Sistemi Web per il turismo
- lezioni 6 e 7 -
• Una rete telema*ca può essere u*lizzata per creare applicazioni che si basano sull’interazione di più componen* che girano su host diversi e sfru;ano la rete per trasferire da* da uno host all’altro
• In par*colare, quando la rete u*lizzata è internet, queste applicazioni sono denominate “applicazioni internet”
• Le applicazioni che consentono a un utente di accedere a cer* servizi u*lizzando un browser prendono il nome di “applicazioni web” (esempi: easyjet, trenitalia, *cketone, google maps)
• Altre applicazioni internet, invece, richiedono da parte dell’utente l’uso di un’applicazione speciale (in genere scaricata dalla rete e installata sul computer (esempio: google earth)
Applicazioni Internet / Web
Architettura Client - Server
• Le applicazioni internet possono essere realizzate secondo differen* archite;ure
• L’archite;ura più semplice e diffusa è l’archite;ura client-‐server Nei sistemi client-‐server: – una componente dell’applicazione, de;a server, ha il compito di fornire determina* servizi
– un’altra componente, de;a client, ha il compito di consumare i servizi forni* dal server
• In genere c’è una forte asimmetria fra la componente server (spesso piu;osto complessa) e la componente client (di solito piu;osto semplice)
• Si no* che molte copie del client possono interagire contemporaneamente e da host diversi con un unico server
• Google Earth – il server è un’applicazione che gira sui computer di Google Inc., in grado di fornire mappe satellitari di tu;a la superficie terrestre, integrate con svariate informazioni accessorie (confini, strade, condizioni meteorologiche ecc.)
– il client è un’applicazione che ges*sce la visualizzazione delle informazioni inviate dal server, e che può essere scaricata dal sito web di Google Inc. e installata su qualsiasi computer
Esempio di client-server
• Nelle applicazioni web, il client è cos*tuito semplicemente da un browser
• Il browser può interpretare ed eseguire localmente dei programmi contenu* all’interno delle pagine web scaricate dal server
• I programmi contenu* in una pagina web ed esegui* dal client all’interno del browser sono denomina* applet (cioè “applicazioncine”)
• Esempi: – animazioni visualizzate all’interno di pagina – visualizzazione di un video di YouTube – giochi online
Applicazioni Web C-S
• In altri casi, durante la navigazione di un sito web cer* programmi sono esegui* dal server e i risulta* dell’esecuzione vengono poi invia* al client
• Esempi: – generazione di pagine web dinamiche – pagine web interaUve
Lo stato dell’interazione • Le applicazioni web si basano sul protocollo h;p, che presenta un
problema: – l’interazione è “senza memoria” o, come si dice con un termine tecnico, priva di stato (stateless)
– ciò significa che ogni richiesta che giunge al server da parte del client è tra;ata dal server come una nuova richiesta, indipendente dalle richieste preceden*
– in altre parole il server non *ene memoria delle eventuali fasi preceden* dell’interazione
Cookies • Per molte applicazioni questo cos*tuisce un problema: sono
quindi state sviluppate tecniche per rappresentare lo stato dell’interazione (state management)
• La soluzione più comune si basa sull’uso dei cookie: – quando un server deve conservare per il futuro cer* da* concernen* l’interazione con un certo client, memorizza ques* da* dire;amente sullo host del client; ques* da* sono rappresenta* so;o forma di file denomina* “cookie”
– quando il server ha necessità di u*lizzare i da* conserva* in un cookie, li legge dire;amente dallo host del client
• L’uso di questa tecnica non è priva di problemi, perché consen*re al server l’accesso al file system del client comporta rischi per la sicurezza e la privatezza dei da* I browser danno quindi la possibilità di escludere l’invio dei cookie da parte di un server, ma a volte questa limitazione può impedire al server di operare corre;amente
Web 1.0
Parte III: il computer come strumento per l’interazione e la comunicazione
Web 1.0Che cosa vuol dire 1.0?
In informatica, la numerazione x.y per indicare la versione di un prodotto ha questo significato: se le modifiche apportate non sono particolarmente rivoluzionarie, si considera il nuovo prodotto solo una variante della stessa versione, quindi si lascia intatto x e si aumenta y di 1. Quando i n v e c e s i è d i f r o n t e a u n cambiamento radicale, si aumenta x di 1 e si azzera y per segnare l’inizio di una nuova era del prodotto.
Web 1.01.11.22.0
• Il Web (o più precisamente World Wide Web, noto anche come WWW o W3) è nato nell’agosto del 1991 presso il CERN di Ginevra, grazie a un’idea di Tim Berners-‐Lee
• Secondo quanto riportato sul blog di Google, il Web contava nel luglio 2008 più di 1000 miliardi di pagine distribuite su più di 100 milioni di host
• Che cos’è il Web? – un colossale ipertesto, formato da miliardi di ‘pagine’ collegate fra loro?
– un archivio distribuito di informazioni? – una rete di servizi fruibili in cer* luoghi virtuali chiama* “si*”?
Evoluzione del Web • Nell’evoluzione del Web si dis*nguono oggi diverse fasi:
– Web 1.0: la fase iniziale, dal 1991 ai primi anni del 2000 – Web 2.0: dai primi anni del 2000 a oggi (il termine “Web 2.0” è stato usato per la prima volta nel 2004)
– Web 3.0: ciò che il Web dovrebbe diventare nei prossimi anni
– ... • La dis*nzione fra queste fasi è piu;osto vaga, e autori diversi le
definiscono in modi differen*: per comodità faremo comunque uso di questa terminologia, almeno in modo informale
Il Web 1.0
risorse rese disponibili problemi e soluzioni la *pologia dell’interazione
Risorse rese disponibili • Il Web 1.0 è innanzitu;o un ipertesto mul*mediale distribuito:
– ipertesto: il Web 1.0 è cos*tuito da pagine collegate fra loro da link, che consentono a un utente di navigare nell’ipertesto
– mul*mediale: le pagine contengono un testo audiovisivo nel senso più ampio del termine: testo linguis*co, grafici, immagini, video
– distribuito: le pagine dell’ipertesto risiedono su mol* host dis*n*, connessi tramite internet
• Un insieme di pagine web correlate (in genere, ma non necessariamente, memorizzate su un singolo host) cos*tuiscono un sito Web
Problemi e soluzioni • La seguente tabella schema*zza i principali problemi
del Web 1.0 e le rela*ve soluzioni:
problema soluzione
lato servercostruire le pagine linguaggio HTML
(HyperText Markup Language)
pubblicare le pagine protocollo HTTP,URL (Uniform Resource Locator)
lato clienttrovare le pagine motori di ricerca
visualizzare le pagine browser
I linguaggi di marcatura • Un linguaggio di marcatura (markup language) è un sistema di simboli
convenzionali (chiama* tag) che possono essere u*lizza* per marcare certe sezioni di un testo, associando una determinata proprietà a ciascuna sezione
• Esempio: <titoloOpera>La Divina Commedia</titoloOpera>
<nomeAutore>Dante Alighieri</nomeAutore>
<titoloVolume>Inferno</titoloVolume>
<titoloCapitolo>Canto I</titoloCapitolo>
<testo>
Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura ché la diritta via era smarrita
...
</testo>
• I tag si comportano come delle parentesi: a ogni tag di apertura deve corrispondere un tag di chiusura e fra ques* è contenuta la sezione marcata del testo: <titoloOpera>Il cacciatore di aquiloni</titoloOpera>
• È possibile inserire l’una nell’altra sezioni marcate di testo: <capitolo>
<titoloCapitolo>Uno</titoloCapitolo>
<periodo>
Sono diventato la persona che sono oggi all’età di dodici anni, in una gelida giornata invernale del 1975. ...
</periodo>
...
</capitolo>
...
Il linguaggio HTML
• HTML (HyperText Markup Language) è un linguaggio standard per la marcatura di ipertes*, ovvero di tes* che possono contenere collegamen* (link) ad altre pagine
• HTML prevede un insieme prefissato di tag, il cui significato è definito da una raccomandazione W3C (World Wide Web Consor*um) Esempi di tag HTML: <head> ... </head> <style>... </style> <title>... </title>
<body> ... </body>
Authors should use the TITLE element to identify the contents of a document. Since users often consult documents out of context, authors should provide context-rich titles. Thus, instead of a title such as "Introduction", which doesn't provide much contextual background, authors should supply a title such as "Introduction to Medieval Bee-Keeping" instead.
Il W3C dice:
Le pagine HTML • Nel caso più semplice, una pagina web è un file di testo
marcato tramite tag HTML • per costruire una pagina è possibile:
• scrivere dire;amente un file HTML u*lizzando un editor di file di testo • oppure scrivere una pagina web con uno strumento sokware specifico, che la traduce automa*camente in HTML
• per visualizzare una pagina è possibile: • u*lizzare un browser, che è in grado di visualizzare i file HTML interpretando i tag in modo coerente con le raccomandazioni W3C
• L’accesso a una pagina web può innescare l’esecuzione di programmi, ad esempio per eseguire la prenotazione di un biglie;o aereo
• Ques* programmi possono generare, in tu;o o in parte, la pagina che viene visualizzata all’interno dal browser: si parla allora di pagine dinamiche, mentre le pagine contenen* un testo fisso sono de;e pagine sta*che
• Ad esempio, il sito del corso cs.unibg.it/verdicch/swt.html è cos*tuito da una pagina sta*ca, mentre durante l’acquisto di un biglie;o su easyjet.com si può vedere una sequenza di pagine dinamiche
• Le pagine dinamiche di easyjet.com hanno una cara;eris*ca in più: sono pagine interaUve, che generano contenu* diversi a seconda di par*colari richieste eseguite dall’utente
Pagine dinamiche
• Una pagina web si dice “pubblicata” quando è accessibile tramite internet
• Per accedere a una pagina occorre localizzarla nella rete • A questo scopo ogni pagina web è contraddis*nta da un URL (Uniform
Resource Locator), ad esempio:
hDp://cs.unibg.it/verdicch/swt.html
Pubblicare pagine
Una pagina web si dice “pubblicata” quando è accessibile tramite internet
Per accedere a una pagina occorre localizzarla nella rete
A questo scopo ogni pagina web è contraddistinta da un URL (Uniform Resource Locator), ad esempio:
http://cs.unibg.it/verdicch/swt.html
la parte http:// identifica il protocollo di trasferimento di ipertesti (ISO/OSI livello 7, vedi III-1:26)
la parte www.usi.ch identifica un dominio (vedi III-1:28)la parte universita/library.htm identifica un file HTML (come
indicato dall’estensione htm) descrivendo il cammino nel file system dello host corrispondente al dominio (vedi II-1:9)
Una pagina web si dice “pubblicata” quando è accessibile tramite internet
Per accedere a una pagina occorre localizzarla nella rete
A questo scopo ogni pagina web è contraddistinta da un URL (Uniform Resource Locator), ad esempio:
http://cs.unibg.it/verdicch/swt.htmlidentifica il protocollo di trasferimento di ipertesti
(ISO/OSI livello 7, vedi III-1:26)la parte www.usi.ch identifica un dominio (vedi III-1:28)la parte universita/library.htm identifica un file HTML (come
indicato dall’estensione htm) descrivendo il cammino nel file system dello host corrispondente al dominio (vedi II-1:9)
Una pagina web si dice “pubblicata” quando è accessibile tramite internet
Per accedere a una pagina occorre localizzarla nella rete
A questo scopo ogni pagina web è contraddistinta da un URL (Uniform Resource Locator), ad esempio:
http://cs.unibg.it/verdicch/swt.htmlidentifica l’host in internet
Una pagina web si dice “pubblicata” quando è accessibile tramite internet
Per accedere a una pagina occorre localizzarla nella rete
A questo scopo ogni pagina web è contraddistinta da un URL (Uniform Resource Locator), ad esempio:
http://cs.unibg.it/verdicch/swt.htmlidentifica un file HTML (come indicato dall’estensione html) descrivendo il cammino nel file system (tra le cartelle in cui sono organizzati i file) dello host
Una pagina web si dice “pubblicata” quando è accessibile tramite internet
Per accedere a una pagina occorre localizzarla nella rete
A questo scopo ogni pagina web è contraddistinta da un URL (Uniform Resource Locator), ad esempio:
http://cs.unibg.it/verdicch/swt.htmlla parte che identifica l’host è detta dominio (o domain name), ed è organizzata in maniera gerarchica
?
Ma come si fa a visitare una pagina web di cui n o n s i c o n o s c e l’indirizzo?
motori di ricerca /search engine
72%
15% 10%
Naturalmente, tramite i motori di ricerca, o search engine. Il motore di ricerca dominatore del mercato è senza ombra di dubbio Google, con il 72% di tutte le ricerche effettuate (ottobre 2011).
Sergey Brin e Larry Page
Ecco i due fondatori di Google.
Il principale business di Google sta negli annunci pubblicitari inseriti nelle sue pagine.
17 Mld $17 Mld $
Ecco il valore del patrimonio di ciascun co-fondatore di Google.
Il business è comunque in continua espansione, alla ricerca di nuovi mercati (nella foto: Brin indossa un prototipo di Google Glasses).
• I motori di ricerca (come Google, Yahoo!Search, Bing) sono applicazioni server disponibili su determina* host connessi con internet, cui si accede in modalità client tramite un browser
• Un motore di ricerca è in grado di localizzare le pagine web che contengono determinate parole o sequenze di parole
• Gli URL di tali pagine, insieme a una concisa descrizione di ciascuna pagina, vengono presenta* all’utente in ordine di rilevanza decrescente
• L’utente può poi sfru;are gli URL per accedere alle pagine
Trovare una pagina web
Un motore di ricerca deve:1) conoscere le pagine web2) identificarle in base alle
parole della ricerca3) calcolarne la rilevanza
Un motore di ricerca deve:1) conoscere le pagine web2) identificarle in base alle
parole della ricerca3) calcolarne la rilevanza
Per conoscere le pagine presen* nel Web i motori di ricerca u*lizzano: – applicazioni che esplorano sistema*camente il Web (de;e crawler), scoprendo con*nuamente pagine recentemente inserite
– basi di da* di grandissime dimensioni, in cui le pagine scoperte dal crawler vengono memorizzate e ‘indicizzate’, in modo da poter essere reperite rapidamente in base alle parole contenute (la base di da* di Google memorizza a;ualmente più di 1000 miliardi di pagine)
Un motore di ricerca deve:1) conoscere le pagine web2) identificarle in base alle
parole della ricerca3) calcolarne la rilevanza
• L’iden*ficazione delle pagine che corrispondono alla richiesta dell’utente avviene mediante ricerca nella base di da* del motore di ricerca
• Come già de;o, questa ricerca è agevolata da speciali indici che consentono di iden*ficare le pagine contenen* determinate parole senza doverne scandire il contenuto dall’inizio alla fine
• La scansione integrale di una pagina è *picamente eseguita una sola volta, quando la pagina viene inserita nella base di da* e indicizzata
Un motore di ricerca deve:1) conoscere le pagine web2) identificarle in base alle
parole della ricerca3) calcolarne la rilevanza
• Il conce;o di rilevanza di un testo (rela*vamente a una richiesta) è studiato da tempo da una disciplina nota come Informa*on Retrieval
• I metodi classici di informa*on retrieval si basano sopra;u;o sulle frequenze di distribuzione delle parole in un archivio di documen*
• Nel caso delle pagine web possono essere u*lizza* approcci differen*, che si basano non solo sul contenuto delle pagine ma anche sulle connessioni fra le pagine
• Il motore di ricerca Google, ad esempio, deve buona parte del suo successo a un par*colare sistema di ordinamento delle pagine, basato sul conce;o di rango di una pagina (page rank)
• Questo sistema è stato realizzato da Sergey Brin e Larry Page, fondatori di Google Inc., a par*re dall’algoritmo HyperSearch ideato da Massimo Marchiori
Massimo Marchiori
Idea di base:una cosa è tanto più importante quante più persone ne parlano
Il page rank
• Il rango di una pagina A viene quindi calcolato in base al numero di altre pagine B1, B2, ..., BN che contengono un link verso A
• A sua volta il contributo di una pagina Bk al page rank di A dipende dal page rank della stessa Bk nonché dal numero di link contenuti in Bk, secondo una formula piuttosto complessa
Trasmissione di informazione nel
Web 1.0
Comunicazione di massa:1) asimmetrica 2) in broadcast
asimmetrical’autore è solitamente
distinto dai consumatori (al contrario, ad es., di uno scambio di email, che è
simmetrico)
in broadcastil messaggio è diretto in modo
generico a chiunque sia in grado di riceverlo (al contrario,
ancora una volta, di uno scambio di email, che è punto-a-
punto)
Tuttavia, rispetto ai mezzi di c o m u n i c a z i o n e d i m a s s a tradizionali, il Web 1.0 è atipico perché elimina la figura del distributore e consente a un produttore di informazione di raggiungere direttamente i consumatori a costo molto contenuto (sia per i, sia per i consumatori).
Oltre il Web 1.0
Nell’ultimo decennio il Web si è sviluppato introducendo una dimensione partecipativa e collaborativa, tipica della comunicazione interpersonale
Blog Forum
Social Network Wiki
Web 2.0
Parte III: il computer come strumento per l’interazione e la comunicazione
Web 2.0
• Le tecnologie del Web (internet, TCP/IP, h;p, HTML, browser, applet, motori di ricerca, ...) sono in grado di consen*re modalità d’interazione più avanzate
• Da alcuni anni si parla del Web 2.0, tanto che il termine (coniato nel 2004 da Tim O’Reilly) compare a;ualmente in circa 116 milioni di pagine web (Google, o;obre 2011; 28 milioni solo un anno prima)
• Non si tra;a solo di nuove tecnologie (rispe;o a quelle u*lizzate nel Web 1.0), quanto di un insieme di applicazioni innova*ve che creano nuove possibilità per gli uten* di interagire fra di loro e con i contenu* del Web
Partecipazione
Le tecnologie del Web eliminano la necessità di un distributore interposto fra gli autori e i consumatori di messaggi.
!
I consumatori si accorgono che pubblicare su internet è molto più semplice dei classici processi di editoria e distribuzione.
• E’ possibile consen*re a ogni utente del Web di essere allo stesso tempo autore e consumatore • Il Web 2.0 è un insieme di applicazioni che realizzano pra*camente questa potenzialità • Il termine che rende meglio l’idea è “partecipazione”: il Web 2.0 è de;o anche “Web partecipa*vo”
• In un’aUvità partecipa*va nel Web (o più in generale in internet) una comunità di persone, chiamata comunità online (online community), u*lizza un’applicazione web(o più in generale internet) per comunicare e interagire
• Il sokware u*lizzato a questo scopo è spesso denominato sokware sociale e può essere classificato a seconda dei *pi di aUvità che consente di svolgere: – comunicazione: ad es. i forum – creazione e pubblicazione di contenu*: ad es. i blog e i wiki
– condivisione di risorse: condivisione di tes*, immagini etc.
– raccomandazioni: su alberghi, ristoran* etc. – networking sociale: luoghi d’interazione su internet
AUvità colleUve • L’interazione fra i membri di una comunità online
cos*tuisce una forma di partecipazione a determinate aUvità colleUve
• A loro volta, le aUvità colleUve che si svolgono online possono far parte di un sistema di aUvità colleUve più ampio, che va oltre i confini di internet
• Ad esempio, il forum di un corso universitario fa parte del sistema di tu;e le aUvità per*nen* al corso, che la maggior parte non sono online ma in presenza
• Il Web 2.0 può fornire un supporto dire;o soltanto alle aUvità colleUve che si svolgono online
Adesione alla comunità online Una comunità online può essere: – aperta senza registrazione: la partecipazione è libera, senza bisogno
di registrarsi possono essere comunque vieta* gli interven* anonimi • esempio: i blog partecipa*vi
– aperta con registrazione: la partecipazione è libera, ma l’utente deve registrarsi come membro della comunità è possibile che l’utente sia visibile agli altri membri della comunità con un soprannome di sua scelta (nickname) • esempi: LinkedIn, FaceBook
– chiusa: la partecipazione è limitata, ad esempio ai membri di una determinata organizzazione (in genere occorre comunque registrarsi) • esempio: un forum sulla pia;aforma eLearning@UniBG, riservato agli studen* iscriU a un determinato corso
Ruoli • Come ogni aUvità colleUva, anche le aUvità colleUve online prevedono
diversi ruoli • I ruoli si possono cara;erizzare in base ai diriU, agli obblighi e ai divie*
che competono agli uten* a seconda del loro ruolo • DiriU, obblighi e divie* vanno dis*n* in due categorie:
1. le azioni consen*te, imposte o vietate dire;amente dal server dell’applicazione (le azioni che il server consente di eseguire solo ad alcune categorie di uten* sono spesso chiamate “privilegi”)
esempi: • qualunque membro di un forum può inserire un messaggio nel forum, ma non può modificare o cancellare i messaggi inseri* da altri membri
• l’amministratore di un forum può modificare o cancellare qualsiasi messaggio
2. le azioni consen*te, imposte o vietate da norme di comportamento, la cui osservanza non è dire;amente garan*ta dal server dell’applicazione ma è invece ges*ta dall’intera comunità online o da alcuni suoi membri
esempio: • ai membri di un forum è vietato u*lizzare termini ingiuriosi o aggressivi
• La mancata osservanza di norme di comportamento può portare a sanzioni Esempio: – i membri di un forum che u*lizzino termini ingiuriosi o aggressivi possono essere sospesi o estromessi dal forum da parte dell’amministratore
Blog • I blog (contrazione di Web log) sono na* come si* web in cui
rendere pubbliche le proprie opinioni su un argomento di a;ualità Inizialmente, quindi, i blog erano l’equivalente nel Web delle rubriche tenute da giornalis* sui periodici
• Più recentemente i blog sono diventa* partecipa*vi, nel senso che a qualunque utente del Web è concesso inserire commen* in un blog altrui In un blog esistono quindi due ruoli: – autore: inserisce la maggior parte dei contenu*, so;o forma di ar*coli che tra;ano argomen* di a;ualità
– le;ore/commentatore: accede liberamente ai contenu* del blog e può aggiungere i suoi commen*
Wiki • “Wiki” deriva dall’espressione hawaiana “wiki wiki”, che significa
“rapido”: il termine è stato introdo;o da B. Leuf and W. Cunningham (in The Wiki Way: Collabora0on and Sharing on the Internet, Addison-‐Wesley, 2001) per denotare un nuovo *po di si* web
• Un wiki è un sito web partecipa*vo in cui: – le pagine possono essere create e modificate in qualsiasi momento
da qualunque membro della comunità – le pagine possono essere create e modificate facilmente e
rapidamente u*lizzando un browser – viene mantenuta una storia delle modifiche subite da ciascuna
pagina – la stru;ura è fortemente ipertestuale (elevato numero di link ad
altre pagine del wiki e a risorse web esterne)
• I wiki possono essere aper* (in genere con registrazione) o chiusi
• Il più celebre wiki aperto (in parte con registrazione) è certamente Wikipedia, l’enciclopedia collabora*va mul*lingue che, nella sua versione inglese, ha quasi raggiunto 3 milioni e 800mila voci (o;obre 2011)
• L’uso di wiki (in questo caso chiusi) è ormai comune in molte organizzazioni, come strumento di coordinamento e documentazione dei progeU
• I wiki vengono anche u*lizza* per documentare in modo colleUvo i prodoU sokware
Condivisione di risorse • A;ualmente esistono numerosi sistemi per condividere
risorse all’interno di comunità online aperte, ad esempio:
per condividere testi
per condividere foto
per condividere presentazioni con lucidi
per condividere video
Lo slogan di YouTube riflette lo spirito del Web 2.0: mandare se stessi in broadcast vuol dire che i produttori di contenuto in questo contesto sono le persone di quello che tradizionalmente è stato un pubblico di spettatori.
Questo non vuol dire che su YouTube ci siano solo contenuti prodotti dal pubblico: è un canale attraverso il quale professionisti mostrano i loro prodotti al pubblico. Per quanto riguarda i video musicali, ad esempio, YouTube ha di fatto sostituito canali televisivi specializzati come MTV, che ora dedicano la maggior par te de l la loro programmazione ad altri tipi di contenuti.
Raccomandazioni • Mol* sistemi consentono di raccomandare non solo risorse
esisten* nel Web, ma anche luoghi, oggeU e aUvità del mondo reale
• Sistemi di raccomandazione sono ad esempio molto comuni nei si* turis*ci
• Le raccomandazioni (contenen* anche valutazioni espressa su scale numeriche) sono inserite spontaneamente dai clien* di ristoran*, alberghi e così via Esempi:
Questo tipo di servizio può essere di grande aiuto per chi deve organizzare un viaggio in un luogo sconosciuto.
Non bisogna, però, dimenticare la questione più importante da affrontare nel contesto del Web 2.0, con particolare attenzione alla sua dimensione partecipativa, che si traduce nella possibilità per ogni persona connessa a Internet di diventare creatore di contenuti.
Se chiunque può creare sul Web, chi garantisce la veridicità di quanto scritto?
Le lodi sperticate per un albergo su TripAdvisor potrebbero provenire dal proprietario, che si finge un utente, ad esempio.
tratto da: http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/16/recensioni-a-pagamento-la-truffa-e-servita/658002/
tratto da: http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2014/03/17/AQJgXO8B-recensioni_truffa_tripadvisor.shtml
Senza andare nei casi di dolo, anche laddove le intenzioni sono buone, i contenuti del Web 2.0 possono dar luogo a fraintendimenti o inesattezze.
Questo è il caso dell’esempio seguente, in cui più di 1300 fan del gruppo francese di musica elettronica Daft Punk hanno dato, sull’onda dell’entusiasmo, un giudizio di 5 stelle (l’immagine risale ad aprile 2013) di un disco non ancora uscito (data di pubblicazione prevista: 21 maggio 2013).
La reputazione del sistema dei giudizi (in questo caso, quello del negozio online di iTunes) ne esce danneggiata, perché gli utenti si rendono conto del fatto che le opinioni espresse in quella sede non sempre scaturiscono da una valutazione del prodotto.
Networking sociale
• Una rete sociale (social network) è un’applicazione web che consente agli uten* di: – definire un proprio profilo (pubblico o riservato a cer* altri membri
della rete, denomina* “contaU” o “amici”) – decidere con quali altri membri entrare in conta;o – navigare nella rete dei contaU di qualunque membro accedendo ai
profili – formare gruppi con altri membri della rete – raccomandare un membro per qualche *po di aUvità – etc
• Le re* sociali possono avere un taglio – professionale, come LinkedIn, – oppure informale, come Facebook e MySpace
Sempre più frequentemente, le pagine Web di un’azienda o di un’organizzazione (in questo caso, l’organizzazione che sta dietro alla serie di conferenze TED), riportano riferimenti ai siti di blogging e networking sociale più diffusi, per permettere agli utenti di seguire le ultime novità, ma anche di esprimere nella propria cerchia sociale l’interesse verso specifici prodotti o eventi.
Le icone indicano, in ordine da sinistra a destra, Twitter, Facebook, Pinterest, Google Plus, Stumble Upon, e RSS. Focalizziamoci per ora sul primo, al momento (2013) in attesa di essere quotato in borsa.
• Twi;er è una combinazione fra un micro-‐blog e un sistema di networking sociale
• Il servizio, creato nel 2006, consente di inviare e leggere brevi post deU “tweets”
• I tweets compaiono sulla pagina contenente il profilo del loro autore • I tweets contengono al massimo 140 cara;eri e tendono quindi ad
assomigliare ai messaggi SMS (una forma di comunicazione già molto diffusa)
• Twi;er ha imposto un nuovo modo di usare simboli che avevano già un significato
“Hashtag” (cancelletto), per evidenziare nel tweet delle parole chiave che ne costituiscono l’argomento principale e ne permettono la classificazione e la ricerca
@
# “At” (chiocciola), per indicare i nomi con cui si individuano gli utenti di twitter: persone fisiche, giuridiche, aziende, organizzazioni, associazioni, etc.Un nome utente nel contesto di Twitter si chiama “handle”
Seguono esempi d’uso sia di @ sia di # per promozione turistica.
@Melbourne è lo handle usato dall’ente del turismo di Melbourne per promuovere la città su Twitter
#thelondonstory è l’hashtag dei tweet che vogliono raccontare storie su Londra.
Si tratta di una campagna marketing basata su user-generated content in cui è coinvolta anche una compagnia aerea, la Monarch Airlines (@Monarch)
I siti Web per il turismoAbbiamo visto che la tecnologia informatica mette a disposizione delle DMO numerosi strumenti per la creazione di un sito Web per promuovere una destinazione.A seconda del livello delle conoscenze informatiche presenti nella DMO la soluzione può essere elaborata in diverse maniere, dalla composizione di elementi già pronti per mezzo di un CMS fino alla creazione da zero di un sito scrivendo direttamente codice HTML.
La questione della scelta dei contenuti esula dalla tecnologia informatica, e sta alla DMO selezionare le informazioni più utili per promuovere la destinazione e i servizi ad essa connessi.Altro fattore critico: il modo in cui si sceglie di presentare tali informazioni: le informazioni giuste presentate nella maniera sbagliata possono non giungere a destinazione.
User ExperienceUser Experience (UX) è una disciplina a cavallo tra informatica, ergonomia e psicologia che si propone di valutare l’efficacia di un sito Web dalla prospettiva dell’utente.Il punto centrale è l’esperienza che tale utente ha nell’uso di un particolare sito.Naturalmente, l’obiettivo è quello di aumentare la qualità di tale esperienza.
Nel contesto di UX, quindi, ci si occupa della qualità dei siti Web dal punto di vista degli utenti.Valutare la qualità di un prodotto è una pratica molto comune, ma se si cerca di operare in maniera scientifica, veniamo posti di fronte a un problema non trascurabile.
Qualità vs. QuantitàPer poter “misurare” la qualità di un sito, oppure “paragonare” la qualità di diversi siti tra loro, occorre un qualche metodo di quantificazione oggettiva, altrimenti il discorso sulla qualità rimane soggettivo, basato sulle sensazioni provate dagli utenti, molto difficili da descrivere e paragonare.
Il problema è che l’esperienza in generale, e in particolare l’esperienza di un sito Web è un fenomeno intrinsecamente soggettivo e qualitativo, all’opposto dell’oggettività e della quantificazione necessarie per poter fare misure e valutazioni di carattere scientifico.
La difficoltà nell’impresa si riflette nel grande numero di proposte di criteri oggettivi da considerare per valutare la qualità di un sito Web (per il turismo o meno).
Criteri Numerosi ricercatori del settore hanno analizzato un cospicuo numero di siti Web (dedicati al turismo e non) con lo scopo di scoprire eventuali caratteristiche in comune tra quelli di maggior successo, ossia che realizzavano al meglio gli obiettivi per i quali erano stati creati.
Il fatto che ogni lavoro si focalizzi su criteri diversi fa capire come sia complessa l’impresa di trovare dei principi universali di qualità dei siti Web, anche perché la varietà dei loro contenuti e dei diversi contesti in cui vengono sviluppati danno luogo ad esperienze molto diverse tra loro, difficili da paragonare.Tuttavia, il fatto che vi siano anche dei fattori in comune tra le diverse proposte potrebbe indicare che esistono comunque dei principi generali che è bene seguire nella creazione di un sito Web.
Seguono i criteri di qualità dei siti Web secondo diversi ricercatori del settore della UX, in ordine cronologico di pubblicazione del relativo articolo.
Chen e Wells
1. Diver*mento 2. Capacità informa*va 3. Organizzazione
Chen H. & Wells W.D. (1999) “AUtude toward the site”, Journal of Adver*sing Research 39(5), pp.27-‐37
Lin e Lu
1. Qualità dell’informazione 2. Tempo di risposta 3. Accessibilità al sistema
Lin J.C.C. & Lu H. (2000) “Towards an understanding of the behavioral inten*on to use a website”, Interna*onal Journal of Informa*on Management 20, pp.197-‐208
Liu e ArneD
1. Qualità delle informazioni e dei servizi 2. Uso del sistema 3. Diver*mento 4. Qualità del design del sistema
Liu C. & Arne; K.P. (2000) “Exploring the factors associated with website success in the context of electronic commerce”, Informa*on & Management 38, pp.23-‐33
Loiacono 1. Appropriatezza delle informazioni al compito 2. Comunicazione personalizzata 3. Facilità di comprensione 4. Intui*vità delle operazioni 5. Tempo di risposta 6. A;raUvità visiva 7. Innova*vità 8. A;raUvità emo*va 9. Fiducia 10. Completezza online 11. Vantaggio rela*vo 12. Coerenza dell’immagine
Loiacono E.T. (2000) “WebQualTM a website quality instrument”, doctoral disserta*on, University of Georgia, Athens
Zhang e von Dran 1. Contenuto informa*vo 2. Risulta* conosci*vi 3. Diver*mento 4. Privacy 5. Empowerment dell’u*lizzatore 6. Aspe;o visivo 7. Supporto tecnico 8. Navigazione 9. Organizzazione delle informazioni 10. Credibilità 11. Imparzialità
Zhang P. & von Dran G.M. (2001) “User expecta*ons and rankings of quality factors in different website domains”, Interna*onal Journal of Electronic Commerce 6(2), pp.9-‐33
Ranganathan e Ganapathy
1. Contenuto informa*vo 2. Design 3. Sicurezza 4. Privacy
Ranganathan C. & Ganapathy S. (2002) “Key dimensions of business-‐to-‐consumer websites”, Informa*on & Management 39, pp.457-‐465
Aladwani e Palvia
1. Adeguatezza tecnica 2. Qualità del contenuto 3. Contenuto specifico 4. Aspe;o grafico
Aladwani A.M. & Palvia P.C. (2002) “Developing and valida*ng an instrument for measuring user-‐perceived web quality”, Informa*on & Management 39, pp.467-‐476
I l l a v o r o d i A l a d w a n i e P a l v i a è particolarmente significativo, se non altro per il titolo, che racchiude i concetti e i problemi fondamentali di questo tipo di attività che una DMO deve affrontare.
“Developing and validating an instrument for measuring user-perceived web quality”
“measuring quality”: sembra quasi una contraddizione – a essere misurata solitamente è una quantità. Il titolo mette in risalto la novità di questo contesto: la quantificazione di proprietà essenzialmente qualitative.
“user-perceived”: bisogna ricordarsi che il focus è sempre incentrato sull’utente del sito.
Fuchs, Höpken, Wöckl, Lehmann 1. Design d’ingresso 2. Pagamento e sicurezza 3. Esposizione dei prodoU 4. Impressione del conta;o 5. Mul*medialità 6. Assistenza 7. Des*natari 8. Performance del sito 9. Informazioni di vendita incrociata 10. Condizioni legali 11. Marchio 12. Rilevanza delle informazioni 13. Quan*tà di informazioni 14. Profondità delle informazioni
Fuchs M., Höpken W., Wöckl J., Lehmann P. (2006) “Des*na*on Website Evalua*on using Technology Acceptance Models”, Research@EyeforTravel, Axon, London, pp.87-‐100
Di tutti questi studi approfondiamo in particolare il modello teorico proposto da Polizzi nel testo “La comunicazione della dest inaz ione tur is t ica a l tempo d i Internet” (McGraw-Hill, 2010)
Polizzi ritiene che la qualità di un sito Web per il turismo sia un fenomeno con forti connotati di carattere sociologico. Per questo motivo adotta per la sua indagine un modello proposto nel contesto della sociologia da Parsons nel 1951 (“The Social System”, Free Press; traduzione italiana: “Il sistema sociale”, Comunità, 1965).
Il modello di Parsons è basato su uno schema chiamato AGIL, acronimo di Adaptation, Goal attainment, Integration, e Latent pattern maintenance: quattro fenomeni che secondo Parsons caratterizzano ogni fenomeno sociale e quindi, secondo Polizzi, caratterizzano anche la qualità percepita dagli utenti dei siti Web per il turismo.
Il modello AGIL di Parsons
• A: Adapta*on, l’organizzazione che ges*sce la des*nazione turis*ca si deve ada;are all’ambiente circostante: in questo contesto, il Web. Quali sono gli strumen* e le risorse usate per comunicare la des*nazione a;raverso il Web?
• G: Goal-‐A;ainment, l’organizzazione che ges*sce la des*nazione turis*ca ha l’obieUvo di veicolare informazione rela*va alla des*nazione e a rela*vi prodoU al potenziale acquirente.
Il modello AGIL di Parsons
• I: Integra*on, il sito Web dedicato a una des*nazione turis*ca ha anche lo scopo di supportare il mantenimento e lo sviluppo di una rete di relazione tra i suoi u*lizzatori.
Il modello AGIL di Parsons
• L: Latent pa;ern maintenance L’organizzazione che ges*sce la des*nazione turis*ca vuole, tramite il sito Web, posizionarsi in maniera riconoscibile, presentando e conservando il proprio modello latente (insieme di valori e cara;eris*che che la dis*nguono dalle altre).
Il modello AGIL di Parsons
I quattro concetti base del modello di Parsons sono stati interpretati come quattro dimensioni di qualità di un sito Web per il turismo.Polizzi e i suoi collaboratori hanno espanso questa analisi conducendo una rassegna della letteratura internazionale che mira a individuare gli indicatori di qualità di un sito, con lo scopo di riconoscere quelli più utili a misurare le quattro dimensioni sopraindicate.
Il risultato di tale analisi è una lista di 12 indicatori, elencati di seguito.
Tali indicatori forniscono un possibile percorso da seguire nella procedura di misurazione della qualità di un sito Web per il turismo.
Non si tratta di un risultato definitivo: sicuramente vi sono aspetti migliorabili, ma è comunque una delle metodologie più complete che si trovano in letteratura.
AGIL: indicatori di qualità • A1: accessibilità del sito
– reperibilità a;raverso motori di ricerca – velocità di apertura della home page – accessibilità ai diversamente abili
• A2: navigabilità del sito – strumen* per navigazione: search, mappa – link di navigazione – scorribilità delle pagine
• A3: interfaccia grafica del sito – leggibilità tes* scriU – qualità delle immagini
• A4: internazionalità del sito – disponibilità di diverse lingue
AGIL: indicatori di qualità • G1: informazioni sul territorio – sezioni informa*ve rela*ve al territorio
• collocazione geografica, risorse storiche, naturali, ar*s*che culturali, even* in programma
• G2: informazioni sul turismo – sezioni informa*ve rela*ve al turismo
• prodoU alimentari, paccheU turis*ci, escursioni, servizi di alloggio, servizi di trasporto, ristorazione
• G3: commercio ele;ronico – opzioni di ricerca per creazione paccheU – prenotazioni online, info su prenotazioni offline – acquis* di prodoU online, info su acquis* offline
AGIL: indicatori di qualità • I1: legame con il territorio – presenza di link verso i si* di is*tuzioni, aziende e associazioni regionali
• I2: pubblici di riferimento della comunicazione – comunicazione dire;a a segmen* di pubblico
• viaggiatori, residen*, operatori turis*ci, intermediari turis*ci, organi di informazione
• I3: interaUvità del sito – possibilità di conta;o, condivisione di informazione, passaparola telema*co (share, like, retweet…), personalizzazione del sito
AGIL: indicatori di qualità
• L1: Riconoscibilità del sito – iden*tà grafica • logo, immagini, layout
– iden*tà valoriale • principi guida dell’organizzazione e degli operatori
• L2: Intra;enimento del sito – album foto, sfondi da scaricare, video della località, brani da ascoltare e scaricare, giochi
A partire dai 12 indicatori di qualità, Polizzi ha sviluppato una lista di 154 variabili di controllo (caratterizzanti o meno un sito Web per il turismo) che possono essere usate per avere una valutazione della qualità di un sito.
Lo schema con le 154 variabili è presente in appendice al testo della Polizzi.
Esercizio: analizzare il sito Web ufficiale di promozione turistica di una regione italiana secondo il questionario elaborato da Polizzi sulla base del modello sociologico di Parsons.
cs.unibg.it/verdicch/questionario_polizzi.pdf
cs.unibg.it/verdicch/usability_checklist.pdf
Nelle lezioni precedenti abbiamo visto diversi aspetti che una DMO deve affrontare per promuovere una destinazione oppure dei servizi attraverso un sito Web.
Abbiamo illustrato un esempio di CMS (Content Management System), e abbiamo studiato i principali indicatori di qualità di un sito Web.
In particolare, abbiamo notato che gli strumenti tecnologici a disposizione delle DMO possono essere utilizzati con livelli diversi di conoscenze informatiche.
In uno scenario in cui una DMO valuta la qualità del proprio sito e scopre delle opportunità di miglioramento che richiedono un intervento sulla struttura del sito, ci si può imbattere in un problema: la DMO ha presente il risultato che vuole ottenere ma non ha le conoscenze informatiche necessarie per attuare i cambiamenti necessari.
Naturalmente, la DMO ha la possibilità di acquisire, temporaneamente o in seduta stabile, le conoscenze necessarie, avvalendosi di professionisti informatici (Web designer, etc.) Perché abbia successo la comunicazione tra il committente
(la DMO che ha in mente un certo tipo di sito Web che permetta determinate interazioni con gli utenti) e il fornitore del servizio (in questo caso, i professionisti che si assumono l’incarico di realizzare il sito Web), occorre un linguaggio comune, chiaro e preciso.Dal momento che le interazioni con un sito Web contengono
una fondamentale componente grafica, tale linguaggio dovrà fornire un modo per rappresentare in maniera efficace tale componente: il linguaggio dovrà essere grafico. Provate a immaginare di dover descrivere una pagina Web
solo a parole: un disegno è molto più efficace (ottiene un risultato migliore) e efficiente (ottiene tale risultato in minor tempo).
Interactive Sketch Notationdi
Linowski Interaction Design(Canada)
Non si tratta di uno standard, perché la sua diffusione è ancora limitata e non si tratta di una convenzione adottata dalla maggior parte dei creatori di siti Web, ma è una proposta sicuramente interessante che ha lo scopo di creare un linguaggio comune per descrivere le dinamiche di un sito Web. Se anche non dovesse mai assurgere allo status di standard, se tutti i membri di una DMO decidono di adottarlo per discutere di siti Web, questo linguaggio può essere molto utile nel supporto del processo di creazione e miglioramento dei siti gestiti dalla DMO.
Che cosa intendiamo per “dinamiche” di un sito Web?Tutti gli aspetti del sito che cambiano nel tempo. Attenzione: abbiamo menzionato in passato il concetto di “pagina Web dinamica” ma quello era un termine tecnico: in questo contesto usiamo l’aggettivo ‘dinamico’ nel senso comune del termine.
Gli aspetti di un sito Web cambiano nel tempo principalmente per 2 motivi: perché il sito è stato costruito per modificare alcuni suoi aspetti nel tempo (ad es.: il sito Web si apre con un carosello di immagini che cambiano ogni 3 secondi), oppure perché l’utente ha eseguito un’azione (ad es.: è navigato a una pagina successiva cliccando su un link).
1) Ciò che un utente vede 2) Ciò che un utente fa
Concentriamoci per il momento sui cambiamenti che avvengono per mano dell’utente di un sito Web.La Interactive Sketch Notation (ISN) prevede l’uso di due colori per indicare gli oggetti presentati sul sito (blu) e indicare le azioni che un utente può eseguire sul sito (rosso).
L’idea base della ISN è di fare disegni delle pagine Web (esistenti o per il momento solo immaginate) che vogliamo descrivere. Si usa il colore blu per indicare gli oggetti sulla pagina su cui l’utente può agire (tipicamente con un click) e il colore rosso per indicare le transizioni da pagina a pagina causate dall’azione dell’utente. Per il resto si usa il nero.
Oggetti azionabili:tipicamente sono link nel testo (in blu e sottolineati)oppure dei pulsanti cliccabili (zone colorate in blu).
Eventi:vi sono numerosi eventi causabili dall’utente.Si può specificarne il tipo con una scritta sopra la freccia rossa di transizione.
Gli eventi più comuni: click, doppio click, click destro, passaggio col cursore su una zona, uscita del cursore da una zona, pressione di tasti sulla tastiera, scorrimento con la rotella. Se l’evento avviene all’estero del computer (es.:
grattare l’argentatura di una scheda per scoprire un codice da immettere nel sito), si aggiunge un piccolo disegno che rappresenta una persona.
Nel concepimento di un sito Web è essenziale ricordarsi che oggigiorno gli utenti accedono ai siti con una miriade di strumenti diversi, caratterizzati da schermi di forme e dimensioni diverse.
L a I S N c o n s i g l i a d i i n g l o b a r e n e l l a rappresentazione grafica del sito anche questo fattore.
S c h e r m o d i monitor con barra di scorrimento
Finestra per la scrittura di email
Schermo d i un Blackberry
Schermo d i un iPhone
A volte può essere utile rappresentare i contenuti di una p a g i n a a l completo.
I n t a l c a s o s i t r a s c u r a n o l e dimensioni dello s c h e r m o e l e eventuali barre di scorrimento e si d i s e g n a u n o schermo espanso (che non esiste nella realtà).
Ci si può concentrare su un angolo di una pagina…
…oppure su un e l e m e n t o i n particolare.
Per descrivere come un sito Web si evolve in un determinato caso d’uso, si costruisce uno scenario. Lo scenario avrà un titolo e un punto di inizio da cui, evento dopo evento, lo scenario si evolve.
Gli eventi che fanno evolvere la dinamiche di un sito possono essere legati a diversi fattori:
1) a un elemento particolare della pagina (ad es. il click su un bottone)
2) alla pagina intera o a nessun elemento in particolare (ad es. quando si preme “invio” sulla tastiera)
3) a una zona della pagina (ad es. quando il puntatore vi entra)
Gli eventi possono essere caratterizzati da interazioni multiple.
1) drag & drop (si clicca sul mouse, si muove il mouse tenendo premuto e poi si rilascia il bottone)
2) click multipli 3) diversi eventi possono
avveni re su l lo s tesso schermo (fare attenzione che i diversi scenari non si confondano)
Gli eventi possono essere condizionali, oss ia avvengono so lo se cer te condizioni sono verificate.
Gli eventi possono essere temporizzati.
1) istantaneo 2) con un ritardo
3) l’evento è una transizione con una certa durata
Quando gli eventi non sono causati dall’utente, vengono rappresentati in nero.
Esempi: carosello di immagini che scorrono in maniera automatica; un utente inattivo per più di 5 minuti fa scadere la sessione e la pagina cambia.
Tipi di utenti:se gli scenari descritti coinvolgono più di un tipo di utente, bisogna distinguerli anche da un punto di vista grafico.Ad es.: sviluppatore del sito, designer del sito, etc.
Alternative:se vi sono diverse p r o p o s t e s u l l e pagine, bisogna e t iche t ta r le per distinguerle con chiarezza.
Note per discussioni:etichettare con chiarezza i vantaggi, gli svantaggi, e i dubbi legati a determinate proposte.
Riferimenti:1) indicare con chiarezza le cose ancora da fare (to do list)2) indicare i riferimenti a file che devono essere controllati3) indicare i riferimenti per i documenti su cui prosegue lo scenario.
Linowski non considera la ISN una proprietà privata, ma l’ha condivisa con tutti (compreso chi scrive) attraverso Internet.L’uso di ISN è regolato per mezzo di condizioni elaborate da CreativeCommons, un’organizzazione no-profit con lo scopo di diffondere modalità di condivisione e uso di proprietà intellettuali attraverso Internet.
In particolare, la forma di regolazione d’uso di ISN ne prevede la distribuzione gratuita, l’uso anche commerciale, e la possibilità di modificarla e di estenderla.Chi la utilizza ha l’obbligo di nominare Linowski come creatore della notazione originale. Chi la modifica deve anche specificare che Linowski non è stato coinvolto in alcun modo nelle modifiche apportate.
Esercizio:scegliere un sito Web a piacere che promuova una destinazione turistica e descriverne gli aspetti più significativi per mezzo della ISN.