte le azioni finalizzate all’integrazione lavorativa e all’inclusione delle persone con
disabilità o svantaggio indubbiamente costituiscono, soprattutto nella difficile realtà econo-
mica, sociale e lavorativa che stiamo vivendo e che caratterizza la nostra Regione, una sfida
sia a livello organizzativo che tecnico ma, soprattutto, una sfida all’idea di autosufficienza
delle singole organizzazioni.
Infatti, è implicito il superamento dei confini istituzionali e l’assunzione di una logica di si-
stema in grado di connettere e valorizzare i contributi dei numerosi e diversi attori: Regione,
Provincia, servizi sociali e sanitari, servizi per l’impiego, aziende, agenzie formative, associa-
zioni e famiglie. Per questo, è stata fondamentale nel progetto MATCH, la coerenza tra arti-
un’analiSi a più voci Franca Coppola
Responsabile Qualità APOF- IL
Utopia e disincanto, anziché contrapporsi,
devono sorreggersi e correggersi a vicenda.
Claudio Magris
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
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colazione e specificità dello stesso: aperto, flessibile, adattabile a situazioni differenziate, ma
anche regolato da principi e modalità operative (quali il coordinamento delle risorse umane
e l’interazione tra le diverse istituzioni) che hanno consentito di assicurare il perseguimento
dell’efficacia nella realizzazione delle attività e nell’erogazione dei servizi. La possibilità di cre-
are effettive occasioni di incontro tra il mondo del lavoro e i giovani con difficoltà a inserirsi,
a rientrare o a confrontarsi con questa stessa realtà, ben viene evidenziata dalla scelta del
termine MATCH utilizzato per la denominazione del progetto.
L’uso della metafora sportiva tuttavia, oltre a richiamare l’efficace azione di facilitazione
delle occasioni di inserimento lavorativo, attuata anche attraverso sinergie e collaborazioni
con il contesto socio/produttivo e istituzionale, sottolinea altresì, la forte somiglianza tra gli
elementi presenti nel contesto agonistico–sportivo e quelli tipici del mondo del lavoro. Tra
questi, indubbiamente, la presenza di una pluralità di concorrenti e/o avversari; un sistema
di ruoli, procedure e regole nel cui ambito definire tattiche e strategie; condizioni ambientali
esterne non sempre controllabili; capacità di adattamento della programmazione degli inter-
venti al contesto esterno; copresenza di open skill (abilità aperte) e closed skill (abilità chiu-
se) in base alle caratteristiche di stabilità e prevedibilità dell’ambiente in cui l’avversario, con
le sue azioni, condiziona le decisioni e le prestazioni; attività di gruppo e individuali; bisogno
di allenamenti continui per mantenere e potenziare le capacità utili per il raggiungimento di
prestazioni efficaci. Attraverso l’uso della metafora sportiva è evidente come nel mondo del
lavoro occorra fronteggiare una pluralità di dimensioni che possono essere individuate nella
capacità di integrazione e coordinamento delle diverse attività, nella capacità di gestione
dell’incertezza ambientale, nell’analisi strategica delle diverse componenti, nell’orientamento
all’obiettivo, nell’integrazione tra programmazione e adattamento, nel problem solving, nelle
abilità comunicative e nella gestione delle dinamiche di gruppo. Molteplici elementi quindi
da tener presente e controllare, soprattutto in presenza di «fragilità» individuali vissute in
contesti difficili e complessi. Tuttavia, l’aspetto più problematico che si evidenzia è collegato
alla necessità, per gli stessi interventi, di andare oltre gli ambiti e gli spazi delle singole orga-
nizzazioni o istituzioni interessate, per agire in una logica di sistema in grado di connettere,
valorizzando i singoli contributi, i diversi attori, alcuni dei quali già legati da relazioni costanti,
articolate o formalizzate e altri invece, interagenti nell’ambito dell’esigenza quotidiana del
lavorare insieme. La consapevolezza di questa complessità ha caratterizzato l’intero Progetto
e visto i protagonisti: Istituzioni, Enti e Organizzazioni a vario titolo interessati, quali Regione,
Provincia, Apof–il, Comuni, Centri per l’Impiego, Azienda Sanitaria, aziende, associazioni,
famiglie, impegnarsi costantemente per costruire un sistema integrato, dotato di modalità e
strumenti di intervento condivisi, con la consapevolezza di realizzare un’esperienza in grado
di essere trasferita e replicata su scala più ampia. L’altro elemento fondamentale e speculare
di questo progetto è stata l’applicazione e la sperimentazione del sistema ICF (International
un’analiSi a più voci
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
19
Classification of Functioning, Health and Disability) in grado di fornire un linguaggio stan-
dard e unificato come modello di riferimento per definire la salute e gli stati a essa correlati
degli utenti coinvolti e di descrivere l’interazione tra persona e ambiente. Infatti è proprio in
questa interazione, in questo complesso sistema di influenze reciproche tra aspetti biologici,
strutturali, di competenze, di facilitazioni o ostacoli ambientali, familiari, sociali, culturali, psi-
cologici, in questa visione olistica e sistemica, che viene a definirsi il wellbeing delle persone
e la possibilità o meno di individuare risposte concrete di inserimento. Il progetto Match ha
rappresentato, quindi, per il suo ampio respiro e per l’articolazione delle attività, un’occa-
sione importante, capace di coniugare in modo efficace la trasversalità di alcune «macro»
tematiche di ampio respiro, con l’attenzione allo specifico «micro» delle realtà territoriali e
individuali. Senza una cornice capace di dare un senso e di raccordarle l’una in funzione
dell’altra, queste due dimensioni avrebbero potuto facilmente perdere contatto e procedere
verso direzioni inconciliabili se non addirittura conflittuali.
Il racconto degli operatori che hanno partecipato alla sperimentazione e che è riportato in
questo report, vuole essere un modo per condividere esperienze, riflessioni, difficoltà e sfide
di questo percorso che ha lasciato in eredità al territorio non solo una nuova metodologia
d’intervento, ma anche e soprattutto una pluralità di relazioni, di dati, di conoscenze e di
competenze diventate patrimonio comune attraverso lo stile partecipativo che ha caratteriz-
zato il progetto nelle sue diverse fasi.
Riflettere su quanto realizzato, esaminare il valore delle scelte programmate e compiute,
entrare nel merito dei risultati conseguiti si trasforma, in sostanza, in una concreta risorsa
per scelte future e anche per l’evoluzione stessa dei soggetti coinvolti. Si ringraziano tutti
gli utenti e i partner, istituzionali e non, del Progetto Match senza il cui apporto, la presente
esperienza non avrebbe potuto raggiungere gli importanti risultati conseguiti.
Infine, l’impianto progettuale e metodologico del progetto Match ha trovato possibilità di
realizzazione grazie anche e soprattutto, allo straordinario apporto e contributo dell’amico e
collega Riccardo Biazzo che improvvisamente e troppo presto ci ha lasciato e che, in questa
avventura, è riuscito a incastonare, come era solito fare nel suo lavoro, la sua grande profes-
sionalità, la sua competenza, il suo estro visionario, la sua generosa disponibilità soprattutto
nei confronti di chi ne aveva più bisogno, il suo prodigarsi verso tutti e verso tutto senza
risparmiarsi mai, la sua cura e la sua attenzione verso ogni ragazzo o ragazza che incrociava
il suo cammino, il suo sorriso accattivante, la sua originalità e creatività, il suo stile trasgres-
sivo e semplice, il suo talento, i suoi pensieri, le sue speranze, i suoi sogni… il suo cuore:
«Ascolta, il mio segreto è molto semplice: non si vede bene che col cuore…»
Ecco Ricco, come eravamo soliti chiamarlo, aveva un grande cuore.
introduzione
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
21
l’idea e gli elementi diStintivi del progetto match: l’in-cluSione Sociale attraverSo metodologie innovative nei Servizi e Fra i Servizi per Favorire l’occupabilità e l’inSerimento lavorativoFrancesco Pesce
Dirigente Struttura di Progetto Val d’Agri – Regione Basilicata
una certa idea di incluSioneNegli ultimi anni il processo di integrazione sociale delle persone svantaggiate e con disabilità
o che versino in condizioni contingenti di difficoltà e di bisogno (art.5 Diritti dei cittadini utenti
della L.R. 04/2007 Regione Basilicata) ha registrato notevoli progressi, soprattutto perché
l’impianto normativo e dei servizi ha inteso perseguire l’obiettivo di inclusione attraverso un
pieno coinvolgimento di tutti gli attori interessati, a cominciare dalle persone destinatarie,
che vengono accompagnate a una logica di empowerment (assunzione di responsabilità
nella costruzione di un proprio progetto di vita prima ancora che lavorativo e/o formativo)
attraverso la presa in carico della persona in situazione di svantaggio, ossia l’assistenza e
il supporto continuato di servizi specializzati (rif. Art. 3 Livelli essenziali e appropriati delle
prestazioni sociali della L.R. 04/2007 Regione Basilicata). Affinché una strategia possa dirsi
efficacemente inclusiva, occorre che si sia in grado di rispondere al bisogno della persona,
nel momento in cui questo è espresso e nelle modalità più vicine alle aspettative delle perso-
ne. In questo senso, una strategia inclusiva deve, quindi, contenere al suo interno:
• meno politiche socio/assistenziali e più politiche attive, non solo di inclusione;
• una forte centratura della dimensione di umanità e di dignità nelle azioni da offrire per una
reale ed efficace strategia di inclusione;
• una tensione al rafforzamento del ruolo di ogni singolo attore, pubblico o privato, coinvolto,
che ne favorisca l’integrazione operativa di filiera;
• una capillare progettualità territoriale, tanto da evidenziare come i programmi di inclusione,
soprattutto se orientati all’occupabilità, siano un naturale volano di sviluppo locale. Ma quali
sono le dimensioni di una strategia che, nel rispetto dei principi sopra esposti, ne consentano
la realizzabilità? Possiamo riassumerle in cinque parole chiave:
1. Empowerment intesa come potenziamento delle capacitazioni del beneficiario quale stru-
mento/metodologia principale sulla quale incentrare ogni ipotesi di lotta alla povertà (eco-
nomica ma anche sociale, di relazioni, di opportunità, di scolarizzazione, ecc.);
2. Governance intesa quale reale ed efficace cooperazione interistituzionale, sia verticale che
relazione
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
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orizzontale;
3. Personalizzazione ossia capacità di erogare servizi flessibili e orientati al fabbisogno dell’in-
dividuo, alle sue possibilità, ai suoi gap, alle sue aspirazioni, ecc.;
4. Multidimensionalità dal momento che la logica inclusiva richiede a ogni sistema di fare
leva su più dimensioni, quella del sostegno, quella dell’inserimento lavorativo, quella della
risoluzione di specifiche problematiche, quella dell’accesso ai servizi, alla cultura, alla so-
cialità, alla casa, ecc.;
5. Centralità della persona intesa quale capacità di costruire processi che abbiano al centro
le persone, il loro essere e il loro esserci.
l’idea e gli elementi diStintiviLe Amministrazioni coinvolte in questo progetto hanno una ambizione: quella di sperimenta-
re in Val d’Agri, a valere sulle risorse del PO Val d’Agri – Misura C.5 – Inserimento lavorativo di
soggetti svantaggiati – Interventi attuativi dei piani di inserimento lavorativo gestiti dai Centri
per l’Impiego, una linea di intervento progettata per fornire servizi specialistici in materia di
inclusione sociale, occupabilità e inserimento lavorativo di persone con disabilità, o che ver-
sino in condizioni contingenti di difficoltà e di bisogno, implementando una innovativa pratica
di welfare sociale, da replicare, una volta standardizzata, in tutte le aree della Regione.
Il progetto intende sperimentare il sistema ICF (International Classification of Functioning,
Health and Disability).
Nell’ultimo decennio sono rimaste inapplicate diverse normative (dalla L.68/99 alla 328/00,
solo per esemplificare) tutte orientate al superamento degli ostacoli (handicap) che ostacola-
no i processi di integrazione/inclusione. La procedura Match, che viene descritta successiva-
mente con un buon grado di dettaglio, è una procedura unica nel panorama europeo, in uso
presso la Provincia di Milano e dell’intera Lombardia, la Provincia di Roma, per la gestione
del collocamento mirato. La versione più recente di Match è adattata alla classificazione ICF
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’ICF, International Classification od Functioning,
è una procedura di diagnosi funzionale standardizzata. Ha la caratteristica fortemente in-
novativa di essere una classificazione di carattere dinamico e non statico. Vale a dire che
recepisce l’approccio che vede il lavoro riabilitativo centrato sull’identificazione e lo sviluppo
delle potenzialità della persona, anziché sui «difetti» di cui la persona stessa soffre, in ter-
mini di minori abilità. È da questa visione che nasce il concetto di «persone con disabilità»
anziché handicappati. L’ICF verifica queste diverse abilità e lo fa in tutti i settori e gli spazi
di vita della persona.
La metodologia di pianificazione dell’intervento individua il proprio punto di forza nella ca-
pacità di costruire reti di cooperazione – idealmente identificabile come una vera e propria
filiera – fra i diversi attori coinvolti dalle strategie di inclusione sociale, dai servizi sociali e
l’idea e gli elementi diStintivi del progetto match
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
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socio–sanitari, a quelli socio–educativi, socio–formativi e socio–lavorativi, coinvolgendo le
comunità locali a partire dal mondo associativo e del volontariato.
Il progetto presenta diversi elementi distintivi:
• introduce il concetto di Interventi di Sistema la cui intenzione è quella di intervenire a
monte dei problemi di esclusione, immaginando e sperimentando assetti istituzionali capaci
di agire sul piano della prevenzione dei fenomeni di esclusione stessa;
• supera la specializzazione per fasce di utenza perché riconosce che i meccanismi di esclu-
sione sono di carattere trasversale e non attengono allo specifico sintomo presentato dalla
persona in situazione di disagio;
• accoglie il concetto di presa in carico dell’utenza. Si promuove quindi un’idea dei servizi di
inclusione come luoghi nei quali tutte le domande (bisogni) della persona possono e debbo-
no essere accolti;
• accoglie il concetto di Rete di servizi, che è il corollario della presa in Carico. Infatti se un
servizio deve essere in grado di accogliere tutte le domande del soggetto, non può natural-
mente essere in grado di fornire tutte le risposte. Ne consegue che l’insieme delle risposte
può essere fornito da una «rete» di servizi interagenti, in grado così di articolare una com-
plessità di intervento capace di fronteggiare la domanda posta dall’utente;
• riconosce il ruolo fondamentale giocato dall’economia sociale in tema di inclusione, in
coerenza con i principi e gli enunciati varati dalla Strategia di Lisbona, nonché dei Fondi
Strutturali del Quadro Comunitario di Sostegno 2007– 2013.
relazione
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
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Infine, per costruire una strategia di comunicazione immediata e di impatto, la proposta
adotta già nel titolo la metafora sportiva MATCH, combinando la metodologia di lavoro (il
matching tra bisogni e risposta di sistema, per esemplificare fra domanda e offerta di lavoro
a favore di persone a rischio di esclusione) con un’idea sfidante, competitiva e allo stesso
tempo solidale per chi prenderà parte al progetto (sia destinatari che operatori, imprenditori,
ecc.). Questa metafora ricorrerà anche nella identificazione delle fasi e quindi nella succes-
siva campagna di comunicazione. Alla luce di quanto premesso, obiettivo della proposta
è quello di favorire l’inclusione sociale, attraverso l’introduzione di metodologie innovative
all’interno dei servizi e fra i servizi, dando priorità alle azioni volte a favorire l’occupabilità e
l’inserimento lavorativo.
la WelFare communityPer cogliere gli obbiettivi enunciati, la proposta intende attivare un sistema di welfare com-
munity, ossia un sistema di costante collaborazione tra pubblico (Regione Basilicata, Provin-
cia di Potenza per le proprie competenze in materia di politiche del lavoro e della formazione,
Comuni , attraverso i Servizi Sociali, ASP per le competenze in materia socio–sanitarie e di
medicina territoriale sistema scolastico) e privato sociale (volontari, associazioni, cooperative
sociali).
I componenti della rete individuata quale Welfare Community per la realizzazione dell’attività
sono:
l’idea e gli elementi diStintivi del progetto match
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
25
1. Autorità Responsabile del P.O.V.
Regione Basilicata – Struttura di Progetto «Val d’Agri», incardinata presso il Diparti-
mento Presidenza della Giunta – Villa d’Agri (Comune di Marsicovetere); si occupa del
coordinamento e della consulenza alle strutture operative delle varie amministrazioni
coinvolte. Cura inoltre il monitoraggio e la gestione amministrativa.
La Struttura é assistita da un Gruppo di Progetto composto da un senior esperto di
inclusione con almeno 15 anni di esperienza e ottima conoscenza dell’ICF, altro senior
con esperienza consolidata, esperto nella stessa materia con conoscenza approfondita
della realtà e della programmazione della Regione Basilicata, sempre con competenze
nell’area dell’inclusione. Il «Gruppo di Progetto» è coordinato dal dirigentedell’Ufficio
Promozione della Cittadinanza Solidale.
La Regione Basilicata, per specifiche attività di progetto può attivare procedure di
coinvolgimento di organismi in house.
2. Gruppo di Pilotaggio del P.O.V.
L’Autorità Responsabile del P.O.V. è affiancata da un Gruppo di Pilotaggio composto da
referenti tecnici delle amministrazioni coinvolte scelti fra i responsabili d’ufficio, unità
operative, agenzie, ecc. delle seguenti amministrazioni:
• Il responsabile dell’Ambito Socio–territoriale di ciascuna Comunità Locale coinvolta.
Nelle more della loro costituzione uno dei coordinatori tecnici degli Ambiti Sociali di
Zona nominato dall’assemblea dei sindaci coinvolti nel PO Val d’Agri.
• Provincia di Potenza che assume il ruolo di amministrazione capofila anche della Pro-
vincia di Matera, per le azioni di competenza da attuare nei comuni ricadenti in quella
Provincia (Aliano e Gorgoglione);
• Azienda Sanitaria Locale di Potenza (ASP) che assume il ruolo di amministrazione ca-
pofila della ASM per le azioni di competenza da attuare nei comuni ricadenti in quella
Azienda Sanitaria Locale, preferibilmente il responsabile del «Distretto della Salute»
competente per territorio se nominato;
• Direzione Scolastica Regionale.
Faranno parte del Gruppo di Pilotaggio il dirigente responsabile della Struttura di Pro-
getto Val d’Agri, il dirigente dell’Ufficio Coordinatore del Gruppo di Progetto e il dirigen-
te dell’Ufficio Lavoro e Territorio, tutti della Regione Basilicata.
Le strutture del terzo settore e le associazioni imprenditoriali coinvolte nomineranno
un proprio rappresentante ciascuno.
3. Responsabili delle azioni di filiera
Premettendo che lo scopo del progetto è sperimentare una modalità di governance
relazione
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
26
e di gestione coordinata e integrata dei servizi interessati di tutte le amministrazioni
coinvolte, cercando di valorizzare tutte le forme di sussidiarietà possibili (pubblico/
privato, pubblico /pubblico e privato/privato) ciascuna struttura operativa avrà «esclu-
sivamente» il compito di realizzare le proprie finalità con modalità di integrazione, per
realizzare «progetti di vita individualizzati» a partire dalla «presa in carico unitaria».
A solo titolo esemplificativo, è prevedibile il coinvolgimento dei servizi provinciali (Ser-
vizio Collocamento Mirato, Ufficio Formazione e Lavoro, Servizi per l’Impiego, Osser-
vatorio Mercato del Lavoro, Apof– il) dei servizi della ASP (Distretto della Salute, CIM,
SERT) delle Direzioni Scolastiche dell’area interessata al progetto, dei servizi sociali di
ambito socio–territorale.
4. Partenariato economico/sociale
Con gli specifici ruoli di attuatori di servizi in regime di autorizzazione e/o accredita-
mento o anche in modalità sperimentale e di facilitatori dell’attuazione del P.O.V.
5.NRVVIP
L’attività di valutazione sarà affidata al NRVVIP con le modalità già definite all’interno
del Piano Regionale di Valutazione degli investimenti 2007/2013.
l’idea e gli elementi diStintivi del progetto match
durata della linea interventoIl progetto ha una durata pari a 26 mesi. Data la natura sperimentale e la complessità del
progetto, alla fine delle attività, in sede di valutazione della fase di start up potrà essere
valutata la possibilità di prolungamento.
Diagramma di sintesi della tempistica
area di interventoL’area di intervento è costituita dal Comprensorio della Val d’Agri, composto da 30 comuni,
interessato dal Programma Operativo Val d’Agri,Melandro, Sauro, Camastra.
27relazione
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
28
target dell’iniziativaL’iniziativa è rivolta a favore di persone svantaggiate, a quelle con disabilità e a coloro che
versino in condizioni contingenti di difficoltà e di bisogno (art.5 «Diritti dei cittadini utenti»
della L.R. 04/2007 Regione Basilicata), residente in uno dei Comuni dell’area di interesse del
P.O. Val d’Agri, nello specifico: Abriola, Aliano, Anzi, Armento, Brienza, Brindisi di Montagna,
Calvello, Castelsaraceno, Corleto Perticara, Gallicchio, Gorgoglione, Grumento Nova, Guar-
dia Perticara, Laurenzana, Marsiconuovo, Marsicovetere, Missanello, Moliterno, Montemurro,
Paterno di Lucania, Roccanova, San Chirico Raparo, San Martino d’Agri, Sant’Arcangelo, Sar-
coni, Sasso di Castalda, Satriano di Lucania, Spinoso, Tramutola, Viggiano.
Allo scopo di individuare il target di progetto (persone con disabilità e in situazione di svan-
taggio), si fa riferimento alle definizioni della L. 381/91, del Reg Ce n.800/2008 e della Legge
n.68/99.
La definizione di persona svantaggiata ai sensi della legge 381/91 così recita:
«Nelle cooperative che svolgono le attività agricole, industriali,commerciali o di servizi finaliz-
zate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate si considerano persone svantaggiate
gli invalidi fisici, psichici e sensoriali, gli ex degenti di istituti psichiatrici, i soggetti in trat-
tamento psichiatrico, i tossicodipendenti, gli alcolisti, i minori in età lavorativa in situazioni
di difficoltà familiare, i condannati ammessi alle misure alternative alla detenzione previste
dagli articoli 47, 47–bis, 47–ter e 48 della legge 26 luglio 1975, n. 354, come modificati dalla
legge 10 ottobre 1986, n. 663. Si considerano inoltre persone svantaggiate i soggetti indicati
con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro del Lavoro e
della Previdenza Sociale, di concerto con il Ministro della Sanità, con il Ministro dell’Interno e
con il Ministro per gli Affari Sociali, sentita la Commissione Centrale per le Cooperative istitu-
ita dall’articolo 18 del citato decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 14 dicembre
1947, n. 1577 e successive modificazioni.»
Il Reg CE n.800/2008 così definisce il lavoratore svantaggiato, il lavoratore molto svantag-
giato e il lavoratore disabile:
Art.18) lavoratore svantaggiato: chiunque rientri in una delle seguenti categorie:
a) chi non ha un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi;
b) chi non possiede un diploma di scuola media superiore o professionale (ISCED 3);
c) lavoratori che hanno superato i 50 anni di età;
d) adulti che vivono soli con una o più persone a carico;
e) lavoratori occupati in professioni o settori caratterizzati da un tasso di disparità uomo
– donna che supera almeno del 25 % la disparità media uomo–donna in tutti i settori
economici dello Stato membro interessato se il lavoratore interessato appartiene al
l’idea e gli elementi diStintivi del progetto match
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
29
genere sottorappresentato;
f) membri di una minoranza nazionale all’interno di uno Stato membro che hanno ne-
cessità di consolidare le proprie esperienze in termini di conoscenze linguistiche, di
formazione professionale o di lavoro, per migliorare le prospettive di accesso a un’oc-
cupazione stabile;
Art.19) lavoratore molto svantaggiato: lavoratore senza lavoro da almeno 24 mesi;
Art.20) lavoratore disabile: chiunque sia:
a) riconosciuto disabile ai sensi dell’ordinamento nazionale
b) caratterizzato da impedimenti accertati che dipendono da un handicap fisico, mentale
o psichico;
La Legge n.68/99, all’art. 1 così recita:
«La presente legge ha come finalità la promozione dell’inserimento e della integrazione
lavorativa delle persone disabili nel mondo del lavoro attraverso servizi di sostegno e di
collocamento mirato. Essa si applica:
a) alle persone in età lavorativa affette da minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali
e ai portatori di handicap intellettivo, che comportino una riduzione della capacità
lavorativa superiore al 45 per cento, accertata dalle competenti commissioni per il
riconoscimento dell’invalidità civile in conformità alla tabella indicativa delle percen-
tuali di invalidità per minorazioni e malattie invalidanti approvata, ai sensi dell’artico-
lo 2 del decreto legislativo 23 novembre 1988, n. 509, dal Ministero della sanità sulla
base della classificazione internazionale delle menomazioni elaborata dalla Organiz-
zazione mondiale della sanità;
b) alle persone invalide del lavoro con un grado di invalidità superiore al 33 per cen-
to, accertata dall’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e
le malattie professionali (INAIL) in base alle disposizioni vigenti;
c) alle persone non vedenti o sordomute, di cui alle leggi 27 maggio 1970, n. 382,
e successive modificazioni, e 26 maggio 1970, n. 381, e successive modificazioni;
d) alle persone invalide di guerra, invalide civili di guerra e invalide per servizio con
minorazioni ascritte dalla prima all’ottava categoria di cui alle tabelle annesse al
testo unico delle norme in materia di pensioni di guerra, approvato con decreto del
Presidente della Repubblica 23 dicembre 1978, n. 915, e successive modificazioni.»
relazione
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
30
le Work experienceLa Regione Basilicata con il progetto MATCH, avvia una azione tutta incentrata su una pro-
cedura che, attraverso la metodologia ICF, promuova una attivazione mirata di Work Expe-
rience (WE).
La work experience si sostanzia in un tirocinio formativo, attuato nel rispetto delle disposizio-
ni contenute nell’articolo 18 della legge 25 giugno 1997, n. 196 e del Decreto Ministero del
Lavoro e P.S. del 25 marzo 1998, n. 142 che ha fissato i criteri e le modalità di svolgimento
dei tirocini.
Nello specifico il tirocinio può durare:
• 12 mesi - per persone svantaggiate ai sensi della legge 381/91 o del Reg CE n.800/2008;
• 24 mesi - per disabili.
A ciascun destinatario è concessa una indennità di partecipazione fino a € 7,00 per ogni ora
di effettiva partecipazione al tirocinio, per un totale massimo di € 20.000,00 per l’intero pe-
riodo dei 24 mesi (e di € 10.000,00 per 12 mesi). La work experience, inoltre, è coerente con
Legge Regionale n. 28 del 20 luglio 2001 «Promozione dell’accesso al lavoro delle persone
disabili».
Inoltre, in caso in cui l’organismo ospitante del tirocinio formativo sia la Pubblica Ammini-
strazione, è possibile attuare le norme previste dalla L.R. n. 31/2008 art 15 «Inserimento
lavorativo soggetti diversamente abili» e s.m.i. che così recita:
1. La Regione Basilicata, ai fini dell’inserimento lavorativo delle persone con disabilità di
cui alla Legge 12 marzo 1999 n. 68, in attuazione dell’intesa sancita in sede di Conferen-
za Unificata Stato–Regioni–Città–Autonomie Locali in data 7 dicembre 2006, promuove
progetti speciali finalizzati a realizzare la prosecuzione del rapporto lavorativo a tempo
determinato tra gli Enti pubblici e i lavoratori con disabilità che hanno svolto esperienze
lavorative (borse lavoro, tirocini formativi, azioni positive, ecc.) della durata di 24 mesi,
presso le medesime Amministrazioni Pubbliche.
2. A tal fine la Regione Basilicata riconosce agli Enti promotori dei relativi progetti un
contributo economico fino a un massimo di Euro 10.000,00 annui per ogni lavoratore
diversamente abile, in ragione di una percentuale non superiore al 75% del costo del
lavoro lordo.
3. Per le finalità del presente articolo è destinata, per l’esercizio finanziario 2009, una
somma pari a Euro 1.000.000,00 stanziata alla UPB 0412.04 «Politiche per l’inserimento
lavorativo dei portatori di Handicap e di altri soggetti svantaggiati» del bilancio regionale
per il medesimo esercizio finanziario
l’idea e gli elementi diStintivi del progetto match
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
31
le procedure matchLe procedure Match sono nate nell’ambito di una sperimentazione condotta dalla Fondazione
Don Gnocchi presso i centri per l’impiego della Provincia di Milano nel corso degli anni ’90,
finalizzata a strutturare interventi di collocamento mirato delle persone disabili.
In questo ambito Match rappresenta un’anticipazione di ciò che successivamente verrà nor-
mato attraverso la legge 68/99. In sostanza le procedure consistono di una banca dati utenti,
una banca dati mansioni lavorative messe a disposizione dalle aziende e di un sistema infor-
matizzato di incrocio domanda–offerta di lavoro.
La banca dati utenti si costruisce attraverso un’indagine conoscitiva su ogni singolo utente
che tiene conto e compendia due principali fattori:
• Un approfondimento sufficiente in termini di bilancio di competenze della persona
disabile;
• Tempi di «esecuzione» compatibili con il servizio pubblico, al quale generalmente affe-
riscono un numero consistente di utenti.
L’equilibrio tra questi due fattori è essenziale e nell’elaborazione di Match è stato tenuto
esplicitamente in considerazione. Infatti il servizio pubblico è spesso costretto a «dedicare»
una insufficiente quantità di tempo all’utente, pressato com’è dall’obbligo di fornire il servizio
all’intero bacino di utenza.
Nell’elaborazione delle procedure quindi si è posta una particolare attenzione alla realizza-
zione di uno strumento di indagine agile, da utilizzare con tempi compatibili con le esigenze
di un servizio pubblico ad alta affluenza, ma capace di rispettare profondità, complessità e
completezza dei dati da raccogliere sul versante dell’utenza (e sul versante delle aziende) ai
fini di un corretto e mirato collocamento lavorativo.
In altri termini Match realizza un ragionevole compromesso tra un attento «bilancio di com-
petenze» (e di indagine sulle mansioni lavorative messe a disposizione dalle aziende) e un
accettabile, perché gestibile, tempo di somministrazione.
L’indagine sull’utenza
Viene realizzata attraverso la somministrazione di una batteria testologica in gruppo e un
colloquio individuale.
La sessione testologica
Viene somministrata a un gruppo di massimo 25 utenti con un tempo di somministrazione
pari a circa 4 ore. La batteria di test comprende due percorsi:
• Percorso standard nel corso del quale vengono somministrati i seguenti test standardizzati:
1. D70: consente di rilevare il livello di efficienza intellettiva attraverso l’abilità nell’os-
relazione
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
32
servare relazioni;
2. 16PF: consente di delineare alcuni fattori della personalità ritenuti di particolare rile-
vanza psicologica;
3. General Clerical Test: fornisce alcuni valori di riferimento alle attitudini lavorative quali,
a esempio, la velocità e la precisione nell’eseguire alcuni compiti di riordino alfabetico,
la capacità di individuare errori ortografici, l’abilità numerica misurata attraverso generi
diversi di prestazioni a base di conteggi, la conoscenza e la comprensione del linguaggio
verbale;
• Percorso semplificato al quale vengono avviati gli utenti che non raggiungono punteggi
sufficienti nel D70. Lo scarso punteggio in questo test, infatti, indica condizioni di scarsa o
comunque debole alfabetizzazione e/o possibili deficit di carattere cognitivo. In questi casi gli
utenti che manifestano queste debolezze vengono avviati a una sessione specifica che com-
prende la somministrazione di un unico test: Eta Beta. Il test Eta Beta è un test finalizzato a
misurare le capacità/potenzialità cognitive del soggetto.
L’esistenza del percorso semplificato nasce dall’esigenza di non discriminare utenti che pre-
sentano minori gradi di alfabetizzazione e/o di capacità cognitive, al fine di ricavare comun-
que informazioni utili per avviare anche questi soggetti a un percorso di collocamento mirato,
adeguato alle loro potenzialità.
Il colloquio individuale
Al termine dei test a ogni utente viene consegnata una scheda anagrafica da autocompilare
e presentare in fase di colloquio.
I dati in essa contenuti sono:
1. Residenza
2. Domicilio;
3. Elenco mezzi pubblici che servono l’abitazione;
4. Stato civile;
5. Situazione familiare;
6. Situazione sanitaria/assistenziale;
7. Tipologia di disabilità;
8. Certificato di invalidità;
9. Situazione previdenziale;
10. Curriculum scolastico;
11. Curriculum lavorativo;
12. Conoscenza delle lingue e dell’informatica;
13. Situazione/esperienze lavorative pregresse e attuali (formali e informali);
14. Disponibilità a tipi di contratto, turni, ecc.
l’idea e gli elementi diStintivi del progetto match
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
33
Il colloquio è condotto attraverso un’intervista semi–strutturata e vengono rilevate, nel corso
di esso, alcune competenze trasversali, quali capacità e stile comunicativo, motivazione al
lavoro, costanza nell’esecuzione di compiti, ecc… Inoltre vengono osservati da parte dell’o-
peratore alcuni indicatori fisici come prensilità e, in generale, uso delle mani e/o deambula-
zione, affaticabilità, viene indagata la possibilità di sostenere carichi e pesi, ecc…
Il colloquio ha una durata media di 45 minuti al termine del quale l’operatore deve ultimare
la compilazione della scheda Match di inserimento dati nel sistema e completarla con alcune
osservazioni utili all’incrocio per ulteriori 15 minuti circa.
I risultati dei test e del colloquio individuale vengono inseriti nel sistema e vanno a costituire
la banca dati utenti.
L’intervista alle aziende
La procedura Match prevede anche un’intervista in profondità alle aziende che mettono a
disposizione posizioni lavorative finalizzata a:
• Verificare la reale disponibilità dell’azienda a inserire personale disabile;
• Verificare il grado di «realismo» della mansione richiesta dall’azienda (molte aziende
chiedono profili professionali molto alti e difficili da reperire nell’universo tipo dell’uten-
za);
• Verificare il tempo di validità di ciascuna mansione e le concomitanze con eventuali
obblighi 68/99;
• Descrivere con modalità approfondita e «mediata» la mansione/i messe a disposizione
per l’inserimento lavorativo;
• Verificare la presenza o meno di barriere architettoniche e la raggiungibilità/agibilità
della sede/i lavorativa.
Per la buona riuscita dell’intervista è fondamentale che l’azienda percepisca la procedura
Match come un’opportunità e non come un’azione impositiva.
La visita viene preceduta da una telefonata di primo contatto che serve a:
• Fornire una prima descrizione delle procedure Match al fine di garantire trasparenza
alle procedure stesse;
• Anticipare l’invio di un fax della scheda anagrafica aziende che dovrà essere compilata
preventivamente alla visita;
• Fissare un appuntamento per la discussione/valutazione delle posizioni lavorative. Vie-
ne richiesta all’azienda la presenza del responsabile del personale e di una figura tecnica
relazione
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
34
in grado di descrivere dettagliatamente tutti gli aspetti operativi delle posizioni lavorative
offerte.
I dati vengono raccolti attraverso un’intervista semi–strutturata finalizzata a compilare la
scheda Banca Dati Aziende. Tale scheda è suddivisa in due parti:
1. informazioni concernenti aspetti generali dell’azienda (per esempio: numero di impie-
gati/addetti; tipologie di disabilità eventualmente già presenti; informazioni relative alla
sede lavorativa; ecc… cfr: scheda anagrafica). Questa parte viene in genere compilata
dai referenti aziendali in maniera autonoma e viene fornita l’informazione e quanto più
è accurata la compilazione tanto più sarà possibile determinare correttamente l’incrocio;
2. Informazioni relative alle posizioni lavorative individuate per l’inserimento dei disabili
raccolte attraverso l’intervista semi–strutturata della durata di 30 minuti circa per ciascu-
na posizione lavorativa. Questa procedura riguarda tutte le posizioni lavorative offerte
dall’azienda.
Le posizioni lavorative vengono descritte in maniera approfondita rispetto a due dimensioni:
• La dimensione strutturale – organizzativa: aspetti ergonomici, composizione del gruppo
di lavoro, orari di lavoro, etc…
• La dimensione operativa: decisionalità e discrezionalità richiesta dalla specifica posizio-
ne lavorativa, tipologia delle informazioni trattate e loro elaborazione, qualità delle rela-
zioni con gli altri (interni/eterni) e loro intensità, requisiti di funzionalità motoria richiesti
dalla specifica posizione lavorativa, eventuali esigenze particolari (titolo di studio specifi-
co, competenze linguistiche e loro livello, competenze informatiche e loro livello, ecc…).
Le procedure di incrocio
I dati che vengono informaticamente incrociati tra candidati e posizioni lavorative possono
essere suddivisi in 4 categorie:
• Caratteristiche psico–attitudinali;
• Caratteristiche di funzionalità fisica;
• Caratteristiche educative–formative–lavorative, formali e informali;
• Caratteristiche specifiche gestite da «filtri».
La procedura di incrocio procede per fasi che possono così essere sintetizzate:
• Nella prima fase il software confronta le caratteristiche psico–attitudinali–esperenziali del
candidato con le caratteristiche operative delle posizioni lavorative e in base alla corrispon-
denza determina quali candidati (tra tutti quelli inseriti in banca dati) sono compatibili con
le specifiche mansioni;
• Nella seconda fase vengono analizzate le caratteristiche di funzionalità fisica di tutti i candi-
l’idea e gli elementi diStintivi del progetto match
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
35
dati selezionati dal software attraverso il confronto tra le caratteristiche funzionali degli utenti
e i parametri di funzionalità richiesti dalla mansione. Il programma segnala le incongruenze
tra le richieste aziendali e le condizioni fisiche degli utenti: è l’operatore ad attribuire un
valore più o meno vincolante a queste non corrispondenze;
• Nella terza fase vengono, se necessario, applicati i «filtri».
Questi rappresentano quei requisiti che possono essere stati richiesti dall’azienda o dall’uten-
te in fase di intervista come condizioni indispensabili per l’inserimento. Un esempio di filtri è
indicato qui di seguito:
a) Codice di avviamento postale, comune, CpI, che definiscono la territorialità in base alla
quale il programma effettuerà la ricerca (ovviamente se il filtro viene attivato);
b) Il possesso o meno della patente di guida;
c) Le competenze informatiche (suddivise in livelli);
d) Le competenze linguistiche (suddivise in livelli);
e) La disponibilità al tipo di impiego settimanale: full time, part time, orizzontale e/o verti-
cale, etc…
f) La disponibilità a turni;
g) Titolo di studio.
FaSi dell’attivazione delle Work experienceMATCH, in quanto linea di intervento pensata nell’area della Val d’Agri, intende sperimentare
una modalità di servizi a favore di specifiche categorie di persone in situazione di svantag-
gio sociale attraverso le risorse, allo scopo destinate dal P.O. Val d’Agri. È intenzione degli
attuatori dell’intervento standardizzare e modellizzare le modalità operative sperimentate in
MATCH allo scopo di fare dello stesso una linea di servizio degli SPI, in piena collaborazione
con Servizi Sociali e le Agenzie Provinciali.
relazione
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
36
Di conseguenza, l’organizzazione delle azioni e delle fasi è pensata affinchè all’atto di avvio
di MATCH sia attivata la linea di servizio presso i CPI operanti nell’area di interesse del P.O.
Val d’Agri e che tale linea di servizio possa essere replicata negli altri CPI una volta standar-
dizzata l’attività e individuate le risorse.
Le fasi individuate sono suddivise per fasi specifiche e azioni
trasversali, secondo la seguente tabella:
AZIONI PRELIMINARI
Fasi specifiche Descrizione Metaphor of sport
1 Pianificazione esecutiva e analisi di contesto
kick-off
2 Formazione operatori e formatori Changing Room
AZIONI DIRETTE
Fasi specifiche Descrizione Metaphor of sport
3 Presa in carico Uneasy Corner
4 Identificazione degli obiettivi personali - Formazione e orientamento
Goal
5 Incrocio domanda/offerta su sistema informativo
Matching
6 Percorsi di inserimento lavorativo attra-verso gli strumenti sostenuti formativi e di inserimento previsti dalla linea di
servizio
Challenge
7 Assistenza specialistica personalizzata Coaching
8 Avvio al lavoro (in attività di inserimento lavorativo coronato da successo)
Blowing the whistle
AZIONI TRASVERSALI
Fasi specifiche Descrizione Metaphor of sport
9 Comunicazione istituzionale e partena-riato
Promotion
10 Standardizzazione del modello e dissemi-nazione dei risultati
Pattern
11 Responsabilità sociale delle imprese Premio Fair play
12 Coordinamento, monitoraggio e valuta-zione
Management
l’idea e gli elementi diStintivi del progetto match
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
37relazione
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
38
deScrizioni delle FaSiPer Azioni preliminari si intendono le attività propedeutiche all’attivazione dei servizi a
favore dei destinatari
1 Pianificazione esecutiva e analisi di contesto
kick-off
• Avvio delle attività di progetto
• Definizione del network di intervento; definizione dei ruoli e delle attività
• Pianificazione esecutiva
Analisi del target e del tessuto economico–produttivo esistente:
• Analisi numerosità target: costruzione del target in termini numerici; indagine attraverso
servizi sociali; CPI, e ulteriore verifica dell’Ufficio Collocamento obbligatorio;
• Analisi delle imprese interessate; costruzione del bacino di inserimento lavorativo a favore
del target di progetto.
La fase è realizzata in collaborazione con la FISH, associazione con significativa esperienza
in politiche e culture dell’inclusione, in elaborazione di progetti individuali per situazioni in
disagio, etc.
2 Formazione operatori e formatori Changing Room
• Individuazione dei sistemi informativi di riferimento (Match, Basil)
• Pianificazione e realizzazione di brevi attività formative per gli operatori della rete
La fase è realizzata in collaborazione con la Fondazione Don Gnocchi Onlus, organizzazione
che realizza attività di matching nell’area della disabilità e del disagio con la Provincia di
Milano ed ha implementato il Software Match.
Tra gli strumenti e le procedure individuate per la implementazione del servizio è utile evi-
denziare il PDF (profilo dinamico funzionale) e il Gate (il software per la ricostruzione dei
percorsi scolastico formativi). Tra le esperienze significative si intende fare riferimento alle
esperienze realizzate dall’Apof– il in questi ultimi anni, quali, a es. le attività di orientamento.
Per Azioni dirette si intendono i servizi offerti al target di progetto, anche con carattere di
ripetibilità.
3 Presa in carico Uneasy Corner
l’idea e gli elementi diStintivi del progetto match
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
39
• Attivazione presso in CPI interessati di una linea di servizio dedicata (Uneasy Corner), rea-
lizzata in collaborazione con gli attori della rete;
• Definizione dei criteri di accesso (priorità, modalità di accesso, principi ordinatori del coin-
volgimento, etc.);
• Avvio delle attività di comunicazione per l’attivazione del servizio;
• Presa in carico del destinatario di progetto, attraverso attività di bilancio di competenze a
favore dei destinatari e colloqui individuali.
Al termine della fase, i destinatari sono invitati a sottoscrivere un Patto di Servizio, ossia
quel patto che viene stipulato tra il lavoratore e i servizi per l’impiego e che in Italia è già
sperimentato dal programma ‘Pari’ (Programma d’azione per il reimpiego di lavoratori svan-
taggiati), realizzato dall’agenzia tecnica per le politiche dell’occupazione Italia Lavoro per il
ministero del Lavoro. È una sorta di contratto fra servizi per il lavoro e lavoratore, che impe-
gna gli uni all’erogazione di servizi di reimpiego e formativi e il lavoratore alla partecipazione
attiva ai percorsi di reinserimento. Il tutto nell’ottica di stabilire un giusto mix tra le politiche
attive per il lavoro e il sussidio di disoccupazione, in grado di trasformare gli ammortizzatori
sociali da ‘vitalizio’ a tutela efficace e corsia veloce per reinserirsi nel mondo del lavoro.
4 Identificazione degli obiettivi personali - Formazione e orientamento
Goal
• Avvio dei destinatari alle attività di formazione e orientamento
• GOAL: gruppi di orientamento all’autoimpiego e al lavoro; gruppi di lavoro di 10–15 desti-
natari coadiuvati da specialisti di orientamento;
• Attività formative finalizzate all’inserimento lavorativo. In queste attività l’esperienza di
AIPD nei processi di empowerment e di sostegno all’inclusione risulta essenziale alla sua
efficace realizzazione
5 Incrocio domanda/offerta su sistema informativo
Matching
• Matching: incrocio domanda / offerta, ossia verifica delle potenzialità di incrocio (bilancio
delle competenze per il target, verifica del posto di lavoro)
• Incrocio informatizzato delle offerte e delle domande di lavoro relativamente ai destinatari
(software gestione domanda/offerta).
A tal fine verrà predisposto un software informatizzato in grado di individuare la risorsa
umana più idonea per un’azienda che offre un posto di lavoro o le mansioni più rispondenti
per una persona disabile che cerca occupazione. Il back office del servizio provvederà alla
Costruzione di una banca dati dell’utenza e alla Costruzione di una banca dati locale delle
aziende e delle posizioni.
relazione
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
40
6 Percorsi di inserimento lavorativo attra-verso gli strumenti sostenuti formativi e di inserimento previsti dalla linea di
servizio
Challenge
I percorsi relativi all’ambito dell’inserimento lavorativo prevedono:
• la costruzione dei progetti professionali di ciascun utente attraverso i bilanci di competenza
• l’attivazione di percorsi modulari flessibili e tirocini di formazione.
7 Assistenza specialistica personalizzata Coaching
Durante le attività di inserimento la rete di servizio pone in essere attività di affiancamento
individuale, coaching e assistenza personalizzata rivolta ai destinatari e ai familiari per facili-
tare e favorire i processi di empowerment e tendere al successo dell’inserimento.
8 Avvio al lavoro (in attività di inserimento lavorativo coronato da successo)
Blowing the whistle
L’avvio al lavoro è il naturale approdo del periodo di inserimento.
La consapevolezza della debolezza del target (in termini di occupabilità), obbliga l’iniziativa a
tener conto di diversi strumenti per favorire il successo del singolo inserimento:
• Aiuti previsti dalla Legge 68/99 (e successive modifiche);
• Aiuti all’autoimpiego;
• Aiuti all’occupazione;
• Adeguamento strutturale del posto di lavoro.
Tali strumenti, seppur non sostenuti finanziariamente dall’iniziativa oggetto della proposta,
devono fare da sfondo ai percorsi individuali, in maniera da costituire una modalità accesso-
ria a sostegno dell’inserimento.
La linea di servizio intende misurare i risultati di iniziativa attraverso i seguenti indicatori:
• Inserimento lavorativo (occupazione, oppure autonomo, esperienze lavorative promosse,
matching e qualità del matching)
• Patti di servizio dei CPI per il target oggetto dell’iniziativa Integrazione fra gli attori del
sistema: manuale delle operazioni da porre in essere per la replicabilità del modello
• Integrazione fra gli attori del sistema: manuale delle operazioni da porre in essere per la
replicabilità del modello.
l’idea e gli elementi diStintivi del progetto match
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
41
Per Azioni trasversali si intendono le attività realizzate durante tutto il periodo di interesse
della linea di intervento.
9 Comunicazione istituzionale e partena-riato
Promotion
Le attività di comunicazione sono finalizzate alla costruzione di una reale conoscenza delle
attività dell’azione del P.O.V.,a un pieno coinvolgimento della rete di servizio, del territorio,
etc.
Può essere suddivisa in comunicazione:
• Iniziale: per sostenere l’avvio del processo
• In itinere, perché le attività siano in grado di mantenere un livello di qualità e di coinvol-
gimento elevato
• Finale, per la disseminazione dei risultati.
Gli strumenti della comunicazione saranno funzionali al messaggio da veicolare.
10 Standardizzazione del modello e dissemi-nazione dei risultati
Pattern
I CPI coinvolti, per i motivi summenzionati, sono: C.P.I. di Villa
d’Agri; C.P.I. di Potenza; C.P.I. Senise; C.P.I. Lauria. È necessario, al fine di considerare
questa sperimentazione quale modalità operativa capace di permeare le future attività di
inserimento provinciali, standardizzare le modalità operative adottate, attraverso:
• Individuazione degli strumenti più efficaci utilizzati per l’inserimento lavorativo;
• l’elaborazione di un manuale operativo che descriva le procedura attuative;
• attività di disseminazione e diffusione del modello presso gli altri CPI provinciali non coin-
volti nella sperimentazione.
11 Responsabilità sociale delle imprese Premio Fair play
Cruciale per il successo dell’iniziativa è il grado e la qualità del coinvolgimento del tessuto
economico–produttivo dell’area. Allo scopo, si intende valorizzare attraverso un premio a
favore delle imprese aderenti all’iniziativa, che dia visibilità alle scelte di responsabilità sociale
poste in essere dalle imprese aderenti (a es. che hanno ospitato destinatari per le attività di
inserimento lavorativo, formalizzando poi il successo dell’inserimento). «Per responsabilità
sociale d’impresa (o Corporate Social Responsibility, CSR) si intende l’integrazione di preoc-
cupazioni di natura etica all’interno della visione strategica d’impresa: è una manifestazione
della volontà delle grandi, piccole e medie imprese di gestire efficacemente le problemati-
che d’impatto sociale ed etico al loro interno e nelle zone di attività. Un’impresa che adotti
un comportamento socialmente responsabile, monitorando e rispondendo alle aspettative
relazione
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
42
economiche, ambientali, sociali di tutti i portatori di interesse (stakeholders) coglie anche
l’obiettivo di conseguire un vantaggio competitivo e di massimizzare gli utili di lungo periodo.
Risulta pertanto evidente come l’impegno «etico» di un’impresa sia entrato direttamente nel-
la cosiddetta catena del valore prospettando così l’utilizzo di nuovi percorsi e leve competitive
coerenti con uno «sviluppo sostenibile» per la collettività. All’interno del mercato globale e
locale, le imprese non hanno, infatti, un’esistenza a sé stante, ma sono enti che vivono e
agiscono in un tessuto sociale che comprende vari soggetti, tra cui spicca sicuramente una
società civile molto attenta all’operato imprenditoriale.
12 Coordinamento, monitoraggio e valuta-zione
Management
Attività finalizzate alla piena riuscita della sperimentazione di MATCH.
Organismi di coordinamento e di valutazione sono formalizzati all’atto della pianificazione
esecutiva, articolando il modello di gestione dell’intervento in coerenza con i livelli di coinvol-
gimento della rete di servizio denominata Welfare Community.
piano Finanziario / riSorSeLa Regione Basilicata si riserva la facoltà di finanziare con risorse aggiuntive il progetto,
qualora dovesse rendersi necessario.
Descrizione Fase Budget %
1 Pianificazione esecutiva e analisi di contesto 140.000,00 7,00%
2 2 Formazione operatori e formatori
3 3 Presa in carico 1.600.000,00 80,00%
4 Identificazione degli obiettivi personali - Formazione e orientamento
5 Incrocio domanda / offerta su sistema informativo
6 Percorsi di inserimento lavorativo attraverso gli stru-menti sostenuti formativi e di inserimento previsti dal-la linea di servizio
7 Assistenza specialistica personalizzata
8 Avvio al lavoro (in attività di inserimento lavorativo co-ronato da successo)
9 Comunicazione istituzionale e partenariato 260.000,00 13,00%
10 Standardizzazione del modello e disseminazione dei risultati
11 Responsabilità sociale delle imprese
12 Coordinamento, monitoraggio e valutazione
l’idea e gli elementi diStintivi del progetto match
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
43
nuovi approcci alle politiche Sociali: l’architettura progettuale di match ed il SiStema di governance quale reale ed eFFicace cooperazione interiStituzio-nale Adamo De Stefano
Segreteria Tecnica Struttura di Progetto Val d’Agri – Regione Basilicata
La riuscita di un progetto di inclusione sociale non risiede soltanto nell’ ideal tipo di impianto
e di disegno funzionale che si è riusciti a tracciare ma soprattutto nella sua validità speri-
mentale di soddisfare le aspettative e i bisogni compositi dei destinatari, nella sua capacità
di determinare la costruzione di una nuova realtà relazionale per coloro che versano in
condizioni di disagio. Il riferimento centrale tanto della strategia europea per l’occupazione
quanto della politica di coesione sociale è, appunto, quello dell’inclusione sociale, ovvero del
reinserimento all’interno dei circuiti di socialità e cittadinanza attiva (mercato del lavoro, reti
sociali, sistema dei diritti) dei soggetti portatori di uno svantaggio.
I soggetti pubblici che operano in Basilicata per promuovere politiche attive del lavoro, prin-
cipalmente la Regione e le Province, non possiedono ancora una consolidata metodologia di
intervento capace di costruire sinergicamente una rete che operi quale soggetto – strumento
in grado di coordinare le forme di cooperazione con i servizi sociali, le agenzie formative, le
forze sociali, le imprese, il sistema scolastico e i soggetti del terzo settore che operano sul
mercato del lavoro territoriale e per l’inclusione sociale.
Dopo le diverse riforme intervenute negli ultimi dieci anni nel mercato del lavoro per favorire
l’integrazione dei diversi soggetti pubblici coinvolti nell’erogazione di servizi per l’inclusione
e l’occupazione (servizi per l’impiego, amministrazioni pubbliche, sistema scolastico e for-
mativo, aziende sociosanitarie, operatori economici, terzo settore) l’importanza della logica
relazionale e di rete è stata ampiamente interiorizzata così come la necessità di realizzare
progetti più qualificati e mirati. In questo scenario, prima di attivare la Linea di intervento
C.5 «Inserimento lavorativo dei soggetti in stato di svantaggio» del Programma Operativo
Val d’Agri – Melandro – Sauro – Camastra 1 , la Regione Basilicata ha veicolato alcuni in-
dirizzi strategici, contenuti nella proposta denominata Road Map condivisa dal Comitato di
Coordinamento e Monitoraggio del P.O. Val d’Agri nella seduta del 6 luglio 2009, al fine di
implementare un servizio specialistico in materia di inclusione sociale, occupabilità e inseri-
1 Il Programma Operativo “Val D’Agri, Melandro, Sauro, Camastra” approvato con la D.G.R. n. 838/2003, è uno strumento speciale con cui la Regione Basilicata reinveste parte delle royalties rivenienti dalle estrazioni petrolifere per sostenere lo sviluppo economico produttivo di un territorio composto da 35 Comuni
relazione
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
44
mento lavorativo di persone con disabilità o che versino in condizioni contingenti di difficoltà
e di bisogno.
La successiva evoluzione degli indirizzi strategici ha condotto alla strutturazione del progetto
«Match. Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in stato di svantaggio», appro-
vato con la Deliberazione di Giunta Regionale n. 2310 del 29/12/2009 e con una dotazione
finanziaria di 2 milioni di euro, la cui attuazione è stata demandata alle Province in osservan-
za alle strategie regionali in materia di politiche sociali e alla «Rete regionale integrata dei
servizi di cittadinanza sociale», di cui alla L. R. n. 4 del 14.02.2007 e successive modifiche
e integrazioni.
La mission del progetto Match è quella di introdurre una innovativa pratica di welfare sociale
e di metodologie innovative all’interno dei Centri per l’Impiego per favorire, attraverso le
work experience, l’autoimpiego o il collocamento mirato di persone con disabilità e in situa-
zione di svantaggio presso le 1 Il Programma Operativo «Val d’Agri, Melandro, Sauro, Ca-
mastra», approvato con la D.G.R. n. 838/2003, è uno strumento speciale con cui la Regione
Basilicata reinveste parte delle royalties rivenienti dalle estrazioni petrolifere per sostenere
lo sviluppo economico produttivo di un territorio composto da 35 Comuni. imprese del com-
prensorio e da replicare, una volta standardizzata, in tutte le aree della regione.
La stessa strategia di comunicazione è immediata e di impatto, la proposta progettuale
adotta già nel titolo la metafora sportiva (Match), combinando la metodologia di lavoro (il
matching tra bisogni e risposta di sistema) con la sfida (la sfida dell’inclusione sociale e lavo-
rativa) come partita da disputare insieme (pubblico e privato con medesimi obiettivi) e dove
la possibile vittoria (goal) rappresenta l’inclusione lavorativa del soggetto che implica anche
la sua inclusione sociale e relazionale. Tuttavia, non esistendo nel settore delle politiche
sociali i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) quale possibile modello di riferimento, la stessa
pianificazione iniziale del progetto è risultata di notevole complessità in quanto ha dovuto
tener conto di un quadro normativo di riferimento alquanto articolato, all’interno del quale
agire per costruire la filiera del sociale e per aumentare le reali possibilità di inclusione sociale
e lavorativa dei soggetti in condizioni di disagio sociale, ma anche per il permanere in regione
di una cultura immatura nel campo del sociale.
La metodologia di pianificazione degli interventi previsti nel progetto Match, ha individuato
il proprio punto di forza appunto nella capacità di costruire reti – idealmente identificabile
come una vera e propria filiera – intesa quale reale e efficace cooperazione interistituzionale,
sia verticale che orizzontale, fra i diversi attori coinvolti dalle strategie di inclusione sociale,
dai servizi sociali e socio–sanitari, a quelli socio–educativi, socio–formativi e socio–lavorativi,
con il coinvolgimento delle comunità locali a partire dal mondo associativo e del volontariato.
Il progetto presenta una dimensione distintiva per l’adozione di alcuni principi chiave (em-
powerment, personalizzazione, governance, multidimensionalità, centralità della persona) e
l’idea e gli elementi diStintivi del progetto match
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
45
affida al concetto di rete di servizi, che è il vero corollario della «presa in carico» dei soggetti
svantaggiati, la capacità di fronteggiare la complessità della sfida posta.
Infatti, anche con l’intenzione di capovolgere il consueto approccio alle politiche attive del
lavoro, Match nasce con l’obiettivo della «presa in carico» dei soggetti destinatari al fine di
«cucire il vestito addosso» sui bisogni da loro espressi con azioni di affiancamento, di orien-
tamento, formazione professionale, di accompagnamento all’accesso nel mondo del lavoro e
di integrazione socio–lavorativa.
Per affrontare la stessa multidimensionalità del disagio sociale il progetto Match ha cercato
di dare risposta facendo convergere più strumenti, provenienti anche da politiche e settori
diversi (orientamento, formazione professionale, interventi sociali di sostegno e tutela, stru-
menti di politica attiva del lavoro, ecc.). Il progetto, difatti oltre a enunciare esplicitamente
l’attivazione di una rete paritetica quale sistema di welfare community, ha attivato un siste-
ma di costante collaborazione tra gli attori pubblici e privati: Regione Basilicata, Provincia
di Potenza per le proprie competenze in materia di politiche del lavoro e della formazione,
Comuni (attraverso i Servizi Sociali), Azienda Sanitaria Potenza per le competenze in materia
socio–sanitarie e di medicina territoriale, sistema scolastico e privato sociale (volontariato,
associazioni datoriali, cooperative sociali).
Per quanto espresso, ben si comprende che per la finalizzazione delle azioni declinate nel
progetto Match si è reso necessario definire puntualmente l’architettura di governance istitu-
zionale e per tale motivo è stato avviato un processo di condivisione e di concertazione con
le strutture della Provincia di Potenza e con i Dipartimenti regionali preposti, riconoscendo
a ognuno le rispettive competenze e l’assunzione di reciproche responsabilità attraverso la
formale costituzione di una cabina di regia istituzionale denominata Gruppo di Pilotaggio.
Il Gruppo di Pilotaggio, quale network strutturato di natura pivotale e propedeutico alle
attività di progetto, è stato composto nella prima fase dagli attori istituzionali con specifiche
competenze in materia di politiche socio assistenziali e del lavoro: la Struttura di Progetto Val
d’Agri, con funzioni di coordinamento, e dagli Uffici regionali Promozione della Cittadinanza
Solidale e Ufficio Lavoro e Territorio (rispettivamente del Dipartimento Sanità e Lavoro e
Formazione), dall’Ufficio Lavoro e Politiche Sociali della Provincia di Potenza e dall’Apof– il.
La rete paritetica, invece, ha il suo punto di forza nella connessione con la stessa governance
provinciale che, per la sua titolarità nelle politiche attive del mercato del lavoro, si presenta
con una articolazione complessa e nodi nella rete di relazioni interne/esterne distribuite
sull’intero territorio provinciale, fattore che ha permesso di risolvere qualsiasi criticità logisti-
ca e particolaristica legata alla natura dei soggetti destinatari delle azioni del progetto Match.
Infatti, la gestione dei Servizi per l’Impiego è demandata all’Ufficio lavoro, Formazione e Po-
litiche Sociali della Provincia che racchiude una serie di macro attività e che opera attraverso
i Centri per l’Impiego (CPI) per erogare servizi di orientamento tesi ad aiutare i cittadini a
relazione
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
46
scegliere percorsi di formazione professionale, riqualificazione, inserimento lavorativo o altre
misure che favoriscano l’integrazione lavorativa degli stessi.
Per i servizi erogati al target di progetto sono stati impegnati principalmente i Centri per
l’Impiego di Villa d’Agri e Lauria e lo Sportello Polivalente Integrato di Laurenzana.
Per quanto riguarda l’area dedicata alla Formazione professionale, il servizio è stato erogato
attraverso le sedi territoriali dell’Agenzia per l’Orientamento e la Formazione Professionale
(APOFIL).
Per promuovere un networking con gli altri operatori dell’inclusione sociale, particolare im-
portanza è stata riservata alla strutturazione di relazioni con i Coordinatori d’Ambito dei Piani
Sociali di Zona, con gli Uffici sociali dei Comuni, sia per il ruolo di «facilitatori» che rivestono
nella conoscenza del contesto fisico, strutturale e sociale in cui andranno a operare i soggetti
beneficiari delle work experience, ma anche per le azioni di supporto necessarie all’inseri-
mento sociale e lavorativo dei soggetti disabili e/o svantaggiati.
Per costruire la rete di partenariato sono stati coinvolti attivamente anche gli altri operatori
del settore, come l’Azienda Sanitaria di Potenza, le Associazioni datoriali, il Terzo settore, con
l’obiettivo di farli diventare una «comunità di pratiche». Infatti, per diffondere i contenuti
offerti dal progetto Macht siè condotta una vera e propria azione di animazione territoriale
nell’area interessata dal Programma Operativo Val d’Agri al fine di favorire l’adesione alle
varie fasi di progetto da parte del partenariato istituzionale, sociale ed economico.
La prima fase del progetto «Pianificazione esecutiva e analisi di contesto» ha visto la con-
divisione diretta con gli stakeholders del territorio (parti sociali e datoriali, amministrazioni,
enti locali, terzo settore) attraverso una serie di incontri organizzati al fine di diffondere i
contenuti del progetto.
Gli incontri dedicati, oltre a favorire meccanismi di partecipazione ai processi decisionali di
livello sovraordinato, hanno permesso di condividere le finalità, le azioni, le metodologie
del progetto e i ruoli del partenariato economico–sociale, restituendo una prima analisi sul
target di progetto in termini di numerosità, fabbisogni, possibilità di inserimento e raccoglie-
re utili indicazioni. Quindi, gli orientamenti strategici del progetto nella loro dimensione di
sussidiarietà cooperativa sono stati esplicitamente concordati tra i soggetti che compongono
il network, i quali sono stati trasferiti nel successivo Avviso Pubblico per la selezione dei
soggetti destinatari.
La lotta all’esclusione sociale è stata intesa, quindi, come la costruzione di un sistema di
welfare attivo, solidale e integrato tra le sue diverse componenti. Le diverse forme di coope-
razione previste hanno riconosciuto all’ente Provincia il livello istituzionale sovracomunale di
riferimento per la promozione dell’occupabilità e la gestione della rete territoriale dei servizi
operanti sul territorio. Infatti, l’Avviso Pubblico «Work experience per favorire l’inserimento
occupazionale di persone disabili e di lavoratori svantaggiati» è stato approvato ed emanato
l’idea e gli elementi diStintivi del progetto match
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
47
dall’Ufficio Lavoro e Politiche Sociali della Provincia di Potenza, quale soggetto della rete
responsabile dell’attuazione del Progetto Match e per le azioni di competenza a esso deman-
date in materia di politiche attive del lavoro e della formazione.
Allo scopo di individuare il target di progetto si è fatto riferimento alle definizioni della L.
381/91, della Legge n. 68/99 e del Reg. Ce n. 800/2008. La segmentazione del target,
concordata in sede di cabina di regia, ha individuato le categorie di disagio dell’utenza a cui
rivolgere le azioni previste dal progetto Match: area della disabilità (non inferiore al 46%) e
area dello svantaggio sociale (a es. lavoratori molto svantaggiati).
Dopo la selezione dei soggetti individuati quale target di progetto, sono state redatte tre
distinte graduatorie: soggetti disabili, soggetti molto svantaggiati e soggetti ospitanti.
Successivamente è stato attivato un servizio di supporto specialistico continuativo per la
sperimentazione all’interno dei Centri per l’Impiego delle azioni e degli strumenti legati alle
work experience (accoglienza, bilancio di competenze, orientamento, elaborazione del pro-
prio Piano d’Azione Individuale, convenzioni, tirocinio lavorativo, utilizzo della dote formativa
e del bonus occupazionale per l’autoimpiego o l’assunzione). L’obiettivo prioritario di miglio-
rare, secondo la logica del collocamento mirato, l’incontro tra le esigenze dei datori di lavoro
e quelle dei lavoratori disabili e/o in situazione di svantaggio. L’intero percorso progettuale,
centrato sulle work experience (percorsi di apprendimento nei luoghi e coi tempi del lavoro
reali) si è caratterizzato per la progressività nelle azioni di orientamento, accompagnamento,
formazione professionale e inclusione.
Concepito per farlo assurgere a laboratorio privilegiato di integrazione tra politiche sociali,
formative e del lavoro, l’innovazione proposta in pratica non è stata nella sequenza orienta-
mento/ formazione/work experience, che rappresenta la prassi universalmente accreditata
per l’accompagnamento al lavoro delle persone in cerca di occupazione, ma nell’azione di
presa in carico collettiva e nell’utilizzo di strumenti che hanno permesso il dialogo fra gli
attori del sistema.
Il carattere innovativo di Match emerge, come si è detto, anche per la connessione con il
network sanitario. In fase iniziale, infatti, al Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda Sa-
nitaria di Potenza è stata demandata la responsabilità di selezionare alcuni soggetti affetti da
disagio mentale da inserire tra i destinatari delle work experience.
La costruzione del network sociosanitario ha anche avuto natura strumentale per la ado-
zione di strumenti e modelli di collocamento mirato destinato ai soggetti disabili attraverso
l’applicazione di procedure che si ispirano all’ICF (International Classification of Functioning,
Health and Disability), una metodologia utilizzata per il bilancio delle potenzialità dei soggetti
interessati.
L’ICF o Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute adot-
tata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità rappresenta una risposta sia tecnica, che cul-
relazione
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
48
turale al problema dell’inserimento lavorativo di questa categoria. Il protocollo ICF è uno
strumento di collocamento mirato, costituito da un insieme di procedure che realizza un
incrocio (matching) in relazione le caratteristiche relative alla persona con disabilità e le
caratteristiche delle mansioni lavorative richieste.
Nelle fasi attuative del progetto, la governance istituzionale ha cercato di costituire un tavolo
tecnico scientifico con Italia Lavoro, ente strumentale del Ministero del Lavoro e Politiche
Sociali, e con la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) al fine di mi-
tigare il rischio di autoreferenzialità e di avvalersi di un organismo terzo per la validazione
dell’impianto metodologico (strumenti di rilevazione dei bisogni, approccio alla progettualità
individuale dei beneficiari, counseling orientativo in chiave ICF).
Durante i colloqui con i soggetti disabili, prima dell’avviamento al lavoro presso i soggetti
ospitanti, è stata utilizzata una metodologia per indagare sull’ambiente sociale, che si ispira
all’ICF, costruita con DPI (Disabled PeoplÈs International), inoltre nelle fasi evolutive il pro-
getto Match ha veicolato l’incrocio domanda/offerta di lavoro.
Al fine di valutare formalmente le capacita funzionali, attitudinali nonché l’individuazione del-
le mansioni lavorative ritenute più idonee, il matching delle persone disabili, come risposta
di sistema per il collocamento mirato, è stato favorito anche dall’attivazione delle procedure
per l’accertamento della condizione di disabilità che, attraverso la competente commissione
medica (INPS), ha restituito il profilo socio–lavorativo dei soggetti, la raccolta di notizie rela-
tive alle precedenti esperienze di lavoro e la descrizione delle condizioni sociali e relazionali
dei soggetti.
Si è reso inoltre necessario, al fine di favorire l’accesso al lavoro dei soggetti disabili, verifica-
re l’eventuale presenza, nelle sedi di tirocinio, di difficoltà correlate all’esistenza di eventuali
barriere architettoniche e di ostacoli correlati a condizioni strumentali e tecnologiche proprie
del sistema produttivo ospitante.
Il follow up offerto ha visto, quindi, la sperimentazione dell’applicabilità/efficacia degli stru-
menti e delle procedure progettate ma anche la diffusione e standardizzazione degli stru-
menti e del modello in maniera da favorire la sua replicabilità in altre aree della provincia.
Per la trasferibilità del modello sono stati realizzati strumenti, format, materiali di approfon-
dimento, contributi audiovisivi di immediata fruizione, con la definizione dell’attività di comu-
nicazione per la diffusione delle azioni di sistema (oltre che ovviamente in chiave informativa
e divulgativa). Allo stesso modo è stato ideato il logo del progetto Match e il relativo manuale
d’uso, che è stato utilizzato quale format di coordinato istituzionale nel materiale divulgativo
riguardante il progetto stesso.
Le attività di progetto si sono sostanziate nella realizzazione di circa 60 work experience
(soggetti disabili, soggetti molto svantaggiati e soggetti a disagio mentale) che, svolte presso
soggetti ospitanti diversi (imprese, cooperative, associazioni, studi professionali, Enti Locali),
l’idea e gli elementi diStintivi del progetto match
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
49
hanno avuto una inevitabile ricaduta nell’area di riferimento avendo contribuito all’incontro
della domanda/offerta di lavoro ma anche alla migliore e reciproca conoscenza fra il mondo
produttivo e la sfera della disabilità/svantaggio, con la auspicabile conseguente riduzione
delle «distanze» fra i diversi ambiti.
L’assoluto rilievo del risultato raggiunto è rappresentato dalla decisione da parte di 3 aziende
che, ritenendo opportuno valorizzare l’esperienza maturata dai beneficiari, hanno avviato le
procedure per l’assunzione a tempo dei tirocinanti ospitati e, pertanto, hanno utilizzato il bo-
nus occupazionale loro destinato, il cui valore copre per due anni la metà del costo salariale
lordo dei neoassunti.
Analogamente sono pervenute, all’Ufficio Formazione e Lavoro della Provincia di Potenza,
le richieste di due beneficiari delle work experience che hanno manifestato l’intenzione di
avviare una attività economica autonoma in forma individuale. Soltanto una work experience
si è perfezionata con la costituzione di un impresa agricola che si è iscritta alla Camera di
Commercio di Potenza.
L’outcome di Match ha pienamente soddisfatto gli obiettivi progettuali, concorrendo a raf-
forzare il network territoriale e operativo tra i diversi livelli istituzionali impegnati nelle poli-
tiche per il lavoro, i servizi sociali e sanitari, ma soprattutto per aver finalizzato il placement
occupazionale di quei segmenti di mercato naturalmente penalizzati e, quindi, il risultato
raggiunto da questo indicatore, con un valore del 13% sul totale dei beneficiari, assume
un’importanza straordinaria.
relazione
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
51
la Formazione dei Formatori per l’applicazione del modello icF nell’ambito del progetto match Antonio Di Gennaro
Ufficio Promozione Cittadinanza Solidale Regione Basilicata
La Regione Basilicata ha approvato e promulgato la Legge Regionale n. 4/2007 che istituisce
la «Rete Regionale Integrata dei Servizi di Cittadinanza Sociale». La legge nasce dalla consa-
pevolezza degli organi programmatori regionali della necessità di operare sempre più in una
logica sistemica senza la quale appare difficile fronteggiare la complessità posta dai problemi
di partecipazione e cittadinanza presentati in particolare dalle fasce più fragili della popola-
zione. In questo contesto normativo finalizzato a creare una rete tra diverse Istituzioni locali
e i loro servizi e altri attori del territorio, sono state attivate diverse iniziative, ivi compreso un
Progetto sperimentale denominato «Il Mondo in ICF. Dalla classificazione alla presa in carico»
e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nell’ambito del Fondo Nazionale
per le Non Autosufficienze per l’annualità 2010.
L’ICF o Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute rac-
coglie l’eredità internazionale di una serie di riflessioni ed esperienze che hanno cambiato
le idee e la cultura della riabilitazione e dell’integrazione sociale delle persone in difficoltà.
Il passaggio dalla riabilitazione centrata sul «difetto» presentato dalla persona, volta per
volta fisico, psicologico e/o sociale, alla riabilitazione centrata sulle potenzialità del soggetto
e sul loro possibile sviluppo, ha cambiato radicalmente le teorie e le pratiche dell’aiuto e del
sostegno.
Sostanzialmente, il lungo e minuzioso elenco di indicatori della classificazione relativi a pra-
ticamente tutte le possibili situazioni di vita della persona con disabilità sposta il concetto
di disabilità dalla persona stessa al contesto: non è il soggetto a presentare inabilità, ma è
il contesto fisico e sociale nel quale si trova ad agire che può rendere una persona inabile.
Introduce, quindi, una forma di linguaggio «dinamico» caratterizzato da una costante azione
e retroazione tra specifica funzione e contesto nel quale tale funzione si esprime, che si con-
trappone nettamente al linguaggio «statico» della pura constatazione diagnostica focalizzata
sulla mancanza.
Adottare compiutamente il linguaggio ICF implica importanti trasformazioni sia culturali sia
organizzative, a più livelli: politico,istituzionale, dei servizi specialistici legati alla disabilità e
più in generale del contesto sociale nel quale la persona con disabilità è immersa. Il Progetto
«Il Mondo in ICF», in questa ottica, si è posto l’obiettivo di favorire la continuità del sostegno
relazione
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
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tra i diversi servizi che si occupano della persona con disabilità, sia in senso orizzontale che
verticale lungo tutto il percorso evolutivo, a evitare «buchi» e cadute negli interventi che si
verificano spesso nei passaggi da una fase alla successiva e che quasi sempre corrispondo-
no a un passaggio di competenze da un servizio a un altro. Inoltre, ha inteso contribuire a
uniformare i linguaggi tra i diversi operatori e i diversi servizi che, pur nel rispetto delle spe-
cifiche competenze «tecniche», devono collocarsi in un quadro omogeneo di visione, osser-
vazione e programmazione a evitare inutili, se non dannose, compartimentazioni. Si è voluto,
infine, dotare i servizi, per ogni bisogno e per ogni fase evolutiva del bambino/persona con
disabilità, di strumenti operativi condivisi, e dall’ICF dedotti, che consentissero di declinarne
i principi in azioni concrete sulla persona stessa e sui suoi contesti di vita.
Per realizzare tali obiettivi si è reso necessario affrontare il problema della responsabilità del
«coordinamento» dei diversi interventi di sostegno spesso necessari e spesso contestuali
sui diversi fronti e sui diversi bisogni della persona con disabilità, curandone non solo la
puntualità e la garanzia, ma altresì la «coerenza» intrinseca, coerenza che può solo derivare
da una lettura condivisa prima, e da un progetto condiviso poi attraverso una vera «presa in
carico». Una presa in carico che sia realmente tale riconosce la necessità di accogliere tutti i
bisogni presentati dalla persona in difficoltà e/o della sua famiglia e non soltanto quelli legati
alle specifiche competenze possedute dallo specifico servizio.
Naturalmente, accogliere l’interezza della domanda non corrisponde a possedere tutte le
risposte necessarie. E qui nasce il secondo concetto, corollario della presa in carico: il lavoro
in rete, perché solo attraverso una rete di servizi è possibile coprire se non tutta, almeno una
grande parte della domanda reale posta dalla persona e/o dalla sua famiglia. Ciò vale a dire,
per altro verso, che la costruzione di una rete ha senso solo ed esclusivamente quando c’è
una «presa in carico» che sia anche «governata» da un case manager.
Infine, un ulteriore aspetto che si è voluto affrontare è quello del cambiamento costante ed
evolutivo dei bisogni della persona con disabilità e della sua famiglia, ai quali corrisponde l’e-
sigenza di sostenerla e seguirla dalla fase natale sino all’inserimento al lavoro e al successivo
mantenimento dello stesso. Ciò implica la necessità, come anticipato, di agire reti orizzontali
e reti verticali, interventi sul qui e ora e interventi nella prospettiva evolutiva.
Il Progetto ha, quindi, costruito una partnership che ha coinvolto gli attori pubblici e privati
necessari–indispensabili al perseguimento degli obiettivi e a garantire, per quanto possibile,
la continuità delle azioni e delle reti ex post. La partnership è così composta:
• Regione Basilicata
• Ufficio scolastico Regionale per la Basilicata
• ASP – Azienda Sanitaria locale Potenza
• ASM – Azienda Sanitaria locale Matera
la Formazione dei Formatori per l’applicazione del modello icF nell’ambito del progetto match
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
53
• Comune di Potenza
• Comune di Matera
• Provincia di Potenza
• Provincia di Matera
• Forum del terzo settore
La Fondazione Don Gnocchi ha curato la formazione, il coordinamento e la supervisione
scientifica e la Società Synergia S.r.l., attiva in Basilicata essendo impegnata a realizzare
il Sistema Informativo Sociale regionale (SISB), ha curato il monitoraggio e la valutazione
del progetto. Hanno partecipato operatori dei Centri per l’Impiego provinciali, delle Agenzie
Provinciali di Orientamento e Formazione, di 10 Comuni, delle 2 Aziende Sanitarie Locali, di
12 Istituti Scolastici e del Terzo Settore, per un totale di 127 persone. L’insieme delle attività
che il progetto ha realizzato in una logica evolutiva legata alle diverse fasi/età dei soggetti si
è articolata, nell’arco di 18 mesi, nel modo seguente:
Attività specifiche Attività 1 – Analisi del fabbisogno specifico e ingegneria organizzativa
Attività 2 – Formazione iniziale
Attività 3 – Fascia 0-6 anni
Attività 4 – Interventi sul sistema educativo e sul sostegno alla vita
indipendente, fascia 6-16 anni
Attività 5 – Inserimento al lavoro e mantenimento del posto di lavoro
Attività trasversali Attività 1 – Formazione dei case manager per la presa in carico
Attività 2 – Informatizzazione
Attività 3 – Monitoraggio e valutazione
All’interno di questo Progetto si è, pertanto, individuata una qualificata opportunità di rea-
lizzazione di una formazione specifica per i formatori del Progetto MATCH. Infatti, l’attività
specifica 2, di formazione iniziale e di base, e l’attività specifica 5, relativa all’inserimento al
lavoro e al mantenimento del posto di lavoro, nonché le attività trasversali hanno visto coin-
volti gli operatori interessati dei Centri per l’Impiego provinciali e delle Agenzie Provinciali di
Orientamento e Formazione.
La formazione iniziale e di base si è articolata:
• in due moduli generali a carattere assembleare, di cui uno sulla classificazione ICF (con una
specifica sezione dedicata alla Convenzione internazionale) e uno centrato sulla conoscenza
di tutte le fasi del processo di sostegno alle persone con disabilità, relativi servizi e relativi
relazione
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
54
strumenti, anche formali e previsti dalle normative, lungo il loro percorso evolutivo;
• in momenti specifici mirati a gruppi di operatori su tre sotto–tematiche rilevanti che riguar-
dano: settore socio–sanitario, educazione–formazione, lavoro.
Il primo modulo di base ha avuto come obiettivo quello di diffondere in maniera maggior-
mente capillare la cultura e l’approccio ICF oltre a sviluppare l’azione strategica indiretta di
team building e ad aprire una prospettiva di collaborazione, in termini di continuità evolutiva
orizzontale e verticale.
Il secondo modulo di base ha risposto all’esigenza di rendere maggiormente fluido e coe-
rente il percorso della persona disabile attraverso i vari servizi, in particolare nella direzione
verticale. Infatti, i servizi tendono a occuparsi della propria fetta di competenze e si è spesso
in presenza di un insieme di compartimenti stagni tra un servizio e l’altro.
La conoscenza puntuale dei servizi che precedono, condividono o seguono i rispettivi in-
terventi, dell’approccio metodologico utilizzato e degli strumenti formali e informali messi
in campo, disegna nei singoli operatori una mappa complessiva del processo di sostegno
nel tempo che rende l’operatore capace di una declinazione olistica del proprio operato che
finalizza maggiormente la propria specifica parte. Pertanto, questa esperienza è stata fina-
lizzata a mettere in grado ciascun operatore di conoscere strumenti e tecniche utilizzate dai
professionisti degli altri servizi.
I contenuti della formazione hanno riguardato aspetti generali in ottica ICF di ambiti e stru-
menti di:
• adattamento ICF–CY;
• sostegno neuro–psico–motorio e riabilitazione;
• aiuto alla vita indipendente e alla piena cittadinanza;
• sostegno al processo educativo: PDF e PEI;
• orientamento formativo/lavorativo;
• legge 68/99 e strumenti per il collocamento mirato.
I servizi coinvolti per ciascuna Provincia sono stati:
• Servizi A.S.L.: materno infantile/neuropsichiatria infantile e riabilitazione adulti;
• Scuola dell’obbligo con operatori provenienti dai diversi gradi;
• Centri per l’impiego;
• Comuni;
• Agenzie di orientamento e formazione provinciali;
• Terzo settore.
la Formazione dei Formatori per l’applicazione del modello icF nell’ambito del progetto match
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
55
I moduli di formazione ICF specifica si sono svolti nel punto del percorso in cui gli operatori
conoscono in termini generali visione, significato e strumenti classificatori dell’ICF. Conosco-
no, altresì, in termini generali, ma puntuali, ogni fase del percorso di crescita della persona
disabile, dei servizi che se ne occupano, degli strumenti che ogni servizio utilizza o ha l’ob-
bligo formale di utilizzare e gli strumenti esistenti, mutuati da esperienze esemplari, in ottica
ICF, per ciascuna fase. È iniziata, quindi, una fase maggiormente specialistica, centrata, per
ogni servizio/operatore, sulle sezioni ICF che rispettivamente li coinvolgono nel quotidiano
lavorativo. Il gruppo è stato diviso per area di pertinenza e sono state organizzate delle ses-
sioni formative ICF dedicate e specializzate.
Gli obiettivi di tale fase sono stati, pertanto:
• la conoscenza approfondita e «tecnica» della classificazione ICF relativamente a tre agglo-
merati di indicatori:
– area socio–sanitaria;
– area educativo–formativa;
– area dell’impiego.
• l’apprendimento all’uso di indicatori ICF delle sezioni relative alle tre aree di interesse, su
casi reali.
I servizi coinvolti per ciascuna Provincia sono stati:
• Area socio–sanitaria:
– Servizi A.S.L.: materno infantile/neuropsichiatria infantile e riabilitazione adulti;
– Comuni;
– Forum del terzo settore con operatori provenienti dalla cooperazione sociale di tipo A.
• Area educativo–formativa:
– Scuola dell’obbligo con operatori provenienti dai diversi gradi;
– Agenzie di orientamento provinciali;
– Forum del terzo settore con operatori provenienti dall’area
di sostegno per i DPS (disturbi pervasivi dello sviluppo).
• Area dell’impiego:
– Centri per l’impiego;
– Comuni;
relazione
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
56
– Agenzie di orientamento e formazione provinciali;
– Forum del terzo settore con operatori provenienti dalla cooperazione sociale di tipo B.
Per quanto attiene alla formazione specifica relativa alle tematiche dell’inserimento al lavoro
e del mantenimento del posto di lavoro che ha visto coinvolti i formatori del Progetto MATCH
va premesso che ragioni diverse, tra cui il debole tessuto produttivo, un sistema di imprese
che difficilmente arriva al livello di media impresa, fanno sì che l’inserimento lavorativo dei
disabili presenti molti aspetti di problematicità, giustificandone, in qualche modo, la scarsa
applicazione. Tuttavia, è ancora una volta la resistenza culturale a costituire il principale
ostacolo all’inserimento lavorativo e al mantenimento del posto di lavoro dei lavoratori con
disabilità.
Il sistema «Match», sviluppato dalla Fondazione Don Gnocchi, in uso presso la provincia di
Milano e altre province Lombarde, e presso la provincia di Roma, rappresenta una risposta
sia tecnica, che culturale al problema dell’inserimento lavorativo di questa categoria. È costi-
tuito da un insieme di procedure che realizza un incrocio estremamente efficiente ed efficace
mettendo in relazione le caratteristiche relative alla persona con disabilità e le caratteristiche
delle mansioni lavorative.
L’obiettivo di questi moduli è stato quello di fare formazione specifica all’utilizzo delle proce-
dure per il collocamento mirato denominate «Match», con attenzione alla classificazione ICF.
Sono state trasferite competenze riguardanti modelli per una gestione efficace dell’incontro
tra la persona con disabilità e il lavoro. L’integrazione di questi due universi – l’impresa e
il lavoratore con disabilità – si concretizza con una procedura di intervento standardizzato,
ripetibile e utilizzabile in molteplici servizi, che vede come tassello fondamentale l’utilizzo di
uno strumento di collocamento mirato. Per strumento di collocamento mirato si intende uno
strumento che faciliti l’abbinamento tra candidato disabile e posizione di lavoro.
Il «Match» presuppone la definizione di protocolli utili a ‘fotografare» e a «incrociare» le ca-
pacità e le competenze lavorative dell’utenza con disabilità e le caratteristiche delle posizioni
di lavoro, per proporre abbinamenti compatibili.
La metodologia utilizzata ha riguardato sia la formazione con lezioni frontali e lavoro di grup-
po, sia la sperimentazione dell’applicazione del sistema «Match» attraverso lavoro di gruppo,
assistenza e consulenza in remoto.
Al fine di rafforzare la rete di intervento, oltre agli operatori dei Centri per l’Impiego, sono
stati coinvolti anche quelli delle Agenzie di formazione e orientamento delle due Province.
Nello specifico, le azioni sono state sviluppate attraverso i seguenti punti:
1) definizione dell’ambito della sperimentazione:
– sul versante delle aziende: scoperture come da prospetti informativi gennaio 2013,
sensibilizzazione attraverso le associazioni di categoria, ecc.;
– sul versante degli utenti: definizione di una platea di interessati alla partecipazione
la Formazione dei Formatori per l’applicazione del modello icF nell’ambito del progetto match
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
57
alla sperimentazione tra gli iscritti alle liste 68/99 attraverso la pubblicare un bando
e successiva definizione di criteri di priorità conseguenti alle tipologie di profili emersi
dalle scoperture;
2) formazione degli operatori provenienti dai CpI, dalle agenzie Apof–IL e Ageforma e
degli operatori provenienti dal Terzo Settore;
3) installazione del software presso i server provinciali;
4) sperimentazione delle procedure:
– interviste aziendali;
– somministrazione dei test e colloqui;
– incroci.
Di notevole importanza strategica è da considerarsi la partecipazione dei formatori del Pro-
getto MATCH anche alle attività trasversali ed, in primo luogo, alla formazione dei case
manager per la presa in carico.
Il case management è definibile come un processo integrato finalizzato a individuare i biso-
gni delle persone e a soddisfarli, nell’ambito delle risorse disponibili, partendo dal riconosci-
mento della loro unicità. Esso si configura come una metodologia d’intervento processuale,
articolata in cinque momenti: la valutazione iniziale, la costruzione del progetto individualiz-
zato, la messa in atto del progetto, il monitoraggio, la chiusura del caso.
Il case management nella pratica è usualmente affidato a figure professionali intermedie e,
all’interno dei servizi nei quali è utilizzato, svolge un ruolo di accompagnamento attraverso
le prestazioni offerte dal servizio stesso, rispondendo, quindi, solo a una parte dei bisogni
espressi dalla persona. È stato ritenuto, invece, che nel caso di una «presa in carico» così
come intesa e definita nel progetto «Il Mondo in ICF» il case manager dovesse essere una
figura dotata di competenze professionali specifiche che lo rendessero capace di gestire i
cinque momenti essenziali del case management; in particolare, dovesse intervenire nella
previsione di un passaggio evolutivo ad altri servizi e, quindi, nell’accompagnamento a un
«successore» che eredita la presa in carico relativamente alla fase di analisi dei bisogni e a
quella di progettazione individuale.
In questa ottica, la creazione di un profilo professionale «alto» del case manager in termini
di progettazione formativa si è sviluppata attraverso una parte generale centrata sull’analisi
dei bisogni e la formulazione di un progetto, e parti invece più tecniche legate alle rispettive
competenze dei servizi che si passano la presa in carico. L’azione formativa è stata finalizzata
alla definizione di procedure fortemente strutturate per il «passaggio» della presa in carico
da un servizio all’altro in relazione alle fasi evolutive della persona.
L’analisi dei bisogni, oggetto di elaborazione del profilo professionale, del pacchetto didattico
e della formazione trasversale degli operatori dei vari servizi, ha fatto esplicito riferimento
relazione
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
58
all’approccio circolare e sequenziale altrimenti detto a «spirale».
Come l’approccio circolare (sistemico) rappresenta una evoluzione rispetto all’approccio po-
sitivista (causa–effetto) nella gestione dei sistemi di aiuto, l’approccio a spirale (circolare e
sequenziale) introduce una ulteriore evoluzione rispetto alla visione circolare. Infatti, la visio-
ne circolare è in grado di fotografare il soggetto in relazione al contesto e, quindi, di fornirne
un quadro accurato dal punto di vista sistemico–relazionale del qui e ora della situazione del
soggetto stesso.
L’introduzione di un aspetto evolutivo del contesto sistemico del soggetto (sequenziale) con-
sente all’operatore di formulare previsioni sulla evoluzione sistemica e, quindi, di formulare
una corretta analisi dei bisogni e un adeguato progetto individualizzato tenendo conto delle
fasi evolutive successive. La connessione tra approccio spirale e ICF, con gli indicatori che
questo elenca, costituisce uno strumento che può avere un notevole impatto sia sul sostegno
che sulle potenzialità di piena cittadinanza alle quali la persona con disabilità può aspirare.
Infine, un breve cenno all’attività di informatizzazione che ha riguardato i materiali prodotti e
utilizzati nelle attività di ricerca, formazione e sperimentazione. In particolare, per le attività
di ricerca e sviluppo gli attori coinvolti hanno utilizzato uno spazio virtuale attrezzato con
modelli di lavoro strutturati che è servito a produrre e condividere gli strumenti e i materiali
di progetto. Lo stesso ambiente è stato utilizzato per «archiviare» in modo organizzato gli
strumenti e i materiali realizzati.
Per quanto riguarda le attività di formazione e sperimentazione, è stata predisposta una
piattaforma e–learning che ha utilizzato in modo integrato strumenti tradizionali e nuove tec-
nologie per rispondere ai tre momenti fondamentali nel processo di formazione–sperimenta-
zione (learning–by–doing) quali: l’apprendimento e il lavoro individuale, l’apprendimento e il
lavoro collaborativo, l’interazione di gruppo. Durante questa attività i partecipanti sono stati
affiancati da un tutor didattico e da un tutor tecnologico con due diverse funzioni entrambe
fondamentali per l’efficacia dell’intero percorso di formazione–sperimentazione.
L’attività di valutazione del Progetto ha evidenziato che i partecipanti
ritengono senz’altro di aver arricchito le proprie competenze: tutti hanno infatti espresso la
propria soddisfazione in merito. Ai diversi gruppi di partecipanti è stata chiesta una valuta-
zione complessiva di fine corso (indipendentemente dai moduli seguiti), i cui risultati per il
gruppo dei formatori del Progetto MATCH sono riportati nella tabella che segue.
la Formazione dei Formatori per l’applicazione del modello icF nell’ambito del progetto match
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
59
QUANTO E’ D’ACCORDO CON LE SEGUENTI AFFERMAZIONI?
(Valori percentuali di riga sul totale dei rispondenti del gruppo selezionato)
Molto d’accordo
Abbastanza d’accordo
Poco d’accordo
Per nulla d’accordo
Non so
La partecipazione al progetto mi ha permesso di:
acquisire nuove conoscenze 87,5 12,5 0 0 0
acquisire nuove competenze utili al mio lavoro
85,7 14,3 0 0 0
disporre di strumenti di valuta-zione e intervento utili al mio lavoro
85,7 14,3 0 0 0
entrare in relazione con nuovi soggetti importanti per il mio lavoro
75 25 0 0 0
In futuro, sono convinto che: 0 0 0
utilizzerò certamente i nuovi strumenti di valutazione e in-tervento
71,4 14,3 0 0 0
sarà opportuno promuovere il lavoro di rete tra i vari servizi
100 0 0 0 0
lavorerò certamente in equipe con gli altri servizi
57,1 28,6 14,3 0 0
relazione
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
61
La Provincia di Potenza ha avuto in affidamento da parte della Regione Basilicata un progetto
denominato Match – servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in stato di svantag-
gio. Il progetto è rivolto a persone con disabilità e a soggetti svantaggiati che versino in con-
dizioni contingenti di difficoltà e di bisogno, residenti in uno dei Comuni dell’area di interesse
del P.O. Val d’Agri. Tale progetto intende favorire, nel territorio interessato dal Programma
Operativo Val d’Agri, Melandro, Sauro, Camastra, alcune azioni di politica attiva del lavoro,
attraverso l’impiego di idonee forme di agevolazione e incentivazione di servizi specialistici in
materia di inclusione sociale, occupabilità e inserimento lavorativo di persone con disabilità
o in condizioni di svantaggio, finalizzate all’attivazione di work experience presso le imprese
con la conseguente assunzione a tempo indeterminato o determinato del tirocinante o al
finanziamento di forme di autoimpiego.
Match (nel suo insieme) intende operare nell’ambito dell’inserimento lavorativo dei soggetti
disabili iscritti alle liste del Collocamento Obbligatorio, a norma della L. 68/99.
L’obiettivo prioritario è quello di favorire, secondo la logica del collocamento mirato, l’incon-
tro tra le esigenze dei datori di lavoro e quelle dei lavoratori disabili e svantaggiati.
Il programma Match nasce con il precipuo intento di essere uno strumento di facilitazione
nel processo di abbinamento candidato - posizione di lavoro, soprattutto in relazione a quei
contesti che si trovano a gestire consistenti numeri di soggetti da collocare2.
quadro di riFerimento delle impreSe Socialmente reSponSabili e icF Prima di analizzare il processo creativo che ha condotto all’ideazione e produzione del lo-
gotipo del Progetto Match, è indispensabile definire il concetto di responsabilità sociale di
impresa, dal quale nessuna impresa che voglia dirsi moderna, attenta e competitiva può
sottrarsi. Il concetto di responsabilità sociale delle imprese (CSR – Corporate Social Re-
sponsibility) viene concordemente definito come «l’integrazione su base volontaria, da parte
delle imprese, delle preoccupazioni sociali ed ecologiche nelle loro operazioni commerciali
2 Rossana Bolchini - Progetto Match
la dimenSione concettuale del proceSSo incluSivo di incontro Fra domanda ed oFFerta: la realizzazione del logo del progetto e la clip Fabio Bavusi
Esperto comunicazioni Apof– il
relazione
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
62
e nei loro rapporti con le parti interessate (stakeholder) al fine di perseguire uno sviluppo
sostenibile»3. Un’impresa realmente responsabile dal punto di vista sociale, perciò, investe
nella salvaguardia dell’ambiente, nel rispetto dei valori etici di tutti gli attori che le ruotano
intorno, nella sensibilizzazione dell’opinione pubblica verso tali temi.
Un aspetto molto importante che non deve essere tralasciato e che fa da impalcatura al Pro-
getto Match è rappresentato dal rapporto tra impresa e lavoratore, dall’incontro di domanda
e offerta.
Ogni futuro lavoratore deve essere necessariamente inserito in un contesto facilitante, in un
ambiente in cui possa esprimere senza limitazioni e a pieno le proprie capacità, siano esse
fisiche o intellettive.
Le imprese socialmente responsabili dovrebbero investire sul miglioramento degli aspetti re-
lazionali, sullo studio e l’annullamento dei conflitti e tendere alla costruzione di un ambiente
di lavoro ispirato ai principi dell’»universal design».
Ogni impresa, infatti, costituisce un ambiente fisico che non può rappresentare un vincolo
o un limite al normale svolgimento dell’attività di un lavoratore, sia esso una persona con
disabilità o meno. A far fronte a tale esigenza, vi è stata una vera e propria rivoluzione della
concettualizzazione della disabilità che tiene conto per la prima volta di fattori contestuali e
ambientali. La rivoluzione è rappresentata dall’ICF (Classificazione Internazionale del Fun-
zionamento della Disabilità e della Salute) il nuovo strumento dell’Organizzazione mondiale
della Sanità per descrivere e misurare la salute e la disabilità della popolazione. Tale metodo,
qui brevemente descritto, attraverso una complessa e puntuale classificazione del «funzio-
namento» di una persona è in grado di incrociare domanda e offerta rispettando quelle che
sono le funzioni corporee, le attività e la partecipazione di un individuo in un’ottica bilanciata
fra caratteristiche dell’individuo, ambiente e specificità richieste dal datore di lavoro4
Le peculiarità e il «funzionamento» di una persona si incastrano così perfettamente nel pro-
filo ricercato dall’impresa, evitando situazioni di inadeguatezza, improduttività e frustrazione
e al riparo da pregiudizi e luoghi comuni sulla disabilità. La disabilità, in questo modo, rap-
presenta soltanto una caratteristica che contraddistingue l’individuo e lo rende unico, diverso
e in grado di apportare un contributo all’impresa avvalorato dalla ricchezza della diversità.
L’ICF per la prima volta chiarisce che la disabilità è un limite culturale della società alimentato
da un ambiente fisico e relazionale non facilitante.
Domanda e offerta acquisiscono una forte valenza sociale che il logotipo del Progetto Match
3 Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Responsabilità Sociale delle Imprese - Esempi di buone pratiche italiane, 2005, p.4
4 O.M.S. Organizzazione Mondiale della Sanità, ICF:International Classification of Functioning, Disability and Health, Geneva, Erickson, 2001
la dimenSione concettuale del proceSSo incluSivo di incontro Fra domanda ed oFFerta: la realizzazione del logo del progetto e la clip
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
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ha cercato di far emergere nel modo di seguito descritto.
il logotipo – elementi di baSe L’immagine distintiva del «Progetto Match» è chiamata a rappresentare simbolicamente e
visivamente il processo inclusivo di incontro fra domanda e offerta che si realizzerà all’inter-
no del territorio della Val d’Agri. La dimensione concettuale di tale incontro viene espressa
attraverso la scritta Match (incontro) all’interno della quale la lettera M è caratterizzata dai
colori azzurro e arancio. Il colore azzurro intende trasferire un senso di serenità e rassicura-
zione accostato alla vitalità e al calore dell’arancione.
La lettera M, inoltre, sembra umanizzarsi attraverso una stilizzazione, ottenuta dalla vettoria-
lizzazione di immagini geometriche, che le fa assumere le sembianze di due persone nell’atto
di stringersi la mano. Tale scelta è fortemente voluta poiché solo l’umanizzazione degli ele-
menti del logotipo può immediatamente portare il fruitore dell’immagine a comprendere la
realtà fortemente sociale del progetto che fa delle persone e della loro unicità la ricchezza,
il punto di inizio e l’obiettivo al quale tendere. Impresa e lavoratore sono rappresentati in
eguali dimensioni e sembianze, in un rapporto di parità, scambio e arricchimento reciproco.
Viene rafforzata così la dimensione solidale e di inclusione sociale che fa da corollario e
struttura al progetto.
Altro aspetto fondamentale del logotipo è individuato nella metafora della stretta di mano
che sintetizza il riuscito incontro tra domanda e offerta e il raggiungimento dell’obiettivo del
relazione
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
64
progetto, posto nel collocamento mirato di persone in condizione di svantaggio. L’atto di
stringersi la mano è fortemente basato sulla fiducia, non servono contratti, burocrazia, firme
o altro. Una stretta di mano è un impegno dal quale non ci si può sottrarre e rappresenta
il primo approccio con il quale intraprendiamo un rapporto con un altro individuo. Ultimo
elemento caratterizzante il logotipo è la scritta ad arco «progetto» che quasi come un sole,
rassicurante e caldo, riporta i concetti espressi in una situazione reale e illumina il sottotitolo
posto in basso «inclusione e lavoro».
dimenSioni del logo La dimensione del logo potra cambiare a seconda del suo utilizzo e del mezzo su cui viene
riprodotto. La dimensione del logo deve consentire una facile lettura e rispettare l’area di
isolamento individuata in un decimo della larghezza. Per una corretta leggibilità la larghezza
minima consigliata è di 30 mm (per stampe ad almeno 300dpi).
Identità visiva: caratteri tipografici e colori utilizzati La stilizzazione della lettera M è sta-
ta effettuata mediante la modellazione vettoriale di figure geometriche. La scritta centrale
«match» utilizza il carattere tipografico Rodi de Asis. Per le scritte «progetto» e «inclusione
e lavoro» e stato utilizzato il carattere tipografico Tahoma.
PANTONE SOLID COATED
AZZURRO: C=100 M=0Y=10 K=25
GRIGIO: C=0 M=0 Y=0 K=52
ARANCIONE: C=15 M=60 Y=100 K=0
RODI DE ASISABCDEFGHILMNOPQRSTUVZabcdefghilmnopqrstuvz1234567890
TAHOMAABCDEFGHILMNOPQRSTUVZabcdefghilmnopqrstuvz1234567890
la dimenSione concettuale del proceSSo incluSivo di incontro Fra domanda ed oFFerta: la realizzazione del logo del progetto e la clip
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
65
verSione per Stampa monocromatica e negativa
relazione
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
67
la comunicazione Sociale del progetto match Luca Caricato
Esperto comunicazioni Apof– il
premeSSaCome esperto di Comunicazione Sociale, in qualità di disegnatore di storyboard, di animazio-
ni e fumettista, scrittore di sceneggiature, cameramen, montatore video, regista e per puro
divertimento dilettantistico attore, ho dato il mio contributo al progetto. Il mio compito era
quello di testimoniare tramite le mie competenze, lo svolgimento del progetto. Inoltre avevo
anche il compito di pubblicizzare sul territorio il progetto nelle sue finalità e nei suoi valori.
che coS’è il progetto match. interviSta a un beneFiciario all’inizio del progettoPer cominciare abbiamo intervistato uno dei tanti beneficiari del progetto.
Uno dei beneficiari racconta di come è venuto a conoscenza del progetto e perché ha deciso
di aderirvi. Inoltre da altrettante utili informazioni che permettono sia alle istituzioni, che alle
aziende e alle persone in cerca di lavoro di individuare un percorso ulteriormente mirato al
raggiungimento dei fini del progetto.
in & out. animazione 3d – 2d layerUna complessa animazione in 3D e 2D Layer della durata di 2minuti e 20 secondi mostra i
valori portanti del progetto match. ETICA, COLLOCAMENTO MIRATO e TUTELA DEI DIRITTI,
relazione
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
68
sono gli ingredienti per costruire una Fabbrica Etica della Responsabilità di Impresa.
Il payoff dice che abbiamo tutti il dovere di essere maggiormente responsabili.
Il soggetto dello spot vede una fabbrica di pomodori situata in un ambiente povero e squal-
lido in un alternarsi di giorni e notti che scandiscono il passaggio del tempo.
L’ambiente, di per sè già spoglio, viene compromesso dai fumi di scarico della fabbrica che
rilascia una coltre grigia. I pomodori entrano grezzi ed escono in barattoli opachi e scuri. Fa-
cendo entrare oltre ai pomodori anche parole come etica, collocamento mirato ecc. i barattoli
escono sempre più puliti e brillanti. Oltre al prodotto anche l’ambiente migliora arricchendosi
di verde, di alberi e di frutti.
Per realizzare quest’animazione ho dovuto seguire diverse complesse fasi:
1) Scrittura della sceneggiatura. La stessa che verrà modificata anche in corso d’opera con-
frontandoci con gli operatori del progetto.
2) Disegno dello storyboard.
3) Ricerca delle immagini e disegno degli oggetti di scena.
4) Colorazione ad acquerello degli elementi del cartoneanimato.
5) Scannerizzazione degli elementi.
6) Rifinitura e ottimizzazione in Photoshop CS4 d tutti i disegni.
7) Compositing dell’animazione tramite il programma di compositing After effects CS4
8) Registrazione dei rumori di scena, carrelli dei pomodori, binari, fumo del camino, deforma-
zione della fabbrica che si accartoccia, espulsione del prodotto, vento sulle piante, ricerca
della colonna sonora ecc..
9) Montaggio dell’animazione tramite il programma Adobe Premiere CS4.
La fabbrica è come un’impresa, ed elemento portante della work experience è rappresentato
proprio dall’esperienza in impresa che, pur non costituendo un vero e proprio rapporto di
la comunicazione Sociale del progetto match
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
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lavoro, rappresenta una modalità attraverso cui favorire l’accesso nel mercato del lavoro
anche per soggetti dotati di un capitale di competenze e di saperi che stentano a trovare
immediato riconoscimento e visibilità in termini occupazionali. Il modello Match sperimentato
nella regione Lombardia e a cui il progetto si ispira, intende mettere a regime la Legge 68/99
inerente il collocamento mirato.
La procedura informatica, parte integrante, è uno strumento capace di mettere a sistema le
problematiche e le attività previste dal progetto, in modo da evitare gli approcci di eccezio-
nalità. È obiettivo del progetto, inoltre, attivare una rete sociale attraverso il coinvolgimento
degli enti locali, delle associazioni e dei servizi del territorio, individuandone i referenti e
strutturandone in tal modo una «Comunità di pratica» per costruire:
– un linguaggio comune (ICF);
– un Protocollo di orientamento al lavoro;
– un sistema di benchmarking;
– una piattaforma informatica;
– un Piano di comunicazione sociale.
colloqui progetto matchAbbiamo mostrato alcune fasi del lavoro, tra cui quella dei colloqui, riprendendo gli assistenti
ma non rendendo riconoscibili i beneficiari per una espressa richiesta di privacy.
I colloqui sono serviti a indirizzare i beneficiari nelle aziende che assecondavano maggior-
mente le loro competenze e dalle immagini si può capire come i beneficiari fossero a loro
agio e quanto fossero competenti gli operatori che gestivano i colloqui. Le riprese non sono
servite come archivio dei colloqui ma la loro funzione era solo quella di documentare la
prassi.
relazione
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
70
animazione del logo Intervista a Fabio Bavusi che ha disegnato il logo Match. Un brevissimo backestage inoltre
mostra come ho realizzato l’animazione del logo e con quali strumenti sono stati realizzate
anche le altre animazioni. Nella foto si vede il complesso reticolo di puntatori che ho dovuto
disseminare nel logo per rendere possibile i movimenti.
Il programma in questione è After effects CS4, dedicato al compositing di effeti speciali.
Ogni video è anticipato da una breve animazione del logo match e da un intro in 3D del
Servizio di Inclusione Sociale dell’Apofil
la comunicazione Sociale del progetto match
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
71
impreSe Socialmente reSponSabiliImprese socialmente responsabili è il titolo di uno spot che ha per protagonista una persona
sorda.
Lo spot vuole mettere in evidenza i valori elencati nell’animazione In & Out: ETICA, COLLO-
CAMENTO MIRATO e TUTELA DEI DIRITTI.
Importante è stato il contributo di Valeria Spagnuolo interprete LIS che ha saputo indicare
agli attori quali gesti segnare per far dire anche alla persona sordomuta che la sua è un’
impresa socialmente responsabile.
Il compito di questi video era quello di promuovere il progetto Match che è rivolto a persone
con disabilità e soggetti svantaggiati che versano in condizioni contingenti di difficoltà e di
bisogno, residenti in uno dei Comuni dell’area di interesse del P.O. Val d’Agri. Le interviste,
le animazioni e gli spot vogliono far conoscere, nel territorio interessato dal Programma
Operativo Val d’Agri, Melandro, Sauro, Camastra, alcune azioni di politica attiva del lavoro,
attraverso l’impiego di idonee forme di agevolazione e incentivazione di servizi specialistici in
materia di inclusione sociale, occupabilità e inserimento lavorativo di persone con disabilità
o in condizioni di svantaggio, finalizzate all’attivazione di work experience presso le imprese
con la conseguente assunzione a tempo indeterminato o determinato del tirocinante o al
finanziamento di forme di autoimpiego.
I video e la campagna mediatica hanno sostenuto l’attivazione delle seguenti attività:
• attivazione delle work experience presso imprese e organizzazioni operanti nella Regione
Basilicata;
relazione
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
72
• presa in carico dei destinatari con azioni di accompagnamento e formazione;
• erogazione di aiuti per l’assunzione, destinati alle imprese che, al termine del periodo delle
work experience, scelgano di assumere i tirocinanti con contratto a tempo determinato e
indeterminato;
• erogazione di aiuti per l’autoimpiego, destinati ai soggetti beneficiari che al termine del
periodo delle work experience scelgano di avviare un’attività autonoma. I video sono stati
pubblicati sul sito dell’Apofil e sul sito povaldagri. basilicata.it. e continuano a girare anche su
diversi social network e blog di internet. Hanno avuto un buon riscontro mediatico.
la comunicazione Sociale del progetto match
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
73
Il progetto Match «Servizi di inclusione Sociale e Lavorativa di Persone in Situazione di Svan-
taggio» è finalizzato all’attivazione di 64 work experience presso le imprese, cooperative
e/o onlus ed Enti Locali del territorio interessato dalla L.R. n. 40/95 (Val d’Agri – Melandro
– Sauro – Camastra), delle quali 34 destinate a soggetti svantaggiati (di cui 3 individuati
dal DSM) e 30 a persone disabili. Sono previste agevolazioni, attraverso incentivi economici
ai soggetti ospitanti, per l’assunzione a tempo indeterminato o determinato dei beneficiari
successivamente all’esperienza della work experience.
Il progetto, condiviso dalla Provincia di Potenza per le azioni di competenza in materia di
politiche del lavoro e della formazione, intende attivare un sistema di costante collaborazione
tra pubblico e privato e prevede quale soggetto della rete responsabile dell’avvio e dell’attua-
zione del Progetto Match la Regione Basilicata, attraverso l’Autorità Responsabile del P.O. Val
d’Agri (incardinata c/o il Dipartimento della Giunta – Villa d’Agri), affiancata da un Gruppo di
Pilotaggio con funzioni di pianificazione e raccordo, coordinato dalla Provincia, che allo scopo
si è dotato di un’assistenza tecnica composta di esperti in materia di inclusione e gestione/
monitoraggio di progetti complessi.
Per meglio gestire le responsabilità previste dal progetto, secondo il programma pianificato
nei diversi e qualificati incontri del Gruppo di Pilotaggio organizzati dalla Regione, l’Ufficio ha
lavorato costantemente al potenziamento dell’azione di raccordo e collaborazione con tutti
gli attori coinvolti, garantendo la coerenza degli obiettivi del progetto con i fini e i programmi
generali del P.O. Val d’Agri e dando, nello stesso tempo, unitarietà d’immagine e d’identità
attraverso la definizione di una strategia integrata e di un preciso stile di comunicazione
comune.
Le attività di progetto, che ha preso ufficialmente avvio con la pubblicazione dell’Avviso Pub-
blico nel dicembre del 2010 (D.D. n. 3784 del 15/12/2010 ) e quella delle graduatorie degli
aventi diritto (disoccupati o inoccupati iscritti nell’elenco anagrafico dei Centri per l’Impiego
della Provincia di Potenza) con D.D. 2492 del 29 Agosto 2011, hanno avuto una inevitabile
ricaduta nell’area di riferimento sviluppando una migliore e reciproca conoscenza fra il mon-
do produttivo e la sfera della disabilità/svantaggio con la auspicabile conseguente riduzione
delle «distanze» fra i diversi ambiti.
individuazione dei beneFiciari delle Work experience: il quadro normativo di riFerimento, deFinizioni, Step e procedure Giuseppe Acerenza
Uff. Lavoro Formazione Politiche Sociali Provincia Potenza
report
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
74
In risposta all’Avviso Pubblico, sono pervenute n. 309 domande di partecipazione e, in ragio-
ne della verifica istruttoria fatta sui dossier di candidatura, sono risultati inseribili in gradua-
toria n. 116 persone svantaggiate e n. 70 persone con disabilità. L’elenco dei soggetti ospi-
tanti, invece, è composto di n. 104 candidati aggiornato, successivamente, a n. 129 perché,
essendo il numero delle adesioni inferiore rispetto al numero dei soggetti ritenuto necessario
per un funzionale abbinamento con i potenziali beneficiari e la successiva gestione delle work
experience, è stato necessario riaprire i termini di adesione.
Nelle tabelle che seguono è riportato il quadro di sintesi della istruttoria sulle istanze di par-
tecipazione al Progetto pervenute.
PROGETTO MATCH – QUADRO DI SINTESI DOMANDE PERVENUTE E PERSONE
SVANTAGGIATE – DISABILI
ISTANZE DI PARTECIPAZIONE N.
PERVENUTE 309 N. BENEFICIARI
INSERITI NELLE
GRADUATORIENON RICEVIBILI 43
ESCLUSE 41
AMMESSE di cui: 225
SVANTAGGIATE 126 116
DISABILI 99 70
SOGGETTI OSPITANTI ISTANZE DI PARTECIPAZIONE N.
PERVENUTE 105
NON RICEVIBILI 1
AMMESSE 104
Le attività di progetto sono state avviate nel mese di ottobre 2011 e hanno seguito un percor-
so che trova i suoi punti qualificanti nella partnership tra la Regione, la Provincia, le imprese
e i Comuni che hanno manifestato la disponibilità a ospitare i tirocinanti e nell’attuazione di
un insieme coordinato di azioni e servizi specialistici in materia di inclusione sociale, occupa-
bilità e inserimento lavorativo di persone svantaggiate e con disabilità. Al fine di soddisfare il
bisogno di una corretta integrazione tra le fasi della pianificazione e della gestione delle work
experience e, nel contempo, consolidare l’avviato processo innovativo delle azioni da porre
in essere, si è provveduto a razionalizzare le procedure e ottimizzare l’utilizzo delle strutture
e delle risorse professionali coinvolte dal momento che il progetto si inserisce all’interno di
un ventaglio di altri servizi che da tempo, i Centri per l’Impiego e l’Apof– il, Agenzia in house
individuazione dei beneFiciari delle Work experience
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
75
della Provincia di Potenza, cercano di rendere sempre più metodologicamente funzionali.
Il programma esecutivo del progetto si è sviluppato procedendo in alcuni casi in maniera
parallela ad altre azioni e ha visto come prima fase la costituzione di un gruppo di lavoro i cui
componenti esperti i Sigg. Biazzo (Apof– il), De Stefano (P.O. Val d’Agri) e i collaboratori Ca-
lice, Mele, Rocco e Santangelo (questi ultimi contrattualizzati per un periodo di quattro mesi)
sono stati impegnati nella creazione di un data– base, per la rilevazione e sistematizzazione
di informazioni, funzionale ai colloqui di orientamento e la predisposizione del successivo
bilancio di competenza. Parallelamente altri due esperti, i Sigg. Bavusi e Caricato, hanno
lavorato alla creazione del logo progettuale, alla elaborazione di una pagina web dedicata al
progetto da collocare nel sito istituzionale del P.O. Val d’Agri e linkabile dai siti della Provincia,
della Regione e dell’Apof– il, alla documentazione video e fotografica delle procedure utilizza-
te nelle fasi di avvio delle attività progettuali, mentre il Sig. Acerenza, funzionario dell’Ufficio,
ha curato l’attività amministrativa/contabile del progetto, la comunicazione istituzionale e di
partenariato.
L’intero percorso progettuale, centrato sulle work experience (percorsi di apprendimento nei
luoghi e coi tempi del lavoro reali) e posto in essere attraverso una pluralità di esperienze
professionalizzanti connotate da una progressività nell’impegno formativo, si è caratterizzato
per obiettivi comuni a tutti:
• un breve percorso formativo finalizzato al potenziamento generale delle competenze di
base e trasversali;
• una formazione in situazione di «tirocinio», nella quale la modalità di apprendimento è
stata centrata sull’esperienza diretta.
Il modulo di formazione al lavoro di 70 ore (periodo aprile/giugno 2012) ha interessato fino-
ra, per esigenze organizzative, solo i beneficiari disabili ed è stato sostenuto da esperti della
formazione Apof– il (è stata utilizzata una metodologia con un modello di comportamento
per indagare sull’ambiente sociale, costruita con DPI – Disabled PeoplÈs International che si
ispira all’ICF), e dal personale/tutor dei CPI coinvolti (Villa d’Agri, Lauria/Senise e Laurenza-
report
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
76
na) che, oltre ad avere il compito di individuare e abbinare un’azienda e/o Pubblica Ammini-
strazione (tra quelle che avevano manifestato la disponibilità) adeguata alle caratteristiche
dei beneficiari, ha anche esplicato il suo ruolo monitorando l’andamento dei tirocini e verifi-
cando in itinere la valutazione del percorso. Nello stesso tempo sono stati attivati frequenti
e costanti flussi informativi con il Dipartimento di Salute Mentale delle Asl (relativamente
alle 3 unità individuati dal DSM/Asl della Provincia di Potenza così come previsto dall’A.P.)
per prevenire e affrontare in tempo gli eventuali elementi di criticità che avrebbero potuto
compromettere i risultati prefissati.
Le work experience per le persone svantaggiate, della durata di 6 mesi, hanno avuto inizio
a partire dal mese di febbraio 2012 e si sono concluse nello scorso autunno. I tirocinanti,
ospitati tutti in aziende e imprese private, sono stati impegnati in attività come di seguito
specificato:
N. SETTORE IMPRESA N.
TIROCINANTIMANSIONI
1 Studi commerciali, tecnici,odontoiatrici
12 Attività amministrativa e di segretariato
2 Assoc. Protezione Civile 2 Assistenza, accompagnamento, disbrigo commissioni, etc.
3 Associazione Pro Loco 1 Collaborazione attività di servizi di ospitalità e turistici
4 Cooperativa Sociale di assistenza 4 Assistenza anziani
5 Centro Fisioterapico 1 Assistenza pazienti durante attività terapica
6 Società di Formazione 1 Attività amministrativa e di segretariato
7 Commercio alimentare 3 Addetto alla vendita
8 Meccanica artigianale 1 Addetto ufficio tecnico
9 Commercio arredamento 1 Addetto alle pulizie
10 Parrucchiere 1 Shampista e aiuto parrucchiere
Sono state n. 3 le aziende che hanno ritenuto opportuno valorizzare l’esperienza maturata
dai beneficiari procedendo all’assunzione, per almeno 24 mesi, a tempo indeterminato dei
tirocinanti ospitati e attivando a loro favore la concessione, da parte della Provincia, di un
bonus il cui valore è specificato all’art. 8 dell’A.P. Così come è pervenuta all’Ufficio Formazione
la richiesta, da parte di due tirocinanti, per l’erogazione del bonus previsto per coloro i quali
creino una loro attività economica autonoma, in forma individuale o societaria. È in corso, da
parte dell’Ufficio, la predisposizione della modulistica e documentazione necessaria.
individuazione dei beneFiciari delle Work experience
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
77
Per l’avvio delle work experience delle persone disabili, invece, è stato necessario proce-
dere alla definizione del profilo socio–lavorativo grazie alla raccolta di notizie relative alle
precedenti esperienze di lavoro, sociali e relazionali e all’accertamento della condizione di
disabilità c/o la competente commissione medica (Inps), per valutare le capacita funzionali,
attitudinali nonché l’individuazione delle idonee mansioni lavorative. È stato, inoltre, neces-
sario verificare l’eventuale presenza, nelle sedi di tirocinio, di difficoltà correlate all’esistenza
di eventuali barriere architettoniche e di ostacoli correlati a condizioni strumentali e tecno-
logiche proprie del sistema produttivo ospitante. Si è cercato, insomma di mettere in atto
tutte le soluzioni positive necessarie affinché vi fosse «compatibilità» tra le caratteristiche
del posto di lavoro e le residue capacità del beneficiario della work experience ricercando,
in alcuni casi, la collocazione del tirocinante anche in servizi accessori o collaterali rispetto
alla vera e propria attività produttiva. Le work experience delle persone disabili, della durata
di 12 mesi, hanno avuto inizio nel mese di luglio u.s., e dovrebbero concludersi, nella quasi
totalità, nella prossima estate.
I tirocinanti sono ospitati, nella quasi totalità, nei Comuni di residenza e sono impegnati nelle
attività di seguito specificate:
N. SETTORE IMPRESA N. TIROCINANTI
MANSIONI
1 Comuni 24 Attività amministrativa e di segre-tariatoAddetto servizi ausiliari uffici co-munaliAddetto servizi ausiliari biblioteca comunaleCustode impianti sportiviAddetto manutenzione aree verdiAddetto servizi di vigilanza (bidel-lo, usciere,commesso, supporto ai servizi esterni) ufficicomunaliAddetto gestione e smaltimento rifiuti
2 Commercio al dettaglio alimen-tare
1 Addetto alla vendita
3 Protezione civile 1 Assistenza, accompagnamento, disbrigo commissiono, ecc..
In conclusione si rappresenta, nella tabella che segue, il quadro di sintesi delle work expe-
rience complessivamente attivate.
report
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
78
TIPOLOGIAUTENTI
N. TIROCINANTI N. AZIENDEOSPITANTI
PERIODO SVOLGIMENTO
SVANTAGGIATI 30 27 FEBBRAIO/OTTOBRE 2012
SVANTAGGIATIDSM
3 3 SETTEMBRE 2012 / FEBBRAIO 2013
DISABILI 26 19 LUGLIO/AGOSTO 2012 – LUGLIO/AGOSTO 2013
individuazione dei beneFiciari delle Work experience
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
79
L’avviso Pubblico «Work Exeperience per favorire l’inserimento occupazionale di persone di-
sabili e di soggetti svantaggiati» nato dalla collaborazione interistituzionale Regione– Provin-
cia, finanziato dal Programma Operativo Val D’Agri , prevedeva l’attivazione di 64 Work Expe-
rience (stage di lavoro e formazione) tese a favorire l’inserimento occupazionale/inclusione
sociale di 30 persone disabili, di cui 3 con disagio mentale e, di 34 soggetti svantaggiati che
vivono nell’area interessata dal P.O. Val D’Agri. Il territorio coinvolto nell’azione del Progetto
investiva più CPI e precisamente: il CPI di Villa d’Agri, che ne curava il coordinamento, il CPI
di Lauria , il CPI di Senise e gli SPI di Laurenzana e Baragiano.
La principale finalità del «Progetto Match» consisteva nel favorire azioni di coesione sociale
e di politica attiva del lavoro, attraverso idonee forme di incentivazione di servizi specialistici
in materia di inclusione sociale, occupabilità e inserimento lavorativo di persone con disabi-
lità o in condizioni di svantaggio. Ed è proprio al fine di concretizzare tali obiettivi che nella
prima fase di realizzazione del Progetto si è proceduto all’ attuazione di una serie di colloqui
di orientamento con i beneficiari, intesi al loro inserimento / reinserimento nel mondo del
lavoro. I colloqui di orientamento professionale sono stati fondamentali per gli utenti al
fine di capirne i punti di forza e di debolezza e, mirati a individuare quelle che sono state le
tappe fondamentali nella loro vita, a definire le loro priorità in termini di integrazione sociale
e sviluppo professionale. Per ottenere ciò sono stati incentrati su temi quali: background
culturale, situazione familiare, condizioni di vita attuali, aspettative e sogni relativi al loro
futuro personale e professionale. I temi affrontati durante i colloqui e modulati in base alle ri-
chieste stesse dei beneficiari hanno riguardato: discussioni sulle aree professionali accessibili
all’utente e relative informazioni sul mercato del lavoro; il processo di ricerca di un impiego
e la selezione delle offerte; azioni di supporto all’utente nell’identificazione e analisi delle
competenze possedute; la necessità o meno di approfondire o convertire il proprio percorso
formativo; trovare opportunità formative adeguate per fare esperienza lavorativa.
icF e perSonalizzazione dei Servizi nel progetto match: i teSt ed i colloqui individuali per l’avviamento delle Work experience Margherita Fittipaldi
Responsabile C.P.I. Villa D’Agri
Maria Filomena Titolo - Natalia Maria Brescia
Operatori CPI Villa d’Agri
relazione
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
80
Le informazioni raccolte durante questa fase sono state importanti al fine di coniugare al me-
glio le opportunità di stage offerte dagli organismi ospitanti (approvati con apposito elenco)
con quelle che erano le risultanze dei colloqui sostenuti. Occorre però precisare che la fase
dei colloqui è stata distinta in base alle categorie dei beneficiari del Progetto; infatti, mentre
gli operatori dei CPI hanno curato particolarmente quella rivolta ai soggetti svantaggiati,
l’APOF– IL (altro attore protagonista nella realizzazione del Progetto Match) ha invece curato
quella rivolta ai beneficiari appartenenti ai soggetti disabili e in situazione di disabilità psichi-
ca. Per queste ultime due categorie la personalizzazione dei colloqui si è realizzata mettendo
in campo in via sperimentale, con personale specializzato, appunto dell’APOF.IL, le procedure
ICF. Al termine di tale percorso gli esperti hanno restituito agli operatori dei CPI , sulla base
dell’elenco degli organismi ospitanti approvato in base all’A.P., i possibili incroci domanda/
offerta. Una prima considerazione da fare a seguito questa prima fase del progetto concerne
le diverse categorie di beneficiari interessati.
I beneficiari «svantaggiati» erano costituiti per la maggior parte da donne in età adulta, che
a seguito il venire meno di molti degli impegni familiari che avevano contraddistinto la loro
vita, erano ora intenzionate a entrare nel mondo del lavoro. Nonostante alcune avessero
una formazione scolastica abbastanza buona certamente le competenze connesse alla loro
formazione risultavano ormai inadeguate sia ai tempi che alle esigenze di mercato. Pur
avendo cercato di sposare al meglio un percorso di work experience che offrisse loro un
miglioramento delle competenze e delle capacità compatibilmente con i ruoli disponibili tra i
vari organismi ospitanti, un grande risultato è stato comunque avere offerto loro un’occasio-
ne di conoscenza della realtà lavorativa fino ad allora ignorato per esigenze di famiglia. Solo
per due beneficiarie l’esperienza formativa on the job si è trasformata in occasione di lavoro:
si tratta di una lavoratrice in possesso del diploma di geometra che ha trovato occupazione
in compiti amministrativi in una società tecnica e, un’altra lavoratrice, percettore di mobilità
in deroga e quindi da poco fuori uscita dal mercato del lavoro, che ha potuto reinserirsi nel
icF e perSonalizzazione dei Servizi nel progetto match
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
81
mondo del lavoro arricchendo le competenze professionali maturate durante il suo percor-
so lavorativo. Diversa è, invece, stata l’esperienza di un giovane laureato che a seguito la
piena realizzazione dell’intervento ha potuto mettere a frutto anche l’esperienza della work
experience vedendola trasformare in contratto di lavoro. Per altri due beneficiari, l’esperienza
di tirocinio pur non essendosi trasformata nell’ambito dello stesso organismo ospitante ha
comunque costituito trampolino di lancio per altre esperienze lavorative.
Per quanto concerne i beneficiari «disabili e in situazione di disabilità psichica» il fine perse-
guito è stato in primis l’inclusione sociale. La disabilità è in molte di queste persone motivo
non solo di esclusione dalla realtà produttiva ma spesso anche ostacolo alla piena inclusione
sociale. Per questi soggetti l’APOF– IL ha anche messo in campo un’azione formativa tesa a
promuovere il trasferimento di competenze al fine di migliorarne l’inserimento lavorativo e
l’inclusione sociale. Nella fase di avvio degli stage, che è quella che ha visto maggiormente
coinvolti i CPI, notevoli sono state le difficoltà nel coniugare le c.d. «residue capacità lavo-
rative» con quelle che erano le figure professionali richieste dalle aziende e, per questo,
si è preferito costruire percorsi di work experience all’interno dei Comuni che garantivano
l’opportunità di far svolgere loro mansioni adeguate, non solo alle loro competenze/capacità
ma, anche, al loro grado di disabilità. Pur non costituendo, per ovvi motivi, un’opportunità
diretta di inserimento lavorativo nel contesto dell’Ente, tali esperienze hanno comunque rap-
presentato una grande opportunità di inclusione sociale. Solo per un soggetto disabile è stato
possibile avviare l’esperienza on the job presso un’azienda privata e la stessa si è conclusa
con l’inserimento lavorativo all’interno del soggetto ospitante.
Alla luce di quanto raccontato, appare lampante che anche se non si è raggiunto per la mag-
gioranza degli interessati l’obiettivo dell’inserimento professionale, ostacolato anche dalle
gravi contingenze economiche, a tutti è stata garantita una utile occasione per raccogliere
o approfondire informazioni sul mondo del lavoro, sulle caratteristiche delle professioni e/o
degli indirizzi di studio nonché sulle richieste del mercato del lavoro, in modo da mettere a
confronto la conoscenza di sé che ha acquisito, anche attraverso l’esperienza di tirocinio, con
la conoscenza della realtà in cui le proprie scelte andranno a collocarsi.
relazione
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
83
Il documento restituisce contezza dei seguenti dispositivi tecnici:
1) «Piano di Comunicazione Sociale Progetto Match» € 80.000 approvato con DD n°174/2011
2) «Piano di Formazione e supporto tecnico metodologico Progetto Match» € 128.000,00
approvato con DD n°80/2012
Il progetto Match è rivolto a persone con disabilità e soggetti svantaggiati che versino in
condizioni contingenti di difficoltà e di bisogno, residenti in uno dei Comuni dell’area di in-
teresse del P.O. Val d’Agri. Con l’Avviso Pubblico la Regione Basilicata intende favorire, nel
territorio interessato dal Programma Operativo Val d’Agri, Melandro, Sauro, Camastra, alcune
azioni di politica attiva del lavoro, attraverso l’impiego di idonee forme di agevolazione e in-
centivazione di servizi specialistici in materia di inclusione sociale, occupabilità e inserimento
lavorativo di persone con disabilità o in condizioni di svantaggio, finalizzate all’attivazione di
work experience presso le imprese con la conseguente assunzione a tempo indeterminato o
determinato del tirocinante o al finanziamento di forme di autoimpiego.
A tal fine l’Avviso Pubblico ha sostenuto l’attivazione delle seguenti attività:
a) attivazione delle work experience presso imprese e organizzazioni operanti nella Regione
Basilicata;
b) presa in carico dei destinatari con azioni di accompagnamento e formazione;
c) erogazione di aiuti per l’assunzione, destinati alle imprese che al termine del periodo delle
work experience scelgano di assumere i tirocinanti con contratto a tempo determinato e
indeterminato;
d) erogazione di aiuti per l’autoimpiego, destinati ai soggetti beneficiari che al termine del
periodo delle work experience scelgano di avviare un’attività autonoma.
reSoconto concluSivoRiccardo Biazzo
Responsabile Metodologico del Progetto Match – Apof– il
report
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
84
I CPI provinciali e l’APOF–IL Potenza hanno valutato le manifestazioni di interesse, tenendo
conto di diversi aspetti (posizione territoriale della sede, finalità del tirocinio proposto, espe-
rienze pregresse…) e dei profili dei tirocinanti. Elemento portante della work experience è
rappresentato proprio dall’esperienza in impresa che, pur non costituendo un vero e proprio
rapporto di lavoro, rappresenta una modalità attraverso cui favorire l’accesso nel mercato
del lavoro anche per soggetti dotati di un capitale di competenze e di saperi che stentano a
trovare immediato riconoscimento e visibilità in termini occupazionali.
Il modello Match sperimentato nella regione Lombardia e a cui il progetto si ispira intende:
• mettere a regime la Legge 68/99 inerente il collocamento mirato. La procedura informatica
che ne è parte integrante, è uno strumento capace di mettere a sistema le problematiche e
le attività previste dal progetto, in modo da evitare gli approcci di eccezionalità. È compito
del progetto inoltre attivare una rete sociale attraverso il coinvolgimento degli enti locali e
delle associazioni e dei servizi del territorio, individuandone i referenti e strutturandone in tal
modo una «Comunità di pratica» per costruire:
• un linguaggio comune (ICF)
• un Protocollo di orientamento al lavoro
• un sistema di benchmarking
• una piattaforma informatica
• un Piano di Comunicazione Sociale.
piano eSecutivoIl piano esecutivo qui di seguito descritto ha risposto alla necessità di dare immediato avvio
alla fase operativa del progetto Match nel settembre 2011.
Fermo restando l’obiettivo generale del progetto – la definizione e la relativa sperimentazio-
ne di un modello di collocamento mirato attraverso l’applicazione delle procedure ICF – le
azioni progettate hanno costituito gli step operativi del progetto Le azioni presentate hanno
sviluppo non necessariamente cronologico, procedendo in alcuni casi in maniera parallela ad
altre azioni e sviluppando processi di circolarità al proprio interno in funzione dei feed back
restituiti da ciascuna azione.
1. TEAM BUILDING
3. RETE DEI SERVIZI
5. PIANO DI COMUNICAZIONE
7. PIANO DI FORMAZIONE
2. AVVIO TARGET SVANTAGGIATI
4. COORDINAMENTO TECNICO SCIENTIFICO
6. INTESA ASS. DATORI DI LAVORO
reSoconto concluSivo
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
85
team buildingÈ il processo di costruzione del gruppo di lavoro insediatosi ufficialmente il 13 settembre
2011 in occasione della cabina di pilotaggio del progetto.
1) A seguito dell’affidamento da parte della Provincia ad Apof– il di un primo segmento di
attività, il gruppo di risulta perciò così composto:
sig. Peppe Acerenza
Ufficio Lavoro e Formazione Provincia
arch. Mario Petracca P.O. Struttura di Progetto Val d’Agri
dr. Riccardo Biazzo Responsabile metodologico del progetto
dr. Adamo De Stefano Segreteria Tecnica PO Val d’Agri
d.ssa Anna Rocco Esperto Provincia
dr. Fabio Bavusi Collaboratore Apofil
dr. Luca Caricato Collaboratore Apofil
d.ssa Maria Mele Esperto Provincia
dr. Simone Calice Esperto Provincia
2) Il lavoro di team building si è articolato in una serie di cinque incontri finalizzati all’attività
di formazione formatori.
Il primo incontro si è tenuto in data 14 settembre.
Il calendario dei successivi incontri:
Data Tematica Formatore
Mercoledì 28 settembre La comunità di pratiche Riccardo Biazzo
Mercoledì 12 ottobre Convenzione ONU Fish Basilicata
Giovedi 27 ottobre I servizi per l’impiego Margherita Fittipaldi
Mercoledì 16 novembre ICF Italia lavoro
3) Il gruppo di lavoro si è dotato di una sede di coordinamento presso l’Ufficio Lavoro
Formazione e Politiche Sociali della Provincia e di una sede operativa presso il Centro per
l’impiego di Villa d’Agri.
4) È stata attivata una mailing list fra tutti i partecipanti al gruppo di lavoro che consente
l’opportunità di lavorare anche on line. Attraverso la mailing list sono stati fatti circolare i
documenti di approfondimento che costituiscono la piattaforma concettuale del progetto.
5) A seguito dell’affidamento di un primo segmento di attività ad Apofil da parte della Provin-
report
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
86
cia è stato predisposto il relativo Dispositivo Tecnico.
6) Sino alla data del 11 novembre 2011 la dott.ssa Stefania Imperiale, stagista della Scuola
di Alta Formazione, si è affiancata al gruppo di lavoro presso la sede di Villa d’Agri
avvio target SvantaggiatiL’avvio del target svantaggiati è avvenuto con i seguenti step:
1) Creazione di un database per la raccolta delle informazioni relative ai beneficiari.
2) Mercoledì 21 settembre 2011 incontro con operatori CPI Villa d’Agri per condivisione stra-
tegie di lavoro, tempistica e carichi di lavoro.
3) Definizione delle procedure di convocazione dell’utenza.
4) Confronto degli strumenti per il bilancio di competenza e relativa adozione da parte di
tutto il gruppo (operatori CPI e gruppo di lavoro Match).
5) Lunedì 26 settembre 2011 presso CPI di Villa d’Agri vengono
avviati i contatti telefonici e l’invio delle lettere di convocazione dei beneficiari
6) Calendarizzazione incontri con beneficiari per somministrare i bilanci di competenza pres-
so il CPI di Villa d’Agri:
Venerdì 7 ottobre Incontro assembleare
Martedì 11 ottobre Colloqui individuali
Mercoledì 12 ottobre Colloqui individuali
Giovedì 13 ottobre Colloqui individuali
Sono coinvolti tutti i componenti del gruppo anche in affiancamento agli operatori del CPI o
di orientatori Apofil.
7) Redazione dei bilanci di competenza di ciascun beneficiario entro il 30 di ottobre 2011.
rete dei Servizi Parallelamente alle prime azioni va attivata la rete dei servizi pubblici e privati.
1. Convocazione, presso la sede della ex Comunità Montana dell’Alto Agri, dei referenti degli
Uffici Sociali dei comuni coinvolti. Condivisione del programma di lavoro e condivisione
delle procedure di «presa in carico» entro il 30 di ottobre 2011. In via preliminare verrà
organizzato un incontro con i coordinatori d’ambito.
2. Convocazione, presso la sede della ex Comunità Montana dell’Alto Agri, dei rappresentanti
delle Associazioni di volontariato e del terzo settore dei comuni coinvolti. Condivisione del
programma di lavoro e condivisione delle procedure di «presa in carico».
reSoconto concluSivo
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
87
coordinamento tecnico–ScientiFicoCome già deliberato in cabina di pilotaggio viene progettato un tavolo di Coordinamento
Tecnico Scientifico del progetto acquisendo la disponibilità alla firma di un protocollo di intesa
in tal senso con: Italia Lavoro, FISH e DPI.
Essendo l’innovatività del progetto centrata sulla applicazione delle procedure ICF e sull’ap-
plicazione dei principi della Convenzione ONU sui diritti umani delle persone con disabilità
l’insediamento di detto tavolo ha caratteristiche di particolare urgenza. Si prevede che gli
accordi in tal senso siano operativi già dal 1 novembre in maniera da avviare lo screening
del target disabili attraverso l’applicazione delle procedure ICF già a partire dalla prima set-
timana di novembre.
L’Apof– il, attraverso i propri esperti, garantisce in tal senso il proprio supporto metodologico
a valere sull’apposito dispositivo tecnico.
piano di comunicazioneIl piano di comunicazione ha visto la messa in opera di:
1. Apertura di una pagina web nel sito già operativo del PO Val d’Agri linkabile dai siti della
Provincia, della Regione, dell’Apofil.
2. Creazione del logo di progetto. Realizzazione di diversi bozzetti e selezione del prodotto
più rappresentativo. Realizzazione del manuale del logo. Animazione video del logo da
utilizzare nelle clip video o nelle sigle di apertura o chiusura dei documentari che verranno
realizzati. Condivisione del logo da parte dei componenti della cabina di pilotaggio.
3. Documentazione video e fotografica delle fasi di avvio e delle procedure utilizzate.
4. Organizzazione di un primo evento sulla responsabilità sociale di impresa attraverso la
produzione di materiali di comunicazione sociale progettati e realizzati per lo scopo.
5. Organizzazione di seminari d’ambito rivolti al terzo settore e alla rete dei servizi pubblici e
privati sulle finalità del progetto.
6. Apertura di un canale di social network per lo scambio di opinioni.
7. Definizione di un progetto di Bilancio sociale del progetto e raccolta in itinere dei materiali
necessari.
In maggior dettaglio e in relazione all’apposito dispositivo tecnico «Piano di Comunicazione
Sociale Progetto Match» Deliberazione della G. R. n. 2310 del 29.12.2009, PO Val D’Agri –
Progetto «Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in stato di svantaggio»
sono state ideate e realizzate una serie di misure finalizzate alla creazione dell’immagine del
progetto stesso e alla diffusione e promozione dei valori propri dell’iniziativa. In particolare
sono stati realizzati il logo «Match» l’animazione video dello stesso, interviste video inerenti
report
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
88
la tematica dell’inclusione lavorativa, locandine informative e impostazione grafica del sito
web.
La realizzazione di uno spot televisivo e di un’animazione video riguardanti la responsabilità
sociale di impresa e in particolare l’aspetto dell’inclusione lavorativa delle persone con di-
sabilità sono alcuni dei prodotti realizzati. L’attività di documentazione realizzata durante le
riunioni dei beneficiari del progetto ha garantito la realizzazione di un archivio video.
Si riporta in dettaglio l’elenco dei prodotti grafici e video realizzati:
• Logo Apofil animato
• Bozzetti logo Match
• Logo Match definitivo corredato da manuale di utilizzo
• Animazione video del logo Match
• Animazione Video «Responsabilità Sociale di Impresa»
• Soggetto, sceneggiatura e storyboard spot «la mia impresa è socialmente responsabile»
• Riprese e montaggio spot video «la mia impresa è socialmente responsabile»
• Animazione Storyboard spot «la mia impresa è socialmente responsabile»
• Realizzazione bozzetti – locandina definitiva – immagine coordinata convegno sulla respon-
sabilità sociale di impresa
• Montaggio video colloqui con i partecipanti al progetto
• Montaggio descrizione realizzazione logo Match
• Intervista a un beneficiario del progetto
• Ripresa e montaggio video campagna promozionale linguaggio LIS nell’ambito del corso di
formazione «assistenti familiari»
• Riprese e montaggio video intervista a Vincenza Ferrarese, Presidente Regionale FISH
Basilicata e a Giampiero Griffo, membro mondiale di D.P.I.
– Convenzione Onu (Ferrarese)
– Inserimento al lavoro (Ferrarese – Griffo)
– Inserimento al lavoro in Basilicata (Ferrarese)
– Convenzione Onu (Griffo)
– Convenzione legge mondiale (Griffo)
– Disabilità: concetto in evoluzione (Griffo)
inteSa aSSociazioni datori di lavoro1. Incontro con Associazione Industriali di Basilicata e API (Associazione Piccole Imprese) e
definizione di intese possibili al fine di migliorare l’efficacia e l’impatto del progetto.
2. Proposta di incentivare la responsabilità sociale di impresa attraverso un premio o una
certificazione.
3. Riapertura del bando per la manifestazione di interesse da parte delle aziende del com-
reSoconto concluSivo
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
89
prensorio al fine di ottimizzare il rapporto beneficiario/impresa in termini di 1 a 4.
Si riporta il quadro riepilogativo beneficiari/aziende distinto per comune:
report
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
90
piano di FormazioneTarget Svantaggiati
A seguito della stesura dei bilanci di competenza e della procedura di matching si è procedu-
to alla definizione del fabbisogno formativo da soddisfare.
Timing Riepilogativo sino al 31/12/2011
reSoconto concluSivo
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
91
I tirocini del target svantaggiati sono stati avviati il 29 febbraio 2012 e terminati a luglio 2012
Target Disabili
In data 11 Aprile 2012 è stata organizzata la prima giornata di incontro plenario, in chiave
di orientamento di gruppo.
In data 23 aprile, come da istanze concordate in cabina di regia, l’Apofil ha avviato a Villa
d’Agri due aule di formazione sul tema della tutela ambientale e della raccolta differenziata
porta a porta quali potenziali motori di sviluppo dell’economia locale.
In aula 1 risultano frequentanti 20 beneficiari.
In aula 2 risultano frequentanti 11 beneficiari.
I tre utenti del Dipartimento di Salute Mentale frequentano regolarmente i corsi.
Tre beneficiari, non in possesso dei requisiti, sono stati sostituiti Si riporta stralcio della pro-
grammazione didattica Modulo «Educazione ambientale e green economy»
Finalità
Il modulo conclude il percorso formativo di «tutela ambientale e sviluppo locale» già avviato
all’interno del progetto «Match» e rivolto a soggetti disabili residenti nell’area del P.O. Val
d’Agri, Melandro, Sauro, Camastra. Il modulo formativo affronterà argomenti che riguardano
l’ampio spettro della sostenibilità ambientale quale tema portante per la nuova economia.
Le unità didattiche che verranno sviluppate intendono favorire un cambiamento culturale ed
economico basato sui principi di solidarietà, etica e coscienza civica tra i cittadini.
argomenti delle lezioniSostenibilità ambientale; green economy; green job; investimenti ambientali nei vari settori:
architettura, edilizia, trasporti, energetica; la casa ecologica; riduzione dei consumi e degli
sprechi; lavoro di gruppo su un eventuale incarico che riguarda l’ambito ambientale. Argo-
mentazioni e metodi alternativi di apprendimento che riguardano l’educazione ambientale.
Il primo modulo, della durata di 50 ore, è terminato in data 9 giugno Il secondo modulo di
informatica, della durata di 20 ore è stato avviato in data 13 giugno. Il terzo modulo, della
durata di 30 ore, è stato erogato in itinere e in maniera mirata alle specifiche delle work ex-
perience. In data 29 maggio a Villa d’Agri sono stati avviati i bilanci di competenza. L’attività
è stata svolta in equipe composta da due operatori del CPI e due operatori Apofil. A seguito
del lavoro di matching sono stati effettuati i seguenti abbinamenti:
Comune Soggetto ospitante Profilo Beneficiario
Svantaggiati Disabili
Abriola Ditta di falegnameria di Di Dio Germano
Aiuto falegname e un restauratore di mobili antichi
Abriola Ditta di agricoltura e pastorizia di Videtta Vincenzo
Addetto alla trasformazione del latte
Abriola Studio elaborazione dati di Triunfo Romano
Addetto ai servizi di segreteria
Abriola Agricoltore di Pessolani Nicola Addetto alla trasformazione del latte
report
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
92
Abriola Comune Addetti al riordino e sistemazione di archividella Biblioteca e del Museo ( diplomato elicenza media)
Anzi Studio medico di Bella Rosa Antonia Segretaria
Anzi Negozio alimentare di Fieno Massimo Addetto alle vendite 1
Anzi Ditta di Impianti Erg di Petruzzi Rocco Addetto alle vendite e all’inventario
Anzi Comune Centralinista; addetto all’attività di segreteriaanche con competenze informatiche,
-pulizia verde pubblico- addetto all’attività disegreteria anche concompetenzeinformatiche,
Anzi Ditta di Bochicchio Vincenzo (edilizia artigiana)
Muratore ed un addetto alla lavorazione dellapietra
Anzi Di Martino Vincenzo( fioraio) ” Oasi del fiore”
Addetto alla vendita di piante e fiori
Anzi Negozio di Giorgio Antonio( commercio di ferramenta, casalinghi)
Addetto alla contabilità (licenza media)
Anzi Ditta individuale di Lavanga Michele “ElettricaSistem “
Nessuna indicazione
Anzi Negozio di frutta e verdura di Lavanga Mario
Addetto alle vendite
Anzi Autofficina di Bochicchio Francesco Antonio
Aiuto meccanico
Anzi Ditta di Bonomo Alessandro (corriere di medicinali alle farmacie)
Autista
Anzi Aiuto alla stuccatura e alla realizzazione dicontrosoffitti e pareti di cartongesso
Anzi Addetto alle vendita
Anzi Merceria di Lorenzo Lucia Donata Commessa e addetta alla catalogazione dellemerci (diplomata)
Anzi Studio di consulenza fiscale di Mancino MariaAntonietta
Ragioniere o laureato in Economia eCommercio
Anzi Merceria di Marino Lucia Commessa
Anzi Bar di Petruzzi Francesco Addetto alle vendite
Anzi Studio di consulenza fiscale di Petruzzi Michele
Ragioniere
Anzi Negozio di generi alimentari di RossiniDomenico Antonio
Addetto alle vendite
Anzi Bar di Sarli Michele Barista
Anzi Parrucchiere di Sarli Pietro Aiuto alle diverse attività (taglio, shampo, asciugatura ecc..)
Anzi Parrucchiere di Spendido Michele Aiuto alle diverse attività (taglio, shampo, asciugatura ecc..)
Anzi Ditta individuale di Telesca Carmela (servizi di pompe funebri)
Gestione pratiche amministrative (diplomato)
Anzi Studio di ingegneria di Tortorelli Giuseppe
Esperto di informatica (diplomato)
Anzi Negozio di abbigliamento di Berterame Valentino
Commesso
Anzi Ditta di pitturazione di Casella Vincenzo
Addetto alla pitturazione e stuccatura
Anzi Vivaio di Fieno Donata Caterina Vivaista
Armento Comune (verificare disponibilità ad accogliere tirocinanti in assenza diu aziende ospitanti)
1
reSoconto concluSivo
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
93
Brienza Cestrim Don Marcello CozziCentro di ricerca e studi
Addetto alle attività di segreteria 1 Addetto alle attivitàdi segreteria
Brienza L’Appuntamento di Ferrarese Anna. Bar
Addetto bar
Brienza Studio tecnico di Giancristiano Anto-nio. Studio da geometra
Addetto di segreteria
Brienza Cooperativa “La Città in gioco”socioassistenziale
Operatore socio assistenziale
Brienza Meridiana Legnami ( imballaggi in legno) di Giancristiano Maurizio
Addetto alla inchiodatrice automatica
Brienza Progres appalti di Carmine Leopardo (lavori edili)
Responsabile alla gestione delle gare d’appalto(laureato)
Brienza Tecla market Dimare Felicia commer-cio all’ingrosso e al dettaglio
Addetto alla vendita
Brienza Cooperativa “Social Servizi”Servizi sociali e assistenza
Operatrice sociale
Calvello Industria “Italiana imballaggi” fabbri-cazione di imballaggi in legno
Addetto all’utilizzo dei macchinari
Calvello Studio tecnico del geometra Albert Rocco Donato
Ragioniere
Calvello Parrucchiere di Paradiso Maria Aiuto alle diverse attività (taglio, shampo, asciugatura ecc..)
1
Castelsaraceno Panificio di Cirigliano Angela Maria Addetto alla trasformazione e vendita
Castelsaraceno Euromed di Rosano RoccoStudio di ingegneria
Impiegato tecnico amministrativo 1
Castelsaraceno Comune (ha dichiarato disponibilità ad accogliere tirocinanti in assenza di aziende ospitanti)
Tutela ambientale
Corleto Perticara Ditta di Di Stefano Maria rosariaNoleggio di autovetture e commercio di frutta e verdura
Autista abilitato al trasporto di nove persone;
Corleto Perticara Cooperativa Solidarietà Sociale Addetto all’assistenza agli anziani con qualifica OS o OSA. Addetto alla lavanderia
Corleto Perticara ENDAS si occupa di cultura, sport, attività sociali e ambientali
Addetto alla Biblioteca e Segreteria
Corleto Perticara Comune Addetto ai servizi amministrativi
Gallicchio G. Antonio GesualdiImpresa edile ed agricoltura
Operaio generico
Gallicchio Spina Vincenzo Turismo promozione Sociale (Pro Loco)
Nessuna indicazione Addetto alla segreteria
Gallicchio Luigi Gesualdi Impresa edile Impiegato
Gallicchio Montemurro MicheleServizi impiantistica
Nessuna indicazione
Gallicchio Filippo Gesualdi Central Park La GolaCostruzioni infrastrutture
Impiegato
Gallicchio Costruzioni infrastrutture generali “Infrastrutture generali”
Operaio generico
Grumento Nova TR di Tortomano RosarioCommercio e Lavori edili
Operaio
Grumento Nova
Comune Addetti alla manutenzione del verde pubblico
1. Addetto allamanutenzione del verdepubblico
Guardia Perticara
Comune Portiere; commesso; centralinista; piccola manutenzione; addetto alle pulizie (licenza media)
1Addetto alle pulizie,piccola manutenzione
Laurenzana Negozio di Lettini Andrea Addetto al banco salumeria e formaggi
Laurenzana Comune Supporto interno ed esterno ai vari uffici 1. Addetto alla biblioteca
report
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
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Laurenzana Studio professionale di Cafarelli Gio-vanni (consulenza aziendale e fiscale)
Laureato che si occupi di consulenza aziendale
Laurenzana Azienda agricola di Falotico Giovanni(allevamento bovini ed ovini)
Allevatore 1
Laurenzana LTL Arredamenti di Tito Rosa settorecommercio
Addetto al montaggio mobili e autista 1
Laurenzana Cooperativa “La Perla Preziosa”Produzione di abiti sacri
Sarta ricamatrice
Laurenzana Negozio di Bonomo Pasquale Addetto alle vendite
Laurenzana Protezione civile Assistente alla popolazione
Laurenzana AVIS Organizzatore di eventi ed un’assistente allaraccolta del sangue
Laurenzana Cooperativa “ La rinascita del Camastra”
Aiuto panificatore
Laurenzana Azienda zootecnica di Nigro Maria Isabella
Addetto ai lavori di stalla e al caseificio conlaurea
Laurenzana Ristorante di Ruggirei Michele Addetto alle pulizie, cameriere
Laurenzana Cafarelli Giuseppe Nessuna indicazione 1
Laurenzana PW Multi service di Vitacea Valeria (praticheautomobilistiche e servizi assicurativi)
Collaboratore di agenzia 1
Marsico Nuovo Ditta di Azato AngelaProduzione pasta fresca
Addetto alla produzione 1
Marsico Nuovo FCM di Fiore CarmineDitta di carpenteria metallica
Segretario; magazziniere 1
Marsico Nuovo Protezione Civile Accompagnatrice e assistente alle persone nonautosufficienti
1
Marsico Nuovo La creta di Marino ConcettaCommercio di confezioni
Addetto alla pulizia di scaffali e vetrine
Marsico Nuovo Comune Addetti ai servizi ausiliari Addetti ai serviziausiliari
Marsico Vetere Iskra Cooperativa Sociale Servizi socio assistenziali
Animatori; educatori. 2
Laurenzana Ristorante di Ruggirei Michele Addetto alle pulizie, cameriere
Laurenzana PW Multi service di Vitacea Valeria (pratiche automobilistiche e servizi assicurativi)
Collaboratore di agenzia 1
Marsico Nuovo Ditta di Azato AngelaProduzione pasta fresca
Addetto alla produzione 1
Marsico Nuovo FCM di Fiore CarmineDitta di carpenteria metallica
Segretario; magazziniere
Marsico Nuovo Cooperativa “Nuovo Corso” raccolta rifiuti urbani
Addetto alla raccolta dei rifiuti e manu-tenzioneverde pubblico
Marsico Nuovo Protezione Civile Accompagnatrice e assistente alle persone nonautosufficienti
Marsico Nuovo La creta di Marino ConcettaCommercio di confezioni
Addetto alla pulizia di scaffali e vetrine
Marsico Nuovo Comune Addetti ai servizi ausiliari 2 Addetti ai serviziausiliari
Marsico Vetere Iskra Cooperativa Sociale Servizi socio assistenziali
Animatori; educatori. 2
Marsico Vetere Studio odontoiatrico di Stilo Carlo Assistente alla poltrona 1
Marsico Vetere Estetista di Marinella Sandra Estetista 1
Marsico Vetere P.A. Protezione Civile Val D’Agri Addetto alla protezione civile 1
Marsico Vetere VEGA di Campanella GinoCommercio
Addetto alle vendite
reSoconto concluSivo
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
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Marsico Vetere Negozio di Magaldi Mario Lavorazione ed installazione di tendaggi
Addetto al montaggio tende
Marsico Vetere NEPAS di Antonio FratantuonoProduzione abbigliamento dogana
Addetti al controllo qualità e alla classificazioneper la spedizione
Missanello Stazione Servizio carburanteBitetto Raffaele
Addetto alle pulizie e assistente ai clienti
Missanello Apogeo AlberghiMaria Di Leo
Addetto alle attività alberghiere
Moliterno Comune Addetto alla manutenzione dellaBibliomecateca (diplomato e licenza media)
1 Addetto allamanutenzione dellaBibliomecateca
Montemurro Spesa facile di Tesorino CarmelaCommercio alimentare
Commessa che svolga anche compiti dacassiera e da banconista
1 1
Montemurro Comune ((verificare disponibilità ad accogliere tirocinanti in assenza di aziende ospitanti)
1
Paterno Iskra Cooperativa Sociale Servizi socio assistenziali
Animatori; educatori. 2 2
Paterno Serival di Sinisgalli LorenzoSerigrafia e tipografia
Nessuna indicazione 1
Paterno Maulella Antonio Commercio Addetto alla vendita (ripartisti) 1 Addetto alla vendita(ripartisti)
Potenza Studio legale di Rivelli Maria Cristina Addetto allo smistamento di pratiche (poste, banche ecc) con licenza media
Rotonda Centro Medico Dentale San FeliceServizio alle imprese
Addetto alla segreteria e gestioneamministrativa
San Chirico Raparo
Comune Servizi di assistenza amministrativa Supporto all’area tecnica e manutentiva
2 Supporto all’areatecnica e manutentiva1 Servizi di assistenzaamministrativa
San Chirico Raparo
Antrophos Cooperativa SocialeCentro diurno
Supporto alle attività con licenza media
San Martino D’Agri
Comune Impiegato
Sant’Arcangelo Bulgaro Donato Nessuna indicazione 1 Addetto alla guardiania
Sant’Arcangelo Ricciardi RosaDelta Ced Elaborazione dati
Nessuna indicazione (un diplomato)
Sant’Arcangelo Dacservice Bitetto RaffaeleBar (sede operativa Missanello )
Addetto alle pulizie
Sant’Arcangelo Cellular Point di Siviglia GianniVendita di cellulari
Segretario d’ufficio (diplomato)
Sant’Arcangelo P.A.M.A. Pubblica assistenza medio agri (volontariato)
Segretario con competenze giuridiche(laureato)
Sant’Arcangelo Falegnameria arte legnoFerruccio e Sansanelli
Operaio
Sant’Arcangelo Conte GiuseppeStudio di ingegneria
Segretario d’ufficio (laureato)
Sant’Arcangelo Conte Paolo Servizi alle imprese Segretario (laureato)
Sant’Arcangelo SWEET HOME di Villone Angela Maria(commercio)
Addetto alle vendite
Sant’Arcangelo Autoscuola di Martorano Nicola Segretaria
Sarconi Prima Sistema Impresa di costruzioni edili
Attività d’ufficio per preparazione documenti digare d’appalto (Diplomato e laureato)
1
Sarconi Ditta Amelina AntonellaGestione sale congressi
Attività di segreteria e accompagnamentogruppi
Sarconi Panificio di De Mare Felice Addetto al laboratorio per la panificazione 1
Sasso di Castalda
Bar alimentari di Nardo Rocchino Addetto alla cassa
report
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
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Satriano SAT RIVAL Viaggi di Coiro Saveria Addetto alla sistemazione delle pratiche ( terza Media)
Spinoso Pro loco (attività culturali) Addetto alla segreteria 1
Spinoso Studio commerciale di Vitale Filomena Addetto ad operazioni d’ufficio
Spinoso Associazione Protezione Civile di Enzo Mileo
Addetto alle attività di segreteria e alle attività divolontariato
Spinoso Comune di Spinoso Collaboratore di biblioteca Addetto alla manutenzione di strade e giardini
Collaboratore dibiblioteca
Cooperativa “Nasce un sorriso”Gestione servizi socio assistenziali
Aiuto cuoco; Animatore; Centralinisti;Giardiniere
Tramutola Comune Addetti ai servizi ausiliari Addetto ai serviziausiliari
Tramutola Centro odontoiatrico di Carile Assistente di poltrona e di segreteria
Viggianello Vital Mast s.c.Formazione
Segretario diplomato
Viggiano Studio tecnico Conte RoccoGeometra
Diplomato senza alcuna indicazione
Viggiano Libo di Bocca Renato Addetto alle vendite . Commercio all’ingrosso e al dettaglio di ferramenta
Addetto alla progettazione di impiantipetrolchimici
Viggiano Iniziative industrialiMetalmeccanico
Ingegnere meccanico 1
Viggiano ASSOIL SCHOOL di Sergio PolitoCorsi di formazione
Coordinatore di attività didattiche e diprogettazione
Villa D’Agri Libo di Bocca Renato Addetto alle venditeCommercio all’ingrosso e al dettaglio diferramenta
Addetto alle venditeAddetto alla progettazione di impiantipetrolchimici
reSoconto concluSivo
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
97
Finalità e obiettivi del progettoIl progetto Match «Work experience per favorire l’inserimento occupazionale di persone di-
sabili e di lavoratori svantaggiati» – approvato con Deliberazione di Giunta Regionale n. 2310
del 29/12/2009 in attuazione della Linea di Intervento C.5 «Inserimento lavorativo di sogget-
ti svantaggiati» del ProgrammaOperativo Val d’Agri, Melandro, Sauro, Camastra – si prefigge
di sperimentare, nel territorio interessato, servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone
in situazione dl svantaggio. Per l’attuazione del progetto Match, attraverso un processo di
condivisione e di concertazione con i soggetti della rete individuati come welfare community,
si è provveduto alla definizione puntuale della governance di progetto con la formalizzazione
di una cabina di regia interistituzionale, riconoscendo alla Provincia di Potenza il ruolo di Ente
capofila per l’attuazione operativa di alcune azioni previste dal progetto stesso. La principale
finalità del progetto, infatti, consiste nel favorire azioni di coesione sociale e di politica attiva
del lavoro, attraverso idonee forme di incentivazione di servizi specialistici in materia di in-
clusione sociale, occupabilità e inserimento lavorativo di persone con disabilità o di soggetti
che versino in condizioni contingenti di difficoltà e di bisogno, implementando una pratica
innovativa di welfare sociale e di metodologie innovative all’interno dei Servizi Sociali e per
l’impiego, da replicare, una volta standardizzata, in tutte le aree della Regione Basilicata.
azioni previSteCon l’attuazione del progetto si persegue in generale:
• presa in carico dei destinatari da parte dei CPI di competenza e svolgimento di azioni di
accompagnamento e orientamento. I CPI affiancheranno il partecipante nella elaborazione
del PAI (Piano d’Azione Individuale) che definirà obiettivi e modalità di svolgimento della
work experience e le modalità di utilizzo della dote formativa;
• attivazione dei percorsi formativi individualizzati, utilizzando la dote formativa assegnata, ai
fini dell’acquisizione di competenze connesse alla definizione del proprio profilo professionale
e/o alla creazione di impresa. La fase formativa può essere svolta anche in concomitanza
con lo svolgimento della work experience aziendale purché ciò non interferisca con l’attività
Sperimentare l’incluSione Sociale e lavorativa di per-Sone in Situazione di Svantaggio Adamo De Stefano
Segreteria Tecnica Struttura di Progetto Val d’Agri basilicata
report
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
98
svolta presso il soggetto ospitante;
• svolgimento delle work experience presso i soggetti ospitanti, di durata pari a 6 mesi (100
ore mensili per complessive 600 ore) per le persone molto svantaggiate e di durata di 12
mesi (100 ore al mese, per complessive 1200 ore) per le persone disabili;
• contributo al soggetto ospitante (comprensivo delle spese INAIL e R.C.T.);
• erogazione di aiuti finanziari per l’assunzione, destinati alle imprese che al termine del
periodo delle work experience procedono all’assunzione del/i partecipante/i secondo le
modalità specificate, o per l’autoimpiego, destinati ai soggetti beneficiari che al termine del
periodo delle work experience avviano un’attività autonoma;
• attivazione, da parte dei CPI della Provincia di Potenza e dell’APOF– IL, di un servizio di
follow– up, per coloro che avvieranno un’attività imprenditoriale o di lavoro autonomo,
consistente in un supporto consulenziale mirato a facilitare la fase dello start up.
Elemento portante della work experience è rappresentato proprio dall’esperienza in impresa
che, pur non costituendo un vero e proprio rapporto di lavoro, rappresenta una modalità at-
traverso cui favorire l’accesso nel mercato del lavoro anche per soggetti dotati di un capitale
di competenze e di saperi che stentano a trovare immediato riconoscimento e visibilità in
termini occupazionali.
i primi riSultatiDopo l’emanazione, da parte della Provincia di Potenza, dell’Avviso Pubblico Match «Work
experience per favorire l’inserimento occupazionale di persone disabili e di lavoratori svan-
taggiati» finalizzato alla presentazione di candidature dei potenziali beneficiari per accedere
alle agevolazioni previste dal bando, sono state approvate le graduatorie definitive, distinte
in soggetti disabili, soggetti molto svantaggiati e soggetti ospitanti, per l’attivazione di 64
work experience tese all’inserimento lavorativo dei beneficiari, presso le imprese del terri-
torio interessato, delle quali 31 destinate a soggetti svantaggiati mentale, 30 destinate a
persone disabili e tre riservate alla categoria del disagio. Per accedere alle agevolazioni pre-
viste dal bando hanno complessivamente presentato domanda 330 soggetti, 105 risultano
inclusi nella graduatoria dei soggetti disabili e 139 nella graduatoria dei soggetti svantaggiati,
mentre 76 soggetti sono stati esclusi per mancanza dei requisiti richiesti o per vizi di forma
nella presentazione delle istanze. Allo stato attuale sono stati avviati già avviati tutti i col-
loqui conoscitivi con i 31 beneficiari appartenenti alla graduatoria dei soggetti svantaggiati
ai quali, dopo la presentazione dei contenuti e delle linee guida previste dal progetto, sono
state rivolte le azioni e i colloqui di orientamento al fine di redigere i relativi bilanci di compe-
tenza.Per la riserva di posti dei soggetti affetti da disagio mentale è stata inviata una nota al
Dipartimento Salute Mentale della ASP al fine di individuare i tre soggetti previsti e, quindi,
da inserire nel percorso di inclusione sociale.
Sperimentare l’incluSione Sociale e lavorativa di perSone in Situazione di Svantaggio
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
99
Per la graduatoria dei soggetti ospitanti 129 imprese hanno già offerto la propria disponibi-
lità a ospitare i potenziali tirocinanti, tuttavia, al fine di poter applicare metodologicamente
un valido incrocio domanda/offerta di lavoro, sono stati prorogati i termini di scadenza del
bando per poter acquisire ulteriori candidature.
GRADUATORIE DEFINITIVE DEGLI AMMESSI ALLE WORK EXPERIENCE
(64 beneficiari)
COMUNI Soggetti disabili
Soggetti svantaggiati
Soggetti disagio mentale
Soggetti ospitanti
ABRIOLA 1 6
ALIANO -
ANZI 2 3 27
ARMENTO 1 1
BRIENZA 2 7
BRINDISI DI MONTAGNA 1
CALVELLO 1 3
CASTELSARACENO 1 1 1
CORLETO PERTICARA 5
GALLICCHIO 1 1 6
GORGOGLIONE -
GRUMENTO 1 1
GUARDIA PERTICARA 1 1
LAURENZANA 1 4 15
MARSICO NUOVO 2 3 8
MARSICOVETERE 3 2 6
MISSANELLO 1 3
MOLITERNO 1 1 1
MONTEMURRO 2 1 2
PATERNO 4 3 2
ROCCANOVA -
SAN CHIRICO RAPARO 4 1 2
SAN MARTINO D’AGRI 1
SANT’ARCANGELO 1 4 10
SARCONI 3
SASSO DI CASTALDA 1
SATRIANO DI LUCANIA 1 2
SPINOSO 1 2 5
TRAMUTOLA 1 2 4
VIGGIANO 5
TOTALE 30 31 3 129
report
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
100
caratteriStiche dei Soggetti Svantaggiati Di seguito si riporta l’analisi delle peculiarità proprie dei beneficiari che risultano utilmente
collocati nelle graduatorie dei soggetti svantaggiati. Gli aspetti considerati attengono al luo-
go di provenienza, al genere, all’età, al titolo di studio, all’anzianità di iscrizione nelle liste
di disoccupazione e alle aspirazioni professionali. Rispetto al luogo di residenza il target dei
beneficiari svantaggiati, utilmente collocati in graduatoria, risulta distribuito in 16 dei 30
Comuni del comprensorio interessato dal Programma Operativo Val d’Agri.
Figura 1 – Distribuzione dei soggetti svantaggiati per numero e Comune di resi-
denza
Per quanto riguarda il target dei 31 soggetti svantaggiati si evidenzia la netta prevalenza
di genere femminile (26) sul totale dei beneficiari, scontata testimonianza del loro difficile
accesso al mercato del lavoro e della lunga permanenza della categoria in uno stato di di-
soccupazione.
Figura 2 - Distribuzione soggetti svantaggiati per sesso
Sperimentare l’incluSione Sociale e lavorativa di perSone in Situazione di Svantaggio
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
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In relazione alla discriminante sesso, i dati relativi ai beneficiari svantaggiati mostrano una
netta predominanza del genere femminile, 80,6%, rispetto a quello maschile, 19,4%.
Figura 3 – Distribuzione dei soggetti svantaggiati per fascia di età e sesso – Valori
%
Rispetto alla discriminante età, il dato più rilevante si registra nella fascia di età tra i 42– 47
anni dove si concentra circa il 29% del target femminile che, inoltre, nella sua totalità ha
un’età superiore ai 36 anni a conferma della loro difficoltà a intercettare il mercato del lavoro.
Figura 4 – Distribuzione dei soggetti svantaggiati per anzianità di disoccupazione
– Valori %
report
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
102
Il 75% circa dei beneficiari appartenenti al genere femminile ha, difatti, complessivamente
maturato un’anzianità di disoccupazione superiore ai 6 anni, con iscrizione certificata nei
Centri per l’Impiego provinciali, tra le quali drammaticamente ben 5 risultano disoccupate/
inoccupate da oltre 20 anni.
Figura 5 – Distribuzione soggetti svantaggiati per titolo di studio e sesso – Valori
%
In relazione all’indicatore istruzione si registra un alto livello di scolarizzazione tra i soggetti
svantaggiati, l’80%% circa dei beneficiari è in possesso di diploma di istruzione superiore o di
laurea, il 45% (soltanto donne) è in possesso del diploma di istruzione secondaria; soltanto
il 22,5% è in possesso del solo titolo di licenza media inferiore e il 3% è in possesso della
qualifica professionale. Da ultimo, i beneficiari svantaggiati che hanno conseguito il diploma
di laurea rappresentano circa il 30% dell’intero universo, in termini assoluti 9 persone su 31.
caratteriStiche dei Soggetti diSabiliDi seguito si riporta l’analisi delle peculiarità proprie dei beneficiari che risultano utilmente
collocati nelle graduatorie dei soggetti disabili. Gli aspetti considerati attengono al luogo di
provenienza, al genere, all’età, al titolo di studio, al grado di disabilità, all’anzianità di iscrizio-
ne nelle liste del collocamento obbligatorio e alle aspirazioni professionali. Rispetto al luogo
di residenza il target dei beneficiari disabili, utilmente collocati in graduatoria, risulta distri-
buito in 18 dei 30 Comuni del comprensorio interessato dal Programma Operativo Val d’Agri.
Sperimentare l’incluSione Sociale e lavorativa di perSone in Situazione di Svantaggio
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
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Figura 6 – Distribuzione dei soggetti disabili per numero e Comune di residenza
Per quanto riguarda il target dei 30 soggetti disabili si evidenzia la netta prevalenza di genere
maschile (22) sul totale dei beneficiari che testimonia la loro difficoltà a trovare un’occupa-
zione.
Figura 7 – Distribuzione dei soggetti disabili per sesso
In relazione alla discriminante sesso, i dati relativi ai beneficiari disabili mostrano una netta
predominanza del genere maschile, 73,3%, rispetto a quello femminile pari al 26,7%.
report
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
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Figura 8 – Distribuzione dei soggetti svantaggiati per fascia di età e sesso – Valori
%
Rispetto alla discriminante età, il dato apparentemente più sorprendente si registra nelle
due fasce estreme di età cioè 30– 35 anni e 54– 60 anni le quali presentano valori che si
equivalgono almeno per la componente maschile. La presenza equivalente della componente
giovanile tra i beneficiari è spiegabile per l’attribuzione di migliori punteggi legati al grado di
disabilità e al titolo di studio, difatti, tutti questi soggetti hanno un grado di disabilità supe-
riore al 66% e sono in possesso del diploma di istruzione superiore o di laurea.
Figura 9 – Distribuzione dei soggetti disabili per anzianità di iscrizione al colloca-
mento obbligatorio– Valori %
Sperimentare l’incluSione Sociale e lavorativa di perSone in Situazione di Svantaggio
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
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Figura 10 – Distribuzione dei soggetti disabili per grado di disabilità e sesso –
Valori %
In relazione alla discriminante grado di disabilità, secondo i criteri richiamati nella L. 68/99, i
dati mostrano una netta predominanza di beneficiari con percentuali di invalidità superiore al
66% e in tale range si registra anche una nettissima prevalenza del genere maschile che,. in
termini assoluti, corrisponde a 18 persone su un totale di 30 beneficiari.
Figura 11 – Distribuzione soggetti disabili per titolo di studio e sesso – Valori %
report
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
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caratteriStiche dei Soggetti oSpitanti Per la graduatoria dei soggetti ospitanti 105 imprese hanno già offerto la propria disponibilità
a ospitare i potenziali tirocinanti, tuttavia, al fine di poter applicare metodologicamente un
valido incrocio domanda/offerta di lavoro, sono stati prorogati i termini di scadenza del bando
per poter acquisire ulteriori candidature. Allo stato attuale soltanto in quattro Comuni non
risulta avanzata alcuna manifestazione di interesse tesa a ospitaremi beneficiari del progetto
Match.
Figura 12 – Distribuzione dei soggetti ospitanti per settore/attività
In riferimento alla discriminante settore/attività dei soggetti ospitanti si può notare una forte
sensibilità proprio di quelle organizzazioni preposte all’assistenza e cura della persona, infatti,
nella segmentazione del target di progetto il mondo dell’associazionismo e del terzo settore,
con il 16%, rappresenta il segmento più numeroso.
Sperimentare l’incluSione Sociale e lavorativa di perSone in Situazione di Svantaggio
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
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diSabilità: un concetto in evoluzione Intervista a Giampiero Griffo
Membro Consiglio Mondiale Disabled Peoples’ International
Io sono Giampiero Griffo, sono nato in un piccolo paesino in provincia di Caserta e adesso
faccio il bibliotecario alla Biblioteca Nazionale di Napoli. Mi occupo di una sezione sulla di-
versità però, nello stesso tempo, sono attivo a livello regionale, a livello nazionale e a livello
internazionale nell’ambito dei diritti delle persone con disabilità. Faccio parte del Consiglio
Mondiale Disabled Peoples’ International, rappresento l’Italia presso l’European Disability
Forum che è l’organismo europeo di confronto con l’Unione Europea e sto nel consiglio
Nazionale FID (Forum Italiano sulle Disabilità) e all’interno della più importante Federazione
di associazioni che si chiama FISH. Il mio è un lavoro particolare perché lavoro a più livelli,
faccio in modo che il livello italiano conosca la dimensione internazionale e trasferisco le buo-
ne prassi internazionali, includendo l’Italia tra le buone prassi. Negli ultimi anni c’è stato un
contributo sostanziale che è quello della Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità
delle Nazioni Unite. Fino all’altro ieri eravamo considerate, noi persone con disabilità, malate,
incapaci, improduttive…tutta una serie di aggettivi negativi che rinviano poi, nell’immaginario
collettivo della società, a degli stereotipi. Chi mi incontrava non pensava che io potessi essere
uno studente, un lavoratore, un viaggiatore e così via… La Convenzione delle Nazioni Unite
cambia questo approccio e dice che le persone con disabilità sono parte della società e, come
tali, devono godere di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali.
Che significa?
Un primo tema è quello delle risorse. Secondo la Convenzione essendo io studente, viaggia-
tore, turista… e…(non io)…donna, bambino e via di seguito, in tutte le politiche che riguar-
dano i trasporti, il turismo, la tutela delle donne, dei bambini,…ci sono pure io. Allora non è
vero che non ci sono spazi per me. E questo è un tema importante perché oggi che c’è una
situazione di crisi dobbiamo ragionare che come cittadini e come parte della società dobbia-
mo beneficiare di tutti gli interventi in tutti gli ambiti come tutti gli altri cittadini. Un secondo
tema della Convenzione è quello di come dobbiamo essere tutelati. La Convenzione dice che
il problema delle persone con disabilità è un problema di rispetto dei diritti umani e infatti,
la Convenzione è una legge mondiale sui diritti umani, legge mondiale che è stata ratificata
dall’Italia insieme ad altri 103 Paesi su 193 e che quindi deve essere applicata in Italia.
interviSta
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
108
Diritto umano cosa significa?
Si basa su due concetti. Il primo di uguaglianza di opportunità e il secondo di non discrimi-
nazione.
In Italia noi non abbiamo né l’uno né l’altro. Facciamo un esempio: in Italia la disoccupazione
nel mercato italiano è dell’11%, in realtà, le persone con disabilità sono pure loro disoccupa-
te, ma se andiamo a vedere il tasso di disoccupazione nel loro ambito, scopriamo che è del
76,6%. C’è qualcosa che non va…quelle persone evidentemente sono trattate dalla società
in modo diverso e non hanno le stesse opportunità degli altri e forse gli imprenditori che do-
vrebbero assumerle non le assumono e quindi, le discriminano. Allora vediamo come la Con-
venzione interviene in un campo molto reale. Il problema non è che io non posso lavorare,
il problemaè che qualcuno pensi che io non sia produttivo, che io sia un peso, che io debba
rimanere a casa… Qualche anno fa si diceva che le donne rimanevano a casa e facevano la
calzetta…per noi è ancora peggio: rimanere a casa e non fare nemmeno la calzetta. Quindi, il
tema è fortemente discriminatorio. La Convenzione è una legge mondiale che interviene per
tutelare i diritti di persone con disabilità nell’ambito del rispetto dei diritti umani. Significa che
la mia condizione non dipende dal mio muovermi con una sedia a rotelle, ma dipende da se
la società rispetta i diritti delle persone che si muovono sulla sedia a rotelle, da se l’ambiente
dove mi muovo è accessibile, da se la mia condizione di cittadino è rispettata e, nello stesso
tempo, da se tutti i servizi di sostegno che la società mette a disposizione di tutti gli altri
cittadini, siano disegnati sulla mia condizione. Allora è evidente che la mia disabilità è creata
dalla società. La società la crea perché si dimentica che io mi muovo sella sedia a rotelle.
Allora la Convenzione tutela questi diritti e dà in mano alle persone la possibilità di essere
loro stesse i protagonisti per chiedere alla società di rispettarli e, quindi, di arrivare davanti ai
Tribunali, alle sedi politiche, ecc. Un altro tema è quello dell’empowerment.
Che cosa si intende per empowerment?
Adesso, a livello mondiale, noi ragioniamo che le persone con disabilità sono impoverite: se
io incontro ostacoli e barriere tutti i giorni, se non esco di casa, se non posso andare a scuola,
se non posso lavorare…io sono impoverito. Per poter garantire a una persona di ritornare a
essere cittadino e quindi di poter utilizzare le opportunità che vivono tutti gli altri cittadini,
bisogna fare un processo di empowerment, cioè di rafforzamento di capacità e di sostegno
alla possibilità di dire la propria e quindi di avere un potere.
L’empowerment per il lavoro è fondamentale, se non fai un’attività di questo tipo, le persone
hanno difficoltà a diventare lavoratori. Altro tema importante è quello di capire come questi
elementi possono diventare pratiche. Nell’ambito del lavoro spesso si pensa che io debba
essere riabilitato, cioè debba recuperare quello che si è perso per poter andare a lavorare.
La Convenzione dice una cosa diversa…una volta che io sono stato stabilizzato e quindi il
processo di riabilitazione è finito, io lavoro…non mi posso muovere più di questo, devo essere
diSabilità: un concetto in evoluzione
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
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abilitato, quindi i Servizi per l’Impiego dovrebbero abilitare le persone a poter svolgere le
attività appropriate con i sostegni giusti facendole andare a lavorare quindi nel luogo giusto
e nel posto giusto.
Cosa si intende esattamente per abilitazione?
L’abilitazione è esattamente proprio questo…i servizi per l’impiego devono abilitare le perso-
ne a conseguire il posto giusto e a essere formate e utilizzare le competenze delle persone
per poter lavorare a pieno regime con la stessa produttività degli altri e questo è possibile
perché non è più vero che io sono improduttivo perché se la società mi crea le condizioni, io
sono produttivo come gli altri. Un altro concetto importante che è in evoluzione, perché dice
la Convenzione che la disabilità è un concetto in evoluzione, è il tema di come io debba far
fronte alla società. Noi distinguiamo tre concetti. Il primo concetto è la parola inserimento.
Fino all’altro ieri qualcuno mi prendeva e mi inseriva dove voleva lui, quindi siamo stati inse-
riti nelle classi speciali, negli istituti, siamo rimasti a casa… Poi c’è stata un’evoluzione e si è
parlato di integrazione, intendendo per integrazione la possibilità di essere all’interno della
società solo che spesso, l’integrazione non cambiava le regole per cui, io, a esempio, arrivavo
in un posto e c’erano le scale, oppure aveva una condizione per cui non veniva modificato
l’ambiente e io mi ritrovavo ad avere una disabilità.
Cosa si intende esattamente per inclusione?
L’inclusione è il processo finale che chiede la Convenzione.
Inclusione significa essere parte di una comunità e avere la possibilità di cambiare le regole
e accettare anche le regole degli altri in modo che in questo equilibrio io sia cittadino pieno.
Il che significa non costruire più mettendo scale, non costruire più creando barriere ma
tenendo conto che ci sono persone che comunicano senza parlare, persone che si muovono
senza l’uso degli arti, scrivono senza l’uso degli occhi…ci sono una serie di elementi che de-
vono essere reinseriti, inclusi, nella società. Per questo noi diciamo che la Convenzione tende
soprattutto a riabilitare la società, a trattarci rispettando i nostri diritti umani, a includerci
come se fossimo cittadini come gli altri, non speciali, perché ognuno di noi non è speciale,
è la società che ci ha creati speciali trattandoci come speciali…in realtà abbiamo gli stessi
bisogni e gli stessi diritti di tutti. Tra i tanti diritti c’è la «chiappazza». Lo dico perché è un
tema fondamentale che spesso si perde di vista, ma le relazioni affettive, i collegamenti tra i
due sessi, la possibilità di trovare affetti non è un fatto di poco conto. Nella vita di ognuno le
relazioni affettive hanno giocato un ruolo fondamentale, l’amore ha significato una crescita
di consapevolezza. Noi diciamo acchiappazza, uso un termine napoletano perché sono napo-
letano, però questo termine gioca su tanti elementi: l’accettazione del corpo, la conoscenza
dell’altro intesa come confronto, scambio… Il tema sembra divertente… in realtà è un tema
fondamentale: una persona che ha una disabilità spesso non accetta il proprio corpo… come
superare questo? ... come non pensare a questo in termini negativi?
interviSta
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
110
Imparare qualche tecnica di acchiappazza può aiutare a superare questo che è un pregiudizio
che però non viene dalla società, o non solo dalla società, ma viene anche da noi stessi.
Quindi pensare di dare lavoro a qualcuno no significa solo io ti formo e ti mando a lavorare
ma significa anche tante altre cose che spesso hanno un ruolo fondamentale nella capacita-
zione e nell’abilitazione delle persone. Una recente ricerca dell’Organizzazione Mondiale della
sanità ha fatto emergere che nel mondo, su sette miliardi di persone, un miliardo ha una
disabilità, …è il 15% della popolazione. Dall’ultimo censimento di questo tipo, negli ultimi
venti anni è cresciuto del 50% il numero delle persone, il che significa che non è più una
nicchia…non sono pochi … se poi pensiamo che la disabilità ha a che fare con ognuno di noi…
nell’arco di una vita ogni essere umano vivrà una condizione di disabilità…l’importante è che
la società programmi per non creare disabilità.
In questo senso lo strumento migliore è l’universal design, la progettazione universale di
un servizio, di un edificio, di una macchina…che possano essere usati da tutti e, quindi, nel
momento in cui vengono progettati tenendo conto che ci sono gli alti e i bassi, i magri e i
grassi, quelli che vedono bene e quelli che vedono male, oppure quelli che comunicano con
la lingua dei segni o con il linguaggio labiale, quelli che si muovono grazie a un cane guida,
a un bastone bianco e le persone che rappresentano se stesse a cuore aperto, quelle che noi
chiamiamo la disabilità intellettiva, …quando una società fa questo, scopre che ha risolto una
gran parte dei problemi di tutti i cittadini sia perché sono bambini, o perché hanno avuto un
incidente, o perché sono pregnanti, aspettano un bambino o lo spingono su una carrozzina,
o sono anziani e vivono in condizione di disabilità. Progettare per tutti significa ridurre le
condizioni di disabilità e, quindi, garantire la qualità di vita di tutti.
diSabilità: un concetto in evoluzione
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
111
Nome e cognome
Giulio Cardone
Ruolo ricoperto all’interno dell’amministrazione
Responsabile del Servizio Affari Generali
Comune
Brienza
Tirocinante
P. L.
Titolo di studio del tirocinante
Diploma di Scuola media di I grado
Periodo tirocinio
dal 03/08/2012 al 02/08/2013
Settore all’interno del quale si è svolto il tirocinio
Area Tecnica Manutentiva
Può presentarci in breve la sua amministrazione comunale?
SINDACO: Distefano Donato
VICE SINDACO: Scelzo Angela
ASSESSORI: Pepe Antonio – Dimuro Rosanna – Sabbatella Antonio – Angela Scelzo
Quali sono le motivazioni che hanno portato a ospitare all’interno della sua am-
ministrazione uno dei partecipanti al progetto Match?
Il Comune di Brienza attraverso gli operatori del proprio Ufficio Sociale, dal 2002 a oggi ha
sempre implementato sul proprio territorio progetti di inclusione sociale attiva. Tali progetti
hanno visto la realizzazione d’azioni tese a sviluppare e migliorare le opportunità di inseri-
mento nel contesto sociale e occupazionale di giovani socialmente svantaggiati e disabili (in
particolare le azioni sono rivolte alla disabilità mentale) favorendone il recupero sul piano
formativo e promuovendo il superamento di stati individuali di disagio. Era ed è naturale la
partecipazione al protocollo Match ( progetto).
Sviluppare la SFera delle capacità relazionali Intervista a Giulio Cardone
Servizio Affari Generali - Comune di Brienza
interviSta
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
112
Trova positiva l’impostazione del progetto Match?
Sicuramente l’impostazione del progetto Match (che riprende in parte il protocollo della Fon-
dazione Don Gnocchi di Roma) è valida; l’ esperienza fatta in Val d’Agri però non ha soddi-
sfatto appieno le aspettative iniziali, in primis non c’è stato nessun raccordo con i locali servizi
sociali, durante tutto il periodo di tirocinio; nessuna informazione di ritorno sulle informazioni
relative alle persone con disabilità.
Qual è il suo giudizio complessivo riguardo alla work experience attivata presso
la sua amministrazione?
Giudizio positivo anche se ci si aspettava un processo reale di empowerment finalizzato
all’incontro tra domanda e offerta.
Chi ha seguito all’interno della sua amministrazione il tirocinante durante la work
experience?
Il Tutor.
Con quali modalità è stato accolto, monitorato e valutato il tirocinante?
Avremmo gradito maggiormente il coinvolgimento degli operatori dei servizi sociali, che co-
munque in virtù di precedenti esperienze di progetti inclusivi hanno accolto e monitorato il
beneficiario del progetto.
Come è stata percepito il tirocinante dagli eventuali altri dipendenti presenti nel
Comune?
Bene, il contesto ambientale ha garantito il buon esito della performances del beneficiario.
Nel gestire tale esperienza di tirocinio l’ attenzione si è focalizza maggiormente
sul trasferimento di competenze specifiche della vostra attività oppure anche sul-
la crescita della persona?
Obiettivo primario è stato quello di sviluppare la sfera delle capacità relazionali, attraverso
una metodologia ergoterapeutica, per promuovere l’autonomia di sé in relazione all’altro,
la sfera delle capacità operative e abilità pratiche anche nella programmazione del proprio
lavoro e sulla sfera delle conoscenze, intesa come comportamento adeguato al contesto:
regole del gruppo di lavoro, cura di sé ecc.
L’inserimento del tirocinante ha comportato qualche difficoltà? Se si, che tipo di
difficoltà e come sono state affrontate?
No.
Ritiene che siano stati raggiunti gli obiettivi formativi?
Se per obiettivi formativi s’intende l’autonomia di sè in relazione all’altro, l’acquisizione di
conoscenze e competenze, si; siamo invece fortemente preoccupati per il dopo, in partico-
lare per quello che in letteratura tecnica si chiama fase del rebound (ritorno alla situazione
precedente).
Il periodo di tirocinio è stato sufficiente per lo svolgimento dell’attività prevista
Sviluppare la SFera delle capacità relazionali
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
113
nel progetto formativo?
Si.
È soddisfatto dei risultati operativi raggiunti dal tirocinante?
Si.
Secondo lei quali sono stati gli effetti generati dalla work experience nel tiroci-
nante?
Indubbiamente ha avuto nel tirocinante degli effetti positivi specie dal punto di vista psichico.
Indubbia è l’efficacia della work experience per la formazione dei partecipanti ma
quale tipo di ricaduta ha comportato l’esperienza di tirocinio per l’amministrazio-
ne? di quale natura?
Nessuna ricaduta.
Quali sono stati gli elementi che hanno favorito o non favorito l’efficacia di tale
esperienza?
Mancanza di reale rete tra gli attori istituzionali.
Quale è stata la maggior lacuna da Lei riscontrata nell’organizzazione della work
experience?
Mancanza o quasi di conoscenze e competenze specifiche in merito al mondo della disabilitò
e dei soggetti svantaggiati.
E quale l’aspetto più positivo?
Il miglioramento dei rapporti interpersonali del tirocinante.
Qual è la caratteristica più positiva che ha riscontrato nel partecipante?
Serenità nell’organizzazione del lavoro e delle cose proprie in genere.
E la più negativa?
Nessuna in particolare.
Quali sono secondo lei i punti di forza di tale esperienza per l’amministrazione?
E per il tirocinante?
Sicuramente per l’amministrazione e per il personale impegnato (tutor) è stata una grossa
responsabilità assistere il tirocinante ma nello stesso tempo è stato uno stimolo importante
per la realizzazione di quegli obiettivi che ogni amministrazione pubblica dovrebbe persegui-
re nell’ambito del settore socio–assistenziale e Welfare.
Quali sono secondo lei i punti di debolezza di tale esperienza per l’amministrazio-
ne? E per il tirocinante?
Come già detto in precedenza sarebbe opportuno coinvolgere maggiormente i servizi sociali
comunali.
Ritiene che il tirocinante, al termine dell’esperienza, sia più pronto ad affrontare
le difficoltà del mondo esterno?
Assolutamente si.
interviSta
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
114
Potrebbe indicare quali sono, secondo lei, tre parole in grado di caratterizzare
tale esperienza?
Sicurezza, serenità e speranza.
Lei ritiene – in generale – che un’esperienza di tale tipo per i giovani possa rap-
presentare un’opportunità di crescita e avvicinamento al mondo del lavoro ?
Senza alcun dubbio.
C’è qualcosa che vorrebbe aggiungere per far comprendere meglio il suo giudizio
su questa esperienza?
Nessuna.
Sviluppare la SFera delle capacità relazionali
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
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Nome e cognome
Ida Leone
Ruolo ricoperto all’interno dell’azienda
Direttore
Azienda
ASSOIL SCHOOL – Advanced Skills for Services in Oil and Gas Industry School
Settore
Formazione Professionale per addetti al settore energetico–minerario
Comune
Viggiano (PZ)
Tirocinante
G. J.
Titolo di studio del tirocinante
Laurea
Periodo tirocinio
dal 02/02/2012 al 01/08/2012
Presentazione di ASSOIL SCHOOL
ASSOIL School (Advanced Skills for Service in Oil and Gas Industry School) è un’associazione
nata nel gennaio 2011, con il coinvolgimento del Settore Beni e Servizi di Assomineraria e
15 Imprese sue associate.
L’Associazione «ASSOIL School» è apolitica e non ha finalità di lucro. Essa ha il fine fon-
damentale di promuovere la formazione e la riqualifica¬zione professionale delle risorse
umane, occupate o potenziali, nei settori dell’industria e del commercio operanti nell’ambi-
to dell’energia, compreso l’indotto para–petrolifero, attraverso l’organizzazione di percorsi
post–diploma e post–laurea nelle discipline tecniche e scientifiche inerenti la gestione e la
manutenzione delle attività cui sono dedite le imprese dei predetti settori.
L’Associazione «Assoil School» può altresì svolgere programmi di ricerca scientifica, di inno-
vazione tecnologica, di sperimentazione tecnica. All’Associazione fa capo un Centro Didattico,
un’occaSione di creScita anche per l’azienda Intervista a Ida Leone
Direttore ASSOIL SCHOOL
interviSta
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
116
ubicato a Viggiano (PZ), di fronte al più imponente centro oli onshore d’Europa, con la finalità
di promuovere e gestire corsi di formazione tecnico–professionale per risorse umane di in-
teresse dei Soci Fondatori e di altre realtà imprenditoriali operanti nell’upstream Oil&Gas in
Italia e all’estero. Oltre a costituire un polo di riferimento dei Contrattisti per la qualificazione
e/o riqualificazione di risorse umane necessarie per lo sviluppo del settore Oil&Gas nella
Regione Basilicata, ASSOIL School si è posta in modo complementare ai sistemi formativi
(Istituti scolastici e Università) esistenti nel territorio, interagendo con loro e integrandone
le capacità di risposta alle esigenze del mercato del lavoro, non soltanto locale ma anche
nazionale e internazionale. A questo scopo il Centro ha ampliato il proprio intervento per
offrire percorsi formativi specialistici negli ambiti di: Progettazione, C ostruzione, Gestione e
Manutenzione degli impianti, oltre che di Salute, Sicurezza e Ambiente.
L’esperienza di tirocinio
La scuola è venuta a conoscenza del progetto Match attraverso la Provincia di Potenza e il
Centro per l’Impiego di Villa d’Agri. All’epoca del Progetto Match, Assoil School era stata co-
stituita da pochi mesi e l’dea di ospitare una giovane risorsa, per di più qualificata, ci è sem-
brata una buona opportunità per conoscere e sperimentare una professionalità che avrebbe
potuto crescere insieme alla nostra neonata attività. Alla luce dell’esperienza fatta mi sento di
condividere con soddisfazione l’impostazione del progetto che offre all’azienda l’opportunità
di conoscere e sperimentare la capacità del candidato e al tirocinante una concreta possibilità
di entrare in contatto con il mondo del lavoro e, insieme, di crescita professionale. Assoil
si occupa di formazione tecnico–professionale nello specifico settore dell’Oil and Gas ed ha
costante rapporti con le aziende che nello stesso settore operano, non soltanto in Basilicata
ma in Italia e all’estero. I rapporti con le aziende sono dunque costanti e sostenuti proprio
dal convincimento reciproco che la formazione costituisce un elemento fondamentale che dà
valore aggiunto all’azienda.
Durante i 6 mesi di tirocinio, il partecipante è stato seguito in maniera più costante dall’allora
Responsabile Amministrativo in qualità di Tutor, ma per alcune attività e direttive anche dalla
sottoscritta.
L’arrivo di una nuova risorsa presso la Scuola è stata salutata fin da subito con grande entu-
siasmo e grandi aspettative. Come detto, l’esperienza aziendale era ancora in fase di startup:
le attività prevalenti erano di ricognizione delle opportunità, analisi dei fabbisogni locali,
attività progettazione e offerta di formazione alle aziende operanti nell’indotto industriale
dell’ENI a Viggiano. Il tutto con un organico assai ridotto, cosa che ha sicuramente facilitato
l’inserimento del tirocinante, in virtù di rapporti brevi e diretti.
Il coinvolgimento del tirocinante è stato progressivo ma rapido; lo si è reso partecipe della
mission della Scuola, dei rapporti con gli interlocutori e dei beneficiari delle attività. Credo di
poter sostenere che nella gestione dell’esperienza di tirocinio il trasferimento di competenze
un’occaSione di creScita anche per l’azienda
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
117
specifiche, legate alla tipologia di servizi erogati dalla scuola, abbia proceduto di pari passo
con la crescita professionale della persona, le cui precedenti esperienze di lavoro erano ab-
bastanza varie e comunque distanti dal nostro peculiare ambito di azione. Il tirocinante ha
dimostrato fin da subito un atteggiamento interessato e disponibile, il che ha reso possibile
il raggiungimento degli obiettivi formativi previsti dal progetto con un buon grado di soddi-
sfazione da parte dell’azienda. Il periodo di work experience è coinciso con periodo di felice
congiuntura per la Scuola che ha cominciato a raccogliere i primi positivi risultati sugli inve-
stimenti progettuali fatti, avviandosi verso una progressiva crescita. Situazione questa che
ha generato effetti positivi sull’azienda e che si sono inevitabilmente riflessi su tutti quanti
hanno partecipato a questo processo: dipendenti, collaboratori e anche il tirocinante stes-
so. Il lavoro di squadra ha portato la Scuola a muovere i primi passi nella giusta direzione,
ciascuno si è sentito partecipe di questo percorso attraverso il proprio contributo personale
e professionale con indubbie ricadute in termini di stimolo e motivazione. La presenza di un
tirocinante in azienda, in un momento di complessivo investimento come quello appena de-
scritto, ha rappresentato un’occasione di crescita anche per l’azienda stessa. In particolare,
il fatto di dover rappresentare ed esplicitare a una risorsa nuova ed estranea allo specifico
ambito di attività gli obiettivi e i processi lavorativi, ha contribuito senz’altro a renderli più
chiari a tutti gli attori oltre a creare un clima di coinvolgimento e di partecipazione.
Il rapporto con il tirocinante, come detto, è stato complessivamente positivo e di reciproco
scambio. Il contributo più positivo è stata la sua competenza in campo informatico, cosa in
cui eravamo un po’ carenti. Al contrario, le lacune in campo linguistico e la scarsa conoscenza
della lingua Inglese hanno rappresentato un elemento di debolezza per il tirocinante. A ogni
modo, questi elementi non hanno influito negativamente sulla valutazione della risorsa for-
mata, tanto che al termine della work experience Assoil ha deciso di assumere il tirocinante
(Assunzione a tempo indeterminato – CCNL applicato: Formazione Professionale – V livello).
L’assunzione è stata effettuata sulla base della complessiva valutazione del lavoro svolto in-
sieme e ancor più per il potenziale individuato. Il livello di inquadramento in ingresso è stato
adeguato al titolo di studio (laurea) del tirocinante sebbene, almeno da principio, le funzioni
fossero ancora abbastanza generiche, in attesa che consolidasse la necessaria esperienza
per gestire in autonomia responsabilità di carattere amministrativo. Il rapporto di lavoro si
è protratto per circa 16 mesi (da settembre 2012 a gennaio 2014), periodo durante il quale
la risorsa ha avuto l’opportunità di crescere ulteriormente in azienda, al punto che, resasi
vacante la posizione, dal gennaio 2013 gli è stata affidata la funzione di responsabile ammi-
nistrativo. Purtroppo, a distanza di un anno, per esigenze interne di riduzione delle spese di
gestione, l’azienda si è trovata costretta a licenziare la risorsa e a esternalizzare il servizio
di amministrazione affidandolo a uno studio di consulenza (con costi assai più contenuti).
interviSta
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
119
Nome e cognome
Antonella Amelina
Ruolo ricoperto all’interno dell’azienda
Azionista della società
Azienda
Prima Systema srl
Settore
Servizi alle imprese
Comune
Sarconi
Tirocinante
C. G.
Titolo di studio del tirocinante
Diploma di geometra
Periodo tirocinio
dal mese di aprile 2012 a settembre 2012
Può presentarci in breve la sua azienda?
La nostra azienda si occupa di servizi alle imprese, quali corsi di formazione, sicurezza sul
lavoro, lavoriamo in edilizia, e lavori sulle costruzioni , sia per ristrutturazioni che per nuove
costruzioni.
Come è venuto a conoscenza del progetto Match?
Da una richiesta casuale all’Ufficio di Villa d’Agri dell’ Agenzia per l’impiego… se c’erano op-
portunità per nuove assunzioni
Precedentemente aveva ospitato altri tirocinanti?
Per diversi anni , quando da architetto avevo lo studio tecnico professionale, ho attivato
molti Piani di inserimento professionale, inserendo nel mondo del lavoro diversi giovani, di
cui alcuni hanno continuato con successo il lavoro di geometra, inserendosi presso imprese
note della zona, quali elementi preparati e di fiducia degli imprenditori.
un’opportunità per rompere il ghiaccio e metterSi in gioco Intervista a Antonella Amelina
Azionista Prima Systema srl
interviSta
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
120
Quali sono le motivazioni che hanno portato a ospitare all’interno della sua azien-
da uno dei partecipanti al progetto Match?
L’esigenza di inserire una nuova unità lavorativa per lo svolgimento di compiti di segreteria
organizzativa e di contatti all’esterno, avendo la possibilità di cambiare la sede e averne una
più idonea a ricevere.
Trova positiva l’ impostazione del progetto Match?
Certamente è una opportunità interessante, sia per le imprese che per i tirocinanti.
Attualmente quali sono secondo lei i rapporti tra il mondo imprenditoriale e il
mondo della formazione?
A parer mio, non vi è una sinergia ottimale, poiché la formazione tratta sempre molte ore di
teoria e poche di stage pratico, invece anche i corsi per la formazione del personale dovreb-
bero essere progettati dai titolare delle aziende, piuttosto che dagli esperti in formazione e
invertire i rapporti delle ore tra teoria e pratica.
Qual è il suo giudizio complessivo riguardo alla work experience attivata presso
la sua azienda?
Positivo, tanto che si è trasformato in assunzione .
Chi ha seguito all’interno della sua azienda il tirocinante durante la work expe-
rience?
L’amministratore della società, l’arch. Gennaro Petillo e io.
Con quali modalità è stato accolto, monitorato e valutato il tirocinante?
Con le modalità che in genere si adottano per tutti i dipendenti: per prima cosa, il comporta-
mento e la buona educazione, poi la puntualità, la serietà e l’impegno profuso per lo svolgi-
mento dei compiti assegnatigli, con valutazioni e verifiche sull’apprendimento dei concetti e
sulla capacità operativa e organizzativa.
Come è stata percepito il tirocinante dagli eventuali altri dipendenti presenti in
azienda?
Bene, ha avuto un buon inserimento, senza interferenza alcuna di altro dipendente nello
svolgimento dei compiti assegnatigli.
Nel gestire tale esperienza di tirocinio l’ attenzione si è focalizza maggiormente
sul trasferimento di competenze specifiche della vostra attività oppure anche sul-
la crescita della persona?
Su entrambe le sfere, in quanto è certamente di fondamentale importanza la fase di crescita
personale soprattutto per acquisire quella sicurezza che è necessaria per affrontare il mondo
del lavoro e le relazioni con l’esterno, a questa fase si aggiunge in parallelo l’acquisizione di
nozioni e di competenze specifiche.
L’inserimento in azienda del tirocinante ha comportato qualche difficoltà ? Se si,
che tipo di difficoltà e come sono state affrontate?
un’opportunità per rompere il ghiaccio e metterSi in gioco
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
121
I primi tempi si è registrata una fase di conoscenza che era prevedibile per tutti, trattandosi
anche di una persona che doveva nuovamente reinserirsi nel mondo del lavoro e che non si
conosceva prima, si è dato il tempo giusto prima per conoscersi, poi per comprendere il tipo
di lavoro e le mansioni da svolgere.
Ritiene che siano stati raggiunti gli obiettivi formativi?
Sicuramente
Il periodo di tirocinio è stato sufficiente per lo svolgimento dell’attività prevista
nel progetto formativo?
Interagendo con una persona che aveva la necessità di reinserirsi perché ormai erano anni
che non lavorava, e operando in un contesto di economia lenta e con il periodo di crisi che
stiamo attraversando, sarebbe stato più positivo e vantaggioso se il tirocinio fosse stato un
po’ più lungo e avesse dato più tempo utile per il corretto inserimento, per esempio se avesse
avuto la durata di 12 mesi.
È soddisfatto dei risultati operativi raggiunti dal tirocinante?
Si
Secondo lei quali sono stati gli effetti generati dalla work experience nel tiroci-
nante?
Ha generato la fiducia in se stessa e la consapevolezza di poter essere utile, con le proprie
capacità e il proprio bagaglio di conoscenze acquisito durante la work experience.
Indubbia è l’efficacia della work experience per la formazione dei partecipanti
ma quale tipo di ricaduta ha comportato l’esperienza di tirocinio per l’azienda?
di quale natura?
Ha comportato la continua attenzione al tirocinante alle sue esigenze, alle sue fasi di crescita
e di apprendimento, dedicando tempo e insegnamento.
Quali sono stati gli elementi che hanno favorito o non favorito l’efficacia di tale
esperienza?
Il buon esito della formazione in tale periodo di apprendistato e l’interesse reale dell’ appren-
dista a voler continuare il percorso e iniziare la fase lavorativa.
Quale è stata la maggior lacuna da Lei riscontrata nell’organizzazione della work
experience?
Sarebbe certamente interessante una fase valutativa a più soggetti, in modo che, sia per
l’azienda che per i tirocinanti ci sia la possibilità, attraverso una rotazione e una fase di cono-
scenze diverse, di valutare più opportunità lavorative e più soggetti interessati, poi la durata,
perché va differenziata la casistica, se la persona già conosce l’ambiente, le persone e il tipo
di attività lavorativa, da chi si incontra per la prima volta .
E quale l’aspetto più positivo?
L’opportunità che ha il tirocinante di ricevere un bonus formativo interessante e stimolante,
interviSta
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
122
che rappresenta una opportunità reale di inserimento
Quale è la caratteristica più positiva che ha riscontrato nel partecipante?
L’interesse e la volontà di portare avanti l’esperienza formativa
E la più negativa?
La timidezza.
Quali sono secondo lei i punti di forza di tale esperienza per l’azienda? E per il
tirocinante?
Sono appunto questa reale opportunità data a entrambi, di conoscersi e di valutare la possi-
bilità di iniziare un rapporto lavorativo, in quanto sostenuto economicamente.
Quali sono secondo lei i punti di debolezza di tale esperienza per l’azienda? E per
il tirocinante?
Che andrebbe effettuata una valutazione puntuale, caso per caso, se far durare di più il
periodo formativo, se necessario.
Ritiene che il tirocinante sia preparato all’inserimento nel mondo del lavoro?
Si, anche se un saggio dice che « nella vita non si finisce mai di imparare»
Potrebbe indicare quali sono, secondo lei, tre parole in grado di caratterizzare
tale esperienza?
Amicizia, pazienza, conoscenza.
Quale messaggio e cosa può trasmettere a un ragazzo che viene a frequentare il
tirocinio presso la sua azienda un imprenditore come lei?
Che la vita è dura, la società è scettica, la gente è esigente, la crisi si tocca con mano e che
per riuscire a essere produttivi, nel mondo del lavoro, è necessario impegnarsi molto, e sem-
pre senza sottrarsi ad adempimenti che la situazione contingente richiede a ciascuno di noi,
e che il dipendente deve sempre immaginare di operare come se fosse il titolare dell’azienda,
con lo stesso impegno.
Lei ritiene – in generale – che per il futuro inserimento nel mondo del lavoro
un’esperienza di tale tipo per i giovani possa costituire un’opportunità maggiore
o un titolo preferenziale?
Un’opportunità maggiore e valida per rompere il ghiaccio e mettersi in gioco, senza riserve .
In futuro all’interno della sua azienda ripeterebbe tale esperienza? E perché?
Certo, perché è sempre importante avere la possibilità di conoscere persone nuove e rappor-
tarsi in maniera propositiva .
Al termine della work experience ha deciso di assumere il tirocinante? Se sì quali
sono state le motivazioni?
Abbiamo assunto la tirocinante perché aveva dimostrato impegno, capacità e correttezza
comportamentale .
Se ha assunto il tirocinante, a distanza di tempo si ritiene soddisfatto della deci-
un’opportunità per rompere il ghiaccio e metterSi in gioco
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
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sione presa?
Si, è sta un’esperienza positiva. C’è qualcosa che vorrebbe aggiungere per far
comprendere meglio il suo giudizio su questa esperienza?
Secondo me dovrebbero farla tutti, perché è utile dedicarsi a qualcuno per formarlo e per
aiutarlo a crescere, aiuta anche te che lo fai.
interviSta
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
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Nome e Cognome
Lorenzo Carmelo Pavese
Età
36
Titolo di studio
Laurea in Scienze Geologiche
Comune
Laurenzana
Tipologia
Azienda Agricola E Zootecnica
Avvio attività
05/11/2012
Come è entrato in contatto con il Progetto Match e quali erano le sua aspettative
in merito?
Sono venuto a conoscenza del progetto MACTH su internet e successivamente sono stato
contattato dal centro dell’impiego di Laurenzana, in particolar modo dalla sig.ra Rinaldi; le
mie aspettative erano molto chiare e mirate a un approfondimento delle conoscenze che già
avevo in materia di zootecnia.
Mi racconta la sua esperienza all’interno di questo progetto? Come lo ha vissu-
to?…. quali sono state le difficoltà e le soddisfazioni vissute?... Può farmi alcuni
esempi per far comprendere meglio le situazioni affrontate?
È stata un’esperienza partita in «bianco» , in tutti i sensi. Mi spiego meglio… dal primo feb-
braio 2012 fino al venti, il comune di Laurenzana, come la maggior parte della regione, fu
colpita da una nevicata eccezionale. L’azienda nella quale ho effettuato il tirocinio è’ situata
a 1200 metri s.l.m. e in quei giorni la coltre bianca raggiunse il metro e mezzo... mi sono
trovato immediatamente ad affrontare le difficoltà più terribili che questo mestiere comporta.
Passata l’emergenza il tirocinio è proseguito in maniera lineare anche grazie alla simpatia
e umanità del sig. Falotico, titolare dell’azienda ospitante… ho appreso immediatamente le
un’eSperienza partita in “bianco” Intervista a Lorenzo Carmelo Pavese
Beneficiario Match
interviSta
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
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metodologie della trasformazione del latte ovi– caprino e dell’allevamento di questa specie
animale.
Quanto è stata interessante questa esperienza e perché?
È stata molto interessante proprio perché ha arricchito e completato le conoscenze in mate-
ria di zootecnia, conoscenze apprese da mio padre, anche lui allevatore anche se di bovini…
Quanto è stata impegnativa questa esperienza e perché?
Sapendo a cosa andavo incontro ed essendo già abituato alle relative difficolta’… tutto som-
mato è andata molto bene, meno impegnativa del previsto.
Quanto è stata utile questa esperienza e perché?
Ha completato le mie conoscenze in materia.
Cosa ha imparato da questa esperienza?
Ho appreso la lavorazione del latte ovi– caprino e l’allevamento di queste specie animali
Provi a individuare 3 parole con cui rappresentare questa esperienza.
SERIETA’, ELASTICITA’ MENTALE (ad affrontare gli imprevisti e a lavorare anche più delle
cinque ore giornaliere), AMORE PER GLI ANIMALI.
Potrebbe indicare gli elementi più positivi dell’esperienza nel suo complesso?
Uno su tutti…la concretezza!
Potrebbe indicare alcuni degli elementi negativi dell’esperienza nel suo comples-
so?
Personalmente ho usufruito dei quindicimila euro per avviare l’attività perché l’ho ereditata
da mio padre, e gli stessi sono stati!!!! Non mi meraviglia che tra i sessanta partecipanti sono
stato l’unico a intraprendere questa strada in quanto, in questo periodo, 15.000,00 euro non
ti garantiscono quella sicurezza «imprenditoriale».
Le sarebbe piaciuto approfondire qualcosa di più su cosa e perché?
Assolutamente no.
Qual è stata la cosa più difficile e perché?
Arrivare in azienda con un metro e mezzo di neve.
Qual è stata la cosa più noiosa?
Le firme sul registro…
Perché ha deciso di avviare un’attività imprenditoriale? Qual è stata la principale
motivazione?
Avendo già un’azienda di famiglia sentivo il diritto e il dovere di continuare.
In che settore ha avviato la sua azienda?
Allevamento bovino e in seguito al tirocinio anche quello ovi–caprino.
Di cosa si occupa l’azienda che ha avviato?
Allevamento bestiame soprattutto da carne.
In che modo è stato sostenuto in questa sua scelta?
un’eSperienza partita in “bianco”
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
127
Moralmente da i miei familiari e materialmente anche da fondi regionali.
Può descrivere le principali tappe che ha dovuto affrontare per avviare l’attività
imprenditoriale?
Innanzitutto l’ iscrizione alla Camera di Commercio con l’apertura della partita iva, poi l’ac-
quisto di un nuovo trattore e la riorganizzazione dell’azienda.
Quali difficoltà ha dovuto affrontare?
Nessuna anche perché già sapevo la realtà alla quale andavo incontro.
L’avvio di questa attività imprenditoriale in che modo ha risposto alle sue aspet-
tative iniziali?
Come prevedevo… bisogna fare tanti sacrificio soprattutto per il periodo storico– politico che
stiamo vivendo.
Fra tutte le attività che attualmente la vedono impegnata in azienda, quali ritiene
di maggiore interesse e quali di svolgere con maggiori risultati positivi?
L’ allevamento dei bovini da carne.
Può descrivere un’occasione in cui si è trovato in difficoltà?
non sono uno che si lamenta e sinceramente non ne ho trovate.
Può descrivere un’occasione in cui si è sentito veramente soddisfatto?
Il parto gemellare di una vacca… sono riuscito a salvare sia i vitelli che la madre….senza
l’aiuto del veterinario!
Come ha reagito l’ambiente circostante a questa sua scelta imprenditoriale?
Era scontato che facessi questa scelta … quindi nessuna reazione.
Per avviare questa attività imprenditoriale le sono state utili le conoscenze e le
competenze che aveva acquisito in precedenti esperienze lavorative, scolastiche
o formative e quali conoscenze e competenze tecniche nuove ha dovuto appren-
dere?
Assolutamente si… l’esperienza maturata negli anni trascorsi ad aiutare mio padre.
Le attività svolte per l’avvio dell’attività imprenditoriale le hanno fatto scoprire capacità e
«talenti» che non pensava di avere? In che cosa ho dimostrato di essere particolarmente
«bravo»? Sono particolarmente bravo come «ostetrico»!
Come vive l’attuale esperienza imprenditoriale?
Benissimo… amo gli animali, la natura e sono molto sereno.
Quali sono le eventuali paure e speranze rispetto a questa sua attività?
Sono ottimista per natura… non bisogna mai aver paura.
Durante questa esperienza, qual è l’insegnamento principale che ritiene di avere
appreso?
Avere pazienza, tanta pazienza.
La partecipazione al Progetto Match in che modo ha modificato e quali effetti ha
interviSta
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
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avuto sui suoi progetti futuri?
Non ha modificato nulla… mi ha solo aiutato ad accelerare il passaggio da padre in figlio
dell’attività familiare.
Consiglierebbe a un suo amico la possibilità di partecipare a una esperienza si-
mile? Perché?
Non consiglio nulla perché penso che ognuno sappia cosa fare del proprio futuro!!
un’eSperienza partita in “bianco”
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
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Azioni dirette
Si intendono i servizi offerti al target di progetto, anche con carattere di ripetibilità.
Azioni trasversali
Si intendono le attività realizzate durante tutto il periodo di interesse della linea di intervento.
Barriera
Fattori che mediante la loro assenza o presenza, migliorano il funzionamento e riducono la
disabilità.
Blowing the whistle
Avvio al lavoro (in attività di inserimento lavorativo coronato da successo)
Capacità
Possibilità del soggetto di svolgere determinati compiti in un ambiente neutro.
Centralità delle persona
Capacità di costruire processi che abbiano al centro le persone, il loro essere e il loro esserci.
Challenge
Fase relativa ai percorsi di inserimento lavorativo attraverso gli strumenti sostenuti formativi
e di inserimento previsti dalla linea di servizio.
Changing Room
Fase relativa alla formazione di operatori e formatori
Coaching
Fase relativa all’ assistenza specialistica personalizzata
Colloquio individuale
Intervista semi– strutturata nel corso della quale vengono rilevate alcune competenze tra-
sversali, quali capacità e stile comunicativo, motivazione al lavoro, costanza nell’esecuzione
di compiti, etc… Inoltre vengono osservati da parte dell’operatore alcuni indicatori fisici come
prensilità e in generale uso delle mani e/o deambulazione, affaticabilità, possibilità di soste-
nere carichi e pesi, etc…I risultati del colloquio individuale vengono inseriti nel sistema e
vanno a costituire la banca dati utenti.
Disabilità
le parole del progetto match Franca Coppola
Responsabile Qualità Apof-il
generale
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
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La disabilità è una difficoltà nel funzionamento a livello fisico, personale o sociale, in uno
o più dei domini principali di vita, che una persona con una condizione di salute trova
nell’interazione con i fattori contestuali. Si riferisce a qualsiasi restrizione o carenza della
capacità di svolgere un’attività nel modo o nei limiti ritenuti normali per un essere umano.
È conseguenza della menomazione. Questi scostamenti per eccesso o per difetto possono
essere temporanei o permanenti, reversibili o irreversibili, progressivi o regressivi. Possono
essere conseguenza diretta di una menomazione, oppure configurarsi come una reazione, a
esempio psicologica.
Economia sociale
È il termine utilizzato per indicare l’integrazione tra i risultati economici conseguiti da una
impresa/organizzazione con obiettivi socialmente rilevanti. (sinonimi: economia solidale,
economia civile, società civile, privato sociale)
Empowerment
Potenziamento delle capacitazioni del beneficiario quale strumento/metodologia principale
sulla quale incentrare ogni ipotesi di lotta alla povertà (economica, ma anche sociale, di
relazioni, di opportunità, di scolarizzazione, ecc.).
Facilitatore
Fattore che mediante la sua assenza o presenza,migliora il funzionamento e riduce la disa-
bilità.
Fattori ambientali
Gli atteggiamenti e l’ambiente fisico e sociale in cui le persone vivono e conducono la loro
esistenza. I fattori ambientali includono l’ambiente fisico e le sue caratteristiche, quello cre-
ato dall’uomo, altre persone, atteggiamenti e valori, sistemi sociali e servizi, politiche regole
e leggi.
Fattori contestuali
L’intero background della vita e delle condizione esistenziale di un individuo. Includono i
fattori ambientali e i fattori personali che hanno un impatto sull’individuo con una condizione
di salute.
Fattori personali
Fattori relativi a sesso, età, classe sociale, esperienze di vita ecc…
Goal
Identificazione degli obiettivi personali – Formazione e orientamento.
Governance
Reale e efficace cooperazione interistituzionale, sia verticale che orizzontale.
Gruppo di Pilotaggio del P.O.V.
Composto da referenti tecnici delle amministrazioni coinvolte scelti fra i responsabili di ufficio,
unità operative, agenzie, ecc., delle diverse amministrazioni.
le parole del progetto match
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
131
Handicap
Nella definizione dell’OMS ci si riferisce a esso come a un fenomeno prevalentemente sociale.
L’handicap rappresenta tutto ciò che la persona non può fare a causa della sua disabilità;
per esempio, una disabilità motoria conseguenza di un’alterazione neurologica limita l’auto-
nomia sociale di una persona; ciò che «…limita o impedisce la possibilità di ricoprire il ruolo
normalmente proprio a una persona in relazione all’età, al sesso e ai fattori socioculturali.»
(ICIDH 1980).
ICF
(International Classification of Functioning, Health and Disability)
• Un modello concettuale che concepisce il funzionamento e la disabilità in relazione con
l’ambiente di vita della persona interessata e fornisce modalità per descrivere l’impatto dei
fattori ambientali, in termini di facilitatori o di barriere, rispetto alle attività e alla partecipa-
zione di quella persona che ha una determinata «condizione di salute».
• Una descrizione delle diverse componenti del funzionamento nelle diverse età della vita
del soggetto.
• Una classificazione con struttura gerarchica con più livelli di codifica e indicatori di compro-
missione per ciascun aspetto compromesso.
Indagine sull’utenza
Viene realizzata attraverso la somministrazione di una batteria testologica in gruppo e un
colloquio individuale.
Interventi di Sistema
Interventi realizzati a monte dei problemi di esclusione, immaginando e sperimentando as-
setti istituzionali capaci di agire sul piano della prevenzione dei fenomeni di esclusione stessa,
Intervista alle aziende
La procedura Match prevede interviste in profondità alle aziende che mettono a disposizione
posizioni lavorative finalizzate a:
• Verificare la reale disponibilità dell’azienda a inserire personale disabile;
• Verificare il grado di «realismo» della mansione richiesta dall’azienda (molte aziende chie-
dono profili professionali molto alti e difficili da reperire nell’universo tipo dell’utenza);
• Verificare il tempo di validità di ciascuna mansione e le concomitanze con eventuali obblighi
68/99;
• Descrivere con modalità approfondita e «mediata» la mansione/i messe a disposizione per
l’inserimento lavorativo;
• Verificare la presenza o meno di barriere architettoniche e la raggiungibilità/agibilità della
sede/i lavorativa.
Kick– off
Fase di pianificazione esecutiva e analisi di contesto
generale
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
132
Lavoratore disabile
Chiunque sia riconosciuto disabile ai sensi dell’ordinamento nazionale o caratterizzato da
impedimenti accertati che dipendono da un handicap fisico, mentale o psichico.
Lavoratore molto svantaggiato
Lavoratore senza lavoro da almeno 24 mesi;
Lavoratore svantaggiato
Chiunque rientri in una delle seguenti categorie:
• chi non ha un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi;
• chi non possiede un diploma di scuola media superiore o professionale (ISCED 3);
• lavoratori che hanno superato i 50 anni di età;
• adulti che vivono soli con una o più persone a carico;
• lavoratori occupati in professioni o settori caratterizzati da un tasso di disparità uomo–
donna che supera almeno del 25 % la disparità media uomo– donna in tutti i settori
economici dello Stato membro interessato se il lavoratore interessato appartiene al genere
sottorappresentato;
• membri di una minoranza nazionale all’interno di uno Stato membro che hanno necessità
di consolidare le proprie esperienze in termini di conoscenze linguistiche, di formazione
professionale o di lavoro, per migliorare le prospettive di accesso a un’occupazione stabile.
Management
Fase di coordinamento, monitoraggio e valutazione.
Match
Metafora sportiva (MATCH) che combina la metodologia di lavoro (il matching tra bisogni e
risposta di sistema, per esemplificare fra domanda e offerta di lavoro a favore di persone a
rischio di esclusione) con una idea sfidante, competitiva e allo stesso tempo solidale per chi
prende parte al progetto (sia destinatari che operatori, imprenditori, etc.).
Matching
Fase di incrocio domanda / offerta su sistema informativo.
Menomazione
Si riferisce a perdite o anormalità che possono essere transitorie, permanenti e comprendere
l’esistenza o l’evenienza di anomalie a carico di arti, organi, tessuti o altre strutture del corpo,
comprese le funzioni mentali. Rappresenta l’esteriorizzazione di uno stato patologico e, in
generale, si riferisce a disturbi a livello d’organo.
Multidimensionalità
La logica inclusiva richiede a ogni sistema di fare leva su più dimensioni, quella del sostegno,
quella dell’inserimento lavorativo, quella della risoluzione di specifiche problematiche, quella
dell’accesso ai servizi, alla cultura, alla socialità, alla casa, ecc.
Partecipazione
le parole del progetto match
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
133
La partecipazione viene definita come il «coinvolgimento in una situazione di vita» di una
persona e rappresenta la prospettiva sociale del funzionamento.
Pattern
Fase della standardizzazione del modello e disseminazione dei risultati.
Personalizzazione
Capacità di erogare servizi flessibili e orientati al fabbisogno dell’individuo, alle sue possibili-
tà, ai suoi gap, alle sue aspirazioni, ecc.
Persona svantaggiata
Ai sensi della legge 381/91 che così recita: «Nelle cooperative che svolgono le attività agri-
cole, industriali, commerciali o di servizi finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svan-
taggiate si considerano persone svantaggiate gli invalidi fisici, psichici e sensoriali, gli ex
degenti di istituti psichiatrici, i soggetti in trattamento psichiatrico, i tossicodipendenti, gli
alcolisti, i minori in età lavorativa in situazioni di difficoltà familiare, i condannati ammessi alle
misure alternative alla detenzione previste dagli articoli 47, 47– bis, 47– ter e 48 della legge
26 luglio 1975, n. 354, come modificati dalla legge 10 ottobre 1986, n. 663. Si considerano
inoltre persone svantaggiate i soggetti indicati con decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri, su proposta del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Mi-
nistro della sanità, con il Ministro dell’interno e con il Ministro per gli affari sociali, sentita la
commissione centrale per le cooperative istituita dall’articolo 18 del citato decreto legislativo
del Capo provvisorio dello Stato 14 dicembre 1947, n. 1577, e successive modificazioni.»
Performance
La capacità del soggetto di svolgere quei compiti in un contesto concreto che lo può aiutare
(mediante facilitatori) o ostacolare (opponendo barriere).
Premio Fair play
Fase della responsabilità sociale delle imprese.
Presa in carico
(riferita all’utenza) Azione che prende atto del fatto che i servizi di inclusione devono essere
intesi come luoghi nei quali tutte le domande (bisogni) della persona possono e debbono
essere accolti.
Promotion
Fase della comunicazione istituzionale e partenariato.
Qualificatori
Indicano l’estensione dello stato di salute, cioè la gravità del problema. Definiscono e de-
scrivono su scala ordinale il grado di compromissione di una funzione/struttura corporea o
il grado di difficoltà che una persona incontra nello svolgere attività o a partecipare alla vita
sociale.
Responsabilità sociale d’impresa
generale
134
(o Corporate Social Responsibility, CSR) si intende l’integrazione di preoccupazioni di natura
etica all’interno della visione strategica d’impresa: è una manifestazione della volontà delle
grandi, piccole e medie imprese di gestire efficacemente le problematiche d’impatto sociale
ed etico al loro interno e nelle zone di attività.
Rete di servizi
Corollario della Presa in Carico. Infatti se un servizio deve essere in grado di accogliere tutte
le domande del soggetto, non può naturalmente essere in grado di fornire tutte le risposte.
Ne consegue che l’insieme delle risposte può essere fornito da una «rete» di servizi inte-
ragenti in grado così di articolare una complessità di intervento capace di fronteggiare la
complessità della domanda posta dall’utente.
Salute
Non è solo l’assenza di malattia, ma può essere sintetizzata come uno stato dell’intera per-
sona, pertanto è benessere strettamente legato al funzionamento umano a tutti i livelli:
biologico, psicologico e sociale
Sessione testologica
Somministrazione di una batteria di test finalizzata a rilevare il livello di efficienza intellettiva
attraverso l’abilità nell’osservare relazioni; consentire di delineare alcuni fattori della per-
sonalità ritenuti di particolare rilevanza psicologica; fornire alcuni valori di riferimento alle
attitudini lavorative quali, a esempio, la velocità e la precisione nell’eseguire alcuni compiti di
riordino alfabetico, la capacità di individuare errori ortografici, l’abilità numerica, ecc.
Stakeholders
Portatori di interesse
Target
Destinatari dell’intervento
Uneasy Corner
Fase della presa in carico.
Welfare Community
Sistema di costante collaborazione tra pubblico (Regione Basilicata, Provincia di Potenza
per le proprie competenze in materia di politiche del lavoro e della formazione, Comuni,
attraverso i Servizi Sociali, ASP per le competenze in materia socio–sanitarie e di medicina
territoriale sistema scolastico) e privato sociale (volontari, associazioni, cooperative sociali).
Work – experience La work experience si sostanzia in un tirocinio formativo, attuato nel
rispetto delle disposizioni contenute nell’articolo 18 della legge 25 giugno 1997, n. 196 e del
Decreto Ministero del Lavoro e P.S. del 25 marzo 1998, n. 142 che ha fissato i criteri e le mo-
dalità di svolgimento dei tirocini. Nello specifico il tirocinio può durare 12 mesi per le persone
svantaggiate ai sensi della legge 381/91 o del Reg CE n.800/2008 e 24 mesi – per i disabili.
le parole del progetto match
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avviSo pubblicoWork experience per Favorire l’inSerimento occupaziona-le per perSone diSabili e di Soggetti SvantaggiatiProvincia di Potenza
Ufficio Lavoro Formazione e Politiche Sociali
In attuazione del programma operativo
Val D’agri – Melandro – Sauro – Camastra
Linea di Intervento C.5
Inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati 2
INDICE ARTICOLI
Art. 1–Disposizioni normative di riferimento
Art. 2 – Finalità generali
Art. 3 – Ambito territoriale interessato
Art. 4 – Numero di work experience
Art. 5 – Destinatari
Art. 6 – Descrizione sintetica delle azioni previste
Art. 7 – Modalità di svolgimento della work
Art. 8 – Contributi economici per l’assunzione
Art. 9 – Contributi economici per l’avvio di attività autonoma
Art. 10 – Modalità di presentazione delle istanze
Art. 11 – Criteri per la selezione dei partecipanti
Art. 12 – Approvazione e pubblicazione degli esiti dell’istruttoria
Art. 13 – Controlli e sanzioni
Art. 14 – Informativa sul trattamento dei dati personali
Art. 15 – Accesso ai documenti amministrativi
Art. 16 – Risorse finanziarie disponibili
Art. 17 – Responsabile del procedimento
Art. 18 – Allegati
Art. 19 – Pubblicità dell’Avviso
Art. 1 – Disposizioni normative di riferimento
La Provincia di Potenza, su delega della Regione Basilicata, con Determinazione Dirigenziale
n.3784 del 15/12/2010 adotta il presente Avviso Pubblico in coerenza e attuazione dei se-
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guenti riferimenti normativi e programmatici:
– L. 27 maggio 1970, n. 382 «Disposizioni in materia di assistenza ai ciechi civili» e s.m.i.
– Legge 7 agosto 1990, n. 241 «Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e
di diritto di accesso ai documenti amministrativi come modificata e integrata dalla legge 11
febbraio 2005, n. 15 (Gazzetta Ufficiale n. 42 del 21 febbraio 2005) e dal decreto legge 14
marzo 2005, n. 35 convertito con modificazioni dalla legge 14 maggio 2005, n. 80.
– L. n. 381/91 «Disciplina delle cooperative sociali» e s.m.i.
– L. R. n. 40/1995 e s.m.i., finalizzata all’individuazione del «comprensorio» interessato dai
benefici rivenienti dalle royalties delle estrazioni petrolifere, quale territorio di 30 comuni,
all’interno del quale operare azioni tese allo sviluppo economico, all’elevazione della qualità
della vita e all’incremento industriale.
– D. Lgs. n. 469/97 «Conferimento alle Regioni e agli Enti Locali di funzioni e compiti in
materia di mercato del lavoro».
– Legge 25 giugno 1997, n. 196 «Norme in materia di promozione dell’occupazione», in
particolare articolo 18.
– Decreto Ministero del Lavoro e P.S. del 25 marzo 1998, n. 142 Regolamento recante norme
di attuazione dei principi e dei
criteri di cui all’art. 18 della L. 24 giugno 1997, n. 196 sui tirocini formativi e di orientamen-
to».
– Circolare Ministero del Lavoro – Direzione Generale Impiego
– n. 92 del 15.07.1998 «Tirocini formativi e di orientamento. D.M. n. 142 del 25/3/98».
– L. n. 68 del 12/03/1999 «Norme per il diritto al lavoro dei disabili».
– D.P.C.M. del 13 gennaio 2000 «Atto di indirizzo e coordinamento in materia di collocamento
obbligatorio dei disabili, a norma dell’art. 1, comma 4, della Legge 68/99.
– D. Lgs. n. 185/2000 «Incentivi all’auto– imprenditorialità e all’auto– impiego, in attuazione
dell’articolo 45, comma 1, della legge 17 maggio 1999, n. 144».
– D.P.R. del 10 Ottobre 2000 n. 333, «Regolamento di esecuzione per la attuazione della
legge 12 Marzo 1999, n. 68, recante nome per il diritto al lavoro dei disabili».
– Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267 «Testo unico delle leggi sugli enti locali».
– D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445, «Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari
in materia di documentazione amministrativa».
– L. R. 20 luglio 2001 n. 28, «Promozione dell’accesso al lavoro delle persone disabili» coor-
dinata con la L. R. 1 Marzo 2002, n. 13.
– D. Lgs. n. 297/2002 «Disposizioni modificative e correttive del decreto legislativo 21 aprile
2000, n. 181, recante norme per agevolare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, in
attuazione dell’articolo 45, comma 1, lettera a) della legge 17 maggio 1999, n. 144».
– L. n. 30/2003 «Legge delega sul mercato del lavoro».
– D. Lgs. n. 276/2003 «Attuazione delle deleghe in materia di occupazione e mercato del
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lavoro, di cui alla legge 14 febbraio 2003, n. 30».
– D.G.R. n. 838/2003 e D.C.R. n. 645/2003 «Accordo di Programma tra la Regione Basili-
cata, le Comunità Montane e le Amministrazioni Comunali interessate territorialmente dal
Programma Operativo Val d’Agri, Melandro, Sauro, Camastra. Per uno sviluppo territoriale
di qualità».
– Decreto Legislativo 30 giugno 2003, n. 196 «Codice in materia di protezione dei dati per-
sonali».
– L. R. 11 dicembre 2003, n. 33 «Riordino del sistema formativo integrato» e s.m.i.
– Direttiva Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Funzione Pubblica – 1
agosto 2005, n. 2 «Tirocini formativi e di orientamento».
– Legge 20 febbraio 2006, n. 95, «Nuova disciplina in favore dei minorati auditivi» e s.m.i.;.
– Regolamento (CE) n. 2204 /2002 relativo all’applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato
CE agli aiuti di Stato a favore dell’occupazione.
– Regolamento (CE) n. 1081/2006, relativo al Fondo Sociale Europeo e recante l’abrogazione
del Regolamento (CE) n. 1784/1999 e s.m.i.
– Regolamento (CE) n. 1083/2006, recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di Svi-
luppo Regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione e che abroga il Regola-
mento (CE) n. 1260/1999 e s.m.i.
– Regolamento (CE) n. 1998/2006 della Commissione, del 15 dicembre 2006, relativo all’ap-
plicazione degli articoli 87 e 88 del trattato agli aiuti d’importanza minore (de minimis);
– Regolamento unico di applicazione del 15 febbraio 2007, corrigendum al Regolamento (CE)
n. 1828/2006 che stabilisce le modalità di applicazione del succitato Regolamento (CE) n.
1083/2006 e s.m.i.
– L. R. n. 4 del 14/02/2007 «Rete regionale integrata dei servizi di cittadinanza sociale».
– PO FSE 2007–2013 Regione Basilicata approvato con Decisione C(2007) n. 6724 del 18
dicembre 2007 e s.m.i.
– Regolamento (CE) n. 800/2008, che dichiara alcune categorie di aiuti compatibili con il
mercato comune in applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato (regolamento generale di
esenzione per categoria).
– Deliberazione di Consiglio Regionale n. 401 del 10 giugno 2008 che prende atto della sum-
menzionata Decisione della Commissione Europea C(2007) 6724 del 18/12/2007 di adozione
del P.O. FSE Basilicata 2007– 2013, cosi come proposto con la D.G.R. n. 224 del 26 febbraio
2008.
– Deliberazione n. 854 del 10 giugno 2008 con la quale la Giunta Regionale ha preso atto
dei «Criteri di selezione delle operazioni da ammettere a cofinanziamento del Fondo Sociale
Europeo» relativi al Programma Operativo FSE 2007– 2013 della Regione Basilicata.
– D. P. R. n. 196 del 03/10/2008 che definisce le norme sull’ammissibilità delle spese per i
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programmi cofinanziati dai fondi strutturali per la fase di programmazione 2007– 2013.
– Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 «Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto
2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro».
– Delibera di Consiglio Provinciale n. 106/2008 che approva le «Linee di intervento relative
alla programmazione regionale delle azioni integrate di orientamento, istruzione e formazio-
ne professionale e dell’impiego per il triennio 2008/2010».
– Intesa interistituzionale sottoscritta il 20/01/2009 tra Regione Basilicata e Provincia di
Potenza e Provincia di Matera «per la promozione dell’orientamento, istruzione e formazione
professionale e delle politiche attive del lavoro.
– Circolare n. 2/2009 del 02/02/2009 del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche
sociali, in materia di ammissibilità delle spese per le attività cofinanziate dal F.S.E.
– Deliberazione di Giunta Regionale n. 2310 del 29/12/2009 di approvazione del «Progetto
Match. Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione dl svantaggio».
– Deliberazione di Giunta Regionale n. 96 del 26/01/2010 «Indirizzi Operativi di Riforma del
Sistema Pubblico di Mediazione tra Domanda e Offerta di lavoro, in attuazione del D. Lgs.
297/2002 – Collocamento obbligatorio L. 68/99 – conferma e approvazione del testo nuova-
mente esaminato e parzialmente modificato».
– Deliberazione di Giunta Provinciale n. 10 del 16/02/2010 avente a oggetto «Programma
Operativo Val d’Agri – Melandro – Sauro – Camastra, per uno sviluppo di qualità» – Misura
C5 – «Progetto Macth – Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazioni di
svantaggio» – Presa d’atto – Individuazione dei componenti della Provincia nel Gruppo di
Pilotaggio del P.O.V.
– D.G.R. n. 1584 del 21.09.2010 «Legge Regionale n. 33 dell’11 dicembre 2003, artt. 27 e
30. Approvazione modelli standard degli Attestati per i corsi del Catalogo Regionale e Inter-
regionale di Alta Formazione».
Art. 2 – Finalità generali
Il presente Avviso è rivolto all’attuazione della Linea di Intervento C.5.b «Inserimento la-
vorativo di soggetti svantaggiati» del Programma Operativo Val d’Agri, Melandro, Sauro,
Camastra.
L’Avviso si prefigge di realizzare, nel territorio interessato, progetti di work experience, in at-
tuazione del Progetto “Match. Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazio-
ne dl svantaggio” approvato con Deliberazione di Giunta Regionale n. 2310 del 29/12/2009 e
delle «Linee Guida per l’attivazione di work experience per favorire l’inserimento occupazio-
nale di persone disabili e di lavoratori svantaggiati» approvate dal Comitato di Monitoraggio e
Coordinamento del Programma Operativo Val d’Agri nella seduta del 16/10/2010, così come
elaborate dal Comitato di Pilotaggio di cui alla D.G.P. n. 10 del 16/02/2010. La principale fina-
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
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lità dell’Avviso consiste nel favorire azioni di coesione sociale e di politica attiva del lavoro, at-
traverso idonee forme di incentivazione di servizi specialistici in materia di inclusione sociale,
occupabilità e inserimento lavorativo di persone con disabilità o in condizioni di svantaggio.
L’Avviso concerne l’attivazione di 64 work experience presso le imprese del territorio interes-
sato (34 destinate a soggetti svantaggiati e 30 destinate a persone disabili) e l’agevolazione,
attraverso conferimento di incentivi economici ai beneficiari, per l’assunzione a tempo inde-
terminato o determinato, ovvero di forme di auto impiego, successivamente all’esperienza di
work experience. Attraverso questo avviso pubblico viene perseguito l’obiettivo E dell’Asse
II – Occupabilità – del P.O. F.S.E. 2007/2013 della Regione Basilicata («Attuare politiche del
lavoro attive e preventive con particolare attenzione all’integrazione dei migranti nel mercato
del lavoro, all’invecchiamento attivo, al lavoro autonomo e all’avvio di imprese») e il raggiun-
gimento dell’Obiettivo specifico previsto dall’Asse III, Inclusione sociale («Sviluppare percorsi
di integrazione e migliorare il (re)inserimento lavorativo, l’integrazione sostenibile dei sog-
getti svantaggiati per combattere ogni forma di discriminazione nel mercato del lavoro»).
Art. 3 – Ambito territoriale interessato
Possono accedere alle agevolazioni di cui al presente Avviso i soggetti, di cui al successivo
art. 4, residenti e/o domiciliati nell’area territoriale interessata dal «Programma Operativo
Val d’Agri, Melandro, Sauro, Camastra», di cui alla L. R. n. 40/95 e s.m.i., e segnatamente
nei comuni di:
Abriola
Aliano
Anzi
Armento
Brienza
Brindisi di Montagna
Calvello
Castelsaraceno
Corleto Perticara
Gallicchio
Gorgoglione
Grumento Nova
Guardia Perticara
Laurenzana
Marsiconuovo
Marsicovetere
Missanello
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Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
140
Moliterno
Montemurro
Paterno
Roccanova
Sant’Arcangelo
San Chirico Raparo
San Martino d’Agri
Sarconi
Sasso di Castalda
Satriano di Lucania
Spinoso
Tramutola
Viggiano
Per i Comuni di Aliano e Gorgoglione, non ricadenti nell’ambito territoriale della provincia di
Potenza, le procedure selettive saranno in carico alla stessa Provincia di Potenza, così come
contemplato nel progetto «Match» approvato con la D.G.R. n. 2310 del 29/12/2009 che
definisce anche l’architettura di governance per l’attuazione del processo.
Art. 4 – Numero di work experience
L’Avviso concerne l’attivazione di 64 work experience presso le imprese del territorio in-
teressato, di cui 34 destinate a soggetti svantaggiati e 30 destinate a persone disabili e
l’agevolazione, attraverso conferimento di incentivi economici ai beneficiari, per l’assunzione
a tempo indeterminato o determinato, ovvero di forme di auto impiego, successivamente
all’esperienza di work experience. Una quota delle work experience pari a un numero di 3
soggetti è riservata alla categoria del disagio mentale.
Art. 5 – Destinatari
Allo scopo di individuare il target si fa riferimento alle definizioni della L. 381/91, della Legge
n. 68/99 e del Reg. Ce n. 800/2008.
1) Beneficiari delle Work Experience
Sono ammessi a presentare la loro candidatura i soggetti, residenti o domiciliati nel territorio
di cui al precedente art. 3, in condizione di disagio sociale ai sensi del regolamento (CE) n.
800/2008 art. 2 par. 19 («lavoratori molto svantaggiati») e paragrafo 20 lett. a) e lett. b)
(«lavoratori disabili»), che risultano in possesso dei seguenti requisiti:
– inoccupati e disoccupati (almeno 12 mesi per i disabili e 24 mesi per gli svantaggiati), ai
sensi del D. Lgs. n. 181/2000 es.m.i.;
– residenza in Basilicata da almeno 2 anni;
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– aver compiuto 18 anni;
– aver assolto all’obbligo scolastico;
Le categorie interessate dal presente Avviso sono:, A. lavoratori disabili, ai sensi del Re-
golamento (CE) n. 800/2008, art. 2, par. 20 chiunque sia «riconosciuto disabile ai sensi
dell’ordinamento nazionale» e «caratterizzato da impedimenti accertati che dipendono da
un handicap fisico, mentale o psichico», con invalidità civile non inferiore al 46%, ai sensi
dell’art. 1 della L. n. 68 del 12/03/99 iscritti al Collocamento delle Categorie protette, di cui
all’art. 7 della L. 68/99, di Potenza da almeno 12 mesi
B. lavoratori «molto svantaggiati», ai sensi del Regolamento (CE) n. 800/2008, art. 2, par. 19
il lavoratore senza lavoro da almeno 24 mesi, iscritto presso un CPI della Provincia di com-
petenza. C. persone svantaggiate ai sensi dell’art. 4 L. 381/91, a esclusione dei disabili, già
specificamente considerati al punto A di questo elenco (ossia: «gli ex degenti di istituti psi-
chiatrici, i soggetti in trattamento psichiatrico, i tossicodipendenti, gli alcolisti, i minori in età
lavorativa in situazioni di difficoltà familiare, i condannati ammessi alle misure alternative alla
detenzione previste dagli articoli 47, 47– bis, 47– ter e 48 della legge 26 luglio 1975, n. 354,
come modificati dalla legge 10 ottobre 1986, n. 663. Si considerano inoltre persone svan-
taggiate i soggetti indicati con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta
del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro della sanità, con
il Ministro dell’interno e con il Ministro per gli affari sociali, sentita la commissione centrale
per le cooperative istituita dall’articolo 18 del citato decreto legislativo del Capo provvisorio
dello Stato 14 dicembre 1947, n. 1577, e successive modificazioni»), che, alla data di pre-
sentazione della domanda, risultino iscritti presso un CPI della Regione e che abbiano fornito
dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro ai sensi e per gli effetti dell’art. 2 comma 1
del Decreto Legislativo n. 181 del 21 aprile 2000.
2) Soggetti ospitanti
Sono ammessi a presentare manifestazione di interesse al fine di accedere ai benefici previsti
dal presente Avviso, nell’ambito territoriale definito dal precedente art. 3, i seguenti soggetti:
– imprese private con sede operativa nel territorio oggetto di intervento, iscritte al registro
delle imprese della C.C.I.A.A. competente;
– studi professionali il cui titolare risulti iscritto all’Albo professionale di competenza;
– onlus con sede legale e/o operativa nel territorio oggetto di intervento;
– cooperative con sede operativa nel territorio oggetto di intervento, iscritte all’Albo regionale
delle cooperative;
– Enti Locali territoriali (esclusivamente per i soggetti disabili).
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Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
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Non hanno titolo a presentare manifestazione di interesse per gli interventi di cui al presente
Avviso:
• i soggetti che abbiano effettuato, nei 6 mesi precedenti licenziamenti per riduzione di
personale nella medesima mansione per la quale si intende attivare la work– experience;
• i soggetti che abbiano in corso, ovvero abbiano attivato nei 12 mesi precedenti procedure
concorsuali;
• i soggetti non in regola con i versamenti contributivi di legge o che non applichino le con-
dizioni previste dai CCNL, ivi comprese quelle in materia di sicurezza e gli obblighi di legge
riguardanti il collocamento dei disabili (L. 68/99 e s.m.i).
I soggetti proponenti/ospitanti, inoltre, devono accettare il sistema dei controlli come previ-
sto dalla normativa comunitaria, nazionale e regionale. La sussistenza delle condizioni di cui
ai punti 1,2,3 sarà accertata, in caso di ammissione a finanziamento, prima della sottoscri-
zione della convenzione.
In mancanza il soggetto proponente/ospitante decadrà dal beneficio.
Inoltre, in nessun caso possono essere finanziate work– experience per mezzo del presente
Avviso per:
1) parenti e affini entro il 4° grado del titolare, in caso di ditta individuale, o dei soci/ammi-
nistratori in caso di società;
2) coloro che abbiano avuto negli ultimi dodici mesi rapporti di lavoro, inclusa la collabora-
zione anche occasionale, con il soggetto ospitante;
3) coloro che abbiano già svolto un tirocinio formativo, una work experience o una borsa
lavoro con le medesime mansioni e presso lo stesso soggetto ospitante;
4) coloro che siano legali rappresentanti, soci, titolari dell’impresa dove si svolge la work
experience.
L’aspirante soggetto ospitante può anche segnalare nominativamente il/i partecipante/i che
intende ospitare, compilando l’apposito riquadro riportato nello schema di manifestazione
di interesse (Allegato A al presente Avviso e Allegato C «segnalazione nominativa»). Gli
aspiranti partecipanti nominativamente indicati saranno collocati presso i soggetti ospitanti
che li hanno segnalati, purché risultino in possesso dei requisiti sopra specificati e abbiano
presentato regolare istanza di ammissione alla work experience (secondo quanto previsto dal
presente Avviso), qualora, a seguito della selezione, sia la loro istanza che quella dell’aspi-
rante soggetto ospitante siano state positivamente valutate. L’indicazione nominativa di un
aspirante partecipante indicato nella domanda presentata dal soggetto ospitante non costi-
tuisce titolo preferenziale per la selezione. I CPI provinciali, in quanto soggetti competenti in
materia di politiche di inclusione sociale in base alla normativa vigente, e l’APOF– IL Potenza
provvederanno a valutare le manifestazioni di interesse tenendo conto di diversi aspetti (po-
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
143
sizione territoriale della sede, tipologia di attività, finalità del tirocinio proposto, esperienze
pregresse…) e dei profili dei partecipanti.
Art. 6 – Descrizione sintetica delle azioni previste
L’Avviso persegue in generale:
– la presa in carico dei destinatari con azioni integrate di orientamento, formazione, ac-
compagnamento e inserimento lavorativo, in un’ottica di rete tra i soggetti che operano nel
campo dello svantaggio e/o della disabilità;
– il rafforzamento della capacità di inserimento/permanenza nel mercato del lavoro delle
persone in situazione di disagio (azioni per l’orientamento e sviluppo di competenze e qua-
lifiche);
– la pari opportunità e non discriminazione nell’accesso all’istruzione, alla formazione e al
lavoro, con una logica di intervento fondata sul mainstreaming che garantisca, da un lato,
una presenza femminile riflettente la situazione del mercato del lavoro e la promozione di
azioni specifiche per la partecipazione delle donne.
Successivamente alla raccolta e alla selezione delle candidature, l’intervento oggetto del
presente Avviso si articolerà nelle seguenti azioni:
a. presa in carico dei destinatari da parte dei CPI di competenza e svolgimento di azioni di
accompagnamento, orientamento e formazione. I CPI affiancheranno il partecipante nella
elaborazione del PAI (Piano d’Azione Individuale) che definirà obiettivi e modalità di svolgi-
mento della work experience e le modalità di utilizzo di una dote formativa del valore massi-
mo di 2.000 € (euro duemila/00);
b. attivazione dei percorsi formativi individualizzati, utilizzando la dote formativa assegnata,
presso la Provincia/APOF– IL ai fini dell’acquisizione di competenze connesse alla definizione
del proprio profilo professionale e/o alla creazione di impresa. La fase formativa può essere
svolta anche in concomitanza con lo svolgimento della work experience aziendale purché ciò
non interferisca con l’attività svolta presso il soggetto ospitante.
L’APOF– IL curerà l’attività di tutoraggio formativo dei partecipanti;
c. svolgimento delle work experience presso i soggetti ospitanti, di durata pari a 6 mesi (100
ore mensili per complessive 600 ore) per le persone molto svantaggiate e di durata di 12
mesi (100 ore al mese, per complessive 1200 ore) per le persone disabili;
d. erogazione di aiuti finanziari per l’assunzione, destinati alle imprese che al termine del
periodo delle work experience procedono all’assunzione del/i partecipante/i secondo le mo-
dalità specificate, o per l’autoimpiego, destinati ai soggetti beneficiari che al termine del
periodo delle work experience avviano un’attività autonoma.
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Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
144
e. attivazione, da parte dei CPI della Provincia di Potenza e dell’APOF– IL, di un servizio di
follow– up, per coloro che avvieranno un’attività imprenditoriale o di lavoro autonomo, con-
sistente in un supporto consulenziale mirato a facilitare la fase dello start up.
Art. 7 – Modalità di svolgimento della work experience La work experience di cui
al presente
Avviso, consiste in un percorso formativo individuale le cui modalità di svolgimento devono
essere stabilite nel rispetto della disciplina che regola la materia contenuta nel Decreto In-
terministeriale n. 142/98.
La work– experience finanziata ha durata massima di 6 mesi (12 mesi per le persone disabili,
coerentemente con il Regolamento CE 800/2008).
Il partecipante è tenuto a svolgere un’attività mensile di 100 ore presso il soggetto ospi-
tante, per la quale gli sarà riconosciuto un contributo orario pari a 6 euro, equivalente a un
contributo mensile posticipato pari a € 600,00 (seicento), al lordo delle ritenute e imposte di
legge, se e in quanto dovute. Eventuali assenze, anche se giustificate (malattia, infortunio,
gravidanza, chiusura aziendale) non danno diritto alla corresponsione dell’indennità, fermo
restando il diritto alla prosecuzione dell’attività, a condizione che esse siano documentate e
certificate dal partecipante al soggetto ospitante e alla Provincia entro tre giorni dall’inizio
dell’assenza.
Ai soggetti ospitanti sarà corrisposto un contributo mensile pari a 200 € per ogni mese di
tirocinio svolto dal tirocinante ospitato. Il contributo è erogato successivamente all’effettivo
completamento di ogni mese di tirocinio. Al fine del riconoscimento del contributo, si consi-
dera in ogni caso regolarmente effettuato il tirocinio quando il soggetto partecipante abbia
svolto almeno l’ 80% delle ore mensili previste. La work experience non costituisce rapporto
di lavoro e non dà luogo ad attribuzione di qualifica, né a soluzione di continuità dell’anzianità
di disoccupazione / inoccupazione. Il rapporto tra il soggetto ospitante e il partecipante non
comporta l’insorgenza di alcun obbligo di assunzione da parte del soggetto ospitante.
Prima dell’attivazione della work– experience il Soggetto Ospitante si impegna a:
– stipulare apposita convenzione, con allegato progetto formativo, presso il Centro per l’Im-
piego territorialmente competente o l’ APOF– IL Potenza;
– assicurare il partecipante contro gli infortuni sul lavoro presso l’Inail;
– assicurare il partecipante per la responsabilità civile verso terzi;
– effettuare, al CPI competente, comunicazione obbligatoria dell’avvio della work experience.
Durante lo svolgimento dell’attività, inoltre, il Soggetto Ospitante si impegna a:
– garantire la presenza di un tutor aziendale responsabile dell’attuazione delle attività previ-
ste nel progetto allegato alla Convenzione;
– osservare le norme di cui al D. Lgs. 81/2008 e s.m.i.;
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
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– segnalare, in caso di incidente, l’evento agli Istituti assicurativi e alla Provincia entro i tempi
previsti dalla normativa vigente. Il partecipante, dal canto suo, si impegna a:
– svolgere l’attività rispettando quanto è stabilito nel Progetto allegato alla convenzione,
condiviso tra il CPI territorialmente competente (o l’APOF– IL Potenza), in qualità di soggetto
promotore della work experience, il Soggetto Ospitante e il partecipante;
– rispettare le norme in materia di igiene, sicurezza e salute sui luoghi di lavoro e i regola-
menti aziendali interni;
– mantenere la riservatezza per quanto attiene ai dati, informazioni o conoscenze in merito a
processi produttivi e prodotti, acquisiti durante lo svolgimento della work experience;
– presentare mensilmente alla Provincia il registro presenze, come da modello rilasciato e
vidimato attestante i giorni e le ore di effettiva attività, firmato dal partecipante e dal tutor
aziendale e controfirmato dal legale rappresentante del Soggetto Ospitante, ai fini dell’ero-
gazione dell’indennità;
– presentare documentazione giustificativa di eventuali assenze dovute a chiusura attività
aziendale, malattia, gravidanza, infortunio.
Al termine della work experience i partecipanti conseguiranno una certificazione coerente
con quanto previsto dalla L. R. 11 Dicembre 2003, n. 33 e s.m.i., integrato da un documento
con la descrizione delle competenze acquisite, sulla base del modello approvato con la D.G.R.
n. 1584 del 21.09.2010 «Legge Regionale n. 33 dell’11 dicembre 2003, artt. 27 e 30. Appro-
vazione modelli standard degli Attestati».
Art. 8 – Contributi economici per l’assunzione
Al fine di agevolare la creazione di nuova occupazione, dipendente o in forma di auto– im-
piego, il presente Avviso stabilisce anche la concessione di contributi economici ai soggetti
ospitanti che assumano i beneficiari delle work experience con contratto a tempo indetermi-
nato o determinato ovvero agli stessi beneficiari della work experience che, al termine della
stessa, creino una loro attività economica autonoma, in forma individuale o societaria.
Ai soggetti ospitanti che procedono all’assunzione, durante la work– experience, o entro 30
giorni dalla conclusione di quest’ultima, a tempo indeterminato o a tempo determinato per
un minimo di 24 mesi, la Provincia di Potenza erogherà un bonus assunzione per ogni parte-
cipante assunto, il cui ammontare viene di seguito specificato:
• Ai soggetti che assumano a tempo indeterminato full– time è riconosciuto un contributo
pari al 50% del costo salariale lordo per due anni, fino a un ammontare massimo non
superiore a 7.500 €/annui.
• Ai soggetti che assumano a tempo indeterminato part– time è riconosciuto un contributo
pari al 50% del costo salariale lordo per due anni, fino a un ammontare massimo non
superiore a 4.500 €/annui.
documento
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
146
• Ai soggetti che assumano a tempo determinato full– time è riconosciuto un contributo pari
al 30% del costo salariale lordo per due anni, fino a un ammontare massimo non superiore
a 3.000 €/annui.
• Ai soggetti che assumano a tempo determinato part– time è riconosciuto un contributo pari
al 30% del costo salariale lordo per due anni, fino a un ammontare massimo non superiore
a 2.000 €/annui.
Lo schema sotto riportato sintetizza le varie possibilità previste:
TIPOLOGIA DI CONTRATTO STIPULATO
CONTRIBUTO % RISPETTO ALLO STI-PENDIO LORDO CORRISPONDENTE
CONTRIBU-TO MASSIMO
ANNUO
Tempo indeterminato (full-time) 50% del costo salariale lordo per due anni 7.500 €
Tempo indeterminato (part-time) 50% del costo salariale lordo per due anni 4.500 €
Tempo determinato (full-time) 30% del costo salariale lordo per due anni 3.000 €
Tempo determinato (full-time) 30% del costo salariale lordo per due anni 2.000 €
L’aiuto agli organismi che assumono con contratto a tempo indeterminato il/i partecipante/i
ospitati è condizionato al mantenimento dello/degli stesso/i nell’organico aziendale per un
periodo non inferiore a 36 mesi fatto salvo il licenziamento per giusta causa o le dimissioni
volontarie; la violazione di tale obbligo comporta la restituzione dell’intero contributo erogato
per l’assunzione. Il contributo è erogato in 4 quote di pari importo con scadenze a 6 mesi,
12 mesi, 18 e 24 mesi dalla data dell’assunzione, previa verifica della continuità in essere
del rapporto di lavoro in oggetto. In caso di assunzione precedente al termine della work
experience il soggetto ospitante che assume ha diritto a ricevere, altresì, il contributo spet-
tante relativo ai mesi di work experience non effettuati per sopraggiunta assunzione. Gli aiuti
previsti per l’intervento, finalizzati all’assunzione a tempo indeterminato, vengono concessi
in regime di «de minimis».
Art. 9 – Contributi economici per l’avvio di attività autonoma
Ai partecipanti che intendono avviare una propria attività è concesso un contributo massimo
a fondo perduto pari a 15.000 € (quindicimila). Il contributo in oggetto segue la disciplina
contenuta nel Decreto Legislativo 21 aprile 2000, n. 185 «Incentivi all’auto– imprenditorialità
e all’auto– impiego, in attuazione dell’articolo 45, comma 1, della legge 17 maggio 1999, n.
144», pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 156 del 6 luglio 2000, cui si rinvia.
Art. 10 – Modalità di presentazione delle istanze
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
147
Soggetti interessati a ospitare partecipanti
La manifestazione di interesse ai benefici previsti dal presente Avviso, dovrà, a pena di
esclusione:
a) essere compilata utilizzando l’apposito modulo (Allegato A) al presente Avviso, contenente
le dichiarazioni sostitutive di notorietà e di certificazione, rese ai sensi degli artt. 45 e 46 del
DPR 445/2000, con riferimento ai requisiti di ammissibilità previsti;
b) essere inviata esclusivamente mediante servizio postale a mezzo di raccomandata A/R
(con ricevuta di ritorno) al seguente indirizzo: Provincia di Potenza – Ufficio Lavoro, Forma-
zione e Politiche Sociali – Piazza Gianturco, 1 – 85100 Potenza;
c) essere inviata in plico chiuso e riportare la dicitura «SOGGETTO OSPITANTE – WORK
EXPERIENCE DI PERSONE DISABILI E SOGGETTI SVANTAGGIATI» con i dati identificativi del
mittente che devono corrispondere a quelli del soggetto ospitante che presenta la manife-
stazione di interesse;
d) essere spedita entro e non oltre le ore 13:00 del giorno 22 marzo 2011. In merito alla data
e all’ora di invio della domanda farà fede il timbro apposto in partenza dall’ufficio postale ac-
cettante, con indicazione a mezzo codice meccanografico. Non saranno in ogni caso prese in
considerazione le domande pur inviate entro il termine ma pervenute al protocollo dell’Ente
entro e non oltre i cinque giorni successivi.
e) essere corredata da copia di un documento d’identità del legale rappresentante dell’a-
spirante Soggetto Ospitante, in corso di validità, datata e sottoscritta dallo stesso, al fine di
rendere formalmente valide le dichiarazioni sostitutive di notorietà e di certificazione rese
nell’ambito della domanda. I soggetti ospitanti devono, inoltre, produrre, su richiesta della
Provincia di Potenza, ogni altra documentazione e/o attestazione necessaria a comprovare
quanto dichiarato all’atto di presentazione della domanda. Tutte le firme apposte si intendo-
no autenticate ai sensi dell’art. 38, cc. 2 e 3, del DPR 445 del 28/12/2000 allegando copia
fotostatica di un documento di identità in corso di validità, come indicato al punto e).
La suddetta documentazione, obbligatoria ai fini dell’ammissibilità, va compilata in ogni sua
parte e non è integrabile in momenti successivi alla scadenza dei termini.
Soggetti aspiranti partecipanti
La manifestazione di interesse ai benefici previsti dal presente Avviso, dovrà, a pena di
esclusione:
a) essere compilata utilizzando l’apposito modulo allegato (Allegato B) al presente Avviso,
contenente le dichiarazioni sostitutive di notorietà e di certificazione, rese ai sensi degli artt.
45 e 46 del DPR 445/2000, con riferimento ai requisiti di ammissibilità previsti;
b) essere inviata esclusivamente mediante servizio postale a mezzo di raccomandata A/R
documento
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
148
(con ricevuta di ritorno) al seguente indirizzo: Provincia di Potenza – Ufficio Lavoro Forma-
zione e Politiche Sociali – Piazza delle Regioni – 85100 Potenza;
c) essere inviata in plico chiuso e riportare la dicitura «PARTECIPANTE – WORK EXPERIENCE
PER PERSONE DISABILI E SOGGETTI SVANTAGGIATI» con i dati identificativi del mittente e
l’indicazione della residenza che devono corrispondere a quelli del soggetto che presenta la
domanda in qualità di partecipante;
d) essere spedita entro e non oltre le ore 13:00 del giorno 22 marzo 2011 e pervenuta al
protocollo dell’Ente entro e non oltre i cinque giorni successivi.
Al riguardo farà fede il timbro di arrivo apposto dal protocollo di Poste Italiane;
e) essere corredata dalla seguente documentazione obbligatoria, debitamente compilata e
sottoscritta (ove sottoscrizione è richiesta) in originale:
– copia datata e sottoscritta di un documento d’identità in corso di validità, al fine di rendere
formalmente valide le dichiarazioni sostitutive di notorietà e di certificazione rese nell’ambito
della domanda di ammissione alla work experience;
– curriculum vitae in formato europeo (Allegato C);
– copia del permesso di soggiorno in corso di validità (per gli extracomunitari).
Art. 11 – Criteri per la selezione dei partecipanti
Per quanto concerne i soggetti disabili, la selezione delle domande dei richiedenti terrà conto
dei seguenti criteri:
a) età anagrafica;
b) grado di disabilità;
c) anzianità di iscrizione al collocamento disabili maturata;
d) titolo di studio posseduto.
Si ricorda, in proposito, che sono considerati requisiti minimi per accedere ai benefici del
presente Avviso: una anzianità di iscrizione al collocamento disabili di almeno 12 mesi al
momento della pubblicazione del presente Avviso e una percentuale di invalidità non infe-
riore al 46% (si veda anche l’art. 4 del presente Avviso). Nello specifico, la valutazione, che
prevede un massimo di 100 punti per ogni categoria interessata, avverrà sulla scorta del
seguente schema:
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
149
Criteri e pesi per la valutazione delle domande degli aspiranti partipanti DISABILI
Età anagrafica Punteggio massimo: 30
18 – 25 anni punti 2
26 – 30 anni punti 5
31 – 35 anni punti 10
36 – 40 anni punti 15
41 – 45 anni punti 20
46 – 50 anni punti 25 punti 5
oltre 50 anni punti 30 punti 25
Grado di disabilità punti 30 Punteggio massimo: 30dal 46%al 55% punti 10
dal 56% al 66% punti 20
oltre il 67% punti 30
Anzianità dell’iscrizione al collocamento
disabili maturataPunteggio massimo: 25
da 12 a 24 mesi punti 5
da + di 24 a 36 mesi punti 10
da + di 36 a 48 mesi punti 15
Da + di 48 a 60 mesi Punti 20
Oltre 60 mesi punti 25
Titolo di studio posseduto Punteggio massimo:15
Nessuno punti 0
Scuola media punti 3
Qualifica prof. punti 5
Scuola superiore punti 10
Laurea punti 15
Per quanto concerne i soggetti svantaggiati, la selezione delle domande dei richiedenti terrà
conto dei seguenti criteri:
a) età anagrafica;
b) anzianità di disoccupazione/inoccupazione maturata;
c) titolo di studio posseduto.
Si rammenta, in proposito, che è considerato requisito minimo per accedere ai benefici pre-
visti un’anzianità di disoccupazione/iscrizione ai Centri per l’Impiego di almeno 24 mesi al
momento della pubblicazione del presente Avviso.
Nello specifico, la valutazione, che prevede un massimo di 100 punti, avverrà sulla scorta
dello schema seguente:
documento
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
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Età anagrafica Punteggio massimo: 30
18 – 25 anni punti 2
26 – 30 anni punti 5
31 – 35 anni punti 10
36 – 40 anni punti 15
41 – 45 anni punti 20
46 – 50 anni punti 25
oltre 50 anni punti 30
Grado di disabilità Punteggio massimo: 30dal 46%al 55% punti 10
dal 56% al 66% punti 20
oltre il 67% punti 30
Anzianità dell’iscrizione al collocamento
disabili maturataPunteggio massimo: 25
da 12 a 24 mesi punti 5
da + di 24 a 36 mesi punti 10
da + di 36 a 48 mesi punti 15
Da + di 48 a 60 mesi Punti 20
Oltre 60 mesi punti 25
Titolo di studio posseduto Punteggio massimo:15
Nessuno punti 0
Scuola media punti 3
Qualifica prof. punti 5
Scuola superiore punti 10
Laurea punti 15
Per entrambe le sezioni, in caso di ex– aequo, sarà data precedenza al candidato anagra-
ficamente più anziano. Successivamente alla composizione della graduatoria gli ammessi
saranno sottoposti a colloquio da parte di CPI/APOF–IL Potenza, al fine di tener conto, nella
definizione della loro collocazione presso i soggetti ospitanti disponibili, delle loro esperienze,
competenze e attitudini.
Art. 12 – Approvazione e pubblicazione degli esiti dell’istruttoria
All’esito dell’istruttoria di valutazione delle domande pervenute, la Provincia di Potenza pro-
cederà ad approvare, con apposita Determinazione Dirigenziale:
• l’elenco delle domande non ammesse degli aspiranti partecipanti;
• gli elenchi degli aspiranti partecipanti ammessi, distinti tra disabili e altri soggetti svantag-
giati.
La Determinazione Dirigenziale con gli elenchi approvati sarà pubblicata nell’Albo Pretorio e
resi disponibili sul sito web della Provincia di Potenza www.provinciapotenza.it, sui siti re-
gionali www.regione.basilicata.it e www.povaldagri.it, entro il termine massimo di 60 giorni
dalla scadenza della presentazione delle istanze. Eventuali comunicazioni del prolungamento
di detto termine saranno pubblicate sui suddetti siti web. La pubblicazione nell’Albo Pretorio
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
151
ha valore di notifica – a tutti gli effetti di legge – per i soggetti utilmente inseriti in gradua-
toria e in elenco.
Avverso i provvedimenti adottati è ammesso ricorso nei modi stabiliti dalla legge.
Art. 13 – Controlli e sanzioni
L’Amministrazione Provinciale effettua il controllo circa la veridicità delle informazioni, anche
con richiesta ai soggetti beneficiari della relativa documentazione comprovante quanto di-
chiarato.
Fermo restando quanto previsto dalle norme penali in caso di dichiarazioni mendaci, l’accer-
tata non veridicità di quanto dichiarato comporta la decadenza del beneficio e conseguente
recupero delle eventuali somme percepite e il pagamento degli interessi legali dal momento
dell’erogazione delle somme medesime fino al giorno della restituzione.
Art. 14 – Informativa sul trattamento dei dati personali
Ai sensi dell’art. 13 del Codice in materia di protezione dei dati personali (Decreto Legislativo
30 giugno 2003, n. 196), si informano i soggetti interessati al procedimento di cui al presente
Avviso che il trattamento dei dati personali da essi forniti o comunque acquisiti dall’Ammi-
nistrazione Provinciale ai fini del medesimo procedimento è finalizzato unicamente all’e-
spletamento delle attività relative al presente Avviso pubblico e degli adempimenti imposti
all’amministrazione in applicazione delle norme statali e comunitarie. Il trattamento avverrà
a cura delle persone preposte al procedimento amministrativo, anche con l’utilizzo di proce-
dure informatizzate, nei modi e nei limiti necessari per perseguire le predette finalità, anche
in caso di eventuale comunicazione a terzi. Il conferimento di tali dati è obbligatorio al fine di
valutare i requisiti di partecipazione al presente Avviso pubblico. Agli interessati sono ricono-
sciuti i diritti di cui all’art. 7 del citato Codice, in particolare, il diritto di accedere ai propri dati
personali, di chiederne la rettifica, l’aggiornamento e la cancellazione, se incompleti, erronei
o raccolti in violazione della legge, nonché di opporsi al loro trattamento per motivi legittimi.
Art. 15 – Accesso ai documenti amministrativi
Il diritto di accesso ai documenti amministrativi è esercitabile nei tempi e nelle forme consen-
titi dalla legge presso Ufficio Lavoro, Formazione e Politiche Sociali della Provincia di Potenza.
Art. 16 – Risorse finanziarie disponibili
Per l’attivazione delle work experience e gli incentivi all’occupazione previsti dal presente
Avviso la somma complessivamente stanziata è pari ad € 1.730.000,00 a valere sulle risorse
del Programma Operativo Val d’Agri, Melandro, Sauro, Camastra
– Linea di Intervento C.5 «Inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati».
documento
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
152
La Regione Basilicata si riserva la facoltà di integrare le risorse stanziate con il presente Av-
viso pubblico in caso di disponibilità di risorse aggiuntive e qualora si rendessero disponibili
risorse finanziarie sull’Asse II «Occupabilità» del P.O. F.S.E. regionale 2007/2013.
Art. 17 – Responsabile del procedimento
Responsabile del procedimento dell’adozione del presente
Avviso è la dott.ssa Maria Rosaria Sabia, dirigente dell’Ufficio Lavoro Formazione e politiche
Sociali della Provincia di Potenza.
Responsabile dell’istruttoria è Giuseppe Acerenza funzionario dell’Ufficio Lavoro Formazione
e Politiche Sociali della Provincia di Potenza. Tutte le richieste di chiarimento relative al pre-
sente avviso potranno essere avanzate alla Provincia a partire dal giorno successivo alla data
di pubblicazione, attraverso i Centri per l’Impiego della Provincia.
Art. 18 – Allegati
Del presente Avviso sono parte integrante e sostanziale i seguenti
allegati:
Allegato A – Modulo per la Manifestazione di Interesse (aspiranti Soggetti Ospitanti)
Allegato B – Modulo per domanda aspiranti partecipanti
Allegato C – Comunicazione scelta nominativa (facoltativa)
Allegato D – Convenzione di work Experience a favore di persone
disabili e di soggetti svantaggiati
Allegato E – Progetto formativo di Work Experience
Allegato F – Format Curriculum Vitae in formato europeo
Allegato G – Dichiarazione su aiuti in «de minimis»
Art. 19 – Pubblicità dell’Avviso
Il presente Avviso viene pubblicato integralmente e unitamente ai suoi allegati all’Albo Pre-
torio della Provincia di Potenza e reso disponibile sul sito ufficiale della Provincia di Potenza
all’indirizzo: www.provinciapotenza.it e sui siti internet della Regione Basilicata www.regio-
ne.basilicata.it e www.povaldagri.basilicata.it.
Potenza, 21 febbraio 2011
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
153
linee guida per l’emanazione del bando pubblicoProvincia di Potenza
Ufficio Lavoro Formazione e Politiche Sociali
Linee Guida per l’emanazione del bando pubblico
Work experience per favorire l’inserimento occupazionale per persone disabili e di soggetti svantaggiati
In attuazione del programma operativo
Val D’agri – Melandro – Sauro – Camastra
Linea di Intervento C.5
Inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati 2
Obiettivo dell’avviso
Il progetto è rivolto all’attuazione della Linea di Intervento C.5 «Inserimento lavorativo di
soggetti svantaggiati» del Programma Operativo Val d’Agri, Melandro, Sauro, Camastra. Si
prefigge di realizzare, nel territorio interessato, progetti di work experience, in attuazione del
«Progetto Match. Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione dl svantag-
gio» approvato con Deliberazione di Giunta Regionale n. 2310 del 29/12/2009. La principale
finalità consiste nel favorire azioni di coesione sociale e di politica attiva del lavoro, attraverso
idonee forme di incentivazione di servizi specialistici in materia di inclusione sociale, occupa-
bilità e inserimento lavorativo di persone con disabilità o in condizioni di svantaggio.
Work experience attivabili
Il progetto riguarda l’attivazione di 64 work experience presso le imprese del territorio in-
teressato, di cui 34 destinate a soggetti svantaggiati e 30 destinate a persone disabili con
l’agevolazione, attraverso conferimento di incentivi economici ai beneficiari, per l’assunzione
a tempo indeterminato o determinato, ovvero di forme di auto impiego, successivamente
all’esperienza di work experience. Una quota delle work experience pari a un numero di 3
soggetti è riservata alla categoria del disagio mentale. L’iniziativa è rivolta a favore di persone
con disabilità e soggetti svantaggiati, o che versino in condizioni contingenti di difficoltà e
di bisogno, residenti in uno dei Comuni dell’area di interesse del P.O. Val d’Agri, e segnata-
mente:
ABRIOLA GORGOGLIONE ROCCANOVA ALIANO GRUMENTO NOVA SANT’ARCANGELO ANZI
GUARDIA PERTICARA SAN CHIRICO RAPARO ARMENTO LAURENZANA SAN MARTINO
documento
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
154
D’AGRI BRIENZA MARSICONUOVO SARCONI BRINDISI DI MONTAGNA MARSICOVETERE
SASSO DI CASTALDA CALVELLO MISSANELLO SATRIANO DI LUCANIA CASTELSARACENO
MOLITERNO SPINOSO CORLETO PERTICARA MONTEMURRO TRAMUTOLA GALLICCHIO PA-
TERNO VIGGIANO
Beneficiari delle work experience
Allo scopo di individuare il target di progetto (persone con disabilità e lavoratori in situazione
di svantaggio), si fa riferimento alle definizioni della L. 381/91, della Legge n. 68/99 (art. 1
comma a) e del Reg. Ce n. 800/2008 (si rinvia, per gli opportuni approfondimenti, alla pag.
8 «Normativa di riferimento per individuazione target»). I soggetti in condizione di disagio
sociale ai sensi del regolamento (CE) n. 800/2008 art. 2 par. 19 («lavoratori molto svantag-
giati») e paragrafo 20 lett. a) e lett. b) («lavoratori disabili»), possono essere suddivisi nelle
due categorie di disagio:
• Disabilità (art. 1, comma a, L. n. 68/99)
• Area dello svantaggio sociale:
– lavoratori «molto svantaggiati»
– persone svantaggiate ai sensi dell’art. 4 della L. 381/91. Sono ammessi a presentare la loro
candidatura i soggetti che risultano in possesso dei seguenti requisiti:
– inoccupati e disoccupati, ai sensi del D. Lgs. n. 181/2000 e s.m.i.;
– residenza in Basilicata da almeno 2 anni;
– aver compiuto 18 anni;
– aver assolto all’obbligo scolastico.
Le imprese e/o le organizzazioni ospitanti
Sono ammessi a presentare manifestazione di interesse al fine di accedere ai benefici previsti
dal presente Avviso, nell’ambito territoriale definito dal precedente art. 3, i seguenti soggetti:
• imprese private con sede operativa nel territorio oggetto di intervento, iscritte al registro
delle imprese della C.C.I.A.A. competente;
• studi professionali il cui titolare risulti iscritto all’Albo professionale di competenza;
• onlus con sede legale e/o operativa nel territorio oggetto di intervento;
• cooperative con sede operativa nel territorio oggetto di intervento, iscritte all’Albo regionale
delle cooperative;
• Enti Locali territoriali (esclusivamente per i soggetti disabili).
L’aspirante soggetto ospitante può anche segnalare nominativamente il/i partecipante/i che
intende ospitare.
Azioni previste
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
155
Con l’attuazione del progetto si persegue in generale:
– la presa in carico dei destinatari con azioni integrate di orientamento, formazione, accom-
pagnamento e inserimento lavorativo,
in un’ottica di rete tra i soggetti che operano nel campo dello svantaggio e/o della disabilità;
– il rafforzamento della capacità di inserimento/permanenza nel mercato del lavoro delle
persone in situazione di disagio (azioni per l’orientamento e sviluppo di competenze e qua-
lifiche);
– la pari opportunità e non discriminazione nell’accesso all’istruzione, alla formazione e al
lavoro, con una logica di intervento fondata sul mainstreaming che garantisca, da un lato,
una presenza femminile riflettente la situazione del mercato del lavoro e la promozione di
azioni specifiche per la partecipazione delle donne.
Azioni da realizzare
Il progetto si articolerà nelle seguenti azioni:
1. presa in carico dei destinatari da parte dei CPI di competenza e svolgimento di azioni di
accompagnamento, orientamento e formazione. I CPI affiancheranno il partecipante nella
elaborazione del PAI (Piano d’Azione Individuale) che definirà obiettivi e modalità di svolgi-
mento della work experience e le modalità di utilizzo di una dote formativa del valore massi-
mo di 2.000 € (euro duemila/00);
2. attivazione dei percorsi formativi individualizzati, utilizzando la dote formativa assegnata,
ai fini dell’acquisizione di competenze connesse alla definizione del proprio profilo professio-
nale e/o alla creazione di impresa. La fase formativa può essere svolta anche in concomi-
tanza con lo svolgimento della work experience aziendale purché ciò non interferisca con
l’attività svolta presso il soggetto ospitante;
3. svolgimento delle work experience presso i soggetti ospitanti, di durata pari a 6 mesi
(100 ore mensili per complessive 600 ore) per le persone molto svantaggiate e di durata di
12 mesi (100 ore al mese, per complessive 1200 ore) per le persone disabili Per tali attività
saranno riconosciuto un contributo orario pari a 6 euro, equivalente a un contributo mensile
posticipato pari a € 600,00 (seicento);
4. Contributo al soggetto ospitante per un importo di € 200 mensili (comprensive delle spese
INAIL e R.C.T.);
5. erogazione di aiuti finanziari per l’assunzione, destinati alle imprese che al termine del
periodo delle work experience procedono all’assunzione del/i partecipante/i secondo le mo-
dalità specificate, o per l’autoimpiego, destinati ai soggetti beneficiari che al termine del
periodo delle work experience avviano un’attività autonoma;
6. attivazione, da parte dei CPI della Provincia di Potenza e dell’APOF– IL, di un servizio di
documento
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
156
follow– up, per coloro che avvieranno un’attività imprenditoriale o di lavoro autonomo, con-
sistente in un supporto consulenziale mirato a facilitare la fase dello start up.
Risorse finaziarie
Per la realizzazione delle attività in oggetto sono stanziati € 2.000.000,00 a valere sulle ri-
sorse del Programma Operativo Val d’Agri, Melandro, Sauro, Camastra – Linea di Intervento
C.5 «Inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati». La Regione Basilicata si riserva la
facoltà di integrare le risorse stanziate per il presente Avviso pubblico in caso di disponibilità
di ulteriori finanziamenti. Gli aiuti previsti per l’intervento, finalizzati all’assunzione a tempo
indeterminato, vengono concessi in regime di «de minimis».
Il sistema delle competenze
Al termine della work esperience, sulla base della definizione degli standard professionali,
formativi, di certificazione e di attestazione delle competenze da parte del sistema regionale,
i partecipanti conseguiranno una certificazione coerente con quanto previsto dalla Legge
Regionale 11 Dicembre 2003, n. 33, e s.m.i. integrato con un documento con la descrizione
delle competenze acquisite, secondo il format definito e approvato dalla Regione Basilicata
con la D.G.R. n. 1584 del 21 settembre 2010.
Criteri generali di selezione
Per quanto concerne i soggetti disabili, la selezione delle domande dei richiedenti terrà conto
dei seguenti criteri:
• età anagrafica;
• grado di disabilità;
• anzianità di iscrizione al collocamento disabili maturata;
• titolo di studio posseduto.
Per quanto concerne i soggetti svantaggiati, la selezione delle domande dei richiedenti terrà
conto dei seguenti criteri:
a) età anagrafica;
b) anzianità di disoccupazione/inoccupazione maturata;
c) titolo di studio posseduto.
Nello specifico la valutazione, per ogni categoria interessata, prevede l’attribuzione di un
massimo di 100 punti. Per entrambe le sezioni, in caso di ex– aequo, sarà data precedenza
al candidato anagraficamente più anziano. Normativa di riferimento per individuazione Tar-
get La definizione di persona svantaggiata ai sensi della Legge n. 381/91 così recita: «Nelle
cooperative che svolgono le attività agricole, industriali, commerciali o di servizi finalizzate
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
157
all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate si considerano persone svantaggiate gli
invalidi fisici, psichici e sensoriali, gli ex degenti di istituti psichiatrici, i soggetti in trattamento
psichiatrico, i tossicodipendenti, gli alcolisti, i minori in età lavorativa in situazioni di difficoltà
familiare, i condannati ammessi alle misure alternative alla detenzione previste dagli articoli
47, 47– bis, 47– ter e 48 della legge 26 luglio 1975, n. 354, come modificati dalla legge 10
ottobre 1986, n. 663. Si considerano inoltre persone svantaggiate i soggetti indicati con
decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro del lavoro e della
previdenza sociale, di concerto con il Ministro della sanità, con il Ministro dell’interno e con
il Ministro per gli affari sociali, sentita la commissione centrale per le cooperative istituita
dall’articolo 18 del citato decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 14 dicembre
1947, n. 1577, e successive modificazioni.»
La Legge n. 68/99 «Norme per il diritto al lavoro dei disabili», all’art. 1 così recita: «La pre-
sente legge ha come finalità la promozione dell’inserimento e della integrazione lavorativa
delle persone disabili nel mondo del lavoro attraverso servizi di sostegno e di collocamento
mirato. Essa si applica: alle persone in età lavorativa affette da minorazioni fisiche, psichiche
o sensoriali e ai portatori di handicap intellettivo, che comportino una riduzione della capacità
lavorativa superiore al 45 per cento, accertata dalle competenti commissioni per il riconosci-
mento dell’invalidità civile in conformità alla tabella indicativa delle percentuali di invalidità
per minorazioni e malattie invalidanti approvata, ai sensi dell’articolo 2 del decreto legislativo
23 novembre 1988, n. 509, dal Ministero della sanità sulla base della classificazione interna-
zionale delle menomazioni elaborata dalla Organizzazione mondiale della sanità; alle persone
invalide del lavoro con un grado di invalidità superiore al 33 per cento, accertata dall’Istituto
nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali (INAIL)
in base alle disposizioni vigenti; alle persone non vedenti o sordomute, di cui alle leggi 27
maggio 1970, n. 382, e successive modificazioni, e 26 maggio 1970, n. 381, e successive
modificazioni;
Provincia di Potenza
alle persone invalide di guerra, invalide civili di guerra e invalide per servizio con minorazioni
ascritte dalla prima all’ottava categoria di cui alle tabelle annesse al testo unico delle norme
in materia di pensioni di guerra, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 23
dicembre 1978, n. 915, e successive modificazioni.
Il Reg. CE n. 800/2008, che dichiara alcune categorie di aiuti compatibili con il mercato
comune in applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato, all’art.2, così definisce il lavoratore
svantaggiato, il lavoratore molto svantaggiato e il lavoratore disabile:
par.18) «lavoratore svantaggiato»: chiunque rientri in una delle seguenti categorie:
documento
Match - Servizi di inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di svantaggio
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a) chi non ha un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi;
b) chi non possiede un diploma di scuola media superiore o professionale (ISCED 3);
c) lavoratori che hanno superato i 50 anni di età;
d) adulti che vivono soli con una o più persone a carico;
e) lavoratori occupati in professioni o settori caratterizzati da un tasso di disparità uomo–
donna che superi almeno del 25 % la disparità media uomo– donna in tutti i settori econo-
mici dello Stato membro interessato se il lavoratore interessato appartiene al genere sotto-
rappresentato;
f) membri di una minoranza nazionale all’interno di uno Stato membro che hanno necessi-
tà di consolidare le proprie esperienze in termini di conoscenze linguistiche, di formazione
professionale o di lavoro, per migliorare le prospettive di accesso a un’occupazione stabile;
par.19) «lavoratore molto svantaggiato»:
a) lavoratore senza lavoro da almeno 24 mesi; par.20) «lavoratore disabile», chiunque sia:
a) riconosciuto disabile ai sensi dell’ordinamento nazionale
b) caratterizzato da impedimenti accertati che dipendono da un handicap fisico, mentale o
psichico.
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Anna Rita Lavilletta
U.O.S Programmazione e Controllo
Franca Coppola
Responsabile Qualità Apof– il
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nel mese di Settembre dell’anno 2015