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Sicilia Scout - n°1 - Marzo 2011

Date post: 30-Mar-2016
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Il Giornale dei Capi dell'AGESCI SICILIA
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SCOUT SICILIA SCOUT il Giornale dei Capi dell’AGESCI SICILIA SICILIA Anno XX n°1 - marzo 2011 Spediz. in Abb. Post. art. 2 comma 20/C L. 662/96 Filiale di Catania
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SICILIA SCOUT Anno XX - numero 1 - marzo 2011Spediz. in Abb. Post. art. 2 comma 20/C L. 662/96 Filiale di Catania Edito dall’Agesci Regione Sicilia per i suoi soci Autorizzazione del Tribunale di Siracusa n.14 del 31/07/1992

Redazione: Via F.lli Bandiera, 82 - 95030 Gravina di Catania tel. 095 416561 - fax 095 7500633 www.sicilia.agesci.it - [email protected]

Direttore responsabile: Luigi PerolloCapo redattore: Ciro CardinaleIn redazione: Sergio Lombardo - Fabio MarinoHanno collaborato: il Comitato Regionale, Antonio Scalini, Alessandro Rappa, Caterina Bonanno, Pippo Scudero, Carla LinguantiRealizzazione grafica: Sergio LombardoFoto: Sergio Lombardo, Alessandro Rappa, Carla Linguanti, Emanuele Bellini, Caterina BonannoStampa: Legofast s.a.s. di Francesco Schiera & C. Via Titina de Filippo, 7 - PalermoTiratura di questo numero: 3.500 copie

Chiuso in redazione il 06-03-2010

in copertina: Foto Emanuele Bellini - www.emanuelebellini.itVignette inserto: Riccardo Francaviglia - www.riccardoemargherita.com

Editoriale .............................................................................................. 3Convocazione Assemblea Regionale ...................................................... 4-6In viaggio con WJS Crociere di Don Luca Meacci ............................................ 7-8Convegni sul Centenario di Antonio Scalini .............................................. 9Stayin’ alive...di Carla Linguanti ....................................................................... 10pROMozione di Graziana Maugeri ............................................................. 11-12Riflessioni a voce alta...di Caterina Bonanno - Alessandro Rappa ....................12-13Quel prete di grossa cilindrata di Luigi Perollo ............................................14 Ricordi: Turi Esposito e Don Franco ................................................................15

DOCUMENTI UFFICIALI 2010-2011RELAZIONI DELL’AREA COMITATO REGIONALE ................................................16-24Formazione Capi .................................................................................... 25-28Coordinamento Metodologico ............................................................... 28-29Branca L/C ............................................................................................ 29-31Branca E/G ............................................................................................ 31-32Branca R/S ............................................................................................ 33-34Settore PC ............................................................................................. 35-36Settore Internazionale........................................................................... 37Settore PNS ........................................................................................... 38-39Settore Ambiente .................................................................................. 39Settore Nautico ..................................................................................... 40Foulard Bianchi ..................................................................................... 41ORGANIZZAZIONE ................................................................................... 42-45BILANCIO ............................................................................................... 46-48Presentazione libro di Antonio Scalini ...................................................... 50

SPECIALE INSERTO «PROGETTO DEL CAPO» ......................... I-XVI

in questo numero

1.10

Som

mario

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EditorialeAs time goes by. Il tempo passa e segna i nostri volti. Noi tutti siamo diventati

più vecchi, più maturi. I nostri ragazzi sono cresciuti. Ma sembra proprio ieri che

abbiamo presentato il primo numero dell’anno di Sicilia scout dedicato, com’è

ormai tradizione, all’assemblea regionale. Ed invece è già trascorso un anno e

non ce ne siamo accorti. Anche questa volta ci ritroveremo insieme per lanciare

l’assemblea plenaria, dove discutere e deliberare le scelte più importanti per la

vita della nostra associazione. Il 9 e 10 aprile saremo infatti riuniti ad Enna per

prendere delle decisioni. E su Sicilia scout come sempre troverete raccolti tutti i

documenti utili per una partecipazione consapevole e “preparata” alla seduta.

Ed a proposito di scelte, non poteva che cadere a fagiolo l’opuscolo che troverete

qui dentro, preparato dalla Fo.Ca. e dedicato al progetto del capo. Ogni capo non

può infatti rinunciare ad essere maestro e testimone per i suoi ragazzi e per

gli altri. Ma per esserlo veramente deve potere superare il senso di precarietà

e di incertezza che la vita ci porta. Strumento principe per noi capi diventa

allora proprio il progetto del capo, momento di verità che restituisce a tutti noi

la possibilità di porsi degli obiettivi e lavorare per raggiungerli. «Uno scout è

passabile in un salotto, ma indispensabile in un naufragio», chiosava nel secolo

scorso B.-P. L’aforisma è tanto vero che si è ritenuto necessario riunire a Carlentini

un bel po’ di capi per il campo di protezione civile, proprio per rendere concreto

il detto del nostro fondatore.

E poi ancora: il Jamboree, che quest’anno si terrà in Svezia; il cantiere nazionale

di catechesi; il progetto avviato a Catania per l’inclusione della popolazione rom

della città, tagliando via i fattori di emarginazione ed isolamento; gli ultimi saluti

ai beneamati Mons. Carlo, don Franco e Turi Esposito.

Questi i contenuti principali del numero che state sfogliando. Per cui non mi resta

alto che augurarvi buona lettura.

Ciro Cardinale

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Dal cappellano di bordo riceviamo e volentieri pubblichiamo.La WSJ Crociere, la celebre nave da crociera che compie ogni quattro anni traversate trans-oceaniche, dirette verso mete sempre diverse, ha recentemente intrapreso il suo 22° viaggio, che avrà come destinazione Rinkaby, sulle coste della Svezia, dove approderà nel luglio di quest’anno. I primi 140 passeggeri (i nostri capi reparto di formazione) sono salpati nei giorni 2 e 3 ottobre 2010 dal porto di Bracciano, desiderosi di incontrare per la prima volta i loro compagni di viaggio e pronti ad affrontare questa lunga navigazione, che li vedrà protagonisti di un’esperienza avventurosa e irripetibile. Ad accoglierli sul ponte, con il lungo fischio del nostromo, il comandante della nave, capo contingente federale, e tutti i membri dell’equipaggio (capi contingente delle singole associazioni, area contenuti, logistica, comunicazione, Ist e Piazza Italia), che hanno avuto il piacere di donare a ciascun passeggero un “fazzolettone di contingente federale”, come segno di benvenuto a bordo e di condivisione, per poi illustrare nel quadrato di prua le varie tappe di questo percorso, sia dal punto di vista logistico che di contenuti. Sono state fornite pure indicazioni di carattere generale in merito agli elementi che caratterizzeranno il viaggio sino a destinazione, ovvero Natura, Incontro e Solidarietà, ma anche informazioni circa il percorso di catechesi, nonché alcune regole basilari su cosa fare in caso di avaria, dando un importante momento di formazione al ruolo per tutti i viaggiatori che per la prima volta si accingono ad intraprendere questo tipo di tragitto. Non sono mancati neppure momenti di riflessione serale, né di convivialità, tesi a costruire il clima federale che accompagnerà l’intero viaggio. Al momento della partenza, puntuali come sempre, due viaggiatori un po’ speciali sono saliti con noi, Paolo e Ingrid, temerari protagonisti di una ricerca storica che li condurrà proprio in Svezia sulle tracce di un fantomatico corallo… I due ragazzi allieteranno i giorni della navigazione con un’ambientazione originale e avvincente che farà da sfondo durante tutta la rotta. Il numero dei passeggeri sarà ovviamente destinato ad aumentare, mano a mano che la nave toccherà i vari porti di attracco. Saranno infatti più di 1440 i giovani viaggiatori, tra esploratori e guide, che saranno divisi in 36 unità (29 Agesci, 6 Cngei, oltre ad una Compagnia Cngei).

Ciascuna unità sarà contraddistinta da un nome legato ad uno dei 4 elementi della natura al quale sarà poi aggiunto, a scelta di ciascuna unità, un aggettivo che lo caratterizzi. Molte le attività che si svolgeranno a bordo durante tutta la navigazione. Sono previste infatti tre tappe intermedie (campetti per reparto di formazione), nelle quali i viaggiatori potranno valorizzare le proprie “originalità italiane”, per poter meglio scoprire ed apprezzare, una volta arrivati in Svezia, le diversità degli abitanti di tutti gli altri Paesi e per poter vivere con maggiore

In viaggio con la WSJ Crociere......verso il Jamboree 2011

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consapevolezza il proprio ruolo di “ambasciatori”, in grado di rappresentare l’Italia all’estero e riportare in patria il bello delle culture d’oltremare. L’incontro irripetibile che vivranno in Svezia, infatti, non resterà solo un’esperienza personale. Grande attenzione sarà infatti posta al rientro dalla crociera, affinché questa traversata possa diventare patrimonio per l’intera collettività, attraverso il racconto, le attività o precisi “percorsi di ricaduta”. In questo modo lo Scouting italiano avrà modo di incontrarsi con lo Scouting di tutti gli altri paesi del mondo, ritornando a casa arricchito e pronto a condividere “il nuovo” con chi questo viaggio non lo ha fatto. Il pacchetto vacanze include anche un’offerta speciale dal curioso nome “Coloriamo la Svezia di Italia”, che consentirà a tutti i passeggeri dei 29 reparti Agesci di raccontare il proprio viaggio e le proprie imprese a tutti, rendendole visibili sul sito dell’agenzia di viaggi Agesci (www.coloriamolitaliadimprese.it), al pari delle imprese di tutte le Squadriglie d’Italia che si avventureranno in Coloriamo l’Italia di imprese, per poter raccontare il loro sogno che si è trasformato in un segno. Ma non è tutto qui! Al fine di garantire i servizi e i comfort migliori alla propria clientela, la WSC Crociere ha ritenuto opportuno dotarsi di ben 136 figure professionali denominate IST (International Service Team), suddivise in 6 Clan di formazione, ciascuno dei quali guidato da 4 capi, ai quali saranno affidate diverse mansioni durante la navigazione, dalla pulizia, al servizio sicurezza, dalla mensa, alla conduzione di attività per la clientela. Questi “talentuosi” collaboratori sapranno fare del proprio meglio nel servizio loro assegnato, ma saranno anche abili nell’osservare e dedurre tutto ciò di cui la clientela avrà bisogno, diventando così preziosi esempi di un lavoro fatto con gioia e competenza, nonché segno tangibile di disponibilità e responsabilità. Il loro motto sarà ESSERE PREPARATI per POTER ESSERE UTILI. E’ infatti questa la logica con cui gli IST affronteranno, a partire dalla prima tappa del dicembre 2010 e nelle tappe successive nel marzo 2011 e in quella conclusiva e federale che si terrà il 21 e 22 maggio 2011, il percorso formativo che li porterà a diventare un vero e proprio Equipaggio di Servizio Internazionale! Ciascun IST avrà a disposizione inoltre il proprio Libro di Rotta, una vera e propria guida nella quale si inseriranno di volta in volta le indicazioni che tracceranno la rotta da seguire per avvicinarsi al meglio all’attracco nel porto di Rinkaby; una raccolta non solo di notizie e di “istruzioni per l’uso”, ma anche di idee, di riflessioni, di aspettative, di motivazioni, di emozioni vissute durante il viaggio e… molto altro ancora. Anche per questo equipaggio speciale si prospetta poi un ritorno a casa “impegnativo”: saranno infatti anch’essi capaci di testimoniare che E’ POSSIBILE condividere la grande IMPRESA di lasciare il mondo migliore di come lo si è trovato, collaborando con gente diversa da noi per cultura, razza, lingua, religione, ma che comunque condivide lo stesso sogno e si impegna per realizzarlo, “GIOCANDO IL GIOCO E FACENDO LA PROPRIA PARTE”. E questa è la vera sfida…Dalla WSJ Crociere è tutto, non ci resta che augurare la Buona Navigazione!

Don Luca MeacciAE nazionale E/G

AE contingente Agesci Jamboree 2011

The 22nd World Scout Jamboree, ma cos’è? Istruzioni d’uso per esordienti totali

Il Jamboree (o Jam) è il raduno scout mondiale voluto da Robert Baden-Powell, fondatore dello scautismo. Letteralmente

significa “marmellata di ragazzi” e B.-P. gli volle dare questo nome perché voleva che un giorno tutti gli scout del

mondo si incontrassero in un luogo per fare un campo insieme e quindi una “marmellata” di colori e usanze. Il

22° World Scout Jamboree sarà proprio l’occasione di incontrare nuovi amici e vivere con loro esperienze di “simply

scouting”.

Il 22° Jam si terrà a Rinkaby, in Svezia, dal 27 luglio all’ 8 agosto 2011.

«Io voglio che il Movimento Scout sia una vera fraternità vivente, una fraternità non solo di nome, ma in spirito e in

amicizia. E questo è il compito del Jamboree. Il suo scopo principale è di riunire esploratori e guide di paesi differenti,

che si trovino insieme ed imparino a conoscersi e divengano amici». Questo scriveva B.-P. nel 1937 e noi ci sentiamo

di poter dire che ancora oggi questo è lo scopo del Jamboree, la ragione per insistere con i vostri ragazzi, con i vostri

capi per fare di tutto per parteciparvi.

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«C’è un vecchio e grande scrigno tutto impolverato. È chiuso con un grosso lucchetto. Ricorda i tesori nascosti dai pirati, le ricchezze raccolte da antichi signori. Cosa ci sarà dentro? La curiosità è grande. Non possiamo fare finta di niente: non può rimanere chiuso. Riusciamo a sollevare il coperchio solo per qualche millimetro: si vede e non si vede. Dobbiamo trovare il modo di aprirlo, dobbiamo trovare la chiave. Come fare?» Così esordiva il primo articolo che presentò il Centro studi alla stampa nazionale. Da allora sono passati un po’ di anni e possiamo dire che abbiamo sollevato quel coperchio già per qualche centimetro: ciò che allora si intravedeva appena, ora è più definito ma la strada da fare è ancora molta. Mi riferisco alla conoscenza e diffusione dei “fatti scout siciliani” di questi cento anni. Siamo sulla buona strada. Abbiamo incontrato e coinvolto sul nostro treno tanti altri con interviste, testimonianze, collaborazioni di qualsiasi tipo... Con la celebrazione di questo nuovo centenario, quello dello scautismo in Sicilia, si vuole sottolineare l’importanza della Memoria quale radice della propria storia. Lo dico e lo ridico fino alla nausea: senza memoria, senza storia, non si può crescere adeguatamente. E ciò vale sia per la storia della propria famiglia (avete mai provato a ricostruire il vostro albero genealogico?), sia per quella di una comunità più grande, come può essere la nostra Associazione. Senza la conoscenza delle proprie radici è più difficile costruire un futuro positivo. La memoria ci permette di raccogliere la storia e la storia ci dà consapevolezza ed energia per andare avanti; ci aiuta a imparare dal passato; ci accompagna nel progettare quel futuro positivo. Certamente va evitato che le celebrazioni si trasformino in riti belli a vedersi, ma che sanno di antico. Dobbiamo fare in modo che le nostre celebrazioni siano “esperienze” e ci riusciremo solo se sapremo coltivare la memoria per interpretare il presente e costruire il futuro. Diversamente resterà solo nostalgia e rimpianto, i sentimenti tipici della vecchiaia e che conducono inesorabilmente alla morte. E’ stato bello vedere le sinergie che si sono messe in gioco con un obiettivo comune. Per le conferenze nei luoghi in cui lo scautismo apparve per la prima volta (Giarre, Messina, Palermo), il Centro studi ha affidato a una delle associazioni presenti in ciascun luogo il coordinamento organizzativo, salvo restando un coinvolgimento di tutte le realtà scout locali da parte di tale associazione incaricata. Il lavoro interassociativo che ne è scaturito lascia intravedere una voglia di confronto e conoscenza tra chi indossa uniformi di colore diverso, ma anche il desiderio di approfondire localmente le conoscenze “storiche” acquisite finora. In questo il Centro studi e documentazione potrà avere un ruolo di stimolo di tale approfondimento delle peculiarità locali e di sintesi delle nuove conoscenze, permettendone una lettura a livello regionale. Potrà coordinare una adeguata distribuzione di compiti, curando di evitare il sorgere di doppioni superflui. Mi piace pensare che fra cento anni negli stessi tre luoghi, Messina, Giarre e Palermo, ci sarà ancora qualcuno che dibatterà di scautismo, magari - essendo salito sulle spalle di chi l’ha preceduto - con una maggiore competenza di quanto non lo abbiamo fatto oggi noi. Ora, dopo le conferenze, la palla passa ai ragazzi con il concorso dedicato alla riscoperta della propria storia, ai quali va il mio buon lavoro.

Antonio Scalini

Convegni sul Centenario

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Stayin’ alive... ovvero quando “si rendono utili e aiutano gli altri”

B.-P. in tempi non sospetti, ancora prima dell’arrivo di Bertolaso, della Protezione civile e del Metodo Augustus, disse che «uno scout è passabile in un salotto, ma indispensabile in un naufragio». Basti pensare agli ultimi interventi dell’Agesci - settore protezione civile durante gli eventi calamitosi che hanno colpito l’Italia (terremoto in Abruzzo, alluvione di Messina e del Veneto, giusto per citarne gli ultimi in ordine di tempo). Ma l’indispensabilità di uno scout in una situazione di emergenza da cosa nasce? Di certo non solo dalla capacità di fare nodi o di costruire oggetti o di creare rifugi con mezzi di fortuna, ma dal suo modo di operare che passa per l’OSSERVARE, il DEDURRE e l’AGIRE. Ma se questa mentalità è alla base della gestione delle emergenze, quanto invece è lo stile con cui progettiamo le nostre attività insieme ai ragazzi? Su queste tematiche 40 capi, tra cui 7 membri del MASCI, si sono confrontati nel Campo di protezione civile per capi svoltosi a Carlentini (SR) dal 7 al 9 gennaio, organizzato dalla Pattuglia regionale settore protezione civile, sotto l’attenta e gioiosa guida di Nino Lavenia, Incaricato regionale al settore. Il campo ha affrontato tematiche varie, dagli aspetti normativi che regolamentano la protezione civile e il volontariato, con l’intervento della funzionaria della Protezione civile della Provincia di Siracusa, Beatrice Santuccio, al Metodo Augustus, al ruolo dell’Agesci nelle emergenze, al montaggio di una tenda ministeriale ed all’organizzazione di una tendopoli. Con la collaborazione della Protezione civile del Comune di Carlentini, si è capito come affrontare un incendio, quali sono i mezzi più idonei e si è vissuta una simulazione di intervento in una calamità, mentre con i pionieri della Croce rossa italiana - sezione di Aci Catena (CT), si è parlato di primo soccorso e tecniche di BLS ed RCP. Ma il campo non è stato solo questo. Si è parlato di psicologia del soccorso, di PEI (Piani Emergenza Interni, di giubbotti catarifrangenti, di musica e di oleandri. Ma cosa c’entra un oleandro in un campo di protezione civile? Semplice, la protezione civile non è solo “emergenza”, ma soprattutto “prevenzione”.

Quante volte abbiamo sottovalutato la preparazione di una route, di una missione di sq. o di una caccia del branco; quante volte viviamo in vere e proprie bombe ad orologeria, pronte ad esplodere, che sono le nostre sedi? Quante volte abbiamo cucinato usando legname velenoso? Ecco allora cosa c’entra l’oleandro. Direte voi, ma allora questo campo ha generato allarmismo e terrorismo psicologico? Certamente no, perché tutti i partecipanti hanno rispolverato uno strumento del nostro regolamento metodologico che si chiama “scouting”. Lo scouting non è solo competenza tecnica, ma è progettare dopo l’osservazione della realtà, l’analisi dei dati raccolti con la messa in atto di azioni adeguate alla realtà in cui ci troviamo. E un bravo scout questo dovrebbe farlo nel quotidiano. Ecco perché si è dedicato spazio anche alla valutazione del rischio che ogni

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giorno corriamo nelle nostri sedi o nelle nostre attività, rischi spesso presenti anche nelle nostre case. “Che genere di incidente mi potrebbe capitare qui?”, oppure: “in questo caso, quale sarebbe il mio dovere?” non sono certo interrogativi di un capo apprensivo o paranoico, sono parole di B.-P., lo stesso che raccolse dei ragazzi, andò in mezzo alla natura e inventò uno straordinario metodo educativo. Questo, alla fine, è ciò che è rimasto impresso a tutti noi partecipanti, che al grido di “evacuate i locali! Ma con calma e sangue freddo” ci apprestiamo a ritornare nelle nostre Co.Ca., nelle nostre Zone, affinché l’onda “arancio flu” diventi sempre più grande e, soprattutto, diventi abitudine comune di ogni capo il prevenire piuttosto che il curare.

Carla LinguantiEnna 2

pROMozione Servizio extra-ordinario

Quando mi hanno chiesto di partecipare a questo progetto, non sapevo a cosa sarei andata in contro, ma in fondo quello che mi ha spinto ad accettare questo salto nel vuoto è stato il mio essere profondamente educata dallo scoutismo al servizio, l’essere pronti a dare un calcio all’im di impossibile per cercare di incidere su questo mondo, in questa società e nel territorio nel quale vivo partendo dai gesti più semplici. Da settembre, con l’inizio della scuola, è partito, per iniziativa della Caritas Diocesana di Catania, un progetto molto ampio ed articolato di inclusione nella città della popolazione rom. L’obiettivo principale, infatti, non è solo quello di inserire a livello scolastico i bambini, di dar loro da mangiare e di fornire loro un’assistenza sanitaria, ma di educare le famiglie e far comprendere loro che possono migliorare le loro condizioni di estrema povertà, di carenza educativa e di emarginazione sociale. Vorremmo educarli per far fare loro il salto di qualità che conduce dall’assistenza all’autonomia.Un’educazione globale che non è solo rivolta ai rom della città ma che è anche e soprattutto rivolta alla città che ignora e mal sopporta la loro presenza. Vincere il pregiudizio, la cultura della paura, del diverso è un percorso lungo che ci porta ad uscire

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da noi stessi per metterci nei panni scomodi dell’altro. L’abbattimento della paura sicuramente passa dalla conoscenza. Accostandomi a questo progetto che ha per titolo Amalipè cioè Amicizia ho scoperto come il popolo rom sia un’insieme eterogeneo di etnie e lingue differenti, un crogiuolo di tradizioni e stratificazione di culture.

Già in passato si era cercato di prendere in carico queste problematiche ma purtroppo gli sgombri autorizzati dalle politiche repressive hanno determinato l’interruzione delle passate attività ecco perché è estremamente importante educare contestualmente anche la città perché mentre la popolazione rom, per lo più nomade, è destinata a un continuo ricambio la popolazione catanese rimane e può e deve essere educata all’accoglienza se vuole vivere serenamente il confronto con il diverso e con l’immigrato. Educare i nostri ragazzi alla diversità e all’accoglienza è una delle sfide alle quali siamo chiamati. Remare controcorrente è sempre molto faticoso ed è quello che stiamo provando quando proponiamo nella società questo tipo di servizio e di volontariato … non è un servizio assistenzialistico fatto di cose da fare ma è un servizio in cui è più importante scommetersi per cercare di costruire relazioni incerte, è un servizio fatto di persone da amare anche quando non sono amabili, è un servizio che ti costringe a sperare contro ogni ragionevole speranza. In questo percorso tutto in salita fatto di buona volontà e buoni propositi un mio sentito grazie va a quei ragazzi del clan/fuoco che hanno scelto di fare questo servizio extra associativo e a quei capi clan e capi fuoco che hanno proposto questo tipo si servizio che è un’ottima occasione di crescita per tutti.

Quanti di voi fossero interessati a contribuire operativamente alla realizzazione del progetto e/o volessero maggiori informazioni possono contattarmi via mail all’indirizzo [email protected]

Graziana Maugeri Lontra Solitaria

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Riflessioni a voce alta..appunti dal Cantiere Nazionale di Catechesi

La partecipazione al Cantiere Nazionale di Catechesi svoltosi a Bracciano dal 25 al 27 giugno 2010 dal tema «Sperimentare e narrare l’esperienza di fede» è stata una grande occasione di confronto e arricchimento per una trentina di capi di branca E/G ed R/S. La scelta di vivere questo momento di formazione, che rientra nel proprio cammino di formazione permanente, è stato un modo per scoprire e far venir fuori competenze che non sapevamo di avere; per sperimentare ancora una volta la bontà di un Padre che ci ama da sempre e di un amore infinito; per ricordarci l’importanza delle Parole e la riscoperta del loro valore autentico poiché è triste constatare che spesso anche se parliamo, forse, non siamo capaci di dirci nulla!In quei tre giorni siamo partiti dall’esperienza vissuta per prendere coscienza di alcuni strumenti e modalità di attuazione che abbiamo reso nostri in fase di laboratorio, divisi in gruppi, sperimentando la costruzione di nuovi percorsi.Quando decidi di partire nel preparare lo zaino, succede sempre la stessa cosa: puoi decidere di mettere gli scarponi duri che hai usato in più occasioni, puoi indossare i comodi sandali, puoi andare scalzo… non importa...l’importante è andare. Davanti c’è un nuovo orizzonte da scoprire ed è lì che la tua vita, la tua storia si intreccia con tante altre storie: sarà il momento dell’incontro! Un incontro che può stravolgere, disorientare, aiutare a ri-orientare la bussola della vita ma che in ogni caso lascia un segno, un seme da coltivare. Nel cuore c’è grande attesa, la speranza di trovare un bel po’ di risposte.Riempito il saio degli attrezzi necessari, cinti i fianchi si parte alla volta di Bracciano.

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I piedi nudi, forse freddi ma pronti anche a ferirsi per lasciarsi plasmare da quel pezzo di strada insieme...volevamo sentiredai nostri piedi scalzi il segno di quell’incontro che ci ha cambiato in qualche modo. Il passo sicuro ci ha portato tagli e graffi alla pianta del piede Ecco poi attraversare il lago ops il fiume.. all’invito del Rabbì non ci doveva essere alcun ostacolo, muro, tanto meno incertezze.. anzi le nostre convinzioni erano già smussate ed il percorso, ove necessario, già riformulato.In realtà avevamo già risposto, eravamo lì per questo! Nonostante il passo sicuro e il continuo affidarsi al Padre siam caduti, la tempesta imprevista ci ha spiazzati: gli altri raggiungevano l’altra sponda e noi lì fermi più volte a ri-orientare il percorso verso la meta..nessun timore solo Provvidenza. Può capitare che nel percorso un fratello, un compagno di strada si dimentichi di te ma il Padre che è nei cieli non ti lascia mai solo anzi ti dà il privilegio della sua presenza, ti prende per mano e trovi ristoro!Raggiunta la riva gli occhi brillano di una luce nuova e i piedi bagnati ma caldi non sentono alcun dolore, non hai affanno, riabbracci coloro che come te cercano quell’esperienza di fede per narrare con consapevolezza Dio agli uomini. Condiviso il pane, il fuoco che spesso divampa, consuma e distrugge adesso è suggello dell’incontro. Non c’è vento e la legna arde, le fiamme illuminano i volti stanchi ma lieti. Volgi lo sguardo al cielo illuminato da miliardi di stelle e ringrazi il Padre per questo dono e gli rendi onore per la sua grandezza.Ritorni sulla strada.. ...adesso ai tuoi piedi trovi dei sandali con i legacci, molto più comodo camminare così...dentro hai un senso di pienezza e serenità, puoi riaprire il tuo saio e risistemare il tutto sotto una luce nuova, un po’ come si fa con i pezzi di un puzzle per formare l’immagine completa.Sei stato chiamato, hai ricevuto l’annuncio di salvezza di Cristo...adesso l’annuncio diventa raccontare la storia di Gesù che si intreccia con la fede e la storia della Chiesa, noi che abbiamo avuto il privilegio di incontrarlo poiché Lui si è rivelato a noi, abbiamo il dovere di unire la nostra storia e nel nostro narrare di accogliere e raccogliere attese, speranze e progetti di chi ci ascolta affinché ciascuno si senta parte integrante, si senta coinvolto nell’esperienza di salvezza di Cristo!Abbiamo vissuto e trovato il modo di fare catechesi narrativa, non ripetitiva o meccanica. Ora posso riempirla con la mia esperienza di Cristo, ora posso sperimentarmi in prima persona e soprattutto a testimoniare quest’incontro con il Rabbì : non come semplice passaParola! Adesso sì, possiamo dire di avere dei buoni scarponi!!!Il saio è pieno come una vera e propria cassetta degli attrezzi: la Bibbia che sarà per noi la guida, gli strumenti del metodo e la voglia di vivere la Parola!Non si è mai spettatori quando si parla di Dio agli uomini e se senti o ti accorgi che ti è difficile parlare di Dio forse è il caso di riscoprire il tuo rapporto con Lui; forse è il momento di fare silenzio e lasciarsi guidare e plasmare dalla sua voce; forse dovresti spegnere la Tv, il computer, il telefono...e provare a leggere e vivere il Vangelo!E diciamo forse….

Caterina Bonanno e Alessandro RappaZona Elimi

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Quel prete di grossa cilindrataun ricordo commosso e affettuoso di monsignor Carlo Di Vita, sacerdote giovane tra i giovani

Un rombo lungo corso Vittorio Emanuele a Palermo: mi giro, è un centauro in sella a una Transalp verde, casco integrale, giacca nera imbottita da motociclista provetto. Lo so che non è don Carlo che ha appena ricevuto l’estremo saluto dei Vescovi della nostra regione, dei suoi ex alunni, dei suoi amici e collaboratori, dei suoi confratelli, di tanti scout; lo so che è uno sconosciuto però quella moto, quel casco, in quel momento….. Avevo in cantiere con questo prete minuto, garbato, dal tono di voce pacato, quasi sommesso (ma con due occhi aguzzi che inchiodavano) un articolo sull’aspetto certamente più originale del suo rendersi strumento di servizio per gli altri, quel muoversi da un punto all’altro di Palermo ma anche della Sicilia (quanti convegni ecclesiali ad Acireale) rigorosamente in moto. “Ma come fa?” gli chiedevo sempre e, puntuale, arrivava la risposta accompagnata da uno sguardo che non ammetteva repliche: “Perché? La moto è un mezzo sicuro,

e poi faccio prima. Sapessi quante cose non riuscirei a fare se mi spostassi in auto, mica come te”. Ma l’articolo sull’essere un prete-centauro non avrebbe reso giustizia a don Carlo perché la vera cifra di quest’uomo era innanzitutto la capacità di offrire un servizio costante, spesso gravoso, con un sorriso così accogliente da sciogliere qualsiasi difficoltà; era il sorriso di chi sa amare davvero e sa farsi piccolo per sostenere i compagni di strada. E quanta strada ha fatto don Carlo con i giovani, con i futuri sacerdoti all’interno del seminario oppure con i giovani in calzoni corti all’interno dello scautismo o ancora con i ragazzi dei diversi movimenti ecclesiali. Lo scorso 3 ottobre, durante la vista a Palermo di Papa Benedetto XVI (un evento per il quale non si era risparmiato), controllava non che tutto fosse a posto ma soprattutto che i ragazzi potessero godere appieno di quell’incontro. Per la nostra associazione don Carlo è sempre stato un riferimento, sia all’interno della realtà palermitana che per diverse iniziative e attività di respiro regionale.

Monsignor Carlo Di Vita era nato a Licodia Eubea in provincia di Catania il 3 Aprile del 1940 ed era stato ordinato sacerdote nel 1964. Parroco della parrocchia S. Oliva di Palermo dal 1973 al 1981, venne successivamente nominato direttore spirituale in Seminario e assistente diocesano di Azione Cattolica. Membro del Collegio dei Consultori “ad quinquennium” nel 1984 e 1989, fu Vicario Episcopale del cardinale Pappalardo dal 1985 al 1998. Già Prelato d’Onore di Sua Santità, nel 1999 venne nominato Canonico Statutario del Capitolo Metropolitano. Dal 2004 ricopriva la carica di Direttore della Segreteria Pastorale della Conferenza Episcopale Siciliana. Nel 2007eera stato nominato Vicario Episcopale del 5°

Vicariato di Palermo. Per diversi anni don Carlo aveva svolto anche l’incarico di docente di religione presso l’Istituto Nautico di Palermo.

Era stato colpito da un ictus all’indomani del Concistoro dello scorso 20 novembre, durante il quale il Papa aveva creato Cardinale Paolo Romeo con il titolo di Santa Maria Odigitria dei Siciliani. E’ tornato alla Casa del Padre il 4 marzo. “Eravamo molto preoccupati per la sua salute – ha affermato il cardinale Romeo, Arcivescovo di Palermo e presidente della Cesi – ma lui non si è mai risparmiato. Ha sfogliato le pagine della sua vita con grande dedizione e passione al servizio della Chiesa. In questi quattro anni di ministero Episcopale a Palermo ho apprezzato e ammirato le sue enormi qualità spirituali, umane e organizzative”. “Era determinato ed ha offerto la sua vita senza risparmiarsi – ha aggiunto monsignor Carmelo Cuttitta, Vescovo Ausiliare di Palermo - era un punto di riferimento per tutti, sacerdoti e laici”.

Con lui ho condiviso il dono dell’amicizia e una buona parte del mio cammino personale, professionale e di servizio nello scautismo; e pazienza se il giro in moto in sella dietro a lui non l’ho mai potuto fare: sono sicuro che troveremo modo di rimediare. Ciao Carlo.

Luigi Perollo

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Il gruppo scout Palermo 22 e la comunità parrocchiale intera

del Don Orione, oggi alzano gli occhi al cielo per salutare

Don Franco, che ieri ci ha lasciati. I nostri cuori sono pieni

di momenti felici vissuti insieme con lui, che giorno dopo

giorno ci ha donato amore e gioia. Ci ha insegnato a vivere

con impegno il presente, ci ha testimoniato una vita vissuta

in pienezza nell’amore di cristo e nell’unità.

Travolto da un amore per lo scautismo sbocciato cinque anni

fa, Don Franco è stato un capo entusiasta e coinvolgente,

sempre pronto a elargire sorrisi e pacche.

La sua impronta resterà scolpita nei nostri cuori, così come

le sue parole: fai pure tu l’inno della tua vita.

Fermamente convinti come tu ci hai insegnato che “siamo

creati per l’eternità”, ti auguriamo Donfri: Buona strada

verso l’eternità.

Caro Turi, tu per me sei stato tante cose: un amico prezioso, un esempio, un saggio, uno Scout, ma soprattutto sei sempre per me il “Segretario”. Che non è una cosa da poco: anche per me i primi servizi furono fare il cambusiere e il segretario di gruppo.Le prime volte che ti ho conosciuto eri in quella stanza, piccole e un po’ umida, rintanata dentro l’Arcivescovado di Catania (dove c’erano le Segreterie di Zona e Regionale), con un tavolo, delle carpette e una macchina da scrivere vecchio tipo (allora non c’era il computer), in mezzo tra il Vescovo (allora c’era l’indimenticato Mons. Picchinenna) e il posteggiatore del cortile (con cui dovevi raccomandarci per poter lasciare la macchina. Con te c’era molto spesso Gianni Strano, il Commissario (così si chiamava l’equivalente del responsabile di Zona ai tempi dell’ASCI). Due pilastri per lo scautismo, anche se probabilmente, per la vostra umiltà, non vi siete mai resi conto di esserlo. Hai svolto il tuo servizio di Segretario, Tesoriere e come Capo nel tuo Gruppo sempre da Scout con impegno, lealtà, meritando fiducia, con cortesia, con signorilità e con senso dell’umorismo (mitici i viaggi a Enna per le riunioni di Comitato, con l’immancabile sosta a Sacchitello per il caffè, e le battute di noi allora giovani, sull’avanzare dell’età con il relativo bisogno di andare in bagno, e le tue risposte pungenti e garbate).A pensarci avevi quasi trent’anni più di me, ma non ti ho mai visto come un “vecchio scout”, ma come diceva Baden Powell come un fratello maggiore, ma più ancora un vecchio amico, con cui era bello vedersi le poche volte che col tempo ci incontravamo.L’ultima volta che ti ho visto è stato alla messa in ricordo della tua inseparabile Lina, un po’ acciaccato, ma sempre affettuoso con me, e di questo ti ringrazio sempre.Ciao

Pippo Scudero

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Dice il Qoelet “Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il sole”.

RELAZIONE FORMAZIONE CAPI

Come ogni anno siamo chiamati a relazionare sul lavoro svolto dalla Formazione Capi di questa regione, non tanto e non solo per raccontarci le cose fatte, quanto soprattutto per evidenziare le numerose cose che ancora bisogna fare.“Per ogni cosa c’è il suo momento…” nulla di più vero, soprattutto, in campo formativo dove tutto sembra prioritario, tutto sembra necessario e importante, ma in realtà dove ogni cosa va pensata,

progettata, realizzata a suo tempo, anche a costo di sembrare a volte inconcludenti o statici.In questo anno come Formazione Capi abbiamo risposto agli obiettivi del Progetto Regionale cercando come sempre di convergere in ambito formativo con l’area metodo, trovando spazi di condivisione e collaborazione con gli ICM e con gli Incaricati alle branche. Da anni ormai la Formazione Capi lavora in questo senso sostenuta da una convergenza di idee con l’area metodo,che ha portato non solo alla realizzazione di momenti formativi e laboratoriali sempre condivisi, ma anche all’inserimento dei membri delle varie pattuglie nella rete formatori. Poi quest’anno la scommessa di realizzare i CAM affidandoli agli Incaricati di Branca formatori senior, con il sostegno dei formatori presenti nelle varie pattuglie, ha costituito un ulteriore tangibile passo verso una sinergia piena.

Ma come abbiamo ormai fatto da anni proviamo a individuare le aree in cui ci siamo mossi mettendo ordine tra le cose fatte, gli ambiti di realizzazione e le prospettive future che lasciano spazio ad un ulteriore programmazione:

1) La formazione dei capi della regione attraverso gli eventi istituzionali;2) La formazione dei formatori;3) La condivisione delle linee della Formazione Capi nazionale e il contributo regionale alle

elaborazioni/riflessioni condotte;4) Il contributo al bisogno formativo dei capi ( forma zone )5) La costituzione di una Pattuglia in grado di guardare con competenza la realtà formativa

regionale .

1- La formazione dei capi della regione attraverso gli eventi istituzionali

Anche quest’anno abbiamo cercato di rispondere alla domanda formativa dei capi della nostra regione offrendo in calendario e realizzando 10 CFT, 4 CFM E/G, 3 CFM L/C, 1 CFM R/S e 1 CAM E/G e R/S, per un totale di 19 eventi formativi istituzionali .Sicuramente un grazie va a tutti i capi campo che con serietà, spirito di condivisione e competenza si sono messi a servizio dei capi della nostra regione a volte sposando scelte di calendario difficili da coniugare con gli impegni personali, ma sempre pronti a trovare spazi di convergenza e di sinergia.Abbiamo puntato molto sulla valorizzazione dei formatori che hanno dimostrato attraverso le esperienze fatte di aver maturato un percorso nella formazione al ruolo tale da garantirgli una nomina a capo campo e, proprio questo calendario, vede la nomina da parte del comitato regionale di diversi nuovi capi campi; la cosa bella e interessante da notare in questa sede e che sono nomine che avvengono per germinazione formativa dagli staff di campo che hanno lavorato sotto la direzione dei vecchi capi campo alla formazione di nuovi. Possiamo dire, quindi, di essere soddisfatti del lavoro compiuto in questi anni dai capi campo non solo nella realizzazione dei campi, ma soprattutto nella formazione dei formatori.

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2- La formazione dei formatori: campo per nuovi formatori, documento sul Progetto del Capo.

La formazione dei formatori è stata sempre l’obiettivo principe di questa formazioni capi, perché siamo convinti che pretendere dai formatori un percorso serio di formazione, possa essere garanzia per i capi in cammino di ricevere una formazione adeguata alle loro aspettative. Ecco perché abbiamo sempre puntato tanto sulla delineazione chiara dei requisiti che deve avere un capo che si avvia a svolgere un servizio da formatore; quindi percorsi e regole pensate non per dar voce a nostri capricci , ma per cercare di garantire una qualità formativa, regole e percorsi condivisi e approvati dal Consiglio regionale e che, per certi aspetti trovano conferma e sostegno negli orientamenti che ispirano la riflessione a livello nazionale sul “ profilo unico” del formatore.

Campo per nuovi formatori: Anche quest’anno è stato fatto l’evento per nuovi formatori a febbraio. Un evento che vuole essere una sorta di introduzione per tutti i capi che hanno deciso di intraprendere questo tipo di servizio. Riteniamo che la realizzazione di questo campo sia utile non solo ai partecipanti, ma anche alla stessa Formazione Capi siciliana per svolgere al meglio il suo compito; costituisce, infatti,un momento privilegiato per incontrare e conoscere i formatori, per intuirne i talenti e poter indicare ai capi campo consapevolmente le risorse da inserire nei vari staff degli eventi formativi.Hanno partecipato quest’anno 22 capi, un numero cospicuo che ci riempie di gioia per due motivi almeno, perché ci sono giovani capi che si spendono nella formazione al ruolo di formatori e perché potremo dare linfa nuovi agli staff. Riteniamo che sicuramente l’esperienza maturata al campo favorisca la consapevolezza delle responsabilità insite nel ruolo di formatori e porti anche ad una riflessione attenta in chi partecipa sulle reali motivazioni del suo sevizio e sui talenti posseduti o no.Quest’anno poi è stato un campo sui generis poiché è stato vissuto in concomitanza e in sinergia con l’RTT il consueto appuntamento di incontro e riflessione per i formatori siciliani. “Nuovi” e “vecchi” formatori si sono confrontati e hanno ascoltato gli interventi di tre relatori d’eccellenza che hanno chiarito percorsi e bisogni di formatori e fruitori dei campi dando vita ad un dibattito proficuo. Per i nuovi formatori poi aprire il proprio cammino di formazione confrontandosi con il livello nazionale direttamente attraverso l’Incaricata alla Formazione Capi crediamo sia stato un valore aggiunto al momento vissuto dando loro la percezione reale di far parte di una rete, quella formativa, molto più grande e complessa, ma convergente.RTT: quest’anno abbiamo vissuto il consueto RTT insieme ai Formatori e ai Capi Gruppo il 12 e 13 febbraio a Caltanissetta. E’ stato un momento in cui celebrando la bellezza dell’incontro, del rivedersi dopo aver vissuto e aver fatto vivere a tanti giovani capi esperienze significative, abbiamo riflettuto insieme sul percorso formativo che aiutiamo loro a compiere,  per rileggere  le loro esigenze e  i loro bisogni e riprogrammare la nostra azione formativa.

L’RTT è questo, luogo di incontro, di riflessione, di formazione e di scambio, di confronto quest’anno sul tema: Qual è il ruolo della formazione capi nella lettura e risposta ai bisogni formativi del capo. La sera del sabato siamo stati impegnati in una Tavola Rotonda nella quale sono intervenuti come relatori: Antonio Scalini, Segretario regionale dell’AGESCI Sicilia, Responsabile del Centro Documentazioni; Michela Peretti, Incaricata Nazionale alla Formazione Capi;  ‘Fra Nicola Riccadonna , Assistente Ecclesiastico Nazionale ai CFA , Parroco della Basilica dei Frari a Venezia.  L‘indomani siamo stati impegnati a confrontarci in gruppi di lavoro e di confronto che partendo da una lettura incrociata  dei dati statici relativi ai questionari on line che abbiamo invitato a compilare in preparazione all’evento,hanno cercato di evidenziare i punti di forza e di debolezza della formazione capi e dei capi gruppo e coca rispetto alla formazione dei giovani capi e alla formazione permanente. A breve saranno disponibili gli atti dell’RTT e le problematiche evidenziate nei gruppi di confronto saranno da stimolo per il futuro lavoro della formazione capi.

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Carissimi Capi, in risposta agli obiettivi del Progetto Regionale , abbiamo voluto pubblicare un Libretto sul Progetto del Capo, strumento principe di progettazione . Nella prima area del nostro Progetto Regionale riconosciamo la difficoltà di definire cosa sia l’adultità e conseguentemente la difficoltà dei capi, giovani e meno giovani, a compiere delle scelte, ad uscire dalla prospettiva del “qui ed ora”, per credere nella possibilità di un progetto personale da perseguire.

Incertezza e precarietà sono le parole d’ordine di questo tempo; un’incertezza che investe tutti gli ambiti: sociale, culturale, etico-morale, economico, lavorativo. È uno scenario sociale nettamente diverso da quello in cui abbiamo vissuto e che siamo abituati per impostazione pedagogica o sociologica a prendere in considerazione ed in questo scenario non possiamo non ri-segnalare che si riscontra una mancanza di adultità. Oggi consumiamo la vita. Si sente la necessità di vivere il tutto, dai bisogni, alle relazioni, alla propria capacità di progettazione, nell’arco di un tempo molto limitato, si ha la paura o spesso l’incapacità di sognare, di andare oltre il breve periodo. Tutto questo nell’adulto ha generato dipendenza dall’ambiente, è come se non si percepisse più la capacità di incidere su di esso, o fossero vani gli sforzi di riuscirvi, non si compiono azioni per cambiare il mondo, per lasciarlo migliore di come l’abbiamo trovato.

È contro questa tendenza della precarietà culturale che “il Capo non può rinunciare ad essere maestro testimone! Ma per esserlo deve aver abbattuto il senso di precarietà e di incertezza e deve aver fatto posto alla certezza di vivere la propria vita consapevolmente tendendo ad un ideale, lontano, ma raggiungibile perché obiettivo ultimo di un percorso illuminato da una “chiamata la servizio”. È l’offerta della propria vita alla vita dell’altro”; strumento principe di questa lotta alla precarietà culturale per noi capi è il progetto del capo; strumento che ci permette di mutare il modo di pensare e soprattutto di vivere, che ci insegna, attraverso un processo auto educativo, a spostare la linea dei nostri sogni, che ci insegna a vivere sognando un mondo diverso e che ci permette di cambiarlo per lasciarlo migliore per le future generazioni.

Il progetto del capo restituisce alla persona la possibilità di sognare degli obiettivi da raggiungere in maniera personale, in un contesto che lo aiuta, lo sostiene, ne condivide degli obiettivi. Ha un grande valore sociale; come associazione di volontariato a scopo educativo, non solo educhiamo alla progettualità, ma diciamo ad adulti oggi di scegliere la progettualità come stile di vita e chiediamo che ciò sia visibile progettandoci come persone in funzione del servizio a cui siamo stati chiamati come educatori scout.

Con il Progetto del Capo, la riflessione e la nuova elaborazione a livello nazionale, si conferma l’orientamento anticonformista e progressista della nostra Associazione, alla precarietà si contrappone la progettualità, alla mancanza di valori, l’adesione piena ai valori dello scoutismo e del Patto associativo, all’individualismo il valore della comunità, al personalismo la ricerca del bene altrui, il servizio .

Per la realizzazione di questo libretto dobbiamo ringraziare Nunzio Zagara, (formatore nazionale e regionale, ex incaricato alla Fo.Ca.), che ne ha curato la stesura condividendo e sposando un progetto di questa Fo.Ca.

Sperando che vi possa tornare utile nel progettare il vostro servizio vi auguriamo

Buona Strada

Annalisa SpadaroIncaricata alla Formazione Capi Regionale

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III

1- FAR TESORO DEL NOSTRO CAMMINO (Per capire dove siamo e perché)

Proporre un contributo sul Progetto del Capo, raccontando una storia iniziata almeno 25 anni fa, può non essere il miglior incentivo alla lettura; forse sarebbe molto più accattivante iniziare annunciando una “scoperta” sensazionale ed innovativa. È la tendenza degli ultimi tempi, potremmo definirla (ironicamente) lifting associativo, consiste nel dare una mano di vernice ad un qualche strumento un po’ usurato con la speranza che divenga interessante e meritevole di essere usato. I risultati di tale metodo, finora, non sembrano molto soddisfacenti. Provare ad andare in profondità, invece, può aiutarci a capire le scelte di fondo e, di conseguenza, le potenzialità di uno strumento. Magari, alla fine, potrebbe venire in mente di usarlo (anche se non l’abbiamo fatto finora) non tanto perché “nuovo”, quanto perché ne abbiamo condiviso l’utilità e compreso davvero i meccanismi.

«Fra le scelte basilari di campo emerge come urgente la necessità di un ripensamento, non realizzabile in tempi brevissimi, di una ridefinizione dell’identikit di Capo, che sia capo di tutta l’Associazione». Questa frase non è tratta dagli atti dell’ultimo Consiglio Generale ma da quelli del 1987! Ed è in quegli stessi anni che fa le sue prime apparizioni “agli atti” il Progetto del Capo. Pur senza la pretesa di fare qui un’analisi approfondita, alcune semplici osservazioni possono essere utili a comprendere il contesto dal quale scaturisce l’esigenza di ridefinire l’identikit del capo, di modificare il suo percorso di formazione e di inventarsi un nuovo strumento focalizzato sul “capo”.

Dalla fine degli anni 80’, ad esempio, cominciano a diradarsi, per poi scomparire del tutto, i Campi Nazionali di branca per trasformarsi gradualmente prima in campi interbranca ed infine in Campi di Formazione Associativa. Fino ad allora, per molti versi, l’elemento metodologico nella formazione del capo era stato preponderante; si chiedeva al capo di conoscere bene la metodologia, di sperimentarla sul campo e poi il “secondo tempo” (il Campo Nazionale) costituiva una verifica, principalmente incentrata sulla capacità di applicare gli strumenti e di essere un buon capo di branca. A ben vedere, il cambio di prospettiva nella formazione dei capi a partire dalla fine degli anni 80, deriva dalla presa di coscienza del radicale cambiamento che ha attraversato la società italiana.

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IV

Pur senza voler accogliere acriticamente tutte le tesi sulla questione del cosiddetto “prolungamento dell’adolescenza”, non possiamo negare che negli ultimi 15-20 anni si è effettivamente spostata in avanti l’età del raggiungimento dell’autonomia/indipendenza (non solo economica) con il conseguente prolungamento di quella fase di transizione ed indeterminatezza che, spesso, si ripercuote anche sul modo di affrontare il quotidiano. Indubbiamente la situazione “tipo” dei giovani (capi e non) di questi anni, risulta molto diversa da quella dei coetanei degli anni 70/80.

In una condizione in cui, a differenza del passato, molte delle fondamentali scelte/situazioni esistenziali si trovano a dover essere posticipate, il nuovo “giovane” capo, evidenzia bisogni formativi diversi, come quello di interrogarsi ancora (ed essere interpellato) sulle proprie motivazioni, per prendere meglio coscienza delle scelte da fare e delle conseguenze legate al proprio ruolo di capo-educatore. Non che tali problematiche fossero del tutto assenti in precedenza, ma non si può ignorare che alcune situazioni (lavoro, matrimonio, genitorialità, per citare le più comuni) avessero un peso anche rispetto al ruolo di capo.

Un altro aspetto da evidenziare è che in quella fase, si registra da parte dell’opinione pubblica un inedito interesse per l’AGESCI e per la sua proposta educativa (sono gli anni della partecipazione di Giovanni Paolo II alla route nazionale R/S 1986 e della conseguente esposizione mediatica) interesse seguito da un incremento dei gruppi scout senza precedenti. Al capo un po’ alle prese con se stesso, di conseguenza, viene chiesto non semplicemente di applicare il metodo ma di essere un educatore in una comunità che fa una proposta globale dagli 8 ai 21 anni.

foto Biagio Priviterea

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V

L’introduzione dello strumento “progetto del capo”, quindi, nasce da questa situazione. Così lo definisce una mozione approvata al Consiglio Generale del 1989: «è uno strumento con il quale il capo può misurare e verificare la propria progressione personale, in modo da poter far meglio il punto sulla sua realtà e sugli obiettivi del suo cammino di uomo e di educatore…». In effetti il prototipo, come spesso avviene, è un po’ troppo “estremo” e incontra molte resistenze e dubbi. Ecco i principali:

- c’era la paura che il progetto del capo divenisse la progressione personale del capo e, di conseguenza, la Co.Ca. assumesse dinamiche da “quarta branca”;

- l’impostazione iniziale sul “cammino di uomo ed educatore” ingenerò la convinzione che venisse chiesto di condividere con la comunità capi i progetti “di vita” dei suoi componenti;

- quando si discute di scelte di vita, i capi più “maturi” spesso le danno per acquisite, quindi il Progetto del Capo veniva ritenuto inutile, se non offensivo;

- la verifica in comunità capi poneva il problema della correzione fraterna (come, su che cosa e, soprattutto, chi può correggere?);

Nonostante negli anni successivi ci si sia sforzati di far passare l’idea di un Progetto del Capo strumento di formazione e funzionale al servizio del capo, queste resistenze lo hanno accompagnato per lunghi anni (e forse continuano ad accompagnarlo). D’altra parte non si può nascondere che per molti giovani capi si presentava la necessità di cercare conferme rispetto alle scelte della partenza anche dopo essere usciti dal clan, la tentazione di ricercare nella comunità capi e nel Progetto del Capo le risposte ai propri dubbi personali era, pertanto, piuttosto forte.

Già da queste prime osservazioni risulta evidente che non si può parlare di Progetto del Capo senza collocare la questione nel quadro più ampio della formazione capi. Gradualmente, si prende coscienza che il bisogno di formazione dei capi non può essere soddisfatto solo dai campi scuola e che, per la sua struttura, la comunità capi può offrire al capo un contributo nel suo percorso di formazione permanente.

In quest’ottica, pertanto, vanno inquadrandosi strumenti come il progetto del capo e il tirocinio; che devono accompagnare il capo ed offrirgli la possibilità di imparare il “mestiere” anche attraverso il confronto o il classico trapasso di nozioni. Anche il ruolo del capo gruppo, in questo contesto, non può più essere quello del semplice

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VI

“animatore di comunità capi” ma dovrà essere quello dell’adulto capace di stimolare in altri adulti il bisogno di formazione, lo spirito della ricerca e della sperimentazione.

Negli anni a seguire queste idee vengono ribadite in più occasioni (Route nazionale delle comunità capi del ‘97, seminari della Fo.Ca. nazionale sulla formazione permanente del ‘98, sull’accoglienza in coca nel 2001) fino al seminario della Fo.Ca. nazionale del 2003 dedicato proprio al tema del “progettare in Co.Ca.” e proposto proprio perché «si è affermata la potenzialità del PdC quale strumento formativo e la necessità di un suo rilancio». In quell’occasione si parlò di rilancio; nonostante le affermazioni di principio, infatti, il seminario presentava uno studio dal quale emergeva che meno del 50% dei capi italiani faceva uso del Progetto del Capo. In effetti, alcune delle osservazioni scaturite dal seminario sono, ancor oggi, attuali ed importanti.

Possiamo citare le criticità evidenziate dal seminario:- Il ruolo del capo gruppo; «qualcuno che ha l’autorità e

l’autorevolezza per proporre con forza, per ricevere una delega chiara a essere punto di riferimento di questa attività. Questa persona dovrebbe / potrebbe essere il capo gruppo ma a volte non ha la forza necessaria…[omissis]».

- Il clima della comunità capi; « Come si fa a dire qualcosa di se stessi in una Co.Ca. in cui parlano solo in pochi? In cui fare una critica ad alcuni può scatenare ripicche o conflitti? Quando accettare una critica diventa un problema?».

- La testimonianza dei capi più autorevoli circa l’importanza dello strumento.

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In realtà il seminario offriva già alcuni spunti interessanti, come quello di vivere lo strumento Progetto del Capo nella prospettiva di un Patto fra Capi. «È importante impostare una logica di patto fra Capi rispetto al senso di fare educazione. Questo patto fra capi, cos’è concretamente? È il senso che diamo (e perciò lo scriviamo) al nostro fare educazione; [omissis…] Se volete è ciò che introduce e dà sostanza al Progetto Educativo. [omissis…] Quando diciamo che è collegato al Progetto Educativo intendiamo che prima del PE c’è un Patto tra noi molto concreto che va oltre le dichiarazioni di principio, oltre ai valori del Patto Associativo: è il nostro patto! E poiché siamo qui noi dieci tu mi dici, attraverso il Progetto del Capo cosa sei qui a fare! Se manca questo senso di Patto fra i capi non si vede la necessità del Progetto del Capo e si scrivono inutili Progetti Educativi». I passaggi successivi e le modifiche all’iter formativo di questi anni appartengono alla storia recente e, in gran parte, costituiscono momenti di continuità rispetto alle riflessioni di cui sopra.Ad esempio, l’idea di introdurre un evento di formazione (poi divenuto “CFT”), da vivere nei primi mesi dall’ingresso in comunità capi, nasce dalle verifiche (dei formatori) dalle quali emergeva che prima ancora che di metodologia di branca ai CFM molti partecipanti avessero l’esigenza di confrontarsi sulle scelte e sulle motivazioni al servizio di capo. Anche l’attuale “nuova” formulazione dell’articolo 47 del regolamento tiene conto, evidentemente, sia delle prospettive aperte dalla modifica dell’iter di formazione capi che delle citate riflessioni del 2003.

2- PROGETTO DEL CAPO “PERNO” DELLA FORMAZIONE

Per capire pienamente, oggi, il significato e le potenzialità dello strumento Progetto del Capo non si può prescindere dall’analisi di alcuni concetti che, a lungo discussi in associazione e specialmente in area formazione capi, sono entrati, infine, a far parte “ufficialmente” dei nostri

atti e regolamenti. Si tratta di idee che sviluppano in maniera sistematica l’aspirazione a che la formazione del capo sia vista nella sua globalità e non limitata all’esclusiva partecipazione agli eventi di formazione capi “istituzionale”.

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VIII

Primo fra tutti il concetto della “personalizzazione dei percorsi formativi” che ha la sua ratio nella volontà di rendere l’adulto sempre più protagonista della propria formazione. (art.42 la proposta formativa dell’associazione si prefigge di tenere conto delle esigenze, competenze, esperienze e tempi di ciascun socio adulto...). In realtà, l’inserimento esplicito nel regolamento di queste espressioni ha avuto il senso di ampliare quanto era già, di fatto, proposto nei campi scuola (si pensi al contratto formativo o alla condivisione con gli allievi degli obiettivi del campo). D’altronde uno studioso dell’apprendimento adulto come Malcom Knowles (1913-1997) fra gli elementi di un modello andragogico1 segnala quello di creare un meccanismo per la progettazione comune, affermando: «un aspetto della prassi formativa che differenzia più nettamente la scuola pedagogica da quella andragogica è il ruolo del discente nella pianificazione. Nel primo caso la responsabilità della programmazione è attribuita quasi esclusivamente a una figura di autorità (insegnante, istruttore). Una delle scoperte fondamentali della ricerca applicata sul comportamento degli adulti è che le persone tendono a sentirsi impegnate in una decisione o in un’attività in diretta proporzione alla loro partecipazione o influenza sulla sua progettazione e sul processo decisionale che la riguarda».

In questo senso, appare evidente che il progetto del capo, con il suo meccanismo di analisi dei propri bisogni formativi e conseguente progettazione di percorsi, tempi e luoghi per soddisfarli, risponde perfettamente a questo schema. Per dirla con le parole dei documenti associativi esso è lo «strumento “orientante” di cui l’Associazione si è dotata per accompagnare il Capo nel processo di formazione permanente».

Lo strumento progetto del capo, pertanto, accompagna tutta l’esperienza di servizio e permette al capo di essere protagonista della propria formazione e di focalizzare, di volta in volta o simultaneamente, l’aspetto vocazionale/motivazionale, quello metodologico o quello associativo. A leggere attentamente fra le pieghe del regolamento tali possibilità (spesso associate ai vari momenti dell’iter del capo) emergono chiaramente.

1 L’andragogia è una teoria unitaria dell’apprendimento ed educazione degli adulti. Il termine è stato coniato in contrapposizione a quello di pedagogia, che deriva dal greco παῖς pais, bambino, e ἄγω ago, condurre. Si tratta di un modello incentrato sulla comprensione della diversità di bisogni e interessi di apprendimento degli adulti rispetto ai bambini, che ha trovato in Malcom Knowles il suo massimo esponente.

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Nella prima fase del “percorso formativo di base” ad esempio (art.48) vi sarà la possibilità di scoprire ed utilizzare il Progetto del Capo, come strumento di progettazione e sintesi delle esperienze formative. Fra gli obiettivi del Tirocinio (art.49) vi è quello di permettere il consolidamento, nella Comunità Capi, delle proprie scelte e del processo di maturazione del “Progetto del Capo”, nella quotidianità dell’impegno e nel realismo della propria organizzazione personale.

Una volta acquisita dimestichezza nell’utilizzo dello strumento, esso può ancora rivelarsi utile, infatti, l’art. 53 afferma che la seconda fase del percorso formativo di base, nel quadro del proprio Progetto di Capo, ha come finalità di acquisire consapevolezza della scelta di servizio educativo in Associazione e giungere alla nomina a Capo. Lo stretto legame fra la proposta educativa che facciamo e la competenza necessaria, inoltre, implica che anche il capo brevettato progetti di acquisire ulteriori competenze, per questo motivo il progetto del capo riguarda tutti i capi e l’art.62 conclude: Il socio adulto, conseguita la Nomina a Capo e Wood Badge, proseguirà il suo cammino formativo articolando personali percorsi formativi coerentemente con il proprio aggiornato Progetto del Capo.

Il richiamo all’aggiornamento del proprio progetto di capo mette in luce come esso voglia essere uno strumento flessibile ed estremamente pratico, tutt’altro che un documento contenente astratte indicazioni di principio e, pertanto, immutabile.

3- FONDAMENTA E PILASTRI(Patto Associativo e Progetto Educativo)

La recente modifica dell’art.47 (C.G. 2009) del regolamento organizzazione (progetto del capo) pone ulteriormente in evidenza, con la nuova formulazione, lo stretto legame fra Progetto del Capo, Patto Associativo e Progetto Educativo.Per la verità, tale legame era già segnalato nel precedente testo, possiamo considerare la sottolineatura, pertanto, un’occasione per stimolare alcune riflessioni aggiuntive su questo collegamento.

Sul Patto Associativo e sui valori in esso espressi, come su solide fondamenta, deve poggiare tutta la nostra “costruzione”.

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Non possiamo prescindere, nella progettazione di qualsiasi percorso formativo per il capo, da quel patto che ci accomuna e definisce la nostra identità di associazione con connotati precisi. Individuare le proprie esigenze formative e gli obiettivi personali, «alla luce delle scelte del Patto Associativo» (art.47) quindi, significa che la progettazione non può prescindere dalla comprensione ed accettazione di ciò che viene chiesto a chi aderisce a tale patto.

Accettazione, naturalmente, non vuol dire essere “perfetti” ma assumersi la responsabilità di andare in una precisa direzione. Donne e uomini che hanno deciso di essere Chiesa, di spendersi per gli altri attraverso l’educazione con un metodo originale, di impegnarsi per lasciare il mondo migliore di come l’hanno trovato. Questo non sempre risulta semplice, e ciò, in verità, non dipende necessariamente dall’età o dall’esperienza associativa.

Il Progetto del Capo, quindi, come tutti i progetti, cerca di indurre un cambiamento, rispetto ad un’analisi personale, per questo motivo risulterà utile indistintamente a tutti i capi che si sforzano di mettere in pratica quanto enunciato dall’art.40 (regolamento organizzazione) che non a caso si intitola “finalità della formazione dei soci adulti”: «i bambini, i ragazzi e i giovani hanno diritto ad essere educati da adulti che abbiano compiuto scelte solide ed acquisito adeguate competenze». Scelte solide e competenze, che vanno incrementate continuamente e che è impensabile possano considerarsi archiviate una volta acquisita “nomina a capo”.

Il forte legame con il Patto Associativo risulta esplicitato, inoltre, dall’attuale formulazione dei cosiddetto ambiti essenziali da approfondire (art.47) nella redazione del progetto del capo. Superata la formulazione del testo precedente (io e la realtà, io e il servizio, io e l’associazione, io e la fede), si è preferito indicare degli elementi più chiaramente riconducibili al testo del Patto Associativo.

Questi gli “ambiti essenziali” che possiamo immaginare come una sorta di pilastri:

A) LA COMPETENZA METODOLOGICASiamo chiamati ad essere padroni del metodo scout direttamente

dalla nostra adesione alla “scelta scout”; un metodo desunto dagli scritti e dalle realizzazioni pedagogiche di Baden Powell, dalla Legge e dalla

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Promessa (Patto Associativo). Il confronto ed il trapasso delle nozioni in staff, la partecipazione al CFM, l’approfondimento in Branca (zonale e regionale), la partecipazione al CAM, la lettura e l’approfondimento dei documenti associativi e delle branche, la comprensione dei meccanismi dell’intenzionalità educativa… sono solo alcuni dei possibili passi che il capo può proporsi volendo incrementare la propria competenza metodologica.

B) LA VITA DI FEDELa completezza del testo sulla “scelta cristiana” del Patto

Associativo offre già moltissime indicazioni a chi vuol comprendere come essere capo. Leggiamo che una volta accolto il messaggio di salvezza di Cristo, i capi scelgono di annunciarlo e testimoniarlo.

Pur senza banalizzare l’argomento ma, d’altro canto, tenendo presente la reale situazione delle nostre comunità capi, dobbiamo fare la semplice riflessione che per annunciare un messaggio bisogna conoscerlo. Infatti, così come l’approfondimento metodologico comporta la partecipazione ai campi scuola e lo “studio” dei regolamenti metodologici; altrettanto assumersi il ruolo di annunciare il messaggio di Cristo dovrebbe spingerci (qualora ci accorgessimo di qualche nostro limite) a proporci la partecipazione ad occasioni di formazione in tale direzione, proposte dall’associazione ed anche, più semplicemente, dalle strutture della nostra Chiesa, prime fra tutte le parrocchie e le diocesi.

D’altronde l’art.43 afferma che «l’associazione promuove la partecipazione dei soci adulti ad attività formative organizzate da altri enti e organismi».

Come abbiamo visto, il Patto Associativo alla conoscenza associa la testimonianza, concetto che va inquadrato nella sua dinamicità. Il capo che redige il suo “progetto” trova già semplici indicazioni in merito a quali passi compiere per far crescere la propria esperienza di fede. Il Patto Associativo, infatti, precisa che l’esperienza di fede deve sempre crescere e rinnovarsi nell’ascolto della Parola di Dio, nella preghiera e nella vita sacramentale. Il capo educatore (catechista), inoltre, propone la fede utilizzando un metodo diverso, quello scout, anche in tal senso esiste la possibilità di progettare di acquisire maggiore competenza (ad esempio leggendo il PUC, il Sentiero Fede ed altre pubblicazioni scout sul tema).

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C) LA RESPONSABILITÀ SOCIALE E POLITICAQui si realizza, in concreto, quanto auspicato dal Patto

Associativo in tema di “scelta politica”, laddove viene delineata, in maniera abbastanza netta, la figura del capo scout, impegnato nella realizzazione di un Progetto Educativo, testimone e promotore di politiche e valori che lo riguardano in prima persona. Progettare di assumersi tali responsabilità, significa immaginare se stessi come cittadini attenti ed interessati alla realtà, capaci andare in profondità e prendere consapevolmente posizione. La ricerca di occasioni formative anche in ambiti esterni all’associazione e la partecipazione attiva alla vita sociale, possono costituire, quindi, idonee prospettive per coloro che sentano di dover “crescere” in tale direzione.

Può essere utile, a questo punto della nostra riflessione, dedicare un po’ di attenzione al collegamento fra Progetto del Capo e Progetto Educativo, reso ulteriormente evidente dall’attuale formulazione del regolamento.

Il Progetto Educativo, in effetti, è il principale strumento

attraverso il quale il capo, con il suo impegno nelle “sfide educative” del territorio, realizza appieno quanto auspicato dal Patto Associativo. Si stabilisce così, fra Progetto Educativo e Progetto del Capo un importante nesso di reciprocità: da un lato il Progetto Educativo, con i suoi obiettivi educativi focalizza “l’area di riferimento” rispetto a cui il capo potrà indirizzare la propria formazione, dall’altro il capo, individuando e portando avanti obiettivi personali, diventerà sempre più capace di realizzare ciò che la comunità capi ha progettato per i ragazzi.

In definitiva il capo (nel suo Progetto di Capo) si porrà obiettivi che non sono generici ed astratti ma direttamente collegati e funzionali al suo servizio in associazione, consapevole che per svolgere il ruolo di educatore, per realizzare obiettivi educativi in un determinato territorio, dovrà acquisire specifiche competenze e caratteristiche, in una parola dovrà incrementare la propria formazione personale. In questo senso viene affermato che «ogni membro della Comunità Capi, confrontandosi con gli obiettivi del Progetto Educativo, individua le proprie esigenze formative e gli obiettivi personali, per contribuire efficacemente alla realizzazione degli impegni di servizio individuati dalla Comunità Capi».

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D) L’ADEGUATEZZA AL COMPITO ED AL RUOLO DI EDUCATOREProbabilmente rispetto a quest’ultimo “pilastro” è un po’ più

difficile definire i propri obiettivi.

Per essere educatori “adeguati”, come sappiamo bene, non basta avere un bagaglio di conoscenze e competenze da trasmettere; non è sufficiente neanche essere in grado di capire, ascoltare i bambini, ragazzi e giovani ed avere con loro un‘ottima relazione. Queste sono precondizioni indispensabili ma adeguatezza al ruolo di educatore significa essere in grado di testimoniare con la vita le proprie scelte, significa possedere quella solidità personale che permette di fare delle proposte spesso “scomode e controcorrente” ma alle quali i nostri giovani possano guardare con fiducia.

Si interrogheranno, quindi, non solo i giovani capi che cercheranno obiettivi ed occasioni per comprendere meglio la propria vocazione, ma anche quelli un po’ più navigati, che dai piccoli fallimenti educativi cercheranno di individuare sempre le nuove strade da percorrere.

4- ESSERE ASSOCIAZIONE(Chi e come)

Attualmente parecchi capi vivono con difficoltà il loro ruolo di educatori. Può risultare faticoso rispondere alle esigenze ed alle aspettative dei ragazzi che, qualche volta, collidono con le nostre difficoltà a ritagliarci, nella frenesia della quotidianità, tempi e modi giusti. Per molti, tuttavia, il peso maggiore è quello di sentirsi pienamente associazione.

Le strutture associative (a cominciare dalla comunità capi) sono percepite come una sorta di sistema burocratico e quando questo accade, si può parlare certamente di occasione mancata. Potremmo osservare che, di solito, quanto si sorregge un peso, se si viene aiutati da altri diventa meno faticoso. Questo è il bello di essere associazione, non sentirsi educatori solitari ma inseriti in una comunità, via via più ampia, che ti offre il suo aiuto nel difficile mestiere del capo. Per questo motivo il Progetto del Capo non ha ragione di esistere se non vissuto, in tutte le sue fasi, all’interno di una comunità capi e tenendo presenti le opportunità formative proposte dalle rimanenti “strutture”.

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Esso, d’altro canto, deve costituire «elemento utile anche alla programmazione della vita di Comunità capi e alla progettazione nelle strutture associative (Zona e Regione)» nel senso che queste dovranno tener conto e prefiggersi di dare risposte alle esigenze formative espresse dal capo.Il ruolo della comunità, davanti alla quale il capo assume i suoi impegni e verifica di volta in volta il cammino percorso, sarà quindi da un lato quello di offrire occasioni formative, dall’altro di stimolare ogni suo componente ad essere protagonista della propria formazione anche e soprattutto in sede di verifica. Emerge con grande chiarezza l’importanza di instaurare in comunità capi un clima improntato ad una rigorosa ma serena auto valutazione.

Vivere queste dinamiche in comunità capi significa fare formazione dei capi, ed un efficace sistema formativo per adulti non deve basarsi sul “giudizio” ma offrire ai singoli strumenti per auto-diagnosticare la discrepanza fra i propri obiettivi ed i risultati conseguiti e, quindi, poter ricalibrare i nuovi percorsi.

Chi abbia fatto esperienza di eventi di formazione capi, spesso, torna a casa colpito dal “particolare clima” che si è venuto a creare al campo scuola e di come questo abbia favorito il coinvolgimento di tutti ecc. Di solito, un po’ ingenuamente, si pensa che ciò sia dipeso dall’averlo vissuto insieme a persone formidabili (non come quei “fetentoni” della propria comunità capi).

Pur non volendo svelare che babbo natale non esiste, dobbiamo considerare che anche il “clima” di un campo scuola (ed i momenti idonei a crearlo) vengono progettati. Il regolamento, parlando del Progetto del Capo, affida alla comunità capi il compito di «stabilirne le modalità di stesura e di verifica, modellandolo in funzione delle proprie esigenze e di quelle dei suoi membri».

Dedicare la giusta attenzione al clima, ai luoghi, ai tempi ed alle modalità nello stile della nostra esperienza scout potrà certamente offrire allo strumento una marcia in più ed agevolare l’instaurarsi di sempre più proficue dinamiche formative.

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5- CONCLUSIONI

Un famoso proverbio recita meglio insegnare a pescare che dare un pesce. Qualche volta quando pensiamo alla formazione capi sembra che ci aspettiamo di ricevere dei bei pesci che ci risolvano ogni problema. Andiamo a cercare chissà quale soluzione per la nostra formazione e, magari, non ci accorgiamo che ce l’abbiamo sotto il naso. Il Progetto del Capo, a dire il vero, potrebbe essere una bella canna da pesca e noi scout sappiamo che si impara facendo, muoviamoci allora e, di certo, la pesca sarà eccellente.

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A cura della Pattuglia Formazione Capi - AGESCI Sicilia

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A cura della Pattuglia Formazione Capi - AGESCI Sicilia

Documento sul Progetto del Capo: Dopo la pubblicazione del libretto del tirocinio, come strumento utile per il singolo capo, per le comunità capi, per gli IZT per sostenere il cammino di formazione dei giovani capi, abbiamo voluto, come Formazione Capi, sempre in risposta agli obiettivi del Progetto Regionale, pubblicare un Libretto sul Progetto del Capo, strumento principe di progettazione . Nella prima area del nostro Progetto Regionale riconosciamo la difficoltà di definire cosa sia l’adultità e conseguentemente la difficoltà dei capi, giovani e meno giovani, a compiere delle scelte, ad uscire dalla prospettiva del “qui ed ora”, per credere nella possibilità di un progetto personale da perseguire. Il progetto del capo restituisce alla persona la possibilità di sognare degli obiettivi da raggiungere in maniera personale, in un contesto che lo aiuta, lo sostiene, ne condivide degli obiettivi. Ha un grande valore sociale, in fondo come associazione di volontariato a scopo educativo, non solo educhiamo alla progettualità, ma diciamo ad adulti oggi di scegliere la progettualità come stile di vita e chiediamo che ciò sia visibile progettandoci come persone in funzione del servizio a cui siamo stai chiamati come educatori scout. Con il Progetto del Capo, la riflessione e la nuova elaborazione a livello nazionale, si conferma l’orientamento anticonformista e progressista della nostra Associazione, alla precarietà si contrappone la progettualità, alla mancanza di valori, l’adesione piena ai valori dello scoutismo e del Patto associativo, all’individualismo il valore della comunità, al personalismo la ricerca del bene altrui, il servizio . Per la realizzazione del libretto che uscirà con Sicilia Scout dobbiamo ringraziare Nunzio Zagara, (formatore nazionale e regionale, ex incaricato alla Fo.Ca.), che ne ha curato la stesura condividendo e sposando un progetto di questa Fo.Ca.

3- La condivisione delle linee della Formazione Capi nazionale e il contributo regionale alle elaborazioni/riflessioni condotte

Come sempre abbiamo seguito le elaborazioni che la formazione sta portando avanti a livello nazionale. Ci è stato chiesto di condividere le linee che a livello regionale seguiamo per la formazione dei formatori e la formazione dei capi gruppo. Sono stati inviati al nazionale i progetti dei campi per nuovi formatori degli ultimi tre anni oltre alle linee guida per la formazione dei formatori, inoltre è stato inviato un documento specifico sulla formazione domiciliare dei capi gruppo attivata a livello regionale cioè il FormaZone. La possibilità poi di offrire il contributo all’RTT della formazione capi nazionale è stata un’occasione importante per noi formatori di sapere direttamente, e non attraverso il filtro regionale, gli orientamenti e gli scenari aperti a livello nazionale in campo formativo.

4- Il contributo al bisogno formativo dei capi ( FormaZone )

Anche quest’anno in risposta al Progetto Regionale e al bisogno di formazione dei quadri associativi, primi tra tutti i capi gruppo a cui dobbiamo sostegno pieno come Formazione Capi nel lavoro che quotidianamente svolgono nelle loro Co.Ca., è ripartito il FormaZone, cioè la possibilità di richiedere come zona un momento formativo su tematiche suggerite dalla formazione capi regionali desunte dal Progetto Regionale o su tematiche specificatamente richieste dalle zone. Il riscontro è molto positivo, le zone richiedono questi momenti in maniera consapevole e puntuale, ci aiutano alla realizzazione degli stessi e sono consapevoli del fatto che sono input che offriamo e che vanno poi ulteriormente approfonditi nei livelli competenti (Zona, Co.Ca.).La partecipazione poi dei capi gruppo all’RTT e il confronto con i formatori è stata pensata per cercare di avere la possibilità di tracciare insieme il lavoro di sostegno alle Co.Ca. che è il ruolo della formazione capi istituzionale, partendo da uno scambio di idee con chi rappresenta la co.ca, ne legge i bisogni formativi e cerca di tradurli in azioni formative. Per il futuro

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continueremo in questa direzione cercando sempre di più di creare un collante vero tra formazione capi, zona, comunità capi e singoli capi. 5- La costituzione di una Pattuglia in grado di guardare con competenza la realtà formativa regionale.Questo è stato un anno particolarmente difficile per noi come pattuglia, per vicissitudini di vario tipo, ci siamo trovati ad affrontare un anno di lavoro e di programmazione in pochi, ma nonostante tutto abbiamo portato a termine quanto previsto dal Progetto Regionale. Per questo mi sento di dovere ringraziare i membri dell’attuale pattuglia per la disponibilità incondizionata a portare avanti il lavoro della formazione capi e ringraziare chi fino a poco tempo fa si è speso in questo servizio e per motivi personali non ha più potuto farlo. Volevamo chiudere questa relazione con una frase tratta dalla Preghiera di Don Primo Mazzolari, che sintetizza lo stile con cui abbiamo lavorato come pattuglia e che ci fa guardare al futuro con speranza e ottimismo:(….)

Non ci interessa di passare alla storia,ci interessa di perderci per qualcosa e per qualcuno che rimarrà anche dopo che noi saremo passati e che costituisce la ragione del nostro ritrovarci(….).

Annalisa Spadaro, Padre Marcello PulvirentiIncaricata e Assistente alla Formazione Capi Regionale

RELAZIONE COORDINAMENTO METODOLOGICO

«Riassettare le reti»Quand’ero al mare, a me piacevano le lunghe passeggiate lungo la spiaggia, particolar-mente se in autunno o in primavera. Spesso incontravo Olindo, detto “il pescatore”. Lo ricordo seduto sulla sponda della sua barca, nell’atteggiamento di chi conversa con gli

amici, mentre riassetta la sua rete da pesca. Raramente lo vedevo nell’atto di buttare la rete in mare, né in quello di ritirarla in barca. Eppure, nel suo mercatino che teneva in

piazza, non mancava mai il pesce che era sempre fresco e abbondante. Un giorno lo vidi come sempre in atto di cucire le reti. Mi decisi di fargli quella domanda

che altre volte passando volevo rivolgergli: “Come mai ti vedo sempre a riassettare le reti? Quando vai a pescare? “Ovviamente pesco qualche ora e di notte - mi rispose con la pacatezza propria del pescatore - Anni fa’, inesperto com’ero, passavo lunghe ore in barca per la pesca... che non mi rendeva come ora. Avevo troppa fretta di prendere il pesce e non mi curavo della rete, né mi concedevo il tempo di aggiustarla. Il pesce era

abbondante, entrava in rete, ma mi scappava quasi tutto attraverso le smagliature. Ora l’esperienza mi ha insegnato che ogni giorno, prima di uscire per la pesca, è importante e prezioso il tempo che dedico a cucire gli strappi. Esco in mare con una rete buona e

corredata con l’attrazione di una lampara. Bastano poche ore per prendere il pesce che ti è necessario. Ecco perché vedi che la maggior parte del mio tempo la dedico a cucire”.

Lo sforzo maggiore dell’Area metodo per l’anno trascorso è stato proprio quello di “riassettare le reti”, consapevoli del fatto che solo una rete integra può a pieno raggiungere i suoi obiettivi. La rete, indispensabile strumento per catturare gli sforzi profusi, per contenere i progetti ideati, per aggregare le diversità di vedute, per convogliare la partecipazione alla elaborazione, deve essere riassettata, riparata, mantenuta, arricchita. Solo facendoci rete possiamo riuscire a intrecciare la trama, cioè la nostra associazione (i ragazzi e i capi) e l’ordito, cioè i progetti, gli obiettivi, gli eventi, i bilanci e quanto altro il livello regionale mette in atto.Settori e branche, incaricati regionali e zonali, membri di pattuglia e capi evento sono stati chia-mati a far parte della rete, ad essere nodi fondamentali e indispensabili di essa.

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Documenti UfficialiCon lo spirito quindi della collaborazione e della integrazione sono state realizzate le attività riassunte nel seguito e programmate già quelle future. Nella rete sono state buttate le seguenti parole chiave:• L/C: rete iabz, rapporto branca/formazione capi, ambiente fantastico cerchio, piccole orme,

catechesi in BC• E/G: campi di specialità, giudoncini verdi, jamboree, monitoraggio sentiero, alta sq, quaderno

del Csq.• R/S: nuovo regolamento, percorso “Si fida di te”, EPPI, formazione metodologica, collabora-

zione con IABZ• Settore PNS: Marcia della Pace, Giornata della Memoria, collaborazione con branca R/S• Settore Ambiente: collaborazione con branca R/S (SI FIDA di TE), L/C (Metti a Fuoco l’Ambien-

te), sito internet• Settore intenazionale: partecipazione a eventi internazinali, collaborazione con branca R/S

(EPPI) e Fo.Ca, supporto alle unità• Settore nautico: campo nazionale, Festa del Mare, collaborazione e integrazione branca EG• Settore PC: collaborazione con le branche, formazione al ruolo, compiti e ruoli (prevenzione,

servizio, educativo), campi

Martina IndelicatoIncaricata Coordinamento Metodologico

RELAZIONE BRANCA L/C

“C’è chi insegna guidando gli altri come cavalli passo per passo: forse c’è chi si sente soddisfatto così guidato.

C’è chi insegna lodando quanto trova di buono e divertendo: c’è pure chi si sente soddisfatto essendo incoraggiato.

C’è pure chi educa, senza nascondere l’assurdo ch’è nel mondo, aperto ad ogni sviluppo ma cercando d’essere franco all’altro come a sé, sognando gli altri come ora non sono: ciascuno cresce solo se sognato.”

Danilo Dolci

L’impegno profuso in questo primo anno di servizio è stato indirizzato a diverse aree che, per noi e per la pattuglia tutta, sono state percepite come aree di impegno prioritario.

• PATTUGLIA TERRITORIALMENTE SIGNIFICATIVA“Se qualcosa viene smarrito, cercando è sempre possibile ritrovarlo!”Questo è chiaramente un impegno che ci chiama costantemente a porre attenzione nel fare in modo che la pattuglia possa essere rappresentativa del territorio. Oltre a questo tipo di indirizzo abbiamo cercato di mantenere una continuità con la pattuglia precedente.

• RETE CON GLI IABZ“La giungla ha molte lingue ed io le conosco tutte”.Sebbene apparteniamo ad una stessa regione, diversi sono i modi, le strategie e le tradizioni dell’applicazione della metodologia. Per tale motivo abbiamo percepito come esigenza intessere relazioni con gli IABZ. Con loro abbiamo creato e gettato le basi per la creazione di una rete di scambi tra Zona e Regione sia nell’individuazione di bisogni e necessità formative, sia per la realizzazione e il coinvolgimento in attività rivolte ai capi (Vedi cantiere sulla catechesi) e ai LL e CC (Piccole Orme). Abbiamo realizzato 2 incontri ed in programma ne abbiamo un altro a conclusione dell’anno. Durante gli incontri con gli incaricati abbiamo posto particolare attenzione nel creare un ponte di comunicazione, conoscenza ed intenti tra questi ultimi ed i Capi Campo delle P.O.

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Abbiamo iniziato ponendo la nostra attenzione alle zone in cui si realizzano le ORMINE, evento rivolto ai LL CC del 2° momento. Abbiamo chiesto ai rispettivi IABZ una relazione circa gli obbiettivi, le attività, i tempi e il numero di LL CC coinvolti. Il nostro obbiettivo è quello di incontrarci con tutti gli IABZ per ragionare se c’è una valenza educativa rispetto a tale esperienza.Nell’ottica di reciproca collaborazione, abbiamo accolto con piacere gli inviti di partecipazione alle riunioni di alcune Branche di Zona che sentivano l’esigenza di confrontarsi con la nostra Pattuglia.

• RETE CON I FORMATORI L/C“Osserva la mia traccia”Dal livello nazionale è partita l’esigenza di coinvolgere, in un rapporto di scambio reciproco, la FO.CA e la BRANCA, rispondendo anche all’obiettivo del progetto regionale O.S. 1.2.1. Questo coinvolgimento è pensato per due motivazioni:

1. Il monitoraggio dei CFM e dei CAM per analizzare il tipo di proposta formativa realizzata ai campi scuola;

2. L’incontro “Attorno alla Rupe e alla Grande Quercia” fissato a Bracciano per il 21 e 22 maggio 2011 in cui tutti i formatori della branca L/C discuteranno e lavoreranno alla realizzazione di un libretto dell’AF bosco e giungla al campo scuola. Per tale motivo abbiamo organizzato un primo incontro a Caltanissetta il 16/01/2011 al quale hanno partecipato pochissimi formatori.

• RETE DEI CERCHI“Dimmi cosa posso fare per te……..”Pur ben radicato nella nostra tradizione, l’Ambiente Fantastico Bosco è in Sicilia rappresentato da realtà territorialmente distanti tra loro nelle quali è difficile trovare un adeguato spazio di confronto tra Capi Cerchio nonché di incontro con altre Coccinelle. In questo contesto percepiamo forte l’esigenza di incontro da parte Cerchi della nostra Regione. Ci stiamo impegnando, sebbene con qualche difficoltà, di dare a questa realtà uno spazio di crescita privilegiato da inserire costantemente nel calendario delle attività regionali, uno spazio dove sia possibile confrontarsi sulle proprie esigenze, metodologiche e non, condividere i propri sogni e progettare periodici momenti di Volo per le Coccinelle.

• PICCOLE ORME“…bella come la storia di ognuno che sceglie di vivere senza lasciarsi fermare dagli ostacoli che incontra”

Nel 2010 abbiamo registrato un calo di iscrizioni alle Piccole Orme, la stanchezza di alcuni VVLL e CCAA che ormai da tanto tempo dedicavano il proprio servizio alla Branca nonché l’esigenza da parte di quasi tutti gli Staff di accogliere nuove e giovani forze disposte a partecipare a questo bel gioco. Purtroppo, nell’ottica di svolgere un servizio di qualità e di offrire una vera occasione di crescita ai LL e CC, si è dovuta operare la difficile scelta di annullare due campetti. Il nostro impegno è adesso rivolto al rilancio dell’esperienza di Piccole Orme attraverso una proficua relazione con le zone ed attraverso il coinvolgimento di nuovi Capi all’interno degli staff. Avendo ben chiaro il primario obiettivo di reinserire in calendario, già da quest’anno, le P.O. della Ferla e del Papiro, abbiamo raccolto le proposte di alcuni capi della regione che si sono resi disponibili a strutturare nuovi campetti di P.O.

• Laboratori 2011

Al momento stiamo lavorando alla realizzazione dei Laboratori Metodologici che si terranno il 12-13/03/2011 che, in linea con l’obiettivo del progetto regionale 1.1.1, che verteranno sul

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Documenti Ufficialigioco della “Catechesi in Branco Cerchio, esperienze e relazioni, clima e modelli”. Riteniamo che la possibilità di incontrarsi nella stessa data ed in un’unica città con le altre Branche, nel rispetto delle tematiche da trattare in risposta alle esigenze dei capi delle rispettive, sia un’ottima occasione di fruizione dei momenti di formazione permanente.Crediamo che il lavoro condotto quest’anno possa essere considerato come una fase di rodaggio in cui si prende piano conoscenza della realtà che si ha davanti. Abbiamo voluto creare un clima di accoglienza, di disponibilità al dialogo e al confronto perché crediamo fortemente che queste siano ottime condizioni per potere crescere insieme.

Un fraterno abbraccio,

Buon Volo e Buona Caccia

Valentina Castelli, Dino RussoIncaricati Regionali Branca L/C

RELAZIONE BRANCA E/G

La pattuglia regionale di branca E/G, in questo anno, oltre a promuovere ed a portare avanti degli appuntamenti ormai divenuti storici ed istituzionalizzati per la branca: Campi di Specialità e Guidoncini Verdi (attività per ragazzi) ed il laboratorio metodologico (attività per capi), ha profuso il suo impegno anche in nuove attività quale l’evento “Si FiDA di TE”, la rielaborazione del Quaderno del Capo Squadriglia ed il Percorso di avvicinamento al Jamboree 2011.

OS 1.2.1. Promuovere la valorizzazione dell’unitarietà del metodo scout.Realizzato il 06 e 07 marzo 2010 il Laboratorio Interbranca sul tema della P.P.U. con 293 capi E/G presenti.L’invito rivolto a tutti i Capi delle Branche è stato quello di festeggiare i 20 anni dall’istituzione della Progressione Personale Unitaria, frutto dei lavori sulla stessa approvati al Consiglio Generale del 1990 che costituirono l’approdo della riflessione meditata in Agesci sul finire degli anni ’80 e portata avanti nei primi anni 2000.Con lo stile del laboratorio, ovvero momento di incontro e di confronto che diventa una officina di idee, abbiamo puntato molto sull’aspetto elaborativo cercando di far rivalutare alle Comunità Capi l’importanza e la eccezionalità della Progressione Personale Unitaria.Il tema che ci si è proposti ha evidenziato non solo la difficoltà di molti capi a muoversi al di fuori della progressione personale fatta nella propria branca, ovvero, all’incapacità di una visione di insieme che vede come unico protagonista il ragazzo dalla Promessa alla Partenza, ma anche l’inconsapevolezza del ruolo della comunità capi nella progressione personale unitaria per attuarla, condividerla e verificarla.

OS 1.2.2. Aiutare a cogliere la valenza educativa della metodologia scout.“Tanto più sapremo cavarcela in ogni situazione, tanto più saremo autonomi” B.P.Grazie al contributo ed alla partecipazione di tutti gli IABz siamo riusciti a realizzare in quasi tutte le Zone della Sicilia ben 14 Campi di Specialità con 430 partecipanti.Le risposte positive di questo risultato sono: la continua crescita non solo numerica ma anche di competenza degli E/G partecipanti ai Campetti di Specialità e il maggior coinvolgimento dei Capi Reparto negli Staff dei Campetti.La pattuglia, dopo una attenta rilettura, basata sulle specialità più “gettonate”dagli E/G, per questo prossimo anno, punta insieme ai Capi Campo di Specialità ed agli IABz, ad una più proficua suddivisione degli stessi Campi nelle singole zone, così da arricchire la scelta di specialità diverse in zone limitrofe.

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OS 1.2.2. Aiutare a cogliere la valenza educativa della metodologia scout.Campo dei Guidoncini Verdi 2010.Dopo il Laboratorio Metodologico ed il Forum tenutosi a Bracciano sul rilancio dello Scouting, di concerto con gli IABz, abbiamo ritenuto opportuno che le squadriglie alzassero il livello delle Imprese. Lo scorso anno, infatti, 178 squadriglie hanno lavorato per conquistare “l’ambito” guidoncino verde e solo 138 vi sono riuscite, allestendo al campo stesso una bella vetrina di Imprese.Il messaggio su cui la pattuglia punta sempre più è che lo strumento Impresa accresca nei ragazzi l’acquisizione di una maggiore capacità organizzativa, progettuale e di verifica. Infatti, la pattuglia regionale E/G, per l’eccezionale venuta del Santo Padre in Sicilia -Evento “Si FiDA di TE”-, ha proposto un cammino da percorrere con le Alte Squadriglie siciliane progettato con lo sfondo dell’Impresa, dando sfogo alla fantasia, alla creatività e alla curiosità dei ragazzi, affinché divenissero i protagonisti di un cambiamento su: Cittadinanza Attiva, Legalità, Ambiente, Lavoro, Scuola e Università.La nostra partecipazione a questo evento è stata anche inserita nel Programma Regionale […partecipazione attiva alla CESI….] in risposta all’obiettivo del Progetto Regionale “Migliorare la rete di comunicazione con il territorio”, quindi, quale migliore occasione è stata per “osservare” la realtà circostante, “dedurre” un possibile intervento per migliorare il contesto vitale e “agire” attraverso un’impresa che “lasci un segno”.Le Alte Squadriglie che hanno percorso il cammino, portando a temine l’Impresa sono state in tutto 48.

Monitoraggio SentieroAnche lo scorso anno, in accordo con gli Incaricati Nazionali, abbiamo continuato il monitoraggio sul sentiero, riuscendo a raccogliere ulteriori dati (circa il 30% dei Gruppi), rielaborati ed inviati al Nazionale. Rispetto all’anno precedente non è aumentato il numero dei questionari compilati dagli Staff di Reparto, pertanto chiediamo e ribadiamo l’importanza del contributo di ognuno per garantire l’Unitarietà del metodo.Nel nostro ruolo di Incaricati regionali, abbiamo sempre dato un importante contributo al Nazionale, (vedi il lavoro d’eccellenza sullo SCOUTING prodotto dai Capi della nostra regione), promuovendo e sollecitando le molteplici proposte pervenute.

Quaderno del Capo SquadrigliaContinuando a puntare sull’aspetto elaborativo, dai documenti prodotti al Laboratorio metodologico sul Capo Squadriglia, ed alla luce del Nuovo Sentiero, abbiamo rivisitato e diffuso il Quaderno del Capo Squadriglia.La pubblicazione sul nostro sito risale al 01 dicembre 2010.

“Work in progress”1. Laboratorio metodologico “La Squadriglia” –evento per Capi propedeutico al confronto in previsione del Campo Regionale 2012-;2. Coloriamo l’Italia di Imprese (dal Nazionale);3. Percorso da intraprendere con i Reparti sui temi del Jamboree 20114. Incontro con IABz e Capi Campo di Specialità (laboratorio metodologico);4. Campo Regionale 2012:

• Lancio Obiettivi e contenuti (entro marzo 2011);• Video di presentazione per l’Assemblea regionale (aprile 2011);• Percorso Campo Regionale 2012 (settembre 2011);

5. Suddivisione dei Campi di Specialità nelle Zone;6. Guidoncini Verdi 2011 (da realizzare nello stesso posto del C.E. 2012);

Giusella Iannazzo, Massimo SiciliaIncaricati Regionali Branca E/G

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RELAZIONE BRANCA R/S

Nell’anno appena trascorso il nostro servizio è stato orientato in diverse aree d’impegno prioritario collegate con il progetto regionale, con il progetto nazionale e con le esigenze metodologiche della nostra branca. In particolare:

- la partecipazione a livello nazionale per il completamento della stesura del nuovo Regolamento Metodologico di Branca R/S;

- il percorso Si FIDA di TE che si è concluso con l’incontro con il Santo Padre- Preparazione e progettazione EPPPI;- Collaborazione con gli IABZ - Formazione Metodologica

Nuovo regolamento metodologico di branca R/SCi siamo inseriti nel percorso per la stesura del nuovo regolamento partendo dalla preparazione e realizzazione del Forum nazionale di Oropa. Il Forum ha rappresentato un momento cardine sia per l’elaborazione del nuovo regolamento sia per un confronto significativo della branca RS italiana sulle più importanti questioni educative.Siamo stati impegnati in modo attivo e propositivo assieme alla pattuglia e a capi della regione sin dalla preparazione all’evento, malgrado coincidesse con la visita del Santo Padre. In preparazione al Forum ci siamo incontrati con la pattuglia e i partecipanti all’evento, per confrontarci sui documenti preparatori, soffermandoci in particolare sulla bozza del nuovo regolamento ( stesura di settembre 2010). Il confronto è servito a portare la voce della nostra regione nei gruppi di lavoro realizzati ad Oropa.Dopo il Forum, in occasione dell’area metodo, abbiamo incontrato con la pattuglia: gli IABZ, i consiglieri generali, i formatori RS e partecipanti al Forum per potere portare, all’incontro con gli incaricati nazionali di novembre 2010, un ulteriore contributo della nostra regione alla stesura del nuovo regolamento. Le occasioni già menzionate ci hanno dato la possibilità di approfondire le questioni metodologiche ed essere propositivi del cambiamento di alcuni articoli del nuovo regolamento. Nell’ultimo incontro tenutosi a gennaio 2011 è stata esposta la stesura del nuovo articolato, che sarà presentata al prossimo Consiglio Generale.

Percorso Si FIDA di TEIl percorso di preparazione all’incontro dei giovani siciliani in collaborazione con la CESI , iniziato già lo scorso anno, ci ha visti coinvolti pienamente come branca RS.La realizzazione la carta dei giovani siciliani doveva essere la conclusione del percorso intrapreso, mettendo assieme le idee, i progetti, i sogni di tutti i giovani delle diocesi ed associazioni ecclesiali, sulle cinque aree tematiche: lavoro, scuola e università, legalità, ambiente, cittadinanza attiva. Come branca RS siciliana abbiamo fatto la nostra parte, approfondendo le tematiche proposte nelle singole comunità RS e poi realizzando 5 botteghe, una per area tematica, con i rappresentanti dei clan. Le botteghe del 9/10 Maggio sono state un momento forte per i nostri giovani, che quando coinvolti rispondono in maniera forte sollevando problematiche realmente sentite e a loro care. Le Botteghe hanno dato all’iscrizione un ottimo riscontro numerico:

- legalità: 27 clan iscritti;- ambiente: 25 clan iscritti;- cittadinanza attiva: 36 clan iscritti;- scuola e università: 23 clan iscritti;- lavoro: 13 clan iscritti.Totale 124 clan.

A Piazza Armerina luogo di svolgimento dell’evento i rappresentanti dei gruppi iscritti erano circa 110, accompagnati da un loro capo. Il confronto ampio ha dato la possibilità ai rover e alle scolte partecipanti di portare la loro esperienza, condividere gli interventi effettuati nelle loro realtà e

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individuare impegni concreti da portare avanti con le singole unità di appartenenza.Il progetto di realizzare la carta dei giovani siciliani è cambiato per scelta della CESI, per cui abbiamo anche noi dovuto cambiare in itinere la conclusione del nostro percorso. L’idea iniziale si è trasformata nella realizzazione di un numero speciale di Sicilia Scout con tutti i lavori (capitoli, inchieste, imprese ecc…) realizzati dai clan partecipanti e con le sintesi del confronto delle botteghe di maggio.Nell’incontro de 2-3 ottobre con il Santo Padre abbiamo partecipato attivamente collaborando all’attuazione delle fontane di luce, realizzando la mostra dei lavori delle comunità RS e con il nostro servizio.

Preparazione e progettazione EPPPIObbiettivo principale di quest’anno è stato quello di fornire strumenti ai capi affinché la partecipazione agli eventi sia sempre più collegata alla progressione personale degli RS. Abbiamo, infatti, inviato ai capi RS i progetti degli eventi, con i contenuti e gli obbiettivi educativi preparati dai capi evento. L’incontro con i capi evento (botteghe, laboratori e incontri partenti) del 5 dicembre 2010 ha rappresentato una preziosa occasione per condividere i progetti e le verifiche dell’anno precedente. Dall’incontro è nata una collaborazione che ci ha permesso di migliorare assieme anche l’aspetto logistico. Il numero delle botteghe è rimasto lo stesso, 4 botteghe dello scorso anno non sono state realizzate e 4 nuove si realizzeranno. Tra le nuove botteghe ce ne sono due che rappresentano la prosecuzione del percorso Si FIDA di TE. Dobbiamo, però registrare un calo del numero dei laboratori proposti, che hanno dato la possibilità di partecipare solo a circa 190 novizi. L’anno prossimo ci faremo promotori di nuovi laboratori e botteghe coinvolgendo altri capi.Ci siamo riproposti di fare due incontri annuali con i capi evento, uno di progettazione, a dicembre ed uno di verifica ad aprile.Ad inizio maggio faremo un incontro specifico con i capi delle ROSS, che riteniamo essere degli eventi di progressione personale particolarmente importanti. Assieme ai capi campo condivideremo i progetti delle ROSS e cercheremo dei percorsi per una maggiore partecipazione e risonanza nei clan.

Collaborazione con gli IABZ Mantenere e consolidare il nostro rapporto con gli IABZ è uno dei nostri obbiettivi prioritari, perché è anche attraverso loro che possiamo comunicare con tutti i capi della nostra regione. Li abbiamo coinvolti nella realizzazione del laboratorio metodologico e nell’indagine sul servizio di tutte le comunità RS che ci servirà per una lettura della realtà della nostra regione. Oltre all’incontro di area metodo di novembre, abbiamo fissato un incontro a fine anno che sarà anche occasione di individuazione dei bisogni formativi delle zone.

Formazione Metodologica La carenza di formazione metodologica di molti capi della branca rimane una problematica aperta. Malgrado si sia riattivato il campo di formazione nel periodo estivo i numeri dei partecipanti rimane esiguo, di questi allievi alcuni sono fuori regione ed altri,dopo aver iniziato l’iter, cambiano branca. Il nuovo regolamento sarà per noi occasione di formazione metodologica a partire dal laboratorio metodologico di marzo 2011 in cui sarà presentato la stesura definitiva che andrà in approvazione al consiglio generale.Dopo il consiglio generale, saremo chiamati a divulgare il nuovo regolamento incontrando gli IABZ, i formatori, e tutti i capi della branca.Collaboreremo inoltre con la Fo.Ca per dare il nostro contributo al percorso nazionale di monitoraggio dei CFM e CAM RS.

Miriam Chiaramonte, Marco PennavariaIncaricati Regionali Branca R/S

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RELAZIONE SETTORE PROTEZIONE CIVILE

A seguito dei cambiamenti statutari e regolamentari introdotti dai Consigli Generali degli ultimi anni il Settore Protezione Civile ha ritenuto fondamentale accentuare la propria presenza a livello Nazionale per partecipare costruttivamente al dibattito associativo intenso ed articolato (conseguenza dei cambiamenti introdotti) e per orientare la propria azione sul territorio regionale in maniera quanto più possibile fedele ai nuovi indirizzi associativi. Oggi il Settore Protezione Civile ha operato un riequilibrio tra l’aspetto inerente l’intervento in emergenza e le azioni di previsione e prevenzione dei rischi da mettere in atto costantemente nella nostra ordinaria azione educativa. In tal senso, con il varo delle “Linee Guida per l’educazione alla protezione civile nelle ordinarie attività dell’AGESCI” è possibile realizzare una migliore integrazione con i metodi educativi delle tre Branche ed un maggiore coinvolgimento dell’intera Associazione. Anche le modifiche introdotte all’art. 2 dello Statuto non lasciano dubbi: Art. 2 - L’Associazione: ambiti di impegno.(... Omissis…) Opera altresì nel campo della Protezione civile, svolgendo attività di previsione, prevenzione e soccorso in vista o in occasione di eventi calamitosi nonché attività di formazione e addestramento, con stile, forme ed ambiti d’intervento coerenti con le proprie finalità e tradizioni educative e di servizio.oltre a quella educativa l’associazione si propone chiaramente come operante nel campo della Protezione Civile secondo le proprie peculiarità e carismi.Infine, il Protocollo Operativo, descrive la struttura associativa con la quale vogliamo realizzare la nostra azione di supporto in caso di intervento operativo a seguito di calamità o emergenza. In tal modo sono definiti ruoli e compiti per ciascun livello, da ciascuna singola Co.Ca. fino al livello Nazionale: oggi una Co.Ca. non può esimersi dal nominare al proprio interno un referente di Protezione Civile, come ai livelli superiori, non può non esserci un incaricato al Settore coadiuvato da una Pattuglia. Tali ruoli richiedono di essere assunti a prescindere dai progetti (di Gruppo, di Zona, ecc.) in quanto sono finalizzati comunque all’operatività in caso d’emergenza.Attualmente in Sicilia poco più del 50% delle Zone ha un incaricato di Zona al Settore mentre in Co.Ca. si parla ancora pochissimo di Protezione Civile.All’inizio dell’anno associativo 2009/10 abbiamo vissuto il dramma dell’alluvione verificatasi a Giampilieri, Altolia, Molino, Briga e Scaletta nelle immediate vicinanze del capoluogo peloritano. In quell’occasione l’associazione ha risposto egregiamente e l’impegno della Zona dello Stretto è stato riconosciuto il 12 novembre 2009 con l’assegnazione del Premio Internazionale “Colapesce” alla Solidarietà con la motivazione di seguito riportata.“Premesso che la cultura popolare siciliana tramanda la leggenda del mitico “Colapesce”, messinese che sacrificò la propria vita sul fondo marino per sostenere una delle colonne portanti della Sicilia che minacciava di crollare, constatato che sull’esempio del “Colapesce” ancora oggi operano molti uomini di valore, a quanti si sono distinti in ogni campo rappresentando le colonne portanti della civiltà contemporanea, la giuria dell XXIV premio internazionale Colapesce presieduta  dal sindaco di Messina, On. Giuseppe Buzzanca ha decretato di assegnare il premio internazionale “Colapesce 2009” alla Solidarietà ad AGESCI Messina”.

Con la voglia di entrare subito in sintonia col Settore abbiamo iniziato il 2010 partecipando, in quattro, allo Stage di formazione per Capi “il Servizio Nazionale di Protezione Civile ruoli e compiti dell’Agesci” tenutosi a Sarno (SA) il 27 e 28 febbraio, dove abbiamo acquisito quella formazione di base che ci è stata utile per tracciare il futuro percorso.Così abbiamo proseguito il cammino di formazione in ambito Pattuglia attingendo anche dal contributo del nostro incaricato naz.le Carlo Maci ed allargando il confronto agli incaricati di Zona

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in occasione dell’incontro del 19 e 20 giugno tenutosi ad Altolia (ME) per far sentire a quella comunità ancora una volta la nostra vicinanza. Con la consapevolezza che qualcosa di importante stesse nascendo siamo andati avanti con il nostro programma di attività e proposte assicurando lo svolgimento di due Botteghe della Fantasia (TP e SR) e di quattro Laboratori per Novizi (RG). Sempre per R/S sono stati realizzati due campi (TP e SR) dal 30 ottobre all’1 novembre entrambi sulla base di uno stesso programma ma con ambientazioni differenti: Eracle a Siracusa e Sinbad a Trapani. In tal modo e con l’introduzione della consegna del mandato finale a ciascun partecipante, come impegno a farsi promotore della cultura di protezione civile, solidarietà e sicurezza, abbiamo voluto riequilibrare il taglio di questi campi rafforzando gli aspetti educativi. Dal 23 al 28 agosto a Cattolica Eraclea (AG), in collaborazione con il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, abbiamo realizzato un Campo A.I.B. nell’ambito del PROGETTO DI EDUCAZIONE E SENSIBILIZZAZIONE ALLA CULTURA DI PROTEZIONE CIVILE “La cultura del bosco per la prevenzione degli incendi” ANCH’IO SONO LA PROTEZIONE CIVILE. Al campo hanno partecipato 22 allievi di cui 15 soci Agesci e 7 non associativi di età dai 14 anni ai 18 non compiuti.Oltre alla positività del clima instauratosi, dalla verifica è emersa la soddisfazione per aver vissuto un’esperienza utile sia nei contenuti teorici che nelle proposte pratiche.In autunno la Pattuglia Regionale supportata da circa 20 capi volontari, in risposta all’attivazione del Dipartimento Regionale di Protezione Civile in occasione della venuta del Santo Padre a Palermo, ha risposto positivamente alla chiamata svolgendo servizio nei posti di prima accoglienza dislocati intorno al palco del Foro Italico e coordinando con comunicazioni radio le varie richieste di assistenza. Poi l’attesa per l’ultimo obiettivo dell’anno, il campo di formazione per capi sulla protezione civile tenutosi dal 7 al 9 gennaio 2011 a Carlentini (SR) al quale hanno partecipato 40 capi di cui 7 soci del MASCI e 2 provenienti dalla Sardegna. Come si evince dalle verifiche finali il Campo ha avuto un grande successo ed ha contribuito a chiarire tanti aspetti inerenti la Protezione Civile in associazione che ad oggi, purtroppo, appaiono ancora patrimonio di pochi. Infine non dimentichiamo la nostra presenza a supporto delle attività regionali in occasione del Consiglio degli Anziani regionale (SR) e dei Guidoncini Verdi (CL).

Nino LaveniaIncaricato Regionale Protezione Civile

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RELAZIONE SETTORE INTERNAZIONALE

L’”INTERNAZIONALE” non è un settore dello scautismo; è lo scautismo ad essere INTERNAZIONALE…

nella proposta, nei valori, nelle attese, nello spirito.

Il Settore Internazionale in Sicilia non è un’idea sorta dal nulla ma rappresenta la normale prosecuzione di un cammino lungo, ricco, progettato, fatto nella nostra regione da tanti capi e ragazzi dell’AGESCI che hanno scommesso in prima persona durante questi anni. Il Settore Internazionale non può dunque essere riduttivamente solo sinonimo di attività all’estero, è un utile strumento per raggiungere l’obiettivo primo dello scoutismo: fare dei ragazzi di oggi dei responsabili “cittadini del mondo” di domani.

Scorrendo velocemente i riferimenti al settore riportiamo dal Progetto Regionale l’obbiettivo su cui il settore a lavorato focalizzando la sua attenzione per l’anno passato:

Capi Scout: adulti solidali, pietre vive, testimoni di speranza e promotori di cambiamento

E’ il momento di impegnarci a promuovere una nuova era di maggiore attenzione per l’uomo e per la terra in cui egli vive. In questo contesto lo scautismo può favorire questo passaggio epocale nella nostra terra di Sicilia facendo leva sulle peculiarità della nostra regione: terra di precarietà e contraddizioni, di passaggio, di incontri, di spiritualità, terra della memoria, “icona” del bello.

Da questo presupposto nasce il lavoro fatto dal Settore Internazionale Sicilia con gli obiettivi e gli strumenti schematizzabili nei seguenti punti:

• Fornire supporto e formazione specifica su temi importanti e attuali (solidarietà, Pace, giustizia, globalizzazione, cooperazione, sviluppo sostenibile …), facendo vivere la gioia dell’incontro apprendendo modelli di relazione nuovi alle nostre comunità (Marcia della pace 2010).

• Facilitare la partecipazione degli Scouts Siciliani agli eventi internazionali (World Moot Kenya - Pietre Vive Egitto).

• Supportare capi e clan nella preparazione di campi all’estero (Progetto BaoBab Eritrea – Progetto Albania – Progetto Sarajevo – gemellaggi con Scout Sloveni e Rwandesi).

• Collaborare con cantieri e iniziative a carattere internazionale presenti in regione (Bottega della Fantasia).

• Presentare la dimensione internazionale dello scoutismo nell’ambito dei campi di formazione.

• Lavorare in rete con le comunità di stranieri presenti sul territorio regionale per favorire lo scambio di esperienze, dialogo e l’incontro.

• Partecipare ad eventi a tema organizzati dai clan e dai gruppi della regione.

• Portare la specificità del settore agli eventi regionali e nazionali in cui è richiesto (centenario dello scautismo regionale e del guidismo mondiale).

Antonio Spignolo Incaricato Regionale Settore Internazionale

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RELAZIONE SETTORE PNS Il Settore Pace, Nonviolenza e Solidarietà e’ nato per offrire un servizio “trasversale”, in grado di arricchire l’elaborazione educativa dell’Area Metodo, contribuendo e stimolando le Branche nella riflessione sui valori fondanti della Pace e della Nonviolenza. Il tema della Pace è spesso dato per scontato,ovvio. E’ importante dargli un giusto significato, con varie sfaccettature,in modo che possa essere ben compreso dai ragazzi di tutte le branche.

Rispetto a un tema centrale nel mondo e che fa parte del dna della nostra associazione quali strumenti del metodo (magari innovativi) ne fanno il sale dell’arte del capo?

La nostra associazione non è un partito che si mobilita per la Pace quando c’è una guerra che trova più spazio sui mass-media. Qual è la conoscenza delle molte guerre (nel largo significato del termine).. dimenticate, molte delle quali su territori in cui esistono spesso progetti dell’ Agesci?

Un esempio di quanto sia importante uno scambio di esperienze e di lavoro in rete, con altre associazioni giovanili.

Attualmente la più’ significativa di queste esperienze e’ la partecipazione al coordinamento della Tavola Della Pace, che organizza e promuove la Marcia della Pace Perugia/Assisi e l’Assemblea dell’”Onu dei Popoli”.

Un ‘evento che viene fatto ogni 2 anni e che  promuove l’impegno e la partecipazione dei giovani a costruire delle città dove ci sia “ pace” nel ampio significato del termine e vengano salvaguardati i  diritti umani, dove si possa crescere insieme ai “nuovi italiani” ect .

Il settore è impegnato nella partecipazione e sensibilizzazione a quest’ evento che quest’anno che si è svolto lo scorso 16.05.2010 da Perugia ad Assisi . C’è stata una modesta partecipazione soprattutto da parte della branca R/S della regione, dovuta a mio parere, soprattutto ad una scarsa attività di autofinanziamento, da parte del settore e il non avere bloccato delle cifre consistenti in bilancio, per questo evento. Infatti la partecipazione per spostarsi dalla Sicilia in Umbria con qualsiasi mezzo di trasporto risulta molto dispendiosa.

La nostra Regione vive in un territorio segnato dalla presenza forte della mafia e della criminalità, proporre la non violenza come stile di vita significa contribuire a formare cittadini forti, in una terra che non ha bisogno di eroi …. ma di cittadini attivi e partecipi.

Il settore collabora con l’ Associazione Libera, un’ associazione nata nel 1995 con una petizione popolare per destinare ad un uso sociale i beni confiscati alle mafie. La petizione ha portato nel 1996 al varo della legge 109 che a tutt’oggi,rappresenta una delle più moderne forme di contrasto alla criminalità organizzata.

Il settore, ha partecipato alla “Giornata della memoria per le vittime di mafia “quest’anno svoltasi il 20.03.2010 a Milano.

Oggi ad esempio..Che posto occupa la non violenza (gestione dei conflitti sicuramente relazionali nelle varie branche)nelle nostre attività con i ragazzi e come riusciamo ad affiancarla alla competitività in particolare nella branca E/G, che spesso le caratterizza?o alle dinamiche presenti in branca R/S?!

La gestione pacifica dei conflitti (relazionali) è lo stile del nostro educare e del nostro vivere serenamente la Co.Ca.?

Nelle attività che proponiamo ai nostri ragazzi (dalla B.A. al Servizio, ect ) la solidarietà non deve avere il significato d’elemosina.

L’ essere solidali deve essere uno stile di vita strettamente connesso al cambiamento “Lasciamo il mondo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato” e non un modo per mettere a posto la propria coscienza, con gesti comuni e scontati che caratterizzano la nostra società.

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Le zone, le comunità capi e il territorio, relazioni ed intrecci con l’obiettivo della solidarietà, quali strumenti per non rimare chiusi nelle nostre sedi?

Per riuscire a dare visibilità a quello che facciamo e che vorremmo fare?!

Ad esempio l’ essere cittadini implica già di per se una scelta di Azione?!

Educare alla cittadinanza attiva, all’impegno..alla partecipazione.

Da qui la partecipazione del settore, all’evento per la branca R/S SiFidaDiTe, bottega Cittadinanza Attiva 8/9 maggio 2010,che ha visto l’adesione a questo tema di 35/123 clan in regione.

Il settore impegnato sul territorio, ha anche partecipato alla manifestazione per la commemorazione di Peppino impastato, a maggio scorso in particolare al corteo che si è svolto da Terrasini (PA) a Cinisi(PA)che ha visto l’adesione soprattutto dei gruppi scout , di quei piccoli centri della provincia di Palermo che operano ogni giorno su quei territori.

Per l’Agesci, agenzia educativa fondata su alcuni valori chiari e testimoniati dai capi, a livello territoriale” lavorare insieme (in rete) ad altre agenzie educative”, associazioni ed organizzazioni è “una sfida possibile”.. l’importante è trovare comunione d’ intenti e modi diversi.

Pensare globalmente agire localmente!

cambiare la vita di tutti i giorni, parlando e agendo concretamente nelle città, e nel contesto sociale.

Rosita Marchese Incaricata Regionale Settore PNS

RELAZIONE SETTORE AMBIENTE

Prosegue l’opera di rilancio in regione dell’articolato patrimonio sviluppato nel tempo, in associazione, che ha permesso di pervenire ad una “sensibilità” di cui spesso oggi abbiamo purtroppo poca memoria.Il cosiddetto passaggio “dalla natura all’ambiente” stenta a tradursi in prassi educativa diffusa, in grado di conferire un crescente “respiro” alle nostre attività.Il contributo offerto dal settore alla realizzazione del progetto regionale và individuato quest’anno sopratutto nella preparazione dell’evento “Si fida di te”, nelle sue varie fasi, che ha visto impegnati 18 clan interrogarsi sullo stato dell’ambiente nelle singole realtà locali. L’accento in prevalenza è stato posto alla problematica inquinamento-rifiuti, attraverso lavori mediamente ben documentati. Ciò ha permesso una fattiva partecipazione sia in sede di convegno che nelle “fontane di luce”.In secondo luogo qualche suggerimento offerto in branca L-C per la realizzazione del CdA regionale a Siracusa “Metti a fuoco l’ambiente” ha permesso di riscoprire il documento internazionale “carta della terra”, vivificandolo a portata di bambini, attraverso tante stimolanti attività.Stenta invece a decollare in branca E-G la preparazione di materiali utili sopratutto ai capi, per vivere in maniera sempre più responsabile, lo strumento “campo estivo”. L’impresa vede impegnati oltre la branca reg. i settori: Ambiente, PNS, Internazionale, Protezione Civile.Infine ricordo che il sito reg. , si arricchisce sempre più di pagine dedicate al settore contenenti spunti di riflessioni, materiali di lavoro , documenti, esperienze, tutti utili per la nostra costante formazione di capi che sanno “guardare lontano”.

Pippo VitaliIncaricato Regionale Settore Ambiente

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RELAZIONE SETTORE NAUTICO

I due eventi più importanti per il settore nautico sono stati il Campo Nazionale e l’evento Festa del mare, entrambi gli eventi hanno permesso a capi e ragazzi un approfondimento delle competenze tecniche. E’ aumentato il numero di gruppi censiti ad Indirizzo Nautico; oggi la nostra regione conta un totale di 14 gruppi di cui nove ad Indirizzo Nautico e cinque Nautici. Nonostante sia aumentato l’interesse per capi e ragazzi verso l’ambiente acqua è scarsa ancora la partecipazione ad eventi appositamente organizzati. A causa della scarsa partecipazione sono infatti saltati il Campo Tecnico per Capi ed il Campo di Competenza, che verranno nuovamente riproposti, con la speranza di avere una maggiore partecipazione, soprattutto da parte di tutti quei capi che richiedono eventi tecnici.

EVENTO NAZIONALE NAUTICO 29 LUGLIO – 1 AGOSTO 2010

Si è tenuto nella data indicata il Campo Nazionale Nautico, rivolto a tutti i reparti nautici ed a indirizzo nautico ed a quelli che nel 2009 avevano partecipato all’evento Avanti Tutta. La nostra regione ha visto la partecipazione di cinque reparti :CT 14, Ganzirri 1, Isola delle Femmine 1, Torre Nova 1, Termini Imerese 1. In media tutti i reparti hanno vissuto dieci giorni di campo. La località scelta, (lago di Barrea) sicuramente tra i più suggestivi in Italia si è dimostrato come luogo ideale per le attività nautiche.E’ stato apprezzato da parte di capi e ragazzi il grande sforzo fatto da chi ha lavorato alla realizzazione dell’evento ma altresì è stata notata in alcune circostanze una scarsa coordinazione. Poco legate tra loro alcune fasi del campo. Nel complesso l’evento nazionale ha dato a tutti, capi e ragazzi, la possibilità di confrontarsi con altri fratelli scout che vivono l’ambiente acqua come ambiente naturale della proposta educativa;un confronto in termini di tradizioni scout ma non solo, confronto di competenze e confronto nel modo di essere e vivere lo scautismo (stile, competenza … ).Per alcuni reparti che hanno scelto da poco l’indirizzo nautico è stata una prima occasione per far vivere ai propri ragazzi un’esperienza di scautismo nautico; i capi altresì hanno avuto l’occasione per approfondire in prima persona alcune tecniche, approfittando anche della partecipazione alle botteghe. Per ultimo bisogna segnalare che è stato apprezzato il supporto avuto nell’aiuto alla risoluzione ai piccoli e grandi problemi quotidiani. Ottimo e molto professionale il supporto dell’infermeria da campo.

Festa del mare 2010 L’evento è stato una occasione per raggiungere gli obiettivi prefissati e mettere le basi per importanti collaborazioni con enti e istituzioni che condividono con noi la stessa risorsa fondamentale : il mare. L’evento è stato pubblicizzato attraverso diversi canali; quello istituzionale e più formale tramite pubblicazione sul sito internet e su “Sicilia scout”, in maniera informale tramite incontri ad hoc con zone e capi reparto. Possiamo essere soddisfatti in generale della riuscita dell’attività, anche se nella maggior parte dei casi si è evidenziata una presenza non programmata dei partecipanti. In totale nelle tre città si è avuta la partecipazione tra capi e ragazzi di circa 500 scout. L’evento è stato realizzato, grazie al lavoro di tre gruppi, Catania 14, Ganzirri 1, Siracusa 14.

Fabio MirabellaIncaricato Regionale al Settore Nautico

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RELAZIONE SETTORE FOULARD BIANCHI

In data 21-11-2010 la comunità regionale F.B. si riunisce a Caltanissetta presso il santuario di Santo Spirito, per la consueta assemblea regionale. E’ stato bello trovare un linguaggio comune, luoghi  e spazi di condivisione, valorizzando e mettendo insieme le reciproche ricchezze, perchè è bello vedere negli occhi dei FB la voglia di spendersi per il prossimo, leggere nel loro volto la gioia del donarsi.Con questo spirito gli incaricati regionali Francesca D’eleo, Roberto Di Bartolo ( tutte due a fine mandato ) Passano il testimone ai nuovi incaricati eletti dall’assemblea: Rosanna Siracusano, Francesco Tarantino.la costruzione del nuovo Progetto Regionale che segna la linea d’azione e l’esigenza di essere operativi. Fine 2009 e tutto il 2010 ha visto la comunità FB lavorare su questi obiettivi che hanno riguardato e riguarderanno anche per quest’anno ambiti d’azione fondamentali:

1. Formazione Permanente ( Ripensare alla Comunità come il luogo dove ogni F.B. cresce e si forma a livello umano e spirituale ).

2. Inserimento nel Territorio (Mondo Giovanile. Mondo della sofferenza ).

3 Rapporti con le Associazioni ( Essere parte attiva delle associazioni di appartenenza testimoniando le peculiarità della scelta FB ).

4 Crescita nella Fede ed ecclesiale: ( Sfruttare le occasioni che la Chiesa ci offre di formazione, sia a livello Regionale che Nazionale.

Conoscere i documenti ecclesiali inerenti il nostro servizio.

Le attività della bottega della fantasia e del pellegrinaggio con gli anziani di Palermo, hanno permesso hai capi FB di approfondire la vita di preghiera, il dialogo con l’A.E., vita sacramentale e di servizio.Il fallimento di alcune attività in programma come il pellegrinaggio regionale di comunità ( non fatto per mancanza di date utili) e il pernotto di preparazione a Lourdes per i clan (non fatto per mancanza di clan, solo l’Acireale 5 ci ha contattati per il cammino verso Lourdes). Altro punto problematico riguarda i censiti in comunità ( poca partecipazione da parte di alcuni).Sarà il primo degli argomenti che la comunità FB affronterà per l’anno in corso.

La comunità Foulard Bianchi per l’anno scout 2010 – 2011 ha in programma:• Bottega della Fantasia (“guarda il cielo, conta le stelle…”, evento riuscito piuttosto

bene negli ultimi anni; si valuta in caso di esubero di iscrizioni di valutare insieme agli incaricati R/S reginali per il futuro la creazione di una seconda bottega).

• Progetto “Don Orione” (dopo il primo anno di progetto, 10 clan di cui due pugliesi, si ritiene di continuare la proficua collaborazione tra la comunità e il centro socio-riabilitativo Don Orione di Messina.

• Pernotto pre-Lourdes per R/S annesso al pellegrinaggio 2011 (da valutare in base al numero dei clan)

• Eventuale pernotto di comunità FB (da definire)• Lancio dell’evento Loreto 2011, pellegrinaggio nazionale della comunità F.B.

Rosanna Siracusano, Francesco Tarantino e P. Leonardo AlessiIncaricati e Assistente regionale al settore Foulard Bianchi

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SICILIA SCOUT anno XIX - numero 1 - marzo 201042

RELAZIONE AREA ORGANIZZAZIONE L’attività di quest’anno si è concentrata su tre direttrici:

1) Il reperimento fondi per supportare il progetto regionale.2) La gestione dell’evento Si FIDA di TE.3) Le tre gambe del sistema Agesci e le sinergie.

IL REPERIMENTO FONDI

Anche nel 2010 abbiamo incassato il contributo della regione per la voce assicurazione, pari a 18.443,00.Dobbiamo registrare con amarezza che la regione ha soppresso il capitolo di spesa, quindi non sarà possibile prevedere questa entrata per il prossimo anno.Nel corso dell’esercizio 2009/2010 è arrivato il 5x1000 relativo al 2007 pari a 27.185,99 euro che per 9.383,60 euro accantoniamo nel fondo per il campo regionale E/G 2012 e per il rimanente 17.802,39versiamo nel fondo apposito denominato contributo straordinario Comitato Nazionale.Per l’esercizio attuale, 2010/2011, il consiglio generale, ha votato il nuovo sistema dei ristorni, frutto del lavoro di una commissione ristretta con la presenza anche della nostra regione, sistema che di fatto aumenta le nostre entrate. Il nuovo sistema prevede, una voce specifica per il personale dipendente, pari a 56.000,00 euro, attualmente il costo in bilancio è di euro 44.567,26 con una disponibilità residua di circa 12.000,00 euro per l’assunzione del secondo dipendente.Riteniamo urgente definire il mansionario, il tipo di contratto e la durata dello stesso in tempi brevi.Altra voce importante è quella del contributo alle Zone, 16.014,00 euro che il consiglio regionale ha deliberato di ristornare direttamente alle zone in proporzione ai censiti.Vengono di fatto a cadere tutti i meccanismi esistenti per le strutture periferiche tranne l’obbligo della presentazione del bilancio per avere l’accredito.Le altre voci sono relative al funzionamento della struttura.Una novità importante è quella relativa ai viaggi fuori regione.Non saranno più a carico della regione, ma finanziati dal nazionale ad euro 195,00 cadauno per un totale di 60.Col nuovo sistema di ristorni, la voce aumenta di 23.000,00 euro rispetto al preventivo.A Gennaio è arrivato il 5x1000 relativo al 2008 pari a 28.243,78 euro.Segnaliamo che in Sicilia sono pochi i contribuenti che indicano il codice fiscale dell’associazione, se riuscissimo ad aumentare la sensibilizzazione in questa direzione, potremmo avere a disposizione somme maggiori.

Per l’individuazione del come utilizzare il 5x1000, riferendoci alle due somme insieme,

proponiamo di impegnarle secondo il sistema, approvato alla scorsa assemblea,delle

due direttrici: Investimenti a breve ed investimenti nel lungo periodo.

“Siamo convinti che l’assegnazione di somme destinate a Terreni e Basi può comportare un

immediato ritorno nei confronti dei nostri ragazzi, attraverso l’istituzione di campi lavoro,

con modalità e tempi da concordarsi, che sfruttino l’opportunità di usufruire di somme per

la manutenzione e la ristrutturazione di immobili coniugata con l’educazione degli stessi

ragazzi nei confronti del bene comune. In questa ottica la spesa non verrebbe ricondotta solo

ed esclusivamente ad un mero finanziamento ad immobili, peraltro non accompagnata da

progetti e preventivi di spesa e con ricaduta a lunga durata, ma prevederebbe un impiego di

somme a fini educativi con un immediato ritorno” (commissione economica Aprile 2010).

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SICILIA SCOUTanno XIX - numero 1 - marzo 2010 43

2009/2010 2010/2011

5x1000 2007 27.185,99 Campo Regionale E/G 9.383,60 10.000,005x1000 2008 28.243,78 Cassa Compensazione evento

Si FIDA di TE13.000,00

Operazione Sede Sicura 6.000,00T o t a l e disponibilità

55.429,77 Base RegionaleLavori straordinari

17.046,17

Totale disponibilità 55.429,77

Per quanto riguardo il preventivo 2011/2012, segnaliamo il contributo di 4.000,00 euro agli eventi regionali della branca L/C ed il contributo comprensivo degli accantonamenti precedenti per 40.000,00 al campo regionale E/G..

Si FIDA di TE e Sicilia ScoutCi piace iniziare con le parole di Mons Russotto “Carissimi giovani, finalmente insieme! per pregare, studiare, dialogare e confrontarsi… per essere sfida di Dio nella storia, inquesta nostra storia di Sicilia. Una sfida che parte dallo… sguardo del coraggio… e si fatrasmissione ed educazione della speranza possibile.!!!”Ecco cosa è stato questo evento per noi…UNA GRANDE SFIDA.!!! Non è stato semplice organizzare tutto dalla realizzazione di Sicilia Scout alle iscrizioni, al servizio nelle scuole, ai punti ristoro, alla grande macchina organizzativa che ha spostato dalle varie zone della Sicilia circa 3600 scout..Noi vi abbiamo messo tutta la passione, l’amore il tempo provando a fare del nostro meglio, in alcuni casi ci siamo riusciti ….magari alcune cose potranno essere migliorate, ma è certo che per ciò che è andato bene vogliamo ringraziare di vero cuore quanti ci hanno supportato nella organizzazione di questo megaevento, la pattuglia stampa, la segreteria regionale, l’incaricato alla comunicazione, la Cooperativa La Nuova Zagara, Maria Grazia Torre e le zone Elimi, Eleuterio, Conca d’Oro e Lilibeo per i servizi a Palermo.Dalla verifica effettuata il bilancio dell’Evento è risultato positivo, riteniamo che è stato un evento molto significativo per l’Agesci Sicilia (vista la numerosa presenza ed il ritorno mediatico sul ruolo dell’associazione al convegno), e comunque un primo passo nel dialogo con la Chiesa.

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Entrate

Quote partecipanti 3170, di cui a mano 19 € 38.040,00

iscrizioni non confermate 2 euro x 769 € 1.538,00

pubblicità su Sicilia Scout 1200 Consiglio Provinciale da incassare

  1000 Cooperativa € 2.200,00

Diocesi di Catania 69 Pasti della domenica € 300,00

Contributo Assessorato Attività Sociali (Prov.) € 2.000,00

Ribera 1 Quota Convegno 3° rs € 35,00

Conferenza Episcopale 200 pasti sab. x spettacolo € 760,00

Cooperativa quote conv. 2 pendolari € 30,00

Cooperativa iva al 20% sacche € 1.185,00

Del Monte 4000 Succhi di frutta € 3.200,00

Conferenza Episcopale 3 Pulmans convegno € 600,00

Conferenza Episcopale Pannelli mostra € 400,00

Totale Entrate € 50.288,00

Differenza   € 1.643,39

Uscite

Catering   € 13.362,00

fornitura acqua   € 460,00

succhi di frutta 4000 Del Monte € 3.200,00

Mostra Sinfonica 363,43  

  Pannelli 400,00  

  spese 111,55 € 875,00

Scuola 62,00 + 101,00 € 163,00

spille 4000 pezzi € 4.000,00

Sacche Artigianal.1535 a 5500

  Industrial. 2465 a 7108 € 12.608,00

Pullmans Convegno 2 viaggi x hotel 1 x Pa € 600,00

Iscrizioni Convegno 101 pax x 35 euro € 3.535,00

Sicilia Scout 10.000 copie a 0,79 € 7.900,00

Spese organizzative Telefoniche e SMS € 326,80

  logistica rimborsi € 878,81

Distintivi x servizio incontro del 23 € 336,00

Fiesta n. 100 persone € 400,00

Totale Uscite € 48.644,61

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SICILIA SCOUTanno XIX - numero 1 - marzo 2010 45

LE TRE GAMBE (SEGRETERIA, COOPERATIVA E BASI)

La Base regionaleSi è concluso l’iter con l’Ente Mario di Carpegna ed il Comitato Nazionale, che ha assegnato per 25 anni la base Scout Massariotta al Comitato regionale Agesci Sicilia.Abbiamo effettuato diversi sopralluoghi per verificare le condizioni della base e le necessità di intervento, strutturale ed amministrativo.Come comitato, abbiamo presentato richiesta di finanziamento al fondo immobili nazionale e lo stesso ha deliberato di finanziare i lavori straordinari con 72.000,00 euro.Il comitato ha definito la necessità di individuare tra gli associati un direttore dei lavori ed una commissione di garanzia (magari la commissione economica ) che curi con gli Iro tutte le fasi dei lavori.La fase delle autorizzazioni e delle gare deve concludersi in tempi rapidi, considerando che se i lavori non iniziassero entro il 30 Settembre 2011 il contributo andrebbe perso.La regione dovrebbe cofinanziare i lavori al 50%, per questa ragione vi proporremmo di attivare il progetto triennale previsto in Agesci per aggiungere al censimento dei soci in sicilia, un euro, piuttosto che accendere un mutuo specifico con la banca.Tutto ciò nell’ottica di sentire la nuova base regionale, la casa di tutti. La Cooperativa, costola essenziale dell’associazione, quest’anno, in un contesto di crisi, è riuscita a garantire i servizi, a restituire il prestito ancora in sospeso con l’Agesci Sicilia e ad assumere una risorsa a Catania per far fronte ad una maternità.Ringraziamo Carmelo e Giuseppe in particolare per la grande disponibilità sempre manifestata che ci ha consentito di sentire vicino il cda della cooperativa.Si è concluso il rapporto di lavoro con Antonello, ma lo stesso, considerando la congiuntura economica ha dato la disponibilità a restare nel ruolo senza percepire retribuzione e di questo lo ringraziamo..

La SegreteriaQuest’anno il carico di lavoro è stato quasi insostenibile, l’evento regionale ha assorbito molte energie, nonostante avessimo attivato un contratto a progetto.Diventa urgente intervenire sui carichi di lavoro e sull’assunzione del secondo dipendente, nei modi e nei termini che si decideranno.Ci pare indispensabile, per il futuro, sdoppiare le funzioni: Area metodo, eventi e campi da una parte e amministrazione, relazioni esterne e foca dall’altra.

A seguire trovate la relazione al bilancio, lo stato patrimoniale ed il conto economico.Grazie sempre per il contributo di tutti Voi.

Giusy Gisone e Giuseppe TeresiIncaricati Regionali Organizzazione D

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AGESCI SICILIAArea Organizzazione

SITUAZIONE PATRIMONIALE AL 30-09-2009 Importi espressi in Euro

ATTIVITA' 30/09/2009

A 1 DISPONIBILITA' LIQUIDE 192.598,59 A 1 1 Cassa 3.517,37 A 1 2 Banca IntesaSanPaolo c/c 132.546,86 A 1 3 Banca Etica c/c 1.386,75 A 1 4 BancoPosta 54.862,51 A 1 5 Valori bollati 285,10 A 1 6 Cassa magazzino regionale -

A 2 ATTIVITA' FINANZIARIE 17.351,75 A 2 1 Gestione Risparmio INA Assitalia - 1 5.755,35 A 2 2 Gestione Risparmio INA Assitalia - 2 11.000,00 A 2 3 Quota partecipazione a Banca Etica 596,40

A 3 CREDITI VERSO STRUTTURE ASSOCIATIVE 2.841,25 A 3 1 Crediti nei confronti del Centrale 220,00 A 3 2 Crediti nei confronti di altre Regioni scout 2.255,00 A 3 3 Crediti nei confronti delle Zone 366,25 A 3 4 Crediti nei confronti dei Gruppi -

A 4 CREDITI VARI 1.668,53 A 4 1 Crediti nei confronti di soci 288,47 A 4 2 Crediti nei confronti della Cooperativa La Nuova Zagara - A 4 3 Credi vs. Enti locali c/ contributi e rimborsi 286,00 A 4 4 Crediti vari 1.001,27 A 4 5 Depositi cauzionali 92,79

A 5 RATEI E RISCONTI ATTIVI 2.255,31 A TOTALE ATTIVITA' 216.715,43

PASSIVITA'P 1 DEBITI VERSO STRUTTURE ASSOCIATIVE 23.740,95 P 1 1 Debiti verso il Centrale 6.000,00 P 1 2 Debiti verso altre Regioni scout 1.095,00 P 1 3 Debiti verso le Zone 15.895,95 P 1 4 Debiti verso i Gruppi 750,00

P 2 DEBITI VARI 14.385,73 P 2 1 Debiti verso soci 3.576,09 P 2 2 Debiti verso fornitori 6.211,18 P 2 3 Debiti verso l'Erario ed Istituti previdenziali ed assistenziali 2.240,66 P 2 4 Debiti verso il personale dipendente 2.225,00 P 2 5 Debiti vari 132,80

P 3 FONDI ACCANTONATI 148.910,32 P 3 1 Fondo TFR 22.569,14 P 3 2 Fondo Immobili in uso 16.024,00 P 3 3 Fondo Protezione Civile 7.325,12 P 3 4 Fondo di riserva 7.500,00 P 3 5 Fondo Centro Studi 9.718,87 P 3 6 Fondo per attività da progetto 51.215,00 P 3 7 Fondo attività internazionali 7.400,00 P 3 8 Fondo rinnovo attrezzature e materiali 4.636,00 P 3 9 Fondo controversie 4.719,80 P 3 10 Fondo Contributo straordinario Comitato Nazionale 17.802,39

P 4 RATEI E RISCONTI PASSIVI 25,00 P TOTALE PASSIVITA' 187.062,00

AVANZO A NUOVO 29.638,10

TOTALE A PAREGGIO 216.700,10

RIEPILOGOTOTALE ATTIVITA' 216.715,43

TOTALE PASSIVITA' E AVANZO A NUOVO 216.700,10 DIFFERENZA 15,33

Pagina 1 di 3 Stampato il 02/03/2011

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SICILIA SCOUTanno XIX - numero 1 - marzo 2010 47

AGESCI SICILIAArea Organizzazione

CONSUNTIVO 2009-2010, PRECONSUNTIVO 2010-2011 E PREVENTIVO 2011-2012

Importi espressi in Euro

2009-2010 2009-2010 2010-2011 2010-2011 2011-2012

BILANCIO REGIONALE Preconsuntivo Consuntivo Preventivo Preconsuntivo Preventivo A ENTRATE - DISPONIBILITA' ASSOCIATIVAA 1 1 QUOTE ASSOCIATIVE DAL CENTRALE 97.226,00 97.033,48 96.100,00 119.377,00 119.342,00 A 2 ENTRATE DA SOCI 154.898,50 179.383,16 123.850,00 169.804,39 226.000,00 A 2 1 COORDINAMENTO METODOLOGICO 53.750,00 42.972,06 44.400,00 43.924,00 109.800,00 A 2 1.1 INCARICATI C. M. 4.400,00 3.820,00 4.350,00 2.174,00 3.250,00 A 2 1.1.1 Manifestazioni ed eventi per Capi e ragazzi 4.400,00 3.820,00 4.350,00 2.174,00 3.250,00 A 2 1.2 BRANCA L/C 22.200,00 25.200,00 12.200,00 14.000,00 38.000,00 A 2 1.2.1 Manifestazioni ed eventi per ragazzi 21.700,00 25.200,00 11.700,00 13.400,00 37.400,00 A 2 1.2.2 Manifestazioni ed eventi per Capi 500,00 - 500,00 600,00 600,00 A 2 1.3 BRANCA E/G 11.000,00 2.197,00 11.700,00 12.200,00 52.200,00 A 2 1.3.1 Manifestazioni ed eventi per ragazzi 9.500,00 2.197,00 10.200,00 10.700,00 50.700,00 A 2 1.3.2 Manifestazioni ed eventi per Capi 1.500,00 - 1.500,00 1.500,00 1.500,00 A 2 1.4 BRANCA R/S 16.150,00 11.755,06 16.150,00 15.550,00 16.350,00 A 2 1.4.1 Manifestazioni ed eventi per ragazzi 15.150,00 11.755,06 15.150,00 14.850,00 15.650,00 A 2 1.4.2 Manifestazioni ed eventi per Capi 1.000,00 - 1.000,00 700,00 700,00 A 2 2 FORMAZIONE CAPI 37.550,00 28.577,39 37.150,00 39.495,00 42.500,00 A 2 2.1 EVENTI PER CAPI 37.200,00 28.432,39 36.800,00 38.900,00 41.200,00 A 2 2.2 EVENTI PER FORMATORI 350,00 145,00 350,00 595,00 550,00 A 2 2.3 EVENTI PER QUADRI - - - - 750,00 A 2 3 ORGANIZZAZIONE 63.098,50 69.153,71 40.300,00 85.317,39 72.100,00 A 2 4 COMITATO REGIONALE 500,00 38.680,00 2.000,00 1.068,00 1.600,00 A (+) (A) Disponibilità Associativa 252.124,50 276.416,64 219.950,00 289.181,39 345.342,00

B SPESE ISTITUZIONALIB 1 COMITATO REGIONALE 25.170,00 22.047,33 40.345,00 60.198,40 15.860,00 B 1 1 RESPONSABILI E COMITATO 5.945,00 3.747,30 6.345,00 3.405,00 2.805,00 B 1 2 SPESE PER MANIFESTAZIONI ED EVENTI 5.800,00 12.943,43 18.300,00 44.688,40 2.400,00 B 1 3 CONSIGLIO REGIONALE 2.250,00 1.491,20 2.200,00 2.150,00 1.550,00 B 1 4 REFERENTI 875,00 688,90 875,00 875,00 675,00 B 1 5 CENTRO STUDI E DOCUMENTAZIONE 6.900,00 1.836,10 8.825,00 6.340,00 6.090,00 B 1 5.1 Attività del Centro Studi 6.200,00 1.705,50 7.825,00 5.550,00 5.350,00 B 1 5.2 Spese strutturali 700,00 130,60 1.000,00 790,00 740,00 B 1 6 CONSIGLIERI GENERALI 1.300,00 1.036,40 1.300,00 1.200,00 1.150,00 B 1 7 PARTECIPAZIONE A CONVEGNI 450,00 - 550,00 500,00 300,00 B 1 8 TERZO SETTORE 1.400,00 254,00 1.700,00 640,00 540,00 B 1 8.1 Manifestazioni ed eventi 200,00 - 400,00 200,00 100,00 B 1 8.2 Spese strutturali 1.200,00 254,00 1.300,00 440,00 440,00 B 1 9 ALTRE ATTIVITA' 250,00 50,00 250,00 400,00 350,00 B (-) (B) TOTALE SPESE ISTITUZIONALI 25.170,00 22.047,33 40.345,00 60.198,40 15.860,00

C Disponibilità Operativa (A-B) 226.954,50 254.369,31 179.605,00 228.982,99 329.482,00

D SPESE STRUTTURALI - VITA DELLA REGIONE

D 1 COORDINAMENTO METODOLOGICO 76.220,00 56.068,55 61.950,00 80.214,66 162.260,00 D 1 1 INCARICATI C. M. 2.200,00 3.669,96 1.630,00 800,00 800,00 D 1 1.1 Manifestazioni ed eventi per Capi 1.000,00 2.856,00 - - - D 1 1.2 Spese strutturali 1.200,00 813,96 1.630,00 800,00 800,00 D 1 2 BRANCA L/C 32.800,00 28.964,16 14.800,00 15.750,00 43.750,00 D 1 2.1 Manifestazioni ed eventi per ragazzi 29.700,00 27.711,60 11.700,00 13.400,00 41.400,00 D 1 2.2 Manifestazioni ed eventi per Capi 800,00 - 1.000,00 1.100,00 1.100,00 D 1 2.3 Spese strutturali 2.300,00 1.252,56 2.100,00 1.250,00 1.250,00 D 1 3 BRANCA E/G 14.350,00 4.382,18 24.050,00 22.550,00 94.450,00 D 1 3.1 Manifestazioni ed eventi per ragazzi 10.400,00 2.235,00 19.100,00 19.200,00 91.200,00 D 1 3.2 Manifestazioni ed eventi per Capi 1.800,00 - 1.800,00 1.800,00 1.800,00 D 1 3.3 Spese strutturali 2.150,00 2.147,18 3.150,00 1.550,00 1.450,00 D 1 4 BRANCA R/S 16.120,00 11.929,45 15.820,00 16.810,00 16.810,00 D 1 4.1 Manifestazioni ed eventi per ragazzi 12.670,00 10.455,28 12.670,00 14.660,00 14.660,00 D 1 4.2 Manifestazioni ed eventi per Capi 1.300,00 - 1.000,00 1.000,00 1.000,00 D 1 4.3 Spese strutturali 2.150,00 1.474,17 2.150,00 1.150,00 1.150,00 D 1 5 SETTORE INTERNAZIONALE 450,00 - 450,00 150,00 150,00 D 1 5.1 Spese strutturali 450,00 - 450,00 150,00 150,00 D 1 6 SETTORE Protezione Civile 2.450,00 4.735,20 2.150,00 23.354,66 5.750,00 D 1 6.1 Manifestazioni ed eventi 900,00 3.205,40 600,00 11.104,66 5.000,00 D 1 6.2 Spese strutturali 1.550,00 1.529,80 1.550,00 12.250,00 750,00 D 1 7 SETTORE AMBIENTE 300,00 - 300,00 150,00 100,00 D 1 7.1 Manifestazioni ed eventi - - - - - D 1 7.2 Spese strutturali 300,00 - 300,00 150,00 100,00 D 1 8 SETTORE FOULARDS BLANCS 1.350,00 856,31 1.350,00 250,00 150,00 D 1 8.1 Spese strutturali 1.350,00 856,31 1.350,00 250,00 150,00 D 1 9 SETTORE PNS 4.200,00 1.329,35 700,00 200,00 100,00 D 1 9.1 Manifestazioni ed eventi 3.500,00 1.000,00 - - - D 1 9.2 Spese strutturali 700,00 329,35 700,00 200,00 100,00 D 1 10 SETTORE NAUTICO 2.000,00 201,94 700,00 200,00 200,00 D 1 10.1 Manifestazioni ed eventi 1.300,00 - - - - D 1 10.2 Spese strutturali 700,00 201,94 700,00 200,00 200,00 D 2 FORMAZIONE CAPI 38.420,00 32.750,17 36.970,00 38.428,00 41.310,00 D 2 1 SPESE STRUTTURALI 2.100,00 2.281,00 2.100,00 1.200,00 1.750,00 D 2 2 MANIFESTAZIONI ED EVENTI 35.120,00 29.269,17 34.870,00 36.628,00 39.560,00 D 2 2.1 Eventi per capi 34.770,00 27.254,17 34.520,00 35.560,00 37.860,00 D 2 2.2 Eventi per formatori 350,00 2.015,00 350,00 1.068,00 1.100,00

Bilancio 2011 - 11_03_02_ter_AntonioxStampa Pagina 2 di 3 Stampato il 02/03/2011

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SCOUTSICILIA

SICILIA SCOUT anno XIX - numero 1 - marzo 201048

AGESCI SICILIAArea Organizzazione

CONSUNTIVO 2009-2010, PRECONSUNTIVO 2010-2011 E PREVENTIVO 2011-2012

Importi espressi in Euro

2009-2010 2009-2010 2010-2011 2010-2011 2011-2012

BILANCIO REGIONALE Preconsuntivo Consuntivo Preventivo Preconsuntivo Preventivo D 2 2.3 Eventi per quadri - - - - 600,00 D 2 2.4 Altri incontri, attività - - - - - D 2 3 SUSSIDI 1.200,00 1.200,00 - 600,00 - D 3 ORGANIZZAZIONE 145.894,53 181.893,87 131.685,00 238.482,21 201.912,00 D 3 1 SPESE STRUTTURALI 2.095,00 1.255,30 2.350,00 800,00 700,00 D 3 2 SPESE OBBLIGATORIE E DIVERSE 46.279,25 42.197,05 46.380,00 58.124,00 58.110,00 D 3 2.1 Assicurazioni 28.000,00 27.341,25 28.000,00 28.000,00 28.000,00 D 3 2.2 Strutture periferiche/Ristorni a strutture 15.569,25 12.882,75 15.650,00 27.714,00 27.700,00 D 3 2.3 Affiliazioni 360,00 410,00 380,00 410,00 410,00 D 3 2.4 Consulenti 1.100,00 873,20 1.100,00 1.100,00 1.100,00 D 3 2.5 Imposte, tasse e spese legali 1.250,00 689,85 1.250,00 900,00 900,00 D 3 3 SEDE 57.770,28 50.007,59 50.805,00 53.573,21 53.037,00 D 3 3.1 Gestione locali 8.150,28 3.462,62 4.360,00 5.910,00 6.267,00 D 3 3.2 Segreteria 45.870,00 44.567,26 45.170,00 45.163,21 45.020,00 D 3 3.3 Attrezzature e materiali 3.750,00 1.977,71 1.275,00 2.500,00 1.750,00 D 3 4 MAGAZZINO E ATTREZZATURE 4.800,00 1.219,34 2.250,00 8.320,00 1.750,00 D 3 5 TERRENI E BASI 19.200,00 6.500,00 14.200,00 75.800,00 74.200,00 D 3 6 SETTORE COMUNICAZIONE 12.100,00 14.560,99 12.050,00 11.915,00 11.865,00 D 3 6.1 Spese strutturali 850,00 656,89 850,00 300,00 300,00 D 3 6.2 Stampa 10.850,00 13.904,10 10.850,00 11.200,00 11.200,00 D 3 6.3 Informatica e web 400,00 - 350,00 415,00 365,00 D 3 7 ACCANTONAMENTI 3.650,00 66.153,60 3.650,00 29.950,00 2.250,00 D (-) (D) TOTALE SPESE STRUTTURALI 260.534,53 270.712,59 230.605,00 357.124,87 405.482,00

E (=) Risultato Ordinario (C-D) 33.580,03- 16.343,28- 51.000,00- 128.141,88- 76.000,00-

F ENTRATE STRAORDINARIEF 1 1 CONTRIBUTI E RIMBORSI 13.000,00 47.128,99 51.000,00 104.943,78 60.000,00 F 1 2 DONAZIONI 1.000,00 - 1.000,00 1.000,00 1.000,00 F 1 3 VARIE - 1.034,54 - 1.060,00 16.000,00 F (+) (I) TOTALE ENTRATE STRAORDINARIE 14.000,00 48.163,53 52.000,00 107.003,78 77.000,00

G USCITE STRAORDINARIEG 1 1 SPESE IMPREVISTE - - - - - G 1 2 ALTRE USCITE 3.800,00 25.562,18 1.000,00 8.500,00 1.000,00 G (-) (L)TOTALE USCITE STRAORDINARIE 3.800,00 25.562,18 1.000,00 8.500,00 1.000,00

H (=) Risultato Straordinario (F-G) 10.200,00 22.601,35 51.000,00 98.503,78 76.000,00

I (+) RIPORTO ANNO PRECEDENTE 23.380,03 23.380,03 - 29.638,10 -

L (=) RISULTATO FINALE (E+H+I) - 29.638,10 - 0,00- -

M Numero soci 16.256 16.256 16.000 16.014 16.000

Bilancio 2011 - 11_03_02_ter_AntonioxStampa Pagina 3 di 3 Stampato il 02/03/2011

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La relazione tecnica al bilancio sarà pubblicata sul sito www.sicilia.agesci.it

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SCOUTSICILIA

SICILIA SCOUTanno XIX - numero 1 - marzo 2010 49

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SCOUTSICILIA

SICILIA SCOUT anno XIX - numero 1 - marzo 201050

“ La Cooperativa sarà presente nei giorni del 09 e 10 aprile 2011

all’assemblea regionale AGESCI Sicilia che si terrà ad Enna.

E’ possibile ordinare materiale scout, fino a Venerdì 08 alle ore 18.30,

che vi verrà consegnato direttamente all’assemblea,

chiamando il punto vendita di Palermo allo 091 7521286

oppure inviando un Fax allo 091 688 19 87

infine inviando una email a [email protected]

Si impara da piccolia diventare grandi

L'intuizione pedagogica dello scautismo:cento anni di "grande gioco”

per costruire il mondo

Patrocini del Convegno

Regione SicilianaAssessorato Beni CulturaliAmbientali e Pubblica Istruzione

Università degli Studi di Catania Facoltà di Lettere e Filosofia

CSVE

CENTROSERVIZI

VOLONTARIATOETNEO

LIBRERIA CULC

ISBN978-88-9023-44-1-5

Il centenario dello scautismo

Nell'anno 2007, su iniziativa della Word Organization of the Scout Movement (WOSM), è stata celebrata in tutto il mondo la ricorrenza dei 100 anni dalla fondazione del Movimento scout.Con la data simbolica del 1° agosto 2007 - a cento anni dal primo campo scout della storia organizzato da Baden-Powell in un'isola della Manica, Brownsea - lo scautismo ha ricordato la nascita di questa grande realtà mondiale che, pressoché unica in campo giovanile, ha carattere interrazziale, interculturale, interreligioso. Ciò ha permesso, in questi cento anni, di veder diffondere il “semino piantato” nella piccola isola del nord Europa in tutto il globo e di veder crescere nelle sue fila più di 400 milioni di donne e di uomini e oggi di annoverare fra i suoi aderenti circa 40 milioni di bambini, ragazzi e giovani in 250 Paesi del mondo. In Sicilia si contano oltre ventimila soci, di cui circa quattromila adulti, presenti negli oltre 250 Gruppi presenti nel territorio siciliano.In Italia questa realtà è in primis rappresentata dalla Federazione Italiana dello Scautismo, che raccoglie i circa duecentomila aderenti alle due associazioni scout italiane riconosciute (AGESCI e CNGEI) e che ha voluto far proprio l'appello dell'Organizzazione mondiale, affinché il centenario del movimento scout fosse degnamente ricordato e celebrato attraverso una serie di manifestazioni a carattere nazionale e locale, rivolte sia alla società sia alle istituzioni.Tra le altre si hanno poi associazioni come il MASCI (Movimento Adulti Scouts Cattolici Italiani) e l'FSE (Associazione Italiana Guide e Scouts d'Europa Cattolici) le quali in Sicilia hanno collaborato insieme per l'occasione.Le manifestazioni, oltre che a celebrare la ricorrenza del centenario, hanno voluto rappresentare anche un'occasione di riflessione sui valori proposti dallo scautismo ai giovani e sul contributo offerto alla crescita del nostro Paese attraverso il servizio educativo. In particolare in Sicilia si sono tenute le seguenti principali manifestazioni a carattere regionale:- Mostra fotografica storica - Accoglienza e diffusione della Fiamma Scout- Alba del centenario dello scautismo - Commemorazione degli scout defunti- Convegno “Si impara da piccoli a diventare grandi” - Serie di cinque cartoline celebrative con annullo postale

AN

TO

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SCA

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I Si impara da piccoli a diventare grandi

Centro Studi e Documentazione delloscautismo in Sicilia

SICILIA

L’intuizione pedagogica dello scautismo. Un libro

Un utile strumento per presentare lo scautismo

all’esterno o per fare un regalo è il libro �Si

impara da piccoli a diventare grandi. L’intuizione

pedagogica dello scautismo: cento anni di

“grande gioco” per costruire il mondo”, che

raccoglie gli interventi al convegno sui cento

anni del movimento scout. Gli articoli pubblicati

insistono con una riflessione rigorosa su cosa

ha significato e significa nella nostra società

questa esperienza. La ricchezza e la complessità

del metodo scout, come osserva con efficacia

Giovanni Perrone, si riassumono in un «coraggio

di educare», che spesso sentiamo vacillare in noi

davanti alle difficoltà che il nostro ruolo incontra

continuamente. Ciascuno dei quattro punti della

formazione scout elencati da Perrone (carattere,

educazione fisica, abilità manuale, servizio civico)

costituiscono oggi una sfida difficile e configurano

lo scautismo come una risorsa cui fare ricorso di

fronte agli idola di una società in crisi di identità.

Come emerge dall’intervento di Salvatore Settineri,

la simbologia scout contribuisce a costruire in effetti una identità forte, che si traduce in un senso

di appartenenza e allo stesso tempo di servizio. Significativamente Cristina De Luca rievoca nella

sua esperienza politica «la stessa emozione, la stessa intensità e dedizione provata nel momento

della mia promessa scout». E nella «costruzione di coesione sociale» individua il carattere

dell’esperienza scout. Santo Di Nuovo offre la chiave per comprendere l’efficacia indiscussa del

Metodo scout. Lo scautismo delinea un «gruppo educativo» che «consente contemporaneamente

l�appartenenza» e «l�individuazione». È attuale oggi lo scautismo? I relatori del convegno non

hanno dubbi, pur non celandosi i problemi.

Antonio Scalini

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1.11

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il tuo 5 mille all’Agesci Firma nel riquadro della dichiarazione dei redditi

dedicato alle associazioni di promozione

sociale e scrivi il codice fiscale dell’Agesci

aiutaci acrescere!

80183350588


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