SINDROME METABOLICA
E’ un'entità nosografica relativamente nuova anche se già
- nel 1940 J. Vague aveva coniato la definizione di “obesità diabetogena”
- nel 1967 Avogaro, Crepaldi, Enzi e Tiengo avevano descritto l’associazione di iperlipemia, diabete mellito ed obesità di grado moderato.
- nel 1988 Reaven aveva illustrato, in una lettura pubblicata sulla rivista Diabetes, la Sindrome X (riduzione tolleranza ai carboidrati con insulinoresistenza + dislipidemia caratterizzata da incremento dei Trigliceridi e riduzione del Colesterolo HDL + Ipertensione arteriosa)
- negli anni tra il 1988 ed il 1998 è stata descritta usando altri sinonimi (BIG 4, Deadly Quartet, Plurimetabolic Syndrome, GHO Syndrome, ecc.)
La Sindrome Metabolica è una condizione caratterizzata dalla contemporanea associazione di diversi fattori di rischio cardiovascolare in uno stesso paziente
attualmente viene riconosciuta quale patologia a sé stante e non semplice relazione tra altre condizioni morbose
recentemente è stata inserita nella codifica ICD 9 con il codice 277.7 con rimborso pari a 1758 € per ricovero in degenza ordinaria
Un problema di definizione …
… nel 1999 l’OMS ha fissato i criteri per la diagnosi di Sindrome
Metabolica:definita come insulino-resistenza (utilizzo di glucosio, in condizione di euglicemia, inferiore al più basso quartile della popolazione generale mediante determinazione HOMA) oppure alterazione del metabolismo glucidico (iperglicemia a digiuno (IFG), alterata tolleranza al glucosio (IGT), o diabete mellito tipo 2)
Associata con due o più dei seguenti elementi:
- ipertensione arteriosa (PA >140/90 mmHg) - ipertrigliceridemia (>150 mg/dl) - e/o HDL colesterolo basso (<35 mg/dl uomo, <39 mg/dl donna) - rapporto tra circonferenza vita e fianchi (> 0,90 uomo, > 0,85 donna) - e/o BMI > di 30 - microalbuminuria (AER >= 20 µg/min e/o alb/creat >= 20 mg/g)
L’ European Group for the Study of Insulin Resistance (EGIR 1999)
ha focalizzato l’attenzione sull’insulino resistenza proponendo la
seguente definizione:
Iperinsulinemia al mattino a digiuno (> 25%)
più almeno altri due dei seguenti criteri :
Iperglicemia al mattino >115 mg/dl escluso il diabete tipo 2
Pressione arteriosa > 140/90 mmHg
o trattamento con farmaci antipertensivi
Trigliceridi > 175 mg/dl o HDL Col < 40 mg/dl
o trattamento per dislipidemia
Circonferenza della vita > 94 cm (m) o > 80 cm (f)
l'American Association of Clinical Endocrinologists (AACE, 2002) ha
voluto sottolineare il ruolo centrale del concetto di insulino-resistenza
e pertanto definisce la Sindrome Metabolica dalla
associazione di 2 o più dei seguenti criteri:
• ipertrigliceridemia
• HDL colesterolo basso come nella definizione del NCEP
• ipertensione arteriosa
• glicemia a due ore dal carico di glucosio (compresa tra 140 e 199 mg/dl)
con esclusione del diabete mellito in soggetti con:
diagnosi di CVD, PCOS, NAFLD;
storia familiare di CVD, ipertensione, diabete tipo 2;
pregresso diabete gestazionale; sedentari; di età > 40 aa;
BMI >25 Kg/m² e/o circonferenza vita >102 cm uomo, > 88 cm donna
… nel 2001 il National Cholesterol Education Program ha formulato una definizione leggermente differente, di più facile attuazione nella pratica clinica:
criteri ATPIII
presenza di almeno 3 delle seguenti condizioni:
- glicemia a digiuno > 110 mg/dL
- trigliceridemia > 150 mg/dL
- concentrazione di HDL Col. < 40 (m) e < 50 (f) mg/dl
- pressione arteriosa > 130/85 mmHg
- circonferenza vita > 102 cm uomo e > 88 cm donna.
(NCEP 2001 – ATP III)
La definizione del NCEP secondo i criteri ATP III è la più usata per i seguenti pregi:
- non necessita di test tolleranza glucidico
- non necessita di dosaggio dell’insulinemia
- non necessita di dosaggio della microalbuminuria
Patogenesi
Sebbene il meccanismo patogenetico che sottende la SM non sia pienamente conosciuto, la causa scatenante sembra essere l’insulino-resistenza, stato metabolico caratterizzato da una diminuzione della normale risposta degli organi bersaglio alle concentrazioni fisiologiche dell’ormone.
Lo sviluppo dell’insulino-resistenza è secondario all’interazione di fattori genetici con elementi ambientali quali l’inattività fisica e una dieta ad alto contenuto di carboidrati e/o lipidi che promuovono, mantengono e/o peggiorano la sua espressione clinica.
Fumo di sigaretta, farmaci (β-bloccanti, tiazidici, glucosteroidi) sono in grado di influenzare la insulinosensibilità.
L’ INSULINO RESISTENZA È IL DIFETTO CENTRALE DELLA SINDROME METABOLICA
InsulinResistance
Dyslipidemia Obesity
HypertensionDysfibrinolysis
Hyperglycemia
EndothelialDysfunction
MacrovascularDisease
GlucoseIntolerance
McFarlane SI, et al. J Clin Endocrinol Metab. 2001;86:713-718;
Reusch JEB. Am J Cardiol. 2002;90(suppl):19G-26G.
La prevalenza della sindrome negli USA
24% negli uomini 23% nelle donne
Third National Health and Nutrition Examination Survey
NHANES III 2002
28% negli uomini 34% nelle donne studio Atherosclerosis Risk in Communities - ARIC 2002
Prevalenza S. Metabolica criteri ATP III (NHANES III)
0
10
20
30
40
50
30-39 40-49 50-59 60-69 >69
maschi
femmine
Età (anni)
%
Ford et al. JAMA. 2002;287:356-359.
15,7 % di uomini non diabetici e 14,2 % di donne non diabetiche
Il 75% dei soggetti ricoverati per infarto miocardico presenta sindrome metabolica.
(Decode)
La prevalenza della sindrome metabolica in Europa
0
50
100
150
La perdita di peso migliora la sensibilità all’insulina in pazienti con diabete tipo 2
Insu
lina
(pm
ol/L
)
Basale
Perdita di peso ad 1 anno (%)
Wing et al. Arch Intern Med 1987;147:1749.
*P<0.01 vs basale.
* *
*
0-2.4 2.5-6.9 7.0-14.0 >15
La necessità di farmaci si riduceva nel 100% di casi con perdita peso >15%
-0,06
-0,04
-0,02
0,00
0,02
Colesterolo totale
LDL-C TG HDL-C(peso
stabile)
HDL-C(peso in
riduzione)
La perdita di peso migliora la dislipidemia: metanalisi di 70 trials clinici
m
mol
/L k
g di
pes
o pe
rso
LDL-C=low density lipoprotein cholesterol; HDL-C=high-density lipoprotein cholesterol; TG=trigliceridiDattilo et al. Am J Clin Nutr 1992;56:320.
*P<0.05.
m
g/dL per kg di peso perso*
**
**
0.5
0.0
-0.5
-1.0
-1.5
-2.0
-2.5
Impatto della perdita di peso sui fattori di SM
~5%perdita peso
5%-10%perdita peso
HbA1c
Ipertensione
Colesterolo totale
Colesterolo HDL
Trigliceridi
Epatopatia metabolica
Una perdita di 1 kg corrisponde in media alla perdita di:- circa 2 cm di circonferenza addominale nell’uomo - circa 1 cm di circonferenza addominale nella donna
?
Dietary Approaches to Stop Hypertension Dietary Approaches to Stop Hypertension (DASH) diet(DASH) diet
• enfatizza il consumo di frutta, verdura, latticini a ridotto tenore in grassi, cereali integrali, carni bianche, pesce, noci
• limita carni rosse, bevande zuccherate, dolci
• ridotte quantità di grassi saturi e colesterolo
Effetto della dieta DASH sulla pressione arteriosa Effetto della dieta DASH sulla pressione arteriosa sistolica e diastolicasistolica e diastolica
Sacks et al, N Engl J Med 2001
-20
-15
-10
-5
0
5
Chan
ge in
Wei
ght (
kg)
Wadden et al. Int J Obes 1989;13 (Suppl 2):39.
5-yearFollow-up
1-yearFollow-up
End ofTreatment
Baseline
Diet alone
Behavior therapy
Combined therapy
Le terapie a breve termine per la perdita di peso sono inefficaci
Soggetti SGA e sindrome metabolica
Non alterazioni della secrezione insulinicaIn 1/3 degli SGA adulti rilevata moderata insulino-
resistenza, indipendente da BMI, età, fumo, contraccezione, familiarità per diabete e per dislipidemia (studio Haguenau)
Riscontro di insulino-resistenza già a 2 anni negli SGA con recupero ponderale (quello staturale non è influente)
A 50 anni il rischio di SM è 10 volte superiore agli AGA.
Per la sindrome metabolica risulta critica non solo la crescita fetale, ma anche il periodo post-natale.
(Levi-Marchal, Horm Res 2006)