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Sommario Il Sistema Italia dispone tuttora di spazi di ... · nel mondo pag 2 Dopo il successo...

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ECONOMIA, NORMATIVE, OPPORTUNITÀ E OBIETTIVI ALL’ESTERO PER LE IMPRESE ITALIANE Sommario Anno 6° - 30 dicembre 2011 n. 19 Realizzata dal Sole 24 Ore in collaborazione con la Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese - Ufficio I - Coordinamento delle iniziative di internazionalizzazione del Sistema Paese - [email protected] AFRICA SUBSAHARIANA Previsioni di crescita in aumento anche nel 2012 pag 18 EVENTI Qatar, a marzo evento dedicato al made in Italy per abiti da sposa e wedding pag 5 DIPLOMAZIA ECONOMICA Il MAE rafforza i suoi strumenti per Promuovere l'Italia nel Mondo pag 6 ExTender: la Farnesina informa le imprese su gare e appalti all'estero pag 9 TURCHIA Ankara: un mercato in forte crescita anche per le imprese italiane pag 10 Ankara preme l'acceleratore su infrastrutture e trasporti pag 15 LE INTERVISTE Il Sistema Italia dispone tuttora di spazi di crescita nel mondo pag 2 Dopo il successo della prima edizione, Italian Wedding Dream è diventato una proficua occa- sione di promozione per le imprese italiane nel contesto economico qatarino. L’evento coinvol- ge le aziende dei settori abiti da sposa, da cerimonia e accessori, calzature, bomboniere, con- fetti, cioccolato, oggettistica, agenzie viaggio, lingerie e qualsiasi altra attinenza all’evento a pagina 5 Qatar, a marzo evento dedicato al made in Italy per abiti da sposa e wedding EVENTI Ministero degli Affari Esteri Il Sistema Italia dispone tuttora di spazi di crescita nel mondo Diplomazia Economica vicina alle imprese e decisa a essere punto di riferimento per la promozione di una efficace presenza dell'Italia nelle diverse aree del Mondo. Valorizzando anche l'enorme patrimonio scientifico culturale e di immagine del nostro Paese. È questo l'impegno che la Farnesina si è assunta per contribuire alla soluzione della difficile fase che sta attraversando l'economia italiana, come indica, nell'intervista che segue il Ministro degli Affari Esteri, Giulio Terzi di Sant’Agata a pagina 2
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E C O N O M I A , N O R M A T I V E , O P P O R T U N I T À E O B I E T T I V I A L L ’ E S T E R O P E R L E I M P R E S E I T A L I A N E

Sommario

Anno 6° - 30 dicembre 2011

n. 19

Realizzata dal Sole 24 Ore in collaborazione con la Direzione Generale per la Promozionedel Sistema Paese - Ufficio I - Coordinamento delle iniziative di internazionalizzazione

del Sistema Paese - [email protected]

AFRICA SUBSAHARIANAPrevisioni di crescita inaumento anche nel 2012

pag 1188

EVENTIQatar, a marzo evento dedicato al made in Italyper abiti da sposa e wedding

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DIPLOMAZIA ECONOMICAIl MAE rafforza i suoi strumenti per Promuoverel'Italia nel Mondo

pag 66

ExTender: la Farnesina informa le imprese su garee appalti all'estero

pag 99

TURCHIAAnkara: un mercato in forte crescita ancheper le imprese italiane

pag 1100

Ankara preme l'acceleratore su infrastrutture e trasporti

pag 1155

LE INTERVISTEIl Sistema Italia disponetuttora di spazi di crescitanel mondo

pag 22

Dopo il successo della prima edizione, Italian Wedding Dream è diventato una proficua occa-sione di promozione per le imprese italiane nel contesto economico qatarino. L’evento coinvol-ge le aziende dei settori abiti da sposa, da cerimonia e accessori, calzature, bomboniere, con-fetti, cioccolato, oggettistica, agenzie viaggio, lingerie e qualsiasi altra attinenza all’evento

a pagina 5

Qatar, a marzo evento dedicato al made in Italy per abiti da sposa e weddingEVENTI

Ministero degli Affari Esteri

Il Sistema Italia dispone tuttora di spazi di crescita nel mondoDiplomazia Economica vicina alle imprese e decisa a essere punto di riferimento per la

promozione di una efficace presenza dell'Italia nelle diverse aree del Mondo.

Valorizzando anche l'enorme patrimonio scientifico culturale e di immagine del nostro

Paese. È questo l'impegno che la Farnesina si è assunta per contribuire alla soluzione

della difficile fase che sta attraversando l'economia italiana, come indica,

nell'intervista che segue il Ministro degli Affari Esteri, Giulio Terzi di Sant’Agata

a pagina 2

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INTERVISTA AL MINISTRO DEGLI ESTERI

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Quali sono le priorità geografiche estrategiche della Diplomazia Econo-mica Italiana nel 2012?

Le priorità della Diplomazia EconomicaItaliana sono evidentemente legate adun obiettivo chiaro e, aggiungo, per noifondamentale: rafforzare la presenzadelle imprese italiane nei mercati este-ri, con particolare attenzione verso iPaesi emergenti.Nelle nostre strategie questo equivale amettere in campo azioni, attività e strumen-ti per rafforzare la capacità di proiezioneestera del sistema produttivo italiano nelsuo insieme, grazie al coordinamento de-gli interventi ed alla stretta collaborazionecon gli attori del settore privato.Dal punto di vista geografico, l'Italia devepreservare e consolidare le proprie posi-zioni all'interno dei mercati maturi e muo-vere ogni passo possibile nella direzionedel rafforzamento nei Paesi emergenti: inAsia, America Latina ed Africa, regioni pernoi di grande interesse, nelle quali si gio-ca la vera partita del futuro. Vi sono signi-ficativi spazi di crescita per le relazioni eco-nomiche e commerciali e, consapevoli diciò, stiamo lavorando alacremente per unadecisa ed incisiva azione di promozionedel Sistema Italia.Vorrei però aggiungere un ulteriore ele-mento. L'attenzione rimane per noi mol-

to alta anche sul fronte interno, dove ab-biamo già in cantiere attività volte ad in-cidere su quei fattori che determinanouna, ahimé, debole capacità del nostroPaese di attrarre capitali dall'estero. È in fase di realizzazione, in collabora-zione con la Camera di Commercio de-gli Stati Uniti, una survey che ha comedestinatarie le imprese americane pre-senti in Italia, finalizzata a catturare il lo-ro punto di vista sulle problematiche chegli operatori stranieri incontrano nella lo-ro attività quotidiana sul nostro territo-rio, facendo allo stesso tempo sentireloro la vicinanza delle Istituzioni.

Giulio Terzi di Sant’Agata

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Fare Sistema all'estero è uno deicompiti che il Ministero si prefiggenella sua azione di promozione ed as-sistenza delle imprese italiane al-l'estero. Cosa si intende più in detta-glio con questo termine?

Fare Sistema vuol dire fare un gioco disquadra: quanto più forte sarà la coesio-ne tra tutti i giocatori, tanto più alta sa-rà la probabilità di successo. Oltre allacoesione serve però anche un buon co-ordinamento e in questo senso il Mini-stero gioca sicuramente un ruolo deter-minante per la sua capacità di operarein sinergia con tutti gli attori del SistemaPaese, a partire dall'azione propulsivacondotta all'interno della Cabina di Re-gia, di concerto con il Ministero dello Svi-luppo Economico e delle Infrastrutture;grazie al costante lavoro di raccordo conla rete di Ambasciate e Consolati italia-ni nel mondo; tramite il coordinamentodelle attività di internazionalizzazionerealizzate dalle autonomie territoriali; at-traverso il costante dialogo e la fattivacollaborazione con gli interlocutori piùqualificati del settore privato.Siamo consapevoli, infine, che il raffor-zamento della presenza italiana all'in-

terno delle istituzioni finanziarie interna-zionali, che molto spesso riescono a co-stituire delle importanti fonti di finanzia-mento per progetti infrastrutturali di va-sta portata, soprattutto nei Paesi in viadi sviluppo, costituisca un aspetto su cuilavorare per favorire la penetrazionedelle nostre imprese in questi contesti.Non bisogna poi dimenticare che il no-stro Paese è portatore di un'immensacultura in termini di patrimonio artisticoe culturale, un asset di importanza stra-tegica che può contribuire in modo de-cisivo a costruire il soft power dell'Italiaall'estero. Per questo sono convinto della neces-sità di affiancare alla diplomazia econo-mica anche quella culturale e della ne-cessità di ragionare sempre più in un'ot-tica di "economia della cultura", che fac-cia di essa un volano di nuove opportu-nità per il sistema delle imprese. Per rispondere concretamente a que-st'esigenza, la recente riforma della Far-nesina ha dato vita ad una nuova Dire-zione Generale per la Promozione delSistema Paese che ci consente di in-quadrare in un unico ambito strategicogli aspetti di promozione economica,culturale e scientifica.

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Una richiesta diffusa delle impreseitaliane è quella di una maggiore fles-sibilità/rapidità nell'erogazione di vi-sti per attività di business da parte diAmbasciate e Consolati italiani al-l'estero. Ci sono iniziative previste inquesto senso?

Il Ministero degli Affari Esteri è consape-vole della fondamentale importanza ri-vestita dal rilascio di visti d'ingresso nelnostro Paese, attività essenziale per lacircolazione di imprenditori e uomini d'af-fari che, grazie al loro lavoro quotidiano,contribuiscono a costruire la trama di re-lazioni economiche e commerciali tra ilnostro sistema produttivo e i mercatiesteri. Un'attività, questa, che in ognimomento va bilanciata con l'obiettivo dicombattere i fenomeni di immigrazioneclandestina nel nostro Paese.Ciò detto, posso citare alcune cifre a te-stimonianza del crescente impegno del

Ministero degli Affari Esteri nel favorirela concessione di visti per ragioni d'af-fari e di turismo.Il 2010 ha fatto registrare un aumentodel 9%, rispetto all'anno precedente,nelle domande di visto trattate dalla no-stra rete diplomatico-consolare, dato cuihanno contribuito principalmente i vistiper affari e turismo, che hanno raggiun-to il massimo storico di oltre 1 milione e200 mila.Rispetto all'anno precedente si sono re-gistrati aumenti superiori al 30% nel nu-mero di visti concessi a favore di cittadi-ni della Federazione Russa, della Re-pubblica Popolare Cinese e della Tur-chia, mentre sono aumentati del 10% i vi-sti concessi a favore di cittadini indiani. Mosca, Shanghai, Pechino e Mumbai siconfermano in testa alla classifica pernumero di visti rilasciati, a testimonian-za di una crescente attenzione per que-sto aspetto evidenziato.

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Nel marzo 2012 si svolgerà in Qatar laseconda edizione dell'Italian WeddingDream, un evento con inviti selezionati,accompagnato da uno spazio espositi-vo, dedicato all'abbigliamento e a tuttociò che riguarda gli acquisti legati ai ma-trimoni, organizzato dall'Italian Busi-ness Council in Qatar. Previsti ancheuna sfilata inaugurale, incontri B2B coni principali buyer locali, un Make Up Labnel corso del quale due make up artistItaliane truccheranno le modelle e leospiti Vip e una Fitting Room per appun-tamenti con le clienti che desiderasse-ro ordinare degli abiti su misura e com-prare direttamente a fine esposizione iprodotti. In Qatar, come in tutti i Paesiarabi, il matrimonio viene celebrato con

grande fasto ed il budget che viene de-stinato all'evento è decisamente signifi-cativo. Si calcola che nel Paese ogni an-no si spendano 400 milioni di dollari l'an-no per prodotti e servizi nel settore noz-ze. Gran parte dei prodotti vengono ac-quistati all'estero o fatti su misura dasartorie locali alle quali manca peròun'adeguata esperienza di design e sti-le, per questo motivo il prodotto Made InItaly ha delle ottime chance di succes-so anche perché l'evento sarà soppor-tato da una pianificata campagna pro-mozionale. Per ulteriori informazioni si può contatta-re direttamente IBCQ. E-mail: [email protected] - tel. 00974 55472952 -sito web: www.ibcqatar.com

TESSILE E ABBIGLIAMENTO

Qatar, a marzo evento dedicato al madein Italy per abiti da sposa e wedding

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La presenza delle imprese italiane suimercati mondiali è un obiettivo irrinun-ciabile per la crescita e il benessere delnostro Paese. A cui il Ministero degliAffari Esteri (MAE) è impegnato a con-tribuire in modo attivo, con una recenteriforma che coinvolge obiettivi, organiz-zazione e iniziative gestiti dalle struttu-re centrali e dalla rete formata da 400Sedi tra Ambasciate e Consolati, Rap-presentanze Permanenti, Istituti diCultura e Sezioni per la Promozionedegli Scambi, dislocati in tutto il mon-do. Come si articola, concretamente,questo sostegno?Il primo intervento riguarda il flusso di in-formazioni che la rete mondiale del MAEè in grado di produrre sulle opportunitàesistenti sui diversi mercati e che vieneaggiornato grazie all'attività delle Amba-sciate e delle altre strutture estere chesono in costante rapporto con le Istitu-zioni e con i principali soggetti economi-

ci dei Paesi in cui operano. Questo, inaggiunta al sostegno fornito localmentealle imprese italiane che sono presentio che intendono inserirsi o comunquevalutare quei mercati. La riforma, prevede che le diverse Sedidiplomatiche d'ora in poi, operino conuna programmazione pluriennale degliobiettivi, bilanci gestiti in modo autono-mo e la possibilità di raccogliere fondiper aggregare le imprese e altri sogget-ti in iniziative collettive di promozione inloco del Sistema.

Un'azione di Sistema

Si è investito anche nel coordinamentocon altri attori del Sistema Paese: le or-ganizzazioni imprenditoriali territoriali e dicategoria, il sistema bancario, le Regio-ni e altri soggetti pubblici e privati.

INIZIATIVE

Il MAE rafforza i suoi strumenti per Promuovere l'Italia nel Mondo

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La Cabina di Regia, co-gestita dal MAEcon il Ministero dello Sviluppo Eco-nomico e delle Infrastrutture, è il prin-cipale strumento di coordinamento, cuisi affiancano anche i numerosi Consi-glieri Diplomatici dislocati nei grandigruppi economici e bancari e nelle prin-cipali istituzioni economiche nazionali.Quest'azione si traduce in una gammadi iniziative congiunte, che coprono di-versi obiettivi: le Missioni di Sistema,finalizzate ad aprire canali di comunica-zione istituzionali e a valorizzare l'im-magine complessiva delle capacità delnostro Paese, su mercati consideratistrategici. Le Presentazioni in Italia deiPaesi di interesse prioritario mirate adapprofondire le nuove opportunità che siaprono per le imprese e per altri sogget-ti (università, strutture sanitarie, ecc)nelle diverse aree del mondo. I Road-show presso università estere (Invest

your Talent in Italy) e le altre iniziativemirate ad attrarre in Italia risorse uma-ne qualificate e più in generale a pro-muovere l'internazionalizzazione del no-stro sistema universitario. I convegni egli incontri su settori strategici della ri-cerca organizzati dalle sedi estere conl'obiettivo di promuovere programmicongiunti con enti e consorzi di ricercastranieri.Si aggiungono poi strumenti specifici co-me la banca dati ExTender (http://ex-tender.esteri.it) con informazioni e an-ticipazioni (early warning) su gare e ap-palti internazionali, la Newsletter Diplo-mazia Economica Italiana e il Notizia-rio Economico Farnesina con segna-lazioni quotidiane di opportunità econo-miche raccolte da Consolati e Amba-sciate, sviluppati in collaborazione conil Sole 24 ore Radiocor (www.notizia-riofarnesina.ilsole24ore.com); i Rap-

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La home page del portale extender

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porti Paese elaborati dagli Uffici com-merciali delle Ambasciate insieme alleSezioni per la Promozione degli Scam-bi, sulla congiuntura e le opportunitàeconomiche nei diversi Paesi(www.rapportipaesecongiunti.it); ilnotiziario Europa nel Mondo con infor-mazioni quotidiane sulle iniziative eco-nomiche della UE all'esterno dell'areacomunitaria (www.europanelmondo.il-sole24ore.com/EU) sempre in collabo-razione con Radiocor Sole 24 Ore.

Più snelliIn concomitanza con la Riforma è statodrasticamente ridotto il numero delle Di-rezioni Generali che sono scese da 13a 8, mutando la precedente segmenta-zione per aree geografiche in una foca-lizzazione per obiettivi. Accanto alle re-lazioni politiche e a quelle concernentila sicurezza globale emergono infatti itarget della mondializzazione, con le re-

lative tematiche legate al commercio ealla partecipazione dell'Italia alle istitu-zioni e ai negoziati multilaterali, l'inte-grazione europea e infine, più diretta-mente a sostegno delle imprese, la Di-rezione Generale per la Promozionedel Sistema Paese. La nuova Direzio-ne opera secondo un approccio integra-to nella promozione all'estero dell'Italia,rappresentandone non solo le compo-nenti economiche, ma anche quelle cul-turali, scientifiche e tecnologiche in ma-niera collegata tra loro. Tra i suoi compiti specifici, quello di ap-profondire la conoscenza dei mercati edelle relative opportunità, di promuove-re gli investimenti da e verso l'Italia fina-lizzati all'internazionalizzazione e, ulti-mo ma non meno importante, di soste-nere l'immagine e la presenza globaledell'Italia, includendo anche i vettori rap-presentati dai flussi turistici verso il no-stro Paese e dalla conoscenza e diffu-sione nel mondo della cultura e dello sti-le di vita italiani.

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La Home page di Raportipaesecongiunti.it

Leggi gli aggiornamenti suwww.notiziariofarnesina.ilsole24ore.com

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ExTender è un sistema informativo gra-tuito, realizzato dalla Farnesina in col-laborazione con Unioncamere, Assoca-merestero, ex-ICE e Confindustria apartire dal 2003 fruibile on line all’indi-rizzo http://extender.esteri.it.La finalità principale di ExTender è quel-la di favorire il rafforzamento della pre-senza delle imprese italiane sui mercatistranieri, attraverso la diffusione capilla-re sul territorio italiano delle informazio-ni concernenti le opportunità di inve-stimento e di affari all'estero, ovvero:- Gare d'appalto internazionali per lafornitura di beni, prestazione di ser-vizi o realizzazione di opere;- Early Warning: anticipazioni di gare egrandi progetti. Il carattere anticipatoriodelle informazioni è fondamentale in quan-to costituisce una risorsa strategica per fa-vorire la competitività del sistema impren-ditoriale italiano sui mercati esteri;- Studi settoriali/Analisi Paese;- Programmi pluriennali di sviluppo.

Funzionamento e fruizioneLe informazioni vengono immesse quo-tidianamente da tutta le Rete diploma-tico-consolare, dalle Camere di Com-mercio Italiane all'estero e dalle Se-zioni per la Promozione degli Scam-bi (ex Ice) nel mondo. Un network di ol-tre 400 strutture che mette a disposizio-ne del sistema imprenditoriale italianola propria esperienza sui mercati esteriper l'individuazione di nuovi traguardi diinternazionalizzazione. Per beneficiare delle informazioni presen-ti nel sistema, è sufficiente procedere aduna semplice registrazione on-line, indi-cando i settori e i mercati di interesse; co-sì facendo il sistema - attraverso un mec-canismo di matching - fornirà un serviziopersonalizzato all'utente.

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STRUMENTI

ExTender: la Farnesina informa le imprese su gare e appalti all'estero Un sistema informativo gratuito fruibile on line realizzato incollaborazione con Unioncamere, Assocamerestero, ex-ICE e Confindustria

Distribuzione geografica gare d’appalto (gen-nov 2011)

Africa Sub Sahariana

Americhe

Asia e Oceania

Europa

Mediterraneo e Medio Oriente

Distribuzione geografica early warning (gen-nov 2011)

informazioni erogateGare 42.000

Early Warning Oltre 5.000

Utenti iscritti Circa 9.000

I numeri del sistema

Africa Sub Sahariana

Americhe

Asia e Oceania

Europa

Mediterraneo e Medio Oriente

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Una crescita che sta superando tutte leaspettative: i dati dell'Istituto di statisti-ca della Turchia (Tuik) confermano laperformance economica del Paese do-po l'eccezionale aumento (+ 11% su ba-se annua) registrato dal PIL del Paesenel primo trimestre 2011. La Turchia vie-ne oggi indicata come la terza economiaemergente in grado di superare (quasi)tutti gli ostacoli che in passato avevanorallentato il definitivo decollo del Paese.Come l'inflazione, ad esempio. Il dato èormai sceso al 4,6% su base annua, cherappresenta un minimo nell'arco degli ul-timi 40 anni. E questo ha anche consen-tito alla Banca Centrale di effettuare unadrastica riduzione dei tassi che si è tra-smessa, con effetti positivi, all'insiemedel sistema bancario. La remunerazionedei depositi a breve termine, ad esem-pio, è scesa al 5,75%.

Stimoli all'economiaAnkara sta raccogliendo anche i fruttidella politica proattiva con cui avevascelto di reagire alla crisi del 2009, conun primo pacchetto di provvedimenti te-si a stimolare l'economia nazionale perun ammontare di circa 2,7 miliardi di eu-ro a cui ha fatto seguito una serie coe-rente di nuove misure a favore delle PMIche rappresentano uno dei pilastri delsistema. Sono oltre 8 milioni le piccoleimprese industriali, artigiane e di servi-zi che operano in Turchia. Lo strumen-to adottato è consistito soprattutto nel-l'apertura di canali agevolati di finanzia-menti sia pure per importi contenuti e inuna riduzione dei tassi di interesse.Anche sul fronte dei conti pubblici i se-gnali sono positivi. L'incidenza sul PILdel debito dello Stato che nel 2009 era

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ECONOMIA

Ankara: un mercato in forte crescitaanche per le imprese italianeMeccanica strumentale al primo posto nelle nostre esportazioniche nel 2011 sono cresciute del 40%. Macchine utensili emeccanotessile guidano la classifica. Ma le tecnologieambientali, le specialità chimiche e la filiera mobile arredooffrono interessanti spazi di crescita

Ankara, veduta aerea

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salita dal 39,5 al 45,5%, è di nuovo sce-sa al 41,6% nel 21010. Il rapporto defi-cit pubblico/PIL, che nel 2009 si era at-testato al 5,7% nel 2010 è sceso al3,3%, quasi dimezzandosi rispetto al-l'anno precedente e al di sotto del livel-lo programmato dal Governo del 4,7%.Ugualmente, nei prossimi mesi si preve-de che il Governo sarà impegnato a con-tenere la crescita della spesa pubblicae ad aumentare gli introiti fiscali, ancheper rispettare gli obbiettivi del program-ma 2012-2014. Frenare la crescita in-controllata della domanda interna è im-portante anche ai fini di un consolida-mento della bilancia commerciale, cherappresenta, attualmente, una dellemaggiori preoccupazioni del Governo.

Privatizzazioni sì ma con cautela

Sul fronte delle privatizzazioni, conclu-so il primo ciclo, l'attenzione è ora rivol-ta al settore delle infrastrutture inclusi idue ponti sul Bosforo, diverse tratte au-tostradali e alcuni porti. Si aggiunge unalista di altre attività che includono le lot-terie nazionali, i maggiori zuccherifici delPaese, diversi impianti petrolchimici eutilities, gli istituti bancari tuttora di pro-prietà statale, alcuni impianti di produ-zione del tè, le miniere di carbone, ligni-te e sale. Le entrate preventivate potreb-bero superare i 10 miliardi di dollari Usa,ma il programma procede con cautelaanche perché, obiettivamente, il mo-mento non è favorevole.

Non mancano comunque pressioni inter-ne ed esterne per estendere la liberalizza-zione dei mercati al settore elettrico, delgas, degli alcolici e della telefonia fissa.

Peggiora la bilancia commercialeIl maggiore fattore di squilibrio di questoprocesso è invece rappresentato dal-l'andamento della bilancia commercialeche ha registrato un graduale peggiora-mento nel tempo e che nel maggio diquesto anno ha raggiunto il 9% del Pil.Nel 2010, su un interscambio comples-sivo di 300 miliardi di dollari, il saldocommerciale è risultato in rosso per 71,6miliardi di dollari (+85 % su base annua).La tendenza è confermata dai dati del-l'Istituto di statistica, che segnala un in-cremento (nel periodo gennaio-giugno2011) del 43% delle importazioni e del20% delle esportazioni. Il motivo princi-pale di questa divaricazione risiede nelfatto che la Turchia importa quasi tuttele materie prime e quasi tutto il gas ed ilpetrolio che consuma. Questa rigidità sul fronte delle importa-zioni impedisce al Paese di trarre pienovantaggio dall'indebolimento del cam-bio, nei primi sette mesi del 2011, il va-lore della lira turca è diminuito rispettoa quello dell'euro di circa il 14%.Il Paese è comunque riuscito fino ad og-gi a compensare il deficit commercialegrazie ad un ingente afflusso di capitaliesteri, attratti anche dal differenziale diinteressi della lira turca rispetto alle prin-cipali valute internazionali. Anche se, inseguito alla riduzione dei tassi, il feno-

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Istanbul - Il ponte sul Corno d’Oro

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meno è attualmente in calo. In maggiol'afflusso di capitali esteri si era ridottoa 6,4 miliardi di dollari, rispetto ai 9,2 mi-liardi dei mesi precedenti. Un altro fronte su cui il Governo di An-kara è impegnato è quello della lotta al-la disoccupazione. La percentuale dipersone in cerca di lavoro è rimasta nel-l'ultimo anno intorno al 12%. Preoccupala concentrazione del fenomeno in alcu-ne aree specifiche con particolare ri-guardo al sud-est del territorio turco, tut-tora caratterizzate da un livello econo-mico ancora arretrato. Infine va rilevatoche anche in Turchia esistono ampie fa-sce di economia sommersa.

Un grande mercato per i macchinari italiani

In questo contesto, sostanzialmente posi-tivo seppure con qualche ombra, la Tur-chia si conferma anche per le aziende delSistema Italia, come uno dei mercati più di-namici. Nei primi otto mesi del 2011, il va-lore dell'interscambio commerciale tra idue Paesi è stato di 14,84 miliardi di dol-lari con una crescita su base annua chesfiora il 40%. Le esportazioni italiane in Tur-chia (soprattutto beni strumentali e inter-medi) ammontano a 9,3 miliardi di dollari(+45% annuo) e le importazioni da questoPaese a 5,5 miliardi (+31% annuo).

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Principali settori dell'export italiano

in Turchia

Importazioni

dall'Italia

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su base

annua

Importazioni

totali della

Turchia

Quota

dell'Italia

sull'import

Macchine di impiego generale 2.125.585.799 86,9 12.120.663.717 17,53%

Prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio 1.061.071.891 111,0 9.964.915.032 10,65%

Prodotti chimici di base, fertilizzanti e composti

azotati, materie plastiche e gomma sintetica in

forme primarie

479.923.102 35,5 12.442.246.712 3,86%

Prodotti della siderurgia 453.012.620 7,7 6.569.509.966 6,90%

Parti ed accessori perautoveicoli e loro motori 401.157.555 35,3 3.996.528.194 10,04%

Autoveicoli 394.874.849 40,9 8.027.719.115 4,92%

Altri prodotti chimici 337.204.054 33,3 3.104.318.627 10,86%

Filati di fibre tessili 229.116.746 32,7 3.141.150.608 7,29%

Altri prodotti in metallo 212.107.367 23,4 2.075.802.468 10,22%

Medicinali e preparati farmaceutici 207.750.039 -13,1 2.909.381.657 7,14%

Motori, generatori e trasformatori elettrici,

apparecchiature per la distribuzione e il con-

trollo dell'elettricità

203.267.484 27,2 2.328.262.784 8,73%

Articoli in materie plastiche 168.654.645 23,3 1.660.216.212 10,16%

Gioielleria, bigiotteria e articoli connessi, pietre

preziose lavorate

131.360.165 25,6 369.226.654 35,58%

Pasta-carta, carta e cartone 121.377.810 32,0 2.263.722.452 5,36%

Articoli in gomma 112.397.138 22,4 1.009.336.701 11,14%

Altri prodotti tessili 104.721.083 14,1 1.086.417.398 9,64%

Articoli di abbigliamento, escluso l'abbigliamen-

to in pelliccia

71.596.962 24,5 1.738.817.858 4,12%

Apparecchi per uso domestico 70.601.491 20,5 726.721.013 9,72%

Articoli di maglieria 14.066.897 32,1 286.887.499 4,90%

Prodotti di elettronica di consumo audio e

video

9.854.334 230,8 944.202.244 1,04%

Frutta e ortaggi lavorati e conservati 4.139.402 250,6 149.619.908 2,77%

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Nel 2010 le importazioni turche di prodot-ti e sistemi di meccanica strumentale han-no totalizzato 23,5 miliardi di dollari e inquesto contesto l'Italia copre una quota dimercato pari, circa al 18%.La Turchia, quindi, si conferma come unmercato di sbocco strategico per i produt-tori italiani di macchine lavorazione metal-li, macchine tessili, macchine lavorazionepelli e calzature, macchine imballaggio,macchine lavorazione plastica, macchinelavorazione legno, macchine lavorazionemarmi. Un flusso agevolato anche dallecaratterisiche dimensionali e imprendito-riali dei corrispondenti settori di utilizzazio-ne in Turchia (filiera tessile e abbigliamen-to, pelletteria, mobile, meccanica e auto-motive, agroalimentare, costruzioni), pre-sidiati da aziende di medie dimensioni chefanno capo a gruppi imprenditoriali di im-pronta famigliare e molto dinamici. Di se-guito alcuni dettagli.Macchine e filiera tessile La filiera tessile edell'abbigliamento è uno dei settori trainan-ti dell'export turco presidiato da operatorimotivati a un continuo aggiornamento tec-nologico. Nel 2010 le esportazioni italianein Turchia di macchine tessili hanno tota-lizzato 119 milioni di euro, contro i 57 mi-lioni dell'anno precedente. Nel periodogennaio-giugno 2011 sono state di oltre107 milioni con una variazione su base an-nua pari al +137%, mentre la variazionepercentuale delle importazioni è del + 9,7% rispetto allo steso periodo. I rapporti trai due Paesi nella filiera tessile operano co-munque in più direzioni.

Importatrice di tecnologia, la Turchia è pe-rò anche esportatrice di prodotti. Nel 2010ha esportato in Italia tessuti e filati per 519milioni d euro e capi di abbigliamento per415 milioni. Non è comunque un flusso asenso unico. Va rilevato infatti che crescen-te attenzione dell'industria turca alla qua-lità del prodotto finito comporta anche unaumento nella domanda di tessuti e filatipregiati. E l'Italia gioca un ruolo importan-te anche sotto questo profilo in quanto pri-mo fornitore con con una quota pari al 26%dell'import complessivo di questi prodottiper un valore pari a 334 milioni di euro. Considerazioni analoghe si estendono an-che all'abbiglimento. Nel primo semestredel 2011 le esportazioni turche in questosettore sono state di 328 milioni di eurocon un aumento del 13% su base annua.Ma anche le esportazioni dall'Italia (soprat-tutto prodotti di fascia medio-alta) sono sta-te rilevanti. Hanno totalizzato 180 milionidi euro con un aumento su base annua su-periore all'81%. In prospettiva il mercatoturco si presenta come particolarmente re-cettivo anche per i tessili tecnici impiegatinel settore medico-ospedaliero, in quellodell'auto agricolo e nelle filiere agricole,dell'arredamento e così via. Macchine utensili Nella prima metà del2011, le importazioni turche sono state550 milioni di dollari di cui circa 35/40milioni dall'Italia. L'Italia si colloca, inquesto comparto, al secondo posto tra ifornitori del Paese, dopo la Germania(che ha valori i pressoche doppi) e da-vanti a Taiwan che invece è su livelli lie-

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Un laboratorio di pelletteria nella provincia di Hatay

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vemente inferiori. Va rilevato comunqueche anche in Turchia la produzione loca-le di macchine per la lavorazione dei me-talli sta crescendo con un fatturato cheammonta, in valore, a circa 700 milionidi dollari e con esportazioni pari a450/500 milioni. La piattaforma industria-le del comparti sta notevolmente miglio-rando dal punto di vista tecnologico, connon meno di 200 aziende produttrici. Varilevato che uno dei fattori di traino delmercato è il dinamismo dell'industria del-l'auto dove operano alcuni tra i più impor-tanti produttori mondiali di autoveicoli,con una capacità di oltre 1.500.000 uni-tà all'anno. La Turchia è diventata an-che, assieme alla Polonia, il principalepolo produttivo europeo di elettrodome-stici. Sono tutti settori che richiedono uncrescente utilizzo di macchinari ad altocontenuto tecnologico, anche da partedella rete dei subfornitori locali. Macchine agricole Le importazioni turche dimacchine agricole ammontano a circa 350milioni di dollari anni di cui circa 60/70 mi-lioni dall'Italia. Nella prima metà del 2011le importazioni si sono assestate attorno a140 milioni di dollari di cui 30 /35 milioni dal-l'Italia. Il valore della produzione naziona-le ammonta a circa 550/600 milioni di dol-lari con tassi di crescita molto sostenuti (+33 % nel 2010). Va rilevato che l'agricoltu-ra continua a occupare un posto rilevantenell'economia turca. È un attività che siestende su 26 milioni di ettari, occupandopiù del 26% della forza lavoro e che con-tribuisce per oltre il 16% al pil del Paese.Accanto alle fornitura di macchine agrico-le, sul mercato turco, restano ampi spaziper la fornitura di atrezzature e sistemi uti-lizzati nella filiera zootecnica, nelle macchi-ne per la lavorazione dei raccolti (olivicol-tura, frutticultura ecc).

Protezione ambientale Secondo una recen-te stima, gli investimenti turchi, per i pros-simi anni, ammonteranno in questo setto-re a circa 8-10 miliardi di USD. I settori prio-ritari sono: utilizzo e sfruttamento di formealternative d'energia, riciclaggio dei rifiuti,trattamento delle acque, recupero e rici-claggio delle materie plastiche. L'opportu-nità è rappresentata anche dalle numero-se gare d'appalto indette dalle Municipali-tà, in questo settore, da gare internaziona-li o comunitarie, oppure da pacchetti finan-ziari bilaterali concessi soprattutto da USAe Germania. Mobili e componenti In Turchia sono regi-strate circa 3mila imprese operanti in que-sto settore che producono prevaletemen-te per il mercato interno ma che sono mol-te attive anche su quelli limitrofi con parti-colare riguardo a Russia e Repubblichedell'Asia Centrale. Nel primo semestre del2011 l'Italia ha esportato verso la Turchiamobili per 35,5 milioni e importato per unvalore di 13,1 milioni di euro con una va-riazione percentuale rispettivamente di +14,5 % e - 5,2 % rispetto allo stesso perio-do dell'anno precedente. L'Italia rifornisceun mercato di fascia media/medio-alta rap-presentata da mobili, accessori e articoli diilluminazione di alto design nonché mobi-li e accessori per cucine e bagni utilizzatinon solo nelle residenze private ma anchenel contract e nei progetti di complessi re-sidenziali chiavi in mano.Prodotti chimici Sono una tra le voci più im-portanti dell'import turco, per un ammon-tare pari a circa 25 /30 miliardi di dollari an-nui di cui circa 1,7 miliardi dall'Italia chefornisce al Paese soprattutto prodotti del-la chimica fine. Nella prima metà del 2011le importazioni turche sono state di 9 mi-liardi di dollari e l'Italia ha mantenuto la suaposizione con circa 700 millioni di dollari.

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Nel corso di un incontro tenutosi a Ro-ma presieduto da Giandomenico Ghel-la, Presidente del Comitato Lavori al-l'Estero dell'ANCE, a cui hanno parte-cipato il Responsabile della Divisione In-ternazionale della BIIS (Banca Infra-strutture Innovazione e Sviluppo),Marcello Mentini, gli Ambasciatori d'Ita-lia in Turchia, Gianpaolo Scarante e diTurchia a Roma, Hakki Akil e un foltonumero di imprenditori, si è svolta unatavola rotonda sulle Infrastrutture turchein cui è stato presentato un quadro com-plessivo dei principali programmi di in-vestimento turchi nel settore delle infra-strutture.

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STRUMENTI

Ankara preme l'acceleratore su infrastrutture e trasportiGli investimenti maggiori saranno concentrati sulla reteferroviaria, inclusa l'Alta Velocità e su quella stradale

I progetti nell'Alta Velocità

1. Ankara-Izmir (624 km)

2. Halkali Kapikule (30 km)

3. Ankara-Sivas 466 km)

4. Sivas-Kars Project (714 km)

5. Eskisehir-Antalya (426 km)

6. Konya-Karaman-Ulukisla-Mersin (341 km)

7. Bandirma-Izmir (245 km)

8. Bandirma-Bursa (186 km)

9. Yerköy-Sefaatli-Kayseri (142 km)

10. Kirikkale-Çorum-Samsun (285 km)

11. Trabzon-Erzincan (337 km)

12. Sincan-Çayirhan-Istanbul (409 km)

13.Antalya-Konya-Aksaray-Nevsehir-Kayseri (550 km)

Il primo treno turco ad alta velocità

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Di seguito sono indicati lo stato attualedelle opere in corso e le maggiori inizia-tive da realizzare entro la data target del2023 che coincide con il 100° anniver-sario della costituzione della Repubbli-ca turca. Per quanto riguarda i finanziamenti è darilevare che nella maggior parte dei pro-getti è previsto il ricorso alla formulaPPP (Public Private Partnership) in cuiagli stanziamenti pubblici su affiancanoquelli degli investitori privati.

- Ferrovie L'ammontare di investimentipubblici stanziati nel 2010 è stato pari a2,75 miliardi di euro. Attualmente risul-tano in corso di progettazione e realiz-zazione circa 8.500 km di linee, di cui3.500 km convenzionali e circa 5.000 adalta velocità. Per il 2023 è prevista larealizzazione di ulteriori 14.000 km dicui circa 10.000 ad alta velocità.

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I progetti di ferrovia convenzionale

1. Tekirdag-Muratli -Buyukkaristiran (48 km)

2. Kemalpasa OSB (27,22 km)

3. Kars-Tiflis (76 km)

4. Adapazari- Karasu, Eregli, Porto di Bartin (285 km)

5. Samsun -Çarsamba-Terme-Ünye-Fatsa (102,3km)

6. Toprakkale-Habur Railay L (731 km)

7. Aydin-Çine-Yatagan- Porto di Güllük (159 km)

8. Kars-Igdir-Aralik-Dilucu (223,6 km)

9. Tokat-Turhal Railway (42 km)

10. Kirsehir- Yerköy (90 km)

11. Van Lake North Pass (237 km)

12. Sanliurfa-Mürsitpinar (63 km)

13. Kars-Çildir-Ardahan (67 km)

14. Erzincan-Mus (210 km)

15. Erzincan-Diyarbakir-Mardin (500 km)

16. Diyarbakir-Urfa (250 km)

17. Kemalpasa-Torbali ve Alsancak (70 km)

18. Sinan-Batman (6,5 km)

19. Kirsehir-Aksaray-Ulukisla (220 km)

Mappa della rete ferroviaria turca. In rosso e in blu sono indicate, rispettivamente le linee ad alta velocità e le linee con-venzionali che dovrebbero entrare in servizio entro il 2023. Tratteggiate quelle previste entro il 2035. In nero la reteferroviaria convenzionale attualmente operante e in verde quella ad alta velocità

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Rete (auto) stradale Nel 2010, il budgetstanziato per il settore stradale è statodi 5,75 miliardi di euro di cui il 74% de-stinato alla realizzazione di nuove stra-de statali e provinciali e il 10% per la co-struzione di autostrade. Entro il 2023, ilGoverno turco intende realizzare circa5.550 km di autostrade con formula difinanziamento BOT.

Ambiente Il budget destinato ai settori del-l'ambiente e dell'urbanizzazione, attual-mente dispone di oltre 2 miliardi di euroall'anno, ma è previsto che supererà i 3miliardi a partire dal 2015 e fino al 2023.

SSeettttoorree iiddrriiccoo I programmi di Ankara pre-vedono un massiccio investimento peraumentare la disponibilità attuale pari a44 miliardi di m³ portandola a 112 miliar-di entro il 2023. I progetti includono ilrafforzamento della potenza idroelet-trica installata dagli attuali 16.950 MWa 46.000 MW.

Area metropolitana di Istanbul Alla me-tropoli sarà destinata una quota pari al26% degli investimenti pubblici dellaTurchia. Una importante sfida è rappre-sentata dalle iniziative per garantire lecondizioni di viabilità della città, che nel2004 aveva 2 milioni di autovetture e sistima che ne avrà quasi 4 milioni nel2019. A tale proposito, sono stati stan-ziati, nell'immediato, i seguenti budget:1 miliardo di dollari per la realizzazio-ne di oltre 37 km di tunnel, 300 milio-ni per la riabilitazione dei canali e 400milioni per la costruzione di strade, via-dotti e svincoli stradali. Particolarmente rilevanti sono i proget-ti di trasporto collettivo che prevedonola realizzazione di oltre 400 km di ferro-vie urbane con investimenti previsti pa-ri a circa 16 miliardi entro il 2023.

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Un’autostrada in Anatolia

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Niente crisi per l'Africa subsahariana:secondo le ultime previsioni del FMI(Fondo Mondetario Internazionale) iltasso medio di aumento del PIL nei Pae-si dell'Africa Subsahariana, attualmen-te già attorno al 5,2 per cento, dovreb-be salire al 5,8% in termini reali nel

2012, con un PIL aggregato (a parità dipotere d'acquisto) pari a 2.082 miliardidi dollari, un tasso di investimento parial 22 per cento e un PIL pro capite paria 2.482 dollari. Sarà probabilmente l'uni-ca macroregione del mondo con tassodi crescita in aumento.

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Previsioni di crescita in aumento anche per il 2012Secondo le previsioni del FMI è una delle poche macroregionidel mondo con uno scenario in miglioramento. E McKinseyconferma la nuova visione dell'Africa lanciata con il rapporto"Lions on the move"

PIL 2011

(preconsuntivo)

PIL 2012

(previsioni)

Investimenti

in % sul PIL

Popolazione

Sudafrica 504,938 577,3 22% 50,511

Nigeria 345,381 441,1 23% 160,342

Angola 104,610 130,9 15% 19,625

Etiopia 78,989 103,6 24% 86,834

Kenya 62,303 76,2 25% 40,910

Ghana 58,057 77,5 20% 24,304

Tanzania 54,358 68 29% 42,176

Camerun 42,632 49,2 18% 20,934

Uganda 39,698 48,7 25% 35,201

Costa d'Avorio 35,752 37,2 ND ND

Botswana 25,995 32,9 24% 1,864

Senegal 22,695 26,8 31% 13,443

Repubblica Democratica del Congo 21,352 26,7 29% 72,571

Gabon 21,066 25,1 25% 1,518

Mozambico 20,190 25,9 23% 22,017

Zambia 18,449 23,6 15% 13,585

Repubblica del Congo 15,534 19,8 20% 3,977

Rwanda 11,313 14,2 24% 10,208

Togo 5,723 6,6 19% 7,139

Zimbabwe 4,959 6,3 24% 12,575

L’economia dei principali Paesi dell’Africa Subsahariana

Fonte: Fondo Monetario Internazionale

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Né mancherà l'afflusso di capitali dall'este-ro. Rileva Arend Van Wamelen, partnerdi Mc Kinsey & Company a Johanne-sburg e co-autore del Rapporto "Lions onthe move" con cui 18 mesi fa, cifre allamano, il Mc Kinsey Global Institute, ri-voluzionava la visione diffusa di un'Africacondannata a un eterno sottosviluppo. "Ildato annuo che aveva subito un calo a 60miliardi di dollari subito dopo la crisi del2008 (ma all'inizio del decennio non supe-rava i 20 miliardi) è tornato già nel 2011 sulivelli tra gli 80 e i 90 miliardi. I capitali in-ternazionali sono in cerca di rendimenti eproprio per questo guardano con partico-lare interesse all'Africa". Van Wamelen è stato intervistato in occa-sione di un Convegno sulle prospettivedell'economia africana, organizzato a Mo-dena, a metà dicembre, dal Sole 24 OreRadiocor insieme alla Direzione Gene-rale per la Promozione del Sistema Pae-se della Farnesina. A un anno e mezzodi distanza quindi, Mc Kinsey Global Insti-tut conferma le sue valutazioni ch preve-dono, entro il 2020, un aumento comples-sivo del Pil Africano pari a 1.000 miliardidi dollari. Di questi circa il 50% sarà impu-tabile all'aumento dei consumi grazie an-che ai cambiamenti nella distribuzione deiredditi nel Continente con una crescitaparticolarmente accentuata per il settoreedilizia/alloggi, prodotti non food ma an-che servizi telefonici e bancari.

Modelli di business differenziatiIn questo contesto quali sono le stra-tegie aperte per le aziende intenzio-nato a cogliere le nuove opportunitàdel Continente? "Nessuna impresa può pensare di pre-sidiare contestualmente i mercati di ol-tre una cinquantina di Paesi africani",premette Van Wamelen, "Occorre quin-di valutare con precisione le proprie for-ze valutando con realismo il proprio po-sizionamento e i possibili obiettivi. Adesempio, chi opera nel settore dei pro-dotti di largo consumo low cost dovràconcentrarsi soprattutto sull'individua-zione di sistemi di distribuzione anchenon convenzionali in modo da raggiun-gere località disperse sul territorio. In-versamente, chi punta su prodotti diqualità può focalizzarsi sulle grandi cit-tà e su quelle con la maggiore concen-trazione di redditi. Importante infine lacapacità di risolvere problemi specifici inmodo adeguato. Un esempio significa-tivo è quello dei servizi di telefonia cel-lulare per i quali l'Africa sta registrandola maggior cresciita al mondo". in que-sto caso - rileva Van Wamelen - “i suc-cessi maggiori sono stati raccolti dalleaziende che hanno saputo risolvereadeguatamente il problema dell'alimen-tazione elettrica (impianti, apparecchia-ture) anche in aree non servite”.

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Un immenso potenziale agricoloA livello di sistema poi, la maggior sfidaper il Continente è rappresentata dallosviluppo del suo immenso potenzialeagricolo e questo per un duplice motivo.In Africa è localizzato il 60% delle terrecoltivabili non sfruttate del pianeta. Sitratta quindi di valorizzarle. Inoltre è ine-vitabile che anche in Africa si impongaun cambiamento di dieta con un aumen-to delle proteine animali consumate, co-me già è avvenuto in altri Paesi in via diSviluppo quali l'India e la Cina. Diversi Paesi africani appaiono peraltroorientati su questa strada. Sono adesempio la Nigeria che ha deciso di av-viare un fondo finanziato con oltre 500milioni di dollari dedicato ai piccoli agri-coltori. O il Ghana con un importanteprogramma di aumento e differenziazio-ne del cosiddetto paniere alimentare so-prattutto nelle aree settentrionali delPaese. O ancora il Kenya, che sta pun-tando con successo ad accrescere l'ex-port prodotti alimentari, che ormai dopoil turismo sono diventati la seconda fon-te di valuta del Paese. Va ricordato chegià otto anni fa diversi Paesi africanihanno concordato di dedicare una quo-ta della spesa statale pa-ri ad almeno il 10% al-lo sviluppo dell'agri-coltura. Tra que-sti, oltre a quel-li citati ci sonoanche Etiopia,Malawi, Niger,M a d a g a s c a r,Mozambico. Laconsapevolez-za quindi è diffusae i segnali, ancherecenti, sull'impegno dei diversiStati nello sviluppo agricolo sonodecisamente incoraggianti.

Infrastrutture sostenibiliUn ulteriore impulso alla crescita verràanche dallo sviluppo delle infrastrutture(trasporti, servizi idrici, reti di produzione/trasporto/distribuzione elettrica) che pos-sono contribuire a risolvere una delleprincipali sfide del continente - e cioè lacreazione di posti di lavoro - sia in mododiretto sia attraverso le attività comple-mentari e indotte. Sotto questo profilo,non va sopravvalutato il problema delladisponibilità di finanziamenti. Su questamateria si è espressa ad esempio la Ban-ca Mondiale con una serie di rilevazio-ne da cui risulta che il gap finanziario puòessere superato se si effettuano alcunescelte strategiche tra cui:- la capacità di imporre, per i servizi ero-gati, tariffe adeguate a garantirne la ban-cabilità/redditività come è stato fatto consuccesso in Sudafrica in parallelo conun maggiore coinvolgimento di operato-ri privati e lo sviluppo di formule PPP(public-private- partnerships);- il conferimento a progetti infrastruttu-rali di una quota adeguata di introiti e ro-yalties che i Paesi africani ricavano dal-lo sfruttamento delle loro risorse petro-lifere e minerarie. È il caso ad esempiodi quanto sta già avvenendo in Nigeria;

- una particolare attenzione agliaspetti di costo/efficienza dei pro-getti sviluppati.Sul medio termine, l'obiettivo dei

Paesi africani deve esserequello di raggiungere una

maggiore diversifica-zione delle rispettiveeconomie in cui, inse-rire, accanto ai cosid-

detti settori resourcebased (estrazione pre-

trolifera,risorse minerarie aagricoltura) anche unaquota maggiore di atti-

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vità manifatturiere e di trasformazionecon un percorso graduale che può par-tire da una maggiore copertura della do-manda locale di prodotti e servizi perespandersi poi sui mercati esteri a par-tire da quelli regionali. Finora l'unicaeconomia africana pienamente svilup-pata sotto questo profilo è quella suda-fricana, ma ci sono diversi Paesi in fasedi transizione che stanno iniziando a im-plementare un analogo modello tra cuiSenegal, Gabon, Uganda e Kenya. Si aggiungono il grande potenziale, sot-to questo profilo, grandi produttori afri-cani di idrocarburi, come la Nigeria, chehanno il vantaggio di disporre di risorseaggiuntive per operare in questa dire-zione.

Chi riforma cresce di piùDi grande aiuto, in questa direzione, èanche l'evidente diminuzione in atto neiconflitti che per lungo tempo hanno mi-nato la stabilità del continente e il mi-glioramento in generale della governan-ce di questi Paesi. Ancora una volta ven-gono in aiuto le rilevazioni della BancaMondiale da cui emerge che i Paesi chenegli ultimi anni si sono impegnati inconsistenti processi di riforma delle ri-spettive economie hanno anche ottenu-to livelli di crescita dei rispettivi PIL su-periori del 2% rispetto agli altri. Va rile-vato che questa trasformazione è pro-mossa anche da una maggiore consa-pevolezza dei Governi africani di doverrispondere a un'opinione pubblica sem-pre più attiva e alla richiesta di creareadeguate opportunità di impiego per lerispettive popolazioni che godono oggi

di un livello di istruzione decisamentepiù elevato che in passato. Resta aperta, per le imprese occidenta-li, la sfida con la crescente presenza ci-nese sul Continente, che si avvale di unmodello di relazioni economiche struttu-rate da Stato a Stati e che consente aPechino di proporre all'Africa i propriprodotti, la propria manodopera e la ca-pacità di realizzare grandi opere e infra-strutture in cambio di un accesso alle ri-sorse di materie prime del Continente."Il fenomeno non va sopravvalutato perdiversi motivi - sostiene Van Wamelen -innanzitutto alla Cina si affiancano altrigrandi Paesi del cosiddetto Sud delmondo come l'India e anche il Brasile.Inoltre i Paesi Occidentali hanno altrecarte da giocare" Quali? "Ad esempio,la qualità dei prodotti forniti e delle ope-re realizzate, che devono imparare pe-rò a far capire e riconoscere. Si aggiun-ge la possibilità di fornire valore aggiun-to attraverso la gestione dei marchi maanche la fornitura di assistere la clien-tela con adeguati servizi postvendita. In-fine, a livello di sistema, possono pun-tare a garantire un utilizzo sostenibiledelle ricchezze e una valorizzazione del-le risorse umane locali. Non si tratta sol-tanto di aumentare l'occupazione, ma diaffiancare la creazione di nuovi posti dilavoro a un'adeguata attività di forma-zione e diffusione delle conoscenze".

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Il filmato dell'intervista a Van Wamelen(in inglese) può essere visto sul web alseguente link:www.formeeting.it/canali/player.asp?stream=lions-move

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