STAGIONE 2017 | 18 martedì 20 febbraio 2018 | ore 20,30
SALA VERDI DEL CONSERVATORIO
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SOSTENGONO LA SOCIETÀ DEL QUARTETTO
COLLABORANO CON LA SOCIETÀ DEL QUARTETTO
LA SOCIETÀ DEL QUARTETTO PARTECIPA A
MEDIA PARTNER
Consiglieri di turno
Marco Magnifico FracaroAntonio Magnocavallo
Direttore artistico
Paolo Arcà
È vietato, senza il consenso dell’artista, fare fotografie e registrazioni, audio o video, anche con il cellulare.
Iniziato il concerto, si può entrare in sala solo alla fine di ogni composizione. Si raccomanda di:
• disattivare le suonerie dei telefoni e ogni altro apparecchio con dispositivi acustici
• evitare colpi di tosse e fruscii del programma
• non lasciare la sala fino al congedo dell’artista
Il programma è pubblicato sul nostro sito web il venerdi precedente il concerto.
Consiglio direttivo
Antonio Magnocavallo presidente, Francesca Moncada di Paternò vice presidente, Marco Bisceglia consigliere delegato, Ilaria Borletti Buitoni, Anna Calabro, Maria Majno, Mario Bassani, Lodovico Barassi, Salvatore Carrubba, Andrea Kerbaker, Marco Magnifico Fracaro consiglieri
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Robert Schumann (Zwickau 1810 - Endenich 1856)
Tema con 5 variazioni in mi bemolle maggiore WoO 24 “Geistervariationen” (ca. 10’)
Johannes Brahms (Amburgo 1833 - Vienna 1897)
Tre intermezzi op. 117 (ca. 18’)I. Andante moderato II. Andante non troppo e con molto espressione III. Andante con moto
Wolfgang Amadeus Mozart (Salisburgo 1756 - Vienna 1791)
Rondò in la minore K 511 (ca. 11’)
Johannes Brahms Sei Klavierstücke op. 118 (ca. 23’)I. Intermezzo II Intermezzo III. Ballata IV. Intermezzo V. Romanza VI. Intermezzo
Intervallo
Johann Sebastian Bach (Eisenach 1685 - Lipsia 1750)
Preludio e Fuga n. 24 in si minore BWV 869 dal Clavicembalo ben temperato, Libro I (ca. 14’)
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Johannes Brahms Quattro Klavierstücke op. 119 (ca. 15’)I. Intermezzo II Intermezzo III. Intermezzo IV. Rapsodia
Ludwig van Beethoven (Bonn 1770 - Vienna 1827)
Sonata n. 26 in mi bemolle maggiore op. 81a “Les Adieux” (ca. 17’)I. Das Lebewohl. Adagio - Allegro II. Abwesenheit. Andante espressivoIII. Das Wiedersehen. Vivacissimamente
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La scelta del titolo per il programma della serata potrebbe disorientare:
perché ‘intorno’ a Brahms, quando quest’ultimo è il punto d’arrivo,
non solo cronologico ma anche stilistico, di autori che lo precedono?
All’ascoltatore attento, anche a colui che mai prima d’ora abbia
sentito alcuni dei pezzi che verranno eseguiti, i motivi di questa scelta
parranno subito chiari al termine del concerto. È indubbio che la tastiera
dell’ultimo Brahms assolva talora la funzione di compendio, una sorta di
‘commentario’ storico da Beethoven a Chopin, passando per Schubert e
Schumann. Tuttavia, è pur vero che tali elementi stilistici sono convogliati
in un travaglio compositivo estremamente coerente e personale
che li trascende. La lezione contrappuntistica bachiana, così come il
trionfo del principio della developing Variation, esaltazione del Brahms
progressivo dello Schönberg di Stile e idea, diverranno nelle mani
dell’amburghese punto di riferimento per generazioni di compositori. Nei
pezzi brahmsiani della serata le forme e la tonalità vengono usate come
banco di prova, soprattutto per sperimentazioni armoniche. L’autore
sonda le più recondite possibilità dell’idioma della tradizione senza
mai rivoluzionarlo; lo punteggia, lo impreziosisce, sciogliendolo in una
tecnica pianistica, ch’egli stesso aveva sviscerato nella compilazione dei
suoi cinquantuno esercizi per pianoforte WoO 6, summa, quest’ultima,
di tradizioni musicali prima ancora che di tecniche pianistiche. In tal
Intorno a Brahms - II
Brahms sonda le più recondite possibilità dell’idioma della tradizione senza mai rivoluzionarlo
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modo, il ‘classicismo’ della cristallina tonalità mozartiana si trasforma,
senza mai arrivare alla deformazione e all’irriconoscibilità. Dalla lezione
schumanniana delle ambiguità tonali, usate espressivamente sempre
nella trasparenza dell’impianto tonale, egli deriva quelle sospensioni
tra la centralità armonica e lo sviluppo dei frammenti motivici. Il taglio
intimista proviene da Schubert; quello del gioco contrappuntistico, oltre
a Bach, si rifà al serrato linguaggio schumanniano, capace di piegarsi
alle necessità sentimentali più varie. Il fresco clima Biedermeier dei
primi romantici si fa qui teso. L’affinità è solo apparente: attraverso i cicli
dei pezzi brevi, l’autore giunge a stadi musicali, che trascendono la
semplice descrizione per inoltrarsi in una traduzione musicale delle più
intime profondità dell’anima, connotazione quest’ultima di molte delle
produzioni del primo Novecento. Volendoci figurare quest’intorno a
Brahms dovremmo immaginare le figure di questi musicisti del passato
come costanti presenze, mai tradite, mai abbandonate, che, con le
loro identità, hanno continuato ad ispirare, in una continua riscoperta, il
grande compositore amburghese.
Schumann - Tema con 5 variazioni in mi bemolle maggiore WoO 24
“Geistervariationen”
Lo Schumann dell’op. WoO 24 anticipa di quasi quarant’anni l’ultimo
pianismo brahmsiano: dalle articolate variazioni III e V, all’intima e
struggente IV.
Schumann scrisse le 5 variazioni nel 1854, qualche settimana prima di
essere internato nel manicomio di Endenich. Il titolo Geistervariationen
(Variazioni degli spiriti), non è di Schumann. È testimonianza del travaglio
mentale vissuto dal compositore in quel periodo. Attraverso la moglie
Clara ci sono giunti i dettagli di quei dolorosi momenti, nei quali Robert
alternava visioni angeliche ad altre demoniache. Nella notte tra il 17 e il
18 febbraio, il compositore affermò di aver avuto la visita di un angelo,
che gli avrebbe rivelato un tema simile ad un corale, ch’egli subito
annotò. Il 22 iniziò a lavorare alle variazioni. Il giorno 27 improvvisamente
uscì di casa e tentò il suicidio gettandosi nelle fredde acque del Reno.
Salvato e riportato a casa, il giorno seguente terminò l’opera e la inviò
alla moglie, dedicataria, che nel frattempo, su consiglio del medico di
famiglia, si era rifugiata presso un’amica. Tanto dolente fu per Clara il
periodo che non volle mai pubblicare questo lavoro del marito. Il tema
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… un trittico costituito da toni chiaroscurali di intenso lirismo, ove, nel prevalente carattere introspettivo, si inseriscono quei momenti giovanili di entusiasta impetuosità
si sviluppa inizialmente su di un pedale di tonica, sostituito, dopo circa
un minuto, con uno di dominante. In questo rigoroso impianto armonico,
Schumann ritaglia in ciascuna variazione spazi nei quali isolati intervalli
di seconda giocano la loro malinconica dolcezza.
Brahms - Tre Intermezzi op. 117
L’op. 117 viene composta da Brahms nell’estate del 1892 a Ischl
assieme all’op. 116. Con questi due brani, sulla soglia dei sessant’anni, il
compositore inizia l’ultimo ciclo di Klavierstücke che si concluderà con
l’op. 119. Si tratta di un trittico costituito da toni chiaroscurali di inteso
lirismo, dove, nel prevalente carattere introspettivo, si inseriscono quei
momenti giovanili di entusiasta impetuosità, che avevano caratterizzato il
primo Brahms. Come per la prima delle Ballate op. 10 (1854), l’Intermezzo
iniziale ha ispirazioni extramusicali. Il testo è una ninna nanna scozzese,
Lady Anne Bothwell’s Lament di Thomas Percy, conosciuto nella
traduzione di Herder. Nel secondo Intermezzo l’apparenza esteriore
rimanda alle Romanze senza parole di Mendelssohn. Qui la profondità
è maggiore. La forma tripartita ha indotto alcuni a definire il brano una
«Sonata in miniatura». Il compositore parlando del terzo Intermezzo si
riferiva ad esso definendolo: «la berceuse dei miei tormenti». Il generale
carattere cupo, viene qui interrotto nella parte centrale dal ritmo inquieto
del sincopato, che nuovamente rimanda alle ballate giovanili dell’autore.
Mozart - Rondò in la minore K 511
Le prime otto battute ci sorprendono per la loro modernità: di intima
bellezza, preludono, nell’andamento cromatico, all’intimismo più
discreto di Schumann e Brahms.
Il 1787 è l’anno del trionfo praghese delle Nozze di Figaro. Appena
tornato a Vienna dalla città ceca, Mozart inizia a comporre il Rondò K 511.
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L’opera è un brano isolato; su di essa il compositore esercita la propria
maestria, rivitalizzando la forma rondò, partendo dal modello di
C.Ph.E. Bach. Il tema articola i propri languidi cromatismi su un ritmo di
siciliana. Le ornamentazioni iniziali, provenienti dalla tradizione dello
Stile galante, traghettano ad un intimo lirismo, che anticipa lo Schubert
più profondo, con un tratto pianistico chiaro ed una qualità timbrica
di rara limpidezza. In realtà questo Rondò è un’opera basata sulla
tecnica della variazione. Con un proprio linguaggio, Mozart esercita,
in modo non troppo distinto dallo Schumann delle Geistervariationen,
quelle modalità elaborative dei materiali, che Beethoven e Brahms
trasformeranno in processo germinale delle loro opere.
Brahms - Sei Klavierstücke op. 118
L’op. 118 è uno dei più fulgidi esempi dello stile brahmsiano, che,
partendo da pochi elementi, riesce a creare articolate architetture
sonore capaci di dare grande unità alla forma. Tutti i motivi principali
hanno origine da un intervallo di terza e la costruzione delle frasi è
caratterizzata da successioni scalari discendenti. Significativi sono
i rimandi motivici tra un pezzo e l’altro. L’incipit del VI Intermezzo è
dimostrazione di quanto un compositore possa anticipare la musica di
un futuro a lui lontano: confrontatelo con il Mesto, Rigido e Cerimoniale
di Musica Ricercata II di Ligeti (utilizzato da Kubrick nel film Eyes wide
shut) e capirete.
Il primo brano è un Intermezzo costruito sulla struttura del lied
bipartito “a tre fasi”, da molti definito un «grande valzer da concerto». Il
secondo invece ha la tipica forma A B A’ dei piccoli pezzi per pianoforte,
caratterizzata da un tema ad andamento cullante e dall’alternanza
maggiore minore. Segue una Ballata dai tratti eroici, dove i motivi della
prima sezione sono imparentati con quelli del numero precedente e
la coda della parte A è esempio abile di transizione fra due sezioni dai
caratteri opposti. L’Intermezzo che segue è costituito quasi interamente
da una forma canonica. In alcuni momenti il movimento a terzine delle
voci inferiori, poste anch’esse in imitazione, qui però non rigorosa, danno
l’impressione di un secondo canone. Nella Romanza in fa maggiore
ad un primo momento pastorale, segue, inattesa, una sorta di piccola
ciaccona, che sembra ispirarsi per l’ariosità del fraseggio a Bach. Chiude
la raccolta un Intermezzo, dove l’idea motivica è inizialmente esposta in
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stile monodico con l’armonia di tonica solo implicata, giocando spesso
nel corso del brano sull’ambiguità armonica. A questo primo tema, quasi
un recitativo doloroso, si contrappone il secondo, di carattere opposto,
di imponente vigore.
Bach - Preludio e Fuga n. 24 in si minore BWV 869
L’intervallo di seconda è un elemento che lega molti dei brani della
serata. Nella fuga bachiana una successione di seconde discendenti,
rispetto a quelli ascendenti del Rondò di Mozart. Incisivamente evidenti
contrariamente a quelli beethoveniani e brahmsiani, invece pensati
nel segno della developing Variation dove l’elaboratio, qui intesa come
artigianato di stampo barocco, frequentemente domina sull’inventio.
Il Preludio e Fuga in si minore n. 24 fa parte del primo libro del
Clavicembalo ben temperato, pubblicato nel 1722. Il Preludio è una
sorta di sonata preclassica, divisa in due parti, ciascuna con ritornello,
dove nella seconda sezione è totalmente assente qualsiasi ripresa,
seppur parziale, della parte precedente. Il riferimento è qui a Corelli:
due linee superiori si articolano in stile imitativo, sostenute da un basso,
il quale procede con estrema semplicità. Il soggetto della Fuga, la più
lunga della raccolta, ha la singolarità di essere composto usando tutti
e 12 i semitoni della scala cromatica. Gli insistenti intervalli di seconda
ricordano quelli del Kyrie della messa in si minore, rappresentazione
sonora, secondo la tradizione retorico-musicale barocca, della suspiratio.
Questa successione di intervalli, unita alle insistenti dissonanze
portarono Ph. Spitta a definire così il brano: «procede lentamente,
sospirando, con passaggi aspri, anzi stravolti dal dolore».
Splitta scrisse che il brano «procede lentamente, sospirando, con passaggi aspri, anzi stravolti dal dolore»
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Brahms - Quattro Klavierstücke op. 119
L’opera comprende tre Intermezzi e un a Rapsodia e fu composta nel
1893, anno del sessantesimo compleanno dell’autore e dell’ultimo
viaggio in Italia. Il primo brano fu definito da Clara Schumann
«tristemente dolce come una perla opalescente». L’Intermezzo consta
di tre episodi, dei quali per il primo e l’ultimo lo stesso Brahms richiede
«l’effetto di un carillon triste e misterioso». Il secondo è incentrato su
di un unico motivo: una figura ritmica di note ribattute. Vige il principio
della variazione e, nelle sezioni estreme, il compositore omaggia il
procedimento della trasformazione ritmica, tipica di Johann Strauss.
L’intermezzo successivo ha le movenze del valzer; qui il richiamo è
però piuttosto ai Momenti musicali di schubertiana memoria. L’unico
motivo a connotazioni gaie è nelle parti estreme, mentre l’inciso centrale
assume fattezze di intensa tenerezza. La Rapsodia non chiude solo la
raccolta ma pure la produzione pianistica brahmsiana. Ritroviamo qui i
tratti delle opere giovanili e di quelle degli anni Settanta, con particolare
riferimento alla Rapsodia op. 79 (1879). Tre sono i temi: il primo ritmico e
marziale; ad esso segue un momento sospensivo, una delicata melodia,
il cui accompagnamento richiama il suono dell’arpa; conclude un tema
melodico i cui gruppetti della mano destra e gli accordi arpeggiati,
affidati alla sinistra, sono una parodia dello stile del ‘salon’.
Beethoven - Sonata n. 26 in mi bemolle maggiore op. 81a “Les Adieux”
Il 4 maggio 1809, mentre Napoleone avanza verso Vienna, l’arciduca
Rodolfo, arcivescovo, protettore, nonché allievo prediletto di Beethoven,
lascia la città. Vi potrà fare ritorno solo il 30 gennaio 1810. È questo il
periodo nel quale viene scritta l’op. 81a. Con essa il compositore riprende
il genere sonatistico per pianoforte, abbandonato dopo l’Aurora e
l’Appassionata composte tra il 1803 e il 1805. Beethoven non si limita ad
una semplice dedica al proprio mecenate, egli intende sottolineare quel
Beethoven riprende il genere sonatistico per pianoforte, abbandonato dopo l’Aurora e l’Appassionata
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periodo di allontanamento, aggiungendo in testa ad ogni movimento
dei titoli descrittivi dei momenti in tedesco: ‘l’addio’, ‘l’assenza’, ‘il ritorno’.
Né l’edizione Breitkopf&Härtel, né la ristampa di Artaria assecondarono
completamente queste indicazioni. Si limitarono a tradurre liberamente
in francese le intitolazioni. Con grave disappunto Beethoven scrisse
a Breitkopf nel novembre del 1811, lamentando che si continuasse a
pubblicare copie con il titolo francese: «Lebewohl - scrive Beethoven - è
tutt’altra cosa di Les Adieux: il primo non si dice di cuore che a una sola
persona; l’altro a un’intera assemblea». Il primo tempo è un “Allegro”,
introdotto dal melanconico “Adagio”, che apre con tre bicordi: una sorta
di calco musicale delle tre sillabe Le-be-wohl, il quale diventa un vero
e proprio Leitmotiv che permea tutta la sonata, ricomparendo già nel
secondo tema del successivo “Allegro”. Quest’ultimo si connota per
la Coda finale di vasta ampiezza, dove due canoni producono scontri
armonici inusitati per i tempi. L’“Allegro” termina con una volatina
finale di crome verso l’acuto, da molti intesa come rappresentazione
della precipitosa partenza dell’arciduca. L’“Andante” è bipartito e la
seconda sezione ripropone un tono sotto ciò che si è ascoltato nella
prima. Il motivo è diretta germinazione variata dell’“Adagio” iniziale. Il
“Vivacissimamente” finale ripropone la cellula del Lebewohl che si fa qui
sfavillante e rapida, a sottolineare la gioia del ritorno, con le terzine e le
sestine nel registro acuto. La gaiezza lascia spazio alla chiusa finale del
“poco Andante”: 21 battute di gioiosa dolcezza ed intimità estrema, dalla
vena cameristica, dove riecheggia per l’ultima volta il tema.
Maurizio Tassoni Conservatorio “G. Verdi” di Milano Laureando in Discipline storiche, critiche e analitiche della musica
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“Un ciclo [di concerti] è un invito a fare un viaggio insieme”
Sir András Schiff pianoforte
Nato a Budapest nel 1953, András Schiff ha iniziato a studiare
pianoforte a cinque anni con Elisabeth Vadász. Ha poi proseguito gli
studi all’Accademia Liszt con Pál Kadosa, György Kurtág e Ferenc
Rados e infine a Londra con George Malcolm.
Nel corso della sua carriera ha ricevuto numerosi riconoscimenti
internazionali tra i quali la nomina a membro onorario del Beethoven-
Haus di Bonn (2006), il Premio Abbiati (2007) e la medaglia della
Wigmore Hall di Londra (2008). Nel 2011 ha meritato il Premio “Robert
Schumann” e, nel 2012, la medaglia d’oro della Internationale Stiftung
Mozarteum e la nomina a membro onorario del Wiener Konzerthaus
e membro speciale del Balliol College di Oxford. È stato inoltre
insignito della Croce al merito della Repubblica federale tedesca.
Nel dicembre 2013 ha ricevuto la medaglia d’oro alla carriera della
Royal Philharmonic Society; nel 2014 è stato insignito dalla Regina
Elisabetta della onorificenza di KBE (Knight Commander of the
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Most Excellent Order of the British Empire, Cavaliere dell’Ordine
dell’Impero Britannico) e ha ricevuto la laurea honoris causa
dell’Università di Leeds.
Ospite delle maggiori orchestre in tutto il mondo e dei maggiori
festival, nel 1999 ha fondato una propria orchestra da camera,
la “Cappella Andrea Barca” con la quale lavora, come con la
Philharmonia Orchestra di Londra e la Chamber Orchestra of Europe,
nel duplice ruolo di direttore e solista. Nel 1989 ha fondato il festival
“Musiktage Mondsee” e, con Heinz Holliger nel 1995, i “Concerti
di Pentecoste” di Ittingen in Svizzera. Dal 1998 anima a Vicenza
una serie di concerti “Omaggio a Palladio”. “Artist in residence” per
la stagione 2007/08 dei Berliner Philharmoniker, è “in residence”
presso la nostra Società per l’esecuzione integrale delle Sonate di
Beethoven nelle stagioni 2012/13 e 2013/14.
Tra le sue incisioni ricordiamo l’integrale dei concerti di Beethoven
con la Staatskapelle di Dresda e Bernhard Haitink e quella dei
concerti di Bartók con la Budapest Festival Orchestra e Ivan
Fisher. Nel 2012 ha meritato l’International Classic Music Award per
l’incisione delle Geistervariationen di Schumann.
Dal 2006 collabora con la casa editrice Henle al progetto di
pubblicazione di tutti i Concerti per pianoforte di Mozart nella
versione originale. Nel 2007 ha inoltre pubblicato un’edizione del
Clavicembalo ben temperato di Bach.
È professore onorario alle Musikhochschulen di Budapest,
Detmold e Monaco di Baviera.
È stato ospite della nostra Società nel 1988, 1993, 1998, 2000,
2006, 2007, 2008, 2009, due volte nel 2010, nel 2011, nelle
stagioni 2012/2013 e 2013/2014 con i sei concerti dell’integrale
beethoveniana, nel 2016 in recital e in duo con la violinista Yuuko
Shiokawa, nel 2017 con tre recital dedicati a Bach, Bartók, Janáček
e Schumann e il 16 gennaio scorso con il primo concerto del ciclo
“Intorno a Brahms”.
I GIOVANI VINCITORI DEL PREMIO DEL CONSERVATORIO DI MILANO 2017 La giuria del concorso è formata dai musicisti Ospiti di Casa Verdi piazza Buonarroti 29, Milanoil giovedi dalle ore 17 alle ore 18
Premio Sergio DragoniA CASA VERDI... QUASI UN TALENT SHOW MUSICALE
INFORMAZIONI [email protected]à del Quartetto di Milano via Durini 24 - 20122 MilanoTel 02 795 393 www.quartettomilano.it
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Ingresso € 2
Società del Quartetto via Durini 24, Milano, da lunedì a venerdì ore 13,30 - 17,30
Casa Verdi piazza Buonarroti 29, Milano, a partire dalle 16,15 nei giornidi concerto
DATE
gennaio 11, 18febbraio 1, 8, 15, 22marzo 1, 8, 15, 22aprile 5, 12, 19maggio 3, 10, 17, 24, 31
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IN VENDITA PRESSO
9.3 Ingresso intero € 10 € 20Socio FAI € 5 € 10Socio Società del Quartetto € 5 € 10Under 26 € 5 € 5
Società del Quartetto, via Durini 24, Milano, da lunedì a venerdì ore 13.30 - 17.30Call Center 89.22.34 (servizio a pagamento)Punti vendita VivaticketOnline su www.quartettomilano.it e www.vivaticket.itda un’ora prima del concerto a Villa Necchi Campiglio, secondo disponibilità
Quartetto DàidalosBeethoven Dodaro Verdi
Quartetto Echos Haydn Vacchi Schumann
Quartetto EposHaydn Dall’Ongaro Schubert
Quartetto IndacoMozart Boccherini Schubert Puccini Stravinskij Sollima
Quartetto FauvesMozart Galante Borodin
20.1
27.1
28.4
24.3
10.29.3
Quartetto MauriceBach Fedele Šostakovič
3.2
Quartetto di Cremona
Webern Beethoven
Società del Quartetto di Milano via Durini 24 - 20122 MilanoTel 02 795 393 www.quartettomilano.it [email protected]
INFORMAZIONI
in collaborazione con
Tutti i concerti ore 17,30 eccetto il 9 Marzo ore 18,30
in collaborazione con
MUSICA NEL TENNIS dedicata a Etta Rusconi A VILLA NECCHI CAMPIGLIO Via Mozart 14 Milano
Quartetti d’Italia
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15
4 febbraio, ore 17
Riccardo Zangirolami pianoforte
VINCITORE DEL PREMIO DRAGONI 2017
18 febbraio, ore 17
TRIO QUODLIBET
Mariechristine Lopez violino Virginia Luca viola Fabio Fausone violoncello
4 marzo, ore 17
Lorenzo Albanese fisarmonica
15 aprile, ore 17
DUO MITTE
Ilaria Ronchi flauto Damiano Afrifa pianoforte
29 aprile, ore 17
Sara Celardo chitarra
13 maggio, ore 17
Luca Colardo violoncello Sandra Conte pianoforte
27 maggio, ore 17
Paolo Andreoli violino Cesare Pezzi pianoforte
3 giugno, ore 17
DUO ALCHIMIA
Alessandra Ziveri arpa Alice Caradente arpa
17 giugno, ore 17
QUARTETTO EOS
2 settembre, ore 17
Edoardo Mancini pianoforte
9 settembre, ore 17
Caterina Piva mezzosoprano Maxine Gloria Rizzotto pianoforte
16 settembre, ore 17
Francesco Granata pianoforte
23 settembre, ore 17
TRIO HEGEL
David Scaroni violino Davide Bravo viola Andrea Marcolini violoncello
30 settembre, ore 17
Eugenio Della Chiara chitarra
GUITARRA CLÁSICA
14 ottobre, ore 17
Umberto Ruboni pianoforte
28 ottobre, ore 17
Alberto Vernarelli fisarmonica
11 novembre, ore 17
Josèf Edoardo Mossali pianoforte
25 novembre, ore 17
VAGUES SAXOPHONE QUARTET
Andrea Mocci sax soprano Francesco Ronzio sax alto Mattia Quirico sax tenore Salvatore Castellano sax baritono
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Informazioni Tel 02.76005500 [email protected] www.quartettomilano.it
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martedì 6 marzo | Quartetto Artemis Mendelssohn - Quartetto n. 3 in re maggiore op. 44 n. 1 Šostakovič - Quartetto n. 5 in si bemolle maggiore op. 92 Mozart - Quartetto n. 19 in do maggiore K 465 “Le dissonanze”
martedì 13 marzo Daniel Lozakovich violino Alexander Romanovsky pianoforte Mozart - Sonata n. 26 in si bemolle maggiore K 378 Schubert - Fantasia in do maggiore op. 159 D 934 Beethoven - Sonata n. 9 in la maggiore op. 47 “A Kreutzer”
venerdì 23 marzo | Radu Lupu pianoforte Schubert - Sei Moments musicaux op. 94 D 780 - Sonata in la minore op. 143 D 784 - Sonata in la maggiore op. post. D 959
mercoledì 4 e giovedì 5 aprile Piccolo Teatro Studio Melato Gloria Campaner pianoforte Natan Sinigaglia visual artist Mousiké Concerto per pianoforte e realtime graphics system Bach / Siloti - Preludio in si minore BWV 855a Pärt - Für Alina Bach - Suite inglese n. 3 in sol minore BWV 808 Skrjabin - Studio in do diesis minore op. 2 n. 1 - Vers la flamme op. 72 Bach / Kempff - Siciliano in sol minore dalla Sonata per flauto n. 2 BWV 1031 Prokof’ev - Toccata op. 11 In coproduzione con il Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa
martedì 10 aprile | Quartetto Mucha Haydn - Quartetto in re maggiore op. 76 n. 5 Hob.III.79 Janáček - Quartetto n. 1 “Sonata a Kreutzer” Dvořák - Quartetto n. 13 in sol maggiore op. 106
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martedì 6 marzo | Quartetto Artemis Mendelssohn - Quartetto n. 3 in re maggiore op. 44 n. 1 Šostakovič - Quartetto n. 5 in si bemolle maggiore op. 92 Mozart - Quartetto n. 19 in do maggiore K 465 “Le dissonanze”
martedì 13 marzo Daniel Lozakovich violino Alexander Romanovsky pianoforte Mozart - Sonata n. 26 in si bemolle maggiore K 378 Schubert - Fantasia in do maggiore op. 159 D 934 Beethoven - Sonata n. 9 in la maggiore op. 47 “A Kreutzer”
venerdì 23 marzo | Radu Lupu pianoforte Schubert - Sei Moments musicaux op. 94 D 780 - Sonata in la minore op. 143 D 784 - Sonata in la maggiore op. post. D 959
mercoledì 4 e giovedì 5 aprile Piccolo Teatro Studio Melato Gloria Campaner pianoforte Natan Sinigaglia visual artist Mousiké Concerto per pianoforte e realtime graphics system Bach / Siloti - Preludio in si minore BWV 855a Pärt - Für Alina Bach - Suite inglese n. 3 in sol minore BWV 808 Skrjabin - Studio in do diesis minore op. 2 n. 1 - Vers la flamme op. 72 Bach / Kempff - Siciliano in sol minore dalla Sonata per flauto n. 2 BWV 1031 Prokof’ev - Toccata op. 11 In coproduzione con il Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa
martedì 10 aprile | Quartetto Mucha Haydn - Quartetto in re maggiore op. 76 n. 5 Hob.III.79 Janáček - Quartetto n. 1 “Sonata a Kreutzer” Dvořák - Quartetto n. 13 in sol maggiore op. 106
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Grazie ai musicisti che hanno dato prestigio al Quartetto e ai Soci che l’hanno sostenuto e lo sostengono!
Vogliamo esprimere gratitudine ai Soci d’Onore, e prima di tutto ai grandi musicisti che hanno contribuito al successo del Quartetto nei suoi 153 anni di attività (da Richard Strauss e Anton Rubinstein nei lontani anni dell’800 a Rudolf Serkin, Mieczyslav Horszowski e Ton Koopman in tempi più vicini), ai Soci Vitalizi, ai Soci Benemeriti, fra i quali i “fedelissimi” con oltre 50 anni di associazione, ai Sostenitori, che col loro contributo annuale esprimono il loro apprezzamento per il Quartetto, e vorremmo crescessero sempre più.
Soci d’Onore
Johann Becker (1888), Franco Faccio (1888), Charles Gounod (1888), Joseph Joachim (1888), Joachim Raff (1888), Anton Rubinstein (1888), Pablo de Sarasate (1888), Richard Strauss (1888), August Wilhelmj (1888), Antonio Bazzini (1892), Felix Mottl (1892), Mieczyslav Horszowski (1985), Rudolf Serkin (1985), Ton Koopman (2003), Francesco Cesarini (2006), Harry Richter (2006), Giancarlo Rusconi (2017)
Soci Vitalizi
Gerardo Broggini, Paolo Dardanelli, Tomaso Davico di Quittengo, Carla Giambelli, Antonio Magnocavallo, Maria Majno, Francesca Moncada di Paternò,Carlo Vittore Navone, Gian Battista Origoni della Croce, Franca Sacchi, Luca Sega, Società del Giardino, Beatrice Svetlich, Pietro Svetlich, Paolo Terranova
Soci Benemeriti
Domenico Arena, Sandro Boccardi, Salvatore Carrubba, Francesco Cesarini, Philippe Daverio, Francesca del Torre Astaldi, Fondazione Sergio Dragoni, Anna Maria Holland, Carlo Musu, Quirino Principe, Sua Eminenza Gianfranco Ravasi, Harry Richter, Carlo Sini
I fedelissimi (soci da oltre 50 anni)
Francesco Adami, Ladislao Aloisi in memoriam, Ester Ascarelli, Margherita Balossi Barbiano di Belgiojoso, Maria Piera Barassi Livini, Carlo Barassi,Cecilia Bicchi,Maria Luisa Bonicalzi, Alessandra Carbone, Paolo Carbone, Paolo Carniti, Claudio Citrini, Mathias Deichmann, Giuseppe Deiure, Maria Cristina Delitala, Antonio Delitala, Roberto Fedi, Renzo Ferrante, Anna Ferrante, Salvatore Fiorenza, Maria Teresa Fontana, Anna Genoviè, Emma Guagnellini, Riccardo Luzzatto, Federico Magnifico, Antonio Magnocavallo, Giovanna Marziani Longo, Giovanni Miserocchi, Jacqueline Molho, Davy Molho, Giuseppe Mottola, Anna Mottola, Luciano Patetta, Luisella Patetta Deiana, Maria Carla Peduzzi, Giancarlo Rusconi, Pietro Saibene, Giuliana Saibene, Maria Vittoria Saibene, Giovanni Scalori, Luigi Scalori in memoriam, Luciano Scavia, Angelo Mario Sozzani, Ilaria Stendardi Antonini, Luca Trevisan, Giovanni Weisz
Soci Sostenitori
Marco Bisceglia, Ilaria Borletti Buitoni, Alberto Conti, Nora del Torre, Liliana Konigsman Sacerdoti, Marco Magnifico Fracaro
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Tel 02 795 393 | [email protected]
via Durini 24 - 20122 Milano |
www.quartettomilano.it
Per la stagione 2017/18 la Società del Quartetto ha attivato i seguenti progetti in collaborazione con: CONSERVATORIO “G. VERDI” Biennio di Discipline storiche, critiche e analitiche della musica
PROGETTO NOTE DI SALA
Maria Grazia Campisi, Giulia Ferraro, Lorenzo Paparazzo, Paola Rossetti, Creusa Suardi, Maurizio Tassoni
Supervisori: Pinuccia Carrer docente di Discipline musicologiche e Antonio Schilirò ex docente di Storia della musica
FONDAZIONE ARNOLDO E ALBERTO MONDADORI
PROGETTO EDITORIALE SOCIAL NETWORK
Alice Gualandris, Marta Mazzucchelli, Irene Milazzo, Valerio Talevi
Docente: Marco Cadioli
IED, ISTITUTO EUROPEO DI DESIGN
PROGETTO GRAFICO PROGRAMMA DI SALA
Camilla Agazzone, Alessia Arrighetti, Antonija Bubalo, Edoardo Campagner, Arianna Cassani, Tommaso De Bonis, Federico A. Fava, Sofia Fonda, Alice Porcella, Federico Sartori, Giulia Sigismondi
Staff: Dario Accanti coordinatore del corso triennale in Graphic Design, Sara Canavesi assistente triennale
Docente: Silvia Lanza, Studio 150up
PROGETTO FOTOGRAFICO Cristiana Cappucci, Valentina Colombo, Ilaria Cutuli, Eleonora Dottorini, Angela Guastaferro, Alessio Keilty, Marta Lunardi, Andrea Puxeddu, Luca Taddeo
Staff: Silvia Lelli coordinatrice del corso di formazione avanzata, Sabrina Radice assistente Master
Docente: Silvia Lelli
PROSSIMO CONCERTO martedì 27 febbraio 2018, ore 20.30
SALA VERDI DEL CONSERVATORIO
CLASSICA HDMUSICA PERI TUOI OCCHI
“La musica esprime ciò che non può essere dettoe su cui è impossibile rimanere in silenzio”
Victor-Marie Hugo
Joshua Bell violino
Sam Haywood pianoforte
Joshua Bell americano, a soli 14 anni era balzato nell’olimpo del mondo violinistico debuttando con Muti e l’Orchestra di Filadelfia. Famoso lo è diventato per il talento indiscutibile e anche per essere finito nel 2007 in prima pagina sul Washington Post. Piazzato con il suo Stradivari in metropolitana in un’ora di punta, in 45 minuti ha raccolto la miseria di 32 dollari. Tre giorni prima aveva riempito la Symphony Hall di Boston. Suona in tutto il mondo, in sale antiche e in luoghi alternativi, per intenditori e neofiti, con uguale successo. Debutta al Quartetto in duo con il pianista Sam Haywood con un programma che spazia da Mozart (Sonata K 454) a Strauss (Sonata op. 18) passando per Fauré (Sonata n. 1 op. 13).