Date post: | 01-May-2015 |
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Spazio e territorio
spazio
spazio assoluto spazio relativo
Relazioni orizzontali
Spazio fisico
Relazioni verticali
spazio sociale
concezione giuspubblicisticaam m inistrativa
politica
regione
superam ento del concetto di spazio
società + am biente
concezione organica
territorio
regione form ale regione funzionalepolarizzata/m onocen trica
policen tricareticolare
regione "sistem ica"neg-en tropica
au toreferenziale/au topoietica
regione com plessaregione form ale
+regione funzionale
regione
La Teoria Generale dei Sisteminell’analisi geografica
sistema: insieme di elementi e di attributi interrelati che costituiscono “forse” un tutto organico più o meno strutturato
entropianeg-entropia
autopoiesiautoreferenzialità
l ive l lo d inam icoa na lisi dell'evoluzione della struttura e dei
m ecca nism i d i intera zione con l'esterno(regione sistem ica)
l ive l lo re laz iona leind ividua zione e m isura zione delle
interrela zioni fra g li e lem enti(relazioni orizzontali - regione funzionale)
l ive l lo e lem entareind ividua zione e descrizione
degli e lem enti(relazioni verticali - regione form ale)
metodologie dell’analisi geografica
re laz ion i ve rt ica lireg ion e fo rm a le
fo rm e d e l p aesag g iog en eri d i vita
osservaz ion ed esc riz ion e
induzionequa l i ta tiva
fon te d e i d a tim e tod o log ied i m isu raz ion e
statistica
re laz ion i o riz zon ta lireg ion e fu n z ion a le
fen om en i soc ia liin te raz ion i - flu ss i
m isu raz ion eq u an tificaz ion e
induzionequanti ta tiva
Modelli di analisi spaziale: principi generali
• la “distanza” è un fattore fondamentale di distribuzione organizzata delle attività umane
• le decisioni di localizzazione generalmente sono prese evitando gli “effetti frizionali” della distanza
• le diverse localizzazioni derivanti dalle attività umane sono dotate di diversi gradi di accessibilità
• le attività umane tendono ad “agglomerarsi” per sfruttare le economie di scala esterne (economie di agglomerazione)
• l’organizzazione delle attività umane nello spazio ha carattere “gerarchico”
Lo Stato (1)elementi costitutivi
• Territorio confini• Popolazione nazione• Governo• Organizzazione• Sistema di circolazione• Sovranità• Riconoscimento internazionale
Lo Stato (2) organizzazione politico-amministrativa
• Stato unitario• Stato regionale• Stato federale
L’evoluzione del pensiero sul rapporto società-ambiente
• determinismo ambientale• possibilismo• probabilismo• volontarismo pianificazione
territoriale
Pianificazione territoriale
Complesso di attività volte a programmare e coordinare l’organizzazione e la gestione pubblica e privata del territorio, inteso come bene comune produttivo di beni materiali e immateriali, immediati e futuri.
Aménagement du territoire
Azione volontaria e meditata di una collettività sul suo territorio, sia a livello locale (pianificazione rurale, urbana, locale), sia a livello regionale (grandi pianificazioni regionali, bonifiche), sia a livello nazionale (pianificazione del territorio)
La terminologia anglosassone
• Physical planning• Economic land planning• Land utility planning• Social planning• Regional planning
I settori della pianificazione
• Urbana politica della città/delle città• Rurale bonifiche (idrauliche, integrali)• Paesaggio• Localizzazione industriale
Le scale della pianificazione
• nazionale• regionale• locale
Zonazione
suddivisione dello spazio geografico per l’implementazione della politica pubblica di uso del suolo
La zonazione nel PNALMUn'importante innovazione del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise è la divisione in zone all'interno dell'area protetta (zonazione), che permette di precisare i diversi usi de territorio e le attività dell'uomo possibili e compatibili con l'esistenza dei parco stesso.
Zona A - Riserva IntegraleE' la parte più delicata dal lato ecologico, naturalistico e paesaggistico, e merita la conservazione assoluta. L'accesso dei - visitatori è consentito solo a piedi, possibilmente accompagnati da una guida dei Parco, lungo appositi sentieri delimitati. E' l'area del Parco dove la natura è lasciata libera di fare il suo corso.
Zona B - Riserva GeneraleSi tratta di una grande zona "verde" poco antropizzata, che bisogna conservare e in qualche caso riqualificare. Le attività tradizionali dell'uomo, quelle agro-silvopastorali, sono consentite sotto il controllo dell'Ente. La visita è permessa a piedi e a cavallo lungo gli itinerari turistici; con mezzi motorizzati esclusivamente lungo le strade carrozzabili autorizzate al traffico. Questa zona rappresenta il punto di incontro e di convivenza tra l'uomo e la natura.
Zona C - ProtezioneE' l'ambiente tipicamente rurale, dove predominano e vengono incoraggiate le attività agricole e pastorali, nel rispetto delle tradizioni locali. La visita è libera. Questa zona è lo spazio dove si concentrano le attività umane compatibili con la presenza del Parco.
Zona D - SviluppoE' costituita dai villaggi abitati, dove i centri storici vengono restaurati e rivitalizzati. Vi si trovano inoltre attrezzature dei Parco quali aree di pic-nic, Aree faunistiche, Centri di visita e Sentieri Natura. Questa zona consente lo sviluppo di attività culturali e ricreative per le comunità locali.
La regione turistica
Una regione turistica è un’area capace di attrarre flussi costanti e periodici e in cui l’organizzazione del territorio è funzionale al soddisfacimento delle
esigenze ricreative e culturali dei fruitori
La configurazione turistica di una regione risulta sempre legata alla sua storia evolutiva, oltre che all’assetto paesaggistico
e geomorfologico del territorio
Tipologie di regione turistica• potenziale: sono presenti attrattive culturali e paesaggistiche in grado di attirare
flussi turistici se valorizzate
• in espansione: si registra una costante espansione della domanda che permette un accrescimento dell’offerta, sia in termini qualitativi che tipologici
• mature: la domanda aumenta ma con tasso decrescente e si stabilizza la composizione tipologica dei flussi
• sature: le capacità di carico del territorio e del sistema di accoglienza sono superate, diminuisce l’attrattività della regione e si verifica una dequalificazione dei flussi e dell’immagine
• in declino: si registrano una flessione accentuata della domanda e una dequalificazione dell’offerta
Forme di integrazione dell’offerta turistico-ricettiva
• Verticale (ad es. tour operator)• Orizzontale (catene alberghiere franchising o corporate)
• Sistemica (comprensori, consorzi turistici, sistemi turistici locali)
La capacità di carico turistico
La capacità di carico di una regione turistica può essere definita come il massimo numero di persone che possono utilizzare la regione medesima senza provocare un’alterazione dell’ambiente fisico, culturale e socio-economico, o un forte declino nella qualità del vissuto. Due sono quindi i punti di vista dai quali analizzare la c.d.c.:
• Dal punto di vista del turismo passivo (ambiente fisico, culturale, socio-economico): la c.d.c. rappresenta il massimo numero di turisti che l’area può ospitare senza che ne risulti un danno all’ambiente fisico o un impoverimento delle peculiarità socio-culturali ed economiche della comunità locale;
• Dal punto di vista del turismo attivo (il turista e l’immagine turistica della regione): la c.d.c. è il numero di visitatori compatibile con l’immagine del prodotto turistico e con il tipo di esperienza ambientale e culturale che i turisti cercano.
Il calcolo della capacità di carico di un’area turistica rappresenta, quindi, uno strumento per valutare i termini entro i quali lo sviluppo turistico può progredire senza distruggere le risorse stesse da cui esso dipende, garantendo, nel contempo, la soddisfazione degli obiettivi dell’industria turistica, dei turisti e, ovviamente, della popolazione locale.
METODI PER FAR FRONTE ALLA SATURAZIONE
Incrementare la capacità• Espandere la capacità dei servizi di pubblica utilità• Espandere la capacità dei servizi di trasporto pubblico e infrastrutture• Creare nuovi percorsi e migliorare quelli esistenti• Distribuire opuscoli per sensibilizzare i turisti • Incoraggiare la popolazione locale a partecipare al turismoLimitare la pressione• Localizzare le attrazioni ad alto utilizzo vicino ai punti di accesso per ridurre la domanda di
trasporto• Disperdere le attrazioni turistiche per limitare la congestione• Sviluppare e promuovere nuovi centri di attrazione• Ridurre la stagionalità (politiche di prezzo)Limitare l’accesso• Prezzi maggiori per gli alloggi turistici o per i biglietti• Proibire la costruzione di nuove infrastrutture• Stabilire un numero massimo di alloggi nell’area• Limitare i parcheggi e la disponibilità di posti• Pedonalizzare i centri• Numero massimo di persone che possono accedere in un determinato luogo di interesse
turistico• Chiudere alcuni luoghi (aree ecologicamente sensibili) in determinati periodi
le nuove tendenze del turismo• dalle 4 S (sun, sea, sand, sex) alle 4 E (équipment,
encadrement, évenément, environnement)• nuova terminologia for nuovi turismi (turismo
post-moderno, soft tourism, slow tourism, special interest tourism, “no frills”, Total Leisure Experience)
• il ruolo di internet • la “rivoluzione” del low cost• nuove tipologie di destination management
(sistemi turistici locali, distretti turistici, distretti culturali, parchi letterari etc.)
• nuove forme di ospitalità (b&b, agriturismi, alberghi diffusi, borghi-alberghi)
Destination
Un’offerta spazialmente determinata che si fonda su un aggregato di risorse, attività e
attori, il cui funzionamento deve interpretarsi come un sistema complesso in cui possono convivere e intrecciarsi molteplici prodotti e
forme di aggregazione e in cui l’interdipendenza economica e decisionale dei numerosi attori che ne fanno parte può dar luogo a situazioni di coordinamento e integrazione diverse per grado e modalità
(Tamma, 2002)
I Sistemi Turistici Locali nella L. 135/2001
Contesti turistici omogenei o integrati, comprendenti ambiti territoriali
appartenenti anche a regioni diverse, caratterizzati dall’offerta integrata di beni culturali, ambientali e attrazioni turistiche, compresi i prodotti tipici dell’agricoltura e dell’artigianato locale, o dalla presenza diffusa di
imprese turistiche singole o associate
La cultura si sta affermando come una componente fondamentale del welfare oltre
che come fattore di sviluppo economico.
Le politiche di valorizzazione dell’arte e della cultura, in una società sempre più
globalizzata, si pongono al centro di nuove strategie per la competitività territoriale, il
recupero delle identità culturali, il benessere dei cittadini
(Federculture, III Rapporto Annuale, 2006)
Cultural Heritage
Ciò che contiene tutti i segni che documentano le attività e i risultati dell’azione umana nel tempo; il prodotto e la
testimonianza di tradizioni, sentimenti e tendenze spirituali diversi e del passato, perciò un elemento essenziale
dell’identità di un popolo (Unesco)
Il patrimonio culturale è costituito dai beni culturali e dai beni paesaggistici. Sono beni culturali le cose immobili e mobili che presentano interesse artistico, storico, archeologico,
etnoantropologico, archivistico e bibliografico e le altre cose individuate dalla legge o in base alla legge aventi valore di
civiltà. Sono beni paesaggistici gli immobili e le aree costituenti espressione dei valori storici, culturali, naturali,
morfologici ed estetici del territorio, e gli altri beni individuati dalla legge o in base alla legge (Codice dei Beni
Culturali)
Il concetto di bene culturale
Il concetto di bene culturale, nell’accezione attuale, comprende i beni di interesse non solo archeologico,
storico, artistico, archivistico e librario, ma anche ambientale e paesaggistico
Il paesaggio è quindi da considerare un bene culturale e gli elementi naturali, qualora acquisiscano la funzione di spazio
vissuto e di simbolo identitario, rientrano nel patrimonio culturale di un luogo
Il paesaggio culturaleIl paesaggio è l’ipostasi della storia nel territorio, ne rivela la complessa fisionomia e consente di riconoscere e interpretare i segni della natura,
degli uomini e delle loro interrelazioni.Un paesaggio diventa culturale quando riesce a metabolizzare nella sua
essenza un valore simbolico, diventando il palinsesto sedimentato e complesso dell’identità culturale di un popolo.
Ogni cultura instaura un rapporto con la natura, creando luoghi con specifici caratteri, che divengono specchio della società che li ha creati.Nel paesaggio culturale sono individuabili i mutamenti sociali,
il modificarsi dei modi dell’abitare, di produzione, delle forme urbane, delle attività economiche.
Un paesaggio è quindi il prodotto di una determinata cultura in un determinato luogo.
“Piuttosto che essere un contrappunto di dettagli pittoreschi, il paesaggio è un insieme: una convergenza, un momento vissuto” (Eric Dardel, 1952)
Il paesaggio è una qualità del territorio e anche una risorsa: come la fertilità del terreno, la presenza d’acqua, d’una miniera o d’un pozzo di petrolio. Alcuni paesaggi divengono l’emblema di piccoli spazi. Altri si diffondono sull’intera faccia del globo.
Ogni paesaggio, esteso o angusto, racchiude capitoli e frammenti della lunga storia della natura e della breve storia dell’uomo. Ma è grazie all’uomo che il paesaggio diventa tale, acquista la sua essenza di qualità e di risorsa di un territorio.
Come ogni risorsa, il paesaggio – inteso come “materia prima” - ha bisogno che ci sia qualcuno che lo scopra, che ne descriva le peculiarità, che lo metta in valore. Il turismo, più di ogni altra attività umana, trasforma questa “materia prima” in “risorsa economica”. L’individuazione e la tutela dei paesaggi sono il presupposto per la felice esplicazione dell’uso turistico di un territorio.
Il paesaggio culturale in geografia
• modello: prodotto storico-sociale avente valenza esplicativa generalizzabile
• simbolo: insieme di segni da interpretare (Vallega).
• realtà esterna al soggetto, che si può indagare e rappresentare facendo uso di logica analitica
• realtà soggettiva che nasce all’interno del soggetto in virtù delle sue capacità di individuare nel paesaggio segni e valori
Il paesaggio culturale come
• estetica
• identità
• risorsa
• arena