Associazione Nazionale Carristi d’Italia
Sezioni di Firenze e Zeccone (PV)
Associazione Storixo-Culturale
Raggruppamento SPA
(Repubblica di San Marino)
Associazione Cultori Storia delle Forze Armate
(Montecchio Maggiore - VI)
SPECIFICA TECNICO-OPERATIVA PER LA COSTRUZIONE DI UNA REPLICA DEL CARRO ARMATO FIAT 2000
NEL CENTESIMO ANNIVERSARIO DELLA SUA REALIZZAZIONE
(S.T.O.RIC. F2000)
Versione 5.1
(31 dicembre 2018)
NOTA: Il presente documento insieme ai suoi allegati, costituisce la Specifica Tecnica Operativa di dettaglio del Progetto.
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Progetto di costruzione di una replica del c.a. FIAT 2000
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Indice del Corpo Principale
Registro delle Modifiche pag. III
1. Introduzione “ 1
2. Generalità e Scopo “ 1
3. Livello di Ambizione del progetto “ 2
4. Cornice Istituzionale “ 3
5. Assetto Organizzativo “ 4
6. Diario degli Avvenimenti (cronoprogramma) “ 8
7. Il Carro Armato Fiat 2000 “ 8
8. Precedenti in Merito alla Costruzione di Repliche di Carri Armati d’Epoca “ 16
9. Linee Guida per la Riprogettazione e la Realizzazione della Replica “ 18
10. Reperimento delle Risorse Finanziarie e Gestione “ 21
11. Attività di Comunicazione “ 24
12. Destinazione della Replica “ 26
13. Conclusioni “ 27
Elenco degli Allegati
A. Informazioni sulle Associaizoni Interessate al Progetto.
B. Organizzazione del progetto.
C. Descrizione del Modello “Quarello” (Maurizio Parri).
D. Copia contratto stipulato tra Fiat e Amministrazione Militare in data 28 gen. 1918 (Filippo Cappellano).
E. Relazione Tecnica Generale (Mario Italiani e Giuliano Franceschi).
F. Armamento di bordo del carro armato Fiat 2000 - Mitragliatrice d’accompagnamento Fiat-Revelli Mod. 1914 e Cannone d’accompagnamento da 65/14 (Giuliano Franceschi)
G. La ricerca dei piani di costruzione della sovrastruttura originali (Andrew Hills).
H. Preventivo della ditta “Filoni” per la realizzazione del mock up del carro F 2000.
I. Costituzione dell’organismo di gestione del progetto “Comitato Ricostruttori Fiat 2000” (verbale Sezione A.N.C.I. Firenze) e modulo per le adesioni.
J. Raccolta dei resoconti delle riunioni del Gruppo Ricostruttori Fiat 2000.
K. Raccolta delle immagini fotografiche relative al carro Fiat 2000 reperite in corso di ricerca.
L. Piano delle sponsorizzazioni.
M. Biografie dei Progettisti del Carro Fiat 2000 (Carlo Cavalli e Giulio Cesare Cappa).
N. Raccolta dei Bollettini Informativi editi dal Comitato Ricostruttori.
O. Rassegna Stampa.
P. Lettera di Intenti tra le Associazioni Partecipanti al Progetto.
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Q. Diario degli avvenimenti.
R. Distinta di trasferimento dei Files di costruzione.
S. Raccolta dei verbali del Comitato di Gestione.
T. Piano Avanzamento Lavori (Cronoprogramma).
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REGISTRO DELLE MODIFICHE
N° Versione
Descrizione Data rilascio e Note
1.0 Prima versione della STO Ricostruzione del primo Carro Armato Italiano Fiat 2000.
V 1.0 03/11/2017 Impostazione; V 1.2 12/11/2017 prima implementazione;
2.0 2^ Versione Ufficiale.
24/11/2017 Ritenuta idonea come livello di definizione; V 2.1 29/11/2017 e 01/12/2017 piccole integrazioni al para 7 “Destinazione”; e varie correzioni alla relazione tecnica n.5.; correzione tabella n.1 in E-VII-11/11); aggiunta annesso E-IX e inclusione dell’allegato J. V. 2.2 modifica della documentazione relativa alla costituzione dell’organismo di gestione (Statuto e Atto Costitutivo ora raggruppati in All. H); V 2.3 04/12/2017 inserimento valutazione sommaria del motore avio rinvenuto (E-X), 07/12/2017 inserimento delle tavole relative al motore Fiat A.12.
3.0 3^ Versione Ufficiale. V. 3.1 inserimento esiti riunione A.N.C.I. Roma 13/12/2017.
4.0 4^ Versione Ufficiale
21/12/2017 diramata in data 03/01/2018 ai Presidenti di A.N.C.I., ANAC, ANAI, ANARTI, ANUTEI e UNUCI; V.4.1 varianti e aggiornamenti apportati successivamente al 02/01/2018; 4.2 varianti e aggiornamenti apportati successivamente al 20/04/2018. 4.3 varianti e aggiornamenti apportati successivamente al 20/06/2018.
5.0 5^ Versione Ufficiale
Varianti e aggiornamenti apportati fino al 18/12/2018 ivi inclusa l’integrazione nell’articolazione organizzativa dell’Associazione Cultori della Storia delle Forze Armate. V.5.1. aggiornamenti fino alla data del 31 dic. 2018.
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1. INTRODUZIONE
La presente versione (5.1) di questo documento é redatta dal Comitato di Gestione del progetto
di costruzione di una replica del carro armato FIAT 2000. Con essa il predetto comitato
relaziona il Consiglio della Sezione di Firenze dell’Associazione Nazionale Carristi d’Italia in
merito all’esito delle attivitá organizzative coordinate a partire dal 18 aprile 2017 e fino al 31
dicembre 2018, data in cui il Comitato ha preso atto dell’avvenuto impianto del cantiere di
costruzione del manufatto, dichiarato conclusa la fase organizzativa del progetto e avviata la
fase esecutiva.
Il documento é caratterizzato da una struttura ad albero il cui fusto principale é rappresentato
dal presente testo che ne costituisce il suo corpo principale. Da esso ramificano direttamente
gli allegati, ciascuno dei quali approfondisce con maggiore dettaglio i contenuti del corpo
principale. Il documento é stato impiantato il 3 novembre 2017 e da allora ha sempre seguito le
vicissitudini del progetto. É stato costantemente tenuto a giorno registrando l’evoluzione del
progetto nel suo complesso (i partecipanti, la ricerca e studio preliminare, la realizzazione dei
piani di costruzione e l’assetto organizzativo dell’intera operazione).
Per quanto precede, esso rispecchia fedelmente ed il piú precisamente possibile lo stato
dell’arte del progetto. Nei vari aggiornamenti si é sempre tenuto conto delle lezioni apprese in
corso d’opera. Ampliandosi nel tempo il numero delle persone coinvolte nel progetto, il
documento é stato permanentemente condiviso sulla pagina attivata sulla piattaforma
Facebook e, sebbene con aggiornamenti meno frequenti, anche sul sito web del Gruppo di
Progetto. Tutti coloro che hanno bisogno o desiderano conoscere le linee guida concettuali, le
predisposizioni organizzative, le riflessioni, i risultati delle ricerche e degli studi compiuti, i limiti
di questi ultimi, le attivitá per la raccolta delle risorse finanziarie o dei contributi di altra natura
spontaneamente offerti, il raggio di coinvolgimento delle istituzioni e del mondo delle
associazioni, i nomi di chi ha contribuito al Gruppo di Progetto ed alla costituzione del fondo, le
attivitá tecniche, divulgative, promozionali svolte e le valutazioni alla base delle decisioni via via
nel tempo assunte, non deve fare altro che armarsi della necessaria pazienza e leggere con la
dovuta attenzione questo articolato documento. Esso continuerá a costituire il riferimento per
regoalre il prosieguo delle attivitá e a essere aggiornato secondo i criteri sin qui seguiti e con
immutata trasparenza, a cura della Segreteria del Comitato di Gestione fino al conseguimento
dell’obiettivo finale dell’operazione che gli dá il titolo.
La presente “Specifica Tecnico-Operativa per la Costruzione di una Replica del Carro Armato
FIAT 2000 nel Centesimo Anniversario della sua Realizzazione”, costituisce infine la base di
accordo per la collaborazione delle tre Associazioni partecipanti al progetto. Ogni modifica sará
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pertanto oggetto di approvazione da parte della Cabina di Regia dell’operazione (Vds. Allegato
B).
2. GENERALITÁ E SCOPO
Cento anni fa l’Italia concepiva e realizzava dal nulla il suo primo carro armato. Lo faceva sulla
scorta di scarsissimi elementi informativi sull’ “arma segreta” giá impiegata dagli Alleati sul
fronte franco-germanico. A differenza dei Tedeschi che avevano tratto ispirazione dai carri che
avevano catturati agli inglesi nel corso dei combattimenti nelle Fiandre, l’Italia lo faceva senza
poter “copiare” alcunchè. A quei tempi era come inventare un’astronave tant’è che anche il
nome merceologico da dare alla “nuova cosa” non era ancora del tutto chiaro e sul contratto di
vendita l’oggetto dell’accordo siglato tra la casa costruttrice e l’Amministrazione Militare venne
denominata “Automobile blindata d’assalto tipo 2000”. Il risultato fu un mezzo originale, non
privo dei limiti tecnici e delle pecche comuni a tutti gli carri armati coevi realizzati dalle altre
potenze impegnate nel conflitto, eppure contraddistinto da alcune soluzioni originali e
innovative che –com’è nello stile italiano- faranno la differenza. Unica grave pecca, quella di
essersi presentato sulla scena in irrecuperabile ritardo, quando ormai le operazioni sul fronte
italiano avevano preso un’accelerazione tale da non consentire esperimenti rischiosi.
Nel centenario della nascita del primissimo carro armato italiano, l’Associazione Nazionale
Carristi d’Italia (A.N.C.I.), l’Associazione “Raggruppamento SPA” e l’Associazione Cultori Storia
delle Forze Armate(1) intendono procedere alla riprogettazione inversa e alla costruzione “ex
novo” di una replica “tale e quale” del significativo carro Fiat 2000. Tale operazione ha una
natura essenzialmente patriottica e ha il duplice scopo di restituire alla Nazione una
testimonianza perduta della propria storia recente per celebrare degnamente le belle tradizioni
industriali e militari italiane.
Nel riconoscere la complessità del Progetto di costruzione di una replica del carro armato
pesante Fiat 2000, i quattro sodalizi ritengono di avere le capacità tecniche e la
determinazione per portarlo a compimento nel rispetto del livello di ambizione dichiarato e
invitano chi condivide interesse e passione nel settore storico e ingegneristico a unirsi
all’impresa e a sostenerla. Siamo pertanto orgogliosi di aver raccolto intorno a questa iniziativa
importanti Istituzioni Nazionali e altre prestigiose Associazioni d’Arma e culturali e significative
realtá industriali del nostro Paese Iche si sono volentieri unite al patrocinio di questo ambizioso
progetto e che lo sostengono con azioni concrete.
1 Vds. l’allegato A.
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3. LIVELLO DI AMBIZIONE DEL PROGETTO
Realizzare ex novo una replica “tale e quale” della versione finale, del carro armato Fiat 2000
progettato nel 1917. Tale replica dovrá rispecchiare il piú fedelmente possibile la versione
operativa del carro originale come poi costruito nel 1918 cosí come appare nel modello
“Quarello”, nelle fotografie dell’epoca e nei disegni dei piani di costruzione originali disponibili.
4. CORNICE ISTITUZIONALE
a. Associazioni d’Arma Patrocinanti
(1) Associazione Nazionale Carristi d’Italia – Presidenza Nazionale (A.N.C.I. –
Gen. Salvatore Carrara, Patrocinante).
(2) Associazione Nazionale Ufficiali Tecnici dell’Esercito Italiano (ANUTEI – Gen.
Antonio Gucciardino, Co-Patrocinante).
(3) Associazione Nazionale Arma di Cavalleria (ANAC – Magg. Alipio Mugnaioni,
Co-Patrocinante).
(4) Associazione Nazionale Autieri d’Italia (ANAI – Gen. Vincenzo De Luca, Co-
Patrocinante).
(5) Associazione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia (UNUCI – Gen. Pietro
Solaini, Co-Patrocinante).
(6) Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna (ANGS – Gen. Giovanni
Garassino, Co-Patrocinante)
(7) Associazione Lagunari e Truppe Anfibie (ALTA – Gen. Luigi Chiapperini, Co-
Patrocinante)
(8) Associazione Nazionale Arma di Artiglieria (ANARTI – Gen. Rocco Viglietta,
Co-patrocinante).
Le schede informative relative alle associazioni d’arma sono riportate nell’annesso I
all’Allegato A.
b. Comitato d’Onore e Patrocini Istituzionali
Il Comitato d’Onore costituisce una forma di adesione ideale a manifestazioni ed eventi
ed è conferita da una persona fisica. Esso viene di norma costituito per le
manifestazioni di maggior respiro e si accompagna, di norma, a patrocini di varia
natura.
L’invito ad aderire al Comitato d’Onore è stato rivolto dall’A.N.C.I. che assicura l’egida
all’intero progetto, interpellando direttamente le Autorità istituzionali che si è desiderato
coinvolgere (e non l’ente di cui tali personalità sono a capo).
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Le adesioni raccolte rispondono positivamente al desiderio delle personalitá
interpellate di rendere pubblico il proprio personale apprezzamento al progetto per la
ricostruzione di una replica del carro armato Fiat 2000, per il quale è stato costituito il
relativo Comitato d’Onore.
L’adesione al Comitato d’Onore è subordinata alla presentazione del citato invito,
inviato ai recapiti istituzionali a cura del Referente Istituzionale del Progetto
(Presidente Nazionale A.N.C.I.) che, sulla base della personalitá giuridica
dell’Associazione di cui é a capo, si é pertanto assunto la piena responsabilità delle
affermazioni e delle notizie contenute nella documentazione prodotta a corredo delle
citate lettere di invito. Tale documentazione ha compreso:
lo Statuto dell’Associazione Nazionale Carristi d’Italia2 (sodalizio di rilevanza
nazionale sottoposto al controllo del Ministro della Difesa che conferisce
personalitá giuridica al progetto);
copia del proprio documento di riconoscimento in corso di validità;
gli elementi di contatto (nome, numero di telefono, indirizzo postale e di posta
elettronica, eventuale fax);
il programma e la descrizione dell’operazione con l’indicazione sia delle finalità sia
degli elementi che appalesano l’interesse della carica istituzionale coinvolta (STO
RIC F2000).
La proposta per la composizione del “Comitato d’Onore carro armato Fiat 2000” e le
risposte agli inviti ad aderirvi sono riportate nell’Annesso VI all’ Allegato B.
5. ASSETTO ORGANIZZATIVO
a. Associazioni Partecipanti al Progetto / Cabina di Regia
(1) Associazione Nazionale Carristi d’Italia / Presidente Gen. C.A. Salvatore
CARRARA.
(2) Associazione Storico-Culturale “Raggruppamento SPA” (Repubblica di San
Marino) / Presidente il Dott. Fabio TEMEROLI).
(3) Associazione “Cultori Storia delle Forze Armate” (Montecchio Maggiore – VI)/
Presidente il Cav. Giancarlo MARIN.
2 Lo Statuto e il Regolamento dell’Associazione Nazionale Carristi d’Italia sono liberamente consultabili dal sito istituzionale del sodalizio attraverso i seguenti link:
http://www.assocarri.it/wp-content/uploads/2017/05/Statuto.pdf;
http://www.assocarri.it/wp-content/uploads/2017/05/Regolamento.pdf..
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Le schede informative delle Associazioni Culturali che partecipano o sostengono il
progetto sono riportate nell’annesso II all’Allegato A.
La suddivisione dei compiti tra le tre Associazioni partecipanti al progetto è descritta
nell’organigramma riportato nell’annesso II all’Allegato B.
Le biografie dei rispettivi Presidenti sono riportate nell’Annesso III all’Allegato B,
unitamente alle biografie del personale chiave.
Ai fini del coordinamento e mutuo supporto per il buon esito del progetto, i Presidenti
delle citate associazioni costituiscono la cosiddetta “Cabina di Regia” (CdR)
dell’operazione. I termini di riferimento per le relazioni tra i membri della CdR sono
costituiti dai contentuti della Lettera di Intenti siglata di comune accordo e riportata
nell’Allegato P.
La Cabina di Regia del Progetto (CdR) è l’organo decisionale apicale dell’intero
assetto organizzativo descritto nell’Annesso I all’Allegato B.
La CdR assume le proprie decisioni all’unanimitá.
I servizi di segretariato a supporto del CdR sono assicurati dal Comitato di Gestione.
b. Comitato di Gestione
Nelle fasi inziali dell’avvio del progetto, al fine di poter iniziare la raccolta dei fondi in un
quadro d’indispensabile legittimità nonostante le numerose incognite ancora pendenti
al momento, dopo ponderate valutazioni e approfondite considerazioni svolte in seno
alla Presidenza A.N.C.I. con la Sezione di Firenze e di comune accordo con
l’Associazione sanmarinese “Raggruppamento SPA”, si è convenuto di istituire un
Comitato di Gestione (CdG) la cui genesi e ruolo sono descritti nel successivo
paragrafo 9 b.
Il CdG é un organismo dell’Associazione Nazionale Carristi d’Italia (A.N.C.I.),
legalmente costituito in seno alla Sezione di Firenze della predetta Associazione.
L’inquadramento nell’A.N.C.I. assicura implicitamente al CdG personalità giuridica e
fiscale necessaria alle attivitá di raccolta/custodia/impiego dei fondi raccolti attraverso
le donazioni confluite sull’apposito conto corrente bancario IBAN IT 48 J 08673 02802
032000322230.
In virtú della sua natura di organo interno all’A.N.C.I., il CdG é sottoposto
automaticamente al controllo previsto dalla Legge, dallo Statuto e dal Regolamento
dell’associazione madre e dai vincoli descritti nella delibera del Consiglio sezionale che
ne ha sancito l’istituzione (Vds l’Allegato I).
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Il Comitato di Gestione (CdG) é un organismo di supporto all’attivitá decisionale
collegialmente svolta dai Presidenti delle tre Associazioni partecipanti al Progetto in
seno alla CdR cui il CdG, durante la fase esecutiva del progetto, assicura il il servizio
di segretariato e la comunicazione interna.
In particolare, il CdG coordina e sincronizza, per conto della CdR, tutti gli altri assetti
organizzativi per il conseguimento degli obiettivi del l’Operazione (vds. Annesso I
dell’Allegato B).
Il CdG si coordina e collabora con le tre Associazioni nell’attivitá di ricerca di
sponsorizzazioni, raccolta/gestione impiego delle risorse finanziarie per il
raggiungimento dello scopo del progetto, in ottica esclusivamente culturale senza fini
di lucro né orientamento ideologico.
La rendicontazione della contabilitá sará assicurata secondo le norme fiscali in vigore
ed é affidata a un Dottore Commercialista.
Il CdG assicura il piú stretto ed efficace coordinamento amministrativo fra le tre
Associazioni partecipanti al Progetto ai soli fini della realizzazione del progetto.
Il CdG é costituito da tre membri soci della Sezione A.N.C.I. di Firenze che, per
quanto concerne i fondi raccolti, operano in piena autonomia e trasparenza, nel pieno
rispetto delle norme in vigore; il CdG è dunque soggetto ai previsti controlli da parte
dello Stato e i suoi membri rispondono in solido, davanti alla Legge delle attività
amministrative svolte.
I membri del CdG operano esclusivamente su base volontaria, nei limiti delle loro
possibilitá e non percepiscono alcun compenso né rimborso spese per le attivitá rese
ai fini del conseguimento degli obiettivi del progetto.
Le decisioni di competenza del CdG sono assunte sempre all’unanimità e in modo
certificato (atto dispositivo/raccolta degli atti dispositivi). In caso non sia possibile
raggiungere l’unanimitá, l’arbitrato é svolto dalla CdR tramite il Presidente Nazionale
dell’A.N.C.I..
La composizione del CdG é riportata nell’annesso II all’Allegato B.
Solo un membro del CdG puó far parte della Commissione Tecnico Scientifica.
L’eventuale ampliamento del numero di membri é subordinata al consenso da parte
dei membri originari in quanto soggetti che rispondono davanti alla legge delle attivitá
finanziarie e delle rendicontazioni svolte dal CdG stesso.
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c. Commissione Tecnico-Scientifica
Alla Commissione Tecnico-Scientifica (CTS) è affidata la missione di sovrintendere alla
riprogettazione inversa del carro in ottica filologica, allo scopo di consentire la
costruzione di una replica quanto più possibile fedele all’originale, compatibilmente con
la documentazione di riferimento disponibile.
In particolare, la CTS ha il compito di risolvere tutte le lacune documentali attraverso la
ricerca della documentazione originale ovvero mediante l’interpretazione della filosofa
e la tecnica costruttiva dell’epoca e fornendo soluzioni che, pur non pregiudicando la
bontà del risultato finale del progetto, nel garantirne la fattibilità tecnica e finanziaria
dello stesso alla luce delle risorse finanziarie disponibili, assicuri sufficienti standard di
sicurezza al manufatto finale sia pure tenendo conto del limitato impiego dinamico che
questo avrá.
La CTS ha il compito di definire le conseguenti specifiche tecniche della replica da
realizzare e, ottenuta l’approvazione di tali specifiche da parte del Comitato di
Gestione, realizzare i piani di costruzione esecutivi che ne consentiranno la
realizzazione.
La CTS riunisce qualificatissime professionalità con sperimentate pregresse
esperienze nel settore ingegneristico, della tecnologia e delle costruzioni meccaniche
pesanti, in campo militare e civile, in realtà industriali di primo piano a livello nazionale
e internazionale.
La CTS puó contare anche sull’ampio bacino di collaboratori esterni in possesso di
conoscenze ingegneristiche rappresentato anche dai soci dell’Associazione Nazionale
Ufficiali Tecnici dell’Esercito Italiano (ANUTEI) e sull’ausilio di un certo numero di
accreditati ricercatori storico-militari.
I membri della CTS ed i Collaboratori Esterni operano su base volontaria, senza
obblighi e nei limiti delle loro possibilitá e non percepiscono alcun compenso né
rimborso spese per le attivitá rese.
La composizione della CTS é riportata nell’Allegato B.
L’eventuale ammissione di nuovi membri é subordinata all’approvazione da parte del
Presidente Nazionale dell’Associazione Nazionale Carristi d’Italia in qualitá di referente
istituzionale e alto vigilante dell’intero progetto.
c. Collaboratori Esterni
I collaboratori esterni sono personalità che hanno volontariamente e gratuitamente
contribuito in misura e modi diversi, allo sviluppo del progetto fornendo utili forme di
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supporto, anche di tipo occasionale, ma giudicate significative se non decisive per il
buon esito dell’impresa e per questo ritenute meritevoli di particolare di menzione.
Chiunque abbia prestato una qualsiasi forma di collaborazione non remunerata
connessa al raggiungimento degli scopi fissati dal progetto, ha merito di essere
annoverato tra Collaboratori Esterni.
L’elenco dei collaboratori esterni è riportato nell’Allegato B.
d. Cantiere
(1) Il cantiere sarà allestito a cura dell’Associazione Cultori della Storia delle F.A.
che deciderà le modalità di esecuzione del manufatto avvalendosi delle proprie risorse
organizzative e strumentali.
(2) Le attività meramente tecniche saranno supportate dalla supervisione
filologica assicurata da risorse dell’Associazione Raggruppamento SPA (Vds Annesso
I all’Allegato B).
6. DIARIO DEGLI AVVENIMENTI (CRONOPROGRAMMA)
Vds. l’Allegato Q.
7. IL CARRO ARMATO PESANTE FIAT 2000
a. Cenni Storici
Il carro Armato del quale l’Associazione Nazionale Carristi (A.N.C.I.), Associazione
Raggruppamento SPA e Associazione Cultori Storia delle Forze Armate intendono
costruire una replica, fu il capostipite dei carri armati italiani, fu il più grande e il più
pesante dei carri armati coevi e fu adottato dall’Esercito Italiano. Gli ingegneri che lo
progettarono conseguirono alcuni rilevanti primati tecnici: il Fiat 2000 si distingueva fra
tutti i carri sino ad allora concepiti per alcune soluzioni tecniche innovative: il cannone
in torretta girevole a giro d’orizzonte; il vano motore separato dalla camera di
combattimento, il disegno dei cingoli.
La Fiat iniziò ad occuparsi del nuovo mezzo da combattimento nel 1916 dietro ordine
dei vertici militari, che ne avevano definiti approssimativamente i requisiti tecnici,
attraverso alcune fotografie e un articolo giornalistico riguardante il prototipo del carro
d’assalto inglese “Little Willie”. Il progetto doveva essere realizzato nel più breve tempo
possibile per risolvere il perdurante stallo operativo. La Fiat affidò l’incarico a due dei
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suoi migliori ingegneri dell’epoca: Giulio Cesare Cappa e Carlo Cavalli(3) due uomini
interessanti le cui biografie sono riportate nell’Allegato M.
Del Fiat 2000 non esiste più alcun esemplare. Gli unici due esemplari costruiti dalla
Fiat (il primo alla fine del 1918 e il secondo agli inizi del 1919), sono andati
irrimediabilmente perduti come anche perduto è il telaio-prototipo sperimentale
presentato alle autorità militari il 21 giugno 1917 ed utilizzato per le prove, prima con la
sola piattaforma e successivamente con una sovrastruttura temporanea,
probabilmente in legno, assai diversa da quella poi definitiva realizzata dall’Ansaldo di
Genova.
Di tutto questo, fino a qualche tempo fa, rimanevano soltanto non più di due dozzine di
fotografie, nessuna delle quali ritrae più di un veicolo alla volta tanto da far pensare
che i due esemplari non siamo mai stati contemporaneamente nello stesso luogo.
Le uniche testimonianze autentiche del ciclo progettuale del Fiat 2000 sono costituite,
al momento: dalla scarsa documentazione fotografica; dal noto “modello Quarello” una
rappresentazione tridimensionale, in legno e metallo, in scala 1:5 del progetto,
realizzato per la Fiat nel 1917 e inaspettatamente ritrovato e fortunosamente
recuperato sul mercato antiquario dal gruppo ricostruttori nel corso del 2017 a suggello
del centenario del progetto del Fiat 2000 (descrizione in Allegato C); dal contratto di
vendita (in Allegato D) e dalle riproduzioni dei disegni tecnici della pianta del carro e
della sovrastruttura.
Entrambi i due esemplari costruiti giunsero in linea in ritardo per poter essere impiegati
sui campi di battaglia della Prima Guerra Mondiale. Nel 1919 essi furono assegnati
assieme ad altri pochi carri armati posseduti dal Regio Esercito alla neocostituita “1^
Batteria Autonoma Carri d’Assalto” con sede a Torino(4).
Nel febbraio 1919 l’esemplare di costruzione più recente, contraddistinto dagli
sgocciolatoi montati sopra la botola del pilota e le feritoie delle mitragliatrici e da vistosi
loghi della fabbrica sullo scudo frontale dello scafo e sui due fianchi della cupola, fu
inviato in Libia e impiegato nei pressi di Misurata, nell’ambito delle operazioni militari ivi
condotte dall’Esercito Italiano contro i ribelli arabi che si opponevano alla riconquista
della Tripolitania.
(3) A tal proposito si veda “I Progettisti della FIAT nei primi 40 anni da Faccioli a Fessia” di Dante Giacosa (Torino, Archivio Fiat 2010). (4) Il piccolo reparto, che si ritiene fosse al comando del Capitano Conte Alfredo Bennicelli, era articolato in due sezioni ciascuna equipaggiata con 1 carro Fiat 2000 e 2 Renault FT17.
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L’esemplare inviato in Libia risulta sia rimasto per sempre in colonia presso la locale
sezione staccata d’Artiglieria e non rientrò mai piú in Patria (forse per un guasto
irreparabile in una zona dalla quale non fu poi possibile recuperarlo?). Con il carro
rimasto in patria, il primo aprile 1919 - presso lo stadio di Roma - la batteria del
Capitano Alfredo Bennicelli, fondatore dei Carristi italiani, diede di fronte al Re e a un
vasto pubblico una spettacolare dimostrazione eseguita nel corso di una
manifestazione organizzata per la sraccolta di fondi a favore della Croce Rossa, della
quale restano numerose e belle immagini(5).
Il Fiat 2000 restò ufficialmente in servizio nell’Esercito fino al 1934 seguendo tutte le
vicissitudini organico-ordinative che in seguito portarono alla creazione della Specialità
Carristi.
Custodito in Roma nella caserma di via Marsala già dal 1923, nel settembre 1927
venne trasferito nella sede del forte Tiburtino. Qui, il primo ottobre 1927, il grande carro
fu il testimone illustre della costituzione del Reggimento Carri Armati, unità capostipite
della Specialità Carristi. Nel 1934 il carro, nel frattempo targato RE54A, seguì il
reggimento trasferitosi a Bologna nella Caserma “Mazzoni”. Nel volgere di un biennio,
come riferisce Nicola Pignato in molte sue opere, ormai radiato dal servizio e
trasformato in “gate guardian”, passò in carico al 3o Reggimento fanteria carrista,
costituitosi nella cittá felsinea il 30 settembre del 1936 per trasformazione del
Reggimento Carri Armati. Nella sede bolognese l’esemplare superstite era conservato
insieme agli altri carri armati primordiali di origine francese giunti in Italia grazie
all’opera di Alfredo Bennicelli (si trattava del piccolo Renault FT17 e del più grande
Schneider, della presenza di quest’ultimo nella caserma felsinea esiste anche
(5)
Vds. l’Allegato K.
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un’evidenza fotografica) in vista della costituzione - a tutt’oggi purtroppo mai avvenuta -
di un museo che avrebbe dovuto raccogliere tutti i mezzi che i carristi avrebbero avuti
in dotazione.
Altre fonti riferiscono invece di aver visto l’ultimo Fiat 2000 nel 1936, presso la
caserma “Bava” di Vercelli, sede del 1o Reggimento carristi. Nel suo libro “Ferrea Mole
Ferreo Cuore”, Dino Campini, riferisce infatti di aver visto parcheggiato sotto le tettoie
di quella caserma piemontese un enorme carro arrugginito “somigliante a un’antica
cattedrale bizantina a croce greca sormontata da una cupola rotonda”. A giudicare
dalla pittoresca descrizione sembra plausibile che quello visto dal Campini fosse
effettivamente un Fiat 2000 (che questo avvistamento smentisca la tesi secondo la
quale il carro inviato in Libia non era mai rientrato in Italia?).
Come accennato, non esiste alcuna evidenza fotografica che ritragga insieme i due
esemplari del Fiat 2000 entrati in servizio nell’Esercito Italiano. Che fossero due si
evince dalle piccole differenze esteriori che permetteva di distinguerli. Separati dalla
nascita dunque, ma accumunati da un identico e ignoto destino. Ovunque fossero
conservati, pare che i nostri carri siano rimasti dove si trovavano fino al momento della
loro misteriosa scomparsa, avvenuta – senza testimoni - alla fine della 2^ Guerra
Mondiale, presumibilmente demoliti e venduti come ferro vecchio, probabilmente
insieme allo Schneider e al piccolo Renault FT17.
b. Caratteristiche Tecnico-progettuali(6)
(1) Capitolato Tecnico.
Il capitolato tecnico del Carro Armato Fiat 2000 è descritto nel contratto
stipulato tra la ditta costruttrice e l’Amministrazione Militare in data 28 gennaio
1918 la cui copia integrale è riportata integralmente nell’Allegato D.
(2) Dati di Base
Progettazione: FIAT e ANSALDO
Progettisti: Carlo Cavalli e Giulio Cesare Cappa
Costruttore: FIAT
Data impostazione: 1916
Data Primo collaudo: 1917
Entrata in servizio: 1918
Radiazione dal servizio: 1934
(6) Fonte Nicola Pignato.
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Esemplari costruiti: 2 (+1 prototipo su cui furono condotte le
sperimentazioni)
(3) Dimensioni
Lunghezza: 7,40 m
Larghezza: 3,20 m
Altezza: 3,80 m
Peso: 38,78 t
Carreggiata: 2350 mm
Rapporto peso/potenza: 6 hp/t
Capacità Serbatoio: 600 l (suddivisi in 4 serbatoi) – per 12 h di moto.
Equipaggio: fino a 1+9 uomini (al riguardo si evidenzia che
tutte le immagini fotografiche testimoniano un
equipaggio di 8 uomini).
(4) Propulsore
Tipo: Motore avio FIAT A12, 6 cilindri in linea
Costruttore: SIA/FIAT Aviazione
Ciclo: Otto
Raffreddamento: ad acqua
Alimentazione: un carburatore doppio corpo
Distribuzione: SOHC 4 valvole per cilindro
Cilindrata: 21,715 l
Lunghezza: 17763 mm
Larghezza: 560 mm
Altezza: 1130 mm
Alesaggio: 160 mm
Corsa: 180 mm
Rapporto di compressione: 4,5:1
Peso: 415 kg a vuoto
Potenza: da 200 a 250 hp (1400 g/m)
Trasmissione: a frizione, 4 marce avanti e 2 retro, con riduttore
Trazione: due cingoli tipo Holt (50 maglie d’acciaio per
cingolo).
Sospensioni: a balestre, poggianti su 8 carrelli oscillanti.
(5) Prestazioni
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Velocità massima: 7,5 km/h
Autonomia: 75 km
Pendenza massima: 40 gradi
Trincea: 3,5 m
Gradino: 1 m
Guado massimo: 1 m
(6) Armamento
Principale: n. 1 cannone da 65/17 Mod. 1908/1913 installato
in torretta girevole su 360°. La torretta era
formata da 4 spicchi di lamiera ed un cupolino
imbullonati tra loro. Sulla sommità della cupola vi
era un anello di sollevamento. La torretta
presentava una feritoia verticale per l’elevazione
della bocca da fuoco il cui affusto era solidale a
uno scudo semicircolare. Sulla sinistra di tale
feritoia, un’apertura per il sistema di puntamento.
L’alzo del cannone andava da -10° a +75°; ciò ne
consentiva l’impiego anche a tiro curvo.
Secondario: n. 7 mitragliatrici FIAT-Revelli Mod. 1914 cal. 6,5
mm raffreddate ad acqua. Tutte sistemate in
casamatta: 4 sistemate agli angoli (brandeggio di
circa 110°); 2 al centro del lato destro e sinistro e
1 al centro del lato posteriore. A queste vanno
aggiunte 3 armi dello stesso tipo di riserva.
Munizionamento: 45 granate per l’obice da 65/17.
1000 colpi per ciascuna mitragliatrice in serbatoi
da 50 colpi sistemati in cartuccere di legno in
prossimità di ciascuna arma.
(7) Protezione
Tipo: Corazza in piastre di acciaio al vanadio
autoportanti, imbullonate a caldo. Le corazze
utilizzate erano quelle inizialmente destinate alla
costruzione della corazzata “Cristoforo Colombo”.
Le corazze delle gonne laterali potrebbero essere
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state di tipo laminare (Vds. il disegno del
complessivo generale allegato al contratto in
Allegato D).
Spessori: Minimo: 15 mm (piani orizzontali).
Massimo: 20 mm (piani verticali e obliqui).
c. Il Motore Fiat A.12
(1) Sviluppo.
Un cenno particolare merita il propulsore installato sul carro Fiat 2000. Il Fiat
A.12 era un motore aeronautico prodotto dalla “Società Italiana Aviazione
(SIA), poi Fiat Aviazione, tra il 1916 ed il 1919. La FIAT, che nel 1916 aveva
creato una sua controllata, la Società Italiana Aviazione, e che già aveva in
produzione il motore Fiat A.10, si inserì nel mercato della fornitura militare con
un nuovo progetto, un motore atto a sviluppare una potenza superiore e
destinato ad equipaggiare velivoli di produzione nazionale. Il nuovo motore,
che assunse la designazione A.12, venne progettato sviluppando la tecnologia
acquisita dall’esperienza della casa torinese nella realizzazione di grandi
motori da competizione. Era un’unità dalle dimensioni generose, più consone
ad un motore marino piuttosto che aeronautico, caratterizzata da una cilindrata
complessiva pari a 21.715 cm³ e da un sensibile aumento del peso a vuoto del
precedente modello A.10. Data la necessità di disporre al più presto di nuovi
motori, la produzione in serie venne avviata nel 1916 appena i test a terra
diedero risultati positivi. L’esperienza sul campo confermò le aspettative
progettuali eccellendo in efficienza ed affidabilità. L’anno successivo venne
introdotto un ulteriore sviluppo destinato alla grande serie. L’unità, designata
A.12bis, era caratterizzata da una maggiore potenza disponibile ottenuta
modificando le misure di alcuni componenti interni ed innalzando il rapporto di
compressione. In totale, dal 1916 al 1919, furono costruiti 13.260 esemplari,
risultando uno dei motori alleati più utilizzato.
(2) Impiego
I modelli A.12 ed A.12bis furono applicati con successo a numerosi velivoli,
principalmente di produzione nazionale, dai più leggeri aerei da ricognizione ai
più pesanti bombardieri. Il motore si rivelò versatile e affidabile fu impiegato
anche sulle motosiluranti antisommergibili della Marina e nel 1917, fu
prescelto come propulsore per il carro armato pesante Fiat 2000. Un motore
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A.12, recuperato dai rottami di un residuato bellico, venne montato sullo
chassis di una vecchia automobile da competizione, una Fiat SB4, allo scopo
di ottenere una vettura da primato. Ne risultò la celebre Mefistofele che
condotta dal suo costruttore, il pilota britannico Ernest Eldridge, conquistò il
primato mondiale di velocità sul chilometro lanciato, nel 1924, sul rettifilo di
Arpajon, in Francia. La Mefistofele non fu l’unica auto ad alte prestazioni a
ricevere questo motore che fu infatti montato anche sulla celebre Fiat
Botafogo. Esemplari di questo motore sono stati rintracciati presso il Museo
dell’Automobile “Biscaretti di Ruffia” in Torino e presso il Museo
dell’Aeronautica Militare in Vigna di Valle (Roma). Un esempare sezionato per
scopi didattici è stato localizzato presso il Museo del Politecnico di Torino in
Alessandria.
(3) Descrizione tecnica
Il Fiat A.12, come molti motori dell’epoca, presentava una configurazione a
cilindri separati, collegati tra loro dalle tubature del circuito di raffreddamento,
che poggiavano imbullonati sul basamento realizzato in due semi gusci che
conteneva l’albero a gomiti. La distribuzione era monoalbero in testa (SOHC)
comandato dall’albero a gomiti tramite una serie di ingranaggi ed alberini di
trasmissione, posizionato tra i bilancieri che attuavano le quattro valvole, due
di aspirazione e due di scarico. L’alimentazione era affidata ad un singolo
carburatore doppio corpo, diventati due per la versione A.12bis, posizionato
sul lato sinistro. Sugli aerei la trasmissione del moto al perno dell’elica
avveniva in presa diretta mentre ovviamente sul carro armato andava alla
grande scatola del cambio.
(4) Versioni
(a) A.12. Prima versione ad essere avviata alla produzione in serie
caratterizzata dal rapporto di compressione 4,5:1; peso a secco di 390
kg, capace di sviluppare nelle sue versioni iniziali una potenza pari a 210
CV a 1400 giri/min al livello del mare.
(b) A.12bis. Sviluppo dell’A.12. Versione caratterizzata dall’applicazione di
valvole maggiorate, rapporto di compressione 4,7:1; 2 carburatori a
doppio corpo ed un peso a secco di 438 kg per una potenza di 300 CV
(221 kW) a 1600 giri/min.
(5) Velivoli utilizzatori
Finlandia: IVL A.22 Hansa.
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Francia: Breguet 14
Italia: Ansaldo A.300, Caproni Ca.40, Caproni Ca.5, Caproni Ca.46, Fiat
R.2, Macchi M.4, Macchi M.9, Macchi M.15, Pomilio PC, Pomilio PD,
Pomilio PE, SAML S.1, SAML S.2, Savoia-Marchetti S.55, Savoia-Pomilio
SP.2, Savoia-Pomilio SP.3, SIA 7B.1, SIAI S.9, SIAI S.16 e S.16bis
(A.12bis). In Italia il motore fu impiegato anche sulle motosiluranti
antisommergibile della Regia Marina e sul carro armato F2000.
Regno Unito: Airco DH.4, Airco DH.9, Vickers Vimy (solo un prototipo).
8. PRECEDENTI IN MERITO ALLA COSTRUZIONE DI REPLICHE DI CARRI ARMATI
D’EPOCA
Mentre la costruzione di repliche di velivoli risalenti ai primi del novecento è abbastanza
comune anche nel nostro Paese, la costruzione di una replica esatta di un carro armato
d’epoca non piú esistente non ha precedenti in Italia. Nel resto del mondo gli esempi sono
piuttosto numerosi e si concentrano principalmente sui carri armati risalenti al secondo conflitto
mondiale, in particolare quelli tedeschi. La ricostruzione dei primissimi carri armati è invece un
fenomeno abbastanza raro. Solo, recentemente, con le celebrazioni del centenario della prima
guerra mondiale, si è assistito a un crescente interesse per i carri armati primordiali. Uno dei
precedenti di cui si ha notizia è un’operazione condotta in Gran Bretagna ove è stata ricostruita
una replica del carro armato tedesco AV7, coevo del Fiat 2000. Una replica funzionante del
carro AV7 che aveva un equipaggio di 18 uomini e pesava poco meno del nostro carro(7), è
stata costruita nel 2009 da Bob Grundy di British Military Vehicles(8), una ditta inglese
specializzata nel restauro di vecchi veicoli militari che ha sede a Wigan. Tale replica è costruita
in compensato e ferro angolato, utilizzando il motore, la trasmissione e due cingoli recuperati
da veicoli agricoli cingolati. La livrea dello scafo rappresenta il veicolo numero 504,
soprannominato “Schnuck” il cui cannone originale è esposto all’Imperial War Museum di
Manchester. Nel novembre 2012 questa replica è stata acquistata dal Tank Museum di
(7) L’unico esemplare di carro A7V sopravvissuto alla prima guerra mondiale è il celebre “Mephisto” che fu abbandonato dal suo equipaggio durante la Battaglia di Villers-Bretonneux nell’aprile 1918, fu recuperato tre mesi più tardi dalle truppe australiane e britanniche e l’anno successivo fu portato in Australia come trofeo di guerra. Per molti anni il carro fu collocato all’esterno del vecchio Queensland Museum di Bowen Hills al riparo di una tettoia dove restò sino al 1986 anno in cui il cimelio fu stato trasferito nel nuovo Queensland Museum a Southbank. Nel 2011 fu danneggiato da un’alluvione e restaurato presso le officine del Museo Ferroviario di North Ipswich nel Queensland. Mephisto è ora esposto all’Australian War Memorial di Canberra. (http://www.theworkshops.qm.qld.gov.au/About+Us/News/News/2013/03/Queenslands+Beloved+Mephisto+Back+On+Display#.WhaWLI01i70). (8) Link: http://www.milweb.net/dealers/trader/british_military_vehicles/.
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Bovington dove è esposto e impiegato per esibizioni all’aperto accanto alla replica britannica
del carro Mark IV appositamente costruita nel 2010-11 per il film War Horse(9).
Un'altra replica dinamica di A7V appare nel lungometraggio della Germania dell’Est Trotz
Alledem (1972), la storia di Karl Liebknecht e dello Spartacist del 1919 a Berlino. Un modello
mobile è anche tra i veicoli del Tankodrome di Milovice nella Repubblica Ceca.
Una ulteriore replica, statica, dell’AV7 si trova nel Deutsches Panzermuseum di Munster.
Questa rappresenta in carro soprannominato “Wotan”, ma è largamente basato sui dati
dell’unico esemplare superstite “Mefisto”, conservato in Australia dal 1919. Questa replica è
stata realizzata nel 2016 e alla sua costruzione hanno partecipato 24 marchi importanti
dell’industria tedesca tra cui Man, Iveco, Porsche, Mauser, Zeiss, Thyssen, Bosh ecc..
Mentre scriviamo ci giunge notizia della realizzazione di una replica funzionante del carro
armato inglese Mark IV attualmente in avanzato stato di ricostruzione presso la cittadina belga
di Poelcapelle non distante da Ypres teatro di un aspro combattimento tra carri armati nel corso
della prima guerra mondiale. I fondi per questa realizzazione sono stati raccolti con
sottoscrizioni private cui ha contribuito anche l’Associazione del Royal Tank Regiment
britannico.
igura 1 - La replica del carro AV7 e il Mark IV in una scena del film War Horse.
Figura 2 - Il celebre carro Mark IV distrutto nella piazza di Poelcapelle (BE). Dopo la prima guerra mondiale il relitto del carro fu restaurato e collocato come monumento nello stesso luogo. Durante il periodo di occupazione nazista
(9) Vedasi il filmato: https://www.youtube.com/watch?v=ztkKJUQB4rU&sns=em.
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del Belgio, le truppe tedesche distrussero il monumento. Oggi la cittadinanza di Poelcapelle ha deciso di ricostruirne una replica (a sinistra il logo dell’iniziativa).
Altre iniziative sono in corso e vengono alla luce numerose un po’ dappertutto e altri carri
primordiali sono stati realizzati nel frattempo. Nel corso del 2018, in particolare, sono state
costruite le repliche di altri due carri francesi ma interessanti per la nostra storiografia militare i
cui esemplari italiani erano conservati insieme al Fiat 2000 e ne hanno seguito la sorte. Si
tratta della replica del carro Schneider CA-1 e di quella del carro Renault Ft17 rispettivamente
realizzate dal Midway Village Museum di Rockford (Illinois - USA)(10) e dal gruppo di rievocatori
storici in francese “Les Poilus D'ile De France” di Cormeilles-en-Parisis (11).
I risultati di queste iniziative di successo costituiscono un elemento di confronto particolarmente
interessante ai fini della determinazione del livello di ambizione del nostro progetto, la
conseguente messa a punto del programma di costruzione e infine per l’organizzazione del
cantiere.
Figura 3 – Costruzione della replica del carro francese Schneider CA-1 realizzata negli USA nel corso del 2018.
Figura 4 – Costruzione della replica del carro francese Renault Ft17 realizzata in Francia nel corso del 2018.
(10) www.midwayvillage.com. (11)
http://www.net1901.org/association/LES-POILUS-DILE-DE-FRANCE,1842265.html.
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9. LINEE GUIDA PER LA RIPROGETTAZIONE E LA REALIZZAZIONE DELLA REPLICA
a. Generalitá
Ai fini della costruzione di una replica al vero di un qualsivoglia veicolo (sia esso un
velivolo, un natante, un veicolo terrestre, ecc.) occorre decidere in merito alle seguenti
scelte:
(1) Livello di rispondenza al vero.
(2) Percentuale di funzionalità replicate.
(3) Riutilizzo di componentistica originale (laddove disponibile).
b. Rispondenza al vero
Per soddisfare il primo punto, il fattore chiave è la disponibilità della documentazione
tecnica al massimo livello di completezza possibile.
Nel caso del Fiat 2000, come si é detto, sono stati al momento acquisiti alcuni disegni
di assieme, il modello “Quarello” in scala 1:5, alcune fotografie e il contratto di vendita
stipulato da FIAT e Ministero della Guerra.
Con la citata documentazione si è condotta un’attività di ingegneria inversa, attraverso
cui è stato possibile elaborare nuovi disegni tecnici con un grado più che accettabile di
precisione, attendibilitá e rispondenza al vero; nel senso che, qualora non siano
rintracciati ulteriori documenti e la replica venisse realizzata avendo solo quelli sopra
elencati unitamente ai dati interpretati, la fedeltà “percepita” della riproduzione sarebbe
comunque molto buona.
Si tratta di files matematici in modellazione tridimensionale dei singoli particolari,
ricostruiti secondo i dati desunti dalla documentazione rinvenuta o, come detto,
interpretati laddove non disponibili. Si tratta di progetti “dinamici” ossia agevolmente
completabili, integrabili e modificabili in diversi dettagli (in particolare le parti non visibili
del carro) ma comunque già utilizzabili nei vari cicli produttivi (fusioni, lavorazioni
meccaniche, ecc.).
È possibile tuttavia che presso gli archivi storici Fiat (Dott. Castagnola già interpellato)
e Ansaldo (ricognizione effettuata senza esito) o presso gli archivi della Direzione
Generale degli Armamenti Terrestri del Ministero della Difesa (non ancora interpellata)
o altrove, esistano ulteriori disegni tecnici del veicolo non ancora rintracciati. L’attività
di ricerca tuttavia si é presentata tutt’altro che facile stante l’ampiezza di tali archivi e la
loro non completa informatizzazione che avrebbe obbligato all’esame di centinaia di
migliaia di disegni con tempi di perlustrazione lunghissimi ed esito peraltro incerto.
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La Commssione Tecnico-Scientifica ha comunque intrapreso un tentativo presso gli
archivi della Fondazione Ansaldo, efficientando la ricerca adottando il criterio di partire
dai formati più grandi, dove verosimilmente sono rappresentati gli assiemi principali del
veicolo. Qualora ne fossero stati trovati, dalla lista di montaggio che all’epoca era
riportata sugli assiemi sarebbe stato forse possibile ricavare i numeri di disegno dei
livelli inferiori. A quel punto si sarebbe dato inizio alla creazione dell’albero della
costruzione, da popolare man mano che si fossero trovati i disegni. Tale documento
avrebbe avuto un valore storico già di per sé. Purtroppo anche questa metodologia di
ricerca non ha dato alcun frutto e il fatto che anche la ricca pubblicistica specializzata
sia carente di questi documenti relativi al Fiat 2000 ci ha spinto a pensare che tale
documentazione tecnica sia andata definitivamente perduta.
c. Funzionalità replicate
La terminologia classica applicata al progetto di un carro ci porta a catalogare le
funzionalità tradizionalmente sintetizzate nella formula tattica di questo tipo di
armamento: Mobilità, Protezione e Potenza di Fuoco.
(1) Mobilità. Si ritiene che sia indispensabile che il veicolo possa muoversi per
rotolamento di cingoli il più possibile simili a quelli originali di tipo Holt,
cingolatura ancora oggi diffusamente utilizzata nel campo delle macchine da
lavoro. Fortunatamente le informazioni per risalire alla configurazione delle
maglie esistono e sono state usate per la riprogettazione con tecnologia
AutoCAD. Con il progetto ottenuto si è perfino proceduto, con risultati
apprezzabili, alla stampa tridimensionale (in scala 1:20) delle maglie
componenti l’intera cingolatura, della ruota motrice e quella di rinvio e dei
carrelli dell’originalissimo treno di rotolamento. É stato anche realizzato un
modello in scala 1:1 della maglia che potrá essere utile per la realizzazione
degli stampi di fusione.
Il treno di rotolamento è costituito, su ciascun lato, da una serie di 4 carrelli
ognuno costituito da una coppia di rulli allineati. Tali carrelli sono sospesi su
robuste molle a balestra portanti i rulli a terra. Anche in questo caso la
documentazione esistente (in particolare la rappresentazione nell’assieme
generale del veicolo e il modello “Quarello”) è risultata abbastanza chiara ed
ha consentito una riprogettazione di buon livello e la successiva stampa
tridimensionale in scala 1:20 e nodellazione in resina 1:1 di una parte del
carrello.
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Figura 3 - Riprogettazione del carrello.
Per le ruote dentate vale la stessa considerazione. Altrettanto chiara risulta
anche la configurazione della soluzione cinematica della trasmissione alle
citate ruote dentate (Vds. relazioni tecniche in Allegato E).
Quanto al gruppo motopropulsore lo studio di pre-fattibilità dovrà valutare,
anche sotto l’ottica della sicurezza, affidabilità e convenienza economica, le
diverse soluzioni possibili che vanno da una replica di una propulsione termica
con un motore ed una trasmissione dell’epoca (ampiamente descritto nel
paragrafo 3.c.), fino a propulsioni moderne - eventualmente elettriche o
idrauliche come fatto in Francia e in Inghilterra per le repliche di alcuni carri
coevi ed anche per la rimotorizzazione di esemplari originali, opportunamente
occultate all’interno di simulacri che rappresentino fedelmente le forme esterne
dei propulsori originali.
Per ovvie ragioni di sicurezza occorrerà realizzare in modo rigoroso l’impianto
di sterzatura, l’impianto frenante e quello di accelerazione. Questi sono infatti i
punti chiave per ridurre i rischi di infortunio e ottenere un’autorizzazione a
muovere, anche in spazi dedicati e protetti.
(2) Protezione. Essa era affidata alle forme, agli spessori e alle giunzioni fra le
lamiere. Al riguardo, non avendo la replica alcuna necessità di protezione
balistica, si prevede - analogamente alle soluzioni adottate all’estero per la
realizzazione di repliche di carri coevi al nostro - di realizzare il guscio in
metallo, usando acciaio nella parte inferiore destinata a sostenere il
carrellaggio ed il gruppo motopropulsore, e in lega leggera nella sovrastruttura
conseguendo il vantaggio della riduzione dei pesi e dei costi.
d. Riutilizzo di componentistica originale
Per le ragioni sopra esposte, per quanto riguarda la ricostruzione del veicolo oggetto
del presente progetto, l’eventuale utilizzo di componenti originali eventualmente
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disponibili e reimpiegabili è circoscritto al gruppo moto propulsore e al cambio. Tutte le
altre componenti dovranno invece essere ricostruite ex novo, sulla base della
documentazione tecnica disponibile e nei limiti imposti dalla fattibilità tecnica e
ovviamente dei costi sempre ricercando - beninteso - la massima rispondenza con
l’originale. Resta fermo l’intento degli ingegneri e degli operatori addetti alla
ricostruzione di rispettare al massimo livello possibile le tecniche costruttive dell’epoca.
10. REPERIMENTO E GESTIONE DELLE RISORSE FINANZIARIE
a. Linee guida
Le risorse necessarie per procedere alla realizzazione della costruzione della replica
del carro Fiat 2000 saranno assicurate da:
contributi offerti da privati cittadini e/o associazioni raccolti mediante
sottoscrizioni volontarie a mezzo di accredito su conto corrente
bancario/postale esclusivamente dedicato intestato alla Sezione di Firenze
dell’A.N.C.I. e amministrato dal CdG;
eventuali contribute pubblici, eventualmente anche in natura (istituzionali);
eventuali sponsor commerciali ed industriali;
offerta di beni e/o servizi in natura (lavorazioni e/o parti meccaniche e/o
gadgets);
eventuali introiti derivanti da pubblicità.
Tutte le contribuzioni saranno raccolte e gestite, a norma di legge, dal CdG
appositamente costituitosi. Ogni spesa sarà effettuata esclusivamente su indicazione
della Commissione Tecnica (CTS) e disposta dal Comitato di Gestione (CdG) d’intesa
e in coordinamento con le Associazioni partecipanti al progetto e soltanto se e quando
risulteranno effettivamente disponibili le necessarie risorse finanziarie per il
completamento di ciascun pacchetto di progetto.
Al riguardo é anche predisposto un Piano delle Sponsorizzazioni sulla falsariga di
quanto fatto in Germania per la realizzazione della replica del carro AV7 conservata al
Panzermuseum di Munster (Allegato L).
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b. Ruolo del Comitato di Gestione
L’acquisto dei materiali, la produzione delle componenti e l’esecuzione delle
lavorazioni per la costruzione della replica comporterà inevitabilmente dei costi
rilevanti. Al fine di garantire all’operazione la possibilità di svolgersi in una cornice
finanziaria e fiscale trasparente e pienamente a norma di legge, é risultato
indispensabile costituire un organismo di gestione “ad hoc” avente i requisiti di una
organizzazione “no profit”. La forma giuridica prescelta é la più semplice possibile onde
ridurre al minimo i costi di gestione e facilitare al massimo il funzionamento
dell’organismo stesso.
L’iscrizione nell’albo delle o.n.l.u.s., benché tale forma avrebbe consentito
l’applicazione del regime fiscale agevolato esteso anche ai donatori tramite la
deducibilità delle donazioni favorendole, è stata accantonata per le complicanze
burocratico-organizzative che essa avrebbe comportato, degli oneri intrinsechi
connessi a tale forma societaria e anche in vista dell’imminente riordino legislativo del
settore.
Sulla base di tali considerazioni si è dunque deciso di costituire l’organismo di gestione
nella forma di “Comitato”. Tale soluzione ha offerto infatti garanzie di maggiore stabilità
giuridica in quanto non sarà interessata dalle nuove normative di imminente
introduzione per il c.d. “terzo settore”.
Nella sua particolarità, il Comitato di Gestione (CdG) è nato già con una data di
scadenza, in quanto in fase di costituzione dovrà essere indicata la data di termine
delle sue funzioni, in quanto per quella data dovrebbe avere già realizzato il progetto
per cui è stato costituito. Si tratta in definitiva di un’organismo no profit, emanazione
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dell’Associazione Nazionale Carristi d’Italia che permette di operare con un gruppo
limitato di persone, con una organizzazione semplice e lineare, con poteri decisionali
accentrati pur potendo avere un bacino d’utenza potenzialmente inesauribile
(speriamo!) per la raccolta dei fondi necessari alla realizzazione degli scopi; e sotto
l’egida del Presidente Nazionale della predetta Associazione d’Arma che assicura la
cornice istituzionale all’intera operazione.
A seguito delle risultanze della riunione del 23 gennaio 2018 si è finalmente convenuto
di costituire il CdG in seno alla Sezione di Firenze dell’A.N.C.I.. I membri del citato
CdG, nominato da apposito verbale agli atti della menzionata Sezione, sono tutti soci
della sezione A.N.C.I. di Firenze. La missione affidata al CdG è quella di costruzione,
promozione e valorizzazione della replica del carro Fiat 2000. In tal senso il CdG si
ispirerà all’art. 9 del dettato costituzionale(12). Ciò consentirà il riconoscimento del
valore storico-culturale e il carattere non lucrativo dell’impresa al fine di far rientrare
l’operazione nell’inquadramento giuridico e fiscale più favorevole.
Il CdG si avvale della personalitá giuridico-fiscale dell’Associazione Nazionale Carristi
d’Italia; per il suo funzionamento si avvale degli organi sezionali fiorentini senza
peraltro gravarne in alcun modo sulle spese di gestione. Il CdG che pur riconosciuto
dalla Presidenza Nazionale A.N.C.I., opera in autonomia ed è responsabile delle
proprie azioni, si è dotato di un proprio codice fiscale ed ha attivato un proprio conto
corrente bancario ad hoc. L’amministrazione contabile del CdG è affidata a un Dottore
Commercialista che opera a titolo gratuito ed é membro con diritto di voto del CdG
stesso. L’atto costitutivo del CdG é riportato nell’Allegato I.
L’insieme di tutte le articolazioni organizzative che fanno capo al progetto formano nel
complesso il cosiddetto “Gruppo Ricostruttori Fiat 2000” (Vds. Allegato B).
I membri e i collaboratori esterni del “Gruppo Ricostruttori Fiat 2000” operano su base
volontaria e non è prevista per loro alcuna forma di compenso da parte del CdG o
dell’Associazione Nazionale Carristi d’Italia.
11. ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE
a. Comunicazione interna al Gruppo Ricostruttori
La comunicazione interna è affidata al CdG che per tale scopo si avvale di una
apposita casella di posta elettronica ufficiale attestata sul server dell’A.N.C.I.
(12) Art. 9. La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
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([email protected]) e di una pagina Facebook istituita add hoc, attraverso la quale
veicola, oltre alle comunicazioni contingenti, appositi bollettini informativi aperiodici e
condivide la documentazione di riferimento per l’impresa a garanzia della totale
trasparenza dell’operazione.
e. Attivitá di Comunicazione Esterna
Per quanto concerne la comunicazione esterna, con l’avvio della fase esecutiva, sulla
scorta dell’esperienza maturata nel corso della fase organizzativa la CdR ha
convenuto che, in ragione della peculiaritá di ciascuna di esse, le tre Associazioni
conservino la propria autonomia nel campo della comunicazione esterna. Tuttavia, nel
corso della fase esecutiva del progetto (costruzione della replica), la CdR potrebbe
comunque ravvisare l’opportunitá/necessitá di svolgere specifiche attivitá promozionali
e/o divulgative in comune a supporto degli obiettivi condivisi. Tali attività potranno
spaziare dal giornalismo, all’editoria, al marketing, alle conferenze stampa, ai
convegni, mostre, manifestazioni ecc. Tutte le predette attività dovranno corrispondere
ai valori etici a base dell’operazione. Le decisioni in merito a tali, eventuali attivitá
saranno assunte caso per caso dalla CdR. Poiché l’A.N.C.I. si è assunta l’onere della
responsabilità del progetto in capo alle massime Autorità Istituzionali patrocinanti, in
considerazione della potenziale delicatezza dell’operazione, si sottolinea l’opportunità
che le iniziative di comunicazione esterna suscettibili di avere rilevanza nazionale
eventualmente intraprese dalle singole associazioni vengano sempre preannunciate
attraverso il CdG allo scopo di prevenire ogni possibile distorsione e/o
strumentalizzazione. In questo senso, ciascuna Associazione partecipante si impegna
a operare salvaguardando sempre la buona reputazione delle altre due.
Le attivitá di comunicazione esterna saranno svolte al solo scopo di far conoscere il
progetto, le sue finalitá, il suo valore aggiunto culturale e per facilitare in particolare il
contatto dei potenziali sostenitori con l’organizzazione che la sovraintende. Le azioni di
sensibilizzazione dovranno mirare infatti alla ricerca di supporto concreto (non solo
finanziario) da parte di privati, associazioni, aziende e istituzioni secondo le linee guida
descritte nel precedente paragrafo 10.
Le attivitá dovranno essere inquadrate in un sintetico “Piano della Comunicazione”
(PdC) elaborato collegialmente a cura del FCE e approvato dalla CdR. Nessuna
attivitá di comunicazione dovrá risultare fine a se stessa e risultare fattibile e costo-
efficace. Per ciascuna attivitá inserita nel PdC dovranno essere chiaramente indicati:
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lo scopo, gli obiettivi da conseguire, le coordinate di tempo e luogo, le modalitá
esecutive, i relativi costi lordi e il Capo Progetto.
Quando e se necessario, dunque il coordinamento sará realizzato tra i
responsabili/addetti alla comunicazione di ciascuna associazione mediante
l’attivazione di un apposito gruppo di lavoro cui sará affidato il compito di conseguire gli
scopi/obiettivi indicati dalla policy di comunicazione concordata collegialmente dalla
CdR13.
Per quanto riguarda l’attivitá svolta a supporto dell’operazione per conto della CdR, i
membri del citato gruppo di lavoro opereranno su base volontaria, senza obblighi e nei
limiti delle loro possibilitá. Eventuali compensi e/o rimborsi spese per le attivitá rese
nell’ambito dei progetti di comunicazione comuni saranno regolati dalle intese e
accordi intercorsi con la rispettiva associazione di origine.
Le attivitá di comunicazione esterna non dovranno in alcun modo costituire un onere
per i fondi in custodia del CdG.
12. DESTINAZIONE DELLA REPLICA
a. Il Mock-Up.
A seguito della riunione di coordinamento preliminare svoltasi il 22 ottobre a Sasso
Marconi, si era convenuto di dar corso allo studio di fattibilità per la realizzazione, oltre
che alla replica semovente tal quale all’originale in metallo (sottoprogetto “Alpha”),
anche di un eventuale modello “mock up” (statico e scomponibile), in legno o altro
materiale leggero, con grado di dettaglio analogo all’esemplare semovente o
leggermente inferiore (sottoprogetto “Bravo”).
A conclusione delle ricerche di mercato effettuate, è risultato tuttavia che il costo di un
siffatto modello mock up con tale altissimo livello di dettaglio non sarebbe stato
inferiore ai 115.000€, mentre il prezzo di un modello con bassissimo livello di dettaglio
non sarebbe stato inferiore ai 40.000/50.000€ (Vds. Allegato H).
Nel corso della riunione svoltasi a Roma il 13 dicembre 2017 presso la Presidenza
Nazionale A.N.C.I., il gruppo di progetto ha quindi deliberato di accantonare, almeno
per il momento, il sottoprogetto “Bravo”.
13 Per ciascun progetto di comunicazione approvato dalla CdR sará di volta in volta designato il relativo “Capo Progetto” su indicazione dell’associazione proponente. Ciascun Capo Progetto assicura che l’attivitá di Comunicazione di pertinenza risulti coerente alle finalitá dell’operazione, ai valori culturali e ai principi etici che ne costituiscono il fondamento e che sia sincronizzata con le attivitá svolte dagli altri elementi organizzativi. A tale scopo il Capo Progetto tiene conto di tutte le informazioni veicolate sui canali della comunicazione interna a cura del segretariato del CdG.
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b. Proprietà e Collocazione Finale della Replica
Tutti i criteri relativi alla definizione della proprietà (eventualmente suddivisa nelle
forme consentite dalla legge italiana della replica realizzata per mezzo delle risorse
finanziarie che si renderanno disponibili, saranno definiti tra le Associazioni
partecipanti al progetto, prima dell’avvio delle attività di costruzione mediante apposita
Lettera di Intenti (Vds. Allegato P).
Una volta realizzato, il manufatto sará oggetto di valorizzazione culturale e collocato in
idonea struttura museale in grado di garantirne la fruibilità da parte del pubblico e la
conservazione nel tempo. La decisione in merito alla loro collocazione sarà oggetto
dell’apposita Lettera di Intenti tra le Associazioni Partecipanti al progetto. L’organismo
affidatario della custodia sará individuato entro il termine della costruzione. La Lettera
di Intenti sarà messa a punto entro la data di inizio dei lavori di costruzione e non potrà
non tener conto della provenienza dei flussi finanziari pervenuti al CdG o
individualmente investiti dalle Associazioni partecipanti al Progetto o da sponsor
esterni da ciascuna o collettivamente individuati.
La replica potrà essere all’occorrenza ceduta in prestito temporaneo, trasportata in
altre località per esibizioni, mostre, manifestazioni o celebrazioni, cerimonie a favore di
comunità, istituzioni nazionali e/o organizzazioni di altro tipo nazionali o estere che lo
richiedano.
La conservazione nel tempo (manutenzione ordinaria) del manufatto dovrá essere
assicurata dall’organismo affidatario ma potrà essere previsto il ristoro delle eventuali
spese relative al trasporto, manutenzione straordinaria per l’eventuale ripristino delle
avarie al manufatto a spese di chi le ha cagionate.
I dettagli relativi alla destinazione saranno comunque perfezionati in corso d’opera, alla
luce dei flussi di finanziamento e delle proposte che eventualmente perverranno al
riguardo dai vari attori coinvolti nel progetto. Resta inteso che l’organismo affidatario
dovrá possedere i requisiti, le conoscenze e le capacitá per assicurare che il manufatto
possa essere conservato in efficienza e pronto ad essere usato per le finalitá
sopradescritte con un congruo preavviso. Le Associazioni partecipanti al progetto
concorderanno a cadenza annuale e di mutua intesa il calendario degli impegni relativi
all’utilizzo della replica del Fiat 2000.
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Figura 5 - Il celebre logo FIAT dell’epoca, sempre vistosamente dipinto sul carro Fiat 2000 (Walter Defend).
13. CONCLUSIONI
Le attivitá svolte nell’arco di 20 mesi, a partire dal 18 aprile 2017, hanno consentito di
organizzare l’avvio del cantiere di costruzione. Le attivitá di ricerca e studio ha permesso alla
CTS di acquisire sufficiente confidenza con il carro armato Fiat 2000, di conoscerne in dettaglio
le caratteristiche tecnico/costruttive, di interpretare le porzioni non incluse nella
documentazione disponibile con soluzioni tecnicamente credibili dal punto di vista filologico.
Lo stato dell’arte dello studio, ulteriormente affinabile, potrà illustrare con efficacia l’approccio
fin qui seguito a tutti gli interlocutori che a vario titolo saranno coinvolti nell’impresa. Il livello di
dettaglio, pur spinto, risulta comunque flessibile e chi sarà incaricato della costruzione potrà
apportare ulteriori idee o individuare vincoli o soluzioni tecniche che dovranno essere valutati di
volta in volta insieme al CTS per inserire modifiche e aggiornamenti di quella che sarà il piano
di costruzione definitivo.
La modularitá conferita al progetto ne consentirá la realizzazione “per pacchetti” tecnicamente
credibili sin dalla nascita. I costi di tali pacchetti saranno definiti con precisione onde consentire
l’impiego oculato delle risorse disponibili ed escludere in tal modo ogni possibile dispersione
dei fondi o scoperto finanziario.
Il costante riferimento alla parte di documentazione progettuale originale disponibile consentirà
di verificare la bontà e la precisione dello studio condotto e risulterà decisivo per la risoluzione
di molti dei problemi interpretativi.
Per quanto riguarda l’aspetto organizzativo generale, il CdG ha potuto far assumere all’intera
struttura una forma coerente alla sfida e matura per il passaggio alla fase esecutiva. Anche le
attivitá di raccolta dei fondi e divulgazione condotte in proprio é stata commisurata alle
oggettive possibilitá del CdG. Le adesioni raccolte nella campagna condotta nel citato periodo
consentono di ritenere che esistono ulteriori e maggiori potenzialitá da sfruttare per alimentare
la fase di esecuzione del progetto. In particolare le sinergie individuate con le Associazioni
“Cultori della Storia delle Forze Armate” e “Raggruppamento SPA” e con tutti coloro che a
vario titolo hanno contribuito a conseguire gli obiettivi della fase organizzativa, hanno consetito
di sbaragliare il campo dai dubbi e dallo scetticismo con cui molti hanno accolto il nostro
progetto. La scommessa non é ancora vinta ma dopo soli 14 mesi di lavoro, le possibilitá di
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riuscita del progetto appaiono concrete grazie al generoso, disinteressato impegno profuso da
tutte le persone che si sono lasciate coinvolgere nel nostro sogno e che vi hanno creduto
caparbiamente rendendolo credibile.
Nel presentare al Direttivo Sezionale fiorentino questa versione della STO RIC F2000 quale
relazione intermedia, a conclusione della fase propedeutica alla costruzione della replica del
primissimo carro armato italiano, il CdG esprime la propria soddisfazione per i risultati fin qui
ottenuti. Essi costituiscono una premessa credibile per il proseguimento delle attivitá e il
conseguimento degli obietivi finali del progetto. Nell’assicurare la propria disponibilitá per
copntinuare a svolgere anche nella successiva fase il ruolo di coordinamento e segretariato, il
CdG esprime l’auspicio che durante tale fase, peraltro di fatto giá avviata dallo scorso 15
novembre, gli organi apicali del sodalizio mentore del progetto, desiderino assicurare, anche
nel proprio interesse e in supporto allo sforzo sostenuto in collaborazione con le altre due
associazioni partecipanti al progetto, un piú efficace e aderente sostegno in termini di
valorizzazione culturale dell’iniziativa nei confronti degli ambiti istituzionali e industriali
nazionali. Ció anche se tale supporto non appare piú indispensabile ai fini della realizzazione
del progetto.
Nel formulare questo legittimo auspicio, proprio nel momento in cui i risultati conseguiti al
termine della fase propedeutica premiano la fiducia accordatagli, Il CdG rinnova la disponibilitá
ad impegnarsi ulteriormente e rinnova la richiesta di essere aiutato a fare soltanto cio che il
esso non é in grado di fare da solo: conferire al progetto la rilevanza che la celebrazione della
storia industriale e militare del nostro Paese merita.
Per quanto precede, la CdG ha convenuto di definire il presente documento quale “Versione
Ufficiale per la Ricostruzione della Specifica Tecnico-Operativa per la costruzione di una
replica del carro armato Fiat 2000”. Di tale documento fanno parte integrante gli allegati
tecnici elencati nell’indice. Il documento costituirá la base per il proseguimento dei lavori volti al
conseguimento degli obiettivi prefissati.
Con l’occasione gli estensori del presente documento ringraziano il direttivo sezionale per il
coraggio e la fiducia accordatagli e tutti coloro che, a vario titolo riuniti nel Gruppo di Progetto,
hanno offerto il proprio fattivo e generoso apporto all’intera operazione. Senza ciascuno di loro
non sarebbe stato possibile raggiungere i risultati qui descritti.
Chiuso in Firenze, il 31 dicembre 2018 IL COMITATO DI GESTIONE
Mauro Somigli, Maurizio Parri
Valter Del Ferraro.