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Si mette in moto il “Sistema Cerite-Tolfetano-Braccianese...

Date post: 21-Feb-2019
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D opo un lungo iter burocratico amministrativo che ha visto coinvolti i Comuni di Anguillara Sa- bazia, Cerveteri, Ladispoli, Manziana, Santa Marinella e Tolfa, la Regione Lazio e la Provincia di Roma sono state indette le gare di appalto per la realizzazione dei primi interventi pre- visti dal progetto in quel comprenso- rio oggi definito dall’UNESCO “Patrimonio dell’Umanità”. Passare dalla fase progettuale, alla realizzazione e soprattutto alla gestio- ne produttiva: questa è la sfida che viene lanciata. Dimostrare che uno sviluppo diverso da quello legato all’edilizia più o meno selvaggia è possibile e che la conservazione del patrimonio storico-archeologico, dell’ambiente naturale, del paesaggio e delle tradizioni culturali, non neces- sariamente devono coincidere con soli vincoli e con la mancata crescita del territorio. Le testimonianze lasciateci dalle ge- nerazioni che ci hanno preceduti e Si mette in moto il “Sistema Cerite-Tolfetano-Braccianese” STORIA, ARCHEOLOGIA E NATURA TRA MARE, MONTI E LAGHI Il Sommario dell’Aruspice Editoriale…………… pag. 1 Il progetto………….. 3 Le caratteristiche del sistema…………. 4 I primi interventi…… 5 In ricordo di Ludovico Magrini…………….. 5 Monumenti all’Inferno 8 Riaffiora lo swatch…. 10 L’Araldo Cerite……… 12 Omero, Iliade……….. 14 Troy…………………. 15
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D opo un lungo iter burocratico amministrativo che ha visto

coinvolti i Comuni di Anguillara Sa-bazia, Cerveteri, Ladispoli, Manziana, Santa Marinella e Tolfa, la Regione Lazio e la Provincia di Roma sono state indette le gare di appalto per la realizzazione dei primi interventi pre-visti dal progetto in quel comprenso-rio oggi definito dall’UNESCO “Patrimonio dell’Umanità”. Passare dalla fase progettuale, alla realizzazione e soprattutto alla gestio-

ne produttiva: questa è la sfida che viene lanciata. Dimostrare che uno sviluppo diverso da quello legato all’edilizia più o meno selvaggia è possibile e che la conservazione del patrimonio storico-archeologico, dell’ambiente naturale, del paesaggio e delle tradizioni culturali, non neces-sariamente devono coincidere con soli vincoli e con la mancata crescita del territorio. Le testimonianze lasciateci dalle ge-nerazioni che ci hanno preceduti e

Si mette in moto il “Sistema Cerite-Tolfetano-Braccianese”

STORIA, ARCHEOLOGIA E NATURA TRA MARE, MONTI E LAGHI

Il Sommario dell’Aruspice

Editoriale…………… pag. 1 Il progetto………….. 3 Le caratteristiche del sistema…………. 4 I primi interventi…… 5 In ricordo di Ludovico Magrini…………….. 5 Monumenti all’Inferno 8 Riaffiora lo swatch…. 10 L’Araldo Cerite……… 12 Omero, Iliade……….. 14 Troy…………………. 15

l’ambiente naturale del comprensorio esteso tra la costa a nord di Roma, il Lago di Bracciano e i Monti della Tol-fa possono diventare un valido stru-mento per ridare vita all’economia, per creare nuova occupazione, per va-lorizzare i beni culturali e naturalistici conservandoli nel tempo. Per questo, fin dal 1999, si è pensato di creare il “Sistema di Valorizzazione dei Beni Culturali del Territorio Ceri-te-Tolfetano-Braccianese (da ora in poi Sistema). Il Sistema non deve essere confuso con una lunga serie di vincoli e di di-vieti imposti dall’alto come un freno allo sviluppo. E’ stato ampiamente dimostrato in Italia e all’estero che la valorizzazione dei beni culturali e del patrimonio naturale può rappresentare un’importante fonte di crescita, socia-le ed economica. I vincoli imposti de-vono consentire un utilizzo razionale delle risorse, primi tra tutti i beni cul-turali e ambientali. Proprio dalla con-servazione delle testimonianze stori-che, architettoniche, archeologiche e naturali di un comprensorio possono e devono scaturire le opportunità per uno sviluppo sostenibile e compatibile con le sue specifiche caratteristiche ambientali. Il Progetto si propone di rappresentare un valido strumento di partecipazione pubblico-privata dove può essere pos-sibile attuare un nuovo modello di gestione e di pianificazione del territo-rio, del patrimonio ambientale, del paesaggio, di salvaguardia e di recu-pero dei beni storico-archeologici, artistici ed architettonici. Si tratta di esigenze ormai imprescindibili che fino ad oggi sono rimaste in larga par-te disattese. Il Sistema significa prima di tutto conservare e proteggere i se-gni della presenza e dell’azione dell’uomo nell’ambiente. Non solo conservare ma riscoprire e valorizza-re. Da questo può scaturire un nuovo mo-do di produrre, di offrire turismo, di vivere e visitare il territorio. Le risor-se culturali e naturalistiche divengono la principale fonte di crescita sociale ed economica senza che tutto questo si traduca in distruzione. In questo modo viene garantito il rinnovo delle risorse, lo sviluppo diviene un processo dure-vole nel tempo. Un marchio di qualità potrà distingue-re i prodotti del Sistema. Ogni singolo prodotto o servizio verrà diffuso attra-

verso un nome ed un simbolo che è un sinonimo di garanzia di qualità e di rispetto per i beni culturali e l’ambiente. Non è difficile immagina-re l’effetto di tale D.O.C. per il pro-dotto del Sistema, caratterizzato dalla sua qualità culturale ed ecologica e per la sua garanzia in termini di pro-duzione “pulita”: in questo senso la commercializzazione e la distribuzio-ne dei prodotti tipici diverrebbero il traino per lo sviluppo di queste zone, per la rivalutazione dei settori tradi-zionali, tra i quali anche l’agricoltura e l’artigianato. L’effetto di attrazione di un flusso turistico qualificato verso aree naturali e i siti storico-archeologici valorizzati troverebbe in questo un ulteriore spunto e motivo di crescita. La realizzazione del Sistema può of-frire una lunga serie di nuove opportu-nità di lavoro nel territorio, nel pro-prio luogo di nascita e di residenza: è questa la principale scommessa legata alla creazione ed allo sviluppo del Si-stema di valorizzazione dell’area ceri-te-tolfetana-braccianese. I giovani possono trovare in questo una possibilità che fino ad oggi è mancata: si aprono nuove prospettive legate alla politica e agli interventi di conservazione attiva dei beni culturali ed ambientali. Il Progetto offre la pos-sibilità di avviare in loco una incisiva politica di educazione ambientale e storico-archeologica. Attraverso la visita e la conoscenza del nostro patri-monio è possibile instaurare un nuovo rapporto tra cittadini e beni culturali e ambientali. Si tratta in primo luogo di un’occasione di crescita culturale: dai resti archeologici al paesaggio agrico-lo, risultato di successivi interventi umani tesi a mantenerlo, trasformarlo e gestirlo, dalle tradizioni popolari alle produzioni tipiche. Un immenso patrimonio culturale, indice dell’evoluzione della civiltà rurale e marittima, che deve essere conservato, valorizzato e conosciuto. La realizzazione del Sistema consente di rivitalizzare il tessuto sociale ed economico del comprensorio, sia at-traverso l’effetto diretto, in termini di occupazione e di investimenti, sia me-diante effetti indotti che si ripercuoto-no su tutti i settori. La presenza del Sistema diviene la fonte di attrazione per finanziamenti e per la localizza-zione di nuove opportunità di lavoro.

Soprattutto l’incentivazione alla nasci-ta di micro-imprese nel settore ecotu-ristico, didattico e della ricerca, la ri-valutazione delle produzioni tradizio-nali e il recupero del patrimonio archi-tettonico sono da indicare tra gli effet-ti positivi derivanti dall’istituzione del Sistema. In tal modo viene a realizzarsi una fitta rete di attività imprenditoriali tali da rappresentare l’ossatura di un nuo-vo modello di sviluppo che consenta

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Notiziario del Gruppo Archeologico del Territorio Cerite, in distribuzione gratuita Registrazione presso il Tribunale di Civitavecchia N. 07/02 del 20/10/2002 Stampato in proprio Direttore Responsabile BARBARA CIVININI [email protected] Organizzazione Claudio Carocci [email protected] Sede c/o Castello di Santa Severa Segreteria del Gruppo Cerite tel. 0766/571727

Redazione: Claudio Carocci, Angelo Ciofi, Elisabeth Fuhrmann, Flavio Enei Oreste Fusco, Fabio Papi, Roberto Zof-foli

Collaboratori: Valerio Contrafatto, Bruno Melfi, Franca Gentile, Simona Vagelli

Fotografie Archivio Gatc Archivio Carocci. La raccolta degli articoli apparsi su L’Aruspice è disponibile sul sito Internet www.gatc.it Per qualsiasi segnalazione inerente la tutela di beni storici, archeologici e mo-numentali del territorio cerite, e per suggerimenti, proposte di collaborazio-ne al giornale, lettere, richieste di recen-sioni di libri o mostre, scrivete al’indirizzo e-mail [email protected]

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ai giovani di individuare in questo l’opportunità per la creazione di nuove iniziative. C iò rappresen ta una novi tà , un’inversione di tendenza rispetto al passato, quando solitamente si è data importanza ai grandi investimenti in-dustriali ed infrastrutturali, all’edilizia selvaggia; un tipo di politica economi-ca non adatta ad aree a vocazione rura-le e turistica, con effetti a dir poco di-sastrosi sull’ambiente e sul paesaggio.

Il Sistema viene quindi ad essere il motore per lo sviluppo dell’economia locale: attorno ad esso si sviluppano nuove attività, altre vengono riscoper-te e rivalutate. Il ripristino dei siti archeologici, dei monumenti e dell’ambiente naturale, la preparazione dei percorsi, degli itine-rari, la gestione delle strutture ricetti-ve, le attività connesse con la funzione educativa svolte nel Sistema, sono solo alcune delle forme con cui si manife-

stano gli effetti occupazionali. Nuove figure professionali, altamente qualificate, vengono a crearsi all’interno del Sistema in relazione alle attività di guida, di didattica e di ani-mazione e assistenza turistica. L’immediato effetto che sarà riscontra-bile nell’area interessata dal Sistema sarà senza dubbio l’incremento del flusso turistico e la crescita occupazio-nale.

Flavio Enei

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I l progetto, ideato dal direttore del Museo Civico di Santa Marinella

Dott. Flavio Enei e promosso dall’Associazione Intercomunale crea-ta su iniziativa dell’ex sindaco di San-ta Marinella On. Achille Ricci, si pro-pone l’obiettivo di realizzare un com-plesso organico di strutture di servizio ed itinerari che permettano il corretto godimento dei valori storico-archeologici ed ambientali dell’antico territorio cerite. Tale struttura, voluta dai sindaci Guido Rossi e Antonio Brazzini per Cerveteri, Gino Ciogli per Ladispoli, Antonio Pizzigallo ed Emiliano Minnucci per Anguillara, Alessandro Battilocchio per Tolfa, Generoso Mancini per Manziana e Franco Bordicchia per Santa Marinel-la, comune capofila, è stata definita “Sistema di valorizzazione dei beni culturali del comprensorio Cerite-Tolfetano-Braccianese” . L’area geografica interessata dal Si-stema si estende tra il Mare Tirreno, i Monti della Tolfa e il Lago di Brac-ciano, nel cuore dell’Etruria meridio-nale e costituisce un comprensorio tra i più ricchi di presenze d’interesse sto-rico-archeologico dell’Italia centrale. Inoltre nella stessa area insiste un pa-trimonio naturale di eccezionale rile-vanza, ancora in gran parte intatto e conservato secondo le originarie carat-teristiche con aspetti litoranei, monta-ni e lacustri. Il comprensorio interessato dal Siste-ma ha condiviso nel corso dei millenni un comune sviluppo storico, dalle lon-tane origini preistoriche fino ai giorni nostri, attraverso l’epoca etrusca, ro-mana e medievale. Particolarmente significativa risulta la fase etrusca quando l’intero territorio fu unificato,

per la prima volta, sotto il controllo della città stato di Caere. Il progetto prende corpo dall’esigenza di contribuire allo sviluppo socio-economico del litorale nord di Roma a t t r a ve r so l a va lo r izz az ione dell’enorme risorsa costituita dai beni culturali ancora privi di una sistemati-ca, organica, promozione. Il particola-re pregio delle preesistenze archeolo-giche e architettoniche, frutto di mil-lenni di sedimentazione storica, ri-chiede forti azioni di recupero e valo-rizzazione, finalizzate alla creazione di strutture operative che integrino la presenza degli istituti già esistenti sul territorio. A questo proposito il pro-getto va ad integrare, nell’area estesa tra il Lago di Bracciano, i Monti della Tolfa e il mare Tirreno i diversi inter-venti che sono già in essere o in pro-getto: iniziative d’interesse locale, destinate alla tutela, valorizzazione e fruizione del patrimonio storico-archeologico-naturalistico, finanziate con fondi pubblici e/o privati. Ai fini dello sviluppo economico ed occupazionale, si rende necessario procedere ad una forte promozione culturale e turistica che offra al pub-blico la più ampia fruizione dei beni esistenti, attraverso la creazione di un organico sistema di servizi collegati in rete. Si è quindi ritenuto utile e necessario che le amministrazioni locali promuo-vessero direttamente, in forma sostan-ziale, progetti di sviluppo socio-economico, di valenza intercomunale, legati alla valorizzazione delle risorse costituite dai beni culturali ed ambien-tali del comprensorio, capaci di attrar-re investimenti. Il superamento del modello centralisti

co di tutela dei beni culturali e del pa-trimonio storico-archeologico pone la necessità di ricorrere a forme innova-tive in tema di gestione e valorizzazio-ne dell’attuale sistema organizzativo. Il progetto dell’Associazione Interco-munale, strutturata dal Segretario Dott. Luigi Annibali del Comune di Cerveteri ed elaborato a suo tempo dai t e c n i c i D o t t . F l a v i o E n e i (coordinatore), Arch. Florence Grano-zio, Arch. Luca D’Ottavi, Rag. Anto-nio Itri e Dott. Paolo Lorizzo, nasce dai presupposti normativi fissati dal decreto legislativo del 20/10/1998 n. 368, istitutivo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali dove si distin-gue tra funzioni di tutela, gestione e valorizzazione e dove si prevede, tra l’altro, la possibilità di accordi tra pubbliche amministrazioni e privati e la costituzione o partecipazione ad associazioni, fondazioni o società. Il decreto legislativo del 31/3/1998 n. 112, affida invece ai comuni le fun-zioni di valorizzazione e promozione nel proprio ambito dei beni culturali, mediante forme di cooperazione strut-turali e funzionali tra Stato, Regioni ed Enti Locali. Anche l’ANCI, in vista delle nuove forme di conduzione del patrimonio culturale ha stipulato ap-posita convenzione con la Confindu-stria per incentivare la partecipazione dei privati alla valorizzazione e ge-stione dei beni culturali di proprietà degli Enti Locali. La Regione Lazio, infine, ha approvato con la Legge Re-gionale 42/1997 le norme in materia di beni e servizi culturali del Lazio con le relative linee d’indirizzo e pro-grammazione.

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IL PROGETTO

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• Presenza di un eccezionale patrimonio storico-culturale conservato in un ambiente ancora intatto, tra i più belli ed incontaminati del centro Italia.

• Compresenza di una molteplicità di attrezzature ed investimenti di natura pubblica e privata, esistenti o in corso di attuazione, di preminente interesse per la tutela e valorizzazione del patrimonio archeolo-gico, monumentale e naturalistico (Sistema Musea-le Regionale Cerite-Tolfetano, Progetto Archeo-dromo L.R. 37/88; Intervento di valorizzazione area cerite L.R. 26/99, Parco territoriale del Lago di Bracciano, Patto territoriale degli Etruschi, Ri-serva Naturale di Canale Monterano, Riserva Natu-rale della Caldara, Riserva Naturale di Macchiaton-da, Oasi di Palo Laziale, Oasi di Torre Flavia; L.R. 1 e 40, Riconoscimento UNESCO di Cerveteri come Patrimonio dell’Umanità).

• Naturale vocazione turistica di un territorio esteso tra il lago, il mare e le colline, favorito dalla vici-nanza di Roma, del suo aeroporto intercontinenta-le, dalla sviluppata viabilità stradale, autostradale e ferroviaria, dal porto di Civitavecchia.

Il sistema è concepito come un unico organismo, articolato in differenti itinerari tematici, anche intercomunali, a carat-tere storico, artistico, archeologico, minerario, naturalistico. I musei e i centri visita costituiscono i punti di partenza de-gli itinerari nonché d’informazione e prenotazione per acce-dere ai servizi previsti dal Sistema o con questo collegati e convenzionati (visite guidate, escursioni a piedi, a cavallo, in pullman, laboratori di archeologia sperimentale, campi scuola e di ricerca, punti vendita- bookshop, ristorazione, soggiorno in albergo, in ostello, in agriturismo o con formu-la bed and brekfast, parcheggio ecc.). Il progetto interessa tutti gli istituti culturali, i musei, le aree archeologiche, le residenze storiche, i monumenti, i com-plessi urbani, gli antichi edifici religiosi, le aree minerarie, le aziende agrituristiche etc. presenti sul territorio. Il Sistema viene quindi a costituire un contenitore unico in cui inserire le singole realtà e i progetti già in essere o in corso di realizzazione da parte degli Enti presenti nel territo-rio, per i seguenti fini:

• Realizzare la valorizzazione e la promozione cultu-rale del patrimonio storico-archeologico dell’intera area cerite-tolfetana-braccianese.

• contribuire in modo rilevante alla diversificazione dell’economia locale con la creazione di nuove op-portunità di lavoro dirette ed indirette.

• Sostenere lo sviluppo di un turismo moderno e non distruttivo, basato sulla valorizzazione delle risorse locali anche nei periodi di bassa stagione e distri-buire il flusso turistico sul territorio nei periodi di maggiore affluenza.

I progetti esecutivi, da finanziarsi con fondi pubblici e/o privati, saranno nel corso del tempo affidati ad un pool di tecnici, esperti nei diversi settori di competenza, indicati dai

singoli comuni e dovranno prevedere in specifico:

• la valorizzazione e la promozione delle presenze storiche, artistiche e monumentali naturalistiche del comprensorio;

• un sistema organico di servizi culturali e turistici, ivi comprese le aree di parcheggio attrezzato;

• l’individuazione di attività economiche compatibili con i valori culturali tutelati;

• l’applicazione di metodi di gestione idonei a pro-muovere l’occupazione;

• la progettazione di un sistema di itinerari turistici che valorizzino le aree archeologiche più significa-tive e, nell’ambito di esse, la progettazione di arre-di urbani e segnaletica turistica;

• criteri e metodi per la promozione di attività di e-ducazione, formazione e ricerca scientifica, anche interdisciplinare, nonché di attività ricreative com-patibili con i valori culturali tutelati;

Ai fini della realizzazione del Sistema i Comuni si sono im-pegnati a promuovere la costituzione di una Società mista pubblico-privata a prevalente carattere pubblico, con il com-pito di realizzare e di gestire in forma integrata tutti i servizi e le attività promozionali del Sistema. Tale Società attiverà, con il consenso di soggetti pubblici e privati, il “Sistema di valorizzazione dei Beni Culturali del comprensorio Cerite-Tolfetano-Braccianese” comprendente i beni presenti nel territorio dei comuni del comprensorio, attraverso la realizzazione e la gestione di strutture e servizi collocati nelle aree interessate, promuovendone la tutela e la valorizzazione sotto il profilo sociale, economico e territo-riale. La Società si farà promotrice, inoltre, delle iniziative neces-sarie ed opportune per la progettazione esecutiva e la con-creta realizzazione di una struttura di gestione integrata ed unitaria dell’intero comprensorio, la quale veda il concorso dei soggetti pubblici e privati interessati, con particolare riferimento a quelli operanti nel territorio in questione.

IN SINTESI LE CARATTERISTICHE PECULIARI DEL SISTEMA:

Tolfa: la rocca dei Frangipane

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I PRIMI INTERVENTI

Costituita l’Associazione Intercomunale per il coordinamento del progetto ed attivata con fondi comunali la progettazione per ottenere un primo finanziamento regionale di 2 milioni di euro, distribuito su sei comuni, sono state bandite le gare di appalto per la realizzazione di alcuni degli interventi previsti. Grazie a questo finanziamento della Regione Lazio, promosso dall’On. Ricci, giunto ai Comuni tramite l’Assessore Manzi della Provincia di Roma, nasceranno a breve i Centri Visita di Anguillara Sabazia, Cerveteri e Manziana che integreranno quelli già operativi presso i musei civici di Santa Marinella e Tolfa costituendo di fatto la struttura di base dell’intero Siste-ma. Nel Comune di Tolfa sarà recuperato e valorizzato l’itinerario della medievale Rocca dei Frangipane, a Ladispoli gli impo-nenti resti della villa romana di Marina di San Nicola, a Santa Marinella l’intero percorso della cinta muraria in opera poligo-nale del castrum di Pyrgi. I progetti esecutivi di queste realizzazioni, approvati dalle Soprintendenze e dagli altri Enti competenti, sono stati realizzati per intero dagli architetti e dai tecnici in forza presso i vari uffici comunali: Franco Lorenzetti (Anguillara), Alessandro Bor-gia (Cerveteri), Antonio Loretano e Piero Colò (Ladispoli), Bruna Alongi (Manziana), Sgriscia Daniela (Tolfa), Florence Granozio e Caterina Di Gironimo (Santa Marinella).

IN RICORDO DI LUDOVICO MAGRINI

I l 14 novembre si è svolto al Ca-stello di Santa Severa un incontro

in ricordo di Ludovico Magrini, in-ventore del volontariato nel campo dei beni culturali, fondatore dei Grup-pi Archeologici d’Italia e del Forum delle Associazioni Archeologiche Europee. L’incontro, privo di qual-siasi formalità, ha visto la partecipa-zione di tantissime persone che con lui hanno condiviso negli anni il lun-go percorso d’impegno civile e socia-le che ha portato ad una maggiore divulgazione scientifica ed alla sensi-bilizzazione dei cittadini nei confronti dei beni culturali. Tra i partecipanti tanti archeologi oggi impegnati nelle università, nei musei e nelle soprin-tendenze, con lo stesso entusiasmo e amore per l’archeologia di un tempo

quando erano i ragazzi di Vi-co. Ludovico Magrini è stato un personaggio straordinario ed irripetibile. Con il suo ca-risma, intelligenza e prepara-zione ha formato generazioni di archeologi ora attivi sul campo in tante parti d’Italia. Ha precorso i tempi parlando più di trenta anni fa di impe-gno civile nel campo dei beni culturali, di sviluppo legato alla valorizzazione del patri-monio storico archeologico, di tutela legata alla nascita di una maggiore sensibilità e consapevolezza nei cittadini e di tanti altri temi oggi sulla bocca di tutti. Il suo insegna-mento non è caduto nel nulla, molte cose sono cambiate e sono state fatte grazie a questo personaggio convinto che il cemento ideale di una comunità sia costituito dalla memoria storica e

della capacità che tale comunità ha di accrescerla e conservarla.

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Cerveteri: Necropoli della Banditaccia (foto C. Carocci)

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ANGUILLARA SABAZIA UN LAGO IMMERSO NEL VERDE

Uno straordinario patrimonio storico-archeologico e natura-listico nella cornice incantevole dell’antico Lago Sabatino. Un caratteristico centro storico medievale affacciato sulla cultura e sulle vicende millenarie di un lago che ha restitui-to le più antiche imbarcazioni d’Europa risalenti all’epoca neolitica, testimonianza unica di un lontano passato. Gli itinerari Il centro storico medievale e la Chiesa di S. Francesco La villa romana dell’Acqua Claudia Un tratto dell’antica via Clodia e le Mura di S.Stefano La villa romana dei Muracci Il villaggio neolitico della Marmotta (it.sub) L’area naturalistica del Lago di Martignano Il Museo delle Tradizioni Contadine Informazioni: Centro Informazioni (PIT) Viale Reginaldo Belloni, c/o Piazza del Molo Tel. 06/9968415, tel. 348/2650775

CERVETERI LA CULLA DELLA CIVILTA’ ETRUSCA

Un’antica metropoli aperta sul Mediterraneo, culla della civiltà etrusca. Un patrimonio storico-archeologico di im-menso valore culturale per la conoscenza e lo studio

dell’Italia preromana. Dalla preistoria al medioevo l’operare incessante delle generazioni ha trasformato l’ambiente natu-rale lasciando tracce indelebili sul territorio. I Monti Ceriti che sovrastano la città antica e le necropoli conservano an-cora oggi un paesaggio naturale incontaminato ricco di cor-si d’acqua e cascate spettacolari. Gli itinerari Il centro storico medievale e Piazza Santa Maria La necropoli etrusca della Banditaccia L’area della città antica Le necropoli etrusche del Sorbo, di Monte Abatone, di Greppe S.Angelo. Ceri ed i suoi dintorni Il villaggio del Sasso Le Aquae Caeretanae I Monti Ceriti: itinerari naturalistici ed archeologici Il Museo Nazionale Etrusco Informazioni: Centro Informazioni (PIT) P.za Aldo Moro n. 1 Tel. 06/99552637, fax 06/9942034.

LADISPOLI LE SPIAGGE DALLA SABBIA NERA

I resti di grandiose ville romane si alternano a tratti di lito-rale che ancora conservano lembi dell’antico paesaggio co-stiero con i suoi boschi mediterranei, le paludi e la famosa sabbia nera ricca di ferro. Dalla villa romana imperiale di San Nicola a quella della Posta Vecchia, dall’Oasi naturale di Palo a quella della palude di Torre Flavia si susseguono suggestive testimonianze della storia millenaria del territo-rio a nord di Roma. Gli itinerari Torre Flavia e la sua palude Il bosco e l’Oasi naturale di Palo Le ville romane del litorale di Alsium La villa di San Nicola Le aree archeologiche di Vaccina e Monteroni La cisterna di Piane di Vaccina Informazioni: Pro Loco di Ladispoli Piazza della Vittoria 11 Tel/fax 06/9913049 E mail: [email protected]

NEL SISTEMA CERITE Alla scoperta di un patrimonio

straordinario da conoscere e valorizzare:

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MANZIANA NEL BOSCO INCANTATO

Nel fresco entroterra tra il lago, i monti e le spiagge del Tirreno si conserva un grande bosco di cerri e farnetti che si rivela maestoso al suo visitatore, erede dell’antica scon-finata Silva Mantiana, ideale per passeggiate ed escursioni durante le quali si incontrano frammenti di passato come tombe etrusche o tratti di strade antiche. La Caldara di ac-que sulfuree in un raro bosco di betulle offre un paesaggio incantato e misterioso dove trascorrere ore di quiete in li-bertà. Gli itinerari Centro storico La Macchia Grande della Silva Mantiana La Caldara ed il bosco di betulle Il Ponte del Diavolo Un tratto di strada romana La mola rinascimentale Informazioni: Coop. Usnea Via Fonte della Dolce n. 7 (c/o stazione FS) Tel. 06/9963717 – 329/6131294

SANTA MARINELLA LA VITA SUL MARE E PER IL MARE

Nel luogo degli antichi porti di Pyrgi, Punicum e Castrum Novum, frequentati da navigatori di tutto il Mediterraneo. Punto di incontro tra Etruschi, Greci e Fenici. L’area arche-

ologica di Pyrgi con il complesso monumentale del Castel-lo di Santa Severa e i suoi musei costituiscono uno dei siti storico-archeologici più importanti dell’Italia centrale. Nella Riserva Naturale di Macchiatonda si conserva inalte-rato un tratto dell’antico litorale pyrgense, un lembo di ter-ra tra la spiaggia e la macchia mediterranea. Gli itinerari Pyrgi ed il Castello di Santa Severa La Riserva Naturale di Macchiatonda La via Aurelia romana: ville, ponti e peschiere L’abitato etrusco della Castellina del Marangone Pyrgi sommersa (It. Sub) Museo Civico Archeologico Antiquarium Pyrgense Informazioni: Museo Civico Archeologico Castello di Santa Severa Tel. 0766/570209 - Tel/fax 570077 E mail: [email protected]

TOLFA NEL REGNO DEI BUTTERI

Una natura ancora selvaggia ed incontaminata estesa sui Monti della Tolfa dove numerose specie animali e vegetali trovano il loro habitat ideale. Una rocca e un borgo medie-vale posto a controllo del territorio tra agricoltura, alleva-mento ed antiche industrie minerarie. Nella campagna cir-costante resti di insediamenti preistorici, etruschi, romani e medievali raccontano la storia dello sviluppo del rapporto uomo-ambiente nel corso di migliaia di anni. Gli itinerari Centro storico medievale e rinascimentale La Rocca dei Frangipane Il tempio etrusco di Grasceta e l’abbazia di Piantangeli La necropoli etrusca di Pian Conserva La necropoli etrusca del Ferrone La Via Verde dei Monti della Tolfa: itinerari naturalistici Museo Civico Archeologico Informazioni: Museo Civico Archeologico Via Braccianese Claudia - Loc. La Sughera Tel. 0766/92127 – 939035 (Uff.Cultura)

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S orto sui resti di una chiesa me-dievale a tre absidi a sua volta

edificata nel XII secolo sulle strutture di una villa romana con precedenti etruschi il Casale di San Paolo è stato dal XVII secolo un importante punto di riferimento e ricovero per i guitti, generazioni di uomini e donne impie-gati come schiavi nelle tenute dei ric-chi feudatari di Cerveteri. Dopo le denunce e il fermo lavori se-guito ai devastanti tentativi di ristrut-turazione effettuati dal proprietario negli anni scorsi tutto tace e tutto è in abbandono. Le originarie finestre strombate delle absidi laterali sono state trasformate in finestre panorami-che, la struttura in blocchi squadrati di tufo rosso coperta da intonaco grigia-stro, il tetto rifatto in cemento. Ora il Casale intitolato a San Paolo, forse in ricordo del culto della chiesa medie-vale, è usato come latrina dagli occu-panti della vicina baraccopoli sorta in modo completamente abusivo.

CERVETERI: IL CASALE DI SAN PAOLO

L’ARCHEOCONDONO: UN REGALO AI TOMBAROLI

Ringraziamo l’On. Gianfranco Conte (FI) per aver ritirato l’emendamento da lui presentato all’articolo 30 della Legge Finanziaria all’esame dell’Assemblea Parlamentare. L’emendamento avrebbe consentito ai possessori illegali di reperti archeologici e di altri beni culturali di sanare la pro-pria posizione con il versamento nelle casse dello Stato del 5% del valore stimato dell’oggetto. Chi come noi proviene dalle fila del volontariato impegnato nella lotta ai clandestini e nel rispetto delle leggi che tutelano il nostro patrimonio storico-archeologico non può che tirare un sospiro di sollievo per questo ennesimo scampato pericolo. Gli oggetti antichi raccontano la storia a tutti coloro che san-no e vogliono ascoltarla. La storia è di tutti e non può essere privatizzata ad uso e consumo di pochi. I tombaroli vanno perseguiti e denunciati perché distruggono e disperdono pa-gine di storia che appartengono a tutti e al nostro paese. Invi-tiamo l’On. Conte a visitare il territorio cerite per rendersi conto dello scempio che è stato fatto dai tombaroli nelle fa-mose necropoli etrusche “Patrimonio dell’Umanità”. I soldi per lo Stato potrebbero essere ricavati da multe salatissime da far pagare a chi ruba compra e commercia beni culturali e reperti archeologici.

Il casale S. Paolo alla fine degli anni ottanta: in evidenza le tre ab-sidi della chiesa medievale, costruite in blocchi squadrati di tufo, oggi scomparse sotto l’intonaco e il cemento. (dal volume di F. Enei, Ager Caeretanus il litorale di Alsium, ed. 2001)

Il casale San Paolo “ristrutturato” (foto Papi)

Una finestra dell’absibe prima e dopo la cementazione

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LADISPOLI: IL CASTELLACCIO DEI MONTERONI

U no dei monumenti simbolo di Ladispoli giace di nuo-vo da tempo nel più completo abbandono e degrado.

Dopo la discutibile opera di consolidamento e restauro ef-fettuata negli anni Novanta in seguito alle denunce ed alle manifestazioni della Sezione GAR di Ladispoli-Cerveteri l’importante casale fortificato del XIV secolo è nuovamente lasciato a se stesso. L’ERSAL, ultimo erede del famoso Ente Maremma, è l’attuale proprietario della struttura, che ricade nella tutela della Soprintendenza ai Beni Ambientali ed Architettonici del Lazio. Dopo l’ennesima richiesta del Comune di Ladi-spoli per avere finalmente affidato il complesso monumen-tale tutto tace. Nel frattempo, divelte le recinzioni, alcuni infissi sono stati rotti ed asportati, è ripreso l’uso improprio dei locali da parte di povera gente ed extracomunitari impe-gnati in lavori al nero nel territorio circostante, si è riavviato un nuovo inesorabile processo di degrado e danneggiamen-to della struttura. Le denunce comparse sui giornali locali non sembrano aver portato a sostanziali novità. E’ probabile che si dovrà procedere a breve a nuove eclatanti manifesta-zioni per sbloccare a livello politico l’ormai triste ed annosa vicenda. Noi del Gruppo Cerite saremo in prima fila.

SANTA MARINELLA: IL PONTE DI APOLLO

A l di là della siepe, completamente ricoperto dalla ve-getazione infestante, si ergono i resti del grande ponte

di Apollo, ricordato in un’iscrizione dell’epoca degli impe-ratori Settimio Severo e Caracalla rinvenuta nei pressi. A pochi metri, sulla via Aurelia passano le automobili ed i turisti. Quasi nessuno riesce ad intravedere uno dei numero-si ponti antichi per miracolo conservati proprio nel territo-rio Santa Marinella. Quello che potrebbe essere un simbolo della città, un vanto da mostrare all’ingresso dell’abitato, giace in abbandono in una sorta di recinto infossato ed in-frequentabile. Sotto l’arco escrementi ed immondizie. Sa-rebbe il caso di ripulire il monumento, di sistemare l’area circostante e di illuminarla affinché anche di notte chi si trovi a viaggiare sulla principale arteria dell’Italia tirrenica possa ammirare un prezioso frammento del mondo antico

che nonostante le offese del tempo e degli uomini è ancora tra noi..

Castellaccio di Monteroni: abbandono ed incuria delle strutture restaurate nel 2001 e mai utilizzate (foto Papi)

Il ponte di Apollo come appariva alcuni anni fa.

Visione aerea del Castellaccio, lungo l’antica via Aurelia

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P resto una nuova risistemazione dell’area compresa fra l’Arco di

Costantino e il Colosseo. Si tratta di rendere fruibile al pubblico non solo la “Meta Sudans”, grande fontana di epo-ca flavia, ricca di significati simbolici, in parte ancora visibile, ma anche un’altra fontana, molto simile alla pri-ma ma di dimensioni minori, di epoca augustea. La seconda fontana è stata rinvenuta durante i lavori di scavo del “Progetto Meta Sudans”.

Se ne è parlato proprio in questi giorni a Roma, durante la pre-sentazione ufficiale dei risultati con-clusivi degli scavi, che si è svolta pres-so il Museo Nazionale Romano di Pa-lazzo Massimo alle Terme. Ma riper-corriamo la sua storia dall’inizio. Dal 1981 – dopo la chiusura della piazza del Colosseo al traffico veicolare – l’intera valle è stata costan-temente oggetto di interventi di valo-rizzazione promossi dalla Soprinten-denza Archeologica di Roma. Gli scavi ebbero inizio nel 1981 grazie ai fondi messi a disposizione dalla Legge Biasini. A partire dal 1986 i lavori sono stati diretti dall’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” su annuale concessione di scavo rilascita dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali al Diparti-mento di Scienze Storiche Archeologi-che e Antropologiche dell’Antichità, ci spiega la responsabile, prof.sa Cle-mentina Panella. Nel dicembre 2000 fu stipulata, in base alla legge 1-4.01.93, una Convenzione tra la So-printendenza Archeologica di Roma e il Rotary Club Roma Est, finalizzata al restauro della struttura della Meta Su-dans e alla risistemazione dell’area, con il contributo economico, a fondo perduto, messo a disposizione dalla Fondazione BNC. Nel 2001 i lavori sono stati finanziati con 300 mila euro, a cui se ne sono aggiunti altri 46 mila nel 2003, anno di conclusione dei la-vori.

La BNC, Banca Nazionale delle Comunicazioni, è una fondazione di origine bancaria - nata nel 1993 dal conferimento da parte dell’ex Banca nazionale delle Comunicazioni delle sue attività creditizie e assicurative -

che si è sempre occupata, oltre alle altre attività solidali, di ricerca scienti-fica e tecnologica e, in particolare, di programmi di recupero e di restauro dei beni artistici ed architettonici di elevato valore culturale.

Il Programma prevede-va, oltre al restauro della fontana fla-via, anche la parziale riproposizione della sua funzione idraulica originaria. Proprio per questo si era concordato il riposizionamento dei blocchi di con-glomerato crollati in antico dalla vasca circostante la fontana, previo idoneo riempimento dei dislivelli fino al rag-giungimento della originaria quota di spiccato della struttura.

L’area dello scavo della Meta Sudans si situa nel settore occidentale della piazza del Colosseo, rimasta so-stanzialmente inalterata dalla tarda età imperiale, tra l’Arco edificato da Co-stantino, il fronte orientale del Tempio di Venere - voluto da Adriano - e Ro-ma, il basamento del colosso di Nero-

ne e l’anfiterato flavio, noto col nome di Colosseo. La sua parte centrale, spiega la d.ssa Sabina Zeggio nel suo dossier, è occupata dalle fondazioni della Meta Sudans, la più grande fon-tana a pianta centrale della Roma im-

periale, attribuita dalle fonti letterarie all’attività edilizia degli imperatori della dinastia flavia ( 81 – 96 d. C. ). Gli scrittori antichi hanno tramandato il nome di questo monumento, che ri-calcava quello delle metae dei circhi, metre l’aggettivo sudans, cioè “stillante acqua”, connotava la sua funzione. Alle mete poste alle due estremità della spina centrale dei circhi rimandava anche il suo aspetto, docu-mentato dalle monete di età imperiale e ricostruibile sulla base dei disegni realizzati al momento della sua demo-lizione nel 1936, in occasione della r e a l i zzaz ione de l l ’ a l l o r a v i a dell’Impero, oggi via dei Fori imperia-li, illustra il dossier della Zeggio.

Quando è apparso, a sei metri di profondità, e in ottimo stato di conservazione, il primo spicchio della fontana augustea, il programma dei lavori del Progetto è stato modificato per portare alla luce anche la fontana augustea. Gli addetti ai lavori l’hanno

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ROMA/ Viene alla luce fra l’Arco di Costantino e il Colosseo una nuova area archeo-logica da aprire al pubblico, magari con accesso dalla fermata della metropolitana. E SOTTO LA “META” RIAFFIORA LO “SWATCH”

Sotto la “Meta Sudans”, grande fontana di epoca flavia ne è venuta alla luce una di epoca augustea. La scoperta l’ha fatta la Soprintendenza Archeologica di Roma a quattromani con “La Sapienza”, Dipartimento di Scienze Stori-che Archeologiche e Antropologiche dell’Antichità che ha realizzato lo scavo.

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chiamata swatch per la sua singolare forma, molto simile ad un orologio con cinturino.

Dotata di un saliente centrale alto circa 16 metri, diviso in tre zone ( una inferiore cilindrica, ri-vestita di lastre di marmo; una secon-da leggermente troncoconica animata da nicchie e statue; una superiore a cuspide conica ) e di una vasca misti-linea con pareti in travertino animate da pilastri da cui sgorgava l’acqua, la struttura, bruciata nell’incendio del 64 d.C., rappresenta un monumento di eccezionale rilevanza sia sul piano urbanistico-topografico che architetto-nico e simbolico. Posta sulla via delle cerimonie ufficiali, ci spiega la prof.sa Clementina Panella, coincide con il punto d’incontro di quattro ( o cin-que ) delle quattordici regioni in cui Augusto aveva diviso la città nel 7 a.C. e rappresenta il vertice principale dell’intera organizzazione urbana.

La fontana, inoltre, pro-segue Panella, sembra insistere su uno dei quattro angoli del perimetro sacro della città di Romolo ( il pomerio ) e fronteggia un santuario - rinvenuto durante lo scavo - che per la sua anti-chità e inamovibilità può essere iden-tificato con le Curiae veteres, la cui costruzione era attribuita allo stesso fondatore. La vicinanza di questo edificio con la casa natale di Augusto ( il nuovo Romolo ) – segnalata anche dagli autori antici – arricchiva ulte-riormente il luogo di significato che, certo, non potevano sfuggire alla pro-paganda imperiale. Possono spiegar-

si così sia la scelta da parte di Augu-sto di questo sito come punto centrale della sua riforma amministrativa, sia la ricostruzione della Meta sudans, di cui sono autori i Flavi, che cancellan-do gli interventi edilizi neroniani si

atteggiavano ad eredi ai Augusto. Ora si discute del mo-

numento e del suo rapporto con la for-ma della città antica, ma quale destino gli verrà riservato in futuro ? Quando avranno inizio i lavori di riassetto dell’intera piazza ?

Negli obiettivi della Soprintendenza entrambe le aree do-vrebbero essere fruibili. Si tratta di una formidabile chiave di lettura all’interno della piazza del Colosseo della successione delle fasi storiche di

un’area la cui frequentazione appare ininterrotta, secondo la Soprintenden-za, a partire dal VII secolo a. C.

Sull’idea progettuale di rias-setto la Soprintendenza sta lavorando sin dal momento della scoperta. Una parte del Programma previsto dalla convenzione è stato portato a termi-ne : la risistemazione del piano di cal-pestio intorno alla recinzione del l’Arco di Costantino con l’apertura, tra questo e la Meta, di un percorso pedonale. Soltanto un sem-plice intervento di tutela e valorizza-zione, grazie al quale ora è possibile la visione ravvicinata anche del fronte settentrionale dell’Arco.

Ma per la risistemazione dell’intera area, con la conclusione dei lavori, forse si sta per aprire un nuovo capitolo di interminabili attese e ri-mandi. La responsabile del Diparti-mento di Scienze Storiche Archeolo-giche e Antropologiche dell’Antichità, prof.sa Clementina Panella, che in questi anni ha diretto i lavori, è molto sfiduciata. Mentre Portoghesi sugge-risce un concorso internazionale, di

fatto ,oggi, la Meta è un immondez-zaio, sottolinea la prof.sa Panella. E con la conclusione dei lavori, prose-gue, l’Università è fuori dalla partita.

Barbara Civinini

Bibliografia essenziale: C. Panella, La Valle del Colosseo nell'Antichità, in BA, 1-2, 1990, pp. 34-88; C. Panel-la (ed.), Meta Sudans I. Un'area sacra in Palatio e la valle del Colosseo prima e dopo Nerone, Roma 1996.

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C ontinua lo scempio del nostro territorio con atti vandalici mira-

ti a depredare i beni archeologici, or-mai con disinvolta impudenza, alla luce del giorno e sotto gli occhi di tut-ti. La villa di san Martino, una delle più imponenti del territorio cerite, docu-mentata anche nella carta archeologica dell’Ager Caeretanus pubblicata da Flavio Enei nel 2001 (pag. 192 sito n° 215), è stata oggetto di uno scempio causato da uno scasso con aratro il cui vomere scavando a più di un metro e mezzo di profondità, ha distrutto tutto quello che incontrava sul suo percor-so: pavimenti musivi a tessere bianche e nere, intonaci dipinti, pavimenti in opus spicatum e cocciopesto, mura a blocchi di travertino e tufo, sconvol-gendo e disperdendo importantissime testimonianze archeologiche. Subito la zona è stata, oltretutto, asse-diata da cercatori di monete e oggetti di metallo muniti degli appositi ( s t r u m e n t i d e l me s t i e r e ) e “cocciaroli”, che hanno depredato ciò che restava. La squadra del settore ricognizione del Gruppo Archeologico del Territo-rio Cerite, chiamata urgentemente da una segnalazione di un sensibile abitante della zona, che qui ringrazia-mo vivamente per l’atto civile responsabilità , si è recata sul posto raccogliendo dati e foto dello scem-pio, rinvenendo anche una parte di tubazione in piombo (fistula aquaria) risparmiata miracolosamente dai de-predatori. L’oggetto è stato consegnato al Museo di Cerveteri ed è stata inoltrata anche la segnalazione ufficiale con una lette-ra alla Soprintendenza Archeologica dell’Etruria Meridionale. La nostra associazione è sempre a di-sposizione di chiunque voglia segnala-re atti vandalici, degrado, scassi clan-destini, contribuendo così al controllo

ed alla tutela dei beni culturali del ter-ritorio cerite.

Spurinna

L’ARALDO CERITE Notizie dal territorio e attività del Gruppo

Distrutta la villa romana dei “Muracci” di Borgo San Martino

Una denuncia del Settore Ricognizione del Gruppo Archeologico del Territorio Cerite

La documentazione fotografica dello scempio.

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S e socchiudi gli occhi, mentre ascolti il loro canto le-varsi fra le volte di una chiesa romanico gotica, o ti

capita di incontrarti in una piazza o per le vie di un antico borgo, mentre incedono cantando e suonando processio-nanti nei loro costumi d'epoca, ti ritrovi, come per magia, trasportato indietro nel tempo.

Ti sembrerà di rivivere l'esperienza suggestiva dei pelle-grini che nel medioevo attraversavano le contrade d'Euro-pa diretti a qualche santuario, o di far parte di un'allegra compagnia di clerici vagantes radunati in una taverna a far bisboccia se, hai avuto il piacere di essere ad una cena al-lietata dai loro Carmina Burana. Loro sono i Tusciae Cantores, un gruppo di musici e cantori che tengono con-certi, animano feste popolari, accompagnano banchetti e convivi, proponendo un repertorio di canti e melodie col-locabili tra il tardo medioevo ed il primo rinascimento, con strumenti d'epoca (arpa, bouzuki, liuto, flauti, percus-sioni, etc.) e costumi ricostruiti sulla base dell'iconografia del XII-XIV sec. L'organico è di circa quindici appassionati elementi ed il loro maestro è Roberto Magnasciutti, se vuoi contattarli o condividere con loro questa esperienza, visita il loro sito: wwwtusciaecantores.ìt.

Oreste Micheli

Gita a Carsulae

I l 24 ottobre scorso si è effettuata, con successo, una visita all’antica

città di Carsulae nei pressi di San Ge-mini (TR). Carsulae è una città roma-na sorta in epoca imperiale e distrutta nel IX secolo. Risultano molto ben conservati il teatro, l’anfiteatro, le ter-me, resti del foro, le porte monumen-tali (arco di S. Damiano) e un edificio trasformato in chiesa (S. Damiano) in epoca medievale utilizzando materiale di spoglio. Notevoli anche i monu-menti funerari, in parte ricostruiti, sor-ti all’ingresso della città. Un altro importante sito visitato nella giornata è la foresta fossile di Duna-robba dove emergono dal terreno tron-chi enormi di alberi vissuti 3.000.000 di anni fa e conservatisi fino ad oggi in un banco di argilla. Il legno dei tronchi non ha subito il processo di fossilizzazione ma è ancora integro con notevoli problemi di conservazio-ne. Per finire una puntata ad Amelia per ammirare le antiche mura poligo-nali del VI sec. a.C. e i palazzi del centro storico ed il bel panorama che si gode dal piazzale antistante il Duo-mo.

Renato Tiberti

Trekking a Vulci Natura e archeologia sono state il te-ma dell’escursione che si è svolta a

ottobre al parco archeologico naturali-stico della valle del Fiora. L’escursione sviluppandosi su un per-corso di notevole interesse ben ideato sia didatticamente che a livello d’attrezzature, è iniziata attraversando la città romana con le sue porte, mura, edifici, strade, proseguendo lungo le rive del Fiora con avvistamenti d’avifauna acquatica e il riconosci-mento di numerose tracce d’animali. Nel pomeriggio l’escursione è conti-nuata con la visita della stupenda tom-ba dipinta “Francois”, recentemente restaurata e aperta al pubblico. Contemplazione e suggestione per un tramonto veramente spettacolare sul ponte del diavolo e sul piccolo ma incantevole castello dell’Abbadia, ha concluso la piacevole giornata.

FabioPapi

Festa del Novello a novembre

Festa del vino novello quest’anno con ben due stand del GATC. Il primo alla cantina sociale di Cerve-teri, dove migliaia di persone hanno visitato i tavoli informativi del gruppo e della società Archeodromo. Il secondo alla cantina del castello di Torreinpietra, dove come le passate edizioni era presente un punto infor-mativo del gruppo e una piccola mo-stra sulle presenze archeologiche del

territorio di Torrinpietra. LA GIORNATA STORICA

DI CERVETERI E

TARQUINIA Domenica 28 Novembre si è celebrata la cerimonia della consegna degli atte-stati da parte dell’UNESCO a Cerve-teri e Tarquinia come siti di Patrimo-nio dell’Umanità. All’evento hanno partecipato i sindaci delle cittadine, Antonio Brazzini per Cerveteri e A-lessandro Giulivi per Tarquinia, il Di-rettore del Centro del Patrimonio Mondiale Arch. Francesco Bandarin che ha consegnato l’attestato. Sono intervenuti inoltre la Soprintendente all’Etruria Meridionale, Dott.ssa Anna Maria Moretti ed altri eccellenti per-sonalità del mondo della politica e della cultura italiana. Cerveteri ha finalmente e giustamente avuto un riconoscimento internaziona-le per la sua unicità e per lo straordi-nario patrimonio storico archeologico che la vede protagonista dalla Preisto-ria al Medioevo ed in particolare nell’epoca etrusca con il suo splendo-re di metropoli di rilevanza mediterra-nea. E’ arrivato il momento di valoriz-zare davvero questa immensa ricchez-za culturale, di farla conoscere a tutto il mondo e di trasformarla in un’occasione di sviluppo e di occupa-zione per i giovani del territorio.

GRUPPO ARCHEOLOGICO DEL TERRITORIO CERITE TEL. 0766/571727 FAX 0766/572819

(martedì-sabato, ore 10,00-12,00) Castello Santa Severa

00050 S. Severa email: [email protected] sito internet: www.gatc.it

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L ’idea originaria di Alessandro Baricco è stata quella di leggere

in pubblico l’Iliade, adattata nel lin-guaggio alla sensibilità moderna e stringata nel testo per ricondurla a ra-gionevoli tempi di ascolto; una lettura o meglio una rilettura per lo spettatore di oggi trascinato in un mondo di pas-sioni, di violenze, di morte ma anche di pietà e di desiderio di pace assoluta-mente attuale. La pubblica lettura è poi divenuta un libro che ha subito conquistato largo successo e suscitato un ampio dibattito per le tesi sostenu-te. L’Autore, liberamente utilizzando la bella traduzione in prosa di Maria Grazia Ciani edita da Marsilio, rilegge e riscrive il poema omerico ricompo-nendo l’originario tessuto narrativo in un assieme di ventuno voci che in pri-ma persona, sostituendosi al narratore esterno, raccontano le vicende dell’assedio e della conquista della città. L’ultima voce è quella di Demo-doco, un aedo che canta la caduta di Troia (di cui, come è noto, non c’è traccia nell’Iliade) con parole tratte dal libro VIII dell’Odissea e da altre fonti post- omeriche. Così con qualche integrazione, alcune aggiunte personali (evidenziate in cor-sivo e ritenute necessarie a portare in superficie sfumature racchiuse tra le righe) e la rimozione dal poema, non del tutto condivisibile, della presenza degli dei per ricercare una logica tutta umana e contemporanea degli eventi, i protagonisti achei e troiani sono chia-mati a raccontare con toni a noi molto vicini la loro grande ed eroica avven-tura, la loro terribile ma ‘bella’ guerra. E’ proprio quest’ultimo aspetto che costituisce il tema centrale dell’opera con le riflessioni, i giudizi critici, le intuizioni originali che l’Autore espo-ne nella postilla che conclude il libro. L’Iliade, afferma Baricco, è una me-morabile storia di guerra anzi, senza mezzi termini, un “monumento alla guerra”, composto per cantarne con

forza e passione “la solenne bellezza e l’irrimediabile emozione”. Ma tra le righe di questo monumento è stata tramandata “la memoria di un amore ostinato per la pace”, impercet-tibile a prima vista nascosta com’è sotto lo splendore degli eroi e la luce abbagliante dei bronzi e delle armi, ma poi evidente ad una più attenta let-tura e diffusa in tutto il poema. E’ quello che Baricco chiama “il lato femminile dell’Iliade” rintracciabile non solo nelle implorazioni delle don-ne troiane, di Ecuba ed Andromaca, di Cassandra e perfino di Elena che invo-cano la pace e cercando di distogliere figli e mariti dalla ‘bella morte’ dan-no voce a valori alternativi alla cultura maschile e guerriera, ma anche nelle parole dell’eroe per eccellenza, di A-chille che, incarnazione e “sommo sacerdote della religione della guerra”, nel libro IX del poema, davanti agli ambasciatori inviatigli da Agamenno-ne per indurlo a rientrare in battaglia, prorompe nel “più violento ed indiscu-tibile grido di pace” dell’antichità. Questa intuizione di pace è forse l’eredità che l’Iliade ci lascia per rac-coglierla e portarla a compimento. Ma in quale modo, si chiede Baricco, far emergere quel desiderio di pace che l’uomo conosce ma cela nelle o-scure profondità del suo sentire? Sostiene l’autore che, per quanto pos-sa apparire intollerabile, “la guerra è un infermo ma bello”; essa è un ele-mento costante dell’agire dell’uomo, un tratto costitutivo della sua condi-zione, una pulsione vitale che esercita una sua fatale attrazione ed afferma la sua centralità nella esperienza umana. Un discorso che vale per il passato e per l’oggi e che ha suscitato il vivace dibattito con il mondo pacifista sui confini tra estetica ed etica. Per superare ‘la bellezza’ della guerra, così almeno pensa Baricco, occorre allora “costruire un’altra bellezza” più allettante e seducente della prima, ca-pace di sostituire l’ideale eroico e

guerriero e di suscitare un senso nuo-vo per l’esistenza senza dover ricorre-re all’atroce “corredo di un’umanità combattente”. Questa appare l’unica strada per libe-rare l’uomo dai fantasmi dell’orrore. Dalle appassionate parole dell’autore sembra evidente che questo arduo ma coraggioso cammino, sul quale tanti si sono già incamminati come mai prima d’ora, non possa essere altro che un sistema di valori alternativo fondato sulla non violenza e la solidarietà tra uomini e nazioni. Sembrano vagheggiamenti privi di concretezza ma esiste forse un’altra possibilità per affermare quella ‘nuova bellezza’ evocata nel libro e riuscire, prima o poi, a “portare via Achille da quella micidiale guerra”?

Oreste Fusco

ALESSANDRO BARICCO, “OMERO, ILIADE”, Feltrinelli editore Milano 1° Edizione in “Varia” settembre 2004, pag. 163, € 13.

Il piacere di leggere. L’Aruspice vi consiglia….

OMERO, ILIADE

Guerra e Pace, una riflessione sul poema omerico.

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A mezza strada fra il peplum anni cinquanta e il fumettone

eccessivo "Troy", l'opera di Wolfgang Petersen, che ne ha curato la regia, con la sceneggiatura di David Be-nioff – conosciuto per il bellissimo romanzo e il successivo adattamento cinematografico de "La venticenque-sima ora" - si è dimostrato, indubbia-mente, campione di incassi. Il film costato oltre 100 milioni di dollari è stato girato soprattutto a Malta e in Messico, che ha sostituito il Marocco, considerato troppo pericoloso per la vicina guerra in Iraq. Del poema ome-rico rimane solo una labile traccia, sebbene scolastica, ed i mitici eroi dell'Iliade" sembrano usciti piuttosto dalle Terre di Mezzo di Tolkien. Nel 1193 a.C. Paride ( Orlando Blo-om ), principe di Troia, ruba la bella Elena al marito Menelao ( Brendan Gleeson ), rè di Sparta. Ne nascerà la famosa e sanguinosissima guerra fra le forze greche guidate da Achille, interpretato da uno splendido e credi-bile Brad Pit nei panni dell'eroe miti-co, e quelle troiane capitanate da Etto-re ( Eric Bana ). La città capitolerà grazie al noto stratagemma del cavallo

di legno - realizzato sicuramente in modo superbo, come, del resto, la ri-costruzione dell'antica città di Troia. Non è la prima volta che il cineasta tedesco si confronta con la dimensio-ne kolossal, basta ricordare la bellissi-ma e poetica " Storia Infinita". Questa volta si tratta prima dell'arrivo dei greci sulla spiaggia di Ilio - che ,però, ha quasi il sapore dello sbarco in Nor-mandia - e, poi, dell'incendio e del saccheggio della città di Troia, in cui il regista legge la dimensione spetta-colare attraverso la fisicità dei perso-naggi in continuo conflitto fra di loro. Basta pensare al bel combattimento fra Paride e Menelao, proprio sotto le mura della città, al cospetto di un "pubblico" in armi atterrito e allo stes-so tempo inferocito, che vede il giova-ne "adultero" rifugiarsi fra le gambe del fratello, e, soprattutto, a quello fra Achille ed Ettore, ricchi di particolari effetti speciali. Qualcuno ha voluto parlare di revisio-nismo storico anche per la settima arte hollywoodiana, ma francamente la considerazione ci sembra proprio fuo-ri posto. "Troy" non può essere certo considerato come una semplice tradu-zione dello splendido poema omerico dell'"Iliade". In questo modo si com-

metterebbe una sorta di "abuso", e di cattivo gusto, diciamo. A prendere, invece, la pellicola per quello che è realmente, e cioè un archeofantasy di ottima confezione, senza badare a spese, ma che non ha ambizioni epi-che, ci si riesce anche a divertire e, perché no, a ricordare dei personaggi, di lontane riminiscenze scolastiche, che si chiamano Agamennone, Ettore, Priamo, Achille, e forse anche a risve-gliare remoti interessi culturali, ormai sopiti da tempo. E' un tatto che la rilettura di Alessan-dro Baricco dell'"Iliade" si è posizio-nata fra i libri più venduti. L'interesse si è riacceso. E cosi la guerra dell'odio fra greci e troiani, a tremila anni dal sanguinoso conflitto, continua ad inte-ressare il grande pubblico. Intanto il lavoro degli archeologi ad Hissarlik - collinetta ( 30 m.s.m. ) dell'Asia Mi-nore, nella piana dello Scamandro, spesso ricordato nel poema - continua. Secondo l'insigne micenologo Louis Godart, consigliere dal 2002 per il Patrimonio Artistico della Presidenza della Repubblica, fa guerra civile. Non si trattò, cioè, di una guerra "mediterranea" fra genti diverse ma. piuttosto, di una vera e propria guerra civile fra Achei. La riprova, secondo Godart, è proprio nella stessa "Iliade" che vede comunicare greci e troiani senza difficoltà, il che significa che utilizzavano lo stesso registro lingui-stico, il ben noto lineare B. L'autore-vole studioso lo ha rivelato, proprio in questi giorni, in una intervista rila-sciata al quotidiano "II Tempo". Inol-tre, l'area urbana della Troia omerica ( XIII a. C. ) sarebbe molto più vasta rispetto a quella messa in luce dagli scavi di Schliemann a fine ottocento. E le prove, secondo Godart, sarebbero ancora nel poema omerico che descri-ve la città di Priamo come un grande centro abitato circondato da poderose fortificazioni. Tutti i particolari saranno svelati dal libro che Louis Godart sta mettendo a punto per la Einaudi e che dovrebbe arrivare in libreria alla fine dell'anno.

Barbara Civinini

In viaggio con “L’Aruspice” nella storia del cinema alla scoperta dei grandi Kolossal storici, dal muto ai nostri giorni.

TROY

TROY (2004) Regia: Wolfgang Petersen, Sceneggiatura: David Benioff. Montaggio: Peter Honess, Fotografia: Roger Pratt, Scenografia: Nigel Phelps, Musica: James Horner Interpreti: Brad Pitt (Achille), Eric Bana (Ettore), Orlando Bloom (Paride), Diane Kruger (Elena), Sean Bean (Ulisse), Brian Cox (Agamennone) Peter O'Toole (Priamo), Brendan Gleeson ( M e n e l a o ) , S a f f r o n B u r r o ws (Andromaca), Rose Byrne (Briseide), Julie Christie (Teti), Garrett Hedlund (Patroclo).

LOCANDINA

GRUPPO ARCHEOLOGICO DEL TERRITORIO CERITE

Domenica 9 gennaio Il fontanile del Castello di Santa Severa

Intervento di ripulitura e recupero della pavimentazione antica

App.to: Castello di Santa Severa ore 9.00 (intera giornata)

Domenica 16 Gennaio Il Museo Nazionale di Arte Orientale

Visita guidata a cura di Giuseppe Fort App.to ingresso museo, ore 10 (mezza giornata)

Domenica 6 febbraio La Via degli Inferi a Cerveteri

Visita guidata a cura di Flavio Enei App.to: P.le della Necropoli ore 9.30 (mezza giornata)

Sabato 19 febbraio La lingua etrusca: un mistero senza veli

Conferenza a cura di Alessandro Magrini Castello di Santa Severa – Museo Civico, ore 17.00

Domenica 13 marzo L’Abbazia di Farfa,

Vescovio, Forum Novum Visita guidata a cura di Giuseppe Fort

App.to S.Severa ore 7.00, ore 7.30 Ladispoli (intera giornata con pullman GT)

Da Sabato 2 aprile

La ceramica preistorica Corso di ceramica preistorica a cura di Fabio Papi 5 lezioni, Castello di Santa Severa – Museo Civico

Sabato 9 e Domenica 10 aprile Paestum, Velia e Palinuro Viaggio di studio a cura di Flavio Enei

App.to Castello Santa Severa ore 6.30 – Ladispoli ore 7.00

Domenica 17 aprile Da Tolfa al Castello di Santa Severa Trekking lungo i percorsi antichi dai monti al mare

A cura di Fabio Papi Circa 18 km, a due tappe, app.to a Tolfa ore 9 (intera gior-

nata)

PROGRAMMA DELLE ATTIVITA’ GENNAIO – APRILE 2005

PER INFORMAZIONI E PREONOTAZIONI Segreteria del Gruppo (mar, gio, sab. ore 10-12 tel. 0766-571727)


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